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retail&food LUOGHI DI VIAGGIO • SPAZI COMMERCIALI
Speciale Expo Italia Real Estate
CENTRI COMMERCIALI: il futuro in mostra I progetti più interessanti presentati in anteprima
Osservatorio prezzi • Star Trek Retail I Mall di Catania Piquadro
Analisi Mercato • Fast fashion
News primae noctis
“SPEZZARE LE RENI”? NON CONVIENE A NESSUNO
P
rima le banche americane, poi quelle europee; ora è la volta degli Stati, ovviamente quelli più deboli, il cui debito traballa vistosamente sulle piazze mondiali. Lo spettro dell’Argentina è lì a ricordarci che anche gli Stati sovrani possono comportarsi da felloni; anzi, se vogliamo, il caso greco è ancora peggiore, in quanto vi manca persino l’attenuante della buona fede. E tuttavia ha torto chi pensa (il 50% dei tedeschi, dicono i sondaggi, vorrebbero “spezzare le reni” alla Grecia!) che la Grecia non vada aiutata: il fallimento della Lheman Brothers dovrebbe averci insegnato che gli incendi per definizione tendono a propagarsi, con gravi danni per tutti. Dobbiamo invece pensare, con spirito positivo, che non siamo all’inizio di una caduta globale del sistema in cui abbiamo vissuto e prosperato per oltre mezzo secolo; siamo di fronte ad una sua crisi, profonda quanto si vuole, ma superabile e non definitiva. Teniamoci ben stretto l’euro, anche se dovremo accettare (e forse proporre anche noi) regole più severe e meccanismi di controllo più efficaci.
EDITORIALE
✔
L’OPINIONE Factory outlet center, competere e collaborare per continuare a crescere di Filippo Maffioli* A dieci anni dall'apertura del primo FOC in Italia, il nostro Paese è oggi Filippo Maffioli il secondo in Europa per superficie dedicata a questo specifico canale distributivo, con 20 grandi strutture attive e 50 milioni di visite complessive stimate nel 2009. Tale rapida evoluzione ha portato gli operatori del settore a riflettere sull'opportunità di confrontarsi, in un contesto istituzionale adeguato, per affrontare al meglio le nuove sfide del mercato. Ne è nata la Commissione Consultiva Factory Outlet, costituita nel 2009 in seno al CNCC, punto di riferimento principe per l’industria dei Centri Commerciali, dei Retail Park e dei Factory Outlet, appunto. Presieduta da Promos e composta da Neinver, McArthurGlen, Tavolera, Consedil, Stores Development, Premium Retail e Fashion District, la Commissione rappresenta l'80% del comparto e, in questo primo anno di attività, si è dedicata all'elaborazione di una definizione ufficiale di format, da proporre in vista di un adeguamento normativo del settore, e all’istituzione di un Osservatorio per il monitoraggio del mercato, con l’obiettivo di condividere e comunicare quanto raccolto ai media e all'opinione pubblica. La Commissione collabora inoltre con i principali organismi omologhi internazionali, per sviluppare conoscenza e confronto su un mercato ancora in forte crescita, ma che non può non interrogarsi sulle sue possibili evoluzioni e ridefinizioni future, per esprimere al meglio il proprio potenziale. Di buon auspicio, in proposito, vorremmo fosse il Premio Speciale da poco conferito dall'Osservatorio francese Magdus all'unica realtà europea nata dall'iniziativa degli operatori stessi, per "l'azione esemplare di promozione e condivisione di esperienze e riflessioni sul concetto di FOC, in uno spirito di sviluppo di sistema". * Presidente Commissione Consultiva Factory Outlet CNCC
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retail&food LUOGHI DI VIAGGIO • SPAZI COMMERCIALI
Anno 5 numero 6 giugno 2010
Speciale Expo Italia Real Estate
CENTRI COMMERCIALI: il futuro in mostra I progetti più interessanti presentati in anteprima
Direttore responsabile Andrea Aiello Osservatorio prezzi • Star Trek Retail I Mall di Catania Piquadro
Mercato • Analisi Fast fashion
In copertina: il centro commerciale Selfridges di Birmingham (UK)
ANNO 5 • NUMERO 6 • GIUGNO 2010 • € 3,00 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n°46) art. 1. comma 1, DCB Milano
Hanno collaborato Tiziana Bardi, Alessandro Barzaghi, Giuseppe Bonomi, Giulia Comparini, Gianfilippo Cuneo, Luigi De Montis, Simone Filippetti, Fulvio Fassone, Vito Gamberale, Paolo Prota Giurleo, Massimo Guacci, Antonio Intiglietta, Paolo Lombardi, Filippo Maffioli, Pietro Malaspina, Adolfo Marino, Dante Marro, Marketing & Co., David Montorsi, Giorgio Moroni,Pierpaolo Palmieri, Alberto Pasquini, Fabrizio Patti, Enrico Pazzali, Andrea Penazzi, POLI.design, Mario Resca, Vito Riggio, Kevin Rozario, Paolo Simioni, Giacomo Terranova, Vittorio Valenza, Foto Archivio Gesto Editore, Flickr, Fotolia, Imagoeconomica, iStockphoto Segreteria Silvia Pizzi
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Lettori di Retail&Food
Diffusione regionale (aree Nielsen)
5% Enti e Ministeri 15% Servizi
AREA 3
AREA 4 Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna
Toscana Marche Umbria Lazio
20% Gestori aree 32% Retail
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48% 25%
28% Ristorazione
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Trentino Friuli Ven. Giulia Veneto Emilia Romagna
AREA 2
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SOMMARIO
r&f news
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> n° 6 2010
A cura di Lia Tagliavini - Unisinos/POLI.design
Workshop sull’experience design
Q
Nel sud del Brasile, a Porto Alegre, presso l’università Unisinos si svolge un master in design strategico in collaborazione con POLI.design Consorzio del Politecnico di Milano. Gli studenti, tutti architetti e designer brasiliani, sono chiamati a misurarsi con workshop ed esercitazioni, guidati anche da docenti del Politecnico di
Milano. In un workshop sull’Experience Design è stato chiesto loro di progettare dei concept innovativi per i negozi che vendono frutt
8 retail&food - giugno 2010
osservatorio prezzi
SOTTO
L’ETNA
LA DISTRIBUZIONE È MODERNA
A
18
vanzando lungo le strade extraurbane di Catania anche il viaggiatore più distratto capisce che qualcosa negli ultimi anni è cambiato nel commercio della zona. Ogni cartellone pub-
LA NOTEVOLE (E NON ANCORA CONCLUSA) CRESCITA DEI CENTRI COMMERCIALI NELLA ZONA DI CATANIA È STATA L’OGGETTO DELLA RILEVAZIONE PREZZI REALIZZATA IN ESCLUSIVA PER QUESTO NUMERO DI R&F. SUL FOOD I CENTRI PIÙ GRANDI HANNO ANCHE LISTINI PIÙ CONVENIENTI, MENTRE SUL NON FOOD LA PRESENZA DI CATENE SIMILI RENDE DETERMINANTI GLI SCONTI SUI SINGOLI PRODOTTI
Nel nostro giro di quattro tra i più grandi mall nei paraggi dell’Etna, abbiamo avuto modo di confrontare i prezzi più bassi presenti all’interno di ciascun centro per nove referenze food e dieci non food. Il complesso più conveniente è risultato essere il nuovissimo Le Porte di Catania, aperto il 25 marzo scorso, 150 negozi a un chilometro dall’aeroporto Fontanarossa. Su 19 prodotti analizzati, ben 14 si sono rivelati i più convenienti in questo mall, mentre solo uno il più costoso. Il centro maggiormente orientato a un target elevato e conseguentemente quello con meno beni nella fascia di prezzo inferiore è invece apparso I Portali di San Giovanni La Punta (110 negozi), posto di fronte a un altro protagonista della distribuzione moderna catanese, il parco commerciale Le Zagare, da 48 shop. In un livello di convenienza intermedio si sono posizionati invece gli
blicitario comunica la presenza di un centro commerciale: Etnapolis, Le Porte di Catania, I Portali, Le Zagare, Katanè e molti altri. I messaggi che pubblicizzano altri prodotti sono residuali, a testimonianza che la battaglia per la conquista dei nuovi clienti è accesissima, anche perché le realizzazioni sono tutte relativamente recenti e le abitudini dei consumatori, probabilmente, non si sono ancora consolidate. Prossimamente, inoltre, la concorrenza aumenterà ulteriormente con l’arrivo del mall Centro Sicilia a Misterbianco, che aggiungerà a questo tipo di soluzione commerciale 130 negozi (si veda la scheda a pagina 26).
dotti (tranne uno) sono risultati i più convenienti, grazie soprattutto alla vastissima possibilità di scelta tra i diversi bar e tavole calde, 12 in totale quelli visionati, di cui la maggior parte raccolti attorno a un’ampia food court. Al contrario, nel centro I Portali quattro beni sono risultati sulla fascia più alta e solo tre su quella inferiore. Per quanto riguarda il valore del caffè, solo il bar/tavola calda Zenia,
shopping center Etnapolis di Belpasso (120 negozi, forse il più conosciuto dei centri) e Katanè di Gravina di Catania, 75 shop, più piccolo degli altri ma anche più fruibile.
Nella caffetteria prezzi allineati Proprio il food è lo specchio più fedele di questa immagine. A Le Porte di Catania i listini di tutti i pro-
RILEVAZIONE PREZZI LE PORTE DI CATANIA
Caffè espresso Cappuccino Croissant Panino (base) Pizza (trancio base) Acqua (50 cl)
Esercizio
0,70 1,00 0,90 2,00 1,50 0,80
Coca Cola (Pet 50 cl.) Cono gelato 2 gusti
Zenia Zelig Lore Caffè, Segafredo Cafe's, Rossosapore Villa Pizza Zelig
1,50
Lore Caffè
1,50
Lore Caffè
1,00 n.d.. 14,00 120,00
Arancino Lavaggio (giacca e pantaloni) Taglio capelli donna Abito uomo
Rossosapore n.d. Camille Albane Sorbino
0,80 1,20 0,90 1,90 1,50 0,80 1,60
Prestipino, Segafredo Prestipino
109,88
Angiolucci
134,00
Profumo J'adore (eau de porfume 100 ml) Boxer maschili Nintendo Ds Lite Trolley bagaglio a mano Caffettiera Bialetti da 3 Lenzuolo e cuscini 2 piazze
99,45 2,90 129,00 19,00 19,90 20,00
Douglas Tezenis Saturn Fergi, Marigè (19,90) Saturn Kisené
96,00 2,90 149,00 19,00 34,99 25,90
Prezzo più basso
5 esercizi Segafredo A Cafè A Cafè (focaccina) Bevi Bene Bevi Bene
1,60 1,60 6,50 15,00 94,90
Occhiali donna Rayban a goccia
Prezzo più alto
Esercizio
Prezzo 0,70 1,00 1,00 2,50 1,50 0,90
Prezzo
Esercizio
Esercizio
Garden Bar Rossosapore Fratelli La Bufala Garden Bar Rossosapore Garden Bar Garden Bar, C-House, Rossosapore Crema&Cioccolato, FLB, Garden Bar Fratelli La Bufala La fabbrica del pulito La compagnia della bellezza Cotton Silk
1,50 7,00 n.d. 120,00
Win&Bar, Coffe? Xké no, Gustavo Clean Point n.d. Sorbino
134,00
Arte Ottica
109,88
Angiolucci
100,99 6,90 139,90 19,00 12,90 25,90
Limoni Tezenis Euronics Fergi Kasanova (da 6) Kisené
1,50 1,80
Prestipino Papillon Camille Albane Ovs Optissimo (Randazzo), Salmoiraghi&Viganò Douglas Tezenis Gamestop Fergi MediaWorld Kisené
S. Giovanni La Punta (CT) Nr. Negozi 110
Gravina di Catania (CT) Nr. Negozi 75
Belpasso (CT) Nr. Negozi 110
Prezzo
I PORTALI
KATANÈ
ETNAPOLIS
SS. Gelso Bianco Catania Nr. Negozi 150
Prezzo
Articolo
1,00 7,00 18,00 89,99
0,80 1,20 1,00 2,00 2,00 0,80
tutti gli esercizi Win&Bar Win&Bar Win&Bar, Gustavo Gustavo Crema&Cioccolato
1,50
Crema&Cioccolato
1,50
Win&Bar
98,50 9,50 n.d. 49,00 16,10 44,00
Profumeria Sicurella Golden Point n.d. Fergi Merola Merola
n.d. = non disponibile
affollatissimo perché posto a lato dell’ipermercato dell’ingresso Auchan, costa 70 centesimi, mentre gli altri 11 lo vendono a 80. Su questa cifra sono fissi tutti i punti presenti negli altri tre mall, tranne il Garden Bar del Katanè (0,70 euro) e l’A Café dentro l’Etnapolis (0,85). Ben più vari i listini del cappuccino: anche se la metà dei bar lo vende a 1,20 euro, in due punti, lo Zelig ne Le Porte di Catania e Rossosapore nel Katané, lo si trova a 1 euro, mentre in cinque locali, all’estremo opposto, costa 1,50 euro (Lore Caffè e Cafe’s ne Le Porte di Catania, C-House nel Katané, Coffe? Xrké no e Crema e Cioccolato ne I Portali). Da 90 centesimi a 1,30 euro è invece la forbice dei prezzi del croissant (in Sicilia dire rigorosamente cornetto). A 90 centesimi si trova in due bar di Le Porte di Catania e in uno di Etnapolis, mentre a 1,30 sono venduti in un punto ciascuno di Katanè e I Portali. I valori più diffusi sono però 1 euro (6 esercizi) e 1,20 euro (7 esercizi).
Arancino batte panino Se caffetteria e cornetti costano molto meno che nelle regioni del Centro-Nord, i panini hanno listini più elevati. In genere l’importo è tra i 2,50 e i 3,00 euro nelle loro versioni base, che in genere prevedono comunque una farcitura con almeno due ingredienti. Fanno eccezione, presso Le Porte di Catania, due punti vendita, il bar Cafe’s e la
gastronomia Rossosapore, che propongono piccoli panini a 2 euro. Anche a Etnapolis i valori sono quelli citati in precedenza, anche se l’A Café permette di mangiare una focaccina con prosciutto a 1,90 euro, il livello più basso tra i panini nei centri visionati. Al Katanè non si scende sotto i 2,50 euro, mentre presso I Portali due punti vendita fronteggianti, Win&Bar e la gastronomia Gustavo, partono da 2 euro. Decisamente più abbordabili i cartellini dei prodotti da tavola calda, e in particolare dei classici arancini siciliani: il costo, nei punti analizzati, varia da 1,50 (il valore più comune) a 1,70 euro. Si distinguono per il prezzo stracciato, di un solo euro, i punti vendita delle catene Rossosapore (presso Le Porte di Catania) e Fratelli La Bufala (Katanè), che offrono comunque porzioni più ridotte rispetto agli altri esercizi. Le cifre sono invece piuttosto disallineate per il trancio di pizza base (da 1,50 a 2,70), anche se la fascia più bassa per ogni centro commerciale finisce per posizionarsi su 1,50 euro, tranne che nel mall I Portali, dove si parte dai due euro di Gustavo.
Bibite e gelati senza esagerazioni Riguardo ai listini della bottiglietta d’acqua, della lattina di Coca Cola e del gelato, la folta concorrenza presente in tutti i centri commerciali evita voli pindarici di singoli esercizi. Il prezzo standard della bottiglietta
d’acqua da mezzo litro è di un euro anche se, come si vede dalla tabella in pagina, c’è sempre qualcuno che riesce a differenziarsi limando qualche centesimo. Ne Le Porte di Catania scendono sotto l’unità tre punti vendita, due portandosi a 90 centesimi (Napoleon e Cafe’s) e uno, Zelig, a 80. Negli altri mall, invece, il valore è ovunque di un euro tranne che negli esercizi segnalati in tabella. Anche per la lattina di cola gli importi sono tutti tra 1,50 e 2 euro. Nel caso di Katanè e di Etnapolis diversi esercizi hanno prezzi sulla fascia più bassa, mentre a Le Porte di Catania e a I Portali si stacca solo un esercizio solitario. In generale, a chi capitasse da quelle parti, converrebbe puntare sul ben più gustoso latte di mandorla, il cui valore quasi ovunque si aggira tra 1,60 e 1,80 euro. Il gelato artigianale, infine, se negli shopping center visionati nell’Osservatorio prezzi di novembre (zona di Varese e Como) si trovava solo in uno/due punti vendita, nei mall di Catania è venduto in quasi tutti gli esercizi. Non stupisce che il prezzo medio sia piuttosto basso (1,60-1,80) e che in due casi (Lore Caffè a Le Porte di Catania e Win&Bar de I Portali) si arrivi a 1,50 euro. Solo in caso di gelateria di elevata (apparentemente almeno) qualità, come nel punto vendita Condorelli del Katanè, il cono base è di 2 euro.
ritrova dappertutto, tranne che ne I Portali, l’insegna di casalinghi Kisené. In questi casi il prezzo è decisamente più basso rispetto ai concorrenti (Zucchi, Bassetti e altri) e nel caso de Le Porte di Catania si abbassa ulteriormente grazie a uno sconto sui modelli basic. Diversa la dinamica per la caffettiera Bialetti da 3 tazzine: è presente un valore fisso quasi ovunque a 24,90 euro, anche se alcuni negozi riescono in qualche modo a garantire condizioni migliori: grazie a uno sconto speciale dal Kasanova del Katanè la caffettiera (è presente solo quella da 6) si abbassa fino a 12,90 euro, mentre la classica Bialetti da 3, grazie a un mistero non rilevato dal proprietario del negozio, nel punto vendita Merola presso I Portali si abbassa fino a 16,10 euro, quasi 9 euro in meno rispetto all’importo base. Gli sconti determinano anche le variazioni di prezzo di articoli altrimenti a etichetta fissa: così il 10% di bonus assicurato dalle profumerie Douglas permette di avere listini molto competitivi a Etnapolis e (in misura minore) a Le Porte di Catania per il profumo J’Adore da 100 ml. Tra gli occhiali da sole, allo stesso modo, la promozione dell’ottica Angiolucci abbassa da 134 a 109 euro il listino per gli occhiali Rayban modello “a goccia”. Per quanto riguarda la console Nintendo Ds Lite, ove è presente un punto Game Stop (in tutti tranne I Portali) è presente un prezzo fisso a 149 euro, compresi tre giochi. A movimentare il mercato sono allora le medie superfici, che permettono di abbassare il conto di 20 euro, come nel Saturn di Le Porte di Catania. Quanto agli abiti formali da uomini, va detto che i prodotti sono difficilmente confrontabili per qualità. I più economici segnalati appartengono a catene non troppo note (Sorbino e Cotton Silk), tranne che per l’Ovs dell’Etnapolis. In quest’ultimo centro, con pochi euro in più, c’è comunque la possibilità di acquistare abiti di qualità più affidabile nei punti vendita Zara e Sisley, mentre al Katanè da Conbipel. Le Porte di Catania, invece, sul fronte formale per uomini è più sguarnita, dato che la maggior parte dei tanti punti vendita di abbigliamento riguarda il casual. I servizi, infine, hanno una presenza piuttosto marginale e in qualche caso mancano. Il listino della lavanderia è pressoché allineato, mentre tra i parrucchieri spicca la catena francese Camille Albane Paris, presente in due dei mall visionati con prezzi competitivi, fino a 14 euro per il taglio per donna. F. P .
Abiti e accessori, lo sconto fa la differenza Passando al non food, colpisce la presenza degli stessi marchi nei diversi mall. Se si guardano le etichette del trolley da bagaglio a mano, si nota come la fascia più bassa sia occupata in tutti i casi da Fergi, con un modello a 19 euro, non presente solo presso I Portali, dove comunque non ci sono concorrenti più economici. Sempre escludendo I Portali, il valore successivo per convenienza, in tutti e tre i mall rimanenti, è quello di Carpisa (29,90 euro), anche se presso Le Porte di Catania il rivenditore Marigè propone modelli molto economici (19,90 euro). Come per la valigia, anche per i boxer maschili si ritrova in tre centri la stessa catena, Tezenis, che ha il cartellino migliore. Anche in questo caso, uno dei punti vendita, pur appartenendo alla medesima insegna, presenta un importo base più alto (6,90 da Katanè contro i 2,90 di Le Porte di Catania ed Etnapolis). Allo stesso modo, sul completo matrimoniale (lenzuolo e federe) si
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questo settore. La pelletteria, lasciata in secondo piano, “galleggia”, come dice lo stesso Palmieri, per alcuni anni, finché nel 1998 non arriva la seconda svolta. Decide di abbandonare l’informatica, di lasciar perdere l’attività di terzista e di puntare tutto, assieme al fratello Pierpaolo, su Piquadro, con l’obiettivo di farlo diventare un marchio di lusso. Il primo negozio, in via della Spiga a Milano, e la campagna di comunicazione affidata a un’agenzia meneghina, costano quanto l’intero fatturato dell’epoca, 3 miliardi
GLI ULTIMI DATI ECONOMICI DICONO CHE, DOPO ANNI, LA CRESCITA SI È FERMATA. MA LE PREVISIONI SONO DI TORNARE A CORRERE GIÀ DALL’ANNO PROSSIMO, PERCHÉ, MENTRE I CONCORRENTI ESCONO DAL MERCATO, IL MARCHIO DELLE COLLINE BOLOGNESI CONTINUA A INVESTIRE NEL FUTURO E A GUADAGNARE QUOTE DI MERCATO
R
esistere, stare sul mercato quando gli altri escono, occupare i canali di distribuzione, diretti e indiretti, guadagnare in una parola quote di mercato in attesa di tornare a crescere. Sono i primi periodi senza crescita da anni per Piquadro, che ha chiuso i nove mesi terminanti al 31 dicembre con una pressoché totale stabilità dei ricavi, pur a fronte di numerose aperture. Inevitabile che siano in contrazione, per effetto degli investimenti consistenti, le voci dell’ Ebitda e del risultato netto. Il bilancio 2009-2010, terminante il 31 marzo 2010, dovrebbe confermare questa fotografia. Ma nell’azienda la fiducia prevale decisamente sulle preoccupazioni: per quest’anno la previsione è di tornare a correre e per il brevemedio termine l’obiettivo è quello di imporsi in tutto il mondo come un marchio di livello internazionale.
Qualunque strada prenda il futuro prossimo, la storia di Piquadro rimane comunque un caso da dispensa di economia aziendale. I primordi
della società risalgono al 1987 a Riola di Vergato (Bologna). Dieci anni di produzione in conto terzi, poi il salto verso la presenza sul mercato con il proprio marchio, che sta per Palmieri e Pelletteria. Per capire tutta l’evoluzione dell’azienda bisogna proprio partire da Marco Palmieri, fondatore e amministratore delegato. Nato nel 1965 a Milano, i suoi genitori sono entrambi della provincia di Bologna. Come racconta un ritratto freschissimo a opera di Alberto Mazzucca su Il Giornale, il padre, Antonio, aveva nel capoluogo lombardo cinque-sei camioncini con cui svolgeva un servizio espresso di recapito di materiali. La madre, Ginetta, aveva invece un negozio di parrucchiera e poi di profumeria nei pressi di piazzale Maciachini. Dopo la nascita del fratello di Marco, Pierpaolo, attuale direttore commerciale, i Palmieri tornano sull’Appennino tosco-emiliano, a Granaglione, nei dintorni di Porretta Terme. Lì Ginetta apre un nuovo negozio di profumi, dove vende anche cinture e portafogli in pelle. Da questo momento la pelletteria entra nella vita di Marco. La sua
tato lo stesso Marco Palmieri. Poi, nel 2003, acquistando la metà di una fabbrica a Zhongshan, nella provincia di Guangdong (Cina meridionale), mentre l’altra metà è di un imprenditore locale. Ora tutta la produzione è oll’ombra della Grande Muraglia: il 40% nel già citato stabilimento produttivo (che osserva standard etici e qualitativi occidentali, secondo il bilancio di Piquadro) mentre il 60% è in outsourcing nella stessa regione. Nel gigante asiatico al 31 dicembre 2009 lavoravano 350 dei 545 dipen-
Ultimi 10 Star trek pubblicati 6/2009 7-08/2009 9/2009 10/2009 11/2009 12/2009 1-2/2010 3/2010 4/2010 5/2010
prima idea di business, infatti, consiste nel comprare prodotti di pelletteria nei laboratori di Rimini e Riccione per poi venderli in giro, alla guida di una Renault 5, ai negozianti di Bologna, Modena e Lucca. Dato che gli affari vanno bene, arriva l’intuizione di produrli in proprio: installa un laboratorio nella rimessa degli attrezzi nel giardino di casa e produce, con l’aiuto della futura moglie Beatrice Nichele e poi di un paio di collaboratori, un centinaio di cinture al giorno. Nel frattempo, dato che ha alle spalle un diploma di perito elettronico e un biennio di ingegneria elettronica, ma soprattutto dato che una delle sue grandi passioni è l’informatica (le altre sono la tromba, la fotografia e il motocross), comincia a lavorare per diverse aziende come programmatore, creando in seguito anche una società in
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DATI TECNICI
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r&f News
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L’intervista - a Michela Nava
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APERTURA PREVISTA: NOVEMBRE 2010 PROMOTORE: UNIECO COMMERCIALIZZAZIONE: CBRE PROGETTAZIONE: ARCH. MALAVOLTA LOCALITÀ: FIDENZA (PR) - EMILIA ROMAGNA LOCALIZZAZIONE: EXTRAURBANA (USCITA A1 FIDENZA) TIPOLOGIA: RETAIL PARK GLA: 26.000 MQ PARCHEGGI: 2.500 CIRCA LIVELLI COMMERCIALI: 1 MEDIE SUPERFICI (SUPERIORI AI 1.500 MQ): 5 PUNTI VENDITA GALLERIA COMMERCIALE 20 (INCLUSA RISTORAZIONE): OBI, DECATHLON, PITTARELLO, COMET, CASA, MAISON DU MONDE
IL BACINO D’UTENZA Isocrona dei 15 minuti e l’ambiente competitivo
Via San Michele Campagna, Fidenza (Pr)
naugurato nella fase 1 nel novembre del 2008, per una gla di 16.400 mq, il Fidenza Shopping Park si appresta a essere ampliato di ulteriori 9.600 metri quadrati. L’apertura al pubblico della nuova area commerciale promossa da Unieco e commercializzata da Cbre è prevista per novembre 2010. L’offerta, che attualmente annovera tra le medie superfici di almeno 1.500 mq di gla marchi come Obi, Pittarello, Comet, Casa e Maison Du Monde, sarà arricchita con uno store Decathlon da 4mila mq (il contratto è già stato stipulato), con due superfici da 1.2001.300 mq e con tre spazi retail da 700-800 mq, per una gla complessiva che sfiorerà quota 26mila metri quadrati. Sul fronte della commercializzazione a breve sarà ufficializzato un partner internazionale di abbigliamento. Il progetto prevede un’ulteriore fase di espansione con uno shopping center e uno stralcio di parco commerciale.
òNEGATIVO
Viabilità
ELEMENTI DI PRIMA VALUTAZIONE
ò
Isocrona 15 minuti
POSITIVO
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medio-alta
òNEGATIVO
sistemi integrati con area portuale, commerciale e residenziale stanno diventando il motore delle politiche locali per l’ammodernamento e la riqualificazione dei tessuti urbani costieri. Proprio in quest’ottica si inserisce il progetto dello shopping center I Mori a Licata (Ag), che vede come promotore Finsud Srl mentre la commercializzazione (già iniziata) è affidata a Project Service Srl. Il centro commerciale da 10mila mq di gla, in cantiere dal 2009, rientra in un investimento più ampio che prevede la realizzazione del porto turistico e coinvolge il territorio circostante con la costruzione di residence e di spazi ludico ricreativi. La galleria conterrà 25 unità, l’ancora alimentare sarà un superstore Crai e le quattro medie superfici saranno focalizzate sulle categorie “abbigliamento famiglia”, “elettronica”, “sport” e “ristorazione”.
Viabilità
CRITICO
Offerta
BACINO POTENZIALE Materiale fornito da Marketing & Co, www.marketing-co.it
LEGENDA
ò
I
SAN GIORGIO
Location
PROGETTO
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IL BACINO D’UTENZA Isocrona dei 15 minuti e l’ambiente competitivo
Corso Argentina, Licata (Ag)
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Osservatorio Prezzi - Sotto l’Etna la distribuzione è moderna
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Star Trek retail - Destinazione Piquadro
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Speciale Eire 2010 - Le migliori opportunità per retail e ristorazione
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Dossier aeroporti - Brindisi al low cost
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Parola di... - Mauro Casoli
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IL BACINO D’UTENZA Isocrona dei 15 minuti e l’ambiente competitivo
Presso lo svincolo del GRA “Prenestina bis” (in fase di realizzazione), Roma
N
on solo l’area retail ma una serie di opere finalizzate a valorizzare una zona ad alta densità urbana nel quadrante est di Roma, a ridosso del Grande Raccordo Anulare e della Prenestina Bis (in costruzione). L’iniziativa fa parte del Piano di Assetto dell’area di Casetta Mistici, Parco Archeologico dell’Acquedotto Alessandrino e Polo dei Servizi. Sul fronte commerciale, il Mistica Retail Park dovrebbe sorgere nell’autunno del 2012, avrà una dimensione di 40mila mq di gla e 22.210 mq di superficie di vendita già autorizzata. L’offerta si articolerà in 50 unità e in 14 ancore (77% della gla totale). La struttura si estenderà su tre livelli: due destinati ai negozi e uno interrato al parcheggio. La commercializzazione, già avviata, include al momento un centro fitness, una multisala Uci, Fec, un supermercato Gruppo Gross, Euronics, Bricolage e Scarpamondo.
ò
Location
PROGETTO
Analisi mercato - Il successo è casual
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LEGENDA POSITIVO
Dossier aree di servizio
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International - Stelios, guerra alla sua EasyJet
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Stazionario
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Ferry Porti
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La pulce nell’orecchio - di Simone Filippetti
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La foto
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Last but non least - La caccia alle streghe di banche e botteghe
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Mercati in fiera - Calendario giugno - luglio 2010
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Isocrona 10 minuti
circa 400.000 residenti (100%)
CONCORRENZA LA ROMANINA ALTRI CENTRI COMMERCIALI medio-alta
LA MISTICA
ò
BACINO POTENZIALE CONCORRENZA ALTRI CENTRI COMMERCIALI
I MORI
Offerta
CRITICO
òNEGATIVO
circa 160.000 residenti (40%) non confrontabile per gla bassa
Viabilità
Materiale fornito da Marketing & Co, www.marketing-co.it
circa 32.000 residenti (80%)
POSITIVO
Offerta
CRITICO
retail&food - giugno 2010
circa 40.000 residenti (100%)
Location
PROGETTO LEGENDA
APERTURA PREVISTA: Q3 2012 PROMOTORE: GRUPPO FEDERICI COMMERCIALIZZAZIONE: LARRY SMITH ITALIA PROGETTAZIONE: GORING AND STRAJA ARCHITECTS LOCALITÀ: ROMA LOCALIZZAZIONE: URBANA TIPOLOGIA: RETAIL PARK GLA: 40.365 MQ PARCHEGGI: 2.000 LIVELLI COMMERCIALI: 2 MEDIE SUPERFICI: 14 PUNTI VENDITA GALLERIA COMMERCIALE 50 (INCLUSA RISTORAZIONE): ANCORE: CENTRO FITNESS, MULTISALA UCI, SUPERMERCATO, FEC, GRUPPO GROSS, EURONICS, BRICOLAGE, SCARPAMONDO
ELEMENTI DI PRIMA VALUTAZIONE Isocrona 10 minuti
L'indice di retail&food
DATI TECNICI
APERTURA PREVISTA: OTTOBRE 2010 PROMOTORE: FINSUD SRL COMMERCIALIZZAZIONE: PROJECT SERVICE SRL PROGETTAZIONE: ARCH. AMEDEO STRADA LOCALITÀ: LICATA (AG) - SICILIA LOCALIZZAZIONE: URBANA TIPOLOGIA: CENTRO COMMERCIALE GLA: MQ 10.000 PARCHEGGI: 500 CIRCA LIVELLI COMMERCIALI: 1 MEDIE SUPERFICI: 4 PUNTI VENDITA GALLERIA COMMERCIALE 25 (INCLUSA RISTORAZIONE): ÀNCORA: CRAI (AREA VENDITA DI 2.500 MQ)
Isocrona 15 minuti
medio-alta
Materiale fornito da Marketing & Co, www.marketing-co.it
Materiale fornito da Marketing & Co, www.marketing-co.it
ò
Speciale
FIDENZA SHOPPING PARK
I
x
DATI TECNICI
circa 15.000 residenti (30%)
FIDENZA VILLAGE
ò
Offerta
CRITICO
Isocrona 10 minuti
circa 50.000 residenti (100%)
ò
ò
Viabilità
ò
òNEGATIVO
ò
POSITIVO
ò
LEGENDA
Isocrona 15 minuti
CONCORRENZA ALTRI CENTRI COMMERCIALI
ò
Location
PROGETTO
ò
Speciale
IL BACINO D’UTENZA Isocrona dei 15 minuti e l’ambiente competitivo
a Trinacria si conferma terra di conquista per i nuovi insediamenti immobiliari a destinazione commerciale. Entro un anno dovrebbe sorgere il complesso Centro Sicilia, ubicato nel comune di Misterbianco lungo la tangenziale di Catania e a pochi km dallo svincolo dell’A19 (Catania-Palermo). La struttura, servita da un parcheggio di circa 4.500 posti auto, comprenderà uno shopping center da 40mila mq di gla con circa 130 negozi, un parco commerciale altrettanto esteso con 20 medie superfici e un’area leisure di circa 9mila metri quadri. La food court sarà alimentata da 10 ristoranti. Per ottimizzare l’offerta, il Centro Sicilia sarà diviso in due fronti: quello di destra destinato maggiormente alle famiglie (con annesso l’iper) e quello di sinistra legato allo shopping e al tempo libero. Sono previste gallerie dedicate alla moda, all’abbigliamento giovanile (vedi Analisi di mercato, pag 40) e per la casa.
alta
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Strada Provinciale 54, Contrada Cubba, Misterbianco (Ct)
PORTE DI CATANIA
medio-alta
ò
CENTRO SICILIA
L
BACINO POTENZIALE
circa 212.000 residenti (48%)
ETNAPOLIS
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ELEMENTI DI PRIMA VALUTAZIONE
Isocrona 10 minuti
circa 441.000 residenti (100%)
ò
Isocrona 15 minuti
CONCORRENZA ALTRI CENTRI COMMERCIALI
Borse e dintorni
ÀNCORE:
ELEMENTI DI PRIMA VALUTAZIONE
BACINO POTENZIALE
retail&food - giugno 2010
l’Opinione - di Filippo Maffioli
DATI TECNICI
APERTURA PREVISTA: PRIMAVERA 2011 PROMOTORE: GRUPPO CUALBU COMMERCIALIZZAZIONE: CUSHMAN & WAKEFIELD LLP PROGETTAZIONE: DESIGN INTERNATIONAL/PLANNING LOCALITÀ: MISTERBIANCO (CT) - SICILIA LOCALIZZAZIONE: EXTRAURBANA TIPOLOGIA: COMPLESSO COMMERCIALE/GRANDI DIMENSIONI GLA: 90.000 MQ PARCHEGGI: 4.500 LIVELLI COMMERCIALI: 1 MEDIE SUPERFICI: 20 PUNTI VENDITA GALLERIA COMMERCIALE 130 (INCLUSA RISTORAZIONE): ÀNCORE: EURONICS, MEGATOYS, PITTARELLO, IPERSPAR
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Carpisa Tod’s Benetton (1° parte) Benetton (2° parte) Feltrinelli Boggi Giunti al Punto Furla Bata Stefanel
2007 la società viene quotata in Borsa, nel mercato Expandi (ora non più esistente). Attualmente la struttura societaria di Piquadro spa è la tab. 1 GRUPPO PIQUADRO in pillole seguente: il 67,5% è di Marco Palmieri, che Fondata nel 1987 da Marco Palmieri, nel 1998 produce con un Data di nascita marchio proprio, nel 2000 il primo negozio in via della Spiga a partecipa attraverso la Milano Piquadro Holding, pos67,5% di Piquadro Holding (di cui il 93,34% è di Piqubo spa, seduta al 93,34% trasocietà controllata al 100% da Marco Palmieri, e il restante 6,66% è detenuto da Pierpaolo Palmieri), 6,9% di Fidelity International mite Piqubo spa, socieProprietà limited, 6,3% di Mediobanca Banca di credito finanziario, 2% di tà di cui controlla il Allianz Global Investors per il 2%, 17,3% di altri azionisti con 100 per cento; il meno del 2 per cento. restante 6,66% di Silla di Gaggio Montano (Bo) Sede Marco Palmieri presidente e ad, Pierpaolo Palmieri direttore Piquadro Holding è Management commerciale, Roberto Trotta Cfo, Marcello Piccioli, Coo detenuto da Pierpaolo Pelletteria Settori di Business Palmieri. La parte rimanei 9 mesi al 31/12/2009: 36,938 milioni; attesi 2010/2009 Ricavi nente di Piquadro spa (Twice): 52,2 milioni di euro è di Fidelity nei 9 mesi al 31/12/2009: 4,854 milioni; atteso 2010/2009 Utile di gruppo (Twice): 6,4 milioni di euro International Limited Mol/ricavi nei 9 mesi al 31/12/2009: 22,33% per il 6,9%, di Roi bilancio 09/08: 45,7% Mediobanca Banca di Indebitamento credito finanziario per finanziario netto nei 9 mesi al 31/12/2009: -11,272 milioni Dipendeti 545 (145 in Italia) il 6,3%, di Allianz Global Investors per il fonte: bilancio Piquadro spa 2% e per il restante 17,3% da altri azionisti delle vecchie lire. Nel 2002 ci sarà la con meno del 2 per cento. denti, ridotti di 144 unità (200 opeseconda apertura, a Roma in via Nel novembre del 2006 nasce poi rai in meno, mentre gli impiegati Frattina. I prodotti hanno già l’imla Piquadro Hong Kong Ltd, in jointsono 56 in più) rispetto al marzo printing che resisterà nel tempo: un venture con una trading company dello stesso anno. design orientato alla funzionalità, locale per lo sviluppo del retail nelL’intera materia prima viene invenon legato alle mode e un forte l’area dell’ex colonia britannica. Nel ce dall’Italia e nel nostro Paese si contenuto tecnologico. Una dicembre dello stesso anno viene svolge anche tutta l’attività di logidelle prime borse aveva per aperta la prima boutique a Hong stica, nello stabilimento di Gaggio esempio una fibra ottica esterKong City, nello shopping mall Ifc, Montano, dove un magazzino autona che si accende di notte. cui seguiranno quelle all’interno matizzato è in grado di evadere ordiArrivano i primi telefonini e dello storico Hotel Peninsula e degli ni in 24/48 ore. Nel paesino di 5mila computer portatili e Piquadro shopping mall Harbour City e Times abitanti nell’Appennino, la sede è il è pioniera nel capire che i Square. Esistono altre otto società biglietto da visita dell’azienda: si prodotti di pelletteria devono controllate, relative ai diversi mercatratta di un edificio di 8.000 metri soddisfare nuove esigenze di ti esteri coperti o a determinate funquadrati, di cui 6.000 dedicati alla trasporto. Da anni, non a zioni. logistica, progettato dall’architetto caso, ci sono accordi con Karim Azzabi, costato 8 milioni di La strategia Microsoft, mentre di receneuro e inaugurato nel dicembre del distributiva te una partnership con 2008. La forma, avveniristica, è Ma queste aperture non sono certo Sagem ha portato allo sviquella di una nave, o astronave, isolate. Dal 2000 a oggi i negozi luppo di uno smartphone atterrata nel mezzo delle colline. monomarca sono arrivati a essere firmato Piquadro. Già 75, dei quali 32 diretti (tecnicamenLe vicende societarie agli esordi si imposta un Per sostenere il proprio sviluppo, te detti Dos) e 43 in franchising. A modello di produzione cioè soprattutto l’apertura di negozi livello contabile i monomarca in che durerà nel tempo: monomarca in Italia e nel mondo, franchising fanno parte del canale dal 1998 la produzioPiquadro nel 2001 cede il 25% del wholesale, che comprende anche ne viene delocalizzata multimarca/department capitale al fondo di private equity negozi in parte in Cina. Development Capital. Dopo che store, distributori che provvedono a Prima ricorrendo ad questo esce, nel 2005, il 35% di rivendere gli articoli in negozi multiaziende cinesi «scelPiquadro spa viene acquisito da Bnl marca specializzati. Secondo l’ultima te sulle pagine gialInvestire Impresa. Dall’ottobre del trimestrale, riferita ai nove mesi terle», come ha raccon-
PIQUADRO , PRONTI A RIPARTIRE
Dalla bottega all’astronave
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retail&food - giugno 2010 19
Star Trek retail
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News primae noctis - “Spezzare le reni”? Non Conviene a nessuno
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dossier aeroporti
«
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Giuseppe, potresti togliere quelle cartacce che ho visto poco dopo l’uscita?». A prima vista il richiamo premuroso all’addetto delle pulizie, all’inizio del tour guidato dello scalo, potrebbe essere visto come un modo un po’ penoso di impressionare il cronista. Ma al termine di una giornata di colloqui e di giri all’interno e all’esterno dell’aeroporto di Brindisi, la convinzione è che il richiamo sia in perfetta linea con lo stile del direttore dello scalo, l’architetto Marco Catamerò, che nell’aeroporto ci è cresciuto, professionalmente, avendo curato il restyling terminato nel 2007. Cartacce non se ne trovano né nei corridoi del landside, né nella sala d’attesa dell’airside, né nei dintorni del terminal. Anche i bagni, agli arrivi e nel landside, sono effettivamen-
Un retail ancora limitato
RISTRUTTURATO DA POCO, CON UN PIENONE DI PASSEGGERI A SEGUITO DELLA TRASFORMAZIONE IN BASE DI RYANAIR, ATTENTO ALL’AMBIENTE. MA ANCHE CON UN’OFFERTA COMMERCIALE RIDOTTA, SOPRATTUTTO NELL’AIRSIDE, IN ATTESA DI UN NUOVO INTERVENTO CHE PORTERÀ TRA DUE ANNI A UN AMPLIAMENTO NECESSARIO DELLA ZONA. COSÌ SI PRESENTA L’AEROPORTO DI BRINDISI, CHE SI VEDE INVESTITO DEL RUOLO DI “PORTA DEL SALENTO”
BRINDISI
I PASSEGGERI DI BRINDISI
te puliti e dotati di fasciatoio per i bambini. L’aeroporto deve essere la porta della regione, dirà qualche ora più tardi il direttore generale di Aeroporti di Puglia, Marco Franchini. Così vuole la Regione Puglia, che ha decisamente voce in capitolo possedendo il 99% della proprietà. Il politicamente corretto, dunque, si trova a ogni angolo: pannelli fotovoltaici su tutta la superficie del tetto, dalla potenza di 309 MW (quelli su un tetto di una casa, per intenderci, sono di 2,5 MW). Ulivi trapiantati dalla pista di Grottaglie, posizionati davanti alla facciata e dai quali si ricava olio extravergine. Falchi usati per scacciare i volatili dalla pista in modo naturale; per la precisione, un falco sacro e due poiane di Harris o aquile messicane, addestrati dal falconiere Luciano Levita. E, appunto, una cura dei dettagli che va dalla pulizia alla scelta di materiali particolarmente ecocompatibili per sedie e insegne. Le sedute, in particolare, riutilizzano vecchi sostegni usati nelle stazioni e sono caratterizzate da un materiale “auto illuminante”, una plastica gialla trasparente che riflette al massimo la luce delle lampade. Un principio del
Passeggeri Variaz. % aviazione commerc. anno precedente
Anno 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 gen-mar. 2010
AL LOW COST
612.805 611.303 627.875 715.223 764.137 792.468 812.814 928.404 982.508 1.089.635 265.555
27,9 -0,2 2,7 13,9 6,8 3,7 2,6 14,2 5,8 10,9 40
fonte: Assaeroporti
tutto simile viene utilizzato per i pannelli segnaletici, di colore azzurro pastello. Integra il biglietto da visita la grande facciata composta da una vetrata inclinata di una trentina di gradi e da una struttura portante con portali triangolari in tubolari di acciaio alternati con maglie in tessuto di acciaio inox ad alta tecnologia. Questo tipo di facciata pre-
scelta permette una riduzione di circa il 30% del fabbisogno energetico. È poi presente un’opera d’arte contemporanea dell’artista Carlo Bernardini, Light Waves, che di sera dialoga con le lucine poste nei banchi del check-in, disegnati da un architetto interno ad Adp. Tutti questi interventi sono stati realizzati dopo il restyling, terminato
nel 2007, che è stato la premessa per la crescita dei passeggeri. Dopo un aumento del 10% di viaggiatori nel 2009 rispetto al 2008, nel primo trimestre del 2010 l’incremento è stato del 40%, con una punta del 46% a marzo. Ad aprile, invece, l’effetto “vulcano islandese” ha ridotto la crescita al 15 per cento. Lo scalo è passato quindi dal 22esimo
posto tra gli aeroporti italiani del 2007 al 19esimo. Tutto merito dell’accordo con Ryanair e della trasformazione di Brindisi in una base della compagnia, a fronte di un accordo che prevede per cinque anni (rinnovabili) contributi di 5 milioni di euro all’anno (compreso però l’aeroporto di Bari) da parte della Regione Puglia. Lo strumento
è quello degli accordi di co-marketing e lo scambio consiste, per esempio, nella presenza di banner che pubblicizzano la Puglia sul sito di Ryanair. L’Unione europea, sottolinea Adp nel bilancio 2008, ha dato l’ok all’iniziativa. A dare impulso al traffico, comunque, ci hanno pensato anche altre compagnie, tra cui Air Berlin, che di recente ha rilevato
TuyFly (e gli accordi di co-marketing
esistenti, come ha rilevato l’ad di Air Berlin, Joachim Hunold, a Milano, lo scorso marzo). La presenza di quest’ultimo vettore è particolarmente importante perché, spiegano dall’aeroporto, permette l’arrivo anche in inverno di passeggeri, diretti soprattutto al vicino villaggio “Robinson”.
Brindisi come mondo perfetto, quindi? Non proprio. L’offerta commerciale appare piuttosto ridotta, dopo i controlli di sicurezza per ora è praticamente nulla, se si escludono uno snack bar, di Autogrill, e un punto vendita di prodotti enogastronomici locali, Delizie di Puglia. Nel landside gli esercizi sono disposti lungo una stecca orizzontale parallela alla facciata. Partendo dal lato sud si trovano, sulla destra (est), un negozio di maioliche e terrecotte del Salento, Colì, l’Ottica FF, lo shop Cammarota Gioielli, uno spazio dell’assessorato di Brindisi con cartoline della zona, il punto vendita Fluxà Pelletterie, il nuovo format di Autogrill Mediterraneo, la parafarmacia Pharmastore, l’avvolgibagagli Siba Point. Sul lato ovest c’è invece una libreria Giunti al Punto, un ACafè e uno Spizzico con market, sempre di Autogrill. La superficie media di ogni esercizio è di 40-45 metri quadrati. All’esterno, sul lato nord, una struttura staccata, anch’essa caratterizzata da una facciata con vetrata inclinata, ospita gli operatori del noleggio auto. Al momento della visita i negozi sono rimasti chiusi fino alle 10 della mattina, alcuni hanno anche abbassato le serrande durante la pausa pranzo. Per quanto le attività commerciali siano limitate, di certo c’è stato un grande progresso rispetto all’offerta precedente il restyling, quando erano presenti solo un bar, un’edicola e un tabacchi. In seguito alla ristrutturazione si sono scelti i nuovi punti vendita. La procedura di selezione, spiega la responsabile commerciale extra aviation di Adp, Maurizia Bizzarro, è avvenuta tramite gara, per assicurare la trasparenza, anche se il valore delle commesse non avrebbe in teoria giustificato questa procedura. «Alcune di queste gare sono andate molto bene e hanno portato all’ingresso di Autogrill e di Giunti al Punto – commenta -. Altre sono andate deserte. A quel punto abbiamo scritto delle lettere a negozianti potenzialmente interessati». La scelta è stata poi effettuata considerando anche la natura del passeggero di Brindisi che, a oggi, appare più “low profile” rispetto a quello medio di Bari. Il contratto più consistente è quello con Autogrill, della durata di 5 anni, che assicura entrate di 450mila euro all’anno, come minimo garantito. Il fatturato del 2009 di questa società a Brindisi, comunica la multinazionale di Milanofiori, è
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Parola di Unieco
Mauro Casoli
«Crediamo che ci sia grande spazio per ridisegnare il sistema distributivo italiano, che tende a favorire le aggregazioni sia nei centri storici sia nei centri commerciali» Quindi il Nord sarà da “ammodernare”? Unieco per ragioni di conoscenza del territorio opera prevalentemente nel Centro-Nord. Se in quest’area non ci saranno spazi per realizzazioni ex novo di shopping center, nel prossimo futuro verranno buone le riqualificazioni di centri e sappiamo essercene molti che necessitano di questa tipologia di intervento.
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I
l settore degli shopping center sta vivendo una fase di forte selezione, in alcune regioni le amministrazioni locali hanno addirittura chiuso di fatto la saracinesca a nuovi progetti. Complessivamente, da un lato continuano a sviluppare le aziende strutturate e che presentano progetti sostenibili sia da un punto di vista economico che ambientale, dall’altro sono penalizzati gli operatori schiacciati sulla leva finanziaria e che propongono soluzioni non coerenti con i bacini di riferimento. Con tre iniziative retail di prossima inaugurazione, tre in fase di lancio e una settima proiettata nel medio termine, Unieco sarà presente ad Eire con un proprio stand e promuoverà i progetti in portafoglio sia direttamente sia indirettamente attraverso una rete di partner, per lo più aziende di commercializzazione. A pochi giorni dalla prossima edizione della rassegna milanese del real estate, senza la presunzione di cercare la ricetta anti-crisi ma per capire quali sono le prospettive dal punto di vista di uno sviluppatore consolidato, Retail&Food ha intervistato Mauro Casoli, presidente di Unieco dal 1994. Il mercato è in difficoltà, c’è ancora margine per sviluppare nuove iniziative nel nostro Paese senza creare cattedrali nel deserto? Crediamo che ci sia ancora grande spazio per ridisegnare il sistema distributivo italiano e che questo tenda a favorire le aggregazioni sia nei centri storici sia nei centri commerciali al di fuori dei nuclei urbani, però queste vanno curate nelle specializzazioni commerciali.
MAURO CASOLI, nato a Correggio (RE) nel 1953, si è laureato in Economia e Commercio e ha seguito diversi master di specializzazione. La sua carriera è iniziata con funzioni commerciali presso un’importante azienda chimica, ora unità operativa Dow Chemical. Nel 1979 ha fatto il suo ingresso in Unicoop (ora Unieco) con il ruolo di Responsabile del Controllo di Gestione. Dopo una parentesi come Amministratore Delegato di un gruppo ceramico (San Salvatore / Dryton), nel 1994 è stato nominato Presidente della stessa. Oltre ad Unieco, dal 2008 è Presidente di CCPL, uno dei maggiori gruppi industriali cooperativi italiani, e dal 2007 ricopre la carica di Vice Presidente di Sansedoni S.p.A, società di gestione e sviluppo immobiliare.
Nelle regioni meridionali aprono molti centri commerciali, soprattutto in Sicilia e in Campania. Il business ha cambiato latitudine? Sicuramente ci sono zone del Paese dove è minore la densità di centri commerciali e in linea teorica ci sono più spazi per intervenire, ma è necessario tenere presente il contesto ambientale e sociale in cui si vuole operare rispetto a strutture di questo genere. Inoltre registriamo un forte bisogno di riqualificazione per i complessi esistenti nelle zone più ricche.
Individuare i pochi territori vergini non è più sufficiente. In base a quali standard si scelgono le location in cui costruire nuove iniziative? Sostanzialmente il modellino che funzionava prima della crisi ora non basta più. Prima si prendeva un punto, si facevano tanti cerchi intorno, si indicavano i tempi di percorrenza per arrivarci e, in base al bacino compreso nell’isocrona, si determinava la dimensione del centro. Successivamente il progetto veniva proposto in modo indiscriminato a tutti gli operatori. Ora è necessario che questo schema vada abbinato alla vocazione che si vuol dare all’iniziativa, la quale non può prescindere dalla caratteristica del contesto. Prima ancora dei permessi e della commercializzazione occorrono i finanziamenti. La leva del credito è ancora paralizzata? La crisi dei consumi persiste e ha indotto le banche a una maggiore prudenza rispetto al passato. Oggi i rischi commerciali sono pesati diversamente per cui non è raro che per finanziare un centro commerciale sia necessario un pool di banche, cosa che tre o quattro anni fa era rarissima. In particolare il mondo del credito fa più fatica a impegnarsi sul medio e lungo termine e quindi, per sostenere i progetti, ha bisogno di equity più corposi soprattutto quando i tempi di rientro sono lunghi. Questo è un problema che oggettivamente costringe i gruppi come il nostro a una maggiore selezione anche rispetto alle proposte che si fanno. Le iniziative devono avere uno studio, un’elaborazione e una definizione del piano di vendite più puntuali rispetto a quanto avveniva solo qualche anno fa. Nonostante la crisi Unieco prosegue il proprio planning di aperture. Quali di queste avverranno nel breve termine? Portiamo in fiera tre progetti in fase di ultimazione della commercializzazione. L’obiettivo è di dare loro l’ultima vetrina prima delle aperture che sono previste per l’autunno del 2010. Le iniziative in questione sono Le Piazze a Castel Maggiore, la fase due del Fidenza Shopping Park e il Parco Commerciale Campogrande a Mestre.
Quali progetti vedranno la luce successivamente? Con approccio differente, poiché vivono la fase di lancio commerciale, proponiamo in fiera altre tre iniziative retail. Le Officine è un progetto polifunzionale a Savona che prevede, oltre all’area commerciale, anche un intervento di riqualificazione urbana. Assieme ai nostri partner di Conad presenteremo l’iniziativa legata all’ex stadio Delle Alpi, che non si chiamerà più così, distribuendo delle brochure che riporteranno il nome provvisorio “Shopping Center Stadio a Torino”. Il progetto è già in costruzione e si prevede l’apertura nel settembre 2011. L’idea è di far partire in occasione della fiera la commercializzazione, che sarà seguita da CB Richard Ellis Espansione Commerciale. Proporremo inoltre la fase due dell’outlet di Città Sant’Angelo (Pescara), per il quale abbiamo appena ritirato le ultime autorizzazioni necessarie e quindi verrà sviluppato, commercializzato e inaugurato per la fine del 2011. Infine promuoveremo in maniera meno forte, poiché i tempi di sviluppo sono lunghi, l’iniziativa Silos Trieste. Questa prevede la riqualificazione di un immobile asburgico con varie destinazioni tra cui un albergo e 20mila mq di superficie commerciale. Arrivando alla cronaca: Eire si appresta ad aprire i battenti, ridotta nella durata e con alcune defezione tra gli espositori. Quali sono le vostre aspettative? Questo è il secondo anno che Unieco partecipa con un proprio stand a Eire. L’abbiamo fatto l’anno scorso perché i nostri progetti erano in fase di messa in cantiere e quest’anno gli stessi saranno proposti in pre-apertura. Per noi è importante utilizzare questa vetrina, che riteniamo la più grande sul mercato nazionale, per trasferire agli operatori del settore la serietà e la concretezza di Unieco. La stessa strategia sarà replicata con i progetti in fase di lancio, dando appuntamento alla prossima edizione qualora la fiera mantenga standard qualitativi elevati in termini di espositori e di visitatori. Inoltre auspichiamo che Eire abbia una maggiore apertura all’osservatorio internazionale.
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Andrea Pe naz zi
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analisi mercato PER L’ABBIGLIAMENTO GIOVANILE È TEMPO DI RIPRESA, GRAZIE A UN MODELLO DI BUSINESS, QUELLO DEL FAST FASHION, CHE HA MOSTRATO NEGLI ULTIMI ANNI TUTTA LA SUA FORZA. MA ANCHE PER EFFETTO DI UNA PRESENZA DI NEGOZI MONOMARCA CHE, SOPRATTUTTO NEGLI OUTLET, HANNO UNA RESA SUPERIORE ALLA MEDIA
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er una volta l’elenco Abercrombie & Fitch cresce del 14% nel primo trimestre del 2010, e tocca il +50% nei mercati non statunitensi. Il 2009 era invece stato archiviato con un tonfo del 25 per cento. H&M chiude il suo ultimo trimestre (terminato il 28 febbraio) con un incremento del 7% dei ricavi e del 45% degli utili, rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. Zara (Inditex) va ancora meglio: finisce l’anno fiscale il 31 gennaio con i ricavi in aumento del 7% e l’utile del 5. Gap nei tre mesi conclusi il 30 gennaio torna a variazioni positive del fatturato, per il 3,9%, dopo un
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IL SUCCESSO È CASUAL anno di forte sofferenza. Presto arriverà a Milano, insieme con il marchio controllato Banana Republic, negli spazi di corso Vittorio Emanuele (vedi box), dove hanno appena aperto Mango (+2,9% nel 2009 il fatturato) e Replay. Quest’ultimo brand, tramite l’ad della capogruppo Fashion Box, Matteo Sinigaglia, dichiara che non procederà al taglio di 100 posti di lavoro annunciato, perché nel 2011 prevede di tornare a crescere. Sono solo alcuni dati, non rappresentativi di tutto il comparto del casual wear, ma che danno l’idea di un’inversione di tendenza. Jeans e abbigliamento informale sembrano
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inoltre andare meglio del complessivo settore dell’abbigliamento: secondo un recente studio di Pambianco, infatti, per il 2010 i principali gruppi di moda, sia italiani che stranieri, dovrebbero registrare una leggera crescita di fatturato e un miglioramento della redditività di 12 punti percentuali. Nel 2009, invece, secondo la stessa fonte, i ricavi dei gruppi italiani sono calati del 4%, passando da 25,9 a 24,9 miliardi di euro, mentre quelli stranieri sono scesi di poco meno, dell’1,9 per cento. Non sono state diffuse stime relative al solo comparto del casual, ma i dati delle singole aziende riportati
sembrano indicare performance migliori. Una delle testimonianze della maggiore vivacità del segmento è la riuscita dell’ultima fiera Bread&Butter a Berlino, testimoniata dai retailer intervistati nell’occasione da r&f (numero di marzo 2010). Conferme della congiuntura in ripresa arrivano anche da alcuni degli osservatori più attenti del mercato: «Il casual e lo streetwear sono riconducibili a un determinato modello di business che è quello del fast fashion» commenta Nicola Guerini, direttore operativo del Milano Fashion Institute e docente presso la Sda Bocconi. Secondo uno studio del 2008 di Bain&Co questo settore ha avuto un tasso di sviluppo del 15-20% all’anno nel quinquennio precedente. «Questo modello – continua Guerini – ha portato alla democratizzazione della moda, con marchi come H&M, Zara e Mango. La loro abilità è come noto nel recepire le tendenze in un arco di tempo rapidissimo, industria-
La corsa all’oro in corso Vittorio Emanuele
lizzare il prodotto e metterlo sul mercato, con un time to market anche di due settimane. In questo contesto avere un proprio punto vendita è fondamentale per il successo». Più difficile, però, dire chi tra i diversi canali va meglio, anche se le location negli shopping center all’apparenza sembrano più aderenti ai gusti dei giovani, target di riferimento per il casual wear: «Fare un paragone in termini economici tra negozi nei centri commerciali, nel centro città e in aree cittadine non centrali è molto difficile – continua Guerini -, perché hanno obiettivi diversi. Un negozio in città potrebbe avere più una funzione di comunicazione e immagine che di redditività. L’importante è che siano poste in essere delle politiche di retail differenziate a seconda delle location, in termini di retail mix, cioè di visual merchandising, assortimento e servizi». Non semplice dare un giudizio definitivo su chi va meglio tra città e shopping center anche per un altro esperto del settore, Adriano Aire, presidente di CenterGross (distretto che organizza il Fast Fashion Festival, si veda r&f di aprile 2010), oltre che proprietario e presidente
Tutto in pochi metri, lungo o nei paraggi di corso Vittorio Emanuele II a Milano: prima H&M e Zara, che da qui sono partiti a conquistare il mercato italiano. Diesel, che da un paio d’anni campeggia con un super-shop su piazza San Babila. Abercrombie and Fitch, che con i suoi modelli a dorso nudo intirizziti dal freddo è sbarcato in Italia lo scorso dicembre. Replay e Mango sono approdati negli scorsi mesi nel grande blocco di Guglielmo Tabacchi, nel centro del corso, che ospiterà entro la fine dell’anno anche i primi punti vendita italiani del gigante americano Gap e del marchio controllato Banana Republic. La zona tra il Duomo e piazza San Babila, che tra gli altri ospita anche un grande United Colors of Benetton, sembra diventata la meta da conquistare a tutti i costi dai marchi del casual e dello streetwear. Ma perché? «Il fattore congiunturale accelera i processi di ricambio – sottolinea Nicola Guerini, presidente del Milano Fashion Institute -. Ma soprattutto corso Vittorio Emanuele è attrattivo perché è importante sia intermini economici, perché questi negozi fatturano decine di milioni di euro all’anno, sia per l’immagine. È senz’altro la via più visibile in Italia, sia per l’abbigliamento giovane sia per i marchi “bridge” come Abercrombie and Fitch e Replay. Molte aziende utilizzano queste location per testare i propri prodotti, è una zona in grado di anticipare i trend che si svilupperanno nel resto del Paese nei mesi successivi».
della società di abbigliamento giovanile Imperial. «La mia sensazione è che i centri commerciali vadano meglio in questo momento – nota – mentre i negozi su strada, dove i costi sono più elevati, operino bene soprattutto nelle città più grosse. Di certo le aziende di produzione in questo momento tendono a divenire padrone della rete distributiva, attraverso i negozi monomarca, mentre i piccoli negozi indipendenti
scompaiono». Pochi dubbi, invece, sulla situazione della moda veloce, che ha preso sempre più piede nel CenterGross: «Per noi è un momento molto fortunato e importante – commenta –. In questa crisi in cui hanno avuto grosse difficoltà aziende dai nomi altisonanti, si è capito che il fast fashion è una grande risorsa per i dettaglianti». Tra i gestori dei centri commerciali, una testimonianza significativa
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r&f news UN ALTRO TASSELLO IN ADR
Dopo il rinnovo dei vertici di Aeroporti di Roma, vanno via via riempiendosi alcune caselle rimaste vuote negli ultimi mesi. In particolare, secondo autorevoli fonti di mercato, il nuovo direttore commerciale, che prenderà il posto di Andrea Belardini passato circa un anno fa a Nuance, si chiama Marco Treggiari. Treggiari ha già lavorato con Giulio Maleci, il nuovo ad, una decina di anni fa in Electrolux-Zanussi. In seguito ha ricoperto altri incarichi, mentre recentemente era impegnato in Cina per Technogym.
RETE IMPRESE, L'UNIONE RAFFORZA MA NON LEGA
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resentata all’Auditorium di Roma il 10 maggio scorso Rete Imprese Italia, l’associazione che raggruppa Casartigiani, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti per dare una rappresentanza unitaria al mondo delle Pmi, delle imprese dell’artigianato, del commercio, dei servizi e del turismo. Chiamato a raccolta l’asse portante del sistema produttivo italiano: 4,2 milioni di unità produttive con 14,5 milioni di addetti (di cui 9 milioni sono lavoratori dipendenti), il 60% del valore aggiunto e il 58,5% degli occupati del Paese. Diminuzione della pressione fiscale,
accesso al credito, semplificazione normativa e sicurezza i quattro punti in agenda. Al Presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, primo portavoce semestrale dell’Associazione, il compito di esporre a maggioranza e opposizione le ragioni del “popolo del fare impresa”. In platea Gianni Letta, Adolfo Urso, Cicchitto, Rutelli, Bersani e l’Udc al gran completo (Cesa, Casini e Buttiglione).“Rete per dire di un destino – sostiene Sangalli – di una vocazione a tenere insieme ed a connettere le imprese, il territorio, il Paese”. Temi indigesti Adolfo Marino alla Lega, non a caso assente.
IL WEST EXPRESS ALLA CONQUISTA DI MILANO
Un’altra pietra è stata depositata: la società italiana Cigierre prosegue nella sfida ai re dell’hamburger aprendo il secondo punto Express, a gestione diretta, della catena Old Wild West. Il ristorante ispirato al Vecchio West è stato inaugurato presso il centro commerciale Sarca di Sesto San Giovanni (Milano). Il locale dispone di una superficie interna di 80 metri quadri e di un dehor esterno di 90 mq, per un totale di circa 70 posti a sedere, ed è aperto tutti i giorni dalle 11 alle 23.
Carlo Sangalli
Stock option BUY
NEUTRAL
SELL
PORTA DI ROMA AD ALLIANZ PER 440 MILIONI
Con una transazione di 440 milioni di euro Allianz Real Estate GmbH, ramo immobiliare della società di assicurazioni tedesca, ha acquistato il centro commerciale Porta di Roma, uno dei maggiori in Italia. A vendere è stata Porta di Roma srl, joint venture tra Parsitalia, Lamaro Appalti e Gallerie Commerciali Italia (Groupe Auchan e l’americano Simon Property Group). Secondo fonti vicine ad Allianz la decisione deriva dalla volontà di Simon Property di ritirarsi dal mercato europeo per concentrarsi su quello statunitense e dalla necessità di Lamaro Appalti, di proprietà della famiglia Toti, di ottenere liquidità. Oggetto della vendita sono stati la galleria e il cinema multisala, mentre sono rimasti esclusi l’iper di Auchan e le medie superfici esterne.
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Lavazza Una nuova acquisizione e due dossier sul tavolo. La crescita di Lavazza nella gestione di caffetterie riprende dalla Bulgaria, dove è stato acquisito il 100% del capitale di Onda Coffee Break. Prossime tappe potrebbero essere la Polonia e un paese sudamericano.
Montezemolo vs. Moretti Luca Cordero di Montezemolo, fondatore di NTV – la compagnia che con Italo sfiderà il Frecciarossa nell'Alta Velocità – arriva tardi a un convegno e incolpa pubblicamente Trenitalia. Mauro Moretti risponde che la colpa è dei test effettuati sulla linea proprio dai convogli di NTV. Una competizione aperta e leale.
Apple Secondo fonti di stampa, la casa di Cupertino starebbe riflettendo sull'apertura di un Apple Store nel centro di Milano. L'ipotesi iniziale, bocciata dal Comune, avrebbe visto sorgere un cubo Apple in stile newyorkese nel bel mezzo di piazza Duomo. Da mela mania, a megalomania.
Benetton La trimestrale di inzio 2010 dà fatturato e utili in crescita per la casa di moda trevigiana. Intanto l'omonima famiglia sale sul gradino più alto del podio per i guadagni a Piazza Affari: i Benetton quest'anno incasseranno ben 203 milioni di divedendi, frutto delle loro numerose partecipazioni. Berlusconi solo secondo, una volta tanto.
Alitalia Giro di boa effettuato? No, Alitalia sta sempre in mezzo al guado con segnali molto positivi (puntualità, rinnovo della flotta, aumento dei passeggeri) ma anche negativi, con il rinvio al 2012 per il tanto atteso ritorno all'utile. Sembrava facile...
Argenta La regina del vending, la seconda società italiana per gestione di distributori automatici, si trova al centro di una guerra tra private equity. Dopo la maxi vendita avvenuta nel 2008, per ben 650 milioni di euro, budget e previsioni delineati dalla vacchia proprietà si sarebbero dimostrati irrealistici. E i nuovi soci hanno toccato... il fondo.
Bolkenstein La diretteva europea entrata in vigore lo scorso 8 maggio potrebbe portare una rivoluzione nel commercio. La liberalizzazione dei servizi infatti potrebbe riguardare licenze, orari e giorni di apertura, concorrenza. Tante ambizioni, speriamo in qualche risultato.
Cibus L'edizione 2010 della fiera parmense dell'alimentare piace e convince per la qualità degli espositori, i tanti visitatori di cui molti stranieri. L'edizione 2010 della fiera parmense dell'alimentare fa infuriare espositori e visitatori per gli ingorghi e la scandalosa gestione di parcheggi e viabilità.
Cir Dopo editoria, sanità ed energia, c'è ancora voglia di diversificare in casa De Benedetti. Questa volta si sta pensando alla ristorazione. Una catena fast casual con molta automazione per ridurre i tempi di permenanenza dei clienti. Se ne sentiva davvero la mancanza.
INNALZATE LE DUE TORRI
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uasi 90 negozi su 34mila mq di gla e circa 140 milioni di euro di investimento. Con queste credenziali si è presentato lo scorso 13 aprile il centro commerciale Le Due Torri a Stezzano (Bg). Lo shopping center è in proprietà al Gruppo Altarea Italia, responsabile anche della commercializzazione insieme al Gruppo Policentro, mentre la gestione è affidata a Cogest Italia. La struttura, ubicata nei pressi della nuova tangenziale Sud di Bergamo e del casello di Dalmine sull’A4 Milano – Venezia, sorge nell’area dismessa Ex Rossana, a cui si ispira il logo di Le Due Torri. Sotto il profilo retail l’offerta si artico-
la su due piani (mentre al piano -1 sono situati i parcheggi in struttura), e conta un superstore Esselunga, le medie superfici Saturn, Scarpe&Scarpe, Sportland, Us Fashion Store, Ovvio (specializzato in arredamento casa), e Flunch. La ristorazione è concentrata al livello +1, ad accezione della gelateria-creperia Puro Gusto, del bar-caffetteria C-House e della champagneria/caffetteria Chapeau Cafè posizionati al livello zero, e comprende nove locali. Sempre al livello + 1 sono collocati i servizi, tra i quali si annovera la prima clinica dentistica diretta in Italia di Bistar che ha l’obiettivo di raggiungere le 80 strutture Caredent nei prossimi 5 anni nel nostro Paese con target i migliori centri commerciali. In un secondo momento rispetto all’inaugurazione è previsto l’avvio di un centro divertimento e bowling. Tra i valori aggiunti si segnala la possibilità specifica per l’area food/leisure di poter rimanere aperta al pubblico in orari serali. •
Armani sempre più in viaggio Aeroporti sempre più presenti nell’offerta retail del Gruppo Armani: nei primi mesi del 2010 sono arrivate a cinque le nuove aperture di flagship store, a cui seguiranno dal prossimo luglio cinque shop-in-shop. L’espansione è cominciata a marzo, con l’inaugurazione di negozi Emporio Armani negli aeroporti di Sydney e di Shanghai (in particolare nell’hub Hongqiao). È proseguita ad aprile con il secondo Emporio a Malpensa, Terminal 1B e continuerà con il taglio del nastro, previsto entro luglio, negli scali di Miami e Nizza. Opening in vista anche nel complesso “La città dei sogni” di Macao, che ospita il più grande casinò del mondo. Dal prossimo luglio, inoltre, con l’etichetta Armani Jeans saranno avviati due shop-in-shop presso Fiumicino (uno al T1 e uno al T2), due ad Amsterdam-Schiphol e uno nel T1 dell’aeroporto di Praga.
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r&f news TRIS IN AEROPORTO PER CAMOMILLA ITALIA
Sono diventati tre, dopo la recente apertura presso il Falcone Borsellino di Palermo, i negozi a insegna Camomilla Italia nel canale degli aeroporti. Gli altri due si trovano presso il Terminal 1 di Napoli Capodichino e nell’area land-side di Caselle a Torino. A questi si aggiunge l’apertura in franchising ad Augusta in area urbana. In seguito a queste iniziative, il network del marchio di abbigliamento femminile conta oltre 170 punti vendita nel nostro Paese, di cui 60 diretti, per un totale di 1,6 milioni di capi venditi e di un fatturato annuo di circa 60 milioni di euro. Il progetto di espansione nel breve termine, legato soprattutto al nord del Paese, prevede l’inaugurazione di una trentina di punti vendita entro il 2010, con l’obiettivo di arrivare a 200 shop complessivi. La collocazione di questi spazi retail vedrà interessata prevalentemente la Lombardia e Milano.
L’intervista MyChef, la qualità in vetta a ISO 22000 Intervista a Michela Nava, Responsabile Ufficio QAS di MyChef Di recente avete acquisito una nuova certificazione, di cosa si tratta? Della norma ISO 22000, uno standard applicato su base volontaria dagli operatori del settore alimentare che intendono dimostrare il costante impegno nel garantire la sicurezza alimentare.
fornitori, clienti, autorità di regolamentazione e altri parti interessate.
Da dove deriva questa norma? Lo standard è stato scritto da un gruppo di lavoro composto da esperti provenienti da ventitrè diverse nazioni e da rappresentanti di organizzazioni internazionali, quali la Codex Alimentarius Commission, l'Associazione internazionale degli hotel e dei ristoranti, la Global Food Safety Initiative (GFSI) e la Confederazione delle Industrie agro-alimentari dell'Unione Europea (CIAA).
Quindi avete grandi aspettative... Ne siamo convinti, la certificazione può dare un contributo concreto per migliorare le prestazioni, eliminare le incertezze e quindi aumentare le opportunità di mercato.
Quali sono i vantaggi di questa ulteriore certificazione? Grazie a ISO 22000 MyChef potrà gestire con ancor più facilità numerosi aspetti della produzione quotidiana. Solo per fare alcuni esempi, ci sarà un miglioramento tangibile e dimostrabile nelle performance in ambito di sicurezza alimentare, potremo aumentare i livelli di garanzia nel rispetto della conformità legislativa, ottimizzare le risorse sia interne sia della catena alimentare. Ci avvarremo di una comunicazione dinamica sulle problematiche relative alla sicurezza e all'igiene alimentare con
Ma che investimento comporta questo approccio? La qualità può essere considerata una sorta di investimento per il futuro dato che permette di evitare una serie di costi che, spesso, le organizzazioni non sono in grado di quantificare perché occulti. Il costo di un errore riscontrato dal cliente è cinque volte maggiore dello stesso, se individuato nella fase di progettazione o in quella di realizzazione. In definitiva, per quel che concerne i costi, il principio che ci guida è che la prevenzione è sempre più economica della correzione.
in format
A cura di Lia Tagliavini - Unisinos/POLI.design
Workshop sull’experience design
N
el sud del Brasile, a Porto Alegre, presso l’università Unisinos si svolge un master in design strategico in collaborazione con POLI.design Consorzio del Politecnico di Milano. Gli studenti, tutti architetti e designer brasiliani, sono chiamati a misurarsi con workshop ed esercitazioni, guidati anche da docenti del Politecnico di
Milano. In un workshop sull’Experience Design è stato chiesto loro di progettare dei concept innovativi per i negozi che vendono frutta e verdura. La creatività e i colori sgargianti sono stati il fil rouge di tutti i progetti presentati. Per citarne alcuni: il progetto BOX dove il negozio diventa ambulante, dinamico e flessibile. Immaginatevi una grande scatola che aprendosi si trasforma in negozio. Interessante anche il progetto Fast Fruit dove si mixa in maniera intelligente il concetto di velocità e praticità del fast food con la genuinità di frutta e verdura, il logo dice già tutto.
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Compleanni blasonati
1860-2010: ANCHE IL CAMPARI COMPIE 150 ANNI
I
I MARCHI DEL GRUPPO Superalcolici e Liquori
Leggermente alcolici
Aperol Campari Soda Biancosarti Aperol Soda Capo Wabo Tequila Cinzanino 3 Gradi Campari Vini e spumanti Cynar Diesus Catai Brandy Dreher Château Lamargue Drury's Cinzano Spumanti Glen Grant Cinzano Bianco Mapo Mapo Cinzano Rosso Old Eight Cinzano Extra Dry Old Smuggler Enrico Serafino Ouzo 12 Liebfraumilch Punch Barbieri Mondoro Rum des Antilles Riccadonna SKYY Vodka Sella & Mosca SKYY Infusions Teruzzi&Puthod SKYY90 X-Rated Jean-Marc XO Vodka Zedda Piras Wild Turkey
l Campari compie 150 anni. La mitica ricetta fu messa a punto, infatti, nel 1860, in contemporanea con l’Unità d’Italia, dal milanese Gaspare Campari. L’azienda, la Davide Campari-Milano Spa, capogruppo dell’omonimo Gruppo quotato alla Borsa di Milano dal 6 luglio 2001, nacque, invece, due anni dopo ed è oggi una delle più importanti al mondo: presente in 190 paesi, fattura un miliardo di euro e occupa oltre 2.000 addetti. Sono stati 150 anni di successi con un più che incoraggiante risultato alla vigilia dell’anniversario: il 2009 si è chiuso con ricavi in crescita, utili a 138 milioni e monte dividendi di 35 milioni. Il tutto, grazie al boom del mitico Aperol. Qualche anno fa un diatriba familiare tra i fratelli Maddalena da un lato, Luca, Alessandra e la madre Rosa Garavaglia Magno dall' altro sembrava compromettere le sorti dell’antico marchio. Ma, dopo la liquidazione di Maddalena e l’abbandono, con un concordato preventivo, dell’avventura Trevisan-Cometal, impresa che opera nel settore dell'impiantistica, la china ha incominciato a risalire. Qualche divergenza si era avuta ancora sull’opportunità o meno di perseguire una politica di diversificazione. Ma, alla fine, ha prevalso la concentrazione degli interessi di famiglia in Alicros e il consolidamento nel core business: l’idea di acquisire la società ligure di trasporto intermodale Stc è stata archiviata, nel 2009, la holding di famiglia è stata svuotata delle partecipazioni non core, e, infine, nel marzo scorso, Ercom, produttore
Premiscelati Campari Mixx SKYY Blue
Soft Drink Crodino Crodo Lemonsoda Oransoda Pelmosoda Tonicsoda
Marchi Distribuiti in Italia Frangelico Jack Daniel's Jägermeister Grand Marnier Cahaca 51 Finlandia Vodka Glenfiddich Irish Mist Rum Santa Teresa Tuaca
di cacao, orzo e tisane, rilevato nel 2007, è stata venduta al gruppo Lavazza. Oggi, l'obiettivo del presidente Luca Garavaglia è quello di fare dell'azienda uno dei principali player degli spirit a livello globale. E in questa prospettiva vanno visti l’acquisizione di Wild Turkey, il prestigiosissimo marchio di bourbon whiskey del Kentucky, che, si legge in bilancio, ha consentito «di rafforzarsi negli Usa e nell'area Asia-Pacifico». Obiettivo raggiunto, visto che, per la prima volta nella storia, «l'area italiana ha avuto un incidenza sulle vendite inferiore al 40% mentre l'area delle Americhe ha portato la sua incidenza al 32,3%». È seguito, nei primi mesi di quest’anno, lo shopping in Brasile dove Campari ha comperato uno dei principali brand brasiliani di cachaca, Sagatiba, e, poi, lo sbarco in Australia, con la controllata Campari Australia ltd, per distribuire Wild Turkey Vittorio Valenza e gli altri 40 brand di casa.
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r&f news
SETTEBELLO PER YOYOGURT
Yoyogurt cala il settebello. Proprio sette dovrebbero essere le prossime aperture della catena di yogurteria all’interno di centri commerciali tra Italia ed estero. Entro il mese di giugno, infatti, è prevista l’inaugurazione dei punti vendita nello shopping center di Vado Ligure, nel centro commerciale di Isola d’Asti, presso le Fornaci a Beinasco, nell’Auchan di Mestre (Ve) e all’interno del centro I Gigli a Firenze. I nuovi opening oltre frontiera saranno in Brasile e in Grecia, in particolare ad Atene. In seguito a queste iniziative, le bandierine del brand torinese saliranno a circa 80 in Europa, di cui 40 concentrate in Piemonte.
LA SOSTANZA DI DEICHMANN INVADE L’ITALIA
In due anni si sono susseguite 30 aperture di negozi, nel 2010 si aggiungeranno altri 13 punti vendita, con un investimento di 5 milioni all’anno in negozi, logistica e amministrazione. La previsione è di creare per ciascun anno 120 posti di lavoro. I progetti sono stati illustrati lo
BAGAGLIO A MANO, ASSAEROPORTI SI MUOVE
È
stata incentrata sulla politica del bagaglio a mano la prima riunione, lo scorso 25 marzo, del gruppo “non avio” appena costituitosi in Assaeroporti. L’imposizione da parte delle compagnie low cost ai passeggeri di portare a bordo un solo bagaglio «è un problema sentito da tutti gli aeroporti e il gruppo non avio è stato il luogo più giusto in cui parlarne» commenta Fulvio Fassone, direttore commerciale di Sagat, aeroporto di Torino, secondo il quale l’ultima fonte di tensione tra gli scali e i vettori è stata «il fatto che Ryanair ha cominciato a vendere a bordo prodotti a prezzi di dumping». Non ovunque le dinamiche sembrano però essere le stesse: «La situazione è molto variegata, ora alcuni aeroporti subiscono e altri reagiscono – aggiunge Fassone -, dipende da come le società di gestione si pongono nei confronti delle compagnie e dagli handler. La strategia però deve essere comune nell’affrontare il problema. Ora nasce un documento congiunto che chiederà di regolare anche formalmente la questione». Altre fonti tra i membri del “gruppo non avio”(che conta una dozzina di scali) hanno parlato di azioni “molto forti” che le società di gestione avrebbero pronte nel caso le compagnie non li ascoltassero. •
Catania, autorizzato il progetto outlet Ricca di shopping center, l’offerta retail sul bacino catanese si appresta ad essere ampliata nella formula outlet con il Naxos - Taormina Fashion Garden. Il via libera è stato dato lo scorso 30 marzo dalla Conferenza dei Servizi, composta da Regione Sicilia, Provincia di Catania, Comune di Calatabiano e Camera di Commercio di Catania. Il nuovo polo del lusso, progettato dalla società Cmc di Ravenna e con Larry Smith nel ruolo di advisor, coinvolge una superficie di oltre 200mila mq, presenterà circa 150 negozi estesi su 28mila mq di gla e disporrà di 2mila posti auto. L’inaugurazione della prima fase del Naxos - Taormina Fashion Garden è prevista entro la primavera del 2012, per un investimento di 120 milioni di euro, mentre una seconda fase di ulteriori 20mila mq potrebbe essere realizzata successivamente. Il nuovo outlet attingerà da un bacino stimato in oltre 2.200.000 residenti nell’isocrona dei 90 minuti, ai quali si somma un flusso turistico nel comprensorio di Taormina di circa 3 milioni di persone all’anno.
L’ENAC: 2010 SI RIPARTE
I scorso 27 aprile a Milano da Heinrich Deichmann, ceo del gruppo tedesco che ha un fatturato consolidato di 3,4 miliardi di euro e grazie al quale rappresenta la più grande realtà in Europa nel settore delle calzature. Molti dei negozi sono presenti nei centri commerciali. I piani di sviluppo nello Stivale prevedono nuove aperture a partire dal Nord Ovest (ad esempio Aosta), verso la zona di Milano, il Nord Est (Bolzano), fino al centro Italia (Forlì e Roma).
l Rapporto annuale d’attività dell’Enac è stato presentato il 20 maggio presso la Sala degli Atti Parlamentari del Senato a Roma, alla presenza del Sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e del Presidente del Senato Renato Schifani. Al centro del Rapporto 2009 l’avvenuto riassetto complessivo dell’aviazione civile in Italia: dalla soluzione della vicenda Alitalia ai segnali di ripresa del traffico, dal piano nazionale per gli aeroporti alla ridefinizione delle tariffe aeroportuali a sostegno degli investimenti infrastrutturali. “Abbiamo certificato la totalità degli aeroporti aperti al traffico e affidato la loro gestione a società di capitali, abbiamo realizzato tutti gli investimenti previsti e stipulato una prima serie di contratti di programma con i gestori. Adesso è il momento di un’attenta pianificazione del futuro, perché la crescita del traffico non ci colga con strutture aeroportuali sottodimensionate”, ha affermato il Direttore generale dell’Enac Alessio Quaranta. Alla presentazione del Rapporto sono intervenuti Mario Valducci (Presidente della Commissione Trasporti della Camera), Farbizio Palenzona (Assaeroporti), Guido Pugliesi (Enav), Giorgio Zappa (Finmeccanica), Roberto Colaninno (CAI) e Lupo Rattazzi (Assaereo). Adolfo Marino
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NEL FUTURO PIÙ NON OIL CHE OIL
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assare da un acquisto stressante a uno piacevole, cambiando la composizione dell’offerta. L’obiettivo, in particolare, è di puntare su tutti i prodotti diversi dai carburanti per fare cassa, compresi i servizi bancari, i negozi in franchising e perfino i cinema. È la strada da seguire da parte delle stazioni di servizio italiane secondo quanto illustrato da Robert Onion, presidente di Circle, durante un convegno della fiera Oil & non oil di Modena moderato da R&F. Ora «Italy is different», perché i self service sono pochi, i punti vendita tantissimi (24mila), il sell out di prodotti non oil basso rispetto agli altri paesi europei, i supermercati non coinvolti nella vendita di carburante. In futuro, secondo Onion, le mosse da fare sono queste: diminuire il numero delle stazioni, coinvolgere maggiormente i supermercati,
migliorare il servizio per giustificare il rincaro dei prezzi e inoltre incrementare i self service. Bisognerà puntare anche su un mix di petrolio e carburanti alternativi. All’incontro erano presenti anche Claudio Laurora (Apigroup), Mauro Frabetti (Brekky), Radim Spurek (Lukoil Italia) e Gian Maria Orsolini (Assopetroli). •
RYANAIR, AUTUNNO A VERONA
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on si sa come l’abbiano presa gli aeroporti di Orio al Serio e Treviso, da anni serviti da Ryanair, ma dal prossimo autunno il vettore irlandese volerà dallo scalo di Verona, a metà strada tra gli altri due. «Il contratto è già stato firmato» ha detto il presidente dell’aeroporto Catullo di Verona, Fabio Bortolazzi, aggiungendo che ci saranno tariffe diverse per vettori tradizionali e low cost, a fronte di servizi diversi. Con Ryanair «cominceremo con tre o quattro voli trisettimanali. Stiamo pensando
a rotte su Cagliari e Londra Stansted. Inoltre stiamo scegliendo una o due altre mete tra Madrid, Alicante, Malaga e Charleroi», ha inoltre dichiarato il dg dell’aeroporto, Massimo Soppani. Cambierà anche la struttura dell’aerodromo: verrà creato un nuovo terminal arrivi e partenze dedicato al solo low cost. Sarà allestito al posto dell’attuale capannone dei cargo, attività che sarà spostata nel vicino aeroporto di Brescia Montichiari. Oltre a Ryanair, ha fatto sapere Soppani, sono in corso contatti con easyJet e altre compagnie. •
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r&f news UNA MANAGER GLOBETROTTER PER LO SVILUPPO DI DIESEL
Con lo scopo di trainare ulteriormente lo sviluppo del marchio sul panorama internazionale, Diesel ha nominato come nuovo amministratore delegato Daniela Riccardi, 50 anni, che assumerà la carica dal prossimo luglio al posto di Marina Tosin. La manager si contraddistingue per aver trascorso 25 anni in Procter &Gamble, per la quale ha ricoperto posizioni prestigiose in diverse parti del mondo tra cui in Europa, Sud America, Russia e Asia. L’ultimo incarico è stato come presidente di P&G Cina. Il marchio veneto di jeanswear ha annunciato, inoltre, l’apertura sempre in India di due negozi a Mumbai ai quali faranno seguito le inaugurazioni a Bangalore, Delhi e Hyderabad, per un totale di 7 nuovi shop entro il 2010.
PANE VINO E DIVERTIMENTO
Nella sala di divertimento più grande d’Italia, il Timecity di Fiumicino (Roma) lo scorso venerdì 29 aprile è stato inaugurato il ristorante “Pane Vino e San Daniele”. Si tratta di un’apertura che dà il via alla partnership tra Pane&Vino spa e la Neapolis 1799 spa, titolare del marchio Timecity. Oggi la catena dei “poli del divertimento” conta quattro locali (Fiumicino, Ostia, Napoli e Ascoli) e ne aprirà prossimamente altri 11. Pane&Vino ha invece 25 ristoranti e numerose apertu-
re sono previste nei prossimi mesi. Nella grande sala giochi di Fiumicino (5.000 metri quadrati) si mangeranno prodotti regionali, dal prosciutto di San Daniele ai vini friulani di qualità. Il ristorante si svilupperà su 130 mq con 60 coperti per “sfamare” le circa 1.200 persone che affluiscono mediamente ogni giorno a Timecity.
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MANAS A TUTTO EST
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orea, Romania, Russia, Cina. Guarda all’Est la strategia di espansione di Manas, azienda marchigiana specializzata in calzature e accessori, con un fatturato 2009 di 70 milioni di euro. In Corea la società ha aperto alla fine di maggio il sesto punto vendita di Seul, in un noto centro commerciale, che sarà gestito in franchising. Poco prima era stato inaugurato un negozio nel Lotte Department Store – Jam Silbranch. Nella nazione asiatica secondo l’accordo siglato con il Gruppo Hyunday, Manas aprirà 16 punti vendita entro il 2012. In Europa, intanto,
dopo lo showroom nello Stockholm Shoehouse Center, in Svezia, è stato inaugurato uno store all’interno del noto mall Baneasa Shopping Center, a Bucarest, Romania, in collaborazione con un partner locale. Manas sta anche per aprire tre shop a San Pietroburgo (un monomarca, un corner e uno shop-in-shop) e uno showroom nel centro di Mosca. Prossimo obiettivo: la Cina, dove sta lavorando all’apertura di un corner nella provincia di Hebei (non lontana da Pechino), all’interno del Tangshan Phoenix New Area Department Store. •
r&f news UN NUOVO DUTY FREE A RONCHI DEI LEGIONARI
Un nuovo punto vendita di oltre 150 metri quadrati della Linea Aeroportuale Sole è stato inaugurato il 6 maggio all’aeroporto Ronchi dei Legionari (Gorizia). Il negozio, situato dopo i controlli di
COSTA GROUP ARREDA IL FAUCHON DI CASABLANCA
I sicurezza, offre ai passeggeri prodotti come profumi, liquori, dolci tipici e vini locali. I lavori per l’allestimento del negozio erano iniziati qualche mese fa. A breve l’offerta verrà completata con un punto vendita aggiuntivo, posto di fronte agli attuali locali e specializzato nelle proposte di vini del territorio. Contestualmente all’apertura del nuovo negozio c’è stata una revisione complessiva del lay out dell’area partenze: dopo la realizzazione dell’opera “Starry Night” è stata infatti riconfigurata l’offerta food and beverage riservata ai passeggeri in partenza, con una nuova proposta di prodotti. Sono state poi installate nuove sedute e studiati percorsi più funzionali per garantire una migliore fruibilità degli spazi.
FURLA, NUOVO AD CON LE “MANI IN PASTA”
Alla ricerca di un manager dalla forte esperienza sui mercati internazionali, Furla ha nominato nuovo amministratore delegato Eraldo Poletto, 49 anni, pronto a prendere in mano il timone dell’azienda già nel mese di giugno. Poletto da fine 2007 ricopriva la carica di presidente dello sviluppo strategico e del business internazionale mondo di Retail Brand Alliance Inc. La scelta del nuovo amministratore delegato è stata motivata dal presidente di Furla, Giovanna Furlanetto, «con la necessità di una figura “hands on” sul business internazionale con una maggiore esperienza retail mentre il focus del precedente mandato era stato sulla governance, sull’organizzazione e sulla finanza».
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l famoso locale parigino di enogastronomia di lusso, Fauchon, ha inaugurato un concept store – negozio e ristorante – a Casablanca, Marocco, il primo nel continente africano. Nei suoi 1.200 metri quadrati, contraddistinti dal lusso e dagli elementi scenografici, ogni zona è stata arredata da Costa Group. Per il gruppo di La Spezia «l’atmosfera che si è voluta
ricreare è quella del lusso di una gioielleria, sia nel colore oro sia nel modo di esporre il prodotto come se fosse un prezioso bijoux». Il gruppo ha anche recentemente realizzato a Lisbona il format “Oliva”, concept del gruppo portoghese Geronimo Martins, e ad Atene il locale “La Pasteria”, con il gruppo Everest, con design in “puro stile italiano”. •
Capodichino verso Gamberale
UN’OASI NELL’AEROPORTO DI BARI
N
uovi format per MyChef presso l’aeroporto Karol Wojtyla di Bari, oltre i controlli di sicurezza. Prima in airside c’era un punto vendita con GranCafè e Pizza Chef (bar e pizza). Ora, spiega Leopoldo Resta, direttore commerciale di MyChef «sono rimasti bar e pizza e sono stati aggiunti un punto vendita “Pane&Salame”, all’interno del locale, e il ristorante “Oasi” nello spazio aggiuntivo prospicente il locale». Pane&Salame, già presente a Fiumicino, è un corner di panini fatti al momento. Oasi è invece una formula di wine&bar restaurant con servizio al tavolo e logo dedicato. Tuttavia, spiega Resta, la formula non sarà replicata in altri luoghi, perché è stata pensata specificamente per lo scalo pugliese. Lo scontrino medio è di 12 euro e sono presenti offerte a prezzo basso pensate per i viaggiatori di Ryanair. •
Pronta a passare di mano la proprietà dell’aeroporto Capodichino di Napoli. Il 65% fino a oggi in mano a Ferrovial (il gruppo spagnolo che nel 2006 ha acquisito Baa, gestore di diversi aeroporti britannici) è stato messo in vendita e potrebbe essere acquistato da “F2i” per 155160 milioni di euro. F2i è il più grande fondo chiuso italiano dedicato a investimenti nel settore delle infrastrutture, guidato da Vito Gamberale. Tra i suoi soci figurano UniCredit, Intesa Sanpaolo, Cassa Depositi e Prestiti e Merryl Linch. La parte restante della proprietà è per il 12,5% ciascuno di Comune di Napoli e Provincia e per il 5% ciascuno a Sea e a Aliport srl (Interporto di Nola). Mentre le due istituzioni pubbliche hanno dichiarato di tirarsi fuori e di non voler esercitare la prelazione delle azioni che Baa-Ferrovial metterà sul mercato, Gianni Punzo, patron del gruppo Cis-Interporto, ha fatto sapere di ritenere l’operazione «puramente finanziaria e non industriale», ponendo qualche dubbio sulla linearità del subentro. Nessun commento dalla Gesac sulla possibile tempistica dell’operazione.
REPORT AEROPORTI, QUALCHE RETTIFICA L’edizione di Aeroporti 2010, il secondo report commerciale sugli aeroporti italiani, riporta alcuni dati non corretti. A pagina 29 aeroporto di Bologna - i dati sui passeggeri del 2006 sono stati erroneamente invertiti con quelli del 2008. Per quanto riguarda l'organigramma, la versione corretta è riportata in tabella 1. Sempre in tema di organigrammi, ma passando ad Autogrill (pag. 120), diversamente da quanto pubblicato Giuseppe Cerroni ricopre la carica di Direttore Generale Comunicazione e Affari Istituzionali, Massimo Mezzanotte è il Direttore Canale Aeroporti e Stazioni Italia, mentre Serena Campana è il Direttore Marketing & Innovation Italia. Ci scusiamo con i lettori e con gli interssati per le imprecisioni. Presidente: Giuseppina Gualtieri Direttore Generale: Armando Brunini Direzione Amministrazione e Finanza: Patrizia Muffato Direzione Business Non Aviation: Stefano Gardini Direzione Operazioni Aeroportuali: Massimo Kolletzek Direzione Pianificazione e Controllo: Nazareno Ventola Direzione Risorse Umane: Francesco Auregli Direzione Security: Luca Voltolini Direzione Sviluppo Traffico: Antonello Bonolis Tab. 1 – organigramma SAB Spa - Aeroporto di Bologna
Informazione pubblicitaria
CHÂTEAU BLANC Il successo è nel prodotto L'ultima unità produttiva avviata da CHÂTEAU BLANC è situata nel cuore di un parco verdeggiante a Marcq-en-Baroeul, nei pressi Lille, nel nord della Francia. E' affidata a Cerere, dea dell’agricoltura e delle messi che insegnò agli uomini l’arte di coltivare la terra, di seminare, di raccogliere il grano e di farne il pane, e a Mercurio, divinità romana del Commercio e dei Viaggiatori, l’accoglienza dei visitatori di CHATEAU BLANC. Le loro statue vegliano sul sito e sulle sue attività. A difesa del territorio e delle tradizioni,
un vessillo sventola sulla torre di un castello medioevale, quello di CHÂTEAU BLANC. CHÂTEAU BLANC riunisce infatti, nel nord della Francia, non meno di tre castelli. Le sue tre strutture, Marcq-en-Baroeul, La Madeleine e Arras hanno la capacità di rispondere a qualunque esigenza di mercato. In totale quattro linee di produzione per il pane, un laboratorio Bio e un laboratorio di preproduzione, 4 linee di viennoiserie (croissant, brioche ecc.), 2 linee di pasticceria di cui la prima linea di Macaron al mondo e 2 di
prodotti per il catering, consentono di raggiungere la ragguardevole quantità di 300 tonnellate di prodotti fabbricati quotidianamente. La capacità produttiva è progettata per soddisfare sia i grandi ordini che i clienti di nicchia, liberi di chiedere prodotti ideati e fabbricati esclusivamente per loro. Il servizio “su misura” del laboratorio di preproduzione consente inoltre di testare i marcati con piccole quantità. Parallelamente una piattaforma logistica di 10.000 mq permette una distribuzione capillare dei prodotti in tutto il mondo.
CHATEAU BLANC ACCOMPAGNA I SUOI CLIENTI Scegliere di lavorare con CHÂTEAU BLANC significa entrare in un universo aperto a tutte le possibilità. In stretta relazione con la Ricerca e Sviluppo, l’azienda propone ben più che dei prodotti da “catalogo”, assecondando le esigenze di sviluppo dei propri clienti. Gli artigiani fornai e pasticceri, le catene di hotel e ristoranti, il catering, grossisti e distributori specializzati nei surgelati, la GDO e gli specialisti nei prodotti alimentari, costituiscono oggi la clientela di CHÂTEAU BLANC. Dal momento dell'ideazione del prodotto, CHÂTEAU BLANC si preoccupa del modo in cui sarà messo in lavorazione (con quali materie prime) presso il cliente. Un consulente tecnico accompagna il cliente sul campo per assicurare la perfetta realizzazione del prodotto commissionato. Contemporaneamente lo supporta per la gestione dei flussi di produzione, al fine di ottenere la migliore qualità. CHÂTEAU BLANC affianca costantemente i propri clienti per valutare insieme la gamma di prodotti, le metodologie di messa in opera e la loro organizzazione.
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4 linee per la pasticceria: - 8.000 macarons prodotti all'ora.
4 linee per le viennoiseries: - 25.000 croissants prodotti all'ora.
5 linee per il pane piu un laboratorio BIO: - 6.000 flûtes all'ora; - 25.000 petits pains all'ora.
r&f borse e dintorni Moncler, il piumino corre. In borsa? Il 2009 di Moncler ha dato ottimi risultati, il fatturato è cresciuto del 25% arrivando a 375 milioni di euro. E le prospettive per il prossimo futuro sono abbastanza rosee, grazie alle previste aperture di nuovi negozi. A questo punto l'azionista di maggioranza, la filiale italiana del fondo statunitense Carlyle, sta riflettendo sul da farsi. Tre le ipotesi in campo: quotazione in borsa nel 2011 (sarebbero in movimento Morgan Stanley, Merril Lynch, Mediobanca), cessione a grossi gruppi del lusso – si parla di Lvmh – o il passaggio di mano a un altro fondo interessato a divenire il nuovo partner finanziario di Moncler.
Puma: bene gli utili, in leggero calo il fatturato I profitti del primo trimestre Puma hanno raggiunto la cifra di 83,1 milioni di euro. Mentre le vendite si sono attestate a 683,1 milioni di euro. L'anno scorso gli utili erano stati di 5,6 milioni mentre il fatturato era superiore del 2,1%. Andando a spaccare i dati, calano le vendite in Asia-Pacifico e nella zona EMEA, mentre aumentano di quasi il 10% nelle Americhe. Il comparto che tira di più è l'abbigliamento mentre cala il footwear (-5,1%).
Adidas, grandi soddisfazioni dal retail Il fatturato dei primi tre mesi del 2010 sale del 4% in casa Adidas, toccando la mastodontica cifra di 2,67 miliardi di euro, ma è l'utile a decollare: nel 2009 5 milioni, nel 2010 168. E' andato benissimo il retail (+15%) e grandi speranze sono ora rivolte ai Mondiali di calcio che dovrebbero portare un incremento significativo sulla parte centrale dell'anno.
Il Corriere attacca il commissario Burani A metà aprile il Corriere della Sera ha publicato nella rubrica Sussurri & Grida un articolo piuttosto pepato su Francesco Ruscigno, commissario giudiziale di Mariella Burani Fashion Group (MBFG), nominato dal Tribunale di Reggio Emilia su indicazione del Ministero per dello Sviluppo Economico. Il Corrierone nutre seri dubbi sulle chance in mano a Ruscigno per risanare MBFG. Non per incapacità professionale, piuttosto per il motivo contrario: secondo il quotidiano di via Solferino infatti, il professionista accumula troppi incarichi, e troppo diversi tra loro, e quindi non avrebbe tempo da dedicare al dissesto del Gruppo Burani. E' commercialista dei coniugi Bocchino, in affari con Vito Bonsignore, impegnato in liquidazioni o fallimenti di una quarantina di aziende ma anche nei collegi sindacali di un'altra decina di imprese. Ma Ruscigno non demorde: sta predisponendo una strategia basata sull'ormai classico schema bad company e good company, ha richiamato l'ex ad Fontanesi e a metà maggio ha ottenuto l'ammissione alla Prodi-bis. La palla passa ora al Governo che dovrà decidere se confermare o scaricare l'iperattivo commercialista.
Comincia bene il 2010 di Macy's Il presidente di Macy's Inc., Terry J. Lundgree, ha parlato di risultati decisamente superiori alle aspettative e in effetti le note catene di magazzini controllate dalla società statunitense, Macy's e Bloomingdale's, hanno raccolto utili per 23 milioni di dollari nel primo quarter 2010. Un risultato eccellente se confrontato con lo stesso periodo del 2009, quando i milioni furono 88 ma tutti in perdita. A questo punto, per il 2010, si prevede una crescita del giro d'affari del 3-3,5%, mentre le stime iniziali viaggiavano tra l'1% e il 2%.
16 retail&food - giugno 2010
McDonald's, aprile magico in Europa I dati di vendita del mese di aprile sono stati molto positivi per McDonald's che è cresciuta dovunque. Le soddisfazioni più grandi arrivano dal vecchio continente, dove l'incremento è stato del 5,3%, più avari gli Usa saliti comunque del 3,8%. Estremamente positivi anche i ricavi comunicati per il primo trimestre, saliti del 10% rispetto allo scorso anno, fino a 5,61 miliardi di dollari, mentre l'utile netto è cresciuto del 11% superando il miliardo di dollari.
indice retail&food 2010 La Grecia fa tremare le borse... M
a i nostri due comparti, food e retail, resistono bene. La situazione è questa: sia l’indice italiano sia quello mondiale di Morgan Stanley passano dalla zona positiva a quella negativa; e parliamo di una perdita, in un solo mese, piuttosto pesante, rispettivamente di 13 e 6 punti percentuali. Il comparto food perde invece “solo” 3 punti, esattamente come il retail. Certo queste sono medie, e come tutte le medie c’è chi soffre di più e chi di meno, anzi qualcuno addirittura gode. Registriamo così il fatto che le Imprese italiane subiscono in generale perdite maggiori rispetto a quelle di altre parti del mondo, segnale non da trascurare in un momento di turbolenza. Dobbiamo dire anche che qualche azienda (poche) riesce nel mese a mettere a segno persino un progresso: Hugo Boss guadagna infatti il 14% e Starbucks il 7%, mentre perdite superiori alla media subiscono Aeffe ( -15,2%) e Inditex (-4,2%). Nel momento in cui scriviamo, le borse stanno ancora cedendo terreno: in base a un vecchio detto, è forse giunto il momento di cominciare a comperare. Con juicio però!
HOLDING AUTOGRILL BURGER KING HLDGS DARDEN FESTAURANTS DINEEQUITY FLO GROUPE MCDONALD’S PAPA JOHN’S STARBUCKS YUM BRANDS
PRINCIPALI SOCIETA' MARCHI POSSEDUTI Hms Host, Aldeasa, Alpha Group, World Duty Free Red Lobster, Olive Garden Applebee’s, House of Pancakes Bistro romain, Hippopotamus, Maitre Kanter
KFC, Pizza Hut, Taco Bell
AEFFE ADIDAS BENETTON GROUP BULGARI DAMIANI DUFRY GEOX HUGO BOSS INDITEX LUXOTTICA
Alberta Ferretti, Moschino, Pollini Reebok United Colors, Sisley
LVHM
Louis Vuitton, Moet Chandon, Hennessy, Fendi, Dior, Zenith, Guerlain
NIKE PPR RALPH LAUREN RICHEMONT SAFILO GROUP STEFANEL SWATCH GROUP TIFFANY & CO TOD’S
Valentino, Permira Zara, Pull and Bear, Massimo Dutti
Puma, Fnac, Gucci, Redcats, Conforama Polo LR, RL Watches Vacheron Constantin, Cartier, Dunhill
Omega, Longines, Tissot Valentina, Elsa Ferretti, Paloma Picasso Hogan, Fay
QUOTAZIONI AL MERCATO 31-12-09
06-05-2010
Italia Nyse Nyse Nyse Francia Nyse Nyse Nyse Nyse
8,82 19,03 35,25 24,90 3,61 62,66 24,03 16,20 35,20
8,85 20,65 43,67 36,63 4,58 70,66 25,09 26,22 41,36
100,34 108,51 123,89 147,11 126,87 112,77 104,41 161,85 117,50
Italia Xetra Italia Italia Italia Svizzera Italia Xetra Xetra Italia
0,52 37,77 6,24 5,75 1,06 70,10 4,82 20,22 43,01 18,05
0,33 42,40 6,07 6,18 0,88 91,00 4,75 25,35 43,02 20,03
63,46 112,26 97,28 107,48 83,02 129,81 98,55 125,37 100,02 110,97
Francia
79,69
85,48
107,27
Nyse Francia Nyse Xetra Italia Italia Xetra Nyse Italia
46,14 82,76 56,89 23,37 0,58 0,35 175,73 43,72 36,01
75,21 102,35 89,41 27,07 0,45 0,26 214,70 47,39 53,60
163,00 123,67 157,16 115,83 77,59 74,29 122,18 108,39 148,85
20,31 283.671
122,30 124,33 123,82 87,39 98,85
INDICE FOOD INDICE RETAIL INDICE RETAIL&F00D FTSEMIB MSCI ALL COUNTRY
100,00 100,00 100,00 23,24 286.959
INDICE
L’indice Generale Retail&Food è ponderato nella misura di 1 (food) a 3 (retail) per tener conto della differente ampiezza dei rispettivi mercati. Tutte le quotazioni sono nella valuta della piazza relativa.
retail&food - giugno 2010 17
osservatorio prezzi
SOTTO
L’ETNA LA DISTRIBUZIONE È MODERNA A
LA NOTEVOLE (E NON ANCORA CONCLUSA) CRESCITA DEI CENTRI COMMERCIALI NELLA ZONA DI CATANIA È STATA L’OGGETTO DELLA RILEVAZIONE PREZZI REALIZZATA IN ESCLUSIVA PER QUESTO NUMERO DI R&F. SUL FOOD I CENTRI PIÙ GRANDI HANNO ANCHE LISTINI PIÙ CONVENIENTI, MENTRE SUL NON FOOD LA PRESENZA DI CATENE SIMILI RENDE DETERMINANTI GLI SCONTI SUI SINGOLI PRODOTTI
Nel nostro giro di quattro tra i più grandi mall nei paraggi dell’Etna, abbiamo avuto modo di confrontare i prezzi più bassi presenti all’interno di ciascun centro per nove referenze food e dieci non food. Il complesso più conveniente è risultato essere il nuovissimo Le Porte di Catania, aperto il 25 marzo scorso, 150 negozi a un chilometro dall’aeroporto Fontanarossa. Su 19 prodotti analizzati, ben 14 si sono rivelati i più convenienti in questo mall, mentre solo uno il più costoso. Il centro maggiormente orientato a un target elevato e conseguentemente quello con meno beni nella fascia di prezzo inferiore è invece apparso I Portali di San Giovanni La Punta (110 negozi), posto di fronte a un altro protagonista della distribuzione moderna catanese, il parco commerciale Le Zagare, da 48 shop. In un livello di convenienza intermedio si sono posizionati invece gli
vanzando lungo le strade extraurbane di Catania anche il viaggiatore più distratto capisce che qualcosa negli ultimi anni è cambiato nel commercio della zona. Ogni cartellone pubblicitario comunica la presenza di un centro commerciale: Etnapolis, Le Porte di Catania, I Portali, Le Zagare, Katanè e molti altri. I messaggi che pubblicizzano altri prodotti sono residuali, a testimonianza che la battaglia per la conquista dei nuovi clienti è accesissima, anche perché le realizzazioni sono tutte relativamente recenti e le abitudini dei consumatori, probabilmente, non si sono ancora consolidate. Prossimamente, inoltre, la concorrenza aumenterà ulteriormente con l’arrivo del mall Centro Sicilia a Misterbianco, che aggiungerà a questo tipo di soluzione commerciale 130 negozi (si veda la scheda a pagina 26).
shopping center Etnapolis di Belpasso (120 negozi, forse il più conosciuto dei centri) e Katanè di Gravina di Catania, 75 shop, più piccolo degli altri ma anche più fruibile.
Nella caffetteria prezzi allineati Proprio il food è lo specchio più fedele di questa immagine. A Le Porte di Catania i listini di tutti i pro-
dotti (tranne uno) sono risultati i più convenienti, grazie soprattutto alla vastissima possibilità di scelta tra i diversi bar e tavole calde, 12 in totale quelli visionati, di cui la maggior parte raccolti attorno a un’ampia food court. Al contrario, nel centro I Portali quattro beni sono risultati sulla fascia più alta e solo tre su quella inferiore. Per quanto riguarda il valore del caffè, solo il bar/tavola calda Zenia,
RILEVAZIONE PREZZI LE PORTE DI CATANIA
Articolo
Prezzo
Esercizio
Esercizio
Prezzo
Caffè espresso Cappuccino Croissant Panino (base) Pizza (trancio base) Acqua (50 cl)
0,70 1,00 0,90 2,00 1,50 0,80
Zenia Zelig Lore Caffè, Segafredo Cafe's, Rossosapore Villa Pizza Zelig
0,80 1,20 0,90 1,90 1,50 0,80
5 esercizi Segafredo A Cafè A Cafè (focaccina) Bevi Bene Bevi Bene
0,70 1,00 1,00 2,50 1,50 0,90
Coca Cola (Pet 50 cl.)
1,50
Lore Caffè
1,60
Prestipino, Segafredo
1,50
Cono gelato 2 gusti
1,50
Lore Caffè
1,60
Arancino Lavaggio (giacca e pantaloni) Taglio capelli donna Abito uomo
1,00 n.d.. 14,00 120,00
Rossosapore n.d. Camille Albane Sorbino
Occhiali donna Rayban a goccia
109,88
Angiolucci
134,00
Profumo J'adore (eau de porfume 100 ml) Boxer maschili Nintendo Ds Lite Trolley bagaglio a mano Caffettiera Bialetti da 3 Lenzuolo e cuscini 2 piazze
99,45 2,90 129,00 19,00 19,90 20,00
Douglas Tezenis Saturn Fergi, Marigè (19,90) Saturn Kisené
96,00 2,90 149,00 19,00 34,99 25,90
Prezzo più alto
Prezzo più basso
18 retail&food - giugno 2010
n.d. = non disponibile
1,60 6,50 15,00 94,90
Prestipino Prestipino Papillon Camille Albane Ovs Optissimo (Randazzo), Salmoiraghi&Viganò Douglas Tezenis Gamestop Fergi MediaWorld Kisené
S. Giovanni La Punta (CT) Nr. Negozi 110
Gravina di Catania (CT) Nr. Negozi 75
Belpasso (CT) Nr. Negozi 110
Prezzo
I PORTALI
KATANÈ
ETNAPOLIS
SS. Gelso Bianco Catania Nr. Negozi 150
Esercizio
Prezzo
Esercizio
Garden Bar Rossosapore Fratelli La Bufala Garden Bar Rossosapore Garden Bar Garden Bar, C-House, Rossosapore Crema&Cioccolato, FLB, Garden Bar Fratelli La Bufala La fabbrica del pulito La compagnia della bellezza Cotton Silk
1,50 7,00 n.d. 120,00
Win&Bar, Coffe? Xké no, Gustavo Clean Point n.d. Sorbino
134,00
Arte Ottica
109,88
Angiolucci
100,99 6,90 139,90 19,00 12,90 25,90
Limoni Tezenis Euronics Fergi Kasanova (da 6) Kisené
1,80 1,00 7,00 18,00 89,99
0,80 1,20 1,00 2,00 2,00 0,80
tutti gli esercizi Win&Bar Win&Bar Win&Bar, Gustavo Gustavo Crema&Cioccolato
1,50
Crema&Cioccolato
1,50
98,50 9,50 n.d. 49,00 16,10 44,00
Win&Bar
Profumeria Sicurella Golden Point n.d. Fergi Merola Merola
affollatissimo perché posto a lato dell’ingresso dell’ipermercato Auchan, costa 70 centesimi, mentre gli altri 11 lo vendono a 80. Su questa cifra sono fissi tutti i punti presenti negli altri tre mall, tranne il Garden Bar del Katanè (0,70 euro) e l’A Café dentro l’Etnapolis (0,85). Ben più vari i listini del cappuccino: anche se la metà dei bar lo vende a 1,20 euro, in due punti, lo Zelig ne Le Porte di Catania e Rossosapore nel Katané, lo si trova a 1 euro, mentre in cinque locali, all’estremo opposto, costa 1,50 euro (Lore Caffè e Cafe’s ne Le Porte di Catania, C-House nel Katané, Coffe? Xrké no e Crema e Cioccolato ne I Portali). Da 90 centesimi a 1,30 euro è invece la forbice dei prezzi del croissant (in Sicilia dire rigorosamente cornetto). A 90 centesimi si trova in due bar di Le Porte di Catania e in uno di Etnapolis, mentre a 1,30 sono venduti in un punto ciascuno di Katanè e I Portali. I valori più diffusi sono però 1 euro (6 esercizi) e 1,20 euro (7 esercizi).
Arancino batte panino Se caffetteria e cornetti costano molto meno che nelle regioni del Centro-Nord, i panini hanno listini più elevati. In genere l’importo è tra i 2,50 e i 3,00 euro nelle loro versioni base, che in genere prevedono comunque una farcitura con almeno due ingredienti. Fanno eccezione, presso Le Porte di Catania, due punti vendita, il bar Cafe’s e la
gastronomia Rossosapore, che propongono piccoli panini a 2 euro. Anche a Etnapolis i valori sono quelli citati in precedenza, anche se l’A Café permette di mangiare una focaccina con prosciutto a 1,90 euro, il livello più basso tra i panini nei centri visionati. Al Katanè non si scende sotto i 2,50 euro, mentre presso I Portali due punti vendita fronteggianti, Win&Bar e la gastronomia Gustavo, partono da 2 euro. Decisamente più abbordabili i cartellini dei prodotti da tavola calda, e in particolare dei classici arancini siciliani: il costo, nei punti analizzati, varia da 1,50 (il valore più comune) a 1,70 euro. Si distinguono per il prezzo stracciato, di un solo euro, i punti vendita delle catene Rossosapore (presso Le Porte di Catania) e Fratelli La Bufala (Katanè), che offrono comunque porzioni più ridotte rispetto agli altri esercizi. Le cifre sono invece piuttosto disallineate per il trancio di pizza base (da 1,50 a 2,70), anche se la fascia più bassa per ogni centro commerciale finisce per posizionarsi su 1,50 euro, tranne che nel mall I Portali, dove si parte dai due euro di Gustavo.
Bibite e gelati senza esagerazioni Riguardo ai listini della bottiglietta d’acqua, della lattina di Coca Cola e del gelato, la folta concorrenza presente in tutti i centri commerciali evita voli pindarici di singoli esercizi. Il prezzo standard della bottiglietta
d’acqua da mezzo litro è di un euro anche se, come si vede dalla tabella in pagina, c’è sempre qualcuno che riesce a differenziarsi limando qualche centesimo. Ne Le Porte di Catania scendono sotto l’unità tre punti vendita, due portandosi a 90 centesimi (Napoleon e Cafe’s) e uno, Zelig, a 80. Negli altri mall, invece, il valore è ovunque di un euro tranne che negli esercizi segnalati in tabella. Anche per la lattina di cola gli importi sono tutti tra 1,50 e 2 euro. Nel caso di Katanè e di Etnapolis diversi esercizi hanno prezzi sulla fascia più bassa, mentre a Le Porte di Catania e a I Portali si stacca solo un esercizio solitario. In generale, a chi capitasse da quelle parti, converrebbe puntare sul ben più gustoso latte di mandorla, il cui valore quasi ovunque si aggira tra 1,60 e 1,80 euro. Il gelato artigianale, infine, se negli shopping center visionati nell’Osservatorio prezzi di novembre (zona di Varese e Como) si trovava solo in uno/due punti vendita, nei mall di Catania è venduto in quasi tutti gli esercizi. Non stupisce che il prezzo medio sia piuttosto basso (1,60-1,80) e che in due casi (Lore Caffè a Le Porte di Catania e Win&Bar de I Portali) si arrivi a 1,50 euro. Solo in caso di gelateria di elevata (apparentemente almeno) qualità, come nel punto vendita Condorelli del Katanè, il cono base è di 2 euro.
Abiti e accessori, lo sconto fa la differenza Passando al non food, colpisce la presenza degli stessi marchi nei diversi mall. Se si guardano le etichette del trolley da bagaglio a mano, si nota come la fascia più bassa sia occupata in tutti i casi da Fergi, con un modello a 19 euro, non presente solo presso I Portali, dove comunque non ci sono concorrenti più economici. Sempre escludendo I Portali, il valore successivo per convenienza, in tutti e tre i mall rimanenti, è quello di Carpisa (29,90 euro), anche se presso Le Porte di Catania il rivenditore Marigè propone modelli molto economici (19,90 euro). Come per la valigia, anche per i boxer maschili si ritrova in tre centri la stessa catena, Tezenis, che ha il cartellino migliore. Anche in questo caso, uno dei punti vendita, pur appartenendo alla medesima insegna, presenta un importo base più alto (6,90 da Katanè contro i 2,90 di Le Porte di Catania ed Etnapolis). Allo stesso modo, sul completo matrimoniale (lenzuolo e federe) si
ritrova dappertutto, tranne che ne I Portali, l’insegna di casalinghi Kisené. In questi casi il prezzo è decisamente più basso rispetto ai concorrenti (Zucchi, Bassetti e altri) e nel caso de Le Porte di Catania si abbassa ulteriormente grazie a uno sconto sui modelli basic. Diversa la dinamica per la caffettiera Bialetti da 3 tazzine: è presente un valore fisso quasi ovunque a 24,90 euro, anche se alcuni negozi riescono in qualche modo a garantire condizioni migliori: grazie a uno sconto speciale dal Kasanova del Katanè la caffettiera (è presente solo quella da 6) si abbassa fino a 12,90 euro, mentre la classica Bialetti da 3, grazie a un mistero non rilevato dal proprietario del negozio, nel punto vendita Merola presso I Portali si abbassa fino a 16,10 euro, quasi 9 euro in meno rispetto all’importo base. Gli sconti determinano anche le variazioni di prezzo di articoli altrimenti a etichetta fissa: così il 10% di bonus assicurato dalle profumerie Douglas permette di avere listini molto competitivi a Etnapolis e (in misura minore) a Le Porte di Catania per il profumo J’Adore da 100 ml. Tra gli occhiali da sole, allo stesso modo, la promozione dell’ottica Angiolucci abbassa da 134 a 109 euro il listino per gli occhiali Rayban modello “a goccia”. Per quanto riguarda la console Nintendo Ds Lite, ove è presente un punto Game Stop (in tutti tranne I Portali) è presente un prezzo fisso a 149 euro, compresi tre giochi. A movimentare il mercato sono allora le medie superfici, che permettono di abbassare il conto di 20 euro, come nel Saturn di Le Porte di Catania. Quanto agli abiti formali da uomini, va detto che i prodotti sono difficilmente confrontabili per qualità. I più economici segnalati appartengono a catene non troppo note (Sorbino e Cotton Silk), tranne che per l’Ovs dell’Etnapolis. In quest’ultimo centro, con pochi euro in più, c’è comunque la possibilità di acquistare abiti di qualità più affidabile nei punti vendita Zara e Sisley, mentre al Katanè da Conbipel. Le Porte di Catania, invece, sul fronte formale per uomini è più sguarnita, dato che la maggior parte dei tanti punti vendita di abbigliamento riguarda il casual. I servizi, infine, hanno una presenza piuttosto marginale e in qualche caso mancano. Il listino della lavanderia è pressoché allineato, mentre tra i parrucchieri spicca la catena francese Camille Albane Paris, presente in due dei mall visionati con prezzi competitivi, fino a 14 euro per il taglio per F. P. donna.
retail&food - giugno 2010 19
Star Trek retail
PIQUADRO , PRONTI A RIPARTIRE GLI ULTIMI DATI ECONOMICI DICONO CHE, DOPO ANNI, LA CRESCITA SI È FERMATA. MA LE PREVISIONI SONO DI TORNARE A CORRERE GIÀ DALL’ANNO PROSSIMO, PERCHÉ, MENTRE I CONCORRENTI ESCONO DAL MERCATO, IL MARCHIO DELLE COLLINE BOLOGNESI CONTINUA A INVESTIRE NEL FUTURO E A GUADAGNARE QUOTE DI MERCATO
R
esistere, stare sul mercato quando gli altri escono, occupare i canali di distribuzione, diretti e indiretti, guadagnare in una parola quote di mercato in attesa di tornare a crescere. Sono i primi periodi senza crescita da anni per Piquadro, che ha chiuso i nove mesi terminanti al 31 dicembre con una pressoché totale stabilità dei ricavi, pur a fronte di numerose aperture. Inevitabile che siano in contrazione, per effetto degli investimenti consistenti, le voci dell’ Ebitda e del risultato netto. Il bilancio 2009-2010, terminante il 31 marzo 2010, dovrebbe confermare questa fotografia. Ma nell’azienda la fiducia prevale decisamente sulle preoccupazioni: per quest’anno la previsione è di tornare a correre e per il brevemedio termine l’obiettivo è quello di imporsi in tutto il mondo come un marchio di livello internazionale.
Dalla bottega all’astronave Qualunque strada prenda il futuro prossimo, la storia di Piquadro rimane comunque un caso da dispensa di economia aziendale. I primordi
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della società risalgono al 1987 a Riola di Vergato (Bologna). Dieci anni di produzione in conto terzi, poi il salto verso la presenza sul mercato con il proprio marchio, che sta per Palmieri e Pelletteria. Per capire tutta l’evoluzione dell’azienda bisogna proprio partire da Marco Palmieri, fondatore e amministratore delegato. Nato nel 1965 a Milano, i suoi genitori sono entrambi della provincia di Bologna. Come racconta un ritratto freschissimo a opera di Alberto Mazzucca su Il Giornale, il padre, Antonio, aveva nel capoluogo lombardo cinque-sei camioncini con cui svolgeva un servizio espresso di recapito di materiali. La madre, Ginetta, aveva invece un negozio di parrucchiera e poi di profumeria nei pressi di piazzale Maciachini. Dopo la nascita del fratello di Marco, Pierpaolo, attuale direttore commerciale, i Palmieri tornano sull’Appennino tosco-emiliano, a Granaglione, nei dintorni di Porretta Terme. Lì Ginetta apre un nuovo negozio di profumi, dove vende anche cinture e portafogli in pelle. Da questo momento la pelletteria entra nella vita di Marco. La sua
prima idea di business, infatti, consiste nel comprare prodotti di pelletteria nei laboratori di Rimini e Riccione per poi venderli in giro, alla guida di una Renault 5, ai negozianti di Bologna, Modena e Lucca. Dato che gli affari vanno bene, arriva l’intuizione di produrli in proprio: installa un laboratorio nella rimessa degli attrezzi nel giardino di casa e produce, con l’aiuto della futura moglie Beatrice Nichele e poi di un paio di collaboratori, un centinaio di cinture al giorno. Nel frattempo, dato che ha alle spalle un diploma di perito elettronico e un biennio di ingegneria elettronica, ma soprattutto dato che una delle sue grandi passioni è l’informatica (le altre sono la tromba, la fotografia e il motocross), comincia a lavorare per diverse aziende come programmatore, creando in seguito anche una società in
questo settore. La pelletteria, lasciata in secondo piano, “galleggia”, come dice lo stesso Palmieri, per alcuni anni, finché nel 1998 non arriva la seconda svolta. Decide di abbandonare l’informatica, di lasciar perdere l’attività di terzista e di puntare tutto, assieme al fratello Pierpaolo, su Piquadro, con l’obiettivo di farlo diventare un marchio di lusso. Il primo negozio, in via della Spiga a Milano, e la campagna di comunicazione affidata a un’agenzia meneghina, costano quanto l’intero fatturato dell’epoca, 3 miliardi
de cinesi «scelte sulle pagine gialle», come ha raccontato lo stesso Marco Palmieri. Poi, nel 2003, acquistando la metà di una fabbrica a Zhongshan, nella provincia di Guangdong (Cina meridionale), mentre l’altra metà è di un imprenditore locale. Ora tutta la produzione è oll’ombra della Grande Muraglia: il 40% nel già citato stabilimento produttivo (che osserva standard etici e qualitativi occidentali, secondo il bilancio di Piquadro) mentre il 60% è in outsourcing nella stessa regione. Nel gigante asiatico
Ultimi 10 Star trek pubblicati 6/2009 7-08/2009 9/2009 10/2009 11/2009 12/2009 1-2/2010 3/2010 4/2010 5/2010
Carpisa Tod’s Benetton (1° parte) Benetton (2° parte) Feltrinelli Boggi Giunti al Punto Furla Bata Stefanel
Investire Impresa. Dall’ottobre del 2007 la società viene quotata in Borsa, nel mercato Expandi (ora non più esistente). Attualmente la struttutab. 1 GRUPPO PIQUADRO in pillole ra societaria di Piquadro spa è la Fondata nel 1987 da Marco Palmieri, nel 1998 produce con un Data di nascita marchio proprio, nel 2000 il primo negozio in via della Spiga a seguente: il 67,5% è Milano di Marco Palmieri, che 67,5% di Piquadro Holding (di cui il 93,34% è di Piqubo spa, partecipa attraverso la società controllata al 100% da Marco Palmieri, e il restante 6,66% è detenuto da Pierpaolo Palmieri), 6,9% di Fidelity International Piquadro Holding, posProprietà limited, 6,3% di Mediobanca Banca di credito finanziario, 2% di seduta al 93,34% traAllianz Global Investors per il 2%, 17,3% di altri azionisti con mite Piqubo spa, sociemeno del 2 per cento. tà di cui controlla il Sede Silla di Gaggio Montano (Bo) Marco Palmieri presidente e ad, Pierpaolo Palmieri direttore 100 per cento; il Management commerciale, Roberto Trotta Cfo, Marcello Piccioli, Coo restante 6,66% di Settori di Business Pelletteria Piquadro Holding è nei 9 mesi al 31/12/2009: 36,938 milioni; attesi 2010/2009 Ricavi detenuto da Pierpaolo (Twice): 52,2 milioni di euro Palmieri. La parte rimanei 9 mesi al 31/12/2009: 4,854 milioni; atteso 2010/2009 Utile di gruppo (Twice): 6,4 milioni di euro nente di Piquadro spa Mol/ricavi nei 9 mesi al 31/12/2009: 22,33% è di Fidelity Inter Roi bilancio 09/08: 45,7% national Limited per il Indebitamento 6,9%, di Mediobanca finanziario netto nei 9 mesi al 31/12/2009: -11,272 milioni Dipendeti 545 (145 in Italia) Banca di credito finanziario per il 6,3%, di fonte: bilancio Piquadro spa Allianz Global Investors per il 2% e per il al 31 dicembre 2009 lavoravano delle vecchie lire. Nel 2002 ci sarà la restante 17,3% da altri azionisti con 350 dei 545 dipendenti, ridotti di seconda apertura, a Roma in via meno del 2 per cento. 144 unità (200 operai in meno, Frattina. I prodotti hanno già l’imNel novembre del 2006 nasce poi mentre gli impiegati sono 56 in più) printing che resisterà nel tempo: un la Piquadro Hong Kong Ltd, in jointrispetto al marzo dello stesso anno. design orientato alla funzionalità, venture con una trading company L’intera materia prima viene invenon legato alle mode e con un locale per lo sviluppo del retail nelce dall’Italia e nel nostro Paese si forte contenuto tecnologico. l’area dell’ex colonia britannica. Nel svolge anche tutta l’attività di logiUna delle prime borse aveva dicembre dello stesso anno viene stica, nello stabilimento di Gaggio per esempio una fibra ottica aperta la prima boutique a Hong Montano, dove un magazzino autoesterna che si accende di Kong City, nello shopping mall Ifc, matizzato è in grado di evadere ordinotte. Arrivano i primi telefocui seguiranno quelle all’interno ni in 24/48 ore. Nel paesino di 5mila nini e computer portatili e dello storico Hotel Peninsula e degli abitanti nell’Appennino, la sede è il Piquadro è pioniera nel capire shopping mall Harbour City e Times biglietto da visita dell’azienda: si che i prodotti di pelletteria Square. Esistono altre otto società tratta di un edificio di 8.000 metri devono soddisfare nuove esicontrollate, relative ai diversi mercaquadrati, di cui 6.000 dedicati alla genze di trasporto. In questi ti esteri coperti o a determinate funlogistica, progettato dall’architetto ultimi anni, non a caso, zioni. Karim Azzabi, costato 8 milioni di sono stati stretti accordi euro e inaugurato nel dicembre del con Microsoft, mentre di La strategia 2008. La forma, avveniristica, è recente una partnership distributiva quella di una nave, o astronave, con Sagem ha portato Ma queste aperture non sono certo allo sviluppo di uno atterrata nel mezzo delle colline. isolate. Dal 2000 a oggi i negozi smartphone firmato monomarca sono arrivati a essere Piquadro. Già agli esorLe vicende societarie 75, dei quali 32 diretti (tecnicamendi si imposta un Per sostenere il proprio sviluppo, te detti Dos) e 43 in franchising. A modello organizzativo cioè soprattutto l’apertura di negozi livello contabile i monomarca in che durerà nel monomarca in Italia e nel mondo, franchising fanno parte del canale tempo: dal 1998 la Piquadro nel 2001 cede il 25% del wholesale, che comprende anche produzione viene capitale al fondo di private equity negozi multimarca/department delocalizzata in Development Capital. Dopo che store, distributori che provvedono a parte in Cina. Prima questo esce, nel 2005, il 35% di rivendere gli articoli in negozi multiricorrendo ad azienPiquadro spa viene acquisito da Bnl marca specializzati. Secondo l’ultima
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Star Trek retail trimestrale, riferita ai nove mesi terminanti il 31 dicembre 2009, il canale Dos ha registrato ricavi per 8,25
milioni di euro, in crescita del 39,8%, mentre il wholesale per 28,69 milioni, in calo del 7,5 per cento. Questa, d’altra parte, è la direzione che segnala lo stesso Pierpaolo Palmieri, direttore commerciale del gruppo: «Evidentemente il retail è sempre più strategico – commenta a r&f –. Attraverso i negozi monomarca, anche in franchising, abbiamo intenzione di arrivare al 50% dei ricavi». Dopo le prime aperture nelle vie più in vista delle città (come la Galleria Colonna a Roma o piazza Maggiore a Bologna), i negozi flagship, soprattutto negli ultimi anni, sono sorti negli outlet, nei centri commerciali e negli aeroporti. «In realtà – commenta Palmieri – le aperture urbane in Italia sono già state fatte, ora stiamo procedendo all’estero, in ultimo a Mosca, Hong Kong e Pechino. Nelle medie città italiane, inoltre, procediamo con monomarca in franchising». Dopo le ultime inaugurazioni a Trieste, Ravenna, Torino, Bari e Brescia (oltre a quella a Barcellona), il prossimo negozio cittadino in franchising sarà a Verona, tra qualche mese. A Milano, invece, è allo studio l’apertura di un grande negozio in una delle strade di rappresentanza, ancora da scegliere. Quanto agli outlet, «rappresentano per noi un’opportunità e quando se ne inaugura uno nuovo preferiamo entrare all’inizio, anche per avere una migliore collocazione». Dopo Barberino del Mugello, Fidenza, Vicolungo, Valdichiana, Noventa di Piave e Valmontone, l’ultima location aperta è stata nell’outlet McArthurGlen a Marcianise, il primo in un foc del Sud, che sta dando «risultati molto positivi nei primi mesi». Rimane ora un’apertura, entro fine anno, nel Sicilia Outlet Village, che sarà inaugurato nell’au-
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tunno 2010 ad Agira (Enna). Dopo di che, aggiunge Palmieri, «sarà coperta tutta l’Italia e il canale degli
remmo aprire anche nell’area extraSchengen». Attualmente il marchio è presente a Linate, Malpensa, Fiumicino, Bologna, Barcellona. Il canale wholesale, invece, è in calo, anche se Palmieri vede la cosa diversamente. «Stiamo crescendo, ma stiamo razionalizzando un po’, eliminando punti vendita che non corrispondono all’immagine che Piquadro vuole dare di sé. Stiamo inoltre acquistando quote di mercato, perché è in atto una polarizzazione dei clienti trade rispetto ai fornitori. In pratica si selezionano solo i brand che vanno meglio, e da questo stiamo traendo dei benefici, perché conquistiamo quote di mercato». C’è poi l’espansione in Asia: non a caso, tra i 32 negozi, diretti,
I conti Per quanto l’ultimo decennio sia stato di grande espansione, il bilancio al 31 marzo 2010 non è entusiasmante. Nei primi nove mesi dell’esercizio, chiusi al 31 dicembre 2009, l’Ebitda si è attestato a 9,72 milioni di euro, in calo del 6,88% rispetto all’omologo periodo dell’esercizio precedente. Le ragioni sono da ricercarsi, per lo stesso bilancio di Piquadro, sia nel mancato beneficio della leva operativa, a causa delle dinamiche negative del fatturato nel segmento di business del wholesale, sia nella più marcata incidenza del fatturato nel segmento Dos, le cui marginalità, a livello di Ebitda, sono inferiori rispetto a quello del segmento wholesale.
TREND DEI PRINCIPALI DATI DI BILANCIO Dati di bilancio
2007/06
RICAVI TOTALI INDEBIT. FINANZIARIO NETTO MOL SUI RICAVI
35.742 -10.528 28,60%
2008/07
2009/08
45.982 -11.744 28,80%
51.701 -10.468 29,30%
2009/08 2010/2009 (primi nove mesi) (primi nove mesi) 36.904 -10.468 28,31%
36.938 -11.272 26,33%
fonte: bilancio Piquadro spa. Dati in migliaia di euro
Pierpaolo e Marco Palmieri outlet sarà blindato». C’è ancora volontà, invece, di espandersi negli aeroporti, canale in cui Piquadro continua a credere «sia perché le stime vedono i passeggeri in crescita nei prossimi anni, sia perché negli aeroporti incrociamo il nostro cliente tipo, perché sono luoghi di business». A incoraggiare l’interesse per questo canale c’è il fatto che i prezzi dei canoni «si stanno calmando, non sono più pazzi». Per questo, aggiunge, «stiamo trattando con diversi aeroporti europei ed extra-Schengen, il target sono soprattutto i grandi hub internazionali. A Fiumicino, per esempio, vor-
gli ultimi sette sono stati aperti a Shanghai, Pechino, Taiwan, Hong Kong, Shenzhen, ancora Hong Kong e Taiwan. In precedenza c’erano state tre aperture nel Far East e due in Medio Oriente. «Diventare un brand internazionale è uno dei nostri due driver di crescita – dice Palmieri -. Il secondo è invece rappresentato dallo sviluppo di prodotti di abbigliamento, in affiancamento alla pelletteria». A tutt’oggi, comunque, i ricavi vengono ancora per il 79,7% dall’Italia, per il 14,3% dall’Europa e per il 6% (ma contro il 3,8% dell’anno prima) dal resto del mondo.
L’Ebit è stato invece di 8,24 milioni di euro, pari al 22,31% dei ricavi, in diminuzione di circa il 9,88 per cento. L’utile netto, sempre al 31 dicembre 2009, è risultato pari a 4,8 milioni di euro, in calo del 9,7% rispetto al 31 dicembre 2008. Sono andati bene le borse da donna (+35%), gli accessori (+138%) e gli articoli da viaggio (+9%), mentre hanno registrato una diminuzione la piccola pelletteria (-5%), e le agende e i porta blocchi (-24%). Al momento della scrittura dell’articolo il bilancio dell’anno chiuso il 31 marzo 2010 non era ancora stato pubblicato, ma le previsioni della società Twice Research, pubblicate sul sito di Borsa Italiana, parlano di una crescita del fatturato dell’1%, con una diminuzione del canale wholesale dell’8% e un aumento di quello Dos del 12% (+5% al netto delle nuove aperture). Sempre secondo Twice, nei prossimi anni però, Piquadro tornerà a uno sviluppo a doppia cifra, guidato dalla crescita organica, dalle nuove aperture di Dos e franchising e da una ripresa del canale wholesale. In totale le vendite sono date in rialzo dell’11,9% nell’anno fiscale 10/11 e dell’11,2% in quello 11/12, quando toccherà quota 65 milioni di fatturato, rispetto ai circa 52 attuali. In seguito l’ipotesi è di un incremento del 5% fino al 2014. Non a caso il giudizio della società sul titolo rimane “buy”. Fabrizio Patti
SPECIALE EIRE 2010 a cura di Andrea Penazzi
Le migliori opportunità per retail e ristorazione
zionati e promossi da altrettante aziende in occasione della rassegna. Ognuno è approfondito con dati tecnici e rendering, ai quali si affianca l’analisi di geo-marketing nell’isocrona di 15 minuti fornita da Marketing&Co. Di particolare rilevanza, a dimostrazione dell’effettiva evoluzione del mercato verso una maggiore specializzazione e variazione dei prodotti, è il fatto che le iniziative prese in analisi variano dai retail park, agli outlet, dai complessi retail con centro e parco commerciale sino a interventi di riqualificazione che prevedono oltre all’area dei negozi anche una parte residenziale e infrastrutture. E i centri commerciali “tradizionali” che fine hanno fatto? Le proposte in questione riguardano o soluzioni di dimensioni contenute in contesti urbani e in bacini protetti oppure ampliamenti di strutture consolidate da anni nel territorio. Facendo leva, tra le varie iniziative, proprio sulla novità dell’offerta in esposizione, l’edizione 2010 dell’Expo Italia Real Estate ambisce a replicare il dato di affluenza dello scorso anno nonostante la rassegna duri un giorno in meno. Le previsioni da parte dell’organizzazione si attestano a 35mila mq di area espositiva e 20mila operatori professionali provenienti da oltre 50 Paesi.
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Speciale
M
eno espositori partecipanti tra quelli di riferimento, meno iniziative retail ex novo e meno giorni di fiera, passati da 4 a 3. Maggiore selezione a livello di aziende, maggiore definizione dei progetti e maggiore risparmio sui costi per gli stand. Da un lato gli effetti nefasti della crisi, dall’altro quelli positivi. Che lo sviluppo di nuovi centri commerciali non potesse proseguire a spron battuto come negli anni antecedenti al 2008 era prevedibile, ciò che non era immaginabile è stata la modalità con cui il mercato si è quasi paralizzato a causa della contemporanea crisi finanziaria e dei consumi. L’attuale congiuntura economica si è frapposta come uno spartiacque, o meglio come un filtro a maglie molto sottili in grado di scremare la moltitudine di progetti fotocopia pronti a invadere i centri e le periferie delle città italiane. Ecco perché guardiamo alla sesta edizione di Eire, che si terrà a Rho-Pero tra l’8 e il 10 giugno, con occhio positivo, senza attenderci numeri record ma ottimisti sui reali benefici che questa rassegna può ancora apportare al mercato dell’immobiliare commerciale sia nazionale che internazionale. In quest’ottica è stato realizzato lo “Speciale Eire 2010”, che offre visibilità a 9 progetti sele-
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x DATI TECNICI APERTURA PREVISTA: PRIMAVERA 2011 PROMOTORE: GRUPPO CUALBU COMMERCIALIZZAZIONE: CUSHMAN & WAKEFIELD LLP PROGETTAZIONE: DESIGN INTERNATIONAL/PLANNING LOCALITÀ: MISTERBIANCO (CT) - SICILIA EXTRAURBANA LOCALIZZAZIONE: TIPOLOGIA: COMPLESSO COMMERCIALE/GRANDI DIMENSIONI 90.000 MQ GLA: 4.500 PARCHEGGI: 1 LIVELLI COMMERCIALI: MEDIE SUPERFICI: 20 PUNTI VENDITA GALLERIA COMMERCIALE 130 (INCLUSA RISTORAZIONE): ÀNCORE: EURONICS, MEGATOYS, PITTARELLO, IPERSPAR
ELEMENTI DI PRIMA VALUTAZIONE
ò
POSITIVO
medio-alta
alta
Location
PROGETTO LEGENDA
PORTE DI CATANIA
òNEGATIVO
ò
Viabilità
Offerta
ò
ò
Strada Provinciale 54, Contrada Cubba, Misterbianco (Ct)
ETNAPOLIS
ò
CENTRO SICILIA
circa 212.000 residenti (48%)
ò
CONCORRENZA ALTRI CENTRI COMMERCIALI
IL BACINO D’UTENZA Isocrona dei 15 minuti e l’ambiente competitivo
Isocrona 10 minuti
circa 441.000 residenti (100%)
CRITICO
L
Speciale
a Trinacria si conferma terra di conquista per i nuovi insediamenti immobiliari a destinazione commerciale. Entro un anno dovrebbe sorgere il complesso Centro Sicilia, ubicato nel comune di Misterbianco lungo la tangenziale di Catania e a pochi km dallo svincolo dell’A19 (Catania-Palermo). La struttura, servita da un parcheggio di circa 4.500 posti auto, comprenderà uno shopping center da 40mila mq di gla con circa 130 negozi, un parco commerciale altrettanto esteso con 20 medie superfici e un’area leisure di circa 9mila metri quadri. La food court sarà alimentata da 10 ristoranti. Per ottimizzare l’offerta, il Centro Sicilia sarà diviso in due fronti: quello di destra destinato maggiormente alle famiglie (con annesso l’iper) e quello di sinistra legato allo shopping e al tempo libero. Sono previste gallerie dedicate alla moda, all’abbigliamento giovanile (vedi Analisi di mercato, pag 40) e alla casa.
Materiale fornito da Marketing & Co, www.marketing-co.it
Isocrona 15 minuti
BACINO POTENZIALE
x DATI TECNICI APERTURA PREVISTA: OTTOBRE 2010 PROMOTORE: FINSUD SRL COMMERCIALIZZAZIONE: PROJECT SERVICE SRL PROGETTAZIONE: ARCH. AMEDEO STRADA LOCALITÀ: LICATA (AG) - SICILIA LOCALIZZAZIONE: URBANA TIPOLOGIA: CENTRO COMMERCIALE GLA: MQ 10.000 PARCHEGGI: 500 CIRCA LIVELLI COMMERCIALI: 1 MEDIE SUPERFICI: 4 PUNTI VENDITA GALLERIA COMMERCIALE 25 (INCLUSA RISTORAZIONE): ÀNCORA: CRAI (AREA VENDITA DI 2.500 MQ)
BACINO POTENZIALE
Isocrona 15 minuti
Isocrona 10 minuti
circa 40.000 residenti (100%)
circa 32.000 residenti (80%)
CONCORRENZA ALTRI CENTRI COMMERCIALI
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I
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sistemi integrati con area portuale, commerciale e residenziale stanno diventando il motore delle politiche locali per l’ammodernamento e la riqualificazione dei tessuti urbani costieri. Proprio in quest’ottica si inserisce il progetto dello shopping center I Mori a Licata (Ag), che vede come promotore Finsud Srl mentre la commercializzazione (già iniziata) è affidata a Project Service Srl. Il centro commerciale da 10mila mq di gla, in cantiere dal 2009, rientra in un investimento più ampio che prevede la realizzazione del porto turistico e coinvolge il territorio circostante con la costruzione di residence e di spazi ludico ricreativi. La galleria conterrà 25 unità, l’ancora alimentare sarà un superstore Crai e le quattro medie superfici saranno focalizzate sulle categorie “abbigliamento famiglia”, “elettronica”, “sport” e “ristorazione”.
PROGETTO LEGENDA
ò
Corso Argentina, Licata (Ag)
POSITIVO
ò
medio-alta Location
Viabilità
Offerta
ò
I MORI
IL BACINO D’UTENZA Isocrona dei 15 minuti e l’ambiente competitivo
SAN GIORGIO
òNEGATIVO
CRITICO
Materiale fornito da Marketing & Co, www.marketing-co.it
ELEMENTI DI PRIMA VALUTAZIONE
DATI TECNICI APERTURA PREVISTA: NOVEMBRE 2010 PROMOTORE: UNIECO COMMERCIALIZZAZIONE: CBRE PROGETTAZIONE: ARCH. MALAVOLTA LOCALITÀ: FIDENZA (PR) - EMILIA ROMAGNA EXTRAURBANA (USCITA A1 FIDENZA) LOCALIZZAZIONE: RETAIL PARK TIPOLOGIA: 26.000 MQ GLA: 2.500 CIRCA PARCHEGGI: 1 LIVELLI COMMERCIALI: MEDIE SUPERFICI (SUPERIORI AI 1.500 MQ): 5 PUNTI VENDITA GALLERIA COMMERCIALE 20 (INCLUSA RISTORAZIONE): OBI, DECATHLON, PITTARELLO, COMET, ÀNCORE: CASA, MAISON DU MONDE
ELEMENTI DI PRIMA VALUTAZIONE Isocrona 15 minuti
Isocrona 10 minuti
circa 50.000 residenti (100%)
circa 15.000 residenti (30%)
POSITIVO
ò
LEGENDA
Viabilità
òNEGATIVO
ò
PROGETTO
Offerta
ò
ò
Via San Michele Campagna, Fidenza (Pr)
medio-alta Location
CRITICO
I
naugurato nella fase 1 nel novembre del 2008, per una gla di 16.400 mq, il Fidenza Shopping Park si appresta a essere ampliato di ulteriori 9.600 metri quadrati. L’apertura al pubblico della nuova area commerciale promossa da Unieco e commercializzata da Cbre è prevista per novembre 2010. L’offerta, che attualmente annovera tra le medie superfici di almeno 1.500 mq di gla marchi come Obi, Pittarello, Comet, Casa e Maison Du Monde, sarà arricchita con uno store Decathlon da 4mila mq (il contratto è già stato stipulato), con due superfici da 1.2001.300 mq e con tre spazi retail da 700-800 mq, per una gla complessiva che sfiorerà quota 26mila metri quadrati. Sul fronte della commercializzazione a breve sarà ufficializzato un partner internazionale di abbigliamento. Il progetto prevede un’ulteriore fase di espansione con uno shopping center e uno stralcio di parco commerciale.
Speciale
FIDENZA SHOPPING PARK
IL BACINO D’UTENZA Isocrona dei 15 minuti e l’ambiente competitivo
FIDENZA VILLAGE
Materiale fornito da Marketing & Co, www.marketing-co.it
CONCORRENZA ALTRI CENTRI COMMERCIALI
ò
BACINO POTENZIALE
DATI TECNICI APERTURA PREVISTA: Q3 2012 PROMOTORE: GRUPPO FEDERICI COMMERCIALIZZAZIONE: LARRY SMITH ITALIA PROGETTAZIONE: GORING AND STRAJA ARCHITECTS LOCALITÀ: ROMA LOCALIZZAZIONE: URBANA TIPOLOGIA: RETAIL PARK GLA: 40.365 MQ PARCHEGGI: 2.000 LIVELLI COMMERCIALI: 2 MEDIE SUPERFICI: 14 PUNTI VENDITA GALLERIA COMMERCIALE 50 (INCLUSA RISTORAZIONE): ANCORE: CENTRO FITNESS, MULTISALA UCI, SUPERMERCATO, FEC, GRUPPO GROSS, EURONICS, BRICOLAGE, SCARPAMONDO
on solo l’area retail ma una serie di opere finalizzate a valorizzare una zona ad alta densità urbana nel quadrante est di Roma, a ridosso del Grande Raccordo Anulare e della Prenestina Bis (in costruzione). L’iniziativa fa parte del Piano di Assetto dell’area di Casetta Mistici, Parco Archeologico dell’Acquedotto Alessandrino e Polo dei Servizi. Sul fronte commerciale, il Mistica Retail Park dovrebbe sorgere nell’autunno del 2012, avrà una dimensione di 40mila mq di gla e 22.210 mq di superficie di vendita già autorizzata. L’offerta si articolerà in 50 unità e in 14 ancore (77% della gla totale). La struttura si estenderà su tre livelli: due destinati ai negozi e uno interrato al parcheggio. La commercializzazione, già avviata, include al momento un centro fitness, una multisala Uci, Fec, un supermercato Gruppo Gross, Euronics, Bricolage e Scarpamondo.
IL BACINO D’UTENZA Isocrona dei 15 minuti e l’ambiente competitivo
non confrontabile per gla
ò
PROGETTO LEGENDA POSITIVO
Location
Viabilità
bassa
Offerta
òNEGATIVO
CRITICO
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N
circa 160.000 residenti (40%)
CONCORRENZA LA ROMANINA ALTRI CENTRI COMMERCIALI medio-alta
ò
Presso lo svincolo del GRA “Prenestina bis” (in fase di realizzazione), Roma
Isocrona 10 minuti
circa 400.000 residenti (100%)
ò
MISTICA RETAIL PARK
Isocrona 15 minuti
ò
BACINO POTENZIALE
Materiale fornito da Marketing & Co, www.marketing-co.it
ELEMENTI DI PRIMA VALUTAZIONE
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x DATI TECNICI (ampliamento) APERTURA PREVISTA: NOVEMBRE 2010 PROMOTORE: MERCURIO MALL SYSTEM / MERCURIO COMMERCIALIZZAZIONE: MERCURIO PROGETTAZIONE: CORNATE D’ADDA LOCALITÀ: EXTRAURBANA LOCALIZZAZIONE: TIPOLOGIA: CENTRO COMMERCIALE/GRANDI DIMENSIONI GLA: 14.500 MQ PARCHEGGI: 6.000 COMPLESSIVI CIRCA LIVELLI COMMERCIALI: 2 MEDIE SUPERFICI: 6 PUNTI VENDITA GALLERIA COMMERCIALE 18 (INCLUSA RISTORAZIONE):
ELEMENTI DI PRIMA VALUTAZIONE
ò
circa 180.000 residenti (100%)
Location
PROGETTO
POSITIVO
òNEGATIVO
media
Viabilità
Offerta
ò
LEGENDA
ò ò
ò
IL BACINO D’UTENZA Isocrona dei 15 minuti e l’ambiente competitivo
IPERBREMBATE
ò
Viale Italia 197, Busnago (Mi)
alta
circa 72.000 residenti (40%)
CRITICO
N
Speciale
uove medie e grandi superfici in arrivo al centro commerciale Globo. Lo shopping center posto tra Milano e Bergamo, inaugurato nel 1993 e commercializzato da Mall System e Mercurio (promotore dell’iniziativa), si appresta a essere ampliato per la terza volta. Le prime due iniziative risalgono al 2001 e al 2004 mentre la prossima dovrebbe concludersi entro novembre 2010. Attualmente la gla di Globo conta 54.000 mq e sono presenti circa 150 negozi più un parco commerciale, nel quale, a breve, apriranno anche i punti vendita Leroy Merlin e Decathlon. L’ampliamento, pari a 14.500 mq di gla, verrà realizzato su due livelli ed ospiterà prevalentemente grandi superfici specializzate, un’area ludico-ricreativa e una food court. In futuro il Globo potrebbe avvantaggiarsi in termini di accessibilità dal casello di Cornate d’Adda sulla Autostrada Pedemontana di “prossima” realizzazione.
Materiale fornito da Marketing & Co, www.marketing-co.it
LA CORTE LOMBARDA
CONCORRENZA ALTRI CENTRI COMMERCIALI
GLOBO
Isocrona 10 minuti
ò
Isocrona 15 minuti
BACINO POTENZIALE
x DATI TECNICI APERTURA PREVISTA: PROMOTORE: COMMERCIALIZZAZIONE: PROGETTAZIONE: LOCALITÀ: LOCALIZZAZIONE: TIPOLOGIA: GLA: PARCHEGGI: LIVELLI COMMERCIALI: MEDIE SUPERFICI:
AUTUNNO 2010 TERRAGLIO 07 JONES LANG LASALLE N.D. MESTRE, AREA “TERRAGLIO” EXTRAURBANA RETAIL PARK 16.826 MQ N.D. 1 9
ELEMENTI DI PRIMA VALUTAZIONE Isocrona 10 minuti
ò
circa 357.000 residenti (100%)
circa 128.000 residenti (36%)
CONCORRENZA CARREFOUR ALTRI CENTRI COMMERCIALI medio-alta
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ò
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tudiato per inserirsi e completare l’offerta commerciale presente nell’area, il Retail Park Terraglio-Campogrande dovrebbe aprire al pubblico nell’autunno 2010. La struttura, promossa dalla società Terraglio 07, sarà collocata a nord della città di Mestre, tra la strada statale 245 “Castellana” e la strada statale 13 “Terraglio”, immediatamente a ridosso della tangenziale della città. Nello specifico l’ubicazione sarà sull’arteria principale dell’area commerciale del Terraglio, tra il complesso occupato da Decathlon-Mediaworld-Chicco sul fronte e Pittarello-Brico Center sul fianco. Il parco sarà commercializzato da Jones Lang LaSalle e si comporrà di due blocchi, che includono nove medie superfici per una gla complessiva di quasi 17mila mq. Il parcheggio sarà a raso e in copertura nel Blocco B.
POSITIVO
ò
S
LEGENDA
òNEGATIVO
ò
Viabilità
Offerta
ò
Via Bella, Terraglio – Mestre (Ve)
PROGETTO
Location
alta
ò
RETAIL PARK TERRAGLIOCAMPOGRANDE
IL BACINO D’UTENZA Isocrona dei 15 minuti e l’ambiente competitivo
AUCHAN
CRITICO
Materiale fornito da Marketing & Co, www.marketing-co.it
Isocrona 15 minuti
BACINO POTENZIALE
DATI TECNICI APERTURA PREVISTA: NOVEMBRE 2010 PROMOTORE: OCCHIOBELLO OUTLET VILLAGE S.R.L. DB RETAIL COMMERCIALIZZAZIONE : TECNOSTUDIO PREARO, PROGETTAZIONE: STUDIO BETTARELLI & ASSOCIATI OCCHIOBELLO (RO) LOCALITÀ: LOCALIZZAZIONE: EXTRAURBANA TIPOLOGIA: OUTLET VILLAGE GLA: 20.000 PARCHEGGI: 2.000 LIVELLI COMMERCIALI: 1 PUNTI VENDITA GALLERIA COMMERCIALE 74 + SERVIZI (INCLUSA RISTORAZIONE):
ELEMENTI DI PRIMA VALUTAZIONE
ò
circa 1.350.000 residenti (100%)
CONCORRENZA ALTRI CENTRI COMMERCIALI
POLI BO-PD medio-alta
media Viabilità
ò
ò òNEGATIVO
Offerta
ò
POSITIVO
IL CASTELLO
Location
PROGETTO LEGENDA
circa 432.000 residenti (32%)
CRITICO
ò
V
eneto ed Emilia Romagna, in particolare Rovigo, Padova, Ferrara e Bologna: questo è il bacino primario nel quale attingerà Occhiobello Outlet Village. Grazie all’immediata vicinanza al casello di Occhiobello sull’A13, con un fronte di visibilità autostradale, il Foc sarà distante solo 5 minuti in automobile da Ferrara, 20 da Bologna e 25 da Padova. Occhiobello Outlet Village, commercializzato da Db Retail, dovrebbe aprire al pubblico nella sua prima fase entro novembre 2010. La struttura presenterà inizialmente una superficie di vendita di 12.840 mq, una gla di circa 20mila mq con 74 negozi e dei servizi (banca, playground attrezzata e infopoint). La prima parte del progetto insiste su un’area edificabile di 120mila mq mentre la seconda fase coinvolgerà un ulteriore lotto da 112mila metri quadrati.
Speciale
OCCHIOBELLO OUTLET VILLAGE A13 Uscita casello Occhiobello (Ro)
IL BACINO D’UTENZA Isocrona dei 45 minuti e l’ambiente competitivo
Isocrona 30 minuti Materiale fornito da Marketing & Co, www.marketing-co.it Materiale fornito
Isocrona 45 minuti
BACINO POTENZIALE
DATI TECNICI APERTURA PREVISTA: 2014 PROMOTORE: SIRCOM COMMERCIALIZZAZIONE: RE&M PROGETTAZIONE: SIRCOM LOCALITÀ: BARI LOCALIZZAZIONE: URBANA TIPOLOGIA: CENTRO COMMERCIALE GLA: 37.545,00 MQ PARCHEGGI: 83.370 MQ LIVELLI COMMERCIALI: 3 MEDIE SUPERFICI: NON DEFINITO PUNTI VENDITA GALLERIA COMMERCIALE 82 (INCLUSA RISTORAZIONE): ÀNCORE: NON DEFINITO
ELEMENTI DI PRIMA VALUTAZIONE
- MONGOLFIERA
non confrontabile per gla
POSITIVO
ò
ò
rogetto urbano in programma nel medio termine, il centro commerciale Barinòva dovrebbe sorgere nel capoluogo pugliese nel 2014, in una congiuntura temporale post-crisi. Lo shopping center promosso da Sircom e commercializzato da Re&M sarà ubicato in un’area di circa 90mila mq e, oltre allo sviluppo retail su 37.545 mq di gla, prevede la realizzazione di un fitness center, di una sala giochi e di un centro polivalente. Sul fronte dell’offerta, in parte da definire, il Barinòva shopping center disporrà di 48.150 mq di slp di cui 9.980 mq dedicati all’ipermercato e le restanti superfici suddivise in 82 unità con negozi e servizi. La food court occuperà 13mila mq e, nelle intenzioni, sarà sinergica rispetto alle attività già esistenti nell’area. La struttura si articolerà su tre livelli, sarà dotata di 83.370 mq di parcheggio e immersa in circa 32mila mq di spazi verdi.
LEGENDA
Location
òNEGATIVO
Viabilità
Offerta
ò
P
PROGETTO
media
ò
quartiere Poggio Franco, Bari
ò
IL BACINO D’UTENZA Isocrona dei 15 minuti e l’ambiente competitivo
CRITICO
retail&food - giugno 2010
circa 263.000 residenti (60%)
Materiale fornito da Marketing & Co, www.marketing-co.it Materiale fornito da Marketing & Co, www.marketing-co.it
ò
circa 438.000 residenti (100%)
CONCORRENZA - AUCHAN ALTRI CENTRI COMMERCIALI alta
BARINÒVA
Isocrona 10 minuti
ò
Isocrona 15 minuti
BACINO POTENZIALE
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x DATI TECNICI APERTURA PREVISTA: PRIMAVERA 2011 INVESTIMENTO COMPLESSIVO: 41 MLN EURO PROMOTORE: PODINI HOLDING SRL COMMERCIALIZZAZIONE: ICC ITALIANA CENTRI COMMERCIALI PROGETTAZIONE: A.I.G. SERVICE LOCALITÀ: BOLZANO LOCALIZZAZIONE: URBANA TIPOLOGIA: CENTRO COMMERCIALE GLA: 17.500 MQ 450 PARCHEGGI: 3 LIVELLI COMMERCIALI: 6 COMPRESO SUPERMERCATO MEDIE SUPERFICI: PUNTI VENDITA GALLERIA COMMERCIALE 25 (INCLUSA RISTORAZIONE): ÀNCORE: 6
ELEMENTI DI PRIMA VALUTAZIONE
ò
circa 140.000 residenti (100%)
òNEGATIVO
Offerta
CRITICO
Materiale fornito da Marketing & Co, www.marketing-co.it
ò
ò
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POSITIVO
Viabilità
ò
ocalizzato nel cuore della città altoatesina (a meno di 2 km dal centro storico di Bolzano) e ubicato lungo l’arteria che conduce al casello dell’autostrada del Brennero (distante circa 1,5 km), il Complesso Commerciale Galilei dovrebbe sorgere entro la primavera del prossimo anno. L’assenza di shopping center competitor nella zona e la location rappresentano i due valori aggiunti dell’iniziativa promossa da Podini Holding e commercializzata da Icc Italiana Centri Commerciali. La struttura si svilupperà su tre livelli sovrapposti e due piani interrati di parcheggi per un totale di 21.750 mq coperti e 450 posti auto. A livello di offerta gli oltre 17mila mq di gla ospiteranno 25 unità retail e sei ancore. In particolare lo shopping si svilupperà sui tre livelli fuori terra e all’ultimo piano è prevista la zona ristorazione e intrattenimento.
LEGENDA
Location
ò
L
PROGETTO
bassa
ò
Via Galileo Galilei 20, Bolzano
IL BACINO D’UTENZA Isocrona dei 15 minuti e l’ambiente competitivo
circa 101.000 residenti (72%)
non confrontabile per gla
CONCORRENZA ALTRI CENTRI COMMERCIALI
COMPLESSO COMMERCIALE GALILEI
Isocrona 10 minuti
ò
Isocrona 15 minuti
BACINO POTENZIALE
La “Bolkestein” è legge: rivoluzione o occasione persa per il commercio? A cura dello Studio Legale Cocuzza & Associati di Milano
L
’argomento dell’anno nella legislazione del commercio è senz’altro la “direttiva dei servizi nel mercato interno”. Temuta, invocata, criticata, deprecata, ed ora, finalmente, recepita: anche l’Italia ha la sua Bolkestein, vigente a partire dall’8 maggio 2010 (Decreto Legislativo 26 marzo 2010, n. 59).
Qual’è il contenuto della Direttiva? La Direttiva si applica a un gran numero di servizi (tra cui rientra il commercio) e contiene svariate enunciazione di principi, tra cui la più importante è la libertà di stabilimento per operatori di Stati Membri in altri Stati Membri. Per quel che interessa l’ambito commerciale, il principio è che non si può subordinare l’accesso ad una attività ed il suo esercizio all’emissione di un’autorizzazione, a meno che non vi sia un “motivo imperativo di interesse generale”, nel rispetto dei principi di non discriminazione e proporzionalità. Il recepimento: quali sono le nuove norme? La normativa italiana è assai scarna rispetto alla Direttiva, la quale del resto è piuttosto ridondante. Tuttavia, i principi cardine rimangono. Dispone l’articolo 10 del Decreto: “L’accesso e l’esercizio delle attività di servizi costituiscono espressione della libertà di iniziativa economica e non possono essere sottoposti a limitazioni non giustificate o discrimi-
Licenze commerciali: più facili o più difficili da ottenere? Come è noto, l’ottenimento di licenze commerciali e di somministrazione di alimenti e bevande è regolato a più livelli: alla normativa nazionale, la “Bersani” del 1998, si aggiungono le normative Regionali e quelle comunali. Ostacoli di vario genere sono stati frapposti a livello locale, dalla richiesta di parcheggi al contingentamento vero e proprio delle licenze. Sulla carta, l’implementazione della Direttiva potrebbe contribuire ad eliminare queste barriere, ma bisognerà attendere per vedere quanto estensiva sarà l’interpretazione delle eccezioni da parte degli enti locali.
LA REDAZIONE DI RETAIL&FOOD SARÀ PRESENTE A EIRE PRESSO LO STAND C16 DEL PADIGLIONE 4. VI ASPETTIAMO!
Avv. Alessandro Barzaghi Per informazioni e quesiti gli Avvocati Giulia Comparini gcomparini@cocuzzaeassociati.it e Alessandro Barzaghi abarzaghi@cocuzzaeassociati.it saranno lieti di rispondervi.
retail&food - giugno 2010
Quale è stato l’iter di recepimento della Bolkestein in Italia? Le organizzazioni dei commercianti si sono fatte sentire. Chi spingeva per un recepimento “pieno”, chi per un recepimento attenuato. Chi era favorevole, chi contrario. I primi vedevano in questa direttiva una grande opportunità per l’Italia, nella direzione di un mercato più concorrenziale, meno vincolato a livello burocratico ed amministrativo e più efficiente. I secondi, una legge di eccessiva liberalizzazione che non terrebbe nel debito conto la peculiarità di un paese come il nostro, formato da piccole realtà locali da tutelare. Fautori del mercato e sostenitori del protezionismo. Tra gli estremi, tutte le posizioni erano rappresentate.
natorie”. E’ ripreso il concetto di motivo imperativo di interesse generale, che è dettagliato in (per citarne solo alcuni) ragioni di pubblico interesse, tra i quali l’ordine pubblico, la sicurezza pubblica, l’incolumità pubblica, la sanità, la sicurezza stradale, la tutela dei lavoratori, la tutela dei consumatori, l’equità delle transazioni commerciali, la tutela dell’ambiente, incluso l’ambiente urbano. Le eccezioni sono in numero sufficiente per ribaltare il principio! Per sintetizzare, l’esercizio di una attività di servizi è ora soggetto ad una mera DIA (dichiarazione di inizio attività), tranne il caso che sussista un motivo di interesse generale, nel quale caso può essere imposto che il procedimento si concluda con l’adozione di un provvedimento espresso. Ciò sembra ricalcare quanto già vigente in tema di licenze commerciali: gli esercizi di vicinato possono essere aperti dopo mera DIA (oggi comunicazione), mentre le medie e le grandi strutture solo a seguito di autorizzazione espressa (posto che ciò sia richiesto da esigenze di interesse generale). Una novità di qualche rilievo è che per gli esercizi di vicinato non occorre più attendere 30 giorni dopo la comunicazione, ma si può aprire immediatamente dopo la DIA. Vengono inoltre aboliti alcuni ruoli, tra cui quello di agente e di mediatore.
Speciale
Cos’è la Direttiva Bolkestein (o “Direttiva Servizi”)? La Direttiva 2006/123/EC del Parlamento Europeo e del Consiglio del 12 dicembre 2006 si prefigge di migliorare la circolazione dei servizi nell’Unione Europea e la libertà di stabilimento, rinforzare i diritti dei consumatori e promuovere la qualità dei servizi. La nuova normativa intendeva implementare la “strategia di Lisbona” del 2000 ed il suo obiettivo dichiarato di: “superare gli Stati Uniti e far diventare quella europea l’economia mondiale più dinamica e competitiva entro il 2010”. La Direttiva è stata recepita con qualche mese di ritardo dall’Italia rispetto alla data fissata del dicembre 2009.
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QUALE FUTURO PER I CENTRI COMMERCIALI EUROPEI?
svago). Parlando proprio di format si è aperta una vera e propria discussione a livello internazionale che investe più settori: abbandonata oramai l’idea del “mall” all’americana, scatolone di cemento localizzato spesso in aree periferiche e caratterizzato da una “locomotiva” alimentare (origine della modifica dello spostamento dell’asse commerciale dal centro verso le periferie), in Italia si è passati al centro polifunzionale “leisure & entertainment” ecosostenibile, dove la parola d’ordine sembra essere “tematizzare e differenziare“ a tutti i costi, concentrando così più attività sotto lo stesso tetto, ma dando luogo molto spesso a dei centri dalle dimensioni imponenti.
L
’attuale panorama internazionale dei centri commerciali merita un momento di riflessione; stiamo infatti assistendo a una sostanziale crisi di queste strutture e dei concept ad esse legati. Le cifre che arrivano dall’Europa non sono per niente incoraggianti: diminuzione delle frequenze, diminuzione dei fatturati, difficoltà nel finanziamento e nella realizzazione dei progetti. Sicuramente nel corso dell’ultimo decennio abbiamo assistito a una vera e propria moltiplicazione nel territorio di centri e parchi commerciali, con la conseguente sovrapposizione delle catching areas e l’inevitabile cannibalizzazione. I problemi autorizzativi legati alle difficoltà della materia urbanistica commerciale hanno poi ritardato molte aperture, rese impossibili alcune o, ancora peggio, modificato sostanzialmente altre, snaturalizzandole del loro format iniziale; queste realtà unite alla mancanza di realizzazione delle infrastrutture necessarie a una buona accessibilità o alla sosta, alla scelta di mix merceologici poco appetibili (o fotocopia di altri) e all’assenza di nuovi concept hanno creato nel consumatore un senso di rifiuto verso questi luoghi e una tendenza all’utilizzo solo in caso di necessità (e non più come meta di
retail&food - giugno 2010
Speciale
Eire, prove di ripartenza
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Riflettori puntati sugli operatori, tre giorni per misurarne le ambizioni
T
erzo anno di crisi ed edizione 2010 di Eire ri-proposta come antidoto alla staticità che affligge il settore dell’immobiliare commerciale. Intervistato da Retail&Food a pochi giorni dall’inizio della rassegna, il presidente di Ge.Fi. (organizzatore di Expo Italia Real Estate), Antonio Intiglietta, si dimostra convinto del ruolo chiave che ricopre l’evento milanese in ambito sia italiano che internazionale nel favorire la ripresa del comparto. Le fiere del settore immobiliare commerciale, tra cui il Mapic, hanno registrato nell’ultimo anno un calo dei partecipanti. In questo periodo di crisi l’evento fieristico rappresenta ancora un momento centrale per l’attività delle aziende? La ripresa avrà tempi lunghi ed Eire è sicuramente il luogo giusto per far ripartire il settore. La manifestazione vuole diventare un centro aggregante che vede nei tre giorni in fiera il suo momento cardine ma che si costruisce durante tutto l’anno. Quali iniziative avete messo in campo, quindi, per catalizzare l’attenzione e gli investimenti degli operatori? Questo scopo è stato raggiunto attraverso un network di iniziative: in primo luogo le missioni imprenditoriali compiute all’estero in Paesi strategici dell’area mediterranea, ad esempio in Turchia e in Montenegro, che saranno presenti a Eire. In secondo luogo attra-
verso workshop tematici realizzati in diversi momenti dell’anno su alcuni comparti specifici, come il retail appunto. Inoltre abbiamo fatto partecipare gli operatori all’Eire Community e messo a disposizione nuovi strumenti sul sito web della fiera, come il MyEire o l’Eire Forum. Per favorire l’affluenza, anche quest’anno abbiamo raggiunto accordi di co-marketing con gli espositori i quali potranno effettuare inviti mirati destinati a retailer e investitori. In particolare ai retailer è stata riservata una speciale tariffa d’ingresso. Quest’anno alcune aziende parteciperanno alla rassegna in qualità di visitatori e non più come espositori. Quali sono i vostri obiettivi in termini di adesioni? Abbiamo riscontri positivi circa le presenze in fiera sia di importanti sviluppatori sia di advisor sia di note società di gestione e consulenza che presenteranno nuovi progetti in fase di commercializzazione. Per questo ci attendiamo un’altrettanto positiva riconferma a livello di affluenza di visitatori e soprattutto di retailer (vedi tabella in pagina). Sul fronte dei contenuti, quali opportunità di investimento caratterizzano l’edizione 2010 di Eire? Uno dei temi principali di quest’anno è la valorizzazione e riqualificazione dei centri storici, al quale verrà dedicato il convegno
Le tendenze internazionali portano ancora altre proposte: partendo dall’idea di reintrodurre le medie e grandi superfici di vendita all’interno del tessuto urbano, come punti di rilancio e animazione dello stesso, propongono sia centri commerciali di più piccole dimensioni a livello di quartiere, sia nuovi small concept delle grandi superfici monomarca (alimentari e non), sia nuove logiche di travel retail. La soluzione non è certamente immediata né tantomeno semplice, resa complessa anche dalla necessità di dover tener conto sia della naturale ricerca d’innovazione sia della nuova consapevolezza urbana delle nostre città. Nonostante questo, se si guardano le cifre che arrivano dall’Italia e dai paesi vicini, l’offerta commerciale per il futuro non manca: circa 3.700.000 mq di Gla previsti per il Bel Paese, 7.700.000 mq per
la Francia e più di 6.000.000 per la Spagna in piena crisi economica, solo per citare alcuni esempi. Ma quanti di questi shopping center vedranno veramente la luce? Per quanto riguarda l’Italia, degli oltre 190 progetti attualmente annunciati, meno della metà arriveranno alla meta prima del 2012 e gli analisti del settore prevedono un ulteriore possibile slittamento a causa dell’attuale congiuntura economica, alla quale si devono poi aggiungere le difficoltà burocratiche e amministrative legate alla fragmentazione regionale della normativa commerciale. Stesso discorso per i progetti del resto d’Europa: si prevede una percentuale di aperture da qui al 2012 che si aggira sul 30-40% della totalità dei progetti annunciati. Ma la domanda è anche un’altra: una volta nati, questi nuovi poli del commercio sapranno essere all’avanguardia rispetto alla domanda del mercato, o saranno già obsoleti? Ing. Tiziana Bardi studiobardi@cad38.com
istituzionale del 9 giugno “Il commercio d’alta gamma nei centri storici e nelle nuove centralità” (Pad.4, Sala Blu – ore 10.30) che vedrà gli interventi tra gli altri di Elio Fiorucci, stilista e imprenditore del settore della moda, Alessandro Varisco, amministratore delegato della Moschino SpA e Mario Boselli, presidente della Camera della Moda. Gli operatori del settore auspicano la maggiore internazionalizzazione della fiera. Quali mercati esteri saranno rappresentati nella tre giorni milanese? Durante la rassegna saranno presenti realtà estere, che presenteranno vari progetti in ambito commerciale, provenienti dall’Europa sud orientale come Turchia, Slovenia, Albania, Malta e Montenegro con il ministero dello Sviluppo, dall’Europa Centro Orientale come Romania, Ungheria, Repubblica Ceca e la Russia con la Regione di Penza, dal Nord Africa come Marocco ed Egitto, dall’America Latina come Brasile e Nicaragua.
I DATI DI EIRE 2010 - 35.000 mq di area espositiva - 350 espositori - 20.000 operatori professionali attesi (da oltre 50 Paesi) - Oltre 300 giornalisti accreditati - Circa 100 tra convegni, seminari ed eventi negli stand
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dossier aeroporti
«
Giuseppe, potresti togliere quelle cartacce che ho visto poco dopo l’uscita?». A prima vista il richiamo premuroso all’addetto delle pulizie, all’inizio del tour guidato dello scalo, potrebbe essere visto come un modo per impressionare il cronista. Ma al termine di una giornata di colloqui e di giri all’interno e all’esterno dell’aeroporto di Brindisi, la convinzione è che il richiamo sia in perfetta linea con lo stile del direttore dello scalo, l’architetto Marco Catamerò, che nell’aeroporto ci è cresciuto, professionalmente, avendo curato il restyling terminato nel 2007. Cartacce non se ne trovano né nei corridoi del landside, né nella sala d’attesa dell’airside, né nei dintorni del terminal. Anche i bagni, agli arrivi e nel landside, sono effettivamente puliti
RISTRUTTURATO DA POCO, CON UN PIENONE DI PASSEGGERI A SEGUITO DELLA TRASFORMAZIONE IN BASE DI RYANAIR, ATTENTO ALL’AMBIENTE. MA ANCHE CON UN’OFFERTA COMMERCIALE RIDOTTA, SOPRATTUTTO NELL’AIRSIDE, IN ATTESA DI UN NUOVO INTERVENTO CHE PORTERÀ TRA DUE ANNI A UN AMPLIAMENTO NECESSARIO DELLA ZONA. COSÌ SI PRESENTA L’AEROPORTO DI BRINDISI, CHE SI VEDE INVESTITO DEL RUOLO DI “PORTA DEL SALENTO”
BRINDISI AL LOW COST e dotati di fasciatoio per i bambini. L’aeroporto deve essere la porta della regione, dirà qualche ora più tardi il direttore generale di Aeroporti di Puglia, Marco Franchini. Così vuole la Regione Puglia, che ha decisamente voce in capitolo possedendo il 99% della proprietà. Il politicamente corretto, dunque, si trova a ogni angolo: pannelli fotovoltaici su tutta la superficie del tetto, dalla potenza di 309 MW (quelli su un tetto di una casa, per intenderci, sono di 2,5 MW). Ulivi trapiantati dalla pista di Grottaglie, posizionati davanti alla facciata e dai quali si ricava olio extravergine. Falchi usati per scacciare i volatili dalla pista in modo naturale; per la precisione, un falco sacro e due poiane di Harris o aquile messicane, addestrati dal falconiere Luciano Levita. E, appunto, una cura dei dettagli che va dalla pulizia alla scelta di materiali particolarmente ecocompatibili per sedie e insegne. Le sedute, in particolare, riutilizzano vecchi sostegni usati nelle stazioni e sono caratterizzate da un materiale “auto illuminante”, una plastica gialla trasparente che riflette al massimo la luce delle lampade. Un principio del tutto simile viene utilizzato per i
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pannelli segnaletici, di colore azzurro pastello. Integra il biglietto da visita la grande facciata composta da una vetrata inclinata di una trentina di gradi e da una struttura portante con portali triangolari in tubolari di acciaio alternati con maglie in tessuto di acciaio inox ad alta tecnologia. Questo tipo di facciata prescelta permette una riduzione di
circa il 30% del fabbisogno energetico. È poi presente un’opera d’arte contemporanea dell’artista Carlo Bernardini, Light Waves, che di sera dialoga con le lucine poste nei banchi del check-in, disegnati da un architetto interno ad Adp. Tutti questi interventi sono stati realizzati dopo il restyling, terminato nel 2007, che è stato la premessa
per la crescita dei passeggeri. Dopo un aumento del 10% di viaggiatori nel 2009 rispetto al 2008, nel primo trimestre del 2010 l’incremento è stato del 40%, con una punta del 46% a marzo. Ad aprile, invece, l’effetto “vulcano islandese” ha ridotto la crescita al 15 per cento. Lo scalo è passato quindi dal 22esimo posto tra gli aeroporti italiani del
ancora limitato
I PASSEGGERI DI BRINDISI Passeggeri % aviazione annoVariaz. precedente commerc.
Anno 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 gen-mar. 2010
612.805 611.303 627.875 715.223 764.137 792.468 812.814 928.404 982.508 1.089.635 265.555
27,9 -0,2 2,7 13,9 6,8 3,7 2,6 14,2 5,8 10,9 40
fonte: Assaeroporti
2007 al 19esimo. Tutto merito dell’accordo con Ryanair e della trasformazione di Brindisi in una base della compagnia, a fronte di un accordo che prevede per cinque anni (rinnovabili) contributi di 5 milioni di euro all’anno (compreso però l’aeroporto di Bari) da parte della Regione Puglia. Lo strumento è quello degli accordi di co-marke-
ting e lo scambio consiste, per esempio, nella presenza di banner che pubblicizzano la Puglia sul sito di Ryanair. L’Unione europea, sottolinea Adp nel bilancio 2008, ha dato l’ok all’iniziativa. A dare impulso al traffico, comunque, ci hanno pensato anche altre compagnie, tra cui Air Berlin, che di recente ha rilevato TuyFly (e gli accordi di co-marketing
esistenti, come ha rilevato l’ad di Air Berlin, Joachim Hunold, a Milano, lo scorso marzo). La presenza di quest’ultimo vettore è particolarmente importante perché, spiegano dall’aeroporto, permette l’arrivo anche in inverno di passeggeri, diretti soprattutto al vicino villaggio “Robinson”.
Un retail
Brindisi come mondo perfetto, quindi? Non proprio. L’offerta commerciale appare piuttosto ridotta, dopo i controlli di sicurezza per ora è praticamente nulla, se si escludono uno snack bar, di Autogrill, e un punto vendita di prodotti enogastronomici locali, Delizie di Puglia. Nel landside gli esercizi sono disposti lungo una stecca orizzontale parallela alla facciata. Partendo dal lato sud si trovano, sulla destra (est), un negozio di maioliche e terrecotte del Salento, Colì, l’Ottica FF, lo shop Cammarota Gioielli, uno spazio dell’assessorato di Brindisi con cartoline della zona, il punto vendita Fluxà Pelletterie, il nuovo format di Autogrill Mediterraneo, la parafarmacia Pharmastore, l’avvolgibagagli Siba Point. Sul lato ovest c’è invece una libreria Giunti al Punto, un ACafè e uno Spizzico con market, sempre di Autogrill. La superficie media di ogni esercizio è di 40-45 metri quadrati. All’esterno, sul lato nord, una struttura staccata, anch’essa caratterizzata da una facciata con vetrata inclinata, ospita gli operatori del noleggio auto. Al momento della visita i negozi sono rimasti chiusi fino alle 10 della mattina, alcuni hanno anche abbassato le serrande durante la pausa pranzo. Per quanto le attività commerciali siano limitate, di certo c’è stato un grande progresso rispetto all’offerta precedente il restyling, quando erano presenti solo un bar, un’edicola e un tabacchi. In seguito alla ristrutturazione si sono scelti i nuovi punti vendita. La procedura di selezione, spiega la responsabile commerciale extra aviation di Adp, Maurizia Bizzarro, è avvenuta tramite gara, per assicurare la trasparenza, anche se il valore delle commesse non avrebbe in teoria giustificato questa procedura. «Alcune di queste gare sono andate molto bene e hanno portato all’ingresso di Autogrill e di Giunti al Punto – commenta -. Altre sono andate deserte. A quel punto abbiamo scritto delle lettere a negozianti potenzialmente interessati». La scelta è stata poi effettuata considerando anche la natura del passeggero di Brindisi che, a oggi, appare più “low profile” rispetto a quello medio di Bari. Il contratto più consistente è quello con Autogrill, della durata di 5 anni, che assicura entrate di 450mila euro all’anno, come minimo garantito. Il fatturato del 2009 di questa società a Brindisi, comunica la multinazionale di Milanofiori, è stato di 1,7 milioni di euro.
retail&food - giugno 2010 35
dossier aeroporti Particolari soddisfazioni sta dando il format Mediterraneo, aperto nel dicembre del 2009, un concetto di gastronomia con offerta di piatti freddi e freschi, realizzata con prodotti tipici locali. È possibile comporre il menu in modo personalizzato e consumarlo negli 80 posti a sedere distribuiti su 100 metri quadrati. L’incidenza dei ricavi del retail sul totale è attualmente di circa il 20 per cento. Uno degli aspetti che non torna, secondo quanto riferisce Maurizia Bizzarro, è che i ricavi delle attività commerciali non stanno crescendo alla stessa velocità dell’aumento dei passeggeri. Probabil-
mente alla base di questa situazione ci sono due aspetti: il basso sviluppo della zona airside e la politica del bagaglio a mano singolo messa in atto dalle compagnie aree, e in particolare da Ryanair, che limita fortemente le possibilità di acquisto dei consumatori. Su quest’ultimo punto si stanno concentrando gli sforzi del gruppo “non aviation” appena costituito presso Assaeroporti (si veda l’articolo a pagina 10). Quanto allo sviluppo dell’airside, il problema sarà risolto entro un biennio. A breve inizieranno infatti i lavori per ampliare l’area dopo i controlli di una dozzina di metri verso la pista. Quest’operazione permetterà di
LA COMPOSIZIONE DEI RICAVI NON AVIO
proventi di biglietteria canoni subconcessione canoni sub. Spazi pubblicitari canoni uso sala vip proventi da parcheggio
2009
% 2009/2008
2008
2007
235.384 9.456.638 756.877 156.061 109.182
-14,92% 7,70% 7,19% 14,55% -18,58%
276.678 8.780.411 706.112 136.235 134.105
283.771 7.693.136 646.745 183.715 70.830
fonte: elaborazione r&f sul bilancio Adp, dati in euro
›«Spazio per quattro milioni
ricavare spazi maggiori nei pressi dei gate (oggi piuttosto compressi e in sofferenza nei periodi di picco) e di ottenere numerose location per negozi e ristorazione, soprattutto al primo piano, oggi non accessibile al pubblico. In totale, con l’ampliamento, i metri quadrati della struttura saliranno a 12mila. I tempi dovrebbero essere brevi: tra un
intervista
di passeggeri» Intervista a Marco Franchini, direttore generale di Aeroporti di Puglia Che potenzialità ha lo scalo di Brindisi? Sono convinto, anche in relazione alla futura esplosione del Salento, che sarà quello di maggiore soddisfazione a livello statistico se paragonato agli altri scali nazionali. Quest’anno stimiamo di registrare un incremento di 500mila passeggeri rispetto al 2009, arrivando a un milione e mezzo. È una performance che arriva in una realtà finora sconosciuta. Dopo che l’aerostazione è stata riqualificata, tre anni fa, con un investimento complessivo di 10 milioni di euro, l’aeroporto ha dato un grande contributo alla notorietà del Salento. Con il progetto di ampliamento della struttura arriveremo a una capienza di 4 milioni di passeggeri. Continuerete a ricevere i contributi della Regione? La Regione considera Adp come il suo fiore all’occhiello, c’è una fortissima determinazione a incentivare il low cost, soprattutto da Brindisi e Foggia, per dare la possibilità ai giovani di conoscere le capitali europee. Per il presidente Nichi Vendola inoltre il low cost rappresenta la possibilità per il Nord Europa di scoprire una realtà finora ingiustamente sconosciuta. E l’arrivo in aeroporto deve essere il momento in cui si consolida l’imprinting positivo rispetto a
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quest’area geografica. Ora, esaurita la fase di sostegno allo sviluppo di start up di nuovi voli, si tratta di consolidare gli aspetti infrastrutturali, che riguardano la riqualificazione dell’area militare, anche se l’Onu occupa una parte del sedime, la creazione dell’unicum tra porto e aeroporto e la riqualificazione della stessa aerostazione. Ogni passeggero costa 44 euro in termini di contributi, in base al vostro bilancio. Ma quanto rende? È difficile indicare un dato assoluto, ma il ritorno per la regione è almeno il doppio della cifra stanziata. In un’area circostanziata sono nate 12 agenzie immobiliari rivolte solo agli inglesi, a Ostuni il valore dei trulli è cresciuto dal 2004 dopo il primo volo per Londra. Il contributo di 5 milioni all’anno per Ryanair è una briciola rispetto alle decine di milioni di ritorno. Attraverso lo studio “Puglia Vola” abbiamo stimato che, rispetto all’impegno profuso per passeggero, come società di gestione abbiamo registrato un raddoppio del nostro fatturato medio per passeggero, perché c’è stato un fortissimo incremento di parcheggi e negozi. Quello che può significare sul territorio in termini di ristoranti, alberghi, musei è molto maggiore.
anno si entrerà nella fase transitoria, tra due i lavori saranno completati. Quanto alle altre attività non aviation, l’advertising è dato in sub concessione all’associazione temporanea di impresa Ipsa-NadaFidanzia Sistemi e non sembra avere un peso rilevante: nel 2009, considerando tutti gli aeroporti di Puglia, il valore era di 756mila euro su 71 milioni di entrate. Il wi-fi, in concessione all’operatore Linkem, è presente in tutte le aree imbarchi e per accedervi bisogna acquistare delle tesserine in libreria da 5 o 10 euro. Per fidelizzare i clienti e fornire dei servizi aggiuntivi, è inoltre disponibile la Airport Card: dal costo di 200 euro all’anno (100 se si acquista dopo il 1° maggio), permette l’accesso alle sale vip di Adp (tra cui una c’è anche a Brindisi, con interni Natuzzi), di avere il 20% di sconto in aree dedicate, di usufruire di una sorta di fast track. In futuro potrebbe mutuare alcuni aspetti della carta Seami della Sea di Milano, come la possibilità di parcheggiare gratuitamente per la prima mezz’ora.
Gli altri interventi e il sogno del porto L’ampliamento del terminal non è l’unico intervento in programma nell’area dello scalo. Sono ad esempio in corso i lavori per la costruzione di un nuovo parcheggio denominato “low cost”, nell’area a nord dell’aerostazione. Potrà ospitare
I PRINCIPALI INDICATORI ECONOMICI (Adp) 2009
Maurizia Bizzarro e Marco Catamerò 250 auto e porterà l’offerta totale di parcheggi a 9.000 stalli. Attualmente 300 sono a disposizione nello spazio di fronte alla facciata dell’aeroporto dopo la fila di ulivi trapiantati da Grottaglie. Sui tendoni posti a protezione delle auto e sull’edificio della cassa, non a caso, sono presenti dei disegni che richiamano gli alberi. La gestione è della società Saba. Altri 250 stalli sono riservati agli operatori aeroportuali, nell’area dove sorgeva la vecchia aerostazione, e 100 al rent a car. A livello di sistema Aeroporti di Puglia, i parcheggi hanno pesato nel 2009 per 109.182 euro, in calo del 18% rispetto al 2008. Nei paraggi dell’aeroporto è presente un solo concorrente privato. Un’altra struttura, del tutto abusiva, invece, è stata fatta chiudere dopo una denuncia alle forze dell’ordine. Si trovava di
fronte alla vecchia aerostazione. Ma i progetti non sono ancora finiti: uno riguarda l’ipotesi di realizzare una nuova area cargo, prendendo i terreni da parte della vicina area militare (verso il porto) o espropriando alcuni terreni a sud-ovest. Da poco si è invece conclusa un’operazione di espansione del sedime aeroportuale, con conseguente rifacimento della recinzione, realizzata allo scopo di ridurre gli oggetti che ostacolano le traiettorie dell’aereo. Un’altra iniziativa di prossima realizzazione riguarda la ristrutturazione della caserma dei vigili del fuoco, ora in effetti malconcia. C’è però un ulteriore fronte molto più ambizioso: la realizzazione di un collegamento diretto tra l’aeroporto e il porto, allo scopo di intercettare il pubblico dei crocieristi. I tempi, in questo caso, sono più lunghi: dal
Ricavi di cui ricavi vendite e prestazioni di cui incrementi immobilizzazioni per lavori interni di cui altri ricavi e proventi (tra gli altri ricavi, contributo reg. Puglia nuove rotte) Differenza tra valore e costi di produzione Utile di esercizio
2008
2007
71.108.906
64.126.806
45.402.448
39.024.405
35.751.649
31.204.360
943.302
2.061.573
2.937.609
31.141.199
26.313.584
11.260.479
9.068.075
14.255.774
-
2.832.130
-4.864.055
1.939.127
558.129
-7.634.575
1.505.926
fonte: elaborazione r&f sul bilancio Adp, dati in euro
2012 al 2016 nelle migliori previsioni, con un costo complessivo di 50 milioni, suddivisi in 10 all’anno. Se il progetto si realizzerà, sarà possibile, per esempio, scendere dall’aereo ed essere portati direttamente sottobordo. Un’operazione che, secondo Bizzarro e Catamerò, darebbe una spinta fortissima alle attività di retail. Infine, un’idea allo studio riguarda il collegamento su rotaia verso la città di Brindisi. Attualmente è presente un bus navetta, linea A, che collega in venti minuti con la città e
che parte ogni mezz’ora. Sono anche in funzione le linee Pugliarbus, che permettono di raggiungere l’aeroporto di Bari in un’ora e mezza. Per la ferrovia, che a Bari è in dirittura d’arrivo, a Brindisi non esiste ancora un progetto, spiega l’architetto Catamerò. Ma c’è interesse a livello regionale, che da queste parti è tutto. Il costo degli interventi dal 2007 al 2012 nel complesso è di 121,4 milioni di euro, di cui 117 pubblici. Fabrizio Patti
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Parola di Unieco
MAURO CASOLI, nato a Correggio (RE) nel 1953, si è laureato in Economia e Commercio e ha seguito diversi master di specializzazione. La sua carriera è iniziata con funzioni commerciali presso un’importante azienda chimica, ora unità operativa Dow Chemical. Nel 1979 ha fatto il suo ingresso in Unicoop (ora Unieco) con il ruolo di Responsabile del Controllo di Gestione. Dopo una parentesi come Amministratore Delegato di un gruppo ceramico (San Salvatore / Dryton), nel 1994 è stato nominato Presidente della stessa. Oltre ad Unieco, dal 2008 è Presidente di CCPL, uno dei maggiori gruppi industriali cooperativi italiani, e dal 2007 ricopre la carica di Vice Presidente di Sansedoni S.p.A, società di gestione e sviluppo immobiliare.
38 retail&food - giugno 2010
Mauro Casoli
«Crediamo che ci sia grande spazio per ridisegnare il sistema distributivo italiano, che tende a favorire le aggregazioni sia nei centri storici sia nei centri commerciali» Quindi il Nord sarà da “ammodernare”? Unieco per ragioni di conoscenza del territorio opera prevalentemente nel Centro-Nord. Se in quest’area non ci saranno spazi per realizzazioni ex novo di shopping center, nel prossimo futuro verranno buone le riqualificazioni di centri e sappiamo essercene molti che necessitano di questa tipologia di intervento.
I
l settore degli shopping center sta vivendo una fase di forte selezione, in alcune regioni le amministrazioni locali hanno addirittura chiuso di fatto la saracinesca a nuovi progetti. Complessivamente, da un lato continuano a sviluppare le aziende strutturate e che presentano progetti sostenibili sia da un punto di vista economico che ambientale, dall’altro sono penalizzati gli operatori schiacciati sulla leva finanziaria e che propongono soluzioni non coerenti con i bacini di riferimento. Con tre iniziative retail di prossima inaugurazione, tre in fase di lancio e una settima proiettata nel medio termine, Unieco sarà presente ad Eire con un proprio stand e promuoverà i progetti in portafoglio sia direttamente sia indirettamente attraverso una rete di partner, per lo più aziende di commercializzazione. A pochi giorni dalla prossima edizione della rassegna milanese del real estate, senza la presunzione di cercare la ricetta anti-crisi ma per capire quali sono le prospettive dal punto di vista di uno sviluppatore consolidato, Retail&Food ha intervistato Mauro Casoli, presidente di Unieco dal 1994.
Il mercato è in difficoltà, c’è ancora margine per sviluppare nuove iniziative nel nostro Paese senza creare cattedrali nel deserto? Crediamo che ci sia ancora grande spazio per ridisegnare il sistema distributivo italiano e che questo tenda a favorire le aggregazioni sia nei centri storici sia nei centri commerciali al di fuori dei nuclei urbani, però queste vanno curate nelle specializzazioni commerciali. Nelle regioni meridionali aprono molti centri commerciali, soprattutto in Sicilia e in Campania. Il business ha cambiato latitudine? Sicuramente ci sono zone del Paese dove è minore la densità di centri commerciali e in linea teorica ci sono più spazi per intervenire, ma è necessario tenere presente il contesto ambientale e sociale in cui si vuole operare rispetto a strutture di questo genere. Inoltre registriamo un forte bisogno di riqualificazione per i complessi esistenti nelle zone più ricche.
Individuare i pochi territori vergini non è più sufficiente. In base a quali standard si scelgono le location in cui costruire nuove iniziative? Sostanzialmente il modellino che funzionava prima della crisi ora non basta più. Prima si prendeva un punto, si facevano tanti cerchi intorno, si indicavano i tempi di percorrenza per arrivarci e, in base al bacino compreso nell’isocrona, si determinava la dimensione del centro. Successivamente il progetto veniva proposto in modo indiscriminato a tutti gli operatori. Ora è necessario che questo schema vada abbinato alla vocazione che si vuol dare all’iniziativa, la quale non può prescindere dalla caratteristica del contesto. Prima ancora dei permessi e della commercializzazione occorrono i finanziamenti. La leva del credito è ancora paralizzata? La crisi dei consumi persiste e ha indotto le banche a una maggiore prudenza rispetto al passato. Oggi i rischi commerciali sono pesati diversamente per cui non è raro che per finanziare un centro commerciale sia necessario un pool di banche, cosa che tre o quattro anni fa era rarissima. In particolare il mondo del credito fa più fatica a impegnarsi sul medio e lungo termine e quindi, per sostenere i progetti, ha bisogno di equity più corposi soprattutto quando i tempi di rientro sono lunghi. Questo è un problema che oggettivamente costringe i gruppi come il nostro a una maggiore selezione anche rispetto alle proposte che si fanno. Le iniziative devono avere uno studio, un’elaborazione e una definizione del piano di vendite più puntuali rispetto a quanto avveniva solo qualche anno fa. Nonostante la crisi Unieco prosegue il proprio planning di aperture. Quali di queste avverranno nel breve termine? Portiamo in fiera tre progetti in fase di ultimazione della commercializzazione. L’obiettivo è di dare loro l’ultima vetrina prima delle aperture che sono previste per l’autunno del 2010. Le iniziative in questione sono Le Piazze a Castel Maggiore, la fase due del Fidenza Shopping Park e il Parco Commerciale Campogrande a Mestre.
Quali progetti vedranno la luce successivamente? Con approccio differente, poiché vivono la fase di lancio commerciale, proponiamo in fiera altre tre iniziative retail. Le Officine è un progetto polifunzionale a Savona che prevede, oltre all’area commerciale, anche un intervento di riqualificazione urbana. Assieme ai nostri partner di Conad presenteremo l’iniziativa legata all’ex stadio Delle Alpi, che non si chiamerà più così, distribuendo delle brochure che riporteranno il nome provvisorio “Shopping Center Stadio a Torino”. Il progetto è già in costruzione e si prevede l’apertura nel settembre 2011. L’idea è di far partire in occasione della fiera la commercializzazione, che sarà seguita da CB Richard Ellis Espansione Commerciale. Proporremo inoltre la fase due dell’outlet di Città Sant’Angelo (Pescara), per il quale abbiamo appena ritirato le ultime autorizzazioni necessarie e quindi verrà sviluppato, commercializzato e inaugurato per la fine del 2011. Infine promuoveremo in maniera meno forte, poiché i tempi di sviluppo sono lunghi, l’iniziativa Silos Trieste. Questa prevede la riqualificazione di un immobile asburgico con varie destinazioni tra cui un albergo e 20mila mq di superficie commerciale. Arrivando alla cronaca: Eire si appresta ad aprire i battenti, ridotta nella durata e con alcune defezione tra gli espositori. Quali sono le vostre aspettative? Questo è il secondo anno che Unieco partecipa con un proprio stand a Eire. L’abbiamo fatto l’anno scorso perché i nostri progetti erano in fase di messa in cantiere e quest’anno gli stessi saranno proposti in pre-apertura. Per noi è importante utilizzare questa vetrina, che riteniamo la più grande sul mercato nazionale, per trasferire agli operatori del settore la serietà e la concretezza di Unieco. La stessa strategia sarà replicata con i progetti in fase di lancio, dando appuntamento alla prossima edizione qualora la fiera mantenga standard qualitativi elevati in termini di espositori e di visitatori. Inoltre auspichiamo che Eire abbia una maggiore apertura all’osservatorio internazionale. Andrea Penazzi
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analisi mercato PER L’ABBIGLIAMENTO GIOVANILE È TEMPO DI RIPRESA, GRAZIE A UN MODELLO DI BUSINESS, QUELLO DEL FAST FASHION, CHE HA MOSTRATO NEGLI ULTIMI ANNI TUTTA LA SUA FORZA. MA ANCHE PER EFFETTO DI UNA PRESENZA DI NEGOZI MONOMARCA CHE, SOPRATTUTTO NEGLI OUTLET, HANNO UNA RESA SUPERIORE ALLA MEDIA
P
©Gap Inc.
er una volta l’elenco Abercrombie & Fitch cresce del 14% nel primo trimestre del 2010, e tocca il +50% nei mercati non statunitensi. Il 2009 era invece stato archiviato con un tonfo del 25 per cento. H&M chiude il suo ultimo trimestre (terminato il 28 febbraio) con un incremento del 7% dei ricavi e del 45% degli utili, rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. Zara (Inditex) va ancora meglio: finisce l’anno fiscale il 31 gennaio con i ricavi in aumento del 7% e l’utile del 5. Gap nei tre mesi conclusi il 30 gennaio torna a variazioni positive del fatturato, per il 3,9%, dopo un
IL SUCCE È CASUAL anno di forte sofferenza. Presto arriverà a Milano, insieme con il marchio controllato Banana Republic, negli spazi di corso Vittorio Emanuele (vedi box), dove hanno appena aperto Mango (+2,9% nel 2009 il fatturato) e Replay. Quest’ultimo brand, tramite l’ad della capogruppo Fashion Box, Matteo Sinigaglia, dichiara che non procederà al taglio di 100 posti di lavoro annunciato, perché nel 2011 prevede di tornare a crescere. Sono solo alcuni dati, non rappresentativi di tutto il comparto del casual wear, ma che danno l’idea di un’inversione di tendenza. Jeans e abbigliamento informale sembrano
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inoltre andare meglio del complessivo settore dell’abbigliamento: secondo un recente studio di Pambianco, infatti, per il 2010 i principali gruppi di moda, sia italiani che stranieri, dovrebbero registrare una leggera crescita di fatturato e un miglioramento della redditività di 12 punti percentuali. Nel 2009, invece, secondo la stessa fonte, i ricavi dei gruppi italiani sono calati del 4%, passando da 25,9 a 24,9 miliardi di euro, mentre quelli stranieri sono scesi di poco meno, dell’1,9 per cento. Non sono state diffuse stime relative al solo comparto del casual, ma i dati delle singole aziende riportati
ESSO sembrano indicare performance migliori. Una delle testimonianze della maggiore vivacità del segmento è la riuscita dell’ultima fiera Bread&Butter a Berlino, testimoniata dai retailer intervistati nell’occasione da r&f (numero di marzo 2010). Conferme della congiuntura in ripresa arrivano anche da alcuni degli osservatori più attenti del mercato: «Il casual e lo streetwear sono riconducibili a un determinato modello di business che è quello del fast Nicola fashion» commenta Guerini, direttore operativo del Milano Fashion Institute e docente presso la Sda Bocconi. Secondo uno studio del 2008 di Bain&Co questo settore ha avuto un tasso di sviluppo del 15-20% all’anno nel quinquennio precedente. «Questo modello – continua Guerini – ha portato alla democratizzazione della moda, con marchi come H&M, Zara e Mango. La loro abilità è come noto nel recepire le tendenze in un arco di tempo rapidissimo, industria-
La corsa all’oro in corso Vittorio Emanuele
lizzare il prodotto e metterlo sul mercato, con un time to market anche di due settimane. In questo contesto avere un proprio punto vendita è fondamentale per il successo». Più difficile, però, dire chi tra i diversi canali va meglio, anche se le location negli shopping center all’apparenza sembrano più aderenti ai gusti dei giovani, target di riferimento per il casual wear: «Fare un paragone in termini economici tra negozi nei centri commerciali, nel centro città e in aree cittadine non centrali è molto difficile – continua Guerini -, perché hanno obiettivi diversi. Un negozio in città potrebbe avere più una funzione di comunicazione e immagine che di redditività. L’importante è che siano poste in essere delle politiche di retail differenziate a seconda delle location, in termini di retail mix, cioè di visual merchandising, assortimento e servizi». Non semplice dare un giudizio definitivo su chi va meglio tra città e shopping center anche per un altro esperto del settore, Adriano Aire, presidente di CenterGross (distretto che organizza il Fast Fashion Festival, si veda r&f di aprile 2010), oltre che proprietario e presidente
Tutto in pochi metri, lungo o nei paraggi di corso Vittorio Emanuele II a Milano: prima H&M e Zara, che da qui sono partiti a conquistare il mercato italiano. Diesel, che da un paio d’anni campeggia con un super-shop su piazza San Babila. Abercrombie and Fitch, che con i suoi modelli a dorso nudo intirizziti dal freddo è sbarcato in Italia lo scorso dicembre. Replay e Mango sono approdati negli scorsi mesi nel grande blocco di Guglielmo Tabacchi, nel centro del corso, che ospiterà entro la fine dell’anno anche i primi punti vendita italiani del gigante americano Gap e del marchio controllato Banana Republic. La zona tra il Duomo e piazza San Babila, che tra gli altri ospita anche un grande United Colors of Benetton, sembra diventata la meta da conquistare a tutti i costi dai marchi del casual e dello streetwear. Ma perché? «Il fattore congiunturale accelera i processi di ricambio – sottolinea Nicola Guerini, presidente del Milano Fashion Institute -. Ma soprattutto corso Vittorio Emanuele è attrattivo perché è importante sia intermini economici, perché questi negozi fatturano decine di milioni di euro all’anno, sia per l’immagine. È senz’altro la via più visibile in Italia, sia per l’abbigliamento giovane sia per i marchi “bridge” come Abercrombie and Fitch e Replay. Molte aziende utilizzano queste location per testare i propri prodotti, è una zona in grado di anticipare i trend che si svilupperanno nel resto del Paese nei mesi successivi».
della società di abbigliamento giovanile Imperial. «La mia sensazione è che i centri commerciali vadano meglio in questo momento – nota – mentre i negozi su strada, dove i costi sono più elevati, operino bene soprattutto nelle città più grosse. Di certo le aziende di produzione in questo momento tendono a divenire padrone della rete distributiva, attraverso i negozi monomarca, mentre i piccoli negozi indipendenti
scompaiono». Pochi dubbi, invece, sulla situazione della moda veloce, che ha preso sempre più piede nel CenterGross: «Per noi è un momento molto fortunato e importante – commenta –. In questa crisi in cui hanno avuto grosse difficoltà aziende dai nomi altisonanti, si è capito che il fast fashion è una grande risorsa per i dettaglianti». Tra i gestori dei centri commerciali, una testimonianza significativa
retail&food - giugno 2010 41
analisi mercato è quella di Alessandro Gaffuri, direttore di Le Gru di Grugliasco: «I marchi di abbigliamento giovanile – racconta – hanno tenuto e sono stati importanti in questi anni di crisi. Nel nostro centro abbiamo inoltre monitorato che negli ultimi anni è cresciuta la presenza di teenager, mentre è calata quella degli over 60, solitamente più interessati all’ipermercato. Alcuni marchi di
L’outlet è giovane Un canale che sicuramente va bene in questo momento è quello degli outlet. Così descrive la situazione Fashion District, uno dei principali operatori italiani nel comparto dei factory outlet stores, che gestisce i centri di Mantova, Valmontone e Molfetta: «Il trend positivo del casual wear che si trova negli altri canali c’è anche negli outlet, è una categoria
LA PRESENZA DEI PRINCIPALI MARCHI NEI DIVERSI CANALI
L'ANDAMENTO DEI PRINCIPALI GRUPPI ITALIANI ED ESTERI DI MODA tab. 1 Evoluzione fatturato in %
Gruppi italiani
Gruppi esteri
2007 2008 2009
9 2,2 -4
7,1 5,7 -1,9
Evoluzione Ebitda % sul fatturato
Gruppi italiani
Gruppi esteri
2007 2008 2009
20,9 19,4 17,6
21,3 20,5 18,5
Outlet Diesel Energie + Miss Sixty Fornarina Gas Guess (solo Guess Jeans) Guru H&M Zara
6 7 14 6 7 0 0 0
tab. 2
Centri commerciale
Aeroporti
Stazioni
1 6 7 7 19 3 41 42
2 0 0 0 1 0 0 0
0 0 0 0 0 0 0 0
Totale
26 28 28 25 29 6 23 49
34 41 49 38 56 9 64 91
fonte: elaborazione r&f sui siti delle aziende
fonte: PAMBIANCO Strategie di Impresa
Mantova la crescita del casual rispetto al 2008 è stata del 23 per cento. Merito anche di una serie di aperture che hanno interessato il centro. Senza questa componente, la crescita storica è stata solo del 5%, comunque superiore a quella complessiva del Foc, pari al 2 per cento. L’aspetto più importante riguarda però la resa per metro quadrato, che a Mantova per il casual è stata del 12% superiore ai valori medi. Perfino più veloce è stato l’incremento nei primi tre mesi del 2010: +25% e +5% se si considerano i valori storici comparabili. Molto bene anche Molfetta: nel 2009 i ricavi del casual sono saliti del 26% e del 10% a parità di negozi, mentre nei primi mesi del 2010 il risultato si è attestato sul +15 per cento. Non stupisce più di
Bread&Butter, appuntamento a luglio Da mercoledì 7 luglio a venerdì 9 luglio 2010 si terrà a Berlino l’edizione estiva di Bread&Butter, la fiera più innovativa del fashion business, specializzata per lo Street- und Urbanwear. Si tiene due volte all’anno, a gennaio e a luglio, nello storico aeroporto Tempelhof. Gli hangar dell’ex terminal sono suddivisi in spazi tematici (Denim, Sportswear, Street Fashion, Function Wear e Casual Dressed Up) per consentire la massima possibilità di espressione a designer e produttori. Ci sono visitatori provenienti da 100 Paesi e circa 600 espositori.
moda giovane, come New York New York, vanno talmente bene che i negozi presenti negli altri centri commerciali, a Roma e Marcianise, portano qua le rimanenze delle altre location, perché sanno di poterle vendere».
Città
merceologica che tira molto – spiega Matteo Gallieni, responsabile retail di Fashion District -. Negli outlet, dove si lavora a prezzi di stock, i brand che generano il fatturato sono quelli della fascia media». Così nel 2009 all’interno del complesso di
LA DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA DEI DUE COLOSSI DEL FAST FASHION
tab. 3
ZARA C. commer. Città Abruzzo Calabria Campania Emilia-Romagna Friuli-Venezia Giulia Lazio Liguria Lombardia Marche Piemonte Puglia Sardegna Sicilia Toscana Trentino-Alto Adige Umbria Veneto TOTALE
2 1 4 2 2 8
1
2 2
2 6 7 1 1 2 9 1 3 3 3 5 4
1 2 42
2 49
11 2 3
H&M C. commer. Città 2 3 1 6
1 1
13
2 2 2 1 7
2 2
1 1
3 1
1 1 1
1 6 41
2 23
fonte: elaborazione r&f sui siti delle società
retail&food - giugno 2010 43
analisi mercato tanto, allora, che in questo centro la quota di metri quadrati dedicata all’abbigliamento informale sia pari al 18% del totale. Negli altri foc, Mantova e Valmontone, è invece del 14% e del 12,8% rispettivamente. Se si guarda, invece, alla nicchia dello streetwear, cioè alla moda dedicata agli skaters e ai più giovani, l’outlet non è più un canale adeguato. Questo accade sia nei centri gestiti da Fashion District che in quelli di McArthurGlen. «Lo streetwear/abbigliamento giovani non mostra un trend molto positivo – spiegano
dalla società inglese - soffre sicuramente rispetto al casual e si focalizza troppo per giovani sotto i 20 anni. Al contrario su un target più ampio marchi come CK, Diesel e Guess hanno performance ottime. Il core business nei nostri centri, ma in generale negli outlet, è infatti in funzione di un consumatore tra i 30 e 45 anni».
La presenza nei diversi canali Ogni marchio, inoltre, ha una sua strategia distributiva diversa. Tra i
brand analizzati da R&F, partendo dagli store locator dei singoli siti internet (vedi tabella n. 2), tutti tranne H&M hanno più punti vendita in città che nei mall. Quanto agli altri canali, sia Gas che Energie e Miss Sixty si dividono quasi equamente tra outlet e shopping center. Diesel e Fornarina prediligono invece i Foc, mentre H&M e Zara sono presenti solo nei mall e non negli outlet. I due colossi del fast fashion hanno, inoltre, una distribuzione nei canali molto differenziata nelle varie regioni italiane: Zara, per esempio,
L'ANDAMENTO DEI NEGOZI DI CASUAL WEAR NEGLI OUTLET DI FASHION DISTRICT var. fatturato 2009/08
var. fatturato 1° trim 2010/09
var. fatturato a parità di negozi
23% 10% 26%
25% N. D. 15%
5% 3% 10%
MANTOVA VALMONTONE MOLFETTA
tab. 4
% di superficie resa della categ. dell'outlet in mq rispetto alla media 14% 12,80% 18%
> DEL 12% < DEL 3% =
LA PRESENZA DEI NEGOZI DI CASUAL WEAR NEGLI AEROPORTI tab. 5 MALPENSA United Colors of Benetton
BERGAMO ORIO AL SERIO Aeronautica Militare
VERONA Aeronautica Militare, Conte of Florence
TREVISO Conte of Florence
BOLOGNA Conte of Florence
CAGLIARI Conte of Florence
PISA Conte of Florence, Aeronautica Militare, Marina Militare (2), New Fashion Gate
FIRENZE Conte of Florence
GENOVA Marina Militare
fonte: Fashion District
TORINO Conte of Florence, K-Way, Robe di Kappa, Superga
FIUMICINO Aeronautica Militare, Benetton (2), Calvin Klein Jeans, Guess, Liu-Jo, PlayLife, Think Pink
CIAMPINO Sasch Fonte: elaborazione r&f dai siti internet degli aeroporti
›Dagli outlet la miccia della ripresa intervista
Intervista ad Augusto Romano, managing director di Meltin’Pot
Com’è strutturata la vostra presenza diretta? In questo momento è in una fase di sviluppo, iniziata un anno e mezzo fa, quando abbiamo cominciato a installarci nei department store, da Coin a Rinascente a Sorelle Ramonda. Un anno fa è invece arrivato il debutto negli outlet: abbiamo aperto inizialmente a Serravalle Scrivia, poi a Palmanova, ora siamo giunti a sette negozi. Qual è il vostro bilancio di questa presenza? È molto positivo, è un’esperienza interessante da tutti i punti di vista. Nel 2010 in questo canale raggiungeremo il 10% delle vendite, perché ciascun negozio diretto negli outlet ha volumi piuttosto elevati. La cosa più importante è che ciò non ha disturbato i canali di vendita tradizionali, perché ci sono tipologie di acquisto diverse. Che cosa significa questo sui conti di fine anno? Contiamo di chiudere il 2010 a quota 50 milioni di euro di
fatturato, rispetto ai 38 del 2009. Si tratterebbe di una risalita, dopo che lo scorso anno siamo scesi del 10% in confronto al 2008. La crisi per la verità è iniziata dal 2005, ma dalla fine del 2009 c’è stata una ripresa. Che cosa ci dobbiamo aspettare l’anno prossimo? Apriremo dei monomarca nei centri cittadini, Milano è in pole position ma ci sono anche altri candidati. Punteremo molto, inoltre, sullo shop online. Siete una realtà della provincia di Lecce. Come giudica il mercato del Sud per un marchio come il vostro con un target dai 18 ai 25 anni? Il Sud è un po’ indietro dal punto di vista distributivo. Gli indipendenti hanno ancora uno spazio maggiore in confronto a centri commerciali e department store. Questo rende tutta la gestione meno efficiente, è un problema a livello di sistema.
ha una presenza preponderante in città in Emilia-Romagna, Toscana, Sicilia e Sardegna, mentre è soprattutto negli shopping center nel Lazio (7 negozi contro 1), in Lombardia e Abruzzo. La catena svedese, invece, se si escludono Calabria e TrentinoAlto Adige, presidia di più i mall, sia in Lombardia e Lazio, come Zara, sia in Sicilia (dove ha approfittato delle recenti aperture di shopping center) e Veneto. E’ decisamente ridotta, invece, la presenza dei marchi monitorati nelle stazioni e negli aeroporti. Tuttavia, come commenta Fulvio Fassone, direttore commerciale di Sagat (aeroporto di Torino), nonché presidente dell'Associazione Italiana Travel Retail, la tendenza del settore casual «è assolutamente positiva, spesso e volentieri gli aeroporti hanno la volontà di inserire marchi di questo tipo al loro interno». Esempi di questi monomarca sono, tra gli altri, «Superga e K-Way a Torino, che sta dando una delle migliori performance dello scalo, i punti vendita di Conte of Florence e quelli di Aeronautica Militare e Marina Militare, che a Roma Fiumicino stanno andando benissimo». Queste ultime insegne, come mostra la tabella in pagina, sono anche quelle più presenti nel totale degli scali italiani. Fabrizio Patti
44 retail&food - giugno 2010
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dossierareediservizio
A cura di Fabrizio Patti
AGIP,
IL BUON GUSTO È NELL’ANGOLO
E
sterno all’avanguardia, interno rustico. Così si presenta l’area di sosta Agip di Assago Ovest, sulla Tangenziale Ovest di Milano. Piuttosto estesa, la piazzola si raggiunge sia dal lato occidentale sia da quello orientale, attraverso un ponte. Arrivando si può scegliere se dirigersi a destra, verso la zona con i distributori di carburante, l’Autogrill e gli esercizi del gruppo Eni oppure se raggiungere il grande albergo Holiday Inn sulla sinistra, uno dei pochi situati in un’area di sosta, dall’aspetto non più freschissimo. All’esterno la caratteristica principale dell’area Assago Ovest è la presenza di pannelli solari disposti a forma di piramide, visibili anche dalla carreggiata e sicuramente dall’estetica più accattivante delle classiche installazioni di pannelli. Naturalmente, il contraltare è che la resa dei pannelli esposti a nord è nettamente inferiore a quella del lato meridionale. Essendo poi un’area chiamata “multi-energy”, l’altra peculiarità è quella di avere in dotazione le più disparate tipologie di carburante. Sono installati tra gli altri un distributore di metano e, caso più unico che raro, un erogatore di metano misto a idrogeno (al momento della visita, ça va sans dire, non utilizzato da alcun cliente). Questa scelta, secondo lo scenario delineato dall’esperto inglese Robert Onion durante l’ultima edizione della fiera “Oil non oil” di Modena, appare come una soluzione vincente nei prossimi anni per le stazioni di servizio. Avvicinandosi alla struttura situata al centro dell’area ci si imbatte in un altro scorcio inusuale: una zona per la ristorazione all’aperto (coperta da una tettoia) con tavoli e sedie di acciaio e delimitata da basse vetrate su cui è applicata una vetrofania con il cane a sei zampe. In poche parole, il retro dello shop dell’Eni. Questo, infatti, a differenza della maggior parte degli shop con l’insegna di una compagnia petrolifera, vende solo prodotti food e in particolare quelli tradizionali delle diverse regioni italiane. Non a caso il nome del format è “L’angolo del buongustaio”. Il layout della struttura (che si estende per circa 50-60 metri quadrati) risale al 2003 ed è caratterizzata dall’abbondante uso del legno, color noce. Di questa tinta sono due grandi archi squadrati di legno, perpendicolari all’entrata e disposti ai lati, così come gli scaffali sul muro a destra dall’entrata, le due isole e i tavolini posti all’interno dell’edificio. Il marrone, colore prevalente e richiamato anche dalle piastrelle, è spezzato da alcuni elementi verdi nelle gondole e nella struttura della cassa. La volontà sembra quella di richiamare un ambiente rustico, in linea con i prodotti offerti. In vendita, infatti, ci sono taralli e simili, pasta artigianale di diverse forme, conserve e marmellate, olio extravergine d’oliva, vini da tutta Italia, limoncelli e caffè, ordinati direttamente dal gestore. Oltre a queste specialità si trovano bibite e birre, in due diversi frigoriferi, e un banco frigo con panini e tramezzini confezionati. Soprattutto, però, è presente un banco panetteria
e salumeria, dal quale è possibile acquistare del pane e, separatamente, degli affettati non confezionati. Spetta però al cliente assemblare i due ingredienti, cosa che solitamente accade nell’area ristorazione con posti a sedere allestita appena fuori dalla struttura. Nella panetteria si possono comprare anche delle pizzette. Per il resto l’offerta comprende, nei pressi delle casse, dei classici snack dolci e salati. Non c’è, di conseguenza, la necessità di un distributore automatico di cibo e bevande. La comunicazione nel punto vendita è ridotta all’osso: i segnalatori merceologici consistono in ovali verdi che scendono dall’alto e che
Insegna area di servizio: Nome area di servizio e località:
indicano ciascuno un tipo di prodotto, anche se nella realtà nelle isole le referenze sono piuttosto eterogenee. Sopra la cassa, inoltre, non è presente il logo del format, “L’angolo del buongustaio”, ripreso, invece, nella zona con la panetteria. La musica, trasmessa tramite filodiffusione, è di una radio commerciale. L’illuminazione è mista, artificiale e naturale, grazie alle vetrate che corrono lungo tutta la parete dell’entrata (esposta a est). I bagni al momento della visita erano in condizioni igieniche discrete. Per quanto sia positiva la presenza di un fasciatoio per i bambini, avrebbero senz’altro bisogno di un ammodernamento. •
AGIP (ENI) Assago Ovest (Mi)
STRUTTURA
A un livello, piccole dimensioni. Esterno caratterizzato da pannelli fotovoltaici disposti a forma di piramide sul tetto sopra le pompe di benzina. Presente sul retro un'area per ristorazione all'aperto con tavolini e sedie in acciaio
MARKET
Galleria di dimensioni medie, luminosità in parte naturale (una delle facciate è a vetrata) e in parte artificiale. Presenti segnalatori merceologici piccoli e non perfettamente corrispondenti alle referenze esposte. Comunicazione nel punto vendita piuttosto limitata
DESIGN
Arredamento contraddistinto dall'abbondante uso del legno, color noce. Prevale lo stile rustico, anche nell'angolo panetteria. In quest'ultima zona è richiamato il nome del format
PARCHEGGIO
Parcheggio abbastanza ampio, anche per la presenza vicina dell'albergo Holiday Inn. La sosta massima è di due ore
OFFERTA COMMERCIALE
Referenze quasi esclusivamente food. Ampia presenza di prodotti tipici regionali, ma anche di panini e tramezzini confezionati. In vendita anche il pane e gli affettati.
SERVIZI
Presente solo un'area di carico e scarico per camperisti
VARIE
Bagni datati, pulizia discreta, impianto di aerazione presente. Musica filodiffusa con radio commerciale. Accessibilità facile. Telecamere presenti e visibili. Adiacente un Autogrill e nelle vicinanze un'autofficina e l'hotel Holiday Inn
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international IL QATAR COMPRA HARRODS PER 1,7 MILIARDI
Dopo 25 anni il miliardario egiziano Mohammed Al Fayed ha venduto il grande magazzino più famoso del mondo, Harrods, pur rimanendone presidente onorario. L’acquirente è la
Qatar Holding, il principale veicolo di investimenti strategici e diretti dell’emirato. È infatti il braccio operativo della Qatar Investment Authority (QIA), collegata all’emiro Hamad bin Jassim bin Jabor al Thani. Fayed avrebbe venduto a questa società per la capacità di sostenere a lungo termine la crescita di Harrods. La cifra dell’operazione, secondo indiscrezioni di stampa, è stata di 1,7 miliardi di euro.
DAVE & BUSTER IN VENDITA PER 570 MILIONI DI DOLLARI
Il fondo di private equity Wellspring Capital Management Llc, proprietario di Dallas Dave&Buster’s, ha messo in vendita la catena di ristorazione di Dallas per 570 milioni di dollari. L’acquirente è Oak Hill Capital Partners e l’accordo si dovrebbe chiudere entro giugno. Wellspring aveva comprato Dave&Buster’s nel 2006 per 375 milioni di dollari. Si tratta dell’ultima di una serie di vendite di catene quest’anno: precedentemente annunci erano giunti da Cke Restaurants Inc., Papa Murphy’s International Inc., Wingstop Restaurants Inc., e On the Border. Anche California Pizza Kitchen ha annunciato in aprile che sta cercando alternative strategiche, cosa che secondo molti analisti avrà come risultato una vendita della catena.
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duty free world
By Kevin Rozario - London
Ash could make it a black summer La nube di cenere può rendere l’estate nera Volcanic ash clouds drifting over European airspace from Iceland are threatening to sabotage a fragile recovery in the region's aviation market – and with it the travel retail sector. The latest closures of airspace over Austria, southern Germany, Spain, northern Italy, Scotland and Ireland in May, exacerbated an already disastrous week-long period in April when Europe's key airports were brought to a standstill due to the dangers posed by atmospheric ash to plane engines. The relief was palpable when airspace reopened after what was the biggest shut-down of European skies since the Second World War. But the latest closures are a reminder of the aviation industry's susceptibility to natural disasters – and a warning that it could be in for an unpredictable period ahead. Following the first ash cloud, leading volcanologist and founder of the University at Buffalo's Center for Geohazards Studies in the US, Michael Sheridan, correctly warned that the Eyjafjallajökull volcano at the centre of the problems would continue to be a hazard. He said at the time: "It is short-sighted to assume that even if air travel returns to normal that the environmental problems related to the eruption will end immediately. This volcano has a much more enigmatic record than others. Its previous eruption lasted for two years, from 1821-23.” Sheridan has been proved correct but this is not the sort of assessment that airport operators and retailers want to hear. ACI Europe has stated that the cost of the first airspace closure was Eu250 million, with disruption to 9.5 million passengers and it is now seeking an aviation relief plan from the EU. Meanwhile Generation Research estimates that at the height of the crisis, travel retailers were out of pocket to the tune of Eu25 million every day. The UK's biggest travel retailer WDF, a part of Italy's Autogrill, said it lost 40,000 customers for each day its 85 stores had remained closed. Unfortunately, with more ash spewing forth and Iceland's Met Office stating in early May that “there are no indications that the eruption is about to end”, Europe's airports and travel retailers, who were among the hardest hit in the downturn of 2009, will have a longer wait than they initially expected before they can get back on their feet.
La nube di cenere vulcanica trasportata sopra lo spazio aereo europeo dall’Islanda sta minacciando di sabotare la fragile ripresa nel mercato aereo – e con essa il settore del travel retail. Le ultime chiusure dello spazio aereo sopra l’Austria, la Germania, la Spagna, l’Italia settentrionale, la Scozia e l’Irlanda a maggio hanno peggiorato il già disastroso periodo durato una settimana in aprile, quando gli aeroporti chiave europei sono stati costretti a un arresto dovuto ai pericoli rappresentati dalle polveri per i motori degli aerei. Il sollievo era palpabile quando lo spazio aereo si era riaperto dopo quella che è stata la più grande sospensione di attività dalla Seconda Guerra Mondiale. Ma le ultime chiusure sono un promemoria della vulnerabilità dell’industria aeronautica ai disastri naturali – e un monito che ciò potrebbe avere luogo per un periodo imprevedibile d’ora in avanti. A seguito della prima nube di cenere, il vulcanologo di primo piano e fondatore del Centro per gli studi sui rischi geologici dell’Università di Buffalo, negli Usa, Micheal Sheridan, ha correttamente messo in guardia che il vulcano Eyjafjallajökull, al centro dei problemi, avrebbe continuato a essere un rischio. Ha detto, allo stesso tempo: «è miope ritenere che, perfino se i viaggi aerei ritornassero alla normalità, i problemi relativi all’eruzione finirebbero immediatamente. Questo vulcano ha un passato molto più enigmatico degli altri. La sua precedente eruzione durò per due anni, dal 1821 al 1823». Sheridan ha dimostrato di avere ragione, ma questo non è il tipo di valutazione che gli operatori aeroportuali e i commercianti vogliono sentire. Aci Europe ha dichiarato che il costo della prima chiusura dello spazio aereo è stato di 250 milioni di euro, con disagi per 9,5 milioni di passeggeri, e ora invoca un piano di sostegno dalla Ue. Intanto Generation Research stima che al culmine della crisi i travel retailer abbiano subito una perdita della bellezza di 25 milioni di euro ogni giorno. Wdf, il più grande travel retailer del Regno Unito, parte dell’italiana Autogrill, ha detto di aver perso 40.000 clienti per ogni giorno in cui i suoi 85 negozi sono rimasti chiusi. Sfortunatamente, con l’ulteriore cenere vomitata fuori e con l’ufficio meteorologico islandese che dichiara all’inizio di maggio che «non ci sono indicazioni che l’eruzione sia sul punto di finire», gli aeroporti e i travel retailer europei, che erano stati tra i più colpiti dalla contrazione del 2009, avranno un’attesa più lunga di quanto inizialmente si aspettavano prima che possano rimettersi in piedi.
STELIOS, GUERRA ALLA SUA EASYJET O
ltre al vulcano Eyjafjallajökul, a movimentare le acque in easyJet ci pensa il vulcanico Stelios Haji Ioannou: negli stessi giorni in cui ha dato il benservito al ceo Andy Harrison, il fondatore e presidente della compagnia ha portato in tribunale la sua stessa creatura. Secondo un contratto stipulato nel 2000 con EasyGroup per la licenza del marchio, infatti, il vettore non può guadagnare più del 25% delle entrate dalle attività ancillari. Stelios sostiene che tale soglia sia stata superata, mentre easyJet ribatte che servizi come la commissione sul bagaglio o per l’imbarco veloce sono in realtà parte del core business. EasyGroup, holding privata di Stelios, gestisce e possiede 17 marchi “easy”, che riguardano, tra gli altri settori, hotel, crociere, internet point e noleggio auto. easyJet, se dovesse perdere la causa, potrebbe addirittura essere costretta a cambiare livrea. La compagnia, intanto, nel primo trimestre del 2010 ha ridotto il rosso a 58,9 milioni di sterline a fronte del risultato negativo di 85,9 milioni registrati nello stesso periodo dell’anno precedente. I ricavi sono saliti da 1 a 1,2 miliardi. Per il 2010 la società ha previsto un utile compreso tra 100 e 150 milioni contro il range di 175-200 milioni annunciato prima della nube del vulcano islandese.
Stelios Haji Ioannou
BERLINO BRANDEBURGO, VINCE IL LOCALE
ÁREAS FA IL PIENO A LOS ANGELES
Saranno 23 i bar e ristoranti nell’aeroporto di Berlino Brandeburgo (nei pressi dell’attuale Schoenefeld), che aprirà nell’ottobre del 2011. La metà degli esercizi, secondo quanto scritto da Moodie Report, sarà gestita da operatori locali. Per il ceo di Berlin Airports, Rainer Schwarz, è il segno «che siamo fermamente radicati nella regione». Tra i pochi marchi noti ci sono McDonald’s e Starbucks. Dei 23 punti vendita, sei saranno nel landside e 17 nell’airside. Tra questi, quattro saranno posizionati nella piazza al centro del terminal, attraverso il quale devono passare tutti i passeggeri dopo i controlli. Altri sette saranno in una food court da 1.800 metri quadrati, dove condivideranno i posti a sedere, e sei tra l’area imbarchi principale e quella nella zona sud. Come riferisce la società di gestione aeroportuale, la scelta è avvenuta scegliendo tra le 600 proposte arrivate.
Undici attività di ristorazione e otto di retail sono il bottino di Áreas all’aeroporto di Los Angeles, il settimo al mondo con circa 60 milioni di passeggeri movimentati all’anno. Lo scalo aveva indetto una gara per 51 attività commerciali, di cui 19 sono appunto andate all’operatore spagnolo. Ingente il volume d’affari atteso: 586 milioni di dollari nei dieci anni di concessione. Gli esercizi saranno operativi nel 2012 e daranno lavoro a 315 persone. Tra i marchi ci sono insegne proprie di Áreas, come Natural Break, negozi locali (Los Ángeles Times Newsroom), catene globali (Blackberry) o in fase di espansione internazionale (Mango). Una buona consolazione per l’operatore spagnolo, che ha chiuso l’esercizio 2008-2009 con un calo del 14% del fatturato, attestato a quota 620 milioni di euro.
SUPER T2, A HEATROW 900 MILIONI DA FERROVIAL
Un contratto da 900 milioni di euro è stato firmato dal gruppo spagnolo Ferrovial per la costruzione del nuovo Terminal 2 dell’aeroporto di Heatrow, Londra. Ferrovial è infatti proprietario di Baa, la società che gestisce la maggior parte degli scali britannici. Sono intanto iniziati i lavori di demolizione dello vecchio T2, chiuso al pubblico nel 2009 e capace finora di accogliere 8 milioni di passeggeri all’anno. Dal 2013 sarà sostituito da una struttura in grado di movimentare 20 milioni di viaggiatori, che sarà anche base delle linee aree appartenenti a Star Alliance. Nel 2019, inoltre, il terminal si connetterà al T1, dando luogo a una capacità congiunta di 30 milioni di passeggeri.
PER SSP UN ALTRO GRANDE CONTRATTO A HONG KONG
A CHANGI PIÙ DI 50 NUOVE OPPORTUNITÀ
Un gran numero di contratti sono in scadenza nel 2010 al Terminal 3 dell’aeroporto internazionale Changi di Singapore, assieme a qualche concessione al Terminal 2. Il vicepresidente esecutivo dell’aeroporto, la signora Lim Peck Hoon, ha detto a Trend News che nel corso dell’anno saranno aperte più di 50 nuove opportunità. Riguarderanno diverse categorie di retail come confecionery (dolciumi), speciality retail, food and beverage e ufficio di cambio valuta. In aggiunta ha annunciato che il Changi Airport Group inviterà a fare proposte per il nuovo spazio retail nel Terminal 1, che aumenterà le superfici commerciali del 20% e il cui completamento è in programma per il prossimo anno. La società di gestione (da poco entrata nell’azionariato di Gemina e quindi di Aeroporti di Roma) sta anche «esplorando il modo» di allargare «nei prossimi uno o due anni» anche i terminal 2 e 3, per rispettivamente 2.000 e 1.500 metri quadrati.
Altri cinque contratti per la gestione di esercizi di food&beverage sono stati vinti dalla società Ssp all’aeroporto internazionale di Hoing Kong (Hkia). Tre di questi sono già esistenti e saranno ingranditi per migliorare la visibilità, l’accessibilità e il numero di posti a sedere: si tratta del ristorante di noodle Ajisen Ramen, del fast food Popeyes e del ristorante Café Deco. Oltre a questi sono introdotti due nuovi marchi: Saboten, concept giapponese incentrato sugli alimenti base del riso e del maiale fritto, e la panetteria Panopolis. Ssp è presente all’aeroporto di Hong Kong dal 1988 e da allora si è espanso fino a incorporare la gestione di 29 esercizi, il 40% dei punti di food&beverage dello scalo.
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international IN FRANCIA 133 CENTRI COMMERCIALI IN CITTÀ
Da uno studio condotto dal Conseil National des centres commerciaux (Cncc) è emerso che sono 133 i centri commerciali in centro città costruiti in Francia negli ultimi quarant’anni. Oltre a questo inventario, la ricerca ha anche stilato un identikit dello shopping center cittadino tipo: i suoi 45 negozi e 5,6 milioni di visitatori producono un giro d’affari medio annuo di 90 milioni di euro. Ognuno di loro richiede però un po’ di pazienza ai cittadini, perché il tempo richiesto per la costruzione varia da 5 a 12 anni. Un esempio recentissimo di questi mall cittadini è l’Okabe della società Altarea, aperto a marzo a Kremlin-Bicêtre, Parigi, in prossimità della fermata della metropolitana, a 500 metri dalla Porte d’Italie. Sono presenti 70 insegne, tra cui H&M, Mango, Camaïeu, Guess e un iper Auchan.
E A LIONE LA PART-DIEU GUADAGNA 15.000 MQ
Si chiama Cours Oxygène l’estensione del centro commerciale Part-Dieu di Lione, inaugurata lo scorso 3 maggio. Il gigantesco shopping center (ben 30 milioni di visitatori all’anno, con una crescita attesa del 10-15%) si allarga di ulteriori 15mila metri quadrati, arrivando a 125mila, e di 25 nuove insegne, che sono ora in totale 250. I nuovi negozi si trovano dentro un prisma di vetro
e acciaio disegnato dallo studio di architetti Arte Charpentier, per realizzare il quale sono stati necessari tre anni di studi, tre di lavori e 250 milioni di euro. Tra i negozi appena aperti c’è anche un punto vendita delle catena italiana di intimo Calzedonia.
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NEINVER ENTRA NEGLI OUTLET FRANCESI I
l secondo operatore europeo nel settore degli outlet, la società spagnola Neinver, entra nel mercato francese dei foc, attraverso una joint venture con la Mab Development, controllata dal gruppo olandese Rabo Real Estate. Le due aziende prevedono di sviluppare progetti in Francia, e in seguito in Germania, per 135mila metri quadrati di gla (superficie lorda affittabile) e di investire 350 milioni di euro in un periodo di 5 anni. Per la fine del 2011 saranno pronte le prime due cittadelle commerciali d’Oltralpe: l’Honfleur The Style Outlets, sulla costa
della Normandia (19.000 mq di gla e 100 unità di vendita), e il Roppenheim The Style Outlets, in Alsazia, a 46 km da Strasburgo (27.000 mq di gla e 107 unità). La struttura di Honfleur è stata premiata come “progetto dell’anno” nella categoria Europa dall’Osservatorio europeo dei Centri Outlet, nell’edizione 2010 dei Magdus Awards. In Italia Neinver è presente con i foc di Castel Guelfo e Vicolungo. La società, attiva in sei paesi europei, nei prossimi tre anni ha intenzione di investire 550 milioni di euro e di sviluppare 500.000 mq di superfici.
IN AMERICA CONTINUA LA RIPRESA DEI RISTORANTI
Rispetto ad altre categorie merceologiche, come i materiali da costruzione o l’elettronica, dove la crescita dei consumi avanza a due cifre, i ristoranti americani hanno ottenuto risultati più modesti. Ma comunque positivi: ad aprile il tasso di crescita a parità di locali censiti è stata del 5%, dando continuità al +4,6% registrato a marzo. In particolare è cresciuto il numero di transazioni per punto vendita (+9,8%), mentre è sceso del 4,3% lo scontrino medio. Di recente, diverse compagnie a lungo stabili o con ricavi in discesa hanno registrato incrementi di vendite, come Panera Bread e Buffalo Wild Wings, così come il Morton’s Restaurant Group e Texas Roadhouse. Domino’s Pizza e Caribou Coffe hanno segnato tra le crescite più forti, rispettivamente del 14,3 e del 5,2 per cento.
EYE CONQUISTA LA PUBBLICITÀ DI GATWICK E STANSTED
Lo specialista a livello internazionale dei media aeroportuali Eye si è aggiudicato i diritti sia per gli scali di Londra Gatwick che di quelli di Londra Stansted. Se si aggiunge che la società gestisce anche l’aerostazione di Manchester, Eye ora rappresenta tre dei quattro più grandi aeroporti del Regno Unito, mentre nel mondo la copertura arriva a 40 strutture. Lo ha sottolineato il direttore a livello globale di Eye Fly (divisione aeroporti), Jeremy Corfield, secondo il quale la doppia aggiudicazione «cambia il paesaggio del settore dei media aeroportuali nel Regno Unito». Nelle isole britanniche la compagnia ora dice di poter catturare 65 milioni di residenti in viaggio.
›stazionario CHEF EXPRESS: DA UNA PARTE ALL’ALTRA DELLO STIVALE
Dal 1° febbraio presso la stazione di Messina regnava il disservizio: il bar era stato chiuso da Centostazioni per il mancato rinnovo del con-
tratto di locazione quando il locale era gestito dal gruppo Carani e Colosi. La situazione si è sbloccata a inizio maggio con la firma di Cremonini. Il piano di apertura del punto di ristoro Chef Express nel circuito di Centostazioni prevede l’ammodernamento entro maggio della struttura mentre l’inaugurazione è programmata a partire dalla seconda metà di luglio. Dalla Sicilia al Trentino Alto Adige, la casa modenese è approdata lo scorso 18 maggio anche nella stazione di Bolzano con un locale Chef Express da 400 mq, 20 tavolini, 60 sedute e un dehor esterno sul binario 1. L’apertura è avvenuta dopo circa 2 mesi dalla consegna a marzo dei locali. In seguito a tali iniziative, i punti di ristoro a marchio Chef Express nel circuito di Centostazioni salgono a circa 30.
TRENITALIA, IL VASSOIO È SERVITO D a una parte i tempi di percorrenza accorciati, con l’arrivo dell’Alta Velocità, e dall’altra le nuove stazioni, dotate di un'offerta food sempre più articolata, hanno tolto appetito ai viaggiatori, tanto da rendere indigesto allo stesso fornitore (e anche a Trenitalia) erogare il servizio di ristorazione a bordo nella formula attuale. Come documentato da Retail&Food nei mesi scorsi, dopo un anno di fatturati magri registrati da Compagnie des Wagons-Lits, subentrata a Chef Express-Cremonini nel luglio 2009 a seguito della vittoria di entrambi i lotti di food&beverage messi a gara da Trenitalia, la situazione potrebbe ora evolvere su due fronti: il cambiamento del
nei prossimi mesi la formula stessa del servizio. Appurata infatti la non sostenibilità economica del vagone ristorante, la soluzione più plausibile è quella paragonabile all’inflight catering con l’obiettivo di assicurare dei margini al fornitore. La base da cui partire sarebbe il “welcome drink”, offerto attualmente sulla prima classe di Frecciarossa e compreso nel biglietto, mentre la soluzione finale potrebbe estendersi a un vero e proprio vassoio con pietanze precotte, soluzioni assemblate come panini o sandwich e drink. Il tutto compreso nel biglietto quantomeno per la prima o le prime due delle quattro classi ipotizzate da Mauro
servizio di ristorazione a bordo e la probabile cessione di tutta la rete di Cwl da Accor a Newrest, operatore francese con giro d’affari di 407 milioni di euro nel 2009, di cui il 58% ascrivibile ad attività inflight catering. Un fatto epocale, l'uscita di scena di CWL, anche se non è una notizia l'intenzione di Accor di uscire da questo business sempre meno core per le attività del gruppo. Anche a costo di sacrificare qualche buon manager, come nel caso italiano (leggi Giammarco Paronitti), capace di far vincere gare per centinaia di milioni di euro. Le ultime indiscrezioni portano ora a ipotizzare che in casa Trenitalia stia maturando la decisione di modificare
Moretti in tempi non sospetti per i treni ad alta velocità. Inoltre resterebbe operativo il corner bar e il vassoio con snack e bevande destinati principalmente alle classi “low cost” e da proporre nei treni InterCity. Ovviamente, nel caso si verificasse tale prospettiva, sarebbe necessario un nuovo bando di gara che interesserebbe non soltanto il “solito” esperto Cremonini, sempre più leader europeo dell'on board ferroviario, ma anche tutti gli operatori di inflight catering, come la già citata Newrest, i quali potrebbero allargare il proprio business con investimenti contenuti sulle tratte principali dove già dispongono di strutture logistiche adeguate. •
I NEGOZI NELLE MEDIE STAZIONI
Con riferimento alla tabella 4 pagina 31 di R&F del numero di maggio “Le cento stazioni con maggiore offerta” si specifica che i dati non si riferiscono al totale degli esercizi attivi nelle stazioni elencate ma al numero di brand nazionali presenti in ciascuna di esse. Il numero totale di esercizi commerciali al momento attivi nelle stazioni citate è: Milano Porta Garibaldi 34, Padova 16 +1 temporary, Vicenza 11 + 2 temporary, Brescia 12, Treviso 9 e Trieste 12.
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Centostazioni: Mondadori, e non solo, tra i nuovi opening Bilancio Grandi Stazioni: locazioni in crescita, pubblicità ko
C
ongiuntura economica da una parte e progetti che proseguono, ma con tempistiche dilatate, dall’altra. Il bilancio di esercizio 2009 di Grandi Stazioni Spa presenta un utile netto di 37,5 milioni di euro, in crescita di 22,5 milioni di euro rispetto al 2008 ma grazie alle plusvalenze maturate da operazioni straordinarie come la cessione di un immobile a Venezia e della partecipazione totalitaria nella società Network Italia Edicole Srl. Tuttavia il segno diventa negativo se si prendono in considerazione i “ricavi delle vendite e delle prestazioni”. In particolare la voce legata al rapporto con i tenant “ricavi locazioni lungo termine” ammonta a 50.022.950 di euro rispetto ai 47.845.659 di euro del 2008, con un saldo attivo di 2.177.291 di euro. Di contro risalta il dato decrescente dei “ricavi gestione spazi pubblicitari”, che nel 2009 ha raggiunto gli 11.389.830 di euro contro i 19.549.295 dell’esercizio precedente. Il saldo in questo caso, pari a -8.159.465 di euro, riflette il periodo di crisi che investe gli investimenti pubblicitari. Complessivamente la sezione “ricavi delle vendite e delle prestazioni” imputabile al bilancio 2009 tocca quota 167.868.020 euro, contro i 174.149.108 di euro registrati nel 2008, per totale negativo di 6.281.088 di euro. •
I
l terminal di Rimini in primo piano nel progetto di sviluppo portato avanti da Centostazioni. Lo scalo romagnolo, recentemente riqualificato, ha visto inaugurare lo scorso 6 maggio un punto vendita Mondadori da 120 metri quadrati, l’ottavo della casa editrice nel network delle cento medie stazioni italiane. Lo shop è stato realizzato secondo il format che unisce la libreria tradizionale a insegna Mondadori con la libreria del club Mondolibri. Le altre iniziative hanno coinvolto gli scali di Como San Giovanni, L’Aquila, Parma e Vicenza, dove sono stati inaugurati rispettivamente un Infopoint turistico, una videoteca “24 Self Video”, una gelateria e un temporary store “Zippo” che propone accessori moda, attivo sino a fine agosto. •
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›stazionario Retail Station
Salmoiraghi&Viganò In coincidenza con l’apertura di due nuovi negozi in stazione nelle ultime settimane - il primo a Milano Centrale e il secondo a Torino Porta Nuova abbiamo intervistato Luca Citroni, direttore commerciale, di Salmoiraghi&Viganò. Gli shop in questione sono di proprietà o in franchising e quali caratteristiche hanno? Entrambi i punti vendita sono di proprietà. In particolare a Milano Centrale occupiamo una location di valore, a livello biglietteria, di 230 metri quadrati. A Torino siamo presenti su 130 mq con una posizione di forte impatto. I negozi sono aperti 7 giorni su 7 e presentano soluzioni di marketing specifiche per quel contesto. Il tema della velocità è essenziale e il servizio deve essere efficace e rapido senza perdere in qualità. Come si articola il vostro progetto in questo canale? Questa iniziativa è nata nel 2006 e coinvolge in totale otto terminal ferroviari di importanti città come dimensione o come valenza turistica: Genova, Torino, Milano, Venezia, Bologna, Firenze e Napoli (a Napoli i lavori sono già iniziati e l’inaugurazione è possibile per fine maggio). In realtà il punto di partenza è stato oltre 10 anni fa a Roma Termini con il negozio di ottica VistaSì, l’altro marchio del Gruppo. Lo shop capitolino è il best performer in termini di fatturato e di marginalità della catena VistaSì. Grazie a questo progetto pilota abbiamo sviluppato un’ampia esperienza nel mondo della stazione, che ci ha interessato per i grandi flussi che intercetta e per il programma di sviluppo e rinnovamento dell’immagine delle gallerie commerciali portato avanti da Grandi Stazioni.
Come è proceduto l’iter per aprire i negozi e a quanto ammontano i costi di locazione? Da quando abbiamo ricevuto gli spazi, ai primi di marzo, in 30 giorni abbiamo realizzato il negozio. Il time to market è stato realmente veloce. Per ricevere i locali, invece, i tempi sono stati più lunghi del previsto perché volevamo essere sicuri che per allora gli spazi commerciali fossero già disponibili a molti operatori. Per questo motivo abbiamo concordato con Grandi Stazioni la data di ingresso. I costi che sosteniamo non sono dissimili da quelli che propongono i migliori centri commerciali. Quali obiettivi vi siete posti per gli shop di Milano e Torino? La nostra aspettativa si attesta tra i 7/10mila euro di fatturato per metro quadro e direi che siamo moderatamente soddisfatti della partenza nonostante soprattutto Milano Centrale non esprima tutta la sua potenzialità. I flussi infatti non sono perfettamente calibrati, gli interventi di rifacimento non sono completati e la stessa galleria presenta molti spazzi non occupati. È comunque da sottolineare che i lavori hanno portato a considerare questo luogo abbastanza gradevole e sicuro. Il 2011 sarà decisivo per capire se il terminal in questione riuscirà a diventare un centro commerciale forte oppure no.
Milano Centrale, in attesa del retail
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ilano Centrale continua a far parlare di sé. Sotto i riflettori di stampa generalista e specializzata, il terminal meneghino è vittima di un ritardo superiore all’anno rispetto ai tempi prefissati e indicati sui cartelli del cantiere principale (fine lavori 08/03/2009). In attesa di seguire l’ulteriore sviluppo dei negozi, anch’esso in ritardo se prendiamo come punto di riferimento le dichiarazioni di Grandi Stazioni a partire da fine 2009, che indicava-
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no nel 30 giugno 2010 il momento di messa a regime della galleria commerciale (vedi R&F di dicembre 2009 e di maggio 2010), ad oggi possiamo segnalare tra le novità l’inserimento di due sale di attesa, come riporta il quotidiano La Repubblica. La prima, con una cinquantina di sedute, dovrebbe essere operativa entro giugno, sarà ubicata dal lato di piazza Luigi di Savoia, con entrata dalla Galleria delle Carrozze, di fronte allo shop Benetton in allestimen-
to e avrà vicino un punto di ristoro. La seconda, speculare, troverà posto dall’altro lato verso piazza IV Novembre e dovrebbe essere completata non prima di settembre. La nuova data di fine lavori è fissata per il dicembre 2010, mentre va segnalato il progetto di chiudere completamente gli spazi della stazione in orario notturno, tramite una nuova cancellata, nell'intento di ridurre ulteriormenti i problemi legati alla sicurezza. •
›ai ferry porti VENEZIA, PORTA SULL’ORIENTE
La città lagunare guarda al sud/est del Mediterraneo con rinnovato interesse e amplia l’offerta sia per il traffico passeggeri che per quello dei crocieristi. Sul primo fronte, dallo scorso 20 maggio, è stata attivata la
TIRRENIA, PRETENDENTI DIMEZZATI
linea che collega Venezia e Alessandria d’Egitto, con uno scalo intermedio a Tartous in Siria. La nave, in forza alla compagnia Visemar Line, potrà trasportare 200 camion e 300 passeggeri con un servizio veloce in grado di effettuare andata e ritorno in una settimana. Per quanto riguarda il comparto della crociere, Ncl è sbarcata con la Norwegian Gem in Italia lo scorso aprile: la proposta di 7 giorni parte da Venezia e tocca varie località del Mediterraneo orientale. Da quest’estate la rotta sarà effettuata anche dalla Norwegian Jade.
Altero Matteoli
INAUGURATO IL MOLO 2 BIS OLBIA
Non era una nave da crociera, ma un traghetto che trasportava pellegrini di ritorno dal Vaticano, ad aver inaugurato lo scorso maggio il nuovo molo 2 bis del porto di Olbia, destinato proprio al settore crocieristico. Entro il prossimo novembre dovrebbe essere completato anche il molo 1 bis, identico al precedente, per un importo complessivo pari a 22 milioni di euro. Entrambe le banchine, poste al lato nord dell’Isola Bianca, potranno ospitare navi di lunghezza superiore ai 300 metri.
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e sono rimasti otto, ma quanti di questi presenteranno effettivamente un’offerta? Entro la fine di giugno sono previste le offerte vincolanti mentre il 30 settembre è il termine ultimo per l’opera. La privatizzazione di Tirrenia si conferma un percorso a ostacoli, appetibile (e criticata allo stesso tempo) soprattutto per le convenzioni con lo Stato e quindi per i finanziamenti a cui avrà diritto (in teoria) l’acquirente. Questi ammontano a ben 72,6 milioni di euro annuali per otto anni a Tirrenia e a 55,6 milioni di euro l’anno per i prossimi 12 anni a Siremar (compresa nel pacchetto). Una montagna di soldi su cui si deve esprimere tuttavia l’Unione europea. Tornando alla gara, da una parte il ministro Altero Matteoli si è dichiarato soddisfatto, dopo l’incontro di fine aprile con i sindacati, in merito a come procede l’iter, «Il processo di privatizzazione di Tirrenia va avanti secondo i tempi che ci siamo dati anche con una legge» mentre dall’altra non mancano critiche sulle modalità dell’operazione. Basti ricordare le recenti dichiarazioni dell’armatore Paolo d’Amico, presidente della Confederazione italiana armatori fino al 2012. «L’affidamento in blocco dei servizi
marittimi a una stessa società di navigazione anziché a una pluralità di operatori attraverso gare linea per linea non aiuta – aveva dichiarato d’Amico in occasione dell’assemblea di Confitarma tenutasi lo scorso marzo –. Come pure non aiuta la prevista durata, di 12 e 8 anni, delle convenzioni. Inoltre non è accettabile la commistione dei ruoli tra regolatore e gestore qualora fossero la Regioni, tramite partecipazioni in società, ad acquisire le ex regionali di Tirrenia». A tali dichiarazioni aveva fatto seguito l’intervento di Emma Marcegaglia, che aveva tuonato: «Bisogna rendere Tirrenia un’opportunità di crescita, non una chiusura del mercato». Passando dalle parole ai fatti, per ora non vincolanti, gli operatori interessati tra compagnie e fondi sono Cep III Partecipations Sarls Sicar – Gruppo Carlyle -, Cinven Limited, F2i Sgr, Gestioni Armatoriali e Tomasos Transport&Tourism Grandi Navi Veloci, Mediterranea Holding, Moby e Trans Ferry. Nella lista dei ritirati appaiono nomi di rilievo, come ad esempio Corsica Sardinia Ferries, uscita perché non interessata a Siremar, Gruppo Grimaldi e Caronte & Tourist. •
Ligabue riparte dal fondo
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n’iniezione di fiducia e, soprattutto, di liquidità. L’aumento di capitale di Ligabue Catering, finanziato dal fondo Alcedo III, ha portato Alcedo Sgr ad acquisire il 40% dell’azienda veneziana. L’operazione presenta una way out (fuoriuscita) entro cinque anni e gravita attorno alla figura di Giovanni Gajo, presidente da due anni di Ligabue Catering e presidente/fondatore di Alcedo Sgr. Vicepresidente, invece, è stato nominato Inti Ligabue, nipote del fondatore Anacleto, sino ad ora responsabile della divisione ship &
Crocieristi: l’Europa cresce a doppia cifra
S catering supply. Nella figura di amministratore delegato si conferma Alessandro Angelon, da un anno in Laguna dopo l’esperienza di sei anni in Red Bull. L’ingresso del fondo dovrebbe permettere alla storica società di fornitura-ristorazione a bordo di proseguire nel percorso di rafforzamento iniziato nel 2008, passato attraverso la focalizzazione del proprio core business con la chiusura di rami secondari come la linea dedicata al catering aeroportuale (Ligabue Inflight Services). L’obiettivo dichiarato è di passare nei prossimi 3 anni da 170 ai 300 milioni di euro di fatturato, mentre lo step successivo sarà quello di approdare a Piazza Affari. •
ono quasi 5 milioni, per l’esattezza 4.950.000, i passeggeri che hanno scelto di trascorrere una vacanza in crociera in Europa nel 2009. La crescita è a due cifre, +12%, rispetto all’anno precedente. Questi sono i dati diramanti dall’European Cruise Council, a conferma di un trend di sviluppo positivo che da una parte giustifica il forte investimento delle compagnie nella realizzazione di nuovi giganti del mare, con tanto di offerta retail di lusso a bordo, e dall’altra vede protagonista il nostro Paese sia nel numero di passeggeri sia come meta turistica. L’Italia, infatti, rappresenta il terzo mercato continentale per volume di utenti con 790mila unità, dopo l’Inghilterra (1,53milioni di passeggeri) e La Germania (poco oltre un milione) e prima della Spagna (627mila). A dimostrazione delle opportunità di crescita per i porti nazionali, il Mediterraneo e le isole atlantiche si confermano le mete preferite con 2,8 milioni di crocieristi, pari al 57% della quota di mercato mondiale, mentre il Nord Europa balza a 884mila unità (+ 20%). Le destinazioni verso i Caraibi e genericamente nel resto del mondo crescono complessivamente del 19% grazie a un flusso di 1,2 milioni di passeggeri. •
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›ai ferry porti SI LAVORA AL NUOVO TERMINAL PASSEGGERI A TRIESTE
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ieci milioni di investimento, due anni di cantiere e un’azienda di Carpi, la Cmb, costituiscono le premesse principali attorno alle quali si sviluppa il progetto per il nuovo Terminal Passeggeri giuliano. L’obiettivo è di rendere il porto in questione una tappa irrinunciabile per le grandi navi da crociere, che quest’anno dovrebbero approdarvi 27 volte. L’iniziativa, firmata dall’architetto veneziano Ugo Camerino e promossa dall’Autorità portuale, prevede di trasformare l’attuale stazione marittima e il retrostante Magazzino 42 nel Palacrociere di Trieste. Gli spazi per gli imbarchi, le sale di attesa e i servizi per i viaggiatori troveranno collocazione nel corpo centrale costruito nel 1930. Ma a rendere ancor più interessante l’iniziativa, con prospettive sia per il settore ricettivo che per quello retail & food, sarà la trasformazione del magazzino 42 in un centro polifunzionale, nel quale è previsto l’inserimento di un ristorante e di due sale in grado di ospitare 600 e 300 persone per convegni ed eventi. La gestione della nuova struttura sarà nelle mani della società Trieste Terminal Passeggeri, ad oggi di proprietà al 100% dell’Autorità portuale, la quale però si appresta a privatizzarne una quota non inferiore al 50 per cento. Tra i possibili compratori, come riporta Il Piccolo di Trieste, si sarebbe già proposta una cordata guidata dalla compagnia crocieristica statunitense Royal Caribbean, che comprenderebbe Venezia Terminal Passeggeri, l’Aeroporto Ronchi dei Legionari e gli agenti marittimi Samer e Bassani. •
Porti, il Ddl di riforma dal Governo alle Regioni
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na nuova normativa che riformi l’ordinamento dei porti è ormai necessaria per lo sviluppo del settore a livello sia nazionale sia di singola realtà locale. In quest’ottica è stato approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso aprile un disegno di legge specifico che mira a modernizzare l’attività, il ruolo e l’efficienza dei terminal. «Sono cinque i pilastri del Ddl» ha illustrato il ministro delle
Infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli, tra cui «la ridefinizione del ruolo delle Autorità portuali e del processo di governance e la previsione di funzioni tipicamente manageriali dei loro presidenti». In particolare, tra le varie cose, è stata riservata attenzione alle reti di accesso ai porti, alla semplificazione e razionalizzazione dei procedimenti di approvazione dei piani regolatori e al rilascio delle conces-
sioni ai privati. Sul fronte economico è previsto il rilancio degli investimenti nel comparto. La palla ora passa alla Conferenza Stato-Regioni che dovrà esaminare la proposta del governo. L’auspicio è che questa iniziativa rappresenti il punto di partenza per trasformare i porti italiani in infrastrutture funzionali e dotate di servizi di base e offerte commerciali al pari dei terminal internazionali. •
Genova, il giallo sulla gestione non frena le opere
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l porto di Genova i passeggeri continuano a crescere (+6,4% nel 2009 rispetto al 2008), il traffico legato alle crociere aumenta di oltre 20 punti percentuali e quello passeggeri di circa 3 punti. Ci sarebbero, insomma, tutte le condizioni per vedere azzurro l’orizzonte, che invece si tinge di giallo per la verifica in sede ministeriale riguardo alla gestione del compendio passeggeri del porto. È in discussione, infatti, la legittimità delle procedura con cui nel 1997, con delibera del Comitato Portuale, è stata decisa l’estensione dal 2020 al 2040 del termine conclusivo della concessione alla società Stazioni Marittime relativa al compendio passeggeri del primo porto ligure. Il problema è complicato per alcuni versi dalla presenza dell’Autorità Portuale
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nella compagine sociale di Stazioni Marittime che crea, di fatto, un forte conflitto di interessi. Non si bloccano, invece, i lavori di potenziamento del terminal passeggeri e, in particolare, il ricongiungimento delle banchine Mille 1 e Mille 2 di Ponte dei Mille con la realizzazione di un’unica piattaforma di 340 metri. Intanto il bilancio dell’Autorità portuale chiude in positivo con un avanzo di 60 milioni di euro, di cui 24,4 vincolati per la realizzazione di opere e lavori portuali. A questi soldi si potrebbero aggiungere altri 51 milioni prestati dalle banche per i quali, come ha dichiarato Luigi Merlo, è stata avviata una procedura di mutuo. Tale importo consentirebbe lo stato di attuazione del piano delle opere e degli investimenti. •
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La pulce nell’orecchio
MARKETING E PROPAGANDA AD ALTA VELOCITÀ
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uale viaggiatore sarebbe disposto a pagare un biglietto più salato per un trasporto più lento? Nessuno, in teoria. Eppure in Italia questo sta succedendo ed è una delle conseguenze, passate in silenzio, dell'avvento dell'Alta Velocità e del pubblicizzato FrecciaRossa. EurostarCity Milano-Rimini: i 330 chilometri, per esempio, fino al dicembre scorso si percorrevano in tre ore. Ora, dopo il debutto del FrecciaRossa, lo stesso EurostarCity impiega tre ore e mezzo e il biglietto è salito del 20 per cento. Per scendere allo stesso tempo di prima, bisogna prendere il FrecciaRossa da Milano a Bologna (costo 45 euro in 2° classe) e poi salire sullo stesso EuroStarCity proveniente da Milano (partito però molto prima del treno super veloce). Già perchè, in sordina, tutti treni Etr (il nome tecnico dei pendolini) sono
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stati passati sulla nuova linea Tav. I treni a lunga percorrenza rimasti sono i vecchi vagoni intercity che hanno avuto un restyling interno e si fanno chiamare FrecciaBianca. Sono più lenti dei loro predecessori e costano di più. Perché? Il motivo principale è che così Trenitalia vuole costringere i viaggiatori a salire sul FrecciaRossa, che dà margini di guadagno molto più elevati. Ma c'è un altro intoppo, sottaciuto: la Tav, inaugurata tra mille fanfare, non è ancora finita. È stata costruita solo la linea ferroviaria, ma nessuna delle stazioni è stata adeguate. Il problema principale è Bologna. Con un FrecciaRossa che parte ogni ora da Milano ma lo stesso numero binari di prima nella vecchia stazione, lo snodo emiliano è diventato un imbuto perchè il numero dei treni è salito enormemente. La conseguenza è semplice: non potendo far accumulare ritardi al
FrecciaRossa (non foss'altro che per banali motivi di immagine), tutti gli altri treni sulla Milano-Bologna sono ormai quasi sempre in ritardo. Le cose non miglioreranno almeno fino al 2015, quando sarà terminata la stazione sotterranea dedicata ai soli FrecciaRossa. E' come costruire un'autostrada nuova ma quando i caselli non sono pronti (e bisogna usare quelli della vecchia): la modernizzazione a macchia di leopardo del Paese, o meglio la fretta di non voler attendere che tutta la nuova rete fosse completata ha creato l'ingorgo, celato da esigenze politiche di consenso e propganda, degli ultimi due Governi, nonché la necessità di far vedere all'Ue che l'Italia non è indietro rispetto agli altri Paesi. Si va veloci, velocissimi, tra TorinoMilano-Roma-Napoli (e Bologna e Firenze, che sono in mezzo, ringraziano), ma si va lenti, lentissimi, in tutto il resto d'Italia. Più che avvicinare il Paese, la Tav aumenta ancora di più il divario tra le regioni fortunate e sfortunate. La verità è che oggi, se e fino a quando altre linee veloci non saranno costruite, il nostro è diventato un Paese a due velocità. C'è un'Italia da Paese moderno. E c'è un'Italia da Terzo
di Simone Filippetti
Mondo, dove i treni arrancano. Mentre costruiamo ferrovie superveloci per convogli che vanno a 300 chilometri all'ora, l'unica linea che collega il Tirreno con l'Adriatico, la Roma-Ancona, è a binario unico, lo stesso costruito durante il fascismo. Ed è solo un esempio. Colpa della Tav, che «No Global» e movimenti ambientalisti dipingono come l'incarnazione di tutti i mali? No, ma colpa di una politica dei trasporti schizofrenica. Modernizzare solo una parte di un Paese, peraltro da sempre in grave ritardo rispetto alle altre nazioni europee, ha come effetto collaterale di aumentare ancora di più la forbice. Il tracciato della Tav è stato un puro calcolo economico e di marketing. La tratta Roma-Milano è la più trafficata d'Europa (ne sanno qualcosa le compagnie aeree che su quella tratta prosperano e che fanno a gara per prendersene un pezzetto) e quindi rende conveniente investirci. Per questo la Tav difficilmente arriverà in altre regioni (che non siano il Corridoio 5), specie in quelle più svantaggiate (geograficamente ed economicamente) che invece sono quelle che più ne avrebbero bisogno. Ora, dal 2012 arriva anche Italo, il treno veloce di Montezemolo e Della Valle. Concorrenza in più e maggiori servizi, ma sempre e solo sulle tratte Alta Velocità. La Tav è stata venduta come una vera alternativa "verde" all'abbuffata di traffico automobilistico di cui l'Italia soffre. Ma autostrade e città continuano a essere intasate perché la Tav non decongestiona dalle auto, è solo un mezzo alternativo all'aereo. E infatti a soffrire per il Frecciarossa non sono stati i Benetton (proprietari di Autostrade), ma Colaninno e soci, i neo-proprietari di Alitalia. Come se ne esce? Con più fatti e meno propaganda. •
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La foto
EyjafjallajĂśkull La cenere del vulcano islandese oscura i cieli europei. AutoritĂ di volo atterrite, passeggeri a terra.
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r&f last but not least Centri commerciali
LA CACCIA ALLE STREGHE DI BANCHE E BOTTEGHE C entri commerciali sì o centri commerciali no? Le uniche certezze sono la mancanza di regole chiare e l’incoerenza che contraddistinguono l’operato del sistema amministrativo italiano. Traduzione in soldoni: in alcune regioni si rischia di paralizzare indiscriminatamente progetti avviati da anni sotto le gestioni precedenti, mentre in altre aree del Paese c’è un’eccessiva e indiscriminata proliferazione di iniziative retail RE. Il risultato è che l'Italia appare sempre più grigia agli occhi degli investitori internazionali. La strumentalizzazione politica da un lato e gli interessi forti dall’altro fanno il bello e il cattivo tempo nel settore del real estate italiano, e a questo principio non si sottraggono le banche. I finanzia-
menti erogati negli anni del boom “agli amici degli amici”, per citare la provocazione lanciata da Roberto Limetti, head of Italy Pradera, in occasione della 1a giornata di studio CNCC, tenutasi a Milano lo scorso 6 maggio, è la testimonianza diretta di come la crisi del settore non sia frutto soltanto della congiuntura economica globale ma anche degli errori commessi negli anni precedenti. Dal punto di vista amministrativo spicca l’ostilità politica, che cavalca le esigenze degli esercizi commerciali indipendenti, portata avanti in Piemonte e a Roma dalle giunte di centro-destra e in Toscana da quella di centro-sinistra. La regione guidata dal neo presidente leghista Roberto Cota ha approvato una delibera che annulla
quelle delle amministrazioni precedenti, le quali concedevano deroghe all’iter di autorizzazione per nuove aperture o ampliamenti. A rischio finiscono almeno sei progetti: una nuova apertura, due ampliamenti e tre estensioni di strutture da media a grande dimensioni. Una posizione su cui si è schierato anche l’altro governatore del Carroccio, Luca Zaia. L’onda politica ha raggiunto la capitale, per altro affollata di shopping center, dove il sindaco Gianni Alemanno ha dichiarato “basta con i centri commerciali” e per raggiungere questo scopo ha annunciato di voler azzerare le cubature che riguardano queste strutture. Sull’altro fronte dello schieramento politico ma sulla stessa linea in questo frangente, il governatore della
Toscana Enrico Rossi ha recentemente annunciato che «non ci saranno spazi per nuovi centri commerciali dopo il 31 dicembre 2010, con l’esaurimento della vecchia programmazione… Eventuali nuove realizzazioni dovranno essere valutate con attenzione e verificate con le esigenze del territorio». Diametralmente opposto è il caso della Sicilia e in particolare di Catania (vedi Osservatorio prezzi, p. 18). La provincia etnea, con 300mila residenti nel comune capoluogo e oltre 1 milioni di abitanti complessivi, è sottoposta a numerose iniziative presenti e future. Attualmente conta nove centri commerciali con soluzioni retail anche di grandi dimensioni e altre strutture saranno aperte nel breve/medio termine tra cui shopping center (vedi Speciale Eire, progetto Centro Sicilia, p. 26) e outlet. Ma la Conferenza dei Servizi, composta da Regione Sicilia, Provincia di Catania, Comune di Calatabiano e Camera di Commercio di Catania, ha rilasciato di recente le autorizzazioni commerciali per la realizzazione dell’outlet “Naxos - Taormina Fashion Garden” che disporrà di 130 negozi. Sul fronte finanziario, dopo anni in cui la leva del credito arrivava addirittura al 90% senza che le banche per loro stessa ammissione avessero una reale percezione del rischio, dopo il caso Lemhan Brothers la percentuale erogata è scesa al 60% e gli istituti di credito hanno finalmente provveduto a creare figure professionali in grado di comunicare con i developer. I risultati: i soldi ci sono ma i finanziamenti no se i progetti non soddisfano determinate caratteristiche. Suona come una sentenza la dichiarazione “nel nord milanese non finanziamo. Siamo preoccupati perché vediamo alcuni centri commerciali morire”, pronunciata dal responsabile real estate structuring Unicredit, Marco Recalcati. Se solo ci avessero pensato prima…
CALENDARIO GIUGNO • LUGLIO 2010
MERCATI IN FIERA NOME
COSA
DOVE
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Milano
08-10/06
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15-18/06
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aeroporti
Milano
16-18/06
www.aci-europe.org
BREAD & BUTTER
streetwear
Berlino
07-09/07
www.breadandbutter.com
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A. P.