CONSUNTIVO PLAST 09 MESCOLE TAILOR-MADE GESTIONE DEL RISCHIO
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MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI
Mensile - Spediz. in abb. postale - 45% - Art. 2, comma 20/b Legge 662/96 - Filiale di Milano - ISSN 0019-7556
ACCORDO FEDERAZIONE/LIUC
MAGGIO 2009 - NUMERO 4
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20.04.2009
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
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MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI
L’industria italiana della gomma
Mensile - Spediz. in abb. postale - 45% - Art. 2, comma 20/b Legge 662/96 - Filiale di Milano - ISSN 0019-7556
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guide to the italian rubber industry
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APRILE 2009 - NUMERO 3
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L’industria gesto eDitore italiana della gomma
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PLAST MEGLIO DEL PREVISTO GOMME FLUOROSILICONICHE
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SOMMARIO | ANNO 53 • 568 - MAGGIO 2009 • N. 4 22
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ELASTICA: SOMMARIO
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UN SALONE IN CHIAROSCURO
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PLAST 09: PARLANO I PROTAGONISTI
QUANDO UN’AZIENDA GIOVANE SA ESSERE ANCHE ESPERTA
La IMG opera da tre anni sia nella costruzione del nuovo che nel ricondizionamento dell’usato
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Plast 09 si è chiuso con un bilancio di espositori e visitatori in lieve calo; tuttavia è emerso qualche segnale interessante sia nel campo delle materie prime che in quello dei macchinari
Quindici espositori, intervistati nel corso della rassegna milanese, le danno il loro voto
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SOLUZIONI TAILOR-MADE PER OGNI ESIGENZA TECNICA
Il gruppo Kraiburg produce ogni anno circa 17.000 tonnellate di mescole a base gomma e il suo reparto R&D opera con tre team specializzati in altrettati settori applicativi: automotive applications, industrial applications, rubber roller compounds
| L'INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |
maggio
2009 n. 568
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LA GOMMA E LA PLASTICA ALL’UNIVERSITÀ
La Federazione Gomma Plastica e Assocomaplast hanno concluso un accordo di collaborazione con l’Università Carlo Cattaneo - LIUC di Castellanza per quanto riguarda il corso di laurea triennale in Ingegneria Gestionale
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PNEUMATICI SOTTO CONTROLLO
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TACCUINO
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In giugno partono le verifiche sui veicoli leggeri in Toscana
• In maggio un corso Assogomma di difettologia • Regolamento europeo sui pneumatici ai fini della sicurezza • Tre corsi di formazione al torinese Plastlab • Definite le scadenze delle fiere della plastica • Trasduttori di pressione anche per presse di stampaggio
CALENDARIO
Esposizioni, conferenze, manifestazioni annunciate
Mensile degli elastomeri e degli altri polimeri resilienti con il patrocinio della Federazione Gomma Plastica Assogomma
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA ELASTICA Comitato di redazione: Giuseppe Cantalupo, Emilio De Tuoni, Antonino Di Pasquale, Eugenio Faiella Direttore responsabile: Eugenio Faiella Redazione, amministrazione, pubblicità: GESTO EDITORE srl - via Mercato, 28 - 20121 Milano Tel. +39 028051511 r.a. - Fax +39 0289013553 gomma@gestoeditore.it www.gestoeditore.it Diffusione e servizi informatici: gesto@gestoeditore.it Grafica: Mariella Salvi mariella.salvi@gestoeditore.it Direttore marketing: Luciano Boldrini boldrini@gestoeditore.it Pubblicità: Gian Franco Donini donini@gestoeditore.it Traffico: Silvia Pizzi silvia@gestoeditore.it Prezzo di una copia: Italia € 10 - estero € 11 Abbonamento annuo: Italia € 90 - estero € 100 (via aerea €130) c/c postale 13590203 intestato a GESTO EDITORE srl
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Spediz. in abb. postale - pubbl. inf. 45% - art. 2, comma 20/b Legge 662/96 - filiale di Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 4275 del 1.4.1957 Registro degli operatori di Comunicazione numero 6002 La direzione non assume responsabilità per le opinioni espresse dagli autori degli articoli e dagli estensori dei testi delle inserzioni pubblicitarie.
GLI inserzionisti AVENANCE DOLDER MASSARA IMCD ITALIA
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PLASGOMMA
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TERENZIO PERSICO TSF
GARANZIA DI RISERVATEZZA Il trattamento dei dati personali riguardanti gli abbonati viene svolto nell’ambito della banca dati dell’editore e nel rispetto di quanto stabilito dal D.L.vo 196/2003 sulla tutela dei dati personali. I dati non saranno comunicati o diffusi a terzi se non per le procedure inerenti la spedizione della rivista e gli interessati potranno chiedere in qualsiasi momento la modifica o la cancellazione al direttore responsabile, che è il responsabile del trattamento. Il responsabile del trattamento dei dati raccolti in banche dati per uso redazionale è il direttore responsabile cui ci si potrà rivolgere per i diritti previsti dal D. L.vo 196/2003. Stampa: Arti Grafiche S. Pinelli srl Milano
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elastica Comitato di redazione: Fausto Casa, Emilio De Tuoni, Giampaolo Giuliani.
SOMMARIO Gli sponsor di Elastica.................................................................................................................. 6 - 7 Abbiamo letto per voi........................................................................................................................8 SSBR funzionalizzate ◊ Nanotechnology e il futuro (Nanoprene) ◊ Proprietà dinamico-meccaniche di S-SBR caricate con silice ◊ Isteresi e attacco a steel cord con fibra aramidica attivata ◊ Additivi con disperdenti polimerici ◊ Silici speciali per pneumatici invernali ◊ Materiali naturali nei pneumatici ◊ Il riciclo della gomma può portare a risparmi ◊ Riciclo di pneumatici per ricavare olio, acciaio, nero di carbonio ◊ Attrito tra gomma e ceramica ◊ Metodi di misura della dispersione e dispergrader Sistemi di gestione del rischio in materia di sicurezza e ambiente, di Beatrice Garlanda......... 17
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elastica
ELASTICA | ABBIAMO LETTO PER vOI
materie prime SSBR FUNZIONALIZZATE
Dr. Norbert Steinhauser, Dr. Thomas Groß (Lanxess); Tire Technology International 2008; 2008-70. Rif. E2645.
L
e gomme stiroliche polimerizzate in soluzione (SSBR) offrono maggiore flessibilità nella concezione delle mescole per battistrada che non le SBR polimerizzate in emulsione. Con le SSBR si realizza più facilmente il controllo del contenuto di vinile, della macro- e della microstruttura, della temperatura di transizione vetrosa, del branching (ramificazione delle catene polimeriche). Recentemente si è appurata l’utilità della presenza di catene laterali polari nelle SSBR per migliorare l’interazione del polimero con le cariche, nell’intento di ridurre la resistenza al rotolamento senza peggiorare la tenuta sul bagnato e la resistenza all’abrasione. Per favorire il contatto e l’interazione tra mcromolecola elastomerica e carica, Lanxess ha messo a punto una serie di SSBR funzionalizzate con gruppi carbossilici laterali. L’entità della presenza di tali gruppi ha per effetto l’aumento dello smorzamento (tandelta) con spostamento verso più alte temperature (verso 0 gradi) del massimo di smorzamento. Ciò viene indicato come segnale di aumento del grip su terreno bagnato. Nello tesso tempo viene indicato che il tandelta a 60°C subisce una sensibile riduzione, ovvero che a 60°C si verifica una sensibile diminuzione di resistenza al rotolamento. Viene anche verificato che la resistenza all’abrasione non viene peggiorata aumentando il grado di funzionalizzazione. Tutto ciò significa che la funzionalizzazione sulle catene della SSBR, tanto più porta ad aumento di grip su terreno bagnato, tanto più migliora la resistenza al rotolamento e la resistenza all’abrasione. Viene mostrato che quanto avviene con contenuto di vinile di 40% e contenuto di stirene di 24%, non avviene con contenuto di vinile di 23% e contenuto di stirene di 38%, perché in tal caso l’elevato contenuto di stirene provoca sì più alto tandelta a 0°C, ma anche
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più elevato tandelta a 60°C. Introducendo sulla catena polimerica della SSBR le funzionalizazioni sopraindicate, anche con alto contenuto di stirene, oltre alto tandelta a 0°C si ottiene basso tandelta a 60°C, cioè alta resa elastica a 60°C, come è nelle premesse per ottenere bassa resistenza al rotolamento, e sensibilmente alta resistenza all’abrasione. Quanto esposto è in sede di verifica in prove su strada. L’articolo, oltre che molto attuale è anche molto importante, perché espone in modo molto chiaro e facilmente leggibile concetti che permettono di seguire le moderne evoluzioni in atto per l‘ottimizzazione delle mescole di battistrada.
materie prime NANOTECHNOLOGY E IL FUTURO (NANOPRENE)
Ian Salusbury; Tire Technology International 2008; 2008-68. Rif. E2646.
I
l prof. Dale Schaefer dell’Università di Cincinnati puntualizza che l’industria dei pneumatici è l’industria più significativa nell’impiego dei nanomateriali, dal momento che nero di carbonio e silice precipitata sono nanomateriali. I produttori di pneumatici sono costantemente impegnati ad espandere il cosiddetto triangolo magico, che vuole raffigurare i valori di trazione, resistenza al rotolamento, resistenza all’abra-
maggio
2009 n. 568
sione: i nanomateriali sono qualificati per migliorare le sunnominate proprietà tutte insieme e non una a discapito dell’altra. Il dr. James Busfield, alla testa del Rubber Research Group della Queen Mary University di Londra, descrive uno degli approcci al rinforzo, ricordando che i nanotubi di carbonio sono stati brevettati per l’impiego nelle mescole dei pneumatici. Inoltre, egli ricorda che i nanocaolini sepiolitici e montmorillonitici fruiscono di elevati coefficenti di forma, per cui hanno la possibilità di favorire la resistenza alla permeazione dei gas, come peraltro comprovato dall’impiego in vernici della InMat Inc nel New Jersey. Il dr. Harris Goldberg, presidente e CEO della InMat, spiega che la InMat è specializzata nella produzione di vernici con marchio di fabbrica Nanolok a base di nanoclay e di polimeri, concepite per sostituire un rilevante spessore degli innerliner dei pneumatici. Forse ancora maggiore significato ha l’approccio con i POSS (polyedral oligomeric silsesquioxanes), che sono prodotti poliedrici polifunzionali con proprietà di reticolanti. I POSS sono caratterizzati da modulo altissimo (10÷15 gigapascal): l’impiego dei POSS è attualmente all’esame dalla Kumho Tires per le possibilità di tale materiale di incrementare la tenuta sul bagnato. Una ulteriore promessa è rappresentata dal Nanoprene della Lanxess. Si tratta di un materiale nanostrutturato costituito da un polimero stirene-butadiene sotto forma di particelle di diametro 50 nanometri resistenti al rigonfiamento con funzionalizzazioni in superficie per ottenere reattività con le silici. La Yokohama Tires sta sviluppando un nuovo pneumatico “Advan sport”, per il quale viene previsto un nuovo approccio nella metodologia di confezione delle mescole, che richiede lunghi tempi di mescolazione, ma che dà luogo a dispersione spinta della silice con forte legame tra silice e elastomero. Il prof. Schaefer di Cincinnati puntualizza che l’elevato costo dei nanomateriali rischia di causare ritardi nei progressi, tuttavia non mancano pareri ottimistici circa lo sviluppo entro i prossimi 10 anni, come espresso da dr. James Bu-
Abbiamo letto per voi | ELASTICA
sfield del Rubber Research Group della Queen Mary University di Londra.
grip su bagnato e su ghiaccio, è spiegato dalla presenza di silice precipitata e di silani accanto a quella della S-SBR. Analogamente viene mostrato che la presenza di silice precipitata e di silani accanto a quella della S-SBR procura una riduzione dello stress softening (riduzione dell’effetto Mullins). L’articolo è presentato come collaborazione tra il National Research Centre di El Behooth St. Dokki (Cairo) e l’università di Ulm (Germania).
materie prime PROPRIETÀ DINAMICOMECCANICHE DI S-SBR CARICATE CON SILICE
A.A. Ward, A.A. Yehia, A.M. Bishai, F.F. Hanna, A.A. Mansour, B. Stoll, W. von Soden, S. Herminghouse – e-mail: drfaikahanna@yahoo.com; Kautschuk Gummi Kunststoffe (KGK); 61/11569-2008. Rif. E2647.
(L’articolo è in lingua inglese)
A
ffinché un elastomero acquisisca le proprietà ingegneristiche che si è soliti attibuirgli occorre come è noto ricavare con esso opportune miscele (mescole) basate su componenti con precise funzioni chimiche, che permettano la realizzazione delle tipiche proprietà viscoelastiche desiderate. Nell’articolo vengono considerate caratteristiche di rinforzo indispensabili per realizzare degli articoli, in modo particolare caratteristiche ottenibili nella gomma stirolica polimerizzata in soluzione (S-SBR) per azione di silici precipitate. Prima di iniziare l’esposizione, gli autori rimandano opportunamente a letterature tecniche citate in bibliografia per ricordare, al di là delle caratteristiche viscoelastiche, notizie puntualizzatrici sui rinforzi di tipo meccanico irrinunciabili e basilari per ottenere l’idoneità all’impiego pratico e fruttuoso in campo elastomerico, nella fattispecie sui rinforzi dipendenti dall’azione di silici e di agenti silanici di accoppiamento. Solo a questo punto quindi gli autori espongono lo studio, considerando lo sviluppo delle caratteristiche dinamicomeccaniche nei diversi intervalli di frequenza di sollecitazione, che caratterizzano le possibilità di impiego degli elastomeri nei casi più generali. I vulcanizzati sottoposti ad esame sono a base di S-SBR contenenti da 0 a 70 phr di silice precipitata con area superficiale 175±20 m^2/g, accompagnata da silano Si69 in ragione di 8% sulla silice. [Si69 = bis(3trietossisililpropil) tetrasulfano]. Di tali mescole vengono rappresentate curve master, che esprimono, in
materie prime
funzione della frequenza di sollecitazione, gli andamenti del modulo dinamico a torsione G*, o quanto meno quelli delle sue componenti elastica e viscosa G’ e G”, alla temperatura di -26,5°C: tale valore di temperatura viene scelto come punto medio della temperatura di transizione vetrosa Tg delle mescole in esame sunnominate. Da tali curve master viene dedotto che dinamicamente gli andamenti di G’ e G” non vengono influenzati dalla interazione silice/silano, ma che tuttavia l’aggiunta di silano riduce l’interazione carica/carica, riducendo vantaggiosamente la viscosità della mescola come desiderato in fase di mescolazione. Vengono trovate correlazioni tra l’effetto rinforzante della silice precipitata nella S-SBR e quello che appare da fenomeni altrimenti spiegati. Ad esempio l’effetto Payne, cioè la vistosa diminuzione della componente elastica del modulo dinamico che ha luogo in funzione dell’ampiezza di sollecitazione spiegata da Payne come effetto della distruzione di reticolati dovuti a forti interazioni carica-carica non solvatati dall’elastomero, viene interpretato in funzione del meccanismo di rinforzo dovuto alla silice precipitata in assenza ovvero in presenza di silani. Viene anche evidenziato che l’ottenimento di basso valore di tandelta a 80°C e di elevato valore di tandelta a -20°C, per ottenere rispettivamente bassa resistenza al rotolamento ed elevato
maggio
ISTERESI E ATTACCO A STEEL CORD CON FIBRA ARAMIDICA ATTIvATA
R. Datta, N. Huntink, M. vd Made, B. Pierik - Rabin.Datta@Teijinaramid. com; Kautschuk Gummi Kunststoffe (KGK); 61/11-580-2008. Rif. E2648.
L’
attacco ai cord di acciaio ottonato alle mescole di gommatura viene ottenuto grazie ad elevati contenuti di zolfo, ad elevati rapporti zolfo/accelerante, alla presenza di sali di cobalto e di resine resorciniche con esametossimetilmelammina (HMMM). Un ulteriore miglioramento delle caratteristiche di attacco viene ottenuto con l’ag-
giunta di un prodottto a base di fibre corte di para aramide attivata chimicamente (Sulfron 3001), che procura vantaggi isteretici utili per ridurre lo sviluppo di calore in condizioni dinamiche e pertanto utili anche per migliorare l’adesione ai cord nelle condizioni di impiego. Per il Sulfron 3001 viene dichiarata la seguente composizone chimica generale: Twaron 40 parti in peso, stearato di stearile 30 parti in peso, ausiliari di
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ELASTICA | Abbiamo letto per voi
lavorazione 20 parti in peso, altri prodotti chimici 10 parti in peso. Twaron è una poli-parafenilen-tereftalamide (PPTA) della Teijin [-NH-C6H4-NHOCC6H4-CO-]n. In una mescola di NR contenente 45 phr di nero N326 con sistema vulcanizzante 1phr di DCBS e 5phr di zolfo insolubile oleato al 20% viene provata l’aggiunta di 1,5 phr di Sulfron 3001. La mescola viene confezionata in mescolatore interno introducendo il Sulfron 3001 insieme al nero di carbonio e raggiungendo allo scarico una temperatura maggiore di 145°C ma non superiore a 165°C. Con tale mescola, e con una analoga senza Sulfron 3001, vengono determinate le caratteristiche reometriche, le caratteristiche meccaniche, la resistenza alla fatica (Monsanto), le caratteristiche visco-elastiche, le caratteristiche dinamiche con RPA alla frequenza di 20 cicli per minuto (Rubber Process Analyzer) notando la differenza di componente elastica G’ tra il grado di reticolazione 20% e 0,7%, nonchè quella tra 90% e 0,7%. Con le medesime mescole vengono inoltre gommati cord (3+9x0,22+1) di acciaio ottonato con ottone contenente 67,5% di Cu. Dopo vulcanizzazione i cord vengono trazionati secondo ASTM 2229-85, sia come tali che dopo invecchiamenti in diverse condizioni: 3d a 105°C in aria, 2d a 121°C in vapore, 7d a 25 °C in una soluzione acquosa al 10% di NaCl. La mescola contenente Sulfron 3001 mostra un favorevole effetto di diminuzione di viscosità Mooney. Le mescole con e senza Sulfron 3001 hanno uguali coppie reometriche ricavate con MDR 2000E (Moving Die Rheometer). Però con RPA alla frequenza di 20 cicli per minuto appare che, all’aumentare dell’ampiezza di deformazione nell’arco da 0,7 a 90%, la mescola contenente 1,5 phr di Sulfron 3001 rivela un decadimento molto inferiore della componente elastica G’ del modulo dinamico a torsione, cioè rivela una considerevole protezione contro l’effetto Payne e pertanto contro l’indesiderato effetto di interazione carica-carica. Infatti il valore di G’ tra l’ampiezza di deformazione corrispondente al grado di reticola10
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zione 0,7% e quella corrispondente al grado di reticolazione 20% per azione del Sulfron 3001 decade da 69 kPa a 39 kPa, ove poi tra l’ampiezza di deformazione corrispondente al grado di reticolazione 0,7% e quella corrispondente al grado di reticolazione 90% per azione del Sulfron 3001 decade da 104 kPa a 68 kPa. Dai dati presentati appare anche che l’addizione di Sulfron 3001 dà luogo a minore riscaldamento per isteresi, a migliore attacco ai cord (pull out test), e, durante il processo di invecchiamento, a minore riduzione dell’entità dei legami polisolfurici e dell’entità della rimanenza di ZnS, con conseguenze positive sia sui valori di riduzione dell’attacco, sia sui valori dell’attacco in presenza di vapore e di soluzioni di elettroliti. (L’articolo è in lingua inglese)
meccaniche (carico di rottura); nei riguardi della propagazione delle screpolature durante sollecitazioni dinamiche, sulla base dell’incremento del tempo di confezione e della velocità dei rotori, si verifica poi un favorevole aumento del numero di cicli di sollecitazioni dinamiche che conduce a innesco di rottura improvvisa e catastrofica. L’effetto dei diversi componenti chimici con azione accelerante o antinvecchiante viene studiato in diversi segmen-
materie prime ADDITIvI CON DISPERDENTI POLIMERICI
A. Schröder, T. Früh, K. May, D. Ruppelt, T. Alshuth – Rhein Chemie – thomas.frueh@rheinchemie. com ; Kautschuk Gummi Kunststoffe (KGK); 61/11-584-2008. Rif. E2649.
L’
articolo proviene dalla Rhein Chemie. Dopo un lungo preambolo iniziale nel quale vengono descritti fondamenti validi per l’interpretazione delle reazioni di vulcanizzazione e di degradazione degli elastomeri, facendo appello anche a riferimenti riguardanti procedure di esame e procedure di accertamento della qualità, gli autori passano a descrivere i risultati ottenibili con l’impiego in mescole elastomeriche dei prodotti chimici di produzione della loro società. Il primo aspetto fondamentale è quello che puntualizza la corretta dispersione dei componenti chimici, sulla quale hanno effetto rilevante le procedure di mescolazione. Rifacendosi all’uso del nero di carbonio in mescole di SBR nel mescolatore interno, appare che sulla base dell’incremento del tempo di confezione e della velocità dei rotori, vengono incrementati anche macrodispersione e caratteristiche
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ti del lavoro presentato nell’articolo: grande rilevanza ha la solubilità di tali componenti negli elastomeri stessi. Dei componenti chimici considerati dagli autori vengono riportate le solubilità in diversi elastomeri, determinate eseguendo prove ottiche su provini di gomma contenenti quantità via via crescenti dei singoli componenti. Nelle determinazioni eseguite, la concentrazione limite, che indica un valore appena superiore a quello della solubilità del componente chimico, viene dedotta dalla comparizione di cristalliti sulla superficie del provino stesso. Con tale sistema sperimentale viene accertata la solubilità di 20 acceleranti in 8 famiglie di elastomeri: EPDM, NR,BR, SBR con 23% di stirene, SBR con 64% di stirene, NBR con18% o 34% o 49% di ACN. Per tutti gli acceleranti solidi viene riportato anche il punto di fusione, Per la famiglia degli EPDM vengono analizzati gli andamenti delle caratteristiche di durata di impiego in condizioni statiche e dinamiche. Le ricettazioni non vengono prese in considerazione, se non da un punto di vista generale di impiego globale delle materie prime, per le quali come nero di carbonio N550 viene precisato Purex 45 di Degussa AG. Interessante è la rappresentazione dell’an-
Abbiamo letto per voi | ELASTICA
damento degli effetti delle sollecitazioni dinamiche, che denotano l’esistenza di un valore limite di ampiezza di deformazione, oltre il quale il valore della componente elastica viscosa del modulo dinamico a torsione (G’) subisce un aumento repentino e pertanto l’esistenza di un limite in cui la condizione dinamica appare quindi meno sopportata dal vulcanizzato. Viene anche considerata l’influenza del tipo di ZnO impiegato. Con le metodologie considerate vengono comunque individuate due mescole di EPDM, non specificatamente descritte, per le quali si verificano condizioni favorevoli di resistenza alla propagazione delle screpolature in condizioni dinamiche. L’articolo è molto lungo e, dato l’ordine di distribuzione delle figure abbastanza caotico, per la lettura è consigliabile reperire le notizie per singoli argomenti.
particelle sferiche con superficie liscia e bassa reattività con gli elastomeri. La sua bassa reattività superficiale viene in questo caso apprezzata, perché non va a modificare in modo indesiderato la reattività superficiale di altri componenti della mescola e non va a turbare altri equilibri di natura viscoelastica. Nell’articolo qui considerato vengono infatti apprezzate caratteristiche tipiche del mondo dei pneumatici: accelerazione, frenata, capacità di grip la-
materie prime MATERIALI NATURALI NEI PNEUMATICI
Ian Salusbury; Tire Technology International 2008; 2008-72. Rif.E2651.
(L’articolo è in lingua inglese)
materie prime SILICI SPECIALI PER PNEUMATICI INvERNALI
Gerd Schmaucks (Elkem AS – Norway), R. Ristic (Serbia); Tire Technology International 2008; 2008-50. Rif. E2650.
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a silice speciale SIDISTAR della ditta novegese Elkem AS, il cui marchio generale è già stato segnalato in Rubber World; 232/1-34-Aprile 2005 ed già stato nominato nella recensione con codice Elastica E2218 in I.G. 522 dell’Ottobre 2005, viene qui specificatamente presa in considerazione per le sue prestazioni sperimentate nei pneumatici invernali. La silice SIDISTAR non è simile alle silici precipitate con elevata area superficiale, elevata polarità, elevato potere rinforzante, il cui impiego è molto diffuso nelle mescole di gomma soprattutto per raggiungere alte caratteristiche meccaniche (alta resistenza alla lacerazione), peraltro ottenute a spese di difficoltà di lavorazione: la silice SIDISTAR presenta invece bassa area superficiale (20 m^2/g misurata con metodo BET),
una accelerazione di 1,46 m/s^2, un grip laterale di 2,26÷2,42m/s^2. La rumorosità di marcia viene indicata entro 74 dB. L’innesco di aquaplaning è indicato a 82,6÷85,3 km/h. L’innesco di aquaplaning in curva avviene con accelerazione laterale di 2,59÷2,63 m/s^2. Durante la frenata su fondo di cemento liscio bagnato viene indicata una distanza di arresto di 29,1÷29,5 m con una decelerazione di 4,19÷4,25 m/s^2. Viene concluso che i pneumatici invernali contenenti SIDISTAR insieme a nero di carbonio risultano caratterizzati da performanza molto buona su terreno bagnato e asciutto.
terale, performanza su terreno bagnato e su terreno asciutto, bassa emissione di rumore durante la marcia, resistenza all’aquaplaning. Inoltre vengono apprezzate prestazioni durante le lavorazioni, fornite dalla interazione moderata, ma non negativa, con la fase elastomerica. In particolare vengono apprezzate le caratteristiche di lavorabilità nell’impiego in mescole di battistrada di pneumatici invernali. Sono riportate caratteristiche risultanti da prove eseguite su pneumatici invernali con mescola di battistrada contenenti SIDISTAR compiute con una vettura Volkswagen Golf Mark V. Le prove sono state compiute dopo aver sottoposto i campioni a marcia su strade asciutte allo scopo di rimuovere residui di antiadesivi o di componenti estranei sulla superficie. Non sono però riportati nell’articolo i valori di confronto che si riferiscono a mescole di battistrada invernali con mescole correnti non contenenti SIDISTAR, perché i valori disponibili erano stati ottenuti su pneumatici con differente struttura. Gli autori suggeriscono di eseguire il confronto basandosi sulla propria esperienza. Nelle prove su neve viene rilevata una distanza di arresto di 45,1 metri, una decelerazione di 3,00÷3,18 m/s^2,
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articolo proviene sostanzialmente dal Tun Abdul Razak Research Center in Hertford (UK – dott. Andy Chapman). Nel quadro dell’orientamento all’impiego di materiali rinnovabili è compreso anche il settore dei pneumatici. Nel caso qui considerato si pensa alla introduzione in gomma di biofiller, che rinforzino l’elastomero rimpiazzando parte del nero di carbonio e della silice. Per poter realizzare tale possibilità occorre reperire un materiale naturale con il grado di finezza adatto o quanto meno un materiale, che possa essere portato in tali condizioni per macinatura o simili operazioni; inoltre un materiale che sia compatibile con la gomma. Alletta l’idea rimpiazzare il nero di carbonio, che rappresenta il 20-30% del totale dei pneumatici: nel 2007 sono state impiegate nove milioni di tonnellate di nero di carbonio, di cui il 70% nei pneumatici. Sostituendo il nero di carbonio con materiali rinnovabili verrebbe ridotta anche l’emissione di CO2. Nel Dipartimento dell’Agricoltura di Peoria (Illinois – USA) il Dr. Lei Jongs ha lavorato nella ricerca su derivati del grano, di altre granaglie e di soia, proponendosi di reperire possibilità
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di uso di prodotti collaterali a quelli per l’industria degli alimentari, allo scopo di aumentare il valore del raccolto, con il vantaggio di trovare una alternativa favorevole ambientalmente all’uso del nero di carbonio. Particolarmente sotto osservazione sono i prodotti della soya. I semi di soya contengono prodotti oleosi, proteine e carboidrati. Dalla soya si possono ricavare farine di soya senza grassi (DSF= defatted soy flour). Il Dr. Jong pensa addirittura che la DSF possa essere usata per sostituire parzialmente il nero di carbonio arrivando alla sostituzione del 10%÷50% di quest’ultimo: Dr. Jong starebbe già collaborando in merito in via confidenziale con un partner industriale. La letteratura scientifica riporta altre notizie riguardanti possibilità di considerazione di altri prodotti naturali per ottenere proprietà rinforzanti nella gomma e in altri polimeri: ad esempio vengono considerate la cellulosa, la juta, la canapa, il lino, la seta, il cotone, l’olio di palma, il cocco, la fibra di agave. Ovvero anche altri materiali meno usuali, come le penne di oca per rinforzare il polipropilene. Non mancano i pareri di chi osserva che le temperature di incorporazione nella gomma in fase di lavorazione sono troppo alte per alcuni prodotti naturali. Viene anche riportato che esistono casi in cui effettivamente vengono usati biofiller: un esempio è il BioTRED della Goodyear, nel quale nel 2001 si sono impiegate cariche biopolimeriche derivate dall’amido per rimpiazzare parte del nero di carbonio e della silice. Goodyear sostiene che con tale pneumatico si è ridotta l’emissione di CO2 di 7,7 g/ km, ove la riduzione 0,2 g/km è dovuta alla carica. Sumitomo con il suo pneumatico ENASAVE 97 è in grado di ridurre il contenuto di plastificante petrolifero portandolo al 3% in peso. L’articolo è in parte forse esageratamente ottimistico e difficilmente si può considerare totalmente realistico, perché certamente non vi è tecnologo che, tentando alcune delle strade indicate, abbia già incontrato delusioni. Tuttavia l’articolo è importante, perché può anche capitare di dover effettivamente im12
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battersi nelle avventure descritte.
prodotti e processi IL RICICLO DELLA GOMMA PUÒ PORTARE A RISPARMI
David Shaw - dshaw@crain.com; European Rubber Journal; 191/1-30-GenFeb2009. Rif. E2652.
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uropean Rubber Journal enfatizza la notizia secondo cui la ditta Watson Brown HSM sta terminando di costruire in Germania una prima versione di un impianto specializzato nella preparazione di riciclati da vulcanizzati di FKM e di HNBR. A quanto viene pubblicato e dichiarato da David Brown della Watson Brown durante un meeting dal tema “Rubber in Engineering Group” svoltosi a Londra nel Dicembre 2008, l’impianto sunnominato, per il quale è previsto
l’inizio del funzionamento nel primo trimestre del 2009, ha sostanzialmente dimensioni pilota, in quanto consta di due macchine con una capacità di 20 litri ciascuna: viene comunque comunicato che durante il 2010 verrà costruito un altro impianto più grande con una capacità di 100 litri, in grado di processare una tonnellata/ora di vulcanizzato. Il materiale riciclato risultante risulta in forma di foglie, che possono essere
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lavorate a mescolatore e impiegate direttamente come ingredienti nelle mescole di articoli di gomma. David Brown riconosce che percentuali ingenti di materiale riciclato (33÷75% in volume) inficiano le caratteristiche ottenute, ma che tuttavia è possibile riformulare le mescolanze, ottenendo caratteristiche simili a quelle originarie con un risparmio significativo. Viene ritenuto che nella produzione mediante stampaggio a iniezione degli articoli tipici, nei quali si usano gli elastomeri sunnominati, si arriva a scartare anche 60% del polimero sotto forma di scrap: un riciclaggio diretto di questi presenta l’ulteriore vantaggio di non essere contaminato con materiali estranei. Il riprocesso può essere applicato in presenza di diversi sistemi vulcanizzanti: viene detto, evidentemente riferendosi a mescole di HNBR, sia con sistema vulcanizzante a zolfo, che a base di perossidi. Secondo David Brown, il procedimento di riciclaggio, oltre che ad articoli di FKM o di HNBR, è applicabile con profitto anche ad articoli di EPDM e di CR. Il processo, anche dal punto di vista dei problemi di conduzione e di gestione, è da considerarsi simile a quello sul quale è basato il mescolatore interno: infatti questo corrisponde al traguardo che si è proposto lo sviluppatore, Chris Brown, ex direttore tecnico alla Francis Shaw. Il ciclo di riprocesso, che dura circa 6 minuti senza che si superi la temperatura di 60°C÷70°C e che è puramente un processo meccanico, avviene senza che vengano aggiunti additivi. L’impianto è costituito essenzialmente da uno statore circolare orizzontale e da un rotore che ruota attorno ad un asse verticale, ove sia statore che rotore sono opportunamente sagomati (è riportata una figura): tutta la costruzione viene ritenuta simile a quella di un viscosimetro Mooney. L’unità da 20 litri ha circa 1 metro di diametro e ha un ingombro verticale di circa 2 metri. Il consumo energetico viene espresso in 150 GJ/tonnellata con scrap a base di gomme sintetiche e in 16 GJ7tonnellata con scrap a base di NR.
Abbiamo letto per voi | ELASTICA
prodotti e processi IL RICICLO E L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
David Shaw - dshaw@crain.com; European Rubber Journal; 191/1-40-GenFeb2009. Rif. E2653.
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i parere sostanzialmente non diverso circa il riciclo dei vulcanizzati nell’industria della gomma, ma con molte riserve, è l’autore di un articolo riportato nella stessa rivista European Rubber Journal. Una delle prime cose che un neofita apprende è che la gomma non può essere riciclata, perché quando è vulcanizzata è termoindurente e come tale è irreversibile. Però anche il neofita apprende che la gomma vulcanizzata, se viene pirolizzata dà luogo ad un materiale, che può essere impiegato nelle mescole di gomma senza che le proprietà di un nuovo vulcanizzato vengano menomate. Chiunque in realtà ha però appreso che additivare le mescole di scrap di gomma vulcanizzata costituisce un incubo, perché la gomma vulcanizzata, in modo particolare quella che ha già lavorato come costituente dei pneumatici, non può essere riutilizzata come tale, perché, oltre ad essere termoindurente, si è man mano
arricchita di materiali contaminanti, come ad esempio residui di oli minerali, o di fibre di acciaio, o di materiali con caratteristiche non definibili. Difficilmente può risultare convincente che in realtà tutti i produttori di articoli di gomma usano in vari modi nelle proprie mescole materiali riciclati ricavati dai propri articoli, perché ciò viene addirittura autorizzato da più o meno adeguate prove di controllo meccanico eseguite dai clienti degli articoli sulla base di strumenti più o meno dubbi, che difficilmente vanno al di là del mescolatore a cilindri. Difficilmente ciò viene quindi autorizzato in modo assoluto: viene anche detto nell’articolo che si incorre comunque nel pericolo di “trovarsi le
dita bruciate” da ciarlatani non in grado di comprendere le basi dell’industria della gomma. Il parere che fino a un certo punto traspare dal tono dell’articolo è che il riciclo del materiale gomma è controproducente. Tuttavia proprio nelle ultime righe viene riportata una frase, che ha sapore giornalistico più che tecnico, che comunque non suona chiara se essa voglia significare pesanti difficoltà attuali contingenti nell’industria della gomma, o se essa voglia significare che effettivamente in questi momenti difficili non possiamo permettere che i pregiudizi non ci permettano di scorgere utili possibilità.
bustibili, ad esempio anche come taglio per oli diesel. In tal senso si è espresso Paul Archer, capo delle ricerche della UTD Research, proponendo uno sviluppo brevettuale o una divulgazione come metodo proprietario. L’olio ricavato dal processo sarebbe del tutto simile a quello che si ricava dal grezzo.
prodotti e processi
Viene sottolineato il fatto che ogni giorno in Inghilterra vengono tolti dai veicoli più di 100000 pneumatici, ossia circa 40 milioni di pneumatici ogni anno, ovvero 485000 tonnellate. Il 70% circa di tali pneumatici non viene destinato alla discarica, perché il 26% viene riusato per ricostruzione e il 40% viene riusato in altre forme o viene combusto per produrre energia: quest’ultima è una opzione non desiderabile, perché non può essere applicata senza danni all’ambiente (polluzione e influenze climatiche). Oltre a tutto il 28% viene inviato in discariche, o addirittura viene stoccato come tale.
RICICLO DI PNEUMATICI PER RICAvARE OLIO, ACCIAIO, NERO DI CARBONIO
Peter Prowse – CIPA - UK; Tire Technology International 2008; 2008-124. Rif. E2654.
L’
approccio all’argomento del riciclo del materiale dei pneumatici fuori uso, nell’articolo qui recensito è completamente diverso da quello degli articoli comparsi in European Rubber Journal del Gennaio-Febbraio 2009. Si discute qui infatti di recuperare il materiale senza la pretesa di riadoperarlo come tale, ma con la pretesa di ricavare da esso delle sostanze di demolizione, che possano trovare utilità nelle mescole di gomma. Il processo, denominato Continuous Reductive Distillation, è stato sviluppato dalla UTD Research e consiste nel riscaldare pneumatici fuori uso in un apparato, in cui si trova una atmosfera gassosa depauperata dell’ossigeno, finché i costituenti volatili si separano dai solidi (acciaio e carbonio) e vengono si condensano entro la fase oleosa o vengono riciclati per produrre parte dell’energia necessaria per il processo. Applicando il processo sopra nominato, si evita di gravare l’ambiente dei milioni di tonnellate di materiale in discarica e, inoltre, si ha anche il mezzo di vendere materiali che servono da com-
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prodotti e processi ATTRITO TRA GOMMA E CERAMICA
F. H. Ezzat, W. Y. Ali, G. T. AbdelJaber - e-mail: wahyos@hotmail. com; Kautschuk Gummi Kunststoffe (KGK); 61/11-576-2008. Rif. E2655.
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li autori si propongono di descrivere la determinazione delle condizioni ottimali dello stato superficiale della ceramica usata per produrre pavimenti e quelle delle superfici di cuoio e di gomma delle calzature, onde ottenere un sufficiente grado di sicurezza nello studio di protezione dalla scivolata. Lo studio esposto si basa sulla misura del coefficiente di attrito
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ELASTICA | Abbiamo letto per voi
con una attrezzatura, con la quale esso viene determinato come rapporto fra il valore di una forza tangenziale al provino costituito dal materiale del pavimento e una forza applicata in direzione normale ad esso. Il coefficiente di attrito aumenta linearmente con la ruvidità della superficie del pavimento, per cui sui pavimenti rigidi (tiles) sono stati applicati anche procedimenti, con i quali veniva esaminata anche l’influenza di un trattamento di irruvidimento per sabbiatura. Da dati esistenti in letterature tecniche specifiche indicate in bibliografia, esistono fonti che potrebbero rendere possibili opportune considerazioni, tuttavia non sono evidenziate corrispondenze reciproche tra ruvidità e coefficienti di attrito nei rapporti tra superficie ceramica e superficie della calzatura, soprattutto considerando il fatto che influenza decisiva viene esercitata dalle condizioni fisiche nelle applicazioni. Rimane comunque assodato che maggiori coefficienti di attrito sulle superfici di gomma viene verificata su superfici solcate da solchi a V di profondità 4 mm. Nell’articolo viene pertanto descritto un apparato per la misura del coefficiente di attrito. Un campione di superficie ceramica viene supportata a contatto con celle di carico devolute alla misura della forza normale e con celle di carico devolute alla misura della forza tangenziale risultante. Le misure vengono eseguite trascinando sulla superficie ceramica i provini di gomma (o di cuoio), caricati con forze normali applicate con valori fissi di 50; 100; 150; 200; 250 Newton, ove poi le forze tangenziali vengono indicate in funzione della deflessione delle relative celle di carico. I valori massimi delle forze risultanti, e pertanto anche i valori massimi di forza di attrito, vengono letti in corrispondenza dell’inizio del movimento del provino di gomma sulla superficie di ceramica. I provini di gomma e di cuoio hanno dimensioni 100x100x5 mm e hanno durezza rispettivamente di 35 e di 80 ShA: durante le determinazioni la superficie di 100x100 mm viene opposta alla superficie ceramica. Prima dell’esecuzione della prova i provini di gomma vengono incollati su supporti di legno. 14
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I provini di gomma sopradescritti sono previsti anche con quattro scanalature parallele ed equidistanti tra di loro di larghezza 2 mm, orientate perpendicolarmente rispetto alla direzione della forza di attrito, come pure sono previsti anche con otto scanalature perpendicolari tra di loro di larghezza 3 mm. Su provini di gomma non scanalati, il coefficiente di attrito risulta 0,5 con ruvidità della ceramica da 0,05 a 0,1 micrometri; risulta invece 0,42 con ruvidità della ceramica di 2,5 micrometri e di nuovo 0,5 con ruvidità della ceramica di 6 micrometri. Appare cioè che con ruvidità della ceramica da 0,1 a 6 micrometri si incontra una zona in cui il coefficiente di attrito diminuisce con pericolo di instaurazione della scivolata. La scivolata risulta però molto ostacolata con ruvidità della ceramica superiore a 6 micrometri. Tra le conclusioni tratte dagli autori dalle prove descritte eseguite con provi-
ni di gomma di 35 ShA e con provini di cuoio di 80 ShA, appare anche che l’introduzione di scanalature porta a diminuzione dell’attrito. (L’articolo è in lingua inglese)
prodotti e processi METODI DI MISURA DELLA DISPESIONE E DISPERGRADER
Matthew C. Putman (Columbia Univesity e Dinisco), John B. Putman; Tire Technology International 2008; 2008-52. Rif. E2656.
L’
articolo prende spunto da una puntualizzazione del 2002 del prof. M. Gerspacher sui metodi oggi disponibili per accertare il grado di dispersione delle cariche rinfozanti nelle mescole di gomma. Una tabella indica
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2009 n. 568
a quali metodologie si può ricorrere a secondo della grandezza delle particelle di carica per arrivare a un risultato significativo. L’orientamento è quello di impiegare un metodo ottico attrezzato con un video digitale e con possibilità di processo sull’immagine. I metodi studiati nel corso degli anni si sono avvalsi di procedure anche complicate, comprendendo lo studio delle proprietà meccaniche. Gerspacher osserva principalmente le osservazioni di Hess, di Boonstra e di Coran. Hess considera molto importante l’agglomerazione delle cariche: migliorando la dispersione aumenta il carico di rottura, diminuisce l’allungamento a rottura, migliora la resistenza a fatica, migliora la resa elastica, in alcuni casi migliora la resistenza a lacerazione, ma in altri casi dopo un miglioramento mostra un decadimento. Boonstra evidenzia un decadimento di rinforzo a costanza di allungamento. Coran evidenzia un decadimento di rinforzo seguito da un miglioramento. Concetto fondamentale sviluppato dal prof. Gespacher è che il traguardo della mescolazione non è quello di massimizzare la dispersione, ma è quello di ottimizzare la dispersione nei riguardi delle proprietà fisiche. A tal uopo uno degli autori dell’articolo (Putman insieme a Welsh) descrive due tipi di “imaging CCD” (Charged Coupled Device). Secondo uno dei metodi la superficie vulcanizzata da analizzare viene indurita con zolfo fuso e viene osservata con un microscopio a luce riflessa in grado di distinguere la composizione chimica, oppure, secondo lo stesso principio, con il Dispergrader, che analizza la superficie e ricava un istogramma della distribuzione dell’area dei punti riflessi rispetto alla frequenza della loro presenza. Tale distribuzione viene assunta come grado di dispersione. L’apparecchiatura Dispergrader dispone anche di correttori automatici dell’intensità della luce riflessa per evitare che il colore bianco della silice vada ad infirmare i risultati togliendo sensibilità nelle misure. Alo stadio attuale di sviluppo l’accuratezza del Dispergrader permette di classificare sia l’entità di disagglomerazione della silice, sia la sua morfologia.
Abbiamo letto per voi | ELASTICA
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Sicurezza e ambiente | ELASTICA
Sistemi di gestione: un’opportunità da non perdere di Beatrice Garlanda
Il 27 marzo 2009 s’è svolto in Fiera a Rho (MI) un Convegno, organizzato dall’Istituto Italiano dei Plastici con il patrocinio di Federazione Gomma Plastica, sul tema: “La gestione del rischio in materia di sicurezza e ambiente ed il contributo della certificazione dei sistemi di gestione (BS Ohsas 18001:2007 e ISO 14001:2004)”. Ne riassumiamo gli aspetti peculiari.
La Norma oshas 18001: 2007
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a norma OSHAS (Occupational Health and Safey Assessment Series) in esame, pubblicata dal British Standards Institution il 1° luglio 2007, fornisce alle “organizzazioni” ( intese come aziende, società, istituzioni ecc.) uno standard ufficiale di cui dotarsi nella gestione della salute e della sicurezza sul lavoro e sostituisce le edizioni precedenti OSHAS. Va da sé che ottemperare alle norme OSHA non esime dall’obbligo di osservare la legislazione nazionale in materia (per quanto riguarda l’Italia facciamo riferimento, in particolare, al d.lgs. 81/08 e al d.lgs. 231/2001). Lo standard OSHAS 18001:2007 è stato redatto in modo da essere compatibile con i sistemi di gestione ISO 9001: 2000 (qualità) e Iso 14001: 2004 (ambiente). Ciò al fine di facilitare, da
parte di chi intenda farlo, lo sviluppo integrato di tutti e tre i sistemi. La norma, rivolta alle organizzazioni di qualsiasi dimensione ed a tutti i settori merceologici, entrerà in vigore, in ogni suo aspetto, il 1° luglio 2009 . Essa sarà soggetta a revisioni e correzioni ogni qualvolta lo si riterrà opportuno. Sarà revisionata qualora siano revisionate le norme ISO 9001 e ISO 14001 per poter mantenere la compatibilità. Rispetto all’edizione precedente (OSHAS 18001: 1999), le norme OSHAS attuali presentano queste novità: • maggiore enfasi è data al concetto di salute • la norma assume il carattere di standard internazionale • sono aggiunte o modificate alcune definizioni (es. d'infortunio, pericolo). • il termine “rischio tollerabile” è somaggio
stituito da quello di “rischio accettabile” • il termine “hazard” non fa più riferimento ai danni alle proprietà o all’ambiente di lavoro, ma fa riferimento all’incolumità dei lavoratori • maggiore importanza è data alla gestione dei cambiamenti ed alla partecipazione dei lavoratori e loro consultazione. Va sottolineato che certificarsi secondo la nuova norma consente all’organizzazione d’aumentare la prevenzione e il controllo dei luoghi di lavoro e, di conseguenza, diminuire il numero o la gravità degli infortuni. La certificazione OSHA assume, infine, notevole importanza se letta alla luce del T.U. sulla sicurezza del lavoro (d.lgs. 81/08) e del decreto 231/2001, di cui parleremo più avanti. Che cosa deve fare l’organizzazione per adeguarsi ai requisiti OSHAS 18001:2007? Innanzitutto deve effettuare un’analisi iniziale dei rischi ( secondo quanto disposto dal d.lgs. 81/08) ed organizzare il sistema di gestione sulla sicurezza coordinandolo con gli altri sistemi di gestione presenti. Le attività necessarie per la messa a punto di tale sistema, che si basano sul “ciclo di Deming”, sono le seguenti : - politica per la salute e sicurezza
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sul lavoro: la direzione s’impegna a mettere in atto le misure che consentono la prevenzione degli infortuni , tenendo conto dei rischi specifici esistenti e destinando risorse adeguate. - pianificazione: l’organizzazione stabilisce, migliora e mantiene un programma per l’identificazione dei pericoli, la valutazione dei rischi e la determinazione dei controlli necessari -attuazione del programma: nella fase d’esecuzione del programma particolare importanza è data alla formazione del personale. La partecipazione e la consultazione dei lavoratori costituiscono, peraltro, un punto cardine di tutte le fasi del sistema di gestione - controlli ed azioni correttive:si passa qui al monitoraggio sull’effettiva esecuzione del programma. Se necessario si adottano azioni correttive. Sono previsti audit interni, ovvero verifiche ispettive per controllare la conformità e l’applicazione del SGS. -riesame della direzione: l'adeguatezza e l’efficacia del SGS va, ad intervalli prestabiliti, controllata dalla direzione dell’organizzazione. Queste ultima deve mettere in luce eventuali necessità d’implementazione del sistema per minimizzare il rischio. Si fa presente che la domanda di certificazione deve essere inoltrata ad un ente di certificazione accreditato, con gli allegati da quest’ultimo richiesti.
l decreto legislativo 81/08 (c.d. T.U. sulla sicurezza sul lavoro) prevede, all’art.30, che il modello d’organizzazione e di gestione ha efficacia esimente della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche senza personalità giuridica di cui al decreto legislativo 8 giugno 2001,
n.231, qualora sia adottato ed attuato, assicurando un sistema aziendale per l’adempimento di tutti gli obblighi che concernono: • il rispetto degli standard tecnicostrutturali di legge relativi ad attrezzature, impianti, luoghi di lavoro, agenti chimici, fisici e biologici • le attività di valutazione dei rischi e predisposizione delle misure di prevenzione e protezione conseguenti • le attività di natura organizzativa (quali emergenze, primo soccorso) • le attività di sorveglianza sanitaria • le attività d'informazione e formazione dei lavoratori • le attività di vigilanza con riferimento al rispetto delle procedure e delle istruzioni di lavoro in sicurezza • l’acquisizione di documentazioni e certificazioni obbligatorie di legge • periodiche verifiche dell’applicazione e dell’efficacia delle procedure adottate Il modello d’organizzazione e di gestione di cui si tratta deve prevedere idonei sistemi di registrazione dell’avvenuta effettuazione delle attività sopra elencate. Esso deve anche prevedere un’articolazione di funzioni tale d'assicurare le competenze tecniche ed i poteri necessari per la verifica, la valutazione, la gestione ed il controllo del rischio, nonché un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel modello. Va anche predisposto un sistema di controllo sull’attuazione del modello medesimo e sul mantenimento nel tempo delle condizioni d’idoneità delle misure adottate. Di particolare rilievo, per l’argomento che stiamo trattando, è il quinto comma dell’art.30 che recita: “ in sede di prima applicazione, i modelli d’organizzazione aziendale definiti conformemente alle linee guida UNIINAIL per un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro del 28 settembre 2001 o al British Standard
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L’Art 30 del t.U. sulla sicurezza sul lavoro
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OHSAS 18001:2007 si presumono conformi ai requisiti di cui al presente articolo per le parti corrispondenti. Agli stessi fini, ulteriori modelli d’organizzazione e gestione aziendale possono essere indicati dalla Commissione di cui all’art.6” (Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro). Tale comma mette, quindi, in rilievo l’opportunità della certificazione dello standard OSHAS. Infine va ricordato che è già stata presentata una proposta di modifica del T.U. Sarà nostra cura tenere informati i lettori sulle novità normative in merito, quando diverranno definitive.
Il Decreto 8 giugno 2001, n.231
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a lettura dell’attuale art.30 del d.lgs. 81/08 va integrata, come sopra ricordato, con quella del d.lgs. 231 dell’8 giugno 2001 recante: “Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell’art.11 della legge 29 settembre 2000, n.300” Il provvedimento disciplina la responsabilità amministrativa degli Enti che derivi dalla commissione di reati. L’ente è responsabile per i reati commessi nel suo interesse od a suo vantaggio: a)da persone che rivestono funzioni di rappresentanza, amministrazione o direzione dell’ente o di una sua unità organizzativa dotata d'autonomia finanziaria e funzionale nonché da persone che esercitano la gestione ed il controllo dello stesso b)da persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti di cui sopra. Non è, invece, responsabile se le persone che hanno commesso il rea-
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to hanno agito nell’interesse esclusivo proprio o di terzi. Va ricordato che la responsabilità amministrativa dell’ente si affianca alla responsabilità penale del reo, essendo totalmente autonoma rispetto a quest'ultima. I reati di cui si tratta sono connessi alla violazione delle norme relative alla tutela della salute e sicurezza sul lavoro e possono essere di diversa natura e gravità. Si tratta di: • reati contro la personalità individuale (omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime) • reati contro la Pubblica Amministrazione (es. truffa in danno dello Stato o altro ente pubblico, corruzione per un atto d’ufficio o per un atto contrario ai doveri d’ufficio, malversazione) • reati societari (es. false comunicazioni sociali, impedito controllo, formazione fittizia di capitale) Le sanzioni che gravano sugli enti ritenuti responsabili sono di diversa natura. Si tratta di: • sanzioni pecuniarie (si applicano sempre in conseguenza di un illecito amministrativo dipendente da reato e, salvo deroghe, oscillano da un minimo di €25.822,00 ad un massimo di €1.549.370,00) • sanzioni interdittive • confisca • pubblicazione della sentenza Le sanzioni interdittive sono: • l’interdizione dall’esercizio dell’attività • la sospensione o la revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione dell'illecito • il divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione, salvo che per ottenere le prestazioni di un pubblico servizio • l’esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e l’eventuale revoca di quelli già concessi
• il divieto di pubblicizzare beni o servizi. Le sanzioni interdittive si applicano in relazione ai reati per i quali sono espressamente previste, quando ricorre almeno una delle seguenti condizioni: a)l’ente ha tratto dal reato un profitto di rilevante entità ed il reato è stato commesso da soggetti in posizione apicale (quali definiti dal decreto stesso) o da soggetti sottoposti all’altrui direzione quando, in questo caso, la commissione del reato è stata determinata o agevolata da gravi carenze organizzative; b)in caso di reiterazione degli illeciti La responsabilità amministrativa dell’ente è esclusa nei casi previsti dal decreto medesimo (art.6). Si noti che essa non sussiste, per esempio, qualora l’organo dirigente abbia adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione del fatto, modelli d'organizzazione e di gestione idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi. Per essere esonerati da tale responsabilità, occorre che, in fase processuale, il giudice consideri il modello idoneo. Il comma 2 dell’art.12 prevede anche che la sanzione pecuniaria sia ridotta fino alla metà se, prima della dichiarazione d'apertura del dibattimento di primo grado: • l’ente abbia risarcito integralmente il danno ed abbia eliminato le conseguenze dannose o pericolose del reato ovvero si è adoperato in tal senso • sia stato adottato e reso operativo un modello organizzativo idoneo a prevenire reati della specie di quello verificatosi Nei casi di cui sopra non si applicano le sanzioni interdittive (art.17). L’adozione del modello d'organizzazione, gestione e controllo è volontaria. Anche se non vi sono sanzioni per la mancata adozione di un modelmaggio
lo di gestione, va messa in luce l’opportunità di tale adozione soprattutto in termini di prevenzione. Un modello organizzativo adeguato permette all’ente d'essere escluso dalla responsabilità amministrativa legata al reato commesso; uno non perfettamente efficace consente comunque di vedersi infliggere sanzioni ridotte in caso di condanna.
Il punto di vista di Federazione Gomma Plastica
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li interventi e le posizioni della Federazione Gomma Plastica in materia di sicurezza ed ambiente sono stati illustrati, durante il Convegno organizzato da IIP, da Marino Lamperti. Va premesso che la Federazione raggruppa circa 800 imprese, di cui molte piccole e medie, che si occupano di trasformazione della gomma e delle materie plastiche. Importanza primaria, tra le attività da essa svolte, è data alla trattazione dei problemi inerenti la sicurezza sul lavoro e l’ambiente. In questo campo i servizi offerti dalla Federazione prevedono: • il controllo dell’azienda per quanto concerne gli adempimenti vigenti • la stesura di domande d’autorizzazione all’esercizio • un’informazione specifica sulla normativa vigente e sulle nuove leggi • l’assistenza come periti nei rapporti con gli enti di controllo (ASL, Regioni, Comuni). Tra i servizi offerti va poi segnalata la creazione di uno specifico “fascicolo d’azienda” per la corretta gestione ed archiviazione della documentazione presente in azienda e relativa a: • gestione e smaltimento dei rifiuti e delle acque reflue • Green Public Procurement • Valutazione e/o determinazione d'impatto atmosferico e acustico • Sicurezza in ambiente di lavoro
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La Federazione fornisce anche indicazioni circa l’applicazione delle procedure del decreto legislativo 81/2008, della sorveglianza sanitaria sui lavoratori, dell’infortunistica sul lavoro, delle malattie professionali, dell’uso dei dispositivi di protezione individuale e dei servizi aziendali di prevenzione e protezione. Il supporto dato dalla Federazione è orientato all’esame particolare delle tematiche che caratterizzano il settore produttivo in cui opera l’azienda. Tale attività è facilitata dalla suddivisione nei gruppi merceologici presenti nella Federazione stessa, attraverso i quali le aziende hanno modo di confrontarsi sui problemi comuni che caratterizzano il comparto e d’individuare interventi condivisi per promuovere la sicurezza sul lavoro e la tutela dell’ambiente. Tra le attività svolte dalla Federazione si segnalano: • l’organizzazione di convegni informativi sulle principali disposizioni legislative (es. sul d.lgs. 152/06 in materia d’ambiente e sul d.lgs. 81/08 in materia di sicurezza sul lavoro) • l’organizzazione di appositi corsi d’aggiornamento per i responsabili dei servizi di prevenzione e protezione, con rilascio d'apposito attestato • la partecipazione della Federazione alle attività tecnico normative concernenti la sicurezza sul lavoro e l’ambiente. Tra queste vanno ricordate l’aggiornamento e la sperimentazione di nuovi metodi d’analisi delle emissioni e la determinazione del comportamento all’incendio di materiali e oggetti • la verifica applicativa della normativa per alcuni settori della trasformazione nei casi in cui ricorrano specificità che richiedano un confronto con le autorità sia italiane che straniere • la promozione di studi, ricerche, iniziative in campo ambientale e sulla 20
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sicurezza (es. valutazioni di impatto ambientale, sviluppo e dispersione dei fumi di combustione a seguito di incendi, costituzione di archivi informatici riguardanti l’accadimento di incidenti/quasi incidenti ) Durante il Convegno sono state illustrate alcune esperienze inerenti i sistemi di gestione effettuate in ambito associativo e che hanno coinvolto alcuni settori della trasformazione rappresentati dalla Federazione. In tema di sicurezza sul lavoro si è ricordato che le imprese della Federazione aderenti al gruppo merceologico AIPEF (Aziende Italiane Poliuretani Espansi Flessibili) hanno predisposto delle linee guida di buona pratica operativa tese a promuovere la sicurezza negli impianti di produzione del settore. Esse servono, inoltre, ad informare gli operatori dei possibili pericoli per la salute indicando la loro natura e rilevanza, le modalità per la loro determinazione sui posti di lavoro, i criteri consigliati per minimizzare i rischi che possano derivare dall’esposizione alle sostanze usate nella lavorazione e da situazioni di pericolo tipiche del processo adottato. Le linee guida danno anche alcune indicazioni sulle procedure d’emergenza consigliate in caso di evento accidentale all’interno del sito di produzione e descrivono gli elementi base della normativa nazionale e comunitaria rilevanti per l’industria di poliuretani espansi flessibili e dei principali criteri di conformità da adottare. Ricordiamo, infine, che il Gruppo AIPEF è stato coinvolto nel progetto della norma UNI 10617:2009, intitolata: “ Impianti a rischio di incidente rilevante. Sistemi di gestione della sicurezza. Terminologia e requisiti essenziali”. Tra le attività svolte dalla Federazione in materia ambientale, Marino Lamperti, ha segnalato la stesura di una ricerca condotta sulla valutazione dell’impatto ambientale delle pomaggio
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liolefine, con lo scopo di tutelare questo settore nel rispetto della normativa sulle industrie insalubri. In tema di sicurezza, invece, dobbiamo citare uno studio della Federazione concernente la convogliabilità delle emissioni diffuse derivanti dai processi di trasformazione di poliolefine e di PET. In tutti due i casi sopra citati, interlocutrici della Federazione sono state le autorità competenti in materia d’autorizzazione all’esercizio degli impianti di trasformazione. In questo contesto è stata ricordata l’importanza dell’adozione di un sistema di gestione sulla sicurezza e sull’ambiente. Tra le attività svolte dalla Federazione in materia di sicurezza è stata, infine, citata, la creazione di un data base sull’accadimento di eventi accidentali. Quest’iniziativa rientra nel contesto applicativo di quanto previsto dalla normativa nazionale vigente (ad es. sugli impianti a rischio di incidente rilevante) e dalla normativa sui sistemi di gestione di sicurezza, quale la OSHAS 18001:2007. Attraverso il data base si vogliono fornire risposte a richieste di informazioni da parte delle autorità e da predisporre per dichiarazioni, rapporti di sicurezza, documenti sulla politica di prevenzione, sul sistema di gestione della sicurezza. Si vuole, inoltre, arricchire, il patrimonio conoscitivo delle aziende rispetto ai propri archivi storici sugli incidenti interni. Possiamo concludere affermando che la filosofia generale della Federazione è quella di promuovere l’implementazione dei sistemi di gestione tra i propri associati ed il conseguimento della certificazione. Quest’ultima è intesa come strumento atto a migliorare il sistema stesso e, di conseguenza, ad eliminare o ridurre i rischi associati all’attività svolta e che possono avere ripercussioni sui lavoratori, l’ambiente e la collettività.
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Un Salone in chiaroscuro di Giuseppe Cantalupo e Antonino Di Pasquale
C’era e se ne avvertiva la presenza. Parliamo, ovviamente, della crisi che, come era da aspettarsi, ha proiettato la sua ombra anche sul Plast, il Salone Internazionale delle Materie Plastiche e della Gomma, svoltosi a Milano dal 24 al 28 marzo scorso. Minore la superficie occupata rispetto alla passata edizione, più basso il numero degli espositori, inferiore il numero dei paesi rappresentati. E tra i big del settore della gomma, in particolare tra i costruttori di macchine e attrezzature, che sono presenze pressoché istituzionali in questo tipo di manifestazioni, qualcuno quest’anno ha dato forfait. Qualche segnale interessante, però, lo abbiamo registrato sia nel campo delle materie prime che in quello dei macchinari.
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na manifestazione sotto tono, peraltro in sintonia con lo spirito dei tempi, l’edizione 2009 della mostra internazionale della gomma e della plastica a cadenza triennale. Era la quindicesima della serie e anche quest’anno si è svolta nel nuovo complesso di Rho. I sette padiglioni della fiera occupavano una superficie netta di 59.714 metri quadrati (79% macchine, 17,3% materie prime e prodotti, 3,7% servizi: editoria e consulenza finanziaria e commerciale). Gli espositori totali sono stati 1.478 (856 italiani e 622 stranieri; 1.052 diretti e 426 attraverso rappresentanti) e i paesi esteri rappresentati 45. I visitatori sono stati 55.175 (37.586 italiani e 17.589 stranieri, da 114 paesi).
I numeri del 2006 (a loro volta in calo rispetto a quelli del 2003): otto padiglioni, 65.545 metri quadrati la superficie netta occupata, 1.551 gli espositori totali (948 italiani, 603 stranieri; 1.148 diretti e 403 indiretti), 50 i Paesi esteri rappresentati. Visitatori: 65.853 (44.137 italiani e 21.716 stranieri, da 125 paesi). Evidentemente, stringenti esigenze di bilancio, imposte dall’attuale sfavorevole congiuntura economica e finanziaria a livello globale, hanno avuto il sopravvento, nelle valutazioni dei management aziendali, sull’opportunità di partecipare a Plast. A un evento, cioè, che è il più importante dell’anno a livello europeo per le industrie della gomma e della plastica. E che rappresenta un palcoscenico insostituibile di visibilità e rappresen-
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tazione, oltre che di comunicazione e percezione dei bisogni dei clienti. Bisogni che soprattutto in periodi di crisi acquistano il significato di una reale e anche drammatica concretezza e assumono le dimensioni di problemi la cui soluzione è di vitale importanza ai fini della prosecuzione dell’attività produttiva. Come sempre, l’organizzazione della mostra ha affiancato all’evento fieristico un programma di convegni e seminari, nei quali però anche questa volta la gomma, in pratica, non ha trovato spazio. Parallelamente a Plast, infine, si sono svolte anche altre tre fiere: Ipack-Ima (per l’industria dell’imballaggio e della logistica), Converflex (per l’industria della trasformazione dei materiali per l’imballaggio flessibile) e Grafitalia (per l’industria delle arti grafiche, stampa e comunicazione).
Impressioni a prima vista Qualche padiglione con spazi vuoti, qualche espositore con lo stand di più ridotte dimensioni rispetto al passato, qualche macchina in meno. Si è avuta subito la sensazione che, a confronto con l’edizione di tre anni fa, Plast di quest’anno sarebbe stato una manifestazione dal tono dimesso.
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bile, con determinatezza, il suo problema di oggi, per prepararsi, già da oggi, al dopo-crisi. In questa rassegna ci soffermeremo in particolare sulle aziende e i prodotti che non avevamo presentato nei servizi dedicati alla presentazione della grande rassegna milanese.
Materie prime
E l’affluenza dei visitatori, da subito più scarsa di quella delle edizioni precedenti, ha confermato questa nostra impressione. Diversi espositori, però, hanno rilevato una nota positiva: sono stati numerosi i visitatori che erano in giro non per “turismo tecnico”, ma perché realmente interessati a macchinari e prodotti. Non solo, ma erano anche più concreti e decisi che in passato: esponevano il loro problema, ne cercavano la soluzione e in molti casi concludevano anche l’accordo col fornitore. Direttamente allo stand. E da questo punto di vista, la fiera è andata bene per questi espositori, specie nel settore dei prodotti e processi ‘favorevoli all’ambiente’. Pochi visitatori ma buoni, ha detto qualcuno scherzosamente, ammettendo che la situazione prometteva di avere un andamento migliore di quello atteso alla vigilia. Sembra, cioè, che la crisi abbia stimolato, nel visitatore interessato, la ricerca del tale automatismo o del talaltro accessorio che avrebbe potuto aumentare l’efficienza del suo macchinario o, addirittura, l’abbia fatto decidere all’acquisto della macchina che gli poteva consentire di produrre articoli migliori e a più bassi costi. In altre parole, il visitatore è apparso deciso a risolvere il più presto possi-
La ricerca continua. Specie in periodo di crisi è necessario tener testa alla situazione e affrontare le sfide del mercato per uscire al meglio dal tunnel della contingenza sfavorevole. E ognuno lo ha fatto alla maniera sua propria: i produttori, cercando sempre di migliorare i loro prodotti o cercandone particolari combinazioni che aprissero le porte a nuove applicazioni; i distributori, concludendo nuove acquisizioni o nuove esclusive che li mettessero in grado di offrire alla loro clientela pacchetti più completi e, possibilmente, innovativi. Vediamo i casi più interessanti.
Additivi, ausiliari, polimeri Arkema, leader francese nella produzione di prodotti vinilici, industrial chemicals e prodotti di performance, sottolinea il suo impegno in una estesa attività di ampliamento delle applicazioni dei suoi innovativi nanotubi al carbonio multiparete Graphistrength e annuncia il lancio a breve, nel settore degli elastomeri, di un nuovo masterbatch nanotubi-gomma fluorurata, il Graphistrength C E1-20. Sviluppato specificamente per gli elastomeri fluorurati, questo prodotto consente di preparare, anche a basse concentrazioni di nanotubi nella gomma, materiali con elevate proprietà meccaniche e di dissipazione elettrostatica (ESD). Pietro Carini, uno dei distributori di chemicals più longevi in Italia (la società è stata fondata nel 1868) e presenza istituzionale a Plast nel settore maggio
dei prodotti chimici per l’industria, esibiva la lunga lista delle sue rappresentate, che comprendeva ExxonMobil Chemical, Ferro, Lucite International, PPG Industries, Zeochem, SCL Società Chimica Lardarello, e tanti altri ancora. Grazie ai prodotti di queste società, la Pietro Carini è in grado di soddisfare le esigenze delle più diverse tipologie di mercato, dagli elastomeri alle materie plastiche, dal coating ai fluidi diatermici, dall’industria chimica agli oli lubrificanti, mettendo a disposizione dei clienti additivi, plastificanti, pigmenti, solventi, ritardanti di fiamma, silici e silicati, tensioattivi. Eico Specialties, attiva da anni sul mercato italiano con additivi e specialità chimiche di importanti case internazionali quali Cabot, Honeywell, King Industries, Brueggeman Chemicals, Lanxess, Innospec, Kometra, ha tenuto a enfatizzare l’importanza dell’accordo firmato di recente con la giapponese Shin-Etsu NL, leader mondiale nella produzione di prodotti siliconici, per la distribuzione sul territorio italiano di fluidi siliconici e silani. Umbria Filler, società del Gruppo Moccia Irme, produce fillers di carbonato di calcio naturale o rivestito per applicazioni in vari settori industriali, quali gomma, materie plastiche, PVC, colorifici, inchiostri e cartiere. La società è proprietaria dei giacimenti minerari di natura amorfa e cristallina dai quali estrae il minerale e vanta oltre trent’anni di esperienza nel trattamento che conferisce alla calcite le caratteristiche granulometriche e di purezza richieste dalle specifiche applicazioni. Warwick Massa, ben noto distributore di specialità chimiche in tutta Italia per applicazioni in svariati settori, era presente con additivi e ausiliari per gomma e plastica, pitture, vernici, inchiostri e adesivi, detergenza, abrasivi e refrattari, ma anche con
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i pare che la fiera stia andando bene; abbiamo avuto molti contatti e abbiamo visto tutti i nostri clienti e anche qualcuno di nuovo. Quindi è un successo, nonostante la situazione resti difficile. Ogni tanto sembra affiorare qualche timido segnale di ripresa ma è tutto molto incerto. Vedremo i risultati concreti quando, a consuntivo, tireremo le somme. Gabriele Benetti, Brenntag s.p.a.
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tiamo attraversando un periodo di sofferenza un po’ per tutti, chi più, chi meno. L’affluenza di visitatori non è male ma di concreto c’è poco. Stranieri pochi: qualche turco o polacco o spagnolo; praticamente assenti gli asiatici. Sembra che tutti siano in attesa di vedere come andranno le cose. L’aspetto positivo è che la curva negativa ha forse rallentato la discesa, anche se non sappiamo se è stato toccato il fondo. Direi che molte aziende stanno accettando la situazione per quello che è, in termini di ridimensionamento di fatturato e di ordini, e su queste base potrebbero accingersi a ripartire. Ubaldo Colombo, Colmec s.p.a.
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n sintesi: molto meglio di quanto mi aspettassi. A partire dal secondo giorno si sono visti i clienti, soprattutto italiani, perché gli stranieri sono stati pochi (con l’eccezione di qualche turco o sudamericano). L’arrivo dei clienti è stato un po’ un’iniezione di fiducia. La situazione resta comunque difficile e non è possibile prevedere come evolverà. Ma questo non dipende dalla fiera anche perché c’è una forte componente psicologica legata alla crisi finanziaria che, tra l’altro, ha avuto l’effetto di bloccare gli investimenti. Riccardo Comerio, Comerio Ercole s.p.a.
T
utto sommato, una fiera abbastanza vivace rispetto alle fosche previsioni. Visite buone, nonostante il pianto generale. Secondo me comunque il peggio è ancora da venire, ma la botta psicologica subita ci ha preparato a riassorbirlo. Maurizio Coscia, Rutil s.r.l.
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opo i primi due giorni, i visitatori sono arrivati: molti italiani ma anche qualche straniero, turchi ad esempio. Indubbiamente la nostra cromatura dura a spessore ha fatto da richiamo. C’è un pochino più di ottimismo, anche se tutti denunciano un cospicuo calo di fatturato e ordini. Noi ci salviamo perché esportiamo per il 70% e all’estero ci sono settori che continuano ad andare bene, il farmaceutico per esempio. Abbiamo comunque capito una cosa (non occorre essere economisti del Mit per capirlo): questa situazione non durerà poco. Bisogna puntare sull’innovazione e noi cerchiamo di farlo. Sergio Pierno, OR.P Stampi
È
una fiera caratterizzata da un afflusso basso rispetto al passato. L’elemento da rilevare è che le aziende più internazionalizzate sono tutte venute. Sono mancate le aziende più piccole, dell’area di nord est ad esempio, e ciò per effetto della recessione e quindi anche della necessità di risparmiare su tutto. La componente straniera è presente più che sul fronte dei visitatori su quello degli espositori. Si veda l’area dei cinesi, che si preparano ad entrare sul mercato italiano quando la crisi avrà emarginato le aziende non in grado di reggere la concorrenza. Quanto al futuro i nostri analisti prevedono che, passato l’effetto degli incentivi all’automobile, la crisi toccherà l’apice in autunno, per poi durare sino alla metà del 2011. Nel frattempo si va avanti mese per mese, quando va bene, se non settimana per settimana. Riccardo Musci, Zeon Italia s.r.l.
P
er quanto ci riguarda abbiamo rilevato una buona presenza di clienti, ma soprattutto di clienti che avevano le idee chiare su quanto loro serviva e quindi su quello che cercavano. Il che vuol dire che hanno in testa qualche obiettivo o qualche progetto e hanno anche la volontà di portarli avanti in modo determinato. È indubbiamente un buon segnale. Orazio Olivares, Wacker-Chemie Italia s.r.l.
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l mio giudizio è positivo perché abbiamo visto tanto clienti che fornitori; il che vuol dire che questi ultimi continuano a guardare al mercato italiano e stanno anche lavorando a prodotti che potrebbero interessarlo. Leggero ottimismo in più rispetto ai mesi precedenti, dunque. Tra marzo e aprile abbiamo rilevato qualche segno di maggiore positività, anche perché le scorte di magazzino sono in via di esaurimento. Mario Vallanzese, Caldic Italia s.r.l.
C’
è in giro molta preoccupazione, ma anche voglia di uscire dalla crisi. Quindi interesse per le novità e le soluzioni tecniche che in fiera sono state presentate. Ma le cose sono peggiorate in marzo. Comunque, se torna un momento di fiducia e prospettiva, penso che molte aziende saranno pronte a ripartire. Francesco Valsecchi, State of Art Technologies s.r.l.
S
ta andando meglio del previsto perché c’è un certo interesse per prodotti nuovi. Il che fa pensare che qualche cosa si muoverà, probabilmente non subito ma in prospettiva breve. Visitatori esteri soprattutto dal bacino del Mediterraneo, pochi gli europei. Antonio Ferrari, Ser s.p.a.
C’
è un pessimismo dilagante che non ha giovato al successo della fiera. Si nota una certa curiosità per sapere che cosa c’è di nuovo, anche se poi non si traduce concretamente. Insomma, la voglia di fare non manca; il problema è che manca la fiducia. Forse cinque giorni di fiera sono troppi, tenuto conto del numero dei visitatori. Christian Pedone, Eico Specialties s.r.l.
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evo dire che non abbiamo avuto un momento di respiro. In partenza ero molto perplesso, ora invece posso dirmi del tutto soddisfatto. C’è molto interesse e anche progetti ma in questo momento gli investimenti fanno paura e quindi tutti sono molto cauti. Pure noi abbiamo molti progetti e anche per il marchio Terenzio che ci ha fatto entrare in un settore per noi nuovo ma con buone prospettive. Pierino Persico, Persico s.p.a.
C
ome preventivato, il clima di preoccupazione per l’economia mondiale ha influenzato anche la partecipazione a questa edizione di Plast. Rispetto agli anni passati, il numero dei visitatori è sensibilmente diminuito così come la partecipazione dei paesi europei ed extra europei. Nonostante questa tiepida partenza, i clienti di sempre, che hanno visitato il nostro stand, hanno dimostrato ottimismo e fiducia in una prossima, seppur lenta, ripresa insieme ad un rinnovato interesse nei nostri ultimi prodotti. Questo ci fa ben sperare e ci permette di guardare avanti nonostante le previsioni dei più pessimisti. Abbiamo constatato un forte spirito solidale, un sostegno reciproco degno delle più longeve amicizie e speriamo che questa sia l’arma vincente per una rinascita comune. Eleonora Colosio, Doss s.r.l.
T
utto sommato il mio giudizio è positivo. Pensavamo di trovare un clima di crisi profonda e poco afflusso di visitatori; invece abbiamo riscontrato un numero soddisfacente di visitatori e molti nuovi contatti sia italiani che esteri. Rimane comunque un clima se non di crisi di molta prudenza. A mio avviso si inizia a cogliere qualche piccolo segnale di ripresa o meglio di maggior “fiducia nella ripresa”. Pierpaolo Gagliardi, Italmec-G3 s.r.l.
L’
afflusso di visitatori è stato ragionevolmente superiore alle aspettative. L’andamento degli affari e il clima generale sono stati lo specchio di una situazione economica molto difficile e con parecchie incertezze. Quanto ai segnali, se non di ripresa, di maggiore ottimismo, direi che sono estremamente limitati e solo nell’ambito di alcuni tipi di macchinari di nicchia. Riccardo Curti, Pomini Rubber & Plastics s.r.l.
maggio
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Plast 09
strumenti per il controllo qualità. Numerosa, ovviamente, la schiera delle rappresentate, dalla Columbian Chemicals (GB) alla Degussa (D), dalla Zeochem (CH) alla Cytec (US), dalla Almatis (NL) alla DOG (D), dalla Elcometer Instruments (GB) alla The Mickle (GB), e altri produttori ancora. Più specificamente nel campo degli additivi di vulcanizzazione degli elastomeri, Warwick Massa sottolinea l’importanza degli additivi silanici della DOG Deutsche Oelfabrik di Amburgo, i Deolink TESPT e MX (silani solforati) e i Deolink Vinyl e VH (silani vinilici), che hanno ampliato di recente la già nutrita gamma dei Deolink della casa tedesca. Sono prodotti che svolgono il ruolo fondamentale di facilitare la dispersione della silice nell’elastomero attraverso la formazione di un vero e proprio legame chimico carica-polimero, nel quale il silano agisce da ponte tra la carica e la matrice elastomerica, col risultato finale di una più efficace azione rinforzante della silice. Di grande richiamo lo stand di Brenntag. Questo noto distributore internazionale, rappresenta e propone per il mercato nazionale i prodotti, per il settore gomma/plastica, di società come la Lanxess e RheinChemie specialisti nella produzioni di gomme e chemical, Elkem per le nanosfere di biossido di silicio con il nome di Sidistar, Loctite per i distaccanti semipermanenti della serie Frekote e Aqualine, Coim per i plastificanti polimerici, adipici e benzoici e la stessa Brenntag per una serie di prodotti quali attivatori, agenti adesivizzanti, acceleranti, plastificanti a base ftalati e sebacati, cariche rinforzanti ecc. Inoltre, ricordiamo che Brenntag dispone di un importante laboratorio accreditato Sinal per analisi chimiche strumentali in grado di soddisfare le esigenze del settore gomma/plastica. Tra i produttori di speciali chemical per il settore dei polimeri ricor26
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diamo l’importante presenza in fiera di Ser Wax Industry; questa società, che opera non solo in Italia, produce e commercializza speciali cere formulate appositamente per le varie esigenze applicative dei propri clienti. Ser ha sviluppato un ampio range di prodotti specifici per l’industria della gomma e tali prodotti sono oggi largamente utilizzati in formulati per i più svariati settori applicativi. Alla manifestazione la società proponeva prodotti a base paraffinica e cere microcristalline; tali prodotti conferiscono alla mescola in gomma, oltre ad una ottimale resistenza all’attacco ossidativo da parte dell’ozono, un effetto lubrificante migliorando il comportamento reologico del compound durante tutte le fasi del processo di trasformazione. Offre, inoltre, un ampio range di agenti di processo per il settore della plastica per il miglioramento della dispersione degli ingredienti come per esempio i vari pigmenti presenti nel formulato. Rifra Masterbatches, specialista del colore, era presente alla nuova edizione di Plast 09 con prodotti mirati al settore delle materie plastiche ed elastomeri. I prodotti proposti sono stati sviluppati tenendo conto del-
Articoli stampati con Apinat, il nuovo compound termoplastico biodegradabile della API.
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le nuove esigenze produttive del comparto gomma/plastica. I nuovi prodotti innovativi “effetti speciali” si basano sugli ultimi sviluppi offerti dal mercato dei pigmenti, permettono di intervenire nella colorazione delle resine termoplastiche in stampaggio, estrusione film, lastre, tubi, soffiaggio ecc. Una particolare attenzione viene posta, inoltre, alla gamma degli additivi prodotti da Rifra nella quale si trovano i vari tipi di stabilizzanti UV, ritardanti di fiamma, essiccanti, scivolanti, nucleanti; queste tipologie di articoli sono quelle che più si avvalgono delle innovazioni degli studi di ricerca interna. Tutto il know how tecnologico confluisce nei prodotti denominati “complex”, cioè miscele di colori ed additivi appositamente studiati allo scopo di trovare la migliore sintesi per garantire le più alte prestazioni, tenendo sempre in evidenza l’aspetto economico. Lo stand di Polimeri Europa offre una vasta gamma di elastomeri come le gomme SBR sia in emulsione che in soluzione con vari gradi a diverso contenuto di stirene ed una notevole varietà microstrutturale della fase butadienica presente nel copolimero in soluzione (SSBR); molti tipi di SBR sono oleoestesi con oli minerali naftenici ed alcuni nuovi gradi di SBR contengono “safe oils” in sostituzione degli oli altamente aromatici. Gli NBR proposti sono rappresentati con vari livelli di ACN e differenti pesi molecolari; le gomme EPR sono prodotte sia come copolimeri saturi EPM, sia come terpolimeri EPDM il cui termonomero è rappresentato da ENB (etilidennorbornene); le gomme polibutadieniche (BR), fiore all’occhiello della società, sono prodotte con catalizzatori al litio, per polimeri a basso contenuto di unità 1,4-Cis, al titanio ed al Neodimio per polibutadieni ad alto ed altissimo contenuto di unità 1,4-Cis.
Plast 09
Engel: risultati positivi nel 2008 e buone prospettive per il 2009
Compound Imponente e accogliente, come sempre, lo stand di API. Forte della sua lunga e proficua esperienza nel settore delle leghe polimeriche e dei compound a base di elastomeri termoplastici e poliuretani di sua produzione, l’azienda di Mussolente (VI) ha presentato un’importante novità che conferma e consolida il suo impegno nell’immettere sul mercato prodotti a ridotto impatto ambientale: la nuova famiglia di compounds termoplastici biodegradabili morbidi Apinat. Già da tempo API aveva eliminato i metalli pesanti dall’intera gamma dei suoi prodotti e aveva escluso alogeni e plastificanti ftalici dai suoi compound. Ora arricchisce la famiglia delle ‘bioplastiche’, i materiali plastici innovativi così chiamati perché sono biodegradabili o perché derivano da fonti rinnovabili, con i nuovi Apinat. A differenza degli altri materiali plastici biodegradabili, questi nuovi prodotti associano tra loro proprietà solitamente inconciliabili: una morbidezza eccezionale, per la quale rientrano nella categoria degli elastomeri (durezza ShA 48; ShD 60), e caratteristiche fisico-meccaniche confrontabili con quelle dei migliori termoplastici. Originale e accattivante per il suo progetto grafico lo stand della Bagigi, una giovane azienda di Coseano (UD) che opera con successo nel settore della rigenerazione della gomma da pneumatici fuori uso. Il processo, Made in Italy, è innovativo e assolutamente non confrontabile in termini di costi, efficienza, risparmio energetico e rispetto dell’ambiente con quelli utilizzati dagli attuali impianti di rigenerazione situati principalmente in India: è incomparabilmente più rapido, non richiede additivi di lavorazione e non inquina. La gomma devulcanizzata che così si ottiene, la Bagigi Rubber, è nuovamente utilizzabile come mescola pronta per la produzione di
F
atturato in crescita nel 2008, sottolineato dal successo che continuano
ad avere le macchine già in gamma e dal favore che incontrano sul mercato quelle nuove, e buone le prospettive per il 2009. È questo, in sintesi, quanto ha detto Peter Neumann, Presidente del Gruppo ENGEL, nel corso di una conferenza stampa svoltasi nell’ambito della partecipazione della casa austriaca al Plast. Negli ultimi tre anni il fatturato è passato da 546 milioni di euro nel 2005/2006 a 601 nel 2006/2007 (+10,1%) e a 622
Peter Neumann
nel 2007/2008 (+3,5%), con la quota di mercato in Europa balzata in avanti, nello
più facile l’accesso all’area stampi, vi au-
stesso periodo, di circa otto punti: 19,9%
menta lo spazio disponibile per l’opera-
nel 2005; 23,0% nel 2006; 23,1% nel
tore e concede più spazio all’automazio-
2007; 27,4% nel 2008.
ne per l’estrazione dei pezzi stampati e
Sono dati che dichiarano da soli la sta-
per il cambio stampi. Inoltre, semplifica
bilità dell’azienda, i cui punti di forza, ha
molto gli interventi di manutenzione, con
tenuto a sottolineare Neumann, sono la
conseguente risparmio economico per il
costante continuità nello sviluppo dei pro-
minor numero di elementi in movimento
dotti e la focalizzazione dell’impegno sullo
che richiedono lubrificazione. Benefici fi-
stampaggio a iniezione. Alla base di tutto,
nali, dunque, su due fronti: quello di una
la capacità propria del leader di anticipare
maggiore versatilità nella produzione e,
i trend di mercato.
quindi, una maggiore produttività e quel-
Sul fronte delle macchine, il presidente ha
lo del risparmio sui costi.
ricordato, relativamente al 2008, la pre-
Studiata per fronteggiare la concorrenza
sentazione della linea di presse Engel
delle macchine piccole, la gamma delle
e-max e della Engel duo 500 pico, ac-
victory spex presenterà sette versioni con
colte entrambe molto positivamente dal
forza chiusura stampi di 50, 80, 120, 150,
mercato.
220, 300, 400 ton.
Per il 2009 ha annunciato il completamen-
Dopo aver illustrato i vantaggi che que-
to della gamma duo pico da 450 a 700 ton
ste macchine comportano anche in ter-
(450, 500, 550, 600, 650, 700) e, in ante-
mini di risparmio energetico, silenziosi-
prima internazionale, il lancio di una nuo-
tà e rispetto dell’ambiente, Neumann ha
va macchina della serie victory, la Engel
parlato dell’incentivo alla rottamazione di
victory spex: una macchina col gruppo di
3010 euro a chi si disfa di una pressa vec-
chiusura senza colonne, nella cui realiz-
chia e acquista una Engel nuova. Quindi
zazione il costruttore austriaco esprime
ha chiuso l’incontro con la stampa richia-
tutta la sua capacità di innovazione tec-
mando l’attenzione sul Simposio 09, che
nologica derivante dagli oltre vent’anni di
si svolgerà il 27 e 28 maggio 2009 nello
esperienza maturata e messa a frutto nel-
stabilimento di St. Valentin, in Austria, nel
la produzione di questa tipologia di mac-
corso del quale verranno mostrati gli ul-
chine. Come il nome ‘spex’ dice (da space
timi sviluppi tecnologici dello stampaggio
extended), l’assenza delle colonne rende
a iniezione.
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un’ampia gamma di articoli (pneumatici, suole, guarnizioni, lastre, eccetera) con la semplice aggiunta di acceleranti e vulcanizzanti. Per alcune applicazioni non è neanche necessario additivare gomma vergine. Particolarmente interessante, sempre nel campo del riciclo della gomma, la proposta della Center Gomma di Jesi (AN), che ha suscitato un notevole interesse nei visitatori a conferma della consistente validità dell’idea. Oltre a progettare e produrre mescole in SBR e NR su mescolatori chiusi e lastre su linee di calandratura, l’azienda marchigiana, infatti, ha realizzato e immesso sul mercato l’Eco Rubber Pallet: il primo pallet ecologico realizzato, e brevettato, in Europa interamente col 100% di gomma riciclata proveniente dall’industria del pneumatico. Stampato con pressa a compressione, questo manufatto dà l’addio senza rimpianti al vecchio bancale di legno. Misura 1200 x 800 mm e ha una portata massima di 1500 kg. Molti e importanti i vantaggi di questo nuovo pallet, che il costruttore presenta con soddisfazione allo stand ai numerosi visitatori interessati. I principali: resiste a temperature da –30 a +50°C, è indeformabile, impilabile, non richiede interventi di manutenzione e non ha bisogno di nessun trattamento igienizzante, antibatterico, per l’esportazione. Anche in questa edizione una delle più importanti società italiane, Tecno Compounds B.U. di Parker ITR, è presente alla manifestazione con uno stand che richiama la curiosità dei visitatori. La società italiana ha di recente attuato un riassetto dell’attività produttiva attraverso la chiusura del sito di Ortona a favore di un importante rafforzamento del sito produttivo di Siziano. Il vantaggio è dato da un recupero di efficienza produttiva e conseguente riduzione di costi fissi unita alla centralizzazione della gestione delle risorse dedicate alla ricer28
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ca e sviluppo che, avvalendosi dell’importante laboratorio presente nel sito di Siziano, ottimizza l’intera attività della società. Tecno Compounds continua il suo percorso di crescita nel settore del compound attraverso nuovi studi di formulazioni per rispondere all’attuale crisi internazionale offrendo prodotti altamente innovativi che possono soddisfare i più svariati capitolati internazionali per settori come quello dell’edilizia, cavi elettrici, tubi idraulici e non, nastri trasportatori, articoli tecnici vari ecc. La società di Siziano occupa un posto di primo piano come compoundatore internazionale del comparto gomma con una capacità produttiva di oltre 50.000 ton/annue. Caso interessante quello della Polytema, una nuova realtà nel campo del trading internazionale con sede a Torino e uffici anche a Milano. Il suo obiettivo è quello di ricercare le migliori fonti di approvvigionamento delle materie prime dal Far East alle Americhe, dalle repubbliche ex-sovietiche al Medio Oriente, fungendo da “vaso comunicante” del mercato. Tra i principali prodotti trattati le gomme sintetiche e termoplastiche quali SBR, polisoprene SKI-3 e SKI-3S, polibutadieni alto e medio CIS, SBS (settore
Il Rheometer VTM si Alpha Technologies.
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calzature e bitumi). Asset importante una gestione della logistica evoluta, in grado di movimentare merci in tutto il mondo, secondo elevati standard di servizio. Completiamo questo capitolo dedicato alle materie prime citando le altre aziende presenti a Plast delle quali abbiamo ampiamente parlato nella pre-rassegna che abbiamo pubblicato nel numero di gennaio/febbraio. La Eurochimind che ha recentemente arricchito la sua gamma di prodotti con nuove case rappresentate; la Wacker che ha presentato per la prima volta una nuova serie di prodotti siliconici denominati Silpuran; e infine la Zeon con le ultime novità nelle gamme dei suoi Zetpol, Hytemp, Zeotherm e Zeonex.
Apparecchi da laboratorio Nonostante l’attuale crisi internazionale, le aziende che operano nel settore delle apparecchiature/attrezzature da laboratorio hanno continuato e continuano ad investire nella ricerca e nello sviluppo sia di nuove tipologie di strumentazioni per abbattere i costi e rendere maggiormente efficiente una dato test di laboratorio, sia di nuove apparecchiature per un maggior approfondimento di quei parametri che sempre più caratterizzano il comportamento/prestazioni di materiali polimerici. In questa edizione di Plast molte erano le società presenti. Un nuovo forno progettato per semplificare e accelerare la misura quantitativa del nero di
Plast 09
carbonio viene presentato allo stand di ATS Faar. Dotato di flussimetro e con dimensioni contenute rispetto ai sistemi tradizionali, il forno si caratterizza per compattezza e capacità di raggiungere rapidamente la temperatura richiesta. Per rendere più agevole l’inserimento e l’estrazione della navicella porta-campione, e ridurre al minimo le possibilità di contatto dell’operatore con le parti ad alta temperatura, sulla struttura del forno è installata una slitta di movimentazione che può essere dotata di azionamento motorizzato per automatizzare il sistema. Nel campo del comportamento reologico dei materiali polimerici nello stand di Dynisco - Alpha Technologies era da vedere il Rheometer VTM (Viscosità-Transition-Modulus). Il VTM è uno strumento polifunzionale che consente anche di effettuare analisi DMA (Dynamic Mechanical Analyzer) ed è molto indicato per soddisfare le esigenze operative necessarie sia alla funzione controllo qualità sia alla funzione ricerca e sviluppo. Il VTM è in grado di misurare le proprietà dinamo-meccaniche di materiali solidi e fusi all’interno di un vasto range di parametri significativi dei polimeri come ad esempio: cross-over point, tan delta, viscosità del fuso (η) e shear modulus (G’ & G”). Il VTM è l’unico strumento in grado di caratterizzare la struttura polimerica, ramificazioni (branching) ecc.; infatti, esso è stato utilizzato con successo per lo studio della misurazione del contenuto di gel e del meccanismo di reticolazione di materiali a base PEX-b. Il reometro può essere completamente automatizzato per prove di oltre 100 provini attraverso opportuna programmazione riducendo in tal modo i costi di laboratorio. Il sistema di analisi completamente automatizzato per campioni di materiale polimerico consente l’eliminazione dell’influenza dell’operatore sui dati.
La nuova macchina a iniezione ENGEL victory 50 spex.
Ricordiamo, sempre nel campo degli apparecchi da laboratorio, che nella rassegna di gennaio/febbraio avevamo già presentato le novità di For Lab Italia (con il nuovo microdurometro DigiTest con centratore laser); di Gibitre (con un nuovo dinamometro, due nuovi duromtri r una nuova pressa da laboratorio); di DGTS (con apparecchiature di prova sia su crudo che su vulcanizzato); di Instron (con un dinamometro di nuova configurazione).
Macchine e processi Anche nel campo delle macchine e dei processi si sono riscontrate delle novità interessanti. Segno che ricerca e innovazione tecnologica non sono state bloccate dalla crisi, ma, anzi, sono state in grado di elaborare proposte per il mercato adeguate ai tempi. E veloci, specie sul fronte ecologico. Riciclo, recupero, risparmio energetico, rispetto dell’ambiente: sono le parole che più frequentemente ci è capitato di leggere lungo le corsie dei padiglioni o di sentire agli stand, parlando con gli espositori. Perché esprimono il tema vincente sul quale i costruttori hanno puntato: la necessità imprescindibile di coniugare la tutemaggio
la dell’ambiente con la riduzione dei consumi energetici.
Presse e estrusori In uno stand dalle dimensioni ragguardevoli (ben 500 metri quadrati), Arburg, costruttore tedesco di presse a iniezione per gomma e plastica, ha presentato sette modelli di presse Allrounder come esponenti di una tecnologia di Prima Classe. Interessante per il settore gomma, sotto il profilo dell’efficienza energetica, la macchina Allrounder 470 A elettrica, con forza di chiusura di 1.000 kN, che stampava guarnizioni in silicone liquido (LSR) con uno stampo a otto impronte in un ciclo di 40 secondi. Velocità, precisione, basso consumo di energia sono le caratteristiche principali di questa macchina, oltre all’alta riproducibilità e alla silenziosità dei movimenti garantita dal funzionamento elettrico. Desma Tec, recente divisione della Desma Schuhmaschinen, ha esposto una testa di colatore per poliuretano montata su robot: una macchina già nota e in uso nell’industria delle calzature, ma esibita al Plast in una nuova versione, con portata maggiorata (può arrivare fino a 1000 g/sec) per poter essere utilizzata nella produzione di lastre e componenti vari in
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di pompe, tubazioni e valvole connesso con il trasferimento di additivi solidi dispersi nella fase liquida alle unità di colatura. Un’altra caratteristica è che la percentuale di riempitivo, che può giungere fino al 30%, può essere variata anche durante il processo, senza interrompere la produzione. Inoltre, la testa può essere utilizzata sia in produzioni continue con colatura su nastro che in impianti a colatura in stampo. Rilevante, infine, sul piano ecologico e su quello economico, la caratteristica che la vite della camera di miscelazione è autopulente. Il che significa che per pulire la testa al ter-
mine del processo non c’è bisogno di nessun solvente di nessun genere di cui approvvigionarsi per poi doverlo smaltire dopo l’uso. In un vero e proprio megastand la Engel ha presentato in cinque isole le sue ultime novità nel campo delle presse a iniezione dedicate ai settori auto, imballaggio, telematica, medicale e stampaggio tecnico. Si trattava delle Engel duo 3550/500 pico, e-motion 740/180, emax 310/100, e-motion 200/55 e victory 500H/80W/120. Il Plast di Milano, però, è stato soprattutto l’occasione, per la casa austriaca, per annunciare in anteprima, in un importante scenario tecnico internazionale, il lancio entro il 2009 di una nuova macchina, la Engel victory spex. Una macchina che, nei vari modelli che ne compongono la serie, abbina la tecnologia senza colonne a un vantaggioso rapporto qualità/prezzo. L’annuncio è stato dato direttamente dal Presidente del Gruppo Engel, il Dr Peter Neumann, nel corso di una conferenza stampa organizzata in fiera (vedi riquadro). Per concludere, State of Art Technologies presenta la pressa Boy 35M per lo stampaggio di materiali elastomerici. La pressa, equipaggiata con un gruppo iniezione di 58 cc, era in funzione allo stand per lo stampaggio di portachiavi in NBR. La pressa era dotata di piani caldi 255x255 e di una spazzola pneumatica per lo scarico dei pezzi e la pulizia dello stampo. I vantaggi delle macchine piccole per lo stampaggio di articoli in gom-
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poliuretano. La caratteristica fondamentale di questa testa è di consentire la colatura del PU miscelato con l’additivo granulato, di dimensioni fino a 4 mm, direttamente nella camera di miscelazione: non è necessario, cioè, premiscelare a parte il riempitivo col poliolo prima del suo impiego, perché il solido viene dosato automaticamente dalla macchina, che provvede, poi, a immetterlo nella testa di miscelazione a monte del poliolo e dell’isocianato. Alla semplificazione delle operazioni questa tecnica aggiunge quindi il vantaggio, non trascurabile, dell’eliminazione del rischio dell’abrasione
La nuova pressa Boy 35M commercializzata in Italia da State of Art Technologies
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ma sono l’elevata velocità nello startup: si possono stampare mescole diverse e colori diversi dello stesso articolo su macchine diverse, produzioni parallele di pezzi che vengono poi assemblati. Il rischio d’investimento è basso, l’aumento delle macchine può seguire gradualmente l’aumento della produzione, nella fase di start up di una produzione è richiesto minor capitale. Stampi più piccoli permettono tempi di consegna ridotti, gli stampi pilota possono essere costruiti più velocemente e con costi molto bassi, il cambio stampi è molto veloce senza bisogno di equipaggiamento speciale. Infatti, le macchine piccole sono più facilmente automatizzabili con tempi di ciclo più veloci grazie a movimenti più rapidi e stampi più efficienti, meno cambi di mescola e colori grazie alla possibilità di produzioni parallele; non sono necessari canali freddi perché si inietta molto vicino all’impronta con enormi risparmi sulla mescola, maggior precisione di stampaggio dovuto al minor numero di cavità. La pressa completa, di tutto compreso la spazzola singola pneumatica viene offerta ad un costo molto interessante (indicato in 38.500 euro consegnata ed installata). È importante citare in questa rassegna la presenza di una società italiana leader nella progettazione e commercializzazione delle presse ad iniezione oltre che di altre apparecchiature come gli estrusori di ultima generazione insieme agli impianti per la produzione di profilati per il settore auto. Stiamo parlando della Rutil, che, nonostante le note vicissitudini non ancora superate, ha deciso ugualmente di partecipare a questa importante manifestazione per dimostrare che la società si sta adoperando per uscire da una difficile situazione. Ci auguriamo che Rutil trovi la forza, il coraggio e le risorse necessarie per ritornare a brillare ed occupare il posto che le compete.
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Sempre interessanti le proposte di Italtech: all’interno del proprio stand la società italiana propone le sue novità come la macchina a ginocchiera BS 950 3i che presenta la particolarità di essere idonea nell’impiego per la produzione, su tavola rotante, di fanali posteriori automobilistici. Ora grazie alla forte esperienza acquisita nel settore automotive, Italtech presenta le nuove macchine ideate nel 2008, la serie KL. La nuova serie vanta una vasta gamma con tecnologie a due piani, grandi corse di apertura, bassi consumi energetici con applicazione di inverter; inoltre, la serie KL contempla soluzioni con colonna estraibili per inserimento stampo in condizioni di minimo spazio, sistema idraulico ed elettrico di progettazione Italtech così come lo sviluppo del software. Altra novità è data dalla serie Newton: un capolavoro tecnologico, poderosa e performante, una progettazione inedita e innovativa, con una grande intuizione: il serbatoio estraibile. Newton offre livelli di dinamismo elevatissimi, dettagli tecnici interessanti come l’innovativa chiusura, bassi consumi energetici e pochissima manutenzione. Per quanto riguarda alcuni speciali estrusori lo stand Coperion mostra il nuovo estrusore ZSK MegaCompounder Plus da laboratorio ed alcune attrezzature per la manipolazione dei materiali. L’estrusore possiede una coppia torcente del 20% superiore rispetto alla versione precedente (ZSK MC) e risulta particolarmente indicato per la mescolazione, dove è necessaria l’immissione di una elevata quantità di energia. Poiché una coppia torcente superiore permette di avere anche un maggiore grado di riempimento, con questa soluzione risulta possibile aumentare la portata circa del 30%, spesso pur mantenendo la temperatura del prodotto più bassa. Le caratteristiche dell’estrusore ZSK MC Plus sono particolarmente accentuate dal-
Comerio Ercole: l’innovazione tecnologica utile all’ambiente
N
e aveva dato notizia nel corso della Open House svoltasi presso la sua azienda il 1° dicembre dell’anno scorso. Ora Riccardo Comerio, Amministratore Delegato della Comerio Ercole, ha dato la dimostrazione concreta della Recycling Technology: la tecnologia innovativa sviluppata dalla sua società per il recupero e la lavorazione di materiali di scarto, quali gomma da pneumatici, legno, plastiche da post-consumo, fibre di vetro, fibre di carbonio, tessuto non tessuto, per il loro riutilizzo nella fabbricazione di nuovi manufatti. I visitatori di Plast si sono trasferiti nel nuovo laboratorio di ricerca di Gallarate (VA), un capannone di 1500 metri quadrati inaugurato a gennaio di quest’anno, dove l’azienda svolge le sue prove e mette a punto i suoi nuovi macchinari. Qui era installato e ci è stato mostrato in funzione un modello del nuovo impianto in continuo per il riciclo della gomma. Il principio su cui si basa il nuovo processo è quello di combinare una matrice di un polimero termoplastico (per esempio EVA oppure PP, PE e TPE) con una carica costituita dal materiale di scarto da riciclare, che nel nostro caso era gomma in granuli ottenuta da pneumatici di scarto. Il modello che abbiamo visto era l’ETP, acronimo di Estrusore Testa Piana che dichiara esplicitamente che esiste la possibilità di cambiare tipo di produzione semplicemente cambiando la testa: sostituendo, per esempio, quella piana con una anulare, si può passare dalla produzione di lastre a quella di tubi. Sostanzialmente, l’impianto consiste in uno speciale estrusore monovite provvisto di una camera di mescolazione brevettata, nella quale i due ingredienti, alimentati ciascuno con una sua specifica linea, vengono intimamente miscelati per poi essere estrusi a dare manufatti utilizzabili in molteplici settori applicativi (coperture di pavimenti e tetti, pannelli per isolamento acustico,
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pavimentazione di impianti sportivi, parti per auto, calzature, eccetera). L’impianto in dimostrazione lavorava con una miscela di gomma in granuli/EVA nel rapporto 85/15 utilizzando un polverino di particelle di gomma triturata di circa 2,5 mm di diametro. Il polverino proveniva dalla Tritogom, un’azienda di Cherasco (CN) all’avanguardia nel recupero della gomma da vecchi pneumatici, ma va detto, per una più completa informazione tecnica, che sullo stesso impianto erano state effettuate, con esito positivo, prove con l’impiego anche di un altro tipo di polverino ricavato da articoli tecnici dalla Ager, una società di Tornaco (NO) esperta nel recupero di gomma da questo tipo di prodotti. Dopo l’estrusione del materiale fuso a 130°C, una calandra di calibrazione ha portato la lastra allo spessore voluto di 5 mm. L’intervallo degli spessori che l’apparecchiatura è in grado di regolare va da 1,0 a 15 mm. Una zona di raffreddamento della lastra a 60-70°C seguita poi dall’arrotolamento del manufatto completa l’impianto. A richiesta, il sistema può anche prevedere il taglio trasversale del prodotto. La produttività di questo modello, che è l’ETP 1500, è di 400-450 kg/h, ma oltre a questo tipo la gamma ne comprende altri cinque ancora a diversa produttività, e precisamente: l’ETP 800 con 150-200 kg/h; l’ETP 1200 con 300-350 kg/h; l’ETP 1800 con 500-600 kg/h; l’ETP 2000 con 700-800 kg/h e l’ETP 2200 con 1000-1100 kg/h. Tutti capaci di lavorare miscele di materiale riciclato e matrice termoplastica con rapporti variabili da 60/40 fino a 85/15 e con un consumo di energia elettrica di appena 0,33-0,35 kw/kg.
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la mescolazione di materiale caricato con fibre di vetro, che in questo caso vengono introdotte nel materiale fuso riducendo così sia il danneggiamento delle fibre stesse sia gli elementi della vite dall’usura. In base alla configurazione dell’impianto, la carica vetrosa può essere introdotta anche in forma di roving oppure si possono utilizzare fibre di varia natura come quelle di carbonio.
Mescolatori e calandre Importante novità anche dalla Comerio Ercole sul fronte del riciclo dei materiali di scarto nel segno più generale del risparmio energetico e del rispetto dell’ambiente. L’azienda di Busto Arsizio (VA), costruttrice di impianti completi per la mescolazione e la calandratura della gomma, ha
i loro specifici materiali e per eventuali dimostrazioni. Questo nuovo macchinario è dotato di sistemi gravimetrici per il dosaggio dei materiali che vanno al mescolatore in continuo ed all’estrusore. La linea può essere configurata con una testa “strand” o con un pellettizzatore ad acqua per granulazione mescola. Il CP 125 è estremamente robusto ed essendo stato progettato per piccole produzioni è perfetto per laboratori, impianti pilota o linee bassa produzione. La produzione nominale è di 80-150 kg/h. È un sistema versatile ed Energy efficient. Il CP 125 è adatto per processi di produzione poliolefiniche con alto contenuto di cariche minerali, additivi e masterbatch colorati, mescole di polimeri ed elastomeri e per applicazioni che richiedono processi di mescola
Il nuovo piano magnetico di Rivi Magnetics abbinato ad un sistema di iniezione multi-ugello a canale freddo.
integrato la sua gamma di macchinari con la nuova linea di produzione “Recycling Technology” per il recupero e la lavorazione di materiali non più utilizzabili nella funzione per la quale erano stati prodotti. E l’ha presentata al Plast per la prima volta a livello internazionale. L’impianto è stato mostrato in funzione presso il nuovo laboratorio di ricerca di Gallarate (VA) della società (vedi riquadro). Novità allo stand Farrel che presenta l’ultimo modello di mescolatore in continuo della famiglia CP Serie II compact processor. Il sistema CP 125 è a disposizione dei clienti per testare
ad alta intensità con basse temperature di processo. Novità anche allo stand di Rubbermac. Questa azienda, che opera nel settore delle apparecchiature/ impianti per la sbavatura della gomma, ha assunto la rappresentanza per l’Italia di presse per lo stampaggio ad iniezione di una società tedesca, la LWB Steinl, che produce presse per lo stampaggio ad iniezione orizzontale di diverso tonnellaggio, come la serie HS 2P a quattro colonne di chiusura a garanzia di una pressata di chiusura ottimale ottenendo, in tal modo, una macchina di lunghezza contenuta. La
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serie VC-Class è una pressa ad iniezione C-Frame proposta con diversi modelli in funzione dei vari tonnellaggi. Per concludere, la VC Class, una serie di presse ad iniezione verticale. Di altre macchine di produzione avevamo dettagliatamente riferito nella rassegna pre-Plast. In particolare avevamo parlato di Colmec e del suo nuovo mixer appositamente studiato per la compoundazione del silicone e dei materiali in genere di bassa viscosità; della linea di presse Terenzio rilanciata da Persico; delle due nuove presse ad iniezione della Maplan (una orizzontale e una verticale); dei mescolatori interni serie ITM e di quelli a cilindri serie NG della Italmec-G3; delle linee di calandratura della Rodolfo Comerio.
Accessori e strumentazioni Notevole, in questo settore, lo stand di Electronic Systems, che in coincidenza con Plast ha celebrato il 30° anniversario della sua fondazione. L’azienda di Momo (NO) è leader mondiale nella produzione di strumenti elettronici di misura e controllo che trovano impiego, tra gli altri, nei processi di estrusione, calandratura e spalmatura della gomma, della plastica e del coating. Indice significativo del prestigio della società e della qualità dei suoi prodotti sono gli oltre 2500 sistemi di misura installati in tutto il mondo in molteplici settori, quali gomma, plastica, converting, semilavorati, spalmatrici, tessile e tessuto non tessuto. Presenza di rilievo nel settore dei componenti di automazione è stata quella della Gefran, un’azienda che occupa una posizione di primo piano sul mercato mondiale di sensori, componenti elettronici e sistemi per il controllo di macchinari industriali anche complessi. Grazie alla sua più che trentennale esperienza, l’azienda di Provaglio d’Iseo (BS) è in grado di proporre, progettare e produrre so-
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luzioni di automazione tecnologicamente avanzate, capaci di soddisfare anche le esigenze applicative più severe nel settore del controllo dei motori elettrici in ogni tipo di macchine: presse a iniezione sia idrauliche che elettriche e ibride, estrusori da laboratorio e industriali e linee di estrusione, soffiatrici di ogni tipo. E tutto con l’adozione degli standard tecnologici più elevati, finalizzati a garantire prestazioni ai massimi livelli di qualità e efficienza, senza trascurare il risparmio energetico. Nel campo delle apparecchiature cosiddette accessorie, ma che completano un impianto specie per quel che riguarda la riduzione dell’intervento dell’uomo in manovre complicate o rischiose o, addirittura, la sostituzione dell’uomo in operazioni difficili che richiedono alto livello di qualità e alta resa della prestazione, ricordiamo Sagitta, nota a chi opera nel settore della calzatura. E non solo. Perché l’azienda di Vigevano (PV) è attiva anche nell’industria della gomma e in quella della plastica e del poliuretano con tutta una serie di macchine. Tra queste la società menziona, in particolare, i vari tipi di granulatori a nastro, disponibili con una luce di lavoro da 135 a 830 mm e capaci di produrre granulato a forma cubica uniforme con dimensione dei granuli variabile da 3 a 15 mm. Viene ricordata, poi, l’intramontabile RSP 55SX (Rubber & Plastic Splitting Machine): la macchina progettata per dividere e egualizzare gomma, plastica, poliuretano, eccetera, che continua a riscuotere un notevole successo sul mercato, soprattutto perché è in grado di arrivare fino a uno spessore massimo di taglio di 60 mm a partire da un minimo di 0,5 mm. Assoluta novità allo stand di Rivi Magnetics. La società di Sassuolo (MO) ha esposto in anteprima un piano magnetico per alte temperature abbinato ad un sistema di iniezione
multi-ugello (16+1) a canale freddo destinato allo stampaggio di elastomeri. Dotato di riscaldamento integrato per poter operare ad una temperatura massima di 230°C in servizio continuo, è in grado di sviluppare una forza di ancoraggio di 18 tons. Con le sue dimensioni eccezionali (1300x1300x85mm), questa applicazione rappresenta una soluzione d’avanguardia nel campo dello stampaggio a iniezione di elastomeri ed è unica nel suo genere, tanto da aver suscitato molto interesse da parte di molti visitatori dell’esposizione milanese. Per quanto riguarda altre società che operano nel settore di macchinari ausiliari per il comparto dei polimeri, vale la pena ricordare lo stand di Pugno, società di San Martino Siccomario (PV), per l’ampia varietà di apparecchiature come le macchine da taglio tipo le taglierine idrauliche manuali ed automatiche e le taglia strisce idraulica automatica e la taglia strisce longitudinale. Inoltre, Pugno è produttrice anche di impianti per la sbavatura di articoli in gomma con il sistema criogenico automatico quali il modello Cryo-jet 2000. Si tratta di una granigliatrice a tamburo girevole per la sbavatura con azoto liquido di piccoli pezzi, O-Ring ecc.. Interessante la taglierina pneumatica da laboratorio per il taglio di balle di gomma (pani) naturale e sintetica. La macchina funziona esclusivamente ad aria compressa e non è necessaria alcuna fondazione od ancoraggio al pavimento. La pressione di funzionamento deve essere compresa tra un minimo di 4 bar ed un massimo di 8 bar. L’imponente stand di Govoni Sim Bianca Impianti metteva in evidenza un’ampia gamma di sistemi di trasporto di materiali per impianti dei vari settori della gomma e della plastica. In particolare i dosatori gravimetrici di prodotti solidi (polvere, granuli, scaglie, pastiglie) o liquidi, maggio
con portate da 1 fino a 30.000 kg/h che permettono di raggiungere elevate precisioni. Trovano impiego nei processi di miscelazione in continuo o per l’alimentazione di macchine di processo quali gli estrusori. Altre apparecchiature prodotte dalla società italiana sono i silos di stoccaggio con elevati contenuti tecnici e qualitativi in una vastissima gamma di forme e dimensioni, estrattori a vibrazione con manicotto serie EVM che consentono l’estrazione da silos, tramogge e serbatoi di prodotti che non scorrono
La taglierina automatico da laboratorio di Pugno.
liberamente verso la bocca di scarico. Ed ancora valvole stellari, valvole stellari a flusso attraversato e valvole stellari alta pressione per il trasporto pneumatico in fase densa progettata per lavorare con pressione differenziale fino a 6 bar. Per la prima volta a Plast si è affacciata una società di Lainate, la Tecnomagnete, operante sin dagli anni settanta nella produzione di sistemi magnetici semipermanenti di ancoraggio stampi, in grado di operare con forza
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di e sicurezza nell’ancoraggio e sollevamento di pezzi ferrosi di svariate forme e dimensioni. Allo stand la società si proponeva con un sistema denominato Quad-Press. Tale tecnologia, secondo la società, è la risposta completa alle crescenti necessità di applicazione dei concetti JIT (Just In Time) e SMED (Single Minute Exchange Die) per affrontare lotti di produzione sempre più piccoli e gamma di prodotti più estesa Può infatti offrire maggiore flessibilità operativa, riduzione fermi macchine, migliore qualità della stampata, riduzione dei magazzini, processi produttivi semplificati, impiego pratico e sicuro, alta produttività. Sempre nel campo degli accessori e delle strumentazioni nella rassegna pre-Plast avevamo riferito del cambia-
filtro a due pistoni di Maag Pump Systems; dei tre nuovi sistemi di iniezione di OR.P Stampi (si veda anche
La linea Quad-Press di Tecnomagnete
La gomma e i nanocompositi
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ell’ambito di Plast 09 sono stati organizzati anche eventi collaterali con la presentazione di relazioni e memorie su argomenti riguardanti tecnologie scientifiche applicative connesse con realtà avanzate nel settore industriale, come ad esempio “Ingegneria dei polimeri: formazione e ricerca per l’industria di domani” e “Materiali compositi avanzati: recenti sviluppi e opportunità per l’industria nazionale”. Va osservato che le relazioni presentate riguardano prevalentemente argomenti inquadrabili nelle tecnologie delle materie plastiche; tuttavia, soprattutto nel “Convegno Assocompositi al Plast 09” e in particolare nel corso della conversazione “Compositi e nano compositi per il settore dei trasporti” a cura del prof. José Kenny dell’Università di Perugia, non sono mancati interessanti spunti di riflessione riguardanti l’industria della gomma. Secondo il prof. Kenny nel settore dell’industria della gomma le nanostrutture non hanno ancora infranto del tutto la barriera tra stato teorico-sperimentale e stato produttivo, eccezion fatta tuttavia in applicazioni avanzate, ma di portata quantitativamente molto limitata e di tipologia non dissimile da quella cui l’industria della gomma è abituata: ci si riferesce qui ad esempio all’impiego di nanotubi di carbonio. È però comprensibile che nel mondo elastomerico si abbia tale stato di “riflessione”, perché questo mondo, per realizzare le caratteristiche viscoelastiche che servono per
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l’articolo pubblicato nel numero di aprile); delle isole (celle) robotizzate di Delia.
i propri articoli, si fonda sull’impiego di costituenti che non possono assumere già inizialmente, come invece succede nel mondo dei plastici, caratteristiche di efficienza meccanica dovuta ad una voluta interazione intermolecolare; infatti nel mondo elastomerico le possibilità di ritorno elastico non sussisterebbero senza il libero scorrimento su lunghi tratti delle macromolecole. È proprio per tale situazione che il modo elastomerico è soggetto per definizione ad adoprarsi per moderare il pericolo di ostacoli allo scorrimento intermolecolare nei segmenti di catena polimerica tra gli entanglement sapientemente disposti sull’elastomero, ed è soggetto soprattutto a guardare con cautela una facile interferenza foriera di irrigidimenti. Gli irrigidimenti e gli ostacoli intermolecolari sono però talvolta voluti anche nel caso degli elastomeri, soprattutto allorché ci si trova nella necessità di instaurare stati di anisotropia, come succede soprattutto in articoli quali organi di trasmissione di potenza, in tubazioni, in nastri trasportatori, in foglie di rinforzo. Tali irrigidimenti devono comunque essere ottenuti senza minare alla base il ritorno elastico e in modo particolare il tipo, il grado e l’entità del ritorno elastico stesso. Il mondo elastomerico trova evidentemente difficoltà oggettive in tale approccio, oppure eccessivi rischi. Quindi esso vede evidentemente le nanostrutture come oggetti interessanti adatti per ottenere caratteristiche
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di e.d.t. peculiari ed eccezionali, ma al di là delle necessità viscoelastiche. Eppure anche le nanostrutture, ad esempio quelle montmorillonitiche, dovranno a un certo punto riuscire a interpretare le interferenze intermolecolari, perché da sempre nel mondo elastomerico si ricorre a modifiche di ordine fisico con l’impiego nelle mescole di materiali, che, per la loro configurazione fisica, fanno assumere al sistema un meccanismo di reazione direzionale con l’ottenimento di proprietà anisotropiche, purché però non escludano il ritorno elastico. Tutti hanno conosciuto l’impiego di agenti feltranti, addirittura come “l’ovatta grisette” di molti anni fa, indi di agenti con azione simile come le fibre di materiali vari, ad esempio fibre di cotone, di poliammide, di poliestere, di legno (ricordiamo il Santoweb !), fino ad arrivare alle fibre di carbonio, alle cariche bifasiche, alla polpa di nylon, al Sulfron. A questo punto si intuisce che l’approccio all’impiego diffuso di nanostrutture, e in particolare di “Poss”, di nanotubi di carbonio non può essere poi tanto lontano anche nell’industria della gomma. Purtroppo nel corso della tavola rotonda che ha seguito la relazione cui ci siamo riferiti tali considerazioni non hanno trovato posto, in quanto gli argomenti presi in considerazione si sono limitati a evidenziare freddamente la proposta di una promozione “di coordinamento a livello nazionale” dei finanziamenti per la ricerca e l’innovazione nell’ambito dell’industria dei compositi.
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Profili
Quando un’azienda giovane sa essere anche esperta di Giuseppe Cantalupo
Ha tre anni d’età, ma le macchine per lo stampaggio a iniezione non hanno nessun mistero per lei. Non è la descrizione di un assurdo, bensì la realtà vera di un’azienda, la IMG, che opera con successo sia nella costruzione del nuovo che nella revisione e nel ricondizionamento dell’usato.
L
a IMG nasce nel 2006 a Gussago (BS), mettendo a frutto una pluriennale esperienza di progettisti, costruttori e venditori di presse per lo stampaggio a iniezione di gomma, termoplastici e termoindurenti. Alla gamma iniziale di macchine per elastomeri, sia orizzontali che verticali da 150 a 1.100 ton di chiusura, l’azienda affianca ben presto anche una gamma di presse per termoplastici, dedicandosi pure, nello stesso tempo, all’attività di riadattamento dell’usato. Il successo non tarda ad arrivare: nel solo settore delle gomme la società vende, in pochi mesi, ben quaranta macchine. E lo spazio disponibile nella sede di Gussago diventa, così, subito stretto perché l’azienda possa far fronte adeguatamente alle accresciute richieste del mercato, per di più con una famiglia di prodotti che nel frattempo è andata anche via via arricchendosi di nuovi tipi. Ecco, allora, che in questi primi mesi del 2009 la società si trasferisce in locali più ampi a Capriano del Colle, sempre nel
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bresciano, dove ha appena inaugurato un nuovo stabilimento dalla superficie totale di 4.500 metri quadrati, tre volte quella dell’unità di Gussago, nel quale trovano impiego venticinque dipendenti e al quale fanno riferimento anche quindici collaboratori.
Il dinamismo creativo e la strategia aziendale “L’obiettivo prioritario dell’IMG - dice Davide Bonfadini, Responsabile Commerciale - è quello di realizzare macchine pensate e progettate per soddisfare al meglio le esigenze di chi dovrà utilizzarle”. È la traccia che la società segue nel suo cammino, e la strategia è il contatto continuo col cliente, perché è il cliente che con le sue richieste di miglioramenti e innovazioni stimola la creatività e attiva la competenza tecnica aziendale nella ricerca e nella messa a punto delle idonee soluzioni. E questo porta, nella maggior parte dei casi, alla produzione di presse “su misura”, in un certo senso esclusive, personalizzate, perché consentomaggio
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Pressa a iniezione per elastomeri Serie GUM Vertical.
no ai clienti di risolvere loro specifici problemi di produzione con tecnologie migliorative rispetto a quelle disponibili al momento sul mercato. Presse su misura, dunque, ma sviluppate su moduli standard, nel senso che sono il risultato di un adattamento di presse standard della società alle esigenze degli utilizzatori. È quello che in IMG chiamano “il tailor-made di serie”. E che comporta, ovviamente, costi più contenuti. Ma oltre a produrre macchine nuove, la società è attiva anche sul fronte della revisione delle presse usate, grazie all’elevato grado di specializzazione raggiunto anche in questo settore dai suoi tecnici. Una pressa “vecchia”, cioè, viene completamente smontata nelle sue parti e poi rimessa a nuovo. Solo il ba-
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samento e i piani, rettificati, vengono recuperati dalla vecchia struttura. Gli altri componenti, ossia la parte meccanica, quella elettronica, il circuito elettrico, l’impianto idraulico, sono tutti sostituiti da materiali nuovi. Vengono anche installati nuovi accessori come, per esempio, l’inverter-pompa, l’interfaccia robot e altri ancora, e alla fine la macchina viene anche verniciata, assumendo in pieno l’aspetto del prodotto nuovo. Anche con la certificazione CE. Il prodotto finale, quindi, è una pressa totalmente aggiornata rispetto a come era prima del trattamento: è, a tutti gli effetti, una “macchina nuova”, ma che costa molto meno di una di nuova costruzione. Ne è stato mostrato un esempio al Plast 09 di Milano.Si trattava di una macchina usata, da 270 ton, ricondizionata e convertita in pressa per lo stampaggio bimateriale con l’aggiunta di un secondo iniettore, verticale, di nuova costruzione. Stampava un porta-condensatore in ABS (prima iniezione) con relativa guarnizione in gomma termoplastica, sovrastampata con la seconda iniezione. Oltre alla revisione totale, è prevista, naturalmente, anche la possibilità della semplice revisione parziale, nella quale gli interventi sono limitati alla soluzione di singoli problemi specifici riguardanti, per esempio, il gruppo di chiusura o l’impianto elettrico e di comando.
La produzione e il tailor-made Costruire macchine che soddisfino pienamente le esigenze dei clienti è importante, perché è in questo modo che il produttore si conquista la fiducia degli stampatori. Ma questo è solo il primo stadio attraverso il quale la IMG realizza la sua politica di azienda dinamica e affidabile, perché forse è più importante ancora conservarla questa fiducia. E appunto per raggiungere questo obiettivo la società di Ca-
cali, con chiusura Hydroblock e iniepriano del Colle ha scelto la formula zione vite+pistone. del tailor-made. Una formula che ha Ricordiamo, poi, nella serie IHGS, alla sua base un’attività di ricerca conil modello IHGS 600, sempre per elatinua, sorretta da una fine capacità instomeri, con chiusura verticale a pinovativa. stone da 600 ton e iniezione orizzonNel 2008 l’azienda ha realizzato tale vite+pistone da 5.500 cm3. un fatturato di 10,5 milioni di euro, Di rilievo le macchine della Semettendo a segno un incremento del rie K 1100, con chiusura orizzontale 40% rispetto al 2007, quando gli inda 1000 ton e iniezione orizzontale troiti erano stati 7,5 milioni. Il 3-5% vite+pistone da 17.000 cm3. del fatturato viene investito ogni anAccanto a innovazioni presenti su no in ricerca, perché, sempre secondo tutta la gamma, le macchine IMG preBonfadini, “…è la ricerca che consente sentano, come dicevamo, dotazioni a un’azienda di conseguire quella specializzazione sul macchinario che rende possibili prestazioni tecniche più veloci, con conseguente aumento della produttività e, quindi, riduzione dei costi di produzione per il cliente”. Tra le presse La nuova pressa a iniezione della gamma per orizzontale per elastomeri GUM 300. lo stampaggio che personalizzano il particolare modegli elastomeri il costruttore bredello per renderlo idoneo a soddisfare sciano tiene a ricordare l’innovazioprecise, specifiche esigenze del cliente ne rappresentata dall’ultima nata in al quale è destinato. casa IMG, la GUM 300: una nuova Ricordiamo, tra i più importanti pressa a iniezione orizzontale della seinterventi innovativi e di adattamenrie GUM da 300 ton di chiusura stamto alle richieste dell’utilizzatore, l’abpi (chiusura Hydroblock e iniezione binamento dell’inverter-pompa, che a vite punzonante) per la produzione permette di conseguire numerosi vandi O-ring. È stata presentata per la taggi, tra cui: la riduzione del consuprima volta al pubblico al Plast equimo energetico della pressa del 40% paggiata con stampo a 320 cavità e circa; la riduzione del consumo di olio blocco termoregolato a 16 ugelli. Era idraulico, che nella pressa GUM da anche dotata di una spazzola elettri300 ton arriva addirittura a dimezzarsi ca a due assi, orizzontale e verticale, (da 400 litri a 200 litri), concorrendo, e rullo a velocità variabile, anch’esso in tal modo, a ridurre sia i costi, per la elettrico: un sistema decisamente più più bassa dotazione di olio da usare, veloce e più preciso di quello pneuche l’impatto ambientale, per la minomatico. In questo assetto la macchire quantità d’acqua necessaria per il na esauriva il ciclo di stampaggio con raffreddamento dell’olio stesso e per NBR in 65 secondi. la più bassa quantità di materiale da Oltre alle presse orizzontali, la sesmaltire a fine uso; la riduzione, infirie GUM prevede anche quelle vertimaggio
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motori spostatori sul fianco della testa di reazione invece che in linea, e la larghezza incorporando il gruppo motore-pompa e scambiatore di calore nel basamento del gruppo iniezione. Ovviamente il rapporto con il cliente non termina con la vendita della macchina, ma continua anche dopo, con un servizio di assistenza post-vendita che la IMG garantisce puntuale e efficace, grazie anche all’ampia disponibilità a magazzino di accessori e ricambi per tutte le marche e tutti i modelli di presse.
Gli sviluppi
La pressa IHGS 600 per elastomeri a chiusura verticale e iniezione orizzontale.
Pressa a iniezione orizzontale per elastomeri Serie K 1100.
ne, della rumorosità della macchina del 20%, per il fatto che l’inverter modula i giri del motore-pompa, riducendone, quindi, la rumorosità. Ricordiamo poi l’insonorizzazione del gruppo chiusura, l’installazione della campana da vuoto, l’adozione di sistemi appositamente studiati per il carico del silicone liquido o solido, e altre innovazioni ancora. Tra queste, una menzione particolare merita la capacità del gruppo 38
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iniettore di iniettare con una pressione specifica superiore a quella di molti modelli della concorrenza, e precisamente da un minimo di 1900 bar a un massimo di 2200. Importanti, infine, alcune soluzioni tecnologiche realizzate dalla società bresciana che rendono le presse più compatte e quindi ne riducono l’ingombro in lunghezza e larghezza nell’area di utilizzo dei macchinari: la lunghezza è stata ridotta sistemando i maggio
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Esperienza, capacità innovativa, affidabilità. Queste, dunque, le caratteristiche principali che contraddistinguono l’azienda di Capriano del Colle e ne determinano la qualità dei prodotti. Prova ne è, tra le altre, la quota della produzione destinata all’export: ben il 45% delle macchine che escono dal cancello della società prendono la strada dei paesi europei, compresi i Balcani, i paesi dell’est e la Russia, del Nord Africa, degli Stati Uniti e del Sud America, arrivando finanche in Cina. Sono recenti, inoltre, dei contatti avviati dalla IMG in India, un mercato, anche questo, dalle grandi potenzialità. L’azienda, cioè, non fa mistero delle sue mire verso una internazionalizzazione ad ampio raggio della sua immagine di costruttore qualificato di macchinari per lo stampaggio a iniezione della gomma, ma anche di termoplastici e termoindurenti. È appunto in quest’ottica che si inquadra il recente accordo commerciale di rappresentanza esclusiva in Italia firmato dalla società bresciana con la cinese Haitian Plastics Machinery, leader nella produzione di presse per lo stampaggio a iniezione di polimeri termoplastici. Un accordo che consente alla IMG di guardare al 2009 e oltre con una giustificata dose di fiducia. E con i tempi che corrono, certamente non è poco.
Mescole in gomma
Soluzioni tailor-made per ogni esigenza tecnica di Antonino Di Pasquale
La divisione mescole Kraiburg è il punto di partenza dell’odierno Gruppo Kraiburg, che attualmente è costituito da sette aziende indipendenti con affiliate in tutto il mondo, Nel 2008, con circa 1800 collaboratori distribuiti sull’intero pianeta, ha realizzato un fatturato complessivo di 355 milioni di euro.
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al 1947, con 410 collaboratori attivi presso la sede di Waldkraiburg (nell’Alta Baviera sud-orientale), la divisione gomma Kraiburg produce ogni anno circa 17.000 tonnellate di pregiate mescole a base gomma per il fabbisogno mondiale. Il portafoglio prodotti, con più di 3.000 formulati disponibili in commercio insieme a circa 2.000 differenti modalità di imballaggio, è ampio quanto le aree di attività: mescole a base di tutti i tipi di gomma disponibili, incluse quelle al fluoro e al silicone solido, per metodi di lavorazione standard e speciali dell’industria della gomma.
La struttura del sistema Ricerca & Sviluppo Per rispondere alle specifiche esigenze richieste dal mercato, la società tedesca ha costituito, all’interno della sua organizzazione, tre diversi team che si occupano di altrettanti settori applicavi fondamentali: Automotive
Applications; Industrial Applications; Rubber Roller Compounds. Questi team assistono individualmente i clienti avvalendosi di personale altamente specializzato sotto l’aspetto tecnico e linguistico. Il supporto tecnico al cliente, per Kraiburg, è una priorità assoluta.
Il Team Automotive Applications Questo gruppo assiste i clienti che operano nel settore automotive per la produzione dei più svariati articoli in gomma per tutti i più noti produttori del settore auto. A seguito delle crescenti esigenze dell’industria automobilistica, con particolare riferimento alla compatibilità ambientale, è in aumento la richiesta di materiali da costruzione speciali. Kraiburg, in tal senso, si propone come lo specialista per lo sviluppo e la produzione di mescole specifiche idonee all’impiego e persino per tutti quei prodotti fimaggio
La sede principale della Kraiburg, in Baviera.
nali con elevati requisiti di severità. Alcuni esempi di componenti realizzati con elastomeri speciali Kraiburg sono rappresentati da guarnizioni per steli di valvole, o-ring, connettori e guarnizioni per testate motori. Le mescole di silicone (VMQ) sono utilizzate per i cavi di accensione e le candele, a temperature comprese tra 130°C e 200°C, nelle immediate vicinanze del blocco motore. Le mescole al fluorosilicone (FVMQ) sono sempre più usate per i componenti destinati al contatto con i carburanti. Il vantaggio delle FVMQ, rispetto alle FKM, sta nella compatibilità con temperature più basse, poiché il materiale presenta una flessibilità fino a –50°C. In questo campo, le applicazioni che si possono citare sono le guarnizioni dei bocchettoni di riempimento e le membrane. Questi sono solo alcuni esempi
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Mescole in gomma
delle tante possibilità d’impiego delle mescole Kraiburg destinate all’industria automobilistica.
Il Team Industrial Applications Questo gruppo si occupa soprattutto dei clienti i cui prodotti finiti vengono utilizzati nei settori delle costruzioni di macchine e apparecchi, nell’industria elettrica, nell’edilizia e nell’aeronautica. Un altro prodotto fondamentale trattato da questo team sono le parti in gomma destinate al contatto con l’acqua potabile e con gli alimenti. Il team elabora soluzioni personalizzate e su misura per prodotti ad alto contenuto innovativo. Kraiburg Industrial Applications sviluppa e modifica insieme ai suoi clienti il formulato a base gomma ottimale per ogni specifico campo d’impiego e con particolare attenzione al relativo processo di trasformazione utilizzato. Nel settore delle applicazioni industriali, ad esempio, sono particolarmente interessanti le mescole per l’acqua potabile. Nei materiali moderni a base EPDM per le guarnizioni destinate al contatto con l’acqua potabile, le eccellenti proprietà fisico-meccaniche (rilassamento a lungo termine, resistenza strutturale e usura) sono solo una parte delle caratteristiche richieste. L’acqua potabile non deve subire effetti negativi dovuti al contatto con la parte in gomma. Oltre ad una valutazione e ai rispettivi test tossicologici della mescola a base gomma, vengono considerati anche il suo influsso sull’odore e sul gusto, insieme, naturalmente, alla protezione dell’acqua potabile dalle impurità portate dai microorganismi (W 270). Nonostante l’ampia portata di questi requisiti, Kraiburg ottiene buone e razionali opportunità di lavorazione anche per queste speciali qualità, proprio come avviene per tutti gli altri materiali prodotti dalla divisione gomma. 40
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Il Team Rubber Roller Compounds
sono prodotte nei mescolatori da laboratorio e i lotti più piccoli possono essere fabbricati nel reparto Kraiburg dedicato alle serie limitate. La produzione di mescole siliconiche è effettuata in appositi spazi dedicati e completi di un idoneo parco macchine.
Questo particolare gruppo segue i produttori di rulli gommati di tutta Europa fornendo loro le mescole idonee alle specifiche applicazioni di settore. Dal rullo trasportatore al rullo compressore, dal rullo per verniciatura fino a quello per le applicazioni Personale specializzato grafiche, Kraiburg offre la soluzione Senza dubbio, la grande compesu misura per ogni singolo impiego at- tenza tecnica del personale della ditraverso l’utilizzo di tutti i tipi di poli- visione gomma Kraiburg merita una meri richiesti. I formulati e le forme di particolare attenzione. Process engiconsegna vengono adattate in base alle neer, sviluppatori chimici, specialisti specifiche condizioni di processo di trasformazione utilizzate dal cliente. In funzione dello specifico utilizzo, sono previsti requisiti diversi per il rivestimento dei rulli come ad esempio: i rivestimenti dei rulli utilizzati per il trasporto, la propulsione o il rinvio sono Il laboratorio R&D riveste un ruolo importante sottoposti a for- nelle strategie del gruppo. ti sollecitazioni meccaniche e quindi, oltre a una buo- della gomma e materie plastiche, tecna elasticità, devono presentare pro- nici di laboratorio, programmatori… prietà di resistenza all’usura. In questo ciascuno, con le sue conoscenze specicampo, le gomme butadieniche (BR) fiche e il proprio bagaglio di esperiene policloropreniche (CR) hanno dato ze, contribuisce alla buona riuscita per buoni risultati. la produzione di mescole polimeriche ad alto contenuto tecnologico.
Una produzione di mescole moderne
Indipendentemente dall’industria di destinazione, le mescole Kraiburg sono prodotte con materie prime di alta qualità e sempre rintracciabili, con la massima accuratezza e un ampio know-how. Un parco macchine a controllo computerizzato consente di ottenere una gamma di prodotti ampia ed efficiente. Le mescole di prova maggio
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Varietà di mescole e process engineering Kraiburg si distingue dai suoi concorrenti soprattutto per lo sviluppo di compound specifici. Le mescole a base gomma, infatti, vengono realizzate proprio per rispondere alle precise richieste ed esigenze dei clienti. Le possibilità, in riferimento ai requisiti tecnici, chimici o fisici del compound o del componente finito, sono
Mescole in gomma
pressoché illimitate. Inoltre, Kraiburg lavora in stretta collaborazione con i suoi clienti per sviluppare il prodotto ideale, anche sotto gli aspetti della forma di consegna e dell’adempimento delle normative vigenti. Nel corso dei decenni la divisione gomma Kraiburg si è formata un ricco bagaglio di circa 40.000 ricette di mescole a base gomma di tutti i tipi di polimeri, nere e colorate, a partire dalle quali attualmente vengono prodotte su ordinazione 3000 tipologie di mescole.
con determinate forme e spessori in funzione del tipo di processo di stampaggio utilizzato dal proprio cliente. Nello stampaggio a iniezione, per la vulcanizzazione spesso i clienti utilizzano il prodotto sotto forma di strisce piene o profili, con gli estrusori è possibile estrudere il compound per ottenere profili dagli spessori e dalle forme più svariate, un’ulteriore e innovativa variante di estrusori consente di produrre lastre calandrate sottilissime e prive di bolle, con una qualità della superficie perfetta. Un’altra fase di lavorazione delle mescole Kraiburg è costituita dallo strainer: qui le mescole vengono trafilate e filtrate attraverso vagli fini, per rimuovere eventuali impurità dalla massa omogenea.
Test di laboratorio
Un momento del processo produttivo della divisione mescole.
Grazie ai process engineer sono stati sviluppati e depositati processi di miscelazione efficaci per ogni tipo di polimero. Questo garantisce la lavorabilità di tutte le mescole prodotte e contribuisce in misura notevole alla qualità e all’alto livello dei compound Kraiburg.
Il processo produttivo Kraiburg Forme di consegna per ogni esigenza La mescola esce dal mescolatore sotto forma di “pelle/foglia”, cioè viene laminata senza forma, ma può essere sagomata in un secondo tempo nella calandra per formare nastri
I lotti di compound finito vengono sottoposti a test severissimi nel laboratorio controllo qualità, per verificare l’adempimento dei requisiti (resistenza agli agenti chimici e alle temperature, effetti fisici, ecc.) e della rispondenza alle norme necessarie, poi vengono immediatamente consegnati al cliente, unitamente alla certificazione aggiornata dei test.
Imballaggio e spedizione La stessa personalizzazione applicata alle forme di consegna è prevista anche per l’imballaggio della mescola finita: i prodotti escono dal magazzino refrigerato Kraiburg su pallet saldati, in casse prodotte in proprio e stoccate sotto calotte refrigeranti, in cartoni stabili o arrotolati su cilindri di cartone e poi giungono, per la via più rapida e conveniente, fino al cliente che si occuperà dell’ulteriore lavorazione.
Certificazione ISO e protezione dell’ambiente Con l’applicazione delle norme tecniche TS 16949 e ISO 9001 e della norma ambientale EN 14001 e l’ottenimenmaggio
Una convincente presentazione dei prodotti della Kraiburg.
to della relativa certificazione, l’alta e costante qualità dei prodotti è, in questo modo, garantita. Proprio in un’industria come quella chimica, la divisione gomma Kraiburg si è proposta di non ottenere il successo a discapito della natura e prende molto sul serio il tema della protezione dell’ambiente: la costante riduzione dei rifiuti, delle emissioni e del consumo di risorse è parte integrante e sostanziale del sistema di gestione integrato e dei principi di politica aziendale. Lo sviluppo e la produzione di compound ecologici, l’impegno all’uso di tecnologie rispettose dell’ambiente e l’abolizione delle materie prime tossiche consentono a Kraiburg di contribuire attivamente alla protezione dell’ambiente.
Hand in hand into the future La massima di Kraiburg è il successo dei suoi clienti. Prodotti di altissima qualità, un know-how tecnico evoluto, flessibilità e innovazione nel rapporto con le richieste dei clienti sono la base e la garanzia di una collaborazione di successo basata sulla fiducia e il motivo per cui la società tedesca e i suoi partner procedono mano nella mano, insieme e con reciproca soddisfazione, con l’obiettivo di costruire un futuro comune.
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Accordo tra LIUC e Federazione e Assocomaplast
Gomma e plastica all’Università: il potenziamento è di ruolo
di Giuseppe Cantalupo
L’Università Carlo Cattaneo - LIUC di Castellanza conferma l’importanza della gomma e delle materie plastiche tra gli indirizzi del corso di laurea triennale in Ingegneria Gestionale e ne rafforza il ruolo attraverso un più proficuo rapporto di collaborazione col mondo imprenditoriale.
L’
Università di Castellanza ha firmato, il 21 aprile scorso, un importante accordo con le associazioni imprenditoriali nazionali del settore della plastica e della gomma Assocomaplast (Associazione Nazionale Costruttori di Macchine e Stampi per Materie Plastiche e Gomma), Federazione Gomma Plastica (Federazione Nazionale fra le Industrie della Gomma, Cavi Elettrici e Affini e delle Industrie Trasformatrici di Materie Plastiche e Affini) e Federchimica PlasticsEurope Italia (Associazione Italiana dei Produttori di Materie Plastiche). In virtù di questo accordo, materie plastiche e gomma vedono potenziato il loro ruolo tra gli orientamenti del piano di studi della facoltà di Ingegneria Gestionale della LIUC, che prevede anche i seguenti altri indirizzi: Meccanico, Tessile, Printing & Packaging Technology, ICT (Information & Communication Technolgy). I dettagli sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa tenutasi lo stesso 21 aprile nella Sala Consiglio della LIUC.
Vi hanno partecipato Andrea Taroni (Rettore dell’Università), Vittorio Gandini (Consigliere Delegato), Giacomo Buonanno (Preside della Facoltà di Ingegneria), Riccardo Comerio (Presidente Assocomaplast), Mario Maggiani (Vice Direttore Assocomaplast), Paolo Villa (Direttore Relazioni Sindacali Federazione Gomma Plastica), Giuseppe Rossi e Giuseppe Riva (rispettivamente Presidente e Direttore Federchimica PlasticsEurope Italia).
Perché l’accordo? Istituita nel 1991 per iniziativa dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese con l’obiettivo di formare futuri professionisti che con la loro competenza permettessero alle imprese di elevare la loro competitività, la LIUC ha portato avanti e realizzato questo impegno con un successo sempre crescente negli anni. Appunto nell’ambito di questo impegno, l’Università Carlo Cattaneo ha rafforzato e reso ancora più vitale e produttivo, maggio
L’Università Carlo Cattaneo - LIUC.
con l’accordo appena firmato, il suo rapporto di collaborazione col mondo imprenditoriale che l’aveva fondata. Un rapporto che rappresenta un punto di forza della stessa università, in quanto permette di arricchire di contenuti nuovi e sempre attuali l’attività didattica dei corsi di ingegneria. È importante che il rapporto tra mondo accademico e imprese sia improntato a uno spirito di reciprocità e fattiva collaborazione. Oggi più di ieri, per l’elevato livello raggiunto dall’evoluzione tecnologica nella ricerca e nell’industria, è necessario che l’azione didattica e formativa produca e sviluppi nei giovani, accanto a un più alto grado di specializzazione professionale, competenze e capacità critiche più idonee a soddisfare le esigenze delle aziende. E il nuovo accordo di collaborazione col mondo industriale intende mettere in atto iniziative destinate a concretizzare proprio questo aspetto della preparazione professionale del futuro Ingegnere Gestionale. Come ha detto, infatti, Andrea Taroni, “….l’accordo, che si spera sia il primo di una lunga serie che potrebbe interessare anche altri settori merceologici, intende essere un coinvolgimento delle imprese nella formazione degli studenti, per elevare a un grado superiore le conoscenze tecniche dei futuri professionisti nel campo delle materie
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Accordo tra LIUC e Federazione e Assocomaplast
scientifiche, che sono quelle che sembrano attirare di più i giovani”. Ed è auspicabile che diventi più folta la schiera degli studenti che decidono di iscriversi a ingegneria, perché il numero dei laureati in questa disciplina è ancora largamente inferiore alle possibilità di collocazione nel mondo del lavoro offerte oggi dalle aziende del settore. “Spazio nella nostra Università – ha continuato Taroni – ce n’è a sufficienza: oggi abbiamo più di 2200 iscritti, ma i posti banco previsti nello statuto sono 3000”.
L’accordo e l’Ingegnere Gestionale Il mercato attuale del lavoro presenta una forte richiesta di professionisti che siano in grado di gestire con competenza i molteplici aspetti attraverso i quali si articola l’attività industriale come, per citare i principali, la produzione, la logistica, la qualità, i sistemi informativi, i rapporti con i clienti e i fornitori. “I problemi che l’industria è chiamata ad affrontare oggi – ha detto Riccardo Comerio - sono molti e anche di diversa natura. Non solo economici, ma anche tecnici. Occorrono, perciò, professionisti preparati, capaci di gestire con competenza, nello specifico settore oggetto dell’accordo, le problematiche tipiche della filiera ‘costruttore delle macchine-produttore delle materie prime-trasformatore’ ”. È questa, in pratica, la figura dell’Ingegnere Gestionale. Del tecnico, cioè, come ha spiegato Giacomo Buonanno, che analizza i problemi, ne progetta le possibili soluzioni e realizza quella ritenuta più idonea. Come diretta conseguenza dell’accordo, che prevede un’impostazione della didattica con più ampi spazi dedicati all’azione diretta sul campo, lo studente orientato al mondo delle gomme e delle materie plastiche non solo troverà questo settore di sicuro più accattivante, ma, soprattutto, acqui44
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Da sinistra: Paolo Villa, Riccardo Comerio, Andrea Taroni, Giacomo Buonanno, Giuseppe Rossi, Vittorio Gandini e Giuseppe Riva.
sirà una più approfondita conoscenza di questi materiali, dei loro processi di sintesi e delle relative tecnologie di trasformazione. Conoscenza che lo metterà in grado di attivare, nella realtà operativa del lavoro, interventi più aderenti alle effettive necessità delle aziende manifatturiere del ramo. Di qui l’importanza dell’accordo LIUC – Settore imprenditoriale Gomma-Plastica: l’intesa raggiunta fa sì, come ha detto Vittorio Gandini, che la formazione universitaria diventi più adeguata alla realtà industriale nella quale il giovane dovrà poi lavorare. E questo dimostra, secondo Giuseppe Rossi, che la collaborazione alla quale l’accordo dà luogo costituisce una fase importante della crescita culturale dello studente, proprio attraverso la configu-
Alla conclusione, cioè, del ciclo triennale di laurea, in modo da risultare utile con maggiore immediatezza ai giovani che proseguiranno gli studi nel ciclo quinquennale. Comprende un tirocinio di trecento ore da svolgersi presso laboratori industriali e centri di ricerca o di formazione facenti capo alle associazioni di categoria come, per esempio, il CESAP (Centro Europeo Sviluppo Applicazioni Plastiche) di Zingonia, Bergamo, gestito da Assocomaplast. Ma gli studenti saranno impegnati prevalentemente presso aziende del settore che avranno dichiarato la loro disponibilità a ospitarli. Un Comitato di Indirizzo appositamente costituito avrà il compito di indicare e proporre al Consiglio della Facoltà di Ingegneria gli eventuali aggiorna-
Un momento della conferenza stampa.
razione di un indirizzo più articolato e specifico al suo corso di laurea. Il nuovo approfondimento specialistico è previsto al 3° anno di facoltà. maggio
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menti dell’attività didattica che innovazioni tecnologiche, importanti risultati della ricerca, significative novità applicative dovessero rendere necessari.
Accordo tra LIUC e Federazione e Assocomaplast
L’accordo ha una durata di tre anni (rinnovabile) e prevede una partecipazione delle Associazioni del settore gomma-plastica al sostenimento dei costi che l’attuazione del piano di studi comporterà. “C’è da augurarsi – ha concluso Paolo Villa – che questo accordo produca l’effetto di stimolare di più i giovani a iscriversi al corso di Ingegneria della LIUC. Perché l’atto firmato oggi è un importante punto di partenza che conferma l’Università Carlo Cattaneo
I
n Italia circolano circa 50 milioni di veicoli di cui 36 milioni sono auto, 9 sono moto e ciclomotori e 5 sono altri mezzi tra cui autocaravan, caravan, carrelli, roulottes e veicoli commerciali leggeri. È a questi ultimi (più esattamente a quelli che circolano sulle strade e autostrade toscane) che la Polizia Stradale dedicherà i suoi controlli nel mese di giugno. Si tratta della prima indagine che viene condotta in ambito europeo su questi mezzi, che costituiscano solo una nicchia del parco circolante italiano ma con una caratteristica certo non confortante, quella di una età media molto elevata. L’annuncio è stato dato a Firenze il 21 aprile dal comandate della Polizia Statale della Toscana Sergio Tinti e dal direttore di Assogomma Fabio Bertolotti. La decisione di sottoporre a controllo questi veicoli è giustificata dal fatto che spesso le gomme di questi traini vengono trascurate perché utilizzate magari una sola volta all’anno. Si tratta di gomme che nella maggior parte dei casi sono state ferme sorreggendo il peso del mezzo per una stagione o un intero anno, esposte ad agenti atmosferici (sole, acqua ecc.) e non vengono controllate, né quantomeno gonfiate. Ciò può dare luogo ad
di Castellanza come centro di formazione culturale di eccellenza nel panorama universitario italiano”. E di certo non può che essere così, dal momento che l’inserimento dei laureati LIUC nel mondo del lavoro è più veloce di quello dei giovani che escono da altre università. Non solo più veloce, ma anche con un indice di collocamento nettamente superiore: a fronte di una media nazionale del 55%, a un anno dalla laurea oltre il 95% dei laureati LIUC ha già trovato lavoro.
Pneumatici sotto controllo
Giovani studenti della LIUC.
to e i danneggiati in modo pericoloso, a seconda del mezzo indagato, rappresentano una percentuale che va dal 3 al 10% del circolante. Avere un 10% del parco circolante che viaggia con pneumatici lisci significa che 5 milioni di veicoli sono potenzialmente pericolosi e viaggiano fuori legge. Un elemento aggiuntivo di attenzione su mezzi leggeri oggetto di questo nuovo controllo è determinato dall’età media degli stessi che nel 46,6% dei casi è superiore ai 10 anni. La raccomandazione per chi si serve di questi veicoli è quella di farsi controllare e soprattutto gonfiare le gomme da personale specializzato, ovverosia rivenditori di pneumatici che offrono questo servizio a titolo gratuito. Questa operazione deve essere effettuata non solo sulle quattro gomme della vettura ma anche sulla ruota di scorta e sulle ruote dei mezzi destinati al campeggio o al traino di barche e moto. L’obiettivo di questa sesta rilevazione Polizia Stradale/Assogomma è ancora una volta quello di portare una maggiore attenzione sulla manutenzione del mezzo, in primis del pneumatico perché è il primo passo per viaggiare più sicuri.
In giugno è la volta dei veicoli leggeri che circolano in Toscana
una serie di alterazioni prestazionali che se portate all’estremo possono costituire un problema per la sicurezza stradale, non solo per chi guida o si trova sul mezzo ma anche per gli altri. Nelle precedenti indagini svoltesi a livello nazionale e locale, Assogomma e Polizia Stradale hanno verificato elementi fondamentali per la sicurezza stradale come usura, omologazione, corrispondenza alla carta di circolazione e danneggiamenti visibili ad occhio nudo dei pneumatici. I dati a livello nazionale denotano un comportamento negligente da parte degli automobilisti perché è emerso che i pneumatici lisci in circolazione sono il 10% del circolante, i non omologati arrivano al 20% nelle momaggio
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TA C C U I N O Trasduttori di pressione indicati anche per presse di stampaggio
I
costruttori di macchinari ed impianti industriali hanno spesso la necessità di misurare la pressione di fluidi (olio, aria, acqua, gas ecc.). DS Europe, costruttrice italiana di sistemi di misura con trentennale esperienza, per soddisfare quest’esigenza propone i trasduttori di pressione serie LP660 che dispongono di un elemento di misura di tipo ceramico tale da garantire un’elevata
affidabilità, precisione di misura e stabilità nel tempo. La serie ha fondi scala di misura da 0 a 5 fino a 400 bar FS, dispone di un attacco idraulico maschio G ¼” oppure ½” e di un connettore a 90°. L’attacco idraulico è progetta-
to per dare il massimo di protezione possibile contro i colpi d’ariete. L’elettronica incorporata consente d’avere la migliore protezione possibile nei confronti di disturbi elettrici ambientali e quindi la più alta risoluzione in ambienti in-
dustriali disturbati e con trasmissione a distanza (uscite disponibili: 2mV/V, 0÷5V, 0÷10V e 4-20mA, RS422, RS485, CAN). Applicazioni tipiche sono: oleodinamica, pneumatica, automazione, macchine utensili, presse oleodinamiche, presse per iniezione per lo stampaggio della plastica e della gomma, marmomacchine, elettro medicali, veicoli industriali, ricerca ecc.
Stampaggio a iniezione di materie plastiche e gomma di PROCACCINI TOMMASO & C. snc Progettazione e costruzione stampi Loc. Campocuiano, sc.–62024 ESANATOGLIA (MC) Tel.0737 / 889393 – 889566 . Fax. 0737 / 881484
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Taccuino
Regolamento europeo sui pneumatici ai fini della sicurezza
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l Parlamento Europeo 1) bassa resistenza al roha approvato un rego- tolamento, e per questa lamento che stabilisce i re- caratteristica il provvediquisiti essenziali che deve mento prevede una ridupossedere il pneumatico ai zione dell’attuale livello fini della guida in sicurezza congiuntamente a sistemi e della sicurezza stessa de- di controllo della pressione gli autoveicoli. Nel definire delle gomme, che dovrannorme e prescrizioni, que- no essere forniti di serie sui sto documento “…ricalca veicoli. Più bassa resistenfedelmente i contenuti del- za al rotolamento e pressiole campagne ‘Pneumatici ne corretta dei pneumatici sotto Controllo’ in tema di contribuiranno a un abbaspressione, usura, risparmio samento del consumo di di carburante, omologazio- carburante e, conseguenne e corretta informazione temente, a una riduzione dell’automobilista” ha di- delle emissioni di CO2 vachiarato Fabio Bertolotti, lutata in circa 5g/km, che direttore di Assogomma. vogliono dire qualcosa coSono già dieci anni che me 5-7 milioni di tonnellate queste campagne concre- in meno all’anno nell’atmotizzano l’attività del Grup- sfera; 2) un livello minimo nd, po Produttori Pneumatici di aderenza sul bagnato; 3) perdibili, di Assogomma in tema di bassa rumorosità prodotta sicurezza stradale, con par- dal rotolamento. Anche in ni ticolare riferimento al ruo- questo caso il nuovo regolo svolto dai pneumatici. E lamento prevede una riduquesto spiega il favore col zione dell’attuale valore. quale il provvedimento è Le nuove norme entreranstato accolto dall’ETRMA, no in vigore nell’Unione l’Associazione Europea dei Europea a partire dal noluido a Media Viscosità, Produttori di Pneumatici e vembre 2012 e rappresenuido ad AltaArticoli Viscosità in Gomma di cui è teranno una sorta di uffipresidente Francesco Gori cializzazione dell’impegno e alla quale fa capo Asso- che l’industria del pneugomma con i suoi Amminofunzionali, soci. Per- matico si assume nell’int 78 – Macroemulsioni ché, come la stessa ETR- teresse degli automobilio Amminofunzionale Al 100%, MA ha riconosciuto e so- sti e della società in genestenuto in ambito europeo rale. Anche perché, come ofunzionalesulla Cationico, base dell’impegno del ha dichiarato M.me F. Ciacroemulsione Amminofunzionale Gruppo Produttori Pneu- naralp,Conc., Segretaria Generamatici, l’Italia ha avuto un le dell’ETRMA, il provveicro Emulsione Amminofunzionale Conc., ruolo trainante in fatto di dimento approvato a Bru55: Macroemulsioni comp. con Fluorocarboniche, promozione della sicurezxelles delinea prospettive za stradale e di sensibiliz- di investimenti per questa Emulsione Amminofunzionale per Rifinizione, zazione degli automobilisti industria finalizzati allo da dedicare per sviluppo di prodotti tecemulsione sull’attenzione Amminofunzionale Rifinizione, ai pneumatici per una gui- nologicamente avanzati, mero Siliconico, da sicura. in grado di garantire una tre iResistente requisiti fonda-all’abrasione, maggiore sicurezza stralsione Non Sono Ionica mentali che per la nuova dale e di ridurre l’impatto Gruppi Funzionali E Catalizzatore Idrorepellente regolamentazione i pneu- della- circolazione veicolamatici devono possedere: re sull’ambiente.
anze e Profumi, Talco
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Alchemia Italia Stabilizzanti, antiossidanti, UV absorber Niluvin series Basf Poliisobutene medio peso molecolare Oppanol B Cancarb Carbon Black MT 990 Thermax series Chemetall Sale di vulcanizzazione Litio Sabalith Continental Carbon Carbon Black da Fornace Continex ASTM series Ineos Plastificante Polibutene Indopol Luzenac Talco Luzenac, Mistron, Mistrobond, Prever Meister Carbon Black Speciale Austin Black 325 Raschig Antiossidanti Ionol LC, Ionol 46 Sartomer - Cray Valley Coagenti Acrilati/Metacrilati processing aids Sartomer (SR), TMPTMA, Saret, Ricon, Ricobond Wacker Chemie Distaccanti e Silani Geniosil GF maggio 2009 n. 568 | L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA | 47
Taccuino
O
In maggio un corso Assogomma di difettologia
rganizzato dalla Federazione Gomma Plastica / Assogomma, si è svolto il 12 e 13 maggio il corso di formazione “Difettologia: stampaggio ed estrusione gomma”. Nella prima giornata, dopo una introduzione su costitu-
zione, composizione e struttura delle mescole, è stato affrontato il tema dei difetti ed irregolarità della struttura, cui ha fatto seguito la discussione sui metodi di analisi distruttivi e non distruttivi, sugli effetti del processo di mescolazione sul-
la difettosità delle mescole, su assicurazione e controllo della qualità, sulle metodologie per la qualità applicate al controllo e riduzione dei difetti. La seconda giornata è stata dedicata all’analisi dei difetti più comuni e delle loro cau-
Tre corsi di formazione al torinese Plastlab
P
lastlab di Orbassano (a pochi chilometri da Torino) è una struttura che si rivolge alle piccole e medie imprese che operano nel settore delle materie plastiche e della gomma, produttori di materie prime, trasformatori, stampatori ecc. Uno degli obiettivi che si propone è quello di contribuire alla formazione del personale, attraverso l’organizzazione di corsi di formazione mirati e concreti per gli operatori di produzione, teorici ed innovativi per il personale impegnato nella ricerca e nello sviluppo di materiali e processi. Nel corso dei primi mesi del 2009 ha organizzato tre corsi. In febbraio un “Corso base sulla gomma, applicazioni, caratterizzazioni e test di labora-
torio”, tenuto da Carlo Facciano, responsabile della divisione gomma di Plastlab, destinato ad approfondire appunto le conoscenze di base. In marzo è stata la volta di un “Seminario sullo stampaggio della gomma, dalla progettazione dello stampo al prodotto finito”, moderato da Giorgio Geretto (che è stato responsabile di produzione stampaggio in diverse importanti aziende della gomma). In aprile si è svolto infine un corso su “Analisi delle proprietà fondamentali delle materie plastiche”, destinato al personale con necessità di acquisire le conoscenze basilari dei materiali polimerici: progettisti, stampatori, tecnici del controllo qualità, acquisitori di materiali/manufatti.
D
Definite le scadenze delle fiere della plastica
opo l’accordo iniziale del 2003 tra Pordenone Fiere ed Assocomaplast, con il quale si era organizzato per la prima volta un circuito italiano delle fiere legate al settore (nelle tre sedi di Milano, Pordenone e Bari), grazie a un nuovo accordo che ha preso il via in occasione di Plast 2009, le esposizioni italiane della plastica riconfermano la loro cadenza triennale. Ogni anno ci sarà quindi un appuntamento sul territorio nazionale senza sovrapposizioni, e la manifestazione di Bari viene, di fatto, sostituita rispetto all’accordo originario da quella di Ancona. Quest’ultima iniziativa garantisce comunque una opportunità per il territorio del Centro-Sud e per le aziende che vi effettua-
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SETTEMbRE
18 - 21
OTTOb RE
28/6 - 2/7
GIUGNO • luglio
C A L E N DA R I O 2 0 0 9 22 - 26/6
CHICAGO
NPE e MoldMaking Expo
NORIMBERGA
International Rubber Conference 2009
MILANO
Esposizione internazionale del ciclo
MANCHESTER
brityrex International
VERONA
SAVE-Mostra dell’automazione, strumentazione e sensori
STUTTGART
Conferenza AVK sui plastici rinforzati
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maggio
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se per quanto riguarda tubi idraulici e industriali, estrusione di profilati, stampaggio ad immersione, stampaggio ad iniezione. È seguita la discussione di alcuni problemi specifici proposti dai partecipanti al corso.
no lavorazioni delle materie plastiche, mentre Samuplast di Pordenone torna nella sua collocazione temporale originaria, nell’anno precedente il Plast di Milano. Un aspetto positivo dell’accordo è che a ciascun territorio è riconosciuta la propria vocazione. Per Pordenone è confermato il suo ruolo fondamentale di base per tutto il Nord Est Italiano e di collegamento e sviluppo verso il Centro ed Est Europa. Un ruolo che in occasione dell’ultima edizione di Samuplast si è ulteriormente caratterizzato con l’ampia azione di promozione svolta in ben nove paesi, dai confinanti fino alla Turchia, in collaborazione con l’ICE e il Ministero per le Attività Produttive.
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