L'Industria della Gomma 2009 10

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SBR IN SOLUZIONE SISTEMI DI RAFFREDDAMENTO 100 ANNI DI GOMMA SINTETICA

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MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI

Mensile - Spediz. in abb. postale - 45% - Art. 2, comma 20/b Legge 662/96 - Filiale di Milano - ISSN 0019-7556

INCHIESTA MACCHINE

OTTObre 2009 - NUMERO 8


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SOMMARIO | ANNO 53 - 572 • OTTOBRE 2009 • N. 8 31

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TUTTE LE ATTESE SONO ORMAI CONCENTRATE SUL 2010

VERSO UNA RIPRESA A MACCHIE DI LEOPARDO

Non lasciamo da sole le aziende a combattere la loro battaglia per l’affermazione sul mercato globale. È quello che ci ha detto Corrado Zardi, responsabile della produzione di Eurorubber.

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ELASTICA: SOMMARIO

Siamo entrati nella fase del dopocrisi? I costruttori di macchine per gomma e plastica da noi intervistati non si sentono di affermarlo. Dicono però che la situazione non è più quella di qualche mese fa e che qua e là affiora qualche segnale di miglioramento della congiuntura

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PROPRIETÀ DINAMICHE E ARCHITETTURA MOLECOLARE DI SBR IN SOLUZIONE

Analisi del comportamento reologico di due s-SBR caratterizzati dalla medesima composizione ma da architetture molecolari differenti in termini di polidispersità e branching

| L'INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

ottobre

2009 n. 572

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NUOVI SISTEMI DI RAFFREDDAMENTO CONFEZIONAMENTO E STOCCAGGIO MESCOLE

Per il fine linea di mescolazione un’azienda italiana propone macchine innovative capaci di adattarsi alle varie esigenze dei trasformatori

LA GOMMA SINTETICA FESTEGGIA I SUOI PRIMI CENTO ANNI

“Il futuro della gomma sintetica è appena cominciato” ha detto il presidente di Lanxess in apertura del World Rubber Day dedicato alla celebrazione dello storico brevetto di Fritz Hofmann

TACCUINO

• Rhodia lancia nuove silici a basso impatto ambientale • IISRP pubblica il quadro statistico della gomma sintetica • Nuovi sensori Gefran per misure di pressione di polimeri fusi • Gomme Yokohama equipaggiano un’auto elettrica • La Vibram lancia le scarpe (di gomma) con le dita • Engel a Fakuma all’insegna dell’efficienza energetica • Bluestar Silicones riorganizza la rete Mix & Fix • Lanxess elimina l’uso degli oli DAE • Celle di carico per rulli serie RL


un picco di 4300 metri sopra il livello del mare. Ai rapidi cambiamenti di temperatura e meteo che si incontrano lungo il tragitto si aggiunge, inoltre, l’alternarsi di fondi stradali ghiaiosi e asfaltati che rendono ancora più difficile e impegnativa la gara.

Figura – La Hill Climb Car equipaggiata con gomme Yokohama.

Mensile degli elastomeri e degli altri polimeri resilienti Federazione Gomma Plastica Assogomma

La Vibram lancia le scarpe gomma) con le dita con (di il patrocinio della

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Chiamarle scarpe è certamente riduttivo, soprattutto se hanno vinto il premio come “Migliore Invenzione del 2007”. Sono le Vibram Fivefingers, prodotte dalla Vibram, azienda italiana del varesotto, che hanno conquistato letteralmente il mercato USA in pochissimo tempo. La Vibram è leader mondiale nella produzione e nella commercializzazione di suole in gomma ad alte prestazioni, destinate ai mercati per l’outdoor, il lavoro, il tempo libero, la moda, la riparazione e l’ortopedia. L’azienda italiana ha brevettato con successo la "scarpa che non c’è": le five fingers, letteralmente le cinque dita, sono delle scarpe assolutamente uniche, dove ogni dito è separato, come in un Comitato di redazione: Giuseppe Cantalupo, guanto. Una membrana di gomma sottile Emilio Decon Tuoni, che avvolge il piede, le ditaAntonino separate Di Pasquale, Eugenio Faiella come in unDirettore guanto, e responsabile: lo lascia quasi nudo Eugenio Faiella nel contatto con il terreno. In sostanza è quasi come correre a piedi nudi, si calza Redazione, pubblicità: semplicemente una sortaamministrazione, di guaina che copre il piede perfettamente e gli srl fa da GESTO EDITORE - via Mercato, 28 - 20121 Milano suola artificiale. La suola riproduce la Tel. +39 028051511 r.a. - Fax +39 0289013553 pianta del piede umano, consentendo gomma@gestoeditore.it libertà di movimento e leggerezza.

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Fiere, congressi, convegni in programma per i prossimi mesi

Costo di una copia ai soli fini fiscali € 1,00 Arretrati € 5,00 Estero € 8,00 Abbonamento annuo: Italia € 90 - Estero € 100 c/c postale 13590203 intestato a GESTO EDITORE srl Spediz. in abb. postale - pubbl. inf. 45% - art. 2, comma 20/b Legge 662/96 - filiale di Milano

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IV COP.

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Registrazione Tribunale di Milano n. 4275 del 1.4.1957 Registro degli operatori di Comunicazione numero 6002 La direzione non assume responsabilità per le opinioni espresse dagli autori degli articoli e dagli estensori dei testi delle inserzioni pubblicitarie. GARANZIA DI RISERVATEZZA Il trattamento dei dati personali riguardanti gli abbonati viene svolto nell’ambito della banca dati dell’editore e nel rispetto di quanto stabilito dal D.L.vo 196/2003 sulla tutela dei dati personali. I dati non saranno comunicati o diffusi a terzi se non per le procedure inerenti la spedizione della rivista e gli interessati potranno chiedere in qualsiasi momento la modifica o la cancellazione al direttore responsabile, che è il responsabile del trattamento. Il responsabile del trattamento dei dati raccolti in banche dati per uso redazionale è il direttore responsabile cui ci si potrà rivolgere per i diritti previsti dal D. L.vo 196/2003. Stampa: Arti Grafiche S. Pinelli srl Milano

II COP.

PRODICON

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RISTOCHEF

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TSF

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA ELASTICA

I COP.

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2009 n. 572 | L'INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

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elastica |

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elastica Comitato di redazione: Fausto Casa, Emilio De Tuoni, Giampaolo Giuliani.

SOMMARIO Gli sponsor di Elastica.................................................................................................................. 6 - 7 Abbiamo letto per voi........................................................................................................................8 HNBR per servizio in biossido di carbonio ad alta pressione ◊ DuPont Performance Elastomers abbandona Hypalon e Acsium ◊ Il primo Keltan della serie ACE offre immensi benefici ◊ Vibracoustic sviluppa nanoelastomeri termoresistenti ◊ Compression set di elastomeri siliconici ◊ Gomme liquide (LIR) plastificanti reticolabili ◊ Oli naftenici nelle mescole di battistrada ◊ Sistema vulcanizzante intelligente Curesense (Reosense) ◊ Devulcanizzazione in continuo con ultrasuoni ◊ Tubi di TPE con stampaggio a iniezione assistito con acqua ◊ Resistenza all’abrasione con bombardamento ionico ◊ Produzione di mescole con estrusori bivite corotanti

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I trasformatori di materiali elastomerici ed affini; i produttori di materie prime, macchinari e apparecchiature di prova; gli utilizzatori di prodotti finiti.

I collegamenti

Collabora con Enti di Normazione quali UNI e ISO. Partecipa a prove interlaboratoriali organizzate

dal National Bureau of Standards U.S.A. per verificare la ripetitibilità e la riproducibilità dei risultati.

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Prove fisico-meccaniche, analisi chimiche, collaudi, consulenze e sperimentazioni, formulazione di mescolanze, ottimizzazione di cili produttivi, corsi di addestramento e aggiornamento, ricerca applicata.

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Sulle prove e sui servizi, i soci AIRIEL godono di uno sconto del 40% Per i soci ASSOGOMMA lo sconto è del 15%.

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elastica


ELASTICA | Abbiamo letto per voi

materie prime HNBR PER SERVIZIO IN BIOSSIDO DI CARBONIO AD ALTA PRESSIONE (R744)

H. Magg, A. Weile - Lanxess Deutschland - hans.magg@lanxess. com; Rubber Fibres Plastics International (RFP); 4-145-151-3/2009. Rif. E2693.;

I

l protocollo di Kyoto del dicembre 1997 ha definito indesiderabile l’uso del fluido R 134a (CH3F=CF3) come mezzo refrigerante nei condizionatori nell’industria auto, perché esso nell’arco di 100 anni è causa di aumento di 1400 volte del contenuto di CO2 nell’aria (GWP Global Warming Potential). Una nuova legislazione europea esclude invece dopo il 2011 l’impiego di sistemi che denotano un valore GWP superiore a 250, tuttavia con possibilità di transizione fino al 2017. Sebbene ci siano proposte alternative, come ad es. HF 1231 yf (CF3CF=CH2 da parte di Honeywell-DuPont), la legislazione tedesca dal 2007 si è orientata all’uso del R 744, che si basa sull’azione refrigerante del CO2 (biossdo di carbonio), perché presenta vantaggi nella fase iniziale. Il CO2 permette di lavorare con sicurezza a pressione tra 2,5 MPa e 16 MPa, superando così di circa 10 volte le condizioni di sicurezza del R134a, e inoltre è classificato come fisiologicamente insospettabile e non combustibile. CO2 è liquido a pressione > di 6 MPa e a temperatura > di 220°K (-56°C): a pressione inferiore CO2 è un gas. CO2 solido (ghiaccio secco) sublima a temperatura < di -56°C. È rappresentato il diagramma di fase da -100°C a 100°C ed a pressione, espressa in scala logaritmica, da 0,1 fino a 100 MPa. Comunque, quando CO2 viene sciolto in un materiale elastomerico dà luogo a decompressione esplosiva, generando bolle e screpolature. L’uso del Therban (HNBR della Lanxess) si propone di ottimizzare le proprietà di barriera, di comprimere le capacità di rigonfiamento minimizzando quest’ultimo, di eliminare il pericolo di screpolature da decompressione. HNBR è particolarmente adatta alla preparazione di membrane impermeabili ai gas (H2,O2, CO2) nei riguardi di

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| L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

assorbimento, diffusione, desorbimento. Il coefficiente di permeazione Kp viene espresso in dm^3 * mm / m^2 * d * bar o anche, nel presente articolo, secondo Si-units, Kp=m^2/s * Pa. (Rif. to DIN 53536). La HNBR presenta coefficiente di permeazione minore della NBR, cioè presenta a parità di contenuto di ACN nel polimero di base, maggiore impermeabilità. Nel testo sono riportati grafici riassuntivi, che mostrano l’andamento del coefficiente di permeazione della HNBR in funzione del contenuto di ACN all’aumentare del quale la permeazione diminuisce, del contenuto di plastificante all’aumentare del quale la permeazione aumenta, dal contenuto di cariche

Il CO2 non presenta momento dipolare, data la struttura simmetrica della sua molecola, tuttavia è da aspettarsi un effetto rigonfiante per la natura polare del doppio legame carbonio-ossigeno. Per mostrare gli effetti dl CO2 sul Therban vulcanizzato gli autori mostrano pertanto le immagini di provini dumbbell sottoposti all’azione di rigonfiamento del CO2 a temperature da 20°C a 100°C. Dalle prove di immersione appare l’azione antirigonfiante provocata dalla presenza del nero di carbonio e dalla presenza della polvere di diatomee. Sono riportate le immagini dei provini, comprendendo anche quelli a contatto con il CO2 nelle condizioni supercritiche sopra a -31,5°C e fino a 165°C, a pressione superiore a 7.5 MPa. Nel testo viene dichiarato che la presenza del nero di carbonio nella mescola presenta vantaggi contro l’effetto rigonfiante del CO2. Ciò si riferisce evidentemente soprattutto alle immersioni in condizioni supercritiche, nelle quali ad esempio l’effetto favorevole dell’aumento del contenuto di ACN sembra verificarsi con un aumento della deformazione permanente. Tuttavia la ricettazione consigliata contiene esclusivamente le cariche chiare sopra nominate (L’articolo è in lingua inglese)

materie prime

all’aumentare del quale la permeazione diminuisce. Nell’articolo è indicata una ricettazione a base di HNBR (Therban AT A 4304 della stessa Lanxess al 43% di ACN), contenente 5 phr di Diplast TM 8-10 della Lonza (n-ottil/n-decil estere dell’acido trimellitico), 105 phr di Cellite 281 SS di Lehmann & Voss (terra di diatomee), 25 phr di Vulkasil S. Particolare significato ha la polvere di diatomee per la sua struttura sferica porosa, che caratterizza la capacità di adsorbimento di materiali estranei. La polvere di diatomee non ha proprietà rinforzanti, ma è affiancata da 25 phr di Vulkasil S.

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DUPONT PERFORMANCE ELASTOMERS ABBANDONA HYPALON E ACSIUM

David Shaw ERJ Staff - dshaw@crain. com; European Rubber Journal 191/3-13-13-Maggio/Giugno 2009. Rif. E2694.

L

a DPE (Dupont Performance Elastomers) ha annunciato di voler abbandonare il business del polietilene clorosolfonato, cioè il business del Hypalon e dell’Acsium e di voler chiudere l’impianto di Beaumont (Texas-USA), oggi ultima unità DuPont dedicata alla produzione di tali elastomeri. Il polietilene clorosolfonato CSM (Hypalon) era una categoria di elasto-


Abbiamo letto per voi | ELASTICA

meri speciali particolarmente adatti per ottenere articoli elastomerici colorati resistenti all’invecchiamento e anche alle intemperie. La gamma comprendeva diversi termini, originariamente introdotti prevalentemente nella produzione di articoli sportivi e di articoli per il consumo. In epoca successiva la gamma si era arricchita anche di due termini termoplastici. Più recentemente erano state introdotte opportunità tecniche, che avevano permesso di applicare il polietilene clorosolfonato per produrre articoli industriali nel campo delle cinghie di trasmissione, soprattutto applicando elastomeri di polietilene clorosolfonato alchilato, più resistenti al calore e più adatti per essere applicati in articoli per uso dinamico. Tali opportunità erano scaturite dalla possibilità di modificare le proprietà del CSM introducendo nella catena polietilenica gruppi alchilici pendenti, che per ingombro sterico distanziavano tra di loro le catene macromolecolari polietileniche moderando l’interazione cristallina tra di esse, migliorando quindi le possibilità di ritorno elastico ed elevando in tal modo un polimero polietiienico all’empireo dei magici equilibri isteretici degli elastomeri. Tale categoria di polietilene clorosolfonato aveva assunto il marchio ACSIUM, ove il termine con la A iniziale vuole esprimere l’alchilazione e con i rimanenti caratteri vuole contenere la memoria del CSM, come “trait d’union” tra gomma e materie plastiche. Come esempio di articoli prodotti in Hypalon viene riportata una immagine della posa di una foglia di impermeabilizzazione durante la fabbricazione di un grande bacino idrico e viene ricordata la validità dello stesso materiale per le impermeabilizzazioni in campo edile e per la produzione di battelli gonfiabili. L’articolo di European Rubber Journal qui recensito è congegnato come una fredda cronaca, ma vi si legge invece la presenza di un carisma coraggioso, sapiente e romantico di un era protesa in una ricerca poetica ed ottimistica uscita da una terribile guerra. David Shaw comunque informa che il CSM continua ad essere reperibile dal Giappone da Tosoh Corporation con i marchi Toso CSM ed Extos. Inoltre an-

che da NGS Elastomers e da Volgograd Vocco in Russia. Viene riportato che Tosoh Corporation (Tokio) ha aumentato la sua capacità di produzione del CSM a 4000 t/ anno: essa ritiene comunque probabile uno shortage nel 2009 se effettivamente DPE dovesse cessare totalmente la produzione di tale elastomero. Viene anche riportato che NGS Elastomer GmbH (Germania) è distributore ufficiale in Europa della Jilin Chemical e che fornisce già polietlene clorosolfonato CSM 20 e CSM 40 in Europa.

materie prime IL PRIMO KELTAN DELLA SERIE ACE OFFRE IMMENSI BENEFICI

David Shaw ERJ (Staff) - dshaw@ crain.com; European Rubber Journal - 191/3-14-14-Maggio/Giugno 2009. Rif. E2695.

L

a DSM (Olanda) ha lanciato il primo termine commerciale dei propri EPDM della serie ACE.denominato Keltan DE 8270C (ACE = Advanced Catalysis Elastomers). Il Keltan ACE contiene come terzo monomero 2-vinil-5-norbornene (VNB), che, rispetto all’ENB (2-etilidene-5-norbornene) normalmente impiegato, è più suscettibile di addizionare radicali liberi, per cui con i perossidi dà luogo a maggiore reatttività.

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L’EPDM contenente VNB ha significato soltanto se prodotto con la tecnologia ACE della DSM, che evita formazione di fouling (cfr. anche riferimento Elastica E2573 in I.G. 562 dell’ottobre 2008 recensito da Kautschuk Gummi Kunststoffe 61/52008). Hermann Dikland, business manager del progetto ACE, dichiara che il Keltan DE 8270C dà luogo a miglioramenti di compression set, di possibilità di estensione con cariche, possibilità di riduzione della quantità di perossido. Inoltre dichiara che tale EPDM è meno scottabile, che a parità di quantità di perossido fornisce maggiore grado di reticolazione e che, rispetto ad altri EPDM, presenta maggiore “tack”, permettendo di migliorare l’adesione in articoli di EPDM a più strati. Hermann Dikland afferma che, in questi primi pochi mesi di produzione, il successo del Keltan DE 8270C ha superato le aspettative, in quanto tale polimero permette non solo di risparmiare perossido, ma anche di coagente. Alcuni clienti avrebbero avuto la possibilità di produrre con un contenuto di perossido pari ad un quarto del normale. Un ulteriore vantaggio consiste nel fatto che, richiedendo meno perossido, permette di evitare il pericolo che l’eccesso di vulcanizzante vada a compromettere il compression set. Dikland puntualizza che il Keltan DE 8270C mira al mercato dei profilati per carrozzeria e dei manicotti per radiatore, che tuttavia seguiranno altri termini della serie, orientati anche ad altri articoli. Per quanto riguarda il costo del prodotto, Dikland dichiara che esso sarà fissato in sede di accordi con i clienti, tenendo conto dei vantaggi che presenta, perché il Keltan DE 8270C è da considerarsi “un pezzo di valore sul tavolo”. Sulla stessa pagina della rivista viene però riportata una notizia proveniente da Jean Paul de Vries, presidente della DSM Elastomers. La DSM sta vivendo nel 2009 una contrazione del mercato dei propri elastomeri di 800 kt, pari al 35% della propria produzione rispetto a quella del 2008.

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ELASTICA | Abbiamo letto per voi

materie prime VIBRACOUSTIC SVILUPPA NANOELASTOMERI TERMORESISTENTI

David Shaw ERJ Staff - dshaw@crain. com; European Rubber Journal 191/2-6-6-Marzo/Aprile 2009. Rif. E2696.

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articolo qui recensito è una intervista a Benno Jörg, direttore dello sviluppo e delle tecnologie alla Vibracoustic. La ditta tedesca Vibracoustic di Weinheim ha sviluppato un materiale a base di EPDM che può rimpiazzare la gomma naturale nella produzione di boccole antivibranti a torsione, permet-

il procedimento di preparazione hanno costo più elevato, ma secondo Benno Jörg i produttori di automobili sono in questo caso pronti a pagare un extra. Il vantaggio principale del nuovo materiale consiste nella maggiore resistenza al calore, utile per l’impiego dell’articolo nell’Europa del Sud e nelle zone equatoriali delle Americhe. Vibracoustic desidererebbe ridurre le dimensioni degli articoli coinvolti, ma ciò appare poco pratico, perché gli articoli vengono maggiormente sollecitati. Jörg constata che Vibracoustic investe molto tempo nella modellizzazione. Egli constata anche che la modellizzazione computerizzata arriva però difficilmente a fornire previsioni accurate. È infatti del parere che occorre piuttosto eseguire su larga scala classificazioni su base meccanica pratica, tuttavia suffragando i programmi di prove con impostazioni statistiche sperimentali. Nell’articolo appare una fotografia di componenti della mescola in forma standard e non è invece riportata alcuna immagine dei componenti con costituzione nanometrica.

prodotti e processi COMPRESSION SET DI ELASTOMERI SLICONICI

Heiko Bayerl - Momentive Performance Material - heiko.bayerl@momentive.com; Gummi Fasern Kunststoffe (GAK); 62/3-151-154-2009. Rif. E2697. tendo l’impiego fino a 100÷110°C, cioè a una temperatura di 20°C più alta della gomma naturale. La mescola di EPDM qui menzionata è costituita da materie prime in forma nanometrica e viene preparata usando una appropriata tecnologia di confezione per ottenere un grado di dispersione nanometrico. In tal modo vengono ridotte le dimensioni delle discontinuità e quindi anche le probabilità di instaurazione di rotture. La ricettazione ricorda quella della mescola originaria, ma la differenza fondamentale risiede nella più piccole dimensioni delle particelle costituenti. La mescola nanometrica ha costo più elevato della mescola tradizionale in NR, perché sia le materie prime che 10

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e gomme siliconiche, grazie alla loro costituzione basata sul legame chimico inorganico Si-O, sono caratterizzate da un panorama di caratteristiche valide di resistenza in un grande intervallo di temperature e pertanto trovano sempre maggiori applicazioni nel settore di articoli specialistici. Particolare riferimento viene trovato in prodotti del consumo con comportamenti di rilievo, come in articoli medicali, in articoli destinati a prestazioni speciali, ad esempio nel campo di articoli con caratteristiche elastomeriche accompagnate da trasparenza ottica, e infine in articoli per l’industria automobilistica.

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Le gomme siliconiche si distinguono, oltre che per la loro inerzia tossicologica, anche per la loro resistenza a temperature molto basse e molto alte. Gomme siliconiche speciali poi, come le gomme fluorosiliconiche, si distinguono anche per il pregio della oleoresistenza. Nell’articolo qui recensito viene sottolineata l’importanza del comportamento delle gomme siliconiche alla deformazione permanente a compressione, espresso dal valore del noto parametro denominato “compression set”, perché tale valore, determinato in un arco di temperature adeguato, è correlato con la durata della ritenzione delle caratteristiche elastiche durante l’esercizio. Nell’articolo viene mostrato come un provino cilindrico, sottoposto a trattamento al calore sotto compressione e quindi rilasciato al termine del trattamento, possa permettere un facile calcolo del rapporto tra la deformazione finale e la deformazione imposta (compression set). Una significativa fotografia evidenzia dal punto di vista pratico su un manicotto corrugato l’importanza dell’ottenimento di un basso valore di compression set. L’autore considera le caratteristiche ottenibili con mescole a base di nuovi tipi di gomme siliconiche liquide Silopren. Viene mostrato che il valore di compression set ottenibile dipende, oltre che dalla temperatura e dalla durata della vulcanizzazione, anche dal tipo di processo impiegato per quest’ultima. Con Silopren LSR 3286/70, la deformazione permanente a compressione a 150°C sia a breve che a lungo termine (fino a 1008 h) risulta sensibilmente vantaggiosa se il provino è stato ricavato per stampaggio piuttosto che per estrusione. Con mescole a base di Silopren LSR a bassa durezza (circa 30 Shore A), viene mostrata la possibilità di ottenere compression set eccezionalmente bassi. Dopo 22h a 175°C, con Silopren LSR 3596/30 additivato di 5% di olio (non è specificato il tipo) viene mostrato compression set 11%, con Silopren LSR 3386/30 additivato di 3% di olio (non è specificato il tipo) viene mostrato compression set 20%. Vengono descritte anche possibilità


Abbiamo letto per voi | ELASTICA

ottenibili con mescole a base di gomma fluorosiliconica. Con mescole a base di LPF 60L e LPF 70 L vengono dichiarati compression set di 5% e di 4% dopo 22h a 175°C. Nell’articolo viene riportato un prospetto nel quale appaiono le dimensioni dei provini per il compression set previsti secondo le diverse norme in uso: ASTM D 395-03 metodo B, DIN ISO815, VW PV3307.

materie prime GOMME LIQUIDE (LIR) PLASTIFICANTI RETICOLABILI

M. Maeda, R. Böhm - Ralph.Boehm@ kuraray.eu; Rubber Fibres Plastics International (RFP); 4-152-156-3/2009. Rif. E2698.

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articolo qui recensito proviene dalla Kuraray Europe GmbH (Frankfurt) e tratta l’argomento delle gomme liquide LIR. Le LIR sono polidieni a basso peso molecolare tra 10^3 e 10^4, che vengono considerati plastificanti suscettibili di essere incorporati nelle mescole elastomeriche e passibili di essere coreticolati con altri componenti. I LIR vengono usati soprattutto con gli elastomeri, sia allo scopo di instaurare proprietà di lavorazione favorevoli, sia allo scopo di ottenere particolari effetti nei vulcanizzati. Esistono diversi tipi di LIR. I tipi standard sono il LIR 30 e il LIR 50. Essi sono costituiti rispettivamente da polibutene con peso molecolare intorno a 28000, comunque sempre al di sopra di 1000, e da poliisobutilene con peso molecolare intorno a 54000, con possibilità di presentare distribuzione di pesi molecolari stretta. Essi vengono indicati prevalentemente per essere usati in mescole con vulcanizzazione a zolfo. Viene mostrato che mescole di NR/LIR 50, rispetto a mescole di NR estese con olio, presentato estratto benzenico molto più basso. Soprattutto viene fatto osservare che mescole di NR plastificate con olio danno luogo ad estratto benzenico crescente al crescere del contenuto di olio, ma che invece mescole plastificate con

LIR 50, pur presentando analoga viscosità delle mescole estese con olio, rispetto a queste presentano estratto benzenico molto più basso, perché il LIR 50 risulta covulcanizzato. Oltre ai LIR di tipo standard, ne esistono altri sintetizzati a partire da isoprene, butadiene, stirene. Vengono distinti omopolimeri, copolimeri a blocchi e random, nonché tipi modificati: idrogenati (LIR200, LIR 290), carbossilati (LIR 403, LIR 410), con gruppi metacrilici (LIR UC 102, LIR UC 203) e anche con gruppi vinilici. Sono citate diverse opportunità di applicazione pratica dei LIR, in cinghie, tubi, calzature, in adesivi e sigillanti, in costruzioni automobilistiche, in placche per stampe, in rivestimenti e vernici, in lubrificanti, in leganti. Sono riportate diverse ricettazioni di tagli di NR contenenti naftenato di cobalto, LIR 403, LIR 410 per attacco a cord di acciaio zincato. I LIR 403 e 410 sono carbossilati e vengono particolarmente indicati per tale applicazione. Inoltre viene riportato un esempio di opportunità di applicazione di LIR 410 in una ricettazione a base di IR contenente silice precipitata. Di notevole interesse sono gli esempi di applicazione del LIR 290 e degli LBR 307 e 352 in sostituzione parziale o totale di plastificanti naftenici nelle mescole di EPDM vulcanizzate a Zolfo. LIR 290 è costituito da poliisoprene moderatamente idrogenato (90%) con peso molecolare 31000 contenente 10% di insaturazioni designato anche per tagli con gomma butilica (IIR) e si distingue per il basso estratto in benzene rispetto a quello ottenuto impiegando olio naftenico. LBR 352 è invece costituito da un polibutadiene con peso molecolare 9000 caratterizzato da elevato contenuto di forma vinilica (56%). Esso, introdotto in una mescola di EPDM vulcanizzata a zolfo contenente 10 phr di olio paraffinico in ragione di 20 phr, si mostra particolarmente efficace per ottenere favorevole grado di reticolazione, foriero di compression set attrattivamente bassi: 21,5% dopo 22h a 70°C e 38,2% dopo 96h a 70°C. (L’articolo è in lingua inglese)

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materie prime OLI NAFTENICI NELLE MESCOLE DI BATTISTRADA

A. Neau, K. Alavi, M. Rangstedt Nynas AB - anita.neau@nynas.com; Rubber Fibres Plastics International (RFP); 4-126-129-3/2009. Rif. E2699.

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a Nynas AB è specializzata e molto nota nella produzione di plastificanti naftenici e pertanto ha una posizione importante nella fornitura di prodotti alternativi ai plastificanti aromatici DAE (Distillated Aromatic Extract). Secondo quanto prescritto dalla Direttiva Europea 2005/69/EC, dal 1° gennaio 2010 i termini tradizionali degli estratti appartenenti a tale categoria non potranno più essere impiegati nelle mescole di gomma per ragioni ambientali, in quanto contengono sensibili concentrazioni di PAH e di PCA (Polyaromatic Hydrocarbons e di Polycyclic Aromatic Compounds). La

Nynas AB offre quindi una cospicua gamma di prodotti naftenici alternativi, che si affiancano ad altre categorie di prodotti presenti sul mercato (MES, TDAE, RAE), e che come tali, a parte la disponibilità quantitativa e a parte i RAE di cui Nynas segnala possibili incertezze, potrebbero in molti casi aiutare a risolvere il problema (MES = Mild Extractiion Solvates; TDAE = Treated Distillated Aromatic Extracts; RAE = Residual Aromatic Extracts) (cfr. anche rif. Elastica E2302 in I.G. 539 del Giugno 2006 recensito da Tire Technology Dic 2005). Nell’articolo vengono considerate due ricettazioni: una a base di SSBR (SBR polimerizzata in soluzione) in taglio 70/30 con BR (polbutadiene) contenente 80 phr di silice precipitata e 35 phr di plastificante; l’altra a base di SBR 1500 contenente 70 phr di nero di carbonio N234 e 37,5 phr di plastificante. Vengono riportati i risultati ottenuti impiegando diversi plastificanti nafte-

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nici della Nynas: Nytex 5450 (devoluto principalmente al mercato americano), Nytex 8450, Nytex 4700. Inoltre anche impiegando un olio TDAE. Come valori generali di riferimento, per le ricettazioni a base di SBR 1500 vanno considerati quelli ottenuti con un plastificante di tipo DAE, o quanto meno quelli ottenuti con un plastificante di tipo TDAE essendo non permesso il plastificante di tipo DAE . Come valori di riferimento per le ricettazioni a base di SSBR/BR vanno invece considerati quelli ottenuti con un plastificante di tipo TDAE, mancando i valori ottenuti con un plastificante di tipo DAE. Nelle mescole a base di SBR 1500, la viscosità Mooney ottenuta con i Nytex 4700 e 8450 è leggermente più alta, mentre quella ottenuta con il Nytex 5450 è leggermente più bassa rispetto a quella ottenuta con TDAE e DAE, tuttavia con valori non molto differenti. Il t90 reometrico risulta più lungo con Nytex 8450 e con Nytex 4700, la temperatura di transizione vetrosa risulta molto simile, la durezza, la resa elastica, il carico e l’allungamento a rottura risultano simili, il comportamento isteretico risulta simile, la resistenza a lacerazione risulta più bassa con Nytex 8450, la resistenza all’abrasione con Nytex 8450 risulta invece più favorevole. Nelle mescole a base di SSBR/BR, rispetto a quanto si ottiene con TDAE, la viscosità Mooney ottenuta con i Nytex specialmente con il tipo 5450 è più alta, il t90 reometrico risulta più alto specialmente con il tipo 8450, la coppia reometrica risulta più bassa che con il TDAE, la temperatura di transizione vetrosa risulta molto simile, le carattteristiche meccaniche risultano simili, le caratteristiche isteretiche risultano tendenzialmente favorevoli, la durezza, la resa elastica, il carico e l’allungamento a rottura risultano simili, la resistenza a lacerazione risulta più bassa tranne che con Nytex 4700, la resistenza all’abrasione risulta uguale. Nonostante tali tendenze, gli autori concludono che nella sostituzione degli oli DAE i Nytex competono molto bene con gli oli TDAE, rivelando anche delle opportunità.

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prodotti e processi SISTEMA VULCANIZZANTE INTELLIGENTE CURESENSE (REOSENSE)

David Shaw ERJ Staff - dshaw@crain. com; European Rubber Journal 191/3-4-4-Maggio/Giugno 2009. Rif. E2700.

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(L’articolo è in lingua inglese)

articolo riporta una intervista di European Rubber Journal a Jonas Lundberg, CEO della ditta ReoSense, la quale è partner della Trelleborg di Sjöbo (Svezia). La Trelleborg Industrial AVS di Sjöbo (Svezia) ha ordinato alla ReoSense la realizzazione di un sistema informatico automatizzato, che fosse in grado di ottimizzare i tempi di vulcanizzazione di propri articoli (articoli tecnici) prodotti con procedimento di stampaggio a iniezione. La ReoSense ha quindi studiato un sistema informatico denominato CureSense in grado di imporre una cinetica di vulcanizzazione compatibile con un aumento della produzione. Durante la intervista, Lundberg non descrive come funziona CurSense, per cui la notizia ha per ora semplicemente un valore propagandistico. Viene annunciato che maggiori dettagli potranno essere forniti durante la Nordic Rubber Conference, che peraltro si svolge nel corso del mese di maggio in concomitanza con la pubblicazione in European Rubber Journal qui citata, o quanto meno potranno essere forniti durante la International Rubber Conference di Nürnberg nel corso del mese di giugno (2009). Viene tuttavia dichiarato che il sistema sunnominato si serve di tecniche basate su impulsi ad ultrasuoni, che la capacità di dare informazione sulle variazioni del grado di vulcanizzazione mano mano raggiunto nello stampo. Le variazioni registrate vengono infatti interpretate da un algoritmo di tipo proprietario, che, allorché viene raggiunto il grado di reticolazione desiderato, invia un segnale alla pressa a iniezione e comanda l’apertura dello stampo. Secondo le dichiarazioni di Lundberg, nella produzione di articoli tecnici il sistema CureSense procura un risparmio di tempo di vulcanizzazione

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fino al 20% rispetto ai sistemi tradizionali. CureSense è progettato per funzionare entro un processo di stampaggio a iniezione, per cui Lundberg lavora già sostanzialmente accanto a noti specialisti di produzione di presse per stampaggio a iniezione nell’intento di far introdurre CureSense come parte integrante dei loro processi. Viene dichiarato che finora REP e LWB Steinl si sono già offerti come distributori di CureSense e che viene previsto che altri produttori di presse si possano offrire nel corso del 2009.

materie prime DEVULCANIZZAZIONE IN CONTINUO CON ULTRASUONI

X. Sun, A. I. Isayew - aisayew@uakron.edu; Rubber Fibres Plastics International (RFP); 4-130-144-3/2009. Rif. E2701.

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articolo qui recensito proviene dalla Università di Akron (USA) e gli stessi autori avevano già pubblicato una memoria sull’argomento (cfr. Riferimento Elastica E1943 in I.G 509 del giugno 2003 recensito da Gummi Fasern Kunststoffe 55/10-2002). In un lungo lavoro gli autori considerano qui l’aspetto della devulcanizzazione del poliisoprene sintetico, in-


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terpretando quindi anche la fenomenologia nella gomma naturale; inoltre essi commentano gli aspetti della rivulcanizzazione. I dati salienti, scelti tra i numerosi riportati, sono qui sotto descritti. Nel presente articolo gli autori non considerano invece affatto gli aspetti del problema, ben più interessante dal punto di vista pratico, nelle gomme sintetiche. Lo studio esposto è basato su esami eseguiti su mescole di Natsyn 2200, avente peso molecolare medio numerico Mn 810.000 e medio ponderale Mw 2.490.000 caricato con nero di carbonio, sottoposte a devulcanizzazione in un reattore ultrasonico coassiale e valutando mediante quest’ultima l’andamento del valore della frazione di gel, della densità di reticolazione e delle caratteristiche meccaniche. Il reattore ultrasonico impiegato è costituito da un estrusore monovite con rapporto L/D 11 e con diametro 38,1 mm, ed è dotato di un apparato generatore di ultrasuoni montato coassialmente al bocchettone. All’aumentare dell’ampiezza dell’onda ultrasonora, l’assorbimento di potenza nell’estrusore varia. Con la mescola di IR senza plastificanti, l’aumento è via via maggiore quanto maggiore è il contenuto di nero di carbonio e quanto maggiore è l’ampiezza dell’onda ultrasonora; con la mescola di NR senza plastificanti si verifica sostanzialmente il medesimo fenomeno, però in modo meno regolare, dovuto, secondo gli autori, all’effetto della stereoregolarità eccezionalmente alta della NR, che, nel campo di circa 30 phr di nero, si sovrappone. All’aumentare dell’ampiezza dell’onda ultrasonora, al bocchettone si verifica però una diminuzione di pressione molto simile tra le mescole di IR e di NR, denotando un analogo effetto di devulcanizzazione. L’effetto dell’influenza della elevata steroregolarità della NR appare anche nella valutazione dell’andamento della frazione di gel e della densità di reticolazione in funzione dell’ampiezza dell’onda ultrasonora.

Nei riguardi della rivulcanizzazione delle mescole devulcanizzate viene constatato che esse mostrano coppie reometriche più basse di quelle originarie ottenute nella vulcanizzazione: il fenomeno viene ascritto alla presenza di insaturazioni nell’elastomero. dovute all’effetto termico di devulcanizzazione. Vengono riportati anche gli effetti della devulcanizazione ultrasonora operata su mescole di IR contenenti nero di carbonio con e senza presenza di olio. Viene dedotto che, sotto l’azione dell’aumento dell’ampiezza dell’onda ultrasonora, sia dall’aumento dell’assorbimento di potenza nell’estrusore, sia dalla diminuzione della pressione al bocchettone, si può dedurre l’avvenuta azione di devulcanizzazione (in questo caso il contenuto di nero di carbonio è costante). Vengono infine considerate le caratteristiche ottenute rivulcanizzando il prodotto che era stato devulcanizzato. In questo caso una interpretazione chiara dei risultati appare difficile, perché con basso contenuto di nero di carbonio il valore della frazione di gel rispetto alla densità di reticolazione ricade nella norma, mentre con alto contenuto di nero di carbonio tale corrispondenza non si verifica.

Elemento caratteristico dell’apparato è l‘ugello di iniezione dell’acqua destinata a creare la sufficiente pressione interna per spingere il materiale contro le pareti dello stampo. La particolarità dell’ugello consiste nel fatto che la superficie di uscita dell’ugello stesso è costituita da acciaio inossidabile sinterizzato con costituzione porosa, ove il diametro dei pori è da 50 micrometri a 70 micrometri. Il diametro dei pori è così dimensionato, affinchè esso risulti abbastanza piccolo per evitare un riflusso della fusione polimerica calda durante l’iniezione, ma abbastanza grande per permettere l’iniezione dell’acqua nella massa polimerica.

(L’articolo è in lingua inglese)

prodotti e processi TUBI DI TPE CON STAMPAGGIO A INIEZIONE ASSISTITO CON ACQUA

S. Liu, K. Lin, C. Liu (Chung Gung University - Taiwan); Gummi Fasern Kunststoffe (GAK); 62/3-145-1502009. Rif. E2702.;

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l processo è basato sull’impiego di acqua sotto pressione anzichè gas per ottenere un corpo cavo durante l’iniezione del materiale. TPE è una categoria di elastomeri termoplastici e in questo caso ci si riferisce a un polimero a blocchi Stirene-Etilene/Butilene-Stirene (SEBS) denominato Everlon TC-30N. Lo schema dell’impianto, peraltro sperimentale, è riportato nel testo.

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La messa a punto dell’apparato a iniezione sperimentale è stata eseguita usando per confronto anche una procedura con impiego di gas. Esaminando lo spessore delle pareti lungo la lunghezza dello spezzone di tubo ottenuto nello stampo si ha una idea dell’andamento della centratura del tubo. Da tale valutazione, dall’aspetto dell’immagine della parete del tubo rispetto alla luce di quest’ultimo, si rileva che con nessuna delie due tecnologie si ottiene una centratura sulla intera lunghezza; tuttavia, le figure ricavate sembrano a favore della tecnologia con impiego di gas, in quanto sono più numerose le immagini con spessori di parete simmetrici.

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Esaminando invece l’andamento di un grafico, nel quale sono riportati i valori percentuali di penetrazione del gas e dell’acqua nelle pareti dei tubi ottenuti si può interpretare che i valori di penetrazione dell’acqua nel materiale delle pareti sono maggiori di quelli relativi alla penetazione del gas, però che sono molto più uniformi lungo la luhghezza del tubo rispetto a quelli ottenuti con l’impiego di gas. La valutazione viene discussa nell’articolo esaminando a diverse temperature il rapporto vuoto/pieno nella sezione trasversale del tubo lungo la lunghezza di questo. Gli autori espongono le loro osservazioni sperimentali maturate durante le prove. Al termine di queste non sembrano però giungere a un giudizio positivo nei riguardi di una delle due metodologie sperimentate, ma arrivando anzi a riconoscere che il processo da essi proposto, basato sull’impiego di acqua come mezzo di azione sulle pareti interne del tubo, dà luogo a maggiori differenze di spessore del tubo stesso rispetto a quanto si riscontra con il processo basato sull’impiego di gas.

guito nel vuoto per mezzo di irraggia+ mento di ioni di elio (He ) oppure di + argon (Ar ) con energia rispettivamente 13 di 160 keV e 130 keV in dose da 3x10 / 2 17 2 cm a 1x10 /cm . L’irraggiamento viene eseguito con apparecchiatura denominata Balzers MPB 202 RP (Lichtenstein). Si ha cura di mantenere la densità ionica dei raggi al di sotto di 0,1 μA/ 2 cm per evitare un dannoso surriscaldamento dello strato superficiale elastomerico. L’abrasione sullo strato elastomerico

prodotti e processi RESISTENZA ALL’ABRASIONE CON BOMBARDAMENTO IONICO

D. M. Bielinski, D. Pieczinska, J.Jagielski - d.bielinski@ipgum.pl; Gummi Fasern Kunststoffe (GAK); 62/4-201-204-2009. Rif. E2703.

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li autori, dell’Università tecnica di Lódź (Polonia) ravvisano l’opportunità di correggere il decadimento di resistenza all’abrasione che si instaura sulla superficie dei materiali elastomerici allorché con l’uso si innescano scivolamenti delle guarnizioni sulle superfici metalliche. Per correggere tale comportamento gli autori consigliano di effettuare un bombardamento ionico sulla superficie delle guarnizioni, perché altri trattamenti sulle superfici, soprattutto quelle di elastomeri speciali, non hanno effetto. Il bombardamento ionico viene ese14

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viene misurata con un microtester Ducom TR20M (India), facendo scivolare sulla superficie elastomerica una sfera di acciaio inossidabile di diametro 12,7 mm. per 20 minuti alla frequenza di 1 Hz. Nel testo vengono rappresentati i valori dei coefficienti di abrasione su superfici di diversi elastomeri: NBR, CR, Q, TPU, TPE. I risultati ottenuti con ioni di elio appaiono più favorevoli di quelli ottenuti con ioni di argon: ciò viene ascritto al fatto che gli ioni di elio sono più leggeri di quelli di argon. A riprova della validità del trattamento ionico viene evidenziato che i coefficienti di abrasione risultano molto più piccoli di quelli ottenuti su superfici non sottoposte ad irraggiamento. Sulle superfici di provini in gomma siliconica, anche non sottoposti al trattamento, si ottengono comportamenti all’abrasione favorevoli in confronto con

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quelli a base degli altri polimeri considerati: anche su di essi tuttavia l’irraggiamento appare a favore. Particolare significato ha l’irraggiamento sui vulcanizzati di NBR e di CR, nonché sulle superfici di gomme termoplastiche TPU e TPE. Gli autori riportano anche altri tipi di osservazioni. L’irraggiamento ionico provoca anche effetti addizionali. L’irraggiamento con ioni di elio è accompagnato da indurimento della superficie, che lascia azzardare la probabile presenza di una reticolazione; mentre l’irraggiamento con ioni di argon provoca un rammollimento, che lascia azzardare una parziale demolizione. Gli autori interpretano che l’effetto della diminuzione del coefficiente di abrasione provocato dagli ioni di elio con aumento della durezza superficiale deriva dalla diminuzione di isteresi del materiale, mentre l’effetto del rammollimento della superficie che accompagna la diminuzione del coefficiente di abrasione provocato dagli ioni di argon va riferito a una grafitizzazione della superficie, che è causa di una plastificazione della superficie stessa (Schmiereffekt) Gli irraggiamenti ionici modificano comunque lo stato fisico superficiale, che ad esempio nel caso dell’irraggiamento con ioni di elio si manifesta con l’apparizione di una “pelle” di spessore 1 μm (1 micrometro). Nel caso dell’irraggiamento con ioni di argon si ipotizza la formazione di uno strato ossidato, peraltro confermata sperimentalmente. L’articolo riveste interesse scientifico, anche per gli apparati analitici impiegati.

prodotti e processi PRODUZIONE DI MESCOLE CON ESTRUSORI BIVITE COROTANTI

Dietmar Becker, Dieter Mayer - dietmar.becker@kraussmaffei.com; Gummi Fasern Kunststoffe (GAK); 62/4205-210-2009. Rif. E2704.

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n estrusore a due viti corotanti consta fondamentalmente di tre gruppi: il basamento, l’unità di movimentazione comprendente il motore


Abbiamo letto per voi | ELASTICA

e il cambio di velocità, l’unità di processo. L’estrusore a due viti è caratterizzato da buona capacità di mescolazione dispersiva e distributiva, nonché da una buona capacità autonettante. Importanti sono i dati geometrici, descritti nel testo, come il diametro interno ed esterno delle viti, comprendendo anche la loro profondità, il loro passo e la sequenza delle loro configurazioni lungo i segmenti nel senso della lunghezza. La geometria delle viti, nella fattispecie il diametro esterno ed interno, la distanza tra le creste, vengono scelte a secondo delle funzioni cui l’estrusore è devoluto. Negli estrusori a due viti corotanti è anche prevista l’alimentazione con apparati per alimentazione laterale, che in realtà sono a loro volta corti estrusori a due viti corotanti (apparati denominati ZSFE = Zweischnecken SeitenFütterEinrichtungen) L’estrusore è previsto per la confezione di mescole secondo una determinata specifica di lavorazione. Nell’articolo è riportato uno schema per una specifica di mescolazione che prevede due aggiunte di nero di carbonio e due aggiunte di plastificante operate lungo il barrel in corrispondenza di de-

terminate distanze (assiali) durante il funzionamento dell’estrusore. Grande importanza viene riservata alla dosatura. Normalmente vengono richieste materie prime con forme fisiche adeguate dei componenti della mescola. Infatti viene dichiarato che l’aggiunta degli ingredienti assialmente lungo il barrel è un processo critico e difficile. Gli elastomeri si richiede che siano in forma granulare: è possibile superare problemi di costo eseguendo l’aggiunta con pompe a ingra-

naggi adeguatamente predisposte lungo il barrel. Per mescolazioni in cui si richiedono grossi volumi di produzione e condizioni di lavorazione caratterizzate da elevati momenti di forza viene consigliato di usare viti con bassi rapporti tra diametro esterno e diametro interno. Gli autori si inoltrano quindi in

una serie di considerazioni per scoprire quali sono i vantaggi della produzione di mescole con il sistema discontinuo tradizionale rispetto al sistema continuo per mezzo di estrusori bivite. Il processo discontinuo ha indubbiamente vantaggi pratici nei casi di produzioni con ricettazioni molto diversificate in funzione del tempo, perché il “cambiomescola” risulta normalmente un passaggio molto snello, che solo in pochi casi richiede la realizzazione di sequenze particolari per evitare inquinamenti indesiderati o per evitare di dover cambiare estemporaneamente le condizioni della macchina. Il sistema continuo presenta invece dei vantaggi proprio di continuità qualitativa, tuttavia è legato alla possibilità di produrre grandi quantitativi di una mescola prima di impostare e realizzare nuove condizioni operative. Il sistema continuo però richiede sistemi di dosatura senz’altro di costo maggiore. KraussMaffei Berstorff GmbH, da cui proviene l’articolo qui recensito, vede comunque la possibilità di correggere alquanto la situazione dotando con adeguato numero di pompe ad ingranaggi gli impianti continui.

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Federazione Gomma Plastica (Stefania Vicario) - Tel. 02.43.92.81 - Fax 02.43.54.32 Desidero ricevere copia del testo in lingua originale. Numero di riferimento e titolo......................................................................................................................... Segnalati nella sezione “abbiamo letto per voi” apparsa nel numero......................................................... di “L’industria della Gomma /Elastica”. Nome e Cognome............................................................................................................................................ Azienda............................................................................................................................................................ indirizzo............................................................................................................................................................ Cap.....................Città...............................................................................Prov................................................

Data.................................Timbro................................................Firma.............................................................

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Inchiesta tra i costruttori di macchine

Tutte le attese sono ormai concentrate sul 2010 Siamo entrati nella fase del dopo-crisi? Gli imprenditori e i tecnici che hanno risposto alle nostre domande non si sentono di dirlo esplicitamente. Tuttavia sottolineano tutti che la situazione non è più quella di qualche mese fa e che qua e là affiora qualche segnale di miglioramento della congiuntura. Certo è che la crisi è stata severa, oltre che improvvisa, e uscirne del tutto non sarà facile. Qualcuno poi è probabile non ce la faccia e debba abbandonare il campo. In ogni caso tutto è rinviato al 2010. Ai primi mesi dell’anno, sperano alcuni, dopo il primo semestre, temono altri. Il 2010 sarà l’anno di K, a Düsseldorf tra ottobre e novembre. È opinione dei nostri interlocutori che non ci saranno novità eclatanti. Tuttavia le aziende sono già sin d’ora impegnate nelle due direzioni dell’aumento della produttività e della semplificazione dell’operatività. È la sfida che i costruttori italiani di macchine e attrezzature sono pronti ad affrontare.

Le nostre domande 1.

3.

Nel 2008 le macchine per gomma e plastica avevano fatto registrare un buon andamento della domanda interna a fronte di una flessione della domanda estera. Che cosa è successo nel primo semestre di quest’anno?

Quest’anno si sono dovuti registrare alcuni dissesti di aziende costruttrici di macchine. Si può pensare che si tratti di episodi isolati o c’è da temere che il fenomeno non sia ancora esaurito?

2.

4.

Che previsioni si possono poi fare per i mesi che ancora mancano alla chiusura del 2009? E per il 2010 sono da considerare attendibili anche per il nostro settore le stime che ipotizzano un generale miglioramento del clima economico?

Tra le categoria di macchine che compongono la vostra offerta (mescolatori, estrusori, presse ecc.), quali sono quelle che registrano maggiore domanda da parte degli utilizzatori?

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5. L’anno venturo ci sarà l’importante appuntamento del K di Düsseldorf. Pensate che ci si possano attendere novità dal punto di vista dell’innovazione tecnologica?

Riccardo Comerio Comerio Ercole 1. Nel caso specifico della nostra azienda il mercato estero è sempre stato prevalente rispetto a quello interno, che ancor più nel primo semestre 2009 si è contratto. Indubbiamente la nuova normativa agevolativa sulla detassazione degli investimenti cosiddetta Tremonti ter ha portato un rinnovato interesse da parte degli investitori nazionali e quindi permane una buona aspettativa per il secondo semestre. 2. Come ho detto i nuovi provvedimenti di incentivo agli investimenti dovrebbero ragionevolmente portare ad un generale interesse da parte delle aziende italiane stimolando la concretizzazione di piani su nuovi macchinari industriali. Chiaramente ciò sarà possibile in quelle realtà che dispongono di una “vision positiva” di medio lungo termine ed è difficile stimare quanto pesi percentualmente questa compo-


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Riccardo Comerio

nente rispetto a tutto il mercato nazionale. A livello internazionale invece la leva di possibile ripresa del nostro comparto manifatturiero è legata a quei paesi che hanno risentito meno della contrazione dell’economia (parte dei mercati BRIC) e delle aree dove è effettivamente in corso una fase di ripresa come risulta da tutti i principali indicatori economici. La ripresa quindi dovrebbe esserci ma sarà come alcuni dicono “ripida” e quindi non facile sotto ogni punto di vista. 3. È difficile se non impossibile fare una valutazione obbiettiva di quanto possa ancora determinarsi nel nostro comparto; la difficoltà viene dal fatto che la crisi è stata veloce e dirompente, quindi ogni possibile indicatore correlato agli esercizi 2006 e 2007 non è rilevante per quanto potrebbe essere capitato nel secondo semestre 2008 e soprattutto nel 2009. Le realtà industriali che sono state coinvolte fino ad oggi avevano problematiche antecedenti alla crisi e che si sono aggravate in modo esponenziale a ridosso della chiusura del 2008. Oggigiorno le problematiche ancora in essere per tutto il comparto sono la possibilità dell’accesso al credito che rimane una componente vitale oltre quella indubbio di una effettiva ripresa della domanda.

4. Macchine ed impianti per il comparto della mescolazione e della calandratura di gomma e materie plastiche. In particolare c’è un interesse specifico per progetti di rinnovamento di impianti esistenti dove si ricerca di aumentare la “performance” produttiva e tecnologica quindi richiedendo un apporto integrato a livello di costruzione fisica degli equipaggiamenti e macchinari con servizi specifici di engineering. La Comerio Ercole nello specifico a ridosso della fine del 2008 ha integrato nel proprio gruppo una società, Comerc Engineering, dedita specificatamente alla gestione di tale tipologia di attività ed è ora in condizione di seguire la clientela servendola in termini di “solution provider” integrato a 360° e sembra che tale fattore sia realmente riconosciuto dal mercato. 5. Come sempre il K è un appuntamento troppo importante per tutto il nostro comparto manifatturiero quindi non mancheranno novità sotto ogni punto di vista. Sia dal punto di vista dei prodotti ma anche, ritengo, dal punto di vista delle nuove aggregazioni industriali tra società il cui processo è in corso a livello generale ancor più a livello estero, dove la mentalità è francamente più aperta rispetto a quella tipicamente italiana. La Comerio Ercole presenterà almeno un paio di soluzioni decisamente innovative nel suo comparto specifico di applicazioni e correlate al miglioramento del controllo di qualità durante il processo di lavorazione con conseguente riduzione dei tempi di set up e quindi dei costi.

Riccardo Curti Pomini Rubber & Plastics 1. Concordo solo parzialmente con ottobre

l’analisi relativa al 2008 in quanto la nostra azienda ha constatato un buon andamento soprattutto all’estero. Nel primo Riccardo Curti semestre del 2009 abbiamo dovuto fronteggiare un pesante calo generalizzato della domanda di macchinario e relativi ricambi sia in Italia che all’estero. 2. Il trend negativo per le macchine gomma, soprattutto nel settore del pneumatico, non solo si protrarrà nei restanti mesi del 2009, ma prevediamo continuerà anche per gran parte del 2010. Stiamo registrando qualche segnale di ripresa nel settore dell’articolo tecnico, soprattutto per prodotti innovativi e/o di nicchia. 3. Il protrarsi della crisi, che prevediamo almeno per i primi 6 mesi del 2010, fa presagire che purtroppo altre aziende del settore potrebbero trovarsi in situazioni davvero critiche. 4. Per il macchinario gomma le macchine con maggiori richieste sono quelle tecnologicamente più avanzate quali i mescolatori chiusi compenetranti con rotori ad interasse variabile VIC e le macchine di post mixing quali il nostro estrusore bivite conico TDE. 5. Sì ed in particolare da parte dei costruttori italiani. Per ciò che concerne Pomini, stiamo ultimando le verifiche sperimentali di versioni innovative delle macchine per il “post mixing” con la messa a punto di estrusori bivite conici “spingenti” e/o mescolanti TSM (Twin Screw Mill) e MILEX (Mill Extruder). Tali macchine consentiranno non solo di

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completare in maniera “automatica” la mescolazione a valle dei mescolatori chiusi, in alternativa ai mescolatori aperti, ma anche di filtrare le mescole in linea con enormi vantaggi in termini di sicurezza per gli operatori, qualità del prodotto, risparmio energetico, semplificazione logistica ed impiantistica. Presenteremo ai nostri clienti tali macchine già nel mese di settembre del 2009 con una giornata ad invito presso il nostro laboratorio con l’obiettivo di affiancare, nel nostro portafoglio e prima del K 2010, tali macchinari ai nostri prodotti consolidati.

costruttrici anche nei delicati mesi a venire. 4. Al solito le linee di raffreddamento, Batch Off o Carosello, nostro storico core business, continuano a registrare il vivo interesse da parte delle aziende utilizzatrici. 5. Non pensiamo ci possano essere novità eclatanti dal punto di vista dell’innovazione tecnologica.

Eberardo Von Guggenberg Gupa

1. Assai poco, invero. C’è stata una netta battuta d’arresto per ciò che concerne l’acquisto di macchinari per l’industria della gomma dovuta alla crisi: gli investimenti programmati in precedenza sono stati posposti o addirittura cancellati. Con poche eccezioni lo scenario è stato identico sulla maggioranza dei mercati in cui operiamo. Fortunatamente come azienda riusciamo comunque a tenere le posizioni pur registrando una contrazione degli ordinativi. 2. È probabile un miglioramento generale ma abbastanza cauto, almeno inizialmente. 3. Riteniamo che il grosso dei dissesti sia già avvenuto, ma l’onda lunga della crisi potrebbe mettere in difficoltà ancora alcune aziende, specie se la ripresa degli ordinativi dovesse essere debole e lenta. Il grosso lavoro accumulato con il boom degli anni passati è stato quasi completamente smaltito, quindi è essenziale che vengano ripresi gli investimenti per assicurare la continuità di esercizio alle aziende

1. Nel primo semestre la domanda è stata molto ridotta. Praticamente sono stati effettuati ordini solo per lavori di manutenzione e per esigenze inderogabili, mentre tutti i progetti, anche quelli già iniziati, sono stati fermati in attesa di vedere meglio come si evolve il mercato, sia quello interno che quelli estero. 2. Si registrano ora segnali positivi migliori di quanti ci si attendeva. La crisi è senz’altro in fase calante ma gli imprenditori sono ancora titubanti circa i tempi necessari per giungere ad una ripresa completa. Dai nostri contatti ci è parso di capire che tutti aspettano i dati di mercato di settembre ed ottobre. Se questi corrispondono alle previsioni positive che ci si attende, allora ripartiranno gli investimenti per il 2010. 3. È difficile rispondere a questa domanda. Riteniamo comunque che i dissesti maggiori siano esauriti ma, se la crisi continuasse, si creerebbero certamente problemi per diversi altri. 4. Nel settore delle macchine per gomma le richieste più interessanti si riferiscono a: - vulcanizzazione a bagni sale della

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Alberto Ballabio Prodicon

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Durferrit (Germania) che hanno il pregio di avere zero emissioni sia liquide che gassose; con questi bagni si risolvono pertanto in modo diretto tutte le prescrizioni relative alla preservazione dell’ambiente; le richieste si riferiscono non solo a linee nuove a bagno sali ma anche a ristrutturazioni di bagno sali esistenti per metterle in accordo con le nuove regolamentazioni; - mescolatori interni della Harburg Freudenberger (Germania) soprattutto per la lavorazione delle mescole TPE, sia TPE-O che TPE-V, visto che il mercato degli elastomeri termoplastici continuerà, come sembra, la sua ascesa; rispetto alla lavorazione con estrusori, il mescolatore interno ha il vantaggio di non richiedere lo sminuzzamento delle materie prime e una maggiore flessibilità in riguardo alla variazione del tipo di mescola da lavorare in quanto i parametri di processo possono essere variati immediatamente e con notevole ampiezza; anche la dispersione dei vari componenti è più intima, migliorando cosi la qualità del prodotto finito. Altro settore interessate è l’utilizzo del mescolatore interno per produrre mescole per freni, in sostituzione ai sistemi a base solvente. A parte che questo sistema permette di produrre la mescola con una sola fase di processo, anche la qualità del prodotto è migliore. Infine i mescolatori interni stanno entrando nel settore dei compounds WPC (wood plastic composites) già con un importante mercato in USA. Queste mescole stanno sostituendo le mescole in materie plastiche tradizionali a base fibre di vetro od altri rinforzi minerali ed hanno il vantaggio di essere totalmente riciclabili (soprattutto interessante per il settore auto), hanno pesi specifici più bassi ed inoltre il loro costo è più basso. In certi casi la mescola può essere anche prodotta utilizzando solo prodotti ri-


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ciclati non sminuzzati, sia la plastica che il legno. 5. La K di Düsseldorf è la vetrina mondiale per le innovazioni tecnologiche, soprattutto per i produttori tedeschi di macchine. Ci aspettiamo pertanto interessanti innovazioni anche da parte delle società che rappresentiamo (per la gomma: Durferrit, Harburg Freudenberg, Kreyenborg). Naturalmente queste innovazioni non sono divulgate se non a pochissima distanza dall’apertura della fiera per garantire l’impatto di interesse presso i potenziali clienti.

Gianfranco Inverardi RPM 1. La flessione della domanda estera è stato il primo sintomo della crisi globale. In Italia, nel primo semestre del 2008, non ci si è probabilmente resi conto di quanto stava avvenendo a livello mondiale e la contrazione della domanda si è materializzata solo nella seconda metà dell’anno. Il drastico crollo del portafoglio ordini è stato da tutti avvertito già in quel periodo, ma il buon lavoro dei mesi precedenti, e la fiducia di tutti noi, ha spostato il problema all’inizio del 2009, quando la fiducia è crollata a picco, peggiorando la situazione con flessioni in alcuni casi anche superiori al 50%. Tutti sono corsi hai ripari, qualcuno ha avuto la fortuna di farlo subito (2008), qualcuno più tardi (2009), ma nessuno è riuscito a farne a meno. Ora ci stiamo abituando all’idea di produrre il 50% in meno del 2007 e del primo semestre 2008, i cui dati però non dovrebbero essere presi come termini di riferimento perché non del tutto coerenti con il fabbisogno di produzione reale.

2. Dobbiamo analizzare le previsioni da due punti di vista diversi: il fatturato da un lato, che rispecchia l’effettiva domanda del mercato, i profitti dall’altro, che rispecchiano la qualità, la flessibilità e, perché no, la fortuna di una azienda. Se analizziamo il fatturato, credo che dopo una forte flessione, pari a volte al 70%, ed una sfiducia generale negli investimenti (fine 2008 primi mesi del 2009), si stia stabilizzando su un dato molto più rassicurante, che sembra migliorare in questi ultimi mesi del 2009, raggiungendo anche solo, si fa per dire, un -40%. Quindi per quanto riguarda il fatturato, la fiducia sta migliorando e vedrà sicuramente un consolidamento nel 2010; credo comunque che quel 40% sarà molto improbabile da recuperare per molto tempo. Se analizziamo i profitti, credo che molte aziende hanno sofferto, stanno soffrendo e forse soffriranno ancora. Forse oppresse da troppi investimenti, forse con troppo personale, forse con clienti che a loro volta hanno sofferto più di altri. Ancora una volta la qualità, la flessibilità e, perché no, la fortuna di una azienda sono aspetti che saranno determinanti nella fuoriuscita dalla crisi. Comunque la fiducia in aumento e la timida ripresa di questa fine estate, mi fa pensare che di aziende flessibili e di qualità come la nostra ce ne siano molte. 3. Credo che, come detto, la crisi sia iniziata presumibilmente a metà 2008, ora siamo a metà 2009 (un solo anno). Da un lato può sembrare molto lungo, ma dall’altro troppo corto per comprendere l’inizio dei problemi, la corsa ai ripari, ed infine il fallimento di una azienda. Per questo credo che purtroppo, senza la capacità e la presunzione di anaottobre

lizzare i motivi, la “sfortuna” di molte aziende è cominciata molto prima, portandole al dissesto nel periodo peggiore per l’economia mondiale. Sicuramente il fenomeno non è esaurito e arriverà agli apici nel 2010. Penso che se il nostro settore non farà dei cambiamenti radicali, soprattutto in ambito tecnologico, e di gestione delle nostre risorse italiane, l’unico modo per portare l’equazione in pareggio sarà diminuire l’offerta, alimentando uno scontro interno, che risulterà essere un vantaggio enorme per chi ci farà concorrenza dall’estero. 4. Per ora la categoria maggiormente richiesta è la macchina “speciale”. Per “speciale” non intendiamo solo una pressa dotata di molte particolarità, difficili da realizzare per i concorrenti, ma semplicemente dotata di tutti quegli accessori e accorgimenti che il cliente è abituato ad avere come vuole, e perfettamente funzionanti. Quindi il rapporto stretto e di fiducia che ci lega al cliente, ed un continuo miglioramento nel nostro servizio post vendita, fa da arbitro nelle trattative commerciali. Dove non esiste un rapporto diretto tra cliente e fornitore si deve lottare con prezzi decisamente bassi del mondo dell’est e prezzi molto competitivi di costruttori europei. 5. Lo spero proprio, mi auguro che anche nel nostro settore ci si impegni come sta facendo la nostra azienda per sviluppare idee innovative. La struttura di una pressa è la stessa da circa 20 anni; ci sono state delle novità, ma non abbastanza radicali da spingere i clienti a sostituire i vecchi macchinari con quelli di nuova generazione. Basti pensare di contro ai cambiamenti nel settore informatico o nel settore delle automobile, paragonando un PC degli anni ‘80 o un’automobile dello stesso periodo.

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Gli investimenti nella tecnologia vanno fatti, anche nel nostro settore, ma soprattutto dobbiamo unire le forze, le capacità e le strutture italiane, per non lasciare il mercato agli stranieri, che intendono utilizzare le nostre idee per disegnare o sviluppare progetti eccellenti in proprio, da vendere poi a noi.

Aurelio Brevi Or.P Stampi 1. Nel primo semestre 2009 abbiamo registrato un calo sensibile, ma non drammatico della domanda. Non ci riferiamo solamente alla domanda interna, poiché la nostra azienda esporta in tutto il mondo i propri stampi di precisione per articoli tecnici in gomma. 2. Per i mesi che ci separano da fine 2009 pensiamo che ci sarà un leggero miglioramento del trend di cui sopra. Questa è naturalmente solo una previsione che i fatti dovranno confermare. Per il 2010 riteniamo corrette le stime che ipotizzano un generale, sia pur graduale, miglioramento del clima economico. 3. Temiamo che non si sia del tutto esaurito il fenomeno che ha visto il dissesto di alcuni produttori di macchine. 4. Nel nostro specifico settore di attività (stampi, automazione relativa, unità accessorie) e per quanto ci compete non ci sono particolari selettività nel senso della domanda rivolta ad uno specifico prodotto o prodotti. 5. L’anno prossimo si terrà nuovamente l’importante mostra K di Düsseldorf. Secondo noi ci si potranno attendere novità circa l’innovazione tecnologica. Noi stiamo lavorando intensamente 22

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Aurelio Brevi

ad un paio di interessanti argomenti focalizzati sull’ innovazione inerente la qualità e la riduzione dei costi di stampaggio degli articoli tecnici. Contiamo di utilizzare la vetrina della K anche per essi. Sempre sul tema riduzione costi di produzione, sicuramente daremo notevole enfasi, alla K, anche al nostro nuovo sistema di stampaggio con ‘Nanougelli’ (presentato funzionante alla International Rubber Conference di Norimberga, nell’estate di quest’anno) che tanto interesse sta riscuotendo in questo particolare momento che certamente non risparmia nel mondo le aziende che stampano articoli tecnici di qualità.

Sergio Bracaletti Rubber Trade 1. Il primo semestre dell’anno in corso ha fatto registrare sicuramente una forte frenata, sia interna che estera, specie di paesi europei, della richiesta di macchine. Nel nostro caso abbiamo fortunatamente dovuto soddisfare richieste di aziende che, particolarmente “in salute”, hanno profittato del grosso rallentamento produttivo, e quindi del tempo a disposizione, per inserire nelle loro linee di mescolazione macchine specificatamente destinate all’innovazione ed alla razionalizzazione in genere dei sistemi produttivi. ottobre

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2. Le notizie incoraggianti che per fortuna cominciano ad essere confermate anche dai vari organismi istituzionali, in ambito nazionale ed internazionale, lasciano pensare che lo scorcio finale di quest’anno, veramente infausto per l’economia mondiale, possa dare una buona iniezione di fiducia per affrontare il 2010 con rinnovato entusiasmo e voglia di fare. Stiamo ricevendo comunicazioni di sblocco di alcuni progetti di notevole interesse che, studiati e definiti nel dettaglio, erano stati abbandonati nella delusione di quanti ad essi si erano dedicati. Per questo, sia pur sotto voce, possiamo dire di essere soddisfatti del lavoro che già nei prossimi mesi siamo chiamati a svolgere. 3. Come sempre, i periodi di crisi economica hanno come più immediata conseguenza la cessazione dell’attività di molte aziende. Chi riesce, giustamente, a vedere anche nei momenti di peggiore negatività elementi comunque riconducibili a qualcosa di positivo, può dire che la grande selezione che questa crisi ha causato lascerà sul mercato solo le aziende più solide, quindi quelle indubbiamente più capaci di operare e per questo più affidabili. C’è effettivamente il rischio che il fenomeno non sia terminato; è probabile purtroppo che altre aziende, avendo dato fondo a tutte le proprie risorse per sopravvivere, non possano ora

Sergio Bracaletti


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disporre della forza necessaria per agire sui diversi mercati con la massima efficacia, indispensabile per assicurarsi soddisfacenti porzioni di un mercato sicuramente più limitato. Sarebbe auspicabile che tutto questo possa favorire aggregazioni, fusioni o comunque sforzi comuni per imporsi, alla ripresa, con credibilità e determinazione. 4. Noi ci occupiamo del fine linea di mescolazione e siamo oggetto di richieste particolarmente di linee di raffreddamento dedicate esclusivamente a famiglie di mescole particolari, quali ad esempio silicone e mescole butiliche; altra richiesta piuttosto frequente è quella di automatizzare al 100 % la raccolta e lo stoccaggio delle mescole ottimizzando al massimo la logistica del trasporto. Notevole interesse poi riveste la tecnologia delle pompe ad ingranaggi per l’estrusione e/o il filtraggio delle mescole. Abbiamo assunto l’esclusiva di vendita della UTH tedesca e l’interesse verso la produzione di questa azienda è veramente incoraggiante 5. Possiamo parlare unicamente per noi, e al riguardo possiamo assicurare i trasformatori in generale che il nostro scopo è sempre quello di studiare nuove soluzioni nell’ambito del raffreddamento e della raccolta delle mescole e pensiamo che per quella occasione saremo pronti con alcune soluzioni rivoluzionarie nell’ambito della raccolta delle mescole in formato di striscia continua. Per quanto riguarda le altre fasi della lavorazione della gomma, sarà molto interessante approfondire la tecnologia proposta dalla nostra rappresentata UTH intesa alla eliminazione di alcune macchine (mescolatore a cilindri, estrusori tradizionali) nel processo di confezionamento e filtraggio delle mescole.

Marco Bugini Rubbermac 1. Nel primo semestre 2009 si è registrata una flessione netta e generalizzata della domanda. In un quadro di globale recessione, ci sono state comunque delle piccole ma significative realtà, sia italiane che estere, che hanno consentito quantomeno di tenere accese le speranze per il secondo semestre. 2. Per il secondo semestre 2009 erano previsti diversi progetti, ormai considerati maturi, che sono stati posticipati a metà 2010. Questo ci fa pensare che le aziende, a prescindere dalla specifica situazione finanziaria, abbiano forti timori nei confronti di qualsiasi forma di investimento. Questa paura potrà dissolversi solo quanMarco Bugini do il mercato avrà ripreso una certa consistenza (giugno 2010?), e per i produttori di macchine sarà necessario attendere da 3 a 6 mesi oltre la ripresa per godere dei primi benefici. 3. I dissesti di aziende costruttrici di macchine per la lavorazione della gomma durano ahinoi da più di 15 anni e ne hanno ridotto enormemente il numero: non si tratta certo di episodi isolati, e lo stesso è avvenuto nel campo dei costruttori di presse per plastica. Si presume che i pochissimi costruttori italiani rimasti possano sopravvivere per un certo periodo, ma non si può esserne certi visto le picottobre

cole dimensioni delle nostre aziende rispetto alle concorrenti estere. 4. Il nostro modello di punta è la granigliatrice criogenica G30, diffusa in oltre 300 esemplari in tutto il mondo. Attraverso un nuovo canale di vendita, grazie ad una joint-venture con un partner tedesco, ci aspettiamo di incrementare le vendite del 25-30%. 5. Non ci aspettiamo grandi novità oltre a quelle presentate quest’anno all’IRC di Norimberga. Pensiamo che molti sforzi saranno indirizzati verso il risparmio energetico e l’incremento dell’efficienza delle tecnologie; ricordiamo che il marchio LWB-Steinl da noi rappresentato è stato il primo a proporre tecnologie per la riduzione dei tempi di vulcanizzazione e come tale è stato premiato a Norimberga per la miglior innovazione tecnologica degli ultimi 3 anni a livello mondiale.

Francesco Valsecchi State of Art Technologies 1. Il 2008 è stato un anno molto positivo nella prima metà dell’anno, già da settembre però era subentrato un clima di incertezza da parte degli utilizzatori. Da ottobre in poi, con lo scoppio della crisi finanziaria anche in Europa, è subentrata una paura psicologica che ha bloccato tutti i progetti in essere anche se molti utilizzatori non avevano ancora risentito di un calo negli ordini. Quindi abbiamo avuto un forte calo della domanda di macchinari a partire da ottobre/novembre. A posteriori possiamo dire che per noi costruttori i mesi peggiori con un caduta libera del fatturato sono proprio stati gli ultimi due mesi del 2008 e i primi tre mesi del 2009. Da marzo del 2009 in poi abbiamo iniziato a registrare una stabilizzazione ma sempre con

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livelli di fatturato dimezzati. Da giugno 2009 stiamo registrando un miglioramento del portafoglio ordini soprattutto nella plastica, ma anche la gomma dà segni di Francesco Valsecchi miglioramento. Infatti contrariamente alle attese abbiamo avuto un luglio e inizio agosto in crescendo. 2. Come detto, il panorama macroeconomico generale dà segnali positivi per cui rileviamo meno pessimismo da parte degli utilizzatori. Tuttavia c’è ancora molta incertezza perché da livelli di fatturato quasi dimezzati non si riesce a prevedere che tipo di ripresa ci aspetta. Molte aziende hanno subito cali di fatturato molto pesanti e dopo avere utilizzato tutto quello che c’era da utilizzare in termini di ferie e cassa integrazione per il personale devono capire se e quanto si dovranno ridimensionare. Noi a settembre siamo già ripartiti bene con il comparto plastica mentre la gomma stenta ancora. Prevediamo comunque mesi migliori rispetto alla prima parte dell’anno. Per il 2010 è difficile fare previsioni. Tutti gli indicatori segnalano un miglioramento dei consumi. Crediamo che il clima meno negativo che si sta diffondendo possa portare un 2010 molto migliore rispetto al 2009. 3. Sono stati mesi molto difficili per tutte le aziende costruttrici di macchine, sia in Italia che all’estero. Diciamo che questa crisi ha fatto venire, come si dice, un po’ tutti i nodi al pettine. Chi è arrivato alle soglie di questa crisi con una situazione finanziaria già pesante non ha più potuto contare su un

portafoglio ordini come copertura alla situazione debitoria. Diversi costruttori italiani si sono trovati in questa situazione negli ultimi anni e questo ci pone il problema di come le aziende italiane hanno affrontato il cambiamento globale del mercato rispetto ai tradizionali concorrenti dell’area tedesca e austriaca. Noi abbiamo lavorato per molti anni con aziende costruttrici italiane e da oltre due anni collaboriamo con costruttori tedeschi ed austriaci. Notiamo delle differenze sostanziali nelle politiche commerciali, molto più attente a generare margine e non solo fatturato, una cura minuziosa dei particolari ed una capacità di industrializzazione del prodotto senza pari “market oriented” e non “ customer oriented”. Il risultato è un prodotto di altissima qualità. 4. È difficile generalizzare, noi abbiamo macchine per linee di prodotto. Per quanto riguarda la gomma, nel settore degli O-ring possiamo dire che Maplan è leader di mercato offrendo soluzioni tecniche innovative con la nuova linea di presse “Duale”. Alcuni dei migliori utilizzatori nella zona di Sarnico ottengono risultati mai raggiunti con il loro precedente fornitore tradizionale. Mentre nell’articolo tecnico affrontiamo spesso forniture di macchine con automazioni sempre più costomizzate. Per quanto riguarda le presse di piccolo tonnellaggio della Boy, notiamo un orientamento da parte degli utilizzatori ad investire su macchine piccole per una maggiore flessibilità e qualità della produzione. 5. Durante questo periodo di crisi le aziende più forti a livello finanziario hanno investito molto in innovazione e ricerca. Sia Maplan che Boy hanno puntato molto sul risparmio energetico con soluzioni, come il servomotore sulla pompa, che consentono non

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solo un risparmio energetico pari o superiore alla macchina elettrica ma anche velocità di movimento più elevate. Il tutto mantenendo quasi inalterato il prezzo della macchina tradizionale. L’attività innovativa è continua in queste aziende e già al Fakuma in ottobre a Friedrichshafen ci saranno delle novità. Düsseldorf è la vetrina più importante del settore; anche se è ancora presto per fare delle anticipazioni, sicuramente ci saranno molte novità.

Pier Paolo Gagliardi G3 1. Nel primo semestre 2009, caratterizzato dalla forte crisi economica mondiale, abbiamo notato un sostenuto rallentamento della domanda sia interna che estera per la fornitura di nuovi macchinari; in controtendenza invece possiamo confermare una forte richiesta per revisioni ed ammodernamenti di macchinari ed impianti esistenti. 2. Nonostante tutto, grazie a nuovi ordini acquisiti nel primo semestre 2009 (in prevalenza revisioni ed ammodernamenti di macchine esistenti), la nostra azienda può confermare l’andamento dell’anno trascorso. Gli attuali contatti con clienti sia nazionali che internazionali fanno ben sperare in una ripresa del settore ed i risultati potrebbero arrivare proprio nei primi mesi del 2010. 3. Anche se difficile da dire, pensiamo che il fenomeno del dissesto di aziende costruttrici di macchine sia un ormai esaurito. Solo la qualità dei propri prodotti e la competitività a livello mondiale può contribuire e determinare il successo e una lunga durate delle aziende “sopravvissute”.


Inchiesta tra i costruttori di macchine

4. Mescolatori interni e mescolatori a cilindri nuovi ed usati, oltre che attrezzature/soluzioni specifiche “cucite su misura” in base alle richieste di ogni cliente. 5. La volontà di uscire dalla crisi ha sicuramente spronato le aziende a studiare nuove soluzioni mirate al miglioramento delle proprie macchine sia sotto il profilo tecnologico che in termini di produttività; sicuramente al K ne vedremo i primi risultati.

Gasparino Locarno Rodolfo Comerio 1. Nel primo semestre di quest’anno è ripresa la domanda estera, superando quella interna. 2. Le previsioni che possiamo fare sono che la tendenza del primo trimestre continui. Tutti auspichiamo che siano attendibili per il nostro settore le stime che ipotizzano un generale miglioramento del clima economico per il 2010. 3. Purtroppo riteniamo che non si possa pensare che si tratti di episodi isolati, ma confidiamo che il fenomeno, pur non ancora esaurito, si vada esaurendo con la ripresa che ci aspettiamo. 4. La maggiore domanda è per quei materiali che sono prodotti con accoppiamento di tessuti di vario tipo, sia per il settore della gomma che per il settore delle materie plastiche. 5. Riteniamo che sia così e che l’innovazione tecnologica riguarderà principalmente nuove applicazioni e dispositivi automatici di regolazione e controllo sui macchinari.

Lorenzo Caggiano Solmec 1. L’anno in corso ha evidenziato, per il mercato interno, un marcato atteggiamento di “attesa” da parte degli industriali. Tale comportamento è sicuramente dettato dall’incertezza dovuta alla diffusa crisi economica europea e non solo. Nell’ambito della produzione Solmec, rivolta all’alimentazione della macchine di processo, si sta registrando dopo l’estate un lento ma significativo rinnovo dell’interesse agli investimenti legati alla produzione. 2. Il sentore di una volontà di ripresa c’è, anche se allo stato attuale è piuttosto timido. Credo che l’evoluzione che porti ad una fase operativa di reale ripresa avverrà non prima dell’inizio 2010. 3. Purtroppo il drastico calo di vendite e il clima di crisi punisce particolarmente le aziende che non sono state in grado di sostenere i costi della congiuntura sfavorevole. Il pensiero è che “l’onda lunga” raggiunga altre realtà connesse, ancora per alcuni mesi. 4. In questo momento si registra fortemente la richiesta di macchine che possano ridurre la manodopera nelle unità produttive. Oltre a ciò è sempre più pressante la necessità di prodotti di qualità costante nel tempo e di in-

Lorenzo Caggiano

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dividuazione di ogni fase antecedente la produzione vera e propria. Questo è, per esempio, il motivo di successo della nostra macchina automatica per la preparazione delle ricette degli small chemicals “Lottobrina”, la quale oltre a ridurre il numero di addetti a queste operazioni consente una rintracciabilità delle materie prime e la registrazione e il controllo di tutte le attività. 5. La tecnologia, come accennato prima, è sempre più intesa come miglioramento della qualità finale del prodotto che è anche determinata dalla riduzione dell’azione dell’uomo nella preparazione. La logica suggerisce, quindi che le macchine saranno sempre più aiutate dall’informatica e dall’elettronica pur mantenendo una certa semplicità di utilizzo.

Ubaldo Colombo Colmec 1. / 5. Per quanto riguarda le domande in merito alla situazione contingente non mi sento di fare previsioni, poiché il quadro economico è molto incerto e la domanda dei mercati è al momento casuale o legata a situazioni particolari, che non danno certezza di una vera ripresa. Come da voi ricordato l’anno prossimo cade un appuntamento fondamentale per il nostro settore: il K di Düesseldorf, per il quale ci stiamo preparando con molta cura. Il rallentamento produttivo ha lasciato più spazio alle attività di R&S, che hanno avuto in questo periodo un crescente impulso. Stiamo realizzando un nuovo laboratorio, a disposizione della nostra clientela, con l’approntamento di macchinari ad elevata tecnologia dedicati al settore dei profili, dei tubi e dei cavi. Nella realizzazione di questi nuovi macchinari si è posta particolare attenzione

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Inchiesta tra i costruttori di macchine

Ubaldo Colombo

alle problematiche della sicurezza, del rispetto per l’ambiente, dell’aumento della produttività e dei parametri qualitativi. Alcune di queste novità saranno esposte e/o presentate proprio in occasione del K di Düesseldorf.

Roberto Sandrone Rep Italiana 1. Non concordo pienamente sul “buon andamento nel 2008”: solamente la prima metà dell’anno ha avuto un andamento molto simile ai due anni precedenti, cioè buono ; nella seconda metà abbiamo già iniziato ad avvertire in modo molto marcato la flessione della domanda interna ed anche estera. Per quanto concerne il primo semestre 2009 posso dire che i primi 3 mesi hanno seguito pressoché l’andamento di fine 2008, comunque non buono ; nei successivi mesi di quest’ anno abbiamo registrato un cauto incremento della domanda di macchinario. La chiave di lettura di tale andamento può essere sintetizzata nel seguente modo: scorte di magazzino dei prodotti finiti in fase di esaurimento, in concomitanza ad un leggero aumento della vendita di manufatti. Il risultato di tali effetti sta generando una leggera ripresa della richiesta di macchinario, ed anche una rinnovata richiesta di studi per la produzione di nuovi articoli . 26

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2. Per i mesi mancanti alla chiusura del 2009 dovremmo proseguire con l’indice rivolto verso un cauto ma progressivo aumento della richiesta, tenendo conto che tale aumento è sempre molto al disotto rispetto ad una condizione normale, o dei buoni anni precedenti. Per il 2010 gli indicatori economici prevedono effettivamente un miglioramento, che dovrebbe anche nel nostro settore portare ad una richiesta di macchinario crescente. Ritengo comunque che il nostro settore sia saturo di macchinario, spesso anche inutilizzato, ma non ancora di tecnologia mirata a ridurre i costi di produzione. 3. È molto difficile rispondere a tale domanda, non conoscendo a fondo le singole realtà aziendali. Le richieste di mercato come sempre faranno da arbitro; le aziende in condizione di proporre tecnologie vincenti a misura della richiesta del cliente avranno probabilmente qualche carta in più da giocare. 4. Come tradizione della REP, il settore preferenziale continua ad essere quello delle presse ad iniezione verticali, adatte a produzione di articoli tecnici. Torno a comunque precisare che ad oggi il mercato, cioè i clienti, non ri-

chiedono specificatamente una pressa, verticale od orizzontale, ma un sistema integrato di stampaggio, studiato a misura di un articolo nuovo che dovrà essere prodotto, oppure se già in produzione dovrà essere obbligatoriamente migliorato, con nuovi standard di competitività. 5. La vetrina del K è sempre stata un punto di riferimento mondiale per il confronto fra differenti tecnologie/ macchinario mirate allo stesso obbiettivo. Credo che anche per l’edizione 2010 si avranno delle novità, non commisurate probabilmente alle precedenti edizioni.

Luciano Gallino F.lli Maris 1. La flessione è stata evidente a livello globale. 2. Vi sono accenni di lenta ripresa anche se in questo momento è da considerarsi, da parte dei clienti, un successo far lavorare le linee esistenti. 3. Molto dipenderà dalla reale ripresa del mercato e nella sua tempistica. 4. Vi è abbastanza una ripartizione omogenea sulle varie tipologie di applicazione. 5. Se innovazioni vi saranno dovrebbero comunque essere abbastanza contenute.

Renato Colli C2

Roberto Sandrone

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1. Nel primo semestre di quest’anno, anche in Italia, come già precedentemente all’estero, abbiamo assistito ad


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Renato Colli

un significativo calo della domanda, a fronte di un caro vita in crescita e, inevitabilmente, a un calo dei prezzi, 2. Dopo un inizio di 2009 in forte flessione, negli ultimi mesi abbiamo apprezzato una ripresa, forse dovuta alle necessità delle aziende produttrici di gomma a seguito di un semestre di fermo totale. Questo rilancio dell’economia sembra consolidarsi, con speranza da parte nostra e di molte aziende del settore. 3. Nel nostro settore il superamento della crisi economica è intrinsecamente legato al miglioramento tecnologico. Tuttavia, costruire macchine dotate di sistemi di automazione, atti a consentire un miglioramento dei processi, costa: un adeguato sostegno da parte degli istituti di credito è essenziale allo scopo; se viene a diminuire, o addirittura a mancare, le aziende tecnologicamente poco competitive, nonostante il clima di ottimismo che si va diffondendo, difficilmente riusciranno a sopravvivere. 4. I clienti indicano una sempre più marcata esigenza di contenere i costi di produzione: ciò significa riesaminare il processo produttivo, cercando di individuare le fasi dello stesso in cui si possa intervenire, ricorrendo sempre più all’automazione, per migliorarlo. Ne nascono delle “macchine di servizio” che risolvono in maniera efficace ed efficiente problemi reali.

5. Personalmente ritengo che assisteremo a delle novità, sia nell’ambito della ricerca sui materiali sia di quello di pertinenza dello sviluppo di nuovi sistemi di logistica e produzione. Sicuramente si dedicherà non poca attenzione a soluzioni mirate a trasformare e riciclare plastica e gomma, temi “caldi” e di possibile sviluppo economico del settore.

Carlo Ortenzi Persico-Terenzio Presse 1. Sia il mercato europeo sia quello italiano hanno frenato drasticamente gli investimenti in macchinari. Hanno mantenuto una certa attività le applicazioni speciali ed alcuni progetti già lanciati nel 2008. A livello geografico abbiamo riscontrato maggior successo rispetto al passato in paesi extraeuropei come Nord America, Nord Africa e Russia. 2.

Carlo Ortenzi

Non abbiamo segnali di miglioramento per il 2010 per quel che riguarda i prodotti non speciali. 3. Ovviamente il futuro di molte azienottobre

de, specialmente se non diversificate, è direttamente legato alla eventuale ripresa del mercato. Non siamo in grado di dire se le stime di lenta ripresa nel 2010 siano solo ottimistiche previsioni per non affossare ulteriormente un mercato depresso. 4. Scarsissima attività per l’iniezione mentre maggiormente vivace il mercato per presse a compressione di grandi dimensioni e presse per applicazioni speciali e compositi. 5. Certamente ci aspettiamo delle novità in occasione del K. Probabilmente ci saranno maggiori novità negli assetti societari che non sul fronte tecnologico.

Franco Lunari Lunari 1. Nel primo semestre di quest’anno è proseguita una caduta molto forte del mercato interno (intendo quello italiano) dove le vendite sono state praticamente nulle; anzi, come tutti sanno, molte delle macchine che erano state vendute anche solo pochi mesi prima erano ferme (desolatamente ferme, se mi si passa l’espressione) nei capannoni delle ditte per mancanza di produzione. Per la Desma Elastomertechnik, il mercato interno (intendo qui quello tedesco) è calato anch’esso vistosamente (anche se non cosi drammaticamente come in Italia). In genere, poiché la Desma ha veramente una diffusione mondiale, la situazione è stata un po’ (ma solo un po’) salvata da qualche paese che, qua e là, ha pur avuto bisogno di acquistare qualche macchina o far costruire qualche stampo. 2. In effetti in questi mesi che ci separano dalla fine del 2009, il clima è leggermente migliorato, più a parole che a fatti. Ma… Le ditte nostre clienti (quasi tutte)

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Inchiesta tra i costruttori di macchine

hanno avuto un settembre migliore dei mesi scorsi e sono affluiti alcuni ordini. Il mese di ottobre si preannuncia però non buono e, soprattutto tra i clienti dell’automotive, è subentrata, proprio in questi ultimi giorni, una grande preoccupazione dovuta ad alcune defezioni negli ordini di ottobre. Per il 2010, poiché non abbiamo la sfera di cristallo, possiamo dare solo delle supposizioni. È senz’altro possibile che il fondo della crisi sia stato raggiunto e che quindi la situazione non può che migliorare. Ma attenzione!, l’industria ha perso in quest’anno, più o meno a seconda dei settori, un buon 20% di produzione: per tornare ai livelli pre-crisi non basterà un anno. 3. La situazione è davvero particolare; è difficile definire come un fatto isolato il dissesto di alcune ditte costruttrici di macchine. Poiché il dissesto è avvenuto soprattutto tra le ditte italiane esso è, secondo noi, una dimostrazione preoccupante della debolezza strutturale un po’ di tutta l’industria italiana che, per vendere, soprattutto all’estero, è costretta a vendere a prezzi non sempre remunerativi. Alla prima crisi, molte di queste ditte, non ce la fanno e devono chiudere bottega. Un fatto triste e, ripetiamo, molto preoccupante. Nota a margine: la stessa situazione si è avuta nel settore delle calzature dove la “sorella” della Desma Elastomertechnik, la Desma Schuh Maschinen è leader nella produzione di macchine per calzature: anche qui alcune delle ditte italiane hanno dovuto cessare l’attività; anche qui vale la stessa osservazione sulla debolezza strutturale. 4. Le macchine della Desma Elastomertechnik sono tutte dedicate alla lavorazione della gomma e del silicone. Questo ha permesso alla Desma di

acquisire una specializzazione molto significativa in questo tipo di macchine senza disperdere le energie (come hanno fatto altre ditte, senza voler dare a questa osservazione un significato negativo) in vari settori. Se volessimo dire un settore che meno degli altri ha sofferto la crisi, potremmo citare il settore degli isolatori per alta tensione, dove la domanda dei clienti è stata discreta. La Desma è anche molto forte nello sviluppo e produzione di stampi: settore che anch’esso ha tenuto abbastanza. 5. Naturalmente tutte le ditte sono alla ricerca di nuove idee, nuove soluzioni nuove proposte. Al di là di sviluppi nel campo del controllo tramite l’elettronica del funzionamento delle macchine e di miglioramenti nella costruzione meccanica delle stesse, la Desma si impegna in maniera quasi maniacale su due fronti. Il primo: migliorare il rendimento della macchine, intervenendo sull’ergonomia e il risparmio energetico delle stesse. Il secondo: rendere più flessibile la macchina in modo da poterla adattare alle continue modifiche nella produzione che i clienti dei clienti della Desma richiedono sempre più spesso.

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ottobre

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Al K di Düsseldorf, il prossimo anno, potremo dare una risposta più precisa.

Roberta Rivi Rivi Magnetics

Franco Lunari

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1. Per i nostri prodotti (sistemi di ancoraggio magnetico per cambio rapido degli stampi), che sono principalmente legati all’edilizia e all’automotive, la crisi, iniziata per noi con gennaio 2009, ha portato la Rivi Magnetics a subire una contrazione dei ricavi sostanzialmente in linea con quanto dichiarato dai dati generali ufficiali dell’andamento economico riportati dai mass-media, sia per quanto riguarda l’Italia che l’estero. 2. Considerato che siamo ai primi di settembre, le misure anti-crisi messe a punto dai vari Governi, le azioni intraprese dalla Rivi Magnetics a livello commerciale, finanziario e strategico, le informazioni ricevute dai vari mercati (confronti con costruttori di presse e con stampatori/stampisti) e un buon portafoglio ordini acquisito nel mese di luglio 2009, ci rendono ottimisti nell’affermare che il clima economico sia veramente in lento miglioramento e di ripresa, precisando che parlare di ripresa significa per la Rivi Magnetics un recupero di portafoglio che gradatamente migliorerà, ma che impiegherà molto tempo a tornare sui livelli degli scorsi anni. La Rivi Magnetics è introdotta in diversi mercati da diversi anni e la considerazione è che, nonostante una differenziazione dei mercati che nel passato ci ha permesso di mantenere stabile il fatturato, questa crisi ha interessato tutti i mercati a tutti i livelli e l’incremento del portafoglio ordini sul terzo quarter e le previsioni per l’ultimo quarter sono omogeneamente distribuite su tutti i settori dove la


Inchiesta tra i costruttori di macchine

Roberta Rivi

Rivi Magnetics è introdotta. Questo significa che tutti i mercati sembrano in lenta guarigione. Tutte queste considerazioni portano a pensare ad un 2010 con indici in crescita rispetto al 2009 3. Personalmente penso che aziende che probabilmente soffrivano già di una situazione patrimoniale/finanzia-

4. Come già in parte detto al precedente punto 2, non essendo costruttori di macchine, ma produttori di sistemi di ancoraggio magnetico per cambio rapido degli stampi, la Rivi Magnetics non può parlare di categorie di macchine ma di tipologia di mercati, dove l’interesse resta abbastanza vivace nel settore plastico, seguito dal ceramico, gomma e altri. 5. La Rivi Magnetics ha approfittato di questo rallentamento economico per studiare nuovi prodotti e tecnologie. Pensiamo che questa nostra scelta di cercare di mettere a punto prodotti da potere in futuro immettere sul mercato con nuove tecnologie sia una scelta strategica portata avanti da molte aziende, per cui posso rispondere alla vostra domanda affermando “assolutamente si!”

ria non stabile (e questo senza volere esprimere nessuna critica o giudizio) non abbiano potuto reagire diversamente. Le imprese rischiano e hanno sempre pensato di potere fare fronte agli impegni con un grande impegno e sforzi (ottimizzare i costi e aumentare il portafoglio ordini). Purtroppo queste idee sono andate bene fino al 2007; era impossibile prevedere una crisi mondiale con uno stop quasi totale delle vendite. Io credo e spero che il peggio sia passato. Tutte le aziende hanno cercato di far fronte agli impegni utilizzando gli ammortizzatori sociali, intervenendo sui costi variabili in maniera incisiva, riuscendo “miracolosamente” a trasformare costi fissi in variabili o in ogni caso a diminuire e allungare parte dei costi fissi. Quindi, se davvero di ripresa si parla e ci sarà, penso che i dissesti siano terminati.

L'INDUSTRIA DELLA GOMMA / ELASTICA Periodico mensile di informazione tecnica ed economica SICUREZZA NEI GIOCATTOLI RIVESTIMENTO DI O-RING MESCOLE URETANICHE

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L’intervista del mese

Verso una ripresa a macchie di leopardo

Con un intervento a tutto campo l’ing. Corrado Zardi, responsabile produzione di Eurorubber (del Gruppo Marangoni), fa il punto dell’evoluzione congiunturale in atto, sia sul piano interno che su quello internazionale, sottolineando i problemi ancora aperti e lanciando un messaggio: non lasciamo da sole le aziende a combattere la loro battaglia per l’innovazione e l’affermazione sul mercato globale.

Siamo arrivati alla tanto attesa, e temuta, svolta d’autunno. Che bilancio si può tracciare per i mesi trascorsi e che previsioni si sente di fare per la restante parte dell’anno? Nella prima parte dell’anno le aziende hanno fatto fronte alle difficoltà produttive utilizzando i tradizionali strumenti quali la riduzione degli organici (tramite la cessazione dei contratti a termine e interinali ove presenti) e la cassa integrazione ordinaria, con risultati abbastanza efficaci. Questo ovviamente per le aziende con una struttura degli organici in grado di poter utilizzare in tempi brevi questi strumenti. Sul versante finanziario e del credito, non avendo analoghi strumenti almeno in termine di rapidità di utilizzo, gli interventi di riequilibrio messi in atto richiedono sicuramente tempi più lunghi e i risultati non sono mai certi. Questa situazione ha portato a delle condizioni operative non facili

è dimostrato che non esistono comparti non toccati dall’attuale congiuntura. Anche alcune nicchie di mercato come le eccellenze del Made in Italy, quali ad esempio i prodotti di lusso, o la meccanica specializzata, un tempo considerate inattaccabili hanno registrato cali significativi sia nei fatturati che nella marginalità.

e la cosiddetta svolta di autunno era da tanti evocata più come una speranza, piuttosto che come una previsione supportata da qualche segnale o indicatore economico. La riprova è che ora si inizia a parlare della primavera del 2010 come momento di svolta. Lasciando da parte le previsioni sul futuro ad oggi si può sicuramente affermare che ci sono alcuni segnali di vivacità e di un leggero aumento degli ordinativi. La reale portata di tali segnali è tutta da decifrare e realisticamente l’ultimo trimestre del 2009 non sarà troppo dissimile dai mesi precedenti in termini di livello di attività. La crisi che abbiamo attraversato ha risparmiato alcuni settori, e quali, e alcuni paesi, e quali? Sicuramente i cosiddetti settori anticiclici come alimentare, farmaceutico e alcune utilities hanno retto meglio dei comparti manifatturieri, tuttavia si ottobre

Corrado Zardi

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L’intervista del mese

Tuttavia a leggere le congiunturali, oggi, si evince poco di quella che è la situazione reale del paese. Perdersi nei segni al negativo dei vari settori (chi più chi meno) si ha sì una fotografia macro, ma non si mette in luce la micro che procede a macchia di leopardo e molto spesso è sinonimo di qualità e soprattutto di percorsi strategici di eccellenza. E questi sono dati qualitativi che oggi non riguardano più, o non solo, la dimensione d’impresa ma il salto che il singolo è riuscito a compiere per restare competitivo: scegliendo per esempio nicchie di mercato e prodotti alto di gamma, sposando il made in Italy o investendo in valore aggiunto si chiami esso ricerca, design, brand. Ogni crisi, si dice, impone delle scelte. Oggi i cicli sono brevissimi e richiedono ristrutturazioni continue e immediate che riguardano però le singole imprese e non interi comparti. A livello geografico tutte le aree sono state colpite anche se alcuni paesi del Far East e la Cina hanno dimostrato di poter tornare a tassi di sviluppo importanti nel giro di pochi mesi. Molti imprenditori hanno giudicato positiva per i bilanci aziendali la cosiddetta Tremonti Ter. È anche lei d’accordo? Il principio ispiratore delle varie Tremonti che si sono succedute negli ultimi 13 anni non si discute, tuttavia quest’ ultima cade in una situazione molto diversa dalle precedenti. La prima, quella del 1996, grazie ad una situazione congiunturale sostanzialmente positiva e con l’economia in crescita, ha fatto sì che moltissime imprese ne cogliessero appieno i benefici. Oggi la situazione è totalmente differente. Basti pensare al fatto che la maggioranza delle aziende fatica a tenere in equilibrio la gestione 32

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Condotti di aspirazione prodotti con mescole Eurorubber.

ordinaria e questa Tremonti, ripeto inattaccabile nei suoi principi ispiratori, appare come uno strumento dall’utilizzo dubbio e certamente meno efficace rispetto al passato. Meglio sarebbe, quindi, un approccio razionale al tema, il cui profilo temporale è inequivocabilmente di lungo termine, cercando di restare immuni tanto dall’inquinamento concettuale indotto dal pensiero ideologico, quale esso sia, quanto dalla miopia delle valutazioni orientate dall’urgenza delle situazioni contingenti.

Pensa che ci siano altri provvedimenti che il Governo potrebbe, o dovrebbe, prendere per venire incontro alle difficoltà attraversate dalle aziende? La sensazione è che l’esecutivo non abbia grandi margini di manovra in questo senso, specie essendo oramai nella seconda parte della legislatura. I problemi in cui si dibattono le aziende come l’eccessiva pressione fiscale, le infrastrutture inadeguate, la pubblica amministrazione inefficiente sono oramai divenuti strutturali e non credo a breve si vedranno significative inversioni di tendenza.

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L’intervista del mese

Anche le ultime sortite sulla “condivisione degli utili con gli operai” non hanno fatto altro che alimentare un dibattito vacuo e persino surreale tra persone lontane dal mondo produttivo. Chi lavora nelle aziende sa benissimo che molti contratti di secondo livello prevedono premi legati direttamente agli utili e ai risultati aziendali, quindi non mancano gli strumenti, ahimè mancano gli utili! E in materia di credito alle imprese il quadro sta migliorando? La mia sensazione è che non ci siano segnali particolarmente incoraggianti: la maggioranza delle aziende fatica come in passato ad accedere al credito e quando ci riesce, le condizioni praticate sono ancora troppo onerose specie per le aziende di dimensioni inferiori, dimostrando in questo modo che anche in tempo di crisi è sopravvissuta l’iniqua differenza di trattamento tra grandi gruppi e piccole medie aziende. Aggiungo, sul fronte del credito, il commento degli esperti della milanese Accenture Management, società che è andata a sviscerare il rapporto BancaPmi, intervistando 50 opinion leader (il campione ha coinvolto i maggiori esponenti di enti territoriali, associa-

zioni di categoria, Università, imprese e Confidi), la “Banca del cuore” -così viene definita dall’indagine- è quella che “ti visita spesso, anche quando le cose vanno male e ti accompagna nel percorso di crescita. È colei che deve creare una rete e servirsi delle associa- Condotti di aspirazione e soffietti che impiegano mescole Eurorubber. zioni e delle caseguito oltre che nei centri di ricerca, mere di commercio locali per capire le anche negli stabilimenti e sulle linee reali esigenze: favorire le aggregazioni produttive. di imprese, costruendo al suo interno Questo tipo d’innovazione non e’ delle “expertise” su diversi settori insufficiente a ribaltare una fase condustriali; basarsi su meccanismi di ingiunturale come questa. Tuttavia le centivazione, e soprattutto selezionaaziende che avranno la forza di perre nuove imprese su cui puntare. seguire l’innovazione anche in questi periodi saranno in grado di cogliere Nello specifico settore delle mescole, per prime e con maggiori benefici i sela via dell’innovazione gnali di ripartenza della domanda. Se resta ancora, come lo è stata così fosse, “passata la buriana” ci sanel passato, la strada da percorrere? rebbe sicuramente una fase di ripresa Il processo di innovazione, nel setin grado di ripagare le attuali fatiche tore mescole e in molti dei settori ine sofferenze.  dustriali, è un processo continuo, per-

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Ricerca

Proprietà dinamiche e architettura molecolare di SBR in soluzione di Fabio Bacchelli e Salvatore Coppola, ENI - Polimeri Europa, Centro Ricerche di Ravenna

La lavorazione degli elastomeri in condizioni ottimali richiede la conoscenza del loro comportamento reologico. L’influenza della natura della matrice polimerica è in genere studiata con metodologie di testing standardizzate e procedure sperimentali semi-empiriche. Questo approccio appare largamente inadeguato per descrivere il comportamento di gum elastomers ad alto peso molecolare caratterizzati da strutture molecolari molto differenti.

Introduzione

Parte sperimentale

Gli elastomeri commerciali hanno strutture complesse e la reologia dei compound risultanti è fortemente influenzata da variazioni dello spettro dei tempi di rilassamento della matrice polimerica, come conseguenza di differenze legate alla distribuzione delle masse molecolari ed alla presenza e tipo di ramificazioni. In questo lavoro viene riportato il comportamento reologico di due s-SBR caratterizzati dalla medesima composizione, ma da architetture molecolari differenti in termini di polidispersità e branching. Con riferimento alla matrice polimerica, una accurata analisi della viscoelasticità lineare viene rivolta alla comprensione di alcuni comportamenti del vulcanizzato.

Due copolimeri s-SBR aventi uguale composizione e microstruttura, ma diversa architettura molecolare, sono stati sintetizzati mediante polimerizzazione anionica in soluzione. I materiali, caratterizzati dalla medesima Viscosità Mooney (ML 1+4 @100ºC = 45, ASTM D1646), possiedono rispettivamente struttura lineare polidispersa e architettura stellare quasi monodispersa. Il copolimero ramificato stellare mostra una distribuzione delle masse molecolari di tipo bimodale, che giustifica la presenza di una frazione residua di catene lineari, tipica di questa classe di materiali. Il comportamento viscoelastico lineare è stato studiato utilizzando reometri torsionali del tipo Rheometrics Ares A11 e Anton Parr Physica MCR 501. Scansioni in frequenza sono staottobre

te effettuate a diverse temperature e successivamente ridotte mediante la sovrapposizione tempo-temperatura. La zona delle basse frequenze è stata estesa con esperimenti di creep, successivamente elaborati con le formule di Schwarzl (1971). I blend NR/s-SBR (50/50) sono stati preparati utilizzando un mescolatore Brabender da laboratorio. Le misure sui sistemi vulcanizzati sono state effettuate con la strumentazione citata, utilizzando barrette in torsione.

Risultati e discussione Nelle Figure 1 e 2 sono riportati gli andamenti dei moduli in funzione della frequenza per gli s-SBR tal quali, misurati in campo viscoelastico lineare. Il modulo elastico G’(ω) è definito come lo sforzo in fase con la deformazione sinusoidale (in shear) imposta, diviso per la deformazione; è una misura dell’energia immagazzinata per ogni ciclo, fissata l’ampiezza della deformazione. Il modulo viscoso G”(ω) è definito come lo sforzo fuori fase (90°) con la deformazione sinusoidale (in shear) imposta, diviso per la deformazione; è una misura dell’energia dissipata per ogni ciclo, fissata l’ampiezza della deformazione. La Figura 1 si riferisce al polimero

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Ricerca

Figura 1 - Comportamento viscoelastico lineare del copolimero s-SBR lineare. Le curve sono ridotte a 90°C.

Figura 2 - Comportamento viscoelastico lineare del copolimero s-SBR stellare. Le curve sono ridotte a 90°C.

con struttura lineare e più larga distribuzione (monomodale) dei pesi molecolari. Nella zona a più alta frequenza, fino all’insorgere del cosiddetto plateau gommoso, prevalgono gli effetti dissipativi. Si può osservare un punto di crossover dei moduli in corrispondenza di una frequenza, il cui inverso rappresenta il tempo caratteristico del rilassamento di un tratto di cate-

na compreso tra due entanglements (modi di Rouse). In corrispondenza della parte centrale del diagramma e del minimo di G”(ω) si osserva il plateau gommoso, in cui la componente elastica prevale per circa 4 decadi di frequenza. Si passa poi al punto di crossover terminale dei moduli, posizionato ad una frequenza, il cui inverso corrisponde ad un tempo medio di

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rilassamento del polimero (ma non a quello più lungo). La Figura 2 riporta il comportamento viscoelastico del polimero stellare, che ha più stretta polidispersità e distribuzione bimodale dei pesi molecolari. L’andamento che va dalla zona di transizione vetrosa al plateau gommoso è paragonabile a quello del polimero lineare (microstruttura equivalente). Importanti differenze si osservano, invece, nella zona di rilassamento terminale. La più accentuata pendenza del modulo viscoso a destra del punto di crossover terminale è dovuta alla più stretta distribuzione dei pesi molecolari. Si osserva, poi, una bimodalità di risposta per quanto riguarda l’andamento dei moduli nella parte a più bassa frequenza posizionata nella parte sinistra del diagramma. Tale effetto è direttamente correlabile alla presenza delle due specie distinte (lineare e stellare) responsabili della natura bimodale del materiale. In questo caso l’attribuzione di un tempo di rilassamento medio all’inverso della frequenza di crossover terminale ha meno significato. Va infine evidenziata la presenza di un comportamento gel-like associata ai lenti modi di rilassamento della componente stellare del materiale. Tale particolarità appare a bassa frequenza (tempi di rilassamento lunghi) ed è facilmente osservabile nel tratto di curva in cui i moduli procedono paralleli (vedi riquadro in Figura 2). La evidente differenza che i due polimeri esibiscono in corrispondenza del rilassamento terminale può essere spiegata invocando la teoria microreologica denominata tube model (Doi e Edwards 1986). Un polimero lineare è in grado di rilassare gli sforzi utilizzando il meccanismo chiamato reptation. Nel caso di un polimero stellare, caratterizzato da ramificazioni dotate di un terminale libero, il movimento di reptation è inibito ed il rilassamento degli sforzi avviene più lentamente mediante un meccanismo


Ricerca

di ritrazione del ramo. Nella scelta del polimero più adatto alla maggior parte delle tradizionali applicazioni del settore elastomeri, è necessario tenere conto del fatto che, di fianco all’importante contributo rappresentato da natura, concentrazione e dispersione della carica rinforzante, l’efficienza di un reticolo di vulcanizzazione dipende anche dalle caratteristiche della matrice polimerica. Per costituire una struttura tridimensionale stabile e capace di sopportare reversibilmente la deformazione, le catene devono essere unite da vincoli permanenti denominati cross-links; questi vincoli sono rappresentati da legami chimici introdotti, in genere, con la vulcanizzazione. Alla costruzione del network concorrono diversi tipi di unità strutturali e l’elemento chiave del reticolo è costituito dalle giunzioni, che possono essere elasticamente attive solamente se sono collegate al network mediante almeno tre catene. Il segmento di catena polimerica compreso tra due giunzioni elasticamente attive rappresenta una catena elasticamente attiva, mentre un segmento di catena che presenta un terminale non vincolato possiede maggiori gradi di libertà e non contribuisce all’elasticità permanente del network, partecipando a meccanismi dissipativi. Va infine considerato il fatto che, statisticamente, alcune catene polimeriche risulteranno completamente libere al termine del processo di vulcanizzazione e, in quanto in grado di muoversi all’interno del reticolo, parteciperanno parimenti a processi dissipativi. Queste imperfezioni del reticolo contribuiranno al comportamento finale del vulcanizzato in funzione della loro struttura molecolare, secondo quanto schematicamente rappresentato in Figura 3. In un network generato dal polimero lineare, le catene libere sono

in grado di muoversi utilizzando la reptation, mentre le catene dotate di un terminale libero sono costrette ad utilizzare il meccanismo della ritrazione. Per contro, in un network ottenuto da un polimero stellare, solo la componente minoritaria lineare è in grado di utilizzare la reptation. Eventuali

Figura 3 - Meccanismi di rilassamento all’interno del reticolo di vulcanizzazione.

Figura 4 - Scansione di temperatura della miscela NR/s-SBR vulcanizzata ed immagini TEM rappresentanti la morfologia del blend immiscibile.

strutture stellari libere si muoveranno più lentamente utilizzando la retractrion. Interessante è ora analizzare cosa accade alle strutture stellari collegate al reticolo attraverso un’unica giunzione. I rami più esterni potranno muoversi utilizzando la retraction, ma esisterà anche un tratto di catena compreso tra due punti di branching. In ottobre

tal caso, il movimento risulterà molto più lento, in quanto gerarchicamente subordinato alle fluttuazioni dei terminali più esterni. L’effetto risultante di quanto descritto, sarà quello di una minore dissipazione da parte del polimero stellare. L’effetto delle dinamiche di rilassamento della matrice polimerica riferito alle varie fase di lavorazione

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degli elastomeri può essere sintetizzato, a scopo dimostrativo, utilizzando un blend immiscibile come quello costituito da s-SBR e gomma naturale (NR). In Figura 4 è riportato l’andamento del rapporto G”/G’ (conosciuto come tgδ) in funzione della temperatura, in una rappresentazione comunemente utilizzata nella valutazione delle prestazioni di mescole per pneumatici. Possono così essere discussi aspetti morfologici legati alla mancata compatibilità termodinamica. I blend NR/s-SBR 50/50 sono privi di carica rinforzante, in modo da evidenziare chiaramente l’effetto del polimero sulle caratteristiche morfologiche e dinamico-meccaniche. A bassa temperatura prevalgono gli aspetti morfologici del sistema bifasico, documentati dalle immagini TEM (Microscopio Elettronico a Trasmissione) che rivelano una diversa dimensione dei domini. Evidenze come questa fanno parte di problematiche legate allo studio di blend polimerici immiscibili, quali la dispersione e ritrazione delle fasi in funzione delle condizioni di mescolamento L’aspetto morfologico, legato alle caratteristiche reologiche dei materiali in fase di mescolamento, influenza fortemente la transizione vetrosa del blend che, in corrispondenza del masgesto eDitore

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tanti informazioni sul contributo della parte polimerica alla prestazione finale di un compound. Tale contributo, che influenza sia la fase di lavorazione iniziale, che le proprietà del vulcanizzato, è strettamente collegato alle dinamiche di rilassamento del polimero, interpretabili in chiave microreologica.

Riferimenti • Schwarzl F. R., Numerical calculation of storage and loss modulus from stress relaxation data for linear viscoelastic materials, Rheologica Acta 10, 165-173 (1971); • M. Doi and S. Edwards, The theory of polymer dynamics, Oxford Science Publications, 1986; • Marrucci G., Greco F., Ianniruberto G., Rheology of polymer melts and concentrated solutions, Current Opinion in Colloid & Interface Science, 4, 283-287 (1999).

Ringraziamenti Si ringraziano Polimeri Europa e Fabio Montanari per l’autorizzazione alla pubblicazione di questo lavoro. Si ringraziano, inoltre, Sandra Righi, Paolo Lomellini, Luca Soddu e Gabriele Veneri del Centro Ricerche Polimeri Europa di Ravenna per la preparazione e caratterizzazione dei polimeri modello. 

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Conclusioni

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simo di tgδ, appare quasi monofasica per il polimero stellare caratterizzato da una più fine distribuzione delle fasi e decisamente bifasica per quello lineare organizzato in domini di maggiori dimensioni. Ad alta temperatura prevalgono invece gli aspetti reologici legati ai meccanismi dissipativi del reticolo. Per rifarsi alle teorie microreologiche citate in precedenza, si possono evidenziare differenze per quanto riguarda i cosiddetti aspetti di constraint release (Marrucci et al. 1999). Si conferma la migliore elasticità del network ottenuto con il polimero stellare a più stretta polidispersità, testimoniata da più bassi valori di tgδ in tutto l’intervallo di temperature a destra della transizione vetrosa. I citati effetti di constraint release tendono invece ad innalzare il valore di tgδ del blend ottenuto con il polimero lineare, in cui i meccanismi dissipativi rivestono maggiore importanza.

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Nuovi sistemi di raffreddamento confezionamento e stoccaggio mescole di Luca Merlo

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el processo della lavorazione della gomma, alcune fasi hanno accentrato la capacità e gli sforzi di molte aziende sia in campo nazionale che internazionale, finendo per allinearle nell’avanzamento tecnologico e nella capacità produttiva in genere. Nello stampaggio, come nella mescolazione, il panorama attuale che il mercato offre consente di poter scegliere fra questo o quel costruttore, senza che le capacità produttive delle loro macchine si differenzino in modo rilevante: non esiste infatti una pressa che possa stampare un determinato articolo tecnico in metà tempo, o un mescolatore che, a parità di caratteristiche, possa completare una mescola in tempi inferiori ad altri suoi concorrenti. Al fine linea mixing, invece, il numero di produttori di macchine che ad esso si è dedicato fino a qualche tempo addietro, è stato sicuramente esiguo, a scapito dell’avanzamento tecnologico e della innovazione. La posizione di quasi esclusività che i pochi produttori di macchine per il raffreddamento delle mescole e loro raccolta hanno rivestito, ha finito per imporre alcune soluzioni alle quali i trasformatori hanno dovuto adattare le loro esigenze. Rubber Trade, potendo avvaler-

si di una conoscenza pluridecennale del settore della trasformazione della gomma, ed avendo maturato esperienze tanto nella mescolazione come nello stampaggio, ha realizzato invece, per il fine linea di mescolazione, macchine assolutamente innovative sia per il raffreddamento delle mescole, che per la raccolta, capaci di adattarsi alle svariate esigenze che i trasformatori via via incontrano nella competizione globale che costantemente li impegna. In particolare, nel raffreddamento delle mescole, ha voluto discostarsi dai sistemi da tutti fin qui seguiti, per eliminare alcune problematiche come, ad esempio, l’irregolarità dimensionale delle strisce, o la presenza di pieghe, di aggrovigliamenti o una distribuzione non uniforme di antiadesivo. Le mescole, notoriamente prodotte in generale mediante doppia lavorazione su mescolatore interno e su mescolatore a cilindri, e quindi trattate per applicazioni particolari con estrusori e pompe ad ingranaggi, richiedono un formato il più possibile uniforme per evitare rotture all’imboccatura delle viti di plastificazione ed accumuli di antiadesivo. Anche la lunghezza della striscia di gomma, infine, incide sensibilmente sul grado di automazione della faottobre

se di stampaggio: quanto più lunga risulta la striscia di gomma, minore sarà la richiesta di manualità per reincorsare il materiale nelle viti di plastificazione. Considerando quindi queste ideali condizioni di raccolta: • mescole in un’unica striscia continua • totale assenza di deformazioni dimensionali (collassamenti, pieghe, aggrovigliamenti, fori etc.) • assenza di accumuli di antiadesivo • assoluta omogeneità di raffreddamento ed asciugatura Rubber Trade ha realizzato raffreddatori (nel linguaggio tecnico: batch-off) ad alta efficienza e macchine per la raccolta delle mescole in striscia singola (eventualmente doppia o anche quadrupla) che tengono conto delle esigenze tecnologiche delle macchine trasformatrici, del minor impiego possibile di mano d’opera, delle esigenze legate al magazzino ed alla tracciabilità, ed infine delle questioni economiche relative al trasporto delle mescole conto terzi. L’impianto proposto rappresenta una soluzione tecnologicamente avanzata, estremamente affidabile, oltre che sicuramente più economica e molto più contenuta nello spazio occupato (Figura 1).

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Fine linea mixing

Figura 1 - Raffreddatore tipo STC, tunnel di raffreddamento ed essiccazione a ventilazione forzata.

Raffreddatore di striscia continua - tipo STC

tri esposta a forte ventilazione. Alla manualità dell’operatore è destinata solamente la fase iniziale di scarico della striscia dal mescolatore ed il suo immediato aggancio al sistema di trasporto. Con questo sistema svariate decine di metri di striscia di mescola possono essere scaricati in ingombri assai limitati. All’interno del tunnel viene immessa una notevole quantità di aria con il risultato di esporre uniformemente la mescola ad una forte ven-

tilazione per un lungo percorso, ricavandone una perfetta asciugatura ed eccellente raffreddamento in tempi limitati. L’evaporazione dell’acqua, conseguenza della ventilazione su superficie calda e bagnata, lascia sulla striscia un velo di antiadesivo sotto forma di rivestimento uniforme e continuo. Le mescole così raffreddate, senza deformazioni o collassamenti, si prestano perfettamente ad ogni tipologia di raccolta, pronte al successivo utilizzo nel modo più regolare ed esenti da qualsiasi difettosità. È prevista anche la possibilità di incorsare nel batch-off contemporaneamente più di una striscia di mescola.

Festonatore

Il raffreddatore proposto, Per quanto riguarda le tipologie denominato“STC”, è composto da tradizionali di raccolta delle mescodue elementi principali: una vasca di le, su bancale o in contenitori (siano pre-raffreddamento e distribuzione essi con o senza separatori interni), di antiadesivo liquido ed un tunnel Rubber Trade è in grado di offrire di raffreddamento ed essiccazione a al mercato una vasta gamma di soventilazione forzata (Figura 2). luzioni. La striscia di gomma in uscita dal Le diverse soluzioni fino ad oggi raffreddatore - di larghezza variabile realizzate, frutto di continua ricere di spessore massimo di 15 mm - rica e di completo adattamento alle risulta perfettamente asciutta, con una distribuzione di antiadesivo assolutamente uniforme ed una temperatura di qualche grado superiore alla T amUBBER RADE L’economia globale impone un avanzamento tecnologico biente. Il vantaggio rispetto ad altri sistemi di raffreddamento consiste in Rubber Trade è una azienda del Nord-Ovest lombardo, che opera da oltre Nel processo Abbiamo studiato una striscia di mescola priva di piedi lavorazione e realizzatodi automatismi dieci anni nel settore delle linee raffreddamento mescole provenienti della gomma per ogni fase si impone della raccolta ghe, variazioni di sezione ed accumuli da mescolatori a cilindri ed estrusori, con soluzioni di processo altamente una razionalizzazione delle mescole. del fine linea Il raffreddamento innovative, così come nello stoccaggio delle mescole stesse. Per la di antiadesivo (dovuti alla formazione di mescolazione. e la raccolta Sistemi delle mescole linea di mescolazione sono state stipulate di raffreddamento realizzazione degli impianti di fine in striscia continua di anse durante la fase di raffreddae raccolta offrono notevoli delle mescole vantaggi nel loro diverse partnership strategiche con fornitori locali e stranieri, che ne hanno mento ed asciugatura). più versatili utilizzo finale. e più affidabili aumentato la flessibilità e la prontezza di risposta al mercato, messo a La striscia di gomma, scaricata permettono dal di soddisfare meglio dura prova dalla recente crisi economica che ha colpito pesantemente il le più svariate esigenze mescolatore a cilindri o dall’estrusore, produttive. www.rubbertrade.it settore delle mescole in gomma. L’ultima recente partnership di carattere dopo un passaggio nella vasca conteVia Sancommerciale Severo, 31 - 21040 OggionaèSanto Stefano (VA) - Tel +39 0331739141 stata stipulata con UTH GmbH, azienda tedesca leader nente una soluzione di acqua e liquido nel settore dell’estrusione e filtratura delle mescole mediante pompe antiadesivo, entra nel tunnel di essicad ingranaggi. Rubber Trade ne è da gennaio 2009 l’agente di vendita cazione dove, grazie a un particolaesclusivo per l’Italia. re sistema di avvolgimento elicoidale, percorre una notevole quantità di me-

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Fine linea mixing

chieste dei clienti, ha consentito di sviluppare un sistema di deposizione rivoluzionario, in cui il materiale viene elaborato con estrema accortezza semplificandone notevolmente il cammino. L’introduzione di sistemi di controllo elettronici, ormai di totale affidabilità e sufficientemente economici, ma fino ad ora scarsamente impiegati in questa fase del processo produttivo, ha permesso di realizzare sistemi di deposizione delle strisce facilmente adattabili a tutte le differenti tipologie di contenitori ed alle diverse modalità di deposizione desiderate. Si tratta per lo più di installazioni dal modesto ingombro al suolo e di facile accessibilità che consentono di avere i contenitori sempre ad altezza d’uomo per un più facile controllo del processo. Con la tecnica della deposizione incrociata della striscia di mescola sia in scatoloni che su bancali, un maggior quantitativo di materiale a parità di volume disponibile può essere immagazzinato.

Nuovo tipo di raccolta mescole in bobina Sensibili alle osservazioni degli utilizzatori e nella costante ricerca di soluzioni ottimali, Rubber Trade ha realizzato un nuovo tipo di raccolta mescole in striscia continua ed in automatico, costituito da bobine a raccolta “zettata” con o senza polietilene come tessuto di servizio (Figura 3). L’avvolgitore è in grado di confezionare bobine fino a 200 kg con regolarità e precisione, con strisce di mescola di diversa larghezza fino a 100mm. Nella logistica d’impianto, la dimensione delle bobine di raccolta è stata studiata nell’ambito delle unificazioni internazionali in vigore in

Figura 2 - Particolare del tunnel di raffreddamento con le strisce di mescola raccolte a spirale.

materia di trasporti per il migliore sfruttamento delle superfici a disposizione. Grazie all’avvolgimento passo a passo, le bobine offrono la migliore condizione possibile all’utilizzo: posizionate infatti in prossimità delle bocche di alimentazione delle trafile, si svolgono facilmente con il semplice richiamo (tiro) della vite di plastificazione. La mescola così raccolta risulta sempre priva di pieghe ed aggrovigliamenti che possono ostacolare la regolare alimentazione delle presse o degli estrusori. Nel caso di mescole particolarmente pregiate, o prive di antiadesivo, è possibile accoppiare in fase di avvolgimento, una pellicola di polietilene in modo da proteggere la mescola da contaminazioni esterne o evitarne l’appiccicamento. È inoltre possibile adottare una disposizione delle bobine in due o tre livelli in cassoni sovrapponibili, tale da ottimizzare il rendimento volumetrico, permettendo il pieno sfruttamento della superficie di trasporto. Sia le bobine che i cassoni possono essere realizzati in versioni “smontabili” per diminuirne l’ingombro, riduottobre

cendo in tal modo i costi di trasporto dei vuoti. Nel caso in cui, invece, la mescola prodotta sia destinata prevalentemente ad uso interno, è possibile ricorrere allo stoccaggio su appositi magazzini mobili, posizionati direttamente sotto pressa, disponendo così di una notevole quantità di materiale con una minima occupazione di superficie industriale e contemporanea riduzione dei costi di movimentazione delle bobine. 

Figura 3 - Dettaglio della raccolta ‘zettata’ della mescola su bobina, con politene.

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World Rubber Day

La gomma sintetica festeggia i suoi primi cento anni Cento anni fa, esattamente il 12 settembre 1909, Fritz Hofmann, un chimico che lavorava presso i laboratori della Elberfelder Farbenfabriken vorm. Friedr. Bayer & Co, otteneva il primo brevetto per la produzione di gomma sintetica. Per celebrare la ricorrenza, Lanxess, legittima erede di questa lunga storia, ha indetto un World Rubber Day che ha visto riuniti a Colonia 400 ospiti di 18 paesi.

nel 2014, del più grande impianto di gomma butilica del mercato asiatico a Jurong Island Chemical Park di Singapore. Le direttrici lungo le quali si sviluppa l’impegno di Lanxess nel campo della gomma sono in primo luogo le gomme butiliche; le vendite di questo elastomero si svilupperanno nei prossimi anni al ritmo del 2,5-3% perché la domanda cresce,

“I

l futuro della gomma sintetica è appena cominciato”, ha detto Axel C. Heitmann, presidente di Lanxess, una società che dalla gomma ricava la metà del suo fatturato e che oggi offre al mercato oltre 100 diversi gradi di elastomeri sintetici. Ma perché questo futuro sia brillante quale è stato in passato è necessario che ci siano una solida cultura dell’innovazione e continui investimenti in ricerca e sviluppo. È questa la strada battuta da Lanxess, che ha portato a 100 milioni di euro la spesa in R&D (il 10% in più rispetto al 2008), che impiega più di 450 persone nei settori ricerca delle diverse aree di business, che nel 2008 ha messo in cantiere 110 progetti di ricerca, 80 dei quali destinati allo sviluppo di nuovi prodotti o al miglioramento di quelli esistenti. Tutto ciò con una attenzione parti-

Axel C. Heitmann riceve gli ospiti al World Rubber Day.

colare rivolta alle economie emergenti, come testimoniano l’apertura nel 2008 del centro di ricerche sulla gomma a Qingdao, in Cina, e l’avvio, ottobre

sostenuta dal settore auto, soprattutto in Cina, India, sud America, Europa orientale e sud-est asiatico, aree nelle quali è facile prevedere

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World Rubber Day

Se la gomma sintetica ha 100 anni di vita,

quella naturale ha una storia che affonda nei secoli.

Il World Rubber Day ci offre l’occasione per

qualche appunto su alcune delle svolte storiche che hanno segnato le vicende di questi straordinari materiali.

Cristoforo Colombo e la gomma naturale

N

ell’anno di grazia1495, molto prima del 1909, quando il chimico tedesco Fritz Hofmann avrebbe avuto il suo primo successo con la produzione di gomma sintetica, Cristoforo Colombo stava guardando gli indigeni di Haiti giocare con un pallone elastico, cosa che nessun europeo aveva, presumibilmente, mai visto prima. Si racconta che Colombo sia stato molto divertito da questo sport con una palla che rimbalza. Gli Amerindi avevano abbastanza familiarità con le proprietà di questo prodotto naturale. Forse più di 2000 anni fa, avevano imparato ad incidere gli alberi della gomma e le liane che crescevano a pochi gradi di latitudine nord e sud dell’equatore, avevano sviluppato metodi per raccogliere la colata bianca e appiccicosa, e per asciugarla e conservarla col fumo per ottenere una sostanza che poteva essere usata per fare le palle che rimbalzano, bottiglie elastiche, indumenti impermeabili, calzature e figure di culto. Tuttavia, non fu Cristoforo Colombo che per primo scrisse sulla gomma naturale, ma lo storico italiano Pietro Martire d’Anghiera, che chiamò la sostanza “gummi optima” e descrisse anche come era raccolta dai nativi americani. L’altro nome per la gomma d’India, “caucciù”, deriva dalla parola nativa “cau-utchu”, che significa “albero piangente”. È stato probabilmente l’esploratore francese Charles de la Condamine che nel 1735/6 descrisse la raccolta di “latice” (dal francese “lait” per latte) e diede il nome di “caucciù” alla sostanza conservata. Dopo di lui molti scienziati studiarono la raccolta e la lavorazione della gomma e le sue possibili applicazioni, stabilendo così le basi per il suo sfruttamento durante la rivoluzione industriale nel 19° secolo, quando gli inventori e gli industriali infine cominciarono a scoprire le potenzialità di questo materiale versatile. L’americano Charles Goodyear è considerato uno di questi pionieri.

Charles Goodyear inventa la vulcanizzazione

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uando lo storico italiano Pietro Martire d’Anghiera fece conoscere la gomma in Europa nel 16° secolo, i ricercatori europei furono rapidamente affascinati dal materiale. Tuttavia, era praticamente impossibile, a quell’epoca, trasportare la gomma naturale su lunghe

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distanze. Solo nel 18° secolo, gli scienziati scoprirono un metodo per renderla trasportabile: la dissolsero in trementina. L’uso industriale della gomma cominciò su larga scala nel 19° secolo. Manichette, teloni impermeabili e impermeabili furono sviluppati e prodotti, ma il materiale presentava vari problemi: la gomma diventava morbida e fusa a temperature elevate, mentre diventava fragile e friabile a freddo. Tutto cambiò con l’invenzione della vulcanizzazione da parte di Charles Goodyear. L’americano era ossessionato dal problema di come rendere più durevole questo materiale difficile da maneggiare e dal forte odore. Goodyear condusse gli esperimenti, in precarie condizioni, nella sua cucina a New York; e lì fece anche - almeno, secondo la leggenda - la scoperta che ha cambiato il mondo della gomma per sempre. Insieme al suo partner, Nathaniel Hayward, sperimentò lo zolfo, che eliminò l’appiccicosità della gomma. All’importante passo avanti, a quel che si dice, seguì a una discussione familiare; sua moglie ripetutamente si lamentava della puzza e delle condizioni caotiche nell’angusta cucina. Così, quando volle nascondere una delle sue miscele di gomma e polvere di zolfo, Goodyear la mise nel forno di casa, ancora caldo. Attraverso questa vulcanizzazione a caldo, la gomma divenne elastica, non puzzava più, rimaneva asciutta anche alle alte temperature e manteneva la sua flessibilità anche in condizioni di bassa temperatura. Nel 1844, Goodyear ricevette il brevetto numero 3.633 dagli Stati Uniti per la sua “composizione elastica di gomma metallica”, che solo in seguito ebbe il nome di vulcanizzazione e lanciò una vasta campagna promozionale per la sua scoperta. Nella sua euforia, Goodyear immaginò un mondo fatto di gomma. Dal suo punto di vista la gomma era adatta per quasi tutti i prodotti, compresi gli intarsi dei mobili. Tuttavia, non


World Rubber Day

era possibile mettere tutto in pratica. Goodyear, genio come inventore, fu un uomo d’affari poco abile. Nonostante costanti nuove invenzioni, era sempre sull’orlo della bancarotta. Era completamente impoverito, quando morì nel 1860, all’età di 60 anni, probabilmente anche a causa dei vapori tossici prodotti dai suoi numerosi esperimenti. Eppure il nome Goodyear vive ancora oggi nel settore della gomma. Nel 1898, i fratelli Frank e Charles Seyberling fondarono una fabbrica di gomma in Ohio e la chiamarono Goodyear.

Un ladro di semi

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ino alla fine del 19esimo secolo, gli alberi della gomma crescevano solo in Sud America. L’esportazione di sementi e piantine era severamente proibita, e la pena per il contrabbando era la morte. Nel 1876, l’avventuriero Henry Wickham fu incaricato di una missione di contrabbando: portare migliaia di semi di gomma alle colonie britanniche nel sud-est asiatico, con l’obiettivo di crearvi delle piantagioni. Con i risultati che tutti conosciamo.

La rivoluzione di Fritz Hofmann

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ento anni fa, il chimico tedesco Fritz Hofmann, insieme al suo assistente Carl Coutelle – anche lui laureato in chimica - inventarono la prima gomma sintetica. Era un momento in cui sembrava che non ci fossero limiti all’inventiva dell’uomo (nel 1908, Ford costruì la prima “auto per tutti”, il famoso Modello “T”). Le condizioni economiche,

politiche e scientifiche erano ideali per l’invenzione di Hofmann. All’inizio del 20° secolo, l’industrializzazione e la meccanizzazione avevano portato ad un rapido aumento della domanda; la gomma naturale divenne enormemente più costosa e difficile da trovare. Allo stesso tempo la spinta tedesca per l’autosufficienza divenne più forte. La Germania voleva diventare indipendente dai paesi stranieri e dalle loro colonie e spingeva per la ricerca di sostituti ai prodotti naturali di cui non disponeva. Hofmann in seguito scrisse: “Ho visto un compito davanti a me, creare per sintesi ciò che mancava nel mio paese”. In questo clima Hofmann, e la sua squadra, lavorò meticolosamente su nuove formulazioni e soluzioni e nel 1909 riuscì a produrre la sostanza flessibile metil isoprene e, quindi, pose la pietra miliare per la gomma sintetica.

“Estremamente soddisfatto” l’Imperatore Guglielmo II

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on si conosceva molto circa la gomma naturale, quando Fritz Hofmann e il suo assistente Carl Coutelle produssero una sostanza elastica in laboratorio. Nel 1905 si era scoperto che le catene molecolari consistevano in innumerevoli fili di molecole di isoprene allineati gli uni con gli altri. Nessuno conosceva ancora i legami incrociati (Crosslink) di queste molecole. Ciò non impedì a Hofmann di provare. Poiché il blocco di “edificio di gomma naturale” era difficile da trovare, egli lo sostituì con un parente chimico, il metil-isoprene, molto più facile da produrre. Mise la sostanza in barattoli di latta, li riscaldò e attese - a volte per mesi. A seconda della temperatura la sostanza che si formava nei contenitori era a volte più dura e, talvolta, più morbida, ma era sempre elastica: la gomma metile che brevettò nel 1909. Continental, che era già un’importante azienda di gomma, stampò i primi pneumatici per automobile col nuovo materiale nel 1910. Il capo di Hofmann, Carl Duisberg, guidò 4.000 chilometri sulle gomme nuove “senza una foratura”. Anche l’imperatore tedesco Guglielmo II si fece equipaggiare la macchina con le gomme nuove ed inviò un telegramma dicendo che era “molto soddisfatto”.

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World Rubber Day

Produzione di gomma sintetica nei siti Lanxess di Laverkusen (sopra) e Dormagen.

Al forum di Lanxess hanno partecipato oltre 400 persone.

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un forte incremento della motorizzazione. Vengono poi le gomme SSBR modificate, che nel battistrada e nei fianchi dei pneumatici migliorano la tenuta sul bagnato, riducono la resistenza al rotolamento e l’abrasione e quindi sono coerenti con le tendenze in atto verso la riduzione dei consumi e quindi con la “chimica verde”. Vengono poi i Therban, gomme nitriliche idrogenate caratterizzate da elevata resistenza all’invecchiamento e agli oli e perciò idonee a cinghie, tubi, guarnizioni per motori. Quindi ancora il Nanoprene e in generale le nanotecnologie che migliorano la tenuta di strada e la resistenza all’abrasione. Infine l’enorme potenzialità dei prodotti destinati al settore delle energie alternative generate da sole e vento che richiedono materiali resistenti all’ozono o al calore come i Therban o le pellicole di Levapren. Il tema dei futuri sviluppi della gomma sintetica è stato affrontato in quasi tutti gli interventi al World Rubber Day. Ulrich Lehner, presidente dell’associazione dell’industria chimica tedesca, ha sottolineato il ruolo che gli elastomeri svolgono per risolvere i problemi più sentiti dalla società di oggi, dalla protezione ambientale alla salute, alla mobilità delle persone. Georg Weiber, della Daimler Trucks, e Didier Miraton, del Gruppo Michelin, hanno ricordato a loro volta l’impegno delle loro società per ridurre i consumi energetici attraverso il miglioramento delle prestazioni dei pneumatici. Infine Fritz Katzensteiner, direttore dell’associazione tedesca della gomma, ha detto che in Europa c’è ancora un largo spazio di crescita per la gomma sintetica e ciò nel campo non solo dell’industria automobilistica ma anche in quello delle tecnologie mediche e dello sport. 


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TA C C U I N O Gomme Yokohama equipaggiano un’auto elettrica

Rhodia lancia nuove silici a basso impatto ambientale

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okohama ha suggellato la sua partecipazione a un progetto per la realizzazione di veicoli elettrici da competizione gommando un prototipo di questi veicoli che ha preso parte alla più famosa gara di salita al mondo, la Pikes Peak International Hill Climb, svoltasi lo scorso 18 luglio in Colorado, USA. I pneumatici utilizzati erano gli Yokohama 4x4 off-road Geolandar H/T-S, e la vettura elettrica che li montava, alimentata da batterie al litio, era l’unico veicolo di questo tipo presente alla gara. Grande la soddisfazione dei responsabili tecnici e sportivi della casa giapponese per le prestazioni fornite dalle nuove gomme, grazie alle quali l’auto che le montava ha realizzato la seconda migliore performance di sempre registrata da un veicolo elettrico in una gara in salita. La versione “verde” del Geolandar utilizzata nella competizione è il risultato di una mescola speciale, opportu-

namente studiata da Yokohama per assicurare al prodotto una durata di utilizzo ottimale in gara e una resistenza elevata a urti, buche e fondo sconnesso. Il nuovo pneumatico, inoltre, è caratterizzato da una resistenza al rotolamento notevolmente ridotta rispetto al modello tradizionale e genera, perciò, un minor impatto ambientale attraverso più bassi consumi di carburante, in linea col significato di ecocompatibilità conferito alla gara dalla partecipazione di una vettura elettrica. Brevi connotati della Pikes Peak International Hill

L’IISRP pubblica il quadro statistico della gomma sintetica

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La Hill Climb Car equipaggiata con gomme Yokohama.

International Institute of Synthetic Rubber Producers (IISRP) ha pubblicato l’edizione 2009 di Worldwide Rubber Statistics. Si tratta di un volume che contiene le previsioni sul consumo della gomma su scala mondiale elaborate congiuntamente da ISRG e IISRP. Fornisce anche un quadro dettagliato delle capacità produttive (attuali, in costruzione e programmate) dei singoli tipi di elastomeri, suddivisi per aree geografiche e per società proprietaria degli impianti. La pubblicazione (nel formato 21x28 mm) può essere richiesta a www.iisrp.com. 

Climb, che si svolge dal 1916, ben rendono l’idea delle severe condizioni nelle quali si svolge la competizione e che mettono a dura prova la resistenza di vetture, pneumatici e piloti: il percorso è di 20 km, fatto di curve e tornanti (ben 156 curve), e supera un dislivello di oltre 1500 metri, raggiungendo un picco di 4300 metri sopra il livello del mare. Ai rapidi cambiamenti di temperatura e meteo che si incontrano lungo il tragitto si aggiunge, inoltre, l’alternarsi di fondi stradali ghiaiosi e asfaltati che rendono ancora più difficile e impegnativa la gara. 

eosil Premium è una nuova generazione di silici della Rhodia che, impiegate nelle mescole per pneumatici, riducono fino al 10% la resistenza al rotolamento. Di conseguenza contribuiscono a ridurre il consumo di carburante e quindi le emissioni di ossido di carbonio nell’atmosfera. Secondo Peter Browning, direttore del business silici di Rhodia, questi nuovi additivi consentono ai produttori di pneumatici di migliorare l’efficienza energetica dei loro prodotti in conformità con i nuovi regolamenti europei in materia. 

Nuovi sensori Gefran per misure di pressione di polimeri fusi

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i chiamano Impact e sono i nuovi sensori progettati e prodotti da Gefran per misurare la pressione di polimeri fusi ad alta temperatura sfruttando il principio piezoresistivo al silicio. Sono semplici da installare, in quanto progettati con meccanica flottante, e anche di alta affidabilità (garanzia di tre anni). Le loro sonde, inoltre, sono fino a 35 volte più robuste di quelle normali e, a differenza di queste, che utilizzano un fluido di riempimento (comunemente mercurio, olio o NaK), non ottobre

contengono nessun liquido. Studiate per resistere a temperature fino a 350°C, rappresentano lo strumento ideale per la misura della pressione nei tipici processi di trasformazione delle materie plastiche: pressioni statiche o quasi statiche, proprie dell’estrusione, e pressioni dinamiche con valori assoluti di qualche migliaio di bar, tipiche dell’iniezione. A queste caratteristiche sono da aggiungere, inoltre, una maggiore durata della vita media in esercizio e una maggiore resistenza all’usura da parte di materiali abrasivi ad alta temperatura. 

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Taccuino

Grande la soddisfazione dei responsabili tecnici e sportivi della casa giapponese per le prestazioni fornite dalle nuove gomme, grazie alle quali l’auto che le montava ha realizzato la seconda migliore performance di sempre registrata da un veicolo elettrico in una gara in salita. La versione “verde” del Geolandar utilizzata nella competizione è il risultato di una mescola speciale, opportunamente studiata da Yokohama per assicurare al prodotto una durata di utilizzo ottimale in gara e una resistenza elevata a urti, buche e fondo sconnesso. Il nuovo pneumatico, inoltre, è caratterizzato da una resistenza al rotolamento notevolmente ridotta rispetto al modello tradizionale e genera, perciò, un minor impatto ambientale attraverso più bassi consumi di carburante, in linea col significato di allapiede garada dalla Leggerissime, traspiranti, robuste, capaci diecocompatibilità proteggere la parteconferito inferiore del ognipartecipazione di una vettura elettrica. ingiuria del terreno, consentendo al tempo stesso un elevata mobilità delle Peak articolazioni Brevi connotati della Pikes International Hill Climb, che si svolge dal 1916, ben podaliche. rendono l’idea delle severe condizioni nelle quali si svolge la competizione e che mettono a dura prova la resistenza di vetture, pneumatici e piloti: il percorso è di 20 km, fatto di curve e tornanti (ben 156 curve), e supera un dislivello di oltre 1500 metri, raggiungendo Sono perfette per passeggiate e trekking, per climbing e qualsiasi tipo di sport all'aria un picco di 4300 metri sopra il livello del mare. Ai rapidi cambiamenti di temperatura e aperta. Tutte le percezioni, infatti, vengono raccolte grazie alla suola sottilissima, anche su meteo chee si lungo il tragitto terreni sconnessi e accidentati, sull'acqua, sugli scogli suiincontrano fondi insidiosi. Il cuore del si aggiunge, inoltre, l’alternarsi di fondi stradali ghiaiosi ee asfaltati rendono ancora prodotto è la particolare suola di gomma, sottilissima leggera eche la tomaia, morbida ed più difficile e impegnativa la gara.

La Vibram lancia le scarpe (di gomma) con le dita

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hiamarle scarpe è certamente riduttivo, ingiuria del terreno, consentendo al tempo Il New York Times ha scoperto il boom Figura – di questa originale calzatura e ne ha soprattutto se hanno vinto il premio costesso un elevata mobilità delle articolazioLa Hill Climb Car equipaggiata con gomme Yokohama. fatto un caso con foto in prima pagina: in America, aSono pochi mesile dalla me “Migliore Invenzione proprio del 2007”. ni podaliche. celebre maratona di New York, nel La Vibram lancia le scarpe (di gomma) le dita popolo del jogging questo nuovo modo Leggerissime, traspiranti, robuste, capacicon di proteggere parte inferiore piede da ogni e trekking, per Vibram Fivefingers, prodotte dalla Vibram, Sonolaperfette perdelpasseggiate di correre a piedi quasi nudi ha avuto ingiuria del terreno, consentendo al tempo stesso un elevata mobilità delle articolazioni un successo che il azienda italiana del varesotto, che incredibile, hannotanto conclimbing e qualsiasi tipo di sport all’aria apernumero dei fans - in continua crescita - podaliche. Chiamarle scarpe è certamente riduttivo, soprattutto se hanno vinto il premio come fa tremare i grandi comein Nike e quistato letteralmente il mercato USA pota. Tutte ledalla percezioni, infatti, vengono rac“Migliore Invenzione del 2007”. Sono le Vibram Fivefingers, prodotte Vibram, azienda Adidas. italiana del varesotto, che hanno conquistato letteralmente il mercato USA in pochissimo chissimo tempo. colte grazie alla suola sottilissima, anche su Sono perfette per passeggiate e trekking, per climbing e qualsiasi tipo di sport all'aria Tantissimi abbinamenti di colori e forma, netempo. fanno un oggetto da indossare anche tutti i Tutteè le percezioni, infatti, vengono raccolte grazie alla suola sottilissima, La Vibram leader mondiale nella produzione e nella commercializzazione di suole in anche su giorni. La Vibram è leader mondiale nella produ- aperta. terreni sconnessi e accidentati, sull’acqua, suterreni sconnessi e accidentati, sull'acqua, sugli scogli e sui fondi insidiosi. Il cuore del gomma ad alte prestazioni, destinate ai mercati l’outdoor, ilsui lavoro, il tempo escogli leggera ee la tomaia, morbida ed zione e nella commercializzazione di suole in prodotto è la particolare suola di gomma, sottilissima gli per fondi insidiosi. Il cuore del libero, la moda, la riparazione e elastica, realizzata in Poliammide. l’ortopedia. L’azienda ha brevettatosuola di gomma, sotgomma ad alte prestazioni, destinate ai merprodotto è laitaliana particolare con successo la "scarpa che non c’è": le Il New York Times ha scoperto il boom cati per l’outdoor, il lavoro, il tempo libero, la di questa originale calzatura e ne ha e leggera la tomaia, morbida ed fivetilissima fingers, letteralmente le cinqueedita, sono delle scarpe assolutamente uniche, moda, la riparazione e l’ortopedia. L’azienda fatto un caso con foto in prima pagina: elastica, realizzata dove ogni dito è separato, come inin unPoliammide. in America, a pochi mesi dalla guanto. Una membrana di gomma sottile italiana ha brevettato con successo la “scarpa proprio Il New York Times ha scoperto il boom di celebre maratona di New York, nel che avvolge il piede, con le dita separate come in un guanto, e lo lasciacalzatura quasi nudo che non c’è”: le five fingers, letteralmente le popolo del jogging questo nuovo modo questa originale e ne ha fatto un canel contatto con il terreno. In sostanza è di correre a piedi quasi nudi ha avuto Le Fivefingers sono lavabili a macchina ed quasi nudi, si calza cinque dita, sono delle scarpe assolutamen- un successo socome concorrere fotoa piedi in prima pagina: proprio in Ameincredibile, tanto che il in lavatrice e resistenti nel tempo. semplicemente una sorta di guaina che dei fans - in continua crescita Si va dagli 80 ai 120 per paia. te uniche, dove ogni dito èIl prezzo? separato, come in numero rica, a perfettamente pochi mesi celebre maratona di copre il piede e gli dalla fa da fa tremare i grandi come Nike e suola artificiale. La suola riproduce la un guanto. Una membrana di gomma sottile Adidas. New York, nel popolo del jogging questo pianta del piede umano, consentendo libertà di movimento e leggerezza. che avvolge il piede, con le dita separate come Tantissimi abbinamenti di colori e forma, ne fanno nuovo modo di correre un oggetto da indossare anche tutti a i piedi quasi nudi Rhodia lancia nuove silici a basso impatto ambientale giorni. in un guanto, e lo lascia quasi nudo nel conha avuto un successo incredibile, tanto che tatto con il terreno. In sostanza è quasi come il numero dei fans - in continua crescita - fa Zeosil Premium è una nuova generazione di silici della Rhodia che, impiegate nelle mescole per pneumatici, riducono fino al 10% la resistenza al rotolamento. Di correre a piedi nudi, si calza semplicemente tremare i grandi come Nike e Adidas. una sorta di guaina che copre il piede perfetTantissimi abbinamenti di colori e forma, ne tamente e gli fa da suola artificiale. La suola fanno un oggetto da indossare anche tutti i riproduce la pianta del piede umano, consengiorni. tendo libertà di movimento e leggerezza. Le Fivefingers sono lavabili a macchina ed in Leggerissime, traspiranti, robuste, capaci di lavatrice e resistenti nel tempo. proteggere la parte inferiore del piede da ogni Il prezzo? Si va dagli 80€ ai 120€ per paia.  Le Fivefingers sono lavabili a macchina ed elastica, realizzata in Poliammide.

in lavatrice e resistenti nel tempo. Il prezzo? Si va dagli 80 ai 120 per paia.

Engel a Fakuma all‘insegna dell‘efficienza energetica

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Rhodia lancia nuove silici a basso impatto ambientale

otto lo slogan “Driving you eco” la partecipazione di Engel a Fakuma 2009, la fiera internazionale della lavorazione delle materie plastiche che si terrà a Friedrichshafen dal 13 al 17 ottobre. La casa austriaca presenterà le sue ultime novità: quattro macchine nelle quali l’innovazione tecnologica coniuga insieme prestazioni elevate, efficienza energetica e rispetto dell’ambiente. Due di queste macchine saranno equipaggiate con l’ecodrive, il nuovo sistema di risparmio energetico con pompe a portata variabile abbinate a un servo-azionamento a velocità controllata, grazie al quale il motore consuma solo quando lavora. Una è la Engel duo 3550/500 pico ecodrive con robot integrato Engel ERC 33, che rappresenterà la nuova serie delle duo pico ecodrive: l’ottimizzazione dei consumi fa sì che queste macchine arrivino a consumare fino al 25% in meno di energia rispetto a quelle col sistema non servo-assistito. La gamma comprende presse con forza

di chiusura da 450 a 700 ton. i vapori generati dal materiale plastifiZeosil Premium è una generazione di silici nelle tonnellate la forza di L’altra macchina è lanuova nuova Engel vic-della Rhodia cato.che, Daimpiegate 50 a 500 mescole per pneumatici, riducono fino al 10% la resistenza al rotolamento. Di tory 160 ecodrive, che è anche il primo chiusura delle presse disponibili nella prodotto Engel senza colonne, idrauli- serie delle e-motion. co, a essere dotato del nuovo sistema Infine, la Engel speed 180/55 con sistedi risparmio energetico. Il movimento ma IML di etichettatura nello stampo dei componenti mobili, inoltre, è stato (In Mold Labelling) e con forza di chiuottimizzato, in modo da ridurre al mi- sura di 180 ton, che darà prova di alte nimo inerzie e attriti per migliorare le prestazioni nello stampaggio di bicchieaccelerazioni e i cicli a vuoto, contri- ri di polistirene con cicli rapidissimi: in buendo così a contenere ulteriormen- un tempo di ciclo di circa 3,5 secondi te i consumi. questa Engel è in grado di produrre olSignificativa nel settore medicale l’espo- tre 4.000 bicchieri all’ora. sizione della nuova Engel e-motion Accanto alle macchine a iniezione, la ca310/100 T, tutta elettrica, per la produ- sa austriaca presenterà anche il nuovo zione sterile in camera bianca: il circu- pacchetto Engel EcoGraph, uno struito di lubrificazione della ginocchiera è mento di analisi dei consumi energetici sigillato, e questo impedisce fuoriusci- che permette di ottimizzare l’impostate incontrollate di olio che potrebbero zione del ciclo di stampaggio in funziocontaminare l’ambiente. La macchina ne dei consumi di energia, e la nuova può anche essere equipaggiata con un generazione di robot Engel vi-per in versistema di incapsulamento del cilindro sione stand-alone, che, con un oppordi plastificazione, in modo da abbatte- tuno software di controllo delle vibrare le emissioni di calore e convogliare zioni, impedisce ogni vibrazione della anche all’esterno dell’ambiente sterile struttura. 

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Taccuino

Celle di carico per rulli serie RL

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olti costruttori di macchinari industriali hanno la necessità di misurare il tensionamento di nastri che passano su rulli o calandre allo scopo di controllare la qualità del processo di lavorazione ed evitare rotture del nastro o del macchinario. DS Europe, per soddisfare questa esigenza, propone le celle di carico estensimetriche serie RL che sono la sede di fissaggio dei cuscinetti che sostengono i rulli ed anche misurano il tensionamento del nastro, che può poi essere utilizzato per regolare la velocità del motore che lo svolge e lo avvolge. Le celle RL sono di facile installazione, senza dover modificare la larghezza del macchinario, potendo far proseguire il perno del rullo oltre il foro centrale passante della cella ed avendo questa una bassa altezza. È anche possibile ottenere la migliore sensibilità e precisione potendo regolare l’allineamento del suo asse di misura, rispetto alla risultante di forza da misurare, mediante il gioco delle asole di fissaggio delle viti. La serie RL è dotata di diversi campi di misura: da ±5 a ±1500Kg. RL può essere utilizzata in applicazioni industriali gravose, avendo una buona resistenza meccanica ed una buona protezione ambientale. RL ha una sensibilità 2mV/V e può essere utilizzata anche in ambienti

elettricamente disturbati grazie alle sue uscite analogiche amplificate (5V, 10V, 4-20mA) e digitali (RS485 Modbus e CAN Open). Applicazioni tipiche: macchine tessili, macchine per il packaging, macchine stampa flesso grafiche, macchine per la lavorazione di plastica-carta-nastri di metallo-gomma-reti etc. 

Bluestar Silicones riorganizza la rete Mix & Fix in Italia

a multinazionale Bluestar Silicones (che ha preso il seguito del settore siliconi della Rhodia) ha sviluppato da molti anni in Europa una rete di produzione di elastomeri a caldo pronti all’uso “Mix & Fix Centers” che fa capo alla Bluestar Siliconi Italia s.p.a. con i suoi due siti di Caronno Pertusella (Varese) e di Treviolo (Bergamo). Ora la Bluestar Siliconi ha annunciato che a partire dal gennaio 2010 tutte le sue attività saranno concentrate nel sito di Caronno Pertusella e che di conseguenza quello di Treviolo sarà chiuso. La decisione è stata presa con tre obiettivi: servire meglio i clienti in termini d’assistenza tecnica, di product stewardship e di supply chain; rafforzare e migliorare la competitività della sua attività produttiva degli elastomeri a caldo; adattarsi all’evoluzione del mercato che si caratterizza in questo periodo di crisi con un ribasso sensibile dei volumi. Un comunicato della società sottolinea che saranno adottate tutte le misure per garantire la continuità di servizio e non danneggiare l’attività dei clienti durante la fase del trasferimento. Che inoltre i dipendenti di Treviolo si vedranno proporre un trasferimento nel sito di Caronno Pertusella e le misure d’accompagnamento saranno negoziate con le istanze rappresentative del personale. 


Taccuino

Lanxess elimina l’uso degli oli DAE

I

l gruppo Lanxess per i prodotti chimici speciali abbandonerà globalmente l’uso degli oli DAE nella produzione delle gomme sintetiche oleoestese a partire dal 1° dicembre 2009. Allo scopo di garantire la fornitura di prodotti alternativi, la Business Unit delle gomme butadieniche (PBR) attuerà una cooperazione strategica con il produttore svedese di oli Nynas. Gli oli DAE, ampiamente usati, sono oli di processo con un alto contenuto di

policiclici aromatici (PAH), che sono considerati altamente negativi in termini di impatto ambientale e salute umana. Questo è il motivo per cui l’uso di questi oli di processo nei pneumatici venduti in Europa e in Giappone sarà vietato per legge a partire dal 2010. Un sostituto amico dell’ambiente viene offerto o dagli oli TDAE o dagli oli naftenici. Per Dahlstedt, vice presidente del Gruppo Nynas e capo di Naphtenics, prevede che l’industria dei pneumatici af-

fronterò cambi strutturali importanti a causa delle nuove prescrizioni: “Circa un milione di tonnellate di metri cubici all’anno di estratto aromatico dovranno essere sostituite”. Nynas ha un gruppo di esperti che si dedicano solo allo sviluppo e alla commercializzazione di oli per l’industria dei pneumatici. Christoph Kalla, responsabile commerciale delle gomme PBR ha affermato:” Il know.how professionale di Nynas in unione con la competenza di Lan-

C A L E N DA R I O 2 0 0 9

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Dhaka

Rubber Bangladesh

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Kuala Lumpur

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Casablanca

Morocco plastpack 2009

Milano

Esposizione internazionale del ciclo e motociclo

Istanbul

Plast Eurasia

24 - 27

Shanghai

Plastics&Ruber Industry Exhib

25 - 27

Milano

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22 - 24

ottobre

3 - 11

20 - 22

12 - 14 10 - 15 19 - 22

novembre

26 - 27

26 - 29 9 - 11 9 - 13 19 - 22

aprile marzo febbraio gennaio

C A L E N DA R I O 2 0 1 0

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xess nel campo della gomma offrono prodotti su misura e una qualità ottima di servizio per i nostri clienti.” Lanxess ha iniziato nel 2006 a convertire in modo continuo tutti i suoi processi di produzione della gomma con oli compatibili con l’ambiente in tutti i suoi impianti di produzione europei. Presso la consociata brasiliana Lanxess Elastomeros do Brazil, sarà installata, a breve, una rete logistica per assicurare una transizione agevole agli oli naftenici. 

Mosca

Interplastica

Colonia

Tire Technology 2010

Mosca

Tires & Rubber

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2009 n. 572

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