577 Sotto ad ogni mescola PMG c’è un grande know-how. MODELLI DI SVILUPPO FIERE IN RUSSIA
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APRILE 2010 - NUMERO 3
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SOMMARIO | ANNO 54 - 577 • APRILE 2010 • N. 3 31
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ELASTICA: SOMMARIO L'intervista del mese
L’EUROPA HA BISOGNO DI UN NUOVO MODELLO DI SVILUPPO
Il nostro continente può uscire dalla crisi solo con un grande programma di investimenti infrastrutturali. Il perché lo spiega in questa intervista il prof. Marco Fortis
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ESITI INCERTI PREVISIONI CAUTE
La prima parte della nostra inchiesta tra i costruttori di macchine indica andamenti difformi tra le imprese e contenute aspettative per l’anno in corso
L’INDUSTRIA ITALIANA HA BUONE CARTE DA GIOCARE
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La Russia è un mercato potenzialmente promettente. È il giudizio che si può trarre anche dalla fiera Tires & Rubber che si è svolta a Mosca in marzo
GUARDARE AL DOPO CRISI NELL’OTTICA DELL’INNOVAZIONE
Un incontro in programma in maggio a Nembro affronterà il problema delle aspettative per il prossimo futuro degli stampatori della Rubber Valley
| L'INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |
aprile
2010 n. 577
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Si studia, e si discute, di nuovo la possibilità di trovare una alternativa alla Hevea brasiliensis come fonte primaria della gomma naturale
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA ELASTICA
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Comitato di redazione: Giuseppe Cantalupo, Emilio De Tuoni, Antonino Di Pasquale, Eugenio Faiella Direttore responsabile Eugenio Faiella Redazione, amministrazione, pubblicità GESTO EDITORE srl viale Coni Zugna 71 - 20144 Milano Tel. +39 023451230 - Fax +39 023451231 gomma@gestoeditore.it www.gestoeditore.it Segreteria di redazione segreteria@gestoeditore.it Grafica Mariella Salvi - mariella.salvi@gestoeditore.it
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APRILE 2010 n. 577 | L'INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |
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2010 n. 577 |
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ELASTICA | Abbiamo letto per voi
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E
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125°C sui polimeri e a 80°C sulle mescole. I polimeri delle 3 mescole vengono considerati equivalenti per viscosità Mooney, contenuto di etilene e contenuto di ENB. All’aumentare della frequenza di sollecitazione l’EPDM bimodale mostra maggiore diminuzione della viscosità dinamica complessa η*, cioè maggiore “shear thinning”. Sulle mescole non appare invece tale differenza. Valutando l’andamento del tandelta, si nota che alle basse frequenze di sollecitazione l’EPDM bimodale dà luogo a migliori caratteristiche di elasticità, cioè a più basso tandelta. Gli autori sono comunque propensi a considerare più significativo il fatto, peraltro in accordo con l’andamento di η*, che l’EPDM metallocenico presenta una MLRA (Mooney Relaxation Area) molto estesa, indice di ottenimento di favorevoli caratteristiche di elasticità. A conferma delle migliori opportunità presentate dall’EPDM metallocenico rispetto agli altri tipi, gli autori osservano che dall’EPDM metallocenico ci si può aspettare favorevole compression set, anche alle basse temperature, e favorevole resistenza al contatto a lungo termine con l’acqua. (L’articolo è in lingua inglese)
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nanocompositi attirano l’interesse perché sono caratterizzati da dispersione di una fase dispersa su scala nanometrica (da 1 a 100 nanometri). La preparazione dei nanocompositi qui descritti avviene aggraffando mediante catalisi cationica su un caolino montmorillonitico stratiforme un copolimero di stirene e di clorometilstirene contenente 2% di gruppi di sa-
| L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA | APRILE 2010 n. 577
le ammonico. I prodotti ottenuti vengono “intercalati” tra ioni Na+ della montmorilllonite e cationi ammonici di polimeri acrilonitrile-butadiene ammino terminali. Oppure vengono ad esempio preparati da caolini organici intercalati con poliuretani. Nanocompositi simili a quelli descritti ma a base poliammidica vengono usati ad esempio come strati superficiali su timing belts o anche come film per imballaggi. La preparazione del composito avviene nel modo seguente. Viene preparata una dispersione acquosa (in acqua distillata) di caolino montmorillonitico. Indi la dispersione acquosa viene additivata di una soluzione di ATBN (Amine Terminated Butadiene Acrylonitrile) in DMSO (Dimetilsolfossido). Dopo reazione il prodotto viene filtrato, lavato fino ad assenza di NaCl e essiccato sotto vuoto. Con analisi di diffrazione di raggi X (WXRD seguita da analisi TEM o SEM) si determina la distanza d tra gli strati montmorillonitici applicando l’equazione di Bragg: nλ = 2d senθ, dove λ è la lunghezza d’onda dei raggi X impiegati e θ è l’angolo di incidenza dei raggi X stessi. (Nel testo sono riportate microfotografie). Con analisi TGA (Thermogravimetric Analysis) fino a 1000°C si determinano le perdite in peso dei singoli componenti dei materiali intercalati: acqua a 100°C, decomposizione di ATBN a 300÷425°C, polimero (stirene/clorometilstirene) a 425÷480°C, incenerimento di ATBN a 500÷575°C, decomposizione di acqua strutturale nel caolino montmorillonitico e completamento della ossidazione dell’ATBN a 575÷700°C. Nell’articolo vengono poi riportate dettagliatamente le caratteristiche riscontrate in mescole di NR, SBR, NBR additivate di 4 phr del nanocomposito preparato e in mescole degli stessi elastomeri contenenti invece da 10 a 40 phr di nero di carbonio N330, o, quanto meno, contenenti 40 phr di caolino montmorillonitico non intercalato. È sintomatico osservare che nelle mescole contenenti il solo nanocomposito intercalato, il valore ottimale di carico di rottura, pari a circa 22 MPa sia in NR, sia in SBR, sia in NBR, si ottiene con
Abbiamo letto per voi | ELASTICA
4 phr di nanocomposito. Analogamente accade per il valore di allungamento a rottura pari a circa 500% con tutti i tre elastomeri provati. Il valore del carico di rottura, che denota il grado di rinforzo di una carica nelle gomme sintetiche, nella mescola contenente caolino montmorillonitico come tale, appare 18 MPa in NR, 7,55 MPa in SBR, 8,22 MPa in NBR. L’articolo è documentato con molti dati di caratteristiche reometriche, di caratteristiche meccaniche, di caratteristiche di invecchiamento termico (90°C). L’articolo è molto utile, perché è il primo che compare nel settore dei nanocompositi impostato chiaramente per poter valutare le più semplici e inequivocabili proprietà generali degli elastomeri. (L’articolo è in lingua inglese)
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M. A. J. van der Mee, J. G. P. Goossens, M. van Duin - (e-mail: j.g.p.goossens@tue.nl ); Gummi Fasern Kunststoffe (GAK); 62/11- 6682009. Rif. E2757.
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li autori presentano un elastomero termoplastico particolare
a base di EPM, che permette l’impiego sia come TPE (polimero termoplastico), sia come TPV (polimero termoplastico vulcanizzato). I TPV si distinguono dai TPE perché contengono una fase elastomerica vulcanizzata, in quantità tale da poter essere dispersa in una matrice termoplastica cristallina ad alta durezza. Il polimero qui presentato ha poi anche caratteristiche ionomeriche, cioè nella catena polimerica principale contiene una quantità sensibile di gruppi ionici, posti in sequenza o all’interno di una catena principale apolare. I gruppi ionici hanno la tendenza a formare aggregati ionici, che costituiscono una microfase reticolata, ovvero una fase con caratteristiche di un vulcanizzato. La presenza di tali aggregati può essere evidenziata mediante analisi SAXS (Small Angle X-ray Scattering). Viene precisato che i legami di idrogeno realizzati sono normalmente deboli, ma che essi aumentano la loro efficacia reticolante quando vengono ordinati in gruppi. I legami di idrogeno sono caratterizzati da termoreversibilità. Caratteristici sono quelli di composti come fenilurazolo, immido-diamminopiridina, ureido-pirimidone, e quelli di gruppi carbamminici. Termoreversibilità viene osservata in gomma naturale maleinizzata per mezzo di 3-ammino-1,2,4-triazolo (ATA) (riferimenti bibliografici citati). Gli autori eseguono una ricerca sulla reversibilità in un elastomero etilenpropilenico EPM maleinizzato (MAn-g-EPM). Nell’articolo viene raffigurata la struttura di uno ionomero ottenuto da un EPM maleinizzato per neutralizzazione con Zn acetato diidrato (ZnAc) e vengono anche raffigurate le strutture di MA-g-EPM legati con vari composti e con sali ammidici. Alla presentazione teorica di base segue uno studio molto dettagliato delle prove dimostrative eseguite. Vengono innanzitutto rappresentati gli andamenti del modulo di ionomeri di Zn ottenuti per neutralizzazione di MA-g-EPM con ZnAc sui gruppi maleici innestati. Il modulo dell’EPM come tale appare di valore 1 MPa a 0°C e all’aumentare della temperatura decade ad un valore praticamente nullo già ver-
so 50°C. Sugli ionomeri di Zn ottenuti il modulo dinamico a 0°C determinato con DMTA appare di valore circa 5 MPa e tale è sui diversi ionomeri ottenuti con neutralizzazioni su gruppi più numerosi di anidride maleica. Con trattamenti di neutralizzazione con ZnAc su più numerosi gruppi di anidride maleica, il modulo dinamico decade linearmente in funzione della temperatura, arrivando però al valore di 1 MPa a temperatura superiore a 200°C. Con ciò viene interpretata quindi la presenza di una significativa reticolazione in funzione del trattamento di neutralizzazione. Più interessanti sono i risultati ottenuti con neutralizzazioni a base di KOH (neutralizzazione di tipo K) anziché a base di zinco (neutralizzazione di tipo Zn). Nei riguardi delle caratteristiche meccaniche, con neutralizzazioni K si arriva a carico di rottura 9,9 MPa, allungamento a rottura 820%, modulo al 200% di allungamento 2,1 MPa, compression set 15%, ove invece con neutralizzazioni Zn si arriva rispettivamente a 4,5 MPa, 680%, 1,3 MPa, 22%. (Per il compression set non vengono indicate le condizioni di prova). Oltre alle notizie riguardanti gli effetti di trattamento dei gruppi maleici con ZnAc e con KOH, che danno luogo a ionomeri, vengono riportate anche notizie sulle caratteristiche ottenute con trattamenti dei gruppi maleici impiegando mezzi di creazione di legami di H: ATA (Amminotriazolo), sali di ammidi, NH4OH, esilammina, octadecilammina. Con tali agenti si ottengono valori meccanici accettabili solo con sali di ammidi.
materie prime RIDUZIONE DELLA RUVIDITÀ DI ARTICOLI IN GOMMA SILICONICA
B. Ledig - Momentive Performance Materials GmbH - (burkard.ledig@ momentive.com); Gummi Fasern Kunststoffe (GAK); 62/11- 659-2009. Rif. E2758.
A
nnualmente nel mondo, negli articoli medicali le gomme siliconi-
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che vengono usate in ragione del 3% del mercato. Il loro consumo annuale cresce però del 12% annuo e il loro impiego nel 2012 è previsto per 237,2 milioni di euro. Le ragioni di ciò possono essere così interpretate. Con la loro bassa reattività chimica e con la loro bassa energia superficiale le gomme siliconiche sono caratterizzate da elevata biocompatibilità con le cellule di tessuti e fluidi corporei. Le gomme siliconiche non contengono plastificanti e ausiliari di lavorazione. Esse presentano bassa deformazione permanente a compressione e grande stabilità termica e chimica in un largo intervallo di temperature, con flessibilità alle basse temperature fino a -60°C, resistenza al calore fino a 250°C e resistenza al vapore fino a 135°C. Sono inodori, insapori e inerti di fronte all’azione di batteri e alla crescita di funghi. Le gomme siliconiche sono suddivise in HCR (gomme siliconiche solide vulcanizzabili a caldo), LSR (gomme siliconiche liquide vulcanizzabili a caldo), RTV (gomme siliconiche vulcanizzabili a temperatura ambiente). Le HCR hanno peso molecolare di circa 300000, sono vulcanizzabili con perossidi, (in tal caso facendo seguire un post curing di 4÷6 h a 200°C), o con catalizzatori platinici. Le LSR vengono fornite in due componenti, generalmente da mescolare in rapporto 1:1, che sono costituiti da polidimetilsilossani a peso molecolare tra 100 e 1000 con gruppi vinilici pendenti. Un componente contiene il vulcanizzante (idrosililsilossanico), l’altro componente contiene il catalizzatore platinico. La reticolazione avviene per addizione di un prodotto idrosililsilossanico sui gruppi vinilici, senza dal luogo a svolgimento di alcun prodotto. Anche in questo caso è consigliato un post curing di 4 h a 200°C. Per gli articoli medicali viene suggerito l’uso dello LSR 4000, che è disponibile in durezze da 20 a 80 Shore A. Esso risponde alla direttiva 21 CFR 177.200 della FDA (Food and Drug Administration), alla Farmacopea Europea EP VI 1.3.2.; inoltre può essere sterilizzato per mezzo di vapore, di aria calda, di ossido di etilene, di raggi gamma. Con gomme siliconiche della serie LSR 4000 vengono prodotti O-ring 10
per tenuta in apparati di dialisi, cateteri, membrane, setti, guarnizioni per inoculazioni, parti di pompe, maschere di apnea. L’autore presenta anche lo LSR Top Coat TP3719, che è un prodotto siliconico liquido bicomponente da applicare su superfici di articoli prodotti con HCR, LSR, RTV, per migliorare la scorrevolezza superficiale. Dopo l’applicazione occorre un indurimento a una temperatura tra 100°C e 180°C. Con l’applicazione del Top Coat sopranominato viene segnalata una riduzione del coefficiente di attrito da 0,67 a 0,39. Il Top Coat TP3719 viene impiegato su articoli di ortopedia, su tubazioni, su cateteri, su maschere di anestesia, su arnesi di assistenza chirurgica.
materie prime ATTIVAZIONE DELLA VULCANIZZAZIONE E RIDUZIONE DEL TENORE DI ZINCO
Jean-Marc Monsallier (jean-marc. monsallier@sartomereurope.com); Kautschuk Gummi Kunststoffe (KGK); 62/11- 597-2009. Rif. E2759.
L’
articolo segue un lavoro dello stesso autore sull’impiego del Sartomer SR534, che funziona allo stesso modo degli agenti antireversione immidici come 1,3-bis(citraconimidometil) benzene (CIMB) e N,N’-metafenilendimaleimmide (PDM) (cfr. Riferimento Elastica E2719 recensito da KGK 62/9-442-2009 in I. G. 574 del Dicembre 2009). Nel presente articolo viene invece esaminata l’aggiunta di zincomonometilacrilato (ZMMA) per aumentare la velocità di vulcanizzazione e per studiare la possibilità di riduzione del contenuto di zinco nelle mescole di gomma. Lo studio si svolge in mescole di poliisoprene Natsyn 2205 e in mescole di NR (SMR CV60) e prosegue in mescole di battistrada e di fianchi di pneumatici, poi anche in mescole per rivestimenti di cavi e in una mescola di NBR. I derivati acrilici presi in considerazione sono ZMMA (Zincomonometa-
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crilato Sartomer SR 709), ZDMA (Zincodimetacrilato Sartomer SR 708), ZDA (Zincodiacrilato Sartomer SR 705). Di questi, i più attivi di gran lunga, anche rispetto a ZnO, sono ZDMA e soprattutto ZMMA, come appare da curve reometriche e da misure di densità di reticolazione dimostrative. Fermo restando il fatto che ZMMA fornisce grado di reticolazione molto maggiore rispetto a ZnO, se si considerano i rapporti tra legami polisolfurici, disolfurici, monosolfurici, appare che ZMMA fornisce maggiore percentuale di legami di reticolazione mono e disolfurici. Gli autori comunque intravedono la possibilità di risparmiare il tenore di zinco in una mescola, in quanto lo ZMMA rispetto allo ZnO ha maggiore attività e maggiore peso molecolare: essi arrivano pertanto a postulare che 3,5 phr di ZMMA fornisce lo stesso grado di reticolazione di 5 phr di ZnO. Su questa base essi dimostrano la validità della riduzione del tenore di zinco usando ZMMA in minore concentrazione rispetto a ZnO (2,5 phr di ZMMA in luogo di 5 phr di ZnO) in mescole di battistrada (SSBR/cisBR/silice 75/25/65) e in mescole per fianchi di pneumatici. (NR/cisBR/nero di carbonio 50/50/50). Essi documentano la ricerca allegando dati ricavati con analisi dinamico meccanica DMA da -100°C a +100°C. Per le mescole di battistrada appaiono valori di picco di tandelta di 0,65 con ZnO e di 0,75 con ZMMA, peraltro entrambi alla temperatura di 0°C; per le mescole di fianchi appare invece maggiore corrispondenza tra i valori di picco di tandelta (circa 0,5 sia con ZnO che con ZMMA) e di temperatura (circa -37°C sia con ZnO che con ZMMA). Sia per le mescole di battistrada che per le mescole dei fianchi, andamento e valore di tandelta con ZnO e con ZMMA appaiono uguali. Vengono riportati anche dati relativi alla sostituzione di ZnO con ZMMA in una mescola di NR per copertura di cavi,
Abbiamo letto per voi | ELASTICA
ove peraltro la concentrazione di ZMMA rimane la medesima, e in una mescola di NBR per rivestimento di cilindri, ove appare possibile sfruttare il vantaggio dato dalla sostituzione di 5 phr di ZnO con 2 phr di ZMMA. Conclusioni positive nei riguardi della sostituzione dello ZnO con minore concentrazione di ZMMA in mescole vulcanizzate con zolfo vengono tratte anche per quanto riguarda il comportamento all’invecchiamento sia aerobico che anaerobico. Lo studio è interessante, ma purtroppo mancano dati di comportamento alla lacerazione, al creep e alla cristallizzazione, perché se è pur vero che un attivatore foriero di formazione di legami di reticolazione prevalentemente mono- e disolfurici è favorevole per la resistenza al calore, non lo è affatto di fronte ai parametri sunnominati. (L’articolo è in lingua inglese)
materie prime NUOVA CARICA RINFORZANTE PER GOMME SILICONICHE
David Shaw - (dshaw@crain.com); European Rubber Journal; 191/426-Luglio-Agosto 2009. Rif. E2760.
L
a Hoffmann Mineral, nota industria mineraria di Neuburg erede del nome originario Franz Hoffmann & Söhne, situata a ovest della Baviera dove scorre il Danubio, ha introdotto una nuova carica rinforzante particolarmente studiata per gomme siliconiche denominata Aktisil Q, che è una versione modificata delle terre silicee di Neuburg NSE (Neuburg Siliceous Earth). Le crete di Neuburg sono cariche di origine naturale costituite da caolinite e quarzo lamellare, che derivano da antichissimi sedimenti marini di 90 milioni di anni fa. Esse sono note per avere una forma fisica che costruisce una reologia particolarmente favorevole nelle mescole di gomma. L’Aktisil Q è stato presentato alla IRC di Nürnberg del 2009 dal Dr. Alexander Risch, direttore delle vendite e del marketing della industria soprano-
ni, vengono trattati superficialmente con silani e vengono forniti con il marchio Aktisil. La Hoffmann è poi impegnata anche ad escogitare possibilità di ripristino all’uso dei materiali e dei prodotti a sua disposizione.
materie prime NANOTUBI DI CARBONIO COME CARICHE PER ELASTOMERI
H. Moustafa, N. Durant, M. Owczarek, P. Brender, J-N. Munsch, P. Ziegler, D. Schwartz, M. F. Vallat, B. Haidar (b.haidar@uha.fr ); Kautschuk Gummi Kunststoffe (KGK); 62/11574-2009. Rif. E2761. minata. Viene riportato che l’Aktisil Q è caratterizzata da un trattamento silanico superficiale, che “estende la vulcanizzazione” sulla carica, che dà luogo a un favorevole compression set anche senza post curing e che migliora le proprietà di oleoresistenza della mescola. Un fattore che fa apprezzare l’Aktisil Q è l’influenza favorevole sulle proprietà di processo, specialmente nei riguardi dell’estrusione, sia per la facilità di scorrimento apportato, che per la riduzione dell’effetto abrasivo sul macchinario. Inoltre anche per l’incremento di green strength cui dà luogo, con vantaggio della resistenza al collapse dei crudi. Ulteriore vantaggio si verifica nell’impiego in mescole nelle quali è contenuto come vulcanizzante il DCBP (2,4-dicloro benzoilperossido), perché evita l’efflorescenza caratteristica. Aktisill Q per la Hoffmann Mineral è uno dei nuovi progetti affrontati dopo la recessione generale del 2008, che ha costretto a tagli e alla ricerca di nuovi mercati di sviluppo appunto con nuovi progetti. Risch nota che il business delle gomme siliconiche e quello dei rivestimenti sono incoraggianti. Altro business per la Hoffmann Mineral è quello dei Sillitin, che sono costituiti da particelle formate da caolino strettamente legato a particelle di silice. L’interesse per essi è rivolto soprattutto ai Sillitin con granulometria inferiore ai 20 μm (micrometri): essi vengono separati mediante processo in idrociclo-
G
li autori puntualizzano che i nanotubi di carbonio (CNT) permettono di ottenere elevata flessibilità, bassa densità, elevato rapporto di aspetto (es. 300÷1000), eccellenti proprietà elettriche, ottima conducibilità elettrica, alte caratteristiche meccaniche, elevata conducibilità termica. La conducibilità elettrica di essi raggiunge valori dell’ordine di 104 S/cm (Siemens/cm) vicina a quella dei metalli, ove per esempio per il ferro si segnala 9,9.104 S/cm e per il rame 59.104 S/ cm. La conducibilità termica dei nanotubi di carbonio può raggiungere anche 6600 Wm-1K-1 e le caratteristiche meccaniche, ascritte alla presenza di legami sp2 (planari) tra i singoli atomi di carbonio, possono raggiungere carico di rottura 150 MPa. Viene riportata l’espressione generale della conducibilità elettrica (sigma) in funzione della frazione volumica fc dei CNT: σ = C(f-fc)ß; C e ß sono due costanti, fc è la frazione volumica del contenuto di CNT al limite di percolazione. Limite di percolazione di un parametro è il valore più basso di tale parametro (concentrazione di carica) che instaura un fenomeno (in questo caso conducibilità elettrica). Poiché il limite di percolazione dipende molto dalla distribuzione spaziale dei nanotubi di carbonio nella matrice polimerica, gli autori deducono che tale
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limite può essere preso in considerazione per interpretare la qualità della dispersione dei CNT stessi. Viene mostrato che nei riguardi della conducibilità elettrica in una matrice polimerica di gomma naturale (lattice di gomma naturale) il limite di percolazione dei CNT è inferiore a 1% (accertato in 0,002 % in volume), ove già con tale concentrazione si ottiene conducibilità elettrica maggiore di diverse potenze di 10 rispetto alla conducibilità elettrica ottenuta con mezzi convenzionali in concentrazione molto maggiore (10%÷20%; non viene specificato il tipo di componente conduttivo). Viene sottolineato che il risultato ha notevole importanza nell’impiego di CNT in compositi trasparenti per rivestimenti conduttivi, in vernici elettrostatiche, in circuiti stampabili ecc. Nei riguardi della conducibilità termica l’apporto dei CNT è invece irrilevante e, anzi, con quasi tutte le concentrazioni provate è addirittura inferiore a quello dei mezzi convenzionali. Sostanzialmente non interessante viene poi trovato l’apporto meccanico conferito dai CNT, fatta eccezione per un moderato effetto positivo con piccole concentrazioni (5%÷10%) nei riguardi della componente elastica del modulo dinamico a compressione (E’), ottenuta tuttavia con una forte diminuzione dell’allungamento a rottura. Ciò viene interpretato nel senso che polimeri le cui macromolecole sono dotate di flessibilità danno luogo a formazione di circonvoluzioni con se stessi piuttosto che avvolgere i CNT ed interreagire con essi mediante gli elettroni π. Secondo una tecnica FMC (Flow Micro-Calorimetric) a pulsazione descritta, atta a rilevare gli scambi termici di piccola intensità che hanno luogo durante la creazione o la distruzione di legami molecolari su una superficie, può essere valutata anche sui CNT l’entità di polimero assorbito permanentemente in funzione della sua entalpia di assorbimento. Sui CNT l’assorbimento permanente di polimero avviene comunque solo in una finestra parziale dei valori di peso molecolare del peso molecolare stesso. (L’articolo è in lingua inglese) 12
prodotti e processi PROFILATI INCASSATI CON LAMINA CROMATA IN VISTA
Oliver Lange -Sarlink, Sittard - Olanda - info@sarlink.com; Kautschuk Gummi Kunststoffe (KGK); 62/11566- 2009. Rif. E2762.
N
ell’articolo viene descritto un nuovo design dei profilati per carrozzeria, che è caratterizzato dal fatto che il profilato viene fornito al costruttore di automobili completo della sua cornice e che esso è basato su elastomeri termoplastici vulcanizzati TPV. I profilati per carrozzeria convenzionali hanno sezione a U e sono posti su
un incastro nella cornice del vetro del finestrino. I profilati incassati qui descritti hanno sezione a L, vengono incastrati sulla cornice e presentano una guarnizione addizionale posta tra la portiera e il tetto. La tenuta sul vetro viene esercitata da labbri del profilato. Secondo un nuovo design, applicato sulla vettura “Skoda Superb”, la superficie in vista del profilato risulta più grande, rendendo quindi più sentita la necessità di provvedere omogeneità di colorazione e di resistenza ai raggi UV anche dopo molti anni. Viene dichiarato che tale tenuta delle caratteristiche di aspetto viene permessa dall’impiego di elastomeri termoplastici
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TPV, i quali, anche a diverse durezze, assicurano la costanza di colorazione. Il sistema descritto nell’articolo è stato messo a punto dalla ditta Sarlink, produttrice della composizione a base di TPV, insieme alla ditta Saargummi. I passaggi per realizzare l’installazione del profilato sono vari. Innanzitutto mediante iniezione viene applicato il TPV sul contorno del vetro, sul contorno delle superfici dell’incastro e sul contorno della sede del vetro, e anche sulla sede del lunotto del portellone posteriore. I profilati previsti sono più di uno, fino a tre con durezze diverse per rispondere alle funzioni di tenuta o di stabilità cui i profilati stessi sono devoluti, per il tetto, le portiere, le colonne. I profilati vengono estrusi e vengono applicati contemporaneamente, ove poi le gole di scorrimento dei finestrini vengono floccate. Viene puntualizzato che la gommatura del contorno del finestrino avviene in condizioni particolarmente vantaggiose rispetto alla medesima operazione con una composizione elastomerica vulcanizzabile, sia perché il materiale viene lavorato a una pressione inferiore, sia perché l’articolo finito appare come un prodotto di fusione. I profilati per finestrini a base di TPV permettono un risparmio di 20% rispetto a quelli di gomma vulcanizzata, nonostante la composizione di TPV sia più costosa. L’impiego di sistemi di tenuta a base di composizioni di TPV da parte dei costruttori di auto diviene sempre più frequente e ciò è dovuto al fatto che un sistema a base di TPV per la tenuta dei finestrini rappresenta un risparmio di peso del 20% rispetto al sistemi convenzionali, inoltre anche al fatto che realizza vantaggi di costo per la maggiore semplicità di montaggio. Finora i materiali di tenuta a base di TPV si possono impiegare soltanto in applicazioni semidinamiche, ma sono in corso studi di sviluppo interessando anche i produttori dei materiali per estenderne l’impiego anche ai sistemi di tenuta delle portiere e dei tetti apribili. Viene segnalato che sta sorgendo in Belgio a Gent una nuova fonte di produzione di TPV. I TPV vengono prodotti con un processo proprietario, durante il quale una fase di EPDM di particolare morfologia
Abbiamo letto per voi | ELASTICA
viene covulcanizzata con una fase di materiale termoplastico. Nell’articolo compare la sezione dei profilati e l’immagine di un complesso completo di cornice ottenuto con il sistema descritto.
prodotti e processi PROPRIETÀ DINAMICO-MECCANICHE DI NANOCOMPOSITI CONTENENTI CAOLINI
Z. Zusteric, T. Kos (Slovenia) - zoran. susteric@sava.si; Kautschuk Gummi Kunststoffe (KGK); 62/11- 605-2009. Rif. E2763.
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iene considerata la preparazione in Banbury di laboratorio di compositi di EPDM Nordel IP 4725P e di caolino montmorillonitico Dellite 67G (10, 20, 30 phr). Sui compositi così ottenuti vengono misurate caratteristiche reologico-dinamiche con RPA 2000 in funzione della ampiezza di sollecitazione a temperature tra 40°C e 100°C alla frequenza di 0,3 Hz. Durante la preparazione si determinano interazioni di van der Waals tra elastomero e carica, che determinano la formazione di una struttura intercalata e di una successiva esfoliazione con ottenimento di una grande area superficiale. La preparazione dà luogo alla creazione di una struttura secondaria dotata di modulo G’ molto elevato, che tuttavia a temperatura costante e a frequenza di sollecitazione costante subisce una forte diminuzione in funzione dell’aumento della ampiezza di sollecitazione. Il modulo G’ è correlato con l’energia in gioco durante la deformazione ed è proporzionale con la densità dei legami carica/elastomero. Il corrispondente modulo di perdita G” ha due componenti: G”f relativo a un meccanismo di frizione, G”b relativo a un meccanismo di distruzione del reticolo creatosi nel corso della preparazione del composito. In funzione della ampiezza di sollecitazione, mentre il modulo G’ diminuisce, anche il modulo G”f diminuisce, mentre il modulo G”b, correlato con la densità di legame, dapprima aumenta, poi, ad un certo valore dell’ampiezza di sollecitazione incomincia a diminuire. Le due componenti di G”
non sono misurabili, comunque esistono e la loro somma G”t rappresenta la componente dissipativa totale, che assomma la frizione interna e la distruzione di legami durante l’applicazione della ampiezza della sollecitazione. Viene puntualizzato che la situazione sopradescritta, che è tipica dei nanocompositi, non ha corrispettivo con l’andamento del modulo dinamico nei prodotti elastomerici contenenti nero di carbonio o silice, dove il massimo di modulo di perdita è proporzionale alla componente elastica G’. L’articolo è molto lungo ed è svolto in modo così rigorosamente teorico da riconoscere a stento la possibilità di interesse nel mondo degli elastomeri, dove i campi di forza significativi nelle caratteristiche meccaniche ed elastiche sono dovuti a disposizioni spaziali di legami chimici covalenti o almeno pseudo covalenti, al massimo influenzati dall’effetto di legami di Van der Waals, ad esempio su superfici di attacco, ma non essenzialmente da legami di Van der Waals. L’articolo è comunque interessante dal punto di vista della conoscenza teorica, ma soltanto estremamente teorica, dei nanocompositi di EPDM basati sull’azione di caolini organici, senza però che si riesca a riferire gli andamenti delle componenti dinamiche descritte, peraltro riferentisi a misure su crudi, a parametri reologici di interesse, e ancor meno a parametri meccanici. (L’articolo è in lingua inglese)
prodotti e processi LINEE FLESSIBILI DI TUBAZIONI PER L’INDUSTRIA PETROLIFERA
T. Katona, T.Nagy, I. R. K. Zandiyeh, M. Prinz, A. Boros (Tamas.Katon@ fluid.contitech.hu); Kautschuk Gummi Kunststoffe (KGK); 62/11- 5892009. Rif. E2764.
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ell’articolo vengono descritte tubazioni flessibili di diametro utile da 50 a 1000 mm (da 2” a 40”), o anche di diametro superiore, adatte per essere impiegate in acqua di ma-
re a pressione di lavoro fino a 103,4 MPa per trasportare prodotti petroliferi. Le tubazioni sono composte da segmenti giuntabili, con i quali sono previste connessioni realizzando curvature massime con raggio di 1,8 m nei casi convenzionali e di 1 m nei casi di tubazioni preformate. Nel testo sono riportate fotografie dalle quali si possono interpretare le entità delle dimensioni delle implantologie di tali articoli. Viene citato un caso di posa di tubazioni al largo delle isole Filippine a 290 m di profondità con flessibilità irrigidita, ottenuta con quattro strati supplementari di tessuto gommato e con particolari angolature nelle connessioni dei singoli segmenti. Casi tipici di impiego delle tubazioni a segmenti descritte nell’articolo riguardano le connessioni flessibili tra le tubazioni rigide delle piattaforme flottanti per l’estrazione del greggio. Gli autori, della ContiTech Rubber Industrial Kft. con sede in Ungheria, a testimonianza della efficienza di tubazioni composte da segmenti di diametro utile da 5,5” (140 mm) a 15” (386 mm) prodotti negli anni 1995÷1996 e impiegati per almeno dieci anni nel Mare del Nord e nel Nord Atlantico in applicazioni off-shore, citano i successi ottenuti dopo un controllo effettuato su di essi ad una pressione 2,5 volte quella richiesta alla fornitura. Per applicazioni in aspirazione e scarico, che generalmente coinvolgono brevi durate di esercizio utile, la Dunlop Oil and Marine (compagnia del gruppo ContiTech) ha introdotto una famiglia di articoli denominata Deepflo per trasporto di greggio esente da gas. Caratteristica fondamentale dei Deepflo è la possibilità di lavorare con immersione a profondità moderata tra il fondo e la superficie, ove le onde hanno poco effetto. Ulteriore caratteristica è di avere le parti metalliche dei giunti immerse nella gomma, e pertanto di non presentare pericoli di corrosione. Viene poi comunicato che la Eddelbüttel & Schneider GmbH (compagnia del gruppo Contitech) ha sviluppato un sistema di aspirazione, dotato di sofisticati apparati di analisi, per prevenire le infiltrazioni di acqua
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ELASTICA | Abbiamo letto per voi
dalla base delle attrezzature di flottaggio. Oggi le trivellazioni petrolifere vengono compiute fina a 3000 m di profondità, coinvolgendo tubi di diametro utile fino a 5” (127 mm) resistenti a pressione di 51,7 MPa (7500 psi), tubi per sigillanti di diametro utile di 3” (76 mm) resistenti a pressione di lavoro fino a 103,4 MPa (15000 psi) e resistenti a 100°C. (L’articolo è in lingua inglese)
prodotti e processi COMPLETAMENTO INSIEME A STRAINING PER ESTRUSIONE
prodotti e processi
pompa ad ingranaggi di 3 batch in forma di nastro e di uguale ricettazione prodotti e stoccati in precedenza. Anche in questo caso nella zona di inizio della vite vengono introdotti i vulcanizzanti già correttamente dosati per i tre batch mediante un alimentatore gravimetrico. All’uscita dell’estrusore è posta una pompa ad ingranaggi con dosatore volumetrico della mescola globale prodotta, che controlla l’intero processo. Anche in questo caso segue un mescolatore a cilindri (opzionale) e un batchoff (opzionale). Al termine della linea è previsto uno strainer (opzionale). Nel sistema con alimentazione a freddo descritto, che lavora con più batch caricati contemporaneamente,
articolo riguarda la progettazione di articoli di gomma di forma cava e di sezione circolare variabile secondo uno degli assi. Vengono esposti i principi di un sistema denominato “Corpo Technology” proveniente dalla Università Delft (Olanda) per definire le forme cave degli articoli. La forma cava più caratteristica viene
risultano automaticamente appianate le differenze di caratteristiche altrimenti esistenti tra i batch e tra i completamenti. Un ulteriore vantaggio dell’impiego delle linee descritte è costituito dal fatto che in ogni caso vengono risparmiate le operazioni manuali di dosatura della quantità di impasto e di additivi in sede di completamento. Un apparato per produzione con 3 batch contemporanei è in funzione dal 2008 presso un cliente della VMIAZ con soddisfazione quanto alla regolarità delle caratteristiche dei vulcanizzati rispetto alla procedura tradizionale.
denominata scafo isotensoide. Esistono articoli di gomma significativi interessati da questa forma: sono ad esempio i giunti di espansione, i tubi per turbo, i polmoni per attuazione di movimenti, le molle ad aria. Le forme in gioco sono definibili con 3 parametri, che interpretano 3 meridiani caratteristici degli articoli: q, r, ρ0 . q esprime il quadrato del rapporto tra diametro massimo e diametro minimo della forma, ovvero q = (Yeq/ Ymin)2; q definisce anche la concavità dell’articolo. r = ka/Yeq2; ka è un coefficiente adimensionale definito da ka = A/πPρ02 dove
ARTICOLI RINFORZATI CON AVVOLGIMENTI DI FILATI
J. C. Raterink, S. M. Nooij (Taniq), S. Koussios (Università di Delft); Rubber World; 240/1- 23-Aprile 2009. Rif. E2766.
L’
Olaf Skibba, Dave Grepp (VMI-AZ Extrusion GmbH - e-mail: www. vmi-az.com ); Rubber World; 240/218-Maggio 2009. Rif. E2765.
G
li autori, della VMI-AZ Extrusion GmbH, propongono di eseguire il completamento delle mescole in estrusore monovite dotato di pompa ad ingranaggi, posto in serie a un altro estrusore monovite nel quale viene eseguito anche lo straining per ottimizzare il grado di dispersione e l’ottimizzazione della distribuzione della viscosità. Nella zona di inizio della vite dell’estrusore vengono direttamente aggiunti i vulcanizzanti per mezzo di un alimentatore gravimetrico secondario (LIW feeder). Il sistema proposto viene presentato sia con alimentazione a caldo dell’estrusore, sia con alimentazione a freddo. Nel sistema con alimentazione a caldo ciascun batch viene introdotto nell’estrusore direttamente dopo l’uscita dal mescolatore interno sotto forma di nastro e insieme vengono introdotti i vulcanizzanti. I vulcanizzanti entrano nell’estrusore già correttamente dosati per il batch di cui si tratta. All’estrusore segue un mescolatore a cilindri, previsto come optional, e un batch-off anch’esso previsto come optional. Alla linea può essere fatto seguire uno strainer. Nel sistema con alimentazione a freddo è prevista l’introduzione contemporanea nell’estrusore dotato di 14
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Abbiamo letto per voi | ELASTICA
P = pressione interna; A = forza assiale esterna sulla struttura; ρ0 esprime il raggio minimo della struttura. Il parametro r influenza la lunghezza assiale della forma. I giunti di espansione servono a compensare i movimenti relativi in sistemi di tubazioni rigide. Utilizzando Corpo Technology la compensazione viene ottenuta evitando di impiegare una quantità non necessaria di materiale, utilizzata di solito nel giunto a causa dell’incertezza dell’orientamento dei rinforzi realizzando i giunti con il procedimento tradizionale, che porta a spessore troppo elevato e quindi a fles-
sibilità dell’articolo non ottimale. Utilizzando Corpo Technology si riesce inoltre a prevedere il comportamento del giunto in funzione della pressione di esercizio. Nei motori turbo, tra l’uscita del compressore dell’aria e il tubo a soffietto di entrata nel motore, vengono usati tubi flessibili che sono di realizzazione laboriosa, perché attraverso di essi deve avvenire un livellamento di pressione tra le due parti. Normalmente viene usato un eccesso di materiale, che toglie flessibilità; in più devono essere impiegati anelli di tenuta di rinforzo. Mediante utilizzazione di Corpo
Technology la forma di soffietto viene ottenuta sotto pressione, facendo seguire automaticamente un avvolgimento esterno di un filato. Gli attuatori di movimento (es. polmoni di sollevamento) e le molle ad aria vengono ordinariamente prodotti accoppiando con determinate angolature “tele” di tessuti cord gommati. Applicando il sistema Corpo Technology i filati di rinforzo vengono avvolti facendo seguire il percorso di avvolgimento più breve, che quindi assicura stabilità di posizionamento e corretto comportamento di fronte alla pressione interna dell’articolo.
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Desidero ricevere copia del testo in lingua originale. Numero di riferimento e titolo......................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................... Segnalati nella sezione “abbiamo letto per voi” apparsa nel numero..........................................................................di “L’industria della Gomma /Elastica”. Nome e Cognome.......................................................................................................................................... Azienda.......................................................................................................................................................... indirizzo.......................................................................................................................................................... Cap.....................Città...............................................................................Prov.............................................. Data............................ Firma..............................................................................................................................................................
APRILE 2010 n. 577 | L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |
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Normativa | ELASTICA
Sicurezza sul lavoro: novità normative di Beatrice Garlanda
Nelle Gazzette Ufficiali UE del 16 e del 19 dicembre 2009 sono state, rispettivamente, pubblicate: - la direttiva 2009/148/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi connessi con un’esposizione all’amianto durante il lavoro - la direttiva 2009/161/CE che definisce un terzo elenco di valori indicativi d'esposizione professionale agli agenti chimici, in attuazione della direttiva 98/24/CE del Consiglio e che modifica la direttiva 2000/39/CE della Commissione. In quest’articolo vogliamo gettare uno sguardo sulle novità introdotte dai due provvedimenti citati e sulla relazione che gli stessi hanno con altre direttive.
La direttiva 2009/148/ce Come è noto, la direttiva 83/477/ CEE sulla protezione dei lavoratori all’esposizione all’amianto ha subito, nel tempo, numerose modifiche. E’ nata così la necessità, per motivi di chiarezza e razionalizzazione, di pub-
Definizioni e campo di applicazione blicare una direttiva che rappresentasse la versione codificata della materia. Ecco, allora, venire alla luce la direttiva 2009/148/CEE.
Finalità Il provvedimento si prefigge sia la protezione dei lavoratori contro i ri-
Tabella A
Silicati fibrosi che rientrano nel campo d’applicazione della direttiva 2009/148/CE Silicato
N° CAS
Actinolite d’amianto
77536-66-4
Grunerite d’amianto
12172-73-5
Antofillite d’amianto
77536-67-5
Crisotilo
12001-29-5
Crocidolite
12001-28-4
Tremolite d’amianto
77536-68-6
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| L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |
schi che derivano o possono derivare, per la loro salute, dall’esposizione all’amianto sia la prevenzione di tali rischi. A tal fine sono fissati i valori limite d’esposizione. Va, però, segnalato che la direttiva lascia la possibilità agli Stati membri di avvalersi di disposizioni che garantiscono una maggior protezione dei lavoratori, soprattutto con riferimento alla sostituzione dell’amianto con prodotti meno pericolosi.
aprile
2010 n. 567
Con il termine amianto, ai fini del provvedimento in esame, si indicano i silicati fibrosi che riportiamo nella Tabella A. Per quanto riguarda il campo d’applicazione, va segnalato che la direttiva si applica alle attività nelle quali i lavoratori sono, o possono essere, esposti durante il lavoro alla polvere proveniente dall’amianto o da materiali che lo contengono. In presenza di esse, è necessario valutare il rischio d’esposizione in modo da stabilirne la natura ed il grado. La valutazione è oggetto di consultazione con i lavoratori e/o i loro rappresentanti ed è revisionata qualora si ritenga che non sia corretta o quando intervenga nel lavoro una modifica sostanziale.
Normativa | ELASTICA
Deroghe Di rilievo ci pare l’art.3, par.3, ai sensi del quale le disposizioni della direttiva in oggetto, concernenti la notifica, l’accertamento sullo stato di salute del lavoratore ed i registri possono non essere applicate qualora l’esposizione del lavoratore sia sporadica e di debole intensità e dalla valutazione dei rischi risulti chiaramente che il valore limite d’esposizione all’amianto (vedi oltre) non sarà superato nell’aria dell’ambiente di lavoro. Va precisato che le deroghe in questione si applicano solamente se il lavoro prevede: a) brevi attività non continuative di manutenzione durante le quali il lavoro è effettuato solo su materiali non friabili b) la rimozione senza deterioramento di materiali non degradati in cui le fibre di amianto sono fermamente legate ad una matrice c) l’incapsulamento ed il condizionamento di guaine a materiali contenenti amianto che si trovano in buono stato d) la sorveglianza ed il controllo dell’aria e il prelievo di campioni ai fini dell’individuazione della presenza di amianto in un determinato materiale.
Notifica Le attività, che rientrano nel campo di applicazione del provvedimento, sono (salvo deroghe) oggetto di un sistema di notifica. Più precisamente il datore di lavoro deve, prima dell’inizio delle attività, presentare la notifica all’autorità responsabile dello Stato membro. Il documento deve comprendere almeno una descrizione sintetica: • dell’ubicazione del cantiere • del tipo e dei quantitativi di amianto utilizzati o maneggiati • delle attività e dei procedimenti applicati • del numero dei lavoratori interessati
• della data di inizio dei lavori e della relativa durata • delle misure adottate per limitare l’esposizione dei lavoratori all’amianto Si fa presente che i lavoratori e/o i loro rappresentanti devono poter aver accesso al documento di notifica, in conformità alle legislazioni nazionali. Qualora una modifica delle condizioni di lavoro possa comportare un aumento significativo dell’esposizione alla polvere prodotta dall’amianto o da materiali contenenti amianto, occorre procedere da una nuova notifica.
Divieti È vietato l’uso dell’amianto in applicazione a spruzzo e sono vietate le attività che implicano l’incorporazione di materiali isolanti o insonorizzati a bassa densità (inferiore a 1 g/cm 3) che contengono amianto. La direttiva in oggetto proibisce anche le attività che espongono i lavoratori alle fibre di amianto durante l’estrazione dello stesso, la fabbricazione e la lavorazione di prodotti a base di amianto o la fabbricazione o la lavorazione di prodotti contenenti amianto aggiunto deliberatamente, eccezion fatta per il trattamento e la messa in discarica dei prodotti risultanti dalla demolizione e dalla rimozione dell’amianto.
Valore limite d’esposizione L’esposizione dei lavoratori alla polvere prodotta dall’amianto o da materiali contenenti amianto nel luogo di lavoro deve essere ridotta al minimo e, in ogni caso, al di sotto del valore limite stabilito dall’art.8 della direttiva stessa. Tale articolo prevede che nessun lavoratore possa essere esposto ad una concentrazione d’amianto in sospensione nell’aria su3 periore a 0,1 fibre per cm , misurata aprile
in rapporto ad una media ponderata nel tempo di riferimento di otto ore. A tal fine, si utilizzano le seguenti misure: • il numero dei lavoratori esposti o che possono essere esposti alla polvere prodotta dall’amianto o da materiali contenenti amianto deve essere limitato al minor numero possibile • i processi lavorativi devono essere concepiti in modo da evitare di produrre polvere di amianto o, se ciò non è possibile, da evitare emissioni di polvere di amianto nell’aria • tutti i locali e le attrezzature per il trattamento dell’amianto devono essere regolarmente sottoposti a pulizia e manutenzione • l’amianto o i materiali che rilasciano polvere di amianto o che contengono amianto devono essere stoccati e trasportati in appositi imballaggi chiusi • i residui devono essere raccolti e rimossi dal luogo di lavoro il più presto possibile in appropriati imballaggi chiusi su cui deve essere apposta un’etichettatura indicante che contengono amianto. I residui devono essere successivamente trattati ai sensi della direttiva 91/689/CEE, relativa ai rifiuti pericolosi.
Superamento del valore limite Quando il valore limite di cui all’art.8 è superato, devono essere individuate le cause del superamento stesso e adottate, il prima possibile, nuove misure appropriate alla risoluzione della situazione. Il lavoro può continuare nella zona interessata solo qualora siano prese misure adeguate per la protezione dei lavoratori interessati. Va segnalato che, al fine di verificare l’efficacia delle nuove misure prese, si procede immediatamente ad una nuova determinazione del tenore di amianto nell’aria. Se l’esposizione non può essere
2010 n. 567 | L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |
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ELASTICA | Normativa
ridotta con altri mezzi ed il valore limite impone l’uso di un dispositivo di protezione individuale delle vie respiratorie, tale uso non può essere permanente e la sua durata per ogni lavoratore deve essere limitata al minimo strettamente necessario. Per alcune attività (es. rimozione dell’amianto, riparazione e manutenzione) per le quali è prevedibile il superamento del valore limite fissato dalla direttiva in esame, nonostante l’adozione di misure tecniche preventive per limitare il tenore di amianto nell’aria, il datore di lavoro stabilisce le misure destinate a garantire la protezione dei lavoratori durante le attività stesse. In particolare: a) i lavoratori ricevono un apposito dispositivo di protezione delle vie respiratorie e altri dispositivi di protezione individuale che essi devono indossare a) sono affissi cartelli per segnalare che si prevede il superamento del valore limite fissato a) è evitata la dispersione della polvere prodotta dall’amianto o dai materiali contenenti amianto al di fuori dei locali/luoghi dei lavori Si ricorda, in proposito, che i lavoratori e/o i loro rappresentanti sono consultati sulle misure sopra elencate prima di iniziare le attività di cui si tratta.
a) le proprietà dell’amianto e i suoi effetti sulla salute b) i tipi di prodotti o materiali che possono contenere amianto c) le operazioni che possono comportare un’esposizione all’amianto e l’importanza dei controlli preventivi per ridurre al minimo tale esposizione d) le prassi di lavoro sicure, i controlli e le attrezzature di protezione e) la funzione, la scelta, la selezione, i limiti e la corretta utilizzazione dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie f ) le procedure di emergenza g) le procedure di decontaminazione h) l’eliminazione dei residui i) la necessità del controllo sanitario
Luoghi di lavoro ed indumenti del lavoratore
I datori di lavoro devono fare in modo che tutti i lavoratori, esposti o potenzialmente esposti alla polvere proveniente dall’amianto o da materiali contenenti amianto, ricevano un’adeguata formazione. Essa deve avvenire senza oneri a carico dei lavoratori e ad intervalli regolari. Il contenuto della formazione deve essere facilmente comprensibile per i lavoratori e deve consentire loro di acquisire le conoscenze necessarie soprattutto per quanto riguarda:
Per tutte le attività nelle quali i lavoratori sono o possono essere esposti durante il lavoro alla polvere proveniente dall’amianto o da materiali contenenti amianto, sono adottate (salvo deroghe), le misure opportune affinché i luoghi in cui si svolgono tali attività siano: • chiaramente delimitati e contrassegnati da appositi cartelli • accessibili esclusivamente ai lavoratori che vi debbono accedere per il loro lavoro o la loro funzione • oggetto di un divieto di fumare. Devono, inoltre, essere predisposte aree speciali che consentano ai lavoratori di mangiare e bere senza rischio di contaminazione da polvere d’amianto. A loro disposizione devono essere messi adeguati indumenti di lavoro o protettivi. ali indumenti, tranne che eventualmente per il lavaggio, devono rimanere all’interno dell’impresa e devono essere riposti in un luogo separato da quello destinato agli abiti civili.
18
aprile
Formazione
| L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |
2010 n. 567
Informazione Per qualsiasi attività che rientri nell’applicazione della direttiva in esame, sono prese le misure appropriate affinché i lavoratori e/o i loro rappresentanti ricevano informazioni adeguate circa: • i rischi potenziali per la salute, dovuti all’esposizione alla polvere proveniente dall’amianto o da materiali contenenti amianto • l’esistenza di valori limite regolamentari e la necessità della sorveglianza atmosferica • le norme igieniche, compresa la necessità di non fumare • le precauzioni da prendere per l’uso di equipaggiamenti e indumenti di protezione • le misure di precauzione particolari che debbono essere prese per ridurre al minimo l’esposizione. Inoltre i lavoratori e/o i loro rappresentanti devono poter prendere visione dei dati riguardanti i risultati della misurazione del tenore di amianto nell’aria ed essere informati del significato dei risultati stessi. Se dai risultati della misurazione emergono valori superiori al valore limite fissato dalla direttiva, i lavoratori interessati e/o i loro rappresentanti devono essere informati il più rapidamente possibile del superamento e delle cause dello stesso e consultati sulle misure da adottare o, in caso di urgenza, informati delle misure adottate.
Stato di salute del lavoratore Salvo deroghe, sono applicate le disposizioni di cui all’art.18 sulla salute del lavoratore. In particolare s prevede che, prima dell’esposizione alla polvere proveniente dall’amianto o da materiali contenenti amianto, sia disponibile per ogni lavoratore un accertamento sul suo stato di salute che comprende un esame specifico del torace. Si ricorda, a tale riguardo, che l’allega-
Normativa | ELASTICA
to I della direttiva stessa contiene raccomandazioni pratiche di cui possono avvalersi gli Stati membri per l’accertamento clinico. Durante l’esposizione, un nuovo accertamento deve essere disponibile almeno una volta ogni tre anni. Per ciascun lavoratore, inoltre, si deve tenere una cartella clinica individuale. Dopo l’accertamento clinico, il medico o l’autorità responsabile del controllo sanitario stabiliscono le eventuali misure individuali di protezione e prevenzione da prendere. Tra queste può esservi l’allontanamento del lavoratore interessato da qualsiasi esposizione alla polvere proveniente dall’amianto o dai materiali contenenti amianto. Il medico o l’autorità preposta alla sorveglianza sanitaria, inoltre, possono rilevare la necessità di proseguire la sorveglianza medica dopo la fine dell’esposizione per il tempo necessario per proteggere la salute del lavoratore.
Registro I lavoratori che svolgono le attività cui si applica la direttiva in oggetto, devono essere iscritti dal datore di lavoro in un registro che indichi il
Esposizione professionale agli agenti chimici
carattere e la durata dell’attività, nonché l’esposizione alla quale sono stati sottoposti. Il medico e/o l’autorità responsabile del controllo sanitario hanno accesso al registro. Anche il lavoratore può visionarlo, ma solo nella parte relativa ai dati riguardanti il lavoratore stesso e le informazioni collettive anonime (queste ultime accessibili anche ai rappresentanti dei lavoratori). Il registro e le cartelle cliniche devono essere conservati per un periodo minimo di quarant’anni dalla fine dell’esposizione. Gli Stati membri tengono un registro dei casi accertati di asbestosi e mesotelioma.
Va premesso che la direttiva 98/24/CE detta i requisiti minimi per la protezione dei lavoratori contro i rischi per la salute e sicurezza che derivano, o possono derivare, dagli effetti di agenti chimici presenti sul luogo di lavoro o come risultato di un’attività lavorativa che implichi la presenza di tali agenti. Ai sensi del provvedimento in oggetto, la Commissione- sentito il Comitato per la sicurezza, l’igiene e la tutela della salute sul luogo di lavoro- ha il compito di proporre, sotto forma di valori limite indicativi di esposizione professionale, obiettivi comunitari in materia di protezione dei lavoratori dai rischi chimici. Va osservato che, finora, sono stati fissati valori limite indicativi d’esposizione professionale per un centinaio di agenti. L’elenco di tali valori (vedi Tabella B) risulta dal combinato disposto delle seguenti direttive connesse alla direttiva 98/24/CE: - 91/322/CEE - 2000/39/CE - 2006/15/CE - 2009/161/UE
Abrogazione Sono abrogate la direttiva 83/477/ CEE e, totalmente o parzialmente, le seguenti direttive di modifica: - 91/382/CEE - 98/24/CE - 2003/18/CE - 2007/30/CE Sono fatti salvi gli obblighi degli Stati membri relativi ai termini di recepimento nel diritto nazionale delle direttive di cui sopra.
Tabella B
Elenco dei valori limite indicativi dell’esposizione professionale agli agenti chimici (aggiornato alla direttiva 2009/161/UE)
CAS(1)
Valori 8 ore(3)
Denominazione dell’agente
limite Breve termine(4)
mg/m³ (5) ppm(6) mg/m³ 54-11-5 60-29-7 64-18-6 64-19-7 67-56-1 67-64-1 67-66-3 68-12-2 71-55-6 75-00-3 75-04-7 75-05-8 75-15-0 75-34-3
Nicotina Dietiletere Acido formico Acido acetico Metanolo Acetone 1210 Cloroformio N,N Dimetilformamide Tricoloroetano 1,1,1Cloroetano Etilammina Acetonitrile Disolfuro di carbonio Dicloroetano 1,1-
0,5 308 9 25 260 500 10 15 555 268 9,4 70 15 412
aprile
Notazione(2)
ppm Epidermide
100 5 10 200 2 5 100 100 5 40 5 100
616
200
Epidermide
30 1110
10 200
Pelle Cute
Epidermide Cute Pelle
2010 n. 567 | L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |
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ELASTICA | Normativa CAS(1)
Valori 8 ore(3)
Denominazione dell’agente
limite Breve termine(4)
mg/m³(5) ppm(6) mg/m³ 75-45-6 78-78-4 78-93-3 79-09-4 80-05-7 80-62-6 88-89-1 91-20-3 95-47-6 95-50-1 95-63-6 96-33-3 98-82-8 98-83-9 98-95-3 100-41-4 106-60-2 106-35-4 106-42-3 106-47-7 107-18-6 107-21-1 107-98-2 108-05-4 108-10-1 108-38-3 108-46-3 108-65-6 108-67-8 108-88-3 108-90-7 108-94-1 108-95-2 109-89-7 109-66-0 109-86-4 109-99-9 110-12-3 110-43-0 110-49-6 110-54-3 110-80-5 110-82-7 110-85-0 110-86-1 110-91-8 111-15-9 111-76-2 111-77-3 112-07-2 112-34-5 115-10-6 120-82-1 121-44-8 123-91-1 123-92-2 124-38-9 124-40-3 140-88-5 141-32-2 141-43-5 142-82-5 144-62-7 420-04-2 463-82-1 526-73-8
20
Clorodifluorometano Isopentano Butanone Acido propionico Bisfenolo A (polveri inalabili) Metacrilato di metile Acido picrico Naftalene o-Xilene 221 Diclorobenzene, 1,21,2,4-Trimetilbenzene Metilacrilato Cumene Fenilpropene, 2Nitrobenzene Etilbenzene e- Caprolattame (polvere e vapore) Eptan-3-one p-Xilene 221 Diclorobenzene , 1,4Alcole allilico Etilen glicol Metossipropanolo-2,1Acettao di vinile Metilpentan-2-one, 4m-Xilene Resorcinolo 2-Metossi-1-metiletilacetato Mesitilene (1,3,5-trimetilbenzene) Toluene Monoclorobenzene Cicloesanone Fenolo Dietilammina Pentano 2-Metossietanolo Tetraidrofurano 5-Metilexan-2-one Eptano-2-one 2-Metossietil acetato n-Esano 2-Etossi etanolo Cicloesano Piperazina (polvere e vapore) Piridina Morfolina 2-Etossietil acetato Butossietanolo,22-(2-Metossietossi)etanolo 2-Butossietilacetato 2-(2-Butossietossi)etanolo Etere dimetilico 1,2,4-Triclorobenzene Trietilammina 1,4 Diossano Acetato di isopentile Anidride carbonica Dimetilammina Etilacrilato Acrilato di n-butile 2-Amminoetanolo Eptano, nAcido ossalico Cianammide Neopentano 1,2,3-Trimetilbenzene
| L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |
aprile
2010 n. 567
3600 3000 600 31 10
1000 1000 200 10
900 62
50 0,1 50 50 122 100 18 100 246 1 442 10 95 50 122 4,8 52 375 17,6 83 221 45 275 100 192 23 40,8 8 15 3000 150 95 238 72 8 700 0,1 15 36 11 98 50,1 133 67,5 1920 15,1 8,4 270 9000 3,8 21 11 2,5 2085 1 1 3000 100
10 442 20 20 5 20 50 0,2 100 20 442 20 2 20 100 5 20 50 10 50 20 50 5 10 2 5 1000 1 50 20 50 1 20 2 200
Notazione(2)
ppm 300 20 100
100 306
50
36 250 492
10 50 100
884 40
200
100 306 12,1 104 568 35,2 208 442
50 5 40 150 10 50 100
550
100
384 70 81,6 16 30
100 15 20 4 10
300
100
475
100
Pelle Pelle
Pelle Epidermide Pelle
Pelle Pelle Pelle Pelle
Pelle Epidermide Pelle Epidermide Pelle Cute
Cute Pelle Pelle Cute Cute
0,3 5 10 2 20 10 20 10 1000 2 2 50 5000 2 5 2 1 500 0,58 1000 20
72
20
246
50
333 101,2
50 15
37,8 12,6
5 3
540
100
9,4 42 53 7,6
5 10 10 3
Cute Pelle Epidermide Pelle
Pelle Pelle
Epidermide
Normativa | ELASTICA CAS(1)
Valori 8 ore(3)
Denominazione dell’agente
limite Breve termine(4)
mg/m³(5) ppm(6) mg/m³ 624-83-9 626-38-0 628-63-7 Acetato di 3-amile Acetato di terz-amile 270 270 50 50 540 540 100 100 872-50-4 1305-62-0 1314-56-3 1314-80-3 1319-77-3 1330-20-7 1634-04-4 3689-24-5 7664-39-3 7440-06-4 7440-22-4 7580-67-8 7647-01-0 7664-38-2 7664-41-7 7664-93-9 7697-37-2 7726-95-6 7782-41-4 7782-50-5 7783-06-4 7783-07-5 7803-51-2 8003-34-7 10026-13-8 10035-10-6 10102-43-9 26628-22-8 34590-94-8
(1) (2) (3) (4) (5) (6) (7) (8) (9)
Isocianato di metile Acetato di 1-metilbutile Acetato di pentile 270
Notazione(2)
ppm
270
50
540
0,02 100
40 5 1 1 22 221 183,5 0,1 1,5 1 0,1 0,025 8 1 14 0,05
10
80
20
Cute
5 50 50
442 367
100 100
Pelle
1,8
2,5
3
5
15 2 36
10 50
2,6
1
3,16 1,5 14 0,17 0,28
2 0,5 10 0,05 0,2
6,7
2
50 540 100
n-metil-2-pirrolidone Diidrossido di calcio Pentaossido di fosforo Pentasolfuro di difosforo Cresoli (tutti gli isomeri) Xilene, isomeri misti, puro Ossido di terz-butile e metile Sulfotep Acido fluoridico Platino (metallico) Argento, metallico Idroruro di litio Acido cloridrico Acido ortofosorico Ammoniaca anidra Acido solforico (nebulizzazione) (8) (9) Acido nitrico Bromo Fluoro Cloro Acido solfidrico Seleniuro di idrogeno Fosfina Piretro (depurato dai lattoni sensibilizzanti) Pentacloruro di fosforo Acido bromidrico Monossido di azoto Azoturo di sodio (2-Metossimetiletossi)-propapanolo Fluoruri inorganici Bario (composti solubili come Ba) Argento ( composti solubili come Ag) Stagno (composti inorganici come Sn) Cromo metallico, composti di cromo inorganico (II e III) Mercurio e composti inorganici divalenti del mercurio (7)
Pelle
20
0,7 1,58
0,1 1
7 0,07 0,14 1 1
5 0,02 0,1
30 0,1 308 2,5 0,5 0.01 2 2 0,02
25 0,3 50
Pelle Pelle
CAS Chemical Abstract Service Registry Number La notazione identifica la possibilità di un assorbimento significativo attraverso l’epidermide Misurato o calcolato in relazione ad un periodo di riferimento di 8 ore, come media ponderata (TWA) Livello di esposizione a breve termine (STEL). Valore limite al di là del quale non si dovrebbe verificare l’esposizione e che si riferisce da un periodo di 15 minuti, salvo indicazione contraria mg/m3 milligrammi per metro cubo d’aria a 20° C e 101,3 Kpa ppm: parti per milione nell’aria Durante il monitoragio dell’esposizione al mercurio e ai suoi composti divalenti inorganici, occorre tener presente le relative tecniche di monitoraggio biologico che completano i valori limite indicativi dell’esposizione professionale Nel selezionare un metodo adeguato al monitoraggio dell’esposizione, occorre tener conto delle limitazioni e delle interferenze potenziali che possono rsultare a seguito della presenza di altri composti del fosforo La nebulizzazione è definita come frazione toracica
In rosso sono stati evidenziati gli agenti chimici per i quali sono state apportate modifiche normative. aprile
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S TAT E O F A R T T E C H N O L O G I E S
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L’intervista del mese: Marco Fortis
L’Europa ha bisogno di un nuovo modello di sviluppo La crisi che dura ormai da due anni è ancora in corso e molto incerta è una stabile soluzione a breve termine. Occorre un colpo d’ala, dice in questa intervista il prof. Marco Fortis, Vicepresidente della Fondazione Edison e docente all’Università Cattolica di Milano. Abbiamo bisogno, spiega, di un forte cambiamento del modello di sviluppo e lo identifica in un grande programma europeo di investimenti infrastrutturali.
Cominciamo, professore, da alcune considerazioni di carattere generale. Qualche settimana fa sono usciti dati preoccupanti, per il nostro paese, quanto a caduta del Pil, livello di disoccupazione, chiusure di aziende e altro ancora. Quale è la sua opinione in proposito? Quando sono stati resi noti i dati definitivi del Pil per il 2009 ci si è accorti di una cosa abbastanza sorprendente: la caduta italiana del 5% è esattamente uguale a quella registrata in Germania, Gran Bretagna e Giappone, tre paesi che hanno speso molto più di noi per contenere gli effetti della crisi. La diminuzione del Pil è stata invece minore in Francia (-2,2%), negli Stati Uniti (-2,4%) e in Spagna (-3,6%). Ma ciò è avvenuto perché questi paesi hanno “pompato” nel sistema una quantità di risorse che a loro volta hanno avuto
effetti disastrosi sui conti pubblici. In rapporto al Pil i deficit pubblici sono peggiorati a livelli record: -8,3% in Francia, -11,2% in Spagna e -12,5% negli Stati Uniti, contro un deficit del 5,3% per l’Italia. Quindi il dato del Pil considerato isolatamente può essere fuorviante. Bisognerebbe sottoporlo a una sorta di controllo antidoping come quello che si usa per gli atleti prima delle gare. In altri termini, quando la caduta del Pil è contenuta grazie all’esplosione della spesa pubblica non si può dire che i paesi che hanno adottato questa strategia stiano meglio di altri. Si può quindi dire che nel 2009 l’Italia è tra i paesi che hanno meglio sopportato la crisi? Tutto sommato sì. E ciò per una serie di motivi. Il primo è che la domanda interna è andata da noi meno pegaprile
Marco Fortis
gio che altrove: -3,5% per l’Italia contro -3,8% del Giappone, -5,5% della Gran Bretagna, -6,1 della Spagna. Se si considera poi anche il rapporto deficit/ Pil si ha un indice di performance complessiva “interna” che per l’Italia è del -6,1%, mentre è del -6,9% in Francia, del -10% negli Stati Uniti, del -12,9% in Gran Bretagna e del -13,2% in
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L’intervista del mese
Spagna. In secondo luogo la crisi è stata determinata dal crollo della domanda globale e quindi ha colpito soprattutto le esportazioni. Ma a fare da argine sono state le imprese che hanno sì visto diminuire le loro vendite all’estero (da qui la flessione degli investimenti), ma che hanno potuto utilizzare le risorse accumulate in passato per fronteggiare la prima fase della crisi. Naturalmente tutto dipende dalla durata di questa prima fase recessiva; nel senso che se ad essa se ne aggiungesse una seconda o una terza allora la situazione si farebbe seria e non sappiamo quante aziende potrebbero reggerla. Altro elemento positivo è che, per effetto della cintura di protezione costituita dalla sanità e dalla scuola pubbliche e dal meccanismo delle pensioni, la ricchezza delle famiglie italiane è rimasta pressoché intatta al contrario di quanto accaduto ad esempio in Gran Bretagna o negli Stati Uniti dove si è assistito a un vero e proprio crollo. Infine il sistema bancario italiano ha retto bene, anche perché meno esposto nei confronti dei paesi non più in grado di onorare i loro debiti. Un’ultimissima considerazione relativa a un valore che da poco ha avuto sul piano internazionale la considerazione che merita, il debito aggregato dei soggetti non finanziari, e cioè famiglie, imprese e Stato: sotto questo profilo l’Italia si colloca insieme a Francia e Germania nella terna di paesi più virtuosi, in posizione di gran lunga migliore rispetto a Gran Bretagna e Stati Uniti. Detto questo, resta il fatto che abbiamo a che fare con una crisi recessiva che non ha precedenti e che potrebbe durare ancora anni.
ghi. A mio avviso occorre un radicale cambiamento del modello di sviluppo. Si tratta cioè di varare un grande programma europeo di investimenti infrastrutturali che inneschi una domanda di tipo nuovo. Programma (europeo, insisto, perché i singoli paesi non potrebbero farcela) finanziabile con l’emissione di un debito pubblico europeo, collateralizzato alle ricche riserve aure ora inutilizzate. Secondo il professor Quadrio Curzio si potrebbe arrivare facilmente a 1.000 miliardi di euro, a un tasso di interesse che i singoli paesi europei potrebbero tranquillamente permettersi. Quello che manca è però una volontà comune e coordinata. Ma questo è un altro discorso.
Ma come se ne uscirà? Personalmente non condivido l’opinione di chi punta tutto sulla speranza che i BRIC possano fungere da volano alla ripresa della domanda globale. È una ipotesi ancora troppo incerta e comunque a tempi lun-
Recentemente è stata avanzata la tesi secondo la quale le aree distrettuali sarebbero in difficoltà più delle aree non distrettuali. Vuole dire che quello che è stato sempre considerato come un modello vincente dell’economia italiana è adesso in declino? Non credo. Sicuramente i distretti, che sono eminentemente esportatori, hanno vissuto in prima persona la crisi attuale. Oltre a tutto producono beni di investimento destinati ad altri settori industriali (dalle macchine alle piastrelle, ai mobile per la casa, alla rubinetteria e via dicendo) a loro volta in crisi. Ma hanno sofferto come settori e non come tipologia di impresa, perché agire all’interno di un distretto è sempre meglio che esserne fuori, per via delle sinergie e delle relazioni interattive che vi si generano. La discriminante non è di appartenere o meno a un distretto ma di operare o meno in un settore colpito dalla crisi. D’altra parte queste imprese hanno conosciuto in passato una solida crescita finanziaria e patrimoniale. Hanno dunque incamerato anticorpi che consentono loro di resistere, pur con forti cali di fatturato.
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Come le pare che reagisca nel contesto dell’economia del paese il settore gomma/plastica? A me pare che, se si prescinde dalla filiera legata all’auto, il settore ha tenuto non peggio di altri. È vero che le macchine per gomma e plastica hanno registrato pesanti flessioni in termini di produzione ed esportazione ma si tenga presente che in altri comparti (si vedano le macchine per legno o per ceramica) la caduta è stata anche del doppio. D’altra parte non dimentichiamo che (e mi riferisco a una elaborazione condotta dalla Fondazione Edison) l’Italia figura nei primi cinque posti al mondo tra i paesi esportatori per ben 88 prodotti dell’industria delle materie plastiche, della gomma e delle macchine per la loro lavorazione. E per 10 prodotti (tra i quali alcuni tipi di macchine, i tubi in gomma, i mobili in plastica, gli stampi) è addirittura al primo posto. Si tratta di una eccellenza competitiva a livello internazionale che non bisogna assolutamente trascurare. Ma l’Europa è pur sempre a rischio rispetto ai nuovi competitor? Se mi si consente la battuta, direi che l’Europa dovrebbe cominciare a pensare seriamente a cosa farà da grande. Fuor di metafora: dato per scontato che la curva della domanda nei paesi industrializzati sarà piatta per i prossimi anni, non ci sono molte alternative a quel programma infrastrutturale europeo cui accennavo prima. Possiamo pure aggiungere la speranza di una qualche crescita della domanda da parte dei BRIC. Attenzione però che anche qui non c’è da contare sul lungo periodo. Prima o poi la Cina si stancherà di arricchire con i suoi acquisti i paesi occidentali e penserà a produrre in proprio quello che adesso importa dall’estero. E non è detto che ciò non accada anche per gli altri tre del quartetto, Brasile, Russia e India.
Inchiesta tra i costruttori di macchine (prima parte)
Esiti incerti previsioni caute
Una delle caratteristiche della crisi che ha interessato l’industria manifatturiera italiana tra il 2008 e il 2009 è la disomogeneità dei suoi effetti. Ci sono aziende, comparti, addirittura aree geografiche che, pur operando nello stesso settore, sono state colpite pesantemente e altre che tutto sommato ne sono uscite quasi indenni. Il fenomeno ha riguardato anche le aziende costruttrici di macchinario per la lavorazione della gomma (in questo numero ci occupiamo di macchine di processo, nel prossimo sentiremo quelle che producono presse per lo stampaggio). Quindi il quadro che esce dalla nostra inchiesta è molto variegato; alti e bassi di dividono equamente la scena. Più uniforme il parere su quanto ci si aspetta per il prossimo futuro. Qui la cautela è d’obbligo, anche se gli spunti ottimistici sono forse maggioritari. Dove i pareri sono unanimi è sulla competitività del prodotto italiano. In termini di qualità, di innovazione tecnologica, di servizio continuiamo ad essere ai primissimi posti; quanto a costi e quindi a prezzi le cose stanno diversamente. Ma questo è un problema che riguarda il sistema Italia nel suo complesso. Le singole aziende, da sole, possono fare poco e quel poco lo stanno facendo.
Le nostre domande 1. Nel 2009 si stima che la produzione italiana di macchine e attrezzature per materie plastiche e gomma sia diminuita del 24% e che le esportazioni siano andate anche peggio (-26%). Per le tipologie di macchine di cui si occupa la sua società come sono andate le cose sul mercato interno e su quelli esteri, con riferimento ai principali paesi di destinazione?
2. Sempre secondo valutazioni provvisorie, si ha la sensazione che con l’inizio del nuovo anno gli ordini abbiano ripreso a crescere. Condivide questa opinione? E quindi che previsioni si sente di fare per i prossimi mesi? 3. Indipendentemente dall’andamento della domanda internazionale, le macchine prodotte dai costruttori italiani presentano ancora, a suo avviso, uno
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scarto tecnologico positivo rispetto alla concorrenza estera? 4. Fra circa sei mesi si celebrerà il grande evento espositivo di K2010. La sua società presenterà a Düsseldorf delle novità? Può dirci qualcosa al riguardo?
Ubaldo Colombo Colmec 1. Il 2009 è stato sicuramente un anno difficile sia per il mercato italiano che per le esportazioni. La flessione più evidente si è manifestata negli ordinativi provenienti dalle grosse aziende, che hanno bloccato gli investimenti. Al contrario le aziende di piccola e media dimensione hanno cercato di sfruttare le opportunità di mercato offerte dalla crisi per investire in un’ottica di modernizzazione degli impianti e di miglioramento della qualità, mirando ad una produzione economicamente più competitiva e qualitativamente più elevata. Le area geografiche che hanno Ubaldo Colombo
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Inchiesta tra i costruttori di macchine
mostrato una riduzione più considerevole di vendite sono state l’Europa e il Nord America. Hanno tenuto invece paesi quali la Cina, l’India, la Russia, il Brasile e la Turchia. 2. Il 2010 rispecchia sostanzialmente fino ad oggi l’andamento dell’anno precedente e non mostra segni evidenti di una concreta ripresa. Nonostante da molte parti si continui a parlare della fine della crisi, non mi sento di confermare questa opinione. Quello che posso invece testimoniare è la crescente volontà di ripartire confermata dall’aumento delle richieste di offerte, anche se, ripeto, la ripartenza è ancora molto lenta e cauta. 3. Il prodotto italiano è sempre un prodotto d’avanguardia e non teme il confronto con la concorrenza straniera. In particolare per quanto riguarda il nostro settore siamo fra le aziende leader mondiali per innovazione tecnologica e qualità produttiva 4. La fiera di Düsseldorf è ed è sempre stato l’evento espositivo principale nel nostro settore e quindi sicuramente un’importante vetrina per le novità. Quest’anno esporremo delle soluzioni innovative soprattutto per quanto riguarda le sale mescole: un bivite conico con pompa ad ingranaggi per filtrare la gomma in continuo subito dopo il Banbury; e per quanto riguarda la produzione di tubi e profili sarà disponibile tutta una nuova gamma di estrusori e forni di vulcanizzazione.
Alberto Ballabio Prodicon International
1. La produzione di macchinari nel 2009 è stata sostenuta inizialmente dall’onda lunga di ordini acquisiti nell’annata precedente, cosa che ha permesso alle aziende di sostenersi per il primo semestre, quello decisamente più critico. Nel 28
secondo semestre c’è stata una timida ma continua ripresa che ha permesso l’ottenimento di nuove commesse. Questo trend è attualmente ancora in corso, anche se i nuovi investimenti vengono decisi con grande cautela a causa della scarsa visibilità sull’andamento del mercato gomma. Sembra che il mercato italiano tenga meglio di quello del resto d’Europa o d’America, mentre in Asia c’è decisamente più fermento. 2. Come sopra accennato c’è una progressiva ma cauta ripresa negli investimenti in macchinari, ma è estremamente difficile prevedere l’andamento nei prossimi mesi. 3. I costruttori italiani ancora attivi nel settore conservano produzioni di eccellenza in alcune nicchie, e questo protegge per ora dalla concorrenza straniera, in particolare da quella dell’Estremo Oriente, e consente di passare indenni nelle crisi periodiche. 4. Le novità che presenteremo riguardano alcune funzioni automatiche di recente sviluppo applicate sulle linee di raffreddamento automatizzate che consentono un’ottimizzazione dei processi di controllo di qualità della mescola durante la produzione e della gestione del prodotto semi-finito all’interno dell’unità produttiva.
Luciano Gallino F.LLI Maris 1. Direi che in linea generale la stima risulta essere corretta, soprattutto parlando di impianti cosiddetti standard, mentre su applicazioni specialistiche, dove da sempre opera la nostra azienda, fortunatamente il dato è stato decisamente più positivo. 2. Effettivamente si percepisce una certa ripresa del mercato; nulla di sensazionale, che comunque fa ben sperare per il futuro. Quanto meno si può pensare
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che sia iniziata l’inversione di tendenza. 3. Il confronto va chiaramente differenziato Luciano Gallino in base all’area geografica di provenienza di tale concorrenza. Se parliamo di concorrenza asiatica indubbiamente lo scarto tecnologico, a mio parere, rimane ancora molto marcato. 4. La nostra società parteciperà chiaramente al K2010 e stiamo valutando quali novità presentare. La valutazione sarà basata sia su innovazioni tecniche delle macchine che su nuovi settori applicativi.
Pierpaolo Gagliardi Italmec-G3 1. Come avevamo anticipato rispondendo alla vostra inchiesta sull’andamento del primo semestre 2009, possiamo confermare che, nonostante il periodo di forte crisi che ha caratterizzato tutto l’anno, siamo riusciti a confermare i volumi del 2008. 2. Effettivamente qualche azienda inizia a muoversi verso nuovi progetti ed investimenti che però non vedremo sicuramente concludersi prima del secondo semestre 2010 o inizi del 2011. Relativamente al primo semestre 2010 prevediamo che possano essere sbloccati vari progetti già “maturi” nel 2009 e rimandati appunto al 2010. 3. Sicuramente il costante e continuo processo di innovazione ed automazione delle nostre macchine ci consente di posizionarci almeno tra i primi posti di un’ipotetica graduatoria internazionale. 4. A questa edizione di K2010 assisteremo solamente come visitatori.
Inchiesta tra i costruttori di macchine
Guido Fona Color Service 1. Noi abbiamo proposto il nostro impianto di dosaggio rivoluzionario proprio nel 2009; quindi nel nostro caso si può parlare di un incremento delle vendite, soprattutto nel mercato interno a cui ci siamo rivolti per piazzare i primi ordini. 2. Speriamo che il trend iniziato nel 2009 continui e si rafforzi; ciò grazie anche alla rete commerciale che stiamo approntando per l’Europa e gli Stati Uniti. 3. Certo; grazie alla naturale inventiva e anche all’iniziativa che ci caratterizza, sappiamo sempre sfruttare al meglio le esperienze e il know how maturato sul campo. 4. Parteciperemo alla manifestazione ed esporremo il nostro dosatore automatico delle polveri che compongono le mescole di gomma, completo di robot che forma automaticamente il sacchetto e lo scarica, pronto per essere introdotto nei Banbury. Speriamo di poter esporre anche il dosatore di polveri per masterbatch e comGuido Fona pound usati nelle materie plastiche.
Riccardo Comerio Comerio Ercole 1. Prima di tutto bisogna considerare che il 2008 si era concluso con dati assolutamente eccezionali e che non potevano certo essere posti come target di mantenimento. Il risultato 2008 era infatti del 25% superiore a quello del 2007 che rimaneva un esercizio già molto superiore alle nostre aspettative. Quindi il consuntivo 2009 che riporta un aumento di circa il 6% rispetto al 2007 è un dato
che deve essere considerato ampiamente positivo a livello produttivo. L’export è significativamente aumentato raggiungendo ora il 91% del nostro fatturato, con destinazione principalmente ai paesi dell’area BRIC. 2. Il nuovo anno ha effettivamente determinato un cambio di rotta anche se non si può parlare di una effettiva inversione e soluzione della crisi che ci ha colpito. Non è infatti una crisi “usuale” quella che si è determinata a fine del 2008 e per tutto il 2009. Attualmente i numeri del commercio mondiale sono ritornati più o meno ai livelli pre-crisi ma si è significativamente modificato il “dove” è ora la produzione. La nostra società è da anni fortemente internazionalizzata, quindi con presenza stabile su tutti i principali mercati e questo fatto ci ha permesso di rimanere agganciati a quei mercati che mantengono fattori di aumento PIL significativi. Per l’esercizio in corso abbiamo già ad oggi una copertura produttiva pressoché completa per tutto l’anno e questo è un fatto indubbiamente importante. 3. Le macchine prodotte dai costruttori italiani, a livello tecnico e tecnologico, sicuramente mantengono uno scarto positivo rispetto ai competitor. L’aspetto negativo è che è indubbio che i produttori italiani, in considerazione della tipica dimensione media-piccola e frammentata della propria struttura aziendale, possono presentare qualche carenza quanto a capacità di poter presidiare adeguatamente i mercati internazionali. Il “piccolo è bello” in un mercato ancor più oggi “globale” non è più una chiave di lettura positiva del proprio business. La nostra società già da alcuni anni si è aperta a collaborazioni importanti con partner stranieri per fare “gruppo”, in modo da poter così sempre meglio affrontare le sfide quotidiane della globalizzazione. 4. Il grande evento di Düsseldorf è da
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sempre un palcoscenico importante, soprattutto per il mondo della lavorazione delle plastiche, e quindi ci Riccardo Comerio presenteremo a questa manifestazione con una ampia rassegna di tutte le novità tecniche e di processo legate a questa lavorazione, ciò anche integrando a 360° le nostre competenze proprio utilizzando la partecipazione congiunta di alcuni partner di filiera. A livello di lavorazione gomma presenteremo, in una sezione appositamente dedicata del nostro spazio espositivo, tutte le più importanti novità legate ai macchinari e gli accessori di impianti sviluppati per l’ottimizzazione dei processi di mescolazione e calandratura con un occhio anche al mondo del recupero post-consumo.
Sergio Bracaletti Rubber Trade 1. Abbiamo effettivamente riscontrato nei primi mesi dello scorso anno un sensibile rallentamento nella concretizzazione di progetti studiati e preventivati per una loro realizzazione nel corso dell’anno. Estero ed Italia ci sembra poter dire che abbiano avuto in questo un comportamento abbastanza analogo. Fortunatamente, per quanto ci riguarda, la seconda metà dell’anno è stata invece positiva, in linea con gli anni precedenti che hanno visto sempre il nostro fatturato in crescita. Ciò si è tradotto in un limitato calo degli ordini complessivi. 2. La condividiamo. I primi mesi dell’anno 2010 sono stati sicuramente positivi, soprattutto con riferimento al mercato europeo. Ci muoviamo sicuramente in un contesto ancora molto difficile ma pensiamo davvero che il peggio sia orSergio Bracaletti mai alle spalle.
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Inchiesta tra i costruttori di macchine
3. Ci proponiamo da anni come produttori di impianti per il fine linea di mescolazione e riteniamo di essere in grado di fornire ai nostri clienti soluzioni assolutamente all’avanguardia sia per razionalizzazione della manodopera impiegata che per il miglioramento tecnologico del prodotto finale. 4. Ci presenteremo con un nuovo festonatore compatto per strisce di gomma che ha come caratteristica principale l’estrema versatilità d’utilizzo. La stessa macchina può infatti depositare la “striscia continua” di mescola sia su pallet che in scatoloni/contenitori con un altissimo rendimento volumetrico.
Claudio Sardella Comerio Rodolfo 1. Per quanto riguarda il 2009 siamo riusciti a mantenere stabile le nostre quote di mercato relative alle esportazioni, mentre le variazioni sulle quote relative al mercato interno sono state minime. 2. Sicuramente l’inizio del 2010 è stato più effervescente, le previsioni per i prossimi mesi tendono ad un cauto ottimismo e vedono comunque confermate le previsioni di crescita. 3. Certamente lo scarto tecnologico positivo rimane e siamo sempre più impegnati nella ricerca della qualità; purtroppo però questi sforzi non vengono riconosciuti dai clienti che considerano ormai come fattore determinante solamente il prezzo. 4. Saremo presenti al K2010 dove presenteremo la nostra gamma completa di linee per la produzione delle mescole.
Riccardo Curti Pomini Rubber & Plastics 1. Anche per la nostra società il 2009 ha 30
registrato una pesante flessione sia per il mercato interno che per quelli esteri. I dati percentuali indicati sono in linea con quanto consuntivato dalla nostra società e, nel caso del mercato del pneumatico, sono stati ancor più sfavorevoli. 2. Confermiamo la crescita degli ordini nel primo trimestre 2010, già registrata nell’ultimo bimestre dello scorso anno. Per i prossimi mesi abbiamo segnali positivi in termini di volumi nei nostri mercati di riferimento che ci consentono di guardare al 2010 come ad un anno di recupero dei volumi di fatturato di almeno il 25 - 30% rispetto al depresso 2009. 3. In generale sì, rispetto alla concorrenza da paesi cosiddetti low cost. Purtroppo le scarse risorse finanziarie disponibili nel 2009 potrebbero aver determinato per alcune aziende un rallentamento alle attività di Ricerca e Sviluppo. Nel nostro caso, anche con il supporto della Capo Gruppo, siamo riusciti ugualmente a condurre i programmi di sviluppo prodotti per rinforzare attraverso l’innovazione i nostri vantaggi competitivi. 4. La nostra Società si presenterà con la novità organizzativa del nuovo Gruppo - HF Mixing Group - che racchiude le esperienze di Harburg Freudenberger, Farrel e Pomini Rubber & Plastics. Pomini R&P presenterà in particolare gli ultimi sviluppi della tecnologia “post-mixing”, con particolare riguardo allo sviluppo dei mescolatori bivite conici controrotanti, che si pone gli obiettivi sia di sostituire i mescolatori a cilindri attualmente usati nelle “mixing room” che di poter filtrare le mescole “on line”, direttamente dopo il mescolatore interno.
Fabrizio Rovati Maag Pump Systems 1. Sicuramente il 2009 è stato un anno difficile e impegnativo a causa di una
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riduzione degli ordini, tuttavia la nostra posizione di leader nel mercato delle pompe a ingranaggi e dei siste- Fabrizio Rovati mi di filtrazione ci ha permesso di chiudere l’anno con un risultato positivo. A fronte di una flessione del mercato europeo e statunitense abbiamo acquisito importanti forniture nei mercati orientali; opportunità che abbiamo potuto cogliere grazie alla grande professionalità e flessibilità dimostrata da tutto il nostro personale che ha saputo reagire con grande maturità alla sfida proposta dalla congiuntura sfavorevole. 2. L’inizio del 2009 è molto incoraggiante. Abbiamo assistito a una consistente ripresa degli ordinativi da parte di costruttori e utilizzatori in tutte le aree geografiche del mondo. 3. La grande qualità delle macchine prodotte dai costruttori italiani è ancora ben riconosciuta a livello internazionale. Fattori chiave per il mantenimento di una posizione di vertice da parte dei nostri costruttori sono la ricerca e l’innovazione di prodotto quali elementi indispensabili per perseguire una strategia di differenziazione; non possiamo e non dobbiamo competere nei segmenti in cui la competizione si basa esclusivamente sul prezzo. Credo che i nostri costruttori abbiano tutta la competenza necessaria a sviluppare prodotti attraenti per la clientela internazionale che è sempre più competente ed esigente. 4. Il K è uno degli eventi fieristici più importanti per la nostra azienda, abbiamo sempre proposto delle novità e anche questa volta non mancheremo. Abbiamo sviluppato nuovi prodotti con caratteristiche molto interessanti sia per quanto riguarda le pompe che per i cambiafiltri.
Sul mercato russo
L’industria italiana ha buone carte da giocare
All’inizio di marzo si è svolta a Mosca una fiera, Tires & Rubber, dedicata al mondo della gomma. Anche se ridimensionata nel numero degli espositori, ha confermato che per le aziende italiane la Russia è un mercato potenzialmente promettente. Aurelio Brevi, titolare della OR.P Stampi spiega il perché.
“L
a Russia è un paese ricco di contraddizioni, ci dice Brevi al suo rientro in Italia. Tanto per fare un esempio immediatamente percepibile: la sera si possono vedere per le vie della capitale emigrati bielorussi, ucraini o delle altre regioni dell’ex-impero sovietico (che
qui sono un po’ i loro extra-comunitari) picconare a forza di braccia lo strato di ghiaccio che si è formato durante la notte sui marciapiedi mentre per le strade corrono Mercedes top di gamma del valore di alcune centinaia di migliaia di dollari, accanto alle vecchie Lada, co-
struite dalla Fiat a Togliattigrad, tenute insieme a forza di rattoppi”. Anche per le aziende industriali vale lo stesso discorso? “In parte sì. Molte sono nate decine di anni fa e spesso sono rimaste le stesse. Adesso però qualcosa sta cambiando. Prima sembrava accettabile vedere in fabbrica, sedute attorno a un tavolo, decine di donne intente a fare la cernita manuale dei pezzi stampati, perché il costo della manodopera era molto basso. Ora si comincia a capire che le apparecchiature di controllo elettronico sono indispensabili se si vuole garantire qualità e produttività. In questa direzione spinge anche l’arrivo sul mercato russo delle multinazionali dell’auto che vogliono prodotti di sicuro livello qualitativo”.
Un mercato che (lentamente) si sta aprendo Tutto questo dovrebbe giovare alle imprese italiane desiderose di entrare nel mercato russo. “Certamente. Da un lato, alcuni grandi gruppi italiani (Fiat o Pirelli tanto per citarne alcuni) hanno fatto da apripista e hanno contribuito sostanzialmente allo sviluppo e all’ammodernamento dell’industria russa. Dall’altro, l’Italia gode nel paese di una immagine
Aurelio Brevi aprile
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Sul mercato russo
di alto prestigio. Il viaggio in Italia è ancora il sogno proibito di una quantità di russi che non possono permetterselo e che considerano un segno di status possedere o consumare prodotti del nostro paese, dagli abiti agli alimentari passando per attori e cantanti. Naturalmente non tutto è così semplice. Mi sono accorto che i russi sono spesso sospettosi e titubanti nella scelta dei loro partner, dei quali vogliono prima saggiare la affidabilità. Una volta però superate le perplessità iniziali, sono disponibili a pagare il plus necessario per acquistare un prodotto di qualità made in Italy. Inoltre ci sono ancora difficoltà nella movimentazione delle merci e delle persone, anche se gradualmente si vanno semplificando. Io stesso mi sono reso conto che le cose stanno migliorando di anno in anno. Insomma bisogna rompere vecchie abitudini e incrostazioni burocratiche, ma il disgelo continua”.
Veniamo a parlare di Tires & Rubber dove tra l’altro la nostra rivista era presente per la prima volta con una edizione in italiano e russo. Quali sono le sue impressioni?
“Dal punto di vista organizzativo niente da dire. La fiera era ben organizzata e il personale efficiente e disponibile. Inoltre ci sono state anche alcune conferenze tecniche che hanno suscitato interesse. Il numero degli espositori è però diminuito. Lo era già nel 2008, ma quest’anno si è quasi dimezzato. Ciò non tanto per effetto della crisi, ma perché c’è stata una specie di scissione all’interno della struttura organizzativa con la nascita di una nuova manifestazione, che si svolgerà in maggio con gli stessi obiettivi e con un nome quasi identico. Invogliati da prezzi più contenuti, molti espositori sono passati da una fiera all’altra. A mio avviso è una situazione pesantemente negativa. Non si può pensare che aziende e persone partecipino a fiere pressoché identiche a un paio di mesi di distanza. Non ho mancato di farlo presente ad entrambi gli organizzatori, insistendo perché trovino una soluzione. Sono convinto che tutti dovranno fare un passo indietro e che nel giro di un paio di anni si tornerà a una sola manifestazione. Gli espositori italiani erano solo tre (oltre a OR.P. Stampi, c’erano OCS e Marangoni). Pochi an-
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Una fiera e il suo doppio
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che quelli dell’Europa occidentale. La quasi totalità erano aziende russe (con netta prevalenza dei pneumatici) e delle repubbliche circonvicine, fatta eccezione per il consueto ‘quartiere’ di aziende cinesi. Anche i visitatori erano essenzialmente russi, più qualche mediorientale. Devo dire però che, forse proprio per il ridotto numero di espositori, i visitatori si sono dimostrati interessati e desiderosi di colloquiare e approfondire. Quindi la mia azienda ne è uscita molto soddisfatta. Noi poi abbiamo organizzato il nostro stand in modo che chi veniva a trovarci poteva parlare (perché c’erano le persone giuste), oltre che di stampi, anche di mescole, di stampaggio e di controlli elettronici. È una iniziativa che ha trovato molti consensi e che dovrà essere continuata. Grande interesse ha suscitato poi il fatto che in fiera si trovasse (e noi abbiamo contribuito a diffonderla) una rivista, la vostra, tradotta in cirillico. I russi masticano poco altre lingue e trovare qualcosa da leggere nella loro li ha piacevolmente sorpresi. Anche questa è una iniziativa che varrebbe la pena di proseguire e penso che voi sarete d’accordo”.
Un’iniziativa in maggio nella Rubber Valley
Guardare al dopo crisi nell’ottica dell’innovazione
Quale è lo scenario nel quale si troveranno ad operare le aziende dello stampaggio gomma una volta superata l’attuale fase recessiva? Che cosa dovranno fare per riacquistare lo slancio competitivo che le ha caratterizzate in passato? Queste le impegnative domande che verranno affrontate da un convegno che si svolgerà il 13 maggio a Nembro presso lo stabilimento della Persico s.p.a., promosso da quattro aziende coinvolte in prima persona nelle vicende del settore: Z-Lab (sistemi informativi), Gibitre Instruments (strumenti di misura e controllo), UTP Vision (apparecchi per il controllo visivo), Persico (presse di stampaggio Terenzio). È previsto anche un intervento di Fabio Negroni, direttore del Cerisie, sui temi della qualità e dell’ambiente. Moderatore dell’incontro sarà il direttore della nostra rivista, Eugenio Faiella. All’animatore dell’evento, Paolo Pontremolesi, direttore commerciale di Z-Lab, abbiamo chiesto di spiegare ai nostri lettori ragioni e finalità dell’iniziativa
Come è nata l’idea di questo incontro? È nata direi quasi spontaneamente dalle riflessioni di persone che si conoscevano bene e che da tempo avevano occasione di lavorare insieme; mi riferisco ai responsabili di Z-Lab, Gibitre e UTP Vision. Il discorso si è poi allargato e arricchito, circa un anno fa in occasione del Plast milanese, con l’intervento di Persico che da poco aveva acquisito il marchio e il know-how delle presse Terenzio. Lo scopo è quello di offrire una presentazione della filiera che parte dal sistema informativo, passa attraverso la strumentazione di misura e le tecnologie di stampaggio, per arrivare alla cosiddetta visione artificiale per il controllo di qualità. L’iniziativa era anche giustificata dal fatto che, almeno per quest’anno, mancava una manifestazione espositiva che consentisse un confronto tra i vari protagonisti della filiera stessa. Chi sono i destinatari di questo messaggio? In altri termini quali saranno le aziende invitate a partecipare? Sono le aziende che stampano articoli di gomma nel distretto del Sebino (la cosiddetta Rubber Valley) e delle zone circonvicine, una parte sostanziale dell’intera produzione di artico-
La sede della Persico dove si svolgerà l’incontro programmato in maggio.
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Un’iniziativa in maggio nella Rubber Valley
formatici, di produzione e controllo più moderni e affidabili o, se si vuole, meno “artigianali”. Cose assolutamente indispensabili per competere in un mercato comunque difficile e nel quale la pressione sui prezzi si mantiene pesante.
Paolo Pontremolesi
li tecnici in Italia. Si tratta di aziende che guardano al dopo crisi con la consapevolezza di dover adeguare o aggiornare la proprie infrastrutture in modo da disporre di strumenti in-
È in un certo senso un invito a tornare a considerare gli investimenti in tecnologia come strumenti di sviluppo? Questo è, non da oggi, un impegno ben presente alle aziende che guardano al futuro. Si sente spesso dire che dopo la crisi le cose non saranno più le stesse. È vero, perché la ripresa non sarà uguale per tutti e premierà solo chi affronterà il mercato in un’ottica di innovazione e qualificazione. In altri termini, l’avvenire non potrà essere circoscritto
ai classici O-ring ma dovrà tenere conto delle nuove richieste che vengono da molti settori (dall’automotive al food) a loro volta impegnati ad affrontare una concorrenza sempre più agguerrita. Nella Rubber Valley è però presente in modo significativo anche il mondo della compoundazione. Certo e anche ad esso si rivolge la nostra iniziativa. I produttori di mescole sono interessati ad essa per almeno due motivi. Da un lato hanno le stesse esigenze degli stampatori per quanto riguarda l’ammodernamento dei sistemi di gestione, di produzione e di controllo. Dall’altro sono direttamente interessati alla creazione ed allo sviluppo di sinergie all’interno della filiera di cui anch’essi fanno parte.
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Mescole
Con Trescore 2 PMG raddoppia di Rubber Hood
Con un investimento pari a circa 12 milioni di euro, il gruppo PMG di Cenate Sotto (Bergamo) intende realizzare un piano d’investimenti triennale che prevede vari interventi mirati a potenziare sia i siti produttivi, come il nuovo stabilimento di Trescore 2, sia le linee produttive attraverso l’acquisizione di un nuovo impianto per la produzione di mescole a base gomma.
e la divisione qualità. Il gruppo PMG si completa con l’edificio principale di Cenate Sotto, adiacente ai due fabbricati di Trescore, con gli uffici direzionali, commerciali e amministrativi, la divisione logistica e la linea produttiva di mescole nere tradizionali.
La nuova linea produttiva
I
l 2010 è cominciato con una serie d’importanti novità industriali per il gruppo PMG, società specializzata nella produzione di mescole a base gomma, tradizionali e speciali, con quartier generale a Cenate Sotto. Dall’inizio dell’anno è, infatti, operativo e sta andando a regime il nuovo sito produttivo a Trescore 2. Si tratta di un investimento avviato nel corso del 2009, per realizzare la scelta strategica dell'azienda di un miglioramento del processo produttivo e una riorganizzazione dei servizi, con conseguente chiusura della storica sede di Pognano: 2.500 metri quadri dedicati alla produzione di mescole colorate. La cessazione dello stabilimento della Bassa bergamasca è stata accompagnata dal trasloco a Trescore della linea produttiva e dei dieci lavoratori impegnati.
Il nuovo sito produttivo
Il nuovo edificio, la cui location è vicino alla sede di Cenate Sotto (le due località sono confinanti), occupa un'area coperta di 4.500 metri quadri su 16.000 metri quadri di un'area complessiva ed ha richiesto un investimento complessivo vicino ai 12 milioni di euro. All'interno, oltre al trasferimento della linea produttiva di Pognano, l'azienda ha realizzato una seconda linea produttiva che contempla l’installazione di un nuovo mescolatore chiuso, con rotori compenetranti a velocità variabile, della serie MCC-C prodotto dalla Ercole Comerio. Tale raddoppio è focalizzato sempre alla produzione di mescole colorate. Il nuovo polo produttivo avviato da poco a Trescore 2 affianca lo stabilimento realizzato nel 2003 (3.500 mq) orientato alla produzione di mescole fluoroelestomeriche attraverso tre linee produttive, dove sono localizzati gli uffici tecnici, i laboratori di ricerca e sviluppo aprile
Come già detto, il nuovo impianto utilizza un mescolatore chiuso con rotori compenetranti della serie MCC-C da 80 litri di Ercole Comerio. L’idea vincente di installare un mescolatore chiuso con rotori compenetranti porterà importanti benefici produttivi per un ulteriore miglioramento della qualità, già elevata, delle mescole PMG. Infatti, come gli addetti sanno, il sistema di mescolazione con rotori compenetranti, comporta una serie significativa di vantaggi, quali riduzione dei tempi di mescolazione; miglior controllo del profilo energetico e termico durante la fase di mescolazione; maggior efficienza delle fasi di incorporazione, dispersione, omogeneizzazione di tutti gli ingredienti che compongono la mescola. Il miglioramento del processo di mescolazione dovuto ad una più alta efficienza (rotori compenetranti) di mescolazione produrrà una più eleva-
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Mescole
sione del pressatore ed altro ancora). Il software, naturalmente, può memorizzare migliaia di formulati completi del rispettivo ciclo di mescolazione. La linea è completata a valle con mescolati a cilindro di servizio e di relativo batch-off.
Le origini Fondata nel 1976 dalla famiglia Poletto, l'azienda bergamasca, che conta cinquanta dipendenti, ha in cantiere nuovi investimenti per il triennio 2010-2012. Lo conferma l'amministratore delegato Umberto Paletto: “L'avvio di un secondo stabilimento a Trescore 2 - spiega - ci permette di razionalizzare il processo e la parte servizi, avviando un percorso di potenziamento a medio-lungo termine che, a fronte di una ripresa del mercato attesa per quest'anno, ci porterà nel triennio alla realizzazione di un nuovo sito di circa 5 mila metri quadrati all'interno dell'area di Trescore. La struttura consentirà il raddoppio della linea dedicata alle mescole nere con spostamento dell'esistente attualmente attiva a Cenate Sotto”.
Il nuovo sito produttivo mescole colorate Trescore 2.
La produzione
La sede centrale di Cenate Sotto.
ta costanza qualitativa delle mescole ed in special modo di quelle mescole che presentano maggior difficoltà di mescolazione dovuta alla natura degli ingredienti ed a formulati speciali ma di difficile preparazione. Inoltre, la nuova linea utilizza un software gestionale del processo produttivo all’avanguardia che consente
di controllare ogni singolo passo del processo di mescolazione come il controllo di ogni ingrediente in termini di qualità e quantità del prodotto oltre alla tracciabilità dello stesso. Inoltre, il sistema è in grado di monitorare in modo continuo tutte le fasi del processo mediante l’analisi dei vari parametri (temperatura, energia assorbita, pres-
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PMG è specializzata nella produzione di mescole sintetiche con due famiglie di prodotti: le mescole speciali (come fluoroelastomeri, siliconi o poliacriliche) e le mescole tradizionali (come gomma naturale o nitrilica) nere o colorate. Le produzioni hanno differenti applicazioni che variano dai settori auto, elettrodomestici, chimico e dell'edilizia. Fiore all’occhiello della società è l'elevato know-how, che consente un’alta competitività nella produzione di mescole a base di gomme naturali e sintetiche per i vari settori applicativi, in particolar modo nella produzione di mescole per applicazioni speciali dove le caratteristiche di elevata resistenza alle alte temperature e agli agenti chimici sono considerate prioritarie.
Mescole
Lo stabilimento PMG East di Timisoara.
Batch-Off mescole colorate.
Il marketing Sul fronte commerciale il gruppo bergamasco ha chiuso il 2009 con un fatturato superiore ai 35 milioni di euro, segnando una riduzione del volume d'affari prossimo al 20 per cento rispetto all'anno precedente, a seguito del calo generale registrato dal settore, mantenendo in ogni caso il bilancio aziendale con segno positivo. Ci sono però segnali per una ripresa. “Per l'anno in corso - dice Umberto Poletto - il target è fissato nel raggiungimento di una crescita del 15% del business rispetto al 2009, annata nella quale abbiamo prodotto circa 6 mila tonnellate di mescole”. Il mercato della società è prevalentemente nazionale, per circa il 70% della produzione di cui una fetta significativa, circa il 40%, è rivolta al
distretto bergamasco delle guarnizioni industriali centralizzato nelle aree del Basso Sebino e della Valcalepio. Per quanto riguarda l'export (30%), la produzione PMG si orienta principalmente in Europa, per il 20%, Asia e Stati Uniti. Il gruppo PMG si completa con un quarto insediamento produttivo, l'unico fuori dei confini orobici, avviato nel corso del 2005 a Timisoara in Romania e dedicato alla produzione di mescole nere tradizionali soprattutto per i mercati dell'Est.
Il sito produttivo in Romania La decisione di PMG di iniziare un’attività industriale nell’Europa dell’Est si concretizzò all'inizio del 2005 con la costruzione di un’unità produttiva di mescole in gomma in una zona industriale alla periferia di Timisoara su un insediamento preesistente. Fu così fondata la PMG East s.r.l. A fine 2005 fu installata la linea produttiva e le prime mescole furono prodotte a fine gennaio del 2006. Dopo un periodo di collaudo e omologazione della produzione nella prima parte dell’anno si ottenne la Certificazione ISO 9001:2000 a dicembre 2006. La gestione di un’attività industriale in Romania non è molto disaprile
simile da quella italiana e il recente inserimento nell’area EU ha semplificato parecchie procedure, anche se ancora oggi ne permangono di laboriose, burocratizzate e molte volte soggette ad interpretazioni locali. L’area su cui è collocato il capannone ha una superficie di circa 11.000 mq di cui 3500 occupati dal sito produttivo. Il personale locale impiegato è pari a circa 20 unità, sotto la direzione del direttore di stabilimento e responsabile di produzione di nazionalità italiana Dopo qualche problema iniziale a causa di un significativo turn-over (la regione di Timisoara ha una percentuale di disoccupazione molto bassa e la domanda di manodopera è superiore all’offerta), la situazione si è stabilizzata e questo risultato è stato ottenuto operando su un maggior coinvolgimento e partecipazione del personale.
La linea produttiva La linea di produzione occupa un quarto della superficie del capannone e la sua configurazione è molto simile a quella esistente nei siti produttivi italiani, perché ritenuta ottimale per la tipologia di mescole prodotte. La scelta dei macchinari è stata fatta tenendo conto delle più recenti innovazioni tecnologiche esistenti
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Mescole
nel settore della gomma. In tal senso la PMG si è orientata per un mescolatore chiuso, un mixer Pomini VIC 165X, con rotori compenetranti a traferro variabile, due mescolatori aperti di cui uno a cilindri indipendenti con sistemi di raffreddamento potenziati. Il “batch-off” e le apparecchiature finali di confezionamento sono automatizzate. Inoltre, una delle particolarità che rende questa linea di produzione un riferimento importante è il sistema automatizzato di controllo del processo pro-
negli anni; in altre parole porre una particolare attenzione al settore polimeri speciali ad elevate performance per articoli stampati ed estrusi. I settori merceologici serviti sono soprattutto l’automotive, ma anche il settore delle costruzioni e le applicazioni più genericamente industriali, quali elettrodomestico e chimico. I clienti più importanti sono nell’Europa Centrale e dell’Est, in Germania ed una parte del prodotto è riservata ai clienti italiani.
La linea produttiva dell’impianto rumeno.
duttivo, che è molto efficace nella gestione di tutta la linea di mescolazione e consente una completa tracciabilità delle singole mescole prodotte, dei cicli produttivi e delle materie prime utilizzate.
La certificazione UNI EN ISO 14001:2004.
La Certificazione UNI EN ISO 14001:2004
La produzione di mescole è a regime dal 2007 con una capacità produttiva di ca. 12-15 ton/turno. PMG East produce mescole in elastomeri speciali nere, a base principalmente ACM, AEM, HNBR, ECO, NBR ed EPDM, caricate con nero di carbonio la cui tipologia rispecchia la politica che ha contraddistinto PMG
Certificarsi secondo la ISO 14001 non è obbligatorio, ma è frutto della scelta volontaria dell'azienda/organizzazione che decide di stabilire, attuare, mantenere attivo, migliorare un proprio sistema di gestione ambientale. È, inoltre, importante notare come la certificazione ISO 14001 non attesti una particolare prestazione ambientale, né tanto meno dimostri un particolarmente basso impatto, ma piuttosto stia a dimostrare che l'organizzazione certificata ha un sistema di gestione adeguato a tenere sotto controllo gli impatti ambientali delle proprie attività,
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La produzione di mescole
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e ne ricerchi sistematicamente il miglioramento in modo coerente, efficace e soprattutto sostenibile. In tal senso PMG ha operato tale scelta per una sua coerenza culturale nel porre attenzione, non solo ad una produzione qualitativamente elevata, che controlla attraverso i propri processi industriali automatizzati, seguiti dal controllo sistematico della produzione mediante l’operosità di un sistema qualità che si avvale di apparecchiature di laboratorio internazionalmente affidabili, ma anche ai problemi ambientali così co-
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me recita la normativa, ottenendo nel corso del 2009 il completamento della certificazione del “Sistema di Gestione Ambientale” di tutti i siti produttivi PMG e PMG East (la certificazione è ottenuta per ogni singolo sito produttivo). La certificazione rilasciata da Sincert - Cermet comporta: • il controllo delle emissioni ambientali di aria, acqua, rumore con analisi certificate da ente esterno abilitato a tali funzioni; • il miglioramento e/o controllo delle condizioni ambientali di lavoro per una maggior sicurezza dei propri dipendenti.
Un convegno all’Università LIUC
La gomma e la plastica per il risparmio energetico nell’edilizia di Giuseppe Cantalupo
La gomma e i materiali plastici svolgono un ruolo importante nella realizzazione di soluzioni idonee ai fini del risparmio energetico nell’edilizia. Un convegno svoltosi presso l’Università Carlo Cattaneo - LIUC di Castellanza, Varese, ha trattato questo tema con uno sguardo anche alle normative, numerose e complesse, oggi vigenti in materia.
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l risparmio energetico è un’esigenza avvertita in maniera sempre più pressante a livello globale, soprattutto oggi, sia per motivi economici che per motivi ambientali. Questi ultimi, peraltro, strettamente collegati a quelli economici. È un problema la cui soluzione è ormai diventata inderogabile per l’opinione pubblica per l’accresciuta sensibilità delle persone verso questi aspetti, e tutti avvertono la necessità di contribuire a cercarla. L’edilizia, in particolare, è un settore che consuma enormi quantità di energia. In Europa è quello che ne consuma di più: il 41% (26% il comparto abitativo e 15% quello commerciale), mentre trasporti e industria manifatturiera consumano, rispettivamente, il 31% e il 28%. Dati che, come è ovvio aspettarsi, hanno il loro riflesso nell’emissione di anidride carbonica: 39% l’edilizia (21% l’abitativa e 18% la commerciale), 33% i trasporti e 28% l’industria manifatturiera.
Non a caso, nel suo piano d’azione per l’efficienza energetica, COM (2006) 545, la Commissione Europea ritiene che le potenzialità di risparmio presenti nel settore edilizio siano consistenti. E appunto questo è stato il tema trattato nel corso del seminario “Risparmio energetico in edilizia: sfide e soluzioni. (Il ruolo delle materie plastiche e della gomma)” svoltosi presso l’Università Carlo Cattaneo – LIUC di Castellanza lo scorso mese di febbraio. Organizzato in collaborazione con UNIVA –Unione degli Industriali della Provincia di Varese– e con le Associazioni di categoria dei materiali polimerici –Assocomaplast, Federazione Gomma-Plastica e Federchimica PlasticsEurope Italia-, con le quali LIUC ha consolidato il suo rapporto di collaborazione con la convenzione stipulata nell’aprile dell’anno scorso, il seminario ha fornito un utile aggiornamento sulla normativa, aprile
Una vista aerea della LIUC.
nazionale e europea, vigente in materia di risparmio energetico. Ha sottolineato, inoltre, il ruolo positivo che gomma e plastica svolgono su questo fronte, principalmente come isolanti termici in edifici sia nuovi che ristrutturati, concorrendo anche, nello stesso tempo, a migliorare il comfort delle abitazioni. Il convegno era rivolto a professionisti del settore, architetti, ingegneri, geometri, amministratori locali, tecnici di aziende operanti nei campi tipici dell’edilizia (serramentistica, rivestimenti murali, impiantistica, isolamenti), e ha sottolineato la stringente necessità di un’attenta politica energetica che, oltre a stabilire norme e misure a sostegno dell’efficienza energetica, valorizzi anche
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Un convegno all’Università LIUC
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Riccardo Comerio (Presidente Assocomaplast), Paolo Groppi (Amministratore Delegato SolVin Italia) e Pietro Gervasini (Ordine degli Ingegneri di Varese). Le Istituzioni del territorio erano rappresentate da Dario Galli (Presidente della Provincia di Varese), Damiano Di Simine (Presidente di Legambiente Lombardia), Roberto Moneta ( Dipartimento per l’Energia – Ministero dello Sviluppo Economico). Vi hanno preso parte, inoltre, Giuliano Dall’O’ (Professore Associato del Politecnico di Milano), Andrea Cirani (Federazione GommaPlastica e Direzione Ricerca e Sviluppo Orsa Foam SpA), Marco Piana (Direttore Tecnico AIPE), Stefania Minestrini (Responsabile Settore Ecolabel del Servizio per le Certificazioni Ambientali – Ispra).
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certificazione ambientale degli edifici attraverso l’applicazione del marchio Ecolabel, marchio europeo ufficiale di qualità ecologica: uno strumento, volontario, che attesta il possesso, da parte di un determinato edificio, dei requisiti che si traducono in un ridotto impatto ambientale dell’edificio stesso. La domanda di materiali isolanti termici, per concludere, è sempre più crescente per un’edilizia propria della “green economy”, quale è quella moderna. Un’edilizia, cioè, che faccia risparmiare e sia anche ecologicamente sostenibile. Si tratta di un mercato, quindi, che offre opportunità enormi per le gomme e le plastiche, in quanto materiali insostituibili in questo settore per la loro stabilità e la garanzia di lunga durata che sono in grado di offrire. Hanno partecipato al seminario
L it ’in de ali du lla an str a ia go m m ge a s
oltre 600 produttori di articoli in gomma
Un momento del seminario.
ale zi
l’importanza strategica della gomma e della plastica su questo fronte. Gomma e plastica, cioè, materiali essenziali nell’isolamento edilizio per un’edilizia di qualità, in linea con i principi di rispetto dell’ambiente. Molto è stato fatto fino ad oggi con questi materiali, sfruttando il loro potere isolante e contribuendo in tal modo al risparmio dei combustibili fossili utilizzati per il riscaldamento, ma molti vantaggi ancora si potranno ottenere in futuro dal loro impiego. E questo rappresenterebbe certamente il miglior utilizzo del petrolio: ricavarne prodotti che fanno risparmiare energia e contribuiscono, in questo modo, a bruciarne meno. Sono stati presentati una serie di casi che hanno illustrato l’applicazione delle nuove tecnologie al risparmio energetico. Come esempio è stato riportato l’investimento nel fotovoltaico intrapreso in un edificio scolastico della provincia di Varese. Il successo dell’iniziativa ha stimolato la nascita di un progetto per l’applicazione del fotovoltaico a tutti gli edifici pubblici provinciali, per un risparmio complessivo stimato in 250-300 mila euro all’anno. Si è anche parlato delle diverse tipologie di edifici a basso consumo energetico, arrivando, in particolare, a quelli che “non consumano energia, ma la producono”. Perché, se si demolisce il vecchio per ricostruire il nuovo, questo deve sorgere sulla base di criteri impostati al risparmio energetico. Di qui il significato della
Gomma naturale
Torna in scena il tarassaco? di Emilio De Tuoni
All’inizio di gennaio è apparso sul settimanale inglese The Economist (di solito sempre citato con l’aggiunta della qualifica “autorevole”) un articolo che riferiva delle ricerche in corso per trovare una alternativa alla Hevea brasiliensis come fonte primaria della gomma naturale. I pneumatici del futuro, si leggeva, potrebbero essere fatti partendo dal dente di leone, termine volgare (in inglese dandelion) per designare la pianta del Taraxacum. Abbiamo chiesto a un nostro collaboratore di fare il punto della situazione.
L
a gomma naturale trova come è noto impiego in quantità molto ragguardevoli nell'industria della gomma, anche se peraltro il suo consumo globale è stato superato da quello degli elastomeri di sintesi. È nato infatti nel tempo un congruo numero di gomme sintetiche concepite per sopperire a comportamenti discutibili o addirittura negativi della gomma naturale, che sono andati man mano evidenziandosi a causa della crescente richiesta di caratteristiche specifiche nel campo di differenti articoli, soprattutto nei riguardi della resistenza chimica a carburanti, a olii, all'ozono e nei riguardi della resistenza alla permeazione. Sostanzialmente poi è andata man mano evidenziandosi a livello mondiale anche la ricorrenza di situazioni contingenti, che hanno accresciuto l'importanza sia dell'approvvigiona-
mento, sia della possibilità di prevedere le di variazioni dell'andamento dei mercati. Nel secolo scorso ad esempio, eventi tragici di guerra hanno forzatamente acuito la necessità di trovare alternative alla gomma naturale, che è un tipo di elastomero di provenienza vegetale non disponibile a priori nei paesi industrializzati, perché subordinato a precise caratteristiche climatiche di terre lontane. La gomma naturale deriva infatti come è noto dalla coagulazione di una sospensione acquosa di cis-1,4-poliisoprene spillata dal tronco della Hevea Brasiliensis, ma è sintomatico il fatto che le coltivazioni più produttive e più qualificate di tale vegetale non si siano diffuse largamente in Brasile, ma dalla parte opposta del globo (Malaysia e Indonesia). Lo sviluppo della situazione è staaprile
Taraxacum Officinale, vulgus Dente di leone o Soffione.
to condizionato soprattutto da due fatti. Prima di tutto la netta superiorità sul mercato della gomma naturale malaysiana rispetto alla gomma naturale brasiliana e alla gomma naturale africana. In secondo luogo la
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Gomma naturale
Il Tarassaco nel WEB Nell'WEB, oltre al link http://www.springerlink.com/ content/4k752557228/fulltext.pdf, nel quale vengono riportati i lavori eseguiti in Germania da Gronhover e Prüfer, ne esistono anche numerosi altri che si riferiscono a lavori fatti in USA e in Giappone, che tuttavia non appaiono direttamente pertinenti con la focalizzazione sulla produzione della gomma naturale dal Taràssaco, ma appaiono più che altro lavori teorici di clonazione di tipo biochimico eseguiti in vitro, che sono stati intrapresi a monte dei tentativi per arrivare al Taràssaco TKS e soprattutto a monte dei tentativi diretti mirati alla produzione di gomma naturale. Alcuni dei titoli dei lavori sono qui di seguito riportati.
• "Clonazione e analisi funzionale con nuovi cisfeniltransferasi a corta catena" di Takanori Ambo, Motoyoshi Noike, Hirofumi Kurokawa e Tanetoshi Koyama. Institute of Multidisciplinary Research for Advanced Materials, Tohoku University, Katahira 2-1-1, Aoba-ku, Sendai 980-8577, Japan • "Identificazione e confronto della gomma naturale ricavata da due specie di Lactuca" di Bushman BS, Scholte AA, Cornish K, Scott DJ, Brichta JL, Vederas JC, Ochoa O, Michelmore RW, Shintani DK, Knapp SJ. The Center for Applied Genetic Technologies, University of Georgia, 111 Riverbend Road, Athens, GA, USA. (Viene affermato di aver ottenuto gomma naturale con peso molecolare superiore a 1000000 usando come iniziatore difosfato di farnesile.) • "Regolazione della inizializzazione della polimerizzazione in vitro del cis-1,4-poliisoprene ricavato da particelle isolate di Parthenium argentatum (grigio)" di Javier Castillón and Katrina Cornish USDA-ARS, Floral and Nursery Plants Research Unit, BARC-West,Bldg 010A, Rm 238, 10300 Baltimore Avenue, Beltsville, MD20705, USA. USDA-ARS, Western Regional Research Center, 800 BuchananStreet, Albany, CA 94710, USA. (Viene concluso che impiegando come iniziatore il geranil difosfato (GPP) si ottiene gomma cis-1,4-poliisoprene con peso molecolare medio convenientemente elevato).
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tendenza latente da parte degli utilizzatori di prevenire le incertezze del mercato della gomma naturale cercando fonti alternative valide. In quest'ultimo caso incontrando tuttavia il successo solo in casi speciali.
Dal Guayule al Tarassaco Negli anni '80 e '90 ha destato un certo scalpore la possibilità di sfruttare il Guayule, pianta che cresce in zone aride (Messico), che arriva a maturazione nell'arco di due anni e che non arriva alla produttività per ettaro come la Hevea Brasiliensis. Oltre a tutto con il Guayule la produzione di lattice non ha andamento continuativo come con la Hevea Brasiliensis, ma il fusto del Guayule al termine della maturazione deve essere distrutto per liberare il contenuto costituito da una miscela di prodotti, tra cui la sospensione acquosa (lattice) di cis-1,4-poliisoprene. In tale panorama hanno incominciato ad apparire notizie, peraltro riprese anche dal citato articolo dell’Economist, riferentesi a studi sul vegetale "Taraxacum kok-saghyz" (detto TKS) di provenienza russa. Gli studi nominati sono in corso in Germania e in USA. In Germania da parte ad esempio del prof. Christian Schulze Gronhover presso il "Fraunhofer Institut für Molekularbiologie und Angewandte Ökologie" di Aachen per ottenere "geni" con cui ricavare enzimi (es. polyphenoloxidasi) atti a preparare dal TKS gomma naturale impiegabile e dello "Institut für Biochemie und Biotechnologie der Pflanzen, Westfälische Wilhelms-Universität Münster, ad opera di una nutrita équipe di ricercatori di cui fa parte anche uno dei ricercatori di Aachen. Negli Stati Uniti da parte del dr. Kleinhenz (Ohio State University), che sta compiendo attività di ricerca sulle radici del TKS, per realizzare
Gomma naturale
nuovi enzimi atti ad ottenere gomma naturale con resa importante.
Che cosa è il Tarassaco Il Taràssaco è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Asteracee Composite nota almeno a partire del XV secolo e, a dimostrare la sua diffusione in popolazioni di diversa estrazione, viene descritto con nomi d'uso più o meno ufficiali e anche popolareschi, come ad esempio "dente di leone", "soffione", "ingrassaporci", "boffarella", "cicoria selvaggia", "cicoria burda"; in Lombardia poi come "insalata matta" e in valle d'Aosta come "le cicorie". Il Taràssaco è stato annoverato tra le piante officinali, cioè tra le piante che hanno riferimenti con preparati di uso farmaceutico. È una pianta che cresce spontaneamente quasi in tutto il mondo fino a 2000 metri di quota e presenta un rizoma verticale cilindrico e una radice a fittone. Le foglie, a forma lanceolata, nascono con una rosetta basale sdraiata sul terreno e in seguito assumono forma eretta. I fiori, chiusi di notte e aperti di giorno, sono prevalentemente di colore giallo, ovvero di altri colori nei diversi tipi di Tarassaco esistenti, e dopo maturazione danno luogo a soffioni (detti anche in inglese dandelions) Le foglie contengono particolarmente derivati dell'acido taraxinico (sesquiterpenlattone), triterpeni, steroidi, flavonoidi, glucosidi della apigenina e della luteolina, vitamine A, B1, B2, C, D, E. Le radici contengono anch'esse sesquiterpenlattoni e inoltre triterpeni, taraxacosidi, inulina (polisaccaride di riserva a base di fruttosio), acido linolico e acido linoleico. Ricerche ufficiali hanno confermato che il Tarassaco ha proprietà farmacologiche. L’infuso dei suoi
fiori ha anche applicazioni cosmetiche. Fin qui, la scienza conosciuta fa pensare a una utilità del Taràssaco soprattutto per quanto riguarda la cura del corpo. È però rilevante notare nel Taràssaco la presenza di derivati triterpenici e sesquiterpenici, nei quali si riconosce una struttura oligomerica isoprenica. Non è quindi per niente strano che qualcuno abbia pensato di studiare la possibilità di realizzare dal Taràssaco il polimero isoprenico per eccellenza, cioè un polimero uguale alla gomma naturale. Il tipo di Taràssaco preso oggi in considerazione è denominato Taraxacum kok-saghyz (TKS), e, su base ufficiale, viene tuttora considerato in studi di clonazione, con l'obiettivo di riuscire a isolare da esso cis-1,4poliisoprene. Come sopra citato gli studi si svolgono
The Economist si interroga sull'avvenire della gomma naturale.
in Germania e in USA. In Germania ad Aachen ove operano Christian Schulze Gronover e Dirk Prüfer, e a Münster ove operano Thomas Schmidt, Andrea Hillebrand, David Wurbs, Daniela Wahler, Malte Lenders e ancora Dirk Prüfer. In USA soprattutto in Ohio, ove operano A. aprile
Chanon, D. Ehrensing, A.R. Miller, J. Streeter, S.C. Myers, R. Seiple, F.C. Michel and M.D. Kleinhenz. In Germania, oltre al lavoro di Christian Schulze Gronover e di Dirk Prüfer di Aachen (http://www.springerlink.com/content/4k752557228/ fulltext.pdf), va ricordata quello di Thomas Schmidt e di Andrea Hillebrand di Münster. Questi ultimi hanno stabilito l'importanza di specifici enzimi come i cis-prenyltransferase (CPT) nel dar luogo alla addizione di unità di isopentenil-pirofosfato, che presentano catene con geometria di cis-1,4-poliisoprene, e hanno poi esteso l'azione servendosi di altri enzimi sia di tipo CPT, sia di tipo SRPP (small rubber particle proteins), che hanno condotto all'ottenimento della pianta Taraxacum kok-saghyz In USA (Ohio), i sunnominati ricercatori A. Chanon, D. Ehrensing, A.R. Miller, J. Streeter, S.C. Myers, R. Seiple, F.C. Michel and M.D. Kleinhenz che operano nel centro "Ohio BioProducts Innovation Center" (OBIC), hanno pubblicato gli atti degli " Annual Meetings of the American Society for Horticultural Science" del 2008. In tali annali viene considerata la possibilità di accelerare la commercializzazione del Taraxacum kok-saghyz (TKS) come fonte domestica di gomma naturale e di polisaccaride inulina. Essi hanno accertato che le radici del Taraxacum kok-saghyz (TKS) contengono alti livelli di inulina e di gomma naturale di elevata qualità e pertanto hanno deciso che il vegetale, che rientra nel progetto “Emergency Rubber Project”, è ora considerato il primo candidato per trovare una alternativa alla Hevea Brasiliensis. Il TKS (Taraxacum kok-saghyz) è nativo in Uzbekistan e in Kazaki-
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Gomma naturale
stan (repubbliche ex URSS) e viene ritenuto coltivabile anche in USA a latitudini medio-alte. Finora i ricercatori hanno potuto stilare protocolli per stabilire le differenze tra il TKS e gli altri tipi di Taràssaco e hanno caratterizzato il TKS in termini di quantità di gomma e di inulina. Oltre al potenziale di produzione, essi hanno poi potuto analizzare le proprietà della gomma naturale ottenuta. Finora in Ohio sono state preparate 6151 piantine di TKS: altre 9000 piantine sono in attesa. 145 piantine su 1467 hanno realizzato livelli di gomma di 10% o maggiore. In seguito il tenore di gomma è aumentato tra 1,4% e 8,9%. Il tenore di inulina ha raggiunto un valore medio di 53,4%. Le proprietà della gomma ricavata dal TKS sono risultate simili a quelle della gomma da Hevea Brasiliensis. Da allora sono poi stati instaurati miglioramenti di proprietà.
La notizia che esistono scienziati che tentano di creare nuove fonti di produzione della gomma naturale con un sistema che va al di là dei processi chimici di sintesi già esistenti da tempo e che sono ovviamente soggetti alle vicende del mercato petrolifero, è sicuramente interessante, perché si tratta di ricavare in grande stile gomma naturale con una nuova tipologia di produzione di tipo agricolo. Da quanto sopra esposto si ricava che il processo proposto è possibile e che è anche attraente, perché la materia prima può provenire a quanto pare da zone temperate e non da zone tropicali. Ciò che appare più problematico è capire dove si pensa di creare importanti coltivazioni di Taràssaco TKS della estensione sufficientemente elevata richiesta da una trasformazione industriale. Il Taràssaco che at-
rale, prima di inoltrarsi nell'impiego industriale di questa gomma da Taràssico occorre accertare le proprietà viscoelastiche e le proprietà reologiche nei riguardi degli articoli nei quali l'impiego della gomma naturale costituisce una necessità irrinunciabile. Da quanto si ricava dalle pubblicazioni finora disponibili non si ha ancora notizia infatti se la gomma naturale da Taràssaco può competere nei settori nei quali la gomma naturale viene oggi impiegata. Il mercato della gomma naturale copre infatti una gran parte degli articoli di gomma, magari anche in taglio con altri elastomeri, ove il felice rapporto tra distribuzione dei pesi molecolari, green strength, proprietà meccaniche, permette di realizzare importanti strati intermedi compatibili con la realtà dei processi di produzione, che assicurino da un lato la possibilità di lavorazione e da un altro lato l'ottenimento duraturo della coesione di tutto un articolo in tutto l'arco del suo funzionamento. Inoltre il mercato della gomma naturale copre poi aspetti irrinunciabili di funzioMinacce al dominio incontrastato della Hevea Brasiliensis? namento dinamico di determinati articoli di della produzione di erba e di fieno, grande produzione, per i quali è fonche condiziona non poco le industrie damentale la possibilità di preparare alimentari, senza che siano necessarie e di regolare il panorama isteretico, meticolose cernite. soprattutto studiando la realizzazioAnche supponendo di superare ne mirata dei rapporti tra componenil problema di base della approvvite elastica e componente viscosa del gionabilità e supponendo di arrivamodulo dinamico nell'arco delle temre alla produzione di gomma natuperature di esercizio.
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Conclusioni
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tualmente esiste in natura nei paesi industrializzati viene già consumato, certamente in piccola parte, anche per quegli scopi isolati da amatore o, se si vuole, da "stregone", che per la loro natura certamente coinvolgono costose operazioni di cernita, peraltro eseguite direttamente dagli stessi utilizzatori. Tutto il resto del Taràssaco entra automaticamente nel novero
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TA C C U I N O Lanxess investe negli elastomeri e nei chemical
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a Lanxess ha annunciato la sua decisione di incrementare la produzione di polibutadiene al neodimio. L’importo stanziato per l’aumento della capacità degli impianti mediante interventi di sbottigliamento è di 20 milioni di euro, e l’incremento, che sarà operativo tra il primo trimestre 2011 e il primo trimestre 2012, sarà, globalmente, di 50.000 t/a. Gli impianti interessati sono quelli di Dormagen (Germania), Orange (USA) e Cabo (Brasile). Nello stesso tempo, la società di Leverkusen procederà anche a una armonizzazione di processi e tecnologie di tutti i suoi impianti di gomma high-performance nel mondo. L’espansione porterà, indirettamente, anche a un aumento della capacità di SSBR (gomma stirolo-butadiene in soluzione) del sito di Port Jérôme in Francia. E a proposito di questa gomma, la Lanxess ha dichiarato che semplificherà il processo produttivo dell’impianto di Orange, Texas. Si tratta di interventi di notevole importanza, perché destinati a far fronte a una domanda sempre crescente del mercato, specie di quello asiatico, in un’epoca nella quale la richiesta si indirizza sempre di più verso prodotti a ridotto impatto ambientale. Per
l’Nd-PBR è prevista, per i prossimi anni, una crescita annua dei consumi del 10%, e senza l’annunciata espansione della capacità, entro il 2014 si verificherebbe uno shortage di questa gomma su scala mondiale. La decisione della società tedesca assume un significato particolare anche sul piano della riduzione dei consumi energetici, soprattutto alla luce del nuovo regolamento sull’etichettatura dei pneumatici approvato dall’Unione Europea nel novembre 2009. Questa norma stabilisce che a partire dal novembre 2012 i pneumatici nuovi dovranno essere messi in vendita muniti di un’etichetta che ne dichiara la classe di appartenenza con riferimento al consumo di carburante, alla tenuta di strada sul bagnato e alla rumorosità prodotta dal rotolamento. Le classi andranno dalla “A” (il top) alla “G” (la più bassa). Scopo principale del regolamento è quello di ridurre le emissioni di anidride carbonica, e dal punto di vista dell’efficienza ecologica e economica il polibutadiene al neodimio e l’SBR in soluzione, che sono ingredienti fondamentali delle mescole per pneumatici, svolgono un ruolo importante e anche più efficiente di quello di molte altre gomme. La Lanxess ha anche annunciato che sta considerando la possibilità di produrre i masterbatch di gomma stirolo-butadiene in emulsione con nero di carbonio (ESBR-BMB) in Brasile, presso il sito produttivo di Triunfo o quello di Caxias. Questa produzione integrerebbe quella dei black masterbatch di polibutadiene al cobalto (CoBR-BMB) dell’impianto di Orange, Texas,
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Taccuino
consentendo, così, alla società di offrire ai suoi clienti ricostruttori in America un sevizio più efficiente: un solo fornitore in una sola regione. E questo è importante, perché l’industria della ricostruzione è in crescita ovunque, ma è particolarmente forte nel Nord e nel Sud America, dove ogni anno vengono ricostruiti, rispettivamente, 18 e 9 milioni di pneumatici truck e bus. Anche in Cina e in India -fa sapere la Lanxess- il settore del ricostruito mostra un buon potenziale di crescita, tanto è vero che la produzione non riesce a tener il passo dell’enorme aumento della domanda. Infine il settore dei chemical. Lanxess ha annunciato di aver completato la prima fase della costruzione del nuovo sito produttivo di Jhagadia, nello stato di Gujarat, che si trova nell’India occidentale e si affaccia sul Mare Arabico, ai confini con il Pakistan. Costruito nel giro di due anni con un investimento complessivo di 50 milioni di euro, lo stabilimento è destinato alla produzione di ausiliari chimici per gomma e in particolare di antiossidanti della serie Vulcanox. È l’unico costruito in India da una società occidentale ed è stato voluto dalla multinazionale tedesca in vista del previsto sviluppo dell’industria indiana dei pneumatici a sua volta connesso con la crescita del mercato automobilistico. Il sito di Jhagadia comprenderà anche un impianto per la produzione di resine a scambio ionico destinate ai settori del trattamento delle acque, dei semiconduttori, dei prodotti farmaceutici e alimentari e dell’energia. L’impianto realizzato da Lanxess si colloca all’interno del Jhagadia Chemical Park, un progetto voluto e finanziato dal governo locale che provvederà a dotarlo delle infrastrutture logistiche necessarie, quali un canale di collegamento con i porti marittimi di Nhava Sheva e Kandla, sempre sulla costa orientale indiana. La Rubber Chemical Business Unit di Lanxess fa parte del segmento Performance Chemicals della società tedesca che nei primi nove mesi del 2009 ha realizzato vendite per 1.148 milioni di euro.
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Gutech rinviato ad aprile 2011
a precaria situazione di mercato ha indotto gli organizzatori a rinviare al prossimo anno la terza edizione di Gutech, salone dello stampaggio gomma, delle guarnizioni, delle macchine e delle materie prime relative. La rassegna si terrà il 14, 15 e 16 aprile 2011, sempre nell’area espositiva di Montichiari (Brescia) e sempre in concomitanza con Mu&Ap, fiera delle macchine utensili e delle lavorazioni meccaniche.
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L’impronta di Pirelli PZero al Micam ShoEvent
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uccesso di Pirelli PZero al Micam, l’importante salone di risonanza mondiale dedicato alle calzature della gamma medio alta e alta svoltosi lo scorso mese di marzo presso FieraMilano di Rho. Design originale, tecnologia innovativa e utilizzo di materiali non inquinanti le chiavi del successo degli accattivanti modelli di due nuove calzature in gomma, presentate in un’ampia varietà di colori e accostamenti di materiali: dal tradizionale gomma-pelle ad altri nuovi e insoliti, come gomma-feltro e gommatessuto glitterato. Una è la Rubber Racer Shoe, una calzatura da corsa caratterizzata da una tomaia in vitello pieno fiore interamente rivestita di gomma oil free, esente, cioè, da oli aromatici ormai al bando, perché dannosi alla salute e all’ambiente. Suola e calzatura formano un guscio perfettamente elastico, un tutt’uno che avviluppa uniformemente il piede, mentre speciali cuciture e particolari occhielli di ventilazione garantiscono la massima traspirabilità. Grazie all’innovativo abbinamento tecnologico di gomma e vitello, la Rubber Racer Shoe rappresenta il progetto di punta della nuova collezione PZero per il comfort eccezionale che assicura e per l’elevata resistenza nel tempo che la caratterizza, oltre che per l’eleganza della linea. La gomma riveste lo stile, dunque, e lo stile si serve dell’appeal della gomma per realizzarsi: è il nuovo e originale corso che in Pirelli chiamano “rubberizzazione” dello stile. Interessante anche un’altra novità in questa calzatura: sul battistrada sono riportati in rilievo misura, peso, materiale e altri dati tecnici del prodotto, in una sorta di originale “suola d’identità”. L’altro modello è la nuova ballerina Winter Rubber Shell, un’originale calzatura progettata per camminare senza problemi sotto improvvisi temporali. Un guscio in gomma e una sottile tomaia abbinati insieme da una innovativa tecnologia garantiscono il totale isolamento dalla pioggia assicurando, al tempo stesso, anche la massima traspirazione.
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Nuova struttura interna alla Warwick Italia
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arwick Italia s.r.l., specializzata nel la commercializzazione su tutto il territorio nazionale di materie prime per l’industria chimica e di strumenti di controllo qualità, ha annunciato che a partire dal 1° febbraio 2010 ha attuato una riorganizzazione interna creando la figura di direttore commerciale, che viene affidata ad Alberto Ambrosio. Alberto Ambrosio sino a fine gennaio ha ricoperto in Warwick Italia il ruolo di business manager per il settore Rubber and Plastics, settore che a partire dal 1° febbraio viene affidato nel ruolo di Product Manager a Athos Negri, che fa parte dell’organizzazione di vendita della Warwick Italia dall’aprile 2006. Warwick s.r.l., è stata una delle prime aziende italiane ad ottenere la certificazione di qualità ISO 9000 nel 1996, aderisce al programma Responsible Care e nel 2001 ha conseguito la certificazione ambientale ISO 14000. È membro dell’Associazione Italiana e della Federazione Europea del Commercio Chimico (AssICC e FECC) e membro AICE, associazione italiana commercio con l’estero.
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In forte calo il mercato delle macchine
I
l 2009 è stato un anno segnato da indicatori fortemente negativi per l’industria italiana delle macchine per materie plastiche e gomma. Secondo le stime di Assocomaplast il valore della produzione è sceso a 3,2 miliardi di euro, con una flessione del 24%. Anche peggio sono andate le esportazioni che rappresentano oltre la metà della produzione e che sono diminuite del 27%. Le importazioni a loro volta sono scese a 450 milioni (-24%). Il mercato interno, infine, è stimato in 1,85 miliardi (-21%). La caduta delle esportazioni ha interessato un po’ tutti i paesi con punte di -54% per la Russia e -45,3% per la Polonia. Il calo è stato me-
2.
“Open days” a Viadanica
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no marcato per la Turchia (-7,8%) e per il Benelux (-0,9%). Un moderato ottimismo emerge però dall’ultima rilevazione effettuata dalla stessa Assocomaplast. L’81% del campione ha infatti dichiarato di avere elementi che fanno prevedere un aumento del fatturato nel primo semestre del 2010 rispetto al secondo semestre dell’anno precedente, grazie a una crescita della raccolta ordini realizzata nel mese di gennaio. Questo miglioramento riguarda soprattutto i paesi UE, dell’America latina e dell’Asia, con l’eccezione della Cina che registra una ripresa delle vendite più debole.
2. Export italiano di macchine per materie plastiche e gomma per aree economiche
Export italiano di macchine per materie plastiche e gomma Export italiano di macchine per materie plastiche e gomma per aree economiche per aree economiche
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Torchiani incorpora Baslini Trade
al 1° gennaio 2010 la società Baslini Trade s.r.l., società leader a livello nazionale nella distribuzione di gomme, (quote % – stime 2009 percentuali 2009/2008) (quote % –- variazioni stime 2009 - variazioni percentuali 2009/2008) additivi per gomme e prodotti chimici inorganici, si è fusa per 2,0% 4,0% 5,6% 1,0% incorporazione con la società Torchiani s.r.l. di Brescia. 45,0% 6,7% 2,0% 4,0% La Torchiani è una società di distribuzione fondata nel 1928, 5,6% 1,0% 45,0% 6,7% vanta più di 2000 clienti e rapporti consolidati con alcuni importanti produttori nazionali ed esteri di prodotti chimici per l’industria; l’azienda è certificata UNI EN ISO 9001 ed è in 9,6% fase di certificazione ambientale ISO 14001.
(quote % – stime 2009 - variazioni percentuali 2009/2008)
9,6%
a Or.P. Stampi, che quest’anno festeggia il suo trentesimo anno di attività (si veda qui accanto il logo celebrativo), organizza presso il proprio stabilimento di Viadanica (Bergamo) degli incontri destinati a presentare tecniche innovative per stampare ad iniezione articoli tecnici in gomma di elevata qualità. L’iniziativa, ripetuta per diverse giornate scelte entro fine primavera di quest’anno, prevede anche prove di stampaggio su due moderne presse Maplan, impiegando mescole speciali DuPont e “sistemi stampo”. Sarà disponibile anche un impianto a lettura ottica funzionante per il controllo dei pezzi prodotti. Questi incontri multidisciplinari coinvolgono tutti i protagonisti della catena produttiva e, per il livello degli intervenuti, vogliono creare confronto, sinergismo e crescita culturale nel cuore della “Valle della gomma”. Ciò nella convinzione che diffondere conoscenze di tipo avanzato può dimostrarsi utile per affrontare la forte competizione con la quale devono oggi confrontarsi le aziende che stampano articoli tecnici. Per ulteriori informazioni: Alex Bedon abedon@orpstampi.it.
11,6%
11,6%
So.F.Ter. acquisisce il business Terra
0,7% 0,7%
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a So.F.Ter s.p.a. di Forlì ha annunciato di avere firmato un accordo con DSM Thermoplastic Elastomers B.V., che fa parte di Royal DSM N.V., per l’acquisizione del marchio Terra, il granulo elastomerico per l’intaso dell’erba artificiale rivolto alla fascia alta del mercato, e di tutti i brevetti e le certificazioni ad esso collegati. Export italiano di macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma primi 10 mercati di destinazione (stime 2009) Un ulteriore accordo di partnership sottoscritto con la società Export italiano di macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma in % ∆% Terra Sports Technology B.V. prevede che quest’ultima continuepaesi milioni di euro primi 10 mercati di destinazione (stime 2009) sul totale 2009/2008 rà ad occuparsi della vendita dei prodotti Terra con le stesse moGermania 241,96 13,5 -15,7 ∆ % in % al 1° marzo Ecopneus paesi milioni disieuro Francia 119,56 -25,8 sul 6,7 totale 2009/2008 dalità precedentemente in essere con DSM. I prodotti Terra sono Russia 5,8 -54,0 è trasferita in una nuo-102,97 materiali specifici per intaso a base TPE per l’erba artificiale, con Germania Stati Uniti 241,96 13,5 99,60 5,6 -24,7 -15,7 va sede. L’indirizzo è ora: via Cina 98,43 5,5 -12,3 -25,8 Francia 119,56 6,7 oltre 250 campi installati, di cui 20 omologati FIFA 2 Stars. Spagna 85,02 4,8 -22,3 -54,0 Russia 102,97 5,8 Messina 38, Torre B, 20154 L’acquisizione del marchio Terra e dei relativi brevetti rafforza la Turchia 67,94 3,8 -7,8 Stati Uniti 99,60 5,6 -24,7 Milano. Il telefono è 02 Polonia 63,96 3,6 -45,3 presenza della società forlivese nel settore dei campi da gioco, doCina 98,43 5,5 -12,3 Benelux 54,25 3,0 -0,9 929701, il fax 02 92970299. Spagna 85,02 4,8 Messico 53,39 3,0 -30,4 -22,3 ve l’azienda è già attiva con il granulo per intaso marcato Forgrin. Il Paesi sito continua ad essere Turchia 67,94 3,8 altri 802,03 44,7 n.d. -7,8 Grazie al business generato da questi nuovi prodotti, So.F.Ter. Polonia 63,96 3,6 mondo 1.789,11 100,0 -27,0 -45,3 www.ecopneus.it. conta su un fatturato di 5 milioni di euro per il 2010. Benelux 54,25 3,0 -0,9 UE -25,8% UE -25,8% altri Europa -37,3% altri Europa -37,3% NAFTA -28% NAFTA -28% V.-M. Oriente -39,7% V.-M. Oriente -39,7% altri Africa -12,5% altri Africa -12,5%
Austr./Oc. -39,7% Austr./Oc. -39,7% Estremo Oriente -19,0% Estremo Oriente -19,0% Sud America -26,3% Sud -26,3% NordAmerica Africa -6,8% Nord -6,8% CentroAfrica America +127,2% Centro America +127,2%
Ecopneus ha cambiato sede
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Messico
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3,0
802,03
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La serie XR degli spettrometri Ocean
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cean Optics, specializzata nella spettroscopia miniaturizzata, ha ampliato le capacità relative alla lunghezza d’onda di molti dei suoi noti spettrometri miniaturizzati in fibra ottica. La Serie XR, disponibile per i modelli USB2000+, JAZEL2000 e USB4000, copre l’intero range di lunghezze d’onda da ~200 a 1050 nm, offrendo la comodità di un singolo spettrometro ad un costo contenuto. La nuova variante a reticolo XR-1 supera le difficoltà riscontrate comunemente nella necessità di ampia copertura UV-NIR all’interno di un singolo spettrometro miniaturizzato. Grazie a una densità di 500 linee/mm, il reticolo fornisce elevate prestazioni ad un costo alquanto contenuto, senza variare la modularità e le dimensioni del sistema. Il reticolo XR-1 è disponibile come grating preconfigurato sui modelli USB2000+, JAZ-EL2000 e USB4000,
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A PASSO PELLEGRINO CHE PERMETTE LA PESATURA CONTEMPORANEA DI TUTTI I COMPONENTI
SISTEMA DI ASPIRAZIONE E CONTENIMENTO POLVERI IN FASE DI PESATURA CHE CONTROLLA
RIDOTTO IMPIEGO DI PERSONALE,
E NE IMPEDISCE
LIMITATO ALLE OPERAZIONI
NELL’AMBIENTE
LA DIFFUSIONE
DI CARICO DEI SILOS
DI LAVORO
POSSIBILITÀ
DI INSACCHETTAMENTO ED ETICHETTATURA
AUTOMATICA DEI CONTENITORI CON STAMPA DEI DATI
ELEVATO STANDARD DI SICUREZZA
DI RICONOSCIMENTO
NEL RISPETTO
INGOMBRO RIDOTTO
DELLE NORMATIVE
CON LA DISPOSIZIONE
VIGENTI
DEI SILOS DI STOCCAGGIO A DUE A DUE
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