L'Industria della Gomma 2010 07/08

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MACCHINE IN LENTA RIPRESA NON SOLO POLVERINO BOLLE D’ARIA ADDIO

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SOMMARIO | ANNO 54 - 580 • LUGLIO | AGOSTO • N. 6 20

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UNA INIZIATIVA PER CONSOLIDARE LA FILIERA

LA RIPRESA C’È MA LE INCOGNITE RIMANGONO

I produttori di mescole verificano un miglioramento della domanda mentre si impegnano nella direzione dell’innalzamento sia della qualità che del servizio della loro offerta

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AFFRONTARE INSIEME LE INCOGNITE DEL MERCATO In un convegno che si è svolto a Nembro in maggio, cinque fornitori di macchine e servizi hanno presentato le loro proposte per contribuire alla crescita di innovazione e qualità

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L'intervista del mese

DALLA SVEZIA IN TUTTO IL MONDO La struttura produttiva e commerciale di una delle poche aziende globali nel campo del compounding

| L'INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

luglio

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ELASTICA: SOMMARIO

Giorgio Colombo, nuovo presidente dell’Associazione dei costruttori di macchine per gomma e plastica, fa sua la proposta di una Federazione che riunisca fornitori di materie prime e macchinario e produttori di articoli finiti

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Granulo di gomma 47 ottenuto 39 con processo di macinazione a condizioni ambientali: struttura più aperta, facce meno lisce, area superficiale bassa e maggiore dimensione della particella

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P E RIIE ER SE ES SE SS ES RE PR

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Dopo i  pessimi risultati del 2009, produzione ed esportazione  di macchinario sembrano in via di lenta ripresa

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• agosto 2010 n. 580

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CI SALVERANNO I BRIC?

La crescita del PIL dei paesi emergenti potrebbe essere la via di uscita dalla crisi per le imprese dei paesi avanzati

NON PIÙ BOLLE D’ARIE CON LA NUOVA PRESSA CVB

Come risolvere il problema di evitare i danni derivanti dalla presenza di aria all’interno dello stampo

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Engel e Borealis presentano insieme le novità principali che porteranno a Düsseldorf in ottobre

DA UNA AZIENDA FAMILIARE ALLE DIMENSIONI DI UN GRUPPO COMMERCIALE Dai detersivi ai chemical: passato, presente e futuro della Torchiani


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Mensile degli elastomeri e degli altri polimeri resilienti con il patrocinio della Federazione Gomma Plastica Assogomma

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA ELASTICA

DALLA GOMMA NON SOLO GRANULI E POLVERINO

Un ulteriore approfondimento sulle tecnologie di devulcanizzazione per consentire il riciclo di scarti e prodotti a fine vita

Comitato di redazione: Giuseppe Cantalupo, Emilio De Tuoni, Antonino Di Pasquale, Eugenio Faiella Direttore responsabile Eugenio Faiella

67 •TACCUINO Corso di base al Cerisie

in novembre • Una nuova macchina speciale Desma • Due nuovi TPV da Sarlink • Una conferenza sull’impiego dei polimeri nel settore petrolifero • Crescono importazioni ed esportazioni • A Evonik gli esteri metacrilati di Archema • Lanxess sposta in Francia la ricerca sul nitrile

Redazione, amministrazione, pubblicità GESTO EDITORE srl viale Coni Zugna 71 - 20144 Milano Tel. +39 023451230 - Fax +39 023451231 gomma@gestoeditore.it www.gestoeditore.it Segreteria di redazione Hilenia Principe segreteria@gestoeditore.it Grafica Mariella Salvi - mariella.salvi@gestoeditore.it Pubblicità adv@gestoeditore.it Traffico Silvia Pizzi - silvia@gestoeditore.it Costo di una copia ai soli fini fiscali € 1,00 Arretrati € 5,00 Estero € 8,00 Abbonamento annuo Italia € 90 - Estero € 100 c/c postale 13590203 intestato a GESTO EDITORE srl Spediz. in abb. postale - pubbl. inf. 45% - art. 2, comma 20/b Legge 662/96 - filiale di Milano

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La direzione non assume responsabilità per le opinioni espresse dagli autori degli articoli e dagli estensori dei testi delle inserzioni pubblicitarie.

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• agosto 2010 n. 580 | L'INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

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2010 n. 580


elastica Comitato di redazione: Fabio Negroni, Emilio De Tuoni, Giampaolo Giuliani.

SOMMARIO Gli sponsor di Elastica................................................................................................................... 4- 7 Abbiamo letto per voi........................................................................................................................8 EPDM per acqua calda e vapore acqueo ◊ Tagli di NR e alcool polivinilico per articoli medicali ◊ Proprietà viscoelastiche di NR e SBR con neri modificati ◊ Cariche magnetiche per pneumatici intelligenti ◊ Smorzatori di tipo avanzato in XNBR contenente additivi organici ◊ Profilati edilizia di EPDM rigenerati con ammine per uso in foglie per tetti ◊ Studio di modelli di parti elastomeriche in contatto ◊ Preparazione di TPV nel mescolatore interno ◊ Anisotropia dell'effetto Mullins in mescole di CR nere ◊ Effetto della migrazione delle paraffine sulla energia libera di superficie della gomma naturale ◊ Nanosilici idrofobe preparate da gomme siliconiche ◊ Mescole "verdi" dalla sala mescole

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luglio ∙ agosto

2010 n. 580 |

elastica


ELASTICA | AbbIAMO LETTO PER VOI

materie prime

prodotti e processi

EPDM PER ACQUA CALDA E VAPORE ACQUEO

TAGLI DI NR E ALCOOL POLIVINILICO PER ARTICOLI MEDICALI

V. Peterseim, F. Türck, C. Riebesell (Volker.Peterseim@freudenberg.bs.com ); Kautschuck Gummi Kunststoffe (KGK); 63/3-79-2010. Rif. E2791.

S.-A. Riyajan, S. Chaiphonban (Tailandia) - (saadriyajan@hotmail.com); Kautschuck Gummi Kunststoffe (KGK); 63/3-70-2010. Rif. E2792.

L’

G

articolo costituisce la seconda parte di una rassegna di caratteristiche di mescole di EPDM per articoli resistenti al calore, iniziata con una trattazione generale recensita in I. G. 570 del Lug-Agosto 2009 da KGK 1-2/2009 (cfr. codice Elastica E2675), qui continuata considerando gli impieghi dell’EPDM nel campo degli O-ring ad alta temperatura anche sotto l’aspetto della resistenza all’estrazione. L’esame riguarda le caratteristiche di invecchiamento al calore di due categorie di mescole della Freudenberg indicate rispettivamente con Benchmark 70 EPDM 291 per impiego in articoli per edilizia, in articoli sanitari, in articoli per alimentari, in articoli farmaceutici; e rispettivamente con Benchmark 70 EPDM 39111 per impiego in impianti di riscaldamento, per tubi e per giunzioni di tubi, per frizioni, per impianti solari e per pompe per alimentari. La determinazione più importante per giudicare la rispondenza alla tenuta in presenza di acqua ad alta temperatura è l’andamento della diminuzione della pressione di tenuta nel corso del tempo. Per la 70 EPDM 291, Freudenberg riporta una traccia dell’andamento del rilassamento della pressione di tenuta nel corso di 1 anno (10000 ore) in presenza di vapore acqueo a 180°C, che puntualizza la tendenza a decadimenti crescenti in funzione del tempo, ove la percentuale della pressione di tenuta dopo 1 anno non deve essere inferiore al 40% della pressione iniziale. Tale imposizione viene ampiamente rispettata, perché anche dopo tale tempo un O-ring compresso inizialmente del 25% e sollecitato nelle suddette condizioni presenta ancora una tenuta superiore a quella prevista dalla teoria di Arrhenius. Secondo una nota regola empirica

la durata di un articolo con un aumento di temperatura di 10°K, è previsto che si dimezzi, ma in presenza di acqua ciò non è rigoroso, perché l’agente distruttivo (lossigeno) nell’acqua presenta una concentrazione certamente inferiore che nell’aria.. Sono riportati diversi istogrammi che indicano l’andamento di diverse caratteristiche di mescole di EPDM in acqua a 180°C per lunghi periodi. Si nota che in particolare la mescola 70 EPDM 291 è caratterizzata da variazioni molto contenute nei riguardi della variazioni di durezza, di carico di rottura, di resistenza alla lacerazione, di volume. Importante è la resistenza all’acqua fino a 150°C anche in assenza di ZnO. Ciò contribuisce anche a conferire alla mescola 70 EPDM 291 proprietà di tollerabilità anche in presenza di acqua potabile. Gli autori descrivono poi risultati di misure di conducibilità elettrica in soluzione acquosa al 5% di NaCl a contatto con O-ring in mescola 70 EPDM 291 o 70 EPDM 39111 in presenza di parti metalliche costituite da leghe di alluminio e di magnesio: le misure eseguite mostrano differenze di potenziale elettrico quasi nulle (0,3÷0,2 mV), che enfatizzano la possibilità di protezione dalla corrosione delle parti metalliche costituite da tali leghe con l’impiego per gli O-ring delle mescole sunnominate.

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luglio

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li autori ravvisano possibilità di importanza sia tecnica che commerciale nell’approfondimento dello studio di tagli di gomma naturale e alcool polivinilico (PVA) per impiego in articoli medicali destinati al contatto con il sangue. Il programma di sviluppo riguarda l’incorporazione di nuove funzionalità chimiche nella struttura della NR, che ne modifichino le proprietà idrofilo-idrofobe, le proprietà antistatiche e le proprietà di adesione. In particolare, nel caso degli articoli a contatto con sangue, vengono ritenute importanti le proprietà antifouling ottenute mediante aggraffaggio di poiacrilammide, poli(N,N-dimetilacrilammide), poli(etilenglicol), poli(etilenevinile acetato), poli(idrossietil)metacrilato e polivinilalcool. L’interesse degli autori consiste nella ricerca di alternative a prodotti a base di gomme siliconiche o di poliuretani, che rispetto alla gomma naturale presentano soprattutto minore elasticità. Gli articoli del commercio interessati da tale situazione sono soprattutto guanti chirurgici, cateteri, palloncini, tubi. Sono ritenuti auspicabili sviluppi di sistemi polimerici a reticolazione interpenetrante (sistemi IPN), nella fattispecie appunto di sistemi NR/PVA e ENR/PVA (ENR = gomma naturale epossidata). Lo studio dimostrativo qui considerato per ottenere sistemi IPN viene eseguito partendo da lattice di NR e da lattice di ENR, quest'ultimo appositamente preparato con contenuto di epossido di 20% con aggiunta di acido formico e di perossido di idrogeno. L'alcool polivinilico non viene impiegato come tale, ma viene sottoposto a condensazione a 120°C con acido maleico per reazione tra ossidrile alcoolico del PVA e carbossile maleico con eliminazione di acqua. La reazione può avvenire sia con decorso intermolecolare


Abbiamo letto per voi | ELASTICA

prodotti e processi PROPRIETÀ VISCOELASTICHE DI NR E SbR CON NERI MODIFICATI sia con decorso intramolecolare, dando luogo a strutture chimiche diverse, come indicato nel testo dell'articolo con una rappresentazione schematica. Per accertare le caratteristiche di superficie della composizione dell'IPN costruito sulla superficie viene impiegato un sistema di misura dell'angolo di contatto solido-liquido, che si instaura tra la superficie in esame e una goccia d'acqua applicata in condizioni standard, alla temperatura e alla umidità relativa dell'ambiente, in seguito alla differenza di polarità molecolare tra acqua e PVA. Fondamentale appare la quantità relativa di acido maleico impiegata per la condensazione, in quanto essa risulta correlata con diverse caratteristiche fisico-meccaniche che interessano le interfacce dei sistemi IPN studiati. La concentrazione di acido maleico risulta infatti sensibilmente proporzionale con la solubilità in acqua a crudo di sistemi NR/PVA e risulta inversamente proporzionale con la solubilità in acqua di sistemi ENR/PVA sia su crudo che su vulcanizzato. Sui sistemi IPN a base di ENR/PVA, la solubilità in toluene viene invece diversamente influenzata, in quanto essa come previsto diminuisce sensibilmente su vulcanizzato all'aumentare del tenore di acido maleico, mentre su crudo mostra di diminuire soltanto con contenuto di acido maleico superiore al 30%÷40%. La situazione trova sostanzialmente una interpretazione anche in corrispondenza con i valori di angolo di contatto di gocce d'acqua da 25° a 57° su superfici costituite da ENR/PVA 60/40 con impiego crescente di acido maleico da 0 phr a 60 phr . Viene riportato che tale angolo risulta 55° su NR e 78° su ENR. Il contenuto dell'articolo può trovare interesse per ricercare eventuali correlazioni con ulteriori altri parametri e con altri tipi di materiali.

A. Adhikary, P. K. Sengupta, R. Mukhopadhyay, H. Shankar (email:abhijit.adhikary@ltees.com ); Rubber World; 240/5-35-Agosto 2010. Rif. E2793.

A

lcuni degli autori del presente articolo avevano già affrontato l'argomento dell'impiego di acidi grassi per trattare i neri di carbonio, puntualizzando vantaggi di dispersione, ma criticando gli effetti dal punto di vista isteretico (cfr. Rif. E2684 in I. G. 571 del Settembre 2009). Nell'articolo qui recensito gli autori esaminano quindi appunto l'effetto di tale trattamento e ne studiano le caratteristiche viscoelastiche ottenute. L'esame avviene soprattutto sulla base di un parametro αf definito dalle relazioni seguenti riferite alle singole mescole di studio: ((Dmax - Dmin) / (D0max - D0min)) - 1 = αf (mf / mp) dove Dmax - Dmin è la massima variazione di coppia reometrica in presenza di nero D0max - D0min è la massima variazione di coppia reometrica in gum stock mp mf sono rispettivamente massa del polimero e massa della carica. Lo studio viene basato su tre gruppi di mescole a base rispettivamente di NR, SBR, SSBR contenenti nero di carbonio N330 come tale o trattato in superficie con acidi grassi a lunga catena. Sulle mescole crude e sulle mescole vulcanizzate (con sistema S/NOBS 2,5/0,5 phr per la NR e 2/1 phr per la SBR) vengono determinate con il Rubber Process Analyzer (RPA 2000) le caratteristiche dinamiche G', G", tandelta alla frequenza di 1,667 Hz, con ampiezza da 0,56% a 50% alla temperatura di 120°C. Per i tre gruppi di mescole all'aumentare dell'ampiezza di deformazio-

(L’articolo è in lingua inglese)

uglio

ne la componente elastica del modulo dinamico a torsione G' diminuisce in modo abbastanza significativamente diverso in funzione del tipo di trattamento del nero di carbonio e soprattutto in modo molto significativamente diverso nella SBR, e ancor più nella SSBR rispetto alla NR. La riduzione di G' all'aumentare dell'ampiezza di sollecitazione viene interpretata come espressione di bassa interazione polimero-carica. Il maggiore valore di G' a bassa ampiezza riscontrato soprattutto in SSBR rispetto alla NR viene interpretato come azione dovuta all'elevato contenuto di branching nella SSBR, che avvince con entanglement le catene degli acidi grassi. Viene evidenziato che nel corso di cicli di deformazione 0,56%-50%0,56%, al diminuire della deformazione applicata, il nero di carbonio non trattato mostra un recupero maggiore del nero trattato in superficie con acidi grassi, ciò che dimostra che il nero non trattato è dotato vantaggiosamente di una maggiore interazione polimero carica rispetto al nero trattato. Lo studio prosegue descrivendo le caratteristiche meccaniche delle mescole impiegate per definire le differenze di caratteristiche dinamiche in funzione del trattamento superficiale del nero di carbonio. Rispetto alle mescole a base di SSBR, le mescole a base di NR sono caratterizzate da maggiore carico di rottura e da maggiore allungamento a rottura. Anche il contenuto di bound rubber più elevato e soprattutto più costante anche nelle diverse situazioni con trattamento superficiale del nero di carbonio con acidi grassi si riscontra nella gomma naturale, tuttavia anche nelle mescole a base di SSBR si rilevano seppure saltuariamente valori altrettanto elevati. Vengono rappresentati poi i valori di riscaldamento per isteresi (Heat Build Up) determinati con flexometro di Goodrich riscontrati sulle mescole provate. Fermo restando che gli HBU delle mescole di SBR e di SSBR sono più elevati di quelli delle mescole di NR, si notano comunque valori crescenti all'aumentare dell'entità del trattamento con acidi grassi.

• agosto 2010 n. 580 | L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

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ELASTICA | Abbiamo letto per voi

materie prime

G

CARICHE MAGNETICHE PER PNEUMATICI INTELLIGENTI

J. Kruželák, R. Szabová, D. Bellušová, G. Kyselá, I. Hudec (Bratislava-e-mail: jan.kruzelak@stuba.sk ); Kautschuck Gummi Kunststoffe (KGK); 63/1-220-2010. Rif. E2794.

I

pneumatici intelligenti sono in grado di comunicare a sensori esterni dati riguardanti informazioni circa il proprio stato, come ad esempio le forze agenti nello stesso pneumatico, la deformazione, la temperatura, la pressione, il numero di giri e altri parametri. I sensori esterni sono in grado di "capire" tali segnali e di ritrasmetterli ottimizzandoli secondo determinate logiche. Con i pneumatici intelligenti vengono così coinvolte azioni di trasporto di dati per mezzo di cariche elettromagnetiche. Nell'articolo vengono descritte tali azioni impiegando mescole di gomma (NR; SBR; BR) concepite in studi avanzati, con le quali, oltre ai parametri convenzionali, con l'uso di un magnetometro (TUMA), vengono caratterizzati anche parametri magnetici alla temperatura ambiente. Tra i componenti delle mescole compare anche il ferrito di stronzio, detto FD 8/24, che ha formula SrFe12O19. Il ferrito di stronzio causa una visibile diminuzione di modulo e un notevole aumento di induzione magnetica Br (Br = μ0 x H + Jr) e un aumento di polarizzazione magnetica Jr ove μ0 è la permeabilità magnetica nel vuoto, H = intensità del campo magnetico, Jr = flusso magnetico rimanente = (Φr/S) x D ove Φr = flusso magnetico, S = area superficiale, D = costante della apparecchiatura usata. Nell'articolo sono ampiamente rappresentate con grafici, anche tridimensionali, le diverse caratteristiche fisiche delle mescole in funzione delle frazioni ponderali di ferrito di stronzio. Le caratteristiche sono i contenuti di legami polisolfurici e disolfurici, mostrando che l'invecchiamento termico causa distruzione di parte dei legami polisolfurici e di aumento di legami disolfurici. Inoltre sono le variazioni di modulo e di carico di rottura che si verificano va10

| L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

riando i rapporti nero di carbonio/ferrito (il carico di rottura risulta massimo con basso contenuto di ferrito e con alto contenuto totale di carica). Indi riguardano gli aspetti della variazione di induzione magnetica B, che nell'ottica della tasmissibilità di parametri elettromagnetici rappresenta la caratteristica più importante desiderata: questa risulta massima con alto contenuto totale di carica, purché con alto contenuto di ferrito rispetto a quello del nero di carbonio. Si riscontra che il ferrito di stronzio tende a far aumentare il contenuto di legami polisolfurici nei vulcanizzati, il che certamente migliora le caratteristiche meccaniche, che tuttavia non risultano durature durante l'invecchiamento. L'articolo è di importanza attuale. In esso vengono definiti diversi parametri magnetici, ma non vengono accennate le logiche conseguenti nell'articolo finito dipendenti da essi. (L'articolo è in lingua inglese)

materie prime SMORZATORI DI TIPO AVANZATO IN XNbR CONTENENTE ADDITIVI ORGANICI

O. Liu, H. Zhang, X. Yan (yaxi@dhu. edu.cn); Gummi Fasern Kunststoffe (GAK; 63/2-102-2010. Rif. E2795.

luglio

• agosto 2010 n. 580

li autori prendono in considerazione gli aspetti dinamico-meccanici ottenuti con le gomme nitriliche carbossilate per aggiunta di noti antinvecchianti fenolici: 2,2'-metilenbis-(6-t-butil-4-metilfenolo) ovvero AO-2246 e pentaeritritil-tetrakis-(ß(3,5-di-t-butil-4-idrossifenil)-propionato ovvero AO-1010. Lo studio esposto non si svolge su mescole, ma su impasti crudi costituiti da gomma in polvere XNBR di produzione cinese con contenuto di 40% di acrilonitrile e di 3% di carbossili, additivata alternativamente di 20% di AO-2246 o di AO-1010. I provini per eseguire le determinazioni sono di spessore 1 mm e vengono preparati da placche ottenute preformando il materiale sotto pressa per 5 minuti a 140°C alla pressione di 1 MPa, comprimendolo quindi per 10 minuti a 10 MPa, indi raffreddando. Vengono eseguite caratterizzazioni dinamico-meccaniche DMA, di microscopia elettronica SEM, di spettroscopia infrarossa (FT-IR), di microscopia ottica. Con la DMA viene rilevato l’andamento del tandelta da -40°C a +40°C su provini con contenuti crescenti di AO.2246 (da 0% a 60%) o di AO1010 (da 0% a 50%). Con AO-2246, all’aumentare della concentrazione dell’antinvecchiante i picchi di tandelta a 1Hz crescono da 1,8 a -20°C con concentrazione di 0%, a 3,5 a +18°C con concentrazione di 50%, poi iniziano a decrescere con concentrazione di 60% (20°C) Con AO-1010, all’aumentare della concentrazione dell’antinvecchiante i picchi di tandelta a 1 Hz crescono da 1,8 a -20°C con concentrazione 0%, a 2 a -10°C con concentrazione 20%, poi iniziano a decrescere con concentrazione 30%. Gli autori fanno notare con interesse che con sistemi binari AO-2246/ AO-1010, i quali vanno a costituire sistemi ternari XNBR/ AO-2246/AO1010, si possono ulteriormente ottenere con successo aumenti dei valori dei picchi di tandelta a 1 Hz a 20°C fino a 4,5 e oltre. In aggiunta a ciò, gli autori sottolineano anche la possibilità di ottimizzare il valore della


Abbiamo letto per voi | ELASTICA

zioni dinamiche di volta in volta definite. Certamente il tecnologo interessato, sulla base dei valori di tandelta dichiarati, desidererà verificare.

prodotti e processi PROFILATI EDILIZIA DI EPDM RIGENERATI CON AMMINE PER USO IN FOGLIE PER TETTI

K. A. J. Dijkhuis, P. Sutanto, W. K. Dierkes, J. W. M. Noordermeer(J.W.M.Noordermeer@ctw.utwente.nl ); Gummi Fasern Kunststoffe (GAK); 63/2-92-2010. Rif. E2796.

temperatura del massimo di smorzamento (Tg). Il sopravvenire dell’invecchiamento del materiale peggiora sensibilmente la stabilità delle caratteristiche di smorzamento e ciò viene ascritto soprattutto alla influenza della forte tendenza alla cristallizzazione dovuta all’AO-2246. Gli autori sostengono perciò ancor più la necessità di presenza dell’AO-1010, perché esso nei sistemi binari XNBR/ AO-2246 corregge tale insidiosa proprietà. Nell’articolo compaiono anche descrizioni di resoconti di prove di spettroscopia infrarossa, di microscopia elettronica SEM, che si correlano con i sistemi binari e ternari oggetto dell’articolo, nonché di microscopia elettronica SEM e di microscopia ottica, che si correlano con le interpretazioni degli effetti di invecchiamento. L’articolo è molto interessante, molto istruttivo ed anche abbastanza insolito, perché in campo dinamico, ove gli antinvecchianti impiegati non sono noti fra quelli adatti a tale situazione, evidenziano invece una forte influenza dovuta ad insospettate caratteristiche di cristallizzazioni interne nella loro struttura. Purtroppo non si fa cenno a caratteristiche su vulcanizzati, che potrebbero evidenziare fino a quale punto le prestazioni accertate possano valere anche per articoli soggetti ad applica-

G

li autori ravvisano la possibilità di utilizzare rigenerati di EPDM in mescole per foglie copriterrazzo, dato che queste ultime, per avere sufficiente flessibilità, devono avere grado di vulcanizzazione sufficientemente basso. La mescola dei profilati di EPDM proposta per gli esperimenti di rigenerazione è vulcanizzata con 0,7 phr di zolfo e 6 phr di accelerante e contiene 110 phr di nero N550, 60 phr di olio di paraffina, 25 phr di carbonato di calcio e 7 phr di CaO. Come agente di rigenerazione viene indicata la esadecilammina (HDA). Il processo di rigenerazione avviene a 250°C in estrusore a due viti corotanti con velocità di 25 rpm, caricando 10 kg/h di materiale additivato di 12,5% in peso di HDA e immettendo 0,5 kg/h di Sunpar 150 come ausiliario. La mescola delle foglie copriterrazzo viene vulcanizzata con 1,5 phr di Zolfo, 0,5 phr di MBTS e 2,0 phr di TBzTD. Lo studio presentato viene condotto mescolando diverse quantità di materiale rigenerato entro opportune quantità della mescola fresca delle foglie copriterrazzo. Sui campioni vulcanizzati vengono determinate le percentuali dei tipi di legami di reticolazione mono-, di-, polisolfurici ottenuti (la procedura è riportata nel testo dell'articolo). Tra le determinazioni eseguite si annoverano anche analisi SEM-EDX (Scanning Electron Microscopy accoppiata con analisi a raggi X della distri-

uglio

buzione dell'energia per valutare la distribuzione del rigenerato nella matrice di mescola fresca). Le caratteristiche meccaniche delle foglie contenenti il rigenerato di EPDM in ragione del 100% sul peso, per quanto riguarda carico di rottura, allungamento a rottura, modulo al 300%, durezza, compression set a 23°C sono in accordo con quanto previsto dalla normativa UEAtc, che è la più severa di quelle correnti per le foglie copriterrazzo. Per quanto riguarda il compression set a 70°C sono in accordo nel caso delle foglie contenenti il rigenerato di EPDM in ragione del 50% sul peso. Vengono poi riportati i comportamenti all'invecchiamento a 70°C per 25 settimane e a 130°C per 4 settimane. A 70°C sia sul carico di rottura che sulla durezza si riscontrano solo piccole variazioni di valori in funzione del tempo, tuttavia su più bassi livelli in funzione della dose di rigenerato. Anche a 130°C si notano variazioni di carico di rottura in funzione del tempo di invecchiamento, ma l'influenza della dose di rigenerato appare meno chiara. Una importante osservazione riguarda il fatto che piccole aggiunte di rigenerato evidenziano variazioni di morfologia, con presenza di particelle di rigenerato in una matrice continua di mescola fresca, mentre grandi aggiunte di rigenerato evidenziano una fase continua.

prodotti e processi STUDIO DI MODELLI DI PARTI ELASTOMERICHE IN CONTATTO

Matthias Kröger, P. Moldenhauer (Kroeger@imkf.tu-freiberg.de );Kautschuk Gummi Kunststoffe (KGK); 63/1-2-30-2010. Rif. E2797.

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e parti elastomeriche che negli articoli si trovano a contatto tra di loro o con altri substrati devono rispondere a determinati requisiti, che possono essere classificati sotto l'aspetto di problemi di adesione, di abrasione o di rigidità reciproca. L'adesione si basa sullo scambio di interazioni tra due superfici basate su

• agosto 2010 n. 580 | L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

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ELASTICA | Abbiamo letto per voi

forze di Van-der-Waals o su legami di idrogeno. Le interazioni nascono anche da variazioni di struttura fisica sulle interfacce di contatto, che accrescono la probabilità di formazione di condizioni che portano all'adesione. L'adesione che viene realizzata non è da considerarsi duratura in modo assoluto, perché ad esempio una separazione veloce tra due superfici a contatto può instaurare sulla superficie elastomerica deformazioni viscoelastiche, che condizionano nuove forze di adesione. Durante il distacco tra due superfici è possibile registrare la dipendenza della forza di distacco massima dalla forza di distacco minima, come pure l'energia impiegata per il distacco in funzione della forza massima e l'energia impiegata per il distacco in funzione della velocità di distacco. Così pure è possibile evidenziare differenze di valori di distacco dipendenti dalla durata della azione e differenze di tempi di distacco operando su superfici secche o bagnate, o anche evidenziare l'andamento degli aspetti isteretici verificati con DTMA durante il distacco tra superfici caratterizzate da diverse rugosità. Nel testo sono inseriti diversi grafici, che descrivono diversi aspetti sperimentali sulle superfici di contatto, come sotto riportato. Un grafico multiplo in cui sono descritti risultati di misure concomitanti di abradibilità, di adesione e di isteresi 12

| L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

in funzione della velocità (da 10-1 a 105 mm/s) eseguite su S-SBR contenente 60 phr di nero di carbonio a contatto con una superfice di corindone (Al2O3). Appare che all'aumentare della velocità, che provoca un aumento della temperatura, l'isteresi dopo aver raggiunto un massimo, inizia a diminuire. Inoltre viene inserito un grafico, in cui viene mostrata la dipendenza non lineare della componente normale della forza agente su battistrada che lavora a contatto di un fondo in cemento o di un fondo in corindone. È inserito poi un grafico, in cui appare l'andamento della tenuta di strada su fondo molto ruvido. Alla fine l'autore pone le basi per creare modelli di progettazione di strutture di battistrada applicando programmi ad elementi finiti. Il programma studiato è suddiviso in diversi moduli, iniziando da un modulo riguardante la geometria del battistrada anche in funzione delle caratteristiche del materiale, e sviluppando poi altri moduli correlati con le caratteristiche di un materiale cementizio costituente il fondo di marcia.

prodotti e processi PREPARAZIONE DI TPV NEL MESCOLATORE INTERNO

Dipl. Ingenieur Hannah Köppen (koeppen@ikv.rwth-aachen.de ); Kautschuk Gummi Kunststoffe (KGK); 63/3-89-2010. Rif. E2798.

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li elastomeri termoplastici appartengono a diverse categorie, che differiscono per la loro struttura di base. Gli elastomeri termoplastici TPE (Thermoplastic Elastomers) sono copolimeri a blocchi che fisicamente costituiscono due fasi, una "soft" e l'altra "hard", collegate da legami covalenti. A temperatura ambiente le due fasi risultano separate e la fase "hard" forma dei "domains", che agiscono come legamenti di reticolazione reversibili. Una categoria particolare di TPE è costituita dai TPO (Thermoplastic Olefine), nei quali sono presenti due fasi poliolefiniche, una termoplastica e

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l'altra elastomerica. La fase elastomerica può essere anch'essa termoplastica, e allora il polimero viene denominato TPO, oppure può essere reticolata, e allora il polimero viene denominato TPV. In quest'ultimo caso la connessione tra fase termoplastica e fase elastomerica è più spinta. I TPO sono morfologicamente costituiti da una struttura co-continua, mentre i TPV sono morfologicamente costituiti da due fasi, ove la fase reticolata rappresenta una fase dispersa nella fase termoplastica. La preparazione dei vari elastomeri termoplastici è differente per i vari tipi di essi. I polimeri a blocchi sono oggetto di preparazione in reattori secondo procedure chimiche di polimerizzazione. I polimeri a blocchi sono termoplastici e quindi possono essere additivati di cariche, ausiliari di lavorazione, pigmenti e stabilizzanti con le normali procedure di mescolazione delle resine termoplastiche. Le leghe polimeriche elastomeriche vengono invece preparate in estrusori bivite corotanti mescolando cariche, ausiliari di lavorazione, pigmenti e stabilizzanti con polimeri a blocchi e con elastomeri pellettizzati. È prevista l'aggiunta di reticolanti nel medesimo processo usufruendo di una seconda tramoggia di caricamento sull'estrusore. I TPV vengono anch'essi preparati con processo in estrusore bivite corotante, ma la pratica corrente conosce anche preparazioni in mescolatore interni. Nell’articolo viene descritta una procedura di preparazione in mescolatore interno di 5 litri con rotori a geometria intermeshing (Werner GK5E) di un elastomero termoplastico TPV costituito da EPDM e polipropilene (PP). Tutti i componenti della mescola, esclusi i pellets di PP, vengono caricati nel mescolatore interno: i pellets di PP vengono introdotti anch’essi all'inizio del ciclo, ma prima di abbassare il pistone. Il coefficiente di riempimento del mescolatore interno viene fissato in 85%, valore molto elevato per il tipo di geometria, per riuscire a raggiungere per 2 minuti di lavorazione, anche con l'ausilio di elevata velocità dei roto-


Abbiamo letto per voi | ELASTICA

ri (125 min-1), la temperatura di 185°C nella massa. La lavorazione quindi prosegue con velocità dei rotori di 105 min1 mantenendo la temperatura a 185°C per ulteriori 4 minuti per assicurare la reticolazione. Al termine della lavorazione descritta la morfologia del materiale risulta cocontinua. Le caratteristiche meccaniche ottenute sono basse, ma possono essere aumentate fino a carico di rottura 10 MPa e durezza 80 ShA aumentando la concentrazione di vulcanizzante. (L’articolo è in lingua inglese)

materie prime ANISOTROPIA DELL'EFFETTO MULLINS IN MESCOLE DI CR NERE

H. Kahraman, G. W. Weinhold, E. Haberstroh, M. Itskov - (Kahraman@ LFK.RWTH-Aachen.de ); Kautschuk Gummi Kunststoffe (KGK), 63/3-642010. Rif. E2799.

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lcuni degli autori dell'articolo qui recensito avevano già affrontato lo stesso argomento riferendosi a risultati ottenuti in gomma etilenacrilica: nel presente articolo gli autori analizzano invece il medesimo tema in mescole di policloroprene (CR) caricate con nero di carbonio. L'effetto Mullins, detto anche "stress sof-

tening", si manifesta in sollecitazioni cicliche ad ampiezza rilevante con un abbassamento del modulo a trazione, interpretato come dovuto a uno scollamento della carica rinforzante dall'elastomero (cfr. riferimanto Elastica E2343 in I. G. 542 dell'Ottobre 2006). Con ciascuna mescola viene ricavato un unico campione rettangolare 150x50x2mm caratterizzato da un unico precondizionamento direzionale. Da tale campione vengono fustellati in direzione 0°, 45°, 90° i provini destinati alla trazione in dinamometro e su questi vengono compiuti e registrati 10 cicli successivi di deformazione a 70% e a 100% di allungamento, tornando a 0% ad ogni ciclo e notando di volta in volta il carico assorbito in andata e in ritorno. Nell’articolo vengono presentate le immagini delle tracce in andata e in ritorno in alcuni dei 10 cicli imposti, evidenziando le differenze tra le sollecitazioni primarie e le sollecitazioni secondarie. Viene rappresentato anche l’andamento del lavoro di deformazione in funzione della quantità di carica nella mescola (30; 40; 50 phr), distinguendo il lavoro riscontrato nelle trazioni monoassiali e nelle trazioni anisotrope primarie e secondarie nel corso di trazioni a deformazione imposta, nel corso della prima delle sollecitazioni secondarie, nel corso dell’ultima delle sollecitazioni secondare. Tali condizioni vengono interpretate nell’articolo in funzione del lavoro di deformazione nel ciclo di trazione originario. Gli autori notano soprattutto le differenze tra gli allungamenti residui nelle sollecitazioni secondarie su provini ricavati con orientamento direzionale a 0° e con orientamento direzionale a 90°, interpretando i valori riscontrati secondo formule matematiche da essi applicate. In base a tali informazioni sperimentali gli autori riescono a formulare un modello matematico, che esprime la dipendenza dell’effetto Mullins in funzione della “storia” delle sollecitazioni imposte. Al riguardo viene riportata una immagine geometri-

uglio

ca tridimensionale e bidimensionale, che definisce la dipendenza dell’effetto Mullins in funzione dalla entità di deformazioni imposte monoassiali. Secondo quanto dichiarato il modello matematico studiato rende possibile definire con buona rispondenza con la pratica l’entità dell’effetto Mullins, sia in termini delle condizioni di anisotropia, sia in termini di deformazione residua. Il lavoro è stato eseguito presso il Lehr- und Forschungsgebiet Kautschuktechnologie (LFK) di Aachen (Germania).

prodotti e processi EFFETTO DELLA MIGRAZIONE DELLE PARAFFINE SULLA ENERGIA LIbERA DI SUPERFICIE DELLA GOMMA NATURALE

A. Ansarifar, G. W. Critchlow, R. Guo, R. J. Ellis, Y. Haile-Meskel, B. Doyle (m.a.ansarifar@iboro.ac.uk ); Gummi Fasern Kunststoffe (GAK); 63/2-88-2010. Rif. E2800.

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ra i componenti delle mescole di gomma si annoverano anche prodotti protettivi come gli antinvecchianti e le cere. Gli antinvecchianti esercitano una protezione di ordine chimico contro le alterazioni dovute agli effetti dell’ossigeno, dell'ozono, dei raggi UV e della fatica meccanica. Le cere e anche le paraffine esercitano invece una protezione di tipo fisico, perché a temperature appena superiori al loro punto di fusione, solitamente a 50°C÷60°C, danno luogo ad efflorescenze che materialmente costituiscono uno strato protettivo contro l'azione dell'ozono. Alle temperature di confezione e di vulcanizzazione della mescola le cere e le paraffine si sciolgono nella fase gomma, però allorché la temperatura ritorna a quella dell'ambiente la loro solubilità decresce sensibilmente, si origina una migrazione verso l'esterno e si costituiscono strati di cera o di paraffina cristallizzate sulla superficie della mescola, sia cruda che vulcanizzata. Pertanto parametri decisivi per gli effetti provocati sono il punto

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di fusione della cera o della paraffina e la solubilità nella fase elastomerica. Hanno acquisito importanza metodologie di caratterizzazione della superficie di vulcanizzati mediante misure dell'angolo di contatto di determinati liquidi con le superfici stesse, inoltre mediante microscopia SEM (Scanning Electron Microscopy) e soprattutto mediante SSIMS (Static Secondary Ion Mass Spectrometry). La spettroscopia SIMS è una forma di spettroscopia di massa che analizza ioni secondari emessi da un substrato solido in seguito a bombardamento con ioni primari incidenti con energia da 5 a 25 keV. Con tale bombardamento vengono emessi ioni positivi, ioni negativi, ioni di elementi chimici, frammenti di ioni strutturali e addotti di ioni, che possono fornire utili informazioni sullo stato chimico e fisico della superficie del materiale, sulla presenza di gruppi funzionali, sulla loro distribuzione, sui modi di segregazione dei componenti e perfino sulla distribuzione dei pesi molecolari delle parti polimeriche presenti (cfr. Rif. Elastica E1923 recensito da Rubber Chemistry and Technology 75/2-199-2002 in I. G. 507 dell'aprile 2003). Nello studio ricordato nell'articolo qui recensito le superfici in esame vengono sottoposte all'azione di un flusso ionico di moderata densità, in questo caso un flusso di ioni di O2 con energia moderata (15 keV) per agire solo sugli strati atomici più esterni, che sono quelli interessati dalle paraffine migrate. Viene mostrato innanzitutto che con l'analisi SSIMS si rivela la presenza di catene paraffiniche in funzione della distribuzione delle loro masse atomiche (amu = atomic mass units); in secondo luogo che la totalità delle paraffine di cui viene accertata la presenza, anche se non in modo rigorosamente quantitativo, dopo un trattamento termico della superficie stessa appaiono in quantità maggiore mantenendo i loro rapporti di distribuzione. Gli autori mostrano anche che, sulla base di misure in funzione del tempo dell'angolo di contatto sulla superficie riscontrato con di-iodometano e con acqua, si ricavano valori che esprimono l'energia libera superficiale, ove 14

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quest'ultima già diminuisce per l'aggiunta di paraffine nella mescola, ancor più diminuisce asintoticamente in funzione della durata di stoccaggio. Viene quindi puntualizzato in che modo l'aggiunta di paraffine tende ad aumentare le difficoltà di attacco della NR con altri elastomeri.

materie prime NANOSILICI IDROFObE PREPARATE DA GOMME SILICONICHE

Kumar, Tiwari, Nagaralli, Gupta, Srikanth, Steinberger, Saxena (Momentive Performance Materials) e-mail: anubhav.saxena@ge.com; Rubber World; 240/3-25-Giugno 2009. Rif. E2801.

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e silici pirogeniche (fumed silica) sono molto usate nelle gomme siliconiche come cariche rinforzanti. Le particelle elementari delle silici pirogeniche hanno diametro di ordine nanometrico, ma esse hanno forte tendenza alla aggregazione, dando luogo ad aggregati che disturbano la dispersione, soprattutto durante la dispersione in gomme siliconiche liquide (LSR). Le silici pirogeniche vengono quindi usualmente trattate in superficie con agenti idrofobizzanti, che riducono l'interazione carica-carica e aumentano l'interazione carica-elastomero.

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Le silici nanometrche idrofobizzate vengono preparate da una soluzione di silicato di sodio, che viene portata a pH 8÷9 e viene condensata dando luogo a particelle di silice. Queste vengono idrofobizzate con l'azione di un esametilendisilazano (HMDZ). Le particelle di silice così idrofobizzate vengono distribuite in un polimero polidimetilsilossanico (PDMS vinil terminale), che viene reticolato con un sistema a base platinica. Il procedimento, illustrato con uno schema di reazioni chimiche, ha lo scopo di descrivere la preparazione di silici nanometriche idrofobizzate, che pertanto sono dotate di spiccate proprietà di interazione polimero-carica (nella fattispecie polimero siliconico-silice) e non di interazione carica-carica. Nell'articolo è riportata una immagine di microscopia elettronica TEM (Transmission Electronic Microscopy), dalla quale appare che le particelle di silice idrofobizzata hanno una struttura primaria con particelle dell'ordine di 10÷20 nanometri. L'articolo prosegue con immagini di caratterizzazioni con metodi analitici anche sofisticati: spettroscopia infrarossa (FTIR), spettroscopia a risonanza magnetica nucleare rispetto al 29Silicio (29Si-NMR), analisi termogravimetrica (TGA). La FTIR rivela una larga banda di presenza di picchi relativi a gruppi SiOH distribuiti sulla superfice, una banda che rappresenta gruppi C-H, una banda che rappresenta gruppi C-H su un gruppo metilico attribuita a gruppi idrofobi –Si(CH3)3. La 29Si-NMR conferma la presenza di gruppi idrofobi sulla superficie della silice: (CH3)3Si- gruppo idrofobo -Si(OSi)3(OH) gruppo idrofobo derivante da un gruppo silanolico idrofilo passato sulla superfice idrofoba. La TGA con la perdita in peso a 200°C, che è dovuta alla degradazione di gruppi trimetilsililici, può essere messa in relazione con la formazione di gruppi idrofobi sulla superficie. La TGA certifica anche la funzionalizzazione superficiale dovuta all'azione del HTMZ, che dagli autori viene interpretata anche dalla dispersione di particelle


Abbiamo letto per voi | ELASTICA

L'articolo è molto interessante e, tra quelli apparsi che riguardano le nanostrutture, è certamente uno dei più documentati con commenti che riguardano parametri elastomerici importanti, accertati con approccio analitico affrontato con ammirevole capacità.

materie prime MESCOLE "VERDI" DALLA SALA MESCOLE

Dr. Boris Mergell - (Continental) e-mail: boris.mergell@conti. de);Kautschuk Gummi Kunststoffe (KGK); 63/3-59-2010. Rif. E2802. idrofobe nella fase di PDMS (polidimetilsilossano). Vengono commentate anche caratteristiche meccaniche e meccanico-dinamiche accertate su mescole ricavate in PDMS contenenti silice sol-gel o silice colloidale del commercio. Viene interpretato che la silice sol-gel, cioè la silice funzionalizzata in situ, conferisce una viscosità simile a quella della silice colloidale, ma che dà luogo ad una componente elastica del modulo dinamico a torsione G' più elevata; inoltre, che la silice sol-gel fa pensare a una struttura flocculata, che condiziona anche le proprietà isteretiche con un aumento della componente di perdita del modulo dinamico a torsione G". Le proprietà fisico-meccaniche ottenute con i due tipi di silice appaiono invece identiche, comunque molto basse.

SBR IN SOLUZIONE SISTEMI DI RAFFREDDAMENTO 100 ANNI DI GOMMA SINTETICA

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l titolo originale dell'articolo qui recensito è "mescole "verdi" dalla "cucina della gomma" ed è preceduto da un breve paragrafo riferito ai pneumatici-vettura, nel quale si vorrebbe puntualizzare che i pneumatici-vettura sono costituiti in gran parte da materie prime di recente introduzione o di nuova preparazione. L'articolo prosegue sostenendo che i pneumatici vettura e autocarro sono costituiti prevalentemente da gomma naturale e che i chimici dei laboratori dell'industria della gomma, per soddisfare le richieste degli utilizzatori, ricercano sempre nuove composizioni di mescole e nuovi componenti di esse. L'articolo prosegue precisando che i fabbricanti di pneumatici negli ultimi anni sono riusciti a limitare sensibilmente l'introduzione di prodotti chimici "potenzialmente" pericolosi per l'ambiente. Il termine del periodo di svilup-

po non si intravvede però ancora. Nei laboratori dei produttori di pneumatici si lavora alacremente sull'argomento, impegnandosi ad esaminare nuovi materiali e nuovi composti dai quali gli scienziati sperano di ricavare nuovi progressi. Non ultimi i progressi intesi a cercare di ridurre la dipendenza assoluta dai prodotti fossili e a utilizzare materiali riciclati. L'autore accenna alla realizzazione, da parte di "un team" di produttori, di un prototipo di pneumatico in cui più del 90% dei materiali fossili sono stati sostituiti. Indubbiamente alcuni dei progressi di natura ambientale hanno avuto successo: Si cita la correzione degli oli contenenti policiclici aromatici eseguita con un grande impatto sull'argomento, perché con la medesima azione è stata coinvolta a livello praticamente mondiale anche una positiva correzione nella preparazione delle gomme sintetiche. L'articolo qui recensito è giustamente ottimistico. Le notizie riportate vogliono però essere soltanto un vessillo, perché tutto il popolo dell'industria della gomma, come quello di coloro che leggono l'articolo, ha vissuto, sofferto e faticato per applicaeo quanto viene descritto. Un ulteriore accenno sarebbe stato certamente gradito, a quanti prodotti chimici, specialmente acceleranti, introdotti nel corso di anni in mescole di gomma di piccola o di grande produzione per risolvere con successo problemi particolari o generali, a un certo punto hanno dovuto forzatamente essere esclusi, causando forse difficoltà, ma sicuramente anche tristezza.

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MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI

OTTOBRE 2009 - NUMERO 8

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L'INDUSTRIA DELLA GOMMA / ELASTICA Periodico mensile di informazione tecnica ed economica 575

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L’intervista del mese: GIORGIO COLOMBO

Una iniziativa per consolidare la filiera

I produttori italiani di macchine per la gomma e le materie plastiche sono chiamati a un rilancio della capacità innovativa che ha caratterizzato il Made in Italy per tanti decenni. Lo dice Giorgio Colombo, amministratore di Icma San Giorgio e neopresidente di Assocomaplast, l’associazione dei costruttori del nostro paese. E per assistere questo rilancio condivide la proposta elaborata dal presidente uscente Riccardo Comerio di una Federazione di filiera con Assocomaplast e Federazione Gomma Plastica cui possano aderire anche i produttori italiani di materie prime. In tal modo sarà possibile sviluppare iniziative efficaci a sostegno e stimolo delle singole imprese aderenti.

Nel 2009 produzione ed esportazioni di macchine per plastica e gomma hanno registrato una pesante flessione. In questa prima parte dell’anno in corso le cose sono migliorate? Quale è stato l’andamento della domanda in Italia e all’estero? Che previsioni si possono fare per l'intero 2010? In base alle rilevazioni e alle indagini congiunturali della Segreteria Assocomaplast, nel primo semestre 2010, sembra evidente un deciso miglioramento della congiuntura rispetto ai primi sei mesi del 2009. Però, non posso nascondere che il calo di fatturato ed export registrato nel 2009 dall’insieme delle imprese del comparto rappresentato da Asso20

comaplast, è stato decisamente superiore alla percentuale di miglioramento che stiamo rilevando in questa prima metà dell’anno. Devo anche rimarcare che, in questo caso come sempre, le medie non rendono evidente il divario fra aziende che anche nel 2009 non hanno perso il loro discreto margine di redditività e quelle che, al contrario, hanno registrato picchi negativi davvero preoccupanti. D’altra parte, va considerato che le macchine per materie plastiche e gomma sono utilizzate da utenti finali molto differenziati, dai produttori di pneumatici a chi imbottiglia bevande, dall’industria automobilistica a quella dell’arredamento: è evidente che l’andamento dei settori finali di utilizzo influisce in maniera mol-

| L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA | luglio • agosto 2010 n. 580

to divergente sui produttori di macchinario. Infine, va rimarcata la differenza fra chi produce macchine e impianti che richiedono investimenti rilevanti e chi fornisce apparecchiature ausiliarie indispensabili per le imprese trasformatrici anche nei momenti di crisi. Per quanto riguarda le importazioni, l’industria italiana è in grado di reggere efficacemente alla pressione della concorrenza, sia di quella dei paesi industrializzati sia di quella dei paesi emergenti? Per quanto riguarda la concorrenza, va premesso che, attualmente, c’è il vantaggio del deprezzamento dell’euro rispetto al dollaro. Però non è possibile immaginare fino a quando e fino a quale livello il rapporto scenderà… In generale, il made in Italy ha comunque retto anche negli anni più difficili rispetto alla concorrenza tradizionale tedesca, statunitense, giapponese mentre ha dovuto cedere quote di mercato alla concorrenza cinese specialmente per le macchine meno sofisticate. Le aziende italiane sono chiamate a un rilancio della loro capacità innovatrice che ha caratterizzato il made


L’intervista del mese

iniziative efficaci a sostegno e stimolo delle singole imprese aderenti. Ci sono interventi che potrebbero essere sollecitati al Governo italiano o alla UE per la salvaguardia delle aziende del nostro Paese? L’intervento prioritario che la nostra Associazione sta sollecitando da qualche tempo al nostro Governo è la proroga della cosiddetta legge Tremonti-ter, che, come è noto, agevola l’acquisto di macchinario, offrendo all’acquirente un vantaggio fiscale. Purtroppo, il Governo non ha fondi ma io sono convinto che prima o poi sarà evidente anche per le Autorità politiche che gli investimenti vanno stimolati per uscire dall’attuale, lunga crisi.

Giorgio Colombo

in Italy per tanti decenni, nel passato. Ricordo in proposito che i costruttori italiani detengono oltre 600 brevetti relativi a macchine e dispositivi; non manca quindi la capacità innovativa che, però, occorre confermare e, se possibile, migliorare per poter mantenere la distanza tecnologica con la concorrenza a basso costo. Quali sono i principali temi sui quali si impegnerà il lavoro di Assocomaplast, nel prossimo futuro? Sono previste iniziative congiunte insieme alle Associazioni dei produttori di articoli finiti, nel quadro della difesa della "filiera" italiana? Nel mio programma di lavoro,

quale Presidente Assocomaplast, intendo, almeno inizialmente, perseguire gli obiettivi definiti dalla Presidenza uscente di Riccardo Come-rio. Fra questi c’è un progetto prioritario che ipotizza la creazione di una Federazione di filiera con Assocomaplast e Federazione Gomma Plastica, quali Soci fondatori, a cui possibilmente veder aggregati anche i produttori di materie prime di Plasticseurope Italia. A mio avviso, soltanto con un più stretto e continuativo raccordo fra le Associazioni dei tre comparti della filiera e con il coinvolgimento di Enti, Consorzi, Istituti ecc. che hanno quale denominatore comune le parole “materie plastiche e gomma”, sarà possibile sviluppare luglio

Nel campo delle manifestazioni espositive è possibile ipotizzare iniziative nelle quali siano coinvolti tutti protagonisti della filiera? In Italia, abbiamo - fortunatamente - un’unica mostra specializzata settoriale e, in vista dell’edizione programmata per il 2012, abbiamo già fatto in sede Assocomaplast, una serie di approfondimenti, in stretto rapporto con un nucleo significativo di imprese espositrici. È, infatti, nostra intenzione rendere la manifestazione da noi organizzata quanto più possibile innovativa, in linea con la mutata realtà del mercato e della struttura delle imprese italiane ed europee, che costituiscono il potenziale di espositori e visitatori del nostro evento triennale. Infatti, Plast, secondo me, deve essere, se possibile ancor più che in passato, un appuntamento irrinunciabile non solo per le imprese del nostro Paese ma anche per gli altri potenziali espositori e visitatori europei, quale momento espositivo intermedio fra il K di Düsseldorf e l’edizione successiva. 

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Ideas and solutions in rubber compounding

Mescole HT-EPDM Mescole EPDM per alte temperature

Mescole HT-EPDM KRAIBURG – l’innovazione per i componenti tecnici formati che devono resistere al calore. Queste mescole consentono inoltre l’utilizzo del polimero multifunzionale EPDM in intervalli di temperature permanentemente compresi tra 130° e 150° C che erano solitamente preclusi a questo materiale. KRAIBURG offre una sicurezza aggiuntiva per le moderne applicazioni ad alte temperature consentendo pertanto di implementare approcci innovativi. Un fattore essenziale è in questo senso il comportamento di invecchiamento notevolmente migliorato delle mescole.

Proprietà

Eccellente deformazione permanente a compressione Base EPDM con buona resistenza chimica senza compromessi Elasticità elevata

Vantaggi

Sicurezza migliorata nelle applicazioni ad alte temperature Vita di servizio del prodotto allungata Maggior flessibilità riguardo alla temperatura dell’applicazione

Opzioni aggiuntive

Modifiche della mescola in base ai requisiti del cliente (ad es. idonea per il contatto con alimenti a norma CFR 21§177.2600 FDA) Variazioni della durezza tra 55 e 85 Shore A Dimensioni dei lotti customizzate Forme di consegna su misura 150°

160°

170° Temperatura in °C

Modifica dell’allungamen- 0 to a rottura dopo perma-20 nenza in aria calda HT – EPDM 2 HT – EPDM 1 EPDM Perossido

-40 -60 -80

EPDM Zolfo

Proprietà di invecchiamento migliorate del fattore 3!

-100

Dopo 14 giorni

Dopo 14 giorni

Dopo 7 giorni

Allungamento di rottura in %

INNOVARE

LE MESCOLE IN PER FUTURE

KRAIBURG GROUP

GOMMA

APPLICAZIONE POSSIBILITA’

Gummiwerk KRAIBURG GmbH & Co. KG, Teplitzer Str. 20, D-84478 Waldkraiburg, GERMANY Fon + 49 (0) 86 38 / 61 - 0, Fax + 49 (0) 86 38 / 61 - 4 03, info@kraiburg.de, www.kraiburg-rubber-compounds.com


Inchiesta mescole

La ripresa c’è ma le incognite rimangono

Un vecchio adagio francese dice che in economia quando l’edilizia va, tutto va. Volendo trasferire questo detto al mondo della gomma, potremmo sentenziare che se il mercato delle mescole si è messo in movimento, allora possiamo guardare al futuro con una certa tranquillità. Le cose non stanno proprio così, nel senso che le risposte raccolte con la nostra inchiesta non si muovono tutte nella stessa direzione. Tuttavia è opinione unanime che il confronto tra il primo semestre di quest’anno e il corrispondente periodo del 2009 dà risultati confortanti. La ripresa, sia pure non omogenea, sia pure ancora debole, c’è; speriamo, dicono tutti che continui. Il punto è proprio questo. Nessuno è pronto a scommettere su quello che succederà nei prossimi mesi, perché la situazione generale è ancora incerta, perché i benefici dell’euro debole potrebbero essere solo temporanei, ma soprattutto perché sull’avvenire grava la spada di Damocle del prezzo delle materie prime la cui corsa al rincaro non sembra avere fine. Al di là dei giudizi sull’andamento del mercato, ci pare valga la pena sottolineare le risposte date alla ultima delle nostre domande. In pratica tutti gli intervistati ci dicono che le loro aziende hanno fatto e stanno facendo moltissimo nel campo della qualificazione del prodotto e dell’assistenza alla clientela, anche sotto il profilo delle prove e dei controlli in funzione dei prodotti finiti. Vuole dire che le imprese della confezione mescole, pur tra tante difficoltà, hanno intrapreso la strada giusta.

Le nostre domande

1. Arrivati quasi a metà anno, che cosa ci può dire sull’andamento della domanda in Italia e nei mercati esteri? E che cosa prevede per il prossimo semestre?

2. Su quali tipi di mescole (per quanto riguarda la componente elastomero) si è indirizzata la domanda? 3. Le risulta che alcune aziende della luglio

gomma si stiano orientando per integrare al proprio interno la confezione delle mescole? 4. C’è una tendenza, da parte dei produttori di mescole, a delocalizzare la loro produzione? E, se sì, verso quali paesi? 5. Per quanto riguarda la sua azienda: Siete attrezzati per effettuare prove e controlli in funzione del prodotto finito? Adottate la tecnologia della mescolazione in continuo? Fate uso di rigenerato o di polverino per recuperare scarti e ridurre i costi? Fate uso di polimeri “fuori specifica”?

Gabriella Piovanelli Multicom

1. I primi quattro mesi del 2010 sono stati migliori rispetto al 2009. Si può guardare con un certo ottimismo al secondo semestre. Non ci saranno più le festività di ogni genere che riGabriella Piovanelli corrono ogni due

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Inchiesta mescole

settimane nei primi mesi dell’anno e quindi il Nord Europa dovrebbe riprendere regolarmente l’attività. 2. I nostri tipi riguardano principalmente mescole di gomma naturale/SBR. A seguire EPDM e NBR; polimeri speciali in minor quantità. 3. Senza dubbio, anche in considerazione del fatto che alcuni contoterzisti hanno chiuso o sono in crisi. 4. Sappiamo di spostamento di produzioni in Polonia, Romania, Albania ed Estremo Oriente. 5. La nostra azienda è totalmente certificata e tutti nostri prodotti escono con certificazione di qualità. La nostra tecnologia di produzione è in continuo. A richiesta di clienti e per motivi di prezzo vengono impiegati anche polverini, gomme fuori specifica e rigenerati, ove convenienti.

1. La domanda in Italia, ancora oggi, è caratterizzata da un andamento incerto e non ancora consolidato in termini di tendenza alla crescita. Il mercato alterna momenti di euforia a momenti dove ancora prevale un sentimento di pessimismo. I clienti hanno in generale una visione di corto periodo e, in molti casi, a livello settimanale anche se alla fine del mese chiudendo le opportune verifiche si intravede un leggero ottimismo. Il trend nel mercato europeo è favorevole, notiamo un risveglio presso i clienti del settore automotive con un aumento dei volumi richiesti rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il settore delle costruzioni ha segnato invece un periodo di stasi soprattutto per il freddo inverno nel centro-nord Europa. Nel mercato NAFTA il volume della prima parte dell’anno comparato allo

stesso periodo del 2009 è stato significativamente più elevato in tutti i settori. In Asia la prima parte del 2010 ha segnato incrementi decisivi rispetto all’ultima parte del 2009. In generale possiamo quindi ragionevolmente ritenere che la domanda continuerà a crescere costantemente nei mercati NAFTA e Asia mentre in Europa l’incremento sarà un po’ più lento e non omogeneo a livello territoriale 2. Principalmente su EPDM, NR, FKM. Penso che saranno tra le principali mescole richieste anche nel breve periodo. 3. Personalmente ho incontrato le due realtà, anche se direi principalmente aziende che hanno chiuso la sala mescole. Ritengo che oggi, rispetto al passato, sia molto più complesso aprire e gestire una sala mescole e lo dico cercando di considerarne tutti gli aspetti. Se osserviamo, ad esempio, l’evoluzione che negli ultimi anni hanno caratterizzato le scelte dei grandi produttori di materie prime, notiamo, a livello generale, una tendenza alla concentrazione di tali attività, una riduzione del numero di attori, un aumento di difficoltà ad avere contatti diretti con i produttori rimasti. Questo ha spinto diversi grandi produttori di materie prime (come ad esempio alcuni produttori di polimero) a “classificare” i clienti e seguire in maniera diretta quelli capaci di acquistare volumi considerevoli con termini di pagamento tendenzialmente corti, indirizzandone un’altra parte verso i distributori locali di polimeri e prodotti chimici a condizioni commerciali di acquisto meno favorevoli. Le principali ragioni che personalmente ritengo valide per mantenere attiva una sala mescole sono, oltre a produrre un considerevole volume di compounds, quelle di avere ricette particolari o speciali che caratterizza-

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luglio

Enrico Pantano

Hexpol Compounding

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no il prodotto finale in termini di tecnologia e di performance e che sono considerate realmenEnrico Pantano te strategiche e redditizie per l’azienda. 4. Penso che debba valere in generale il principio, per il rispetto delle persone, dell’ambiente e del risparmio energetico, di fare viaggiare il meno possibile i beni considerati materie prime ed essere il più vicino possibile ai mercati finali. Oggi è evidente che i mercati emergenti attraggono il maggior interesse; non bisogna però dimenticare di continuare a garantire la presenza anche nei mercati più tradizionali e ad alto valore tecnologico. Un buon esempio in tal senso è la recente acquisizione portata a termine da Hexpol, lo scorso mese di marzo, della società Elasto (ex gruppo Vita), leader nel settore dei compound elastomerici TPE e TPV con sedi produttive in UK e in Svezia. 5. Hexpol Compounding è attrezzata per eseguire tutta una serie di test richiesti dai clienti nel rispetto degli standard vigenti. Il 5% dello staff della società è dedicato allo sviluppo delle mescole e ogni sito produttivo ha un proprio gruppo di R&D. A livello centrale abbiamo un coordinamento di queste attività che raggruppa in un unico database tutte le prescrizioni messe a punto. Le nostre fabbriche sono dotate di sistemi di gestione dati automatici ed integrati tra laboratorio e linee di produzione mescole, monitoraggio continuo della qualità in linea, processo di filtraggio in linea, processo di mescolamento, filtraggio e di granulazione “on-step”, tecnologia di produzione con pompa ad ingranaggi, imballaggio automatico.


Inchiesta mescole

Per quanto riguarda l’utilizzo di prodotti classificati “fuori specifica, fuori norma, di seconda scelta, di terza scelta etc., la politica di Hexpol Compounding è semplice e chiara: Noi non compriamo polimeri fuori norma o classificati come sopra. Non avendo nessuna garanzia da parte del produttore di polimero (normalmente grandi società petrolchimiche multinazionali) sulle reali caratteristiche nel tempo del prodotto declassato e classificato fuori norma, è pressoché impossibile prevederne le reali performance e quali influenze queste hanno sulle proprietà e sulla durata nel tempo di un manufatto tecnico. Questa è sicuramente una delle principali ragioni, e personalmente ritengo possa bastare solo questa, per la quale Hexpol non utilizza polimeri fuori specifica.

Corrado Zardi Eurorubber

1. Il livello globale dell’attività è sicuramente cresciuto rispetto ai minimi toccati alla fine dello scorso anno. Non credo che si possa ancora parlare di una ripresa massiccia in quanto alcuni settori sono ancora in attesa di tempi migliori. In generale i mercati esteri sembrano più vivaci e reattivi mentre il mercato interno vive su dei volumi globali oramai consolidati e non ci si possono aspettare grandi exploit. Il prossimo semestre sarà sostanzialmente in linea con quello appena concluso e comunque molto giocherà l’andamento delle materie prime. 2. In primo luogo le tradizionali mescole del settore della componentistica basate su NBR/SBR, poi la famiglia di quelle basate sul taglio NR/SBR che impegnano produzioni importanti per quantitativo mescolato e che interessano tutti i settori dei prodotti tecnici

per l’industria. In grande sviluppo le mescole per il settore degli appoggi ponte e in genere per il Corrado Zardi settore delle costruzioni civili basate sia su CR che NR a seconda delle condizioni di impiego. 3. La recente crisi ha rimescolato le carte dell’intero settore ed alcuni imprenditori hanno cambiato il tradizionale approccio che vedeva il produttore di mescole e l’utilizzatore come soggetti distinti. In certi casi si sono trovate valide sinergie nell’inglobare nel processo primario di produzione della mescola una o più delle fasi successive. Non mi sembra ci sia un trend in questo senso, semplicemente in talune situazioni si sono intraviste delle opportunità e sono state sfruttate: il settore della mescolazione tradizionalmente soffre di forti stagionalità e la presenza di un’attività complementare rafforza la sostenibilità della gestione. 4. La delocalizzazione, come ha ampiamente dimostrato l’esperienza di tante aziende negli ultimi anni, ha alcuni vantaggi evidenti ed immediati e altrettante problematiche non sempre agevoli da gestire. In talune circostanze può rivelarsi una scelta quasi obbligata e tutto sommato remunerativa; di norma si tratta di delocalizzazioni parziali, nel senso che viene creato un sito produttivo collegato alla sede in cui rimangono le produzioni più complesse e tutta la parte di sviluppo e progettazione prodotto. Altre aziende hanno invece scelto di investire nel sito italiano puntando su elevata efficienza di processo, mescole ad elevato contenuto tecnico e soprattutto creazione di valore tramite servizi aggiuntivi. Anche lo sviluppo luglio

di settori di business complementari alla mescolazione è una strada percorribile. Relativamente ai paesi vale il criterio per cui di norma le mescole seguono gli utilizzatori, quindi tutta la fascia dell’est Europa che è stata la prima a vedere crescere aziende italiane. Ultimamente, anche grazie alla lievitazione dei costi di questi paesi, si è registrata una forte crescita in Turchia, paese dalla mentalità molto più europea di quanto si possa credere. 5. La nostra azienda ha sempre seguito insieme al cliente tutte le fasi del processo successive alla fornitura di mescola. Abbiamo quindi sviluppato un solido background su prove e controlli. In base alle esigenze contingenti siamo quindi in grado di dare al cliente il supporto che necessita. Normalmente non utilizziamo questo tipo di prodotti in quanto è molto difficile tenere costanti le caratteristiche della mescola. In un futuro prossimo dovrebbero rendersi disponibili prodotti rigenerati ottenuti con processi diversi dai tradizionali e che saranno oggetto di prove una volta disponibili. Diverso è il discorso dei polimeri fuori specifica. In certi casi si possono utilizzare in quanto l’off grade riguarda parametri che non influenzano le caratteristiche che si vogliono ottenere. È comunque una pratica che richiede uno stretto controllo dei lotti di polimero, del loro impiego in relazione al tipo di mescola e della tipologia di fuori specifica.

Ciro D’Auria Kraiburg

1. Abbiamo notato negli ultimi mesi, più o meno dall’inizio dell’anno 2010, che c’è stata una forte tendenza al rialzo. La Kraiburg ha ripreso vari progetti nuovi per rispondere a una crescente richiesta del mercato italiano ed estero per mescole sempre più spe-

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Inchiesta mescole

cializzate e qualitativamente alte. Essendo riusciti ad attrarre soCiro D’Auria prattutto dei clienti con alte esigenze si è creata una collaborazione stretta per via dei nostri prodotti, da un canto approvati e standard, d’altro canto ricette e preforme su misura. La nostra previsione per la seconda metà del 2010 è positiva perché siamo in grado di soddisfare le richieste sempre più stringenti dei nostri clienti. 2. Come già accennato prima, lavoriamo a mescole di alta qualità, con cui siamo avanzando sul mercato europeo. In questo caso non si tratta tanto di un tipo di elastomero in particolare ma di ricette specializzate per applicazioni tendenzialmente high-tech. Invece le mescole economiche che non sono più in grado di mantenere a lunga durata le caratteristiche richieste si ridurranno sempre di più. 3. Ci sono sempre delle aziende che uniscono sotto lo stesso tetto la produzione di mescole e di articoli. Nonostante ciò crediamo che, per via delle strutture organizzative e del personale addizionali necessari come anche dei prezzi altissimi delle macchine di produzione, non ci sia un aumento delle aziende “fai da te” ma piuttosto una diminuzione. 4. Ci sono sempre persone che considerano i paesi con bassi costi per il personale i luoghi ideali di produzione per i loro prodotti. Ma su questo non siamo d’accordo. Produciamo in Europa per clienti europei secondo le direttive ed anche il know-how europei. Inoltre abbiamo bisogno di tempi di consegna cortissimi, di una flessibilità tra produzio26

| L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

ne e tecnici che provengono da una formazione estremamente specializzata nella lavorazione delle mescole di gomma, e inoltre di un contatto molto personale e non solo digitale tra cliente e azienda. 5. Per la Kraiburg è diventato un abito d’uso di eseguire nel nostro laboratorio test su ogni mescola per verificare se è conforme ai valori richiesti. Possiamo dire con orgoglio che abbiamo uno dei laboratori più attrezzati della Germania: un grande vantaggio per i nostri clienti che possono essere sicuri, ricevendo dei certificati di controllo, che le loro mescole corrispondono. Anche le mescole di gomma hanno una data di scadenza. Perciò abbiamo deciso di non tenere nessuna mescola in magazzino e di mescolare ogni materiale su ordine del cliente. La produzione in continuo non andrebbe d’accordo con questa pratica e la nostra pretesa di qualità. Ed è sempre stata la qualità l’argomento di base per escludere materiali rigenerati o polimeri “fuori specifica” per ridurre i costi. L’atteggiamento della nostra società mira a raggiungere una riduzione dei costi producendo materiali con una durata e resistenza maggiori che li rende più economici di tutte le mescole a basso prezzo.

Giorgio Cabrini Mesgo

1. La domanda nel primo trimestre si è rivelata decisamente sopra i livelli del corrispondente periodo del 2009, ma ancora inferiore di qualche punto percentuale rispetto al 2008. Le esportazioni hanno chiuso un trimestre decisamente effervescente con un buon livello di ordinativi in generale in tutti i paesi dell’est Europa, Germania e Medio Oriente. È difficile fare una previsione per la seconda meta’ dell’anno; bisogna teluglio

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nere presente la forte riduzione delle immatricolazioni auto conseguenza della mancanza di incentivi, che potrebbe influenzare negativamente la domanda futura. 2. Notiamo in generale una domanda equilibrata di tutta la gamma delle mescole da noi prodotte (siliconiche, fluorurate e gomme varie, sintetiche e naturali). 3. Riteniamo che questa eventualità sia ancora abbastanza remota, considerando l’intensità di capitale da mettere in campo per la confezione di mescole, il livello di specializzazione tecnica richiesto, la necessità di concentrare gli investimenti sui core business piuttosto che disperderli per un integrazione a monte della filiera. 4. Ci pare che la spinta alla delocalizzazione, soprattutto verso i paesi dell’est Europa, si stia ridimensionando. Al contrario vediamo un incremento di attività esplorative verso i paesi asiatici, Brasile e Messico, orientate alla ricerca di partner locali. 5. Mesgo si concentra ed è ottimamente attrezzata sull’analisi e la caratterizzazione dei compounds, collaborando con i clienti ed enti esterni per prove aggiuntive sui prodotti finiti (in particolare resistenza elettrica, al fuoco, alimentarietà ecc.). Mesgo dispone di diversi processi produttivi in base alla tipologia di mescola ed alla quantità richiesta: alcune nostre produzioni possono essere considerate in continuo. L’utilizzo di polverino o rigenerato è stato valutato a seguito Giorgio Cabrini


Inchiesta mescole

di indicazione di qualche cliente interessato, ma non ha avuto riscontro tecnico positivo. Lo stesso dicasi per materiali fuori norma.

Massimo Mosconi Evercompounds

1. La domanda è rimasta bassa come nel 2009 per l’Italia, mentre i mercati esteri risultano in maggior fermento. Il secondo semestre non lo vedo molto diverso per le quantità richieste, ma molto difficoltoso per quanto riguarda la gestione delle materie prime. 2. Per quanto ci riguarda il mix richiesto è rimasto sostanzialmente invariato (noi utilizziamo quasi tutti i polimeri), ma indubbiamente le quantità sono calate. 3. A me non risulta. Vi sono attività che stanno valutando sinergie per poter migliorare la situazione, relativamente al mercato di competenza. 4. Sicuramente in questo momento esistono attività volte a valutare trasferimenti di rami di azienda o linee di produzione all’estero. Il tutto legato alla necessità di seguire la clientela che ha trasferito la propria attività all’estero. In questo momento Polonia e Turchia sono i paesi più recettivi . 5. Abbiamo un laboratorio idoneo a valutare e ad effettuare tutte le prove, sui prodotti finiti, per i clienti con cui abbiamo condiviso la strategia necessaria ad affrontare il mercato Non adottiamo la tecnologia della mescolazione in continuo e relativamente ai materiali sopra riportati non sono da noi utilizzati ad eccezione di alcuni rapporti di conto lavorazione dove il cliente gestisce l’approvvigionamento dei materiali.

Giovanni Montanari Mixer

1. La persistente congiuntura interna ed internazionale, unita al continuo aumento delle materie prime e dei metalli, il rame nel caso dei nostri clienti, non hanno permesso di aumentare la domanda rispetto all’ultimo periodo del 2009. Per il secondo semestre prevedo una stagnazione della domanda per il mercato interno; migliore quella estera specialmente per quanto riguarda il Nord Europa. 2. Per la tipologia del mercato di Mixer che produce mescole e riempitivi per cavi elettrici i polimeri utilizzati sono essenzialmente NBR/PVC, EPDM, EVA. La domanda è costante nelle varie famiglie. 3. Non ho informazioni in merito, trovo comunque la notizia “molto strana”. 4. Il processo di delocalizzazione nel settore della mescolazione lo ritengo valido solo in presenza di uno spostamento del consumo finale. Il “cambiare” paese alla ricerca di minori costi è estremamente improbabile viste le poche persone coinvolte nel processo produttivo. 5. La Mixer fin dalla sue entrata sul mercato ha puntato su una struttura di laboratorio particolarmente avanzata; opera con 6 persone e dispone dei seguenti strumenti: ODR, viscosimetro Mooney, dinamometro, durometro, MFI, reometro capillare, LOI, HPLC, FT-IR, TGA-IR, DSC, DMA, stufe per invecchiamento accelerato e ultracongelatore che uniti ad un lay out della produzione ci permettono un controllo totale. luglio

Non adottiamo la mescolazione in continuo e non utilizziamo polverino o rigenerato. I polimeri fuori specifica vengono utilizzati esclusivamente per le produzioni di riempitivi e comunque esenti da geli.

Stefano Siviglia LTE

1. In Italia, come all’estero, abbiamo notato una decisa ripresa rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Inoltre, stiamo cominciando a raccogliere i frutti di un’intensa attività di marketing iniziata nel 2008 per lo più al di fuori dell’Italia. Grazie a questi nuovi business, possiamo affermare di aver arginato notevolmente la crisi economica, anzi, di aver raggiunto gli stessi livelli di fatturato del 2008, anno eccezionale per LTE. Siamo fiduciosi per quanto riguarda il prossimo semestre; stiamo infatti aumentando la nostra capacità produttiva di mescole fluorurate con l’aggiunta di una nuova linea di mescolazione. Grazie a questo investimento, LTE potrà implementare del 50% la produzione ed offrire ai propri clienti prezzi maggiormente competitivi. 2. Negli anni, LTE s.r.l. si è specializzata in particolar modo nella produzione di mescole siliconiche e fluorurate. Durante questi primi 6 mesi abbiamo notato, sicuramente grazie alla ripresa del settore automotive, un continuo aumento della domanda di gomma fluorurata. Questo settore ha un’estrema importanza per LTE che, grazie allo sviluppo di svariate mescole per la produzione di guarnizioni per serbatoi carburante utilizzate dalle più famose industrie delle quattro ruote, ricopre un ruolo di spicco non solo in Europa, ma ultimamente anche negli USA. Per quest’ultimo paese LTE produce me-

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Inchiesta mescole

scole fluorurate ad alto contenuto di fluoro e sta sviluppando, in collaborazione con una famosa multinazionaStefano Siviglia le del settore, un nuovo compound in grado di soddisfare la nuova normativa dello stato della California riguardante le emissioni di carburante nell’atmosfera. 3. Per quanto riguarda i nostri clienti, per la maggior parte produttori di articoli tecnici, la tendenza è sempre più quella di affidarsi ad esperti compoundatori. I motivi sono svariati: innanzi tutto il potere di acquisto di questi ultimi è sicuramente più elevato e permette una maggiore competitività rispetto ad un produttore di articoli stampati il quale necessita di quantità generalmente ridotte. Inoltre, il know-how e l’esperienza accumulata dai compoundatori col passare degli anni permettono di risolvere in minor tempo le più svariate problematiche che in molti casi sono comuni alle aziende del settore. 4. La scelta dei compoundatori non è stata quella di delocalizzare la propria produzione, semmai quella di seguire le esigenze del mercato ed aprire nuovi siti produttivi dove la domanda di mescole era elevata. Da parte nostra, abbiamo recentemente stretto una partnership con un’azienda turca che, oltre a distribuire i nostri compounds fluorurati potrà ora produrre, presso il proprio stabilimento in Bursa, mescole siliconiche grazie al nostro supporto tecnico e know-how. Pensiamo che queste collaborazioni siano vincenti poiché, operando in questo modo, è possibile unire la nostra componente tecnologica ed 28

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esperienza con la loro conoscenza del mercato e, non meno importante, il loro modo di fare business che in alcuni casi può essere molto diverso dal nostro a causa della differente cultura. Sicuramente queste collaborazioni potranno essere estese ad altri paesi emergenti. 5. Come detto, LTE si è specializzata con gli anni nella produzione di compounds destinati a specifiche applicazioni, ad esempio mescole fluorurate per la produzione di guarnizioni per serbatoi auto, guarnizioni testa cilindro con inserto metallico, guarnizioni canne cilindro per camion e compounds siliconici e fluorurati per la produzione di guarnizioni per canne fumarie, camini e caldaie. La domanda del cliente e l’importanza di queste applicazioni ci ha portato ad attrezzarci con i macchinari più moderni e tecnici analisti interni per eseguire test specifici su questi tipi di mescole e prodotti finiti al fine di garantire una qualità elevata del prodotto. Polverini e rigenerati non sono utilizzati nella nostra produzione. Solo su esplicita richiesta del cliente, volta a ridurre i propri costi, utilizziamo polimeri off-grade, acquistati, comunque, da multinazionali certificate e con alti standard qualitativi.

Umberto Montuori Parker

1. Abbiamo registrato un incremento generalizzato della domanda sia in Italia sia per i mercati esteri rispetto al periodo analogo del 2009. Gli aumenti consistenti dei prezzi delle materie prime, correlate a difficoltà di reperimento per alcune di esse, prefigurano una preoccupante incognita sull’andamento del prossimo semestre. luglio

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2. La scarsa reperibilità di alcuni elastomeri dovuta sia alla crescente domanda dei paesi Umberto Montuori del Far East sia alla decisione di alcuni importanti produttori mondiali di materie prime di ridurre la propria capacità produttiva hanno indirizzato il mercato nell’individuazione di materiali alternativi tesi a minimizzare il fenomeno suddetto. 3. Tutt’altro. La tendenza che si registra, fenomeno peraltro iniziato da qualche anno, è quello d’esternalizzare sempre più la produzione di mescole. 4. La tendenza di grossi gruppi e multinazionali europei di delocalizzare la produzione dei loro prodotti in altri paesi, in modo particolare la Cina, ha determinato contestualmente la necessità di seguirne la produzione in loco delle mescole. Tale fenomeno però non ha riguardato, almeno per il momento, i produttori di mescole italiani. 5. La nostra azienda è dotata ed attrezzata all’effettuazione di alcune delle prove e dei controlli più significativi in funzione di prodotti finiti di svariate tipologie. Non adottiamo la tecnologia della mescolazione in continuo, mentre facciamo uso sia di polverini sia di polimeri “fuori specifica” solo in accordo e su richiesta del cliente finale.

Matteo Tovo

Tovo Gomma

1. Il primo semestre 2010 segna una ripresa sui volumi 2009 anche se non in maniera costante. Il secondo semestre è

Matteo Tovo


Inchiesta mescole

generalmente migliore del primo perché include mesi come luglio, settembre ed ottobre dove i volumi sono mediamente più alti rispetto ai primi mesi dell’anno. 2. Il mix non è cambiato rispetto agli anni precedenti, c’è un ridimensionamento del volume dei singoli lotti dovuta ad una programmazione pressoché inesistente da parte del cliente finale e di conseguenza a cascata sui fornitori. 3. Crediamo che la tendenza delle aziende sia di focalizzarsi verso il proprio core business. Per le aziende di trasformazione di mescole in prodotto finito, l’orientamento riguarda la delocalizzazione della produzione di mescole verso chi produce queste ultime come core business. 4. Crediamo che il fenomeno della delocalizzazione sia in atto, in particolare verso l’Est Europa e il Far East. 5. Sì, siamo attrezzati per effettuare controlli sul prodotto finito. Attualmente non adottiamo la tecnologia della mescolazione in continuo, ma stiamo effettuando alcuni esperimenti per valutarne eventuali vantaggi. Si, utilizziamo polverino o rigenerato o polimeri fuori specifica in accordo con i nostri clienti ove l’applicazione finale lo consente.

Raffaele Ferro TSF

1. Dopo un anno 2009 da dimenticare , l’inizio del 2010 si è presentato in ripresa con un recupero di volumi e fatturati tali da permetterci di tirare il fiato dopo una lunga apnea. Occorre puntualizzare che questa ripresa avviene in un mercato a dir poco isterico in cui le aziende cercano di rispondere in tempi brevissimi alle richieste dei propri clienti. Questa volon-

tà di portare a casa gli ordini offrendo tempi di risposta estremamenRaffaele Ferro te tirati purtroppo avviene in un momento in cui i principali fornitori di materie prime si trovano ad avere forti difficoltà di fornitura a causa della eccessiva riduzione dei loro magazzini effettuata lo scorso anno. A ciò occorre aggiungere anche il generale ridimensionamento delle strutture e del personale che è tuttora presente nella supply chain. Cosa succederà nel prossimo semestre? Stiamo ancora soffrendo per alcuni fulgidi esempi di madornali errori previsionali che hanno caratterizzato la crisi ancora in atto, pertanto non mi azzardo a fare alcuna previsione; nonostante il mercato odierno sia a buoni livelli occorre obiettivamente prendere atto che i segnali che ci giungono dai governi e dalle economie globali inducono alla massima prudenza se non al pessimismo. La nostra filosofia è di aggiungere ulteriore flessibilità, competenza, reattività, capacità di sviluppo tenendosi pronti a qualsiasi futura sorpresa sia positiva che negativa. 2. TSF è un compoundatore focalizzato su mescole speciali fluorurate e siliconiche e pertanto da questo punto di vista il nostro orizzonte è piuttosto limitato. Certamente la crisi dell’automotive , principale punto di riferimento dei nostri clienti, sta portando ad un veloce riorientamento e diversificazione verso mercati quali l’eolico, la perforazione petrolifera e l’alimentare; ciò è particolarmente vero per le mescole in fluoroelastomero 3. Non mi risulta, anzi direi che la necessità di abbattimento dei costi sta portando alcune aziende a rivedere le luglio

proprie strategie aziendali: una delle conseguenze è la ricerca di compoundatori affidabili ai quali devolvere il compito di produrre mescole di qualità a costi competitivi. 4. Dopo un primo momento in cui la delocalizzazione delle produzioni in paesi dell’est Europa e asiatici sembrava una buona opportunità per seguire il mercato mi sembra di poter affermare che tali tipi di iniziative si sono fermate a fronte di un mercato globalmente in crisi, alti costi di investimento, difficoltà di gestire unità decentrate e, non ultimo, il rischio di perdite di know how. 5. TSF ha una forte propensione allo sviluppo di nuove mescole per nuove applicazioni; la presenza di un laboratorio tecnologicamente avanzato per la caratterizzazione anche di prodotti finiti è un plus che da parecchi anni offriamo ai nostri clienti ai quali diamo anche supporto teorico nelle fasi di progettazione. Il tipo di mercato di riferimento non è adatto ad operazioni in continuo, anzi la flessibilità tipica di operazioni a batch è per noi una necessità. L’uso di rigenerato e di polverino in mescola ad alto valore aggiunto o comunque critiche per il tipo di applicazioni non viene ritenuto da noi una via perseguibile per abbattere i costi.

Carlo Nolli PMG

1. Abbiamo notato una ripresa dei volumi di vendita e della domanda di mercato abbastanza generalizzata, già dall’ultimo trimestre del 2009, sia sul mercato nazionale che da quello per export che rappresenta olCarlo Nolli

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Inchiesta mescole

tre il 35% per il Gruppo PMG. Nei primi cinque mesi del 2010 la domanda di mescola ha continuato ad essere importante a livelli decisamente più alti dello scorso anno e non molto distante dai volumi della prima parte del 2008, prima della crisi internazionale. Difficile fare previsioni per la seconda parte dell’anno ma ci si aspetta un parziale “raffreddamento” del mercato, almeno per quanto riguarda più direttamente il settore automotive, che dovrebbe comunque rimanere su livelli soddisfacenti. 2. PMG è da sempre orientata alla produzione di mescole speciali ad alta performance. Su questi prodotti abbiamo notato una ripresa più decisa rispetto alle mescole più tradizionali. Comunque la ripresa come anticipato è stata abbastanza generalizzata e non osservata in settori merceologici o applicazioni particolari. Per quanto riguarda i settori più trainanti, automotive e chimico/industriale, si nota sempre comunque la tendenza a spostarsi verso prodotti più performanti sia dal punto di vista della resistenza termica che chimica in genere. 3. Durante il periodo di crisi dello scorso anno abbiamo notato che alcune aziende, per lo più appartenenti a gruppi internazionali, hanno riportato verso l’interno la produzione di alcune mescole che venivano acquistate da compoundatori. Questo perché la minore domanda di mescola aveva liberato capacità produttiva “interna”, ma non possiamo testimoniare di aziende che abbiano ripreso attività di confezionamento mescole che era stata abbandonata prima per motivi strategici o di costo. Diremmo al contrario che nel medio-lungo periodo la tendenza sia ad una maggior orientamento delle aziende all’acquisto di mescola da terzi piuttosto che alla produzione interna che richiede una 30

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disponibilità di investimenti sempre maggiore. 4. Se prendiamo l’esempio della PMG che nel gennaio 2006 ha inaugurato la sala mescole PMG East di Timisoara in Romania la risposta è senz’altro positiva. Esiste una certa tendenza a delocalizzare la produzione di mescole nell’Europa Centrale o dell’Est, almeno per quello che riguarda il continente europeo, in primo luogo per seguire i propri clienti che a loro volta hanno delocalizzato la loro produzione in quei paesi e secondariamente per avere siti produttivi in aree che permettono un costo del lavoro e degli investimenti più contenuti e logisticamente ancora vicine ai mercati occidentali. 5. Tutte le linee produttive del Gruppo PMG sono attrezzate con laboratori di controllo della produzione e delle caratteristiche del prodotto finito secondo quanto prevede la nostra politica della qualità. La tipologia delle mescole da noi prodotte richiede che i controlli vengano estesi al 100% dei batch prodotti dalle singole linee di miscelazione e tutti i laboratori di controllo sono equipaggiati con gli stessi strumenti di misurazione e collegati tra di loro, per avere un continua tracciabilità delle prove effettuate e dei risultati ottenuti. La riduzione dei costi è una attività continua e migliorativa che viene espletata tramite lo sviluppo di nuovi prodotti e l’utilizzo di ingredienti nuovi e alternativi che possano garantire un miglioramento del livello prestazionale delle mescole. L’impiego di materiali di recupero o di ingredienti non a norma non rientra in questi programmi.

Cristina Vincenzi VM

1. Dopo la flessione generale del 2009, che tutto sommato nella nostra azienda luglio

• agosto 2010 n. 580

non ha inciso così pesantemente, stiamo assistendo ad un buon 2010, molto simile ai livelli “ antecrisi” economica. La tendenza è altrettanto positiva per il secondo semestre dell’anno. 2. Il nostro è un mercato molto specifico (ceramico) in cui il PUR Millable la fa da padrone, tuttavia stiamo registrando buoni successi con mescole colorate a base di elastomeri speciali, in cui viene richiesta estrema cura nel confezionamento della mescola. 3. Non ci risulta, anzi abbiamo visto sparire alcuni produttori. Gli investimenti, sia in termini di macchinari che di adeguamenti legislativi, sono sempre più onerosi ed incessanti. Manca anche un ricambio generazionale di tecnici specializzati nella gomma e che abbiano soprattutto pratica lavorativa oltre che teorica. 4. Da parte nostra lo riteniamo un grosso errore tecnico e strategico. Già il mercato è di per se stesso in subbuglio per gli aumenti vertiginosi ed ingiustificati delle materie prime, oltre che alla carenza delle stesse. Delocalizzare significa introdurre ulteriori varianti sulla qualità del prodotto mescola, di per se stesso non semplice, oltre che esportare tecnologia a nostro completo scapito. 5. Abbiamo attrezzato un piccolo ma funzionale laboratorio che ci consente di certificare la mescola in tutte le sue principali caratteristiche chimicofisiche. Di solito il nostro settore non prevede prove funzionali sul prodotto finito La mescolazione in continuo non è attuabile sul PUR UREPAN 600, nostra principale lavorazione. Rigenerato e polverino non sono tipici di questo settore, in cui è maniacale la necessità di dispersioni ottimali di cariche e polimeri. Vale lo stesso discorso per il polverino.


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Un convegno tra economia e tecnologia

Affrontare insieme le incognite dei mercati di a.d.p.

Come sono uscite le industrie della gomma italiane dalla crisi innescatasi nel 2008 e quali sono le prospettive che si aprono per il prossimo futuro? Se lo è chiesto il convegno “La gomma, ieri, oggi e domani” che a metà maggio ha riunito a Nembro, presso la sede della Persico, una cinquantina di operatori (in maggioranza stampatori e produttori di mescole) dell’area bresciano/ bergamasca. A riferire Paolo Pontremolesi di Z- Lab, cui va il merito di avere promosso l’iniziativa, Fabio Negroni, direttore del Cerisie, Carlo Ortenzi di Persico, Mauro Belloni di Gibitre, Mario Regazzoni di UTP Vision. A introdurre e moderare la discussione il direttore della nostra rivista, Eugenio Faiella

Problemi congiunturali e problemi di struttura Quale è lo scenario apertosi sul clamoroso fallimento della Lehman Bros, è la domanda con la quale il direttore della nostra rivista ha aperto il convegno. Vediamo qualche dato. Secondo Istat la produzione industriale di articoli in gomma e materie plastiche ha segnato una crescita dell’1,3% nel trimestre gennaio/marzo 2010 sul trimestre gennaio/marzo 2009; che è molto poco se si pensa che l’intero comparto manifatturiero ha registrano una crescita del 3,1% e che la variazione tendenziale marzo 2010 su marzo 2009 è stata per l’intera industria italiana, del 6,4%. In effetti quest’anno per il nostro settore la ripresa appena accennata sembra che si sia fermata. Infatti la crescita di marzo 2010 su febbraio 2010 è nega-

tiva (-1,6%) e quella del primo trimestre 2010 rispetto al precedente trimestre ottobre/dicembre 2009 è pari a zero. Inoltre, mentre a febbraio 2010 su febbraio 2009 c’era una crescita del 2,3%, a marzo 2010 su marzo 2009 c’è una flessione dell’1,2%. Veniamo al commercio estero. In febbraio le esportazioni sono cresciute (rispetto a febbraio 2009) del 14,2% e nel periodo gennaio-febbraio 2010 dell’11,1% sul periodo gennaiofebbraio del 2009. Molto meglio, anzi praticamente il doppio, della performance dell’industria italiana nel suo complesso. Attenzione però che (sempre per i prodotti di gomma e plastica) nel periodo considerato le importazioni sono cresciute di più: del 18,3% in febbraio su febbraio e del 12,6% nel bimestre. (Intervenendo dalla sala il direttoluglio

re di Assogomma, Fabio Bertolotti, ha contestato la significatività di questi dati, chiedendosi quale ne fosse la fonte. Alla risposta di Faiella -“sono i dati diffusi dall’Istat”- Bertolotti ha replicato che le risultanze delle indagini condotte dalla Associazione sono diverse, senza peraltro fornirle). Fatte queste osservazioni sulla congiuntura, ha proseguito Faiella, vale la pena di passare ad alcune considerazioni sulla struttura del nostro settore per cercare di trarre qualche indicazione per il futuro. Prendiamo in considerazione i dati contenuti nell’archivio dell’Annuario della Gomma, che è pur sempre la più importante fonte di informazioni dirette e aggiornate sul settore. Si può così constatare che il 17% delle aziende ha meno di 10 dipendenti, che il 65% sta al di sotto dei 50 e che il 90% non

Eugenio Faiella

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Un convegno tra economia e tecnologia

arriva ai 250. Ancora: il 23% dichiara un fatturato al di sotto di 1,5 milioni di euro. Solo il 15% va oltre i 100 milioni. Il 56% sta nella fascia tra 1,5 e 20 milioni di fatturato. Non è una scoperta ma una conferma che il settore è fatto in grande prevalenza da aziende medie, piccole e micro. È vero che abbiamo alcune nicchie indiscutibilmente di eccellenza, ma è comunque opportuno porsi alcune domande perché strettamente connesse a quel “niente sarà più come prima” di cui sentiamo continuamente parlare. Un mondo di piccole e piccolissima aziende, per lo più a carattere familiare e probabilmente sotto capitalizzate, è in grado di competere nei nuovi scenari internazionali delineatisi dopo la crisi del 2008/2009? Basta per presidiare in modo efficace i mercati che non sono più quelli sull’uscio di casa ma lontani e “nuovi” sotto tutti punti di vista? Un impianto delle vendite talvolta “monocliente” non è troppo fragile? Una struttura finanziaria debole non è un pericolo nel momento in cui la stretta creditizia si fa severa e i mercati sono percorsi dalle tempeste finanziarie? E ancora: siamo sicuri di essere in possesso di una tecnologia “protetta” e cioè non facilmente duplicabile? Si può sperare che il cambio con il dollaro resti inchiodato alla quota attuale 1,3? E se torna, come qualcuno prospetta, a quota 1,5 e più? Infine, i paesi BRIC saranno sempre dei mercati di consumo o non diventeranno sempre più dei concorrenti industriali? A queste domande la risposta non può essere semplicisticamente un sì o un no. Si deve rispondere puntando a percorsi di consolidamento e di crescita strutturale. Percorsi alcuni dei quali sono peraltro già perfettamente noti e praticati. L’esempio migliore è quello dell’innovazione tecnologica che è il se34

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greto delle nicchie di eccellenza di cui si parlava prima. Su questa strada la collaborazione tra fornitori e trasformatori resta fondamentale. È quello che si chiama “fare filiera”: dalla materia prima al macchinario, ai sistemi informatici, alle attrezzature di verifica e controllo, giù giù fino al prodotto finito. Anche noi oggi, è la conclusione, in qualche modo stiamo facendo filiera.

Novità nel campo delle certificazioni Fabio Negroni, nuovo direttore del Cerisie, ha aperto il suo intervento illustrando le attività fondamentali che svolge il laboratorio, operante con finalità tecnico-scientifiche nel settore dei materiali polimerici e delle gomme. Il Cerisie ha per scopo sociale il rilascio di attestazioni materie prime, semilavorati e prodotti finiti di natura elastomerica e polimerica; il mantenimento di rapporti e la stipula di riconoscimenti con analoghe strutture costituite in Italia ed in altre nazioni; la collaborazione in ambito nazionale/ internazionale per l’elaborazione delle normative tecniche del settore; l’organizzazione di corsi di aggiornamento professionale, seminari, congressi e stage per gli addetti del settore. Negroni ha anche ricordato che la costituzione del laboratorio è sta-

Fabio Negroni

luglio

• agosto 2010 n. 580

ta promossa da Assogomma e Airiel (Associazione Italiana per la Ricerca nell’Impiego degli Elastomeri), con il patrocinio del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche). Di rilievo nell’intervento del direttore del Cerisie i riferimenti ai requisiti Reach per gli oli impiegati nel settore del pneumatico dove si definisce un metodo analitico per la determinazione del contenuto di aromatici nel prodotto finito. Si ricorda che già a partire dal 1° gennaio 2010 non sarà più possibile immettere sul mercato pneumatici e battistrada, destinati alla rigenerazione, che contengano oli plastificanti in misura superiore ai limiti fissati dalle normative. Sono già disponibili, da qualche anno, oli alternativi ai classici oli aromatici. Inoltre, sono in corso proposte metodologiche per l’applicazione di tale norme anche per vari articoli tecnici di molti settori applicativi.

Un sistema informativo specifico per il settore È il tema affrontato da Paolo Pontremolesi della Direzione Commerciale Z-Lab. Dopo una breve riferimento al sistema informativo del passato, il relatore ha illustrato un nuovo pacchetto di software evoluto per la gestione di tutte le attività aziendali nel campo della gomma. Il pacchetto, chiamato “Elasto”, è stato studiato per soddisfare tutto l’iter di una società che opera appunto nel settore. Infatti rappresenta la soluzione modulare ed integrata per le aziende. Oltre alla gestione di tutte le informazioni necessarie per lo svolgimento delle normali attività aziendali, il principale plus della soluzione Elasto è la logica di lavoro che viene proposta dal programma, nata dall’esperienza più che ventennale maturata in questo specifico settore.


.it

Un convegno tra economia e tecnologia

Z-View 2/4

in termini di operatività e del conseguente incremento di produttività. L’intervento si è concluso con una breve carrellata sulla specificità di Elasto come Z-Mobile, Elasto-Macchine, Z-View, Z-Web ecc.

Le presse per gomma ora nell’ambito di Persico Un esempio di una schermata del software Elasto. e20 2010

“È questo il valore più significativo dell’intera soluzione”, afferma Pontremolesi, “che guida gli operatori nelle varie funzioni e nei vari settori operativi, trasferendo in modo automatizzato tutte le informazioni necessarie e mantenendo aggiornati tutti gli archivi interessati”. “Elasto ha una struttura dati organizzata per contenere tutte le informazioni necessarie per una ottimale gestione del flusso operativo di una moderna azienda che vuole ottimizzare la produttività dei propri operatori”. In altre parole, con questo software si può continuare ad operare, come l’azienda ha sempre fatto, con i precedenti programmi, grazie alla struttura flessibile della soluzione, in grado di adattarsi alle diverse configurazioni richieste. Oppure si può decidere di utilizzare la logica di lavoro di Elasto, dopo averne verificato i vantaggi

Paolo Pontremolesi

Carlo Ortenzi, general manager di Persico ha premesso che la sua società opera da 34 anni, oggi con 200 addetti, nei settori nautico, automotive e rotazionale e che da giugno 2008 ha acquisito la gamma di presse Terenzio. Nella nautica Persico opera da 15 anni in tutte le fasi di sviluppo delle nuove imbarcazioni: co-design, progettazione, costruzione di modelli, stampi. Nell’automotive è specializzata nella produzione di rivestimenti interni sia dei veicoli industriali sia delle auto. I rivestimenti prodotti presentano caratteristiche speciali come la resistenza al calore ed un alto coefficiente di isolamento acustico. Nel settore rotazionale Persico è tra i leader mondiali nella fornitura di attrezzature per questo stampaggio rotazionale, grazie ad una capillare assistenza tecnico-commerciale, un attrezzato ufficio tecnico, frese a controllo numerico a 3 e a 5 assi, un’attrezzeria con strumentazioni CAD-CAM e una fonderia interna altamente specializzata dotata di macchinari, know-how evoluti e dedicata esclusivamente alla fusione di stampi destinati al rotazionale. Ultima nata in casa Persico, la divisione presse Terenzio è divisa in quattro attività storiche: presse a compressione ed a iniezione per il settore gomma, compositi, speciali e termoindurenti. Per quanto concerne l’attività dei compositi, Terenzio ha una importante sinergia con la divisione automotive attraverso la nuova serie di presse “Kompo” per la produzione di articoli destinati al veicolo. luglio

Carlo Ortenzi

Quanto alla gomma, Terenzio continua a proporsi con macchine della serie “Opera” per lo stampaggio ad iniezione. Ricordiamo, inoltre, il sistema FIFO-FC adottato da Terenzio Presse per la serie Opera V ed H, con capacità di iniezione da 500 a 2000 cc ed una pressione massima di 2000 bar. Ortenzi ha concluso con la presentazione delle presse della serie BS a colonna con chiusura dall’alto, serie BSV con sistema di camera del vuoto per lo stampaggio di articoli in gomma a geometria complessa, BST/Shuttle a dop-

Una pressa di Terenzio.

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Un convegno tra economia e tecnologia

Mauro Belloni

pia traslazione e le presse per compositi della serie Maxipress 200. Quattro gli obiettivi per il futuro della Terenzio: assistenza tecnica e teleassistenza, applicazioni speciali, presse standard low cost per i paesi asiatici e sviluppo nuovo prodotti.

Un pacchetto completo di strumenti da laboratorio Mauro Belloni della Direzione Gibitre Instruments ha sottolineato che uno degli obiettivi della società è quello di fornire un pacchetto di prodotti e servizi che soddisfi in modo completo le necessità presenti e future del laboratorio. Per semplificare il funzionamento interno del laboratorio, Gibitre ha prodotto, a partire dal 2003, una generazione di software con interfaccia utente identica con un unico database ed un unico ambiente di gestione dei dati. I vantaggi per l’utilizzatore sono evidenti: semplicità di ap-

Apparato per prove di compression set della Gibitre Instruments.

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| L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

prendimento, disponibilità dei dati in un formato omogeneo, semplicità di risoluzione dei problemi, emissione automatica del report multi-strumento. Interfaccia laboratorio – sistema informativo aziendale: allineamento automatico elenchi ordini, clienti ecc., utilizzo codice a barre, approvazione esito controllo a sistema per avanzamento fase, salvataggio dati centralizzato (sia per laboratorio integrato sia per strumenti stand-alone). Interfaccia laboratorio – cliente: definizione e controllo automatico dei limiti di tolleranza per tutte le prove, definizione formato report, emissione report con firma automatica e pubblicazione in ambiente web in formato pdf per download attraverso la password. Interfaccia laboratorio – norme e leggi: Gibitre partecipa a commissioni prove fisico-meccaniche UNI, la società ha 935 clienti attivi nel mondo che utilizzano strumenti per le diverse applicazioni nel settore gomma, dispone di un database con svariate migliaia di norme/capitolati di fornitura, il know-how societario viene sistematicamente veicolata ai clienti tramite specifiche richieste e tramite l’evoluzione dei prodotti, il servizio di newsletter, attivato dal 2009, è un tool aggiuntivo per comunicare, oltre a novità nei prodotti, modifiche normative importanti e leggi rilevanti. Interfaccia laboratorio – altri laboratori: allo scopo di garantire il confronto di risultati tra diversi laboratori, Gibitre effettua in modo costante prove di confronto interlaboratoriali come le prove interlaboratorio Cerisie, ITP. Inoltre, Gibitre effettua studi di ripetibilità/riproducibilità sugli strumenti prodotti, oltre al confronto con strumenti di altre marche sottoposti al programma di taratura SIT (durometri Shore e IRHD). luglio

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Mario Regazzoni

Visione artificiale e qualità del processo produttivo La mission di UTP Vision, ha detto Mario della direzione della società è chiara: “Garantire la massima qualità del processo produttivo attraverso la visione artificiale”; tutto questo mediante l'innovazione, la crescita e l’eccellenza qualitativa. Dopo una breve presentazione dell’assetto societario e della sua organizzazione Regazzoni ha parlato dei prodotti che rappresentano il cuore del sistema di controllo produzione come le macchine automatiche di controllo (sempre attraverso la visione artificiale) con sistemi 3D in applicazioni speciali. Si è poi soffermato sulle singole macchine in funzione del tipo di controlMACCHINE lo da effettuare in relazione alle varie AUTOMATICHE DI e differenziate produzioni di articoli in CONTROLLO gomma. 

Un esempio di macchina per il controllo a visione artificiale della UTP Vision.

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Compounding

Dalla Svezia in tutto il mondo

Il sito produttivo Hexpol Compounding nella Repubblica Ceca.

Hexpol Compounding è una delle più importanti società al mondo nello sviluppo e produzione di mescole di gomma ad alta qualità ed è una delle poche aziende globali in questo settore. Fa parte di Hexpol AB, gruppo industriale svedese tra i leader mondiali nel campo dei polimeri quotato al OMX Nordic Stock Excange. Dopo un 2009 nel quale ha mantenuto i livelli di fatturato dell’anno precedente, Hexpol Compounding nel primo trimestre di quest’anno ha realizzato un incremento delle vendite del 21% a 581 milioni di corone svedesi (pari a circa 59,5 milioni di euro); il margine operativo è stato di 7,6 milioni di euro.

segmento di mercato più importante è quello dell’automotive seguito subito dal settore delle costruzioni ed infrastrutture. Altri settori chiave sono la gestione delle risorse idriche, i cavi, gli elettrodomestici, il farmaceutico, l’energia in generale. L’impegno nei singoli mercati avviene attraverso il lavoro di team di collaboratori tecnici e commerciali presenti localmente e quindi vicini alle esigenze e aspettative dei clienti.

L’offerta La struttura produttiva e commerciale Hexpol Compounding offre un’ampia gamma di mescole, soluzioni tecnologiche ed un servizio di livello internazionale. La crescita nel lungo termine, che rimane l’obbiettivo primario, è realizzato grazie ad una organizzazione efficiente che punta a continui miglioramenti e all’ausilio di collaboratori altamente preparati e specializzati. La società dispone di otto siti produttivi nel mondo completamente autonomi e pienamente integrati dal punto di vista dei processi produttivi. Gli stabilimenti (tutti tecnologicamente avanzati e ad alta produttività) sono dislocati in Belgio, Germania,

Repubblica Ceca, Svezia, USA, Messico e Cina. I clienti sono produttori di articoli in gomma che si posizionano a livello globale del mercato. Il

Hexpol Compounding offre una vastissima gamma di compounds pronti all’uso per le diverse tecnologie di trasformazione adottate dai

Lo headquarter di Hexpol Compounding in Belgio.

luglio

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Compounding

clienti (estrusione, stampaggio ad iniezione, stampaggio a compressione, calandratura ecc.).Tutte le mescole compatte e spugnose sono disponibili nel colore nero e in altre colorazioni prodotte su linee appositamente dedicate, filtrate e non filtrate, fornite in strisce continue, granuli o altri formati. La gamma comprende inoltre una serie di compounds anti fiamma. L’esperienza della società è estesa ad un gran numero di polimeri di base quali EPDM, SBR, NBR, HNBR, ACM, FKM e molti altri. Grazie alla recente acquisizione di VTC TPE Group, denominato oggi Elasto, Hexpol è anche in grado di offrire una vasta gamma di compounds TPE e TPV. Elasto (33 milioni di euro di fatturato nel 2009) è leader nello sviluppo e produzione di compounds termoplastici elastomerici con stabilimenti di produzione in Svezia e in Gran Bretagna.

L’impegno nella Ricerca & Sviluppo A fondamento della leadership di Hexpol Compounding nel campo delle mescole di gomma è sempre stato l’impegno e l’eccellenza delle attività di R&D. Attraverso il reclutamento e la formazione dei migliori tecnologi, la società ha costituito un team internazionale di ricerca e sviluppo che utilizza le più recenti tecnologie disponibili sul mercato per la gestione del “sapere tecnico”. Suo punto di vantaggio è di aver adottato un metodo integrato per lo sviluppo delle formule e delle tecnologie di mescolazione, che tengono in considerazione i processi dei clienti, le specifiche e i capitolati tecnici, l’analisi dei costi e le ultime novità nel settore delle materie prime. In merito all’attività specifica di 40

| L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

L'imballaggio mescola in granuli.

La linea di approntamento ricetta mescole.

compoundazione, Hexpol si è ritagliata una posizione di primo piano mettendo a punto tecnologie innovative, avanzate, altamente automatizzate. Questo livello tecnologico è stato poi standardizzato presso i diversi siti produttivi del gruppo. In costante collaborazione con i principali

fornitori di macchinari e con gli stabilimenti che forniscono giornalmente feedback sulle attività produttive, il Dipartimento di Engineering è in continua attività di studio e di miglioramento delle linee di processo. La vasta conoscenza ed esperienza dei tecnici che vi lavorano garantisce una

Un particolare della linea di produzione di mescole colorate.

luglio

• agosto 2010 n. 580


Compounding

progettazione, un livello tecnologico e una gestione degli impianti orientata nel lungo periodo. Tutti gli stabilimenti di Hexpol Compounding sono certificati ISO 9001 ed in corso di certificazione ISO 14001. Attraverso un continuo monitoraggio delle prestazioni e dei processi, tutte le persone sono impegnate in un miglioramento continuo dei risultati e dell’efficacia del sistema di gestione della qualità, con l’obbiettivo di realizzare un elevato livello di prodotto e di qualità del servizio. I processi di gestione della produzione, altamente automatizzati, memorizzano in un database i dati relativi ad ogni singolo passaggio quali informazioni sulle materie prime, parametri di fabbricazione delle mescole e gestione impianti di processo, controllo e gestione della qualità dei compounds e delle loro caratteristiche. Ogni sito produttivo è dotato di laboratori per lo sviluppo dei prodotti ed il controllo della produzione. La società è costantemente impegnata nello contribuire ad uno sviluppo sostenibile e nell’assicurare salute e sicurezza per tutto il personale che lavora nella azienda. Realizzando i sistemi di gestione ambientale secondo ISO 14001 in tutti i siti produttivi sono impegnati nel miglioramento delle proprie performances ambientali. Da segnalare infine la particolare attenzione che Hexpol ha deciso di dedicare al mercato italiano. Per seguirne l’evoluzione e la particolarità della sua struttura, ha rafforzato la sua posizione attraverso la presenza di un proprio responsabile commerciale italiano (Enrico Pantano, enrico.pantano@hpc-de.com) che opera direttamente sul territorio a stretto contatto con i clienti e fornisce inoltre un adeguato supporto tecnico assicurato da uno specialista nel campo degli elastomeri e dei compound. 

Una linea di produzione.

Filiera di un estrusore nel laboratorio tecnologico.

luglio

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L’assemblea di Assocomaplast

Migliora la raccolta ordini e riaffiora la fiducia

È stato un anno molto difficile, il 2009, per i costruttori italiani di macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma. E non è andata meglio per i loro concorrenti europei, segno che la crisi non risparmia nessuno. I dati forniti nel corso dell’assemblea annuale di Assocomaplast non lasciano dubbi sulle difficoltà emerse con la tempesta finanziaria ed economica esplosa nell’autunno del 2008. Tuttavia nei primi mesi dell’anno in corso la situazione sembra avviata a un lento miglioramento ed emergono (crisi greca permettendo) alcuni segnali di fiducia se non proprio di ottimismo. L’assemblea ha approvato il passaggio del testimone della presidenza dell’associazione da Riccardo Comerio a Giorgio Colombo (si veda l’intervista a pagina 20) e della direzione da Claudio Celata a Mario Maggiani. Celata assume l’incarico di assistente del presidente e mantiene la carica di amministratore delegato di Promaplast, società organizzatrice di Plast.

G

ià nel 2008 si erano avute, per le macchine italiane per plastica e gomma, le prime avvisaglie della recessione con una flessione della produzione (-1,2%) e delle esportazioni (-8,4%); solo il mercato interno portava segno positivo (+7,1%). Ma la situazione si è fatta pesantemente critica l’anno successivo. La produzione è crollata del 21,4%, con la perdita di quasi 1 miliardo di euro, da 4.200 a 3.300 milioni, e le esportazioni sono scese addirittura del 26,5%. A confer-

mare che la crisi era in atto, anche le importazioni sono bruscamente scemate di oltre il 22%. Per il mercato interno la flessione è stata del 16%; la ragione di questa migliore tenuta è da ricercare, secondo il commento di Assocomaplast, nell’impatto positivo che la Tremonti Ter ha avuto sulle vendite di macchinari in Italia (e non solo su quelle di cui ci stiamo occupando). Per quanto riguarda le esportazioni, è da rilevare la caduta di tutti i noluglio

stri principali mercati di sbocco, che sono nell’ordine: Germania (-20%), Francia (-29%), Cina (-13%), Stati Uniti (-34%), Russia (-50%), Spagna (-28%), Polonia (-41%). In controtenzenza solo il mercato dell’India che ha visto crescere di oltre il 17% l’acquisto di macchine italiane. Praticamente tutti i comparti merceologici sono stati penalizzati dalla contrazione della domanda estera. Solo la voce più importante, quella degli stampi, ha contenuto la flessione nella misura di circa il 10%. Per le macchine di produzione le cifre sono molto più negative: estrusori, macchine a iniezione, presse sperimentano cadute che si avvicinano e qualche volta superano il 50%. Non ostante questi deludenti risultati i nostri costruttori continuano a mantenere la quarta posizione (dopo Germania, Cina e Giappone) nella graduatoria dei principali esportatori mondiali di macchine per gomma e plastica. La nostra quota tuttavia è scesa del 14,4% del 2007 al 12,9% del 2009. Nello stesso arco di tempo la Cina, che è il secondo esportatore mondiale, ha visto la propria quota salire dal 9,7% del 2007 (quando era solo il quarto paese esportatore) al 13,6% del 2009. Veniamo alle prospettive per il 2010.

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L’assemblea di Assocomaplast

∆%

2007

07/06 10,4

produzione

4.250

export

2.753

17,8

import

634

0,7 607

∆%

2008

2009

∆%

∆% medio

08/07 -1,2

3.300

09/08 -21,4

07/09 -5,O

2.523

-8,4

1.853

-26,5

-7,4

-4,4 472

-22,2 -9,1

4.200

mercato interno

2.132

-0,6

2.284

7,1

1.919

-16,0

-3,6

saldo commerciale (attivo)

2.118

24,2

1.916

-9,5

1.381

-27,9

-6.8

Dal 2007 al 2009: come è cambiato il mercato italiano delle macchine per gomma e plastica (milioni di euro).

Premesso che nella situazione congiunturale attuale è molto difficile elaborare qualsiasi tipo di previsione, una nota di Assocomaplast rileva che “se nei primi mesi del 2010 aleggiava un certo ottimismo

tra la maggior parte degli operatori del settore, la recentissima crisi greca (con una potenziale estensione a Spagna e Portogallo) ha richiamato tutti alla realtà e a una maggiore prudenza”.

Secondo l’indagine congiunturale condotta dalla Associazione, il 70% degli intervistati ha dichiarato un miglioramento della raccolta ordini a maggio a confronto con l’analogo mese del 2008 (il 21% ha in-

5000 4500 4000 3500 L’evoluzione della produzione e del mercato interno (milioni di euro)

3000 2500 2000 1500 1000 500 0 2000

2001

2002

2003

2004

2005

MERCATO INTERNO

2006

2007

2008

2009

produzione

5000 4500 4000 3500 3000 L’evoluzione della produzione e delle esportazioni (milioni di euro)

2500 2000 1500 1000 500 0 2000

2001

2002

2003 EXPORT

44

| L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

luglio

• agosto 2010 n. 580

2004

2005

2006

2007

produzione

2008

2009


L’assemblea di Assocomaplast

Ci salveranno i BRIC?

La crisi ha probabilmente toccato il fondo ma si dovrà navigare a vista ancora per molto tempo perché mancano i fondamenti per una solida ripresa. Così il prof. Marco Fortis ha tracciato il quadro della situazione intervenendo con una lucida diagnosi all’assemblea di Assocomaplast. Preoccupano in particolare la crescita del debito aggregato e la crisi dei deficit pubblici e dei debiti sovrani. Le macchine per plastica e gomma sono state penalizzate dalla caduta della produzione industriale e dalla flessione delle esportazioni, accentuata dalla crisi di alcuni mercati emergenti, quali la Russia. Anche se “nessuno sa che cosa succederà”, la ripresa, ha detto l’economista, riposa essenzialmente sulla capacità di crescita dei mercati emergenti e su quelli dovranno puntare c: Compound, i costruttori italiani. Per convincersene basta d: Autodisperdibili, infatti guardare alle previsioni di crescita e: Emulsioni nel 2010 del PIL dei cosiddetti BRIC: Brasile +6,3%, Russia +4,5%, India +7,7%, Cina Serie +9,9%. Con tutto ciòViscosità, lo scenario resta instabile. E 110: da Fluido a Media Qualità e innovazione E 22: da Fluido ad Alta Viscosità restano le chiavi di volta che reggono il futuro delle piccole e medie imprese italiane.

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Alchemia Italia Stabilizzanti, antiossidanti, UV absorber Niluvin series Basf Poliisobutene medio peso molecolare Oppanol B Cancarb Carbon Black MT 990 Thermax series

le

Chemetall Sale di vulcanizzazione Litio Sabalith Continental Carbon Carbon Black da Fornace Continex ASTM series Ineos Plastificante Polibutene Indopol

45, Ct 76, Ct 78 – Macroemulsioni Amminofunzionali, 301 – Fluido Amminofunzionale Al 100%, s – Amminofunzionale Cationico, t Ae 61 – Macroemulsione dicato stabilità, il Amminofunzionale 7% contrazione e il 2%Conc., forte contrazione). Inoltre il 45% ha sottolineato un miglioramento t Ae 66 – Micro Emulsione Amminofunzionale Conc., anche a confronto con comp. aprile 2010. t Fe 40, Fe 55: Macroemulsioni con Fluorocarboniche, Per quanto riguarda il fatturato, per nel periodo genna34 – Micro Emulsione Amminofunzionale Rifinizione, io-giugno 2010 a confronto con luglio-dicembre 2009, 45 – Macroemulsione Amminofunzionale per Rifinizione, risulta in crescita per il 45% degli intervistati, stabile 27 – Elastomero Siliconico, per il 46% ed in diminuzione solo per il 9%. Sempre tect – Emulsione Nonil Ionica all’abrasione, in maggio 30% haResistente previsto di ricorrere alla cassa in55 M – con Gruppi Funzionali Catalizzatore - Idrorepellente tegrazione nel primo E semestre 2010, contro il 58% del

maggio 2008. Infine la graduatoria dei paesi di destinazione dell’exPMP, HEDP port nel primo periodo di quest’anno è la seguente: Germania, Brasile, Francia, ttico, Fragranze e Profumi, TalcoCina, Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Turchia, Polonia, Messico.  luglio

Luzenac Talco Luzenac, Mistron, Mistrobond, Prever Meister Carbon Black Speciale Austin Black 325 Raschig Antiossidanti Ionol LC, Ionol 46 Sartomer - Cray Valley Coagenti Acrilati/Metacrilati processing aids Sartomer (SR), TMPTMA, Saret, Ricon, Ricobond Wacker Chemie Distaccanti e Silani Geniosil GF

• agosto 2010 n. 580 | L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

45


SATTEC DBS

GOMMA Prata di Pordenone

gomma

• produzione su specifica del cliente di articoli tecnici in gomma ad alto livello tecnologico con e senza inserti metallici • progettazione mescole e stampi • production according to the customer’s specifications of technical articles in rubber to the highest level of technology, with and without metal inserts • development of compounds and design of moulds Azienda con Sistema Gestione Qualità ISO 9001:2008 SATTEC DBS GOMMA s.r.l. Via E. Mattei, 12 - Prata di Pordenone (PN) - Italy Tel +39 0434620100 - Fax +39 0434610055 info@sattecgomma.it www.sattecgomma.it

W270

KTW

ACS FDA


Stampaggio

Non più bolle d’aria con la nuova pressa CVB di a.d.p.

Lo stampaggio a compressione di articoli in gomma a geometria complessa e presenza di sottosquadro deve assolvere il difficile compito di produrre l’articolo senza alcun difetto specialmente in relazione alla presenza di bolle d’aria intrappolate all’interno dello stampo. Tale problema ha prodotto oggi una generazione di macchine provviste di sistema di sottovuoto e la nuova macchina di Pezzato ne è un esempio.

C

BV Vacuum Rubber è dotata di apparecchiature che consentono la completa eliminazione dell’aria dallo stampo, prima della fase di chiusura, e la totale eliminazione dei gas prodotti durante la fase di vulcanizzazione. Tale pressa è stata progettata per raggiungere livelli di vuoto molto vicini ai valori assoluti grazie all’impiego di un impianto vuoto molto efficiente e di una camera del vuoto di nuova concezione adattabile a qualsiasi spessore di stampo. Con questo sistema tecnologicamente avanzato, Pezzato è riuscita ad asscurare ai clienti un valore aggiunto senza rivoluzionare la propria metodologia di stampaggio. L’impianto è accessoriabile in funzione delle specifiche esigenze, come sistema di traslazione automatica dello stampo, estrazioni centrali e laterali a cornice, ancoraggio rapido de-

gli stampi e automatismi di carico e scarico.

Le caratteristiche costruttive Struttura della macchina La costruzione è a quattro colonne con alte fasce di guida e con movimentazione di chiusura discendente. La struttura è realizzata in carpenteria d’acciaio elettro-saldata, normalizzata e sabbiata, dimensionata con l'ausilio di programma ad elementi finiti "analisi strutturale" in modo tale che, a sollecitazioni ripetute, i coefficienti unitari siano contenuti nelle aree di sicurezza. Il sovradimensionamento delle travi assicura un ottimo parallelismo e un livello minimo di flessione.

Gruppo di chiusura È caratterizzato da un cilindro e pistone principale pressante ricavato luglio

da lingotto colato sottovuoto e da cilindri ausiliari con montaggio diretto sulla testata superiore per le movimentazioni rapide.

Piani di riscaldo Sono costruiti in acciaio normalizzato certificato, realizzati con resistenze elettriche differenziate in acciaio inox a cartuccia estraibili ad alta potenza. Un preciso controllo elettronico garantisce una perfetta distribuzione della temperatura su tutta la superficie.

L’impiantistica Impianto oleodinamico È realizzato con pompa singola o doppia a portata variabile con regolazioni proporzionali ad elettronica integrata che permettono di ottenere precise regolazioni di velocità e pressioni ed alte velocità di lavoro con un consumo energetico molto limitato.

Impianto elettronico di controllo Plc e interfaccia operatore grafico touch-screen a colori con tempi di risposta immediati. Rappresentazione grafica e controlli con monitoraggio costante permettono l’ottimizzazione dei cicli di stampaggio. I movimenti lineari sono

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47


Stampaggio

Modello-Model

T80

T130

T175

T230

/300

T400

/500

T600

T800

GRUPPO CHIUSURA Forza di chiusura

KN

800

1300

1800

2300

3000

4000

5000

6000

8000

Numero pistoni pressanti

01

01

01

01

01

01

01

01

01

Diametro pistoni pressanti

mm

220

280

330

380

430

505

560

620

670

Pressione max esercizio

Atm

210

210

210

210

210

200

200

200

225

Vani di lavoro

01

01

01

01

01

01

01

01

01

Corsa piano mobile

mm

500

500

600

600

700

700

800

900

1000

Luce max tra i piani

mm

500

500

600

600

700

700

800

900

1000

Luce frontale fra colonne

mm

690

740

790

890

990

1090

1190

1290

1490

Luce laterale fra colonne

mm

440

470

500

540

570

600

630

680

750

Lt

120

150

190

260

350

500

700

850

1050

01 + 01

01 + 01

01 + 01

01 + 01

01 + 01

01 + 01

01 + 01

01 + 01

01 + 01

Dimensione dei pian

mm

400x400

450x450

500x500

600x600

700x700

800x800

Temperatura massima

°C

230

230

230

230

230

230

230

230

230

Zone riscaldamento

01 + 01

01 + 01

01 + 01

01 + 01

01 + 01

02 + 02

03 + 03

03 + 03

03 + 03

Capacità serbatoio olio

PIANI DI LAVORO Piani riscaldanti

900x900 1000x1000 1200x1200

PRESTAZIONI Forza apertura

Kg.

7500

9500

13500

13500

21000

21000

32500

32500

43000

Velocità 1a chiusura

mm/s

250

250

250

250

250

250

300

300

300

Velocità pre-compressione

mm/s

0,5-9,8

0,5-9,2

0,5-8,4

0,5-7,2

0,5-7,6

0,5-5,8

0,5-6,9

0,5-5,9

0,5-6,8

Velocità compressione

mm/s

0,3-5,9

0,3-5,2

0,3-4,6

0,3-3,6

0,3-3,9

0,3-3,4

0,3-3,8

0,3-3,5

0,3-3,7

Velocità apertura lenta

mm/s

0-20

0-20

0-20

0-20

0-20

0-20

0-20

0-20

0-20

Velocità apertura rapida

mm/s

180

180

140

140

145

145

140

140

140

Velocità apertura finale

mm/s

0-20

0-20

0-20

0-20

0-20

0-20

0-20

0-20

0-20

VACUUM BOX Corsa camera vuoto

mm

0 - 160

0 - 160

0 - 200

0 - 260

0 - 290

0 - 290

0 - 290

0 - 360

0 - 360

Spessore stampo

mm

0 - 155

0 - 155

0 - 195

0 - 255

0 - 285

0 - 285

0 - 285

0 - 355

0 - 355

Kw

7,5

7,5

11

11

15

15

18,5

22

30

ASSORBIMENTI Potenza motopompa Potenza motore vuoto

Kw

1,85

1,85

2,2

3

4

4

4

5,5

5,5

Piani elettrici

Kw

2,7x2

3,3x2

4,5x2

6,6x2

8,4x2

10,8x2

13x2

16,2x2

23,4x2

Potenza totale installata

Kw

14,7

15,9

22,2

27,2

35,8

40,6

48,9

59,9

82,3

L=Larghezza pressa

mm

1500

1600

1800

1900

2000

2200

2400

2600

3000

P=Profondità pressa

mm

1300

1300

1500

1600

1700

1800

1900

2100

2400

H=Altezza pressa

mm

3400

3600

4000

4300

4600

4700

4850

5100

5300

Peso complessivo

Kg.

6500

8500

12000

14500

17500

22000

27000

33000

38000

DIMENSIONI - PESO

Caratteristiche tecniche della pressa.

48

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luglio

• agosto 2010 n. 580


Stampaggio 

L

a Rossi Gomma di Caselle di Altivole, in provincia di Treviso, opera sin dal 1973 nello stampaggio gomma per i vari settori d’impiego, quali enologico, calzaturiero, chimico, farmaceutico ecc. In portafoglio ha una elevata quantità di articoli a geometria complessa e con presenza di sottosquadro. In particolare è specializzata nella produzione di fascioni, suole, lastre per suole e tacchi per calzature, puntali, freni, guarnizioni industriali, guarnizioni per irrigazione e per altri settori vari. Inoltre, l’azienda produce per conto terzi e al suo interno è prevista anche la progettazione stampi e realizzazione dell’articolo su disegno. La sua struttura garantisce anche la produzione di mescole speciali per lotti di produzione minimi, data la disponibilità di un impianto idoneo a tale scopo. Recentemente la Rossi Gomma ha inserito nel suo parco macchine una pressa della serie CVB della Pezzato. Al titolare Adolfo Rossi abbiamo posto alcune domande in merito all’utilizzo della nuova pressa. La sua azienda opera in vari settori industriali producendo differenti tipologie di articoli in gomma; quali sono i problemi produttivi riscontrati frequentemente durante la fase di stampaggio? Come tutti coloro che operano nel mondo della gomma sanno perfettamente, i maggiori problemi produttivi derivano dalla formazioni di bolle d’aria presenti sugli articoli in gomma con geometria complessa e presenza di sottosquadro. La formazione di bolle d’aria è dovuta all’incapacità dell’aria di fuoriuscire dallo stampo perché la geometria è tale da creare delle vere e propri sacche d’aria che finiscono col generare articoli che poi vanno scartati. Il nostro problema è appunto quello di eliminare l’aria in fase di ciclo di stampaggio. Che cosa ha indotto la decisione di acquistare la nuova pressa a compressione provvista di sistema del vuoto a gestione idraulica prodotta dalla Pezzato e in vista di quali vantaggi?

La nuova pressa a compressione Come già detto prima, per noi operatori del settore è fondamentale produrre con sistema del vuoto della serie CVb. articoli complessi senza la presenza di alcun difetto, in special modo la presenza  di bolle d’aria nel manufatto che renderebbe l’articolo inidoneo all’impiego cui è  destinato. Quindi l’acquisizione della macchina Pezzato è finalizzata alla totale eliminazione del problema dell’aria intrappolata e alla riduzione dei tempi morti di stampaggio. 

controllati elettronicamente da sen

L'uso della nuova pressa ha risolto tale problema? Se dovesse dare un sori magnetostrittivi con precisione         voto, da 6 a 10, quale è il suo grado di soddisfazione? centesimale.        Effettivamente questa nuova serie di presse con sistema di vuoto ha risolto radicalmente il problema poiché la macchina stessa provvede ad eliminare l’aria  Dispositivi di sicurezza dallo stampo prima del ciclo di vulcanizzazione e ciò avvantaggia il sistema  Carenature solidali al macchiperché si opera in quasi totale assenza d’aria. Inoltre, durante il ciclo di  stampaggio la formazione dei gas di vulcanizzazione è eliminata grazie alla nario complete di porte di accesso  continua azione del sistema del vuoto in modo da garantire un prodotto finale del protette da microinterruttori. Protutto privo di difetti da bolle d’aria. Per questo mi sentirei di dare un 9 come voto.

tezione pneumatica per la protezio-

    ne      del vano frontale o in alternativa Per quanto riguarda lo stampaggio di articoli di gomma a forma non  barriere fotoelettriche a raggi infracomplessa, la nuova pressa a compressione della Pezzato ha comunque

 generato ulteriori vantaggi rispetto alle normali presse usate in azienda? rossi. Pulsanti

di emergenza appo-

       sitamente posizionati per l’arresto  Sì, eliminazione dello staffaggio stampi che ha consentito di ottenere una importante riduzione dei tempi di programmazione settimanale  del lavoro e di immediato. Dispositivo pneumatico conseguenza una maggiore redditività produttiva, oltre, naturalmente, ad una di anticaduta  maggiore efficienza qualitativa della produzione.

di ultima generazione con monitoraggio di tutta la corsa  della mazza.  



 • agosto 2010 n. 580 | L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA | 49

luglio

         


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Anticipazioni

Prepararsi a K 2010 con ottimismo di Giuseppe Cantalupo

Il 2009 è stato un anno difficile, ma Engel e Borealis, leader, rispettivamente, nella fabbricazione di macchine per lo stampaggio a iniezione della plastica e della gomma e nella produzione di poliolefine, guardano al futuro con un certo ottimismo. Ed è con questa convinzione che parteciperanno alla fiera di Düsseldorf di quest’anno.

Dal 22 al 24 settembre un seminario sullo stampaggio del silicone

Engel Italia organizza, dal 22 al 24 settembre presso la propria sede di Vimercate, un seminario sullo stampaggio a iniezione del silicone liquido LSR e solido HTV, con il contributo di importanti partners tecnologici. Oltre alle sessioni teoriche sulle tecnologie sarà possibile vedere all’opera due macchine a iniezione Engel victory senza colonne con EcoDrive che produrranno parti in silicone liquido e solido.

che questa volta la quota di mercato del Gruppo si è ancorata a livelli alti: 27,2% in Europa, 15% in America e 5% in Asia (valori 2004: 19%, 9% e 2% rispettivamente). Lancio di nuovi prodotti, espansione dei mercati in Brasile e Messico e investimenti in Cina sono i principali fattori che hanno determinato questo successo, con-

N

el corso di due conferenze stampa organizzate congiuntamente lo scorso mese di maggio Engel e Borealis hanno presentato alla stampa mondiale un’analisi dei risultati 2009 e i loro progetti in relazione alla loro partecipazione alla fiera K di Düsseldorf del prossimo mese di ottobre. Ogni società ha incontrato i giornalisti nella sua sede: a Schwertberg la Engel e a Linz la Borealis. Sono intervenuti 40 rappresentanti della stampa dei settori plastica e gomma provenienti da ogni parte del mondo: dall’Europa in maggior numero, ma anche dagli USA, dalla Cina e dal Brasile.

Le macchine della Engel

Peter Neumann parla alla conferenza stampa di Engel.

A dispetto delle difficoltà dovute alla situazione economica dell’anno scorso, che hanno provocato un calo del fatturato nell’anno fiscale 2009/10 a 358 milioni di euro dai 591 del 2008/09, la Engel è riuscita

a incrementare la sua leadership nei mercati. Lo ha sottolineato nel suo discorso di apertura Peter Neumann, Presidente del Gruppo. Dati alla mano, Neumann ha dichiarato con soddisfazione che anluglio

cretizzatosi in una quota di mercato a livello mondo superiore a quella del 2005: 13% contro 10%. Non si è trattato, però, di un risultato indolore sul piano dell’occupazione, perché, a causa della crisi, la so-

• agosto 2010 n. 580 | L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

51


Anticipazioni

The ENGEL Group 2009/2010 – Data & Facts cietà ha dovuto ridurre di 800 unità il personale, portandolo a 3.000, anche per l’attuazione di una temporanea riduzione delle capacità produttive, che erano da adeguare alla mutata situazione economica. Data la favorevole realtà attuale, però -ha continuato Neumann-, Engel è intenzionata a riassumere quelle persone nei prossimi mesi per essere in grado di garantire quegli standard di stabilità e continuità di attività aziendale che sono usuali nel Gruppo. E che hanno contribuito all’affermazione presso i clienti dell’immagine di una società stabile, affidabile e solida dal punto di vista finanziario. Importanti, sotto questo aspetto, gli investimenti nei quali il gruppo si è impegnato, nonostante la crisi, per affrontare e sostenere sfide future nel miglior modo possibile. Neumann ha ricordato, per esempio, la realizzazione di un’area produttiva di 17.000 metri quadrati a Kaplice, diventata operativa l’anno scorso; l’ampliamento a 68.000 metri quadrati dell’area di produzione di St. Valentin; la realizzazione del nuovo Centro Tecnologico di Schwertberg; l’apertura, a marzo del 2009, del Centro Tecnico di Engel Nord America a Corona, California; la costruzione pressoché ultimata del Centro Tecnologico di Queretaro in Messico. Tutto sommato, quindi, Engel si è lasciata alle spalle un anno difficile. Ma è stato un anno nel quale è comunque riuscita a assorbire buona parte dell’urto della crisi economica. Dal boom alla crisi, come ha detto Christian Pum, responsabile della sicurezza della casa austriaca, il passo è stato breve, ma ha lasciato un segno profondo: molti trasformatori hanno rimandato o addirittura cancellato gli investimenti in nuovi macchinari. E questo ha provocato, dal 2008 al 2009, un calo massiccio della domanda di macchine per lo stampaggio a iniezione in tutti i paesi e praticamente in tutti i mercati. Engel ne ha risen52

energetico e maggiore efficienza protito pesantemente in quelli che sono duttiva in quasi tutte le applicazioni, i suoi principali mercati di interesse: > Market share: Development – 2009 come le Engel 1999 victory spex senza(in co- percent) automotive, telecomunicazioni/eletlonne, le e-victory tutte elettriche sentronica, medicale, stampaggio tecnico 30 27 25

19

20

15

1999

15

15

13

10

8

9

2004 2009

9 7 5

5 1

2

Market overview – From boom to crisis 0

Europe

America

Asia

World

Le quote di mercato del Gruppo Engel dal 1999 al 2009.

> Market decrease – Number of Machines, Turnov

| L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

Technical Moulding

- 50 %

Automotive

- 66 %

Packaging

- 33 %

Teletronics

- 50 %

Medical

- 33 %

Dal boom alla crisi: la caduta della domanda di macchine per lo stampaggio.

e packaging. Ma la crescita della quota di mercato a valori storici in tutti i continenti autorizza la società di Schwertberg a formulare previsioni favorevoli per l’anno fiscale 2010/11. Anche alla luce del fatto che gli impianti in Corea e Cina lavorano già a capacità piena e le quote di utilizzo di quelli austriaci mostrano uno sviluppo molto positivo. Soprattutto per la ripresa del mercato europeo e il lancio di macchine interessanti che assicurano risparmio luglio

• agosto 2010 n. 580

za colonne, le duo pico da 350 a 700 tonnellate di forza di chiusura, la emotion T disponibile con una forza di chiusura di 100 tonnellate e i robot lineari di nuova generazione viper 20 (sul mercato da marzo 2010) e 60 (le vendite incominceranno nell’estate 2010), che affiancheranno il viper 40, che è sul mercato da ottobre 2009. Tutte macchine, queste, che sono il risultato di un’attività di ricerca e sviluppo nella quale Engel ha continuato a investire anche durante la cri-


ENGEL efficient Market overview – From boom to crisis

Market overview – From boom to crisis Anticipazioni

> Trend Injection Moulding Machines - Automotive > Trend Injection Moulding Machines - Teletronics 120

100

120 Already now there is a trend reversal in the field of smalland midsize cars cognizable 100 100 will stabilize until summer. Due to which 91 new small cars like VW Polo and the carscrap80bonus, the market will75grow slightly. The demand for big cars, company cars and luxury cars will decrease continuously 60 until 2011.

100 92 80

80

70

60

53

94

75

The market 2009 due to the continuo

ENGEL efficient 38

40

40 The decrease in the automotive segment amounts 66% in 2009 and the market will be Market nearly doubled in 2010– From due to boom to crisis New various overview 20 replacement and innovation investments. the market i The situation in 2011 will still be 20 to 30 % will make su 0 below level 2006 of 2007. 2007 2008 Moulding 2009 2010 2011 > theTrend Injection Machines – Technical M very fast and

30

20 Market overview – From boom to crisis 0

2006 2007 2008 2009 2010 2011 > Trend Injection Moulding Machines - Medical

Il trend delle macchine a iniezione per telecomunicazioni/elettronica.

Il trend delle macchine a iniezione per l’automotive.

Market Europe; Index = 100 in 2006

Market Europe; Index = 100 in 2006 120

140 120

120 100

100

102

106

100

106

111 100

28 89

89

The deman consumer g growing consequenti sector.

80

80

71

60

57

60

The growth in the market of injection 45 moulding machines in the medical industry 40 amounts in average 5%. These rates of growth will be stable in the following years. 20 the market decreased by 30%. In – From boom to crisis In 2009 2011 about 10% of the sold injection moulding machines will be in the medical 0 2006 2007 2008 2009 sector. 2009 2010 2011 Moulding Machines – Packaging

ENGEL efficient

40

Market overview 20 0

2006 2007 2008 > Trend Injection

2010

The market will decreas parallel to th situation in 2 will be reach

2011

Il trend delle macchine a iniezione per lo stampaggio tecnico.

Il trend delle macchine a iniezione per il medicale.

Market Europe; Index = 100 in 2006

Market Europe; Index = 100 in 2006

120

Quali le presitatore potrà vedere da vicino e tocvisioni, allora? care con mano le30ultime novità tecno100 La casa di Schlogiche che la casa austriaca presen86 80 wertberg ha piata oggi sui mercati nel campo dello 71 nificato una crestampaggio delle plastiche, come an57 60 scita superiore che delle termoplastiche e degli elaal 35% nel nuostomeri. Nella Hall 15, Stand B42 e 40 vo anno fiscale C58, all’insegna dello slogan “Inietta Growing unemployment will reduce basata, appunfuturo”, il costruttore di Schwert20 particularly the demandil for big packaging parts. 2009 the number of to, sulInlancio di demanded berg metterà in mostra tutta la sua camachines decreases by approx. 30%. The 0 nuovi prodotpacità di essere affidabile, efficiente e 2006 2007 2008 2009 2010 2011 packaging market will recover in 2011. ti e nuovi serviinnovativo. Il trend delle macchine a iniezione per il packaging. zi, ma anche su Market Europe; Index = 100 in 2006 nuove proposte Le poliolefine della Borealis si. E nonostante la crisi. Ne ha parlato di finanziamento e facilitazioni di acGeorg Steinbichler, Vice Presidente quisto per i clienti. Queste misure La Borealis32è uno dei maggiori R&D, che nel suo intervento ha apdovrebbero determinare, nel perioproduttori mondiali di poliolefine. profondito anche i molteplici aspetti do 2009-2011, un trend in salita delle Ha sede a Linz, Austria, e vanta al tecnologici delle soluzioni innovative vendite di macchine per lo stampagsuo attivo oltre 50 anni di esperienza che la società è in grado di offrire alla gio a iniezione in tutti i cinque princinel settore. Lorenzo Delorenzi, Execlientela con qualsiasi tipo di macchipali settori industriali citati prima. cutive Vice President Polyolefins, ha na e per la produzione dei più svariaAl K 2010 -ha assicurato Gerd fatto gli onori di casa e nel suo interti prodotti. Liebig, Responsabile Marketing- il vivento ha tracciato un ampio profilo 100

101

100

luglio

• agosto 2010 n. 580 | L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

53


Anticipazioni

della società. Borealis ha unità produttive, centri di ricerca e centri di assistenza alla clientela in Europa, Medio Oriente e Asia e Americhe, e in questi siti trovano impiego 5.200 dipendenti per una clientela sparsa in più di 120 paesi. Nel 2009 ha realizzato un fatturato di 4.714 milioni di euro, con un profitto netto di 38 milioni e un Ebitda di 260 milioni. Nel 1998 dà vita alla Borouge, una joint venture con la Abu Dhabi

140.000 120.000 100.000

PP HDPE

80.000

LLDPE

60.000

LDPE

40.000 20.000 0

1990

1995

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2005

2010

La domanda mondiale di poliolefine per prodotto(migliaia di tonnellate/anno).

140.000 Africa

120.000

Indian Subcontinent

100.000

South America NorthAmerica

80.000

Northeast Asia

60.000

Southeast Asia

40.000

Middle East

20.000

Former Soviet Union Europe 1990

1995

2000

2005

2010

La domanda mondiale di poliolefine per area geografica (migliaia di tonnellate/anno).

National Oil Company (ADNOC), una delle maggiori compagnie petrolifere del mondo, estendendo così il suo raggio d’azione al Medio Oriente, all’Asia-Pacifico, all’India e all’Africa. Borouge ha una sede ad Abu Dabhi, negli Emirati Arabi Uniti, e una a Singapore, impiega circa 1.400 dipendenti e ha clienti in più di 50 paesi. Borealis e Borouge insieme producono, complessivamente, 4,4 milioni di tonnellate/anno di poliolefine (polietilene e polipropilene). I principali mercati di sbocco sono:

- le infrastrutture, nelle quali questi polimeri trovano applicazione nelle tubazioni per la distribuzione di acqua e gas, per il trattamento e lo smaltimento delle acque reflue e per impianti di esplorazione e trasporto di gas e petrolio; sono altresì impiegati nella fabbricazione di cavi per il trasporto e la distribuzione di energia elettrica a basso, medio e alto voltaggio, come anche di cavi per la trasmissione di dati e per l’edilizia e l’industria dell’auto; - il settore automotive, dove sono molteplici, e noti, gli impieghi della plastica, dai cruscotti ai rivestimenti delle porte, dalle mascherine frontali ai paraurti, ai sistemi di ventilazione, eccetera; - il confezionamento (packaging), nel quale le applicazioni delle poliolefine sono le più diverse, come

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luglio

L’intervento di Lorenzo Delorenzi alla conferenza stampa di Borealis.

| L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

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l’imballo dei prodotti per la salute e l’igiene, gli involucri per alimenti, i sacchetti flessibili e rigidi per il trasporto e la conservazione di oggetti, le bottiglie, le scatole, i vassoi e le scodelle, e anche i frigoriferi. È doveroso ricordare, a proposito dell’utilizzo delle tubazioni in poliolefine per il trasporto dell’acqua, il progetto “Acqua per il Mondo” avviato da Borealis e Borouge nell’ottobre 2007. Nell’ambito di questo progetto è stato realizzato, tra le altre iniziative in altre parti del mondo, il programma “Acqua per L’Aquila” dopo il terremoto dell’aprile 2009: prima che sopraggiungesse l’inverno, furono installati 1,3 km di tubi in polietilene per portare l’acqua a 1.800 persone in una delle aree di sistemazione provvisoria degli scampati.


Anticipazioni

160

6% 4%

3,7

2,1

2% 0% -2%

150

2,3 2,7 0,7

2006

2007

2008 -3,0

-4% -6% -8%

1,6 1,6

2,5 2,0

2011

2012

140

0,7 2009

2010

130 120

-2,2

110

-4,0

100 90

-8,4

0%

Total Construction Output

80 2006

GDP Growth

2007

2008

2009

New Residential construction New non-residential construction New Building Total Construction Output

2010

2011

2012

Residential renovationß Non-residential renovation Civil engineering

Il mercato europeo delle costruzioni (in totale e per settori).

6% 4% 2% 0% -2% -4% -6% -8% -10% -12% -14%

2006

2007

2008

Residential construction Civil engineering

2009

2010

2011

2012

Non-residential costruction Total construction ouptut

Le costruzioni civili hanno resistito alla crisi meglio degli altri comparti.

Anche il mercato delle poliolefine ha conosciuto, come tutti i settori industriali, il drastico calo dei consumi provocato dalla crisi. Ma anche Borealis prevede una risalita per i prossimi anni. Riflesso tipico della situazione economica è l’andamento del settore edilizio in Europa, illustrato da Jane Toogood, Vice President Pipe: calo del Prodotto Interno Lordo dal 2,7% nel 2007 al -4,0% nel 2009, con conseguente crollo del mercato delle costruzioni dal 2,3% al –8,4% negli stessi anni, ma ripresa fino a

una previsione del 2,0% per il PIL e del 2,5% per l’edilizia nel 2012. Nel corso della conferenza stampa hanno poi parlato anche altri funzionari aziendali, che hanno illustrato prodotti, applicazioni, sviluppi e progetti relativi ai settori di loro specifica competenza. Oltre alle poliolefine, Borealis offre anche un’ampia gamma di prodotti chimici di base, dalla melammina e nutrimenti per le piante al fenolo e all’acetone. Ma soprattutto converte, presso suoi impianti in Finlandia, Svezia, Abu Dhabi (Boluglio

rouge) e Belgio, l’etano e il propano provenienti dal petrolio in etilene e propilene, alimentando così i suoi processi di produzione delle poliolefine anche con quote di monomeri prodotte al suo interno. Borealis e Borouge sono due società solide e stabili finanziariamente, al punto che hanno in corso processi di espansione di siti produttivi: entro la metà del 2010 sarà completato l’ampliamento di Borouge 2 di Ruwais, Abu Dhabi, che vedrà triplicata a 2 milioni di tonnellate/anno la sua capacità totale di polietilene e polipropilene, e entro il 2013 sarà ultimato l’impianto Borouge 3, attualmente in costruzione anch’esso a Ruwais, che procurerà una capacità aggiuntiva di circa 2,5 milioni di tonnellate/anno di poliolefine, portando quella totale a 4,5 milioni circa. Si tratta di impegni significativi che hanno come linea guida l’innovazione nel rispetto dell’ambiente per definire nuovi orizzonti di riferimento e offrire ai clienti nuove opportunità. È appunto con lo slogan “Creare Nuovi Orizzonti – Capacità, Impegno, Visione ottimistica del futuro” che Borealis e Borouge parteciperanno al K 2010. L’appuntamento è

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Quando un’azienda familiare assume le dimensioni di un gruppo commerciale di Giuseppe Cantalupo

La Torchiani Srl nasce nel 1928 come produttore e distributore di detersivi per il bucato e negli anni ’60 e ’70 diversifica i suoi settori di interesse al punto da assumere la struttura e l’organizzazione di un esteso gruppo commerciale. All’attività di distributore di prodotti chimici per l’industria affianca quella della progettazione e fornitura di impianti per la depurazione delle acque e per il trattamento di fluidi di processo oltre a quella dello smaltimento dei rifiuti industriali. Con l’incorporazione della Baslini Trade, l’ultima in ordine di tempo di una lunga serie di operazioni imprenditoriali, l’azienda fa il suo ingresso ufficiale nel mondo della gomma e dei prodotti per la lavorazione di questo materiale.

È

il 1928 quando Renzo Torchiani dà vita, a Brescia, al Detersificio Bresciano per la produzione e la commercializzazione di detersivi per il bucato. Prende il via, così, un’attività imprenditoriale che gli eredi hanno continuato nel tempo, allargandola anche ad altri settori in un crescendo di risultati positivi che hanno sottolineato la piena affermazione dell’azienda nei rispettivi mercati. Esperienza, lungimiranza, occhio attento ai mercati per coglierne con prontezza segnali di evoluzione: sono le chiavi che hanno aperto la strada del successo al management, che è riuscito a trasformare l’azienda di famiglia monobusiness in un gruppo che gestisce più società. I campi d’azione sono la commer-

nella produzione di cartone, e della Monteverdi, poi, esperta nella trasformazione di prodotti cartari per il settore pasticceria, la famiglia Torchiani avvia nel 1980 la costituzione del ‘polo del cartone’, che si completerà nel 1990 con l’acquisto di un’altra importante società del settore cartotecnico.

cializzazione e la distribuzione di numerose linee di prodotti per i più svariati settori industriali e, con attività differenziate, anche la soluzione delle problematiche ecologiche connesse col trattamento delle acque e lo smaltimento dei rifiuti industriali.

Il Gruppo in breve Nata come ‘Detersificio’, l’azienda bresciana diversifica ben presto i suoi interessi e, gradualmente negli anni, estende la sua attività a numerosi altri settori, diventando un importante punto di riferimento per l’industria locale e delle province limitrofe. Attraverso l’acquisizione della cartiera Carval, prima, specializzata luglio

La sede della Torchiani s.r.l.

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Materie prime

Nel frattempo il Detersificio Bresciano ha cambiato ragione sociale, trasformandosi nel 1970 nella Torchiani Renzo s.r.l., per meglio seguire gli orientamenti e le accresciute esigenze dei mercati. A tale scopo la famiglia sviluppa la distribuzione di prodotti chimici per l’industria, la cui gamma, già adeguatamente ampliata nell’occasione, nel 1989 si arricchisce ulteriormente con l’inserimento di prodotti per l’industria derivanti dall’acquisto della Cia s.r.l., un’azienda sorta nel lontano 1946 che vanta, perciò, una lunga esperienza nel settore. Nel 1999 nasce la Torchiani s.r.l. con l’incorporazione della Cia, che l’anno prima aveva ottenuto, da parte di Certiquality, la Certificazione del Sistema di Qualità aziendale secondo la norma UNI EN ISO 9002. Presidente della società è Sandro Torchiani, che si avvale della collaborazione della figlia Elisa nella funzione di Amministratore Delegato. La società opera attraverso due divisioni: la Divisione Chimica di base, che distribuisce soprattutto prodotti chimici (commodities) in quantitativi industriali, e la Divisione Specialità, che fornisce prodotti per il trattamento superficiale dei metalli (per esempio nel settore galvanico), per il trattamento delle acque, lubrificanti per usi speciali e altri prodotti ancora per settori specifici. L'azienda conta 44 dipendenti e nel 2009 ha realizzato un fatturato di 11,64 milioni di euro, mentre il fatturato consolidato nel 2008 è stato di 14,60 milioni di euro. Non sfuggono, intanto, alla famiglia Torchiani le problematiche ecologiche che vanno diffondendosi con crescente gravità e nemmeno sfuggono i conseguenti diritti reclamati dall’ambiente. Già nel 1975 la Torchiani Renzo s.r.l. aveva creato una divisione che si sarebbe occupata della depurazio58

| L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

Sandro Torchiani e Elisa Torchiani, rispettivamente Presidente e Amministratore Delegato di Torchiani s.r.l.

ne delle acque. Venti anni dopo, nel 1995, nasce, attraverso un’operazione di spin off, la Torchiani Impianti s.r.l. col compito specifico di progettare e fornire impianti per la depurazione di acque reflue industriali e per il trattamento di acque e fluidi di processo. Il Presidente è Sandro Torchiani e l’Amministratore Delegato è il figlio di questi, Marco. La società occupa 17 dipendenti e nel 2009 ha fatturato 2,64 milioni di euro. La Torchiani Impianti s.r.l. segna, si può dire, l’atto di nascita del Gruppo Torchiani. E dopo pochi anni il numero delle società sale a tre, confermando il successo che l’accorta imprenditorialità della famiglia incontra sui mercati. Mettendo a frutto l’esperienza maturata nella distribuzione dei prodotti chimici e nella depurazione

e trattamento delle acque, nel 2001 il Gruppo fonda la T.S.E. s.r.l., Torchiani Servizi Ecologici, che opererà nell’ambito dello smaltimento dei rifiuti industriali, con l’obiettivo principale del loro recupero e della loro valorizzazione. Amministratore unico della società è Marco Torchiani. I dipendenti sono 3 e il fatturato 2009 ha superato il milione di euro. Obiettivo primario del Gruppo, dunque, è quello di soddisfare in ogni momento le esigenze dei mercati ai quali si rivolge. Ne sono tangibile testimonianza la crescita e il consolidamento dell’azienda, che già qualche anno prima si è vista costretta a espandere la sua sede. Col passare del tempo, infatti, la società avvertiva il bisogno di spazi più ampi: i clienti erano aumentati di numero e la gamma pro-

Marco Torchiani - Amministratore Delegato di Torchiani Impianti s.r.l. e Amministratore unico di T.S.E. s.r.l.

luglio

• agosto 2010 n. 580


Materie prime

Posto anche ai prodotti per l’industria della gomma

L’interno di un magazzino.

dotti era stata ampliata di conseguenza per far fronte alle accresciute richieste del mercato, che intanto erano andate anche sempre più diversificandosi. E allora, nel 2000 la Torchiani estende la superficie del suo insediamento, portandola a 21.000 metri quadrati totali. Trovano, così, adeguata collocazione nuovi e più ampi magazzini e anche una nuova palazzina di 750 metri quadrati, edificata per ospitare gli uffici direzionali in un complesso moderno e più funzionale. A coronamento di questo impegno, nel 2002 arriva anche il riconoscimento della Certificazione del Sistema Qualità secondo la norma UNI EN ISO 9001:2000 (Vision 2000).

Dopo Torchiani s.r.l., Torchiani Impianti s.r.l. e T.S.E. s.r.l., l’azienda bresciana cala sul tavolo il quarto asso: l’acquisizione della Baslini Trade, con la quale il Gruppo entra anche nel settore della gomma con un importante “incremento di dotazione” della sua gamma prodotti. La Baslini SpA nasce a Darfo (BS) nel 1922 per iniziativa di Ernesto Baslini. All’inizio si dedica alla produzione di acetaldeide, ma anch’essa amplia ben presto il suo campo d’attività e dà il via, trasferendo lo stabilimento a Treviglio, alla produzione di composti fluorurati per l’industria chimica, metallurgica e conciaria e di prodotti per l’agricoltura, con una gamma che via via negli anni si arricchisce sempre di nuovi prodotti destinati ad ogni tipo di industria. Nella seconda metà degli anni ottanta, attraverso intelligenti acquisizioni, l’azienda si sviluppa, tra gli altri campi, anche in quello dell’industria della gomma e delle materie plastiche in genere, confermandosi fornitore puntuale e affi-

Un mezzo aziendale.

luglio

dabile di un numero considerevole di prodotti. Nel 2006 il Gruppo Torchiani entra in partnership con Baslini, creando una società spin off che si chiamerà Baslini Trade. I dipendenti sono 6 e il fatturato 2009 ha raggiunto i 12,4 milioni di euro. A gennaio di quest’anno l’operazione Baslini Trade si conclude con la fusione per incorporazione della società nella Torchiani s.r.l. E così il Gruppo diventa distributore di una vasta gamma di prodotti chimici, in pratica per tutti i settori industriali. Nel campo della gomma l’azienda distribuisce e commercializza ogni tipo di prodotto occorrente per la preparazione di mescole. Per esempio: ∙ gomme sintetiche (SBR, HSBR, BR, NBR, EPM/EPDM, CR e IR) ∙ gomma naturale ∙ additivi (acceleranti, antiossidanti, ossido di calcio, biossido di titanio, ossido di zinco, eccetera) ∙ nero di carbonio ∙ cariche bianche (carbonato di calcio naturale e precipitato, caolino, silice precipitata) ∙ oli di processo (alchilati, aromatici, naftenici, paraffinici) ∙ plastificanti speciali. Il sogno che Sandro Torchiani nutriva da tempo è dunque diventato realtà. Come egli stesso dice, “…in questi anni con l’aiuto dei nostri validi collaboratori ai quali va il nostro grazie, abbiamo acquisito visibilità sul mercato. Godiamo di stima da parte dei fornitori, dei concorrenti, ma soprattutto dei clienti. Il sogno di poter essere importanti attori nel mondo della chimica si è avverato, cerchiamo comunque sempre di stare ‘in punta di piedi’ per vedere un poco più lontano! Ci stiamo muovendo e la politica di crescere per linee esterne forse non è finita…” 

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Il riciclo

Dalla gomma non solo granuli e polverino di Luca Merlo

Quando Charles Goodyear nel lontano 1839 inventò il processo di vulcanizzazione della gomma diede vita alla moderna industria della gomma, ma mai si sarebbe immaginato che qualcun altro un secolo più tardi avrebbe avuto la necessità opposta di “fare un passo indietro”, ovvero provare a riciclare la stessa gomma trovando un modo di reimpiegarla in mescola vergine. Nonostante negli anni siano state effettuate diverse ricerche sulla vulcanizzazione a zolfo, questa permane pressoché un processo irreversibile con il risultato che non è possibile riutilizzare la gomma vulcanizzata nella confezione di nuovi prodotti. Recentemente - grazie all’imprevedibilità dei prezzi delle gomme naturali e sintetiche, ed alla crisi economica in atto - si è generata una grossa spinta verso il riciclo degli scarti in gomma e prodotti a fine vita (i pneumatici in particolare), con grande vantaggio della tutela dell’ambiente.

D

alla devulcanizzazione della gomma naturale a vapore, passando per brevetti innovativi che contemplano l’uso di additivi chimici e più passaggi meccanici, per finire con idee nuove di funzionalizzazione del polverino per renderlo più “rinforzante”: è quanto lo stato dell’arte ha reso disponibile sul mercato. In tutti i casi il primo step di recupero del materiale elastomerico di scarto è la triturazione meccanica per arrivare a particelle molto fini, le quali a loro volta potranno andare incontro a differenti trattamenti di rigenerazione, quali: 1. Devulcanizzazione parziale o totale:

la devulcanizzazione è il processo secondo il quale i legami di zolfo che tengono unite le catene polimeriche si rompono, e le caratteristiche chimico fisiche del materiale devulcanizzato riprendono ad assomigliare alla gomma “vergine”; 2. Trattamento meccanico-termico della gomma granulata per aumentarne la reattività superficiale Di seguito, dopo l’enunciazione del processo classico di recupero della gomma vulcanizzata, presentiamo alcune tra le maggiori realtà europee nel mondo del riciclo della gomma. Queste aziende non si limitano a consideraluglio

re il polverino un comune materiale di riciclo, ma gli conferiscono un valore aggiunto. Lo rendono a tutti gli effetti una nuova materia prima (o meglio, una materia prima seconda) con caratteristiche molto più elevate e prestazionali che ne ampliano enormemente lo spettro di impiego.

Il processo tradizionale Per processo di devulcanizzazione della gomma si intende tutta quelle serie di trattamenti chimici, meccanici e termici che la gomma vulcanizzata deve subire per riacquistare un grado di plasticità prossimo a quello originario. Il processo storico, sorto praticamente con l’invenzione della vulcanizzazione stessa, prevede un trattamento termico in autoclave a vapore, a temperatura superiore ai 180°C e per diverse ore (fino ad arrivare a 15 ore in alcuni casi). Per migliorarne l’efficienza, si aggiungono al materiale di riciclo da trattare agenti rigonfianti, plastificanti e talvolta anche ossigeno attivo. Il materiale così ottenuto si presenta ancora non completamente plastico, per cui il completamento della rigenerazione viene effettuato meccanicamente: impiegando mescolatori aperti chiamati “refining mills” ad alto rapporto di frizione e con traferro stretto, i quali permettono di raggiungere più alti gradi di

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Il riciclo NuOVa VITa alla GOMMa ll programma di ricerca ReMould punta a sviluppare processi di devulcanizzazione della gomma efficienti ed economici

S

mithers Rapra - ente inglese di ricerca e consulenza indipendente nel campo della gomma e plastica - è alla guida di un consorzio di ricerca che, partendo dai risultati del progetto DevulCO2 sul riciclaggio di pneumatici a fine vita, sta mettendo a punto una tecnologia industriale economica ed ingegnerizzabile per la devulcanizzazione in continuo della gomma - e successiva ricompoundazione - in modo tale da agevolare il recupero ed il riciclaggio di rifiuti di diversa provenienza. Ciò consentirà ai produttori di manufatti di utilizzare grandi volumi di rifiuti di gomma, sempre più disponibili in virtù delle normative ambientali, con benefici sia sotto l'aspetto economico che della sostenibilità, grazie a processi di riciclaggio più competitivi. “Come risultato positivo del progetto di sviluppo, Smithers Rapra ha recentemente investito risorse economiche in nuovi macchinari di processo per permettere di fornire maggiori quantità di gomma devulcanizzata in risposta alla domanda fortemente in crescita” ha dichiarato il direttore generale di Smithers Rapra, Mike Day. Il processo sviluppato nell'ambito del progetto di ricerca britannico - giudicato estremamente innovativo e commercialmente competitivo - consentirebbe di recuperare fino all'80% delle caratteristiche fisiche della mescola di partenza. Il materiale ottenuto potrebbe essere riutilizzato per la ricostruzione di pneumatici o la produzione di profili tecnici utilizzando attrezzature standard, quali presse a compressione e ad iniezione. Oltre che come materia prima seconda per la trasformazione, la gomma riciclata potrebbe essere fornita in forma di masterbatches per la produzione di mescole elastomeriche. La ricerca tecnologica sarà affinata nel corso del progetto biennale ReMould, avviato lo scorso autunno sempre nell'ambito del programma britannico TSB, Technology Strategy Board. Obiettivo è trasferire i risultati della ricerca dal riciclo degli pneumatici a quello di altri articoli in gomma, quali NBR, SBR ed EPDM, e sviluppare un processo scalabile e più efficiente. Il consorzio di ricerca comprende, oltre a Smithers Rapra, anche PJH Partnership, Martins Rubber Company, BD Technical Polymer, J. Allcock & Sons, Charles Lawrence International, London Metropolitan University e Kingpin Tyres.

lavorabilità e plastificazione, separando eventuali corpi residui e granuli di gomma non devulcanizzata a sufficienza. Il rigenerato viene infine raccolto in fogli per essere utilizzati generalmente in altre formulazioni. Il processo tradizionale così descritto funziona molto bene per il recupero della gomma naturale NR e del butile IIR, mentre presenta delle lacune con l’SBR, il neoprene e la gomma nitrile. Gli sfridi e scarti di questi polimeri possono anch’essi essere rigenerati, ma in modo leggermente diverso dal tradizionale, con un processo chiamato “Reclamator Process” che comporta un aggravio economico con aumento dei costi di trasformazione. Il polverino di SBR macinato finemente veniva alimentato in un estrusore speciale con degli agenti di devulcanizzazione, tra cui oli plastificanti dedicati. Il passaggio in estrusore a tempera62

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ture elevate (fino a 200°C) contribuiva alla plastificazione e devulcanizzazione dei granuli, che potevano - dopo altri passaggi al raffinatore - essere fogliati alla stregua di una normale mescola vergine.

RUbbER RESOURCES: il rigenerato da gomma naturale e butile Le attività di riciclo della gomma vulcanizzata da parte di Rubber Resources iniziarono circa 50 anni fa a Maastricht, Olanda. L’obiettivo che intende perseguire la società non è solo di puro business, ma anche di contribuire con il riciclo degli scarti di gomma vulcanizzata alla conservazione dell’ambiente e delle risorse naturali per le future generazioni. Grazie al personale specializzato luglio

• agosto 2010 n. 580

che lavora in R&D, Rubber Resources è capace di soddisfare le numerose richieste dei clienti in ambito tecnico, di fornire consulenza nel campo delle sempre più numerose normative sul riciclo e recupero dei materiali, e di sviluppare nuove applicazioni del rigenerato. Nell’impianto produttivo di Maastricht si procede con la devulcanizzazione della gomma naturale NR e di quella butilica (IIR) tramite il processo standard descritto precedentemente e reso più efficiente. L’alta automazione degli impianti produttivi consente di mantenere prezzi assai competitivi. 25 miliardi di tonnellate annue di gomma rigenerate lasciano l’impianto per dirigersi in tutta Europa e nel mondo. Il rigenerato di NR (Ecorr® RNR) è prodotto dalla raspatura del battistrada dei pneumatici di autocarro proveniente dal mercato europeo. Il rigenerato di butile (Ecorr® RBR) è ricavato principalmente da camere d’aria di vario tipo provenienti da una attenta e selezionata schiera di fornitori. Questa gomma devulcanizzata è estremamente processabile quanto quella vergine, avendo pari viscosità, così come le stesse identiche caratteristiche fisico-meccaniche. I principali clienti utilizzatori sono i produttori di pneumatici vettura in tutto il mondo, così come l’industria degli articoli tecnici in elastomero. Il rigenerato di NR e butile hanno entrambi un contenuto di circa il 50% di polimero, assieme ad un 30% di nero di carbonio e sono completamente esenti da impurezze. In aggiunta a questi due prodotti, Rubber Resources fornisce anche granuli e polverino da PFU o scarto selezionato, con diversi livelli di granulometria e finezza. La qualità è una priorità per l’azienda, che si è certificata ISO 9001:2000:2008 ed ISO-14001:2004.


Il riciclo

ciclo, ma anche un effetto particolare sulla singola particella: ne aumenta l’area erficiale enormemente, rendendola maggiormente compatibile per l’impiego nella ssa mescola originaria o in nuove ricette affini (in alcuni casi quantitativi fino al % risultano utilizzabili senza alcuna perdita di proprietà finali del vulcanizzato). GUMTEC: meccanica per ottenere il polverino rin-

lo nelle discariche non sempre con-

al riciclo, ma anche un effetto particolare sulla singola particella: ne aumenta l’area

il polverino rinforzante trollate, forzante - questo è stato testato ed superficiale enormemente, rendendola maggiormente compatibile perapl’impiego nella o negli inceneritori.

AP: il polverino dal riciclo stessa mescola originaria o in nuove ricette affinioltre (in alcuni casi quantitativi fino al Nuove tecnologie e processi per provato in eben 2.500 sato sulla tecnologia ad espansione forzata, Gumtec ha sviluppato brevettato un applicazioni 30% risultano utilizzabili senza alcuna perdita di proprietà finali del vulcanizzato). il riutilizzo degli scarti si sono svilupDeutsche Gumtec AG è una aziendifferenti, soprattutto per elastomeri di iciclo, di marecupero anche un effettovulcanizzata particolare sulla singola particella: ne aumenta l’area cesso gomma da scarti e sfridi di articoli tecnici. perficiale enormemente, rendendola l’impiego nella ante il processo polverizzazione, ilmaggiormente solo particolare trattamento meccanico pate ultimamente, la più comune ridaditedesca ilPCAP: cui business nel campo delcompatibile pregio eper valore, quali principalmente le il polverino dal riciclo ssa mescola originaria o in ricette affini (in casi quantitativi fino al voca l’espansione deidel granuli di gomma macinata, realizzando un “polverino al nuove riciclo, ma anche unrelatieffetto particolare sulla singola ne aumenta l’areaun la triturazione e riduzione in Basato sulla adalcuni espansione forzata, Gumtec sviluppato e brevettato sultando riciclo vulcanizzato ètecnologia iniziato gomme siliconiche edparticella: i ha fluoroelastome% risultano utilizzabili che senza alcunadiperdita di proprietà finali delmaggiormente vulcanizzato). vo” sia chimicamente fisicamente e chiamato PCAP. superficiale enormemente, rendendola compatibile pertecnici. l’impiego nella processo recupero gomma vulcanizzata da scarti e sfridi di articoli micropolvere dello scarto di gomma vamente recente, nel marzo del di 2000. ri. Gumtec èaffini inoltre certificata DIN EN fino ilizzo di polverino PCAPdinella stessa mescola origine massimizza la (in alcuni stessa mescola originaria o in nuove ricette casi quantitativi Durante il processo di polverizzazione, il solo particolare trattamento meccanicoal (ne abbiamo parlato diffusamente nel Il principale azionista di riferimento e ISO 9001:2000. AP: il polverino dal riciclo formance e la percentuale di riutilizzo dello stesso, capace di generare legami forti 30% risultano utilizzabili senza alcuna perdita di proprietà finali del vulcanizzato). provoca l’espansione dei granuli di gomma macinata, realizzando un “polverino sato tecnologia espansione forzata, Gumtec ha sviluppato e brevettato un fisici sulla che chimici unaèad volta rivulcanizzato. attivo” sia chimicamente che fisicamente e chiamato PCAP. numero 579 della rivista). Tale polCEO Siegfried Köhli. ocesso di recupero gommaL’utilizzo vulcanizzata da scarti e sfridi di articoli tecnici.di PCAP: il di polverino riciclo sorprendente e straordinaria reattività fisica edal chimica delUna PCAP Gumtec èalternativa polverino PCAP nella stessa mescola origine massimizza la verino sovente ritrova impiego nella attraente Partendo dallo sviluppo di appliBasato sullail tecnologia ad espansione forzata, Gumtec ha sviluppato e brevettato un rante il processo di polverizzazione, particolare trattamento meccanico performance esolo la percentuale di riutilizzo dello stesso, capace di generare legami forti giungibile solo attraverso la sua elevata area superficiale, misurabile con tecniche scala laboratorio, ora ilrealizzando processo di recupero gomma vulcanizzata e sfridi di articoli tecnici. stessa mescola di partenza o in altre siovoca l’espansione dei da granuli didigomma macinata, un da “polverino sia che chimici una volta rivulcanizzato. ili a quelle per cazioni il nerofumo, e fisici non ottenibile con i processi standard di scarti triturazione Durante il processo di polverizzazione, il solo particolare meccanico La sorprendente e straordinaria fisicadell’imprevedibile e chimica trattamento del PCAPandaGumtec è A causa mili, limitato nei quantitativi poiché le polverino di alta qualità Guvo” sia chimicamente chericiclato fisicamente e chiamato PCAP.reattività gli scarti di gomma. provoca l’espansione dei granuli di gomma macinata, realizzando un “polverino raggiungibile solo attraverso la sua elevata misurabile con caratteristiche tecniche tilizzo diparticelle polverino PCAP nella stessa di origine massimizza la superficiale, singole del risultano dimescola piccola dimensione, facendole mento dei area prezzi delle materie prime, fisico-meccaniche tenmtec èPCAP disponibile su scala industriale. attivo” chimicamente checapace fisicamente e consente chiamato PCAP. simili asia quelle per il stesso, nerofumo, epeculiarità nondi ottenibile con i processi rformance e launpercentuale riutilizzo dello generare legami forti standard di triturazione omigliare ad aggregato di nero di carbonio. Questa insieme alla sempre maggior attenziodono a peggiorare sensibilmente, non In cooperazione con diversi produttori L’utilizzo di di polverino PCAP nella stessa mescola di origine massimizza la degli scarti gomma. fisici che chimicianche una volta rivulcanizzato. piego del PCAP laddove il polverino tradizionale fallisce: per esempio a performance e la percentuale di riutilizzo dello stesso, capace di generare legami forti Le singole particelle PCAP risultano piccola facendole neePCAP per di ildi rispetto dell’ambiente ed il essendo dotato di alcun tipo di poarticoli tecnici in deve gomma - sia comsorprendente edistraordinaria reattività fisica edel chimica del Gumtec èoppure duzione di estrusi la cui superficie presentarsi liscia priva difetti,dimensione, sia fisici che chimici una volta rivulcanizzato. assomigliare addi unarticoli aggregato nero di carbonio. peculiarità consente di risorse naturali, i produttere rinforzante. Una buona idea per che produttori fi- di risparmio ggiungibile solopounders attraverso la sua elevata area superficiale, misurabile conQuesta tecniche lo stampaggio di sottili o-rings. La sorprendente e straordinaria reattività fisica tradizionale e chimica del PCAP per Gumtec è a l’impiego del PCAP anche laddove il polverino fallisce: esempio mili a quelle pernitiil nerofumo, elavora non ottenibile con i processi standard di triturazione tori di articoli tecnici delle differenti Gumtec in stretta collaboraggiungibiledisolo attraverso la sua elevata area superficiale, con ridurre tecniche produzione estrusi la cui superficie deve presentarsi liscia emisurabile priva di difetti, oppure i costi della mescola, ma non glifigure scartisottostanti di gomma.mostrano e le caratteristiche microscopiche disono simili quelle per ilstrategico e tipologie non ottenibile congranuli i processi standard di triturazione di del elastomero sempre per cercare di mantenere i livelli prerazione in qualità di partner per loatipiche stampaggio dinerofumo, sottili o-rings. singoleprodotti particelle PCAP risultano digomma. verino condel differenti tecnologie dipiccola riciclo:dimensione, facendole degli scarti più sensibilizzati a recuperare e ricistazionali originali. peraggregato il reimpiego degli di scarti e sfridi di peculiarità somigliare ad un disingole nero carbonio. Questa consente LeLe particelle del PCAP risultano piccola dimensione, facendole figuredi sottostanti mostrano le tipichedicaratteristiche microscopiche del granuli di mpiego del PCAP anche laddove il polverino tradizionale fallisce: per esempio a clare gli sfridi, gli scarti di lavoraziolavorazione. Vista la qualità del prodotGranulo di gomma assomigliare ad uncon aggregato nero di carbonio. polverino prodotti differentiditecnologie di riciclo:Questa peculiarità consente Il processo di recupero scarti meoduzione di estrusi la cui superficie deve presentarsi liscia priva di ai difetti, oppure ottenuto con processo l’impiego del PCAP anche laddove polverino tradizionale fallisce: per esempio a messo a punto dalla Gumtec neneeilassieme prodotti non conformi, scola to - ottenuto aggiungendo delle lavorar lo stampaggio di sottili o-rings. criogenico: produzione di estrusi la cui superficie deve presentarsi liscia e posto priva disodifetti,gli oppure Granulo di gomma che altrimenti troverebbero anni comporta non solo la triturazioni ulteriori alla semplice triturazione per lo stampaggio di sottili o-rings. superficie compatta, ottenuto con processo e figure sottostanti mostrano le tipiche caratteristiche microscopiche facce affilate, area criogenico: del granuli di Le figure sottostanti mostrano le tipichecompatta, caratteristiche microscopiche del di granuli di prodotti verino prodotti con tecnologie di riciclo: superficie superficiale molto bassa ledifferenti figure sottostanti mostrano le tipiche caratteristiche microscopiche del granuli polverino polverino prodottidicon differentifacce tecnologie di area riciclo: affilate, con differenti tecnologie riciclo:

Granulo di gomma Dimensione della ottenuto con processo particella: da 50 a criogenico: 300�m superficie compatta, a superficiale: < 0,05 m2/g facce affilate, area superficiale molto bassa2

superficiale molto bassa Granulo di gomma ottenuto condella processo Dimensione criogenico: particella: da 50 a superficie compatta, 300�m facce affilate, area Area superficiale: < 0,05 m /g superficiale molto bassa

Dimensione della Dimensione della particella: da 50 a particella: da 50 a 300�m 300�m Granulo di gomma ea superficiale: < 0,05 m2/g ottenuto con processo Area superficiale: < 0,05 m2/g Granulo di gomma di macinazione a ottenuto con processo condizioni ambientali: di macinazione a struttura più aperta, condizioni ambientali: struttura più aperta, facce meno lisce, area facce meno lisce, area superficiale bassa e Dimensione della particella: dasuperficiale 50�m a di 1mm Granulo gomma bassa e Granulo gomma Dimensione della particella: da 50�m adi 1mm maggiore dimensione processo maggiore con dimensione ottenuto con processo 2ottenuto della particella 2 superficiale: 0,05-0,25 m di Area /g macinazione della particella a Area superficiale: 0,05-0,25 m di /g macinazione a condizioni ambientali: condizioni ambientali: struttura più aperta, struttura più aperta, facce meno lisce, area facce meno lisce, area Gumtec PCAP: superficiale bassa e Gumtec PCAP: superficiale bassa e struttura molto aperta, maggiore dimensione struttura molto aperta, maggiore dimensione area superficiale della particella area superficiale della particella disponibile molto ampia disponibile molto ampia Dimensione della particella: da 50 a 120�m

Dimensione della particella: da 50 a 120�m

Area superficiale: 0,200,90 m2/g

Area superficiale: 0,200,90 m2/g

luglio

Granulo di gomma ottenuto con processo criogenico: superficie compatta, facce affilate, area superficiale molto bassa. Dimensione della particella: da 50 a 300μm. Area superficiale: < 0,05 m²/g.

Granulo di gomma ottenuto con processo di macinazione a condizioni ambientali: struttura più aperta, facce meno lisce, area superficiale bassa e maggiore dimensione della particella. Dimensione della particella: da 50μm a 1mm. Area superficiale: 0,05-0,25 m²/g.

Gumtec PCaP: struttura molto aperta, area superficiale disponibile molto ampia. Dimensione della particella: da 50 a 120μm. Area superficiale: 0,20-0,90 m²/g.

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Il riciclo

La tecnologia di produzione del PCAP è applicabile con successo alle seguenti gomme: FVMQ, FPM, HNBR, AEM, ACM, ECO, VMQ, IIR, NBR, EPDM, SBR. Può essere addizionato in differenti percentuali in peso alla mescola “vergine” senza grandi perdite di proprietà meccaniche sul prodotto finale, come dimostrano le seguenti tabelle sviluppate per alcuni elastomeri:

Tens.strength (N / mm²)

%

Elongation at break

%

FKM virgin compound

8,91

100

374,3

100

FKM + 10% PCAP

8,97

101

380,7

102

FKM + 20% PCAP

9,01

101

346,3

93

FKM + 30% PCAP

8,59

96

341,1

91

6,86

100

303,9

100

FVQM + 10% PCAP

7,28

106

337,3

111

FVQM + 20% PCAP

6,36

93

304,3

100

FVQM + 30% PCAP

6,35

93

328,1

100

9,92

100,0

681,5

100,0

VMQ + 10% PCAP

9,88

99,6

676,8

99,3

VMQ + 20% PCAP

9,48

95,6

650,0

95,4

VMQ + 30% PCAP

9,74

98,2

637,7

93,6

14,57 14,41 13,82 13,35

100,0 98,9 94,8 91,6

507,5 531,7 526,2 510,5

100,0 104,8 103,7 100,6

EPDM 60 virgin compound

14,4

100,0

449,4

100,0

EPDM 60 + 10% PCAP

13,6

94,4

496,3

110,4

EPDM 60 + 20% PCAP

13,3

92,4

509,1

113,3

EPDM 60 + 30% PCAP

13,5

93,8

498,8

111,0

Fluoro Carbon Elastomer

Fluoro Silicon Elastomer FVQM virgin compound

Silicon VMQ virgin compound

HNBR HNBR virgin compound HNBR + 10% PCAP HNBR + 20% PCAP HNBR + 30% PCAP

EPDM

zione a livelli di finezza molto spinta del materiale avviato al riciclo, ma anche un effetto particolare sulla singola particella: ne aumenta l’area superficiale enormemente, rendendola maggiormente compatibile per l’impiego nella stessa mescola originaria o in nuove ricette affini (in alcuni casi quantitativi fino al 30% risultano utilizzabili senza alcuna perdita di proprietà finali del vulcanizzato).

Basato sulla tecnologia ad espansione forzata, Gumtec ha sviluppato e brevettato un processo di recupero gom-

ma vulcanizzata da scarti e sfridi di articoli tecnici. Durante il processo di polverizzazione, il solo particolare trattamento meccanico provoca l’espansione dei granuli di gomma macinata, realizzando un “polverino attivo” sia chimicamente che fisicamente e chiamato PCAP. L’utilizzo di polverino PCAP nella stessa mescola di origine massimizza la performance e la percentuale di riutilizzo dello stesso, capace di generare legami forti sia fisici che chimici una volta rivulcanizzato. La sorprendente e straordinaria reattività fisica e chimica del PCAP Gumtec è raggiungibile solo attraverso la sua

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PCAP: il polverino dal riciclo

| L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

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elevata area superficiale, misurabile con tecniche simili a quelle per il nerofumo, e non ottenibile con i processi standard di triturazione degli scarti di gomma. Le singole particelle del PCAP risultano di piccola dimensione, facendole assomigliare ad un aggregato di nero di carbonio. Questa peculiarità consente l’impiego del PCAP anche laddove il polverino tradizionale fallisce: per esempio a produzione di estrusi la cui superficie deve presentarsi liscia e priva di difetti, oppure per lo stampaggio di sottili o-rings. Per poter garantire tali performance del PCAP, è richiesto che gli scarti di produzione, sfridi e residui di lavorazione siano raccolti dal cliente in maniera scrupolosa senza contaminazioni di altro materiale o gomma, separando le differenti tipologie di scarto per formulazione, in quanto la qualità finale del PCAP dipende dalla qualità e “purezza” del materiale che il fornitore di Gumtec invia per il trattamento. Ogni fornitura di PCAP è inoltre controllata e certificata secondo norme di qualità interne o concordate con il cliente in caso di ri-uso degli stessi scarti di lavorazione in mescola vergine.

Applicazioni del PCAP Il PCAP così prodotto trova attualmente il suo maggior impiego nel campo delle guarnizioni ed anelli di tenuta sia statici che dinamici, nella produzione di articoli tecnici stampati per il settore automotive, nel campo marino e nell’aviazione. La prima introduzione nel mercato è avvenuta con successo in Germania e Francia, nazioni storicamente all’avanguardia nel campo del riciclo; il primo impiego nel vasto campo della produzione di gomma in Italia è iniziato solo pochi anno fa, esattamente nel 2006. Oltre ad un evidente risparmio economico sul costo finale della mescola, PCAP garantisce anche risparmi di materia prima (tramite il riciclo della stes-


necessità. Il nome commerciale dato al rigenerato da PFU a diversi livelli è: Bagigi Rubber MTF1, MTF3, WTF1 e TTF1, differenziandosi essenzialmente per origine (solo battistrada da autocarro, solo autocarro, misto), granulometria, e grado di devulcanizzazione. I maggiori vantaggi che se ne traggono sono: minore energia di mescolazione necessaria dovuta a cicli più corti; temperature di mixing, calandratura ed estrusione più contenute; incremento della penetrazione dei cord tessili e metallici; minore rigonfiamento al bocchettone per ridotta elasticità della mescola; migliore resistenza all’invecchiamento delle miscele in gomma naturale; da ultimo, ma tra i primi in ordine di importanza, il basso costo della materia prima seconda quale è il rigenerato Bagigi.

to al bocchettone per ridotta elasticità della mescola; migliore resistenza all’invecchiamento delle miscele in gomma naturale; da ultimo, ma tra i primi in ordine di importanza, il basso costo della maBagigi Rubber WTF1: teria prima seconda quale è il rigenela gomma devulcanizzata per usi svariati com mercializzata rato Bagigi. in polvere Il rigenerato prodotto con tecnoBagigi Rubber WTF1: logia Bagigi può essere impiegato in la gomma devulcanizzata per usi svariati Ilcommercializzata rigenerato prodotto con tecnologia Bagigi può essere impiegato in percentuali arrivano al percentuali che arrivanocheaddirittura in polvere. addirittura al 50% del totale della mescola a cui viene aggiunto, per produrre ad esempio 50% del totale della mescolanuovi a cui viepneumatici. In tabella sotto riportata si può notare come le proprietà meccaniche mantengano un sa), risparmio energetico, ed una politine aggiunto, per produrre ad esempio buon livello prestazionale anche con il 25% di rigenerato: ca rispettosa dell’ambiente, sostituendo nuovi pneumatici. In tabella sotto riil conferimento in discarica degli scarti portata si può notare come le proprieMescola per battistrada con il loro saggio ed efficace riutilizzo. tà meccaniche mantengano unTSbuon Riferimento Bagigi rubber 00TTF1 livello prestazionale anche con il 25% Contenuto % di Bagigi --25 % rubber BAGIGI: di rigenerato:

la soluzione italiana al riciclo

Bagigi (l’azienda è nata nel 2006) lavora i rifiuti dei pneumatici, triturati e ridotti a polverino, trattandoli con una tecnologia innovativa ad ultrasuoni, che permette ai granuli di rigenerarsi senza l’utilizzo di additivi chimici o di oli plastificanti o rigeneranti. I legami chimici che hanno vulcanizzato la gomma (i ponti zolfo a due o più atomi) si rompono in modo selettivo ad una determinata frequenza ed intensità degli ultrasuoni, senza modificare la composizione originaria dei polimeri presenti. Se ne può così ricavare un prodotto devulcanizzato a differenti livelli, a seconda delle applicazioni e necessità. Il nome commerciale dato al rigenerato da PFU a diversi livelli è: Bagigi Rubber MTF1, MTF3, WTF1 e TTF1, differenziandosi essenzialmente per origine (solo battistrada da autocarro, solo autocarro, misto), granulometria, e grado di devulcanizzazione. I maggiori vantaggi che se ne traggono sono: minore energia di mescolazione necessaria dovuta a cicli più corti; temperature di mixing, calandratura ed estrusione più contenute; incremento della penetrazione dei cord tessili e metallici; minore rigonfiamen-

Mescola per battistrada Contenuto % di Bagigi rubber Densità (g/cm3) Carico a Rottura (MPa) Allungamento (%) Durezza (Shore A3)

Il riciclo

go nei pneumatici, la tecnologia di devulcanizzazione si è dimostrata altrettanto valida per formulazioni a base di EPDM e NBR, garantendo un ritorno alla plasticità del materiale. Questa peculiarità permette un riutilizzo del rigenerato nella stessa mescola di origine con eccellenti risultati, ma anche in nuove formulazioni dove si conservano le caratteristiche richieste alla mescola, e si abbattono notevolmente i costi della stessa. Bagigi è attualmente impegnata a sviluppare ulteriormente la tecnologia di devulcanizzazione, per migliorare ancor più le caratteristiche del suo rigenerato, unico nel campo europeo del riciclo della gomma. Collabora con en-

Riferimento --1,162 18,8 1.630 63,8

Per altri tipi di prodotti meno prestazionali, può essere addirittura impiegato un quantitativo prossimo al 100% di rigenerato da PFU, con la semplice aggiunta di plastificante, acceleranti e zolfo per una nuova reticolazione. Un esempio è la formulazione commerciale messa a punto dai tecnici di Bagigi per suole da scarpa nera.

Bagigi rubber 00TTF1 TS 25 % 1,127 15,3 1.460 64,5

ti di ricerca ed i maggiori produttori di pneumatici per la messa a punto di ricette con il maggior quantitativo di riciclo; sviluppa internamente formulazioni per impiego in articoli tecnici di largo consumo, quali suole di scarpe, pavimentazioni, antivibranti e pannelli insonorizzanti in gomma riciclata, bumpers, guarnizioni e tubi.

Mescola per suola di scarpa Contenuto % di Bagigi rubber Densità (g/cm3) Carico a Rottura (MPa) Allungamento a Rottura (%) Durtezza (Shore A3)

Le possibilità di impiego risultano molteplici: in mescole per pneumatici, in articoli tecnici di vario genere, compresi quei prodotti che richiedono una buona finitura superficiale (ad esempio i profili estrusi), dove il semplice polverino fallisce per presenza di granuli antiestetici in superficie. Oltre a dare buoni risultati su gomme in SBR e NR, tipiche per impieluglio

Bagigi Rubber 00MTF1 TX 90% 1,130 11,1 488 70

Oltre all'aspetto tecnico, l'utilizzo di Bagigi rubber aumenta l'ecosostenibilità del prodotto finito. Infatti, il processo di devulcanizzazione è stato valutato mediante LCA (Life Cycle Assesment) ed è risultato che: per produrre 1Kg di Bagigi rubber si impiega 1/10 delle risorse utilizzate per la produzione di 1Kg di gomma vergine. 

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La più importante fiera internazionale del settore delle materie plastiche e della gomma

extrex® RV – per la migliore prestazione con gli elastomeri Questa pompa ad ingranaggi rappresenta il nuovo standard di qualità prezzo e di tecnologia. La gestione accurata del materiale e la capacità di vincere elevate contropressioni si traduce in notevoli benefici per l’utilizzatore. Le pompe ad ingranaggi extrex® RV possono operare nell’ambito di una vasta gamma d’elastomeri, specialmente in quei processi in cui sono coinvolte elevate pressioni e temperature. Per ulteriori informazioni contattare: Maag Pump Systems s.r.l. I – 20089 Rozzano (MI), Tel.: +39 02 575 932 1, www.maag.com Switzerland China Singapore France Italy Germany Americas

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A partire da quest’anno la rilevazione dei dati presso le aziende della gomma ed i loro fornitori avviene esclusivamente per via telematica. Le aziende non riceveranno più un documento cartaceo come avveniva in passato, ma troveranno sul loro computer un messaggio di posta elettronica. Aprendo il file allegato a tale messaggio potranno compilare i quadri di loro interesse (che, salvo alcuni aggiornamenti, non saranno sostanzialmente diversi da quelli degli anni scorsi). Il nuovo sistema è semplice e chiaro, evita sprechi di carta e consente un aggiornamento in tempo reale degli archivi a disposizione degli interessati. Ovviamente le nuove procedure garantiscono il rispetto di tutte le norme in materia di privacy. Nel caso fossero necessari chiarimenti potrete telefonare al numero 02 3451230, chiedendo di Hilenia Principe

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TA C C U I N O Due nuovi TPV da Sarlink

Una nuova macchina speciale dalla Desma

S

i chiama D 968.600 ZOZO ed è la nuova macchina sviluppata e immessa recentemente sul mercato dalla Desma Elastomertechnik. Una pressa tutta speciale. A cominciare dal piano di lavoro, che, con le sue ragguardevoli dimensioni -1.650 x 1.650 mm-, rende possibile lo stampaggio di grandi guarnizioni, con diametri che possono andare dai 700 ai 1.600 mm. Peraltro, senza nessun problema per l’ergonomia della macchina, in quanto il porta-stampi è facilmente accessibile dai quattro lati. Il sistema di chiusura e bloccaggio idraulico-meccanico sviluppa una forza di chiusura di 6.300 kN, e una piastra di trasferimento pressione trasmette questa forza in modo uniforme e ottimale su tutta la superficie dello stampo. Ma la macchina presenta anche altre novità speciali. Una è rappresentata dalle piastre di riscaldamento, rotonde, con numerose zone riscaldanti radiali che coprono solo la superficie utile dello stampo: una tecnologia che consente un ri-

sparmio energetico anche del 50%. Un’altra novità ha riflessi sul piano del risparmio di materiale: i sistemi a canali freddi sono sostituiti da due gruppi di iniezione a orientamento meccanico (Desma FIFO A) che, a seconda del diametro dell’articolo, possono essere fermati in posizioni differenti, rendendo possibile “una iniezione quasi diretta”. Rispetto al sistema dell’iniezione laterale, la tecnologia dell’iniezione centrale dall’alto consente di ottenere, specie se abbinata a ugelli a comando idraulico indipendente, articoli stampati senza bava. Di grande rilievo, infine, una terza novità, che sottolinea la flessibilità dell’apparecchiatura: le due unità di iniezione montano dispositivi di alimentazione del silicone che possono anche non essere rimossi se la macchina deve lavorare con strisce di gomma; è solo necessario, in questo caso, smontare il tubo di collegamento all’entrata del materiale. La pressa è dotata del sistema di controllo DRC 2010 con touchscreen. 

L

’americana Sarlink ha annunciato la presentazione sul mercato di due nuovi TPV di bassa durezza che combinano elevate proprietà elastiche e la facilità di lavorazione dei termoplastici. Questi due nuovi gradi (denominati 5725 e 5735) sono caratterizzati dalla durezza di 25 e 35 Shore A. Sarlink 5725 e 5735 possono sostituire i materiali espansi termoplastici EPDM usati in molte applicazioni da estrusione per l’industria automobilistica così come in quella delle costruzioni. Un altro vantaggio di questi due nuovi materiali è che possono essere co-estrusi in combinazione con gradi di più elevata durezza al fine di dare vita a sistemi di tenuta complessi. 

Una conferenza sull’impiego dei polimeri nel settore petrolifero

D

al 20 al 22 settembre si svolgerà a Londra una conferenza dedicata agli ultimi sviluppi dell’impiego dei materiali polimerici (elastomeri, termoplastici e compositi) nel settore petrolifero e del gas. “Oilfield Engineering with Polymers”, questo il titolo della conferenza, è organizzata da Applied Market Information (AMI) e da Materials Engineering Research Laboratory (MERL), e intende affrontare il problema della risposta da dare alle richieste sempre più severe nel campo dei prodotti e dei materiali da parte celle compagnie petrolifere. Maggiori informazioni si possono trovare nel sito www.amiconferences.com. 

Desma 968.600 ZOZO con sistema di controllo DRC 2010 e accesso dai quattro lati

luglio

CRESCONO IMPORTAZIONI ED ESPORTAZIONI

Secondo i dati resi noti dall’Istat gli scambi con l’estero dell’Italia hanno registrato un sensibile incremento nei primi mesi dell’anno. In marzo, rispetto a marzo 2009, le esportazioni sono aumentate del 17,1% e le importazioni del 22,8%. Nel primo trimestre del 2010, sul primo trimestre 2009, si è avuta una crescita del 9,2% per le esportazioni e del 12,2% per le importazioni. Per quanto riguarda in particolare gli articoli in gomma e materia plastiche le esportazioni sono aumentate del 24,6% in marzo (rispetto a marzo 2009) e del 16% nel trimestre gennaio/marzo 2010 (rispetto allo stesso trimestre del 2009). Le importazioni a loro volta sono cresciute del 22,6% (marzo 2010 su marzo 2009) e del 16,2% (primo trimestre 2010 su primo trimestre 2009). Il saldo è risultato positivo per 433 milioni di euro nel marzo 2010 e per 1.051 milioni di euro nel trimestre gennaio/marzo 2010.

• agosto 2010 n. 580 | L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

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Taccuino

Corso di base al Cerisie in novembre

Gli esteri metacrilati di Arkema passano a Evonik

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lla fine del 2009 la Evonik Industries ha acquisito l’attività della Arkema nel campo degli esteri metacrilati. L’acquisizione riguarda quattro prodotti (2-EHMA, MADAME, n-BUMA e i-BUMA) impiegati principalmente nella produzione di vernici e rivestimenti, ma anche come additivi per il trattamento delle acque e la lavorazione delle materie plastiche. Questi monomeri saranno integrati nella linea Visiomer di Evonik che comprende più di 50 monomeri. Evonik è un gruppo tedesco da 13 milioni di euro di fatturato, attivo oltre che nella chimica, nell’energia e nel real estate. Circa quattro anni fa ha rilevato la Degussa e le sue attività nel campo del nero di carbonio e delle silici. 

Lanxess sposta in Francia la ricerca per la gomma nitrilica

A

metà maggio Lanxess ha annunciato di avere aperto nel suo sito di La Wantzenau, in Alsazia, i servizi di ricerca e sviluppo per le gomme NBR. L’investimento è stato di 5 milioni di euro. La multinazionale tedesca aveva trasferito a La Wantzenau la produzione di NBR nel 2007 e ne aveva fatto il maggior impianto su scala mondiale per questo tipo di elastomeri. Nel sito lo spazio dedicato al controllo qualità e alla ricerca e sviluppo occupa un’area di 600 metri quadrati, mentre l’edificio che ospita gli uffici amministrativi si estende su una superficie di 2.100 metri quadrati. I nuovi edifici realizzano significativi risparmi energetici grazie all’impiego di cellule solari. 

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| L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA

Il Cerise, Laboratorio per la certificazione e ricerca sui sistemi elastomerici, organizza dal 15 al 19 novembre un Corso di Base sulla Tecnologia della Gomma. Il corso, della durata di cinque giorni, si tiene presso la sede Cerisie - San Giuliano Milanese e prevede la trattazione dei seguenti argomenti:

Caratteristiche e proprietà peculiari degli elastomeri e degli ingredienti impiegati nella ricettazione delle mescolanze Fisica della gomma Materiali di rinforzo Formulazione, sistemi di lavorazione e di vulcanizzazione delle mescolanze I procedimenti lavorativi e le macchine per la lavorazione della gomma Analisi chimiche applicate alla tecnologia della gomma Idoneità al contatto con alimenti ed acqua potabile dei manufatti di gomma REACH (registrazione, valutazione e autorizzazione delle sostanze chimiche) Prove pratiche di laboratorio per la misura delle caratteristiche delle mescolanze crude e vulcanizzate La quota di iscrizione è di 1.000 euro + iva per i soci e di 1.100 euro + iva per i non soci Per ulteriori informazioni: lucia.laconi@cerisie.it



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Produrre una mescola per noi è soprattutto un atto creativo. E ci piace definire arte la capacità di rispondere con precisione alle esigenze del cliente con soluzioni innovative e su misura. Lo possiamo fare grazie a 40 anni di esperienza. Al know-how del Gruppo Marangoni. Ai grandi successi ottenuti con l’articolo tecnico. A un laboratorio tecnologico d’avanguardia. A standard qualitativi certificati fin dal 2000. E soprattutto grazie a numerosi clienti perfettamente soddisfatti di ogni nostra esecuzione.

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