L'Industria della Gomma 2012 03

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SEGNALI DI RIPRESA? MESCOLE E NUOVI LUBRIFICANTI

NOVITÀ SISTRI

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MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI

marzO 2012 - NUMERO 2

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LE TEMATICHE 22 Maggio Automazione nella sicurezza Safety & Security 23 Maggio L'efficienza in azienda Dalla progettazione alla business intelligence 24 Maggio Network communication La rete come strumento d’interfaccia e controllo nell'industria

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SOMMARIO | ANNO 56 - 596 • marzo - N. 2 5

ELASTICA: SOMMARIO

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L’intervista del mese

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LA STABILIZZAZIONE DEI MERCATI PER IL MOMENTO È SOLO UN AUSPICIO

I fornitori di materie prime e di prodotti ausiliari per l’industria della gomma confermano che il 2011 è stato un anno positivo. In questo senso sono sulla stessa linea dei loro “colleghi” delle macchine ai quali abbiamo dato voce nel precedente numero della rivista. Ma la stabilizzazione dei mercati è di là da venire.

SI INTRAVEDONO POSITIVI SEGNALI DI UNA RIPRESA DELLA DOMANDA

Carlo Nolli, direttore commerciale di PMG Group, dice che il 2012 potrebbe essere un anno indicativo per quanto riguarda sia le prospettive immediate del settore gomma INNOVAZIONE E SVILUPPO SOSTENIBILE sia la disponibilità di materie prime e la volatilità delle loro quotazioni La Pirelli si impegna a ridurre l’impatto sul clima

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della produzione e l’impiego dei pneumatici

MESCOLE FLUORURATE RESISTENTI AI LUBRIFICANTI DI ULTIMA GENERAZIONE

MPa

Nel corso della conferenza internazionale “Driving Sustainability: a safe road to the future” Legliguarnizioni di tenuta degli organi di Variazione Carico a rottura in olio per differenziali la Pirelli ha sottoscritto con il Ministero dell’ambiente un accordo volontario per ridurre 21 effetti sul clima delle attività di produzione dei propri pneumatici e del loro impiego. trasmissione degli autoveicoli devono La firma è stata posta il 23 gennaio dal ministro Corrado Clini e dal presidente di Pirelli rispondere alle sollecitazioni imposte dai Marco Tronchetti Provera, 14 che ha sottolineato come parlare di sostenibilità oggi “significa nuovi lubrificanti. Mesgo ha studiato mescole parlare innanzitutto di tecnologie che permettono di migliorare costantemente la qualità della vita” e ha poi aggiunto che “La vecchia Europa non può competere con i paesi che soddisfano queste esigenze. emergenti dal punto di 7vista dei costi di produzione e della domanda interna, ma una delle cose in grado di garantirci il futuro è senza dubbio qualla di essere molto più avanti nella ricerca di un modello industriale di crescita sostenibile”. 0 INNOVAZIONE E SVILUPPO SOSTENIBILE Il piano di contenimento degliF4 impatti ambientali diF8 Pirelli prevede un impegno a ridurre del F7 F9 F10 F11 Iniluna nuova rubrica, in collaborazione 15% le emissioni specifiche di CO2 e di oltre il 50% il prelievo specifico di acqua entro 14 20 18 13,5 14 14 Carico a Rottura 2015. con Ecomondo, l’attualità in materia di 6,3 14,5 13 12 12 12 olio 80W90 72hrs@175 Nell’ambito dell’intesa, Pirelli si è impegnata a calcolare l’impronta di carbonio relativa rinnovabili, riciclo, risparmio energetico, 6,5 14 12,5gli interventi 11,5 economicamente 11,2 13 più olio 80W90 ciclo 1008hrs@150°C all’intero di vita di un pneumatico, individuando tutti temi all’ordine del giorno anche per sostenibili ed efficienti per ridurre di gas serra. 7,3 3,5 l’emissione 4,7 5,4a effetto6,8 12 olio 75W140 72hrs@175°C

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olio 75W140 1008hrs@150°C

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Allo studio etanolo dalle alghe

l’industria della gomma.

ULTIMI SVILUPPI NELLO STAMPAGGIO AD INIEZIONE

Innovazione tecnologica e miglioramento della produttività sono stati gli argomenti principali dei Technology Days organizzati in ottobre da LWB-Steinl.

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PNEUMATICI INVERNALI IMBATTIBILI NELLA STAGIONE FREDDA

I test dinamici organizzati a Madonna di

Due società attive nel campo della bio-innovazione, la Novozymes e la Sea6 Energy, Campiglio da Assogomma e Federpneus hanno stretto un accordo per una ruicerca congiunta di un processo di produzione di hanno confermato ancora una volta biocarburanti dalle alghe. La ricerca è diretta a trasformare i carboidrati presenti nelle alghe in zucchero che può poii pneumatici invernali costituiscono che essere fermentato per produrre etanolo per carburanti, prodoti chimici, oltre che proteine indiscutibilmente il sistema migliore per alimentari e fertilizzanti per vegetale. affrontare le insidie della stagione fredda Da segnalare anche l’accordo intervenuto tra Dupont e NexSteppe (un’azienda impegnata sul terreno dei biocarburanti, della bioenergia e delle materie prime rinnovabili) per la ricerca nel campo delle rinnovabili, partendo da ibridi di sorgo dolce e ad alto contenuto di biomassa. TACCUINO

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A Ecomondo il riciclo secondo Rexroth

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

marzo 2012

• In positivo la produzione di gomma e plastica nel 2011 • Gomma naturale: produzioni e consumi previsti in crescita lenta • Rhein Chemie apre in India


Mensile degli elastomeri e degli altri polimeri resilienti con il patrocinio della Federazione Gomma Plastica Assogomma

• Bene il 2011 per l’automazione ma incerte le previsioni • Toyo Tire & Rubber apre in Cina (e Thailandia) • Una piantagione da 5,6 miliardi di dollari • Licenza FasTech per EPDM in Cina • Tutto nuovo il sito di ETRMA • Joint venture Pirelli in Indonesia • Trelleborg dismette operazioni in Francia • Coperion acquisisce il controllo di Pell-Tec • Maag Group diventa americana • Davis-Standard cambia proprietà • Bridgestone annuncia il suo 50° stabilimento • Wacker conclude un accordo in Spagna • Estrusione e filtraggio con pompe a ingranaggi • Il tester che esegue prove HDT e Vicat fino a 500°C • Più vasta la gamma di accessori per il reometro Thermo Fisher • Un tubo per il passaggio di acqua e elettricità in sicurezza

56 CALENDARIO Fiere, manifestazioni, eventi in programma per i prossimi mesi

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA ELASTICA Comitato di redazione: Giuseppe Cantalupo, Emilio De Tuoni, Antonino Di Pasquale, Eugenio Faiella Direttore responsabile Eugenio Faiella Redazione, amministrazione, pubblicità

Edifis S.p.A. viale Coni Zugna 71 - 20144 Milano Tel. +39 023451230 - Fax +39 023451231 gomma@edifis.it www.edifis.it Grafica Mariella Salvi - mariella.salvi@edifis.it Pubblicità dircom@edifis.it

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Ai sensi della legge 196/2003 l’Editore garantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi degli artt. 7 e 10 i destinatari hanno facoltà di esercitare il diritto di cancellazione o rettifica dei dati,mediante comunicazione scritta al responsabile del trattamento presso EDIFIS S.p.A. - Viale Coni Zugna 71 20144 Milano, luogo della custodia della banca dati medesima. Stampa: Eurgraf sas - Cesano Boscone (MI)

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SPS/IPC/DRIVES 1 STATE OF ART TECHNOLOGIES

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34 marzo 2012

| L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

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| L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

marzo 2012


elastica Comitato di redazione: Fabio Negroni, Emilio De Tuoni, Giampaolo Giuliani.

SO M M A R I O Gli sponsor di Elastica..........................................................................................................................................6 - 7 Abbiamo letto per voi...............................................................................................................................................8  Il ruolo di polimeri funzionali per lo sviluppo dei pneumatici

 Previsione della durata di articoli in gomma secondo Arrehnius

 Effetto dell’invecchiamento sulla permeabilità della gomma bromobutilica

 Caratterizzazione dei materiali nel campo della gomma naturale

 Vulcanizzati termoplastici SBR/Polietilene

 Misura della permeazione chimica attraverso i guanti di gomma

 Importanza di polimeri e cariche nelle mescole di battistrada

 Simulazione della temperatura interna durante deformazioni cicliche

 Processo per produrre 3,4 poliisoprene catalizzato con ferro  Sistemi vulcanizzanti per elastomeri speciali

 Previsione del contenuto di ossigeno durante lo stoccaggio del butadiene  Controllo di qualità acustico nella confezione delle mescole

Violazione del regolamento 1272/2008: pubblicate le sanzioni di Beatrice Garlanda........ 16

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marzo 2012

| L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

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| L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

marzo 2012


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| L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

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elastica


ELASTICA | ABBIAMO LETTO PER VOI

rassegna della stampa tecnica estera materie prime LANXESS ANNUNCIA IL PRIMO BIO-EPDM AL MONDO Louise McHenry – lmchenry@crain. com ; European Rubber Journal; 193/5-30-31-Sett.Ott 2011. Rif. E2983.

D

urante il Lanxess Rubber Day tenutosi a Düsseldorf il 21 settembre 2011 è stato annunciato che entro la fine del corrente anno Lanxess inizierà a commercializzare un proprio EPDM, nel quale l’etilene impiegato durante la polimerizzazione è un bio-etilene. Günter Weymans, capo del settore prodotti tecnici della Lanxess, dichiara che l’etilene impiegato per lo scopo sarà esclusivamente etilene prodotto dalla consorella brasiliana Braskem a partire da canna da zucchero. Lanxess in Brasile produce attualmente 40000 tonnellate/anno di EPDM e ha deciso di denominare la nuova serie di elastomero Keltan Eco. Già dal novembre del 2011 il bio-etilene verrà inviato all’unità di produzione dell’elastomero tramite pipeline. La prima produzione di Keltan Eco sarà prevedibilmente uno stock di diverse centinaia di tonnellate, con l’intendimento di arrivare a una produzione di 10000 tonnellate/anno. I marchi Keltan e Keltan Eco a partire dal

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

1° gennaio 2012 sostituiscono ufficialmente il marchio Buna EP in uso finora. Non viene dichiarato quale sarà la quotazione del Keltan Eco, tuttavia almeno all’inizio essa sarà probabilmente superiore a quella del Keltan attuale. Viene comunque fatto presente che la quotazione dell’etilene di origine petrolifera è in continua salita, mentre quella del bioetilene potrà prevedibilmente diminuire per economia di scala. Simbolicamente nel corso dell’articolo è stata inserita una bella immagine di un profilato per carrozzeria. Durante lo stesso evento di Düsseldorf, Ron Commnder capo del settore della gomma butilica della Lanxess, ha affermato che la stessa Lanxess e la Gevo Inc. stanno per concludere un accordo, nel quale è previsto che Gevo fornirà per 10 anni a Lanxess un bio-isobutanolo, e che la stessa Lanxess trasformerà in bioisobutilene per produrre gomma butilica. La Lanxess produce già tale elastomero in Belgio e in Canada. Un terzo impianto è previsto a Singapore, dove Lanxess ha deciso di sostituire il 50% delle materie di base con prodotti di provenienza biologica. Durante lo stesso evento di Düsseldorf è stato commentata favorevolmente l’intenzione di rendere operativo entro il novembre 2012 l’introduzione di un contrassegno sui pneumatici, che indichi la situazione nei riguardi di proprietà oggi di primario significato: rolling resistance, trazione sul bagnato, livello di rumorosità. In proposito si veda anche l’articolo pubblicato nel numero 593 – novembre 2011 della nostra rivista, pagina 37.

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L

e miscele polimeriche possono avere panorama fisico improntato alla compatibilità, nel qual caso sono costi-

marzo 2012

tuite da due o più componenti polimerici amorfi mescolati omogeneamente a livello molecolare, oppure possono essere costituite da miscele meccaniche di componenti polimerici che non danno luogo a miscelazione a carattere molecolare, per cui i componenti esistono in fasi differenti. La differenza tra i due tipi di costituzione è definibile anche termodinamicamante. SEBS è una categoria di elastomeri termoplastici amorfi a blocchi costituiti da catene stirene-etilene-butilene-stirene, nei quali le caratteristiche pseudo-elastomeriche sono dovute al fatto che in essi la tensione interfacciale viene moderata, per cui viene soppressa la tendenza alla separazione delle fasi e viene invece incentivata l’adesione tra le fasi stesse. Vengono nominati diversi criteri viscosimetrici per valutare le possibilità di compatibilizzazione tra polimeri: il metodo Krigbaum&Walls mediante il parametro Δb, il metodo di Sun mediante il parametro α, il metodo di Chee mediante i parametri Δb e μ, il metodo di Zelinger-Heidingsfeld mediante il parametro Δi, il metodo di Kulhshreshtha mediante il grafico %/ηm. (Riferimenti in bibliografia). Viene puntualizzato che nei polimeri SEBS i blocchi di polistirene formano microdomains che agiscono come “fau-


ELASTICA | ABBIAMO LETTO PER VOI

tori di legami fisici di reticolazione”, che vengono distrutti con il calore (es. in lavorazione), e che si riformano durante il raffreddamento. I blocchi di etilene e di butilene caratterizzano la formazione di una matrice gommosa continua. Viene quindi considerato il polimero EVA (Etilene-Vinile acetato), ove l’acetato di vinile modera la cristallinità tipica del polietilene, e viene esposto uno studio sulle caratteristiche di compatibilità della mescolanza SEBS/EVA (Kraton G 1650E/Evatane 33-45) sulla base di criteri viscosimetrici verificati in soluzioni polimeriche in tetraidrofurano, di criteri termici verificati con determinazioni della temperatura di transizione vetrosa (Tg), di criteri meccanici verificati con determinazioni di carico/allungamento/modulo. Tra i due polimeri qui in esame viene postulato un criterio di compatibilità, fondato sulla interazione tra le due catene macromolecolari, proposto da Krigbaum e Wall (Rif.to Y. Feng, X. Jin, J. N. Hay – Journal Applied Polymer Science 69(1998)2469). Secondo tale criterio, viscosimetricamente risultano compatibili le mescolanze SEBS/EVA 50/50, 70/30, 90/10, e invece risultano incompatibili le mescolanze 10/90 e 30/70. L’asserto è confermato da esami alla DSC (Differential Scanning Calorimetry), ove le mescolanze SEBS/EVA 50/50, 70/30, 90/10 preparate in soluzione di solvente presentano Tg poste fra -60°C e -90°C, in accordo con la Tg determinata su SEBS, che denota una transizione a -56°C. La Tg determinata su soluzione di EVA denota invece una transizione a -31°C, quindi in una zona diversa. Anche le mescolanze preparate per mescolazione confermano questi risultati. A riprova della buona compatibilizzazione provocata soprattutto dalla SEBS vengono presentate le caratteristiche meccaniche ottimali nel taglio SEBS/ EVA 70/30. Sono riportate anche microfotografie ottenute con microscopia elettronica SEM (Scanning Electron Microscopy). L’articolo presenta forte interesse, soprattutto perché descrive una metodologia generale per indagare sulla miscibilità di tagli polimerici. (L’articolo è in lingua inglese)

prodotti e processi PROPRIETÀ DI LAVORAZIONE DI GOMME NATURALI DI ASIA E AFRICA D. Cadek, A. Kuta (drahomir. cadek@vscht.cz); Kautschuk Gummi Kunststoffe (KGK); 64/7-819-23-2011. Rif. E2985.

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li autori sono della Università di Praga e presentano uno studio per valutare le differenze di lavorazione su campioni di gomma naturale provenienti da piantagioni poste in Asia e in Africa rispondenti allo standard TSR 10. Contemporaneamente eseguono anche un confronto con gomme naturali prodotte in Malaysia. I campioni dall’Asia provengono generalmente dal Vietnam: SVR – Baria Rubber Co., Dong Nai Rubber Co., Phuoc Hoa Rubber Joint Stock Co., Papua – New Guinea (PNG), oltre a campioni di SMR (Malaysia) e di SIR (Indonesia). I campioni dall’Africa provengono dalla Costa d’Avorio, prodotti da NAT (Societé Africaine de Plantations d’Heveas) e da Pakrub (Compagnie des Caoutchouc du Pakidie Dabou), oltre a campioni provenienti dalla Nigeria, dalla Liberia e dal Ghana. La viscosità Mooney viene misurata a 100°C con la procedura ML (1+4) e alla medesima temperatura con la procedura ML(1+30), cioè con 1 minuto di preriscaldamento e con rotazione di 30’ a velocità molto ridotta (0,1 rpm). Il rilassamento Mooney (MR30) viene misurato dopo 30 secondi dalla fine della procedura ML(1+4) a 100°C, notando sul pr ovino la tendenza alla ripresa della forma. La plasticità Wallace (P0) viene determinata secondo ISO 2007 su un dischetto di volume 0,40 cm3 compresso a 100°C fino a spessore di 1 mm, mantenendo la compressione per 15 secondi, e quindi leggendo lo spessore in centesimi di millimetro. Il valore, denominato P0, rappresenta la plasticità Wallace. Nello standard TSR 10 il valore di P0 più basso tollerato è 30. Il Plasticity Retention Index (PRI) è il rapporto percentuale (P30/P0) * 100, ove P30 è la plasticità Wallace dopo trattamento termico di 30’ a 140°C. Oltre che con i parametri sopranominati, il confronto fra i campioni viene eseguito considerando i parametri viscoelastici determinati con RPA 2000: componente

elastica S’ e componente viscosa S” del modulo elastico a torsione a 1,6 e a 2000 cicli/minuto, nonché il relativo valore di tan δ (tangente dell’angolo di perdita). Considerando tutti tali parametri, viene concluso che le gomme naturali provenienti dall’Asia presentano un livello di qualità migliore delle gomme naturali provenienti dall’Africa, perché le gomme naturali provenienti dall’Asia sono caratterizzate da minore variabilità, e sono caratterizzate da più validi valori dei parametri di processo: viscosità Mooney, rilassamento Mooney, plasticità Wallace, PRI Index. Dallo studio viene realizzato che i valori della viscosità Mooney presentano un soddisfacente grado di correlazione lineare con i valori ricavati dinamicamente con lo RPA 2000. I parametri di correlazione ricavati sono più rispondenti se le considerazioni vengono fatte su produzioni di gomma naturale provenienti da piccole aree. Ciò vuol significare in sostanza che non è conveniente ipotizzare un livello di qualità favorevole impiegando gomme naturali provenienti da aree di produzione lontane l’una dall’altra. Appare inoltre che lo RPA 2000 è valido non solo come strumento di controllo statistico, ma anche come strumento di prove pratiche di valutazione delle materie prime. Viene quindi interpretato che è prevedibilmente consigliabile organizzarsi dei “database” su aree individuali, perché questi possono orientare nel prevedere il comportamento della gomma naturale in lavorazione. (L’articolo è in lingua inglese)

materie prime POLIURETANI PER SIGILLANTI E CONFRONTO CON LA GOMMA Jürgen Hieber (Merkel Freudenberg); Rubber World; 243/1-20÷21,49-Ottobre 2010. Rif. E2986.

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poliuretani, preparati per addizione di un diisocianato e un dialcool, servono per ottenere articoli sia solidi che spugnosi. Inoltre anche ad esempio adesivi sia hot melt che reattivi, e vernici. Comunemente l’immagine dei poliuretani è associata con l’immagine degli articoli spu-

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gnosi. Esiste però anche la categoria dei poliuretani termoplastici, nella quale si annoverano articoli speciali. I poliuretani termoplastici hanno una temperatura di transizione vetrosa più elevata della temperatura ambiente. Come i duromeri, polimeri termoindurenti, hanno un modulo elevato, che può essere simile a quello di polimeri termoindurenti, ove però la temperatura di fusione può entrare tra i valori tipici dei polimeri termoplastici, come ad esempio i TPE (elastomeri termoplastici). I TPE comprendono fasi rigide fusibili e fasi soffici amorfe. Gli elastomeri termoplastici TPU invece sono polimeri a blocchi con le catene polimeriche formate da segmenti rigidi e segmenti flessibili, ove i segmenti flessibili sono dei polioli, di solito polieteri e poliesteri, e ove i segmenti rigidi sono costituiti da prodotti di reazione di dioli a corta catena reagiti con diisocianati, che cristallizzano e danno luogo a segmenti rigidi. Rispetto agli elastomeri vulcanizzati, nei TPU i segmenti soffici hanno funzioni simili a quelle delle macromolecole di gomma, i segmenti rigidi hanno funzioni simili a quelle delle cariche, con il vantaggio però che i segmenti soffici sono già collegati con i segmenti rigidi. I TPU hanno caratteristiche meccaniche eccezionali: carico di rottura 45÷70 MPa, resistenza a lacerazione 60÷140 N/mm, durezza 65 Shore D. Nell’articolo vengono commentate le caratteristiche a bassa temperatura dei TPU rispetto a quelle delle NBR enfatizzando il nuovo tipo di TPU 92 AU 21100 rispetto alle mescole di NBR con 23% ACN con 25

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phr di plastificante e rispetto alle mescole di HNBR con 21% di ACN e 5 phr di plastificante per basse temperature. Viene comunque ammesso che in applicazioni statiche il compression set dei TPU non raggiunge l’efficienza tipica delle NBR con vulcanizzazione perossidica. Il TPU 92 AU 21100 a 100°C e a 130°C mostra comunque ottimo comportamento nella prova di rilassamento del carico (stress relaxation). I poliuretani hanno la fama di non presentare sufficienti caratteristiche di fronte all’azione dell’acqua: al riguardo viene però segnalato che nel campo dei sigillanti sufficiente resistenza all’acqua, anche potabile, viene raggiunta usando TPU appositamente sintetizzati impiegando polioli a base di polietere o di policarbonato. In un istogramma riportato nel testo viene enfatizzato l’impiego del TPU 94 21700 come sigillante a contatto con fluidi classificati CIP/SIP, rispetto all’impiego di HNBR, ammettendo però ancor migliore validità da parte di mescole di EPDM. I fluidi CIP/SIP, di cui molti usati come detergenti sono elencati e documentati, comprendono tipi contenenti 2÷3 % di acidi o alcali (acido nitrico, acido solforico, idrato sodico e potassico.

materie prime I BIO-POLIMERI SONO IL FUTURO DELLE GOMME SINTETICHE? Louise McHenry – lmchenry@ crain.com; European Rubber Journal; 193/5-31-33-Sett.Ott 2011. Rif. E2987.

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a biotecnologia è riguardata sempre più come un mezzo per ottenere prodotti sintetici senza essere costretti a ricorrere a materie prime di origine petrolifera, prendendo in considerazione ad esempio idrati di carbonio e rifiuti. L’articolo qui recensito è una divulgazione di utili informazioni raccolte da varie società produttrici di materie prime, che vivono il tentativo di rimpiazzare il proprio parco di materiali nell’intento di superare le incertezze provocate dalla ne-

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cessità di limitare la dipendenza obbligata in un vasto settore del’industria della gomma. Viene citata una società francese (Global Bioenergies di Evry), che per produrre isobutene, e forse in futuro magari anche butadiene, ricorre all’impiego di idrati di carbonio di origine vegetale. Inoltre, che in impianti di sua proprietà in Nuova Zelanda, usa gas di recupero di circuiti di turbine per produrre 2,3-butandiolo, con l’intenzione di produrre appunto butadiene in futuro. La Glycol Biotechnologies di Houston (Texas) ha intenzione di usare acidi grassi di origine vegetale per produrre isoprene in suoi impianti in Malaysia (!). La Glycobios ha annunciato una sua prossima collaborazione con la Solix (USA) per interessi tecnici nel campo degli oli di alga. La Gevo di Englewood (Colorado) ha dichiarato di essere in grado di utilizzare come fonti di materie prime la canna da zucchero o residui cellulosici per produrre materie prime “più importanti”. Le attività della Gevo nel campo dell’ottenimento di materie prime partendo da materiali vegetali sono molto varie. Viene citato ancora una volta il suo agreement con la Lanxess per la produzione di isobutanolo destinato alla produzione di isobutilene e quindi di gomma butilica. Gevo tuttavia non sarebbe molto interessata nella produzione di butadiene. Viene al proposito puntualizzato da parte di Marc Delcourt della Global Bioenergies (Francia) che il butadiene, così importante nel campo elastomerico, è un tipo di molecola difficile da trattare, perché l’esperienza nel campo degli sviluppi di strutture elastomeriche a base butadienica è scarsa. Ciò nondimeno, la Global ha firmato un agreement con la Synthos di Oswiecim (Polonia) per produrre butadiene. L’articolo vuole essere non solo una divulgazione, ma anche un incoraggiamento a voler prendere in considerazione l’ottenimento di materie prime fabbricate con procedimenti biologici, perché questa è una strada che si annuncia sempre più obbligata. L’articolo è interessante, perché contiene notizie che preludono, se non a nuove materie prime polimeriche, a materie prime monomeriche da impiegare per la costruzione di materie prime polimeriche. È prevedibile che tutto ciò preluderà ad


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un periodo in cui sorgeranno effetti secondari e in cui il tecnologo della gomma sarà chiamato a riconsiderare la propria cultura.

materie prime PLASTIFICANTI NON CANCEROGENI PER FRIGO- E OLEO-RESISTENZA K. Karadeniz – kmlkaradeniz@ gmail.com; Kautschuk Gummi Kunststoffe (KGK); 64/7-8-24-262011. Rif. E2988.

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autore presenta uno studio rivolto alla possibilità di sostituzione dei plastificanti a base di esteri dell’acido ftalico, da qualche tempo considerati cancerogeni secondo la EU Substance Directive 67/548 7. Lo scopo è di ottenere oleo-frigo-termo resistenza in mescole a base di NBR, CR (gomma nitrilica a diversi contenuti di ACN e policloroprene) nonché di loro tagli, su mescole di NBR/ BR (gomma nitrilica a diversi contenuti di ACN /polibutadiene), su mescole a base di NBR/SBR (gomma nitrilica a diversi contenuti di ACN /gomma stirolica), impiegando un estere dell’acido adipico (DOA=DiOttilAdipato) anziché derivati ftalici più comuni: bis(2-etil-esil) ftalato (DEHP), dibutil ftalato (DBP), benzil-butil ftalato (DBP). Nello studio presentato la concentrazione di DOA in mescola è 10÷12 phr. Per la caratterizzazione viene riportata una ricettazione contenente 65 phr di nero N772/ nero N550, 40 phr di silicato di alluminio, 18 phr di Ultrasil VN3, oltre al gruppo vulcanizzante ZnO/acido stearico/S/ CBS (5/1/2,4/1,2 phr) e all’antiinvecchiante TMQ (1 phr). Vengono riportate le caratteristiche meccaniche dei vulcanizzati. Il più elevato modulo al 300% di allungamento viene ottenuto con la mescola NBR28%ACN/

CR/DOA 80/20/10 phr, il modulo più basso viene ottenuto con la mescola NBR28%ACN/SBR/DOA 80/20/10, peraltro non molto dissimile dai valori ottenuti con le altre mescole. Il più elevato carico di rottura viene ottenuto anch’esso con la mescola NBR28%ACN/CR/DOA 80/20/10 phr. Molto importanti e significativi sono i dati riguardanti la temperatura di transizione vetrosa (Tg). Si distinguono i termini con Tg più bassa (da -26,6 a -33,3°C), che sono naturalmente quelli relativi ai tagli contenenti BR (cis 1,4 polibutadiene) e con Tg con valori generalizzati da -25,67°C a -29,40°C relativi ai tagli di NBR28%ACN/ NBR33%ACN con 10÷14 phr di DOA e con Tg con valori da -22,39 a -26,51°C relativi ai tagli NBR/CR. Vengono riportati i valori di rigonfiamento dopo permanenza in olio IRM 903. Nelle mescole in tutta NBR l’aumento del plastificante da 10 a 14 phr dà luogo ad aumento del rigonfiamento da 10,5 a 13%. Tale aumento del rigonfiamento sembra voler significare buona resistenza all’estrazione da parte del plastificante DOA (Diottiladipato). L’autore considera i risultati ottenuti come favorevoli alla possibilità peraltro obbligata della sostituzione degli ftalati con il DOA (DiOttilAdipato). Viene poi evidenziato che il DOP (Diottilftalato) dà luogo a notevole oleoresistenza, poiché la mescola in tutta NBR contenente 12 phr di plastificante presenta in olio IRM 903 deltavolume +8,3% e Tg -25,83°C, contro deltavolume +12,7%, seppure con Tg -26,97°C per la mescola contenente DOA. (L’articolo è in lingua inglese)

materie prime OLI MINERALI IN NANOCOMPOSITI SBR/CAOLINI ORGANICI Sugata Chakraborty e altri 7 ricercatori (HASETRA Hari Shankar Singhania Elastomer, Tire Institut e Mohanlal Sukhadia University); Rubber World; 243/1-35÷38-Ottobre 2010. Rif. E2989.

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opo aver ricordato ed elencato lavori già eseguiti da altri ricercatori sull’impiego di caolini organici, gli autori descri-

vono uno studio sull’impiego di 10 phr di Cloisite 20 A (caolino organico della Southern Clay Products) in mescole di SBR 1502 contenenti 5 phr di un plastificante aromatico TDAE. Lo studio comprende analisi WAXD (Wide Angle X-ray Diffraction), TGA (Thermo Gravimetric Analysis), DTGA (Differential Thermo Gravimetric Analysis), TEM (Transmission Electron Microscopy), oltre a prove reometriche e prove di caratteristiche meccaniche. L’analisi WAXD mostra un grafico in cui è riportato l’andamento della diffrazione ai raggi X delle mescole provate e della Cloisite 20A. La Cloisite 20A dà luogo a un picco di diffrazione corrispondente a una intergalleria con distanza dalle pareti di 2,4 nm (nanometri) e allorché la Coisite 20° si trova dispersa in mescola una intergalleria di 3,5 nm. Viene appurato che l’aggiunta del plastificante TDAE e del caolino organico sposta le pareti della galleria a 2,9 nm. Ciò viene interpretato col fatto che l’aggiunta del plastificante riduce il grado di esfoliazione e di intercalamento. Le analisi TGA e DTGA indicano che la simultanea aggiunta di plastificante e di caolino organico riducono la stabilità termica della mescola, ove il plastificante riduce anche il grado di distribuzione del caolino organico nella mescola. Anche l’analisi con microscopia elettronica TEM mostra la riduzione del grado di esfoliazione e di intercalamento provocato dal plastificante. Le prove reometriche indicano che l’aggiunta di plastificante riduce la differenza tra livello massimo e livello minimo della coppia reometrica a causa dell’azione plastificante. Inoltre indicano che l’aggiunta del caolino organico aumenta la velocità di reticolazione a causa della presenza di prodotti amminici nel caolino organico stesso. Le prove reometriche indicano che la coppia reometrica massima è maggiore in assenza di plastificante, perché in tal caso manca l’azione plastificatrice. Però indicano che l’azione del plastificante esercita anche una azione positiva di distribuzione della carica, che si manifesta con un aumento di differenza coppia massima – coppia minima.

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L’azione accelerante dei prodotti amminici contenuti nel caolino organico viene ridotta ove è minore il grado di esfoliazione e di intercalamento. Tra le caratteristiche meccaniche viene notato che l’introduzione di plastificante porta a riduzione della resistenza a lacerazione: anche ciò viene interpretato come una conseguenza del minore grado di esfoliazione e intercalamento da parte del caolino organico. Viene concluso che la simultanea addizione di plastificante e di caolino organico provoca una riduzione del grado di esfoliazione e di intercalamento, che si ripercuote con una riduzione delle caratteristiche a rottura. Ciò impone che durante la confezione della mescola, il caolino organico venga disperso per primo.

materie prime DEGRADAZIONE DELL’EPDM CON IL CLORO DELL’ACQUA CITTADINA T. Nakamura, Y. Yamamoto, Y. Ohtake, S. Kawahara – (kawahara@ mst.nagaokaut.ac.jp); Kautschuk Gummi Kunststoffe (KGK); 64/7-827-30-2011. Rif. E2990.

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li autori, di Nagaoka (Niigata-Giappone), si riferiscono a loro esperimenti eseguiti su rubinetterie domestiche, che, dopo 10 mesi dall’installazione, segnalavano la presenza nell’acqua di corpi estranei di colore nero di dimensioni massime 1 mm x 1 mm. Analisi condotte con spettroscopia infrarossa FT-IR e con pirolisi gascromatografica (PGC) hanno accertato che tali corpuscoli erano costituiti da EPDM e che nella trasformazione era interessato anche l’ossigeno. Gli autori basano la ricerca sul comportamento di due mescole-campione di EPDM, l’una contenente 80 phr di nero HAF, l’altra 80 phr di nero FT, basandosi sul fatto che il nero HAF, con diametro di particella elementare più piccolo, interferisce di più con l’ossigeno del nero FT

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(Fine Thermal) perché i suoi gruppi funzionali sono più congeniali con le ossidazioni. Sulle due mescole vengono eseguiti molti tipi di analisi strumentali per chiarire la configurazione superficiale esposta all’azione dell’acqua di cloro, tra cui analisi dell’assorbimento d’acqua con metodo di Karl Fischer, analisi con microscopia elettronica EPMA (Electron Probe Microanalysis), analisi con microscopia elettronica SEM (Scanning Electron Microscopy), analisi con microscopia elettronica XPS (X-ray Photoelectron Spectroscopy). Le determinazioni con tali metodologie vengono eseguite sui campioni di nero di carbonio prima e dopo il trattamento con acqua di cloro, ove i trattamenti vengono condotti con una concentrazione di cloro molto più elevata di quella usuale nelle reti di acqua potabile, specialmente la superficie del nero HAF presenta elevato aumento di contenuto d’acqua rispetto a quella del nero FT. Con analisi EPMA viene appurato il livello di penetrazione dell’acqua di cloro nello spessore di nero di carbonio. Ancora una volta la superficie del nero HAF appare la più “penetrata”. Le microfotografie eseguite con analisi SEM confermano poi che la superficie del nero HAF è molto più sensibile alla degradazione ossidativa provocata dall’azione del cloro di quanto non lo sia la superficie del nero FT. Dopo il trattamento, la superficie del nero HAF risulta infatti molto più attaccata e corrosa. Con microscopia elettronica XPS viene mostrata la traccia del trattamento ossidativo con acqua di Cloro. L’effetto si manifesta con un picco di energia di legame sulla superficie di EPDM, che giustifica l’osservazione sperimentale della formazione di corpuscoli a base di EPDM nelle tubazioni in contatto con acqua potabile in Giappone. Viene raffigurato uno schema chimico sulla base dei dati sperimentali soprariportati, che spiegano il fenomeno. Dall’assorbimento di cloro dell’acqua potabile da parte del nero di carbonio della mescola di EPDM, appare un attacco chimico del cloro stesso sugli aggruppamenti metilici terminali del terzo-monomero (5-etilidene-2-norbornene) dell’EPDM con effetto reticolante localizzato, ovvero appare l’instaurazione di punti di irrigidimento soggetti a frattura. Da qui la pre-

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senza dei corpuscoli neri, L’articolo è molto interessante dal punto di vista tecnico e lo è anche dal punto di vista didattico, perché descrive un tipo di prassi mentale veramente invidiabile per chiarire l’avvento di fenomeni tecnologici imprevisti. (L’articolo è in lingua inglese)

prodotti e processi COEFFICIENTE DI ATTRITO DI SUOLE E TACCHI SUL PEDALE DEI FRENI A. S. Al-Osalmy, W. Y. Alì – (wahjos@hotmail.com); Kautschuk Gummi Kunststoffe (KGK); 64/7-847-53-2011. Rif. E2991.

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li autori fanno presente che le condizioni della superficie di contatto del pedale e la superficie di contatto della suola o del tacco possono essere molte e molto diverse fra di loro per la presenza o meno di acqua, lubrificanti, sabbia ecc., come pure per la presenza di asperità sulla suola, sul tacco, sul pedale. La descrizione delle diverse situazioni è molto minuziosa, perché vengono considerati anche gli effetti delle scanalature, come tali o coperte di liquidi. In ogni caso per esprimere la corretta tenuta tra suola e pedale o tra tacco e pedale bisogna riferirsi al coefficiente di attrito, dato dal rapporto tra la componente tangenziale della forza applicata e la componente normale. Vengono rappresentate diverse situazioni raccolte in grafici, nei quali viene indicato l’andamento del coefficiente di attrito in funzione della durezza Shore A della mescola di gomma con cui è ottenuta la copertura del il pedale e in funzione di alcuni valori della componente della forza longitudinale, o trasversale, applicata al pedale (50 N, 100 N, 150 N, 200 N). Applicando una forza longitudinale, il coefficiente di attrito diminuisce leggermente all’aumentare della durezza della copertura di gomma del pedale e/o aumentando la pressione sul pedale. Applicando una forza trasversale tali effetti aumentano di entità. Se la superficie del cuscinetto del pedale è sporca di sabbia, applicando una forza longitudinale, all’aumentare della durezza il coefficiente di attrito aumenta con andamento tendenzialmente asintotico,


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specialmente con valori bassi di pressione sul pedale. Applicando una forza trasversale, all’aumentare della durezza e/o all’aumentare della pressione sul pedale i coefficienti di attrito aumentano, seppure in modo moderato, solo parzialmente, soprattutto con valori bassi di pressione sul pedale. Le situazioni vengono evidenziate anche nei casi di presenza di acqua o di un lubrificante sulla copertura del pedale. In presenza di acqua, la situazione segue l’andamento che si verifica con pedale pulito, però in modo più violento, nel senso che all’aumentare della durezza della copertura di gomma e/o all’aumentare della pressione sul pedale il coefficiente di attrito diminuisce alquanto, sia applicando una forza longitudinale, sia applicando una forza trasversale. In presenza di sabbia, aumentando la durezza Shore A, sia applicando una forza longitudinale sia applicando una forza trasversale, il coefficiente di attrito aumenta. In presenza di lubrificante l’andamento del coefficiente di attrito ripete, in modo più violento, quello che si verifica con il pedale sporco di sabbia: all’aumentare della durezza Shore A e/o all’aumentare della pressione sul pedale il coefficiente di attrito aumenta, sia applicando la forza in senso longitudinale, sia applicando la forza in senso trasversale. Il poco convincente effetto di aumento del coefficiente di attrito in presenza di lubrificante aumentando la durezza Shore A e/o aumentando la pressione sul pedale viene ascritto alla maggiore influenza dell’aumento della durezza Shore A, piuttosto che alla presenza dell’olio sul pedale. (L’articolo è in lingua inglese)

materie prime UN NUOVO SISTEMA PER STAMPARE ESPANSI FLESSIBILI A BASE MDI David Fair, Ulrich Holeschovsky (BayOne Urethane Systems); Rubber World; 243/1-32-33-Ottobre 2010. Rif. E2992.

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rodurre un espanso poliuretanico flessibile a bassa densità è fonte di molte difficoltà. Ad esempio, l’addizione di un agente gonfiante ad un sistema

con densità elevata può anche produrre un espanso con bassa densità dotato di buone proprietà fisiche. Però in molti casi tali agenti gonfianti hanno costi troppo elevati per il campo in cui si opera, anche se, dovendo rinunciare ad essi, ci si trova in problemi non risolvibili, in quanto magari l’espanso collassa, oppure l‘espanso risulta di proprietà meccaniche troppo basse, oppure l’espanso non risponde ad esempio alle richieste di resistenza alla fiamma. Gli autori ricordano che nella fattispecie esistono procedure di altro genere, che prevedono l’uso di TDI (toluilen di-isocianato), oppure l’uso PTDI prodotto polimerico di TDI, anch’esso impiegato come indurente con gruppi isocianici e ossidrilici NCO e OH però consigliato per ragioni igieniche. Gli autori propongono quindi di prendere in considerazione il sistema “Bayfit 500”, che dà rispondenza “sostanzialmente a tutti” i requisiti di densità, di proprietà fisiche, di caratteristiche di stampaggio, di esigenze di processo, di resistenza alla fiamma secondo il test Cal 117. Nell’articolo vengono descritte operazioni intraprese per caratterizzare la situazione. Con il materiale preparato, con densità 2,45, vengono stampati blocchi secondo ASTM 60, 70, 80, 90,100, rispettivamente con rapporto poliolo/isocianato 100/38, 100/45, 100/51, 100/58, 100/64. Tali blocchi hanno densità rispettiva da 2,68 ÷ 2,70, SAG factor da 3,19 a 2,92. Il SAG factor è un indice del comfort realizzato sull’espanso. In sostanza è una funzione della resistenza all’affondamento ricavato dalla resistenza all’affonda-

mento al 65% e dalla resistenza all’affondamento al 25%; nei materiali qui considerati il SAG factor 65/25 va da 3,19 a 2,92. Nell’articolo, tali valori sperimentali relativi a espansi rispondenti al sistema Bayfit 500 sono riportati in una tabella. Essi sono di entità elevata, ove ciò significa un migliore comfort considerato nel settore dei mobili. Il valore più comune di SAG factor riportato per un espanso convenzionale è infatti soltanto 1,6÷2. Viene notato che il compression set di un espanso secondo lo standard Bayfit 500 tende ad essere meno valido di quello ottenuto con sistema di rigonfiamento a base di acqua. Viene detto che quest’ultimo sistema tende comunque a dare prodotti meno ricercati, perché più rigidi. Nel testo dell’articolo sono riportati valori di compression set con deformazione imposta del 25% e del 50%. Nella serie Bayfit 500, con le miscele a contenuti di isocianato di 38phr, 45phr, 51phr i valori di compression set con deformazione imposta del 25% sono rispettivamente da 9,3 a 27,3%, mentre i corrispondenti valori di compression set riscontrati su prodotti ottenuti con metodo convenzionale rispondente ad un diverso criterio Bayfit (Bayfit 550), con le miscele a base a contenuti di isocianato di 38phr, 43phr, 48phr vanno rispettivamente da 25,8 a 46,4%. Con il sistema Bayfit 500 è possibile ottenere espansi in una gamma di durezze più ampia di quella ottenibile con sistema convenzionale. Solo alla fine dell’articolo viene precisato che anche la produzione secondo lo standard Bayfit 500 è un sistema flessibile, che viene condotto con procedimento di espansione con acqua.

prodotti e processi TRELLEBORG - FREUDENBERG ANTIVIBRATION SYSTEM (AVS) Louise McHenry - lmchenry@crain. com; European Rubber Journal; 193/1-4-4-Gen.Feb 2011. Rif. E2993.

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ome è noto la Trelleborg e la Freudenberg hanno sottoscritto una lettera di intenti per arrivare a una Joint Venture nel campo degli antivibranti per l’industria automobilistica. Le attività della Freudenberg coinvolte

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sono quelle della Vibracoustic. L’articolo riporta più che altro notizie tecnico commerciali riguardanti l’accordo, che riguarda gli antivibranti della Trelleborg e della Freudenberg sia nel settore autovetture sia nel settore veicoli pesanti. Il business riguarda 1200 milioni di Euro. Il presidente e CEO del gruppo Trelleborg, Peter Nilsson, ha dichiarato che la collaborazione porterà il gruppo alla migliore posizione nel campo degli antivibranti, anche perché le attività delle due compagnie sono complementari e perché la vastità della Trelleborg viene accompagnata dalla vastità delle linee di prodotto della Freudenberg Vibracoustic. Trelleborg ha una presenza molto vasta nel mondo e ha una diffusa clientela, Freudenberg Vibracoustic ha molti contatti interessanti con i clienti. La nuova entità sarà commercialmen-

Le notizie riportate hanno indubbiamente elevata importanza commerciale, tuttavia hanno ancora maggiore importanza pensando alla molteplicità dei problemi cui gli antivibranti devono assolvere con lunga durata. L’articolo ha carattere informativo tecnico commerciale, ma la parte tecnicamente più interessante dal punto di vista tecnico è una fotografia, che rappresenta la sezione peraltro complicata di un antivibrante, il cui funzionamento suscita curiosità.

prodotti e processi OTTIMIZZAZIONE DELLA RESISTENZA ALL’ABRASIONE DEI NASTRI TRASPORTATORI L. Overmeyer, S. Hötte, S. Falkenberg, T. Wennekamp – (Stephan.Hoette@ita.unihannover.de); Kautschuk Gummi Kunststoffe (KGK); 64/7-8-31-342011. Rif. E2994.

Gli autori si orientano però verso un sistema molto più semplice, che è dovuto a A. Krops-Eilers dell’Università di Hannover (riferimento bibliografico). Il sistema prevede l’impiego di un pendolo, nel corpo battente del quale sono inseriti un dispositivo di taglio e delle celle di carico in direzione radiale e tangenziale. L’elemento più caratteristico del pendolo è il dispositivo di taglio, perché la sua azione battente sul campione di nastro trasportatore determina una traccia, dalla lunghezza della quale viene ricavata la resistenza all’abrasione. Nel testo è riportato un grafico, nel quale è rappresentata la resistenza all’abrasione espressa in mm3 in funzione della lunghezza del taglio che costituisce la traccia espressa in metri (da 0,08 a 0,14 m), logicamente in proporzionalità in-

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te e finanziariamente organizzata con strutture accordate con equilibrio, senza che vengano coinvolte azioni riguardanti il capitale. Trelleborg non potrebbe parlare di sinergie, ma in effetti le due società hanno attività con poche sovrapposizioni, per cui analizzeranno ciò adeguatamente. Trelleborg e Freudenberg rimarranno concorrenti nel campo AVS almeno fino alla stipulazione finale, e rimarranno comunque concorrenti negli altri campi.

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li elementi più importanti dei costi operativi nel campo dei nastri trasportatori si possono sintetizzare nella somma dei consumi energetici e nella resistenza all’abrasione. Vengono quindi qui riportate considerazioni maturate in uno studio eseguito dalla Phoenix Conveyor Belt Systems GmbH e dallo Institut of Transport and Automation Technology della Leibniz University di Hannover nel corso dell’impiego di un nastro trasportatore per i lavori di costruzione di una diga nel Pakistan. Il nastro aveva un carico di rottura di 4500 N/mm e lavorava con una velocità fino a 6 m/s con un flusso trasportato di 16000 t/h. Di solito secondo DIN ISO 4649 la resistenza all’abrasione di un nastro trasportatore viene determinata mediante un cilindro rotante coperto con carta abrasiva, ma per il caso in questione è stato messo a punto un sistema più realistico, ma molto complicato, basato sull’azione di un materiale abrasivo trasportato da un getto d’aria. Nel testo dell’articolo è rappresentata una figura descrittiva del processo di prova, che prevede un circuito di riciclo della polvere abrasiva, un circuito di filtraggio dell’uscita dell’aria e un circuito per la raccolta del materiale abraso.

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versa. Da come viene presentata la descrizione, sembra che la proporzionalità inversa, che pure è proporzionalità, non sia in sé molto gradita agli autori, perché essi riportano una lunga interpretazione per arrivare a confermare che i valori delle operazioni di tagliatura, le lunghezze delle tagliature, le resistenze all’abrasione del nastro trasportatore sono correttamente rappresentate in funzione dei carichi di tagliatura nelle diverse posizioni. (L’articolo è in lingua inglese)


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Il SISTRI cambia look

di Beatrice Garlanda

Il supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale del 5 gennaio 2012 pubblica il D.M. dell’ambiente e della tutela del territorio 10 novembre 2011, n.219, recante modifica sostanziale al D.M. 18 febbraio 2011, n.52 concernente il regolamento d’istituzione del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (SISTRI) ed emanato in attuazione all’art.189 (catasto rifiuti) del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152 e successive modifiche. Prima di entrare nel merito della versione attuale del provvedimento, ricordiamo che la tracciabilità dei rifiuti è stata oggetto di altri decreti ministeriali di cui riportiamo gli estremi nella tabella 1. Si segnala, inoltre, che il D.M. 219/2011 contiene quattro allegati che sostituiscono gli allegati corrispondenti del D.M. 52/2011 e riguardano: - indicazioni operative per la procedura di iscrizione al SISTRI (allegato I A) - procedura per l’installazione dei dispositivi black box (allegato I B) - ripartizione dei contributi per categoria di soggetti obbligati (allegato II) - tipologia delle informazioni da riportare nelle schede SISTRI (allegato III) Prima di entrare nel merito della versione attuale del provvedimento, ricordiamo che la tracciabilità dei rifiuti è stata oggetto di altri decreti ministeriali di cui riportiamo gli estremi nella tabella 1. Si segnala, inoltre, che il D.M. 219/2011 contiene quattro allegati che sostituiscono gli allegati corrispondenti del D.M. 52/2011 e riguardano: - indicazioni operative per la procedura di iscrizione al SISTRI (allegato I A) - procedura per l’installazione dei dispositivi black box (allegato I B) - ripartizione dei contributi per categoria di soggetti obbligati (allegato II) - tipologia delle informazioni da riportare nelle schede SISTRI (allegato III

L

a versione vigente del decreto affida all’Arma dei carabinieri il compito di gestire i processi ed i flussi di informazioni contenute nel SISTRI.

DEFINIZIONI Con il nuovo D.M. sono modificate alcune definizioni. Vediamole nella loro nuova veste. - Delegato: il soggetto che, nell’ambito dell’organizzazione aziendale, è delegato dall’ente o impresa all’utilizzo del dispositivo USB, al quale sono associate le credenziali di accesso al SISTRI ed è attribuito il certificato per la firma elettronica. Evidenziamo che il delegato non ha più l’obbligo di custodia del dispositivo, ma solo quello di gestione - dispositivo: i dispositivi di cui all’art.8, comma 1, ossia il dispositivo elettronico per l’accesso in sicurezza al SISTRI, il dispositivo da installarsi sui veicoli di trasporto dei rifiuti per monitorare il percorso effettuato dal veicolo durante il trasporto (back box), nonché il dispositivo USB per l’interoperabilità di cui 16 |

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all’art.8, comma 1- ter. Si segnala che di quest’ultimo non veniva fatta menzione nella versione precedente del decreto - titolare della firma elettronica: la persona fisica cui è attribuita la firma elettronica del dispositivo USB e, ove presente, del dispositivo USB per l’interoperabilità . - unità locale: qualsiasi sede, impianto o insieme delle unità operative, nelle quali l’operatore esercita stabilmente una o più attività previste dal’art.3, commi 1 e 4, comma 1 del decreto stesso. Si tratta di una definizione meno puntuale di quella del decreto 52/2011, ma che va letta collegandola a quella di unità operativa non presente nel vecchio testo. Con tale termine s’intende: ”Reparto, impianto o stabilimento, all’interno di un’unità locale, dalla quale sono autonomamente originati i rifiuti”. Restano invece immutate le definizioni di associazioni imprenditoriali, dipendenti, operatore/i, SISTRI, siti di distribuzione, titolare del dispositivo.

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ISCRIZIONE OBBLIGATORIA AL SISTRI Sono obbligati ad aderire al SISTRI: - i produttori iniziali di rifiuti pericolosi - le imprese che raccolgono e trasportano i propri rifiuti pericolosi di cui all’art.212, comma 8, del decreto 15272006 - i produttori iniziali di rifiuti non pericolosi di cui all’art.184 coma 3, lettere c), d) e g) del d.lgs. 152/2006, con più di dieci dipendenti - le imprese e gli enti che effettuano operazioni di recupero e smaltimento rifiuti - i commercianti e gli intermediari di rifiuti - i consorzi istituiti per il recupero e il riciclaggio di particolari tipologie di rifiuti che organizzano la gestione di tali rifiuti per conto dei consorziati - le imprese e gli enti che raccolgono o trasportano rifiuti speciali a titolo professionale nel caso di trasporto intermodale marittimo, il terminalista concessionario dell’area portuale di cui alla legge 28 gennaio 1994, n.84 - nel caso di trasporto intermodale ferroviario di rifiuti, i responsabili degli uffici


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di gestione merci e gli operatori logistici presso le stazioni ferroviarie, gli interporti, gli impianti di terminilizzazione e gli scali merci ai quali sono affidarti i rifiuti in attesa della presa in carico degli stessi da parte dell’impresa ferroviaria o dell’impresa che effettua il successivo trasporto - i comuni della Regione Campania e le imprese di trasporto dei rifiuti urbani del territorio della stessa regione, - i soggetti individuati con uno o più decreti ai sensi dell’art.188- ter, comma 5, del decreto 152/2006 e successive modifiche .

ISCRIZIONE AL SISTRI Per quanto riguarda l’iscrizione facoltativa non ci sono modifiche rispetto al testo precedente. Le modalità d’iscrizione dell’operatore al SISTRI sono descritte nella nuova versione dell’allegato I A. Il modulo d’iscrizione è disponibile sul portale informativo SISTRI. Si ricorda che i soggetti obbligati all’adesione si iscrivono al SISTRI prima di dare avvio alle attività o al verificarsi dei presupposti per i quali è disposto l’obbligo di iscrizione.

CONTRIBUTO DI ISCRIZIONE La copertura degli oneri che derivano dalla costituzione e dal funzionamento del SISTRI, a carico degli operatori iscritti, è assicurata mediante il pagamento di un contributo annuale. La nuova versione del decreto SISTRI prevede che, nel caso di versamento da parte degli operatori di somme maggiori rispetto al contributo dovuto, la somma versata in eccesso sia considerata a conguaglio per i pagamenti dei contributi degli anni successivi. A tal fine gli operatori inoltrano apposita domanda al SISTRI accedendo all’area“gestione aziende”disponibile sul portale SISTRI in area autenticata, oppure inviando, mediate posta elettronica o via fax, il modello disponibile sul portale stesso.

CONSEGNA DEI DISPOSITIVI USB E BLACK BOX Una volta perfezionata la prima fase della procedura d’iscrizione, agli operatori

iscritti, entro i successivi trenta giorni, sono consegnati (art.8, comma 1): a) un dispositivo USB, idoneo a consentire la trasmissione dei dati, a firmare elettronicamente le informazioni fornite e a memorizzarle sul dispositivo stesso. È prevista la dotazione di un dispositivo USB per ciascuna unità locale dell’ente o impresa e per ciascuna attività di gestione dei rifiuti svolta all’interno dell’unità locale. Se nell’unità locale sono presenti unità operative da cui originano in maniera autonoma rifiuti, è possibile richiedere un dispositivo USB per ciascuna unità operativa Segnaliamo che, per le attività di raccolta e trasporto rifiuti, ci si deve dotare di un dispositivo USB relativo alla sede legale dell’ente o impresa, e di un dispositivo USB per ciascun veicolo a motore adibito al trasporto di rifiuti. Ciascun dispositivo USB può contenere fino ad un massimo di tre certificati elettronici associati alle persone fisiche individuate, durante la procedura d’iscrizione, dagli operatori come delegati per le procedure di cui al decreto in esame b) per ciascun dispositivo USB, l’identificativo utente, username, la password per l’accesso al sistema, la password di sblocco del dispositivo (PIN) e il codice sblocco personale (PUK) c) Un dispositivo black box da installarsi su ciascun veicolo a motore che trasporta rifiuti, con la funzione di monitorare il precorso effettuato. L’elenco delle officine autorizzate alla consegna del black box è fornito contestualmente alla consegna del dispositivo USB e disponibile sul portale informativo SISTRI. I costi d’installazione e d’acquisto della necessaria carta SIM sono a carico degli operatori. Le modalità di individuazione delle officine autorizzate e le modalità di ritiro e di installazione del dispositivo black box sono indicate nell’allegato IB. Inoltre, ai sensi del nuovo comma 1bis dell’art.8, all’esito del perfezionamento della procedura d’iscrizione, con la consegna dei dispositivi di cui sopra, gli operatori possono chiedere ulteriori dispositivi USB per unità locali o unità operative, o per attività soggette all’obbligo d’iscri-

zione al SISTRI, già iscritte. Tali dispostivi possono contenere fino ad un massimo di tre certificati elettronici associati alle persone fisiche individuate dall’operatore; le persone fisiche devono essere diverse da quelle il cui nominativo è già inserito in altri dispositivi richiesti per la medesima unità locale/unità operativa/attività soggetta all’obbligo d’iscrizione al SISTRI. Il numero massimo di dispositivi che possono essere richiesti ed il relativo costo sono indicati nell’allegato I A. Inoltre, gli operatori iscritti al SISTRI per i quali ricorrano le condizioni previste nell’articolo 21 bis possono chiedere la consegna dei dispositivi USB per l’interoperabilità (nuovo comma 1- ter art.8). Agli adempimenti di cui al comma 1 dell’art.8 provvedono le Camere di commercio. Sono però previste le seguenti deroghe: - le sezioni regionali e provinciali dell’Albo nazionale gestori ambientali di cui all’art.212 del d.lgs. 152/2006, provvedono agli adempimenti di cui al comma 1 dell’art.8 per le imprese e gli enti iscritti al predetto Albo nonché per i comuni della Regione Campania che effettuano la raccolta e il trasporto dei rifiuti urbani - la consegna dei dispositivi aggiuntivi di cui al comma 1 bis dell’art.8 e dei dispositivi per l’interoperabilità avviene mediante servizio di consegna degli stessi all’operatore che ne ha fatto richiesta (nuovo comma 4-bis).

DISPOSITIVI USB E BLACK BOX I dispositivi restano di proprietà del SISTRI e sono affidati agli operatori in comodato d’uso. Per consentire la consultazione delle schede SISTRI, i dispositivi USB sono tenuti presso l’unità o la sede dell’ente o impresa per la quale sono stati rilasciati e sono resi disponibili all’autorità di controllo che ne faccia richiesta. Nel caso di unità locali o unità operative nelle quali non sia presente un servizio di vigilanza e di controllo degli accessi, previa comunicazione scritta al SISTRI, è consentito custodire i dispositivi USB presso altra unità locale o unità operativa fermo restando l’obbligo di metterli a disposizione dell’autorità di controllo che ne faccia richiesta.

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I dispositivi USB per l’interoperabilità sono custoditi con le modalità indicate dall’art.21-bis.

VIDEOSORVEGLIANZA Gli impianti di discarica, gli impianti di incenerimento di rifiuti nonché gli impianti di coincenerimento destinati esclusivamente al recupero energetico dei rifiuti e per i quali è applicabile il d.lgs. 11 maggio2005, n.133, sono provvisti di apparecchiature di videosorveglianza idonee a monitorare l’ingresso e l’uscita di automezzi dai predetti impianti. L’installazione, la disinstallazione e l’accesso alle apparecchiature di videosorveglianza sono riservati al personale del SISTRI. Innovativo è il comma 3 dell’art.10. Ai sensi di tale comma, in presenza di condizioni che non garantiscono un accesso ai servizi di rete (elettrica o di connettività dati) adeguato per il funzionamento delle apparecchiature di monitoraggio, oppure qualora ricorrano altre circostanze che rendano impraticabile l’installazione delle apparecchiature menzionate, il SISTRI, a seguito di una valutazione effettuata dal proprio personale, può decidere di non procedere all’istallazione delle stesse. Il gestore del rispettivo impianto, fermo restando l’obbligo d’iscrizione al SISTRI e di effettuazione dei relativi adempimenti, è tenuto a comunicare al SISTRI ogni variazione che consenta di dotare l’impianto delle apparecchiature di cui sopra. La comunicazione è effettuata entro tre mesi dalla data dell’evento che comporta tale variazione. In sostanza la modifica amplia i casi i cui il SISTRI può decidere di non procedere all’installazione della videosorveglianza, includendo in questi “altre oggettive circostanze di fatto che rendano tecnicamente impraticabile l’installazione delle apparecchiature”. Si osservi, infine, che l’obbligo di custodia delle apparecchiature di videosorveglianza è a carico dei gestori degli impianti presso i quali sono state installate.

INFORMAZIONI DA FORNIRE AL SISTRI Gli operatori iscritti al SISTRI devono comunicare, tramite l’uso dei dispositivi, le quantità e le caratteristiche qualitative 18 |

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dei rifiuti oggetto della loro attività. La tipologia delle informazioni che ciascun operatore deve fornire al SISTRI è riportata nelle schede SISTRI di cui all’allegato III e pubblicate sul portale del SISTRI stesso. La persona fisica, cui è associato il certificato elettronico contenuto nel dispositivo USB, è il titolare della firma elettronica che risponde solo del corretto inserimento nelle schede SISTRI dei dati ricevuti. Inoltre, se un impianto di gestione di rifiuti non ha possibilità di accesso ai servizi di rete elettrica o di connettività ad internet, la Scheda SISTRI-area registro cronologico e la scheda SISTRI-area di movimentazione- sono compilate dal delegato della sede legale dell’ente o impresa o dal delegato di altra unità locale dell’ente o dell’impresa.

INFORMAZIONI DA FORNIRE: PROCEDURE DI EMERGENZA Nel caso in cui un soggetto tenuto alla compilazione della scheda SISTRI-Area movimentazione- si trovi a non disporre temporaneamente dei mezzi informatici necessari a causa di ritardata consegna dei dispositivi in fase di prima iscrizione, nonché furto, perdita, danneggiamento, distruzione degli stessi, o per assenza di copertura della rete di trasmissione dati, la compilazione della scheda SISTRI-area movimentazione- è effettuata per conto di tale soggetto e su sua dichiarazione, dal soggetto tenuto alla compilazione della parte precedente o successiva della scheda medesima. Qualora anche quest’ultimo, per i motivi sopra elencati, si trovi a non disporre temporaneamente dei mezzi informatici, ciascuno dei soggetti interessati deve comunicare per scritto, prima della movimentazione, al SISTRI il verificarsi di queste condizioni. In tal caso le movimentazioni dei rifiuti sono annotate su un’apposita scheda SISTRI in bianco tenuta a disposizione, da scaricarsi dal portale SISTRI. Le movimentazioni effettuate devono essere inserite nel sistema entro le ventiquattro ore successive alla cessazione delle condizioni che hanno generato la mancata compilazione della scheda. Fino al 30 giugno 2012, il termine sopra citato è di 72 ore.

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Nel caso di temporanea interruzione o non funzionamento del SISTRI, i soggetti tenuti alla compilazione delle schede devono annotare le movimentazioni dei rifiuti su un‘apposita scheda SISTRI in bianco tenuta a disposizione, da scaricarsi dal portale SISTRI, e ad inserire i dati relativi alle movimentazioni dei rifiuti effettuate entro le ventiquattro ore dalla ripresa del funzionamento del SISTRI. Fino al 30 giugno 2012 il termine è di 72 ore.

PARTICOLARI TIPOLOGIE All’articolo 14 del D.M.52/2011 è aggiunto un nuovo comma, riguardante le imprese e gli enti produttori di rifiuti speciali pericolosi che occupano meno di dieci dipendenti. Le imprese e gli enti in questione, nei termini indicati dal decreto stesso, qualora conferiscano rifiuti ad imprese ed enti che raccolgono e trasportano rifiuti speciali a titolo professionale, che utilizzano il SISTRI, devono comunicare i propri dati, necessari per la compilazione della scheda SISTRI-area movimentazione, al delegato dell’impresa di trasporto che compila anche la sezione del produttore del rifiuto, inserendo le informazioni ricevute dal produttore stesso. Una copia della scheda SISTRI-area movimentazione, firmata dal produttore del rifiuto, deve essere consegnata al conducente del mezzo di trasporto. Una copia della scheda SISTRI-area movimentazione- deve essere conservata presso il produttore del rifiuto che è tenuto a conservarla per tre anni. Il gestore dell’impianto di recupero o smaltimento dei rifiuti, in tale ipotesi, è tenuto a stampare e trasmettere al produttore dei rifiuti stessi la copia della scheda SISTRI- area movimentazione-completa, al fine di attestare l’assolvimento della sua responsabilità.

OBBLIGHI GENERALI DI COMUNICAZIONE AL SISTRI È aggiornata la versione dell’art.21 del D.M. 52/2011, che sintetizziamo. In tutti i casi in cui si verifichi un’ipotesi di:sospensione o cessazione dell’attività per il cui esercizio è obbligatorio l’utilizzo dei dispositivi o estinzione dei soggetti giuridici ai



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quali tali dispositivi sono stati consegnati o di chiusura di un’unità locale gli operatori iscritti devono comunicare in forma scritta al SISTRI il verificarsi di uno dei predetti eventi, non oltre le 72 ore dalla data di comunicazione al Registro delle imprese dell’evento stesso, e provvedere alla restituzione dei dispositivi USB e di quelli per l’interoperabilità, dopo aver assolto a tutti gli obblighi di legge (comma 1). In tutti i casi in cui si verifichino cambiamenti nella titolarità dell’azienda o del ramo d’azienda aventi ad oggetto l’esercizio delle attività per le quali è obbligatorio l’uso dei dispositivi USB e, se presenti, dei dispositivi USB per l’interoperabilità, gli operatori subentranti nella titolarità dell’azienda o del ramo d’azienda, per evitare soluzioni di continuità nell’esercizio dell’attività interessate dai cambiamenti, prima che tali cambiamenti acquisiscano efficacia, dovranno inviare al SISTRI, copia degli atti che hanno comportato i cambiamenti corredata da copia della richiesta di iscrizione di tali atti presso il Registro delle imprese e devono effettuare la modifica del’intestazione dei dispositivi USB, e, se presenti, dei dispositivi USB per l’interoperabilità rilasciati al precedente operatore. Il SISTRI procede a confrontare i dati comunicati dagli operatori con quelli contenuti nel Registro delle imprese. Nel caso riscontrasse incongruenze tra i dati di cui sopra e tali incongruenze permanessero per più di sessanta giorni dalla modifica dell’intestazione dei dispositivi USB, procede a disabilitare i dispositivi stessi (comma 2). In caso di variazione dei dati identificativi comunicati in sede d’iscrizione, i soggetti delegati all’utilizzo dei dispositivi USB provvedono, successivamente alla comunicazione della variazione al Registro delle imprese, ad effettuare le necessarie variazioni della sezione anagrafica, accedendo all’area Gestione Aziende del portale SISTRI (comma 3). In caso di non corrispondenza tra i dati identificativi forniti dall’operatore al SISTRI in sede di prima iscrizione o successiva variazione, e quelli risultanti dal Registro delle imprese, il SISTRI richiede, 20 |

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a seguito di proprie verifiche, all’operatore di asseverare i dati comunicati al SISTRI stesso tramite la procedura indicata nel portale e secondo quanto stabilito dall’allegato IA (comma 3 bis). Eventuali variazioni delle persone fisiche individuate quali delegati devono essere comunicate al SISTRI, che emette un nuovo certificato elettronico. Il dispositivo contenente il nuovo certificato è aggiornato accedendo all’area autenticata del portale SISTRI (comma 4). Per i trasportatori di rifiuti, le variazioni di cui ai commi 1, 2 e 3, nonché le variazioni relative ai veicoli a motore, sono comunicate dal trasportatore alla Sezione regionale o provinciale dell’Albo nazionale gestori ambientali che, successivamente al rilascio dell’autorizzazione, le comunica al SISTRI. Salvo i casi di cui al comma 3, per le variazioni di cui si tratta, le procedure e i termini per la restituzione dei dispositivi USB e per le operazioni di installazione, disinstallazione e riconfigurazione dei dispositivi black box sono disciplinati con deliberazione del Comitato nazionale dell’Albo, sentito il SISTRI (comma 5).

DISPOSIZIONI IN MATERIA DI INTEROPERABILITÀ Ai sensi del nuovo art.21 bis, gli operatori che utilizzano software gestionali in grado di tracciare le operazioni effettuate da tutti i delegati comunicati al SISTRI, e che abbiano accreditato uno o più software gestionali al servizio di interoperabilità ai sensi del d.lgs. 7 marzo 2005, n.82 e successive modifiche, possono richiedere al SISTRI il rilascio del dispositivo USB per l’interoperabilità. Il dispositivo USB per l’interoperabilità è abilitato alla firma delle schede SISTRI compilate per le attività soggette all’iscrizione SISTRI ed esercitate nelle unità locali e/o unità operative che operano con il software gestionale citato. Può essere richiesto un dispositivo USB per l’interoperabilità per ciascun software gestionale accreditato dall’operatore per il servizio di interoperabilità. Tale dispositivo è consegnato con le modalità di cui all’articolo 8, comma 4-bis. Le credenziali di accesso al SISTRI ed il

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certificato elettronico dei dispositivi USB per l’interoperabilità sono attribuiti al legale rappresentante che è titolare della firma elettronica e delegato per il dispositivo stesso. Sono, poi, indicate le modalità di custodia del dispositivo (art.21, comma 5). S’informa, infine, che il dispositivo per l’interoperabilità deve essere reso disponibile in qualunque momento all’Autorità di controllo che ne faccia richiesta nel luogo dove lo stesso è custodito.

CATASTO RIFIUTI Infine va ricordato che, ai sensi dell’art.26 del D.M. 52/2011 L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) organizza il catasto dei rifiuti di cui all’art.189 del d.lgs. 152/2006 e successive modifiche, per via informatica attraverso la costituzione e la gestione del catasto telematico interconnesso su rete nazionale e articolato in banche dati. Il nuovo decreto SISTRI apporta modifiche alla lettera b) dell’articolo 26 che, nella nuova formulazione, prevede: “Una banca dati contenente le informazioni relative alle autorizzazioni e alle comunicazioni di cui agli articoli 208, 209, 210, 211, 213, 214, 215 e 216 del d.lgs. 152/2006 e successive modifiche. A tal fine le amministrazioni competenti comunicano all’ISPRA, nel termine perentorio di quindici lavorativi dal rilascio dell’autorizzazione o dell’iscrizione, la ragione sociale e la sede legale dell’ente o impresa, autorizzata o iscritta, il codice fiscale, la sede dell’impianto, l’attività per la quale viene rilasciata l’autorizzazione o l’iscrizione, i rifiuti oggetto dell’attività di gestione, le quantità autorizzate, la scadenza dell’autorizzazione o dell’iscrizione e, successivamente, segnalano ogni variazione delle predette informazioni che intervenga nel corso della validità dell’autorizzazione o dell’iscrizione stessa. Le autorizzazioni rilasciate e le iscrizioni effettuate precedentemente all’entrata in vigore della disposizione in oggetto, sono comunicate all’ISPRA dalle amministrazioni competenti (omissis)”. Quest’ultima comunicazione è effettuata nel termine perentorio di sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della disposizione in questione. 


L’intervista del mese: CARLO NOLLI

Si intravedono positivi segnali di una timida ripresa della domanda Il 2012 potrebbe essere un anno indicativo per quanto riguarda sia le prospettive immediate sia la disponibilità di materie prime e la volatilità delle loro quotazioni. Lo dice Carlo Nolli, direttore commerciale di PMG Group, un’azienda con una forte presenza, nel campo delle mescole, tanto sul mercato interno che su quelli esteri. Per quanto riguarda le aziende trasformatrici italiane, aggiunge, non è importante la loro dimensione ma la loro capacità innovativa e la loro competitività sul piano internazionale.

Come giudica l’andamento del settore gomma (non tanto della sua azienda quanto in generale) nelle primissime settimane dell’anno? È cambiato qualcosa rispetto agli ultimi mesi del 2011? I primi mesi del 2012 hanno confermato la tendenza alla contrazione della domanda di mercato di mescole e manufatti in gomma, già in evidenza nell’ultimo trimestre dello scorso anno; tendenza che si pensava inizialmente dovuta almeno in parte a fenomeni di riduzione degli stock, ma che risulterebbe più probabilmente legata ad un calo fisiologico della domanda di mercato vero e proprio e ad una situazione finanziaria generale ancora incerta perlomeno in Europa. Il 2011 è stato caratterizzato nella prima parte dell’anno da una domanda forte, ma probabilmente anche poco strutturata e legata a rimbalzi da periodi precedenti di forte calo. Per il 2012 si aspettano probabilmente risultati inferiori rispetto allo scorso anno, ma questo potrebbe risultare un anno più indicativo e consistente da questo pun-

to di vista e fornire prospettive più certe per il prossimo futuro, anche per quanto riguarda, bisogna ricordarlo, la disponibilità delle materie prime e l’alta volatilità delle loro quotazioni che hanno caratterizzato negativamente tutta la prima parte del 2011. In ogni caso si intravedono già alcuni indicazioni positive di un timido rialzo della domanda, che ci Carlo Nolli aspettiamo possano concretizzarsi probabilmente nel secondo trimestre, periodo che per storicamente nel nostro settore è sempre caratterizzato da una forte volume di lavoro.

Per quello che le risulta, la nostra situazione è diversa rispetto a quanto accade negli altri paesi europei? Avendo PMG Group una importante quota di esportazione diretta ed in-

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L’intervista del mese: CARLO NOLLI

diretta nei paesi dell’Unione Europea e in quelli dell’Est Europa, possiamo affermare che già il 2011 era stato caratterizzato da una domanda relativamente forte di export, se confrontata con le richieste provenienti da clienti che operavano principalmente sul mercato nazionale, che non aveva dato segni di particolare vivacità anche nella prima parte dell’anno. Per fare un esempio, si pensi soprattutto alla favorevole situazione economica evidenziata dalla Germania e dei mercati ad essa collegati ed ai numeri di crescita mostrati nel 2011(PIL +3.5%), rispetto al resto dell’Europa ed all’Italia in particolare, crescita trainata soprattutto dal settore auto, nel quale siamo presenti in modo importante, grazie soprattutto alle loro quote di esportazione in forte ripresa rispetto al 2010. Tuttavia i rallentamenti iniziati alla fine dell’anno scorso hanno caratterizzato negativamente tutti i mercati europei ed anche quelli dell’area tedesca. Comunque, a nostro modo di vedere, si tratta di un momentaneo raffreddamento della domanda di mercato e non sicuramente di uno stop importante come quello registrato a fine 2008, concomitante con una crisi finanziaria improvvisa ed estesa, che ha influenzato con i propri effetti negativi immediati il mercato dell’industria. Che previsioni a breve si sente di fare, tenuto anche conto degli ultimi provvedimenti del Governo italiano? Come già ricordato sopra, sembra che si possano intravedere alcuni segnali di timida ripresa della domanda, che alcuni analisti già darebbero in salita per la seconda parte del 2012. Che questo sia dovuto ai recenti provvedimenti del Governo italiano, penso che molti insieme a me possano dubitarne, almeno per l’immediatezza dei risultati. Comunque, senza fare discorsi di particolare connotazione politica, ritengo che provvedimenti all’insegna di liberalizzazioni, di semplificazione legislative, burocratiche o amministrative possano solo portare giovamento ai cittadini e alle imprese, e al contempo possano aprire la strada a nuovi investimenti e ad avvicinare il nostro 22 |

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paese agli standard internazionali più moderni. Per il resto siamo moderatamente positivi per il proseguo del 2012, stante anche i segnali di una economia in ripresa, che a livello globale arrivano per esempio dal mercato nord americano dell’auto e dai mercati del Far East, e che prima o poi lo speriamo si faranno sentire anche sull’economia del vecchio continente. La sua azienda è stata una delle prime del settore, se non erriamo, ad aprire uno stabilimento all’estero. Si è trattato dunque non di decentramento produttivo ma di internazionalizzazione. Come valuta i risultati di questa iniziativa? L’investimento effettuato da PMG in Romania nel 2005 non è nato da intenzioni di delocalizzazione o di spostamento di attività, ma da necessità di espansione produttiva e da esigenze logistiche legata alla vicinanza di clienti che avevano de-localizzato nei paesi della fascia dell’Europa Centrale e dell’Est. In aggiunta i costi di manodopera e di energia più contenuti rispetto agli standard occidentali hanno aggiunto interesse e competitività al progetto. A più di sei anni dall’inizio dell’opera, dopo le necessaria fase di rodaggio iniziale, possiamo senza dubbio essere soddisfatti dei risultati e stiamo pensando ad un ulteriore potenziamento della struttura locale. Nello stesso periodo fortunatamente abbiamo assistito a spostamenti di produzione di alcuni nostri clienti consolidati nelle regioni dell’Est Europa e questo ha ulteriormente confermato la validità del nostro investimento in Romania. La linea produttiva di mescole convenzionali nere è completamente indipendente ed autonoma, dal punto di vista produttivo e logistico. L’ottenimento delle Certificazioni ISO 9001 e la certificazione ambientale ISO14000 hanno completato lo sviluppo tecnico del sito produttivo che è una realtà moderna ed efficiente. L’impiego di impianti di produzione e macchinari di fabbricazione italiana di ultima gene-

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razione, insieme alle strumentazioni di controllo e di analisi, ci permettono di industrializzare localmente mescole studiate e sviluppate dal nostro Centro di Ricerca in Italia e di soddisfare le esigenze dei clienti di quell’area geografica in tempi rapidi e a costi competitivi. Le aziende italiane che producono manufatti di gomma hanno una struttura, produttiva e finanziaria, per reggere la concorrenza straniera, europea o extra-europeo che sia? Sappiamo che l’industria italiana in genere, se confrontata con quella di altre economie occidentali paragonabili (tedesca o francese per fare due esempi più vicini a noi) è caratterizzata dalla presenza di aziende di dimensione medio-piccola, le classiche PMI, rispetto ai concorrenti internazionali di maggiori dimensioni e struttura. L’industria della gomma non si discosta da questi canoni. Ciò nonostante esistono aziende e distretti molto ben organizzati e strutturati; si pensi a quello più volte ricordato nel settore degli articoli tecnici del basso Sebino, che forti di tecnologie avanzate e di know-how consolidati hanno investito in Italia ed all’estero con grande profitto e operano nel mercato a livelli di assoluta eccellenza. Operare bene e con buoni risultati nel proprio settore, con aziende innovative e soprattutto competitive, costruite su basi solide, è sicuramente una carta vincente anche nel mediolungo periodo e non necessariamente la dimensione della propria struttura e del proprio business sono un fattore limitante se si vuole operare sui mercati internazionali. Abbiamo avuto del resto diversi esempi di società multinazionali anche nel settore della gomma, che hanno dovuto rivedere le loro politiche e disinvestire completamente in alcuni settori merceologici o aree geografiche per sopravvivere. Quindi non necessariamente grande o piccolo è bello, in quanto il successo dipende essenzialmente dalla capacità di operare nel proprio settore, di investire per preparare il futuro senza perdere d’occhio l’efficienza che ci permette di essere competitivi ogni giorno. 


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Materie prime e prodotti ausiliari

La stabilizzazione dei mercati per il momento è solo un auspicio I fornitori di materie prime e di prodotti ausiliari per l’industria della gomma confermano che il 2011 è stato un anno positivo. In questo senso sono sulla stessa linea dei loro “colleghi” delle macchine, ai quali abbiamo dato voce nel precedente numero della rivista. Ci sembra invece di cogliere, in queste nuove interviste, una punta di maggiore pessimismo per quanto riguarda l’immediato futuro. Stabilità delle curve della domanda/offerta e dei prezzi sono troppo intimamente legate alla globalizzazione in atto per poter contare su una prevedibilità

ragionevole. Bisognerà quindi accontentarsi di navigare a vista almeno per tutto il 2012. Un altro elemento sul quale vale la pena di richiamare l’attenzione è la risposta data alla nostra ultima domanda, quella riguardante i prodotti eco-compatibili o green che dir si voglia. Alcuni li hanno già in “catalogo”, altri sembrano molto scettici. È anche per via di questa incertezza, oggettivamente esistente, che abbiamo aperto la rubrica che troverete a pagina 44-45 di questo numero. È il nostro contributo a una discussione destinata con ogni probabilità a estendersi.

Le nostre domande 1. Dando per scontato che il 2011 sia stato un anno positivo (incidentalmente, siete d’accordo?), adesso bisogna pensare al 2012. Che cosa succederà in termini di domanda delle materie prime sulle quali voi operate? 2. In particolare cosa pensate che accadrà in materia di prezzi? Considerandoli separatamente per quanto vi riguarda: gomma naturale, gomma sintetica, additivi e ausiliari.

Lavoro duro e sacrifici per uscire indenni dalla crisi

Cinzia Gottero

Eigenmann & Veronelli

3. Venendo all’industria italiana della gomma, nonostante le previsioni di una pesante caduta del pil sia nel 2012 che nel 2013, pensate che il settore ne uscirà positivamente? 4. Si parla molto di prodotti “green”. Nel campo delle materie prime di vostro interesse, sono già una realtà o solo una ipotesi?

1. Siamo d’accordo che il 2011 sia stato un anno positivo, sia come settore industriale che per il Reparto Gomma di Eigenmann & Veronelli. La domanda è stata in forte crescita e il risultato sarebbe stato ancor più positivo senza la costante carenza di alcune materie prime. Il 2012 ha lo stesso trend se si guarda il primo trimestre. I polimeri non sono tutti disponibili e le allocazioni continuano. Inoltre si prevede un rialzo nelle quotazioni di alcuni monomeri, ad esempio il butadiene, e quindi ci aspettiamo dei prezzi anco-

ra in tensione, seppur non come nel 2011. Eigenmann & Veronelli parteciperà all’assemblea IISRP (Venezia 16/19 aprile) dove esamineremo la situazione. Come distributori, siamo particolarmente focalizzati sul mantenimento di un adeguato magazzino in modo da essere in grado di soddisfare al meglio le richieste dei nostri clienti anche per i prodotti di più difficile reperibilità. 2. Nel nostro portafoglio prodotti abbiamo solo gomme sintetiche, tutta la gamma di Polimeri Europa (SBR, NBR, Dutral, TPR e

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Materie prime e prodotti ausiliari

Lattici SBR) e anche il policloroprene della Bluestar. Prevediamo aumenti nei prezzi di alcuni monomeri, come abbiamo detto, in particolare del butadiene, e di conseguenza per il primo trimestre sono più probabili aumenti di prezzo che diminuzioni; in seguito è possibile, e forse anche auspicabile, una maggiore stabilità. Gli additivi derivati acidi grassi che trattiamo, avendo noi la produzione nello stabilimento di Trecate (NO), invece, hanno subito una leggera diminuzione in chiusura di anno e nessun aumento è previsto per il primo trimestre. Lo stesso per i derivati più vicini al petrolio, come i carbon black di cui distribuiamo tutta la gamma di Orion Engeneered Carbons, che si muovono dietro ai polimeri ma più lentamente. Infine sono in incremento i derivati metallici, come ci sta mostrando titanio biossido. 3. Il settore ne può uscire bene ma solo grazie a duro lavoro e sacrificio. La costanza lavorativa e la fantasia dell’industria italiana grazie ad una sempre continua ricerca di prodotti innovativi e di altissimo profilo qualitativo farà si che si distinguerà come sempre. Il problema sarà sull’investimento in risorse umane, che già ora mostra criticità sia in termini di numero di addetti del settore sia in termini di qualità degli stessi, essendo sempre di meno i giovani che ricevono una formazione specifica per il settore gomma. Il credito alle imprese, come tutti sanno, è poi in una fase di grande difficoltà, e questo non può che indebolire il trend. Un altro punto da considerare è che molte aziende investono in produzioni all’estero per mantenere efficienza nei costi, e questo fa sì che anche il modo di lavorare dei distributori cambi, velocemente, per essere in grado si offrire il miglior prodotto e servizio anche ai clienti che delocalizzano o sviluppano nuove produzioni più vicine ai nuovi mercati di sbocco, spesso a Est. Per questo Eigenmann & Veronelli segue da anni una strategia di internazionalizzazione, sia come vendite dirette che come aperture di nuove sedi nei paesi più promettenti. 26 |

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4. I prodotti “green” nel settore gomma esistono e sono già una realtà. Eigenmann & Veronelli sta lavorando su ausiliari di processo che riducano la quantità di zinco in mescola con i nuovi tipi di Polyplastol che stanno per essere presentati al mercato. Questa esigenza è molto sentita dal settore pneumatici. Sempre come investimento in ottica di tutela dell’ambiente (di lavoro in questo caso) c’è il progetto di ottenere forme fisiche in pastiglie per prodotti storicamente in polvere. Inoltre Eigenmann & Veronelli ha investito per la produzione di plastificanti per la sostituzione di tutti i tipi di ftalati; infatti le serie Lincol ed Eviplast vantano performances tecniche di alto livello, in generale come resistenza alle basse ed alle alte temperature, e poi in particolare con altre specifiche dei diversi tipi, per ogni polimero/mescola ed applicazione. Anche le nostre principali rappresentate stanno effettuando investimenti per rendere più eco-compatibili i loro prodotti, ad esempio Orion Engineered Carbons ha ampliato la gamma con gradi di carbon black pulito, pelletizzato in acqua demineralizzata. Anche Evonik ha tutta la gamma di silici in versione granulare per evitare ambienti di lavoro polverosi. Questo lavoro di introduzione dei nuovi prodotti“green”esalta il ruolo del distributore capace di offrire anche supporto tecnico, come Eigenmann & Veronelli, essendo tutte specialities dove l’efficacia e l’efficienza nel trasferimento di informazioni tra mercato/clienti e fornitori deve essere costante e continuo. 

Il mercato dei siliconi dovrebbe restare stabile

Tiziano Tresoldi Laborsil

1. Innanzi tutto mi permetto di fare una piccola premessa per spiegare chi è la nostra società, visto che è la prima volta che par-

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tecipa all’inchiesta sulle materie prime. Laborsil srl si affaccia nel mercato italiano del compounder del silicone e del fluoro silicone nel mese di gennaio 2010 e si orienta nei settori delle specialità, sviluppando nuovi prodotti e nuovi clienti; questo orientamento strategico ci ha permesso in poco tempo di acquisire una discreta quota di mercato, puntando soprattutto sulla qualità del prodotto, sul servizio e sulla assistenza tecnica post vendita. Inoltre con un’ organizzazione snella e efficiente, Laborsil nel 2011 riesce ad ottenere una crescita significativa del fatturato e punta nel 2012 a un consolidamento del portafoglio clienti/ prodotti , ma soprattutto ad una crescita in alcuni nuovi settori di mercato dove abbiamo identificato nuove opportunità per l’impiego del silicone ad oggi sconosciute. 2. Nel corso degli ultimi due anni il silicone, a differenza delle classiche gomme organiche, non ha subito significative oscillazione di prezzo e questo ci ha consentito e ci consente di garantire ai nostri clienti quotazioni stabili per almeno sei/otto mesi. Gli andamenti prezzi, a detta dei nostri principali fornitori di materie prime, nel primo semestre 2012 non dovrebbero subire variazioni. E anche sul fronte disponibilità , salvo eventi speciali, non si segnalano problemi di shortage o di surplus. Diversamente, alcuni additivi hanno subito aumenti anche dell’ordine del 10-15 %, per la presenza di materie prime divenute di difficile reperibilità. 3. Fare previsioni a lungo periodo 2012/2013 è di non facile giudizio obbiettivo, infatti anche se alcuni clienti sono ottimisti per i primi mesi del 2012, nessuno si spinge a visibilità oltre il semestre. Se guardiamo il trend degli ultimi anni e consideriamo l’anno di crisi 2009 , il settore degli elastomeri è quello che meglio ha reagito e recuperato il calo delle vendite di quell’anno. Infatti i dati pubblicati dalle aziende della provincia di Bergamo (quella che si può chiamare in questo caso Silicon Valley), nel 2011 mettono in evidenza che la maggior parte delle società


Materie prime e prodotti ausiliari

di stampaggio hanno realizzato fatturati in crescita dal 2009 ad oggi, dimostrando che il settore è tornato florido e ottimista. Inoltre alcune aziende locali sono tornate ad effettuare investimenti, credendo ancora una volta alla crescita del paese Italia, o comunque alla crescita del loro business in Europa o nel mondo. 4. L’espressione “green“ ben si presta al silicone visto che, nel tempo, questo polimero ha acquisito posizione di leader nel settore alimentare, medicale, passaggio acqua potabile ecc. ecc., sostituendo gomme tradizionali che per anni hanno dettato legge. Infatti a ben guardare i componenti del silicone sono considerati tutti inerti, ad eccezione del sistema catalitico perossidico in uso. In questi ultimi anni tutti i compoundatori, per incentivare l’utilizzo di questo polimero, hanno lavorato su sistemi catalitici innovativi come i platinici, basi coloranti e additivi sempre più performanti, meno tossici, e più vicini alla salvaguardia dell’ambiente. Con queste premesse pensiamo che il silicone, possa per il prossimo futuro, giocare ancora un ruolo di elastomero di riferimento e di sviluppo. 

Il 2012 comincia sommesso e con qualche incertezza

Stefano Corna IMCD

1. Innanzitutto confermo che dal punto di vista dei risultati complessivi il 2011 è stato un anno positivo. Lo scorso anno è stato di fatto la consacrazione dell’acquisizione della Warwick Massa e quindi abbiamo goduto di un importante incre-

mento in termini di volumi e di fatturato. Le capacità del management hanno permesso il mantenimento di tutti i contratti di fornitura e quindi il risultato complessivo è andato al di là delle più rosee aspettative. Ad onor del vero, va altresì evidenziata una contrazione di attività riscontrata negli ultimi mesi del 2011 e che pare confermarsi in questo inizio 2012. L’anno in corso, quindi, inizia sommesso e incerto. Le previsioni sull’andamento del 2012 sono le più disparate, poche quelle ottimistiche. Come spesso accade il settore gomma risente molto dei cali produttivi generalizzati come in questo periodo. Nel 2010 ha dimostrato anche una capacità di reazione e ripresa estremamente forte e matura. Ci aspettiamo una contrazione di volumi almeno per il primo semestre e poi una successiva fase di stabilità. 2. Siamo ormai da alcuni anni in una situazione dove i fondamentali del commercio sono di “nuova generazione”. Mi spiego. In passato la domanda e l’offerta decretavano per la maggiore i prezzi dei prodotti e delle materie prime. Altri fattori avevano solo l’effetto di aggiustare il tiro ma non stravolgevano il valore. Oggi non è più così, la domanda si è abbassa ed i prezzi si sono alzati. Le aziende, sia produttrici che commerciali, sono troppo spesso legate ai risultati in modo miope. Va da sé che quando si riducono i volumi anche i margini assoluti diminuiscono; spesso invece i prezzi vengono aumentati per contrastare questo effetto e l’incremento a volte non tiene in considerazione la capacità del mercato di assorbirli. Abbiamo bisogno di vendere i nostri prodotti finiti all’estero e di essere competitivi in Italia in modo da ridurre le importazioni. Questo è il modo migliore per stabilizzare il mercato ed incrementare il Pil innescando così un circolo virtuoso. Per fare questo, forse, bisogna che soffriamo tutti in termini di marginalità; in attesa che le tasse si riducano! 3. Certo che sì. Confido nel fatto che i valori in campo delle aziende acquisiscano la

loro importanza reale e che quindi vi sia la capacità di reazione e di vivere e sopravvivere nei prossimi due anni per poi puntare ad una crescita futura. Mi ero ripromesso di non cadere nella banalità di fare il paragone con l’”anno buio” ma un accenno serve a ricordare. Nel 2009 vi fu una selezione delle aziende operanti nel settore, non tutte infatti hanno potuto assistere al recupero del 2010 e del 2011. Le aziende oggi in gioco hanno già passato una bufera e mi auguro possano passare anche questa seconda difficile situazione. 4. I prodotti green sono una realtà già presente in molti settori tra cui nell’automotive, negli shoppers, nell’edilizia e in altri minori. Siamo coinvolti direttamente in alcune situazioni con studi coadiuvati e condivisi con clienti e fornitori. In questa fase è però prematuro evidenziarli. A livello generale si stanno affacciando nuove realtà, nuovi nomi, spesso fuori dal petrolchimico che propongono polimeri vegetali. Purtroppo ad oggi i costi eccessivi e la poca predisposizione italiana all’innovazione non ha permesso a queste soluzioni di prendere piede in modo consistente. 

Si spera che maturino le condizioni per una inversione di tendenza

Luca Boldrini S.INT.A.

1. La S.int.a. opera da ormai 20 anni nel commercio e nella distribuzione di lattici e gomme naturali sul territorio italiano. L’anno 2011 si è chiuso con un risultato soddisfacente, nonostante il bru-

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Materie prime e prodotti ausiliari

sco rallentamento degli ordini registrato nell’ultimo trimestre. Le previsioni per il 2012 non sono ottimistiche, dato che la maggior parte dei settori produttivi dove i nostri prodotti trovano applicazione sono attualmente in fase di vera e propria recessione. La domanda è scarsa e lo rimarrà di certo per alcuni mesi, nella speranza che nel corso dell’anno maturino le condizioni economiche e finanziarie per un’inversione di tendenza. 2. I prezzi di lattici e gomme naturali, già ridimensionatisi notevolmente nell’ultimo trimestre del 2011 rispetto ai massimi toccati nello stesso anno a febbraio, nei prossimi mesi non dovrebbero subire sostanziali variazioni, salvo eventi climatici particolarmente avversi nel Sud Est asiatico o fattori speculativi di natura finanziaria non prevedibili al momento. 3. Riteniamo molto difficile che il settore dell’industria della gomma nel suo complesso esca presto e positivamente da questo momento di crisi. Purtroppo sarà inevitabile la chiusura di un certo numero di aziende, in conseguenza del calo di lavoro e delle perduranti difficoltà di accesso al credito. Confidiamo tuttavia che le annunciate misure del governo per favorire la crescita economica risultino efficaci e possano mitigare almeno in parte il quadro negativo che si prospetta per il comparto gomma. 4. In effetti le materie prime (gomma e lattice) da noi trattate sono “naturali” per definizione, e possono dunque ben definirsi “green” a tutti gli effetti. 

Il 2013 potrebbe essere l’anno della ripresa (scelte politiche aiutando)

Pierluca Coffanetti BRENNTAG

1. Confermiamo la chiusura positiva del 2011; grazie alle vendite effettuate nei 28 |

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primi nove mesi dell’anno abbiamo potuto raggiungere il budget, piuttosto ambizioso, che ci eravamo prefissati. L’ultimo trimestre ha però mostrato un rallentamento che poi è culminato a dicembre, mese in cui la domanda è stata molto inferiore alle aspettative. Il 2012 si è aperto all’insegna della cautela, gennaio si è chiuso con cifre molto simili allo stesso mese del 2011; questo non conforta alla luce delle scarse vendite di dicembre. Fare previsioni per i prossimi mesi è abbastanza difficile, ci attendiamo una diminuzione della domanda sui prodotti consolidati, compensata da nuove opportunità offerte da recenti accordi con diversi produttori. In ogni caso attendiamo la chiusura del primo trimestre per avere un quadro più realistico. Gennaio e febbraio sono stati segnati da troppi eventi eccezionali (scioperi, maltempo) che hanno sicuramente influito sulle vendite. 2. La domanda è più semplice della precedente; tutti i produttori hanno, o stanno per farlo, annunciato aumenti anche piuttosto consistenti. Per ora gli effetti maggiori si sono visti sui polimeri, con aumenti su tutti i fronti, giustificati dall’improvvisa impennata dei prezzi dei monomeri. I prodotti chimici sembrano stabili, ma ci attendiamo aumenti a breve per due motivi: l’aumento del costo degli intermedi di sintesi, a cui si aggiunge la minore competitività dei prodotti asiatici a causa del cambio euro/dollaro che non favorisce le importazioni. Questo comporta una minore “pressione” sulle strategie commerciali dei produttori dell’area euro 3. Vorremmo poter rispondere positivamente, ma i segnali sono abbastanza negativi. Il 2012 sarà un anno difficile; i dati della produzione industriale degli ultimi mesi non confortano. La bassa fiducia dei consumatori europei non aiuterà le esportazioni, da sempre molto importanti per l’industria della gomma Italiana. Il 2013 potrebbe essere l’anno della ripresa, ma qui la politica (locale ed europea) giocherà un ruolo decisivo: liberalizzazioni, politiche fiscali ed incentivi alle imprese sono i fattori su cui si deve

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puntare per riavviare l’economia. Il tempo però stringe. 4. Sappiamo bene come la gomma non sia molto “Eco friendly”. Il riciclo dei vulcanizzati è solitamente costoso e complicato se non impossibile. La politica di Brenntag punta più sui prodotti “eco sostenibili” o a basso impatto ambientale. Grazie all’impegno dei nostri fornitori, proponiamo diversi prodotti ricavati da fonti rinnovabili (principalmente plastificanti) oppure realizzati con processi che richiedono meno energia rispetto al passato. Anche con il suggerimento dei giusti ausiliari di lavorazione si può contribuire alla riduzione del consumo di energia quando si producono mescole. Nel settore delle materie plastiche e del PVC abbiamo recentemente introdotto una gamma di additivi naturali che accelerano il processo di degradazione dei manufatti, aumentandone la biodegradabilità; inoltre stiamo proponendo una completa gamma di plastificanti eco compatibili. 

Prodotti “green” sono una realtà nel settore della gomma

Roberto Finkelberg BU TRP Lanxess

1. Quello passato è stato un anno complessivamente positivo, soprattutto dal dopo ferie, quando i prezzi dei monomeri hanno iniziato la discesa fino a fine anno, dopo otto mesi di continui rincari. La ripresa della domanda in Asia fa ora nuovamente scarseggiare alcuni monomeri, butadiene in primis, i cui prezzi stanno riprendendo a lievitare. Continuerà ancora per questo


Materie prime e prodotti ausiliari

ed i prossimi anni la sensibile differenza fra domanda e offerta, notevolmente superiore la prima, per l’elastomero EPDM, che continuerà a rincarare. Questo non gioverà molto alla nostra economia, già provata da un periodo molto difficile. 2. Per quanto riguarda i prezzi delle gomme sintetiche molto dipenderà dalla domanda dei paesi BRIC, che determinano ormai le strategie dei produttori di monomeri. 3. Nel comparto italiano della gomma vi sono settori che primeggiano, in termini di produzione, altri invece che si barcamenano. Il bilancio finale, sono convinto, sarà positivo anche nei prossimi anni, anche se più sul piano della redditività che non su quello delle quantità prodotte. 4. Lanxess, in quanto società tedesca, e con oltre 100 anni di esperienza nello sviluppo e nella produzione di gomma sintetica e di prodotti chimici per la gomma ha da sempre posto particolare attenzione ai prodotti ecologici, investendo notevoli risorse nella ricerca di prodotti alternativi a quelli esistenti, ma più ecocompatibili. La riduzione delle emissioni dannose nell’aria e la minore dipendenza da energie fossili sono priorità assolute per Lanxess. Sono un esempio le gomme nitriliche “Perbunan” con le quali si producono articoli che vengono a contatto con alimenti, oppure la nuova serie degli “EPDM ECO” che utilizzano etilene dalla canna da zucchero, senza naturalmente far mancare alla popolazione brasiliana questa importante fonte di alimentazione. Da non dimenticare gli elastomeri SBR in soluzione o vinilici ed i PBR al neodimio usati per la produzione dei green tires (che consentono una riduzione della resistenza al rotolamento, del consumo di carburante, delle emissioni di CO2 ed un aumento della durata e della sicurezza stradale) o i Nanoprene (nanoparticelle di stirene e butadiene polimerizzati), che consentono un maggiore grip del

pneumatico, una maggiore resistenza all’abrasione con la conseguente riduzione delle emissioni di particelle gommose. Le nostre gomme EVM sono esenti da alogeni e vengono da tanti anni impiegate per la produzione di cavi in impianti pubblici e/o da energia rinnovabile. E per finire i nostri prodotti chimici (acceleranti, antidegradanti, peptizzanti, agenti antireversione e di processo) tutti volti ad aumentare la resistenza alla fatica e all’invecchiamento dei pneumatici, la riduzione dei tempi di mescolazione, con risparmio energetico e con la riduzione di sostanze nocive nell’atmosfera. 

I tempi per tornare a una situazione ante-crisi si allungano

Daniele Girelli EICO NOVACHEM

1. Rispetto alle previsioni direi che, nonostante le premesse e quanto poi avvenuto, il 2011 è stato un anno positivo ma ancora di transizione Molto ha pesato la corsa dei prezzi delle materie prime. Stante le previsioni non rosee riguardo all’economia a livello mondiale non si può pensare ad un ulteriore recupero della domanda rispetto a quanto già avvenuto nel 2010-11. I tempi per tornare alla situazione ante crisi del 2008-9, sempre che ciò possa avvenire, si allungano ulteriormente. Al momento la domanda sembra ancora sostenersi ma la percezione generale e le previsioni non portano a prevedere un mercato in crescita, ma piuttosto stabile con rischio di una nuova frenata.

2. Per quanto riguarda additivi e ausiliari, prodotti maggiormente trattati da Eico Novachem, la tendenza, come sempre, è di reagire più gradualmente all’andamento generale dei prezzi. Però gli effetti degli aumenti delle materie prime di base, combinati a quelli dei componenti accessori come energia e trasporti, non fanno ben sperare per il corso dell’anno. Un potenziale effetto calmierante rispetto ai possibili aumenti, al momento non valutabile, potrà venire da quanto i mercati emergenti riprenderanno a correre e su che livello di prezzi si attesteranno 3. Le possibilità di uscire indenni da questo periodo critico che ormai perdura da 5 anni, risiede nella capacità delle singole aziende di mantenere o meglio ancora incrementare le attuali posizioni sul mercato estero che, per quanto rallentato, è ancora dato con margini di crescita. Non vi è dubbio che singole realtà produttive, caratterizzate da poca propensione all’esportazione o limitate a mercati che più risentono della crisi, potranno trovarsi in situazioni difficoltose. Spero che il settore gomma in totale riuscirà ancora a di mostrare la sua capacità reattiva. 4. Intanto andrebbe definito meglio il concetto di prodotto “green”, ovvero se ci si riferisce a delle effettive richieste del mercato o a normative ben precise o se ci si limita all’appetibilità di una tale definizione per semplice marketing. Lo sviluppo di questa tipologia di prodotti è legato a due tipi di spinte: il più forte è e sarà l’introduzione di regole sempre più stringenti da parte delle autorità legislative o delle richieste del mercato sempre che ci sia in quest’ultimo caso una effettiva concorrenza rispetto a prodotti che definirei classici. Al momento sono ancora pochi i produttori che battono con convinzione questo sentiero anche perché la domanda di questo tipo di prodotti è legata soprattutto al mercato europeo ed in parte nord-americano. 

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Materie prime e prodotti ausiliari

È possibile che i prezzi tornino a salire nei mesi prossimi

Giuseppe Rossi TORCHIANI

1. Il 2011 è stato un anno certamente positivo, ma con un calo nella domanda concentrato negli ultimi due mesi dell’anno. Le oscillazioni violente nei prezzi di alcune materie prime (prima in aumento, poi in diminuzione), hanno certamente condizionato la domanda, soprattutto nell’ultimo periodo dell’anno trascorso. È davvero difficile ipotizzare come andrà il corrente anno; dovendo però azzardare una previsione è probabile che si assisterà ad un andamento opposto rispetto a quello del 2011, con una domanda depressa nei primi mesi e una relativa ripresa a partire dalla primavera. Naturalmente le pesanti incertezze che riguardano la situazione economica generale (ad esempio possibile default Grecia) e lo scenario del Medio Oriente (nucleare iraniano e relative possibili conseguenze) potrebbero cambiare anche drasticamente lo stato delle cose. 2. Torchiani s.r.l. non tratta la gomma naturale. Per la gomma sintetica abbiamo visto per buona parte del 2011 aumenti di prezzo anche consistenti, ai quali sono seguiti diminuzioni nell’ultima parte dell’anno, anche se non per tutte le tipologie di gomma sintetica. È probabile che i prezzi tornino a salire nei prossimi mesi, anche se è presto per capire se potranno tornare al livello del 2011 prima delle diminuzioni ( anche in conseguenza delle incertezze elen30 |

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cate nella risposta alla prima domanda) Per quanto riguarda gli additivi e gli ausiliari, molto dipenderà dall’andamento del cambio euro/dollaro e dalla domanda extra-europea; se le previsioni che vedono un euro più debole rispetto al dollaro si avvereranno, vedremo anche un aumento nei prezzi degli additivi e degli ausiliari, altrimenti prevediamo una sostanziale stabilità. 3. L’industria della trasformazione della gomma è legata in modo sostanziale ad altre industrie che teoricamente dovrebbero soffrire della caduta del pil (auto, elettrodomestici). Difficile quindi pensare che ne usciremo positivamente. Teniamo conto poi che potrebbero esserci delle ripercussioni negative dovute al “credit crunch”, che potrebbe aumentare la sofferenza di alcune tipologie di clienti. Resta da vedere se i trasformatori saranno in grado di supplire al previsto calo della domanda interna con un aumento delle esportazioni verso paesi che avranno nel 2012 una situazione economica più brillante di quella italiana. Naturalmente come fornitori di materie prime ce lo auguriamo, ma la domanda ovviamente andrebbe rivolta a loro 4. Torchiani è specializzata soprattutto nella distribuzione di additivi e di ausiliari. In questo specifico settore non vediamo ancora la presenza di prodotti “green”. 

Fiducia soprattutto nella seconda parte dell’anno 1. In termini di risultati finali, il 2011 si è chiuso in modo positivo, anche se l’ultimo trimestre ha risentito fortemente dell’incertezza politica-finanziaria italiana. Nel 2012 la domanda di materie prime, almeno nella prima parte dell’anno, continuerà ad avere una contrazione negativa ma rimaniamo fiduciosi per la secon

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Christian Pedone EICO SPECIALTIES

da parte dell’anno grazie al lavoro svolto con l’introduzione di prodotti nuovi. 2. Eico Specialties ha nella sua gamma esclusivamente additivi ed ausiliari. Molti di questi rispecchiano l’andamento delle quotazioni del petrolio che nell’ultima parte del 2011 e nel primo trimestre del 2012 sono tendenzialmente al rialzo. Faccio riferimento a prodotti quali carbon black e cere polietileniche. 3. È veramente difficile fare delle previsioni a lungo termine ma dagli incontri che ho giornalmente con i miei clienti constato la voglia di superare ancora una volta questo momento. 4. È da qualche anno che per nostra strategia, stiamo puntando su prodotti “green”, tra questi una nuova gamma di zinco ossido attivo che permettono di diminuire la presenza di metalli pesanti in mescola senza inficiare le performance nella fase di vulcanizzazione. Molte altre nostre case rappresentate stanno lavorando allo sviluppo di nuovi prodotti a basso impatto ambientale. Qualche novità sarà presentata al prossimo “Rubber 2012”. 

L’industria deve qualificarsi sempre più a livello internazionale

Polimeri Europa

Fonte interna all’azienda

1. Complessivamente il 2011 è stato un anno positivo, anche se in termini di


Materie prime e prodotti ausiliari

domanda ha visto un rallentamento apprezzabile negli ultimi quattro mesi. Quindi caratterizzato da una elevata volatilità dei prezzi, influenzata dal trend della domanda: in forte ascesa nella prima parte, ed in significativa discesa nella seconda. La crescita dei consumi di gomma sintetica a livello globale è risultato comunque positivo con un incremento di più del 10% rispetto all’anno precedente. Lo scenario 2012 della domanda risulta meno omogeneo rispetto al 2011, con l’Europa in fase recessiva per le misure di contenimento del debito pubblico in alcuni suoi paesi, il Nord America in progressiva ripresa, e l’Asia sicuramente traente, anche se a tassi inferiori a quelli degli ultimi anni. L’industria del pneumatico europea, per esempio ha già annunciato un rallentamento rispetto alle previsioni, almeno nei primi sei mesi dell’anno. Questa differenziazione di domanda potrebbe portare l’ Europa, in tendenziale eccesso di offerta di materie prime per rallentamento dei suoi consumi, ad esportare gomma sintetica verso le aree di maggior sviluppo, in particolare se favorita da costi dei monomeri più competitivi rispetto ad altre aree del mondo. 2. La gomma naturale dopo essere tornata a livelli di prezzo più ragionevoli nella seconda parte del 2011, ha inaugurato il 2012 con nuovi rialzi: il mercato infatti evidenzia ancora un eccesso di domanda rispetto all’offerta, soprattutto in Asia, che dovrebbe ribilanciarsi progressivamente solo a partire dal prossimo anno, con la messa in produzione di nuove piantagioni, attese ormai da qualche anno. Il butadiene, principale materia prima per la maggior parte delle gomme sintetiche (SBR, BR, TPR, NBR, Lattici SB) rimarrà ancora “corto” per tutto il 2012, influenzando significativamente il prezzo dei suoi derivati. L’Europa dovrebbe godere di un

vanatggio di costo rispetto alle altre due principali aree di consumo nel mondo, Nord America e Asia, favorendo la competitività delle sue industrie, sia quella di produzione di elastomeri che quelle a valle dei suoi derivati. Ad oggi le previsioni disponibili recitano di una apprezzabile crescita dei prezzi del butadiene e dei suoi principali derivati nella prima parte dell’anno, senza tuttavia raggiungere i picchi del 2011, con una seguente stabilizzazione e/o riduzione a partire dal tezo trimestre. 3. Per combattere la fase recessiva anche nel settore della gomma, occorre che l’industria italiana si qualifichi sempre di più a livello internazionale, sopperendo con una accelerazione nell’export l’inevitabile riduzione dei consumi interni. Molto dipenderà anche dalle future performances dell’industria dell’automobile tedesca, a cui l’industria della gomma italiana è fortemente legata, come fornitore di una serie di articoli anche specialistici. Inoltre le sarà richiesto anche un ulteriore sforzo in innovazione, qualità, commercializzazione e distribuzione per vincere la sfida di una accentuata competitività internazionale. 4. Vi è sicuramente un fiorire di iniziative di sviluppo, sia nell’area dei monomeri che delle gomme sintetiche, che nel giro di qualche anno potrebbero generare risultati concreti. Nel settore monomeri l’obiettivo principale è quello di sviluppare processi produttivi più economici e “sostenibili” rispetto a quelli attuali di origine petrolchimica, ove alcuni settori, ad es. butadiene ed isoprene, sono caratterizzati da prezzi elevati e scarsa disponibilità di feedstocks. Nel settore degli elastomeri, oltre alla generazione di materiali prodotti con precursori di origine bio, si punta a sviluppare anche la relativa area degli additivi di origine “green”: al riguardo ad esempio Eni, attraverso

una jv recentemente sottoscritta con Novamont, si è prefissata l’obiettivo di sviluppare e produrre, nel giro dei prossimi 2-3 anni, sia olio-estensori di origine vegetale per l’industria della gomma, che fillers a base organica come alternativa o complemento all’uso delle più tradizionali cariche inorganiche come silice o nero di carbonio. Il progetto riguarda l’annunciata conversione del sito petrolchimico di Porto Torres nella prima importante “bio-raffineria” italiana. 

Il mercato tende a stabilizzarsi dopo la chiusura di molte aziende

Giovanni Arnò

AZIENDA CHIMICA MILANESE 1. Il nostro andamento aziendale è stabile. Nel gennaio 2012 abbiamo registrato una leggera flessione causata dall’andamento del mercato automotive ed elettrodomestico. Rimangono costanti la calzatura ed i pneumatici. 2. Noi vendiamo cariche bianche. Tutte le nostre case hanno adeguato i listini ai livelli d’inflazione. 3. Negli anni scorsi il settore gomma si è ridotto di molte unità produttive. Con ottimismo potremmo dire che il mercato sia stabilizzato. 4. Nel nostro catal ogo abbiamo cariche organiche in parte di origine vegetale, adatte a produzioni biodegradabili. 

marzo 2012

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Materie prime e prodotti ausiliari

Molto dipenderà dall’evoluzione della situazione europea

Vittorio Mancin Eurochimind

1. I primi tre trimestri del 2011 sono stati per noi, come per molti, positivi dal punto di vista economico grazie alla buona domanda e ai prezzi sostenuti. Tuttavia le limitazioni di disponibilità, improvvise o programmate attraverso rigide allocazioni, se da una parte hanno inevitabilmente contribuito a sostenere i prezzi dall’altra hanno causato non poche difficoltà ai nostri clienti. Tra gli effetti collaterali benefici derivanti dalle difficoltà di approvvigionamento vi è stata una maggiore e più motivata attività di omologazione e utilizzo di fornitori e prodotti alternativi. Non so quale sarà il livello e l’andamento della domanda nel 2012, ovviamente dipenderà dalla congiuntura economica globale ed in particolare europea. Certamente i produttori, memori della lezione del 2008, col perdurare della stagnazione della domanda diminuiranno l’output produttivo al fine di contrastare la diminuzione dei prezzi. Queste dinamiche generano inevitabilmente dei disequilibri e disservizi nelle forniture (rigidità delle allocazioni, stock-out, volatilità dei prezzi etc.). 2. Tenuto conto di quanto detto in precedenza mi aspetto che gli andamenti dei prezzi delle gomme sintetiche, dei carbon black e di molti additivi saranno comunque in salita nel medio periodo ed in particolare per quelle famiglie il cui rapporto tra crescita della domanda globale e capacità istallata è già strutturalmente vicino alla parità, soprattutto in considerazione del fatto che per alcuni polimeri 32 |

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

importanti (EPDM, butili) non entreranno on-line nuovi impianti entro l’anno. 3. Ho grande stima e fiducia negli operatori italiani della gomma che più di altri sono capaci di adattarsi competitivamente. È ovvio, tuttavia, che molto dipenderà dall’evoluzione della crisi soprattutto a livello europeo che incide pesantemente sulla domanda dei mercati di sbocco (automotive, edilizia etc.). 4. Nei settori e per le famiglie prodotto con cui operiamo, al netto delle operazioni di marketing, i materiali di origine “green” non mi pare siano ancora una realtà significativa. Diverso è il caso delle sostituzioni di alcune sostanze chimiche con altre, sempre di origine petrolchimica, rese obbligatorie dalle normative e dagli standard internazionali non a partire da oggi. 

Bisogna abituarsi all’alternanza di cicli di meno lunga durata

Giovanni Gallo Lehvoss Italia

1. Posso sicuramente confermare che anche per la divisione Luvomaxx® “Solutions for Rubber” della Lehmann&Voss&Co KG il 2011 è stato un anno positivo. Non concordo, invece, sull’incidentalità del risultato; penso piuttosto sia frutto della mutata attitudine di tutti gli attori del mercato verso il business e ritengo che ci dovremo abituare a una più frequente alternanza tra cicli positivi e cicli negativi e a una durata meno lunga degli stessi. Per quanto riguarda la domanda delle materie prime da noi trattate, i due

marzo 2012

anni scorsi ci hanno detto che dipende dai consumi dei paesi che crescono più dell’Europa, quali Cina in primis, India, Brasile e, non dobbiamo dimenticarli, USA. 2. Le mutate attitudini a cui facevo cenno nella precedente risposta stanno influenzando anche l’andamento dei prezzi. Penso che non si sia ancora trovato il punto di equilibrio tra i diversi approcci dei partecipanti al mercato, i quali per definizione sono portatori di interessi contrapposti, e non si sia tuttora capito quale sia la chiave di lettura dei segnali provenienti dal mercato, con la conseguenza che sia impossibile anticipare l’andamento dei prezzi se non in un ottica di brevissimo periodo. 3. Come accennato nella seconda parte della risposta alla prima domanda, il 2010 e il 2011 ci hanno dimostrato che le aziende coinvolte nel nostro settore hanno, nella stragrande maggioranza dei casi, ottenuto risultati estremamente positivi, tutto ciò nonostante il PIL del nostro paese non stesse crescendo. Ovviamente tutto ciò non basta per affermare che nel 2012 e nel 2013 il settore ne uscirà positivamente, ma è sufficiente per farci essere più cauti nell’emettere previsioni catastrofiste. 4 Per quanto ci riguarda questi prodotti sono solo un ipotesi e neanche troppo vicina. Certo è che se la tendenza dovesse consolidarsi bisognerà guardarsi intorno al più presto. 

Non c’è da aspettarsi niente di speciale dal 2012

Mario Dufour Lagorio & Dufour


Materie prime e prodotti ausiliari

1. Difficile valutare la positività dell’anno 2011, sembrerebbe più un anno di transizione ma verso dove è difficile dire data la presenza di troppe incognite nell’economia mondiale, europea e nazionale. Noi siamo ancora abituati a parlare in termini di ripresa veloce cercando di prevedere quello che succederà del prossimo semestre e ci sembra di prevedere lontano quando parliamo di un anno. In realtà i movimenti ci sembrano molto più lenti, il che è tipico di una non emozionante economia stazionaria né deflattiva, né inflattiva, né di crescita. Sembra quasi che la crescita sfrenata dei mercati asiatici, soprattutto cinese, abbia traumatizzato l’Occidente i cui paesi più forti paiono accontentarsi di nicchie sulla scia del vascello asiatico. L’unico paese che sembra dare qualche segnale di risveglio e reazione sono gli USA ma è tutto ancora da vedere. In quest’ottica non ci è sembrato buono il 2011 come non ci aspettiamo niente di speciale dal 2012. La domanda di materie prime prevediamo quindi che si manterrà stazionaria. 2. Considerata la domanda stazionaria sopra menzionata, si dovrebbe dedurre che anche i prezzi delle gomme dovrebbero rimanere stazionari sempre che siano basati sul gioco di una libera domanda e offerta. Riamane tuttavia pendente sul mercato internazionale la scarsità di butadiene, in parte reale e in parte a volte arti-

ficiale, che può influenzare sia i prezzi delle gomme sintetiche che quelli delle gomme naturali. Vero è che non è così immediato né semplice il passare dalla sintetica alla naturale ma certamente qualche effetto lo ha senz’altro. In questo momento (febbraio 2012) il butadiene è previsto ancora in aumento e ciò comporterà aumenti sulle gomme sintetiche con possibili effetti indiretti anche sulle gomme naturali. Ci sono inoltre in atto tentativi da parte della Tailandia di sostenere i prezzi della gomma grazie all’acquisto degli unsmoked sheets (materia prima base per le factories) a prezzi più alti del mercato. L’effetto di questa manovra non è sicuro ma la concomitanza col wintering in corso (periodo dell’anno di minor produzione dell’albero) potrebbe contribuire ad un sostegno dei prezzi della gomma. Un fattore altamente imprevedibile è anche la speculazione sui mercati a termine che possono determinare variazioni di prezzo anche notevoli. Un altro elemento da tener presente è che tutta l’industria, anche quella di dimensioni maggiori, pare vivere con pochi ordini e quindi con difficoltà di previsioni. Questo comporta che la loro domanda di materie prime, ove ci fosse un accenno di ripresa, potrebbe influenzare in modo imprevedibile l’andamento dei prezzi per brevi ma anche lunghi periodi. 3. L’industria italiana della gomma ha sofferto molto negli anni passati ma è riuscita a difendersi. Riteniamo che ci siano molti imprenditori determinati a dare battaglia ma certamente ci so-

no ostacoli enormi nella giustizia, nella burocrazia, nelle norme che regolano il lavoro e nei finanziamenti (il Sole 24 Ore: …se viene a mancare il credito non parliamo più di difficoltà, bensì di dramma…). La speculazione in corso contro l’euro e contro l’Europa sicuramente non facilita la ripresa, rende difficili il finanziamento bancario, scoraggia il consumo e ostacola le imprese. Riteniamo che l’industria della gomma dovrebbe essere in grado di reagire come tutti gli altri settori se riceverà adeguato aiuto da parte dello Stato. Dovremmo essere messi in grado di combattere ad armi pari con gli altri paesi europei. Se invece continuiamo a scoraggiare l’industria invitandola ad andare a lavorare altrove, magari anche in paesi vicini come Austria e Svizzera, sarà difficile un recupero. Dobbiamo combattere l’abulia menzionata al punto 1., altrimenti gli anni prossimi non saranno sicuramente né facili né soddisfacenti. Noi comunque crediamo nelle grandi capacità degli italiani e dell’Italia e, per rispondere alla domanda, contiamo sulla tenuta del settore. 4 Ci sembra che qualche studio sia stato fatto ma la necessità di vendere fa privilegiare il prezzo sulla novità. I prodotti ‘green’ solitamente costano di più e non presentano immediati vantaggi per il consumatore. Dovrebbero esserci delle leggi che facilitino e premino in qualche modo chi si impegna in questi prodotti. 

L'INDUSTRIA DELLA GOMMA ELASTICA Periodico mensile di informazione tecnica ed economica

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marzo 2012

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Ricerca & Sviluppo

Mescole fluorurate resistenti ai lubrificanti di ultima generazione di Fabio Falco, FKM Technical Manager, Mesgo s.p.a.

Lo sviluppo da parte dell’industria automobilistica di motori capaci di prestazioni sempre più elevate ha portato alla nascita di lubrificanti idonei a far fronte alle maggiori e più spinte sollecitazioni alle quali sono sottoposti gli organi di trasmissione di un automezzo. Ciò ha imposto la necessità di guarnizioni di tenuta con più elevata resistenza a questi nuovi prodotti. MESGO s.p.a. ha affrontato il problema e ha messo a punto nuovi formulati a base di gomme fluorocarboniche che sono in grado di soddisfare le più severe esigenze tecniche presentate dal mercato.

IL PUNTO DI PARTENZA I lubrificanti normalmente utilizzati per ridurre la frizione tra le parti meccaniche di un motore sono, di base, oli minerali o oli sintetici. Gli oli minerali sono essenzialmente costituiti da idrocarburi ottenuti dalla distillazione del greggio. Quelli sintetici, invece, sono idrocarburi idrogenati ottenuti attraverso un processo di idrocraking (hydrocraked oil), da poli-α-olefine o da esteri sintetici a lunga catena. In alcuni casi, come ad esempio per gli oli motore, vengono richieste ulteriori funzioni, come la capacità di raffreddamento, di protezione dalla corrosione, di detergenza e di sospensione di morchie pastose che si formano durante il funzionamento del motore stesso. Le principali proprietà di un olio luMECCANISMO DI VULCANIZZAZIONE IONICO (BISFENOLICA)

PEROSSIDICA

brificante possono, quindi, essere così riassunte: • buon indice di viscosità a caldo e a freddo • buon potere detergente, disperdente e emulsionante • resistenza all’ossidazione • resistenza alla corrosione • proprietà antiusura • resistenza alla pressione • antischiuma Queste caratteristiche vengono conferite agli oli mediante l’aggiunta di speciali additivi in ragione anche del 20% sull’intera formulazione. Si tratta, essenzialmente, di: • antiossidanti (ammine aromatiche, fenoli idrogenati, ditiocarbammati metallici) • inibitori di corrosione (derivati benzotriazolici, mercapto-tiazoli, alchil-

OLIO MOTORE SAE 15W40 e 5W30 • F1 • F2 • F3 • F4 • F5 • F6

arilsulfonati metallici) • antifrizione usura a pressioni estreme (alchil-aril fosfati amminici, ditiocarbammati metallici, tio-diazoli, borati, ditiofosfati di zinco, alchil-aril polisolfuri) • detergenti, disperdenti, emulsionanti (saponi di acidi grassi, saponi naftenici, saponi solfonici) • modificatori dell’indice di viscosità (copolimeri olefinici lineari) • antischiuma (polimeri siliconici, poliesteri). Le gomme fluorurate (FKM), solitamente utilizzate nelle guarnizioni di tenuta per la loro elevata resistenza chimica anche ad alta temperatura, di norma non subiscono aggressione da parte degli oli base. Al contrario, a contatto con i vari lubrificanti, in funzione della loro formulazione, composizione monometrica e chi-

OLIO CAMBIO DIFFERENZIALE SAE 80W90 e 75W140 • F4

OLIO CAMBIO AUTOMATCO ATF • F4

• F7 • F8 • F9 • F10 • F11

• F7 • F6 • F5 • F12 • F11

Tabella 1 - Abbinamenti ‘olio - formulato’ realizzati nella sperimentazione.

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Ricerca & Sviluppo

Durezza Densità Carico a Rottura Mpa M 100 Allungamento C.set 24hrs@200°C - 6 mm button C.set 72hrs@200°C - 6mm button TR 10

Normativa ASTM 2240 ASTM 1817 DIN 53504 S2 DIN 53504 S2 DIN 53504 S2 ASTM D395 B ASTM D395 B ASTM D1329

F1 74 1.91 12 5.6 185 12 21 -16

F2 75 1.96 14 5.7 210 17 29 -14

F3 74 1.93 11.5 6.2 170 16 27 -20

F4 80 1.99 14 8 175 22 35 -6

Tabella 2 - Formulati bisfenolici – Post-vulcanizzazione 20HRS@240°C. Durezza Densità Carico a Rottura M 100 Allungamento C.set 24hrs@200°C 6mm button C.set 72hrs@200°C 6mm button TR 10

Normativa F 5 ASTM 2240 75 ASTM 1817 1.88 DIN 53504 S2 13 DIN 53504 S2 5.1 DIN 53504 S2 200

F6 77 1.97 18.5 7.7 200

F7 72 1.87 20 2.7 430

F8 74 1.95 18 7 190

F9 79 1.91 13.5 7 170

F 10 76 1.92 14 6.6 190

F 11 79 1.90 14 6.4 210

F 12 73 1.92 17 7 180

13

15

18

17

15

19

22

16

ASTM D395 B

23

23

34

27

24

30

33

25

ASTM D1329

-29

-7

-19

-7

-31

-7

-9

-17

ASTM D395 B

Tabella 3 - Formulati perossidici – Post-vulcanizzazione 4HRS@240°C

mismo di vulcanizzazione, mostrano un comportamento molto variabile. Questo, segno evidente che gli additivi giocano un ruolo importante nell’aggressione ai manufatti in Fluoroelastomero. Una spiegazione qualitativa di questo fenomeno di aggressione, senza entrare necessariamente nel chimismo della vulcanizzazione bisfenolica che, ricordiamo, prevede la formazione di insaturazioni lungo la catena polimerica, risiede nel fatto che in molti di questi additivi sono presenti eteroatomi con doppietti elettronici liberi. Tali atomi caratterizzano il loro comportamento come basi di Lewis e quindi come energici reagenti nucleofili nei confronti delle insaturazioni presenti lungo la catena polimerica del manufatto vulcanizzato. Tale comportamento è anche favorito dalla presenza degli atomi di fluoro nell’elastomero, il quale essendo un forte elettron-attrattore, favorisce il comportamento acido degli idrogeni presenti lungo la catena polimerica creando così, anche senza necessariamente passare attraverso un meccanismo di vulcanizzazione ionica, siti preferenziali di attacco nucleofilo da parte degli additivi in essere. Dato che i lubrificanti di ultima generazione disponibili sul mercato contengono nuovi e a volte più aggressivi “pacchetti” di additivi, ne consegue la necessità di disporre di guarnizioni di tenuta in grado di resistere maggiormente al loro contatto prolungato ad alta temperatura. 36 |

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

MESGO HA AFFRONTATO IL PROBLEMA Nel lavoro di messa a punto del formulato capace di produrre guarnizioni in grado di esibire, nelle condizioni di esercizio nelle quali sono utilizzate, la migliore prestazione possibile in termini di resistenza agli oli è fondamentale la scelta attenta dell’elastomero, delle cariche e dei processing aids, al fine di minimizzare le interazioni con gli aggressivi chimici presenti nei lubrificanti. Per fare questa scelta è importante una conoscenza anche solo qualitativa delle funzioni svolte dagli organi meccanici da lubrificare. Perché, se sono note le esigenze di lubrificazione imposte dall’alta temperatura e dalla pressione, dall’esposizione dell’olio all’ossidazione e alla corrosione, si ha un’idea più precisa sul tipo di additivi presenti nel lubrificante e si ricevono, quindi, utili indicazioni sul tipo di gomma fluorurata e di ingredienti mescola più opportuni da impiegare per produrre le guarnizioni più adatte alle condizioni di esercizio nelle quali esse dovranno essere utilizzate. Gli organi meccanici che più utilizzano guarnizioni di tenuta in FKM sono: • il motore, che richiede, fra le altre caratteristiche del lubrificante, principalmente la stabilità alle alte temperature, la resistenza all’ossidazione e alla corrosione e una bassa viscosità a freddo; • le trasmissioni a cambio manuale, per le quali sono importanti, oltre alla bas-

marzo 2012

sa viscosità, un’alta resistenza al taglio e anche la resistenza all’ossidazione e alla corrosione; • le trasmissioni a cambio automatico, che richiedono soprattutto buona fluidità, elevata resistenza alla pressione, all’usura e all’ossidazione, oltre alla compatibilità con il “pacchetto frizione” che compone il cambio; • il differenziale, per il quale sono importanti la fluidità e la resistenza al taglio, alla pressione, alla corrosione e all’ossidazione. Gli oli presi in considerazione da MESGO - rappresentativi della generalità dei lubrificanti utilizzati nella protezione degli organi meccanici degli autoveicoli - sono: • olio motore SAE 15W40 e SAE 5W30 • olio per cambio differenziale SAE 80W40 e SAE 75W140 • olio per cambio automatico ATF DEXTRON II D e DEXTRON VI. I lubrificanti elencati sono stati suddivisi, in relazione alla loro destinazione d’uso, in tre gruppi. Per ogni gruppo, in relazione all’applicazione del lubrificante, sono state utilizzate sei differenti formulazioni. Le stesse sono state selezionate tra le dodici mescolanze coinvolte nello studio effettuato che complessivamente cerca di coprire la quasi totalità dei polimeri fluorurati commercialmente disponibili. La Tabella 1 presenta un quadro sinottico degli abbinamenti olio-formulato realizzati. I test di compatibilità sono stati condotti adottando sia le condizioni operative previste dalla norma PORSCHE PN 7072 10/2005 rispettivamente di 1008 ore a 150°C, sia condizioni di temperatura più severe per periodi di tempo meno prolungati, ovvero 72 ore a 175°C. Le valutazioni chimico-fisiche iniziali dei materiali testati sono state eseguite dopo vulcanizzazione per 10 minuti a 170°C e successiva stabilizzazione termica a 240°C per 20 ore per i formulati fluoroelastomerici a vulcanizzazione ionica (bisfenolici) e per 4 ore per quelli a vulcanizzazione perossidica. I test sono stati eseguiti secondo le comuni normative ASTM e DIN utilizzate in questo specifico settore.


Ricerca & Sviluppo

Sono stati esaminati quattro formulati a vulcanizzazione ionica di tipo bisfenolico e due formulati con vulcanizzazione di tipo perossidico a diverso contenuto di fluoro. I risultati riportati nella Tabella 4 e i grafici 1 e 2 indicano che i lubrificanti di nuova generazione, pur avendo di per sé un effetto assolutamente trascurabile sul rigonfiamento in olio dei manufatti esaminati, possono provocare fenomeni accentuati di degradazione della matrice elastomerica. Tali effetti possono essere ragionevolmente ricondotti a una interazione degli additivi presenti negli oli con il reticolo di vulcanizzazione. La linea nera orizzontale presente nei grafici rappresenta il limite imposto dalla specifica PORSCHE PN 707-2 10/2005 e sottolinea che la scelta dell’elastomero col quale si dovrà produrre la guarnizione va fatta con grande accuratezza, per non compromettere la funzionalità del manufatto.

2) Prove in olio per cambio differenziale In queste prove sono state utilizzate una mescola a vulcanizzazione di tipo bisfenolico (F4) e cinque a vulcanizzazione perossidica. La scelta ha privilegiato un maggior utilizzo di un fluoroelastomero vulcanizzato a perossido rispetto a un prodotto bisfenolico, in quanto un elastomero di quest’ultimo tipo, certamente valido in olio motore, avrebbe evidenziato importanti limiti a contatto con un lubrificante per cambio differenziale. I dati della Tabella 5 e i grafici 3 e 4 evidenziano anche in questo caso l’effetto negativo che gli additivi dei lubrificanti di nuova generazione hanno su alcune importanti caratteristiche chimicofisiche dei formulati. Ne scaturisce anche adesso la conclusione che la scelta dell’e-

F1

F2

F3

F4

F5

F6

-2 +1 -3 +2 +0.7 +0.8 +1 +1.5

-1 +1 -2 +1 +0.8 +0.6 +1 +0.7

-1 -1 -1 +1.5 +1 +0.8 +1 +0.8

-2 -0.5 -2 -1 +0.8 +0.6 +1 +0.7

-2 -2 -2.5 -2 +1 +0.6 +1.3 +0.6

-2 -2.5 -3.5 -2 +1.5 +1 +1.5 +1.3

PORSCHE PN 707 ±10 ±10 Max +6 Max +6

Tabella 4 -Variazione durezza e volume in olio motore.

Variazione Carico a rottura in olio motore

21 14

MPa

I RISULTATI 1) Prove in olio motore

Variaz.Sh 15W40 72h 175°C Variaz.Sh 15W40 1008h 150°C Variaz.Sh 5W30 72h 175°C Variaz.Sh 5W30 1008h 150°C Variaz.Vol 15W40 72h 175°C Variaz.Vol 15W40 1008h 150°C Variaz.Vol 5W30 72h 175°C Variaz.Vol 5W30 1008h 150°C

7 0

Carico a Rottura

F1

F2

F3

F4

F5

F6

12

14

11,5

14

18,5

13

9

9

8

12

16,5

12

7,2

8

7,8

11,5

13

10,6

olio 5W30 72hrs@175°C

6

7,8

7

10

15,4

11,1

olio 5W30 1008hrs@150°C

6

6,8

5,4

8,7

12

10,2

olio 15W40 72hrs@175°C olio 15W40 1008hrs@150°C

Grafico 1 - Variazione carico a rottura in olio motore. Variazione Allungamento a rottura in Olio motore

260

Allingamento %

Le Tabelle 2 e 3 riportano una sintesi dei valori riscontrati in queste prove nei quattro formulati bisfenolici e nei rimanenti otto perossidici utilizzati nel corso dello studio effettuato.

195 130 65 0

F1

F2

F3

F4

F5

F6

Allungamento a Rottura

185

210

170

175

200

200

olio 15W40 72hrs@175°C

100

150

110

135

180

175

olio 15W40 1008hrs@150°C

110

130

120

150

170

175

olio 5W30 72Hrs@175°C

90

140

90

135

170

177

oilo 5W30 1008hrs@150°C

70

120

80

135

180

185

Grafico 2 – Variazione allungamento a rottura in olio motore.

lastomero fluorurato più idoneo per la fabbricazione di guarnizioni destinate al contatto con questi prodotti è un fattore decisionale di grande importanza ai fini della buona riuscita del manufatto nella sua applicazione. Ma non basta. Oltre al polimero, sono importanti anche gli altri ingredienti mescola e il loro rapporto di mescolazione. È tutta la messa a punto della for-

mulazione nel suo complesso che è importante. Entrando, infatti, nel merito dei materiali testati e considerando come olio lubrificante il SAE 75W140, emerge, se si considera come limite quanto previsto dalla specifica PORSCHE PN 707-2 10/2005, che solo il formulato perossidico F11 può ritenersi pienamente idoneo al superamento della specifica considerata.

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Ricerca & Sviluppo

3) Prove in olio per cambio automatico ATF

F4

4) Analisi FT-IR dei lubrificanti testati mediante tecnica HATR Allo scopo di valutare la possibilità di individuare particolari additivi degli oli potenzialmente dannosi per l’elastome38 |

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

F7

F8

F9

F10

F11

-5

-4

-3

-3.5

-3

+1

-5

-4.5

-3.5

-2

-6

-4

-5

-6

-7

+1

+1

-2

-10

-4

+2

+1.5

+1.2

+1

+1

+2

+4

+1.5

+2

+3

+5

2.5

+2

+7

+4

+4.5

+3

+3

3.5

+3

PORSCHE PN 707

-5+10

-5/+10

-3/+12

-3/+12

Tabella 5 - Variazione durezza e volume in olio cambio differenziale. Variazione Carico a rottura in olio per differenziali

21

MPa

14 7 0

F4

F7

F8

F9

F10

F11

Carico a Rottura

14

20

18

13,5

14

14

olio 80W90 72hrs@175

6,3

14,5

13

12

12

12

olio 80W90 1008hrs@150°C

6,5

14

12,5

11,5

11,2

13

olio 75W140 72hrs@175°C

3,5

4,7

5,4

6,8

7,3

12

3

4,5

4,5

5

7

9

olio 75W140 1008hrs@150°C

Grafico 3 - Variazione carico a rottura in olio cambio differenziale. Variazione Allungamento a rottura in Olio differenziale

480 420

Allingamento %

Anche in questo set di prove di invecchiamento sono stati utilizzati cinque formulati a vulcanizzazione perossidica e uno a vulcanizzazione di tipo bisfenolico (formulazione F4). Come si osserva nella Tabella 1, quest’ultimo compound è stato mantenuto come elemento di stretto confronto tra i diversi lubrificanti utilizzati nel corso della sperimentazione. I rimanenti cinque formulati perossidici sono stati già impiegati in parte nella valutazione degli oli motore (F5 e F6) e in parte negli oli per cambi differenziali (F7 e F11). Inoltre, in quest’ultima serie di valutazioni è stato aggiunto anche un formulato F12, in cui sono stati inseriti nuovi polimeri perossidici di recente introduzione sul mercato. Le variazioni chimico-fisiche riscontrate nel corso della sperimentazione e riportate nella Tabella 6 e nei grafici 5 e 6 indicano che i nuovi oli per trasmissioni automatiche, tipo il DEXTRON VI, non sembrano rappresentare per i manufatti realizzati in FKM di tipo perossidico un fattore di rischio particolarmente più grave rispetto a quelli di vecchia generazione. Non si può giungere invece alla stessa conclusione se si considerano i formulati di tipo bis fenolico. Infatti, nonostante la formulazione F4 si stata ottimizzata per rappresentare il limite massimo di resistenza chimica per questa famiglia di prodotti, la stessa sembra solo in grado di raggiungere i valori minimi previsti dalla specifica PORSCHE citata. In conclusione, i fluoroelastomeri a vulcanizzazione bisfenolica, pur non rappresentando la soluzione ottimale, non possono essere scartati a priori in applicazioni in cui sia previsto il contatto prolungato con fluidi ATF. In questo caso però il successo del formulato è strettamente legato alla capacità del compoundatore di progettare una soluzione che rappresenti il miglior compromesso possibile per l’applicazione in essere.

Variaz.Sh 80W90 +1 72h 175°C Variaz.Sh 80W90 +1 1008h 150°C Variaz.Sh 75W140 +3 72h 175°C Variaz.Sh 75W140 +4 1008h 150°C Variaz.Vol 80W90 +1.5 72h 175°C Variaz.Vol 80W90 +2 1008h 150°C Variaz.Vol 75W140 +3.5 72h 175°C Variaz.Vol 75W140 +6 1008h 150°C

360 300 240 180 120 60 0

F4

F7

F8

F9

F10

F11

Allungamento a Rottura

175

430

190

170

190

210

olio 80W90 72hrs@175°C

80

370

160

175

180

205

olio 80W90 1008hrs@150°C

60

340

152

155

162

220

olio 75W140 72Hrs@175°C

55

135

90

110

128

190

oilo 75W140 1008hrs@150°C

40

140

75

80

120

140

Grafico 4 - Variazione allungamento a rottura in olio cambio differenziale.

ro fluorurato, i lubrificanti impiegati nella sperimentazione sono stati analizzati mediante spettroscopia infrarossa in Trasformata di Fourier (FT-IR – Fourier Transform Infrared Spectroscopy) utilizzando la tecnica HATR (Horizontal Attenuated Total Reflection) con cristallo al seleniuro di zinco. Sottoposti a irraggiamento con radia-

marzo 2012

zioni di diversa lunghezza d’onda, i legami chimici e i gruppi funzionali presenti in un campione sotto esame assorbono solo determinate radiazioni di una certa frequenza. Ne consegue che, attraverso l’analisi delle radiazioni assorbite (spettro IR) e dell’intensità dell’assorbimento (dimensione del picco di assorbimento), è spes-


Ricerca & Sviluppo

F4 PN 707 Variaz.Sh Tipo DextronII -3 72h 175°C Variaz.Sh Tipo Dextron II -3 1008h 150°C Variaz.Sh Tipo Dextron -4 VI 72h 175°C Variaz.Sh Tipo Dextron -3 VI 1008h 150°C Variaz.Vol Tipo Dextron +2 II 72h 175°C Variaz.Vol Tipo Dextron +1.6 II 1008h 150°C Variaz.Vol Tipo Dextron +2 VI 72h 175°C Variaz.Vol Tipo Dextron +1.5 VI 1008h 150°C

F5

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-3

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-4

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-3

-3

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+1

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+2.2

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+1.8

+3

+1.5

+1.5

+2.4

+1.5

+3

+2

+2

PORSCHE

-5+10

-5/+10

-3/+12

-3/+12

Tabella 6 - Variazione durezza e volume in olio cambio automatico ATF. Variazione Carico a rottura olio ATF 21

MPa

14

7

0

F4

F5

F6

F7

F11

F12

14

13

18,5

20

14

17

9

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13

8

12,5

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Tipo Dextron II 1008hrs@150°C

10

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13

7,5

13

13,5

Tipo Dextron VI 72hrs@175°C

8,5

9,7

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8

12,5

10,7

Tipo Dextron VI 1008hrs@150°C

7,7

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7,3

12

10

Carico a Rottura Tipo Dextron II 72hrs@175

Grafico 5 - Variazione carico a rottura in olio cambio automatico ATF. Variazione Allungamento a rottura in Olio ATF

480 420

Allingamento %

so possibile individuare i gruppi funzionali presenti nelle molecole del campione e risalire alla concentrazione relativa delle molecole stesse nel campione. Nel caso di miscele omogenee, come ad esempio i lubrificanti testati, lo spettro risultante riflette la composizione dell’intero campione analizzato. Da una prima valutazione degli spettri IR ottenuti dall’analisi dei sei oli utilizzati, raggruppati per tipologia (allegato I), risulta evidente che la componente paraffinica è comune a tutti i lubrificanti testati. Inoltre, ad eccezione di un piccolo assorbimento a 1512.8 cm-1, gli oli per differenziali ATF risultano tra loro sostanzialmente simili. L’esame degli spettri per oli motore e per differenziali evidenzia, invece, sostanziali differenze. In particolare, si nota molto chiaramente che sia l’olio motore 5W30 che l’olio per differenziali 75W140 hanno al loro interno una componente esterea molto pronunciata (1743.4 cm-1 e 1737.3 cm1). Dei due, l’olio per differenziale 75W140 è quello che ne contiene di più. Attraverso un ingrandimento della zona dell’infrarosso compresa tra 1900 cm-1 e 700 cm-1 (allegato II), che analiticamente risulta la più interessante, è stato possibile individuare un segnale a circa 1705 cm-1 attribuibile a un acido carbossilico. Da notare che tale picco di assorbimento è presente in tutti i lubrificanti ad eccezione dell’olio per differenziale 80W90. Quest’ultimo, invece, presenta un segnale relativamente più intenso rispetto agli altri lubrificanti a circa 900 cm-1, forse attribuibile a un composto aril-sostituito. L’analisi, però, seppur interessante da un punto di vista accademico, non ha consentito di discriminare la presenza negli oli degli additivi potenzialmente responsabili dell’aggressione chimica nei confronti dei fluoroelastomeri utilizzati nella produzione delle guarnizioni di tenuta. Probabilmente, i segnali caratteristici di queste molecole sono coperti, mascherati o semplicemente non ci è stato possibile attribuirli con precisione, dal momento che per farlo occorrerebbe una banca dati dedicata a questa tipologia di prodotti.

360 300 240 180 120 60 0

F4

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Allungamento a Rottura

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Tipo Dextron II 72hrs@175°C

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Grafico 6 - Variazione allungamento a rottura in olio cambio automatico ATF. marzo 2012

| L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

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Ricerca & Sviluppo

Allegato I - Spettri IR degli oli utilizzati.

Allegato II - Ingrandimento zona IR tra 1900 cm-1 e 700 cm-1.

CONCLUSIONE Questa rapida panoramica sul complesso e vasto mondo degli oli lubrificanti è interamente frutto della nostra esperienza diretta. Scopo ultimo di questo lavoro è, quindi, quello di fornire una serie di elementi utili, da una parte, a orientare verso la scelta accorta del po40 |

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

limero elastomerico fluorurato destinato a ‘lavorare’ a contatto con i fluidi lubrificanti di nuova generazione e, dall’altra, a sottolineare l’importanza dell’ottimizzazione del formulato col quale realizzare la guarnizione richiesta. Da anni MESGO, grazie alla partnership con importanti centri universitari

marzo 2012

italiani, al supporto analitico di qualificati laboratori esterni e, non da ultima, alla stretta collaborazione con i nostri fornitori di polimeri, è impegnata attivamente per cercare di offrire alla sua clientela una gamma di soluzioni capaci di soddisfare le sempre più stringenti normative tecniche imposte dal mercato. 


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INNOVAZIONE E SVILUPPO SOSTENIBILE

La Pirelli si impegna a ridurre l’impatto sul clima della produzione e dell’impiego dei pneumatici

N

el corso della conferenza internazionale “Driving Sustainability: a safe road to the future” la Pirelli ha sottoscritto con il Ministero dell’ambiente un accordo volontario per ridurre gli effetti sul clima delle attività di produzione dei propri pneumatici e del loro impiego. La firma è stata posta il 23 gennaio dal ministro Corrado Clini e dal presidente di Pirelli Marco Tronchetti Provera, che ha sottolineato come parlare di

Ai lettori Materie prime da fonti rinnovabili, riciclo dei prodotti a fine vita, risparmio energetico: sono temi diventati ormai di attualità anche per l’industria della gomma. Basti pensare alle ricerche e ai risultati già ottenuti nel campo dei biopolimeri, all’imponente lavoro svolto da Ecopneus per il recupero e il riutilizzo dei PFU, all’impegno dei costruttori di macchine per ridurre del 20% entro il 2020 i consumi energetici. Questa la ragione per la quale abbiamo ritenuto di aprire nella rivista una nuova rubrica dedicata a questi argomenti e aperta a tutte le aziende della filiera, da monte a valle, che hanno qualcosa da dire in materie alle quali è legato il futuro del nostro pianeta. Potremo in ciò contare su una preziosa collaborazione, quella di Ecomondo, la grande e prestigiosa fiera internazionale del recupero di materie ed energie e dello sviluppo sostenibile. Con la manifestazione di Rimini avremo uno scambio di informazioni e di interventi destinato ad affiancare l’impegno delle aziende (fornitori e trasformatori) nella prospettiva appunto di uno sviluppo sostenibile.

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

sostenibilità oggi “significa parlare innanzitutto di tecnologie che permettono di migliorare costantemente la qualità della vita”. Ha poi aggiunto che “la vecchia Europa non può competere con i paesi emergenti dal punto di vista dei costi di produzione e della domanda interna, ma una delle cose in grado di garantirci il futuro è senza dubbio qualla di essere molto più avanti nella ricerca di un modello industriale di crescita sostenibile”.

parlare innanzitutto di tecnologie che permettono di migli della vita” e ha poi aggiunto che “La vecchia Europa non emergenti dal punto di vista dei costi di produzione e dell cose in grado di garantirci il futuro è senza dubbio qualla ricerca di un modello industriale di crescita sostenibile”. Il piano di contenimento degli impatti ambientali di Pirelli 15% le emissioni specifiche di CO2 e di oltre il 50% il pre 2015. media partner Nell’ambito dell’intesa, Pirelli si è impegnata a calcolare l all’intero ciclo di vita di un pneumatico, individuando gli in sostenibili ed efficienti per ridurre l’emissione di gas a eff

Alla Fiera internazionale del Recupero di Materia ed Energia e dello (Ecomondo), che si è svolta in novembre a Rimini, Rexroth- Hägglun gamma di prodotti destinati a fornire soluzioni per le Il piano di contenimento degli imapplicazioni nel settore recycling, dalla triturazione alla compattazion Allo studio etanolo dalle alghe patti ambientali di Pirelli un qualsiasi tipo di materiale, inclusa prevede la movimentazione. I motori di grossa cilindrata Hägglunds, senza riduttori, sono in grado impegno a ridurre del 15% le emissioassorbire agevolmente gli stress e ledella sollecitazioni dovute ai picchi d Due società attive nel campo bio-innovazione, la N e arresti improvvisi tipici triturazione, e prem niagli specifiche di accordo CO2 e della diper oltre 50%frantumazione il congiunta hanno stretto un unailruicerca di u di metalli e di materiali indifferenziati o particolarmente tenaci. biocarburanti dalle elimina alghe. prelievo specifico di acqua entro il dissipazioni 2015. L’azionamento diretto le inevitabili di energia, inc La ricerca è sistema, direttadell’intesa, alatrasformare i carboidrati presenti ne l’efficienza del potenza disponibile e la produttiv Nell’ambito Pirelli siall’albero è dell’impianto. essere fermentato per produrre etanolo per carburanti, pr impegnata a calcolare di La velocità eelafertilizzanti direzione di rotazione variabili permettono di gestire a alimentari perl’impronta vegetale. il funzionamento della macchina, l’elevatissima coppia spunto e favo carbonio relativa all’intero ciclo di viDa segnalare anche l’accordo intervenuto tra di Dupont N l’avviamento anche a macchina carica. sul terreno dei biocarburanti, della bioenergia e delle mat taparticolare di un pneumatico, individuando In si può ricordare che i macinatori gli sono impiegati nella la ricerca nel campo dellemetalli rinnovabili, daplastiche, ibridi dicas tutti i materiali da riciclare, ferrosi e partendo non, materie interventi economicamente più sosteuso, cavi elettrici, rifiuti urbani. In queste macchine la meccanica è ta biomassa. stressata soggetta a rotture quanto l’emissiopiù tenaci o disomogenei sono nibili edeefficienti per ridurre materiali introdotti. ne di gas a effetto serra. Il motore Hägglunds , grazie ai bassissimi valori di inerzia, assorbe A Ecomondo il riciclo secondo agevolmente arresti improvvisi, picchi di Rexroth coppia e sollecitazioni rileva possono provocare rotture delle lame, degli organi meccanici o dei ri azionamenti alternativi.

A Ecomondo il riciclo secondo Rexroth

A

lla Fiera internazionale del Recupero di Materia ed Energia e dello Sviluppo Sostenibile (Ecomondo), che si è svolta in novembre a Rimini, Rexroth- Hägglunds ha presentato una gamma di prodotti destinati a fornire soluzioni per le applicazioni nel settore recycling, dalla triturazione alla compattazione di qualsiasi tipo di materiale, inclusa la movimentazione. I motori di grossa cilindrata Hägglunds, senza riduttori, sono in grado di assorbire agevolmente gli stress e le sollecitazioni dovute ai picchi di coppia e agli arresti improvvisi tipici della triturazione, frantumazione e premacinazione di metalli e di materiali indifferenziati o particolarmente tenaci. L’azionamento diretto elimina le inevitabili dissipazioni di energia, incrementa l’efficienza del sistema, la potenza disponibile all’albero e la produttività dell’impianto. La velocità e la direzione di rotazione

marzo 2012

variabili permettono di gestire al meglio

Solvay si consolida nel settore dell’efficienza energetica Ilil gruppo Solvay intende continuare il suol’elevaimpegno nel settore delle a funzionamento della macchina, l’abbattimento dei gas inquinanti. Due le notizie che si sono sussegu tissima coppia di spunto favorisce l’avviasettimane. La prima riguarda l’acquisizione della società Orbeo da pa a sua volta sussidiaria di Solvay Group. La seconda è la creazione d mento anche a macchina carica. In particoServices, un dipartimento destinato a ottimizzare l’impiego di energia lare si può ricordare che i macinatori sono emissioni di gas serra da parte sia del gruppo che di aziende terze. T abbattere 20% lavorazione entro il 2020 i di consumi energia impiegatidelnella quasiditutti i e le emissioni d

materiali da riciclare, metalli ferrosi e non, materie plastiche, carta, pneumatici fuori uso, cavi elettrici, rifiuti urbani. In queste macchine la meccanica è tanto più stressata e soggetta a rotture quanto più tenaci o disomogenei sono i materiali introdotti. Il motore Hägglunds , grazie ai bassissimi valori di inerzia, assorbe agevolmente arresti improvvisi, picchi di coppia e sollecitazioni rilevanti, che possono provocare rotture delle lame, degli organi meccanici o dei riduttori di azionamenti alternativi.


media partner

INNOVAZIONE E SVILUPPO SOSTENIBILE

Solvay si consolida nel settore dell’efficienza energetica

Il futuro della mobilità è verde

I

l gruppo Solvay intende continuare il suo impegno nel settore delle attività connesse con l’abbattimento dei gas inquinanti. Due le notizie che si sono susseguite nel giro di poche settimane. La prima riguarda l’acquisizione della società Orbeo da parte di Rhodia Energy, a sua volta sussidiaria di Solvay Group. La seconda è la creazione di Solvay Energy Services, un dipartimento destinato a ottimizzare l’impiego di energia e la riduzione delle emissioni di gas serra da parte sia del gruppo che di aziende terze. Tutto con l’obiettivo di abbattere del 20% entro il 2020 i consumi di energia e le emissioni di CO2.

Plastificanti eco-compatibili ad alte prestazioni

P

olitici, scienziati ed esperti delle più diverse discipline stanno lavorando fianco a fianco per trovare innovative soluzioni e prodotti per la mobilità di domani, ma tutti si stanno convincendo che “Il futuro della mobilità è verde”. Ne è convinta Lanxess che quest’anno metterà al centro del proprio impegno produttivo la “Green Mobility” (come l’anno scorso aveva fatto con le plastiche ad alte performance).

A

partire dal 2012 Lanxess produrrà plastificanti privi di ftalati da acido succinico ricavato da fonti rinnovabili. Per il raggiungimento di questo obiettivo ha stretto una partnership con la società statunitense BioAmber, di Minneapolis, in Minnesota, per sviluppare insieme una nuova famiglia di additivi per materie plastiche, sostenibili sia dal punto ambientale, che economico. BioAmber attualmente produce acido succinico via fermentazione di biomasse con un processo meno energivoro rispetto a quello tradizionale da materiali fossili, in un impianto della capacità di 3.000 tonnellate/anno a Pomacle, in Francia. In futuro progetta di ottenerlo dagli scarti dell’agricoltura e dalla canna da zucchero, in modo da migliorare ulteriormente il profilo ambientale dei suoi prodotti. Nel 2013 avvierà una nuova unità da 17.000 ton/a a Sarnia, in Ontario, Canada, nello stesso polo chimico Bio Industrial Park che ospita gli impianti Lanxess; tale impianto produttivo verrà completato e gestito congiuntamente con la giapponese Mitsui & Co, fortemente interessata alla chimica verde. In progetto c’è anche la costruzione di un ulteriore impianto in Thailandia, da 65.000 t/a, grazie ad un accordo di fornitura recentemente siglato con PTTMCC Biochem, che utilizzerà parte della capacità per produrre polibutilene succinato (PBS), un poliestere alifatico biodegradabile con proprietà molto simili al PET. “La nostra operazione di collaborazione con BioAmber rappresenta una opportunità unica per lanciare una nuova generazione di plastificanti in mercati con legislazioni molto restrittive” ha esordito Jorge Nogueira, responsabile della Unità ‘Ingredienti Chimici Funzionali’ in Lanxess. “L’acido succinico bio prodotto da BioAmber -ha proseguito- rimane un’opportunità unica per sviluppare una nuova classe di plastificanti ad alte prestazioni che rispettino le severe normative, e allo stesso tempo siano eco-compatibili”. Secondo le due società i prodotti ottenuti con questi procedimenti saranno competitivi anche in termini di costo con quelli ricavati dalla chimica tradizionale. Il mercato globale dei plastificanti senza ftalati è attualmente stimato in 1,3 miliardi di euro, con una crescita annuale del 7% circa. La domanda è in crescita in Nord America, in Europa Occidentale ed in Giappone a causa delle norme restrittive introdotte in questi paesi. Ma si prevede che tra breve lo sarà anche nei paesi in forte sviluppo, come l’America Latina.

Non a caso, ha detto il presidente della multinazionale tedesca Axel C. Heitmann, in autunno entrerà in vigore in Europa e in Corea l’etichettatura dei pneumatici che renderà più facile stabilirne l’efficienza ecologica ed il livello di sicurezza. I prodotti sui quali Lanxess punta sono in particolare la gomma polibutadiene al neodimio e la gomma butadiene stirolo in soluzione.

marzo 2012

A pagina 25 - 33 leggete il parere dei fornitori di materie prime sui

nuovi prodotti a basso impatto ambientale

| L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

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Grillo Zinkoxid GmbH

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Technology Days LWB-Steinl 2011

Ultimi sviluppi nello stampaggio a iniezione della gomma di Giuseppe Cantalupo

Innovazione tecnologica e miglioramento della produttività nello stampaggio a iniezione della gomma. Sono stati gli argomenti principali trattati in una ‘due-giorni tecnologica’ organizzata dalla LWB-Steinl lo scorso mese di ottobre a Landshut, Germania, dove ha sede la casa tedesca. Sono stati presentati, in un’ampia veduta d’assieme, gli ultimi sviluppi nei settori più importanti, come, per citarne solo alcuni, le macchine, la tecnologia di processo, l’automatismo dei macchinari, i polimeri, la riduzione dei costi.

L

WB-Steinl è tra i maggiori produttori di macchine per lo stampaggio a iniezione della gomma di risonanza mondiale. Ha sede e unità di produzione a Landshut, presso Altdorf, in Baviera, e qui, nel Castello di Traunitz, si è svolta la terza edizione dei ‘Technology Days’ della sua storia il 6 e il 7 dello scorso mese di ottobre. Un nutrito programma di conferenze ha spaziato su molti argomenti, tutti di grande interesse per il mondo della gomma, dalla maggiore efficienza delle presse con azionamenti idraulici servoassistiti al risparmio energetico, dalla lavorazione delle gomme siliconiche alle loro proprietà e applicazioni, agli sviluppi dell’automazione, ai nuovi polimeri per applicazioni nel settore automotive, alla gestione energetica del processo di produzione dei pneumatici.

L’AZIENDA Nasce nel 1962 e inizialmente produce parti stampate e profilati. È un’azienda di medie dimensioni a gestione familiare che dà subito prova della sua capacità di cogliere con rapidità gli orientamenti del mercato e prendere altrettanto rapidamente le necessarie decisioni. Quando l’industria del pneumatico, per esempio, passa dai pneuma-

tici convenzionali a quelli radiali, la società avverte l’importanza del cambiamento e decide di costruire impianti per la produzione dei nuovi prodotti. Non solo, ma avvia anche la progettazione e la produzione di altre macchine utili al settoLa sala delle conferenze durante la presentazione re, come quelle per di Peter Steinl. tagliare cord e steel-cord per i pneumatici. maggiore, adatte a soddisfare esigenze Nel 1968 amplia la sua gamma con particolari, che impongono speciali requila produzione di unità di batch-off e nel siti tecnici sul fronte della qualità e della 1971, visto il progresso senza soste dell’in- flessibilità dei macchinari. Esigenze, per dustria automobilistica, dà inizio alla pro- esempio, come quella della riduzione dei duzione di presse per lo stampaggio della costi, che è avvertita oggi in maniera semgomma a iniezione. Incomincia con quel- pre più pressante. le verticali senza colonne con struttura a Inoltre, grazie alla composizione C e unità di iniezione ‘E’ (First in-all out) modulare dei sistemi di iniezione LWB, e ben presto affianca a questa produzio- la maggior parte dei quali è brevettata, ne anche quella di presse orizzontali, co- il cliente ha la possibilità di scegliere, tra prendo, con l’intera gamma, un intervallo le varie possibilità, la combinazione ‘fordi forze di chiusura da 200 a 8.000 kN, con za di chiusura-unità di iniezione’ che gli volumi di iniezione da 50 a 30.000 cm3. consente di soddisfare al meglio le sue Ma oltre ai modelli standard, la casa esigenze di produzione. tedesca è in grado di offrire alla clienteOltre all’unità di iniezione ‘E’, che perla anche macchine con forza di chiusura mette lo svuotamento totale della came-

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| L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

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Technology Days LWB-Steinl 2011 AUSRÜSTUNGEN UND MATERIALIEN EQUIPMENTS AND MATERIALS

per la prima volta al pubblico al K 2010, ma in occasione dei Technology Days il relatore ne ha illustrato i dettagli. LA MANIFESTAZIONE L’aumento dei costi che gli stampaL’evento ha registrato la presenza tori della gomma devono fronteggiare di oltre 120 partecipanti, ai quali è stanon conosce soste. Tra i costi maggiori ta offerta un’ampia panoramica sulle figura quello del ciclo di vulcanizzaziopossibilità di migliorare la produttività ne, una fase del processo determinannello stampaggio a iniezione degli elate ai fini delle proprietà del compound stomeri. e determinata, a sua volta, dal trasferiVediamo gli aspetti salienti di alcumento del calore all’interno del matene tra le tante presentazioni tecniche di riale durante l’iniezione e la reticolazioMacchina interesse in programma. ne. Ridurre questo costo ricorrendo a verticale con Nel suo intervento di saluto ai presistemi vulcanizzanti più veloci è uno struttura a C senti, Peter Steinl, Managing Director dei modi possibili, ma comporta come Ermittlung des Stromeinsparpotenzials beim Spritzgießen von Der Probekörper war mit zusätzlicher Sensorik für Forschungszwecke dotata di unità di della LWB-Steinl, sottolinea i risultati conseguenza una riduzione della stammiformteilen wurden auf einer VCEFE1000/630 Vergleichsmesausgerüstet. iniezione EFE. gen durchgeführt. positivi con i quali la società ha superabilità del compound e tempi di lavora e dell’ugello, il costruttore di Altdorf, to le difficoltà economiche conseguenrazione più ristretti, per il rischio della infatti, offre al mercato anche i sistemi ti alla crisi finanziaria globale del 2008. scottatura. FIFO (F e EF) e il nuovo ‘EF-E’, che arriva Risultati conseguiti anche grazie alla faInnalzare la temperatura dello stama ridurre il tempo di vulcanizzazione anvorevole performance della consociata po significa risolvere il problema, cerche del 50%. STG Stanztechnik, che produce pressotamente, ma solo per i pezzi a parete Tra i prodotti LWB-Steinl vanno ricorché esclusivamente inserti metallici per molto sottile. Per quelli a parete spesdate, infine, le unità di batch-off per la saprofili per veicoli: un settore che ha risa si presenta il rischio della sovravulla mescole, alle quali l’azienda tedesca ha sentito della crisi molto meno di quello canizzazione degli strati di gomma più apportato nel tempo continui miglioradella produzione delle presse. esterni, per cui è preferibile stampa re a menti, frutto dell’esperienza maturata in Questi risultatitritt incoraggiano temperature dello stampo relativamenNERGIEEFFIZIENTE PRODUKTION Das Thema Energiesparen auch in l’aKautschuk verarbeitenden Betriedecenni di attività e della sua tecnologia zienda a diversificare ulteriormente la te basse con tempi di vulcanizzazione n immer mehr in den Vordergrund. Neben energieeffizienteren Maschinen bieten insbesondere Optimierunvolta a fornire alla clientela soluzioni insua attività in futuro. Per esempio, con lunghi. In questo caso, la strada più sin im Prozessablauf hohes Einsparpotenzial. novative eein personalizzate. Ne è un esemlo sviluppo e la produzione, in Biofibre cura percorribile per accorciare i tempio il nuovo sistema sviluppato per assiGmbH, di bioplastiche rinforzate con pi sembra essere quella di aumentare curare ilder perfetto impilaggio foglie fibre naturali. Biofibre è una societàNach di Ablauf la temperatura iniziale del compound ffiziente Nutzung Energie ist ein delle Teure „Stand-by-Funktion“ der Nachdruckzeit, vor Beo dellefür strisce di gomma l’una sull’altra, LWB-Steinl per questo specifico al suo ingresso nelle cavitàindider 20-50°C. Besonders macht sich sorta der Wirkungsgrad Schlüsselthema Unternehmen, ginn der Plastifizierung laufen Rebei den einer Maschine eingesetzten das an Brisanz eherdazuals abnehgel keine Maschinenfunktionen ab. Beidi in modo garantire che il successivo ta- in scopo. Assumendo una velocità di iniezione Standalder Technik n wird. Dies glio nicht nur aus ökologiMotor dieser delle estremità delle stesse Motoren sia rego- bemerkbar. Altro settore quale l’azienda eingeschaltetem in50-100 cm3/s, questoarbeitet balzo di temperasind Wirkungsgrade um die 90 %. Der hen Gründen, lare sondern vor allem auch während der Stillstandszeiten im e non provochi rotture o lacerazioni tende rivolgere particolare attenzione tura richiederebbe fino a 20 kWLeerdi corWirkungsgrad von Motoren wird in EFFgen der steigenden Energiekosten. Als lauf und nimmt dabei unverhältnismäßig del materiale. è quello del risparmio energetico, attrarente elettrica. Kategorien eingeteilt. Standardmäßig ettbewerbsnachteilA Landshut, für die sudeutsche viel Energie Ausnahmen bilden Anun’area di oltre 10.000 verso il miglioramento del sistema moMaauf. poiché la maggior parte dei werden üblicherweise Motore der Klasse mmiindustrie kommt hinzu, dass die lagen mit zusätzlichem Bedientisch oder metri quadrati, è ubicato un moderno dulare di costruzione delle macchine e compound di gomma – compresi quelEFF2 eingesetzt, die je nach Baugröße ergiekosten in anderen EU-Ländern Schiebetischen, bei denen während der impianto di produzione di presse per lo l’ampliamento della gamma prodotti. li con nero di carbonio – sono pessimi mit zunehmender Leistung über einen tunter deutlich niedriger sind. Lagen Heizzeit in einer Außenstation werkstampaggio della gomma a iniezione nel Vediamo gli aspetti salienti di alcuconduttori di calore e di elettricità, questeigenden Wirkungsgrad verfügen. Bei durchschnittlichen Stromkosten für zeugbezogene Funktionen ablaufen. quale trovano impiego 180 dipendenti. ne tra le tante tecnicheUm di die sta Stromaufnahme energia richiesta dal non kleineren Motoren sindpresentazioni die Wirkungsen Großverbraucher in Deutschland im sistema „NormalMa l’azienda ha unità produttive ancheeher a gering interesse in programma. può essere nè mediante flusgrade und lassen, speziell bei 07 bei 0,101 Euro/kWh betrugen sie betrieb“ sowie diefornita Einsparmöglichkeiten Pittsburg (USA) ein Montataire ol- Maschinen mit geringer Antermico der procurato da un gradiente kleinen m Beispiel in Estland 0,0363, Rumä- (Francia), durch so Nutzung heizzeitreduzierenUna tecnologia a una joint-venture Cina, e una estedi temperatura und nè mediante corrente triebsleistung, oftnuova zu wünschen übrig. Bei n 0,0742 und tre in Bulgarien 0,0430inEuden EFE-Technologie Abschalten des perKategorie ridurre i tempi rete di agenzieBundese filiali in tuttoMotoren il mon- der o microonde. L’unico modo EFF1 liegen die kWh (Quelle:sa Statistisches Motorselettrica während der Stillstandszeiten Wirkungsgrade um einige Prozentpunkte t). zu ermitteln, führte LWB di Steinl, Altdorf, di vulcanizzazione do che garantiscono un servizio operache rimane è quello dissipare l’enerder tatsächnen erheblichen an den Stroman einer Spritzgießmaschine VCEDiKalkulation una nuova tecnica per lo stamtivoAnteil e di assistenza alla clientelahöher. prontoDa für die gia meccanica prodotta dall’iniezione lichen Energieeinsparung nicht Vollsten in einem eGummi verarbeitenden FE1000/630 über einen längeren questa Zeitpaggio a iniezione conmit vulcanizzazione efficiente. direttamente nel compound: last gerechnet werden kann, wirdstesso bei der trieb haben Spritzgießmaschinen sowie ovviamente, durch. Zum Einultra-rapida e al tempo sicuraraum ha Strommessungen Oltre che in Germania, energia termica aggiuntiva andrà, coBerechnung der Amortisationszeit von ozessbedingte LWB-Steinl Energieaufwendungen satz kamen ein Werkzeug für einen Prüfparlato il Prof. Dr Volker Härtel, Manaha uffici vendita o rappresensì, ad accelerare la reazione di reticoeinem 40Elastomertechnik % ausspielsweise für dieneiErzeugung von klotz mit 95 mm Durchmesser, der mit ging Directorvon di LWB tanze principali paesi europei, tra cuiNutzungsgrad lazione, agendo indipendentemente gegangen. Hieraus wird deutlich, dass uckluft. Dabei gibt es prinzipiell zwei zusätzlicher Sensorik für ForschungsGmbH con una relazione molto interesl’Italia, in Nord America/Canada/Messico, dal calore fornito dal sistema di riscalEnergiesparmotoren zwar durchaus eine ege, den Stromverbrauch und damit die zwecke ausgerüstet ist, und eine EPDMsante. L’innovazione è stata presentata Sud America e Asia (Cina, Giappone e una damento. kostenreduzierende Wirkung haben, dieoduktionskosten direkt zu senken: EinMischung mit 70° Shore. Das Einspritzse sich jedoch angesichts der höheren z von Maschinen mit höherem Wirvolumen betrug 525 cm3. Sämtliche Versuche wurden bei identischen TemperaAnschaffungskosten erst nach längerer ngsgrad oder Einsparung von Energie 48 | L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA | marzo 2012 turen für das Spritzaggregat und das Zeit – in der Praxis nach 2 bis 6 Jahren – rch Optimieren der Prozessführung. Werkzeug gefahren. amortisieren. rappresentanza per India, Sri Lanka, Nepal, Pakistan e Bangladesh).

EINSPARPOTENZIALE ERKENNEN UND NUTZEN

E


Technology Days LWB-Steinl 2011

Il punto di partenza è l’unità di iniezione EF-E progettata e brevettata da LWB, comprensiva di una unità di plastificazione FIFO e di un pistone a valle: regolando opportunamente diametro e posizionamento del pistone, è possibile intervenire sulla velocità di scorrimento del compound e sugli sforzi di taglio ai quali il materiale è sottoposto. La nuova unità di reticolazione rapida (RCU - Rapid Cure Unit), sviluppata da LWB-Steinl in collaborazione con la Bundeswehr University di Monaco e con Contitech AG di Hannover, è capace di aumentare la temperatura iniziale del materiale di ben 40-80°C. E questo innalzamento termico “interno” del compound procura il vantaggio di una riduzione dei tempi di ciclo del 30-50% rispetto al metodo convenzionale. Specie con i pezzi a parete molto spessa. Nel corso di una sperimentazione si è arrivati addirittura a una riduzione del 70%. È necessario, naturalmente, che il processo sia ben controllato. E a questo scopo la nuova tecnologia di plastificazione sfrutta un “intelligente” sistema, l’Adaptive Cure Control (ACC), il cui componente centrale è il controllore MIMO (Multi Input Multi Output). Mediante specifici sensori, MIMO registra una molteplicità di dati di temperatura, pressione, scorrimento e velocità del materiale, in base ai quali elabora, con adattamenti automatici dei parametri di processo, le opportune correzioni dei valori di velocità/pressione di iniezione in caso di fluttuazioni della qualità del compound. In questo modo le condizioni di processo sono garantite costanti durante l’intero ciclo.

La soddisfazione dei clienti Nella sua presentazione, Jörg Nagel, Direttore di produzione di Präzisa, Ratekau (Germania), un produttore di articoli in gomma e silicone per numerosi settori industriali, quali, per esempio, l’automotive, l’aerospaziale, la sicurezza sul lavoro, quello medicale, il settore alimentare e quello dei prodotti per l’infanzia, ha parlato dei vantaggi derivati alla sua azienda da quattro anni di produzione con macchine LWB dotate

del sistema di stampaggio a iniezione EF-E. Due soprattutto quelli più significativi acquisiti con questa tecnologia di plastificazione dei compound: una riduzione dei tempi di riscaldamento del 30%, con conseguente aumento da 100 a 140 del numero dei pezzi stampati per turno di lavoro di 8 ore, e una notevole riduzione del fenomeno dello sporcamento degli stampi. Hans Jörg Greif, Direttore di produzione dell’unità Trelleborg Automotive di Cluj, Romania, ha parlato della sua esperienza di lavoro con le macchine LWB in un paese con manodopera a basso costo e così ha riassunto vantaggi e superiorità della tecnologia delle presse del costruttore tedesco: l’alta tecnologia di certo non può competere con costi bassi della manodopera, però è largamente premiata da numerosi fattori che giocano a favore. I principali: alta qualità della produzione; facilità d’uso delle macchine e necessità di un addestramento minimo del personale; capacità di lavorare sempre al massimo livello di efficienza e con bassi costi di manutenzione e anche alta flessibilità delle apparecchiature: ogni stampo può essere usato con qualunque pressa. Lo dimostrano chiaramente alcuni dati fondamentali: la produzione della sua società in Romania parte con 6 presse, e alla fine dello stesso anno le macchine salgono a 21, con 40 stampi. Anche Greif, come il relatore precedente, ha sottolineato il vantaggio della riduzione dei tempi di riscaldamento con l’unità di iniezione EF-E: poiché alla fine del ciclo non rimane materiale nell’iniettore, è possibile utilizzare più alte temperature di processo, con conseguente significativa riduzione dei tempi di vulcanizzazione. La manifestazione è stata completata da altre relazioni su argomenti altrettanto interessanti e importanti, come: possibilità e limiti dell’assemblaggio automatizzato di parti stampate in gomma (HAHN Automation GmbH, Reinheim, Germania); nuovi polimeri per applicazioni nel settore automotive (ExxonMobil Chemical Europe, Machelen, Belgio) che assicurano una maggio-

Una macchina della nuova serie LWB-MicroClass.

re sicurezza sia per chi si trova a bordo del veicolo che per i pedoni, contribuiscono a diminuire il peso del mezzo, in modo da garantire un risparmio di carburante e quindi minori emissioni nell’ambiente, comportano un incremento del riciclo in generale e dell’uso di bio-materiali; costi occulti nella produzione dei pneumatici (VMI Holland BV, RK Epe, Olanda) come quelli derivanti, per esempio, dall’utilizzo del vapore, dell’elettricità, dell’aria compressa, dell’acqua di raffreddamento, dagli scarti di produzione, che un’attenta gestione può tenere sotto controllo e ridurre.

L’esposizione nel nuovo Centro Tecnico Affiancata alla sessione dedicata alle conferenze è stata organizzata anche un’altra sessione, dimostrativa, dedicata alle macchine. Questa presentazione si è svolta nel Centro di Applicazioni Tecniche, recentemente ampliato e modificato, situato presso l’impianto di Altdorf della LWB-Steinl. Riflettori puntati soprattutto su due eventi, che hanno dominato la scena. Uno ha riguardato, naturalmente, il sistema ACC, mostrato in combinazione con una pressa con struttura a C, tipo VCEFE 1000/630. L’altro è stato il lancio di una nuova serie di macchine: le LWBMicroClass, con 100 kN di forza di chiusura e 6 cm3 di volume di iniezione per la produzione di componenti in gomma e/o silicone di dimensioni micro. 

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| L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

49


Inverno in sicurezza

Pneumatici invernali imbattibili nella stagione fredda di Giuseppe Cantalupo

A

nche quest’anno, con l’arrivo della stagione fredda, Assogomma/Gruppo Produttori Pneumatici e Federpneus non sono mancati all’appuntamento con i test dinamici su neve e su strada - bagnata, innevata e ghiacciata - che da anni le due associazioni organizzano nell’ambito della campagna “Pneumatici sotto controllo – Inverno in sicurezza”. Le prove si sono svolte lo scorso mese di febbraio a Madonna di Campiglio, e lo scopo, ancora una volta, era quello di richiamare l’attenzione degli automobilisti sull’importanza dei pneumatici invernali come elementi fondamentali di sicurezza attiva nella stagione fredda, quando la temperatura scende sotto i 7°C e freddo, acqua, brina, neve e ghiaccio rendono particolarmente insidiose le strade e rischiosa la guida. Come sempre, i pneumatici invernali hanno dimostrato una netta superiorità rispetto a quelli estivi sotto tutti i punti di vista - spazio di frenata, partenza in salita, governabilità del veicolo, tenuta di strada, aderenza, trazione - , su qualunque fondo stradale, sia in salita che in discesa, e con veicoli di qualunque tipologia e cilindra50 |

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

ta, a trazione sia anteriore che posteriore e anche a trazione integrale. Per non parlare del comfort di guida decisamente maggiore che sono capaci di offrire. I test, effettuati in diverse condizioni di gommatura -invernale, estiva e mistasono stati numerosi e diversificati. Vediamone qualche esempio. Due Abarth 500 a trazione anteriore, equipaggiate integralmente una con gomme estive nuove e una con gomme invernali nuove, hanno evidenziato la situazione di grave rischio alla quale espone l’equipaggiamento ‘tutto estivo’ su fondo stradale misto – con tratti bagnati, lievemente innevati, ghiacciati e ricoperti di neve stratificata - e con salita e discesa: nessun problema con i pneumatici invernali; con quelli estivi, invece, specie in discesa, la vettura è ingovernabile, al punto che, per motivi di sicurezza, il mezzo con questa gommatura è stato guidato non dall’ospite, come di norma avviene in queste prove, ma da un pilota esperto. E la scelta dell’equipaggiamento misto? Anche se non vietato, è consigliabile non adottarlo. Qualunque sia la trazione del veicolo. Su un tracciato circolare, in-

marzo 2012

nevato, che simulava una rotonda urbana, una Maserati Gran Turismo S a trazione posteriore, con gomme invernali nuove all’asse trattivo e estive nuove all’asse anteriore, ha avuto un comportamento pericoloso: i pneumatici estivi all’anteriore facevano perdere direzionalità al veicolo sulla ‘rotonda’ sotto la spinta di quelli posteriori, invernali, che invece non avevano nessun problema di aderenza e di grip sulla neve. Senza problemi una vettura dello stesso tipo con le gomme invernali; impossibilitata, invece, a lasciare la piazzola di sosta per raggiungere il percorso una terza Maserati con gommatura estiva. Con la trazione anteriore la scelta della configurazione mista provoca conseguenze addirittura peggiori. Una Fiat Panda Twinair, che montava due pneumatici invernali all’asse trattivo (anteriore) e due estivi al posteriore, su un percorso lievemente innevato e con fondo semighiacciato che presentava due curve in serie più un tornante, a 30-40 km/h non ha avuto difficoltà alla partenza e nemmeno in rettilineo. Ma in curva e in frenata è andata incontro a una paurosa perdita di aderenza al posteriore con relativa impossibilità di


Inverno in sicurezza

controllo del mezzo ed è finita in testacoda. Come c’era da aspettarsi, nessun problema di sorta, in termini di aderenza e tenuta di strada nei vari cambiamenti di traiettoria di marcia e in salita, per una vettura identica con pneumatici invernali. La vettura, uguale, con tutte gomme estive, invece, ha stentato a partire e, una volta in marcia, è diventata ingovernabile appena si accelerava: ha mostrato scarsa trazione e direzionalità ed è andata in sottosterzo, mentre il retrotreno risultava sovrasterzante. Risultato: impossibilità per chi era alla guida di mantenere la direzione e di effettuare manovre correttive. Interessante il test con pneumatici invernali col battistrada mezzo usurato. Sono ancora efficaci? La risposta è venuta da una prova di frenata improvvisa, di emergenza, effettuata con due Volvo XC60 a circa 40 km/h su fondo innevato in leggera discesa (4-5%). Una era su gomme estive nuove, l’altra su gomme invernali con profondità di scolpitura di circa 5 mm - la metà di quella del pneumatico invernale nuovo - . Il mezzo con gomme estive ha frenato in circa 65 metri; quello con le in-

vernali a metà usura, invece, ha frenato in meno di 20 metri. Una risposta analoga sulla maggiore efficacia di pneumatici invernali anche con battistrada a metà consumo a confronto con estivi nuovi è stata fornita dal test di salita e discesa da una rampa con pendenza del 30% circa. In azione tre Volvo XC60. Una montava gomme estive nuove, una gomme invernali nuove e una gomme invernali con battistrada a metà usura (5 mm). Il primo veicolo è stato in grado di fare la salita, ma, arrestato a metà rampa, non è più riuscito a ripartire, anzi scivolava pericolosamente all’indietro. E anche in discesa slittava in maniera preoccupante. La vettura con i pneumatici invernali usurati non ha avuto nessun problema, di nessun tipo. A maggior ragione non ha avuto difficoltà in qualunque situazione quella con gli invernali nuovi. Rispetto al veicolo con le gomme usurate, questa ha solo mostrato, ovviamente, una performance complessivamente migliore. Ricordiamo, infine, il test che elimina ogni dubbio – nel caso che ancora ve ne fossero – sull’efficacia dei pneumatici

COMPOUND IN FKM - FPM

invernali a confronto con qualunque altra alternativa: la frenata di emergenza con sole gomme estive, gomme estive e catene montate e gomme invernali su fondo innevato in leggera discesa (45% la pendenza) a 45 km/h circa, con temperatura esterna di –9,5°C. Le vetture sono tre Alfa Romeo Giulietta 1.7 turbo benzina. L’auto con soli pneumatici estivi frena in 63 metri, quella con estivi e catene in 31 metri e quella con gli invernali in 12 metri. Gli spazi di frenata riportati sono valori medi riscontrati durante le prove. Chiara, allora, la conclusione. I pneumatici invernali rappresentano il sistema migliore per affrontare le insidie che la stagione fredda presenta a chi si mette alla guida di un veicolo: eliminano la necessità di dover montare le catene e forniscono prestazioni superiori in termini di aderenza, motricità, spazio di frenata, tenuta di strada in curva, governabilità del mezzo. Inoltre, si comportano meglio di quelli estivi anche su strada semplicemente bagnata o asciutta. E rendono anche la guida più confortevole. 

Elastomers Union

è una società che nasce dalla fusione di esperienze decennali nel settore della gomma, principalmente strutturata per la produzione di mescole in FKM , specializzata nella realizzazione di mescole sia su formulazione dei Clienti che proprie, offrendo esperienza per soddisfare le aspettative del cliente con elastomeri tecnicamente avanzati e mescole speciali progettate per rispettare specifiche severe, proponendo sempre un rapporto costo/qualità altamente competitivo con l’attuale mercato. L’ONDA DEI CAMBIAMENTI SPINGE IL CLIENTE VERSO DIREZIONI INCERTE. È NOSTRA RESPONSABILITÀ INDICARE LA RETTA VIA OFFRENDO LA GIUSTA ASSISTENZA

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TACCUINO Produzione • consumi • mercati

In positivo la produzione di gomma e plastica nel 2011

N

el 2011 la produzione industriale italiana è rimasta ferma agli stessi livelli del 2010. L’attività manifatturiera, in particolare, ha registrato un modestissimo incremento dello 0,1%. Di contro, secondo le rilevazioni dell’Istat, la fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche si è mantenuta in territorio positivo. In dicembre 2011 la produzione è aumentata dello 0,3% rispetto al precedente mese di novembre e dello 0,8% rispetto al dicembre 2010. Per l’intero anno 2011 la crescita è risultata di +1,3% rispetto all’intero 2010. Quanto al commercio estero, l’Istat comunica che nel 2011 le esportazioni di articoli in gomma sono aumentate dell’11,5% rispetto all’anno precedente (la crescita per il complesso dell’industria italiana è stato dell’11,4%). Le importazioni, sempre per gli articoli in gomma, sono aumentate del 12,4%. Il saldo positivo della bilancia commerciale del settore è stato di 4,927 miliardi di euro.

zioni sin qui concentrate a Madurai. Si tratta in particolare degli additivi predispersi Rhenogran e degli agenti distaccanti per la fabbricazione di pneumatici Rhenodiv. La società tedesca, che fa capo a Lanxess, ha precisato che il suo fatturato in India è aumentato di oltre tre volte negli ultimi quattro anni e mira a ulteriori espansioni.

PFU nell’Italia del Riciclo

“L’Italia del riciclo 2011” è un completo rapporto sulla situazione del riciclo dei rifiuti nel nostro paese. Un ampio e dettagliato capitolo, realizzato in collaborazione con Ecopneus, è dedicato al recupero dei pneumatici fuori uso. Il testo del rapporto è scaricabile da www. associazione-unire.org.

Gomma naturale: produzione e consumi previsti in crescita lenta

S

Rhein Chemie apre in India

In stallo la chimica italiana

Nel 2011 la produzione dell’industria chimica italiana è diminuita dell’1%, dato che media una flessione della domanda interna dell’1,5% e una crescita

specializzata nella costruzione di macchine per il trattamento della gomma GHIGLIOTTINE PumaCut 300 PumaCut 600 TAGLIASTRISCE PumaCut 570 PumaCut 770 PumaCut 20

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A

d Jhagadia, nello stato indiano di Gujarat, è stato inaugurato in gennaio il nuovo stabilimento di Rhein Chemie, dove sono state trasferite le produ-

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

Il produttore indiano Ceat Ltd. ha in programma la costruzione in Bangladesh di una fabbrica di pneumatici per autocarro e veicoli commerciali leggeri. L’investimento è di circa 3,8 miliardi di euro. Al momento non è stata ancora identificata la localizzazione. L’entrata in esercizio è prevista in non meno di 2 anni e mezzo.

PRESSE Compressione Iniezione

econdo le stime effettuate dalla Association of Natural Rubber Producer Countries (che rappresentano circa il 92% dell’offerta di gomma naturale) nel primo trimestre del 2012 la produzione e la domanda di gomma naturale aumenterà solo marginalmente, intorno allo 0,3%. Le esportazioni sono previste in leggera flessione e i prezzi tendenzialmente in crescita.

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Ceat Ltd. progetta un impianto in Bangladesh

marzo 2012

Rubber Processing Machinery

PumaTech srl Via delle Margherite 10 - 27016 Sant'Alessio con Vialone PV info@pumatech.it - Skype pumatechsrl Phone +39 0382/944838 - Fax +39 0382/953632


TACCUINO

della domanda estera del 2%. Lo dicono gli analisti dell’osservatorio congiunturale di Federchimica. Risultati analoghi si scontano anche per il 2012, quando solo le esportazioni potranno contenere la flessione della produzione. È questo andamento che spiega come la quota dell’export delle industrie chimiche italiane sia cresciuta di 6 punti negli ultimi 10 anni e addirittura di 20 punti negli ultimi 15 anni.

Toyo Tire & Rubber apre in Cina (e Thailandia)

A

ll’inizio di dicembre è stata inaugurata lo stabilimento per la produzione di pneumatici per autovettura e trasporto leggero della Toyo Tire (Zhangjiagang) Co. Ltd. nella provincia di Jiangsu. Secondo il gruppo giapponese la domanda cinese è destinata a raddoppiare entro il 2015. Il gruppo giapponese ha anche in programma la creazione di un nuovo impianto in Malaysia per il 2013. In tal modo si avvicina l’obiettivo di una produ-

zione di 45 milioni di pneumatici per il 2015. Sempre a proposito della Toyo, il Ceo Kenij Nakakura ha annunciato l’uscita sul mercato di una linea di pneumatici “verdi” denominata Nanoenergy. Al di fuori dei pneumatici, la Toyo Tire & Rubber ha annunciato alla fine di gennaio l’apertura, in Thailandia, della Toyo Rubber Chemical Products (Thailand) Ltd. Si occuperà di produrre e commercializzate accessori in gomma poliuretanica di macchine per ufficio.

Una piantagione da 5,6 miliardi di dollari

S

econdo una notizia diramata dalla Reuters, il Governo indonesiano avrebbe in animo di dar vita a una delle più grandi piantagioni di gomma naturale del mondo. Si tratterebbe di consolidare 15 aziende di proprietà pubblica in una holding del valore di 5,6 milioni di dollari. L’operazione è prevista per il mese di marzo e riguarderebbe un milione di ettari di piantagione di gomma e di palma da olio.

Licenza FasTech per EPDM in Cina

A

ll’inizio di gennaio la società cinese Shaanxi Yanchang Yanan Energy and Chemical Co. Ltd. ha sottoscritto con FasTech s.r.l. un accordo di licenza per utilizzare la tecnologia proprietaria della società italiana per un impianto destinato alla produzione di gomma etilene-propilene-diene. Il progetto è localizzato a Yanan e prevede una capacità produttiva di 50.000 tonn. anno.

Tutto nuovo il sito di ETRMA

C

ondividere nel modo più efficace conoscenze e informazioni con le autorità europee e le istituzioni internazionali, oltre che con il settore. Questo il motivo per cui l’associazione europea dei produttori di manufatti di gomma European Tyre and Rubber Manufacturers’ Associaton ha rinnovato il proprio sito (www.etrma.org). In tal modo migliorerà anche il livello di interazione con i propri lettori.

Imprese • finanza

Joint venture Pirelli in Indonesia

P

irelli ha firmato un memorandum di intesa con la società indonesiana PT Astra Otoparts Tbk per la costruzione di una fabbrica per la produzione di pneumatici moto. Il progetto, ancora in fase di definizione, prevede una partecipazione maggioritaria del gruppo italiano e il raggiungimento nel 2016 di una produzione di 7 milioni di pezzi all’anno. L’investimento complessivo sarà di 90 milioni di dollari in tre anni, a partire dal 2013.

Trelleborg dismette operazioni in Francia

T

relleborg ha annunziato di aver concluso un accordo per la dismissione delle attività francesi dell’area automotive riguardanti la produzione di componenti e sistemi di gomma, plastica e espansi per veicoli leggeri. L’acquirente è Bavaria Industiekapital AG di Monaco.

Il disinvestimento, si legge in un comunicato, fa parte della strategia del gruppo svedese di concentrare le proprie attività su alcuni segmenti selezionati. Il valore delle vendite delle operazioni interessate è di circa 550 milioni di corone svedesi, pari a 81 milioni di dollari e gli addetti coinvolti sono intorno a 570. L’operazione non è connessa con il settore degli antivibranti per veicoli leggeri e pesanti compresi nella joint venture con Freudenberg (si veda il numero 506, marzo 2011, della rivista a pagina 54).

Coperion acquisisce il controllo di Pell-Tec

D

al 1° gennaio Coperion GmbH di Stoccarda è l’azionista di maggioranza della tedesca Pell-Tec Pelletizing Technology GmbH di Niedenberg che produce granulatori impiegati nella lavorazione delle materie plastiche e nell’industria del riciclo. Il suo portafoglio prodotti arriva sino 6.000 kg/ora e

offre un alto grado di flessibilità, una caratteristica fondamentale data la grande varietà di polimeri e di formulazioni lavorati. Grazie a questa acquisizione, Coperion, si legge in un comunicato, sarà in grado di ampliare la propria gamma di prodotti e dei mercati serviti.

Maag Group diventa americana

A

metà febbraio Dover Corporation ha annunciato di aver acquistato Maag Group che entrerà a far parte del Pump Solution Group della società americana. Il valore della transazione non è stato comunicato. Maag Group opera nel settore delle pompe a ingranaggi, dei sistemi di filtrazione e pelletizzazione per vari settori industriali tra i quali la gomma e la plastica. Nel 2011 ha registrato ricavi per circa 170 milioni di dollari; ha sede a Zurigo e uffici in Germania, Stati Uniti, Francia, Italia, Singapore, Malaysia, Taiwan, Brasile e Cina.

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| L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

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TACCUINO

Dover Corporation è una multinazionale da diversi miliardi di dollari di fatturato ed è quotata alla Borsa di New York.

Bridgestone annuncia il suo 50° stabilimento

Wacker conclude un accordo in Spagna

Davis-Standard cambia proprietà

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a proprietà della Davis-Standard, che produce impianti per l’estrusione della gomma e della plastica negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e Germania, è passata alla società canadese di private equità Oncap, specializzata nel settore delle medie e piccole imprese.

orgerà in Vietnam nell’area industriale di Dinh Vu del porto di Hai Phong lo stabilimento numero 50 della Bridgestone. Comporterà un investimento di 460 milioni di dollari e produrrà pneumatici per autovettura. L’inizio dell’attività è previsto per la prima metà del 2014 e due anni dopo si prevede che produrrà circa 24.700 unità al giorno. I mercati di destinazione saranno l’Europa, il Nord America e il Giappone.

l gruppo tedesco Wacker Chemie ha sottoscritto una intesa per il mercato spagnolo con Siliconas Silam S.A. di Zumaia (Paese Basco). In base ad esso la società spagnola potrà vendere prodotti realizzati a base di gomma siliconica Wacker con il proprio marchio e quello aggiuntivo “Based on Elastosil”. I settori interessati sono quelli dell’automotive, delle costruzioni, dei cavi e degli articoli domestici.

materie prime • macchine • prodotti

Estrusione e filtraggio con pompe a ingranaggi

L

e pompe a ingranaggi vanno sempre più diffondendosi, ad esem-

modi. La variante TRF con sistema di alimentazione a due rulli può essere facilmente integrata in una linea di mescolazione o in altre istallazioni esistenti. Possono anche essere usate, in relazione all’applicazione, altri sistemi di alimentazione come gli

pio per il trattamento delicato dei materiali, il filtraggio delle mescole di gomma, l’estrusione dei componenti dei pneumatici, le procedure di riciclo. A Tire Expo di Colonia la casa tedesca Uth GmbH di Fulda ha presentato i suoi sistemi Roll-ex (marchio registrato) concepito appunto per questi delicati processi. La sua concezione modulare semplifica le operazioni di filtraggio in vari 54 |

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

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estrusori a vite o gli estrusori a due viti coniche. Le unità esistenti possono essere facilmente integrate impiegando le serie Roll-ex Add-On. L’estrusione di precisione è un altro dei punti di forza delle pompe a ingranaggi Roll-ex, che possono essere


customers to make the world healthier, cleaner and safer. With revenues of nearly $11 approximately 37,000 employees and serve customers within pharmaceutical and bio hospitals and clinical diagnostic labs, universities, research institutions and government as in environmental and process control industries. We create value for our key stakeho premier brands, Thermo Scientific and Fisher Scientific, which offer a unique combinat technology development and the most convenient purchasing options. Our products a accelerate the pace of scientific discovery, and solve analytical challenges ranging from TACCUINO to routine testing to field applications. Visit www.thermofisher.com.

usate a pressioni di lavorazione fino a 800 bar e che sono facili da pulire. La gamma di potenzialità di produzione va da 70 a 16.000 kg/ora.

Più vasta la gamma di accessori per il reometro Thermo Fisher

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hermo Fisher Scientific ha annunciato di aver ampliato la propria gamma di accessori per il suo reometro per supportare i requisiti per la reticolazione a celle UV. Ciò risponde alla crescente domanda dell’industria volta a sostituire la reticolazione termica con processi UV-assistiti di indurimento termico; ciò per aumentare la produttività ed avvantaggiare la sostenibilità ambientale. Con i comuni metodi di shear oscillatorio è spesso difficile controllare le reazioni indotte dai raggi UV che possono verificarsi in pochi secondi. Thermo Fisher ha sviluppato una “FastOscillation-Mode” per il suo reometro high-end Haake Mars di Thermo Scientific per affrontare questa sfida. Il nuovo dispositivo permette un più alto tasso di acquisizione dei dati a 500 Hz - indipendente dalla frequenza di oscillazione - per soddisfare le esigenze specifiche di materiali dalla reticolazione molto veloce. I clienti possono ora scegliere tra quattro set-up di misurazione degli UV: - la versione standard di una cella UV di misurazione è montata su un’unità di controllo della temperatura (liquido, piastra elettrica o Peltier) ed è adatto per materiali con reticolazione UV come gli inchiostri a temperatura ambiente; - una cella UV per i processi di reticolazione termo-assistita a temperature più elevate disponibili per la Haake Mars. È integrata nella camera del test di controllo del reometro (CTC) e copre un range di temperature da -150 ° C a 600 ° C; - una cella UV personalizzabile con distanze liberamente configurabili per componenti ottici come luci guida, condensatori e lastre di vetro simula le modalità dei componenti ottici nei processi produttivi, come quelli utilizzati per la fabbricazione di lenti a contatto; Il nuovo modulo per la piattaforma del reometro Haake Mars è stato sviluppa-

rende molto semplice l’istallazione e permette di mantenere un elevato livello di sicurezza all’impianto nel suo insieme, garantendo la separazione netta tra il passaggio acqua e il cavo elettrico ed evitando anche gli inestetismi dovuti al posizionamento esterno al tubo del filo elettrico. “Parilight” è disponibile nelle versioni nei DN 8 e DN 10 a seconda dell’utilizzo a cui viene destinato e può essere utilizzato in qualsiasi paese sia europeo sia extra europeo essendo approvato dai maggiori enti di certificazione di prodotto nel mondo Parigi Industry ha previsto anche una gamma completa di raccordi che consente di soddisfare ogni possibiThermo Scientific HAAKE MARS Rheometer le esigenza . to per misurazioni su materiali a reticolazione UV. Quando viene posizionato nella testa di misura, può essere utilizzato con il modulo Rheonaut del Please find the text as well as high resolution image at: reometro per consentire la misurazione simultanea di proprietà reologiche ehttp://www.pr-information.de/thermo a temperatura di rammollimenspettri FT-IR per indagare i cambiamento Vicat (VST) è la temperatura alti strutturali all’interno del campione. la quale un particolare ago d’acciaio Una fonte di luce disponibile in comsoggetto a un carico costante e a temmercio può essere collegata e attivaperature crescenti in modo regolare ta tramite il software di valutazione e riesce a penetrare la superficie di un misurazione Thermo Scientific Haake campione di materiale polimerico fino RheoWin. Le applicazioni come vernici a 1 mm di profondità. Il test può esin polvere, adesivi, sigillanti, materiali sere effettuato in due modalità: il Medi saldatura e inchiostri o lenti a contodo A si effettua con un carico di 10 tatto sono supportate con queste celN, il Metodo B con un carico di 50 N. le di misura. La temperatura di inflessione sotto carico (HDT) è la temperatura alla quale un campione sostenuto ad entrambe le estremità si deforma di una misura specifica quando sottoposto a un carico definito, applicato in posizione centrale, e a un aumento di na delle esigenze che i produttempera¬tura uniforme (sollecitaziotori di rubinetteria oggi hanno è ne esterna sulle fibre pari allo 0,2%). quella di poter istallare led luminoSi segnalano tre metodi di prova: HDT si in vari parti del rubinetto, sopratA: sollecitazione di curvatura s = 1,8 tutto in corrispondenza del punto di N/mm² = cost, HDT B: sollecitazione uscita dell’ acqua. In questa ottica la di curvatura s = 0,45 N/mm² = cost, e maggior difficoltà è di far correre un HDT C: sollecitazione di curvatura s = filo elettrico di pari passo a un tubo 8,0 N/mm² = cost. per il passaggio dell’acqua. Con una gamma di temperature comIl problema è stato risolto da Paripresa fra 50°C e 500°C, il nuovo tester gi Industry che ha realizzato e breper prove termiche Instron Ceast HDT vettato “Parilight”, un tubo in silicoVicat 500 AlOxide fissa nuovi standard ne in cui l’interno viene separato in per la determinazione della temperadue differenti sezioni, la prima dove tura di rammollimento Vicat (VST, ISO far passare l’ acqua e l’altra destinata 306) e di inflessione sotto carico (HDT, al passaggio del filo elettrico. ISO 75) dei materiali plastici comprese La soluzione, applicabile sui tubi le varie tipologie di gomme termoplapull-out per rubinetti da cucina o stiche. Nei sistemi tradizionali le prove sui tubi per docce con cromoterapia,

Il tester che esegue prove HDT e Vicat fino a 500 °C

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Un tubo per il passaggio di acqua e elettricità in sicurezza

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| L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

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TACCUINO

di riscaldamento dei campioni vengono condotte con olio siliconico. Tuttavia, a causa del loro punto di infiammabilità, il test può essere eseguito a temperature non superiori a 300°C. Il nuovo tester prevede invece una temperatura in ingresso controllata grazie a un letto fluido di ossido di alluminio in polvere, con grana da 20 a 60 µm, ad elevata conduttività termica e riscaldato da un flusso di aria bollente. Ciò consente di effettuare misurazioni di altissima precisione e ripetibilità anche sulle termoplastiche resistenti alle alte temperature. Nel prossimo futuro la nuova tecnologia sarà presumibilmente integrata negli standard di prova applicabili. Inoltre, il tester Ceast AlOxide offre numerosi altri vantaggi. Innanzitutto, il fatto di non utilizzare un mezzo di trasmissione del calore infiammabile aumenta notevolmente la sicurezza dell’operatore. L’ossido di alluminio in polvere del tester permette altresì tempi di ciclo più brevi rispetto ai bagni d’olio tradizionali, in quanto il letto fluido si raffredda più rapidamente. Dopo il test, i campioni non presentano residui oleosi. Senza contare che le particelle che aderiscono alla superficie possono essere rimosse facilmente e il test non presenta il rischio di con-

1-5 aprile 11-13 aprile 11-14 aprile 16-19 aprile 17-18 aprile 17-19 aprile 17-20 aprile 17-20 aprile 18-21 aprile 8-9 maggio 8-11 maggio 8-12 maggio 8-12 maggio 14-16 maggio 16-18 maggio 21-24 maggio 21-25 maggio 22-23 maggio 22-24 maggio 24-26 maggio 29 magg.-1° giug. 5-8 giugno 5-8 giugno 12-14 giugno 13-14 giugno 18-22 giugno 21-24 giugno 5-7 luglio 25-28 luglio 56 |

taminazione di mani, abiti e strumenti di laboratorio. Analogamente, si evitano i vapori nocivi connessi all’evaporazione dell’olio. Poiché le particelle di ossido di alluminio non si degradano, i test possono essere eseguiti senza intervalli per il cambio dell’olio, con un conseguente risparmio sui costi di rifornimento, stoccaggio e manodopera. Il sistema consente di testare contemporaneamente tre campioni in tre postazioni di prova autonome, e di eseguire i test HDT e Vicat in parallelo. Un sistema pneumatico abbassa automaticamente tutte e tre le postazioni di prova all’inizio del test e le rialza a fine test, mentre un altro sistema applica e rimuove i carichi utilizzati

per il test. Nel corso della prova, il coperchio protettivo rimane chiuso fino a che la temperatura del bagno non scende sotto la soglia preimpostata. L’intervento manuale di un operatore non è necessario. Il sistema può funzionare in modo autonomo, o essere comandato da un microprocessore o da un touchpad. Il tester AlOxide può anche essere collegato direttamente a un PC con software Instron VisualTherm per la gestione dei parametri, il controllo di processo e la memorizzazione e la valutazione dei dati. Il software riporta i risultati dei test nei relativi standard internazionali specifici, sia sotto forma numerica sia grafica.

CONVEGNI • fiere • eventi

IISRP annuncia gli interventi al meeting di Venezia

A

lla 53° assemblea dell’International Institute of Synthetic Rubber Producers, che si terrà a Venezia dal 16 al 19 aprile, è prevista una serie di interventi di rilievo internazionale. Mercoledì 18 aprile è in programma un discorso di apertura di Francesco Go-

C A L E N DA R I O 2 0 1 2

ri (Pirelli), cui faranno seguito quelli di Jag Patel (Hexpol), di Walter Raminez (Dynasol) e di Sim Elman (Synthos). La giornata si concluderà con un analisi dei problemi energetici di Leonardo Maugeri (Harvard University). Il programma di giovedì 19 prevede le presentazioni di Bosis Mergell (Continental), di Carlo Torreggiani (Fiat), di Bill Hyde (CMAI), di Rob Simmons (LCM), di Vittorio Maglia (Federchimica) e di Catia Bastioli (Novamont).

sito inter net

Orlando FL NPE www.npe.org San Paolo Expobor Pneushow www.expobor.com.br Jakarta Indoplas www.indoplas.com Venezia Assemblea IISRP www.iisrp.com Aberdeen High Performance Elastomers for Oil & Gas Applications www.polymerconferences.com Maastricht Utech Europe www.utecheurope.eu Mosca Tires & Rubber www.rubber-expo.ru Karlsruhe PaintExpo (painting and coating) ww.paintexpo.de Shanghai Chinaplas www.chinaplasonline.com Berlino Blowing agents & foaming Conference www.polymerconferences.com Jönköping Elmia Polymer www.elmia.se Milano Rubber 2012 www.edifis.it / L'Industria della Gomma Milano Plast 2012 www.plastonline.org Oslo RubberCon 2012 www.internationalrubberconference.org Baku Plastex www.plastex.az Jeju, Corea International Rubber Conference www.internationalrubberconference.org Singapore World Rubber Summit www.rubberstudy.com Bruxelles Polymers in Medical Devices www.polymerconferences.com Parma SPS/IPC/Drives Italia www.sps-italia.net Hanoi Inter Plas Vietnam www.interplasvietnam.com Kielce Plast Pol www.plastpol.targikielce,pl Essen Reifen www.reifen-messe,de Hanoi Plastic&Rubber Industry Exhibition www.vietnamplas.com Stuttgart O&S surface teatments and coating www.ounds-messe.de Linz Simposio Engel www.engelglobal.com/it Buenos Aires XIV International Plastics Exhibition www.argenplas.com.ar Bangkok Inter Plast Thailand www.interplastthailand.com Norimberga Deutsche Kautschuk-Tagung www.dkg-rubber.de Panama Latin American & Caribbean Tyre Expo www.latintyreexpo.com

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

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Da trent’anni semplicemente gomma GOMMA NATURALE E SINTETICA MAGAZZINO GOMMA NATURALE CON LABORATORIO MAGAZZINO LATTICE NATURALE JSR RB E JSR DYNARON GOMME SPECIALI Lagorio & Dufour S.p.A. •Via Montenapoleone, 8 • 20121 Milano • Tel. 02.76.01.38.66 (r.a.) • Fax 02.781.871 •e-mail: info@lagduf.it


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