INCHIESTA MESCOLE IT E DIGITALIZZAZIONE GLI ULTIMI DATI DI SETTORE
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI • settembre 2019 - numero 7
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MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI
SOMMARIO
ANNO 62 SETTEMBRE N. 7
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA www.industriagomma.it Direttore responsabile Andrea Aiello In redazione Riccardo Oldani - riccardo.oldani@edifis.it Collaborano alla rivista Giuseppe Cantalupo, Eugenio Faiella, Gianpaolo Brembati Progetto e Grafica Mariella Salvi - mariella.salvi@edifis.it Pubblicità dircom@edifis.it Traffico Pubblicitario Francesca Gerbino - francesca.gerbino@edifis.it Stampa Centro Stampa Digitalprint S.r.l. Rimini (RN) Costo di una copia ai soli fini fiscali € 1,00 Abbonamento Italia € 90, Europa € 130, Estero € 150 abbonamenti@edifis.it Arretrati € 15,00 Amministrazione amministrazione@edifis.it
ABBIAMO LETTO
10 RASSEGNA DELLA STAMPA TECNICA ESTERA MONDOGOMMA
16 I DATI DI UN 2018 DA RICORDARE
Le assemblee nazionali di Assogomma e di Amaplast, tenutesi a giugno, sono state anche l’occasione per esibire i dati del comparto nel 2018, un anno che resterà negli annali del settore come uno dei più propizi. Ecco i numeri più rilevanti
20 IL CONTRIBUTO DELL’IT ALLA DIGITALIZZAZIONE DELLE AZIENDE DELLA GOMMA
Digitalizzazione è una delle parole d’ordine utilizzate oggi per descrivere la trasformazione del manifatturiero. Quale ruolo può ricoprire l’IT, cioè l’information technology, nella fase di cambiamento in corso? Se ne è parlato lo scorso maggio al Kilometro Rosso di Bergamo in occasione dell’IT Rubber Forum, organizzato da Polimeric, UTP Vision e Gibitre Instruments
FOCUS MESCOLE
29 MESCOLE: IL POLSO DEL MERCATO Registrazione Tribunale di Milano n. 4275 del 1.4.1957 Iscrizione Registro Operatori della Comunicazione n. 06090 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi del Reg.EU 679/2016 l'Editore garantisce la massima riservatezza nell'utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi dell'art. 15 il ricevente ha facoltà di esercitare i suoi diritti fra cui la cancellazione mediante comunicazione scritta a EDIFIS Spa - Viale Coni Zugna 71 - 20144 Milano (o ai riferimenti sotto trascritti), luogo della custodia della banca dati medesima.
L’Industria della Gomma una rivista edita da:
Edifis S.p.A. viale Coni Zugna 71 20144 - Milano - Italy Tel. +39 023451230 Fax +39 023451231 www.edifis.it
ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA DI SETTORE
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA settembre 2019
Se da un lato il shortage di materie prime che ha condizionato buona parte del 2018 sembra essere superato, dall’altro i primi mesi del 2019 non hanno palesato una crescita per le aziende che operano nel settore compound in Italia anche se i livelli dello scorso anno sono stati mantenuti. Sono quindi tutto sommato positivi gli umori dei produttori di mescole, nella maggior parte dei casi impegnati in un rinnovamento tecnologico destinato a mantenere alta la loro competitività sul nostro mercato e a livello internazionale. Ecco le aziende che hanno risposto alle noster domande:
Comet Compounds Der-Gom Elastomers Union Eurorubber Mesgo
Parker Hannifin Italy PMG SIGEA Tovo Gomma TSF
SOMMARIO
ANNO 62 SETTEMBRE N. 7
DALLE AZIENDE
34 UNA PICCOLA AZIENDA CHE SA ESSERE GRANDE
Interbusiness è un’azienda che commercializza e produce, tramite la sua unità operativa IB Chem, chemicals destinati all’industria della gomma. Grazie a un’organizzazione attenta e efficiente, nel corso degli anni si è ampliata conquistando una posizione di chiara fama sullo scenario internazionale del settore degli additivi per gomma
Nastri autoadesivi Nastri trasportatori e cinghie
Suole, tacchi e lastre Altri articoli tecnici
Tubi
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46 DIECI ANNI. NUOVO LOOK E NUOVI PROGETTI
Rtech Engineering di Sumirago, Varese, compie i primi dieci anni di attività e sottolinea l’importanza dell’evento con l’elaborazione di nuovi progetti tecnologici e l’avvio di programmi di ricerca per l’ampliamento della sua gamma con nuovi prodotti
NORMATIVE
50 I DIRITTI DI PROPRIETÀ INDUSTRIALE: COME TUTELARLI
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Registrare un brevetto, un modello, un disegno o un marchio sono tutte forme di tutela della proprietà industriale. In che cosa differiscono tra loro? E quali iter occorre seguire, in Italia e all’estero? Ce lo spiegano due esperti della società di consulenza Jacobacci & Partners, specializzati in questa delicata materia
55 IL TACCUINO • • • • •
Auto ancora in frenata nel primo semestre Bene la gomma naturale, in ripresa quella sintetica in Europa La calandratura supercombinata di Rodolfo Comerio Biesterfeld distribuisce i fluoroelastomeri di Solvay Arlanxeo investe nello sviluppo di nuovi elastomeri
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63 CALENDARIO DELLE FIERE DI TUTTO IL MONDO 64 GLI INSERZIONISTI DI QUESTO NUMERO
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Da oltre 40 anni PMG è tra i più qualificati produttori di mescole a base di elastomeri speciali ad alte prestazioni. In questi anni abbiamo consolidato la nostra presenza sui mercati globali con il sito produttivo di PMG East in Romania per fornire ai nostri clienti soluzioni innovative e personalizzate direttamente nelle loro aree di competenza. Dal 2016 PMG è presente in Cina con il sito produttivo di PMG Rubber Technology Changshu tre linee produttive Since 1976diwith more than con 40 years of experience PMG di is aFKM global leadin rubber compounds. The production at PMG Italy is in three mixing plants to pro e di mescole organiche nere, un team locale di esperti tecnici e commerciali ed una struttura coloured compounds and the mixing unit dedicated to FKM compounds w di R&D per essere sempre più vicini ai nostri clienti nell’area Asia Pacifico. compounds. PMG production is based on all specialty elastomers and the
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA settembre 2019
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Rassegna della stampa tecnica estera www.tiretechnologyinternational.com | APRIL 2012
INTERVIEWS
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EXPO REVIE
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Revolution or rush job? Important questions remain unanswered ahead of tire labeling’s introduction in European markets
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Il glicerolo è il principale sottoprodotto della produzione di biodiesel, praticamente uno scarto industriale, atossico, biodegradabile e in grado di sviluppare facilmente reazioni per ottenere molti prodotti derivati: tra questi il 2-ammino-1,3-propandiolo, conosciuto anche come serinolo, che possiede un grande potenziale grazie alle sue caratteristiche di assenza di odore, non tossicità e biodegradabilità. Il serinolo possiede gruppi funzionali e amminici, è una molecola prochirale chemoselettiva ed è stato utilizzato a lungo in medicina e nell’industria chimica, nonché studiato per applicazioni farmaceutiche. La ricerca per controllare la chemoselettività del serinolo, al fine di ottenere prodotti innovativi utili per mescole di gomma e adeguati ad una chimica sostenibile, è stata condotta con l’obiettivo di utilizzare il serinolo e i suoi derivati (immine e ossazolidine) come acceleranti secondari, per la vulcanizzazione di mescole a base di elastomeri dienici e silice come carica, in sostituzione della DPG. Posto che gli elastomeri, utilizzati nello studio, sono gomma naturale, S-SBR e butadiene (un’esaustiva tabella riporta le formulazioni delle sei mescole realizzate), lasciamo agli interessati sviscerare l’impegnativa parte sperimentale
dello studio. Più facile da affrontare è la parte risultati e discussione, che si articola nei seguenti argomenti: • sintesi dei derivati del serinolo; • serinolo e suoi derivati come acceleranti secondari per la vulcanizzazione di una mescola a base silice; • studio dell’interazione fra acceleranti secondari e silice; • cinetica di vulcanizzazione; serinolo e serinolimmina con canfora come acceleranti secondari. La conclusione dello studio sottolinea come, con la maggior parte degli acceleranti a base serinolo, il valore Mh di torque massimo sia molto simile a quello ottenuto con la DPG, mentre si evidenziano differenze nella cinetica di reticolazione il serinolo offre il tempo di induzione più basso, mentre il derivato dalla reazione di serinolo con canfora quello più alto, alle temperature tipiche di vulcanizzazione e di processo, quali 170 e 127 °C rispettivamente. Il serinolo non dà problemi di impatto su salute e ambiente e rimane assorbito sulla silice, usata come carica in tutte le mescole, e i suoi derivati, ottenuti dalla sintesi di serinolo e composti carbossilici, si ottengono senza solvente e catalizzatore nell’ambito di un processo sostenibile. Si dimostra così che una molecola come il serinolo, che si può ottenere dal glicerolo, prodotto indu-
PICTURE-PERFECT
THE NEXT TOP MODEL
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Bridgestone’s latest take on colored sidewalls is lightweight, and simple enough to be applied by dealers
We explore the role of tire data in vehicle performance simulations. Will engineers ever know enough?
Isoprene from cellulose: how the paper industry could enter the tire supply chain
ABBIAMO LETTO PER VOI
striale di facile reperibilità, può essere trasformata, grazie a tecnologie sostenibili, in molecole idonee al mondo della gomma per ottenere le proprietà della mescola desiderate e per sostituire ingredienti critici.
ELASTOMERI E APPLICAZIONI COMPORTAMENTO ALLA PERMEAZIONE DI GAS DA PARTE DI VULCANIZZATI TERMOPLASTICI (TPV) E GOMMA ETILENE-PROPILENE-DIENE (EPDM) CON CONSIDERAZIONE DELLE INFLUENZE DI PROCESSO.
C. Hopmann, M. Drach, N. Yesildag, S. Gharbi, Institute for Plastic Processing (IKV) at RWTH Aachen University, Aachen (Germany), S. Sitz, Robert Bosch GmbH, Renningen (Germany) - email: sarah.sitz@ de.bosch.com - RFP n. 2/2019, pag. 104-109.
L
o sviluppo di nuove tecnologie di guida per i veicoli determinano nuove richieste per i materiali di tenuta, con particolare attenzione al
comportamento con i gas, oltre che ai mutevoli profili di temperatura e alle richieste di resistenza chimica ai nuovi prodotti utilizzati. Partendo dall’ovvio aspetto del comportamento a contatto con idrogeno, occorre puntualizzare che la tecnologia di tenuta e permeazione deve soddisfare i requisiti di sicurezza, confrontarsi con la tecnologia delle celle a combustibile, con il contatto con i prodotti delle batterie, con la casistica dei motori a gas e con carburanti da fonti rinnovabili. Interessante e di facile lettura la parte iniziale dello studio che, illustrato sinteticamente il meccanismo della permeazione, spiega i motivi per cui si prendono in considerazione EPDM e TPV basato su EPDM/PP. L’EPDM, polimero scelto per questo studio, è il classico materiale di tenuta utilizzato nei veicoli in molti manufatti, come guarnizioni, soffietti, tubi di raffreddamento, profili e spazzole tergicristallo, grazie alla sua combina-
zione di resistenza a prodotti chimici, temperatura e invecchiamento, nonché al suo livello di prezzo. D’altro canto il polimero TPV utilizzato, grazie alla reticolazione della fase elastica EPDM, offre buona resistenza a prodotti chimici e temperatura, con soddisfacenti proprietà elastiche, con migliorata resistenza alla diffusione di solventi e altri materiali all’aumentare del grado di reticolazione, il che fa supporre che anche la permeazione ai gas venga migliorata. Mentre per gli elastomeri esistono molti studi riguardo alla permeabilità ai gas, poco è stato fatto per i termoplastici: per entrambe le famiglie tuttavia esistono ricerche limitate sull’influenza della lavorazione e sue relative potenziali influenze, così che questo studio si propone di colmare tale lacuna. I materiali utilizzati nelle prove sono il Keltan 2470 e il TPV di ExxonMobil. Dopo aver illustrato la procedura di misurazione della permeazione all’i-
Un trattamento così non si era mai visto prima! Polimerizzazione: Lipocer con HMDSO, Carbon Coating, Fluorurazione Trattamenti lubrificanti trasparenti e colorati con resine + PTFE Lavaggio ad alta pressione sotto flusso laminare (Cleanliness) Trattamenti al plasma: Micropulizia, Etching, Grafting
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drogeno, lo studio espone i risultati del confronto fra EPDM e TPV, relativo alla permeazione, mettendo in evidenza come l’EPDM stampato a compressione offra un basso coefficiente di permeazione rispetto ai materiali TPV. Breve la parte dedicata all’analisi delle influenze del processo e dei cordoni di saldatura. In conclusione, la ricerca effettuata mostra che la permeabilità ai gas dell’EPDM è inferiore a quella dei TPV, anche se questi materiali hanno un comportamento di permeazione all’idrogeno diverso a seconda della loro composizione. Per quanto riguarda la lavorazione delle mescole, le prove non evidenziano influenze significative, mentre rilevano come la permeazione ai gas dipenda molto dal polimero di base, con irrilevante influenza della composizione della mescola.
MATERIE PRIME E APPLICAZIONI RICERCHE FONDAMENTALI SU COMPOSITI GRAFENE/GOMMA.
H. Zhang, W. Xing, H. Li, Z. Xie, G. Huang, J. Wu, State Key Laboratory of Polymer Materials Engineering College of Polymer Science and Engineering, Sichuan University, Chengdu (China) - email: wujinrong@scu. edu.cn, Advanced Industrial and Engineering Polymer Research, Volume 2, Numero 1, gennaio 2019, pag. 32-41.
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l grafene ha una superficie eccezionalmente elevata, proprietà meccaniche, conduttività elettrica, conduttività termica e prestazioni di barriera ai gas ed è quindi considerato come una carica multifunzionale ideale per le gomme. Tuttavia, sfruttare queste sue proprietà in mescole di gomma richiede di calibrare con attenzione lo stato di dispersione del grafene, la cinetica di vulcanizzazione, l’interazione interfacciale e così via. Questo studio riassume precedenti lavori su come disperdere il grafene in modo omogeneo nella matrice di gomma, quale influenza il grafene o l’ossido di grafene esercitano sul comportamento di vulcanizzazione dei nanocompositi di gomma, come progettare una struttura compatta di carica nella matrice di gomma e come realizzare una forte interazione interfacciale tra grafene e
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ABBIAMO LETTO PER VOI
gomma. Queste fondamentali ricerche forniscono alcune regole per sviluppare nanocompositi di grafene/gomma con proprietà meccaniche notevolmente migliorate, prestazioni di barriera ai gas, stabilità termica, conduttività elettrica, proprietà antiossidanti e altre funzionalità. Lo studio è molto accurato e dedica una prima cospicua parte dello svolgimento alla preparazione dei compositi grafene/gomma (SBR), descrivendo la miscelazione di ossido di grafene (SGO) in lattice e successivamente la vulcanizzazione della mescola grafene/gomma naturale (di rilievo il grafico delle curve di vulcanizzazione di gomma naturale e grafene/gomma naturale con diversi livelli phr di grafene). La seconda, estesa parte dello studio riguarda proprietà e applicazioni dei nanocompositi. Il primo argomento trattato è l’interazione interfacciale: da questa proprietà dipende in gran parte lo stato della dispersione del grafene nella matrice gomma. Nella ricerca dello studio l’ossido di grafene viene modificato chimicamente con silano BTESTP [bis(trietossisililpropil)tetrasolfuro] e, con la risultante superficie funzionalizzata, può essere disperso finemente in gomma naturale in bassa quantità e con una forte interazione interfacciale con la matrice gomma. Con solo 0,3wt% di ossido di grafene si ottengono aumenti di carico di rottura (+ 100 %), modulo tensile (+ 66 %) e diminuzione (- 48 %) di permeabilità in aria. Successivamente l’ossido di grafene viene impiegato per preparare compositi gomma isoprene/grafene con superficie modificata. Nei successivi paragrafi, che comprendono anche gli argomenti di rinforzo meccanico e conduttività termica, particolare risalto viene dato alla proprietà anti-invecchiamento del grafene, che risulta efficace nel migliorare la stabilità termica dei nanocompositi. Il grafene, infatti, si dimostra un promettente antiossidante per prevenire l’ossidazione termica e prolungare la durata di vita dell’SBR. Molti grafici, schemi descrittivi dei processi di modifiche/preparazioni e fotografie, anche TEM, accompagnano
adeguatamente lo svolgimento dello studio, che si conclude con la precisazione che, durante la vulcanizzazione, il grafene si comporta come accelerante, mentre l’ossido di grafene svolge la funzione di agente di vulcanizzazione. Oltre poi a ribadire le proprietà del grafene, già messe in luce, si ricorda che, con un’opportuna progettazione, i nanocompositi grafene/gomma possono essere dotati di alcune funzioni speciali, come un superisolamento termico e una memoria di forma, il che amplia di molto l’area di applicazione dei manufatti di gomma.
ELASTOMERI E APPLICAZIONI POLIMERI EPDM PER APPLICAZIONI AUTOMOTIVE.
S. Tang, W. Burton, R. Vogelsong, Y. Kimoto, Lion Elastomers, Port Neches, Texas (USA) RUBBERWORLD, aprile 2019, pag. 32-41.
È
risaputo che l’EPDM è una gomma caratterizzata da un’ottima resistenza all’ossidazione, all’ozono e agli effetti delle intemperie, nonché dalla sua possibilità di accettare grandi quantità di cariche e plastificanti mantenendo buone proprietà fisiche. Redatto dal produttore, Lion Elastomers, questo articolo tecnico è senza dubbio interessante per conoscere sia alcune particolari applicazioni dell’EPDM nel settore automotive che soprattutto gli sviluppi della gamma Royalene, che comprendono gradi liquidi, gradi ad altissimo peso molecolare e gradi specifici per applicazioni nell’ambito dei termoplastici (TPV e TPU). Le applicazioni dell’EPDM Royalene nell’automobile sono le seguenti: • camera d’aria del pneumatico, in miscela con gomma butilica, per conferire alla mescola migliore “green strength”, nonché resistenza all’ozono, al calore e alla reversione; in questo caso il polimero utilizzato è il Royalene 301T, a base DCPD (diciclopentadiene); • fianco del pneumatico, in miscela con gomma naturale ed SBR, come antiozonante non macchiante; il Royalene 505 è il grado più idoneo per questa applicazione, grazie alla
ABBIAMO LETTO PER VOI
sua alta percentuale di ENB (etilenenorbornene) che assicura buona compatibilità con gli altri due polimeri, sia per dispersione che per covulcanizzazione; • guarnizioni portiera compatte ed espanse; l’elastomero migliore per questa applicazione è il grado R515, con un contenuto di diene molto elevato per una vulcanizzazione molto veloce e con un ottimo compression set, oltre ad altre caratteristiche di alte prestazioni. Di particolare rilievo il paragrafo dedicato ai polimeri liquidi Trilene: si tratta di una famiglia di copolimeri EPM e terpolimeri EPDM non coniugati, dotati di strutture idrocarburiche stabili e sature. Questi polimeri liquidi possono essere utilizzati da soli o combinati con elastomeri solidi e covulcanizzati, nel cui caso diventano essenzialmente non estraibili, caratteristica questa importante per manufatti dell’auto che devono essere non appannanti per i vetri.
I Trilene sono impiegati per modificare le caratteristiche di flusso e per migliorare la lavorazione di elastomeri ad alto peso molecolare, di elastomeri termoplastici e plastiche, che possono essere destinati allo stampaggio ad iniezione e al coating. Sono molte le applicazioni dei Trilene, che lasciamo scoprire ai lettori interessati, dicendo solo che nello stampaggio ad iniezione, in particolare, è interessante la possibilità che siano in grado di sostituire il silicone liquido quando si richiedono bassa permeabilità a umidità e gas, resistenza chimica ad acidi, alcali e alcol, resistenza a UV ed ozono e stabilità termica. Interessante anche il paragrafo, in cui si parla dell’utilizzo dei polimeri EPDM per applicazioni dinamiche (antivibranti), in cui la gomma naturale è tradizionalmente la gomma più usata, in particolari sottocofano, in tubi di raffreddamento etc. Non si deve infine dimenticare che l’EPDM costituisce la fase elastica di
elastomeri termoplastici TPE e TPV, applicazione questa che costituisce il 1015 % della richiesta globale di EPDM.
ELASTOMERI E APPLICAZIONI NUOVI ELASTOMERI HNBR CON RESISTENZA A FLUIDI E FLESSIBILITÀ A BASSA TEMPERATURA MIGLIORATE.
V. Nasreddine, S. David, A. Kaiser, S. Lieber, Arlanxeo, Pittsburgh (USA) - RUBBERWORLD, aprile 2019, pag. 42-46.
L’
HNBR offre eccellenti proprietà meccaniche, dinamiche e di tenuta, di resistenza alle basse e alte temperature, all’ozono, agli oli e al gasolio. Recentemente sono state messe a punto nuove mescole, per soddisfare le esigenti richieste delle applicazioni nel settore automotive, in particolare per temperature di servizio elevate, ottime proprietà di invecchiamento a lungo termine e funzionalità a basse temperature fino a -40 °C. Il polimero Therban LT offre miglioramenti riguardo alla flessibilità a basse
The World’s No. 1 Trade Fair for Plastics and Rubber
RUBBER CLUB temperature, a scapito tuttavia della resistenza all’olio. Questo articolo presenta una nuova tecnologia di terpolimeri, che consente la combinazione di monomeri con parametri in conflitto (maggiore polarità e più bassa temperatura di transizione vetrosa), ma ottiene sia resistenza ai fluidi che flessibilità a bassa temperatura. Sulla base dell’equazione Gordon-Taylor, usata per calcolare la Tg e i parametri di solubilità per la determinazione del rigonfiamento in olio, si costruisce un modello per prevedere il rigonfiamento in volume di terpolimeri HNBR di nuova progettazione, con l’utilizzo di contributi di gruppo di parametri di solubilità per monomeri diversi. Si giunge così alla messa a punto di una nuova famiglia di terpolimeri alcossi acrilati, con rigonfiamento in volume e Tg più bassi dei copolimeri corrispondenti. Uno di questi nuovi terpolimeri è il grado HNBR ST 3107 VP. Sintetico nel testo ma ricco di figure e grafici il paragrafo dedicato alle proprietà dell’ST 3107 VP, che viene paragonato al copolimero 3407 con il confronto fra due mescole per tipo, caricate rispettivamente con carbon black N330 e silice silanizzata, tutte a parità di phr per ogni ingrediente. Grazie alla buona corrispondenza tra i valori ottenuti sperimentalmente e quelli calcolati dal modello, l’HNBR ST 3107 VP presenta un profilo di proprietà (di processo, meccaniche, dinamiche, di resistenza a calore e olio, di flessibilità a basse temperature), che dovrebbe fornire soluzioni per le richieste di prestazioni sempre più impegnative in applicazioni elastomeriche nei settori automotive e industriale.
K
2 0 1 9 . D o v e l ’ i n n o v a z i o n e è d i c a s a
PROVE E MISURAZIONI FINESTRA DI LAVORO NELLO STAMPAGGIO AD INIEZIONE CON NOVE ESPERIMENTI.
H.J. Graf, TechnoBiz Group (H-JG Consulting),Bangkok (Thailand) – RUBBER & TIRE, febbraio-marzo 2019, pag. 26-28.
I
n questo conciso articolo, di cui le figure, peraltro necessarie alla comprensione del testo, sono la parte preponderante, l’autore parte dall’affermazione che è possibile costruire la finestra di lavoro per il processo di stampaggio entro 9 esperimenti. Questo risultato si raggiunge basandosi sull’analisi del processo di stampaggio ad iniezione, sulla chiara definizione dei fattori di processo e sulla risposta secondo la procedura di progettazione (DoE) statistica sperimentale. Per gli addetti ai lavori sarà interessante ripercorrere tutti i passi della procedura di progettazione e la strategia sperimentale collegata. Citiamo solo la conclusione: la finestra di lavoro può essere identificata con un DoE fattoriale frazionato in 9 passi, tenendo conto del fatto che una precondizione è la conoscenza dell’influenza delle condizioni di plastificazione sulla temperatura della mescola, della ripetibilità della macchina e delle variazioni fra lotti.
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MONDOGOMMA
I dati di un 2018 da ricordare di Riccardo Oldani
L
e due assemblee nazionali della Federazione Gomma Plastica, del 7 giugno scorso, e di Amaplast, del 25 giugno, ci hanno lasciato, oltre alle solite dichiarazioni d’intenti, alla preoccupazione per il mercato della plastica considerato sempre più inquinante, e alla nomina di Dario Previero al ruolo di presidente dell’associazione dei produttori di macchine, anche una serie di dati, raccolti dai centri studi delle due organizzazioni, che hanno rappresentato sicuramente la più bella tra le notizie emerse nei rispettivi consessi.
Le assemblee nazionali di Assogomma e di Amaplast, tenutesi a giugno, sono state anche l’occasione per esibire i dati del comparto nel 2018, un anno che resterà negli annali del settore come uno dei più propizi, stante anche il fatto che il 2019 non si sta rivelando altrettanto produttivo, almeno in termini di crescita TRASFORMAZIONE DELLA GOMMA: I SETTORI DI ATTIVITÀ
La trasformazione della gomma Per quanto riguarda l’industria di trasformazione della gomma è stata, come di consueto, Assogomma a fornire i numeri nella sua relazione annuale. Come si legge nel documento, «Nel 2018 il settore della gomma nel suo complesso ha registrato un aumento che si attesta al 2,4%. ZGli articoli tecnici, che negli ultimi due anni avevano registrato cali, cambiano il segno aumentando di quasi il 2%. Mantengono invece lo stesso trend crescente i pneumatici che continuano ad incrementare il loro risultato chiudendo l’anno con un +4%. La produzione dell’intero settore raggiunge i valori produttivi del 2009, primo anno successivo alla crisi (539.105 tonnellate nel 2009 contro le 557.081 tonnellate nel 2018), con andamenti opposti per i due comparti. La riduzione del 15% degli articoli tecnici è stata compensata in parte dall’incremento del 16% dei pneumatici. 16
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA settembre 2019
Nastri autoadesivi Nastri trasportatori e cinghie
L’evoluzione congiunturale presenta un trend positivo in tutti i trimestri (+2,4%, +4,3%, +1,3% e +1,2%). In particolare gli articoli tecnici registrano segni positivi nei primi tre trimestri (+5%, +10% e +1%), per poi calare notevolmente nel 4° trimestre, con un -9%. I
Suole, tacchi e lastre Altri articoli tecnici
Tubi
pneumatici denotano un risultato positivo del 2% nei primi tre trimestri ed un significativo aumento nel 4° (+11%)». La produzione si suddivide tra pneumatici (58%), articoli tecnici (40%) e materiale destinato alla produzione (2%).
Mercato SETTORE GOMMA: LA PRODUZIONE (TONNELLATE) Gli articoli tecnici Esaminando più nel dettaglio il settore degli articoli tecnici, almeno stando ai dati Assogomma, che si basano sulle aziende associate, i due più importanti segmenti del comparto, che coprono il 68% del totale, sono quello dei nastri autoadesivi e quello dei tubi, che segnano, indica il rapporto, «un aumento del 5% in chiusura d’anno. Trend opposto invece per l’altro importante segmento degli “altri articoli tecnici” che sono in negativo del 5%. Gli altri segmenti minori dei nastri trasportatori e cinghie di trasmissione registrano un +7% mentre le suole, tacchi e lastre calano del 14%».
2017 2018
Il settore macchine PRODUZIONE DI ARTICOLI TECNICI (TONNELLATE)
2016
2017
2018
ESPORTAZIONE DI PRODOTTI IN GOMMA (TONNELLATE)
2017
2018
Per quanto riguarda invece il comparto macchine è stata Amaplast a fornire il polso della situazione. Come sempre i dati sono condizionati dal fatto non viene fatta distinzione tra macchine per il settore gomma e macchine per il settore plastica, con queste ultime che fanno la parte del leone. In mancanza di ulteriori dettagli assumiamo che per i produttori di macchinari per la trasformazione della gomma valgano, in generale, le osservazioni fatte da Amaplast per tutto il comparto. In particolare, la relazione dell’associazione evidenzia come l’andamento dei principali indicatori dell’industria italiana delle macchine, attrezzature e stampi per plastica e gomma nel decennio 2009-2018 sia stato ampiamente positivo: infatti, si legge, «la produzione risulta in crescita mediamente dell’1,1%, l’export del 2,6%, l’import del 5,1%, il mercato domestico dello 0,7% mentre il saldo positivo della bilancia commerciale è migliorato dell’1,7%. Il trend risulta in rafforzamento: la progressione a due cifre registrata nel 2017 sul 2016 ha determinato il raggiungimento di valori record per il comparto, che si sono consolidati nel corso del 2018». Lo scorso anno, evidenzia ancora Amaplast, «la produzione ha registrato una ulteriore, seppur modesta, creL’INDUSTRIA DELLA GOMMA settembre 2019
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MONDOGOMMA MANUFATTI IN GOMMA: EXPORT PER AREE DI DESTINAZIONE (%)
2017
scita rispetto al massimo storico dell’anno precedente mentre le esportazioni – da sempre volano del comparto – hanno subito solo una leggera contrazione. Hanno tenuto bene le importazioni e il mercato interno, quest’ultimo beneficiando verosimilmente delle misure di sostegno agli investimenti messe in campo nell’ambito del piano Industria 4.0». Non a caso, ancora nel secondo semestre del 2018 molte aziende costruttrici hanno visto la consistenza del proprio portafogli ordini migliorare. P
2018
PRODUZIONE MACCHINE: I DATI DI MERCATO
Produzione Export Import Mercato Interno Saldo commerciale
EXPORT DELLE MACCHINE ITALIANE NEL MONDO
UE Sudamerica Centroamerica
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA settembre 2019
Nafta Nord Africa Oceania
Estremo Oriente Medio Oriente Mondo
altri Europa altri Africa
L’evoluzione dell’export Sul fronte dell’export, una sintetica analisi per macro-aree di destinazione delle vendite evidenzia una stagnazione del quadrante europeo, primo storico mercato dei costruttori italiani. «Cede leggermente», si legge nel rapporto «l’ambito UE a favore del resto Europa, in funzione di forniture più consistenti in vari Paesi, esclusa però la Russia (importante sbocco) che arretra ancora. Una buona performance dell’aggregazione NAFTA, soprattutto per quanto riguarda il Messico, mentre l’area meridionale del continente americano perde terreno, a causa soprattutto del trend non soddisfacente dei due mercati principali, Brasile e Argentina. Un andamento poco brillante anche per le vendite verso l’Asia, nel cui ambito il Far East mostra una progressione modesta (la notevole crescita dell’India non è stata sufficiente a controbilanciare il calo della Cina) e il Medio Oriente una brusca frenata (a causa del declino di tutti i principali mercati, Arabia Saudita e Iran in primo luogo). Un trend positivo per l’Africa, nel complesso; però, trattandosi di un contesto eterogeneo, occorre distinguere tra la fascia mediterranea (con il deciso incremento delle vendite in Marocco, in particolare) e i Paesi del sub-Sahara, che mediamente arretrano in misura significativa, come nel caso del Sudafrica»..
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MONDOGOMMA
Il contributo dell’IT alla digitalizzazione delle aziende della gomma Digitalizzazione è una delle parole d’ordine utilizzate oggi per descrivere la trasformazione del manifatturiero. Quale ruolo può ricoprire, nella fase di cambiamento in corso, l’IT, cioè l’information technology, la componente informatica dell’azienda? Se ne è parlato al Kilometro Rosso di Bergamo in occasione dell’IT Rubber Forum, organizzato da Polimeric, UTP Vision e Gibitre Instruments nello scorso mese di maggio. In particolare, durante l’evento sono stati approfonditi gli aspetti legati all’utilizzo di software di workflow, all’analisi dei dati per il controllo di qualità dei prodotti, alla gestione dei dati di laboratorio e alla cybersecurity. Tutti i temi sono stati declinati in modo specifico per le aziende del settore gomma
Software di workflow
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abio Zinesi, di In4Tek, software house di Grumello del Monte, in provincia di Bergamo, ha illustrato i vantaggi nell’utilizzo di un software di workflow, una delle funzioni della suite Polimeric, suite sviluppata specificamente per l’industria della gomma. «Workflow», ha spiegato Zinesi, «è innanzi tutto una metodologia per lavorare, che si caratterizza per la ripetizione di un processo, articolato in più fasi, con lo scopo di giungere sempre allo stesso risultato finale, indipendentemente dall’operatore che lo utilizza. È quindi anche una modalità per rappresentare i processi all’interno dell’azienda». A rigori non serve un software per
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA settembre 2019
realizzare un workflow, ma una serie di procedure ben definite a cui vengono abbinati anche i compiti che devono essere svolti e chi li deve eseguire. Un esempio è la gestione degli insoluti, che si potrebbe schematizzare come segue. «Se un cliente non ha pagato una fattura», osserva Zinesi, «l’azienda deve essere in grado di attivare una serie di azioni ben precise in capo a un responsabile e a un gruppo di persone incaricate a occuparsene. Non solo. Il risultato finale deve essere certo. Nel caso dell’insoluto, per esempio, o il cliente paga, e quindi il problema è risolto, oppure non paga e, quindi, si affida a un avvocato la pratica per il recupero
del credito. In entrambi i casi ci troviamo di fronte a un workflow ripetibile. Tutte le aziende sono pronte a gestire una situazione di questo tipo». L’attività quotidiana di un’impresa è zeppa di situazioni ripetitive simili, dalla gestione delle non conformità a quella dei resi, dalla manutenzione delle macchine alla gestione delle offerte commerciali. Ma se tutte le aziende utilizzano processi di workflow, in che modo un software può fornire un valore aggiunto? Zinesi lo ha spiegato, parlando delle funzionalità delle funzioni di workflow di Polimeric,. «Proviamo a considerare», ha detto, «alcune situazioni con cui quasi sicuramente chiunque lavo-
Tecnologie
ri in un’azienda si è dovuto confrontare. Pensiamo per esempio a un client di posta elettronica, come Outlook. La casella si riempie di messaggi: una richiesta di offerta del cliente; una non conformità da un altro cliente; l’avviso di un fornitore che richiede un cambio di mescola; la lettera di licenziamento di un dipendente; un messaggio che segnala l’inizio del programma di ma-
nutenzione di una macchina. Tutto questo flusso di informazioni finisce in un’unica casella di posta in entrata e poi viene moltiplicato, all’interno dell’azienda, per effetto dei messaggi che vengono inoltrati o inviati in copia ad altri per conoscenza. Ogni mattina, quando accendiamo il pc in ufficio, veniamo investiti da una valanga di email e di cose da fare che rischiano di sfuggirci o di non veni-
re subito affrontate per poi cadere nel dimenticatoio». Un software può fornire un grosso aiuto a questo riguardo. Può aiutare a raccogliere e tenere monitorate le situazioni di non conformità, come gli ordini in sospeso oppure le macchine che devono fare manutenzione. Poniamo l’esempio di un insoluto. «Quando si verifica una situazione del genere», ha spiegato Zinesi, «la contabilità registra l’insoluto e poi, di solito, avverte il commerciale per segnalargli la situazione e chiedere un intervento sul cliente. Se il commerciale non dà riscontro bisogna inviare un sollecito, e poi magari un altro ancora, prima di passare la pratica all’avvocato. Un software di workflow gestisce tutte queste fasi in automatico, facendo risparmiare tempo. Quando l’amministrazione registra l’insoluto, il software invia subito un’email al commerciale, attende la sua risposta e, finché non viene registrato l’avvenuto pagamento, continua a reiterare i solleciti al cliente. Si può decidere che, al terzo sollecito inascoltato, tutto venga passato all’avvocato, anche in questo caso in automatico. Il software impacchetta tutte le comunicazioni relative a quella pratica, compresa una timeline con le date di tutti i solleciti, e inoltra tutto allo studio legale». Il software WorkFlow gestisce automaticamente una serie di situazioni simili, studiate specificamente per le aziende della gomma, dal reso per non conformità al monitoraggio delle prestazioni delle macchine che, in caso di calo, si traduce in un avviso tempestivo al responsabile di produzione per verificare la situazione.
IoT, Cloud e analisi dei dati
N
icola Vezzoli di Sintattica, azienda di Palazzolo sull’Oglio che opera proprio nell’ambito della cosiddetta “digital transformation”, ha invece illustrato il lavoro fatto dalla sua società in collaborazione e in supporto di UTP Vision, il produttore di sistemi di controllo della qualità basati sulla visione artificiale. Sintattica e UTP Vision hanno lavorato insieme nello sviluppo del software MaVix, Manager for
Visual Inspection, che basa il suo funzionamento sull’IoT, l’internet delle cose. «L’IoT», ha spiegato Vezzoli, «non è una novità. Il primo dispositivo connesso vero e proprio fu realizzato negli anni Ottanta alla Carnegie Mellon University, negli Stati Uniti, e aveva lo scopo di informare a distanza professori e ricercatori se il distributore di bottiglie di Coca Cola fosse funzionante e carico prima che questi intraprendessero
il tragitto per raggiungerlo dai loro uffici. Il primo prodotto IoT commerciale è stato un frigorifero, presentato al CES di Las Vegas all’inizio degli anni Duemila, ma costava una fortuna e non ebbe successo. Oggi la tecnologia è diffusissima e viene definita in molteplici modi: Internet of Important Things, di IIoT, di oggetti connessi. In ogni caso si basa su dispositivi che possono essere connessi in rete in modo univoco, sono acL’INDUSTRIA DELLA GOMMA settembre 2019
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MONDOGOMMA
cessibili da remoto e interagiscono con il mondo circostante. Questi sono i tre capisaldi dell’IoT». Legato a questo concetto è quello di cloud computing. Il cloud è un punto di aggregazione dove i dati possono essere raccolti, storicizzati e poi scambiati. Il luogo di concentrazione dei dati, raffigurato convenzionalmente come una nuvola, è costituito da server, in grado di raccogliere le informazioni, capire da quale dispositivo connesso provengano, fare da ponte e trasmetterli all’interlocutore che vuole esaminarli. «La capacità computazionale a disposizione sul cloud – spiega Vezzoli – ha la caratteristica di essere espandibile e flessibile. Una piattaforma collocata sul cloud può quindi essere messa a disposizione di più clienti, che possono utilizzarla a seconda delle loro necessità del momento, impiegando più o meno capacità di calcolo a seconda dell’operazione da svolgere. È un po’ come avere un’auto che va a 200 km/h in Germania, dove non ci sono limiti di velocità, e poi averne un’altra da usare in Italia, dove il limite è invece di 130 lm/h». IoT e cloud computing hanno avuto nel tempo un’evoluzione incredibile. Fra sei anni la base di dispositivi installati nel mondo e connessi al web potrebbe raggiungere, secondo le statistiche più attendibili, il numero impressionante di 75 mi22
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA settembre 2019
liardi di unità. Il trend di crescita è esponenziale e questo, secondo Vezzoli, «ci indica chiaramente come non si possa più fare a meno di questa tecnologia. Avere informazioni e saperle interpretare sarà sempre di più strategico per essere concorrenziali sul mercato e sarà virtualmente impossibile senza l’ausilio di internet e del cloud». La diffusione a bordo macchina di sensori in grado di fornire dati specifici sulla produzione rende accessibili le potenzialità della rete anche alle imprese del manifatturiero, che tendono a servirsene per migliorare i processi produttivi. Il prezzo dei device e il costo dei software è inoltre destinato a calare, proprio per effetto di questa enorme diffusione.
Il funzionamento del software MaVix Fatte queste debite premesse, in che cosa consiste il lavoro fatto per lo sviluppo di MaVix? «Si tratta di un software», spiega Vezzoli, «in grado di raccogliere e interpretare i dati provenienti dalle macchine di ispezione visiva dei manufatti in gomma. Può, in particolare, effettuare analisi in grado di capire da dove origini un difetto e di prendere le adeguate contromisure. MaVix è nato nel 2018 ed è in grado di svolgere due tipi di funzioni: analizzare i dati provenienti dalle macchine di ispezione visiva automatiche, ma anche
valutare le performance dei tavoli di cernita manuale. Funziona utilizzando una rete aziendale a cui sono connesse una o più macchine di ispezione visiva e un gestionale di produzione. MaVix viene collocato all’interno di questo network attraverso un server fisico, su cui è installato, di dimensioni assai ridotte e dotato di schede di rete. Viene stabilito un collegamento bidirezionale con il software di produzione che gli trasferisce, a un certo punto del processo, i lotti da cernire. I lotti vengono a loro volta trasmessi alle macchine che, durante le operazioni, rimandano in tempo reale al server tutti i dati relativi ai pezzi conformi, a quelli scartati, alla velocità del processo e ad altri parametri. Questi dati sono visibili agli operatori, ma anche da remoto a chi ne abbia la necessità, per esempio il management. La possibilità di avere in tempo reale i dati relativi alla cernita da qualsiasi posizione è senz’altro molto interessante e utile, pensando che queste macchine possono lavorare ininterrottamente 7 giorni la settimana per 24 ore al giorno. Manager o responsabile possono così ricevere immediatamente eventuali allarmi, segnalazioni di problemi o altro. Per dimostrare il funzionamento di MaVix Vezzoli ha effettuato una demo live, da cui è emersa la semplicità dell’interfaccia di funzionamento, a partire dall’assegna-
Tecnologie zione dei lotti alle macchine di cernita automatica. Il programma fornisce il tempo stimato di durata del processo e tutta una serie di dati in tempo reale, compresi eventuali inceppamenti, fermate di macchina per la pulizia della tavola, numero di pezzi conformi e scartati. A lavoro terminato è possibile accedere a un resoconto della lavorazione per ricostruire tutto quanto è accaduto, a partire dai tempi in cui la macchina è stata ferma durante il ciclo. «La peculiarità di MaVix», spiega Vezzoli, «è che non occorre fare alcun intervento sulle macchine di cernita per renderle compatibili al software che, quindi, non è per nulla invasivo. Inoltre è molto snello perché non richiede installazioni, a parte quella sul server su cui gira, ed è integrabile con tutti i tipi di gestionale di produzione. È
web-based, e quindi facile da consultare attraverso un normale browser internet. È multiutente e multiprofilo, per consentirne l’accesso a più persone con diversi livelli di operatività in base a ruoli e mansioni». Per quanto riguarda il controllo della cernita manuale, il software MaVix consente di schedulare la lavorazione di un lotto, assegnandola a specifici operatori, per esempio sulla base delle loro capacità personali. È possibile anche ricevere foto che illustrino i dettagli delle difettosità. «È molto importante infine», dice Vezzoli, «la parte di file macchina che vengono messi a disposizione dalle macchine. I file macchina sono prelevabili direttamente dal software e possono essere tenuti in archivio per costituire uno storico. Tutto
è tracciato con log, che consentono di risalire agli operatori che hanno avuto una parte nel processo di cernita». Per quanto riguarda la capacità di interpretare i dati, spetta sempre all’azienda sviluppare le competenze necessarie. Le macchine di cernita generano un’elevatissima quantità di immagini e, quindi, di dati, prodotti a una velocità molto superiore rispetto alla latenza di internet. È quindi virtualmente impossibile trasmettere tutti i dati raccolti dalle macchine in tempo reale. Per ovviare al problema i progettisti di MaVix hanno messo a punto un sistema di campionamento, con l’obiettivo di selezionare, e fornire quindi degli “smart data” piuttosto che dei “big data”, spesso difficili da interpretare, all’utilizzatore.
Strumenti e dati di laboratorio
L’
intervento di Mauro Belloni, di Gibitre Instruments, ha riguardato le soluzioni che la sua azienda, tra i principali produttori di strumenti da laboratorio per il settore gomma, ha adottato per la gestione dei dati. Si tratta di informazioni che ricoprono un’importanza strategica non soltanto a livello di caratterizzazione dei materiali o di controllo del prodotto, ma anche per rendere possibile la tracciabilità per tutta una serie di scopi, dalla gestione dell’azienda all’individuazione delle cause di eventuali difettosità. «I dati di laboratorio», ha spiegato Belloni, «sono fondamentali per definire il livello qualitativo dei materiali in entrata nell’azienda e anche dei prodotti in uscita. La nostra idea è rendere questo corpo di dati quanto più possibile coerenti, facili da capire e da interpretare e, soprattutto, semplici da trovare quando servono. Inoltre tutti gli strumenti presenti in un laboratorio dovrebbero “parlare la stessa lingua”, semplificando quindi anche la formazione dei tecnici, con modalità di installazione e manutenzione semplici e ripetibili. Infine è importante che i dati raccolti siano compatibili con altri sistemi, come il software gestionale, o programmi di analisi, e archiviabili per essere conser-
vati nel tempo, in funzione di analisi future utili per migliorare il processo produttivo». È possibile soddisfare tutti questi desiderata? È l’obiettivo a cui Gibitre ha iniziato a lavorare da anni. «Risale al 2004», ricorda Belloni, «l’installazione del nostro primo laboratorio con database integrato di dati». Sono soprattutto i produttori di mescole che hanno spinto in questa direzione, anche per le tipicità della loro produzione, che anche per un’azienda piccola può arrivare a 250
batch differenti nell’arco della giornata. I produttori di mescole devono anche documentare ai loro fornitori tutto quanto avviene nella produzione dei vari lotti e devono generare quindi grandi quantità di dati. La collaborazione con i compounder ha consentito a Gibitre di iniziare un percorso che continua ancora oggi e che si è rivelata utile anche per altre tipologie di clienti, come i trasformatori che lavorano per il settore automotive, o anche il farmaceutico o il food. L’INDUSTRIA DELLA GOMMA settembre 2019
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Tecnologie
MONDOGOMMA
«Dal 2017», ricorda Belloni, «un’ulteriore spinta alla digitalizzazione e alla raccolta dei dati è stato impresso dal Piano Impresa 4.0, che ha orientato molti clienti verso l’idea di creare un’interconnessione tra gli strumenti da laboratorio e il gestionale aziendale».
La raccolta delle informazioni Come ha strutturato, quindi, Gibitre, il sistema di raccolta dati? I risultati degli strumenti di laboratorio possono essere registrati in modi differenti. In passato quest’operazione veniva svolta manualmente su fogli di calcolo, con il rischio di errori, che aumenta con il numero dei controlli, e, soprattutto con la possibilità di scoprire eventuali scarti dalle tolleranze soltanto dopo che tutta la raccolta dati è stata fatta e registrata. La situazione ideale sarebbe invece di scoprire il problema al momento della misurazione. Ci può essere poi il caso di strumenti che inviano i dati già organizzati e raccolti su fogli di calcolo, con la necessità però di doverli uniformare, tra quelli raccolti dai vari strumenti, per essere poi indirizzati al gestionale per un’analisi. Lavoro abitualmente svolto da un esperto informatico ma pur sempre contraddistinto da una componen-
te manuale e dal fatto che eventuali difettosità emergono soltanto alla fine dei controlli. «La soluzione che abbiamo sviluppato noi», spiega Belloni, «consiste nel partire dal gestionale aziendale per trasferire alcuni dati, al fine di creare un database dotato di informazioni di base, come l’elenco dei clienti, l’elenco dei prodotti e l’elenco degli ordini attivi con l’aggiunta, se sono disponibili a livello di gestionale, anche dei ranking di tolleranza. Questo database disporrà quindi di tutte le informazioni necessarie per poter identificare le prove, attraverso il numero di ordine o, eventualmente, un codice a barre. I dati risultanti dalle prove vengono raccolti quindi in modo univoco sul database, con i risultati immediati anche di eventuali superamenti di tolleranze». Gibitre ha inserito questo concetto nel suo pacchetto di gestione. I software di controllo dei vari strumenti prodotti dell’azienda bergamasca, pur nelle loro specificità, sono costruiti con la stessa logica e inviano i dati a un unico contenitore, un database che può essere custodito dove si vuole, per esempio su un server o su un pc. «Per la gestione del database», spiega Belloni, «abbiamo optato per l’utilizzo di una versione gra-
tuita di SQL Server, un prodotto Microsoft aggiornato ogni anno, che funziona in modo ottimale e realizza upgrade automatici dei database in occasione di ogni nuova release. È anche un sistema che consente il backup automatico dei dati, sia che questi siano installati localmente o su un server. Tutti gli strumenti che produciamo sono dotati di porta usb, quindi collegabili a qualsiasi pc dotato di Windows». Il sistema è estremamente semplice e funzionale, con la possibilità di assegnare diversi livelli di operatività ai vari addetti dell’azienda e, inoltre, il programma è multilingua, aspetto importante quando è necessario produrre documentazione o report per clienti esteri. La connessione con il database aziendale è la chiave di volta per rendere gli strumenti di laboratorio compatibili con le indicazioni del Piano Impresa 4.0 e, quindi, ammissibili all’iperammortamento. «Per renderla possibile», spiega Belloni, «facciamo in modo che il cliente prepari, dal gestionale aziendale, delle tabelle di esportazione dei dati. Noi leggiamo da queste tabelle per aggiornare il nostro database, senza che nessun nostro addetto entri in contatto con il gestionale aziendale. Il programma che effettua questo aggiornamento è facilmente
Proteggersi dai cyberattacchi
«S
e aveste accesso al firewall della vostra azienda vedreste che ogni due o tre minuti qualcuno cerca di bucare la protezione e di entrare nella vostra rete». Così, con queste parole per la verità abbastanza allarmanti, Fabio Zinesi di In4Tek ha aperto l’ultimo intervento dell’IT Rubber Forum, dedicato al fenomeno del cybercrime. Una realtà dilagante, ma spesso sottovalutata dagli imprenditori italiani, e non soltanto da quelli che operano nel settore gomma. «Il fatto è», dice Zinesi, «che oggi, nella fabbrica digitale, non abbiamo più soltanto i computer degli uffici connessi alla rete. Abbiamo anche le macchine che effettuano la produzione. E allora come ci dobbiamo comportare nei loro confronti? Sono già protette da at24
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA settembre 2019
tacchi esterni? Dobbiamo proteggerle? Oppure possiamo ignorare di tutto il problema?» Per capire come reagire bisogna conoscere il pericolo con cui ci si confronta e sfatare alcuni miti come quello, per esempio, che i virus informatici possono infettare solo i computer. «In realtà non è così», ha osservato Zinesi, «come ha rivelato al mondo la scoperta di Stuxnet, un virus con cui gli Stati Uniti, per sabotare l’attività delle centrali nucleari iraniane, infettarono nel 2006 i PLC, di produzione Siemens, utilizzati per la gestione degli impianti». L’infezione fu scoperta soltanto nel 2010 e rivelò come anche le reti che governano la produzione industriale sono vulnerabili agli attacchi esterni. Oggi sappiamo che i cyberattacchi mirati all’industria sono
assai frequenti e possono avere effetti disastrosi, come è avvenuto per esempio a Nissan lo scorso anno, quando 5 impianti hanno dovuto sospendere completamente la produzione per una settimana. «Il gruppo FedEx», rivela Zinesi, «ha messo a budget per il 2019 300 milioni di perdite per cyberattacchi, già consapevole del fatto che le sue difese, in un modo o nell’altro, saranno penetrate da qualche hacker. È vero che si tratta di un gruppo con un fatturato di miliardi, ma è chiaro come questo tipo di minaccia possa provocare davvero danni ingenti a un’azienda». È importante quindi prendere consapevolezza del fatto che l’IT di un’azienda deve preoccuparsi anche della gestione della rete industriale e non soltanto di quella degli uffici. In Italia sono stati
Tecnologie
MONDOGOMMA configurabile e di utilizzo immediato».
registrati attacchi a sistemi di gestione di un acquedotto o di impianti di produzione di biogas, rivelando che il problema è molto concreto anche nei nostri confini. Quale risposta devono darsi, dunque, le imprese di fronte al dilemma del tipo di protezione di cui dotarsi. «Dipende da come è disegnata la fabbrica», spiega Zinesi, «ma una cosa è certa: non esiste un sistema informatico assolutamente impenetrabile. La sicurezza al 100% che un sistema informatico non verrà mai attaccato e bypassato da un hacker non può essere raggiunta. Quello che si può ottenere è una protezione commisurata a quello che si intende proteggere e al livello di rischio che si intende ragionevolmente correre. È fondamentale quindi analizzare la struttura della rete aziendale e individuare i punti di accesso che vanno protetti». Quali sono le minacce possibili? L’arresto della produzione finché il problema non è risolto è senz’altro il rischio più facilmente prevedibile. Ma ci possono essere attacchi, magari commissionati da concorrenti, che portano a una deriva impercettibile dei parametri di produzione o alla perdita di controllo delle macchine, con conseguenti rischi per l’incolumità fisica degli addetti. In molti casi queste anomalie non appaiono dai dati di produzione, perché i sistemi di controllo continuano a funzionare in modo apparentemente normale. 26
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«I problemi più comuni che rendono vulnerabili le nostre reti», avverte Zinesi, «sono l’uso di username e password troppo semplici o addirittura mancanti, dati che passano in chiaro e non criptati dai computer al server, protocolli vulnerabili. Troppo spesso si usano password come “12345”, “admin” oppure “password”, estremamente facili da bypassare. Senza fare nomi, ma è realmente accaduto il caso di un’azienda del settore gomma che, per aver adottato la password “Password1”, è stata privata di tutti i suoi dati, per sentirsi poi chiedere una richiesta di riscatto di 10.000 euro». Una verifica sulle password aziendali in vari punti di accesso rivelerà che in ogni azienda esistono debolezze di questo tipo. Chi pensa di essere al riparo da attacchi del genere, perché magari è piccolo e poco visibile, non tiene conto che malware come quelli di ransomware, che puntano cioè a chiedere riscatti in cambio dei dati, funzionano in modo automatico, come il trojan Cryptolocker, comparso nel 2013 e perfezionato nel 2017. Una minaccia informatica che, ha fatto notare Zinesi ai presenti all’evento, «ha sicuramente colpito almeno un terzo delle aziende presenti in questa sala». Ci sono altre buone regole di sopravvivenza. Per esempio, se si dispone di una rete wi-fi, è opportuno mettere a disposizione degli ospiti dell’azienda una re-
te dedicata e non consentire l’accesso a quella aziendale. Inoltre, i dati di backup devono essere custoditi in un luogo diverso dai dati aziendali. Quello che tutti dovrebbero prendere in considerazione, poi, è incaricare il responsabile dell’IT aziendale anche della gestione della rete di fabbrica, formandolo con le conoscenze necessarie, partendo dal presupposto che le competenze informatiche sono diverse da quelle per l’automazione. «Il minimo da fare per », suggerisce Zinesi, «è fare in modo che il firewall copra sia la rete aziendale che quella industriale e che l’antivirus copra determinate macchine, in particolare quelle dotate di un interfaccia uomo-macchina basata su Windows. Inoltre è fondamentale utilizzare una connessione VPN (Virtual Private Network) per accedere alla rete aziendale da remoto, cioè da qualsiasi posizione esterna all’azienda». La rete va poi segmentata. La rete industriale e quella aziendale non devono dialogare tra loro se non attraverso una porta controllata. È importante ridurre a uno solo il punto di accesso e di comunicazione tra le due reti, in modo da rendere più semplice la protezione e il controllo. Se invece da qualsiasi computer degli uffici è possibile accedere direttamente alla macchina per verificare i parametri di produzione, la rete è stata concepita male e presenta un’elevata vulnerabilità. Basta infatti essere infettati da un virus attraverso un’email perché tutti i dispositivi connessi nell’azienda vengano colpiti. Il backup dei dati va poi esteso anche ai PLC. «Al di là delle raccomandazioni minime», conclude infine Zinesi, «esiste anche un approccio ottimale per garantirsi la cybersecurity. Consiste innanzi tutto nel rivolgersi a un consulente per avere un assessment della rete industriale e della struttura informatica a livello di shopfloor e farsi indicare una serie di misure specifiche da adottare. Il consulente deve avere competenze sia di tipo informatico che a livello di automazione industriale. L’altra preoccupazione che bisogna avere sempre presente è predisporre la raccolta e storicizzazione dei dati in modo da garantirsi la continuità operativa. Quindi avere backup di tutti i dati fondamentali per il funzionamento della parte industriale dell’azienda».
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FOCUS
INCHIESTA Le nostre domande 1. Negli scorsi mesi uno dei principali problemi con cui si è dovuto confrontare il settore degli elastomeri è stato lo shortage di materie prime. Come valutate la situazione oggi? Si tratta di un’emergenza superata oppure permane?
2. Come valutate l’andamento del mercato in questa prima metà del 2019?
3. L’industria richiede sempre di più mescole “ripetibili”, che mantengano le stesse caratteristiche anche quando vengano prodotte in lotti differenti. Da un lato c’è chi osserva che le tecnologie digitali possono essere un alleato ideale per raggiungere questo obiettivo, dall’altro chi mette in evidenza come la complessità dei compound e la natura intrinseca degli elastomeri di per sé rendano impossibile il raggiungimento della ripetibilità assoluta, che resta un obiettivo a cui tendere ma impossibile da realizzare sempre e in ogni situazione. Qual è la vostra opinione al riguardo? E come state strutturando la vostra organizzazione per servire al meglio anche i clienti più esigenti?
4. L’apporto dell’automazione e delle tecnologie digitali è sempre più invocato per rendere più competitivo il manifatturiero italiano, ma finora le soluzioni sul mercato si sono però rivelate accessibili per le piccole e medie imprese e per i settori di nicchia. Negli ultimi due anni, però, abbiamo riscontrato anche da parte dei produttori di macchinari per la mescolazione una sempre maggiore spinta ad adottare soluzioni cosiddette “industry 4.0”. Voi in che modo guardate a questo tipo di innovazione?
5. Con il cosiddetto Decreto Crescita il governo ha reintrodotto il Superammortamento, che aveva eliminato soltanto alla fine dello scorso anno dagli strumenti incentivanti previsti dal cosiddetto Piano Impresa 4.0. Questa misura si affianca nuovamente, quindi, all’Iperammortamento. Pensate di poter trarre vantaggio, in qualche modo, da questo incentivo? E, più in generale, come valutate la politica di supporto alle imprese nel nostro Paese? Possono realmente misure che vengono eliminate e poi reintrodotte nell’arco di soli sei mesi essere di reale utilità alle imprese? Che cosa sarebbe veramente auspicabile dal vostro punto di vista, per poter dare un reale supporto ad aziende come la vostra?
Mescole: il polso del mercato Se da un lato il shortage di materie prime che ha condizionato buona parte del 2018 sembra essere superato, dall’altro i primi mesi del 2019 non hanno palesato una crescita per le aziende che operano nel settore compound in Italia. Sono stati comunque mantenuti i livelli dello scorso anno, che con il 2017 è stato il più positivo del decennio per le imprese del settore. Umori quindi tutto sommato buon i per i produttori di mescole, spinti anche da un vento di forte trasformazione tecnologica, alimentato più dalla necessità di mantenere i livelli di competitività che dalle iniziative della politica. Che purtroppo, quando c’è da sostenere l’industria che muove il Pil italiano, non sembra in grado di capire e assecondare le reali necessità delle nostre imprese.
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FOCUS
«Stiamo investendo costantemente, soprattutto
In quali colori? Solo nere le gomme organiche; di ogni colore le siliconiche
per quanto riguarda l’aspetto tecnologico, per garantire la miglior ripetibilità possibile
Comet Emanuele Goffi
»
Direttore vendite
Quale quantitativo minimo accettate per un ordine? Variabile a seconda del prodotto Quante linee di mescolazione avete in funzione? 4 organiche; 3 siliconiche
Producete anche per l’esportazione? Sì In quale percentuale rispetto alla produzione totale? 30%
1.
La situazione permane tesa se riferita alle basi siliconiche. Si riesce a lavorare discretamente bene, previa opportuna programmazione, per tutti i restanti materiali.
2.
Assistiamo ad una flessione dall’entità molto variabile a seconda di prodotti e settore applicativo. È pur vero che dopo un biennio di crescita importante sarebbe stato inopportuno aspettarsi una replica anche nel 2019. Si sperava tuttavia in qualcosa di meglio. Confidiamo dunque nella seconda parte dell’anno.
3.
Stiamo investendo costantemente. Comet ha sempre fatto della costanza di qualità uno dei propri cavalli di battaglia. Tali investimenti hanno riguardato in maniera importante anche l’aspetto tecnologico, per garantire la miglior ripetibilità possibile. Di certo non bisogna dimenticare che è altrettanto fondamentale la scelta di determinati partner/fornitori e materie prime.
4.
Nella nostra azienda sono stati realizzati numerosi investimenti in ottica “Industry 4.0”, quasi sempre in stretta collaborazione con i fornitori di macchinari.
5.
Sarebbe auspicabile a nostro giudizio che questi strumenti incentivanti acquisissero maggior stabilità temporale, consentendo alle aziende interessate di pianificare con la necessaria tranquillità gli investimenti contemplati dalla normativa.
LA SCHEDA AZIENDALE COMET Sede: via Fogliano Traversa Prima, 12 – Coccaglio (BS) Quanta mescola producete in un anno? 30.000 t Quali tipologie di mescole producete? ACM, NBR, HNBR, CR, EPDM, NR, Siliconica, Fluorosiliconica, SBR, BR, AEM, IIR, BRIIR Per quali settori in particolare? Automotive, Industriale, Elettrico, Costruzioni/Edilizia, Tubi/Collettori/ Termoidrosanitario, Guarnizioni, Medicale In quale formato fornite la mescola? Striscia pretagliata o continua, Placche intere o pretagliate, Rotolo, Bobina, Profilo sagomato estruso
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L’automazione per noi non è un trend da seguire, ma è funzionale alle esigenze aziendali, per migliorare la produzione e il monitoraggio dei processi
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Compounds Jan Kuron CSO/CMO
1.
Attualmente non vediamo particolari criticità per quanto riguarda le materie prime che noi processiamo. Lavoriamo a stretto contatto con i nostri fornitori e attraverso una buona pianificazione riusciamo ad evitare eventuali difficoltà di approvvigionamento.
2.
Questo primo semestre ha evidenziato un trend positivo e stabile, paragonabile all’anno scorso.
3.
Le nostre mescole devono soddisfare elevati standard qualitativi. I nostri clienti si aspettano da noi un elevato grado di riproducibilità e caratteristiche costanti dei vari lotti di produzione. Monitoriamo accuratamente l’intero processo produttivo a partire dalle materie prime, i parametri di processo e formiamo i nostri dipendenti, affinché sia possibile ad ogni fornitura confermare il nostro più importante punto di forza: la nostra alta qualità.
4.
In Compounds AG utilizziamo le tecnologie per automatizzare e monitorare i nostri processi. Siamo sempre estremamente attenti alle migliorie che possano implementare il nostro sistema produttivo. Prestiamo sempre molta attenzione agli obiettivi che desideriamo conseguire. Per noi l’automatizzazione non è intesa come un trend da seguire, ma deve essere funzionale alle esigenze aziendali.
5.
Su questo tema non abbiamo commenti.
Inchiesta mescole
«
LA SCHEDA AZIENDALE
Quello di cui avremmo veramente bisogno in termini di politica industriale è di certezze, con uno schema fiscale e di incentivi pluriennale
COMPOUNDS Sede: Barzloostrasse 1 - CH 8330 Pfäffikon ZH – Svizzera Quanta mescola producete in un anno? 3.500 t Quali tipologie di mescole producete? ACM, NBR,
»
HNBR, ECO, CR, EPDM, NR, Altro
Per quali settori in particolare? Industriale, Elettrico, Costruzioni/Edilizia, Tubi/Collettori/Termoidrosanitario, Guarnizioni, Altri In quale formato fornite la mescola? Striscia pretagliata o continua, Placche intere o pretagliate, Foglia, Rotolo, Profilo sagomato estruso, Corda In quali colori? Tutti i colori secondo la richiesta del cliente
Quale quantitativo minimo accettate per un ordine? Il lotto minimo varia da 80 a 100 kg Quante linee di mescolazione avete in funzione?
Amministratore delegato
1.
Per quanto ci riguarda pare che il periodo critico sia passato. La flessione di domanda rende disponibili sul mercato quantità adeguate di materie prime e malgrado siano presenti possibili motivi di incertezza ed instabilità non sembra per ora che da questo punto di vista la situazione possa peggiorare.
2.
Due, una per le mescole scure, una per quelle colorate Producete anche per l’esportazione? Sì
In quale percentuale rispetto alla produzione totale? 70%
Der-Gom Giorgio Bolis
È stato un andamento bicefalo, con un primo trimestre molto brillante, supportato anche da numerose richieste di nuove offerte, al quale è seguito purtroppo un secondo semestre che si è indebolito mese dopo mese, ed anche il mese di luglio conferma questa tendenza. Senz’altro la generale crisi del settore automotive in Europa, la stagnazione dei consumi e l’incertezza politica del periodo ha concorso a questo risultato. Siamo speranzosi che da settembre possa manifestarsi qualche segnale di ripresa.
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FOCUS
3.
Da tempo stiamo investendo in tecnologia per diventare una smart factory, rinnovare impianti e infrastrutture informatiche e ridurre i consumi
4.
1.
La strada maestra è tracciata. Naturalmente il percorso è ostico e richiede forti investimenti sia di hardware che di formazione ed approccio organizzativo. Confido che con il supporto dei fornitori di macchinari e di software oltre che con l’aiuto di esperti del settore informatico nei prossimi anni anche l’industria della gomma possa fare significativi passi avanti in questo campo.
5.
Stiamo investendo sull’automazione della sala mescole, ci aspettiamo di poter usufruire degli incentivi fiscali nuovamente messi a disposizione. Preferisco, per decenza, non addentrarmi in valutazioni sulla politica industriale italiana. Io credo che quello di cui avremmo veramente bisogno è di certezze: politiche fiscali e di incentivazione pluriennali sulla scorta delle quali poter programmare investimenti di medio termine; costi dell’energia meno penalizzati da balzelli fiscali e parafiscali; una ulteriore introduzione di flessibilità del mercato del lavoro; infine minor burocrazia.
LA SCHEDA AZIENDALE DER-GOM SRL Sede: Garbagnate Monastero (LC) Quanta mescola producete in un anno? 4.000 t Quali tipologie di mescole producete? ACM, NBR,
Quale quantitativo minimo accettate per un ordine? 150 kg Quante linee di mescolazione avete in funzione? Due da 160 l
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA settembre 2019
Direttore commerciale
Credo sia necessario precisare che lo shortage ha riguardato in misura differente i diversi elastomeri. Nel nostro caso, ossia quello degli FKM, la situazione ci è parsa infatti meno critica rispetto a quella degli altri polimeri. La nostra azienda, inoltre, vanta un rapporto di fornitura privilegiato in quanto gode, attraverso il proprio network, di una partnership con un importante produttore cinese, che ci assicura uno stock di materiale sempre disponibile. Gli unici prodotti di difficile reperibilità sono quindi stati per noi i gradi speciali. Ad ogni modo, guardando al mercato in generale, pare che l’emergenza sia rientrata.
2.
Occorre fare una distinzione: da una parte l’andamento delle vendite è in flessione rispetto allo scorso anno, scenario che pare coinvolga in modo analogo tutto il comparto della gomma, o per lo meno, quello dei compoundatori e degli stampatori. Dall’altro lato, però, sembra notevolmente in crescita il numero di nuovi progetti che richiedono l’utilizzo di articoli in FKM, e quindi le nuove richieste abbondano. Ci auguriamo, quindi, che questo sia di buon auspicio per il 2020. L’industria oggigiorno chiede mescole ripetibili perché l’elevata automazione sta prendendo piede anche nel comparto della gomma, tuttavia è impensabile credere di poter raggiungere l’assoluta costanza. Ciò non toglie che in Elastomers Union ci siamo strutturati per andare incontro alle esigenze dei clienti. Infatti, se da un lato riusciamo ad avere un elevato controllo sulle materie prime in entrata, e in particolare sui polimeri, attraverso una continua interazione e uno scambio di informazioni costante con il fornitore, dall’altro stiamo ultimando l’installazione di una nuova e più capiente linea di mescolazione, la quale, attraverso un ciclo di lavorazione appositamente studiato, garantirà sicuramente una migliore omogeneizzazione dei diversi ingredienti che compongono una mescola in FKM.
4.
Producete anche per l’esportazione? Sì In quale percentuale rispetto alla produzione totale? Circa il 10%
»
Elastomers Union Armando Pagani
3.
HNBR, ECO, CR, EPDM, NR, SBR, Butile, Alobutile, CSM Per quali settori in particolare? Automotive, Industriale, Elettrico, Costruzioni/Edilizia, Tubi/Collettori/ Termoidrosanitario, Guarnizioni, Rivestimento rulli, Calzature In quale formato fornite la mescola? Striscia pretagliata o continua, Placche intere o pretagliate, Foglia, Bobina, Profilo sagomato estruso In quali colori? Nere e colorate
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«
A mio parere sono vere entrambe le affermazioni. È vero che la complessità del compound e la sua produzione “discreta” comporta in se un numero elevato di fattori di variabilità; è però altrettanto vero che impianti di produzione moderni, supportati da tecnologie 4.0 permettono un sofisticato controllo del processo e la possibilità di migliorare sensibilmente la costanza ed omogeneità dei lotti. Da parte nostra stiamo investendo sul completo rifacimento dell’automazione della sala mescole per poter operare proprio nella direzione indicata.
Elastomers Union percorre ormai da qualche anno la strada dell’innovazione per perseguire l’obiettivo di diventare una smart factory. Lo ha fatto principalmente su tre fronti, ossia rinnovando i propri impianti produttivi, migliorando le proprie infrastrutture informatiche e prendendosi cura dell’impatto energetico, al fine di incrementare la qualità del prodotto finito, essere competitiva economicamente e
Inchiesta mescole rispondere in modo efficace ed efficiente alle richieste del mercato, mai dimenticando la necessità di un minor impatto sull’ambiente. Il sistema di pesatura e di dosaggi e la linea di produzione principale sono i macro ambiti su cui si è deciso di intervenire in via prioritaria, affidandosi a fornitori di prim’ordine e a specialisti del settore. Il tutto è stato pensato e progettato all’interno di una cornice di nuova e totale informatizzazione degli impianti produttivi, che permette di tracciare l’intera produzione, evidenziando anomalie in tempo reale e archiviando uno storico completo di tutte le operazioni produttive effettuate per ogni fornitura di mescola. Un progetto probabilmente ambizioso per una piccola e giovane azienda come la nostra, che vanta però un grande know-how chimico e tecnico e mira determinatamente a produrre mescole 4.0.
5.
Rdc
Sicuramente gli incentivi possono fare comodo, ma probabilmente il loro effetto è limitato nel tempo e nello spazio, intendendo con ciò il fatto che i benefici spesso si esauriscono nel breve o medio termine e coinvolgono una specifica azienda. Sarebbe forse più utile pensare a misure che abbiano un impatto molto più intenso, permeante e su vasta scala, che siano in grado cioè di coinvolgere tutte le aziende del settore con benefici duraturi nel PaginaPubblicitaria Corretta MAGGIO 2016.pdf 1 tempo. 27/05/16 15:42 È indubbio che la zona del Sebino sia uno dei distretti più
importanti al mondo per la produzione legata alla gomma, tuttavia le sinergie che si sono create all’interno sono state frutto esclusivo dell’iniziativa privata. Corsi formativi, scuole di specializzazione o strumenti che permettano la creazione di un polo universalmente riconosciuto sono ancora ben lontani dalla visione di crescita dei vari governi.
LA SCHEDA AZIENDALE ELASTOMERS UNION SRL Sede: Via Marconi 71, 40122 Bologna Sede operativa via della Concia 3A, 40023 Poggio Piccolo – Castel Guelfo Quanta mescola producete in un anno? Una media di 500 t Quali tipologie di mescole producete? FKM, FVMQ Per quali settori in particolare? Automotive, Industriale, Elettrico, Guarnizioni, Altri In quale formato fornite la mescola? Striscia pretagliata o continua, Placche intere o pretagliate, Foglia, Rotolo, Bobina In quali colori? Qualsiasi Quale quantitativo minimo accettate per un ordine? Per velocizzare il processamento degli ordini suggeriamo ai nostri clienti di ordinare multipli di 50/60 kg, mentre in fase di campionatura possiamo fornire mescole da 6/7 kg
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FOCUS Quante linee di mescolazione avete in funzione? In totale abbiamo tre linee: una da 8 kg, una da 60 kg circa e una nuova linea recentemente installata da circa 150 kg Producete anche per l’esportazione? Sì
In quale percentuale rispetto alla produzione totale? Tra il 10% e il 20%
5.
«La scarsa stabilità di leggi e decreti che compaiono,
Direttore generale
La politica purtroppo non supporta mai realmente le aziende, che devono sempre far conto solo sulle proprie risorse. Lo dimostra la poca stabilità di leggi e decreti che compaiono e scompaiono e poi magari ricompaiono nel giro di pochi mesi, non lasciando il tempo materiale per poterne usufruire in modo serio e duraturo. Una diminuzione drastica della morsa fiscale soprattutto su medie e piccole imprese agevolerebbe la crescita di queste ultime diminuendo il tasso di disoccupazione.
1.
LA SCHEDA AZIENDALE
scompaiono e poi magari ricompaiono in pochi mesi non lascia il tempo per usufruirne
Eurorubber Nicola Pizzoli
»
La contrazione dell’industria automobilistica riflette i suoi effetti negativi anche nella produzione degli pneumatici e degli articoli tecnici. Conseguentemente, sul mercato europeo, l’offerta di polimeri è ampia.
2.
Già dallo scorso novembre 2018 si è rilevato un rallentamento dei volumi su tutti i settori merceologici con particolare rilevanza nell’automotive e in tutto l’indotto. Situazione che persiste tutt’oggi ed abbastanza anomala considerando che a cavallo della chiusura per ferie estive come per le vacanze invernali solitamente si rileva maggior euforia e concentrazione di ordinativi. Ciò nonostante la continuità di rapporto coi clienti ha premiato quelle aziende che hanno operato con serietà, dedizione e soprattutto che sono cresciute investendo negli anni.
3.
La costanza di prodotto è alla base del grado di qualità richiesto dalla clientela in quanto permette una processabilità costante il più delle volte con cicli ad estrazione automatica. Sicuramente la tecnologia aiuta non solo per le automazioni ma anche per il controllo dei vari processi al fine di ottenere un prodotto il più costante possibile. Anche le tolleranze sono sempre più ristrette per assottigliare al massimo le differenze tra i vari lotti. La tendenza dei produttori di mescole si orienta poi su macchinari di medio-grandi dimensioni che oltre ad ottimizzare i costi di produzione offrono una minor diversificazione delle commesse. Con riferimento a queste ultime, per quanto riguarda quelle di piccole dimensioni, se gestite con una buona programmazione ed ottimizzazione degli impianti permettono di ottenere una migliore costanza di prodotto.
4.
Dipende molto dall’indirizzo preso dalle varie aziende, che siano esse piccole, medie o grandi, dai settori merceologici e soprattutto dagli articoli. Ove c’è maggior competizione,
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solitamente sui grandi volumi, l’automazione diventa quasi indispensabile per poter essere competitivi, ma non sempre le piccole aziende hanno la possibilità di finanziare questo tipo di investimenti. Nel settore specifico della mescolazione le tecnologie sui macchinari della gomma sono sempre le stesse, mentre si è lavorato molto sugli asservimenti nel tentativo di ridurre al massimo il costo della manodopera, come ad esempio le dosature ed i magazzini automatici.
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA settembre 2019
EURORUBBER SPA Sede: Via Tarona 8 – Pontetaro di Fontevivo (Parma) Quanta mescola producete in un anno? Circa 9.500 t Quali tipologie di mescole producete? NBR, CR, EPDM, NR
Per quali settori in particolare? Automotive, Industriale, Costruzioni/Edilizia, Tubi/Collettori/ Idrotermosanitario, Guarnizioni In quale formato fornite la mescola? Striscia pretagliata o continua, Placche intere o pretagliate, Foglia, Rotolo, Profilo sagomato estruso In quali colori? Prevalentemente nero, ma anche grigio e bianco
Quale quantitativo minimo accettate per un ordine? Un batch, pari a 220 kg circa Quante linee di mescolazione avete in funzione? Due
Producete anche per l’esportazione? Sì In quale percentuale rispetto alla produzione totale? 30%
Inchiesta mescole
«L’obiettivo delle tecnologie è minimizzare le incognite
3.
Sales manager, Managing director Mesgo Polska
Sicuramente la tecnologia ci aiuta e giocherà un ruolo sempre più fondamentale per ottenere la ripetibilità assoluta delle mescole. Per ambire a questo obiettivo abbiamo studiato e sviluppato le nostre produzioni lavorando su diversi fronti: automatizzato il più possibile i processi, ridotto le tolleranze delle dosate, automatizzato e controllato i dosaggi, eliminato al massimo l’incognita dell’errore umano ottenendo il 100% di rintracciabilità delle materie prime e del processo. L’obiettivo delle tecnologie è ridurre al minimo le variabili durante i processi, la varietà delle proprietà intrinseche delle n-materie prime presenti nella ricetta non riusciremo mai ad eliminarla.
1.
4.
durante i processi, ma non è possibile eliminare del tutto le variabili delle proprietà intrinseche delle materie prime
»
Mesgo Cesare Finazzi
Attualmente la situazione sul mercato si è stabilizzata per tutti i vari elastomeri: la richiesta e l’offerta non sono più sbilanciate. Direi che l’emergenza è superata. Attendiamo le dinamiche del mercato per capire gli sviluppi nel secondo semestre 2019.
2.
Se analizziamo il continuo trend di crescita degli ultimi 10 anni direi positivo. Il primo semestre 2019 va a confermare un eccezionale primo semestre 2018: se parametrato sull’anno, il primo semestre 2019 per noi è in crescita. Sentori di un rallentamento nei vari settori si sono avuti sui progetti attivi, compensati dai nuovi business partiti ad inizio anno.
Gli ultimi investimenti fatti per industria 4.0 del 2017 e 2018 stanno portando ulteriori vantaggi sulla qualità del processo e delle mescole.
5.
Abbiamo sfruttato i vari incentivi, ma non sono stati determinanti per la scelta dell’investimento. Sicuramente aiutano sia per lo sviluppo che per la continua crescita dell’azienda, sotto profilo produttività, capacità e sicurezza. Auspicabile sarebbe avere più chiarezza delle normative, stabilità nel tempo di certi incentivi per pianificare un piano industriale sempre più complesso e lungimirante e una semplificazione della burocrazia con processi snelli.
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FOCUS
LA SCHEDA AZIENDALE MESGO SPA Sede: Via Virgilio 16 – Gorlago (Bergamo) Quanta mescola producete in un anno? 14.500 t (a livello di gruppo)
Quali tipologie di mescole producete? ACM, NBR, HNBR, ECO, CR, EPDM, NR, FKM, FFKM, Siliconica, Fluorosiliconica, Altro Per quali settori in particolare? Automotive, Industriale, Elettrico, Costruzioni/Edilizia, Tubi/Collettori/ Idrotermosanitario, Guarnizioni, Medicale, Altri In quale formato fornite la mescola? Striscia pretagliata o continua, Placche intere o pretagliate, Foglia, Rotolo, Bobina, Granulata, Corda, Preformata In quali colori? Tutti
Quale quantitativo minimo accettate per un ordine? Secondo la tipologia del prodotto da 1 a 150 kg Quante linee di mescolazione avete in funzione? 9 mescolatori
Producete anche per l’esportazione? Sì In quale percentuale rispetto alla produzione totale? 30%
«Si stanno manifestando segnali di ripresa che lasciano intravvedere incoraggianti previsioni per l’ultimo trimestre 2019 e l’inizio del 2020
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Parker Hannifin Italy Umberto Montuoro Sales manager Parker Tecnocompounds
1.
L’ emergenza caratterizzata dallo shortage di materie prime è una circostanza ormai provvisoriamente superata, anche perché condizionata dalla diminuzione generalizzata della domanda per effetto della situazione economica globale e in particolare europea e nazionale . Ciò nonostante non è da escludere in un prossimo futuro il palesarsi di sempre più frequenti fenomeni correlati a una instabilità di mercato congiunturale unita ad effetti speculativi.
2.
Il primo semestre del 2019 è stato caratterizzato dal calo generalizzato della domanda per le ragioni già esposte. Segnali di flebile ripresa si stanno manifestando, lasciando intravvedere incoraggianti previsioni di controtendenza previsti sull’ultimo trimestre dell’anno e per l’inizio del 2020.
3.
Non vi è dubbio che le tecnologie digitali possano contribuire a migliorare sensibilmente la ripetibilità delle mescole
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA settembre 2019
nel mantenere costanti le proprie caratteristiche anche in lotti differenti, grazie in particolare alla riduzione dei rischi determinati dal fattore “umano”. Ciò detto permane allo stato attuale un obiettivo utopistico il raggiungimento della ripetibilità assoluta, giacché le mescole per propria natura sono dei multi compositi formati da differenti tipologie di ingredienti aventi una inevitabile intrinseca variabilità fisiologica che la tecnologia non può annullare in modo definitivo. Parker per sua natura prosegue sempre e costantemente a investire in strumenti di ricerca, di analisi e di processo per il continuo miglioramento del prodotto e servizio offerto.
4.
Come accennato in precedenza la Parker per sua natura e strategia è sempre volta alla ricerca di ogni fattore di novità, al fine di promuovere “innovazione”. Pertanto le soluzioni “industry 4.0” rappresentano un elemento di assoluto e primario interesse che contribuisce al concetto di Winovation utilizzato in Parker.
5.
Ogni misura legislativa che contribuisca ad incentivare la crescita aziendale è sempre e comunque vista con assoluto interesse ed auspicabile. Allo stato dell’arte, ahimè, tali iniziative sono insufficienti o non incisive per dare slancio alle attività imprenditoriali.
LA SCHEDA AZIENDALE PARKER HANNIFIN ITALY Sede: Via provata Archimede 2 – Corsico (Milano) Plant: via Toscana 6 – Siziano (Pavia) Quanta mescola producete in un anno? nd Quali tipologie di mescole producete? ACM, NBR, HNBR, ECO, CR, EPDM, NR Per quali settori in particolare? Industriale, Elettrico, Costruzioni/Edilizia, Tubi/Collettori/Idrotermosanitario, Guarnizioni, Altri In quale formato fornite la mescola? Placche intere o pretagliate, Foglia, Granulata, Profilo sagomato estruso In quali colori? Neutre e in svariati colori Quale quantitativo minimo accettate per un ordine? 1.500/2.000 kg Quante linee di mescolazione avete in funzione? Due
Producete anche per l’esportazione? Sì In quale percentuale rispetto alla produzione totale? 65%
Inchiesta mescole 2.
«La disponibilità di materie prime nel 2020
si è sufficientemente normalizzata per i materiali di utilizzo più comune, anche per effetto di una domanda più contenuta
PMG Carlo Nolli
»
Sales manager
1.
In generale la situazione di disponibilità materie prime si è sufficientemente normalizzata per i materiali di utilizzo più comune. La domanda di mercato sostanzialmente più contenuta rispetto allo scorso anno ha sicuramente contribuito a normalizzare la disponibilità di quei materiali che erano in situazione più difficile. Permane ancora qualche eccezione legata a materiali che soffrono di una situazione di criticità cronica per insufficiente capacità installata o per particolari dinamiche di mercato locali. Diversa poi, per chi come PMG opera anche in mercati extraeuropei, è la situazione legata a dazi e barriere doganali che stanno rendendo sempre più difficile e costoso reperire i materiali idonei in questi mercati.
Già dagli ultimi mesi del 2018 abbiamo assistito a un generico rallentamento della domanda, più marcatamente per le applicazioni legate al settore automotive, per le ragioni note. La prima parte del 2019 ha confermato questo trend. È possibile che nella seconda parte dell’anno si presenti un piccolo “rimbalzo” positivo, forse già evidenziato nei mesi di giugno e luglio, ma l’incertezza del mercato dell’auto rimane il fattore principale di questa situazione. Negli altri settori si registrano performance eterogenee, con alcuni comparti merceologici ancora in positivo sull’onda dei risultati importanti dello scorso anno e altri in situazione meno favorevole.
3.
Operando in settori altamente qualificati PMG è da molto tempo attenta alla qualità del prodotto e alla costanza qualitativa delle sue caratteristiche. Da tempo abbiamo investito in automazioni di processo e strumenti di controllo che potessero garantire il livello qualitativo e la consistenza delle produzioni che i nostri clienti ci hanno richiesto. Come già evidenziato le mescole elastomeriche per la natura e la tipologia dei polimeri utilizzati sono soggette a variazioni statistiche naturali. Sta anche nella capacità del compoundatore di minimizzare le variazioni mediante opportuni accorgimenti formulativi e produttivi e garantire la costanza qualitativa necessaria che il prodotto e il processo di trasformazione richiedono.
FOCUS
4.
Da diversi anni ormai PMG sta investendo nell’ambito produttivo in macchinari per la mescolazione e soprattutto nei sistemi di controllo con l’automazione e con l’informatica. Inizialmente questa scelta è stata fatta dai grossi produttori con campagne produttive consistenti, ma successivamente anche le aziende più piccole ma più specializzate sono state obbligate a ricorrere a sistemi più automatizzati, anche per mancanza di personale qualificato e di esperienza. PMG ha investito negli ultimi anni capitali e risorse umane nelle infrastrutture informatiche nell’ottica aziendale dell’Industria 4.0, che ci ha permesso una maggiore integrazione dei sistemi insieme ad una migliorata sensibilizzazione degli operatori.
5.
Dal governo e dalle istituzioni preposte a supportare le imprese, soprattutto nel settore manifatturiero che ancora contraddistingue l’attività industriale nazionale, ci si aspetterebbero una politica ed un’attività di sostegno di più ampio respiro e con obiettivi a medio lungo termine. Del resto l’alta “volatilità” politica degli ultimi anni nel nostro paese non ha reso possibile una politica coerente ed efficace di supporto alle attività industriali. PMG, come già ricordato prima, continua ad investire nella propria attività utilizzando quando disponibili gli strumenti finanziari del caso, ma che non sono stati comunque determinanti per la politica degli investimenti intrapresa negli ultimi anni dalla nostra azienda.
LA SCHEDA AZIENDALE
SIGEA Massimo Giovale
»
Legale rappresentante
1.
Dal punto di vista della S.I.G.E.A. la situazione attuale è leggermente migliorata, soprattutto su alcune materie prime, mentre su altre (policloroprene e prodotti legati a registrazione Reach) permane una condizione di sofferenza. Occorre anche valutare se il miglioramento di disponibilità sia influenzato, e quanto, dalla riduzione della domanda finale di mescole e del materiale stesso.
2.
Si percepisce un certo rallentamento degli ordinativi in dipendenza del mercato di riferimento e soprattutto nel settore legato all’automotive. Anche altri settori, come quello dell’elettrodomestico, hanno ridotto in parte i volumi, fortunatamente almeno in parte compensati da incrementi in altri settori.
3.
PMG GROUP Sede: PMG Spa: Cenate Sotto – Italia; PMG East Srl – Timisoara (Romania); PMG Rubber Technology (Changsu) Co Ltd – Changsu (Cina) Plant: via Toscana 6 – Siziano (Pavia) Quanta mescola producete in un anno? Circa 9.500 t Quali tipologie di mescole producete? ACM, NBR, HNBR, ECO, CR, EPDM, NR, FKM/FFKM, Siliconica, Fluorosiliconica, Altro Per quali settori in particolare? Automotive, Industriale, Costruzioni/Edilizia, Guarnizioni, Chimico, Petrolifero, Oil & Gas In quale formato fornite la mescola? Striscia pretagliata o continua, Placche intere o pretagliate, Foglia, Rotolo, Bobina, Granulata, Profilo sagomato estruso, Corda, Preformata In quali colori? Nero e tutti i colori sia per FKM che per le mescole organiche
Quale quantitativo minimo accettate per un ordine? Dipende dalla tipologia di mescola Quante linee di mescolazione avete in funzione? 6 Italia, 1 Romania, 3 Cina
Producete anche per l’esportazione? Sì In quale percentuale rispetto alla produzione totale? 40%
«
Investiamo in tecnologie tipo “industria 4.0” fin dal 1991. Alcuni settori, però, badano esclusivamente al prezzo, a scapito della qualità di mescole e prodotti finali
La costanza qualitativa e la complessità dei compound che vengono abitualmente richiesti dall’utilizzatore finale, unitamente alle sempre più frequenti revisioni, rendono sempre più difficoltoso il raggiungimento dell’obiettivo della ripetibilità delle mescole per lotti diversi. L’utilizzo di impianti a elevato grado di automazione e sorveglianza certamente contribuisce a ridurre le variabilità di processo legate, ad esempio, a fattori umani. La S.I.G.E.A. ha investito in tecnologie tipo “Industry 4.0” fin dal lontano 1991, quando il controllo di processo, il dosaggio automatico e la rintracciabilità dei lotti di materia prima impiegati nella mescola o venivano rilevati parzialmente a mano o non venivano rilevati affatto. Resta inteso che l’utilizzo di tecnologie avanzate del tipo “industry 4.0” aiuta a mantenere costanti le caratteristiche dei lotti, ma ciò funziona solo se nella mescola vengono utilizzati prodotti di prima scelta che mantengono inalterate le caratteristiche chimico-fisiche insite nelle materie prime stesse. Tutto ciò viene vanificato con l’utilizzo di materiali off grade, in quanto questi hanno caratteristiche diverse, a volte, da lotto a lotto e pertanto è impossibile garantire la ripetibilità dei lotti. Purtroppo da qualche anno S.I.G.E.A., che è sempre stata attenta a fornire qualità costante delle proprie mescole, è costretta a rilevare che alcuni settori di mercato badano esclusivamente al prezzo e si affidano di conseguenza a fornitori che si adeguano di conseguenze, e con esiti molto seri sulla qualità e sulle caratteristiche dei manufatti finali.
4.
Come detto precedentemente la nostra azienda ha creduto ed investito costantemente in impianti e tecnologie tipo “Industria 4.0” fin dal lontano 1991. 38
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA settembre 2019
Inchiesta mescole 5.
Qualsiasi misura che abbia come obiettivo un risparmio fiscale è comunque ben accetta, ma sarebbe auspicabile una maggior stabilità nel tempo per poter pianificare con maggior accuratezza e serenità i propri investimenti. Peraltro sarebbe importante una politica di supporto alle imprese con misure che inizino ad intervenire anche sui costi tra cui, “in primis”, quello del lavoro.
LA SCHEDA AZIENDALE SIGEA SPA Sede: Viale Marechi 1 – Avigliana (Torino) Quanta mescola producete in un anno? 10.000/12.000 t
Quali tipologie di mescole producete? ACM, NBR, HNBR, ECO, CR, EPDM, NR, CPE, EVA, SBR, PU, IIR, CIIR, BIIR, IR Per quali settori in particolare? Automotive, Industriale, Elettrico, Costruzioni/Edilizia, Tubi/Collettori/ Idrotermosanitario, Guarnizioni, Petrolchimico, Estrattivo, Fotovoltaico In quale formato fornite la mescola? Striscia pretagliata o continua, Placche intere o pretagliate, Foglia,, Bobina, Granulata, Profilo sagomato estruso In quali colori? Tutti
Quale quantitativo minimo accettate per un ordine? Il peso di un singolo batch Quante linee di mescolazione avete in funzione? Quattro
Producete anche per l’esportazione? Sì In quale percentuale rispetto alla produzione totale? 35%
«
Lavoriamo per ridurre la variabilità delle mescole attraverso accordi con i produttori di materie prime, tecnologie di automazione e controllo al 100% dei batch prodotti
»
Tovo Gomma Stefano Tornaghi General manager
1.
La situazione oggi è stabile e non costituisce un problema per Tovo Gomma. La problematica è stata affrontata e gestita prima che impattasse sulla produzione grazie ad accordi con i partner fornitori che hanno seguito le nostre esigenze di sviluppo sul mercato.
2.
Il mercato a livello globale nei primi mesi del 2019 ha subito un rallentamento in particolare nei mercati dell’automotive e dell’Oil&Gas. La diminuzione è stata maggiore nel mercato italiano, ma tutto sommato Tovo Gomma è riuscita a
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Ricostruiamo i vostri vecchi macchinari per prepararli alle sfide del FUTURO.
FOCUS compensare le diminuzioni del mercato con l’acquisizione di nuovi progetti.
3.
La ripetibilità della mescola è un obiettivo continuo per un’azienda produttrice di mescole e Tovo Gomma presta particolare attenzione alla riduzione della variabilità grazie ad una serie di azioni: sul lato delle materie prime in ingresso con la selezione dei produttori e con accordi sulle specifiche di fornitura; grazie a un sistema produttivo automatizzato che garantisce la stabilità dei processi e, per concludere, attraverso un controllo al 100% dei batch prodotti, prima che vengano rilasciati e inviati al cliente.
4.
Tovo Gomma si è trovata ad investire in due direzioni al momento dell’arrivo degli incentivi fiscali per l’Industry 4.0. Il primo investimento ha riguardato l’aumento della capacità produttiva attraverso l’implementazione di una nuova linea di mixing a rotori compenetranti, gemella di una già installata. Il secondo ha riguardato un miglioramento dei processi e, nello specifico, una linea di filtratura in linea. Entrambi gli investimenti hanno il fondamentale requisito dell’interconnessione e come tali appartengono a pieno titolo alla “Industry 4.0” che consideriamo cruciale per migliorare il controllo dei processi e per incrementare la produttività e il livello di servizio al cliente.
5.
Una certa stabilità del sistema normativo e fiscale rappresenta una componente importante dell’attrattività di un’infrastruttura industriale in un paese avanzato. Misure opportunistiche o di cui si percepisce la provvisorietà non permettono una corretta pianificazione di medio-lungo periodo e impediscono l’allocazione ottimale delle risorse finanziarie. Si è costretti ad anticipare investimenti o ad annullarli in funzione del mutevole quadro normativo che invece dovrebbe avere l’obiettivo di favorirlo nei tempi e nei modi che il mercato definisce. In Tovo Gomma siamo riusciti ad essere congruenti nelle tempistiche per aderire all’incentivo fiscale in scadenza solo perché ci trovavamo già pronti ad investire. Sarebbe stato difficile rientrare nei tempi se l’investimento avesse dovuto ancora essere progettato e ordinato al fornitore, tenuto conto del lead time di fornitura.
LA SCHEDA AZIENDALE TOVO GOMMA SPA Sede: Via Campagnola 49 – Bedizzole (Brescia) Quanta mescola producete in un anno? 28.000 t Quali tipologie di mescole producete? ACM, NBR, HNBR, ECO, CR, EPDM, NR, FKM, Siliconica, Fluorosiliconica, SBR, IIR Per quali settori in particolare? Automotive, Industriale, Elettrico, Costruzioni/Edilizia, Tubi/Collettori/ Idrotermosanitario, Guarnizioni, Medicale, Trasporti, Oil&Gas, Calzature, Food&Water In quale formato fornite la mescola? Striscia pretagliata o continua, Placche intere o pretagliate, Rotolo, Bobina
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA settembre 2019
In quali colori? Mescola nera e colorate Quale quantitativo minimo accettate per un ordine? 1.000 kg Quante linee di mescolazione avete in funzione? Tre linee di mescolazione
Producete anche per l’esportazione? Sì In quale percentuale rispetto alla produzione totale? 40%
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Esistono tre strade da percorrere per ridurre la variabilità degli elastomeri: sorvegliare e studiare i cicli produttivi; investire in automazione; lavorare con i fornitori
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TSF Federico Saggio
Purchase & Plant manager
1.
TSF è specializzata nella produzione di due sole famiglie di mescole elastomeriche, i siliconi e i fluoroelastomeri, che sono due settori di mercato fuori dalle dinamiche valide per le gomme tradizionali. Possiamo dire che ci siamo già “fatti le ossa” con lo shortage delle basi siliconiche nel 2017-2018; abbiamo vissuto ancora qualche strascico legato a questa situazione a inizio anno, ma per quanto ci riguarda l’attuale situazione è gestibile.
2.
La contrazione del mercato legato all’indotto automobilistico ha avuto effetti su alcuni business; se sul confronto relativo con il primo semestre 2018 abbiamo visto una riduzione percentuale non trascurabile, è anche vero che sul trend quinquennale i volumi rimangono comunque allineati a quelli del primo semestre del 2017.
3.
Non esistono molte strade per sopperire all’intrinseca “elasticità” delle caratteristiche tecniche di un elastomero; le vie percorribili sono a mio avviso essenzialmente tre : • Sorveglianza e studio dei cicli produttivi, per ottimizzare i singoli cicli produttivi e valutare ove sia eventualmente necessario investire per migliorare; • Implementare l’automazione ed il controllo di processo per aumentare la ripetibilità di processo; • Lavoro costante con fornitori affidabili in modo da fornire opportunità di crescita e creare sinergie per ottenere vantaggi per entrambi.
4.
Come in parte già espresso nella risposta precedente, l’informatizzazione degli impianti produttivi è uno dei pochi approcci possibili per ottenere un’alta ripetitività produttiva e nel contempo gestire sempre più complesse personalizzazioni e richieste speciali delle caratteristiche di confezionamento
Inchiesta mescole mescole, elementi sempre più importanti e richiesti da parte dei nostri clienti, in continuo miglioramento dei loro processi produttivi. TSF ha investito e sta investendo in modifiche delle strutture e del layout, in nuovi macchinari produttivi e di controllo, in miglioramenti dei software di controllo e gestione ed ovviamente nell’adeguato aggiornamento formativo del personale coinvolto.
5.
Bisogna ricordare che il tessuto produttivo e industriale di un paese non si aggiorna e non si evolve nell’arco del periodo di attuazione di una singola legge di bilancio. I piani d’investimento veramente importanti, oserei dire radicali, che non si limitano all’acquisto di una pressa o di una taglia-lastre, ma che impegnano capitali importanti, hanno tempi di progettazione sviluppo ed approntamento ben più lunghi di 6 mesi. Una strategia economica ad intermittenza non favorisce piani a lungo termine perché rischia di trasformare questo strumento per sostenere lo sviluppo in un’opportunità estemporanea che ha la fortuna di cogliere solo chi fa l’acquisto al momento giusto. Occorre inoltre considerare il rischio legato ad investimenti indirizzati ad aumenti importanti di capacità produttiva e performance, se sono dettati da mere opportunità finanziarie in una situazione congiunturale di scarsa ricettività del mercato, quando esso non in è grado di assorbire nel breve termine questi incrementi di output: questi strumenti dovrebbero incentivare ed aiutare le aziende quando fanno scelte importanti e con ritorni magari a medio o a lungo termine.
LA SCHEDA AZIENDALE TSF SPA Sede: Via Galileo Galilei 16 – Adro (Brescia) Quanta mescola producete in un anno? Circa 5.000 t Quali tipologie di mescole producete? FKM, Siliconica, Fluorosiliconica, Altro
Per quali settori in particolare? Automotive, Industriale, Elettrico, Costruzioni/Edilizia, Tubi/Collettori/ Idrotermosanitario, Guarnizioni, Medicale, Altri In quale formato fornite la mescola? Striscia pretagliata o continua, Placche intere o pretagliate, Foglia, Rotolo, Profilo sagomato estruso, Corda, Preformata In quali colori? Virtualmente qualsiasi colorazione richiesta dal cliente purché compatibile con le condizioni e i sistemi di reticolazione impiegati
Quale quantitativo minimo accettate per un ordine? A partire da 1 kg compatibilmente con le eventuali peculiarità produttive del materiale richiesto
Quante linee di mescolazione avete in funzione? 13 linee produttive industriali + 3 linee produttive per piccole quantità Producete anche per l’esportazione? Sì
In quale percentuale rispetto alla produzione totale? 15/20% in kg di esportazione diretta, oltre all’esportazione indiretta di articoli prodotti dai nostri clienti con materiale TSF
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DALLE AZIENDE
Una piccola azienda che sa essere grande di Giuseppe Cantalupo
L
a grandezza di un’azienda non si misura col metro delle dimensioni fisiche del suo insediamento globale, ma la si coglie direttamente da tutta una serie di elementi sia oggettivi che soggettivi che tracciano il profilo della società e ne caratterizzano lo stile di comportamento sui mercati. E allora parliamo della qualità dei prodotti, della serietà del rapporto che instaura con i clienti, del rispetto degli impegni, della puntualità delle consegne, dello scrupolo nell’adeguamento puntuale dell’organizzazione aziendale e della gestione dei prodotti alle normative vigenti, e di tante altre cose ancora. È il ritratto di Interbusiness srl, una società a gestione familiare che commercializza e da anni produce, tramite la sua unità operativa IB Chem, chemicals per gomme speciali.
All’inizio una piccola società commerciale Ce ne parla Cristina Laganà, Vice Presidente e Responsabile Commerciale della società, che abbiamo incontrato in azienda a Milano. Interbusiness nasce nel capoluogo lombardo nel 1985 come società di trading. Le cose vanno presto per il verso giusto,
Lo stabilimento IB Chem di Brindisi dedicato alla produzione degli Intercure®. 42
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA settembre 2019
Interbusiness è un’azienda che commercializza e produce, tramite la sua unità operativa IB Chem, chemicals destinati all’industria della gomma. Grazie a un’organizzazione attenta e efficiente, nel corso degli anni si è ampliata conquistando una posizione di chiara fama sullo scenario internazionale del settore degli additivi per gomma
Materie prime
INTERCURE®, GLI AGENTI NON SEGRETI DELLA SOCIETÀ
Il laboratorio R&D di IB Chem per la messa a punto di nuovi prodotti e lo studio di nuove applicazioni.
e l’azienda diventa una realtà e un nome sempre più noti sui mercati: crescono la stima e l’apprezzamento da parte dei clienti e crescono, in particolare, le richieste di agenti vulcanizzanti e acceleranti per elastomeri speciali. Già poco dopo l’avvio della società, infatti, il management aziendale aveva deciso di dare alla sua attività un’impronta specialistica, dedicandosi principalmente a prodotti destinati all’industria della gomma.
L’azienda prende il largo È il 1987, e prende così il via la commercializzazione degli agenti Intercure®, per la cui produzione l’azienda, non ancora dotata della struttura necessaria, si rivolge a terzi, fornendo il knowhow, seguendo la produzione e garantendo la qualità dei prodotti. Nello stesso anno viene fondata Interbusiness USA, con sede nel New Jersey, una società di promozione e distribuzione della linea di prodotti Intercure® sul mercato del Nord America. «È stata valutata, a questo riguardo, l’importanza per un cliente straniero, per quello americano in particolare, di ‘sentire vicino’ il suo fornitore, al quale poter parlare direttamente sul posto delle sue esigenze e dei suoi problemi e dal quale aspettarsi un’assistenza puntuale e precisa», ci spiega la responsabile commerciale.
L’attività si espande ancora Gli Intercure® incontrano presto il favore dei mercati e riscuotono ovunque un ottimo successo, col risultato che aumentano considerevolmente le richieste da parte dei clienti. La società decide, allora, di cogliere al volo un’occasione che le si presenta per costruire un impianto ad hoc per la produzione di questi additivi. «Approfittando dei lavori che erano iniziati in un’area del brindisino per la realizzazione di un polo industriale», ci spiega la signora Annamaria Barone, amministratore delegato e moglie del presidente, Carlo Laganà, «siamo riusciti ad acquistare, insieme ad altri soci e aiutati dalle agevolazioni fiscali previste per quella zona, il terreno che faceva al caso nostro, compreso un capannone ancora in fase di costruzione da organizzare secondo le nostre esigenze, e vi abbiamo realizzato l’unità di produzione degli Intercure® completa dei necessari laboratori d’appoggio: al piano terra, un impianto a regola d’arte dedicato alla produzione e il laboratorio controllo qualità; al piano superiore, gli uffici e un grande laboratorio dedicato alla ricerca e sviluppo». È il 1991, e nasce così a Brindisi, su un’area totale di oltre 6.100 metri quadrati, di cui 2.450 circa coperti, IB Chem S.r.l. (Interbusiness Chemicals), una moderna unità di produzione con capacità produttiva di circa 200 t l’anno di Intercure®. È dotata di attrezzature aggiornate alla più recente tecnologia, capaci di garantire una produzione di elevato livello qualitativo con processi rispettosi dell’ambiente e della salute e sicurezza degli operatori.
Sono gli agenti vulcanizzanti e acceleranti per elastomeri speciali nella cui produzione l’azienda ha raggiunto negli anni un elevato grado di specializzazione grazie al quale questi suoi prodotti sono ben conosciuti ovunque sui mercati internazionali come prodotti di alta qualità. La gamma comprende otto tipi, alcuni dei quali sono modifiche ‘dust free’ di tipi base appositamente preparate per soddisfare precise richieste dei clienti. Sono usati pressoché esclusivamente nelle gomme acriliche (ACM) e nelle gomme etilenacriliche (AEM), ma trovano impiego anche in altre gomme speciali, come le fluorurate (FKM) e le epicloridriniche (ECO). Eccoli qui elencati: · INTERCURE® 1: esametilendiammina carbammato (HMDC), agente vulcanizzante · INTERCURE® 1-DF: è l’HMDC versione dust free mediante l’aggiunta del 2% di olio bianco paraffinico · INTERCURE® 1-DF10: è l’HMDC versione dust free mediante di l’aggiunta del 10% di un plastificante estereo · INTERCURE® 2: tetrafenilfosfonio bromuro (TPPB), agente accelerante per le gomme fluorurate e vulcanizzante per le gomme acriliche · INTERCURE® 2-DF4: è la versione dust free del TPPB additivata del 4% di olio bianco paraffinico · INTERCURE® 3: N,N’-dicinnamilidene-1,6 esandiammina, agente vulcanizzante usato anche in combinazione con l’Intercure 1 · INTERCURE® 4: 4,4’-metilen-bis (cicloesilammina) carbammato, agente vulcanizzante · INTERCURE® 18: ottadeciltrimetilammonio bromuro (OTAB), tensioattivo cationico usato come agente accelerante. Gli INTERCURE® 1, 1-DF e 4, approvati dalla FDA, sono idonei all’impiego per la produzione di articoli previsti a contatto con alimenti, e i tipi 1, 3 e 18, per i quali è richiesta la registrazione REACH, sono stati regolarmente registrati da IB Chem.
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DALLE AZIENDE
Sopra, Carlo Laganà con la figlia Cristina e il nipote Federico Fiorentini presso IB Chem. A sinistra, Annamaria Barone con la figlia Cristina e il nipote Federico Fiorentini nell’ufficio di Milano di Interbusiness.
La configurazione attuale Interbusiness nel 1985, Interbusiness USA nel 1987, IB Chem nel 1991: in appena sei anni dopo la fondazione, quindi, grazie a un management attento, scrupoloso ed efficiente, l’azienda si è trasformata da piccola società commerciale a carattere familiare attiva nel settore dei prodotti chimici per l’industria della gomma in una realtà più complessa costituita da tre aziende che, pur essendo indipendenti tra loro, hanno in comune l’assetto proprietario e la governance. «Sono tre piccole aziende», spiega Cristina Laganà, «dove tre generazioni lavorano fianco a fianco, dove esperienza e innovazione procedono insieme, dove non esiste antitesi tra passato e futuro, ma si uniscono le forze per crescere insieme. Non penso che i miei genitori abbiano mai preso seriamente in considerazione l’idea di ritirarsi a vita privata una volta raggiunta l’età della pensione. Ancora oggi, che di anni ne hanno parecchi, sono loro che dirigono e ci danno la carica». 44
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Carlo Laganà e sua moglie Annamaria Barone, che da decenni sono al timone delle tre società di famiglia, hanno alle spalle una carriera di tutto rispetto come dipendenti di grandi aziende, nelle quali sono stati per anni collaboratori stimati e apprezzati e nelle quali hanno maturato l’esperienza - in campo tecnico, Laganà, e in campo amministrativo, Barone - che ha poi consentito loro di realizzare questo progetto: il loro progetto imprenditoriale. «Mio padre e mia madre», rivela la vicepresidente parlando sempre dei genitori, per i quali nutre grandissima ammirazione e ai quali riconosce tutti i meriti per i risultati raggiunti, «sono persone straordinarie, e al di là dell’affetto filiale, provo per loro una stima profonda. Questo forse non me l’hanno mai sentito dire». «Sul lavoro», continua, «mi hanno insegnato tutto, mi hanno trasmesso valori importanti, e per me e per mio figlio Federico è un onore e un privilegio lavorare con loro». Federico Fiorentini, figlio di Cristina
Laganà, lavora nell’azienda di famiglia da sei anni come responsabile dei sistemi informatici e della rete aziendale che assicura la condivisione di dati e risorse e la distribuzione delle informazioni tra le varie funzioni della società. «Attualmente», riprende la responsabile commerciale, «abbiamo allo studio diversi progetti: siamo proiettati verso il futuro, ma con un occhio sempre al passato, perché non vogliamo perdere di vista - e vogliamo, anzi, conservarla - la nostra identità di piccola impresa a gestione familiare che, secondo noi, nel mondo d’oggi rappresenta più che mai un valore aggiunto, una garanzia di stabilità per i nostri clienti».
Qualità e REACH, valori determinanti Il favore dei mercati è la prova diretta fornita dai clienti della qualità dei prodotti. Ma questa da sola non basta per assicurare un successo internazionale e garantire un rapporto stabile e duraturo con la clientela, che è quello che cementa le tre aziende. «Occorre anche», aggiunge la responsabile commerciale, «improntare il rapporto con i clienti alla reciproca stima e fiducia e fare di tutto per mantenerlo su questa linea. Per questo impieghiamo solo personale altamente qualificato sia dal punto di vista culturale che professionale. Personale che lavora con passione e dedizione e che ha come obiettivo costante quello di realizzare sempre la soddisfazione dei clienti e di contribuire, ogni giorno, alla salvaguardia della posizione che l’azienda si è conquistata sui mercati internazionali con i suoi prodotti». E allora diventano importanti la qualità e il miglioramento dei prodotti, ma soprattutto la serietà dell’azienda, che si manifesta attraverso il rispetto degli impegni, la puntualità nelle consegne, lo scrupolo nell’adeguare l’organizzazione aziendale ai requisiti posti dalla certificazione della qualità e alle normative sulla sicurezza nell’ambiente di lavoro e sulla manipolazione in sicurezza dei prodotti. Nel 2004, per esempio, Interbusiness e IB Chem ottengono la certificazione di qualità secondo la norma UNI EN ISO 9001:2000, nel 2010 adegua-
Materie prime
Operazioni di carico nel magazzino prodotti finiti di IB Chem.
no il loro sistema della gestione della qualità alla ISO 9001:2008 e recentemente hanno provveduto all’aggiornamento alla nuova versione ISO 9001:2015. Sul fronte dell’utilizzo dei prodotti chimici senza rischi per l’uomo e per l’ambiente, la vice presidente della società tiene a sottolineare che tutti gli Intercure® soggetti alla registrazione REACH (Registration, Evaluation, Authorization and restriction of Chemicals) – il regolamento UE entrato in vigore il 1° giugno 2007 per favorire la conoscenza dei rischi derivanti dai prodotti chimici - sono stati registrati da IB Chem. «La registrazione», confessa Cristina Laganà, «ha comportato un impegno economico non indifferente per noi, ma abbiamo avuto la soddisfazione di ricevere riscontri lusinghieri dai nostri clienti, che hanno apprezzato la nostra scelta di agire come Lead Registrant per tre sostanze che necessitavano della registrazione».
All’export la sua parte La purezza delle materie prime utilizzate e l’alto livello qualitativo dei prodotti che ne deriva ben rendono conto dell’elevato export degli Intercure®. Circa il 90% della produzione varca, infatti, i confini nazionali diretto in tutto il mondo: in Europa (praticamente in tutti i paesi), in Turchia, in Nord e Sud America, India, Sud Corea, Taiwan, Cina, Giappone, grazie a una rete di distributori altrettanto estesa e, soprattutto, ben organizzata. Prodotti speciali per elastomeri speciali, quindi, e poi miglioramento costante della gamma prodotti, cura attenta prima di tutto dell’aspetto umano e poi di quello tecnico nel rapporto con i clienti, i distributori e il personale operativo: tutto questo – e molto altro ancora – fa della Interbusiness una piccola grande azienda, che cerca sempre di soddisfare al meglio le esigenze dei clienti mediante l’utilizzo di tecnologie innovative e di un’organizzazione smart della produzione, della ricerca e dei controlli di laboratorio.
DALLE AZIENDE
Dieci anni. Nuovo look e nuovi progetti di Giuseppe Cantalupo
R
tech Engineering ha festeggiato l’8 maggio i suoi primi dieci anni di attività. Quel giorno del 2009 un gruppo di ex-colleghi di lavoro – ex, perché erano tutti dipendenti Rutil quando questa azienda era attiva sul mercato della tecnologia della trasformazione della gomma – decide di fondare una società in grado di assicurare la continuità dell’assistenza tecnica agli utenti di macchine per la gomma dell’azienda varesina non più operativa. Nasce così Rtech Engineering, e ha inizio un percorso che nella sua evoluzione è passato, in dieci anni, attraverso tappe importanti che hanno caratterizzato la crescita dell’azienda (ne abbiamo parlato nel numero 657 della rivista a pag. 46).
Le tappe verso il successo L’attività iniziale di assistenza tecnica ai clienti in tutto il mondo ha successo, e i fondatori decidono di dedicarsi anche alla ricambistica e al revamping di macchine usate o datate, di qualunque costruttore. Anche questa scelta si rivela indovinata: i tempi sono difficili, e la revisione di una pressa, che aggiorna la macchina con funzioni e tecnologie moderne soprattutto per la parte elettrica, l’automazione, il risparmio energetico e la sicurezza, è la scelta che, soprattutto per il suo più basso costo rispetto all’acqui-
Una pressa Hevea nello stand RTech alla fiera Plast 2018 di Milano. 46
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA settembre 2019
Rtech Engineering di Sumirago, Varese, compie i primi dieci anni di attività e sottolinea l’importanza dell’evento con l’elaborazione di nuovi progetti tecnologici e l’avvio di programmi di ricerca per l’ampliamento della sua gamma con nuovi prodotti
Tecnologie
A sinistra, l'ingresso e reception di Rtech Engineering. Sotto, un particolare dell'officina di Rtech Engineering.
Una conferma della qualità dei prodotti del costruttore di Sumirago viene dall’export, che ha raggiunto la quota di tutto rispetto del 30% in Europa, diretto principalmente in Germania, Spagna, Inghilterra e Polonia.
La strategia aziendale
sto del nuovo, molti preferiscono. E la preferiscono ancora oggi. Le cose, quindi, vanno bene anche sul fronte della revisione e della ricostruzione dell’usato, e nel 2015 l’azienda si trasferisce da Torba di Gornate Olona, dove si era stabilita, a Sumirago, Varese, in una sede di 1.600 m2 coperti, di cui 1.000 occupati dall’officina, 400 dal magazzino e 200 dagli uffici. Il più ampio spazio disponibile consente ai fondatori di Rtech di realizzare un progetto al quale tengono particolarmente: quello di costruire presse per la gomma di loro progettazione, sfruttando la loro esperienza pregressa acquisita in quello specifico settore. Nascono così le note tre serie di nuove macchine per lo stampaggio della gomma: due a iniezione – la serie delle Hevea, oriz-
zontali, con forza di chiusura da 2.000, 3.000 e 4.000 kN, e quella delle Vinca, verticali, con forza di chiusura da 300 a 12.000 kN – e una a compressione, la serie delle Caledonia. «Queste macchine – ci dice nel corso di un recente incontro Alberto Beati, uno dei fondatori della società, responsabile vendite e direttore commerciale dell’azienda – hanno trovato una lusinghiera collocazione sul mercato soprattutto per il loro alto livello qualitativo, sottolineato, sul piano estetico, da una linea decisamente accattivante. Specialmente l’Hevea – continua – ha assunto una posizione di rilievo, perché dotata di un gruppo di iniezione speciale, composto da quattro iniettori alimentati da un’unica vite per particolari esigenze di stampaggio».
Un decennale di successi, quindi, quello della fondazione di Rtech Engineering. Dieci anni di attività che hanno consolidato la presenza dell’azienda su tutti i fronti sui quali era impegnata: assistenza tecnica, ricambistica, revisione e revamping dell’usato, costruzione di presse orizzontali e verticali per lo stampaggio della gomma. «Credo che tutto questo derivi dal fatto che in questi primi dieci anni di attività - sottolinea Beati – abbiamo dato prova in maniera convincente della nostra affidabilità e competenza nel settore delle presse a iniezione, sia nella costruzione del nuovo che nella revisione dell’usato, tanto è vero», prosegue il direttore commerciale, «che oltre alla produzione del nuovo, stiamo lavorando molto, in questi ultimi tempi, proprio nel settore delle revisioni, molto richieste». Sulla base di proposte del mercato, la società ha avviato un programma di sperimentazione per la realizzazione di nuovi prodotti e ha in elaborazione ancora altri progetti di ricerca in funzione dei quali ha anche ampliato l’organico per far fronte alla maggiore mole di lavoro prevista. «Il nostro piano d’azione, la nostra strategia con lo sguardo rivolto al futuro», sottolinea Beati, «è, fondamentalmente, quella di trasformare le macchine usate tradizionali, oleodinamiche, in presse ibride nel corso della loro revisione e di costruire le nuove direttamente nella configurazione ‘tutta elettrica’».
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Tecnologie
DALLE AZIENDE
Anche il look ha la sua importanza
Macchina in fase di revamping.
Diventa importante allora, soprattutto in questa fase di evoluzione strategica della società, dedicare attenzione anche all’immagine aziendale. Un aspetto, questo, al quale Beati, a dire il vero, ha sempre tenuto in maniera convinta per rendere ben visibile la sua azienda sullo scenario dei costruttori di macchinari per la trasformazione della gomma e rendere anche più facile e immediata la comunicazione ai mercati della realtà di Rtech, del suo mondo, della qualità dei suoi prodotti, della varietà della sua gamma. Con la collaborazione dello Studio di Comunicazione WE di Olgiate Olona, Varese, l’azienda ha appena aggiornato il sito internet, rendendolo più snello, pratico e di facile consultazione, in una parola: più moderno. Attualmente è impegnata, nell’ambito dello sviluppo delle specifiche richieste da Industria 4.0, a rimodernare, sempre lavorando con lo stesso Studio, anche l’interfaccia grafica volta a migliorare il dialogo macchina-operatore.
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NORMATIVE
I diritti di proprietà industriale: come tutelarli
testo di Ing. Danilo De Lorenzo, Consulente in proprietà industriale Brevetti, Jacobacci & Partners Spa - Bergamo, ddelorenzo@jacobacci.com Dott. Gianpiero Coccia, Consulente in proprietà industriale Marchi, Jacobacci & Partners Spa, gcoccia@jacobacci.com
REGISTRARE UN BREVETTO, UN MODELLO, UN DISEGNO O UN MARCHIO SONO TUTTE FORME DI TUTELA DELLA PROPRIETÀ INDUSTRIALE. IN CHE COSA DIFFERISCONO TRA LORO? E QUALI ITER OCCORRE SEGUIRE, IN ITALIA E ALL’ESTERO? CE LO SPIEGANO DUE ESPERTI DELLA SOCIETÀ DI CONSULENZA JACOBACCI & PARTNERS, SPECIALIZZATI IN QUESTA DELICATA MATERIA
C
hiunque abbia ideato un nuovo prodotto o procedimento o un nuovo segno distintivo ha interesse a essere l’unico a trarre beneficio economico dalla propria idea o dal proprio segno distintivo. Se il prodotto/metodo o il segno distintivo non sono tutelati da un titolo di proprietà industriale, la tutela dei propri diritti diviene una partita persa in partenza. Ai sensi dell’art. 2 del Codice della Proprietà Industriale «i diritti di proprietà industriale si acquistano mediante brevettazione (brevetti, modelli di utilità, varietà vegetali), mediante registrazione (marchi, disegni o modelli, topografie di prodotti a semiconduttore) o negli altri modi previsti dal codice. La brevettazione e la registrazione danno luogo ai titoli di proprietà industriale». 50
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I brevetti I brevetti per invenzione o per modello di utilità tutelano soluzioni nuove e originali a problemi di natura tecnica. In Italia, la procedura di brevettazione ha inizio mediante la presentazione della domanda di brevetto all’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi. La domanda di brevetto per invenzione è sottoposta a una ricerca di anteriorità, effettuata dall’Ufficio Europeo dei Brevetti su commissione dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, atta ad individuare pubblicazioni anteriori attinenti all’invenzione descritta nella domanda di brevetto e a verificare che siano rispettati i requisiti di brevettabilità. La durata massima di un brevetto per invenzione è di 20 anni a partire dalla data del deposito. A partire dal 5° anno è dovuto il pagamento
Tutela di diritti annuali per il mantenimento in vigore del brevetto. Per il brevetto per modello di utilità, invece, l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi si limita ad effettuare solo una verifica dei requisiti formali della domanda di brevetto depositata, senza effettuare alcuna ricerca di anteriorità. Il modello di utilità è rivolto alla tutela di nuovi modelli atti a conferire particolare efficacia o comodità di applicazione o di impiego a macchine, parti di esse, utensili od oggetti di uso in genere, oppure nuove conformazioni, disposizioni, configurazioni o combinazioni di parti di un prodotto già noto, tali da attribuire una particolare utilità al prodotto stesso. La durata massima di un modello d’utilità è di 10 anni a partire dalla data di deposito; il quinto anno è dovuto il pagamento dei diritti per il mantenimento in vita del modello per il 2° quinquennio. La domanda di brevetto per invenzione o per modello di utilità presentata in Italia è estendibile all’estero entro 12 mesi dalla data di deposito della domanda iniziale, senza perdere alcun diritto.
Registrare un disegno o un modello La registrazione di un disegno o modello è invece rivolta all’aspetto di un prodotto o di una sua parte quale risulta, in particolare, dalle caratteristiche delle linee, dei contorni, dei colori, della forma, della struttura superficiale ovvero dei materiali del prodotto stesso, ovvero del suo ornamento, a condizione che siano nuovi e abbiano carattere individuale. L’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi si limita ad effettuare una verifica dei requisiti formali della domanda di registrazione di modello o disegno depositata. Un disegno o modello registrato in Italia ha una durata di cinque anni dalla data di presentazione della domanda, rinnovabile per uno o più periodi di 5 anni, fino ad un massimo di 25 anni. Inoltre, è possibile estendere all’estero la tutela entro 6 mesi dalla data di deposito della domanda italiana iniziale, senza perdere alcun diritto. Le domande di brevetto o la domanda di disegno o modello devono indicare il/i titolare/i (persona fisica o giuridica), beneficiario dei diritti patrimoniali e almeno un inventore (obbligatoriamente una persona fisica), che possiede solo diritti morali.
Tutela del marchio Per quanto riguarda il marchio, la procedura ha inizio depositando una domanda di marchio presso l’Ufficio Marchi e Brevetti Italiano. La domanda deve indicare il titolare (o i titolari in caso di comproprietà), i prodotti ed i servizi per i
JACOBACCI & PARTNERS Fondata nel 1872 a Torino, la Jacobacci & Partners è oggi una delle principali realtà europee nell’ambito della tutela della proprietà intellettuale, in cui operano oltre 90 professionisti dislocati in 14 sedi. L’infografica illustra alcune delle cifre principali dell’azienda, con la quale L’Industria della Gomma avvierà, a partire dai prossimi numeri, una collaborazione per approfondire, a cadenza bimestrale, vari temi legati alla proprietà intellettuale di precipuo interesse per le imprese del settore gomma. Contatti: jacobacci.it - ddelorenzo@jacobacci.com
quali si chiedere la registrazione e, chiaramente, il marchio. Tipicamente questo può essere rappresentato da un nome (in primis, il nome dell’azienda), da un’immagine o dall’insieme dei due. In base alla legge possono però essere oggetto di registrazione tutti i segni, tra cui nomi di persone, disegni, lettere, cifre, suoni, forma del prodotto o confezione di esso, combinazioni o tonalità cromatiche, purché a) siano atti a distinguere i prodotti o i servizi di un’impresa da quelli di altre imprese e b) siano idonei ad essere rappresentati nel registro in modo tale da consentire alle autorità competenti ed al pubblico di determinare con chiarezza e precisione l’oggetto della protezione. L’INDUSTRIA DELLA GOMMA settembre 2019
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Polimeri
NORMATIVE
I requisiti di registrabilità del marchio vengono valutati in fase di esame della domanda da parte dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi. Il buon esito di tale esame porta la domanda di marchio alla pubblicazione nel bollettino ufficiale. La pubblicazione ha lo scopo di rendere conoscibile la domanda di marchio a terzi. Entro 3 mesi dalla pubblicazione i titolari di diritti anteriori possono infatti opporsi alla registrazione del marchio, qualora ritengano che questa violi i propri diritti di esclusiva. Al termine del periodo di opposizione, senza che siano state presentate istanze di terzi, la domanda di marchio giunge a concessione e, di conseguenza, sorgono in capo al titolare i diritti di esclusiva previsti dal codice, diritti che decorrono dalla data di deposito della domanda di marchio.
In Italia e nel mondo Le procedure di brevettazione e di registrazione descritte riguardano l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, ma in quasi tutti i paesi del mondo è possibile ottenere la registrazione o la brevettazione seguendo, in linea di massima, iter procedurali simili. Tutti i titoli di proprietà industriale, hanno valore territo-
riale, cioè valgono nel paese ove si ottiene la registrazione. In quasi tutti i paesi esiste un ufficio brevetti e marchi presso il quale è possibile depositare una domanda. Esistono in ogni caso delle “scorciatoie” per proteggersi contemporaneamente in più paesi, ad esempio mediante un marchio dell’Unione Europea, un disegno o modello Comunitario, oppure mediante “fasci di diritti” come il marchio internazionale, il disegno o modello internazionale, la domanda internazionale PCT, di cui abbiamo già parlato nel numero 667 della rivista, aprile 2019.
Rivolgersi a un esperto Data la varietà e la specificità degli strumenti di tutela che è possibile adottare, è importante che la scelta di quello più opportuno sia affidata ad un consulente in proprietà industriale esperto, in grado di valutare al meglio le soluzioni più adeguate sulla base del caso specifico e delle strategie di business che si vogliono adottare. Ciò vale soprattutto nello specifico settore dell’industria della gomma, in cui, nella maggioranza di casi, la tutela di prodotti, procedimenti o segni distintivi mediante brevettazione o registrazione è una poco sfruttata possibilità per mantenere o incrementare il vantaggio competitivo.
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NEWS
Taccuino
Auto ancora in frenata nel primo semestre
I
dati relativi alle immatricolazioni del primo semestre pubblicati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e elaborati dall’Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) mostrano il mercato nazionale dell’auto ancora in rallentamento sia a giugno che nel semestre: -2,1% a giugno, con 171.626 immatricolazioni (nello stesso mese del 2018 erano state 175.273 le vetture nuove vendute), e -3,5% nel primo semestre, nel quale le vendite sono state 1.082.197 contro 1.121.649 dello stesso periodo dell’anno scorso. Secondo il Centro Studi Promotor (CSP), le prospettive per il secondo semestre non sono ottimistiche. Stando ai risultati dell’inchiesta congiunturale condotta dallo stesso centro nell’ambito degli operatori del settore auto, il 48% dei concessionari interpellati, infatti, si aspetta un calo della domanda e il 50% ritiene che il mercato rimarrà stabile sui bassi livelli attuali delle vendite. Permane un clima di sfiducia sia dei consumatori che delle imprese determinato in buona parte, sempre secondo il CSP, dall’attuale situazione di stagnazione dell’economia nazionale. I dati Istat di giugno dicono che l’indice del clima di fiducia dei consumatori (base 2010 = 100) è calato da 111,6 a 109,6 e quello del clima di fiducia delle imprese (Iesi, Istat economic sentiment indicator) pure è diminuito, passando da 100,2 a 99,3. In chiave con queste flessioni, è calata anche, rispetto a maggio, la propensione all’acquisto dei beni durevoli, tra cui l’automobile, da -46,5 a -56,3. Per quanto riguarda le immatricolazioni, le marche nazionali hanno accusato un calo sia nel mese che nel semestre: -10,6% a giugno, con 39.236 vendite di auto nuove contro 43.885 e con la quota di mercato scesa dal 25,0% al 22,9%, e -11,6% nel periodo gennaio-giugno, con 269.992 unità vendute a fronte di 305.403 e la quota diminuita dal 27,2% al 25,0%. Il gruppo FCA – Fiat, Alfa Romeo, Lancia/Chrysler, Jeep – ha chiuso il mese con 38.560 immatricolazioni a fronte di 43.428 del giugno 2018 (-11,2% e quota scesa dal 24,8% al 22,5%). In questo gruppo, bene Lancia/Chrysler, con 4.349 immatricolazioni contro 3.999 (+8,8%) e quota salita dal 2,3% al 2,5%, e bene anche Jeep, che ha totalizzato 8.425 vendite a fronte di 7.726 (+9,1%) e portato la quota al 4,9% dal 4,4%. In calo, invece, Fiat e Alfa Romeo: la Fiat è passata da 28.053 immatricolazioni di giugno 2018 a 23.232 di giugno di quest’anno (-17,2%), abbassando la quota dal 16,0% al 13,5%, e l’Alfa Romeo ha chiuso il mese con 2.554 vetture nuove vendute contro 3.650 dello stesso mese dell’anno scorso (-30,0%) e con la quota scesa dal 2,1% all’1,5%. Nell’ambito delle altre marche nazionali, Maserati ha incrementato le vendite dell’8,6% (265 immatricolazioni su 244) e Lamborghini del 53,6% (43 su 28). Ferrari, invece, ha registrato una flessione del 17,5% (47 su 57).
Nel semestre il Gruppo FCA ha totalizzato 266.765 vendite, che hanno significato un calo del 12,0% rispetto al gennaio-giugno del 2018, quando erano state immatricolate 302.967 vetture nuove, e un calo della quota di mercato dal 27,0% al 24,7%. Anche adesso il brand Lancia/Chrysler si è distinto per il suo andamento positivo: +27,7%, con 34.684 immatricolazioni contro 27.161 e la quota di mercato salita dal 2,4% al 3,2%). Hanno chiuso il semestre col segno meno, invece, Fiat (-14,9%, con 170.606 immatricolazioni su 200.462), Alfa Romeo (-47,2%, 14.402 su 27.279) e Jeep (-2,1%, 47.073 su 48.065). Delle altre marche nazionali, Ferrari ha messo a segno un incremento del 20,2% (280 su 233) e Lamborghini una crescita dell’84,5%, con 190 su 103. Segno meno, invece, per Maserati (-20,1%, con 1.189 su 1.488). Per quanto riguarda le immatricolazioni dei veicoli commerciali leggeri (VCL, con peso totale a terra fino a 3,5 t), i dati attualmente disponibili - elaborati dal Centro Studi e Statistiche di Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) - si riferiscono a maggio 2019 e mostrano una crescita del mercato sia in questo mese (+6,6%, con 17.589 immatricolazioni su 16.498 del maggio 2018) che nel periodo gennaio-maggio (+6,5%, con 79.043 vendite di veicoli nuovi su 74.252 dello stesso periodo dell’anno scorso). Anche per i veicoli industriali i dati disponibili, elaborati dall’Anfia, arrivano a maggio e mostrano, per gli autocarri con ptt superiore a 3,5 t, un mercato in crescita nel mese (+5,3%, con 2.324 libretti di circolazione rilasciati contro 2.206) e in calo nel cumulato dei primi cinque mesi dell’anno (-7,6%, con 10.838 su 11.726). Nel caso dei rimorchi e semirimorchi con ptt superiore a 3,5 t il mercato ha accusato una flessione sia nel mese (-16,1%, con 1.050 libretti rilasciati su 1.252) che nel periodo gennaio-maggio (-7,2%, 7.647 contro 8.240). Nel comparto trasporto passeggeri – autobus con ptt superiore a 3,5t – nel mese di maggio il mercato ha registrato, complessivamente, una flessione del 14,9% (348 nuove unità vendute contro 409). All’interno di questo comparto, gli autobus adibiti al trasporto pubblico locale (TPL) sono diminuiti del 40,6% (rapporto vendite di 123 a 207); gli autobus e midibus turistici sono cresciuti del 29,0% (129/100 il rapporto vendite); i minibus sono calati del 20,0% (56/70) e gli scuolabus, invece, sono aumentati del 25% (40/32). Nei cinque mesi, quello degli scuolabus è stato l’unico comparto che ha mantenuto il segno più (+14,2%, 225/197). Tutti gli altri hanno accusato una flessione: -13,8% gli autobus per il TPL (736/854); -7,7% gli autobus e midibus turistici (442/479); -6,9% i minibus (231/248). Nel suo complesso, il comparto degli autobus con ptt superiore a 3,5 t ha chiuso il periodo gennaio-maggio 2019 con una flessione dell’8,1% (con 1.634 vendite su 1.778).
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NEWS
Bene la gomma naturale, in ripresa quella sintetica in Europa
S
egnali di ripresa per la produzione e il consumo di gomma sintetica in Europa nel 2018 rispetto all’anno prima; crescita, invece, per la gomma naturale. Lo dicono le statistiche pubblicate dall’IRSG
(International Rubber Study Group), che recentemente ha reso noti i dati del quarto trimestre del 2018 (vedi tabella). Per quanto riguarda la gomma sintetica, l’analisi dell’ultimo trimestre dell’anno scorso mostra, in Europa, un calo del 3,3% della produzione rispetto al periodo ottobre-dicembre 2017 (984 kt contro 1018) e una flessione del 2,9% del con-
sumo (917 kt su 944). Segno meno anche per le Americhe, ma solo per la produzione, con 725 kt a fronte di 747 (-2,9%), perché i consumi hanno registrato, invece, un aumento del 4,4% (754 kt/722 kt). L’area Asia/Pacifico ha messo a segno variazioni positive sia nella produzione, con 2.184 kt/2.070 kt (+5,5%), che nei consu-
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NEWS
mi, con 2.200 kt/2.159 kt (+1,9%). A livello mondo, negli ultimi tre mesi del 2018 la produzione è aumentata dell’1,5% (3.893 kt a fronte di 3.835) e il consumo dell’1,2%, con 3.871 kt su 3.825. Nell’intero anno 2018 la produzione e il consumo di SR in Europa hanno fatto registrare entrambi una variazione positiva dello 0,9% rispetto all’anno prima: la produzione è aumentata da 4.070 kt a 4.108 e il consumo da 3.830 kt a 3.866. Le Americhe hanno avuto un calo della produzione del 2,7%, con 2.842 kt su 2.920, e una sostanziale stabilità dei consumi, con 2.951 kt contro 2.935 (+0,5%). Segno più nell’Asia-Pacifico, dove la produzione è cresciuta del 3,0% (8.284 kt/8.045 kt) e il consumo del 2,3%, con 8.588 kt a fronte di 8.398. A livello mondo, la produzione è salita dell’1,3%, con 15.234 kt su 15.035, e i consumi hanno raggiunto quota 15.405 kt dalle 15.163 kt dell’anno prima (+1,6%). Per quanto riguarda la gomma naturale, nel trimestre ottobre-dicembre 2018 balza agli occhi il sensibile calo della produzione in EMEA: -7,6%, con 243 kt a fronte di 263 nello stesso periodo dell’anno prima. Incrementi, invece, nelle altre aree: +2,2% nell’Asia-Pacifico (3.456 kt/3.382 kt) e +2,6% nelle Americhe (79 kt/77 kt). A livello globale, la produzione di NR nel trimestre è passata da 3.722 kt dello stesso trimestre del 2017a 3.778 (+1,5%). Situazione in fotocopia quella dei consumi di NR nel trimestre: flessione (leggera) in EMEA (427 kt/429 kt; -0,5%); aumen-
to dell’1,2% nelle Americhe (425 kt/420 kt) e notevole balzo in avanti del 5,1% nell’Asia-Pacifico, con 2.608 kt su 2.482. A livello globale i consumi hanno registrato una sensibile crescita del 3,9%, con 3.460 kt contro 3.331. Nei dodici mesi 2018, tutte variazioni positive per la naturale, sia nella produzione che nei consumi, in tutte le aree a confronto con l’intero 2017. La produzione è aumentata del 3,9% in EMEA (900 kt/866 kt); del 2,7% nelle Americhe (340 kt/331 kt); del 2,4% in Asia-Pacifico (12.644 kt/12.352 kt). A livello mondo si è avuto un incremento del 2,5%, con 13.884 kt contro 13.549. I consumi sono cresciuti del 2,4% in EMEA, con 1.772 kt su 1.731; del 3,2% nelle Americhe (1.767 kt/1.713 kt); del 4,7% nell’Asia-Pacifico, con 10.239 kt su 9.776. Nel mondo, in tutto l’anno si sono consumate 13.778 kt di NR, con un incremento del 4,2% rispetto al 2017, quando il consumo è stato di 13.220 kt. L’IRSG ha pubblicato anche le quotazioni praticate nel primo trimestre 2019. Le riportiamo qui di seguito in $ USA/t con quelle del 2018 e con la media anno dell’anno scorso. Nel 2019: gomma naturale (RSS3): 1.633 nel Q1 gomma sintetica (SBR USA): 2.397 nel Q1. Nel 2018: gomma naturale (RSS3): 1.723 nel Q1; 1.638 nel Q2; 1.457 nel Q3; 1.394 nel Q4. 1.553 nell’anno gomma sintetica (SBR USA): 2.242 nel Q1; 2.588 nel Q2; 2.748 nel Q3; 2.653 nel Q4. 2.558 nell’anno.
La calandratura supercombinata di Rodolfo Comerio
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no tra i maggiori produttori mondiali di pneumatici, per un nuovo stabilimento in India, ha scelto Rodolfo Comerio per la realizzazione di una innovativa linea di calandratura, con calandra in larghezza 1.900 mm, che sarа in grado di produrre cord tessile gommato e innerliner e che potrа anche essere predisposta per la futura produzione di cord metallico gommato, massimizzando i profitti e ottimizzando la redditivitа del capitale investito. Questa linea di calandratura “supercombinata” verrа realizzata negli stabilimenti Rodolfo Comerio di Solbiate Olona (Varese) insieme alle numerose linee di calandratura di nuova generazione equipaggiate con le ultime tecnologie inventate e brevettate dal costruttore italiano, commissionate da produttori di pneumatici leader nel mondo. Grazie al sistema brevettato di spostamento dei cilindri senza attrito RC SFFreeSystem, i produttori di pneumatici potranno garantire ai propri clienti pneumatici sempre piщ performanti, prodotti con materiale calandrato che presenta caratteristiche di elevata qualitа e numerosi vantaggi, tra cui: • miglioramento della penetrazione della gomma nel cord tessile o metallico; • miglioramento della precisione dello spessore; • miglioramento della distribuzione della fittezza dei cord (EPI o EPD); • possibilitа di ridurre lo spessore;
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA settembre 2019
Taccuino
La calandra speciale che Rodolfo Comerio consegnerà in India a un importante produttore di pneumatici. • miglioramento della prestazione di rotolamento, di resistenza e di stabilitа degli pneumatici; • conseguente contributo al risparmio di carburante dei veicoli; • risparmio di materie prime; • riduzione degli scarti; • conseguente riduzione dei costi. La linea di calandratura “supercombinata” marchiata Rodolfo Comerio e destinata allo stabilimento indiano sarа in grado di superare la produttività giornaliera di 370 tonnellate e verrа utilizzata per produrre materiale per tutti i tipi di pneumatici, da quelli agricoli a quelli per autovetture, comprese anche le coperture per i veicoli a 2 e 3 ruote.
Biesterfeld distribuisce i fluoroelastomeri di Solvay
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l gruppo Biesterfeld, attivo da oltre un secolo nella distribuzione di chemicals, ha annunciato che da agosto 2019 distribuirà i fluoroelastomeri prodotti da Solvay Specialty Polymers in Europa, Russia e Brasile. Biesterfeld ha sede ad Amburgo, in Germania, e filiali e uffici in 40 paesi del mondo. Il gruppo dà lavoro a oltre 800 persone per un fatturato globale di 1,2 miliardi di euro. I polimeri FKM inseriti nel portafoglio prodotti sono i ben noti Tecnoflon di Solvay Specialty Polymers, caratterizzati da un’eccellente resistenza chimica a un gran numero di sostanze differenti come carburanti, lubrificanti, oli e solventi.
Oltre a una notevole resistenza termica, a temperature superiori ai 200°C, dimostrano anche un ottimo effetto sigillante a lungo termine insieme a un ridotto compression set. Per le loro proprietà specifiche, l’FKM Tecnoflon è utilizzato comunemente per la produzione di guarnizioni e collettori e trova impiego soprattutto nell’industria automotive. Può essere impiegato, per fare alcuni esempi, in guarnizioni O-ring per sistemi di rifornimento o di iniezione, in guarnizioni per trasmissioni o in collettori per carburante o aria. È anche usato nelle industria chimica e aerospaziale, oltre che nell’oil & gas. «Con questi nuovi diritti di distribuzione», dice Jörn Thomsen, Product Manager Specialty Polymers di Biesterfeld Performance Rubber, “«stiamo ampliando la nostra gamma di polimeri ad alte prestazioni e il nostro portafoglio di prodotti specializzati. Con i fluoroelastomeri Tecnoflon ara siamo in grado di fornire prodotti di punta e di alta qualità da un leader di mercato come Solvay». Secondo Giovanni Biressi, Global Product Manager FKM e FFKM di Solvay Specialty Polymers, «il nuovo accordo ci permette di estendere la nostra pluriennale collaborazione con Biesterfeld al settore dei prodotti in gomma. Grazie a Biesterfeld possiamo contare su un partner esperto e consolidato, che ha la capacità di proporre i nostri prodotti sul mercato nel modo migliore possibile. Ci fa piacere unire le forze per spingere ancora di più il successo di Tecnoflon».
KPI
Masterbatch additivati, Polimeri funzionali, Additivi per film-serra, Master antimicrobici, Nanoclay masterbatch, Plastificanti, DOTP, DINP, DEP, DOA, Anidride Ftalica e Maleica, Acido malico, fumarico, adipico, Ritardanti di fiamma, Additivi del PVC Essiccativi e miscele di essiccativi, Antiossidanti per il settore gomma e plastica
Ossidi di ferro naturali
Sistema di controllo di cariche batteriche
Biocidi, Funghicidi, Alghicidi
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA settembre 2019
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TRADE AND DISTRIBUTION RUBBER’S INDUSTRY PRODUCTS TRADEOF AND DISTRIBUTION TRADE AND DISTRIBUTION OF RUBBER’S INDUSTRY PRODUCTS OF RUBBER’S INDUSTRY PRODUCTS TRADE AND DISTRIBUTION TRADE AND DISTRIBUTION OF RUBBER’S INDUSTRY PRODUCTS OF RUBBER’S INDUSTRY PRODUCTS
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Taccuino NEWS
Arlanxeo investe sullo sviluppo di nuovi elastomeri
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rlanxeo, la società impegnata nel settore degli elastomeri nata da una joint venture tra Lanxess e Saudi Aramco e ora controllata interamente dal gruppo saudita, ha annunciato l’avvio di una nuova fase della sua crescita, che si concretizzerà in un aumento delle attività di ricerca e sviluppo in Arabia Saudita. Il gruppo è entrato in un accordo di collaborazione con la Dhahran Techno Valley Company (DTVC), una società interamente controllata dal KFUPM, il più avanzato istituto di ricerca accademica sull’oil & gas del regno saudita. Le due parti hanno formalizzato la loro intenzione di collaborare in una lettera di intenti, in base alla quale lavoreranno insieme allo sviluppo di prodotti e applicazioni di interesse primario per i business di Arlanxeo nel campo degli elastomeri. La collaborazione avrà come sede un centro tecnico di ricerca e sviluppo che verrà realizzato da Arlanxeo nella Dhahran Techno Valley, un comprensorio tecnologico nel-
la provincia orientale dell’Arabia Saudita in cui operano sedi di gruppi come Sabic, SEC, Saudi Aramco e la King Fahd University of Petroleum and Minerals (KFUPM). Donald Chen, CEO di Arlanxeo, ha detto che «Arlanxeo cercherà di trarre frutto dalle competenze della DVTC e della KFUPM per sostenere il suo sforzo nel creare un industria innovativa degli elastomeri in Arabia Saudita. Una collaborazione che si sposa alla perfezione con l’appartenenza di Arlanxeo alla famiglia Saudi Aramco. L’università KFUPM, in quanto istituzione accademica, ha profondi legami con Saudi Aramco in termini di partnership sulla ricerca e sviluppo, mentre DTVC ha una riconosciuta reputazione in fatto di eccellenza dell’innovazione e ospita un’infrastruttura
di ricerca di prim’ordine». Commentando l’accordo, Abdulaziz Al-Judaimi, vicepresidente senior della divisione Downstream di Saudi Aramco, ha detto che «questa cooperazione darà ad Arlanxeo l’opportunità di acquisire l’expertise di ricerca altamente qualificata e di personale accademico dalla DVTC e dalla KFUPM, che possono dare un importante contributo alle aspirazioni di crescita di Arlanxeo così come a tutta la strategia nel settore dei chemicals di Saudi Aramco. La collaborazione con l’Università King Fahd, inoltre, permetterà ad Arlanxeo di accelerare lo sviluppo di opportunità di crescita, integrando la forte posizione nel campo delle materie prime già acquisita dalla sua controllante Saudi Aramco».
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September 22-25, 2019 37thBrake Colloquium & Exhibition
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA 61 settembre 2019- USA Orlando, Florida
Calendario NEWS
FIERE DI TUTTO IL MONDO - 2018/2019 3-5 settembre
9-10 ottobre 9-11 ottobre 16-23 ottobre 1-4 novembre 5-8 novembre
Londra, Regno Unito Sharjah, Emirati Arabi Uniti Louisville, USA Düsseldorf, Germania Yangon, Myanmar Las Vegas, USA
IRC, International Rubber Conference
www.iom3.org
Arab Rubber Expo 2019
rubbertechnology-expo. com
International Elastomer Conference
www.rubberiec.org
K2019
www.k-online.com
Plas Print Pack - Plastics, Rubber, Packaging, Printing
myanmar-expo.com
Global Tire Expo
www.semashow.com
27-29 novembre
Hanoi, Vietnal
Vietnam Plastics & Rubber
www.plasticsvietnam.com
4-5 dicembre
Chennai, India
Latex Expo
www.latex-expo.com
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA settembre 2019
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gli inserzionisti
Gli inserzionisti di questo numero ITAPROCHIM 61 KPI 58, 59 LAGORIO & DUFOUR 7 LTE I COP. MESSE DUSSELDORF-K 2019 15 MESSE FRANKFURT - FORUM MECCATRONICA 62 OROBICA LASER 52 PARKER II COP. PEZZATO 57 PMG 5 PRESMA 13 PRODICON INTERNATIONAL 37 PUMATECH 45 RDC 33
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI • settembre 2019 - numero 7
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