Green Rubber 2023

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GreenRUBBER

SOSTENIBILITÀ: LA RICERCA CONTINUA

GOMMA NATURALE

UN MONDO FRAGILE

ECONOMIA CIRCOLARE

UNA RIFLESSIONE CRITICA

PRODUZIONE

IMPATTO AMBIENTALE

E RESPONSABILITÀ SOCIALE

AZIENDE

ESEMPI DI BUSINESS VIRTUOSO

SUSTAINABILITY: THE RESEARCH GOES ON

NATURAL RUBBER A FRAGILE WORLD

CIRCULAR ECONOMY A CRITICAL REFLEXION

PRODUCTION

ENVIRONMENTAL IMPACT AND CORPORATE SOCIAL RESPONSIBILITY

COMPANIES

EXAMPLES OF VIRTUOUS BUSINESS

In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi
SUPPLEMENTO AL NUMERO DI GIUGNO 2023 DE L’INDUSTRIA DELLA GOMMA - MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
ITALIAN + ENGLISH TEXT

• Mescolatori interni brevettati modello MCC-T (tangenziale)e MCC-C (compenetrante) capacità da 2 fino a 270 litri

• Mescolatori a cilindri brevettati con tavola da 300 mm a 3050 mm modello MGC - MGX - MGP - MGS – MGU

• Calandre a 2, 3, 4 e 5 cilindri con forma I, L, F, S, INCLINATA

• Macinatori e raffinatori

• Calandre Roller head e Roller die

• Linee complete di mescolazione e calandratura per gommatura di tessuti, cord metallico e tessile

• Linee complete di mescolazione e calandratura per la produzione di foglietta gomma

• Impianti di vulcanizzazione

• Mescolatori/calandre per amianto sintetico

• Stock Blender

• Linee di raffreddamento gomma

• Modernizzazione di linee di mescolazione e calandratura esistenti

GreenRUBBER

Sostenibilità: la rotta è tracciata

Quando abbiamo realizzato la prima edizione del fascicolo Green Rubber, interamente dedicato al tema della sostenibilità nel nostro settore, il mondo si era da poco – a fatica – ripreso da due anni di Pandemia ma era appena piombato nell’incubo della guerra in Ucraina, che oltre all’ingente prezzo in termini di vite umane, ha nuovamente sconvolto assetti ed equilibri anche a livello industriale e commerciale in tutta Europa, a seguito del blocco delle importazioni dalla Russia e poi delle sanzioni già previste per il 2024.

Questo ennesimo accavallamento di criticità, però, si è rivelato anche uno stimolo a continuare nel percorso – ormai tracciato – verso la ricerca di canali di approvvigionamento alternativi, di processi ancora più sostenibili e di soluzioni “green”.

Nelle pagine che seguono approfondiremo proprio queste tematiche: partendo dall’analisi delle differenze tra il mondo della gomma naturale e quello della gomma sintetica, ci soffermeremo in particolare sulle molteplici criticità che ci portano a concludere che non sempre "bio" equivale a sostenibile.

Segue una riflessione critica sull'utilizzo di olio di processo rigenerato e sull'economia circolare e un aggiornamento sulle sfide ancora da vincere per raggiungere un più alto livello di riciclo della gomma grazie alla tecnologia della devulcanizzazione da pneumatici fuori uso.

E proprio agli pneumatici è dedicato il successivo approfondimento: dopo una panoramica sulla necessità, da parte dei produttori, di revisionare tecnologie e processi per ridurre il loro impatto ambientale, vi raccontiamo la soluzione trovata da giovani visionari di una start-up inglese per catturare e monitorare le particelle - inquinanti - che si producono a seguito dell'attrito tra la strada e gli pneumatici. Chiude questa sezione un altro interessante prodotto messo a punto da una azienda americana: un nuovo additivo che è stato impiegato, tra l’altro, per la ricostruzione di pneumatici T&B (Truck & Bus) con risultati interessanti in termini di riduzione del consumo di carburante e di utilizzo più prolungato del manufatto, e con livelli di additivazione di polverino significativamente più alti di quanto ritenuto possibile finora. Il numero si conclude con un'analisi dei motivi per cui, oggi, la sostenibilità è diventata un pilastro non solo imprescindibile, ma anche misurabile, per ogni azienda e sulle normative ambientali sempre più stringenti che legano la sopravvivenza e il successo sui mercati internazionali non più solo alle buone performance in termini di profitto, ma all’assolvimento di impegni di natura ambientale e sociale.

A seguire troverete il racconto delle scelte e soluzioni "green" di 23 aziende del settore.

Buona lettura! u

Sustainability: the path is set

When we produced the first edition of the Green Rubber booklet, entirely dedicated to the theme of sustainability in our sector, the world had recently - barelyrecovered from two years of Pandemic, but had just plunged into the nightmare of the war in Ukraine, which in addition to the huge price in terms of human lives, has once again upset the industrial and commercial balance throughout Europe, following the blockade of imports from Russia and then the sanctions already scheduled for 2024.

T his umpteenth overlapping of critical issues, however, also proved to be an incentive to continue along the path - now mapped out - towards the search for alternative supply channels, even more sustainable processes and 'green' solutions.

I n the following pages, we will explore precisely these issues: starting with an analysis of the differences between the worlds of natural and synthetic rubber, we will focus in particular on the many critical issues that lead us to the conclusion that “bio” does not always equate to sustainable.

T his is followed by a critical reflection on the use of regenerated process oil and the circular economy, and an update on the challenges still to be overcome in order to achieve a higher level of rubber recycling thanks to the technology of de-vulcanisation from end-of-life tyres.

A nd it is precisely to tyres that the next in-depth article is dedicated: after an overview of the need for manufacturers to overhaul technologies and processes to reduce their environmental impact, we tell you about the solution found by young visionaries from a British start-up to capture and monitor the particles - pollutants - that are produced as a result of friction between the road and tyres. This section closes with another interesting product developed by an American company: a new additive that has been used, among others, in the re-treading of T&B (Truck & Bus) tyres with interesting results in terms of reduced fuel consumption and longer utilisation of the re-treated tyre itself, and with recycled rubber powder added at levels not considered possible up to now.

T he booklet concludes with an analysis of the reasons why, today, sustainability has become not only an indispensable, but also a measurable pillar for every company, and on the increasingly stringent environmental regulations that link survival and success in international markets no longer only to good performance in terms of profit, but to the fulfilment of environmental and social commitments.

Finally, you will find the story of the "green" choices and solutions of 23 companies in our sector.

E njoy the reading! u

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA EDITORIALE/EDITORIAL
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Foto di Gerd Altmann da Pixabay.
Via Cercone, 13/15 - 24060 CASTELLI CALEPIO (BG) Tel: 035/4425644 E-mail: info@coatingtechnology.net WWW COATINGTECHNOLOGY NET W E C A R E A B O U T O U R W O R L D W E C A R E A B O U T O U R W O R L D W E C A R E A B O U T O U R W O R L D

GreenRUBBER

SUPPLEMENTO AL NUMERO DI GIUGNO 2023

DE L’INDUSTRIA DELLA GOMMA 709

MENSILE DEGLI ELASTOMERI

E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI

Direttore responsabile

Andrea Aiello

in reDazione

Daniela Garbillo - daniela.garbillo@edifis.it

Collaborano alla rivista

Gianpaolo Brembati, Giuseppe Cantalupo, Enzo Cardone, Alessandro Facchino, Riccardo Oldani, A.L. Spelta, Maurizio Toma

GrafiCa e impaGinazione

Barbara Aprigliano - barbara.aprigliano@edifis.it

pubbliCità dircom@edifis.it

traffiCo pubbliCitario

Francesca Gerbino - francesca.gerbino@edifis.it

stampa Grafiche Arrara

Grafiche Arrara s.r.l. – Abbiategrasso (MI) amministrazione amministrazione@edifis.it

EDITORIALE/EDITORIAL

2 SOSTENIBILITÀ: LA ROTTA È TRACCIATA

SUSTAINABILITY: THE PATH IS SET

MATERIA PRIMA/RAW MATERIAL

10 TUTTE LE STRADE PORTANO ALLA SOSTENIBILITÀ ALL ROADS LEAD TO SUSTAINABILITY

Il macrocosmo della gomma è composto da due mondi paralleli: quello della gomma naturale e quello della gomma sintetica, due universi con pochi punti in comune.

The macrocosm of rubber consists of two parallel worlds: that of natural rubber and that of synthetic rubber, two universes with little in common.

GOMMA NATURALE/NATURAL RUBBER

18 LA SOSTENIBILITÀ INSOSTENIBILE

DELLA GOMMA NATURALE

THE UNSUSTAINABLE SUSTAINABILITY OF NATURAL RUBBER

La gomma naturale è l'unica materia prima di origine forestale considerata materia prima critica dall'UE, la cui industria dipende al 100% dalle importazioni. Questo comporta alcune criticità.

Natural rubber is is the only forestry-derived raw material considered critical by the EU, whose industry is 100% dependent on imports. This leads to some critical issues.

ECONOMIA CIRCOLARE/CIRCULAR ECONOMY

26 OLIO DI PROCESSO RIGENERATO

E PROBLEMATICHE DELL’ECONOMIA CIRCOLARE REGENERATED PROCESS OIL AND CIRCULAR ECONOMY ISSUES

Registrazione Tribunale di Milano n. 4275 del 1.4.1957 Iscrizione

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Srl - Viale Coni Zugna 71 - 20144 Milano (o ai riferimenti sotto trascritti), luogo della custodia della banca dati medesima.

L’Industria della Gomma una rivista edita da:

Edifis S.r.l.

Viale Coni Zugna 71

20144 - Milano - Italy

Tel. +39 023451230

Fax +39 023451231

www.edifis.it

ASSOCIAZIONE NAZIONALE

EDITORIA DI SETTORE

L’olio rigenerato da oli minerali esausti costituisce una preziosa risorsa per il settore della gomma. Una riflessione critica nell’ottica di una concreta strategia di sviluppo. Regenerated oil from exhausted mineral oils is a valuable resource for the rubber industry. A critical reflection with a view to a concrete development strategy.

RICICLO/RECYCLING

34 DEVULCANIZZAZIONE DA PNEUMATICI FUORI USO:

UNA GRANDE SFIDA

END OF LIFE TIRE RUBBER DEVULCANIZATION

Le strategie più promettenti per raggiungere un più alto livello del riciclo della gomma.

The most promising strategies for achieving a higher level of recycling.

GREEN TYRES

44 NUOVE STRADE PER GLI PNEUMATICI NEW ROADS FOR TYRES

La consapevolezza e l’impellenza di dover offrire prodotti ad alte prestazioni e qualità, riducendone contestualmente l’impatto sul pianeta, ha prodotto una straordinaria revisione di tecnologie e processi. The awareness and urgency to offer high performance and quality products, while reducing their impact on the planet, has led to an extraordinary revision of technologies and processes.

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA

GreenRUBBER

INQUINAMENTO/POLLUTION

50 CONTRASTARE L’INQUINAMENTO DA MICROPLASTICHE DA PNEUMATICO

A NEW WAY TO FIGHT POLLUTION FROM TYRE MICROPLASTICS

Una start up inglese fondata da giovani visionari sta sviluppando il primo dispositivo di bordo per catturare e monitorare il polverino TRWP all’origine. A British start-up founded by young visionaries is developing the first onboard device to capture and monitor TRWP at source.

RICERCA/RESEARCH

58 UN NUOVO ADDITIVO PER INCREMENTARE L’UTILIZZO DI POLVERINO DI GOMMA

A NEW ADDITIVE TO INCREASE THE UTILISATION OF RECYCLED RUBBER POWDER

Un nuovo additivo è stato impiegato per la ricostruzione di pneumatici T&B (Truck & Bus) con risultati interessanti.

A new additive has been used for the re-treading of T&B (Truck & Bus) tyres with interesting results.

66 CRITERI ESG: LA SOSTENIBILITÀ SI PUÒ MISURARE

ESG CRITERIA: SUSTAINABILITY CAN BE MEASURED

Environmental, Social e Governance sono oggi tre dimensioni fondamentali per ogni impresa.

Environmental, Social and Governance are today three fundamental dimensions for any company.

CORPORATE RESPONSIBILITY

74 IMPATTO AMBIENTALE DELLA PRODUZIONE E RESPONSABILITÀ SOCIALE DELLE IMPRESE

ENVIRONMENTAL IMPACT OF PRODUCTION AND CORPORATE SOCIAL RESPONSIBILITY

La politica dell'Unione Europea in materia di ambiente si fonda sui principi della precauzione, dell'azione preventiva e della correzione dell'inquinamento alla fonte, nonché sul principio “chi inquina paga”. EU environmental policy is based on the principles of precaution, preventive action and correction of pollution at the source, as well as on the «polluter pays» principle.

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA PRODUZIONE/PRODUCTION 74 34 50 10
COMPANIES
u AFFRI u BRENNTAG u COATING TECHNOLOGY u COLMEC u COMERIO ERCOLE u COMPOUNDS u DESMA u EVERCOMPOUNDS u G3 MIXING TECHNOLOGIES u GIBITRE INSTRUMENTS u IMG u JP-TECH u KRAIBURG u LEHVOSS u OLDRATI GROUP u REP ITALIANA u ROBI AMBIENTE u RPM u TECNISTAMP u TOVO GOMMA u VERSALIS u VIBIPLAST u Z-LAB 128 GLI INSERZIONISTI DI QUESTO NUMERO
AZIENDE/
81 QUANDO IL BUSINESS DIVENTA GREEN WHEN BUSINESS GOES GREEN

THE FUTURE IS NOW.

Synthos is a leading global manufacturer of synthetic rubber, styrenics, crop protection products and dispersions, latex, and adhesives for a wide range of industries. Currently, until August 31, Synthos is accepting applications from universities and research institutions for the SYNTHOS Rubber Circularity Award 2023.

The objective of the project is to contribute to 100 % eco-friendly products by 2030 by developing revolutionary technology platforms for synthetic rubber and/or tire compounds. The project should address crucial global climate change issues, such as marine microplastics, circular economy, enzymatic degradation of rubber, and carbon footprint. To learn more, please get in touch with Synthos.

SynthosRubber@synthosgroup.com synthosgroup.com

RUBBER IN MOTION

RUBBER IN MOTION

Tutte le strade portano alla sostenibilità

Il macrocosmo della gomma è composto da due mondi paralleli: quello della gomma naturale e quello della gomma sintetica, due universi con pochi punti in comune - diverse catene di approvvigionamento, produzione, distribuzione, processi, tecnologie e impatti in termini di emissioni, effetti sul clima e sostenibilità in senso lato. In tutto il mondo la ricerca è al lavoro per migliorare i processi di produzione e di trasformazione della gomma per renderli più ecosostenibili e circolari

Quello della gomma è un macrocosmo con mille articolazioni e sfaccettature, di cui è sempre complesso tracciare un quadro generale. Innanzi tutto è caratterizzato da due mondi paralleli, quello della gomma naturale e quello della gomma sintetica, che si basano su tecnologie e su filiere con pochi punti in comune. Due universi che si appoggiano su differenti catene di approvvigionamento, produzione e distribuzione, ciascuna caratterizzata dai suoi processi, tecnologie e impatti in termini di emissioni, effetti sul clima, territori interessati.

IL FRAGILE MONDO DELLA

GOMMA NATURALE

La parte più delicata di questo duplice mondo è quella della gomma naturale, la cui coltura si concentra nel Sud Est Asiatico, ma con una buona crescita nell’Africa Equatoriale, ed è sempre alla ricerca di un’equa remunerazione del lavoro dei coltivatori diretti, che hanno poche armi per contrastare ed elevare i prezzi imposti dal mercato. La produzione di gomma naturale è da sempre soggetta a forti oscillazioni, determinate da molti fattori, come le condizioni climatiche, la diffusione di malattie delle piante, ma anche le decisioni dei vari governi di modulare i volumi di produzione per intervenire sul rapporto domanda/offerta e sui costi d’acquisto.

GreenRUBBER L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
di Riccardo Oldani
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Foto di sandid da Pixabay.

S econdo le stime più attuali, diffuse dall’ANRPC, l’Associazione dei Paesi produttori di gomma naturale, per il 2023 si prevede un raccolto di gomma naturale di circa 14,9 milioni di tonnellate, in crescita del 2,7% rispetto al 2022. Questo però difficilmente si tradurrà in maggiori guadagni per i coltivatori, per effetto di tutta una serie di fattori, tra cui le tensioni geopolitiche, la spinta inflazionistica e il forte apprezzamento del dollaro, la moneta che resta dominante sul mercato internazionale e con cui sono denominate le partite di gomma naturale vendute sul mercato. Tutte queste variabili rendono volatile e incostante il mercato. Per esempio, a marzo 2023 la produzione globale di gomma naturale è scesa addirittura del 26,1% rispetto allo stesso mese del 2022, pur in uno sce

All roads lead to sustainability

The macrocosm of rubber consists of two parallel worlds: that of natural rubber and that of synthetic rubber, two universes with little in common - different supply chains, production, distribution, processes, technologies and impacts in terms of emissions, climate effects and sustainability in the broadest sense. All over the world, research is at work to improve rubber production and processes to make them more environmentally sustainable and circular

The world of rubber is a macrocosm with a thousand joints and facets, and it is always complex to trace a general picture of it. First of all, it is characterized by two parallel worlds: that of natural rubber and that of synthetic rubber, which are based on technologies and supply chains with few common points. Two universes that rely on different supply chains, production, and distribution, each characterized by its own processes, technologies, and impacts in terms of emissions, effects on climate, and territories involved.

THE FRAGILE WORLD OF NATURAL RUBBER

The most delicate part of this dual world is that of natural rubber, whose cultivation is concentrated in Southeast Asia but with good growth in Equatorial Africa, and is always seeking fair remuneration for the work of direct growers, who have few weapons to counter and raise the prices imposed by the market. The production of natural rubber has always been subject to strong oscillations, determined by many factors such as weather conditions, the spread of plant diseases, but also the decisions of

various governments to modulate production volumes to intervene in the demand/supply ratio and purchase costs. According to the latest estimates from ANRPC, the Association of Natural Rubber Producing Countries, a natural rubber harvest of around 14.9 million tonnes is forecast for 2023, up 2.7% from 2022. However, this is unlikely to translate into higher earnings for growers due to a whole series of factors, including geopolitical tensions, inflationary pressures, and the strong appreciation of the dollar, the currency that remains dominant in the international market

MATERIA PRIMA/RAW MATERIAL
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Foto di Peggy und Marco Lachmann-Anke da Pixabay.

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nario in cui la domanda è in crescita. Di fronte a situazioni di questo tipo, a soffrire sono soprattutto i piccoli produttori, poco attrezzati per assorbire forti fluttuazioni della domanda.

PICCOLO È MEGLIO PER L’AMBIENTE

Le conseguenze di questa situazione sono molteplici. In particolare, le piccole aziende che coltivano l’albero di Hevea brasiliensis nel Sud Est Asiatico tendono a ridursi e a venire assorbite da grandi gruppi. Una semplificazione del mercato che non porta però vantaggi, come avviene alle nostre latitudini con l’affermarsi di aziende più strutturate e organizzate a livello manageriale. In realtà, i grandi proprietari di piantagioni di albero della gomma in Tailandia, Indonesia, Malesia, Vietnam, India e negli altri principali Paesi produttori hanno spesso il potere e i mezzi per sottrarsi alle regole di un’oculata gestione del territorio e dell’ambiente, con impatti negativi in termini di consumi eccessivi di acqua, erosione del terreno, utilizzo estensivo di pesticidi, diffusione sempre più spinta della

and with which batches of natural rubber sold on the market are denominated. All these variables make the market volatile and unstable. For example, in March 2023, global natural rubber production even fell by 26.1% compared to the same month in 2022, despite growing demand. In situations like these, it is the small producers who suffer, as they are poorly equipped to absorb strong demand fluctuations.

SMALLER IS BETTER FOR THE ENVIRONMENT

The consequences of this situation are manifold. In particular, small companies that cultivate Hevea brasiliensis trees in Southeast Asia tend to decrease and be absorbed by larger groups. This market simplification does not, however, bring advantages, as it happens in our latitudes with the emergence of more structured and managerial organized companies. In reality, the large rubber plantation owners in Thailand, Indonesia, Malaysia, Vietnam, India, and other major producing countries often

monocoltura che riduce la biodiversità. Una coltivazione della gomma naturale più parcellizzata, invece, come è stato dimostrato, ha effetti mitiganti sull’impatto ambientale, perché i piccoli proprietari tendono a seguire meglio la coltura, a riservare parte del terreno anche ad altre produzioni per il proprio consumo o per

have the power and means to evade the rules of careful land and environmental management, with negative impacts in terms of excessive water consumption, soil erosion, extensive use of pesticides, and increasing monoculture that reduces biodiversity. On the other hand, more fragmented natural rubber cultivation, as demonstrated, has mitigating effects on environmental impact because smallholders tend to follow better cultivation practices, reserve part of the land for other productions for their consumption or local markets, and thus preserve biodiversity with greater attention.

BRINGING CHEMISTRY BACK TO EUROPE?

Natural rubber accounts for 49% of the total rubber production, while synthetic elastomers account for 51%. On the demand side, the percentages are similar, with synthetic rubber covering 52% of the demand compared to 48% for natural rubber. Rubber derived from petroleum or fossil sources generates a turnover of around $23 billion, which is ex-

RIPORTARE LA CHIMICA IN EUROPA?

La gomma naturale alimenta in volume il 49% dell’intera produzione della gomma, che per il 51% è invece appannaggio degli elastomeri sintetici. Sul fronte

pected to double by 2028/2030, according to various market projections. The production chain in this sector poses different environmental problems compared to that of natural rubber. It is linked to the transformation chain of petroleum and fossil sources, therefore characterized by a high generation of harmful emissions for the climate. Moreover, the bulk of production has moved to the Far East and, in particular, to China, resulting in a heavy reliance on shipping transport, which also has a significant impact in terms of emissions. Actions to make the sector more sustainable are therefore intertwined with those to make shipping transport less polluting, which cannot convert to electric propulsion due to long stays at sea and power requirements. Another strategy could be that of reshoring, which consists of bringing back home the transformation plants, mainly chemical, where synthetic elastomers are born. For decades, Europe has pursued a policy of dismantling the sector, considered dangerous and polluting, by

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
Foto di recyclind da Pixabay. i mercati locali e, quindi, a preservare con più attenzione la biodiversità.
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della domanda le percentuali sono simili, con la gomma sintetica che copre il 52% della richiesta contro il 48% della gomma naturale. La gomma derivata da petrolio o fonti fossili alimenta un fatturato di circa 23 miliardi di dollari, che entro il 2028/2030 dovrebbe addirittura raddoppiare, secondo varie proiezioni di mercato.

La filiera di produzione di questo settore pone problemi ambientali diversi rispetto a quella della gomma naturale. È legata alla catena di trasformazione del petrolio e delle fonti fossili, quindi caratterizzata da un’elevata generazione di emissioni dannose per il clima. Il grosso della produzione, inoltre, si è spostato in Estremo Oriente e, in particolare, in Cina, determinando un forte ricorso ai trasporti via nave, che hanno anch’essi un pesante impatto in termini di emissioni. Le azioni per rendere più sostenibile il settore si intrecciano quindi con quelle per rendere meno inquinante il trasporto navale, che per le lunghe permanenze in mare e le potenze richieste non può convertirsi alla propulsione elettrica. Un altra strategia potrebbe essere quella del reshoring, che consiste nel riportare “a casa” gli stabilimenti di trasfor-

moving production sites to Asia or Eastern Europe. Now, the difficulties of the supply chain and the war between Russia and Ukraine have put this arrangement in crisis, and Europe will have to decide whether, also for environmental, sustainability, and strategic reasons, it is appropriate to partially revive the chemical industry in Europe.

CIRCULAR ECONOMY STRATEGIES

The growth projections for the synthetic rubber market indicate an average annual trend rate of 6% in the next five years.

A very high value, which places the sector among the healthiest in the entire manufacturing landscape. The demand will be mainly driven by the automotive sector and its transition to electric vehicles, which opens up new opportunities for the use of synthetic rubber products. The construction, adhesive, and sealant sectors will also drive the demand for synthetic polymers, offsetting the fact that many thermoplastics are replacing rubber in an increasing number of applications. There will therefore be a lot of

work for the sector, which will also drive strong research and development activity. The aspect of sustainability and circular economy, from this point of view, will assume an increasingly strategic value.

Rubber is advantaged in this direction because th e recovery and recycling chain is easier to organize and manage. Although rubber is more difficult to recycle than plastic because the transformations produced by vulcanization require complex processes to be reversible, this material, whether of natural or synthetic origin, lends itself well to a circular economy perspective. According to data provided by ETRMA, the European association of tire manufacturers and rubber transformers, in 2019, a percentage of 95% of collection and treatment of end-of-life tires (ELT) had already been reached in Europe. From the treatment of these wastes, second raw materials are obtained that find ample space in the construction, automobile, cement, and other sectors, such as the construction of sports facilities.

MATERIA PRIMA/RAW MATERIAL
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Foto di Freddy da Pixabay.

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mazione, prevalentemente chimici, dove nascono gli elastomeri sintetici. Per decenni in Europa è stata perseguita una politica di smantellamento del settore, ritenuto pericoloso e inquinante, mediante lo spostamento dei siti di produzione in Asia o in Europa dell’Est. Ora le difficoltà della supply chain e la guerra tra Russia e Ucraina hanno messo in crisi questo assetto, e l’Europa dovrà decidere se, anche per motivi ambientali e di sostenibilità oltre che strategici, sia opportuno ridare vita in parte all’industria chimica in Europa.

STRATEGIE DI ECONOMIA CIRCOLARE

Le previsioni di crescita per il mercato della gomma sintetica indicano un tasso tendenziale medio del 6% annuo nel prossimo quinquennio. Un valore molto elevato, che pone il comparto tra i più in salute in tutto il panorama del manifatturiero. La domanda sarà spinta soprattutto dal settore automotive e dalla sua transizione verso l’elettrico, che apre nuove opportunità all’utilizzo di manufatti in gomma sintetica. Anche i settori delle costruzioni, degli adesivi e dei sigillanti traineranno la richiesta di polimeri sintetici, compensando il fatto che molti i termoplastici stanno prendendo il posto delle gomme in un numero crescente di applicazioni. Ci sarà quindi molto lavoro per il settore, che spingerà anche una forte attività di ricerca e sviluppo. L’aspetto della sostenibilità e dell’economia circolare, sotto questo punto di vista, assumerà un valore sempre più strategico.

La gomma in questa direzione parte avvantaggiata dal fatto che la filiera del recupero e del riciclaggio è più facile da organizzare e gestire. Per quanto la gomma sia più difficile da riciclare rispetto alla plastica, perché le trasformazioni prodotte dalla vulcanizzazioni richiedono processi complessi per essere rese reversibili, questo materiale, che sia di origine naturale o sintetica, si presta bene a essere inserito in un’ottica di economia circolare. Secondo i dati forniti da ETRMA, l’associazione europea dei produttori di pneumatici e dei trasformatori della gomma, già nel 2019 si era raggiunta, in Europa, una percentuale del 95% di raccolta e trattamento degli penumatici a fine utilizzo (PFU). Dal trattamento di

PRODUZIONE DI GOMMA / RUBBER PRODUCTION

La gomma derivata da petrolio o fonti fossili alimenta un fatturato di circa 23 miliardi di dollari, che entro il 2028/2030 dovrebbe raddoppiare. Rubber derived from petroleum or fossil sources generates a turnover of around $23 billion, which is expected to double by 2028/2030.

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA 14 49% naturale/natural 48% naturale/natural 51% sintetica/synthetic 52% sintetica/synthetic
DOMANDA DI GOMMA / RUBBER DEMAND

IL PRIMO DUROMETRO GREEN

PER

MATERIE PLASTICHE

Le caratteristiche strutturali dei materiali plastici sono dei parametri molto determinanti per considerare una materiale più o meno idoneo all’uso e rispondente alle norme di ecocompatibilità e sostenibilità. Con la sua esperienza nelle tecnologie del testing, AFFRI ha studiato e realizzato il primo strumento GREEN per identificare con assoluta precisione le caratteristiche strutturali dei vari materiali, rispettando ampiamente le prescrizioni e senza necessità di fonti di alimentazione, prove direttamente sul campo con risparmio di tempo e costi di oltre 80% rispetto ai metodi competitivi. I dati sono elaborati e memorizzati per una certificazione ISO 17025.

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questi scarti si ottengono materie prime seconde che trovano ampio spazio nell’industria delle costruzioni, dell’automobile, del cemento e in altri ambiti ancora, come per esempio la realizzazione di impianti sportivi.

PNEUMATICI RICOSTRUITI

Gli pneumatici usati alimentano anche un’industria, quella della “ricostruzione”, che trova le sue basi tecnologiche proprio in Italia, grazie all’attività pionieristiche di aziende come Marangoni che hanno sviluppato tecnologie ad hoc per la ricostruzione del battistrada. Gli pneumatici ricostruiti sono una scelta sostenibile e circolare. Un rapporto realizzato da Ernst & Young sull’impatto socioeconomico della ricostruzione degli pneumatici in Europa ha evidenziato come ogni copertura recuperata in questa maniera genera positivi impatti ambientali rispetto a un prodotto nuovo non rigenerato. In particolare riduce del 19% il consumo di acqua nella produzione, del 21% l’inquinamento dell’aria prodotto dall’emissione di particolato e abbatte del 24% le emissioni inquinanti. Ha anche un impatto positivo perché determi-

MATERIA PRIMA/RAW MATERIAL

na un minore sfruttamento del territorio, un minor consumo di materia prima e una riduzione del 70% nell’impiego di altri materiali, come i fili metallici e le fibre tessili utilizzate per realizzare la carcassa e il cerchietto.

I PERCORSI DELLA RICERCA

Nonostante tutti questi aspetti positivi, molto può essere migliorato nei processi di produzione e di trasformazione della gomma per renderli più ecosostenibili e circolari. In tutto il mondo la ricerca è al lavoro per trovare nuove strade, con molti apporti che provengono dall’Estremo Oriente, dalla Cina e dall’India, grandi produttori di materia prima e manufatti. Un percorso riguarda la ricerca di nuove materie prime da cui ricavare elastomeri, non solo da colture come il tarassaco o il guayule, di cui si parla da decenni ormai, ma anche da frazioni dei rifiuti solidi urbani.

Altri filoni di ricerca riguardano l’esplorazione di metodi sempre più efficienti per la devulcanizzazione degli elastomeri e per lo sviluppo di tecnologie che vediamo sempre più rappresentate nelle fiere di settore. Ma opzioni interessanti per le

imprese del settore, soprattutto quelle di trasformazione che non sono considerate energivore per l’efficienza ormai raggiunta nei processi di stampaggio a iniezione o di trasformazione, consistono anche nell’adozione di tecnologie 4.0 di monitoraggio dei consumi.

Così come un impatto positivo per l’ambiente può derivare dall’autoproduzione di energia, sia con fonti rinnovabili tradizionali, come eolico e fotovoltaico, sia dall’impiego di idrogeno verde. Soprattutto l’Emilia Romagna è attiva su questo fronte, che mira alla produzione mediante elettrolisi di questo vettore energetico da utilizzare poi per soddisfare i bisogni energetici delle imprese. I primi esperimenti sono in corso nell’area di Faenza e nel Ravennate, a beneficio del settore ceramico, del vetro, del cemento e dell’agro-industria. Le imprese della gomma potrebbero seguirne l’evoluzione con grande interesse. Un modello di generazione dell’energia per l’industria basato sull’idrogeno, e reso appetibile in termini di costi, potrebbe davvero aprire una nuova stagione per il nostro manifatturiero: smart, a emissioni zero e sostenibile. u

RETREADED TIRES

Used tires also feed an industry, that of "reconstruction," which finds its technological bases precisely in Italy, thanks to the pioneering activity of companies such as Marangoni, which have developed ad hoc technologies for retreading the tread. retreaded tires are a sustainable and circular choice. A report by Ernst & Young on the socioeconomic impact of tire retreading in Europe highlighted how each tire recovered in this way generates positive environmental impacts compared to a new unretreaded product. In particular, it reduces water consumption in production by 19%, air pollution produced by particulate emissions by 21%, and reduces pollutant emissions by 24%. It also has a positive impact because it determines less exploitation of the territory, less consumption of raw materials, and a 70% reduction in the use of other materials, such as metallic wires and textile fibers used to make the carcass and bead.

THE PATHS OF RESEARCH

Despite all these positive aspects, much can be improved in the processes of rubber production and transformation to make them more environmentally sustainable and circular. Research is underway worldwide to find new ways, with many contributions coming from the Far East, China and India, large producers of raw materials and manufactured goods.

O ne path concerns the search for new raw materials from which to obtain elastomers, not only from crops such as dandelion or guayule, which have been talked about for decades now, but also from fractions of urban solid waste.

O ther research lines concern the exploration of increasingly efficient methods for the devulcanization of elastomers and the development of technologies that we see increasingly represented in industry fairs. But interesting options for companies in the sector, especially those involved in transformation that are not

considered energy-intensive due to the efficiency achieved in injection molding or transformation processes, also consist of adopting 4.0 monitoring technologies for consumption. Just as a positive impact on the environment can result from self-production of energy, both with traditional renewable sources such as wind and photovoltaic, and from the use of green hydrogen. Especially Emilia Romagna is active in this area, which aims at producing this energy vector through electrolysis to then meet the energy needs of companies. The first experiments are underway in the Faenza and Ravenna areas, benefiting the ceramic, glass, cement and agro-industry sectors. Rubber companies could follow its evolution with great interest. A model of energy generation for industry based on hydrogen, and made attractive in terms of costs, could really open a new season for our manufacturing: smart, zero emissions and sustainable. u

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA 16

La sostenibilità insostenibile della gomma naturale

La gomma naturale è difficile da sostituire, ad esempio con gomma sintetica, ed è l'unica materia prima di origine forestale considerata materia prima critica dall'UE, la cui industria dipende al 100% dalle importazioni. Questo comporta alcune criticità in termini di prestazioni, catena delle forniture, diversificazione delle piante produttrici, diversificazione delle aree geografiche. Perché non sempre “bio” equivale a sostenibile

La gomma naturale è una materia prima incredibilmente importante per l'industria europea degli pneumatici e della gomma ed è un fattore chiave per diversi settori, in particolare quello automobilistico.

La sola industria degli pneumatici assorbe circa il 76% di tutta la gomma naturale prodotta a livello globale (più di 13 milioni di Tons).

Oggi non esiste un sostituto per la gomma naturale derivante dagli alberi di Hevea Brasiliensis che potrebbe essere utilizzata in tutte le sue attuali applicazioni. La gomma naturale è difficile da sostituire, ad esempio con gomma sintetica, ed è l'unica materia prima di origine forestale considerata materia prima critica (CRM = Critical Raw Material) dall'UE.

L'industria dell'UE dipende al 100% dalle importazioni di questo prodotto. Le importazioni nell'Unione europea provengono principalmente da Indonesia, Tailandia, Costa d'Avorio e Malesia, e rappresentano circa l'85% delle importazioni totali dell'UE. Questo comporta alcune criticità in termini di prestazioni, catena delle forniture, diversificazione delle piante produttrici, diversificazione delle aree geografiche.

PRESTAZIONI

La gomma naturale (NR = Natural Rubber) è poliisoprene caratterizzato da

GreenRUBBER L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
di A. L. Spelta
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Foto di Tracey Wong da Pixabay.

una purezza sterica assoluta (100% Cis), che non è raggiungibile con i sistemi catalitici attualmente impiegati nella sintesi del poliisoprene sintetico (IR = Isoprene Rubber). Il poliisoprene sintetico si ottiene per polimerizzazione in soluzione impiegando catalizzatori Ziegler-Natta. Inoltre l’isoprene monomero non è stato in genere largamente disponibile e a prezzi competitivi.

Grazie alla sua purezza sterica e presumibilmente anche alla presenza di proteine, e all’altissimo peso molecolare, la NR è considerata la gomma elastica per eccelenza, nonché molto “robusta” o resiliente per usare un termine attualmente molto popolare. Quest’ultima caratteristica deriva dalla possibilità di cristallizzare sotto stiro, cioè rag-

The unsustainable sustainability of natural rubber

Natural rubber is difficult to substitute, e.g. by synthetic rubber, and is the only forestry-derived raw material considered critical by the EU, whose industry is 100% dependent on imports. This leads to some critical issues in terms of performance, supply chain, diversification of producing plants, diversification of geographical areas. Because 'bio-origin' does not always equate to sustainable

Na tural rubber is an incredibly important raw material for the European tyre and rubber industry and is a key factor for several sectors, in particular the automotive industry. The tyre industry alone accounts for about 76% of all natural rubber produced globally (more than 13 million Tons). Today, there is no substitute for natural rubber derived from Hevea brasiliensis trees that could be used in all its current applications. Natural rubber is difficult to substitute, e.g. by synthetic rubber, and it is the only

forestry-derived raw material considered as Critical Raw Material (CRM) by the EU. The EU industry is 100% dependent on imports of this product. Imports into the EU come mainly from Indonesia, Thailand, Côte d'Ivoire and Malaysia, and account for about 85% of total EU imports. This leads to some critical issues in terms of performance, supply chain, diversification of producing plants, diversification of geographic areas.

PERFORMANCE

Natural Rubber (NR = Natural Rubber) is polyisoprene characterised by abso -

lute steric purity (100% Cis), which is not achievable with the catalytic systems currently used in the synthesis of synthetic polyisoprene (IR = Isoprene Rubber). Synthetic polyisoprene is obtained by solution polymerisation using Ziegler-Natta catalysts. Furthermore, the monomer Isoprene has not generally been widely available and competitively priced. Due to its steric purity and presumably also the presence of proteins, and its very high molecular weight, NR is considered to be the elastic rubber par excellence, as well as being very 'tough' or resilient to use a currently popular term. The latter

GOMMA NATURALE/NATURAL RUBBER
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Foto di sandid da Pixabay.

GreenRUBBER

GOMMA NATURALE/NATURAL RUBBER

giungere carichi a rottura elevatissimi in presenza di deformazioni puntuali elevate, e quindi di diventare sempre più resistente col crescere della deformazione. La resilienza della NR ne fa una materia prima insostituibile per esempio negli pneumatici pesanti (T&B = Truck & Bus), per veicoli movimento terra e per gli aeromobili, oppure per nastri trasportatori che lavorano in condizioni severe. L’elasticità la rende insostituibile, almeno per ora, nei supporti motori per automotive.

CATENA DELLE FORNITURE

Fino a circa 30 milioni di persone dipendono in tutto o in parte dalla coltivazione della gomma come principale fon-

characteristic derives from the ability to crystallise under strain, i.e. to reach very high tensile strength under high deformations, and thus to become increasingly resilient as the deformation increases. NR's resilience makes it an irreplaceable raw material for e.g. heavy duty tyres (T&B = Truck & Bus), for heavy equipment (earthmovers) and aircraft, or for conveyor belts working under severe conditions. Its elasticity makes it irreplaceable, at least for now, in automotive engine mounts.

SUPPLY CHAIN

Up to about 30 million people are fully or partially dependent on rubber cultivation for their basic source of livelihood. Cultivation that is conducted on small-hold and micro farming.

The natural rubber supply chain is complex and fragmented, consisting of small farmers, raw material traders, processing plants, and finally producers and traders of finished rubber articles.

Rubber latex is harvested every day, and each day a farmer decides, based on price variability, to which trader or processor he will sell his production.

After harvesting, the latex is refined and processed into raw solid natural rubber. This process is carried out by a large number of processors locally, regionally, nationally and internationally before reaching the tyre and rubber goods manufacturers.

The same rubber has different routes: often, the same farmers and plots of land produce natural rubber for different rubber factories. In addition, rubber from different plots is mixed at the processing plant level and the production is sold to different tyre and rubber goods manufacturers.

In other words, the natural rubber plots are probably the same for most tyre and other rubber goods manufacturers and represent a pool of about 6 million smallholders who sell their production to about 100,000 dealers who then proceed to sell it to about 500 factories. These factories then sell rubber to the manufacturers of the finished articles.

The supply base areas of the natural rubber processor are extensive.

Eighty per cent of the raw material comes from a radius of 150-200 km from the processing location, 15% from 200-500 km and 5% from more than 500 km. For comparison: wood pulp and wood do not exceed 100 km and palm oil does not exceed 50/75 km because the fruit must be processed within 24 hours of harvesting.

Natural rubber can be stored for a long time, resulting in partial and temporary stocks created at any aggregation point along the supply chain.

The first-in first-out principle is therefore not the norm. This also explains why natural rubber can travel the long distances mentioned above.

Having a sustainable supply chain is crucial for our industry, as this translates into resilience, sustainability, reliability and stability in a very competitive market. Therefore, it is necessary to promote sustainable solutions that have a positive impact on people and nature, according to the Global Platform for Sustainable Natural Rubber (GPSNR: Global Platform for Sustainable Natural Rubber, www.sustainablenaturalrubber.org).

DIVERSIFICATION OF PRODUCING PLANTS AND GEOGRAPHICAL AREAS

These are two distinct issues, but they have important interconnections. The fact that natural rubber is only obtained from Hevea Brasiliensis is a critical issue. The plant, although originating in Brazil, is now mainly cultivated in South East Asia, in fact more than 90% of NR is produced there, with three states (Indonesia, Malaysia and Thailand) operating under an oligopoly regime.

The reason why Hevea Brasiliensis cultivation has moved from Brazil to South Asia is due to a plant disease, SALB (South American Leaf Blight), which has destroyed entire plantations.

Should the same disease or others impact on Hevea Brasiliensis crops in South East Asia, the availability of NR would be greatly affected.

L ikewise, the great dependence on a single geographical area would put Eu-

Foto di Simon da Pixabay.
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
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FoodFlex

GreenRUBBER

te di sostentamento. Coltivazione che è condotta in piccole aziende agricole e micro-agricoltura.

La filiera della gomma naturale è complessa e frammentata, composta da piccoli agricoltori, commercianti di materie prime, impianti di trasformazione, infine produttori e commercianti di articoli finiti in gomma.

La raccolta del lattice di gomma avviene ogni giorno, e ogni giorno un agricoltore decide, in base alla variabilità dei prezzi, a quale commerciante o trasformatore vendere la propria produzione. Dopo la raccolta, il lattice viene raffinato e trasformato in gomma naturale solida grezza. Questo processo viene svolto da un numero elevato di trasformatori a livello locale, regionale, nazionale e internazionale prima di arrivare ai produttori di pneumatici e articoli in gomma.

La stessa gomma ha percorsi diversi: spesso, gli stessi agricoltori e gli stessi appezzamenti di terreno producono gomma naturale per diverse fabbriche di gomma. Inoltre, la gomma proveniente da vari appezzamenti viene miscelata a livello di stabilimento di lavorazione e la produzione viene venduta a diversi produttori di pneumatici e articoli in gomma.

In altre parole, gli appezzamenti di gomma naturale sono probabilmente gli stessi per la maggior parte dei produttori di pneumatici ed altri manufatti in gomma e rappresentano un pool di circa 6 milioni di piccoli proprietari che vendono la loro produzione a circa 100.000 rivenditori che poi procedono a venderla a circa 500 fabbriche. Queste fabbriche poi vendono gomma ai produttori degli articoli finiti.

Le zone di base di fornitura del processore della gomma naturale sono estese. L'80% della materia prima proviene da un raggio di 150-200 km dalla sede di trasformazione, il 15% da 200-500 km e il 5% da più di 500 km. Per confronto: la pasta di legno e il legno non superano i 100 km e l'olio di palma non supera i 50/75 km poiché i frutti devono essere lavorati entro 24 ore dalla raccolta. La gomma naturale può essere immagazzinata a lungo, con conseguenti scorte parziali e temporanee create in qualsiasi punto di aggregazione lungo la filiera. Il principio "first-in first-out"

rope in dire straits in the event of wars or geopolitical tensions. The two alternative plants most studied and cultivated on a pilot level are Guayule and Dandelium Rubber or TKS (Taraxacum Kok Saglyz, Russian Dandelion).

The two plants require climates complementary to that of Hevea Brasiliensis (tropical), Guayule in semi-arid and Mediterranean climates and Dandelium in continental climates, thus allowing much better geographical coverage.

The table summarises well the other salient features of the three crops.

Competition with other plantations: oil palm for Hevea Brasiliensis and cereals and wheat for Dandelium, while Guayule, being able to grow in semi-arid areas would allow cultivation in otherwise abandoned areas.

The current production: millions of tons for Hevea Brasiliensis, less than 1 KT for Guayule and at the level of tons for Dandelium.

The production yield is lower for the al-

non è quindi la norma. Questo spiega anche perché la gomma naturale può percorrere le lunghe distanze sopra riportate.

Avere una catena di fornitura sostenibile è fondamentale per il nostro settore, in quanto ciò si traduce in resilienza, sostenibilità, affidabilità e stabilità in un mercato molto competitivo. È quindi necessario promuovere soluzioni sostenibili che abbiano un impatto positivo per le persone e la natura, secondo le indicazioni della Piattaforma globale per la gomma naturale sostenibile (GPSNR: Global Platform for Sustainable Natural Rubber, www.sustainablenaturalrubber.org).

D IVERSIFICAZIONE DELLE PIANTE PRODUTTRICI E DELLE AREE GEOGRAFICHE

Si tratta di due temi distinti, ma che hanno importanti interconnessioni tra loro. Il fatto che la gomma naturale si ottenga solo dalla Hevea Brasiliensis, è una criticità.

La pianta, seppur originaria del Brasile, è ora coltivata principalmente nel Sud Est Asiatico, infatti più del 90% della NR

ternative plants, but not dramatically, and in the case of the latter, the harvest can be heavily mechanised. This would make cultivation less dependent on an intensive labour force, which generally tends to keep wages at the poverty line.

The alternative plants would be able to provide natural rubber within one or two years, while planting new Hevea Brasiliensis trees would provide natural rubber after about six to eight years. The quality of NR obtained from the alternative plants is comparable to that obtained from Hevea Brasiliensis in terms of steric purity and molecular weights, although not identical. An important difference is the absence of proteins that cause allergies in the case of NR obtained from Hevea Brasiliensis and that limit its use in medical applications (gloves, condoms, etc.).

Rubber technicians will know how to make the most of them, once production from Guayule and/or TKS reaches levels and prices compatible with industrial applications. u

è prodotta in quell’area, con tre stati (Indonesia, Malesia e Tailandia) che operano in regime di oligopolio. Il motivo per cui la coltivazione dell’Hevea Brasiliensis si è spostata dal Brasile al Sud Asiatico è dovuto a una malattia della pianta, la SALB (South American Leaf Blight), che ha distrutto intere piantagioni. In caso che la stessa malattia o altre impattassero sulle coltivazioni di Hevea Brasiliensis nel Sud Est Asiatico la disponibilità di NR ne verrebbe grandemente compromessa.

Allo stesso modo la grande dipendenza da un’unica area geografica metterebbe l’Europa in gravissime difficoltà in caso di guerre o tensioni geopolitiche.

Le due piante alternative più studiate e coltivate a livello pilota sono il Guayule e Dandelium Rubber o TKS (Taraxacum Kok Saglyz, dente di leone russo).

Le due piante necessitano di climi complementari a quello dell’Hevea Brasiliensis (tropicale), il Guayule in climi semi-aridi e mediterranei e il Dandelium in climi continentali, permettendo in tal modo una molto migliore copertura geografica. La tabella riassume bene le altre caratteristiche salienti delle tre coltivazioni.

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA 22

due piante alternative alla Hevea Brasiliensis più

most studied and cultivated

La competizione con altre piantagioni: la palma da o lio per l’Hevea Brasiliensis e Cereali e grano per il Dandelium, mentre il Guayule, potendo crescere in zone semi-aride permetterebbe di coltivare in aree altrimenti abbandonate.

L a produzione corrente : milioni di tons per H evea Brasiliensis, meno di 1 KT per Guayule e a livello di tons per il Dandelium.

L a resa produttiva è inferiore per le piante alternative, ma non drammaticamente e nel caso di queste ultime il raccolto può essere fortemente meccanizzato.

I l che renderebbe la coltivazione meno dipendente da una forza lavoro intensiva, che tende in generale a tenere gli stipendi al limite della povertà. Le piante alternative sarebbero in grado di fornire la gomma naturale nell’arco di uno o due anni, mentre la piantagione di nuovi alberi di H evea Brasiliensis, fornirebbe gomma naturale dopo circa 6-8 anni.

L a qualità della NR ottenuta dalle piante alternative è comparabile con quella ottenuta da H evea Brasiliensis in termini di purezza sterica e pesi molecolari, anche se non identica.

U na importante differenza è l’assenza delle proteine che causano allergie nel caso di manufatti ottenuti con NR

da H evea Brasiliensis e che ne limitano l’impiego in applicazioni medicali (guanti, condom eccetera). I tecnici della gomma sapranno valorizzarle al meglio, una volta che le produzioni da Guayule e/o TKS avranno raggiunto livelli e prezzi compatibili con le a pplicazioni industriali. u

Caratteristiche salienti delle tre coltivazioni. Key characteristics of the three crops.

GOMMA NATURALE/NATURAL RUBBER
Le studiate e coltivate a livello pilota sono il Guayule e Dandelium Rubber. The two alternative plants to Hevea Brasiliensis on a pilot level are Guayule and Dandelium Rubber.
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Olio di processo rigenerato e problematiche dell’economia circolare

L’olio rigenerato da oli minerali esausti costituisce una preziosa risorsa per il settore della gomma e rappresenta un caso virtuoso di economia circolare nel territorio lombardo. Ogni tipo di rifiuto, però, ha le sue caratteristiche e la sua efficienza di riciclo, che lo rendono meno durevole dopo più cicli e richiedono che venga aggiunta energia al processo. Una riflessione critica nell’ottica di

L'olio rigenerato da oli minerali esausti costituisce una preziosa risorsa per il settore della gomma e rappresenta un caso virtuoso di economia circolare nel territorio lombardo. Da qui una riflessione critica sull’economia circolare, per comprendere come sia possibile realizzarla partendo da presupposti realistici e rinunciando all’ingannevole greenwashing a favore di una concreta strategia di sviluppo.

RIGENERAZIONE DEGLI

OLI MINERALI IN ITALIA

L’olio di processo è un componente fondamentale di quasi tutte le mescole di gomma, indipendentemente dagli articoli finali, e fa parte della famiglia degli oli minerali di base, che trovano impiego in vari settori industriali, per la maggior parte nel comparto dei sistemi idraulici (31%), seguito dall’utilizzo come plastificante per gomme e plastiche, flussanti per bitumi e formulazio -

ni varie (28%), per la produzione di oli denaturati (13%), per la lavorazione dei metalli (12%), per oli isolanti per trasformatori (11%) e per grassi (5%).

A partire dal 2000 la produzione industriale, a causa della recessione economica, è diminuita di oltre 24 punti e, analogamente, il consumo di oli per usi industriali si è ridotto del 35%: attualmente, con la situazione della guerra fra Russia e Ucraina, si può solo auspicare una fase di ripresa economica e una

GreenRUBBER L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
una concreta strategia di sviluppo di Gianpaolo Brembati
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Stabilimento ROBI/ROBI factory

compensazione del possibile aumento dei consumi di lubrificanti da parte degli investimenti finalizzati all’efficienza dei prodotti e dei processi.

N el 1982 è stato istituito il CONOU (Consorzio Nazionale Oli Usati) per la gestione, la raccolta e il trattamento degli oli minerali usati, che funziona ufficialmente in conformità all’articolo 236 del decreto legislativo 152/2006, relativo a norme in materia ambientale. Al consorzio partecipano due categorie di soggetti: da un lato le imprese che producono oli base rigenerati, dall’altro le imprese che immettono gli oli al consumo, con quote di partecipazione stabilite in base alla quantità di oli usati lavorati e di lubrificanti immessa al consumo rispettivamente. Il consorzio, conformemente all’articolo citato, riconosce “un corrispettivo alle aziende di rigenerazione con riferimento alla quantità di base lubrificante ottenuta per tonnellata”.

N el 2021 il consumo nazionale di oli lubrificanti è stato pari a 400.000 tonnellate, con 186.000 tonnellate di olio minerale usato raccolte, di cui oltre il 98% è stato avviato alla rigenerazione, forte di tre impianti sorti su aree di ex raffinerie, uno al nord in Lombardia, uno al centro nel Lazio e uno al sud in Campania. La capacità di questi tre impianti è complessivamente di 249.000 tonnellate, per cui la potenzialità di rigenerazione risulta superiore alla domanda di raffinazione, destinata inoltre ad abbassarsi ancora per la progressiva diminuzione delle quantità rigenerabili, sia per il progressivo miglioramento tecnologico dei motori sia per la loro trasformazione in motori elettrici, che causerà l’abbandono delle risorse combustibili fossili per motivi ambientali. Questa prospettiva farà diminuire drasticamente la quantità di oli minerali trattabili, rendendo meno economico il loro recupero con impianti complessi.

ROBI AMBIENTE

È nel contesto sopra citato che nel 2007, dopo la sperimentazione avviata nel 2004 e validata da CONOU, Arpa Regionale e Regione Lombardia, l’azienda ROBI di Treviolo (Bergamo) ha avviato l’impianto e la regolare lavorazione di olio usato, autorizzata dalla provincia di

Regenerated process oil and circular economy issues

Regenerated oil from exhausted mineral oils is a valuable resource for the rubber industry and represents a virtuous case of circular economy in the Lombardia region. Each type of waste, however, has its own characteristics and recycling efficiency, which make it less durable after several cycles and require energy to be added to the process. A critical reflection with a view to a concrete development strategy

Re generated oil from exhausted mineral oils is a valuable resource for the rubber industry and represents a virtuous case of circular economy in Lombardia region. Hence a critical reflection on the circular economy, in order to understand how it can be created starting from realistic assumptions and giving up the misleading greenwashing in favour of a complete development strategy

REGENERATION OF MINERAL OILS IN ITALY

Process oil is a key component of almost all rubber compounds, regardless of the finished products, and belongs to the family of base mineral oils, which are used in various industries, mostly in the hydraulic system sector (31%), followed by use as a plasticizer for rubbers and plastics, fluxes for bitumen and different formulations (28%), for the production of denatured oils (13%), for metalworking (12%), for insulating oils for transformers (11%) and for greases (5%).

Since 2000 the industrial production, due to the economic recession, has fallen by more than 24 points and, similarly, the consumption of oils for industrial use has fallen by 35%: currently, with the situation of war between Russia and Ukraine, one can only hope for a phase of economic

recovery and compensation for the possible increase in lubricant consumption by investments in product and process efficiency.

In 1982 CONOU (Consorzio Nazionale Oli Usati) was established for the management, collection and treatment of used mineral oils, which officially functions according to Articolo 236 of Decreto Legislativo 152/2006 on environmental regulations. Two categories of entities participate in the consortium: on one side the companies producing regenerated base oils, on the other the companies releasing the oils for consumption, with participation quotas established on the basis of the quantity of used oils processed and of lubricants released for consumption respectively. The consortium, according to the aforementioned article, grants “a fee to the regeneration companies with reference to the quantity of base lubricant obtained per tonne”.

In 2021 the national consumption of lubricants was 400,000 tonnes, with 186,000 tonnes of used mineral oil collected, of which more than 98% was sent for regeneration, with three plants set up on former refinery areas, one in the north in Lombardia, one in the centre in Lazio and one in the south in Campania. The total capacity of these three plants is 249,000 tonnes, so the regeneration potential is greater than the refining demand, which

ECONOMIA CIRCOLARE/CIRCULAR ECONOMY
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GreenRUBBER

is also likely to decrease further, due to the progressive decrease in renewable quantities, because of the technological improvement of engines and their transformation into electric motors, which will cause the abandonment of fossil fuel resources for environmental reasons. This prospect will drastically decrease the amount of mineral oils that can be processed, making their recovery with complex plants less economical.

ROBI AMBIENTE

Bergamo in via definitiva nel 2013, dopo alcune modifiche sostanziali all’impianto, per operazioni di recupero rientranti nel codice R9 (rigenerazione e altri reimpieghi di oli usati), con un trattamento per una quantità massima autorizzata di 18.000 tonnellate.

I l processo di ROBI, peculiare e semplificato, si può definire rigenerazione per uso specifico per le filiere identificate, progettata per servire un territorio definito nei settori della gomma e della plastica e la lavorazione degli additivi stradali; tutto questo nell’ottica della prossimità del servizio, per un minore impatto ambientale della logistica connessa, e anche del minore costo complessivo dell’investimento, rispetto a stabilimenti esistenti, derivati da tecnologie complesse delle raffinerie, che ottengono oli migliori e per impieghi più raffinati.

L’intero ciclo produttivo è monitorato e controllato in continuo da operatori esperti, mentre le tecniche computerizzate e i controlli automatici adottati consentono di disporre di un’interpretazione omogenea dei risultati e di una sicura definizione delle misure preventive per assicurare la costanza qualitativa del prodotto. Con un impegno costante di ricerca, con lo sviluppo di tecnologie di recupero e con il supporto di un laboratorio, dotato di apparecchiature all’avanguardia, RO -

BI è riuscita a produrre un olio (ROBI OIL) con le caratteristiche necessarie per essere utilizzato come olio di processo nelle mescole di gomma, in completa o parziale sostituzione dell’olio di processo vergine.

Già utilizzato da diverse aziende in mescole nere di gomma naturale, SBR ed EPDM, ROBI OIL è apprezzato anche per i suoi bassi livelli di composti organici volatili (VOC) e per la bassa perdita di massa volatile, oltre che per la sua redditività economica.

L’azienda è ancora in crescita e sta realizzando un nuovo impianto di produzione, che sarà operativo entro la fine dell’anno e le consentirà di proporre al mercato un olio rigenerato ancora più pulito e di colore paglierino.

OLIO RIGENERATO ED ECONOMIA CIRCOLARE, SVILUPPI E DIFFICOLTÀ

I l processo di rigenerazione dell’olio usato potrebbe essere implementato ulteriormente, in un contesto di simbiosi territoriale fra privato e pubblico, in un processo reale di economia circolare per oli che soddisfino il settore della gomma, della plastica e dei flussanti per i conglomerati bituminosi.

A ttualmente, tuttavia, esiste un’anomala situazione di contrasto fra ROBI e CONOU, in merito alla sussistenza dei presupposti per qualificare l’attività di ROBI come rigenerazione degli oli usati

It is in the above context that in 2007, after the experimentation started in 2004 and validated by CONOU, Arpa Regionale and Regione Lombardia, ROBI company of Treviolo (Bergamo) started up the plant and the regular processing of used oil, which was definitively authorized by Provincia of Bergamo in 2013, after some substantial changes to the plant, for recovery operations falling under code R9 (regeneration and other reuse of used oils), with a maximum authorized quantity of 18,000 tonnes. ROBI’s peculiar and simplified process can be defined as regeneration for specific use in the identified supply chain, designed to serve a defined territory in the rubber and plastic sectors and the processing of road additives: all this with a view to the proximity of the service, for a lower environmental impact of the related logistics, and also of the lower overall investment cost compared to existing plants, derived from complex refinery technologies, which obtain better oils for more refined uses. The entire production is continuously monitored and controlled by experienced operators, while the computerized techniques and automatic controls adopted allow for a homogeneous interpretation of the results and a secure definition of the preventive measures to ensure product quality consistency. With a constant commitment to research, the development of recovery technologies and the support of a laboratory with state-of-the-art equipment, ROBI has succeeded in producing an oil (ROBI OIL) with the necessary characteristics to be used as a process

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
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Economia circolare/Circular economy.

per ottenere beni lubrificanti soggetti a corrispettivo, con conseguente necessità (segnalata dal Ministero competente e affidata al suo organo tecnico ARPA regionale) di puntualizzare l’oggetto esatto dell’attività di impresa autorizzata, in relazione al significato del termine rigenerazione.

I l Codice Ambientale lo definisce chiaramente come “qualsiasi operazione di riciclaggio, che permetta di produrre oli di base mediante una raffinazione degli oli usati, che comporti in particolare la separazione dei contaminanti, dei prodotti di ossidazione e degli additivi contenuti in tali oli”.

L a prima relazione di ARPA, comunicata a tutti gli interessati, compresi CONOU, ATS di Bergamo, Provincia di Bergamo e Regione Lombardia, riconoscevano che il prodotto di ROBI è da considerare non un olio di base altamente raffinato, ma comunque un altro olio di base lubrificante. Le valutazioni successive, nel periodo 20202021, hanno ribadito il rispetto del processo di rigenerazione di ROBI come definito dalla norma, ossia “olio di base utilizzabile in formulazioni di additivi per bitumi e conglomerati bituminosi e nell’industria della gomma”.

La preoccupante anomalia della situazione, che lascia a chi la conosce non poche perplessità in merito, è che CONOU non vuole riconoscere il processo di ROBI come rigenerazio ne e, di

oil in rubber compounds, by completely or partially replacing virgin process oil. Already used by several companies in black natural rubber, SBR and EPDM compounds, ROBI OIL is also valued for its low levels of volatile organic compounds (VOC) and low volatile mass loss, as well as its economic viability.

ROBI is still growing and is building a new production plant, which will be operational by the end of the year and will enable the company to offer the market an even cleaner, straw-coloured regenerated oil.

REGENERATED OIL AND CIRCULAR ECONOMY, DEVELOPMENTS AND DIFFICULTIES

The used oil regeneration process could be further implemented, in a context of territorial symbiosis between the private and public sectors, in a real circular economy process for oils that satisfy the rubber, plastic and bituminous conglomerate fluxes sectors. At present, however, there is an anomalous situation of conflict between ROBI and CONOU, concerning the existence of the prerequisites to qualify ROBI’s activity as regeneration of used oils in order to obtain lubricating goods subject to a fee, with the consequent need (pointed out by the competent Ministry and entrusted to its technical body ARPA Regionale) to clarify the exact object of the activity of an authorized company, in re-

lation to the meaning of the term regeneration. The Environmental Code clearly defines it as “any recycling operation that produces base oils by refining waste oils, by involving in particular the separation of contaminants, oxidation products and additives contained in these oils”.

ARPA’s firs report, which was communicated to all interested parties, including CONOU, ATS of Bergamo, Province of Bergamo and Regione Lombardia, acknowledged that ROBI’s product is to be considered not as a highly refined base oil, but as another lubricating base oil. Subsequent evaluations, in the period 2020-2021, reaffirmed ROBI’s compliance with the regeneration process as defined by the standard, i.e. “base oil that can be used in bitumen and asphalt additive formulations and in the rubber industry”.

T he worrying anomaly of the situation, which leaves those who are familiar with it with no little perplexity, is that CONOU does not want to recognize the ROBI process as regeneration and, consequently, the fee requested by the company, contesting the authorizations issued by Regione Lombardia and, in particular, the technical reports of ARPA. It is thus strange, to say the least, that a supply chain consortium, in contrast with its role and against the technical body in charge of the State, a priori denies access to the consideration, which it should rec-

ECONOMIA CIRCOLARE/CIRCULAR ECONOMY
29
Impianto ROBI per la produzione di olio rigenerato/ROBI production plant of regenerated oil.

GreenRUBBER

conseguenza, il corrispettivo richiesto dall’azienda, contestando le autorizzazioni rilasciate da Regione Lombardia e, in particolare, le relazioni tecniche di ARPA. Risulta così perlomeno strano che un consorzio di filiera, in contrasto con il suo ruolo e contro l’organo tecnico preposto dello Stato, neghi aprioristicamente l’accesso al corrispettivo, che dovrebbe riconoscere per legge, e non svolga un auspicabile ruolo diretto a facilitare il recupero, soprattutto “di prossimità”, e la distribuzione del corrispettivo economico, garantendo il “rispetto del principio di trasparenza, di non discriminazione, di non distorsione della concorrenza”.

STRATEGIE URGENTI E NECESSARIE: CRITICITÀ DELL’ECONOMIA CIRCOLARE

R iflettendo, più in generale, sul ruolo dell’economia circolare riguardo al suo contributo come modello alternativo al modello tradizionale di un’economia lineare e allargando la visione del locale al globale, si deve riconoscere che i problemi ambientali, dal cambiamento climatico alla perdita di biodiversità e all’inquinamento, sono

ognized by law, and does not play a desirable role in facilitating recovery, especially “proximity”, and the distribution of the economic consideration, guaranteeing “respect for the principle of transparency, non-discrimination and non-distortion of competition”.

URGENTLY NEEDED STRATEGIES IN A CRITIQUE OF CIRCULAR ECONOMY

Reflecting, more generally, on the role of circular economy with regard to its contribution as an alternative model to the traditional model of a linear economy and broadening the vision of the local to be global, it must be recognized that environmental problems, from climate change to loss of biodiversity and pollution, are caused by increasing human population, production and consumption, and that there is a growing awareness that it is impossible to rely on finite resources.

Circularity is a particular subset of sustainability and it is a limited perspective because it does not in itself integrate as-

ECONOMIA CIRCOLARE/CIRCULAR ECONOMY

causati dall’aumento della popolazione umana, dalla produzione e dal consumo, e che aumenta la consapevolezza che è impossibile fare affidamento su risorse finite.

L a circolarità è un particolare sottoinsieme della sostenibilità ed è una pro -

pects such as social justice, societal resilience, biodiversity regeneration or nature-inclusive development.

The circular economy is touted as the new engine of economic growth, inspiring optimism but also opening the door to greenwashing, environmentalism as a façade, not least because each type of waste has its own characteristics and recycling efficiency, which make it less durable after several cycles and require energy to be added to the process, so that full circularity becomes an impossibility.

The need to reduce consumption may not materialize for low-income countries, whose economic growth is sustained by increased consumption, while it is applicable to high-income countries, which consume resources beyond their needs, even if they declare themselves circular.

H igh-income countries, moreover, increase export of their solid waste, often labelled as recycled, to low-income countries, exacerbating their waste crisis, contravening the 1989 Basel Convention

spettiva limitata, perché non integra di per sé aspetti come la giustizia sociale, la resilienza della società, la rigenerazione della biodiversità o lo sviluppo che includa la natura. L’economia circolare è pubblicizzata come il nuovo motore della crescita

(cross-border control of hazardous waste and its disposal) and creating an ecologically unequal trade-off, without considering that over-consumption by high-income societies is also the main cause of most global carbon emissions. However, the circular economy is an important springboard to stimulate the socalled green economic growth, that can not only prevent waste formation, but also create jobs and dematerialize the industrial economy, i.e. pursue the reduction of raw material use and environmental impact. The real revolution is that solutions should be developed across all the industrial models, pooling experience and technologies and looking holistically at both circularity and sustainability. Instead of dreaming of unlimited green growth in a world without waste, policy-makers should no longer be fascinated only by slogans, repeating the terms sustainability and circular economy as mantras in every interview, but focus on real problems, developments and solutions in

Laboratorio ROBI/ROBI laboratory.
L’INDUSTRIA DELLA
30
GOMMA

• Vulcanizzazione Anti-invecchiamento

• Rinforzo

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Disponibili:

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economica, ispirando ottimismo ma aprendo anche la porta al greenwashing, l’ambientalismo di facciata, anche perché ogni tipo di rifiuto ha le sue caratteristiche e la sua efficienza di riciclo, che lo rendono meno durevole dopo più cicli e richiedono che venga aggiunta energia al processo, così che la piena circolarità diventa un’impossibilità.

L a necessità di ridurre i consumi può non concretizzarsi per i paesi a basso reddito, la cui crescita economica è sostenuta dall’aumento dei consumi, mentre è applicabile ai paesi ad alto reddito, che consumano risorse superiori ai loro bisogni, anche se si dichiarano circolari.

I paesi ad alto reddito, inoltre, aumentano le esportazioni dei loro rifiuti solidi, spesso etichettati come riciclati, verso i paesi a basso reddito, esacerbando la loro crisi dei rifiuti, contravvenendo alla Convenzione di Basilea del 1989 (controllo oltre frontiera di rifiuti pericolosi e loro eliminazione) e creando uno scambio ecologicamente diseguale, senza considerare che il consumo eccessivo da parte delle società ad alto reddito è anche la causa principale della maggior parte delle emissioni globali di carbonio. L’economia circolare rappresenta comunque un importante trampolino di lancio per stimolare la cosiddetta crescita economica verde in grado, oltre che di prevenire la formazione dei rifiuti, di creare posti di lavoro e dematerializzare l’economia industriale, cioè di perseguire la riduzione dell’uso di materie prime e dell’impatto ambientale. La vera rivoluzione è che si dovrebbero sviluppare soluzioni trasversali a tutti i modelli industriali, mettendo a fattor comune esperienze e tecnologie e guardando con approccio olistico sia la circolarità che la sostenibilità. I nvece di sognare una crescita verde illimitata in un mondo senza rifiuti, i responsabili politici non dovrebbero più essere affascinati solo da slogan, ripetendo i termini sostenibilità ed economia circolare come mantra in ogni intervista, ma concentrarsi su problemi, sviluppi e soluzioni reali nel mondo reale invece che su soluzioni ideali in un mondo

idealizzato. I regolamenti basati sulla responsabilità estesa del produttore, che hanno spinto a formare i consorzi di filiera, devono incoraggiare la progettazione di prodotti, promuovere la circolarità sino al loro fine vita, tenendo però conto delle relazioni di tutti gli attori lungo la catena del valore e allineando i loro interessi economici senza favorire posizioni di monopolio.

AZIONI ESSENZIALI PER UN’ECONOMIA CIRCOLARE ADEGUATA ED EFFICACE

Le leggi fondamentali della natura ci indicano che non ci saranno né una società a rifiuti zero né un’economia circolare al 100%.

G li approcci all’economia circolare dovrebbero essere valutati in base al loro contributo alla conservazione delle risorse, all’energia richiesta, ai rifiuti prodotti nel presente e in futuro, nonché al loro impatto sociale ed economico.

O ccorre tener presente che la circolarità può essere solo un mezzo per un fine e che il riciclaggio non è un obiettivo in sé ma uno strumento di gestione delle risorse, per cui la politica del riciclaggio non deve basarsi sulla quantità, ma sulla qualità dei materiali secondari e sulle misure del loro ciclo di vita.

La valutazione critica degli errori dell’economia circolare sopra menzionati non significa però che dovremmo ridurre i nostri sforzi nel riciclaggio, nel riutilizzo e nella riduzione dei rifiuti ma, al contrario, la consapevolezza della nostra totale dipendenza dalla natura ci fa capire meglio che queste azioni sono necessarie, perché sono le uniche strategie che abbiamo per affrontare l’insostenibilità dell’attuale modello di crescita economica.

I n pratica è necessario che si formino alleanze intersettoriali, che concordino dibattito e discussione fra tutte le parti interessate, con le singole conoscenze esposte in modo trasparente e rispettoso dei diversi pareri, in modo da produrre una soluzione consensuale in tempi ragionevoli.

L’articolo si basa sugli studi di Sergio Cisani, esperto di recupero di materia dai rifiuti e di economia circolare. u

the real world instead of ideal solutions in an idealized world. Regulations based on extended producer responsibility, which prompted the formation of supply chain consortia, must encourage product design, promote circularity of products up to their end-of-life, while taking into account the relationships of all actors along the value chain and aligning their economic interests without favouring monopolistic positions.

ESSENTIAL ACTIONS FOR AN ADEQUATE AND EFFECTIVE CIRCULAR ECONOMY

The fundamental laws of nature tell us that there will be neither a zero-waste society nor a 100 % circular economy. The approaches to the circular economy should be evaluated according to their contribution to resource conservation, the energy required, the waste produced now and in the future and their social and economic impact. It must be born in mind that circularity can only be a means to an end and that recycling is not a goal in itself but a resource management tool, so the recycling policy should not be based on quantity but on the quality of secondary materials and their life-cycle measures. The critical evaluation of the errors of the circular economy mentioned above does not mean, however, that we should reduce our efforts in recycling, reuse and waste reduction, but, on the contrary, the realization of our total dependence on nature makes us realize more clearly that these actions are necessary, because they are the only strategies we have to deal with the unsustainability of the current economic growth model.

I n practice, it is necessary to form cross-sectoral alliances, agreeing on debate and discussion between all the parties involved, with individual knowledge set out transparently and respectful of the different opinions, in order to produce a consensual solution within a reasonable timeframe.

The article is based on the studies by Sergio Cisani, an expert in waste recovery and circular economy. u

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA 32
ECONOMIA
CIRCOLARE/CIRCULAR ECONOMY

Devulcanizzazione da pneumatici fuori uso: una grande sfida

Lo sviluppo sostenibile delle tecnologie di devulcanizzazione della gomma e un’adeguata progettazione dei cicli di recupero per i manufatti di gomma sono le strategie più promettenti per raggiungere un più alto livello del riciclo della gomma. Tuttavia i componenti usati, le condizioni di trattamento della gomma e le proprietà statiche delle gomme rigenerate devono essere valutati con attenzione, di pari passo con gli aspetti e le limitazioni ambientali alla realizzazione di queste tecnologie

Il continuo sviluppo dell’industria dell’automobile genera sempre più rifiuti sotto forma di pneumatici usati, che costituiscono circa l’80% di tutti i rifiuti di gomma prodotti globalmente, con una quantità annua di circa 1 miliardo di pezzi. Da qui il potenziale rischio per l’ambiente e la salute umana in mancanza di gestione di questi rifiuti o con l’uso di strategie temporanee e convenzionali di riciclo; d’altro canto, una loro adeguata

gestione rappresenta una grande sfida per scienziati e industrie, tanto più che le strategie esistenti, sostenibili e redditizie, vengono modificate e riconsiderate di continuo per ragioni di più alta qualità e di sicurezza. Oggigiorno i metodi più comuni di riciclo comprendono:

- utilizzo di pneumatici interi in barriere di sicurezza, serbatoi di ritenzione o colmatazione;

- recupero energetico, specialmente in-

cinerazione in forni per cemento;

- pirolisi;

- riciclo come disintegrazione meccanica di pneumatici fuori uso e successivo utilizzo della gomma macinata GTR (Ground Tire Rubber).

S econdo i dati statistici, pubblicati dall’ETRMA (European Tyre and Rubber Manufacturer’s Association), nel 2019 in Europa il 95% dei pneumatici usati è stato in media riciclato con i metodi citati, il che significa che il 5% è stato abban-

GreenRUBBER L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
di Gianpaolo Brembati
34
Discarica di pneumatici PFU/ELT tires landfill.

donato, incenerito o smaltito in discarica illegalmente.

Il primo metodo di riciclo della gomma vulcanizzata fu la macinazione, sperimentata da Charles Goodyear 150 anni fa, ma solo verso la fine del 1900 sono state condotte indagini su più larga scala (vedi Figura 1 per i numeri di studi e di brevetti dal 2000 al 2021).

Il forte incremento del numero di studi effettuati, soprattutto in Cina, USA, India e Polonia, mette in evidenza l’importanza globale delle tecnologie di riciclo dei PFU e il conseguente importante investimento economico nel settore, anche se in diversi paesi il recupero dei PFU è inferiore alla percentuale stabilita dalle normative: questa tendenza giustifica l’organizzazione di più centri di ricerca nel mondo per la commercializzazione di metodi di riciclo.

S ebbene i brevetti siano stati documentati di anno in anno, raramente se ne è capita l’importanza dal punto di vista pratico. Questa situazione senz’altro continuerà nel prossimo futuro ed è un peccato, perché manca un loro esame approfondito, che comprenda le soluzioni innovative che possono essere realizzate per una devulcanizzazione su larga scala.

CONFRONTO FRA RIGENERAZIONE E DEVULCANIZZAZIONE DELLA GTR

La GTR è attualmente conosciuta come la fonte principale di gomma riciclata disponibile in commercio e c’è grande interesse per la sua modifica e opportuna funzionalizzazione, per renderla un prodotto a valore aggiunto per la miscelazione con termoplastici e gomma o come modificatore per l’asfalto. Molti considerano identici i termini devulcanizazione e rigenerazione, quindi è bene chiarire cosa significano realmente:

- l’ASTM D 6814 definisce la devulcanizzazione come un processo di decomposizione dei legami chimici della gomma vulcanizzata;

- l ’ASTM D 1566 definisce invece la gomma rigenerata come gomma vulcanizzata che è stata plastificata termicamente, meccanicamente e/chimicamente per essere usata come diluente, estensore o aiuto di processo. Questi termini sono leggermente diversi fra lo-

End of life tire rubber devulcanization

The sustainable development of rubber devulcanization technologies and an adequate design of recovery cycles for rubber goods are the most promising strategies for achieving a higher level of recycling. However, the used components, rubber treatment conditions and static mechanical properties of reclaimed rubbers must be carefully considered, as well as the environmental aspects and limitations to the implementation of these technologies

Th e constantly developing automotive industry generates more and more waste in the form of used tires, which accoun ts for as much as 80% of all rubber waste produced in the world, with an amount of end of life tires about one billion units per year. A potential threat arises from the lack of management of these wastes or the use of temporary and conventional recycling strategies. On the other hand, proper management is a huge challenge for scientists and industries, especially since the existing strategies, profitable and environmentally friendly, are constantly experiencing modifications and reconsideration for higher quality and safety reasons.

At present the most common methods of waste tires recycling are:

- whole tires in safety barriers, retention tanks or backfilling:

- energy recovery, especially incineration in cement kilns;

- pyrolysis;

- material recycling with mechanical disintegration of waste tires and further use of prepared ground tire rubber (GTR). According to statistical data published by ETRMA (European Tyre and Rubber Manufacturer’s Association), in 2019 an average of 95% of the used tires in Europe were recycled by above mentioned meth-

ods. It means that 5% has been abandoned, incinerated or illegally landfilled. The first method to recycle vulcanized rubber was experienced by Charlkes Goodyear 150 years ago, but only in the late 1900s investigations on a larger scale were conducted (see figure 1 for the number of papers and patents between 2000 and 2021). The increasing number of published papers highlights the worldwide importance of waste tires recycling technologies and serious economic investment in the field, even if in many countries the waste tires recovery is below the law regulations: this trend justifies the organization of more research centres in the world for commercialization of recycling methods.

Although patents have been documented each year, their importance from a practical point of view has rarely been underlined. This situation will follow a similar trend in near future and this is bad, because it’s missing a comprehensive review of patents, which covers the innovative solutions that can be implemented for large scale devulcanization.

GTR RECLAIMING VS. DEVULCANIZATION

GTR is currently known as the main source of recycled rubber commercially available. There is great interest for the modification or suitable functionaliza-

RICICLO/RECYCLING
35

GreenRUBBER

tion , in order to make it a value added product for blending with thermoplastics and rubber or as an asphalt modifier.

Many people consider identical the terms devulcanization and reclaiming, so it is better to clarify what they really mean:

- according to ASTM D 6814 “devulcanization” is defined as a process of decomposition of chemical crosslinks in cured rubber;

- ASTM D 1566 defines the term “reclaimed rubber” as vulcanized rubber that has been thermally, mechanically and/or chemically plasticized for use as a rubber diluent, extender or processing aid.

These terms are slightly different, however, due to their similar function, both terms are used interchangeably in many articles and patents. In fact devulcanization and reclaiming represent a modification process, aimed at improving the interfacial interactions between GTR and other ingredients in blends, which consequently leads to higher performance properties of the materials.

Figura 1. (A) Le recenti ricerche condotte sul riciclaggio della gomma in termini di pubblicazioni scientifiche e brevetti. (B) Contributo dei Paesi allo sviluppo del riciclo della gomma (dati secondo Scopus disponibili il 28/1/2022. La figura è tratta dall’articolo “Waste tire rubber devulcanization technologies: State-of-theart, limitations and future perspectives”, Waste Management 150 (2022) pag. 174-184.

Figure 1 - (A) The recent research carried out on rubber recycling as of scientific papers and patents; (B) countries contribution to the development of rubber recycling (data according to Scopus available on 28/1/2022. The figure is taken from the article “Waste tire rubber devulcanization technologies: State-of-the-art, limitations and future perspectives”, Waste Management 150 (2022) pag. 174-184.

ro tuttavia, per la loro funzione simile, entrambi i termini sono considerati intercambiabili in molti articoli e brevetti: in effetti devulcanizzazione e rigenerazione sono processi di modifica, intesi a migliorare le interazioni interfacciali fra GTR e altri ingredienti nella miscela, il che comporta più alte proprietà di prestazione dei materiali.

La devulcanizzazione può essere considerata una scissione selettiva dei legami

per rompere la struttura tridimensionale, mentre la rigenerazione è una combinazione di degradazione della catena principale e di scissione di legame.

La Figura 2 mostra le reazioni possibili durante il trattamento termico della GTR, per evidenziare le principali differenze fra devulcanizzazione e rigenerazione, con l’ulteriore possibile e indesiderata formazione di legami secondari dalla ricombinazione di radicali liberi,

Devulcanization can be considered as a selective scission of crosslinking bonds in order to break down the three-dimensional structure, while reclaiming is a combination of main chain degradation and crosslinking bond scission. Figure 2 shows possible reactions during thermal treatment of GTR to highlight the main differences between devulcanization and reclaiming, with the further possible and undesired secondary crosslinking, resulting from free radical recombination, which should be considered during planning of experiments in this field.

When reclaimed rubber is vulcanized, the curing system can affect the properties of the product, depending on the rubber particle size, purity (complete removal of steel, textile etc. from tire), composition, devulcanization method and process conditions.

In practice it is necessary to evaluate carefully:

- GTR particle size;

- devulcanization agents, generally or-

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
36

che deve essere tenuta in considerazione nella progettazione di esperimenti in questo campo.

Quando si vulcanizza la gomma rigenerata, il sistema di vulcanizzazione può influenzare le proprietà del prodotto, in dipendenza dalla dimensione delle particelle di gomma, dalla loro purezza (completa rimozione di acciaio e inserto tessile del pneumatico e così via), dalla composizione, dal metodo di devulcanizzazione e dalle condizioni di processo.

I n pratica sono da valutare attentamente:

- la dimensione delle particelle di GTR;

- i tipi di agenti di devulcanizzazione, generalmente disolfuri e mercaptani organici;

- gli aspetti ambientali, perché si richiede che il processo di rigenerazione avvenga con basso inquinamento e componenti non tossici;

- la qualità della GTR, diversa a seconda del tipo di pneumatico (per autocarro, automobile eccetera), anche se di solito la sua composizione è stimata in 58-60 wt% gomma naturale, BR ed SBR, 2728 wt% carbon black e silice, 3-4 wt% agenti di vulcanizzazione e 8-11 wt% altri additivi (antiossidanti etc.);

ganic disulfides and mercaptans;

- environmental aspects, because rubber reclaiming process is required to be low-pollutant and with non-toxic components;

- quality of GTR, that varies by type of tire (truck, passenger etc.), even if usually its composition is estimated to 58-60 wt% of natural rubber, BR and SBR, 27-28 wt% of carbon black and silica, 3-4 wt% of vulcanization agents and 8-11 wt% of other additives (antioxidants etc.);

- different thermal stability of involved elastomers, that gives different devulcanization kinetics.

STATE OF THE ART: PATENTED RUBBER DEVULCANIZATION METHODS

Generally devulcanization methods are classified in classic way, according to the kind of energy used for reclaiming, that can be thermal (conventional heat, microwave radiation), mechanical (shear forces) and chemical. Also ultrasonic and biological approaches exist, but present technologies largely make use of combinations of the above mentioned methods, e.g. thermo-chemical, thermo-mechani-

cal and mechano-chemical. However patented methods are not classified based on energy source, but almost limited to the description of the equipment used and the recipe, so that they can be divided into dynamic desulfurization, reactive extrusion, microwave treatment and others.

DYNAMIC DESULFURIZATION

At present most patents adopt a thermo-mechanical method of dynamic desulfurization, with the use of a special tank, commonly used due to the significantly higher mechanical properties of the obtained product compared to other methods. It is carried out at high temperature and high pressure in the presence of water, with auxiliary agents such as activators, softeners, and is easy to handle, but additives can be highly odorous and polluting, so that its limitations are heavy pollution emissions, besides water and energy consumption. As far as the environmental protection requirements become more and more restricted, the dynamic desulfurization should gradually be replaced by greener methods.

In the recent years many attempts have been made to replace toxic additives with

RICICLO/RECYCLING
37
Desolforazione dinamica/Dynamic desulfurization.

GreenRUBBER

- la diversa stabilità termica degli elastomeri coinvolti, che determina diverse cinetiche di devulcanizzazione.

STATO DELL’ARTE: METODI DI DEVULCANIZZAZIONE BREVETTATI

I metodi di devulcanizzazione sono spesso classificati in modo classico, ossia in base all’energia usata per la rigenerazione, che può essere termica (calore convenzionale, radiazioni di mi -

products of natural origin, like rosin, tall oil and pine tar, that however contain resin acids, very corrosive at high temperatures (150-300 °C), which requires the use of special equipment made of corrosion-resistant alloys. The mechanical properties of the obtained products are very high, but this is due to the GTR composition or to the source, rather than devulcanization method. It can be suspected that high quality of reclaimed rubber could have been achieved by selecting some parts of tire rich in natural rubber (e.g. tread) or using post-production tires residues. From detailed analysis of the related pat-

croonde), meccanica (forze di taglio) e chimica. Esistono anche approcci ultrasonici o biologici, ma le attuali tecnologie usano largamente combinazioni di vari metodi, ad esempio termo-chimica, termo-meccanica e meccano-chimica. Tuttavia i metodi brevettati non sono classificati in base alla fonte di energia usata, ma si limitano praticamente alla descrizione del macchinario usato e della formulazione, così che si possono

ents it can be concluded that a common problem with dynamic desulfurization is the low stability of Mooney viscosity of the reclaimed rubber prepared by this method, resulting in significant processing difficulties and fall in the quality of the final products.

REACTIVE EXTRUSION

Reactive extrusion is a greener method compared to dynamic desulfurization and consists of a thermo-mechanical and/or mechano-chemical devulcanization with the use of corotating twin-screw extruders with a special configuration of the plasti-

dividere in desolforazione dinamica, estrusione reattiva, trattamento a microonde e altri genericamente.

DESOLFORAZIONE DINAMICA

Attualmente la maggior parte dei brevetti adotta un metodo termo-chimico di desolforazione dinamica, con l’utilizzo di uno speciale serbatoio, usato comunemente per le proprietà meccaniche sensibilmente più alte del prodotto

cizing unit, that generates considerable shear forces. The degree of devulcanization is largely dependent on the barrel temperature and screw speed, whose configuration can further improve the product performance. The great potential of this method results from the fact that, under specific conditions, devulcanization can be effectively carried out without using any additives. Other advantages of the extruder are appropriate heat transfer, low oxidation of GTR and easy removal/ degassing of volatile organic compounds emitted during devulcanization. Moreover the devulcanization via extrusion is

Figura 2 - Possibili reazioni durante il trattamento termico di GTR. La figura è tratta dall’articolo “Waste tire rubber devulcanization technologies: State-of-the-art, limitations and future perspectives”, Waste Management 150 (2022) pag. 174-184. Figure 2 - Possible reactions during thermal treatment of GTR. The figure is taken from the article “Waste tire rubber devulcanization technologies: State-of-the-art, limitations and future perspectives”, Waste Management 150 (2022) pag. 174-184.
L’INDUSTRIA DELLA
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GOMMA

GreenRUBBER

ottenuto in confronto ad altri metodi. S i realizza ad alte temperatura e alta pressione in presenza di acqua, con agenti ausiliari come attivatori e ammorbidenti, ed è un processo di facile gestione, in cui però gli additivi possono puzzare ed inquinare, così che le sue limitazioni sono pesanti emissioni inquinanti, oltre al consumo di acqua ed energia. Di conseguenza, con futuri

requisiti di protezione ambientale più severi, questo metodo dovrebbe essere gradualmente sostituito da metodi più green.

N egli anni recenti si è cercato di sostituire gli elementi tossici con additivi di origine naturale, come colofonia, tallolio e catrame di pino, che tuttavia contengono acidi resinici molto corrosivi ad alte temperature (150-300 °C),

continuous, short-time and high-efficient process. On the other hand, main disadvantages of this technology are high initial cost of extruder and supporting equipment and limited length of the plasticizing unit, that may result in an insufficient grade of devulcanization. The durability and suitable maintenance of the extruder is also a challenge, because of the solid and elastic characteristics of GTR, with the presence of sulphur in the rubber, that might present the corrosive problem for the long time operation at high temperature. In many patents the common strategy for obtaining high quality product is GTR treatment with addition of auxiliary agents, such DBU and TPP or rosin and bitumen mixtures etc., whereas sometimes there is addition of thermoplastics, whose type and content cause the final properties of the materials, till obtaining rather thermoplastics/GTR blends than reclaimed rubber. Several inventors focus on increasing the degree of devulcanization by multiple extrusion, without adding any auxiliary agent and with high efficiency, while others claim that the presence of carbon dioxide or alcohol under critical pressure improves the selectively to break crosslinks and thus the efficiency of devulcanization.

In recent years, low temperature extrusion is attracting growing attention, due to the decrease in energy consumption and the significant reduction in toxic gas emissions, that make this method more environmentally-friendly and destined to develop in the future.

MICROWAVE TREATMENT

Figura 3 - Confronto delle proprietà meccaniche (A - resistenza a trazione e B - allungamento a rottura) determinate per il GTR rigenerato descritto in brevetti, letteratura e dati commerciali. La figura è tratta dall’articolo “Waste tire rubber devulcanization technologies: State-of-the-art, limitations and future perspectives”, Waste Management 150 (2022) pag. 174-184.

Figure 3 - Comparison of mechanical properties (A – tensile strength and B – elongation at break) determined for reclaimed GTR described in patents, literature and commercial data. The figure is taken from the article “Waste tire rubber devulcanization technologies: State-of-the-art, limitations and future perspectives”, Waste Management 150 (2022) pag. 174-184.

This method is characterized by the possibility of precisely controlling the amount of energy (microwave irradiation) delivered to the waste rubber by selecting the appropriate processing parameters (e.g. magnetron power, treatment time etc.), with consequent high selectivity of the sulphur bond scission versus main chain degradation.

It is claimed that, compared to other methods, microwave devulcanization is at least five times more efficient, in

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA 40

che richiedono l’utilizzo di attrezzature speciali fatte di leghe resistenti alla corrosione.

Le proprietà meccaniche dei prodotti ottenuti sono molto alte, ma ciò può essere dovuto alla composizione della GTR o alla fonte di origine più che al metodo di devulcanizzazione, per cui si suppone che l’alta qualità della gomma rigenerata derivi da parti di pneumatici selezionate con alto livello di gomma naturale (ad esempio battistrada) o da residui di lavorazione del pneumatico post-lavorazione.

Dall’analisi dettagliata dei relativi brevetti si deduce d’altronde che un problema frequente della desolforazione dinamica è la bassa stabilità della viscosità Mooney della gomma rigenerata ottenuta, che determina difficoltà di lavorazione e qualità inferiore dei prodotti finali.

ESTRUSIONE REATTIVA

L’estrusione reattiva è un metodo più green della desolforazione dinamica e consiste in una devulcanizzazione termo-meccanica e/o meccano-chimica con l’utilizzo di estrusori bivite corotanti, dotati di una speciale configurazione dell’unità di plastificazione, che genera considerevoli forze di taglio. Il grado di devulcanizzazione dipende largamente dalla temperatura del cilindro e dalla velocità della vite, la cui configurazione può migliorare ulteriormente la prestazione del prodotto.

Il grande potenziale di questo metodo risulta dal fatto che, in specifiche condizioni di processo, la devulcanizzazione può effettivamente avvenire senza l’uso di alcun additivo. Inoltre, altri vantaggi dell’estrusore sono un corretto trasferimento di calore, una bassa ossidazione della GTR e una facile rimozione/degasaggio dei composti organici volatili emessi durante la devulcanizzazione, oltre al fatto che il processo è continuo, di breve durata e molto efficiente. D’altro canto i principali svantaggi di questa tecnologia sono gli alti costi iniziali dell’estrusore e delle attrezzature ausiliarie e la limitata lunghezza dell’unità di plastificazione, che può determinare un’insufficiente grado di devulcanizzazione, nonché la corretta manutenzione e la durata dell’estruso -

addition to being environmentally friendly (solvent free and energy efficient), but this method is not so commonly patented compared to the previously-mentioned methods.

Microwave irradiation and magnetron power are crucial parameters affecting mechanical properties of the reclaimed rubber, with positive results at power of 800 W for 100 seconds: however the efficiency of this treatment in turn depends from rubber composition, especially carbon black content, that at 60 %, for example, can make the rubber get a temperature above 300 °C, with sol fraction about 55 %, while in other cases ignition of rubber takes place after short time up to 5 minutes.

This confirms the importance of waste rubber characteristics before use, otherwise unexpected results related to microwave treatment can be obtained.

OTHER METHODS OF RUBBER DEVULCANIZATION

Despite the fact that rubber devulcanization, based on above mentioned methods, is to some extent well-implemented, the research is still developing. Here are some examples of attempts:

- internal mixer, with processing of GTR, softeners, coupling and reclaiming agents at 170 °C for 3.5 hours;

- refiner at ambient temperature with low cost materials such as maltenes or bitumen;

- alternating electric field, similar to microwave devulcanization but with energy provided to rubber by selecting specific parameters;

- presence of 2-butanol and carbon dioxide.

RECLAIMED RUBBER PROPERTIES: PATENTS AND LITERATURE VS. COMMERCIAL PRODUCTS

Most of scientific papers about devulcanization methods refers to thermo-mechanical devulcanization via extruder, while both thermo-mechanical and thermo-chemical processes are dominant among industrial methods.

The most commonly methods described in the literature are based on reactive extrusion, while it is very difficult to find

published research articles about dynamic desulfurization. In research papers tensile strength and elongation at break are in the range 1.5-19 MPa (median 10.3 MPa) and 78-540% (median 309%), which are values lower than the ones described in the patents.

Many companies active in rubber reclaiming or devulcanization are in Europe (UK, Holland and France), India, China, Vietnam and Canada, more than 50% of which started production less than 15 years ago. This is due to implementation of green devulcanization technologies and opening of start-ups in this field, especially in China.

An important fact is that, regardless of the used methodology, mechanical properties of reclaimed rubbers, declared by producers, are surprisingly and significantly lower compared to those described in the literature: tensile strength and elongation at break of commercially available reclaimed rubbers is in the range of 2.511 MPa (median 6.8 MPa) and 150-350% (median 250%).

Figure 3 allows to understand better the correlation between devulcanization technologies and final performance properties of the obtained reclaimed rubbers, by showing a summary of mechanical properties ranges determined for reclaimed rubber described in the patents, literature and commercial data. Tensile strength and elongation at break values refer to source and composition of GTR from ELT, with GTR car < GTR truck < GTR tread.

CONCLUSIONS, LIMITATIONS AND FUTURE TRENDS

The management of waste tires poses a serious threat to the environment and human health and this is why rubber recycling technologies is gaining more and more attention: rubber reclaiming is becoming a value-added processing rather than previously used tactics for reuse of waste rubber material and in comparison with the options of whole tires used in civil engineering, energy recovery and pyrolysis.

The majority of patents use a dynamic desulfurization method (especially in China) or reactive extrusion, while rarely mi-

RICICLO/RECYCLING
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GreenRUBBER

re, per le caratteristiche di solidità ed elasticità della GTR e per la presenza di zolfo, che può causare corrosione per la lavorazione ad alta temperatura per lungo tempo.

I n molti brevetti di estrusione reattiva c’è la presenza di additivi per ottenere prodotti di alta qualità, come una miscela di DBU e TPP, di colofonia e bitume e tc., mentre in altri c’è l’aggiunta di termoplastici, il cui tipo e contenuto determinano le proprie tà finali dei materiali, fino ad ottenere miscele termoplastico/GTR piuttosto che gomma rigenerata.

Alcuni inventori ricorrono ad estrusione multipla, che aumenterebbe il grado di devulcanizzazione in modo semplice, senza additivi e con un’elevata efficienza, mentre altri sostengono che la presenza di CO2 o alcol sotto pressione critica migliori la selettività di rottura dei legami e quindi l’efficienza di devulcanizzazione.

Negli ultimi anni è l’estrusione a bassa temperatura che attira crescente attenzione, grazie alla diminuzione del consumo energetico e alla sensibile riduzione di emissioni gassose tossiche, per cui questo metodo risulta più ecologico e destinato a svilupparsi in futuro.

TRATTAMENTO A MICROONDE

Questo metodo è caratterizzato dalla possibilità di controllare con precisione la quantità di energia (irradiazione a microonde) fornita alla gomma di scarto mediante selezione di idonei parametri di processo (potenza del magnetrone, tempo di trattamento eccetera), con conseguente alta selettività della scissione dei legami zolfo rispetto alla degradazione della catena principale. S i sostiene che il trattamento a microonde sia almeno cinque volte più efficiente degli altri metodi di devulcanizzazione, oltre ad essere ecologico, senza solventi e ad alta efficienza energetica, ma i brevetti sono pochi rispetto agli altri due metodi citati in precedenza.

L’irradiazione a microonde e la potenza del magnetrone sono parametri essenziali che influenzano le proprietà meccaniche della gomma rigenerata, in senso positivo con potenza di 800 W per 100 secondi: tuttavia l’efficienza

crowave devulcanization, because of the expensive apparatus necessary for this method. Moreover it was found that the tensile properties of reclaimed rubbers described in patents are usually higher than in literature or commercial data, due to the difference in GTR treatments in the methods and especially in the GTR composition. Current research trends indicates that the green devulcanization of waste tires and production of GTR-based materials dedicated for high-value end-use markets will develop in the near future, which fits to the strategies of circular economy. Suitable classification and full characterization of waste rubber prior to use significantly improves process repeatability and performance properties of obtained rubber recycling products.

From environmental point of view dynamic desulfurization is the most polluting method, due to the presence of water, very high processing temperature and the toxicity of used components, while reactive extrusion is the most ecological method, provided that it is carried out at moderately high temperature and without using hazardous additives. Moreover re-

active extrusion seems to be the most suitable for industrial scale application, due to its efficiency and versatility.

The future investigations in this field should concentrate on:

- optimization of the devulcanization conditions (e.g. lowering temperature, reduce the energy or water consumption etc.);

- elimination and/or reduction of toxic gas emission level during rubber decomposition;

- application of renewable and non toxic additives;

- combination of devulcanization with suitable functionalization or modification of GTR for upcycling strategies;

- devulcanization technologies upscaling by implementing laboratory results to large scale production.

This article is a reworking of the original text published in English by Waste Management 150 (2022) pag. 174-184 under the title “Waste tire rubber devulcanization technologies: State-of-theart, limitations and future perspectives”, authors Paulina Wi´sniewska, Shifeng Wang, Krzysztof Formela. u

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
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Estrusione reattiva/Reactive extrusion.

di questo trattamento dipende a sua volta dalla composizione della gomma, soprattutto dal contenuto di carbon black, che in alte percentuali, per esempio al 60%, può far raggiungere alla gomma una temperatura superiore ai 300 °C, con frazione solubile di circa il 55%, mentre in alcuni casi il trattamento veloce (fino a cinque minuti) può causare la combustione della gomma.

Q uesta situazione conferma l’importanza delle caratteristiche della gomma di scarto prima dell’utilizzo, altrimenti si possono ottenere risultati inattesi dal trattamento a microonde.

ALTRI METODI DI DEVULCANIZZAZIONE

N onostante che i metodi di devulcanizzazione esposti si stiano in parte utilizzando bene, la ricerca in questo campo si sta ancora sviluppando. Sono state fatte per esempio prove con:

- mescolatore interno, con lavorazione a 170 °C per 3,5 ore con opportuni additivi (ammorbidenti, agenti leganti e di rigenerazione);

- raffinatore a temperatura ambiente con prodotti di basso costo come maltene o bitume;

- c ampo elettrico alternato, simile al trattamento a microonde ma con energia fornita alle particelle di gomma selezionando parametri specifici; - presenza di 2-butanolo e CO2.

PROPRIETÀ DELLE GOMME

RIGENERATE: BREVETTI E

LETTERATURA VS. PRODOTTI COMMERCIALI

L a maggior parte degli studi scientifici sui metodi di devulcanizzazione è riferita alla devulcanizzazione termomeccanica con estrusore, mentre sia la termo-meccanica che la termo-chimica sono predominanti fra i metodi industriali. I n letteratura i metodi più descritti sono quelli basati sulla estrusione reattiva, al contrario difficilmente si trovano pubblicazioni sulla desolforazione dinamica.

N egli studi di ricerca carico e allungamento a rottura sono compresi rispettivamente nell’intervallo 1,5-19 MPa (con una media di 10,3 MPa) e 78540% (con una media di 309%), valori

più bassi rispetto a quelli descritti nei brevetti.

M olte sono comunque le aziende attive nella rigenerazione o devulcanizzazione della gomma in Europa (UK, Olanda e Francia), India, Cina, Vietnam e Canada, fra le quali più del 50% hanno iniziato meno di 15 anni fa, per la realizzazione di tecnologie di devulcanizzazione green e l’apertura di start-up in questo campo, soprattutto in Cina. U n dato importante è che, indipendentemente dalla metodologia adottata, le proprietà meccaniche delle gomme rigenerate, dichiarate dai produttori, sono sorprendentemente e sensibilmente più basse rispetto a quelle dichiarate in letteratura: carico e allungamento a rottura delle gomme rigenerate commerciali sono nell’intervallo 2,5-11 MPa (media 6,8 MPa) e 150-350% (media 250%).

La Figura 3 consente di capire meglio la correlazione fra le tecniche di devulcanizzazione e le proprietà di prestazione finali delle gomme rigenerate, mostrando una panoramica delle proprietà meccaniche descritte nei brevetti, in letteratura e nei dati commerciali, usando come riferimento i valori di GTR riferiti alla fonte e alla composizione del PFU, con GTR automobile < GTR autocarro < GTR battistrada.

CONCLUSIONI, LIMITAZIONI E TENDENZE FUTURE

La gestione dei PFU presenta seri rischi per amb iente e salute umana ed è questo il motivo per cui lo sviluppo sostenibile di tecnologie di riciclo riscuote sempre più attenzione: il riciclo della gomma sta diventando un processo di valore aggiunto, rispetto alle tattiche di riutilizzo della gomma di scarto del passato, nonché alle soluzioni alternative di utilizzo dei PFU interi in lavori di ingegneria civile, di recupero energetico e di pirolisi.

L a maggior parte dei brevetti di devulcanizzazione utilizza i metodi di desolforazione dinamica (soprattutto in Cina) o di estrusione reattiva, raramente di trattamento a microonde, a causa del macchinario troppo costoso. Nella pratica i valori delle proprietà tensili risultano

inferiori a quelli ripo rtati nei brevetti e in letteratura, perché sono diverse le condizioni di trattamento della GTR nei tre metodi e soprattutto per la diversa composizione della GTR usata. Le tendenze attuali della ricerca danno chiare in dicazioni che saranno la devulcanizzazione green dei PFU e la produzione di materiale su base GTR per mercati finali ad alto valore a svilupparsi nell’immediato futuro, il che si inserisce nelle strategie dell’economia circolare: un’adeguata selezione e caratterizzazione della gomma di scarto prima dell’uso migliora nettamente la ripetibilità del processo e le proprietà di prestazione dei prodotti di riciclo.

D al punto di vista ambientale la desolforazione dinamica è il metodo più inquinante, per presenza di acqua, temperatura di lavorazione molto alta e tossicità dei componenti usati, mentre l’estrusione reattiva è quello più ecologico, posto che si realizzi a temperatura moderatamente alta e senza additivi pericolosi e poiché si presta ad applicazioni su scala industriale per la sua efficienza e vers atilità. Le future ricerche in questo campo si dovrebbero concentrare su:

- ottimizzazione delle condizioni di devulcanizzazione (ad esempio abbassare le temperature, ridurre l’energia o i consumi d acqua etc.);

- eliminazione e/o riduzione del livello di emissioni di gas tossici durante la decomposizione della gomma;

- utilizzo di additivi rinnovabili e non tossici;

- c ombinazione della devulcanizzazione con idonea funzionalizzazione o modifica della GTR per strategie di riutilizzo;

- o ttimizzazione delle tecnologie di devulcanizzazione con attuazione dei risultati di laboratorio nella produzione su larga scala.

Q uesto articolo è una rielaborazione del testo originale pubblicato in inglese da Waste Management 150 (2022) pag. 174-184 con il titolo “Waste tire rubber devulcanization technologies: State-ofthe-art, limitations and future perspectives”, autori Paulina Wi´sniewska, Shifeng Wang, Krzysztof Formela. u

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Nuove strade per gli pneumatici

La consapevolezza e l’impellenza di dover offrire prodotti ad alte prestazioni e qualità riducendone contestualmente l’impatto sul pianeta ha prodotto una straordinaria revisione di tecnologie e processi da parte dei produttori di pneumatici. Un’evoluzione destinata a grande accelerazione che riserva molte e straordinarie sorprese tutte da osservare con estrema attenzione

Dopo ben più di un secolo di storia, di successi, di progresso e di influenza sulla società a ogni latitudine oggi l’automobile da strumento di infinita libertà di movimento e di implicito sviluppo dell’intera

umanità si è trasformata, nella vulgata più diffusa, in un autentico “imputato” a cui si attribuiscono una gran parte dei peggiori mali di questo mondo.

Ciò che fino ad ora è stato considerato come un indispensabile strumento di libertà di movimento individuale e collet-

tivo, un vettore capace di risolvere infinite esigenze di spostamento di persone e cose, un semplice ma efficace modo di viaggiare, scoprire, raggiungere, mettere in comunicazione, soccorrere e così via è da molti, sempre più numerosi, bollato del marchio di unico “untore” del

GreenRUBBER L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
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di Maurizio Toma

pianeta su cui viviamo. È certamente vero che le auto hanno avuto una parte di responsabilità nell’accumularsi soprattutto delle sostanze clima alteranti, ma lo è altrettanto che gli istituti di ricerca più imparziali e competenti attribuiscono al traffico veicolare nel suo complesso una quota assai ridotta di questo fattore. Eppure quando si affrontano i temi della sostenibilità gran parte di una opinione pubblica mal indirizzata e praticamente la totalità dei media mainstream accollano alle auto il “peccato originale” dell’inquinamento dell’atmosfera della nostra Terra.

I n realtà nulla è più falso ma è tanto più facile accusare un “nemico” che è sempre sotto gli occhi di tutti e che, oltretutto, non ha praticamente nessuno che sia disposto a rischiare il pubblico ludibrio per difenderlo. Nemmeno l’industria che in tutto il mondo ha sin qui prosperato per produrre questi vituperati strumenti, il settore automotive che, al contrario, soprattutto dopo lo scellerato “dieselgate” sembra disposto ad autoflagellarsi e a subire senza nessuna reazione anche gli attacchi più radicali e violenti di certa politica e dell’ambientalismo fanatico che la giustifica.

Chi, viceversa, osservasse questo settore con un po’ di obbiettività si renderebbe conto facilmente che ogni comparto del settore automotive negli ultimi trent’anni si è impegnato, ha investito, è cambiato, come nessun altro. Bastano i numeri, che come sempre non sanno mentire, a mostrare quanto lavoro sia stato fatto e quali risultati abbia conseguito tutto questo impegno.

L’EFFETTIVO IMPATTO AMBIENTALE

Una qualsiasi automobile prodotta anche solo negli anni ottanta produce livelli di emissioni delle famigerate sostanze clima alteranti quasi dieci volte più elevati di quanto non faccia una vettura attuale con omologazione Euro 6, tenendo conto anche che oggi il disciplinare che regola la rilevazione di tali dati è diventato enormemente più affidabile, preciso e meno “aggirabile”. Ma ormai il dado è tratto, la politica, una certa politica, quasi sempre mossa da chiari preconcetti ideologici che con le

New roads for tyres

The awareness and urgency to offer high performance and quality products while reducing their impact on the planet has led to an extraordinary revision of technologies and processes by tyre manufacturers. An evolution destined for great acceleration that holds many extraordinary surprises in store, all to be observed with extreme attention

After well over a century of history, success, progress and influence on society at every latitude, today the motor car, from being an instrument of infinite freedom of movement and implicit development of the whole of mankind, has been transformed, in the most widespread vulgate, into an authentic 'defendant' to which a large part of the worst evils of this world are attributed.

What until now has been regarded as an indispensable instrument of individual and collective freedom of movement, a vector capable of solving infinite needs for the movement of people and things, a simple but effective way of travelling, discovering, reaching, communicating, rescuing, and so on, is by many, more and more numerous, branded as the sole 'unbearer' of the planet on which we live. It is certainly true that cars have been partly responsible for the accumulation of climate-altering substances in particular, but it is equally true that the most impartial and competent research institutes attribute a very small share of this factor to vehicle traffic as a whole. Yet when it comes to sustainability issues, much of misguided public opinion and virtually all of the mainstream media blame cars for the 'original sin' of polluting our earth's atmosphere.

In reality, nothing is more untrue, but it is all the easier to blame an 'enemy' that is always in the public eye and which, moreover, has virtually no one willing to risk public ridicule to defend it. Not even the industry that has hitherto thrived on producing these vituperative tools, the automotive sector, which, on the contrary, especially after the disgraceful 'dieselgate' seems willing to self-flagellate itself and suffer without any reaction even the most radical and violent attacks of certain politicians and the fanatical environmentalism that justifies it.

Those who, on the other hand, observe this sector with a little objectivity would easily realise that every sector of the automotive industry over the past thirty years has committed itself, invested, changed, like no other. Numbers alone, which as always cannot lie, show how much work has been done and what results all this effort has achieved.

THE ACTUAL ENVIRONMENTAL IMPACT

Any car produced even in the 1980s produces almost ten times higher levels of emissions of the notorious climate-altering substances than a current car with Euro 6 type approval, bearing in mind also that today the regulations governing the collection of such data have become enormously more reliable, precise

GREEN TYRES
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GreenRUBBER

Bridgestone prosegue il suo cammino verso la produzione di pneumatici sostenibili al 100%. Ora è al 75% e ha annunciato di aver prodotto 200 pneumatici a questo livello di sostenibilità con gomma sintetica mescolata con plastica riciclata e gomma naturale ottenuta da arbusti di guayule coltivati nel deserto dell’Arizona. Bridgestone continues on its path towards 100% sustainable tyre production. It is now at 75% and has announced that it has produced 200 tyres at this level of sustainability with synthetic rubber mixed with recycled plastic and natural rubber from guayule bushes grown in the Arizona desert.

verità scientifiche ben poco hanno da spartire, con il sostegno di tanta “informazione” e persino con l’autolesionismo di tanta industria, ha stabilito che i motori endotermici vadano soppressi, eliminati, dimenticati per fare spazio al “nuovo che avanza”, l’auto elettrica, che poi tanto nuova non lo è davvero visto che i primi tentativi risalgono agli albori del secolo scorso.

I l dibattito su quale sia l’impronta ambientale effettiva di una vettura a batteria rispetto a una equivalente endotermica nel complesso dell’intero ciclo vita del veicolo è ancora molto aperto ma in numerose “stanze dei bottoni”, soprattutto quelle di Bruxelles, hanno deciso che l’energia elettrica sia la panacea universale che risolve tutti i problemi del settore e per giustificare tale decisione si è stabilito che le emissioni dei mezzi vadano rilevate allo scarico e non, appunto, nel ciclo vita che va dall’approv-

vigionamento di materie prime ed energia per costruire quel veicolo al momento in cui lo stesso deve essere smaltito. Una tesi evidentemente assai discutibile che certo poco ha a che fare con un atteggiamento che tenga davvero conto della realtà scientifica e non solo di tesi preconcette ed evidentemente tendenziose. Ma tant’è. Quello che sconcerta profondamente è che il comparto industriale che subisce le conseguenze di tali scelte si sia piegato senza nessun tentativo di reazione a diktat tanto discutibili.

Al contrario, sulla scorta di questa cosiddetta transizione, l’attore più attivo e favorevole è proprio quello del comparto automotive, soprattutto europeo. Volendo pensare con un po’ di malizia si può facilmente immaginare che, al di la delle dichiarazioni da “anime belle” e paladine del pianeta, ci sia la prospettiva di risultati economici molto allettanti e se a farne le spese è l’intera società e

and less 'circumventable'. But the die is now cast: politics, a certain kind of politics, almost always driven by clear ideological preconceptions that have little to do with scientific truths, with the support of so much 'information' and even with the self-destruction of so much industry, has established that endothermic engines must be suppressed, eliminated, forgotten, to make room for the 'new thing', the electric car, which is not really so new since the first attempts date back to the dawn of the last century.

The debate on what the actual environmental footprint of a battery car is compared to an equivalent endothermic one over the vehicle's entire life cycle is still very much open, but in many 'control rooms', especially those in Brussels, they have decided that electric en-

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
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il livello di libertà che a noi è familiare poco importa. L’unica cosa che conta è farsi trovare pronti per il 2035 quando, forse, le auto diesel e benzina non potranno più essere prodotte e vendute in Europa, anzi, la gara è a chi riuscirà ad abbandonare prima i vituperati carburanti fossili per abbracciare totalmente la nuova religione dell’elettrico. Ragionevolezza vorrebbe che ci fosse invece un atteggiamento più corretto che privilegi la neutralità tecnologica non solo a parole ma nei fatti.

È indiscutibile che la propulsione elettrica sia la soluzione ideale per una serie importanti di situazioni e necessità; non per tutte, però. Se davvero si intende produrre il minor impatto possibile sull’ambiente sarebbe necessario modulare gli interventi legi -

slativi verso l’impiego di ogni possibile tecnologia che di volta in volta si riveli effettivamente più efficace per ciascuna situazione. Vanno viste con favore, questo sì, tutte le ricerche che l’industria sta compiendo per trovare le soluzioni più virtuose nella direzione di ridurre quanto più possibile il costo ambientale dei propri prodotti.

IL RUOLO DEI PRODUTTORI DI PNEUMATICI

I n questa prospettiva anche il mondo dei produttori di pneumatici sta facendo progressi molto importanti e sta ottenendo risultati significativi in tempi realmente brevi. La consapevolezza e l’impellenza di dover lavorare per un risultato assai ambizioso, quello di offrire prodotti ad alte pre -

ergy is the universal panacea that solves all the problems in the sector, and to justify this decision it has been decided that vehicle emissions should be measured at the tailpipe and not in the life cycle that goes from the supply of raw materials and energy to build the vehicle to the moment when it must be disposed of. An evidently highly questionable thesis that certainly has little to do with an attitude that truly takes into account scientific reality and not just preconceived and evidently tendentious theses. But so be it. What is deeply disconcerting is that the industrial sector that suffers the consequences of such choices has bowed without any attempt to react to such questionable diktats. On the contrary, in the wake of this so-called transition, the most active and favourable player is precisely that of the automotive sector, especially the European one. If you want to think with a little malice, you can easily imagine that, beyond the declarations of 'beautiful souls' and champions of the planet, there is the prospect of very attractive economic results, and if it is the whole of society and the level of freedom with which we are familiar that suffers. The only thing that matters is to be ready for 2035 when, perhaps, diesel and petrol cars will no longer be able to be produced and sold in Europe; indeed, the race is on to see who will be able to abandon the reviled fossil fuels first and fully embrace the new religion of electric. Reasonableness would like there to be instead a more correct attitude that favours technological neutrality not only in words but in deeds. It is indisputable that electric propulsion is the ideal solution for a number of important situations and needs; not for all of them, however. If we really want to have as little impact on the environment as possible, it would be necessary to modulate legislative interventions towards the use of every possible technology that from time to time actually proves to be more effective for each situation. All the research that industry is doing to find the most virtuous solutions in the direction of reducing the environmental cost of its products as much as possible is to be welcomed.

GREEN TYRES
Pirelli e Università di Milano-Bicocca hanno avviato una partnership chiamata Corimav (Consorzio per le Ricerche sui Materiali Avanzati) dalla cui attività di ricerca è nato, ad esempio, il brevetto che ha portato all’uso da parte di Pirelli della lignina nella produzione di pneumatici per bicicletta e a breve anche in alcune specifiche per auto.
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Pirelli and the University of Milan-Bicocca have started a partnership called Corimav (Consortium for Research on Advanced Materials) from whose research activities was born, for example, the patent that led to Pirelli's use of lignin in the production of bicycle tyres and shortly also in some car specifications.

GreenRUBBER

stazioni e qualità riducendone contestualmente l’impatto sul pianeta ha prodotto una straordinaria revisione di tecnologie e processi. L’approccio sempre più olistico dell’industria del settore implica un profondo ripensamento di ogni aspetto dalla scelta e la fornitura delle materie prime alla ottimizzazione delle risorse energetiche per la produzione, dalle tecniche costruttive alla distribuzione, tutto deve passare per la ricerca della migliore sostenibilità ottenibile.

A nche gli pneumatici, insomma, devono ottenere una certificazione “green” che sappia rassicurare il consumatore sul fatto che il prodotto scelto sia valido tecnicamente ma più rispettoso dell’ambiente allo stesso tempo. Naturalmente il cambiamento delle vetture comporterà anche un diverso approccio anche per quello che attiene gli pneumatici, che dovranno tenere conto di fattori diversi dal passato. Le vetture elettriche, ad esempio, sono a parità di dimensioni significativamente più pesanti di un’omologa termica a causa del peso delle batterie e quindi anche gli pneumatici devono poter sopportare l’aumento della massa da sostenere.

A ltrettanto determinante è ridefinire il rapporto fra necessità di aderenza a favore della sicurezza e resistenza al rotolamento, che nel caso delle elettriche diventa determinante per

THE ROLE OF TYRE MANUFACTURERS

In this perspective, the world of tyre manufacturers is also making very important progress and achieving significant results in a very short time. The awareness and urgency of having to work towards a very ambitious result, that of offering high performance and quality products while reducing their impact on the planet, has resulted in an extraordinary overhaul of technologies and processes. The increasingly holistic approach of the industry implies a profound rethinking of every aspect from the choice and supply of raw materials to the optimisation of energy resources for production, from construction techniques to distribution, every-

entro il 2050. Oltre all’utilizzo di materiali rinnovabili, l’azienda sta lavorando con dei partner per ottenere filato di poliestere di alta qualità per i suoi pneumatici ottenuti da bottiglie in PET riciclate. Continental aims to make tyre production completely circular by 2050. In addition to using renewable materials, the company is working with partners to obtain high-quality polyester yarn for its tyres from recycled PET bottles.

l’autonomia. L’assenza del rumore generato da un propulsore termico, poi, impone anche una profonda ricerca di silenziosità degli pneumatici, onde evitare che proprio questi ultimi diventino la principale fonte sonora del veicolo.

M aterie prime, processi produttivi, catena di fornitura e distribuzione, riciclo e smaltimento dei materiali a fine

thing must pass through the search for the best achievable sustainability. Even tyres, in short, must obtain a 'green' certification that can reassure the consumer that the chosen product is technically sound but more environmentally friendly at the same time. Of course, the change in cars will also entail a different approach to tyres, which will have to take into account different factors than in the past.

Electric cars, for example, are significantly heavier than their thermal counterparts due to the weight of the batteries, so the tyres must also be able to cope with the increased mass to be borne.

Equally decisive is redefining the relationship between the need for grip for safety and rolling resistance, which in the case

vita, presenza sempre più massiccia dell’elettronica: sono questi, in sostanza, i drive che stanno guidando l’evoluzione di quell’oggetto tondo e nero che spesso banalmente viene visto nello pneumatico.

U n’evoluzione destinata a grande accelerazione che riserva molte e straordinarie sorprese tutte da osservare con estrema attenzio ne. u

of electrics becomes decisive for range. The absence of the noise generated by an internal combustion engine also imposes a thorough search for tyre silence, to prevent tyres becoming the vehicle's main source of noise.

Raw materials, production processes, the supply and distribution chain, recycling and disposal of materials at the end of their life, the increasingly massive presence of electronics: these are, in essence, the drives that are driving the evolution of that round, black object that is often trivially seen in the tyre.

An evolution destined for great acceleration that holds many extraordinary surprises in store, all to be observed with extreme care. u

Continental punta a rendere completamente circolare la produzione di pneumatici
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA 48 GREEN TYRES

Ti sveliamo un segreto...

Let us tell you a secret...

possiamo farti di 30 anni.

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Attraverso il nostro know-how e le nostre procedure innovative siamo in grado di far RINGIOVANIRE di trent’anni ogni VECCHIO MACCHINARIO. Durante questo processo, disassembliamo il vecchio macchinario e disponiamo una serie di aggiornamenti che permettono di avere un prodotto finale al pari del nuovo. Tutte le macchine ricostruite sono garantite esattamente come macchine nuove, sia in termini di performance sia in termini di affidabilità e durata.

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zeronovecomunicazione.it

di

Contrastare l’inquinamento da microplastiche da pneumatico

L’attrito tra pneumatico e suolo genera “particelle di usura dello pneumatico e della strada” (TRWP: Tyre and Road Wear Particles) che risulta tra i primi tre inquinanti microplastici nel nostro ambiente. Una start up inglese fondata da giovani visionari sta sviluppando il primo dispositivo di bordo per catturare e monitorare il polverino TRWP all’origine

Le plastiche inquinano. Diciamo che sarebbe più corretto dire che l’uomo inquina, con la su a non corretta gestione dei rifiuti in plastica, con il non corretto uso dei manufatti in plastica oppure perché in alcuni casi sembra proprio inevitabile.

E poi cosa c’entrano gli pneumatici con le plastiche? Con le plastiche poco, ma con le “microplastiche” molto, per una convenzione non proprio precisissima.

D iciamo che i materiali polimerici (plastiche, gomme, fibre, vernici), quando finiscono nell’ambiente vengono chiamati genericamente plastiche.

S i possono classificare come segue sulla base della dimensione (in questo articolo parleremo di microplastiche):

- M egaplastiche: >100 mm

- M acroplastiche: 5-100 mm

- M icroplastiche: 0,33-5 mm

- N anoplastiche: <0,33 mm.

S i dividono poi in plastiche primarie e plastiche secondarie, cioè derivanti dalla degradazione delle plastiche primarie.

L a maggior parte dell'inquinamento da microplastica proviene dalle seguenti attività: lavaggio, anche domestico, dei tessuti sintetici, si tratta pertanto di fibre, tipicamente poliestere, nylon, acrilici eccetera; dall’abrasione degli pneumatici durante l’uso (me -

scola di gomma e polvere della strada); dalle microsfere di plastica usate nell’industria cosmetica, come esfolianti impiegati nei detergenti per il viso, nei saponi per le mani e in altri prodotti per la cura personale e sono tipicamente costituite da polipropilene, polietilene tereftalato (PET), nylon eccetera. A ltri esempi di inquinamen -

to da microplastiche (tipicamente secondarie) sono: residui dell’industria ittica, per esempio gli attrezzi da pesca scartati o persi, compr ese le lenze monofilamento e le reti di nylon; la perdita di pellet della stessa plastica durante la produzione, il trasporto e la movimentazione; il non corretto smaltimento delle mascherine mono-

GreenRUBBER L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
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Un dettaglio del dispositivo sviluppato da The Tire Collective. A detail of the device developed by The Tire Collective.

I fondatori di The Tire Collective incontrano Re Carlo d'Inghilterra e Sir Jony Ive in qualità di vincitori del primo Premio Terra Carta per il Design. The founders of The Tire Collective meeting HRH King Charles and Sir Jony Ive as winners of the inaugural Terra Carta Design Prize.

uso, si pensi ad esempio alla recente pandemia di Coronavirus; il non corretto smaltimento degli articoli in plastica monouso, per esempio bicchieri da caffè, bicchieri, posate e piatti per il consumo di cibo e bevande. A causa delle piccole dimensioni e della densità anche inferiore a quella dell’acqua, le microplastiche si riscontrano nel suolo, nell’aria, sia indoor, che outdoor e soprattutto nell’acqua:

A new way to fight pollution from tyre microplastics

Friction between the tyre and the ground generates 'Tyre and Road Wear Particles' (TRWP), which are among the top three microplastic pollutants in our environment. A British start-up founded by young visionaries is developing the first on-board device to capture and monitor TRWP at source

Plastics pollute. Let's say it would be more correct to say that man pollutes, either by his incorrect handling of plastic waste, by his incorrect use of plastic items, or because in some cases it just seems inevitable. And then what do tyres have to do with plastics? With plastics little, but with 'microplastics' a lot, by a convention that is not really precise.

Let's say that polymeric materials (plastics, rubbers, fibres, paints) are generically called plastics when they end up in the environment.

They can be classified as follows on the basis of size (in this article we will cover microplastics):

- Megaplastics: >100 mm

- Macroplastics: 5-100 mm

- Microplastics: 0.33-5 mm

- Nanoplastics: <0.33 mm.

They are then divided into primary plastics and secondary plastics, i.e. resulting from the degradation of primary plastics. Most microplastic pollution comes from the following activities washing, including domestic washing, of synthetic textiles, i.e. fibres, typically polyester, nylon, acrylics, etc.; from the abrasion of tyres during use (rubber compound and road dust); from micro-plastic beads used in the cosmetics industry, as exfoliants used in facial cleansers, hand soaps and other personal care products, and are typically made up of polypropylene, polyethylene terephthalate (PET), nylon, etc.

O ther examples of (typically second -

ary) microplastic pollution are: residues from the fishing industry, e.g. discarded or lost fishing gear, including monofilament fishing lines and nylon nets; the loss of pellets of the same plastic during production, transport and handling; the incorrect disposal of single-use masks, e.g. the recent Coronavirus pandemic; the incorrect disposal of single-use plastic items, e.g. coffee cups, glasses, cutlery and plates for food and drink consumption.

D ue to their small size and even lower density than water, microplastics are found in soil, air, both indoor and outdoor, and especially in water: rivers, lakes, seas and oceans, where they are eaten, more or less accidentally, by fish and shellfish and enter the food chain.

INQUINAMENTO/POLLUTION
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GreenRUBBER

fiumi, laghi, mari e oceani, dove venendo mangiate, più o meno accidentalmente, da pesci e molluschi entrano nella catena alimentare.

MICROPLASTICHE: POLVERINO TRWP

Come noto, la funzione più importante degli pneumatici è quella di mantenere il veicolo sulla strada, che è un aspetto fondamentale della sicurezza di guida. Per fare ciò, è necessario che ci sia attrito tra pneumatico e suolo e questo porta all'abrasione sia dello pneumatico che della strada, generando particelle, note come “particelle di usura dello pneumatico e della strada” (TRWP: Tyre and Road Wear Particles). Per lo stesso motivo particelle simili vengono rilasciate anche dal semplice attrito tra suole delle scarpe e marciapiedi quando si cammina.

I TRWP sono una miscela di frammenti del battistrada di pneumatici ed elementi del manto stradale, come minerali e polvere stradale, ciascuno per circa il 50%.

Queste particelle sono convenzionalmente e come abbiamo letto sopra chiamate microplastiche a causa delle loro

dimensioni e composizione.

L'industria degli pneumatici attraverso l’Associazione di Categoria ETRMA (European Tyre & Rubber Manufactures Association) sta collaborando per sviluppare una migliore comprensione del destino e dei possibili effetti delle particelle (TRWP) generate durante il normale utilizzo e usura degli pneumatici (nell'ambito del Tyre Industry Project, che è sotto l'egida del World Business Council for Sustainable Development (WBCSD).

Nel marzo 2017, ETRMA ha commissionato uno studio a Cardno Chemrisk/Deltares con l'obiettivo di costruire le conoscenze necessarie sulla distribuzione e la ritenzione di TRWP in acqua dolce fino allo sbocco in mare.

Lo studio indica che fino al 5% del TRWP rilasciato può raggiungere gli estuari e che i fattori più importanti che influenzano il trasporto del TRWP al mare sono il loro diametro e la loro densità. Ciò significa che esiste un alto potenziale per la cattura e ritenzione di TRWP prima di raggiungere l'acqua dolce o il mare. Da sottolineare che c’è anche la necessità di sviluppare dei metodi di prova affidabi-

MICROPLASTICS:

TRWP POWDER

As is well known, the most important function of tyres is to keep the vehicle on the road, which is a fundamental aspect of driving safety.

To do this, there must be friction between the tyre and the ground and this leads to abrasion of both the tyre and the road, generating particles known as 'Tyre and Road Wear Particles' (TRWP). For the same reason, similar particles are also released by simple friction between shoe soles and pavements when walking.

TRWPs are a mixture of tyre tread fragments and road surface elements, such as minerals and road dust, each accounting for about 50%. These particles are conventionally and as we have read above called microplastics because of their size and composition. The tyre industry through the European Tyre & Rubber Manufactures Association (ETRMA) is collaborating to develop a better understanding

Figura 1 - Il destino del TRWP nell'ambiente (adattato da Unice et al. 2019). Fonte ETRMA. Figure 1 - The fate of TRWP in the environment (adapted from Unice et al. 2019). Source ETRMA.
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
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li per misurare l’abrasione, prima condizione per ridurla, un lavoro avviato ETRMA in collaborazione con le istituzioni europee.

CONOSCERE, MISURARE ED ANCHE FARE

Il polverino TRWP è tra i primi tre inquinanti microplastici nel nostro ambiente. Solo in Europa si stima vengano prodotti ogni anno oltre un milione di tonnellate di particelle di pneumatici dall’uso dei veicoli (accelerazione, frenata e sterzata). Se da un lato l’adozione di veicoli elettrici consentirà di ridurre drasticamente le emissioni dei gas di scarico nelle nostre città, dall’altro si prevede che l'usura degli pneumatici aumenterà a causa del

peso delle batterie e della maggior coppia di questo tipo di trazione. Recentemente questo tipo di contaminazione è stata collegata alla moria salmoni sulla costa occidentale degli Stati Uniti e nel luglio 2019 il Dipartimento dei Trasporti e del Dipartimento del Regno Unito per l'ambiente, l'alimentazione e gli affari rurali (DEFRA) ha lanciato un invito a contrastare le emissioni del polverino TRWP.

Una start up inglese fondata da giovani visionari (The Tire Collective, https:// www.thetyrecollective.com/) sta sviluppando il primo dispositivo di bordo per catturare e monitorare il polverino TRWP all’origine. Questa tecnologia sfrutta l'elettrostaticità e il flusso d'aria per attirare

of the fate and possible effects of the particulate (TRWP) generated during normal tyre use and wear (as part of the Tyre Industry Project, which is under the auspices of the World Business Council for Sustainable Development (WBCSD). In March 2017, ETRMA commissioned a study to Cardno Chemrisk/Deltares with the aim of building the necessary knowledge on the distribution and retention of TRWP in freshwater to the sea outlet.

The study indicates that up to 5% of the released TRWP can reach estuaries and that the most important factors influencing the transport of TRWP to the sea are their diameter and density. This means that there is a high potential for the capture and retention of TRWP before it reaches fresh water or the sea.

I t should be emphasised that there is also a need to develop reliable test methods to measure abrasion, the first condition for reducing it, a work initiated by ETRMA in collaboration with European institutions.

KNOW, MEASURE AND DO

T RWP is among the top three microplastic pollutants in our environment. In Europe alone, it is estimated that more than one million tonnes of tyre particles are produced each year by vehicle use (acceleration, braking and steering). While the adoption of electric vehicles will drastically reduce exhaust emissions in our cities, tyre wear is expected to increase due to the weight of batteries and the higher torque of this type of engine.

Recently, TRWP contamination has been linked to salmon die-offs on the US West Coast, and in July 2019, the UK Department of Transport and the UK Department for Environment, Food and Rural Affairs (DEFRA) launched a call to tackle TRWP emissions. A British start-up founded by young visionaries (The Tire Collective, https://www. thetyrecollective.com/) is developing the first on-board device to capture and monitor TRWP dust at its source. This technology uses electrostaticity and airflow to attract tyre particles.

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA 54
La start up inglese The Tire Collective sta sviluppando il primo dispositivo di bordo per catturare e monitorare il polverino TRWP The British start-up The Tire Collective is developing the first on-board device to capture and monitor TRWP dust at its source.

le particelle di pneumatici. Una volta catturate, queste particelle sono recuperate, riprocessate e possono essere riciclate nella produzione di nuovi pneumatici, creando un sistema a circuito chiuso. In alternativa possono essere utilizzate nella produzione di articoli tecnici in gomma, nell’insonorizzazione o nella produzione di inchiostri e coloranti.

Come mostrato dalle foto, il dispositivo viene posizionato in prossimità di ciascun pneumatico e il polverino TRWP indirizzato dal flusso d’aria viene catturato elettrostaticamente dalle sue alette metalliche.

Le dimensioni di questo polverino sono tipicamente molto inferiori a quanto ottenibile con la macinazione degli pneumatici a fine uso (PFU) e questo ne facilita il suo riutilizzo e il riciclo.

Come integrare il dispositivo nella carrozzeria e renderne più efficace l’azione sarà un’attività da implementare con le varie case automobilistiche.

L’azienda, infatti, si immagina che il dispositivo innovativo messo a punto diventi uno standard mondiale, concesso in licenza a tutti i veicoli. u

di vetro e sabbia (D), punte di freccia bianche). Le barre bianche rappresentano 1 mm. Fonte: Martin Wagner et al., CC BY 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/4.0>, via Wikimedia Commons.

Figure 2 - Microplastics in sediments from the rivers Elbe (A),

(B), Neckar (C), and Rhine (D). Note the diverse shapes (filaments, fragments, and spheres) and that not all items are microplastics (e.g., aluminum foil (C) and glass spheres and sand (D), white arrowheads). The white bars represent 1 mm. Source: Martin Wagner et al., CC BY 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/4.0>, via Wikimedia Commons.

Il dispositivo viene posizionato in prossimità di ciascun pneumatico e il polverino TRWP indirizzato dal flusso d’aria viene catturato elettrostaticamente dalle sue alette metalliche. The device is placed in the vicinity of each tyre and the TRWP powder directed by the air flow is electrostatically captured by its metal fins.

Once captured, these particles are recovered, reprocessed and can be recycled in the production of new tyres, creating a closed-loop system. Alternatively, they can be used in the production of technical rubber articles, in soundproofing or in the production of inks and dyes. As shown in the photos, the device is placed in the vicinity of each tyre and the TRWP powder directed by the air flow is electrostatically captured by its metal fins. T he size of this powder is typically much smaller than what can be obtained by grinding end-of-life tyres (ELTs) and this facilitates its reuse and recycling. How to integrate the device into the bodywork and make it more effective will be an activity to be implemented with the various car manufacturers. Indeed, the company envisions the innovative device developed becoming a worldwide standard, licensed to all vehicles. u

INQUINAMENTO/POLLUTION
Figura 2 - Microplastiche nei sedimenti dei fiumi Elba (A), Mosella (B), Neckar (C) e Reno (D). Si noti la varietà di forme (filamenti, frammenti e sfere) e che non tutti gli elementi sono microplastiche (ad esempio, fogli di alluminio (C) e sfere Mosel
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di

Un nuovo additivo per incrementare l’utilizzo di polverino di gomma

Il nuovo additivo messo a punto dalla GEC Compounds, una azienda americana con sede nel Wyoming, è stato impiegato per la ricostruzione di pneumatici T&B (Truck & Bus) con risultati interessanti in termini di riduzione del consumo di carburante e di utilizzo più prolungato del manufatto, e con livelli di additivazione di polverino significativamente più alti di quanto ritenuto possibile finora

Il riciclo di manufatti in plastica (es. bottiglie per acqua/bevande) è una procedura ben consolidata: si separano le bottiglie fatte dai diversi materiali (PET, PVC, PE, PP) ad esempio attraverso la densità, i contenitori mono-materiali vengono lavati e ri-pellettizzati, ridando lo stesso materiale di partenza, con blando decadimento delle proprietà originali. I l tutto è facilitato

dal fatto che si tratta di (mono) materiali sostanzialmente puri, gli additivi sono in genere al di sotto dell’1%, e termoplastici, cioè prendono la forma del manufatto finale attraverso il riscaldamento sopra la loro Tg o Tm, che viene mantenuta riportando il materiale al di sotto di queste temperature attraverso il raffreddamento. B en diverso il caso delle gomme tradizionali, dove il manufatto è costitu -

ito da una mescola vulcanizzata, cioè una combinazione di una o più gomme, una frazione molto importante di additivi (tipicamente dal 30 al 70%) il tutto reticolato in modo irreversibile.

IL RECUPERO DEGLI PNEUMATICI

S e prendiamo a titolo di esempio il manufatto in gomma di gran lunga di diffuso, lo pneumatico, la procedura consolidata per il recupero consiste

GreenRUBBER L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
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Foto di Karl Allen Lugmayer da Pixabay.

nella sua frantumazione e macinazione. Il polverino che si ottiene è una materia prima di valore non comparabile a quello di partenza. Perché il materiale è una mescola ed è vulcanizzata, cioè non si deformerà sufficientemente nella fase di mescolazione al fine di ridurre la sua dimensionale a livello sub-micron. E al momento non si conoscono metodologie di polverizzazione in grado di raggiungere in modo efficiente dimensionali sub-micrometriche.

U n polverino di gomma (o meglio di mescola) vulcanizzata potrà essere aggiunto a mescole vergini destinate ad applicazioni di qualità a livello di ca. il 5%, un livello considerato in genere troppo basso per un efficien -

A new additive to increase the utilisation of recycled rubber powder

The new additive developed by GEC Compounds, an American company based in Wyoming, has been used for the re-treading of T&B (Truck & Bus) tyres with interesting results in terms of reduced fuel consumption and longer utilisation of the re-treated tyre itself, and with recycled rubber powder added at levels not considered possible up to now

The recycling of plastic items (e.g., water/beverage bottles) is a well-established procedure: bottles made from the different materials (PET, PVC, PE, PP) are separated, e.g., by density, the single-material containers are washed and re-pelletised, giving back the same starting material, with slight decay of the original properties.

A ll this is facilitated by the fact that these (mono) materials are essentially pure, additives are generally below 1%, and thermoplastic, i.e., they take the shape of the final article by heating them above their Tg or Tm, and this shape is maintained by cooling the materials below these temperatures.

T he case of traditional rubbers is quite different, because the final article is made up of a vulcanized compound, i.e. a combination of a very large fraction of additives (typically from 30 to 70%) dispersed in an irreversibly crosslinked rubber matrix made up of 1 up to 3 polymers.

THE RECYCLING OF TIRES

I f we take for example the by far most common rubber final article, the tyre, the consolidated procedure for its recovery consists in crushing and grinding it. The resulting crumb or powder is a material which value is not comparable with the starting raw material. Because it is a compound and is vulcanized, i.e., it does not sufficient -

ly deform during mixing to reduce its size to a sub-micron level. And there are currently no known pulverizing methods capable of efficiently achieving sub-micron sizes.

T herefore, in case of quality applications these crumbs or powder of vulcanized rubber (or rather compound) can be added in quantities of around 5% to virgin materials, a percentage generally considered too low for an efficient recovery of recycled materials, both in terms of internal recovery and recovery of crumbs or powder from end-of-life tires (ELT).

A s a consequence, the ELT crumb/pellet remains destined for low-end applications and thus affecting its sales value.

RICERCA/RESEARCH
by Angelo Lucio Spelta
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Foto di Pexels da Pixabay.

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te recupero di materiali di riciclo, sia a livello di recupero interno, che del polverino da pneumatico a fine uso (PFU), che rimane destinato ad applicazioni di bassa gamma e quindi condizionandone il valore alla vendita.

LA DE-VULCANIZZAZIONE

U n metodo per aumentare la percentuale di recupero è quello di sottoporre il polverino di gomma ad un processo di “de-vulcanizzazione”, un termine che al momento sembra indicare più un’idea che una vera e propria tecnologia, al netto di poche eccezioni.

Per de-vulcanizzazione si intende in generale un processo che provoca la rottura selettiva dei legami chimici zolfo-zolfo (S-S) e carbonio-zolfo (CS) senza rompere le catene polimeriche e senza degradare il polimero di partenza (legami C-C). L’obiettivo è quello di ottenere una gomma devulcanizzata che possa essere miscelata con gomma vergine o con altri tipi di matrici per dare nuove mescole contenendo la diminuzione delle proprietà meccaniche e fisiche.

I n letteratura sono stati presenta -

Come agisce il nuovo additivo. Nel riquadro di sinistra (verde e nero) si vede in nero il polverino (1), col (2) è indicato il rivestimento di additivo e in verde (3) la mescola vergine. Nel riquadro centrale (arancio e nero) durante la vulcanizzazione il rivestimento di additivo (4) interagisce sia con la mescola vergine, che con il polverino creando una nuova mescola “ibrida”. Nel riquadro di destra (nero) il vulcanizzato finale è costituito da una matrice omogenea, di polverino e mescola vergine intimamente co-vulcanizzati (5). How the new additive acts. In the left-hand box (green and black) you can see the recycled powder in black (1), the additive coating (2) and the virgin compound in green (3). In the middle frame (orange and black) during vulcanisation the additive coating (4) interacts with both the virgin compound and the recycled powder to create a new 'hybrid' compound. In the right-hand box (black), the final vulcanised compound consists of a homogenous matrix of recycled powder and virgin compound intimately co-cured (5).

ti molti tipi di processi di de-vulcanizzazione: chimico, ultrasonico, microonde, termomeccanico, ecc. La de-vulcanizzazione termomeccanica basata sull'estrusione sembra essere la più adatta per essere applicata su scala industriale. La CO2 supercritica è stata proposta come atmosfera inerte

DE-VULCANISATION

O ne method to increase the recovery percentage is to subject the recycled rubber to a 'de-vulcanisation' process, a term that at the moment and with a few exceptions seems to indicate more an idea than a real technology.

D e-vulcanisation generally refers to a process that selectively breaks the sulphur-sulphur (S-S) and carbon-sulphur (C-S) chemical bonds without breaking the polymer chains and without degrading the starting polymer (C-C bonds). The goal is to obtain a de-vulcanised rubber that can be mixed with virgin rubber or other types of matrices to give new compounds while containing the decrease in mechanical and physical properties.

M any types of de- vulcanisation processes have been presented in the literature: chemical, ultrasonic, microwave, thermomechanical, etc. Thermomechanical de-vulcanisation based on extrusion seems to be the most suitable to be applied on an industrial scale. Supercritical CO2 has been proposed as an inert atmosphere to improve this type of de-vulcanisation, as the CO2 would swell the rubber and stretch the sul -

Fig. 1 Foto di NoName_13 da Pixabay.
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA 60 RICERCA/RESEARCH 1 2 3

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per migliorare questo tipo di de-vulcanizzazione, in quanto la CO2 rigonfierebbe la gomma ed allungando i legami solfuro, li renderebbe più facili da rompere.

L a de-vulcanizzazione consentirebbe di almeno raddoppiare, rispetto al polverino, l’impiego di materiale di recupero in mescole vergini.

G EC RE-ACTIVATOR

I n questo articolo si vuole presentare un nuovo additivo che agisce come un ri-attivatore del polverino consentendo di raggiungere livelli di recupero fino al 50% in mescola vergine.

Q uesto ri-attivatore viene tipicamente aggiunto ad un livello attorno al 5% del polverino in modo da poterne sempre ricoprire la superficie e il

confezionamento della mescola avviene nei modi canonici.

I l ri-attivatore (GEC® = Genesis Evolution Compound) è stato messo a punto dalla GEC Compounds, una azienda americana con sede nel Wyoming.

I l grafico a radar sotto riportato riassume le prove fatte da un laboratorio indipendente relativamente a una mescola per pneumatici senza polverino da pneumatico aggiunto (linea blu, da prendere come riferimento) e con 23% (linea rossa) e 33% (linea arancio) di polverino con dimensionale inferiore a 0,4 mm e con le stesse quantità di polverino ma con aggiunta del riattivatore GEC® (linee verdi).

Come si può osservare, e come atteso, l’aggiunta di polverino al 23% deprime significativamente le proprietà

phide bonds, making them easier to break.

D e-vulcanisation would at least double the use of recovered material in virgin compounds compared to simple recycled crumb/powder.

GEC RE-ACTIVATOR

T he purpose of this article is to present a new additive that acts as a re-activator of recycled powder, enabling recovery levels of up to 50 per cent in virgin compound.

T his re-activator is typically added at a level of around 5% of the recycled powder so as to completely coat the surface of the recycled powder and then the compound is

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA 62
L’aggiunta di polverino al 23% deprime significativamente le proprietà meccaniche, che peggiorano ulteriormente passando al 33%. The addition of 23% of recycled powder significantly depresses the mechanical properties, which deteriorate further by increasing to 33%.

L’uso di polverino ri-attivato dal GEC®, consentirebbe, secondo il produttore, di ridurre i tempi di vulcanizzazione di più del 20%. The use of GEC® re-activated recycled powder would, according to the manufacturer, reduce curing time by more than 20%.

meccaniche, cfr. in particolare il carico a rottura, che peggiorano ulteriormente passando al 33%. E questo anche se il polverino di pneumatico utilizzato è di dimensionale piuttosto ridotta e definito dal produttore polvere super fine (40 mesh = 0,4 mm), che necessita di una polverizzazione criogenica per poter essere ottenuto. Le evidenze riportate nel grafico mostrano come l’aggiunta del ri-attivatore GEC®, contiene di molto il peggioramento delle proprietà meccaniche, che rimangono sostanzialmente costanti passando dal 23 al 33% di polverino aggiunto.

I noltre l’uso di poverino ri-attivato dal GEC®, consentirebbe, secondo il produttore, di ridurre i tempi di vul -

canizzazione di più del 20%, con un impatto favorevole sia sulla produttività che sul consumo di energia. L a spiegazione data è che una parte significativa della mescola (da ca. 1/4 a ca. 1/3) non sottrarrebbe zolfo/acceleranti alla mescola vergine essendo già vulcanizzata. I l polverino ri-attivato dal GEC® è stato impiegato per la ricostruzione di pneumatici T&B (Truck & Bus) ed è stato osservato che questi pneumatici mostravano una resistenza al rotolamento (rolling resistance) inferiore del 5-10% e una resistenza all’abrasione superiore di un’entità simile. E ntrambi questi aspetti sono importanti sia per il cliente finale che per l’ambiente, perché consentono la riduzione del consumo di carburante

mixed in the usual way.

T he re-activator (GEC® = Genesis Evolution Compound) was developed by GEC Compounds, an American company based in Wyoming.

T he radar chart below summarises the tests carried out by an independent laboratory on a tyre compound without the addition of recycled tyre powder (blue line, to be taken as a reference) and with 23% (red line) and 33% (orange line) addition of recycled powder with a dimension of less than 0.4 mm and with the same amounts of recycled powder but with the addition of the GEC® re-activator (green lines).

RICERCA/RESEARCH
63

GreenRUBBER

e un utilizzo più prolungato del manufatto.

CONCLUSIONI

L’aggiunta del ri-attivatore GEC® a polverino di pneumatico (0,4 mm) consente di:

- p reservare le proprietà meccaniche;

- mantenere o anche migliorare la Tan δ, proprietà di grande interesse per l’industria dello pneumatico, rispetto a quanto ottenibile con la mescola vergine;

- r idurre il tempo di vulcanizzazione, aumentando la produttività e diminuendo il consumo di energia;

- a umentare considerevolmente la quantità di polverino aggiunto alla mescola vergine, perché mantiene le proprietà meccaniche anche ad alti livelli di polverino aggiunto.

I vantaggi per il produttore di pneumatici sarebbero particolarmente interessanti perché si otterrebbe una migliore resistenza al rotolamento e una più alta resistenza all’abrasione a costi simili o più bassi rispetto all’impiego di materiali vergini.

I l ri-attivatore GEC® può essere uti lizzato sia nello pneumatico che nell’articolo tecnico. Per massimizzare la compatibilità polverino/mescola vergine è consigliabile far ricorso a prodotti specifici per ciascuna famiglia polimeri. S ono industrialmente disponibili ri-attivatori GEC per: NR, SBR, BR, IR, Butile, EP(D)M, NBR e CR. u

A s can be seen, and as expected, the addition of 23% recycled powder significantly depresses the mechanical properties, see in particular the tensile strength, which further deteriorate by increasing the addition to 33%. And this even if the recycled tyre powder used has a rather small size. being defined by the manufacturer as “super-fine powder” (40 mesh = 0.4 mm), which requires cryogenic pulverisation to be obtained. T he graph shows that the addition of the GEC® re-activator greatly limits the worsening of the mechanical properties, which remain substantially constant from 23% to 33% of recycled powder added.

Furthermore, the use of GEC® re-activator would, according to the manufacturer, reduce curing times by more than 20%, with a favourable impact on both productivity and energy consumption. T he explanation given is that a significant part of the compound (approx. 1/4 to approx. 1/3) would not subtract sulphur/accelerators from the virgin compound as it is already vulcanised.

G EC® re-activator was used for the re-treading of T&B (Truck & Bus) tyres and it was observed that these tyres showed a 5-10% lower rolling resistance and a similarly higher abrasion resistance. B oth of these aspects are important for both the end customer

and the environment, as they allow for a reduction in fuel consumption and longer utilisation of the tyres.

CONCLUSIONS

T he addition of the GEC® re-activator to recycled tyre powder (0.4 mm) makes it possible to:

- p reserve the mechanical properties;

- m aintain or even improve the Tan δ, a property of great interest to the tyre industry, compared with the virgin compound;

- r educe curing time, increasing productivity and reducing energy consumption;

- considerably increase the amount of recycled powder added to the virgin compound, because it maintains t he mechanical properties even at high levels of recycled powder addition.

T he benefits for the tyre manufacturer would be particularly interesting because better rolling resistance and higher abrasion resistance would be achieved at similar or lower costs than when using virgin materials.

T he GEC® re-activator can be used in both the tyre and the technical article. To maximise recycled powder/ virgin compound compatibility, it is advisable to use specific products for each polymer family.

G EC re-activators are industrially available for: NR, SBR, BR, IR, Butyl, EP(D)M, NBR and CR. u

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA 64 RICERCA/RESEARCH
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Criteri ESG: la sostenibilità si può misurare

Environmental, Social e Governance sono oggi tre dimensioni fondamentali per ogni impresa che voglia verificare, misurare, controllare e sostenere il proprio impegno in termini di sostenibilità. Ecco i motivi per cui l’ESG è cruciale per ogni azienda

ESG è un acronimo, coniato nel 2005, che sta per Environmental, Social, Governance: si tratta dei tre livelli cruciali attraverso i quali ogni azienda viene oggi verificata, misurata, controllata e persino sostenuta/finanziata, dagli investitori e dai clienti. N onostante si tratti di un tema abbastanza recente, è diventato vitale per ogni azienda perché riconduce a una serie di criteri utilizzati dagli investitori quando devono decidere dove indirizzare i propri soldi e sempre più anche dai consumatori quando devono scegliere un prodotto. Secondo il Rapporto SDGs 2021 dell’Istat (ovvero sugli obiettivi di sviluppo sostenibile), infatti, la preoccupazione delle famiglie per i cambiamenti climatici è passata dal 63,3% del 2012 al 70% di oggi.

LE 3 DIMENSIONI DELLA SOSTENIBILITÀ

I criteri ESG altro non sono che una serie di standard operativi a cui l’azienda deve ispirarsi per poter garantire il raggiungimento di determinati risultati a livello di ambiente, sociale e di governance.

A ognuna delle tre lettere dell’acronimo ESG corrisponde un criterio preciso:

- E -Environmental si riferisce al comportamento dell’azienda nei confronti

GreenRUBBER L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
di Daniela Garbillo
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dell’ambiente;

- S -Social è relativo all’impatto sociale, quindi in senso lato al rapporto con il territorio, con le persone, con dipendenti, fornitori e clienti e in generale con la comunità all’interno della quale l’azienda opera;

- G -Governance riguarda la gestione aziendale, che dovrebbe essere ispirata a buone pratiche e principi etici, quindi abbraccia ambiti quali la retribuzione dei dirigenti, il rispetto degli azionisti ma anche delle minoranze, la trasparenza nelle decisioni e nelle scelte aziendali.

PERCHÉ L’ESG È DIVENTATO FONDAMENTALE

Fino a poco tempo fa, l’impegno sociale e ambien tale, le buone prati -

ESG criteria:

sustainability can be measured

Environmental, Social and Governance are today three fundamental dimensions for any company that wants to verify, measure, control and sustain its sustainability efforts. Here are the reasons why ESG is crucial for every company

ESG is an acronym, coined in 2005, that stands for Environmental, Social, Governance: these are the three crucial levels through which every company is today verified, measured, controlled and even supported/financed, by investors and customers.

A lthough it is a fairly recent topic, it has become vital for every company because it leads back to a set of criteria used by investors when they have to decide where to direct their money and increasingly also by consumers

when they have to choose a product. Indeed, according to ISTAT's SDGs 2021 Report (i.e. the Sustainable Development Goals), household concern about climate change has risen from 63.3% in 2012 to 70% today.

THE 3 DIMENSIONS OF SUSTAINABILITY

E SG criteria are nothing more than a set of operational standards that a company must adhere to in order to ensure the achievement of certain environmental, social and governance results. Each of the three letters of the

ESG acronym corresponds to a specific criterion:

- E -Environmental refers to the company's behaviour towards the environment;

- S-Social relates to the social impact, i.e. in a broad sense to the relationship with the territory, people, employees, suppliers and customers and in general with the community within which the company operates;

- G -Governance relates to corporate management, which should be inspired by good practices and ethical principles, thus encompassing areas

PRODUZIONE SOSTENIBILE/ SUSTAINABLE PRODUCTION
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Foto di Photo Boards su Unsplash.

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PRODUZIONE SOSTENIBILE/ SUSTAINABLE PRODUCTION

che e l’etica rappresentavano scelte completamente soggettive: un’azienda poteva decidere di essere attenta all’ambiente e alla sostenibilità e di assumere comportamenti rispettosi dei propri collaboratori e della comunità in cui operava, ma si trattava di buon pratiche in alcun modo “dovute”.

I relativi risultati e obiettivi raggiunti potevano sì essere comunicati, ma non esistevano criteri per misurar -

li, né per metterli a confronto con quelli adottati da altre aziende. Non potevano quindi, in pratica, essere valutati in modo “oggettivo”.

L a nascita dei criteri di valutazione ESG, invece, ha di fatto segnato un cambio totale di approccio, perché ha reso disponibili criteri di misurazione delle attività ambientali, sociali e di governance non solo oggettivi, ma anche c ondivisi dal mercato.

I VANTAGGI CONCRETI DELLA SOSTENIBILITÀ PER LE AZIENDE

I temi su cui poggia il percorso verso l’ESG sono fondamentalmente tre:

- l a consapevolezza dei limiti ambientali;

- l a gestione attenta delle risorse;

- i l principio di sostenibilità inteso come rispetto dell’ambiente.

Q uesto tipo di approccio, per un’azienda, si traduce in una valutazione positiva da parte degli investitori (e

such as executive compensation, respect for shareholders but also for minorities, and transparency in corporate decisions and choices.

WHY THE ESG HAS BECOME ESSENTIAL

Until recently, social and environmental commitment, good practices and ethics represented entirely subjective choices: a company could decide to be environmentally and sustainability conscious

and to behave in a way that was respectful of its employees and the community in which it operated, but these were good practices that were in no way 'due'. Their results and objectives could be communicated, but there were no criteria for measuring them, nor for comparing them with those adopted by other companies. They could therefore not, in practice, be assessed 'objectively'. The emergence of ESG evaluation criteria, on

the other hand, has in fact marked a total change in approach, because it has made available criteria for measuring environmental, social and governance activities that are not only objective, but also shared by the market.

THE CONCRETE BENEFITS OF SUSTAINABILITY FOR COMPANIES

The themes underpinning the path towards ESG are basically three:

Foto di Gerd Altmann da Pixabay.
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA 68
In uscita a settembre dedicata alla gomma per l’automotive la pubblicazione speciale de L’INDUSTRIA DELLA GOMMA www.industriagomma.it Rubber AUTO L’INDUSTRIA DELLA GOMMA

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dei consumatori) sotto molti punti di vista. I nnanzitutto una società “sostenibile” è meno sottoposta ai rischi derivanti dalle emergenze ambientali, è in grado di rispettare al meglio le relative normative e quindi meno soggetta a controversie legali.

I n secondo luogo, un’azienda attenta all’ESG è anche innovativa dal punto di vista produttivo, attenta alla sicurezza dei suoi collaboratori e garantisce una maggiore trasparenza e fiducia nel rapporto con fornitori e partner.

U ltimo, ma non ultimo, un’azienda che rispetta i criteri ESG può raggiungere risultati migliori in termini di business e risulta meno esposta ai rischi legati a incidenti o pratiche inappropriate, sia a livello di operations, sia di relazioni con i clienti.

L’AUDIT ENERGETICO

Per acquisire piena consapevolezza dell’andamento dei consumi di energia e individuare le aree in cui si possono effettuare interventi mirati a una maggiore efficienza o a un minor consumo, è necessario procedere a una diagnosi energetica o audit energetico.

S i tratta della raccolta di dati tecnici ed economici e la loro successiva analisi finalizzata al miglioramento e all'efficientamento di un edificio o un’impresa, di un impianto industriale o di un’attività.

I n Italia è diventata obbligatoria per grandi imprese e imprese energivore con il D.Lgsl. 141/2016, che ha modificato il decreto legislativo 102/2014, attuazione della direttiva 2012 /27/ UE sull’efficienza energetica, che definisce l’audit energetico “una procedura sistematica finalizzata a ottenere un’adeguata conoscenza del profilo di consumo energetico di un impianto industriale o commerciale o di servizi pubblici o privati, a individuare e quantificare le opportunità di risparmio energetico sotto il profilo costi-benefici e a riferire in merito ai risultati”.

S econdo le norme, si tratta innanzitutto delle imprese che occupano più di 250 persone, con un fatturato annuo maggiore di 50 milioni di euro o con un bilancio annuo mag -

- awareness of environmental limits

- the careful management of resources;

- the principle of sustainability understood as respect for the environment. This type of approach, for a company, translates into a positive assessment by investors (and consumers) in many respects.

First of all, a 'sustainable' company is less exposed to risks from environmental emergencies, is better able to comply with relevant regulations and is therefore less prone to litigation.

S econdly, an ESG-conscious company is also innovative from a production point of view, attentive to the safety of its employees and ensures greater transparency and trust in its relations with suppliers and par tners.

L ast but not least, a company that respects ESG criteria can achieve better business results and is less exposed to risks related to accidents or inappropriate practices, both in operations and in customer relations.

THE ENERGY AUDIT

I n order to become fully aware of energy consumption trends and identify areas where action can be taken to increase efficiency or reduce consumption, an energy diagnosis or energy audit is required.

T his involves the collection of technical and economic data and their subsequent analysis aimed at improving and improving the efficiency of a building or business, industrial plant or activity.

I n Italy, it became mandatory for large companies and energy-intensive businesses with Legislative Decree 141/2016, which amended Legislative Decree 102/2014, implementation of the 2012 /27/EU Energy Efficiency Directive, which defines an energy audit as 'a systematic procedure aimed at obtaining adequate knowledge of the energy consumption profile of an industrial or commercial facility or public or private services, identifying and quantifying cost-benefit energy saving opportunities and reporting on the results'. A ccording to the regulations, these

are first of all companies that employ more than 250 people, have an annual turnover of more than EUR 50 million or an annual balance sheet of more than EUR 43 million; then it is the turn of energy-intensive companies.

U ntil 2018, an energy-intensive company with consumption greater than or equal to 2.4 GWh with a ratio of actual cost of energy used to turnover of 3% or more was energivorous; after the introduction of the Decree of 21/12/2017, consumption must be greater than or equal to 1 GWh (1,000,000 KW/h).

S mall and medium-sized enterprises are not obliged to, but can decide to do an energy audit on a voluntary basis.

T he energy audit, in fact, is an important and concrete opportunity that allows the company to save money, improving energy management processes with positive effects on its brand, and creating the conditions for accessing national and Europ ean tax incentives.

ISO 50001 CERTIFICATION

T he energy audit can be carried out to meet the obligation of continuous measurement for the subjects indicated by Legislative Decree 102/14, but it can also be aimed at obtaining ISO 5001 'Energy Management SystemsRequirements and Guidelines for Use' certification.

T his is the standard that specifies how to organise systems and processes aimed at the continuous improvement of energy efficiency with the primary objectives of bringing economic benefits to companies from reduced energy consumption and to the community the reduction of greenhouse gas emissions.

M oreover, companies with ISO 50001 certification enjoy the incentives offered through white certificates, i.e. negotiable securities certifying the achievement of savings in energy end-use through energ y efficiency measures and projects.

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
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O ther benefits of ISO 50001 certification are

- r eduction of CO2 emissions and thu s of environmental impact;

- smarter and more efficient energy management;

- improved brand reputation, thanks to communication activities of its certification;

- greater credibility towards institutional, economic and social actors;

- strong cost reduction.

Hence, the energy audit aimed at improving efficiency represents a great opportunity for companies, beyond any regulatory obligation.

ESG AND DIGITAL: THE WINNING COMBINATION

T he road that leads a company towards meeting ESG criteria, in addition to saving and reducing consumption, necessarily passes through innovation and the use of the most advanced technologies available on the market today.

Digital technology, in particular, represents an accelerator in the transformation of the way we produce, consume and manage resources, and is the key to intelligent, efficient - and therefore more sustainable - energy management.

There are many digital technologies and applications - from sensors and IoT to big data, automation, computer vision and artificial intelligencethat enable companies' sustainability paths, enabling them to achieve results and benefits that were not previously achievable, or not with the same quality and effectiveness. These range from better energy management, to less waste and industrial waste, from less wastage of raw materials and materials, to more efficient and safe production processes, and prevention of breakdowns and pollution.

Efficient planning and use of production units and energy consumption are in fact one of the fundamental building blocks to optimise resources, protect the climate and reduce costs, thus meeting ESG criteria. u

giore di 43 milioni di euro; poi tocca alle imprese energivore. Fino al 2018 era energivora un’azienda con consumo maggiore o uguale a 2,4 GWh con un rapporto tra costo effettivo dell’energia utilizzata e fatturato uguale o superiore al 3%; dopo l’introduzione del Decreto del 21/12/2017, il consumo deve essere maggiore o uguale a 1 GWh (1.000.000 di KW/h).

P iccole e medie imprese non sono obbligate, ma possono decidere di fare un audit energetico su base vo -

lontaria. L’audit energetico, infatti, è un’importante e concreta occasione che consente all’azienda di risparmiare, migliorando i processi di gestione dell’energia con ricadute positive anche sul proprio brand, e creando le condizioni per accedere a incentivi fiscali nazionali ed europei.

LA CERTIFICAZIONE ISO 50001

L’audit energetico può essere effettuato per rispondere all’obbligo di misurazione continua per i soggetti

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indicati dal DLgs 102/14 ma può anche essere finalizzato all’ottenimento della certificazione ISO 5001 “Sistemi di gestione dell’energia – Requisiti e linee guida per l’uso”.

S i tratta della norma che specifica come organizzare sistemi e processi finalizzati al miglioramento continuo dell’efficienza energetica con gli obiettivi primari di portare alle aziende benefici economici derivanti dal minore consumo energetico e alla collettività la riduzione delle emissioni di gas serra.

L e aziende dotate di certificazione ISO 50001, inoltre, godono degli incentivi offerti tramite i certificati bianchi, ovvero i titoli negoziabili che certificano il conseguimento di risparmi negli usi finali di energia attraverso interventi e progetti di incremento dell'efficienza energetica.

A ltri benefici derivanti dalla certificazione ISO 50001 sono:

- r iduzione delle emissioni di CO2 e quindi dell’impatto ambientale;

- g estione intelligente e più efficiente dell'energia;

- m igliore brand reputation, grazie ad attività di comunicazione della propria certificazione;

- m aggiore credibilità verso soggetti istituzionali, economici e sociali;

- f orte riduzione dei costi.

E cco quindi che l’audit energetico finalizzato all’efficientamento rappresenta per le aziende una grandissima opportunità, al di là di qualsiasi obbligo normativo.

ESG E DIGITALE: L’ACCOPPIATA VINCENTE

L a strada che porta un’azienda verso il rispetto dei criteri ESG, oltre che per il risparmio e la riduzione dei consumi, passa necessariamente per l’innovazione e l’utilizzo delle tecnologie più avanzate oggi disponibili sul mercato.

I l digitale, in particolare, rappresenta un’acceleratore nella trasformazione del modo di produrre, consumare e gestire le risorse, ed è la chiave per la gestione intelligente, efficiente –e quindi maggiormente sostenibile – dell'energia.

S ono molte le tecnologie e applica -

PRODUZIONE SOSTENIBILE/ SUSTAINABLE PRODUCTION

zioni digitali – dai sensori e dall’IoT ai big data, dall’automazione alla computer vision e all’intelligenza artificiale – che abilitano i percorsi di sostenibilità delle aziende, consentendo loro di ottenere risultati e vantaggi che prima non erano realizzabili, o non con la stessa qualità ed efficacia. Si va da una migliore gestione dell’energia, ai minori scarti e rifiuti industriali, da meno sprechi di materie prime e

materiali, a maggiore efficienza e sicurezza dei processi produttivi, nonché prevenzione dei guasti e dell’inquinamento.

L a pianificazione e l'uso efficiente delle unità di produzione e del consumo di energia sono infatti uno dei tasselli fondamentali che consentono di ottimizzare le risorse, proteggere il clima e ridurre i costi, risponde ndo quindi ai criteri ESG. u

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA 72
Foto di John Cameron su Unsplash.

Impatto ambientale della produzione e responsabilità sociale delle imprese

La politica dell'Unione Europea in materia di ambiente si fonda sui principi della precauzione, dell'azione preventiva e della correzione dell'inquinamento alla fonte, nonché sul principio “chi inquina paga”. Anche le imprese, negli ultimi decenni, hanno compreso che la sopravvivenza e il successo sui mercati internazionali non dipendono più solo da buone performance in termini di profitto, ma dall’assolvimento di impegni di natura sociale

L'inquinamento industriale in Europa sta diminuendo. Secondo l’ultimo report dell’EEA (European Environment Agency), tra il 2007 e il 2017, le emissioni complessive di ossidi di zolfo (SOx) sono diminuite del 54%, quelle di ossidi di azoto (NOx) di oltre un terzo e i gas a effetto serra derivanti dall’industria - comprese le centrali elettriche - del 12%.

L a tendenza è sicuramente frutto di normative ambientali sempre più rigorose, di miglioramenti nell’efficienza energetica, della transizione verso processi produttivi meno inquinanti e verso sistemi facoltativi di riduzione dell’impatto ambientale.

C iò non significa che l’industria abbia improvvisamente smesso di inquinare. Al contrario, la transizione verso l’inquinamento zero resta una sfida ambiziosa, che l’Unione Europea ha accettato, lanciando il nuovo programma sugli obiettivi ambientali e climatici del Green Deal europeo.

O ggi, la politica dell'Unione in materia di ambiente si fonda sui principi della precauzione, dell'azione preventiva e della correzione dell'inquinamento alla fonte, nonché sul principio “chi inquina paga”. Il principio di precauzione è uno strumento di gestione dei rischi cui è possibile ri -

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di Alessandro Facchino ed Enzo Cardone*
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Foto di Chris LeBoutillier da Pixabay.

correre in caso di incertezza scientifica in merito a un rischio presunto per la salute umana o per l'ambiente derivante da una determinata azione o politica.

I L PRINCIPIO “CHI INQUINA PAGA”

I l concetto di Responsabilità Ambientale deriva dal Polluter Pays Principle (PPP o “chi inquina paga”) attuato dalla direttiva sulla responsabilità ambientale, finalizzata a prevenire o riparare il danno ambientale alle specie e agli habitat naturali protetti, all'acqua e al suolo.

G li operatori che esercitano attività professionali o di impresa come il trasporto di sostanze pericolose, o attività che comportano lo scari -

Environmental impact of production and corporate social responsibility

EU environmental policy is based on the principles of precaution, preventive action and correction of pollution at the source, as well as on the «polluter pays» principle. Businesses, too, have realised in recent decades that survival and success in international markets no longer depend solely on good performance in terms of profit, but on fulfilling social commitments

Industrial pollution in Europe is decreasing. According to the latest EEA (European Environment Agency) report, between 2007 and 2017, total emissions of sulphur oxides (SOx) decreased by 54%, nitrogen oxides (NOx) by more than a third and greenhouse gases from industry - including power plants - by 12%.

T he trend is undoubtedly the result of increasingly stringent environmental regulations, improvements in energy efficiency, the transition to less polluting production processes and to vol -

untary systems to reduce environmental impact. T his does not mean that industry has suddenly stopped polluting. On the contrary, the transition to zero pollution remains an ambitious challenge, which the European Union has accepted by launching the new programme on the environmental and climate goals of the European Green Deal.

Today, the Union's environmental policy is based on the principles of precaution, preventive action and correcting pollution at the source, as well as on the 'polluter pays' principle. The

precautionary principle is a risk management tool that can be used when there is scientific uncertainty about an alleged risk to human health or to the environment from a given action or policy.

THE POLLUTER PAYS PRINCIPLE

T he concept of Environmental Liability is derived from the Polluter Pays Principle (PPP) implemented by the Environmental Liability Directive, which aims to prevent or remedy environmental damage to protected species and natural habitats, water

RESPONSABILITÀ AMBIENTALE/ ENVIRONMENTAL RESPONSIBILITY
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Foto di Yogendra Singh da Pixabay.

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co in acqua, devono adottare misure preventive in caso di minaccia imminente per l'ambiente.

S e il danno si verifica, essi hanno l’obbligo di porvi rimedio, adottando a proprie spese le misure necessarie. I l campo di applicazione della direttiva è stato ampliato per includere la gestione dei rifiuti di estrazione, l'esercizio dei siti di stoccaggio geologico e la sicurezza delle operazioni offshore nel settore degli idr ocarburi.

and soil. O perators engaged in professional or business activities such as the transport of hazardous substances, or activities involving dumping in water, must take preventive measures in the event of an imminent threat to the environment. If damage occurs, they are obliged to remedy it by taking the necessary measures at their own expense.

T he scope of the Directive was extended to include the management of min -

LA CORPORATE SOCIAL RESPONSIBILITY

A nche le imprese, negli ultimi decenni, hanno compreso che la sopravvivenza e il successo sui mercati internazionali non dipendono solo da buone performance in termini di profitto, ma anche dall’assolvimento di impegni di natura sociale.

Q uesto è dovuto al mutamento del quadro sociale e culturale di riferimento, nel quale l’opinione pubblica è sempre meno disposta a dele -

ing waste, the operation of geological storage sites and the safety of offshore oil and gas operations.

CORPORATE SOCIAL RESPONSIBILITY

I n recent decades, companies have also realised that survival and success in international markets depend not only on good performance in terms of profit, but also on the fulfilment of so -

gare alla politica temi socialmente sempre più sensibili, facendo così nascere una nuova “cultura di impresa” denominata Corporate Social Responsibility (CSR, o Responsabilità Sociale d’impresa), definita come “ la responsabilità delle imprese per gli impatti che hanno sulla società ”. D alla combinazione tra le indicazioni contenute nello standard ISO 26000 e negli atti dell’Unione europea, vengono quindi individuati i tratti essenziali della CSR.

cial commitments. T his is due to the changing social and cultural frame of reference, in which public opinion is less and less willing to delegate socially sensitive issues to politics, thus giving rise to a new 'corporate culture' called Corporate Social Responsibility (CSR), defined as 'the responsibility of companies for the impacts they have on society'.

F rom the combination of the indi -

Foto di AndreasAux da Pixabay.
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La ROBI Ambiente opera dal 1958 nel settore dei rifiuti e degli scarti industriali per il trasporto, lo stoccaggio, il trattamento e il recupero di rifiuti speciali, pericolosi e non.

L’olio di processo nell’industria della gomma

Olio minerale raffinato

base lubrificante

ROBI OIL è un olio ottenuto dalla rigenerazione di oli minerali esausti, effettuata con l’obiettivo di ottenere il massimo grado di rimozione dei contaminanti presenti negli oli esausti, nel rispetto delle normative ambientali e delle esigenze di qualità degli specifici settori applicativi.

Nell’ambito della gomma ROBI OIL è già utilizzato come olio di processo in completa o parziale sostituzione dell’olio di processo vergine.

ROBI Ambiente Srl Via degli Assini, 44 - 24048 - Treviolo (Bg) - Italy T 035 200603 - F 035 201291 info@robiambiente.it www.robiambiente.it Adesioni Certificazioni

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I nnanzitutto, la Comunicazione della Commissione europea del 25 ottobre 2011 richiede alle imprese di “ mettere in atto un processo per integrare le questioni sociali, ambientali, etiche, i diritti umani e le sollecitazioni dei consumatori […] nella loro strategia di base ”. Questo significa che ogni impresa dovrebbe integrare il concetto di responsabilità nelle proprie strategie.

I n una più recente definizione - contenuta nelle conclusioni generali del Forum europeo multi-stakeholder sulla CSR – è stato formulato l’obiettivo dell’incorporazione della responsabilità sociale nel DNA delle imprese, così che essa diventi elemento imprescindibile dell’organizzazione aziendale. In tal modo, non solo si eviteranno (o mitigheranno) i possibili effetti avversi dell’attività economica, ma sarà anche possibile generare una “esternalità positiva” condiviso che ricada sia sugli azionisti e gli altri soggetti interessati sia sulla società in generale.

L e “regole” della CSR – derivanti in larga parte da linee guida, principi e raccomandazioni, cioè da fonti di soft law , giuridicamente non vincolanti - svolgono una funzione di arricchimento e rafforzamento “caratteriale” delle imprese, la cui responsabilità sociale viene considerata come azione volontaria, che, prescindendo dagli obblighi legislativi, le porta a garantire gli interessi di tutti i soggetti interessati dagli effetti della loro attività, anche attraverso azioni che vadano oltre gli obiettivi o requisiti minimi previsti dalle leggi vigenti.

L’AMBIENTE È TUTELATO

DALLA COSTITUZIONE

I n Italia la tutela dell’ambiente ha trovato riconoscimento nella Costituzione. Il 22 febbraio 2022, infatti, è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la legge costituzionale n. 1/2022, che, modificando gli articoli 9 e 41 della Costituzione, sancisce il riconoscimento dell’ambiente quale bene costituzionalmente tutelato. Il “nuovo” articolo 9 della Costituzione non tutela più soltanto il paesag -

cations contained in the ISO 26000 standard and the acts of the European Union, the essential features of CSR are thus identified.

F irstly, the European Commission Communication of 25 October 2011 requires companies to "put in place a process to integrate social, environmental, ethical, human rights and consumer concerns [...] into their core strategy". This means that every company should integrate the concept of responsibility into its strategies. In a more recent definition - contained in the general conclusions of the European Multi-Stakeholder Forum on CSR - the goal of incorporating social responsibility into the DNA of companies was formulated, so that it becomes an inseparable element of the corporate organisation. This will not only avoid (or mitigate) possible adverse effects of economic activity, but also generate a shared 'positive externality' that falls both on shareholders and other stakeholders and on society at large.

T he 'rules' of CSR - largely derived from guidelines, principles and recommendations, i.e. from soft law sources, which are not legally binding - play the function of enriching and strengthening the 'character' of companies, whose social responsibility is considered as a voluntary action, which, regardless of legislative obligations, leads them to guarantee the interests of all stakeholders from the effects of their activity, also through actions that go beyond the objectives or minimum requirements provided for by the laws in force.

THE ENVIRONMENT IS PROTECTED BY THE CONSTITUTION

I n Italy, environmental protection has found recognition in the Constitution.

On 22 February 2022, in fact, Constitutional Law No. 1/2022 was published in the Official Gazette: by amending Articles 9 and 41 of the Constitution, it sanctions the recognition of the environment as a constitutionally protected good. The 'new' Article 9 of the Constitution no longer protects the sole

landscape, but also the environment, biodiversity and ecosystems, while Article 41 now provides that private economic initiative cannot be carried out in conflict with health and the environment. The legislator, therefore, has substantially rewritten the relationship between environment, private property and freedom of enterprise, giving centrality to environmental issues. Free economic initiative continues to be protected by our fundamental Charter but must now be balanced by environmental protection.

I n relation to the concrete issue of social responsibility, innovative business management models have developed, linked to the issue of ethics: a set of rules and procedures defined by socalled international standards, which companies can adopt voluntarily, in order to improve the ecological impact of their activities. In essence, this is a body of rules designed to ensure that corporate activity adheres to the principles of social responsibility. The international standards set minimum thresholds to be met and offer guidelines for the proper management of particular areas or functions and commit the company to comply with them. The reference is to the socalled Environmental Management Systems (EMS), drawn up uniformly to the international standard UNI EN ISO 14001, or in accordance with the European Regulation EMAS (Econo-management and Audit Scheme).

I n our 's opinion, the adoption of the '231 Model' 1, as a system for managing the risk of criminal conduct (forming part of the internal control system), can easily be integrated with the principles and protocols we are discussing.

A s some authors have correctly noted, the adoption of corporate codes of conduct in line with Legislative Decree 231/2001 is not necessarily equivalent to the starting of a negotiation process within the company, which should end with the voluntary adoption of a code of ethics shared by all stakeholders.

I n the first case, compliance with the

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RESPONSABILITÀ AMBIENTALE/ ENVIRONMENTAL RESPONSIBILITY

code of conduct is linked to legal compliance, i.e. the deterrent force of the sanctions provided for by the legislation, in the second, on the other hand, the adoption of the code of eth ics, and above all the full compliance with the prescriptions contained therein, are assisted not by the coercive force of the legal system, but by ethics compliance: that is to say by adherence to the ethical standard and by sharing its values. The goal of climate neutrality by 2050 set by the Green Deal, imposes on our Country an extensive investment programme, aimed at decarbonising the energy sector, redefining the transport sector, drastically reducing polluting emissions, boosting renewable energies, increasing the energy efficiency of public and private buildings and production facilities, implementing integrated water and waste management, promoting the circular economy and a series of measures to increase resilience to climate change. In this scenario, the value of business activities will be assessed through a plurality of indicators, including compliance with environmental and social responsibility rules. The ability of companies to spontaneously graft such principles into their DNA will define their development, success and ultimately their future.

1The Legislative Decree no. 231, of 8 June 2001, is an Italian Law which provides the administrative liability of Companies for certain offences perpetrated in their own interest or for their own benefit by their directors, employees and/or representatives in general, together with the related monetary and prohibitive sanctions to be imposed upon the Companies themselves. The Decree provides that Companies may be exempted from such liability should they be able to prove that they have adopted and effectively implemented an Organisational and Management Model (Modello 231) having the purpose of reasonably preventing those offences set out in the Decree.

*Alessandro Facchino (afacchino@gealex.eu) - a lawyer with many years of experience in the field of labour law and Enzo Cardone (ecardone@gealex.eu) - a lawyer with expertise in new technology issues, are part of the law firm Gealex - Guardamagna e associati (www.gealex.eu), with offices throughout Italy and a network of established

law firms worldwide. It is a first-choice firm for clients seeking legal advice with extensive experience and expertise in multidisciplinary practices such as commercial and corporate law, civil litigation, M&A, labour law, intellectual property matters, real estate, debt collection, banking relations and even sports law. u

gio, ma anche l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, mentre l’articolo 41 ora prevede che l’iniziativa economica privata non può svolgersi in contrasto con la salute e l’ambiente. Il Legislatore, dunque, ha sostanzialmente riscritto i rapporti tra ambiente, proprietà privata e libertà di impresa, attribuendo centralità alle questioni ambientali. La libera iniziativa economica continua a essere tutelata dalla nostra Carta fondamentale, ma deve ora essere bilanciata dal -

la tutela ambientale. I n relazione al concreto di responsabilità sociale, si sono sviluppati modelli di gestione aziendale innovativi, legati al tema dell’etica: un insieme di regole e procedure definiti dai così detti standard internazionali, che le imprese possono adottare volontariamente, al fine di migliorare l’impatto ecologico della propria attività. In sostanza, si tratta di un corpus di norme pensate per garantire che l’attività aziendale si attenga ai principi di responsabilità so -

Foto di Nguyen Si da Pixabay.
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ciale. Gli standard internazionali stabiliscono soglie minime da rispettare e offrono indicazioni per una gestione corretta di particolari aree o funzioni e impegnano l’azienda a rispettarle. Il riferimento è ai c.d. Sistemi di Gestione Ambientale (SGA), redatti uniformemente allo standard internazionale UNI EN ISO 14001, ovvero conformemente al Regolamento europeo EMAS ( Econo-management and Audit Scheme ). Ad avviso di chi scrive, l’adozione del “Modello 231”, in quanto sistema di gestione del rischio di reato (facente parte del sistema di controllo interno), si presta all’integrazione con i principi e i protocolli di cui stiamo parlando. C ome è stato correttamente rilevato da alcuni autori, l’adozione da parte delle imprese di un codice di comportamento in linea con il D.lgs.231/2001 è un passo diverso dall’avvio di un processo negoziale interno all’impresa, che si concluda con l’adozione volontaria di un codice etico condiviso da tutti gli stakeholder.

N el primo caso, il rispetto del codice

di condotta è legato alla legal compliance, vale a dire alla forza deterrente delle sanzioni prevista dalla normativa, nel secondo, invece, l’adozione del codice etico, e soprattutto il rispetto delle prescrizioni in esso contenute, sono assistiti non dalla forza coercitiva dell’ordinamento giuridico, ma dalla ethics compliance: l’adesione alla norma etica per condivisione dei suoi valori. L’obiettivo posto dal Green Deal sulla neutralità climatica entro il 2050, impone al nostro Paese un ampio programma di investimenti, volto a decarbonizzare il comparto energetico, ridefinire il settore dei trasporti, ridurre drasticamente le emissioni inquinanti, potenziare le energie rinnovabili, aumentare l'efficienza energetica degli edifici pubblici e privati e degli insediamenti produttivi, implementare la gestione integrata delle acque e dei rifiuti, promuovere la circular economy e una serie di misure per accrescere la resilienza ai cambiamenti climatici. In questo scenario, l’attività di impresa sarà valutata attraverso una pluralità

di indicatori, che comprenderanno il rispetto delle regole di responsabilità ambientale e sociale. La capacità delle imprese di innestare spontaneamente tali principi nel proprio DNA ne definirà lo sviluppo, il successo e, in ultima analisi, il futuro.

*A lessandro Facchino (afacchino@ gealex.eu) - avvocato con pluriennale esperienza nel campo del diritto del lavoro ed Enzo Cardone (ecardone@ gealex.eu) - avvocato esperto di questioni legate alle nuove tecnologie, fanno parte dello Studio Legale Gealex –Guardamagna e associati (www.gealex.eu), con sedi in tutta Italia e un network di studi legali affermati in tutto il mondo. È uno studio di prima scelta per i clienti che cercano una consulenza legale con una vasta esperienza e competenza in pratiche multidisciplinari come il diritto commerciale e societario, il contenzioso civile, l'M&A, il diritto del lavoro, le questioni di proprietà intellettuale, il real estate, il recupero crediti, i rapporti bancari e, persino, il diritto dello sport. u

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Foto di gefrorene_wand da Pixabay.

SUSTAINABLE RUBBER GOODS WITH REDUCED CO2 EMISSIONS

oldrati.com oldratiogreen.com Oldrati is an international Group among the most important in the production of rubber, plastic and silicone technical goods. Founded in Bergamo in 1964, Oldrati is present in Italy and internationally with 14 production sites, around 1700 employees and a turnover of 180 million euro The Group is active in many industrial sectors including automotive, healthcare, heating, household appliances, manufacturing, oil & gas and sports. Sustainability and technological innovation are the main assets of the company’s strategy, customer satisfaction is achieved through increasing internationalization, R&D and services.
Sustainable
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
u AFFRI 82 u BRENNTAG 84 u COATING TECHNOLOGY 86 u COLMEC 88 u COMERIO ERCOLE 90 u COMPOUNDS 92 u DESMA 94 u EVERCOMPOUNDS 96 u G3 MIXING TECHNOLOGIES 98 u GIBITRE INSTRUMENTS 100 u IMG 102 u JP-TECH 104 u KRAIBURG 106 u LEHVOSS 108 u OLDRATI GROUP 110 u REP ITALIANA 112 u ROBI AMBIENTE 114 u RPM 116 u TECNISTAMP 118 u TOVO GOMMA 120 u VERSALIS 122 u VIBIPLAST 124 u Z-LAB 126
companies
Le aziende sostenibili GreenRUBBER

Quando il business diventa green

Che si tratti di materie prime, strumenti di misura, presse, trattamenti, rivestimenti, strumenti di laboratorio o processi, sostenibilità è ormai una parola d’ordine, un elemento che viene considerato imprescindibile, un pilastro stabile nella strategia di tutte le aziende che operano nella filiera della gomma.

Nelle pagine che seguono vi portiamo 23 esempi che vanno in questa direzione: si va dagli strumenti alimentati a energia solare a strategie specifiche per ridurre l'impatto ambientale e ottimizzare la propria produzione; da trattamenti ecocompatibili al processo di devulcanizzazione della gomma; da piattaforme digitali che aiutano a ottimizzare i consumi alle mescole "verdi"; da soluzioni per il risparmio e la riduzione degli scarti alla ricerca di nuove materie prime; dalla ricostruzione delle macchine alla minimizzazione dell'impatto ambientale del laboratorio; da presse completamente elettriche a software dedicati al risparmio energetico e a Industria 4.0; da composti pronti per applicazioni con idrogeno a cariche funzionali rinnovabili; dalla gomma rigenerata alla rigenerazione di oli usati; dagli stampi di qualità alle materie prime alternative, fino agli additivi derivanti da fonti rinnovabili.

Il mondo delle gomma dimostra di essere attivo e reattivo, pronto a recepire tutti gli input derivanti dalle necessità imposte da un mercato in continua evoluzione e da normative ambientali sempre più stringenti. E lo fa con successo. u

When business goes green

Sustainability is now a keyword, an element that is considered indispensable, a stable pillar in the strategy of all companies operating in the rubber chain, regardless of being raw materials, measuring instruments, presses, treatments, coatings, laboratory instruments or processes.

In the following pages you will find 23 examples that go in this direction: from solar-powered tools to specific strategies to reduce environmental impact and optimise production; from environmentally friendly treatments to the rubber de-vulcanisation process; from digital platforms that help optimise consumption to 'green' compounds; from waste-saving and waste-reduction solutions to the search for new raw materials; from rebuilding machines to minimising the environmental impact of the laboratory; from fully electric presses to software dedicated to energy saving and Industry 4. 0; from application-ready compounds with hydrogen to renewable functional fillers; from regenerated rubber to the regeneration of waste oil; from quality moulds to alternative raw materials and additives from renewable sources.

T he world of rubber proves to be active and responsive, ready to take on board all the inputs arising from the needs imposed by an ever-changing market and increasingly stringent environmental regulations. And it does so successfully. u

AZIENDE SOSTENIBILI/SUSTAINABLE COMPANIES

Affri Durometro motorizzato alimentato da energia solare

Affri è un’azienda italiana di tradizione familiare attiva da oltre 70 anni che esporta i suoi prodotti in tutto il mondo investendo le sue risorse nello studio di nuove tecnologie per migliorare sempre di più i suoi durometri.

I l massimo dell’innovazione Affri è IRHD, un durometro completamente motorizzato per prove di durezza su materie plastiche e gomme ed alimentato da energia solare attraverso una PowerBank.

Per effettuare una prova di durezza con IRHD basta agire sulla vite di alzo e portare il campione a contatto con il penetratore, infine azionare il pulsante

Start per avviare il ciclo di misurazione. Ogni fase del ciclo di prova si sussegue automaticamente e in pochi secondi il risultato sarà visibile sullo schermo.

Le forze di carico sono applicate tramite celle di carico e controllate elettronicamente in “Closed Loop” (brevetto Affri), eliminando così gli errori manuali e assicurando precisione, ripetibilità e riproducibilità delle misurazioni.

I l sistema Affri assicura inoltre la stabilità del durometro e la precisione di ogni risultato in qualsiasi condizione esterna e anche

se il piano di lavoro non dovesse essere stabile. IRHD conserva in archivio tutti i risultati e le misurazioni effettuate, i dati possono essere sia importati che esportati attraverso una semplice uscita USB. I RHD è inoltre conforme alle norme ISO 48 e ASTM 1415 e la sua precisione è 10 volte superiore agli standard concorrenziali. u

GreenRUBBER L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
DELLA AFFRI
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SUSTAINABLE COMPANIES

Motorized hardness tester powered by solar energy

Affri has been an Italian company with a family tradition for over 70 years and invests its resources in the study of new technologies to improve its hardness testers more and more.

T he pinnacle of innovation is IRHD, a fully motorized hardness tester for plas-

tics and rubber and powered by solar energy through a PowerBank. To carry out a hardness test, just act on the elevation screw and bring the sample into contact with the indenter, finally press the Start button to start the complete measurement cycle. In a few seconds the result will be visible on the screen.

T he load forces are applied through

load cells and electronically controlled in "Closed Loop" (Pat. Affri), thus eliminating manual errors and ensuring accuracy, repeatability and reproducibility of the measurements. The results can be viewed on the touch screen and can be imported or exported via USB.

I RHD also complies with ISO 48 and ASTM 1415 standards. u

AZIENDE SOSTENIBILI
WWW.AFFRI.COM
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Brenntag Responsabilità e trasparenza lungo la catena di distribuzione

Brenntag è il leader globale del mercato nella distribuzione di prodotti e ingredienti chimici e ha l'ambizione di plasmare il futuro del suo settore. Ciò si accompagna al forte impegno e alla chiara strategia di contribuire a una maggiore sostenibilità lungo la catena di distribuzione e del valore nell'azienda stessa, nell'industria chimica e in tutti i settori che Brenntag serve, compresa l'industria della gomma. La sostenibilità è una parte fondamentale della strategia aziendale di Brenntag, un obiettivo commerciale costante e una parte integrante della cultura aziendale. I risultati dell'azienda nel campo della sostenibilità sono riconosciuti da classifiche autorevoli del settore. Nel gennaio 2023, Brenntag ha raggiunto per la prima volta la medaglia di platino nella valutazione di sostenibilità di EcoVadis, ovvero la valutazione più alta possibile assegnata dagli esperti indipendenti di sostenibilità. Questo dato colloca Brenntag nell'1% delle aziende top di settore monitorate da EcoVadis. La protezione del clima è un'area di interesse dell'ambiziosa strategia ESG di Brenntag e l'azienda è particolarmente consapevole dell'impatto sull'ambiente dei servizi che fornisce e dei prodotti che vende. Per accelerare la riduzione delle emissioni di CO₂ verso il suo obiettivo a lungo termine di emissioni zero nette entro il 2045, Brenntag ha introdotto un programma di gestione del carbonio. Questo programma comprende un fondo che viene assegnato a progetti e impianti che introducono e implementano le idee e le iniziative più innovative e convincenti per

ridurre le emissioni di carbonio. Le applicazioni e i risultati ottenuti nel primo anno del programma sono stati molto interessanti e incoraggianti.

TRASPARENZA SULL'IMPATTO

AMBIENTALE

Visto il suo ruolo centrale nella catena di distribuzione, Brenntag presta particolare attenzione a come sono fabbricati i suoi prodotti, a chi sono i clienti che acquistano dal gruppo, al modo in cui i prodotti vengono utilizzati nel processo di produzione e se un loro riutilizzo è possibile. A questo proposito, Brenntag ha iniziato a offrire ai suoi clienti un servizio unico, fornendo dati completi sulla Product Carbon Footprint (ovvero l’impronta di carbonio di prodotto) per il suo portafoglio. Questo servizio for-

nisce risposte molto utili sulla quantità di emissioni di gas a effetto serra (GHG) associate a un prodotto lungo il suo intero ciclo di vita e consente ai clienti di prendere decisioni di acquisto più consapevoli dal punto di vista ambientale.

Inoltre, Brenntag agevola il percorso di sviluppo sostenibile dei suoi clienti con prodotti più ecologici, come quelli a base biologica o riciclati.

Lo stabilimento Brenntag di Orbassano è totalmente dedicato ai servizi e alle miscele per i produttori di gomma e sta ricercando nuove soluzioni sostenibili e considerando l'uso di materie prime verdi. Il portafoglio comprende un'ampia gamma di prodotti di origine vegetale: coadiuvanti tecnologici, acidi stearici, stearati, bioplastificanti e oli (soia, ricino, cocco e colza). u

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
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DELLA
BRENNTAG
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SUSTAINABLE COMPANIES

Responsibility and transparency along the supply chain

Brenntag is global market leader in chemicals and ingredients distribution with the ambition to shape the future of its industry. This comes along with the strong commitment and the clear strategy to contribute to more sustainability along the supply and value chain - in the company itself, the chemical industry, and in all industries Brenntag serves including the rubber industry. Sustainability is a fundamental part of Brenntag’s corporate strategy, a constant business driver and an integral part of the corporate culture.

The company’s accomplishments in the field of sustainability are recognized by highly respected sustainability rankings. In January 2023, Brenntag has for the first time achieved platinum status in the EcoVadis sustainability assessment, which is the highest possible rating awarded by the independent sustainability experts. This places Brenntag among the top 1% companies across industries, tracked by EcoVadis.

Climate protection is a focus area of Brenntag's ambitious ESG strategy and the company is especially conscious of the impact on the environment of the services they are providing and the products they are selling. To speed up the reduction of CO₂ emissions towards its long-term goal of net zero emissions by 2045, Brenntag has introduced a Carbon Management Program. This includes a fund that is allocated to those projects and sites who introduce and implement the most innovative and compelling ideas and initiatives for reducing carbon emissions. The applications and results achieved in the first year of this program were very exciting and motivating.

TRANSPARENCY ON ENVIRONMENTAL IMPACT

Coming with its central role in the supply chain, Brenntag is paying very close attention to how its products are being produced, whom the group sells to and how the products are used in the production process, and whether there is potential for the product to be reused. In this regard, Brenntag has started to offer its customers a unique service by providing comprehensive Product Carbon Footprint data (PCF) for its portfolio. This provides highly valuable answers of how much greenhouse gas (GHG) emissions are associated with a product along its entire

life cycle and enables customers to take stronger environmentally conscious purchasing decisions.

Moreover, Brenntag supports the sustainable development journey of its customers with greener products, such as biobased or recycled. The company’s Orbassano site, Italy, is totally dedicated to services and blends for rubber compounders and is researching new sustainable solutions, also considering the use of green raw materials. The portfolio includes a wide range of products of plant origin: processing aids, stearic acids, stearate, bio plasticizers, and oils (soya, castor, coconut, and rapeseed). u

AZIENDE SOSTENIBILI
WWW.BRENNTAG.COM/SUSTAINABILITY
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GreenRUBBER

Coating Technology Stesso gioco, nuove regole

In tema di ecosostenibilità, le normative europee stanno rapidamente cambiando il volto dei trattamenti di rivestimento tradizionali, programmando l’eliminazione di alcuni di questi entro poco più di un decennio e costringendo le aziende a sviluppare nuovi trattamenti alternativi, che abbiano un impatto ambientale molto basso.

La transizione green, quindi, diventa un obbligo per tutti coloro che vogliono rimanere competitivi sul mercato. Coating Technology, da diverso tempo, porta avanti un processo continuo di ricerca al fine di migliorare e ampliare la gamma di trattamenti ecosostenibili offerti ai clienti, i quali possono già scegliere tra:

- Revol-Sil, studiato e pensato per il trattamento di superfici siliconiche, al fine di migliorarne la scorrevolezza e la gestione in fase di lavorazione, diminuendo drasticamente il coefficiente di attrito e l’elettrostaticità e conferendo alla superficie dell’oggetto un effetto soft touch. Questo trattamento innovativo è completamente green, in quanto non vi è alcun tipo di deposito.

- i trattamenti con tecnologia al plasma, tra cui il deposito HMDSO. Questo tipo di trattamento prevede un deposito di materiale sotto il micrometro; inoltre, la sostanza utilizzata è a base naturale, permettendo di avere un impatto nullo sull’ambiente.

Questo tipo di trattamenti, oltre a essere completamente ecocompatibili, sono molto versatili, permettendone l’applicazione anche in campi che richiedono che non vi sia rischio di contaminazione, come ad esempio in ambito medicale, cosmetico e alimentare. u

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
DELLA COATING TECHNOLOGY
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SUSTAINABLE COMPANIES

Same game, new rules

In the field of environmental sustainability, European Union laws are rapidly changing game rules in traditional coating treatments as they have scheduled the removal of some of them in a decade and so they are forcing companies to develop alternative treatments, which have a lower impact on the environment.

The green transition is a duty for all the companies, which want to keep their competitivness on the market.

C oating Technology has been doing reaserch on new sustainable treatments

for a few years to ameliorate and expand the offer of green coatings and they keep on doing it. Their customers can already choose between two main types:

- R evol-Sil is thought for the superficial treatment of silicone rubber to increase smoothness and to enhance the management of the treated objects in the processing phase, decreasing drastically the friction coefficient and creating a soft touch effect on the surface. This innovative treatment is totally green, because there is no deposit of material.

- p lasma treatments, among which we have HMDSO deposit. This type of treatment implies a deposit of material with a thickness under the micrometer; beyond that, the substance used has a natural base, allowing this to have a very low impact on the environment. These treatments, as well as being completely sustainable, are very versatile and they can be used for applications in various fields, for example medical and cosmetic ones and for food contact application, which require no risk of contamination. u

AZIENDE SOSTENIBILI
WWW.COATINGTECHNOLOGY.NET
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Colmec Devulcanizzazione della gomma

Il processo di devulcanizzazione della gomma, solo alcuni anni fa era ritenuto impossibile; oggi in un mondo sempre più spinto verso la sostenibilità, si è investito molto in ricerca e si è giunti a considerare il fenomeno della devulcanizzazione un processo interessante e ricco di sorprese positive.

Ci sono diverse possibilità per scindere i legami molecolari che la vulcanizzazione

conferisce alla gomma per renderla capace delle sue caratteristiche fisico elastiche: Colmec ha scelto di utilizzare un processo meccanico sfruttando la forza di taglio e la temperatura per rendere il prodotto dopo la devulcanizzazione ancora plastomerico, riprocessabile e riciclabile. Il metodo scelto da Colmec è “green”, poiché, come detto prima, non vengono utilizzati additivi chimici ma solo energia meccanica e termica.

Molte sono le sperimentazioni e validazioni in fase di realizzazione presso il centro tecnologico dell’azienda, dove vengono eseguite queste prove di devulcanizzazione con mescole di uso comune quali: NR, EPDM, IR, IIR, FKM, pneumatici fuori uso e altro ancora.

Il prodotto ottenuto viene poi riutilizzato e disperso nel materiale vergine con una percentuale dal 10 al 25%, ma ci sono prospettive di miglioramento. u

GreenRUBBER L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
DELLA
COLMEC
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Macchinario utilizzato per le prove di validazione del prodotto devulcanizzato. Machinery used for the validation tests of the devulcanized process.

SUSTAINABLE COMPANIES

Rubber devulcanization

The rubber devulcanization process was considered impossible only a few years ago. Today, in a world increasingly pushed towards sustainability, research into the phenomenon of devulcanization has come to be considered an significant process full of positive surprises. T here are several possibile routes for splitting the molecular bonds of vlcanization to make the rubber capable of retaining its physical elastic characteristics. Colmec has chosen to use a mechanical process exploiting shear force and temperature to make the product plastomeric after devulcanization, while at the same time, reprocessable and recyclable.

T he chosen method is "green" as there are no chemical additives used, but only mechanical and thermal energy. C olmec has carried out many experiments and validations in its Technology Center, where these devulcanization tests are carried out with commonly used compounds such as: NR, EPDM, IR, IIR, FKM, end-of-life tires and more.

T he product obtained is then reused and dispersed in virgin materials with a percentage of 10% to 25%, but there are prospects for improvement. u

AZIENDE SOSTENIBILI
WWW.COLMEC.IT
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Presso il centro tecnologico di Colmec vengono eseguite prove di devulcanizzazione con mescole di uso comune. Devulcanization tests are carried out in Colmec Technology Center with commonly used compounds.

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Comerio Ercole Ottimizzazione dei consumi con Hercules40®

Comerio Ercole è una delle principali società italiane manifatturiera e di ingegneria, fondata nel 1885 e specializzata nella lavorazione della gomma e dei materiali compositi e nei macchinari utilizzati per la produzione di tali prodotti. L'azienda è nota a livello mondiale per la sua attenzione all'innovazione, alla qualità e alla protezione dell'ambiente.

Comerio Ercole ha introdotto recentemente una nuova piattaforma digitale denominata Hercules40®, con lo sco -

po di fornire ai clienti uno strumento di analisi basato sui dati, per un miglioramento continuo del processo produttivo, inclusa l'ottimizzazione dei consumi energetici, nonché servizi post-vendita a valore aggiunto. Grazie alla condivisione dei dati sulla piattaforma, Hercules40® abilita nuovi servizi digitali per aumentare l'efficienza delle macchine e ottimizzare il processo del cliente.

Comerio Ercole è sempre più focalizzata sull'assistenza all'utente finale e il lancio di due nuovi prodotti riconferma l’impegno dell’azienda per il processo

di manutenzione dei cilindri "in loco". Il "cuore" di ogni processo di calandratura è legato allo stato dei cilindri, pertanto sono stati sviluppati due strumenti alternativi: con Sandblaster è possibile mantenere e/o ripristinare una certa rugosità sui cilindri mentre con Polisher è possibile pulire e ripristinare la superficie dei cilindri.

Comerio Ercole è in costante innovazione in termini di alta tecnologia e processo avanzato affidabile con un investimento costante e qualificato nel settore Industria 4.0. u

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DELLA
COMERIO ERCOLE
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SUSTAINABLE COMPANIES

Energy consumption optimization with Hercules40®

Comerio Erc ole is a leading Italian engineering and manufacturing company, founded in 1885, specializing in rubber and composite material processing and in machinery used to manufacture such products. The company is well known globally for its focus on innovation, quality and environmental protection.

C omerio Ercole has recently introduced a new Digital Platform named Hercules40®, which is aimed to supply to Comerio Ercole customers a data-driv -

en analysis tool for a continuous improvement of production process, including energy consumption optimization, as well as addedvalue after-sales services. Hercules40® enables new digital services to increase the efficiency of the machines and to optimize the customer process creating a data-oriented collaboration.

C omerio Ercole is more and more concentrated on the end-user support and two recent new products reconfirm their "onsite" firm commitment for rolls maintenance process. The "heart"

of any calendering process is linked to rolls status, therefore Comerio Ercole has developed two alternative tools supporting "onsite" maintenance process: with Sandblaster to keep and/ or recover a certain roughness is now permitted as well as with Polisher any need to clean and recover rolls surface is now permitted too.

C omerio Ercole is constantly innovating in terms of high technology and reliable advanced process with a constant and qualified investment in Industria 4.0 sector. u

AZIENDE SOSTENIBILI
WWW.COMERCOLE.IT
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Compounds Mescola per rulli sostenibile

'Lazienda Compounds AG, in collaborazione con Hefner GmbH & Co. KG, ha sviluppato per la prima volta una mescola per rulli sostenibile e "verde". La percentuale di materie prime rinnovabili nella mescola, principalmente gomma naturale e un riempitivo funzionalizzato a base di legno (Figura 1), è quasi del 60%.

L'azienda Hefner GmbH & Co. KG ha prodotto i primi prototipi di rulli di trasporto con questa mescola (Figura 2), che attualmente vengono messi alla prova nell'industria della lavorazione del legno. Finora i risultati dei test sono molto promettenti e fanno pensare che saranno pronti per il mercato nel corso del 2023.

I primi esempi di questi rulli, prodotti sulla base di miscele sostenibili e a zero emissioni di CO2, sono stati presentati a un vasto pubblico di operatori del settore in occasione della fiera Bau di Monaco di Baviera nell'aprile del 2023. Il punto di partenza del progetto di ricerca congiunto di Compounds AG e Hefner GmbH & Co. KG è stato quello di

capire in che misura i componenti delle mescole tradizionali possono essere sostituiti da sostanze sostenibili ed ecologiche e quale influenza hanno queste sostituzioni sulle proprietà della mescola, del materiale vulcanizzato e dell'articolo finale.

L'obiettivo era quello di sviluppare mescole per rulli basate su materie prime biologiche e sostenibili, con un'impronta di carbonio negativa e proprietà tecniche paragonabili a quelle dei rulli esistenti prodotti con materie prime sintetiche.

Il risultato del lavoro di ricerca congiunto è la consapevolezza che, con la giusta scelta dei componenti della mescola e con il giusto metodo di miscelazione, è possibile produrre mescole con un'impronta di CO2 negativa dalla combinazione di gomma naturale e cariche a base di legno, le cui proprietà meccaniche corrispondono al profilo dei requisiti dei rulli esistenti. Questo risultato è dimostrato da un confronto esemplare di alcuni dati meccanici e dinamico-meccanici di una mescola standard con i dati della nuova mescola sostenibile A4442

prodotta da Compounds AG (Tabella sotto), che può essere utilizzata come standard per i rulli da trasporto. Il confronto dei valori mostra che le proprietà meccaniche della nuova mescola sostenibile A4442 sono quasi identiche a quelle della mescola standard. Poiché la resistenza alla saldatura della mescola A4442 è superiore di circa il 20% rispetto al valore corrispondente della mescola di riferimento convenzionale, è lecito attendersi leggeri vantaggi in termini di stabilità meccanica e durata dei componenti prodotti con questa mescola. Inoltre, l'uso di cariche a base di legno può ridurre la densità del composto sostenibile e basate su prodotti di provenienza sostenibile fino al 15%. Ciò si traduce in una significativa riduzione del peso dell'intero rullo.

D a un lato, quindi, l'impronta di CO2 viene ridotta in modo significativo grazie all'uso di materie prime sostenibili nella produzione dei rulli. Inoltre, i costi energetici dei rulli in funzione si riducono grazie al peso inferiore e le proprietà meccaniche leggermente migliori consentono una maggiore durata. u

COMPOUNDS

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
DELLA
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SUSTAINABLE COMPANIES

Sustainable, "green" roller compound

Compounds AG, in collaboration with Hefner GmbH & Co. KG has developed a sustainable, "green" roller compound for the first time. The proportion of renewable raw materials in the compound - mainly natural rubber and a wood-based functionalized filler (Figure 1) - is almost 60%.

The company Hefner GmbH & Co. KG has produced the first prototypes of transport rollers from this mixture (Figure 2), which are currently being put through their paces in the wood processing industry. So far, all test results are very promising and suggest that they will be ready for the market in the course of 2023. The first examples of these rollers, manufactured based on sustainable and CO2-negative mixtures, were presented to a broad trade audience at the Bau trade fair in Munich in April 2023.

The starting point of the joint research project of Compounds AG and Hefner GmbH & Co. KG was the question of the extent to which traditional compound ingredients can be replaced by sustainable and envi-

ronmentally friendly substances and what influence these substitutions have on the properties of the compound, the vulcanizate and the final article.

The aim here was to develop compounds for rollers based on bio-based, sustainable raw materials, with a negative carbon footprint with comparable technical properties to existing rollers made from synthetic raw materials.

The result of the joint research work is the realization that, with the right choice of compound components and with the right mixing method, compounds with a negative CO2 footprint can be produced from the combination of natural rubber with woodbased fillers, with mechanical properties that match the requirement profile of existing rollers.

That this has been achieved is shown by an exemplary comparison of some mechanical and dynamic-mechanical data of a standard compound with the data of the new sustainable compound A4442 produced by Compounds AG (Table on the

left), which can be used as standard for transport rollers. A comparison of the values shows that the mechanical properties of the new sustainable compound A4442 are almost identical to the values of the standard compound. Since the tear resistance of compound A4442 is about 20% higher than the corresponding value of the conventional reference compound, slight advantages can be expected in the mechanical stability and service life of the components manufactured from this compound.

In addition, the use of the wood-based fillers can reduce the density of the sustainable, bio-based compound by up to 15%. This results in a significant weight reduction of the entire roll.

Thus, on the one hand, the CO2 footprint is significantly reduced through the use of sustainable raw materials in the manufacture of the rolls. Furthermore, the energy costs of the rolls in operation are reduced due to the lower weight, and the slightly better mechanical properties mean that a longer service life can be expected. u

WWW.COMPOUNDS.CH
Fig. 1
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Fig.

GreenRUBBER

Desma Soluzioni per un futuro sostenibile

Con la sua gamma di macchine speciali in costante aumento, Desma offre soluzioni su misura per il processo di trasformazione nei settori dell'energia, delle infrastrutture e della mobilità.

Grazie a strumenti appositamente sviluppati, come il Desma PCF Navigator Ecos, la soluzione di produzione più efficiente e neutra dal punto di vista ambientale, può essere definita già nella fase di pianificazione del progetto. Le nuove tipologie di guarnizioni sostenibili devono spesso essere sviluppate in tempi brevi e molto frequentemente implicano macchine e processi speciali. Negli ultimi due anni sono già state progettate e consegnate molte macchine customizzate, comprese quelle per produrre guarnizioni speciali di grande formato.

Ad esempio, l'ergonomica 968.600 ZO Benchmark con una pressione di chiusura di 6.000 kN e piani di riscaldamento di 2.000x2.000 mm e zone di riscaldamento regolabili individualmente. Oppure, più recentemente, la nuova Desma 968.700 Sealmaster S, con piani riscaldanti da 2.600x1.600 mm e due unità di iniezione FIFO-A con pressione di iniezione fino a 3500 bar ciascuna. Il portastampo, accessibile in modo ottimale da due lati, comporta un'eccellente ergonomia.

Quasi sempre, la realizzazione di nuove macchine comporta anche il contemporaneo sviluppo di un processo con i relativi sistemi di termoregolati e stampi, che Desma può offrire come progetto complessivo e come unico referente.

Da molti anni Desma offre soluzioni per il risparmio delle mescole e la riduzione degli scarti con prodotti come il termoregolato FlowControl, il dispositivo ITM ZeroWaste e la simulazione di flusso SmartFlow. Utilizzando la tecnologia PressureSense, è possibile ridurre in modo significativo le percen-

tuali di scarto e quasi eliminare gli scarti in avvio di produzione. Inoltre, grazie ai piani riscaldanti Iso+, all'isolamento perimetrale dello stampo e all'avviamento ad alta efficienza energetica con l'aiuto di Desma EnergyControl+, è possibile contribuire significativamente al risparmio energetico e quindi anche alla riduzione delle emissioni di CO2. Un nuovo sviluppo è il Desma PCF Navigator Ecos, per la determinazione della "Product Carbon Footprint", con il quale è possibile rappresentare l'intero processo, dalla fabbricazione dell'impianto di produzione vero e proprio agli articoli prodotti, per poter ricavare chiare opzioni di intervento e determinare il processo produttivo più adatto. Per poter eseguire questi calcoli autonomamente, Desma ha realizzato un database con valori predefiniti per un'ampia gamma di tipi di elastomeri. Inoltre, sono disponibili campi di input aggiuntivi per l'inserimento di dati individuali, per includere le fasi di produzione a monte o a valle e il loro impatto sulle emissioni di CO2.

Al fine di considerare l’impatto del possibile utilizzo dei termoregolati, la CoolApp è stata completamente integrata. Ciò consente di considerare il risparmio effettivo di materiale nel modo più realistico possibile, a seconda del layout delle cavità e del termoregolato selezionati. Naturalmente, quando si utilizza un termoregolato, si considera anche il consumo energetico aggiuntivo dovuto alla termoregolazione e all'azionamento. Viene anche considerato il risparmio aggiuntivo sui tempi di ciclo, derivante dall'uso dei termoregolati. Questo strumento offre una panoramica dettagliata dei fattori che compongono l'impronta delle emissioni di CO2 di una guarnizione o di un articolo stampato e un valore stimato della emissione di CO2. Ecos suggerisce anche quali misure adottare per ottenere possibili riduzioni delle emissioni. Ciò contribuisce in modo significativo a comprendere l'interrelazione di tutti i fattori impattanti e aiuta a prendere rapidamente decisioni relative al processo di produzione ottimale. u

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DELLA
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Desma 968.700 Sealmaster S.
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Desma PCF Navigator Ecos.

SUSTAINABLE COMPANIES

Sustainable future design

With its constantly growing range of special machines, Desma offers tailor-made solutions for the transformation process in the energy, infrastructure, and mobility sectors. With specially developed tools such as the Desma PCF Navigator Ecos, the most efficient and climate-neutral production solution can already be shown in the project planning phase. New, sustainable sealing solutions often have to be developed in a short time and very often involve special machines and special processes. In the last two years, many special machines, including those to produce large-format special seals, have already been designed and delivered. For example, the top ergonomic 968.600 ZO Benchmark with 6,000 kN clamping pressure and 2,000x2,000mm heating platens, whose heating zones are individually adjustable. Or, most recently, the new Desma 968.700 Sealmaster S, with heating platen sizes of 2,600x1,600mm and two FIFO-A injection units with 3500bar injection pressure each. The mold carrier, which is optimally accessible from 2 sides, enables very good ergo-

nomics. Almost always, new machine developments are also connected with a process development with corresponding cold runner systems and molds, which Desma can offer from a single source and from one company. For many years Desma has been offering solutions for compound saving and waste prevention with products such as the FlowControl cold runner, the ZeroWaste ITM pot, and the SmartFlow flow simulation. By using PressureSense technology, reject rates can be significantly reduced and start-up losses almost eliminated.

Furthermore, with Iso+ heating plates, circumferential mold insulation and energy-efficient start-up with the help of Desma EnergyControl+, a significant contribution to energy and thus also CO2 savings can be offered.

A new development is the Desma PCF Navigator Ecos, for the determination of the "Product Carbon Footprint", with which the entire process, from the manufacture of the actual production plant to the produced articles, can be represented, to be able to derive clear options for action for the most suitable production process. In order to be able to carry out these calculations itself, Desma

DESMA.BIZ

has stored a database with default values for a wide range of elastomer types. Furthermore, there are additional input fields for individual data entry to include upstream or downstream production steps and their CO2 impact.

To verify the possible use of cold runner technology, the CoolApp has been fully integrated.

This allows the actual material savings to be considered as realistically as possible depending on the selected nest layout and the selected cold runner. Of course, when using a cold runner, the additional energy consumption due to both cold runner operation and cold runner production is also considered. Possible additional cycle time savings resulting from the use of cold runner technology can also be taken into account. This provides a detailed overview of the factors that make up the CO2 footprint of a seal or molded part and how high it will be. Ecos also shows which measures can be used to achieve which reduction effects. This makes an important contribution to understanding the interrelationship of all the influencing factors and to rapid decision-making on the optimum production process. u

AZIENDE SOSTENIBILI
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Desma 968.600 ZO Benchmark.

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Evercompounds Innovazione e sostenibilità

Evercompounds continua a investire risorse ed energie nella ricerca e nello studio di materiali green, scelti con principi di non competizione con il food, valutando nuove opportunità di materie prime ottenute da fonti rinnovabili locali. Q uesta attività è regolamentata da procedure di analisi e controllo qualità che includono la catalogazione approfondita dei materiali e il loro indirizzo in particolari settori industriali, così da portare, a seconda delle lavorazioni, a nuovi prodotti che trovano applicazione in ambiti anche molto diversi tra loro. S i rende in tal modo possibile recuperare materia ed energia, riducendo l’impiego dei combustibili fossili e di conseguenza le emissioni. D ’altro canto, anche i mercati di riferimento si stanno fa -

cendo forieri di una sempre maggior richiesta di innovazione e attenzione alle questioni ambientali e di circolarità. Tra i settori chiamati a trasformare le proprie strategie alla luce dell’European Green Deal, infatti, quello della gomma-plastica è sicuramente tra i primi su cui si punta l’attenzione. L a produzione di gomma è ancora prevalentemente lineare e solo una piccola percentuale di gomma al momento riesce a essere riciclata con successo. Tuttavia, è tempo di intervenire in modo significativo per contribuire alla sostenibilità e alla diminuzione dei gas serra. L a via da percorrere è certamente complessa. Un aspetto fondamentale è la costruzione di partnership strategiche per l’innovazione di prodotto e di processo, attività che già da diversi anni il Gruppo CM Manzoni sta portando

avanti con i propri clienti e fornitori, fondata su concetti come il riutilizzo delle materie prime, l’impiego di tecnologie all’avanguardia e nuovi design dei prodotti finiti. Per realizzare tutto ciò, occorre individuare i giusti interlocutori con cui improntare e sviluppare idee lungo l’intera catena di approvvigionamento, così da creare sinergie combinando know-how differenti e competenze complementari, determinanti nei prossimi anni per evolversi all’insegna della sostenibilità e circolarità. L’obiettivo dell’azienda è quello di creare innovazione e soluzioni alternative vincenti che permettano al gruppo e ai propri partner, clienti e fornitori, di crescere insieme, in una modalità che sia al contempo sostenibile e sempre più rispettosa dell’ambiente e delle risorse del nostro pianeta. u

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
DELLA
EVERCOMPOUNDS
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SUSTAINABLE COMPANIES

Sustainability and innovation

Evercompounds continues to invest resources and energy in research and study of green materials, chosen with principles of non-competition with the Food industry, evaluating new opportunities of raw materials from renewable sources.

This activity is ruled by analysis and quality control procedures that include indepth cataloguing of materials and their address in particular industrial fields, to bring, depending on the processing work, to new products that are applied even in very different fields. This makes it thus possible to recover material and energy, by reducing the use of fossil fuels and consequently emissions.

O n the other hand, also the Group’s ref-

erence markets are becoming bearers of an ever-increasing demand of innovation and attention about environmental issues and circular economy. Amongst the industries called to transform their strategies because of the European Green Deal, indeed, the plastic-rubber industry is for sure the first one to put attention on. The production chain of rubber is still predominantly linear and just a little percentage of rubber, now, can be recycled with success. However, it is time to take significant action to contribute to sustainability and reduction of greenhouse gases. The road ahead is certainly hard. A fundamental aspect is the creation of strategic partnerships for product and process innovation, activities that the CM Manzoni Group has been carrying out for sev-

eral years with its customers and suppliers, based on concepts such as the reuse of raw materials, the use of cutting-edge technologies and new finished product designs. To achieve all this, it is necessary to identify the right interlocutors with whom to base and develop ideas along the entire supply chain, so as to create synergies combining different know-how and complementary skills, decisive in the coming years to evolve in the name of sustainability and circularity.

The Company’s goal is to create innovation and winning alternative solutions, allowing CM Manzoni Group and its partners, customers and suppliers, to grow together, in a way that is both sustainable and increasingly respectful of the environment and the resources of our planet. u

AZIENDE SOSTENIBILI
WWW.EVERCOMPOUNDS.COM
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G3 Mixing Technologies Macchine ricostruite per una vera economia circolare

Per il quarto anno consecut ivo l’Italia ottiene il primo posto tra le principali economie europee nella circular economy. A nche per il 2022, l’Italia rimane un passo avanti rispetto ai suoi competitor europei: è al primo posto, assieme alla Francia, nella classifica delle 5 principali economie europee in base al rapporto sull’economia circolare 2022 realizzato dal CEN – Circular Economy Network e da Enea. Il Rapporto presenta, inoltre, l’andamento dell’economia circolare attraverso l’innovativa applicazione di indicatori basati sulla Carta di Bellagio, un sistema di monitoraggio europeo dell’economia circolare.

Q uesti risultati ci danno una prospettiva futura positiva ma su cui dobbiamo ancora lavorare molto.

I l tema dell’economia circolare per G3 è centrale nella propria strategia di mercato e di produzione. Una delle nostre attività cardine infatti è quella di ricostruire e garantire come nuovi macchinari, in particolare mescolatori interni e mescolatori a cilindri, che anche dopo 20 anni di attività possono rientrare nel ciclo produttivo portando un notevole beneficio in termini di sostenibilità ambientale, economica e sociale. L’impegno costante di G3 ha portato a definire un preciso processo di ricostruzione che permette al macchinario di tornare come nuovo. È un processo complesso derivato da un’alta competenza in termini di reverse engineering, materiali, lavorazioni meccaniche, ingegneria e

implementazioni tecniche e di sicurezza. Spesso questo processo viene confrontato con manutenzioni straordinarie o ricostruzioni parziali. G3 in questi anni sta sempre più sensibilizzando il mercato nel distinguere un processo di ricostruzione garantito rispetto agli altri processi che, pur riportando in condizioni operative il macchinario non garantisco che torni alle condizioni originali costruttive. Senza riportare il macchinario alle performance originali, il ciclo di

vita si andrà a ridurre e il beneficio di un intervento orientato al risparmio energetico, di materie prime e di CO2 sarà ridotto nel tempo. I l beneficio dell’economia circolare per i macchinari per la mescolazione della gomma è determinabile e rilevante, ma solo se realizzato attraverso una procedura certificata che è il prossimo passo che porterà avanti la G3 per garantire qualità per i clienti utilizzatori e rispetto reale dei principi di economica circolare . u

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
GreenRUBBER
DELLA
G3 MIXING TECHNOLOGIES
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Prima/Before

SUSTAINABLE COMPANIES

Rebuilt machines for a true circular economy

For the fourth consecutive year, Italy takes first place among the leading European economies in the circular economy. Even for 2022, Italy remains one step ahead of its European competitors: it is in first position, together with France, in the ranking of the top 5 European economies according to the Circular Economy Report 2022 produced by CENCircular Economy Network and Enea. The Report also presents the trend of the circular economy through the innovative application of indicators based on the Bellagio Charter, an European monitoring system for the circular economy. These results give us a positive future perspective, but we still need to work a lot on it. The topic of circular economy is central to

G3's market and production strategy. In fact, one of our core activities is to rebuild and to guarantee as new machinery, in particular internal mixers and open mills, that even after 20 years of operation can be involved in the production cycle again, bringing significant benefits in terms of environmental, economic and social sustainability. G3's constant commitment brought to the definition of a precise rebuilding process that allows the machinery to become as good as new again. It is a complex process which comes from a high level of expertise in terms of reverse engineering, materials, machining, engineering, technical and safety implementations. This process is often compared to extraordinary maintenance or partial rebuilds. G3 in recent years has been in-

creasingly sensitising the market to distinguish a guaranteed rebuilding process from other processes that, while bringing machinery back to operating condition, do not guarantee that it will return to its original manufacturing status. Without restoring the machinery to its original performance, the life cycle will be reduced and the benefit of energy, raw material and C02 savings will be reduced over time. Through this article, we want to communicate that the benefit of the circular economy for rubber mixing machinery is determinable and relevant, but only if realised through a certified procedure, which is the next step that G3 will take care in order to guarantee quality for user customers and real respect for circular economy principles. u

AZIENDE SOSTENIBILI
G3MACHINERY.COM
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Dopo/After.

GreenRUBBER

Gibitre Instruments

Minimizzare l’impatto ambientale del laboratorio

La strategia di progettazione di nuovi strumenti e prodotti di Gibitre Instruments include un’analisi accurata dell’impatto ambientale prodotto dall’utilizzo degli strumenti. Le strategie per permettere ai clienti di minimizzare l’impatto sull’ambiente del loro laboratorio sono molteplici.

RIDUZIONE DI UTILIZZO DELLA CARTA

Fornitura del programma di Gestione dati Datagest per l’archiviazione digitale delle prove effettuate con tutti gli strumenti collegati e la preparazione di report in formato pdf. Fornitura dei manuali di utilizzo de -

gli strumenti in formato digitale e direttamente accessibili dall’interno dei programmi di utilizzo del software. Fornitura dei Certificati di taratura e dei Rapporti di Intervento degli strumenti in formato digitale e scaricabili dall’area cliente riservata.

RIDUZIONE DEL CONSUMO ENERGETICO DEGLI STRUMENTI

M iglioramento dei sistemi di coibentazione per tutti gli strumenti che operano ad alta o bassa temperatura per minimizzare la dispersione termica. U tilizzo di motori e attuatori a basso consumo.

A dozione di dispositivi di auto-sospensione quando gli strumenti non sono in uso.

RIDUZIONE NELL’UTILIZZO

DI MATERIALI DI CONSUMO

E DEL NUMERO DI CICLI DI PROVA

U tilizzo di imballi in cartone pieghevoli e riutilizzabili.

O ttimizzazione del dimensionamento di porta-provini per minimizzare il consumo di film protettivi o liquidi per invecchiamento durante le prove.

O ttimizzazione del numero di provini che possono essere provati contemporaneamente per ridurre il numero di cicli di prova. Per quanto l’impatto ambientale di un laboratorio sia piccolo rispetto ai sistemi di produzione, riteniamo che la filosofia di un’azienda non possa prescindere dalla ricerca continua di nuove strategie per ridurre l’impronta ecologica. u

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
DELLA GIBITRE INSTRUMENTS
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SUSTAINABLE COMPANIES

Minimizing the environmental impact of the laboratory

Gibitre Instruments' strategy for designing new instruments and products includes a thorough analysis of the environmental impact produced by instrument use. There are many strategies to enable our customers to minimize the impact on the environment of their laboratory.

In the following we list some of the objectives and specific actions taken.

REDUCTION IN PAPER USE

Provision of Datagest Data Management

program for digital archiving of tests performed with all related instruments and preparation of reports in pdf format.

Provision of instrument user manuals in digital format and directly accessible from within the software user programs.

Provision of Calibration Certificates and Instrument Intervention Reports in digital format and downloadable from the reserved customer area.

REDUCTION OF ENERGY CONSUMPTION OF INSTRUMENTS

Improved insulation systems for all instruments operating at high or low temperature to minimize heat loss.

Use of energy-efficient motors and actuators.

A doption of auto-suspension devices when instruments are not in use.

REDUCTION IN THE USE OF CONSUMABLES AND THE NUMBER OF TEST CYCLES

Use of collapsible and reusable cardboard packaging,

Optimizing the sizing of specimen holders to minimize the consumption of protective films or aging liquids during testing. Optimizing the number of specimens that can be tested simultaneously to reduce the number of test cycles.

As small as the environmental impact of a laboratory is compared to manufacturing systems, we believe that a company's philosophy cannot ignore the continuous search for new strategies to reduce its carbon footprint. u

AZIENDE SOSTENIBILI
WWW.GIBITRE.IT
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GreenRUBBER

IMG Pressa full electric REM 300

Il rispetto per l’ambiente è una priorità per IMG, leader nel settore delle presse per lo stampaggio a iniezione degli elastomeri con sede a Capriano del Colle, Brescia. Una vocazione green sfociata in una novità a livello mondiale: la REM 300, una pressa full-electric che consente di abbattere del 40% i consumi rispetto a una normale macchina idraulica. D opo decenni di utilizzo di presse oleodinamiche, REM 300 si contraddistingue per numerosi plus. Il primo riguarda l’assenza di olio idrau -

lico, un rifiuto considerato speciale che, solitamente, va cambiato ogni 5.000 ore. Una sostanza tossica non più necessaria, che quindi evita il normale processo di approvvigionamento e smaltimento. A ltro vantaggio in termini di sostenibilità è il setup, che consente un minor scarto di produzione e meno difformità, per una performance decisamente superiore nella qualità della stampata.

R EM 300 garantisce anche una diminuzione dei consumi energetici grazie al “plug and play”, che attiva l’utilizzo della corrente solo negli effet-

tivi momenti di necessità. Tutto ciò si traduce in un circolo più virtuoso dei consumi energetici, oltre a un’auspicata riduzione dei costi di produzione.

U na tecnologia che, al contrario del mondo della plastica, non esisteva in quello della gomma, frutto degli ingenti investimenti in ricerca e sviluppo. U n cambio di paradigma che IMG sta maturando nei confronti della sostenibilità: una visione green che trova concretezza in un prodotto con caratteristiche davvero rivoluzionarie. u

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
DELLA IMG
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SUSTAINABLE COMPANIES

Full electric injection moulding machine REM 300

The respect for the environment is a priority for IMG, a leader in the field of elastomer injection moulding machines, based in Capriano del Colle, Brescia.

T his green vocation has resulted in a world novelty: the REM 300, a full-electric injection moulding machine that cuts consumption by 40% compared to a common hydraulic machine.

A fter decades of using hydraulic machines, the REM 300 stands out for sev-

eral pluses. The first is the absence of hydraulic oil, a special waste which usually has to be changed every 5000 hours. A toxic substance that is no longer needed, which therefore avoids the normal procurement and disposal process.

A nother advantage in terms of sustainability is the set-up, which allows less production waste and less unevenness, for a decidedly higher performance in print quality.

T he REM 300 also guarantees a reduction in energy consumption thanks to

the “plug and play” system, which activates the use of power only when needed. This results in a more virtuous circle of energy consumption, as well as a desired reduction in production costs.

A technology that, unlike in the plastic world, did not exist in the rubber world, the result of huge investments in research and development. A paradigm shift that IMG is maturing towards sustainability: a green vision that finds concrete expression in a product with truly revolutionary characteristics. u

AZIENDE SOSTENIBILI
WWW.IMGMACCHINE.IT
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GreenRUBBER

JP-Tech Perchè scegliere la via della sostenibilità?

Sempre più attuale e di importanza fondamentale per le imprese è il tema della sostenibilità.

JP-Tech da anni installa e applica soluzioni che permettano ai suoi macchinari di sostenere i clienti nella scelta di una via più sostenibile. Ma la domanda sorge spontanea: perché è importante che un’azienda scelga la via della sostenibilità?

La risposta è semplice, risparmio in termini economici, gestione accurata e controllata della produzione e ultimo, ma non meno importante, permette -

re ai propri dipendenti di vivere con le proprie famiglie in un ambiente più sostenibile, o almeno questa è la speranza di JP-Tech. Per ottenere tutto questo l'azienda ha deciso con investimenti importanti nella ricerca e sviluppo non solo interna, ma anche dei suoi partner e collaboratori, di proporre sul mercato diverse soluzioni per poter aiutare le aziende pronte a investire sul tema. JP-Tech propone soluzioni che possano essere applicate a macchinari obsoleti e quindi ricostruiti con un beneficio importante a livello di sostenibilità, sia a macchinari di nuova produzione

costruiti e progettati per utilizzare una potenza elettrica ridotta rispetto al normale range. Tra le proposte dell’azienda ci sono: nuove tecnologie di risparmio energetico, software dedicati con integrato ciclo “Energy Save”, grafici integrati ai macchinari per la ricerca sostenibile di nuovi prodotti, gestione controllata della produzione e miglioramento delle prestazioni macchina. Questo consente di ridurre gli scarti di produzione e le emissioni di CO2, il tutto attestato da certificazioni che consentano alle aziende di dimostrare il loro miglioramento. u

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
DELLA JP-TECH
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SUSTAINABLE COMPANIES

Why choose the way of sustainability?

The issue of sustainability is increasingly topical and of fundamental importance for companies.

J P-Tech has been installing and applying solutions for years that allow its machinery to support customers in choosing a more sustainable path. But the question arises, why is it important for a company to choose the path of sustainability?

The answer is simple, savings in economic terms, accurate and controlled management of production and last, but not least, allow their employees to live with their families in a more sustainable environment, or at least this is the company’s hope. To obtain all this, JP-Tech has decided with important investments in research and development not only internally, but also of its partners and collaborators, to offer various solutions on the market in order to help companies ready to invest in the subject.

JP-Tech proposes solutions that can be applied to both obsolete and rebuilt machinery with an important benefit in terms of sustainability, as well as to newly manufactured machinery built and designed to use a reduced electrical power compared to the normal range.

Among the proposals, there are new energy saving technologies, dedicated software with an integrated "Energy Save" cycle, graphics integrated with the machinery for the sustainable research of new products, controlled management of production and improvement of machine performance.

This enables the reduction of production waste and CO2 emissions, all attested by certifications that allow companies to improve their improvement. u

AZIENDE SOSTENIBILI
WWW.JP-TECH.IT
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Kraiburg Composti in applicazioni con idrogeno

L’idrogeno, il carburante che non emette CO2, è destinato a svolgere un ruolo fondamentale nella fornitura di energia sostenibile. È iniziata la ricerca di soluzioni che semplifichino l’utilizzo sicuro di idrogeno negli sviluppi infrastrutturali attuali e futuri. In particolare, l’attenzione è rivolta alla selezione di materiali in applicazioni con idrogeno che garantiscano prestazioni affidabili e a lungo termine.

H2 READY: COMPOSTI PER UNA FORNITURA DI ENERGIA SICURA E SOSTENIBILE

Gummiwerk Kraiburg, l’esperto di composti in gomma e silicone, sta sperimentando nel settore dei composti da utilizzare con l’idrogeno. L’associazione tedesca per il gas e l’acqua (DVGW) ha già testato e approvato un’ampia gamma di composti per applicazioni con H2. Tali composti spiccano per la loro impermeabilità alle sostanze gassose. L’associazione tedesca di supervisione degli standard tecnici, Tüv, ha ora approvato un altro gruppo di composti da applicare con H2. La certificazione si basa sullo standard automobilistico nord-americano SAE J2600. Il certificato di approvazione trae spunto da una gamma di cicli di prova SAE J2600, al termine dei quali i campioni non devono mostrare segni di danni da decompressione esplosiva. O ltre a fungere da carburante per la mobilità o la generazione di energia, l’idrogeno svolge un ruolo fondamentale nell’accumulo di energia. In tale ambito, le soluzioni di elastomeri fornite da Gummiwerk Kraiburg, dotate del marchio di qualità approvato e certificato, entrano a far parte di una nuova generazione di soluzioni sigillanti che aiuta-

no a conservare l’idrogeno in serbatoi e contenitori a pressione, in tutta sicurezza. Grazie a ciò, il gas può venire impiegato come accumulatore di fonti energetiche in eccesso e rinnovabili per soddisfare la richiesta di elettricità, ogni qualvolta ecceda la quantità che le fonti rinnovabili sono in grado di fornire. È una delle molte modalità con cui i composti di elastomeri svolgono un ruolo sempre più fon-

damentale nei sistemi a idrogeno, dato che la domanda di materiali affidabili e ultra-efficienti aumenta rapidamente e l’infrastruttura a idrogeno si sviluppa e si diffonde sempre di più.

I composti di Gummiwerk Kraiburg, testati e approvati per l’uso con idrogeno a lungo termine, contribuiscono quindi sostanzialmente alla fornitura di energia sicura e affidabile. u

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
KRAIBURG
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SUSTAINABLE COMPANIES

Compounds in hydrogen applications for a sustainable future

Hydrogen – the CO2-neutral fuel source – is poised to play a key role in sustainable power supply. The search is on for solutions that facilitate the safe use of hydrogen in current and future infrastructure developments. Specifically, the focus is on the selection of materials in hydrogen applications that safeguard reliable, long-term performance.

H2 READY: COMPOUNDS FOR SAFE AND SUSTAINABLE POWER SUPPLY

Gummiwerk Kraiburg, specialist for rubber and silicone compounds, is pioneering the field with compounds for use with hydrogen. A range of compounds has already been tested and approved for H2

applications by the German gas and water authority (DVGW). They stand out on account of their impermeability with gaseous substances. A further group of compounds has now been approved for H2 applications by the German technical standards supervisory authority, abbreviated Tüv. The certification follows the North American SAE J2600 automotive standard. The certificate of approval is based on a range of SAE J2600 test cycles, at the end of which the samples may show no signs of explosive decompression damage.

Beside functioning as fuel that drives mobility or delivers power, hydrogen also plays a major role in power storage. Here, elastomer solutions provided by Gummiwerk Kraiburg – carrying the approved

and certified quality mark – find their way into new generation sealing solutions that help store hydrogen safely in pressure tanks and vessels. This enables gas to be employed as a storage medium for surplus and renewable power sources to cover electricity demand, whenever it exceeds what renewable sources are able to deliver. This is one of many ways in which elastomer compounds play a vital part in hydrogen systems – even more so, as the demand for reliable, high-performance materials rises at a fast pace, with hydrogen infrastructure developing and becoming more widespread. Gummiwerk Kraiburg compounds tested and approved for long-term use with hydrogen thus contribute substantially to safe and reliable power supply. u

AZIENDE SOSTENIBILI
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Lehvoss UPM BioMotion™: cariche funzionali rinnovabili (RFF)

Il cambiamento climatico, la scarsità di materie prime, la pressione normativa e le preferenze dei consumatori per i prodotti sostenibili sono fattori chiave per la sostituzione dei materiali a base fossile con prodotti innovativi, rinnovabili e sostenibili. Per soddisfare queste esigenze, UPM ha sviluppato una nuova generazione di cariche funzionali sostenibili provenienti dal legno, pronte a sostituire il carbon black e la silice precipitata di origine fossile che sono a elevato rilascio di CO2, in un'ampia gamma di applicazioni. Le cariche funzionali rinnovabili (RFF) UPM BioMotion™, distribuite in Italia da Lehvoss, offrono insieme a un carbon footprint notevolmente ridotto, ulteriori proprietà che conferiscono un valore aggiuntivo ai prodotti in gomma e plastica, consentendo all'industria di

fare il passo successivo verso un futuro più leggero e sostenibile.

Le UPM BioMotion™ RFF saranno prodotte presso la bioraffineria di UPM™, prima nel suo genere, a Leuna, in Germania.

Sono ottenute da legno proveniente da foreste gestite in modo sostenibile, responsabile e secondo criteri di controllo e custodia che garantiscono il più alto grado di biodiversità.

Il legno è una materia prima rinnovabile e climaticamente neutra.

Inoltre, come biomassa di seconda generazione non compete con la produzione alimentare.

I l legno come materia prima è in linea con la strategia bioeconomica della Germania.

UPM BioMotion™ RFF contiene oltre il 94% di carbonio rinnovabile (contenu-

to biologico certificato da DIN Certco), ha un carbon footprint inferiore del 90% rispetto al carbon black standard, è almeno il 25% più leggero rispetto alle cariche funzionali tradizionali, è privo di idrocarburi policiclici aromatici (IPA) ed è al 100% isolante elettricamente.

UPM BioMotion™ RFF è utilizzabile con un'ampia gamma di elastomeri, TPE e materie plastiche.

L'investimento totale è di 750 milioni di euro. L’inizio della produzione è programmata alla fine del 2023 con una capacità totale di 220.000 tonnellate.

UPM integrerà il Life Cycle Assessment (LCA) e le strategie di progettazione ecocompatibile che, in combinazione con le proprietà uniche di UPM BioMotion™ RFF, faciliteranno la transizione verso un'industria della gomma e della plastica più sostenibile. u

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
LEHVOSS
UPM BioMotion™ RFF @UPM. 108

SUSTAINABLE COMPANIES

UPM BioMotion™ Renewable Functional Fillers (RFF)

Climate change, raw material scarcity, regulatory pressure and consumer preferences for sustainable products, are key drivers for replacing fossil-based materials with innovative, renewable, and sustainable products. To address these needs, UPM has developed a new generation of wood-based, sustainable functional fillers, ready to replace fossil-based, highly CO2-intensive carbon black and precipitated silica in a broad range of applications. UPM BioMotion™ Renewable Functional Fillers (RFF), distributed in Italy by Lehvoss, offer a vastly reduced carbon footprint in combination with diverse additional features that add significant value to rubber and plastic

products enabling industry to take the next step towards lighter and more sustainable future. UPM BioMotion™ RFF will be produced at UPM's, first-of-its-kind biorefinery in Leuna, Germany.

They are made from responsibly sourced hardwood from regional, sustainably managed forests with verified chain of custody.

Wood is a renewable, climate neutral feedstock. Also, wood as a second-generation biomass does not compete with food production and sustainably managed forests guarantee highest degree of biodiversity. Wood as feedstock is in line with Germany’s bio-economy strategy.

UPM BioMotion™ RFF contain more than 94% renewable carbon (certified bio-based

content by DIN Certco), have a 90% lower carbon footprint compared to standard furnace carbon black, are at least 25% lighter than traditional functional fillers, are free of polycyclic aromatic hydrocarbons (PAH), and 100% electrically insulating. UPM BioMotion™ RFF are suitable for a broad range of elastomer, TPE, and plastic products.

Total investment of the project is €750 million. Scheduled start-up will be in late 2023 with a total capacity of 220 000 tons. UPM is integrating Life Cycle Assessment (LCA) and eco-design strategies which in combination with the unique properties of UPM BioMotion™ RFF will facilitate the transition towards a more sustainable rubber and plastics industry. u

AZIENDE SOSTENIBILI
WWW.LEHVOSS.IT
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La prima bioraffineria UPM a Leuna, in Germania. / The world's first biorefinery in Leuna, Germany.

GreenRUBBER

Oldrati Group Meno emissioni di CO₂ con la gomma Ogreen

Ogni gio rno utilizziamo tanti oggetti ma non sempre sappiamo di cosa sono fatti, non rendendoci spesso conto che la gomma è protagonista in diversi momenti della nostra vita quotidiana.

Per evitare scarti di gomma e preservare l’ecosistema, nel corso degli anni, Oldrati Group ha sviluppato e dato vita a Ogreen, tecnologia in grado di creare nuovi prodotti tecnici di qualità utilizzando gomma rigenerata.

I BENEFICI DI OGREEN

Utilizzare la gomma eco-sostenibile porta con sé importanti vantaggi, in particolare l’introduzione dei principi di economia circolare applicata al mondo della gomma, la diminuzione del consumo di materie prime vergini, la riduzione degli sprechi e la riduzione di utilizzo di discariche.

Tutto finalizzato alla riduzione dell’impatto ambientale.

Tali benefici sono stati misurati anche da studi LCA (Life Cycle Assessment) che riportano una riduzione di CO2 fi-

no al 30%, in base al tipo di mescola utilizzata. O ggi i consumatori sono sempre più informati e attenti ad acquistare prodotti a basso impatto ambientale e chiedono alle aziende di soddisfare questa esigenza.

Ogreen si pone come la soluzione innovativa grazie alla quale, applicando una filosofia di riduzione dei rifiuti e utilizzo di materia prima rigenerata, si può davvero ridurre l’impatto sull’ambiente e consumare meno risorse naturali. Rigenerare gomma significa rigenerare il pianeta.

OLDRATI GROUP

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
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Alcune delle fasi del complesso e lungo processo di realizzazione della gomma rigenerata Ogreen. Some of the phases in the complex and lengthy process of the Ogreen regenerated rubber production.

SUSTAINABLE COMPANIES

Ogreen: the sustainable rubber with reduced co₂ emissions

Every day we use many objects, but we do not always know what they are made of, often not realising that rubber is the protagonist in different moments of our daily lives. To avoid waste of this latter and preserve the environment, over the years, Oldrati Group has developed and launched Ogreen, a process capable of creating new high-quality technical products by using regenerated rubber.

THE BENEFITS OF OGREEN

U sing eco-sustainable rubber brings important advantages, in particular the introduction of the principles of circular economy applied to the world of rubber, the decrease in the consumption of virgin raw materials, the reduction of waste and the reduction of the use of dumps. All aimed at reducing the environmental impact. These benefits have also been measured by LCA (Life Cycle Assessment) studies which report a CO2 reduction of up to 30%, depending on the type of

compound used. Today consumers are increasingly informed and aware of buying products with a low ecological impact and demand companies to meet this need.

O green offers an innovative solution that, by applying a philosophy of reducing waste and using regenerated raw materials, can truly reduce the environmental impact while consuming fewer natural resources.

R egenerating rubber means regenerating the Planet. u

AZIENDE SOSTENIBILI
WWW.OLDRATI.COM
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La sede del Gruppo Oldrati ad Adro (BS) dove vengono portate avanti le attività di produzione di articoli tecnici e quelle di R&D della gomma rigenerata Ogreen. The Oldrati Group's headquarters in Adro (BS), where the production of technical articles and R&D of Ogreen regenerated rubber are carried out.

Italiana Produttività ottimizzata con le macchine con piastre riscaldanti

REP international, in qualità di principale produttore di macchine nel mondo della gomma, ha una vasta esperienza nello stampaggio a iniezione e di macchine progettate su misura per applicazioni di guarnizioni piane di grandi dimensioni. Questi tipe di presse sono state sviluppate per lo stampaggio a iniezione di grandi serie che coinvolgono parti con inserti, ad esempio lo stampaggio a iniezione di guarnizioni per pacchi batteria. Sulla base della sua lunga esperienza in questo campo, REP offre una gamma completa di macchine con piastre riscaldanti di grandi dimensioni e configurazioni regolabili per soddisfare pienamente le specifiche tecniche di ogni applicazione e tutte le esigenze del cliente.

PIASTRE RISCALDANTI DI GRANDI

DIMENSIONI E BLOCCAGGIO

MULTIPLO

Le applicazioni di guarnizioni piatte di grandi dimensioni richiedono un processo impegnativo con bloccaggio di qualità su piastre di grandi dimensioni e il controllo dell'iniezione a basso volume su lunghe lunghezze del canale di iniezione.

A tale scopo, REP ha sviluppato un sistema di bloccaggio con più punti di serraggio associati alla sincronizzazione idraulica. Questa sincronizzazione garantisce una distribuzione uniforme della pressione per un serraggio ottimizzato su tutta la superficie delle piastre riscaldanti. Questo a sua volta porta a tolleranze di planarità molto strette e di conseguenza si traduce in un'eccellente qualità dei pezzi stampati.

INIEZIONE DI

E SOTTILI

SEZIONI LUNGHE

L'uso di piccole unità di iniezione combinato con alte pressioni di iniezione consente un'elevata precisione di granigliatura e la possibile diffusione di bassi volumi di mescola su lunghezze di dimensioni lunghe. Queste macchine offrono le migliori prestazioni nelle applicazioni di stampaggio senza flash. Con l'implementazione di più unità di iniezione e la divisione dei circuiti di flusso, è possibile produrre pezzi più grandi riducendo le lunghezze dei canali e spingendo i limiti del processo.

PRODUTTIVITÀ OTTIMIZZATA

Tempi di chiusura e serraggio ridotti

si traducono in cicli produttivi molto brevi, tra i più brevi sul mercato. È inoltre possibile integrare sistemi destinati allo sformatura dei pezzi e al caricamento degli inserti durante il tempo di polimerizzazione, come i kit navetta a doppia piastra per una maggiore redditività e tempi di ciclo ottimizzati.

ERGONOMIA

Le configurazioni flessibili della macchina con la piastra riscaldante installata in larghezza (lato lungo da sinistra a destra) consentono all'operatore di godere di una migliore ergonomia per raggiungere facilmente le diverse parti dello stampo. u

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
GreenRUBBER
DELLA
REP ITALIANA REP
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SUSTAINABLE COMPANIES

Optimized productivity with large-sized heating plates machines

REP international, as the premier machine manufacturer in the World of Rubber, has a very broad expertise in injection moulding and shows you its tailor-made range of machines designed for large flat gasket applications. These types of machines have been developed for large-series injection moulding involving parts with inserts, for example the injection moulding of battery pack seals. Based on its long-standing experience in this field, REP offers a comprehensive range of machines with large-sized heating plates and adjustable configurations to fully comply with the technical specifications of each application and all client's needs.

LARGE-SIZED HEATING PLATES & MULTIPLE CLAMPING

Large flat gasket applications require a demanding process with quality clamping on large-sized plates and the control of low-volume injection over long injection runner lengths.

For this purpose, REP has developed a clamping block system with multiple clamping points associated with hydraulic synchronization. This synchronization ensures even pressure distribution for optimized clamping throughout the whole surface of the heating plates. This in turn leads to very tight flatness tolerances and consequently results in the excellent quality of the moulded parts.

INJECTION OF LONG THIN SECTIONS

The use of small injection units combined with high injection pressures allows for high shot size precision and the possible diffusion of low compound volumes over long runner lengths.

These machines offer the best performances in flash less moulding applications. With the implementation of multiple injection units and the division of the flow circuits, larger parts can be produced by reducing the runner lengths and pushing the limits of the process.

OPTIMIZED PRODUCTIVITY

Reduced closing and clamping times result in very short production cycles, between the shortest ones on the market. It is also

possible to integrate systems intended for part demoulding and insert loading during the cure time, such as double-plate shuttle kits for enhanced profitability and optimized cycle times.

ERGONOMICS

The flexible machine configurations with the heating plate installed width wise (long side from left to right) enable the operator to enjoy improved ergonomics to get to the different mould parts with ease. u

AZIENDE SOSTENIBILI
WWW.REPINJECTION.IT
113

Robi Ambiente Rigenerazione di oli usati

L’

olio rigenerato Robi Oil, prodotto da Robi Ambiente di Treviolo (Bergamo), sta progressivamente consolidando la sua presenza nel settore della gomma.

Le sue caratteristiche di punto di infiammabilità, di bassi livelli di composti organici volatili (VOC), di bassa perdita di massa volatile e di redditività economica lo fanno apprezzare da diverse aziende per l’utilizzo in mescole nere di gomma naturale, SBR ed EPDM, in completa o parziale sostituzione dell’olio di processo vergine.

L’originario stabilimento di produzione si sta ormai rivelando insufficiente per soddisfare le richieste del mercato: per questo motivo è in fase avanzata di costruzione un nuovo stabilimento, che sta sorgendo nella stessa area e che dovrebbe esse -

re operativo entro la fine dell’anno in corso. L a nuova unità produttiva consentirà di aumentare il polmone dei prodotti finiti, importante per seguire adeguatamente le richieste del mercato, sarà dotato di un rinnovato laboratorio per i controlli qualitativi della produzione e per assicu -

rare un’adeguata ricerca e sviluppo nell’ambito dell’innovazione tecnologica di processi e prodotti, aiutato in questo da un nuovo impianto pilota. Con il nuovo stabilimento Robi Ambiente, nell’ottica di un sistema di economia circolare, aumenterà lo spazio destinato alla produzione e allo stoccaggio di materie prime e prodotti finiti, sarà in grado di razionalizzare i flussi in ingresso e di rigenerare tutti gli oli raccolti in prossimità. Potrà gestire adeguatamente non solo oli recuperati da sistemi idraulici, motori termici e trasformatori, ma anche olio di raccolta dal trattamento di emulsioni oleose, uniformandoli e trattandoli per ottenere olio “end of waste” secondo le norme del settore di destinazione.

Partendo dal concetto di base che l’olio usato non è un rifiuto, bensì una risorsa, Robi Ambiente si pone così l’obiettivo di ot tenere un olio di processo rigenerato pulito e di colore paglierino. u

GreenRUBBER L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
DELLA ROBI AMBIENTE
114

SUSTAINABLE COMPANIES

Regeneration of used oils

The regenerated Robi Oil, produced by Robi Ambiente of Treviolo (Bergamo) has been consolidating the presence in the rubber industry. Thanks to its characteristics of flash point, low level of volatile organic compounds (VOC), low volatile mass loss and economic profitability, it is appreciated by many companies for use in natural rubber, SBR and EPDM black compounds as a complete or partial replacement of vergin oil.

The original manufacturing facility is proving insufficient to meet the demands of the market: this is the reason why a new plant is at an advanced stage in the same area and should be operative within the end of the year.

The new production unit will increase the storage of finished products (this is important in order to follow the market needs properly), will be equipped with a renovated laboratory for production quality controls and for ensuring adequate research and devel-

opment in the field of technological innovation of processes and products, thanks also to the support of a new pilot plant. In view of a system for circular economy, Robi Ambiente will increase production and storage space of raw materials and finished products, will be able to rationalize the input flows and to reclaim all the oil collected in proximity. Oil will be recovered not only from hydraulic sys-

tems, thermal engines and transformers, but also from oil emulsions, by means of homogenization and treatment in order to obtain “end of waste oil” accordingly to the standards of the target industry.

Beginning from the basic concept that oil is not waste but resource, Robi Ambiente will aim at obtaining a clean and straw-coloured process oil. u

AZIENDE SOSTENIBILI
WWW.ROBIAMBIENTE.IT
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RPM Stampaggio a iniezione nell’era del green

Impatto ambientale, sostenibilità ed efficienza aziendale, sono da sempre oggetto di particolare attenzione per RPM.

Temi che l’azienda ha iniziato ad affrontare da anni, con il lancio della prima pressa elettrica per elastomeri Ecotronic, e che oggi a seguito di un percorso di costante ricerca e sviluppo permette a RPM di fornire una pressa ecologica ed intelligente, l’Ecotronic Short Smart Wire, in grado di offrire soluzioni per lo stampaggio degli elastomeri sempre più sostenibili nell’ottica green.

L’evoluzione tecnologica di RPM, nata nel 2003 e situata nella rubber valley nella storica sede di Paderno Franciacorta, si è accompagnata nell’arco degli anni alla necessità di guardare al futuro in ottica di ampliamento della gamma di presse, di sinergie ed estensione del mercato.

GAMMA

Le presse Ecotronic Short Smart Wire sono ora disponibili nella gamma da 140200-300 e 400 tonnellate con capacità d’iniezione da 150 a 4.000 centimetri cubi ed entro la fine dell’anno corrente sarà presentata una 100 tonnellate per lo stampaggio del silicone liquido.

SINERGIE E MERCATO

Presse fornite ai clienti storici RPM localizzati maggiormente nel mercato Italiano, che dopo più di un anno dal matrimonio con il gruppo REP International, vengono oggi, grazie alla sinergia con la storica e mondiale organizzazione tecnico commerciale REP fornite anche in tutto il mondo.

Sinergie che non solo incrementeranno sempre di più la quota di export delle

presse RPM, ma che consentiranno un continuo scambio di informazioni, di know-how, di contenimento dei costi di produzione e di visibilità.

CARATTERISTICHE DELLA

ECOTRONIC SHORT SMART WIRE

- Compattezza ed ergonomia: ingombro al suolo ridotto del 40%, con una lunghezza totale di 3100 mm per la 140 ton e di 4500 mm per la 400 ton.

- Sostenibilità ed ecologia: azionamenti elettrici con impatto ambientale ridotto al minimo, riduzione del consumo elettrico totale del 50%, riduzione degli sfidi del 14% con ottimizzazione del processo di stampaggio, nessuna necessità d’acqua, grazie al raffreddamento ad aria, nessuna contaminazione delle parti stampate, grazie all’area stampo priva di olio.

- Produttività e performance: aumento della produttività totale del 20%; tem-

pi di iniezione ridotti del 60%, tempo di vulcanizzazione ridotto del 30%; movimenti interamente simultanei con accelerazioni rapide e controllate; unità di iniezione Fifo concepita per la sostituzione rapida della mescola.

- Efficienza ed autonomia: nessun cablaggio elettrico, ma una rete di informazioni unica, connessa in ETH, high performance pack, autoregolazione dei valori in caso di variazione dei parametri (mescole, condizioni atmosferiche), diagnostica automatica con individuazione dei problemi e notifica delle azioni da intraprendere, raccolta dati sul ciclo di vita di ogni componente per una manutenzione preventiva e completa, collegamenti in remoto a PC, Tablet, Smartphone, teleassistenza con software help, sempre, ovunque su qualsiasi dispositivo, scambio informazioni e sicurezza con trasferimento dati tramite cloud Cybersecurity. u

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
GreenRUBBER
DELLA
RPM
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SUSTAINABLE COMPANIES

Injection molding in the green era

Environmental impact, sustainability and corporate efficiency have always been the subject of particular attention for RPM.

Themes that the company has been tackling for years, with the launch of the first electric press for elastomers Ecotronic, which today, following a process of constant research and development, allows RPM to supply an ecological and intelligent press, the Ecotronic Short Smart Wire, able to offer increasingly sustainable solutions for the molding of elastomers from a green point of view. The technological evolution of RPM, born in 2003 and located in the famous rubber valley in the historic headquarters of Paderno Franciacorta, has been accompanied over the years by the need to look to the future with a view to expanding the range of presses, synergies and market extension.

MACHINES RANGE

Ecotronic Short Smart Wire presses are now available in the 140-200-300 and 400 ton range with injection capacities from 150 to 4000 cubic centimeters and a 100 ton machine for liquid silicon will be presented by the end of this year.

SYNERGIES AND MARKET

Presses supplied to historic RPM customers located mostly in the Italian market, which after more than a year of marriage with the REP International group, are today, thanks to the synergy with the historic and global technical-commercial organization REP, also supplied all over the world.

Synergies which will not only increase the export share of RPM presses, but which will allow for a continuous exchange of information, know-how, production cost containment and visibility.

FEATURES OF THE ECOTRONIC SHORT SMART WIRE

Compactness and ergonomics: overall dimensions reduced by 40%, with a total length of 3,500 mm for the 140 ton and 4,200 for the 400 ton. Sustainability and ecology : electric drives with minimal environmental impact, reduction of total electricity consumption by 50%, reduced waste by 14% with optimization of the molding process, no need for water, thanks to air cooling, no contamination of molded parts, thanks to the oil-free mold area. Productivity and performance: increased total productivity by 20%, injection times reduced by 60%, curing time reduced by 30%, simultaneous movements with fast

and controlled accelerations, Fifo injection unit designed for quick compound replacement. Efficiency and autonomy: no electrical wiring, but a unique information network, High Performance Packs, self-regulation of the values in case of variation of the parameters (compounds, atmospheric conditions), automatic diagnostics with problem identification and action notification, collection data of the life for each component for preventive and complete maintenance, remote connections to PC, Tablet, Smartphone, remote assistance with help software, anytime, anywhere on any device, information exchange and security with data transfer via sim card, via Cyberseacurity cloud. u

AZIENDE SOSTENIBILI
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Tecnistamp Studiare il passato per definire il futuro

Con oltre 40 anni di attività, Tecnistamp di Corte Franca (BS) è riconosciuta oggi come una delle aziende leader nel settore europeo di stampi per articoli in gomma elastomero. Esperienza, inventiva e capacità di attrarre e fidelizzare i clienti sono le basi di un successo che dura da più di quarant’anni e che guarda oltre, con la capacità di realizzare stampi di dimensioni notevolmente differenti ma con la medesima qualità (da 300*300 mm a 1.600*1.200 mm) oggi Tecnistamp ha la possibilità di offrire stampi per qualsiasi tipo di articolo in gomma elastomero. Grazie all’acquisto della società Zanini Stampi, avvenuto nell’aprile 2023, il Team Tecnistamp si è arricchito anche di un maggiore know-how rispetto ad alcune tipologie di stampi particolarmente apprezzati nel distretto della Rubber-Valley e non solo. Dopo aver ricevuto una richiesta, il team tecnico la analizza e fornisce la soluzione migliore per mettere il cliente in una posizio-

ne privilegiata rispetto alla concorrenza. Durante la fase di progettazione stampo, i tecnici si confrontano e sviluppano tutti i progetti di Tecnistamp, dalla scelta della disposizione delle figure, alla scelta del materiale di costruzione stampo, sempre più al centro dell’attenzione durante la stesura del progetto. La richiesta di uno stampaggio in automatico da parte dei clienti ha portato Tecnistamp a sviluppare parecchie soluzioni di automatismo. L’utilizzo dei blocchi termore -

golati di iniezione (di propria costruzione e concezione) è parte fondamentale del processo di automatismo; in alternativa al completo blocco di termoregolazione, possono essere forniti inserti distributori di più semplice concezione e utilizzo che raddoppiano o quadruplicano i punti di iniezione, soluzione molto valida per particolari di medie grande dimensioni. Mani di presa, telai per scambio piastra, piastre di estrazione, sistemi cartesiani, robot antropomorfi, molti sono gli elementi ‘‘oltre allo stampo’’ che l’azienda può fornire per un ciclo completamente automatico. Un ulteriore servizio che negli ultimi anni ha riscosso un notevole apprezzamento è il Test dello stampo direttamente in Tecnistamp con la produzione di 10/15 pezzi per cavità; prova stampo possibile grazie a una pressa a iniezione di 500 Ton di proprietà dell’azienda installata presso la sede di Corte Franca. L’area produttiva di Tecnistamp si è aggiornata ulteriormente negli ultimi anni e conta oggi più di 30 centri di lavoro distribuiti in due aree produttive, una a Corte Franca e l’altra a Clusane d’Iseo. u

GreenRUBBER L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
DELLA TECNISTAMP
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SUSTAINABLE COMPANIES

The study of the past to define the future

Tecnistamp, from Corte Franca (Brescia), was founded in 1982 and today, more than 40 years after its establishment, is one of the european leading manufacturers of moulds for rubber articles.

E xperience, creativity and the ability to attract and retain the customers: here the bases for a success that lasts for more than 40 years and looks beyond. Tecnistamp can make moulds of greatly different sizes but the quality does not change (from 300x300 mm to 1,600x1,200 mm), for this reason it can offer moulds for every kind of rubber articles.

T hanks to the purchase of the company Zanini Stampi, in April 2023, Tecnistamp team added new resources and know-how in some kind of moulds particularly appreciated not only in Rubber-Valley district.

A fter receiving an enquiry, technical team analises the request and provides the best solution to put the customer in a privileged position over the competition. During the planning of moulds, technicals develops all features, from mould layout to the choice of raw materials, every project is studied and evaluated in every single detail.

T he request from customers of the automatic demoulding, gave Tecnistamp the opportunity to develop new solutions.

T he use of cold runner blocks (of Tecnistamp own design and construction) is a key part in the process, otherwise the company can supply distributor inserts – easier concept and production – that can double or even quadruple the injection points, definitely the best solution for medium-large articles. Robot grippers, external frames, demoulding plates, cartesian and industrial robot

are some of the elements “beyond the mould” that help to reach a completely automatic cycle.

Tecnistamp also offers the opportunity to test the moulds, producing 10/15 pieces for each cavities using a 500 Ton injection press own by the company and

settled in Cortefranca. A really appreciate service by the customers. T he production area has been further updated in recent years, today it has more than 30 machining centers divided in two production areas, in Corte Franca and Clusane d’Iseo.

AZIENDE SOSTENIBILI
WWW.TECNISTAMP.IT
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Tovo Gomma Strategie per la sostenibilità

’Lattenzione di Tovo Gomma verso i temi della sostenib ilità continua a crescere grazie agli stimoli che arrivano da clienti, fornitori e stakeholder. Nello stesso tempo cresce anche la consapevolezza dei rischi e delle opportunità che accompagnano questa trasformazione e la necessità di focalizzare l’attenzione sulla identificazione di nuove forme di creazione di valore. I l primo passo è stato quello di assicurarsi che tutti gli stakeholders interni comprendessero allo stesso modo gli obiettivi dell’organizzazione. A questo primo passo seguirà la fase di assessment, nella quale si andranno a raccogliere i dati e valutare lo stato di fatto dell’azienda su diversi fattori, come ad esempio le emissioni di CO2, lo smaltimento dei rifiuti e così via. L’obiettivo sarà quello, una volta individuati i valori da monitorare, di predisporre un piano strategico che tenga conto degli obiettivi di sostenibilità.

T ante cose sono già state fatte: dalla scelta dei fornitori e dei materiali da impiegare e di conseguenza nella formulazione delle ricette, all’utilizzo di mate -

riali riciclati. I noltre, massima attenzione viene posta alla riduzione dei quantitativi di sfridi e scarti e all’ottimizzazione dei cicli di produzione per rendere massima l’efficienza dei processi dal punto di vista dei consumi di energia elettrica, che in parte viene prodotta internamente con pannelli fotovoltaici. L’illuminazione degli stabili è ottenuta tramite corpi illuminanti di ultima generazione a basso consumo e ad alta efficienza. I consumi di acqua nei processi dell’azienda sono ridotti al minimo grazie a un sistema di recupero e riciclo che permette di riutilizzarne il contenuto entalpico residuo per il riscaldamento ambientale del magazzino. Nel nuo -

vo reparto delle mescole a base silicone, inaugurato nel 2021, riscaldamento e climatizzazione sono forniti da un innovativo sistema a pompa di calore con altissimo COP, che sfrutta la proprietà fluidodinamiche dell’aria a contatto con le superfici per ridurre i consumi.

L’attuazione di una politica aziendale sensibile ai temi dell’ambiente richiede un approccio integrato e attenzione ai dettagli.

Tovo Gomma intende proseguire questo cammino all’interno di una strategia di miglioramento continuo che nel futuro renderà la sostenibilità un elemento di vantaggio, anche economico, per tutti. u

GreenRUBBER L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
DELLA TOVO GOMMA
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SUSTAINABLE COMPANIES

Strategies for sustainability

The attention of Tovo Gomma to sustainability issues is continuously growing, thanks to the motivations that come from customers, suppliers and stakeholders.

At the same time, it is also growing the awareness of the risks and opportunities that accompany this transformation and the need to focus attention on identifying new forms of value creation.

The first step has been to ensure that all internal stakeholders equally understood the goals of the organization. This first step will be followed by an assessment phase, where it will be collected data to evaluate the current state of the company on various factors, such as CO2 emissions, waste disposal, etc.

O nce the values to be monitored have

been identified, the purpose will be to prepare a strategic plan that takes into account the goals of sustainability.

M any things have already been done: from the choice of suppliers and materials to be used in the formulation of recipes, to the use of recycled materials. Furthermore, maximum attention is paid to the reduction of the quantities of scraps and waste and to the optimization of the production cycles to maximize the efficiency of the processes in terms of electricity consumption, which is partly produced internally with photovoltaic panels. The lighting of the buildings is obtained through the latest generation of low-consumption and high-efficiency lighting fixtures.

The consumption of water in the company’s processes is reduced to the minimum

thanks to a recovery and recycling system that allows us to re-use the residual enthalpy content for environmental heating of the warehouse.

In the new department dedicated to silicone compounds, inaugurated in 2021, heating and air conditioning are provided by an innovative heat pump system with very high COP, which exploits the fluid-dynamic properties of the air in contact with the surfaces to reduce consumption. The implementation of a company policy geared towards the environment issues, requires an integrated approach and attention to details.

Tovo Gomma intends to continue this path within a strategy of continuous improvement that in the future will make sustainability an element of advantage, even economic, for everyone. u

AZIENDE SOSTENIBILI
WWW.TOVOGOMMA.IT
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Versalis La sostenibilità Versalis per la gomma sintetica

Versalis, società chimica di Eni, è fortemente impegnata a adottare il modello di business di Economia

Circolare con l’obiettivo di favorire la riconversione delle attività produttive mantenendo il più a lungo possibile il valore dei prodotti e dei materiali, riducendo l’utilizzo delle risorse e, contemporaneamente, valorizzando al massimo i rifiuti.

Tale approccio si esplica in tre linee di sviluppo: la diversificazione del feedstock per prodotti e/o imballi attraverso l’utilizzo di materie prime da fonti rinnovabili e di materie prime seconde; lo sviluppo di tecnologie di riciclo meccanico, fisico e chimico per plastiche e gomme attraverso ricerca interna e partnership con associazioni e consorzi; la progettazione di nuove soluzioni in ottica di ecodesign.

A fianco del continuo sviluppo di prodotti innovativi mirati alla riduzione delle emissioni durante le diverse fasi del ciclo di vita degli pneumatici e dell’articolo tecnico (SSBR, BR ed EP(D)M di nuova generazione), Versalis ha introdotto una gamma di prodotti Balance® “Bio Attributed (BA)” e “Bio-Circular Attributed (BCA)”, realizzati a partire da bio-nafta e “Circular attributed (CA)” mediante l’uso di “recycled oil” (r-Oil), ovvero olio di pirolisi ottenuto dal riciclo chimico dei rifiuti di plastica mista non riciclabili meccanicamente. La bio-nafta proviene attualmente dalle raffinerie Eni di Porto Marghera e Gela. Tale integrazione garantisce l’approvvigionamento di materia prima sostenibile che trae origine da oli vegetali (BA) e da oli alimentari esausti o altre tipologie di scarti organici (BCA).

Le materie prime Bio, Bio-Circular e Circu-

lar possono essere poi utilizzate nei processi produttivi downstream insieme alle materie prime tradizionali. Per attribuire caratteristiche di sostenibilità al prodotto finale, Versalis applica l’approccio Mass Balance, una metodologia riconosciuta che permette la corretta assegnazione della caratteristica di sostenibilità della materia prima alternativa, miscelata con la nafta tradizionale, al prodotto finale. I prodotti Balance® BA, BCA e CA sono accompagnati da una dichiarazione di sostenibilità che riporta la quantità della componente Bio, Bio-Circular o Circular attribuita e garantiscono identiche performance, qualità e proprietà rispetto ai prodotti standard, non differendo per composizione chimica e tecnologia di processo.

I prodotti Balance® sono certificati secondo lo schema ISCC Plus, una certificazione di sostenibilità volontaria che Versalis ha ottenuto in tutti i propri siti produttivi e che le consente di avere monomeri, intermedi, elastomeri e materie plastiche certificate. Tutto ciò si concretizza nell’avere già disponibili a portfolio gradi SBR, BR, EP(D)M e TPR del tipo BA e BCA, offrendo un’ampia possibilità di prodotti che vanno a coprire i principali settori applicativi quali automotive, tyre, articoli tecnici, healthcare, building, lattice di gomma e large appliances.

A completamento di questo range di prodotti saranno in futuro disponibili anche gradi NBR da Porto Torres e prodotti SBR e BR provenienti dal sito produttivo di Grangemouth (UK). u

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
GreenRUBBER
DELLA
VERSALIS
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SUSTAINABLE COMPANIES

Versalis sustainability for synthetic rubber

Versalis, Eni's chemical company, is strongly committed in adopting the Circular Economy business model with the aim of promoting the reconversion of production activities, while maintaining the value of products and materials for as long as possible, reduc ing the use of resources and, at the same time, making the most from waste. This approach is expressed in three lines of development: the diversification of feedstock for products and/or packaging using raw materials from renewable sources and secondary raw materials; the development of mechanical, physical and chemical recycling technologies for plastics and tires through internal research and partnerships with associations and consortia; the planning of new solutions from an eco-design perspective.

Alongside the continuous development of innovative products aimed at reducing emissions during the life cycle of tires and technical goods (new generation SSBR, BR and EP(D)M), Versalis has introduced a range of Balance® "Bio Attributed (BA)" and "Bio-Circular Attributed (BCA)", made from bio-naphtha and "Circular attributed (CA)" through the use of "recycled oil" (r-Oil), or pyrolysis oil obtained from the chemical recycling of mechanically non-recyclable mixed plastic waste. The bio-naphtha currently comes from Eni's refineries in Porto Marghera and Gela. This integration ensures the supply of sustainable raw material that originates from vegetable oils (BA) and from cooking oils or other types of organic waste (BCA). Bio, Bio-Circular

and Circular raw materials can then be used in downstream production processes together with traditional raw materials. To attribute sustainability characteristics to the final product, Versalis applies the Mass Balance approach, a recognized methodology that allows the correct assignment of the sustainability characteristic of the alternative raw material, mixed with traditional naphtha, to the final product.

B alance® BA, BCA and CA products are accompanied by a declaration of sustainability which shows the quantity of the assigned Bio, Bio-Circular or Circular component and show identical performance and quality compared to standard products, since chemical composition and process technology is the same.

Balance® products are certified according to ISCC Plus, a voluntary sustainability certification that Versalis has obtained in all its production sites and which allows the company to have certified monomers, intermediates, elastomers and plastic materials. All this makes it possible to have immediately available SBR, BR, EP(D)M and TPR grades of the BA and BCA type in the portfolio, offering a wide range of products that cover the main application sectors such as automotive, tyre, rubber goods, healthcare, building, rubber latex and large appliances. To complete this range of products, NBR grades from Porto Torres and SBR and BR products from the Grangemouth (UK) production site will also be available in the near future. u

AZIENDE SOSTENIBILI
WWW.VERSALIS.ENI.COM
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Vibiplast Innovazione al servizio della sostenibilità

Vibiplast, la cui sede è nel Parco Naturale del Ticino, sviluppa fin dalla sua nascita nel 1982 una particolare attenzione alla tutela del territorio adottando misure per salvaguardare l’ambiente e la sicurezza, e per rendere la propria produzio -

ne, interamente made in Italy, sempre più sostenibile.

Negli ultimi anni l’azienda ha intensificato le attività di R&D per assecondare le richieste di un mercato sempre più votato al green e per ottemperare alle diverse normative vigenti e future, tra cui la carbon footprint. Nel privile -

giare per quanto possibile le fonti europee di materie prime, il catalogo di additivi per la gomma marchiato Deltagran offre già, oltre a quelli tradizionali: polymer-bound ecosostenibili denominati “Be Free”, additivi senza nitrosammine, una linea FDA, nonché diverse alternative funzionali e meno pericolose rispetto ai più classici acceleranti e antiossidanti.

A tal proposito, fiore all’occhiello di recente sviluppo e in fase di startup è il “Deltagran ECO 101 - 75 GE”, un potente antiossidante sostitutivo del TMQ.

L a materia prima in polvere, supportata sullo speciale master polimerico di Vibiplast, è costituita da un biopolimero derivato da fonte naturale rinnovabile al 100%. La possibilità di sostituire un materiale di origine fossile, e di poterlo impiegare in moltissime formulazioni e applicazioni, lo rende un prodotto versatile, innovativo e accessibile a tutte quelle realtà che intendono adottare realmente un approccio green. u

GreenRUBBER L’INDUSTRIA DELLA GOMMA DELLA VIBIPLAST
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SUSTAINABLE COMPANIES

Innovability, innovation at the service of sustainability

Since the beginning of its history in 1982, Vibiplast - located in the Natural Reserve of “Parco del Ticino” - has always adopted a special approach to protect the environment and to make its production, which is fully made in Italy, increasingly sustainable. In the latest years, the Company has enhanced its R&D activities in order to meet the requests of a market which is becoming even more demanding in terms of sustainability and to comply to the current and future reg-

ulations, including the carbon footprint. While the company favours the European sources of raw materials as much as possible, the Deltagran product catalogue already offers the following products in addition to the traditional rubber additives: the “Be Free” eco-friendly polymer-bound chemicals, nitrosamine-free additives, an FDA range, as well as several functional and safer alternatives to the traditional accelerators and antioxidants. For this purpose, the latest flagship in a startup phase is the development of a new prod-

uct, “Deltagran ECO 101 - 75 GE”, which is a powerful antioxidant aimed to replace the TMQ. The raw material in powder, which is dispersed into Vibiplast’s special polymeric matrix, is a bio-polymer which is derived from a 100% renewable natural source.

The opportunity to replace a fossil-based material in many formulations and applications makes it a versatile, innovative and accessible product for all the businesses committed to pursue a green approach. u

AZIENDE SOSTENIBILI
WWW.VIBIPLAST.IT
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Z-Lab Software innovativi per sostenibilità e Industria 4.0

Quali sono i primi passi che un’azienda di produzione deve compiere concretamente per affrontare un percorso verso la sostenibilità?

Z-Lab propone le soluzioni software innovative ZEnergy e Z-IoT, che integrano sostenibilità e Industria 4.0. Leggendo i più diffusi protocolli disponibili sul mercato quali Modbus, OPC-UA, MQTT, acquisisce contestualmente consumi di energia e dati di produzione. Il percorso è composto da tre fasi fondamentali.

1. MISURARE I CONSUMI E DATI DI PRODUZIONE

Da presse e impianti di produzione si possono raccogliere i seguenti dati: consumi di energia elettrica, termica, gas, acqua; parametri ambientali come temperatura, umidità e qualità dell’aria; dati di produzione come numero pezzi prodotti, tem-

pi e parametri di processo. Con la soluzione integrata BollettaCheck è possibile verificare automaticamente le bollette di energia elettrica, individuando eventuali discrepanze e anomalie.

2. VISUALIZZARE E ANALIZZARE I DATI RACCOLTI

I software trasformano automaticamente i dati acquisiti in report e dashboard di semplice interpretazione per visualizzare l’andamento delle diverse linee produttive identificando, ad esempio, l’incidenza dei consumi di risorse sul singolo prodotto. Le stesse informazioni possono essere utilizzate per il Report/Bilancio di Sostenibilità ESG e visualizzate su grandi schermi situati in produzione.

3. MIGLIORARE

L’analisi dei consumi di energia e dei dati di produzione consente di individuare possibili criticità e aree di miglioramento.

Intervenendo sulle inefficienze, l’azienda ha un duplice beneficio: riduzione dei costi e del proprio impatto ambientale.

VANTAGGI

Alcuni vantaggi ottenuti dalle aziende che hanno già iniziato il proprio percorso di sostenibilità: riduzione dei consumi energetici e dei costi; ottimizzazione del coefficiente di prestazione delle macchine e degli impianti (OEE) con relativo aumento potenziale del loro ciclo vita; razionalizzazione dei processi, con riduzione dei costi di manutenzione e maggior controllo sulla qualità degli interventi tecnici; controllo di parametri quali temperature e umidità, con maggior sicurezza per persone, impianti, ambienti.

Z-Lab - Top Partner Zucchetti, con le soluzioni software ZEnergy e Z-IoT aiuta concretamente le aziende nel processo di digitalizzazione, introducendo un percorso di sostenibilità e Industria 4.0 integrabile con i sistemi gestionali presenti in azienda. u

GreenRUBBER L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
DELLA Z-LAB
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SUSTAINABLE COMPANIES

Innovative software for sustainability and Industry 4.0

What are the first steps that a manufacturing company must concretely take to start a path towards Sustainability? Z-Lab offers the innovative software solutions ZEnergy and Z-IoT that integrate Sustainability and Industry 4.0. By using the most common protocols available on the market such as Modbus, OPCUA, MQTT, they simultaneously acquire energy consumption and production data. The route consists of three basic stages.

1. MEASURING CONSUMPTION AND PRODUCTION DATA

From presses and production plants the following data can be collected: consumption of electricity, heat, gas, water; environmental parameters such as temperature, humidity and air quality; production data such as number of produced pieces, time and process parameters. Bol-

lettaCheck is an integrated solution that automatically check electricity bills, identifying any discrepancies and anomalies.

2. VIEW AND ANALYSE

THE COLLECTED DATA

T he software solutions automatically transform the acquired data into easy-to-interpret reports and dashboards to display the progress of the various production lines, identifying, for example, the impact of resource consumption on the single product.

The same information can be used for ESG Sustainability Report and displayed on large screens located in production area.

3. IMPROVE

The energy consumption and production’s data analysis help to identify critical issues and improvement areas. By intervening on inefficiencies, the company obtains a double benefit: cost reduc-

tion and mitigation of its environmental impact.

ADVANTAGES

S ome advantages obtained by companies that have already started their own sustainability path: reduction of energy consumption and costs; optimization of the performance coefficient of machines and systems (OEE) with the related potential increase in their lifecycle; rationalization of processes, with reduction of maintenance costs and greater control over the quality of technical interventions; control of parameters such as temperature and humidity, with greater safety for people, systems, environment.

Z-Lab - Top Zucchetti Partner, with ZEnergy and Z-IoT software solutions, concretely helps companies in the digitalization process, introducing a unified path of sustainability and Industry 4.0 that can be integrated with the company’s ERP systems. u

AZIENDE
SOSTENIBILI
WWW.Z-LAB.IT
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Gli inserzionisti di questo numero

AFFRI 15 www.affri.com BRENNTAG I COP www.brenntag.com COATING TECHNOLOGY 3 www.coatingtechnology.net COLMEC 33 www.colmec.it COMERIO ERCOLE 1 www.comercole.it COMPOUNDS 21 www.compounds.ch DESMA 56-57 desma.biz ELASTOMERS UNION 73 www.elastomersunion.it EVERCOMPOUNDS 5 www.evercompounds.com G3 49 www.g3machinery.com GIBITRE INSTRUMENTS 65 www.gibitre.it IMG 24-25 www.imgmacchine.it INTERBUSINESS III COP www.interbusinessgroup.com JP-TECH 17 www.jp-tech.it LEHVOSS ITALIA 31 www.lehvoss.it OLDRATI GUARNIZIONI CARTONCINO www.oldrati.com R.P.M. II COP www.rpm-srl.it REP ITALIANA 8-9 www.repinjection.it RESCHEM ITALIA 39 reschemitalia.com R.O.B.I. 77 www.robiambiente.it SYNTHOS SCHKOPAU GMBH 7 www.synthosgroup.com TECNISTAMP IV COP www.tecnistamp.it TOVO GOMMA 53 www.tovogomma.com Z-LAB 61 www.z-lab.it
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
GreenRUBBER

TAKING CARE. THE MOST IMPORTANT PART OF OUR JOB.

Care and attention for Health, Safety and Environment are more than an attitude for us.

They’re key elements of Interbusiness Group’s mission and our way in the production and distribution of INTERCURE®, our niche selection of curing agents and accelerators for special elastomers.

Our commitment: we work today, taking care of tomorrow.

INTERBUSINESSGROUP.COM INTERBUSINESS S.R.L. IB CHEM S.R.L. INTERBUSINESS U.S.A., INC.

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