by l’Orafo italiano
CH ARMI N G I T AL Y FOCU S ON VE N I C E
Alunno & Co.
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EDITORIAL
Belli, ben fatti, curati in ogni particolare: i gioielli italiani si riconoscono per la loro particolare forza espressiva, frutto a sua volta dell’abitudine secolare a una manifattura artigianale e all’armonia di paesaggi e centri abitati unici al mondo. Ecco perché abbiamo deciso di inaugurare con questa edizione speciale dell’Orafo International una serie di pubblicazioni che renderanno omaggio a diverse città italiane considerate vere e proprie icone nei campi della cultura, dell’arte o dell’imprenditorialità. Questo tour nella bellezza comincia da Venezia, un capolavoro di grazia e romanticismo che non ha eguali al mondo: impossibile da descrivere se non per metafora o iperbole, “lusinghiera e ambigua”, secondo Thomas Mann, Venezia è da sempre fonte inesauribile di ispirazione per artisti di ogni epoca e provenienza. E naturalmente per i gioiellieri, che per le loro creazioni continuano ad attingere ai suoi scorci, ai decori dei suoi palazzi e ai suoi colori, alle sue maschere misteriose e alle gondole, ai riflessi dei vetri soffiati, alle avventure di Casanova e alle imprese di Marco Polo… Città meravigliosa che ama l’arte quanto il divertimento, romantica come nessun altro posto al mondo, Venezia si prepara al nuovo anno con un calendario fitto di appuntamenti imperdibili per quanti amano l’arte e la bellezza in tutte le loro forme.
Beautiful, well made, perfect in every detail: Italian jewels can be recognised thanks to their peculiar expressive strength, result, in its turn, of a century-old custom to artisan manufacturing and to the harmony of unique landscapes and cities. For this reason, we decided to open with this special edition of l’Orafo International a series of publications that will pay tribute to several Italian cities known for their cultural, artistic or entrepreneurial value. Our journey through beauty starts from Venice, a city symbol of grace and perfect romanticism. Impossible to describe without using a metaphor or a hyperbole, “flattering and ambiguous” according to Thomas Mann, Venice has been and still is an endless source of inspiration for artists worldwide. And obviously for jewellers too, that, for their creations, have always drawn from its views, the decorations of its palaces and its colours, its mysterious masks and gondolas, the reflections of blown glasses, the adventures of Casanova and the enterprises of Marco Polo... A wonderful city that loves art as much as fun, romantic like no other place in the world, Venice prepares for the new year with a calendar full of unmissable events for those who love art and beauty in all their forms.
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DI RE TTORE RE S P ON S A B I L E A N DR E A A IE L L O DI RE TTORE C RE A TI VO DO ME N IC O F E ST A d o m e n ic o .fe s t a @ e d ifis .it C OORDI N A M E N TO E DI TORI A L E A N T O N E L L A GA R E L L O a n t o n e lla .g a r e llo @ e d ifis .it I N RE DA Z I ON E SIMO N A IN F A N T O L IN O C OL L A B ORA TORI LEA ALLEN , R O SA C HIE SA , SIMO N E T T A DE P A SC A , O R L A N DO P A ST O R E L L O , SA MA N T HA P R IMA T I, Y L E N IA R A IA , L A UR A SA L A P ROG E TTO G RA F I C O F A BR IZIO MA J E R N A A RTW ORK C L O SE UP ST UDIO S TRA DUZ I ON I P R O MO -E ST P UB B L I C I TÀ d ir c o m @ e d ifis .it TRA F F I C O P UB B L I C I TA RI O F R A N C E SC A GE R BIN O fr a n c e s c a .g e r b in o @ e d ifis .it S TA M P A C P Z S.P .A . C O ST A DI ME ZZA T E BG EMAIL o r a fo @ e d ifis .it W E B S I TE w w w .o r a fo it a lia n o .it S upple m e n t o a l n u m e r o 1 1 / 1 2 2 01 9 d e l’ O r a fo It a lia n o .
PUBL I SHER
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L’ORAFO INTERNATIONAL
Foc u s on
58 64 68 72 74 76
VENICE Spilla Moretto Paola di Nardi Venezia
82 86 88 90 92 96 100 102 104 106
ART Mostra del Cinema Red Carpet La Biennale Tour Casanova Da Tiziano a Rubens A look around
EVE NTS Carnevale I serpenti di Bulgari Festa del Redentore Regata Storica Venice Design Week The Venice Glass Week
H OSPITALIT Y Aman Venice Hilton Molino Stucky Hotel Danieli The St. Regis Venice
SOMMARIO V IS U AL
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A Play of Seduction
MO D A
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Savage is the New Black
TR E N D
Love
Giordana Giordini
A L T AG AM M A
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Sei trend per il futuro
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by l’Orafo italiano
Black & White
IN T E RV I E W
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CH A R M I N G I T A LY
Blooming Flowers Bracciale Venetian Princess di Roberto Coin
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FO CU S O N V E N I CE
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In copertina: orecchino di Alunno & Co. in argento. Cover: silver earring by Alunno & Co. Photo & Artwork di Close Up Studios.
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Coming together is a beginning. Keeping together is progress. Working together is success.
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Visual
A PLAY OF
SEDUCTION / di Domenico Festa Artwork Laura Sala
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VISUAL
In apertura: anelli della collezione Titanium di Giovanni Ferraris in titanio con diamanti bianchi, diamanti fancy e zaffiri. Pagina a fianco: spilla Hera trasformabile di Wallace Chan in titanio e porcellana con opale, perle e pietre preziose colorate tra cui diamanti gialli, smeraldi, tsavoriti e zaffiri Padparadscha. In questa pagina: anelli di Remida Tornaghi in oro bianco rodiato blu e verde con diamanti della collezione Ottovolante.
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L’ORAFO INTERNATIONAL
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VISUAL
Pagina a fianco: anello in oro bianco e titanio con rubellite centrale taglio cuore di 14,4 carati, tzavoriti taglio marquise, rubelliti e ametiste taglio brillante. Collezione Red Carpet di Chopard. In questa pagina: orecchini di Busatti Milano in titanio con diamanti e zaffiri rosa.
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MODA
SAVAGE IS THE NEW
BLACK / di Lea Allen
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In apertura: accessori della collezione invernale 2020 di Dolce&Gabbana. In questa pagina, da destra, in senso orario: sfilata SS2020 di Ermanno Scervino; orecchini Leopard Swing di Mignonne Gavigan in ottone placcato oro con perline; Josephine Baker e il suo ghepardo Chiquita.
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MODA
C’era una volta Josephine Baker che passeggiava per le vie di Parigi con un ghepardo al guinzaglio, il collare era di diamanti. Quel cucciolo di felino si chiamava Chiquita. Correva l’anno 1930 circa… Erotica e trasgressiva, «la donna più sensazionale che abbia mai visto», come la definì Hemingway, ha fatto del suo animale un accessorio di tendenza. Non per tutti. L’ha elevato a quello che effettivamente è l’animalier style: esotico e sensuale. Quest’anno si è visto su tutte le passerelle, anche se non significa che sia un ritorno, perché questo pattern è un’eccentricità entrata a far parte del regno dei grandi classici. L’ultimo trend immortale. Da usare sempre, ma con garbo. L’equazione animalier-volgarità è quanto di più matematicamente errato possa esistere. Un cappotto di cammello può essere pacchiano quanto un cappotto leopardato. Che sia sexy, invece, è un dato di fatto che difficilmente si può contraddire. Il come lo si
A sinistra: sfilata SS2020 di Etro. In basso: anello di Prestige in oro giallo smaltato a mano della collezione Jaguar.
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In questa pagina, dall’alto: total look Dolce&Gabbana FW2020; collana di Sicis in oro bianco con diamanti, zaffiri gialli e arancio, topazio imperiale e micromosaico della collezione Damisa.
porti è solo una questione di attitudine. Si sa che lo stile è un modo semplice per dire cose complicate, per questo motivo l’animalier va semplicemente trattato con cautela. Come? È più facile di quanto possa sembrare. Qualche regola può essere utile per orientarsi nella savana, con un presupposto: che si indossi solo se è nelle proprie corde. La prima regola è molto saggia: va considerato un basic. Il miglior modo per domarlo è trattarlo come se fosse un capo nero, cammello o blu. La seconda regola è quella dell’uno. Un solo e unico pezzo, che sia un cappotto, un pantalone, una pencil skirt, o un abito. In questo caso libertà assoluta alla decorazione, può essere carico di ricami e strass, secondo l’interpretazione di Dolce&Gabbana. Terza regola: osare ciò che non si oserebbe mai. Ovvero caricare con stile. Cappotto animalier e abito a righe Breton, lo fece Edie Sedgwick negli anni ‘60 con ottimi risultati, lo si può riproporre oggi. Quarta regola: interpretarlo à la garçonne. Come la sapiente versione di Ermanno Scervino per la primavera estate, spolverino leopardo e pantaloni pigiama in twill azzurro
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millerighe oppure blazer leopardo e camicia bianca da uomo button-down. Atomico. Quinta regola: non usarlo mai nelle versioni colorate. La stampa maculata è una e sola, nella sua riproduzione del manto naturale del felino. Solo così può essere un classico. Once upon a time Josephine Baker used to walk through the streets of Paris with a cheetah on the leash that wore a diamond collar. That baby feline was called Chiquita. It was around the year 1930... Erotic and transgressive «the most sensational woman I have ever seen» as she was defined by Hemingway, turned her animal into a trendy accessory. Not for all. She rose it to what the animalier style truly is: exotic and sensual. Although this year it has been admired on all the fashion shows, this does not mean it is coming back: this pattern is an eccentricity that has become a part of the kingdom of big classical items as it is the last immortal trend. To be used always, though with grace. The animalier-vulgarity equation is the most wrong that can exist on a mathematical point of view. A camel coat can be as gaudy as a leopard print one. The fact that it is sexy, though, is something that can be hardly contradicted. The way it is worn is just a question of attitude. We know that style is a simple way to say complex things and for this
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reason the animalier must be simply treated with caution. How? It is easier than it can seem. Some rules can be useful to orientate in the savannah, with an assumption: that the person wears it only if she is familiar with it. The first rule is extremely wise: it must be treated like a basic accessory. The best way to tame it is to consider it as a black, camel or blue piece of clothing. The second rule is that of the “unique”. A single and unique item, either a coat, a pair of trousers, a pencil skirt, or a dress. In this case, full freedom with decoration: it can be loaded with embroideries and strasses, according to the interpretation of Dolce&Gabbana. Third rule: dare what you would never dare. That is, overload with style. Animalier coat and a Breton striped dress. Edie Sedgwick did it in the sixties with excellent results and it can be proposed again today. Fourth rule: interpreting it choosing the garçon style. Like the wisdom version of Ermanno Scervino for spring-summer, leopard print duster-coat and pyjama pants in stripped light blue twill or a leopard print blazer and a button down men’s white shirt. Exceptional. Fifth rule: never use it in its coloured versions. There is only one speckled print, in its reproduction of the feline natural fur. Only in this way it can be a classic item.
In questa pagina, dall’alto: pubblicità Cartier della collezione Panthère de Cartier; sneaker della linea Puma x Sophia Webster; accendino Saint Laurent; clutch di Hunting Season.
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BLOOMING
CA ROLINA H ER R ER A
BROSWAY
GIA MBATTI STA VALLI
FLOWERS
di Lea Allen
D O LCE& GAB BANA
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TREND
La natura si risveglia dal lungo letargo invernale e anima abiti dai volumi leggeri e fluttuanti; la primavera non sembra più così lontana e i fiori scandiscono il tempo che manca al suo sbocciare
VA LENTINO
JA SON WU
DRIES VA N NOTEN
PH ILOSOPH Y BY LOR ENZO SER AFI NI
WEWOOD
OU I & M E
MA RY F R A NCES
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L’ORAFO INTERNATIONAL
B L AC K
& WHITE
DRIES VA N NOTEN
LANVI N
DORI C SENGERI
PICTO
PROENZA SCH OU L ER
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di Lea Allen
TREND
È uno dei grandi classici della moda: l’iconico abbinamento tra bianco e nero non perde mai il proprio appeal e rimane un evergreen per ogni guardaroba, anche con qualche piccola contaminazione di colore
CA LCATER R A
BOSS
CH IA R A BONI
A NTÚR A
D R . MARTENS
M I C HAEL KORS
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1. Orecchini Love della collezione The Ribbon di In Lebole in ottone galvanizzato oro con dettagli in tessuto e pietre naturali. 2. Bracciale Chakra Love di Brosway in acciaio e pvd oro rosa con cristalli Swarovski. 3. Bracciale Love di Amen in argento rodiato e zirconi. Collezione Amore. 4. Bracciale di Kurshuni in argento con zirconi. 5. Bracciale di Agnes in argento e smalti. 6. Collana di Rue des Mille personalizzabile in argento placcato oro rosa. 7. Collana Love di Baby Chibi in argento. 8. Bracciale Love della Life Collection di Kidult in acciaio con charm smaltato e cristallo. 9. Bangle Love della Disney Collection di Stroili in acciaio rosato e strass con Minnie e Topolino. 10. Mono orecchino di La Petite Story in ottone con cubic zirconia. Collezione Exigo.
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TREND
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INTERVIEW
UN’IMPRESA DI FAMIGLIA / di Antonella Garello
In oltre mezzo secolo di attivitĂ Giordini, storico marchio del distretto orafo aretino, ha sempre affrontato con successo le sfide dei mercati: investendo in ricerca e innovazione e credendo nelle strategie condivise
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In apertura: una suggestiva campagna pubblicitaria Giordini. In questa pagina, due esempi della produzione dell’azienda aretina.
Pagina a lato: tre generazioni della famiglia Giordini. Al centro della foto Olga Santini, fondatrice dell’azienda. La affiancano i figli Giordana e Alessandro. A sinistra e a destra dell’immagine i figli di Giordana, Jacopo Maria e Costanza Angiolini.
Marchio storico dell’oreficeria Made in Italy, Giordini ha alle spalle 55 anni di attività e una storia per molti aspetti comune a tante imprese orafe di famiglia che disegnano il tessuto produttivo del distretto aretino. «Ufficialmente l’azienda è stata fondata da mia mamma, Olga Santini, nel 1964 racconta Giordana Giordini, oggi titolare del marchio insieme al fratello Alessandro, di nove anni più giovane - ma in realtà lei aveva già accumulato anni di esperienza in un laboratorio artigianale. Così io fin da piccola ho conosciuto i gioielli e frequentato l’azienda, ne ho per così dire respirato l’aria e mi sono fatta contagiare dall’entusiasmo e dall’energia dei miei genitori. Non ho mai
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pensato ad attività alternative, ho capito subito che quello sarebbe stato il mio mondo e all’interno di quel mondo, quando una trentina di anni fa sono entrata in azienda, ho potuto scegliere l’attività che più mi era congeniale: la vendita e il rapporto coi clienti, in giro per il mondo». Appassionata di viaggi, curiosa delle lingue e delle culture di altri Paesi, Giordana ha esordito seguendo di persona il mercato americano, allora sbocco principale per le esportazioni dell’azienda, un’oreficeria classica molto richiesta dai rivenditori USA. «Sono stati anni ricchi di esperienze e bellissimi - racconta - anche perché sono riuscita a far quadrare il lavoro, che per me è un aspetto fondamentale della vita, con la gestione dei miei due figli, che non a caso sono diventati due appassionati della vita e della cultura americane». Una decina di anni dopo ha fatto il suo ingresso in azienda anche il fratello Alessandro e la divisione dei compiti è stata naturale: Giordana ha continuato a seguire l’aspetto commerciale, Alessandro («che per fortuna ai viaggi preferisce la tecnologia!») si è assunto la responsabilità della produzione, della ricerca e dell’innovazione.
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Ogni azione e ogni decisione è condivisa ed è il frutto di un confronto continuo tra i due, ognuno si arricchisce dalle esperienze e dalle attività dell’altro e così, considerando le conseguenze dell’11 settembre sul mercato americano e la concorrenza sempre più aggressiva di altri Paesi, in primis Cina e Turchia, è stata presa la decisione di cambiare rotta. «Abbiamo investito in macchinari tecnologici di ultima generazione per realizzare gioielli in elettroformatura destinati a nuovi, più promettenti mercati. Non è stato solo un investimento impegnativo dal punto di vista economico, ma un cambio di passo radicale che ha interessato un intero reparto, coinvolgendo tutti i dipendenti e i designer, che hanno dovuto acquisire una formazione specifica. Un salto nel vuoto un po’ temerario, che però si è rivelato la decisione giusta!». La nuova produzione in elettroformatura, con gioielli dai grandi volumi ma con un peso contenuto e caratterizzata da una maggiore creatività, ha permesso l’accesso a nuovi mercati, in particolare quelli arabi e nordafricani. «Non è più possibile ormai puntare su un unico mercato: l’instabilità politica di colpo può rendere problematiche situazioni consolidate». Da qualche anno in azienda - che conta ormai una trentina di addetti - è subentrata
la terza generazione, con i figli di Giordana: Jacopo la affianca nella gestione del commerciale, viaggiando molto e captando idee per nuove creazioni, Costanza si è diplomata in Design del Gioiello allo IED di Roma e a settembre ha presentato a VicenzaOro il proprio brand GiòElle, una linea di alta gioielleria in oro 18 carati, diamanti e pietre preziose dal design contemporaneo, che si avvale di una comunicazione e di una distribuzione a sé, con largo uso del web e dei social media. Quattro anni fa Giordana è stata eletta presidente della sezione orafi e gioiellieri Confindustria Toscana Sud, un’esperienza impegnativa ma gratificante perché ha permesso, a lei legatissima al suo territorio e al settore, un confronto continuo con i colleghi e con le istituzioni, le banche, le fiere, approfondendo le comuni difficoltà e problematiche aziendali. La maggiore soddisfazione, considerando il tradizionale individualismo del comparto, è stata vedere come piano piano si andasse costruendo una coesione tra le aziende e un fronte comune per raggiungere obiettivi condivisi. «Oggi le nostre imprese affrontano quotidianamente difficoltà enormi: eppure non posso che essere ottimista perché in questi anni in Confindustria ho visto negli
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imprenditori tanta forza di volontà e tanto coraggio, la passione per il loro lavoro e soprattutto l’orgoglio di portare nel mondo quel Made in Italy che resta ancora un fiore all’occhiello, ovunque apprezzato e sempre ambìto». A long-standing Italian jewellery brand, Giordini has 55 years of experience in the industry and a history similar to that of many other family-owned jewellery companies in the Arezzo jewellery district. «The company was officially founded by my mother, Olga Santini, in 1964 - says Giordana Giordini, now co-owner of the brand with her brother Alessandro, nine years younger than her but in fact she had already gained years of experience in an artisanal workshop. So, from an early age, I got to learn about jewellery, and I often visited the company; I soaked up its atmosphere and I was inspired by my parents’ enthusiasm and energy. I never thought I could have any other jobs; I always knew that this was what I was going to do and, when I joined the company some thirty years ago, I had the opportunity to work in the area that suited me best: sales and global customer relationships». Passionate about travel, curious about other languages and cultures, Giordana’s first job
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Qui a fianco: la nuova campagna Giordini. Gli orecchini fotografati fanno parte della collezione Forme.
was to deal with the US market, the biggest export market for the company back then, as their classic jewellery pieces were in high demand by US retailers. «Those years were awesome and I learned so much – she says – also because I was able to find the right balance between work, which is an essential part of my life, and my two children; it is no coincidence that they have become passionate about American lifestyle and culture». Some ten years later, her brother Alessandro also joined the company,
and divided the workload with ease: Giordana continued to cover sales, Alessandro («who fortunately prefers technology to travel!») took charge of production, research and innovation. Every action and every decision are the result of continuous dialogue between them, and each of them is enriched by the other’s experiences and activities. Given the consequences of 11 September on the American market and the increasingly aggressive competition from other countries - mainly China and Turkey - the decision
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was made to change course. «We have invested in cutting-edge machinery to make electroformed jewellery for new, more promising markets. It was not only a financially demanding investment, but a radical change that has affected an entire department, involving all employees and designers, who received specific training. It was a little reckless, but it turned out to be the right decision! ». Larger in size yet lightweight, characterised by greater creativity, electroformed jewellery enabled the company to access new markets, especially Arabian countries and North Africa. «We can no longer focus on a single market: political instability can suddenly upset well-established situations». With around thirty employees now, the third generation of the family joined the business in recent years, with Giordana’s children: Jacopo supports her in sales management, while Costanza graduated in Jewelery Design from IED Rome. In September, at VicenzaOro, she launched her own brand GiòElle, a contemporary-style range of high jewellery in 18-carat gold, diamonds and precious gemstones, with its own distribution and communication channels, making extensive use of the web and social media. Four years ago Giordana was elected president of the goldsmiths and jewellers section of Confindustria Toscana Sud; it was a challenging but rewarding experience that enabled her – who is deeply attached to her region and industry – to engage in ongoing dialogue with colleagues and institutions, banks and trade fairs, and learn more about common problems and business issues. Considering the traditional individualism of the jewellery industry, the greatest satisfaction was seeing a gradual growth of cohesion among companies and a common vision to achieve shared goals. «Our businesses are facing major difficulties daily; yet I can only be optimistic, because in these years at Confindustria I have seen so much willpower and courage among entrepreneurs, so much passion for their work, and above all their pride to bring to the world the excellence of the Made in Italy label, which is still desired and sought after worldwide».
Foto di Claudio Minenti
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ALTAGAMMA
SEI TREND PER IL FUTURO / di Antonella Garello
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senso diventeranno cruciali le emozioni, le esperienze e la conoscenza. Nei consumi sarà cruciale la qualità, sempre all’insegna della sostenibilità. “Per i nuovi prodotti, i giovani designer e le aziende più lungimiranti utilizzeranno il bio-design e il flusso dei rifiuti in modi innovativi ed efficaci. Le imprese, adattandosi per soddisfare le aspettative di consumatori più consapevoli, scopriranno che queste strategie ridurranno al tempo stesso i costi”.
Ideata da Altagamma in partnership con Agenzia ICE e Fiera Milano, la seconda edizione di Next Design Perspectives si è svolta a Milano a fine Ottobre all’interno del Gucci Hub con la curatela di Deyan Sudjic, direttore del Museo del Design di Londra. La conferenza ha costituito un momento di riflessione tra protagonisti d’eccezione intorno al tema del design, inteso come processo creativo e innovativo in grado di dare una nuova prospettiva sui trend futuri e di aiutarci a interpretare il mondo che ci circonda - e a prepararci di conseguenza. Di fronte ai cambiamenti in atto, profondi e rapidissimi, si modificano altrettanto rapidamente i concetti di privacy, consumo, socialità; gli sviluppi tecnologici e le problematiche emerse nel nuovo millennio prospettano scenari, lavori, necessità e soluzioni difficili anche solo da immaginare. I sei trend presentati nel corso del convegno ruotano intorno ai temi dell’inclusività, della sostenibilità, del confronto generazionale, della rivalutazione della casa e della cura di sé. THE AGE OF SYSTEMS In un mondo che diventa sempre più complesso, sarà richiesta un’efficace combinazione di design thinking e di pensiero sistemico. “Progettare sistemi migliori diventerà perfino più importante che progettare i prodotti stessi. In controtendenza rispetto agli obiettivi a breve termine, oggi prioritari, il pensiero a lungo termine ha iniziato a emergere in diversi ambiti artistici e culturali, e questo è destinato a influenzare anche il mercato”. THE END OF MORE Finita l’epoca dell’accumulo, piuttosto che possedere più cose, le persone vorranno soddisfare i propri desideri e in questo
THE HOME HUB La casa sta diventando un luogo di innovazione e di socialità, le persone concentrano sempre più attività all’interno dei propri spazi e gli spazi sono fluidi, senza più una precisa destinazione d’uso. “I Millennial stanno guidando questo tipo di trasformazione (secondo uno studio USA, trascorrono a casa il 70% del tempo in più rispetto al resto della popolazione). Stare a casa sta diventando più semplice e più ambito e sentirsi ‘a casa’ con un brand, in negozio e online, sarà fondamentale”. THE AGE GAP Se in molte parti del mondo la popolazione vive più a lungo, a fronte di un calo della natalità, altrove, in particolare nelle economie emergenti di Asia e Africa, la popolazione è più giovane e i brand devono sapere cogliere le opportunità offerte da queste generazioni. “I brand avranno bisogno di parlare a entrambi i gruppi: la tecnologia, i social media e gli spazi retail forniranno le opportune soluzioni”. INCLUSIVE NETWORKS La domanda per il design inclusivo crescerà e la diversità sarà riconosciuta e celebrata. Si privilegerà il pensiero pluriversale, con l’apporto di diversi punti di vista nel pensiero e nella progettazione e il coinvolgimento di professionisti provenienti da altri settori. Il design sarà rispettoso, con una visione più olistica, concentrata sulla connessione tra forme viventi. “I giovani nei prossimi anni cercheranno sempre più marchi che celebrano l’heritage locale, grazie anche al miglioramento qualitativo dei prodotti domestici e all’emergere di un nuovo nazionalismo”. DIGITAL CRAFTSMANSHIP “Poiché i consumatori di oggi si rivolgono sia al mondo reale sia a quello digitale, i marchi e i rivenditori di moda lungimiranti adottano tecnologie XR (Cross reality) per prepararsi al cambiamento. Andando avanti, i negozi senza prodotti condurranno il visitatore in un viaggio sempre più coinvolgente negli acquisti, mentre l’abbigliamento e gli arredi puramente digitali saranno utilizzati per i social media, lavoro e giochi”.
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ALTAGAMMA
Digital Craftsmanship Kerry Murphy, founder, The Fabricant.
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Due suggestioni: sopra, Inclusive Networks; pagina a lato: The home Hub.
The second edition of Next Design Perspectives, designed by Altagamma in partnership with Agenzia ICE and Fiera Milano, was held in Milan at the end of October within the Gucci Hub, curated by Deyan Sudjic, director of the Museum of Design in London. The conference represented an occasion for reflection among the eminent protagonists on the issue of design, meant as a creative and innovative process able to provide a new perspective on future trends, to help us interpret the surrounding world - and to prepare accordingly. Before the ongoing changes, which are both deep and extremely fast, the concepts linked to privacy, consumption, social interaction, technological developments change just as fast and the issues arisen in the new millennium advance scenarios, works, necessities and solutions that are difficult even to imagine. The six trends which were presented during the meeting revolve around the themes of inclusiveness, sustainability, generation confrontation, the revaluation of the house and of the personal care.
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THE AGE OF SYSTEMS In a world that is becoming increasingly complex, an efficient combination of design and system thinking will be required. “Designing better systems will become even more important than designing the products themselves. As a countertrend when compared to short-term objectives, now a priority, the long term thinking has started to emerge in various artistic and cultural domains and this is meant to influence also the market”. THE END OF MORE Once the age of accumulation ends, rather than owning more things, people will be ready to satisfy their desires and, in this sense, emotions, experiences and knowledge will become crucial. In consumptions, quality will become pivotal, always under the sign of sustainability. “As for the new products, young designers and the most farsighted companies will use biodesign and the waste flow in innovative and efficient ways. While adapting to meet the expectations of the most conscious consumers, companies will discover that these strategies will also reduce costs”.
ALTAGAMMA
THE HOME HUB Home is becoming a place of innovation and sociability, people are concentrating more and more activities within their own spaces and such spaces are fluid, without a specific use. “Millennials are leading this type of transformation (based on a US study, they spend at home 70% more of their time when compared to the rest of the population). Staying at home is becoming more simple and sought after and feeling ‘at home’” with a brand and on line will be fundamental”. THE AGE GAP Even though in many parts of the world the population lives longer, against a drop in birth rate, elsewhere, and in particular in many emerging economies of Asia and Africa, the population is younger and brands must be able to seize the opportunities offered by such generations. “Brands will have the need to speak to both these groups: and technology, social media and retail spaces will offer the proper solutions”.
INCLUSIVE NETWORKS The demand for inclusive design will increase, diversity will be acknowledged and celebrated. Multiversal thinking will be privileged, with the support of different points of view in thinking and design, involvement of professionals from other sectors. Design will be respectful with a more holistic vision, focused on connections between living forms. «Young people will be looking for brands celebrating the local heritage, thanks to the qualitative improvement of domestic products and the rise of a new nationalism». DIGITAL CRAFTSMANSHIP “As today’s consumers turn to both the real and the digital world, farsighted fashion brands and retailers adopt XR technologies to prepare for the change. Over time, stores without products will lead the visitor through an increasingly more involving journey into purchases while purely digital clothing and furniture will be used for social media, work and play”.
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I relatori che hanno partecipato a Next Design Perspectives 2019 / Invited speakers: Klaus Busse, Head of EMEA FCA Design; Adrian Cheng, Fondatore di K11; Roberto Cingolani, ex Direttore Scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia e Chief Technology and Innovation Officer di Leonardo; Claudia D’Arpizio, Partner di Bain & Company; Sara Ferrero, CEO di Valextra; Caroline Issa, CEO e Fashion Director di Tank; Philipp Rode, Executive Director, LSE (London School of Economics and Political Science) Cities; i designer Ilse Crawford, Tom Dixon, Piero Lissoni e Patricia Urquiola; Marcus Engman, ex Head of Design di IKEA e Direttore Creativo di Skewed; lo chef Davide Oldani; Nadja Swarovski, Executive Board Member di Swarovski; Vittorio Radice, Vice Presidente di Rinascente; Carlo Ratti, Direttore del Senseable City Lab al MIT di Boston; Hong Zhou, Presidente degli Istituti di Ricerca Huawei in Europa e in Russia e Lisa White, Director of Lifestyle & Interiors and Future Innovations di WGSN.
www.rvidee.it
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Fo cus on
VENICE / di Rosa Chiesa, Antonella Garello, Simona Infantolino
M a gnifica e romanti c a , Venez ia si r ivela a i vi s i ta tori in tutto il suo inc a nto tra arte, r a ssegne, tra d i zi oni secola r i: sullo sfond o d i pa la zzi, scor ci e p ros p etti ve d i incompa ra b ile b el l ezza .
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MOSTRA DEL CINEMA
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A fianco: red carpet davanti alla Sala Grande in occasione della proiezione di Tutto il mio folle amore durante la 76esima edizione del Film Festival. La pellicola è stata presentata fuori concorso e ha poi riscosso grande successo al botteghino.
Se le origini della prima Esposizione Internazionale d’Arte risalgono al 1895, è solo nel 1932 che La Biennale, con presidente il conte Giuseppe Volpi di Misurata (da cui prende il nome la famosa Coppa Volpi per i migliori attori e attrici) diede vita al primo festival cinematografico mai organizzato al mondo, la Mostra d’Arte Cinematografica, tenutasi sulla terrazza dell’Hotel Excelsior. Dal 1935, vista l’immediata popolarità dell’evento culturale e l’indubitato fascino di costume suscitato, la Mostra diventa annuale e nel 1937 si inaugura un luogo dedicato, il Palazzo del Cinema al Lido di Venezia. Dopo la pausa bellica, la Mostra del Cinema riprende nel 1946 e dal 1949 viene istituito il “Leone di San Marco”; dagli anni Sessanta ai Novanta passano dalla Mostra i maggiori registi italiani e internazionali, Mario Monicelli, Roberto Rossellini, Michelangelo Antonioni, Ermanno Olmi, Akira Kurosawa, Luis Buñuel, Andrej Tarkovskij, Wim Wenders, e giovani esordienti come Nanni Moretti e Marco Tullio Giordana tra gli altri. Gli anni Duemila sono quelli del consolidamento anche strutturale della manifestazione, che amplia i suoi spazi al Lido, mentre prosegue inalterata fino a oggi la popolarità della Mostra che colleziona la partecipazione di una serie di cineasti celeberrimi mixati a giovani esordienti, premiati con il mitico Leone d’Oro, la prestigiosa Coppa Volpi e moltissimi altri riconoscimenti che scandiscono l’avvicendarsi della rassegna contemporanea. Chiusa a settembre 2019 la 76a edizione della Mostra, sono state annunciate le date del prossimo appuntamento: la 77a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica si terrà a Venezia dal 2 al 12 settembre 2020. (R.C.)
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In questa pagina, da sinistra: il regista Martin Scorsese riceve da Monica Vitti il Leone d’Oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia del 1995; Brigitte Bardot al Festival del Cinema di Venezia nel 1958 fotografata da Mario De Biasi, Mondadori Portfolio. Pagina a fianco, in alto: il drammaturgo e attore Dario Fo alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1985.
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If the origins of the first International Art Exhibition date back to 1895, only in 1932, La Biennale, with president Count Giuseppe Volpi di Misurata (who gave the name to the famous Coppa Volpi for best actors and actresses), established the first film festival ever organised in the world, the Art Film Festival, held on the terrace of the Hotel Excelsior. Since 1935, given the immediate popularity of the cultural event and the unquestioned social charm it arose, the Exhibition becomes annual and in 1937 a dedicated place, the Palazzo del Cinema at Venice Lido, is opened. After the break due to the war, the Film Festival continues in 1946 and, in 1949, the “Leone di San Marco� is established; from the sixties to the nineties the Festival is attended by the most important Italian and international directors, Mario Monicelli, Roberto Rossellini,
Michelangelo Antonioni, Ermanno Olmi, Akira Kurosawa, Luis BuĂąuel, Andrej Tarkovskij, Wim Wenders, as well as such young debutants as Nanni Moretti and Marco Tullio Giordana, among others. The years two thousands are characterised by a consolidation, even structural, of the event that widens its spaces at the Lido, while the popularity of the exhibition has remained unaltered until today. The event is attended by a number of highly famous cinematographers, awarded with the legendary Golden Lion, the prestigious Volpi Award and many other prizes that accompany the alternation of the contemporary exhibition. In September of this year, the 76th edition of the festival closed, and the dates of the next appointment were announced: the 77th International Art Film Festival will be held in Venice from 2nd to 12th September 2020. (R.C.)
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Pagina a fianco: l’attore Marcello Mastroianni alla Mostra del Cinema di Venezia del 1990 riceve il Leone d’Oro alla carriera. In questa pagina, in basso: l’attore americano Dustin Hoffman con il regista Volker Schlöndorff alla Mostra del Cinema di Venezia del 1984.
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RED CARPET Senza nulla togliere alle gloriose pellicole in concorso, vero cuore pulsante della manifestazione, la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica crea da sempre ben più scalpore sul tappeto rosso che in sala. Sarà forse perché, a parte pochi privilegiati, la maggioranza del pubblico non può assistere alle proiezioni in anteprima e non potendo commentare le pellicole si concentra sulle passerelle dei personaggi famosi. Non rimane quindi che armarsi di computer o smartphone e aspettare che i fotografi facciano il loro dovere. È così che sui social partono i sondaggi sul miglior o peggior vestito, sul make-up più azzeccato e sul gioiello dalle Mille e una notte. Dalla
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bellezza acqua e sapone di Monica Vitti e Claudia Cardinale dei primi anni di Festival veniamo così catapultati ai più chiacchierati red carpet dei giorni nostri in cui scollature e spacchi vertiginosi hanno cercato di rubare la scena ai più sofisticati look di attrici come Monica Bellucci e Isabella Ferrari che non hanno, per fortuna, mai abbandonato il Lido, sempre accompagnate da pezzi di Alta Gioielleria, alcuni minimal e altri più sontuosi, in grado di rendere un look davvero impeccabile. Per non parlare poi delle molte bellezze da oltreoceano – Angelina Jolie e Julianne Moore solo per citarne alcune – le cui mise ricercate incarnano la vera essenza della diva senza tempo. (S.I.)
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In questa pagina, dall’alto, in senso orario: debutto da neo genitori per George e Amal Clooney sul red carpet del 2017; bracciale della collezione Mimosa di Damiani in oro bianco con diamanti e zaffiri multicolore, al centro corallo Momo del Giappone, indossato da Valeria Golino nel 2019; Angelina Jolie sul red carpet del film The assassination of Jesse James (2007).
Pagina a lato, dall’alto: Lady Gaga sul red carpet di A star is born (2018); anello di Pasquale Bruni in oro bianco con smeraldi e diamanti indossato da Paola Turani sul red carpet nel 2018. Collezione Giardini Segreti Vento Haute Couture.
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Without neglecting the glorious films taking part to the contest, the true beating heart of the event, the International Film Festival has always made a greater fuss on the red carpet that in the cinema. Maybe because, beside few privileged people, most of the public can not take part in the premieres and, as they can not comment on the film, they focus on the red carpets of famous celebrities. Then, we are only left to use a computer or smartphone and wait until the photographers have accomplished their duty. This is how, on the social networks, the surveys are launched on the best or worst dress, on the most suitable make up and on Arabian Nights jewel. From the genuine beauty of Monica Vitti and Claudia Cardinale in the first editions of the Festival, we are thus thrown to the most talked about red carpets of our times where cleavages and tantalizing slits have tried to steal the stage to the most sophisticated looks of such actresses as Monica Bellucci and Isabella Ferrari that, luckily, have never deserted the Lido, always accompanied by high jewellery items, some minimal and others more sumptuous, able to make a truly impeccable look. Not to mention the many overseas beauties – Angelina Jolie and Julienne Moore, just to name some - whose refined outfits embody the true essence of the ageless diva. (S.I.)
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Pagina a fianco: orecchini Broderie de CamÊlia di Chanel in oro bianco con diamanti, zaffiri multicolore e spinelli neri sfoggiati da Lily-Rose Depp sul red carpet di The King nel 2019; Monica Bellucci alla presentazione del film Irreversible lo stesso anno. In questa pagina, in alto: Julianne Moore alla première di Suburbicon nel 2017. A destra: Scarlett Johansson sul red carpet del Festival nel 2013.
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LA BIENNALE In alto: installazione di Lorenzo Quinn realizzata lungo il Canal Grande durante la Biennale d’Arte 2017 per sensibilizzare sul problema dei cambiamenti climatici. Pagina a fianco, dall’alto: Padiglione Centrale ai Giardini della Biennale. Foto di Francesco Galli. ©La Biennale di Venezia; l’installazione The Sky Over Nine Columns dell’artista Heinz Mack, esposta durante la 14esima Mostra Internazionale di Architettura nel piazzale dell’Isola di San Giorgio Maggiore, una riflessione sui concetti di chiarezza, potere e bellezza.
Nel 1895 nasce La Biennale di Venezia, inizialmente costituita come Esposizione Biennale Artistica Nazionale ma negli anni modificatasi secondo un’articolata e composita offerta culturale a comprendere oltre all’Arte, Architettura, Teatro, Danza, Musica e Cinema contando nel 2017 ben 85 Paesi espositori. Dal 1920 teatro di avanguardie come Impressionisti, Postimpressionisti, Die Brücke, con l’inaugurazione della mostra del Cinema, nel 1932, la Biennale diventa multidisciplinare, aprendo, nel 1934, il Festival Internazionale del Teatro di Prosa. Tra il 1948 (anno di riapertura dopo la guerra) e il 1954 le Esposizioni d’Arte conquistano un ruolo di osservatorio sull’arte contemporanea e sull’avanguardia ospitando artisti come Chagall, Klee, Braque, Magritte e Picasso e, nel padiglione
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americano, nel 1950 opere di Pollock, Gorky, De Kooning e Alexander Calder. Resta memorabile il 1964, anno di esordio della Pop Art in Italia, che premia un giovanissimo pittore americano, Robert Rauschenberg. Dopo i tumulti provocati dai movimenti studenteschi a fine decennio, e non senza polemiche, nel 1977 si apre la cosiddetta Biennale del dissenso (internazionale e dell’URSS) e nel 1980 viene istituito il settore Architettura con la celeberrima “Strada novissima” firmata dall’architetto Paolo Portoghesi allestita nel nuovo spazio delle Corderie dell’Arsenale. Dello stesso anno il “Teatro del Mondo” realizzato da Aldo Rossi nel Bacino San Marco. Siamo nel Postmodern. Nel 1995 la Biennale festeggia il Centenario, ma è con il 1998 che i settori di attività si ampliano arrivando a sei, Architettura,
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In questa pagina: veduta delle Gaggiandre all’Arsenale. Foto di Andrea Avezzù. ©La Biennale di Venezia. Pagina a fianco, dall’alto: Robert Henry Lawrence Jr. è il titolo dell’installazione dedicata all’omonimo astronauta afroamericano morto durante un incidente di volo. L’opera, realizzata dall’artista Tavares Strachan, è stata esposta durante la 58esima edizione della Biennale; Biologizing the Machine (tentacular trouble), installazione di Anicka Yi che, attraverso baccelli traslucidi appesi al tetto, evoca la malattia e la decomposizione della materia. Biennale 2019.
Arti visive, Cinema, Teatro, Musica, Danza, ospitati in spazi espositivi resi disponibili con il recupero, dal 1999, di aree storiche dell’Arsenale tra cui Artiglierie, Isolotto, Tese e Gaggiandre. All’avanguardia nella ricerca e nella diffusione delle nuove tendenze artistiche contemporanee, in anni recenti la Biennale si riconferma il luogo di dibattito più fertile per l’arte contemporanea, e per l’architettura, che nel 2018 con la mostra Freespace ha registrato un nuovo record di affluenza con oltre 275mila visitatori. E ora non ci resta che attendere la 17. Mostra Internazionale di Architettura, che si svolgerà dal 23 maggio al 29 novembre 2020, curata da Hashim Sarkis, dal titolo “How Will We Live Together?”, un invito agli architetti perché tornino a immaginare degli spazi nei quali si possa “vivere generosamente insieme”. (R.C.) In 1895 La Biennale di Venezia was established, initially as National Artistic Biennial Exhibition, though, over the years, it changed based on an articulate and composite cultural offer to include, beside Art, also Architecture, Theatre, Dance, Music and Cinema, boasting, in 2017, 85 exhibiting countries. Since 1920 it
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has hosted such avant garde movements as Impressionists, Post-Impressionists, Die Brücke, and, with the opening, in 1932, of the Film Festival, La Biennale becomes multidisciplinary, opening, in 1934, the Theatre International Festival. Between 1948 (the year of the reopening after the war) and 1954, Art Exhibitions gained the role of observatory on contemporary and avant-garde art hosting such artists as Chagall, Klee, Braque, Magritte and Picasso as well as, in the American hall, in 1950, the works by Pollock, Gorky, De Kooning and Alexander Calder. 1964 remains a memorable year due to the debut of the Pop Art in Italy awarding a very young American painter, Robert Rauschenberg. After the disorders caused by the student movements at the end of the decade, and not without debates, in 1977 the so called Biennial of Dissent (International and of the USSR) opens, while in 1980 the Architecture sector is established with the famous “Strada Novissima” signed by Architect Paolo Portoghesi staged in the new space of the Corderie dell’Arsenale. The “Teatro del Mondo” created by Aldo Rossi in the basin of St Mark dates back to this year. We are
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in the Post-modern age. In 1995 La Biennale celebrates its hundredth anniversary, but in 1998 the activity sectors widen reaching the number of six, Architecture, Visual Arts, Cinema, Theatre, Music, Dance hosted in exhibition areas made available with the recovery, since 1999, of historical areas of Arsenale, among which Artiglierie, Isolotto, Tese and Gaggiandre. The Biennale is at the forefront in the research and spreading of new contemporary trends and, in recent years, it confirms as the most fertile place for debate on issues concerning contemporary art as well as architecture that in 2018 obtained a new attendance record with over 275 thousand visitors. And now we are just left to wait for the 17th International Architecture Exhibition that will be held from 23rd May to 29th November 2020, curated by Hashim Sarkis, entitled “How Will We Live Together?”, an invitation to architects to start again to imagine spaces where we “can live generously together”. (R.C.)
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TOUR CASANOVA Art
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Un tour privato propone l’intrigante percorso a piedi (con visita guidata di circa 2 ore) che ripercorre i luoghi cari al celebre Giacomo Casanova, viaggiatore, spia, scrittore, personaggio comunemente noto per il suo irresistibile fascino, e diventa un’occasione per visitare i luoghi simbolo della Serenissima, da Piazza San Marco alle Mercerie al Ponte dei Sospiri, per inoltrarsi nella “zona rossa” della Venezia settecentesca, con pausa in un’osteria tipica. Il tour prosegue con la visita alla casa di Casanova a Cannaregio, alle Fondamenta Nove e a Santa Maria Formosa, con il Palazzo Querini Stampalia, tutti luoghi teatro delle memorabili avventure di Giacomo Casanova. (R.C.) A private and intriguing guided walking tour of about 2 hours traces the places that were dear to the famous Giacomo Casanova, a traveler, spy and writer, known for his irresistible charm, and becomes an opportunity to visit the most iconic places of the Serenissima Republic, from Piazza San Marco to Mercerie across the Bridge of Sighs,
and finally the “red-light district” of 18-century Venice, enjoying a lunch break in a typical local tavern. The tour continues with a visit to the places of Casanova’s memorable adventures, including Casanova’s own house in Cannaregio, to Fondamenta Nove and the church of Santa Maria Formosa, with Palazzo Querini Stampalia. (R.C.)
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Pagina a lato: Ritratto di Giacomo Casanova di Anton Raphael Mengs, 1760. In questa pagina, in alto: il Ponte dei Sospiri. Qui sopra: anello Venezia Casanova di Alessio Boschi in oro bianco e giallo, con acquamarina di 12.25 carati, diamanti, tormalina Paraiba, zaffiri blu e perla Baby Akoya.
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ALLA SCOPERTA DELL’ARTE
FIAMMINGA In questa pagina: il suggestivo allestimento della mostra, ospitata nelle sale di Palazzo Ducale. Pagina a lato: Tiziano, Jacopo Pesaro presentato a San Pietro da Papa Alessandro VI, ca. 1503-1506. In basso, il cosiddetto “Tintoretto di David Bowie”: Tintoretto, L’Angelo predice il martirio a Santa Caterina d’Alessandria, 1560 ca.
Presentata dalla Fondazione Musei Civici di Venezia assieme alla città di Anversa e alla Flemish Community, Da Tiziano a Rubens. Capolavori da Anversa e da altre collezioni fiamminghe rimarrà aperta al pubblico fino al 1° Marzo 2020 nelle splendide sale di Palazzo Ducale. La mostra, curata dal direttore del Rubenshuis Ben van Beneden e con la direzione scientifica di Gabriella Belli, direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia, intende restituire il fermento culturale, artistico ed economico che ha attraversato l’Europa tra il XVI e il XVII secolo, seguendo un percorso che andava da Venezia, all’epoca il più importante porto verso Oriente, ad Anversa, il principale porto verso Nord. Tra le opere esposte - oltre 140, tra cui dipinti di Rubens, van Dyck, Tintoretto e Tiziano - spiccano capolavori assenti da secoli a Venezia, dove pure furono prodotti,
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o mai esposti al pubblico, provenienti dalle più prestigiose collezioni pubbliche e private di Anversa e delle Fiandre e da altri musei e collezioni italiani e internazionali. Tra l’altro tornano nella loro città natale due capolavori di Tiziano, Jacopo Pesaro presentato a San Pietro da Papa Alessandro VI e il Ritratto di una Dama e sua figlia e la pala d’altare dipinta da Tintoretto per la ex Chiesa di San Geminiano, noto al pubblico come “il Tintoretto di David Bowie”, perché acquistato dalla rockstar negli anni Ottanta. Una sezione della mostra è dedicata al compositore fiammingo Adrian Willaert che, stabilitosi nel 1527 a Venezia, divenne Maestro di Cappella della Basilica di San Marco e fondò la Scuola di Musica Veneziana. (A.G.)
Presented by Fondazione Musei Civici di Venezia together with the city of Antwerp and the Flemish Community, Da Tiziano a Rubens. Capolavori da Anversa e da altre collezioni fiamminghe will be open until March 1st, 2020 in the splendid halls of Palazzo Ducale. Curated by Ben van Beneden, Director of the Rubenshuis, and supervised by Gabriella Belli, Director of Fondazione Musei Civici di Venezia, the exhibition aims to celebrate the cultural, artistic and economic ferment that swept across Europe between the 16th and 17th centuries, following a route that went from Venice – which was the most important port to the Far East at the time – to Antwerp – the main port to Northern countries. The works on display – more than 140, including paintings by Rubens, van Dyck, Tintoretto and Titian – include masterpieces that had been missing for centuries from Venice, where they were created, or which had never been shown to the public, coming from prestigious public and private collections in Antwerp and Flanders and from other Italian and international Museums and collections. Also, two masterpieces by Titian returned to their hometown, Jacopo Pesaro being presented by Pope Alexander VI to Saint Peter and his Portrait of a Lady and her daughter, as well as the altarpiece painted by Tintoretto for the former Church of San Geminiano, known as “David Bowie’s Tintoretto” because it was bought by the rock star in the 1980s. A section is dedicated to composer Adrian Willaert who settled in Venice in 1527, became Chapel Master of the Basilica of San Marco and founded the Venetian School of Music. (A.G.)
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A LOOK AROUND GHETTO
Il primo ghetto d’Europa è quello sorto a Venezia agli inizi del Cinquecento, come luogo destinato alle abitazioni degli ebrei giunti a Venezia fin dall’XI secolo, i quali dovevano sottostare a una serie di regole fissate dalla Repubblica in cambio di protezione e libertà di culto. Chiuso la sera, per evitare le uscite notturne, il primo quartiere ebraico, nominato ghetto dal sito in cui sorgevano le fonderie, geti in veneziano, smise di essere tale per volere di Napoleone, che decretò la fine della segregazione. Oggi il Ghetto è un quartiere vivace che ospita ancora le cinque sinagoghe, alcune di queste visitabili su prenotazione. (R.C.) Europe’s first ghetto was established in Venice in the early 16th century as a home for the Jews who arrived in Venice since the 11th century and had to submit to the rules set by the Republic in exchange for protection and freedom of worship. Closed at night to make sure no one would leave, the first Jewish district – named ghetto from the site of its foundation (geti in Venetian, meaning foundry) – ceased to be a segregated area when Napoleon brought an end to its apartheid. The Ghetto is now a vibrant neighborhood that is still home to five synagogues, some of which can be visited by appointment. (R.C.)
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MURANO Murano, composta da diverse aree collegate da ponti, era la meta storica di vacanza dei ricchi veneziani. Abitata fin dall’epoca romana, è ancora oggi nota internazionalmente per le attività legate alla lavorazione artistica del vetro, trasferite sull’isola per decreto della Serenissima dal 1295 al fine di scongiurare incendi a Venezia, e forse, di mantenere intatti i segreti dell’arte vetraria. A un solo km in linea d’aria da Venezia, partendo da Fondamenta Nove, è il luogo ideale dove trascorrere una giornata rilassante, fermandosi ad ammirare le dimostrazioni dei maestri vetrai, passeggiando per Rio dei Vetrai, la storica arteria commerciale dove è possibile trovare vasi, bicchieri, lampadari e gioielli in vetro, e facendo una tappa al Museo del Vetro che raccoglie esemplari dall’epoca romana a quella contemporanea. (R.C.) Murano – a series of areas linked by bridges – was a typical holiday destination for many rich Venetians. Inhabited since Roman times, it is still internationally known for its artistic glass-blowing activities, transferred to the island by decree of the Serenissima Republic since 1295 in order to avert fires in Venice, and perhaps to keep local glass-making secrets intact. Just one km away from Venice, from Fondamenta Nove, it is the perfect place for a relaxing day admiring demonstrations by master glassmakers along the Rio dei Vetrai, the historic canal that has traditionally hosted the main local glassworks, where you can find glass vases, cups, chandeliers and jewellery, and for a visit at the Glass Museum, which houses glass pieces from Roman to contemporary times. (R.C.)
RIALTO
Costruito in pietra d’Istria dall’architetto Antonio da Ponte a fine Cinquecento, il Ponte di Rialto è il più antico e il più famoso dei quattro ponti che attraversano il Canal Grande. A unica arcata di 28 metri, costituito da due rampe inclinate unite in una sezione centrale, tutto il ponte è coperto da un porticato e ospita su entrambi i lati attività commerciali che hanno sostituito le vecchie botteghe. Scendendo dal ponte si giunge al sito di scambio più antico della città, sede ancora oggi del tradizionale Mercato di Rialto. Sotto le logge di Campo della Pescaria si svolge il quotidiano e ricco mercato del pesce mentre nel vicino Campo de l’Erbaria si trovano frutta e verdura. (R.C.)
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Built in Istrian stone and designed by architect Antonio da Ponte in the late 16th century, Rialto Bridge is the oldest and most famous of the four bridges spanning the Grand Canal. Built in a single 28-metres arch and consisting of two inclined ramps leading up to a central section, the bridge is covered by a portico and is surrounded on either side by rows of shops that have replaced the old workshops. Walking down the bridge, you will reach the old trade centre of the city, with the traditional Rialto Market. A rich fish market takes place every day under the loggia of Campo della Pescaria, while fruit and vegetables are sold in the nearby Campo de l’Erbaria. (R.C.)
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BASILICA DI SAN MARCO Cattedrale e sede del Patriarcato di Venezia, la Basilica di San Marco viene chiamata anche la “Basilica d’oro” per via della decorazione musiva che per oltre 8000 metri quadrati riveste le volte, le pareti e le cupole evocando episodi biblici. Con le sue cinque poderose cupole e i suoi 8 secoli di storia, la basilica è internamente molto articolata ma la continuità spaziale è assicurata dal mosaico dorato che caratterizza la chiesa di matrice bizantina. Alto 99 metri e spesso usato come faro dai naviganti, il campanile di San Marco venne usato a modello di tutti i campanili della laguna a pianta quadrata.
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Il campanile venne anche utilizzato per le prime osservazioni compiute da Galileo Galilei nel 1609, anno in cui lo scienziato offrì il nuovo cannocchiale al Doge Leonardo Donato. (R.C.) The Cathedral and seat of the Patriarch of Venice, St. Mark’s Basilica is also known as the “Golden Basilica” because of the sumptuous mosaic covering a surface of more than 8000 square metres on its vaults, walls and domes, evoking biblical episodes. With five mighty domes and its 8 centuries of history, the Byzantine basilica is very intricate inside, but spatial continuity is ensured by its distinctive golden mosaic. 99 metres high and often used as a beacon by sailors, St. Mark’s bell tower was used as a model for all other square-plan bell towers in the lagoon. The bell tower was also used for Galileo Galilei’s first observations in 1609, when the scientist offered the new telescope to Doge Leonardo Donato. (R.C.)
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SCALA CONTARINI DEL BOVOLO Nel 1499 Pietro Contarini decise di far costruire una scala a chiocciola (in veneziano bovolo), all’interno del palazzo di chiaro gusto tardo-gotico, senza affaccio sul Canal Grande ma situato in una posizione importante a Venezia, in Rio San Luca. La scala è costituita da una spirale di gradini contenuti all’interno di un cilindro murario, in gran parte traforato ad archi e accostato a una loggia costituita da cinque trifore sovrapposte, e testimonia il diffondersi a Venezia dello stile rinascimentale di influenza toscana. La Scala del Bovolo, sede di una locanda e oggi passata al Comune di Venezia, rimane un unicum nel tessuto urbano veneziano, una curiosità nascosta che vale la visita anche per la vista esclusiva sui tetti della città. (R.C.) In 1499 Pietro Contarini decided to commission a spiral staircase (called bovolo in Venetian dialect), in a late-Gothic style building that does not overlook the Grand Canal but still occupies an important position in Venice, on Rio San Luca. The spiral staircase is housed in a cylindrical tower with open arches, next to a loggia consisting of five mullioned windows, and testifies to the spread of Tuscan-style Renaissance art in Venice. Converted into a lodging house and now the property of the City of Venice, the Bovolo staircase is a unique, hidden gem that is sure worth a visit, if only to enjoy a spectacular view over the city’s rooftops. (R.C.)
SAN GIORGIO MAGGIORE
L’isola di San Giorgio Maggiore, situata proprio di fronte a Piazza San Marco e anticamente sede di un importante convento benedettino, oggi ospita nello stesso sito la Fondazione Giorgio Cini, istituita da Vittorio Cini nel 1951 per promuovere gli studi delle scienze umane e la diffusione della conoscenza, perpetuando la vocazione originaria dell’isola. Oltre alla possibilità di ammirare l’antico convento con i suoi chiostri e gli interventi cinquecenteschi del Palladio e quello successivo del Longhena, la Fondazione Cini possiede una ricchissima biblioteca (accessibile a tutti) sita nella Nuova Manica Lunga. Il campanile della chiesa di San Giorgio, il secondo per altezza dopo quello di San Marco, regala inoltre una imperdibile vista sulla piazza antistante, sulla Giudecca e sull’intero bacino. (R.C.) Located right in front of Piazza San Marco and once the site of an important Benedictine monastery, the island of San Giorgio Maggiore is now home to the Giorgio Cini Foundation, established by Vittorio Cini in 1951 to promote humanistic studies and the dissemination of knowledge, preserving and continuing the island’s original purpose. In addition to admiring the ancient convent with its cloisters, with 16th-century works by Palladio and later additions by Longhena, Fondazione Cini has a rich library (accessible to all) located in the Nuova Manica Lunga. The bell tower of San Giorgio – the second tallest after St. Mark’s – offers a breath-taking view of the square outside, the Giudecca and the lagoon. (R.C.)
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Events
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Events
CARNEVALE Venezia è famosa in tutto il mondo per il suo Carnevale: un tripudio di maschere e colori che si amalgamano e confondono in una sfilata di folklore da cui anche il turista più diffidente non può che essere catturato. Il Carnevale, la cui durata è di circa due settimane, per l’edizione 2020 avrà inizio sabato 8 febbraio con gli spettacoli e i cortei lungo i canali. Come da tradizione, sarà il Volo dell’Angelo ad aprire ufficialmente i festeggiamenti il 16 febbraio con la suggestiva discesa su Piazza San Marco della vincitrice della Festa delle Marie 2019. Da quel momento Venezia si popolerà e colorerà delle più creative e appariscenti maschere le cui origini affondano nella tradizione due-trecentesca. Tra i
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travestimenti storici più famosi sopravvivono sicuramente la maschera bianca della Baùta, corredata da mantello e tricorno nero, e i lineamenti felini della Gnaga. Non possono poi di certo mancare le note figure di Arlecchino, Pantalone e Colombina, prese in prestito dalla commedia dell’arte. Infine, i camuffamenti più recenti vedono dame e cavalieri in abiti settecenteschi animare i più esclusivi balli in maschera e feste private: l’esempio più sontuoso e glamour è forse il Ballo del Doge, organizzato ogni anno al Palazzo Pisani Moretta sul Canal Grande, che nel 2020 reinterpreterà il carnevale attraverso il simbolismo della rapsodia con lo spunto provocatorio di indossare attraverso la maschera una nuova identità. (S.I.)
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In queste pagine e nella pagina seguente: anelli e pendente della collezione Carnevale di Venezia di Oro Trend realizzati in oro giallo o rosa e oro bianco con pavĂŠ di diamanti bianchi e neri e impreziositi da zaffiri, smeraldi e ametiste naturali.
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Venice is famous worldwide for its Carnival: a riot of masks and colors blending into a folklore parade that will attract even the most suspicious tourists. Lasting about two weeks, the Carnival of Venice 2020 will start on Saturday, February 8th, with shows and parades along the canals. As per tradition, the Flight of the Angel will kick off the celebrations on February 16th, as the winner of the Marias contest 2019 will beautifully descend over St. Mark’s Square. From that moment, Venice will be filled with people and with creative, showy and colourful masks whose origins go back to thirteenth and fourteenth century traditions. The most famous masks include the Baùta, a white mask wearing a black tricorn hat and a black cloak, and the cat-like Gnaga. Like every year, you will inevitably find the popular Commedia dell’arte characters of Harlequin, Pantaloon and Colombine. In more recent times, ladies and gentlemen dressed in 18th-century costumes started to fill exclusive masked balls and private parties. Held every year at Palazzo Pisani Moretta, on the Grand Canal, Il Ballo del Doge is the most sumptuous, glamourous example of this; in 2020, the event will express the essence of the Carnival of Venice through the symbolism of rhapsody, with the provocation of wearing a new identity through a mask. (S.I.)
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VENICE
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Events
BULGARI
Nella suggestiva cornice di T Fondaco dei Tedeschi va in scena fino al 1 Marzo 2020 Bvlgari Serpenti – Myth and Mastery, una mostra che intrecciando storia, costume, mito e alta gioielleria rende omaggio all’antichissimo e universale simbolo del serpente. Al centro dell’esposizione le creazioni di Bulgari, che a partire dagli anni Quaranta ha fatto di questo animale, potente simbolo di rinascita e trasformazione, un segno identificativo della propria creatività. Dai primi orologi-bracciale più stilizzati, realizzati con la tecnica del tubogas, a quelli più realistici, arricchiti da scaglie in oro, pietre preziose o smalti policromi, i serpenti hanno
scandito, decade per decade, la storia leggendaria della celebre maison. Al quarto piano del Fondaco, l’Event Pavilion ospita un suggestivo allestimento: icone del cinema e della moda, immortalate dagli scatti di grandi fotografi mentre indossano Serpenti di Bulgari di ieri e di oggi, sono affiancate su video panel da immagini storiche e opere d’arte ispirate al mito del serpente, interpretato nelle diverse culture del mondo. (A.G.)
VENICE
Bvlgari Serpenti – Myth and Mastery, an exhibition combining history, traditions, myth and high jewellery that pays a homage to the very ancient and universal symbol of the snake, will be held in the charming setting of T. Fondaco dei Tedeschi until 1st March 2020. The focus of the exhibition is on the creations by Bulgari that, since the forties, has turned this animal, powerful symbol of rebirth and transformation, into a distinctive sign of its own creativity. From the first more stylized watches-bracelets, made with the tubogas technique, to the most realistic ones, enriched with gold scales, precious stones or multicoloured enamels, snakes have accompanied, decade after decade, the legendary history of the famous maison. On the fourth floor of the Fondaco, the Event Pavillion hosts a charming staging: cinema and fashion icons, portrayed by important photographers while they are wearing yesterday’s and today’s snakes by Bulgari, are placed, on video panels, side by side with historical images and works of art inspired by the snake myth, interpreted in the different cultures in the world. (A.G.)
Pagina a lato: orologio-bracciale Serpenti, in oro con smalto policromo e zaffiri, 1967. In questa pagina, in alto: l’allestimento della mostra. A sinistra: Amanda Wellsh by Gian Paolo Barbieri, 2016. Qui sopra: orologio-bracciale Serpenti in oro con smalto verde, smeraldo e diamanti, ca. 1965. Bulgari Heritage Collection.
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Ev e n ts
FESTA DEL REDENTORE
VENICE
La festa del Redentore, la più sentita dai veneziani, si celebra la terza domenica di luglio, e trae le sue origini da un ringraziamento per la fine della peste che, tra il 1575 e il 1577, aveva decimato la popolazione veneziana. Per tradizione la sera del sabato le barche e le rive vengono adornate con luci, festoni e palloncini, e mangiando piatti tipici come le sarde in saor, si attendono i botti. Il giorno successivo, grazie al ponte di barche - costruito per l’occasione - che collega Fondamenta delle Zattere con Campo del Redentore si accede al tempio palladiano della Chiesa del Redentore, anch’essa edificata come voto per la fine della pestilenza. (R.C.) Deeply felt celebration by locals, the Festa del Redentore (the feast of the Redeemer) takes place in Venice on the third Sunday of July and was originally celebrated in thanksgiving for deliverance from the plague that decimated the population of Venice between 1575 and 1577. Traditionally, on Saturday night, boats and shores are adorned with lights, festoons and balloons, and people enjoy local dishes like sarde in saor (sweet and sour sardines) as they wait for fireworks. The next day, locals and tourists can walk across a pontoon bridge connecting Fondamenta delle Zattere with Campo del Redentore – built for the occasion – to reach Palladio’s Church of the Redeemer, which was also built to commemorate the end of the plague. (R.C.)
In questa pagina: la Chiesa del Redentore sull’isola della Giudecca. Qui a fianco: spilla Moretto Albero della Vita in oro bianco, diamanti e corno di bue di Nardi Venezia.
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REGATA STORICA
E ve n ts
La Regata Storica è l’evento che da secoli coinvolge Venezia in una spettacolare gara tra imbarcazioni sul Canal Grande. Anticamente divise in sfide tra barcaioli o gondolieri, le regate oggi sono suddivise per età dei partecipanti e per tipologia di imbarcazioni, come la Mascareta o il Gondolino, esclusivamente creato per la Regata Storica, che ancora oggi dà vita a un’amatissima regata sul Canal Grande. Apre le gare il corteo storico, precisa ricostruzione della Venezia cinquecentesca con gondolieri che trasportano il doge, la dogaressa e le più alte cariche veneziane. (R.C.)
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The Historical Regatta is a centuries-old traditional event engaging Venetians in a spectacular boat race on the Grand Canal. Formerly divided into challenges between boatmen or gondoliers, the regattas are now divided by the age of the rowers and by boat type, such as the Mascareta or the Gondolino, created exclusively for the Historical Regatta and still used to offer a much-loved race on the Grand Canal. The races are preceded by a historical parade, a faithful reconstruction of 16th century Venice with gondoliers carrying the doge, his wife and the highest officials of the Venetian Republic. (R.C.)
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Pagina a lato: orecchini Gondola realizzati da Alessio Boschi in oro bianco e rosa con diamanti, smeraldi, perle Baby Akoya Blue, tanzanite e legno.
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VENICE DESIGN WEEK Events
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Quando la progettazione incontra il quotidiano il risultato può non sempre essere funzionale: basti pensare ai tantissimi utensili di design il cui utilizzo, nella vita di tutti i giorni, risulta essere più decorativo che pratico. Su questo fronte la Venice Design Week ha pensato per il 2020 di schierarsi apertamente a favore della funzionalità
proponendo Design steps forward / Il design fa un passo avanti come tema centrale della manifestazione. Giunto alla sua undicesima edizione, il festival del design si svolgerà a Venezia dal 3 all’11 ottobre 2020 e punterà i riflettori su praticità ed ergonomia degli oggetti chiedendo ai partecipanti di presentare progetti in grado di migliorare la vita di tutti i giorni. I designer, che potranno iscriversi entro maggio 2020, prenderanno parte a conferenze, mostre e dibattiti secondo il format già apprezzato durante le scorse edizioni: gli eventi si svolgeranno all’interno di negozi, musei, gallerie, hotel e giardini esclusivi, un’occasione per scoprire anche luoghi di nicchia della Venezia segreta. Il cuore della manifestazione sarà, però, la rete di concorsi che allargherà il concetto di design all’illuminazione e alla gioielleria: Light, Art and Colors, per esempio, vedrà competere i designer sulla progettazione di corpi illuminati e impianti luminosi. Per la sua seconda edizione, promossa da Venice Design Week e ADI Associazione Design Industriale del Veneto e organizzata dall’Associazione Culturale
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Arte e Design Venezia in collaborazione con Gioielli Nascosti di Venezia – Fondazione Venezia Servizi, il concorso introdurrà una sezione dedicata all’architettura e all’interior design in cui ambiente e illuminazione si integreranno grazie ai sistemi di domotica. La seconda edizione del concorso Instrumentadesign, invece, viaggerà tra le epoche storiche coinvolgendo i partecipanti nella creazione di un oggetto per la casa o di un accessorio per la persona interpretando in chiave contemporanea un’opera antica dei musei italiani d’arte e di archeologia. Dai concorsi più recenti a quelli ormai consolidati, l’organizzazione riproporrà nel 2020, per la settima edizione, la Jewelry Selection, integrando così nel festival anche il gioiello contemporaneo. Il tema di questa edizione - la Trasgressione inviterà i designer a superare i propri limiti, a spingersi verso nuove esperienze spezzando un legame con il passato in modo da creare una nuova storia. (S.I.)
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When design meets everyday life, the result may not always be functional; just think of many design tools that turn out to be more decorative than practical in everyday life. For this reason, the Venice Design Week decided to openly stand in favour of functionality this year, choosing Design steps forward as the central theme of its 2020 event. Now in its eleventh edition, the design festival will take place in Venice on October 3 to 11, 2020 and put the spotlight on functionality and ergonomics, asking participants to present projects that can improve everyday life. Designers can register until May 2020 to take part in conferences, exhibitions and debates, following the same, successful format used in previous years: the events will take place in exclusive shops, museums, galleries, hotels and gardens, offering an opportunity to discover some Venice’s secret spots. However, the heart of the event will be a series of contests that will extend the concept of design to lighting and jewellery. In Light, Art and Colors, for example, designers will compete to create unique illuminated bodies and lighting systems. For its second edition, promoted by the Venice Design Week and ADI (the Veneto Industrial Design Association) and organised by Associazione Culturale Arte e Design Venezia in collaboration with Gioielli Nascosti di Venezia – Fondazione Venezia Servizi, the competition will introduce a section dedicated to architecture and interior design in which environment
and lighting will integrate through home automation systems. The second edition of the contest, Instrumentadesign, will travel through time, asking participants to create a décor object or a personal accessory inspired by an ancient piece from Italian art and archeology museums, redesigned with a contemporary twist. From new to wellestablished contests, the Jewelry Selection will be held again in 2020, for the seventh year, integrating contemporary jewellery into the festival. This year’s theme - the Transgression - will invite all designers to overcome their limits, to move towards new experiences, breaking a link with the past in order to create a completely new story. (S.I.)
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Nelle pagine precedenti, da sinistra, in senso orario: lampada Medusa di Ana Reque, VDW2018; collana in legno carbonizzato e ambra di Susanne Elstner, VDW2017 e Ornamenta2019; anello The Beauty and the Beast di Laura Volpi in argento con calcedonio grape e sphene (titanite) della collezione Terra, VDW2019. In questa pagina, dall’alto: collana in oro di Andreia G. Popescu, inSHOP2019 e Ornamenta2019; spilla in argento di Eiko Nakahara, VDW2019. Pagina a fianco: sala dell’oratorio dei Crociferi con i dipinti di Jacopo Palma il Giovane che ha ospitato, da sinistra, le lampade Kipina di Ruku Toivonen e Laguna di di_archon Tesic e Veljkovic architetti per ISENS, VDW2019.
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Da ormai tre anni Venezia ospita nel mese di settembre un festival internazionale interamente dedicato all’arte del vetro, The Venice Glass Week: Venezia e Murano, e recentemente Mestre, offrono spazio alla sperimentazione con workshop, alla promozione con innumerevoli esposizioni, alla divulgazione con conferenze sul tema e molti altri eventi, tutti concentrati in una settimana. L’appuntamento, articolato in più di 200 eventi proposti in oltre 100 diverse sedi, ha riscosso un forte seguito con 103.000 visitatori solo nell’ultima edizione, ed è diventato un’occasione unica di confronto internazionale tra aziende e artisti, oltre che un momento piacevolissimo per approfittare di un’ultima vacanza estiva a Venezia. L’edizione 2020 si terrò dal 5 al 13 Settembre. (R.C.)
THE VENICE
GLASS WEEK
VENICE
An international festival dedicated to the art of glass, The Venice Glass Week has been taking place in Venice every year in September for the past three years now. Venice and Murano, and recently even Mestre, offer experimentation with workshops, promotion with countless exhibitions, culture with conferences on the topic and many other events, all taking place in one week. With over 200 events in more than 100 different venues, the festival has a strong following with 103,000 visitors in the last edition only, and has become a unique opportunity for international dialogue between companies and artists, as well as the perfect time to enjoy one last summer trip to Venice. The 2020 edition of the Venice Glass Week will be held from 5th to 13th September. (R.C.)
In queste pagine: l’edizione 2019 della Venice Glass Week è stata animata da oltre 200 eventi. PiÚ di 100 location hanno ospitato le creazioni in vetro dei tanti artisti partecipanti, che hanno potuto confrontarsi in un contesto internazionale.
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Hospitality VENICE
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Hosp itality
AMAN VENICE
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Situato nel cuore di Venezia, l’hotel Aman Venice con le sue 24 camere e suite occupa il lussuoso Palazzo cinquecentesco Papadopoli, che fu dimora del Tiepolo come testimoniano molte stanze da lui affrescate oggi trasformate in lussuose suite. Premiato nel 2013 per l’accuratezza del restauro, l’hotel, dotato di due giardini privati, offre spazi interni con spettacolari viste sul Canale e confortevoli stanze che uniscono il design contemporaneo all’intramontabile fascino dell’ambientazione storica. A completare l’offerta, oltre alla rilassante Spa e alla accogliente biblioteca, al piano nobile, Arva, un ristorante che, guidato dallo chef Dario Ossola, rinnova il patrimonio gastronomico locale proponendo anche piatti firmati dal Creative Consultant Davide Oldani, oppure la possibilità di cenare nei dehors o di degustare la raffinata selezione di gin nel bar, dall’interior british, dell’hotel. (R.C.) Located in the heart of Venice, Hotel Aman Venice, with its 24 rooms and suites, is hosted in the luxurious fifteenth century Papadopoli Palace, home to Tiepolo as testified by the many rooms he frescoed and that, today, have been turned into lavish suites. Awarded in 2013 for the accuracy of the restoration, the hotel, which has two private gardens, offers internal spaces with magnificent views on the Grand Canal and comfortable rooms that combine contemporary design with the timeless charm of the historical setting. The offer is made complete by the relaxing Spa and the cosy library, on the main floor, by Arva, a restaurant that, run by chef Dario Ossola, renovates the local gastronomic heritage proposing also dishes signed by Davide Oldani, Creative Consultant, or by the chance to dine in the dehors or to taste the refined selection of gins at the hotel bar, characterised by a British interior. (R.C.)
Le immagini di queste pagine restituiscono tutto il fascino di questo hotel ospitato in uno dei più bei palazzi del Canal Grande, che vanta sale affrescate dal Tiepolo e viste spettacolari sulla città.
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L’ORAFO INTERNATIONAL
Ho s pita lity
HILTON MOLINO STUCKY L’imponente molino edificato a fine Ottocento sulle sponde dell’isola della Giudecca, capolavoro di architettura neogotica applicata a un edificio industriale, ospita oggi, dopo un perfetto restauro, questo hotel unico nel suo genere, che sa coniugare con raffinatezza passato e presente, così come ampi spazi e atmosfere intime. Collegato alla terraferma da 5 minuti di taxi acqueo, l’hotel comprende 379 tra camere e suite dotate di ogni comfort. Le camere Molino Premium e le suite executive, ristrutturate di recente, presentano dettagli che richiamano l’antica attività del mulino e lasciano trasparire elementi chiave rappresentativi della città. La splendida suite presidenziale, sulla sommità della torre, ha accesso diretto alla piscina panoramica e accesso privato alla torretta con vista a 360° sulla laguna. L’hotel comprende inoltre una SPA con area Beauty & Wellness, una palestra, un centro congressuale di 2600 mq e una scelta di bar e ristoranti. Lo Skyline Rooftop Bar offre una vista incomparabile su Venezia. (A.G.)
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The imposing mill built in the late nineteenth century on the banks of the island of Giudecca, a masterpiece of neogothic architecture applied to an industrial building, today hosts, following a perfect restoration, this one of a kind hotel able to refinedly combine past and present, as well as wide spaces and intimate atmospheres. The hotel includes 379 rooms and suites equipped with any comfort and the mainland can be reached in 5 minutes on a water taxi. The Molino Premium rooms and the executive suites, recently restored, present some details that remind the ancient activity performed in the mill and show key elements that are representative of the city. The magnificent presidential suite, on top of the tower, offers a direct access to the rooftop pool and private access to the tower with a 360° view on the lagoon. The hotel also includes a SPA with a Beauty & Wellness area, a gym, a 2600 square-metre congress centre and a selection of bars and restaurants. The Skyline Rooftop Bar offers a unique sight of Venice. (A.G.)
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Questo hotel unico nel suo genere, dalla struttura imponente e inconfondibile, è ospitato all’interno di un antico mulino di fine Ottocento, completamente ristrutturato. All’ultimo piano offre una piscina e lo Skyline Rooftop Bar, con splendida vista sulla città.
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Ho s pita lity
HOTEL DANIELI
Cornice esclusiva per storie d’amore e di passione, da Gabriele D’annunzio ed Eleonora Duse a Onassis e Maria Callas, sono passati di qui personaggi famosi come John Ruskin e, più recentemente, Richard Gere. Situato nel cinquecentesco Palazzo Dandolo, con notevole facciata gotica, l’hotel, che si sviluppa oggi anche in due edifici adiacenti, offre 240 camere e suite arredate con mobili d’epoca e tessuti preziosi, e tutte ristrutturate nel 2008. Inserito nella selezione “The Luxury Collection”, l’Hotel Danieli regala ambienti spettacolari all’insegna del lusso e del comfort contemporaneo: marmi rosa, scalinate dorate e grandiosi chandelier in vetro di Murano. Varia anche l’offerta culinaria: si spazia dal Ristorante terrazza Danieli nelle mani dello Chef Alberto Fol, al Bar Terrazza all’ultimo piano del Danieli Excelsior (da maggio a settembre), dal più classico e pluripremiato bar nella storica hall di Palazzo Dandolo al più informale Danieli Bistro. (R.C.)
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Exclusive setting for stories of love and passion, from Gabriele D’Annunzio and Eleonora Duse to Onassis and Maria Callas, such celebrities as John Ruskin and, more recently, Richard Gere stayed at this hotel. Located in the 15th century Dandolo Palace, with a remarkable gothic facade, the hotel that today develops in two adjacent buildings offers 240 rooms and suites with period furniture and precious fabrics, all refurbished in 2008. Included in “The Luxury Collection” selection, Hotel Danieli offers outstanding environments characterised by contemporary luxury and comfort: pink marbles, golden stairs, chandeliers in Murano glass. The culinary offer is also varied, from Ristorante Terrazza Danieli managed by Chef Alberto Fol, to Bar Terrazza on the last floor of Danieli Excelsior (from May to September), from the most classic and multiawarded bar in the historical hall of Dandolo Palace to the more informal Danieli Bistro. (R.C.)
VENICE
Affacciato sulla Laguna, il leggendario Hotel Danieli, inserito nella selezione “The Luxury Collection”, offre il massimo del comfort e della raffinatezza. Camere e suites, tutte magnificamente ristrutturate nel 2008, sono arricchite da arredi d’epoca e tessuti preziosi.
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THE ST. REGIS VENICE Dopo un lungo e accurato restauro del Grand Hotel Britannia, nasce nel 2019 l’esclusivo hotel The St. Regis Venice. Distribuito su cinque palazzi storici, tra cui palazzo Badoer che risale al XVII secolo, The St. Regis offre viste indimenticabili su Santa Maria della Salute e su Punta della Dogana, oltre a trovarsi in una posizione strategica, a pochi passi da Piazza San Marco, vicino al teatro delle Fenice e alle vie commerciali più importanti di Venezia. Le 129 camere e 40 suite sono arredate e curate nei dettagli, e in alcuni casi ripropongono palette ispirate ai caldi toni del crepuscolo, o alle luci cangianti dei quadri di Claude Monet, ospite d’eccezione dell’antico hotel. Magnifici il giardino e le terrazze; l’hotel offre inoltre un bar “artistico”, una esclusiva Spa, una Library e varie sale (la Lounge, Astor e Canaletto) versatili e adatte anche a ospitare eventi privati. (R.C.)
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After an accurate restoration of Grand Hotel Britannia, the exclusive St. Regis Venice Hotel opened in 2019. Distributed on five historical palaces, among which Badoer palace dating back to the XVII century, The St. Regis offers unforgettable views on Santa Maria della Salute and Punta della Dogana, beside being in a strategic position, a few steps from Piazza San Marco, near the Teatro La Fenice and the most important commercial streets in town. Its 129 rooms and 40 suites are furnished and perfect in every detail and, in some cases, reintroduce palettes inspired by the hues of twilight, or the lights of the paintings by Claude Monet, outstanding guest of the hotel. The garden and the terraces are magnificent; the hotel also offers an “artistic” bar, an exclusive Spa, a Library and various versatile halls (Lounge, Astor and Canaletto), also suitable to host private events. (R.C.)
VENICE
The St. Regis Venice, in posizione privilegiata a pochi passi da Piazza San Marco e dal Teatro La Fenice, occupa oggi cinque palazzi storici e mischia con raffinata eleganza arredi moderni e atmosfere di epoche passate.
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www.orchideapreziosi.it
FINDINGS
Italian Manufacturer of Gold and Silver Findings
LOCKS
BEADS
EARRINGS
CNC and LASER
FINDINGS
Italian Manufacturer of Gold and Silver Findings Orchidea Preziosi s.r.l. - via del Gavardello, 59 - 52100 Arezzo - Italy Tel. +39 0575 382566 - www.orchideapreziosi.it
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NOMI CITATI AGNES
ALESSIO BOSCHI
ALTAGAMMA AMAN VENICE AMEN
ANA REQUE
ANDREAIA G. POPESCU ANICKA YI ANTÚRA
BABY CHIBI BOSS
BROSWAY BULGARI
BUSATTI MILANO CALCATERRA
DI_ANCHON TESIC E VELIKOVIC ARCHITETTI DOLCE&GABBANA DORI CSENGERI DR. MARTENS
DRIES VAN NOTEN EIKO NAKAHARA
ERMANNO SCERVINO ETRO
HEINZ MACK
HILTON MOLINO STUCKY
LA PETITE STORY
33 28, 32
NARDI VENEZIA ORO TREND
27
OUI & ME
31
94
25
17
27
19
33
SUSANNE ELSTNER
93
27
33 71
THE ST. REGIS VENICE
106-107
VENICE DESIGN WEEK
92-95
WEWOOD
112
25
26
WALLACE CHAN
69
102-103
29
SICIS
THE VENICE GLASS WEEK
35-38
29
95
TAVARES STRACHAN
28
89
82-84
RUKU TOIVONEN
STROILI
74-75
31
24
30
SAINT LAURENT
24
29
PROENZA SCHOULER
RUE DES MILLE
29, 30
93
30
REMIDA TORNAGHI
31
33
PICTO
PUMA
30
58-63, 68-71
64
PRESTIGE
95
23, 26, 28
32
PASQUALE BRUNI
PHILOSOPHY BY LORENZO SERAFINI
20
65
33
68
MIGNONNE GAVIGAN
31
32
29
LORENZO QUINN MICHAEL KORS
21
27
43-47
30
MARY FRANCES
86-87
104-105
LANVIN
LAURA VOLPI
31
74-75
GIOVANNI FERRARIS
LA BIENNALE
71
FONDAZIONE MUSEI CIVICI VENEZIA GIORDINI
KURSHUNI
31
43-47
GIAMBATTISTA VALLI
KIDULT
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FIERA MILANO
FLEMISH COMMUNITY
JASON WU
94
66
DAMIANI
IN LEBOLE
32
CHANEL
CHOPARD
ICE
100-101
28
CHIARA BONI
HUSTING SEASON
43-47
CAROLINA HERRERA CARTIER
HOTEL DANIELI
32
73, 90
96-97 18
29
Passione
Valore che Conta
Astucci Shopper Display Rotoli Cassettiere Arturo Facchini srl Via del Tornitore, 16/18 - 40138 BOLOGNA Tel. +39 051 6030811 - Fax +39 051 538374 www.arturofacchini.it