IN C A S O D I M A NC AT O RE C API T O I NV IAR E A L C MP DI M IL AN O R O S E RIO PE R L A RE S T I T U ZI O NE A L M I T T E NT E PRE V IO PAGAMENTO RESI
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MARZO • APRILE 2019
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DI RE TTORE RE S P ON S A B I L E A N DR E A A IE L L O DI RE TTORE C RE A TI VO DO ME N IC O F E ST A d o m e n ic o .fe s t a @ e d ifis .it C OORDI N A M E N TO E DI TORI A L E A N T O N E L L A GA R E L L O a n t o n e lla .g a r e llo @ e d ifis .it I N RE DA Z I ON E SIMO N A IN F A N T O L IN O S E N I OR E DI TOR A T L A RG E IL A R IA DA N IE L I C OL L A B ORA TORI LEA ALLEN , E R C O L E BO N IN I, L UIGI C O ST A N T IN I, R IC C A R DO F E R R A T O , CAR LO MAN C A , MIC HE L E ME N GO L I, SE R A F IN A MIA N O , SA MA N T HA P R IMA T I P ROG E TTO G RA F I C O F A BR IZIO MA J E R N A A RTW ORK C L O SE UP ST UDIO S
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TRA DUZ I ON I P R O MO -E ST P UB B L I C I TÀ d ir c o m @ e d ifis .it TRA F F I C O P UB B L I C I TA RI O F R A N C E SC A GE R BIN O fr a n c e s c a .g e r b in o @ e d ifis .it S TA M P A C P Z S.P .A . C O ST A DI ME ZZA T E BG EMAIL o r a fo @ e d ifis .it W E B S I TE w w w .o r a fo it a lia n o .it P RE Z Z O P E R C OP I A € 5,00 / A RRE TRA TI € 1 0,00 A BBONA MENTI abbonamenti@ e d ifis .it
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l’Orafo italiano, una rivista edita da:
Edifis S.p.A. Viale Coni Zugna, 71 20144 - Milano - Italy Tel. +39 023451230 / Fax +39 023451231 www.edifis.it
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VISION A PPE AL
66 68 70
Mustard Plumage Coral
L’I NTER VISTA
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Les Georgettes
TRE ND
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Brooches Bugs Travel
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Paris High Jewellery
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Will you marry me?
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I N S T AT ALEN T
L’heure bleue
P EOP LE & BR AN DS
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P E OP L E & B RAN D S
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World Diamond Group
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Tra arte e moda
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Back to yellow gold
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La rue est re-belle
@mancac19
Thomas Sabo
I N S I DE JEW ELR Y
89 96 98 100 102 104 106
SIHH: cosa fare da grandi VicenzaOro: starting point Oroarezzo: 40 years Homi: three is better than one Il Tarì: trend & retail Diamante: la bufera del sintetico L’importanza di essere marchio
L’ORAFO
ITALIANO
In copertina: collana di Gold Art in oro giallo, verde e turchese con diamantatura “Unique”. Collezione Peacock. Foto e Artwork di Close Up Studios. Cover: necklace by Gold Art in yellow, green and turquoise gold, with “Unique” diamond milling. Peacock collection. Photo and Artwork by Close Up Studios.
EDITORIALE
Seppure siano in calo - e sempre più ignorati dalle giovani generazioni - i matrimoni in Italia raggiungono comunque la ragguardevole cifra di quasi 200mila l’anno: per il settore una ghiotta occasione di vendita, triplice per giunta, considerando premessa (anello di fidanzamento), cerimonia (fede nuziale) e anniversari (verette eternelle). Forniamo un ampio resoconto di gioielli italiani “belli e ben fatti”, perfetti per brillare alle dita di spose e fidanzate, nel nostro servizio bridal. Così come rendiamo ampio resoconto del ritorno dell’oro giallo, messo un po’ in ombra negli anni passati rispetto ai suoi “fratelli maggiori” di altra colorazione e oggi sempre più spesso protagonista delle nuove collezioni presentate a eventi privati e alle fiere. E a proposito di fiere: mentre, in tutta evidenza dopo le vicende elvetiche ma non solo, si impone una seria riflessione sul loro ruolo e sul loro futuro, restano per ora un irrinunciabile appuntamento commerciale e un momento fondamentale di confronto e approfondimento. Come riportiamo in questo numero, l’anno si è aperto in Italia con Vicenzaoro e Homi che hanno fatto registrare una notevole presenza di operatori stranieri: vedremo se l’interesse per la gioielleria Made in Italy sarà confermato nei mesi a venire anche dalle prossime manifestazioni del Tarì e di Oroarezzo e, spostandosi all’estero, di Monaco e Hong Kong. Resta la grande incognita di Baselworld: che potrebbe aprire scenari al momento imprevedibili.
Although in decline, and increasingly ignored by the younger generations, weddings in Italy still reach the considerable figure of nearly 200 thousand a year: a rich opportunity for sales for this business. Indeed, a triple one, if we take into account the premise (engagement ring), the ceremony (wedding ring) and the anniversaries (eternelle ring). We provide an ample review of “pretty and well made” Italian jewels, just right for shining on the fingers of wives and fiancées, in our bridal report. We also provide a detailed report on the return of yellow gold, somewhat in the shade in recent years compared to its “elder brethren” of other colours, but which today is increasingly starring in collections presented at private events and fairs. Speaking of fairs: while it is quite clear that after events in Switzerland and elsewhere, we need to take a hard look at their role and future, they still are an indispensable appointment for business and a basic moment for discussion and in-depth understanding. As we say in this issue, in Italy the year began with Vicenzaoro and Homi with a large number of foreign operators. It remains to be seen whether interest in Made-in-Italy jewellery will be confirmed in the coming months also by Tarì and Oroarezzo and, going abroad, by Munich and Hong Kong events. And there is a big question mark about Baselworld, which could open scenarios which are currently unpredictable.
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GOVONI GIOIELLI
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HIGH JEWELLERY
CHOICES / di Ilaria Danieli
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Trasformabilità è la keyword dell’Alta Gioielleria presentata recentemente a Parigi. Dalla camelia di Chanel indossabile in cinque modi diversi al Jack di Boucheron uno e trino, i gioielli giocano la carta della versatilità
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I Nella pagina precedente: collier trasformabile Rouge Incandescent di Chanel Joaillerie in oro bianco, rubini e diamanti. La camelia si può staccare e indossare come spilla: sotto la camelia compare sul collier un’altra camelia con motivo ajouré. In questa pagina, a sinistra: collier trasformabile Révélation Diamant di Chanel Joaillerie in oro bianco e diamanti. L’elemento Camelia rimovibile può essere indossato come spilla, il collier può essere portato in versione lunga o corta. A destra: un look della collezione Valentino Haute Couture SS 2019.
n una Place Vendôme affollata da forze dell’ordine e agenti di sicurezza più che da turisti e big spender, le presentazioni di Alta Gioielleria contemporanee alla settimana della Haute Couture Primavera/Estate 2019 hanno mostrato una sobrietà che di necessità ha fatto evidentemente virtù. Come del resto accade quasi sempre a gennaio (stagione che impegna i gioiellieri molto meno che a luglio quando la Haute Couture presenta l’Autunno/Inverno), si sono visti monili meno avventurosi, costosi e show off del consueto, con maggiori contenuti di versatilità e portabilità che di valore intrinseco e materiale. Pochi diamanti oversize, niente o quasi rarissime tormaline Paraiba, rubini da Maharaja o cascate di
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smeraldi purissimi, atout che anche da soli fanno notizia, lasciando spazio a un maggior investimento nella creatività e nella ricerca di nuovi significati della parola “prezioso”. Un tema emerso con particolare forza è quello della trasformabilità, che Chanel Joaillerie ha interpretato con uno standing all’altezza della maison nella collezione 1.5, fedele al culto di Mademoiselle per i numeri simbolici. Si intende una camelia, fiore iconico chez Coco, indossabile in cinque diversi modi. La collezione infatti si articola in 50 pezzi dei quali 23 sono trasformabili attraverso meccanismi miniaturizzati che consentono di dividere le strutture in più parti ricomponibili in altre fogge o indossabili da sole. La più scenografica e originale è la
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In questa pagina, da sinistra: un look della collezione Christian Dior Haute Couture SS 2019. Orecchini Divina by de Grisogono in oro bianco e diamanti. Anello della collezione Magical Setting by Chopard in oro bianco, zaffiri blu dello Sri Lanka e diamanti.
collana Rouge Incandescent, un multifilo di rivière diamantate, il cui elemento dominante in diamanti e rubini, a forma di camelia, si può “affettare” in senso orizzontale come un Pan di Spagna. La calotta superiore si può lasciare sul collier oppure staccare per ottenere una spilla da appuntare accanto alla collana, sulla cintura, come fermaglio per i capelli o come un cammeo al centro del maglioncino nero. Altrettanto camaleontico è il sautoir Révélation Diamant, composto da diamanti di notevole dimensione e vario taglio, arricchito da una broche a forma di camelia scomponibile dall’insieme per un effetto più dégagé. Un gioiello perfetto per il décolleté, per la scollatura sulla schiena, o più semplicemente come spilla o fermaglio. Gioco di numeri, 2 in 1 in questo caso, anche per de Grisogono, alla prima uscita pubblica orfana del suo fondatore e Deus ex machina Fawaz Gruosi, recentemente uscito dall’azienda. La collezione presentata alle clienti giunte a Parigi per la Haute
Couture rivisita infatti, in linea di continuità con il passato, alcuni best seller della maison come Allegra, Boule e Ventaglio, aggiungendo a ciascuno nuove versioni componibili. In particolare Allegra Toi & Moi mostra un paio di orecchini a lobo arricchiti da pietre dure taglio cabochon ai quali si possono aggiungere uno o più anelli con motivo Allegra decorati con pavé di diamanti. Capricci di stile ad un tempo eleganti e, volendo, disimpegnati. L’esuberanza di Caroline Scheufele, anima creativa di Chopard, si è invece concentrata sulle tecniche di manifattura per trovare il modo di montare le gemme in un setting apparentemente invisibile, senza griffe individuabili dall’alto. Niente a che vedere con il serti mystérieux brevettato da Van Cleef & Arpels nel 1933, una tecnica talmente complessa e costosa in termini di tempo da essere applicata nella produzione di un solo gioiello all’anno; i maestri artigiani di Chopard hanno invece lavorato sul modello
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del cluster floreale per far “fluttuare” le gemme che circondano la pietra centrale della corolla, montata con griffe tradizionali ma sottilissime e quasi impercettibili a occhio nudo. Ma se con Chopard parliamo sempre di pietre preziose e craftsmanship esclusiva, Boucheron esordisce invece, in occasione della rinascita della sua residenza storica al 26 di Place Vendôme (vedi a pagina seguente), con un gioiello trasformabile semplice e smart, un 24h for 7 days di costo contenuto e da portare senza pensieri: una catena lunga in oro, una coda di topo di fascino vintage, chiusa da due jack simmetrici simili agli spinotti degli attuali device elettronici (pagina seguente). Questi jack consentono di scomporre la collana in un collier più corto o in un bracciale: agilità, eleganza, accessibilità, virtù strategiche per conquistare l’eldorado del target millennial, corteggiato da tutti i brand del lusso, senza scontentare le clienti più mature. English translation: see page 108
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26 PLACE VENDÔME, LA MAISON DE BOUCHERON
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Chiamarla boutique sarebbe riduttivo: l’indirizzo storico di Boucheron in Place Vendôme 26, dove è stata la prima gioielleria a insediarsi nel 1893, è diventato qualcosa di molto più accogliente, spazioso e vitale dopo la completa ristrutturazione degli ultimi 18 mesi. Nell’antico palazzo sorto nel 1717 come Hôtel de Nocé all’angolo tra Place Vendôme e Rue de la Paix, infatti, la famiglia del fondatore prima e il gruppo Kering (oggi proprietario di Boucheron) poi hanno acquisito nel tempo diversi spazi oltre a quelli destinati alla vendita, per ospitare gli atelier dei maestri artigiani e gli uffici creativi, fino a possedere l’intero stabile. Si tratta quindi di un bene ricco di valore storico oltre che patrimoniale, inserito dal 1930 nella lista dei Monumenti parigini, che la maison ha voluto valorizzare restituendogli la sua originaria vocazione residenziale e conservando traccia di tutte le epoche che lo hanno abitato. L’obiettivo era creare una maison de prestige, un angolo di luxury lifestyle in cui i clienti potessero sentirsi a casa, senza la soggezione che in genere suscita una gioielleria. Una volta messa a punto l’anima del progetto, lo sviluppo è stato affidato a due architetti: uno per la parte storica della struttura, individuato in Michel Goutal, responsabile della salvaguardia dei monumenti nazionali, tra i quali il Louvre, e uno per l’arredamento, cioè Pierre-Yves Rochon, un famoso interior designer di hotel di lusso, molto esperto nell’arte di accogliere persone esigenti. Ne è nato un luogo di identità originale, composto da stanze arredate come salotti, living room e piccoli studi in cui gli oggetti, anche i più funzionali, rappresentano layers di memorie che convivono con i comfort della contemporaneità. Spiccano le scale “double face” che collegano i sei piani dell’edificio, attraversando giardini d’inverno e fantasie Art Nouveau così come boiserie, tavolini e sofà decisamente Art Déco, oltre ai gioielli della Maison esposti senza ostentazione. Le casse non si vedono, ma, nel momento opportuno, siamo certi che si troveranno (I.D.). English translation: see page 108
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MARRY ME? / di Simona Infantolino
Ogni anno in Italia sono quasi 200.000 le proposte di matrimonio: un momento poetico e romantico, accompagnato dall’intramontabile anello solitario. Dopo mesi di preparativi, al dito della neo sposa si aggiungerà la fede nuziale, spesso coordinata a quella dello sposo. Passano gli anni e accanto ai due anelli fanno capolino i regali per anniversari, compleanni o nascite di figli. In quei casi quale miglior dono di una fascia di diamanti a completare il trio di anelli dell’amore? Each year in Italy 200,000 people get engaged: a poetic and romantic moment accompanied by the timeless solitaire. After months of preparation, on the finger of the new bride the wedding band will be added, often coordinated with that of the groom. The years go by and together with those two rings come along other gifts for anniversaries, birthdays, or the birth of children. In these cases, what better gift than a diamond band to complete the triumvirate of rings of love?
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L’ORAFO
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PIERDUCA • Solitario in oro nero con diamante centrale bianco e pavé di diamanti neri.
con diamante centrale e pavé di diamanti.
RECARLO • Solitario Anniversary in oro bianco
MAREA GIOIELLI • Solitario in oro bianco, oro rosa e diamante.
DAMÌ GIOIELLI • Solitario in oro con diamante bianco.
MARZO • APRILE 2019
Engageme
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GIORGIO VISCONTI • Solitario 4 griffe in oro bianco e rosa con diamante.
SALVINI • Solitario Lavinia in oro bianco e diamanti.
BIBIGÌ • Solitario Versailles in oro bianco e diamanti.
MASSIMO RAITERI • Solitario in oro bianco e diamanti bianchi.
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ent Rings
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UNOAERRE
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U
n oggetto prezioso che celebra l’unione tra due persone, il tangibile segno del matrimonio, da portare sempre al dito: la fede nuziale non è soltanto un gioiello ma un vero e proprio simbolo dell’amore eterno. Lo sa bene Unoaerre che dal 1926, anno in cui l’azienda venne fondata da Carlo Zucchi e Leopoldo Gori, risponde alle richieste dei futuri sposi. Perché la storia della Unoaerre è tanto legata alla produzione delle fedi? Era il 1935 – spiega Giovanni Glave, direttore vendite Italia Unoaerre – quando il regime fascista chiese agli italiani di donare il proprio oro per sostenere i costi della guerra. Il 18 dicembre, passato alla storia come “giornata della fede”, tutte le coppie sposate donarono le proprie fedi allo Stato, ricevendo in cambio anelli in ferro prodotti proprio da Unoaerre. Cosa contraddistingue ancora oggi la vostra produzione? Tutte le nostre fedi sono realizzate in oro 18 carati e ricavate da monoblocchi di metallo, il che ci permette di ottenere un gioiello senza saldature, un cerchio senza inizio né fine, perfetto simbolo
dell’unione che rappresenta. In più la nostra colorazione gialla è il risultato di una lega di oro, rame e argento che noi definiamo “antica” perché riproduce quel colore leggermente rosato che avevano le prime fedi dell’azienda. Attualmente proprio questo è il nostro classico più venduto, seguito dal modello in oro rosa. Per chi fosse in cerca di una fede nuziale più particolare? La nostra produzione comprende oltre 120 modelli, e con quelli le assicuro che riusciamo a incontrare anche i gusti più esigenti. Abbiamo anelli che combinano l’oro bianco con il giallo o il rosa; o ancora quelli con un piccolo diamante incastonato, generalmente scelti dalle future spose, a cui abbiniamo lo stesso modello, senza pietra, per l’uomo. Senza parlare delle tantissime finiture disponibili! Parlando invece di fedine di fidanzamento… In generale sono gioielli troppo formali per le coppie di oggi che di solito preferiscono ufficializzare il fidanzamento con altri tipi di regali. Tuttavia al sud questa tradizione resiste ancora, mentre in altre regioni d’Italia
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la fedina sopravvive, seppur non più legata alle nozze ma come semplice ornamento. Cosa proponete alle coppie già sposate? In effetti bisogna dire che ormai ogni anno ci sono più anniversari che matrimoni! Per riconfermare l’amore Unoaerre propone una linea di anelli arricchiti da diamanti, le cosiddette eternelle che, a volte, vengono scelte dagli sposi anche come fede nuziale. Nuovi progetti in cantiere? La nostra ultima novità è la collezione 9.0 creata in occasione del novantennale dell’azienda: si tratta di 12 anelli che aggiungono un tocco di modernità ai nostri modelli più tradizionali. Guardando al futuro, stiamo pensando all’anno olimpico, il 2020, come possibile occasione per un nuovo lancio. In questa pagina, in alto: un’immagine della campagna pubblicitaria bridal; coppia di fedi Infinito in oro rosa e bianco con diamanti. Tutto Unoaerre.
POLELLO• Fedi della collezione Abbiamo Fede in oro giallo e diamanti bianchi.
DESIRÈ • Fedi in oro bianco con diamanti neri.
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ANTEO • Fede per lui in titanio e oro rosa con diamante della collezione Annuncio.
SALVINI • Fedi Heart Beat in oro bianco e rosa con diamante.
DAVITE&DELUCCHI GIOIELLI • Fedi della linea Incanto in oro giallo e bianco con diamanti.
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Weddin
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BIBIGÌ • Fedi in oro giallo e bianco, con diamante nella versione per lei.
ARTLINEA • Fedi in oro giallo e titanio, con diamante nella versione per lei. Collezione Forever.
ANTEO • Fede per lei in titanio e oro rosa con diamante della collezione Annuncio.
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ng Rings
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CRIERI • Anello in oro bianco con diamanti bianchi. Collezione Aeterna.
RECARLO • Anello in oro bianco e diamanti a forma di cuore della collezione Anniversary Love.
WORLD DIAMOND GROUP • Anello della linea Grace in oro bianco e diamanti.
GOVONI GIOIELLI • Anello in oro bianco con diamanti taglio brillante e baguette.
MASSIMO RAITERI • Anello in oro bianco con diamanti taglio navette.
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l’heure bleue / di Domenico Festa
Pochi attimi in cui il sole cede il passo all’orizzonte e il cielo vira verso un blu immenso: la magia di un momento irripetibile, cantato da grandi poeti e reso eterno da gioielli di straordinaria eleganza
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In apertura: orologio di de Grisogono in oro bianco con zaffiri blu e cinturino in pelle galuchat blu. Collezione Grappoli. In questa pagina: orologio segreto della collezione Red Carpet di Chopard in oro bianco e titanio con opale nero, giada intagliata, turchesi, onice, diamanti, smeraldi e tanzaniti. Quadrante in madreperla rosa e calcedonio. Bracciale composto da piccole boule di tanzanite sfaccettate. Pagina a fianco: bracciale di Lydia Courteille in oro e argento blu con zaffiri blu e gialli e diamanti bianchi e brown. Al centro, un’importante acquamarina di quasi 300 carati.
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Anello di Mattioli in oro bianco e titanio con tanzaniti e diamanti bianchi della collezione Rêve_r.
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L’ARTE
DIC R E A R E DESIDERI / di Ilaria Danieli
P In alto: pendente, orecchini e anello in oro bianco e diamanti della collezione DLuce di WDG. Qui sopra, il fondatore e AD Castrenze Giuliano.
er Castrenze Giuliano, titolare e fondatore di World Diamond Group, deve essere stato abbastanza seccante continuare a spiegare, fin dall’infanzia, che Castrenze è il nome mentre Giuliano è il cognome; oggi non ci fa più caso e prende con ironia l’inevitabile espressione sorpresa dell’interlocutore. Ma questa singolare eredità (era il nome del nonno) è solo una delle eccentricità dell’imprenditore vicentino. L’altra, ben più rilevante, è il fatto di essere riuscito a diventare dealer di diamanti pur risiedendo in una zona decentrata, per quanto amena, come la sponda bresciana del Lago di Garda, e pur senza avere tradizione di famiglia nel settore orafo né essere ebreo. Inoltre non ha iniziato nei magici anni ’70/80, quando avviare un’attività era relativamente semplice e il mercato dei gioielli prosperava,
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bensì negli ultimi anni ’90 (già penalizzati dal minimalismo), quando la situazione per i preziosi cominciava a farsi più complessa e la competizione internazionale (soprattutto da parte dei mercati emergenti con manodopera a basso costo) scoraggiava le buone intenzioni dei marchi fedeli alla qualità della produzione e al valore delle materie prime. «Vendere diamanti ai produttori italiani di gioielli era sempre stato il mio sogno e obiettivo professionale, perciò mi sono fatto una cultura specifica viaggiando tra Israele e il Belgio, finché non mi sono sentito pronto ad aprire un ufficio a Valenza: ho subito individuato i miei fornitori tra India, Tel Aviv e soprattutto Anversa, dove ho iniziato a collaborare con una realtà molto ben radicata come venditore di diamanti in esclusiva per l’Italia. Dal 2009 ho deciso di lanciare, sotto il cappello di Wdg, alcune linee di gioielleria finita. Il mercato dei diamanti era stato invaso dai rivenditori indiani che facevano leva sui bassi prezzi e allora ho preferito cambiare strategia e rivolgermi direttamente ai dettaglianti, offrendo non solo pietre sciolte ma anche, appunto, gioielli con diamanti pensati per il cliente finale. Ben presto mi sono reso conto che Il valore aggiunto nel sell out è la trasparenza sulla certificazione della gemma ed ecco il motivo del recente accordo con Forevermark, il marchio di De Beers che garantisce la tracciabilità completa del diamante e incide su ognuno la garanzia in modo invisibile e indelebile».
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A destra: uno scatto della campagna DLuce e, accanto, tre anelli signature di WDG con la particolare montatura Grace che conferisce massima brillantezza ai diamanti.
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Damelise è la collezione di Wdg più votata al design, più contemporanea e non classica, ideata soprattutto per il mercato estero. DLuce invece è il nome di un prodotto più semplice e commerciale, che funziona bene sul mercato italiano (il 90% del fatturato). Le pietre sciolte, infine, restano il business di Wdg che agisce come partner per gioiellieri di alto livello. Così anno dopo anno, senza far troppo rumore, l’azienda vicentina (che produce solo in Italia tra Vicenza e Valenza) è arrivata a vantare oggi un fatturato di tutto rispetto, che tocca i 15 milioni dai 3 milioni da cui era partita nel 2009, offrendo gioielli dai 1000 euro ai 500 mila euro, con diamanti e pietre di colore certificati da due enti internazionali per le carature più elevate. «Con l’ingresso di Forevermark, di cui siamo licenziatari ufficiali, prevediamo di ampliare la nostra rete retail con 130 punti vendita in cui non siamo attualmente presenti come Wdg, incrementando il fatturato fino a 20 milioni in tre anni». Una bella sfida per la forza vendita, che oggi conta 12 agenti in Italia. «Il mio sogno? Inventare il gioiello che manca, quello che le donne non sanno ancora di desiderare. Abbiamo brevettato Grace nel 2009, una veretta luccicante montata su un intreccio d’oro bianco che valorizza al massimo lo splendore delle pietre, un’idea che è stata variamente copiata. Ora vorrei
fare un passo ancora più audace: creare un’icona, una tipologia di monile (anello, bracciale, orecchino che sia) che tutte le donne vogliano avere nel proprio coffret à bijoux. Ormai l’autoacquisto al femminile, indipendente dai regali della controparte maschile, conta almeno per il 50% della spesa in gioielleria. So che non è facile inventare un desiderio, ma ci sto lavorando». Castrenze Giuliano, owner and founder of World Diamond Group, must have found it quite annoying to keep on explaining, since childhood, that Castrenze is the first name while Giuliano is the last one; now he does not even notice and reacts with irony to the unavoidable surprised expression of his interlocutor. However, this peculiar heritage (it was his grandfather’s name) is just one of the eccentricities of the entrepreneur from Vicenza. The other, even more important, is that he managed to become a diamond dealer despite living in a decentralised, though charming, area like the Brescia bank of Lake Garda and without having a family tradition in the goldsmith sector and not being Hebrew. Moreover, he did not start in the fabulous ‘70s/80s, when setting up a business was quite easy and the jewel market prospered, but in the late ‘90s (already penalized by minimalism) when the
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situation for precious items was becoming more complex and international competition (especially by the emerging markets with low-cost labour) discouraged the good intentions of those brands loyal to quality in production and value in raw materials. «As selling diamonds to Italian manufacturers of jewels had always been my dream and professional goal, I acquired a specific culture travelling between Israel and Belgium, until I felt ready to open an office in Valenza: I immediately selected my suppliers between India, Tel Aviv and, above all, Antwerp, where I started collaborating with a well rooted reality as exclusive diamond dealer in Italy. In 2009 I decided to launch, under the name of Wdg, some lines of finished jewellery. The diamond market had been invaded by Indian dealers that leveraged low prices and so I preferred to change strategy and address directly to retailers, offering not only loose stones, but also jewels with diamonds designed for the end customer. I soon realised that the added value in the sell out is the transparency in the gem certification and this is why I have recently signed an agreement with Forevermark, the brand by De Beers ensuring the full traceability of diamonds engraving the warranty on each stone in an invisible and indelible way». Damelise is the collection by Wdg more
PEOPLE & BRANDS
A sinistra: uno scatto della campagna Damelise. La modella indossa una parure in oro bianco e giallo con diamanti e smeraldi.
Sotto: anelli e ciondolo in oro rosa e diamanti della collezione Avantgarde.
41 focused on design, more contemporary and not classic, especially designed for the foreign market. DLuce is, instead, the name of a more simple and commercial product that performs well on the Italian market (90% of the turnover). Then, loose stones remain the business by Wdg acting as a partner of high range jewel. So, year after year, without too much publicity, the company from Vicenza (producing only in Italy between Vicenza and Valenza) has reached a remarkable turnover equal to 15 million, starting from 3 million in 2009, offering jewels worth 1000 to 500,000 euros, with diamonds and coloured stones certified by two international bodies for the highest caratages. «With the joining in of Forevermark, of which we are official licensees, we are going to widen our retail network with 130 stores where we are not currently present as Wdg, increasing our turnover to 20 million over three years». A big challenge for the sales force that now consists in 12 agents in Italy. «My dream? Inventing the jewel that is lacking, the one women are not yet aware to be dreaming of. We patented Grace in 2009, a shining wedding ring set on a white gold interweaving that valorises at best the splendour of the stones, an idea that has been widely copied. Now I would like to take an even more audacious step: creating an icon, a type of jewel (either ring, bracelet
or earring) that every woman wants to have in her coffret à bijoux. Now the female selfpurchases, independent from the gifts by the male counterpart, account for at least 50% of the expense in jewellery. I know that inventing a desire is not easy, but I am working on it.»
L’ORAFO
ITALIANO
In basso: solitari in oro bianco e diamanti.
MARZO • APRILE
2019
A LADIES’
AFFAIR / di Simona Infantolino
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Regina King
L
In alto: orecchini Kashmir di Messika in oro bianco e diamanti indossati da Regina King.
a scia di Time’s Up, la protesta contro le violenze sessuali sulle donne scoppiata lo scorso anno nel mondo cinematografico, sembra non esaurirsi anche a distanza di tempo. E quale occasione migliore se non i Golden Globe per tornare sul red carpet sotto forma di nastro e braccialetto in silicone (lo scorso anno era stata utilizzata una spilletta per promuovere la causa)? Un accessorio inconsueto che le star hanno esibito con orgoglio, insieme ai preziosissimi capolavori di alta gioielleria, durante l’evento di inizio gennaio che ha premiato migliori film e serie tv del 2018. Il trionfo di Bohemian Rhapsody nelle categorie “Best Motion Picture – Drama” e “Miglior attore in un film drammatico” (Rami Malek) non è bastato a distogliere l’attenzione dalle bellissime attrici vincitrici di questa edizione. Da Rachel Brosnahan, miglior attrice in una serie tv comedy (The Marvelous Mrs. Maisel), a Glenn Close, miglior attrice in un film drammatico
L’ORAFO
ITALIANO
(The Wife); e ancora Patricia Arquette, miglior attrice non protagonista in una serie (Escape at Dannemora), Lady Gaga, vincitrice con “Shallow” del premio per la miglior canzone, e Regina King, migliore attrice non protagonista nel film Se la strada potesse parlare. Infine Sandra Oh, madrina della serata insieme a Andy Samberg, già passata alla storia durante l’edizione del 2006 per essere stata la prima attrice asiatica a ricevere una nomination: con la conduzione di quest’anno ha battuto anche il primato come prima presentatrice asiatica nella storia dei Golden Globe. The effects of Time’s Up, the protest against sexual violence against women which came to light last year in the film industry, seem to continue on even after all this time. And what better occasion than the Golden Globes to return to the red carpet in the form of a silicon bracelet and ribbon (last year a pin was used to promote the cause)? An unusual accessory which the stars wore proudly, together with other precious examples of fine jewellery, during the event which took place at the beginning of January, awarding the best films and TV series of 2018. The triumph of Bohemian Rhapsody in the “Best Motion Picture – Drama” and “Best Leading Actor in a Drama” (Rami Malek) categories was not
FLASH
Lady Gaga
In alto: collier Aurora in oro bianco e diamanti di Tiffany & Co. indossato da Lady Gaga. In basso: Rachel Brosnahan indossa un bracciale di Irene Neuwirth in oro rosa con pietre di luna arcobaleno e zaffiri.
Sandra Oh
Rachel Brosnahan
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enough to deflect the attention from the beautiful actresses who won this year. From Rachel Brosnahan, Outstanding Lead Actress in a Comedy TV Series (The Marvelous Mrs. Maisel), to Glenn Close, Best Actress in a Motion Picture - Drama (The Wife); as well as Patricia Arquette, Best Supporting Actress in a Limited Series (Escape at Dannemora), Lady Gaga, winning with “Shallow” the award for the Best Song, and Regina King, Best Supporting Actress in the film, If Beale Street Could Talk. Lastly Sandra Oh, godmother of the evening together with Andy Samberg, who already made history in 2006 for having been the first Asian actress to be nominated: with her presentation this year she also made history as the first Asian presenter in the history of the Golden Globes.
L’ORAFO
ITALIANO
A sinistra: Sandra Oh, sul palco per ricevere il premio come miglior attrice in una serie drammatica, indossa gli orecchini Nature’s Beauty di Forevermark in oro bianco con diamanti.
FLASH
LIBRI
TRA
ARTE EM O D A / di Antonella Garello
S 44
Le copertine dei due volumi editi da Skira, belle testimonianze in equilibrio tra storia, arte e moda.
kira ha recentemente pubblicato due bei volumi - completamente diversi per argomento e impostazione ma entrambi di sicuro interesse per l’accuratezza della ricostruzione storica e la completezza dei temi trattati. Argentieri Piemontesi del ‘700 - Trovati e ritrovati, a cura di Gianfranco Fina, ripercorre appunto la storia degli argenti piemontesi del ‘700, dagli esempi più antichi, databili intorno al 1700, per arrivare al Neoclassicismo: manufatti opera di artisti straordinari che seppero sempre adattare l’argento - materiale considerato sacro agli dei nel mondo antico - alle mode del momento, passando dai capricci del Rococò alle linee severe del classicismo degli anni della Rivoluzione francese. Come sottolinea la presentazione del volume, l’argenteria sabauda, prodotto di una cultura internazionale e raffinata, fu vittima, nel corso del XVIII secolo, di fusioni “di Stato”, che ne ridussero considerevolmente la quantità. Il volume, di 450 pagine, è suddiviso in capitoli corredati da un ricco apparato iconografico e presenta oltre 160 schede di oggetti in gran parte inediti o poco conosciuti - ostensori, versatoi, brocche, caffettiere e zuccheriere, candelieri, piatti e molto altro ancora - ognuno dei quali presentato in modo completo. Bianca Cappello e Samuele Magri hanno invece ricostruito un’accurata e godibile Storia della fibbia tra Moda e Gioiello (1700-1950) - Attraverso la collezione Pennasilico, ripercorrendo le fortune di questo oggetto in un ampio periodo storico, dal suo “periodo aureo”, tra il 1680 e il 1830 fino al secondo dopoguerra. Il volume, in italiano e inglese, è riccamente illustrato con le riproduzioni di esemplari provenienti dalla collezione Pennasilico, una delle più importanti al mondo, e ritratti e illustrazioni d’epoca che contestualizzano la fibbia nell’abito e sul corpo nel corso del tempo.
L’ORAFO
ITALIANO
Skira has recently published two nice volumes that proved to be completely different as for subject and approach, though both interesting thanks to the accuracy of the historical reconstruction and the thoroughness of the analysed themes. Argentieri Piemontesi del ‘700 Trovati e ritrovati (18th century silversmiths from Piedmont - found and found back), curated by Gianfranco Fina, just retraces the history of eighteenth century silversmiths from Piedmont, from the most ancient examples dating back around 1700 until Neoclassicism: artefacts created by extraordinary artists able to always adapt silver – a material that was considered as sacred to the gods in the ancient world – to the passing fashions, from the caprices of Rococo to the rigid lines of Classicism in the years of the French Revolution. As underlined by the presentation of the volume, the Savoy silverware, product of an international and refined culture, underwent, over the XVIII century, some “State” casting that greatly reduced its quantity. The 450-page volume is divided into chapters accompanied by a rich iconography and also presents 160 sheets concerning items that are mostly unknown or little known – ostensories, spouts, jugs, coffee pots, sugar bowls, candlesticks, dishes and much more - each introduced in a thorough way. Bianca Cappello and Samuele Magri, instead, recreated an accurate and enjoyable History of the buckle between Fashion and Jewellery (1700-1950) - Through the Pennasilico Collection retracing the vicissitudes of this item, over a wide historical period, from its “golden age”, between 1680 and 1830 until after World War II. The volume, in Italian and English, is richly illustrated with prints of items from the Pennasilico collection, one of the most important in the world, along with portraits and period illustrations contextualising the buckle on the dress and body over time.
Š Lucebianca | #proudtobeamum | lebebe.eu
tieni stretto al
ciò in cui credi.
Tutto inizia da una persona che arriva nella nostra vita e la cambia, la migliora, la stravolge. Cosi come fanno i piccoli amici pelosi quando arrivano nelle nostre case.
il mio gatto si chiama Piero ed è la mascotte di casa Tutto inizia con Te
Il mio alter ego
Il mio miglior amico
Tutti i charms possono essere inseriti su un bracciale e su una collana, entrambi dotati di lock in oro rosa o in argento ed estendibili tramite link.
Scegli il tuo messaggio e inseriscilo nel lock!
MARZO • APRILE
2019
JEWELLERY
BOX
Anello Lilium di Fabio Cammarata in oro 18 carati con diamanti e quarzo. Collezione Frida. Lilium ring by Fabio Cammarata in 18 carat gold with diamonds and quartz. Frida collection.
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Un filo di rarissime perle Akoya Hanadama di proprietà di Opera, tra i pochissimi rivenditori al mondo a trattare queste gemme. Le Hanadama devono essere accompagnate da un apposito certificato di garanzia giapponese che ne attesti qualità e provenienza.
Orecchini realizzati da Carlotta e Costanza Operti, utima generazione della famiglia a capo della storica gioielleria Candido Operti di Cagliari, in oro con gemme garantite da Cesari & Rinaldi Gemmai: diamanti, turchese naturale sleeping beauty, tormalina rosa, peridot e topazio azzurro.
A string of extremely rare Akoya Hanadama pearls owned by Opera, among the few retailers in the world dealing these gems. Hanadama pearls must be accompanied by a specific Japanese certificate of guarantee certifying their quality and provenance.
Earrings made by Carlotta and Costanza Operti - last generation of the family who owns the historic jewelry store in Cagliari - in gold with gems guaranteed by Cesari & Rinaldi Gemmai: diamonds, natural sleeping beauty turquoise, pink tourmaline, peridot and light blue topaz.
L’ORAFO
ITALIANO
erikagioielli.com
CLOSE UP
BACK TO
yellow GOLD / di Antonella Garello
Con le sue tonalità calde e la sua intensa luminosità, l’oro giallo sta tornando protagonista della scena orafa. Dai gioielli “minimal” a quelli decisamente importanti, le collezioni per la prossima stagione mostrano un rinnovato interesse per l’oro nel suo colore più classico: simbolicamente associato al sole, all’allegria e alla creatività
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L’ORAFO
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MARZO • APRILE
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50 In apertura: bracciale di Prestige in oro giallo 18 carati con diamanti. In questa pagina: orecchini in oro 18 carati della collezione Cina di Orosoffiato, realizzati in elettroformatura. Opening page: bracelet by Prestige
in 18 carat gold with diamonds. This page: 18 carat gold earrings from the Cina collection by Orosoffiato, made in electroforming.
In alto: bracciali delle collezioni Wave e Ovale di Cecchinato, dalle linee pure ed essenziali. Sotto: orecchini di Giordini in oro 18 carati, realizzati in elettroformatura con finitura lucida e brillante. Above: bracelets from the Wave and Ovale collections by Cecchinato, characterised by pure and essential lines. Below: earrings by Giordini in 18 carat gold, made in electroforming with polished and shiny finishing.
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In alto: orecchini della collezione Ringlet di Fair Line in oro 14 carati, realizzati in lastra lucida e satinata e impreziositi da un filo diamantato. A destra: orecchini di DML in oro 18 carati caratterizzati da elementi con finitura lucida e satinata. Collezione Materia. Above: earrings from the Ringlet collection by Fair Line in 14 carat gold, made in polished and satin-finished sheet embellished by a diamond-milled element. Right: earrings by DML in 18 carat gold with polished and satin-finished details. Materia collection.
L’ORAFO
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Orecchini in oro e diamanti della collezione Classic di Bolzon. Satinatura eseguita a mano. Earrings in gold with diamonds from the Classic collection by Bolzon. Satin-finishing made by hand.
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MARZO • APRILE
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Pendente in oro giallo e diamanti della collezione Infinity di Falcinelli Italy. In basso: anello della collezione The Bends di Brusi, nella versione in oro giallo con diamanti. A pendant in gold with diamonds from the Infinity collection by Falcinelli Italy. Below: a ring from The Bends collection by Brusi: this version comes in yellow gold and diamonds.
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In questa pagina: bracciale cuff rigido in oro giallo e diamanti della collezione Supreme di Chimento, Nella pagina seguente, in alto: bracciale di Neonero con la caratteristica trama a effetto pizzo. Collezione Rock. In basso: anello in oro giallo 18 carati con opale nobile realizzato a cera persa da Luciano Capossela. This page: rigid cuff bracelet in gold with diamonds from the Supreme collection by Chimento. On the following page, above: bracelet by Neonero featuring the characteristic lace effect. Rock collection. Below: 18 carat yellow gold ring with noble opal made by lost wax process by Luciano Capossela.
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MARZO • APRILE
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Arezzo Fiere e Congressi - Italy info@oroarezzo.it . www.oroarezzo.it
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LA RUE EST
RE-BELLE / di Lea Allen
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In questa pagina, dall’alto: Belt bag Saffiano in pelle di Prada. Un frame dalla serie Los Alamos di William Eggleston. Orecchini in oro e diamanti di Kavant & Sharart.
n contesto: la strada. Nessuna regola. Nessuna convenzione. Una priorità: la personalità. La strada è viva. Riflette. Ragiona. Elabora. Ripesca dal passato e riporta all’attualità divise simbolo di un pensiero. Di un’idea. Di un desiderio. La strada è in continuo movimento. La strada è la vita. E quando l’anticonformismo dello street style incontra la raffinatezza più radicale nasce una combinazione esplosiva. Opposti che si attraggono e si completano. Modi di essere che si includono e si respingono. Uno stile unico e definitivamente contemporaneo. Gli anni 80 eccessivi e opulenti si allineano sui codici dell’eleganza più austera e deflagrano in un’estetica sensuale e accattivante. Jumpsuits dalle linee pulite appaiono in color block: rosa baby, rosso fuoco, azzurro, come le tonalità dei pastelli presi dall’astuccio di uno studente. Accenni punk chic nei gioielli con orecchini come
L’ORAFO
ITALIANO
frecce e spilloni, ma tempestati di diamanti. Décolleté vertiginose e sneakers, a indicare il lato sexy e quello libero di una donna che non cerca compromessi, strizzano l’occhio a un femminismo ritrovato. Nuovo. Che non è più ribellione ma consapevolezza. E poi macro-sweaters in paillettes, flare jeans a vita alta abbinati a statement t-shirts garbatamente ironiche. L’edonismo evolve in vibrazioni positive. La spensieratezza la fa da padrone con quel desiderio di vento tra i capelli che si manifesta negli accessori più alternativi come i pattini a rotelle di lusso di Hermès. Spontaneità e buon gusto trovano il massimo della propria espressione sulla strada perché, si sa, su questo territorio tutto è concesso. Qui l’esternazione di sé assume un valore creativo, il divertimento è arte a costo zero. Il privilegio è democratico e il risultato è sorprendentemente stiloso.
MODA
In alto, da sinistra: street style durante la London Fashion Week SS 2019, cross bag MSGM. Evangelie Smyrniotaki prima della sfilata di Valentino Haute Couture FW 2019 a Parigi. Tabasco red pumps in vernice di Gianvito Rossi.
In basso, da sinistra in senso orario: New York street style cross bag di Supreme. Prezioso bracciale one-of-a-kind in oro rosa e diamanti di Repossi. Skateboard Derringer 28 in acero a 7 strati di Original. Smart case in pelle di Hermès.
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MARZO • APRILE
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The context: the street. No rules. No regulations. One priority: personality. The street is alive. It reflects. It reasons. It elaborates. It takes things from the past and brings them back to the present, uniforms which are a symbol of thought. Of an idea. Of a desire. The street is continuously moving. The street is life. And when the nonconformity of street style meets the most radical sophistication, it becomes an explosive combination. A unique and definitively contemporary style. The excessive and opulent 80s fall in line with the more austere codes of elegance and explode into a sensual and captivating aesthetic. Clean-lined jumpsuits appear in colour blocks: baby pink, fire red, light blue, like the pastel tones taken from a student’s pencil case. Hints of punk chic in jewellery with earrings made like arrows and pins, but covered in diamonds. Vertiginous court shoes and sneakers, showing the sexy and free side
of a woman who isn’t looking to compromise, winking at a newfound feminism. New. No longer rebellion, but awareness. And then there are sequinned macro-sweaters, highwaist flare jeans together with gently ironic statement T-shirts. Hedonism evolves with positive vibrations. Carefreeness is in charge, along with that desire to feel the wind in one’s hair, manifesting itself in more alternative accessories like the luxury Hermès roller skates. Spontaneity with good taste find their expression on the street because, everyone knows, this is the place where everything is permitted. Here the externalisation of the self takes on a creative value, fun is free art. Privilege is democratic and the result is surprisingly cool.
L’ORAFO
ITALIANO
In questa pagina, in alto, in senso orario: Cara Delevingne per Puma indossa le sneakers Nova 90s. Orecchini one-of-a-kind in argento e twill di seta di Hermès. Roller skates in pelle di Hermès. Cher sui pattini nel 1977. In basso: anello Jubilee in oro con iniziali in diamanti di Shay.
Gioielli
MARZO • APRILE
2019
/ di Domenico Festa
@MANCAC19
BY CARLO MANCA
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Le figure femminili di Carlo Manca sono le maestose protagoniste della scena: sospese tra i colori primari della pop art e i figurini dei fashion magazine
L’ORAFO
ITALIANO
@MANCAC19 PER L’ORAFO ITALIANO
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@mancac19 interpreta la collana e gli orecchini di Gold Art in oro giallo e nero con diamantatura “Unique”.
L’ORAFO
ITALIANO
LE B O LE G IO IE LLI Orecchini in seta, ottone galvanizzato oro e pietre naturali della collezione Volare
EDITORIALE
DREAMY SEASON Si avvicina la bella stagione e la fashion jewellery gioca con una ritrovata leggerezza e con la vivacità che le è propria. Attingendo a temi intramontabili, grandi classici della bijouterie fantasie di tutti i tempi, le nuove collezioni intrecciano i voli di insetti primaverili con lunghi orecchini che strizzano l’occhio alla moda del plumage, mentre spille appariscenti riconquistano visibilità e collocazioni originali su colletti, gonne, cinture e polsini. Il colore è come sempre protagonista degli accessori moda e spazia in totale libertà dalle tonalità accese a quelle più discrete. Irresistibile, infine, il richiamo dell’outdoor. Le belle giornate invitano tutti alle passeggiate all’aria aperta e a viaggiare, a preparare le valigie per volare verso mete lontane ed esotiche, visitare nuove città e Paesi sconosciuti o affrontare brevi traversate in barca a vela: momenti di autentica spensieratezza che anticipano le grandi avventure dell’estate.
As the fine season approaches, fashion jewellery starts playing with its rediscovered lightness and characteristic liveliness. Drawing from evergreen themes, the great classics of bijouterie fantasie of every age, the new collections weave together the springtime flight of insects with long earrings which hint at the fashion of plumage, while flashy brooches become visible again and are placed in an original fashion on collars, skirts, belts and cuffs. Colour as always plays a starring role in fashion accessories and ranges in total freedom from bright to very discreet hues. Finally, the appeal of outdoors is irresistible. The sunny days invite everyone to take a walk outdoors and to travel, to pack their suitcases to fly away to far-off exotic places, to visit new cities and unknown countries or to take on brief trips in a sailboat: moments of authentic carefreeness in anticipation of the great summer adventures.
VISION
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APPEAL
MUSTAR D 7
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1 Gissa Bicalho - collana in materiale acrilico e metallo. Foto di Bruno Medeiros / acrylic and metal necklace. Photo by Bruno Medeiros | 2 Givenchy - borsa mini / mini bag | 3 Francesca Bianchi Design - bracciale a schiava smaltato / enamelled cuff bracelet | 4 Valentina LaganĂ - bracciale in rame con smalto / copper bracelet with enamel | 5 Picto - orologio con cassa in acciaio e cinturino in silicone / watch with steel case and silicone strap | 6 Brandon Maxwell - abito da cocktail / cocktail dress | 7 Salvatore Ferragamo SS 2019
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unoaerre.it
FA S H I O N J E W E L L E R Y
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PLUMAGE 7 5
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1 Ranjana Khan - orecchini pendenti Teresa / Teresa pendant earrings | 2 Attico - secchiello / bucket bag | 3 Tabitha Simmons - sabot alto / mules high heel | 4 Yvone Christa New York - orecchini in filigrana con azzurrite e aqua lemuria verde / filigree earrings with azurite and green aqua lemuria (www.yvonechrista.com) | 5 Thomas Sabo - orecchini in argento 925 placcati oro con smalti e pietre colorate / gold plated sterling silver earrings with enamels and coloured stones | 6 Oscar de la Renta - abito / dress | 7 MSGM SS 2019
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CO R AL
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2 5 1 Byba Bijoux - orecchini con cristalli Swarovski / earrings with Swarovski crystals | 2 Ziio - bracciale Essentiel Oranred in argento con perline di vetro di Murano, cubic zirconia e pasta di corallo / Essentiel Oranred silver bracelet with Murano glass small pearls, cubic zirconia and coral paste | 3 Tabitha Simmons - sandalo / sandal | 4 Danse Lente - borsa mini / mini bag | 5 Boks & Baum - bracciale Capri in pelle con pietra naturale / Capri leather bracelet with natural stone | 6 Amur - abito lungo / long dress | 7 Valentino Haute Couture SS 2019
VISION
www.tari.it
L’ I N T E R VI STA
LES
GEORGET TE S / di Antonella Garello
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In questa pagina, in alto, esempi di pendenti con diversi disegni e colorazioni. Qui sopra: Filippo Mercaldo, Direttore Commerciale Italia, nel corner Les Georgettes all’interno del Brian&Barry Building a Milano.
ove è nato il marchio Les Georgettes? Les Georgettes è la marca di punta del gruppo Altesse, fondato oltre un secolo fa e produttore leader di bijoux in Francia, fornitore tra l’altro di maison come Nina Ricci o Kenzo – spiega Filippo Mercaldo, Direttore Commerciale Italia - È in Francia che vengono realizzati tutti gli articoli del brand: l’atelier creativo ha sede a Parigi, la produzione avviene nel sud del Paese, nella “valle del bijou” in Ardèche, le parti in pelle sono realizzate in Bretagna dallo storico marchio di pelletteria Texier. Quindi i gioielli sono certificati? Tutti gli articoli sono accompagnati dalla certificazione che ne attesta la produzione in Francia secondo alti standard qualitativi; inoltre ogni modello è brevettato e depositato, a garanzia della sua esclusività. Come è strutturato il Gruppo? Con oltre 1000 dipendenti e dieci filiali internazionali, è presente in oltre 50 Paesi in tutto il mondo, dove è distribuito in 12 corner monomarca e in più di 3200 punti vendita, di cui 160 in Italia: per lo più gioiellerie di fascia medio-alta. Quali sono le caratteristiche distintive del marchio? Gli articoli Les Georgettes sono giocati sul concetto della personalizzazione: presentano una fascia in pelle o in vinile reversibile con due diverse colorazioni sui due lati: un semplicissimo aggancio permette di girare la fascia e quindi mutare il colore del gioiello. Considerando che i bijoux, i bracciali in particolare, sono disponibili in diverse dimensioni e con diversi disegni e finiture, le combinazioni possibili sono praticamente infinite. Le nostre creazioni sono adattabili a qualsiasi look, outfit ed esigenza! E parliamo di articoli curati in ogni particolare, con grafiche suggestive, colori vibranti, finiture di pregio. Nella linea “Les Précieuses” arriviamo a 7 micron di placcatura. La produzione viene rinnovata frequentemente? Le collezioni vengono rinnovate e implementate praticamente di continuo, considerando i quattro lanci stagionali e diverse edizioni speciali. Come è stato accolto il marchio dai retailer italiani? E che servizi di assistenza offrite ai punti vendita? In Italia il marchio è stato accolto decisamente bene e non a caso si sta espandendo. Gli aspetti maggiormente apprezzati dai dettaglianti sono l’ottimo rapporto qualità/prezzo, la velocità e la precisione dei riordini, la personalizzazione degli oggetti, sempre più centrale
VISION
L’ I N T E R VI STA
In questa pagina, a lato: un momento della lavorazione. Sotto: un bracciale con la caratteristica fascia di pelle reversibile. In basso: un’immagine della campagna di comunicazione.
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presso la clientela evoluta, e, in occasione per esempio delle feste commerciali (come San Valentino, la Festa della Mamma, Natale), le tante iniziative di promozione e marketing, che costituiscono un supporto davvero prezioso in momenti tanto complessi. Where did the Les Georgettes brand name begin? Les Georgettes is the leading brand of the Altesse group, founded over a century ago and leading producer of jewellery in France, working as a supplier for such companies as Nina Ricci or Kenzo - explains Filippo Mercaldo, Sales Director Italy. All the articles of the brand are made in France: the creative atelier is in Paris, manufacture is in the south of the country, in the “bijoux valley” of Ardèche, the leather parts are made in Brittany by the historical leather manufacturer, Texier. Is the jewellery certified? All articles are accompanied by a certificate of authenticity certifying their
manufacture in France according to high quality standards; in addition, each model is patented and registered, guaranteeing its exclusiveness. How is the Group structured? With over 1000 employees and ten international branches, the group is present in over 50 countries around the world, where it is distributed in 12 single-brand corners and over 3200 sales point, of which 160 are in Italy: in general, mid-high range jewellery stores. What are the distinctive characteristics of the brand? Les Georgettes products play on the concept of personalisation: they have a leather or vinyl band which is reversible in two different colours on the sides: a simple hook allows to easily turn the band thereby changing the colour of the jewellery. Considering that jewellery, and in particular the bracelets, are available in different sizes and finishes, the possible combinations are practically infinite. Our creations can be adapted for any look, outfit, or need! And we are talking about articles which have been made with particular attention to detail, with evocative graphics, vibrant colours, and prestigious finishes. In the “Les Précieuses” line we have a 7-micron plating. Is production revisited frequently? The collections are revisited and developed more or less continuously, considering the four seasonal launches and the variety of special editions. How was the brand received by Italian retailers? And what customer services do you offer your sales points? In Italy the brand was very well received and is now expanding. The aspects which are most appreciated by retailers are the excellent quality/price ratio, the speed and precision in resupply, the personalisation of the objects, which is increasingly popular among clients, and, in occasion of commercial celebrations (like Valentine’s Day, Mother’s Day, Christmas) the many initiatives in promotion and marketing, that constitute true support during these complicated times.
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B RO O C HES 3
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1 Tata Borello - spilla con cristalli / brooch with crystals | 2 Ottaviani - spilla con cristalli e strass / brooch with crystals and strass | 3 Bijou Brigitte - spilla Peacefull con pietre colorate / Peacefull brooch with coloured stones | 4 Swarovski spille No Regrets placcate oro con cristalli Swarovski / gold plated No Regrets brooches with Swarovski crystals
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BU GS 1 4
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1 Polina Firenze - orecchini in ottone placcato oro con smalti e cristalli Preciosa. Linea Api / gold plated brass earrings with enamels and Preciosa crystals. Api line | 2 Mariasole Gioielli - anello in argento con perla freshwater e smalti / silver ring with freshwater pearl and enamels | 3 Nuvole Design - orecchini in bronzo e cristalli / bronze and crystal earrings | 4 Braccialini - orecchini in ottone e smalto / brass earrings with enamel | 5 Dueci - spilla della collezione Animalier in ottone con pietre naturali e cristalli / brass brooch from the Animalier collection with natural stones and crystals
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1 M68 Gioielli - orecchini Travel in ottone galvanizzato con onice e corallo Bamboo / Travel gold plated brass earrings with onyx and Bamboo coral | 2 Clizia Ornato - anello in argento con francobollo. Linea Japanese Postal / silver ring with stamp. Japanese Postal line | 3 Kidult - bracciale Aereo in acciaio pvd oro rosa / Aereo bracelet in rose gold pvd steel | 4 Valeria Bugatto - bracciale in argento rosato con onice / rose gold plated silver bracelet with onyx | 5 IN Lebole orecchini The Tag in ottone galvanizzato con pietre naturali / The Tag gold plated brass earrings with natural stones
VISION
O N STAGE
charming flight / di Domenico Festa Artwork Close Up Studios
Sospesi in mezzo alle nuvole, un viaggio fantastico in mongolfiere coloratissime, tra animali esotici e atmosfere oniriche
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In apertura: collana Segui i tuoi sogni di Mad Tea in acciaio e ottone. Collezione Dream Big. In queste pagine: orecchini e collana di Michal Negrin Italia in ottone e cristalli Swarovski con dettagli dipinti a mano. Pagina seguente: orecchini della collezione Shuttle di Maman et Sophie in argento placcato con razzo e nappa.
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orafoitaliano.it/vision
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PEOPLE & BRANDS
THOMAS SABO
A SMILE IN
YOUR FACE / di Antonella Garello
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Il brand tedesco ha presentato in anteprima a Berlino la sua ultima collezione: allegra, coloratissima, “Paradise Colours” è adatta a ogni stile e a ogni età e gioca come di consueto con i motivi e le ispirazioni più diverse
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In questa pagina: un anello della collezione Paradise Colours e un’immagine della campagna di comunicazione.
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enché brand tedesco doc - la sede è a Lauf an der Pegnitz, a una mezz’ora di autostrada da Norimberga - Thomas Sabo è del tutto alieno da quel rigore stilistico e quelle rigidità che l’immaginario collettivo associa alle creazioni di teutonica provenienza. Al contrario, le sue linee sono giocate su una totale libertà espressiva che sa anche sconfinare in uno scanzonato divertissement. “Paradise Colours”, la sua ultima, coloratissima collezione in vista della Primavera-Estate, è stata presentata in anteprima a Berlino lo scorso Gennaio nel celebre China Club, esclusivo ritrovo per rappresentanti del mondo del business, della cultura e della politica e al tempo stesso accogliente “home away from home” ricca di oggetti d’antiquariato e preziose testimonianze di arte cinese contemporanea: location in perfetta sintonia con lo spirito disinvolto, innovativo e cosmopolita del marchio, che dal 1984 a oggi ha saputo imporsi grazie alla qualità della produzione - principalmente in argento 925 - e all’inesauribile varietà delle
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sue creazioni. Le collezioni Thomas Sabo, infatti, vengono continuamente rinnovate e implementate e i gioielli sono largamente personalizzabili con scritte e simboli in grado di interpretare i più diversi stili ed esigenze. «Le collane, i charm e i bracciali delle diverse collezioni sono pensati per essere indossati insieme, mescolando in assoluta libertà motivi, lavorazioni, dimensioni e colori, rompendo qualsiasi regola e giocando un po’ col proprio stile e con l’umore del momento - spiega Susanne KÖlbli, direttrice creativa del marchio e a capo dell’ufficio stile, che fin dai primi anni Novanta disegna tutte le linee. Paradise Colours non fa eccezione alla regola, incrociando con disinvoltura insetti, uccelli e anfibi, stelle e fiori, geometrie e motivi floreali, orecchini asimmetrici e a chandelier, con echi da culture e tradizioni lontane, dal mondo dei nativi americani così come da quelli della moda, dell’arte o dell’infanzia: mentre cristalli e pietre naturali vanno a comporre un allegro caleidoscopio di colori in armonia con la bella stagione. «Quello che fin dagli inizi della nostra collaborazione mi ha colpito in Thomas Sabo - continua Susanne - è stata proprio la sua apertura mentale, la capacità di guardare oltre i limiti senza mai avere paura di realizzare cose nuove. Agli inizi degli anni Novanta non era né semplice né scontato per un produttore di gioielli in argento trasformarsi in un brand, ma non ci sono state esitazioni e l’azienda ha continuato a evolversi e a svilupparsi». Oggi il marchio è presente praticamente in tutto il mondo con 300 negozi di cui 11 boutique monomarca e 2800 partners, tra cui le principali compagnie aeree e di crociera: la produzione comprende le collezioni Watches - segnatempo e cronografi - Sterling Silver, Charm Club -
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con oltre 500 motivi - Fine Jewellery - in oro e pietre preziose: tutte accomunate da un’attenzione meticolosa alla qualità delle materie prime e della manifattura, con pietre incassate a mano, lavorazioni artigianali e placcature di spessore. In Italia uno dei cavalli di battaglia è la collezione Rebel at Heart, inizialmente concepita per un pubblico maschile ma decisamente avviata a una connotazione unisex. «I nostri gioielli sono belli, camaleontici e ben fatti. Abbiamo portato la qualità tipica della gioielleria nei bijoux in argento: con il plus che questo materiale ci permette di osare moltissimo a livello di design, lavorazione e finiture conclude Susanne KÖlbli - Come dicevo, non ci poniamo limiti e abbiamo un solo obiettivo: regalare un sorriso alle persone sorprendendole, facendole sentire a proprio agio con sé stesse, investendole di quella freschezza e di quell’energia positiva che sono i veri tratti distintivi di Thomas Sabo». Even though it is a true German brand – its headquarters are in Lauf an der Pegnitz, a half an hour drive from Nuremberg - Thomas Sabo is totally opposed to that stylistic rigour and to those rigidities that the collective imagination associates to Teutonic creations. On the contrary, its lines play on a total freedom of expression that can also be turned into a light-hearted divertissement. “Paradise Colours”, its latest extremely colourful collection in view of SpringSummer, was presented for the first time last January at the famous China Club, an exclusive meeting place for representatives of the world of business, culture and politics and at the same time a cosy “home away from home” place rich in antique items and precious witnesses of contemporary Chinese
PEOPLE & BRANDS
art: a location perfectly tuned in to the uninhibited, innovative and cosmopolitan spirit of the brand that, from 1984 to the present day, has managed to impose itself thanks to the quality of its production, mainly in sterling silver, and to the endless variety of its creations. In fact, Thomas Sabo collections are continuously updated and implemented, while jewels are widely customisable with writings and symbols that can interpret the most diverse styles and needs. «Necklaces, charms, bracelets belonging to the various collections are designed to be worn together, freely mixing patterns, workings, sizes and colours, breaking any rule and playing a bit with one’s own style and the mood of the moment – explains Susanne KÖlbli, brand creative director and responsible for the Style Office that since the early nineties has been designing all the lines. Paradise Colours is no exception to the rule, confidently mixing insects, birds and amphibians, stars and flowers, geometries and flower patterns, asymmetrical and chandelier earrings, with echoes of far off cultures and traditions, from the world of native Americans and from those connected to fashion, art or childhood: while crystals and natural stones create a merry kaleidoscope of colours in harmony with the summer season. «Since the beginning of our collaboration I have been impressed by Thomas Sabo open-mindedness – Susanne continues - his capacity to look beyond the
limits with no fear of creating something new. In the early nineties it was neither easy nor forgone for a manufacturer of silver jewels to be able to turn into a brand, but there were no hesitations and the company has continued to evolve and develop». Today the brand is practically present all over the world with 300 own shops, among which 11 flagship stores, and it collaborates with approximately 2800 trade partners, as well as leading airlines and cruise operators. The production includes different collections: Watches – timekeepers and chronographs -Sterling Silver, Charm Club – with over 500 patterns - Fine Jewellery - in gold and precious stones. They all have in common a minute attention to the quality of materials and manufacture with stones set by hand, artisan workings and thick platings. One of the best-sellers in Italy is the Rebel at Heart collection, initially designed for a male public but now decidedly turning to a unisex connotation. «Our jewels are beautiful, chameleonic and well made. We introduced the quality typical of jewellery to silver custom jewels: with the plus offered by this material, we can dare extensively on design, working and finishing levels – Susanne KÖlbli concludes - As I said before, we have no limits, but a single goal: giving people a smile by surprising them, making them feel at ease with themselves, surrounding them with the freshness and positive energy that are the true distinctive traits of Thomas Sabo».
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Susanne Kölbli, direttrice creativa Thomas Sabo, disegna fin dai primi anni Novanta tutte le linee del brand. In basso a sinistra, diversi gioielli dell’ultima collezione. A destra, un momento della presentazione al China Club di Berlino.
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WATCHES
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COSA FARE
DA GRANDI / di Michele Mengoli
opo decenni di immobilismo, non tanto in termini di prodotto ma per le dinamiche commerciali sempre identiche, pare proprio che il mercato dell’orologeria meccanica di alta gamma abbia deciso di recuperare il tempo perduto con colpi di scena a ripetizione, preannunciando il prossimo quinquennio con svolte realmente epocali. Da un lato i due grandi eventi fieristici del settore devono decidere cosa fare da grandi. Il recente SIHH, esclusivo salone ginevrino dedicato all’alta e altissima gamma, giunto alle 29esima edizione e che conta 18 marchi al top, in gran parte appartenenti al “colosso” Richemont, e altre 18 manifatture indipendenti che rappresentano il meglio del segmento, ha registrato il suo record di visitatori – 23mila – ma anche l’addio di Audemars Piguet e Richard Mille, di gran lunga i brand più in salute dell’intero lotto. Mentre la mastodontica Baselworld negli ultimi tre anni ha visto dimezzare gli espositori e perdere tutti i marchi del Gruppo Swatch, con gli occhi puntati sulle future strategie di Rolex e Patek Philippe, fiori all’occhiello della manifestazione ed eventuali suoi carnefici se un giorno decidessero di abbandonarla. Se la sopravvivenza delle fiere di settore attira più che altro l’attenzione degli addetti ai lavori, l’altra grande scommessa, questa di interesse generale, è rivolta alle strategie di vendita. Difatti da qualche stagione, sempre loro, Rolex, Patek Philippe e Audemars Piguet, hanno intrapreso una strada che si è rivelata vincente con meno punti vendita e meno prodotti
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In apertura: AUDEMARS PIGUET MOVIMENTO CRONOGRAFICO Il Calibro 4401 del Code 11.59 è un movimento automatico cronografico integrato con funzione “flyback” dalle finiture sopraffine e con rotore di carica scheletrato. Qui accanto: GREUBEL FORSEY Come per gran parte della produzione di Greubel Forsey, anche nel caso del Balancier Contemporain siamo di fronte a un quadrante sviluppato su diversi livelli e con l’ora decentrata per dare massimo spazio alla sublime meccanica.
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nei negozi; vincente perché ha fatto salire le marginalità, azzerando gli sconti nelle boutique monomarca, nei concessionari multibrand e alimentando il fenomeno delle liste d’attesa per ottenere le referenze più amate: Daytona, Nautilus e Royal Oak… E con il gruppo Richemont che acquisendo Yoox Net-A-Porter – e mettendo tutte le collezioni nelle vetrine online – ha svelato la sua propensione verso un futuro senza intermediari tra sé e il cliente finale e con i concessionari di mezzo mondo che nei padiglioni del SIHH ginevrino, anche loro, si chiedevano cosa fare da grandi. Dinnanzi a ciò, per fortuna, il ruolo del prodotto è sempre centrale, come d’altronde ha testimoniato la stessa kermesse ginevrina. E tra le diverse novità degne di nota abbiamo scelto un immaginario podio, rappresentativo dell’intero arco istituzionale dell’alta gamma. Nella nicchia più esclusiva, Greubel Forsey, ancora una volta, ha lasciato tutti a bocca aperta con il suo Balancier Contemporain. La manifattura di La Chaux-de-Fonds, per capire il livello maniacale, ha 130 dipendenti e soltanto un centinaio di orologi prodotti all’anno, che arrivano a costare anche sopra il milione di euro (senza pietre preziose, solo per la complessità meccanicodecorativa). Dopo aver riscritto i canoni del tourbillon – un sublime esercizio di savoir-faire – oggi ha proposto questa novità con enorme e sontuoso bilanciere a ore 6 riuscendo però a contenere le dimensioni complessive della cassa, in oro bianco, a un diametro di 39,6 mm. Solo in 33 esemplari al faraonico prezzo di 195mila euro. Ha fatto scalpore anche il Code 11.59 (il nome va inteso come un minuto prima di mezzanotte, nella simbolica attesa del nuovo giorno). In primo luogo perché Audemars Piguet ha addirittura proposto una intera linea nuova, movimenti di manifattura compresi, composta da 6 modelli che vanno dall’automatico “solo tempo” alla ripetizione minuti con dettagli tecnici e strutturali molto innovativi (le casse in oro bianco o rosa hanno tutte un diametro di 41 mm). E che comprende anche il cronografo automatico dalla meccanica ineccepibile qui nella versione in oro bianco e quadrante blu: che costa 43.800 euro, ovviamente in target con la concorrenza di pari grado. E in secondo luogo perché tutta la linea è stata criticata da diversi autorevoli addetti ai lavori dal punto di vista estetico per i quadranti non ritenuti all’altezza delle (altissime) aspettative. La risposta da Le Brassus, per voce del CEO François-Henry Bennahmias, ha una sua coerenza e si può sintetizzare così: “Siamo solo all’inizio di una nuova avventura. Diamo tempo agli appassionati di farci l’occhio e la linea Code 11.59 non vi deluderà”. Ci può stare. D’altronde anche il Royal Oak nel 1972 è stato un flop e oggi è un punto di riferimento imprescindibile. Perciò chi vivrà, vedrà. Mentre nella fascia di prezzo che oscilla intorno ai 10mila euro, “dieci minuti di applausi” se li è meritati il Fiftysix di Vacheron Constantin: ricordiamolo, la più antica realtà dell’orologeria di alta
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gamma, sempre in attività dal 1755! La collezione presentata nel 2018 adesso si arricchisce di questo bel quadrante blu petrolio, opalino nella parte centrale del quadrante e con effetto soleil all’esterno e numeri arabi e indici in oro bianco. A 11.800 euro – questo il suo prezzo di listino – racchiude un mix difficilmente replicabile: blasone del marchio, estetica riuscitissima e movimento di manifattura adeguatamente rifinito; dove comprarlo – online o in negozio – è il prossimo passo. After decades of immobilism, not as much in terms of products, though of always identical trade dynamics, it really seems that the market of high range mechanic watchmaking decided to make up for the lost time with repeated coups de théâtre, announcing the next five-year period as one characterised by epoch-making turning points. On the one side, the big exhibition events in the sector must decide what to do when they grow up. The recent SIHH, exclusive exhibition held in Geneva and dedicated to top and high range items, now at its 29th edition, hosting 18 top brands, mainly belonging to the Richemont “giant company”, as well as other 18 independent manufacturing companies representing the best in the segment, registered its record of visitors – 23,000 – but also the defection of Audemars Piguet and Richard Mille, by far the healthiest brands of the whole lot. While over the last three years the gigantic Baselword saw its exhibitors halve and lost all the brands belonging to the Swatch Group, with an eye on the future strategies of Rolex and Patek Philippe, show-pieces of the event and possible executioners if, one day, they decided to desert it. If the survival of the trade exhibitions mainly attracts the attention of operators, the other big challenge, with a general interest, involves sale strategies. In fact, for some seasons, again Rolex, Patek Philippe and Audemars Piguet started a path that proved to be winning with less stores and less products in the shops; winning as it made marginality increase, zeroing the discounts in the mono brand stores, in multibrand dealers favouring the phenomenon of the waiting lists to obtain the most beloved references: Daytona, Nautilus and Royal Oak… And with the Richemont group that, by acquiring Yoox Net-APorter – and making all the collections available on line - revealed its bend towards a future without intermediaries between the company and the final customers and with retailers coming from half of the world that, in the booths of the SIHH in Geneva, wondered what to do when they grow up. Luckily, despite this, the role of the product remains central as testified by the same event held in Geneva. Among the novelties worth mentioning we
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AUDEMARS PIGUET Il Code 11.59 di Audemars Piguet ha una cassa ultra elaborata con lunetta e fondello tondi e carrure ottagonale, in omaggio all’iconica forma del Royal Oak.
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VACHERON CONSTANTIN La cassa in acciaio del diametro di 40 mm consente a Vacheron Constantin di proporre il Fiftysix a un prezzo competitivo ma tutto il resto è in linea con i migliori dettami dell’alta gamma orologiera.
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have chosen a fictitious podium to represent all the institutions of the high range. In the most exclusive niche, Greubel Forsey has once again left everyone speechless with its Balancier Contemporain. In order to understand the maniacal level just think to La Chauxde-Fonds manufacturing company employing 130 people and only a hundred watches produced a year that can even cost over a million euros (without precious stones, only for the mechanical-decorative complexity). After rewriting the norms of tourbillon, a sublime exercise of savoir-faire - today it has proposed this novelty with a huge and sumptuous 6-o’clock balance-wheel, managing, though, to limit the whole dimensions of the white gold case to a 39.6 mm diameter. Manufactured in 33 items for the pharaonic price of 195,000 euros. Also Code 11.59 (the name must be interpreted as a minute to midnight, in the symbolic waiting for the new day) caused sensation. First because Audemars Piguet even proposed a whole new line, including manufacturing movements, consisting in 6 models ranging from the “time-only” automatic one to the minute repetition with very innovative technical and structural details (white or rose gold cases with a 41-mm diameter). It also includes the automatic chronograph characterised by an impeccable mechanic, here in the white gold version and blue dial: it costs 43,800, obviously in line with competitors of the same level. Second, because the whole line was criticised by various influential operators from the aesthetic point of view, as dials were not considered up to the (very high) expectations. Le Brassus replied through CEO François-Henry Bennahmias showing a certain consistency that can be summarised as follows: “We are just in the early phases of a new adventure. The enthusiasts need time to get accustomed and the Code 11.59 line will not disappoint you”. Such a reply can be accepted. On the other hand, even the Royal Oak in 1972 was a disaster and today is an unavoidable reference point. So, time will tell. While in the price range around 10,000 euros, Fiftysix by Vacheron Constantin deserved ten-minute applause: we should remember it: the oldest high range watchmaking company, active since 1755! The collection presented in 2018 is now enriched by this beautiful blue-green dial, opaline in the central part of the dial itself with an external soleil effect, white gold Arabic numerals and indexes. The price list is 11,800 and includes a combination that can hardly be replicated: the nobility of the brand, the successful appearance and a suitably refined manufacturing movement; the next step is where to buy it, on line or in a store.
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VICENZAORO
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POINT / di Antonella Garello
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A In questa pagina, qui sopra: orecchini della collezione Morgana di JJewels Milano in oro rosa con diamanti e opale. In alto a destra: bracciale della nuova collezione EKA 2019 di Fope, in oro bianco e giallo con diamanti.
conclusione di VicenzaOro January lo scorso 23 Gennaio, il sipario è calato su un’altra edizione ricca di luci e ombre. Gli espositori hanno segnalato - e questa è senz’altro una buona notizia - il ritorno (visibile e concreto in termini commerciali) degli operatori stranieri, in particolare dai Paesi europei, da USA, Cina e Russia; ma al tempo stesso hanno rilevato una scarsa presenza di compratori italiani - e questa è sicuramente una nota dolente, probabile frutto di vendite natalizie non esaltanti (al momento della redazione di questo articolo non erano ancora disponibili dati ufficiali al riguardo). Detto questo, pure in attesa, come sempre, di
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verificare la conferma degli ordini effettuati in fiera, VicenzaOro - organizzata da IEGItalian Exhibition Group - si è confermata una manifestazione di sicuro rilievo per il settore, forte della presenza di 1500 brand tra italiani e internazionali e punto di riferimento, con T.Gold, per il comparto dei macchinari orafi e delle tecnologie applicate alle diverse esigenze e lavorazioni della gioielleria. Un fitto programma di incontri, seminari e conferenze ha poi permesso di approfondire le tematiche più attuali per il settore nel suo insieme. Il tema della sostenibilità - fil rouge della manifestazione e problema sempre più caro alle giovani generazioni - è stato
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Sopra: bracciale in oro giallo 18 carati di Falsini Art. In basso a sinistra: bracciale in oro giallo della collezione Golden D di Marotto, con trama tessuto e chiusura a bottone, realizzato a mano. L’azienda ha partecipato alla manifestazione vicentina, per la prima volta all’interno del padiglione 7.
ampiamente affrontato: nel corso del talk inaugurale è stato tra l’altro sottolineato come il 66% dei consumatori sia disposto a pagare di più per prodotti di aziende che dimostrano un impegno sociale e ambientale, mentre la conferenza organizzata da CIBJO e dalla Federazione per l’Educazione Europea in Gemmologia si è concentrata sul Responsible Sourcing, sul corallo e su diverse tematiche relative alle pietre di colore, tra cui le nuove tecnologie di laboratorio. E, sempre a proposito di gemme, ampio successo hanno riscosso i Gem Talks, una serie di brevi interventi sul mondo delle pietre preziose organizzati dall’Istituto Gemmologico Italiano con la partecipazione di esperti internazionali. Da citare anche i Digital Talks, giunti alla quinta edizione, organizzata come di consueto da Federpreziosi Confcommercio in collaborazione con IEG, che hanno
approfondito da diversi punti di vista il complicato rapporto tra retail orafo e online e la ricerca del punto di equilibrio tra spazio fisico e spazio digitale. Tra i momenti conviviali della manifestazione, molto apprezzato, al termine della giornata inaugurale, il Golden Cocktail offerto dalla nostra rivista in collaborazione con Unoaerre, Studio Bonini e Arturo Facchini. VicenzaOro ended on January 23rd, closing another edition full of lights and shadows. The good news is that exhibitors reported a visible and tangible comeback of international operators, mainly from European countries, the USA, China and Russia; but at the same time, they noticed that there were few Italian buyers – and this is a sore point, perhaps due to disappointing Christmas sales (at the time of writing this article, no official data were available yet). That said, while waiting to verify whether the orders placed at the
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fair were confirmed, VicenzaOro, organised by IEG-Italian Exhibition Group, proved once again to be an important event for the industry, with a 1,500 Italian and international brands, and an influential event for jewellery machinery and jewellery technologies with T.Gold. A busy schedule of meetings, seminars and conferences allowed visitors to learn more about current issues. The theme of sustainability, a common thread in the entire fair and an increasingly important issue for younger generations, was widely covered: during the opening talk, it was emphasised that 66% of consumers are willing to pay more for products from companies committed to social and environmental responsibility, while the conference organised by CIBJO and the Federation for European Education in Gemology focused on Responsible Sourcing, on coral and other issues relating to coloured gemstones, including new laboratory technologies. Speaking of gems, the Gem Talks organised by the Italian Gemological Institute with the participation of international experts were also a great success. Now in their fifth edition, the Digital Talks organised by Federpreziosi Confcommercio in collaboration with IEG explored the complicated relationship between jewellery retail and online shops from different perspectives and the need to strike a balance between physical and digital space. Among the convivial moments of the fair, on the first evening, the Golden Cocktail offered by l’Orafo Italiano in cooperation with Unoaerre, Studio Bonini and Arturo Facchini was very much appreciated.
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40 YEARS / di Serafina Miano
A sinistra: collana di Graziella in argento con dettagli in seta; in basso: bracciale in oro rosa con perla e diamanti di Oxygene.
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roarezzo quest’anno spegne 40 candeline e celebra la produzione orafa italiana con nuove iniziative e un calendario ricco di attività. La prima grande novità vede la fiera anticipare le sue date al primo weekend di aprile, dal 6 al 9, per meglio armonizzare il calendario degli eventi orafi ed evitare la sovrapposizione con le festività religiose che potrebbe ridurre la presenza di molti espositori e buyer da tutto il mondo. Tra le aree espositive, sempre apprezzate sono Cash & Carry, rivolta alla vendita sul pronto, e Tech, dedicata ai sistemi di lavorazione più innovativi. La tecnologia sarà anche
il focus dell’incoming organizzato da IEG, ICE Meccanica e AFEMO (Associazione Fabbricanti Esportatori Macchine per Oreficeria) che coinvolgerà Paesi come Indonesia, Algeria, Marocco e Malesia, sempre più interessati alle nuove tecnologie. Torna anche il concorso Premiere, evergreen della fiera, giunto alla sua 29esima edizione: la storica competizione, che premia nuove tendenze, creatività e innovazione Made in Italy, quest’anno verterà sul tema dell’anello. I gioielli partecipanti saranno esposti durante i giorni di fiera e giudicati da una giuria selezionata di operatori ed esperti del settore. Oroarezzo is celebrating its fortieth birthday this year, a landmark in Italian gold production, with new initiatives and a rich calendar of activities. The first major novelty is that the fair will open earlier, in the first weekend of April (6 to 9). This fits goldsmiths’ calendar better and avoids overlapping with religious festivities which could reduce the presence of exhibitors and buyers from all
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over the world. Among the exhibition areas, appreciation as always goes to Cash & Carry and to Tech, dedicated to the most innovative working systems. Technology will also be the focus of the incoming organised by IEG, ICE Meccanica and AFEMO (Association of Exporting Manufacturers of Goldsmithing Machinery) which will involve countries like Indonesia, Algeria, Morocco and Malaysia, all increasingly interested in new technologies. The Premiere competition - an evergreen of the fair - will be back again in its 29th edition, awarding new trends, creativity and innovation Made in Italy: the topic this year will be rings. Jewellery will be shown during the fair and judged by a selected jury of operators and experts from the sector.
C E N TR I A M O I N SI E M E I M E R CATI STR A TE GI C I
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THREE IS BETTER
THAN ONE / di Simona Infantolino
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In alto: anello regolabile di Marakò in argento placcato oro rosa con granato e perle barocche.
omi storici del bijou Made in Italy, brand internazionali e nuove realtà del settore si sono incontrati a Homi Milano dal 25 al 28 gennaio. Un ambiente dinamico che ha saputo anticipare alcune tra le prossime tendenze del gioiello fashion: sperimentazioni, materiali alternativi, ispirazioni pop, design innovativi e tanto colore in previsione della bella stagione hanno attratto l’attenzione, soprattutto dei buyer internazionali. L’afflusso di operatori da Europa, America e non solo conferma i dati del 2018 che vedono il commercio mondiale dei prodotti finiti del Sistema Persona segnare un aumento del 3,2% rispetto al 2017. Un andamento positivo avvalorato anche dai recenti dati elaborati dal Sistema Informativo Ulisse che prevedono un’ulteriore crescita nei prossimi anni. Nello spirito di sviluppo e cambiamento che il mercato sta seguendo, Homi ha annunciato, in occasione della fiera di gennaio, il proprio percorso di
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evoluzione. A partire da settembre 2019 la manifestazione si evolverà moltiplicando i suoi appuntamenti in tre occasioni di business per gli operatori: Homi, dedicato al settore degli accessori, della tavola e della cucina, da appuntamento semestrale diventerà annuale, concentrando le novità nel primo mese dell’anno (la prossima edizione dal 24 al 27 gennaio 2020); Homi Outdoor, nuovo progetto espositivo dedicato agli spazi aperti, si svolgerà una volta l’anno a settembre (dal 13 al 16 settembre 2019); infine Homi Fashion & Jewels, rivolto al settore dei bijoux e dell’accessorio moda, assumerà una precisa identità distinta dagli altri due eventi e andrà in scena in concomitanza con gli appuntamenti della moda di settembre e febbraio. Il nuovo format dedicato al gioiello fashion debutterà dal 13 al 16 settembre 2019 a Fiera Milano. Historical names of Made in Italy custom
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101 jewels, international brands and new players in the sector met at Homi Milano from 25 to 28 January. A dynamic environment that was able to anticipate some of the next trends for fashion jewel: experimentations, alternative materials, pop inspirations, innovative designs and plenty of colour in view of the summer season attracted the attention, in particular, of international buyers. The attendance of operators coming from Europe, America and not only, confirms 2018 data evidencing an increase by 3.2% in the world trade of finished products of the People System when compared to 2017. A positive trend also supported by recent data processed by Ulisse Information System forecasting a further growth over the next years. In the spirit of development and change followed by the market, Homi announced its evolution path at the exhibition held in January. Starting from September 2019 the fair will evolve by multiplying the events in three occasions of business for operators: Homi, dedicated to the accessory sectors, from table to kitchenware, will turn from a six-month to an annual event, concentrating the novelties in the first month of the year (the next edition will be held from 24 to 27 January 2020); Homi Outdoor, a new exhibition project dedicated to outdoor
spaces will be held once a year in September (from 13 to 16 September 2019; finally Homi Fashion & Jewels, addressed to the custom jewel and fashion accessory sector, will take on a separated identity from the other two events and will be held simultaneously with the fashion events in September and February. The new format dedicated to fashion jewel will make its debut from 13 to 16 September 2019 at Fiera Milano.
Dall’alto: ciondolo in argento e oro di Happy Family personalizzabile con incisione fatta a mano; orecchini di Marcello Pane in argento della collezione Rubber; orecchini della linea Transfer di Susana Teixeira in argento placcato oro.
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IL TARÌ
T R E N D &R E T A I L / di Simona Infantolino
L Dall’alto: bracciale in argento di Ananda925 by Artecora; bracciale elastico di Ottaviani con perle di vetro e cristalli; un momento della scorsa edizione del Tarì Mondo Prezioso.
e nuove tendenze della gioielleria incontrano la moda al Tarì Mondo Prezioso, dall’8 all’11 marzo a Marcianise. Palette di colori e linee innovative sono solo alcuni degli spunti per lo sviluppo delle attese Pillole di Formazione che si svolgeranno il giorno conclusivo della fiera. Gli incontri coinvolgeranno i partecipanti spaziando dal mondo orafo a quello fashion, con l’obiettivo di dare indicazioni sui trend della gioielleria per la prossima primavera. Ad arricchire il programma anche l’evento Jewel Hunting, con la partecipazione di quatto influencer che daranno consigli su come fotografare un gioiello e su come contestualizzarlo in un look, in modo da conquistare il target giusto. Il Tarì riconferma così il proprio interesse ad arricchire e valorizzare i momenti di business per i professionisti presenti, ad ampliare la gamma di prodotti e servizi indirizzati al retail e a focalizzare lo sguardo sulle esigenze del consumatore. The latest trends in jewellery will be meeting fashion at Tarì Mondo Prezioso, held in Marcianise from March 8 to 11. Palettes of colour and innovative lines are only some of the topics for developing the long awaited Pillole di Formazione or “Educational Pills” which will be held on the last day of the fair. These will be meetings involving attendants on topics ranging from goldsmithing to fashion, providing ideas about trends in jewellery in the coming spring. The programme will be enriched by a Jewel Hunting event, attended by four influencers who will give advice on how to photograph jewels and contextualise them in a look, so as to conquer the right target. Tarì once again confirms its interest in enriching and giving value to moments of business for attending professionals, and extending the range of retail-targeted products and services, while focusing on consumers’ needs.
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GEMMOLOGIA
LA BUFERA
DEL SINTETICO / di Luigi Costantini Coordinatore Formazione Italia IGI Anversa
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È
possibile, a questo punto, che ci si accusi di spargere terrorismo psicologico a piene mani, a dritta e pure a manca, con quel battere e ribattere quasi ossessivamente su cotal tema. Meno angosciante, non si nutre dubbio alcuno, sarebbe stato un rilassante excursus sull’esteticamente più piacevole, ancorché non tanto noto, mondo delle gemme “trapiche”, tanto per dire (e ci si riserva di compierlo a breve, quell’excursus). Fatto sta che “è arrivata la bufera”, come nella canzoncina d’antan. E prima del previsto, se è per quello. Ci corre pertanto l’obbligo di render noto: Che l’assalto alla cittadella è già iniziato, anche qui, oltre che sui ricchi mercati asiatici e nord-americani, e non certo a opera della sola De Beers, Lightbox o Element Six che dir si voglia: l’autunno scorso è stato caratterizzato da ripetuti contatti mail e telefonici - condotti a tappeto da una ditta di Anversa in avanscoperta (e avanguardia dell’orda che si profila all’orizzonte) e diretti ad artigiani orafi, gioiellieri e fabbricanti di gioielleria d’un’area compresa tra Valenza Po e Trieste – proponenti diamanti sintetici che, dai 0,20-0,25 ct in su, son accompagnati da certificato, e al di sotto di tale caratura (mêlée per pavé) sono corredati da un semplice atto di fede nella rousseauiana innata bontà della natura umana (per la vostra gioia, immagino…). Che i diamanti sintetici così offerti son esplicitamente dichiarati del tipo CVD (sì, proprio quelli così belli, puliti e incolori) e, cito papale papale: “coltivati in laboratorio”; “autentici” (sic!); “lavorati da esperti tagliatori di Anversa, la capitale del diamante nel mondo”; “ecocompatibili, realizzati con impatto ambientale minimo”; “conflict-free, liberi da guerre e violazioni dei diritti umani”; “puri (solo IIa, i più puri del mondo), completamente identici ai diamanti estratti”; “accessibili, hanno un prezzo inferiore del 60% rispetto ai diamanti estratti!!!”; “i diamanti più impeccabili del mondo. Liberi da impurità ottiche ed etiche”. Il che è tutto dire, in quanto a fuorviante ambiguità… Che quel che si paventa, in un futuro prossimo venturo, è la diffusione incontrollata e incongruente del diamante sintetico - con particolare riferimento alle pezzature al di sotto dei 0,20-0,25 ct - e pure una diffusione impropria di quello certificato al di sopra di tali carature, con conseguente inquinamento dei prodotti della filiera gioielliera-orafa venduti al consumatore, che va tutelato. Ciò al fine d’evitare crolli di fiducia da parte del pubblico acquirente, possibili indiscriminate campagne denigratorie da parte dei media e/o delle associazioni
L’ORAFO
dei consumatori, con derivante grave nocumento apportato a detto comparto che già si dibatte da lunga pezza in contingenti difficoltà dovute al particolare momento storico-economico. Comparto che, pure, va tutelato: basti por mente a tutti i problemi annessi e connessi al ritiro di pietre sciolte o montate (d’ignota provenienza) presentate all’operatore, da parte del pubblico, per lavori di riparazione, rifacitura o costruzione ex novo di manufatti preziosi. Che, nonostante si sia tra i principali utilizzatori di diamante su questo pianeta, nonostante si possano vantare oltre 20.000 aziende del settore e il numero di negozi di gioielleria pro-capite più alto al mondo, nonostante tutto questo in Italia impera il vuoto normativo, in tema di vendita dei materiali gemmologici - diamanti e gemme di colore; è dal 2004 che ogni e qualsiasi tentativo di normazione è finito nel porto delle nebbie - talché per ovviare a siffatta situazione la cosa migliore è armarsi in tempo e “ognun per sé e Dio per tutti”. Che, pertanto, l’ultimo anello della filiera distributiva del prezioso si deve cautelare: in primis coll’utilizzo di noti, certi e affidabili fornitori; e in seconda battuta, col richiedere sempre e comunque, al proprio fornitore, dichiarazione scritta (dichiarazione d’analisi gemmologica, certificazione d’analisi gemmologica, garanzia) circa la natura, naturale o sintetica, dei diamanti oggetto della transazione, sciolti o montati che siano. Che, di conseguenza, l’operatore dovrà dotarsi d’un minimo d’attrezzatura atta a impedire grossolani scivoloni che gli evitino grane col cliente o, peggio, chiamate in causa da parte di legulei o toghe nere, quali (tra i facilmente accessibili sul mercato italiano): spettroscopi a fluorescenza capaci di identificare il 98% dei diamanti naturali e di rimandare a ulteriori test il rimanente 2%, oltre che il 100% dei sintetici HPHT e CVD e il 100% delle imitazioni: Magi Labs’ EXA (http:/ www.gemmoraman.com/Products/EXA.aspx); tester da banco per il riconoscimento dei diamanti naturali di Tipo I e II e dei sintetici HPHT e CVD: OGI Systems Diatrue CL, Diatrue CX, Diatrue CS oppure Testers portatili: (http:/www.gemmarum.it). Duole dirlo: mettersi con le spalle al muro non è indolore. Duole un po’ nelle tasche, pur se non esageratamente. Ma è il dazio che si paga al progresso, bellezza! English translation: see page 108
ITALIANO
NEW LOOK | NEW VENUE | NEW EXPERIENCE
Friday, May 31 – Monday, June 3, 2019 P R E M I E R D E S T I N AT I O N TO D I S C O V E R W H AT ’ S N E W AND NEXT IN THE FINE JEWELRY MARKET SANDS EXPO & THE VENETIAN, LAS VEGAS R E G I S T E R TO DAY AT J C K L A S V E G A S 2 0 1 9. C O M
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THURSDAY, MAY 30 –
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MONDAY, JUNE 3, 2019
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BY INVITATION ONLY MAY 29 – 30
SANDS EXPO & THE VENETIAN, LV
SANDS EXPO & THE VENETIAN, LV
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INSIDE JEWELRY
L’IMPORTANZA DI ESSERE
MARCHIO
/ di Ercole Bonini President of Studio Bonini | Patents & Trademarks
L 106
informati “in tempo” della registrazione di marchi uguali o simili del proprio settore. “In tempo” perché, per accordi internazionali, gli uffici dei vari Paesi addetti alla registrazione hanno l’obbligo di pubblicare la registrazione di un nuovo marchio immediatamente, dando poi tre mesi di tempo per opporsi a tale registrazione. In questi tre mesi, l’opposizione è presentata davanti all’Ufficio Marchi e non di fronte a un tribunale, con evidente e notevole risparmio di denaro e di tempo.
Bracciale in oro giallo con diamanti colourless della collezione Pois Moi di Roberto Coin.
a maggior parte delle aziende orafe appartengono alla categoria delle cosiddette PMI, aziende che hanno meno di 50 addetti e un fatturato che non supera i 10 Milioni di Euro. Poche sono le aziende con un fatturato non superiore ai 50 Milioni di Euro e addetti inferiori ai 250. I “giganti”, poi, sono pochissimi: sono aziende che hanno decine di anni di storia e i loro marchi sono conosciuti in tutto il mondo. L’azienda che può fregiarsi di un marchio noto non solo in Italia, ma anche nei maggiori mercati mondiali, gode di un vantaggio competitivo particolare: infatti, se il marchio è conosciuto, il cliente finale guarda le creazioni orafe con un occhio speciale, disposto anche a pagare un prezzo maggiorato perché acquista con il gioiello anche una sorta di identità che gli intenditori o le intenditrici sapranno riconoscere e che quindi dà prestigio. A questo punto è bene ricordare che i marchi “prestigiosi” sono cresciuti negli anni per una serie di fattori. Il primo, indispensabile, consiste nel realizzare sempre gioielli di ottimo design in tutte le collezioni che si susseguono negli anni. Sarebbe anzi auspicabile mantenere nel tempo qualche caratteristica specifica del proprio stile, così da abituare l’occhio a riconoscere certi particolari come provenienti da una certa azienda. Il secondo fattore, forse decisivo, è che il marchio venga proposto con buona frequenza nei diversi canali della pubblicità, nelle riviste del settore, in quelle femminili e a elevata diffusione, nei siti web e naturalmente nelle fiere. Il terzo fattore, anch’esso essenziale, è la protezione del proprio marchio attraverso la sua registrazione, difendendo così anche le proprie collezioni più prestigiose con una registrazione a livello non solo nazionale, ma almeno comunitario e nei Paesi di interesse per il mercato. Purtroppo, la sensibilità alla registrazione è abbastanza carente, soprattutto nelle aziende piccole: conosco aziende orafe che non hanno mai pensato di registrare il proprio nome di azienda come marchio nemmeno a livello italiano! Così ci si può accorgere in fiera che qualcuno ha copiato non solo il marchio ma anche l’idea (design) delle proprie collezioni... E può anche accadere che il rappresentante dell’azienda in un certo Paese registri a proprio nome e senza informare nessuno il nome di questa stessa azienda sono i casi più frequenti che ci è capitato di trattare. In questo modo il rappresentante estero si assicura che non verrà mai sostituito, comunque si comporti, perché altrimenti l’azienda non potrà più esportare in quel Paese col proprio marchio, se non passando attraverso il rappresentante ora titolare del marchio! Evitare amare sorprese, lo ricordiamo, è facile e poco costoso: basta attivare tramite studi che si interessano di registrazioni di marchi una “sorveglianza mondiale continua” sul proprio marchio, che permette di essere
L’ORAFO
Most jewellery companies are SMEs, or “small businesses”; companies with less than 50 employees and a turnover that does not exceed € 10 million. A few companies have a turnover of up to € 50 million and less than 250 employees. Then there are very few “giants”, with a long history and brands which are known worldwide. Companies whose brand is famous not only in Italy, but also in the major global markets, have a special competitive advantage: when a brand is wellknown, the end customer views jewellery in a different light. They are even willing to pay a higher price because, with that piece of jewelley, they are buying an identity that will add prestige value and that connoisseurs will recognise. We should bear in mind that “prestigious” brands have grown over the years for several factors. The first, essential factor is to always make sure the jewellery collections launched over the years are finely designed. It is always good to keep some recognisable details, so that people will get used to link a certain style to a specific company. The second, perhaps decisive factor is that the brand should be regularly featured in advertising channels, including trade magazines, magazines catering more specifically to women audiences, leading newspapers, websites and, of course, trade fairs. The third factor – essential indeed – is to protect your brand through registration. It is essential that companies take care to protect their brands and their most prestigious collections by registering their products, not only nationally, but at least in EU countries and in target markets. Unfortunately, not many are aware of this, especially among small businesses; I know about some jewellery companies that never thought of registering their company name as a trademark, not even in Italy! So sometimes, you go to trade fairs and notice that someone copied not only their brand, but even the design and the ideas behind their collections... And then, incidentally, a company sales agent from a certain country registers that same company name, without informing anyone. This is one of the most common situations that we had to deal with. This way, the sales agent makes sure that he will never be replaced, no matter what he does, otherwise the company will no longer be able to export to that Country with that brand, except through the sales agent who is now the owner of the registered trademark! Avoiding bitter surprises is easy and inexpensive: you just need a law firm specialising in trademark registrations to ensure “continuous global monitoring” of your brand. You will be informed “in time” if anyone has registered the same or similar trademarks in your industry. You are notified “in time” because, following international agreements, all registration offices worldwide are required to publish any new trademarks immediately, giving third parties three months to raise an opposition. During these three months, oppositions can be filed in the Trademark Office and not in court, saving plenty of time and money.
ITALIANO
MARZO • APRILE
ENGLISH
2019
TEXT
High Jewellery: keyword TRANSFORMABILITY See page 17
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In a crowded Place Vendôme with more police and security officers than tourists and big spenders, the presentations of high end contemporary jewellery during the Spring/Summer 2019 Haute Couture week were very sober, and made a virtue out of necessity. Which has also happened every January (a season which often brings less work for jewellers compared to July when Haute Couture presents Autumn/Winter), there were less adventurous necklaces, less costly and showy than usual, with more content focusing on versatility and portability rather than the actual value of the material. Very few oversized diamonds, none or very rare examples of Paraiba tourmaline, rubies from Maharaja, or cascades of pure emeralds, atout which make news all on their own, leaving space for more investment in creativity and the search for new interpretations of the word “precious”. A common theme which stood out in particular was that of transformability, which Chanel Joaillerie interpreted with a standing true to the maison in its collection 1.5, faithful to the cult of the Mademoiselle for symbolic numbers. This means there is one Camellia, the iconic flower of chez Coco, which can be worn in five different ways. Indeed, the collection is articulated in 50 pieces of which 23 can be transformed through miniature mechanisms allowing to divide the piece into multiple parts and put them back together in a different manner, or wear them individually. The most scenographic and original is the necklace, Rouge Incandescent, a multi-strand of diamond rivière, whose dominant element is a diamond and ruby camellia, which can be “sliced” horizontally like a cake. The top part can remain on the necklace or be removed and turned into a brooch to place next to the necklace, on a belt, or used as a hairpin, or even as a cameo at the centre of a black top. Equally multifunctional is the sautoir Révélation Diamant, made of large diamonds in a variety of cuts, enhanced by a broche in the shape of a camellia which can be removed for a more dégagé effect. A perfect jewel for the neckline, for the plunging back of a dress, or more simply as a simple brooch, or hair clip. A game of numbers, 2 in 1 in this case,
L’ORAFO
also for de Grisogono, in their first public outing since the company was orphaned by the loss of its founder and Deus ex machina Fawaz Gruosi, who recently left the company. The collection presented to the clients in Paris for the Haute Couture revisits, in a continuous line with the past, some of the company’s best sellers like Allegra, Boule and Ventaglio, adding to each one new modular versions. In particular, Allegra Toi & Moi has a pair of earrings enriched with cabochon cut gemstones to which can be added one or two rings with Allegra motif decorated with a diamond pavé. Changeable style which is at the same time elegant and, if one wanted, liberating. The exuberance of Caroline Scheufele, the creative soul behind Chopard, concentrated instead on manufacturing techniques to find a way to set gems in an apparently invisible manner, without clamps to be seen from above. Nothing compared to the serti mystérieux patented by Van Cleef & Arpels in 1933, a technique which is so complex and costly in terms of time that it is used in the production of only one piece of jewellery a year; the master artisans of Chopard instead, worked on a model of floral clusters to allow the gems to “float” as they surround the centre stone of the corolla, mounted with traditional but very thin clamps which can barely be seen by the naked eye. With Chopard we see examples of precious gems and exclusive craftsmanship, but with Boucheron, instead, we see the introduction, in occasion of the rebirth of their historical residence at number 26 Place Vendôme (see page 20), with a transformable gem which is simple and smart, to wear 24/7, at an affordable price, for wearing without any worries: this is a long gold chain, a vintage mouse tail, closed by two symmetrical jacks similar to the jacks used in electronics. These jacks allow to break the necklace up into a series of shorter ones or into bracelets: agility, elegance, accessibility, three particularly strategic virtues to conquer the Eldorado, which is the millennial market, courted by all luxury brands, while trying to still please more mature clients.
ITALIANO
ENGLISH TEXT
Unoaerre YES, I DO! See page 26
La Maison de BOUCHERON See page 20 It would be reductive to call it a boutique: the historic address of Boucheron in Place Vendôme 26, where it was the first jewellery shop to open in 1893, has become something much more inviting, spacious and lively after it was completely refurbished over the last 18 months. In this ancient palace, built in 1717 as Hôtel de Nocé at the corner between Place Vendôme and Rue de la Paix, the founder’s family and then the Kering group (which today owns Boucheron) acquired various spaces: not just dedicated to sales, but also to hosting the ateliers of master craftsmen and creative people, and finally took over the whole building. In other words, it is a historic and cultural heritage, put on the protected list of Parisian monuments in 1930, which the maison has restored to its original residential vocation, preserving traces of all the epochs which have inhabited it. The goal was to create a maison de prestige, a corner for luxury lifestyle where customers could feel at home, without feeling overwhelmed the way people sometimes do inside a jewellery store. Once the soul of the project had been designed, development was entrusted to two architects: one for the historical part - Michel Goutal, who works on safeguarding such national monuments as the Louvre - and one for interior design - Pierre-Yves Rochon, a famous interior designer for luxury hotels, expert in the art of hosting demanding people. The result was a place with an original identity, consisting of rooms fitted out as living rooms and small studios where even the most functional items represent layers of memories which live alongside contemporary comforts. An outstanding feature are the Double face stairs connecting the six floors of the building, crossing the winter gardens and Art Nouveau fantasies, as well as markedly Art Déco boiseries, little tables and sofas, besides the jewels unobstensively exhibited by the Maison. No checkouts are to be seen, but we may be certain they will be there at the right moment.
A precious object celebrating the union of two people, a tangible sign of marriage, to wear forever on your finger: a wedding band is not just a piece of jewellery, but a symbol of eternal love. Unoaerre knows this very well. Since 1926, the year in which the company was founded by Carlo Zucchi and Leopoldo Gori, it has been meeting the needs of future brides and grooms. Why is the history of Unoaerre so closely tied to the production of wedding bands? It was 1935 – explains Giovanni Glave, sales manager for Italy for Unoaerre – when the Fascist regime asked Italians to donate their gold to support the war efforts. On 18 December, which is historically known as “the day of the wedding rings,” all married couples donated their wedding bands to the state, receiving in exchange iron rings made by Unoaerre. What makes your products stand out today? All our wedding bands are made in 18 karat gold and carved from single blocks of metal, which allows us to obtain a piece of jewellery with no welding, a circle with no beginning or end, the perfect symbol of the union it represents. What’s more, our yellow colour is the result of a gold, copper and silver alloy that we define as “antique” because it reproduces that slightly pinkish colour which the first wedding bands made by the company had. Currently this is our most sold classic band, followed by the rose gold model. And what about for those looking for a more distinctive wedding band? Our production includes over 120 models, and with those I can assure you that we will be able to meet even the most demanding requirements. We have rings that combine white gold with yellow or rose; or even with a small set diamond, generally chosen by the brides-to-be, to which we add the same model, without the stone, for men. Not to mention the many finishes available! And engagement bands… In general, this type of jewellery is considered to be too formal for today’s couples who prefer to make their engagement official through other gifts. However, in the south of Italy this tradition is still present, while in other regions of Italy the band still exists, although it is no longer tied to marriage, but used as a simple ornament. What do you offer couples who are already married? It must be said that now there are more anniversaries than weddings! To re-propose your love, Unoaerre has a line of rings with diamonds, also known as eternelle rings which sometimes are also chosen by engaged couples as their wedding bands. Are there new projects on the horizon? Our latest news is collection 9.0 created in occasion of the company’s ninetieth anniversary: it is 12 rings, which add a touch of modernity to our more traditional models. Looking to the future, we are thinking about the Olympic year, 2020, as a possible time for a new launch.
L’ORAFO
ITALIANO
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MARZO • APRILE
2019
Diamonds: the problem of synthetic stones See page 104
110
At this point, we might be accused of liberally spreading psychological terrorism right and left owing to our obsessive insistence on such a theme. A relaxing excursus on the more aesthetically pleasant, though less known, world of trapiche gems, just to say, would have undoubtedly been less distressful (however, we are going to make such an excursus soon). The fact is that “the storm came” as in the little song of the old days. And even earlier than expected. Therefore, we feel obliged to disclose what follows: That the assault to the citadel has already begun also here, as well as on the rich Asian and North American markets, and certainly not by De Beers, Lightbox or Element Six only, whatever you wish to call them: last autumn was characterised by repeated e-mail and phone contacts - intensively made by an advance company from Antwerp (as an avant-garde of the horde rising on the horizon) targeting goldsmith artisans, jewellers and watchmakers of an (identified) area between Valenza Po and Trieste - offering synthetic diamonds that, ranging from 0.20-0.25 onwards, come with a certificate, while, below such carats (mêlée for pavé) are accompanied by a mere profession of faith in the Rousseauian innate goodness of human nature (for your own pleasure, I can imagine...). That the synthetic diamonds offered in such a way are explicitly declared as belonging to the CVD type (yes, just those appearing so beautiful, clean and colourless) and I quote verbatim: “cultivated in laboratory”; “authentic” (sic!); “worked by expert cutters from Antwerp, the capital of diamonds in the world” “eco-compatible, made with a minimum environmental impact” “conflict-free, free from wars and breach of human rights”; “pure” (only IIa, the purest in the world), fully identical to extracted diamonds”, “affordable, with a price lower than 60% when compared to extracted diamond!!!” “the most impeccable diamonds in the world. Free from optical and ethical impurities”. And that is saying plenty as regards a misleading ambiguity... As what we fear, in a very near future, is the unrestrained and inconsistent spreading of synthetic diamonds with particular reference to the samples below 0.20-0.25 ct as well as an improper circulation of certified ones above such carats, with a subsequent contamination of the products in the jewellery-goldsmith supply chain sold to the consumer, who must be protected. This in order to avoid a drop in the confidence by the purchasing public,
L’ORAFO
possible indiscriminate denigratory campaigns by the media and/ or consumer associations with a resulting serious harm to such sector that, for a long while, has been struggling among contingent difficulties due to the particular historical-economic period. Yet, such sector must be protected: just think about all the connected problems – on the matter – to the collection of loose or set stones (of an unknown origin) shown to the operator by the public to repair, remake and create ex novo precious artefacts. That, despite Italy is among the main users of diamonds on this planet, despite boasting over 20,000 companies operating in the sector and the highest number of per capita jewellery shops in the world, despite all this, our country evidences a regulatory void as for the sale of gemmological materials – diamonds and coloured gems (since 2004 any regulatory attempts has gone aground). Therefore, in order to remedy such situation the best thing is to get ready on time and “every man for himself and the Devil takes the hindmost”. That, therefore, the last link of the distribution chain of precious items must protect himself: in primis with the use of known, certain and reliable suppliers and then by always asking the supplier a written document (declaration of gemmological analysis, certification of a gemmological analysis, warranty) about the nature (either natural or synthetic) of the diamonds involved in the transaction, either loose or set. That, as a consequence, the operator must be equipped with the basic devices meant to prevent gross mistakes that could avoid problems with the client or, worse (may the good Lord save and deliver us!), summoning by pettifoggers or judges, such as (among those that can be easily found on the Italian market): fluorescence spectroscopes able to identify 98% of natural diamonds and to send back to further tests the remaining 2%, beside 100% of HPHT and CVD items and 100% of copies: Magi Labs’ EXA (http:/www.gemmoraman. com/Products/EXA.aspx); bench tester for the identification of I and II natural diamonds from HPHT and CVD synthetic ones: OGI Systems Diatrue CL, Diatrue CX, Diatrue CS or portable testers: : (http:/www. gemmarum.it). We are sorry to say it: cornering oneself is not painless: it can be a little pain for pockets, even though not a strong one. Unfortunately this is the price of progress, darling!
ITALIANO
NOMI
AMUR ANANDA925
70 102
CITATI
GIANVITO ROSSI
ORIGINAL
59
51
OROAREZZO
98
59
GIORDINI GIORGIO VISCONTI
25
OROSOFFIATO
50
ARTLINEA
29
GISSA BICALHO
66
OSCAR DE LA RENTA
68
ATTICO
68
GIVENCHY
66
OTTAVIANI
AUDEMARS PIGUET
89, 91
GOLD ART
63
OXYGENE
98
BIBIGÌ
25, 29
GOVONI GIOIELLI
30
PICTO
66
ANTEO
28, 29
76, 102
BIJOU BRIGITTE
76
GRAZIELLA
98
PIERDUCA
24
BOKS & BAUM
70
GREUBEL FORSEY
90
POLELLO
27
BOLZON
53
HAPPY FAMILY
101
POLINA FIRENZE
77
BOUCHERON
20
HERMÈS
59, 60
PRADA
58
BRACCIALINI
77
HOMI
100, 101
PRESTIGE
49
BRANDON MAXWELL
66
IEG
BRUSI
54
IL TARÌ
BYBA BIJOUX
70
IN LEBOLE
78
RECARLO
CANDIDO OPERTI
46
IRENE NEUWIRTH
43
REPOSSI
59
JJEWELS MILANO
96
ROBERTO COIN
106
KAVANT & SHARART
58
SALVATORE FERRAGAMO
66
KIDULT
78
SALVINI
CECCHINATO CESARI & RINALDI GEMMAI CHANEL JOAILLERIE CHIMENTO
51 46 17, 18 55
96, 97, 98 102
LES GEORGETTES BY ALTESSE
74, 75
PUMA
60
RANJANA KHAN
68
SHAY
24, 30
25, 28 60
LUCIANO CAPOSSELA
56
SIHH
19
LYDIA COURTEILLE
35
SKIRA
44
CLIZIA ORNATO
78
M68 GIOIELLI
78
SUSANA TEIXEIRA
101
CRIERI
30
MAD TEA
79
SWAROVSKI
76
DAMÌ GIOIELLI
24
MAMAN ET SOPHIE
82
TABITHA SIMMONS
DANSE LENTE
70
MARAKÒ
DAVITE&DELUCCHI GIOIELLI
28
CHOPARD CHRISTIAN DIOR HAUTE COUTURE
19, 34
89, 90, 91, 92
68, 70
100
TATA BORELLO
76
MARCELLO PANE
101
THOMAS SABO
68, 85, 86, 87
MAREA GIOIELLI
24
TIFFANY & CO.
43
DESIRÈ
27
MARIASOLE GIOIELLI
77
UNOAERRE
26
DML
52
MAROTTO
97
VACHERON CONSTANTIN
92
DUECI
77
MASSIMO RAITERI
VALENTINA LAGANÀ
66
FABIO CAMMARATA
46
MATTIOLI
FAIR LINE
52
MESSIKA
FALCINELLI ITALY
54
MICHAL NEGRIN ITALIA
FALSINI ART
97
MSGM
68
WORLD DIAMOND GROUP
FOPE
96
NEONERO
56
YVONE CHRISTA NEW YORK
68
FOREVERMARK
43
NUVOLE DESIGN
77
ZIIO
70
FRANCESCA BIANCHI DESIGN
66
OPERA
46
DE GRISOGONO
19, 33
L’ORAFO
25, 30 36
VALENTINO HAUTE COUTURE
42
VALERIA BUGATTO
80, 81
ITALIANO
VICENZAORO
18, 70 78 96, 97 30, 39, 40, 41
111
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