ANNO 4 • NUMERO 3 • MARZO 2009 • € 1,00
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n°46) art. 1. comma 1, DCB Milano
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ME NS ILE
retail&food LUOGHI DI VIAGGIO • SPAZI COMMERCIALI
Un altro mall è possibile Bene gli Outlet, frenano i C.C. Ma in fondo al tunnel c’è la luce. Sempre.
Novità! Star Trek • • Dossier aeroporti L’indice di r&f Zegna - Lupo Verona
News primae noctis
E se lo Stato pagasse i suoi debiti? nche in Italia assistiamo ad importanti A interventi dello Stato, che stampa e distribuisce grandi quantità di denaro: per salvare industrie in crisi, ma soprattutto per immetterlo nel circuito finanziario consegnandolo alle banche. Si spera così di sopperire in qualche maniera alla crisi di liquidità, bruciata negli ultimi anni da consumi troppo disinvolti. Ovviamente la creazione di carta moneta produrrà a termine i suoi effetti perversi, e cioè inflazione. Viene quindi da porsi una domanda molto semplice: perché lo Stato, anziché distriGiulio Tremonti buire soldi ad immeritevoli beneficiari non paga puntualmente i beni ed i servizi che acquista ai suoi meritevoli fornitori? Quanti miliardi di euro entrerebbero in circolo se, per dirne una, le ASL pagassero le forniture non a 360, ma a 30 giorni? Probabilmente il dato fondamentale (creazione di carta moneta nuova) cambierebbe di poco, ma almeno cambierebbero i destinatari del flusso di denaro: che andrebbe finalmente ad imprese, piccole e grandi, che meritano veramente di essere aiutate, e che non sarebbero costrette a finanziarsi presso le banche, spesso a condizioni molto pesanti.
EDITORIALE
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L’OPINIONE Il Sud Italia è ancora una terra di conquista di Pierre Marin* Le regioni del Nord Italia sono ormai quasi del tutto sature per quanto riguarda la presenza di spazi commerciali organizPierre Marin zati: ben 3 regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto) superano ampiamente la media europea (che è di circa 195mq/1000 abitanti) per quanto riguarda la GLA a disposizione per 1000 abitanti. Così i player cominciano a guardare con crescente interesse al Sud Italia, puntando sulla scarsa densità di superficie di vendita che caratterizza queste regioni. Il Sud mostra grandi potenzialità ma allo stesso tempo presenta difficoltà oggettive che frenano lo sviluppo, soprattutto per quanto riguarda le croniche carenze nel sistema infrastrutturale. La Sicilia è una regione estremamente interessante dal punto di vista di futuri sviluppi di progetti Retail: ad una densità media molto bassa (circa 95mq/1000 abitanti), nettamente inferiore alla media europea, si accompagna una propensione al consumo superiore alla media italiana, e volumi di spesa in linea con altri paesi dell’Europa meridionale. Va detto che, recentemente, le performance per volumi di spesa dei centri al Sud non sono state in linea con le aspettative, e non a causa della crisi. Le diverse abitudini e tradizioni di acquisto rispetto a Centro e Nord Italia hanno penalizzato quegli schemi aperti senza una attenta analisi preliminare del bacino di utenza. Tali analisi, sempre necessarie al successo di un nuovo progetto, risultano fondamentali in contesti così particolari. Va detto che, attualmente, non sono previsti al Sud progetti che comprendano una importante componente leisure (i cosiddetti leisure centre rappresentano l’ultima novità per quanto riguarda le nuove tipologie di schemi). Tali progetti potrebbero rivelarsi per il Meridione una nuova ed importante tendenza per i prossimi anni, a patto che si individuino bacini di utenza adeguati. *Amministratore Delegato Jones Lang LaSalle Italia
retail&food - marzo 2009
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✔perSOMMARIO chi ha fretta Indice retail&food2009
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nauguriamo con questo numero un nuovo servizio per i nostri lettori. Si tratta della elaborazione di tre indici azionari specifici per i nostri settori, che ci possono servire da utile sentinella per monitorare l’andamento internazionale dei nostri mercati di riferimento, quelli del food e del retail nelle concessioni legate alla mobilità e nelle locazioni connesse con i modelli di consumo più evoluti. Il servizio parte con una panoramica ancora limitata di titoli azionari, riferiti all’Italia, a qualche Paese europeo ed agli Stati Uniti. Lo amplieremo nei prossimi numeri, cercando di selezionare i titoli più
HOLDING
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rappresentativi nei rispettivi mercati. C’è da tener presente che molti dei titoli compresi nella nostra rilevazione costituiscono delle Holding, e sono pertanto rappresentativi anche delle Società possedute o controllate, rendendo così il panorama offerto sufficientemente ampio ed esaustivo. Gli indici sono calcolati utilizzando i cambi valutari indicati; l’indice finale, che abbiamo chiamato “Indice generale Retail&Food” è ponderato nella misura di 1 (food) a 3 (retail) per tener conto della differente ampiezza dei mercati.
PRINCIPALI SOCIETA'/ MARCHI POSSEDUTI
DINEEQUITY AUTOGRILL DARDEN FESTAURANTS FLO GROUPE MCDONALD'S PAPA JOHN'S STARBUCKS YUMBRANDS VIVARTIA INDICE FOOD
Applebee's, House of Pancakes Hms Host, Aldeasa,Alpha Group, World Diuty Free Red Lobster, Olive Garden Bistro romain,Hippopotamus, Maitre Kanter
AEFFE ADIDAS BENETTON GROUP BULGARI DAMIANI GEOX LUXOTTICA LVHM MARIELLA BURANI PPR RALPH LAUREEN RICHEMONT SAFILO GROUP STEFANEL SWATCH GROUP TIFFANY & CO TOD'S INDICE RETAIL INDICE GENERALE RETAIL&FOOD
Alberta Ferretti,Moschino, Pollini United Colors, Sisley
Louis Vuitton,Moet Chandon,Hennessy, Fendi, Dior, Zenith,Guerlain Antichi Pellettieri,Braccialini, Facco Gioielli Puma, Fnac, Gucci, Redcats,Conforama Polo LR, RL Watches Vacheron Constantin, Cartier, Dunhill
Omega,Longines,Tissot Valentina, Elsa Ferretti, Paloma Picasso Hogan, Fay
PAESE
QUOTAZ. DI BORSA AL
VALUTA
31-12-2008 09-02-2009
INDICI
USD Italia € USD Francia € USD USD USD USD Grecia €
11,56 5,37 28,18 2,77 62,19 18,43 19,46 31,50 25,00 100,00
9,69 4,85 28,55 2,88 58,71 19,78 10,42 29,89 24,87
83,82 90,32 101,31 103,90 94,4 107,33 53,55 94,89 99,48 92,17
Italia € Germ € Italia € Italia € Italia € Italia € Italia € Francia € Italia € Francia € USD Francia € Italia € Italia € Svizzera € USD Italia €
0,67 27,09 6,10 4,42 0,83 4,36 12,67 44,77 10,16 46,60 45,41 13,45 0,60 0,30 86,00 23,63 30,09 100,00 100,00
0,57 28,89 6,28 3,48 0,9 4,81 11,66 49,99 9,23 45,52 41,84 12,76 0,71 0,36 93,76 22,89 31,5
85,07 106,64 102,95 78,73 108,43 110,32 92,03 111,66 90,85 97,68 92,14 94,87 92,18 92,31 109,02 75,46 104,69 100,99 98,77
KFC, Pizza Hut, Taco Bell Goody's, Flocafé
b&f NEWS Le ultime notizie su ristorazione, retail, luoghi di viaggio, spazi commerciali, aziende e persone.
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Low cost e non aviation Un rapporto complesso quello tra le compagnie low cost e il non aviation. Fulvio Fassone (Presidente di ATRI) analizza la situazione e ci racconta le ultime novità
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Nasce l'indice di retail&food Abbiamo selezionato le più importanti società di retail e ristorazione al mondo, analizzato le loro quotazioni, tirato le somme ed elaborato i risultati. L'indice di retail&food è il nuovo strumento per comprendere al volo l'andamento dei mercati.
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Osservatorio prezzi: Centri commerciali La squadra di retail&food è tornata a visitare i centri commerciali, questa volta nel Nord Est. Un campione indicativo di prodotti e servizi ci ha consentito di rilevare informazioni interessanti nel confronto tra location e brand.
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Star Trek food: destinazione Lupo La consueta analisi della situazione finanziaria e dell'assetto societario entra tra le fauci di Lupo che, al motto di “Mangia sano, mangia toscano”, ha portato la cucina tradizionale toscana nel grande universo della ristorazione commerciale.
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Star Trek retail: destinazione Ermengildo Zegna La lana è all'origine della fortuna di questo storico nome del ben vestire all'italiana. Un nome che oggi racconta di un impero economico – sempre saldamente in mano alla famiglia Zegna – capace di esprimere grande competenza anche nelle strategie commerciali.
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Parola di leader: Sergio Castelli (MyChef) Abbiamo incontrato l'amministratore delegato di MyChef che ci ha illustrato le strategie della società (partecipata all'80% dai francesi di Elior) per affrontare la crisi.
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Shopping mall: “Prima pietra” e “Taglio nastro” Sono iniziati i lavori per “La Fortezza” di Modica, il nuovo shopping mall siciliano è curata da Sercom. A Pinerolo ha aperto il centro “Le Due Valli”, visitato e analizzato nei dettagli per il “Taglio nastro” di questo mese.
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Una questione di “punti di vista” Il mondo dell'ottica tiene e, nonostante la difficile congiuntura economica, crescono i punti vendita monomarca dedicati agli occhiali. Un'invasione di nuovi modelli e colori sgargianti si appresta ad invadere spazi commerciali e luoghi di viaggio.
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Dossier aeroporti: Verona cerca spazio (e retailers) Il secondo scalo italiano per passeggeri charter sta per ampliare la superficie commerciale e in cantiere ci sono progetti molto ambiziosi. Parola di Umberto Solimeno, vice presidente e responsabile commerciale e marketing del Catullo.
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Resoconto fiere: ITCA Si è svolta a metà febbraio a Barcellona la manifestazione che riunisce gli operatori del travel catering. Organizzata da ITCA, ha visto la partecipazione di alcune aziende italiane che abbiamo visitato per voi.
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Milano Centrale, inaugurazione all'italiana A due mesi dall'inaugurazione di metà dicembre siamo tornati a visitare la stazione centrale di Milano, una delle grandi promesse di Grandi Stazione. Il risultato è sotto i vostri occhi.
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Quant'è bello lu primm'ammore Autogrill torna a concentrarsi sull'autostrada: entra in Polonia, in jointventure con Impel, e inaugura un nuovo mall lungo la A4 MilanoVenezia.
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Al 31/12 2008: 1 usd = 0,779 euro
Un mese in altalena
food, che segna un arretramento del 7,89%. Sembra poco, ma è invece un calo importante, se si considera che è avvenuto nell’intervallo di poco più di un mese, e che per di più il comparto aveva già perso parecchio nel mese precedente. Il titolo peggiore è Dine Equity , Fondo proprietario di alcuni dei più apprezzati marchi americani del casual dining , mentre il più performante è quello di Papa John’s, il “pizzaiolo d’America “ per eccellenza. Il comparto retail, che comprende sia titoli del lusso accessibile sia titoli del lusso vero e proprio regge meglio alla crisi, segnalando persino un lievissimo progresso. Si tratta di un incremento ben lontano da quelli cui eravamo abituati nei mesi e negli anni scorsi, ma è sempre meglio che niente. Segnaliamo la buona performance dell’eclettico Louis Vuitton ( +111%), degli italiani Geox e Tod’s operanti nel mercato delle calzature,del gioielliere Damiani e di Swatch Group. Male invece sono andati IT Holding, Tiffany e Bulgari, che hanno infatti segnato le peggiori performance.
I
nell’anno
Il primo mese dell’anno si apre nel segno dell’incertezza. La grave crisi economica in atto sta sviluppando in pieno i suoi effetti, ma nessuno possiede la sicurezza che la forza del suo impatto si sia già esaurita. In effetti molti operatori ed analisti, forse la maggioranza, si attendono un ulteriore sensibile peggioramento, che dovrebbe durare almeno fino al terzo trimestre dell’anno, periodo durante il quale la crisi finanziaria dovrebbe contagiare completamente anche l’economia reale; di conseguenza si aspettano ancora un deciso calo dei listini. Altri analisti ritengono invece che la crisi, anche se durerà ancora a lungo, è già stata assorbita dagli attuali corsi delle quotazioni, che potrebbero quindi d’ora in avanti oscillare in maniera “normale”, con la possibilità anche di qualche interessante rialzo. Comunque oggi il comparto che soffre maggiormente è quello del
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Star Trek
tab. 1 Faber srl (Fam Bucciantini)
Fabio Barducci
49,40 %
50,60 %
LUPO Srl
Dingo C.C. D’abruzzo Pescara
Aquila C.C. Cityper Civitanova
Holding Firenze
Astore C.C. Sarca Milano
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Falco C.C. I Gigli Firenze
Orso Bruno C.C. I Gigli Firenze
I plus della cucina “etnica”
Furo C.C. Carrefour Milano Nicchio Milano piazza Lodi
ne della trattoria toscana, fino a qualche decennio fa molto diffusa anche nelle città del nord come Milano, ma via via soppiantata dalle pizzerie e dai ristoranti cinesi, per motivi sia di rapidità di servizio, sia di costi, sia di maggior apprezzamento del pubblico per i pasti destrutturati: il Lupo vuole, almeno nelle intenzioni, mantenerne i pregi eliminandone i difetti.
Il pregio principale è ovviamente costituito dalla genuinità delle ricette e delle materie
Lince C.C. Fiumara Genova
prime impiegate: vari tipi di pasta con intriganti ragù, caciucco alla livornese, ribollita, pappa col pomodoro, tagliata di chianina, molto olio di oliva e niente burro, pecorino di fossa, lardo di Colonnata, finocchiona, salumi di Cinta Senese, vini toscani tra cui troneggia il Chianti. E poi naturalmente, per seguire un po’ anche i gusti delle nuove generazioni, pizze, panzerotti, focacce semplici e farcite, pane casereccio, dolci e torte confezionate sul posto e così via. Il secondo elemento che caratterizza i locali è costituito dall’ambientazione, che forse meglio potremmo chiamare scenografia, dei locali. Bucciantini infatti ha voluto ricreare l’atmosfera della piazzetta di un piccolo borgo delle colline toscane, nella quale si affacciano il panettiere, il salumaio, il lattaio, il pasticciere, la piccola osteria... Un ambiente che si anima a mezzogiorno, ma che conserva una buona attrattività
tab. 2
LE CATENE AMERICANE DEL CASUAL DINING Ricavi 2007 in migliaia di euro Brand
Concept
Appelbee's Grill & Bar Chili's Grill & Bar
Attenti al
Olive Garden Outback Steakhouse Red Lobster
Etnico - messicano Etnico - Italiano
Proprietà DinEquity Brinker International Darden Restaurants Bain Capital Darden Restaurants
Lupo! È
nel 1996 che un imprenditore quarantenne, Fabio Bucciantini, decide che ne ha abbastanza di finire per la pausa pranzo “in un bar-burger d’importazione, con panini flaccidi e pieni di grassi”. Quando si inaugura il centro commerciale “I Gigli”, in una vallata tra Firenze e Prato, decide così di mettere a frutto la sua esperienza, maturata in Ipercoop, per lan-
ciarsi in una ardita ed innovativa idea: la creazione prima, ed il lancio poi, di una nuova formula di “casual dining”, che potremmo in un senso del tutto particolare chiamare “etnica”: si trattava cioè di applicare le ricette tradizionali della cucina toscana ad un ambiente innovativo (il centro commerciale) , nel quale l’esigenza del “fast” è predominante, senza perdere però i tratti caratteristici della tradizio-
nale convivialità toscana. Nasce così il primo Lupo.
Mangia sano, mangia toscano Il primo ristorante viene aperto con lo slogan “mangia sano, mangia toscano”, e la formula si rivela subito accattivante, anche se la sua gestione, nel nuovo tipo di location, si rivela da subito molto impegnativa; infatti la poca standardiz-
zazione, l’alta qualità e la genuinità delle ricette e dei cibi deve essere attentamente collegata con l’andamento dei costi, in quanto Bucciantini desiderava che il livello dei prezzi fosse contenuto ed adatto ad un pubblico di massa. Dobbiamo dire che questo impegno è stato fino ad oggi mantenuto, infatti lo scontrino medio varia oggi più o meno da 6 a 9 euro, a seconda sia delle scelte effettuate
Ricavi 2.800.000 2.500.000 1.950.000 1.700.000 1.650.000
anche nelle ore di merenda e che naturalmente può esplodere alla sera, nella quale possono formarsi allegre tavolate che ritrovano nel locale tutti gli elementi ludici caratteristici del luogo di ritrovo serale. Non vorremmo essere troppo elogiativi, ma ci sembra che l’insieme di questi elementi costituisca una formula che è un ottimo esempio di concept accuratamente studiato e capace di offrire un appeal reale per i consumatori; di diventare cioè un “marchio forte” in grado di competere, mutatis mutandis, anche con i principali marchi del fast food stranieri, verso i quali costituisce un’alternativa di gusto molto netta.
dalla clientela sia dell’ubicazione (al Nord o al centro Italia ) dell’esercizio. E’ uno scontrino decisamente più alto di quelli, per esempio, di McDonald’s, ma ancora posto in una fascia di accessibilità per le esigenze di un ristoro quotidiano. Occorre a questo punto una descrizione, anche sommaria, della formula e dei piatti presentati. Il Lupo si innesta sull’antica tradizio-
Qualche ombra sulla gestione Dal punto di vista gestionale, la scelta, fin dall’inizio, è stata quella di costituire una società separata ed indipendente per ciascun loca-
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Star Trek
Destinazione
Zegna
Gildo Zegna, Anna Zegna, Paolo Zegna la vocazione internazionale e l'innovazione tecnologica per competere con i più ricchi e moderni concorrenti inglesi le ragioni del successo per l'azienda che negli anni trenta arriva a occupare mille dipendenti. Poi, dopo la guerra, il consolidamento e negli anni 60 i figli di Ermenegildo, Angelo e Aldo, subentrano gradatamente al padre nella conduzione della società, sviluppando l'integrazione verticale dell'azienda e il passaggio dalla produzione esclusiva dei tessuti alla confezione di abiti da uomo di alta qualità, rivolgendosi sempre di più alle esportazioni. Questa internazionalizzazione della produzione e della distribuzione porta nei primi anni '80 all'apertura dei primi bou-
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n palazzo di cinque piani con una superficie totale di quasi 700 metri quadri e la facciata di vetro ricoperta da una struttura d'ispirazione tessile composta da 2,5 chilometri di sottilissime aste d'acciaio inossidabile lucido, intrecciate in modo da ricordare trama e ordito dei tessuti: Ermenegildo Zegna presenta il primo Global Store Concept in Asia, situato nel quartiere fashion di Shinjuku di Tokyo e progettato dall'architetto del lusso Peter Marino. Dopo le aperture dei Global Store di Milano, in via Montenapoleone nell'autunno 2007, e New York, in Fifth Avenue, nella primavera dello scorso anno, il gruppo biellese leader mondiale nell'abbigliamento maschile di lusso (presente in quasi 90 paesi nel mondo) non rallenta la sua corsa nonostante la crisi globale. “Questo è tempo di sfide per Ermenegildo Zegna – afferma Gildo Zegna, CEO del Gruppo – e siamo orgogliosi di lanciare il nostro primo Global Store Building Concept. Questo rende ancora più forte la nostra posizione di leader e innovatori nel panorama mondiale del lusso maschile”. Mostra i muscoli la griffe piemontese in un momento di indubbia difficoltà del settore: preciso segnale di un management che, guardando al medio periodo, non sembra avere nessuna intenzione di farsi spaventare dalla criticità del momento. Strategia possibile anche grazie a una struttura aziendale solida e ramificata allo stesso tempo e in crescita costante: 834,4 milioni di euro di fatturato nel 2007 (+8,4% a cambi correnti, +12,3% a cambi costanti), 69,7 di utile (+10%) e una posizione finanziaria netta positiva attestata su circa 90 milioni. Dati che da soli parlano chiaro sullo stato di salute
FATTURATO (euro/000) 900.000 800.000 700.000 600.000
del colosso tessile fondato a Biella 100 anni fa e confermano un trend sempre positivo negli ultimi anni (vedi Tab 1 e grafici). Gli indici di bilancio mostrano una società sana dal punto di vista economico e finanziario: valori positivi di redditività, un buon equilibrio di liquidità, basso livello di indebitamento, crescita costante del fatturato e incrementi significativi di MOL. Risultati che si collocano sopra la media delle performance delle imprese dello stesso settore (vedi Tab 2 e grafici). Nel confermare la sua costante espansione commerciale del brand, Zegna non perde anche la sua vocazione produttiva: il fatturato è riconducibile per il 75% ai prodotti di abbigliamento (a cui contribuisce anche il marchio Agona), e agli accessori per un 15%. Il restante del giro d'affari complessivo è riconducibile ai tessuti (2,3 milioni di metri all'anno). In crescita soprattutto le vendite dei prodotti di lusso (suMisura, Couture, Upper casual e Accessori) per un +9,4% (a cambi costanti) anche grazie alla strategia di rafforzamento dei punti vendita ad insegna esclusiva.
vincente e l’azienda da una parte si proietta in una dimensione internazionale (nel 2007 la quota export è di quasi il 90% del fatturato), dall'altra mantiene forte il legame con il nostro Paese (la metà degli stabilimenti produttivi sono ancora in Italia – vedi Tab 4) e con la famiglia del fondatore. La capogruppo Ermenegildo Zegna Holditalia SpA, infatti, è saldamente in mano agli Zegna attraverso la società Monterubello, nata dalla fusione avvenuta due anni fa delle due holding con cui i due gruppi famigliari (da una parte Angelo e figli, dall'altra i figli di Aldo) controllavano la società. La ristrutturazione proprietaria vede oltre alla ridefinizione delle responsabilità, una nuova struttura manageriale per unità di business, orientata al mercato con una con-
Presidente di Confindustria) ricopre la carica di Presidente, mentre la carica di Amministratore delegato è ricoperta da Gildo, con le altre esponenti della “quarta generazione” Zegna Anna, Benedetta, Laura e Renata che ricoprono importanti ruoli nella società familiare che dai mille dipendenti negli anni '30 è arrivata a contarne oggi più di 7 mila (in netta crescita rispetto al 2006)
Il consolidamento e le sfide dei nuovi mercati Diversificazione dell'offerta, articolazione delle strategie multimarchio e valorizzazione del brand: ecco le parole d'ordine di un percorso iniziato a fine anni 90 con l'acquisizione delle Lanerie Agona SpA, marchio di cashmere di altissima qualità che rappresenta l'anima femminile
PRINCIPALI DATI DI BILANCIO DEL GRUPPO (in €) tab. 1
500.000 400.000 300.000
31-12-2005
31-12-2006
712.744.000 104.657.000 48.593.000 5.875
779.366.000 125.959.000 61.420.000 6.575
31-12-2007
200.000
Fatturato MOL Utile Dipendenti
100.000 0 1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
MARGINE DI C/E IN % DEL VALORE DI PRODUZIONE
843.407.000 133.680.000 67.511.000 7.013
* Valori da bilancio consolidato della capogruppo Ermenegildo Zegna Holditalia spa Fonte aziendale
45 40 35 30 25 20 15 10 5 1998 Valore aggiunto
1999
2000
MOL
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
Risultato operativo
Radici italiane per un'impresa internazionale Questa, però, non sembra la sola chiave del successo imprenditoriale dell'azienda biellese. Colpisce infatti la dialettica virtuosa tra la vocazione
internazionale del Gruppo (circa 580 store nei cinque continenti, di cui quasi la metà di proprietà) ramificato in una cinquantina di società con sede in tutto il mondo controllate dalla una capogruppo Ermenegildo Zegna Holditalia SpA
(vedi Tab 3) e la sua natura EVOLUZIONE DEI PRINCIPALI INDICATORI DI GESTIONE tab. 2 di “family business” con un 31-12-2005 31-12-2006 31-12-2007 impegno diretto della famiglia Zegna non solo nella ROE 11,20% 12,40% 12,30% proprietà, ma anche nella 10,10% 11,50% 10,20% ROI governance dell'impresa. MOL su RICAVI 14,70% 16,20% 15,90% Una tradizione familiare RAPPORTO INDEBITAMENTO 35% 35,60% 37,60% iniziata nella seconda metà COSTO LAVORO SU FATTURATO 26,30% 26,40% 27% FATTURATO PER DIPENDENTE (Euro) 121.300 118.500 120.300 dell'ottocento quando Angelo Zegna, di professio* Valori da bilancio consolidato della capogruppo Ermenegildo Zegna Holditalia spa ne orologiaio, apre un laboFonte aziendale ratorio tessile del cui sviluppo si occupa l'ultimo dei tique monomarca nelle capitali della suoi dieci figli, Ermenegildo. Nel centrazione maggiore sul retail per moda Parigi e Milano, simboli del1910 viene fondato il Lanificio raggiungere sempre più efficacel'espansione del brand Zegna, basaZegna a Trivero nel biellese con mente il consumatore finale. ta sulla verticalizzazione, sulla diverl'obiettivo di produrre tessuti per Oggi, Angelo Zegna, figlio del fonsificazione dei prodotti e sulla cosidatore Ermenegildo, è il Presidente abiti maschili di qualità con l'acquidetta “brand extension”. onorario, Paolo (impegnato nel sto delle materie prime più pregiate La strategia risulta ben presto nei paesi produttori. E sono subito fronte istituzionale come Vice
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di una griffe tutta maschile. Il percorso continua nel nuovo millennio con la costituzione della società Zefer, una joint-venture con Salvatore Ferragamo per sviluppare al livello mondiale il marchio Zegna nel settore calzaturificio e della pelletteria. Del 2003 è il lancio del profumo “Essenza di Zegna”, seguito due anni dopo da “Z Zegna” e da “ZegnaIntenso” nel 2007. Di questo periodo sono gli accordi per la produzione e la distribuzione di una linea di occhiali da vista e da sole e di capi underwear, anche sportivi. Dal 2006 c'è l’accordo di licenza con lo stilista Tom Ford per i capi pret à porter e su misura, accessori e calzature firmati. E' del 2003, poi, la penetrazione “strutturetail&food - marzo 2009 25
Parola di leader
Sergio Castelli MyChef, “investiamo per battere la crisi”
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L
a battuta d’arresto di un anno difficile, che a livello mondiale ha conosciuto la crisi peggiore da diversi decenni, non incrina il buon umore di Sergio Castelli - AD di MyChef, balzato in sella alla società di ristorazione nell’anno 2000. “La parte finale del 2008 è stata dura per tutti, ma il segreto è continuare ad investire e noi non abbiamo mai smesso”, afferma il manager con convinzione. “Anzi l’aumentato impegno dei soci francesi (di Elior, ndr), che in ottobre sono saliti dal 40% all’80%, hanno portato ulteriori risorse fresche che si sono rivelate molto utili, in una fase come questa. MyChef, un fatturato che in otto anni è decuplicato da 10 a circa 100 milioni (stima 2008), ha sempre presentato bilanci positivi. E diversamente da altre società che davanti a questa crisi si sono concentrate solo sul taglio dei costi -a discapito degli investimenti-, continua a stanziare risorse in nuovi progetti. Sul mercato dal 1994, oggi impiega 1.500 persone, offre servizi in 150 punti di ristoro ed è presente in 19 aree di servizio autostradali, in 7 aeroporti, in 24 centri commerciali, 1 stazione ferroviaria e nel nuovo polo fieristico di Roma; il gruppo Elior, di cui oramai fa parte a pieno titolo, conta 70.000 dipendenti, con un fatturato che sfiora i 3,5 miliardi. “Siamo contenti dei risultati ottenuti ma continuiamo ad investire in ricerca e sviluppo ed innovare per far crescere la nostra quota di mercato nella ristorazione commerciale”, dice ancora Castelli. “La crisi ha messo a dura prova soprattutto l’attività aeroportuale ed è proprio qui che abbiamo aumentato in misura maggiore gli investimenti: vogliamo crescere sia per linee interne sia con acquisizioni”.
SERGIO CASTELLI: Milanese, classe 1968, dopo una lunga e interessante esperienza in IKEA che lo ha portato a ricoprire il ruolo di responsabile del Food Service per Europa e Nord America, nel 2000 arriva in MyChef e nel giro di pochi anni porta la società ai primi posti della ristorazione in concessione. Un successo costruito con pragmatismo, semplicità e simpatia, le caratteristiche dello stile di Castelli.
Gli aeroporti su un importante crinale Nel ramo aeroportuale, MyChef ha appena ristrutturato completamente cinque dei suoi sei punti di ristoro a Linate e si prepara ad inaugu-
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rare, per marzo, il locale ubicato in area registrazioni introducendo – per la prima volta a Linate – un McDonald’s e rinnovando GranCafé e PizzaChef. Per citare i due aeroporti più importanti a livello di voli internazionali, a Malpensa la società è presente con 28 punti vendita e a Roma Fiumicino con 8. La decisione sul destino di Linate, che secondo i progetti Cai-Alitalia potrebbe essere fortemente ridimensionato e servire, di qui in poi, esclusivamente la tratta Milano-Roma, per MyChef è cruciale ma non decisivo. “Wait and see, come dicono in America. Se si optasse, alla fine, sull’utilizzo del city-airport solo per la navetta Roma-Milano, noi cercheremo di compensare il calo complessivo dei passeggeri sia ampliando ancora l’offerta in modo da aumentare lo scontrino medio, sia aumentando la penetrazione e quindi “catturando” un maggior numero di passeggeri: in questo siamo i più forti”, rassicura infatti Castelli. Uno dei tratti distintivi di MyChef sul fronteofferta è la fantasia, nell’arredamento colorato e moderno dei suoi corner ma anche nei cibi proposti: la società, per esempio, negli scali aeroportuali ha pensato per prima di presentare cibo giapponese (sushi) e kebab – mentre nei suoi bar e ristoranti, sulle autostrade, si trovano sempre i piatti regionali con marchio Antica Locanda e, dove è possibile, cibi particolari senza glutine per chi soffre di celiachia. “Ci stiamo molto attenti: la nostra priorità è assecondare i desideri, i bisogni e i gusti delle persone, tre variabili in continua evoluzione”.
Focus su bacini concessori Un’altra area in cui MyChef, società che si dichiara molto sensibile alle esigenze del consumatore moderno, riesce a far emergere il proprio specifico DNA è poi quella delle aree di servizio autostradale. L’ultima tornata di gare li ha visti in pole position, anche se colossi come Autogrill o competitor qualificati come Aiport Elite, Cremonini e Fini
hanno costituito una concorrenza particolarmente agguerrita. “Nei centri commerciali chiuderemo 3 o 4 posizioni che per noi non sono più strategiche perché vogliamo investire su quelli ormai a regime, che danno risultati; inoltre vogliamo aumentare la nostra presenza in questo segmento aprendo almeno 5 esercizi nei Centri nuovi più importanti, senza trascurare di impiantarci anche in qualche ulteriore stazione ferroviaria di media importanza, visto che il mercato delle “grandi” stazioni sembra oramai definitivamente chiuso. Naturalmente però la maggior parte dei nostri sforzi è rivolta sui bacini concessori che sono la nostra forza: aeroporti ed aree di servizio autostradali”, spiega Castelli. La società, per esempio, ha appena aperto l’area di sosta di Aglio Est (lungo la A1 tra Firenze e Bologna) dimostrando grande flessibilità nella fase di passaggio da una gestione all’altra: “siamo subentrati al precedente concessionario (Autogrill, ndr) il 30 di gennaio e il giorno dopo già avevamo aperto, a pieno ritmo, con l'insegna MyChef”, dice l’AD con un certo orgoglio. “Sulle altre concessioni vinte con le gare che si sono svolte l’anno scorso entreremo ad inizio 2010”. Le 19 aree dove MyChef è presente, che richiederanno investimenti per circa 20 milioni di euro, garantiranno 30 milioni di fatturato annuo - senza considerare le vendite accessorie , per una durata media delle concessioni che si attesta sui 14 anni. MyChef Ristorazione Commerciale è il centro da cui partono, a raggiera, una moltitudine di marchi: quelli bar (‘Gran Cafè’, ‘Wine&Food’, ‘MyChef’, ‘My Juice’ e ‘Ice Chef’), quelli fastfood (‘Pizza Chef’, ‘My Keby’, ‘Pasta Chef’ e ‘Qui Sushi’) e quelli ristorante (‘Gran Chef’, ‘Antica Locanda’, ‘Wine&Food Restaurant’ e ‘Gourmet House’); i suoi locali ospitano poi marchi terzi come Mc Donald’s, Panino Giusto, Gelateria San Crispino ed Espressamente Illy. E la strada per lo sviluppo di ognuno, al momento, appare piena di prospettive. retail&food - marzo 2009 29
Milano Centrale: Inaugurazione all'italiana
51 A due mesi dall'inaugurazione ufficiale di metà dicembre, siamo tornati a visitare la stazione Centrale di Milano, una delle grandi promesse di Grandi Stazioni Spa, la società del Gruppo Ferrovie dello Stato che si sta occupando di riqualificare 13 grandi stazioni italiane. retail&food - marzo 2009 51
ANNO 4 • NUMERO 3 • MARZO 2009 • € 1,00 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n°46) art. 1. comma 1, DCB Milano
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ME NS ILE
retail&food LUOGHI DI VIAGGIO • SPAZI COMMERCIALI
In primo piano UN ALTRO MALL È POSSIBILE
Un altro mall è possibile Bene gli Outlet, frenano i C.C. Ma in fondo al tunnel c’è la luce. Sempre.
I dati sulle vendite negli outlet sono molto positivi: nonostante la crisi gli italiani non resistono al fascino delle griffe. Più complesNovità! Star Trek • sa la situazione per i centri commerciali, in L’indice Zegna - Lupo di r&f particolare per alcuni dei progetti in cantiere. Siamo entrati nel tunnel, ma in fondo c'è la luce. Sempre.
• Dossier aeroporti
Verona
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r&f NEWS Un nuovo parco commerciale in Brianza Sorgerà a Giussano, nella provincia di Monza e Brianza, il nuovo retail park di Altarea Italia. A tuttora non sono ancora certi i tempi di realizzazione, ma il Giussano Retail Park verrà posizionato a ridosso della strada Valassina e sarà ben collegato con la strada statale MilanoLecco. Il parco commerciale, ubicato nei dintorni dello shopping center ad insegna Carrefour, sarà disposto a ferro di cavallo e conterrà diverse medie superfici, grandi negozi, ristoranti e servizi pubblici per una Gla totale di 21 mila mq. La struttura, immersa nel verde, disporrà anche di una promenade che renderanno più piacevoli le visite al parco commerciale.
De Bortoli e Calabi contro la crisi Ferruccio De Bortoli, direttore del Sole 24 Ore ha deciso, per contrastare la crisi economica che non risparmia nemmeno l’editoria di ridurre del 25% il suo compenso, cioè la quota variabile legata ai risul-
Momento d'oro per gli Outlet
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l 2008 è stato un'annata record per gli outlet italiani. Se la crisi sta rallentando il giro d'affari dei centri commerciali, lo stesso non si può dire per le cittadelle del risparmio che hanno incrementato non poco i propri ricavi. Il Gruppo Fashion District, grazie ai propri outlet a Mantova, Valmontone e Molfetta, ha fatturato ben 330 milioni di euro e calcolato 10,6 milioni di visitatori: il Fashion District di Mantova ha incrementato il proprio giro di affari del 12%, mentre la struttura di Molfetta “solo” del 4%. Sulla stessa media si trova anche il Franciacorta Outlet Village (proprietà Degi) che, con 130 milioni di fatturato ha registrato un +10% rispetto al 2007. Risultati ancora migliori ha fatto il Fidenza Village di Value Retail, aumentando le
presenze nel 2008 del 15% e del 30% il fatturato, mentre il neonato Designer Outlet di Noventa di Piave firmato McArthurGlen (inaugurato nel settembre scorso) ha incassato 10 milioni di euro in soli 4 mesi di attività. Insomma, risultati niente male per il canale di rivendita retail, anche perché sembra essere di fronte ad un cambiamento dei consumi. E se il buon giorno di vede dal mattino, anche il 2009 si prospetta un anno di successi per il comparto outlet: in occasione dei saldi
Bioera: il lato food di Burani
Ferruccio De Bortoli tati dell’azienda. La stessa decisione è stata presa da Claudio Calabi, il manager che dall’ottobre 2005 è amministratore della casa editrice del quotidiano.
Léon de Bruxelles, crescere con le cozze Lo specialista francese della celebre abbinata belga moules-frites (cozze e patatine fritte), la catena Léon de Bruxelles, continua a crescere senza incertezze. Il 2008 ha portato ad una cifra d'affari di più di 81 milioni di euro con una progressione del 6,8% rispetto all'anno precedente. Risultati raggiunti anche grazie alle quattro nuove aperture del 2007, che hanno portato la rete di Léon a 48 ristoranti.
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di gennaio i centri dello sconto sono stati letteralmente presi d'assalto. Un esempio? I Designer Outlet di Castel Romano e Serravalle nel primo week end dei saldi invernali hanno registrato rispettivamente un +40% e un +35% sull'affluenza, e i Fashion District di Valmontone e Molfetta hanno calcolato che dal 3 al 6 gennaio sono transitati dai loro cancelli rispettivamente 190 mila (+96% rispetto al periodo 5-8 gennaio 2007) e 90 mila visitatori (+72%). •
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urani è un nome dalla moda. Un nome importante che racconta di un gruppo con salde origini emiliane, “contenitore” di brand noti come Antichi Pellettieri, Coccinele, Braccialini... solo per fare alcuni nomi. Negli anni la finanza ha dato risorse e valore allo sviluppo e la quotazione, sotto nomi diversi, è
avvenuta sulle principali piazze europee. Ma Burani non è solo moda: infatti si sta realizzando un'importante concentrazione di attività nel settore food con un forte accento legato al concetto di bio. In questo caso il contenitore si chiama Bioera, per il 58% in mano alla famiglia Burani tramite Greenholding Srl, mentre il restante 42% è costituito da flottante (Expandi). In Bioera confluiscono attività legate al fuori casa come Natfood, General Fruit, Ki Group e Cdd ma anche la catena Erboristerie d'Italia, i fanghi terapeutici Guam e i prodotti di Fonte della vita e Organic oils. Secondo quanto riportato da Il Mondo, la famiglia Burani avrebbe in progetto – tramite una serie di operazioni finanziarie – un accorpamento di Bioera con la sub holding Food design a cui fanno invece riferimento le catene Chocolat, Dulccioliva e Gelosia, ma anche Spm drink e Granulati Italia. Ne vedremo delle belle, ne mangeremo delle buone. •
Cir Food per Obama
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a società di ristorazione emiliana Cir Food, tramite la controllata statunitense La Prima Food Group, si è occupata del servizio pasti per i volontari dell'Inauguration Day, l'imponente cerimonia di insediamento del nuovo Presidente degli Stati Uniti d'America Barack Obama. Per l'occasione sono stati distribuiti box lunches, box breakfasts e hot chocolate per circa 20.000 persone. Un impegno notevole per una società abituata ai grandi numeri, La Prima Food Group – 200 dipendenti 20 milioni di dollari di fatturato – infatti annovera tra i propri clienti Boeing, Ibm, Microsoft, il Pentagono e, naturalmente, la Casa Bianca.
r&f NEWS Tutto Eataly in un libro Due anni di apertura di Eataly, l’amore per il mangiar bene e per i prodotti di qualità della nostra terra, le strategie di marketing come vera e propria filosofia di vita: c’è tutto questo in “Coccodè, il marketing-pensiero di Oscar Farinetti” edito da Giunti. Dopo una vita spesa a lavorare per Unieuro, Oscar Farinetti ha aperto Eataly (dopo Torino anche Milano,Tokyo Bologna e in futuro New York) il più grande supermercato al mondo dedicato all’enogastronomia di qualità dove è possibile comprare, mangiare e studiare le eccellenze del Made in Italy alimentare.
Nuovo responsabile marketing per Armani È Fabio Mancone il nuovo direttore marketing e comunicazione di Giorgio Armani. Dal primo marzo, infatti, l’ex vice presidente senior del marketing e della comunicazione di Polo Ralph Lauren, prenderà l’incarico lasciato 7 mesi prima da Robert Triefus. Mancone aveva in precedenza già occupato un ruolo all’interno dell’azienda milanese, fino al 2004 occupava infatti la carica di International general manager della divisione fragranze e cosmetica di casa Armani.
Nuove assunzioni per H&M La catena svedese di abbigliamento low cost, forte dei buoni risultati del 2008, ha annunciato che quest’anno assumerà 7.000 nuove persone. H&M ha chiuso il 2008 con un utile netto di 1,44 miliardi (+ 12,5% rispetto all’anno precedente) e un fatturato di 8,3 miliardi di euro (in crescita dell’13% rispetto al 2007). Dati migliori delle attese soprattutto in Giappone. La società ha in programma per il 2009 l’apertura di 225 nuovi punti vendita soprattutto in Usa ed Europa. Previsto anche il debutto in Cina con l’apertura del primo negozio a Pechino.
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Cremonini assume 2 mila persone
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l gruppo Cremonini, uno dei leader del mercato nel settore della ristorazione ha deciso di incrementare del 25% i propri addetti in tutto il mondo. Quest’anno quindi l’azienda, che conta attualmente circa 8.200 lavoratori divisi tra Italia (nel nostro Paese se ne contano circa 5.500), Spagna, Francia, Belgio, Inghilterra e altre nazioni nel resto del mondo, assumerà a partire da questo mese 2.000 persone. Una politica decisamente in controtendenza data la crisi, ma che
è comunque legata alla gara vinta per la gestione della ristorazione a bordo treno in Francia e Belgio, all’acquisizione dei punti vendita Cisim Food e alla politica di espansione in Africa e Russia. La strategia operativa della società prevede nel 2009 investimenti per circa 100 milioni di euro. Nel 2008 il fatturato dell’azienda è cresciuto del 7% rispetto al 2007, e l’utile netto dovrebbe attestarsi sui 45 milioni di euro. •
Turchia e Russia destinazioni target per i retailer
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el 2007 e 2008 le principali destinazioni target per i retailer in fase si espansione internazionale sono risultate essere la Turchi e la Russia. A dirlo è una ricerca pubblicata da Jones Lang LaSalle che destina al mercato turco l’11,3% dei movimenti cross-border complessivi destinati al mercato, mentre il 10.6% dei retailer è entrato in quello russo. In Turchia l’incremento della domanda dei retailer internazionali è stata ali-
mentata dalla consistente creazione di centri commerciali creati tra il gennaio 2007 e dicembre 2008 pari a 1 milione di mq. In classifica seguono rispettivamente Polonia, Romania e Repubblica Ceca, mentre Uk e Portogallo (sesto e settimo posto) rimangono i primi mercati dell’Europa occidentale e meridionale. Secondo l’analisi di JLL il 2009 sarà un anno di opportunità per questi mercati, sviluppando una maggior attrazione per i marchi nordamericani.
Stock option BUY
Sarni, area nuova Inaugurata a inizio febbraio la 31a area di servizio gestita dal Gruppo Sarni. Si tratta di Montevelino Sud, lungo la A25 che collega Torano a Pescara gestita dalla Strada dei Parchi Spa. Roadhouse Grill, quota 16 A metà febbraio si è tenuta l'inaugurazione del sedicesimo ristorante della catena Roadhouse Grill, del Gruppo Cremonini. Questa formula di casual dining basa la propria forza su location molto connotate e riconoscibili, su un'ubicazione (extra urbana) facilmente raggiungibile, sulla facilità di parcheggio e su un menù di carne offerto a prezzi medi. Gli ingredienti di un successo. Orio al Serio: segno + Nonostante la crisi abbia investito il trasporto aereo con conseguenze pesanti, lo scalo bergamasco continua a crescere e a gennaio i passeggeri sono aumentati del 4,2%. Intanto la Provincia di Bergamo si dice pronta ad acquistare le quote di Sacbo (la società di gestione dell'aeroporto) non appena queste saranno messe in vendita da Sea.
NEUTRAL Satap e la Mi.To. Pietro Ciucci presidente di Anas, inaugurando un nuovo tratto di 20 km della Milano-Torino, ha ribadito che entro il 2013 l'autostrada sarà “tutta nuova”. Ma nella stessa occasione Gianni Luciani, presidente di Satap (la società che gestisce questo tratto della A4) si è augurato che il Governo conceda l'adeguamento delle tariffe: in caso contrario, niente investimenti. Chi vivrà vedrà... Ferré, i commisari La grande casa di moda milanese si trova invischiata nell'ingloriosa fine di IT Holding, il gruppo molisano che controlla anche i marchi Malo ed Exté. Dopo la richiesta di amministrazione straordinaria, arrivano tre commissari. Speriamo in una pronta ressurezione. Gli ammutinati di Assaereo Nove soci (Air Italy, Blue Panorama, Eurofly, Italy Airlines, Livingstone, Meridiana, Myair, Neos, Widjet) hanno scritto a Fausto Cereti presidente di Assaereo, l'associazione che riunisce le società che gestiscono linee aeree commerciali, per lamentare il disinteresse dell'associazione verso i piccoli-medi vettori. Sullo sfondo il ruolo pesante di Cai. I nove hanno già minacciato la loro uscita da Assaereo.
SELL Sintonia, solo in Italia Progetti ambiziosi mal si sposano con tempi di crisi, ne è consapevole Stefano Cao, neo amministratore delegato di Sintonia, la controllata della famiglia Benetton delegata alla gestione di infrastrutture di trasporto. Tramontati l'estero e la ricerca di soci industriali, Sintonia si concentrerà su Adr e Atlantia. Expo 2015, che pena Ancora prima di entrare ufficialmente nella Grande Crisi, l'Expo veniva comunicato come l'evento in grado di risollevare l'economia del Nord, in contrazione negli ultimi anni. Una manna per Malpensa, Fieramilano, il commercio, le strutture ricettive ecc. A distanza di un anno dalla vittoria di Milano, non si è mossa una foglia e si parla spesso degli stipendi dei manager e sempre più del commissariamento, per cui circolano già i primi nomi (Stanca, Bertolaso, Ferrante). Uno spettacolo triste, un'occasione che sta per sfumare, una città sempre più in crisi. Moda in Italy Il Governo riesce a mettere d'accordo imprese, sindacati e lavoratori del Made in Italy, ma non è una buona notizia. L'insolita alleanza nasce sull'onda della crisi in cui versa il settore e ha come obbiettivo quello di sollecitare Berlusconi e i suoi ministri ad intraprendere iniziative concrete. Come quelle per l'automotive.
Parchi a tema e retail: un matrimonio che s’ha da fare
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l prossimo aprile verrà inaugurato nel parco permanente attrezzato di Molfetta il Miramagica - Terra dei giganti, un villaggio divertimento per bambini e famiglie che sorgerà a poca distanza dal famoso Fashion District Outlet, uno dei pochi quartieri dello shopping a basso costo presenti al sud Italia capaci di macinare fior di guadagni nonostante la crisi dei consumi. Dalla Puglia l’accordo tra il retailer e Alfa Park, azienda controllata da Draco e incaricata di gestire il parco divertimenti, si è esteso fino a Valmontone, dove fra un anno verrà costruito Terramagica il secondo
parco divertimenti frutto della partnership tra i due gruppi bresciani. Il legame tra centri commerciali e aree di divertimento per famiglie sta diventando sempre più stretto, anche perché uno dei target fondamentali degli outlet rimane la famiglia e la presenza di un parco a tema invoglia lo spostamento verso questi luoghi. La loro unione, infatti, consente di aumentare il flusso di visitatori sull’area senza penalizzare una delle due offerte, le quali rimangono perfettamente integrabili. Ed è per questo che nei piani di Alfa Park e Fashion District c’è l’intenzione di raggiungere, una volta a regime, i 5 milioni di visitatori all’anno (oggi il solo outlet ne conta circa 2,5 milioni) nel parco permanente attrezzato di Molfetta. Inoltre, per aumentare l’attrattività dell’area anche nelle ore serali è stato aperto nel 2006 un cinema da 12 sale a insegna Uci Cinemas. Per quanto riguarda Miramagica, si tratta di un parco tematico da 100 mila mq dedicato alla fantasia, ai miti e alle leggende della storia. Le 17 attrazioni presenti svariano dalle giostre per i bambini all’intrattenimento per tutta la famiglia dove spiccano in particolare un teatro e un cinema 4d. Altre due installazioni da vero luna park soddisferanno chi è in cerca di emozioni un po’ più forti. Il comparto food verrà gestito interamente da Alfa Park e si compone di un ristorante da 300 posti a sedere, una corte dei sapori, due bar e vari punti snack dislocati per il parco. L’investimento complessivo di 35 milioni di euro mira ad attrarre circa 800 mila visitatori annui. •
A tenere sott’occhio il cliente ci pensa FootFall
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n nuovo accordo è stato siglato da Experian FootFall, azienda leader nella rilevazione e gestione dei dati sul flusso dei visitatori. L'Antegnate Shopping Center, il nuovo centro commerciale che verrà inaugurato il prossimo giugno in provincia di Bergamo, verrà munito di un sistema di rilevazione progettato da Footfall. Lo shopping center, realizzato da Premium Retail, andrà così ad aggiungersi alla lunga lista di mall che utilizzano questo strumento ormai indispensabile, non solo per contare fisicamente i consumatori in entrata, ma anche per analizzare il comportamento dei consumatori al fine di migliorare l’offerta commerciale. Oltre ad un monitoraggio costante del proprio flusso clienti, i servizi messi a disposizione dell'azienda di Pontedera permettono di ricevere sul proprio terminale report periodici contenenti analisi sui dati raccolti. Infatti, alle informazioni più utili, come ad esempio l'orario di maggior frequentazione del punto vendita, possono essere associati altri dati relativi al negozio, come le vendite o il numero di scontrini emessi, i quali sono valutati e scelti direttamente dall'utente. Attraverso il servizio Interactive, inoltre, è possibile accedere alle informazioni desiderate da qualsiasi pc utilizzando la propria password e id. Oltre al monitoraggio nei centri commerciali, Footfall è in grande espansione anche negli store cittadini, canale distributivo sul quale sia le catene che i singoli retailer stanno continuamente investendo. I numerosi indici su media nazionale prodotti da Experian trovano applicazione anche in aeroporti e stazioni, luoghi in cui cresce l’esigenza di monitorare i dati di flusso. •
Luxottica, buono il wholesale
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n 2008 in chiaroscuro per Luxottica, azienda leader nell’occhialeria: sebbene il fatturato per l’anno passato abbia avuto un progresso del 4,7% rispetto al 2007 (l’ultimo turnover è stimato a 5,2 miliardi di euro), i profitti netti (400 milioni di euro) sono in calo del 16% rispetto all’anno precedente. A subire maggiormente l’annata negativa è stata la divisione retail, che in 12 mesi ha perso il 4,7%. Rimane a buon livello il segmento wholesale (+22,8 % sull’anno precedente) grazie anche all’integrazione del marchio Oakley.
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r&f NEWS L’associazione Low cost e non aviation: Un matrimonio di interessi di Fulvio Fassone, presidente di ATRI (Associazione Italiana Travel Retail) Durante il recente Forum di ETRC (European Travel Retail Council) che si è tenuto a Bruxelles lo scorso 29 gennaio, tra i vari punti in discussione uno dei temi più caldi e dibattuti è stato quello dell’impatto sulle vendite del retail aeroportuale, dovuto al sostanziale cambiamento nel mercato aeroportuale che stiamo osservando ormai da alcuni anni, apportato dai voli low cost . I voli low cost, come sappiamo, hanno raggiunto un market share ormai vicino al 30%, con punte in alcuni paesi di oltre il 50%, rispetto ai vettori tradizionali. Il dibattito, supportato da un analisi delle vendite degli ultimi cinque anni del settore travel retail nei paesi dell’Unione Europea e da un indagine “sul campo” condotta da M1nd-set è stato sostanzialmente incentrato sulla propensione all’acquisto e al consumo del passeggero low cost . Per essere estremamente sintetici: gli indici e le indagini sostengono la tesi che il passeggero low cost essendo in larga parte un “nuovo passeggero” e disponendo di “meno tempo” a causa delle operazioni aeroportuali più veloci ha una propensione all’acquisto e al consumo più bassa del passeggero tradizionale o più maturo. Questo aspetto ha un impatto sulle vendite che vede un mancato incremento dell’indice “spesa per passeggero” e nel medio periodo, 2004-2008, a livello Unione Europea, un calo stimato da 4,75 euro a 4,31 euro. Il dibattito molto acceso – che ha visto protagonisti alcuni tra i più importanti operatori del settore (tra gli altri Aelia e Heinemann) – ha messo in luce che secondo questi operatori non è visibile un vero e proprio decre-
mento della spesa per passeggero negli aeroporti a prevalenza di traffico low cost ma che piuttosto i fattori che la influenzano sono: le diverse infrastrutture retail, la minor ampiezza ed estensione del mix di prodotto, la diversità tra gestione delle vendite landside e airside, più una serie di altri fattori non direttamente imputabili ad una diversa propensione del passeggero all’acquisto e al consumo. A questo interessante dibattito, a cui ognuno di noi può dare una risposta basata sulla sua esperienza diretta, si aggiunge un recente annuncio di Ryanair che limita l’imbarco a bordo di un solo bagaglio a mano, con un peso massimo di 10kg e delle dimensioni previste dai regolamenti vigenti, o meglio lo permette con un pagamento aggiuntivo di 30 euro a partire dal secondo bagaglio . Il punto critico di questa decisione “unilaterale” che peraltro sembra impattare anche con le disposizioni previste da ENAC in Italia è che il limite riguarda anche le “shopping bags” degli acquisti nelle aree commerciali e food & beverage poste oltre i varchi di controllo. Una tale limitazione comporterebbe soprattutto negli aeroporti con vocazione prevalentemente low cost un decremento di ricavi “non aeronautici” considerevole, mettendo probabilmente in crisi il già delicato rapporto tra costi e ricavi di questi scali (e non solo). Alla luce di questa notizia non ci resta dunque che riflettere sul reale impatto che, all’interno di una rete e di un mercato così fortemente collegato come quello aeroportuale, la crescita dei voli low cost può produrre nel settore dei ricavi “non aeronautici”.
A3: la liquidazione di Scilla
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on sono tempi facili per i lavori pubblici, meno che meno nelle regioni meridionali. Tra promesse di opere faraoniche e denunce di infiltrazioni mafiose, quello che resta è una rete viaria e ferroviaria antiquata e inadeguata dove crolli e smottamenti rappresentano una variante sul tema degli infiniti lavori in corso. L'asse (stradale) del male è, per antonomasia, la Salerno-Reggio Calabria. Il tratto dell'autostrada A3 in questione ha mietuto recentemente un'altra vittima: il consorzio Scilla. La società di project management, partecipata da Impregilo e da Condotte, incaricata di gestire i lavori realizzati sui macrolotti V e VI della SA-RC: il 15% circa del totale dei lavori previsti per un valore di circa 1,3 miliardi di euro. A questo punto si ipotizza, ragionevolmente, un affidamento a terzi. Ma altrettanto ragionevolmente sorge spontanea la domanda: quali terzi? I 60 attentati subiti dalle aziende impegnate nei cantieri calabresi di certo non rappresentano un invito
Timberland: l’attenzione è puntata sul mercato italiano Una nuova collezione, autunnoinverno dedicato alla clientela femminile, una efficace communication strategy e nuove aperture: sono questi gli elementi su cui si focalizzerà Timberland nel 2009. Il country manager Italia Marco Messini ha dichiarato: “Per il 2009 abbiamo in programma 10 nuove aperture, in particolare due a Milano e una a Venezia”. Timberland è già presente sul territorio nazionale con 120 negozi monomarca e sembra
non aver risentito della crisi. Secondo Messini infatti:”quando è arrivata in Italia abbiamo ottenuto un risultato molto buono. Cambia semmai il consumo, molto meno effimero e attento ai valori veri che i marchi hanno costruito nel tempo”.
Ricavi e utili in crescita per Tod’s
allettante per eventuali sostituti. La sensazione è che, ancora una volta, sia la criminalità a dettare legge. La certezza è che la fine dei lavori lungo la A3 resta un miraggio e che lo sviluppo di aree di servizio con attività di ristorazione degne di questo nome, sia solo un project-dream. •
Il gruppo ha chiuso il 2008 facendo registrare un fatturato del 7,7% a cambi correnti a 707,5 milioni di euro. Nell’esercizio, i ricavi del marchio Tod’s sono stati pari a 356,6 milioni, in salita del 2,6%, mentre i ricavi del marchio Hogan hanno raggiunto i 238,7 milioni di euro. Roger Vivier infine ha visto ricavi a 16,8 milioni. A livello geografico, il gruppo ha registrato risultati molto positivi soprattutto sul mercato italiano, dove i ricavi ammontano a 384,1 milioni in crescita del 15,2% rispetto all’anno precedente. Nel resto d’Europa il fatturato è stato di 161 milioni (+1,4% rispetto al 2007), mentre il mercato americano, in linea con le attese, ha visto un rallentamento con ricavi a 59,1 milioni (-3,3% rispetto all’anno precedente).
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r&f NEWS Nuova food court all’aeroporto di Ginevra
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SP ha celebrato l’apertura del nuovo ristorante “Altitude” all’in-
terno dell’aeroporto di Ginevra. Il nuovo locale fa parte del progetto di sviluppo che vedrà lo scalo svizzero diventare uno dei principali aeroporti europei per quanto riguarda le strutture commerciali. Più di un semplice ristorante, “Altitude” è anche lounge bar e centro congressi grazie alle sue sette meeting room. SSP ha inoltre aperto all’interno dello scalo elvetico una nuova food court ribattezzata “Le jardin de Genève”, localizzata al piano partenze, al centro dell’aeroporto, che offre una varietà di di locali fast food, takeway e ristoranti. Diversa anche la tipologia merceologica: si va dalla grande cucina internazionale alle spe-
Corte dei Conti: pedaggi = investimenti
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resentata la relazione della Corte dei Conti sull'esercizio 2007 di Anas. La Corte approva sostanzialmente il modello di “convenzione unica” e pone in risalto la necessità di un “più stretto collegamento tra periodici aumenti dei pedaggi ed effettiva realizzazione delle opere”. Questo naturalmente deve andare “a tutela degli interessi dello Stato e della collettività degli utenti autostradali”. Grande attenzione è stata posta sul sistema sanzionatorio previsto in caso di inadempienze che, secondo la Corte, dovrebbe puntare sull'applicazione di sanzioni pecuniarie proporzionate alle infrazioni commesse.
cialità locali. Sarà aperto un ristorante “Bento” che servirà sushi, zuppe, frullati e frutta fresca, mentre il ristorante “Le Sud” avrà una tematizzazione prettamente mediterranea. All’interno della food court ci sono anche uno Starbucks Coffee e un Burger King. In area airside è inoltre operativa una seconda food court, chiamata “La Cuisine”: al suo interno il locale “Caviar House&Prunier Seafood Bar” è in breve tempo diventato uno dei punti forti della gestione di SSP. •
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Aci Europe a Porto, Airport Cities ad Atene
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i terrà a Porto dal 20 al 22 aprile l'edizione 2009 dell'Aci Europe, la manifestazione continentale dell'airport trading. La 18 esima rassegna, che si terrà all'interno del Alfndega congress center, non abbassa le proprie aspettative nonostante un anno non certo esaltante per tutto il comparto aeroportuale. All'Aci Europe saranno infatti presenti numerosi operatori nell'ambito retail, food and beverage, servizi di viaggio, media e telecomunicazioni, società di parcheggio e di noleggio auto. Mentre sarà la capitale greca ad ospitare l'Airport Cities World Conference & Exhibition, il convegno mondiale sullo sviluppo e l'integrazione dell'area landside aeroportuale con l'ambiente locale. Dal 27 al 29 aprile si raduneranno presso l'Hilton hotel di Atene le delegazioni dei maggiori aeroporti mondiali, società di retail e servizi, albergatori ed enti operanti nel business • rivolto ai passeggeri.
Lo shopping non conosce sosta
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n Italia ancora persiste una resistenza a liberalizzare lo shopping. Questo in breve il commento di Pietro Malaspina, presidente Cncc e a.d. Sonae Sierra Italia, rilasciata al Sole24Ore. Secondo Malaspina, infatti, la liberalizzazione delle aperture festive delle imprese commerciali si ripercuoterebbe positivamente su investimenti, occupazione e commercio. Le aperture nei weekend e il prolungamento serale delle aperture dei centri commerciali potrebbero così portare fino a 300 mila posti di lavoro in più nella grande distribuzione. Sarebbe senz'altro un buona soluzione per combattere la crisi. Peccato che i Comuni italiani non la pensino allo stesso modo. •
Pietro Malaspina
H&M: Persson nominato nuovo Ceo
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ambio della guardia ai vertici di H&M: a partire da luglio infatti Rolf Erikson lascerà il suo incarico di Ceo a Karl-Johan Persson, attualmente responsabile delle aree Expansion, Business Development e Brand e New Business della multinazionale scandinava. Persson, 33 anni, riveste un ruolo attivo all’interno di H&M dal 2005. Subito dopo la nomina ha dichiarato: “I miei obiettivi principali punteranno a rafforzare l’offerta e sviluppare la catena sia sui mercati consolidati che su quelli nuovi”.
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r&f NEWS Ma quale crisi?
Inizio 2009 nero per Itierre È stata chiesta l’amministrazione straordinaria per Itierre, società operante nel campo della moda e controllata da It Holding. L’azienda che produce e distribuisce vestiti e accessori dei brand Gianfranco Ferrè, Malo, Extè e che ha accordi di licenza con marci quali Versace e Roberto Cavalli, versava da tempo in difficili condizioni economiche e più volte si era ipotizzato nelle settimane precedenti l’acquisizione da parte di fondi esteri.
Futuro roseo per Ryanair Michael O’Leary, ceo di Ryanair ha ipotizzato per il 2009 un profitto netto tra 50 e 80 milioni di euro: “Grazie al prezzo del petrolio più basso e alla continua riduzione dei costi non legati al carburante – ha dichiarato l’amministratore della compagnia irlandese – ci
attendiamo un quarto trimestre con una perdita inferiore a quanto anticipato. Per il 2008-2009 abbiamo migliorato la nostra guidance del break even ad un profilo netto, dopo le tasse, tra i 50 e gli 80 milioni di euro”. Secondo O’Leary inoltre c’è da aspettarsi un ulteriore calo dei costi legati al carburante, che permetterà al vettore di abbassare le tariffe. La compagnia aerea intanto è attiva anche sul fronte assunzioni per gli scali di Pisa, Bergamo Orio al Serio e Liverpool.
Mango aumenta il fatturato Il brand di abbigliamento Mango ha fatturato 1.140 milioni di euro nel 2008, facendo registrare un aumento del 8% rispetto all’anno precedente. L’azienda aprirà, nel corso del 2009, 150 nuovi stabilimenti.
12 retail&food - marzo 2009
Westfield London DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE LONDRA - “Welcome to Westfield, il centro commerciale urbano più grande d’Europa. 149.000 metri quadri nel centro di Londra costati quasi 3 miliardi di dollari e pensati solo per voi, che volete sempre il meglio. Potete venire a trovarci in metropolitana (abbiamo creato una fermata apposita) o usare la nuova stazione di Shepherd’s Bush. Cosa? A mischiarvi con la calca vi viene l’orticaria? Lo capiamo. Arrivate pure in una delle vostre SUV, ci sono 4500 comodi parcheggi. Parcheggiare vi dà noia? No problem, per sole 10 sterline ci penserà uno dei nostri valletti. Prego, accomodatevi all’ingresso, un concierge personale vi sta aspettando. Prenderà il vostro cappotto (meglio fare lo shopping leggeri), e sarà a vostra intera disposizione. Vi consiglierà su ogni cosa, prenoterà il teatro o la cena per stasera e controllerà le vostre azioni in borsa o i messaggi del vostro Blackberry. Avete portato i bambini? Bene. Abbiamo riservato ad ognuno una speciale macchinina con tanto di patentino. Potranno girare dappertutto e caricare il bagagliaio con i loro acquisti. Console da 300 sterline, scarpe con rotelle che camminano quasi da sole, cellulari muniti di mille suonerie polifoniche…ogni piccolo sfizio verrà accontentato. E non preoccupatevi, indosseranno un bracciale digitale che vi informerà in qualunque momento via sms del punto esatto dove stanno facendo danni. La vostra tata invece potrà aspettarvi con il più piccolo in una delle sale relax. Troverà biberon, microonde, televisione, riviste e giocattoli d’ogni tipo. Ecco, finalmente soli. Ora pensate a voi e godetevi lo shopping. Avete ben 265 negozi da svuotare. Immaginiamo che vorrete incominciare con una visita a The Village, la zona più esclusiva. Fra candelabri e tappeti rossi troverete tutti quelli che contano. Da Dior a Prada, da Versace a Vuitton, ma anche Gucci o Ferragamo. Siate sicuri: se non trovate uno stilista qui probabilmente è passato di moda. Spendete pure qualche migliaio di euro in scarpe e cravatte. Ah! E dimenticatevi dei sacchetti. Caricare i propri acquisti è così demodè! Uno speciale sistema li radunerà tutti quanti e ve li consegnerà direttamente in macchina. Volete fare una pausa? Avete fame? Qualunque sia
la nazionalità del vostro languorino verrà appagato in uno dei nostri 40 ristoranti. Dal sushi ai churros, dal cous cous alle crêpes…ordinate pure, copriamo i cinque continenti. Rilassatevi con un bicchiere di Crystal al champagne bar o sorseggiate un cappuccino in uno dei diciannove caffè. E se volete una sistematina ci sono pettinature express, manicure e massaggi in ogni piano. Dopo il break, continuate la vostra recerche della borsa perfetta. Meglio utilizzare uno dei nostri scooter, non sia mai che vi fermi il mal di piedi. Sono le ore 10. Le nostre porte stanno chiudendo. È stato un piacere avervi qui. Tornate presto a trovarci. Fra breve troverete anche un cinema di lusso e una meravigliosa spa. “Thank you so much and good bye!”. In questa Londra globale, c’è chi sta accusando i colpi della crisi economica e si ritrova disoccupato con un mutuo alle stelle. Ma c’è un’altra Londra, che spesso parla russo, arabo o indi, che va avanti indisturbata in un mondo surreale di lusso e consumi. Westfield è nato per loro. Un monumento agli acquisti in mezzo a una città apparentemente scossa. E, inutile dirvelo, sta andando benissimo.
Burger King alla conquista dell'Italia
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l Belpaese è sempre più nelle mire delle multinazionali americane dell'hamburger. L'ultimo annuncio, in ordine di tempo, arriva da Juan Olave general manager di Burger King che ha dichiarato che i risultati per il 2008 sono stati positivi e per il 2009 ci sono buone aspettative: in tempi di crisi i prezzi di un pasto fast-food divengono incredibilmente attraenti. Il 50% delle nuove aperture del 2009 sarà concentrata in Europa con un occhio di riguardo all'Italia dove, dai 49 ristoranti attuali si dovrebbe giungere a quota 60. Nelle strategie di Burger King c'è il franchising e allo storico partner Autogrill, potrebbero affiancarsi altri nomi noti della ristorazione commerciale, Finifast ha già aperto un locale e a breve dovrebbe inaugurarne altri due.
Nuria Perez Paredes
Indice retail&food2009
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nauguriamo con questo numero un nuovo servizio per i nostri lettori. Si tratta della elaborazione di tre indici azionari specifici per i nostri settori, che ci possono servire da utile sentinella per monitorare l’andamento internazionale dei nostri mercati di riferimento, quelli del food e del retail nelle concessioni legate alla mobilità e nelle locazioni connesse con i modelli di consumo più evoluti. Il servizio parte con una panoramica ancora limitata di titoli azionari, riferiti all’Italia, a qualche Paese europeo ed agli Stati Uniti. Lo amplieremo nei prossimi numeri, cercando di selezionare i titoli più
HOLDING
rappresentativi nei rispettivi mercati. C’è da tener presente che molti dei titoli compresi nella nostra rilevazione costituiscono delle Holding, e sono pertanto rappresentativi anche delle Società possedute o controllate, rendendo così il panorama offerto sufficientemente ampio ed esaustivo. Gli indici sono calcolati utilizzando i cambi valutari indicati; l’indice finale, che abbiamo chiamato “Indice generale Retail&Food” è ponderato nella misura di 1 (food) a 3 (retail) per tener conto della differente ampiezza dei mercati.
PRINCIPALI SOCIETA'/ MARCHI POSSEDUTI
DINEEQUITY AUTOGRILL DARDEN FESTAURANTS FLO GROUPE MCDONALD'S PAPA JOHN'S STARBUCKS YUMBRANDS VIVARTIA INDICE FOOD
Applebee's, House of Pancakes Hms Host, Aldeasa,Alpha Group, World Diuty Free Red Lobster, Olive Garden Bistro romain,Hippopotamus, Maitre Kanter
AEFFE ADIDAS BENETTON GROUP BULGARI DAMIANI GEOX LUXOTTICA LVHM MARIELLA BURANI PPR RALPH LAUREEN RICHEMONT SAFILO GROUP STEFANEL SWATCH GROUP TIFFANY & CO TOD'S INDICE RETAIL INDICE GENERALE RETAIL&FOOD
Alberta Ferretti,Moschino, Pollini
KFC, Pizza Hut, Taco Bell Goody's, Flocafé
United Colors, Sisley
Louis Vuitton,Moet Chandon,Hennessy, Fendi, Dior, Zenith,Guerlain Antichi Pellettieri,Braccialini, Facco Gioielli Puma, Fnac, Gucci, Redcats,Conforama Polo LR, RL Watches Vacheron Constantin, Cartier, Dunhill
Omega,Longines,Tissot Valentina, Elsa Ferretti, Paloma Picasso Hogan, Fay
PAESE
QUOTAZ. DI BORSA AL
VALUTA
31-12-2008 09-02-2009
INDICI
USD Italia € USD Francia € USD USD USD USD Grecia €
11,56 5,37 28,18 2,77 62,19 18,43 19,46 31,50 25,00 100,00
9,69 4,85 28,55 2,88 58,71 19,78 10,42 29,89 24,87
83,82 90,32 101,31 103,90 94,4 107,33 53,55 94,89 99,48 92,17
Italia € Germ € Italia € Italia € Italia € Italia € Italia € Francia € Italia € Francia € USD Francia € Italia € Italia € Svizzera € USD Italia €
0,67 27,09 6,10 4,42 0,83 4,36 12,67 44,77 10,16 46,60 45,41 13,45 0,60 0,30 86,00 23,63 30,09 100,00 100,00
0,57 28,89 6,28 3,48 0,9 4,81 11,66 49,99 9,23 45,52 41,84 12,76 0,71 0,36 93,76 22,89 31,5
85,07 106,64 102,95 78,73 108,43 110,32 92,03 111,66 90,85 97,68 92,14 94,87 92,18 92,31 109,02 75,46 104,69 100,99 98,77
Al 31/12 2008: 1 usd = 0,779 euro
Un mese in altalena
food, che segna un arretramento del 7,89%. Sembra poco, ma è invece un calo importante, se si considera che è avvenuto nell’intervallo di poco più di un mese, e che per di più il comparto aveva già perso parecchio nel mese precedente. Il titolo peggiore è Dine Equity , Fondo proprietario di alcuni dei più apprezzati marchi americani del casual dining , mentre il più performante è quello di Papa John’s, il “pizzaiolo d’America “ per eccellenza. Il comparto retail, che comprende sia titoli del lusso accessibile sia titoli del lusso vero e proprio regge meglio alla crisi, segnalando persino un lievissimo progresso. Si tratta di un incremento ben lontano da quelli cui eravamo abituati nei mesi e negli anni scorsi, ma è sempre meglio che niente. Segnaliamo la buona performance dell’eclettico Louis Vuitton ( +111%), degli italiani Geox e Tod’s operanti nel mercato delle calzature,del gioielliere Damiani e di Swatch Group. Male invece sono andati IT Holding, Tiffany e Bulgari, che hanno infatti segnato le peggiori performance.
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nell’anno
Il primo mese dell’anno si apre nel segno dell’incertezza. La grave crisi economica in atto sta sviluppando in pieno i suoi effetti, ma nessuno possiede la sicurezza che la forza del suo impatto si sia già esaurita. In effetti molti operatori ed analisti, forse la maggioranza, si attendono un ulteriore sensibile peggioramento, che dovrebbe durare almeno fino al terzo trimestre dell’anno, periodo durante il quale la crisi finanziaria dovrebbe contagiare completamente anche l’economia reale; di conseguenza si aspettano ancora un deciso calo dei listini. Altri analisti ritengono invece che la crisi, anche se durerà ancora a lungo, è già stata assorbita dagli attuali corsi delle quotazioni, che potrebbero quindi d’ora in avanti oscillare in maniera “normale”, con la possibilità anche di qualche interessante rialzo. Comunque oggi il comparto che soffre maggiormente è quello del
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DUTY FREE WORLD
By Kevin Rozario - London
One step forward, two steps back
Un passo avanti, due passi indietro
While airports seem to be fighting a losing battle on passenger numbers, they can at least take comfort from one breakthrough as far as the thorny subject of LAGs (liquids, aerosols and gels) is concerned. But just as one negative issue is tackled, another rears its ugly head in the form of baggage charges.
Mentre gli aeroporti sembra stiano combattendo la dura battaglia sul numero dei passeggeri, possono almeno consolarsi per quanto riguarda il passo avanti nella spinosa questione dei LAG (Liquidi, aerosol, vaporizzatori e gel). Ma appena un aspetto negativo viene superato, ecco spuntare un altro problema e una nuova tassa sul bagaglio.
At a recent small, but high-level meeting in Brussels held by the duty-free industry’s lobby the European Travel Retail Council (ETRC) attendees heard about the political progress being made in the corridors of the EU to ease the flow of liquid duty-free goods bought by transfer passengers. Travellers arriving from outside the EU and transferring within it – for example flying from Hong Kong to Frankfurt via London Heathrow – risk their duty-free liquid purchases over 100ml being confiscated in London when they continue on to Germany. To avoid this, the ETRC has been lobbying hard to get bilateral agreements in place between the EU and third countries so that the union could then treat duty-free purchases at these country’s airports as secure. But after more than a year trying, the group had only managed to get Singapore and Croatia signed up. The good news is that the US is now on side and could also be part of this club by Easter which opens the door to countries like Canada – with an estimated 17 countries potentially getting EU recognition within six months according to ETRC president Frank O’Connell. Less comforting is a new threat from some low-cost carriers to tighten their one-bag carry-on rules to the point that if passengers are not able to put their duty-free purchases into the single free bag allowed in the cabin, they will be charged – in the case of Ryanair the fee is a hefty Eu30/£30 – which would create a strong disincentive to shop in departures. In these tough times, such ancillary charges are likely to increase, not decrease, leaving more passengers to fume about yet another bad travel experience.
A un recente meeting (ristretto ma di elevato valore) tenuto a Bruxelles dal Consiglio Europeo di Travel Retail (ETCREuropean Travel Retail Council), i partecipanti sono venuti a sapere del progresso politico fatto tra i corridoi delle sede UE per facilitare il flusso dei prodotti liquidi duty free durante il trasferimento dei passeggeri. I passeggeri provenienti da fuori Europa che devono trasferirsi in un paese dell’Unione Europea – volando per esempio da Hong Kong a Francoforte, via Londra Heathrow – rischiano che proprio a Londra, durante il transfer verso la Germania il loro prodotto duty free venga confiscato in caso in cui il liquido superi i 100 ml. Per evitare questo, il Consiglio ha fatto pressione per trovare accordi bilaterali tra l’Unione Europea e gli altri paesi così che l’Unione possa considerare sicuri tutti gli acquisti nei duty free dei suoi stati. La buona notizia è che anche gli Stati Uniti potrebbero entrare a far parte di questo club da Pasqua, l che apre le porte anche a paesi come il Canada con una stima di altri diciassette paesi che potrebbero ottenere il riconoscimento dell’Unione Europea entro sei mesi, secondo quanto riferito dal presidente di ETRC Frank O’Connel, Meno confortante invece è la nuova minaccia che giunge da alcune compagnie low cost che hanno reso più severe le regole sul bagaglio a mano: così che se un passeggero non riesce a mettere nel bagaglio ammesso in cabina ciò che ha comprato al duty free, allora è costretto a pagare una tassa, che nel caso di Ryanair ammonta a 30 euro/sterline. Questo crea indubbiamente un forte disincentivo ad acquistare nei negozi agli imbarchi. In tempi difficili come i nostri, è probabile che aumentino tasse del genere, piuttosto che diminuiscano, lasciando così sempre più passeggeri a sbuffare per un’altra brutta esperienza di viaggio.
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r&f NEWS Orio al Serio: nuovo impianto di smistamento bagagli Il settore Industry di Siemens ha realizzato e sviluppato per l’aeroporto di Bergamo Orio al Serio, una soluzione per l’ampliamento del sistema tra-
cosa occorre sapere per... A cura dello Studio Legale Antonelli Cocuzza & Associati di Milano
È possibile recedere dal contratto di affitto prima della scadenza?
È
una domanda che gli affittuari pongono con una certa frequenza soprattutto quando i risultati economici dell’attività svolta nell’esercizio condotto in affitto non raggiungono le loro aspettative economiche. La risposta dipende da una serie di circostanze che cercheremo di analizzare brevemente in questo articolo.
sporto e smistamento bagagli chiamato BHS, Baggage Handling System, che gestisce in modo sicuro e veloce le valigie del passeggero, dalla fase di check in all’aeroporto di destinazione. Il progetto Siemens, che ha un valore di 2,5milioni di euro, ha incluso anche la realizzazione di un secondo sistema per il trasporto bagagli, il rifacimento del software e un contratto biennale di manutenzione dell’impianto.
Camicissima cresce: 25 pdv nel 2009 Non si arresta l’avanzata di Camicissima, dopo aver conquistato vari centri commerciali sparsi in tutt’Italia, la catena in franchising è pronta ad aprire 25 nuovi punti vendita entro il 2009. Il retailer specializzato nell’offerta di camicie da uomo punta ad incrementare di 80 addetti il personale presente nei propri negozi. La strategia di espansione viene supportata dagli ottimi risultati di bilancio che, per il 2008, hanno confermato un trend positivo sul fatturato (26 milioni di euro) con un +25% rispetto al 2007.
Nuovo logo per AirFrance La compagnia aerea transalpina cambia logo, la scritta AirFrance che comparirà sui velivoli sarà composta da un'unica parola. Il cambiamento, hanno fatto sapere dalla casa, esprime l'ambizione del vettore di affer-
In primo luogo, occorre analizzare il contratto sottoscritto e verificare se tale facoltà è stata concordata con la concedente. Se la facoltà di recesso non è stata contrattualmente pattuita e non risulta quindi espressamente prevista nel contratto, nella pratica è assai difficile che l’affittuario possa recedere dal contratto. Pertanto, quando il contratto non contiene la clausola di recesso “libero” dell’affittuario, occorre verificare se la situazione concreta sia di una tale gravità da legittimare l’affittuario a far cessare il contratto. Tale verifica va condotta in base alla normativa generale del nostro codice civile in materia di risoluzione contrattuale (art. 1454 ss. del codice civile), secondo cui l’affittuario è legittimato a risolvere il contratto: 1) per inadempimento della concedente 2) per impossibilità sopravvenuta della presta zione di una delle parti 3) per eccessiva onerosità della prestazione di una delle parti La prima ipotesi presuppone un inadempimento contrattuale della concedente di gravità tale da minare il rapporto fiduciario fra le parti ed impedire la prosecuzione del medesimo. La gravità dell’inadempimento può essere stabilita ex ante tra le parti mediante l’indicazione esplicita nel contratto degli obblighi la cui violazione determina la facoltà della parte adempiente di dichiarare il contratto risolto (art. 1456 codice civile). Nella pratica, l’utilizzo di tale rimedio da parte
dell’affittuario è assai ridotto, sia perché gli schemi contrattuali sono generalmente predisposti dalla concedente, sia perché le obbligazioni tipiche del contratto di affitto sono generalmente quelle che fanno carico all’affittuario (es. pagamento canoni, reporting periodico sul volume d’affari realizzato nell’esercizio, rispetto della merceologia, divieti di cessione e di subaffitto etc…). La seconda ipotesi, essendo limitata ai casi in cui la prestazione di una delle parti sia divenuta impossibile per circostanze indipendenti dalla volontà della parte che intenda farla valere, trova applicazione solo in casi assolutamente residuali. La terza ipotesi presuppone il verificarsi di avvenimenti straordinari, imprevedibili, di cui non si conoscono gli effetti e la portata, che determinano uno squilibrio fra le prestazioni dei contraenti tale da rendere eccessivamente onerosa la prestazione di una parte (dell’affittuario nel caso in esame) rispetto a quella dell’altra. L’eccessiva onerosità va tuttavia valutata in maniera oggettiva, non in relazione alle condizioni soggettive del contraente che intende farla valere e non deve rientrare nell’alea normale del contratto, vale a dire nel margine di incertezza del risultato economico del contratto. In tal senso, pertanto, il mancato raggiungimento delle aspettative economiche non è tale, di per sé, da giustificare la richiesta dell’affittuario di risoluzione del contratto. Avv. Giulia Comparini
Heike Birlenbach alla guida di Lufthansa Italia marsi come marchio internazionale. Il nuovo logo, creato dall'agenzia Brandimage, verrà gradualmente dipinto sulla flotta in occasione degli interventi di manutenzione programmata.
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al mese di marzo, Heike Birlenbach sarà alla guida della divisione Milano di Lufthansa e sarà responsabile della nuova compagnia Lufthansa Italia per la direzione amministrativa, lo sviluppo del servizio di bordo e di terra e dello steering dei voli. Birlenbach ha iniziato la sua carriera in Lufthansa nel 1990 all’aeroporto di Francoforte. Dopo pochi anni è passata al settore vendite alla gestione dei key account globali, successivamente è stata general manager marketing and sales support, responsabile commerciale per l’area Benelux e responsabile dello sviluppo dei servizi e dei prodotti di bordo e dell’inflight entertainment.
Osservatorio prezzi
La convenienza tra e L a rilevazione dei prezzi di questo numero è rivolta ai centri commerciali e come campione sono stati scelti sei mall localizzati tra Verona e Vicenza. Per la maggior parte si tratta di shopping center di grandi dimensioni (Le Piramidi a Torri di Quartesolo, La Grande Mela a Lugagnano di Sona, il centro Palladio a Vicenza e il Verona Uno di San Giovanni Lupatoto), costruiti negli anni novanta dotati di galleria commerciale con molti negozi e ristoranti. Quasi tutti sorgono in area extra urbana e comunque non lontano dall'A4, come ad esempio Le Corti Venete a San Martino Buon Albergo, centro commerciale di recente costruzione che sorge proprio a ridosso dell'autostrada Milano – Venezia. L'unica eccezione è rappresenta dal
Centro Commerciale San Bonifacio, mall di piccole dimensioni
ubicato appunto all'interno dell’omonimo comune veronese.
Nei bar il format fa la differenza Nel comparto bar e caffetteria, il prezzo per un caffè espresso varia tra le 0,85 euro del Planet Cafè del Palladio e dell'ACafè situato all'interno del Grande Mela, fino al
offerte
costo di 1 euro praticato dal
Giulietta e Romeo delle Corti Venete e del Duchi Wine Bar di
Verona Uno. In generale, infatti, i bar situati nei due centri di San Martino Buon Albergo e San Giovanni Lupatoto risultano essere quelli con i prezzi più alti. Non a caso, sono i due shopping mall più recenti: Le Corti Venete è stato infatti inaugurato nel dicembre del 2005, mentre è datato autunno 2008 il restyling del Verona Uno che ora può contare su nuovi spazi per la ristorazione. Tra l’altro, la spaziosa food court realizzata nel centro veronese comprende anche il nuovo ristorante di Giovanni Rana e un moderno Spizzico con ampie vetrine, una delle prime aperture della rinnovata pizzeria in Italia. Proprio per questo, entrambi i centri dispongono di locali più ampi, con format predisposti per sfruttare, con tavolini e sedie, gli spazi in galleria e quindi teoricamente offrire un miglior servizio. Negli altri shopping center, si fanno notare per convenienza il cappuccino a 1,20 del locale nel Palladio, del Bar Acropolis delle Piramidi e del format targato Autogrill di Lugagnano. Proprio l’ACafè risulta avere il prezzo più
basso anche per l'item croissant assieme al Deli Bar del Centro Commerciale di San Bonifacio. Quest’ultimo risulta essere il più conveniente anche per il toast base. Per quanto riguarda il panino base, invece, il costo più basso si riscontra nel bar del Palladio con 2,50 euro. Mentre il prezzo della classica bottiglietta d'acqua da mezzo litro nei centri visitati ha un prezzo praticamente costante di 1 euro (escluso il Duchi Wine Bar delle Corti Venete dove il prezzo sale di ben 40 centesimi per lo stesso prodotto), il costo di una birra da 33 cl è abbastanza instabile e nella rilevazione effettuata può variare dai 2 euro (Ruben Cafè-Palladio e Dersut Cafè-Le Piramidi) fino ai 4 euro (Duchi Wine Bar).
Gelati e self service: nel “cittadino” si paga si più Se la quantità e la varietà dei bar presenti può mettere in difficoltà l’osservazione di tanti articoli basilari ma molto differenti tra loro, la presenza del ristorante self service è in genere unitaria anche negli shopping center più grossi. In questo caso il prezzo più elevato viene riscontrato nel piccolo C.C. San
Bonifacio, che non dispone di un menù fisso e il costo di un pasto primo, secondo e contorno tocca i 13,50 euro. Diversamente, il prezzo più basso riscontrato è quello del ristorante self service di Verona
RILEVAZIONE PREZZI CENTRI COMMERCIALI (€) - FEBBRAIO 2009 PALLADIO Vicenza
LE PIRAMIDI Torri di Quartesolo (Vi)
C.C. SAN BONIFACIO San Bonifacio (Vr)
LE CORTI VENETE San Martino Buon Albergo (Vr)
Nr. Negozi 72 Nr. Ristoranti 08
Nr. Negozi 132 Nr. Ristoranti 18
Nr. Negozi 40 Nr. Ristoranti 04
Nr. Negozi 64 Nr. Ristoranti 11
ARTICOLO
PRezzO
Caffè espresso Cappuccino Croissant Panino (base) Toast (base) Pasto (Self-service) Acqua (50 cl) Birra (33 cl) Cono gelato 2 gusti Lavaggio (giacca e pantaloni) Taglio capelli uomo Stampa foto digitale 10x15 o sim. Scarpa sport bambino 6-12 anni Occhiali Ray Ban donna (mod. base) Lettore portatile Mp3 Profumo Acqua di Giò uomo (50 ml)
0,85 1,20 0,90 2,50 2,50 n.d. 1,00 2,00 1,90 6,00 20,00 0,50 24,00 94,00 39.90 47,50
eseRCIzIO Planet Cafè Planet Cafè Planet Cafè Planet Cafè Planet Cafè n.d. Ruben Cafè Ruben Cafè Gelandia Pulitura Palladio Jean Louis David Photo Fly Cisalfa Salmoiraghi e Vig. Mediaworld Sephora
PRezzO
eseRCIzIO
PRezzO
0,90 1,20 0,90 3,00 2,30 10,00* 1,00 2,00 1,80 6,00 20,00 0,50 14,00 95,00 n.d. 47,30
Bar Acropolis Bar Acropolis Bar Acropolis Bar Acropolis Bar Acropolis Veneta Food Dersut Cafè Dersut Cafè Gelandia Lavasecco un'ora Quinta Strada Photo Fly 2 Pittarello Optissimo n.d. Sephora
0,90 1,30 0,80 2,70 2,00 13,50* 1,00 1,70 2,00 7,40 15,00 0,45 32,00 119,00 19,99 48,40
Prezzo più alto Prezzo più basso n.d. = non disponibile * = primo, secondo e contorno ** = Menù fisso primo, insalata, bevanda
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eseRCIzIO Deli Bar Deli Bar Deli Bar Deli Bar Deli Bar Mille e un sapore Pizza Break Pizza Break Da Conforto Lavasecco Look Center Fast Photo Zamboni Sport Isi Ottica Expert Silvy Profumerie
PRezzO 1,00 1,50 1,00 4,00 3,50 11,00* 1,40 4,00 1,50 4,20 18,00*** 0,40 21,00 124,00 29,90 45,36
*** = 22,00 euro in alcuni giorni della settimana
VERONA UNO San Giovanni Lupatoto ( Nr. Negozi 80 Nr. Ristoranti 11
eseRCIzIO
PRezzO
eseRCIzIO
Giulietta e Romeo Giulietta e Romeo Giulietta e Romeo Giulietta e Romeo Giulietta e Romeo Ristò Duchi Wine Bar Duchi Wine Bar Crema Amore Tintoria Libralon Jean Louis David Foto Net Sportler Salmoiraghi e Vig. Expert Douglas
1,00 1,50 1,00 4,00 3,50 6,90** 1,00 2,20 n.d. 4,40 16,00 0,44 19,00 94,00 19,99 55,50
Duchi Wine Ba Duchi Wine Ba Duchi Wine Ba Duchi Wine Ba Duchi Wine Ba A Modo Mio A Modo Mio A Modo Mio n.d. 1a Clean Evos Photo Fly Cisalfa Ottica Avanzi Mediaworld Sephora
(Vr)
O
ar ar ar ar ar
Uno (A Modo Mio - 6,50 euro) che offre però un menù fisso primo, insalata e bevanda. Il corner Crema Amore alle Corti Venete è invece il negozio a minor prezzo dove si può acquistare il tra-
LA GRANDE MELA Lugagnano di Sona (Vr) Nr. Negozi 130 Nr. Ristoranti 18 PRezzO
eseRCIzIO
0,85 1,20 0,80 2,90 2,70 7,90** 1,00 2,40 1,90 4,20 19,00 0,28 17,00 90,00 26,90 48,79
ACafè ACafè ACafè ACafè ACafè Ciao Inoltre Pizza Inoltre Pizza Gelateria di Camilla Lava e Cuce Madica Cambiamenti Turbo Foto Giacomelli Optissimo Comet Limoni
dizionale cono gelato da 2 gusti (1,50 euro). La rilevazione compiuta sulle gelaterie ha mostrato che il prezzo medio per l’ultimo articolo food del nostro paniere varia tra gli 1,80 e 1,90 euro. Dove si deve spendere di più per questo prodotto è ancora una volta il C.C. San Bonifacio, alla gelateria locale l’importo sale a 2 euro.
Alti e bassi nei servizi Molte differenze si riscontrano nella sezione del paniere dedicata ai servizi. Parrucchieri, lavanderie e fotografi sono categorie che difficilmente trovano concorrenti all’interno dei centri commerciali, trovandosi perciò ad essere l’unico esercizio in grado di soddisfare una precisa esigenza. Per quanto riguarda il taglio capelli uomo (che spesso comprende lavaggio e asciugatura), nella nostra osservazione il costo ha un range di prezzo che varia dai 20 euro dei due centri commerciali di Vicenza, ai 15 del coiffeur Look Center di San Bonifacio. Da segnalare che il Jean Louis David presente a Le Corti
Venete registra tariffe differenti a seconda dei giorni, e il prezzo per un taglio può variare di ben 4 euro: dai 18 (prezzo nella media della rilevazione) ai 22 euro che, se tenuto in considerazione, si rivela nettamente il più alto tra i sei centri commerciali. Prezzi medi tra i 0,50 e 0,40 euro (con gli shopping center vicentini ancora i più cari) per quanto riguarda la stampa di una foto digitale 10x15 o similare. Qui La Grande Mela emerge come la più economica con 0,28 euro (Turbo Foto). Tariffe molto differenti anche nel servizio lavaggio, per giacca e pantaloni la differenza rilevata arriva a 3,20 euro tra i 7,40 del Lavasecco del C.C. di San Bonifacio e i 4,20 della tintoria nel Le Corti Venete e il Lava e Cuce del centro di Lugagnano di Sona.
Per ogni prodotto una regola L’ultima parte del nostro paniere è riservata ai retailer di prodotti di largo consumo appartenenti alle categorie sportivo-calzature, ottico, elettronico e profumerie. Per il
primo la ricerca è stata effettuata su un paio di scarpe sport bambino e in linea generale i prezzi si attestano su una fascia dai 14 euro delle Piramidi (insegna Pittarello) alle 24 del Palladio (store Cisalfa). È necessario aggiungere altri 8 euro per arrivare comprarne un paio al mall di San Bonifacio (Zamboni Sport). Il primo prezzo individuato per gli occhiali da sole Ray Ban donna, invece, subisce un divario molto consistente: dai 90 euro della Grande Mela (Optissimo) ai 124 euro del Centro Commerciale San Bonifacio (Salmoiraghi e Viganò). Nel settore dell’elettronica è stato utilizzato come parametro un oggetto ormai entrato tra i gadget di uso comune: il lettore portatile mp3. Gli store di elettronica sono una delle maggiori ancore commerciali degli shopping center e quindi tale comparazione è una delle più significative dell’intero paniere. Dai nostri rilevamenti risulta che Mediaworld è il punto di riferimento principale perché appartengono a questa catena sia il prezzo più alto (Palladio) che quello più basso (Verona Uno), quest’ultimo in concomitanza con i 19,90 euro richiesti dall’Expert di San Bonifacio. Singolare, invece, le indicazioni emerse per il prodotto di profumeria: il prezzo di Acqua di Giò uomo si trova, nella maggior parte, tra le 45,36 (Le Corti Venete) e le 48,79 euro (La Grande Mela). Voce fuori dal coro il costo registrato al Sephora di Verona Uno con 55,50 euro.
Tirando le somme All'interno dei centri commerciali sembrano vigere regole differenti per quanto riguarda la ristorazione e i retailer del comparto no food. Per i primi valgono le considerazioni iniziali, ovvero nel prezzo va considerato la tipologia di format (e quindi di servizio) e “l'età” del centro commerciale. Per i retailer tradizionali, invece, entrano in scena vari fattori tra i quali, per esempio, il potenziale medio di spesa dell’area in cui si trovano i centri e la vicinanza a uffici e abitazioni. Mediamente, i prezzi più alti si distribuiscono trasversalmente e sembrano seguire una logica dettata dal singolo caso locale, anche se i centri commerciali più grandi ed extra urbani (La Grande Mela e Le Piramidi) sembrano offrire in geneM.C rale prezzi più moderati. retail&food - marzo 2009 19
Star Trek
Star Trek
Attenti al
tab. 1 Faber srl (Fam Bucciantini)
Fabio Barducci
49,40 %
50,60 %
LUPO Srl
Dingo C.C. D’abruzzo Pescara
Aquila C.C. Cityper Civitanova
Holding Firenze
Astore C.C. Sarca Milano
Falco C.C. I Gigli Firenze
Orso Bruno C.C. I Gigli Firenze
I plus della cucina “etnica”
Furo C.C. Carrefour Milano Nicchio Milano piazza Lodi
ne della trattoria toscana, fino a qualche decennio fa molto diffusa anche nelle città del nord come Milano, ma via via soppiantata dalle pizzerie e dai ristoranti cinesi, per motivi sia di rapidità di servizio, sia di costi, sia di maggior apprezzamento del pubblico per i pasti destrutturati: il Lupo vuole, almeno nelle intenzioni, mantenerne i pregi eliminandone i difetti.
Il pregio principale è ovviamente costituito dalla genuinità delle ricette e delle materie
Lince C.C. Fiumara Genova
prime impiegate: vari tipi di pasta con intriganti ragù, caciucco alla livornese, ribollita, pappa col pomodoro, tagliata di chianina, molto olio di oliva e niente burro, pecorino di fossa, lardo di Colonnata, finocchiona, salumi di Cinta Senese, vini toscani tra cui troneggia il Chianti. E poi naturalmente, per seguire un po’ anche i gusti delle nuove generazioni, pizze, panzerotti, focacce semplici e farcite, pane casereccio, dolci e torte confezionate sul posto e così via. Il secondo elemento che caratterizza i locali è costituito dall’ambientazione, che forse meglio potremmo chiamare scenografia, dei locali. Bucciantini infatti ha voluto ricreare l’atmosfera della piazzetta di un piccolo borgo delle colline toscane, nella quale si affacciano il panettiere, il salumaio, il lattaio, il pasticciere, la piccola osteria... Un ambiente che si anima a mezzogiorno, ma che conserva una buona attrattività
tab. 2
LE CATENE AMERICANE DEL CASUAL DINING Ricavi 2007 in migliaia di euro Brand
Attenti al È
nel 1996 che un imprendiciarsi in una ardita ed innovativa tore quarantenne, Fabio idea: la creazione prima, ed il lanBucciantini, decide che ne cio poi, di una nuova formula di ha abbastanza di finire per la “casual dining”, che potremmo in pausa pranzo “in un bar-burger un senso del tutto particolare chiad’importazione, con panini flaccidi mare “etnica”: si trattava cioè di e pieni di grassi”. applicare le ricette tradizionali della Quando si inaugura il centro cucina toscana ad un ambiente commerciale “ I Gigli”, in una valinnovativo (il centro commerciale) , nel 1996 che un imprendiciarsi in una ardita ed innovativa nale convivialità toscana. Nasce zazione, l’alta qualità e la genuinitorelata quarantenne, Fabio idea: la creazione prima, ed il lancosì il primo Lupo. quale l’esigenza tà delle ricette del e dei cibi“fast” deve esse- è tra Firenze e Prato, decide così nel Bucciantini, decide che ne cio poi, di una nuova formula di re attentamente collegata con l’anha abbastanza di finire per la “casual dining”, che potremmo in Mangia sano, damento dei costi, in quanto di mettere a frutto la sua esperien-mangia predominante, senza perdere però pausa pranzo “in un bar-burger un senso del tutto particolare chiatoscano Bucciantini desiderava che il livello d’importazione, con panini flaccidi mare “etnica”: si trattava cioè di Il primo ristorante viene aperto con dei prezzi fosse contenuto ed adatza, maturata in Ipercoop, per lani tratti caratteristici della tradizioe pieni di grassi”. applicare le ricette tradizionali della lo slogan “mangia sano, mangia to ad un pubblico di massa.
Lupo!
È
Quando si inaugura il centro commerciale “I Gigli”, in una vallata tra Firenze e Prato, decide così di mettere a frutto la sua esperienza, maturata in Ipercoop, per lan-
cucina toscana ad un ambiente innovativo (il centro commerciale) , nel quale l’esigenza del “fast” è predominante, senza perdere però i tratti caratteristici della tradizio-
20 retail&food - marzo 2009
20 retail&food - marzo 2009
toscano”, e la formula si rivela subito accattivante, anche se la sua gestione, nel nuovo tipo di location, si rivela da subito molto impegnativa; infatti la poca standardiz-
Dobbiamo dire che questo impegno è stato fino ad oggi mantenuto, infatti lo scontrino medio varia oggi più o meno da 6 a 9 euro, a seconda sia delle scelte effettuate
Appelbee's Grill & Bar Chili's Grill & Bar Olive Garden Outback Steakhouse Red Lobster
nale convivialità toscana. Nasce così il primo Lupo.
Mangia sano, mangia toscano Il primo ristorante viene aperto con lo slogan “mangia sano, mangia toscano”, e la formula si rivela subito accattivante, anche se la sua dalla clientela sia dell’ubicazione (al Nord o al centro ) delgestione, nelItalianuovo tipo di local’esercizio. E’ uno scontrino decisamente più alto di quelli, per esemtion, si rivela da subito molto impepio, di McDonald’s, ma ancora posto in una fascia di accessibilità gnativa; infatti la poca standardizper le esigenze di un ristoro quotidiano. Occorre a questo punto una descrizione, anche sommaria, della formula e dei piatti presentati. Il Lupo si innesta sull’antica tradizio-
Concept Etnico - messicano Etnico - Italiano
Proprietà DinEquity Brinker International Darden Restaurants Bain Capital Darden Restaurants
Ricavi 2.800.000 2.500.000 1.950.000 1.700.000 1.650.000
zazione, l’alta qualità e la genuinità delle ricette e dei cibi deve esseanche nelle ore dil’anmerenda e che re attentamente collegata con naturalmente può esplodere alla sera, nella quale possono formarsi damento dei costi,allegreintavolate quanto che ritrovano nel locale tutti gli elementi ludici Bucciantini desideravateristici che il livello caratdel luogo di ritrovo serale. Non vorremmo troppo elodei prezzi fosse contenuto ed essere adatgiativi, ma ci sembra che l’insieme di questi elementi costituisca una to ad un pubblicoformuladiche èmassa. un ottimo esempio di concept accuratamente studiato Dobbiamo dire che equesto impecapace di offrire un appeal reale per i consumatori; di diventare cioè gno è stato fino ad oggi mantenuun “marchio forte” in grado di competere, mutatis mutandis, to, infatti lo scontrinoanchemedio varia con i principali marchi del fast food stranieri, verso quali oggi più o meno da costituisce 6 a 9un’alternativa euro, adii gusto molto netta. seconda sia delle scelte effettuate Qualche ombra sulla gestione Dal punto di vista gestionale, la scelta, fin dall’inizio, è stata quella di costituire una società separata ed indipendente per ciascun locaretail&food - marzo 2009 21
Star Trek le; non siamo in grado di giudicare se i pregi di questa formula, che pure esistono, sono superiori o inferiori agli svantaggi, che esistono del pari; sta di fatto che l’intera costellazione delle varie Società è stato oggetto di una recentissima riorganizzazione attraverso la quale oggi le varie imprese, ciascuna in maniera originale caratterizzata da un nome di animale (vedi tabella), fanno capo alla Lupo srl, la quale a sua volta è controllata dalla Faber srl, società della famiglia Bucciantini. L’impegno finanziario per reggere la formula e per diffonderla in una decina di anni fino agli attuali 9 esercizi è stato cospicuo, come si desume dalla posizione finanziaria del Gruppo che alla fine del 2007 presentava debiti per quasi otto milioni di euro. Anche l’andamento
Il format si fa “on the road” Intervista a Fabio Bucciantini amministratore unico Il Lupo Quali sono i vostri piani di espansione? Per ora non abbiamo nulla in programma. Per il 2009 avevamo intenzione di effettuare un'apertura, ma a tuttora non abbiamo trovato nessuna location adeguata alle nostre richieste. In quali canali state effettuando la ricerca per le nuove aperture? Sarete ancor legati prevalentemente ai centri commerciali? Questo non sembra essere il periodo d'oro dei centri commerciali, molti progetti stanno ritardando e questo ci spinge a trovare altri canali. Diciamo che nel futuro si potrebbero vedere dei Lupo “on the road”, ovvero ristoranti posizionati in zone semi-periferiche in grado di garantire una grande affluenza dall'ora di pranzo fino alla sera. Una posizione nei dintorni dei grandi centri urbani, con una grossa presenza di uffici e di residenziale farebbe al caso nostro. Per noi rimane difficile, invece, il posizionamento all'interno delle città, dove vengono premiati più i classici bar o i ristoranti ad attività prevalentemente serale. Finora Il Lupo è stato un format molto apprezzato nelle regioni del centro-nord Italia. Ci sono possibilità di vedervi in futuro anche al sud? Tendenzialmente continueremo a rimanere al centro-nord, dove il mercato è più maturo per la nostra tipologia di offerta. Nelle regioni del sud attualmente sono molto richieste quelle insegne di ristorazione dal marchio molto riconosciuto come, ad esempio, i fast-food internazionali. Probabilmente ci vorrà ancora qualche anno prima di inaugurare un nostro ristorante nel sud Italia.
CATENE ITALIANE DEL CASUAL DINING CENSITE AD OGGI DA STAR TREK (Ricavi in migliaia di euro)
tab. 3
anno 2006 Vesevo Cigierre Vera Lupo
anno 2007
9.958 12.228 51.157 12.300
20.274 16.646 57.103 13.701
103% 36% 11% 11%
RISULTATI GRUPPO LUPO (ricavi in migliaia di euro) Location Campi Bisenzio cc I gigli Milano cc Sarca Genova Fiumara Milano cc Carrefour Campi Bisenzio cc I gigli Porto s. Elpidio cc Cityper Pescara cc D'Abruzzo Milano pzza Lodi Scandicci Totale
economico complessivo delle varie società non è ancora del tutto soddisfacente, un po’ zavorrato da qualche location ubicata in centri commerciali di non primaria importanza, e parliamo soprattutto di quelli dell’area milanese, in genere dotati di mall troppo piccole per reggere bene un ristorante relativamente troppo impegnativo; ma la gestione è sicuramente migliorabile sia sul versante incassi, attraverso la costanza della qualità dell’offerta e all’innovazione di prodotto (per esempio: perché non incre22 retail&food - marzo 2009
Increm. %
tab. 4
Ricavi 2.415 2.145 1.594 2.436 1.401 928 974 773 1.035 13.701
M.O.L. -37 -178 49 -258 88 -230 74 -52 804 260
Utile netto -42 -138 13 -202 42 -167 -13 -49 380 -176
mentare le vendite di bar e di prodotti complementari?), sia sul versante della gestione dei costi e degli sprechi che, ad un esame esterno, appaiono contenibili. Su questo punto vorremmo spendere una parola in più, in quanto ci sembra che quella che abbiamo definito “scenografia” dei locali, strettamente funzionale ad una maniera piuttosto decentralizzata di fornire il servizio al cliente. se da una parte costituisce un indubbio ed apprezzabile tratto caratteristico della formula, dall’altro espone la gestione
ad una maggiore difficoltà di controllare i costi e persino di evitare eventuali taccheggi: occorre quindi, a nostro avviso, migliorare i controlli attraverso un efficace controllo, non solo di gestione, ma anche fisico, dei locali.
Il problema: l’immagine percepita In conclusione, se osserviamo le tabelle pubblicate a corredo di questa analisi, possiamo come al solito dire che anche questa catena del casual dining, come le altre italiane, è ben lontana dai parametri delle consorelle americane, anche considerando la differenza di bacino di potenziali clienti. Ma Lupo è relativamente giovane, e può fare
ancora molta strada, se saprà superare l’attuale congiuntura nella quale, sia per difficoltà economiche esterne, sia per una relativa scarsità della diffusione, può essere maggiormente di altre esposta alla crisi. Il nostro suggerimento è quello di puntare maggiormente sull’immagine, in quanto, tra le catene italiane del casual dining, Lupo è paragonabile con tutti i crismi a marchi “forti e regionali” analoghi, come per esempio Rossopomodoro: ma la notorietà , la diffusione, l’attrattività percepita, in una parola l’immagine, è ancora parecchio inferiore, ed è pertanto su questa che Bucciantini deve lavorare. Luca Neri
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Destinazione U
n palazzo di cinque piani con una superficie totale di quasi 700 metri quadri e la facciata di vetro ricoperta da una struttura d'ispirazione tessile composta da 2,5 chilometri di sottilissime aste d'acciaio inossidabile lucido, intrecciate in modo da ricordare trama e ordito dei tessuti: Ermenegildo Zegna presenta il primo Global Store Concept in Asia, situato nel quartiere fashion di Shinjuku di Tokyo e progettato dall'architetto del lusso Peter Marino. Dopo le aperture dei Global Store di Milano, in via Montenapoleone nell'autunno 2007, e New York, in Fifth Avenue, nella primavera dello scorso anno, del colosso tessile fondato a Biella il gruppo biellese leader mondiale 100 anni fa e confermano un trend nell'abbigliamento maschile di sempre positivo negli ultimi anni lusso (presente in quasi 90 paesi (vedi Tab 1 e grafici). nel mondo) non rallenta la sua Gli indici di bilancio mostrano corsa nonostante la crisi globale. una società sana dal punto di vista “Questo è tempo di sfide per economico e finanziario: valori Ermenegildo Zegna – afferma positivi di redditività, un buon Gildo Zegna, CEO del Gruppo – e equilibrio di liquidità, basso livello siamo orgogliosi di lanciare il n palazzo di cinque piani Global Store Building di indebitamento, crescita costante nostro primo con una superficie totale di quasi 700 metri quadri e la del fatturato e incrementi significaConcept. Questo rende ancora più facciata di vetro ricoperta da una struttura d'ispirazione tessile comtivi di MOL. Risultati che si collocaforte la nostra posizione di leader e posta da 2,5 chilometri di sottilissime aste d'acciaio inossidabile lucino sopra la media delle performaninnovatori nel panorama mondiale do, intrecciate in modo da ricordare trama del e ordito dei tessuti: ce delle imprese dello stesso settolusso maschile”. Ermenegildo Zegna presenta il primo Global Store Concept in re (vedi Tab 2 e grafici). Nel conferMostra i muscoli la griffe pieAsia, situato nel quartiere fashion di Shinjukumontese di Tokyo e progettato mare la sua costante espansione in un momento di indubdall'architetto del lusso Peter (euro/000) Marino. Dopo aperture dei commerciale del brand, Zegna non bia le difficoltà del settore: preciso FATTURATO Global Store di Milano, in via Montenapoleone nell'autunno perde anche la sua vocazione prosegnale di un management che, 2007, e New York, in Fifth Avenue, nella primavera dello scorso anno,al medio periodo, non duttiva: il fatturato è riconducibile guardando del colosso tessile fondato a Biella il gruppo biellese leader mondiale 100 anni fa e confermano un trend nell'abbigliamento maschile di per il 75% ai prodotti di abbigliasembra avere nessuna intenzione sempre positivo negli ultimi anni lusso (presente in quasi 90 paesi (vedi Tabdalla 1 e grafici). nel mondo) non rallenta la sua mento (a cui contribuisce anche il di farsi spaventare criticità del Gli indici di bilancio mostrano corsa nonostante la crisi globale. una società sana dal punto di vistaan“Questo èmomento. tempo di sfide perStrategia marchio possibile Agona), e agli accessori economico e finanziario: valori Ermenegildo Zegna – afferma positivi di redditività, aziendaun buon Gildo Zegna , CEO grazie del Gruppo –ae una che struttura per un 15%. Il restante del giro equilibrio di liquidità, basso livello siamo orgogliosi di lanciare il MARGINE DI C/E IN % DEL VALORE DI PRODUZIONE di indebitamento, crescita costante nostro primo Global Store Building le solida e ramificata allo stesso d'affari complessivo è riconducibile del fatturato e incrementi significaConcept. Questo rende ancora più tivi di MOL. Risultati che si collocaforte la nostra posizione di leader e tempo e in crescita costante: 834,4 ai tessuti (2,3 milioni di metri no sopra la media delle performaninnovatori nel panorama mondiale ce delledi imprese dello stesso setto-nel del lusso maschile”. milioni di euro fatturato all'anno). In crescita soprattutto le re (vedi Tab 2 e grafici). Nel conferMostra i muscoli la griffe piemare la cambi sua costante espansione montese in2007 un momento(+8,4% di induba correnti, vendite dei prodotti di lusso commerciale del brand, Zegna non bia difficoltà del settore: preciso perde anche la sua vocazione pro- di segnale di +12,3% un managementache, cambi costanti), 69,7 (suMisura, Couture, Upper casual e duttiva: il fatturato è riconducibile guardando al medio periodo, non per e il 75% ai prodotti di abbigliasembra avere nessuna (+10%) intenzione utile una posizione Accessori) per un +9,4% (a cambi mento (a cui contribuisce anche il di farsi spaventare dalla criticità del marchio momento. finanziaria Strategia possibile anAgona), e agli accessori netta positiva attestata costanti) anche grazie alla strategia che grazie a una struttura aziendaper un 15%. Il restante del giro le solida esu ramificata allo90 stessomilioni. d'affari complessivo è riconducibile circa Dati che da soli di rafforzamento dei punti vendita tempo e in crescita costante: 834,4 ai tessuti (2,3 milioni di metri Radici italiane milioni di parlano euro di fatturato nel all'anno). In stato crescita soprattutto le internazionale del Gruppo (circa chiaro sullo di salute ad insegna per un'impresa interna- esclusiva. 2007 (+8,4% a cambi correnti, vendite dei prodotti di lusso 580 store nei cinque continenti, di
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Zegna U
900.000 800.000 700.000 600.000 500.000 400.000
FATTURATO (euro/000) 900.000 800.000 700.000 600.000 500.000 400.000 300.000 200.000 100.000 0 1998
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la vocazione internazionale e l'inno-
tecnologica per competere MARGINE DI C/Evazione %e moderni DELconcorVALORE DI PRODUZIONE con IN i più ricchi renti inglesi le ragioni del successo per l'azienda che negli anni trenta arriva a occupare mille dipendenti. Poi, dopo la guerra, il consolidamento e negli anni 60 i figli di Ermenegildo, Angelo e Aldo, subentrano gradatamente al padre nella conduzione della società, sviluppando l'integrazione verticale dell'azienda e il passaggio dalla produzione esclusiva dei tessuti alla confezione di abiti da uomo di alta qualità, rivolgendosi sempre di più alle esportazioni. Questa internazionalizzazione della produzione e della distribuzione porta nei primi anni '80 all'apertura dei primi bou-
45 40 35 30 25 20 15 10
PRINCIPALI 5 DATI DI BILANCIO DEL GRUPPO (in €) tab. 1
300.000 200.000
1999
Gildo Zegna, Anna Zegna, Paolo Zegna
Presidente di Confindustria) ricopre vincente e l’azienda da una parte si la carica di Presidente, mentre la proietta in una dimensione internacarica di Amministratore delegato è zionale (nel 2007 la quota export è ricoperta da Gildo, con le altre espodi quasi il 90% del fatturato), dalnenti della “quarta generazione” l'altra mantiene forte il legame con Zegna Anna, Benedetta, Laura e il nostro Paese (la metà degli stabiliRenata che ricoprono importanti menti produttivi sono ancora in ruoli nella società familiare che dai Italia – vedi Tab 4) e con la famiglia mille dipendenti negli anni '30 è del fondatore. La capogruppo arrivata a contarne oggi più di 7 Ermenegildo Zegna Holditalia SpA, mila (in netta crescita rispetto al infatti, è saldamente in mano agli Zegna 2004 attraverso 2005 la società 2003 2006 2006) 2007 Monterubello, nata dalla fusione avvenuta due anni fa delle due holIl consolidamento e le ding con cui i due gruppi famigliari sfide dei nuovi mercati Diversificazione dell'offerta, artico(da una parte Angelo e figli, dall'allazione delle strategie multimarchio tra i figli di Aldo) controllavano la e valorizzazione del brand: ecco le società. parole d'ordine di un percorso iniLa ristrutturazione proprietaria ziato a fine anni 90 con l'acquisiziovede oltre alla ridefinizione delle ne delle Lanerie Agona SpA, marresponsabilità, una nuova struttura chio di cashmere di altissima qualità manageriale per unità di business, che rappresenta l'anima femminile orientata al mercato con una con-
31-12-2005 Fatturato 1998 MOL Utile Dipendenti Valore aggiunto
31-12-2006
31-12-2007
712.744.000 779.366.000 1999 2000 2001 843.407.000 2002 104.657.000 125.959.000 133.680.000 48.593.000 61.420.000 67.511.000 5.875 6.575 7.013 MOL Risultato operativo
2003
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* Valori da bilancio consolidato della capogruppo Ermenegildo Zegna Holditalia spa Fonte aziendale
45 40 35 30 25 20 15 10 5
1998
Valore aggiunto
+12,3% a cambi costanti), 69,7 di utile (+10%) e una posizione finanziaria netta positiva attestata su circa 90 milioni. Dati che da soli parlano chiaro sullo stato di salute
(suMisura, Couture, Upper casual e Accessori) per un +9,4% (a cambi costanti) anche grazie alla strategia di rafforzamento dei punti vendita ad insegna esclusiva.
24 retail&food - marzo 2009
24 retail&food - marzo 2009
1999
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MOL
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Risultato operativo
zionale
Questa, però, non sembra la sola chiave del successo imprenditoriale dell'azienda biellese. Colpisce infatti la dialettica virtuosa tra la vocazione
cui quasi la metà di proprietà) ramificato in una cinquantina di società con sede in tutto il mondo controllate dalla una capogruppo Ermenegildo Zegna Holditalia SpA
Radici italiane (vedi Tab 3) e la sua natura di una griffe tutta maschile. Il perEVOLUZIONE DEI PRINCIPALI INDICATORI DI GESTIONE tab. 2 di “family business” con un corso continua nel(circa nuovo millennio internazionale del Gruppo per un'impresa interna- 31-12-2005 31-12-2006 31-12-2007 impegno diretto della famicon la costituzione della società glia Zegna non solo nella , una joint-venture con 580 store nei cinque continenti, perdisviluppazionale proprietà, ma anche nella ROE ROI
11,20% 10,10%
12,40% 11,50%
12,30% 10,20%
Questa, però, non sembra la sola chiave del successo imprenditoriale dell'azienda biellese. Colpisce infatti la dialettica virtuosa tra la vocazione
Zefer Salvatore Ferragamo
cui quasi la metà di proprietà) ramificato in una cinquantina di società con sede in tutto il mondo controllate dalla una capogruppo
governance dell'impresa. MOL su RICAVI 14,70% 16,20% 15,90% Una tradizione familiare RAPPORTO INDEBITAMENTO 35% 35,60% 37,60% iniziata nella seconda metà COSTO LAVORO SU FATTURATO 26,30% 26,40% 27% FATTURATO PER DIPENDENTE (Euro) 121.300 118.500 120.300 dell'ottocento quando Angelo Zegna, di professio* Valori da bilancio consolidato della capogruppo Ermenegildo Zegna Holditalia spa ne orologiaio, apre un laboFonte aziendale ratorio tessile del cui sviluppo si occupa l'ultimo dei suoi dieci figli, Ermenegildo. Nel tique monomarca nelle capitali della centrazione maggiore sul retail per 1910 viene fondato il Lanificio moda Parigi e Milano, simboli delraggiungere sempre più efficaceZegna a Trivero nel biellese con l'espansione del brand Zegna, basamente il consumatore finale. l'obiettivo di produrre tessuti per ta sulla verticalizzazione, sulla diverOggi, Angelo Zegna, figlio del fonabiti maschili di qualità con l'acquidatore Ermenegildo, è il Presidente sificazione dei prodotti e sulla cosisto delle materie prime più pregiate onorario, Paolo (impegnato nel detta “brand extension”. nei paesi produttori. E sono subito fronte istituzionale come Vice La strategia risulta ben presto
re al livello mondiale il marchio Zegna nel settore calzaturificio e della pelletteria. Del 2003 è il lancio del profumo “Essenza di Zegna”, seguito due anni dopo da “Z Zegna” e da “ZegnaIntenso” nel 2007. Di questo periodo sono gli accordi per la produzione e la distribuzione di una linea di occhiali da vista e da sole e di capi underwear, anche sportivi. Dal 2006 c'è l’accordo di licenza con lo stilista Tom Ford per i capi pret à porter e su misura, accessori e calzature firmati. E' del 2003, poi, la penetrazione “struttu-
Ermenegildo Zegna Holditalia SpA
retail&food - marzo 2009 25
Gildo Zegna, Anna Zegna, Paolo Zegna
tab. 1
Star Trek rale” in Cina con l'acquisto del 50% di Sharmoon, società di Wenzhou, facente capo alla famiglia Chen, che produce giacche e abiti di alta qualità per il mercato cinese. Ma già negli anni 90, primi come griffe del lusso, Zegna era approdata nel mercato del paese asiatico. L'anno scorso l'ex Celeste Impero (+38%) diventa il secondo mercato del Gruppo con una quota di fatturato del 12%, preceduta solo dagli Stati Uniti (25% del fatturato complessivo con ottimi risultati nel 2008 per il Global Store di New York), anche grazie a un network capillare di più di quaranta punti vendita. “Siamo abituati a pensare a Cina e magari Singapore e Corea. – conferma la
Europa (+36%), Medio Oriente (+41%) e Argentina (+36%). I Paesi emergenti ormai rappresentano quasi un quarto del fatturato complessivo con prospettive di crescita anche per compensare le flessioni di aree consolidate come Stati Uniti e Giappone, particolarmente colpite dalla recessione. Ma non basta. Significativa sarà anche la presenza in Sud America, dove la griffe ha inaugurato nel 2007 una sua filiale a San Paolo, che controlla gli sviluppi di tutta l'area, prima affidati a un partner locale. Da non dimenticare l’apertura recente di due store nella metropoli brasiliana. In generale il peso complessivo delle diverse macro aree sembra
strategia l'a.d. del gruppo biellese in una intervista al Sole24Ore dello scorso settembre – Ma oggi stanno esplodendo anche Thailandia e Vietnam: a Saigon ci sono già i più importanti brand della moda e e del lusso, noi abbiamo un negozio e presto potremmo aprirne un altro. E c'è un fattore sociale e culturale che ci favorisce, nei mercati asiatici emergenti: a differenza di quanto accade in Occidente, gli uomini amano comprare per sé più che per mogli e figli. Gratificano se stessi prima di tutto, e il brand Zegna è uno status symbol e naturalmente una garanzia di qualità e stile.” Ed è proprio per questa crescente richiesta del made in Italy che alla lista del Global Store, oltre a quelli di Milano, New York e Tokyo, sembra si aggiungerà uno spazio a Hong Kong, che segna nel giro d'affari un +32% rispetto al 2006. Così, oltre alle buone performance del mercato asiatico, il 2007 è stato un buon anno anche Est
equilibrato: Unione Europea (di cui il mercato italiano copre poco più di un terzo), Nord America e Far East pesano poco meno di un terzo ciascuna, contribuendo così a ridurre i rischi di andamento dell'economia.
26 retail&food - marzo 2009
Il futuro In attesa dei dati ufficiali di bilancio, il Gruppo per il 2008 prevede di mettere a segno una crescita non inferiore al 3%. Un risultato positivo, in questi tempi di chiari di luna, tuttavia non in linea con il trend di questi ultimi anni. Da segnalare, stando alle dichiarazioni alla stampa rilasciate dall'amministratore delegato Gildo Zegna a gennaio, la frenata delle vendite nell'Est Europa e soprattutto in Russia. Continua comunque l'espansione del progetto retail con l'apertura durante lo scorso anno di una ventina di negozi monomarca soprattutto nei Paesi emergenti, mentre elementi di criticità presenta il canale wholesale: tutti elementi di preoccupazione
MAPPA DEL GRUPPO. IMPRESE CONTROLLATE Capogruppo: ERMENEGILDO ZEGNA HOLDITALIA SPA
tab. 3 Fonte aziendale
CONTROLLATE ITALIANE* IN.CO - INDUSTRIA CONFEZIONI SPA EZI SPA LANIFICIO ERMENEGILDO ZEGNA E FIGLI SPA ZELECO SPA AGNONA SPA LANERIE AGNONA SPA MATEX - MANIFATTURA TESSILE SPA
NOVARA OLEGGIO TRIVERO BIELLA BORGOSESIA TRIVERO MONTESILVANO
CONTROLLATE ESTERE* ZECO TRADING SA TARSA SA DE CV ITALCO SA EZETI SA EZETI PORTUGAL SA EZ SUISSE SA ERMENEGILDO ZEGNA HMBH ERMENEGILDO ZEGNA JAPAN CO LTD ERMENEGILDO ZEGNA SA DE CV ERMENEGILDO ZEGNA MADRID SA ERMENEGILDO ZEGNA LTD ERMENEGILDO ZEGNA INTERNATIONAL NV ERMENEGILDO ZEGNA GMBH ERMENEGILDO ZEGNA GIYIM SANAY VE TIC ERMENEGILDO ZEGNA CO CO.TI SERVICE SA CONSITEX SA SHARMOON EZ GARMENTS CO LTD ZEGNA TRADING SHANGHAI CO LTD B.V.B.A FRABRI ERMENEGILDO ZEGNA KOREA LTD ALAN REAL ESTATE SA ISMACO AMSTERDAM BV AGNONA ACQUISITION NY OPERADORA ROEZ SA DE CV ERMENEGILDO ZEGNA FAR EAST PTE LTD ERMENEGILDO ZEGNA HONG KONG LTD MTT MANIFATTURE TESSILI TICINESI SA ERMENEGILDO ZEGNA CANADA INC ERMENEGILDO ZEGNA TRADING HONG KONG LTD TAIWAN BRANCH ERMENEGILDO ZEGNA AUSTRALIA PTY LTD ERMENEGILDO ZEGNA NEW ZEALAND LTD R.L.H.C. SA (ERMENEGILDO ZEGNA ARGENTINA) ERMENEGILDO ZEGNA THAI HOLDING LTD ERMENEGILDO ZEGNA ESA CHILE SA ZEGNA SOUTH ASIA PRIVATE LTD A.T.H. TEKSTIL SANAY VE TICARET LTD SIRKTETI ZEGNA LATIN AMERICA PARTECIPACOES LTDA EZESA BRASIL PARTECIPACOES LTDA EZESA COLOMBIA SA EZESA URUGUAY SA ERMENEGILDO ZEGNA MACAU LTD ERMENEGILDO ZEGNA MALAYSIA SDN BHD ASTRUM FRANCE SARL
SVIZZERA MESSICO SPAGNA SPAGNA PORTOGALLO SVIZZERA AUSTRIA GIAPPONE MESSICO SPAGNA GRAN BRETAGNA OLANDA GERMANIA TURCHIA USA SVIZZERA SVIZZERA CINA CINA BELGIO COREA SVIZZERA OLANDA USA MESSICO SINGAPORE HONG KONG SVIZZERA CANADA TAIWAN AUSTRALIA NUOVA ZELANDA ARGETINA THAILANDIA CILE INDIA TURCHIA BRASILE BRASILE COLOMBIA URUGUAY MACAU MALAYSIA FRANCIA
* Società incluse nel consolidamento con il metodo integrale. Aggiornamento legame al 31/12/2007
CONTROLLATE E COLLEGATE ITALIANE** ACQUEDOTTO PIANCONE SRL PELLETTERIA ARTIGIANA SRL ZEFER SPA TRIMIL SPA VE.ZE. SRL NOVASETA SPA
TRIVERO FIRENZE SESTO FIORENTINO SETTIMO TORINESE NOVARA BIELLA
CONTROLLATE E COLLEGATE ESTERE** VE.ZE. SPA TRIMIL SA
SVIZZERA SVIZZERA
** Partecipazioni valutate con il metodo del patrimonio netto. Aggiornamento legame al 31/12/2007
ALTRE PARTECIPAZIONI IN SOCIETÀ VALUTATE CON IL METODO DEL COSTO INTERANATIONAL CONSORTUIUM TEX FACTOR SPA WOOL STREET INV
QUARONA-ITALIA MILANO-ITALIA AUSTRALIA
MAPPA DEL GRUPPO. UNITÀ PRODUTTIVE
tab. 4 Fonte aziendale
TESSUTI LANIFICIO ERMENEGILDO ZEGNA & FRATELLI (ITALIA, TRIVERO-BI) MATEX (ITALIA, PESCARA) TESSUTI IN.CO. SPA (ITALIA, NOVARA) CAPISPALLA LANERIE AGNONA SPA (ITALIA, TRIVERO-BI) TESSUTI DONNA AGNONA SPA (ITALIA, BIELLA) ABBIGLIAMENTO E ACCESSORI DONNA ZELECO (ITALIA, PARMA) ABBIGLIAMENTO E ACCESSORI DONNA ZEFER (ITALIA, FIRENZE) SCARPE, BORSE E PICCOLA PELLETTERIA CONSITEX SA (SVIZZERA, STABIO) CAPI SPALLA E PANTALONI E SU MISURA MTT MANIFATTURE TESSILI TICINESI SA (SVIZZERA, STABIO) TESSUTI CAPI SPALLA E PANTALONI ITALCO (SPAGNA, BARCELLONA) TARSA (MESSICO, CITTA' DEL MESSICO) CAPI SPALLA E PANTALONI ISMACO (TURCHIA, ISTAMBUL) CAMICERIA SHARMOON (CINA, WENZHOU) CAPI SPALLA E PANTALONI Aggiornamento al 31/12/2007
volta del successo del brand di Trivero nel mondo. E senza soprattutto cedere alla tentazione di riduzioni di prezzi elevate e prolungate nel tempo per fare cassa subito, ma con il rischio di
intaccare il prestigio del marchio. Insomma, anche in un momento di crisi generale dei consumi Zegna non può perdere la sua caratteristica principale che lo ha reso uno dei brand più conosciuti nel mondo: essere e restare un lusso autentico, per rimanere un punto di riferimento internazionale per la qualità dei suoi tessuti per l'abbigliamento maschile. David Montorsi
nell'anno della crisi globale. Ciò detto, non sembra però che l'azienda sia intenzionata ad abbandonare la sua strategia sul medio periodo e voglia venire meno ai progetti in cantiere. Infatti, rimane in programma per il 2010, massimo 2011, il trasferimento del quartier generale americano in un grande edificio del secolo scorso in zona Geeenwich Village, che sarà il nuovo headquarter newyorkese della griffe biellese. Una superficie di 2500 metri quadri che nei progetti dovrà ospitare lo showroom con tutti brand Zegna oltre che gli uffici del marketing e del commerciale. Un po' l'equivalente d'oltreoceano della nuova sede italiana di Milano, progettata per accogliere tutte le funzioni di direzione, stile, progettazione, marketing e vendita al livello globale, nel centro dell'area “Savona-Tortona”, quartiere milanese fashion e trendy della moda. Continua poi anche nel 2009 (anno internazionale delle fibre naturali) il sostegno già avviato lo scorso anno al progetto Terra Madre che dimostra l'attenzione storica della famiglia Zegna alla qualità raffinata delle materie prime utilizzate per i suoi capi d'abbigliamento e al mondo della natura (da non dimenticare il progetto del parco protetto di 100 km quadrati Oasi Zegna). Tornando al business, in queste settimane Zegna sta curando il lancio della nuova collezione primavera/estate 2010 con l'innovativo tessuto “cool effect”, che promette di respingere i raggi solari meglio delle stoffe tradizionali e di abbassare la temperatura percepita dal corpo di quasi 10 gradi. Una novità che va ad affiancare le scarpe in pelle lucida in alligatore, realizzate a mano in massimo 4 paia al giorno. All'orizzonte, però, anche un riposizionamento di alcuni prodotti nelle collezioni e un probabile programma di riduzione di costi per la struttura, senza però intaccare la qualità dei prodotti, vera chiave di retail&food - marzo 2009 27
Parola di leader
SERGIO CASTELLI: Milanese, classe 1968, dopo una lunga e interessante esperienza in IKEA che lo ha portato a ricoprire il ruolo di responsabile del Food Service per Europa e Nord America, nel 2000 arriva in MyChef e nel giro di pochi anni porta la societĂ ai primi posti della ristorazione in concessione. Un successo costruito con pragmatismo, semplicitĂ e simpatia, le caratteristiche dello stile di Castelli.
28 retail&food - marzo 2009
Sergio Castelli MyChef, “investiamo per battere la crisi”
L
a battuta d’arresto di un anno difficile, che a livello mondiale ha conosciuto la crisi peggiore da diversi decenni, non incrina il buon umore di Sergio Castelli - AD di MyChef, balzato in sella alla società di ristorazione nell’anno 2000. “La parte finale del 2008 è stata dura per tutti, ma il segreto è continuare ad investire e noi non abbiamo mai smesso”, afferma il manager con convinzione. “Anzi l’aumentato impegno dei soci francesi (di Elior, ndr), che in ottobre sono saliti dal 40% all’80%, hanno portato ulteriori risorse fresche che si sono rivelate molto utili, in una fase come questa. MyChef, un fatturato che in otto anni è decuplicato da 10 a circa 100 milioni (stima 2008), ha sempre presentato bilanci positivi. E diversamente da altre società che davanti a questa crisi si sono concentrate solo sul taglio dei costi -a discapito degli investimenti-, continua a stanziare risorse in nuovi progetti. Sul mercato dal 1994, oggi impiega 1.500 persone, offre servizi in 150 punti di ristoro ed è presente in 19 aree di servizio autostradali, in 7 aeroporti, in 24 centri commerciali, 1 stazione ferroviaria e nel nuovo polo fieristico di Roma; il gruppo Elior, di cui oramai fa parte a pieno titolo, conta 70.000 dipendenti, con un fatturato che sfiora i 3,5 miliardi. “Siamo contenti dei risultati ottenuti ma continuiamo ad investire in ricerca e sviluppo ed innovare per far crescere la nostra quota di mercato nella ristorazione commerciale”, dice ancora Castelli. “La crisi ha messo a dura prova soprattutto l’attività aeroportuale ed è proprio qui che abbiamo aumentato in misura maggiore gli investimenti: vogliamo crescere sia per linee interne sia con acquisizioni”.
Gli aeroporti su un importante crinale Nel ramo aeroportuale, MyChef ha appena ristrutturato completamente cinque dei suoi sei punti di ristoro a Linate e si prepara ad inaugu-
rare, per marzo, il locale ubicato in area registrazioni introducendo – per la prima volta a Linate – un McDonald’s e rinnovando GranCafé e PizzaChef. Per citare i due aeroporti più importanti a livello di voli internazionali, a Malpensa la società è presente con 28 punti vendita e a Roma Fiumicino con 8. La decisione sul destino di Linate, che secondo i progetti Cai-Alitalia potrebbe essere fortemente ridimensionato e servire, di qui in poi, esclusivamente la tratta Milano-Roma, per MyChef è cruciale ma non decisivo. “Wait and see, come dicono in America. Se si optasse, alla fine, sull’utilizzo del city-airport solo per la navetta Roma-Milano, noi cercheremo di compensare il calo complessivo dei passeggeri sia ampliando ancora l’offerta in modo da aumentare lo scontrino medio, sia aumentando la penetrazione e quindi “catturando” un maggior numero di passeggeri: in questo siamo i più forti”, rassicura infatti Castelli. Uno dei tratti distintivi di MyChef sul fronteofferta è la fantasia, nell’arredamento colorato e moderno dei suoi corner ma anche nei cibi proposti: la società, per esempio, negli scali aeroportuali ha pensato per prima di presentare cibo giapponese (sushi) e kebab – mentre nei suoi bar e ristoranti, sulle autostrade, si trovano sempre i piatti regionali con marchio Antica Locanda e, dove è possibile, cibi particolari senza glutine per chi soffre di celiachia. “Ci stiamo molto attenti: la nostra priorità è assecondare i desideri, i bisogni e i gusti delle persone, tre variabili in continua evoluzione”.
Focus su bacini concessori Un’altra area in cui MyChef, società che si dichiara molto sensibile alle esigenze del consumatore moderno, riesce a far emergere il proprio specifico DNA è poi quella delle aree di servizio autostradale. L’ultima tornata di gare li ha visti in pole position, anche se colossi come Autogrill o competitor qualificati come Aiport Elite, Cremonini e Fini
hanno costituito una concorrenza particolarmente agguerrita. “Nei centri commerciali chiuderemo 3 o 4 posizioni che per noi non sono più strategiche perché vogliamo investire su quelli ormai a regime, che danno risultati; inoltre vogliamo aumentare la nostra presenza in questo segmento aprendo almeno 5 esercizi nei Centri nuovi più importanti, senza trascurare di impiantarci anche in qualche ulteriore stazione ferroviaria di media importanza, visto che il mercato delle “grandi” stazioni sembra oramai definitivamente chiuso. Naturalmente però la maggior parte dei nostri sforzi è rivolta sui bacini concessori che sono la nostra forza: aeroporti ed aree di servizio autostradali”, spiega Castelli. La società, per esempio, ha appena aperto l’area di sosta di Aglio Est (lungo la A1 tra Firenze e Bologna) dimostrando grande flessibilità nella fase di passaggio da una gestione all’altra: “siamo subentrati al precedente concessionario (Autogrill, ndr) il 30 di gennaio e il giorno dopo già avevamo aperto, a pieno ritmo, con l'insegna MyChef”, dice l’AD con un certo orgoglio. “Sulle altre concessioni vinte con le gare che si sono svolte l’anno scorso entreremo ad inizio 2010”. Le 19 aree dove MyChef è presente, che richiederanno investimenti per circa 20 milioni di euro, garantiranno 30 milioni di fatturato annuo - senza considerare le vendite accessorie , per una durata media delle concessioni che si attesta sui 14 anni. MyChef Ristorazione Commerciale è il centro da cui partono, a raggiera, una moltitudine di marchi: quelli bar (‘Gran Cafè’, ‘Wine&Food’, ‘MyChef’, ‘My Juice’ e ‘Ice Chef’), quelli fastfood (‘Pizza Chef’, ‘My Keby’, ‘Pasta Chef’ e ‘Qui Sushi’) e quelli ristorante (‘Gran Chef’, ‘Antica Locanda’, ‘Wine&Food Restaurant’ e ‘Gourmet House’); i suoi locali ospitano poi marchi terzi come Mc Donald’s, Panino Giusto, Gelateria San Crispino ed Espressamente Illy. E la strada per lo sviluppo di ognuno, al momento, appare piena di prospettive. retail&food - marzo 2009 29
Prima pietra
dei retailer si trova in
Sicilia
Continua l’espansione degli shopping center firmati Sercom nelle regioni meridionali. Il progetto di Modica può essere un nuovo trampolino di lancio per le catene locali in cerca di visibilità e un’opportunità da cogliere per gli operatori italiani e internazionali già affermati.
S
icilia propulsore del sud. Almeno per quanto riguarda i centri commerciali, la più grande isola del mediterraneo sembra essere una delle regioni più sviluppate del meridione per quanto riguarda occupazione, reddito e consumi pro capite. Negli ultimi anni Sercom Spa si è rivelata una società molto attiva sul territorio siciliano e infatti, oltre ad aver aperto nel 2006 un centro a Ragusa e nell’autunno 2008 un mall non lontano da Agrigento, la società del Gruppo Russo ha in cantiere altri due importanti progetti. Entrambi gli shopping center sono commercializzati da Jones Lang LaSalle: mentre il primo, localizzato a San Cataldo (Caltanissetta), sarà pronto entro la fine di quest’anno, il secondo verrà aperto nell’autunno del 2010 a Modica (Ragusa). Proprio per quest’ultimo centro commerciale, denominato La Fortezza per l’imponenza che contraddistingue l’entrata principale, è già stato definito un importante accordo con l’insegna Bricocenter, la quale andrà a occupare con la propria offerta di bricolage e decorazione per la casa una delle 9 medie superfici previste. In una di queste è previsto anche uno store di elettronica che arricchirà il mix merceologico del centro. L’ancora alimentare sarà invece targata Carrefour, insegna internazionale che sta investendo molto in Sicilia attraverso la collaborazione con GDM, Grande Distribuzione Meridionale, impresa che gestirà l’ipermercato interno da 5.210 mq. La Fortezza disporrà di una superficie lorda affittabile (Gla) di
30 retail&food - marzo 2009
21.815 mq disposta su due livelli. Le 74 superfici complessive verranno collocate prevalentemente al piano terra e comprenderanno quattro grandi e medie superfici (da 544 fino a 2065 mq), 30 negozi di vicinato e cinque spazi destinati ai servizi. Al primo piano, inve-
ce, troveranno posto le restanti grandi e medie superfici (da 421 fino a 1151 mq), 22 retail shop e quasi tutti gli spazi destinati alla ristorazione. Secondo il progetto, la food court sarà composta da sei locali (da 62 fino a 370 mq) che si affacceranno sulle ampie vetrate
curve che danno verso l’ingresso. Lo stile architettonico esterno è uno dei punti su cui i progettisti di Sercom hanno lavorato per dar vita ad una struttura piacevole all’esterno ma visibile anche a chi arriva da lontano. Il flusso di automobilisti potrà contare su circa
LA FORTEZZA LOCALITA’ DATA APERTURA LOCALIZZAZIONE TIPOLOGIA PROMOTORE PROGETTAZIONE COMMERCIALIZZAZIONE GLA (SUPERFICIE LORDA AFFITTABILE) LIVELLI COMMERCIALI POSTI AUTO ANCORE TOTALE UNITA’ (PICCOLE, MEDIE E GRANDI SUPERFICI) SPAZI RISTORAZIONE BACINO DI UTENZA A 20 MIN. (RESIDENTI) BACINO DI UTENZA A 30 MIN. (RESIDENTI)
MODICA (RG) AUTUNNO 2010 EXTRA URBANA COMPLESSO SINGOLO DI MEDIE DIMENSIONI SERCOM SERCOM JONES LANG LASALLE 21.815 mq 2 1.726 CARREFOUR, BRICOCENTER 74 7 197 mila 420 mila
1.700 parcheggi, dei quali più della metà coperti. L’interno sarà invece caratterizzato da un’atmosfera resa accogliente grazie a plafoni dalle forme avvolgenti che renderanno piacevole la permanenza del visitatore all’interno dello shopping center. Le gallerie circolari dei due livelli saranno collegate tra loro da un tecnologico corridoio mobile. La Fortezza viene ideato come un potenziale polo attrattivo per l’intera Provincia di Ragusa e non solo. La sua ubicazione è infatti molto vicino al centro urbano di Modica, ma essendo situato lungo la strada statale 115 Sud Occidentale Sicula (l’arteria che collega Trapani a Siracusa) consen-
te rapidi spostamenti anche a chi proviene dalla costa orientale dell’Isola. La popolazione di Modica e dintorni, stimata in 55 mila abitanti, rappresenta il bacino di utenza primario del futuro centro commerciale, ma i potenziali visitatori aumentano notevolmente se si includono gli abitanti di Ragusa (circa 73 mila residenti a meno di 20 kilometri dallo shopping center) e della vicina costa meridionale. Aumentando il tempo di percorrenza fino a 30 minuti, la catchment area supera i 220 mila residenti e arriva a comprendere i comuni di Giarratana, Comiso, Donnalucata e Rosolino. Massimo Colzani
retail&food - marzo 2009 31
Taglio nastro
per lo shopping Altarea Italia e Novacoop Piemonte hanno aperto a Pinerolo un nuovo centro commerciale. A disposizione dei visitatori un ipermercato a marchio Ipercoop e 52 negozi.
H
a aperto i battenti lo scorso novembre il centro commerciale “Le Due Valli”. Nato da un progetto di partnership tra il gruppo Altarea Italia e Novacoop Piemonte, il nuovo mall è situato nella parte sud orientale di Pinerolo, cittadina in provincia di Torino (35.000 abitanti circa) ed è facilmente raggiungibile in automobile, essendo situato all’incrocio tra la statale 23 che porta al Sestriere e la s.s 589, nuova viabilità olimpica. La struttura coperta è stata ideata da Promogeo (Novacoop) in collaborazione con lo studio di architettura D-A di Parigi, mentre il design e gli arredi sono stati curati dallo studio francese Outsign. La gestione e la commercializzazione degli spazi commerciali è gestita da Altarea Italia, che fa parte di Altarea Groupe. La società, nata nel 1994, ha commercializzato tutti gli spazi all’interno del Le Due Valli, così che a pochi mesi dalla sua apertura, non risultano esserci spazi sfitti. Provenendo dalla Statale 23, il centro commerciale appare circondato dalle Alpi, la vetrata della facciata rispecchia l’ambiente circostante, come se il centro commerciale non fosse un elemento architettonico estraneo, ma ne facesse parte a tutti gli effetti. Contribuisce a creare quest’effetto anche il verde mela utilizzato per la facciata dell’ingresso, a sottolineare anche esteriormente il richiamo con l’ambiente naturale della val Chisone. Questo richiamo sarà una costante anche all’interno. Il centro è dotato di un ampio parcheggio (58.000 mq) multipiano, disposto su tre livelli per un totale di 2.000 posti auto, realizzati sia a raso del centro commerciale, sia sulla copertura dell’Iper-
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mercato. Non solo, due silos multipiano sono stati collocati ai due lati dell’edificio, per offrire un accesso più riparato e immediato ai piani della galleria commerciale e dell’Ipermercato. Le Due Valli è un centro commerciale di medie dimensioni che occupa una superficie complessiva di 21.570 mq (GLA) diviso in due livelli: a piano terra sono posizionati un supermercato a marchio Ipercoop (12.960 mq GLA) e 30 negozi, al secondo piano ci sono 22 negozi, la food court e una sala giochi. Il centro è coperto parzialmente da una vetrata che permettendo alla luce del sole di entrare, rende l’ambiente decisamente luminoso. I due livelli sono collegati da un ascensore, dalle scale e da un tappeto mobile che permette anche a chi ha appena fatto la spesa con il carrello di raggiungere la galleria commerciale. Molto gradevole l’impatto visivo che si ha entrando nel centro
commerciale: la galleria di ampia dimensione è aperta e l’ambiente è reso luminoso, non solo dalla luce solare e dai faretti, ma anche dalle tonalità utilizzate per gli interni. Come già accennato, i colori utilizzati infatti richiamano
LE DUE VALLI LOCALIZZAZIONE TIPOLOGIA PROPRIETA’ GESTIONE E COMMERCIALIZZAZIONE SUPERFICIE LORDA AFFITTABILE (GLA) LIVELLI COMMERCIALI POSTI AUTO NUMERO NEGOZI (PICCOLE, MEDIE E GRANDI SUPERFICI) INSEGNE RISTORAZIONE
NUMERO INSEGNE RISTORAZIONE ANCORE COMMERCIALI BACINO D’UTENZA (ABITANTI A 0-15 MINUTI)
Pinerolo (To) Complesso singolo di medie dimensioni Novacoop e Altarea Italia Uno G 21.570 mq 2 2000 52 Maglione, Il Forno by Panino Giusto, Coffee Shop C-House, Il Gelato di Bruno 6 Ipercoop, Piazza Italia 35.000 abitanti
quelli del paesaggio naturistico di Pinerolo e di Cuneo: si va dalle tonalità del verde mela, al grigio, al marrone chiaro e al lampone. Continuo il richiamo al paesaggio della Val Chisone: all’interno della stessa galleria sono stati posiziona-
COMMENTO Struttura e design
Accesso e parcheggio
Offerta commerciale e servizi offerti
Spazi comuni e attrattive
indice valutazione: È = migliorabile
ti dei divanetti a forma di sasso, in simil pelle, pensati ad hoc per il riposo dalle fatiche dello shopping. Continui riferimenti alla natura sono dati anche dal legno di quercia e di platano, utilizzati per gli arredi e per l’allestimento degli interni. Non solo, la celebrazione delle bellezze paesaggistiche piemontesi è ben visibile anche sulle pareti della galleria commerciale, sugli ascensori e sui vetri delle porte di ingresso dove sono state disegnate le sagome degli animali che popolano la zona: caprioli, cerbiatti, aquile e volpi. All’interno dei parcheggi poi, la riproduzione delle impronte degli animali guidano i visitatori fino agli ingressi del centro. Colori e riproduzioni sono replicate anche al primo piano. Il richiamo alla fauna della valle è ben visibile anche
VALUTAZIONE
Ambienti piacevoli, arredamento curato nei dettagli. I tappeti mobili, le scale e gli ascensori facilitano il passaggio dal primo al secondo piano. Centro commerciale di facile raggiungimento, ottima la dislocazione dei parcheggi e di facile intuizione la segnaletica per entrare o uscire dal centro. Positiva la soluzione di raggruppamento in un’area benessere dei negozi per la cura della persona. Buona l’offerta commerciale con i 52 negozi, discreta l’offerta della food court: sono pochi 6 locali per un bacino di utenza di 35.000 persone. Non ci sono importanti attrattive esterne al centro, che si trova sulla strada per raggiungere il Sestriere. All’interno le gallerie commerciali sono ampie, poco spazio per eventi.
ÈÈÈÈ ÈÈÈÈ ÈÈ
ÈÈ
ÈÈ = sufficiente ÈÈÈ= apprezzabile ÈÈÈÈ = molto buono ÈÈÈÈÈ = ottimo
all’interno dei bagni, dove sono state disegnate le sagome degli animali: molto particolare il bagno a piano terra, in prossimità della zona benessere, dove all’ingresso fa bella mostra di sé uno specchio a forma di cerbiatto che rende l’ambiente, discretamente pulito, decisamente allegro. Abbigliamento, intimo, elettronica, telefonia, gioielleria e oggettistica: tra i marchi presenti al piano terra spicca Piazza Italia, situato in prossimità dell’entrata, che con i suoi circa 1000 mq di GLA, funziona insieme all’Ipercoop, da ancora per il centro commerciale. Presenti anche brand come Tezenis, Calzedonia, Goldenpoint, Game Stop, Kasanova, Mumble Mumble e Thun. Inoltre a piano terra un’intera zona è stata dedicata intera-
mente dedicata al benessere, alla salute e alla bellezza: oltre a una Parafarmacia e a una profumeria La Gardenia, presente anche un centro dentistico Dentalspa e un’erboristeria Isola Verde. Tra i servizi all’interno, è presente un bancomat della Banca Regionale Europea e una nursery gratuita all’interno delle toilettes. Al secondo livello, ampio spazio è destinato alla Food Court che si estende su 522,50 mq occupata da Maglione Ristorazione, Il Forno by Panino Giusto, Coffee Shop C-House e da una gelateria Il Gelato di Bruno. Vicino alla Food Court anche l’area Intrattenimento Play4fun (289,64 mq), una vera e propria sala giochi compresa di sala slot, vietata ai minori, attrezzata con i videogames più in voga del momento . Al secondo livello i 22 pdv sono focalizzati sull’abbigliamento: Motivi, Fiorella Rubino, Oltre, Camaieu, Un jours ailleurs e tanti altri. Spicca però fra tutti il punto vendita Scarpe&Scarpe, con i suoi 1.127,65 mq GLA, posto di fronte alla food court. Al primo piano inoltre, è
stata attrezzata una terrazza panoramica con sedute dalla forma che ricorda le rocce delle Alpi che circondano la valle di Pinerolo, per offrire ai visitatori molteplici punti di osservazione. L’offerta retail è abbastanza variegata, sia dal punto di vista commerciale, che per quanto riguarda numero di negozi presenti. Purtroppo la stessa cosa non si può dire della food court, il cui monopolio è in mano a Maglione. Troppo pochi 6 locali per un bacino di utenza di 35.000 potenziali visitatori: la maggior parte dei quali collocati al primo livello. A piano terra sono invece sembrati decisamente pochi solo due bar (uno a marchio Maglione e un Coop Caffè).
Conclusioni La valutazione complessiva del centro commerciale è positiva: struttura facile da raggiungere e buona l’offerta retail, decisamente insufficiente il numero delle insegne presenti nella food court. Nonostante questo la visita è stata positiva. • retail&food - marzo 2009 33
Nuovi format crescono, col franchising
Una questione di
“punti di Il mondo dell'ottica tiene e, nonostante la difficile congiuntura economica, crescono i punti vendita monomarca dedicati agli occhiali. Un'invasione di nuovi modelli e colori sgargianti si appresta ad invadere spazi commerciali e luoghi di viaggio.
A
lle porte di un’abbondantemente preannunciata crisi, il settore dell’occhialeria italiana e mondiale si presentava cosi: «in termini di produzione si è registrata una buona crescita, quantificata intorno ai 2.773 milioni di euro con un incremento di circa l’11% sull’anno precedente (…) ». E lo attestava Vittorio Tabacchi, Presidente di Anfao – Associazione Nazionale Fabbricanti Articoli Ottici -. Era, però, la fine del 2007 e i dati a cui lo stesso Tabacchi si riferiva erano quelli relativi all’anno 2006 e ai primi 6 mesi del 2007. Storia passata. Oggi la situazione è assai diver-
34 retail&food - marzo 2009
sa. In maniera trasversale questa tanto famigerata crisi ha colpito anche quelle aziende del settore ottico che sembravano tra le più importanti e le più solide. In questo panorama dei non più rosei, nel mercato dell’occhialeria c’è tuttavia chi riesce a guardare al passato e al futuro senza rimpianti e ansie. È il caso della Nau! Ottica, la prima insegna italiana di ottica monomarca “low cost” che come Ikea, H&M, Tezenis e altri brand del genere ha fatto del fast fashion e della convenienza la propria bandiera. Nei dieci punti vendita presenti in alcuni dei centri commerciali dello stivale la Nau! propone
montature da vista e occhiali da sole che «vanno dai 20 ai 70 euro» racconta Fabrizio Brogi, presidente Nau! il quale, intervistato, spiega: «il mercato dell’ottica – lo abbiamo più volte ribadito – sta vivendo un momento di stallo. Così non è per Nau il cui fatturato 2008 è stato positivo». Qual è il
segreto di tanto successo? «Effettivamente sì. È con molta soddisfazione che posso dire che lo scorso anno Nau ha chiuso con un bilancio più che positivo e che anche questo 2009 sembra essere cominciato bene. Ma più che in denaro mi piace quantificare il successo partendo dalle persone per-
CATENE DI OTTICA CENTRI AEROPORTI COMMER.
chè, se alla fine del 2008 la Nau!contava all’incirca 60 impiegati nei punti vendita, quest’anno prevediamo di assumerne altri 40 e raggiungere quota 100. Ed è costruttivo sia per noi che per i lavoratori pensare che in un periodo come questo l’azienda potrà permettersi di continuare ad investire nella formazione di chi in Nau ci lavora. È questo che, assieme alla qualità del prodotto, ha decretato il successo di quest’azienda». E il fatto che i vostri negozi siano stati definiti gli “Zara” dell’ottica per i costi decisamente “low” delle vostre montature non crede abbia influito? «Certamente! Il fatto che con i pochi soldi che oggi si ritrova in tasca la gente possa permettersi di acquistare un occhiale di qualità e design ad un prezzo basso è stato determinante e coerente con la congiuntura finanziaria a dir poco pessimistica. Nau ha potuto permetterselo perché ha saputo economizzare al massimo i costi di gestione e di organizzazione attraverso l’appianamento di ogni processo: dallo spazio espositivo che consente di esporre 2000 occhiali in 40 metri quadri (favorendo i clienti nella scelta), all’amministrazione diretta degli ordini, al rapporto con i fornitori, azzerando addirittura le rimanenze di magaz-
ASPESI OTTICA RANDAZZO OPTISSIMO OTTICA ROMANI SALMOIRAGHI&VIGANO’ OTTICA AVANZI OTTICA VASARI MISTER OPTIK CLARO ITALIA NAU!OTTICA
17 34 6 123 68
OUTLET
1 2 1 1
2 4
2 1 10
zino attraverso una politica di stoccaggio semplice ma efficace che consiste nell’acquistare un numero di modelli tale da non rimanere in magazzino per più di tre settimane. In questo modo l’assortimento dei negozi è sempre vario e garantito». Ad oggi Nau! in Italia è presente in numerosi centri commerciali e meno negli aeroporti e nelle stazioni… questo accade solo in Italia? Mentre all’estero? «A dire il vero nel 2006 abbiamo avuto un corner alla stazione Termini di Roma. Effettivamente è un canale che ci manca! Di punti vendita ne abbiamo solo in Italia ma per la fine del 2009 saremo anche all’estero… del resto finora abbiamo solo “sperimentato la formula” da questo momento in poi ci espanderemo!». Altro universo è, invece, quello di Marchon, società tra le leader nella creazione, produzione e distribuzione di occhiali da sole e
da vista, licenziataria di alcuni tra i marchi moda più famosi (Pucci, Karl Lagerfeld, Jil Sander, Fendi, Calvin Klein, CK, Nike, Michael Kors e Nautica). L’azienda nel 2007 ha fatturato circa 60 milioni di euro e come i suoi concorrenti Luxottica, Safilo, De Rigo e Marcolin vede l’80% del suo fatturato ricavarsi dalle esportazioni in Europa, America, Giappone, Paesi del Medio e dell’Estremo Oriente. È praticamente impossibile non trovare qualcuna delle montature realizzate da Marchon nei duty free e nei corner degli aeroporti del mondo! Lo stesso vale per Marcolin, anche essa italianissima società di eyewear, realizzatrice per conto di Tom Ford, Tod’s, Roberto Cavalli, John Galliano, Montblanc, Ferrari, Dsquared2, Hogan e innumerevoli altri, per un totale di ben 5,5 milioni di occhiali prodotti e distribuiti nel 2007, 40.000 punti vendita in
80 Paesi, 1.000 dipendenti e 182,3 milioni di euro di fatturato 2007, 107,7 milioni quello del solo primo semestre dello scorso anno. È davvero massiccia la presenza dei modelli in concessione alla Marcolin nei duty free, tanto che lo scorso anno il numero degli operatori direttamente gestiti dall’azienda era davvero notevole, molto di più se si considerano tutti quelli in contatto con le imprese disseminate nel mondo, comprese le filiali Marcolin e i distributori. Tuttavia per il 2009 l’azienda sta valutando l’apertura verso il mercato asiatico ed a quello americano mantenendo quella politica di “esclusività” che è un po’ la caratteristica della Marcolin, la quale predilige trattare solo con i migliori duty free: quest’anno si è partiti con la distribuzione di DSquared2 e nel 2010 si parlerà di posizionare a livello aeroportuale anche gli occhiali firmati John Galliano, Tod's e Hogan. Parallelamente la distribuzione dell’intero comparto ottico si affida a grandi catene come Randazzo, Optassimo, Ottica Aspesi la cosiddetta “ottica degli aeroporti”, Ottica Romani, Ottica Avanzi, Ottica Invista, Mister Optik, Claro Italia e Ottica Vasari fino alla più consistente Salmoiraghi&Vigano. Antonia Opipari
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Hi-tech per comunicare e vendere
fa rima con display A
eroporti e stazioni ferroviarie, metropolitane e aree di servizio, hotel e musei, palazzetti dello sport e sale di contrattazione delle borse. Ma anche bar e centri commerciali, fiere e palestre, ambulatori, sale conferenza e semplici negozi. Il digital signage, la “segnaletica digitale” che fa capolino dai grandi schermi elettronici (in un range cha va ormai da 32 a 100 pollici, con costi che possono variare tra 1.000 e 10.0000 euro, in base alle dimensioni e alla qualità dei pannelli) a scopo informativo, di broadcasting o come moderna declinazione del retail marketing, per veicolare i messaggi pubblicitari in forma multimediale e in certi casi interattiva, è un fenomeno in forte espansione. A tutto beneficio dell’immediatezza comunicativa e, in ultima analisi, del business. Della partita fanno parte anche le videoproiezioni, ma le icone della rivoluzione digitale sono naturalmente i public display, flat screen professionali, basati su tecnologia Lcd o plasma, in grado di funzionare 24 ore su 24, 7 giorni su 7, sia indoor che outdoor e in qualunque condizione di luce, clima e carico di lavoro. “Spesso si crede erroneamente che basti un qualunque televisore a basso costo, di fascia consumer, per assolvere a questa funzione”, dice Ruggiero Marco Paolillo, product marketing specialist della divisione Display Solutions di Nec, leader indiscusso del settore nella regione Emea con oltre il 18% di market share nel segmento Lcd, quello a più forte crescita (fonte Meko Ltd). “Ma sono le esigenze d’uso – informare, vendere, creare atmosfera – e le caratteristiche costruttive dei public display a farne oggetti più robusti, duraturi e mediamente più costosi. I pannelli, ad esempio, sono a bassa temperatura, grazie alla distribuzione uniforme del calore, la luminosità è la più alta possibile, così come la connettività. Sicurezza e affidabilità sono garantite da un sistema di autodiagnosi in rete e da speciali protezioni antipolvere e antisurriscaldamento,
oltre che da un vero e proprio sistema antifurto”. Le altre caratteristiche salienti di questi prodotti, assorbiti dal mercato italiano al ritmo di circa 4.000 pezzi a trimestre – soprattutto di Nec, Samsung, Panasonic (limitatamente per ora ai plasma), Hantarex, Sony (ben introdotto
nella grande distribuzione), Philips, Lg – riguardano la programmabilità, la presenza a bordo di un vero e proprio pc con scheda Dvi integrata e la possibilità di gestire i contenuti su un percorso di oltre 500 metri su cavo Ethernet, conservando una qualità dell’immagine identica dal primo all’ultimo anello della catena. O nell’ambito di un videowall, quell’applicazione altamente scenografica che permette di visualizzare un’immagine di grandi dimensioni su più schermi disposti a matrice, anche in forma “splittata”, con diversi tipi di contenuto (dalle animazioni, alle news video e testuali, alle previsioni del tempo) offerti in contemporanea in zone diverse della parete elettronica. Proprio a questo tipo di utilizzo, che è cross rispetto ai diversi mercati, si stanno indirizzando i leader di mercato, tra cui Samsung, titolare di un 12% nell’area Emea (Meko). “Nell’arco degli ultimi mesi la
nostra offerta è cambiata radicalmente. Abbiamo allargato la nostra gamma per venire incontro alle esigenze del digital signage, mettendo in campo, ad esempio, la serie UX, caratterizzata dal sistema modulare Samsung ID, che sta per “interlocking display”, spiega Mario Levratto, senior marketing manager della divisione IT di Samsung Electronics Italia. “I nuovi schermi si prestano a realizzare in maniera rapida e immediata varie configurazioni di videowall, grazie alla loro estrema facilità di assemblaggio, che non richiede più l’intervento di un service specializzato, e alla presenza di un software dedicato (il nostro si chiama Magic Info) che gestisce qualunque tipo di palinsesto”. L’ultima generazione dispone di una cornice ultrasottile di soli 11 mm, che riduce sensibilmente il diaframma visivo/estetico tra le componenti di un sistema multi-screen. E l’investimento per il
cliente business non è proibitivo: “Una soluzione composta da nove schermi Lcd da 46” pollici viene a costare intorno ai 20mila euro, tutto compreso”. Di schermi da 46 pollici con cornice extra sottile si sta dotando anche Nec, che nella nuova gamma “ultra narrow”, di prossima uscita, porta addirittura a 7,3 mm la distanza totale tra monitor affiancati. Il leader di mercato ha annunciato anche un bundle: “Da aprile, chi acquisterà i nostri prodotti delle serie Lcd 3215, 4215 e 4615, avrà accesso gratuitamente a una soluzione software di base per il digital signage, interfacciabile via Internet con un server remoto”, sottolinea Paolillo. Una nuova frontiera, ben rappresentata all’ISE, lafiera europea per il mondo dei display professionali – large format display, proiettori, digital signage – tenutasi ad Amsterdam dal 3 al 5 febbraio, è anche quella che integra la tecnologia touch screen (spesso di terze parti, con in testa la 3M) nel mondo dei public display. Serve a creare interattività laddove è più utile e fruibile dall’utente finale: agenzie di viaggio, concessionarie d’auto, sale d’aspetto, hotel e luoghi di ritrovo. Permette di simulare tutte le possibili configurazioni dei prodotti offerti o pubblicizzati in una determinata location e di erogare inoltre, in modo divertente e talvolta spettacolare, tutta una serie di servizi on demand, molto graditi dalla clientela giovane. Paolo Crespi
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Servizi in aeroporto
Caro quanto mi costi Analisi double face: da una parte i gestori aeroportuali gonfiano le loro casse con tariffe alte per soste brevi, dall’altra società private puntano alla sosta lunga a prezzi concorrenziali.
A
eroporto che vai, parcheggio che trovi. Malpensa, Linate, Bologna, Firenze, Roma, Bari: per chi parte dagli scali italiani i posti auto non mancano. A Milano per esempio, tra Linate e Malpensa se ne contano più di 14.000. Ma da chi sono gestiti? A dividersi gli introiti sono da una parte le società che gestiscono gli aeroporti (quindi Sea nel caso di Linate e Malpensa) e dall’altra aziende private che gestiscono parking ubicati di solito nelle vicinanze degli scali, che custodiscono il veicolo di chi deve partire a prezzi concorrenziali e inferiori rispetto a quelli molto più alti imposti dagli aeroporti. Il caso di Linate e Malpensa è a tal proposito emblematico: non solo perché in nessun altra città italiana ci sono così tanti posti auto, ma anche perché le soste brevi si pagano a caro prezzo: 3.80 all’ora a Linate, ben 4.00 euro a Malpensa. Più o meno nella norma i prezzi negli altri aeroporti: si va da 1 euro all’ora dell’aeroporto di Cagliari, risultato poi lo scalo con i parcheggi più economici, a 1.50 a Reggio Calabria e Catania Fontanarossa, fino ad arrivare ai 2.00 euro per 60 minuti di sosta negli aeroporti di Orio al Serio, Venezia, Torino, Firenze, Bari, Palermo e Olbia. Completamente diverso il discorso per le soste medio-lunghe (oltre 12 ore) che risultano molto costose: si va dai 9 euro di Bergamo, Reggio Calabria e Catania ai fino 36 di Roma Fiumicino. Negli altri aeroporti il prezzo oscilla dai 12 euro di Roma Ciampino e Palermo ai 25 di Firenze, ai 26 di Malpensa e i 27 di Linate. Maglia nera ai due scali milanesi anche per quanto riguarda le soste di più giorni: per un posto al coperto si pagano infatti 189 euro 38 retail&food - marzo 2009
alla settimana a Linate e 182 a Malpensa. Per un posto all’aperto invece il conto scende a 86 euro. Sempre prezzi abbastanza elevati, soprattutto se paragonati a quello che si spende nelle altre città europee: a Vienna e Madrid, per esempio, una settimana di parcheggio al coperto costa 50 euro, a Dublino 59,5. Perché in casa nostra i parcheggi costano così tanto? Il salasso nostrano si spiega con un incredibile vuoto legislativo: da circa un anno infatti è entrata in vigore una
I PREZZI NEI PARCHEGGI GESTITI DAGLI AEROPORTI Aeroporti Milano Linate Milano Malpensa Orio al Serio Torino Caselle Venezia Bologna Firenze Roma Ciampino Roma Fiumicino Bari Reggio Calabria Catania Palermo Cagliari Olbia
1 ora 12 ore 24 ore 3.80 4.00 2.00 2.00 2.00 2.80 2.00 3.00 3.00 2.00 1.50 1.50 2.00 1.00 2.00
27.00 27.00 26.00 26.00 4.00 9.00 12.00 16.00 12.00 15.50 12.80 12.80 25.00 25.00 12.00 12.00 36.00 36.00 11.00 12.50 9.00 9.00 5.50 9.00 8.00 12.00 15.00 18.00 0.50/h 0.50/h
norma, imposta dal Cipe, che dovrebbe limitare l’arbitrio delle società di gestione dei parcheggi. Limiti che però vengono disattesi in quanto l’Enac che dovrebbe vigilare, non ha potere di sanzione sulle società. Negli aeroporti quindi i gestori dei parking continuano a fare il loro prezzo e a guadagnare parecchio sulla sosta, che tra le altre cose è una delle voci di bilancio più forti, che spesso serve a compensare altri settori meno redditizi. Per Sea per esempio, i gua-
Il comfort per combattere la crisi Intervista a Dario Catenazzi, direttore commerciale di Park To Fly Cos’è Park to fly? Il primo esercizio del gruppo Park To Fly, il parcheggio Strada per Malpensa, viene inaugurato nei primi anni ’90, con l’obiettivo di soddisfare la sempre crescente richiesta di parcheggi e offrire un valido appoggio all’allora unica aerostazione presente, quella che oggi, in seguito all’ampliamento di Malpensa 2000, corrisponde al Terminal 2. Nel 1998, quando viene inaugurato Malpensa 2000, anche il Parcheggio Strada per Malpensa inizia il suo percorso di ampliamento fino a raggiungere la capienza di 6000 posti auto e inizia a distinguersi fra le molte strutture presenti in zona grazie allo sviluppo di servizi, come lavaggio auto, sostituzione batteria e cristalli, effettuazione del tagliando, finalizzati a ottimizzare il tempo di permanenza delle vetture nel parcheggio. Questa formula si è rivelata vincente e con il passare degli anni abbiamo aperto anche in altre città. Non solo, nel 2007 abbiamo inaugurato la nuova formula Park to Sail al porto di Genova, dedicato ai crocieristi, a pochi minuti dallo scalo. Dov’è presente Park to Fly e che tipo di servizi offre? Park to fly è presente a Milano Malpensa (con due sedi), Milano Linate, Torino, Bergamo, Verona, Bologna, Roma Fiumicino e presto sarà anche a Pisa. Cosa dovrebbe fare in Italia il settore dei parcheggi per migliorarsi? Riteniamo che chi opera nel nostro settore debba prendere maggiormente coscienza di quanto il parcheggio rappresenti un elemento imprescindibile del sistema turismo. Pensiamo sia necessario offrire un numero maggiore di servizi a misura di cliente facendo del parcheggio un luogo funzionale e piacevole. Un luogo che consenta di risparmiare tempo e denaro e che garantisca un’elevata qualità dei servizi offerti. Avete risentito anche voi della crisi economica di questo periodo? No, anzi, abbiamo notato che la clientela si è arricchita di una nuova tipologia: Ci sono infatti persone che programmano in autonomia la propria vacanza grazie al web e che hanno la tendenza a programmare viaggi più brevi ma frequenti.
Fa lo stesso anche ParkingGo, network di
parcheggi aeroportuali in franchising, di proprietà di Oasi Srl Servizi Aeroportuali. Con più di 9000
dagni derivanti dai parcheggi costituiscono il 20,7% dei ricavi delle attività non aeronautiche (negozi, ristorazione, cambio valute, noleggi auto). Nel bilancio della società si legge infatti: “I corrispettivi dei parcheggi segnalano un incremento, dell’11,4%, attestandosi a 46,6 milioni di euro grazie all’aumento del traffico passeggeri e alla rimodulazione dei prezzi per fascia oraria”. La gestione dei parcheggi è quindi un vero affare che, mentre alleggerisce il portafogli dei viaggiatori, gonfia le casse di Sea: nel 2007 la società che gestisce i due scali meneghini ha incassato 46,6
milioni di euro dai parcheggi, con un incremento del 11,4% rispetto al 2006 quando i ricavi si erano fermati a 40 milioni. Chi parte e ha necessità di lasciare in custodia la propria auto, può affidarsi anche ai cosiddetti “parcheggi remoti”: parking gestiti perlopiù da società private, fuori dal perimetro aeroportuale, che sono senza dubbio più adatti per il leisure e per le soste di più giorni. E’ questo il caso di Park To Fly (vedi intervista nel riquadro) che oltre a essere presente nei principali scali italiani e a garantire alla custodia dell’auto, offre diversi ser-
vizi ai viaggiatori tra cui il trasporto (gratuito) su navetta da e per l’aeroporto, il lavaggio auto, la possibilità di fruire di cassette di sicurezza, l’effettuazione - su richiesta del tagliando, il ripristino batterie in caso di esaurimento, e il servizio di car valeting, cioè il trasferimento dell’automobile dall’aeroporto di Linate a quello di Malpensa e viceversa. E grazie alla partnership di Park To Fly con Happy Bag, i viaggiatori hanno anche la possibilità di usufruire anche del servizio di avvolgimento bagagli mediante un apposito macchinario posizionato all’interno del parcheggio.
posti auto (dislocati tra Orio al Serio, Milano Linate, Milano Malpensa, Fiumicino, Torino e Verona) ParkingGo offre soluzioni vantaggiose per chi deve lasciare in custodia la propria auto per periodi di tempo lunghi. Ad esempio, in bassa stagione, parcheggiare la macchina presso la struttura di Malpensa per 14 giorni costa 66 € se si sceglie un posto auto scoperto, 100 € se si sceglie un posto coperto. In alta stagione al prezzo normale bisogna aggiungere il 10%. Anche presso le sedi ParkingGo i viaggiatori possono usufruire del servizio di avvolgimento bagagli grazie alla presenza di macchinari Best Wrappers, del trasporto gratuito da e per l’aeroporto e su richiesta, di piccoli interventi meccanici o elettrici all’auto. In crescita il gruppo Quick No Problem Parking (Palermo Falcone e Borsellino, Napoli Capodichino e Pisa) più adatto per soste brevi in aeroporto: si va dai 4 € per un’ora ai 12 € per 12 ore fino ai 18 € per 24 ore. Claudia Fragapane
retail&food - marzo 2009 39
Dossier aeroporti
alla ricerca di spazio (e retailers) L
'aeroporto Catullo di Verona è ubicato in una delle aree più ricche del Paese e gode di un'invidiabile facilità di accesso e di una catchment area di circa 6,1 milioni di abitanti. Nel corso degli anni lo scalo veronese, che con l'aeroporto Bresciano di Montichiari compone “Aeroporti Sistemi del Garda”, si è specializzato sulla clientela charter, divenendo l'aerostazione più frequentata dai clienti dei tour operator, dopo Milano Malpensa. Una benedizione in tempi “normali”, una preoccupazione in tempi di crisi. Ma è la diversificazione dei target la caratteristica del Catullo: se infatti i passeggeri charter sono circa il 40% del totale, un 10-15% è ascrivibile alla categoria low-cost (Belleair, Blue Air, Carpatair, Clickair, Germanwings, Transavia, Ryanair, WindJet) mentre poco meno del 50% è servito da compagnie di linea (Air Dolomiti, Air France, Air Italy, Alitalia, Austrian, British Airways, Lufthansa, Meridiana) ed è costituito in gran parte da clientela d'affari. Un'armonizzazione impossibile quella tra i charteristi e i passeggeri di AirDolomiti o dei viaggiatori business diretti a Parigi e Londra, tant'è che una delle ipotesi allo studio è quella di un doppio terminal con una struttura dedicata solo ai voli di linea, frequentati in buona parte da clientela business. D'altro canto, il low cost attestato attorno al 10-15% del totale passeggeri è un comparto che potrebbe crescere a breve. Ma la differenziazione dei target è inevitabile per Verona, costretta a fare i conti con la presenza, nel raggio di circa 150 chilometri, dei top 5 della classifica italiana passeggeri (escludendo il primo posto di Fiumicino). A est Venezia, specializzata nell'incoming – ormai anche a lungo raggio – a ovest Bergamo, regina dei low-cost e poi le milanesi Linate e Malpensa, aeroporti generalisti con, a Malpensa, quote crescenti di low-
40 retail&food - marzo 2009
Il secondo scalo italiano per passeggeri charter sta per ampliare la superficie commerciale e in cantiere ci sono progetti molto ambiziosi. La concorrenza è dura ma la squadra di Umberto Solimeno, vice presidente e responsabile commerciale e marketing del Catullo, è pronta ad affrontare la sfida con lo sguardo verso l'alto e i piedi per terra. cost e, come già scritto, una notevole presenza di passeggeri charter. “Quando un aeroporto si deve confrontare con il mercato, comincia dai competitor e oggi la guerra è molto più accanita rispetto al passato”, afferma convinto Umberto Solimeno, Vice Presidente Commercial e Marketing del Catullo, che ci ha accompagnato nella visita all'aerostazione veronese e che prosegue dicendo “è inevitabile che si PASSEGGERI A VERONA (aviazione commerciale) Anno 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
Passeggeri 2.289.028 2.183.000 2.181.360 2.448.727 2.682.594 2.643.162 3.001.173 3.502.210 3.393.351
tab. 1 Variaz. % anno preced. 23,5 -4,6 -0,1 12,3 9,6 -1,5 13,5 16,7 -3,1 Fonte: Assaeroporti
faccia fatica a trovare un proprio spazio ma noi ci siamo riusciti”. Il fatto che Verona goda da tempo di un'ottima accessibilità è sicuramente un fattore positivo per l'aeroporto: non ci sono problemi di traffico – come invece attorno a Milano e a Venezia (quantomeno prima dell'apertura del passante) – grazie ad una buona rete di interconnessioni: la A22 (Autobrennero) e la A4 (Milano-Venezia) passano accanto all'aeroporto. A questo proposito, dichiara Solimeno “c'è un'importante novità da segnalare:
l'Autobrennero realizzerà un'uscita dedicata all'aeroporto, facilmente accessibile anche dalla A4. Il progetto è firmato, protocollato e finanziato per cui dovremo avere il casello per il 2013”. Come accennato, a guidare la crescita del Catullo è stata la determinante specializzazione nei voli charter e in proposito il responsabile commerciale dello scalo ritiene che “questa è la ragione per la quale Verona ha continuato a migliorare le proprie performance, nonostante gli spazi ridotti lasciati
dai competitors: Bergamo è un aeroporto low-cost, Venezia uno scalo incoming, Linate un generalista come Bologna e Malpensa un classico hub”. Sulla situazione attuale Solimeno non nasconde le difficoltà: “Abbiamo chiuso il 2008 con un leggero calo rispetto al 2007: il mercato nazionale totale chiude con quasi il 2% di perdita rispetto all'anno precedente, noi con circa il 3%. E abbiamo sofferto di più proprio per il mercato dei charter: quello più flessibile, su cui è più
facile interviene in caso di calo della domanda”.
Lo sviluppo va pianificato “L'aeroporto di Verona per anni è stato relegato in spazi molto contenuti, l'aerostazione è posizionata a capo pista (e non a metà come accede solitamente) come se fosse stata messa in un angolo” afferma Solimeno che prosegue “il nostro primo problema oggi è quello di dare finalmente uno spazio adeguato alle varie funzioni aeropor-
tab. 2
COMPAGINE SOCIALE AEROPORTO DI VERONA CCIAA Verona 17,080%
Provincia di Trento
8,927%
Provincia di Verona 6,832%
18,356%
Altri Enti Comune Verona
6,631%
Provincia di Bolzano Provincia di Brescia
5,000% 5,000% 20,145%
4,019% 4,000%
CCIAA Brescia Banco Popolare di VR e NO Comune Villafranca
4,010% Fondaz. CdR VR-VI-BL-AN
tuali”. Un passo in tal senso verrà dall'apertura verso le aree militari. Dopo decenni di impasse, il Catullo può oggi disporre di un area di circa 60 ettari prima riservata esclusivamente ad attività militari. E per questo Solimeno si sente di poter affermare che “nei prossimi 20 anni l'aeroporto potrebbe arrivare a sviluppare, secondo stime IATA, tra i 6 e i 9 milioni di passeggeri. Ma tutto ciò va studiato, progettato e finanziato. Proprio in questi giorni stiamo attuando una ricapitalizzazione tra i soci (fig. 2) per un valore di circa 40 milioni di euro”. A Verona dunque si è scelto di lavorare su progetti che puntano, a breve-medio periodo, sulla rete infrastrutturale. Abbiamo citato il nuovo casello autostradale ma Solimeno ci rivela anche che “c'è un progetto con il Gruppo Ferrovie dello Stato, già approvato e parzialmente finanziato, che prevede il collegamento ferroviario tra Mantova, l'aeroporto e la città di Verona, grazie ad una linea leggera”. Ma non finisce qui, in cantiere ci sarebbe anche un terzo progetto, già presentato a Comune e Provincia che prevede un people retail&food - marzo 2009 41
Dossier aeroporti mover su monorotaia, diretto verso la fiera della città, uno dei quartieri espositivi più importanti del Nord Italia. Ma Solimeno non si nasconde dietro ad un dito, mentre lo svincolo autostradale sarà realtà a breve per i progetti su rotaia è impossibile affermare con certezza se e quando verranno realizzati. Date queste considerazioni, si comprende perché quello dei parcheggi è un capitolo significativo per la crescita del Catullo: “In futuro potremmo arrivare ad avere 20.000 posti auto – spiega Solimeno – un numero sproporzionato rispetto alle necessità aeropor-
tuali in senso stretto, ma indispensabile se si considerano i progetti infrastrutturali stradali e ferroviari che vedrebbero l'aerostazione al centro di un rilevante nodo di interscambio. Inoltre pare che dal 2013 la Fia (Federazione internazionale dell'Automobile, ndr) lascerà il circuito di Monza per arrivare a Vigasio, ad una decina di chilometri dal nostro aeroporto. Un'operazione che porterebbe in zona oltre tre milioni di visitatori all'anno”. Tornando ai parcheggi, la direzione commerciale del Catullo oggi gestisce circa 5.000 posti auto di cui 850 circa coperti. I parcheggi sono suddivisi in aree per soste brevi, parcheggi a media-lunga sosta (2-3gg), parcheggi remoti a lunga sosta con servizio di navetta e, infine, un parcheggio denominato “low cost” che dista una decina di minuti a piedi dallo scalo ma che, in compenso, costa solo 3 euro al giorno: un'iniziativa molto apprezzata dalla clientela. Prima di arrivare a 20.000 posti auto – una cifra 42 retail&food - marzo 2009
Umberto Solimeno laureato in economia aziendale, dopo un'esperienza pluriennale nel hotellerie di alta gamma è passato all'aviazione commerciale lavorando per Klm, Air Littoral, British Airways, Volare-Air Europe. Dal 2003 è dirigente dell'aeroporto Catullo di Verona con la carica di Vice Presidente.
davvero impressionante – tra il 2011 e il 2013 dovrebbero essere realizzati due nuovi parking multipiano per un tolale di circa 1.000 posti coperti in più.
Retail e ristorazione: un nuovo piano Gli spazi destinati ai passeggeri del Catullo sono sempre stati molto limitati da vincoli strutturali. Ma nel corso degli ultimi anni, visto il notevole aumento di passeggeri, si è provveduto ad un aumento delle superfici e così al terminal originario, un tempo utilizzato sia per gli arrivi che per le partenze, nel 2006 si è affiancato un secondo edificio. Inoltre, nei momenti di picco (estate e vacanze natalizie) viene utilizzata anche una tensostruttura, riservata ai charter, ricavata tra il vecchio terminal (partenze) e quello nuovo (arrivi). A questo proposito Solimeno è fiero di dichiarare che “non abbiamo mai cessato gli investimenti e nel 2007 abbiamo iniziato i lavori di rifacimento dell'attuale terminal partenze. Ad aprile avre-
mo spazi completamente rivisti per la gestione del flusso passeggeri e, soprattutto, agli attuali 1.500 mq destinati alle attività commerciali e di servizio se ne aggiungeranno ben 3.500 mq, più del doppio. Questa nuova fase ci potrà consentire di raggiungere i 4 milioni di passeggeri, una cifra ragguardevole se si tiene conto che siamo partiti dai 2
milioni di capacità strutturale”. Di fatto, quando verranno consegnate le nuove aree del terminaI partenze, si potrà attuare quello che Solimeno definisce “il nuovo piano” per retail. “In questo momento abbiamo una condizione di retail difficile in area partenze visto la stato di work in progress. Ma stiamo organizzandoci per aprire nuove attività. Ultimamente abbiamo avuto anche un paio di chiusure, non lo nascondo, relative ad operatori locali che hanno incontrato difficoltà proprio a causa della crisi. Al momento l'offerta retail è ridotta, ma è molto promettente per l'immediato futuro: a partire da inizio maggio quando ci saranno le prime aperture”. Chiediamo incuriositi a Solimeno come avviene la selezione dei retailers: “stiamo lavorando su vari canali – ci risponde – quello “classico” che comprende gli operatori locali con nomi noti nel territorio, ma non vi è dubbio che il successo di un'operazione nell'ambito del retail viene prioritariamente
operando con grandi nomi” (da quel che abbiamo intuito esistono ancora possibilità di inserimento per operatori intenzionati ad operare sullo scalo veronese, chi ha orecchie per intendere...). Per quanto riguarda la ristorazione invece, al momento sono due le società – entrambe venete – attive al Catullo: la Marco Polo Food che gestisce bar, sala Vip e mensa e Ristop (bar e pizzeria). Per la ristorazione pare non siano previsti nuovi inserimenti nei prossimi mesi.
Il futuro “Abbiamo un bilancio di fine anno che supera i 65 milioni di euro” conclude Solimeno che prosegue: ”dalle attività avio deriva circa il 75%, un 10% arriva dall'area parcheggi, e la parte restante, circa il 15%, deriva da ristorazione e retail, dall'autonoleggio (Auto Europa, Avis, Easy Car, Europecar, Hertz, Italy by Car, Maggiore, Silver rent, Sixt) e dall'advertising (curato in parte da Jolly Pubblicità – Clear Channel e in parte direttamente dalla Direzione Commerciale). Un valore più basso rispetto alla media di altri scali e che quindi lascia ancora buoni margini di sviluppo per ristorazione e retail”. Prima di salutarci e tornare alle proprie occupazioni, il Vice Presidente del Catullo ci tiene a ricordare che “l'aeroporto ha costruito negli anni la propria immagine sulla qualità: l'89% dei voli in partenza è puntuale, la carta dei servizi è ottemperata pienamente, abbiamo ottimi servizi per i frequent flyer e per la clientela business (saletta Vip con servizi da hub, carte fedeltà con servizi esclusivi per parking e fast track, ndr). Sarà la qualità a guidare il nostro sviluppo negli anni a venire”. Il Catullo rappresenta sicuramente un caso molto interessante per interpretare le strategie di sviluppo dei piccoli-medi aeroporti italiani. Ma durante la visita in aeroporto sono emersi temi di interesse più generale come la capacità di coordinamento e lobbying tra le direzioni commerciali degli aeroporti tramite l'associazione di riferimento (ATRI), o la possibilità di uscire dalla logica delle royalties per approcciare quella di una fee basata sul numero dei passeggeri in transito. Argomenti che troveranno spazio sui prossimi numeri di retail&food. Andrea Aiello
ITCA 2009
Il Travel Catering a Barcellona C
ostituita nel 1980 da un folto gruppo di rappresentanti dei servizi di catering delle compagnie aeree, delle aziende di inflght catering e dei fornitori, ITCA (International Travel Catering Association) raggruppa oggi i principali players di questo mercato. Evento clou per l'associazione è il tradizionale meeting europeo di inizio anno che questa volta si è tenuto a Barcellona, tra il 10 e il 12 febbraio (ITCA organizza ogni anno altre due manifestazioni analoghe, in Medio ed Estremo e Oriente). Come d'abitudine, l'evento ha previsto un ampio spazio espositivo e una fitta serie di conferenze. L'edizione 2009 ha certamente risentito della crisi, ma non per la vendita degli spazi espositivi che ha confermato i risultati record dell'edizione 2008. A mancare quest'anno, a detta di alcuni espositori da noi interpellati, sono stati i visitatori. Un fatto che, a dire il vero, non ha sorpreso nessuno. Si taglia sulle spese di rappresentanza, sulla comunicazione, sulle missioni all'estero. In compenso ITCA ha dimostrato ancora una volta la propria vitalità, testimoniata da David Young, presidente dell'associazione nonché managing director di Watermark Products. Nella sua relazione Young ha illustrato i risultati di una ricerca svolta tra 44 retail&food - marzo 2009
un panel rappresentativo di associati e stakeholders, durante il 2008. La ricerca, curata da consulenti esterni, ha messo in risalto l'apprezzamento per il ruolo dell'associazione e dell'evento annuale ma ha anche evidenziato la necessità di accentuare il ruolo di ITCA nel senso di trade organization: l'associazione deve rappresentare gli interessi dei soci con più forza, in più occasione e finalizzare le attività a fare business più che pianificare eventi sociali. Probabile quindi che nel prossimo futuro gli appuntamenti ITCA si svolgano con formule diverse, che il calendario degli appuntamenti per i soci si faccia più fitto e che la comunicazione sia più presente, anche grazie al web. Abbiamo preso parte all'evento di Barcellona, in particolare per cogliere gli umori degli espositori italiani. Una pattuglia non particolarmente numerosa, ma composta da aziende di settori e dimensioni molto diverse. Vi diamo conto di quanto abbiamo ascoltato dando spazio alle parole dei nostri interlocutori tra cui l'unico membro italiano del board di ITCA, Luciano Rossi, un ex di Alitalia e un grande esperto del settore visti i quasi quarant'anni passati ad occuparsi di catering per conto della compagnia italiana.
Lorenzo Canella, amministratore delegato, Casa Vinicola Canella “Siamo tornati all'evento di ITCA dopo un'assenza di otto anni: una differenza enorme. Allora c'era molto entusiasmo, quest'anno si respira la crisi. Un tempo si pensava a come ampliare i servizi, oggi alcuni lavorano alla sopravvivenza. L'inflight non è il nostro core business ma ci interessa sicuramente come visibilità: facciamo un prosecco spumante e il Bellini che distribuiamo su first e business. Lavoriamo con Alitalia, Swiss, a volte Lufthansa, Japan Airlines. Ci ha dato molta soddisfazione un cliente che vende tramite cataloghi disponibili in aereo (nelle tasca della poltrona, ndr) attraverso cui i passeggeri possono fare l'ordine per poi ricevere la merce direttamente a casa.” Gianluca Busini, direttore commerciale, Euro Snack “È la seconda volta che veniamo a ITCA perché abbiamo diversi clienti nel catering aereo. Siamo fornitori Alitalia, AirOne, Lufthansa, Air France, Klm, ma facciamo anche distribuzione organiz-
zata: il nostro main business è rappresentato dal vending. Distribuiamo snack salati, solo prodotti da forno, niente fritto e tutto realizzato con olio di oliva. Quest'anno ci sono meno visitatori ad ITCA, si sente la crisi”.
Luciano Rossi, membro del consiglio di amministrazione, ITCA “Sono positivamente sorpreso poiché temevamo che la crisi avrebbe afflitto pesantemente la manifestazione, invece tutti gli stand sono stati venduti. Certo però il numero dei visitatori è diminuito, le delegazione delle compagnie aeree sono sicuramente ridotte. Ho comunque molte speranze per il futuro. Mi piacerebbe riportate ITCA in Italia, l'ultima volta fu nel 1996: un grande successo con un'inaugurazione svolta alla presenza delle più alte autorità. Occorre lavorare molto ma penso sia un risultato raggiungibile”.
Franco Parola, direttore commerciale, Monetti “Monetti è leader nella produzione di sistemi e soluzioni per il trasporto di derrate alimentari a temperatura controllata. Il catering aereo è un mercato importanti per offrire soluzioni di trasporto con il massimo rispetto igienico secondo HCCP e normative internazionali. Lavoriamo con le società di inflight catering ma anche con società di ristorazione commerciale e collettiva. Oltre a ITCA siamo presenti alle principali fiere del food service e della logistica”.
Lorenzo Fasola Bologna, chief executive officer, Castello Monte Vibbiano Vecchio “Veniamo ad ITCA dal 1998, da quando ho creato questa azienda, è l'evento annuale più importante per noi. Anche se noto che le presenze calano di anno in anno: occorre pensare a qualcosa di più innovativo e stimolante coinvolgendo tutte, e sottolineo tutte, le compagnie aeree. Il problema fondamentale è che le aerolinee stanno tagliando i budget e chiudendo i rubinetti. Serviamo una marea di compagnie aeree e la riduzione degli ordini negli ultimi mesi è impressionante. Stiamo cominciando a servire anche i duty free e in Italia inizieremo con Aeroporti di Roma: Belardini è un ottimo manager, veloce nel trovare soluzioni e di grande efficacia. Per quanto riguarda i nostri prodotti puntiamo molto sul naturale e sul bio e crediamo molto nella partnership con le compagnie aeree che stanno lavorando con decisione sullo sviluppo sostenebile”. Dominique Coombes, business development manager, C.U.FR.OL. “Siamo presenti nel travel retail e nel catering aereo anche se non sono i nostri mercati principali. Distribuiamo prodotti di nicchia e di altissima qualità e serviamo American Airlines, Alitalia, Cathay Pacific, Thay. Mentre per quanto riguarda il duty free lavoriamo con Aeroporti di Roma, con Airport Elite a Venezia e Treviso e con Sagat a Torino. A breve entreremo nell'aeroporto di Mosca tramite Airport Elite che si è aggiudicata la gestione di alcuni spazi di vendita. Ci interessano eventi internazionali ed associazioni di categoria, oltre a partecipare a ITCA stiamo valutando di associarci ad ATRI (Associazione Travel Retail Italia, ndr) e di partecipare al trade show di TFWA a Cannes. Il nostro obiettivo è proporre l'olio come un luxury item, i tempi sono maturi. Partecipare a ITCA è costoso ma ne vale la pena”. Michele Tassini, direttore commerciale, ARAlimentare “Il trasporto aereo mostra con evidenza la crisi economica mondiale. Non stupisce quindi che il settore dell'inflight sia fermo in questo momento. Noi continuiamo a puntare sull'evento ITCA perché questo, quello dei trasporti, è il canale che ci ha permesso di crescere e dobbiamo continuare a presidiarlo: siamo fornitori di grandi compagnie come Delta Airlines e American Airlines e non vogliamo lasciare spazi alla concorrenza. Esportiamo l'80% del nostro fatturato e siamo specializzati nei prodotti da forno, anche per la gdo e il vending ma in quest'ultimo caso solo in Italia”. Cristina Dalla Mora, export department, Polo Plast “Siamo produttori italiani di disposable food packaging, contenitori per il food usa e getta. Siamo tra le più importanti società del settore perché ci viene riconosciuto il valore aggiunto dello stile italiano. Il nostro punto di forza viene proprio dal realizzare prodotti “made in Italy” che vuol dire qualità dei materiali e design. Lavoriamo molto con pasticcerie e gelaterie ma ci stiamo rivolgendo con sempre maggiore attenzione verso il settore del catering aereo: abbiamo clienti per first class e business class. È la prima volta che partecipiamo all'edizione europea di ITCA ma siamo già stati due volte a ITCA Dubai. ITCA è frequentata da clientela molto preparata e interessata”. Enrico Morandi, direttore marketing, Musso Alimentari “Siamo arrivati ad ITCA come fornitori di un'azienda statunitense di Boston, la Mediterranean Specialties Food, che offre i nostri prodotti alle aziende dell'inflight. Abbiamo sempre lavorato con la gdo ma vogliamo “uscire dal guscio” e questo rappresenta il primo tentativo. Poi vorremmo approcciare la ristorazione collettiva, la commerciale e quella tradizionale. Ma vorremmo anche tentare la via dell'export. Siamo discretamente soddisfatti della nostra presenza qui ad ITCA, mi conforta molto il fatto che tutti coloro che hanno assaggiato i nostri prodotti sono stati entusiasti”.
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FIERE
Rimini si fa in due per attrarre gli investimenti E
ppur qualcosa si muove. Sulla costa romagnola si tenta di nuotare per non affondare nelle gelide acque del dissesto economico, e così Rimini Fiera Spa ha annunciato uno “snellimento” strutturale per, usando le parole del presidente Lorenzo Cagnoni, «svegliare l'interesse del mercato». Al consiglio di amministrazione del polo fieristico è stato presentato un progetto di riorganizzazione societaria che vede uno sdoppiamento dell'attuale società in due organismi distinti: uno si occuperà esclusivamente della gestione immobiliare, mentre l'altro si concentrerà sul core business della Spa riminese, ovvero l'attrazione, lo sviluppo e la gestione di manifestazioni fieristiche. Che Rimini Fiera si muovesse in qualche direzione pur di uscire dal pesante indebitamento era d'obbligo; questa mossa, infatti, cerca di invogliare investitori privati che possano supportare l'azienda in un momento delicato come quello attuale. La costruzione del Palacongressi e la mancata quotazione in borsa hanno lasciato le tasche della fiera a secco, costringendo il direttivo a cercare soluzioni che
favoriscano l'ingresso di nuovi fondi. Insomma, le buone intenzioni per far crescere il polo di Rimini sembrano esserci, crescita che in ogni caso deve passare dalla tanto perseguita privatizzazione. Intanto, l'area espositiva romagnola ha
A Fiera di Roma c’è poco di (Mastro) buono
S
i ritrova senza un amministratore delegato Fiera di Roma. Lo scorso 22 gennaio si è infatti dimesso Luigi Mastrobuono, il quale aveva assunto il ruolo di managing director del polo espositivo romano appena 6 mesi prima. L’abbandono di Mastrobuono sembra essere il punto più basso di una gestione non esaltante dell’area fieristica romana, e il periodo nero sembra aver avuto inizio proprio con l’inaugurazione dei nuovi padiglioni. Il passivo lasciato dalla realizzazione dell’opera sembra essere difficilmente colmabile con le promesse (disattese) di rilancio della fiera, visto le cifre in rosso che la società accumula di bilancio in bilancio. Dei 24 padiglioni previsti, infatti, ne sono stati realizzati solo 14 e i collegamenti insufficienti dal centro città penalizzano fortemente il progetto di portare Roma tra i primi i sistemi espositivi d’Europa. Intanto la società che gestisce i padiglioni nei pressi di Fiumicino non si sbilancia su tempi e nomi per il sostituto di Mastrobuono, il quale, nel frattempo, si è accasato al ministero dello Sviluppo economico. Il ministro Scajola, infatti, gli ha riservato la direzione del Dipartimento per l’impresa e l’internazionalizzazione. • 46 retail&food - marzo 2009
recentemente annunciato anche un importante accordo sinergico con Fiera di Vicenza per lo scambio di due rassegne: a Rimini andrà Energy Planet, il salone dell'energia e del risparmio energetico per l'edilizia. In Veneto, invece, si tra-
sferirà Gem World, la rassegna delle pietre preziose ed affini organizzata in partnership con Assogemme. Uno scambio alla pari che sembra voler tendere la mano ad una integrazione effettiva anche tra distretti interregionali. •
A Bari non resta che il teatro
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fronte di una previsione negativa per il 2009 che stima perdite per 1,7 milioni di euro, la Fiera del Levante di Bari cerca di salvare il salvabile e occupa gli spazi lasciati vuoti dalle manifestazioni con le rappresentazioni teatrali. Il ritardo che potrebbe subire la riapertura del teatro Petruzzelli (prevista per marzo) ha indotto Cosimo Lacignola, il presidente della fiera pugliese, a candidare gli spazi fieristici ad ospitare la rassegna 2009; l’accordo riuscirebbe almeno in parte a mettere una pezza sul bilancio della società. Da almeno tre anni, infatti, la Fiera del Levante sta suben-
do un lento ma inesorabile declino, e le opportunità per salvare bilanci e poltrone devono essere prese al volo. Oltre al teatro, nei padiglioni di Fiera Levante ci sarà posto anche per il Cineporto di Bari, ovvero un’infrastruttura che la Apulia Film Commission della Regione Puglia utilizzerà per la realizzazione di film.
La Lega mette sotto osservazione le fiere
È
stato istituito dalla Lega Nord l’”Osservatorio sulla
trasparenza e l’efficacia del sistema fieristico lombardo”, un movimento creato per monitorare l’andamento delle fiere regionali.
Ma il vero obiettivo sembra piuttosto quello di controllare da vicino il rinnovo ai vertici di Fondazione Fiera Milano. Talmente tanto da vicino da voler piazzare al posto dell’uscente Luigi Roth un uomo di fiducia del Carroccio. Da tempo infatti si vocifera sul nome di Paolo Grassi, già a capo di Confapi (l’associazione delle piccole e medie imprese) e presidente uscente di Fiera Milano International, personaggio che sarebbe gradito al Carroccio perché in contrapposizione alle candidature vicine a Roberto Formigoni. La rivalità con il presidente della Regione Lombardia (di area Comunione e Liberazione), infatti, non è relegata solo alla più alta carica dei padiglioni meneghini, ma si estende fino alle cariche di Expo 2015, dove finora la Lega ha raccolto molto meno di quanto sperato. • retail&food - marzo 2009 47
r&f INTERNAZIONALE
Il prezzo della congiuntura
mia è curiosamente sinonimo di taglio dell’occupazione. Gli ultimi ad aggiungersi al coro sono stati l’operatore aeroportuale olandese Schipol Group e il colosso del caffè Starbucks. A fine gennaio, il gestore dell’aeroporto di Amsterdam ha annunciato un importante piano di ristrutturazione interno che porterà a un taglio fino al 25
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per cento della forza lavoro impegnata nello scalo della capitale olandese. La decisione, secondo quanto ha dichiarato il portavoce del gruppo è stata determinata dalla “pesante contrazione del traffico aereo e dagli accresciuti livelli di competitività del mercato. Nel comunicato ufficiale si legge che “la riduzione del personale
no spettro si aggira per il mondo suscitando paura se non terrore nei management di aziende piccole e grandi, la grande crisi presenta uno dopo l’altro conti salatissimi da pagare, soprattutto per i lavoratori sulle due sponde dell’oceano, che si tratti di ristorazione o trasporti, la parola d’ordine è riorganizzazione che in econo-
ADP rilancia
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e il suo nuovo partner olandese annuncia tagli e ristrutturazione, Aeroports de Paris preme sull’acceleratore è annuncia l’approvazione di un piano di investimenti sugli scali parigini pari a oltre 2,5 miliardi di euro nei prossimi cinque anni. La comunicazione, che era prevista per fine dicembre, porterà gli investimenti medi annuali dell’operatore dai 457 milioni di euro del 2008 a 614 milioni nel 2011. Tra i progetti che saranno finanziati è prevista anche la ristrutturazione dei terminal 1 e 2B dello scalo Charles De Gaulle. A questo si aggiunge la joint venture conclusa con Nuance che ha dato vita a Duty Free Paris, operatore che inizia la sua attività con ben 9 boutique nello scalo priorio all’aeroporto Charles De Gaulle.
Cresce Francoforte
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o scorso 22 gennaio sono stati avviati i lavori di costruzione della nuova pista e del previsto Terminal 3 dell’aeroporto tedesco, notizia che ha generato il plauso di Olivier Jankovec, direttore generale di ACI Europe, la voce ufficiale degli aeroporti europei. Commentando la notizia Jankovec ha dichiarato che il piano di espansione da 4 miliardi di euro messo in campo dallo scalo di Francoforte va nella giusta direzione e offre un importante contributo per affrontare il momento di crisi. A questo ha aggiunto che “crisi o non crisi, 48 retail&food - marzo 2009
arriverà attraverso licenziamenti, ricorso a contratti di outsourcing e pensionamenti previo confronto con i sindacati”. Come avevamo riferito nello scorso numero Schipol aveva recentemente siglato un accordo pluriennale con il suo corrispettivo Aeroports de Paris con l’obiettivo di creare sinergie operative e un incremento della profittabilità. A oggi non è chiaro se la “cura dimagrante” annunciata avrà ripercussioni sull’accordo. Conseguenze, invece, ne avrà parecchie la riorganizzazione di Starbucks che a cavallo tra fine gennaio e inizio febbraio ha chiarito l’impatto della ristrutturazione sulla forza lavoro e, a cascata, sui locali della catena. In sostanza i tagli saranno di 700 unità tra gli impiegati “nonstore”, mentre altri 6.000 posti lavoro saranno persi nei locali. La riduzione nella forza lavoro porta come diretta conseguenza una riduzioni dei punti vendita, quindi non è casuale se per il 2009 è prevista la chiusura di 300 locali, 200 dei quali negli Stati Uniti e nel resto del mondo i restanti 100. In parallelo saranno ridotte le nuove aperture che dalle 200 previsti scenderanno a 140, delle quali meno di 100 saranno a livello internazionale. Quali vantaggi per Starbuck dalla dieta? Combinando chiusure, tagli di personale, riduzione delle aperture con le misure già annunciate a dicembre, il management conta di risparmiare nel corso del 2009 almeno 500 milioni di dollari.
Nuovo stile per Sony
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a debuttato a Heathrow il nuovo Sony Center concepito appositamente da AM Design per il celebre brand giapponese. L’idea del designer Julian Collinge è stata quella di proporre ai clienti “un design basato sull’idea di giardino tecnologico, un’area sperimentale nella quale i viaggiatori possano interagire con i prodotti e ottenere informazioni sulle ultime proposte cinematografiche e musicali di Sony”. L’intero progetto è stato
presentato sia a Sony sia a BAA prima in forma virtuale sfruttando tecnologie di modellazione tridimensionale che hanno consentito ai committenti di visionare completamente il negozio ancora prima che fosse posata la prima pietra.
l’Europa si trova di fronte a un vero e proprio crunch della capacità aeroportuale, tanto che le proiezione da oggi al 2030 prevedono che una percentuale compresa tra l’11 e il 25 per cento della domanda di servizio aerei non troverà una risposta dal mercato, questa a causa del collo di bottiglia rappresentato dalla capacità ricettiva degli scali dei quali un numero compreso tra i 20 e i 40 risulterà completamente saturo. In assenza di ulteriori operazioni come quella sviluppata da Francoforte , questa situazione porterà a un livello di congestione del traffico tale da mettere in discussione la competitività del sistema economico europeo.
Meno libri negli aeroporti BAA
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iente accordo tra la catena di librerie Borders e il gestore, tra gli altri, dell’aeroporto londinese di Heatrow. La catena, controllata dal fondo Luke Johnson’s Risk Capital Partners, prosegue così nella sua riduzione del portafoglio di punti vendita che, come a spiegato il general manager Philip Downer, “rientra nel lavoro razionalizzazione delle diverse tipologie di negozi per equilibrare vendita e margini”.
Abu Dhabi si sviluppa
P
raticamente operativo il nuovo terminal dell’aeroporto mediorientale che accrescerà la sua capacità fino a 12 milioni di passeggeri. Il T3 diventerà il punto di riferimento per la compagnia Etihad Airways che beneficerà della nuovissima area retail. In generale i numeri dello scalo di Abu Dhabi sono stati nel 2008 di tutto rispetto con crescite in doppia cifra sia in termini di passeggeri che di voli.
Nuance sbarca a Colonia
C
on 350 metri quadrati di punto vendita suddiviso tra abbigliamento, accessori da viaggio ed elettronica, il Gruppo Nuance pianta la sua bandiera anche nell’aeroporto di Colonia-Bonn. Per l’operatore di travel retail si tratta di un’apertura molto significativa, in quanto è il secondo scalo in territorio tedesco nel quale Nuance riesce a insediarsi.
Puntare sulla pasta
I
l fondo d’investimento parigino
Arts & Bien ha recentemente
acquisito il 22,5% del capitale di
Mezzo di Pasta. La catena di risto-
razione veloce, che conta 72 punti vendita, ha aperto le porte a un investitore finanziario per sostenere i suoi ambiziosi programmi di crescita che per il 2009 prevedono 35 aperture, una quindicina delle quali di proprietà, mentre le restanti saranno in franchising. retail&food - marzo 2009 49
Gli spuntini “d’autore”
si gusta mangiando
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he musei e ristoranti vadano a braccetto non è certo una novità: è ormai assodato che una visita alle opere d’arte non possa che concludersi con un pranzo sopraffino o, per lo meno, con uno sfizioso aperitivo. Ma negli ultimi anni il settore della ristorazione ha guardato con sempre più interesse al mondo dei beni artistici e culturali, tanto da destinare al fianco delle gallerie d’arte il meglio della propria offerta culinaria. È notizia di qualche settimana fa, infatti, che il famoso quanto bistrattato Castello Sforzesco di Milano si trova al centro di un progetto di rilancio che comprende anche un ristorante panoramico e un caffè con tanto di dehors nel cortile. La prima pietra della ristrutturazione del Castello verrà messa
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in autunno con l’avvio dei lavori (costo 26 milioni di euro e fine prima parte nel 2011) che, oltre a riallestire le raccolte e le collezioni museali, introdurrà all’interno delle mura medioevali un bookshop, un caffè e un ristorante d’alta cucina. Quest’ultimo verrà collocato sulle merlate che sovrastano le mura e vi si potrà accedere attraverso una torre esterna appositamente studiata. Il progetto milanese, disegnato da David Chipperfield, è solo l’ultimo degli accostamenti musei-ristorazione. Proprio nel capoluogo lombardo, nella Triennale di Bovisa, è stato recentemente aperto il Bistro Bovisa, uno spazio minimalista che ben si adatta alle esposizioni contemporanee della galleria. Ma anche Torino, Roma, Napoli e Venezia non son
da meno: tipici piatti piemontesi si possono degustare al La Garden House, ristorante d’eccellenza situato nel Parco Basso dei Giardini della Reggia Venaria. Mentre nella Capitale, se si visitano i Musei Capitolini, è impossibile non fare una sosta alla Caffetteria Capitolina, un bar comprensivo di ter-
razza sul foro romano. Se, invece, al ristorante Madre&Vino nel Museo d’Arte Contemporanea Donna Regina di Napoli si propongono serate danzanti, al Peggy Guggenheim di Venezia si mettono a disposizione terrazze e giardini per organizzare aperitivi e cene sulla laguna. •
Milano Centrale: Inaugurazione all'italiana
A due mesi dall'inaugurazione ufficiale di metĂ dicembre, siamo tornati a visitare la stazione Centrale di Milano, una delle grandi promesse di Grandi Stazioni Spa, la societĂ del Gruppo Ferrovie dello Stato che si sta occupando di riqualificare 13 grandi stazioni italiane.
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Milano Centrale: inaugurazione all’italiana
Inaugurata oggi la Stazione Centrale di Milano rinnovata Il Presidente FS Innocenzo Cipolletta e i rappresentanti del mondo industriale e immobiliare, Mauro Moretti e Fabio Battaggia Amministratore Delegato di Grandi Stazioni (Gruppo FS) hanno inaugurato le aree riqualificate del secondo terminal ferroviario più grande d’Italia. Dopo tre anni di lavoro, la stazione si riapre alla città con ambienti e servizi in grado di promuovere un processo di risanamento e di sviluppo dei quartieri e degli spazi urbani circostanti (...). In concomitanza con l’avvio dell’Alta Velocità ferroviaria italiana, sono state infatti restituite alla città tutte le parti monumentali, i nuovi percorsi e tutte le aree di servizio destinate al pubblico (...). 60mila mq complessivi riqualificati, 23mila mq di aree di transito, 30mila mq dedicati ai servizi, allo shopping e al ristoro (...). I lavori a Milano Centrale proseguiranno per rendere operative, nei prossimi mesi, tutte le strutture commerciali che contribuiranno, insieme al resto delle opere già realizzate, alla valorizzazione della stazione (...). Comunicato stampa di Ferrovie dello Stato e Grandi Stazioni, Milano, 13 dicembre 2008
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E
cco la situazione a circa due mesi dall'inaugurazione: la maggior parte degli spazi non sono ancora stati completati, numerosi ponteggi sono tuttora allestiti e mancano le finiture. Disastrosa la situazione del retail: pochissimi punti di ristoro, di cui soltanto uno nuovo (l'ACafé che presidia solitario la nuova area sotto alle biglietterie) e ancora troppi affidati alla vecchia gestione già ampiamente criticata dalle pagine di break&food. I lavori sono in ritardo, Grandi Stazioni non intende comunicare l'elenco completo degli esercizi che dovrebbero aprire di qui a breve. Ai passeggeri in transito è riservata da mesi un'offerta commerciale scadente e, se tutto va bene, sarà così fino all'autunno. In queste condizioni era proprio necessario inaugurare?
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STAZIONARIO STAZIONARIO
Grandi Stazioni a Torino
Una verso la città Ferrovie dello Stato ha simbolicamente tagliato il nastro d’inaugurazione della stazione Porta Nuova di Torino, a 145 anni dalla sua apertura, ristrutturata e restituita ai cittadini con servizi completamente nuovi. All’interno una food court e una galleria commerciale ancora completamente vuote.
D
opo Milano, Torino: a poco più di due mesi dalla presentazione della Stazione Centrale di Milano restaurata, Grandi Stazioni (gruppo Ferrovie dello Stato) ha restituito ai torinesi una stazione Porta Nuova completamente rinnovata.
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Durante la cerimonia ufficiale, a cui hanno preso parte oltre al sindaco Sergio Chiamparino e al presidente della regione Piemonte Mercedes Bresso, il ministro dei trasporti e delle Infrastrutture Altero Matteoli, l’amministratore delegato di Grandi Stazioni Fabio Battaggia e il presidente del gruppo Ferrovie dello Stato Mauro Moretti, è stata inaugurata la stazione, a 145 anni dalla sua entrata in funzione. Infatti Porta Nuova è stata aperta al pubblico nel 1864, ma i lavori vennero ultimati soltanto nel 1868, quando la città non era più capitale d’Italia. Per questo motivo si preferì rinunciare all’inaugurazione. La stazione è stata rinnovata sia dal punto di vista artisticoarchitettonico, sia per quanto riguarda i servizi e l’offerta commerciale a disposizione degli oltre 190.000 passeggeri che la affollano ogni giorno. Oltre all’aspetto conservativo, quindi, il restyling ha introdotto una nuova distribu-
zione degli spazi interni: complessivamente sono 50.000 i metri quadrati riqualificati di cui 15.000 dedicati ai servizi, allo shopping e alla ristorazione. All’interno della stazione è stata ricavata una vera e propria food court sita in una piazzetta coperta (ancora completamente vuota), dove saranno aperti ristoranti etnici, fast food, bar e caffetterie. A piano terra, nell’atrio dei binari, verrà aperto un locale Chef Express, mentre in prossimità della galleria commerciale, vicino alle scale mobili di collegamento con il piano mezzanino, sarà presto inaugurato un bar Acafè. Al piano mezzanino e al piano terra la galleria commerciale, dove
entro la fine dell’anno verranno aperti negozi dei più famosi brand del retail. Ce lo ha confermato lo stesso Fabio Battaggia: “Ci saranno Benetton, Sisley, Feltrinelli, che aprirà uno store su più piani, un supermercato, un punto vendita Tezenis e numerose altre scelte. Stiamo procedendo con i contratti commerciali, mentre abbiamo contatti con numerosi retailers. Gli spazi che risultano ancora sfitti verranno commercializzati a breve e già da questo mese partiranno delle offerte specifiche. Per la stazione di Torino Porta Nuova – ha spiegato l’ad di Grandi Stazioni – abbiamo svolto un interessante lavoro di analisi dei desideri dei passeggeri, per decidere su quali categorie merceologiche puntare maggiormente. Tra queste c’è sicuramente il settore dell’elettronica, degli accessori e alcune categorie di abbigliamento. Abbiamo quindi indetto delle gare ad hoc e stiamo valutando diverse possibilità. Comunque confermiamo che a fine anno l’offerta retail sarà funzionale in tutto e per tutto”. Lo speriamo, aggiungiamo noi, perché anche se i restauri hanno reso la stazione decisamente più piacevole rispetto a qualche anno fa, è anche vero che gli spazi vuoti della food court e delle gallerie commerciali, danno alla stazione un aspetto decisamente desolato. Intanto aspettiamo di vedere qualche negozio aperto entro breve, prima di allora i passeggeri in attesa dei treni si troveranno a fare i conti con servizi ancora insufficienti e non appropriati a C. F. una Grande Stazione.
Mauro Moretti nuovo presidente del Cer
L
’amministratore delegato del gruppo Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, è stato eletto presidente del Cer, la
Mauro Moretti
Comunità delle Ferrovie Europee.
Moretti, che è stato eletto all’unanimità dai delegati delle 72 società ferroviarie appartenenti al Cer riunitesi a Bruxelles, era già vicepresidente dal gennaio 2007 e ha indicato gli obiettivi principali del suo mandato. Innanzitutto il completamento della riforma ferroviaria europea, con la corretta applicazione delle direttive comunitarie in tutta l’area. Poi la ricerca di adeguati investimenti pubblici e privati per potenziare il sistema nel continente. L’ad di Ferrovie dello Stato ha inoltre affermato che in Europa è necessario che si creino le condizioni per una corretta concorrenza tra le diverse modalità di trasporto. •
Roma Termini è “cheap&chic”
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arà aperta nelle prossime settimane nell’Ala Termini di via Giolitti il nuovo centro benessere “cheap&chic”, disposto su due livelli, per un totale di 1000 metri quadri. Il benessere della Spa in pieno centro città sarà disponibile per viaggiatori e cittadini 365 giorni all’anno (quindi anche sabato, domenica e festivi) con orario continuato. All’interno di “cheap&chic” i passeggeri troveranno un hamman, sauna, idromassaggio, un centro massaggi, cromoterapia, calidarium e tiepidarium e non solo. A disposizione anche parrucchiere ed estetica, oltre ad un bio bar ed una sala relax.
Fs: i conti 2008 tornano
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er la prima volta nella loro storia le
Ferrovie dello Stato
chiudono l’anno in nero, seppur con un utile molto lieve, con un mol attorno al miliardo di euro e un ebit attorno a 420430 milioni di euro. Nel 2006 il rosso delle ferrovie si attestava su 2.115 milioni di euro, riducendosi fortemente a fine 2007. Lo ha confermato anche l’amministratore delegato del gruppo Fs, Mario Moretti, che ha dichiarato: “negli ultimi due anni abbiamo abbattuto i costi per 800 milioni di euro e aumentato i ricavi per 700 milioni di euro. Si tratta di
un risultato conseguito in maniera concreta. Due anni fa avevamo denunciato una situazione prossima al fallimento, oggi grazie a un piano industriale e ad alcuni miglioramenti in corso d’opera siamo riusciti a portare i conti in parità”. • retail&food - marzo 2009 55 55
AI FERRY PORTI Gli ingredienti di Napoli Dock
Pomodoro, mozzarella e retail
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a profonda riqualificazione della Stazione Marittima partenopea punta a ridar vita all'area portuale nei dintorni del centro storico, e lo fa attraverso il retail e la ristorazione. Tra i 40 negozi che compongono i due piani della struttura situata sul molo Angioino, grande spazio sarà riservato all'area food, che comprenderà ristoranti locali, nazionali e internazionali, e anche attività gastronomiche con prodotti di qualità della tradizione napoletana. Proprio per questo il Napoli Dock è stato progettato in modo tale da essere sfruttato sia dai turisti, con l'obietti-
vo di presentargli il meglio dei prodotti locali, ma anche per essere vissuto dai cittadini. Infatti, grazie alla realizzazione del piano di pedonalizzazione dell'area turistica e all'eliminazione delle barriere, il porto aspira a diventare un luogo vivibile sia di giorno che di notte. La rinata area commerciale disporrà al suo interno anche di negozi che faranno della stazione marittima un piccolo shopping center da 7 mila mq di GLA. C’è ancora riserbo totale sui brand che apriranno pdv all’interno della struttura, ma secondo gli addetti ai lavori si tratterà di grandi marchi interna-
Grandi Navi Veloci: cambiano i menù
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arà un 2009 ricco per Grandi Navi Veloci che si
prepara ad affrontare la nuova stagione e la prossima estate fornendo ai passeggeri servizi sempre innovativi. A bordo delle navi della flotta i viaggiatori potranno provare i nuovi menù creati ad hoc: sia all’interno dei ristoranti, che nei bar e nei punti Autogrill i passeggeri potranno provare il nuovo Menù Degustazione, con i prodotti tipici delle regioni italiane e il nuovo Menù
Bambino, pensato e studiato apposta per i più piccoli. Il progetto è in fase di studio e sarà a disposizione a partire dalle prossime settimane. L’obiettivo è quello di arricchire ulteriormente l’offerta ristorazione on board. Intanto continua ormai da un anno la partnership tra Grandi Navi Veloci e Autogrill, che ha aperto snack bar a bordo di otto navi della flotta. Non c’è solo la ristorazione nei piani di sviluppo del gruppo genovese: Con un’ini-
Tirrenia, Bruxelles dice no alle convenzioni pluriennali con lo Stato
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zionali. A curarne la commercializzazione (che a dicembre 2008 si attestava intorno al 70%) è Sviluppo Commerciale, mentre la realizzazione del progetto è stata affidata a Design International che tramite un'ambientazione e finiture di alto livello e una particolare attenzione posta all'illuminazione
interna ed esterna, punta a far divenire Napoli Dock il naturale prolungamento del centro storico sul mare. Ancora però non si sa quando la stazione marittima, sarà attiva. Il progetto ha infatti subìto un brusco stop: certo è che sarà aperta entro la fine di quest’anno. •
ziativa senza precedenti, il gruppo ha annunciato la contemporanea apertura di nove autostrade del mare per passeggeri (e merci). I nuovi collegamenti sono operativi a partire da fine gennaio e sono
tutti gestiti da Grimaldi Lines con la formula low cost da navi Cruise Ferry e da traghetti tradizionali che collegheranno Italia (incluse Sicilia e Sardegna) a Spagna, Tunisia e Malta. •
Gruppo Grimaldi: 2009 in crescita
N
onostante la crisi, il gruppo Grimaldi di Napoli ha realizzato nel 2008 un fatturato di due miliardi e mezzo di euro ed un utile netto di circa 300 milioni. Per il 2009 le aspettative sono rosee e si prevede una costante crescita a due cifre.
S
i continua a lavorare per Tirrenia: iniziato il processo di privatizzazione lo scorso novembre, dopo la proroga concessa fino a dicembre 2009 per portare a termine il tutto, adesso è Bruxelles a dettare le regole per la privatizzazione, dicendo no a convenzioni pluriennali con lo Stato e chiedendo all'Italia indicazioni dettagliate sulle modalità che il Governo intende attuare per l'alienazione della società controllata da Fintecna. Intanto crolla il valore sul mercato della flotta: da fonti vicine al dossier si parla di 650 milioni di euro. Secondo il presidente di Confitarma Nicola Coccia, la decisione di Bruxelles contribuisce a mettere fine al sistema delle proroghe e delle convenzioni e chiarisce "che bisogna rispettare le normative Ue". Coccia ha inoltre auspicato la creazione di una bad company (così come successo per Alitalia) creata dallo Stato per farsi carico della compagnia. Non c’è quindi pace per i traghetti di stato: la società deve anche fronteggiare le proteste delle società controllate (Caremar, Toremar, Siremar e Saremar) la cui gestione è passata alle regioni. •
siamo
cresciuti...
break&food è diventato (10 numeri) e cambia
mensile
nome
retail&food break
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AUTOSTRADE
Autogrill: ingresso in Polonia, mall in Italia
Quant'è bello lu primm' La società di ristorazione e retail per chi viaggia torna a concentrarsi sull'autostrada: entra in Polonia, in joint-venture con Impel, e inaugura un nuovo mall lungo la A4 Milano-Venezia.
D
opo mesi di espansione planetaria nel canale aeroportuale, con prevalenza per il retail non food, Autogrill torna a far parlare di sé per quello che fu il core business originario della società, vale a dire le attività di ristoro in autostrada. Un canale, quello autostradale, che nel 2007 ha generato un fatturato di 1.779,2 milioni di euro (pari al 37% del consolidato) ottenuto grazie a 704 location in 13 paesi (ripartizione fatturato: 58% Italia; 23% resto d'Europa; 19% Nord America e Area Pacifico). A fine gennaio Autogrill e Impel Group, principale operatore polacco di servizi in outsourcing, hanno firmato un accordo per la costituzione di una newco, Autogrill Polska (51% Autogrill, 49% Impel). Il progetto prevede – anche grazie ad un accordo con Shell – di arrivare a gestire 11 aree di servizio entro il 2010 da cui dovrebbe derivare un fatturato di 14 milioni a partire dal 2011. Le aree sono collocate lungo alcune tra le più importanti direttrici autostradali della Polonia, le autostrade A1, A2, A4.
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L'avanzamento verso Est di Autogrill è cominciato nel 2005 con l'ingresso in Slovenia ed è proseguito nel 2007 con l'entrata sul mercato della Repubblica Ceca. Ma è proprio la Polonia uno dei mercati dell'Europa Orientale a presentare maggiori prospettive di crescita: la rete autostradale polacca contava 750 chilometri nel 2007 e – secondo quanto riportato dalla società milanese – dovrebbe arrivare a contare 1.700 chilometri di autostrade e 1.800 chilometri di superstrade entro il 2013. D'altro canto quello autostradale potrebbe rivelarsi soltanto il primo passo in terra polacca, visto che la società guidata da Gianamario Tondato da Ruos non fa mistero di essere interessata anche al canale degli aeroporti, delle stazioni e dei centri commerciali. E infatti, in occasione dell'accordo con Impel, Giorgio Minardi, direttore generale di Autogrill Europa, ha dichiarato: “Riteniamo strategico il nostro sviluppo in Polonia perché questo Paese rappresenta la principale porta di transito e collegamen-
Andrea Zironi to dell'Europa Occidentale con i Paesi dell'Est. La Polonia è uno dei paesi economicamente più avanzati dell'Est Europa, con prospettive di forte sviluppo infrastrutturale nell'immediato futuro”.
Il nuovo mall autostradale Lungo un'altra A4, quella italiana che collega Torino a Trieste, e più precisamente nel tratto tra Bergamo e Milano (area Brianza Nord), è stato invece aperto un nuovo mall: un formato ancora
poco presente lungo la rete autostradale italiana ma destinato a crescere nei prossimi anni (4 mall in esercizio, 17 in progetto). Il mall è un fabbricato “a doppia altezza” con l’ingresso principale immediatamente visibile in accesso all’area di servizio. All’interno la suddivisione degli spazi è progettata, come in altre realtà del travel retail, per massimizzare la circolazione della clientela con l'obiettivo di mettere a reddito il numero massimo di mq rispetto alle aree comuni, secondo le indicazioni di Autostrade per l'Italia. Nel mall autostradale l'ancora – utilizziamo un termine tipico dei centri commerciali – è costituita dalla food-court che consente la presenza di numerosi formati di ristorazione e di un’area sedute comune disposta nella galleria centrale. Alla galleria spetta il ruolo di fulcro per la circolazione verso la parte retail che sviluppa, attraverso le formule dello shop-in-shop, del corner
o del negozio. Abbiamo interpellato Andrea Zironi, direttore acquisti Italia e Europa del Gruppo Autogrill. Direttore acquisti che ci ha dato qualche informazione sui 2.450 mq del locale aperto lo scorso 20 gennaio. “Il punto vendita di Brianza è il primo dove Autogrill gestisce contemporaneamente la ristorazione, il market e i servizi- dice Zironi – si tratta di un nuovo percorso con obiettivi di modernità preservando il posizionamento che promuove grande quantità di merce stimolando l'acquisto di impulso. Abbiamo puntato molto anche sulla luminosità dell'ambiente, per promuovere la vendita.” L'assortimento del merchandising prevede una serie di concetti retail all'interno del market generalista: La Bottegaccia, Titoli (musica, libri, video), Paddock Line (abbigliamento Ferrari e MotoGP), Walt Disney e il concetto take home “Via con te” con prodotti per il viaggio o per la destinazione: tramezzini, snack, bibite, latte, baguette, focacce, affettati. A Brianza il market si
presenta con il nuovo marchio Market24 e dispone di ben 270 mq. “Il percorso in uscita è guidato, non più costretto – ci tiene a sottolineare Zironi – e ci si può fermare, si può guardare, senza essere spinti o scavalcati”. La cassa è un chiosco con identità propria, un punto vendita con una vetrinetta per la bigiotteria, nicchie per elettronica: “Si va verso
il duty-free, un concetto familiare in Autogrill”. Tra market e toilette una serie di nuovi servizi tra cui spicca la parafarmacia basata su un sistema di vending 24h con una selezione del vendibile senza la presenza del farmacista, “ma l'obiettivo è di operare con il farmacista in remoto e poi, se la normativa lo consentirà, con il
servizio medico, le prenotazioni ospedaliere...”. Per quanto riguarda la ristorazione invece sono due i formati presenti a Brianza: il servizio bar con ACafé e la ristorazione di Ciao con la nuova immagine già presentata nella vicina area di Brembo e caratterizzata da una zona gioco bimbi disposta in mezzo all'area sedute. •
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AEROPORTI
Linate-Malpensa: a chi serve un aut-aut?
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inora Linate e Malpensa non si sono cannibalizzate a vicenda, pur avendo vocazioni analoghe. Linate è servita soprattutto ai passeggeri mordi-efuggi, quelli che dal Sud Italia o dalle altre città europee erano diretti nella capitale italiana per affari o per il week end. Malpensa, invece, ha raccolto l’utenza più vacanziera, in partenza con charter o con voli intercontinentali, o quella business in partenza per le destinazioni più ‘classiche’ e meglio servite. Ora: secondo la tesi di Cai, come spiega bene in un recente articolo Gianfilippo Cuneo, “se si forzassero i passeggeri che da Palermo, Bari o Napoli sono diretti a Milano a passare per Malpensa aumenterebbe la probabilità di caricare a bordo anche quelli che vogliono andare da un'altra parte e quindi Malpensa diventerebbe un hub”. La tesi, sostiene Cuneo, appare quantomeno discutibile. A) Le compagnie low cost, negli ultimi anni, hanno aumentato in modo significativo la propria offerta, coprendo mete inusuali con una filosofia ‘point-to-point’. Se
messo di fronte alla scelta andare direttamente a destinazione o transitare per un aeroporto di smistamento (rischiando di perdere la coincidenza e i bagagli?), solo il passeggero scemo sceglierebbe la seconda opzione. B) Chi viene dal centro-sud Italia e vuole andare in una destinazione lontana e poco servita del Nord America preferisce passare da uno dei grandi hub europei (Londra, Francoforte, Parigi...) e prendere da lì un volo diretto per la meta finale - invece che andare a Malpensa o Fiumicino, poi ancora in un aeroporto di smistamento (New York) e finalmente a destino. C) Infine il capitolo costi, spiega Cuneo. “Chi opera da tempo sulle destinazioni finali può applicare tariffe estremamente competitive per attirare i clienti che provengono da destinazioni intermedie” – con il paradosso che chi vola da Bologna a Denver passando per Francoforte paga, per il biglietto, meno di un abitante di Francoforte. Ma fare la stessa politica all'interno di uno stesso paese è ovviamente improponibile, perché tutti i passeggeri diretti compre-
rebbero il biglietto scontato come passeggeri indiretti buttando via il primo coupon. Dietro il piano di Colaninno si nasconde probabilmente la necessità economica di mantenere un monopolio de facto sulla tratta Linate-Fiumicino, conseguito alla fusione tra Alitalia e AirOne, concentrando e accrescendo il resto del traffico per la sua Alitalia su Malpensa. D'altro canto non bisogna dimenticare che Cuneo, tramite il fondo Synergo, controlla il 40% di Air Italy, compagnia nata
Gli scali milanesi in balia degli eventi
Il progetto di Colaninno&Co: Linate kamikaze
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econdo il piano Cai-Alitalia, Linate dovrebbe essere fortemente ridimensionato e la sua attività ridotta alla sola tratta Milano-Roma, in diretta concorrenza con il treno ad alta velocità; solo così, dice Roberto Colaninno, Malpensa potrebbe attirare passeggeri in partenza per destinazioni internazionali e svilupparsi come il vero, unico hub italiano. Viene da chiedersi dove stia il giusto e dove il ragionamento solo ‘politico’. Intanto: perché l’Italia dovrebbe essere diversa da Parigi, Londra o New York, che oltre all’hub di riferimento intercontinentale hanno anche un comodo e vivace aeroporto in centro città? Ed inoltre: il maggior bacino di clienti potenziali su cui Malpensa potrebbe insistere, e cioè il Nord Italia, ha già 60 retail&food - marzo 2009
una serie di aeroporti di medie dimensioni: in particolare Torino, Genova, Verona, Venezia, Bologna hanno frequenti collegamenti con i maggiori hub europei - che a loro volta, per attività e numero di destinazioni finali, sono in netto vantaggio rispetto a MXP. Allora: quale potrebbe essere la convenienza di un passeggero bolognese che voglia andare a Dallas, in Texas, a passare da Malpensa (2 ore di macchina) e poi da Atlanta, prima di arrivare alla meta finale - invece che (solo) da Parigi? In questo senso, chiudere Linate per spingere lo sviluppo internazionale di Malpensa sembrerebbe un pretesto, o per lo meno solo il primo passo: perché poi, seguendo questa logica, bisognerebbe ‘chiudere’ anche gli altri aeroporti del Nord Italia. •
per i charter ma che si sta affermando nei voli di linea e che coprirebbe volentieri la tratta più redditizia d'Italia. In una situazione come questa ci sono poche certezze ma si può affermare con sicurezza che per accrescere e migliorare i servizi ai passeggeri (compresi quelli di ristorazione e retail) e per far scendere i prezzi, serve più concorrenza. E per fare concorrenza, serve che gli slot lasciati vuoti da Alitalia vengano dichiarati effettivamente ‘liberi’, anche a Linate. •
Lampedusa e Pantelleria, via ai lavori L'Enac ha reso noto che sono stati aggiudicati i lavori per l'ampliamento e la ristrutturazione degli aeroporti delle isole siciliane di Lampedusa e Pantelleria. A Lampedusa, oltre a lavori per il parcheggio auto e per le aree di sosta degli aeromobili, verrà realizzata una nuova aerostazione, più ampia e moderna di quella attuale. I lavori dovrebbero durare un paio d'anni dalla consegna dei cantieri. A Pantelleria invece i lavori riguarderanno principalmente l'ampliamento dell'aerostazione. In proposito Vito Riggio, Presidente di Enac, ha dichiarato che i lavori: “renderanno gli scali di Lampedusa e Pantelleria maggiormente rispondenti ad esigenze di funzionalità e di ricettività, a garanzia anche della continuità territoriale”.
Decolla Lufthansa Italia La nuova compagnia collegherà Milano con otto città europee. Nel mirino della nuova società anche il collegamento Milano-Roma
È
a tutti gli effetti operativa Lufthansa Italia, la nuova
compagnia italiana che ha la sua base all’aeroporto di Malpensa: è infatti decollato lo scorso 2 febbraio alle 6.15 il primo volo diretto a Barcellona e solo 35 minuti più tardi si è alzato un altro aereo in direzione Parigi. I due aeromobili erano stati ufficialmente battezzati (con i nomi Varese e Milano in omaggio alla Lombardia) a gennaio alla presenza del presidente di Sea Giuseppe Bonomi del sindaco di Varese e delle più alte cariche politiche milanesi. “Per la prima volta nella storia di Lufthansa– ha dichiarato Karl Ulrich Garnadt, membro del cda della società – lanciamo una nuova compagnia al di fuori della Germania. Ciò evidenzia la nostra
fiducia nella forza del mercato italiano e dimostra la grandezza del nostro bacino utenti. E’ anche la dimostrazione che Lufthansa mantiene il suo andamento di successo anche in condizioni generali difficili rafforzando ulteriormente la propria presenza sul mercato europeo”. La compagnia otterrà entro ottobre il riconoscimento Aoc (Airline operation commitee). Per ora Lufthansa Italia collegherà Milano con otto città europee: Parigi, Barcellona, Bruxelles, Bucarest, Budapest, Madrid, Londra e Lisbona, anche se gli obiettivi della società sono puntati tutti sul collegamento LinateRoma, per la quale la società aveva chiesto un’autorizzazione che è stata negata: “La nostra domanda è stata respinta – ha spiegato Garnadt – ma se avessimo i diritti partiremmo domani stesso”. E proprio per questo motivo Lufthansa è pronta a fare ricorso all’antitrust europeo. Granadt ha inoltre spiegato che la compagnia è interessata a gestire anche la tratta Malpensa-Roma, gestita da Air One: il collegamento tra le due città infatti non è
stato parte integrante delle richieste effettuate dalla società tedesca poiché la compagnia italiana era prima alleata di Lufthansa. Con la fusione tra AirOne e Alitalia e l’ingresso dei francesi nella nuova compagnia, l’interesse della società tedesca si sposta soprattutto sul collegamento tra Fiumicino e lo scalo di Malpensa. Nelle prossime settimane, Lufthansa migliorerà, in collaborazione con Sea alcune infrastrutture dell’aeroporto milanese: l’attuale Lufthansa Lounge sarà rinnovata e arricchita nei servizi a disposizione
Lo scacchiere del Nord
Ronchi dei Legionari privatizzazione in vista
P
er il settore aeroportuale, lo scorso dicembre è stato un mese da dimenticare. La crisi si è fatta sentire ovunque sul globo e non ha risparmiato le 37 aerostazioni italiane, dove i passeggeri sono diminuiti del 30% rispetto allo stesso mese 2007 (-1,7% sull’anno intero). In particolare si è abbattuta sul traffico di Linate e Malpensa - mentre hanno tutto sommato resistito, tra gli scali di maggiori dimensioni, Roma Fiumicino e Bergamo Orio al Serio. Quest’ultima è sita sulla stessa direttrice dei due aeroporti milanesi: 540 chilometri, quelli che vanno da Torino a Trieste, estremamente ‘affollati’, con 11 aeroporti (o addirittura 15, se si aggiunge l’Emilia Romagna).
dei passeggeri, saranno predisposti check in dedicati e sarà ridotto il tragitto dal parcheggio all’imbarco per consentire ai passeggeri un accesso più rapidi. A bordo si punta sul made in Italy: LSG Skychef, compagnia di Lufthansa Service Holding che fornisce pasti a oltre 270 compagnie aeree in 47 paesi e gestisce il catering on board, punta sui grandi nomi e per l’elaborazione dei menu si avvale delle ricette esclusive dei più grandi chef internazionali, come Paul Bocuse, Daniel Boulud o Luisa Valazza. •
A
motivare la scelta di cedere le quote pubbliche dello scalo friulano di Ronchi dei Legionari, sarebbe l'intenzione di rilanciare l'aeroporto triestino. In vendita il 49% del pacchetto azionario, attualmente posseduto dalla Regione: il controllo resterebbe pubblico ma la gestione sarebbe privata.
Forlì, non ci resta che crescere
I
n tempi di crisi c'è chi si organizza per crescere e per guadagnare. Sembrerebbe il caso dell'aeroporto Ridolfi di Forlì che, orfano della perdita della base Ryanair passata alla rivale Bologna, si è attivato per coinvolgere nuove compagnie, conquistando la siciliana WindJet e soffiando a Bologna Wizz Air. I passeggeri di Forlì nel 2008 sono stati 770.856, quasi il 10% in più rispetto al 2007. L'arrivo delle due compagnie che a breve inizieranno
a volare su Forlì fa sperare nel raggiungimento del milione di passeggeri. • retail&food - marzo 2009 61
2009: l’anno della verità
è vera gloria? P
oco dopo Capodanno alle 9 di mattina c’erano già quattro chilometri di coda all’uscita Serravalle dell’autostrada Milano-Genova. Era tutta gente in coda che andava al primo giorno di saldi dell’outlet Serravalle Scrivia. A fare shopping in uno dei quattro villaggi dello shopping del gruppo McArthur Glen (leader in Italia con quattro outlet tutti localizzati nel Centro-Nord) sono stati in 40mila e hanno fatto incassare 6,5 milioni di euro nei primi due giorni di vendita di fine stagione. Ormai i gruppi che gestiscono gli outlet in Italia (oltre a McArthur, anche Value Retail e Fashion District) veleggiano intorno ai 500 milioni per un mercato che supera abbondamente il miliardo. Ma è vera gloria quella degli outlet? Negli ultimi anni i centri
commerciali delle griffe sono sorti come funghi. In Italia non esistevano prima e il fenomeno ricorda quello degli hard-discount nell’alimentare (copiati dalla Germania) all’inizio degli anni 90. Per ora i
Il Barberino Designer Outlet passa di mano
M
cArthurGlen si è accordato con il Fondo Europeo Outlet Mall Found di Henderson per la cessione del Barberino Designer Outlet ad una cifra di circa 125 milioni di
euro per la Fase 1 che comprende 21.500 mq di superficie lorda. La fase 2, pari a 6 mila mq, verrà ultimata nel 2010. Il famoso outlet posizionato a 25 kilometri da Firenze passa così nelle mani della Henderson Global Investor, il quale già possiede direttamente otto outlet in Europa (in Francia, Italia, Austria, Olanda, Belgio, e Germania) e indirettamente tre in Gran Bretagna, per un valore complessivo di circa 1,2 miliardi di euro. La maggior parte di questi outlet sono stati venduti proprio da McArthur Glen che riveste il ruolo di co-investitore nel fondo European Outlet Mall. Il centro di Barberino del Mugello continuerà ad essere gestito da McArthur Glen.
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numeri danno ragione al business dei brand “low cost”. L’anno scorso il fatturato degli outlet in Italia si è chiuso mediamente con incrementi superiori al 10% (contro un Pil fermo a un +1,5% e con stime di un calo del 2,5% per quest’anno). E stando alle prime stime anche il 2009 dovrebbe avere un andamento simile. La formula sembra vincente, specie in periodi di recessione economica e portafogli vuoti: le cittadelle dello shopping, sempre localizzate in località fuori porta dalle grandi città o in provincia, vendono in prevalenza abbigliamento e accessori con merce delle stagioni precedenti collezioni a sconti variabili tra il 30 e il 70 per cento. E proprio in barba alla crisi, il prossimo ottobre McArthur Glen inaugurerà un mega-outlet (120 negozi su 26mila metri quadrati) nel Mezzogiorno, a Marcianise in provincia di Caserta. La caccia ai consumatori del Sud, finora eslcusi
dal privilegio degli outlet, è appena cominciata perché nel 2010 dovrebbe partire il primo Factory Village (concorrente di McArthur Glen). Ma non è detto che sia oro tutto quello che luccica: gli acquisti negli outlet piacciono agli italiani, schiavi delle griffe e dei capi all’ultima moda. Spesso però si tratta di secondi acquisti. Per i capi di pregio e prima scelta, sono in tanti a preferire ancor la boutique, un fenomeno tipicamente italiano dove la predisposizione per lo shopping a basso costo non è ancora così sviluppata come all’estero (lo stesso succede anche per la benzina venduta agli ipermercati e le medicine nei grandi magazzini). Il 2009 di recessione sarà il banco di prova: si vedrà se la crisi colpirà anche gli outlet o se invece ne decreterà il definitivo successo. Simone Filippetti “Opinionista”
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La foto
West Field London
Š Christopher Chong (Chris 07)
Lusso per tutti?
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r&f Last but not least
per sempre… T
utto è bene quel che finisce non necessariamente bene, perché a un certo punto basta che finisca. Con l’ingresso ufficiale del colosso dei cieli transalpino, nel cordata votata la salvataggio di Alitalia, si è de facto
La vicenda Alitalia si è chiusa con un sincero “merci, Monsieur le premier ministre” del numero uno di Air France e con un “siamo partiti benissimo, il primo bilancio stupirà” del presidente della CAI.
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Anno 4 numero 3 marzo 2009 Direttore responsabile Alessandro Curioni Redazione e Coordinamento editoriale Andrea Aiello Hanno collaborato Alessandro Barzaghi, Francesca Biagi, Giuseppe Bonomi, Alessandra Calarco, Massimo Colzani, Paolo Crespi, Luigi De Montis, Simone Filippetti, Fulvio Fassone, Claudia Fragapane, Walter Galbusera, Vito Gamberale, Paolo Prota Giurleo, Paolo Lombardi, Pietro Malaspina, Giorgio Mirabelli, David Montorsi, Giorgio Moroni, Luca Neri, Antonia Opipari, Enrico Pazzali, Nuria Perez Paredes, Mario Resca, Vito Riggio, Kevin Rozario, Mario Vigo Foto Archivio Eta Edizioni, Contrasto, Grazia Neri, Imagoeconomica, Ricci e Guidetti Segreteria Silvia Pizzi Pubblicità Alberto Sitia Tel. 02 8051511 alberto.sitia@retailfood.it Progetto grafico e impaginazione Giò Salvioni Stampa Speed Graph S.r.l. – Olginate (LC)
Jean-Cyril Spinetta chiusa la più drammatica e complessa privatizzazione della storia recente del nostro paese. A questo punta la figura chiave della nuova Alitalia sarà con ogni probabilità Jean-Cyril Spinetta, capo di Air France-KLM, che ha fortemente voluto la nostra compagnia di bandiera, probabilmente per completare una quadro strategico che ha consolidato la leadership mondiale del carrier francese. Spinetta è convinto che l’epilogo della vicenda sia stato in assoluto il migliore tra quelli possibili, soprattutto perché nel pacchetto Alitalia è finita anche Airone, per quello che con-
siderava un necessario consolidamento. Adesso resta l’ultimo nodo da sciogliere, quello rappresentato dagli scali di riferimento e nel frangente la questione si presenta non facilissima perché le pressioni, soprattutto in questo momento di congiuntura economica drammatica, sono molto “pesanti”. L’attuale pensiero di CAI è riassunto dalle parole dell’amministratore delegato Rocco Sabelli quando afferma che “Lo scalo strategicamente migliore per i voli a lungo raggio sarebbe Malpensa” ma “non è possibile avere un hub a Malpensa se Linate continua a essere un
Roma, arriva l'A380 ma il traffico cala
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empi difficili per il trasporto aereo, anche nell'oasi di Fiumicino dove sebbene nel 2008 i passeggeri siano stati 35.225.864, ben 6,9% in più rispetto all'anno precedente, prevede un calo di viaggiatori del 10% nel 2009. Una previsione che va ad assommarsi al blocco delle tariffe, in vigore dal 2001. Adr, la società di gestione degli scali romani ha annunciato l'apertura di un tavolo di confronto sindacale. Si parla di tagli di personale fino a 340 unità. Intanto una buona notizia arriva da Emirates: i buoni risultati della Roma-Dubai hanno indotto la compagnia ad inserire l'Airbus 380 sulla tratta a partire dal dicembre 2009.
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aeroporto internazionale”. Sul punto la situazione è resa complessa dalle posizioni apparentemente divergenti del Comune di Milano e della Regione Lombardia: il primo non disponibile al sacrificio di Linate, la seconda pronta a cedere pur di realizzare il sogno di una Grande Malpensa. Sulla questione è intervenuta anche la Corte Costituzionale che ha bocciato la legge regionale numero 29 del 9 novembre 2007 stabilendo che il Pirellone non può intervenire nella gestione liberalizzata degli slot, cosa che l’intervento legislativo di due anni fa avrebbe consentito. La partita, quindi è ancora tutta da giocare. Sempre in tema di questioni di giustizia nazionale e internazionale, si potrebbe aprire la questione dei voli Milano LinateRoma e questa volta a sollevare il problema è Lufthansa, la compagnia tedesca, infatti, si è vista respingere la richiesta per i diritti di volo sulla tratta e si è detta pronta a presentare un ricorso all’Antitrust europeo. Anche in questo caso lo scenario è fluido, anche se da parte CAI il concorrente che fa più paura sull’asse Milano-Roma non ha le ali, ma viaggia su rotaie. •
Redazione ETA Edizioni – via Mercato, 28 20121 – Milano info@retailfood.it Prezzo di una copia € 1,00 – Arretrati € 5,00 Registrazione Tribunale di Milano N° 550 del 06/09/2006 Iscrizione al Registro degli operatori della comunicazione n° 15972 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri.
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