retail&food 2009 11

Page 1

ANNO 4 • NUMERO 11 • NOVEMBRE 2009 • € 3,00

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n°46) art. 1. comma 1, DCB Milano

break

retail&food LUOGHI DI VIAGGIO • SPAZI COMMERCIALI

Centri commerciali

SPECIALE MAPIC

Tobias Sieben

Succede a Nordest Venezia olimpica

Dossier aeroporti • Osservatorio prezzi • Firenze Shopping di frontiera

Nuovi mercati Kids fashion



News primae noctis

Il default incoraggia il “buy” ?

A

l 30 settembre di quest’anno Moody’s ha contato ben 222 società emittenti obbligazioni cadute in default: erano 62 alla stessa data dell’anno scorso. Quindi, la crisi finanziaria prosegue: ma ciò nonostante gli investitori continuano a comprare le obbligazioni aziendali, anche quelle con rating speculativi. ll fenomeno è imparentato con quello che sta accadendo nel mondo del retail: se leggete le pagine dell’indice Retail&Food che pubblichiamo mensilmente, constaterete che le azioni delle imprese del lusso accessibile stanno andando a gonfie vele nelle borse di tutto il mondo, mentre i comunicati sui risultati aziendali assomigliano spesso a bollettini di guerra. Qual’è il senso di tutto ciò? Gli investitori anticipano l’uscita dal tunnel? Oppure, come si chiede maliziosamente il misterioso My.L. sul Sole24ore dell’8 ottobre, “hanno così tanta liquidità in portafoglio, grazie alle iniezioni delle banche centrali, che comprerebbero qualsiasi cosa?” Più maliziosamente ancora, aggiungiamo che molti operatori dicono che la liquidità immessa nel sistema bancario... è rimasta nel sistema bancario stesso! Se è così, un’altra bolla non è impossibile.

EDITORIALE

L’OPINIONE Dalla crisi si è usciti puntando sullo sviluppo di Dante Marro* Solo pochi mesi fa scenari di crisi apocalittici paventavano una Dante Marro crisi drammatica per gli aeroporti, le compagnie aeree e ovviamente tutto l’indotto, in primo luogo le attività commerciali. Oggi si può dire ragionevolmente che non solo il peggio è passato, non solo gli scenari a venire sono positivi ma anche che la crisi è stata una opportunità per razionalizzare il mercato, per operare a volte dolorosi ma razionali ridimensionamenti, per aprire a nuovi attori, per ricondurre tutto il sistema a valutazioni realistiche e relazionate con la realtà non con la fantasia. La fiducia nello sviluppo del retail nei luoghi o come si usa spesso dire nei metaluoghi dove operiamo dalla fondazione della nostra società, nel lontano 1865, si concretizza in una continua politica di espansione. Compito dell’impresa non è teorizzare ma agire, non analizzare ma operare. La crisi è un’opportunità per crescere che bisogna sfruttare, la deve sfruttare chi fa impresa, la deve sfruttare chi fa infrastrutture, la deve sfruttare il paese nel suo complesso. Una massima cinese dice “non è importante se il gatto è bianco o nero. Se acchiappa i topi è un buon gatto”. Dalla crisi si poteva uscire in due modi: ridimensionando e rimandando ad altri e migliori periodi lo sviluppo ovvero espandendosi e cogliendo opportunità in nuovi paesi, nuovi mercati, nuovi settori. Noi abbiamo scelto consapevolmente e con la necessaria prudenza questa seconda strada, i fatti ci hanno dato ragione. Questa è non solo una ricetta aziendale ma una ricetta per tutto il mercato e in fondo per tutto il paese. *AD Dufrital

retail&food - novembre 2009 1



Indice retail&food2009

QUOTAZIONI AL

100,00 100,00 100,00 19,46 227.683

23,68 286.910

INDICE FOOD INDICE RETAIL

INDICE RETAIL&F00D FTSEMIB MSCI ALL COUNTRY

100,4 151,1 138,4 121.68 126,0

ò ò òòòò òò òò òò ò ò

24,6 108,8 191,5 150,8 143,4 100,0 133,3 181,7 154,1 166,1

SOMMARIO

L’indice Generale Retail&Food è ponderato nella misura di 1 (food) a 3 (retail) per tener conto della differente ampiezza dei rispettivi mercati. Tutte le quotazioni sono in euro. I cambi utilizzati sono: al 31/12/2008: 1 Usd = 0,779 euro; al 09/10/2009: 1 Usd = 0,677 euro

ò ò ò

ò

ò

160,0

ò

71,63 sospeso 42,93 89,25 50,94 19,29 0,60 0,40 156,22 27,09 49,99

ò

ò

44,77 10,16 39,47 46,60 33,78 13,45 0,60 0,30 86,00 17,58 30,09

ò

òòòòò

Francia Italia Nyse Francia Nyse Xetra Italia Italia Xetra Nyse Italia

ò ò

ò ò

88,1 127,1 123,4 122,9 136,1 136,2 149,7 123,6 141,1

ò ò

0,59 34,43 7,53 5,43 1,13 5,94 21,55 38,73 17,88

ò ò ò ò

0,67 27,09 6,10 4,42 0,83 4,36 14,40 31,33 12,67

ò ò

Italia Xetra Italia Italia Italia Italia Xetra Xetra Italia

nel MESE nell’ANNO

ò

Omega, Longines, Tissot Valentina, Elsa Ferretti, Paloma Picasso Hogan, Fay

160,3 65,0 106,2 185,7 127,8 83,6 117,3 95,4 99,3

ò ò ò ò

Puma, Fnac, Gucci, Redcats, Conforama Polo LR, RL Watches Vacheron Constantin, Cartier, Dunhill

INDICE

ò

MARIELLA BURANI NIKE PPR RALPH LAUREN RICHEMONT SAFILO GROUP STEFANEL SWATCH GROUP TIFFANY & CO TOD’S

8,61 11,82 22,26 16,71 3,54 38,68 16,08 13,81 23,26

ò ò

LVMH

Louis Vuitton, Moet Chandon, Hennessy, Fendi, Dior, Zenith, Guerlain Antichi Pellettieri, Braccialini, Facco Gioielli

Valentino, Permira Zara, Pull and Bear, Massimo Dutti

08-10-09

5,37 18,18 20,96 9,00 2,77 46,26 13,71 14,47 23,43

ò ò ò ò

Alberta Ferretti, Moschino, Pollini Reebok United Colors, Sisley

31-12-08

Italia Nyse Nyse Nyse Francia Nyse Nyse Nyse Nyse

ò

KFC, Pizza Hut, Taco Bell

AEFFE ADIDAS BENETTON GROUP BULGARI DAMIANI GEOX HUGO BOSS INDITEX LUXOTTICA

ANDAMENTO

MERCATO

Hms Host, Aldeasa, Alpha Group, World Duty Free Red Lobster, Olive Garden Applebee’s, House of Pancakes Bistro romain, Hippopotamus, Maitre Kanter

ò ò ò ò ò ò ò ò ò

PRINCIPALI SOCIETA' MARCHI POSSEDUTI

HOLDING AUTOGRILL BURGER KING HLDGS DARDEN FESTAURANTS DINEEQUITY FLO GROUPE MCDONALD’S PAPA JOHN’S STARBUCKS YUM BRANDS

ò

17

ta dalla crisi economica: le aziende, del fast food in particolare, segnalano buoni incrementi dei ricavi e decisi miglioramenti dei risultati, in quanto – si dice – il minore potere d’acquisto spinge i consumatori verso questo tipo di ristorazione. E tuttavia in borsa questa positività non si vede: fatta eccezione per Autogrill e Dineequity non si vedono grandi performance, mentre non mancano all’opposto i segni negativi. Tutto il contrario nel segmento retail: l’industria reale è piena di cifre d’affari in ribasso generalizzato, di utili in calo, a volte clamoroso, di crisi aziendali potenziali o addirittura in pieno svolgimento: ma i titoli in borsa volano, portando il nostro indice Retail a conseguire un aumento del 51,1% dall’inizio dell’anno! Speriamo che il nostro mercato stia anticipando la ripresa, ma il solo consiglio che possiamo dare è un timido invito alla cautela ed alla selettività: prima di investire ulteriormente, occorre bene analizzare i bilanci aziendali, mettendo sotto la lente di ingrandimento soprattutto l’indebitamento e la valorizzazione degli asset, dei marchi e degli avviamenti.

ò ò ò

l mese di ottobre non ha portato grandi novità nelle borse mondiali: i due indici generici che teniamo monitorati, l’italiano FTSEMIB ed il mondiale MSCI All Country sono migliorati in parallelo di qualche punto percentuale ma senza fare i “botti” dei mesi scorsi. La borsa quindi attraversa un momento di pausa, quasi che gli operatori aspettino di vedere l’evoluzione della crisi che, esauritasi forse sul piano finanziario, sta ora ricadendo con una certa violenza sulle imprese industriali e commerciali di tutto il mondo; colpendo anche quel settore del lusso che molti ritenevano immunizzato da ogni possibile contagio. Per quanto riguarda l’andamento di borsa dei titoli dei nostri due comparti, food e retail, dobbiamo rimarcare che la loro divaricazione si sta sempre più accentuando, dando luogo ad un fenomeno difficilmente spiegabile. Infatti l’industria del food sembra essere meno colpi-

ò

L’autunno invita alla cautela

I

retail&food - novembre 2009 17

Star Trek food

22

Destinazione

AUTOGRILL A

priamo questo servizio con la citazione di due recentissimi articoli su Autogrill. Il primo: “Giornata ricca di soddisfazioni per la famiglia Benetton. Le controllate Atlantia (+2,8%) ed Autogrill (+3,9%), favorite dai dati sul traffico autostradale nel terzo trimestre 2009, hanno guadagnato in borsa costantemente terreno...”. Il secondo, completamente diverso: “Per la sua natura multinazionale, Autogrill riflette nella propria identità interna l’eterogeneità territo-

Molte luci e poche ombre del colosso multinazionale che ostinatamente vogliamo continuare a chiamare “italiano” riale in termini di culture, esperienze ed etnie molteplici: una ricchezza che moltiplica le prospettive e le idee e rafforza il vantaggio competitivo nel proprio settore di business...” Il primo articolo è centrato su temi finanziari, mentre il secondo sottolinea un importante aspetto culturale: in questa apparente antino-

mia è racchiusa la duplice natura dell’impresa italiana, le cui dimensioni oramai ne fanno un fenomeno sociologico.

Una breve cronistoria Autogrill nasce nei primi anni Settanta quando la società pubblica SME, chiamata a “salvare” numerose imprese alimentari italiane in difficoltà, si trova ad avere il

comunque l’Italia si pone già allora all’avanguardia nella ristorazione autostradale, che nel resto d’Europa langue ed è piuttosto lontana da livelli qualitativi apprezzabili. Nel 1994, imperante la moda delle privatizzazioni, Autogrill finisce nell’orbita industriale dei

un intreccio societario che porterà alcuni anni dopo all’intervento dell’Antitrust, che detterà alcune precise norme in tema di gare per l’assegnazione delle concessioni di ristoro sulle aree autostradali di Aspi. Questo fatto, unito alla oggettiva constatazione che il mercato domestico è di dimensioni piuttosto limitate, spinge il gruppo ad impostare una strategia di espansione all’estero, che vede il suo punto di svolta qualitativa nel 1999, anno nel quale avviene l’ac-

me a Fini, la quasi totalità della ristorazione autostradale nazionale. Nel 1977 le attività vengono appunto fuse in un’unica entità, che con felice intuizione prende il nome di Autogrill, e che continua a sviluppare la ristorazione in autostrada con spirito molto conservatore ma tentando anche qualche timida innovazione, come ad esempio l’uso dei surgelati pronti (come il famoso arrosto o il prosciutto cotto). Indubitabilmente

tab. 1

GRUPPO FELTRINELLI IN PILLOLE (2008) Data di nascita Proprietà Sede Presidente Settori di Business Società controllate Ricavi Utile di Gruppo MOL/Ricavi ROI Rapporto indebitamento

Destinazione

Feltrinelli

Quota mercato libri Quota mercato musica Negozi Formati distributivi (insegne negozi) Risorse umane Superficie vendita

rie gestite da RCS libri, un network di negozi a cui si aggiunge dall’anno successivo un nuovo formato

1955 come Feltrinelli editore. 1957 prima libreria a Pisa Effe 2005 Finanziaria Feltrinelli spa Milano Carlo Feltrinelli Editoria; Retail; Distribuzione e Immobiliare 17 € 378 milioni € 786.379 7,90% 2,90% 75,90% Fonte aziendale

Feltrinelli Village: libri, dischi e

1

b&f News

4

video venduti all’interno dei centri commerciali con lo store pilota al Lingotto di Torino per arrivare ad oggi a una trentina. Ma non ci si ferma qui perché in concomitanza con l’operazione di riqualificazione delle stazioni ferro-

15,80% 17,20% piu' di 100 in tutta Italia 6 1443 51.00 Mq (con 6.500 € medi di vendite nette per mq)

Fonte aziendale

nuovo millennio lo sviluppo di un nuovo formato multiprodotto sotto l’insegna la Feltrinelli Libri e Musica: nel 2001 apre a Napoli il primo negozio che propone ai clienti un insolito mix di libri, video, musica e games, primo esperimento di un nuovo concept che coprirà sia le metropoli con i megastore (Milano, Roma, Napoli, Torino e Bari), sia città più piccole con punti vendita più ridotti ma ispirati alla stessa filosofia, creando così luoghi in cui si può acquistare cultura o anche viverla attraverso incontri, presentazioni di libri, mostre o show-case musicali. Dello stesso anno è l’accordo per l’acquisto della catena di libre-

re ai clienti la connessione WiFi. Ma non basta. Nello stesso mese è stato inaugurato anche il

(1964). Sono librerie d’avanguardia con ampi spazi dedicati ai libri tascabili e con la vendita a libero servizio. L’intento è quello del fondatore

negozio milanese di LeFel, la nuova scommessa del Gruppo Feltrinelli, dedicata a Home, Art e Design, secondo store con questa insegna dopo il primo negozio a Parma e una serie di corner in una dozzina di librerie italiane (vedi Tab. 1).

Librerie Feltrinelli: se la democrazia è business. In questo 2009 di recessione anche per il settore culturale Librerie Feltrinelli, società che cura il retail

Giangiacomo Feltrinelli di creare

una struttura aziendale che comprendesse le varie fasi del progetto editoriale, dall’edizione alla vendita al dettaglio con particolare attenzione all’innovazione: la cultura non deve essere negli anni del boom economico appannaggio di una élite, ma accessibile a più soggetti possibili. Un principio di grande democrazia, che negli anni si è dimostrato un fattore di business che ha dato vita a una marchio

Inge Feltrinelli di articoli culturali del Gruppo omonimo, dimostra di voler scommettere in controtendenza sul rilancio e sugli investimenti per raggiungere con le aperture in cantiere (vedi l’intervista a Stefano Sardo, direttore generale di Librerie Feltrinelli) i 100 punti vendita entro

l’anno. Un bel risultato per il Gruppo, fondato a Milano (dove ha ancora la sede) negli anni Cinquanta e che apre nel 1957 la sua prima libreria di Pisa. Seguono poi le inaugurazioni dei negozi di Milano (1957 e 1961), Genova (1959), Firenze (1962) e Roma

News dal mondo

16

L'indice di retail&food

17

Osservatorio Prezzi- Shopping di frontiera

18

Fox Town - Lo shopping di qualità è senza confini

20

Star Trek food - Destinazione Autogrill

22

Star Trek retail - Destinazione Feltrinelli

26

Parola di... - Franco Manna

30

Speciale Mapic

33

Analisi mercato - Dalle catene lezione per tutti

47

Novità di mercato - Kid’s fashion, prospettive di crescita

51

Caos Musei - Bar e shop a servizio (prorogato) della cultura

54

Le nuove frontiere dell’E-tail - Vente-Prive: tranquilli, facciamo sul serio

56

A chiare lettere - Fiere: i capponi di Renzo e il paiolo francese

58

Dossier aeroporti - Firenze, felice di essere full cost

60

USA: si muove l’inflight - La griffe decolla con i pasti

64

International - Il mondo riprende a viaggiare?

66

Stazionario

71

Ferry Porti

74

Succede a NordEst - di Eleonora Vallin

76

I signori della GDO e il sistema Italia - La ricchezza nel carrello

78

La foto - Oasis of the Seas

79

Last but non least - AirCaos: più torri che campanili

80

viarie del Belpaese nasce la Feltrinelli Express con un primo

tab. 2

FELTRINELLI RETAIL (2008)

uattro piani e sette livelli, in tutto 1.700 metri quadri: ecco il nuovo megastore la Feltrinelli, inaugurato questo settembre nel centro di Genova. I titoli sono 60.000 per i libri, 15.000 per i cd e ben 6.000 per i dvd, figurano un importante reparto di videogames e un piano intero occupato da strumenti ed edizioni musicali, poi ovunque poltrone, punti di ascolto e tavoli per chi studia. Ma le vere novità sono le postazioni multimediali disseminate per il negozio per le ricerche bibliografiche. Inoltre la Feltrinelli Libri e Musica di Genova sarà il primo negozio della catena a offri-

l’Opinione - di Dante Marro

retail&food - novembre 2009 23

Star Trek retail

Q

1

Benetton, al pari di Autostrade per l’Italia: si viene così a formare

controllo di Motta, Alemagna e Pavesi, che rappresentano, assie-

22 retail&food - novembre 2009

26

News primae noctis - Il default incoraggia il “buy”?

esperimento a Milano in Stazione Garibaldi, seguito da cinque store all’aeroporto di Fiumicino, che vanno a sottolineare la presenza delle insegne del Gruppo nei luoghi di transito: ecco un negozio alla Stazione Termini a Roma e un altro all’aeroporto di Olbia (la più grande libreria della città sarda). L’obiettivo è quello di aprire entro il 2011 nelle stazioni ferroviarie di Milano, Napoli, Torino, Firenze, Mestre, Bologna, Bari e Verona. Dell’anno scorso l’ingresso nella distribuzione libraria con l’acquisizione della maggioranza della società PDE (Promozione distribuzione editoria), secondo distributore italiano con un portafoglio di 500 editori, centinaia di clienti e 10 centri di distribuzione. “Con questa operazione portiamo a compimento un’idea di Giangiacomo Feltrinelli, pensata già 50 anni fa, quando sviluppò la casa editrice e la società di promozione e distribuzione, e poi la libreria. In questo c’era già il concetto della filiera del libro, mentre oggi è il momento di occuparci di distribuzione intermedia e promozione del libro, in favo-

oggi leader nel settore. Così la catena di librerie dagli inizi alla fine degli anni ottanta continua a crescere coprendo le principali realtà metropolitane e toccando anche i centri minori. Il 1995 è l’anno dell’acquisto da parte del Gruppo dei negozi RicordiMediaStores (oggi la maggiore catena italiana per la distribuzione di musica e strumenti) con lo sviluppo di una linea di prodotto complementare a quella del libro. Dopo la scissione tra l’attività editoriale e la rete di vendita al dettaglio con la nascita di due società distinte (Feltrinelli Editore e Librerie Feltrinelli), inizia col

26 retail&food - novembre 2009

retail&food - novembre 2009 27

Caos Musei LA SITUAZIONE DI ALCUNE CONCESSIONI MUSEALI Scadenza Bookshop BACOLI (NA) BOLOGNA CASERTA ERCOLANO (NA) FIRENZE MANTOVA MILANO MILANO NAPOLI NAPOLI NAPOLI NAPOLI NAPOLI NAPOLI POMPEI (NA) RAVENNA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA TIVOLI (RM) TORINO URBINO

54

MUSEO ARCHEOLOGICO DEI CAMPI FLEGREI: CASTELLO DI BAIA PINACOTECA NAZIONALE REGGIA E PARCO SCAVI GALLERIA UFFIZI E CORRIDOIO VASARIANO - LOGGIA DEI LANZI MUSEO DI PALAZZO DUCALE CENACOLO VINCIANO PINACOTECA BRERA CASTEL SANT'ELMO MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE MUSEO DI CAPODIMONTE MUSEO DI SAN MARTINO MUSEO DUCA DI MARTINA PALAZZO REALE SCAVI MUSEO NAZIONALE BIBLIOTECA NAZIONALE CENTRALE "V. EMANUELE II" GALLERIA BORGHESE GALLERIA D'ARTE ANTICA: PALAZZO BARBERINI GALLERIA SPADA MUSEO NAZIONALE DEL PALAZZO DI VENEZIA SCAVI DI OSTIA ANTICA E MUSEO OSTIENSE VITTORIANO - MONUMENTO A VITTORIO EMANUELE II VILLA D'ESTE MUSEO ANTICHITÀ EGIZIE/GALLERIA SABAUDA GALLERIA NAZIONALE DELLE MARCHE A PALAZZO DUCALE

DIC-06 GIU-08 NOV-07 DIC-08 / DIC-06 MAG-07 MAG-07 DIC-08 DIC-06 DIC-08 DIC-08 DIC-08 MAR-08 DIC-08 SET-07 / GIU-09 GIU-09 GIU-09 GIU-09 GIU-07 APR-09 MAG-07 GEN-07 NOV-08

Scadenza Ristorazione NOV-07 / DIC-09 / MAG-09 / / / / / OTT-08 OTT-08 OTT-08 / GIU-08 / FEB-08 MAG-07 / / / GIU-07 APR-09 GIU-07 / NOV-08

Fonte: Ministero per i beni e le attività culturali

BAR E SHOP a servizio (prorogato) della cultura N

el bel mezzo di un’estate rovente si è animato il dibattito sulle concessioni ai servizi museali, tema cui r&f ha sempre dedicato grande attenzione. Le complesse contingenze con cui vengono concesse, appaltate e coordinate le attività di promozione ristorazione, caffetteria, retail e merchandising nei luoghi di cultura nel nostro Paese hanno raggiunto la ribalta mediatica in pieno agosto, ma probabilmente se ne

discuterà ancora per molto tempo. L’esposto di Confcultura sul caos nella gestione delle concessioni museali, inviato all’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici, ha mobilitato Antitrust e Ministero per i Beni e le Attività culturali, i quali hanno dato segno di voler mettere chiarezza nei quadri normativi vigenti. Eppure negli articoli apparsi sul Sole24Ore durante gli ultimi scampoli d’estate, è apparsa palese la condotta negligente

tenuta dalle autorità competenti nei confronti dei suddetti rinnovi. Che nelle gallerie nazionali la situazione fosse scarsamente regolata per quanto riguarda caffè e bookshop era nota da tempo, anche perché nelle gallerie d’arte vige una certa arbitrarietà nel valutare l’assegnazione dei servizi aggiuntivi. Secondo l’Autorità per la concorrenza e il mercato, la quale ha prontamente risposto alla denun-

cia avanzata da Confcultura, le assegnazioni dovrebbero essere svolte secondo criteri trasparenti «anche in assenza di obblighi di legge che impongano lo svolgimento di gare a evidenza pubblica». Molte concessioni museali, infatti, sono state effettuate tramite proroghe “ad oltranza”, rinnovi taciti o addirittura assegnate a un nuovo soggetto senza effettuare gara (come nel caso del servizio di promozione di una mostra allestita

al museo della Reggia di Caserta). Il caos normativo è scaturito in parte da un continuo stravolgimento delle disposizioni emanate da sopraintendenze regionali, articolazioni territoriali e fondazioni, le quali fanno fatica a districarsi sui tempi di durata del rapporto di concessione, in quanto le direttive sono state cambiate due volte nel giro di tre anni. Ma la poca chiarezza è frutto anche di una commistione tra pubblico e privato nelle

imprese di servizi: l’Antitrust, infatti, ha fatto notare una frequente «presenza di numerosi incroci proprietari tra imprese private e imprese a capitale misto pubblico-privato» che caratterizza l’offerta di tali servizi in Italia. In sostanza la modernizzazione dei musei italiani, non solo a livello estetico-architettonico ma anche funzionale e amministrativo, è venuta allo scoperto e ora ci si attende un’inversione di tendenza,

non solo a parole. Mario Resca è stato tra i primi ad accettare la sfida assumendo la carica di direttore generale per la valorizzazione del patrimonio culturale propostagli dal Ministero dei Beni culturali e delle Attività produttive. L’intento, più volte sottolineato da Resca, è quello di trasformare i musei italiani in luoghi facilmente accessibili, predisposti per il tempo libero a 360 gradi, quindi attraenti non solo per gli stranieri in vacanza ma anche per gli italiani. Lo sforzo è quello di migliorare la gestione e la presenza dei servizi aggiuntivi, e ciò non potrà avvenire a prescindere dall’emanazione di valide linee guida, uniformate su tutto il territorio. Se le nuove direttive non saranno rallentate dall’iter

burocratico, i primi risultati potrebbero vedersi già nei bandi di gara che si presenteranno da qui ai prossimi anni. Tante sono le concessioni per la gestione di ristorazione e bookshop che attendono di essere rinnovate (alcune già scadute da anni), molte delle quali in siti di estrema rilevanza: come ad esempio i caffè a Villa d’Este a Tivoli (scaduta a giugno 2007), alla Galleria degli Uffizi e Corridoio Vasariano di Firenze (terminata a maggio di quest’anno) e agli Scavi di Pompei (in data giugno 2008). Ma anche le librerie delle gallerie più conosciute gallerie non stanno meglio, la milanese Pinacoteca di Brera, infatti, è in scadenza dal maggio del 2007. Ma ssim o Colz ani

54 retail&food - novembre 2009

retail&food - novembre 2009 55

Dossier aeroporti

60

FIRENZE , felice di essere full cost D

i questi tempi non è facile incontrare operatori economici che professano il credo del prezzo pieno. Negli ultimi anni il vocabolario ha ammesso con favore termini come “outlet”, “low cost”, “fast fashion”, “lusso accessibile”: espressioni diverse per esprimere un solo concetto, l'ampia accessibilità a prodotti o servizi precedentemente riservati a pochi “eletti” (i voli aerei, i capi di alta moda ecc.). Una rivoluzione di senso che ha orientato e sta orientando la strategia di numerose

aziende che, in pieno accordo con i consumatori, offrono la possibilità di essere trendy senza spendere una fortuna, frequentando luoghi “di massa”. In ambito aeroportuale questa tendenza ha portato a sconvolgimenti impensabili sul piano del traffico. I vettori low cost hanno consentito un drastico abbassamento delle tariffe aeree, accompagnato da una moltiplicazione impressionante di rotte, soprattutto sul breve e medio raggio. I terminal capaci di attrarre i vettori “a basso

costo”, in primis Ryanair ed Easyjet, sono schizzati in cima alla classifica degli scali più frequentati, gli altri inseguono questo sogno o, più raramente, sviluppano altri modelli. È questo il caso dell'aeroporto Amerigo Vespucci, gestito da AdF (Fig. 1), la Spa quotata in Borsa, il cui pacchetto di maggioranza è detenuto da Sagat Spa (la società che gestisce l'aeroporto di Torino) tramite Aeroporti Holding Srl che detiene una partecipazione anche in Aeroporto di Bologna Spa. Una società della galassia collegata al

tab. 1

AZIONARIATO ADF 18,12% 13,73% 12,12%

piccole dimensioni, incastonata tra la città, l'innesto autostradale e il piazzale di sosta degli apparecchi. Elementi che male si abbinano al concetto di massa, ma che non hanno impedito uno sviluppo organico negli ultimi anni (Fig. 2). Di questo e di molto altro abbiamo discusso con Guido Vitali, alla testa della direzione commerciale di AdF dal 2004, ma attivo nel mondo del trasporto aereo dalla metà degli anni '80 (vedi Box).

Gruppo Benetton (Fabio Battaggia, a.d. della società, ricopre lo stesso ruolo anche in Grandi Stazioni Spa, società in cui i Benetton sono presenti tramite Edizione Srl). Da dove deriva questa strategia full-cost decisamente controcorrente? Da una serie di fattori: la storica presenza di clientela business (o first) legata alle tante imprese della zona e a un turismo di altissimo livello; il limite infrastrutturale di una pista lunga a sufficienza per far atterrare al massimo un Boeing 737 o un Airbus A319; l'aerostazione di

Aeroporti Holding Srl Meridiana Spa C.C.I.A.A. Firenze SO.G.IM. Spa Mercato Monte dei Paschi di Siena C.C.I.A.A. Prato Comune di Firenze Fondiaria SAI Spa 9,42% 33,4%

4,89% 4,09% 2,05%

2,18%

Second best, retail e food “L'aerostazione è rimasta la stessa di quando si facevano 800.000 passeggeri, in un certo senso possiamo quasi dire che disponiamo di un'aerostazione di risulta”. Con

questa dichiarazione il direttore commerciale del Vespucci non intende mettere le mani avanti ma dare un limite fisico al perimetro delle proprie attività.

“C'è stata una primissima fase nella quale ci siamo preoccupati di inserire nuovi punti retail e di rifare la ristorazione. Nel 2006 siamo stati chiusi per tre mesi per lavori, quin-

60 retail&food - novembre 2009

Fonte aziendale – 30/06/2009

di il primo anno in cui tutte le attività di questa fase sono andate a regime – compresa la pubblicità in gestione diretta e i servizi come l'avvolgi bagagli – è stato il 2007” retail&food - novembre 2009 61

AI FERRY PORTI

A Napoli la metro galleggia

GRIMALDI

74

L

a metro si conferma un mezzo sempre più efficace e sostenibile, anche se al posto dei binari c’è l’acqua. L’iniziativa, “salpata” nel 2001 e portata avanti dal consorzio formato da Snav, Alilauro, Alilauro Gruson e Nlg, sta registrando dati sempre più significativi, sino ad aver decuplicato quest’anno l’affluenza di passeggeri rispetto al 2001. Da 20.000 utenti del primo anno si è arrivati a 200.000 nel 2009, per un totale di un milione e 600mila unità trasportate. Ad aumentare sono stati anche gli scali serviti, che da sei sono divenuti 23 con 11 nuove linee solo nel 2009, e i mezzi impegnati, passati da due a 13.

La “metropolitana del mare” collega i principali porti della Campania, da Napoli e Salerno all’area vesuviana, dal litorale Flegreo alle costiere sorrentina, amalfitana e cilentana. Oltre che funzionale, l’iniziativa si è rivelata anche ecosostenibile: in nove anni si calcola che siano stati risparmiati 570mila spostamenti in automobile per oltre 3.500 tonnellate di CO2 non emesse in atmosfera. Grazie alle ottime performance, il modello di trasporto pubblico campano via acqua è diventato un riferimento per altre realtà costiere europee, tra cui Francia e Spagna. •

Dalla Serenissima il know how per Ravenna

pescaggio di 10,50 metri. L'area adiacente al terminal, di circa 14 ettari, dovrebbe essere urbanizzata in tempi rapidi e ospiterà spazi riservati a uffici, parcheggi, un'area residenziale, aree verdi e hotel. «Trasferiremo il nostro know how e l'esperienza maturata in laguna – ha dichiarato Sandro Trevisanato, presidente della Venezia Terminal Passeggeri – che ci ha portato ad entrare nel novero dei leader mondiali del comparto, anche a Ravenna. Questo sarà uno scalo strategico per tutto il sistema Adriatico, in grado di offrire nel breve termine nuove opportunità turistiche ed economiche catalizzando investitori di calibro internazionale». Ad affiancare la società veneta vi sarà una cordata costituita dall'aeroporto "Guglielmo Marconi " di Bologna, l'agenzia Bassani S.p.A., e Royal Caribbean Cruises Ltd, secondo gruppo crocieristico mondiale che conta quattro milioni di ospiti ogni anno, cinque marchi e 38 navi. •

fa il pieno di finanziamenti

U

n’ondata di denaro è entrata nella stiva del Gruppo Grimaldi, necessaria per pagare la nuova ammiraglia della flotta: la Cruise Europa, realizzata da Fincantieri e presentata lo scorso 16 ottobre ad Ancona (sarà destinata alla Minoan Lines). Il finanziamento di 80 milioni di euro è stato erogato dalla Banca europea, con la motivazione che l’armatore soddisfa i requisiti delle politiche di investimento nelle cosiddette Autostrade del Mare, e si inseri-

sce in un mutuo complessivo di 250 milioni. Questo flusso servirà a cofinanziare i quattro esemplari di Cruise Europa in portafoglio a Grimaldi, del valore complessivo di 580 milioni di euro. I nuovi esemplari di traghetto hanno una capacità di trasporto pari a 2.140 passeggeri e 3.600 metri lineari di carico, mentre sul fronte dell’impatto ambientale permettono un abbattimento del 40% delle emissioni di anidride carbonica rispetto all’utilizzo delle modalità strada-

le e aerea. Proprio per la sua capacità di sviluppo, con nuove rotte di passeggeri inaugurate nel 2009, e di rinnovamento dei propri asset, il Gruppo Grimaldi si è aggiudicato lo scorso settembre la prima edizione dei Lloyd’s List Global Awards per la categoria “Cruise & Ferry”, che lo classificano come migliore realtà mondiale del 2009 tra tutti i diversi operatori del settore crociere e traghetti passeggeri. •

Venezia: boom di passeggeri L

a crocieristica imbarca nuovi passeggeri e non risente del moto ondoso della crisi. Questo è quanto si evince dai dati forniti da Venezia Terminal Passeggeri. Se nel 2008 nello scalo lagunare si sono registrati 1.215.088 crocieristi, per il 2009 si dovrebbe raggiungere la ragguardevole cifra di 1.397.981 unità. Nonostante queste siano ancora delle stime, il dato di crescita previsto toccherebbe quota +15,05% rispetto all'anno precedente. Un trend positivo che riguarda anche il numero globale dei passeggeri: 1.885.208 previsti per la fine 2009 che comporterebbero un +9,6% sul

2008. «Negli ultimi dieci anni - sottolinea il presidente della Venezia Terminal Passeggeri, Sandro Trevisanato - abbiamo quadruplicato il numero dei crocieristi e, secondo le stime di Gpwild, nel 2009 diventeremo il primo homeport (porto di sbarco ed imbarco) del Mar Mediterraneo, davanti a Barcellona, Pireo e Civitavecchia. Un balzo in avanti significativo, che ci vede scalare posizioni anche nella classifica internazionale dei porti crocieristici, dove le previsioni ci attestano a fine anno all'undicesimo posto». Scorporando il dato per individuare la provenienza degli utenti, il 23% è italiano, mentre tra i viaggiatori esteri i più affezionati sono gli spagnoli (21%), seguiti da americani (16%), inglesi (8%), francesi (7%) e tedeschi (6%). •

T

renta milioni di euro e il know how maturato dalla società lagunare Venezia Terminal Passeggeri sono gli elementi necessari per realizzare il nuovo porto crociere di Ravenna. Attualmente la struttura è in fase di costruzione e la fine dei lavori del primo stralcio funzionale è prevista per la primavera 2010. Ubicato sul waterfront di Porto Corsini, il futuro scalo sarà in grado di ospitare le navi più grandi in circolazione. Due dei quattro accosti previsti negli sviluppi potenziali potranno ormeggiare imbarcazioni fino a 350 metri di lunghezza con un

Privatizzazione Toremar: valzer di candidature

I

taca sembra ancora lontana nell’odissea che coinvolge la privatizzazione di Tirrenia e delle quattro società controllate regionali. In attesa che tutto si decida entro la fine dell’anno, almeno in teoria, i rumors si sono concentrati recentemente sulla compagnia toscana Toremar e sui possibili pretendenti.

Tra questi figurerebbero Pascal Lota, patron di Corsica & Sardinia Ferries, l’armatore Vincenzo Morace della Ustica Lines, interessato anche alla Siremar, e il gruppo sudamericano Buquebus, vero e proprio colosso del settore e proprietario di traghetti ultraveloci in grado di viaggiare a oltre 50 nodi.

74 retail&food - novembre 2009

AMATORI, TENGONO I FATTURATI

Estate bollente per il Gruppo Amatori, che ha toccato quota sette milioni di passeggeri per la divisione ferry e 1,5 milioni per quella tour operator. Niente crisi, quindi, per la compagnia, che ha dichiarato di aver confermato i risultati di fatturato del 2008, grazie anche a una serie di agevolazioni tariffarie in entrambi i settori. La società ha anticipato inoltre le proprie strategie per il 2010, annunciando che dovrebbe mantenere inalterati gli orari e le tariffe del 2008 fino alla prossima primavera.

GENOVA, GIÙ LE MANI DAL PORTO!

Lo stadio all’interno del porto non si farà. È stata repentina la reazione dell’autorità portuale del capoluogo ligure in merito alla possibilità di realizzare il nuovo impianto sportivo della Sampdoria (ventilata

Luigi Merlo dal patron Riccardo Garrone) all’interno dell’area del terminal navale. «Penso sia una battuta, ma sul porto non ci sono battute – ha dichiarato Luigi Merlo, presidente dell’Autorità portuale di Genova – questa è la principale industria ligure e il nostro problema è la carenza di spazi. Vorrei che discussioni su altri temi non includessero il porto, anche perché siamo in un mercato globalizzato e il tema è delicato». Merlo si è detto disponibile a lavorare sull’ipotesi di uno stadio nelle adiacenze dell’aeroporto genovese, anche se l’Enac ha già espresso il proprio “parere definitivo negativo” in merito a questa possibilità.

retail&food - novembre 2009 75

a cura di Andrea Penazzi e Fabrizio Patti

Tra pochi giorni a Cannes si terrà l'edizione 2009 di Mapic, la più importante manifestazione europea dedicata a centri commerciali e outlets. È annunciato un calo di presenze ma la qualit dell'offerta resta alta, come testimonia lo speciale realizzato da retail&food.

33

L

a vera differenza tra questo e lo scorso anno sta nelle prospettive: nere per il 2008/09, più rosee per la fine del 2009 e soprattutto per il 2010. A supporto di questa tesi si possono citare sia i dati, tutto sommato positivi, sull’andamento delle vendite nei centri commerciali (vedi articolo di Cncc) sia quelli espressi nell’ultimo Report sul Mercato degli Investimenti Diretti di Immobili Commerciali in Italia, presentato con cadenza semestrale da Jones Lang LaSalle. Da questo si evince, infatti, che gli operatori tornano propositivi dopo una lunga fase di attesa. «Nel mese di giugno – si legge nel Report – abbiamo finalmente visto una ripresa di fiducia da parte degli investitori che hanno deciso di tornare attivi sul mercato, con un numero di transazioni, nel secondo trimestre, in deciso aumento rispetto a quello registrato nei primi tre mesi dell’anno: 23 contro le 13 del primo trimestre». Non trascuriamo, però, che lo stesso rapporto sottolinea come «le transazioni immobiliari dirette di asset commerciali in Italia hanno totalizzato €1,4 miliardi nel primo semestre dell’anno, con una riduzione del 30% rispetto allo stesso

Anticipare il cambiamento

periodo nel 2008, tornando a un livello che si assesta sui volumi registrati nel 2004-2003». In attesa di verificare sul campo l’andamento della rassegna di Cannes, che sarà documentato nell’articolo di Resoconto fiere, R&F ha realizzato uno speciale per presentare e soprattutto per anticipare i migliori contenuti della fiera apportati sia dai promotori e sviluppatori di centri commerciali sia dai retailer. Per farlo abbiamo diviso il lavoro redazionale in due parti: la prima dedicata alle aziende che presenteranno presso i loro stand i progetti futuri legati all’Italia, la seconda caratterizzata dall’apporto dei brand che, quasi tutti sprovvisti di stand, andranno alla ricerca di location appetibili in cui aprire nuovi punti vendita. Entrando nel merito della rassegna, stando alle fonti ufficiali della manifestazione, le aspettative di affluenza si attestano tra i 7.500 e gli 8.000 partecipanti, visitatori ed espositori inclusi principalmente top manager e pubbliche autorità. L’ospite d’onore di quest’anno è la Germania: un mercato di oltre 80 milioni di potenziali consumatori, complesso ma che mostra un apprezzabile ritorno all’investimento.

specialemapic

SPECIALE MAPIC

Dodici mesi fa lo spettro della crisi gettava un’ombra inquietante sulla concreta realizzazione dei progetti e, addirittura, sulla persistenza nel mercato real estate di alcune aziende, soprattutto di quelle legate a doppia mandata ai finanziamenti bancari. Trascorso l’annus horribilis, dove la morsa del credito ha tolto ossigeno a molte iniziative, la prossima fiera del Mapic rappresenta un’occasione importante per dare slancio al settore.

Intervista a Nathalie Depetro, Mapic director Qual è il ruolo del Mapic in questo periodo di crisi? Il Mapic è uno facilitatore di business. La crisi che il settore attraversa rende difficile per retailer e investitori la definizione di un ritorno su investimento sicuro. MAPIC permette loro di individuare le location più adatte a garantire uno sviluppo proficuo. La Community online di Mapic fornisce con anticipo rispetto all’evento le informazioni dettagliate sui futuri progetti, e dà diretto accesso alle mail personali e ai numeri di telefono dei professionisti registrati, in modo da aiutare i partecipanti a gettare le basi per un efficace azione di networking in loco con gli attori che presentano progetti di qualità. Mapic permette inoltre di ampliare l’area geografica di azione, approfondendo le proposte provenienti dai nuovi mercati emergenti come Sud America e Nord Africa. Quali sono i temi più importanti che saranno trattati durante la fiera? Affronteremo diversi argomenti, come i principali cambiamenti che stanno coinvolgendo il settore del retail real estate, gli assi di sviluppo più adatti per far fronte a queste evoluzioni, il reale impatto della crisi economica sul comportamento del consumatore e sulle azioni dei retailer. Attraverso questi approfondimenti i partecipanti del Mapic potranno meglio interpretare le nuove priorità dell’industria e a trarre il massimo beneficio dal contesto in cambiamento.

retail&food - novembre 2009

In primo piano

L’exit strategy dalla crisi inizia dal Mapic

33

retail&food - novembre 2009 3


r&f News MULTI DEVELOPMENT CONQUISTA PALERMO

Considerata sino a poco tempo fa una terra irraggiungibile per gli operatori di shopping center, anche la Sicilia cede al fascino delle cittadine dello shopping. Questo mese verrà inaugurato un complesso retail & leisure di 65.000 metri quadrati collocato nei pressi del capoluogo regionale, località Roccella. Il progetto di Forum Palermo, in portafoglio a Multi Development, prevede un'offerta articolata in un ipermercato a insegna Ipercoop di 13.100 mq, sette ancore di medio/grandi dimensioni (Mediaworld, H&M, Cisalfa, Scarpe & Scarpe, Piazza Italia, Conbipel, New Yorker), 117 negozi, bar e ristoranti La food court interna si estenderà su 2.000 mq. Un ulteriore valore aggiunto dell’iniziativa è la presenza di un cinema multischermo su due piani, un’ancora esterna Fai-da-te & Brico da 9.150 mq e la riqualificazione di due strutture storiche (i Bagli), una delle quali ospiterà altre unità di ristorazione e negozi artigianali. Il progetto è stato realizzato da T+T Design.

TRIS DI APERTURE PER TOSCA BLU

Sono tre, ma presto potrebbero diventare quattro, le nuove aperture italiane del brand di pelletteria Tosca Blu. Le aree coinvolte sono Napoli, Bergamo e la sua provincia, dove è stato inaugurato un punto vendita presso l’Antegnate Shopping Center. Quest’ultimo presenta una superficie espositiva di 150 metri quadri e commercializza borse, accessori e calzature. Il poker di nuovi store potrebbe completarsi all’interno del quadrilatero della moda a Milano, dove già è presente lo showroom dell’azienda.

Presentata la nuova reggia dello shopping

L

’alta moda a prezzo scontato arriva in Campania con il quinto Foc realizzato da McArthurGlen in Italia. Recentemente è stato presentato il progetto di La Reggia Designer Outlet, che sarà inaugurato a Marcianise, in provincia di Caserta, il prossimo 18 febbraio. L’apertura del complesso sarà completata in due momenti distinti: a inizio 2010 sarà portata a termine la prima fase, che prevede una Gla aperta al pubblico di 17.500 metri quadrati con circa 100 negozi, oltre a servizi bar e ristoranti. Nella seconda fase, invece, la superficie commerciale sarà ampliata a 26.000 mq per oltre 140 punti vendita, cinque aree di ristoro e 2.500 posti auto. Il raggiungimento dei target prefissati, circa tre milioni di visitatori nel primo anno e oltre 70 milioni di euro di fatturato nel medesimo arco di tempo, è reso possibile dall’importanza strategica dell’area geografica in cui è inserita questa cittadina dello shopping.

La Reggia Designer Outlet potrà contare, infatti, su un bacino di utenza stimato in cinque milioni di abitanti, quanti popolano la zona di Napoli e Caserta, a cui si aggiunge la variabile dei flussi turistici, quantificati intorno alle 21 milioni di unità ogni anno. Nel maxi investimento da 120 milioni di euro in regime di project financing è compreso un ulteriore valore aggiunto, che testimonia l’attenzione di McArthurGlen sul fronte dell’impatto ambientale. All’interno del Foc sarà inserito, infatti, un imponente impianto di pannelli fotovoltaici esteso su 2.500 mq e in grado di produrre il 30% del fabbisogno elettrico del centro, pari a 268.200 kWh, che consentirà di tagliare l’emissione di CO2 di circa 480.000 kg ogni anno. Il nuovo Foc avrà una ricaduta positiva per il territorio anche in termini occupazionali, in quanto creerà circa 600 posti di lavoro. •

A cena da De Benedetti

È

molto di più di una semplice idea ma ancora non è stato formalizzato il nome del marchio. Il Gruppo Cir di Rodolfo De Benedetti si appresta a lanciare sul mercato estero una vera e propria catena che esporti la tradizione e la qualità della cucina italiana a prezzi contenuti per il cliente finale. L’iniziativa dovrebbe partire in modo graduale con un investimento non superiore a qualche milione di euro, necessario per aprire il primo ristorante da 100-150 coperti che dovrebbe sorgere nei primi mesi del 2010 a Monaco di Baviera. Una vera e propria start-up che avrà come protagonista Mark Korzilius, amministratore delegato della nuova società e imprenditore tedesco che, durante la sua esperienza, ha già avviato un’altra catena di ristorazione in stile italiano. I locali avranno la caratteristica del “fast casual”, una via di mezzo tra il fast food e i veri e propri ristoranti, con formula self-service o con servizio al tavolo limitato. Gestione e proprietà saranno dirette, non è previsto infatti il ricorso al franchising. •

Rodolfo De Benedetti

Dal 20 ottobre ci siamo trasferiti in una nuova sede: Gesto Editore: viale Coni Zugna, 71 - 20144 - Milano tel +39 02 3451230 - fax +39 02 3451231 - www.gestoeditore.it 4 retail&food - novembre 2009



r&f News BOLLICINE SULLA BUSINESS DI EUROFLY

Da ottobre e fino al marzo 2010 lo spumante “Cuvée Imperiale Max Rosé” viene servito sulle business class dei voli Eurofly con destinazione Mombasa, Zanzibar, Dakar, Male, Mauritius, Seychelles e Colombo. La compagnia aerea del Gruppo Meridiana ha infatti stretto un apposi-

In Oriente espansione per le borse di BRACCIALINI…

L to accordo con la casa vinicola Guido Berlucchi. Un simile contratto è stato siglato con il prestigioso marchio vinicolo fiorentino Marchesi De Frescobaldi. Entrambe le mosse puntano ad alzare il livello qualitativo dei servizi a bordo.

PRADA ATTERRA A SEUL

Prosegue la campagna di espansione in Asia del marchio Prada. La griffe di alta moda ha aperto un monomarca a Seul presso il centro commerciale Shinsegae. Lo store occupa una superficie di 270 metri quadrati su un unico livello ed è stato progettato dall’architetto Roberto Baciocchi. Di particolare impatto è la facciata esterna, rivestita da una tenda luminosa che incornicia i due ingressi, mentre l’area di vendita si articola in due sale poligonali che ospitano le linee femminili di abbigliamento, borse, accessori e calzature, più quelle maschili di accessori e destinate al viaggio.

6 retail&food - novembre 2009

…e per le spazzole di ACCA KAPPA

R

’azienda fiorentina di pelletteria Braccialini ha varato un piano di aperture che la porterà a sbarcare con dei flagship store a Beirut e in India nel 2010. Per il marchio Gherardini – etichetta gestita da Dadorosa, società acquisita nel 2007 – l’espansione si dirigerà invece in Arabia Saudita e in Cina. La società questo mese trasferisce inoltre il proprio quartier generale in uno “stabilimento-giardino” all’avanguardia di 10mila metri quadrati, ispirato ai principi del feng shui. Nuovi anche i magazzini semi-automatici, realizzati con la facoltà di Ingegneria dell’Università di Firenze. •

innovati gli accordi con le compagnie aeree Alitalia e Cathay Pacific per i set di cortesia destinati ai viaggiatori in business class, Acca Kappa punta sull’apertura di nuovi negozi monomarca, soprattutto nel Medio Oriente. L’azienda trevigiana, giunta a 140 anni di storia, ha sei negozi flagship nel mondo: tre a Kuala Lumpur, e uno ciascuno a Las Vegas, San Paolo e Manila. Nei piani della società c’è anche l’espansione della presenza nei department store e nelle profumerie nel mondo e l’entrata nel canale delle farmacie con una nuova spazzola per donna da borsetta. •

Elisa Gera

Stock option BUY

Diego Della Valle Per il patron di Tod's il lusso è pronto alla ripresa. Lo testimoniano le recenti acquisizioni del 2,6% di Safilo e dell'8% di Saks Fifth Avenue. Se i fatti contano più delle parole... dobbiamo crederci.

NEUTRAL

Fabio Roversi Monaco Il presidente di Bolognafiere lamenta finanziamenti governativi verso alcune fiere a discapito di altre, tra cui la sua. Da almeno dieci anni e con l'evidente effetto di distorcere la concorrenza. Dimentica però di citare nomi e cifre. Peccato.

Aeroporti di Puglia A inizio ottobre la società che gestisce gli aeroporti pugliesi ha firmato con Enac i contratti di programma per gli scali di Bari e Brindisi. I contratti svilupperanno investimenti par 121 milioni a Brindisi e 103 milioni a Bari.

Shop Project La manifestazione dedicata all'allestimento negozi, merchandising e progettisti doveva far parte integrante di Host, presso Fieramilano. Improvvisamente tutto salta, per studiare un nuovo e diverso posizionamento. Poche idee, pochi espositori o poco coraggio?

Burger King Inaugurato ad Aversa (Ce) il 57° ristorante italiano di Burger King, un bel traguardo per la casa statunitense che più volte ha annunciato di puntare sull'Italia. Anche in questo caso è stata scelta la formula del franchising.

Adr Il giudizio resta neutral verso la società di gestione degli scali aeroportuali romani. I piani di investimento per i prossimi dieci anni prevedono una cifra di oltre tre miliardi, da ottenere grazie all'aumento delle tariffe. Stiamo a vedere.

SELL

Stefanel I conti non tornano in casa Stefanal. Il primo semestre 2009 ha visto in calo i ricavi netti e in negativo l'ebitda (-12,2 milioni di euro). Una situazione non facile, ma Giuseppe Stefanel si attende una ripresa lenta già nei prossimi mesi. Staremo a vedere. Altero Matteoli Il ministro delle Infrastrutture non sopporta i monopoli. Un caso su tutti? Alitalia-AirOne controllano il 98% degli slot tra Fiumicino e Linate, uno scandalo. Peccato che lo stesso Matteoli un anno fa in Consiglio dei ministri votò il piano a favore del salvataggio Alitalia, con tanto di sospensione antitrust. Alta Velocità Quanto costa realizzare l'Alta Velocità ferroviaria in Italia? Molto secondo le previsioni, tantissimo, troppo, secondo i primi dati ufficiali raccontati da un'inchiesta di Presadiretta (Rai3). I fondi ora scarseggiano, per questo il restyling delle stazioni ritarda?


ROADHOUSE GRILL, mica noccioline

A

fine settembre a Corsico, alle porte di Milano, è stato inaugurato il 17esimo ristorante a livello nazionale e il sesto nei dintorni del capoluogo lombardo della catena Roadhouse Grill, importata in Italia nel 2001 dal Gruppo Cremonini prendendo a modello una rete di steakhouse texana. Lo sviluppo non si fermerà qui, perché quattro aperture sono prossime (a Vicenza, Bologna San

Lazzaro, Modena e Segrate) e altre tre sono in programma. L’obiettivo, spiega la responsabile delle relazioni esterne del gruppo, Claudia Cremonini, è di arrivare in due anni a 40-50 ristoranti, per poi uscire dai confini e puntare su Francia e Germania. Tra un anno, intanto, partiranno i primi franchising per questi locali. Con una media di 100mila clienti all’anno, un punto vendita come quello di Corsico (circa 200 coper-

Claudia Cremonini ti per poco meno di 600 metri quadrati) ha ricavi pari a due milioni di euro, dato che lo scontrino medio è di 18-21 euro. Nel 2008 la crescita di fatturato della catena, comprensiva però delle nuove aperture, è stata del 30% rispetto all’anno precedente, a quota 23 milioni di euro. Anche sulla base di questi risultati il gruppo, che è uscito dalla Borsa tranne che con la società Marr, ha annunciato che, quando tornerà in Piazza Affari, lo farà solo con la divisione ristorazione. Che da Cenerentola di un gruppo da oltre due miliardi di euro, ha toccato quest’anno i 600 milioni di fatturato. •

Si “scontatutto” anche alle terme e al museo

S

i estende a grandi ritmi la rete della carta sconti del Circuito

Scontatutto. La società G Italia, che ha creato il sistema, ha annun-

ciato l’allargamento della tipologia di esercizi convenzionati. Ai ristoranti e alle trattorie si sono aggiunte le terme e i musei, grazie alle convenzioni siglate con Federterme, alcuni musei civici e privati, le associazioni Strade e Città del Vino ma anche con catene di ristorazione commerciale come MyChef. Con i nuovi accordi gli esercizi aderenti al circuito passano da 300 a 600 e la previsione è di arrivare a mille in breve tempo. La società, nata un anno fa, conta 12mila tessere attive e ha l’obiettivo di toccare quota 200mila entro Natale. La carta Scontatutto costa 10 euro e dà diritto a uno sconto sui pasti del 10% dal lunedì al giovedì e del 5% dal venerdì alla domenica. Ai punti vendita aderenti, spiega Alessandro Madiani, responsabile sviluppo di G, si garantisce la rintracciabilità attraverso i servizi del motore di ricerca Goowic. Questo permette, anche in mobilità, di effettuare ricerche localizzate. Per ora le applicazioni sono disponibili su iPhone e a breve lo saranno sulle altre piattaforme. •

Un container a temporary

D

epositato nella centralissima via della Moscova, a Milano, il container adibito a temporary shop ha attirato numerosi curiosi. Una formula interessante, anche per location on the move.

retail&food - novembre 2009 7


r&f News EXPO, IL CATERING VALE 50 MILIONI

Potrebbe ammontare a 50 milioni di euro il giro d’affari per la fornitura di catering durante gli eventi previsti per l’Expo 2015. Lo riporta Il Sole 24 Ore. La torta dovrebbe essere divisa tra non più di cinque-sei aziende, le uniche strutturate per gestire i grandi flussi previsti, stimati in circa quattro milioni di persone. I servizi di ristorazione darebbero lavoro a circa 20mila addetti. La Angem, l’associazione che rappresenta le aziende del comparto, ha criticato i sistemi al ribasso esistenti negli appalti pubblici e ha annunciato la volontà di partecipare a tre tavoli per l’Expo sui temi della ricettività, servizi alle imprese e ricerca alimentare, per far valere il proprio punto di vista.

AUTOSTRADE, RIPRESINA NONOSTANTE IL TONFO DEI CAMION

I dati diffusi da Autostrade per l’Italia riferiti al terzo trimestre del 2009 hanno mostrato un aumento del traffico del 2,4% rispetto allo stesso periodo del 2008. I passaggi dei veicoli leggeri, in particolare, hanno registrato una crescita del 4,5%, mentre per i camion la discesa (che si è aggravata rispetto ai mesi precedenti) è stata del 5,5 per cento. L’amministratore delegato di Atlantia, Giovanni Castellucci, ha parlato di un miglioramento «sostanziale». Dall’inizio dell’anno a settembre l’andamento del traffico è in contrazione dello 0,8%, ma la cifra è migliore del calo dell’1,6% registrato da gennaio ad agosto.

8 retail&food - novembre 2009

Detto fatto, PODESTÀ azzera il board di PEDEMONTANA

I

l primo di ottobre un comunicato della Provincia di Milano ha fatto sapere che «il cda dell’Autostrada Pedemontana è decaduto in seguito Guido Podestà alle dimissioni della maggioranza dei suoi componenti». Al momento della stampa di questo numero non era ancora stato nominato il nuovo board.

Come ricordato dal Sole 24 Ore, ad agosto Guido Podestà, neopresidente della Provincia, aveva anticipato che ci sarebbe potuto essere un avvicendamento dei vertici di Pedemontana e di singoli consiglieri di Serravalle. L’operazione potrebbe portare a un ruolo più centrale di Intesa Sanpaolo nel board. Podestà ad agosto aveva infatti sottolineato come immaginasse in modo integrato le quote di Provincia e Intesa Sanpaolo e come la strada per i due soggetti fosse quella di «valorizzare le proprie partecipazioni incrociate». •

Per le Librerie.Coop aperture e conti ancora in rosso

P

er i prossimi sei mesi Librerie.Coop sta prepa-

rando cinque nuove aperture che porteranno la catena a 25 punti vendita. Lo scopo è quello di costituire il quarto polo delle librerie italiane, dopo Mondadori (223 negozi), Giunti-Emmelibi (180) e Feltrinelli (98). Tra le inaugurazioni previste ci sono due punti a Milano e provincia: nel centro commerciale Bonola e in quello di Carugate. L’obiettivo della compagnia, ha spiegato a “Il Mondo” il presidente della società Domenico Pellicanò, è di aprire tra i cinque e i sette punti vendita all’anno. Nel 2008 Librerie.Coop ha avuto ricavi per 13 milioni e perdite per 1,5 milioni, causate soprattutto dagli investimenti. Il break even point, previsto per il 2012, potrebbe slittare a causa delle nuove aperture messe in conto. •


FASHION DISTRICT, la corsa degli outlet

Bologna fa boom e ringrazia Ryanair

A

settembre i passeggeri dell’aeroporto Marconi di Bologna sono cresciuti del 20,1% rispetto allo stesso

mese del 2008, arrivando a quota 472.515. Ad aumentare sono stati soprattutto i voli nazionali (147.957, +33,4%), anche se rimangono di più quelli internazionali (324.558, +14,9%). Le destinazioni che hanno registrato i maggiori incrementi di traffico sono state Catania (che è anche la meta più raggiunta), Bari, Madrid, Lamezia, Napoli e Dublino. Nei primi nove mesi del 2009 i passeggeri sono stati 3,64 milioni, con un incremento del 9,3% sullo stesso periodo del 2008. Dalla scorsa primavera lo scalo bolognese è diventato una base operativa di Ryanair, che ha portato i propri collegamenti da sei a 19.

P

rosegue inarrestabile la corsa degli outlet e Fashion District si conferma tra i protagonisti di questo successo. I tre complessi in forza all’azienda italiana hanno registrato anche nel terzo trimestre dell’anno una forte crescita, con aumenti a due cifre. Salgono i dati di tutti gli asset sia nel volume d’affari che nel numero dei visitatori, che ha raggiunto il dato record di 8.046.504 unità totali. In particolare il Mantova

Outlet ha registrato un incremento di fatturato del 13,5% rispetto allo stesso periodo del 2008, mentre sul fronte visitatori il dato è +10,5% rispetto al 2008. Nel complesso di Valmontone le performance sono state rispettivamente del +10,1% e del +15,6%. Per quanto riguarda la struttura di Molfetta, l’incremento ammonta al 17,5% e al 13,7%. Quest’ultimo si è giovato anche del Parco divertimenti Miragica che si trova a fianco dell’outlet. •

retail&food - novembre 2009 9


r&f News AL CAROSELLO, TUTTO UN ALTRO SAPORE

Dopo l’apertura del secondo store italiano di Apple, evento che lo ha portato alla ribalta della cronaca internazionale, il centro commerciale Carosello di Carugate (Mi) amplia l’offerta gastronomica con una nuova area dedicata esclusivamente alla ristora-

zione. Presso La Corte del Gusto, inaugurata lo scorso 29 ottobre e progettata dalla società Eurocommercial Properties, i visitatori dello shopping center possono degustare un mix di sapori: dai piatti nostrani a quelli internazionali, sino agli spuntini, cocktail e gelati. Nel dettaglio, il numero dei ristoranti è passato da tre a 13 e le insegne coinvolte sono McDonald’s, Kikko Sushi, Rosso Pomodoro, Arabian kebab, Old Wild West, Qualcosa di Buono, De Santis Panini, Qui Pizza, Lombardini Piadina&Pesce, La Bottega del Caffè, Autogrill ed È arrivato Paolino. Per progettare La Corte del Gusto, Ecp si è ispirata a canoni architettonici legati al concetto di Style Food, un modo innovativo di progettare le food court che coinvolge e fonde tra loro elementi come il fashion food, il food design e i food event.

10 retail&food - novembre 2009

Quale destino per MYAIR?

S

punta un nome albanese intenzionato a rilevare il vettore low cost Myair, fermo da luglio in seguito alla sospensione della licenza di operatore aereo. Il nuovo pretendente è il gruppo Kralj-Star Airways che, secondo quando comunica in una nota la stessa Myair, «possiede i requisiti e la consistenza economico-patrimoniale per fare fronte agli impegni assunti tanto nei confronti dell’Azienda quanto nei confronti del personale potendo garantire in tempi brevissimi il rilancio di Myair ed il mantenimento dei livelli occupazionali». La somma con cui potrebbe andare a buon fine questa operazione, che salverebbe la compagnia vicentina dall’istanza di fallimento, è di 22,5 milioni di euro e 200.000 euro mensili per l’affitto del ramo di azienda. Sino a qua tutto sembrerebbe in regola, se non che il piccolo vettore albanese, da quanto risulta, opera con un unico vettore biturbina Embraer Emb-110 del 1981 già impiegato dalla Ada Air. Quali sono, dunque, le reali prospettive per Myair? Mentre le idee volano, gli aerei restano a terra. •

Igd in prima fila sull’autostrada

P

articolarmente appetibile per la posizione geografica a ridosso dell’autostrada A14, dopo pochi mesi dall’apertura (4 giugno 2009 – vedi “Taglio nastro” r&f, ottobre 2009) il centro commerciale Le Maioliche di Faenza è stato acquistato da Igd. Nello specifico, la società di investimento ha rilevato da Coop Adriatica il 100% delle quote di Faenza Sviluppo Srl, proprietaria del complesso retail. Lo shopping cen-

ter romagnolo, il cui valore stimato è di 81,7 milioni di euro, ha un’estensione complessiva di quasi 32.000 metri quadrati di Gla (Superficie lorda affittabile) ed è composto di un’ancora alimentare Ipercoop da 9.300 mq di Gla, 41 negozi di vicinato e cinque medie superfici interne. Altri tre store di medio/grandi dimensioni e di forte richiamo sono collocati all’esterno della struttura principale. •



r&f News Un futuro da duty free

Servizi e fantasia per le aree di sosta

C

onnettersi a internet con il wi-fi su un tavolino all’aperto, dopo aver pranzato in un ristorante di cucina regionale e aver fatto acquisti in una delle numerose boutique dei paraggi. Potrebbe essere questa a breve l’immagine tipica di una sosta in un’area di ristoro autostradale: meno anonima e più simile, per struttura e offerta, agli spazi dei duty free e delle moderne stazioni ferroviarie. Questa, almeno, è la linea di tendenza che si sta sviluppando in Europa in anni recenti, descritta dallo studio “Modelli di affidamento dei servizi di ristoro sulle reti autostradali europee” di Confimprese in collaborazione con il Cesit - Università di Napoli. Francia, Regno Unito e Spagna, pur partiti in ritardo rispetto all’Italia, hanno saputo cogliere meglio le nuove esigenze dei clienti e hanno trasformato l’area di servizio da un non-luogo a un posto in cui è piacevole intrattenersi. Spiega Marcello Martinez, ricercatore del Cesit e ordinario di Organizzazione aziendale presso la Seconda Università di Napoli: «Le linee di innovazione sono innanzitutto negli edifici. Nei casi più interessanti le aree sono organizzate come villaggi: ci sono più spazi per 12 retail&food - novembre 2009

i bambini, più verde, connessioni wi-fi, sale riunioni, uffici del turismo locale, tavolini all’aperto. La combinazione, ovviamente, può variare a seconda dei casi». Non meno importante degli edifici è l’offerta di ristoranti e negozi: «È articolata – continua Martinez -: in una stessa area ci possono essere il McDonald’s, il ristorante in cui sedersi, uno free flow e uno di cucina regionale. In più ci sono punti vendita con merci particolari: dalle boulangerie a negozi che esistono anche fuori dalle aree di ristoro. Le persone riconoscono i marchi e possono scegliere». Non c’è da meravigliarsi, allora, se in Inghilterra si sia arrivati a progetta-

re un’area, tra le più redditizie d’Europa, destinata anche alla clientela della città vicina. Un fatto non trascurabile è che in questi paesi operano secondo questi principi, e sono apprezzati, operatori italiani come Autogrill. Il motivo, è la tesi dei ricercatori, va ricercato allora nei modelli di concessione. All’estero si sono rinnovate le procedure concorsuali applicate dalle società autostradali: in Francia si ricorre al dialogo competitivo e nel Regno Unito al Sale Based Rent Settlement. Entrambi offrono maggiori possibilità di collaborazione tra affidatari delle aree e concessionario in modo da migliorare il progetto e individuare

realistici obiettivi di sostenibilità economica della gestione. In Italia si è introdotto invece un modello di comparazione delle offerte più rigido e burocratico che, se garantisce la trasparenza, ha indotto una corsa al rialzo (“anche del 50-60% della base d’asta”) di canoni e royalties da corrispondere alle società autostradali. Un sistema che spinge verso proposte gestionali più attente al contenimento dei costi e meno alla sperimentazione e differenziazione delle strutture e dei servizi. Eppure anche in Italia la direzione indicata dai clienti è la stessa che in Europa. Come spiega Massimo Candini, consigliere di Confimprese, «una ricerca effettuata nel 2007-2008 con Anas, pur mostrando dei livelli di soddisfazione elevati da parte degli utenti italiani delle aree di ristoro, ha fatto emergere come tra le cose che si vorrebbero ci sono maggiori aree per i parcheggi, più verde, più tavolini all’aperto e una molteplicità di servizi. Si aspettano, cioè aree di sosta più piacevoli e F. P. funzionali.



r&f News The Bridge rinnova stile e negozi

L

’azienda di Scandicci (Fi) The Bridge, storico produttore di articoli in cuoio toscano, si appresta a rinnovare il marchio per avvicinarsi a un pubblico più giovanile, senza smarrire la propria identità. Un’ulteriore sfida riguarda la distribuzione e per vincerla ha intenzione di ridurre la rete di negozi da 760 a 600, facendo ricorso alle formule franchising, shop in shop e corner attrezzati. «Il canale pelletteria non ci può bastare – illustra il nuovo direttore generale della società, Giuseppe Monserrato – il pubblico va seguito dove fa i suoi acquisti di moda, cioè nei fashion store, nei negozi di abbigliamento e negli outlet. Inoltre vogliamo ampliare il numero dei punti vendita monomarca che sono 16 aprendo presto un flagship store a Milano. Anche all’estero stiamo sviluppando la rete distributiva. Siamo molto presenti in Europa, ma troppo poco in Usa, Sudamerica e Asia». •

A Villesse Ikea non è più sola

I

kea aprirà anche in Italia un centro commerciale non

monomarca. Il negozio, inaugurato il 21 ottobre a Villesse (Gorizia), sarà la base per uno shopping center che ospiterà altre insegne. La multinazionale svedese ha però spiegato a R&F che l’arrivo degli altri negozi è previsto solo per la fine del 2011. Al momento, quindi, non ci sono altri dettagli sul progetto, che sfrutterà la posizione strategica di confluenza di tre province del Friuli Venezia Giulia e della Slovenia, grazie alla nuova viabilità diretta su Lubiana. Il progetto è interamente seguito da Inter Ikea Centre Group, società del gruppo Ikea, che gestisce già 22 shopping center in sette paesi e sta curando la realizzazione di altri 12.

14 retail&food - novembre 2009

Per Autostrade in arrivo 500 milioni

I

n arrivo ad Autostrade per l’Italia un maxi finanziamento da 500 milioni di euro dalla Banca europea. L’accordo tra l’ente centrale e la Cassa depositi e prestiti Spa è stato firmato per sostenere gli investimenti necessari all’ampliamento della Firenze-Bologna dell’A1. In particolare queste opere comporteranno un esborso stimato in tre miliardi di euro e riguardano il potenziamento di due tratte appenniniche che rientrano nel Corridoio1 dei cosiddetti TENs (transeuropean networks). Proprio l’interesse internazionale di tale intervento ha permesso lo sbloccarsi dei fondi europei. Ma a fronte di questo impegno economico di Autostrade per l’Italia la domanda che sorge spontanea è: saranno previsti ulteriori aumenti nelle tariffe per gli automobilisti? •



r&f News finanziarie dalle borse mondiali Mariella Burani all’attacco Il gruppo, dopo alcuni mesi di indecisione, ha ora imboccato con energia la strada della ristrutturazione. Non solo ha venduto al fondo Opera la GFM Industria e ha messo sul mercato altri asset non strategici, ma ha anche dato via libera al ripianamento delle perdite pregresse per 83,5 milioni di euro e messo in cantiere un aumento di capitale per 100 milioni. La società inoltre, il cui titolo è attualmente sospeso, chiederà il passaggio dal segmento Star allo Standard, tornando così nel recinto.

Stefanel si concentra Stefanel ha concluso la vendita di Hallhuber Gmbh al fondo Change Capital per 25 milioni di euro, conseguendo una plusvalenza di nove milioni. La società ceduta ha fatturato nel 2008 58 milioni di euro e ha avuto un utile netto di 1,7 milioni, gestendo 93 punti vendita in Germania, Austria e Olanda. Nel frattempo diventano sempre più circostanziate le voci che danno per vendibile anche Nuance. La strategia del disimpegno (“per concentrarsi sul riposizionamento del brand nel segmento del simple luxury”, dice Giuseppe Stefanel) comunque giova all’andamento del titolo, che nel mese si è apprezzato del 10%.

Damiani accelera in Ferrari Colpo grosso, l’ennesimo, per Luca Montezemolo: la Ferrari ha concluso un accordo con Damiani per la realizzazione di gioielli e accessori di lusso con il marchio di Maranello. La collaborazione, di durata triennale, prevede che le preziose creazioni vengano poi commercializzate nei negozi Rocca e nei Ferrari Store. Il titolo Damiani, nonostante un sensibile calo delle performance, si è ripreso bene in borsa, dove segna in incremento del 36% dall’inizio dell’anno.

Nike torna a correre Il primo produttore al mondo di abbigliamento sportivo ha riportato in positivo la propria situazione. Gli utili netti sono tornati a crescere e a fine agosto hanno raggiunto i 513 milioni contro i 510,5 milioni dello stesso periodo dello scorso anno. Per quanto riguarda le azioni, i principali analisti hanno confermato il giudizio “hold” o si sono spinti anche verso il buy. L'azione sui conti della società, con una sensibile riduzione dei costi, abbinata ad alcune prudenti stime di riprese di ordini e consumi, lascia ben sperare chi guarda verso Nike.

McDonald’s come Babbo Natale Ha annunciato un utile al terzo trimestre di 600 milioni di dollari, mettendo in pagamento una cedola anticipata di 0,55 cent per azione, il 10% in più dell’anno scorso. Il colosso dell’hamburger, forte dei suoi 32.000 negozi nel mondo di cui l’80% di proprietà, sta realizzando diverse innovazioni, sia a livello di prodotto, con maggiori aperture alle particolarità locali (in Italia: il panino ciociaro, che però pare abbia suscitato molte critiche nella regione laziale), sia a livello di concept, con una decisa accelerazione del format drive-in.

Nomura: bene Adidas e Luxottica Bulgari è ottimista Francesco Trapani, amministratore delegato del gruppo Bulgari, guarda al futuro con rinnovato ottimismo, confortato dai risultati delle vendite, decisamente migliorate negli ultimi mesi. Intanto gli analisti di Banca Akros hanno rivisto la stima del prezzo obiettivo per le azioni della maison, fissato a 6,50 euro per azione rispetto ai 4,80 precedenti. A trainare i recenti risultati positivi sarebbero soprattutto i mercati asiatici e quelli mediorientali.

16 retail&food - novembre 2009

Gli analisti di Nomura sono tornati a guardare al comparto del lusso con favore, il giudizio è passato da bearish a neutral. La valutazione non è una apertura senza condizione, ma presuppone che se i consumi riprenderanno nel 2010, il settore del lusso ne beneficerà consistentemente. In particolare sono state valutate positivamente le performance di Adidas (da reduce a buy) e di Luxottica (da reduce a neutral). Per Burberry è stato confermato il buy, così come per Ppr. Il miglior brand del momento, secondo Nomura, è Louis Vuitton che dispone di un managament molto forte.


Indice retail&food2009

88,1 127,1 123,4 122,9 136,1 136,2 149,7 123,6 141,1

òò

Francia

44,77

71,63

160,0

Italia Nyse Francia Nyse Xetra Italia Italia Xetra Nyse Italia

10,16 39,47 46,60 33,78 13,45 0,60 0,30 86,00 17,58 30,09

sospeso 42,93 89,25 50,94 19,29 0,60 0,40 156,22 27,09 49,99

24,6 108,8 191,5 150,8 143,4 100,0 133,3 181,7 154,1 166,1

23,68 286.910

100,4 151,1 138,4 121.68 126,0

ò òòòò òò

ò

ò ò

ò

ò

òò ò

ò ò

ò

100,00 100,00 100,00 19,46 227.683

ò

0,59 34,43 7,53 5,43 1,13 5,94 21,55 38,73 17,88

ò

òòòòò

FTSEMIB MSCI ALL COUNTRY

0,67 27,09 6,10 4,42 0,83 4,36 14,40 31,33 12,67

ò

ò ò ò ò

INDICE RETAIL&F00D

Italia Xetra Italia Italia Italia Italia Xetra Xetra Italia

ò ò

ò ò

INDICE FOOD INDICE RETAIL

160,3 65,0 106,2 185,7 127,8 83,6 117,3 95,4 99,3

ò ò

Omega, Longines, Tissot Valentina, Elsa Ferretti, Paloma Picasso Hogan, Fay

8,61 11,82 22,26 16,71 3,54 38,68 16,08 13,81 23,26

ò ò ò ò

Puma, Fnac, Gucci, Redcats, Conforama Polo LR, RL Watches Vacheron Constantin, Cartier, Dunhill

5,37 18,18 20,96 9,00 2,77 46,26 13,71 14,47 23,43

ò ò

MARIELLA BURANI NIKE PPR RALPH LAUREN RICHEMONT SAFILO GROUP STEFANEL SWATCH GROUP TIFFANY & CO TOD’S

nel MESE nell’ANNO

ò ò ò ò

Louis Vuitton, Moet Chandon, Hennessy, Fendi, Dior, Zenith, Guerlain Antichi Pellettieri, Braccialini, Facco Gioielli

Italia Nyse Nyse Nyse Francia Nyse Nyse Nyse Nyse

ò

LVMH

Valentino, Permira Zara, Pull and Bear, Massimo Dutti

INDICE

ò

Alberta Ferretti, Moschino, Pollini Reebok United Colors, Sisley

KFC, Pizza Hut, Taco Bell

08-10-09

ò ò

AEFFE ADIDAS BENETTON GROUP BULGARI DAMIANI GEOX HUGO BOSS INDITEX LUXOTTICA

Red Lobster, Olive Garden Applebee’s, House of Pancakes Bistro romain, Hippopotamus, Maitre Kanter

31-12-08

ò ò ò ò ò ò ò ò ò

Hms Host, Aldeasa, Alpha Group, World Duty Free

ANDAMENTO

ò

AUTOGRILL BURGER KING HLDGS DARDEN FESTAURANTS DINEEQUITY FLO GROUPE MCDONALD’S PAPA JOHN’S STARBUCKS YUM BRANDS

QUOTAZIONI AL MERCATO

ò

PRINCIPALI SOCIETA' MARCHI POSSEDUTI

HOLDING

ò ò ò

l mese di ottobre non ha portato grandi novità nelle borse mondiali: i due indici generici che teniamo monitorati, l’italiano FTSEMIB ed il mondiale MSCI All Country sono migliorati in parallelo di qualche punto percentuale ma senza fare i “botti” dei mesi scorsi. La borsa quindi attraversa un momento di pausa, quasi che gli operatori aspettino di vedere l’evoluzione della crisi che, esauritasi forse sul piano finanziario, sta ora ricadendo con una certa violenza sulle imprese industriali e commerciali di tutto il mondo; colpendo anche quel settore del lusso che molti ritenevano immunizzato da ogni possibile contagio. Per quanto riguarda l’andamento di borsa dei titoli dei nostri due comparti, food e retail, dobbiamo rimarcare che la loro divaricazione si sta sempre più accentuando, dando luogo ad un fenomeno difficilmente spiegabile. Infatti l’industria del food sembra essere meno colpi-

I

ta dalla crisi economica: le aziende, del fast food in particolare, segnalano buoni incrementi dei ricavi e decisi miglioramenti dei risultati, in quanto – si dice – il minore potere d’acquisto spinge i consumatori verso questo tipo di ristorazione. E tuttavia in borsa questa positività non si vede: fatta eccezione per Autogrill e Dineequity non si vedono grandi performance, mentre non mancano all’opposto i segni negativi. Tutto il contrario nel segmento retail: l’industria reale è piena di cifre d’affari in ribasso generalizzato, di utili in calo, a volte clamoroso, di crisi aziendali potenziali o addirittura in pieno svolgimento: ma i titoli in borsa volano, portando il nostro indice Retail a conseguire un aumento del 51,1% dall’inizio dell’anno! Speriamo che il nostro mercato stia anticipando la ripresa, ma il solo consiglio che possiamo dare è un timido invito alla cautela ed alla selettività: prima di investire ulteriormente, occorre bene analizzare i bilanci aziendali, mettendo sotto la lente di ingrandimento soprattutto l’indebitamento e la valorizzazione degli asset, dei marchi e degli avviamenti.

ò

L’autunno invita alla cautela

L’indice Generale Retail&Food è ponderato nella misura di 1 (food) a 3 (retail) per tener conto della differente ampiezza dei rispettivi mercati. Tutte le quotazioni sono in euro. I cambi utilizzati sono: al 31/12/2008: 1 Usd = 0,779 euro; al 09/10/2009: 1 Usd = 0,677 euro

retail&food - novembre 2009 17


Osservatorio prezzi

SHOPPING di frontiera N

ella lente di ingrandimento di retail&food questo mese è finita tutta l’area lombarda a ridosso della Svizzera, e in particolare le province di Varese e Como. Un’area in cui, ricordiamo, esercita una forte attrazione il primo outlet d’Europa, il Fox Town di Mendrisio (vedi articolo pag. 20). Per dare un quadro completo di informazione abbiamo preso in considerazione il cartellino prezzi di centri commerciali diversi per dimensione e localizzazione: dal Malpensa Uno di Gallarate, di medie dimensioni e posto nella periferia del paese, non lontano dall’autostrada A8, a Le Corti di Varese, in pieno centro cittadino e caratterizzato dalla presenza di 70 negozi su quattro piani senza un ipermercato di riferimento. Sempre a Varese è stato visitato il centro commerciale Belforte, storico shopping center del capoluogo di dimensioni più grandi, situato su una strada che conduce in 20 minuti a Mendrisio. In provincia di Como, invece, la tipologia dei centri analizzati è stata leggermente più omogenea:

in tutti i casi si tratta di complessi extraurbani, che ospitano grandi ipermercati e che si trovano non lontano dal confine: il centro comCenter di merciale Lario Tavernola, vicino Cernobbio (a 15 minuti da Mendrisio), La Porta d’Europa di Montano Lucino (a 16 minuti) e il Mirabello di Cantù (a 35 minuti). Nella quasi totalità sono strutture sorte negli anni Novanta.

Bar: a Varese gli estremi si fronteggiano Il prezzo di un caffè espresso varia dai 75 centesimi del Gran Chef (MyChef) del Mirabello di Cantù agli 85 richiesti nello Spizzico del Malpensa Uno e nel Bar delle Corti dell’omonimo centro di Varese. L’analisi del costo del cappuccino mostra invece come si distinguano per convenienza lo Spizzico del Lario Center di Tavernola e il Ristò del Belforte. Per i croissant, girando tra i centri commerciali si riesce a trovare sempre un primo prezzo di 80 centesimi al pezzo, tranne che al Malpensa Uno e al complesso Le

Corti. Allargando lo sguardo a tutti i prodotti da bar, si vede che la differenza di importo più evidente è tra lo shopping center cittadino Le Corti e quello periferico Belforte, entrambi a Varese, probabilmente proprio a causa della diversa localizzazione geografica. Emblematici dello scarto tra i due centri sono i prezzi del panino e del toast base: al Malù Cafè de Le Corti sono rispettivamente di 3,50 e 3 euro, mentre nel Portello Caffè del

Belforte si fermano a 2,10 euro e addirittura 80 centesimi. Le differenze, come vedremo, rimangono anche per gli altri tipi di prodotti, anche non alimentari. I punti vendita di pizza al taglio, presenti in tutti gli shopping center, differenziano il listino sia per la qualità dei prodotti che per i prezzi. Tra i sei contendenti, l’offerta più bassa la propone lo Spizzico del Malpensa Uno, soprattutto grazie alla possibilità di acquistare un trancio da un ottavo di pizza,

RILEVAZIONE PREZZI

ARTICOLO

Caffè espresso Cappuccino Croissant Panino (base) Toast (base) Pizza (trancio base) Acqua (50 cl) Coca Cola (Pet 50 cl.) Cono gelato 2 gusti Lavaggio (giacca e pantaloni) Taglio capelli donna Giubbotto altezza vita da donna Stampa foto digitale 10x15 o sim. Trolley (bagaglio a mano) Occhiali donna D&G (modello base) Profumo J'adore (eau de porfume 100 ml)

MALPENSA UNO Gallarate (Va) Nr. Negozi 45 - Nr.Ristoranti 5

LE CORTI Varese Nr. Negozi 67 - Nr.Ristoranti 7

PREZZO

PREZZO

ESERCIZIO

PREZZO

0,85 1,20 1,00 3,50 3,00 2,20 1,00 2,30 1,80 n.d. 19,00* 99,00 0,50 26,50 129,00 96,00

Bar delle Corti Bar delle Corti Malù Cafè Malù Cafè Malù Cafè Pizzeria delle Corti Pizzeria delle Corti Pizzeria delle Corti Malù Cafè n.d. Jean Louis David United Colors of Benetton Kodak Express Elephant GM Optometria Boldetti & Campi

0,80 1,15 0,80 2,10 0,80 1,95 1,00 2,00 1,50 n.d. 18,00 69,95 0,80 n.d. 119,00 94,00

0,85 1,20 0,85 3,30 2,90 1,70 0,90 2,20 1,70 4,90 15,00 99,90 1,00 45,00 119,00 95,70

ESERCIZIO Spizzico Oltre le nuvole Spizzico Spizzico Spizzico Spizzico Mondo Pizza Mondo Pizza Mondo Gelato Lavasecco 1 ora Isabel Vegas Motivi Kodak Express Centro Borsa L'Ottico del Centro Marionnaud

Prezzo più alto Prezzo più basso n.d. = non disponibile * = lunedì, martedì, mercoledi 16,50 euro **= Pepsi

18 retail&food - novembre 2009

C.C. BELFORTE Varese Nr. Negozi 40 - Nr.Ristoranti 5 ESERCIZIO Comis Ristò Ristò Portello Caffè Portello Caffè Margherita & co Margherita & co Margherita & co Cremamore n.d. Jean Louis David H&M Presto service / fotonet n.d. Optik center Sephora

C.C. LARIO CENTER Tavernola (Co) Nr. Negozi 43 - Nr.Ristoranti 5 PREZZO

ESERCIZIO

0,80 1,10 0,85 3,00 2,80 2,60 1,00 2,30 1,80 4,80 15,00 99,00 0,50 59,00 129,00 95,90

Spizzico Spizzico Spizzico E' arrivato Paolino Spizzico Spizzico Spizzico Spizzico Mondogel Lavasecco 1 ora Isabel Vegas Sisley P&P foto Segue Salmoiraghi & Viganò Sephora

C.C. LA PORTA D'EUROPA Montano Lucino (Co) Nr. Negozi 42 - Nr.Ristoranti 6 PREZZO 0,80 1,30 0,80 3,00 2,50 2,70 1,00 2,00 1,80 4,80 15,00 99,90 0,50 49,00 129,00 95,99

ESERCIZIO Caffè Caffè Caffè Caffè Caffè Caffè E' arrivato Paolino Caffè Caffè Pizza Naturalmente qui Caffè Caffè Caffè Caffè Mondogel King of Clean Isabel Vegas United Colors of Benetton Agfa Jolly Foto Del Zoppo - Samsonite Salmoiraghi & Viganò Limoni Profumerie


interna negli shopping center è il gelato artigianale. Tra tutti il valore inferiore si trova nel punto vendita Cremamore all’interno del Belforte, dove il cono bigusto costa 1,50 euro. La catena si era già segnalata in altri numeri dell’osservatorio prezzi per i la convenienza dell’offerta. Altrove per il cono semplice sembra essere da tutti accettata la tariffa standard di 1,80 euro, se si esclude il Malpensa Uno, dove Mondo Gelato ne richiede 1,70.

Servizi: sui capelli è lotta a due

mentre in altri esercizi, come a Tavernola, si parte dal trancio di un quarto. Tra le insegne che non appartengono a catene, la più conveniente è Margherita & co, nel centro commerciale Belforte. Il

punto vendita è particolarmente competitivo anche su altri prodotti, come testimonia il prezzo basso della bottiglia di Coca Cola. Nel Belforte il contenimento dei prezzi è probabilmente dovuto alla pre-

C.C. MIRABELLO Cantù(Co) Nr. Negozi 45- Nr.Ristoranti 6 PREZZO 0,75 1,30 0,80 3,00 2,50 2,50 0,90 1,80* 1,80 4,80 18,00 99,00 0,35 29,90 119,00 106,35

ESERCIZIO Gran Chef Caffè e sapori Caffè e sapori E' arrivato Paolino Caffè e sapori Pizza Chef Gran Chef Pizza Chef Gelateria Sottozero Lava e Cuce Jean Louis David United Colors of Benetton Iperfoto Carpisa Ottico Eos Ethos profumerie

senza di più bar e ristoranti su un unico livello, tra cui l’economico Bistrò. Per una bottiglia d’acqua da mezzo litro il prezzo è invece pari a un euro quasi ovunque, se si eccettuano i 90 centesimi richiesti nel Mirabello di Cantù da Gran Chef. Nel medesimo centro commerciale, l’altra insegna di MyChef, Pizza Chef, si distingue per il minor costo della bibita da mezzo litro, fermo a 1,80 euro. Un prodotto sul quale non c’è in genere concorrenza diretta

Anche sul fronte dei servizi, dal taglio di capelli al lavasecco fino alla stampa di foto digitali, non esiste una concorrenza interna nel centro commerciale, anche se per il servizio di stampa delle foto è spesso presente un corner negli ipermercati. Sul taglio di capelli la partita è a due: Isabel Vegas contro Jean Louis David. Chi ha la prima insegna (Malpensa Uno, Lario Center e La Porta d’Europa) può vantare una tariffa minore dedicata alla donna, pari a 15 euro, mentre nei luoghi in cui è presente la catena di parrucchieri francese (Le Corti, Belforte e Mirabello) si pagano 18 euro. Più caro l’esercizio ne Le Corti di Varese (19 euro), dove però per tre giorni alla settimana è attiva una promozione che riduce l’esborso a 16,50 euro. Sono invece praticamente tutti in linea i listini dei servizi di lavasecco: ovunque per lavare una giacca e un pantalone il dovuto è tra i 4,80 e i 4,90 euro. Discorso diverso per le foto: qui la differenza è nella progressione delle tariffe. Riducendo il confronto al prezzo della stampa di una singola foto, la forbice è decisamente rilevante: si passa dall’euro chiesto dal Kodak Express del Malpensa Uno ai 35 centesimi dell’Iperfoto del Mirabello di Cantù. Ma se dalla foto singola si passa a esaminare la stampa di 25 foto (l’equivalente di un vecchio rullino standard), le tariffe si appianano e nello stesso Malpensa Uno l’importo scende fino a 35 centesimi, raggiungendo il corner del Mirabello.

Prodotti: le griffe low cost abbassano i prezzi Tra i prodotti considerati in quest’analisi, alcuni si sono rivelati

essere a prezzo praticamente bloccato. È il caso del profumo J’adore da 100 millilitri. Prevale il valore di 96 euro, con l’eccezione del ribasso di due euro praticato da Sephora nel centro commerciale Belforte. Canta fuori dal coro, invece, Ethos profumerie nel Mirabello di Cantù, dove il flacone è venduto a 106 euro, dieci in più che nei negozi concorrenti. Anche per gli occhiali da sole le differenze non sono marcate: per un primo prezzo di Dolce & Gabbana sono richiesti tra i 119 e i 129 euro, ma la differenza sembra dovuta più al fatto che sono diversi i modelli base esposti, piuttosto che a politiche di prezzo autonome. Ne è prova il fatto che il valore più basso degli occhiali Vogue e Gucci è risultato lo stesso quasi ovunque (rispettivamente 94 e 180 euro). Confrontando il vestiario, e in particolare l’importo di un giubbotto ad altezza vita da donna, il prezzo di riferimento è di 99 euro, operato sia da United Colors of Benetton che da Sisley e Motivi. A fare la differenza, in questo contesto, è l’H&M del centro Belforte, dove un capo simile si trova a 69,95 euro. Si sono invece esclusi, in questa rilevazione, i prezzi dei prodotti di marche poco note al pubblico, per la difficoltà ad operare un confronto. Sono forse i trolley il prodotto più differenziato per prezzo. A smarcarsi sono sia l’Elephant ospitato ne Le Corti di Varese sia il punto vendita Carpisa nel Mirabello di Cantù, dove si trova in entrambi i casi un trolley per bagaglio a mano a meno di 30 euro. Dove si deve per forza salire di prezzo è il Lario Center, visto che sono necessari 59 euro per i modelli entry level da Segue.

Conclusioni Analizzando i luoghi che primeggiano per prodotti più cari e più convenienti, il verdetto è il seguente: Le Corti di Varese è il meno conveniente, visto che è risultato il più salato in dieci beni e il più economico solo in uno. Conviene invece di più il Mirabello di Cantù, che ha i prezzi più bassi in otto casi e più alti in quattro. Anche il Belforte si distingue, soprattutto perché non risulta avere mai dei picchi di prezzo. F. P.

retail&food - novembre 2009 19


I pionieri di Fox Town

Il mall di qualità è senza confini

marchi hanno deciso di venire da noi proprio perché non facciamo concorrenza al punto vendita principale situato a Milano centro o a Bergamo. Prendiamo come esempio un marchio importante come Gucci, il quale in Europa ha un negozio outlet vicino a Firenze e da noi, e basta. Normalmente, un brand calcola che le proprie vendite avvengano per il 95/98% nei negozi tradizionali e il resto negli outlet. Oggi, per certe aziende, questo si sta stravolgendo: puntano molto di più sull’outlet, ma così facendo questo diviene una sorta di shopping center. Oggi la parola “outlet” è molto abusata. Nel 2006 avete aperto un Fox Town anche in Cina, sta rispettando le vostre previsioni? A Shanghai proponiamo la stessa formula del Fox Town di Mendrisio, con brand molto interessanti come Zegna, Canali, Balenciaga eccetera. In Cina stiamo crescendo però meno velocemente che in Svizzera: il problema è che li molto spesso i marchi danno delle esclusive a dei distributori, non vendono direttamente. Quindi l’outlet deve fare il contratto con i distributori e non sempre sono validi.

È

straniero, ma da anni è sulla cresta dell’onda dello shopping italiano. Il Fox Town è il precursore dei tanti factory outlet center che stanno comparendo lungo la Penisola. È infatti stata la prima struttura commerciale nel sud d’Europa ad accogliere i fashion retailer più prestigiosi per la rivendita dei capi a prezzi scontati. Un po’ centro commerciale in stile anni ‘90 e un po’atelier di lusso: paradossalmente il Fox Town ideato da Silvio Tarchini è antitetico rispetto agli outlet di ultima generazione, nei quali si ostenta un’attenzione quasi maniacale nel ricreare borghi antichi e cittadelle da set cinematografico, assieme a un’offerta “discount” dei marchi presenti nei tradizionali shopping center. Aperto nel 1995 a Mendrisio, nel Canton Ticino svizzero ma a soli sette chilometri dal confine italiano, il Fox Town ha una struttura esterna molto simile a un centro commerciale “old style”, con linee squadrate ed essenzaili, ma all’interno presenta una selezione di 20 retail&food - novembre 2009

marche di primo livello che difficilmente trova raffronti nei mall italiani ed esteri. Solo per fare un esempio Dior, Gucci, Yeves Sain Laurent, Versace (ai quali si sono aggiunti recentemente anche Fay, Hogan e Tod’s) hanno deciso di aprire qui i loro negozi. Il successo negli anni passati testimonia che l’outlet svizzero è l’emblema di un’idea vincente che nasce ben prima della corsa allo smaltimento degli stock d’abbigliamento rimasti invenduti che la crisi sta progressivamente alimentando. Oltre all’eccezionalità dei brand che affollano gli scaffali dei suoi circa 160 negozi, il Fox Town vanta anche una ristorazione interamente autogestita (una pizzeria, ristorante-self service, snack-bar e caffè). Intervistato da R&F, il patron Tarchini ha spiegato i motivi di un successo lungo quindici anni. Come sta andando il 2009 per il Fox Town? In questa situazione di crisi mondiale, forse il settore meno toccato

è quello degli outlet, infatti nei primi sette mesi abbiamo avuto una progressione della cifra d’affari del 15,75%. Un risultato importante. Questo perché parecchi clienti si rivolgono all’outlet, forse rinunciando a delle visite nei negozi tradizionali, cercando di acquistare prodotti di marca a prezzi fortemente scontati e avere la garanzia della qualità. Tanti i progetti di outlet in Italia. Qualcuno potrebbe seguire il vostro esempio? Noi siamo un po’ più conservatori per quanto riguarda il concetto “outlet”: è un luogo dove marchi conosciuti a livello internazionali vendono prodotti invenduti della stagione passata a prezzi fortemente scontati. Non sono dei capi fabbricati esclusivamente per gli outlet. Fin dall’inizio abbiamo puntato ad aver marchi di alto livello: il nostro vantaggio è quello di trovarci in Svizzera ma vicini ad una delle regioni più importanti d’Europa come la Lombardia, e parecchi

C’è la possibilità in futuro di vedere marchi della ristorazione commerciale al Fox Town? Fin dall’inizio abbiamo deciso di gestirla noi e non c’è la possibilità di entrata per altri operatori. Questo perché vogliamo dare un servizio di alta qualità ai nostri clienti pur proponendo prezzi molto interessanti. L’impostazione iniziale era di dare un ottimo servizio anche senza pensare a grandi risultati. Invece la ristorazione ci sta dando delle ottime soddisfazioni a livello di cifre d’affari, quest’anno ad esempio stiamo totalizzando oltre sei milioni di euro. Ci sono in programma future espansioni? L’anno scorso abbiamo aggiunto una sessantina di negozi, e ora stiamo facendo dei programmi di espansione per aggiungere, entro due anni, una superficie di oltre 10 mila mq. Inoltre stiamo sondando settori merceologici nuovi, come potrebbero essere le attrezzature sportive. Abbiamo avuto un’esperienza positiva con la Salomon, ad esempio, che vende abbigliamento sportivo e attrezzatura da sci. M. C.



Star Trek food

Destinazione

AUTOGRILL A

priamo questo servizio con la citazione di due recentissimi articoli su Autogrill. Il primo: “Giornata ricca di soddisfazioni per la famiglia Benetton. Le controllate Atlantia (+2,8%) ed Autogrill (+3,9%), favorite dai dati sul traffico autostradale nel terzo trimestre 2009, hanno guadagnato in borsa costantemente terreno...”. Il secondo, completamente diverso: “Per la sua natura multinazionale, Autogrill riflette nella propria identità interna l’eterogeneità territo22 retail&food - novembre 2009

Molte luci e poche ombre del colosso multinazionale che ostinatamente vogliamo continuare a chiamare “italiano” riale in termini di culture, esperienze ed etnie molteplici: una ricchezza che moltiplica le prospettive e le idee e rafforza il vantaggio competitivo nel proprio settore di business...” Il primo articolo è centrato su temi finanziari, mentre il secondo sottolinea un importante aspetto culturale: in questa apparente antino-

mia è racchiusa la duplice natura dell’impresa italiana, le cui dimensioni oramai ne fanno un fenomeno sociologico.

Una breve cronistoria Autogrill nasce nei primi anni Settanta quando la società pubblica SME, chiamata a “salvare” numerose imprese alimentari italiane in difficoltà, si trova ad avere il

controllo di Motta, Alemagna e Pavesi, che rappresentano, assieme a Fini, la quasi totalità della ristorazione autostradale nazionale. Nel 1977 le attività vengono appunto fuse in un’unica entità, che con felice intuizione prende il nome di Autogrill, e che continua a sviluppare la ristorazione in autostrada con spirito molto conservatore ma tentando anche qualche timida innovazione, come ad esempio l’uso dei surgelati pronti (come il famoso arrosto o il prosciutto cotto). Indubitabilmente


comunque l’Italia si pone già allora all’avanguardia nella ristorazione autostradale, che nel resto d’Europa langue ed è piuttosto lontana da livelli qualitativi apprezzabili. Nel 1994, imperante la moda delle privatizzazioni, Autogrill finisce nell’orbita industriale dei Benetton, al pari di Autostrade per l’Italia: si viene così a formare un intreccio societario che porterà alcuni anni dopo all’intervento dell’Antitrust, che detterà alcune precise norme in tema di gare per l’assegnazione delle concessioni di ristoro sulle aree autostradali di Aspi. Questo fatto, unito alla oggettiva constatazione che il mercato domestico è di dimensioni piuttosto limitate, spinge il gruppo ad impostare una strategia di espansione all’estero, che vede il suo punto di svolta qualitativa nel 1999, anno nel quale avviene l’acretail&food - novembre 2009 23


Star Trek food ALCUNE ACQUISIZIONI DI LOCATION IN CANALI DIVERSI 2007

2008

SS Appia Km 70, Sezze, LT SS 7, km 687 Francavilla, Br SS Aurelia, Ponte Osa Orbetello SS Pontebbana, Tavagnacco SS 77 Camerino SS 76 Fabriano SS E45 , Mercato Saraceno SS45 Gardesana, Mazzano (Bs) SS Salaria Km 173 Ascoli Piceno SP 241 Bitonto, Ba Raccordo Siena-Bettole, Sinalunga Ancona, Strada Vecchia Bar via Torvergata, Roma Asse Rosarno-Gioiatauro, Rc Bar e Market a Firenze, Pzza Stazione Bar stazione Metro Pta Garibaldi Trento, vari self service cittadini di Trentuno Ristorazione su Grandi Navi Veloci Mensa Universitaria di Venezia

CONTO ECONOMICO AUTOGRILL SPA E CONSOLIDATO (In milioni di euro)

2008

Ricavi Italia Ebit Utile netto

1.321,9 107,7 146,2

1.366,8 95,0 18,3

Ricavi consolidati Risultato Operativo Utile netto

4.861,0 339,0 158,0

5.794,0 331,0 123,0

quisto del “gigante” americano miliardo di dollari: è a questo punto che Autogrill può a pieno titolo fregiarsi del titolo di multinazionale, un'impresa presente in sedici diversi Paesi, controllante più di 100 società, che presenta ricavi per tre miliardi di euro.

L’Italia: uno, è ancora il cuore del Gruppo? Negli anni seguenti la strategia di aggressiva espansione su tutti gli scacchieri mondiali non si ferma, e anzi vede importanti sviluppi quando Autogrill entra in segmenti di mercato diversi e complementari alla ristorazione: ciò avviene prima con l’acquisto di Aldeasa, operante nel travel retail & duty free, e poi con la conquista di Alpha Airport, che apre al gruppo la strada dell’inflight catering. Si tratta di una lunga e ben nota galoppata, riassunta per sommi capi, ma che nel presente servizio, dedicato alle sole attività italiane, non intendiamo esaminare. Dobbiamo però dare, per completezza di informazione, almeno 24 retail&food - novembre 2009

2009 (a maggio)

SS 516 Padova SR 148 Pontina, Latina SS Romea,Taglio di Po (Ro) SS115, Ragusa SS 19 Pontemora, Al Roma, Via Ardeatina Area Portuale Porto Torres, SS Malpensa Fiere, Busro Arsizio Brixia Expo, Bs CC Verona 1, S Giovanni Lupatoto CC Auchan Monza CC Auchan Cinisello Balsamo Triennale di Milano Aeroporti di Roma, attività ex Cisim Food

tab. 2

2007

HmsHost, al “modico” costo di un

tab. 1

SS 45 Ravenna Superstrada Siena Firenze, Poggibonsi Tangenziale sud di Verona Ads Acireale SS 115, Comiso (Rg) SS 675, NarnTermew del Foro di Pompei

RICAVI ITALIA PER CANALE (In milioni di euro)

2007 Autostrade e strade Aeroporti Stazioni e navi Città/Fiere/C. Commerciali Altri ricavi Totale

alcune cifre riferite al mercato globale; Autogrill, come vediamo nella tabella n. 2, ha conseguito nel 2008 ricavi per 5.794 milioni di euro (+19% rispetto al 2008 ), un Ebit di 331 milioni (erano 339) e un utile netto di gruppo di 123 contro i 158 dell’anno precedente. È facile quindi constatare la velocità del processo di internazionalizzazione del Gruppo: oggi le attività italiane pesano per il 23,5% sui ricavi totali, una percentuale che solo l’anno scorso era al 27%. Se poi consideriamo l’utile netto, vediamo che esso si forma in Italia solo per il 15%, ma l’interpretazione di questo dato è più difficile dati gli sfasamenti temporali dei differenti bilanci racchiusi nel consolidato.

L’Italia: due, un caso particolare L’Italia comunque presenta alcuni problemi peculiari, in primis il fatto che Autogrill costituisce un colosso enorme nel panorama delle striminzite imprese italiane concorrenti. Un colosso tanto grande che, appunto, attira le attenzioni

tab. 3

2008

Variz. %

1023,2 68,3 19,9

1039,5 77,9 36,5

1,6 14,1 83

159,3 51,2 1321,9

166,0 121,6 1366,8

4,2 137,5 3,4


dell’Autorità garante della concorrenza. Il quadro futuribile che ne deriva è semplice: autostrade, stazioni ferroviarie e aeroporti non possono garantire ulteriori importanti sviluppi di fatturato, perché le dimensioni raggiunte sono già troppo grandi; occorre trovare altri sbocchi, altri mercati ed altri segmenti. La caccia, come vediamo dalla tabella n.1, è estremamente attiva e si dirige in tutte le direzioni: sopratutto verso la ristorazione di aree stradali della grande viabilità, ma anche centri commerciali, fiere, musei, ristorazione navale e via dicendo. Sono piccoli segmenti, che non intaccano le grandi percentuali: i ricavi autostradali, com-

Il primo è quello puramente finanziario, che per il 2008 è ammontato a 130 milioni di euro di oneri, vale a dire che ha comportato un esborso pari all’utile netto; il secondo è relativo alla limitazione dell’indipendenza del Gruppo, che per ottenere finanziamenti di questa entità deve forzatamente accettare da parte dei finanziatori dei covenant che, Il nodo finanziario appunto, portano a una certa perIn questo quadro che non possiadita di sovranità nel definire le mo che definire, sotto molti aspetstrategie aziendali. L’altro punto ti, di eccellenza, non manca qualdebole risiede nella non ottimale che punto debole. Gli analisti ne redditività del gruppo. Negli anni individuano in genere due, che migliori l’utile ha raggiunto il 4% hanno del resto un certo collegadelle vendite, mentre nel 2008 si è mento tra loro. attestato, anche grazie al peso degli oneri finanziari di cui UTILE NETTO CONSOLIDATO RICAVI ITALIA PER CANALE (In milioni di euro) abbiamo parlatab. 4 (In milioni di euro) tab. 5 to, appena soUtile Ricavi % pra il 2%. Scadenza Entità Tipo netto Giustamente 2005 139 3600 3,9 Private placement 520 milioni USD dal 2010 al 2017 quindi la società 2006 163 4002 4,1 Term Loan 1075 milioni € 2013 e 2015 ha deciso di non 2007 158 4861 3,3 Revolving 925 milioni € dal 2012 al 2014 distribuire divi2008 123 5794 2,1 dendi. Questo prensivi di somministrazione e marIn primo luogo quindi dobbiaha comportato, come vediamo ket, coprono ancora il 76% dei mo esaminare il debito finanziario, nella tabella n. 6, un considerevoAndamento quotazione ricavi totali: hanno perso un punto quale risulta nella nostra tabella n. le abbassamento della quotazione di borsa tab. 6 rispetto all’anno precedente, ma 5. Il totale di tutte le categorie di di borsa, che però ora sta risalen€ Anno debito ammonta a circa 2,7 miliarnon è questa la notizia. La notizia è do con una buona velocità: un di di euro, quanto dire la metà dei che, in un anno considerato difficifatto che, parlando di Autogrill e 2006 13,9 ricavi e 22 volte l’utile netto: è una le per una molteplicità di cause (la di autostrade, ci riporta felicemen2007 11,6 2008 5,3 cifra considerevole anche per un crisi economica; la lenta perdita te all’articolo con cui abbiamo 07-ott-09 8,9 colosso come Autogrill, e presenta della posizione di monopolista sulla aperto questo Star Trek. Giorgio Mirabelli alcuni costi. rete autostradale; il calo del numero di passeggeri) i ricavi di Autogrill in questo segmento sono comunque, seppur di poco, aumentati. E la causa di questo risultato va certamente ricercata negli investimenti effettuati per migliorare la qualità e la varietà dell’offerta, scelta obbligata per il Gruppo anche a causa della pressione concorrenziale che ora comincia a farsi sentire.

retail&food - novembre 2009 25


Star Trek retail

Destinazione

Feltrinelli Q

uattro piani e sette livelli, in tutto 1.700 metri quadri: ecco il nuovo megastore la Feltrinelli, inaugurato questo settembre nel centro di Genova. I titoli sono 60.000 per i libri, 15.000 per i cd e ben 6.000 per i dvd, figurano un importante reparto di videogames e un piano intero occupato da strumenti ed edizioni musicali, poi ovunque poltrone, punti di ascolto e tavoli per chi studia. Ma le vere novità sono le postazioni multimediali disseminate per il negozio per le ricerche bibliografiche. Inoltre la Feltrinelli Libri e Musica di Genova sarà il primo negozio della catena a offri-

26 retail&food - novembre 2009

re ai clienti la connessione WiFi. Ma non basta. Nello stesso mese è stato inaugurato anche il negozio milanese di LeFel, la nuova scommessa del Gruppo Feltrinelli, dedicata a Home, Art e Design, secondo store con questa insegna dopo il primo negozio a Parma e una serie di corner in una dozzina di librerie italiane (vedi Tab. 1).

Librerie Feltrinelli: se la democrazia è business. In questo 2009 di recessione anche per il settore culturale Librerie Feltrinelli, società che cura il retail

Inge Feltrinelli di articoli culturali del Gruppo omonimo, dimostra di voler scommettere in controtendenza sul rilancio e sugli investimenti per raggiungere con le aperture in cantiere (vedi l’intervista a Stefano Sardo, direttore generale di Librerie Feltrinelli) i 100 punti vendita entro

l’anno. Un bel risultato per il Gruppo, fondato a Milano (dove ha ancora la sede) negli anni Cinquanta e che apre nel 1957 la sua prima libreria di Pisa. Seguono poi le inaugurazioni dei negozi di Milano (1957 e 1961), Genova (1959), Firenze (1962) e Roma


GRUPPO FELTRINELLI IN PILLOLE (2008) Data di nascita Proprietà Sede Presidente Settori di Business Società controllate Ricavi Utile di Gruppo MOL/Ricavi ROI Rapporto indebitamento

tab. 1

1955 come Feltrinelli editore. 1957 prima libreria a Pisa Effe 2005 Finanziaria Feltrinelli spa Milano Carlo Feltrinelli Editoria; Retail; Distribuzione e Immobiliare 17 € 378 milioni € 786.379 7,90% 2,90% 75,90% Fonte aziendale

FELTRINELLI RETAIL (2008) Quota mercato libri Quota mercato musica Negozi Formati distributivi (insegne negozi) Risorse umane Superficie vendita

tab. 2

15,80% 17,20% piu' di 100 in tutta Italia 6 1443 51.00 Mq (con 6.500 € medi di vendite nette per mq) Fonte aziendale

nuovo millennio lo sviluppo di un nuovo formato multiprodotto sotto l’insegna la Feltrinelli Libri e Musica: nel 2001 apre a Napoli il primo negozio che propone ai clienti un insolito mix di libri, video, musica e games, primo esperimento di un nuovo concept che coprirà sia le metropoli con i megastore (Milano, Roma, Napoli, Torino e Bari), sia città più piccole con punti vendita più ridotti ma ispirati alla stessa filosofia, creando così luoghi in cui si può acquistare cultura o anche viverla attraverso incontri, presentazioni di libri, mostre o show-case musicali. Dello stesso anno è l’accordo per l’acquisto della catena di libre-

(1964). Sono librerie d’avanguardia con ampi spazi dedicati ai libri tascabili e con la vendita a libero servizio. L’intento è quello del fondatore Giangiacomo Feltrinelli di creare una struttura aziendale che comprendesse le varie fasi del progetto editoriale, dall’edizione alla vendita al dettaglio con particolare attenzione all’innovazione: la cultura non deve essere negli anni del boom economico appannaggio di una élite, ma accessibile a più soggetti possibili. Un principio di grande democrazia, che negli anni si è dimostrato un fattore di business che ha dato vita a una marchio

rie gestite da RCS libri, un network di negozi a cui si aggiunge dall’anno successivo un nuovo formato Feltrinelli Village: libri, dischi e video venduti all’interno dei centri commerciali con lo store pilota al Lingotto di Torino per arrivare ad oggi a una trentina. Ma non ci si ferma qui perché in concomitanza con l’operazione di riqualificazione delle stazioni ferroviarie del Belpaese nasce la Feltrinelli Express con un primo esperimento a Milano in Stazione Garibaldi, seguito da cinque store all’aeroporto di Fiumicino, che vanno a sottolineare la presenza delle insegne del Gruppo nei luoghi di transito: ecco un negozio alla Stazione Termini a Roma e un altro all’aeroporto di Olbia (la più grande libreria della città sarda). L’obiettivo è quello di aprire entro il 2011 nelle stazioni ferroviarie di Milano, Napoli, Torino, Firenze, Mestre, Bologna, Bari e Verona. Dell’anno scorso l’ingresso nella distribuzione libraria con l’acquisizione della maggioranza della società PDE (Promozione distribuzione editoria), secondo distributore italiano con un portafoglio di 500 editori, centinaia di clienti e 10 centri di distribuzione. “Con questa operazione portiamo a compimento un’idea di Giangiacomo Feltrinelli, pensata già 50 anni fa, quando sviluppò la casa editrice e la società di promozione e distribuzione, e poi la libreria. In questo c’era già il concetto della filiera del libro, mentre oggi è il momento di occuparci di distribuzione intermedia e promozione del libro, in favo-

oggi leader nel settore. Così la catena di librerie dagli inizi alla fine degli anni ottanta continua a crescere coprendo le principali realtà metropolitane e toccando anche i centri minori. Il 1995 è l’anno dell’acquisto da parte del Gruppo dei negozi RicordiMediaStores (oggi la maggiore catena italiana per la distribuzione di musica e strumenti) con lo sviluppo di una linea di prodotto complementare a quella del libro. Dopo la scissione tra l’attività editoriale e la rete di vendita al dettaglio con la nascita di due società distinte (Feltrinelli Editore e Librerie Feltrinelli), inizia col retail&food - novembre 2009 27


Star Trek retail tab. 3

GRUPPO FELTRINELLI, SINTESI DATI PER SETTORE RETAIL 2008 Ricavi EBITDA Risultato netto

2007

332,6 25,3 3,2

(Dati in milioni di €)

324,3 24,3 2,5

EDITORIA 2008 39,2 2,6 0,6

2007 32,1 3,3 1

IMMOBILIARE 2008

2007

11,8 9,3 1,5

11,1 11,1 3,3

Fonte aziendale

re dell’azienda, ma anche nei confronti degli editori italiani già clienti del PDE, e più in generale dell’editoria italiana”. Così dichiarava alla stampa a inizio anno Dario Giambelli, amministratore delegato di Effe 2005, la holding costituita quattro anni fa (controllata dalla famiglia del fondatore e con a capo del Cda Carlo Feltrinelli) per riportare sotto la sua ala e con il collante del marchio Feltrinelli, sia l’editoria (Feltrinelli Editore srl con le control-

C'è la crisi? Noi investiamo in cultura Intervista a Stefano Sardo, direttore generale di Librerie Feltrinelli Che impatto ha avuto la crisi internazionale nel 2009 sullo sviluppo retail di Feltrinelli? Il comparto culturale ha risentito nella sua generalità molto meno di altri dell'urto della crisi. L'editoria, in particolare, è calata di pochi punti percentuali. In questo quadro si inserisce lo specifico andamento di Librerie Feltrinelli, che continua ad andare meglio rispetto alla media dei mercati in cui opera e ad incrementare le proprie quote di mercato. Quali sono le ragioni di questi risultati? Nonostante la crisi e una ancor più accentuata attenzione al contenimento dei costi, Librerie Feltrinelli non ha rinunciato agli investimenti previsti. Anzi, ha semmai deciso di rispondere alla crisi rilanciando. E così, da un lato abbiamo realizzato tutte le aperture previste da piano, compresi l'ultimo megastore appena aperto a Genova e il recentissimo LeFel milanese di Corso XXII marzo. Nell'autunno e inverno proseguiremo con aperture di librerie a Prato e Macerata e con la prima apertura del progetto Grandi Stazioni, prevista a Napoli entro dicembre. Qualche novità introdotta nelle ultime aperture? Naturalmente gli investimenti di Feltrinelli riguardano anche la qualità del servizio e della proposta. A Genova ha esordito un reparto bambini totalmente nuovo ed estremamente all'avanguardia e, sul fronte del servizio ai clienti, sempre a Genova hanno fatto il loro esordio i nuovi totem interattivi, che permetteranno ai clienti di dialogare con l'assortimento di negozio. Come procede il progetto Grandi Stazioni? Le prima apertura di Feltrinelli in Grandi Stazioni (con il formato Express, pensato specificamente per questa realtà) sarà, a Napoli. Per il 2010 sono previste le aperture di Stazione Centrale a Milano, Torino Porta Nuova e Firenze Centrale e a seguire tutte le altre stazioni del piano. E' previsto qualcosa di simile anche per gli aeroporti? In quanto agli aeroporti, i cinque store di Fiumicino ci stanno dando notevoli soddisfazioni, come pure la Feltrinelli dell'aeroporto di Olbia. Resta il fatto che almeno per il momento non prevediamo aperture in altri aeroporti. Un po' perché Grandi Stazioni assorbe di suo notevoli risorse e energie. E un po' perché le complicate vicende del trasporto aereo nazionale degli ultimi anni ci hanno consigliato una certa cautela. Ci racconta qualcosa di LeFel, il vostro nuovo format? Lefel (che oltre a Milano, al momento vanta un altro negozio a Parma e un corner specializzato in dodici megastore Feltrinelli di diverse città italiane) è un'avventura del tutto nuova. L'insegna Lefel ha come "sottotitolo" la dicitura Home, Art, Design e vende per l'appunto oggetti di design, ossia oggetti belli, che siano anche utili, che ci servano e ci accompagnino nella nostra vita di tutti i giorni con grandi marchi, ottimi nomi, ma a prezzi più che abbordabili. Poi certo ci sono anche i libri: molti libri nei diversi reparti, in tema con l'assortimento dei reparti medesimi e una stretta selezione di musica e dvd. Feltrinelli sta pensando di varcare nel medio periodo i confini nazionali? Per ora non se ne parla. Certo, non è detto che prima o poi non ci si pensi in termini più concreti.

28 retail&food - novembre 2009

late Apogeo e Grafica Sipiel) che i sei format del network di punti vendita (Librerie Feltrinelli srl, e le collegate Finlibri e Libreria delle Stazioni), studiati per rispondere a tutti i segmenti del mercato culturale (Vedi Tab. 2).

Multimediale + Travel + Design = sopravvivere alla crisi Il retail, con la sua articolazione di marchi, è il principale business del Gruppo (in totale 380 milioni di euro di ricavi nel 2008, con 450 stimati per quest’anno) con quasi il 70% del fatturato, così ripartito tra punti vendita tradizionali (28% circa), negozi multiprodotto (38%) e centri commerciali (14%). Fuori zona medaglie i Ricordi Media Stores con poco meno del 10%, mentre si attesta sul 4% il travel, in attesa degli sviluppi del progetto Grandi Stazioni. Spostando l’analisi sul settore merceologico, i libri coprono il 67% del business aziendale, poi la musica il 15%, gli home video l’8%, lasciando al multimediale e alla cartoleria gli avanzi. Dati alla mano, poi, Librerie Feltrinelli con la sua rete capillare (più di 1.400 collaboratori impegnati l’anno scorso) è leader in Italia nella vendita al dettaglio di


libri (15,7% quota di mercato) e co-leader nella vendita di musica registrata (17,2%). Ed è proprio nel posizionamento rispetto ai maggiori competitors che l’azienda milanese intende migliorare, anche perché spazi di crescita nel mercato di riferimento in un anno di crisi come il 2009 (previsti: -2,2% nei libri, -15,8% nella musica e -12,3% negli home video al livello nazionale) sembrano impossibili. Da qui le parole di “ragionevole ottimismo” spese dal management a inizio anno, anche grazie al varo dei progetti di e-commerce, per ora in fase di start-up, ma con ampi margini di miglioramento e di LeFel, il nuovo format (progettato da Crea International) di articoli che spaziano dalla cartoleria ai prodotti per la casa, piccolo abbigliamento e accessori, oggetti regalo e tempo libero. Va poi considerato che il 2008 ha visto una chiusura positiva (quasi 800.000 euro di attivo consolidato con 378 milioni di ricavi a fronte dei 317 dell’anno prima), quando il mercato editoriale ha avuto una flessione del -2,7% dei volumi e dello 0,6% del giro d’affari. Così il segno più nelle vendite dei libri (+6,2%), il contenimento del meno in quelle discografiche (10,8%), con il conseguente segno positivo della propria quota di mercato (+2% sul 2007) sembrano buoni risultati. Non benissimo, invece nei Games dove Feltrinelli non riesce a eguagliare (+15,4%) la crescita del mercato di settore (+24%). Il retail, infine, contribuisce per 330 milioni ai ricavi del Gruppo (39 per il settore editoriale e 12 per quello immobiliare) con un EBITDA di 25,3 milioni, in crescita rispetto al 2007 (+7,6% il fatturato e +2,5% il risultato operativo), grazie all’apertura o acquisizione di nuovi punti vendita a Varese, Bergamo, Caserta, oltre al nuovo megastore di Palermo. Nonostante le previsioni per le vendite del 2009 non siano positive (2,4% sul valore e -3,3% sulle quantità), il Gruppo, forte di un motore solido (trend di redditività bassa, ma comunque positiva, MOL in crescita e sostanziale stabilità o moderato incremento di fatturato e indebitamento non elevato e comunque in contrazione) e di una rinnovata struttura operativa, sembra potere affrontare il momento critico senza troppi patemi d’animo (vedi Tab. 3).

Un flipper e un impianto geotermico tra gli scaffali Se 51 milioni hanno visitato i punti vendita Feltrinelli l’anno scorso, è da immaginarsi una notevole crescita di clienti anche grazie all’apertura prevista nei luoghi di transito. Se l’obiettivo del fondatore “Cambiare il mondo con i libri, combattere le ingiustizie con i libri”, probabilmente non è ancora

stato pienamente realizzato, di sicuro le librerie Feltrinelli stanno vincendo la sfida della diffusione di articoli culturali a un numero sempre maggiore di persone, anche e forse soprattutto grazie al lato innovativo della loro logica di distribuzione. Nella libreria di via del Babuino a Roma vennero installati con grande scandalo nella prima metà degli anni ’60 un flipper e un juke box, a sottolineare la matrice

popolare e di intrattenimento che poteva avere la letteratura negli anni del boom economico; oggi, negli anni dell’effetto serra, il megastore di Genova per le sue necessità energetiche utilizza un impianto geotermico a zero impatto ambientale che copre il 90% del suo fabbisogno invernale e il 50% del fabbisogno estivo. Come dire: sempre un passo avanti. David Montorsi

retail&food - novembre 2009 29


Parola di Franco Manna

FRANCO MANNA, classe 1961, è un campano doc. A poco meno di trent'anni intuisce il potenziale ancora inespresso dalla pizza verace e più in generale della napoletanità. Oggi al Gruppo Sebeto di cui è socio fanno riferimento i brand Rossopomodoro, Anema e Cozze, Pizza Contorni e Maccheroni, Rossosapore. Un centinaio di locali con bandierine a Londra, Rejkyavik, Copenhagen, Buenos Aires, Tokyo.

30 retail&food - novembre 2009


Franco Manna

Rossosapore, l'internazionalizzazione, gli aeroporti... le nuove sfide di Mr Rossopomodoro.

S

e ne sente parlare come di un personaggio simpatico e verace. Un po' come le pizze che sfornano le decine di locali della catena Rossopomodoro, sparsi in ogni angolo del pianeta. È così, ma in più Franco Manna dà l'impressione di vivere con passione autentica le sorti del Gruppo che ha fondato circa cent'anni fa (il gruppo Sebeto esiste da circa 10 anni anche se l’attività con Pizza e Contorni nasce nel 1998). Una passione che lo porta a descrivere il Rossopomodoro come "il mio bel giocattolo" e ad intravedere un'avvincente serie di sfide per i prossimi anni.

Iniziamo dalla fine. Il 2009 è l'anno di Rossosapore. Rossosapore è nato come progetto strutturato circa un anno fa, ma da tempo covavamo questa idea. Pensavamo ad un offerta take away, in linea con il nostro spirito e a settembre dell'anno scorso il progetto è entrato in fase operativa. Il concetto si basa sempre sulla napoletanità ma con un tipo di prodotto particolare: la pizza al metro di Sorrento, caratterizzata da una farina e quindi da una pasta ideali per l'asporto. E cioè? La pizza napoletana verace – quella che offriamo a Rossopomodoro – viene realizzata utilizzando due tipi di farina, quella di tipo 00 e la farina manitoba, una farina nordamericana che attribuisce alla pasta la caratteristica elasticità. La pizza al metro di Sorrento invece ha farine meno elastiche e quindi più adatte ad un consumo leggermente differito. L'offerta si completa di prodotti tipici di rosticceria e di pasticceria, come la sfogliatella. Naturalmente non c'è servizio al tavolo, ma nei locali più grandi i clienti possono accomodarsi in area sedute con servizio self-service. Che espansione prevedete per questo format? Entro il 2009 avremo dodici locali Rossosapore, in maggioranza indipendenti ma che in alcuni casi affiancano l'offerta di Rossopomodoro. Peraltro la qualità è assolutamente identica, perché la filiera è interamente controllata e i fornitori sono gli stessi: Gargiulo per l'olio, Caputo per la Farina ecc. Fornitori che abbiamo fin dalle origini e che sono stati in grado di seguire la nostra crescita senza perdere in qualità, anzi. Parliamo della napoletanità, come viene vissuta "a casa"? Nemo propheta in patria... sicuramente a Napoli quello della pizza verace è un concetto normale, offerto e apprezzato in tutte le pizzerie. Se però andiamo a Torino o a Roma possiamo colpire un

ampio pubblico di estimatori: non esagero se dico che la pizza napoletana sta vivendo una seconda giovinezza. Anche grazie a Rossopomodoro? Sì certo, ma ormai è un fenomeno molto ampio... in cui conta molto la qualità del prodotto. Chiunque fa pizza napoletana è costretto a utilizzare prodotti di qualità quantomeno buona, se non ottima. Mozzarelle, olio, pomodoro... è impossibile fare pizza napoletana utilizzando "surrogati" o prodotti di serie B. Il nostro valore aggiunto è nell’aver selezionato sei tra i migliori produttori di materie prime caratterizzanti e di seguirne tutto il ciclo produttivo. La crisi ha favorito le pizzerie (a scapito dei ristoranti)? Siamo a fine anno e posso dare numeri abbastanza realistici. Quest'anno, come Gruppo, siamo cresciuti ancora del 30% circa, ovviamente trascinati dalle nuove aperture. In ogni caso, facendo una valutazione locale su locale, non c'è stata assolutamente contrazione; non siamo cresciuti ma abbiamo tenuto anche se abbiamo misurato una minore propensione a consumare qualcosa in più... tipo il dolce di fine pasto. Faccio un esempio concreto: negli ultimi tre anni lo scontrino medio è passato da 13,5 euro, a 14, fino a 15 euro. Questo non per un aumento dei prezzi ma perché il nostro sistema di vendita è migliorato. Abbiamo raffinato l'offerta di pizzeria e cucina, con pizza e piatti che, ad esempio, utilizzano prodotti Dop e che di conseguenza hanno prezzi leggermente più elevati. Lo stesso vale per la pasticceria, sempre più apprezzata. Tornando ai risultati... Dicevo appunto che quest'anno la crescita dello scontrino medio si è fermata, assestandosi sui livelli dello scorso anno. Evidentemente la contrazione dei consumi ha avuto un riflesso negativo anche per noi. Ma limitato: il numero dei coperti è praticamente identico a quello dell'anno precedente. Altro capitolo, gli aeroporti. A quando il debutto? Stiamo cercando di fare qualcosa, ultimamente stiamo dialogando con Sea per Malpensa. A Roma ci era stato offerto uno spazio da Cremonini ma non era adatto alla nostra offerta. A Malpensa invece potrebbe aprirsi un'opportunità al T2, in una posizione interessante. Una buona location per Rossosapore. Potrebbe essere un buon inizio ma è presto per dirlo. Dopo vent'anni di impegno in questo campo, come ci si sente? Sono più carico adesso di vent'anni fa, mi creda.

Quando ho cominciato ero un ragazzo, giocavo a rugby e dedicamo molto tempo e passione sia all'azienda che allo sport. Oggi sono completamente immerso nel mio lavoro, è diventato un divertimento e una sfida continua. Con quali obiettivi per il prossimo futuro? Inquesto momento l'obiettivo prioritario è internazionalizzare bene Rossopomodoro. Abbiamo aperto in giro per il mondo ma "a macchia di leopardo", più in base alle opportunità che non con un piano ampio e strutturato. In che senso? Le faccio un esempio: a giugno apriremo con Eataly a New York nel Flat Iron Building un bellissimo locale in cui potremo offrire un menù quasi completo di pizza e pasta. Ma la sfida vera è cercare di svilupparci come abbiamo fatto a Londra dove abbiamo tre locali ubicati perfettamente e che funzionano benissimo. Ecco, nei prossimi quattro o cinque anni dovremmo fare la stessa cosa nelle grandi capitali... Berlino, Parigi, Madrid, New York. State valutando anche di acquisire altre catene all'estero? Mi pare difficile. Le catene straniere che funzionano sono difficilmente scalabili. Diversamente quelle sul mercato, hanno molti problemi: location sfortunate e via dicendo. Difficile integrarle e metterle a reddito. Meglio partire da singole location interessanti e crescere sempre grazie a location ideali. E dal punto di vista societario? Noi siamo partecipati dal fondo Quadrivio (47%) che nel 2010 ha la scadenza naturale della durata del fondo. Il rapporto con Quadrivio ci ha consentito di vivere una fase molto importante rispetto al mondo finanziario. Ci siamo strutturati e oggi siamo più riconoscibili e leggibili dalla comunità finanziaria. Per crescere ancora dobbiamo trovare all’uscita di Quadrivio un nuovo socio che ne prenda il posto e che ci consenta di fare un ulteriore passo avanti, soprattuto verso l'internazionalizzazione. Socio finanziario o industriale? Non sappiamo ancora, in base allo scenario potremmo acquisire un interlocutore industriale o finanziario. A noi farebbe più comodo il secondo, ci garantisce più libertà sul prodotto e sull'offerta. Ma naturalmente in questa fase non ha senso chiudere la porta verso nessuna ipotesi. Quadrivio ci ha sostenuto bene e con questo rapporto siamo passati da un giro d'affari di 20 milioni a 75 milioni. Non male, no? Andrea Aiello

retail&food - novembre 2009 31


32 retail&food - novembre 2009


a cura di Andrea Penazzi e Fabrizio Patti

L’exit strategy dalla crisi inizia dal Mapic L

a vera differenza tra questo e lo scorso anno sta nelle prospettive: nere per il 2008/09, più rosee per la fine del 2009 e soprattutto per il 2010. A supporto di questa tesi si possono citare sia i dati, tutto sommato positivi, sull’andamento delle vendite nei centri commerciali (vedi articolo di Cncc) sia quelli espressi nell’ultimo Report sul Mercato degli Investimenti Diretti di Immobili Commerciali in Italia, presentato con cadenza semestrale da Jones Lang LaSalle. Da questo si evince, infatti, che gli operatori tornano propositivi dopo una lunga fase di attesa. «Nel mese di giugno – si legge nel Report – abbiamo finalmente visto una ripresa di fiducia da parte degli investitori che hanno deciso di tornare attivi sul mercato, con un numero di transazioni, nel secondo trimestre, in deciso aumento rispetto a quello registrato nei primi tre mesi dell’anno: 23 contro le 13 del primo trimestre». Non trascuriamo, però, che lo stesso rapporto sottolinea come «le transazioni immobiliari dirette di asset commerciali in Italia hanno totalizzato €1,4 miliardi nel primo semestre dell’anno, con una riduzione del 30% rispetto allo stesso

Anticipare il cambiamento

periodo nel 2008, tornando a un livello che si assesta sui volumi registrati nel 2004-2003». In attesa di verificare sul campo l’andamento della rassegna di Cannes, che sarà documentato nell’articolo di Resoconto fiere, R&F ha realizzato uno speciale per presentare e soprattutto per anticipare i migliori contenuti della fiera apportati sia dai promotori e sviluppatori di centri commerciali sia dai retailer. Per farlo abbiamo diviso il lavoro redazionale in due parti: la prima dedicata alle aziende che presenteranno presso i loro stand i progetti futuri legati all’Italia, la seconda caratterizzata dall’apporto dei brand che, quasi tutti sprovvisti di stand, andranno alla ricerca di location appetibili in cui aprire nuovi punti vendita. Entrando nel merito della rassegna, stando alle fonti ufficiali della manifestazione, le aspettative di affluenza si attestano tra i 7.500 e gli 8.000 partecipanti, visitatori ed espositori inclusi principalmente top manager e pubbliche autorità. L’ospite d’onore di quest’anno è la Germania: un mercato di oltre 80 milioni di potenziali consumatori, complesso ma che mostra un apprezzabile ritorno all’investimento.

specialemapic

Dodici mesi fa lo spettro della crisi gettava un’ombra inquietante sulla concreta realizzazione dei progetti e, addirittura, sulla persistenza nel mercato real estate di alcune aziende, soprattutto di quelle legate a doppia mandata ai finanziamenti bancari. Trascorso l’annus horribilis, dove la morsa del credito ha tolto ossigeno a molte iniziative, la prossima fiera del Mapic rappresenta un’occasione importante per dare slancio al settore.

Intervista a Nathalie Depetro, Mapic director

Quali sono i temi più importanti che saranno trattati durante la fiera? Affronteremo diversi argomenti, come i principali cambiamenti che stanno coinvolgendo il settore del retail real estate, gli assi di sviluppo più adatti per far fronte a queste evoluzioni, il reale impatto della crisi economica sul comportamento del consumatore e sulle azioni dei retailer. Attraverso questi approfondimenti i partecipanti del Mapic potranno meglio interpretare le nuove priorità dell’industria e a trarre il massimo beneficio dal contesto in cambiamento.

retail&food - novembre 2009

Qual è il ruolo del Mapic in questo periodo di crisi? Il Mapic è uno facilitatore di business. La crisi che il settore attraversa rende difficile per retailer e investitori la definizione di un ritorno su investimento sicuro. MAPIC permette loro di individuare le location più adatte a garantire uno sviluppo proficuo. La Community online di Mapic fornisce con anticipo rispetto all’evento le informazioni dettagliate sui futuri progetti, e dà diretto accesso alle mail personali e ai numeri di telefono dei professionisti registrati, in modo da aiutare i partecipanti a gettare le basi per un efficace azione di networking in loco con gli attori che presentano progetti di qualità. Mapic permette inoltre di ampliare l’area geografica di azione, approfondendo le proposte provenienti dai nuovi mercati emergenti come Sud America e Nord Africa.

33


Progetti

specialemapic

DATI TECNICI

LE TERRAZZE

Via Antoniana, La Spezia REFERENTE SONAE SIERRA: GIANCARLO BIANCHI - RIVIERA HALL, STAND R31.13

S

onae Sierra sposa la mission della riqualificazione urbana attraverso la realizzazione di un nuovo complesso polifunzionale: lo shopping center “Le Terrazze” sarà realizzato, infatti, all’interno del perimetro cittadino di La Spezia. La struttura sorgerà entro l’autunno del 2011 e fa parte di un progetto che comprende 100.000 mq di residenziale, uffici e servizi. Il centro includerà l’offerta commerciale e leisure in un’unica destinazione e richiamerà nelle linee architettoniche i caratteri culturali e geografici del territorio. All’interno troveranno posto in tutto 106 unità, tra le quali otto di

grandi dimensioni, più un Ipercoop da 7.500 mq. Tra le marche presenti ci saranno Euronics, Scarpamondo, Deichmann, Sasch, Cisalfa e Den Store. Accuratamente progettata, la ristorazione sarà uno dei punti di forza di Le Terrazze. La food court ospiterà 16 tra ristoranti e bar, con una particolare attenzione alla varietà dell’offerta, che spazierà dalla cucina locale a quella internazionale. Il progetto prevede anche un’ampia gamma di soluzioni per l’intrattenimento destinate sia ai giovani che alle famiglie. Oltre alla palestra Tonic, sarà presente il family entertainment center Playpark.

APERTURA PREVISTA AUTUNNO 2011 PROMOTORE SONAE SIERRA/ ING REAL ESTATE COMMERCIALIZZAZIONE SONAE SIERRA LOCALITÀ LA SPEZIA LOCALIZZAZIONE URBANA TIPOLOGIA COMPLESSO POLIFUNZIONALE/MEDIE DIMENSIONI GLA (SUPERFICIE LORDA AFFITTABILE) 38.460 MQ PARCHEGGI 2.000 CIRCA LIVELLI COMMERCIALI 4 TOTALE UNITÀ (PICCOLE, MEDIE E GRANDI SUPERFICI) 106

Facendo leva sulla forte visibilità offerta dal Mapic, Sonae Sierra ha dichiarato di essere particolarmente interessata a raggiungere nuovi brand e concept, oltre che a instaurare rapporti con insegne internazionali (specialmente della ristorazione) che siano interessate a fare il loro ingresso nel mercato italiano.

DATI TECNICI

VERONA PORTA NUOVA

retail&food - novembre 2009

Località ex Cartiere, Verona REFERENTE ICC (IN RAPPRESENTANZA DI VERONA PORTA SUD SPA): SILVANO TOGNON PADIGLIONE 5, STAND 25

34

I

l progetto Verona Porta Nuova ha preso forma ed entro il 2010 dovrebbero aprire i cantieri. L’intervento sarà localizzato presso le ex Cartiere di Verona, a circa 200 metri dalla cinquecentesca Porta Nuova, e prevede la realizzazione di un ampio complesso in cui sorgeranno un’area retail, delle location per il tempo libero e due torri direzionali, ognuna alta 100 metri, all'interno delle quali troveranno localizzazione 30.000 mq di uffici. Tutti gli edifici saranno inseriti in un parco verde attrezzato di circa 40.000 metri quadrati. L’area commerciale si articolerà su due livelli

sovrapposti. Nel primo saranno compresi un ipermercato, tre medie superfici specializzate nei settori dell'elettrodomestico, delle calzature e dello sport, servizi paracommerciali e un ristretto numero di negozi. Il livello superiore, invece, accoglierà le offerte legate alla moda, al fashion e, più in generale, ai prodotti per la persona. Ampio spazio sarà destinato all'intrattenimento e alla ristorazione. Il numero di punti vendita legati al food è fissato tra 10 a 11, mentre l’area entertainment sarà composta di un cinema multiplex con nove sale, un centro per il divertimento delle

APERTURA PREVISTA PROMOTORE LOCALITÀ LOCALIZZAZIONE TIPOLOGIA

OTTOBRE 2013 VERONA PORTA SUD SPA VERONA URBANA COMPLESSO POLIFUNZIONALE/ GRANDI DIMENSIONI GLA (SUPERFICIE LORDA AFFITTABILE) 43.500 MQ PARCHEGGI 2.350 LIVELLI COMMERCIALI 5 TOTALE UNITÀ (PICCOLE, MEDIE E GRANDI SUPERFICI) 96/98

famiglie, zone per il fitness, per il wellness e per la cura della persona. L'iter amministrativo per l'ottenimento delle autorizzazioni urbanistiche è completato mentre la commercializzazione sarà avviata prossimamente. Il centro polifunzionale e la prima delle due torri direzionali dovrebbero essere inaugurati entro ottobre 2013, mentre per la seconda torre è previsto l’anno successivo.


Progetti

LA FORTEZZA

Strada Statale 115, Modica (Rg) REFERENTE JLL: SIMONE BURASANIS - PALAIS DES FESTIVALS, STAND 22.01

U

n’opera imponente e dal forte impatto visivo, ma progettata per garantire al suo interno il massimo del comfort ai propri visitatori. Queste sono le caratteristiche con cui si presenterà il centro commerciale “La Fortezza”, che dovrebbe essere inaugurato entro la fine del 2010 presso il comune di Modica (Rg). Con i suoi 66 punti vendita, dei quali nove medie e grandi superfici, il nuovo shopping center diventerà un importante polo di attrazione commerciale nella parte sud/orientale della Sicilia, regione che negli ultimi anni è divenuta la nuova frontiera per il settore real

estate. Nonostante la fase di commercializzazione, curata da Jones Lang LaSalle, sia iniziata da poco, sono già state definite le attività dell'alimentare e del fai-da-te. Il progetto prevede che l’area retail si svilupperà su due livelli. Ad altezza terreno sorgerà un ipermercato ad insegna Carrefour di oltre 5.000 mq, mentre le unità di vendita, sia piccole che medie e grandi, saranno distribuite sull’intera superficie. La ristorazione sarà composta di sette ristoranti, sei dei quali costituiranno la food court al primo piano, mentre il restante sarà posizionato di fronte all'ipermercato. Il design rappresenterà un’ulteriore motivo di appeal: la

APERTURA PREVISTA FINE 2010 PROMOTORE SERCOM SPA COMMERCIALIZZAZIONE JONES LANG LASALLE LOCALITÀ MODICA (RG) LOCALIZZAZIONE EXTRAURBANA TIPOLOGIA CENTRO SINGOLO MEDIE DIMENSIONI GLA (SUPERFICIE LORDA AFFITTABILE) 21.815 MQ PARCHEGGI 1.726 (DEI QUALI 907 COPERTI) LIVELLI COMMERCIALI 2 TOTALE UNITÀ (PICCOLE, MEDIE E GRANDI SUPERFICI) 66

struttura esterna curva realizzata con metallo, vetro e cemento convoglierà i visitatori verso l'ingresso principale, mentre l’interno sarà valorizzato da morbidi effetti di luce creati da plafoni dalle forme avvolgenti e l'ambiente sarà ricercato nei materiali e nelle rifiniture. Non è prevista in questa prima fase un'area di intrattenimento di ampia superficie, ma sarà presente sin dall'inizio un baby parking.

specialemapic

DATI TECNICI

DATI TECNICI

Strada Provinciale 342 Briantea, Mapello (Bg) REFERENTE MALL SYSTEM: ENRICO PALESTINI - LIVELLO 01, STAND 8.12-8.16-8.20-10.17

C

oncepito come una superficie retail extraurbana di medie dimensioni, in grado di attingere clientela sia dalla provincia di Lecco che dall’alta bergamasca, il progetto “Il Continente di Mapello” è giunto alla fase di cantierizzazione e dovrebbe essere inaugurato entro l’inizio del 2011. Il nuovo centro commerciale è stato promosso da Gruppo Lombardini mentre la commercializzazione, recentemente avviata, è curata da Mall System. La location rappresenta uno dei valori aggiunti dell’iniziativa. Il futuro shopping center sorgerà, infatti, lungo la Strada Provinciale

Briantea, in località Mapello, e fruirà di un’ottima visibilità oltre che di una viabilità semplice ed efficace. Per quanto riguarda la struttura, Il Continente di Mapello disporrà di un solo livello commerciale. Il centro sarà composto da un ipermercato ad insegna Pellicano e da una settantina di punti vendita. La galleria si presenterà ben equilibrata per cui, da una parte, vi sarà un ampia food court e un’ancora, mentre, all’estremo opposto, si troveranno le altre medie superfici. Per quanto riguarda la ristorazione, saranno inserite sia formule di somministrazione velo-

ce che con servizio, oltre ad attività di bar e caffetteria posizionate nell’altro lato della galleria. Ad oggi si prevede anche un’area bimbi. Per completare la commercializzazione Mall System punta a catene nazionali ed internazionali interessate a svilupparsi in un’area ricca, che presenta un interessante bacino d’utenza.

retail&food - novembre 2009

IL CONTINENTE DI MAPELLO

APERTURA PREVISTA 2011 PROMOTORE GRUPPO LOMBARDINI COMMERCIALIZZAZIONE MALL SYSTEM SRL LOCALITÀ MAPELLO (BG) LOCALIZZAZIONE EXTRAURBANA TIPOLOGIA CENRTO SINGOLO/MEDIE DIMENSIONI GLA (SUPERFICIE LORDA AFFITTABILE) 24.000 MQ PARCHEGGI 1.500 LIVELLI COMMERCIALI 1 TOTALE UNITÀ (PICCOLE, MEDIE E GRANDI SUPERFICI) 70

35


Progetti DATI TECNICI

specialemapic

APERTURA PREVISTA OTTOBRE/NOVEMBRE 2011 PROMOTORE OVERLAND S.R.L. COMMERCIALIZZAZIONE OVERLAND S.R.L. LOCALITÀ ANGIARI (VR) LOCALIZZAZIONE EXTRAURBANA TIPOLOGIA PARCO MULTIFUNZIONALE GLA (SUPERFICIE LORDA AFFITTABILE) 25.000 MQ PARCHEGGI 3.500 LIVELLI COMMERCIALI CENTRO COMMERCIALE 2 PARCO ACQUATICO 3 RETAIL PARK 2 TOTALE UNITÀ (PICCOLE, MEDIE E GRANDI SUPERFICI) 100

PARCO MULTIFUNZIONALE LAVIGNO

Strada Statale 434, Angiari (Vr) REFERENTE OVERLAND: GABRIELE PATRIZIO MILAN - RIVIERA HALL, STAND R32.24

S

hopping, intrattenimento per la famiglia e ristorazione tipica del territorio. Tutto questo, e non solo, sarà offerto presso il Parco Multifunzionale Lavigno, che dovrebbe sorgere entro la fine del 2011 tra due uscite della grande arteria “Transpole-

sana” S.S. 434, nella provincia di Verona. L’intervento sviluppato da Overland abbraccia un’area di circa 300.000 mq, in cui è prevista la realizzazione di un edificio principale destinato a centro commerciale. Lo shopping center si svilupperà su due piani e il mix merceo-

logico sarà composto di un iperalimentare, cinque ancore e 60 negozi specializzati. Il centro verrà integrato da un parco acquatico, articolato su tre livelli e da un retail park, costituito di quattro medie superfici dove troveranno spazio insegne leader nel loro settore. Sempre nello spazio circostante, su di un’area di circa 30.000 mq, sarà collocata un’attività di leisure che sarà presentata in anteprima proprio al Mapic. A completamento è prevista la realizzazione di un hotel, innovativo nella formula e nella tecnologia costruttiva: un’antica corte verrà trasformata in resort e ristorante tipico. Inoltre troverà collocazione un garden, che svilupperà la propria attività non solo all’interno del fabbricato e delle serre ma anche in tutta la fascia di rispetto stradale che porta al parco. Lo scopo è quello di creare un giardino, mediante la piantumazione di varie specie, che diventi il biglietto da visita nei confronti dei futuri visitatori. Attualmente Overland sta affrontando la fase di pre-commercializzazione, ma sono già confermati l’ipermercato, il parco acquatico e il 70% del leisure.

DATI TECNICI

PESCHIERA BORROMEO retail&food - novembre 2009

Strada Provinciale 415 Paullese, Peschiera Borromeo (Mi) REFERENTE PROMOCENTRO ITALIA SPA: ROBERTO MARCHETTI LIVELLO 01, STAND 8.12-8.16-8.20-10.17

36

C

ollocato in una posizione strategica e dotato di un’offerta commerciale a 360°, il progetto di Peschiera Borromeo dovrebbe essere inaugurato nei primi mesi del 2011. Entro la fine dell’anno, invece, inizierà la fase di costruzione e di commercializzazione. Il nuovo shopping center sorgerà lungo la Strada Provinciale Paullese, poco distante dall’aeroporto di Linate e dalla tangenziale Est di Milano, per cui rappresenterà una delle più importanti realtà dedicate al retail nell’area metropolitana a sud-est del capoluogo lombardo. Sul fronte del mix merceologico, l’obiettivo di

Promocentro è di attrarre marchi di livello sia nazionale sia internazionale e di segmento medio-medio e alto, che saranno dislocati su due livelli. Il piano terra dovrebbe essere caratterizzato da attività di servizio e legate ai beni per la persona, mentre quello superiore è destinato al fashion. Anche la ristorazione, pensata per un pubblico in prevalenza giovane, troverà posto prevalentemente al primo livello e sarà dotata di un’ampia food court centrale comune. In particolare offrirà dal self-service all’etnico, sino alle attività di somministrazione veloce.

APERTURA PREVISTA 2011 PROMOTORE PROMOCENTRO ITALIA SRL COMMERCIALIZZAZIONE MALL SYSTEM SRL PROPRIETÀ IMMOBILIARE AMETISTA SRL LOCALITÀ PESCHIERA BORROMEO (MI) LOCALIZZAZIONE EXTRAURBANA TIPOLOGIA CENTRO POLIVALENTE/MEDIE DIMENSIONI GLA (SUPERFICIE LORDA AFFITTABILE) 27.628 MQ PARCHEGGI 1.700 LIVELLI COMMERCIALI 2 TOTALE UNITÀ (PICCOLE, MEDIE E GRANDI SUPERFICI) 90

Due punti di ristorazione veloce saranno posizionati anche al piano terra. Per completare l’offerta commerciale verrà realizzata un’area per il divertimento, limitrofa a quella destinata al food, che prevede la possibilità di vivere in maniera autonoma e indipendente rispetto al resto dello shopping center.


Progetti

PERLE DI FAENZA LIFESTYLE VILLAGE Fronte autostrada A14, 1 km ad ovest del casello di Faenza REFERENTE PROMOS: FILIPPO MAFFIOLI - LEVEL 01, STAND 13.26-15.25

N

on è un tradizionale centro commerciale: i negozi full price inseriti in una galleria all’aria aperta segnano il passo di un format innovativo sul comparto italiano. Promosso e commercializzato da Promos, Perle di Faenza Lifestyle Village si differenzia sia in termini di offerta commerciale che di contesto architettonico. La struttura stessa sarà il primo strumento di comunicazione nei confronti del bacino d’utenza, grazie al fronte in affaccio sull’autostrada A14 esteso per oltre un chilometro, a ridosso del casello di Faenza. Uno specchio d’acqua, mosso e chiuso da colline erbose e

da grandi “perle” visibili anche in notturna, segnalerà agli automobilisti in transito l’eccezionalità dell’iniziativa. Verdi e luminosi saranno anche gli interni, con galleria a cielo aperto e arredi urbani eleganti. L’offerta sarà organizzata per “mondi” merceologici e di gusto e comprenderà una novantina di punti vendita: monomarca e flagship stores, boutique e multimarca qualificati. L’obiettivo di Promos è quello di garantire un’offerta di assoluto livello, con le caratteristiche e l’atmosfera di un moderno centro cittadino, e di prestare grande attenzione in particolare alla ricerca di insegne innovative nel

APERTURA PREVISTA 2011 PROMOTORE PROMOS SRL COMMERCIALIZZAZIONE PROMOS SRL PROPRIETÀ FAENZA ERRE SRL LOCALITÀ FAENZA (RA) LOCALIZZAZIONE EXTRAURBANA TIPOLOGIA LIFESTYLE VILLAGE GLA (SUPERFICIE LORDA AFFITTABILE) 26.500 MQ PARCHEGGI 2.500 LIVELLI COMMERCIALI 1 TOTALE UNITÀ (PICCOLE, MEDIE E GRANDI SUPERFICI) 90

panorama retail. Lo spazio dedicato alla ristorazione consentirà la presenza di vetrine d’eccellenza e scenografiche aree relax. I servizi alla persona e i luoghi deputati a eventi ed attività d’intrattenimento completeranno il mix. Per poter visitare questa “shopping town” si dovrà attendere il primo semestre del 2011, mentre a breve sarà posata la prima pietra.

specialemapic

DATI TECNICI

DATI TECNICI

Strada Statale 16, Brindisi REFERENTE SIRCOM SRL: PASQUALE IAMELE - LIVELLO 0.1, STAND 12.15

S

hopping ma non solo. Proprio l’ampia offerta di servizi, che spazia dall’intrattenimento alla ristorazione, sino alla presenza di spazi per conferenze e di un hotel, costituisce il plus del Gran Salento Factory Outlet. L’iniziativa, progettata da Sircom Group, dovrebbe sorgere entro l’estate del 2011 lungo la Strada Statale 16 nel brindisino, e occuperà un’area di oltre 30 ettari. La posizione geografica costituisce un’ulteriore leva di sviluppo, grazie a un bacino di utenza che spazia da Taranto a Lecce stimato in 430.000 residenti in un’isocrona di 30 minuti di percorren-

za in automobile. Per quanto riguarda la definizione del progetto, Il Grand Salento Factory Outlet sarà suddiviso in tre macroaree: l’outlet vero e proprio, un centro per il tempo libero e una struttura hospitality. Il tutto inserito all’interno di un’area verde attrezzata di circa 130.000 mq. La parte commerciale comprenderà complessivamente quasi 145.000 mq. All’interno di questa superficie saranno realizzati i parcheggi (circa 2.600) e le opere di viabilità carrabile e pedonale. Le gallerie di vendita e gli spazi retail si articoleranno su 30.800 mq di Superficie lorda com-

plessiva (Slp). In totale le unità saranno 116, delle quali 112 avranno dimensioni ridotte e verranno utilizzate per gli esercizi di vicinato, mentre le restanti quattro ospiteranno le medie superfici, per un totale di circa 16 mila mq di Gla. I percorsi pedonali saranno interamente al coperto e al centro dell’outlet sorgerà una grande piazza da 10.000 mq, l’ideale per ospitare eventi culturali, mostre e spettacoli.

retail&food - novembre 2009

GRAN SALENTO FACTORY OUTLET

APERTURA PREVISTA ESTATE 2011 PROMOTORE RE&M-REAL ESTATE & MANAGEMENT PROGETTAZIONE SIRCOM SRL LOCALITÀ BRINDISI LOCALIZZAZIONE EXTRAURBANA TIPOLOGIA FACTORY OUTLET COMPLESSO POLIFUNZIONALE GLA (SUPERFICIE LORDA AFFITTABILE) 16.000 MQ PARCHEGGI 2.600 LIVELLI COMMERCIALI 1 TOTALE UNITÀ (PICCOLE, MEDIE E GRANDI SUPERFICI) 116

37


Progetti

specialemapic

INTERVISTA Quali saranno le caratteristiche principali dello centro Le Due Torri? «È un progetto di localizzazione urbana sviluppato su due livelli. Nei suoi 34.000 mq di Gla presenta circa 90 negozi e almeno otto medie superfici. All’interno si alterneranno armoniosamente i temi dello shopping e dell’intrattenimento. Il complesso è accompagnato da un’ancora alimentare di assoluto prestigio e nuova a questo genere di operazioni: Esselunga».

ALTAREA ITALIA REFERENTE ALTAREA: SIMONE MALTEMPI - LIVELLO -1, STAND 20.02

P

roseguono i lavori per completare i progetti Le Due Torri di Stezzano (Bg) e Ponte Parodi di Genova, con l’obiettivo di farli accelerare ulteriormente in occasione del Mapic. Le due iniziative, in forza ad Alterea Italia, stanno procedendo su binari differenti: il primo a essere realizzato dovrebbe essere quello lombardo, di cui è prevista la consegna tra marzo e aprile 2010. Come illustra l’amministratore delegato di Altera Italia, Ludovic Castillo (in foto), il complesso Le Due Torri sarà al centro della

loro attenzione, considerato che è in piena fase di commercializzazione. Mirano non solo al raggiungimento del 100% delle presenze in galleria ma a presentarlo come un vero punto di riferimento per l’intrattenimento. Il faraonico Ponte Parodi di Genova, sul Porto Antico, merita una sua ripresentazione perché con il passare del tempo l’operazione si è evoluta. L’intenzione dell’azienda è quella di mantenerne alta la visibilità cercando di mettere in risalto l’enfasi progettuale e realizzativa.

A quali operatori vi rivolgerete in fiera e in particolare quali tipologie di retailer state cercando per i vostri progetti? «Un nostro target è privilegiare il rapporto con i retailer già presenti negli asset attivi di proprietà. La scelta delle tipologie di retailer ci impone differenti valutazioni tra le quali, prioritariamente, la notorietà del brand, il suo posizionamento strategico e una diffusa capillarità sul territorio. Cito, ad esempio, un caso calzante che coinvolge il nuovo centro di Stezzano, sul quale Saturn ha puntato per allargare lo sviluppo della sua rete di punti vendita».

INTERVISTA

retail&food - novembre 2009

Quali progetti porterete in fiera? «Continueremo a commercializzare l’outlet di Soratte, che per ora ha raggiunto una copertura dell’82% della superficie della prima fase, mentre a livello di progetti porteremo esclusivamente quello di Parma perché l’apertura sarà a novembre del 2010. Questa iniziativa è molto innovativa nel panorama italiano a livello di architettura, di layout e anche di contenuti. Il tema principale sarà quello dello sport, anche se non sarà trascurata l’offerta commerciale, ovviamente. La Gla si articolerà su circa 40.000 mq, non sarà presente l’ancora alimentare e il target a cui ci rivolgeremo sarà di livello medioalto».

38

STORES DEVELOPMENT

REFERENTE: CORINA GRANDIA MUÑOZ FLOOR FORM 2.1, STAND R29.41

I

l Mapic si conferma un palcoscenico strategico e irrinunciabile per Stores Development, che in questa edizione concentrerà i propri sforzi per proseguire nella commercializzazione del Soratte Outlet Shopping e per cercare i tenant da inserire nel Pr Parma Retail. Come illustra l’amministratore delegato di Stores Development, Corina

Grandia Muñoz (in foto), l’azienda ha degli obiettivi precisi e dei progetti da mettere sul mercato. Per questo motivo e per mantenere la visibilità che la contraddistingue da ormai cinque o sei anni, ha voluto essere presente alla fiera nonostante ci sia una situazione complessa a livello economico.

A quali operatori vi rivolgerete in fiera e in particolare quali tipologie di retailer state cercando per i vostri progetti? «Su Parma iniziamo ora la fase della commercializzazione più intensa. Essendo noi promotori, costruttori, commercializzatori e gestori ci rivolgiamo a una clientela a 360 gradi: dal fondo di investimento, all’istituto finanziario, ai fornitori, agli architetti e ovviamente ai retailer. Per quanto riguarda quest’ultimi, il nostro target di riferimento è di livello medio-alto sia per l’outlet sia per il Pr Parma Retail».


Retail

AUTOGRILL SPA

C

entri commerciali ma soprattutto outlet. È a questa seconda tipologia di spazi retail che Autogrill riserverà particolare attenzione al Mapic 2009. “In base alla nostra esperienza, guardiamo con estremo interesse il settore degli outlet. Oggi siamo presenti in una decina di questi complessi e siamo molto soddisfatti del loro trend di sviluppo, le nostre formule ben si adattano a questo tipo di attività”, sottolinea Paolo Ceriani. Il settore degli shopping center, in 70 dei quali la società opera con 200

concept, quasi sempre in maniera diretta, non viene però trascurato. “Guardiamo anche ai centri commerciali, in particolare ai grandi progetti sviluppati all’interno di aree importanti, meglio se vicini a cinema multisala e a rilevanti insediamenti di uffici, per intercettare sia il pubblico leisure che quello business”. La situazione dei centri commerciali nel loro complesso, vista da Autogrill, è quella di un leggero rallentamento in termini di nuove inaugurazioni. “Crediamo però che sia un

elemento positivo – continua Ceriani -. Dopo anni di aperture massicce che non sempre sono state coerenti con le potenzialità del mercato, è l’occasione per lavorare tutti per ottimizzare le realtà esistenti.” La priorità, anche per questo, per Autogrill sembrano essere i restyling dei centri esistenti, come avvenuto quest’anno nel centro commerciale Carosello di Carugate (Milano) e come è previsto all’orizzonte in altri luoghi, come il Gran Reno di Casalecchio di Reno (Bologna).

specialemapic

Paolo Ceriani, direttore canali città e centri commerciali di Autogrill Italia spa

Salvatore Taccini, real estate manager di Compar spa (Bata)

I

l 2010 di Bata vedrà l’apertura di 20 punti vendita diretti e 20 franchising in Italia, più altri 15 all’estero, limitatamente alle aree geografiche gestite dalla Compar spa. “Ma se ci saranno novità, noi siamo pronti. Se sarà possibile, apriremo anche 25 diretti, 25 franchising e 25 punti all’estero nel 2010”, commenta Salvatore Taccini, real estate manager di Compar. “Purtroppo quest’anno – continua Taccini – ci aspettiamo meno proposte al Mapic. Da quanto ci sta arrivando, non ci saranno tanti progetti per il 2010”.

Sulla base di questa situazione, l’obiettivo per il 2010 di Bata, secondo il manager è “valutare le opportunità di ricommercializzazione” degli spazi lasciati liberi nei centri commerciali esistenti. “Noi in ogni caso vogliamo continuare a fare investimenti, non li abbiamo mai fermati” aggiunge Taccini. Per l’espansione dei format dell’insegna le direzioni sono principalmente due: i centri storici delle città e i centri commerciali di grandi dimensioni e con forte affluenza, dove l’incidenza degli affitti si ammortizza maggiormente. “Nei piccoli cen-

tri, invece, abbiamo bisogno di affitti più bassi”, commenta Taccini. L’azienda in Italia ha 258 punti vendita diretti e 150 franchising, più 118 franchising all’estero solo contando quelli nelle zone curate da Compar. A livello globale, invece, si arriva a 5.000 negozi che attirano un milione di clienti al giorno. Alle formule già sperimentate si aggiungerà dal 2010 un nuovo format fino a 250 metri quadrati che prenderà spunti sia dai negozi cittadini sia da quelli nei centri commerciali.

retail&food - novembre 2009

COMPAR ITALIA SPA

39


Retail

specialemapic

Laura Giannini, marketing manager di Boobaloo (Pta Group srl)

PTA GROUP BOOBALOO SRL

D

imensione medio-grande, buona affluenza e soprattutto un target costituito da famiglie. Così è il centro commerciale ideale di Pta Group Boobaloo, azienda di Settala, Milano, che fornisce servizi per bambini in oltre 600 shopping center nel mondo. “Ma se la posizione all’interno è buona possono andare bene anche centri più piccoli”, commenta Laura Giannini, marketing manager della divisione Boobaloo. La novità di quest’anno è che l’azienda si presenta anche come retailer. Sono infatti stati

aperti tre spazi chiamati “Casa di Baboo” (dal nome dell’orsetto attorno a cui è costruito il marchio). Si trovano a Firenze (I Gigli), a Guidonia, non lontano da Roma (Tiburtino) e vicino a Napoli, nel Vulcano Buono di Nola. Si tratta di spazi in cui i bambini giocano e seguono laboratori didattici e dove possono anche acquistare dei prodotti, come cd e peluche. “Questa formula ci sta dando ottimi risultati – commenta Laura Giannini –. L’obiettivo al Mapic è di farla conoscere fuori dall’Italia”. Alle tre aperture si stanno per affiancare una

“Casa di Baboo” a Barcellona e una ad Ascoli Piceno, ma altre sei sono previste nel corso del 2010. Il gruppo Pta Boobaloo è presente in Italia in 150 centri commerciali, contro i 120 dello scorso anno, e il ritmo di espansione dovrebbe rimanere inalterato. Con le sette società consociate all’estero si contano altre 500 presenze. La crescita del fatturato è stata quest’anno del 15% (circa 10 milioni di euro) e altrettanto dovrebbe accadere nell’anno in corso.

Juan Olave, general manager Burger King Italia

retail&food - novembre 2009

BURGER KING ITALIA SRL

40

B

urger King Italia si presenta al Mapic forte di 16 aperture nell’anno fiscale terminato lo scorso giugno e altrettante in programma per quello in corso. Soprattutto, spiega Juan Olave, general manager della società per l’Italia, “abbiamo un piano di sviluppo a cinque anni che rispettiamo, anche se ci sono anni in cui le vendite non sono eccezionali. Vogliamo continuare a crescere tantissimo: attualmente l’Italia è già il quarto paese nel mondo per numero di nuove aperture, noi contiamo a farlo diventare il

secondo”. Ma le condizioni poste dalla catena (che ha attualmente 57 ristoranti) sono precise: “noi siamo interessati in particolare agli shopping center che hanno un cinema, un bowling o comunque un’area che possa aprire tutta la settimana – sottolinea il manager –. La chiusura domenicale, infatti, per noi rappresenta una perdita di fatturato importante. Cerchiamo anche centri commerciali o retail park in cui poter mettere una casetta drive per le automobili, che sia autonoma e possa stare aperta

di domenica. Vorremmo aprire il 50% dei nuovi ristoranti con questa formula”. Sembrano più distanti le autostrade, a causa degli alti costi delle concessioni, “anche se non le escludiamo del tutto”. Sulla presenza al Mapic, invece, non ci sono dubbi: “anche se l’anno scorso è stata più tranquilla, la fiera è la più importante e la più completa del mondo, ci andiamo da 12 anni. Abbiamo però capito che, invece di avere uno stand, per un retailer è molto più comodo muoversi per vedere i nuovi progetti”.


Retail KUVERA SPA/ CARPISA

V

oglio aprire. È questo il messaggio che Kuvera spa - Carpisa porta al Mapic 2009. Lo dicono i numeri e lo sottolinea Enrico Cassero, international developer manager di Kuvera spa: “L’espansione della nostra rete vendita costituisce l’obiettivo principale: durante tutto il 2010 inaugureremo altri 50 franchising in Italia e all’estero”. Le aperture fuori dai confini saranno soprattutto in Spagna, Grecia e nei Balcani. “Lo sviluppo – continua Cassero - riguarderà primari centri commerciali e aperture in aeroporti italiani in cui non abbiamo ancora negozi. Inoltre continuerà il rinnovo dei layout di tutti i franchising con nuove cromie e arredi di alto impatto”. La previsione è di chiudere il 2009 con un aumento di fatturato del 10-15% in più rispetto al 2008. L’azienda ha attualmente 500 punti vendita, dei quali 40 direttamente controllati e 460 in franchising in Italia e nel resto del mondo. Il negozio ideale, spiegano dalla società, è localizzato in uno shopping center ad alta densità commerciale, deve poter usufruire di una superficie di vendita di 100 metri quadrati più altri 40 adibiti a magazzino. In questo momento, continua Cassero, il mercato è contraddistinto «da cambiamenti sempre più rapidi e da offerte personalizzate di prodotti che caratterizzeranno la produzione, il tutto legato a un’elevata innovazione nell’immagine e nella comunicazione. Inoltre, dalla standardizzazione totale si tornerà alla personalizzazione del punto vendita. E Carpisa sta già perseguendo questa strada».

specialemapic

Enrico Cassero, international developer manager di Kuvera spa

Roberto Cuccaroni, direttore generale Euronics Italia spa

C

hi è leader non può mancare”. Euronics Italia sarà presente anche quest’anno al Mapic. Rispetto agli anni scorsi, tuttavia, non avrà uno stand tutto suo. Spiega Roberto Cuccaroni, direttore generale della società: “ci siamo resi conto di aver raggiunto una notorietà elevatissima con un nostro stand di grandi dimensioni nelle sei edizioni precedenti e abbiamo quindi deciso di intervenire solo come visitatori”. L’obiettivo della partecipazione è quello di “avere e mantenere un contatto diretto con i

maggiori immobiliaristi e promotori e dare una immagine di Euronics univoca e precisa per cogliere tutte le opportunità interessanti”, continua Cuccaroni. Mistero, invece, sugli obiettivi di espansione: l’azienda si limita a far sapere che nel corso del 2009 il gruppo ha aperto una trentina di punti vendita, tra quelli stand alone e quelli nei centri commerciali. Con queste aperture, tra Euronics ed Euronics point, si è raggiunta la quota di 229 punti vendita diretti e di 402 affiliati. Sono invece chiare le caratteristiche del centro

commerciale a cui l’insegna è interessata: “strutture che dispongano di un ipermercato di grandi dimensioni e inserite in bacini d’utenza capaci di garantire una redditività adeguata e possibilmente non coperti da competitor”. La riservatezza della società sullo sviluppo, tuttavia, non deriva da scenari economici critici. “Il trend di mercato non è così negativo – commenta Cuccaroni –. Il nostro Gruppo ha registrato una crescita del 5% in un mercato in flessione”.

retail&food - novembre 2009

EURONICS ITALIA SPA

41


retail&food - novembre 2009

specialemapic

Retail

42

ILLYCAFFÈ SPA

A

lla quarta partecipazione al Mapic, Illycaffè vuole vedere chi si ferma e chi procede: “Per noi il mondo degli shopping center è uno dei canali di sviluppo commenta Roberto Di Martino, direttore sviluppo di Illycaffè spa -. L’obiettivo della partecipazione è capire quali sono le iniziative che stanno andando e quali si sono arenate. Lo scorso anno in molti paesi i progetti si erano fermati o erano scomparsi, come in Medio Oriente”. Alla fiera l’azienda ci va per accompagnare i futuri franchisee: “Il secondo obiettivo – continua Di Martino – è di supportare i nostri partner per scegliere le location di cen-

tri commerciali e, in una fase successiva, per supportarli nell’ambito dei contratti di lease agreement”. La società ha solo un punto vendita a gestione diretta, mentre quelli in franchising sono circa 250. “Siamo presenti in 32 stati e quest’anno chiuderemo con 40 nuove aperture – comunica il manager -. L’anno scorso erano state 70. La maggior parte sono state tra Europa e Asia. Sulle inaugurazioni nel prossimo anno preferisco non anticipare: ci sono operazioni importanti che potrebbero rappresentare una svolta”. Illycaffè cerca soprattutto shopping center grandi, ma la scelta dipende dalla concentra-

Roberto Di Martino, direttore sviluppo di Illycaffè spa zione di concorrenti. “Se in un centro di medio-grandi dimensioni c’è un numero elevato di punti vendita – spiega De Martino - il bacino potenziale del nostro business è pari a quello di un centro commerciale piccolo. Per noi la differenza la fa la qualità del centro commerciale in termini di altri brand presenti”.

LEVI STRAUSS ITALIA

D

opo l’inaugurazione del flagship store di 600 metri quadrati in via del Corso a Roma, e di quello a Milano in corso Buenos Aires, Levi Strauss Italia ha in mente altri tagli di nastri. “Il progetto sullo sviluppo retail rimane una delle nostre priorità, con all’orizzonte 40 aperture nei prossimi cinque anni – spiega Luca Cappelletti, retail director di Levi Strauss Italia –. Veniamo da mesi di importanti aperture dove a quelle nelle shopping mall di Alessandria (Gli Orsi), Antegnate (Antegnate shopping Centre) e Villanova di Guidonia si sono affiancate anche quelle importanti di Milano e Roma. E anche il 2010 sarà un anno di importanti iniziative in linea con le nostre strategie”. Al Mapic gli shopping center ricercati dall’azienda sono, semplicemente, “quelli che per posizione, struttura, viabilità, marchi presenti e costi garantiscono il migliore, e più veloce, rientro sull’investimento salvaguardando nel contempo l'immagine del nostro marchio”. Al centro dello sviluppo c’è la formula franchising, con la quale opera il 90% dei negozi. “Per quanto riguarda il nostro settore – continua Cappelletti - riteniamo che da qui in poi il mercato possa solo crescere. Difficile definire precisamente l’arco temporale nel quale questo avverrà ma abbiamo buoni segnali che ci indicano una netta ripresa nei prossimi 6/8 mesi. Noi continuiamo nello sviluppo retail, negli ultimi tre anni abbiamo quasi triplicato la nostra presenza sul territorio e i risultati ottenuti ci confermano che stiamo percorrendo la strada giusta”.

Luca Cappelletti, retail director di Levi Strauss Italia


Retail

MCDONALD'S DEVELOPMENT ITALY INC.

U

n programma ambizioso di espansione, improntato soprattutto sui “drivethrough” e sulle superfici più grandi. Si presenta con queste premesse McDonald’s Development Italy al Mapic di Cannes. Lo spiega Mauro Passone, development director della filiale italiana della multinazionale: “Siamo interessati a entrare nei nuovi centri commerciali più grossi, al di sopra dei 120 punti vendita, perché abbiamo già una presenza forte negli shopping center italiani. Ci rivolgeremo comunque anche a quelli di dimensioni più

piccole, ma per stare nell’area esterna con i nostri drive-through”. La società arriva in fiera con numeri buoni: le vendite comparabili nel 2009 sono stimate in crescita del 5-6%, che salgono al 10% se si conteggiano i nuovi ristoranti. Quest’anno le nuove aperture sono state una trentina e la cifra rimarrà costante anche nel 2010. Crescono, inoltre, gli investimenti, che dai 50 milioni di euro di quest’anno saliranno nel prossimo a 70-75 milioni, per effetto di nuove aperture e di una spinta alle ristrutturazioni

(che interesseranno 40-50 ristoranti). Che cosa si aspetta l’azienda dal Mapic del 2009? “Sono curioso vedere la situazione – commenta Passoni -. Questo è stato un anno di “riflessione” per progetti che sembravano molto grossi e di rapida realizzazione. Vorrei capire se ci sarà una ripresa”. McDonald’s Development Italy non si presenta con uno stand ma considera il Mapic “un appuntamento inderogabile, che ci permette di concentrare incontri che si terrebbero altrimenti nel corso di sei mesi”.

specialemapic

Mauro Passone, development director di McDonald's Development Italy

P

raticamente tutti i retailer quest’anno hanno scelto di non investire su uno stand al Mapic. Ma c’è un’eccezione: Panfocaccia e Primoforno, due insegne al debutto nel campo della ristorazione che si vogliono presentare agli investitori internazionali (master franchisor, fondi di investimento e operatori del settore ristorazione e retail alimentare). Alle spalle del progetto c’è un’impresa che produce prodotti da forno surgelati, la Forni & Fattorie di Altamura spa. I due format si differenziano soprattutto per le dimensioni: Panfocaccia, più grande, richiederà ai franchisee un investimento di circa 160mila euro, mentre Primoforno, più piccolo, circa 85mila euro. Entrambi propongono

menu che si rifanno alle ricette tradizionali pugliesi. Altri tre modelli di insegne sono inoltre in cantiere. Dopo sette anni di progettazione, lo scorso anno sono arrivate quattro aperture in Portogallo. Entro il febbraio del 2010 ce ne saranno altre quattro in Italia, a Bari, Roma, Verona e Milano, mentre nel secondo semestre del 2010 sarà il turno di Barcellona e Madrid. A quali canali commerciali è interessato il gruppo? «Valutiamo attentamente le location attraverso il nostro dipartimento Real Estate – risponde Antonio Loizzo, amministratore unico di Forni & Fattorie di Altamura spa – in questo momento siamo orientati ad aperture

Antonio Loizzo, amministratore unico di Forni & Fattorie di Altamura spa sulla viabilità tradizionale e non in shopping center, in quanto riteniamo che questi ultimi non rappresentino più una garanzia di successo per gli elevati costi e per la concorrenza».

retail&food - novembre 2009

PANFOCACCIA E PRIMOFORNO

43


Crescono le vendite nei centri commerciali italiani

retail&food - novembre 2009

specialemapic

C

44

hiunque abbia esperienza del mercato italiano dei centri commerciali sa che uno dei maggiori ostacoli che tutti gli operatori devono affrontare è quello della mancanza di dati attendibili sui parametri economici fondamentali riferiti a questo specifico settore. Mancano quindi i “benchmarks”, indispensabili sia a sviluppatori ed investitori nella valutazione della fattibilità di nuovi progetti, o della convenienza di investimento in centri esistenti, sia agli operatori commerciali per valutare le performance attese in un centro di prossima apertura o quelle realizzate in centri esistenti. E’ una situazione che pone il mercato italiano in condizioni di oggettiva inferiorità, rispetto ad altri mercati europei “maturi”, in quanto aumenta l’elemento di rischio effettivo (e ancora più quello percepito) per sviluppatori, investitori e retailer che sono ai loro primi approcci al nostro mercato. Questo è il motivo fondamentale che ha convinto il Consiglio Direttivo del Cncc ad avviare un ambizioso programma di raccolta ed elaborazione dati, rigorosamente riferito alle realtà imprenditoriali dell’industria italiana dei centri commerciali, con un preciso obbiettivo: quello di fornire non solo agli associati, ma a tutte le realtà imprenditoriali interessate, agli enti pubblici ed agli organi di informazione, in una parola al Mercato nella sua accezione più ampia, dei dati di riferimento che possano agevolare una migliore comprensione della realtà italiana e un maggiore interesse per le opportunità che offre. Il progetto è partito all’inizio del 2008 con la costituzione di un gruppo di esperti in rappresentanza delle prime Società associate al Cncc che vi hanno aderito. Il gruppo ha proposto, discusso, studiato e definito le modalità di raccolta, valutazione ed elaborazione dei dati e le modalità per garantirne l’assoluta riservatezza, individuando quindi anche il soggetto in grado di garantire la correttezza e la professionalità del processo. La vera e propria raccolta dei dati di vendita è iniziata nel 2009, condotta su un campione molto significativo, che rappresenta circa il 16% del totale della Gla dei centri commerciali italiani con una Gla superiore a 5.000 mq. I primi risultati sintetici, riferiti al primo e al secondo trimestre del 2009 e al relativo aggregato semestrale, sono stati anticipati da un comunicato stampa recentemente emesso mentre una più dettagliata e articolata presentazione verrà effettuata dopo la raccolta e l’elaborazione dei dati di vendita relativa al terzo trimestre 2009. Già questi primi dati risultano particolarmente significativi. In una fase critica, di consumi statici e di recessione generalizzata, le vendite nei centri commerciali del campione esaminato sono cresciute dell’1,8% su base semestrale nel 2009 rispetto allo stesso periodo del 2008. Questo dimostra che in una congiuntura negativa di mercato i centri commerciali reggono meglio del commercio diffuso e che le sinergie sviluppate tra gli esercizi che vi operano li rendono più competitivi rispetto al resto del mercato dell’offerta. L’analisi riferita a singoli settori di offerta offre altri interessanti spunti di riflessione: le vendite del comparto dell’abbigliamento, ad esempio, sono in crescita, in contrasto con frequenti dichiarazioni (peraltro spesso non suffragate da dati concreti). Se invece si osservano i dati disaggregati per classi dimensionali

Pietro Malaspina Presidente del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali

si ha la conferma di un calo delle vendite nei grandi esercizi food despecializzati, di un calo (assai minore) nei piccoli esercizi specializzati e di una forte crescita delle vendite delle medie superfici specializzate. Questo fa giustizia, se ancora ve ne fosse bisogno, del diffuso pregiudizio che sostiene una presunta identità tra sviluppo dei centri commerciali e crescita della “grande distribuzione” (termine, quest’ultimo, talmente generico da essere privo di significato). Al contrario, pare che il centro commerciale sia una realtà in grado di favorire la crescita, o almeno garantire la stabilità, del commercio specialistico in termini di volumi di vendita in un contesto di mercato assai difficile. L’attività del progetto si estenderà, nei prossimi mesi, anche ad altri settori di indagine e qualsiasi siano i risultati siamo certi che saranno comunque un importante elemento di maggiore conoscenza di una realtà imprenditoriale, quella dei centri commerciali, la cui reale importanza per l’economia del nostro Paese è ancora oggi pesantemente sottovalutata Pietro Malaspina


Opening a Store in Italy: FAQ Aprire un punto vendita in Italia: FAQ A cura di Alessandro Barzaghi e Giulia Comparini Cocuzza & Associati Studio Legale

Does the size of the store have an impact on trade licenses? - La dimensione del punto vendita ha conseguenze sulle licenze commerciali? Yes, it does. Stores below 250 square meters (or 150 in smaller cities) may open 30 days after filing a simple notice to the City. Stores above such size and below 1500 sq. m. need a specific authorization from the City, which may be issued within 90 days from application. Trade licenses for mid-size stores are often denied by Cities, as often they issue rules with additional requirements, such as providing parking areas for patrons. In downtown locations, this makes it almost impossible to obtain a new license. Certamente. Gli esercizi di vicinato sotto i 250 metri quadrati di netta vendita (ovvero 150 in città più piccole) possono essere aperti dietro semplice notifica al comune, mentre le medie strutture richiedono autorizzazione specifica entro i 90 giorni. Queste ultime sono le più difficili da ottenere in quanto spesso regioni e comuni impongono requisiti ulteriori (quali ad esempio la disponibilità di parcheggi per la clientela nelle vicinanze). Can licenses for mid-size stores be bought from other tenants? - Le licenze di media struttura si possono acquistare? A new retailer who wishes to open in a high street location may buy not the trade license per se, but the “business unit” which includes the trade license. This is often the legal structure used to pay “key-money” to previous tenants for the location. La licenza di media struttura non può essere acquistata individualmente, ma il ramo di azienda che la include può essere oggetto di trasferimento. Questa è infatti la struttura legale utilizzata per pagare il “key-money” al precedente utilizzatore dello spazio.

Is there a difference between lease agreements and lease of business agreements? - C’è differenza tra contratti di locazione e contratti di affitto di ramo di azienza? Yes, and it is significant. Leases of real estate are very protective of tenants (they provide, for instance, for inalienable rights, fixed duration, prohibition of stepped-up rent, preemption rights etc.), while lease of business units are flexible and left to the parties. No surprise the latter are hugely preferred by landlords. Sicuramente, e la differenza è enorme. La legge sulle locazioni ad uso non abitativo è assai protettiva del conduttore (molti diritti sono inalienabili, la durata è determinata, vige il divieto di incrementi del canone), mentre i contratti di affitto di azienda sono flessibili e lasciati alla negoziazione delle parti. E la scelta delle proprietà spesso cade su questi. Are works inside stores easy to carry out? - Quali autorizzazioni occorrono per svolgere lavori di ristrutturazione nei punti vendita? Carrying out minor works inside Italian buildings may now be carried out through simple notices to the local City. Works may begin as early as 30 days after filing. Major works require the City to issue a building permit (rarely this is the case for stores). In addition, Italian downtowns are often protected by Monuments and Fine Arts authority. In some instances, a use change becomes a pivotal condition precedent of the agreement.

specialemapic

Aprire un punto vendita in Italia non è complicato, ma vi sono alcuni aspetti peculiari rispetto ad altri paesi, da tenere in considerazione. Il primo punto da considerare è il requisito dell’ottenimento di una licenza commerciale. La legge Bersani del 1998 come è noto liberalizza le licenze, nel senso che chiunque ne abbia i requisiti ha diritto ad ottenerla. Tuttavia, la medesima legge delega alle regioni ed ai comuni il potere di dettare norme più stringenti in merito.

ramo di azienda che la contiene: il contratto avrà ad oggetto anche il godimento degli spazi.

I lavori di minore entità possono essere eseguiti con semplice DIA, a partire da 30 giorni dal deposito. Lavori più ingenti richiedono il rilascio del permesso di costruire (il che è raro per gli esercizi commerciali). Alcuni palazzi del centro storico sono posti sotto la tutela della Soprintendenza, che deve accordare il proprio benestare. In alcuni casi è anche necessario modificare l’uso dei locali. What are the key features of Italian franchise law? Quali sono le caratteristiche salienti della legge sull’affiliazione commerciale? Franchise law is protective of tenants and require a minimum contractual duration, mandatory disclosure of information, clear definition of key points of the agreement. Additional requirements are set forth when the franchisor is a foreign company.

May a trade license be leased? - È possibile prendere in affitto una licenza commerciale? All commercial centres leases are not purely leases of premises, but leases of business units. The trade license is leased together with the business unit (which includes the premises).

La legge sul franchising contiene delle disposizioni a protezione dell’affiliato quali durata minima del contratto, obblighi di informazione minima, definizione chiara dei punti chiave del contratto. Obblighi ulteriori sono stabiliti quando il franchisor è straniero.

Come per l’acquisto, non è possibile prendere in affitto unicamente una licenza commerciale, ma è possibile affittare il

Per informazioni e quesiti – info and questions: Alessandro Barzaghi: abarzaghi@cocuzzaeassociati.it Giulia Comparini: gcomparini@cocuzzaeassociati.it

retail&food - novembre 2009

Opening a store in Italy (owned & operated): trade licenses - Aprire un punto vendita in Italia (gestione diretta): licenze comunali Opening a store in Italy is not complicated, but there are some aspects which make it peculiar and different from other countries. The first issue to be considered is the requirement of first obtaining a “trade license” to operate the business. The general law enacted in 1998 liberalizes the issuance of trade licenses, in the sense that any retailer or franchisee in possession of the required characteristics may apply for a license. However, the same law grants the local entities (such each Region and even each City) the power to dictate a more stringent legislation concerning trade licenses.

45


46 retail&food - novembre 2009


Come e perché l'Intimo continua a crescere

Dalle catene lezione per tutti È

un annus horribilis, ma non per tutti. Nel settore dell’Intimo il 2009 vede in ginocchio i negozi indipendenti e a petto gonfio le catene di negozi in franchising. A dirlo sono numeri: confrontando i dati dell’anno terminante ad agosto 2009 con quelli dell’anno precedente, si scopre che l’intero settore della calzetteria femminile ha perso il 10% in termini di volume di calze vendute (a quota 220 milioni). Ma i canali hanno avuto dinamiche opposte: 19% per i punti vendita indipendenti, -7% per la Gdo, -4% per gli ambulanti e +9% per le catene (fonti: Iri Infoscan, Nielsen, Sistema Moda Italia). Ma anche allargando lo sguardo all’intero comparto intimo per donna e uomo il discorso non cambia. Lo confermano le indagini ad hoc di Iri e Databank, secondo cui la soluzione per i marchi in crisi sono soprattutto quelle di potenziare la rete di negozi monomarca e di aumentare la quota di export, operazioni da portare avanti tramite la leva del franchising. Significativo è il fatto che per quest’anno la previsione di un pla-

yer come Yamamay sia di un aumento del 10 per cento del fatturato.

Il business model delle catene Ma che cosa è successo negli ultimi anni? «Si tratta di un nuovo business model – risponde Nicola Guerini, direttore operativo del Milano Fashion Institute, consorzio interfacoltà delle università Bocconi, Politecnico di Milano e Cattolica – i nuovi attori hanno fatto la differenza sul piano dell’innovazione del prodotto, della distribuzione e della comunicazione». Il bene “biancheria intima” ha avuto l’innesto di un elevato contenuto moda, laddove prima ne era sprovvisto. In particolare si agisce sulla stagionalità, attraverso la proposta all’interno della stessa stagione di alcune “flash collection”, ossia mini collezioni in grado di cogliere il trend del momento. Un marchio come Yamamay, a questo proposito, preferisce coltivare due filoni: le collezioni moda che si rinnovano più volte nel tempo e quelle continuative, che

I marchi presenti Il grandi operatori delle catene dell’intimo sono tre. Il Gruppo Calzedonia, con 888 milioni di fatturato nel 2008, 1350 punti vendita in Italia e 1250 all’estero è il leader di mercato. La sua rete si divide, come noto, su tre marchi: il primo, Calzedonia, è un’insegna la cui identità è basata sul prodotto calze e costumi da bagno. Fondata come catena nel lontano 1987, fattura 327 milioni di euro e ha 1.200 punti vendita, di cui 650 in Italia. Intimissimi, sul mercato dal 1996, è diventata sinonimo di intimo raffinato e semplice e realizza un giro d’affari di 395 milioni, attraverso 1.150 negozi, 550 dei quali nei confini nazionali. L’ultima nata Tezenis, lanciata nel 2003, si presenta, invece, come un marchio cosmopolita e trend setter, rivolto soprattutto alle ragazze. Il turnover è di 166 milioni di euro e la sua rete è per ora composta da 150 punti vendita. Il Gruppo Golden Lady, il secondo per ricavi, superiori ai 400 milioni di euro, ha circa 500 negozi, che si rivolgono a una clientela più matura, dalla giovane donna in avanti, interessata al prodotto dei collant. Un numero simile di punti vendita, circa 550, ha anche Yamamay, azienda creata nel 2001 a Gallarate (Varese), che ha raggiunto nel 2008 un fatturato di 108 milioni di euro. Il target di riferimento è soprattutto il pubblico giovane, simile a quello di Tezenis, anche se l’ad della società, Gianluigi Cimmino, ha dichiarato che è intenzionato a coprire anche i settori uomo e bambina. Sul mercato esistono anche altri player. Tra i maggiori c’è Lo’by Lovable, che ha un centinaio di negozi nei nostri confini più pochi altri al di fuori di essi ed è nata nel 1998. Di rilievo anche Oysho, insegna spagnola del gruppo Inditex (lo stesso di Zara) che conta circa 50 punti vendita in Italia e circa 300 all’estero. Numeri più piccoli ci sono per altre realtà del settore, come Verdissima e Parah.

rimangono inalterate con lievi modifiche determinate soltanto dalla stagionalità e dai consumi. Altro punto di forza dei prodotti delle catene è il buon rapporto qualità/prezzo. La qualità è media, c’è un alto livello di contenuto moda e un prezzo accessibile. «In particolare questa è la percezione in Italia – commenta Guerini mentre all’estero, e in particolare negli Usa, l’idea di italianità fa sì

che vengano percepiti di fascia superiore, come dimostra la partnership in America tra Intimissimi e la catena Victoria’s Secret». Ma ancor più decisiva dei prodotti è risultata negli anni la distribuzione. Il franchising riguarda oltre il 90% dei punti vendita e determina una struttura molto più flessibile rispetto ai negozi diretti e in grado di raggiungere un’elevata copertura all’interno del mercato. retail&food - novembre 2009 47


Dalle catene lezione per tutti La formula produce anche benefici di immagine, perché le catene riescono a veicolare il proprio brand in modo assolutamente uniforme in qualsiasi posto del mondo. Ciascuna insegna ha comunque una declinazione diversa della distribuzione. Golden Lady, ad esempio, nei suoi Goldenpoint ospita diversi brand del gruppo, pur mantenendo una certa coerenza di prodotti. I negozi a gestione

diretta, invece, sono utili, come in altri settori, per ottenere un gran numero di informazioni in tempi rapidi. Quanto alla presenza delle catene nei diversi canali distributivi, spiega Guerini, «il settore è caratterizzato da un grande afflusso di clienti e da un’elevata domanda in termini di numeri, anche perché i prezzi sono accessibili. Per questo lo sviluppo è soprattutto nei centri

INDIPENDENTE Ripartizione % spesa complessiva di intimo dei clienti del canale indipendente ed il loro comportamento d’acquisto La multicanalità un dato di fatto...

ò Catene 18%

Indipendenti 41%

Ambulanti 12% Altri canali 5%

ò

Grandi magazzini 8%

Iper e Super 12%

{

GSS 4%

© 2008 Sitaricerca

Scottati dai monomarca, felici con gli outlet Per Pompea ora la priorità è costituita dagli outlet. L’azienda di Medole, Mantova, ha un fatturato di circa 100 milioni, realizzato per la metà dalle calze e per l’altra da altri prodotti di intimo. Come altre società del settore finirà il 2009 con ricavi in contrazione rispetto all’anno prima, ma ha in mente di rifarsi, puntando soprattutto sull’estero. Ne parliamo con Gianfranco Bossi, ad e direttore generale di Pompea. Perché Pompea non è attualmente presente con una propria catena di negozi monomarca? «Avevamo una rete di 70 negozi con insegna Pompea. Le aperture erano avvenute qualche anno fa, sulla scia delle esperienze di Calzedonia e Yamamay, con lo scopo di comunicare direttamente con i nostri acquirenti. L’azienda si è però resa conto che era arrivata fuori tempo massimo e ha quindi preferito rinunciare a operare con insegne proprie. Abbiamo quindi progressivamente dismesso tutti i negozi, ma abbiamo fatto tesoro dell’esperienza in termini di gestione e l’abbiamo convertita sul canale degli outlet». In quanti outlet siete presenti? «Siamo presenti in una dozzina di strutture, con punti vendita gestiti direttamente e presenti tutti nei centri commerciali. In aggiunta abbiamo tre spacci aziendali, collegati ai luoghi di produzione». Sono in previsione nuove aperture? «Siamo in lista di attesa in tre outlet della McArthur Glenn: a Serravalle, a Barberino e a Castel Romano». Quali sono i prodotti di Pompea che vanno meglio? «Direi i capi di intimo tagliato e cucito e quelli in cotone. Puntiamo molto inoltre su una nuova collezione di capi di intimo in microfibre tessuti con il filato agli ioni di argento, che saranno sul mercato dall’inizio del 2010». Quali, invece, vanno male? «Le calze soffrono. È l’effetto sia della crisi dei consumi dia della riduzione dei consumi di calze da donna in atto da 10 anni. Questa è stata dovuta alla maggior durata delle calze, ma anche ai cambiamenti nel modo di vestirsi, tra cui la maggiore diffusione dei pantaloni». Chi è premiato dal mercato in questo momento? «Sicuramente le catene di negozi come Calzedonia, Intimissimi, Tezenis e Yamamay. Il mercato cioè premia chi è più vicino il consumatore con reti collegate all’industria. Noi però presidiamo bene i canali, siamo in 50 paesi e forti soprattutto in Russia e nell’Europa dell’Est, mentre la rete extra-europea è ancora da costruire».

48 retail&food - novembre 2009

commerciali e nei centri storici. Meno primari sembrano invece i canali degli aeroporti e di hotel e resort». Per nulla secondario è poi l’aspetto della comunicazione: come nel resto della moda, anche per l’intimo l’intensità degli investimenti in pubblicità e promozione è elevata, cosa che determina alte barriere all’ingresso per i competitor. Sono premiati la comunicazione fresca e innovativa, realizzata anche attraverso eventi, e l’utilizzo di celebrities come testimonial, una pratica che è andata crescendo a partire dal 2005. La crescita delle catene è spinta anche dall’evoluzione della clientela. L’acquirente di questo canale viene descritto (da un’analisi Sita ricerche) come infedele e multicanalista, ma anche razionale, esigente e selettivo. Secondo uno studio della Sda Bocconi, nel settore abbigliamento il consumatore frequenta 8-9 punti vendita in media, appartenenti a 3-4 formule diverse. Il “catenista” è sensibile al dettato delle ultime novità, vive l’acquisto come divertente e apprezza il vasto assortimento proposto, contraddistinto dalle rotazioni veloci della merce esposta.


di qualità o trovano sbocchi sui mercati emergenti o sono in difficoltà». A cambiare, nei punti vendita indipendenti, è anche lo spazio espositivo: «i negozi freddi, minimalisti e a luci bianche – continua Legnaioli – non invogliavano moltissimo a comprare. Ora i negozi sono più evoluti e stanno tornando a dare un’immagine più morbida, intima, intrigante. Anche i prodotti si stanno specializzando sul concetto di “piacere di piacersi” o, in alternativa, sul tecnico, per esempio concentrandosi su una consumatrice che ha qualche problema e ha bisogno di consulenza». La Gdo, invece, commercializza prodotti diversi. Il cliente cerca una delle catene. Fino a dieci anni fa il 70% anno terminante agosto 2009/anno del mercato terminante agosto 2008 passava da peso % variazione mercerie e Canale % volumi sul fatturato negozi speDettaglio -19 27 cializzati di Gdo -7 37 alta gamma. Ambulantato -4 14 Il nostro Catene franchising 9 22 Paese era una Totale 10 100 “bestia anomala”, se si pensa che all’estero i plurimarca Gli altri canali arrivano solo al 20 per cento». In A sfruttare il momento di interesse Italia la quota degli indipendenti alla marca del retail, spiega Sandro ora si ferma al 41%, comunque Castaldo, direttore dell’area marmaggioritaria rispetto al 18% delle keting della Sda Bocconi, «sono catene, al 12% di iper e supermeranche le catene H&M e Zara, oltre cati, al 12% degli ambulanti, a Oviesse e Coin e le griffe. La fiduall’8% dei grandi magazzini, al 4% cia rispetto al punto vendita e nei delle grandi superfici specializzate confronti delle private label è e il 5% degli altri canali. determinante». «Il dettaglio sta puntando su Totalmente diverso è invece il un’offerta più qualificata per tipomomento degli altri canali distribulogia di prodotti e molto più curativi. «La situazione non è particota come visual merchandising e larmente semplice per il dettaglio – competenza nella vendita dell’artisottolinea Alessandro Legnaioli, colo. È il punto di forza del dettaresponsabile del settore intimo per glio: i consigli sono molto utili la fiera Immagine Italia di Firenze soprattutto se la cliente non è una . Cambia anche in Italia il modo di ragazzina». consumo, spostandosi a favore Tra le ragioni della crisi dei CALZETTERIA FEMMINILE, DATI DI SINTESI

INTIMO DONNA, DATI DI SINTESI 2008

Fonte: Databank

Numero di imprese Numero di addetti specifici Fatturato settoriale (mln di euro) Valore della produzione nazionale Variazione media della produzione nazionale 2008/2004 Quota del fatturato delle prime 4 imprese/gruppi Quota del fatturato delle prime 8 imprese/gruppi Valore del mercato a prezzi di fabbrica (mln di euro) Previsioni di sviluppo della produzione 2009/2008 Tendenze di medio termine

650-700 7.000-7.300 1.244 610 -3,7 28,6 42,9 997 da -4 a -1 lenta ripresa

negozi indipendenti c’è il fatto che la fascia coperta è soprattutto quella alta e medio-alta, molto colpite dalla congiuntura. «Negli ultimi anni c’è stata una discesa della gamma di prezzo che viene comprata e inoltre le vendite della fascia alta sono calate. Con i mercati nazionali in crisi, le produzioni

“funzione”, tipicamente per rimediare a un’emergenza, e ha quindi lo scopo di pagare il meno possibile. Il bene acquistato deve essere quindi di qualità accettabile e avere un prezzo basso. In questo senso la Gdo è concorrenziale ai mercati ambulanti. Fabrizio Patti

retail&food - novembre 2009 49


50 retail&food - novembre 2009


Il business dei “piccoli” regala soddisfazioni

KIDS FASHION , prospettive di crescita T

aglie piccole o piccolissime, ma sempre più “pesanti” all’interno del comparto abbigliamento. Nonostante una leggera flessione di fatturato nel 2008, pari allo 0,1% rispetto all’anno precedente su un giro d’affari complessivo superiore ai 2,6 miliardi di euro, l’incidenza del segmento bambino continua a crescere all’interno del mercato che comprende anche gli articoli per l’uomo e la donna. Sembra, quindi, che le famiglie italiane rinuncino meno allo shop-

Il segmento della moda bambino si è mantenuto stabile nel 2008, con un calo di fatturato compreso nello 0,1% rispetto al 2007, e si presenta più dinamico anche nel 2009 se confrontato con i settori donna e uomo. Le performance sono trainate soprattutto dalle grandi catene che scelgono i centri commerciali come location per inserire i loro punti vendita. ping destinato ai più piccini (il dato comprende l’abbigliamento in maglia e tessuto per ragazzi/e di età tra 0-14 anni, intimo e accessori inclusi), e dimostrano una

maggiore fiducia (in termini di canale d’acquisto) per le catene, cresciute dello 0,7% e attestate su una porzione di mercato del 40,6%.

Tra le location privilegiate dai vari brand specializzati e destinati a un pubblico diffuso si collocano i centri commerciali, mentre il settore dell’alta moda rimane più ancorato ai punti vendita urbani e, talvolta, si affaccia con monomarca nel canale outlet. Tra le spinte di sviluppo che alimentano i progetti nel breve e medio termine non si possono trascurare quelle che coinvolgono le location tipiche del travel retail. Dalla stazione di Roma Termini in primis (dove sono presenti con monobrand sia Original Marines che Gruppo Zannier con l’insegna Z), a Milano Centrale (dove è stato recentemente inaugurato un punto vendita Benetton per donna e bambino) a Torino Porta Nuova e Napoli Centrale (dove sono previste imminenti aperture), sino ad arrivare agli aeroporti. Tipologia di spazio, questa, che retail&food - novembre 2009 51


Il business dei “piccoli” regala soddisfazioni vede tra i pochi protagonisti lo scalo Marco Polo di Venezia, in cui è attivo un punto vendita Diesel Kid. Per il 2009, nonostante l’ulteriore difficoltà che ha contraddistinto il primo semestre dell’anno, il segmento dell’abbigliamento dedicato al mondo dell’infanzia presenta positivi margini di crescita. A dimostrazione di questo si inseriscono le politiche di apertura di nuovi shop portate avanti da numerose catene. Tra queste si contano quelle del

È la stazione la vera scommessa, vinta Posizionate nei centri storici, attraversate da milioni di viaggiatori all’anno e appena ristrutturate (o prossime a esserlo): ecco le potenzialità delle grandi stazioni che anche il comparto dell’abbigliamento bambino sembra cogliere, come testimonia Antonio Di Vincenzo, vice presidente di Imap Export, la società campana che gestisce il marchio Original Marines. Come è nata e come sta procedendo l’esperienza di Roma Termini? All’inizio è stata un po’ una scommessa. Puntavamo molto sul nuovo evolversi delle abitudini di spesa. Oramai si compra sempre più di impulso e il tempo da dedicare gli acquisti è progressivamente più raro. A giudicare dai risultati direi che la scommessa è stata vinta, infatti il fatturato espresso per metro quadro nello store di Roma Termini è fra i più alti della catena. Quali opportunità offre la location della stazione? Sicuramente una grande visibilità, che è anche un’ottima pubblicità, la possibilità di misurarci in un contesto diverso da quelli tradizionali e di effettuare numerose vendite che probabilmente sarebbero andate perse, soprattutto se si considera che il negozio è molto frequentato da stranieri. La stazione richiede un format ad hoc? Il concept attuale non si discosta molto da quello già a lungo sperimentato in tutta la catena. Stiamo ragionando, però, su un nuovo format che possa essere di aiuto nello sfruttare soprattutto la vendita self service in contesti come questi.

52 retail&food - novembre 2009

brand Dodipetto a Marcon (nel complesso Valecenter) e nelle città di Brescia, Lecce e Palermo.

L’impulso dei centri commerciali A dispetto delle note difficoltà che attraverserebbe il canale dei centri commerciali, e in particolare il settore dell’abbigliamento, nel segmento bambino questa location garantisce generalmente performance positive anche in periodo di crisi. «Entrambi i marchi ottengono buoni risultati sul territorio, in quanto si rivolgono a due target completamente diversi – spiega Carola Prevosti, responsabile marketing & comunicazione del gruppo Preca Brummel – Brums vuole essere il brand più sfizioso e ricercato, mentre Bimbus è un prodotto più quotidiano e attento alle neces-


performance, mentre il brand non ottiene lo stesso risultato all’interno dei complessi inaugurati da poco. «Registriamo difficoltà negli shopping center di nuova apertura – sostiene Cinzia Camozzi, responsabile Italia del brand Z – per i quali i tempi di consolidamento sono diventati molto lunghi. Il marchio dispone di una rete che a fine anno sarà composta di circa 160 negozi. Nei centri commerciali saranno

141, di cui 15 in affiliazione. Non facciamo franchising ma la nostra affiliazione prevede il conto vendita. I restanti saranno in location urbane (19 unità) e in stazioni ferroviarie (tre unità). Come ormai da sette anni, la strategia di espansione prevede di aprire 20/25 punti vendita all'anno e dal 2009, in particolare, stiamo sviluppando la formula dell'affiliazione».

Carola Prevosti

A. P.

sità di tutti i giorni. Con Brums siamo presenti in 200 negozi franchising, una decina di proprietà dell'azienda e una quindicina di outlet e ricopriamo tutto il territorio nazionale, ma anche con Bimbus abbiamo 75 negozi in franchising e una trentina di negozi diretti. La nostra strategia 2009-2010 prevede l'implementazione di tutta la catena franchising. Concentrandoci sullo sviluppo di questo canale abbiamo in previsione di aprire 60 negozi nel prossimo anno, una trentina per Brums e altrettanti per Bimbus, puntando a raggiungere i 200 store Bimbus nei prossimi tre anni e i 300 di Brums nel medesimo arco di tempo». L’intera rete di Original Marines, a parità di negozi, cresce del 6% nei primi otto mesi dell’anno. Per comprendere l’importanza della location centro commerciale per il brand italiano, è sufficiente sottolineare come negli shopping center siano inseriti circa un terzo degli store della catena con formula franchising e il 60% dei punti vendita diretti. «Il fatturato che generiamo attraverso il canale dei centri commerciali è in continuo aumento e questo sia perché i negozi crescono più della media sia per la dinamica delle nuove aperture – illustra Antonio Di Vincenzo, vice presidente di Imap Export, la società campana che gestisce il marchio Original Marines – inoltre non va sottovalutato un fenomeno socioculturale: gli shopping center stanno diventando sempre più un punto di riferimento per le spese della famiglia italiana alla ricerca del risparmio e di un unico spazio dove effettuare tutti gli acquisti, food e non». Anche per il marchio Z i negozi attivi nei centri commerciali consolidati mantengono buone retail&food - novembre 2009 53


Caos Musei

BAR E SHOP a servizio (prorogato) della cultura N

el bel mezzo di un’estate rovente si è animato il dibattito sulle concessioni ai servizi museali, tema cui r&f ha sempre dedicato grande attenzione. Le complesse contingenze con cui vengono concesse, appaltate e coordinate le attività di promozione ristorazione, caffetteria, retail e merchandising nei luoghi di cultura nel nostro Paese hanno raggiunto la ribalta mediatica in pieno agosto, ma probabilmente se ne

54 retail&food - novembre 2009

discuterà ancora per molto tempo. L’esposto di Confcultura sul caos nella gestione delle concessioni museali, inviato all’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici, ha mobilitato Antitrust e Ministero per i Beni e le Attività culturali, i quali hanno dato segno di voler mettere chiarezza nei quadri normativi vigenti. Eppure negli articoli apparsi sul Sole24Ore durante gli ultimi scampoli d’estate, è apparsa palese la condotta negligente

tenuta dalle autorità competenti nei confronti dei suddetti rinnovi. Che nelle gallerie nazionali la situazione fosse scarsamente regolata per quanto riguarda caffè e bookshop era nota da tempo, anche perché nelle gallerie d’arte vige una certa arbitrarietà nel valutare l’assegnazione dei servizi aggiuntivi. Secondo l’Autorità per la concorrenza e il mercato, la quale ha prontamente risposto alla denun-

cia avanzata da Confcultura, le assegnazioni dovrebbero essere svolte secondo criteri trasparenti «anche in assenza di obblighi di legge che impongano lo svolgimento di gare a evidenza pubblica». Molte concessioni museali, infatti, sono state effettuate tramite proroghe “ad oltranza”, rinnovi taciti o addirittura assegnate a un nuovo soggetto senza effettuare gara (come nel caso del servizio di promozione di una mostra allestita


LA SITUAZIONE DI ALCUNE CONCESSIONI MUSEALI Scadenza Bookshop BACOLI (NA) BOLOGNA CASERTA ERCOLANO (NA) FIRENZE MANTOVA MILANO MILANO NAPOLI NAPOLI NAPOLI NAPOLI NAPOLI NAPOLI POMPEI (NA) RAVENNA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA TIVOLI (RM) TORINO URBINO

MUSEO ARCHEOLOGICO DEI CAMPI FLEGREI: CASTELLO DI BAIA PINACOTECA NAZIONALE REGGIA E PARCO SCAVI GALLERIA UFFIZI E CORRIDOIO VASARIANO - LOGGIA DEI LANZI MUSEO DI PALAZZO DUCALE CENACOLO VINCIANO PINACOTECA BRERA CASTEL SANT'ELMO MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE MUSEO DI CAPODIMONTE MUSEO DI SAN MARTINO MUSEO DUCA DI MARTINA PALAZZO REALE SCAVI MUSEO NAZIONALE BIBLIOTECA NAZIONALE CENTRALE "V. EMANUELE II" GALLERIA BORGHESE GALLERIA D'ARTE ANTICA: PALAZZO BARBERINI GALLERIA SPADA MUSEO NAZIONALE DEL PALAZZO DI VENEZIA SCAVI DI OSTIA ANTICA E MUSEO OSTIENSE VITTORIANO - MONUMENTO A VITTORIO EMANUELE II VILLA D'ESTE MUSEO ANTICHITÀ EGIZIE/GALLERIA SABAUDA GALLERIA NAZIONALE DELLE MARCHE A PALAZZO DUCALE

DIC-06 GIU-08 NOV-07 DIC-08 / DIC-06 MAG-07 MAG-07 DIC-08 DIC-06 DIC-08 DIC-08 DIC-08 MAR-08 DIC-08 SET-07 / GIU-09 GIU-09 GIU-09 GIU-09 GIU-07 APR-09 MAG-07 GEN-07 NOV-08

Scadenza Ristorazione NOV-07 / DIC-09 / MAG-09 / / / / / OTT-08 OTT-08 OTT-08 / GIU-08 / FEB-08 MAG-07 / / / GIU-07 APR-09 GIU-07 / NOV-08

Fonte: Ministero per i beni e le attività culturali

al museo della Reggia di Caserta). Il caos normativo è scaturito in parte da un continuo stravolgimento delle disposizioni emanate da sopraintendenze regionali, articolazioni territoriali e fondazioni, le quali fanno fatica a districarsi sui tempi di durata del rapporto di concessione, in quanto le direttive sono state cambiate due volte nel giro di tre anni. Ma la poca chiarezza è frutto anche di una commistione tra pubblico e privato nelle

imprese di servizi: l’Antitrust, infatti, ha fatto notare una frequente «presenza di numerosi incroci proprietari tra imprese private e imprese a capitale misto pubblico-privato» che caratterizza l’offerta di tali servizi in Italia. In sostanza la modernizzazione dei musei italiani, non solo a livello estetico-architettonico ma anche funzionale e amministrativo, è venuta allo scoperto e ora ci si attende un’inversione di tendenza,

non solo a parole. Mario Resca è stato tra i primi ad accettare la sfida assumendo la carica di direttore generale per la valorizzazione del patrimonio culturale propostagli dal Ministero dei Beni culturali e delle Attività produttive. L’intento, più volte sottolineato da Resca, è quello di trasformare i musei italiani in luoghi facilmente accessibili, predisposti per il tempo libero a 360 gradi, quindi attraenti non solo per gli stranieri in vacanza ma anche per gli italiani. Lo sforzo è quello di migliorare la gestione e la presenza dei servizi aggiuntivi, e ciò non potrà avvenire a prescindere dall’emanazione di valide linee guida, uniformate su tutto il territorio. Se le nuove direttive non saranno rallentate dall’iter

burocratico, i primi risultati potrebbero vedersi già nei bandi di gara che si presenteranno da qui ai prossimi anni. Tante sono le concessioni per la gestione di ristorazione e bookshop che attendono di essere rinnovate (alcune già scadute da anni), molte delle quali in siti di estrema rilevanza: come ad esempio i caffè a Villa d’Este a Tivoli (scaduta a giugno 2007), alla Galleria degli Uffizi e Corridoio Vasariano di Firenze (terminata a maggio di quest’anno) e agli Scavi di Pompei (in data giugno 2008). Ma anche le librerie delle gallerie più conosciute gallerie non stanno meglio, la milanese Pinacoteca di Brera, infatti, è in scadenza dal maggio del 2007. Massimo Colzani

retail&food - novembre 2009 55


Le nuove frontiere dell’E-tail

VENTE-PRIVEE: tranquilli, facciamo sul serio H

a archiviato il primo semestre del 2009 con un fatturato in crescita del 40% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. E non si tratta di noccioline, visto che il giro d’affari è arrivato a 324 milioni di euro e potrebbe sfondare i 600 alla fine dell’anno. Con queste credenziali l’”outlet virtuale” vente-privee.com (per comprare sul quale bisogna registrarsi come membri del club) si prepara a sbarcare con più decisione in Italia. Abbiamo incontrato Jacque-Antoine Granjon, presidente e direttore generale della società. Cosa fate per vincere la diffidenza dei clienti ad acquistare vestiti su internet? «Oggi si va su internet perché c’è un evento. O sai che c’è qualcosa di nuovo, dal meteo ai risultati sportivi, o non ci vai. Questa è la differenza tra Yoox e noi: non ci sono eventi su Yoox, mentre su Vente-privee.com ogni giorno c’è qualcosa. Stiamo per raggiungere le 2.400 vendite quest’anno, e tutte sono diverse. Per un mar-

to a 100 euro quando costa 500 euro, piuttosto che a prezzo pieno». Gli sconti sono nell’ordine del 50 per cento? «No, sono maggiori. A volte puoi arrivare fino al 75%, la media è del 60-65%. Se fossimo stati al 40% negli ultimi tre anni avremmo fatto un sacco di soldi, perché avremmo venduto dei prodotti comunque. Ma le persone non sarebbero venute tutti i giorni: uno sconto del 40% è buono ma non è fantastico. Al 75% tu diventi dipendente, anche se non avevi bisogno di prendere un prodotto lo prendi. Ma per fare questo devi essere molto aggressivo nei prezzi e noi questo lo facciamo meglio dei nostri concorrenti perché è il mio core business da quando ero un grossista». Quali sono gli oggetti che vendete di più? «Noi possiamo vendere tutto. Ma le cose più comprate sono i prodotti delle grandi aziende di articoli sportivi, come Nike o Adidas, e tutto quel-

Jacque-Antoine Granjon quindi l’obiettivo è tra le 800mila e il milione di persone». L’azienda ha 1.200 dipendenti. Ci sono piani di espansione anche in Italia? «Sì, ora il team italiano è composto di 25 persone, anche se tranne una sono tutti a Parigi. La sfida è di non essere solo un’azienda francese di successo, ma di diventare un’azienda europea. Noi vogliamo sviluppare una sede a Milano, il che significa che creeremo lavoro in Italia». È possibile sapere i dati di Mol e Utile netto? «No, io non comunico l’utile netto, ma la compagnia è in utile da 2004. Il profitto è tra i 6 e i 9 milioni». In Italia ci sono altri competitors: Born4shop, Saldiprivati, BuyVip, Privalia, Private Outlet. «BuyVip e Privalia sono seri. BuyVip è tedesca e apre ora in Italia e Spagna. Ma loro non hanno una base forte, fanno 40 milioni di euro in Germania, quando noi facciamo 600 milioni di euro in Francia. Privalia è spagnola, hanno aperto in Brasile e ora in Italia. Ma loro non sono forti in nessun paese. Poi ci sono Saldiprivati e Born4shop, italiane e Private Outlet, francese, che però non hanno grandi numeri. L’unico che si sta muovendo molto bene è Privalia».

chio come Longchamp France, che produce borse di grande qualità, la frequenza delle vendite è di una all’anno. Nessuno sa quando accadrà né se ci sarà un’altra occasione. Noi vendiamo tutto in due o tre giorni perché le persone sono state ad aspettare per un anno intero».

lo che gira attorno alla moda per donne: lingerie, magliette, maglioni o pullover. Pantaloni e gonne sono meno facili da far comprare, quindi dobbiamo essere più aggressivi sul prezzo. Ma vendiamo anche scarpe, cosa che un tempo ci sembrava incredibile».

Quali fattori sono importanti oltre all’effetto evento? «Noi abbiamo successo perché vendiamo marchi. Le persone vogliono i brand sia quando l’economia va bene sia quando c’è crisi, perché si sentono rassicurate. Soprattutto vendiamo marchi a prezzi bassi. È più facile vendere un prodot-

Su 8,5 milioni di membri in tutta Europa, in Italia ce ne sono solo 220mila. Quali sono i vostri obiettivi? «Abbiamo aperto nel vostro Paese un anno e mezzo fa e ora abbiamo 220mila utenti. Possiamo finire quest’anno a 350mila e far registrare altre 450mila persone il prossimo anno,

56 retail&food - novembre 2009

Chi è il vostro cliente ideale? È solo la gente giovane? «No, è una donna che abita fuori da Parigi tra i 35 e i 45 anni. Questo è il nostro cliente medio. Ma quando hai quasi nove milioni di membri, tocchi chiunque». Come si differenziano i vostri consumatori da quelli che frequentano gli outlet in “3D”? «In effetti intercettiamo dei nuovi consumatori. I clienti degli outlet sono abituati agli sconti e non si sorprendono dei prezzi, anche questi sono molto aggressivi. Ma una persona che vive in un piccolo paese e non è mai stato in un outlet, quando vede sul suo computer un prodotto venduto al 70%, pronto ad arrivare a casa sua, dice F. P. “fantastico, lo compro”».


retail&food - novembre 2009 57


A chiare lettere

FIERE: i capponi di Renzo e il paiolo francese I

n occasione dell’inaugurazione dell’anno fieristico, Enrico Pazzali, il neoamministratore delegato di Fiera Milano, aveva ricordato, nel suo intervento, la manzoniana parabola dei «capponi di Renzo». Il riferimento era alla contesa che, da qualche mese, contrappone l’azienda milanese a Fiere di Parma e che ha come oggetto il vero, o presunto, business delle esposizioni agroalimentari: la parmense Cibus e la milanese Tuttofood (vedi r&f 10-2009). Il ragionamento implicito può essere così sintetizzato: mentre i rachitici capponi italiani si beccano tra di loro, l’Azzeccagarbugli d’Oltralpe sta predisponendo il paiolo nel quale finiranno. Infatti, “piccolo è bello“, se élitario. Ma nanismo con l’aspettativa del mercato di massa è solo velleitario. Il continuare a bearsi d’essere la quarta o quinta esposizione nella graduatoria mondiale fa solo sorridere. Di fatto, le medaglie, bene che vada, sono solo tre: oro, argento e bronzo. Poi è l’anonimato. Ma, come noto, ragionare stanca. E così, in queste settimane, i capponi non solo hanno continuato a beccarsi, ma sono anche aumentati di numero: in campo è scesa anche Rimini Fiere. L’ente romagnolo ha annunciato una esposizione dedicata al cosiddetto «packaging»: una piccola beccata a Milano, la quale da trent'anni ospita il più importante avvenimento del settore, Ipack-Ima. Quasi in contemporanea, è arrivato, il 2 ottobre, il mega progetto parmense: Fiere di Parma ha deliberato un piano di modernizzazione del quartiere fieristico che porterà la superficie espositiva coperta a 115 mila metri quadrati nel 2010 e a 135 mila nel 2012, nonché nuovi servizi e parcheggi su un'area complessiva

58 retail&food - novembre 2009


reggere Francoforte-Parigi a settembre, Tokyo a ottobre-novembre, Detroit a gennaio e Ginevra a marzo, se la sono presa con l’unico cappone della combriccola che ha ancora un po’ di polpa attaccata alle ossa: Milano. Fabio Roversi Monaco, con una dichiarazione all’Ansa del 2 ottobre s’è detto impegnato a evitare che «altri portino via quello che si ha», alludendo alle voci che vedrebbero Motor Valley, la manifestazione milanese del settore, pronta allo scippo e accusando Milano di imperialismo: «Certo il tentativo di Milano è di svuotare altre fiere, di renderle proprie ancelle.» I termini da crociata sono stati subito riecheggiati da Duccio Campagnoli. L’assessore ha, addirittura, lanciato un non simpatico messaggio a Fiat, facendo appello, nel momento in cui si riparla di incentivi per il settore automobilistico, al ministro Claudio Scajola per invitarlo a intervenire.

Ma i francesi non si scoraggiano

che passerà da 300 mila a oltre 420 metri quadrati. Spesa preventivata: 24 milioni di Euro.

Bologna e Parma sull’orlo della crisi Naturalmente, ci sarà necessità riempire di stand, di visitatori e di clienti tutti questi metri. Ma a Parma sono fiduciosi: guardano con ottimismo al secondo semestre 2009, forti di una buona «semestrale» e di confortanti previsioni per il 2010, che vedrà un'edizione di Cibus da record, avendo già confermati oltre il 70 per cento degli spazi espositivi. Il che vuol dire: dare per scontato il 30% in meno. Percentuale quest’ultima che sembra essere una costante nella tarda estate delle fiere. Infatti, si dice che tutte le esposizioni dell’ultima mesata risentano di una simile flessione, compresa la Fiera del Mare di Genova. Molto più nero, tuttavia, appare il futuro bolognese.

Sembra, infatti, che il mitico Motorshow, esposizione portante di Bologna Fiere dovrà svolgersi senza Fiat, Bmw, Volkswagen, Skoda, Seat e Audi, Mini, Honda, Renault, Dacia, Gm, Opel, Chevrolet, Toyota, Chrysler, Mercedes e Volvo. Gli unici sì sarebbero arrivati dalla divisione sportiva di Ferrari e da Ford, Citroen e Peugeot. Quindi: padiglioni semivuoti. I bolognesi, a partire dal loro autorevole presidente, l’ex Rettore Fabio Roversi Monaco, per finire con Duccio Campagnoli, assessore regionale alle attività produttive, invece di riflettere sulle prospettive del mercato automobilistico e valutare se i produttori possano ancora

Insomma, il mercato è una gran bella figliola, ma nessuno dei nostri connazionali, siano manager o amministratori pubblici, la vuole sposare. Il futuro incerto di Motorshow e, conseguentemente, di Bologna Fiere, non ha invece impensierito Olivier Ginon, gran patron di Gl Events, società che governa il Lingotto e la Fiera di Padova e che pare voler acquisire anche la Fiera di Roma; la multinazionale d’Oltralpe che proprio di Motorshow è proprietaria e che, infine, è azionista autorevole della stessa Bologna Fiere. Il 30 settembre scorso, scadeva, infatti, il termine per sottoscrivere l’aumento di capitale della società fieristica bolognese. La Confindustria, i commercianti di Ascom, i costruttori di Ance e la Provincia hanno gettato la spugna: Unindustria scenderà, quindi, dall’8,9 al 7,5 percento, Ascom e Ance dal 4,45 al 3,74, la Provincia dal 15,3 al 12,75. S’è così aperta la questione delle quote azionarie cosiddette «inoptate», delle quali si faranno carico, pro quota, Regione, Comune e, naturalmente, Gl Events, che già studia di allargarsi verso Imola: «Stiamo studiando in modo molto avanzato un investimento sul circuito di Imola, perché noi siamo dei ferventi sostenitori della motorvalley.» Come sottolinea una nota di Adnkronos del 2 ottobre, «Dopo aver messo piede in Mediobanca e Generali, dopo aver conquistato la palma d'oro nella grande distribuzione e dopo essersi assicurati un posto nella cabina di comando di Alitalia, per i francesi è l'ora delle fiere italiane. Aiutati come sempre dalle divisioni fra campanili, il loro attivismo sembra dare ragione a chi sostiene che francesi e tedeschi si siano spartiti il Vecchio continente. Ai primi il sud Europa, ai secondi l'Est.» Vittorio Valenza

retail&food - novembre 2009 59


Dossier aeroporti

FIRENZE , felice di essere full cost D

i questi tempi non è facile incontrare operatori economici che professano il credo del prezzo pieno. Negli ultimi anni il vocabolario ha ammesso con favore termini come “outlet”, “low cost”, “fast fashion”, “lusso accessibile”: espressioni diverse per esprimere un solo concetto, l'ampia accessibilità a prodotti o servizi precedentemente riservati a pochi “eletti” (i voli aerei, i capi di alta moda ecc.). Una rivoluzione di senso che ha orientato e sta orientando la strategia di numerose

60 retail&food - novembre 2009

aziende che, in pieno accordo con i consumatori, offrono la possibilità di essere trendy senza spendere una fortuna, frequentando luoghi “di massa”. In ambito aeroportuale questa tendenza ha portato a sconvolgimenti impensabili sul piano del traffico. I vettori low cost hanno consentito un drastico abbassamento delle tariffe aeree, accompagnato da una moltiplicazione impressionante di rotte, soprattutto sul breve e medio raggio. I terminal capaci di attrarre i vettori “a basso

costo”, in primis Ryanair ed Easyjet, sono schizzati in cima alla classifica degli scali più frequentati, gli altri inseguono questo sogno o, più raramente, sviluppano altri modelli. È questo il caso dell'aeroporto Amerigo Vespucci, gestito da AdF (Fig. 1), la Spa quotata in Borsa, il cui pacchetto di maggioranza è detenuto da Sagat Spa (la società che gestisce l'aeroporto di Torino) tramite Aeroporti Holding Srl che detiene una partecipazione anche in Aeroporto di Bologna Spa. Una società della galassia collegata al

Gruppo Benetton (Fabio Battaggia, a.d. della società, ricopre lo stesso ruolo anche in Grandi Stazioni Spa, società in cui i Benetton sono presenti tramite Edizione Srl). Da dove deriva questa strategia full-cost decisamente controcorrente? Da una serie di fattori: la storica presenza di clientela business (o first) legata alle tante imprese della zona e a un turismo di altissimo livello; il limite infrastrutturale di una pista lunga a sufficienza per far atterrare al massimo un Boeing 737 o un Airbus A319; l'aerostazione di


tab. 1

AZIONARIATO ADF 18,12% 13,73% 12,12%

piccole dimensioni, incastonata tra la città, l'innesto autostradale e il piazzale di sosta degli apparecchi. Elementi che male si abbinano al concetto di massa, ma che non hanno impedito uno sviluppo organico negli ultimi anni (Fig. 2). Di questo e di molto altro abbiamo discusso con Guido Vitali, alla testa della direzione commerciale di AdF dal 2004, ma attivo nel mondo del trasporto aereo dalla metà degli anni '80 (vedi Box).

Aeroporti Holding Srl Meridiana Spa C.C.I.A.A. Firenze SO.G.IM. Spa Mercato Monte dei Paschi di Siena C.C.I.A.A. Prato Comune di Firenze Fondiaria SAI Spa 9,42% 33,4%

4,89% 4,09% 2,05%

2,18%

Second best, retail e food “L'aerostazione è rimasta la stessa di quando si facevano 800.000 passeggeri, in un certo senso possiamo quasi dire che disponiamo di un'aerostazione di risulta”. Con

questa dichiarazione il direttore commerciale del Vespucci non intende mettere le mani avanti ma dare un limite fisico al perimetro delle proprie attività.

“C'è stata una primissima fase nella quale ci siamo preoccupati di inserire nuovi punti retail e di rifare la ristorazione. Nel 2006 siamo stati chiusi per tre mesi per lavori, quin-

Fonte aziendale – 30/06/2009

di il primo anno in cui tutte le attività di questa fase sono andate a regime – compresa la pubblicità in gestione diretta e i servizi come l'avvolgi bagagli – è stato il 2007” retail&food - novembre 2009 61


Dossier aeroporti

Guido Vitali, Direttore Commerciale AdF Laureato in Scienze Politiche, alla LUISS di Roma. Nel 1984 entra in Alitalia dove ha percorso in prevalenza una carriera all’estero nella Direzione Commerciale fino al 1998. I suoi incarichi all’estero sono stati: Francia (Account Executive), Nigeria (Sales Manager West Africa), Argentina (Sales Manager Argentina, Paraguay e Uruguay), Polonia (General Manager) e U.S.A. (General Manager Western U.S.). A Los Angeles ha avuto anche la responsabilità di assistere e fornire supervisione alle relazioni Alitalia con la McDonnell Douglas a Long Beach. Nel 1999 rientra a Roma presso il Centro Direzionale per assumere la Responsabilità del Long Haul Revenue Management Department, dopo una breve permanenza presso la Network Development Division (rotte Atlantico Nord). Nel 1999 lascia Alitalia per entrare in ADR Aeroporti di Roma SpA in qualità di Head of Hub Development, con la responsabilità di sviluppare le rotte lungo raggio da Roma Fiumicino ed avviare il Low Cost Airlines Development Project su Roma Ciampino (2001). Nominato Vice Director General Spain and Portugal, e al tempo stesso General Manager America Latina, raggiunge Madrid nel 2002 per lavorare con Festival Cruises in Spagna. Dal 2004 a capo della Direzione Commerciale di AdF Aeroporto di Firenze S.p.A., con responsabilità sia sui ricavi aviation sia su quelli non aviation, ad interim responsabile delle attività operative di handling.

Ecco perché la teoria del “migliore secondo” viene più volte ripresa durante l'incontro con Vitali che, senza dimenticare i “limiti esterni” alla propria azione, ci tiene ad illustrare i lusinghieri risultati raggiunti in campo commerciale, con una precisazione cui Vitali tiene molto: "i risultati prodotti nel non aviation sono conseguenza di un buon lavoro di squadra a tutti i livelli, “bosspeers-staff”: in altri termini Amministratore Delegato, le altre Direzioni ADF e la squadra del commerciale. Vitali racconta che incrociando i dati di Aeroporti 2009, il report commerciale di retail&food,

62 retail&food - novembre 2009

ha scoperto di essere in pole position come come ricavi commerciali (ricavi totali divisi per numero di passeggeri). E quindi risulta spiegata la teoria del second best: “al momento non abbiamo la possibilità di fare numeri enormi, ma i nostri passeggeri rendono più che altrove”. Da questo punto di vista, grandi aspettative offre la più recente apertura, quella dedicata all'alta moda. Uno spazio in airside, accanto alla profumeria, suddiviso in quattro corner (circa 40/45 mq ognuno): Etro, Ferragamo, Scevrino, Zegna. Quattro grandi

nomi, tutti italiani e di proprietà italiana, come sottolinea con orgoglio Vitali, e il nuovo store moda nella prima settimana di apertura ha fatto segnare un incasso di 47.000 euro. Un risultato che deriva dalla tipologia del passeggero di Firenze. Racconta infatti Vitali che “gran parte dei nostri passeggeri hanno doppia carta di imbarco, cioè da noi vanno verso hub europei e di lì utilizzano un lungo raggio”. Ecco perché ha senso proporre capi firmati, di case italiane. Questo nuovo spazio “deriva – afferma Vitali – dall'eccellente esempio di Venezia (che con McArthur Glenn ha introdotto Collezioni in aeroporto). Questa novità è stata la molla che ci ha fatto lavorare fino ad arriI PASSEGGERI DI FIRENZE (2000-2009) Anno 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 (gen-ago)

tab. 2

Passeggeri Variaz. anno aviazione commerciale prec. sul totale 1.510.429 8,9% 1.479.250 -2,1% 1.376.392 -7,0% 1.379.762 0,2% 1.485.207 7,6% 1.692.760 14,0% 1.520.621 -10,2% 1.905.143 25,3% 1.916.810 0,6% 1.119.661 -16,2% Fonte: Assaeroporti

vare all'apertura dei quattro corner”. Ma la riqualificazione dell'offerta food e retail non comincia oggi. Per orientare la proposta retail Vitali e la sua squadra hanno compiuto studi sulle famiglie merceologiche maggiormente richieste e sulle tendenze del travel retail. “Nel 2006 siamo partiti con un rinnovo totale dell'offerta food, svolgendo una gara che ha portato ad aperture negli anni seguenti. La vestizione dei punti vendita è in funzione della tipologia dei passeggeri: noi abbiamo un numero limitato di viaggiatori, ma abbiamo un passeggero globale e quindi dobbiamo confrontarci con gli hub, non con aeroporti regionale italiano in senso classico”. Da questo punto di vista grande soddisfazione è stata espressa da Vitali verso i partner della ristorazione (Autogrill e MyChef) che hanno sempre assecondato questa vocazione e che probabilmente presenteranno novità di qui a breve. Invece per la zona retail gestita

direttamente da Adf (Airport) è stato svolto un lavoro graduale iniziato dall'area food&wine, che praticamente non richiede vendita assistita. Poi è arrivata la nuova area dedicata alla profumeria dove invece se c'è assistenza (estetiste, promotrici) i risultati di vendita sono decisamente più alti. E infine è arrivata l'alta moda che richiede una vendita assistita costante: bisogna conoscere le collezioni, il prodotto, lo stile della casa. Le addette alla vendita attualmente in servizio hanno fatto un training presso le case presenti nell'area. “È personale esterno ma la gestione è nostra: siamo noi che compriamo i capi delle varie collezioni con piena assunzione del rischio di impresa. Una scommessa diversa da quella di Venezia, ma in cui crediamo molto”. Naturalmente si tratta di capire che cosa più chiede il passeggero. Per ora la risposta sembra essere quella degli accessori e nello stesso tempo di non limitare l'offerta alla gamma di prodotti più alta. Per questo al piano terra ha appena


che porta alle autostrade e che raccoglie un'audience decisamente elevata”. Ma le novità in questo terreno non si esauriscono, perché tab. 3

RICAVI NON AERONAUTICI (in migliaia di euro) Anno Subconcessioni Airport retail corner Autonoleggi Parcheggi Pubblicità promozioni Biglietteria Sala Vip Property Utenze Tot ricavi non avio

aperto un negozio Camicissima, in sostituzione di un punto vendita I Santi. Ma l'attività non aeronautica non si limita a questi aspetti, infatti il team di Vitali gestisce anche l'immobiliare, i parcheggi e la pubblicità.

Advertising, piatto ricco Secondo quanto riferisce il direttore commerciale, la vendita di spazi pubblicitari a Firenze fa segnare rese doppie rispetto agli aeroporti regionali europei, con medie di 7580 centesimi di euro a passeggero. I principali inserzionisti sono quelli della moda, seguiti da banche e istituti di credito. “Firenze è la città della moda molto più di Milano: è casa di Gucci, Ferragamo, Cavalli, Scevrino... abbiamo le manifestazioni di Pitti. Il centro di Firenze è un salotto di boutique di alta moda”, racconta Vitali. Il risultato è che queste aziende sono di fatto molto interessate a veicolare la loro comunicazione negli spazi di partenze e arrivi, e per accorgersene basta fare un giro nei locali dell'aeroporto, decisamente affollati di

1° sem 2009 1° sem. 2008 985 1.141 264 1.079 552 188 93 489 135 4.926

comunicazioni pubblicitarie. “Per capire come gestire la pubblicità siamo andati a Milano, a chiedere informazioni alle grosse agenzie su come era meglio muoversi per acquisire clienti”. Pochi, come General E lavorano in forma diretta, gli altri passano per agenzia. Ma la vera ricetta è quella di dotarsi di impianti grandi, retro illuminati, lungo i flussi dei passeggeri, meglio se a perpendicolo. Secondo Vitali i risultati della pubblicità sono addirittura eclatanti e in effetti, scorrendo il book degli impianti, on-line sul sito AdF, è possibile constatare la quantità di spazi attivi con la relativa disponibilità, completa di immagini e caratteristiche tecniche. Ma in questo campo la sfida non è finita, infatti Vitali dichiara che “sperando di fare in tempo per la nuova edizioni di Pitti, desideriamo far partire la selezione del fornitore per la riqualificazione degli impianti pubblicitari esterni, sia nel parcheggio a sosta breve che, soprattutto, per quello a sosta lunga ubicato lungo l'asse viario

1.101 404 295 1.155 793 118 99 506 124 4.595

Var. Ass. 2008/2009 -116 737 -31 -76 -241 70 6 17 11 331 Fonte aziendale

evolve la tecnologia (pubblicità dinamica, digital signage con schermi verticali, maxi schermi su pellicola adesiva) e perché sono sempre più richieste altre formule di promozione. “Quando sarà disponibile il nuovo terminal avremo uno spazio adeguato per pianificare il lancio di vetture, un'attività che rende davvero molto. Nel 2006, con una tensostruttura di circa 2.000 mq, abbiamo ospitato il lancio Europa di un modello Ford. Di recente un lancio stampa per un modello Audi”. Per questa attività l'appeal di Firenze è molto forte, le case invitano i giornalisti delle riviste di settore che, una volta sbarcati, trovano l'auto in parcheggio e da qui partono per itinerari di prova lungo itinerari davvero suggestivi.

Il nuovo terminal, spazio per crescere Tra poche settimane partirà l'avvio della costruzione del primo modulo della nuova aerostazione. Un progetto ambizioso, immaginato dallo studio Pascall Watson Architects,

lo stesso che ha progettato il nuovo T5 di Heathrow. Nella prima fase a piano terra verrà realizzato l'impianto per la gestione bagagli. Sopra ci sarà lo spazio per i checkin con 40 banchi a differenza dei 23 attuali. “Da adesso, pian pianino, andremo a rifare i terminal dell'aeroporto – afferma Vitali – verrà svolto un lavoro dedicato e di qualità. Armonizzare i negozi, curare l'interior design, offrire uno spazio gradevole diverrà un imperativo, non avremo più scuse”. A progetto completato, sarà possibile raddoppiare i gate di imbarco passando da 10 a 20. Durante i lavori non ci saranno disagi per il pubblico perché lo sviluppo avverrà per moduli: “costruiremo nuovi spazi ove ora non ce ne sono. A mano a mano che queste volumetrie saranno realizzate inizieremo a demolire le vecchie strutture, potendo già contare su superfici superiori rispetto all'attuale, dopodiché tutto armonizzato armonizzato”. Secondo una valutazione approssimativa le superfici dell'aerostazione dovrebbero raddoppiare e a quel punto l'obiettivo della direzione commerciale sarà quello di ottenere almeno il 50% dei ricavi dal non aviation. La nuova aerostazione graviterà attorno a due concetti fondamentali: il mall, tanto in area landside che in airside; l'aerotropoli, l'aeroporto come spazio di commercio e servizi aperto alla città: “siamo a due passi dal centro, circondati da quartieri molto abitati. Non possiamo limitarci a passeggeri, meeters e greeters. Cosa fare? Ci ispireremo ai migliori, come Dublino”, conclude Vitali al termine del nostro incontro. Intanto per quanto riguarda il traffico il 2010 dovrebbe andare meglio dell'anno che si sta chiudendo. E da Firenze il futuro sembra tutt'altro che nero. Andrea Aiello

retail&food - novembre 2009 63


USA: si muove l'inflight

La griffe decolla con i pasti I

pasti gratuiti in aereo sono un ricordo su quasi tutti i vettori dal 2001 in avanti. Negli Stati Uniti, a partire dall’American Airlines, tutte le compagnie hanno cominciato a sospendere il pranzo per i voli interni, fatta eccezione per la sola Continental, che su questo “anacronismo” ha costruito una campagna di comunicazione. Ma proprio da Oltreoceano stanno arrivando anche dei nuovi segnali. Innanzitutto i numeri: come risulta dalle statistiche dello statunitense Bureau of Trasportation, la spesa media per passeggero dei vettori americani dal 1992 al 2006 è scesa da 5,92 a 3,39 dollari, ma tra il 2007 e il 2008 è risalita del 4 per cento. Il cambiamento in atto è però soprattutto nel contenuto di quel che arriva sul vassoio. Come sottolineava un anno fa R&F, si sta necessariamente passando dal concetto di mensa azienda a quello di libera scelta. In questa prospettiva molte compagnie americane stanno rinnovando l’offerta e la gestione del magazzino, con l’obiettivo di far diventare il cibo in cabina da un costo a una fonte di

consulenti di grido: non solo cuochi, ma anche esperti di cocktail e sommelier, una strada seguita anche dalla United, che si è affidata alla cucina salutista dello chef Charlie Trotter. Anche l’American Airlines si affida a dei cuochi famosi, ma soprattutto ha scelto di puntare sulla riconoscibilità dei marchi: vende infatti panini e insalate di un’affermata catena di ristoranti, la Boston Market, contando sul

guadagno e di miglioramento della propria immagine. Le parole chiave della tendenza, fotografata di recente dal Wall Street Journal, sembrano tre: chef, brand e upgrade. La Delta Airlines, per esempio, per riconquistare la fiducia dei consumatori, ha arruolato una serie di

fatto che i passeggeri si sentano più rassicurati sulla qualità del cibo rispetto alle pietanze sconosciute delle compagnie aeree. Il prezzo è solo leggermente superiore rispetto a quello che si trova nei menu delle catene a terra. Ma forse lo sforzo più ambizioso sul cibo in cabina lo ha fatto la

64 retail&food - novembre 2009

Hawaiian Airlines e si basa sul concetto di upgrade. La compagnia ha, in primo luogo, ridisegnato le sue offerte gratuite, facendo sì che ora siano tutte senza conservanti, e, in secondo luogo, chiesto ai passeggeri se vogliono spendere 10 dollari in più per menu da classe superiore. I viaggiatori possono avere gratis dei cannelloni con torta di cioccolato o pagare 10 dollari per una Cesar salad con pollo alla piastra, noodles con spiedini di pollo satay o sushi. Secondo la compagnia circa il 4% dei consumatori compra il menu sui voli diurni e il 6-7% su quelli serali. Al di qua dell’Atlantico, la scelta di puntare su un brand riconoscibile è stata presa dalla low cost easyJet, che serve a bordo i prodotti di Starbucks. Ma a far parlare di più è stata la decisione della British Airways di eliminare i pasti gratuiti sui voli a medio raggio, a parte la colazione prima delle 10 del mattino.

Ma in Italia è tempo di austerity E in Italia? Smorza subito gli entusiasmi Nicola Citarella, direttore generale di Servair Air Chef, uno dei due maggiori operatori di inflight catering sul mercato nazio-

nale, insieme con Lsg Sky Chef. «Oggi il mercato europeo, e italiano in particolare, è in netto regresso – commenta – e sta cercando il risparmio assoluto. Rispetto a prima le compagnie stanno riducendo la quantità e lavorando sulle classi: mantengono il servizio sulla first ma in economy si limitano ai biscotti o ai salatini. Alitalia ha organizzato uno show food con cuochi dai nomi altisonanti, ma bisogna vedere quando la cosa andrà in porto e quante persone interesserà, visto che è un servizio per la classe Magnifica». Il problema si chiama anche espansione delle compagnie low cost, come easyJet a Malpensa, che sono player notoriamente decisi a tagliare i costi all’osso. Anche per questi motivi, sommati al calo del 15% dei passeggeri, l’azienda prevede per quest’anno un fatturato in contrazione almeno del 2-3%, più realisticamente del 5-7 per cento. Ma allora chi investe sull’inflight catering adesso? «A fare eccezione sono solo le compagnie di lungo raggio e soprattutto le compagnie arabe come Emirates che non hanno problemi con il costo del petrolio e investono sul catering per rafforzare l’immagine e attrarre i passeggeri sui propri hub – continua Citarella –. Io credo comunque che qualcosa dovrà muoversi nei prossimi 3-5 anni, la differenza anche da noi dovrà tornare a essere fatta dai servizi a bordo». F. P.


retail&food - novembre 2009 65


International A BORDO DI IBERIA C’È AEROBOUTIQUE

Assegnato il contratto per il commercio duty free a bordo degli aerei di Iberia: ad aggiudicarselo, per cin-

que anni a partire dal primo dicembre, è stata la società Aeroboutique Inflight Retail (Air), controllata di Aelia Group. La concessione include i più di 140 voli giornalieri operati quotidianamente dalla compagnia di bandiera spagnola. L’offerta di Air è stata definita “una perfetta combinazione di sfide tecniche e opportunità di mercato”.

A MOSCA ARRIVA UN COLOSSO DA 220 NEGOZI...

Un centro commerciale per il tempo libero da 250mila metri quadrati e 220 negozi è attualmente in costruzione a Mosca, sulle rive della Moskva. Non a caso il complesso si chiamerà “River Mall”. Al suo interno ci saranno anche un cinema multiplex, un supermercato, cinque ristoranti e un parcheggio da tremila posti. La ThissenKrupp Elevator fornirà ascensori, scale mobili e tappeti mobili.

...MA È A DUBAI LO SHOPPING CENTER DEI RECORD

Un super centro commerciale da 900mila metri quadrati, l’equivalente di 110 campi di calcio, è in costruzione a Doha, nel Qatar, Golfo Persico. La sua lunghezza totale sarà di 8 chilometri e il costo di realizzazione è di 1,7 miliardi di dollari. A costruire il “Barwa Commercial Avenue” è Hochtief, una delle tante società tedesche che di questi tempi ha trovato nel Golfo Persico crescenti opportunità economiche. I lavori dovrebbero concludersi entro il 2012.

66 retail&food - novembre 2009

duty free world

By Kevin Rozario - London

Some positive signs for the winter season Segni di ripresa per la stagione invernale As we come up to the biggest trading period in the year for many airports, travel retailers can take comfort from some indicators which are showing that confidence is returning the travel channel. In the general sphere, economic data are improving and the International Monetary Fund’s half-yearly World Economic Outlook is predicting recovery throughout 2009 and 2010, albeit a very slow one. Growth will be modest in western Europe, North America and Japan, but the IMF is bullish on emerging and developing economies, with China and India leading the way. Meanwhile in October, Airports Council International also came through with some muchneeded good news. It reported that global air traffic grew by 0.1% in August 2009 compared to August 2008, the first time growth has been seen this year. In usual circumstances, such a change would be insignificant, but ACI director general Angela Gittens described the result as “beautiful after a year of negative results”. She added: “This is good news and the trend charts indicate that a sustainable turnaround may be in the works.” It is probably too early for travel retail operators to jump for joy just yet as almost all of the turnaround came from domestic traffic. But even though international traffic saw another monthly decline (at -2.2%) it was a smaller one than it has seen in previous months this year. Domestic passengers may not be the drivers of airport spending but their rise in numbers is a sign that airport retailers should prepare for a pick up in shopping in the run up to Christmas, as international passenger numbers also start to pick up again. However this time around it will not be so simple. Retailers might also have to cater to a whole different shopping psychology as passengers who have become used to the price competition seen in their local markets, expect to see similar offers and selections at the airport. Many luxury brands have reported sales at the lower-priced ends of their product portfolios during this economic downturn, with some airport buyers actively introducing mid-market labels to keep customers spending. So, even if passenger numbers go back up, it will be those airports that can tap into new motivations to buy that will see their store sales rise proportionately.

Per molti aeroporti si avvicina il periodo di picco per lo shopping e gli esercenti aeroportuali possono tirare un sospiro di sollievo, anche per alcuni segnali che lasciano presagire una ripresa delle attività legate ai viaggi. In generale i dati sull’andamento economico mostrano un miglioramento e, secondo le stime semestrali pubblicate nel World Economic Outlook dal Fondo Monetario Internazionale (FMI), si prevede una ripresa, anche se molto lenta, per quel che resta del 2009 e per il 2010. La crescita sarà modesta in Europa occidentale, America del Nord e Giappone, mentre l’FMI è più ottimista in relazione alle economie emergenti e in via di sviluppo - Cina e India in testa. Allo stesso tempo, in ottobre anche l’Airports Council International (ACI) ha diffuso notizie incoraggianti: in agosto, per la prima volta da gennaio, si è registrata una crescita del traffico aereo (+0,1% rispetto allo stesso mese del 2008). In circostanze ‘normali’ sarebbe una variazione insignificante ma Angela Gittens, direttore generale dell’ACI, ha osservato che, dopo un anno di risultati negativi, questo è un segnale molto positivo ed ha aggiunto: "È una buona notizia e, secondo le previsioni, è in corso un’attendibile inversione di tendenza.” Forse per gli esercenti aeroportuali è prematuro fare salti di gioia, perché al momento l’inversione di tendenza riguarda prevalentemente il traffico nazionale. Tuttavia, anche se quello internazionale è ancora in calo (-2,2% su mese), si tratta di un declino più contenuto rispetto a quello dei mesi precedenti. Può darsi che non siano i passeggeri domestici a spingere la corsa agli acquisti negli aeroporti, ma l’incremento delle loro presenze incoraggia gli esercenti a prepararsi ad una possibile ripresa delle vendite nel periodo pre-natalizio - perché anche il numero dei passeggeri internazionali potrebbe ricominciare a crescere. Il contesto, comunque, rimane complesso. Gli esercenti potrebbero trovarsi a soddisfare propensioni all’acquisto ed abitudini di consumo del tutto nuove - perché i passeggeri, abituati a mesi di promozioni nei supermercati, si aspettano di trovare anche dentro gli aeroporti analoghe offerte e assortimenti simili. In questo periodo di crisi molti marchi di lusso hanno registrato vendite nelle linee più economiche del loro portafoglio prodotti, mentre alcuni addetti agli acquisti hanno introdotto articoli destinati ad una fascia media del mercato per convincere i clienti a comprare. Quindi, anche se il numero dei passeggeri tornerà a crescere, solo gli aeroporti che sapranno trovare nuovi stimoli per lo shopping vedranno aumentare in proporzione le vendite nei loro negozi.


BURGER KING A SCHIPHOL SI METTE L’ABITO NUOVO

Il ristorante Burger King “campione d’incassi” nel mondo, situato nell’aeroporto di Amsterdam Schiphol, ha completato la trasformazione del proprio design. Il punto vendita, da 12,5 milioni di dollari di entrate all’anno, ha adottato il nuovo stile detto “20/20”, capace di far aumentrare le vendite dei ristoranti, una volta ristrutturati, del 12-15%. A caratterizzare il nuovo design è l’aspetto industriale dato dall’accostamento di metallo ondulato, mattoni, legno e calcestruzzo. Completano l’arredamento schermi Lcd, una grande scritta “Home of Whopper”, diversi tipi di sedili e vari elementi che

IL MCCAFÉ PRENDE DI MIRA STARBUCKS

richiamano il tema della fiamma rossa. In cucina, una nuova griglia permette di risparmiare il 52% dei consumi di gas e il 90% di quelli di elettricità. Finora 60 ristoranti hanno subito il restyling, in città come Miami, Città del Messico, Edimburgo e Shanghai. Altri 75 interventi sono in scaletta da qui alla fine del 2010 in varie parti del mondo tra cui Roma, Londra e Vancouver.

AREAS FA IL PIENO A NEWARK E A MALAGA

Áreas ha vinto la gara per gestire dieci ristoranti per dieci anni nell’aeroporto internazionale di Newark, nei pressi di New York. La concessione comincerà nel maggio 2010 ed è stata valutata 160 milioni di dollari. Il contratto riguarda 1.970 metri quadrati nei terminal A, B e C. Il travel retailer spagnolo si è aggiudicato anche una gara per la gestione di undici negozi e ristoranti nell’aeroporto di Malaga, divenendo così il maggiore operatore commerciale dello scalo. La società si aspetta di realizzare ricavi per 55 milioni di euro nei cinque anni di durata del contratto. Nei 1.300 metri quadrati coperti ci saranno, tra gli altri, un punto vendita del National Geographic, il terzo store Ferrari in Spagna e un negozio Adidas. Ulteriori marchi presenti sono Adolfo Dominguez, Travel Mate, Cottet, Sibarium e The Sweet Market.

La guerra dei caffè è aperta: da una parte c’è Starbucks, catena diffusa che si caratterizza per le poltrone comode occupate da persone che leggono, dall’altra McDonald’s, simbolo mondiale del fast food. Ma la compagnia dei due archi gialli in Europa sta facendo sul serio per accaparrarsi i consumatori di caffè: sono infatti già 1.100 i McCafè (degli angoli all’interno dei ristoranti normali) aperti nel Vecchio continente, di cui 200 nel 2009 e altrettanti in programma per l’anno venturo. La carta che gioca McDonald’s è il risparmio di costi: uno dei 1.300 punti vendita stand-alone di Starbucks costa 350mila dollari, il triplo di quanto sia necessario per un McCafé. Anche per questo la società punta sul prezzo, che tiene leggermente più basso del rivale. McDonald’s ha escluso di usare la formula in America (per le abitudini dei consumatori) e in Gran Bretagna (per lo strapotere di Starbucks), ma si è concentrata sul resto d’Europa e in particolare sull’Italia, dove Starbucks come noto non è mai arrivato.

L’INDIA NON SI FERMA E RADDOPPIA I MALL

“No stopping India” è stato il leitmotiv che ha segnato l’India Retail Forum, svoltosi a Mumbai a metà settembre. Nel subcontinente è infatti previsto in tempi brevissimi il raddoppio dei mall esistenti: da 173 a 246 entro il primo trimestre del 2011. La zona del Paese più all’avanguardia è quella settentrionale, dove si contano già un’ottantina di centri, destinati a salire a 150. Anche al Sud lo sviluppo sarà veloce, dato che si passerà da 21 a 72 unità. Nell’area di Mumbai, nell’Ovest, i mall saliranno da 56 a 87 e nell’Est da 16 a 37.

HDS AL LA GUARDIA DÀ SPAZIO ALLA VANITÀ

Due negozi adiacenti di 58 metri quadrati ciascuno sono stati aperti da Hds Retail North America nell’aeroporto La Guardia di New York. Sono Fruits and Passion, che offre una serie di prodotti dalla cura della persona agli oggetti da cucina, e Artizan, specializzato in gioielli e accessori. Prevista a breve anche l’apertura di una libreria Watermark da 111 metri quadrati.

WILKOMEN MCARTHURGLEN

Due nuove aperture per il colosso McArthurGlen. A metà settembre è stato inaugurato il Designer Outlet di Salisburgo, in Austria, preceduto poco prima da un’analoga struttura a Berlino. Le inaugurazioni successive sono previste a Marcianise, in provincia di Caserta (il prossimo febbraio), a Neumünster, vicino ad Amburgo, e ad Atene. Il villaggio a prezzi scontati di Salisburgo si estende su 28mila

metri quadrati. Quello di Berlino, il primo della società inglese nella regione, nasce come rinnovamento dell’ex Outlet B5 e conta 7.500 metri quadrati di nuovi shop, a cui se ne sommeranno 9.000 nel novembre 2010. Con gli ultimi due tagli di nastro sono salite a 18 le strutture della McArthurGlen in Europa.

retail&food - novembre 2009 67


International RYANAIR SI LEGA A CABLE&WIRELESS

Con un contratto da 15 milioni di euro Ryanair si è aggiudicata i servizi di

Cable&Wireless per il consolidamento della propria rete informatica e di comunicazioni a livello paneuropeo. Cable&Wireless gestirà l’intera rete europea di telecomunicazioni di Ryanair, inclusi tutti gli aeroporti, le basi, i data center e gli uffici. La rete della società supporterà i passseggeri dalla prenotazione online fino al checkin in aeroporto, che avverrà attraverso un nuovo sistema touch-screen.

TRIS DI APERTURE PER THE NUANCE

C

on un contratto di 17 anni stimato in 3,2 miliardi di euro, Urart, una joint venture tra The Nuance Group (55%) e Net Holding (45%) ha aggiunto da fine settembre un’area di 2.300 metri quadrati alla sua gestione di negozi duty free nell’aeroporto di Antalya, nel sud della Turchia. I negozi, in gestione fino al 2024, saranno nell’area delle partenze e degli arrivi del terminal 2 dello scalo. Lo stesso gruppo Nuance ha anche rinnovato per otto anni (dal novembre 2010) la concessione all’aeroporto di Melbourne, dove opera dal 1994. Il contratto include un nuovo spazio allargato di duemila metri quadrati nelle partenze, da inaugurare alla fine del 2010, oltre a incrementi nei negozi nell’area arrivi e landside. Infine, nel landside dell’aeroporto internazionale di Ginevra la società ha rimpiazzato un piccolo punto vendita temporaneo con un negozio più ampio che offre gioielli, orologi e occhiali da sole. Il nuovo store, da 47 metri quadrati, ospita i principali marchi dei tre comparti e punterà a catturare gli acquirenti d’impulso.

DUBAI RECUPERA E SORPASSA IL 2008

A sorpresa, Dubai Duty Free (Ddf) ha fatto sapere che le vendite dall’inizio dell’anno a metà settembre sono cresciute dell’1,07% rispetto allo stesso periodo del 2008. Le previsioni per l’intero 2009 sono di una crescita del 4 per cento rispetto al 2008, quando i ricavi raggiunsero la cifra di 1,1 miliardi di euro. Il direttore generale di Ddf, Colm McLoughlin, ha dichiarato che l’inversione di tendenza è iniziata a giugno, quando c’è stato un aumento delle vendite del 6,3% rispetto allo stesso mese del 2008. “Questo trend – ha detto - è continuata a luglio, agosto e settembre. Finora a settembre le nostre vendite sono del 20% maggiori dello scorso anno”. A crescere a settembre è stata soprattutto la moda femminile, mentre è ancora in difficoltà il lusso.

INCHEON, GLI SCONTI NON BASTANO

Nonostante abbiano ottenuto uno sconto dell’8% sui canoni per le concessioni, i tre operatori principali dell’aeroporto internazionale Seul Incheon (Lotte Duty Free, Shilla Duty Free e Ak Duty Free) sono in sofferenza. La causa è il calo del 30% del traffico passeggeri. Secondo un articolo di Moodie Report, il principale operatore, Lotte Duty Free, ha visto le vendite scendere del 10%, a 370 milioni di dollari, mentre le concessioni sono pagate tra i 170 e i 180 milioni. Nello stesso aeroporto, i ricavi della Ak Duty Free sono scesi del 26%, fermandosi a 100 milioni.

68 retail&food - novembre 2009

PERICOLO POLVERE, SCATTANO I CONTROLLI

Dei nuovi kit per l’individuazione di polveri esplosive saranno installati negli aeroporti americani. Lo ha annunciato l’agenzia americana Tsa (Transportation Security Administration), aggiungendo di aver già compiuto dei test alla fine del 2008. Il motivo? Non c’è nessuna minaccia specifica, ma alcuni tipi di polvere possono essere utilizzati per ottenere dei dispositivi esplosivi. Anche se la maggior parte delle medicine, i prodotti per neonati e le ciprie per il trucco non saranno proibite, una “piccola percentuale” di polveri richiederà una verifica approfondita. In questi casi gli addetti alla sicurezza useranno una tecnologia a raggi X per determinare quali sostanze possono richiedere un controllo aggiuntivo con un kit per il test delle polveri.

A SAN FRANCISCO PRIMA PIETRA PER IL TERMINAL SOSTENIBILE

È iniziata la fase finale della ristrutturazione del terminal 2 dell’aeroporto di San Francisco. Per il progetto, da 371 milioni di dollari, sono stati utilizzati i fondi stanziati con l’America and Recovery Act. Quando sarà completata, nella primavera del 2011, la struttura otterrà la certificazione Silver Leed (Leadership in energy and environmental design). Nei 255.000 metri quadrati di spazio pubblico il terminal avrà una spa e la prima area dedicata allo slow food, nella quale i venditori potranno offrire cibi coltivati localmente. Lo scalo sarà arredato con opere d’arte e avrà due aree gioco per bambini da 180 metri quadrati.



70 retail&food - novembre 2009


STAZIONARIO STAZIONARIO

A Lecco arriva Chef Express

T

erminati a marzo i lavori di restauro per un investimento di un milione di euro, ora anche l’area ristorazione cambia sapore. L’opera di valorizzazione portata avanti da Centostazioni fa sosta per la seconda volta allo scalo di Lecco per inserirvi un nuovo servizio di bar-caffetteria. La città lombarda rappresenta un importante accesso ferroviario verso Milano dalla Valtellina e dalla Svizzera, dove si registra ogni anno un flusso di sette milioni di passeggeri. Il bar è stato progettato con un format innovativo, basato su ambienti confortevoli e attraenti, caratterizzato dall’immagine coordinata del brand Chef Express in portafoglio al Gruppo Cremonini. Il progetto di ristrutturazione ha voluto valorizzare anche l’accesso dalla città, con l’obiettivo di ampliare l’offerta per la clientela cittadina, oltre che per i viaggiatori. Il bar, aperto dalle 5,30 alle ore 21,30, offre una vasta scelta di

prodotti: dalla caffetteria alla pasticceria, dalla gastronomia al reparto snack dolci e salati, oltre ai classici articoli take-away.

Il locale occupa 10 collaboratori e prevede di realizzare un fatturato di circa 500.000 euro all’anno. •

CENTOSTAZIONI: avanti tutta sulle aperture

P

roseguono senza tregua le inaugurazioni di negozi che coinvolgono il circuito dei 103 terminal italiani in forza a Centostazioni. Recentemente hanno aperto due punti telefonia Smartphone, il primo a settembre all’interno di Milano Porta Garibaldi e il secondo a ottobre presso lo scalo di Padova. Nella stazione meneghina è stato inaugurata nel mese scorso anche un’agenzia di autonoleggio Stilo Rent. La recente diffusione di market alimentari di medie superfici ha visto come protagonista ad ottobre un Convenience Store a insegna Despar Express nel terminal di Novara, mentre sul fronte della ristorazione è stato avviato al piano terra un esercizio bar-ristorazione-tabaccheria automatica nella stazione di Forlì, il cui gestore è Di Milta. Anche i servizi legati all’entertainment incrementano la propria presenza con l’apertura di una sala giochi Sweet Time nello scalo di Caserta. •

CREMONINI fa il “bis” in Francia

P

revisione di fatturato sulla nuova commessa: circa 80 milioni di euro in sei anni. Per la seconda volta consecutiva Cremonini si è aggiudicato la gara per la gestione dei servizi logistici sui i treni in partenza dalla "Gare du Nord" di Parigi. Quello che non “incassa” in Italia, si potrebbe dire, lo recupera sui binari d’Oltralpe. Il Gruppo modenese, attraverso la controllata francese Cremonini Réstauration, gestisce i servizi della Gare du Nord dal 2004. Il centro conta oltre 300 dipendenti che, oltre alle attività di logistica per tutti i convogli ad alta velocità Eurostar (per Londra) e Thalys (verso il Belgio, l'Olanda e la Germania), si occupano anche della preparazione dei vassoi per i pasti serviti a bordo dei treni. La durata del nuovo contratto, che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2010, è di quattro anni ed è prevista la possibilità di un’estensione per altri due. • retail&food - novembre 2009 71


STAZIONARIO STAZIONARIO

SAVONA ‘MONGRIFONE’ pronta al taglio del nastro

P

rogettata tra il 1958 e il 1961 dall’ingegnere e architetto Pier Luigi Nervi, la stazione di Savona Mongrifone rinnova il proprio look diventando più funzionale e valorizzando, allo stesso tempo, le fattezze originarie. L’opera di restyling, costata complessivamente 3,5 milioni di euro cofinanziati da Centostazioni e da Rete Ferroviaria Italiana, è terminata lo scorso settembre, mentre l’inaugurazione ufficiale si terrà il 17 di questo mese. L’obiettivo dell’intervento è stato quello di rendere lo stabile ferroviario più sicuro, pulito, accessibile e attrezzato con negozi e servizi utili per i clienti. Le opere hanno riguardato essenzialmente il fabbricato viaggiatori, ossia l’edificio centrale della stazione. Per venire incontro alle esigenze di funzionalità e modernità degli oltre 6,2 milioni di utenti che ogni anno frequentano lo scalo, sono stati semplificati i percorsi di transito, migliorando la distribuzione degli spazi interni. Grazie allo spostamento di alcuni esercizi commerciali attivi l’atrio è stato completamente rivisitato (dagli impianti, alla pavimentazione, alla biglietteria) e dotato di nuovi servizi. Nell’area “lato Ventimiglia” sono stati aperti la nuova biglietteria e l’ufficio assistenza clienti, oltre che predisposti ampi locali per i seguenti servizi: bar - ristorazione, edicola, tabaccaio, punto telefonia, supermercato, presumibilmente un’agenzia di viaggi e un punto informazioni/accoglienza turistica. Coerentemente al progetto urbanistico varato dal Comune di Savona per l’intermodalità dell’area, è stato realizzato un agevole accesso in stazione dal lato città, in corrispondenza della nuova fermata del trasporto locale. Sul fronte principale, al piano rialzato, è stata creata un’ampia terrazza per la sosta e il relax. •

LA STAZIONE veste moda bambino

M

amme e papà che aspettano il treno, uno sguardo alle vetrine ed ecco l’idea del vestitino per il figlio. Nonostante l’utilizzatore finale non frequenti l’ambiente della stazione, i brand di abbigliamento per bambino hanno messo gli occhi (e soprattutto i negozi) sulle risorse che questa location offre in termini di flusso passeggeri. A conferma di ciò, alcuni marchi hanno già aperto punti vendita e altri ne apriranno a breve. Per esempio l'insegna Z, in portafoglio al Gruppo Zannier e già presente a Roma Termini, ha annunciato “l’imminente apertura” a Torino Stazione e ha in programma di avviare un negozio anche a Napoli Stazione. Per quanto riguarda lo store campano la data non è ancora definita. Presso la Centrale di Milano, invece, ha intenzione di aprire un monomarca il brand Original Marines, attivo anche a Termini, che tuttavia è in attesa di cogliere l’occasione propizia. •

FNM rinnova la flotta, non le stazioni

P

resso gli stabilimenti Alstom di Savigliano è in corso la produzione dei sei convogli Coradia Meridian che andranno a costituire la nuova flotta dedicata al collegamento aeroportuale Milano - Malpensa. Il valore della fornitura dei treni, ordinati lo scorso maggio da Ferrovie Nord Milano, è di 35 milioni di euro e rientra in un accordo quadro che prevede l'opzione per la società di estendere il numero delle unità richieste sino a 30. Il finanziamento della commessa è parte degli 850 milioni di euro stanziati da Regione Lombardia a partire dal 2001 per il rinnovamento 72 retail&food - novembre 2009

della flotta regionale. «Questi convogli gioveranno non solo al servizio aeroportuale – ha dichiarato l'Assessore Raffaele Cattaneo – ma anche al servizio pendolari, cui saranno destinati i Taf (treni alta frequentazione) attualmente in uso sulla linea per l'aeroporto. Inoltre a dicembre termineranno i lavori al tunnel di Castellanza che consentirà di diminuire sotto i trenta minuti il tempo di percorrenza». Nulla di nuovo invece per quanto riguarda la riqualificazione delle stazioni di FNM; alcune delle quali potrebbero offrire spazi di sicuro interesse per retailers e ristoratori. •



AI FERRY PORTI

GRIMALDI fa il pieno di finanziamenti

U

n’ondata di denaro è entrata nella stiva del Gruppo Grimaldi, necessaria per pagare la nuova ammiraglia della flotta: la Cruise Europa, realizzata da Fincantieri e presentata lo scorso 16 ottobre ad Ancona (sarà destinata alla Minoan Lines). Il finanziamento di 80 milioni di euro è stato erogato dalla Banca europea, con la motivazione che l’armatore soddisfa i requisiti delle politiche di investimento nelle cosiddette Autostrade del Mare, e si inseri-

sce in un mutuo complessivo di 250 milioni. Questo flusso servirà a cofinanziare i quattro esemplari di Cruise Europa in portafoglio a Grimaldi, del valore complessivo di 580 milioni di euro. I nuovi esemplari di traghetto hanno una capacità di trasporto pari a 2.140 passeggeri e 3.600 metri lineari di carico, mentre sul fronte dell’impatto ambientale permettono un abbattimento del 40% delle emissioni di anidride carbonica rispetto all’utilizzo delle modalità strada-

Venezia: boom di passeggeri L

a crocieristica imbarca nuovi passeggeri e non risente del moto ondoso della crisi. Questo è quanto si evince dai dati forniti da Venezia Terminal Passeggeri. Se nel 2008 nello scalo lagunare si sono registrati 1.215.088 crocieristi, per il 2009 si dovrebbe raggiungere la ragguardevole cifra di 1.397.981 unità. Nonostante queste siano ancora delle stime, il dato di crescita previsto toccherebbe quota +15,05% rispetto all'anno precedente. Un trend positivo che riguarda anche il numero globale dei passeggeri: 1.885.208 previsti per la fine 2009 che comporterebbero un +9,6% sul 2008. «Negli ultimi dieci anni - sottolinea il presidente della Venezia Terminal Passeggeri, Sandro Trevisanato - abbiamo quadruplicato il numero dei crocieristi e, secondo le stime di Gpwild, nel 2009 diventeremo il primo homeport (porto di sbarco ed imbarco) del Mar Mediterraneo, davanti a Barcellona, Pireo e Civitavecchia. Un balzo in avanti significativo, che ci vede scalare posizioni anche nella classifica internazionale dei porti crocieristici, dove le previsioni ci attestano a fine anno all'undicesimo posto». Scorporando il dato per individuare la provenienza degli utenti, il 23% è italiano, mentre tra i viaggiatori esteri i più affezionati sono gli spagnoli (21%), seguiti da americani (16%), inglesi (8%), francesi (7%) e tedeschi (6%). • 74 retail&food - novembre 2009

le e aerea. Proprio per la sua capacità di sviluppo, con nuove rotte di passeggeri inaugurate nel 2009, e di rinnovamento dei propri asset, il Gruppo Grimaldi si è aggiudicato lo scorso settembre la prima edizione dei Lloyd’s List Global Awards per la categoria “Cruise & Ferry”, che lo classificano come migliore realtà mondiale del 2009 tra tutti i diversi operatori del settore crociere e traghetti passeggeri. •


A Napoli la metro galleggia

L

a metro si conferma un mezzo sempre più efficace e sostenibile, anche se al posto dei binari c’è l’acqua. L’iniziativa, “salpata” nel 2001 e portata avanti dal consorzio formato da Snav, Alilauro, Alilauro Gruson e Nlg, sta registrando dati sempre più significativi, sino ad aver decuplicato quest’anno l’affluenza di passeggeri rispetto al 2001. Da 20.000 utenti del primo anno si è arrivati a 200.000 nel 2009, per un totale di un milione e 600mila unità trasportate. Ad aumentare sono stati anche gli scali serviti, che da sei sono divenuti 23 con 11 nuove linee solo nel 2009, e i mezzi impegnati, passati da due a 13.

La “metropolitana del mare” collega i principali porti della Campania, da Napoli e Salerno all’area vesuviana, dal litorale Flegreo alle costiere sorrentina, amalfitana e cilentana. Oltre che funzionale, l’iniziativa si è rivelata anche ecosostenibile: in nove anni si calcola che siano stati risparmiati 570mila spostamenti in automobile per oltre 3.500 tonnellate di CO2 non emesse in atmosfera. Grazie alle ottime performance, il modello di trasporto pubblico campano via acqua è diventato un riferimento per altre realtà costiere europee, tra cui Francia e Spagna. •

Dalla Serenissima il know how per Ravenna

pescaggio di 10,50 metri. L'area adiacente al terminal, di circa 14 ettari, dovrebbe essere urbanizzata in tempi rapidi e ospiterà spazi riservati a uffici, parcheggi, un'area residenziale, aree verdi e hotel. «Trasferiremo il nostro know how e l'esperienza maturata in laguna – ha dichiarato Sandro Trevisanato, presidente della Venezia Terminal Passeggeri – che ci ha portato ad entrare nel novero dei leader mondiali del comparto, anche a Ravenna. Questo sarà uno scalo strategico per tutto il sistema Adriatico, in grado di offrire nel breve termine nuove opportunità turistiche ed economiche catalizzando investitori di calibro internazionale». Ad affiancare la società veneta vi sarà una cordata costituita dall'aeroporto "Guglielmo Marconi " di Bologna, l'agenzia Bassani S.p.A., e Royal Caribbean Cruises Ltd, secondo gruppo crocieristico mondiale che conta quattro milioni di ospiti ogni anno, cinque marchi e 38 navi. •

T

renta milioni di euro e il know how maturato dalla società lagunare Venezia Terminal Passeggeri sono gli elementi necessari per realizzare il nuovo porto crociere di Ravenna. Attualmente la struttura è in fase di costruzione e la fine dei lavori del primo stralcio funzionale è prevista per la primavera 2010. Ubicato sul waterfront di Porto Corsini, il futuro scalo sarà in grado di ospitare le navi più grandi in circolazione. Due dei quattro accosti previsti negli sviluppi potenziali potranno ormeggiare imbarcazioni fino a 350 metri di lunghezza con un

Privatizzazione Toremar: valzer di candidature

I

taca sembra ancora lontana nell’odissea che coinvolge la privatizzazione di Tirrenia e delle quattro società controllate regionali. In attesa che tutto si decida entro la fine dell’anno, almeno in teoria, i rumors si sono concentrati recentemente sulla compagnia toscana Toremar e sui possibili pretendenti. Tra questi figurerebbero Pascal Lota, patron di Corsica & Sardinia Ferries, l’armatore Vincenzo Morace della Ustica Lines, interessato anche alla Siremar, e il gruppo sudamericano Buquebus, vero e proprio colosso del settore e proprietario di traghetti ultraveloci in grado di viaggiare a oltre 50 nodi.

AMATORI, TENGONO I FATTURATI

Estate bollente per il Gruppo Amatori, che ha toccato quota sette milioni di passeggeri per la divisione ferry e 1,5 milioni per quella tour operator. Niente crisi, quindi, per la compagnia, che ha dichiarato di aver confermato i risultati di fatturato del 2008, grazie anche a una serie di agevolazioni tariffarie in entrambi i settori. La società ha anticipato inoltre le proprie strategie per il 2010, annunciando che dovrebbe mantenere inalterati gli orari e le tariffe del 2008 fino alla prossima primavera.

GENOVA, GIÙ LE MANI DAL PORTO!

Lo stadio all’interno del porto non si farà. È stata repentina la reazione dell’autorità portuale del capoluogo ligure in merito alla possibilità di realizzare il nuovo impianto sportivo della Sampdoria (ventilata

Luigi Merlo dal patron Riccardo Garrone) all’interno dell’area del terminal navale. «Penso sia una battuta, ma sul porto non ci sono battute – ha dichiarato Luigi Merlo, presidente dell’Autorità portuale di Genova – questa è la principale industria ligure e il nostro problema è la carenza di spazi. Vorrei che discussioni su altri temi non includessero il porto, anche perché siamo in un mercato globalizzato e il tema è delicato». Merlo si è detto disponibile a lavorare sull’ipotesi di uno stadio nelle adiacenze dell’aeroporto genovese, anche se l’Enac ha già espresso il proprio “parere definitivo negativo” in merito a questa possibilità.

retail&food - novembre 2009 75


@

Succede

NordEst

di Eleonora Vallin

Olimpiadi, Venezia prova a correre l «precedente» fu l’Esposizione universale del 2000. Allora Venezia perse la candidatura ma, in realtà, quella fu una sconfitta di tutto il Nordest che non riuscì ad avviare e promuovere quelle profonde e necessarie modifi-

I

quanto a viabilità interna ed esterna) e se, soprattutto, il capoluogo veneto riuscirà davvero a spuntarla su Roma, evitando prima un lungo “tira e molla” e poi, di «bruciarsi» una seconda volta come successe nel 2000.

era stato stimato intorno ai 500 milioni ma con le Olimpiadi tutto deve essere rivalutato in virtù dell’ampliamento necessario degli spazi, a partire dallo stadio con annessa una piscina olimpica (ovviamente in sinergia con gli altri capo-

cazioni infrastrutturali per divenire territorio competitivo, soprattutto economicamente, con l’Europa. A distanza di nove anni la città lagunare ci riprova: il traguardo recita 2020 e il nuovo obiettivo sono i giochi a cinque cerchi. L’area interessata, questa volta, dovrebbe essere un vero e proprio «sistema metropolitano» che comprenda almeno il Veneto centrale (Venezia con Padova e Treviso). E se c’è qualcuno che la spaccia come l’ultima boutade del sindaco-filosofo, Massimo Cacciari, per tornare al centro della scena, vero è che il Nordest ha oggi bisogno di un grande evento che, sulla scia di Torino e delle «sue» Olimpiadi invernali del 2006, possa calamitare nuove risorse per riqualificare le città e i loro collegamenti. La classe politica veneta sembra unita e anche gli industriali – dicono – faranno il loro. Tutto sta ora a vedere se si tratta di un fuoco di paglia destinato a smontarsi nel tempo, perché non credibile e praticabile visti i grandi volumi e dove andrebbe a insediarsi (a ridosso della laguna, in un’area già turisticamente affollata e carente

Lo spazio per costruire «il nuovo» - dicono i sostenitori - c’è, ed è tutto davanti all’aeroporto di Tessera. Al posto dei campi fra qualche anno sorgerà infatti una cittadella dello sport e del divertimento con stadio, attrezzature sportive, arena per spettacoli, la nuova sede del Casinò, strutture commerciali e alberghiere. «Ci siamo candidati alle Olimpiadi del 2020 proprio per questo», ha ribadito il sindaco di Venezia Massimo Cacciari. E già una ventina di società internazionali e di advisor si sono candidati per studiare il piano futuro. Ovvero: lo sviluppo del «quadrante di Tessera», frutto dell’accordo tra Comune, Regione e Save, la società dell’aeroporto Marco Polo: quasi cinquecentomila metri quadrati di area sportiva, quattrocentomila solo per commercio e alberghi, con oltre un milione di bosco. La scommessa viaggia però sul binario politico e anche Roma è in lizza per le prossime Olimpiadi italiane. E il 2013, quando sarà scelta la sede dei giochi olimpici del 2020, è ormai alle porte. Per questo Venezia si è già rimboccata le maniche. L’investimento, fino a oggi,

luoghi, Padova in primis). Per capire cosa si sta già muovendo attorno a Tessera, basta scorrere oggi la lista dei contatti preliminari, avviati e piombati sul capoluogo: Stati Uniti, Olanda, Francia e pure dall’Australia con la catena di hotel Crowe. Contatti ci sono stati anche con la sezione sportiva del Gruppo Benetton, Live Nation, i francesi dello Zenith, la Walt Disney e la AAA Amsterdan Arena. Senza dimenticare le infrastrutture: l’aeroporto internazionale, la Tav Milano-Trieste, la metropolitana di superficie, con la stazione di interscambio sotterranea (sub-lagunare) per i collegamenti con il centro storico e il Lido. In totale, la stima è di 15 miliardi. Così, stando almeno al business plan (iniziale e approssimativo) redatto per l’occasione: tra i 30 e i 50 milioni per la sola formalizzazione della candidatura più 3 miliardi per la realizzazione dell’evento. La cifra più alta è però quella per la riqualificazione delle infrastrutture esistenti ed alla realizzazione di quelle ex novo: si va da un minimo di 7 ad un massimo di 12 miliardi. E qui ci sono anche le opere complementari come il Mose e la Pedemontana. •

76 retail&food - novembre 2009


È ora di leggere

L'unico mensile b2b interamente dedicato al retail, alla ristorazione e ai servizi presenti nelle strutture del commercio moderno e nelle infrastrutture di viaggio. 9.000 copie ad altissima specializzazione distribuite in edicola e per abbonamento ad un qualificiato target di operatori economici dotati di potere decisionale. 10 numeri all'anno confezionati da un'équipe di veri esperti: analisi dei bilanci, inchieste e reportage, rilevazioni e confronto prezzi, interviste ai protagonisti, indiscrezioni e anticipazioni sui maggiori avvenimenti dei differenti mercati.

retail&food break

Sottoscriva subito l'abbonamento per il 2010: 10 numeri al prezzo di 30,00 € Utilizzando la cedola riprodotta di seguito.

NOME ___________________ COGNOME ________________ SOCIETÀ _________________ FUNZIONE ________________ INDIRIZZO ______________________________ CAP _______ LOCALITÀ __________________________ PROVINCIA _____

A retail&food hanno collaborato tra gli altri: Giuseppe Bonomi Gianfilippo Cuneo Luigi de Montis Fulvio Fassone Vito Gamberale Antonio Intiglietta Paolo Lombardi Pietro Malaspina Pierre Marin Enrico Pazzali Mario Resca Vito Riggio

Presidente Sea Aeroporti di Milano Presidente del Comitato Investimenti per Il Fondo Sinergia Presidente Assocatering Presidente Associazione Travel Retail Italia Presidente F2i Presidente Expo Italia Real Estate Presidente Fiera di Genova Presidente Consiglio Nazionale Centri Commerciali Amministratore Delegato John Lang LaSalle Italia Amministratore Delgato Fieramilano Presidente Confimprese Presidente Enac

TEL. UFFICIO ____________ TEL. CELLULARE _____________ FAX __________________ E-MAIL ______________________ NOTE O RICHIESTE ____________________________________ _____________________________________________________ Da inviare per posta ordinaria, fax, allegato e-mail a: retail&food - Viale Coni Zugna, 71 - 20144 - Milano - Italy T +39 02 3451230 F +39 02 3451231 - info@retailfood.it - www.retailfood.it Legge Privacy Informativa resa ai sensi dell'art. 675/96 Richiesta dati anagrafici. I dati saranno utilizzati con mezzi automatizzati e non a fine di informazione, ricerca e statistica e di promozione commerciale e non saranno per nessun motivo divulgati all'esterno. Titolare del trattamento dei dati è Gesto Editore Srl - Viale Coni Zugna 71 - 20144 Milano. Chi comunica i propri dati personali gode dei diritti di cui all'art. 13 della legge 6/5/96 tra cui il diritto di ottenere la modifica o cancellazione dei dati forniti. Il conferimento di tali dati è facoltativo e l'accesso a tale servizio è subordinato alla prestazione del consenso.


I signori della GDO e il sistema Italia

C

’è una miniera d’oro nel carrello del supermercato o del centro commerciale. Se si escludono le aziende di Stato e le storiche grandi famiglie industriali (come gli Agnelli) a sorpresa si scopre che in Italia la ricchezza nascosta è in mano ai proprietari delle catene di grandi magazzini e ipermercati. Insomma, la grande distribuzione. Sono una decina, scono-

La ricchezza nel carrello sciuti alle cronache finanziare, impegnati nella gestione di grandi gruppi sparsi per la provincia italiana da Nord a Sud. Sono i "paperoni" sconosciuti, che vantano capitali milionari ma che non cercano i riflettori di tv e giornali con spericolati blitz finanziari. Percorrendo la Penisola, prendendo a riferimento la classifica dell'ufficio studi di Mediobanca (R&S), a sorpresa si scopre che a farla da padrone sono i proprietari dei centri commerciali. Il più noto è il signor Bernardo Caprotti, il patron dell’Esselunga, aperto simpatizzante del centrodestra. Ma contano fatturati superiori ai due miliardi i gruppi delle famiglie Bastianello e Brunelli. Nomi che non dicono nulla al grande pubblico, ma tutti conoscano i supermercati Pam o i centri commerciali Iper-Unes (gruppo Finiper) di loro proprietà. Nello stesso settore fattura 1,5 miliardi la catena Bennet della famiglia milanese Ratti e circa un miliardo Il

78 retail&food - novembre 2009

Gigante di un'altra famiglia lombarda, i Panizza di Bresso. Poco più a sud, a Imola, la famiglia Cenni controlla la grande distribuzione con il marchio Mercatone Uno (762 milioni), salito alla ribalta come sponsor del defunto ciclista Marco Pantani. L’alimentare, succedaneo e complementare alla grande distribuzione, è il secondo settore per fatturato delle aziende private di provincia. A Verona ci sono i «re» dell'ortofrutta: la famiglia Bocchi gestisce un gruppo con un giro

d'affari, secondo stime non ufficiali, di circa 2 miliardi. Il Veneto in generale, ma questo poco sorprende, è una fucina di ricchi imprenditori nel food. Emerge per fatturato (circa 2 miliardi) la famiglia Veronesi, proprietaria dei marchi Aia, Montorsi e Negroni. In Liguria, invece, la famiglia Orsero di Albenga, distribuendo in esclusiva i prodotti della multinazionale Del Monte, ha creato un gruppo da 1,2 miliardi attorno alla Fruttital. Una fotografia inedita e inusua-

le che però la dice lunga sulla natura (fragile) del capitalismo italiano dove di fatto, tolte una manciata di grandi industrie, il grosso della ricchezza viene da aziende pubbliche, vale a dire l’ossimoro dello Stato-imprenditore, e da imprese dei servizi che non fanno innovazione tecnologica e non producono, ma si limitano a rivendere e fare da intermediario tra i consumatori e i produttori dei beni. Simone Filippetti “Opinionista”


[

[

La foto

Oasis of the Seas La poppa della nuova nave di Royal Caribbean (rendering)

retail&food - novembre 2009 79


r&f Last but not least

retail&food break

AirCaos: più torri

Anno 4 numero 11 novembre 2009 Direttore responsabile Andrea Aiello

di controllo che campanili

Hanno collaborato Alessandro Barzaghi, Francesca Biagi, Giuseppe Bonomi, Massimo Colzani, Giulia Comparini, Gianfilippo Cuneo, Luigi De Montis, Simone Filippetti, Fulvio Fassone, Vito Gamberale, Paolo Prota Giurleo, Antonio Intiglietta, Paolo Lombardi, Pietro Malaspina, Adolfo Marino, Dante Marro, Mario Messuri, Giorgio Mirabelli, David Montorsi, Giorgio Moroni, Luca Neri, Fabrizio Patti, Enrico Pazzali, Andrea Penazzi, Mario Resca, Vito Riggio, Kevin Rozario, Vittorio Valenza,  Eleonora Vallin

P

er il nostro lavoro di cronisti siamo costretti a monitorare quotidianamente fonti di stampa, siti internet, rassegne, agenzie. Un'enorme massa di informazioni che sempre più spesso vede gli aeroporti come protagonisti. Viviamo in un paese dove l'estro e la creatività regnano sovrani ma purtroppo abbonda anche il caos, e il mondo aeroportuale lo testimonia a perfezione. A voler semplificare brutalmente si potrebbe scrivere che il mercato aeroportuale è ancora eccessivamente dominato dai partiti e da interessi politici. Di fatto il nostro Paese sta ancora tentando di attrezzarsi di un hub in senso compiuto e moderno, dotato quindi di un hub carrier, una grossa compagnia con un'ampia serie di destinazioni a medio e lungo raggio. Si è tentato partendo aritmeticamente con due mezzi hub, Fiumicino e Malpensa. L'esperimento come ben sappiamo non ha funzionato e ora ci si aspetta che Fiumicino divenga l'hub nazionale mentre Malpensa dovrebbe salire al rango di grande aeroporto, grazie ad un'ampia rete di collegamenti point to point, anche di lungo raggio. Ma di questi tempi le notizie più interessanti vengono sicuramente dagli aeroporti regionali, o da quelli fantasma: progettati, mai nati, in forte perdita, o abbandonati. Nella prima categoria si riscontra un gran movimento a Sud e in particolare in Sicilia. La Regione governata da Raffaele Lombardo potrebbe passare da tre scali attivi (Catania, Palermo, Trapani) a sette nel giro di pochi anni, quasi uno per provincia... un ponte aereo, altro che sullo Stretto! In lizza, oltre all'inaugurando (?) aeroporto di Comiso, ci sono quelli di Agrigento, Messina ed Enna. Il sistema pugliese invece, dopo aver abbandonato la pista di Lecce, punta su Brindisi per servire il Salento mentre è più incerta la collocazione di Foggia, orfana della prematura scomparsa di MyAir. E intanto Bari cresce molto e bene. In Campania si attende l'apertura dei nuovi spazi dell'aerostazione 80 retail&food - novembre 2009

Foto Archivio Gesto Editore, Flickr, Fotolia, Imagoeconomica Segreteria Silvia Pizzi Pubblicità Alberto Sitia Tel. 02 8051511 alberto.sitia@retailfood.it Progetto grafico e impaginazione Giò Salvioni Stampa A.G.F. – Peschiera Borromeo (Mi)

di Capodichino (gestione BAA) e intanto è lo scalo di Salerno ad aprire a singhiozzo: le ultime notizie raccontano di un interesse da parte della Virgin del miliardario Richard Branson. Notizia bomba o una bufala scappata dagli allevamenti confinanti col sedime aeroportuale? Grottesca invece la situazione in Lazio: di Fiumicino si è scritto molto, ora si attendono investimenti e realizzazioni in tempi certi. Ciampino, cresciuto oltre le aspettative grazie a Ryanair, fa troppo rumore e quindi... Frosinone, Latina o Viterbo? Chi l'ha capito mandi un fax in redazione, il numero è all'interno del colophon pubblicato qui a fianco. Nelle regioni adriatiche si vola ancora poco, ma in compenso si realizzano piccole grandi cose: ad Ancona-Falconara si sono seminati pannelli solari in aeroporto, come già ha fatto Bari, e un quarto dell'energia consumata oggi lo regala il sole. Risalendo verso Nord, atterriamo in Emilia, dove Bologna ha cominciato a crescere dopo aver strappato Ryanair a Forlì. A che prezzo? Non lo sappiamo ma intanto l'aeroporto ha iniziato a regalare una crescita quasi a due cifre mentre tutti calano: complimenti alla direzione commerciale.

Forlì è corsa ai ripari con Widjet, per quanto possibile, mentre di Parma e Reggio Emilia preferiamo non scrivere per carità di patria. Il Piemonte sonnecchia, la Lombardia spende su Malpensa – in attesa di tempi migliori – e fa segnare ottimi risultati a Bergamo. Mentre Brescia perde 5 milioni di euro all'anno da sei anni. A Brescia è collegato il Catullo di Verona, tramite la società di gestione Aeroporti Sistemi del Garda: sui due scali pende la possibilità di un'imminente separazione ma forse no, intanto i bilancio è seriamente gravato dal deficit bresciano. Chiudiamo il quadro con gli scali di Treviso e Venezia che, grazie all'aggressiva gestione di Save, stanno sviluppando un modello di business unico nel panorama italiano. Sullo sfondo di queste considerazioni si intravede il tanto atteso aumento delle tariffe che dovrebbe dare un po' di fiato alle spompate società di gestione aeroportuale, consentendo di realizzare finanziamenti indispensabili. E anche il piano di riordino del sistema aeroportuale voluto da Enac e affidato a One Works. Riusciremo a dotarci di un sistema di trasporto aereo moderno, efficiente e utile? Chi vivrà, volerà. A. A.

Redazione Viale Coni Zugna, 71 20144 - Milano - Italy Prezzo di una copia € 3,00 – Arretrati € 5,00 Abbonamento Italia: € 30,00 Europa: € 40,00 Resto del mondo: € 50,00 C/C PT 13590203 Registrazione Tribunale di Milano N° 550 del 06/09/2006 Iscrizione al Registro degli operatori della comunicazione n° 15972 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi dell’articolo 2 comma 2 del codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica, si rende nota l’esistenza di una banca-dati personali di uso redazionale presso la sede di Milano – via Mercato, 28. Gli interessati potranno rivolgersi al responsabile del trattamento dei dati personali Silvia Pizzi, presso la sede di Milano, per esercitare i diritti previsti dalla legge n. 675/967.

retail&food è una rivista edita da Gesto Editore Viale Coni Zugna, 71 20144 - Milano - Italy Tel. 02 3451230 Fax 02 3451231 info@retailfood.it www.retailfood.it




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.