l'Orafo Italiano 03 2023

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IN CASO DI MANCATO RECAPITO INVIARE AL CMP DI MILANO ROSERIO PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE PREVIO PAGAMENTO RESI SETTEMBRE 2023 € 5,00 FOREVER UNIQUE
ALESSI DOMENICO S.P.A. Via dei Tulipani 3/536061 Bassano del Grappa (VI) Italy T. +39 0424 566200 info@alessidomenico.com www.alessidomenico.com

Be Your Own Hero

Foto di Claudio Minenti falsiniart@falsiniart.itPad 4 stand 128
Creazioni di Andrea Falsini
u n o a e rr e.i t

Collection Moi et Toi

A universe of tradition and contemporaneity; the tradition of Cameos which are engraved and sculpted by hand one by one, then set in the contemporaneity of titanium and olive green diamonds in three shades.

PH Max Cardelli
SEMILAVORATI Orchidea Preziosi spa Arezzo - Italy www.orchideapreziosi.it

ACCESSORI PER LA MODA

ANNO LXXVII - SETTEMBRE 2023

DIRETTORE RESPONSABILE ANDREA AIELLO

COORDINAMENTO EDITORIALE LAURA BARSOTTINI

COLLABORATORI

LAURA ASTROLOGO PORCHÉ, SIMONA INFANTOLINO, LAURA INGHIRAMI, SONIA SBOLZANI, GIANFILIPPO VERSARI

ART DIRECTOR

FABRIZIO MAJERNA

COVER CLOSE UP STUDIOS

PUBBLICITÀ dircom@edifis.it

TRAFFICO PUBBLICITARIO FRANCESCA GERBINO francesca.gerbino@edifis.it

STAMPA

AZIENDE GRAFICHE PRINTING S.R.L. – VIA MILANO 3/5 20068 PESCHIERA BORROMEO (MI)

EMAIL orafo@edifis.it

WEB SITE www.orafoitaliano.it

PREZZO PER COPIA € 5,00 / ARRETRATI € 10,00

Registrazione Tribunale di Milano N° 1038 del 10/01/1949. Iscrizione al Registro degli operatori della comunicazione n° 06090. Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi del Reg. EU 679/2016 l’Editore garantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico.

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a EDIFIS S.r.l. - Viale Coni Zugna 71 - 20144 Milano (o ai riferimenti sotto trascritti), luogo della custodia della banca dati medesima.

l’Orafo italiano, una rivista edita da: Partner di:

Edifis S.r.l. Viale Coni Zugna, 71 20144 - Milano - Italy Tel. +39 023451230 / Fax +39 023451231 www.edifis.it

IL LUSSO CHE VERRÀ

Chi saranno i clienti di gioielleria domani? Quale prodotto preferiranno e dove lo compreranno? Domande semplici con riposte complicate. Più di quanto si potesse pensare soltanto qualche mese fa.

Il settore del lusso sembra affacciarsi a una nuova stagione di incertezza. Per cause molto diverse sia USA che Cina, i principali mercati, paiono rallentare la corsa all’acquisto di beni di lusso. In particolare nel settore fashion e accessori. Il parere di grandi gruppi finanziari e di analisi di mercati sembrano concordare: il mercato statunitense sta subendo la spinta inflazionistica mentre quello cinese è interessato da un tasso di crescita sensibilmente inferiore a stime e aspettative precedenti. Fortunatamente il settore della gioielleria e dell’orologeria nel loro complesso sembrano meno interessate da queste dinamiche. Probabilmente perché gli acquirenti di questi prodotti non sono così concentrati nella fascia di generazioni più giovani, così determinanti per il successo e le performance finanziare dei brand fashion.

Ma non bisogna sottovalutare lo scenario più ampio. Per orientare produzione e vendita sarà quindi necessario dare ancora più attenzione a chi raccoglie ed elabora dati sul settore. E fortunatamente, anche in Italia, non mancano realtà qualificate in questo senso.

La fiera di Vicenza offrirà come sempre un palcoscenico per presentazioni su questi temi. Il nostro consiglio è di seguirle per trarre ipotesi sensate sul lusso che verrà.

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EDITORIALE
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CLOSE UP

Couture couture

PRECIOUS EXPERIENCE

Metaphoria Piaget

Le Grand Tour raconté par Van Cleef & Arpels

HAUTE COUTURE PARIS

Trionfano la natura e la ricerca dell’armonia

nell’Alta Gioielleria parigina

INSIDE JEWELRY

La rivincita del “Second Hand”

L’universo retail dopo la pandemia

Grand Tour

Le novità di Vicenzaoro September

Roma Jewelry Week

MARKET TREND

Professione “Jewelry Influencer”

Il punto di vista di Federpreziosi

Altagamma: scenario ottimistico

L’analisi del Club degli orafi

Federorafi – Un mercato che tiene

TREND

The cowboy way

Pink Barbiecore

Wish List for Him

Wish List for Her

CASE HISTORY

Tiffany & Co. Storia di un mito

PEOPLE & BRAND

Sicis – Piccoli tesori tutti da scoprire

Florilège de Vie – Un florilegio di stile e creatività

Graziella Holding – Una strategia verso il futuro

Le gioie di Mavi – Tra tradizione e modernità

Maison J’Or – Un viaggio intorno al cuore

ORAFO CULT

Leonardo da Vinci tra creatività e tecnica

NEWS

In copertina: anello Leonor Couture Collection di Forever Unique in oro bianco, opale centrale, smeraldi, zaffiri e paraibe taglio brillante.

Foto: Close Up Studios

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SOMMARIO
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COUTURE COUTURE

CLOSE UP / di
Simona Infantolino

Golden Era

Come in uno dei quadri di Klimt, l’oro ricopre e illumina di preziosità le silhouette femminili che manifestano la loro aurea presenza avvolte in lunghi drappeggi scintillanti o in sfaccettate piume luminescenti. Questo metallo prezioso è il signore indiscusso della gioielleria e riconferma ogni anno questo status nella sua veste più classica e sontuosa, accompagnato dai diamanti bianchi. Dalle tonalità più gialle a quelle tendenti al rosa, l’oro conquista e seduce grazie al suo potere ipnotico che lo rende l’accessorio perfetto per ogni occasione.

L’ORAFO ITALIANO

Collana in oro rosa con diamanti bianchi. Collezione Vela di Gismondi 1754

Bracciale rigido Baia di Miseno in oro giallo con elementi ricoperti da pavé di diamanti.

Orecchini Nuvole di Nanis in oro giallo inciso a mano e diamanti.

CLOSE UP
In apertura: Backstage di Balenciaga Foto di Acielle-StyleDuMonde. In questa doppia, da sinistra: Alexandre Vauthier, Dior, Chanel, Jean-Paul Gaultier e Schiaparelli.

Diamond Queen

Abbaglianti come fari nella notte, i diamanti incoronano la donna a regina dei party più esclusivi. Completi tempestati di cristalli, mini abiti di paillette e trasparenze velate da luminosissimi strass incontrano creazioni di alta gioielleria per un risultato davvero stupefacente. Collane che sembrano tiare capovolte, bracciali rigidi con pavé di diamanti e orecchini pendenti dal twist contemporaneo entrano in simbiosi con le creazioni couture che sono in grado di esaltarne la bellezza e l’unicità puntando i riflettori su ogni singola gemma.

L’ORAFO ITALIANO
Collana Serpent Bohème Solarité di Boucheron in oro bianco con pavé di diamanti.
CLOSE UP
Bracciale Habibi White di Farnese Gioielli In questa doppia, da sinistra: Celia Kritharioti, Giambattista Valli, Zuhair Murad, Rahul Mishra e Fendi

Warrior Heroine

Fiera e caparbia, la donna che calca le passerelle dell’alta moda svela il suo volto guerriero in una veste futurista e avanguardista. Se da una parte gli stivali da amazzone convivono con la leggerezza di gonne o mantelli realizzati in tulle, dall’altra gli abiti si trasformano in vere e proprie armature di metallo, inscalfibili protezioni dalla vita di tutti i giorni. I gioielli racchiudono entrambi gli aspetti di questa moderna guerriera con elementi geometrici che si alternano a linee sinuose e strutture traforate.

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Orecchini Whisper di Breil in acciaio.

Anello G di Gi by Giselle Effting in titanio con diamante.

Girocollo Animo di Giulia Barela in bronzo placcato rodio nero. Collezione Memento.

Bracciale Density di Invaerso in argento.

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CLOSE UP
In questa doppia, da sinistra: Balenciaga, Maison Sara Chraibi, Iris van Herpen e threeASFOUR.

The Alpha

ROUND BRILLIANT CUT

L’ideale di brillantezza e luce racchiuso nel perfetto taglio tondo del Cubic Zirconia Preciosa.

/ di Simona Infantolino

METAPHORIA PIAGET PRECIOUS EXPERIENCE

Orologio Undulata in oro bianco con diamanti e quadrante realizzato da Rose Saneuil in paglia, sicomoro, elitre, pergamena e pelle intarsiata. Cinturino in pelle di alligatore verde. Edizione limitata a 8 pezzi.

In apertura: orologio Foliatura in oro bianco con smeraldo taglio cuscino della Colombia di 6,59 carati, crisoprasio e diamanti, inciso con Decor Palace. Opposto allo smeraldo si trova il quadrante dell’orologio con pavé di diamanti. Pezzo unico. Anello Foliatura in oro bianco con smeraldo taglio cuscino della Colombia di circa 5,35 carati, crisoprasio, diamanti e incisione con Decor Palace. Pezzo unico.

Se nel 1969 Yves Piaget poneva le basi stilistiche per il successo della Maison all’insegna della stravagante eleganza festosa con la Collection du XXIème siècle, nel 2023 la direttrice artistica Stéphanie Sivrière riconferma l’originalità delle scelte Piaget con Metaphoria, una collezione di Alta Gioielleria dedicata a uno dei temi più cari alla Maison, la natura. Quella di Piaget è una narrazione che lascia da parte l’aspetto figurativo in favore dell’espressione simbolica e astratta degli elementi e delle emozioni. I

Orologio secret ring Adrivea in oro bianco con acquamarina taglio cabochon di circa 10,88 carati, zaffiri e diamanti bianchi. Il quadrante dell’orologio è ricoperto da pavé di diamanti.

gioielli diventano così la pura incarnazione dell’energia di oceani, montagne e foreste. Metaphoria, con i suoi due capitoli Azureia e Beautanica, i quarantuno gioielli dai dettagli minuziosi e gli undici orologi di inestimabile bellezza, è la perfetta metafora della natura in continua evoluzione e ogni creazione sembra congelare in un gioiello un momento preciso di questi cambiamenti. L’impeto dell’acqua di un torrente si cristallizza sulla collana Mineralis in cui il cristallo di rocca sovrapposto ai diamanti evoca gli schizzi creati dall’infrangersi dell’acqua sulle rocce. Al centro, tra zaffiri e acquemarine,

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emerge come dalle acque un’acquamarina azzurro laguna taglio cuscino da 13,25 carati. Accanto a pietre preziose dai colori vibranti e dalle dimensioni sorprendenti, l’oro giallo si fa strada e si afferma come protagonista di gioielli dal fascino travolgente. Nella parure Alata, per esempio, i bouquet di foglie dorate combinano il motivo Decor Palace dell’oro alla madreperla bianca e dorata e ai pavé di diamanti. L’interpretazione eccentrica di una natura simbolica in Metaphoria non lascia al caso neanche la composizione delle undici creazioni di orologeria che catalizzano l’attenzione su quadranti davvero particolari con mosaici di pietre ornamentali che ricordano i tessuti damascati o combinazioni di intarsi di paglia, legno, pelle, pergamena ed elitre. A cavallo tra alta gioielleria e orologeria, Metaphoria svelta anche i nuovi orologi gioiello di Piaget, piccoli scrigni segreti che celano, sotto imponenti pietre cabochon o tra grovigli di foglie in oro grigio, crisoprasio e diamanti, sfiziosi quadranti tondi tempestati di diamanti. Ancora una volta Piaget ha saputo dare voce alla sofisticata individualità della natura che, attraverso i suoi elementi primari, è in grado di suscitare emozioni senza tempo.

Anello della linea Mineralis in oro bianco con zaffiro antico taglio cuscino dello Sri Lanka di circa 4,01 carati, zaffiri e diamanti. Pezzo unico. Earcuff e orecchino della linea Mineralis in oro bianco con zaffiri e diamanti. Pezzo unico. Anello Roscida in oro bianco con al centro un diamante taglio cuscino di circa 3,51 carati circondato da diamanti bianchi e madreperla rosa e bianca.
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Anello Foliatura in oro bianco con smeraldo della Colombia, crisoprasio e diamanti.
PRECIOUS EXPERIENCE 35
Earcuff in titanio, oro giallo e bianco con diamanti bianchi e foglie in oro con Decor Palace, in madreperla bianca o ricoperte da pavé di diamanti. Anello in oro giallo e bianco con diamanti, ornato da foglie in oro inciso con Decor Palace, in madreperla bianca o ricoperte da pavé di diamanti. Orologio in oro giallo e bianco, tempestato di diamanti, ornato di oro e madreperla bianca e inciso con Decor Palace. Quadrante con pavé di diamanti e incisione in oro. Pezzo unico.

HAUTE COUTURE PARIS

TRIONFANO LA NATURA

E LA RICERCA DELL’ARMONIA

NELL’ALTA GIOIELLERIA PARIGINA

Durante la Settimana della Haute Couture di Parigi

prestigiose Maison e designer di Alta Gioielleria hanno presentato i loro nuovi capolavori negli atelier di Place Vendôme e in hotel rinomati

/ di Laura Astrologo Porché

MORE IS MORE

Boucheron sorpassa l’inimmaginabile: la nuova collezione di Alta Gioielleria “More is More” infrange tutte le convenzioni preesistenti. Realizzata durante il secondo lockdown, l’obiettivo della collezione è diffondere la gioia e l’entusiasmo, giocando con il tema della pop art e dei cartoni animati. Boucheron ha raggiunto nuovi livelli di eccellenza grazie all’armoniosa collaborazione tra la CEO Hélène Poulit-Duquesne e la Direttrice Creativa Claire Choisne, come documentato nel film Superare i confini, presentato in anteprima il 3 luglio 2023 presso il Théâtre Lepic di Parigi. «Abbiamo iniziato a lavorarci nel 2020 durante il periodo di isolamento. L’ansia era pervasiva e fu in quel momento che ho sentito il desiderio di liberarmi da ogni ostacolo o regola creativa. Volevo diffondere gioia e benessere», ha dichiarato Choisne durante l’intervista. Così è nata una collezione dal design fresco che fa riferimento agli anni ‘80 e al gruppo di artisti “Memphis Milano”. La linea è composta da trenta creazioni di Alta Gioielleria ispirate a un mondo colorato fatto di illusioni ottiche e forti contrasti. La gioia è preziosa: il sogno visionario di Boucheron ha dato vita a un nuovo concetto in cui il gioiello è technicolor e bidimensionale. Autentico capolavoro di tecnica, sperimentazione, colorazione e assemblaggio di materiali eterogenei, “More is More” rappresenta un inno all’audacia e all’arte della Haute Joaillerie. Spingendosi oltre le barriere e i confini convenzionali, riconsiderando il concetto stesso di preziosità, queste creazioni ci trasportano in un luogo lontano. Un luogo dove l’innocenza accoglie la bellezza senza limiti, dove l’incanto persiste, dove l’eleganza sofisticata sembra fluire con facilità, rendendo il mondo un luogo avvincente e stupefacente.

L’ORAFO ITALIANO 38 BOUCHERON

MOSAICO

La collezione, declinata in cinquanta creazioni, si ispira ai colori e alle forme delle tessere di pasta vitrea utilizzate nei mosaici ravennati e pugliesi. La linea comprende bracciali flessibili, collane bavaglio, orecchini pendenti e anelli cocktail. Andrea Buccellati, Presidente e Direttore Creativo della Maison, afferma: «Ho deciso di riprendere l’approccio adottato da mio padre e da mio nonno, che consiste nel trarre ispirazione dalle grandi opere del passato. I mosaici bizantini mi sono stati di grande aiuto: i fondi dorati, le decorazioni geometriche mai banali, la stilizzazione, i colori e quella particolare luce che permea la superficie e la astrae. È un’esperienza di magia continua. La novità di questa collezione è data dai colori delle pietre e dalla loro importanza e soprattutto dal disegno geometrico. Ho cercato di reinterpretare i mosaici classici, stilizzandoli e rendendoli così più moderni. Tuttavia, non ho mai voluto seguire le mode odierne, ma ho sempre inseguito il sogno di uno stile elegante e classico».

La raffinatezza dei mosaici bizantini prende vita attraverso l’uso di diamanti e gemme colorate, incastonate a pavé, che catturano la luce e la riflettono in uno splendore assoluto. Le forme sono moderne e sorprendenti, le ripetizioni degli elementi decorativi sono ritmiche e armoniose, gli abbinamenti cromatici donano effetti di stupefacente eleganza. Alcuni gioielli di questa collezione sono realizzati con la tecnica dell’incatenazione già utilizzata da Mario Buccellati negli anni ’20 del secolo scorso. La grande tradizione orafa di Buccellati e dei suoi maestri artigiani si rinnova così con una creatività inimitabile che assurge a bellezza senza tempo.

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HAUTE COUTURE PARIS

TWEED

«In questa nuova collezione di Alta Gioielleria dedicata al Tweed, ho deciso di andare oltre nell’interpretazione, immaginando un vero tessuto di pietre preziose, morbido e leggero», afferma Patrice Leguéreau, Direttore dello Studio di Creazione Chanel Joaillerie. Per Gabrielle Chanel le dolci colline e valli della Scozia, spazzate dal vento e dal sole, piene del mormorio di sorgenti naturali e avvolte di notte in un’oscurità vellutata punteggiata di stelle, rappresentavano un mondo completamente nuovo. Questi erano i paesaggi che aveva scoperto negli anni ‘20, durante la sua relazione amorosa con il Duca di Westminster. Fu

allora che Mademoiselle, prendendo spunto dalle giacche di tweed del Duca, le aveva fatte sue, reinterpretandole nelle sue collezioni di moda. Nasceva così uno degli elementi essenziali dello stile Chanel. Nel 2023, Patrice Leguéreau fa rivivere la magia del tweed per la seconda volta, con l’audace creazione di 63 nuovi preziosi di Alta Gioielleria: «il mio sogno era creare un set di tweed con pietre preziose». Questa collezione presenta cinque nuove linee di gioielli, ognuna declinata in cinque colori diversi dai nomi iconici cari alla Maison: il Nastro (Ruban) in cui il bianco trionfa con perle, diamanti e oro bianco, la Camelia (Camélia), simbolo di eleganza e delicatezza con trame che paiono ricami d’oro rosa montati di zaffiri rosati e fucsia, la Stella cometa a trama nera e blu, arricchita da diamanti e zaffiri gialli, che rappresenta la volta stellata (Étoile), il Sole (Soleil), puntuato dai rutilanti colori giallo e arancio in un trionfo di diamanti, topazi e berilli e il Leone (Lion), segno astrologico di Gabrielle Chanel, evidenziato da lampi di rosso, giallo e arancio, con motivi che richiamano il re della foresta. La collezione Tweed, con i suoi ricami intricati, gioca con le raffinatezze della monocromia o della policromia, riproducendo la trama del tessuto con un’abbondanza di dettagli, creando in questo modo un’incantevole impressione di movimento.

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LE JARDIN

Sin dalla sua fondazione, oltre due secoli fa, la Maison Chaumet ha scritto la sua storia in perfetta armonia con la natura. La collezione di Alta Gioielleria Le Jardin de Chaumet continua questa conversazione attraverso un poetico percorso bucolico. Immaginata in quattro capitoli, Jardin de Chaumet rappresenta un invito a passeggiare tra i boschi, a camminare tra i fiori o nei campi, lasciando libera l’immaginazione davanti a tutti i bouquet di fiori del mondo.

Le 68 creazioni sono articolate in quattro capitoli che ripercorrono il Bosco e il Sottobosco (Bois et Sous-Bois), i Campi (Champs), i Fiori (Fleurs) e i Bouquets du Monde. Spicca tra le opere presentate un magnifico collier con spighe di grano illuminate da un diamante centrale taglio smeraldo da più di 10 carati. La collana può essere indossata in tre modi diversi. Ehssan Moazen, Direttore dello Studio di Creazioni di Chaumet spiega: «Ci sono voluti tre anni per realizzare questa collezione. Studiando negli archivi della Maison, ho notato il legame che Chaumet ha sempre avuto con la natura, tanto da essere definito Joaillier naturaliste. L’ispirazione è nata da una tiara dell’Imperatrice Joséphine con spighe, simbolo di fertilità, e da un altro diadema con pansé creato da JeanBaptiste Fossin intorno al 1850. Abbiamo cercato di trasmettere delle emozioni, in modo naturale, con un’attenzione estrema alle proporzioni e alla trasformabilità dei gioielli».

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CHAUMET HAUTE COUTURE PARIS

METAMORPHOSIS

De Beers ha presentato all’Hotel Crillon di Parigi il secondo capitolo di Metamorphosis: una collezione che celebra la potenza trasformatrice dei diamanti naturali, ispirandosi in maniera ardita all’evoluzione della natura e al ciclo delle stagioni.

I quattro tempi che scandiscono il ritmo di questa linea sono infatti la Primavera, l’Estate, l’Autunno e l’Inverno e hanno come leitmotif la farfalla, una per ogni stagione. Queste magnifiche creature introducono quattro parure di 37 creazioni complessive a cui si associano i nove gioielli di Preludio, il primo atto della collezione.

La Primavera è rappresentata dai petali del fiore di protea, una varietà che cresce in Sud Africa, mentre la parure Estate trae ispirazione dalle avvolgenti spirali dei fossili di ammonite ed è realizzata in oro giallo. Le foglie rossastre autunnali sono simboleggiate dalle volute in

smalto Grand Feu, una tecnica utilizzata per la prima volta da De Beers. Lo splendore glaciale dell’Inverno è illustrato da magnifici gioielli che evocano i frammenti angolari che si formano talvolta sui laghi ghiacciati.

Una collezione tutta movimento e versatilità: molti dei gioielli sono trasformabili e le creazioni prendono vita con la montatura en-tremblant e l’articolazione.

Olga Corsini, Direttore del design e dello sviluppo strategico del prodotto, che ha sapientemente illustrato la collezione, ha sottolineato come De Beers sia l’unica Maison di lusso ad avere un accesso privilegiato ai diamanti più belli e rari del mondo.

Céline Assimon, CEO di De Beers ha dichiarato: «Sono particolarmente orgogliosa delle audaci creazioni di questo nuovo capitolo. Abbiamo giocato con i volumi, i motivi grafici e i dettagli reconditi. L’importanza che attribuiamo alla trasformabilità e alla versatilità illustra la quintessenza dell’arte e del savoir-faire della Maison».

L’ORAFO ITALIANO 42 DE BEERS

MIDNIGHT SUN

Messika brilla nella notte riportandoci alla magia degli anni ’70 e alle serate folli e gioiose che animavano lo Studio 54 a New York, Chez Régine a Parigi e altri night club. Per la prima volta Valérie Messika introduce i diamanti yellow fancy, proprio per sottolineare la solarità e il magnetismo, dando vita a una collezione dove spiccano creatività e forza dirompente. Come un faro nell’oscurità, il diamante giallo risplende irradiando energia positiva. Non stupisce che l’affascinante Carla Bruni sia stata scelta come testimonial di questa straordinaria collezione.

«Con la collezione Midnight Sun, Messika mostra l’affascinante storia di queste feste senza precedenti. Gli hot-spot degli anni ‘70 sono stati punto culminante di tutto il lusso e le stravaganze. Spazi lontani dalle convenzioni, il cui spirito ipnotico continua ad essere fonte di ispirazione e desiderio. Chi meglio della magnetica Carla Bruni poteva esprimere questo tema rock e audace?», ha puntualizzato Valérie Messika, Fondatrice e Direttrice Artistica della Maison Messika.

Midnight Sun è articolata in capitoli dai nomi evocativi: Ultimate Party, in cui spicca un collare con diamante giallo a taglio poire di circa 20 carati e un diamante a taglio cuscino da 9 carati, in omaggio a due icone degli anni ’70, Liza Minnelli e Diana Ross; Glitter Fever, un invito alla festa, al ritmo di diamanti gialli taglio brillante; Fiery, un set audace per forti personalità. Un collier con diamanti bianchi a goccia sembra rievocare delle fiamme che bruciano di passione.

Dancing Moon è un omaggio alla Luna, testimone d’eccezione delle notti scatenate degli anni ‘70. Brilla in questa parure una collana a quattro fili che avvolge il collo come una delicata e radiosa seconda pelle. Su ogni filo una costellazione di diamanti taglio ovale per un totale di 48,72 carati. Il collier può essere trasformato in due collane distinte per uno stile più informale. L’ultimo capitolo Joy Coeur presenta diamanti a forma di cuore che celebrano lo spirito peace and love di quegli anni. In questo set il capolavoro è un anello Toi & Moi, composto da un diamante giallo di circa 16 carati e un diamante rosa di 7 carati, entrambi a taglio cuore.

MESSIKA

LA RIVINCITA DEL “SECOND HAND”

/ di Gianfilippo Versari

In questa pagina, gioielli second hand “moda” battuti da Faraone Casa d’Aste: in senso orario, bracciale Bulgari (base d’asta € 2.400/venduto a € 4.400), Bracciale Chandra anni ’90 Bulgari in oro giallo (base d’asta € 2.000/venduto a € 4.200), anello Mario Buccellati (base d’asta € 1.000/venduto a € 3.900). Nella pagina accanto, alcuni gioielli “importanti” delle boutique Eleuteri: parure 1960 da 63 carati (€ 140.000), bracciale Buccellati 1970 (€ 31.000), collana a fiore di diamanti 42ct 1930 (€ 130.000) e bracciale 1940 con diamanti 23ct (€ 64.000).

Le vendite globali di articoli di lusso di seconda mano sono state di ben 35,2 miliardi di euro nel 2020 e, secondo l’analisi della società di consulenza manageriale McKinsey & Company, si prevede che cresceranno di almeno il 15% nei prossimi dieci anni. Seguendo la tendenza, nel 2023 il mercato dei gioielli pre-loved, vintage e antichi, anche grazie alle nuove piattaforme che ne rendono più facile la vendita, è stato decisamente attivo con un ritorno sugli investimenti (ROI) mai visto prima. Secondo le previsioni del sito web di statistica tedesco Statista, infatti, dal valore stimato di 444 milioni di dollari del 2021, si passerà con crescita costante a uno strabiliante 1,3 miliardi di dollari entro il 2027. Hanno contribuito a questa crescita la pandemia, la digitalizzazione e il cambio generazionale con acquirenti più giovani che sembrano essere più disposti delle generazioni precedenti ad acquistare prodotti di seconda mano. Ma c’è di più: l’interesse per i gioielli second-hand di marchi griffati come Van Cleef & Arpels e Cartier si

prevede, secondo una ricerca di The Business of Fashion, agenzia di statistica e analisi del mondo luxury, e McKinsey, che supererà il mercato dei gioielli pregiati e raggiungerà fino al 30% dell’intero settore entro il 2025.

LE MOTIVAZIONI

Sono molte le ragioni che spingono all’acquisto di gioielli usati, dai prezzi più accessibili alle credenziali di sostenibilità, oltre all’opportunità di investimento: quando si acquista qualcosa di nuovo di zecca, il valore diminuisce immediatamente, mentre i pezzi di lusso usati hanno maggiori probabilità di mantenere il loro valore nel tempo. Si tratta di un investimento finanziario che deriva principalmente dalla rarità di un pezzo, dalla sua provenienza, dalla sua associazione storica e dalla qualità dell’artigianato. In più i gioielli d’epoca, offrono personalità e carattere, spesso più di molte collezioni contemporanee sia in fatto di design sia per la loro storia che affascina e aspetta solo di essere scoperta. Il mercato secondario offre la possibilità di possedere un pezzo di storia

L’ORAFO ITALIANO 44
INSIDE JEWELRY
Il mercato di seconda mano è in piena espansione: mai così attivo nel 2023 e con ROI decisamente sorprendenti

del gioiello, che sia una creazione antica che collega a un’altra epoca, o un vero oggetto da collezione che non viene più prodotto ma che vanta una manifattura eccelsa, la massima espressione dell’artigianato che trascende il tempo e le mode; i gioielli antichi sono stati realizzati per durare e il fast fashion non era ancora una missione per le maison di gioielleria che non aveva contaminato le loro abilità tradizionali orafe.

Un’altra motivazione a questo tipo di acquisto è il costo, poiché i gioielli d’epoca possono essere meno costosi, come ci conferma Carlo Eleuteri, istituzione nel gioiello vintage con un ormai celeberrimo negozio in via Condotti a Roma ma con punti vendita anche a New York, Doha, Sankt Moritz e Porto Cervo: si può arrivare a un risparmio di circa il 20-30% sul griffato mentre per quelli non firmati anche a un 50% in meno. Da ultimo c’è l’aspetto etico, cioè la riduzione dell’impatto ambientale, acquistando un gioiello già in circolazione che non richiede nuove estrazioni minerarie, materiali e le lavorazioni connesse.

IL WEB

Sul web prosperano siti internet più o meno di nicchia e specializzati: si passa dal marketplace online Farfetch (farfetch.com) con un’intera sezione dedicata a gioielli di lusso di seconda mano, a svariati pawnshop (banco dei pegni) per gli appassionati dell’estetica degli anni ‘80 o ‘90; da Vestiaire Collective (it.vestiairecollective.com) che

è un vero e proprio eBay di lusso, a 1st Dibs (1stdibs.com) con un’ampia gamma di gioielli e orologi usati, Cudoni (cudoni.com) e The RealReal (therealreal.com). Fondata nel 2022, Wave Antiques (waveantiques.com) è poi una recente aggiunta al mercato dei gioielli d’antiquariato con una selezione composta da pezzi unici provenienti dall’Ottocento agli anni ‘90. Per finire Finematter (finematter. com), dove i clienti possono riciclare gioielli indesiderati e ricevere buoni sconto da utilizzare per un nuovo gioiello di uno dei 60 designer indipendenti presenti sul sito. Con lo scopo di rendere più trasparente il mercato del second hand, Richemont ha recentemente lanciato Enquirus (enquirus. com), una piattaforma digitale neutrale che si prefigge di contrastare i furti di orologi e gioielli. Il database Enquirus ha già più di 175 marchi di orologi di lusso e diversi marchi di gioielleria precaricati, per facilitare la registrazione dei clienti e già migliaia di utenti hanno caricato oltre 28mila fra orologi e gioielli registrati come smarriti o rubati.

L’ESPERTO DI FIDUCIA

Per acquistare pezzi di un certo peso, tuttavia, è importante scegliere un esperto di rivendita di gioielli che possa offrire una valutazione equa del mercato dei loro beni e che ne comprenda il valore intrinseco, l’autenticità e la provenienza. Non un semplice rivenditore, quindi, ma un gioielliere specializzato o una casa d’aste affidabile. «Essendo il

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Nelle foto, altri esempi di gioielli second hand “moda” battuti recentemente da Faraone Casa

D’Aste: collier Bulgari a maglia groumette in oro giallo 18 Kt con quarzi, e peridoti a goccia cabochon (base d’asta € 9.000/venduto a € 15.000) e bracciale Cartier Love in oro giallo (base d’asta € 2.500/venduto a € 4.800).

primo acquirente del gioiello e non solo un mediatore per la vendita», spiega Eleuteri, «il gioielliere offre al cliente una sicurezza e alte garanzie, comprendendo di ogni gioiello il valore reale. Si genera così con il cliente un rapporto duraturo e di autorevolezza e fiducia che non si esaurisce pochi giorni dopo l’acquisto. Alcuni professionisti offrono infatti la possibilità ai clienti di poter tornare con il gioiello in boutique anche anni dopo per poterlo permutare con qualcosa di diverso, cosa che naturalmente fa solo lievitare ulteriormente il valore dell’oggetto». Sempre secondo Eleuteri, al momento il mercato – tralasciando il mondo del collezionismo – predilige gioielli in oro giallo con brillanti, periodo anni ‘70/80, di maison come Cartier, Bulgari e Van Cleef, mentre sembra essersi affievolito l’interesse per quelli in oro bianco e platino, con brillanti. «La moda è ciclica», continua Eleuteri. «Quindi anche oggetti che al momento ricevono un apprezzamento minore, sebbene di manifatture eccelse, possono in un futuro prossimo essere di grande interesse, specialmente se degli anni ‘30 e ‘40».

LE ASTE

Altro canale di acquisto sicuro è quello delle aste, Vittoria Bianchi della Faraone Casa d’Aste, specializzata nella vendita all’incanto di gioielli, orologi e luxury good principalmente del XX secolo, conferma che una casa d’aste di tutto rispetto si accerta

dell’autenticità del prezioso, che sia un gioiello nuovo, vintage o un orologio; mentre nel caso di gemme provvede, qualora non ci fosse, alla certificazione delle stesse.

«Il prezzo lo fa il mercato, varia a seconda della domanda del momento, del valore in borsa di oro e diamanti e anche della “moda”. Tutto torna anche in questo campo», continua la Bianchi, «tuttavia le basi d’asta di gioielli ancora in produzione si aggirano intorno a un terzo del prezzo di boutique: questo per innescare la gara tra partecipanti e arrivare a un prezzo di aggiudicazione, nella maggior parte dei casi inferiore rispetto al nuovo. Non rientrano in questo ragionamento collezioni iconiche di maison internazionali, preziosi firmati non più in produzione, gioielli con gemme rare o gioielli d’epoca con manifatture artigianali di grandissimo pregio». Al momento la domanda per quanto riguarda i gioielli da tutti i giorni sono quelli iconici dei brand più prestigiosi (bracciale Love Cartier, anello a fascia Buccellati, Alhambra di Van Cleef &Arpels in testa) mentre per una previsione sui preziosi più redditizi da tenere sott’occhio, Bianchi suggerisce di puntare, più che sul design, sulle gemme non trattate e sui diamanti senza trascurare il mercato degli orologi: in particolare Patek Philippe e Audemars Piguet.

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JETBLACK

Black is the King

JETBLACK è la soluzione galvanica a base di Rutenio che permette di ottenere gioielli caratterizzati da un finish lucido che va dal grigio chiaro al nero intenso, a seconda del tipo di additivo organico annerente utilizzato e della sua concentrazione.

La scelta perfetta, rispetto alle più costose soluzioni di Rodio nero nelle applicazioni decorative, che permette di ottenere diverse opzioni colore garantendo una forte resistenza ai fenomeni ossidativi.

legor.com * Solo metalli non preziosi selezionati contenuti nei prodotti certificati UNI EN ISO 14021:2021

“JEWELRY INFLUENCER”

Gli influencer sono diventati alcune delle voci più autorevoli nell’industria della moda e, di conseguenza, del gioiello. A colpi di Tweet, Reel, dirette, story e feed hanno contribuito a plasmare il modo in cui le persone pensano ai gioielli, a tal punto che molti marchi li considerano partner essenziali nella promozione dei loro prodotti. Sfruttando il loro numeroso seguito coinvolto attraverso i social media, possono contribuire a stimolare le vendite e aumentare “l’awareness” del brand. In più, hanno spesso una profonda comprensione dell’industria e delle tendenze, il che li rende consiglieri preziosi per i marchi ed è probabile che assumeranno un ruolo ancora più importante nell’aumentarne il ROI e nel plasmare il futuro del settore.

D’altra parte, sempre più marchi si rivolgono al marketing degli influencer per ampliare il loro bacino e generare opportunità di business: secondo Influencer Marketing Hub, il mercato è cresciuto da 1,7 miliardi di dollari nel 2016 a 9,7 miliardi di dollari nel 2020 ed è schizzato a 13,8 miliardi di dollari nel 2021. Quest’anno, si prevede che il mercato si espanderà fino a diventare un’enorme industria da 16,4 miliardi di dollari.

Menzioni, giveaway, recensioni di prodotti, collezioni ideate in maniera congiunta sono solo alcune delle molte modalità creative per far notare un brand al vasto seguito di fan & follower che gli influencer vantano e che talvolta supera il milione - sebbene nel campo della gioielleria rimangono sempre di nicchia e un numero limitato visto che per diventare un Key Opinion Leader (KOL) nel settore, bisogna avere una conoscenza approfondita della materia.

Tutto questo alla fine crea un clima di fiducia tra il cliente finale, l’influencer e quindi il marchio che, nonostante non si traduca in una vendita immediata, porta la raccomandazione da parte dell’influencer a essere determinante sia nella semplice scelta del gioiello per l’outfit del giorno sia in caso di un investimento di un certo rilievo. Un ruolo importante che supera di gran lunga quello della celebrity, ormai seguita principalmente dalle generazioni più mature.

Secondo la Nielsen Scarborough, azienda di ricerca di mercato statunitense, solo il 19% degli americani effettua acquisti di prodotti basandosi sulle raccomandazioni da parte di celebrità mentre, il 42% - principalmente Millennials e Generazione Z – si affida alle opinioni di persone nelle quali possano identificarsi, le influencer appunto, voci viste come autentiche perché non promotrici di prodotti solo per soldi.

Instagram risulta il canale preferito per le campagne di marketing degli influencer, nonostante abbia meno utenti attivi mensili

(1,3 miliardi) rispetto a Facebook (2,89 miliardi), secondo quanto afferma Influencer Marketing Hub. Curiosamente, TikTok supera Instagram per quanto riguarda l’interazione, ma sembra un mezzo che deve ancora essere esplorato a pieno dagli influencer di gioielli.

Le teorie degli esperti di influencer marketing suggeriscono di lavorare con una combinazione di mega influencer (oltre 1 milione di follower), macro-influencer (da 500.000 a 1 milione di follower), microinfluencer (da 10.000 a 100.000 follower) e nano-influencer (da 1.000 a 10.000 follower), tuttavia i numeri sono relativi: quello che conta è il rapporto di connessione di ognuno di loro con il proprio pubblico, la qualità dei contenuti, il loro engagement rate, il grado di coinvolgimento e valore di Key Opinion Leader.

Occorre essere selettivi, insomma: scegliere quelli giusti, in linea con il brand in modo da potersi connettere in modo efficace e appropriato con il proprio pubblico di riferimento; da qui una piccola selezione di quelli specializzati nel settore da tenere sempre sott’occhio.

In ordine di followers su Instagram, sebbene sia - come detto - relativamente determinante, partiamo con la statunitense

Tracey Ellison - @TheDiamondsGirl - che ha aperto il suo profilo nel 2014 e rapidamente ha guadagnato una reputazione globale. Tracey viaggia per il mondo alla ricerca di pezzi classici e contemporanei di brand di

L’ORAFO ITALIANO 48 MARKET TREND
PROFESSIONE
Crescita esponenziale per l’“influencer marketing” nella gioielleria: il 49% dei consumatori segue le raccomandazioni degli influencer su Instagram, Twitter o YouTube
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emergenti nel design. Una delle poche influencer in grado di presentare le nuove collezioni di Graff, Harry Winston, Moussaieff e altri marchi universalmente riconosciuti. Di particolare interesse i suoi viaggi alla fonte, le miniere di smeraldi e diamanti. Ha oltre 1.000.000 di follower su Instagram e oltre 100.000 follower su Facebook.

Segue con i suoi 910,000 follower Bebe Bakhshi - @ChampagneGem: persiana di origine vive nel suo paese adottivo, l’Australia. Da sempre appassionata di gioielli apre un blog nel 2011 ma con l’evoluzione dei social media, passa su Instagram e ora è attiva su tutte le principali piattaforme social: TikTok, Facebook e Twitter inclusi. Collaborando con rinomate case di gioielli internazionali - agli inizi solo Harry Winston e Graff, ma oggi con marchi diversi, stili e creazioni - il suo gusto è cambiato drasticamente. Ama lo stile classico ma cerca un tocco di originalità e apprezza la rarità e la bellezza di rubini, smeraldi e zaffiri, ma anche Paraiba e tormalina oltre alla sua nuova ossessione: le perle. Cerca inoltre di sensibilizzare sul modo in cui l’industria estrattiva si è evoluta negli ultimi 50 anni, e sulle norme e le procedure messe in atto per proteggere i minatori e i paesi con risorse. Sempre in giro per il mondo, Katerina Perez@katerina_perez - è riuscita a trasformare la sua passione in una fiorente carriera come voce autorevole nel settore. Con oltre 419.000 follower su Instagram, è sì un’influencer, ma molto di più un’esperta dell’industria con più di 13 anni di esperienza. Formatasi come gemmologa presso la Gemmological Association of Great Britain (Gem-A) mentre lavorava per Tiffany & Co., la russa Katerina, con sede a Parigi, ha trascorso del tempo presso Chaumet, Asprey e Boghossian,

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MARKET TREND

acquisendo esperienza nelle vendite e nella gestione. Nel 2011 ha cambiato carriera diventando giornalista freelance e content editor. Fondato il suo sito web e la piattaforma Instagram nel 2013, come una delle prime scrittrici a portare l’alta gioielleria online, Katerina è molto stimata per le sue opinioni esperte sui design eccezionali che scopre durante i suoi viaggi. Le sue parole sono apparse in molte pubblicazioni, tra cui Vogue, L’Officiel e Robb Report; in più Katerina è stata la prima influencer di gioielli a vincere un premio dalla World Influencers and Bloggers Association (WIBA) nel 2021 per il suo lavoro. Sul territorio nazionale Laura Inghirami - @ donna.jewel - è non solo una delle principali influencer nel settore con oltre 150.000 followers ma una giovane imprenditrice toscana fondatrice nel 2017 dell’azienda digitale Donna Jewel, un progetto di ricerca che valorizza l’eccellenza del settore, comunicando le storie di talenti emergenti, designer, aziende e Maison attraverso i canali digitali e progetti tailor-made. Portabandiera del Made in Italy e mossa dalla curiosità di conoscere le storie dei migliori artigiani italiani del settore, nel 2019 Laura inizia il Grand Tour, un viaggio itinerante in Italia alla scoperta di eccellenze artigiane uniche al mondo.

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L’ORAFO ITALIANO

L’UNIVERSO RETAIL DOPO LA PANDEMIA

Come si è evoluto il retail dei gioielli e dell’orologeria in questo “post pandemia”, con il conflitto Russia-Ucraina che si prolunga alle porte, con l’avvento sempre più imponente dei social media e del l’e-commerce? Ce lo spiega, tra tradizione, passione quasi poetica per i preziosi e sguardo contemporaneo Chiara Pisa, attuale amministratrice delegata dello storico Pisa Orologeria, terza generazione dei fondatori, i fratelli Pisa. Partendo da una piccola bottega di via Verri, fondata nel 1940 da Osvaldo e Ugo Pisa, alla realtà di oggi conun flagship store di oltre 1200 metri quadri, tre laboratori Quick Service e cinque boutique monomarca, Pisa Orologeria è indiscutibile punto di riferimento del settore per il suo prestigio, la sua autorevolezza e la sua storia.

Il retail pre e post pandemia: come è cambiato?

«Sicuramente nelle sue modalità. Il settore dell’orologeria e della gioielleria è sempre stato un po’ più “tradizionalista” rispetto ad altri prodotti del lusso; seguendo il pensiero delle pinacoteche e dei musei, si credeva che

i manufatti d’arte di grande valore quali gli orologi e i gioielli necessitassero di un contatto diretto con il cliente affinché li si potesse davvero apprezzare e comprendere nella loro artigianalità. Il supporto digitale era inteso come mezzo visivo, di sola consultazione: la possibilità di utilizzarlo come via di acquisto era rara proprio per la credenza diffusa che l’e-commerce togliesse ai preziosi la sua anima artistica, relegandoli a meri prodotti di consumo. Quanto vissuto negli ultimi anni ha portato a ricredersi su determinate convinzioni e ha alleggerito la “cinta muraria” con cui il settore si era difeso dall’incedere rapidissimo della tecnologia. Le maison hanno compreso che fra le due realtà, fisica e digitale, può esistere una convivenza armoniosa capace di portare sostentamento l’una all’altra senza che vi siano fattori concorrenziali a contrapporle».

Parliamo di e-commerce: ha senso acquistare un oggetto come un gioiello, con così tanto “valore empatico” - quando non è trattato come bene d’investimento - senza “viverlo”?

«È la famosa domanda da 1 milione di dollari su cui si è ampiamente dibattuto e che continua a rappresentare fonte di riflessione. Se osserviamo la questione da un punto di vista sociologico, rispondo di sì: la contemporaneità ci ha dimostrato che questa formula per anni allontanata dalla realtà dei preziosi alla fine ha funzionato ed è durata, contraddicendo coloro che vedevano nel periodo delle limitazioni Covid un successo effimero che sarebbe terminato con il ritorno alla normalità. Le attuali piattaforme digitali, considerata soprattutto la

loro riuscita, si sono così evolute da poter offrire una consulenza all’altezza delle aspettative e risultano effettivamente agevoli per evitare al cliente spostamenti lunghi, assicurandogli una condizione di comfort. L’e-commerce si rivela particolarmente performante soprattutto quando si tratta di acquistare referenze iconiche molto conosciute, in cui non c’è la stretta necessità di scoprire e vivere il gioiello al momento dell’acquisto perché nella mente del cliente è già ben delineato. Sono tuttavia dell’opinione che per quei gioielli che io definisco “del cuore” la questione sia diversa. In questo caso, l’esperienza della boutique rimane a parer mio imprescindibile».

Oggi è necessario integrare punto vendita fisico e e-commerce oppure ci sono ancora caratteristiche e tipologie di clienti che richiedono un contatto fisico?

«Non è possibile contrastare il tempo che passa. Il tempo è come un mare indecifrabile che va solcato con attenzione, ragionevolezza e buon senso, trovando il giusto compromesso per navigarlo in sicurezza. Da sempre, Pisa Orologeria trova la sua bussola nella convivenza armoniosa fra tradizione e innovazione. Studiamo attentamente le evoluzioni del presente ed eventualmente adottiamo quelle maggiormente interessanti in termini di servizio alla clientela, ma non dimentichiamo mai la centralità del valore umano. Non mi stancherò mai di ripetere che nessuna macchina, nessuna piattaforma, nessuna applicazione, per quanto perfette, potranno mai sostituire il calore e l’esperienza umana che una persona porta con sé.

L’ORAFO ITALIANO 52 INSIDE JEWELRY
/ L’opinione di Chiara Pisa, amministratrice delegata dello storico negozio milanese Pisa Orologeria

Nella gioielleria sarebbe una tremenda contraddizione, un’offesa arriverei a dire, dal momento che è proprio l’artigianalità a dar vita alle opere d’arte che poi indossiamo. Questa consapevolezza è ben radicata in gran parte della nostra clientela, che nonostante tutto predilige il contatto interpersonale alla mediazione tecnologica. Non è un caso se, soprattutto negli ultimi anni, abbiamo dedicato gran parte delle nostre attenzioni al ripensamento dei nostri spazi fisici».

Si può tratteggiare un ritratto tipologico dei vari clienti? È legato all’età e alla collocazione geografica, quindi culturale?

«Ai giorni nostri non è così scontato. Dalla Milano multiculturale, ai flussi oscillanti di visitatori esteri non è immediato tratteggiare con certezza un profilo specifico di clientela gioielleria. Per quanto concerne il nostro Salone dei Gioielli, quello che emerge è una differenza che riguarda soprattutto il nostro marchio

Pisa Diamanti con gli altri brand dal respiro più internazionale. La nostra idea di gioielleria, infusa dalla nostra personale percezione di eleganza sobria e intramontabile, dai valori che ci contraddistinguono da sempre e dai riferimenti alla tradizione italiana sono ovviamente più vicini alla personalità dei connazionali, anche se non mancano di stupire i visitatori esteri, da sempre affascinati dalla nostra creatività. Questi ultimi, maggiormente orientati verso la ricerca della tendenza, chiedono soprattutto referenze iconiche dei

INSIDE JEWELRY
Nella foto sopra, Chiara Pisa, amministratrice delegata di PISA Orologeria. Nelle altre immagini, gioielli della collezione PISA Diamanti. Nella pagina a sinistra, la bottega di via Verri a Milano fondata nel 1940 da Osvaldo e Ugo Pisa.

brand internazionali, che diventano simboli riconosciuti e riconoscibili di valore ed esclusività. Contrariamente all’immaginario collettivo, che vedono nel pubblico affezionato della gioielleria i soli “-anta”, i giovani rappresentano la maggior parte della nostra clientela, grazie soprattutto all’impegno costante delle maison nello “svecchiare” i passati dettami di quest’arte, rendendola più versatile e meno costrittiva».

I social: è una presenza imprescindibile, oggi? «Credo che non possano più rappresentare una scelta, ma un “must”. Ovviamente tutto dipende dalle intenzioni del commerciante, ma se si ha il desiderio di far scoprire la propria realtà senza che vi siano confini geografici a limitarla, i social rappresentano un validissimo strumento che abbina facilità di fruizione a un dispendio di risorse contenuto. Non dimentichiamoci, inoltre, che i social sono entrati così profondamente all’interno del nostro quotidiano da portare i clienti a dare la loro presenza ormai per scontata: spesso, infatti, la prima conoscenza di un marchio, di un negozio o di un prodotto avviene sui social e molte volte per puro caso. Più che il sito internet, consultato in un secondo momento per una ricerca più approfondita, sono proprio queste app a rappresentare la fonte di ricerca più istintiva, anche perché, attraverso i tag e le menzioni, si ha la possibilità di conoscere le aziende non solo dal punto di vista del marchio stesso, ma anche attraverso gli occhi dei clienti, permettendo così ai curiosi di cominciare a conoscere le aziende da diverse angolature e non più da una prospettiva unidirezionale».

Differenza tra grandi punti vendita, piccoli negozi e franchising: che ruolo ha oggi la fiducia nell’acquisto di un bene importante sia dal punto di vista valoriale (investimento) sia da quello emozionale?

«Puntiamo sempre a valorizzare la componente emozionale di un gioiello e di un orologio, perché è quello il valore più grande che li rende opere preziose. L’arte è strettamente legata all’emozione, è la sua anima, il suo tratto di nobilità e non può esistere l’una senza l’altra;

Nelle foto: in alto, il Salone dei gioielli; a sinistra, il flagship store PISA Orologeria di 1.200 metri quadrati inaugurato nel 2016 sempre in via Verri, dove tutto ebbe inizio, a Milano; gioielli della collezione PISA Diamanti.

mi pare impossibile che non ci si emozioni dinnanzi a un’opera artistica, non provare nulla di fronte a un dipinto, un castello, un film o un gioiello perché è sempre dall’emozione che il pittore, l’architetto, il regista o l’orafo partono per creare la loro opera. Sono perfettamente conscia del valore economico che questi oggetti preziosi possiedono e del fatto che possono rappresentare una via per assicurare il proprio capitale e la cosa in sé è tutt’altro che condannabile; credo però che lo diventi nel momento in cui si pone in risalto solo questo aspetto, da cui poi scaturiscono tristi fenomeni che di nobile hanno ben poco».

Il ruolo del retail marketing: Pisa Orologeria è una realtà importante. Se possibile per voi, cosa dovrebbe fare un piccolo negoziante per… “resistere”?

«Non me la sono mai sentita di dare consigli; ciò che faccio sempre è raccontare la mia esperienza e quella di coloro che mi hanno preceduto con la speranza che possa servire a dar forza a chi crede in un sogno. La nostra è una storia particolare: siamo nati dal piccolo in un momento storico drammatico per Milano e per il mondo, in cui tutto appariva incerto e in

cui non c’erano garanzie. La forza e la visione lungimirante di mio nonno, poi continuata con le sue figlie e ora con me ci hanno consentito di costruirci una riconoscibilità che punta soprattutto al valore umano. I grandi numeri non ci hanno mai allontano dalla nostra clientela: pur essendoci evoluti ed espansi, abbiamo sempre mantenuto una filosofia di gestione molto più simile alle realtà familiare che a quella tipicamente imprenditoriale; di quest’ultima abbiamo certamente adottato gli aspetti più interessanti, ma sempre in un’ottica di servizio al cliente e non in una visione “egoica” finalizzata all’esaltazione di sé. Credo che sia proprio questo aspetto ad aver determinato un tale apprezzamento da parte dei nostri clienti, oltre ovviamente alla professionalità che ci siamo costruiti in 83 anni di lavoro. La vicinanza al cliente è la base di ogni rapporto commerciale sano ed è proprio su questo che si deve sempre puntare, a prescindere dalle dimensioni e dalla nomea dell’azienda».

La sostenibilità: il cliente è sempre sensibile a questa componente? Studi recenti evidenziano che i Millenials, per esempio, sembrano particolarmente attenti a questo aspetto: risulta anche dalla vostra esperienza? Cosa può fare un punto vendita per enfatizzare e comunicare questo aspetto?

«È un tema particolarmente sentito e dal momento che il rapporto con i nostri clienti non si limita solo alla parte commerciale ma è sempre occasione di confronti informali, mi accorgo di come la sostenibilità sia spesso uno degli argomenti più discussi insieme a loro. La lotta allo spreco fa parte della nostra famiglia da sempre, così come l’impegno costante nell’utilizzo di materiali riciclati o la scelta di privilegiare l’utilizzo del vetro anziché della plastica. Piccole accortezze che alla fine fanno la differenza. Tengo anche a sottolineare come le stesse Manifatture siano spesso in primalinea in tema di sostenibilità e tutela dell’ambiente: Rolex e Blancpain, ad esempio, si battono da tempo per la salvaguardia degli oceani; Panerai ha cominciato a utilizzare acciaio riciclato per alcune sue referenze; Chopard fa largo uso del cosiddetto oro etico, attraverso il quale si limita lo spreco delle materie prime. La sostenibilità rappresenta un tema sociale che abbraccia ogni contesto e ogni istituzione».

La fidelizzazione dei grandi brand: le piccole realtà, quindi con meno potere contrattuale rispetto alle grandi, lamentano l’imposizione da parte dei produttori di prodotti che a loro interessano poco: verità o pseudoproblema? «Nessun dubbio sul fatto che in questi ultimi anni le logiche commerciali siano effettivamente cambiate, ma nel nostro caso il problema non si è posto: fin dalle origini della nostra attività di vendita abbiamo deciso di presentare un marchio nella sua

interezza, senza mai puntare solamente sulle “hot references”. Questa decisione è sempre stata presa nella massima libertà e senza imposizione alcuna da parte delle Manifatture, con la consapevolezza che anche fra i modelli meno iconici ci fossero e ci siano pezzi di particolare rilevanza tecnica ed estetica. È certamente una mossa più azzardata puntare anche su referenze meno note e che potrebbero non essere comprese immediatamente, ma siamo sempre stati ripagati positivamente della sfida intrapresa».

Ci parla della collezione di gioielli di Pisa Orologeria?

«L’idea di aprirci alla gioielleria nasce nel 2014 da un sogno di mia madre Maristella, poi realizzatosi soprattutto sulla spinta di numerose richieste della nostra clientela. Abbiamo cominciato con un progetto a metà strada fra l’orologeria e la gioielleria, una linea di gioielli chiamata “Lancette” in oro con diamanti la cui forma richiamava proprio quella delle lancette di un orologio declinate in vari stili. Il riscontro positivo di questo progetto iniziale ci ha convinti che orologi e gioielli potessero convivere armoniosamente all’interno dei nostri spazi: “Lancette” è quindi evoluta in “PISA Diamanti”, il nostro primo vero marchio aziendale di gioielleria che trae ispirazione dall’idea di bellezza, di eleganza e di stile che da sempre ci contraddistinguono. Il cuore della nostra produzione è volutamente caratterizzato da linee semplici e morbide, che mettono in risalto la purezza dei diamanti e il loro significato simbolico. Non mancano certamente le creazioni particolari dalle forme più frizzanti, spesso arricchite con pietre colorate quali i peridoti, le ametiste e le tormaline, che stanno tornando a essere particolarmente apprezzate soprattutto dalla clientela più giovane. Il Salone dei Gioielli è la realizzazione di un sogno personale che ha trovato la sua ragion d’essere in un desiderio a lungo espressoci dalla nostra clientela».

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INSIDE JEWELRY

THE COWBOY WAY

BODE
RUSLAN BAGINSKIY RALPH LAUREN AMBUSH
L’ORAFO ITALIANO
GIOVANNI RASPINI di Simona Infantolino

I colori che indossa sono tenui ma lo spirito del cowboy moderno è tenace e pronto alle nuove avventure che la vita ha in serbo per lui. Cappello in stile Stetson, camperos, bandana attorno al collo e una collana amuleto sono gli accessori a cui non può sicuramente rinunciare.

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GREG LAUREN CALVIN KLEIN
BALLY TREND
CASABLANCA DRIES VAN NOTEN PANDORA

BARBIECORE

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OSCAR MAMOOI
L’ORAFO ITALIANO
BARROW di Simona Infantolino BROSWAY OPSOBJECTS
PINK
ALESSANDRA RICH

Complice l’uscita del nuovo film a lei dedicato, che vede come protagonista Margot Robbie, la Barbie mania impazza tra sfilate, accessori e bijoux che esplorano le infinite sfumature del colore rosa, da sempre firma stilistica della bambola più famosa al mondo.

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AMEN VALENTINO
TREND VERSACE
GUCCI
GIAMBATTISTA VALLI
JACQUEMUS

WISHList di

I primi giorni del mese di settembre si aggrappano alle atmosfere rilassate dell’estate e si cullano sulle temperature più miti della chiusura di stagione. Il rientro a lavoro è inevitabile ma c’è ancora tempo per trascorrere gli ultimi weekend fuori porta e per sognare un ultimo viaggio last minute all’insegna della comodità e della scoperta.

Borsa Tote Denny in pelle con motivo a quadri Burberry Check. Anello chevalier in argento invecchiato di Unoaerre Scarpe di Jerold Wilton scamosciate con dettagli in pelle. Capospalla di Boglioli Orologio della linea Becker di Tommy Hilfiger in acciaio con finitura lucida e cinturino in pelle effetto cocco. Maglione di Uniqlo con collo a V. Eau de Parfum Essentiel di Brioni
HIM
Gemelli di Zannetti in argento con smalti colorati.

WISHList

Per portare con sé al rientro in ufficio a settembre un po’ della spensieratezza che ha contraddistinto i mesi estivi ci si affida a colori chiari e tessuti leggeri in grado di esaltare l’abbronzatura. Sono dorati anche i gioielli che, attraverso cristalli e richiami al mondo marino, mantengono vivo il ricordo dell’estate che si appresta a finire.

Mini bag Half Moon XXS di AUTENTICA504 in pelle di vitello nappato. Anello di Kulto 925 in argento rodiato con finitura oro e cubic zirconia bianchi. Slingback traforata con tacco sottile di & Other Stories Gonna a pieghe in cotone rosa di Mila Schön Collana lunga con doppio campanello e cristalli colorati di Rue des Mille Collezione Crystal Rainbow. Camicia smanicata in lino di Mango Olio straordinario l’Or Bio di Melvita
HER
Bangle Coral di Giovanni Raspini in argento dorato.

TIFFANY & CO.

STORIA DI UN MITO

Negli anni ‘30 del XIX secolo, New York City rappresenta, per chiunque abbia qualche dollaro in tasca e fantasia imprenditoriale, una terra di conquista. Nel 1837, il venticinquenne Charles Lewis Tiffany, figlio di un imprenditore tessile, e il suo ex compagno di scuola John B. Young aprono al civico 259 di Broadway un negozio di “cartoleria e articoli di fantasia”. Sono queste le origini di quello che da quasi duecento anni è un mito, icona del lusso globale e simbolo di maestria artigianale ed eccellenza.

Gentildonne, non solo newyorkesi, presto scoprono da Tiffany & Co. uno stile americano emergente lontano del design europeo dell’epoca, affossato in stilemi cerimoniali e nell’opulenza manierista di impronta vittoriana.

Nel 1845, il Blue Book di Tiffany & Co. è primo catalogo di vendita per corrispondenza negli Stati Uniti. Subito amato dalla clientela,

si trasforma presto in una vetrina dell’alta gioielleria del brand.

Giungono i primi riconoscimenti, a partire dal 1867 all’Esposizione Universale di Parigi dove per la prima volta un’azienda di design americana viene onorata ricevendo la medaglia di bronzo per l’argenteria. Tiffany si distingue dalle aziende connazionali per essere la prima a utilizzare lo standard d’argento britannico (92% di purezza) e crea la prima scuola di design americana. nel 1870, è riconosciuta già come la principale impresa orafa statunitense e con i monomarca di Londra e Parigi amplia ulteriormente la sua influenza globale.

Nel 1878 acquista uno dei diamanti gialli più grandi e pregiati, proveniente dalle miniere di Kimberley. Battezzato con il nome di “Diamante Tiffany” viene tagliato da 287 carati a 128 carati, creando 82 facce per una leggendaria luminosità e diventando

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La sapiente evoluzione di una maison nata come “negozio di articoli di fantasia”
CASE HISTORY
/ di Gianfilippo Versari

esempio dell’alto artigianato orafo di Tiffany. Nel 1886, la maison introduce l’anello di fidanzamento come lo conosciamo oggi, il Tiffany® Setting, ovvero con il diamante non più incorniciato ma sollevato dalla fascia per brillare ancora di più.

Charles Lewis Tiffany ridefinisce il glamour e lo stile del suo brand con l’acquisto di gioielli da aristocratici francesi negli anni ‘40 dell’Ottocento e segna la prima comparsa di importanti pietre preziose sul suolo americano a tal punto da essere soprannominato dal New York Times: il “Re dei Diamanti”.

Le collezioni della maison continuano a ricevere onori e riconoscimenti nelle più importanti esposizioni internazionali come quella Universale di Parigi del 1889 e portano alla nomina di Tiffany come “Gioielliere Reale” delle famiglie reali europee, nonché dell’Imperatore Ottomano e dello Zar di Russia.

Nel 1902, Louis Comfort Tiffany, leader mondiale nel movimento dell’Art Nouveau americano e nell’Arts and Crafts, succede al padre fondatore e diviene il primo Direttore Artistico rinnovando l’offerta con nuovi design e stilemi.

I clienti più importanti di Tiffany sono i membri prominenti della società americana: dai Vanderbilt, agli Astor, dai Whitney agli Havemeyer, ma anche il presidente Lincoln e il giovane Franklin Roosevelt che nel 1904 vi

Nella pagina accanto: The Landmark, il negozio Tiffany & Co. sulla Fifth Avenue a New York City completamente ristrutturato.

In questa pagina: Portrait of Charles Lewis Tiffany courtesy of The Tiffany Archives, il negozio sulla 37ma strada aperto nel 1905, il catalogo Tiffany Blue Book del 1907.

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CASE HISTORY
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In questa pagina in senso orario: Collana Petal Fringe con diamanti taglio brillante rotondo. Braccialetto Cooper in platino e oro giallo 18 carati con diamanti. Spilla Dahlia in platino e oro giallo 18 carati con un zaffiro viola a taglio cuscino naturale e diamanti taglio brillante rotondo. (Tiffany & Co. Schlumberger ®)

acquista un anello di fidanzamento. Nel XX secolo le scelte di design della maison cattura lo spirito dei tempi e delle avanguardie artistiche: dall’eccesso degli anni ‘20 al modernismo degli anni ’30, all’età aerodinamica degli anni ‘40 e ’50. In quegli anni non sono immuni al fascino delle proposte di Tiffany & Co. icone come Jacqueline Kennedy Onassis, Elizabeth Taylor e Diana Vreeland. Nel tempo la Casa accoglie designer diversi e visionari che lasciano una forte impronta stilistica. Tra tutti, il leggendario Jean Schlumberger; Elsa Peretti®, che interpreta gli anni ‘70 con elegante semplicità e forme naturali; Paloma Picasso®, che segue nel 1980 con gioielli di audace originalità.

La natura ha da sempre un ruolo fondamentale sia dal punto di vista creativo sia dei materiali: Tiffany è infatti uno dei primi sostenitori di standard per una gioielleria socialmente e ambientalmente responsabile.

Nel 2012, celebra il 175º anniversario e incastona il Diamante Tiffany in una magnifica collana che incarna i più alti standard di eccellenza del brand, che oggi è un marchio di fama mondiale con oltre 300 negozi in tutto il mondo e una forza lavoro di più di 14.000 dipendenti di cui 3000 artigiani qualificati.

Nell’ultimo decennio, strizzando ancora di più l’occhio alla sostenibilità, la maison trasforma le sue collezioni basandosi sulla filosofia del “lusso quotidiano”. Nel 2014 introduce la collezione Tiffany T, immagine di una nuova era, progettata con un motivo a “T” emblematico dell’attuale casa di lusso. Un nuovo capitolo dell’evoluzione del brand è rappresentato dall’anello Tiffany True®, il primo design di anello di fidanzamento della casa da oltre un decennio. In aggiunta, Tiffany & Co. ha appena riaperto le porte del flagship store sulla Fifth Avenue, conosciuto come “The Landmark”, dopo una ristrutturazione completa dall’apertura nel 1940. Più che una gioielleria, un centro culturale: realizzato dal leggendario architetto Peter Marino e dallo studio OMA New York, guidato dal visionario Shohei Shigematsu, lo store rappresenta un nuovo step per il marchio, proponedno un’esperienza immersiva che è un omaggio all’eredità di Tiffany e alla sua autorevolezza come fornitore dei migliori diamanti al mondo. Integrate ne i 10 piani del Landmark ci sono quasi 40 opere d’arte, tra cui pezzi realizzati dagli artisti direttamente su commissione di Tiffany mai visti prima oltre a opere di rinomati artisti, tra cui Damien Hirst, Julian Schnabel, Rashid Johnson, Anna Weyant e Daniel Arsham.

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In questa pagina: Lady Gaga, vincitrice dell’Oscar nel 2019, indossa la collana in platino con diamante giallo Fancy di 129,54 carati e 16 diamanti taglio cuscino re 46 diamanti rotondi taglio brillante per un totale di 15 carati. Anello con fascia Tiffany Embrace® in platino con diamanti e anello di fidanzamento Tiffany Setting.

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CASE HISTORY

PEOPLE & BRAND

PICCOLI TESORI

Non ha bisogno di presentazioni, Sicis. Già il nome è una promessa: dal latino Sic Immensos Clarosque Inceptos Somniavi, allude al sogno di vedere realizzate opere grandiose che tutti riconosceranno. Fondata senza capitale iniziale da Maurizio Leo Placuzzi in una vecchia casa abbandonata a Cannuzzo di Cervia nel 1987, grazie a passione e visionarietà nel giro di qualche decennio l’azienda diventa un brand di rivestimenti mosaici di importanza internazionale, con progetti realizzati in tutto il mondo, dagli Emirati Arabi a Las Vegas, dal Giappone alle capitali europee. La sperimentazione e il recupero dell’antica tradizione artigianale del mosaico, interpretata con materiali e tecnologie all’avanguardia, sono le caratteristiche di un brand che non ha mai smesso di sorprendere. Come quando, recuperando l’antica arte del micromosaico, Sicis crea una collezione di gioielli, Sicis Jewels: nel 2014 a Milano viene inaugurata la prima boutique interamente dedicata a Sicis Jewels in via della Spiga, nel Quadrilatero della moda. Dal 2018 ne è direttrice creativa Gioia Placuzzi, figlia d’arte e Graduate Gemologist presso il Gemological Institute of America a Londra, oltre che

laureata all’Università Bocconi di Milano in Business and Management e specializzata in Marketing and Strategy alla Cass Business School di Londra. Dopo aver lavorato nel dipartimento marketing e comunicazione e altri comparti aziendali, passa a un ruolo più strategico aprendo nel cuore di Londra una nuova sede con uno showroom di rappresentanza e uffici commerciali, di cui diventa direttore operativo e da cui gestisce l’intero mercato inglese.

L’obiettivo di Gioia è quello di far crescere il brand e il business della gioielleria e dell’orologeria di Sicis, facendo leva su uno speciale atelier di micromosaico interno all’azienda, capace di traslare una tecnica ed un’arte secolare in gioielli contemporanei di grande pregio. I gioielli in micromosaico si contraddistinguono per la profondità dei colori, la tridimensionalità della raffigurazione e l’unicità. L’artigianalità del processo restituisce dei prodotti unici, riproducibili solo in parte e che sono piccole opere d’arte. Il micromosaico è una tecnica artistica che nasce a Roma nella seconda metà del ‘700, presso la Reverenda Fabbrica di San Pietro. Fino al XVIII secolo i mosaici furono eseguiti con la tecnica dello smalto tagliato: lo smalto, in forma di pane compatto circolare,

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TUTTI DA SCOPRIRE
La collezione Sicis Jewels: gioielli preziosi che si rifanno all’antica tecnica artigianale del micromosaico
/ di Laura Barsottini

era posto sul tagliolo, una piccola incudine tagliente, e quindi battuto con quattro colpi di martello. Si ottenevano fratture regolari che fornivano pezzetti di smalto di profilo quadrangolare, poi ridotti nella forma desiderata. Nella seconda metà del ‘700, con l’invenzione della filatura della pasta vitrea, fu possibile creare tessere infinitamente più piccole, i micromosaici. Il pezzo di smalto veniva fuso sulla fiamma e ridotto in bacchette lunghe e sottili. Con l’uso di pinze e lime, dalle bacchette l’artista ricavava piccole tessere. Si arrivò successivamente a un’ulteriore invenzione, i “malmischiati”: si mescolavano più toni di colore, risultanti in sfumature infinite della stessa tessera, capaci di rivelare i più sottili trapassi di luce. La tavolozza cromatica diventava così illimitata, fino a diecimila tonalità differenti e il mosaico poteva imitare e sostituire alla perfezione i dipinti; nacquero i gioielli, preziosi unici che in breve tempo conquistarono regine e nobiltà: già dalla fine del ‘700 troviamo in tutta

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Europa e in Russia intere collezioni di gioielli in micromosaico, che ancora possiamo ammirare nell’Hermitage Museum di San Pietroburgo e nei Musei Vaticani.

È da questa lontana tradizione che trae forza l’ispirazione dei Maestri di micromosaico dell’Atelier Sicis, una fabbrica di artisti, maestri d’arte, vetrai, mosaicisti, che inventano, reinterpretano, creano, credono in questa magia. Tra le creazioni più iconiche di Sicis Jewels, Damisa Ice, il raffinato leopardo bianco con pavé di diamanti; Incanto, con delicati petali impreziositi da rubelliti e kunziti; la collezione di anelli componibili Tesserae caratterizzati da una pietra centrale e un “vestito” in micromosaico; pezzi ormai iconici come Bluebell’s Fall; la nuova serie Ribbon; il set Fantasia e Jeux de Contraires.

Presente già da alcuni mesi a New York con un proprio ufficio e un responsabile commerciale, la maison ha da poco avviato una collaborazione con IFE Lux Group, agenzia con base a Miami specializzata nella rappresentanza di marchi del lusso, che si occuperà della promozione del brand su tutto il territorio degli Stati Uniti, Canada e America Centrale.

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LA FANTASIA AL POTERE

LA STORIA TRENTENNALE DI FOREVER UNIQUE SI EVOLVE E PUNTA ALLA CREATIVITÀ

Trasformare le emozioni in momenti unici da indossare: da oltre trent’anni è il costante impegno di Forever Unique, brand che nasce dall’esperienza e tradizione di Osigem Srl e oggi costituisce una realtà riconosciuta internazionalmente nel settore diamanti e preziosi per l’attenzione prestata alla qualità e l’instancabile ricerca di stile. Accanto a collezioni dall’anima classica che esaltano la perfezione dei diamanti dando vita a gioielli raffinati, originali e senza tempo, il brand propone creazioni di design che puntano alla fantasia come tratto distintivo in grado di trasformare materiali preziosi in opere d’arte, per una donna che ama essere al passo coi tempi ma che non vuole rinunciare alla dimensione della bellezza e magia. Guidato da una visione creativa senza confini, il design della maison è unico e prezioso e cattura l’immaginazione di

intere generazioni, come testimonia la sua storia confermata nel tempo. La fantasia di Forever Unique si evolve continuamente e, al centro di questo affascinante percorso, risiede il concetto di taglio fantasia che rappresenta l’arte di creare gemme di forma non tradizionale, libere dai confini del classico taglio brillante.

Forever Unique adotta con maestria i tagli fantasia nelle sue creazioni, elevando il concetto stesso a un livello superiore con la nuova e affascinante linea Fancy, la quale incarna l’apoteosi delle fantasie preziose, con creazioni audaci e straordinarie che fanno vibrare l’anima di chi le indossa.

Ogni gioiello della linea Fancy di Forever Unique è una dichiarazione di individualità e stile personale. I tagli e l’uso audace del diamante con colore aggiungono un tocco di magia a questi capolavori della gioielleria. Le collezioni “Ideal Fancy Cut”

e “Fancy Color” sono pensate per la donna alla ricerca della rarità. Da un lato “Ideal Cut” propone solitari e ciondoli in cui il protagonista assoluto è il diamante bianco naturale forma fantasia e taglio Super Ideal, che garantisce straordinarie performance di luce grazie alla proporzione di ciascuna delle 68 faccette che offrono brillantezza, lucentezza e fuoco ideali.

Diamanti emozionanti e “Cuori e Frecce” preziosi colpiscono il cuore per la loro bellezza. Dall’altro, con la collezione “Fancy Color”, Forever Unique svela per la prima volta solitari e ciondoli con diamanti brown o yellow continuando così il suo viaggio tra le eccellenze con “Fancy Tina”, “Fancy Galaxy” e “Fancy Angel”. Ogni gioiello è realizzato con la massima cura artigianale e con l’utilizzo di materiali preziosi, per garantire una qualità eccezionale, tipica del Made in Italy, che durerà per generazioni.

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L’ORAFO ITALIANO X FOREVER UNIQUE

LE GRAND TOUR RACONTÉ PAR

VAN CLEEF & ARPELS

/ di Simona Infantolino
PRECIOUS EXPERIENCE

Quello che Van Cleef & Arpels intraprende con la sua nuova collezione di Alta Gioielleria non è solo un viaggio tra i luoghi più affascinanti e belli d’Italia e d’Europa, ma anche un tuffo nell’immaginario storico-culturale che questi Paesi hanno tramandato dal XVIII secolo. A guidare la Maison in questo itinerario sono le parole di André Suarès che, con il suo libro Le Voyage du Condottière, trasporta il lettore tra i canali di Venezia, i ponti di Firenze e i vicoli di Napoli raccontando le avventure dei viaggiatori del “Grand Tour”. Aristocratici, intellettuali e artisti nel corso dei secoli hanno alimentato la magia della scoperta di luoghi di pura evasione: l’Inghilterra, la Francia settentrionale, la Svizzera, la traversata dei valichi alpini, le province tedesche e, immancabilmente, le città italiane sono protagoniste di viaggi estetici e appassionati in cui l’arte ricopre un ruolo fondamentale.

L’itinerario del Le Grand Tour raconté par Van Cleef & Arpels inizia in Inghilterra dove, tra ceramiche e mitologie greche, l’influenza dell’arte italiana risulta più forte che mai. È a Chatsworth House, fastosa residenza dei duchi di Devonshire, che sono conservate alcune delle collezioni d’arte più preziose.

Anello Ode à l’amour in oro rosa e bianco ispirato al dipinto La Nascita di Venere di Botticelli. Venere, rappresentata da uno zaffiro rosa ovale del Madagascar di 4,04 carati, è accolta all’interno di una conchiglia in oro rosa cesellato circondata da rubini, zaffiri rosa e diamanti.

Tra questi tesori spicca anche la statua di Canova da cui la Maison ha preso ispirazione per realizzare la spilla Dea. Il gioiello rappresenta la silhouette della dea Ebe che, intenta a versare l’ambrosia, si erge su una roccia grezza di lapislazzuli corredata da una perla grigia di coltura, simbolo dell’eterna giovinezza delle arti del passato. Ci si sposta poi a Parigi in cui rivivono le dame di corte e i lampadari dei loro boudoirs in orecchini chandelier dalla particolare raffinatezza ed equilibrio nelle proporzioni. Attraversate le Alpi, i cui paesaggi sbocciano attraverso dialoghi di colore tra pietre preziose, e pervasi da quel senso di stupore e sublime che solo la forza della natura sa infondere, si arriva in Italia. Qui la gioielleria si confonde con l’arte dei tesori antichi, l’architettura, il micromosaico e i quadri rinascimentali. Una rara varietà di pietre preziose si trasforma in acquerelli che dipingono, sui flessuosi bracciali Escale ispirati ai gioielli degli anni Venti, i paesaggi da sogno di Venezia, Roma, Firenze e Napoli. Sono queste le quattro città italiane narrate nel Grand Tour di Van Cleef & Arpels. Una Venezia soleggiata e le acque della sua laguna rivivono nei sedici

In apertura: collana Chant des gondoliers in oro bianco e giallo con zaffiri, turchese e diamanti.

Spilla Dea in oro giallo, bianco e rosa con zaffiro rosa taglio ovale di 3,47 carati (Madagascar), zaffiri, lapislazzuli, perla grigia di coltura e diamanti.

cabochon ovali di turchese, sorretti da archi di diamanti, che animano la parure Chant de gondoliers, mentre Piazza San Marco è descritta dai gioielli Reine de L’Adriatique in cui alle linee geometriche si associano gemme che dal blu intenso di lapislazzuli e zaffiri virano al turchese. E mentre a Firenze La Nascita di Venere di Botticelli rivive attraverso il capolavoro che è l’anello Ode à l’amour, a Roma va in scena l’arte barocca del Bernini, i mosaici romani, le rappresentazioni al Teatro di Pompeo e la storia dei grandi imperatori attraverso creazioni trasformabili e, soprattutto, spille. Dal forte impatto visivo e storico, le tre spille della serie romana rendono omaggio alla città eterna attraverso tre elementi simbolici che la identificano: il ramo di alloro, l’anfora e le nuvole dell’arte barocca. Sono però tre particolari gemme a rendere queste creazioni davvero uniche. La spilla Laurier impérial sorregge uno zaffiro, datato terzo secolo, inciso con la sagoma dell’imperatore Caracalla; la spilla Anfora riporta, invece, un diaspro rosso intagliato nel II secolo con un motivo ad anfora inciso a incavo; infine, al centro della spilla Fresque céleste risplende

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un citrino ovale taglio cabochon di 8,62 carati intagliato tra il primo e il secondo secolo con l’immagine di una mezza luna circondata da stelle. Le spille tornano anche nella tappa di Napoli in cui raccontano le incantevoli passeggiate nei colorati giardini pensili di Ravello, insieme a collier che richiamano i mosaici della vestigia del Nymphaeum di Ercolano e i dipinti di Raffaello del XVI secolo. Il viaggio edonistico di Van Cleef & Arpels si conclude a Baden-Baden con la scoperta del folclore tedesco e dei benefici termali. Le allegre combinazioni cromatiche sono la chiave stilistica dei gioielli ispirati a questa tappa, che si tratti delle sfumature vivaci degli abiti tipici delle feste o dei colori dell’architettura tradizionale delle case a graticcio. Sono però i giardini di salici del monastero di Lichtendhal a destare maggiore meraviglia ed estasi nell’interpretazione preziosa di tre spille monumentali che vedono primeggiare rispettivamente un opale boulder di 39,80 carati, un ramo di corallo rosa “pelle d’angelo” e uno di corallo rosso lucidati e mantenuti alla loro forma naturale. Il Grand Tour di Van Cleef & Arpels volge al termine e lascia dietro di sé una velatura di incredulità, per tanta bellezza ammirata, e l’energia dell’entusiasmo che solo un viaggio straordinario può infondere nella memoria di chi lo vive.

Spilla Anfora in oro giallo e rosa con un diaspro rosso inciso di 3,47 carati, un granato spessartite taglio ovale di 4,87 carati, lapislazzuli e diamanti.

Orecchini Lucendi, ispirati ai boudoirs parigini, realizzati in oro rosa e bianco con due rubelliti taglio ovale di 11,48 e di 10,14 carati, zaffiri malva e diamanti.

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Spilla Feuillage rêveur in oro bianco con opale boulder di 39,80 carati (Australia) che ha conservato parte della roccia d’origine, zaffiri blu e rosa.

Viaggio all’interno di alcune delle più importanti fiere d’eccellenza a livello internazionale. VicenzaOro e le tendenze di prodotto, GemGenève e la cultura, JCK e l’innovazione

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GRAND
/ di Laura Inghirami
TOUR
/
/
VICENZAORO
GEMGENÈVE
JCK

VICENZAORO E I TREND

A Vicenzaoro, la prestigiosa fiera internazionale simbolo di eccellenza Made in Italy in tutto il mondo che ogni anno riunisce il settore orafo gioielliero a Vicenza, quest’anno si svolgerà il progetto “all’insegna della scoperta dei nuovi trends”, Inspiration Boards, oggi alla quinta edizione. «I giovani sono importantissimi per VicenzaOro e per tutto il settore», ha dichiarato Marco Carniello, Global Exhibition Director Jewellery & Fashion Italian Exhibition Group, «che ha necessità di nuovi talenti che ci aiutino a diventare ancora più creativi e ricchi di eccellenza». Il sostegno ai giovani talenti e alla formazione è da sempre un tema molto caro a VicenzaOro, che si impegna attivamente nel coinvolgere le giovani generazioni attraverso numerose iniziative di orientamento e coinvolgimento in fiera. Allo stesso modo è centrale per VicenzaOro la trasmissione dei trends del settore. Con il progetto Inspiration Boards VicenzaOro ha ospitato le giovani studentesse e i giovani studenti del Corso in Design Del Gioiello di IED Torino, dando loro l’opportunità di diventare “trend hunter” e “trend setter” per un giorno in fiera. Le ragazze e i ragazzi hanno ricercato i trends proposti e hanno selezionato in prima persona le tendenze del momento osservando gli stand delle aziende. Hanno poi scattato delle fotografie ai gioielli che meglio le rappresentavano, e preso successivamente le redini del profilo Instagram @vo.inspiration, su cui hanno pubblicato le immagini accompagnate dagli hashtag corrispondenti a ciascun

trend. Il profilo, direttamente collegato al sito di VicenzaOro ha offerto ispirazioni e trends selezionati a buyers provenienti da tutto il mondo.

È stato un piacere realizzare questo progetto in collaborazione con VicenzaOro, con cui condivido la missione di supportare i giovani e la cultura del nostro settore e guidarli nella ricerca dei trend e nella conoscenza della cultura del gioiello. Nell’edizione di gennaio sono stati identificati quattro trends insieme agli studenti del secondo anno del corso in Design del Gioiello e degli Accessori di IED Torino.

Abbiamo visto nascere il trend dedicato alle pietre ornamentali che trovano sempre più spazio nella gioielleria contemporanea in un’esplosione di colore e creatività. Un altro trend è stato quello dedicato ai nuovi materiali come il titanio, la ceramica, il vetro, il ferro utilizzati insieme ai metalli nobili, che stanno sempre più appassionando le nuove generazioni. Ma non solo, l’oro giallo è sempre più apprezzato dalla new generation così come la vocazione artigiana delle lavorazioni orafe reinterpretate con originalità in chiave moderna per offrire una nuova visione artistica.

Nell’edizione di Settembre (dall’8 al 12) saranno identificati nuovi trends che vi invitiamo a scoprire nel sito www.vicenzaoro.com sezione Progetti Speciali o nell’account Instagram @vo.inspiration.

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Laura Inghirami e le studentesse e gli studenti del secondo anno del Corso di Design del Gioiello e dell’Accessorio di IED Torino a Vicenzaoro, Gennaio 2023 Il sito di VicenzaOro con il progetto Inspiration Boards

“Donna Jewel x GemGenève”, cerimonia di premiazione a GemGenève. Da sinistra a destra: Laura Inghirami, Founder Donna Jewel, Nadège Totah, Exhibitor Relations Manager GemGenève, Mathieu Dekeukelaire, Director GemGenève, Thomas Faerber, Co-Founder GemGenève, Ronny Totah, Co-Founder GemGenève, e gli studenti di Galdus Milano. Photo credit: David Fraga

GEMGENÈVE E LA CULTURA

GemGenève, la fiera internazionale fondata da Ronny Totah e Thomas Faerber con l’obiettivo di valorizzare la cultura e la creatività nel mondo delle pietre preziose dei gioielli antichi e contemporanei, ogni anno promuove iniziative culturali uniche e affascinanti e anche in quest’ultima edizione ha dimostrato tutto il suo impegno.

«GemGenève è un evento in cui viene dato grande rilievo a cultura, giovani, formazione e trasmissione delle conoscenze e, in particolare, alla nostra passione per i mestieri legati all’arte gioielliera». Queste le parole di Ronny Totah per descrivere lo show. Numerosi sono stati i progetti culturali in collaborazione con musei e istituzioni, tra cui il Museo d’arte e storia di Ginevra (MAH) che in collaborazione con GemGenève ha realizzato l’esposizione Automatons and Music incentrata sui meccanismi degli automi, sugli oggetti d’arte e sulla musica. Sono stati presentati circa 25 capolavori, tra cui un androide raffigurante Leonardo da Vinci in grado di scrivere e disegnare, a opera di François Junod. A supporto della cultura, una delle sfide più importanti oggi è avvicinare i giovani ai mestieri d’arte, un patrimonio prezioso che rischia di andare perduto. Con il supporto di Herbert Horovitz, GemGenève ha perseguito l’obiettivo di diffondere la conoscenza e coinvolgere le nuove generazioni, organizzando

all’interno dello show The Villa of Lost Arts: uno spazio dove maestri artigiani, tra cui lapidari, incisori, incastonatori e non solo, hanno presentato ed esibito la loro arte. Quest’anno per la prima volta ha preso parte allo show anche la scuola italiana Galdus di Milano, grazie al progetto Donna Jewel x GemGenève, il nostro primo progetto come curatori a fianco di GemGenève. L’iniziativa ha avuto origine dal desiderio di valorizzare l’eccellenza del “Made in Italy” e il futuro dell’arte orafa italiana in un contesto internazionale d’eccellenza come GemGenève. Gli studenti del corso Tecnico Superiore per la Produzione di Manufatti di Alta Oreficeria Made in Italy (anno accademico 2022/2023) di Galdus Milano hanno presentato i loro gioielli realizzati ispirandosi al brief creativo No limits: time for creativity nato dalla volontà di dare voce alla creatività, alla cultura e all’espressione di sé attraverso l’arte della gioielleria. Gli studenti sono stati chiamati a creare un gioiello osando e sperimentando in assoluta libertà, utilizzando qualsiasi materiale, forma e disegno immaginabile e ricevendo centinaia di visite da persone provenienti da più di 30 paesi del mondo. La seconda edizione del progetto Donna Jewel x GemGenève si terrà dal 2 al 5 Novembre 2023 a GemGenève.

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“The Villa of Lost Arts” a GemGenève Maggio 2023. Photo credit: András Barta Androide raffigurante Leonardo da Vinci in grado di scrivere e disegnare, a opera di François Junod. Esposizione “Automatons and Music” a GemGenève Maggio 2023. Photo credit: András Barta

JCK & LUXURY E L’INNOVAZIONE

Dal 2 giugno al 5 giugno al The Venetian Resort and Hotel di Las Vegas si è tenuta JCK e dal 31 Maggio al 5 Giugno ha avuto luogo Luxury, la destinazione esclusiva per espositori e visitatori d’élite.

Anche quest’anno, come ha dichiarato Sarin Bachmann, Group Vice President RX jewelry portfolio, «l’innovazione è stata il focus più importante». E l’innovazione come valore fondamentale è stata dimostrata sotto molteplici aspetti a JCK & Luxury: dalle opportunità di business, alle occasioni di socialità, all’attenzione all’educazione e alla valorizzazione dei giovani.

Il Social Stage è stata una novità assoluta a JCK che attraverso questa nuova iniziativa all’interno dell’Innovation Hub ha voluto dare sempre più spazio alla conversazione sulle strategie innovative relative al mondo digitale, ai social media e alla loro importanza nella costruzione di un rapporto con le giovani generazioni. Uno dei focus dei panel è stata proprio l’analisi del rapporto dei giovani con i canali digitali, e di come i social media possono essere utilizzati al meglio per cogliere le opportunità di connessione con la Generazione Z.

Seguendo una filosofia di innovazione sotto molteplici aspetti, JCK ha offerto numerosi eventi ed activations come le Jewelry Content Creation Zones, aree apposite dove i partecipanti potevano creare i propri contenuti social e condividerli sui propri canali. «Tra le mie iniziative innovative preferite», ha dichiarato Sarin Bachmann, «c’è JCK Live Hologram, lo spazio che offre contenuti 3D e interazioni live».

Una box dove i partecipanti potevano vedersi riflessi in 3D e dove si susseguivano immagini di gioielli tridimensionali. Innovazione è sinonimo anche di avvicinamento delle nuove generazioni all’industria e per questo JCK ha creato una Career Zone dove i giovani hanno potuto incontrare le aziende creando opportunità di networking e lavoro. L’attenzione all’innovazione e alle esigenze delle nuove generazioni è indice di apertura al futuro. E a JCK & Luxury ha avuto un riscontro assolutamente positivo. Le prossime edizioni di JCK & Luxury si terranno rispettivamente dal 31 maggio al 3 giugno 2024 e dal 29 maggio al 3 giugno 2024.

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Luxury 2023 JCK 2023

UN FLORILEGIO

DI STILE E CREATIVITÀ

La ricerca del meglio in ogni cosa, della bellezza assoluta: è il manifesto di Florilège de Vie, brand di gioielli nato a Milano dall’incontro di due anime, quella manageriale di Silvia Meani e quella creativa di Loretta Baiocchi. Le collezioni di gioielli di Florilège de Vie prendono spunto da tecniche antiche reinterpretate, dall’arte, dalla natura e dalla poesia, dando vita a creazioni originali, uniche e inaspettate. A partire dalla stessa scelta del nome del brand, riferimento a una tradizione che ha radici nel passato più significativo in termini di esclusività. Florilège è infatti una parola che nasce alcuni secoli fa con un significato preciso, “raccolta di fiori” e deriva dall’unione di due evocativi termini latini, “floris” (fiori) e “legère” (cogliere). Dopo il ‘700 si arricchisce di un nuovo senso, quello di “antologia”, ovvero la selezione di preziose opere e brani di artisti scelti. Ecco quindi che Florilège de Vie si presenta come uno scrigno, un contenitore prezioso e magicamente colmo di esperienze

vive e intese, non solo collezioni di gioielli, ma un intero universo che comunica eleganza, cura, eccellenza e sincerità. Le protagoniste di quest’avventura sono donne con anni di comprovata esperienza nel settore: Silvia Meani, Co-Founder&Ceo, un’esperienza ventennale in General Management e Business Development, specializzata nello sviluppo di aziende Fashion & Luxury e già protagonista dello sviluppo e della crescita di grandi marchi fra i quali Pomellato, Pasquale Bruni e Chantecler, è l’anima strategica di Florilège; Loretta Baiocchi, Creative Designer del brand, fa esplodere nel nuovo marchio anni di attività diretta nel comparto dell’Alta Gioielleria in veste di Art Director e Creative Manager per alcuni tra i più grandi marchi Luxury & Jewellery quali Pomellato, Bulgari, Dolce & Gabbana, definendo il carattere e lo stile di Florilège de Vie, tracciando il percorso per gli altri creativi del Brand. Il sogno? Dare vita a un marchio che abbia il coraggio di essere creativo e innovativo, sperimentando

tutte le potenzialità della tradizione artigianale Italiana. Numerose le Collezioni proposte, tutte animate da suggestioni che hanno radici nel mondo della cultura e dell’arte, tutte realizzate a mano rigorosamente 100% Made in Italy, attingendo all’antica esperienza dei migliori Maestri Orafi italiani. Estrema cura nei dettagli e nella scelta delle materie prime è un aspetto fondamentale di Florilége de Vie, come l’attenzione ai principi di circolarità, sostenibilità e responsabilità sociale: i metalli preziosi sono riciclati, le pietre sono quelle a minor impatto ambientale e i diamanti sono certificati “conflict free”. Mondi nascosti, incantati e magici: è lì che ci trasporta “Jardin Secret”. Pietre preziose naturali di rara bellezza e diamanti colorati si fondono nelle eleganti sculture di Titanio dalle forme sorprendenti e irripetibili. “Rosée du Matin” si ispira alla rugiada del mattino e alla bellezza dei colori della natura mediterranea Italiana. Una goccia di rugiada si appoggia delicata su una foglia e diventa lente esaltando il colore

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Loretta Baiocchi e Silvia Meani sono le anime di Florilège de Vie: gioielli che si ispirano all’arte, alla natura, alla poesia
/ di Laura Barsottini
PEOPLE & BRAND

su cui poggia. L’oro diviene un tutt’uno con la gemma e si unisce in forme liquide a costruire un volume apparentemente semplice, frutto in realtà di una lunga ricerca tecnica. “Omaggio a Lombardini” è la prima Collezione che Florilège de Vie dedica ad artisti e creativi che sente vicino al proprio universo, per celebrare la bellezza attraverso la conoscenza, la collaborazione e lo scambio reciproco. Ispirata alle opere “Pietre preziose” del pittore contemporaneo Giovanni Lombardini, questa collezione vuole essere un omaggio all’artista, al suo impegno continuo nella ricerca degli accostamenti cromatici più emozionanti, con figure sempre in equilibrio tra astratto e sensazioni di figurato, forme di colore che suggeriscono paesaggi essenziali ed oggetti misteriosi, percepiti più che visti. Un taglio antico quello di “Pain de Sucre”: un’elegante piramide ammorbidita nei suoi spigoli, usata nell’Alta Gioielleria per esaltare la profondità del colore delle gemme. Prende il nome della famosa montagna di Rio de Janeiro,

simbolo del Brasile, una terra meravigliosa, scrigno naturale delle pietre più preziose del mondo. L’universo dei sigilli, dei chevalier, degli anelli simbolo d’identità e appartenenza, è raccontato da “Moi et Toi” valorizzando l’antica arte del Cammeo dei Maestri incisori di Torre del Greco. Florilège ha voluto rivisitare questo oggetto così ricco di valore in un ammannir più leggera, contemporanea ed ironica. Ecco quindi che vengono sostituiti i simboli familiari delle dinastie con figure ironiche del mondo animale, derivate da fiabe e racconti, personaggi misteriosi che portano con sé piccoli messaggi segreti. Le “Ziegfeld Follies” erano gli spettacoli teatrali di Broadway in auge fino agli anni ’30. Le artiste, esprimevano la propria personalità e creatività, indossando sfavillanti costumi di scena, cantando e ballando. La collezione si ispira proprio a quei costumi, con ricami fastosi e lunghe frange luminose e tintinnanti, che seguivano i sinuosi movimenti delle ballerine, interpretando la gioia di vivere e la frizzante energia di inizio

secolo. “Embrasse Moi”, ovvero “abbracciami” è una linea creata da delicati cabochon colorati, che decidono di unirsi, talvolta inglobando piccoli e romantici punti luce. Una Collezione di piccoli Solitari contemporanei, di “abbracci” che rappresentano un universo di splendidi Diamanti luminosi e raccontano un mondo di emozioni autentiche. “Figaro Pur Fil”, infine, è l’inconfondibile catena iconica, realizzata completamente a mano, flessibile, morbida e articolata, con elementi di maglia lunga e tonda che ben accompagna tutte le Collezioni.

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PEOPLE & BRAND

UNA STRATEGIA VERSO

IL FUTURO

Graziella Braccialini: idee chiare per la Holding che punta a oro, moda ed energie rinnovabili per il suo sviluppo

Iprimi mesi del 2023 hanno visto la nascita di una nuova realtà che unisce, in perfetta sintesi, due percorsi imprenditoriali decennali che esprimono l’eccellenza della creatività e dell’artigianalità toscana: la gioielleria di Graziella e la pelletteria di Braccialini.

Una nuova mission per Graziella Holding che corona un percorso congiunto delle due aziende avviato nel 2017 e che ne sancisce oggi la definitiva unione. Da un lato gioielli come opere d’arte che seguono la filosofia del “bello fatto bene”, dall’altra borse e accessori originali, che esprimono una femminilità creativa e frizzante, e qualità dei materiali, soprattutto la pelle made in Italy, lavorata con cura, della tradizione artigianale fiorentina. A Giacomo Gori, dopo diciotto anni di esperienza in diversi ruoli dirigenziali, la responsabilità di amministratore delegato

dell’azienda e di raccogliere il testimone dal padre Gianni, che resterà comunque presidente, delineando in sinergia le future strategie, gli investimenti e gli sviluppi. L’ultimo quinquennio è stato caratterizzato da un percorso parallelo tra le due realtà aziendali propedeutico alla definitiva fusione nella nuova “Divisione Luxury” costituita all’interno della holding e celebrata con l’apertura in pochi mesi dei negozi monomarca di Roma in via dei Condotti, Milano in Corso Venezia e Palermo in via della Libertà fino alla più recente in Piazza della Signoria a Firenze che va ad affiancare quelle di Ponte Vecchio e di via dei Calzaiuoli. Un piano ben studiato di sviluppo retail che prevede il taglio del nastro di quaranta negozi monomarca entro il 2025 nelle principali vie dello shopping alto spendente in Italia e all’estero.

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/ di Gianfilippo Versari Giacomo Gori, amministratore delegato di Graziella Holding.

Un’apertura, quella di Piazza della Signoria, che non fa altro che confermare il momento positivo vissuto dal gruppo che ha dimostrato solidità, vitalità e appropriatezza delle strategie nei diversi settori in cui è impegnato: oro, moda ed energie rinnovabili.

L’azienda non è passata poi inosservata agli operatori vista la presenza costante in tutte le fiere di settore dal JGTD di Dubai, a

Vicenzaoro fino al Mipel e al JCK di Las Vegas. Quest’ultima dello scorso giugno ha permesso al brand di consolidare la presenza anche nelle aree occidentali e ha sostenuto l’ingresso nel continente americano a fianco del solido asset del gruppo in Est Europa, Medio Oriente, Estremo Oriente e Nord Africa. Il bilancio dell’ultimo biennio ha evidenziato il pieno superamento delle difficoltà legate alla pandemia, con una crescita dei fatturati che permette alla holding di proiettarsi con fiducia verso un futuro di ulteriori investimenti e sviluppi.

Il 2021 si era chiuso con un +203% rispetto al 2020 e con un +58% rispetto al 2019, con un trend di crescita che è proseguito anche nell’ultimo anno per tutte le divisioni del gruppo. I migliori risultati sono arrivati dal settore orafo che ha mostrato una netta ripresa nell’esercizio 2021 con un +238% che è proseguita nel 2022 con uno stimato +60%, andando a confermare la salute di Graziella e la lungimiranza della politica espansiva per il consolidamento nei mercati Medio Orientali e di una sempre più incisiva penetrazione in quelli Nord Africani.

Un simile sviluppo ha interessato la produzione di Graziella Braccialini con il nuovo

posizionamento del brand in ambito luxury che ha comportato una crescita nel biennio e un ritorno ai livelli pre-pandemici.

Oltre all’ambizioso progetto di aperture dei negozi monomarca, un’ulteriore novità riguarda la ristrutturazione del management di Graziella Green Power orientata a dar seguito alla costruzione, progettazione e sviluppo di nuovi impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, unita all’offerta di servizi di manutenzione, di realizzazione di impiantistica, di ottimizzazione energetica e di domotica.

83 PEOPLE & BRAND
«L’ambizione», afferma Giacomo Gori, «è di divenire una delle aziende più riconoscibili e innovative nel settore del made in Italy, con la volontà di proseguire questo percorso di crescita all’insegna della sostenibilità»
«Sono orgoglioso», ribadisce il presidente Gianni Gori, «di poter dire che Graziella Holding è pronta a proiettarsi verso il futuro».
Nelle foto, gioielli della collezione 2023 e, qui sopra, il negozio di Piazza della Signoria a Firenze, ultima apertura del brand.
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Art touch

E MODERNITÀ

Smalti

PEOPLE & BRAND

del gioiello a una delle indiscusse capitali mondiali del settore.

Argento 925, smalti e tanta creatività: le proposte di Le Gioie di Mavi si rivolgono a una donna contemporanea, portatrice di un’innata sensualità ed eleganza, ma al tempo stesso dinamica, al passo con i tempi.

L’azienda nasce nel 2018 ad Arezzo, oggi distretto produttivo che trova le sue radici più profonde nell’artigianalità e nelle maestranze degli orafi etruschi, che già a cavallo tra l’VIII e il primo secolo a.C. aveva raggiunto livelli elevatissimi. Tra il Quattrocento e il Cinquecento, la zona raffina la propria competenza grazie a maestri orafi sempre più esperti, tanto da essere considerata oggi da capitale italiana dell’oreficeria e

Le Gioie di Mavi prende il via dal sogno romanticamente visionario di tre cugini, e oggi prevede un punto vendita a Sansepolcro, città a nord est di Arezzo sulle rive del Tevere, al crocevia di quattro regioni, Toscana, Marche, Umbria ed Emilia Romagna dove storia, passione e amore per il bello fanno parte del vivere quotidiano.

«La scelta di utilizzare l’argento 925 ci permette di realizzare gioielli anche di dimensioni importanti a prezzi competitivi», raccontano in azienda. «La nostra idea è permettere a tutti di accedere alla bellezza di un gioiello che da una parte diventa parte di sé, dall’altra una dichiarazione visibile al mondo della propria personalità».

Tutto, per Le Gioie di Mavi, può essere motivo

di ispirazione per la creazione di un prodotto: un’emozione, un colore, la natura; ogni idea viene poi trasferita con uno schizzo a mano su carta, e poi “passata” a designer esterni che traducono il bozzetto in progetto produttivo. L’argento 925 viene poi decorato con smalti a freddo, uno dei segni distintivi de Le Gioie di Mavi, i cui colori variano rispettando il susseguirsi delle stagioni e le emozioni legate a esse. Gli smalti sono applicati a mano da collaboratori esterni e poi rifiniti all’interno dell’azienda per garantire una qualità sempre eccellente. «Accompagniamo personalmente ogni semilavorato», spiegano in azienda, «seguendo le varie fasi di produzione presso laboratori esperti selezionati con attenzione nel tempo. E ci teniamo particolarmente al fatto che appartengano al nostro territorio, così ricco di storia e know how».

85 PEOPLE & BRAND TRA TRADIZIONE
e argento 925: le creazioni di Le Gioie di Mavi per una donna elegante, dinamica e sensuale

AL CUORE

/ di Laura Barsottini

Non sappiamo quello che i nostri disegnatori creeranno nel prossimo futuro però sappiamo chi sono coloro che indosseranno quei gioielli: persone libere di essere autentiche e di esprimere la propria visione di elegante, esclusiva partecipazione alla vita». Sono le parole di Lorenzo Gelpi, responsabile vendite e sviluppo di Maison J’Or. L’amore per l’Alta Gioielleria, l’entusiasmo per l’innovazione, il senso della famiglia e la passione per le pietre preziose sono il propellente da cui nasce Maison J’Or oltre venti anni fa, alle porte della Città Eterna. Attilio e Barbara Gelpi, i fondatori, hanno una precisa idea del bello: quella di un gioiello che sappia esprimere in ogni sua forma il punto d’incontro tra l’eccellenza manifatturiera e la poesia. È un processo fluido il loro, tra colore e design, contemporaneità e nuove portabilità di un’eleganza preziosa sempre riconoscibile, esclusiva. Un cammino mano nella mano che li

ha portati a creare prima una boutique orafa e poi, negli anni, l’azienda Oro Project, in grado di soddisfare la domanda sempre più tecnica dei grandi brand internazionali della gioielleria del lusso. Un expertise eccezionale, una capacità innovativa unita a una selezione di maestranze italiane di eccellenza hanno condotto l’azienda a livelli di altissimo profilo. I riconoscimenti, la considerazione e stima di quell’importantissimo palcoscenico del lusso rappresentato dai grandi brand non hanno smorzato la voglia di esaudire un sogno che racchiudesse tutta la passione di Attilio e Barbara: un marchio tutto loro, Maison J’Or Jewels. Un’azienda autonoma oggi gestita dai figli Lorenzo e Filippo, che hanno arricchito di nuova energia quell’idea di gioiello vivo che possa condividere con la persona che lo indossa ogni libertà di spazio e di tempo fuori da restrizioni o preconcetti, coniugando la ricerca dell’eccellenza con il gusto per la bellezza e l’armonia delle nuove visioni dell’etica del lusso. Creatività, il fascino della forma fusa col colore e la luminosità delle pietre hanno spinto l’azienda a ideare e realizzare collezioni raffinate di alta portabilità all’insegna di un nuovo concetto del lusso dove l’esperienza vissuta diventa il vero motivo di esclusività. Negli anni, Maison J’Or ha creato uno stile del gioiello e del valore della bellezza preciso che con grande coerenza continua a esplorare nelle sue innumerevoli mutazioni e possibilità. Stile nel senso autentico del termine: un modo di essere e di porgersi, fatto di gioielli ma anche di modi e atteggiamenti; un mood che parte dal corpo inteso come esperienza dinamica. I momenti di lusso non sono occasioni di esibizione bensì proposte di vita reale; il gioiello importante diventa parte quotidiana della esperienza di vita personale, da portare ovunque, comunque con sé. Si tratta di creazioni discrete, mai inutilmente vistose, piacevoli da indossare, che seguono con naturalezza i movimenti. Un approccio al design, quello della Maison, che mette al centro la persona, alla quale si offrono gioielli che sono contemporaneamente strumenti di empowerment e nuova rappresentazione di sé. La collezione Nuance si inserisce perfettamente

in questa visione, un viaggio attorno al cuore che inizia con anelli e orecchini. Gioielli vibranti di colore, luce e emozione, realizzati con raffinata eleganza e impeccabile maestria artigianale. Oro e titanio sostengono comete di zaffiro rosa e madreperla bianca, turchese e ametista, rubini e diamanti, tsavoriti e onice, malachite, pietre preziose che giocano con la luce. Ogni colore esprime un’emozione. Si indossa pura poesia. «Ogni pietra ha un suo carattere una sua personalità come chi la porterà con sé. Per questo noi parliamo con le pietre, dialoghiamo, per capirle, prima di iniziare a disegnare il nostro gioiello. Sono loro alla fine che scelgono dove voler andare. Attorno a loro nascono le nostre creazioni. Prima la pietra, poi il disegno, la fusione e alla fine ancora la pietra che sarà esattamente dove vivrà per sempre. Per questo i nostri gioielli sono unici perché ogni pietra è un’irriproducibile meraviglia», dicono alla Maison. Particolare attenzione il brand pone alla lavorazione dei propri prodotti aggiungendo valore al valore attraverso l’impiego presso l’atelier di tutti i profili professionali e tecnici necessari alla realizzazione dei suoi gioielli unici. Dal design iniziale, alla creazione definitiva, gli eccezionali maestri artigiani sono i garanti di un savoir-faire in costante evoluzione, irrinunciabile per la realizzazione di un’eleganza e raffinatezza contemporanea. Competenze di peso, alcune delle quali tra le più rare e complesse, sono impegnate in azienda nella costante ricerca dell’eccellenza affinché i progetti sappiano esplorare e sviluppare processi e materiali inediti sul mercato. Le creazioni Maison J’Or sono realizzate da mani che racchiudono il valore del tempo per esprimere bellezza senza tempo, professionisti con una solida formazione acquisita in Italia e all’estero: artigiani specializzati, disegnatori, prototipisti, fonditori, incassatori, lucidatori si impegnano affinché i progetti sappiano esplorare e sviluppare processi e materiali inediti sul mercato. Impegno, eccellenza e innovazione che si traducono in un gruppo di lavoro di talento e multiculturale in cui le differenze sono apprezzate e accolte così che tutti possano esprimere il loro pieno potenziale.

L’ORAFO ITALIANO 86 UN VIAGGIO INTORNO
PEOPLE & BRAND
Lorenzo e Filippo Gelpi: rispettivamente Responsabile vendite e Responsabile progettazione sviluppo prodotto.
Maison J’Or propone creazioni d’eccellenza dove la maestria manifatturiera si sposa con la poesia

FEDERPREZIOSI

Steven Tranquilli, direttore nazionale della federazione: «Il gioiello deve essere raccontato»

MARKET TREND

Ogni anno, Federpreziosi, la Federazione Nazionale delle Imprese Orafe Gioielliere Argentiere Orologiaie - Confcommercio Imprese per l’Italia – che di recente ha rinnovato la propria presidenza affidandola a Stefano Andreis – stila un rapporto di ricerca in collaborazione con la società Format Research sui comportamenti di scelta e di acquisto dei consumatori italiani con riferimento ai preziosi e ai gioielli. Il più recente, pubblicato lo scorso gennaio, tratteggia un settore in buona salute, con un fatturato non ancora ai livelli prepandemici ma in netta ripresa stimato in poco meno di 5 miliardi di euro, con oltre il 40% prodotto dagli operatori delle regioni del Nord Ovest. Le imprese del commercio al dettaglio di orologi, articoli di gioiellerie e argenteria sono circa 13.296 (lo 0,1% sono grandi imprese e fatturano il 21,3% del totale); anche se dal 2013 al 2021 hanno chiuso circa 4 mila gioiellerie, gli occupati del comparto in Italia sono 33.890. La geolocalizzazione vede il 23,6% del totale

delle imprese (8.012 unità) concentrate nel Nord-Ovest, il 25,8% (8.751) nel Nord-Est, il 20,1% (6.820) nel Centro e il 30,5% (10.305) nel Sud e nelle Isole.

Circa le abitudini di acquisto, il 91,8% dei consumatori ha acquistato in un negozio fisico e l’8,2% online. Il 60,5% aveva un’idea precisa di cosa comprare mentre quasi il 40% sapeva che desiderava acquistare un gioiello ma senza un’idea precisa. Da notare che circa il 45% degli intervistati hanno dichiarato di aver seguito i consigli del negoziante. Nel 55% circa dei casi restanti hanno avuto un ruolo il consiglio di amici e conoscenti, la pubblicità del prodotto su giornali e TV e la comunicazione su web e social. In occasione di ricorrenze e anniversari, infine, si sceglie un gioiello piuttosto che un capo di abbigliamento o un oggetto tecnologico: perché si sa che chi lo riceverà lo desidera (53,8%) o per il semplice piacere di indossarlo (42,9%).

Fin qui i dati un po’ freddi, ma dai quali si deduce un fenomeno significativo in questi tempi di iperdigitalizzazione: il contatto umano, almeno nel settore, rimane la discriminante fondamentale. «Dobbiamo chiederci chi siamo, noi gioiellieri», spiega Steven Tranquilli, direttore nazionale di Federpreziosi. «Non siamo semplici commercianti, ma piuttosto esperti consiglieri. Quando un cliente cerca un prodotto, qualunque valore abbia, cerca

L’ORAFO ITALIANO 88 IL PUNTO DI VISTA DI
Nella foto, da sinistra: Steven Tranquilli, il presidente nazionale di Confcommercio Imprese Carlo Sangalli e Stefano Andreis.

il confronto con il professionista che sappia dargli suggerimenti, spiegargli che cosa sta acquistando e perché oggetti apparente simili hanno a volte prezzi così diversi. Per saper fornire le giuste informazioni occorre mettere in campo una buona dose di psicologia, tanta attenzione per comprendere le motivazioni che spingono il cliente all’acquisto, le sue attese, ma soprattutto occorre quella competenza che richiede formazione continua. Iniziative e progetti in tal senso sono innumerevoli anche da parte di grandi marchi e di colleghi del settore: ne leggiamo spesso sulla stampa. Come Federpreziosi cito un’ambizione – o se vogliamo – un sogno già ribadito in varie occasioni dal neo presidente Andreis: creare un centro di formazione polivalente da avviare in collaborazione con un ateneo lungimirante che vada un passo più in là e dalla teoria preveda il passaggio a una fase di natura pratica e uno stage aziendale in cui si possano formare figure in grado di gestire, indirizzare scelte strategiche. In sintesi, percorsi accompagnati da un diploma di laurea che certifichi l’iter formativo. Soprattutto quando si parla di gioielli, ci troviamo di fronte a una varietà di materiali magari dall’aspetto apparentemente simile eppure ben diversi. Il caso relativamente più recente ed eclatante è quello dei diamanti sintetici arrivati sul mercato a contrastare quelli naturali senza informazioni chiare,

puntuali. La competenza va al di là della formazione di base, richiede di stare sempre al passo. Fornire le opportunità per farlo è uno dei compiti che vede la nostra Federazione estremamente attiva. Perché si sceglie un gioiello? Per lo stile, per la creatività, per i colori, per i materiali, per la lavorazione. Tutte queste cose bisogna però saperle raccontare! E non dimentichiamo che “buon marketing” significa “buona comunicazione”». Ma il negozio può anche essere troppo stretto, secondo Tranquilli: «Il punto vendita è sicuramente imprescindibile per un certo tipo di acquisti», spiega, «ma la vetrina su strada può diventare un limite: da lì passerà sempre la stessa gente. È per questo che comeFederpreziosi sosteniamo, e spingiamo i nostri associati, a implementare il negozio con contenuti online, belle foto, racconti di lavorazione, dettagli che siano ispirazionali. È infatti oramai sempre più frequente che il cliente si presenti sottoponendo già una selezione gioielli frutto di una navigazione sul web».

Qui entra in gioco la questione del cambio generazionale, un tema vitale per tutte le aziende, soprattutto per le più piccole, come sono per la maggior parte quelle del settore orafo. Infatti ben il 97,2% delle gioiellerie in Italia, pari a 12.979 imprese, hanno da 1 a 9 addetti, secondo il report di Federpreziosi con l’elaborazione di Format Research su dati

Istat: di queste, il 57,8% ha un solo dipendente, il 22,9% ne ha due, il 9% tre e il 7,6% da quattro a nove. «I giovani sono per fortuna capaci di impossessarsi dell’esperienza dei loro padri e quando, magari dopo esperienze in altri settori, tornano dietro il banco della gioielleria di famiglia, hanno una marcia in più: è questione di passione. In questo caso l’incontro/scontro generazionale è un’opportunità. Ma per affascinare, creare passione, bisogna – ancora un a volta –saper raccontare. Non è più il momento, per un imprenditore, di fermarsi ad aspettare che qualcosa accada. E noi di Federpreziosi stiamo facendo di tutto per essere di appoggio ai nostri associati. Pensiamo, solo per fare un esempio, agli incontri che – con un termine decisamente informale ma che ben rende il concetto – definirei “mitici” che ci vedono impegnati in occasione delle manifestazioni fieristiche: i digital talks, oggi retail talks, organizzati per gli operatori con l’intervento di professionisti, esperti, personalità del settore e non, sui temi che vanno dalle tematiche/ problematiche della digitalizzazione, della gestione dei nuovi media e dei loro possibili sviluppi, alla psicologia del consumatore», conclude Tranquilli.

89 INSIDE JEWELRY
Fonte: Format Researcah

ALTAGAMMA SCENARIO OTTIMISTICO

Il mercato mondiale dei beni di lusso cresce grazie al ritorno della Cina e del turismo in Europa

ALTAGAMMA CONSENSUS 2023 UPDATE PRODOTTI

Dopo un 2022 chiuso - nonostante le condizioni economiche di incertezza - con il valore record di €345 miliardi (+19% rispetto al 2021), il mercato globale dei Beni di Lusso per la Persona ha visto un ottimo primo trimestre 2023 (con una crescita intorno al 10%) che induce a un ragionevole ottimismo per il resto dell’anno. Per il 2023 le stime di crescita sono state riviste in generale rialzo, grazie in particolare alla ripresa del consumo cinese e alla continua buona performance di quello europeo, nonostante un rallentamento del mercato USA e il permanere di alcuni elementi di attenzione relativi al contesto macroeconomico (aumento dei costi energetici, inflazione ancora alta - seppur

in rallentamento - e potenziale recessione, difficile reperibilità di materie prime, tensioni geopolitiche e calo del potere d’acquisto di alcune fasce di consumatori). Nonostante tutto, la stima della crescita della marginalità delle imprese per il 2023 si attesta intorno al +10%. È quanto emerge dal Monitor Altagamma-Bain sui Mercati Mondiali dei Beni Personali di Lusso, realizzato da Bain & Company in collaborazione con Altagamma, e dell’Altagamma Consensus 2023, elaborato dalla Fondazione con il contributo di analisti e partner internazionali del settore e giunto quest’anno alla 13ma edizione. Nel primo trimestre di quest’anno, nonostante il rallentamento registrato negli USA dovuto

a un atteggiamento prudente da parte dei consumatori per una potenziale recessione il mercato del lusso ha registrato una crescita del +9/11%, sostenuta da un continuo slancio dei consumi locali in Europa dove il consumo locale tiene meglio del previsto, portando gli analisti ad alzare le stime dal 5 al 10%. La Cina, grazie all’abolizione delle zero-Covid policies con un +14%) si candida a diventare il primo mercato mondiale mentre l’Asia si riconferma solida (in espansione anche il Middle East con un +10%, grazie ad aree come gli Emirati Arabi Uniti e la Turchia che traggono vantaggio dai consumi dei russi): la base dei consumatori ultra-abbienti rimane forte, mentre si riscontra una volontà di elevazione

L’ORAFO ITALIANO 90
MARKET TREND
PRODOTTI Consensus 2023 Consensus 2023 Update Abbigliamento +6% +8% Pelletteria +8,5% +11% Calzature +7% +9% Gioielleria +8% +10% Orologeria +5% +8% Cosmesi +5,5% +8% Altagamma Consensus 2023 Update
Nella foto, Stefania Lazzaroni, Direttrice Generale di Altagamma.

che spinge i clienti ad acquistare “meno”, ma “meglio”. Per quanto riguarda le categorie, dopo pelletteria, calzature, abbigliamento e cosmesi, sono orologi e gioielli a registrare le performance migliori con un +8%. In particolare gli orologi sono percepiti sempre più come investimento senza tempo confermato dalla crescita continua del valore del second hand: il mercato dei modelli storici e fuori produzione costituisce un terzo del mercato complessivo dei beni di lusso. Interessanti le previsioni anche per i punti vendita: i negozi fisici (+11%) beneficeranno del definitivo ritorno alla normalità in tutte le geografie. Molti brand ampliano la propria rete retail in città «secondarie» e territori nei mercati in espansione come Usa ed EAU, e anche in Europa si è assistito a una nuova ondata di aperture di luxury boutique (+77% nel 2022).

Il retail digitale dovrebbe continuare la sua espansione (+10%) pur con tassi di crescita non paragonabili al raddoppio delle vendite degli anni precedenti. Sull’online potranno tuttavia influire positivamente le innovazioni digitali quali l’Intelligenza Artificiale e la sempre maggiore fluidità della customer experience perseguita dai brand.

«Le stime degli analisti e dei partner coinvolti nel Consensus Altagamma parlano di un 2023 che procede agilmente verso una marginalità del 10%», commenta Stefania Lazzaroni, Direttrice Generale di Alagamma. «Malgrado l’incertezza macroeconomica e geopolitica, il comparto dell’alto di gamma si conferma in stabile e solida crescita. Questo è dovuto da una parte a un tipo di consumatore più attrezzato per affrontare le difficoltà congiunturali, dall’altra ai sostenuti flussi turistici internazionali verso l’Europaspecie a Milano e Parigi – e alla riapertura della Cina, che torna a brillare. Giappone ed Emirati vivono un momento di grande slancio mentre appaiono appannati gli Stati Uniti dove l’inflazione si fa sentire. I marchi dell’alto di gamma dunque navigheranno bene il 2023, grazie a strategie retail che tornano a puntare sul canale fisico (pur armonizzate con quello digitale); ad accurate politiche di pricing e a nuove e sempre più esperienziali modalità di relazione con i clienti».

ALTAGAMMA CONSENSUS 2023 UPDATE

ALTAGAMMA CONSENSUS 2023 UPDATE

ALTAGAMMA CONSENSUS 2023 UPDATE

91 MARKET TREND
CANALI DISTRIBUTIVI Consensus 2023 Consensus 2023 Update Retail fisico +7% +11% Retail digitale +8% +10% Wholesale fisico +3,5% +4% Wholesale digitale +5,5% +5%
CANALI DISTRIBUTIVI Altagamma Consensus 2023 Update
CONSUMATORI CONSUMATORI Consensus 2023 Consensus 2023 Update Cina +10% +20% Giappone +4,5% +9% Europa +4% +6% Nord America +5% +4% Asia Pacific (Australia &Co) +8% +10% ROW +6% +8% Altagamma Consensus 2023 Update MERCATI Consensus 2023 Consensus 2023 Update Europa +5% +10% Nord America +5% +3% America Latina +6% +6% Giappone +6% +10% Asia +9% +14% Middle East +7% +10% ROW +5% +8%
MERCATI Altagamma Consensus 2023 Update Tabelle tratte dall’Altagamma Consensus 2023 Update.

L’ANALISI

Dopo i brillanti risultati dell’ultimo biennio, il settore orafo italiano ha continuato anche nel primo trimestre 2023 a mostrare una buona dinamica del fatturato, in crescita del +13,2%, dopo il +22,1% maturato nel 2022», spiega Stefania Trenti, Responsabile dell’Ufficio Industry Research della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo. «L’elevata competitività sui mercati esteri si conferma l’elemento trainante del settore: nel primo trimestre le esportazioni di gioielli in oro hanno abbondantemente superato i 2 miliardi di euro, in crescita del 16,1% in valore e del +7,2% in quantità. Buoni risultati diffusi ai principali paesi di destinazione: nel complesso del settore che include anche la bigiotteria e l’argenteria, gli Stati Uniti si confermano il primo mercato di riferimento (+9%), seguiti dalla Svizzera (14,4%) e dagli Emirati Arabi Uniti (+10,3%).

Le attese per il 2023 scontano ipotesi di

rallentamento della crescita mondiale, anche se un sostegno importante può derivare dalla forte crescita dei flussi turistici. Il settore orafo italiano dovrà continuare a valorizzare, anche con il supporto di investimenti, gli elementi e le caratteristiche che gli hanno permesso di distinguersi come la flessibilità, l’elevata qualità delle produzioni e il forte presidio dei mercati internazionali».

«L’edizione di giugno dell’indagine sul sentiment degli imprenditori del settore orafo conferma ancora una volta le previsioni positive, in particolar modo per le aziende medio-grandi e per il mercato estero», conferma Augusto Ungarelli, Past President Club degli Orafi delegato al Centro Studi, e Past President Vendorafa. «Nonostante l’incertezza, un’impresa su tre ha deciso di aumentare gli investimenti: le imprese di minori dimensioni mirano con questo a rispondere al contesto competitivo in continua evoluzione. Per le aziende medio-grandi, l’inclinazione agli investimenti è principalmente legata all’evoluzione dei mercati internazionali e all’aggiornamento tecnologico e dei macchinari. In considerazione del dinamismo del comparto italiano in questa particolare fase storica, con il questionario abbiamo

voluto indagare in merito caratteristiche distintive del Made in Italy considerate più importanti dagli imprenditori. Ne è emerso un mix composto principalmente da alta qualità (per il 75% dei rispondenti), artigianalità (65,7%) e professionalità della manodopera (51,4%). A questo si lega in modo preoccupante l’analisi delle principali difficoltà segnalate: si conferma infatti come problema principale il reperimento di personale, considerato prioritario dal 75% delle aziende medio-grandi e dal 42% dei partecipanti totali. Le condizioni della domanda rappresentano una criticità maggiormente avvertita dalle piccole aziende, un imprenditore su tre è preoccupato dall’andamento dei costi delle materie prime, mentre i costi della logistica hanno ridotto il loro peso percepito. Questo doppio livello di lettura fa emergere con forza un tema cruciale: la sfida della mancanza di manodopera qualificata rappresenta una questione critica che impatta direttamente sul concetto stesso di Made in Italy. Si conferma essenziale affrontare questo problema in modo strategico e collaborativo, favorendo l’adeguata formazione e lo sviluppo delle competenze, al fine di preservare l’identità e il valore dell’eccellenza italiana nel panorama internazionale».

APPUNTAMENTO DA NON PERDERE

L’ORAFO ITALIANO 92
DEL CLUB DEGLI ORAFI “
MARKET TREND
Stefania Trenti
Buoni i risultati del primo trimestre 2023 per il settore orafo italiano con un focus speciale sul Made in Italy
L’8 settembre, alle ore 15 presso la sala Giotto
B, il Club degli Orafi presenterà i dati del primo trimestre del 2023 relativi al comparto nel corso del convegno “Il settore orafo italiano tra Made in Italy e mercati internazionali” all’interno di VicenzaOro.

CHE TIENE

crescita ancora importante anche se meno tumultuosa di quella avvenuta nel 2022 ma sempre migliore in confronto a molti settori manifatturieri italiani, compresi gli altri del settore moda-accessorio. Rimane pressoché stabile, rispetto a dicembre, il numero di imprese attive e tiene l’occupazione, dopo la dinamica 2022 che aveva segnato un +5,4%. Questo trend non deve però illuderci troppo perché il sentiment e la congiunturale sugli associati ci inducono alla prudenza segnalando un rallentamento delle vendite già nel trimestre aprile-giugno, destinato ad accentuarsi nella seconda parte dell’anno, anche per i sintomi di debolezza che stanno emergendo nell’economia mondiale».

Secondo i dati elaborati per Federorafi dal Centro Studi di Confindustria Moda l’avvio del 2023 è stato favorevole per il comparto dell’oreficeria, argenteria e gioielleria italiano: cresce il fatturato (+11,3%), trainato dall’export (che registra incrementi superiori al 10% sia in valore che in chilogrammi); arresta la corsa l’import; si consolida il saldo commerciale. La produzione fisica rallenta, ma resta positiva, nei primi tre mesi. Malgrado il rallentamento della crescita, di cui si sono già avuti diversi segnali, il sentiment sull’anno in corso appare promettente, con 7 Associati su 10 che ritengono di poter chiudere il 2023 migliorando (o almeno uguagliando) i risultati del 2022. «I dati relativi al primo trimestre 2023 e la parallela indagine congiunturale confermano le indicazioni che avevo formulato nei mesi scorsi», commenta Claudia Piaserico, Presidente di Confindustria Federorafi. «Il comparto all’inizio del 2023 ha continuato a ben performare grazie, come sempre, al traino dell’export (+16,7%). Una

Si confermano ai primi 4 posti in valore tra gli sbocchi esteri del settore gli USA (che malgrado un moderato +5,9% su gennaiomarzo 2022 sono il mercato in maggior espansione nell’ultimo quadriennio), la Svizzera (+18,3%), gli Emirati Arabi (+11,3%) e la Francia (+18,8%), principale cliente comunitario. Crollano ulteriormente, per il conflitto in atto, le vendite in Russia e Ucraina (-78,2% globalmente). La Toscana (+11%) è la prima regione esportatrice nel trimestre analizzato, con una quota attorno al 35% del totale nazionale. La graduatoria delle province vede sempre al comando Arezzo (+8,4%), seguita da Vicenza (+6,9%), Alessandria (+24,4%) e Milano (+56,2%). Le due province del distretto campano di Napoli-Caserta evidenziano nell’insieme un +24,9%.

«Il quadro è confortante ma le difficoltà nel reperimento di manodopera qualificata, assieme ai costi elevati di materie prime ed energetici continuano a essere le maggiori criticità dello scenario attuale», continua Piaserico. «In questo contesto, come ulteriore volano per le nostre imprese, si inseriscono le azioni che la federazione ha messo da tempo in cantiere per l’internazionalizzazione come l’incremento degli accordi, tramite ICE Agenzia, con la GdO (Grande distribuzione

Organizzata)per consolidare i successi già ottenuti con i top retailers in USA, che ora replicheremo anche in Canada, in Francia, in Giappone, in Gran Bretagna e in Polonia, nonché con un’iniziativa volta a conoscere le “best practices” della distribuzione del gioiello in Europa anche rispetto al modello italiano. Con i territori stiamo organizzando workshop tecnici per testimoniare alle aziende l’importanza di sviluppare i processi verso le certificazioni più richieste all’interno del settore sui principi ESG (Environmental - ambiente, Social - società e Governance) e che a breve saranno di fatto una scelta ineludibile anche per ottemperare alle future direttive in materia di Sostenibilità lungo la filiera. Continuiamo a investire, grazie al supporto di IEG/Vicenzaoro, nella formazione e nell’orientamento dei giovani al comparto anche con l’operazione avviata con Skuola. net - il principale portale di informazione degli studenti italiani - e abbiamo appena rinnovato il sito della federazione (federorafi. it) più ricco di informazioni sui percorsi formativi all’interno del settore e con la possibilità di creare opportunità di incontro tra domanda e offerta di lavoro. Collegato anche al precedente punto è da evidenziare l’importante azione di comunicazione settoriale che stiamo approntando con Agenzia ICE a seguito della pubblicazione del bando europeo per l’implementazione di una campagna di promozione del gioiello “made in Italy” attraverso la strategia dell’influencer marketing. Questo solo per citare 4 delle 8 aree progettuali che Confindustria Federorafi, grazie all’impegno della mia squadra di presidenza e con la collaborazione dei territori di Arezzo, della Campania, di Valenza e di Vicenza, sta portando avanti dallo scorso anno e che nei prossimi mesi sarà in grado di presentare ulteriori nuove iniziative a beneficio delle imprese italiane e dell’oreficeria, dell’argenteria, della gioielleria e del cammeo e corallo made in Italy».

93 MARKET TREND UN MERCATO
Nella foto, Claudia Piaserico, Presidente di Confindustria Federorafi.
MARKET TREND
Claudia Piaserico commenta i dati del primo trimestre 2023 del settore orafo-argentiero-gioielliero italiano

DI VICENZAORO SEPTEMBER

Dall’8

Sold out per Vicenzaoro September, che apre i cancelli dall’8 al 12 su tutta a la superficie espositiva del quartiere fieristico di Vicenza di Italian Exhibition Group. Il salone b2b di IEG porterà a Vicenza presente e futuro del settore con le aziende più importanti, buyer, operatori, istituzioni, associazioni di categoria e media italiani e stranieri. La varietà dell’offerta si esprime attraverso le diverse anime dell’industry: dai marchi della gioielleria di alta gamma rappresentati dalla community “Icon” alla migliore produzione orafa, i componenti e i semilavorati del

L’ORAFO ITALIANO 94 LE NOVITÀ
INSIDE JEWELRY
Sopra, proposte della Masion vicentina Fope e di Staurino Fratelli, del distratto orafo di Valenza. al 12 settembre torna il business hub di riferimento europeo per la filiera orafo-gioielleria

distretto “Creation”, dai diamanti, pietre preziose e di colore di “Essence” alla gioielleria contemporanea del distretto “Look”, fino alle ultime innovative soluzioni per il packaging e il visual merchandising della community “Expression” e le tecnologie più avanzate per produzione e lavorazione di “Evolution”. Occhi puntati sul mondo dell’orologeria: dopo il debutto a gennaio 2023, si consolida la community “Time” che integra l’offerta merceologica della manifestazione con un’area dedicata all’orologio contemporaneo. Tra novità di mercato, innovazioni tecniche e di design, il focus B2B punta a marchi indipendenti e micro-brand dal notevole potenziale che vogliono ampliare la loro presenza nelle vetrine delle gioiellerie. Anche quest’anno si riconferma aperto al pubblico, invece, “VO’Clock Privé”, l’elegante salotto dedicato alla cultura orologiera che dall’8 al 10 settembre, riunirà per la seconda edizione i brand più ricercati e il pubblico di appassionati e collezionisti, offrendo un programma di incontri e corsi tecnici con i più autorevoli esponenti del settore. Novità assoluta è la presentazione in anteprima mondiale della nuova edizione di The Jewellery Trendbook: la guida, prodotta

da Trendvision Jewellery + Forecasting, l’osservatorio indipendente di IEG sul mondo del gioiello, indaga fenomeni emergenti, panorama sociale ed evoluzione dei consumi dei preziosi nel mondo per sviluppare il business del settore nel prossimo futuro.

Oltre ai top brand – tra gli altri, Damiani, Roberto Coin, Fope, Annamaria Cammilli, Roberto De Miglio, Palmiero, Gismondi 1754, Leo Pizzo, Mirco Visconti, Davite & Delucchi, Giorgio Visconti, World Diamond Group –quest’anno fanno il loro ingresso in fiera nuovi marchi come Carrera y Carrera, Jörg Heinz, Staurino Fratelli, Maison Birks, Vendorafa e Djula. Nuove tendenze del mercato, maestria artigianale e talento creativo saranno i protagonisti dell’area laboratorio “The Design Room”, che torna a Vicenzaoro con una selezione di designer internazionali: Stephen Webster, Busatti Milano, Marina B, Salima Thakker e Osi Vitoria Jewelry solo per nominarne alcuni.

Immancabili i momenti di confronto su tendenze, novità, best-practice e incontri formativi sui temi più caldi del momento che si svolgeranno durante uno stimolante palinsesto di talk, seminari e workshop, che fanno di Vicenzaoro September un vero e

proprio think tank del settore con l’apporto di esperti, opinion leader e trend setter. Infine, Vicenzaoro è anche cultura, arte, enogastronomia. Un’esperienza a tutto tondo per visitatori e buyer in arrivo da ogni parte del mondo che, grazie ai servizi dedicati che IEG mette a disposizione, possono vivere al meglio il business così come il territorio di Vicenza e la Land of Venice. Per facilitare il networking non mancano a fine giornata l’Aperitivo di Vicenzaoro sul piazzale all’esterno della fiera, gli eventi del ViOff organizzati con la Città per accogliere i compratori internazionali e il Museo del Gioiello con il suo affascinante percorso nella gioielleria italiana.

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INSIDE JEWELRY
Sopra, anelli della collezione Venetian Princess di Roberto Coin.

ROMA

La terza edizione della Settimana del Gioiello di Roma si svolgerà dal 6 al 15 ottobre 2023 con un ricco programma di eventi che culmineranno nel Premio Incinque Jewels (dal 13 al 15 ottobre). Innovativo è il tema scelto “Second Life” come pure il logo originale realizzato dagli studenti del Corso di specializzazione in Grafica dello IED Roma, coordinato da Francesco Giuliani e Barbara Brocchi. RJW ha come obiettivo la valorizzazione e la diffusione della cultura del gioiello contemporaneo, d’autore, d’artista e delle realtà orafe storiche. Questo progetto è stato approvato e sostenuto dall’Assessorato alla cultura del Municipio Roma I centro nella persona dell’Assessora Giulia Silvia Ghia e ha ricevuto l’appoggio di numerose istituzioni pubbliche e private capitoline. RJW è stata fondata dall’architetto Monica Cecchini, ideatrice e direttrice del progetto, con la consulenza di Barbara Brocchi, creative manager, illustratrice, scrittrice, designer e coordinatrice del Dipartimento di Design del Gioiello IEDRoma; di Bianca Cappello docente, storica e critica del gioiello; di Laura Astrologo Porché, jewelry journalist, caporedattrice della rubrica

“Watches & Jewels” del gruppo editoriale

Celebre Magazine World, redattrice di Robb Report Italia, Rapaport, L’Orafo Italiano e altri magazine e titolare della pagina instagram @journaldesbijoux; di Giorgia Zoppolato, jewelry blogger, psicologa del marketing, art director e set designer per fotografia del gioiello, @missgio_jewelryblog; e Maria Rita Delli Quadri, esperta di valorizzazione del patrimonio culturale, amministratrice unica di Roma&Roma srl, per quanto riguarda i rapporti con le istituzioni e i partner; con il contributo dell’artista Emanuele Leonardi. RJW ha coinvolto molte realtà prestigiose, quali l’Università e Nobil Collegio degli Orefici, Gioiellieri, Argentieri dell’Alma Città di Roma di cui è Console Camerlengo lo Storico di Arte Orafa Aldo Vitali. Oltre al tradizionale Premio Incinque Jewels promosso dall’associazione Incinque Open Art Monti che si svolgerà in un prestigioso sito archeologico della Capitale con annessa una mostra di opere della Neo Scuola Romana del Gioiello Contemporaneo curata da Claudio Franchi, saranno messi in palio numerosi riconoscimenti: Premio Teilor per giovani artisti, Premio Internazionale, Premio speciale o alla carriera, Premio Homi Fashion&Jewels, che offrirà al vincitore uno spazio espositivo presso l’evento omonimo

a Milano nel febbraio 2024, Premio I Daverio, Premio MISSGiò, Premio Elena Donati e premio Rossella Ugolini. La Galleria Incinque Open Art Monti durante la RJW inaugurerà una mostra collettiva di insigni artisti e jewelry designer. Non mancheranno i tour guidati alla scoperta della storia di Roma e dei suoi atelier orafi. Con l’intento di creare un evento all’insegna della condivisione, la RJW 2023 vedrà in esposizione alcune opere valenzane: un’anticipazione di un percorso sinergico di collaborazione. Come avvenuto anche per la scorsa edizione, durante la settimana si terrà un ciclo di conferenze sul tema del gioiello e delle sue diverse tecniche di realizzazione.

Saranno presenti: AGC Associazione Gioiello Contemporaneo presso la Galleria Alternatives e OTP Officine di Talenti Preziosi, che curerà un’esposizione presso la loro sede e un evento presso Orologeria Verdastro. RJW è realizzata anche grazie al supporto degli sponsor: Homi Fashion&Jewels exhibition, Teilor Casale del Giglio, Elena Donati, Daverio1933 sculptors of jewels, Montanelli Restauri S.r.l., M.O.S.T. CND S.R.L. monitoring & structural testings e Homero Studio. Main Media Partner: Celebre Magazine World Group.

L’ORAFO ITALIANO 96
JEWELRY WEEK
INSIDE JEWELRY
Un programma ricco di eventi culturali per la manifestazione capitolina
/ di Laura Astrologo Porché

LEONARDO DA VINCI TRA CREATIVITÀ E TECNICA

Eclettico e sorprendente, il Maestro fiorentino è stato geniale anche nella gioielleria

Tra le varie professioni mediante le quali Leonardo da Vinci espresse il suo genio poliedrico vi fu anche quella di orafo. Ma non tutti lo sanno. In effetti, oltre che pittore, scultore, architetto, ingegnere, musicista, medico e molto altro, il grande scienziato quattrocentesco (1452-1519) fu pure disegnatore di gioielli e inventore di “ricette” per fabbricare gemme sintetiche. A testimoniarlo sono i suoi schizzi e manoscritti, che Paola Venturelli (storica dell’arte e studiosa di gioielleria rinascimentale) ha esaminato in dettaglio, spiegando in un libro il curioso rapporto fra Leonardo e i materiali preziosi (Leonardo da Vinci e le arti preziose. Milano tra XV e XVI secolo, Marsilio Editore) Della stessa autrice e con uno spettro un po’ più ampio sull’arte orafa, Silvana Editoriale ha pubblicato il volume Arte orafa milanese 1450-1527. Leonardo da Vinci tra creatività e tecnica. Il giovane Leonardo giunse a Milano nel 1482 e vi trovò un ambiente stimolante, ricco e mondano, attratto dai lussi e dai decori. Com’è facilmente comprensibile, la passione per i gioielli faceva un tutt’uno con

l’inclinazione dei gaudenti signori milanesi, tanto che il poeta Bartolomeo Taccone scriveva: “Non andare a Melan senza denari, d’oro, d’ariento, seta, lana e smalti, più che Melan par nessun se exalti”.

L’eclettico Leonardo si adattò al clima ambrosiano in tutti i sensi e fu così che iniziò a progettare cammei, pendenti, braccialetti, diademi, perfino accessori (come le borsette per dama), e poi fabbricò attrezzi per orefici, sperimentò macchine per tagliare e lucidare le gemme, per coniare le monete della Zecca, per lavorare l’avorio e i metalli. Tra i suoi appunti si trova una miriade di annotazioni relative a gioielli, a cominciare dai famosi “nodi” vinciani, che sembrano creati per dar vita a viluppi metallici da adattare ai braccialetti. Leonardo riuscì a trasformare in gioielli gli oggetti più prosaici, ad esempio impugnature di spade, bordure di vestiti, fibbie, cinture, tessuti.

Ebbe anche fama di “perito” di gemme e spesso alla corte di Ludovico il Moro gli si chiedeva un parere in vista di acquisti preziosi, come faceva, ad esempio, Isabella d’Este,

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/ di Sonia Sbolzani
ORAFO CULT

una delle donne più eleganti e influenti del suo tempo, con gusti raffinati anche in fatto di gioielli, dalle cuffie trapunte di perle ai monili da testa, dalle collane agli anelli. Lo stesso suo consorte Ludovico il Moro, nella celebre Pala Sforzesca della Pinacoteca di Brera, si fa ritrarre con indosso una pesante collana d’oro, mentre suo figlio Ercole Massimiliano, ancora bambino, raffigurato accanto alla madre, porta una cuffia d’oro ricamata e trapunta di gemme.

Dicevamo che l’esuberanza intellettuale di Leonardo travalicò il mero ambito della progettazione per sconfinare nella ricerca pura e applicata, finalizzata ad approntare miscugli da cui ottenere pietre sintetiche.

Sperimentò così la corniola, il calcedonio, il vetro mosaico, vari tipi di smalto e, soprattutto, le perle. Il celebre Codice Atlantico contiene una ricetta “segreta” da lui messa a punto per realizzare “perle grosse”, rigorosamente false: per ottenerle occorre sciogliere perle autentiche di piccole dimensioni in succo di limone, essiccarle e miscelarle con albume d’uovo, per ricavare una pasta da modellare a piacere. Sembra, tuttavia, che il Maestro non perseguisse il sogno di riprodurre le perle solo per motivi estetici, ma perché credeva fermamente nel loro potere terapeutico e di talismano. Un retaggio medioevale questo, sopravvissuto anche nell’illuminato Rinascimento: è certo, ad esempio, che a Lorenzo il Magnifico ormai agonizzante fu fatta trangugiare una cospicua pozione di perle triturate.

Non esistono documenti precisi attestanti la realizzazione di gioielli a opera di Leonardo in persona, che pure disponeva di grande manualità artigianale. Sappiamo, però, che molti operatori del mondo orafo dell’epoca frequentavano assiduamente la sua bottega: Boltraffio possedeva un tornio per modellare le pietre, Marco d’Oggiono era figlio di un orefice, Gian Giacomo Caprotti (detto Salaì) lasciò in eredità un piccolo tesoro di gemme grezze e lavorate. Da non dimenticare, poi, che molti disegni e dipinti di allievi milanesi di Leonardo abbondano di gioielli (si pensi ad Andrea Solario e Cesare da Sesto in particolare).

Comunque, resta la tradizione. Nel suo Alcune memorie dei fatti di Leonardo da Vinci a Milano e dei suoi libri (Philobibion Edizioni), Giovanni Ambrogio Mazenta riporta che il Maestro gestiva un’accademia, “un fecondo seminario di perfettissimi artefici... nell’intagliar christalli, gioie, avori, ferro, e nell’arti fusorie d’oro, argento, bronzo”. Il Mazenta aggiunge anche che il noto incisore e gioielliere Annibale Fontana, che fu uno dei più insigni esponenti dell’Accademia della Val di Blenio di Giovan Paolo Lomazzo, “professava d’aver da le cose di Leonardo appreso quanto sapeva”.

Mi piace ricordare il genio vinciano anche come “illustratore” dei solidi platonici, simbolo di perfezione per eccellenza e oggetto di studio di grandi pensatori sin dall’antichità, che con le loro forme ideali hanno ispirato forme e tagli delle gemme.

Al riguardo, dobbiamo citare il frate francescano Luca Pacioli (1445-1517) che nel manoscritto De Divina Proportione, dedicato nel 1498 a Ludovico il Moro e stampato a Venezia nel 1509, inserì la rappresentazione di poliedri tridimensionali disegnati da Leonardo con abilità straordinaria e precisione fotografica.

Il titolo De Divina Proportione si riferisce a quella proporzione che si ottiene calcolando il rapporto fra due lunghezze diseguali di cui la maggiore è medio-proporzionale fra la minore e la somma delle due; dal XIX secolo questo rapporto venne chiamato Rapporto Aureo o Sezione Aurea, rappresentato dal numero irrazionale “phi“ pari a 1,6180339887... grazie al quale è possibile realizzare il Pentagono, il Pentagramma e quindi i due solidi platonici più complessi: il dodecaedro e l’icosaedro.

La parte conclusiva del De Divina Proportione è composta da sessanta tavole illustrate in cui Leonardo elaborò delle rappresentazioni prospettiche dei poliedri sia nella versione “solida” che in quella “vacua”, presentandoli sospesi a un sottile nastro e sormontati da un cartellino recante il nome in lettere capitali romane. Gli originali di tali disegni sono oggi perduti, ma di essi rimangono le copie del manoscritto e delle versioni a stampa.

La collaborazione tra Leonardo da Vinci e Luca Pacioli (che fu anche l’inventore della “partita doppia” tuttora impiegata in contabilità) rappresenta la nuova visione della cultura che si stava formando in quell’epoca. Il matematico aiutò l’artista fornendogli una esaustiva spiegazione degli

Elementi di Euclide, che Leonardo fuse con gli insegnamenti prospettici pratici appresi dal Verrocchio e dai trattati dell’Alberti e di Piero della Francesca.

“Gli uomini di genio a volte realizzano di più quando lavorano di meno, perché stanno pensando invenzioni e formando nelle loro menti l’idea perfetta che successivamente esprimono con le loro mani”, Leonardo da Vinci dixit

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ARTLINEA

Nasce Dusk per i 40 anni dell’azienda

In occasione del 40esimo anniversario dalla fondazione dell’azienda, Artlinea presenta Dusk., la prima collezione dedicata al mondo maschile in Argento 925‰. Una Collezione che si distingue per le particolari note materiche e di forza cromatica, e dove il dettaglio è riconosciuto protagonista di una collezione contemporanea e preziosa, caratteristiche che la rendono perfetta anche per un pubblico trasversale. Per i gioielli è stato scelto un trattamento galvanico a base di Palladio e Oro Nero che conferisce alla Collezione particolare carattere e distinzione per i riflessi bruniti caldi uniti a note brillanti grazie all’utilizzo del diamante.

FALSINI

L’oro nero è la novità di stagione

L’oro di vari colori è stato scelto da Falsini come elemento per rendere più vivace tutta la produzione rinnovando così il look delle classiche catene intervallate dagli elementi distintivi, come farfalle, cuori e forme geometriche. In particolare, l’utilizzo dell’oro nero è la novità della stagione. L’ultima collezione è dedicata in particolare alle collane rigide: apprezzate per il loro design naturalmente elegante, queste creazioni continuano a essere un elemento di grande fascino nel mondo della gioielleria che si esalta con l’indubbia bravura e raffinatezza degli artigiani Falsini.

L’ORAFO ITALIANO
NEWS

GIOIELLI MONTENAPO

La rigorosa eleganza milanese

Alviero Martini 1A Classe presenta la collezione di gioielli Montenapo che ha come protagonista il lettering 1A Classe, con lettere singole che diventano un elemento decorativo dallo stile deciso e rigoroso. Montenapo riassume in sé la classe e l’eleganza italiana coniugata alla sobrietà milanese e celebra il cuore del quadrilatero della moda con uno stile contemporaneo, eclettico, metropolitan chic. Collane, bracciali, anelli e orecchini, in argento 925, disponibili nella versione in argento e placcata in oro giallo. G.V.

GRANI

Lo smalto come elemento distintivo

“Nuova stagione nuovi gioielli!”: è questo il must di Falsini, azienda orafa con sede a Subbiano, in provincia di Arezzo, dal 1978, le cui creazioni da sempre rappresentano un modo, per chi li sceglie, di raccontare e definire la propria personalità, veri distillati di tendenza che catturano l’attenzione a colpo d’occhio. Il brand per la bella stagione propone collane, catene lavorate con forme e colori nuovi, intervallate dai classici simboli di Falsini. L’esperienza dell’azienda, basata sui valori dell’artigianalità e della tradizione, ma anche sull’innovazione tecnologica più all’avanguardia, si traduce in nuove lavorazioni che raggiungono un risultato che ben si sposa con il trend della nuova stagione: fiori e farfalle animano le collane più lunghe, mentre i girocolli sfoggiano maglie classiche ravvivate da piccole incisioni e dai diversi colori dell’oro.

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NEWS

Nuove leghe e soluzioni galvaniche LEGOR

Si chiamano Andromeda e Jetblack e sono rispettivamente una nuova famiglia di leghe e una soluzione galvanica a base di Rutenio le ultime novità di Legor. Andromeda definisce leghe di Platino 950‰ in gocce pronte all’uso, più facili da pesare e con una riduzione del tempo di fusione del 20%: così anche il Platino, oggi offerto da Legor in formato graniglia, contribuisce alla creazione di nuovi gioielli dal bianco perfetto e brillante, assicurando performance ottimali sia in termini di facilitazione del lavoro che di resa produttiva fin dal primo utilizzo. Jetblak permette invece di ottenere gioielli caratterizzati da un finish lucido che va dal grigio chiaro al nero intenso, a seconda del tipo di additivo organico annerente utilizzato e della sua concentrazione.

LUX CORAL

In costante evoluzione

La ricerca delle migliori materie prime (perle, corallo, diamanti) direttamente nei luoghi d’origine, esperienza e tradizione orafa in continua evoluzione, oltre che cura e controllo eccezionale da parte dell’azienda di tutte le fasi di lavorazione esterne sono le caratteristiche di Lux Coral, casa fondata nel 1986 da Domenico Cosentino come laboratorio artigiano di lavorazione del corallo. Oggi, Lux Coral è presente sul mercato nazionale e internazionale con i brand LuxGioielli (gioielli in oro 18kt, diamanti e pietre preziose naturali), Freelight (gioielli in oro 18kt e diamanti accresciuti) e Dédié (il filo d’oro 18kt saldato al polso).

L’ORAFO ITALIANO 102

SWATCH GROUP

+18% nel primo semestre 2023

Ottime prospettive per la seconda parte del 2023 in tutti i mercati e segmenti di prezzo per Swatch Group che ha visto la chiusura del primo semestre con un fatturato netto di CHF 4 019 milioni, +18.0% rispetto all’esercizio precedente e che ha superato il precedente semestre record del 2018 dell’+8.5%, a corsi di cambio costanti. Crescita a due cifre in tutti i segmenti di prezzo del comparto Orologi & Gioielli, con la crescita più forte nel livello di prezzi più basso e con una crescita dell’utile netto pari a +55.6% a CHF 498 milioni. G.V.

MAGIE PREZIOSE

Design ispirato all’universo

Magie è uno stabilimento italiano situato nella campagna toscana, in provincia di Arezzo. La tradizione artigiana della produzione di gioielli trasmessa di generazione in generazione è il punto di forza di Magie preziose, azienda situata nella campagna aretina. Qui nascono creazioni progettate, modellate e realizzate all’interno della fabbrica con particolare attenzione a ogni fase del processo, dal bozzetto iniziale al prodotto finale che sono esercizi magistrali del Made in Italy. Come per il bracciale in argento 925 placcato Rutenio dove pianeti, stelle, nebulose e buchi neri sono rappresentati da perle e pietre sapientemente lavorati a mano.

NEWS

TUTELA CONCORRENZA

Lettera aperta a Federpreziosi

Tutela Concorrenza è un gruppo di circa 520 gioiellerie sparse su tutto il territorio nazionale, nato spontaneamente nel gennaio 2022. Sono numerose le tematiche commerciali che i negozi vivono che ha portato le singole realtà a unire, pur nel legittimo pluralismo delle visioni presenti, le forze per salvaguardare e promuovere gli spazi commerciali del retail tradizionale. Frutti di questo lavoro collegiale sono stati il Questionario Aziende 2023 (successivo a quello del 2022) e la Carta dei Diritti delle Gioiellerie.

Ora Tutela Concorrenza ha inviato una lettera aperta a Federpreziosi con un invito a condividere le proprie istanze, appartenenti a gran parte del dettaglio orafo italiano, facendosi promotori di iniziative di dialogo e operatività col variegato mondo delle aziende. Nella foto, Rino De Feo di Tutela Concorrenza.

ALESSI DOMENICO

Be Your Own Hero

Una collezione che punta al potenziamento individuale: Dinasty Collection di Alessi Domenico, pensata per la stagione 23/24, prende spunto dalla frenesia di un mondo che richiede di essere sempre più performanti per, invece, ricondurci a noi stessi. L’invito è non cercare un eroe fuori da noi, ma guardarci dentro, consapevoli e orgogliosi di chi siamo e di ciò che facciamo. La collezione è formata da collana, bracciale, orecchino e anello in oro giallo/bianco/rosa e diamanti, adatti sia a un pubblico femminile, sia maschile, e si traduce nello slogan “Be Your Own Hero”, centro della nuova campagna pubblicitaria del brand.

NOVA GEMS

Un

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Nova Gems (www.novagems.it) si occupa della selezione e fornitura di diamanti, pietre preziose, semipreziose, sintetiche e perle, per le fabbriche e i produttori di gioielleria e oreficeria del nord Italia ed è rivenditore unico e ufficiale della zona per Preciosa, azienda leader nella produzione di pietre sintetiche e cubic zirconia in tutto il mondo. Alla prima sede di Vigodarzere (PD), da due anni si è aggiunto il nuovo ufficio di Valenza (AL), con personale e agenti sempre disponibili per il servizio clienti. Negli ultimi anni, l’azienda ha consolidato e aumentato la rete strategica di fornitori per quanto riguarda i diamanti e le pietre dure. Il materiale prezioso selezionato arriva da Anversa (per i brillanti), dall’India e dalla Tailandia e negli uffici di Nova Gems subisce un’ulteriore selezione accurata ed efficiente. nuovo uffico a Valenza

WATCHES OF ITALY!

Torna con la quarta edizione

Giunge alla 4a edizione, la prima mostra-mercato nazionale dedicata alla produzione orologiera italiana che si terrà il 14 e 15 Ottobre 2023 presso il Museo delle Macchine Agricole “Orsi”, a Tortona. L’edizione 2022, con 56 marchi presenti, ha permesso ad oltre 4.000 visitatori di fare il “Touch and Feel” di nuovi prodotti, conoscerne i produttori oltre a poterli acquistare in loco. W.O.I. è la conferma che l’orologeria italiana è più viva che mai. Tra i brand da tenere sott’occhio: Venezianico, Officine Tecniche, Out Of Order, Memphis Belle e VeriWatch. G.V.

UNOAERRE

La collezione Chicco in prezioso argento

La linea distintiva e iperfemminile dei gioielli Chicco si unisce al prezioso argento per una collezione dal fascino unico e minimal chic. Chicco è ormai un classico d’eleganza dal carattere glamour perfetto per valorizzare ogni outfit in ogni occasione, veri e propri passe-partout da portare sempre per esprimere il proprio stile e la propria unicità. Negli anelli il design contemporaneo e iconico della maglia Chicco di riso acquista ancor più eleganza grazie a pietre naturali colorate, perle e luminosi zirconi per accessori e regali speciali. Bracciali e collane in versione classica o a intreccio, sono poi i tratti distintivi che da soli possono costruire un look.

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NEWS

DOVE L’HOSPITALITY È PROTAGONISTA

VENEZIA – CA’ DI DIO

A due passi dalla Biennale, su Riva degli Schiavoni, davanti all’isola di San Giorgio, dal 1272 Ca’ di Dio svolge sempre la stessa funzione di ospitalità: alloggio per pellegrini diretti in Terra Santa e ospizio per donne in difficoltà nel passato, ora si è trasformata in dimora di lusso per turisti. Ristrutturata con un progetto durato due anni da Patrizia Urquiola, Ca’ di Dio è un elegante rifugio della collezione VRetreats, parte del gruppo Alpitour, con 57 suite e 9 camere deluxe, ciascuna con una vista unica: del bacino di San Marco o dell’isola di San Giorgio Maggiore, del rio adiacente la struttura o delle corti interne. Alla dimora si aggiunge il ristorante VERO Venetian Roots, dove tutto è fatto rigorosamente in casa e il menu à la carte cambia secondo il ritmo delle stagioni.

MILANO – SANTA SOFIA

Al termine di 4 anni di lavori realizzati dall’interior contractor Concreta, su progetto e direzione dello Studio Marco Piva, adesso il Santa Sofia Milano, parte della Radisson Collection, non è meta solo per chi arriva nella capitale meneghina per il business: trasformato com’è in tempio dell’ospitalità più pura, presenta elevati standard estetici, di funzionalità e di uso efficiente delle risorse, con l’obiettivo di ottenere la certificazione LEED livello oro. Bandite le aree meeting per fare spazio a piscina, spa e 1.240 metri quadrati di spazi f&b polifunzionali, che, all’occorrenza, possono peraltro diventare ambienti per riunioni e congressi.

CHIANTI – HOTEL PIEVE ALDINA

Collocato a Radda in Chianti, in un contesto secolare immerso tra distese collinari, uliveti e vigneti lungo la Chiantigiana, il boutique hotel Pieve Aldina, del gruppo francese Domaine de Fontenille, progetto di Pierattelli Architetture, punta su una ospitalità che fonde storia e benessere esaltando il territorio. Circondato da 40 ettari di uliveti, Pieve Aldina fa parte della prestigiosa collezione Relais & Châteaux e conta 22 tra camere e suite, una piscina esterna, una SPA e il ristorante Le Rondini. Curato dallo chef Flavio Faedi, il menu propone la tipica cucina toscana con piatti come la Panzanella tradizionale, la Pappa al pomodoro, i Pici freschi, la Fiorentina di Chianina, utilizzando solo materie prime provenienti da produttori locali.

L’ORAFO ITALIANO
I CONSIGLI DE L’ORAFO ITALIANO
Boutique hotel e dimore di design che fanno la differenza

ENGLISH TEXT

section dedicated to second-hand luxury jewellery, to various pawnshops for enthusiasts of the 80s or 90s aesthetic; from Vestiaire Collective (it.vestiairecollective.com) which is a real luxury eBay, to 1st Dibs (1stdibs.com) with a wide range of used jewelry and watches, Cudoni (cudoni.com) and The RealReal (therealreal .com).

Founded in 2022, Wave Antiques (waveantiques.com) is a recent addition to the antique jewelry market with a selection of one-ofa-kind pieces from the 1800s to the 1990s. Finematter (finematter. com) is a site where customers can recycle unwanted jewelry and receive discount coupons to use on a new piece of jewelry from one of the 60 independent designers on the site.

P. 40 | The revenge of second hand

The second hand market is in full expansion: it has never been as active in 2023, with a surprising ROI

The global sales of second hand luxury articles have been 35.2 billion euros in 2020 and, according to the analysis of the management consulting firm McKinsey & Company, they will grow by at least 15% over the next ten years.

Following the trend, in 2023, the market of pre-loved, vintage and ancient jewels, also thanks to the new platforms that make it easier to sell, has been very active, with an unprecedented return on investement (ROI). According to the statistics website Statista, in fact, from an estimated value of 444 million dollars in 2021, it will grow steadily to an astonishing 1.3 billion dollars by 2027. The pandemic, the digitalization and the generational change have contributed to this change. In fact, with regard to the latter, the buyers are younger and younger and seem more willing to buy second hand products compared to previous generations.

What’s more is that, according to a research by The Business of Fashion, a statistical and analysis agency for the luxury world, and McKinsey, interest in second-hand jewellery from designer brands such as Van Cleef & Arpels and Cartier is expected to overtake the fine jewellery market and reach up to 30% of the entire sector by 2025. The reasons

There are many reasons to buy second hand jewellery, from the more affordable prices to the sustainability credentials, as well as the investment opportunity. In fact, when you buy something brand new, the value immediately decreases, while second hand luxury items are more likely to maintain their value over time. It’s a financial investment that mainly comes from the rarity of the piece, its provenance, its historical association and the quality of craftsmanship. Moreover, vintage jewellery offers personality and character, often more than many contemporary collections, both in terms of design and due to their fascinating history that is just waiting to be discovered. The second hand market offers the possibility of owning a piece of jewellery history, whether it’s an ancient creation that connects us to another era, or a true collector’s item that is no longer produced but is made in an excellent way, the greatest expression of craftsmanship that transcends time and fashions. Antique jewellery was made to last and at the time fast fashion was not yet a mission for the jewellery houses, that hadn’t contaminated their traditional goldsmith skills.

Another reason for this type of purchase is the price, because vintage jewellery can be less expensive, as confirmed by Carlo Eleuteri, an institution in vintage jewellery with a famous shop in via Condotti in Rome but also with outlets in New York, Doha, Sankt Moritz and Porto Cervo: savings of around 20-30% can be achieved on designer labels, while for unsigned ones up to 50% less. There’s also the ethical aspect, i.e. the reduction of environmental impact: buying an already existing jewel that does not require mining, materials and related processes.

The web

More or less niche and specialized websites thrive on the web: from the online marketplace Farfetch (farfetch.com) with an entire

With the aim of making the second hand market more transparent, Richemont has recently launched Enquirus (enquirus.com), a neutral digital platform that aims at combating the theft of watches and jewels. The Enquirus database already has more than 175 luxury watch brands and several pre-loaded jewelry brands to facilitate customer registration. Thousands of users have already uploaded over 28,000 watches and jewelry registered as lost or stolen.

The trusted expert

To purchase pieces of a certain value, however, it’s important to choose a jewellery resale expert who can offer a fair market evaluation of their goods and who understands their intrinsic value, authenticity and provenance. Not just a simple retailer, but a specialized jeweller or a reliable auction house. Eleuteri explained that “Being the first buyer of the jewel and not just a broker for the sale, the jeweller offers the customer security and high guarantees, understanding the real value of each jewel. Thus a lasting relationship of authority and trust is generated with the customer, which does not end a few days after the purchase. In fact, some professionals offer customers the possibility of being able to return the jewel to the boutique even years later to be able to exchange it for something different, which of course only further increases the value of the object”.

According to Eleuteri, except for the world of collecting, the market prefers yellow gold jewels with diamonds, from the 70s/80s, by fashion houses such as Cartier, Bulgari and Van Cleef, while interest in those in white gold and platinum with diamonds seems to be fading. “Fashion is cyclical,” said Eleuteri. “So even objects that are currently receiving less appreciation, although of excellent manufactures, could be of great interest in the near future, especially if they are from the 1930s and 1940s”.

Auctions

Another secure purchasing channel is that of auctions. Vittoria Bianchi of the Faraone Casa d’Aste, specialized in the auction sale of jewellery, watches and luxury goods mainly from the 20th century, confirms that a respectable auction house ensures the authenticity of the precious, whether it’s a new or vintage jewel or a watch; while in the case of gems it provides, if it’s not available, the certification of the same.

Bianchi said that “the price is set by the market, it varies according to the demand of the moment, the stock market value of gold and diamonds and also the fashion. Everything comes back in this field too, however the auction bases of jewels still in production are around a third of the boutique price: this is to trigger the competition between participants and arrive at a clearing price, in most cases lower than that of the new. This reasoning does not include iconic collections of international brands, designer jewels no longer in production, jewels with rare gems or vintage jewels with extremely prestigious craftsmanship”. At the moment the demands for everyday jewels are the iconic ones of the most prestigious brands (Love Cartier bracelet, Buccellati band ring, Alhambra by Van Cleef & Arpels in the lead) while regarding a forecast on the most profitable jewels to keep under watch out, Bianchi suggests focusing more on untreated gems and diamonds rather than on design, without neglecting the watch market: in particular Patek Philippe and Audemars Piguet.

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P. 44 | “Jewelry Influencer” profession

Exponential growth for “influencer marketing” in jewelry: 49% of consumers follow recommendations from influencers on Instagram, Twitter or YouTube

Influencers have become some of the most authoritative voices in the fashion and, consequently, in the jewelry industry. Through Tweets, Reels, Lives, Stories and Feeds they have helped shape the way people think about jewelry, to such an extent that many brands consider them as essential partners in promoting their products. Through their engaged following on social media, they can help drive sales and increase the brand awareness. Additionally, they often have a deep understanding of the industry and trends, making them valuable advisors to brands, and are likely to play an even greater role in increasing their ROI and shaping the future of the industry.

On the other hand, more and more brands are turning to influencer marketing to expand their reach and generate business opportunities: according to Influencer Marketing Hub, the market has grown from $1.7 billion in 2016 to $9.7 billion in 2020 and rocketed to $13.8 billion in 2021. This year, the market is expected to expand into a massive $16.4 billion industry. Mentions, giveaways, product reviews, jointly designed collections are just some of the many creative ways to get a brand noticed by the vast following of fans & followers that influencers boast and which sometimes exceeds a million, although in the field of jewelry they always remain niche and a limited number given that to become a Key Opinion Leader (KOL) in the sector, you must have in-depth knowledge of the subject.

In the end, all this creates a climate of trust between the final customer, the influencer and therefore the brand which, although it does not translate into an immediate sale, leads the influencer’s recommendation to be decisive both in the simple choice of jewel for the outfit of the day and in the case of a significant investment. An important role that far exceeds that of a celebrity, now mainly followed by the more mature generations.

According to Nielsen Scarborough, a US market research company, only 19% of Americans make product purchases based on recommendations from celebrities, while 42% (mainly Millennials and Generation Z) rely on the opinions of people in whom they can identify themselves, the influencers precisely, voices seen as authentic because they are not promoters of products only for money.

Instagram is the preferred channel for influencer marketing campaigns, despite having fewer monthly active users (1.3 billion) than Facebook (2.89 billion), according to Influencer Marketing Hub. Curiously, TikTok surpasses Instagram in terms of interaction, but it

seems like a medium that has yet to be fully explored by jewelry influencers.

Theories from influencer marketers suggest working with a combination of mega-influencers (over 1 million followers), macroinfluencers (500,000 to 1 million followers), micro-influencers (10,000 to 100,000 followers), and nano- influencers (from 1,000 to 10,000 followers), however the numbers are relative: what matters is the connection relationship of each of them with their audience, the quality of the content, their engagement rate, the degree of involvement and value of Key Opinion Leaders.

You need to be selective: choose the right ones, in line with the brand in order to connect to the audience in an effective and suitable way. Here there’s a short selection of those specialized in the sector, to keep an eye on.

In the order of Instagram followers, although it’s decisive only to a certain extent, let’s start with Tracey Ellinson, @TheDiamondsGirl, who opened her profile in 2014 and rapidly achieved a global reputation.

Tracey travels the world searching for classic and contemporary items of high jewelry, in addition to finding new design talents. One of the few influencers who can present the new collections of Graff, Harry Winston, Moussaieff and other her internationally renowned brands. Her travels to emerald and diamond mines are particularly interesting. She has over 1,000,000 followers on Instagram and over 100,000 followers on Facebook.

Bebe Bakhshi - @ChampagneGem follows with her 910,000 followers: of Persian origins she lives in her adopted country, Australia. She has always been a jewel enthusiast and she opened a blog in 2011, but with the evolution of social media she opened an Instagram profile and is now active on all social media: including TikTok, Facebook and Twitter. Collaborating with renowned international jewelry houses (at the beginning only Harry Winston and Graff, but today with different brands, styles and creations) her taste has changed drastically. She loves the classic style but seeks a touch of originality and appreciates the rarity and beauty of rubies, emeralds and sapphires, but also Paraiba and tourmaline as well as her new obsession: pearls. She also tries to raise awareness on how the extractive industry has evolved over the past 50 years, and the rules and procedures put in place to protect miners and resource countries.

Always traveling the world, Katerina Perez, @katerina_perez, has managed to turn her passion into a thriving career as an influential voice in the industry. With more than 419,000 followers on Instagram, she is yes an influencer, but much more an expert in the industry with more than 13 years of experience. Trained as a gemmologist at the Gemmological Association of Great Britain (Gem-A) while working for Tiffany & Co., Paris-based Russian Katerina spent time at Chaumet, Asprey and Boghossian, gaining experience in sales and management . In 2011 she changed career becoming a freelance journalist and content editor. She established her website and Instagram platform in 2013, as one of the first writers to bring fine jewelry online. Katerina is highly regarded for her expert opinions on the exceptional designs she discovers on her travels. Her words have appeared in many publications, including Vogue, L’Officiel and Robb Report. Moreover Katerina was the first jewelry influencer to win an award from the World Influencers and Bloggers Association (WIBA) in 2021 for her work.

On the national territory instead, Laura Inghirami, @donna.jewel, is not only one of the main influencers in the sector with over 130,000 followers but a young Tuscan entrepreneur who founded the digital company Donna Jewel in 2017. The latter enhances the excellence of the sector, communicating the stories of emerging talents, designers, companies and Maisons through digital channels and tailor-made projects. Representing Made in Italy and moved by the curiosity to know the stories of the best Italian artisans in the sector, in 2019 Laura began the Grand Tour, an itinerant journey in Italy to discover artisan excellences unique in the world.

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P. 48 | The retail universe after the pandemic

Chiara Pisa’s opinion, managing director of the historic Milanese shop Pisa Orologeria

How has jewelry and watch retail evolved in this “post pandemic”, with the Russia-Ukraine conflict prolonging and with the increasingly imposing advent of social media and e-commerce? Chiara Pisa, is the current managing director of the historic Pisa Orologeria, and is part of the third generation of the founders, the Pisa brothers. She explains this to us talking about tradition, about her almost poetic passion for precious jewels and using a contemporary gaze. Pisa Orologeria started from a small shop in via Verri, founded in 1940 by Osvaldo and Ugo Pisa. Today it’s a flagship store of over 1200 square metres, three Quick Service laboratories and five single-brand boutiques, and it’s an indisputable reference point in the sector due to its prestige, its authority and its history.

Pre and post pandemic retail: how has it changed?

“Definitely in its modalities. The watch and jewelry sector has always been a little more “traditionalist” than other luxury products. According to the opinion of art galleries and museums, it was believed that highly valuable art artifacts such as watches and jewels needed direct contact with the customer so that they could be truly appreciated and understood in their craftsmanship. The digital medium was intended as a visual medium, for consultation only: the possibility of using it as a means of purchase was rare because of the widespread belief that e-commerce deprived precious objects of their artistic soul, reducing them to mere consumer products. What we have been experiencing in recent years has led to a change of mind on certain beliefs and has highlighted the “walls” that the sector had put up to defend itself from the very rapid advance of technology. The maisons have understood that there can be an harmonious coexistence between the two realities, physical and digital, and they can support each other without there being competitive factors to oppose them”.

Let’s talk about e-commerce: does it make sense to buy an object like a jewel, with so much “empathic value” (when it’s not treated as an investment asset) without “living it”?

“It’s the famous million dollar question which has been widely debated and which continues to be a source of reflection. If we look at the question from a sociological point of view, I’d say yes:

contemporaneity has shown us that this formula, that has been far from the jewelry business for years, finally worked and lasted, contradicting those who saw the period of Covid limitations as an ephemeral success that would end with a return to normality. The current digital platforms, especially considering their success, have evolved so much as to be able to offer consultancy that lives up to expectations. They are actually comfortable to avoid long journeys for the customer. E-commerce proves to be particularly performing especially when it comes to buying well-known iconic references, in which there is no need to discover and experience the jewel at the time of purchase because it’s already well defined in the customer’s mind. However, in my opinion, the matter is different for those jewels that I define ‘of the heart’. In this case, I think that the boutique experience remains essential”.

Is it necessary today to integrate a physical point of sale with an e-commerce or are there still characteristics and types of customers that require physical contact?

“You can’t fight the passing of time. Time is like an indecipherable sea that must be sailed with care, reasonableness and common sense, finding the right compromise to navigate it safely. Pisa Orologeria has always found its guiding star in the harmonious coexistence of tradition and innovation. We carefully study the evolutions of the present and eventually adopt the most interesting ones in terms of customer service, but we never forget the centrality of human value. I’ll never get tired of repeating that no machine, no platform, no application, even perfect, can ever replace the warmth and human experience that a person brings with them. In jewelry it would be a tremendous contradiction, even an offense, since it is precisely craftsmanship that gives life to the works of art that we then wear. This awareness is well rooted in most of our customers, who, despite everything, prefer interpersonal contact to technological mediation. It’s no coincidence that, especially in recent years, we have devoted much of our attention to rethinking our physical spaces”.

Is it possible to draw up a typological portrait of the various customers? Is it linked to age and geographical location, therefore cultural?

Nowadays it’s not taken for granted. From multicultural Milan to the fluctuating flows of foreign visitors, it’s not immediate to outline a specific profile of jewelry customers with certainty. As far as our Salone dei Gioielli is concerned, what emerges is a difference that mainly concerns our Pisa Diamanti brand compared to the other brands with a more international scope. Our idea of jewellery, influenced by our personal perception of sober and timeless elegance, by the values that have always distinguished us and by references to the Italian tradition, are obviously closer to the personality of our compatriots, even if they never fail to amaze foreign visitors, fascinated by our creativity. The latter, more oriented towards trend research, above all ask for iconic references from international brands, which become recognized and recognizable symbols of value and exclusivity.

Contrary to the collective imagination, which only see people in their forties or older in the jewelry public, young people represent the majority of our customers, thanks to the constant commitment of the maisons to “rejuvenate” the past dictates of this art, making it more versatile and less restrictive”.

Social media: is it an essential presence today?

“I believe that they can no longer represent a choice, but a ‘must’. Obviously everything depends on the retailer’s intentions, but if you have the desire to let your business be discovered without any geographical boundaries limiting it, social networks represent a very valid tool that combines ease of use with a limited expenditure of resources. Moreover, let’s not forget that social networks have entered our daily lives so deeply as to lead customers to take their

L’ORAFO ITALIANO 110
111 TEATRO ALLA SCALA PROVE APERTE 2023 Teatro alla Scala, domenica 1 ottobre 2023, ore 10.30 Con il sostegno di Main Partner In collaborazione con Media Partner Coordinamento generale Con il patrocinio di oppure scrivi a biglietteria@aragorn.it | Altre prevendite www.vivaticket.it Biglietti da 5 a 35 euro (esclusa prevendita) Info e prenotazioni inquadra qui

Oggi più che mai puoi leggerci dove, come e quando vuoi

edifis.it

presence for granted: often, in fact, the first acquaintance with a brand, a shop or a product takes place on social media and many times by pure chance. More than the website, consulted at a later time for more in-depth research, these apps represent the most instinctive source of research, also because, through tags and mentions, you have the opportunity to get to know companies not only from the point of view of the brand itself, but also through the eyes of the customers, allowing the curious ones to get to know the companies from different aspects and no longer from a one-way perspective”.

Difference between large sales outlets, small shops and franchises: what role does trust play today in the purchase of an important asset both in terms of value (investment) and emotionally?

“We always aim at enhancing the emotional component of a jewel and a watch, because that’s the greatest value that makes them precious works. Art is closely linked to emotion, it’s its soul, its trait of nobility and one cannot exist without the other; it seems impossible to me not to feel anything in front of an artwork, a painting, a castle, a film or a jewel because the emotion is the starting point for painters, architects, film directors and goldsmiths to create their work. I’m perfectly aware of the economic value that these precious objects have and of the fact that they can represent a way to insure your capital and the thing in itself is anything but condemnable. However, I believe that it becomes condemnable when only this aspect is highlighted, from which sad phenomena arise that have very little nobleness”.

The role of retail marketing: Pisa Orologeria is an important business. If possible for you, what should a small shopkeeper do to… “resist”?

“I’ve never felt like giving advice; what I always do is tell my experience and that of those who have preceded me with the hope that it will give strength to those who believe in a dream. Ours is a particular story: we started from the bottom in a dramatic historic moment for Milan, when everything seemed uncertain and there were no guarantees. The strength and far-sighted vision of my grandfather, which then continued with his daughters and now with me, have allowed us to build a recognition that aims above all at human value. Large numbers have never distanced us from our customers: even though we have evolved and expanded, we have always maintained a management philosophy much more similar to family realities than to the typically entrepreneurial one. We have certainly adopted the most interesting aspects of the latter, but always with a view to customer service and not in an ‘egoic’ vision aimed at self-aggrandizement. I think this aspect has led to such appreciation from our customers, in addition obviously to the professionalism that we have built in 83 years of work. Proximity to the customer is the basis of any healthy commercial relationship and it’s precisely on this that we must always aim, regardless of the size and reputation of the company”.

Sustainability: is the customer always sensitive to this component? Recent studies show that Millenials, for example, seem particularly attentive to this aspect: in your experience is this true? What can a store do to emphasize and communicate this aspect?

“It’s a particularly sensitive topic and since the relationship with our customers is not limited only to the commercial side but is always an opportunity for informal discussions, I realize how sustainability is often one of the most discussed topics with them. The fight against waste has always been part of our family, as has the constant commitment to using recycled materials or the choice to favour the use of glass instead of plastic. Small things that make a difference in the end. I’d also like to underline how the Manufactures themselves are often at the forefront in terms of sustainability and environmental protection: Rolex and Blancpain, for example, have

been fighting for the protection of the oceans for a very long time; Panerai has begun to use recycled steel for some of its references; Chopard makes extensive use of the so-called ethical gold, through which the waste of raw materials is limited. Sustainability represents a social theme that embraces every context and every institution”.

The loyalty of big brands: small companies, with less bargaining power than the big ones, complain about the imposition by manufacturers of products that are of little interest to them: is it true or is it a pseudo-problem?

“There is no doubt that commercial logics have actually changed in recent years, but in our case the problem has not arisen: right from the beginning of our sales activity we have decided to present a brand in its entirety, without ever focusing solely on on ‘hot references’. This decision has always been taken with the utmost freedom and without any imposition on the part of the Manufactures, with the awareness that even among the less iconic models there were and still are pieces of particular technical and aesthetic relevance. It’s certainly a more risky move to also focus on lesser-known references and which may not be understood immediately, but we have always been rewarded positively for the challenge undertaken”.

Can you tell us about the jewelry collection of Pisa Orologeria?

“The idea of opening up to jewelry was born in 2014 from a dream of my mother Maristella, which then came true above all thanks to numerous requests from our customers. We started with a project halfway between watchmaking and jewelry, a line of jewelry called “Lancette” in gold with diamonds, whose shape precisely recalled that of the hands of a watch declined in various styles. The positive feedback from this initial project convinced us that watches and jewelry could coexist harmoniously within our spaces: “Lancette” then evolved into “PISA Diamanti”, our first real corporate jewelry brand which draws inspiration from the idea of beauty, elegance and style that have always distinguished us. The heart of our production is deliberately characterized by simple and soft lines, which highlight the purity of the diamonds and their symbolic meaning. There is certainly no shortage of particular creations with more sparkling shapes, often enriched with colored stones such as peridots, amethysts and tourmalines, which are returning to being particularly appreciated especially by younger customers. The Salone dei Gioielli is the realization of a personal dream that has found its raison d’être in a desire expressed to us for a long time by our customers”.

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P. 60 | Tiffany & Co.: Story of a Legend

The wise evolution of a maison born as a “stationery and fancy goods” store

In the 30s of the 19th century, New York represents a land to conquer for whoever had some money and entrepreneurial plans. In 1837, Charles Lewis Tiffany, the 25-year-old son of a textile entrepreneur and his former school mate John B. Young opened a “stationery and fancy goods” store at 259 Broadway. These are the origins of the 200 hundred-year-old legend, global luxury icon and symbol of craftsmanship and excellence.

Gentlewomen, not only from New York, soon discovered Tiffany & Co., an emerging American style far from the European design of the time, sunk in ceremonial stylistic features and Victorian Mannerist opulence.

In 1845, the Tiffany & Co. Blue Book is the first mail order catalogue in the United States. Immediately loved by customers, it soon turns into a showcase for the brand’s fine jewelry.

The first awards arrive, starting from 1867 at the Universal Exposition in Paris, where for the first time an American design company is honoured by receiving the bronze medal for silverware. Tiffany stands out from its compatriot companies for being the first to use the British silver standard (92% purity) and creates the first American design school. In 1870, it was already recognized as the leading US goldsmith company, and with single-brand stores in London and Paris it further expanded its global influence.

In 1878 it bought one of the largest and most valuable yellow diamonds from the Kimberley mines. Baptized with the name of “Tiffany Diamond” it is cut from 287 carats to 128 carats, creating 82 faces for a legendary brightness and becoming an example of Tiffany’s high goldsmith craftsmanship.

In 1886, the maison introduced the engagement ring as we know it today, the Tiffany® Setting, i.e. with the diamond no longer framed but raised from the band to shine even more.

Charles Lewis Tiffany redefined the glamor and style of his brand with the purchase of jewelry from French aristocrats in the 1840s, and thanks to him the first important precious stones appeared in America, to such an extent as to be dubbed by the New York Times : the “King of Diamonds”.

The maison’s collections continued to receive honors and recognition in the most important international exhibitions, such as the Universal Exhibition in Paris in 1889. This led to the nomination of Tiffany as “Royal Jeweller” of the European royal families, as well as of the Ottoman Emperor and the Tsar of Russia.

In 1902, Louis Comfort Tiffany, world leader in the American Art Nouveau movement and in the Arts and Crafts, succeeded his founding father and became the first Artistic Director, renewing the offer with new designs and styles.

Tiffany’s most important clients are the prominent members of American society: from the Vanderbilts to the Astors, from the Whitneys to the Havemeyers, but also President Lincoln and the young Franklin Roosevelt, who bought an engagement ring there in 1904.

In the 20th century, the design choices of the maison captured the spirit of the times and of the artistic avant-garde: from the excess of the 20s to the modernism of the 30s, to the aerodynamic era of the 40s and 50s. In those years, icons such as Jacqueline Kennedy Onassis, Elizabeth Taylor and Diana Vreeland were not immune to the charm of Tiffany & Co.’s proposals. Over time, the House has welcomed different and visionary designers who have left a strong stylistic imprint. Among all, the legendary Jean Schlumberger; Elsa Peretti®, who interpreted the 70s with elegant simplicity and natural forms; who was followed by Paloma Picasso® in 1980, with jewels of daring originality.

Nature has always played a fundamental role both in terms of

creativity and materials: Tiffany is in fact one of the first supporters of standards for socially and environmentally responsible jewelry. In 2012, it celebrated the 175th anniversary and set the Tiffany Diamond in a magnificent necklace that embodies the highest standards of excellence of the brand, which today is a worldrenowned brand with over 300 stores worldwide and a workforce of more than 14,000 employees including 3,000 skilled craftsmen. In the last decade, the maison transformed its collections based on the philosophy of “daily luxury”, becoming even more sustainable. In 2014, it introduced the Tiffany T collection, an image of a new era, designed with a “T” motif emblematic of the current luxury house. A new chapter in the evolution of the brand is represented by the Tiffany True® ring, the House’s first engagement ring design in over a decade. In addition, Tiffany & Co. just reopened the doors to its Fifth Avenue flagship store, known as “The Landmark,” after a complete renovation since it opened in 1940. More than a jewelry store, a cultural centre: designed by legendary architect Peter Marino and the OMA New York studio, led by visionary Shohei Shigematsu, the store represents a new step for the brand, offering an immersive experience that is a tribute to Tiffany’s legacy and its authority as a supplier of the best diamonds in the world. Integrating the 10 floors of the Landmark there are nearly 40 artworks, including neverbefore-seen artist-commissioned pieces from Tiffany as well as works by renowned artists, including Damien Hirst, Julian Schnabel, Rashid Johnson, Anna Weyant and Daniel Arsham.

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