l'Orafo Italiano 01 2023

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ALESSI DOMENICO IN CASO DI MANCATO RECAPITO INVIARE AL CMP DI MILANO ROSERIO PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE PREVIO PAGAMENTO RESI GENNAIO 2023 € 5,00

AREZZO - ITALY

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Foto di Claudio Minenti
STAND 128
Falsini
Art S.r.l www.falsiniart.it - VICENZAORO HALL 4 -
Creazioni di Andrea Falsini

amencollection.it VicenzaOro Hall 1 Stand 140-160

ITALIAN
WWW.ALESSIDOMENICO.COM
CHAINS SINCE 1946
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ITALIAN CHAINS SINCE 1946

ANNO LXXVII - GENNAIO 2023

DIRETTORE RESPONSABILE ANDREA AIELLO

COORDINAMENTO EDITORIALE LAURA BARSOTTINI

COLLABORATORI SIMONA INFANTOLINO, LAURA INGHIRAMI, GIANFILIPPO VERSARI

ART DIRECTOR FABRIZIO MAJERNA COVER CLOSE UP STUDIOS

PUBBLICITÀ dircom@edifis.it

TRAFFICO PUBBLICITARIO FRANCESCA GERBINO francesca.gerbino@edifis.it

STAMPA AZIENDE GRAFICHE PRINTING S.R.L. – VIA MILANO 3/5 – 20068 PESCHIERA BORROMEO (MI)

EMAIL orafo@edifis.it

WEB SITE www.orafoitaliano.it

PREZZO PER COPIA € 5,00 / ARRETRATI € 10,00

Registrazione Tribunale di Milano N° 1038 del 10/01/1949. Iscrizione al Registro degli operatori della comunicazione n° 06090. Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi del Reg. EU 679/2016 l’Editore garantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico.

Ai sensi dell’art. 15 il ricevente ha facoltà di esercitare i suoi diritti fra cui la cancellazione mediante comunicazione scritta a EDIFIS S.r.l. - Viale Coni Zugna 71 - 20144 Milano (o ai riferimenti sotto trascritti), luogo della custodia della banca dati medesima.

l’Orafo italiano, una rivista edita da:

Edifis S.r.l. Viale Coni Zugna, 71 20144 - Milano - Italy Tel. +39 023451230 / Fax +39 023451231 www.edifis.it

Partner di:

Come leggere il presente e immaginare il prossimo futuro? Come interpretare i tanti segnali, positivi o negativi, con buon senso, prudenza ma anche coraggio? Quale mercato ci attende nei prossimi anni?

Queste domande, pur nella loro semplicità, non sono banali come possono apparire: viviamo in un’epoca straordinariamente complessa, instabile, mutevole. Compilare un budget, ipotizzare i costi di produzione, scegliere i mercati più promettenti e, più in generale, fare una previsione aziendale, è divenuto un esercizio più vicino alle arti divinatorie che alle scienze economiche. Per questo, oltre alla propria esperienza, occorre affidarsi ancor più di prima alle poche ma solide “certezze” che interessano il nostro settore.

I buoni clienti, quelli che dopo aver comprato si confermano buoni pagatori. I buoni fornitori, quelli che si dimostrano sempre e comunque disponibili e che si mantengono corretti nei prezzi, anche negli inevitabili aumenti.

E poi gli “hub” di scambio, commercio, informazione, networking. Tra questi, sicuramente Vicenzaoro che ha saputo mantenere le proprie promesse nel tempo e che – non senza qualche difficoltà, difetto o eccesso della gestione precedente – ha dimostrato di essere una delle manifestazioni fieristiche più importanti per il settore, a livello globale. Merito di IEG, dei suoi vertici e dei suoi manager, in primis Marco Carniello. Ma merito anche, e soprattutto, della base produttiva italiana, dei suoi celebri distretti, di tante imprese e imprenditori, artigiani e artisti che continuano a rendere così bello e unico il Made in Italy.

Noi dell’Orafo Italiano, nel nostro piccolo, abbiamo sempre cercato di portare acqua pulita a questo mulino. Evidenziando sul nostro giornale e nel nostro “ecosistema digitale” (i cui numeri sono in costante crescita) storie di persone, aziende, prodotti che meritano di essere conosciute, raccontate, ricordate. Senza scendere a svilenti compromessi, senza accettare condizioni scorrette. E per quest’anno, il 2023, siamo quindi particolarmente felici di annunciare che oltre ai numeri di Gennaio e Settembre, usciremo con un fascicolo anche a Maggio. Assecondando così il mercato e le sue richieste, dando più spazio ai protagonisti del meraviglioso mondo della gioielleria e dell’oreficeria.

Ci vediamo a Vicenza, buona lettura.

EDITORIALE

PEOPLE & BRANDS

Orchidea Preziosi - il dettaglio che fa la differenza

Kitty – Lo spirito globale dell’oro

Forever Unique – Una passione che nasce dal sapere

Rue des Mille – Un sogno che diventa realtà

Magie Preziose – Artigianalità e design all’avanguardia

Legor – Tradizione, innovazione, sostenibilità

Lux Coral - Nuove idee in linea con la tradizione

Femar – Tecnologia al servizio dell’uomo

Falsini – Un’azienda in continua evoluzione

CLOSE UP

San Valentino

TrendForecasting

GRAND TOUR

Jewelry: The MAM Award Talents

Natsuko Toyofuku

Paolo Pagliai

Vincenzo Aucella

CASE HISTORY

Sissy Tranchese – La forza vincente della napoletanità

Buccellati – Una storia lunga oltre 100 anni TREND Classic

INSIDE JEWELRY

Federorafi - Il report sul primo semestre 2022

Club degli Orafi: trend e previsioni positive per il 2023

Altagamma – Prospettive positive di crescita anche per il futuro Deloitte – Dall’industria orologiera svizzera i suggerimenti per il futuro

Vicenzaoro – Lo show internazionale dei trend

Homi Fashion&Jewel - “Always in progress”

MARKET TREND

L’Alta Gioielleria investe sul futuro del pianeta 2023: si alza la febbre per le fiere in presenza

INTERVIEW

Ronny Totah - Spirito visionario NEWS

Lover Viva Magenta Wish List for Him Wish List for Her
Gothic Denim
SOMMARIO Foto Claudio Minenti Foto di Claudio Minenti Falsini Art S.r.l www.falsiniart.it VICENZAORO HALL STAND 128 ALESSI DOMENICO CASO MANCATO RECAPITO INVIARE CMP MILANO ROSERIO PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE PREVIO PAGAMENTO RESI GENNAIO 2023 5,00 Bracciali e anelli in oro giallo e rosé con diamanti. Collezione Dinasty di Alessi Domenico Tessuto Fasac1955. 18 20 46 56 72 84 86 88 94 29 38 48 50 51 52 60 69 62 64 66 73 74 76 78 80 82 96 102 91 100 98 104

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PEOPLE & BRANDS

È

IL DETTAGLIO CHE FA LA DIFFERENZA

il 1988 quando Enzo Scartoni, grazie alle sue capacità meccaniche, fonda Orchidea Preziosi specializzandosi sin da subito nella produzione di chiusure in oro completamente assemblate con macchinari ideati da lui stesso e realizzati internamente all’azienda. «Mio padre è un piccolo MacGyver (serie Tv degli Anni 80 in cui il protagonista riesce a risolvere avventure di ogni genere con il solo utilizzo di un coltellino svizzero, ndr)», scherza

Fabio, seconda generazione del fondatore. Tecnologia e conoscenza della lavorazione dei metalli preziosi sono le caratteristiche che hanno reso il brand vincente nel panorama internazionale. «Nel tempo abbiamo ampliato la gamma di semilavorati diventando partner strategico per tutti gli operatori professionali operanti all’interno del settore dell’oreficeria e della gioielleria», continua Fabio. «Negli anni 2000, poi, abbiamo creato la divisione “Moda” rivolgendo la nostra attenzione e il nostro know how anche alla produzione di semilavorati, preziosi e non, per il mondo fashion». Chiusure stampate, anelli a molla, palline diamantate e tutta la produzione di semilavorati in cui l’azienda si è specializzata in oltre trent’anni di attività godono dell’accuratezza produttiva e di design che caratterizza da sempre Orchidea Preziosi. «Produrre semilavorati con tecnologie sempre più innovative, personalizzate e

internamente ideate; pianificare lo sviluppo ordini e rispettare le date di consegna con una precisione tendente al 100%; minimizzare le non conformità al di sotto del 1% del lavorato e sulla base delle stesse attuare procedure volte al loro azzeramento; sviluppare partnership strategiche per la realizzazione di componenti esclusivi e riservati per il singolo cliente; offrire un servizio commerciale e amministrativo affidabile, serio e flessibile sono i nostro obiettivi», continua Fabio Scartoni. «Il tutto nel rispetto dei diritti umani, dell’approvvigionamento responsabile delle materie prime e di un codice etico in cui crediamo fortemente».

L’azienda, dal 2021 trasformatasi in SpA, è certificata ISO-9001, RJC COC e RJC COP e ed è impegnata per diventare sempre più green.

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Preziosi: un know how che viene da lontano
Orchidea

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PEOPLE & BRANDS

LO SPIRITO GLOBALE DELL’ORO

Kitty punta sulla quantità di proposte di alta gioielleria in oro di tutte le carature

è il claim di Kitty, azienda nata nel 1977 per volere di Giovanni Severi, spirito libero, imprenditore illuminato, grande protagonista e osservatore dell’umanità intesa in senso globale e dell’evoluzione dei gusti. Da sempre appassionato di moda e di viaggi, Severi ama la varietà, che trasferisce anche nelle proposte delle collezioni del suo brand. «Il nostro campionario», spiega, «vede in collezione qualche migliaio di modelli, ma ci pare importante proporre qualcosa di nuovo a ogni fiera. Le novità, poi, sono talmente interessanti e incontrano così tanto il favore dei nostri clienti, che li manteniamo in vendita».

Specializzato nella produzione di alta gioielleria in oro a 22, 21, 18, 14 e 9 carati, il brand propone gioielli dal design unico e raffinato interamente realizzati a mano grazie all’esperienza di maestri orafi. «Viaggiare è fondamentale», aggiunge. «È importante osservare la gente, le sue abitudini, i suoi gusti: da questa globalità traiamo gli stimoli per le nostre proposte».

In azienda, Severi è affiancato dalla moglie Laura, che si occupa della parte creativa con

un team di modellisti interno, e dalla figlia Kitty, da cui prende il nome il marchio, che si occupa di amministrazione. Le collezioni vanno dai modelli pensati per un pubblico più amante della tradizione, a una linea di interpretazioni contemporanee del rosario; da linee create per un target baby, con braccialettini con charmes e applicazioni colorate, e spille decorate, a collier, collane e girocolli di varia dimensione e importanza per un pubblico femminile ed esigente, più legato alle novità fashion.

Perché, si legge sul sito, “Kitty è gioielli in oro che racchiudono la meravigliosa essenza di ogni donna. Kitty celebra la donna. Kitty celebra l’oro. Kitty: perché non c’è donna senza oro”.

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“ You dream… ...we create!”
L’ORAFO ITALIANO

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Sparkle like your dreams!

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COLORS OF LOVE

/ di Simona Infantolino

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Tradizionalmente associato ai sentimenti più forti, il colore rosso parla di passione, turbinii e vibrazioni travolgenti che sconvolgono e coinvolgono senza lasciare scampo. Quella trepidazione si infiamma come fuoco e le emozioni vengono avvolte da sfumature scarlatte: una rosa rossa, un rossetto fiammante, un cuore dipinto sui muri, un rubino. Tra le pietre preziose di colore rosso il rubino è forse quella più nota ma la famiglia delle gemme scarlatte vanta anche il granato, in grado di aumentare l’attrazione e la passione, la rubellite, un aiuto per liberarsi da paure e barriere, e lo spinello, pietra protettiva in grado di bloccare la negatività.

Foto in apertura di Bruno Martins su Unsplash. Pagina a fianco, dall’alto in senso orario: anello Tender della collezione Daily Chic di Forever Unique in oro bianco con rubino centrale a forma di cuore e diamanti bianchi; anello di BE8 Jewels in oro rosa con rubini, collezione Customize Your Dreams; anello Collerette Mystérieuse della collezione di Alta Gioielleria Legend of Diamonds di Van Cleef & Arpels in oro rosa con rubini, zaffiri rosa e diamanti bianchi; anello Crystal Ball di Rubeus Milano in oro con rubelliti, rubini, spinelli rossi, zaffiri rosa e diamanti bianchi; anello Armonia Geometrica di Buccellati in oro giallo e bianco con diamanti e rubino centrale, collezione di Alta Gioielleria Vintage. Foto delle luci neon all’interno del servizio di Nick Fewings su Unsplash.
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L’antico detto che dipinge i reali con sangue blu ha instillato nel pensiero comune che questo colore sia strettamente legato a narrazioni nobiliari. Come nelle migliori favole, principi e principesse si scambiano promesse d’amore suggellate da imponenti zaffiri circondati da diamanti. La fiaba divenuta realtà più vicina a noi è sicuramente quella di William d’Inghilterra che per chiedere la mano della sua amata Catherine Middleton le donò l’anello con zaffiro appartenuto alla madre Diana. Oggi la favola si rinnova con topazi, tanzaniti, lapislazzuli e opali che fanno sognare i cieli magici delle notti stellate.

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Pagina a fianco, dal basso in senso orario: anello Comète Opale di Chanel in oro bianco con diamanti e opale, collezione di Alta Gioielleria 1932; anello Flora di Leo Pizzo in oro bianco con diamanti e zaffiri; anello Possession di Piaget in oro bianco con diamanti bianchi e zaffiri; anello di Recarlo in oro bianco con diamanti e zaffiro centrale taglio cuore, linea Blue Carpet; anello Love in Verona di Roberto Coin in oro bianco con diamanti bianchi e zaffiri.

Come i più rari quadrifogli che si nascondono tra i colori di un campo fiorito, anche le gemme di colore verde si celano tra le pietre preziose con astuzia e mistero svelando con eleganza tutta la loro magnificenza e bellezza. Legate al chakra del cuore, le gemme verdi si ritiene portino abbondanza e creatività, oltre a promuovere l’empatia. Ma prima di tutto, come i loro colleghi quadrifogli, smeraldi, tormaline, giade e malachiti si pensa siano portatori di buona sorte, nell’amore condiviso con gli altri ma anche in quello per sé stessi.

Pagina a fianco, dall’alto in senso orario: anello di Chopard in oro bianco certificato Fairmined con smeraldo centrale e diamanti, collezione Red Carpet “Chopard Loves Cinema”; anello Joyful di Chantecler in oro giallo con diamanti, tzavoriti e cristallo color verde mela; anello di Annamaria Cammilli in oro con smeraldo e diamanti; anello Vendôme Liseré di Boucheron in oro bianco con diamanti, smalto nero e tormalina verde; anello Bon Ton Dolce Vita di Pasquale Bruni in oro rosa con prasiolite, quarzo milky e diamanti.
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TREND

FORECASTING

I grandi classici trionfano sulle passerelle dedicate alla moda di questo inverno. Accanto alle perle senza tempo che hanno primeggiato durante la scorsa primavera-estate, ritornano sotto i riflettori anche altre icone intramontabili della gioielleria. Direttamente dagli anni Novanta, le catene si riappropriano dei loro spazi all’interno dei portagioie con grandi volumi strutturati, intrecci e lavorazioni sempre più particolari. Le collane sono oversize e si trasformano in veri e propri choker di metallo, mentre i bracciali si attorcigliano più e più volte attorno ai porsi creando trame dalle infinite sfaccettature. Anche gli orecchini a cerchio, protagonisti della moda degli anni Ottanta, si riconfermano tra i revival di stile più acclamati, rivisitati con aggiunta di perle, sagome e diamanti, inserti in pelle o silhouette squadrate che contrastano con la linearità dei cerchi. L’inverno segna anche il ritorno all’età dell’innocenza con fiocchi classici o destrutturati, non più abbinati a pizzi e merletti come nell’acclamato film di Scorsese ma d’ornamento a figure androgine, quasi aliene, e moderne regine del rock. Infine, un nuovo elemento - il legno - si fa spazio tra la classicità degli accessori conquistando il suo posto tra le novità di questo inverno. Con un forte legame al mondo naturale e delle origini, questo insolito materiale, che secondo le tribù africane trasporta con sé lo spirito dell’albero da cui proviene, non è nuovo al mondo della gioielleria e, quest’anno, si reinventa in bangle massicci, orecchini dai volumi leggeri e anelli smaltati.

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/ di Simona Infantolino

CHAIN

In apertura: Dior SS23 © Adrien Dirand per Dior. In questa pagina, dall’alto, a sinistra in senso orario: Gucci SS23; collana Bizantina Martellata in argento di Giovanni Raspini; orecchini Piramidi di Unoaerre in bronzo dorato; Bally SS23.
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HOOP

Dall’alto, a sinistra in senso orario: mono orecchino in oro giallo 9kt con sagomina e diamante, collezione Les Petits di leBebé; Carolina Herrera SS23; orecchini Tetra di Breil in acciaio lucido IP gold; Hermès SS23.

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RIBBON

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Dall’alto, a sinistra in senso orario: Givenchy SS23; orecchini di JW Anderson in ottone placcato con cristalli; Chanel SS23; orecchini di Twinset in ottone ramato invecchiato e vetro.

WOOD

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Da destra, in senso orario: Saint Laurent SS23; orecchini in ottone dorato e legno di Jil Sander; anello Geo di Tory Burch in ebano Macassar intagliato e dipinto a mano con tecnica a foil; Balmain SS23.

UNA PASSIONE

PEOPLE & BRANDS

Osigem da “Osimo”, il cognome di Alberto, fondatore nel 1992 dell’azienda milanese, e “gemme”. E nasce dalla passione per le pietre preziose: «Dopo la scuola ho “incontrato” le gemme e me ne sono innamorato! », racconta. E oggi Osigem è una realtà riconosciuta nel settore dei diamanti e preziosi da oltre trent’anni. L’azienda rappresenta due brand: Forever Unique, nato nel 2014, che collezioni di gioielli dall’anima classica, e Lisa O., creato nel 2020, che si rivolge a un pubblico più giovane e attento alle tendenze contemporanee del mondo fashion; direttrice creativa dei due brand, Lisa Osimo, diplomata allo IED e al Central Saint Martins di Londra. La novità di Forever Unique è la nuova esclusiva collezione Fancy Color: solitari e ciondoli con diamanti yellow e brown taglio cushion arricchiti da diamanti

taglio brillante: nelle versioni Fancy Tina, in cui il diamante colorato è incorniciato da un singolo giro di diamanti bianchi taglio brillante, e Fancy Galaxy, dove il diamante centrale è contornato da un doppio giro di diamanti.

continua Osimo. «È una cosa che auguro a tutti ed è molto importante in ogni professione. Io sono innamorato delle inclusioni. Adoro le ambre, fossili, pietre vive che raccontano una storia». Fin dagli albori, il Gruppo si occupa solo di diamanti e gemme naturali, quelle che si formano in secoli di attività del pianeta, e non di pietre prodotte in laboratorio. «Le pietre che trattiamo hanno

un valore che va oltre l’estetica. Per questo motivo i nostri diamanti soddisfano i requisiti del Kimberley Process del World Diamond Council, nel rispetto delle risoluzioni delle Nazioni Unite. Oltre a “Carat”, “Color”, Clarity” e “Cut”, assicuriamo una quinta “c”, “Confidence”, ovvero la Certezza dell’eticità della provenienza di ogni nostra pietra che sia estranea ai finanziamenti di guerre civili». Osigem è anche socio membro del Responsible Jewellery Council (RJC), organizzazione che garantisce le attività nel rispetto di diritti umani, sociali, ambientali ed etici. Un sogno nel cassetto? «Da sempre mi appassiona il taglio delle pietre», conclude Osimo. «Un mondo affascinante… sono certo che prima o poi seguirò anche quella via!».

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«Ho fatto della mia passione il mio lavoro»,
I diamanti naturali etici di Forever Unique nel racconto di Alberto Osimo, titolare di Osigem
CHE NASCE DAL SAPERE
Alberto e Lisa Osimo; anello Fancy Galaxy; gioielli Lisa O.

Legor Group S.p.A. è la prima, e ad oggi unica, azienda del comparto metallurgico e chimico a servizio dei settori orafo, argentiero e dell’accessorio fashion in grado di certificare che le sue leghe, polveri e soluzioni galvaniche sono realizzate esclusivamente con metalli preziosi (Oro, Platino, Palladio, Rodio, Argento) provenienti al 100% da fonti di riciclo e inseriti all’interno della Catena di Custodia.

Per ampliare la sua proposta di valore, Legor sta iniziando a lavorare anche sul reperimento di metalli non preziosi provenienti al 100% da fonti di riciclo attraverso certificazione UNI EN ISO 14021:2021.

Legor sarà presente a VICENZAORO - T.GOLD, presso lo Stand 160, Padiglione 9.

legor.com

JEWELRY: THE MAM AWARD TALENTS

Un viaggio alla scoperta dell’eccellenza e dell’artigianato artistico nel mondo del prezioso: focus sui vincitori del premio MAM - Maestro d’Arte e Mestieri

Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte è un’istituzione privata non profit, nata a Milano nel 1995 per volontà di Franco Cologni, che ne è il presidente, e si occupa della promozione, diffusione e formazione operativa e culturale dell’artigianalità italiana. La sua attività prevede una serie di iniziative culturali, scientifiche e divulgative per la tutela e diffusione dei mestieri d’arte. Fondazione Cologni dei Maestri d’Arte in collaborazione con ALMA-La Scuola Internazionale di Cucina Italiana, ha ricercato e valorizzato in tutta Italia la bellezza, la maestria artigianale e la competenza, premiandola con il riconoscimento MAM - Maestro d’Arte e Mestiere, nella categoria “Gioielleria – Argenteria – Oreficeria”. Torre del Greco, Firenze, Milano. Ovvero, Vincenzo Aucella, Paolo Pagliai e Natsuko Toyofuku: sono i protagonisti di queste pagine in cui viene focalizzata l’attenzione sull’eccellenza italiana nel campo della gioielleria. Artigianalità, tradizione e sperimentazione costituiscono infatti i pilastri portanti dell’eccellenza artigiana che ha reso - e rende - il “Made in Italy” riconoscibile e ammirato in tutto il mondo. Il riconoscimento biennale MAM – Maestro d’Arte e Mestiere, nato nel 2016 e dedicato ai maestri d’arte italiani d’eccellenza, è giunto alla sua quarta edizione ed è stato attribuito a 57 maestri artigiani che si sono distinti per particolari meriti professionali e per l’attività svolta in favore della trasmissione del sapere. I loro nomi si sono così sommati a quelli degli altri circa 200 artefici della bellezza fatta a mano che, nel corso delle passate tre edizioni, hanno composto il simbolico Libro d’Oro dell’eccellenza italiana. Il progetto, patrocinato dal Ministero della Cultura e sostenuto da Cartier, ha ottenuto anche per questa edizione il prestigioso riconoscimento del Quirinale: Sergio Mattarella ha infatti voluto onorare l’iniziativa con il conferimento della Medaglia del Presidente della Repubblica. Si sono aggiunti i nuovi 10 Sostenitori dei mestieri d’arte che nel mondo della scuola,

dell’impresa, delle istituzioni, dei musei e della comunicazione svolgono un ruolo fondamentale nell’opera di promozione, tutela e diffusione del nostro patrimonio, e anche per l’edizione 2022 è stato rinnovato il sodalizio con la prestigiosa Scuola dell’Arte della Medaglia dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, che crea le fusioni in bronzo consegnate agli artefici della “bellezza italiana”. I MAM dell’edizione 2022, riportati sul sito maestrodartemestiere.it, sono distribuiti nelle 23 diverse categorie dell’artigianato artistico: dalla ceramica alla gioielleria al legno e arredo, dai metalli alla meccanica al mosaico, dalla pelletteria alla stampa d’arte al restauro, dalla liuteria al vetro, dal tessile alle professioni del teatro...fino ai mestieri del gusto e all’arte dell’ospitalità.

Per la categoria “Gioielleria – Argenteria – Oreficeria”, Laura Inghirami, affermata imprenditrice e giornalista del settore, è stata scelta e inviata da Fondazione Cologni per incontrare ed intervistare i vincitori del premio, scoprire la loro storia e attività creativa all’interno dei loro laboratori.

49 GRAND TOUR

Igioielli di Natsuko Toyofuku raccontano l’incontro della cultura giapponese con Milano e la cultura occidentale negli anni della sperimentazione e del fermento artistico. «Mio padre Tomomori Toyofuku», racconta l’artista, «è stato un grande scultore. Negli Anni 60 arrivò in Italia dal Giappone per la prima volta, per visitare la Biennale di Venezia. Ancora non sapeva che sarebbe rimasto per 40 anni. L’incontro con Peggy Guggenheim fu decisivo: la famosa collezionista decise di acquistare una sua scultura, e lui volle investire il ricavato nella continuazione della sua esperienza in Italia. È iniziata così l’avventura più importante della sua (e della nostra) vita. Sì, parlo di noi, perché mia madre Kazuko e io, che ero ancora bambina, lo abbiamo seguito. Mia madre, pittrice, ha rappresentato per mio padre un supporto fondamentale, sia dal punto di vista familiare che artistico». Ed è così che oggi Natusko Toyofuku si trova qui, a Milano, dove porta avanti la sua passione per il gioiello e per tutto ciò che è bellezza. «Torno in Giappone una volta all’anno. Vivere lontano dalla propria cultura d’origine permette di apprezzarne maggiormente la bellezza, sotto una prospettiva differente».

TOYOFUKU

Oltre le regole del gioiello classico

Natsuko Toyofuku, vincitrice del premio MAM - Maestro d’Arte e Mestiere, ci ha accolto nel suo Atelier in corso Como a Milano, un sofisticato connubio tra cultura orientale e giapponese, e ci ha mostrato le sue creazioni artigianali in bronzo e argento, talvolta illuminate da smalti colorati e pietre inusuali. Opere scultoree, contemporanee che non hanno mai voluto conformarsi alle regole del gioiello classico, superandole.

La vocazione di Natsuko Toyofuku nasce dunque da bambina, tra una mostra d’arte e l’altra. «Osservavo le signore e i loro gioielli. Erano monili dalle forme nuove, diversi dai gioielli classici. Erano gli anni dell’innovazione artistica a Milano: c’era grande coraggio da parte dei designer di osare e sperimentare con combinazioni eccentriche di forme e colori. Frequentando l’ambiente artistico milanese ho potuto vivere fin da bambina l’entusiasmo di creare qualcosa di nuovo, e crescendo ho fatto mia questa filosofia». Il percorso imprenditoriale di Natsuko ha avuto inizio negli Anni 80. «Porto nel cuore in particolare le piccole gioie quotidiane. Come osservare le persone fermarsi a guardare le mie creazioni. Ricordo il mio stupore e il mio sorriso quando, negli Anni 90, notavo che erano soprattutto i bambini a rimanere colpiti dalla vetrina della mia bottega. I bambini non hanno filtri, sanno cogliere ciò che è realmente creativo senza imposizioni. Per questo per me è stato un grande successo catturare la loro attenzione».

Quando inizia a creare un gioiello, Natsuko Toyofuku non parte mai da un disegno, ma inizia subito a modellare la cera. «I miei

gioielli sono il frutto di ispirazione diverse, dal Giappone e da artisti rivoluzionari come Lucio Fontana e Giuseppe Capogrossi. La scintilla può nascere da attimi, da particolari di varia natura, da discipline diverse. Soprattutto all’inizio del mio percorso, mi ispiravo anche alle forme minimali e pulite degli artisti scandinavi e danesi».

Il pensiero di Natusko Toyofuku è sempre rivolto agli artigiani con cui collabora, figure preziose a cui l’artista è legata da un sincero affetto. «È grazie alla maestria del fonditore e dell’orafo che hanno lavorato insieme a me in questi anni che sono riuscita ad arrivare fin qui. Per me questa è l’essenza dell’eccellenza: la possibilità di lavorare insieme ad artigiani di grande competenza e creatività». E il premio MAM rappresenta per lei, per loro, un grande riconoscimento. «Quasi non riesco a credere di aver vinto un premio così importante e così unico, che valorizza le persone che hanno dedicato la propria vita a questo mestiere. Un mestiere fatto di dedizione, quotidianità, disciplina. È per me un grande onore».

L’ORAFO ITALIANO 50 NATSUKO

PAOLO PAGLIAI

L’arte dell’argento nel cuore di Firenze

Un’affascinante storia d’altri tempi quella di Paolo Pagliai, artigiano fiorentino vincitore del premio MAM – Maestro D’Arte e Mestiere, specializzato nella produzione e lavorazione di argenteria, nella realizzazione su richiesta di pezzi unici e nel restauro. Oggi punto di riferimento d’eccellenza, l’argenteria Pagliai è stata riconosciuta come Esercizio Storico Fiorentino di pregio.

Ci troviamo a Borgo S. Jacopo, nel cuore della Firenze medievale, immersi nella bellezza di una delle città d’arte italiane per eccellenza. Non è difficile intuire come il legame con il territorio sia un aspetto fondamentale dell’identità di Pagliai, una delle ultime botteghe che presenta all’interno il proprio laboratorio artigianale. Qui le tecniche utilizzate, dalla martellatura, alla cesellatura, alle complesse incisioni, celebrano una tradizione antica, e l’opera di cesellatori, fonditori e orafi, si unisce e dà vita a oggetti di straordinaria bellezza. «Mio padre, Orlando Pagliai», racconta il Maestro Paolo Pagliai, «ha fondato l’azienda negli Anni 40. All’inizio, per farsi conoscere e trovare clienti, consegnava ai fiaccherai, gli antichi conducenti delle carrozze a cavalli, i suoi bigliettini da visita scritti a mano affinché li diffondessero». E tra le personalità che Pagliai attirò con la propria creatività e maestria, negli Anni 60 vi fu un nome di particolare rilievo: Giovanni Battista Giorgini. Il famoso imprenditore, riconosciuto per essere un uomo all’avanguardia nonché organizzatore della prima sfilata di moda nella Sala Bianca di Palazzo Pitti nel 1951, si fece mediatore tra l’alto artigianato italiano, in particolare fiorentino, e il mercato americano. «Fu grazie a lui», spiega Stefania Pagliai, terza generazione della famiglia, «che si instaurò una collaborazione durata dieci anni con Tiffany, che investì sull’eccellenza della nostra azienda commissionando numerose opere. Si trattava di incarichi di grande valore, per cui mio nonno e mio padre lavorarono intensamente insieme a un team di artigiani specializzati. L’incontro con Tiffany contribuì significativamente allo sviluppo dell’azienda». Le donne della famiglia Pagliai hanno ricoperto un ruolo fondamentale nella storia dell’azienda: «Mia moglie Raffaella», continua Paolo Pagliai, «iniziò a lavorare come commessa per supportarmi. Il suo contributo fu decisivo per il successo dell’azienda: la sua personalità estroversa e carismatica permise di creare un sincero rapporto di affetto con i clienti che scelsero in numero sempre maggiore di rivolgersi a noi. Oggi mia figlia Stefania porta avanti la tradizione familiare con impegno e passione». Riguardo il premio MAM, il Maestro si dice orgoglioso e sorpreso. «Sono fiero di aver vinto questo prestigioso premio. Dopo tanti anni di lavoro ottenere questo riconoscimento è stata una grande soddisfazione e un onore per tutti noi. Nella mia vita ho sempre ricercato l’eccellenza, che altro non è che la straordinaria bellezza di questo mestiere. Una bellezza senza tempo, per cui provo una forte passione, quella stessa passione che ha mosso mio padre e che si è tramandata di generazione in generazione nella nostra famiglia».

51 GRAND TOUR

AUCELLA

Coralli e cammei: un mondo di eccellenza, tradizione e maestria artigianale

Ci troviamo a Torre del Greco, territorio sede di un’affascinante tradizione secolare, che detiene oggi il primato nel mondo per la lavorazione e produzione di coralli e cammei, due arti di cui l’azienda Aucella si fa portavoce. Vincenzo Aucella, Marketing Manager di Aucella epPresidente di Assocoral, vincitore del premio MAMMaestro d’Arte e Mestiere, ci ha accompagnati alla scoperta della storia dell’azienda di famiglia.

Vincenzo e Manuel, sotto la guida esperta del padre Carmine, rappresentano oggi la quarta generazione della famiglia Aucella, che nel 1930 ha dato vita ad Aucella, l’azienda torrese specializzata nella lavorazione e produzione di coralli e cammei. «Fu mio nonno Giovanni», racconta Vincenzo Aucella, «a costruire la visione dell’azienda, dando una forte spinta all’internazionalizzazione e all’impegno sociale. Era un uomo che godeva di grande stima qui a Torre del Greco per la sua competenza e generosità, che lo portavano ad aiutare sempre il prossimo e a investire sull’arte per dare un futuro agli artisti che incontrava sul suo cammino. Ancora oggi portiamo avanti valori di promozione della creatività e dell’arte, rispetto per i nostri collaboratori, condivisione e spirito di squadra». Per Vincenzo Aucella, eccellenza significa unicità. Ed è per questo che Torre del Greco è un vero simbolo e continua fonte d’ispirazione. «Il nostro territorio è unico: solo qui siamo specializzati nella lavorazione e produzione di coralli e cammei». Perseguire

L’ORAFO ITALIANO 52 VINCENZO

l’eccellenza significa per Vincenzo Aucella anche saper coniugare efficacemente tradizione e innovazione. «Ho studiato informatica e questo mi ha consentito di portare l’innovazione tecnologica in azienda. Con umiltà, fin dal mio ingresso in azienda ho ricercato l’innovazione stilistica, per dare una nuova anima a un’arte che spesso viene associata al gusto passato, attraverso la ricerca, il continuo confronto con il mondo circostante e la collaborazione con altre realtà d’eccellenza. Insieme ai miei fratelli e ai miei genitori, Carmine e Maria Francesca, che curano la sede di Torre del Greco, siamo impegnati a garantire le caratteristiche distintive di eleganza e raffinatezza dei nostri gioielli e a promuovere una cultura di apertura e innovazione». Con l’ampio orizzonte del mare e l’imponenza del Vesuvio, tutto a Torre del Greco è bellezza. « Siamo un popolo di viaggiatori che porta sempre con sé questa filosofia: ovunque andiamo, ricerchiamo l’ispirazione nel bello». È qui che si sono incontrate due arti, quelle di coralli e cammei, che hanno avuto sviluppi differenti. «Per entrambe queste tradizioni», spiega Vincenzo Aucella, «la figura femminile è

centrale da sempre. Quando gli uomini, fin dal Rinascimento, affrontavano il mare per pescare il corallo, assentandosi per mesi, le donne torresi dovevano pensare alla famiglia, affrontando la povertà e l’incertezza, poiché non sapevano se i propri figli e mariti sarebbero mai tornati. Quando nell’Ottocento gli abitanti di Torre del Greco incominciarono non solo a commerciare la materia prima, ma anche a lavorarla, furono spesso proprio le donne a dedicarsi a questa arte nei lunghi mesi in cui i propri compagni erano in mare. Allo stesso modo, quando tra Ottocento e Novecento Torre del Greco divenne il centro culturale simbolo della lavorazione del cammeo, furono soprattutto le donne a insegnare alle maestranze locali questa arte, formando gli artigiani e maestri incisori della città». È a Torre del Greco che Vincenzo Aucella desidera dedicare il premio. «Il nostro territorio rappresenta per noi una grande forza nei momenti positivi così come nelle difficoltà. Considero questa vittoria un successo di tutta l’azienda, della famiglia e dei nostri collaboratori che ci permettono di esprimere la nostra arte al meglio, in Italia e nel mondo».

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GRAND TOUR
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CHE DIVENTA REALTÀ UN SOGNO

Gioielli prêt-à-porter dal design fresco, leggero e originale: così Rue des Mille in 10 anni ha conquistato il mercato

La storia di Rue des Mille, azienda familiare di Montecarlo, in provincia di Lucca, è una storia di romanticismo, sogni, valori familiari e qualità artigianale e ha origini spezzine: è proprio in Via dei Mille a La Spezia che Roberto Pieroni, con la moglie Antonella, attuale presidente del brand, nel 1985 fonda la New Gold srl. Intanto, nel 2013, Antonella e il fratello Federico, assieme alla seconda generazione, creano nella natia Toscana Rue des Mille, traduzione francese del nome della via dove tutto ebbe inizio e che racchiude, con affetto, la “R” di Roberto, il fondatore.

Attualmente, il marchio è seguito dai tre fratelli Giacomo, Federica e Tommaso Pieroni, che collaborano ciascuno con le proprie peculiarità professionali.

“Raccontiamo storie con i nostri gioielli, raccogliamo sogni e li trasformiamo in

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L’ORAFO ITALIANO PEOPLE & BRANDS

accessori versatili, eleganti e divertenti al tempo stesso. Disegniamo icone dalle forme morbide e minimali che parlano di carrozze e principi ranocchio, di nomi amati, cuori, stelle e amuleti portafortuna, di momenti della vita e di emozioni, quelle essenziali, quelle universali. I nostri sono gioielli in argento e oro dalla potente carica sentimentale per principesse di moderne fiabe urbane”, si legge sul sito dell’azienda.

«Fin da subito abbiamo avuto chiari i tre elementi chiave su cui far forza per portare al successo Rue des Mille», racconta Giacomo (co-fondatore e responsabile commerciale del brand). «Innanzitutto un prodotto con una connotazione ben precisa: noi realizziamo gioielli prêt-à-porter in argento rosé, 100% made in Italy e dedicati a “chi vuole brillare ogni giorno”. La seconda componente è una

distribuzione solida e affidabile: possiamo contare su una rete di oltre cinquecento concessionari di elevato standing sia sotto il profilo dell’immagine sia della capacità professionale. Infine, scegliamo una comunicazione che integra elementi tradizionali (riviste di settore e non solo) con elementi di nuova generazione (come social network e web advertising)».

Dieci anni di successi, dunque, per Rue des Mille: fedele al proprio DNA sospeso tra emozioni, sogni e grande qualità, il brand celebra l’importante traguardo proponendo una nuovissima collezione di modelli realizzati in oro 18 carati.

Gioielli della nuova collezione Galactica e collana Carrozza.

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BRANDS
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CASE HISTORY

NAPOLETANITÀ

Sissy Tranchese firma collezioni di bijoux altamente simbolici che propongono alle donne una filosofia di vita

Non solo gioielli, si potrebbe dire. La proposta di Sissy Tranchese, napoletana “doc” orgogliosa di esserlo, è sì di bijoux in ottone con rivestimento galvanico in oro 24 carati “nikel free”, perle, pietre naturali e Swarovski, ma anche un messaggio a tutte le donne: “Brillacisù, sempre!”. Non è un caso, infatti, che la designer, classe ’85, raccolga su Instagram una community di 13mila followers, le “Brillamiche”, che discutono, si confrontano, si sostengono.

«Io promuovo la leggerezza, anche la frivolezza – se vogliamo – di bijoux di alta qualità e raffinato design “made in Italy”», spiega. «Ma noi donne viviamo un’infinita varietà di stati d’animo, talvolta anche contradditori. Le mie proposte sono “promemoria”, portano sempre con sé un messaggio: i cornetti della prima collezione Cornettimania, per esempio, significano “credo in te e ti auguro che il vento della fortuna sia a favore dei tuoi sogni”». L’ultima nata, la collezione DIVEnire, si ispira al cambiamento: ogni simbolo corrisponde a uno stato d’animo preciso, come Punti interrogativi, Foglie di vite, Farfalle, e tanti altri, confezionati con una card che riporta il messaggio motivazione di cui si fa portavoce il bijoux. Dopo la laurea in Giurisprudenza con tesi sull’imprenditoria femminile, nel 2016 Tranchese decide di trasformare la sua

passione per gli accessori in lavoro, sempre con un’attenzione particolare all’universo femminile. A Cornettimania, seguono collezioni tematiche come quella ispirata a Ria Rosa, prima cantate femminista; la collezione “Brillacosì”, che propone una ricetta magica per la felicità attraverso ingredienti rappresentati dai bijoux, e altre ancora.

Una filosofia di vita che Sissy ha chiamato “Brillacisù” e che suggerisce la volontà di affrontare la quotidianità a cuor leggero, senza pesi, come dichiara sui social: «Brillacisù è il mio “dolce” preferito, quello che mi ha reso sopportabili i sapori più amari. Impariamo a “brillarcisù” su tutti i no che riceviamo, sulle attese, sulle perdite; impariamo a brillare tutte quelle volte che la vita ci sta stretta, perché il buio è una scelta».

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LA FORZA VINCENTE DELLA

CLASSICGOTH

PACO RABANNE
L’ORAFO ITALIANO
CHRISTIAN DIOR SWAROVSKI di Simona Infantolino

Merito del revival Anni 80 e del successo della nuova serie tv “Mercoledì” firmata Tim Burton, lo stile gotico torna alla ribalta in un’ottica tutta nuova fatta di seducenti pizzi e trasparenze che si caricano di grinta con borchie, croci e teschi tempestati di cristalli.

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VERSACE
TREND
DOLCE&GABBANA GIOVANNI RASPINI RICHARD QUINN VALENTINO ALEXANDER MCQUEEN BIJOU BRIGITTE

DENIMLOVER

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FENDI G-SHOCK KENZO
L’ORAFO ITALIANO
MORELLATO

Le passerelle dedicate all’uomo sono calme e rassicuranti grazie alla scelta di toni delicati che non rischiano ma, al contrario, si impongono con grandi classici come il denim, declinato in abiti e accessori e abbinato a pietre naturali, bracciali e lenti en pendant.

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MSGM
AMERICAN VINTAGE
MARCELO BURLON TREND PRADA UNOAERRE
MOSCOT

VIVA MAGENTA

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GIAMBATTISTA VALLI PANDORA LOEWE
L’ORAFO ITALIANO
STROILI di Simona Infantolino

Eletto colore Pantone per il 2023, il Viva Magenta è una particolare tonalità di rosso carica di energia e positività. In un’era tutta tecnologica, con questo colore si ritorna alla bellezza della natura che riporta vita, e anche un po’ di audacia, negli armadi invernali.

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X AMI
ALAN CROCETTI
AQUAZZURA
TREND
CHRISTOPHER JOHN ROGERS
SAINT LAURENT
GIVENCHY

Side view of the cut

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L‘ideale di brillantezza e luce sono racchiuse nel pefetto taglio tondo Cubic Zirconia di Preciosa.

BUCCELLATI: UNA STORIA LUNGA OLTRE 100 ANNI

Fondata a Milano nel 1919, la maison continua ad affascinare con creazioni che combinano elementi del XVIII secolo con il lifestyle contemporaneo

CASE HISTORY
/ di Gianfilippo Versari

È

passato più di un secolo da quando l’apprendista gioielliere Mario Buccellati apre il suo primo negozio a Milano nel 1919, nella centralissima via Santa Margherita: classe 1891, era arrivato da Ancona e aveva imparato il mestiere presso Beltrami e Besnati, che avevano un’avviata attività nel cuore della città. Da quel momento la Maison di gioielleria ha costantemente perfezionato le sue identitarie tecniche artigianali e artistiche, prendendo ispirazione dall’arte rinascimentale italiana e armonizzandola con influenze provenienti dalla più pura estetica veneziana. Segue una storia costellata di grandi successi, a partire dall’amicizia di Mario con Gabriele D’Annunzio, testimoniata da 83 lettere scritte tra il 1922, anno in cui i due si incontrano fortuitamente, e il 1936: il vate amava omaggiare le sue donne e gli amici con gioielli e oggetti forgiati su misura dalla Maison.

Scoppia il secondo conflitto e Mario incomincia a utilizzare, antesignano ante litteram – si potrebbe dire - di un certo tipo di sostenibilità, il similoro, una lega a base di rame, per oggetti caratterizzati dalla stessa cura riservata ai gioielli in metalli nobili. Alla fine della guerra, Mario è affiancato da quattro dei cinque figli: Gianmaria segue la parte creativa, Lorenzo e Federico quella commerciale, mentre il primogenito, Luca, si reca in America aprendo il primo negozio a New York, sulla 51esima strada, negli Anni 50. È il 1966 infatti quando Gianmaria assume la direzione e lo sviluppo creativo del brand con il fratello Luca, condividendo la visione di trasformare Buccellati in una potenza mondiale nel campo della gioielleria. A sua volta, Gianmaria è accompagnato dal

figlio Andrea, che eredita le doti artistiche del padre ed è oggi presidente onorario e direttore creativo del Gruppo Buccellati, affiancato dalla figlia Lucrezia. Nonostante la Maison sia oggi posseduta al 100% dal Gruppo Richemont, la famiglia ricopre ancora funzioni manageriali di primo livello e prosegue il percorso di un brand che segna con tradizione e cultura il mondo dell’alta gioielleria da oltre cento anni. In un secolo di avventura i riconoscimenti si susseguono: i gioielli Buccellati diventano un must have per i divi di Hollywood, le campagne pubblicitarie vengono affidate ai più iconici fotografi del momento, Maria Mulas negli Anni 60, Helmut Newton nei 70, Peter Lindbergh nei primi anni del 2000. Intanto Gianmaria fonda con alcuni colleghi l’Istituto Gemmologico Italiano, che presiederà per 25 anni. Contemporaneamente, viene firmato un accordo di esclusiva per tutto il Giappone con la Wako Co, la più importante società giapponese per l’importazione dei prodotti di lusso dall’Europa mentre, nel 1994, la prestigiosa Associazione Haute Joaillerie de France modifica la sua denominazione in Haute Joaillerie en France per poter inserire Gianmaria, primo e unico italiano, tra i suoi

soci.

Infinite anche le mostre dedicate a Buccellati: nel 2000 al Smithsonian Institute di Washington, nel 2006 all’Huntsville Museum of Art in Alabama, Stati Uniti, nel 2008 allo State Museum of the Moscow Kremlin in Russia, mentre si moltiplicano le aperture di store monomarca in tutto il mondo.

Il segreto del successo del marchio risiede in una bilanciata combinazione di tradizione, competenza, eccellenza artigianale, creatività e materiali di altissima qualità: un’interazione tra i mondi dell’arte e dell’alta gioielleria che si traduce in glamour e design di alta gamma, integrati da una meticolosa lavorazione artigianale e tecniche di incisione che risalgono alle tradizioni orafe delle botteghe italiane di epoca rinascimentale come il rigato, l’ornato, il cesellato, il telato o il traforo di tulle e pizzo.

A queste si aggiunge l’uso di pietre rare dai colori straordinari, mescolate con oro bianco e giallo.

Come evoluzione naturale di un design ormai iconico e senza tempo, Buccellati oggi introduce la nuova collezione Macri Color, nella quale la morbidezza delle incisioni a “rigato” e “ornato” si combina con la

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vividezza delle pietre.

Parliamo di evoluzione perché la collezione Macri è nata circa quarant’anni fa dal genio creativo di Gianmaria Buccellati, ispirato dalla femminilità della figlia MariaCristina: l’obiettivo era quello di creare l’apoteosi della tradizione orafa del marchio, con una particolare enfasi sulle tecniche di incisione, replicando il magico effetto cangiante della seta sulla superficie d’oro, ottenuto con la tipica incisione a “rigato”. Le micro-sculture a sostegno dei castoni, inoltre, sono ulteriormente impreziosite da una delicatissima incisione con motivi a “ornato”.

Dalla originaria Macri Classica, nel corso degli anni la linea si è arricchita di diverse versioni fino ad arrivare alla ultima Macri Color, collezione composta da orecchini a bottone, pendenti, anelli e bracciali cuff. E ancora di evoluzione si tratta: dalle nuance moderne ma nel rispetto di una tradizione che porta ancora tutt’oggi la Maison a prendere ispirazione dai disegni d’archivio storico e dalle primissime creazioni del fondatore Mario.

English translation pp. 109

Nelle foto, da sinistra: la famiglia Buccellati, Maria Cristina, Luca, Lucrezia e Andrea; orecchini della collezione Macri Color; Mario Buccellati (1891-1965); le tre scimmiette Three Wise Monkeys - See No Evil, Hear No Evil, Speak No Evil in argento 925; artigiani al lavoro; la soprano Renata Tibaldi di fronte alla vetrina della maison a New York nel 1963 e orecchini con diamanti Buccellati-cut, un taglio creato per i 100 anni dalla fondazione.

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ARTIGIANALITÀ

ALL’AVANGUARDIA

Così, con una battuta, spiega l’impegno professionale di Magie preziose l’amministratore delegato Lorenzo Arezzini. Situata nella campagna toscana in provincia di Arezzo, l’azienda ha radici antiche: è stata fondata nel 1989 dal padre di Lorenzo, Domenico, modellista di un importante brand della zona. Da allora l’attività e la ricerca di Magie preziose non si sono mai fermate, con il contributo anche della sorella di Lorenzo, Maria Luisa. «Il nostro punto di forza è la salvaguardia della tradizione artigiana della produzione di gioielli trasmessa di generazione in generazione, che uniamo a un design raffinato e all’avanguardia», afferma Arezzini. «Ogni nostra creazione viene progettata, modellata e realizzata al nostro interno prestando particolare attenzione a

ogni fase del processo, dal bozzetto iniziale al prodotto finale».

La rete di distribuzione di Magie preziose è capillare: in ogni Paese d’esportazione il rapporto con l’acquirente è saldo e sincero. «Produciamo gioielli soprattutto in argentoe qualcosa in oro - e lo esportiamo in tutto il mondo», continua Arezzini. «Ci teniamo a instaurare legami diretti e personali con i nostri clienti siano essi in Germania, Grecia, Stati Uniti, Uruguay e Corea del Sud o perfino in Russia e Ucraina. Il nostro mantra è “Venite a trovarci”».

Le proposte di Magie preziose puntano al design contemporaneo, minimalista e sofisticato, realizzate con abilità artigianale ma anche con innovazioni tecnologiche: «Ultimamente abbiamo adottato il disegno 3D digitale. Ma ogni idea, ogni gioiello, parte da un bozzetto tracciato a mano. Proponiamo forme pulite, classiche, semplici, spesso lucide. Per le linee nuove, poi, stiamo tornando a modelli con pietre incastonate».

Anelli delle collezioni Milky e Limpida.

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«Cerchiamo di fare quello che non c’è!»
Magie Preziose: con la fiducia e la qualità si conquista il mercato internazionale
E DESIGN
PEOPLE & BRANDS

WISHList

Pronta per il grande freddo senza, però, tralasciare lo stile, la donna di questa stagione dimostra il proprio amore per i colori naturali. Le foglie e i rami, ormai secchi, rivivono sui beige di cappotti e stivali, ma anche su particolari lavorazioni dell’argento placcato che ne riproduce le forme avvolgendo perle e pietre naturali colorate.

Mono orecchino di PDPaola in argento placcato oro con zirconi bianchi e charoite naturale, collezione Gemstones Piercing. Cintura in pelle nera di Pomandère Ecomontone corto di Weili Zheng con collo revere. Borsa mini Hobo 110 di Swarovski x Borbonese in camoscio impreziosita da cristalli Swarovski. Collana Zoe di Boccadamo in argento placcato oro rosa con ametista e perle. Guanti Knit Nabuk-KNT di MooRER in cashmere e suede. Lo stivalino di Fabio Rusconi in suede fox tabacco.
HER
Anello Corallo di Maria Patrizia Marra Jewels in bronzo e perla naturale.

WISH

List

Audace e divertente, l’armadio maschile si anima con colori brillanti. “Color Blocking” è la parola d’ordine da utilizzare questo inverno: la stagione non lascia spazio agli animi più grigi e tenebrosi ma, al contrario, porta grandi sorrisi con abbinamenti che possono sembrare insoliti ma che sono, in realtà, perfettamente in sintonia cromatica.

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Bracciale Rolling Stone di Mabina Gioielli in argento con giada verde e smeraldi sintetici. Sneaker personalizzabile Nike Air Huarache By You. Piumino misto Kolbay di American Vintage Berretto unisex in lana a costine di Lacoste Collana della linea Gold di Morellato in acciaio con dettagli in oro. Maglione girocollo in cashmere di Boglioli Milano Orologio Scuba Pro di Virtus Watches con cassa in acciaio, cinturino in pelle e quadrante arancione. Jeans di Uniqlo
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IL REPORT DI FEDERORAFI SUL PRIMO

SEMESTRE 2022

VSecondo i dati elaborati dal Centro Studi di Confindustria Moda per Federorafi su indagini Istat, nei primi sette mesi del 2022 le dinamiche negli scambi del settore orafoargenttiero-gioielliero italiano sono stati positivi ma non brillanti. Dopo aver chiuso l’anno 2021 con un considerevole +59,7% in valore sul 2020 – che ha permesso di superare di un non trascurabile +15,6% i livelli pre-Covid del 2019 – e dopo una prima metà del 2022 altrettanto premiante (con incrementi superiori al +30% sia nel primo che nel secondo trimestre) le esportazioni, pur sempre in crescita, hanno registrato in luglio un modesto +5,7% in valore sull’analogo mese 2021. Nella lettura di questi dati mensili vanno però considerati i fortissimi incrementi registrati lo scorso anno nello stesso mese (+78% rispettivamente sul

2020): i rallentamenti registrati nel luglio 2022 appaiono quindi “fisiologici”, giacché i valori attuali si confrontano con quelli assolutamente eccezionali raggiunti un anno addietro. «Occorre cautela», commenta Claudia Piaserico, vicentina, laureata in giurisprudenza, è presidente in rappresentanza di Fope Spa, storica azienda vicentina della gioielleria quotata in borsa. «Il settore gode di ottima salute, anche se si registra un lieve rallentamento a luglio, ma da oltre due anni la prudenza è d’obbligo. Dopo la pandemia, il conflitto russo-ucraino ha portato, tra le varie conseguenze, anche quella economica del caro energetico, fattore importante per le imprese e che necessita di un intervento deciso da parte del governo. Le aziende italiane sono riuscite virtuosamente a far fronte alla situazione ma questo status non può protrarsi in eterno».

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L’ORAFO ITALIANO
INSIDE JEWELRY
Cautela e impegno per trasmettere i valori del Made in Italy: parola di Claudia Piaserico, presidente della federazione di oltre cinquecento aziende orafe italiane

Nei primi 7 mesi del 2022, l’export settoriale ha registrato un aumento del +29,7% sull’analogo periodo dello scorso anno: sono stati venduti fuori dai confini nazionali beni per 5,8 miliardi di euro (vale a dire 1,3 miliardi in più). Il raffronto con la situazione pre-pandemia mostra come i livelli attuali risultino superiori di ben il 42% rispetto a quelli del gennaio-luglio 2019. Andamenti altrettanto vivaci rispetto allo scorso anno si sono registrati per le quantità esportate (espresse in chilogrammi), cresciute nel complesso del +38,5%.

«L’internalizzazione deve rimanere il nostro obiettivo principale», continua. «Anche al “Summit del gioiello italiano” tenutosi il mese scorso ad Arezzo, è stata sottolineata l’importanza fondamentale della comunicazione per svelare al mondo le peculiarità dei nostri prodotti “made in Italy”.

Oltre all’altissimo valore dei nostri gioielli in termini di artigianalità, design e tecnologia, va sottolineata la sostenibilità, che si articola in tante voci diverse. E la legalità, che significa innalzare la reputation del settore». I prodotti italiani sono diversi, meglio fatti, più belli, ma anche più sostenibili e legali, dunque; e – secondo Piaserico – questi valori vanno trasmessi in maniera decisa e documentata all’estero.

«Il consumatore va, diciamo, “educato“ ad apprezzare anche il “valore sociale” dei prodotti italiani», aggiunge. «Si tratta di spiegare chiaramente perché costano di più rispetto a quelli di altri mercati: perché

le nostre maestranze lavorano in condizioni tutelate, per esempio. O perché le nostre materie prime provengono da filiere certificate conflict free. Questa cultura, tra l’altro, ha anche l’obiettivo, per noi primario, di far tornare i giovani ad innamorarsi del nostro mestiere. Stiamo parlando di una parte importantissima della cultura del nostro paese che rischia di perdersi e che, invece, ha ancora tanto da offrire alle nuove generazioni. Assieme ai giovani dovremo valorizzare il saper fare italiano che a tutti i livelli, dall’alta artigianalità al prodotto realizzato con le più moderne e sofisticate tecnologie, continua a far sognare i consumatori di tutto il mondo, e riempirlo anche di nuovi contenuti. Non solo nel loro apparire, ma anche lungo tutte le fasi della loro realizzazione: dalla materia prima fino alla gioielleria e, addirittura, al fine vita del prodotto. Il mondo e le nuove generazioni hanno delle richieste e, giustamente, delle pretese importanti: che un gioiello sia bellissimo ma sia anche ricco di cultura, che sia un prodotto sano e responsabile verso le persone e l’ambiente. Noi siamo in grado di rispettare tutte queste richieste e, credo, anche di spingerci oltre. Però dobbiamo farlo unendoci e superando la logica dell’imprenditorialità individuale. Che è giusto che ci sia, ovviamente, ma un cambiamento di cultura ha bisogno di tempo e dell’impegno di tutte le forze coinvolte».

Nelle foto, alcuni raffinati esempi della produzione orafa italiana.

Nella pagina accanto, Claudia Piaserico, product manager di Fope, storica azienda vicentina quotata in Borsa, è presidente di Federorafi dal 2021.

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TREND E PREVISIONI POSITIVE PER IL 2023

I primi nove mesi del 2022 vedonononostante le turbolenze - trend di fatturato, dati di export e previsione per il 2023 decisamente positivi. Aumentano il loro peso nei flussi di esportazione gli Stati Uniti, la Svizzera, l’Irlanda e gli Emirati Arabi. Questi gli highlights del rapporto congiunto Club degli Orafi Italia - Intesa Sanpaolo di dicembre 2022.

Grazie al coinvolgimento attivo dei principali attori del settore in rappresentanza delle diverse anime dell’oreficeria Made in Italy e di tutte le fasce dimensionali, il Club degli Orafi Italia ha dato il via lo scorso anno a un’indagine congiunturale periodica; dopo quattro edizioni iniziamo ora ad avere a disposizione una serie storica di grande interesse, in grado di fornire alla community importanti spunti di riflessione e scenari prospettici, e di dare agli imprenditori indicazioni utili a prendere le migliori decisioni organizzative.

È indubbio che stiamo operando in uno scenario con molteplici criticità: guerra, inflazione, rafforzamento consistente del dollaro verso euro, prezzi delle materie prime e dell’energia in continuo aumento; a queste si aggiunge una crescente difficoltà nel reperimento della manodopera, nella sua formazione e nell’inserimento nel sistema produttivo, tema sempre più preoccupante in prospettiva del ricambio generazionale non solo nel comparto orafo gioielliero, ma nell’intero sistema manifatturiero italiano, che fa dell’artigianalità e del fattore umano una chiave di volta.

Nonostante i timori, i dati parlano chiaro: nessuno degli accadimenti socio economici e politici ha inciso negativamente sulla fiducia delle imprese: il positivo trend del 2022 è previsto anche per il 2023, e questo chiederà alle aziende del settore di evolversi ulteriormente. In particolare, l’importante peso dei brand, la loro positiva e continua crescita con l’aumento della domanda di manifattura stanno garantendo la produzione a molte aziende manifatturiere italiane. Se

da un lato questo fattore è indubbiamente positivo, dall’altro comporta un adeguamento del modello imprenditoriale che il più delle volte è di struttura familiare, con produzioni autonome e distribuzione di creazioni proprie, richiedendo una trasformazione in terzisti qualificati di manodopera. Sono cambiamenti strutturali che incidono sul modello di impresa e sull’operatività quotidiana, spingendo gli imprenditori ad adeguare le proprie aziende alle regole organizzative e ai valori fondamentali dei brand, puntando ulteriormente su fattori chiave quali etica, trasparenza, sostenibilità e responsabilità sociale.

In sintesi, il settore registra anche per il 2022 risultati positivi, con una prospettiva altrettanto positiva anche per il 2023 e forte di una reale offerta di lavoro, ma con una preoccupante difficoltà ad attrarre, reperire e formare il capitale umano.

Verso questo tema è rivolta una grande attenzione da parte di tutto il mondo produttivo nazionale, e per cercare di darvi risposta sono state messe in atto importanti iniziative che vedono il coinvolgimento diretto delle aziende. Per citarne alcune: la Fondazione Mani Intelligenti costituita a Valenza da oltre 50 Imprese del distretto orafo gioielliero, la scuola di Formazione orafa del Tari e molte altre organizzazioni e scuole in Italia. Anche il Club degli Orafi Italia, con il Progetto Formazione operativa sviluppato in collaborazione con Umana, cerca di dare risposta all’esigenza di formare e rendere operative in tempi rapidi le nuove risorse inserite nelle aziende. Progetti, quelli elencati, ideati per superare il paradosso di un’offerta reale e immediata di occupazione che non trova risposta: un vero e proprio tema sociale che coinvolge famiglie, scuola, formazione, enti pubblici territoriali e nazionali, imprese ma - soprattutto - i giovani.

Come Club degli Orafi siamo impegnati a promuovere anche al di fuori del settore l’attrattività di una professione di grande fascino, in grado di dare spazio alla creatività dei giovani, di valorizzare al meglio la loro voglia di fare e di imparare un mestiere antico ma dall’allure moderna che coniuga ai massimi livelli innovazione e tradizione.

A Vicenzaoro gennaio 2023 il Club degli Orafi Italia e IntesaSanpaolo presenteranno i dati e i risultati dell’indagine rapida sul sentiment del comparto nel corso dell’evento del 20 gennaio, alle ore 14.30 presso la Sala Tiziano B

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Analisi a cura dell’architetto Augusto Ungarelli, Past President e delegato al Centro Studi del Club degli Orafi
INSIDE JEWELRY

PROSPETTIVE

POSITIVE DI CRESCITA ANCHE PER IL FUTURO

L’appuntamento annuale dell’Osservatorio Altagamma certifica la piena ripresa del mercato luxury globale

Va alla grandissima il trend di crescita del comparto dell’alto di gamma a livello mondiale. E rosee sono anche le proiezioni fino al 2030. È quanto è emerso dal ventunesimo Osservatorio Altagamma nell’Altagamma Consensus 2023 - realizzato dalla Fondazione con il contributo di 21 tra i maggiori analisti internazionali specializzati, i cui risultati sono stati presentati di recente a Milano. Nonostante le turbolenze economiche, infatti, nel 2022 il mercato luxury globale crescerà del 21% (i dati si avranno solo nei primi mesi del 2023), sfiorando i 1.400

miliardi di euro mentre si stima per i beni di lusso personali un +22%, con 353 miliardi di euro. Lo scenario si prospetta positivo anche per tutto il 2023, quando la marginalità delle imprese dell’alto di gamma si prevede in crescita del +6%, all’interno di un percorso a segno più nel lungo termine: nel 2030 il valore di mercato dei personal luxury goods dovrebbe salire a circa 540-580 miliardi di euro, un aumento del 60% o anche più rispetto al 2022.

«Gioielli e orologi si sono dimostrati campioni di crescita nel 2022 con circa un +24%, dopo aver registrato ottime performance già nel 2021», spiega Stefania Lazzaroni, direttrice generale di Altagamma. «Si tratta di risultati eccellenti anche in virtù del fatto che in periodi di crisi l’hard luxury viene considerato

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Stefania Lazzaroni, direttrice generale di Altagamma. / di Laura Barsottini

un vero e proprio investimento e che da sempre la preziosità di questi manufatti bene si sposa a occasioni di celebrazione che scandiscono le ritualità familiari. Ma oggi c’è qualcosa in più in fatto di tendenze: a partire da una maggiore autonomia delle donne nel regalarsi un gioiello, dalla ricerca del gioiello artigianale unico o brandizzato, fino alla collezione di orologi sempre più iconici dall’eccezionale maestria artigianale. A fine anno il mercato della gioielleria di alta gamma raggiungerà i 28 miliardi di euro, con una crescita del 24% rispetto al 2021, ma con un +37% rispetto all’anno preCovid. Il mercato degli orologi di fascia alta vale quasi il doppio, 52 miliardi di euro, e la crescita a doppia cifra è del 23% rispetto al 2021 e del 30% rispetto al 2019».

Senza contare il mercato del “secondo polso”: «Letteralmente esploso», continua l’esperta, «anche come conseguenza delle strategie dei brand che, al fine di aumentare l’aura di esclusività dei prodotti, rendono più difficile la reperibilità dei modelli più ambiti. Per il 2023 le stime degli analisti dell’Altagamma Consensus vedono quindi un’ulteriore crescita del 9% per la gioielleria, spinta dai gioielli ‘branded’ particolarmente amati dai giovani, e del +6,5% per gli orologi». In particolare, sono in ascesa i mercati, con un +6% del Giappone e dell’America Latina, e un +7% del Middle East mentre ancora rimangono incerte le stime su Cina e Asia, dove le politiche sul lockdown per il contenimento del Covid-19 potrebbero avere effetti imprevisti. La polarizzazione tra fasce

più e meno ricche dovuta alla situazione macro-economica mondiale tratteggia una geografia complessa dei consumatori: in Europa lo spending rimarrà cauto (+4%), negli Usa si assesterà a un +5% mentre ci si aspetta un +10% dei cinesi grazie alle politiche di «Common Prosperity» attuate dal Governo per rafforzare e a trainare i consumi. Infine, continuerà a prosperare il canale retail, sia fisico sia digitale, che permette un rapporto diretto con i consumatori e un controllo maggiore di tutti i touchpoint, consentendo ai brand di rafforzare una strategia omnichannel. Per il retail digitale si prevede una crescita del 8%, in espansione dunque, ma più moderata rispetto agli anni precedenti segnati dal boom dell’online per la pandemia, mentre i negozi fisici segnano un +7% e continuano ad essere rilevanti per il comparto grazie ad approcci sempre più personalizzati e phygital che migliorano il coinvolgimento del consumatore.

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I SUGGERIMENTI PER IL FUTURO

Nello studio sul settore di Deloitte, leader mondiale tra le società di consulenza e revisione, compaiono anche NFT e Metaverso

Ègiunto alla nona edizione il Deloitte Swiss Watch Industry Study, l’analisi della società di consulenza e revisione più importante del mondo. E le conclusioni rischiano di rappresentare un faro indicatore anche per gli altri comparti del luxury market.

Lo studio si basa su un sondaggio online condotto tra metà agosto e metà settembre 2022 tra 70 dirigenti di alto livello del settore nonché su interviste a esperti. Nello stesso periodo, Deloitte ha condotto un sondaggio online su 5.579 consumatori nel mercato nazionale e nei principali mercati di esportazione degli orologi svizzeri: Cina, Francia, Germania, Hong Kong, Italia, Giappone, Singapore, Svizzera, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito e Stati Uniti.

Nonostante l’incremento dell’inflazione e gli sconvolgimenti geopolitici, il 57% dei dirigenti dell’industria orologiera svizzera intervistati prevede un 2023 favorevole per il settore, anche se l’anno scorso erano il 77% ad avere visioni positive. In crescita il mercato statunitense, che già costituisce quello più importante in termini di volume di esportazione, seguito da India e Cina.

E-commerce, metaverso e NFT

La prima indicazione è che, con due consumatori su cinque intenzionati ad acquistare un orologio online, l’industria orologiera vedrà probabilmente raddoppiare il proprio giro d’affari nell’e-commerce entro la fine del decennio. Tuttavia, la maggioranza

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INSIDE JEWELRY
DALL’INDUSTRIA OROLOGIERA SVIZZERA

Il “secondo polso”

Gli orologi usati continuano a essere molto richiesti, con un consumatore su tre (31%) che prevede di acquistarne uno nei prossimi 12 mesi. Questo dato è ancora più elevato tra gli under 40 (Millenial e Generazione Z), fascia in cui circa un intervistato su due (48%) sta considerando l’acquisto di un orologio di seconda mano. Il mercato dell’usato è destinato quindi a crescere, si pensa da 20 a 35 miliardi di franchi svizzeri (un po’ più in euro) entro il 2030, rappresentando più della metà del mercato primario. Per la maggior parte degli intervistati, la possibilità di acquistare un orologio di lusso

Fonte: Deloitte Research

a un prezzo inferiore (44%), seguita da quello di un modello fuori produzione (29%), sono le ragioni principali che portano alla scelta del “secondo polso”. Il 21% ha poi dichiarato che prenderebbe in considerazione l’acquisto di un orologio di seconda mano per motivi ambientali. Ma che dire della Generazione Alpha? Chi è nato dopo il 2012, svolgerà un ruolo chiave nel plasmare la società e le dinamiche dei consumatori e decretare dunque in futuro il successo del settore. Completamente digitale, questa generazione sarà esposta ai marchi fin dalla tenera età attraverso i social media, i loro coetanei e le abitudini dei loro genitori.

Investimento sicuro

Gli orologi di lusso sono sempre più visti anche come investimento, con quasi un consumatore su quattro (23%) che li acquista per poi rivenderli, con Singapore (33%), Hong Kong (32%) e Cina (29%) in testa alla classifica; infattí i consumatori di alcuni mercati asiatici sono più disposti a spendere di più per gli orologi nuovi: in Cina, ad esempio, più di un terzo (35%) afferma di esserè disposto a spendere 5.000 franchi svizzeri o più per un nuovo orologio, mentre in Svizzera lo farebbe l’8% e in Francia solo il 2%. I consumatori che acquistano un orologio come investimento intendono rivenderlo a un prezzo più alto (36%) o cercano di diversificare il proprio portafoglio di investimenti (33%). «Gli orologi di lusso sono visti come riserve di valore stabile, soprattutto in un mercato volatile con forti pressioni inflazionistiche», afferma Karine Szegedi. «L’attuale scarsità di orologi

di lusso, causata dai problemi della catena di fornitura e dall’attuale contesto economico, attira i clienti che desiderano investire in un orologio con la speranza che il suo valore di rivendita sia maggiore».

Il fattore sostenibilità Nel corso dell’ultimo quinquennio, per un quarto dei consumatori, con una percentuale ancora più alta tra i Millennial (35%) e la Generazione Z (33%), è diventato importante possedere un orologio da polso. Considerato il maggiore interesse per gli orologi da parte dei più giovani, si potrebbe dedurre che il fattore sostenibilità stia assumendo maggiore importanza. Tuttavia, solo il 32% degli intervistati ritiene la sostenibilità più importante dell’immagine del marchio. La stessa percentuale di consumatori afferma che, se l’orologio piace, non se ne preoccupa, mentre uno su cinque (21%) dichiara che l’immagine del marchio è più importante della sostenibilità. Ciononostante, vi è un consenso unanime nell’ambito orologiero sulla necessità di mettersi in gioco per creare un futuro più sostenibile e i marchi hanno compiuto molti passi in questa direzione, con una particolare attenzione all’approvvigionamento etico dei materiali e il rispetto dei diritti umani, fondamentali per il 64% degli intervistati.

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83 Consumator
Approvvigionamento riciclabil sostenibilità e confor mità INSIDE JEWELRY
Donazione a cause dei dirigenti del settore orologiero ritiene che i negozi tradizionali continueranno a essere la piattaforma di vendita più importante nel prossimo futuro. In Italia i canali offline rimangono i preferiti dal 61% dei consumatori, a differenza dei paesi anglosassoni, asiatici e degli Emirati Arabi, dove l’uso dell’online per i propri acquisti è sempre più diffuso. «Secondo le nostre stime, la quota di orologi acquistati online è destinata a raddoppiare fino a raggiungere il 30% entro il 2030», spiega Karine Szegedi, responsabile Consumer e Fashion & Luxury presso Deloitte Svizzera. Inoltre, in tema di digitalizzazione, entrano in scena prepotentemente le nuove tecnologie: il Metaverso e gli NFT; viste le pressioni inflazionistiche in aumento nella maggior parte del mondo, un porpio avatar nel Metaverso con l’ultimo orologio di lusso potrebbe diventare un modo efficace, seppur virtuale, di sentirsi parte del mondo degli orologi.

TRADIZIONE, INNOVAZIONE

SOSTENIBILITÀ

L’impegno di Legor nella sostenibilità: metalli da fonti di riciclo per il benessere del Pianeta

Può il mercato del lusso e del gioiello, in particolare, contribuire al benessere del Pianeta? La risposta è affermativa per quanto riguarda Legor, gruppo multinazionale nato in Italia nel 1979, specialista in metallurgia e chimica per la produzione di gioielli e accessori moda fondato da Gianni Poliero e guidato oggi dal figlio Massimo. «I valori della sostenibilità ci appartengono da sempre», spiega Massimo. «E oggi, con tre sedi italiane e sette internazionali (Turchia, Cina, Russia, Stati Uniti, Hong Kong, India e SudEst Asiatico), a cui si stanno per aggiungere le due di Messico e Francia, siamo leader mondiale nella trasformazione di metalli preziosi e alcuni non preziosi al 100% da fonti riciclabili in leghe, polveri e soluzioni galvaniche che garantiscono performance d’eccellenza ai nostri clienti. In pratica, il 40% dei prodotti del nostro settore nel mondo sono Legor».

La produzione etica e sostenibile dal fornitore al consumatore finale di Legor è comprovata

L’ORAFO ITALIANO
PEOPLE & BRANDS
Massimo Poliero, CEO di Legor.

da numerose certificazioni internazionali tra cui la CoC (Chain of Custody) di RJC –Responsible Jewellery Council, che permette di tracciare e documentare ogni singolo passaggio della catena produttiva. Inoltre, grazie alla partnership nel settore del recupero e affinazione dei metalli preziosi avvenuta acquisendo una quota di Refimet Srl e di Ecomet Refining Srl, da parte del gruppo PH Investments, Legor ha rafforzato maggiormente la sua presenza in tale settore, con l’obiettivo di controllare direttamente la filiera di approvvigionamento di materiali preziosi, garantendone la provenienza al 100% da economia circolare e fonti riciclate. Secondo i dati dell’Unione Europea, nel mondo della gioielleria e del fashion, infatti, uno dei principali fattori che influisce sull’ambiente è la fonte di approvvigionamento dei metalli. L’utilizzo di metallo riciclato, invece di minerali vergini, riduce l’inquinamento dell’aria dell’80%, l’inquinamento dell’acqua del 76% e

il relativo consumo di acqua del 40%. «Un altro fattore per noi fondamentale è l’assistenza post-vendita ai clienti, in modo che utilizzino al meglio i nostri prodotti. A tal fine, ogni anno organizziamo un evento, il JTF –Jewelry Technology Forum, in collaborazione con Italian Exhibition Group: un momento di incontro tra relatori ed esperti internazionali e muldisciplinari, invitati a parlare in merito a diverse tematiche legate al mondo dell’oreficeria e gioielleria. Il prossimo appuntamento si terrà domenica 22 gennaio 2023 in contemporanea con Vicenzaoro-T. Gold».

Azienda da sempre dedita all’innovazione responsabile, Legor ha dato vita al 3D Metal Hub: un centro innovativo finalizzato alla sperimentazione e alla produzione di gioielli e accessori moda a partire da polveri di metalli preziosi e non, utilizzando la rivoluzionaria tecnologia Binder Jet 3D Metal Printing: una rivoluzione per le aziende del mondo del lusso che – affidandosi al servizio

offerto dal 3D Metal Hub e ai vantaggi che la stampa additiva con tecnologia Binder Jet permette – possono essere più performanti e competitive nel mercato. Ma questo è solo l’inizio, perché il reparto R&D di Legor sta già lavorando alla stampa di oggetti in metallo prezioso come l’argento, e non prezioso come il bronzo.

Un grande impegno, quello del Gruppo Legor, riconosciuto da vari istituzioni: nel 2022 la rivista “Economy“ gli ha conferito il premio nazionale “Legalità & Profitto Award”, riservato alle 100 pmi che abbiano ottenuto il Rating di legalità e abbiano avuto nel 2020 i bilanci migliori per redditività e solidità, uno studio de “L’Economia del Corriere della Sera” eseguito dal Centro Studi ItalyPost l’ha classificato tra le 1.000 Imprese Champions italiane del 2022 e ha ricevuto il Sustainability Award rientrando tra le Top 100 aziende sostenibili in Italia e le 50 virtuose che hanno migliorato il rating.

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PEOPLE & BRANDS

NUOVE IDEE IN LINEA CON LA

TRADIZIONE

Dédié è l’ultima intuizione di Lux Coral: un gioiello eterno saldato a laser direttamente al polso

Raccogliere sogni e desideri, e tradurli in oggetti preziosi: è questa la mission di Lux Coral, azienda umbra che ha da sempre a cuore l’innovazione e la ricerca di nuove proposte per un pubblico particolarmente sensibile all’esclusività in fatto di gioielli. Da quarant’anni il brand progetta e realizza gioielli in oro 18 carati, ma interpretandoli sempre in maniera originale ed esclusiva. Fondata nel 1986 da Domenico Cosentino è la naturale evoluzione di un’antica azienda artigiana a gestione familiare, all’inizio specializzata nella lavorazione del corallo sardo. «Già allora», racconta Matteo Cosentino, direttore generale dell’azienda, «

trattavamo e lavoravamo il corallo in modo innovativo e già fuori dagli schemi. Oggi progettiamo e realizziamo gioielli in oro, studiandoli e realizzandoli artigianalmente al nostro interno, dalla progettazione alla fusione, dall’assemblaggio all’incastonatura, fino al controllo qualità. L’esperienza artigianale, l’attenzione alla qualità e il Made in Italy sono solo alcuni dei punti di forza della nostra azienda. Il nostro obiettivo principale è quello di essere vicini alla clientela cercando di assecondare ogni desiderio e capriccio con collezioni sempre nuove al passo con i tempi e le tendenze del momento. La nostra efficiente organizzazione ci permette infatti di soddisfare rapidamente le esigenze dei nostri clienti a garanzia di un’attenta customer care».

Attualmente, il Gruppo propone tre collezioni, veri e propri progetti concettuali: Lux Gioielli (gioielli in oro 18 carati con diamanti, perle, corallo e pietre preziose naturali, realizzabili anche su misura), Freelight (gioielli in oro 18 carati con diamanti accresciuti e gemme

preziose di colore ricreate), Dédié (un filo d’oro 18 carati che viene saldato direttamente al polso del cliente).

«Per quest’ultimo progetto», spiega Cosentino, «organizziamo all’interno del negozio nostro partner un evento: il cliente finale sceglie, assistito dal nostro team e dal gioielliere, il filo d’oro e i ciondoli per creare il suo Dédié personale, quindi effettuiamo la saldatura a laser del gioiello in tutta sicurezza… ne nasce un oggetto eterno».

Progetti e idee innovative che incontrano il successo del pubblico, tanto che Lux Coral è stata selezionata nel 2022 dall’Istituto Tedesco Qualità e Finanza (Itqf) tra gli 800 “campioni della crescita”, in base alla crescita media annua nel triennio 2018-2021.

Nelle foto, gioielli delle collezioni Freelight, Lux Gioielli e Dédié.

L’ORAFO ITALIANO 86

Vicenzaoro è la manifestazione internazionale di riferimento per l’intera filiera del gioiello, una piattaforma dinamica per scoprire novità e tendenze, esplorare opportunità di innovazione e networking, acquisire conoscenze e competenze per il tuo business. E oggi si arricchisce di una nuova community: TIME, per l’orologeria contemporanea.

Organizzato da In collaborazione con
VICENZA
/
GENNAIO
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24
2023

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TECNOLOGIA AL SERVIZIO

DELL’UOMO

Femar: due collezioni di gioielli, in oro per un pubblico fashion, in argento per il target baby

Le nostre creazioni nascono sempre da un disegno fatto a matita su carta», racconta Federica Barneschi, seconda generazione di imprenditori di Femar srl, azienda di Castiglion Fiorentino, incantevole borgo in provincia di Arezzo. Il brand ha visto la luce nel 1991, per iniziativa dei due fratelli Pasquale e Santi Barneschi, rispettivamente padre e zio di Federica. Da anni nel settore, Pasquale e Santi decidono di creare la società unendone altre due, una specializzata nella lavorazione dell’oro, l’altra nell’argento. «Questa impostazione iniziale continua ancora oggi», spiega Federica. «Io mi occupo della parte commerciale ma anche del design delle collezioni in oro; mia cugina Martina, invece, è la creatrice delle collezioni in argento, modelli pensati e rivolti al pubblico kids. Nella nostra visione l’argento ha da sempre un ruolo chiave per servire i

clienti storici che richiedono la nostra baby line collection proprio in questo metallo. In questa fase, Martina declina e progetta in modo eccellente i soggetti in innumerevoli versioni, accostandoli a smalti in colori vivaci e armonici di alta qualità. Da sempre valore aggiunto delle nostre collezioni».

Fin dall’inizio, i due fondatori rivelano una visione lungimirante che punta a creare sia gioielli molto particolari ed importanti che minimal, senza tempo in grado di diventare capisaldi stilistici per le tendenze future, un valore fondamentale per il costante processo evolutivo dell’azienda. Questa stessa mission è portata avanti oggi da Federica e Martina che, con i loro team, concepiscono ogni modello partendo da intuizioni e osservazione del mercato e dell’evolversi del gusto e delle tendenze della società.

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Da sinistra, Martina, responsabile commerciale e modellistica settore argento, e Federica Barneschi, responsabile commerciale e modellistica settore oro.

Design, progettazione, creazione e finitura sono le fasi principali per realizzare i gioielli Femar. Dopo lo schizzo su carta, le idee prendono forma grazie alla progettazione CAD e all’utilizzo della più avanzata tecnologia laser di incisione e saldatura durante la produzione. La tecnologia più avanzata si unisce al savoir-faire di chi ogni giorno, con competenza e passione, si prende cura di ogni singolo dettaglio delle opere d’arte Femar: dal pezzo unico alla produzione in serie. I materiali usati per le linee fashion (da Milky Way Collection a Red Stones Collection, da Peacock Collection a Stripes Collection) sono l’oro in tutte le carature, dai 18 ai 22 carati, passando per i 14 e 22, «al quale», aggiunge Federica, «come novità 2022 abbiamo anche affiancato brillanti e pietre preziose».

Cura del dettaglio, attenzione alla produzione e, soprattutto, grande sensibilità al pubblico e ai suoi gusti sono le caratteristiche che hanno permesso a Femar di ampliare i propri mercati, che ora, dopo aver consolidato da tempo quelli del Medio-Oriente, Giappone e Stati Uniti, si sta rivolgendo a quelli nordeuropei.

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DEL PIANETA

Sostenibilità ambientale, materiali riciclati, oro e diamanti etici, una supply chain tracciata sono ormai parole d’ordine

Sposare istanze ambientaliste e sociali è il nuovo must anche per le grandi maison, influenzate dalle decise posizioni di attivisti e di icone dello showbiz come Emma Watson, Cate Blanchett, Megan Markle tra le tante; il tutto in cerca di un vero lusso sostenibile, adottando nuovi standard, ormai quasi obbligatori. Prerequisito essenziale nel mondo della moda contemporanea, l’attenzione verso tematiche di tipo ambientalista e sociale non lascia indifferente anche la produzione gioielliera ed in particolare le grandi maison: una rivoluzione luxury dove il “settore preziosi” si impegna a implementare pratiche sostenibili che variano dall’uso di diamanti etici all’impiego di materiali riciclati, con l’obiettivo finale di realizzare gioielli “green”. A questo si aggiunge poi la ricerca, mettendo alla prova le arti, la tecnologia e, non meno importante, l’estetica. Da qui la sfida di rendere prezioso qualcosa di umile, lavorando materiali insoliti, anche organici, che non presentano la stessa durezza di pietre dure e metalli. Da un lato la parola “etica”, sinonimo di sostenibilità a tutti i livelli; a partire dai materiali, derivanti da fonti di produzione compatibili con l’ambiente, fino alla lavorazione, che deve essere realizzata da manodopera adeguatamente retribuita

e rispettata. Dall’altro la sperimentazione per ridurre al minimo l’impatto ambientale sfruttando l’oro e le pietre riciclate, i diamanti realizzati in laboratorio, fino al recupero di preziosi vintage, l’utilizzo dei materiali definiti upcycled - ovvero quelli di scarto, destinati a essere gettati - rimodellati invece per creare nuovi oggetti di valore. La ricerca attraverso l’uso della tecnologia, che consente una supply chain tracciabile e trasparente, assicura il brand dell’esatta provenienza delle materie prime utilizzate, ancora di più se si tratta di diamanti, la cui estrazione comporta non solo un grave impatto ambientale ma che può essere legata al commercio illegale e al lavoro forzato, e da qui l’utilizzo di diamanti fair-trade (etici).

In parallelo, si approcciano gemme di tipo lab-grown, coltivate in laboratorio, come i diamanti sintetici che partono da un “seme” di carbone e il cui mercato è in forte ascesa considerando che, messi al pari di quelli naturali, non si percepisce alcuna differenza sia a occhio nudo che nell’analisi di laboratorio visto che vantano le stesse caratteristiche chimico-fisiche, oltre a un prezzo decisamente più accessibile.

Un impegno quasi dovuto da parte delle maison considerando che, come rilevato dal Conscious Jewelry Report, nel 2020 la domanda di gioielli sostenibili è aumentata del 80%, quella relativa ai diamanti lab-grown del 83% e quella di oro etico del 73%.

Negli ultimi sei mesi la domanda invece di gioielli realizzati in oro riciclato è aumentata del 29%, sebbene questo tipo di pratica non convinca tutti, visto che per essere raffinato nuovamente questo oro richiede pratiche decisamente non eco-friendly oltre a limitare la filiera produttiva alla fonte creando un danno ai paesi solitamente poveri il cui sostentamento è proprio nell’estrazione.

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Sul monitoraggio della supply chain, ovvero il tracciamento di ogni gemma e il garantire ad ogni minatore il rispetto dei diritti umani, la gran parte dei brand ha aderito ai principi del Kimberley Process, il protocollo internazionale dell’ONU che vincola i paesi aderenti ad un severo controllo sull’estrazione e il commercio di diamanti perché non finiscano per finanziare guerre e conflitti.

Lo stesso succede con le pietre colorate dove molti invece si sono riuniti nel Colored Gemstones Working Group (Gruppo di Lavoro Pietre Colorate - CGWG), il cui obiettivo è sviluppare strumenti e procedure che promuovano comportamenti trasparenti e responsabili nella filiera produttiva; a questo ente se ne affiancano altri come il Comitato Etico di Assogemme, nato nel 2013 con l’obiettivo di realizzare il primo codice etico procedurale applicabile al commercio e alla produzione delle gemme di colore.

Per quanto riguarda l’oro, tutti sembrano rivolgersi verso quello “etico”, estratto con tecniche e metodologie non invasive, senza l’utilizzo di esplosivi o agenti chimici, in primis cianuro e mercurio, nonché in armonia e collaborazione con l’ambiente e le comunità locali coinvolte; certificato da enti come Fairmined davanti a tutti e il cui approvvigionamento è garantito dalla Certificazione della Catena di Custodia. Una gioielleria, quella dei grandi marchi di lusso, che sente quindi il richiamo ad una grande responsabilità dovuta anche al suo heritage, e che sta facendo grandi passi per rendere sempre più sostenibile, responsabile ed etica tutta la filiera produttiva, dall’estrazione di oro e gemme fino ad arrivare allo splendido oggetto posto in vetrina.

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Associazione Amani Onlus Via Tortona 86, Milano 20144 Tel. 02 4895 1149

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GIOIELLERIA
FUTURO
L’ALTA
INVESTE SUL
/
MARKET TREND

POMELLATO

In occasione della Giornata della Terra 2022, Pomellato ribadisce l’impegno nella riduzione dell’impatto ambientale dei suoi gioielli, con il programma “Oro responsabile”, nell’ambito del Responsible Gold Framework della capogruppo Kering. Nel 2018 il brand ha raggiunto il 100% nell’acquisto di oro Fairmined, e continua a investire nella tracciabilità delle gemme, esplorando inoltre le possibilità per nuovi materiali e soluzioni di riciclo. Collabora con un istituto orafo milanese incoraggiando la formazione di una collettività eco-responsabile, l’istruzione e la crescita professionale femminile. La collezione Nuvola, nata nel 2018, è contraddistinta dall’uso di materiali sostenibili, che garantiscono la tracciabilità dell’intera catena di fornitura, provando il forte impegno della maison nei confronti della sostenibilità.

PRADA

Per Prada solo oro riciclato e diamanti tracciabili. Un debutto nella gioielleria con il piede nella sostenibilità, lanciando la prima collezione, Eternal gold, che è anche la prima, nel campo del lusso, a utilizzare solo oro riciclato e certificato al 100%. 48 pezzi tra collane, bracciali, orecchini e anelli prodotti interamente con oro conforme agli standard della Chain of Custody stabiliti dal Responsible Jewelry Council. Anche i diamanti sono certificati e, visto che i pavé costituiscono in media l’80% delle vendite, Prada si è impegnata a dare tracciabilità alle pietre di tutte le dimensioni, comprese quelle inferiori agli 0,5 carati. Gli stessi clienti possono verificare l’autenticità dei loro pezzi tramite la piattaforma Aura Consortium Blockchain. Un ingresso nel Fine Jewelry unito a un percorso verso la sostenibilità a 360°.

CHOPARD

La maison ha intrapreso il suo “Viaggio verso un lusso sostenibile” nel 2013, iniziando ad utilizzare una parte di oro certificato per le sue creazioni. La prima collezione creata unicamente con materie estratte in modo responsabile è stata la Green Carpet Collectio”, unvero e proprio matrimonio tra etica ed estetica. Chopard è direttamente coinvolta nel percorso delle piccole comunità minerarie per l’ottenimento della certificazione Fairmined così come nella formazione dei minatori per la conquista di migliori condizioni socio economichei. L’impegno di Chopard continua anche sulle pietre preziose: oltre ai diamanti e agli smeraldi certificati, la maison utilizza altre pietre preziose sostenibili come la Tormalina Paraiba. Dal 2018, la maison utilizza esclusivamente oro etico e oggi è la principale acquirente di oro Fairmined.

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CARTIER

Nel 2005 Cartier è uno dei 14 membri fondatori del Responsible Jewellery Council (RJC), Consiglio per una gioielleria responsabile. Nell’ottobre 2021, la maison e Kering lanciano la “Watch & Jewellery Initiative 2030”, un’iniziativa che mira a creare un’industria orologiera e gioielliera interamente sostenibile, una road-map basata sulla costruzione e il raggiungimento di tre tappe fondamentali: rinforzare la resilienza climatica,

proteggere le risorse e incoraggiare l’inclusività. Dal 2017 Cartier non acquista più pietre preziose provenienti dal Myanmar, dove vengono costantemente violati i diritti della minoranza Rohingya, e dal 2018 dice no anche ai lapislazzuli dall’Afghanistan, visto che il loro commercio si sospetta finanzi gruppi armati; lo stesso comportamento attua per i diamanti da paesi nei quali ci sono conflitti.

BOUCHERON

Trasformare i prodotti di scarto industriale in nuovi materiali “etici”? Bucheron straccia i codici tradizionali e rende il Cofalit®, un materiale di scarto riciclato che presenta l’aspetto di un vero e proprio minerale, il protagonista della nuova collezione di gioielli della linea Jack di Boucheron Ultime. Il percorso sostenibile della maison, inteso come impegno a contribuire alla protezione del pianeta con trasparenza e responsabilità, trova ulteriore conferma nel report presentato quest’anno, “Precious For The Future”. A oggi, il 95% dell’oro utilizzato da Boucheron per le sue collezioni è riciclato e il restante proviene da miniere più piccole a gestione controllata; la completa tracciabilità dei diamanti sarà assicurata nel 2025, così come quella di tutti gli altri materiali preziosi.

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MARKET TREND

PEOPLE & BRANDS

EVOLUZIONE

L’innovazione tecnologica e la continua ricerca nel design fanno di Falsini una realtà internazionale

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UN’AZIENDA
CONTINUA
IN
Nadia e Andrea Falsini con il padre Floro.

Classica impresa familiare di tradizione orafa, Falsini fa capo a Nadia e Andrea Falsini. L’azienda ha sede dal 1978, anno in cui è nata, a Subbiano, in provincia di Arezzo, nel distretto specializzato nell’oreficeria che affonda le proprie radici dall’operosità e artigianalità toscana più pura, la stessa zona che eredita il “saper fare” direttamente dalle conoscenze nella lavorazione dell’oro dagli Etruschi che, in epoche antiche, abitavano la regione.

Artigianalità e tradizione, ma non solo. «Da tempo i nostri investimenti aziendali si rivolgono, oltre che alla creatività, alla tecnologia», racconta Nadia. «Attualmente, alla lavorazione a lastra, abbiamo aggiunto quella con stampa a 3D, che permette di realizzare prodotti in microfusione con una precisione di dettaglio di grande valore qualitativo». Il nuovo macchinario consente la produzione di gioielli in oro più tecnologici con caratteristiche di disegno, colore e finiture in linea non solo con le richieste di un mercato internazionale, ma anche con le esigenze e i desideri di ogni singolo cliente.

La ricerca continua e instancabile come valore aziendale e premessa di successo: così Falsini si è guadagnato un ruolo di leadership internazionale nel settore; i mercati in cui è presenta, oltre a quello europeo, sono gli Stati Uniti e i paesi arabi. «Siamo sempre alla ricerca di nuove soluzioni», continua Nadia. «Così riusciamo a dare forma a prodotti in cui la preziosità dei materiali si unisce a bellezza e ricchezza delle forme, gioielli dalle linee leggere e dal gusto fresco, per un pubblico sofisticato e attento». Oro unito a pietre preziose fini come malachiti, turchesi e perle sono le scelte delle nuove collezioni, che si affiancano a proposte più classiche nel ricco catalogo del brand.

Inoltre, Falsini ha da tempo intrapreso una politica aziendale all’avanguardia anche in tema di ecologia e impatto ambientale: «Siamo convinti che il nostro futuro sia anche il futuro del Pianeta», conclude Nadia.

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DEI TREND

Dopo l’ottimo risultato dell’edizione di settembre, che ha recuperato e superato i dati di visitatori e business prepandemici, dal 20 al 24 gennaio torna VOJ – Vicenzaoro January, il salone B2B rappresentativo dell’intera filiera orafo-gioielliera organizzato da Italia Exhibition Group che apre il calendario mondiale degli eventi di settore. Mentre si confermano le communities in cui è organizzata la manifestazione – Icon per i top brand della gioielleria, Look per la fine Jewellery fashion, Creation per l’oreficeria, Essence per pietre e gemme, Expression per packaging e visual merchandising –tutto da scoprire è Time, il nuovo format dedicato all’orologeria contemporanea con distribuzione che integra l’offerta merceologica dell’evento. Una selezione di brand e micro-brand, circa una quarantina tra indipendenti e affermati, presentano accessori, componenti, strumenti e servizi per l’after-sales di tutta la filiera orologiera, con la possibilità di intercettare i buyer della

distribuzione soprattutto internazionale. Luogo fisico - e virtuale grazie alla dimensione online di The Jewellery Golden Cloud – di networking globale, VOJ prevede talk e workshop con esperti e opinion leader internazionali per un Think tank sull’evoluzione del settore, trend di prodotto, dinamiche di mercato, sostenibilità e professionisti di domani, con particolare riguardo alla formazione. Argomento, quello del prossimo ricambio generazionale dei Maestri orafi, emerso con decisione alla seconda edizione del “Summit del gioiello italiano” organizzato da Italian Exhibition Group a fine 2021 ad Arezzo. Nato dalla sinergia tra i protagonisti del settore orafo e le associazioni di categoria è un’importantè occasione di confronto sul Made in Italy, le dinamiche della filiera e il mercato con l’obiettivo condiviso dello sviluppo della gioielleria italiana.

Negli stessi giorni di VOJ si terrà T.Gold, salone internazionale e principale vetrina di innovazione delle tecnologie e dei macchinari per l’oreficeria, con un’area espositiva aumentata, e dal 20 al 23 gennaio, VO Vintage, il marketplace per appassionati e collezionisti aperto al pubblico che in quest’edizione si prolunga di un giorno.

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20 al 24 gennaio torna Vicenzaoro con il nuovo format Time dedicato all’orologeria LO SHOW INTERNAZIONALE INSIDE JEWELRY
Dal

SPIRITO VISIONARIO

Ronny Totah, co-fondatore di GemGenève, spiega il suo punto di vista sul futuro

Anovembre scorso si è conclusa la quinta edizione di GemGenève, manifestazione creata da Ronny Totah e Thomas Faerber a Ginevra, con un ottimo successo di visitatori ed espositori. Tra talk, workshop e incontri tra professionisti, la manifestazione in continua crescita – il prossimo appuntamento è dall’11 al 14 maggio 2023 – ha una filosofia incentrata sulla valorizzazione delle novità, intese sia come nuovi talenti, ma anche come nuove idee. Totah discende da generazioni di commercianti di diamanti e pietre preziose, ed è impegnato in vari enti di settore come l’International Colored Gemstones Association (ICA) e lo Swiss Gemmological Laboratory (SSEF), oltre che essere vicepresidente dell’Associazione Svizzera dei Commercianti di Pietre Preziose; Faerber è titolare di Faerber Collection e presidente fino al 1998 della stessa Associazione. Abbiamo chiesto a Ronny Totah la sua visione del futuro.

Ci può dare una fotografia del mercato internazionale del gioiello alla luce dei risultati dell’ultima edizione di GemGenève?

«Il mercato internazionale del gioiello e soprattutto delle pietre preziose ha avuto buoni risultati soprattutto durante la scorsa edizione di novembre. Abbiamo costatato che le pietre preziose di caratura importante funzionano sempre bene. Oggi i grandi marchi dimostrano una forte voglia di acquistare e questo ci sembra di buon auspicio per il futuro. I gioielli antichi firmati sono molto ricercati. Per il futuro credo che la grande sfida sarà quella di consolidare questo andamento rimanendo vigili, senza troppa euforia, riflettendo sul fatto che stiamo recuperando le vendite mancate durante la pandemia. Inoltre, il comparto ha bisogno di fortificare il mercato medio. I pezzi belli e rari si vendono bene, il che ovviamente significa buoni risultati economici; ricalcando lo stesso modello, anche gli oggetti più commerciali devono trovare il modo di consolidare il proprio business. Se questo segmento riesce a risollevarsi, anche il suo futuro a breve termine si preannuncia positivo».

Quali sono le influenze della situazione economica e politica sul mercato?

«Il mercato deve rendersi conto che esiste un legame tra la situazione economica e politica anche se di primo acchito non pare logico. Talvolta possiamo avere al tempo stesso, come lo dimostra la situazione attuale, un’economia che sembra essere instabile e un’attività come la nostra che funziona bene. La positività del segmento è forse data dal fatto che i suoi protagonisti abbandonano la borsa e preferiscono fare acquisti di pezzi rari ed eccezionali. Il nostro settore deve tuttavia comprendere che questa tendenza può di colpo arrestarsi e vacillare. In una situazione così bisogna tenere i piedi per terra, gli occhi ben aperti e non essere troppo euforici dicendosi che tutto sta andando a gonfie vele e che continuerà così. Bisogna restare all’erta, osservare il mercato, non prendere posizioni forti, evitando per esempio di aumentare lo stock. Bisogna avere una buona memoria, ricordarsi che le situazioni possono rapidamente cambiare, in un senso come nell’altro. E, in entrambi i casi, bisogna ricordarsi di non perdere la testa».

L’ORAFO ITALIANO 98
INTERVIEW
/ di Laura Barsottini

Da più fronti si sta ponendo l’attenzione sulla formazione delle nuove leve, talenti e studenti: perché i giovani sono così importanti?

«Chiunque osservi il mercato con una visione a breve termine può giungere alla conclusione che non abbiamo bisogno di studenti o giovani talenti. Al contrario chiunque abbia una visione a lungo termine sul mercato si rende conto di quanto l’apporto delle giovani generazioni sia indispensabile. Questi giovani portano freschezza e modernità, e propongono al nostro settore una visione molto più adatta allo spirito del tempo. Non bisogna mai dormire sugli allori e questo è da ricordare anche nella gestione del lavoro. E poi c’è una grande soddisfazione nel vedere i giovani entrare nel nostro mestiere che – diciamolo - a un certo momento si stava facendo un po’ “vecchiotto”. Assistiamo oggi all’avvento di una nuova generazione che arriva sul mercato con delle idee e questo fa veramente piacere! La loro presenza è stimolante e ci permette di porci delle domande sulla pertinenza dei nostri comportamenti e il lusso di metterci in discussione».

«Le piccole imprese, quelle di cui il comparto ha maggiormente bisogno, devono rendersi conto della loro importanza e potenzialità. Perché quando si è piccoli, si è leggeri e si può cambiare direzione in modo veloce. Basti pensare alle grosse navi e alla difficoltà a cambiare di rotta… C’è l’inerzia che una piccola barca non ha. Una piccola barca sente meglio le onde mentre una grande nave no. Ecco: spesso le piccole onde sono il preludio di una tempesta. Quindi i piccoli business devono realizzare che essere piccoli non è una debolezza, ma una forza. Devono perseguire i propri obiettivi per diventare i migliori nel loro settore con le dimensioni che li caratterizzano e trarne vantaggio per adattarsi ai bisogni che nel nostro mestiere hanno delle ripercussioni sull’intero settore. Il Covid prima, la guerra poi, ci hanno insegnato a che tipi di cambiamenti dobbiamo essere pronti senza preavviso. Le aziende più reattive e le più agili saranno quelle ad avere maggior chance di cavarsela nel migliore dei modi e più facilmente».

99 INTERVIEW
Cosa ha bisogno una piccola impresa oggi per essere up-to-date?

2023

SI ALZA LA FEBBRE PER LE FIERE IN PRESENZA

La familiarizzazione con la dimensione virtuale vince se unita agli incontri “facci a faccia”.

l sistema fieristico riparte alla grande nel 2023, dopo i due anni disastrosi fortemente penalizzati dalla pandemia, si prevende un trend di crescita che riporterà il comparto ai numeri del 2019. Ovviamente tante iniziative si erano già spostate sull’online anche prima del fatidico stop, ma la voglia di “stringere mani”, di vedere e toccare gioielli dal vivo e non solo virtualmente, sembra determinare una forte positività nel settore.

Se da un lato, tecnologia e digitalizzazione hanno ormai un posto preponderante nella nostra vita quotidiana, umana e professionale; gli incontri “faccia a faccia” come quelli che si tengono durante una fiera non perderanno mai valore. Incontri sociali che rimangono necessari e che impongono non una sostituzione del digitale al fisico, come i tanti discorsi sul “metaverso” ci avevano fatto presagire, ma un affiancamento di entrambi i sistemi volti ad amplificare ulteriormente il messaggio comunicazionale delle fiere stesse.

Certamente, il periodo di crollo e di stop forzato vissuto in questi due anni di Covid19, nonostante i ristori del governo almeno per quanto riguarda l’Italia, unito alla perdita dei numeri legati alla Cina, Russia e Ucraina causa guerra, ha generato difficoltà oggettive sempre attuali che invitano alla cautela, ma lasciano comunque una sorta di ottimismo. Un report di Banca Akros, stilato solo su Fiera Milano, paragona il fatturato del 2021 di 121 milioni con una previsione di 189 per il 2022 e di 270 per il 2023. Numeri che fanno sperare anche per quanto riguarda IEG (nata dalla fusione delle fiere di Rimini e Vicenza) dove Intermonte prevede un orizzonte di grande respiro: dopo gli 80 milioni del 2020 e i 103 del 2021 e una chiusura del 2022 a 137, 178 sono attesi per il 2023 e 195 per il 2024.

Parlando più del settore, anche VicenzaOro ha registrato una crescita continua, partendo da un Gennaio 2020 con numeri importanti rispetto all’anno precedente, soprattutto per la visitazione estera, la fiera è poi passata all’edizione di settembre, in piena pandemia, dove vista l’esigenza di ritrovarsi, confrontarsi

e fare squadra comune ha “inventato” VOICE

- Vicenzaoro International Community Event, con 400 aziende in presenza. Nel 2021 nell’edizione di settembre di VO 800 aziende espositrici, e nel 2022 a marzo, visto che l’appuntamento di gennaio è sempre stato penalizzato dalla pandemia, 1000 espositori. Nel mezzo, IEG ha proposto e realizzato una serie di nuovi format nel settore della gioielleria (We Are Jewellery e VO’Clock Privè) è prevede una crescita di espositori nei prossimi appuntamenti tra cui un +10% nell’edizione di gennaio di T.GOLD e un + 30% al JGT Dubai del prossimo febbraio rispetto all’edizione inaugurale dell’anno precedente. Quindi, pronti a preparare la valigia per visitare le fiere più interessanti del settore Gioielli e Orologi che ci attendono almeno per i primi 4/5 mesi del 2023, ma quali? Ecco un calendario di appuntamenti da non perdere e da tenere sempre davanti agli occhi.

L’ORAFO ITALIANO 100
I
/ di Gianfilippo Versari
MARKET TREND
101 CALENDARIO FIERE 1-5 Hong Kong International Jewelry Show - Hong Kong - Cina 3-6 Il Tari’ - Marcianise (Ce) – Italia 8-12 Middle East Watch & Jewellery - Sharjah – Eau 12-14 Ja - New York – Usa 14-17 Jewellery Season - Shenzhen – Cina 15-18 Amber Trip - Vilnius – Lituania 16-19 Istanbul Jewellery Show March - Istanbul – Turchia 22-25 Amberif - Danzica - Polonia 26-28 Jis - Miami – Usa MARZO GENNAIO 11-14 Ijt International Jewellery Tokyo – Giappone 21-23 Bijorhca Paris - Parigi – Francia 20-24 T.gold Vicenzaoro – Vicenza – Italia FEBBRAIO 1-5 Junvex - San Pietroburgo - Russia 2-5 Madridjoya - Madrid - Spagna 5-8 Springfair Moda - Birmingham - Gran Bretagna 12-14 Jgt Dubai – Dubai – Emirati Arabi 24-27 Ihnorgenta - Monaco – Germania GIUGNO 1-4 Couture – Las Vegas - Usa 2-5 Jck - Las Vegas - Usa MARZO/APRILE 27/2 Watches & Wonders – Ginevra - Svizzera MAGGIO 9-13 Doha Jewellery & Watches - Doha – Qatar 13-16 Oroarezzo - Arezzo – Italia 18-20 Ijk - Kobe – Giappone

“ALWAYS IN PROGRESS”:

TORNA HOMI FASHION&JEWEL

17 al 20 febbraio 2023

Riapre i cancelli a Fieramilano-Rho dal 17 al 20 febbraio 2023 Homi Fashion & Jewel Exhibition, la manifestazione dedicata all’accessorio moda, all’abbigliamento e al gioiello: in accordo con il nuovo claim Always in progress, l’evento si propone con un’inedita veste visiva che corrisponde a un concept sempre più propositivo delle tendenze fashion e di mercato future.

Un’immagine che indica HOMI Fashion & Jewels Exhibition come place to be, in quanto luogo dove poter sempre vedere lo stato dell’arte, il progress del momento e le evoluzioni di un mondo che non smette mai di lavorare, inventare e produrre. «In risposta alla mutabilità del mercato e alla grande attenzione che noi per primi dobbiamo portare alle sue evoluzioni, abbiamo deciso di svelare un nuovo volto, al passo con la stessa creatività ed ispirazione che richiediamo ai

nostri espositori. Il gioco di colore tra bianco, nero e giallo acido ricorda volutamente il “work in progress” perché la moda, e di conseguenza anche il gioiello e l’accessorio, è sempre alla ricerca di nuovi stimoli. Speriamo quindi che questo nuovo volto possa essere anche un invito alla creatività e al confronto per raggiungere insieme nuovi obiettivi e trovare nuovi approcci, magari anche più sostenibili ed efficaci», spiega Emanuele Guido, Exhibition Director Business Unit Lifestyle di Fiera Milano. Novità nazionali ed internazionali che disegnano i trend del futuro si fondono nell’innovazione del percorso espositivo per una migliore experience di visitatori, buyer ed esperti del comparto, in cerca di spunti, idee e stimoli. Anche in quest’edizione non mancheranno gli shooting fotografici professionali, già sperimentati con successo lo scorso settembre, e le sfilate, occasioni per conoscere i must have delle stagione Spring/ Summer 2023. «La filiera moda, e in particolare il settore accessori moda e gioiello, continua a crescere, continua Guido. «Dopo la pandemia l’andamento del comparto ha registrato numeri positivi nel commercio mondiale della filiera 2021, ma Export Planning ci offre una pre-stima sul 2022 che vede una crescita al di sopra dei 64 miliardi di euro. Anche i Prodotti Bijoux si allineano perfettamente a

questa tendenza, con una stima d’aumento del +30.1% e un valore di quasi 25 miliardi di euro. Un dato che indubbiamente indica un comparto in continua evoluzione e crescita che ci fa ben sperare anche per il prossimo triennio (2023-2025)», continua Guido.

Homi Fashion&Jewels Exhibition, infine, conferma la sua attenzione ai temi legati alla sostenibilità e le attività collegate a ridurre l’impronta ambientale degli eventi fieristici: la scorsa edizione di settembre è stata infatti certificata “carbon neutral” perché tutte le emissioni di CO2 prodotte sono state interamente neutralizzate investendo in un progetto ambientale di sviluppo di energia green nella zona di Maharashtra (India), che favorisce l’acceso all’energia green per le popolazioni locali. Un impegno che continua, grazie a un piano specifico messo in campo da Fiera Milano, che coinvolge tutti gli stakeholder dell’azienda e della manifestazione.

In parziale contemporaneità con Homi, dal 19 al 22 febbraio, la location di Rho ospiterà Micam Milano - Salone Internazionale della Calzatura, Mipel - Salone internazionale della pelletteria e dell’accessorio moda, TheOneMilano - Salone Internazionale dell’Outerwear e dell’Haute-à-porter.

L’ORAFO ITALIANO 102
Emanuele Guido, Exhibition Director Business Unit Lifestyle di Fiera Milano.
JEWELRY
Dal
a Fieramilano-Rho si rinnova l’appuntamento con l’evento dedicato all’accessorio moda e al gioiello
INSIDE

AFRICANS

l’Orafo Italiano con Amani per garantire casa, scuola e salute ai bambini e alle bambine di strada di Nairobi, in Kenya, e Lusaka, in Zambia. Una raccolta fotografica che ci offre uno sguardo sull’Africa ma che allo stesso tempo ce lo restituisce, a ricordarci che uno scambio, in quanto tale, prevede sempre almeno due direzioni.

Per ricevere questo calendario Amani Ong Onlus

Via Tortona 86, 20144 Milano tel. +39 02 48951149 bottega@amaniforafrica.it www.amaniforafrica.it

2023
FOTO MAURO DE BETTIO TESTO PIETRO VERONESE

UNOAERRE

L’importanza della moda Brand nato nel 1935 e oggi affermato in oltre 40 paesi del mondo, Unoaerre propone al pubblico gioielli moda portabili che siano in realtà accessori preziosi e raffinati da indossare tutti i giorni e da mixare tra loro, con un grande contenuto di ricerca e sviluppo nel rispetto della sostenibilità sociale e ambientale. Come accade nella collezione Fashion Jewellery, dove i trend più contemporanei vengono interpretati in gioielli dal design importante realizzati in argento e leghe pregiate con bagno in oro.

Lo spirito dell’estate AMEN

Si ispira allo spirito frizzante e leggero dell’estate la collezione Summer di Amen: bracciali, collane, anelli e orecchini che giocano col colore e la luminosità, e donano un tocco cool, giocoso e femminile a ogni look. Golosi come caramelle, sembrano appena usciti da una confetteria gli anelli della collezione cocktail, proposti in argento con finitura rodiata e impreziositi da zirconi di diverse forme e colori. Ispirati alle sfumature dell’arcobaleno e luccicanti come i riflessi del sole, dipingono un universo di infinite nuances.

BABY CHIBI

Your baby, our treasure

Si rivolge al pubblico dei bambini, la collezione di gioielli Baby Chibi prodotta con i più prestigiosi metalli, progettati e realizzati in Italia, secondo le migliori tecniche e tradizioni artigiane che contraddistinguono il Made in Italy. L’innovazione tecnologica, la professionalità e la gamma di prodotti offerti sono i punti di forza che hanno contribuito a far conoscere Baby Chibi in tutto il mondo: particolarmente apprezzati collane e bracciali in oro giallo 18 carati con elementi decorativi micro smaltati, traforati o in madreperla.

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NEWS

Omaggio alle donne LE BEBÉ

Marchio caratterizzato da gioielli dedicati al mondo femminile e ai legami affettivi tra genitori e figli, leBebé presenta la collezione I Preziosi, contraddistinta per la ricercatezza dei materiali e l’abilità dei migliori maestri orafi italiani. Composta da ciondoli, anelli e orecchini, la collezione interpreta con eleganza le sagome iconiche leBebé rendendole ancora più preziose. L’oro –bianco, giallo o rosa, 18 carati – si sposa con il pavé di diamanti per dare un tocco di raffinatezza e luminosità a queste forme, dal design minimal ed essenziale.

PDPAOLA

Il potere delle gemme naturali

La nuova Capsule Collection Piercing di PDPAOLA, un universo ipnotico di forme, modelli e colori che invita a fermarsi, osservare e lasciar vagare lo sguardo. Realizzati in argento placcato oro 18 carati, gli orecchini sono incastonati con zirconi bianchi e gemme naturali: sodalite, charoite, quarzo rutilato, occhio di tigre o agata verde. Lo spettro cromatico gemmologico per un look multicolor con orecchini singoli e da indossare anche in coppia. Un mondo di colori brillanti e vivaci da mixare, abbinare e cambiare con facilità per creare un’identità da sogno per le orecchie. G.V.

GRAZIELLA GOLD

Ispirazione animalier

Graziella Group, proprietario del marchio Graziella, è un’azienda italiana del fashion fondata nel 1958. Dal Centro Creatività del brand prende forma l’identità dei gioielli Graziella che, unita alla sensibilità e alla maestria degli artigiani orafi, ha permesso nel tempo la nascita di sempre nuove linee di prodotti di lusso che sono andate ad aggiungersi alle originarie creazioni in oro. Oggi l’ampio catalogo si arricchisce della Animalier Collection, una linea che si ispira al tanto amato trend di ispirazione animalier.

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FALCINELLI DIAMANTI

Un ricordo prezioso

È venuto a mancare Vasco Falcinelli, grande esperto in pietre preziose e diamanti, ma soprattutto persona che ha saputo infondere al mondo della giolielleria italiano professionalità unita a importanti doti di umanità. Nel 1968, con la moglie Vilma, crea Falcinelli Diamanti, realtà oggi seguita dai figli Laura e Fabrizio. Vero cultore del bello, del prezioso, del talento artistico e artigiano della sua terra di Arezzo, con la sua professionalità si è guadagnato tanti riconoscimenti nel corso degli anni.

ARTLINEA

Tecnologia e personalizzazione

Quando l’artigianalità orafa italiana si unisce all’eccellenza produttiva e a contenuti di design raffinati e fashion, nascono gioiello da sogno, come quelli proposti da Artlinea. Il brand, infatti, non solo progetta i propri prodotti in ogni fase di lavorazione al suo interno, dall’elaborazione dell’idea, alla creazione del gioiello, dal packaging alla consegna al cliente, ma è anche in grado di realizzare prodotti personalizzati in tempi brevissimi in oro 18 carati o argento 925, con gemma di grande valore.

CHOPARD

La regina della musica si è rivolge a Chopard per dare vita ad un’incantevole collezione di Haute Joaillerie. I gioielli della collezione Happy Butterfly sono il naturale prolungamento dell’universo creativo della cantante che, nel corso dei decenni, è diventata una delle voci più celebri del mondo. La farfalla, simbolo di metamorfosi ed emblema scintillante dell’energia, ha portato la cantante a un successo straordinariamente duraturo, e queste creazioni ne celebrano l’eleganza, la delicatezza e la forza simbolica. G.V.

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Una collezione di farfalle per Mariah Carey

OXYGENE

Oxygene, azienda di San Marino il cui core business sono tradizionalmente gioielli con perle, è da sempre attenta alle tendenze fashion e ai gusti del pubblico. Da una decina d’anni ha introdotto creazioni in linea con i trend più all’avanguardia, dove il design studiato in azienda viene poi realizzato dai più esperti artigiani Made in Italy. L’ultima nata è una collezione che sposa la delicatezza dell’oro rosa con il fascino intramontabile delle pietre naturali, in particolare la morganite, una varietà rosa del cristallo di berillo. G.V.

MABINA GIOIELLI

Una capsule ispirata alle stelle

La Starlet Collection di Mabina Gioielli diventa il simbolo per eccellenza non solo del successo, ma anche e soprattutto di talento e personalità, con le sue proposte che spaziano da anelli, orecchini, bracciali e collane, tutti caratterizzati dall’iconico simbolo della stella. I modelli della capsule sono disponibili in diverse varianti; argento rodiato, rosato e dorato e sono tutti impreziositi da pietre colorate cabochon. I

PIAGET

L’eterna bellezza del solstizio nella collezione Solstice

Sull’emisfero boreale cala la magica notte del solstizio e la Piaget Society si lascia andare a un’euforia libera e sfrenata. La Collezione Solstice è pensata per viaggiare nel tempo e nello spazio ed è progettata per ispirare stupore. Asimmetriche e armoniose, le sue creazioni sono un mix perfetto di tecnicità e creatività. Il design articolato degli orologi e delle collane esprime la giocosità e l’attenzione di Piaget mentre la versatilità traspare negli orecchini adornati con diamanti taglio brillante, marquise e baguette. G.V.

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Il fascino del “Pink Power”

Art touch

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www.fior.it info@fior.it

P. 70 | Buccellati: a history spanning more than 100 years

Founded in Milan in 1919, it continues to fascinate with creations that combine elements of the 18th century with contemporary lifestyle

More than a century has gone by since apprentice jeweller Mario Buccellati opened his first store in Milan in 1919, on the centrally located Via Santa Margherita: born in 1891, he had come from Ancona and learned his trade from Beltrami and Besnati, who had a wellestablished business in the heart of the city. Since those days, the jewellery house has steadily perfected its identity craft and artistic techniques, drawing its inspiration from Italian Renaissance art and harmonizing it with influences from the purest Venetian aesthetics. A history studded with great successes followed, beginning with Mario’s friendship with Gabriele D’Annunzio, evidenced by 83 letters written between 1922, the year the two met by chance, and 1936: the poet loved to pay homage to his women and friends with jewellery

and objects custom-forged by the Maison. The Second World War broke out, and Mario began to use, an ante litteram forerunner - one might say - of a certain type of sustainability, Mannheim gold, a copper-based alloy, for objects characterized by the same care reserved for jewellery in noble metals.

At the end of the war, Mario was joined by four of his five sons: Gianmaria followed the creative side, Lorenzo and Federico the commercial side, while the eldest son, Luca, went to America, opening the first store in New York, on 51st Street, in the 1950s. In 1966, Gianmaria took over the creative direction and development of the brand with his brother Luca, sharing the vision of transforming Buccellati into a world power in the field of jewellery. In turn, Gianmaria was accompanied by his son Andrea, who inherits his father’s artistic talents, and is now honorary president and creative director of the Buccellati Group, flanked by his daughter Lucrezia. Although the Maison is now 100% owned by the Richemont Group, the family still holds top-level managerial positions and continues the path of a brand that has marked the world of fine jewellery with tradition and culture for more than one hundred years.

In a century of adventure, acknowledgements followed one after the other: Buccellati jewellery became a must-have for Hollywood stars, advertising campaigns were entrusted to the most iconic photographers of the moment, Maria Mulas in the 1960s, Helmut Newton in the 1970s, Peter Lindbergh in the early 2000s. Meanwhile, Gianmaria together with some colleagues founded the Italian Gemmological Institute, which he presided over for 25 years. At the same time, an exclusive agreement for the whole of Japan was signed with Wako Co, the most important Japanese company for the import of luxury products from Europe while, in 1994, the prestigious Haute Joaillerie de France Association changed its name to Haute Joaillerie en France in order to include Gianmaria, the first and only Italian, among its members.

An endless amount of exhibitions have also been dedicated to Buccellati: in 2000 at the Smithsonian Institute in Washington, DC, in 2006 at the Huntsville Museum of Art in Alabama, United States, in 2008 at the State Museum of the Moscow Kremlin in Russia, while the number of single-brand store openings around the world multiplies.

The secret of the brand’s success lies in a balanced combination of tradition, expertise, excellent craftsmanship, creativity, and the highest quality materials: an interplay between the worlds of art and fine jewellery that results in glamour and high-end design, complemented by meticulous craftsmanship and engraving techniques that go back to the goldsmithing traditions of Italian workshops of the Renaissance era, such as striped, ornate, chiselled, fabric, or tulle and lace fretwork. Added to these is the use of rare stones in extraordinary colours, mixed with white and yellow gold.

As a natural evolution of what is by now an iconic and timeless design, Buccellati today is introducing the new Macri Color collection, in which the softness of “striped” and “ornate” engravings is combined with the vividness of stones.

We speak of evolution because the Macri collection was born about forty years ago from the creative genius of Gianmaria Buccellati, inspired by the femininity of his daughter MariaCristina: the goal was to create the apotheosis of the brand’s goldsmithing tradition, with a special emphasis on engraving techniques, replicating the magical iridescent effect of silk on the gold surface, achieved with the typical “striped” engraving. The micro-sculptures supporting the bezels, moreover, are further embellished with delicate “ornate” pattern engraving.

From the original Macri Classica, over the years the line has been enriched with different versions, up to the latest Macri Color, a collection consisting of button earrings, pendants, rings and cuff bracelets. And it is still about evolution: from modern nuances but respecting a tradition that even today drives the Maison to take inspiration from historical archive designs and the very first creations of the founder Mario.

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P. 80 | Positive growth outlook for the future too

Altagamma Observatory’s annual meeting certifies full recovery of the global luxury market

The growth trend of the global high-end sector is going great. And projections all the way up to 2030 are rosy too. This is what has emerged from the twenty-first Altagamma Observatory in the Altagamma Consensus 2023 - set up by the Foundation with the contribution of 21 leading international analysts specialised in the sector, the results of which were recently presented in Milan. Despite the economic turbulence, in fact, the global luxury market will grow by 21% in 2022 (data will only be available in the first months of 2023), touching 1,400 billion euro, while a +22% increase is estimated for personal luxury goods, with 353 billion euro. The outlook is equally positive for the whole of 2023, when the margins of high-end companies are expected to grow by +6%, within a plus-sign path in the long term: in 2030 the market value of personal luxury goods is expected to rise to around 540-580 billion euro, an increase of 60% or even more compared to 2022. «Jewellery and watches proved to be champions of growth in 2022 with around +24%, after having performed very well already in 2021», explains Stefania Lazzaroni, general manager of Altagamma. «These are excellent results also by virtue of the fact that in times of crisis hard luxury is considered a real investment and that the preciousness of these artefacts has always been well matched to occasions of celebration that mark family rituals. But today there is something more in the way of trends: starting with a greater autonomy of women in gifting themselves a piece of jewellery, from the search for unique or branded handmade jewellery, to the collection of increasingly iconic watches with exceptional craftsmanship. By the end of the year, the high-end jewellery market will reach 28 billion euro, up 24% from 2021, but up 37% from the last pre-Covid year. The high-end watch market is worth almost twice as much, 52 billion euro, with a double-digit growth of 23% compared to 2021 and 30% compared to 2019».

Not to mention the “second wrist” market: «This has literally exploded,» continues the expert, «also due to brand strategies that, in order to increase the aura of exclusivity of products, make it more difficult to find the most coveted models. For 2023, Altagamma Consensus’ analysts therefore estimate a further 9% growth for jewellery, driven by ‘branded’ jewellery particularly loved by young people, and +6.5% for watches».

In particular, markets are on the rise, with +6% in Japan and Latin America, and +7% in the Middle East, while estimates for China and Asia, where lockdown policies to contain Covid-19 could have unforeseen effects, remain uncertain. The polarisation between more and less wealthy segments due to the global macro-economic situation outlines a complex consumer geography: in Europe spending will remain cautious (+4%), in the USA it will settle at +5%, while the Chinese are expected to go up +10% thanks to the “Common Prosperity” policies implemented by the Government to strengthen and drive consumption. Finally, the retail channel, both physical and digital, will continue to thrive, allowing a direct relationship with consumers and greater control of all touchpoints, enabling brands to reinforce an omnichannel strategy. Digital retail is expected to grow by 8%, expanding therefore, but more moderately than in previous years marked by the pandemic online boom, while physical shops are expected to grow by 7% and continue to be relevant for the sector thanks to increasingly personalised and phygital approaches that improve consumer engagement.

P. 82 | Suggestions for the future from the Swiss watch industry

NFT and Metaverse too put in an appearance in industry study by Deloitte, the world’s leading consulting and auditing firm

The Deloitte Swiss Watch Industry Study is now in its ninth edition - an analysis by the world’s leading consulting and auditing firm. And the findings are likely to be an indicator beacon for other segments of the luxury market as well. The study is based on an online survey of 70 senior industry executives conducted between mid-August and midSeptember 2022 as well as interviews with experts. During the same period, Deloitte carried out an online survey of 5,579 consumers in the domestic and major export markets for Swiss watches: China, France, Germany, Hong Kong, Italy, Japan, Singapore, Switzerland, the United Arab Emirates, the United Kingdom and the United States.

Despite rising inflation and geopolitical upheavals, 57% of Swiss watch industry executives surveyed predict a favourable 2023 for the industry, although 77 % had positive views last year. On the rise is the U.S. market, which already constitutes the most important one in terms of export volume, followed by India and China.

E-commerce, Metaverse and NFT

The first indication is that, with two out of five consumers intending to buy a watch online, the watch industry will likely see its e-commerce business double by the end of the decade. However, the majority of watch industry executives believe that traditional stores will continue to be the most important sales platform for the foreseeable future.

In Italy, offline channels remain the favourite of 61% of consumers, in contrast to Anglo-Saxon, Asian and UAE countries, where online purchasing is increasingly widespread. «According to our estimates, the share of watches purchased online is set to double to 30% by 2030,» explains Karine Szegedi, head of Consumer and Fashion & Luxury at Deloitte Switzerland.

In addition, speaking of digitization, new technologies are entering the scene powerfully: the metaverse and NFTs; given the rising inflationary pressures in most parts of the world, having one’s own avatar in the metaverse with the latest luxury watch could become an effective, if virtual, way to feel part of the watch world.

The “second wrist”

Second-hand watches continue to be in high demand, with one in three consumers (31%) planning to buy one in the next 12 months. This figure is even higher among the under-40s (Millennials and Generation Z), a group in which about one in two respondents (48%) are considering buying a second-hand watch.

The second-hand market is thus set to grow. It is expected to be 20 to 35 billion Swiss francs (slightly more in euro) by 2030, accounting for more than half of the primary market. For most respondents, the possibility of buying a luxury watch at a lower price (44%), followed by that of a discontinued model (29%), are the main reasons for choosing a “second wrist.” Then 21% said they would consider buying a second-hand watch for environmental reasons. But what about the Alpha Generation? Those born after 2012 will play a key role in shaping society and consumer dynamics and thus decree the success of the industry in the future. Fully digital, this generation will be exposed to brands from an early age through social media, their peers, and their parents’ habits.

Safe investment

Luxury watches are also increasingly seen as an investment, with nearly one in four consumers (23%) buying them for later resale, with Singapore (33%), Hong Kong (32%), and China (29%) leading the way; in fact, consumers in some Asian markets are more willing to spend more on new watches: in China, for example, more than a third (35%) say they would be willing to spend 5,000 Swiss francs or more on a new watch, while in Switzerland 8% would do so and in France only

L’ORAFO ITALIANO 110

2%. Consumers who buy a watch as an investment intend to resell it at a higher price (36%) or seek to diversify their investment portfolio (33%). «Luxury watches are seen as stable stores of value, especially in a volatile market with strong inflationary pressure», says Karine Szegedi. «The current scarcity of luxury watches, caused by supply chain issues and the existing economic environment, attracts clients who want to invest in a watch with the hope that its resale value will be higher.»

The sustainability factor

Over the past five years, owning a wristwatch has become important for a quarter of consumers, with an even higher percentage among Millennials (35%) and Generation Z (33%). Given the increased interest in watches among younger people, one might infer that the sustainability factor is becoming more important. However, only 32% of respondents consider sustainability more important than brand image. The same percentage of consumers say that if they like the watch, they do not care, while one in five (21%) say that brand image is more important than sustainability. Nonetheless, there is a unanimous consensus in the watch industry on the need to get involved in creating a more sustainable future, and brands have taken many steps in this direction, with a focus on ethical sourcing of materials and respect for human rights being of the essence for 64% of respondents.

fair-trade (ethical) diamonds.

In parallel, lab-grown gems are being investigated, such as synthetic diamonds that start from a carbon “seed”. Their market is soaring considering that, put on a par with natural ones, no difference can be perceived either to the naked eye or in laboratory analysis since they boast the same chemical and physical characteristics, as well as a decidedly more affordable price.

An almost obligatory commitment on the part of the maisons considering that, as the Conscious Jewelry Report found, in 2020 demand for sustainable jewellery increased by 80%, demand for labgrown diamonds by 83%, and demand for ethical gold by 73%.

In the last six months, demand for jewellery made from recycled gold has increased by 29%, although this does not convince everyone, since to be refined again, gold requires decidedly non-eco-friendly practices in addition to limiting the supply chain at the source creating a detriment to the usually poor countries whose livelihood is precisely in mining.

On supply chain monitoring, i.e., tracking every gemstone and ensuring that every miner’s human rights are respected, most brands have adhered to the principles of the Kimberley Process, the UN’s international protocol that binds adhering countries to strict control over the mining and trade of diamonds so that they do not end up funding wars and conflicts.

P. 91 | Fine Jewellery Invests In The Future Of The Planet

Environmental sustainability, recycled materials, ethical gold and diamonds, a tracked supply chain are all buzzwords now.

Conjoining environmental with social needs has become the new must do for major fashion houses too, influenced by the determined stances of activists and showbiz icons such as Emma Watson, Cate Blanchett, Meghan Markle to name but a few; all in search of a truly sustainable luxury, adopting new standards, now almost mandatory. An essential prerequisite in the world of contemporary fashion, attention to environmental and social issues has not failed to have its impact on jewellery production and in particular the major maisons: a luxury revolution where the whole sector is committed to implementing sustainable practices ranging from the use of ethical diamonds to the use of recycled materials, with the ultimate goal of making “green” jewellery. This is then complemented by research, putting the arts, technology and, no less important, aesthetics, to the test. Hence the challenge of making something humble precious, working with unusual materials, even organic ones, that do not have the same hardness as hard stones and metals. On the one hand, the word “ethics”, synonymous with sustainability at all levels; starting with the materials, which are derived from environmentally friendly sources of production, and ending with the processing, which must be done by properly paid and respected labour.

On the other hand, experimentation to minimize environmental impact by making use of recycled gold and stones, lab-made diamonds, to the recovery of precious vintage items, the use of materials defined as upcycled - that is, those discarded, destined to be thrown away, then remodelled instead to create new objects of value.

Research through the use of technology, which allows for a traceable and transparent supply chain, ensures the brand of the exact origin of the raw materials used, even more so when it comes to diamonds, the mining of which not only involves serious environmental impact but can be linked to illegal trade and forced labour, hence the use of

The same happens with coloured gemstones, where many instead have come together in the Colored Gemstones Working Group (CGWG), with the goal of developing tools and procedures that promote transparent and responsible behaviour in the production chain; this body has been joined by others such as the Assogemme Ethics Committee, created in 2013 with the goal of creating the first procedural code of ethics applicable to the trade and production of colored gemstones.

As for gold, everybody seems to be turning toward the “ethical” kind, mined with non-invasive techniques and methodologies, without the use of explosives or chemical agents (primarily cyanide and mercury) as well as in harmony and collaboration with the environment and the local communities involved; certified by bodies such as Fairmined before all, and whose supply is guaranteed by Chain of Custody Certification.

A jewellery, that of the major luxury brands, which therefore feels the call to a great responsibility, due also to its heritage, and which is making great strides to make the entire production chain, from the extraction of gold and gems to the splendid object placed in the showcase, more and more sustainable, responsible and ethical.

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Fashion&Jewels Exhibition Milano Accessories, Apparel, Jewellery 17 20 FEB 2023 In collaborazione con: Con il patrocinio di: homifashionjewels.com - at fieramilano - homifashionjewels.com - at fieramilano - homifashionjewels.com Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation

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