l'Orafo Italiano 03 2024

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FALSINI

u n o a e r r e . i t

MADE IN ITALY SINCE 1926

Le nostre creazioni, le tue emozioni

ANNO LXXVIII - SETTEMBRE 2024

DIRETTORE RESPONSABILE

ANDREA AIELLO

COORDINAMENTO EDITORIALE

MICHELE WEISS

COLLABORATORI

LAURA ASTROLOGO PORCHÉ, SIMONA INFANTOLINO, LAURA INGHIRAMI, GIANFILIPPO VERSARI

WATCH EDITOR

PAOLO DE VECCHI

ART DIRECTOR

FABRIZIO MAJERNA

COVER

CLOSE UP STUDIOS

PUBBLICITÀ dircom@edifis.it

TRAFFICO PUBBLICITARIO

FRANCESCA GERBINO francesca.gerbino@edifis.it

STAMPA

NEW PRESS EDIZIONI SRL VIA DELLA TRAVERSA 22 - 22074 LOMAZZO (CO)

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UN LUSSO AUTENTICO

Il 2024 si sta dimostrando un anno stabile, in termini di risultati economici ma scivoloso se osserviamo tendenze e prospettive. Il mercato del lusso è fermo, con qualche eccezione come, ad esempio, la ripresa giapponese.

Ma i dati più recenti sul settore raccontano anche che, “in un mercato sempre più competitivo, i brand del lusso devono costruire una proposta di valore incentrata sulla fiducia e sulla connessione con i consumatori. L’autenticità e il purpose (lo scopo) saranno cruciali per prosperare, insieme a una strategia dualistica che attragga clienti di alto e di medio livello”, citando un pezzo uscito sul nostro sito in merito all’ultimo report di Altagamma.

I recenti fatti riportati di cronaca in merito ai, presunti, scarsi standard produttivi legati al Made in Italy di Alviero Martini, Armani e Dior minano quanto sopra: autenticità e purpose vanno a farsi friggere.

Per fortuna le produzioni di gioielleria e orologeria non possono cadere tanto facilmente nel trabocchetto dello sfruttamento della manodopera, o dell’approvvigionamento di materiali mediocri. Troppo alta la specializzazione artigianale, troppo preziosi i materiali.

Questo, oltre a evitare di cadere in tentazione, può spingere il nostro settore ad affermarsi come il comparto del lusso più vero, inimitabile, prezioso, esclusivo. Pur con fasce di prodotto diverse.

Per superare le sfide del prossimo futuro non basteranno facili scorciatoie ma occorrono idee chiare e storie autentiche.

Info line +39 0575 66500 - 661930 info@granipreziosi.it - www.granipreziosi.it

SOMMARIO

CLOSE UP

Vento d’autunno

HAUTE JOAILLERIE

Louis Vuitton, “Awakened Hands, Awakened Minds”

Boucheron, Carte Blanche “Or Bleu”

Chopard, “Contes des Fées”

Chaumet, “En Scène”

Mikimoto, “The Bows”

Buccellati, “Arte orafa italiana”

Messika, “Midnight Sun II”

De Beers, “Forces of Nature”

PEOPLE & BRAND

La vie en rose nel cuore di Milano

La rinascita del distretto orafo milanese

GRAND TOUR

Viaggio nelle scuole orafe italiane

INSIDE JEWELRY

BVLGARI - Straordinaria “Aeterna” per i 140 anni

Best of - Red Carpet

Chantecler - L’anno della campana

Aste, cresce la passione

Diamanti naturali e sintetici, si accende la sfida

Artlinea, luccicante malia

J’OR, poetica “Over the Sea”

FOCUS OROLOGI

Il secondo polsa tocca quotazioni stellari

Nel segno della bellezza

Meccanismi d’autore negli orologi d’alta gamma

MARKET TREND

Fabergé - “Octupussy Egg Objet”

Back to School

A Vicenza sbarca l’alta gioielleria

Chimet, 50 anni di storia ed economia circolare

Faor leader nei semilavorati

Falsini Art, ricercatezza e sostenibilità

Indagine Club Orafi - Intesa Sanpaolo

Osservatorio federpreziosi - Fatturato su ma meno negozi

TREND

Shine Like a Man

Wild Cruise

Wish List for Him

Wish List for Her

In copertina: collana in oro e smalto di Falsini. Foto: Close Up Studios

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CUBIC ZIRCONIA FOR FINE JEWELRY

Vento d'Autunno

Si respirano atmosfere suggestive nel mondo della gioielleria, che attinge dall’immaginario autunnale con elementi figurativi e ispirazioni cromatiche in grado di far assaporare le note magiche di stagione.

/ di Simona Infantolino

In apertura: Foto di Éric Bolliger su Unsplash. In questa pagina: Foto di Yoksel Zok su Unsplash. Collana Natura Foglie di Graziella. Nella pagina a fianco: Foto di Oliver Hihn su Unsplash. Collana di Falcinelli Diamanti Arezzo in oro bianco con zaffiri arancioni e gialli e diamanti brown e bianchi.

Con l’arrivo di settembre le giornate si accorciano e le temperature iniziano a diminuire, preannunciando l’arrivo dell’autunno. L’atmosfera si riempie di colori caldi e avvolgenti che creano suggestivi paesaggi mozzafiato, mentre la natura si prepara al riposo invernale. Le foglie che cadono dagli alberi danno vita a manti dorati che ricoprono le strade, e le serate più lunghe regalano splendidi tramonti che dipingono il cielo di rosso e arancione. Da queste suggestioni nascono gioielli in grado di evocare la magia dell’autunno. Le foglie diventano protagoniste, sia nella forma che nei dettagli: in particolare le collane, dai volumi più generosi o dai piccoli dettagli luminosi, si arricchiscono di foglie dorate o tempestate di gemme che sembrano danzare al ritmo del vento autunnale. Anche nelle pietre preziose i gioielli ricordano i colori tipici della stagione: con le sfumature del topazio, la vivacità del quarzo citrino e i toni profondi dell’ambra che si sposano alla perfezione col calore senza tempo dell’oro. Gli anelli giocano con i tagli navette e baguette delle gemme, mentre gli orecchini, di chiara ispirazione naturale, si fanno leggeri e sofisticati come gocce d’ambra o petali fluttuanti, che catturano gli ultimi raggi del sole estivo in procinto di tramontare.

Orecchini Aleluià di Pasquale Bruni in oro rosa con diamanti bianchi e champagne.
Anelli di Artlinea in oro bianco con citrini e diamanti. Collezione Preziosa.
Orecchini di Ponte Vecchio Gioielli in oro con citrini e diamanti. Collezione Iris.
Foto di Kate Laine su Unsplash.
Foto di Kerstin Wrba su Unsplash.
Foto di eberhard grossgasteiger su Unsplash.
Anello della linea Fancy di Forever Unique con diamanti bianchi e colorati.
Orecchini Rosone Margherita di Cristalllo in oro rosa con zaffiri arancioni e smalto.
Anelli della linea Murano Alta di Marco Bicego in oro con quarzi gialli.
Foto di Sergey N su Unsplash.
Foto di Alisa Anton su Unsplash.
Foto di Erica Marsland Huynh su Unsplash.
Foto
di Olivia Hutcherson su Unsplash.
Foto di Ricardo Gomez Angel su Unsplash.

LO SCRIGNO DEI RICORDI

DI

VAN CLEEF & ARPELS

/ di Simona Infantolino

La Maison racconta il proprio patrimonio storico in un libro in cui la gioielleria diventa vera e propria arte.

Sfogliare le pagine del nuovo libro “La Collezione Van Cleef & Arpels (19061953)” è come aprire lo scrigno dei gioielli della nonna. Si svela un racconto che parla di storia, di passione e di ricordi. Lo scrigno in questo caso attinge dalla Collezione patrimoniale della Maison che il dipartimento Patrimonio di Van Cleef & Arpels ha raccolto dagli anni Settanta a oggi su indicazione di Jacques Arpels, nipote dei fondatori Esther Arpels e Alfred Van Cleef. L’idea di Jaques era quella di raccogliere la storia della Maison così da trasmetterla alle generazioni future. Il risultato di questi anni di lavoro e ricerca attraverso aste, rivenditori e collezionisti privati è un volume, edito da Atelier EXB, che nelle sue 678 pagine ha potuto raccogliere solo parte di questa storia straordinaria. Il primo capitolo de “La Collezione Van Cleef & Arpels” racconta, infatti, il periodo che va dal 1906, anno dell’apertura della prima boutique al numero 22 di Place Vendôme, al 1953, quando la Maison sbarca in America. Il racconto parte con lo slancio creativo delle due famiglie fondatrici che accolgono l’affermarsi del movimento Art Déco con l’entusiasmo di

chi sa di prender parte a una rivoluzione artistica e culturale in grado di cambiare il corso della storia. Il trampolino di lancio? L’Exposition internationale des Arts décoratifs et industriels modernes del 1925 a Parigi, dove Van Cleef & Arpels si aggiudica un Grand Prix della gioielleria. È il fermento di quell’evento e dell’intero periodo storico a dare slancio alla gioielleria verso il mondo delle arti. La narrazione prosegue delineando l’identità unica della Maison sotto la guida della nuova direttrice artistica Renée Puissant, figlia di Alfred ed Esther. Non è un caso che proprio in quegli anni nasce l’iconica Minaudière, il piccolo vanity case in oro che le donne più alla moda all’epoca portavano con sé per contenere specchio, rossetto, cipria, portasigarette, accendino e persino

un orologio in miniatura. Il gioiello esce così dalla sfera prettamente delimitata della gioielleria per abbracciare quelle che, da sempre, sono state le aree di sua influenza, le arti decorative. Ancora una volta è un evento internazionale –l’Exposition internationale des Arts et des Techniques dans la vie moderne di Parigi nel 1937 – a segnare una nuova tappa significativa della Maison, e a chiudere un altro capitolo, il secondo, di questo tour alla scoperta del patrimonio Van Cleef & Arpels. La narrazione termina col viaggio transoceanico che porta la Maison da Parigi a New York. Ancora, è la New York World’s Fair del 1939 a fungere da trampolino per una nuova visione del gioiello che diventa PassePartout, in grado quindi di trasformarsi e cambiare funzionalità. Il bracciale-

orologio presentato in quell’occasione, diventato il simbolo di questo nuovo concetto di gioielleria, si arricchisce così di due elementi floreali che, una volta rimossi, possono essere utilizzati anche come spille. Il libro termina il suo racconto nel 1953, preannunciando la rivoluzione dei gioielli de la boutique del 1954 che aprirà il secondo volume dedicato a “La Collezione Van Cleef & Arpels”. Per sfogliarlo occorre attendere ancora un paio d’anni ma, nel frattempo, saranno le 700 opere del primo volume – raccolte tra gioielli, oggetti preziosi e creazioni di orologeria, oltre ai 200 documenti d’archivio – a trascinare l’immaginazione all’interno dello scrigno dei ricordi di Van Cleef & Arpels.

HAUTE JOAILLERIE

LOUIS VUITTON

“AWAKENED HANDS, AWAKENED MINDS”

Un inno al savoir-faire francese, “Awakened Hands, Awakened Minds” rende omaggio al XIX secolo, un’era di fervida creatività che segnò anche l’inizio delle attività di Louis Vuitton. La Collezione di alta gioielleria 2024 della Maison celebra i maestri artigiani e gli illustri inventori francesi di un’epoca in cui il lusso divenne sinonimo di innovazione. È la sesta collezione d’alta gioielleria ideata da Francesca Amfitheatrof, direttrice creativa Louis Vuitton e indossata dall’Ambassador, Ana de Armas. “Awakened Hands” rievoca gli ornamenti raffinati e lo splendore opulento del tempo, con temi dal nome suggestivo come “Seduzione”, “Splendore”, “Fenomenale” ed “Eleganza”. Il capitolo “Awakened Minds” celebra invece lo spirito pionieristico di Louis Vuitton, figura dalla visione avanguardista. Trasferitosi a Parigi a soli sedici anni nel 1837, periodo di grande trasformazione, il giovane apprendista trasforma il mestiere del valigiaio con una creazione rivoluzionaria: un baule piatto impilabile, progettato specificamente per il viaggio. I temi trattati includono “Visione”, “Ottimismo”, “Frequenza”, “Percezione”, “Gravità” e “Vittoria”. L’apice della collezione è il collier “Coeur de Paris”, una celebrazione della Torre Eiffel e dei suoi incantevoli giochi di luce. Simbolo di modernità, questo capolavoro architettonico esprime il fervore e lo spirito visionario della seconda metà del XIX secolo. Un intreccio di fili d’oro rosa, sostenuto da bacchette e V incastonate di diamanti, avvolge il gioiello più straordinario della collezione: un impressionante diamante da 56,23 carati. Questa rara gemma, mai incastonata prima in una collezione di Haute Joaillerie di Louis Vuitton, irradia la collana con la sua unica tonalità rosa aranciato, esaltata da un taglio inedito e dimensioni imponenti, catturando la grandeur di Parigi in una vera e propria apoteosi.

CARTE BLANCHE “OR BLEU” BOUCHERON

La presentazione della nuova collezione Carte Blanche “Or Bleu” di Boucheron si è svolta in un’atmosfera oscura e ipnotizzante. Completamente al buio, accompagnati da un sottofondo sonoro appositamente commissionato all’artista Molécule, ogni prezioso è stato esposto accanto alla fotografia del paesaggio fonte di ispirazione, realizzate dal fotografo tedesco Jan Erik Waider. La collezione, ideata da Claire Choisne, direttrice creativa della maison, è un inno all’acqua, risorsa vitale e preziosa. Durante un viaggio in Islanda, la creatività di Choisne si è lasciata guidare dalle acque locali, forti, potenti e anche sel-

vagge. Queste acque primordiali hanno ispirato 26 creazioni che catturano l’elemento in tutte le sue forme e texture, raccontando storie di cascate, onde e ghiacciai. Ad esempio, nel getto vigoroso di una cascata, Choisne ha immaginato una collana di diamanti: il collier Cascade di 148 cm, è il più lungo mai realizzato negli atelier Boucheron e può essere trasformato in un collier più corto e orecchini. Le onde tumultuose hanno ispirato gioielli da spalla, mentre il cuore di un ghiacciaio ha dato vita a un braccialetto di cristallo di rocca, che sembra scolpito dal passaggio dell’acqua. L’ispirazione però non si ferma alla sola forma dell’acqua, ma si estende anche al suo colore, consistenza, ritmo, riflesso e trasparenza. Come un brivido sulla pelle, il blu dei ghiacciai islandesi ha dato vita a un motivo grafico che si riflette nella collana “Cristalli”. Questa maestosa creazione mette in luce 24 acquemarine incastonate in esagoni di cristallo di rocca, con una struttura in oro bianco sottilissima, progettata per scomparire dietro la trasparenza delle pietre. Effetti di opacità sul cristallo di rocca sono stati utilizzati per ottenere un look ghiacciato. Al centro della collana spicca un diamante di 5,06

carati che può essere trasformato in un anello. Uno dei pezzi più affascinanti? La collana “Iceberg”, ispirata ai blocchi di ghiaccio sulle spiagge vulcaniche. “Sono rimasta affascinata dal modo in cui la luce colpiva il ghiaccio sulla sabbia nera sottostante”, ha spiegato Choisne, “volevamo ricreare quel contrasto e quella trasparenza.” In “Or Bleu”, Boucheron ha rimescolato i confini della creatività, catturando l’essenza della natura allo stato grezzo. Questa collezione celebra l’acqua in tutte le sue forme, incapsulando la sua bellezza per l’eternità e sottolineando il legame indissolubile tra natura e alta gioielleria.

Collier Cascade
Collier Cristaux (Cristalli)

LA NUOVA FIABESCA COLLEZIONE

“CONTES DE FÉES” DI CHOPARD

hopard ci trasporta in un regno fiabesco e magico, frutto dei ricordi d’infanzia di Caroline Scheufele, direttrice artistica e co-presidente della maison. Questa collezione incantata è stata creata per adornare le attrici del Red Carpet del Festival di Cannes, di cui Chopard è partner ufficiale dal 1998. Successivamente, “Contes de Fées” è stata presentata a Parigi dal 24 al 27 giugno 2024, nello splendido Hotel inaugurato da Chopard lo scorso novembre 2023 in Place Vendôme. La nuova collezione ci conduce in un mondo affascinante popolato da 77 creazioni preziose, riflesso di un universo di meraviglia sognante.

“In tutto il mondo, in ogni cultura e in ogni fase della vita, le fiabe fanno parte della nostra immaginazione collettiva. Queste favolose storie, spesso basate sul folclore popolare, ci invitano a sognare a occhi aperti e ad aprire le porte della nostra immaginazione. Foreste incantate, regni lontani, animali parlanti, creature fantastiche con poteri magici sono protagonisti di questa collezione”, racconta Caroline Scheufele. Una collana scultorea

ispirata a una maestosa quercia, simbolo di forza e potenza, esalta un portamento elegante. Questo capolavoro, intrecciato in oro rosa etico e titanio, è adornato con foglie di tsavorite, fiori di zaffiro giallo taglio briolette e ghiande scolpite in titanio, e ha richiesto sei mesi di lavoro da parte di quattro gioiellieri e incastonatori. Un fiore di rubellite, tsavorite e diamanti colorati sboccia nel cuore di un cristallo di rocca privo di inclusioni. Questo piccolo tableau è montato su un lungo sautoir multicolore composto da perle di tsavorite, rubellite, ametista e diamanti. Altre creazioni, pensate per valorizzare il décolleté, includono due lunghi pendenti rispettivamente adornati con una chiave in diamanti e rubini e un cuore ricoperto di diamanti e zaffiri blu e rosa a forma di fiore, completati da orecchini coordinati. Le mani sono impreziosite da anelli ispirati al mondo delle fiabe: tra questi, spicca un esemplare in cui due deliziose piccole rane in titanio, con smeraldi taglio pera, sostengono una corona in oro giallo etico con rubellite, diamanti bianchi e gialli.

/ di Laura Astrologo Porché @journaldesbijoux

CHAUMET “EN SCÈNE”

MUSICA, DANZA E MAGIA

Varcare la soglia di Place Vendôme 12, sede della storica maison Chaumet è un’esperienza quasi mistica. Simbolo di eleganza e lusso raffinato, Chaumet ha stabilito qui la sua dimora sin dal 1812. All’interno dei saloni ornati con stucchi dorati e affreschi, con tanto di pianoforte su cui per l’occasione è appoggiata una partitura di un valzer di Chopin, la nuova collezione “Chaumet en Scène” prende vita come una spettacolare rappresentazione che fonde più discipline artistiche. Tre tableaux o capitoli si susseguono armoniosamente: Musica, Magia e Danza. Nel primo, dedicato alla musica, gli artigiani di Chaumet hanno creato gioielli complessi e delicati, come la collana della parure “Armonia”, con i suoi 700 castoni e 2.800 griffe, che simboleggia fluidità e movimento. La collana “Melodia” ricorda invece una partitura musicale: fasce di diamanti s’incrociano terminando in armoniosa eleganza con diamanti taglio smeraldo che evocano delle crome. Il terzo set del primo capi-

/ di Laura Astrologo Porché @journaldesbijoux

tolo si chiama “Spartito”: un intreccio di diamanti, smeraldi e zaffiri anima una sontuosa collana decorata da tre smeraldi colombiani dal peso complessivo di circa 15 carati, montati con la tecnica del fil couteau. Ancora, la danza ispira la seconda scena, con creazioni che ricordano i movimenti deliziosi dei ballerini. La parure “Tango”, ad esempio, trae ispirazione da questo ballo passionale, mettendo in risalto rubelliti e tormaline in spirali d’oro. Le pietre, ciascuna incastonata in una spirale separata, si susseguono in un’alternanza di tagli a pera e a cuscino, generando un senso di dinamismo. La collana culmina con un’indicolite di oltre 46 carati. La parure “Balletto”, d’altro canto, impiega zaffiri di Ceylon e diamanti per rappresentare la danza contemporanea, mentre il set “Swing” mescola oro bianco e zaffiri viola, richiamando l’energia del jazz. Il terzo capitolo, dedicato alla magia, propone la parure “Voltige” che evoca l’acrobazia, con diamanti che sembrano fluttuare sulla pelle, mentre il set “Illusione” si avvale di rubini del Mozambico per creare affascinanti effetti ottici. Musica, danza e magia, per finire, si rincorrono in un connubio leggiadro e virtuoso. Sotto i riflettori le parure adottano un ritmo proprio, mettendo in dialogo motivi ripetitivi e tempi liberi. Traducendo l’arte del movimento così cara alla Maison, ogni gioiello diventa un esemplare unico e palcoscenico di pietre eccezionali.

MIKIMOTO “THE BOWS”

Isaloni dorati dell’Hôtel d’Evreux risplendevano di creazioni ispirate al fiocco, emblema di uno stile raffinato che raggiunse il massimo splendore ai tempi del Re Sole. Nel corso delle epoche successive, il motivo del nodo ha continuato a essere in voga sia nei gioielli che nella moda come accessorio unisex. Sarà per il suo fascino retrò o per il suo romanticismo, ma non sorprende che Mikimoto, maison giapponese nota per la qualità delle sue delicate creazioni in perle, abbia voluto dedicare al fiocco la sua nuova collezione di alta gioielleria svelata a Parigi il 25 giugno 2024 davanti a una platea d’eccezione, in una sfarzosa presentazione a cui hanno partecipato celebrità come il Global Ambassador Song Wei Long, l’artista Yuta Jinguiji e tante altre personalità del mondo della moda e della gioielleria. La collezione “The Bows” di Mikimoto è un tributo all’eleganza e alla raffinatezza del rococò, periodo noto per la sua opulenza e il gusto squisito. I nastri, simbolo di grazia e leggerezza, si uniscono a gemme dai toni delicati, creando un equilibrio perfetto tra leggerezza

e lusso. Questa combinazione richiama gli abiti rococò, che erano caratterizzati da tessuti eterei e dettagli intricati, spesso adornati con nastri e gemme preziose. Ogni pezzo riflette questa eredità storica, offrendo un tocco moderno ma rispettoso delle tradizioni del passato. Emblema della collezione è il collier in oro bianco con perle Akoya, tormalina e diamanti. Si resta incantati davanti alla sua lavorazione simile al pizzo con i diamanti e le perle che si intrecciano intorno alla tormalina color smeraldo che spicca al centro del nodo. Il gioiello per il corpo in oro bianco 18K rende omaggio alla maestria artigianale dei vestiti rinascimentali e barocchi. Presenta una scollatura a nastro che incornicia il viso, con fili di perle che si dispiegano graziosamente lungo le braccia, catturando la fluidità del tessuto drappeggiato. La collezione include anche un altro set di collana e orecchini in oro bianco 18K, dove perle coltivate Akoya e diamanti sono intrecciati per creare un effetto simile al pizzo, magnificando il fascino di chi se ne adorna con un incantevole gioco di luce. Una straordinaria collana in oro bianco con perle Akoya, tanzanite, zaffiri e diamanti sfoggia un impatto visivo strepitoso con il suo geometrismo che ricorda gli stilemi dell’Art Déco. Il suo motivo a nastro può essere indossato separatamente come spilla, aggiungendo versatilità al design opulento.

“ARTE ORAFA ITALIANA” BUCCELLATI

uccellati, maison rinomata a livello internazionale per l’eccellenza in gioielleria e argenteria, ha presentato i pezzi più emblematici nell’esclusiva boutique di rue Saint Honoré, durante la settimana della Haute Couture parigina. Alcuni, presentati inizialmente a Venezia nell’esposizione ‘Il Principe degli Orafi’, hanno condiviso la scena con altre maestose opere di alta gioielleria. Tra i tesori in mostra, la ‘Buccellati Venezia Butterfly’, frutto della collaborazione tra Andrea Buccellati e sua figlia Lucrezia: la farfalla, eterno simbolo della maison e delle genera-

zioni che ne hanno guidato la visione artistica, rappresenta l’evoluzione e l’anima del marchio in diverse espressioni. All’evento è stato riservato uno spazio speciale anche agli accessori del Novecento, come la storica trousse in argento e oro giallo adornata di zaffiri azzurri e rosa e i sofisticati portacipria, simboli di un’epoca di raffinata eleganza. Queste opere, che abbellivano le dimore e gli armadi delle dame dal XVIII secolo, riflettono l’influenza italiana sulle corti europee e sfoggiano i motivi geometrici del Rinascimento e la magnificenza dei tessuti broccati. A Parigi, Buccellati ha presentato anche alcune delle sue creazioni più rappresentative. Le tecniche distintive della maison, come il lavoro a pizzo e l’incatenatura, trovano espressione in preziosi pezzi storici quali la tiara in argento degli anni Venti di Mario Buccellati, e l’iconico bracciale flessibile in oro e diamanti di Gianmaria. Le raffinate tecniche di incisione e tulle sono magistralmente illustrate nei bracciali creati da Andrea e in un altro omologo degli anni Venti a firma sempre di Mario Buccellati. Infine, la maison ha introdotto nuove icone di Haute Joaillerie, come gli anelli e orecchini Cocktail, le raffinate spille ispirate alla natura e le celebri collane Ombelicali, lodate da Gabriele d’Annunzio per i colori vivaci.

“MIDNIGHT

SUN II” MESSIKA

/

Negli eleganti saloni dell’Hotel de Crillon di Parigi, Messika ha svelato Midnight Sun II, la nuova collezione di alta gioielleria durante la settimana della Haute Couture, a fine giugno. Con questo secondo capitolo, la maison parigina ha toccato nuove vette di eccellenza per quanto attiene al savoir-faire e a una creatività fuori dagli schemi. Si tratta di un magnifico compendio incentrato sul tema della luce e dei contrasti, che rivela creazioni tanto preziose quanto enigmatiche. Una magia fatta di insiemi unici che rappresentano il dualismo del giorno e della notte. La direttrice creativa Valérie Messika si è concentrata sui momenti crepuscolari che seguono gli ultimi istanti della notte: “Ho memorie incantate delle feste che si prolungavano fino all’alba, quando lasciavamo la pista da ballo per ritrovarci di fronte ai primi raggi del sole”, ricorda con nostalgia. La collezione comprende due parure in oro giallo e oro bianco, che si confrontano per celebrare il chiaroscuro e l’alterità: il giorno e la notte. “White Midnight Sun” ci proietta negli anni ‘80, firmando un raffinato vocabolario stilistico, fatto di forme curve arricchite dal bagliore dei diamanti. Il pezzo principale di questo incredibile set è un collier adornato da oltre 2.400 gemme montate come se fossero dei fiocchi di neve, nel cui centro risplende un magnifico diamante di 3,55 carati incastonato in una lunetta d’oro giallo. L’insieme “Diva Lunare” è invece un omaggio alla notte stellata dominata dalla luna, a sua volta rappresentata da un diamante taglio smeraldo a forma di puzzle. Due linee d’oro si intrecciano ai lati del colletto per sostenere la pietra nel suo intero splendore. In “Frequenze dei diamanti”, ancora, viene presentato un chocker a più fili con un collier a cravatta trasformabile, abbinato a un bracciale e orecchini, evocando la luce abbagliante di una pista da ballo con un gioco di pieni e vuoti. “Groove” dal canto suo, sorprende con il suo ritmo moderno ma anche un po’ retro. Questo set genderless ha un carattere elettrizzante, mentre “So Move Max”, ultra-grafico e sensuale, è composto da un chocker, un bracciale e da un audace anello a tre dita.

/ di Laura Astrologo

DE BEERS

“FORCES OF

n occasione della settimana parigina della Haute Couture, De Beers, alla presenza della CEO Céline Assimon, ha presentato “Forces of Nature”, celebrando la bellezza e il magnetismo del regno animale. La collezione, composta da otto parure e 58 gioielli, è dedicata alla fauna dell’Africa meridionale, regione cara alla maison. Caratterizzata da simbolismo e spiritualità, Forces of Nature gioca con i codici dell’alta gioielleria, illustrando la sinergia creativa tra lo studio di design, i maestri artigiani e gli esperti in diamanti. Le creazioni esaltano la forza magica che unisce animali e gioielli, presentando una selezione straordinaria di diamanti di varie forme e colori, sia grezzi che tagliati. Ogni set, combinando ispirazioni astratte e figurative, mette in risalto un dettaglio animale e utilizza il taglio delle pietre per rappresentarne le caratteristiche uniche. Il bufalo, ad esempio, simboleggia la Stabilità grazie alla sua potenza, rappresentata da diamanti grezzi marroni semi-piramidali

NATURE”

accostati a diamanti incastonati che ornano le corna. L’elefante, incarnazione della Tenerezza, si esprime attraverso una delicata combinazione di diamanti a cuore, poire e ovali, di proboscidi intrecciate e diamanti rosa simboleggianti l’amore eterno. La giraffa rappresenta invece la Dignità, con eleganti silhouette a forma di V adornate da diamanti grezzi dalle tonalità terrose, e dettagli traforati che richiamano il manto. Ancora, le corna sinuose del grande kudu simboleggiano la Spiritualità, collegando con grazia terra e cielo. Il leopardo, dal canto suo, incarna il Magnetismo, scolpito attraverso diamanti taglio marquise di color verde oliva, che evocano lo sguardo ipnotizzante di questo felino. Il leone simboleggia la Protezione con crini voluminosi di perle d’oro che circondano diamanti taglio trillant e gialli. Il rinoceronte evoca la Forza con la sua resilienza, rappresentata in motivi angolari in titanio che esaltano diamanti a forma di scudo e pera. Infine, la zebra rappresenta l’Individualità.

“OCTOPUSSY EGG OBJET”,

COLLEZIONE LIMITATA FABERGÉ

PER JAMES BOND

/ di Laura Astrologo Porché @journaldesbijoux

Il fascino dell’accostamento tra Fabergé e James Bond si concretizza nella nuova collezione Fabergé x 007, lanciata a nel 2024 dalla Maison Fabergé in collaborazione con EON Production e il franchise di James Bond. Questa capsule rende omaggio al celebre film “Octopussy –Operazione piovra” del 1983, che vedeva Roger Moore alle prese con un uovo Fabergé trafugato e contraffatto. I primi due esemplari sono il prezioso “Octopussy Egg Objet” e il medaglione “Egg Surprise Locket”, entrambi creati sotto la guida della Responsabile del design

Liisa Tallgren e della Direttrice creativa Josina von dem Bussche-Kessell. L’”Octopussy Egg Objet”, realizzato a mano in soli cinquanta pezzi numerati, è un capolavoro artigianale alto 8,4 cm, in oro giallo 18 carati e dipinto a mano con uno smalto verde che ricorda quello originale dell’uovo del film. Sotto lo smalto si nasconde un elaborato motivo tentacolare del polpo, che ha richiesto un’intera settimana di minuzioso lavoro. Il gioiello è impreziosito da un piedistallo decorato con diamanti bianchi e zaffiri blu, e nasconde una sorpresa: un polpo in oro con ventose di diamanti e occhi di diamanti neri. Bellissimo anche il logo do-

rato 007 che trionfa al centro di questa creazione artistica. Il medaglione “Egg Surprise Locket”, anch’esso in oro 18 carati e decorato con zaffiri e diamanti, custodisce al suo interno una minuziosa scultura di polpo. Il design incorpora un’accattivante reinterpretazione del motivo guilloché, adattato alla scala del ciondolo e impreziosito da un gioco di forme che include la lettera ‘O’ del titolo del film. Questa collezione rappresenta un ponte tra il mondo cinematografico dell’agente segreto James Bond e l’eleganza senza tempo del brand, offrendo agli ammiratori di entrambi una fusione unica di storia e lusso.

“AETERNA” STRAORDINARIA COLLEZIONE

PER I 140 ANNI BVLGARI

nfusa dello spirito immortale della Città Eterna, fonte perenne d’ispirazione di Bvlgari, la Maison romana ha festeggiato i 140 anni con una collezione speciale presentata in un grande evento alle Terme di Diocleziano a Roma. Il nome evocativo della collezione celebrativa? Ovviamente “Aeterna”. D’altronde, la grande scrittrice francese Marguerite Yourcenar, nel suo celebre libro “Memorie di Adriano”, riportava queste parole dell’Imperatore: “Roma vivrà e non perirà che con l’ultima città

/ di Laura Astrologo Porché @journaldesbijoux

degli uomini”. “Sono estremamente orgoglioso dei team creativi guidati da Lucia Silvestri e Fabrizio Buonamassa Stigliani così come dei maestri artigiani, per aver sviluppato la più straordinaria collezione di alta gioielleria di tutti i 140 anni di storia Bvlgari. Il collier ‘Serpenti Aeterna’ rappresenta il culmine dell’eccellenza: unisce i diamanti più straordinari all’icona Serpenti, il simbolo di gioielli e orologi più desiderato degli ultimi decenni, indossato già da Cleopatra a Roma nel 46 a.C. e rinato nel 1948 grazie a Bvlgari sotto forma di orologi-gioiello segreti”, ha spiegato Jean-Christophe Babin, CEO del Gruppo Bvlgari. La nuova collezione è scandita da oltre cinquecento creazioni esclusive di alta gioielleria, orologi high-end, borse di alta gamma e fragranze. Su tutte, il collier “Serpenti Aeterna” rappresenta il pezzo in diamanti più prezioso mai realizzato dalla Maison: ha richiesto oltre 2.800 ore di lavorazione, cifra record. Il punto di partenza? Un diamante grezzo di oltre 200 carati tagliato in sette gocce di diamanti a pera per un totale di 140 carati, uno per ogni anno di storia Bvlgari. Sfida finale, le gocce sono avvolte in una sinuosa struttura ondulata tridimensionale in platino, impreziosita da 698 diamanti baguette di 61,81 carati. La struttura seducente fluisce, con la flessibilità di un serpente, verso il retro della collana rivelando il simbolo iconico che, con il ruolo di chiusura, custodisce questo capolavoro rappresentando la rinascita eterna. Tutta la collezione presenta pezzi squisiti finemente lavorati, connubio di lusso, innovazione e design artistico. “Il bello del lusso è che non ci sono limiti - conclude Babin - Il futuro deve rendere migliore il passato e questa è una sfida entusiasmante per i nostri designer ma anche per i nostri maestri orafi, che partecipano profondamente al processo creativo”.

BARBIE PINK

Cosa c’è di più elegante di un abito nero accompagnato da una cascata di diamanti? Il black & white rivisitato in chiave preziosa vince su qualsiasi opulenza, prediligendo abbinamenti sofisticati in cui il nero diventa la tela su cui i diamanti possono declamare il loro splendore.

NOTTE DEGLI OSCAR HOLLYWOOD

NON È DIAMANTE TUTTO QUEL CHE LUCCICA

Da sempre siamo abituati a vedere diamanti e pietre preziosissime solcare i red carpet su sontuosi abiti di alta sartoria. Negli ultimi anni, però, questa idea di eleganza legata esclusivamente all’alta gioielleria è stata sdoganata per lasciare spazio anche all’estro di metalli e pietre, forse meno preziose ma non per questo meno affascinanti. Non stupisce, quindi, vedere sul red carpet del Met Gala nomi come Swarovski, che ha interpretato il tema della serata con cascate di cristalli, e Pandora, che per l’occasione ha realizzato una speciale linea di gioielli con diamanti creati in laboratorio.

MET GALA NEW YORK
America Ferrera in Pomellato
Pamela Anderson in Pandora
Karlie
Kloss in Swarovski
Karlie Kloss in Swarovski

Red Carpet

Tre degli eventi più importanti del jet set internazionale dettano le prossime tendenze nel mondo della gioielleria riconfermando grandi classici e aprendo le porte a nuove stuzzicanti proposte.

Cosa c’è di più elegante di un abito nero accompagnato da una cascata di diamanti? Il black & white rivisitato in chiave preziosa vince su qualsiasi opulenza, prediligendo abbinamenti sofisticati in cui il nero diventa la tela su cui i diamanti possono declamare il loro splendore.

BLACK & DIAMOND
Soo Joo Park in Messika
Luisa Ranieri in Messika
Philippine Leroy-Beaulieu in Boucheron

C&S Italy

BACK TO SCHOOL

La passione per i gioielli non è più solo un affaire da adulti. Sempre più bambini si avvicinano al mondo dei preziosi sperimentando con colori e forme in grado di riflettere la spensieratezza dei loro anni. Le personalità più vivaci si rivedono in smaltature e cordini colorati, mentre quelle sognatrici fanno affidamento ai personaggi delle fiabe e dei film animati più famosi. Non possono mancare gli animali, anche nelle versioni di fantasia, la frutta e le iniziali. Come per quelli degli adulti, anche i gioielli pensati per i più giovani vogliono raccontare qualcosa in più di chi li indossa: la voglia di essere unici, le passioni e i desideri, che a quell’età non aspettano altro che spiccare il volo.

Baby Chibi
DoDo
leBebé

LA VIE EN ROSE

NEL CUORE DI MILANO

Fondata nel 1876, Villa Milano è una storica gioielleria del centro, oggi guidata dalla quinta generazione: la prima tutta al femminile.

/ di Michele Weiss

Siamo una gioielleria dalla doppia anima”, racconta una solare Alice Villa, proprietaria da qualche anno (con la sorella Francesca) e amministratrice della storica gioielleria di famiglia, Villa Milano, dal 1876 nel cuore della città: prima in via Manzoni e oggi nell’elegante via San Carpoforo a Brera, dove sorge la nuova boutique che ospita anche il laboratorio che vede all’opera quattro orafi con lo storico esperto di pietre. “Ci teniamo molto alle radici milanesi e al rapporto con la clientela di quartiere, che si affida a noi per tutta una sorta di servizi, come fossimo una sartoria dell’alta moda”, spiega Villa, sguardo fiero e modi cortesi. “Siamo la prima generazione tutta al femminile e ne siamo orgogliose. Guardiamo molto anche all’estero dove allestiamo vendite private e dove proponiamo anche le nostre capsule esclusive”, continua. L’innovazione è importante e in quest’ottica hanno rilanciato la Collezione Calypso (che include ciondoli, catenine e gemelli) stringendo partnership con tre eccellenze dell’hotellerie italiana: Passalacqua e Grand Hotel Tremezzo sul lago di Como, e Le Sirenuse a Positano. “Non è un caso che siano hotel a conduzione famigliare,

condividiamo gli stessi valori e principi”, prosegue. Calypso riflette l’amore per il mare: “Valorizziamo con un design più moderno queste conchiglie dei Caraibi e del Pacifico, che sfoggiano colori impressionanti: sembrano dipinte ma non è merito nostro, è la natura che infonde le sue colorazioni strabilianti. Noi le lavoriamo per renderle più solide aggiungendo un fondellino d’oro alla base su cui incidere le iniziali o un ricordo speciale. E poi incastoniamo a piacere una pietra nella parte superiore scegliendo tra un rubino, zaffiro, smeraldo, perle, tormaline e zaffiri colorati. Nel caso della collaborazione con gli hotel, ogni conchiglia presenta una targhetta sul retro con un’incisione personalizzata in ricordo della vacanza”. Idea semplice ma brillante, una delle tante con cui il nuovo corso di questa famiglia di gioielliere vuole ‘coccolare’ la clientela: “Nel mondo della gioielleria e delle pietre, ancora a predominanza maschile, essere donne al timone non è facile, ma dall’altro lato abbiamo la capacità di entrare più in sintonia con la nostra clientela en rose, che tende ad acquistarsi da sè i gioielli e a concedersi un prezioso autoregalo.”

A VICENZA SBARCA

L’ALTA GIOIELLERIA

ITALIANA

E MONDIALE

/ di Michele Weiss

Dal 6 al 10 settembre torna Vicenzaoro, maggiore vetrina in Europa per le nuove tendenze del settore.

LDal 6 all’8 settembre nei padiglioni della fiera si svolgerà VO’Clock Privé, evento dedicato all’orologeria contemporanea. Aperto al pubblico di appassionati e collezionisti di lancette e quadranti, offre un’esperienza immersiva a 360 gradi sulla cultura orologiera: nel format, segnatempo d’alta gamma, brand emergenti e creatori indipendenti, oltre a sessioni formative, presentazioni e dimostrazioni con esperti e maestri orologiai. Tra manifattura e sguardo al futuro, storia, cultura e meccanismi incredibili svelati dai costruttori, VO’Clock Privé è l’occasione per tenersi aggiornati sulle novità e condividere la passione orologiera con la community di watchlover.

a community del gioiello d’alta gamma si dà appuntamento a Vicenzaoro. Sold out con oltre 1.200 brand da 60 Paesi, il salone di IEG raccoglie il meglio del settore internazionale in Europa, mettendo al centro le tendenze del mondo dei preziosi. Il Made in Italy è rappresentato da eccellenze come i gioielli Damiani, dalle linee eleganti e sofisticate delle collezioni di Roberto Coin; dal tocco artigianale di Crivelli e ancora, dalle catene elastiche di Fope. Palmiero con le sue creazioni artistiche e scultoree. La versatilità dinamica dei gioielli Roberto Demeglio o di Serafino Consoli con i suoi anelli che diventano bracciali. Le leggerissime geometrie di Gismondi 1754. E ancora: le linee classiche di Leo Pizzo e Mirco Visconti o quelle contemporanee e sempre realizzate a mano di Davite & Delucchi. Il classico, senza tempo, di Giorgio Visconti. La sperimentazione di Peruffo Jewelry. I diamanti hand made di World Diamond Group. Marco Dal Maso, Zancan e Barakà per la gioielleria maschile. Il tocco contemporaneo di Adolfo Courrier e quello sofisticato di

Verdi. Le textures di Nanis. Le cromie delicate di Giovanni Ferraris. La creatività di K di Kuore. La passione per il dettaglio di Mariani 1878 e, infine, brand che ben identificano tradizione ed evoluzione della gioielleria campana, come Chantecler, De Simone Fratelli, Coscia e Vittorio Fiorentino. Nella lounge al primo piano del quartiere fieristico c’è anche Morellato Group, che punterà sulla sua gioielleria preziosa e sostenibile con Bluespirit, D’Amante, CHRIST, Cleor e Live Diamond tra i brand proprietari. Tra le case d’alta gioielleria europee e internazionali, le tedesche Schreiner Fine Jewellery, Hans Krieger, Giloy, Breuning, Niessing, Jörg Heinz e Heinz Mayer, Yana Nesper, Al Coro e Stenzhorn. Le spagnole Dámaso Martinez, Carrera y Carrera e Facet. Le francesi Akillis, Djula e La brune et la blonde. La svizzera Fullord. La turca Terzhian. L’americana, fondata a Mumbai, Sutra e la hongkonghese Butani. Infine, l’australiana Autore e l’iconica Fabergé dal Regno Unito. Tra le new entry, l’italiana Daverio 1933, la greca Dionysios e la tedesca Artur Scholl.

Brilla VO’ Clock Privé

L’ANNO DELLA CAMPANA

/ di Simona Infantolino
CHANTECLER

Se per il calendario cinese il 2024 rappresenta l’anno del drago, per Chantecler le celebrazioni ruotano attorno all’anno della Campana. Nel 2024, infatti, l’azienda festeggia l’ottantesimo compleanno della sua icona indiscussa, la campanella. Era il 1944 quando proprio la campanella di Chantecler veniva donata da Pietro Capuano, fondatore del brand, e dal suo braccio destro Salvatore Aprea al presidente degli Stati Uniti Roosevelt come segno di pace e amicizia in un periodo storico particolarmente difficile. Da quel momento quel simbolo ha accompagnato tutta la storia di

Chantecler fino ai giorni nostri trovando ogni volta narrazioni e volti diversi in grado di mantenerne sempre salda l’identità: dalla linea Et Voilà, che si anima di brillanti gemme colorate come l’avvolgente topazio e l’iridescente quarzo rosa, alla campanella Capriness, dedicata a Capri con pattern a righe in smalto e pietre preziose. Ed è proprio sull’isola del golfo di Napoli che Chantecler ha reso omaggio a questo speciale anniversario e alla sua icona presentandone cinque inedite versioni in edizione limitata ispirate a cinque celebri donne le cui scelte di stile hanno segnato la storia della Maison. All’interno del Quisisana Hotel, la cui vista sui Faraglioni ha incantato gli illustri personaggi che vi hanno alloggiato

negli anni, Chantecler ha presentato il suo omaggio a Jackie Kennedy Onassis attraverso una campanella con pavé di diamanti e onice nera; a Mona von Bismarck con una versione ricoperta da sfere di cristallo e zaffiri blu; a Audrey Hepburn con un elegante pavé di perle; a Ingrid Bergman incastonandone il carisma scandinavo in un cielo di smeraldi, zaffiri e tormaline Paraiba; infine, a Marta Marzotto riportandone le sfumature caratteriali nei toni caldi e orientali dei topazi arancioni. Le cinque icone di stile, carisma ed eleganza rivivono così nel racconto contemporaneo della campanella di Chantecler, un’icona senza tempo della gioielleria Made in Italy.

FOCUS OROLOGI

Da questo numero, l’Orafo Italiano apre una rubrica sul mondo degli orologi, oggetti preziosi per il loro involucro, spesso forgiato di pietre e metalli eccezionali, ma anche per il loro cuore meccanico, non meno strabiliante e tempestato di tesori. Seguiremo quindi le novità salienti dei modelli più affini al gioiello con un occhio attento ai meccanismi pregiati e unici. E non è finita. Sarà nostra cura seguire da vicino anche il settore del “secondo polso”, ricco di ammirevoli esemplari storici e foriero di un mercato in costante crescita.

IL “SECONDO POLSO”

TOCCA QUOTAZIONI STELLARI

Il mercato dell’orologio d’epoca e da collezione si dimostra sempre più vitale e con un mercato in salute.

Rolex Oyster

Chronograph in oro rosa del 1955, stima 400.000/800.000 e venduto per 609.600 franchi svizzeri.

Eberhard & Co. Rattrapante

Chronograph in oro giallo del 1938, stima 20.000/40.000 e venduto per 48.260 franchi svizzeri.

l più recente ed eclatante episodio che ha riguardato l’orologeria vintage è avvenuto la scorsa primavera e portava la firma di due noti addetti ai lavori: Aurel Bacs, senior consultant della casa d’aste Phillips e Guido Mondani, collezionista ed editore. Ed è stata la sua prestigiosa raccolta a essere venduta all’incanto in oltre duecento lotti a Ginevra durante il mese di maggio, dopo essere stata presentata a stampa e appassionati, con esposizioni di una quarantina di selezionati modelli, a Doha, Milano, Londra, New York e, appunto, nel capoluogo elvetico in occasione dell’asta. La Guido Mondani Collection ha avuto particolare rilevanza non solo per la notorietà del suo proprietario, ma anche perché si trattava di un insieme di orologi raccolti con passione e competenza nel corso di una vita, protagonisti anche di episodi personali. Una bella circostanza che al valore finanziario della collezione ha aggiunto quello sentimentale. Tra i segnatempo più emblematici spiccavano un Cartier “di forma”, il primo orologio indossato dal titolare della collezione, e un cronografo sdoppiante Eberhard & Co. del 1938 in oro giallo, acquistato da un concessionario il giorno precedente la cessazione dell’attività. Ma anche numerosi Patek Philippe “complicati”, rare versioni del Royal Oak di Audemars Piguet e un cronografo Rolex “Jean-Claude Killy” del 1955, in oro rosa e con l’insolita presenza – per questo tipo di segnatempo – del calendario completo. Nell’insieme delle aggiudicazioni, la Guido Mondani Collection ha realizzato circa 36 milioni di franchi svizzeri, una cifra importante non solo in sé stessa, ma perché, ancora una volta testimonia l’ottimo stato di salute del mercato. Se a questo si aggiungono elementi come il recente successo del salone VO Vintage che si svolge nell’edizione di gennaio della Fiera di Vicenza, la mai tramontata presenza degli orologi d’epoca al Mercanteinfiera di Parma, la scelta di importanti punti vendita di dedicati al così detto “secondo polso”, come è il caso del londinese Ninety o a Milano di Pisa Orologeria, ben si capisce come la produzione d’epoca si stia strutturando in un mercato parallelo (in senso buono, ovviamente, in questo caso) a quella contemporanea e con tanto di eventi e pubblicazioni. In questo contesto, altamente indicativo è il fatto che non solo molte importanti maison dei propri orologi d’epoca se ne stiano occupando in prima persona, ma anche che il vintage sia sempre più palesemente fonte d’ispirazione per certi modelli di punta delle loro produzioni contemporanee.

NEL SEGNO DELLA BELLEZZA

Il vasto e sempre molto pregiato repertorio della gioielleria applicata alla misurazione del tempo può essere diviso in due grandi tipologie, con gli stessi parametri di preziosità e ricercatezza formale, ma differenti per la storia dietro ai marchi che queste categorie rappresentano. E dunque, se da una parte ci sono gioiellieri (come Cartier e Van Cleef & Arpels, ma anche Bulgari e Chopard) che a un certo punto si sono dedicati ai segnatempo, dall’altra ci sono maison squisitamente orologiere e di varia estrazione (come il marchio contemporaneo F.P.Journe o quello giapponese Grand Seiko, senza

Cartier Reflection de Cartier, cassa e bracciale in oro bianco e diamanti, movimento elettronico al quarzo.

dimenticare “mostri sacri” come Rolex, Patek Philippe e Audemars Piguet), che, recentemente si sono dati da fare con ottimi risultati sul fronte degli orologi-gioiello. Si potrebbe dire che a parità di cura per il pregio dell’oggetto, il risultato finale risentirà dalla natura di ogni singolo marchio. In buona sostanza, chi nasce gioielliere non resisterà a enfatizzare originalità stilistica e decoro, mentre chi è orologiaio fin dai suoi primi passi, difficilmente uscirà dal seminato della tradizione formale di settore, e non tralascerà di occuparsi anche dell’aspetto funzionale e dell’innovazione. Emblematica, a que-

L’originalità stilistica dei gioiellieri si mischia all’eccellenza tecnica degli orologiai per creazioni ammantate di pregio estetico e meccanico.

sto proposito, la scelta di Grand Seiko (marchio nato durante gli anni ‘60 dalla costola di Seiko e con tensione all’alto di gamma), che, a un modello che esibisce ben otto carati tra diamanti e zaffiri e una produzione limitata a otto esemplari, vi aggiunge l’eccellenza meccanica. Il suo Masterpiece adotta infatti il movimento Spring Drive a carica manuale, con 8 giorni d’autonomia di marcia e l’incredibile tolleranza di +/- 10 secondi al mese. Così come quella di François Paul Journe, che, col suo Elegante, pur mettendo in campo una lunetta decorata da una gradazione di 52 pietre preziose con taglio a baguette a riprendere le tonalità dell’arcobaleno, una serie di cinturini intercambiabili in caucciù e altrettanto colorati e un quadrante completamente luminescente (sviluppato all’origine in bianco e poi in nero dalle manifatture Cadraniers de Genève), si ferma qui – che comunque poco non è –, a una creatività un po’ modaiola e ritorna a pensare da immenso maestro-orologiaio qual è, snocciolando una serie di innovazioni tecniche, ardite, ma sempre nel segno della tradizione. Ed ecco che la classica cassa di forma tortue è realizzata in titanio, un materiale scelto per la sua leggerezza e resistenza, mentre la versione Titalyt®, riconoscibile dal suo colore antracite, è stata sottoposta a un trattamento di

ossidazione per elettroplasma. Quanto alla parte funzionale, si tratta di un sistema nato dopo 8 anni di ricerca e sviluppo, un movimento elettromeccanico innovativo, il Calibro 1210, che ha la potenza di fermare il tempo e riavviarlo. In pratica, il sogno segreto di ogni orologiaio. Dopo 35 minuti di inattività, il segnatempo passa in modalità notte per risparmiare energia e non appena viene rimesso al polso, grazie a un sensore di movimento, si reimposta sull’ora esatta. Attraverso il percorso più breve, in senso orario o antiorario, garantendo un’autonomia da 8 a 10 anni in uso normale e fino a 18 anni in modalità standby. Tornando ai gioiellieri puri che fanno orologi, ecco che Cartier attinge al patrimonio dei sui “objects de vertu” del periodo Art Déco, basati su illusioni ottiche e tocchi di preziosa magia. E oggi, il modello Reflection riprende quelle suggestioni con un bracciale dalla generosa architettura che mescola trafori, oro lucido e diamanti lungo linee allungate e ben definite. In una sorta di tensione che culmina quando un piccolo quadrante incontra – dalla parte opposta – il suo riflesso, e il tempo sembra muoversi all’indietro. Con Van Cleef & Arpels, infine, il desiderio di decoro è forse al limite della leziosità, ma certamente è di rara grazia e magnificenza. Il quadrante del suo Lady Arpels “jour enchanté” raffigura una gentile figura di donna intenta a cogliere fiori in un immenso prato sotto i primi raggi di sole. Il tutto in un tripudio di oro bianco, smalti policromi, diamanti e zaffiri. Un prezioso ornamento eseguito con le raffinate tecniche dei “mestieri d’arte”, che ha richiesto circa due anni di ricerca e sviluppo e oltre 180 ore di paziente lavoro.

F.P.Journe Elegante, cassa in Titalyt® con pietre preziose e cinturino in caucciù, movimento elettromeccanico.

Van Cleef & Arpels
Lady Arpels, cassa in oro bianco e diamanti e cinturino in coccodrillo, movimento meccanico.
Grand Seiko Masterpiece, cassa in platino con diamanti e zaffiri e cinturino in coccodrillo, movimento meccanico.

MECCANISMI D’AUTORE

NEGLI OROLOGI D’ALTA GAMMA

L’ingegneria del tempo ha una lunga storia e grazie alla miniaturizzazione oggi viene ammirata al polso di appassionati e collezionisti.

Montblanc 1858 Unveiled Minerva, cassa in acciaio e cinturino in pelle, movimento meccanico con cronografo monopulsante.

Imeccanismi sono la condizione senza la quale non esisterebbero gli orologi. E quelli applicati alla misurazione del tempo hanno più di mille anni di storia e hanno rappresentato una svolta fondamentale per l’industria di settore, chiudendo con le misurazioni empiriche precedenti e avviandone altre regolate da dispositivi formati da leve, frizioni, ruotismi e ingranaggi. Ci fu un momento in cui le indicazioni di ore e minuti vennero sottratte alla natura (l’ombra del sole sullo gnomone delle meridiane o lo scorrere della sabbia nei vasi di vetro delle clessidre) e diventarono autonome, proprio grazie a meccanismi che possono essere ricaricati e regolati secondo necessità per fornire energia al loro funzionamento. Da allora sono passati secoli, si sono scritti molti trattati sull’argomento e messe in campo innumerevoli innovazioni. Con passaggi epocali come il regolatore di precisione, detto tourbillon, o i cronometri da marina, ma soprattutto quando gli orologi diventano prima trasportabili, poi da persona e infine da polso. Nati circa un secolo fa, presupponevano non solo grande abilità nella micromeccanica, ma anche particolari accorgimenti per favorirne l’uso quotidiano contro urti o cadute accidentali e infiltrazioni d’acqua o d’umidità. Ci sarebbe poi anche il capitolo dell’elettronica applicata alla misurazione del tempo, ma questa è un’altra storia, che però serve a introdurre un concetto riguardante la meccanica: ai giorni nostri, più gli orologi si allontanano dalla “necessità” di indicare il passare di secondi minuti ore mesi anni (sostituiti da computer, cellulari, segnatempo digitali e pubblici ad ogni angolo di strada, nelle stazioni e negli aeroporti), più acquistano valore in quanto “oggetti emozionali” e molto personali. In questo magnifico contesto, acquistano particolare significato quei modelli che mettono in bella vista il meccanismo, a volte lavorandolo ad arte per ridurne gli spessori fino al limite della capacità funzionale, un’operazione di bellezza che si chiama “scheletratura”. Eccelle nello svolgimento del tema Richard Mille, che dei movimenti a vista ne ha fatta una propria preci-

Audemars

Piguet Royal Oak Jumbo, cassa e bracciale in oro bianco, movimento automatico di manifattura scheletrato.

Richard Mille

Aerodyne, cassa in titanio, carbonio e quarzo, cinturino in caucciù, movimento meccanico con tourbillon.

Bell&Ross Cyber, cassa in ceramica e cinturino in caucciù, movimento automatico con platina e ponti neri e scheletrati.

sa caratteristica. La sua ultima novità, battezzata Aerodyne, ha meccanismo completamente scheletrato e che si connota per un’architettura inedita, dove le consuete e tradizionali forme arrotondate sono state sostituite da rigorose geometrie formate dalla moltiplicazione di elementi paralleli e diagonali. Un’estetica che rimanda comunque anche al dato tecnico – visto che il meccanismo, oltre a sorprendere deve anche marciare per bene – e con tutte le funzionalità ripensate. Con un’aggiunta, anche questa inattesa: il rotore disinnescabile. Ciò significa che il dispositivo di ricarica della molla si “sgancia” dal movimento quando essa è al 100% della carica garantendo 55 ore di autonomia di marcia, restando disaccoppiato fino a quando tale autonomia scende a circa 40 ore e il rotore si rimette in azione. In buona sostanza, l’orologio funziona sempre in condizioni ottimali. Da parte sua invece, Audemars Piguet si fa notare per il Royal Oak Jumbo, un modello con movimento

automatico di manifattura interamente in oro bianco. Extra-piatto e di dimensioni contenute (diametro 39 e altezza 8,1 millimetri), aggiunge alla distintiva eleganza dei volumi la sua eccellenza meccanica visibile da entrambi i lati dell’orologio. Compete ad alto livello anche Montblanc, soprattutto da quando ha acquisito Minerva nel 2006: da qual momento, il progetto e la realizzazione di segnatempo prestigiosi avviene grazie alla loro collaborazione, come nel caso del modello Montblanc 1858 The Unveiled Minerva, un cronografo monopulsante d’acciaio, realizzato in serie limitata a cento esemplari e a carica manuale, di grande complessità e con movimento formato da circa trecento elementi in parte visibili dal quadrante. Gioca infine sulla semplicità formale Bell & Ross che, fedele alle proprie origini moderniste, offre col suo Cyber un’interpretazione di design della scheletratura, applicandola solo ai ponti e alla platina su cui è fissato il movimento.

ASTE,CRESCE LA PASSIONE

PER LE PIETRE RICERCATE

Nonostante la “normalizzazione” del mercato, le creazioni delle grandi Maison gioielliere sono sempre più amate.

Una sicurezza i preziosi Art Decò e le collezioni appartenute a celebrità, ma anche i diamanti rari e le perle naturali.

Il mercato rallenta ma non per i gioielli più preziosi, che non conoscono crisi e sono sempre più ricercati. Una normalizzazione, del resto, era attesa sottolinea il report Deloitte 2023: “Il mercato dell’arte e dei beni da collezione ha vissuto un assestamento fisiologico, registrando un calo di fatturato complessivo a livello globale di circa il 3%, causato inevitabilmente dalle incertezze macroeconomiche e dalle nuove tensioni geopolitiche che hanno caratterizzato la seconda metà dell’anno”. Il calo complessivo di Christie’s, Sotheby’s e Phillips è stato causato dalla brusca riduzione nel segmento pittura (-26,8%), ma il diffuso interesse per il comparto dei Passion Assets e Luxury Goods ha contribuito a mitigare la decrescita del fatturato totale sull’anno precedente (-5,4% sul 2022). “La domanda globale di collectibles ha rallentato soprattutto nella fascia alta del mercato e, in generale, negli ultimi mesi ha prevalso un atteggiamento di maggior prudenza, mentre l’onda di entusiasmo di fine pandemia, iniziata nel 2021 e concretizzatasi nel 2022, ha subito un’inevitabile battuta d’arresto, con effetti anche sui prezzi medi dei lotti,” ha spiegato Ernesto Lanzillo, Partner e Leader di Deloitte Private Italia. Viceversa, forse perché più facilmente valutabili e quindi meno sensibili a oscillazioni future, i Passion Assets, tra cui i gioielli, sono sempre più oggetto del desiderio di vecchi e nuovi collezionisti. A confermare la tendenza, la vendita dello scorso giugno di Christie’s a New York ha raggiunto un totale di

Diamante rosa “Argyle Phoenix” 1.56 ct. courtesy @Phillips

44,4 milioni di dollari, con il 90% dei 144 lotti venduti. Principalmente diamanti e pietre colorate, entrambi rari, perle naturali e una straordinaria line-up di gioielli di Maison come Bulgari, Cartier, Tiffany & Co. e Van Cleef & Arpels. Il lotto più importante? Il diamante Eden Rose, fancy rosa intenso taglio a brillante da 10,20 carati, venduto per 13,3 milioni di dollari, superando la sua stima di pre-vendita che era tra i 9 e i 12 milioni di dollari. “Tuttavia”, spiega Vittoria Bianchi, AD di Faraone Casa d’Aste, “dalla seconda metà del 2022 a oggi il mercato si è ‘normalizzato’, tornando a valori pre-pandemici. Durante la pandemia e il periodo immediatamente successivo, una bolla speculativa lo aveva condizionato, toccando valori extra mercato. Di conseguenza, il successivo calo non va interpretato come una contrazione negativa, ma piuttosto come una normalizzazione verso valori più corretti, per tornare a un mercato ‘sano’, con crescite e cali fisiologici tollerabili”. Parlando di trend, le gemme colorate si confermano star: zaffiri blu in cima, seguiti da rubini e

A sinistra e in basso, Collier/Tiara Art Decò Chaumet 1910 courtesy @Bonhams
In alto a destra, Collier Art Decò Chaumet 1900 courtesy @Bonhams

smeraldi, poi diamanti fancy, soprattutto gialli e rosa, tutti accomunati da eccellenti valori di colore. Un esempio è il diamante rosa battuto a maggio da Phillips a Ginevra, il celebre “Argyle Phoenix” da 1,56 carati, proveniente dalla miniera ora chiusa di Argyle, in Australia, e venduto a Laurence Graff, fondatore di Graff Diamonds, per 4,2 milioni di dollari. In quanto a epoche, l’Art Decò rimane una delle più ricercate, come dimostrano gli ottimi risultati della vendita della collezione legata alla corte viennese fin de siècle da parte di Sotheby’s, che ha superato di tre volte le attese. Da Bonhams, una collana del 1900 di Chaumet è stata battuta a fine settembre 2023 per oltre 305mila sterline, il doppio di quanto stimato, e della stessa maison, a fine maggio, il Collier/Tiara del 1910 è stato aggiudicato sempre da Bonhams per €279.800, contro una stima di €40.000. Inoltre, la celebrità – di una maison come di un collezionista – è garanzia di ottimi risultati: fra i marchi più ricercati si confermano Tiffany, Bulgari (di cui sono molto apprezzate le creazioni degli anni ‘70 e ‘80), Van Cleef & Arpels, come le creazioni di Fulco di Verdura, Aldo Cipullo e René Boivin. Di quest’ultimo, Sotheby’s ha battuto numerose

creazioni nell’asta “Her Sense of Style”, la sofisticata collezione di una misteriosa signora i cui lotti più preziosi sono confluiti nell’asta “Magnificent Jewels”, che ha totalizzato oltre 31 milioni di euro. Fra i migliori risultati di quest’anno si annoverano infine le vendite delle collezioni di celebrità del XX° secolo come Anne Eisenhower (oltre 11 milioni di dollari da Christie’s), la giornalista

Barbara Walters da Bonhams e l’attrice Mary Tyler Moore da Sotheby’s. Un mercato, quello delle aste di gioielli, in fermento e non solo materia riservata agli operatori di settore, ma che sta coinvolgendo anche nuove tipologie di acquirenti, oggi sempre più vantaggiose per i privati, collezionisti e appassionati, che partecipano in numero sempre più ampio. Ma non si tratta di sola convenienza: le aste di gioielli permettono a coloro che non hanno una grande esperienza nel settore di sentirsi sicuri nei loro investimenti.

Il 27 e il 28 marzo a Torino, con oltre 2,4 milioni di euro, ha messo a segno un record per il proprio dipartimento. Top lot: un anello con zaffiro blu del Kashmir di 4,61 carati è stato aggiudicato per 370mila euro, seguito da orecchini in zaffiri blu e diamanti per 167mila euro e da un raro girocollo composto da cinque fili di perle naturali d’acqua salata per 143mila euro.

Diamante fancy rosa “Eden Rose” 10.20 ct courtesy @Christie’s

CAMBI CASA D’ASTE

L’asta Fine Jewels del 21 maggio ha registrato un fatturato di 1.370.000 euro, mentre quella Vintage Jewellery di fine marzo ha totalizzato 450.000 euro. Top lot della prima: un diamante ta glio rotondo circular di ct 12.57 esitato a 85.100 euro, mentre all’asta Vintage Jewellery, un anello Bulgari con smeral do Colombia di ct 2.30 è stato battuto per 62.600 euro.

Oltre 2 milioni nelle due giornate all’in canto del 21 e 22 maggio registrando quasi il 100% delle riserve. Top lot: la collana con coppia di orecchini con rubini Burma venduti per 75.000 € aperti a una base d’asta di 15.000 €, seguiti da un anello con smeraldo Colombia da 17 carati venduto per 72.000 € contro una base d’asta di 25.000 €.

IL PONTE CASA D’ASTE

L’asta del 30 e 31 maggio 2024 ha totalizzato oltre €3,8 milioni di fatturato: l’89% dei lotti venduti, una rivalutazione del 166% dei prez zi base. Top lot: l’anello Marina B, con dia mante ottagonale di 14,67 ct, si è affermato quale top lot della vendita per €302.400, seguito da una serie di esemplari iconici Bulgari anni Sessanta.

PANDOLFINI CASA D’ASTE

Per la prima volta a Milano, il 29 e 30 maggio ha chiuso l’asta con un ricavo di €5,7 milioni e il 91% dei lotti venduti. Top lot: la collana in oro bianco con diamante taglio a goccia di 14,96 ct battuta per €351.600 e il solitario in oro rosa con diamante Fancy Slight Pink-Brown taglio brillante di ct 9,89 aggiudicato per €283.500.

FARAONE CASA D’ASTE

Chiude l’asta del 28 maggio con il 107% di rivalutazione delle stime a catalogo. Top lot: choker firmato Bulgari collezione Monete, anni ‘80, battuto per 80.000 euro partendo da una stima di €26.000. A seguire, un anello in platino con perla naturale aggiudicato per €22.000 contro i €4.000 della stima.

WANNENES

L’asta di Monte Carlo del 31 gennaio ha totalizzato 659.182 euro con una percentuale di venduto per valore del 166%. Top lot: un paio di orecchini a clip in platino, perle fini a forma di pera e diamanti vecchi taglio huithuit esitato a 68.900 euro.

DIAMANTI NATURALI E SINTETICI

SI ACCENDE LA SFIDA

Dopo un esperimento di sei anni che aveva infranto uno dei suoi tabù più antichi, De Beers ha interrotto la creazione di diamanti sintetici. A darne annuncio in occasione del JCK di Las Vegas, il CEO Al Cook, dopo un lungo periodo di riflessione ma soprattutto di flessione evidente del mercato delle gemme artificiali. Sebbene il gigante dei “diamanti per sempre” possedesse da tempo la tecnologia per creare gemme in laboratorio, si era sempre rifiutato di venderle come gioielli, temendo potessero sminuire il fascino delle naturali. Tuttavia, col crescere della popolarità delle pietre sintetiche, che ini-

ziavano a competere direttamente con quelle naturali, nel 2018 De Beers ha lan ciato il proprio marchio di gioielli, Lightbox, con lo scopo di vendere diamanti lab-grown a prezzi scontati rispetto ai rivali, nel tentativo di abbassarne il costo e creare una netta distinzione agli occhi dei consumatori. Nell’occasione, lo stesso Al Cook ha accennato anche all’imminente separazione da Anglo-American, che possiede l’85% della società, e alla volontà di rivolgere il marketing verso gli “attributi unici” delle pietre di miniera. Nel frattempo, i prezzi dei labgrown erano crollati del 5,7% quest’an-

Mentre De Beers annuncia l’addio alle pietre “coltivate”, Pandora spinge sull’acceleratore lanciandole anche in Europa. Intanto i prezzi di quelle naturali sono crollati con danni collaterali sul mercato.

no, secondo l’indice dei diamanti grezzi di Zimnisky, analista leader del settore, scendendo di oltre il 30% dal loro massimo storico del 2022. Si è ridotto sensibilmente il loro margine di vendita e hanno avuto sempre minore appeal sui gioiellieri, a cominciare dagli anelli di fidanzamento con diamanti coltivati in laboratorio. A maggio 2024, Lightbox ha addirittura ridotto i prezzi al dettaglio fino al 40%, ed è acclarato che il mercato dei lab-grown abbia causato non pochi danni collaterali. Negli Stati Uniti, dove maggiormente si è assistito a un fenomeno di sostituzione tra le due tipo-

logie, le pietre naturali utilizzate in anelli di fidanzamento più economici da 1 a 2 carati sono diminuite sotto la pressione di quelli di sintesi e finora hanno mostrato pochi segni di ripresa. Se, da un lato, De Beers fa dietrofront, l’impennata di popolarità delle gemme da laboratorio sta rimodellando gli scenari dell’industria, dove aziende come il produttore danese di gioielli Pandora stanno invece scommettendo su un futuro in cui i diamanti non saranno solo per sempre, ma anche per tutti. Il CEO della danese Pandora, Alexander Lacik, paragona questo cambiamento alla storica transizione dalle carrozze alle automobili, suggerendo che soluzioni migliori e più accessibili cambieranno naturalmente le dinamiche del mercato. Ed è proprio dello scorso maggio il lancio della campagna BeLove con diamanti da laboratorio indossati da Pamela Anderson e figli, sui manifesti alle pareti dei negozi Pandora. La collezione è apparsa in estate nel nuovo flagship store di Copenaghen, approcciando il mercato europeo dopo il successo in America, Australia, Messico e Regno Unito. “I nostri diamanti coltivati rappresentano il futuro del lusso, combinando bellezza e responsabilità. Essendo un’azienda danese è significativo per noi introdurli nel nostro mercato domestico”, ha dichiarato Lacik in occasione dell’apertura nella principale via pedonale di Copenaghen, Strøget e che ospita le collezioni Talisman, Infinite, Nova e Era: tutte con gemme lab grown. Nonostante l’entusiasmo dimostrato anche da Pra-

da e dallo storico gioielliere Fred, parte del gruppo LVMH, che ha realizzato collezioni con gemme coltivate e una riedizione del cronografo tourbillon Carrera Plasma Diamant D’Avantgarde da parte di TAG Heuer, il boom dei diamanti di laboratorio sembra tuttavia già sulla via del tramonto, bollato come moda passeggera e con i prezzi destinati a crollare ulteriormente secondo i veterani dell’industria. Al momento vengono posizionati come prodotto del tutto diverso rispetto ai corrispettivi naturali, percepiti come un ottimo rimpiazzo per la zirconia cubica o la moissanite, sebbene fisicamente e visivamente siano identici alle gemme di miniera. Paul Zimnisky prevede che i gioiellieri ridurranno il loro business con queste gemme mentre aumenteranno la loro attenzione e propensione verso i diamanti naturali nel prossimo anno. In proposito, la maggior parte di essi non si cura nemmeno di tenere i lab-grown nel catalogo, acquistandoli solo in con to vendita, atteggiamento opposto a quello del 2018, anno di esplosione del fenomeno. Tirando le somme, l’euforia è scemata, innanzitutto a causa della loro disponibilità: rappresentano circa il 20% del mercato totale dei diamanti e, sebbene le vendite di gioielli lab-grown siano aumentate del 51% nei 12 mesi pre cedenti al novembre 2023, e della loro versione sfusa del 47%, secondo i dati Tenoris, i loro prezzi in realtà sono in calo dal 2015, anno in cui hanno iniziato a di ventare di massa. All’inizio, infatti, aveva no un prezzo scontato del 10% rispetto ai

naturali, ma ora il divario si è spinto fino al 90%. Idealmente, l’industria avrebbe dovuto utilizzare i diamanti coltivati in laboratorio per espandere i volumi complessivi del mercato. Sfortunatamente i due settori hanno deciso di sfidarsi l’un con l’altro con danno reciproco. E adesso? Gli scenari sono aperti, regna un momento d’incertezza in entrambi i mercati: da un lato, col prezzo dei diamanti naturali in flessione costante le aziende minerarie sembrano incapaci di vendere senza utilizzare la variabile del prezzo a ribasso, dall’altro, lo scarso interesse da parte dei marchi del lusso verso i lab-grown darà al mercato dei naturali nuovo slancio e la possibilità di crescere ancora, nonostante la minaccia dei sintetici. Anche dal punto di vista del consumatore finale l’entusiasmo verso quest’ultimi sembra essersi attenuato; ciò non significa che la domanda di pietre coltivate scomparirà ma le vendite probabilmente cresceranno a un ritmo più lento e non saranno più viste come un’alternativa ai “veri” diamanti. Il dibattito tra diamanti naturali e sintetici continuerà e vedremo chi ha ragione: De Beers a ritirarsi – e con lui anche i brand di gioielleria di alta gamma devoti alle gemme naturali – o Pandora e gli altri marchi che stanno intensificando gli investimenti sui lab-grown. Alla fine, saranno i consumatori a decidere se c’è spazio per entrambi e sarà il marketing a fare la differenza. Con offerte diverse, saranno in grado di contribuire a un mercato più diversificato e assestato e questo non dovrebbe eliminare la do-

LA RINASCITA

DEL DISTRETTO ORAFO MILANESE

Con l’acquisizione della storica Sisti, MV Luxury Group punta a un nuovo polo produttivo cittadino capace di formare

anche nuove maestranze del gioiello.

INSIDE JEWELRY

Perché Milano non può avere un suo distretto orafo?” Con questo sogno, Marco Valente, designer milanese di preziosi d’alta gamma, con la sua azienda, MV Luxury Group, ha deciso di passare il Rubicone e acquisire la maggioranza di Sisti, storica azienda conto terzista meneghina, fondata da Italo Rabericati e oggi guidata dalle figlie, Rossana e Laura. Con la missione di ricreare un polo di eccellenza intorno a cui possa rinascere un distretto orafo cittadino: “Milano dal Trecento vanta una tradizione nel gioiello, ancora oggi acclarati marchi di orologeria hanno dei bracciali cosiddetti ‘a maglia milanese’: il nostro obiettivo è creare preziosi

Made in Milano”, racconta Valente. Il designer e imprenditore del resto conosce a fondo il mercato italiano ed estero, grazie alla quadruplice attività di MV Luxury Group, azienda fondata dal padre Tranquillo nel 1953 a Valenza, e poi traslocata a Milano con lui. “Da una parte produciamo per conto terzi, dall’altra creiamo anche una collezione d’alta gioielleria a nome Marco Valente, con grande attenzione alla qualità delle gemme e alla manifattura: un prodotto d’eccellenza visto che usiamo solo diamanti DEF. E poi ancora operiamo a livello di trading, commercializzando le eccedenze di magazzino sul mercato, di fabbriche e negozi, e infine sviluppia-

mo anche attività di C2B, acquisendo gioielli importanti da privati”. Nel 2023, Valente ha acquisito il 60% di Sisti, l’ultima e maggiore “fabbrica” orafa della città, capace di lavorare fino a 180 kg d’oro all’anno impiegando 25 addetti tra maestranze e quadri: “Lavoriamo a ‘sei mani’ nel segno della continuità con le figlie del fondatore, Laura e Rossana, sviluppando i volumi di business delle linee esterne per conto terzi ma anche le nostre creazioni”. Il motivo dell’operazione è duplice, rivela: “È un progetto industriale ma anche valoriale, nel senso che la mancanza di un distretto produttivo milanese nella gioielleria è una lacuna molto grave sul mercato e per la tradizione. Mi trovavo a vivere il proverbio “nemo profeta in patria”, visto che ho realizzato la mia attività sempre all’esterno della città, valorizzandola all’estero e attingendo da un distretto come quello di Valenza per la manifattura: ora basta, vogliamo valorizzare la nostra struttura milanese”. Il settore oltretutto richiede sempre più ‘verticalità’, e ha un bisogno impellente di maestranze, sempre più ricercate, continua:

“Il mercato predilige una filiera diretta e verticale anche per una maggior trasparenza verso la clientela, e poi, come dimostrano le grandi marche che stanno facendo incetta di aziende nel distretto valenzano, si rischia di non avere più le risorse a disposizione e quindi è meglio costruire del tutto internamente la nostra produzione anche dal punto di vista dell’innovazione e del controllo del prodotto”. Il tutto con un occhio privilegiato alle nuove generazioni, che sono il futuro dell’azienda e del comparto: “Valorizzare e creare opportunità per i giovani non è più un miraggio: grazie al PNRR è prevista la formazione di nuove scuole di arti e mestieri, argomento che mi vede in prima linea. Il loro futuro è fondamentale e bisogno tutelarlo, del resto siamo un paese con grande tradizione: a causa della delocalizzazione forsennata si è persa una generazione, ma oggi si avverte la necessità di tornare indietro e anch’io voglio dare il mio contributo”. Anche per questo MV Luxury Group e Sisti stanno per trasferirsi in una nuova sede milanese, più grande e con un’area dedicata alla forma-

zione permanente. “Abbiamo siglato un accordo con una scuola di specializzazione milanese per sviluppare un insediamento in cui sia presente anche uno spazio per formare risorse. Milano ha disponibilità di spazi e risorse maggiore rispetto a Valenza, e questo può spingere il mercato: ci sentiamo precursori per una nuova strada ma ci auguriamo che seguano altri imprenditori”.

FRANCÉCLAT

NEL SEGNO DELLA CREATIVITÁ FRANCESE

La gioielleria francese è nota in tutto il mondo per la sua maestria artigianale, i designer à la page e una fervida ispirazione creativa. D’altra parte, la Francia deve la sua fama nel lusso e nella creatività al vasto patrimonio storico e all’expertise delle grandi Maison di Place Vendôme. In questo contesto, una nuova generazione di marchi innovativi è desiderosa di farsi conoscere a livello internazionale. Francéclat International si dedica a promuovere questa creatività, introducendo una selezione di brand emergenti francesi in uno spazio dedicato durante la fiera VicenzaOro (6-10 settembre 2024). Il padiglione “French Creative Corner” offre un’occasione unica per scoprire le novità della joaillerie d’oltralpe e ammirare una mostra collettiva di circa trenta gioielli organizzati per tema. Visitatori, appassionati e professionisti del settore troveranno sei marchi di grande spessore e carattere.

French Creative Corner a VicenzaOro Hall 1 - Stand 169-171

MILLE ET UNE PERLES

Mille et Une Perles è un marchio intriso di valori e simboli, dedica to agli appassionati della perla di coltura e profondamente ispirato dalla storia delle leggendarie pescatrici di perle giapponesi “Ama”, immortalate sulle stampe “ukiyo-e” di Utamaro e Hokusai. Queste figure misteriose sono celebri per il loro coraggio e per una tecnica di pesca tramandata da secoli. In omaggio alle “Ama”, Mille et Une Perles ha creato la collezione “Perles Hanashinju”, realizzata in oro e perle di coltura sfaccettate. La collezione esalta le perle tagliate dal maestro Komatsu, che utilizza una tecnica simile a quella impiegata per il taglio delle pietre. Con una maestria incomparabile, il Maestro dona a ogni perla un gioco di luce unico. Oltre alle perle sfaccettate montate, vengono proposte anche perle sfaccettate senza montatura, offrendo così un’esperienza di raffinato splendore e artigianalità senza pari nel mondo della gioielleria. ANIMISMA BANGLE-UP

È un marchio di gioielleria legato al mondo animista, dove ogni entità naturale, che siano esseri animali, vegetali o minerali, possiede un’anima propria. Secondo questa filosofia, anche i gioielli che indossiamo durante le nostre giornate sono dotati di un’anima che riflette il simbolismo e la personalità di chi li porta. Ogni collezione di Animisma si configura come un universo profondo e unico che unisce spiritualità e modernità in un accattivante mélange di pietre, forme e materiali. Le creazioni, realizzate principalmente in argento e vermeil, incarnano non solo l’alto artigianato, ma anche un concetto che va oltre il semplice accessorio: la ricerca di anime affini che condividano la poetica del brand.

Tutto è cominciato con un bracciale, un “bangle”, caratterizzato fin dall’inizio da stampe originali. In seguito, al bracciale si sono aggiunti polsini, fasce, anelli, collane e orecchini abbinati. Gioielli sobri e colorati, raffinati e accessibili, moderni e atemporali, progettati per essere gioiosamente modulari e impilabili. Le creazioni sono impreziosite in oro, frutto di un processo artigianale che valorizza la lacca e lo smalto. Questo elaborato savoir-faire si riflette in ogni gioiello. La collezione è realizzata in ottone placcato oro, zama e acciaio PVD, decorati con smalto o lacca.

Racconta una storia di passione per la bellezza e la magia delle gemme. Fondata a Parigi nel 2002, la Maison ha creato uno stile discreto fatto di eleganza senza tempo. Le sue creazioni esaltano la bellezza delle gemme, indossate a contatto con la pelle per una connessione speciale con l’energia unica di ogni pietra. Le pietre naturali più belle, provenienti da tutto il mondo, vengono selezionate con cura attraverso una rete di specialisti. Da oltre venti anni, le creazioni di Morganne Bello incarnano uno stile di vita vibrante e gioioso, celebrando uno dei doni più straordinari della natura.

IKOBA

La linea di gioielli maschili ispirata dal mondo di Ikoba incanta gli appassionati con creazioni uniche, disponibili presso le boutique francesi e internazionali. Ognuna è un omaggio ai viaggi e alle culture globali, offrendo una varietà di motivi e materiali naturali. La collezione si distingue per il design autentico che integra elementi come pelle, legno fossilizzato, lapislazzuli, pietra lavica e altri ancora. Nell’universo di Ikoba, ogni gioiello narra una storia di viaggi e incontri.

MYSTERYJOY

Ode all’infanzia e all’immaginario, gioca con i codici dell’onirismo e del fantastico. Ogni gioiello è realizzato in oro 18 carati e diamanti sintetici, con un sourcing etico che rappresenta una promessa e un impegno. Joy Toledano crea i suoi gioielli come una maga concepisce i suoi incantesimi. Ogni prezioso è pensato come un libro da scoprire e una storia misteriosa da raccontare.

Claire Henimann, International Development Director, conclude: “Francéclat ha la missione di accompagnare le aziende francesi di gioielleria e oreficeria nella loro crescita e in particolare nell’esportazione. Il nostro ruolo è anche quello di far brillare i marchi francesi a livello internazionale.“

MORGANNE BELLO

SHINE LIKE a MAN

SWAROVSKI
di Simona Infantolino
GUCCI
DOLCE&GABBANA

Il lato scintillante della moda, che ha già conquistato il mondo femminile, fa capolino sempre più spesso anche nel guardaroba maschile. Cristalli, paillettes e lustrini creano giochi di luce così unici e irresistibili da contagiare anche i trend setter più restii.

FOREVER UNIQUE
DSQUARED2
GIUSEPPE ZANOTTI

WILDCRUISE

ALAÏA
GIOVANNI RASPINI
di Simona Infantolino
CHRISTIAN DIOR
BORSALINO
AQUAZZURA

Una ventata di selvatico glamour torna prepotentemente nella prossima stagione. Il motivo animalier offre ancora una volta audaci spunti per proposte eleganti e sensuali. Il ritorno di uno dei grandi classici della moda si accosta alla perfezione ad accessori complementari che riprendono la stampa con abbinamenti dell’oro e del nero.

BREIL
BLUMARINE
N°21
MARNI
JACQUEMUS

WISHList

L’eleganza dei colori neutri non passa mai di moda. Il beige, il grigio e il blu navy rimangono sempre degli evergreen per qualsiasi occasione con combinazioni infinite dal risultato davvero sofisticato. I gioielli, come anche gli accessori, seguono lo stile neutro senza eccessi o ridondanze puntando su design lineari e geometrici che fanno la differenza.

Borsone di Ralph Lauren in tela con finitura in pelle.
Anello di Unoaerre a fascia in argento con sfaccettatura esagonale.
Mocassino in pelle scamosciata di Tod’s
Sahariana di Tintoria Mattei
Bracciale rigido Move Titanium di Messika in titanio con diamanti.
Orologio Polycarbon Ecru di D1 Milano in policarbonato con finitura soft-touch.
Bracciale di Boccadamo in acciaio rodiato con sodalite ed ematite blu.
Pantalone in misto lino della collezione firmata Uniqlo e JW Anderson

WISHList

Non bisogna mai sottovalutare il potere degli accessori che sono in grado di trasformare un semplice abito dai toni neutri in una vera scelta di stile. Che sia un bracciale da saldare al polso per sempre o una borsa realizzata con materiali vegetali, che sia un gioiello dalle linee sinuose o una fragranza unica nel suo genere, è l’accessorio a fare la differenza.

Anello Onda Gold della collezione Porto di Valentina Asia in ottone galvanizzato oro e zaffiro colorato.
Mocassino in pelle con nappe di Ovyé
Fracas eau fraiche di Robert Piguet dalle note agrumate e floreali.
Collana Rock Crystal Tango di PDPAOLA in argento placcato oro con pendenti in cristallo di rocca.
Abito lungo in lino senza maniche di Mango
Bracciale L’Essenziale in oro di Atelier VM con charm Lea realizzato con rodolite.
Rossetto Super Vinyl di Deborah Milano dall’effetto pigmentato, lucido e no transfer. Colorazione Winery 06.
Borsa Gea di THEMOIRè realizzata con fibre estratte dalle foglie di ananas.

/ di Laura Inghirami

Viaggio nelle scuole orafe italiane

L’Italia è un riferimento nella formazione orafa di eccellenza. Da nord a sud, da Valenza, Vicenza, Arezzo, Napoli, licei artistici a indirizzo orafo, accademie, istituti professionali con una lunga storia alle spalle, popolano il territorio testimoniando quanto la cultura dell’oro e del gioiello sia parte integrante della storia imprenditoriale e artistica del Paese. In questo servizio vi racconto alcune realtà interessanti che spero possano offrire uno spunto di riflessione e ispirazione a tutti quelli che vogliono avvicinarsi a questo settore facendo di una passione un mestiere, o anche semplicemente approfondire gli aspetti artistici legati al mondo del prezioso.

AREZZO

Istituto Tecnico Professionale sezione Orafo

Arezzo e il suo territorio, con una ricca storia artistica che rimanda all’antica e opulenta oreficeria etrusca, rappresentano un fiore all’occhiello nella produzione orafa, gioielliera e argentiera mondiale. Proprio ad Arezzo ha sede l’Istituto Tecnico Professionale sezione Orafo, realtà che offre agli studenti, nel corso dei quattro anni di studi, la possibilità di acquisire la cultura artistica e le competenze tecniche per esprimere la propria creatività, progettando e realizzando materialmente un gioiello con l’utilizzo di tutte le tecniche orafe. L’Istituto include laboratori informatici di prototipazione, stampante 3D e utilizzo della tecnologia laser, e collabora con aziende e associazioni del settore in modo da seguire gli studenti nell’ingresso nel mondo del lavoro orafo e della moda: in particolare attraverso stage e tirocini aziendali che partono già dal secondo anno. Lo studente può scegliere di specializzarsi sia nella Ideazione e Modellazione 3D del Gioiello, dell’accessorio Moda, della Sartoria e del Made in Italy, che nell’uso delle Tecniche Galvaniche e processi Chimici in Oreficeria. Al termine, può proseguire gli studi nei percorsi Universitari o presso l’Istituto nel Corso di Tecnico Superiore (ITS) delle Lavorazioni Artistiche Orafe e Argentiere.

A Sansepolcro, patria di Piero della Francesca e Luca Pacioli, nella prima metà dell’Ottocento nacque un fermento artistico che supportava l’artigianato locale e la passione per il disegno. È in questo momento che prende il via la storia dell’Istituto G. Giovagnoli, oggi Liceo Artistico. Anche se la scuola affonda le radici nel passato, in realtà è molto attenta all’innovazione: gli studenti dell’indirizzo “Design del Gioiello” acquisiscono competenze per progettare e creare manufatti preziosi partendo dall’applicazione delle tecniche orafe tradizionali, fino alla sperimentazione di strumenti innovativi. Durante il percorso, gli studenti approfondiscono gli aspetti fondamentali del settore attraverso la sperimentazione metodologica nelle discipline progettuali, la verifica tecnico-pratica in laboratorio e le principali conoscenze tecnologico-merceologiche dei materiali. Infine, uno specifico laboratorio con stampanti 3D e macchina per taglio laser, permette di verificare e sperimentare tutti i progetti.

SANSEPOLCRO
Liceo Artistico G. Giovagnoli

TRENTO

Liceo Artistico Vittoria

Trento, città ponte tra l’Italia e l’Europa del nord-est e ricca di iniziative culturali, è anche patria dello storico Istituto Vittoria, oggi Liceo Artistico. Qui, a una formazione umanistico-scientifica liceale si affianca a una solida preparazione nel campo della progettazione artistica. L’obiettivo dell’indirizzo “Design Metalli e Oreficeria”, con i suoi molteplici laboratori dedicati, è trasmettere agli studenti un metodo utile a concretizzare la propria creatività, partendo dallo studio preliminare della forma, attraverso le varie fasi progettuali, e la realizzazione effettiva del prodotto di design; tenendo presenti le dinamiche del mondo del lavoro, come la cura delle tecniche espositive e comunicative, la considerazione della committenza, del contesto artistico, artigianale o industriale, e del campo specifico in cui si opera.

FIRENZE

Fondazione di Arte Sacra Contemporanea

A Firenze, capitale del Rinascimento, nella storica struttura delle Pavoniere nel cuore del Parco delle Cascine, ha sede la Fondazione Arte Sacra Contemporanea di Firenze. Nata nel 2022 dall’esperienza della Scuola di Arte Sacra fondata nel 2012, è un’istituzione dedicata alla promozione dell’arte sacra contemporanea in tutte le forme. E l’atmosfera di bellezza, natura e pace in cui è immersa la scuola, ne riflette la missione di formare una nuova generazione di artisti, artigiani, guide turistiche e operatori museali. Tra i vari percorsi formativi, l’indirizzo orafo riveste particolare importanza. Inoltre, i corsi triennali in oreficeria sono strutturati in moduli trimestrali, permettendo anche agli studenti non residenti di seguire. I corsi alternano laboratori pratici a insegnamenti teorici, garantendo una formazione completa e multidisciplinare. Un’altra offerta formativa è il Master di I livello in Arte Sacra, realizzato in collaborazione con l’Università Telematica degli Studi IUL (IUL). Gli studenti del master seguono corsi che coprono una vasta gamma di discipline, tra cui studi storicoartistici, filosofico-teologici e manageriali. L’indirizzo orafo del master fornisce competenze nella lavorazione dei metalli preziosi, con un focus sulle tecniche tradizionali e innovative utilizzate nella creazione di gioielli e oggetti liturgici.

TORINO

Fondazione Ghirardi

A Torino, città italiana di cultura e polo industriale d’importanza nazionale, non poteva mancare l’ispirazione artistico-orafa legata alla figura di S. Eligio, santo protettore degli orafi. E infatti, la fondazione dell’odierna Agenzia Formativa Scuola Professionale per Orefici “E. G. Ghirardi”, dedicata all’oreficeria, fece seguito all’idea della fondazione di una Scuola Professionale per Orefici, poi nata nel 1902 in occasione della festa del santo. Gli studenti apprendono l’arte orafa attraverso l’accesso a laboratori di analisi di materiali preziosi e glittica, e in aule con tecnologie per la modellazione tridimensionale CAS CAD CAM di ultima generazione. Missione dell’Agenzia è sostenere l’istruzione e l’innovazione, offrendo a giovani e adulti l’occasione di apprendere un mestiere antico e affascinante nella sua completezza, attraverso corsi di varia natura, tra cui percorsi di Qualifica Triennale, corsi di Specializzazione e corsi di Formazione Individuale Continua e Permanente.

MILANO

Scuola Orafa Galdus

Fondata nel 1990, Galdus è un ente attivo nell’ambito della formazione professionale di giovani e adulti. La missione? Accompagnare gli studenti in percorsi altamente professionalizzanti per acquisire le competenze richieste dal mondo del lavoro. Fiore all’occhiello, tra i molteplici progetti della scuola, è il settore Oreficeria che si compone di una filiera che dura in totale sette anni: i primi quattro rivolti agli studenti in uscita dalla scuola media, che acquisiscono le competenze per progettare manufatti di oreficeria con software specifici e conoscere le tecniche di lavorazione dell’arte orafa come il traforo, la modellazione della cera, l’incisione e lo smalto a fuoco. I successivi tre anni (Accademia di Alta Oreficeria, partner Pomellato) sono per gli studenti che hanno conseguito un diploma di maturità o un diploma del IV anno di formazione professionale, oppure un percorso di laurea. I diplomandi studiano per diventare tecnici artigiani di alto profilo, specializzati nella progettazione e realizzazione di manufatti d’alta oreficeria con un elevato grado di conoscenze tecniche dell’oreficeria tradizionale, e delle moderne tendenze e richieste di mercato.

MILANO

Istituto Gemmologico Italiano

Eccellenza italiana in campo accademico fondata nel 1973, l’Istituto Gemmologico Italiano, con oltre 50 anni di attività, vanta una posizione di prestigio nel campo della formazione in ambito gemmologico. Per diventare gemmologo I.G.I. è necessario frequentare e sostenere gli esami, con esito positivo, del Corso Diamante, Corso Gemme di Colore e Corso Perle. I tre corsi, al termine dei quali è rilasciato un diploma, sono indipendenti l’uno dall’altro e possono essere frequentati in ordine libero e in un lasso di tempo non definito. Una volta conseguiti i tre diplomi, l’Istituto Gemmologico Italiano riconoscerà il titolo di Gemmologo IGI. Al termine del percorso è anche possibile iscriversi all’esame F.E.E.G. per il conseguimento “European Gemmologist E.G.” rilasciato dalla Federation for European Education in Gemmology, di cui l’Istituto Gemmologico Italiano è socio fondatore.

MILANO

Scuola Orafa Ambrosiana

A Milano, capitale per eccellenza della moda italiana, ha anche sede la Scuola Orafa Ambrosiana. Nata nel 1995 dalla volontà di Luca Solari di creare un luogo d’alta formazione legato al mondo dell’oreficeria e della gioielleria, è destinata a chi desidera apprendere l’arte dell’oreficeria per farne un mestiere, coltivando anche la propria passione e creatività. Oggi, la scuola attrae studenti italiani e dal mondo e vanta tre sedi in città, con 92 postazioni e 24 corsi tra cui: oreficeria professionale, lucidatura professionale, saldatura laser, riparazione e restauro del gioiello, modellazione della cera, microscultura in crea, incastonatura, anticlastica, sbalzo e cesello, smalto a fuoco, incisione, infilatura collane. Dal 2023 è partner di Buccellati.

MARCIANISE

Tarì Design School

Napoli, Marcianise e Torre del Greco sono le tre città che costituiscono i poli produttivi del distretto orafo campano, che vanta un’acclarata tradizione nella produzione di gioielli e oreficeria già a partire dai tempi di Federico II di Svevia. E proprio a Marcianise ha sede Tads, Tarì Design School, scuola di formazione del Centro Orafo il Tarì nata nel 1991. Vantaggio competitivo del metodo Tads è l’attività di laboratorio professionalizzante, condotta secondo paradigmi di tipo aziendale, che permettono allo studente di toccare con mano le dinamiche produttive reali. La vicinanza al mondo del lavoro e alla produzione è un quid che influenza positivamente la didattica, a partire dalla strutturazione dei programmi attinenti al mondo della produzione, con il placement come obiettivo per gli studenti che già all’interno del Centro trovano opportunità occupazionali. Tads è partner ufficiale di BVLGARI e dal 2016 è attivo, presso la scuola, un programma di recruiting per la selezione di talenti specializzati nell’oreficeria e nell’incastonatura al microscopio.

SASSARI

Liceo Artistico Filippo Figari

Le tradizioni artistiche sarde hanno trovato dimora anche a Sassari, città dove ha sede il Liceo Artistico Filippo Figari, la più antica scuola d’arte della Sardegna, che non solo contribuisce alla conservazione e valorizzazione di queste arti ma promuove anche l’innovazione nel campo del design dei metalli. L’indirizzo in “Arte dei Metalli, dell’Oreficeria e del Corallo” è un percorso formativo che combina creatività, tecnica, tradizione e innovazione, progettato per fornire agli studenti una solida base nella lavorazione dei metalli, arricchita da competenze artistiche e progettuali. L’obiettivo principale è lo sviluppo di una profonda conoscenza dei materiali metallici e delle diverse tecniche di lavorazione. Gli studenti imparano a conoscere le proprietà di metalli e leghe, esplorano le tecniche tradizionali come la fusione, la forgiatura e la cesellatura, nonché tecniche moderne come il taglio laser. A un approccio pratico è affiancato lo studio della storia dell’arte e del design applicata all’oreficeria.

ROMA Scuola di Arti Ornamentali

A Roma tutto è splendore, e se da un lato il tempo sembra essersi fermato, dall’altro questa bellezza eterna è in continuo fermento e necessita di essere tramandata e orientata al futuro. Per questo nella Capitale nascono scuole d’arti e mestieri come la “Scuola di Arti Ornamentali”. L’oreficeria è una delle arti che vengono oggi insegnate attraverso i numerosi corsi, dove gli studenti hanno la possibilità di apprendere numerose discipline tra cui appunto l’oreficeria, l’intaglio, l’incisione, il macramè, l’incastonatura; e ancora, il mosaico, la vetrata artistica, la ceramica, l’arazzo, la tessitura, la lavorazione del marmo, oltre che tecniche di restauro.

Torre del Greco Istituto Francesco Degni

Quando si pensa a Torre del Greco vengono subito alla mente coralli e cammei. E la tradizione secolare legata a queste lavorazioni artistiche contraddistingue ancora oggi i cittadini Torresi. Nella missione di celebrare la bellezza rientra come elemento fondamentale la formazione della futura generazione di artisti. Qui sorge infatti lo storico Istituto d’Istruzione Superiore Francesco Degni, che presenta corsi di scuola superiore (scienze artistiche e umane), professionali (moda) e tecnici (settore economico-turistico) e dove è possibile apprendere l’arte del gioiello. L’Istituto è stato riconosciuto come “Indirizzo Raro” dalla Regione Campania per celebrare l’unicità della sua offerta formativa.

ROMA

Accademia delle Arti Orafe

Nel 1983 nasce, dall’idea di Salvatore Gerardi, l’Accademia delle Arti Orafe con sede a Roma, con corsi che spaziano dall’oreficeria e l’alta gioielleria, l’incassatura, l’incastonatura e la microincassatura, la modellazione in cera, la progettazione 3D Rhinoceros per la gioielleria, la creazione di castoni e griffe, la smaltatura a fuoco e la realizzazione di stampi in gomma. Alla scuola si aggiunge la Gerardi Setting School fondata da Pier Paolo Gerardi, il cui focus è la tecnica dell’incastonatura delle gemme preziose.

CATANIA

Accademia Orafa Italiana

È nella città etnea che nel 1982 Gianfranco Strano ha progettato l’Accademia Orafa Italiana con l’obiettivo di approfondire e condividere col proprio territorio e non solo, le conoscenze in campo orafo e gemmologico. Dal lavoro manuale a quello realizzato con tecnologie di ultima generazione, e con la missione di formare orafi professionisti in linea con le esigenze del mercato, l’Accademia offre corsi di formazione triennali, biennali, annuali, master e specializzazioni di oreficeria e gioielleria, CAM CAD e gemmologia.

CHIMET 1974-2024

CINQUANT’ANNI DI STORIA

E DI ECONOMIA CIRCOLARE

L’azienda è un punto di riferimento mondiale nel recupero e affinazione dei metalli preziosi.

1974-2024: cinquant’anni di storia e di economia circolare. Chimet è tra i punti di riferimento mondiali nel recupero e affinazione dei metalli preziosi, con cinque decadi al servizio delle imprese intenzionate a perseguire strategie di sostenibilità con cicli di produzione a circuito chiuso per la rigenerazione e il riutilizzo delle materie prime. L’azienda affonda le radici negli anni ‘60, quando all’interno della Unoaerre, prima ditta orafa del distretto aretino, nasce una divisione per l’affinazione e il recupero dei metalli provenienti dalle lavorazioni orafe. Il suo rapido sviluppo motivò, da parte dei soci fondatori Sergio Squarcialupi e Vasco Morandi, la costituzione di una realtà autonoma nel 1974, la Chimet Spa (acronimo di “Chimica Metallurgica Toscana”), che, nel corso dei decenni ha ampliato costantemente la gamma di servizi e prodotti con una diversificazione unica, che spazia dal trattamento di tutti gli scarti industriali contenenti metalli preziosi fino alla produzione e al commercio di sali galvanici, catalizzatori e paste serigrafiche. I reparti più storici sono quelli della Fusione Ceneri-Affinazione e del Banco Metalli, ma le politiche di recupero e riciclo perseguite negli anni hanno vissuto un’evoluzione costante, sfociata nella nascita della Divisione Ecologica e Smaltimento Rifiuti. Le maggiori attenzioni vanno allo sviluppo di criteri di economia circolare per il recupero, la rigenerazione e il riutilizzo delle risorse. La missione della

Chimet? Agevolare il riciclo nella produzione di catalizzatori e prodotti chimici attraverso l’affinazione di metalli preziosi dagli scarti delle lavorazioni industriali, con lo scopo di reimmetterli come beni finiti nel ciclo produttivo con un processo di smaltimento effettuato nel massimo rispetto delle normative. Quest’attività, anno dopo anno, permette di recuperare tonnellate di metalli preziosi quali oro, argento, palladio, platino, rodio, rutenio o iridio da ceneri e rottami di oreficeria; spazzature orafe, soluzioni, scorie, crogioli, catalizzatori esausti delle industrie chimica, petrolchimica e farmaceutica, marmitte catalitiche, scarti elettronici, scarti dentali e fanghi. Il tutto in un impianto industriale all’avanguardia in termini di tecnologie anche per la tutela ambientale. In occasione dei cinquant’anni, Chimet mette nel mirino il futuro per l’intero 2024 attraverso una serie di eventi culturali dedicati ai giovani, alle aziende e, in generale, al territorio, per condividere i principi dell’economia circolare e l’importanza dell’unità verso un futuro sostenibile. Il fulcro di questo percorso è mercoledì 9 ottobre al Teatro Petrarca di Arezzo con lo spettacolo “La fisica che ci piace”, mentre nei mesi precedenti sono stati proposti ai ragazzi delle scuole incontri, laboratori e concorsi per favorire un’educazione alla cittadinanza responsabile, consapevole delle buone pratiche in ambiti collegati a riciclo, riuso e sostenibilità.

ANDROMEDA E RODIO

Leghe e soluzioni galvaniche per gioielli brillanti e dall’eleganza eterna

ANDROMEDA è la nuova famiglia di leghe di platino 950‰ sviluppata da Legor. Realizzate con metalli 100% da fonti di riciclo, queste leghe sono pronte all’uso e permettono ai produttori di gioielli di migliorare le produzioni fin dal primo utilizzo. Tra le diverse soluzioni disponibili, ANDROMEDA-RUS2 garantisce una riduzione del rischio di fragilità e di porosità, migliore fluidità,

legor.com

ottima compattezza e maggiore deformabilità, e permette di ottenere oggetti dalla superficie più liscia e brillante, riducendo così i tempi di finitura. Combinando le leghe ANDROMEDA con i processi di rodiatura Legor, inoltre, è possibile ottenere gioielli dal finishing ancora più brillante, con una durata e una protezione da corrosione e usura senza eguali.

FAOR

LEADER NEI

SEMILAVORATI

L’azienda aretina eccelle nella produzione mondiale di componenti ad alto tasso di specializzazione per l’oreficeria.

Sul finire degli anni Settanta, nella fase di trasformazione del polo orafo aretino in distretto produttivo internazionale, Claudio Gadani, Daniele Camaiani e Nicola Zotti fondano Faor con focus gli anelli a molla. La rapida ascesa del settore orafo e la specializzazione del personale consentono all’azienda nel corso degli anni Ottanta, di elevare l’artigianalità in un processo industriale che assicura qualità e uniformità di prodotto, riducendo i tempi di lavorazione. Nel decennio successivo, Faor è protagonista di un’inarrestabile espansione del business, da nazionale a internazionale, e negli anni Novanta apre un ufficio commerciale nel polo produttivo di Bassano del Grappa.

La stimolante realtà dei maestri gioiellieri vicentini spinge l’azienda ad affinare ulteriormente gli standard produttivi e a investire considerevolmente in ricerca e innovazione. La contrazione del mercato degli anni 2000 e la conseguente riduzione della domanda, impongono nuove e difficili sfide: Faor reagisce ampliando la propria offerta di prodotto e servizi, e si affaccia con audacia nei mercati in via di sviluppo a livello globale. In un gioiello il semilavorato costituisce un tassello fondamentale: un elemento indispensabile di lavoro per chi assembla e un particolare a cui ogni orafo chiede elevati standard di funzionamento e qualità. Da esso si pretende integrazione armonica e assoluta affidabilità nel tempo, in totale sintonia con la pregevolezza del prodotto finito. Nello specifico, gli elementi distintivi di Faor restano gli anelli a molla: piccoli gioielli di ingegneria orafa a cui conferisce una meccanica precisa e durevole, associati a un peso contenuto, perfetta lucentezza e uniformità della lega. Col nuovo status di azienda globale, Faor ha affinato anche la comunicazione, più mirata e appealing: in occasione della fiera internazionale Oroarezzo di maggio, ha lanciato la nuova campagna pubblicitaria per il 2024, ideata e realizzata da Quantico.

ARTLINEA LUCCICANTE MALIA

Con la linea ‘Personalizzabile’ ecco le novità “Arabesque” e “Legami” in argento 925.

a nuova collezione “Personalizzabile” Artlinea di gioielli in oro 18 carati e diamanti bianchi naturali è un soave potpourri di luce da personalizzare: ogni pezzo è infatti pensato per raccontare una storia unica. I modelli vanno dai delicati anelli ai bracciali fino ai raffinati collier e orecchini, tutti realizzati con savoir faire artigianale. I gioielli della collezione Arabesque in argento 925, invece, ispirati all’eleganza delle geometrie orientali, si caratterizzano per gli intrecci elaborati e per i lucenti zirconi bianchi e colorati. I maestri gioiellieri elevano l’argento, facendo brillare raffinati pavé e donando un’allure sofisticata e senza tempo. “Indossare un gioiello della collezione Arabesque significa portare con sé un simbolo di eleganza e raffinatezza che si adatta a qualsiasi occasione. La collezione non è solo un tributo alla bellezza, ma anche un invito a esplorare il fascino delle geometrie orientali, reinterpretate con maestria e il gusto contemporaneo distintivo Artlinea”. La collezione Legami in argento 925, invece, è caratterizzata da un abbraccio lucente tra due fasce di metallo che si fondono in un elegante incrocio di pavé. Brillanti zirconi bianchi s’incontrano col contrasto delle pietre nere incassate su argento rodiato, per parure raffinate e dal design contemporaneo. Artlinea nasce nel 1983 in Toscana, nel distretto orafo aretino, dalla volontà di valorizzare l’inestimabile patrimonio di maestria artigianale attraverso metodologie e strumenti innovativi. Forte di una decennale esperienza in aziende leader del settore, Doriano Martinelli ha intrapreso un percorso che ha trasformato il brand in una delle più interessanti realtà produttive del gioiello in Italia. Nelle creazioni Artlinea, la luminosità dell’oro e dell’argento esalta i colori abbacinanti delle pietre in un abbraccio di elementi che reinterpreta i disegni armoniosi delle forme floreali e dell’arte astratta: piccoli capolavori dai volumi leggeri e dalle linee raffinate.

POETICA

“OVER THE SEA”

Raffinatezza e seduzione nella nuova Collezione J’OR, collana e anello in oro bianco, diamanti, zaffiri blu, tanzanite e ritaglio di madreperla.

Over the sea. È un inno all’estate, al mare e alla gioia di vivere la nuova collezione della Maison J’OR, composta da collana e anello in oro bianco, diamanti, zaffiri blu, tanzanite e ritaglio di madreperla. Ecco come Attilio e Barbara Gelpi, fondatori e proprietari J’OR, raccontano questa serie di masterpiece sbalorditiva: “Un gioiello prim’ancora di essere un oggetto raffi-

nato che accompagna la nostra vita è un’emozione. Un potere assoluto che segna il confine tra ordinario e unico. Questa collezione è un flusso di vibrazioni blu, cariche di abilità e perfezione. È raffinatezza, sensualità… seduzione allo stato puro”. ‘Over the sea’ è solo l’ultimo capolavoro di una maison che non smette di stupire la sua affezionata clientela. Espressione dell’amore della famiglia Gelpi per l’alta gioielleria, l’innovazione ed emblema di una passione sfrenata per le pietre preziose: Maison J’OR è nata con questi presupposti venti anni or sono, alle porte della Città Eterna. Attilio e Barbara avevano, e ancora conservano, un’idea del bello particolare: quella di un gioiello in grado di esprimere in ogni sua

forma il punto d’incontro tra l’eccellenza manifatturiera e la poesia. Un cammino fluido tra colore e design, contemporaneità e nuove scoperte per un’eleganza preziosa sempre riconoscibile, esclusiva.

“In queste decadi, Maison J’OR ha dato vita a creazioni uniche, traboccanti di qualità e fascino. L’espressione visiva e tattile di un continuo esercizio di bellezza senza compromessi: diamanti e pietre preziose straordinarie dal fascino misterioso accuratamente selezionate; titanio e oro, con alle spalle lavorazioni e tecniche orafe impareggiabili”. Un’alchimia di autentica meraviglia che diventa arte, perfetta sintesi tra un design contemporaneo, il privilegio della rarità e il valore della cultura.

FALSINI ART

RICERCATEZZA E SOSTENIBILITÀ

Dalla visione di Floro Falsini al consolidamento dei figli Nadia e Andrea, l’azienda è un benchmark nel settore dell’oreficeria globale.

Floro Falsini, visionario dell’oreficeria, ha dato vita all’azienda Falsini quasi cinquant’anni anni or sono, attingendo alla propria esperienza nelle macchine per la produzione industriale. Grazie alla profonda conoscenza del settore e alla maestria nel creare macchinari all’avanguardia, Floro ha introdotto in azienda una nuova prospettiva in tema di produzione gioielliera, enfatizzando la ricercatezza e leggerezza dei manufatti. La sua intuizione nel privilegiare quest’ultima si è rivelata il punto di svolta dell’impresa, diventata così un marchio distintivo nel mercato dell’oreficeria.

Questo orientamento all’innovazione e alla qualità è diventato il vero valore aggiunto per il brand, ispirando anche i figli, Nadia e Andrea, a seguirne i passi portando avanti gli stessi valori. La missione di Falsini? Costruire gioielli sorprendenti capaci di andare oltre le aspettative. I figli hanno condiviso la passione e l’impegno del padre per creare preziosi che incarnano perfettamente la leggerezza, la proporzione e la grazia, rispondendo così alle dinamiche in evoluzione del mercato. Nadia e Andrea sono cresciuti guardando i loro genitori lavorare nel

settore, e sono sempre rimasti stupiti dal modo in cui un semplice pezzo di metallo o di pietra potesse trasformarsi in qualcosa di bello e significativo. Dopo aver completato gli studi, Nadia e Andrea hanno deciso di fare il grande passo per entrare in azienda, con una visione chiara degli obiettivi: creare pezzi non solo belli ma anche sostenibili dal punto di vista ambientale ed etici. La loro prima collezione è stata un successo, con i clienti che hanno elogiato il design particolare e l’approccio valoriale alla creazione di gioielli. Incoraggiati dal risultato, hanno continuato a innovare e ad ampliare i confini del loro lavoro. Hanno iniziato a sperimentare nuove tecnologie, come la stampa 3D e l’incisione laser, e sviluppato una gamma di nuovi materiali sostenibili, rimanendo però sempre fedeli ai valori fondamentali. Oggi, l’attività gioielliera di Nadia e Andrea è un successo, con una clientela fedele e una reputazione di eccellenza nel settore. Il futuro passa dal continuare a innovare senza tradire la visione originaria di creare gioielli belli, sostenibili ed etici, per fare la differenza nel mercato globale.

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ITRA PRUDENZA E OTTIMISMO, IL QUADRO DEI PRIMI MESI DEL 2024

Il settore orafo italiano resta vitale nonostante le sfide economiche globali.

l 2024 parte con segnali positivi per il settore orafo italiano: l’Istat mostra nel primo trimestre un’ulteriore crescita del fatturato dopo il buon andamento registrato negli ultimi anni. A trainare la competitività internazionale con crescite delle esportazioni rilevanti. In particolare, vola la Turchia che segna 1,3 miliardi di euro di esportazioni, in crescita di oltre un miliardo rispetto al primo trimestre 2023. Il forte balzo verso questo mercato, che così diventa primo partner per vendite all’estero, è legato sia alla vivace dinamica della domanda che agli effetti delle tensioni geopolitiche che ne rafforzano il ruolo di hub, oltre a politiche daziarie del paese che risente di tensioni inflattive elevate. In questo contesto, Stefania Trenti (Responsabile Industry and Local Economies Research, Research Department Intesa Sanpaolo) e Augusto Ungarelli (Delegato Club degli Orafi Italia al Centro Studi) offrono una panoramica dettagliata delle tendenze e delle prospettive per il settore. Stefania Trenti: “I risultati dei primi mesi del 2024 confermano il buon andamento del settore orafo italiano: nel primo trimestre 2024 la crescita del fatturato si è attestata al 5,2% in un contesto di leggero rallentamento del manifatturiero italiano. Ancora una volta è l’elevata competitività sui mercati esteri a trainare con una crescita delle esporta-

zioni rilevante: con 3,5 miliardi di euro il comparto è cresciuto del +50,3% in valore e del 13,8% in quantità, supportato anche da fattori contingenti e probabilmente temporanei. In prospettiva, pur in un contesto condizionato da incertezza, le attese per la seconda parte dell’anno sono orientate verso una ripresa del ciclo economico grazie a un progressivo rientro dell’inflazione, al calo dei prezzi delle materie prime energetiche e all’introduzione di politiche monetarie meno restrittive già avviate nell’area euro”.

Augusto Ungarelli: “L’indagine del sentiment degli imprenditori svolta tra giugno e luglio 2024 fa emergere per i primi mesi dell’anno una maggior prudenza tra le imprese più grandi, mentre

I risultati dell’indagine congiunturale e della sintesi quantitativa del settore orafo gioielliero italiano verranno illustrati in un convegno a VicenzaOro, il 6 settembre 2024 alle ore 15.00 presso la sala dell’Education Hub.

quelle micro-piccole hanno rivisto al rialzo il fatturato. Preoccupa il peggioramento delle condizioni della domanda, considerata la principale criticità da due aziende su tre, come anche il costo sempre crescente delle materie prime, pur se in misura minore. Si riducono invece i timori legati ai costi energetici e finanziari. Le prospettive d’investimento restano positive per le aziende medio-grandi, col 42% che indica un aumento, mentre rimangono stabili su valori più bassi nelle medio-piccole. I driver principali degli investimenti sono rappresentati dall’evoluzione della domanda e dal contesto competitivo sempre più complesso e variegato, che non consente di adagiarsi sullo status quo. Nelle aziende più piccole gli investimenti sono mirati a rafforzare la propria immagine e visibilità. La concorrenza che preoccupa di più è quella dei competitor interni, seguita da quella delle aziende europee fuori dall’area EU”.

Indice del fatturato e della produzione del settore oreficeria e bigiotteria (medie mobili a 12 termini, 2021=100)

GIOIELLERIE IN CALO

MA FATTURATO IN CRESCITA

Negozi e consumatori: numeri in chiaroscuro mentre sale l’online.

Analisi economica del comparto | Il fatturato complessivo delle gioiellerie in Italia nel 2023 è stimato in circa 6,2 miliardi di euro. Il fatturato è in crescita rispetto al 2022 del 10,2%.

6.287.701.000 €

Fatturato complessivo delle gioiellerie in ITALIA

€6.700.000.000,00

€6.200.000.000,00

€5.700.000.000,00

€5.200.000.000,00

€4.700.000.000,00

€4.200.000.000,00

€3.700.000.000,00

Segno meno per le gioiellerie

Emergono dati contrastanti nell’ultimo Osservatorio Federpreziosi 2023-2024. Le imprese del commercio al dettaglio in Italia attive sono circa 716mila. Di queste, 12.771 sono imprese del commercio al dettaglio di orologi, articoli di gioiellerie e argenteria. Oltre il 40% delle gioiellerie in Italia si concentra in Campania, Lombardia e Lazio. Gli occupati del commercio al dettaglio di orologi, articoli di gioielleria e argenteria sono invece 33.879: numero invariato ma più basso di quello pre-pandemia. E ancora, negli ultimi anni si assiste a una diminuzione delle gioiellerie attive in Italia e a quella degli occupati nel settore. Nel nord-est sono presenti il 15,6% delle gioiellerie italiane ma ben il 25,8% degli addetti totali del settore. Inoltre, nel nord-ovest si trovano il 22,6% delle gioiellerie italiane che fatturano il 42,3% del totale delle gioiellerie italiane. Le grandi imprese (>249 addetti) sono solo lo 0,1% delle gioiellerie italiane e fatturano il 15,6% del fatturato totale. Il fatturato complessivo delle gioiellerie in Italia nella prima metà del 2023 è circa di 6,2 miliardi di euro, in crescita rispetto al 2022 del 10,2%. Infine, il valore del fatturato gioiellerie prodotto per mezzo del canale e-commerce è pari a 938 milioni, +19% rispetto al 2022. “I dati evidenziano una crescita di fatturato del

10,2% circa nel 2023. A fronte di una diminuzione delle gioiellerie, calano parallelamente gli occupati del settore, anche se in misura proporzionalmente inferiore. Le imprese dal 2013 hanno perso 24 punti base, mentre gli addetti solo 14 punti. Sono state perse occasioni e forse non si è agito in maniera sufficientemente incisiva: il tempo e le opportunità perdute sono difficili da recuperare, servono maggior impegno, maggiore visione, maggior capacità di innovare anche attraverso una ‘severa’ autoanalisi delle risorse disponibili”, ha dichiarato il direttore di Federpreziosi Confcommercio, Steven Tranquilli.

Aumenta l’online

Sponda consumer, emerge che negli ultimi tre anni il 72,5% dei consumatori italiani è entrato almeno una volta in gioielleria e ha acquistato gioielli (anche online). La percentuale scende al 20,5% per chi è entrato in gioielleria senza acquistare. Gioielli in oro (49%), argento (47%) e con pietra (32%) sono le tipologie più acquistate negli ultimi tre anni. Il 41,1% degli acquirenti, inoltre, aveva un’idea precisa dell’acquisto, mentre il 59% solo vaga, percentuale in aumento del 19% sul 2022. Il 60% dei “vaghi” si è recato in gioielleria per avvalersi della consulenza dal gioielliere, tuttavia, è in aumento la percentuale di quelli che si informano prima online e poi vanno in gioielleria. In merito, più del 48% dei consumatori individua il gioiello da acquistare grazie al suggerimento del gioielliere. In aumento rispetto al 2022 la percentuale di chi ha individuato il gioiello online (+8,2% rispetto all’anno precedente). La forma, le linee, il design (54,2%) e il rapporto qualità/prezzo del gioiello (52,6%) hanno determinato la scelta del gioiello acquistato. In aumento l’attenzione per i materiali del gioiello e per la lavorazione a mano. Quasi 7 consumatori su 10 ritengono che le gioiellerie siano al passo coi tempi e capaci di cogliere le nuove tendenze dei consumatori. Per finire, l’89,6% dei consumatori ha acquistato il gioiello in questione in gioielleria (negozio fisico) mentre gli acquirenti online sono aumentati rispetto all’anno 2022 del 10,4%.

– Scenario| Valore del fatturato GIOIELLERIE prodotto per mezzo del canale e-commerce.

UNOAERRE NEWS

MODELLART

Sogno e materia a braccetto

Anello “Cielo stellato” in oro bianco, diamanti, cristallo di rocca e madreperla. Dallo schizzo al gioiello, un viaggio verso l’eccellenza per preservare un’arte rara e prestigiosa. MODELLART nasce in Italia, nel distretto orafo di Valenza, città famosa nel mondo per la maestria dei suoi artigiani orafi. Il marchio fa tesoro dell’esperienza trentennale nell’alta gioielleria del fondatore, Michele Elettro, supportato da un team brillante e con riconosciuta professionalità, sempre al passo con le nuove tecnologie e impegnato nella cura del dettaglio e nella ricerca dell’eccellenza: qualità che consentono all’azienda di collaborare con i più importanti brand della gioielleria per i quali vengono seguite tutte le fasi lavorative. MODELLART rilancia l’ambizione di andare sempre oltre, sperimentando o attualizzando lavorazioni del passato, col risultato di arrivare a creazioni contemporanee e uniche.

GRAZIELLA

Graziella Air al JCK Show di Las Vegas

I gioielli di Graziella in vetrina a Las Vegas. L’azienda aretina ha archiviato con un bilancio positivo il JCK Show, principale fiera nordamericana dedicata all’oreficeria, dove ha allestito un proprio stand all’interno del padiglione della manifattura italiana che ha configurato come punto di incontro con visitatori e buyer provenienti da diversi mercati. I quattro giorni della manifestazione hanno permesso di consolidare l’export verso gli Stati Uniti attraverso, soprattutto, le novità introdotte con la tecnologia “Graziella Air”, finalizzata alla creazione di gioielli in oro con maggiori volumi e minor peso. Gli investimenti in ricerca e sviluppo di Graziella hanno infatti permesso di brevettare un processo produttivo che, aprendo un nuovo concept di design e produzione, è stato presentato per la prima volta nel continente americano, primo mercato per l’oreficeria italiana, riscontrando attenzione e apprezzamenti da parte degli operatori presenti al JCK Show.

“Boule”

Unoaerre lancia “Boule”, capsule collection in argento sterling 925 per una donna al passo con le tendenze. La collezione si compone di collane, orecchini e anelli in argento 925, declinati sia in versione argentata che dorata, e caratterizzati da una forma irregolare e bombata che ricorda quella dei sassi. Accessori dal design versatile ed elegante in grado di nobilitare il look di chi li indossa con uno stile minimal chic ricercato. Tra i gioielli spiccano gli orecchini a cerchietto bombati, in pregiato argento sterling 925 e realizzati in versione dorata o argentata. Da indossare singolarmente o in coppia sullo stesso orecchio, sono un accessorio versatile e accattivante da coordinare anche con gli altri gioielli della collezione per completare il proprio outfit. La tradizione artigianale, la creatività del design, la perfezione delle produzioni di serie, il rigoroso controllo qualità, le certificazioni e la garanzia finale del prodotto, sono gli elementi che contraddistinguono Unoaerre, realtà italiana che vanta una distribuzione in oltre 40 Paesi nel mondo e filiali dirette in Francia e Giappone.

FRANCESCA BIANCHI DESIGN

Scintillante Made in Italy

Dopo gli inizi come yacht designer, Francesca Bianchi si è concentrata a tempo pieno sui gioielli e l’oreficeria, riscoprendo la tradizione orafa di famiglia, avviata nel 1978 con l’azienda fondata dal nonno Loris Franco Bianchi. Francesca riscopre le basi dell’artigianato creativo e nel 2013 dà vita al marchio Francesca Bianchi Design. La missione? Creare preziosi innovativi e all’avanguardia, studiati insieme a esperti artigiani nei minimi dettagli, con pezzi nati dall’armonioso equilibrio tra il retaggio artigianale familiare e l’allure della moderna imprenditrice. Il risultato? Gioielli in bronzo, ottone placcato oro 24 carati protetto con vernice trasparente e smaltati a mano da artigiani aretini. Dietro al successo di Francesca Bianchi Design ci sono passione e duro lavoro. “Siamo una grande famiglia artigianale che punta a creare sempre un’emozione. Ogni nostro gioiello e ogni singolo componente è interamente realizzato ad Arezzo in azienda. Questo regala un valore superiore alle nostre creazioni, e le piccole imperfezioni presenti su ogni pezzo rientrano nel solco del più autentico Made in Italy”.

NARDI GOLD

Eccellenza artigianale e innovazione tecnologica

Fondata nel 1981 e annoverata tra i leader del distretto orafo aretino, Nardi Gold è nota in tutto il mondo per la lavorazione di catene fini in oro, oro bianco e argento disponibili a metraggio o finite, in tutti i titoli, spessori e colori. Per pendenti, diamanti, solitari e per la creazione di oreficeria Fantasia. “Il passato ci ha insegnato molto, ma ci siamo resi conto che alcuni processi dovevano cambiare: se prima attendevamo le numerose fiere di settore per incontrare nuovi prospetti e convincerli del nostro valore, oggi siamo noi in prima persona a portare il nome Nardi Gold nel mondo”, afferma Iacopo Nardi, al timone del nuovo corso e della nuova strategia. Negli ultimi anni, Nardi Gold ha investito nelle tecnologie più recenti, arrivando a utilizzare nella saldatura delle catene le tecniche al laser più avanzate. Queste metodologie innovative hanno consentito un importante salto di qualità e scala, permettendo di produrre nuovissimi modelli di tutte quelle forme finora realizzabili solo a mano, per soddisfare la richiesta del mercato internazionale.

FOREVER UNIQUE

Collezione “Daily Chic”

Forever Unique nasce dall’esperienza e dalla tradizione di Osigem Srl, realtà riconosciuta nel settore diamanti e preziosi da oltre trent’anni. Una storia fatta di attenzione per la qualità, impegno quotidiano e instancabile ricerca. Che ha avuto la sua naturale evoluzione in un brand capace di trasformare le emozioni in momenti preziosi da indossare, con collezioni dall’anima classica che esaltano la perfezione dei diamanti dando vita a gioielli senza tempo. La maison declina la bellezza dei suoi diamanti nella linea Design, caratterizzata da una reale forza innovativa, espressione del suo gruppo creativo e del riconosciuto savoir-faire orafo. Gioielli sorprendenti e di acclarata originalità, pensati per esaltare la straordinaria bellezza dei diamanti Forever Unique. E poi c’è la collezione “Daily Chic”, con creazioni classiche che sorprendono per il perfetto equilibrio e la radiosa armonia, come l’anello Ipnosi, in oro bianco 18 carati con pavé di diamanti taglio brillante. Disponibile anche in oro giallo o rosa.

“Bacio sul collo”

A Oroarezzo, storica manifestazione internazionale dell’oro, si guarda all’eccellenza, con concorsi che premiano gli sforzi creativi delle aziende presenti in fiera, che quest’anno ha ospitato 370 espositori a confronto con quattrocento buyer da sessanta Paesi del mondo. Ispirate dal tema “Amore e bellezza”, le 53 aziende partecipanti al concorso “Première” hanno confermato creatività, stile e sensibilità per la moda, realizzando una preziosa serie di pezzi unici esposti in una speciale installazione nella welcome lounge della fiera.

Cinque le categorie premiate – “Design”, “Fashion-Moda”, “Tradizione”, “Sculture da indossare” e “Talents” – da una giuria internazionale di esperti di gioielleria, giornalisti e opinion leader. Tra i premiati c’è anche un pezzo di Kitty Srl, il “Bacio sul collo”, un affascinante girocollo composto da un prezioso filo d’oro arricchito da smalti colorati.

CLUB DEGLI ORAFI ITALIA

La neo-eletta presidente Squarcialupi incontra i Soci a Roma

Si è svolto a luglio, presso la sede Bulgari di Roma, il primo incontro dei Soci del Club degli Orafi Italia organizzato dalla nuova presidente Maria Cristina Squarcialupi. “Ho voluto l’evento per incontrare tutti i colleghi del Club di persona, per conoscerci meglio e condividere il mio programma di presidenza”, ha affermato. “Dalla mia nomina di fine aprile ho proseguito le attività già avviate dal mio predecessore, Giorgio Villa, per portarle avanti con la stessa convinzione e impegno. Contemporaneamente, stiamo avviando altri progetti in linea con la visione del Club e, soprattutto, impegnandoci per aumentare le occasioni per incontrarci in presenza: sono convinta che l’interazione diretta sia fondamentale per lo sviluppo di relazioni non solo commerciali, ma anche sociali e culturali”. Nell’occasione, i Soci del Club hanno avuto l’opportunità di visitare il Laboratorio di Alta Gioielleria di Bulgari. L’incontro di Roma ha segnato l’inizio di un fitto calendario di eventi di networking riservati agli imprenditori associati. “Questi incontri saranno fondamentali per rafforzare le nostre reti professionali e personali, promuovere collaborazioni e scambiare idee e conoscenze per affrontare insieme le sfide del settore”.

ALTAGAMMA CONSUMER AND RETAIL INSIGHT

Sempre più importanti i clienti VIP

La decima edizione dell’Altagamma Consumer and Retail Insight si è tenuta a luglio presso il Centro Congressi di Fondazione Cariplo, a Milano. L’analisi qualitativa dei consumatori luxury e dei nuovi trend nel retail ha evidenziato la crescita del comparto, guidata dalla fascia più alta di consumatori sempre più al centro dell’attenzione dei brand (rappresentano circa il 30% dei ricavi dei marchi e operano anche come loro Brand Ambassador). Ancora più significativo l’impatto sui consumi del vertice della piramide: i consumatori Beyond Money con una spesa annuale personale superiore a 50.000 euro, rappresentano meno dell’1% dei clienti totali del lusso, ma in termini di spesa pesano il 21%, più di duecento volte il consumatore medio: la loro rilevanza risulta raddoppiata rispetto a dieci anni fa. Sul versante retail, il lusso sta vivendo una continua escalation, con negozi sempre più grandi, unici e distintivi, con un corsa – da parte dei brand – ad acquistare immobili sulle principali vie del lusso di Milano, Parigi, Londra, New York.

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CHAUMET

A Roma la prima boutique italiana

Chaumet ha inaugurato la sua prima boutique italiana in via Condotti 22, nel cuore della Capitale. Coniugando l’eleganza tradizionale di un palazzo italiano col fascino moderno di un appartamento parigino, Chaumet sbarca a Roma per proporre ai suoi clienti un’esperienza inedita nel regno della gioielleria, oltre che per esibire le proprie straordinarie creazioni. Le vetrine rendono omaggio all’eredità italiana, con un rivestimento in travertino, pietra emblematica di Roma. La boutique presenta le principali collezioni e una scelta di preziosi di alta gioielleria, avvolgendo i visitatori in un ambiente sofisticato ed elegante, arricchito dai simboli distintivi della maison. Le pareti sono adornate con modelli di diademi in silver-nickel e spighe di grano placcate in foglia d’oro, mentre opere d’arte evocano gli spaziosi interni della rinomata sede parigina a Place Vendôme. Un sottile disegno che raffigura le colonne Traiana e Vendôme collega poeticamente la storia di Chaumet con l’Italia, da Parigi a Roma.

RICHEMONT

Cambio di poltrone per Cartier e Van Cleef & Arpels

Da settembre Richemont ha appuntato Catherine Rénier Ceo di Van Cleef & Arpels e Louis Ferla nello stesso ruolo per Cartier. Rénier, che ricopriva la medesima posizione da Jaeger-LeCoultre, occuperà la poltrona vacante dopo che Nicolas Bos a maggio è diventato AD del gruppo. Ferla, finora Ceo di Vacheron Constantin, subentra invece a Cyrille Vigneron. Così Johann Rupert, presidente del Cda Richemont, ha commentato le nomine: “Sono lieto che Catherine assuma il ruolo di ceo di Van Cleef & Arpels, dopo sei anni alla guida di Jaeger-LeCoultre dove ha costruito una squadra eccellente e un posizionamento chiaro e differenziato per la maison, aspetti fondamentali per il successo durante il suo mandato. In merito a Louis Ferla, sono felice che abbia accettato di assumere la guida di Cartier. Si è guadagnato l’ammirazione e il rispetto dei colleghi del gruppo e del settore in generale per aver posizionato in maniera brillante Vacheron Constantin”.

GALLERIA CAVOUR 1959

Arrivano Venini, Montblanc e Panerai

Tre nuovi super marchi brillano nella prestigiosa Galleria Cavour 1959, cuore chic di Bologna, sede di esclusivi brand di moda, alta orologeria e gioielleria. Venini, antica vetreria artistica di Murano, Panerai, la catena di gioielleria e orologeria d’alta gamma in Italia e Montblanc, brand che ha reso lustro alla cultura e arte della scrittura. La nuova boutique bolognese di Panerai, realizzata insieme allo storico partner Rocca, offre ai clienti un’esperienza unica dove ogni elemento, curato nei minimi dettagli, riflette lo spirito del marchio. Le grandi vetrine esterne dialogano con l’ambiente interno della boutique mentre il negozio Venini, parte del Gruppo Damiani e presente insieme al partner Rocca, si sviluppa su due livelli. Una boutique-scrigno dov’è possibile ammirare tutte le icone del marchio, come il vaso Fazzoletto, Opalino, Monofiori Balloton e i maestosi chandelier per giochi di luci incantevoli grazie alla magia del vetro. Affaccio diretto sul Trivio anche per Montblanc, brand noto per il design e l’artigianato di qualità eccelsa.

P. 24 | THE TREASURE TROVE OF VAN CLEEF & ARPELS MEMORIES

This house deals with its historical heritage in a book in which jewellery turns into art.

Paging through the new “La Collezione Van Cleef & Arpels (19061953)” book is like opening a treasure trove of grandmother’s jewellery. A story is unveiled, dealing with history, passion, and memories. In this case the treasure trove relates to the Heritage Collection of this House, which Van Cleef & Arpels’ Heritage Department collected from the 1970s to date, guided by Jacques Arpels, the grandson of the founders Esther Arpels and Alfred Van Cleef. Jaques’s idea was to gather the House’s history, to hand it down to future generations. The result of all these years of work and research via auctions, dealers, and private collectors, is a book published by Atelier EXB that, in its 678 pages, has captured only part of this extraordinary history. In fact, the first chapter of “La Collezione Van Cleef & Arpels” deals with the period from 1906, when the first boutique was opened at number 22 Place Vendôme, to 1953 when they launched into America. The story begins with the creative tendencies of the two founding families, who went with the rise of the Art Déco movement with the enthusiasm of those who know that they are part of an artistic and cultural revolution, able to change the course of history. The launching pad? The 1925 Exposition internationale des Arts décoratifs et industriels modernes in Paris, where Van Cleef & Arpels won the Grand Prize for jewellery. And this event and the entire period is history drove the jewellery business to look towards the art world. The storyline continues, outlining the unique identity of the Business, guided by the new artistic director, Renée Puissant, daughter of Alfred and Esther. It was by no mere chance that it was at this time that the iconic Minaudière came about. That little vanity case that the most fashionable women carried around, with a mirror, lip gloss, face powder, cigarette holder, cigarette lighter, and even a miniature umbrella in it. This brought jewels out of the strictly jewellery field to take in what has always been the areas it influences - the decorative arts. Once again it was an international event - the 1937 Exposition internationale des Arts et des Techniques dans la vie moderne in Paris – that marked a new significant milestone for the House, closing another chapter, the second, in this tour of discovery of the Van Cleef & Arpels heritage. The story ends with an overseas trip that took the House from Paris to New York. Once again, it was the 1939 New York World Fair that provided the launchpad for a new way of looking at

jewels, which became Passe-Partout, making transformation and a change of function possible. The bracelet - wristwatch presented on that occasion, which became the symbol of this new concept of jewellery, took on two floral elements that, once removed, can also be used as pins. The book ends its account in 1953, heralding the revolution of the la boutique jewels in 1954 that will open the second volume dedicated to “La Collezione Van Cleef & Arpels”. One will still have to wait a few years to page through that but, in the meantime, there are the 700 works in the first volume - collections of jewels, precious items, and watchmakers’ creations, plus 200 documents from the archives - to guide the imagination through the treasure trove of Van Cleef & Arpels memories.

P. 31 | CHAUMET “EN SCÈNE” - MUSIC, MAGIC, AND DANCE

Passing through the portals at Place Vendôme 12, the historical venue of Maison Chaumet, is an almost mystical experience. Chaumet, a symbol of elegance and refined luxury, has been based here since 1812. Within its halls, decorated with gilded stuccoes and frescoes, with an array of pianos on which the music sheet for a Chopin waltz is positioned for the occasion, the new “Chaumet en Scène” collection comes to life as a spectacular representation, based on a number of artistic disciplines. Three tableaux or chapters follow one another harmoniously: Music, Magic and Dance. For the first of these, music, Chaumet’s craftsmen have created complex, delicate jewels, such as the “Armonia” set necklace, with its 700 bezels and 2,800 claws, symbolising fluidity and movement. On the other hand, the “Melodia” necklace harks back to a music sheet: diamond bands criss-cross, ending in harmonious elegance with emerald cut diamonds that remind one of quavers. The third set in the first chapter is called “Spartito”: interwoven diamonds, emeralds and sapphires bring a sumptuous necklace to life, decorated with three Colombian emeralds with a combined weight of about 15 carats, mounted using the “fil couteau” technique. Then dance is behind the second scene, with creations that remind one of the stunning movements of dancers. The Tango parure, for example, draws on this passionate dance, highlighting red tourmalines in golden spirals. Each of the stones is mounted in a separate spiral, with alternating pear and cushion cuts, giving a feeling of dynamism. The necklace ends with a more than 46 carat indicolite. On the other hand, the “Balletto” set uses sapphires from Ceylon and diamonds to represent contemporary dance, while the Swing set mixes white gold and violet sapphires, harking back to the energy of jazz. In its turn, the third chapter dedicated to magic offers the “Voltige” set that refers to acrobatics, with diamonds that seem to flutter on the skin, while the “Illusione” parure uses rubies from Mozambique to create fascinating optical effects. Finally, music, dance and magic flow together in a graceful, virtuous blend. Under the spotlights these sets express their own rhythm, bringing repetitive motifs and and free times into contact. By tracing the art of movement, so dear to the Maison, each jewel becomes one-of-a-kind, and the stage for exceptional stones.

P. 55 | THE “SECOND PULSE” REACHES STARRY HEIGHTS

The vintage and collectors’ wristwatch market is ever more alive and healthy.

The most recent, exciting episode in vintage watchmaking occurred last spring and bore the mark of two well-known practitioners: Aurel Bacs, senior consultant at Phillips auction house, and Guido Mondani, collector and publisher. It involved his prestigious collection that was sold by auction, covering more than two hundred lots, in Geneva in May. This after it had been presented to the press and enthusiasts at about forty exhibitions of selected models in Doha, Milan, London, New York and, in fact, in the Swiss capital on the occasion of the auction. The Guido Mondani Collection enjoyed a particularly high profile not only due to the notoriety of its owner, but also because it was made up of watches collected with passion and skill over a lifetime, playing a leading role in personal episodes as well. This happy circumstance added sentiment to the financial value of the collection. The most emblematic timepieces included a Cartier “di forma”, the first wristwatch worn by the collection’s owner, and a 1938 Eberhard & Co. double chronograph in yellow gold, bought from a dealer the day before their business closed. There were also numerous “complicated” Patek Philippe watches, rare versions of the Royal Oak by Audemars Piguet, and a 1955 “Jean-Claude Killy” Rolex chronograph, in red gold, and the unusual presence – for this type of timepiece – of a complete calendar. For all the lots sold combined, the Guido Mondani Collection fetched about 36 million Swiss Francs,

a figure not only significant in itself, but also because it once again affirms just how good the health of this market is. If, in addition, one adds things like the recent success of the VO Vintage show that is part of the January edition of the Fiera di Vicenza, the timeless presence of vintage watches at the Mercanteinfiera di Parma, the important points of sale dedicated to the so-called “second pulses”, such as the case of London’s Ninety or Pisa Orologeria in Milan, one gets a clear picture of the structure of a market parallel (obviously in a good sense in this case) to the contemporary market, as well as so many events and publications. In this context, of great importance is the fact that many of the important houses are seeing to their vintage watches themselves, and it is also clear that vintage is ever more clearly a source of inspiration for some of the leading models in their contemporary ranges.

P. 56 | MARKED BY BEAUTY

The jewellers’ stylistic originality blends with the technical excellence of the watchmakers, producing highly aesthetic, mechanically fine timepieces.

The vast, always much treasured repertoire of jewellery, applied to marking time can be divided into two broad types that have the same parameters of preciousness and formal demand, but the history behind the brands represented by these categories is different. And so, while on the one hand there are jewellers (like Cartier and Van Cleef & Arpels, as well as Bulgari and Chopard) who turned to timepieces at a certain point, on the other hand there are exclusively watchmaker houses, from various backgrounds (such as the contemporary F.P.Journe or Japanese Grand Seiko brands, not forgetting the “sacred giants” like Rolex, Patek Philippe and Audemars Piguet), who have recently got involved and produced excellent results in terms of wristwatch-jewellery. One could say that, given the same care over the fineness of the item, the end result will be marked by the nature of each individual brand. Essentially, those who start out as jewellers cannot but emphasise their stylistic originality and decoration, whereas those who start out

as watchmakers find it difficult to get away from the formal tradition of this sector and will not neglect the functional and innovation aspects. In this regard, the choice made by Grand Seiko (a brand that was launched in the 1960s by Seiko to focus on top of the range products) is emblematic. It takes a model with a whopping eight carats of diamonds and sapphires, only produces eight of these items, and also brings in mechanical excellence. In fact, its Masterpiece uses a Spring Drive movement, wound by hand, with an autonomy of 8 days and incredible accuracy of +/- 10 seconds per month. Then there is the example of François Paul Journe, whose “Elegante” model involves a bezel decorated with degrees marked out by 52 baguette cut precious stones, reflecting the shades of the rainbow. It comes with a set of interchangeable caoutchouc wrist bands in as many colours, and a fully luminous face (originally developed in white and then in black, as made by Cadraniers de Genève). We stop here – no little thing –, with somewhat fashionable creativity and go back to the immense master watchmaker as such, unveiling a series of challenging technical challenges, always marked by tradition. Here we find the classical tortoise shaped casing made of titanium, a material chosen for its light weight and strength, while the Titalyt® version, recognisable by its anthracite colour, underwent an oxidation treatment using electron plasma. As to the functioning part, the system was launched after 8 years of research and development - the innovative “Calibro 1210” electromechanical movement that is able to stop the time and start it again. Basically, the secret dream of every watchmaker. After being inactive for 35 minutes, the timepiece goes into night mode, saving energy. As soon as it is put on again, its movement sensor reactivates it, setting the exact time. It does this via the shortest route, clockwise or anti-clockwise, ensuring an autonomy

of 8 to 10 years for normal use, and up to 18 years in standby mode. Going back to jewellers as such, we find that Cartier takes from its wealth of Art Deco “objets de vertu”, items based on optical illusions and touches of precious magic. And now there’s the Reflection model that harks back to those suggestions, with a bracelet with generous architecture, mixing holes, shiny gold, and diamonds along elongated, well-defined lines. This creates a sort of tension that culminates when a small face meets its mirror image - on the other side - and time seems to go backwards. Finally, at Van Cleef & Arpels, the desire to decorate perhaps reaches the limit of affectedness, but it certainly has a rare grace and magnificence. The face on its Lady Arpels “jour enchanté” depicts a fine figure of a woman, intent on gathering flowers in an immense meadow, in the first rays of the sun. All in a riot of white gold, multi-coloured enamels, diamonds, and sapphires. A precious ornament made using the fine techniques of masters of the art, which took about two years of research and development, and more than 180 hours of patient work.

P. 60 | AUCTIONS -

Despite “settling” of the market, creations by the leading jewellery houses are loved more and more. Art Deco precious items and collections that have been owned by celebrities are a certainty, as are rare diamonds and natural pearls.

The market is slowing, but not for the most valuable jewels, which are unaffected by crises and are ever more sought-after. Besides, this settling was foreseen, according to the Deloitte 2023 report: “The collectors’ art and items market has undergone physiological settling, with a drop in overall turnover worldwide of about 3%, the inevitable result of the macro-economic uncertainty and new geopolitical tensions that characterised the second half of the year. The overall drop experienced by Christie’s, Sotheby’s and Phillips was caused by the sudden drop in the painting segment (-26,8%), but widespread interest in the Passion Assets and Luxury Goods segment helped to mitigate the fall in total turnover compared to the previous year (-5,4% compared to 2022). The global demand for collectables has slowed, especially in the high end of the market and greater caution has prevailed in recent months, while the end-of-pandemic wave of enthusiasm that began in 2021 and firmed in 2022, underwent an inevitable setback. This also affected the average price of lots,” explained Ernesto Lanzillo, Partner and Leader at Deloitte Private Italia. On the other hand, perhaps because they can be evaluated more easily and so are less sensitive to future fluctuations, Passion Assets, including jewels, are ever more sought-after by long-standing and new collectors. This trend was confirmed by the sale on 11 June this year by Christie’s in New York, which brought a total of Dollars 44,4 million, with 90% of the 144 lots being sold. These mainly involved diamonds and coloured stones, both rare, natural pearls and an extraordinary line-up of jewellery from houses such as Bulgari, Cartier, Tiffany & Co. and Van Cleef & Arpels. The most important lot was the Eden Rose diamond, a fancy intense pink, brilliant cut 10,20

ENTHUSIASM IS RISING FOR SOUGHT-AFTER STONES

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carat stone, sold for Dollars 13,3 million, which was above the presale estimate of between 9 and 12 million Dollars. “However”, explain Vittoria Bianchi, CEO of Faraone Casa d’Aste, “from the second half of 2022 to date the market has ‘settled’ returning to pre-pandemic values. During the pandemic and in the period immediately after, a speculative bubble affected it, reaching off-the-market values. As a result, the subsequent drop should not be seen as a negative shrinking, but rather as settling near to more correct values, pointing to a return to a ‘healthy’ market, with physiologically tolerable rises and falls”. Talking about trends, coloured gems are the stars: blue sapphires lead the way, followed by rubies and emeralds, then fancy diamonds - especially yellow and pink - all sharing excellent colour. One example is the fancy pink diamond sold in May by Phillips in Geneva, the famous 1,56 carat “Argyle Phoenix”, from the now closed mine in Argyle, Australia, to Laurence Graff, founder of Graff Diamonds, for Dollars 4,2 million. In terms of periods, Art Deco is still one of the most sought-after, as shown by the excellent results of the sale of the collection associated with the end of the century Court of Vienna, sold by Sotheby’s and exceeding what was expected threefold. At Bonhams, a Chaumet 1900 necklace was sold at the end of September 2023 for more than Pounds 305,000 double the estimate, and, at the end of May, the same house’s 1910 Collier/Tiara, was also sold by them for € 279,800 compared to an estimate of € 40,000. In addition, the celebrity – of a house or a collector – guarantees excellent results. The most sought-after brands are Tiffany, Bulgari (whose 70s and 80s creations are highly appreciated), and Van Cleef & Arpels, like the designs by Fulco di Verdura, Aldo Cipullo and René Boivin. For the latter, Sotheby’s sold numerous creations in the “Her Sense of Style” auction - a sophisticated collection of a mysterious lady, the more precious lots of which were included in the “Magnificent Jewels” auction, totalling more than Euro 31 million. Finally, some the best results of the year included sales of collections

of 20th century celebrities like Anne Eisenhower (more than USD 11 million by Christie’s), journalist Barbara Walters by Bonhams and actress Mary Tyler Moore by Sotheby’s. The jewel auction market is in turmoil, and not only in terms of items reserved to those operating in the sector, but it is also bringing in new types of buyers, now ever more advantageous for private people, collectors and enthusiasts, who attend in ever growing numbers. But this is not just about convenience: jewel auctions allow those lacking experience in the sector to feel more certain about their investments.

Aste Bolaffi: on 27 and 28 March in Turin, at more than Euro 2,4 million, set a record for their department. Top Lot: a Kashmir, 4,61 carat, blue sapphire ring went for Euro 370,000 followed by blue sapphire and diamond earrings at Euro 167,000, and a rare choker with five strings of natural salt water pearls that fetched Euro 143,000.

Cambi Casa d’Aste: the Fine Jewels auction on 21 May produced turnover of Euro 1,370,000 while the Vintage Jewellery auction at the end of March totalled Euro 450,000. Top Lot at the former: a round cut, circular 12,57 carat diamond stopped at Euro 85,100 whereas at the Vintage Jewellery auction, a Bulgari ring with a 2,30 carat Colombia emerald went for Euro 62,600.

Faraone Casa d’Aste: the auction of 28 May closed at 107% compared to the catalogue estimates. Top lot: a Bulgari choker in the Monete collection, 1980s, sold for Euro 80,000 after starting with an estimate of € 26,000. This was followed by a platinum ring with natural pearl that fetched € 22,000 compared to its € €4,000 estimate.

Finarte: more than 2 million in two enchanting days, 21 and 22 May, recording almost 100% of the reserve figures. Top Lot: a necklace with a pair of earrings, with Burma rubies, sold for € 75,000 opening at a bid of € 15,000 followed by a ring with 17 carat Colombian emerald that reached € 72,000 € compared to the reserve of € 25,000.

Il Ponte Casa d’Aste: the auction of 30 and 31 May 2024 achieved turnover of more than € 3,8 million. 89% of the lots were sold at values that were 166% those of the reserves. Top Lot: a Marina B ring, with a 14,67 carat octagonal diamond that was the top lot, selling for €302,400, followed by a series of iconic 1960s Bulgari items.

Pandolfini Casa d’Aste: for the first time in Milan, on 29 and 30 May, the auction closed bringing in € 5,7 million, with 91% of the lots sold. Top lot: a white gold necklace with droplet cut, 14,96 carat diamond sold for € 351,600 and a pink gold solitaire with Fancy Slight PinkBrown, brilliant cut, 9,89 carat diamond that went for € 283,500.

Wannenes: the 31 January auction in Monte Carlo totalled Euro 659,182 with a sale percentage in terms of value of 166%. Top lot: a pair of platinum clip-on earrings, fine pear-shaped pearls, and old 8-cut diamonds that went for Euro 68,900.

T H E HERI T A G E

FOR T OMOR R O W

6/10 SETTEMBRE 2024 VICENZA

Vicenzaoro celebra 70 anni Il salone nato dalla grande tradizione orafo gioielliera Made in Italy è oggi leader in Europa e piattaforma di riferimento dell’industry globale. Un’eredità viva, patrimonio di eccellenza, relazioni, competenze e valori.

In concomitanza VO’Clock Privé, dedicato all’orologio contemporaneo, è aperto al pubblico di appassionati e collezionisti (6 - 8 settembre).

LE GEMME NASCOSTE DELL’OSPITALITÀ

FURORE GRAND HOTEL COSTIERA AMALFITANA

Furore Grand Hotel ha riaperto le porte nella Costiera Amalfitana. Tempio del benessere con spettacolare vista sul mare e sulla vicina Capri, accanto al celebre fiordo di Furore e circondato da un rigoglioso parco, l’hotel Cinque Stelle Lusso è perfetto per chiunque aspiri a un soggiorno indimenticabile e a un’esperienza culinaria senza pari. Composto da diversi corpi che si estendono su oltre 20.000 metri quadri e nove livelli di terrazzamenti, si fonde armoniosamente con la natura mediterranea regalando vedute mozzafiato sul mare. Con 35 suite lussuose, due piscine e ampi spazi dedicati al relax e al benessere, Furore Grand Hotel offre un’esperienza immersiva e sofisticata. La ristorazione riveste un ruolo primario, con lo chef pluristellato Enrico Bartolini che sovrintende alla creazione dei piatti presso il ristorante fine dining Bluh Furore, e il ristorante Acquarasa, con una cucina più informale ma non meno deliziosa.

THE ST. REGIS AL MOUJ MUSCAT

RESORT OMAN

St. Regis Hotels & Resorts, brand iconico della Grande Mela, approda in Oman con un resort da sogno: The St. Regis Al Mouj Muscat Resort. Un’icona di raffinatezza che si inserisce a meraviglia nel suggestivo panorama del Sultanato con un’ospitalità senza compromessi. Situato nel cuore di Al Mouj, nuovo quartiere esclusivo della capitale Muscat, la sua architettura curvilinea ispirata agli yacht di lusso, si fonde armoniosamente con l’ambiente, dando vita a un’atmosfera di elegante opulenza. Il resort vanta 250 camere e suite tutte arredate elegantemente e con vista sull’oceano, sul campo da golf o sulla città. Ogni camera è un rifugio di lusso, con balcone privato, cabina armadio, bagno spazioso e comfort di altissimo livello. E, per un’esperienza indimenticabile, a disposizione degli ospiti ecco il famoso St. Regis Butler Service, che assicura come qualsiasi desiderio venga soddisfatto in ogni momento.

BORGO SCOPETO WINE & COUNTRY RELAIS

BORGO SCOPETO

Nel cuore del Chianti, tra vigneti e oliveti secolari, sorge il Borgo Scopeto Wine & Country Relais, un’oasi di pace e tranquillità dove immergersi nella bellezza incontaminata della natura ritrovando il benessere psicofisico all’insegna della “Toscanoterapia” e della proposta culinaria dello chef Pietro Fortunato. L’antico borgo medievale, sapientemente ristrutturato dalla famiglia Gnudi Angelini, conserva il fascino del passato pur offrendo tutti i comfort moderni. Le 52 sistemazioni per 12 diverse tipologie di ospitalità, tra camere, suite e ville, tutte arredate con gusto e curate nei minimi dettagli, garantiscono un soggiorno all’insegna del relax e del lusso. La bellezza del paesaggio, i profumi della natura, i sapori genuini della cucina toscana e l’ampia gamma di trattamenti benessere del centro Spa, offrono agli ospiti un’occasione unica per evadere dalla routine quotidiana e ritrovare l’armonia con se stessi.

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