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ANNO 4 • NUMERO 10 • OTTOBRE 2009 • € 3,00

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n°46) art. 1. comma 1, DCB Milano

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retail&food LUOGHI DI VIAGGIO • SPAZI COMMERCIALI

Duty free a Cannes

IL CALICE DOLCE TFWA World Exibition: è ripresa? Milano, il franchising in fiera

Beverage: si cambia canale

Dossier aeroporti • r&f International • Venezia Style Informazione globale

Nuovi mercati Elettronica



News primae noctis

Sta scoppiando un’altra bolla?

C

hi ha vissuto troppo a debito ora sta soffrendo. Questa dura verità colpisce in questi mesi molte case del lusso, che negli anni scorsi hanno fatto delle acquisizioni poco oculate, sopravvalutando in maniera eccessiva molti marchi… ”tanto pagano le banche“. It Holding, Mariella Burani, Valentino, Sector, Bruno Magli, Safilo: sono solo alcuni dei nomi in mezzo al guado. Mica male, per un settore di cui si diceva che avrebbe superato bene la crisi perché “il lusso va sempre di moda”. In tutti questi casi quello che determina il dramma non è il calo delle vendite: che c’è, ma sarebbe sopportabile. Il guaio è quasi sempre finanziario, e si chiama svalutazione dei marchi e degli avviamenti, interessi sul debito, mutato atteggiamento delle banche che chiedono il rispetto dei covenant. Per giudicare lo stato di salute delle grandi Maison diventa essenziale allora affinare le analisi dei bilanci; importante è ben valutare l’entità delle immobilizzazioni immateriali in rapporto al patrimonio netto: un rapporto particolarmente sfavorevole è indice di tempesta in arrivo.

EDITORIALE

L’OPINIONE La rotta degli aeroporti di Sergio Castelli* L’offerta commerciale degli aeroporti italiani ha vissuto negli ultimi dieci anni un forte sviluppo, nei numeri e nella qualità, peraltro attraversando situazioni di crisi globali, quali l’11/09, e probaSergio Castelli bilmente imparando ad affrontare le difficoltà, rafforzandosi. Ma la crisi che ci fa più paura è un’altra, e dipende dalla rotta che prenderanno gli aeroporti in futuro. Forzare le royalties o comprendere i limiti strutturali delle medesime? Ci sono esperienze di altri canali, ad esempio alcuni casi autostradali, ove la forzatura è avvenuta, ed è rimasta la regola. Il risultato sono i bilanci degli operatori in rosso (così tanto da ingessare anche possibili dinamiche di concentrazione), ed un livello di offerta non più legato ad obiettivi di miglior servizio e maggiori vendite, ma a clausole contrattuali imposte in fase di gara. La colpa è delle concessionarie autostradali? Neppure per idea, è di un mercato troppo aggressivo (ma senz’altro i committenti hanno facilitato o non hanno impedito questa tendenza). Ci auguriamo che gli aeroporti non facciano questo genere di errori. Che comprendano che gare quasi solo economiche o affidamenti troppo brevi significano investimenti minori, peggiore qualità. Che comprendano la logica di servizio e la maggior onerosità strutturale del f&b rispetto ad altre attività. Insomma che sappiano proseguire lo sviluppo degli ultimi dieci anni, e non arrestarlo. Perché, a nostra avviso, c’è ancora tanto da fare. *Amministratore delegato di MyChef Spa

retail&food - ottobre 2009 1



r&f News VICOLUNGO SI ESTENDE ANCORA UN PO’

L’associazione Forum ATRI, programmare la crescita

L’intero ampliamento della fase 2 di Vicolungo Outlets sarà occupato da un punto vendita di Diffusione Tessile, società nel settore dell’abbigliamento femminile di alta gamma. Lo spazio commerciale appena ultimato si estende su di una superficie di oltre 2.000 metri quadrati di gla. A seguito dell’ampliamento sono stati aggiunti anche 150 posti auto. Vicolungo Outlets, la cui fase 2 è stata inaugurata nell’aprile 2008 ed è costata 3,6 milioni di euro, si articola su una superficie totale di 32.000 metri quadrati di gla e ospita oltre 130 punti vendita.

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di Fulvio Fassone, presidente di ATRI (Associazione Italiana Travel Retail) Poco prima dell'inizio del periodo feriale si è tenuto il 3° Forum di ATRI Associazione Travel Retail Italia a titolo: "Affrontare la turbolenza ambientale di mercato: sfide, minacce e opportunità per le attività non avio aeroportuali". Organizzato come ormai da tradizione con il prezioso contributo del prof. David Jarach, l'ospitalità di SAB società di gestione dell'Aeroporto di Bologna, la collaborazione di Autogrill e con la partecipazione di numerosi "testimonial" del settore Non Aeronautico Aeroportuale, i temi affrontati hanno messo in rilievo alcune direttrici che questo comparto sembra seguire nell'evoluzione e nello sviluppo dei ricavi commerciali aeroportuali. Svolti nella forma di workshop, attraverso due tavole rotonde, questi temi sono stati sintetizzati all'interno di due filoni principali: la crisi in corso, trampolino per lo sviluppo e l'evoluzione del settore Non Aeronautico e la minaccia del “One baggage only”: la tendenza dei vettori a limitare l'imbarco del bagaglio a mano. In entrambi i momenti il confronto è stato vivace e ricco di interventi da parte degli ospiti e del pubblico. I punti chiave che delineano gli orientamenti dei protagonisti del convegno si possono riassumere in: • crescita quantitativa o qualitativa del business commerciale aeroportuale? A fronte di un trend di crescita costante del traffico passeggeri sul medio lungo/periodo potrebbe esserci la tentazione di regolare lo sviluppo sull'incremento di scontrini più che sull'innovazione di prodotto; è quindi opportuno riflettere sulla rimodulazione dell'offerta che deve essere sempre più allineata al diverso e mutevole profilo dei clienti che il mercato aeroportuale sta assumendo. Infatti si diffonde la consapevolezza che non si può più parlare, soprattutto per le strutture hub e regional hub di "Aeroporto" ma di "Multi Aeroporto" per la diversificata ed eterogenea composizione del mercato che l'offerta dei vettori, low cost, low fare ecc. sta sempre più delineando. • attenzione alla logistica dei flussi e alle infrastrutture: la spesa per passeggero cresce laddove le strutture in termini di dimensioni, layout, flussi sono adeguati. Le analisi condotte da ATRI testimoniano che, indipendentemente dai volumi di passeggeri, gli aeroporti con infrastrutture adeguate dimensionalmente e percorsi di flusso razionali hanno una spesa per passeggero più alta. • modello organizzativo: assistiamo all'evoluzione sempre più marcata dell'organizzazione aeroportuale che vede la compresenza di "due aziende", settore avio e settore non

CON BREK IL BUONO PASTO VALE DI PIÙ

Per due mesi chi ha una carta ricaricabile BrekCard avrà il 20% di sconto su tutti i piatti dei punti vendita Brek Ristorante e Brek Focacceria. La carta può essere richiesta nei ristoranti e la promozione sarà attivabile fino al 31 ottobre. Per poter accedere agli sconti bisognerà caricare la carta con almeno 100 euro, attraverso buoni pasto o contanti.

NEL DIGITAL SIGNAGE ENTRA LA COPPIA NCR-CISCO

Per entrare in Italia nel mercato del digital signage, il fornitore di servizi per il retail Ncr ha annunciato la partnership con Cisco, che assicurerà componenti hardware e software. Ncr si occuperà invece dei servizi di implementazione e dell’infrastruttura di networking. La soluzione di Ncr è un’applicazione “webbased” in grado di gestire, pianificare e rendere attivi i contenuti media digitali e permette il controllo da remoto dei display. Con il digital signage, attraverso degli schermi distribuiti nei punti vendita, vengono veicolati informazioni e messaggi promozionali e pubblicitari.

avio e laddove il non avio diventa preponderante (Venezia in Italia e alcuni esempi in Europa come Dublino), l'assetto organizzativo aziendale subisce una trasformazione profonda e radicale. • attenzione all'influenza sempre più preponderante delle scelte di marketing dei vettori (“one baggae only”, accordi con parcheggi concorrenti etc) e all'impatto (negativo) sui ricavi non aeronautici. Proprio su quest'ultimo tema e in particolare sulla limitazione nell'imbarco del bagaglio a mano, il dibattito dell'ultima parte della giornata è stato intenso e ha visto contrapporsi le esigenze di sempre maggiore efficienza richieste dai vettori low cost agli scali con la necessità di preservare i ricavi delle attività non aeronautiche, preziosa fonte di ritorno rispetto agli investimenti che proprio gli scali a maggior vocazione low cost mettono in campo con questa particolare tipologia di vettori. Per venire poi a temi più immediati, la crisi generale sembra aver rallentato la sua caduta e i dati di traffico e di vendite degli ultimi mesi confermano questa tendenza: Nello scorso aprile 2009 l'andamento del Travel Retail europeo faceva segnare un -10,8% complessivo contro un -10,4% del traffico preso in esame con una fortissima inclinazione della curva di trend iniziata nell'ottobre precedente. Questa curva nel corso dei mesi successivi e nonostante un miglioramento dei dati di traffico si è sostanzialmente stabilizzata. I primi dati, non ancora definitivi, che riguardano il mercato Italiano fanno segnare una diminuzione dei ricavi retail aeroportuali intorno all'11% tra gennaio e giugno, contro un -8,6% del traffico dei primi 15 scali italiani per numero di passeggeri: una decrescita dunque più che proporzionale ma una tendenza alla stabilizzazione. I mesi del picco estivo, luglio e agosto, sembrano aver invertito la tendenza e il traffico passeggeri si avvia a tornare in lieve crescita in agosto, seppur controbattendo cifre già negative nel 2008. Ugualmente i primi ritorni sui ricavi non aeronautici sembrano mostrare un ritorno al segno più. L'ultima parte dell'anno potrebbe segnare il definitivo assestamento del comparto che dovrebbe avviarsi a riprendere il suo trend positivo nella prima parte del 2010. La spesa per passeggero continua invece la sua discesa a livello europeo, sintomo non tanto di crisi quanto di cambiamento del mercato che vede sempre più protagonisti gli scali regionali e i vettori low cost con un profilo di clientela diverso: più giovane, meno spendente, più turistico e meno business, meno frequent flyer e che, come emerso dal Forum, necessita di analisi e attenzione particolari.

ETRC Index - Vendite per categoria settore Travel Retail/Duty Free I semestri 2009 VS I semestri 2008

SOMMARIO

Fonte: ETRC Index 100 = 2008

-2,10%

-7,60% -8.80%

-8,70% -9,40% -11% -12,90%

-15,80%

Vini & Liq.

Profumeria

Sigarette

Food & Dolciumi

Abb.to & Acc.

-18,20%

-17,60%

Gioielleria & Orologi

Altri

Media

Traffi co Pax

Spesa per Pax

8 retail&food - ottobre 2009

Star Trek food tab. 1

SERENISSIMA RISTORAZIONE - GLI AZIONISTI

il bilancio 2007 e presenta contro Putin nell’aprile del 2008 una denuncia ex art 2408 cc. e così via) e che offusca un po' l’anno 2009, quello del venticinquennale della fondazione della società. L’anniversario è importante, perché vede la Serenissima Ristorazione lanciata a grande velocità, se le vicende giudiziarie lo consentiranno, verso traguardi di alto rilievo. La società è nata a Vicenza nel 1983 con una mission specifica e circoscritta: fornire pasti alle collettività aziendali, scolastiche e ospedaliere della città e della provincia. Ma poi ha sviluppato un veloce percorso di sviluppo e di differenziazione, e oggi è un Gruppo che controlla 12 imprese, di cui quattro all’estero, e partecipa a tre consorzi di project financing. Il Gruppo è arrivato nel 2008 a fatturare 190 milioni di euro, contando su oltre 4.200 dipendenti. Vediamo, aiutati dalla nostra tabella, quali sono le imprese del Gruppo, a partire da quelle per così dire più eccentriche per arrivare al suo core business.

Putin Mario Sas

41,50 %

Sima Srl (Fam. Putin)

6,25 %

SERENISSIMA RISTORAZIONE

Cisa SpA (Fam. Putin) 5%

47,50 %

20

Alfebetoro Srl

Destinazione

Serenissima S Ristorazione embrava un equilibrio stabile: la famiglia Putin che deteneva il 47,5% delle azioni di Serenissima Ristorazione e Silvana Sorsi, imprenditrice veneta del settore orafo, con un altro 47,5%; Putin presidente, la Sorsi amministratore delegato, e il rimanente 5% delle azioni in mano alla Cisa di Livio Bernardi, padrone dei supermercati Vivo. Ma nel 2002 l’equilibrio si rompe, perché Bernardi vende le sue azioni a Putin, che si ritrova non solo “padrone” della Serenissima, ma anche libero di introdurre in azienda i suoi figli, Tommaso, Giulia e

Analizziamo su questo numero un'impresa che, pur in mezzo a molte difficoltà, è rafforzata in tutti i settori della ristorazione: una delle poche che investe per portare all’estero il made in Italy. Massimiliano, tre giovani laureati che logicamente si occupano gradualmente di tutti i settori vitali

dell’impresa: acquisti, sviluppo e gestione. Sarà quindi perché l’amministratore delegato si sente un

po’ limitato nei suoi poteri, sarà perché il socio di maggioranza preferisce in genere destinare gli utili non alla remunerazione del capitale ma al rafforzamento patrimoniale (il patrimonio netto passa da 7,7 a 17,3 milioni dal 2004 al 2007), sta di fatto che la Sorsi chiede, dicono, 57 milioni per vendere la sua parte di azioni. La cifra sembra

esagerata a Putin che, dopo vari battibecchi, estromette la Sorsi dalla governance; e la Sorsi ribatte andando in tribunale ed accusando la Serenissima di aver truccato certi appalti, in particolare negli ospedali genovesi.

Un anniversario un po’ offuscato Parte da qui un guerra che vede molti colpi di scena (vengono trovate 4 microspie nella sala del consiglio della Serenissima; la Guardia di Finanza perquisisce la sede; Putin denuncia per estorsione la Sorsi che, a sua volta, vota contro

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l’Opinione - di Sergio Castelli

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b&f News

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retail&food - ottobre 2009 21

Star Trek retail

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News primae noctis - Sta scoppiando un’altra bolla

(oltre 88 milioni di valore) nel terzo trimestre per evitare di sovrapporre nuovi modelli ai postumi dei saldi, che in periodi di ristrettezze sono importantissimi per fare cassa, svuotando gli scaffali dei capi invenduti. “Il fatturato temporaneamente differito – ci tiene a precisare Caccia Dominioni – verrà recuperato nel terzo trimestre dell'anno, confermando nel risultato dei nove mesi una riduzione rispetto al 2008 per circa il 3%”, cioè sostanzialmente in linea con le previsioni di mercato per il 2009. “L'insieme della buona raccolta ordini per le collezioni autunnoinverno e le azioni sul fronte dei costi – chiude il Ceo della società veneta – ci consentono un ragionevole ottimismo sulla conclusione

Destinazione Seconda Parte

È

una crisi che sta attanagliando tutti e ci sono dati preoccupanti” Così dichiarava a giugno di quest’anno

Alessandro Benetton, 45enne

figlio e probabile successore di Luciano nella stanza dei bottoni del Gruppo di famiglia. “Il 2009 sarà difficile, – gli fa eco l’ad Caccia Dominioni, aggiungendo però ottimista – conquisteremo nuove quote di mercato e salvaguarderemo i margini”. Infine il patron Luciano chiede “prudenza, senza lasciarsi sopraffare dalla preoccupazione”. Insomma, il management del Gruppo, leader nel mondo nell’abbigliamento, non sottovaluta la congiuntura di grande contrazione dei consumi, che

Benetton colpisce soprattutto il settore dove la multinazionale veneta è uno dei maggiori player globali (vedi Tab. 1).

sindacale molto dura c'è stato l'accordo con l'uso di ammortizzatori sociali e ricollocazione di parte dei dipendenti, ma la chiusura è stata confermata. Poi a metà marzo la cassa integrazione per Ponzano e Follina (220 persone): ecco i segnali del duro piano di riorganizzazione per affrontare le vacche magre del 2009, le cui direttrici (tagliare i costi e ottimizzare) erano definite già negli ultimi mesi dell'anno scorso, nonostante la chiusura in attivo. Il bilancio 2008, infatti, ci parla di un giro d'affari di 2.128 milioni di euro (+3,9% sul 2007),

Crisi 2009: anche Ponzano Veneto stringe un po' la cinghia E’ di fine gennaio 2009 la notizia della chiusura della fabbrica (150 addetti) di Piobesi (To) del gruppo Olimpia (partecipato al 100% dal

colosso trevigiano del tessile) nel quale si effettuavano le operazioni di tintura per la maglieria a marchio Benetton. Dopo una trattativa

di cui 2.034 (+5,7%) nel settore dell'abbigliamento, malgrado il rallentamento della crescita mondiale. L'EBITDA cresce del 4,1% nell'anno a 354 milioni, beneficiando anche dell'impatto positivo della riduzione della complessità delle collezioni e dei miglioramenti organizzativi soprattutto per la rete di vendita. Anche l'utile netto è in crescita: 155 milioni l'anno scorso, rispetto ai 145 del 2007. Tutto bene, quindi. Già, almeno fino a quest'anno quando la crisi ha bussato inesorabile alle porte di Ponzano Veneto, dove però si sono

tab. 1

BENETTON GROUP IN PILLOLE (2008) Data di nascita Sede Proprietà Presidente Stabilimenti produttivi Produzione Negozi monomarca Brand Organico Società controllate Ricavi EBITDA Utile di Gruppo ROE ROI

1965 Ponzano Veneto (TV) Quotata in borsa. 67,08% controllata da Edizione srl (finanziaria della famiglia Benetton) Luciano Benetton Circa 20 (Italia, Croazia, Romania, Ungheria, India e Tunisia) 150 milioni di capi l'anno 6200 in tutto il mondo United Colors of Benetton, Undercolors of Benetton, Sisley, Playlife Quasi 10mila addetti Circa 80 in tutto il mondo 2128 (milioni di euro) 354 (milioni di euro) 155 (milioni di euro) 11,36 12,22

stesso periodo dell'anno precedente) e il MOL (43 milioni contro i 116 del 2008). Dati influenzati, secondo una nota della società, dal cambiamento delle consegne della collezione autunno-inverno con uno spostamento delle spedizioni

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Cosa occorre sapere per...

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News dal mondo

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L'indice di retail&food

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Star Trek food - Destinazione Serenissima Ristorazione

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Star Trek retail - Destinazione Benetton

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Parola di... - Alessio Quaranta

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Prima pietra - Gran Salento, l’outlet con tutto attorno

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Taglio nastro - Le Maioliche, quando il retail si affaccia all’autostrada

32

Analisi mercato - Travel retail e alcolici: un’intesa d’annata

35

Guerra Fiere: Parma vs Milano - Formigoni e Moratti dicono no a Letta

38

Anticipazioni fiere - Franchising&Trade, un’impulso per cambiare marcia

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Dossier aeroporti - Venezia Style

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A chiare lettere - Tariffe aeroportuali/Neocolonialismo

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International - A Heathrow il retail fa scuola

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La frontiera del retail hi-tech - Elettronica, si cambia canale

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Stazionario

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Ferry Porti

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Succede a NordEst - di Eleonora Vallin

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Bilancio Cai - Ci meritiamo un’altra Al-Italia

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Last but non least - Privatizzazione all’italiana: in arrivo la “Tirrenietta”?

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Italia, Turchia, Russia, India e Messico se il buongiorno si vede dal mattino

Fonte aziendale

fatti trovare pronti: nei primi sei mesi del 2009 la multinazionale segna un utile netto di 29 milioni di euro, che è pur sempre positivo, ma anche -59,7% rispetto al primo semestre del 2008. In discesa, poi, i ricavi (882 milioni, -11,4% sullo

gli indici di bilancio di chiusura del 2008 confermano il trend positivo di questi anni: ROE a 11,36% (10,48% nel 2007) e ROI sostanzialmente stabile sull'anno precedente (12,82%) a 12,22%. Qualche tensione nel paragrafo indebitamento finanziario che si attesta a 689 milioni di euro con un aumento di 214 milioni rispetto al 2007. Il primo semestre 2009 segna una lieve inversione di tendenza rispetto all'anno precedente: 678 milioni con un positivo -11 milioni sul 2008. In flessione, poi, gli investimenti destinati soprattutto alla rete commerciale: 209 milioni nel 2008 (-21 milioni sull'anno prima). Trend confermato nei primi sei mesi dell'anno: 80 milioni rispetto ai 106 dello stesso periodo nel 2008, di cui 55 dedicati alla rete commerciale con il rinnovo e l'espansione dei punti vendita già esistenti, più che sull'acquisto di nuovi locali e un risparmio di cinque milioni nelle attività pubblicitarie.

L’associazione - di Fulvio Fassone

del 2009”. Ottimismo confermato dal rialzo delle azioni Benetton a Piazza Affari dopo la diffusione di questi dati, comunque discreti in un panorama internazionale da mettersi le mani nei capelli. Il Gruppo infatti sembra ben solido:

24 retail&food - ottobre 2009

La nuova organizzazione centrata sulle Business Unit ha consentito comunque di crescere nei principali mercati come l'Italia, paese dove vengono lanciate le nuove sperimentazioni sia organizzative, sia di comunicazione, come i test di attrattività dei negozi. I segnali incoraggianti (+5,8% nel primo semestre 2009) vengono soprattutto dai paesi emergenti: la Turchia, da tempo feudo del marchio trevigiano (del 2005 è l'accordo con la Boyer per la gestione e retail&food - ottobre 2009 25

Prima pietra

GRAN SALENTO,

conferenze/riunioni e un ristorante. Il corpo vero e proprio dell’hotel risiede invece al primo piano della struttura, 100 camere verranno disposte lungo i suoi circa 5 mila mq di superficie. Anche in questo caso l’hotel sarà dotato di parcheggi riservati (288 posti auto) che permetteranno di separare la parte hospitality dalle altre strutture. Il futuro foc brindisino non è l’unico shopping center in cantiere per la società di promozione Sircom, la quale annovera la gran parte delle sue opere nel sud d’Italia. Oltre al Gran Salento, infatti, il developer pugliese sta portando avanti il progetto di un nuovo centro commerciale a Catania, in prossimità dell’aeroporto Fontanarossa, denominato Gli

l’outlet con tutto attorno Non solo foc, ma anche hotel, strutture sportive e ludoteca. Le proposte outlet si fanno sempre più simili a quartieri dove la gente può trascorrere il proprio tempo giorno e notte, e non solo facendo shopping. E su questa idea Sircom ha basato il progetto di factory village che sorgerà nel 2011 in Salento.

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A

nche il Salento avrà il suo outlet. Dovrebbero partire entro la fine dell’anno i

due anni (estate 2011), sarà un forte luogo di attrazione per gli abitanti delle province di Taranto e

Bacino d’utenza GRAN SALENTO OUTLET

lavori per la realizzazione del Gran Salento Factory Village, un progetto che coinvolge, all’interno di un’area di oltre 30 ettari, spazi commerciali, ricettivi e per il tempo libero. L’intervento è tuttora in fase di approvazione e la Sircom Group Srl, la società pugliese ideatrice del nuovo outlet, sta completando l’iter amministrativo che porterà alla realizzazione del complesso in una zona nei dintorni di Brindisi. Il Gran Salento Factory Village, infatti, sarà ubicato sulla Strada Statale 16 che collega il capoluogo salentino al comune di San Pietro Vernotico, posto nell’entroterra. Ma il Comune brindisino non sarà l’unico territorio a beneficiare del progetto, che si attesta come uno dei più rilevanti dell’intera regione. Basti pensare che l’outlet, la cui inaugurazione è prevista fra circa

GRAN SALENTO FACTORY VILLAGE LOCALITA’ DATA APERTURA LOCALIZZAZIONE TIPOLOGIA PROMOTORE PROGETTAZIONE GLA (SUPERFICIE LORDA AFFITTABILE) POSTI AUTO TOTALE UNITÀ (PICCOLE, MEDIE E GRANDI SUPERFICI) BACINO DI UTENZA A 30 MIN. (RESIDENTI)

BRINDISI ESTATE 2011 EXTRAURBANA FACTORY OUTLET COMPLESSO POLIFUNZIONALE RE&M-REAL ESTATE & MANAGEMENT SIRCOM SRL

Lecce: si calcola, infatti, che a 30 minuti di percorrenza dal Gran Salento il bacino di utenza arrivi a

contenere 430 mila residenti. Cifre che ovviamente sono destinate ad aumentare se si 16.000 mq prendono in con2.600 siderazione iso116 crone di dimensioni maggiori, 421.419 arrivando nei 90 minuti addirittura a lambire il confine con la Basilicata. Entrando nel merito della realizzazione, il Gran Salento risulta essere una struttura molto

estesa suddivisa in tre macroaree: oltre all’outlet village, che rimane il cuore dell’iniziativa, c’è un centro per il tempo libero e una struttura hospitality, il tutto attorniato da un’area verde attrezzata da circa 130 mila mq. La parte commerciale, la più grande delle tre macroaree, comprenderà complessivamente quasi 145 mila mq, i quali sono sfruttati, oltre che per realizzare i parcheggi (ben 2.600) e le opere di viabilità carrabile e pedonale, soprattutto per le gallerie di vendita e gli spazi retail con 30.800 mq di Superficie lorda complessiva (Slp). Per gli amanti dello shopping

saranno in totale 116 le unità destinate ai tenant: 112 locali, di dimensioni ridotte, verranno utilizzati per gli esercizi di vicinato e altri quattro ospiteranno le medie superfici, per un totale di circa 16 mila mq di Gla. I percorsi pedonali saranno interamente al coperto e al centro dell’outlet sorgerà una grande piazza centrale da 10 mila mq, l’ideale per ospitare eventi culturali, mostre e spettacoli. In un’area come quella del Salento, che offre la possibilità di sfruttare un clima favorevole per gran parte dell’anno, creare uno spazio dove poter sfruttare al massimo il tempo libero è un impor-

tante punto a favore della nuova struttura, la quale disporrà infatti di vari impianti sportivi con campi di pallavolo e tennis, i quali occuperanno circa 18.000 mq. Una scelta di sicuro impatto a livello locale, in grado di attrarre molti giovani, ma non solo. Oltre alle aree esterne, il centro per il tempo libero comprende anche un edificio con palestra e campi coperti e un altro destinato ad ospitare una ludoteca e un centro sociale (ognuno dei quali occupa una superficie di 1.900 mq). L’area d’intrattenimento verrà completata poi da un terzo stabile riservato

a servizi di vario genere (circa 1.400 mq) e da un parcheggio a esso connesso con 176 posti auto. La terza parte del progetto ideato da Sircom prevede poi un edificio dedicato all’ospitalità, il quale è costituito da un piano terra (7.600 mq) che accoglie la reception del futuro hotel ma anche una sala

30 retail&food - ottobre 2009

Aranci, anche se è proprio nel “tacco d’Italia” che si concentra la maggior parte dei suoi investimenti in centri commerciali, con lo shopping center Barinova a Bari e il retail park Due Mari di Taranto: due opere presentate al pubblico durante l’edizione 2009 di Eire. M. C.

retail&food - ottobre 2009 31

A chiare lettere

TARIFFE AEROPORTUALI:

ultimi anni sono caduti in un circolo vizioso: basse tariffe e bassi investimenti.

un problemaccio, ma non è ora di risolverlo?

Adesioni, perplessità e dinieghi

L

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a débâcle Alitalia, con i debiti non pagati, per esempio i 50 milioni di euro dovuti alla Sea di Milano, e i conseguenti buchi nei bilanci delle aziende aeroportuali, hanno rilanciato l’annosa questione dell’adeguamento delle tariffe aeroportuali, cioè delle tasse di approdo, decollo, sosta, imbarco e cosiddetto «security charge» che le compagnie aeree riconoscono agli aeroporti. Il problema risale al lontano 2006. Fu allora, infatti, che Domenico Di Paola, presidente di Assareoporti, l’associazione confindustriale degli aeroporti italiani, pose la questione, esibendo il forte divario tra le tariffe vigenti nel nostro Paese e quelle applicate negli scali esteri: «Già a ottobre 2005, prima ancora dell’ulteriore riduzione imposta con la legge sui requisiti di sistema, la media delle tariffe europee per un aeromobile era di 1.973,4 euro contro la media italiana di 1.369,3, con un evidente gap per gli aeroporti italiani del 44,1 percento. E il gap non è certamente solo europeo. La tassa passeggeri all’aeroporto Jfk di New York è di 39,95 euro, mentre a Fiumicino è di 7,41; così come la tassa di approdo di un Boeing 767 è di 1.529 euro al Jfk di New York, mentre a Fiumicino è di 821 euro!» La questione non poteva allora, come non può oggi, non allarmare i viaggiatori, per le ricadute che, di sicuro, avrà sul costo del biglietto. Inoltre, divise, e continua dividere, il fronte imprenditoriale. Infatti, Assareoporti lotta per l’adeguamento, mentre Assaereo, la consorella confindustriale delle compagnie aeree, rema contro.

L’idea è, fin qui, piaciuta a quattro aeroporti: Bari, Brindisi, Napoli e Pisa. Con Cagliari, Bologna e Palermo sono aperte le istruttorie e con la milanese Sea l'Enac ha avviato un confronto che pare positivo. Con i quattro contratti già concordati, per esempio, il rincaro per l’utente andrebbe da un minimo di un euro a biglietto a Brindisi e Bari a un massimo di 2 euro a Napoli. Le società di gestione aeroportuale in cambio accelererebbero gli investimenti: circa 432 milioni di euro dal 2009 al 2012 nei quattro aeroporti che hanno aderito al progetto. Napoli impiegherà 133 milioni soprattutto per costruire il nuovo terminal passeggeri; Pisa 106 milioni per rifare l'aerostazione; Bari 97 milioni per l'ampliamento dei locali e il prolungamento della pista; Brindisi 95 milioni per allargare lo scalo. Come si può vedere, tuttavia, la proposta rischia di essere sottoscritta dagli scali medi e piccoli. Se Milano è, infatti, ancora nell’incertezza, la romana Adr, cioè il maggiore scalo nazionale con 38 milioni di passeggeri e, per volontà di Alitalia-Air France, solo e unico hub, i contratti di programma non piacciono per niente. L’aeroporto guidato da Fabrizio Palenzona non esclude di investire e, a riprova, mette in mostra il già speso: negli ultimi due anni circa 250 milioni con una previsione di impiegare un altro miliardo fino al 2017. Tuttavia, preferirebbe che l’adeguamento tariffario fosse legibus soluto. Insomma, ai Benetton piace il modello Autostrade per l’Italia: le tariffe aumentino subito, per gli investimenti si vedrà… Peraltro, sembra molto strano che in un Paese nel quale tutti i prezzi e le tariffe aumentano vistosamente, le uniche che restano ferme, per anni, siano le tariffe aeroportuali.

La proposta Enac In mezzo, l’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile. Il quale, con Consiglio di amministrazione svoltosi prima di luglio, ha cercato di mettere in campo una mediazione: stipulare contratti di programma con le società di gestione degli aeroporti, alle quali verrebbe concessa la possibilità di aumentare le tariffe, qualora si dovessero impegnare su una serie di vincoli concordati, a cominciare da piani quadriennali di investimento: progetti certi e più verificabili rispetto ai prolissi contratti di concessione, spesso fissati per legge, con una durata epocale, dai 25 ai 40 anni. Come sottolinea Vito Riggio, presidente dell’Enac: «La certezza della regolamentazione economico-tariffaria consentendo il recupero dei costi oltre a un equo ritorno sul capitale investito, garantisce al gestore il reperimento delle risorse necessarie al progressivo e continuo sviluppo delle infrastrutture e impianti affidati in concessione, premessa necessaria per poter cogliere le opportunità della futura ripresa economica e condizione per contenere la conflittualità tipica del settore». Con la proposta, l'Enac tenta, quindi, di allentare la morsa che vede convergere basse tariffe con bassi investimenti e, con ciò, prospettare all’utente timoroso un sostanziale miglioramento del servizio. Infatti, gli areoporti, purtroppo, non sfuggono alla regola tutt'altro che aurea delle infrastrutture italiane, dalle autostrade ai porti, dai binari ai valichi, un tempo modello per l'Europa e ormai spesso logori e insufficienti. In particolare gli scali negli

Vitt or io Valenza

NEOCOLONIALISMO:

appare molto diversa e non solo per il ruolo di vero management che le ferrovie della Repubblica francese avranno nella società capeggiata da Montezemolo. Infatti, i 25 treni, per un costo complessivo di 650 milioni di Euro, saranno forniti dalla francese Alstom, i cui legami con lo stato francese sono ben noti e che, per Montezemolo non deve essere una nuova conoscenza, visto che nel 2000 aveva rilevato la Fiat industrie ferroviarie. Una volta acquisito il vettore, le manutenzioni seguiranno. Inoltre anche il sistema informatico di gestione, controllo, prenotazione e biglietteria sarà fornito da Sncf. Quindi, dopo la grande distribuzione, dove di italiano sono rimasti i duellanti Caprotti e Coop, dopo la ristorazione collettiva, dove Pellegrini-Benetton e Coop tengono ancora alta la bandiera, dopo il cosiddetto «facility management», dove le Coop sono ormai sole, dopo l’Alitalia, per il cui salvataggio non sappiamo quale tricolore ringraziare, dopo le vicende Bnl, Intesa e Cariparma, e quelle, non ancora completate,

un problema anche italiano

È

recente l’ingresso, con il 20 per cento delle quote, della Sncf Société nationale des chemins de fer français, cioè delle ferrovie statali francesi, nell’impresa avviata da

Luca Cordero di Montezemolo, Diego della Valle & Co. per fare concorrenza a Trenitalia,

naturalmente sulla sola tratta remunerativa, cioè quella della cosiddetta «Alta Velocità», destinata a mettere ko la mitica navetta aerea Milano-Roma. In concomitanza la Ntv Nuovo Trasporto Viaggiatori, con un comunicato, cercava di tranquillizzare l’opinione pubblica, sempre più allergica all’esterofilia delle nostrane élite economiche: «L’accordo stipulato tra Ntv e le ferrovie francesi non configura alcuna forma di controllo da parte di Sncf e rispetta in pieno

il vincolo della reciprocità, perché le imprese italiane possono fare in qualunque paese europeo, quindi anche in Francia, la stessa operazione». Dello stesso tenore, Altero Matteoli, ministro dei Trasporti e delle Infrastruttura: «Anche le ferrovie italiane dovranno conquistare la loro fetta di mercato europeo».

Apparenza e realtà Per mandare avanti qualsivoglia intrapresa, soprattutto quelle complesse, necessitano capitali e competenze. Ora, sul fronte capitale versato, di sicuro, Sncf è e rimarrà minoranza con il suo 20 per cento di Ntv. Sul piano delle competenze, invece, la cosa

46 retail&food - ottobre 2009

inerenti il business fieristico, aggiungiamo l’ingresso della Repubblica francese nel sistema ferroviario della Repubblica italiana e siamo in attesa del nucleare.

Reciprocità? Insomma, quelle di Matteoli sono delle belle idee. Peccato che, fin qui, se si esclude il caso Enel-Endesa, non abbiamo avuto alcuna evi-

denza empirica della loro realizzabilità, e probabilmente ne avremo ben poche anche in futuro, soprattutto in Francia. Ciò non toglie che le imprese italiane interessate all’indotto sperino nella rapida realizzazione del progetto, che aprirebbe una certa concorrenza anche nel campo, per esempio, della ristorazione a bordo dei treni; non è un mistero infatti che Cremonini, dopo la sconfitta ad opera dei francesi di Wagon Lit nella gara per il servizio sui treni italiani (compensata peraltro da una analoga vittoria sui treni francesi), punti ora ad aggiudicarsi la ristorazione sui treni di V. V . Montezemolo. retail&food - ottobre 2009 47

Outlet, stazioni e aeroporti: la frontiera del retail hi-tech

Elettronica, si cambia canale

53

N

eanche la tecnologia più sofisticata batte la crisi. Il comparto dell’hi-tech, considerato sino a poco tempo fa un’isola felice trainata dalla diffusione dei televisori ad alta definizione e dei “super” cellulari, sembra aver esaurito le batterie. In attesa di ricaricarle, con le vendite nel secondo trimestre dell’anno calate dell’8,8% rispetto allo stesso periodo del 2008 (fonte Gfk), alcune catene della grande distribuzione e vari marchi si sono attrezzati andando a presidiare nuovi mercati. Consolidato il centro commerciale come location più adatta per ospitare le medio-grandi superfici multibrand di elettronica di consumo, stanno diventano sempre più appetibili i canali “secondari” o “alternativi” quali l’outlet, la stazione e l’aeroporto. Proprio queste soluzioni fanno registrare dei risultati migliori rispetto, talvolta, alle stesse aspettative dei promotori e in controtendenza se paragonati alle performance negative del comparto. Individuata quindi una nuova frontiera del retail hi-tech, è doveroso sottolineare che tali iniziative mantengono per ora un

A fronte del calo dei consumi, il mercato tecnologico si sta aprendo a nuove realtà distributive che differiscono per location e per formula dalle tradizionali medie superfici ubicate nei centri commerciali

carattere prettamente sperimentale e sono limitate di numero. Tuttavia siamo certi che in un futuro prossimo questo trend diventerà sempre più consolidato e diffuso, sulla scia di quanto accaduto in altri paesi. Sul fronte dei multimarca, due sono le iniziative particolarmente interessanti. La prima riguarda l’inaugurazione a fine 2008 del negozio da 1.400 mq di Darty, situato presso la stazione metropolitana di San Babila a Milano, che rappresenta un ritorno delle medio-grandi superfici dell’hi-tech nei centri cittadini. Nel caso specifico la location on the move atipica garantisce grande visibilità e affluenza. La seconda vede protagonista la catena internazionale Capi, che presidia l’aeroporto di Roma-Fiumicino Leonardo da Vinci con cinque negozi dislocati nei tre terminal.

UniEuro dimezza il prezzo Con l’obiettivo di completare la propria offerta, UniEuro ha aperto a metà marzo il primo outlet di elettronica in Italia. E per farlo non ha scelto un parco foc, ma lo ha retail&food - ottobre 2009 53

ANNO 4 • NUMERO 10 • OTTOBRE 2009 • € 3,00

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n°46) art. 1. comma 1, DCB Milano

break

retail&food

In primo piano IL CALICE DOLCE

LUOGHI DI VIAGGIO • SPAZI COMMERCIALI

Duty free a Cannes

IL CALICE DOLCE TFWA World Exibition: è ripresa?

Il mercato del viaggio darànumeri da capogiro, sempre piùpersone si sposteranno e lo faranno con frequenza maggiore rispetto a oggi. Gli operatori saranno affamati di prodotti, formati, servizi per chi viaggia. Abbiamo scelto di dedicare la copertina al TFWA World Exibition di Cannes e a Franchising & Trade di Milano. Due manifestazioni che possono dare il polso della situazione. Il calice sarà dolce?

Milano, il franchising in fiera

Beverage: si cambia canale

Dossier aeroporti • r&f International • Venezia Style Informazione globale

11 + 40

Nuovi mercati Elettronica

retail&food - ottobre 2009 3




r&f News CON LA SPESA IL SOGNO DI UNA CASA

Un bilocale di nuova costruzione. È questo il premio messo in palio in un concorso indetto dal centro commerciale Il Ducale di Vigevano. Per partecipare è necessario raccogliere gli scontrini, raggiungere la cifra di 250 euro e imbucare la cartolina. L’appartamento si trova nel vicino comune di Gambolò presso la Residenza Susanne, dotata anche di piscina. Si può partecipare fino al 22 dicembre e l’estrazione è prevista per il giorno successivo. Una tombola durante le domeniche di aperture permette inoltre di aggiudicarsi degli arredi per la casa.

LA CASA DEL DESIGN È RINASCENTE

È stato tutto dedicato agli oggetti di design il piano seminterrato della Rinascente di piazza Duomo a Milano. Il nuovo “Design supermarket” è

IN LOMBARDIA ...mentre commercio sotto IN TOSCANA c’è sorveglianza... spazio per due

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ambia in senso restrittivo la normativa lombarda sul commercio. La l.r. n.9 del 29 giugno 2009 prevede la possibilità da parte dei Comuni di introdurre delle disposizioni limitative nei confronti delle attività commerciali nei centri storici. È poi arricchita la normativa sulle vendite straordinarie, con previsione di sanzioni. Le domeniche in cui si può derogare l’obbligo di chiusura, al di là dei casi previsti (prime domeniche del mese e dicembre) passano da tre a cinque. Tuttavia si potrà stare aperti nell’ultima domenica del mese solo in uno tra maggio, agosto e novembre e non più in tutti e tre. In caso di mancata attivazione di grandi strutture commerciali, dopo due anni di inerzia sarà revocata l’autorizzazione per l’apertura. Tra le novità, vengono definiti i “distretti di commercio” e i Comuni possono individuare territori a forte vocazione commerciale. Muta anche la valenza triennale dei provvedimenti di programmazione commerciale: i limiti temporali sono ora sostituiti da criteri qualitativi. •

S

aranno due i poli della distribuzione sulla costa toscana. La Regione, chiamata a scegliere a chi affidare i 21mila metri quadrati rimasti a disposizione nella fascia costiera, ha decretato che due dei tre concorrenti avranno a disposizione 10.500 metri ciascuno. Sia il megastore di Livorno che il Pisa Outlet Village di Crespina, invece, avevano presentato progetti che prevedevano un utilizzo di 15mila metri quadrati. Escluso, invece, un terzo concorrente, un progetto di Pontedera di ampliamento di un centro commerciale già autorizzato. Il Pisa Outlet Village è un’operazione da 70 milioni di euro, che prevedeva 90 negozi, 650 posti di lavoro diretti e 200 indiretti. Numeri simili per il centro di Livorno. Gli investitori dovranno decidere se ritirare l’offerta o proseguire. A fronte di minori spazi di vendita, infatti, i costi fissi (viabilità e servizi) rimangono invariati. •

Piquadro apre a Barcellona e cambia pelle stato ridisegnato dallo studio di Claudio Silvestrin, che ha previsto scaffali bianchi destinati a ospitare i prodotti di 200 brand. Il prezzo degli oggetti varia da pochi euro a 3-4 mila. L’investimento per i 2mila metri quadrati è stato di 3 milioni di euro. Rinascente ha retto l’urto della crisi: i ricavi del negozio di Milano, infatti, secondo Vittorio Radice, ad di Rinascente, sono in linea con quelli dell’anno scorso. A gennaio una nuova sede sarà aperta a Roma e a febbraio a Palermo.

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P

iquadro arriva al terminal 1 dell’aeroporto El Prat di Barcellona. L’azienda di Silla di Gaggio Montano (Bologna) ha aperto una boutique autonoma, in collaborazione con il retailer spagnolo Áreas. Il negozio, di 154 metri quadrati, è al terzo piano del nuovo terminal, nell’area “airside” (dopo i checkin). La società, da sempre specializzata nella produzione e distribuzione di articoli di pelletteria, secondo i suoi vertici è in trattativa per ampliare la gamma e realizzare

anche prodotti diversi dal proprio core business. Piquadro ha chiuso il secondo trimestre del 2009 con un utile netto di 776mila euro, in calo del 15% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Anche il fatturato consolidato è sceso, nello stesso periodo, da 9,72 a 9,47 milioni (-2,6%). Secondo il presidente e ad della società, Marco Palmieri, tra giugno e luglio si è registrato un incremento delle vendite ed è possibile recuperare i ricavi nella seconda parte dell’anno. •



r&f News CORSIA DI ACCELERAZIONE PER IL TRAFFICO IN AUTOSTRADA

A luglio e agosto il traffico di automobili sulle autostrade è cresciuto del 2,2% rispetto allo stesso periodo del 2008. Nei due mesi, invece, i camion sono diminuiti del 4,4 per cento. Da gennaio ad agosto il traffico generale si assesta a un +1,2% rispetto ai primi otto mesi dello scorso anno. A dirlo sono i dati di Autostrade per l’Italia. Positivo il commento dell’amministratore delegato della società, Giovanni Castellucci: «L’andamento del traffico dei mesi estivi conferma il trend di miglioramento del secondo semestre del 2009. C’è un sensibile ritorno alla crescita dei veicoli leggeri ed è da considerare molto positivamente il progressivo recupero del traffico merci».

FERRERO PREMIA I CONTI DOLCI DEL TRAVEL RETAIL

Dopo due anni di forte crescita nelle vendite, Ferrero promuove la sua divisione dedicata ai negozi nei luoghi di viaggio. Ferrero Trading ha infatti annunciato che la sua divisone di “travel retail” è diventata un’entità commerciale

Per Esprit in Europa è tempo di shopping

S

ulla scorta della crescita a due cifre delle vendite nei mercati di Cina, Medio Oriente e Russia, il gruppo Esprit continua la politica di acquisizione anche in Europa. «La crisi globale sta rivoluzionando il settore immobiliare e per chi, come noi, vuole espandersi nel retail diretto, ci sono tante opportunità»

ha dichiarato Henning Gerbaulet, manager per l’Europa della multinazionale dell’abbigliamento casualwear nata negli anni 70 negli Stati Uniti e oggi quotata alla Borsa di Hong Kong. «Nell’ultimo semestre – ha continuato Gerbaulet riferendosi all’Europa abbiamo aperto 77 punti vendita a gestione diretta, di cui nove megastore, compreso quello sugli Champs Élisées. Continuiamo a guardarci intorno e ci sono diverse città italiane in cui vorremmo aprire dei monomarca». In Italia stiamo crescendo grazie alle partnership con La Rinascente e Coin. A livello globale i ricavi del gruppo nel secondo semestre del 2008 sono stati di 1,9 miliardi di euro, il 3% in più rispetto allo stesso perio• do del 2007.

Stock option BUY

NEUTRAL

SELL

Fabrizio Palenzona

Giannicola Losacco separata, all’interno del gruppo piemontese. La struttura è stata rinominata «Ferrero Travel Market Division» e ha un proprio team di management, guidato dal neo-nominato general manager Giannicola Losacco. La sua funzione sarà quella di guidare lo sviluppo dell’azienda nel travel retail globale. Losacco, che lavora per l’azienda da 14 anni, ha presieduto numerose posizioni all’interno del marketing e del category management.

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Camicissima Inizio d'autunno spumeggiante per Camicissima. Fenicia, la società che produce e distribuisce il marchio, inaugura un flagship store a Milano, un negozio a Modena e ben due punti vendita in aeroporto: a Firenze e al T1 di Malpensa, già presidiato al T2. Giorgio Armani Il re indiscusso del fashion Made in Italy ha fatto sapere di essere tornato in grande forma e di aver guarito l'epatite contratta la scorsa primavera. Una buona notizia per la moda, in un periodo in cui occorre avere fegato. Feltrinelli Il gruppo editoriale milanese punta con sempre più forza sul retail. Dopo aver consolidato i vari formati di bookshop, è stato inaugurato a Milano il primo megastore “LeFel”. Un concept al femminile, ricco di 6.000 articoli e 1.000 diversi brand che mira ad essere un “luogo per menti creative”.

Adr Meglio soli che male accompagnati? Così non pare. Fiumicino non ha approfittato del dehubbing di Malpensa e anzi ha occupato la cronaca estiva con notizie di continui disservizi. Consigliamo una bella iniezione di energia ai vertici Adr, in tempi di crisi... chi si ferma è perduto! Expo 2015 Non si può dire, ma noi lo scriviamo. L'Expo 2015 ha subito un drastico ridimensionamento. Rivisti tutti i progetti, eliminata una buona parte delle realizzazioni, ora si punta su leggerezza, sostenibilità ambientale, strutture flessibili. Come dire che bisogna fare poco, per spendere pochissimo. Speriamo almeno che non si sprechi più nulla, nemmeno il tempo. Mipel e Micam La speranza è l'ultima a morire e non mancano i segnali d'ottimismo, ma per parlare di una ripresa del settore calzaturiero e della pelletteria probabilmente occorre attendere ancora qualche tempo. Chi la dura...

Blockbuster Internet e la tv via cavo hanno cambiato le abitudini dei cinefili da salotto. Lo sanno bene in casa Blockbuster, la società americana ha annunciato la chiusura di 960 negozi, il 13,5% del totale. Basterà? MyAir L'estate ha mietuto un'altra vittima dei cieli: questa volta è toccata alla compagnia aerea MyAir che ha sospeso i voli da un giorno con l'altro, lasciando a terra centinaia di passeggeri. E' in corso un tentativo di salvataggio. Niente da fare invece per la slovacca SkyEurope, definitivamente fallita. Made in Bisogna tutelare il Made in Italy. Bene, giusto, tutti d'accordo, anzi no. Pmi e artigiani contro grandi brand, Italia contro UE, politici contro imprenditori ed ecco il solito nulla di fatto. Cos'è il Made in Italy e chi lo produce sembra non saperlo più nessuno. Difficile tutelarlo.



r&f News VICOLUNGO SI ESTENDE ANCORA UN PO’

L’intero ampliamento della fase 2 di Vicolungo Outlets sarà occupato da un punto vendita di Diffusione Tessile, società nel settore dell’abbigliamento femminile di alta gamma. Lo spazio commerciale appena ultimato si estende su di una superficie di oltre 2.000 metri quadrati di gla. A seguito dell’ampliamento sono stati aggiunti anche 150 posti auto. Vicolungo Outlets, la cui fase 2 è stata inaugurata nell’aprile 2008 ed è costata 3,6 milioni di euro, si articola su una superficie totale di 32.000 metri quadrati di gla e ospita oltre 130 punti vendita.

CON BREK IL BUONO PASTO VALE DI PIÙ

Per due mesi chi ha una carta ricaricabile BrekCard avrà il 20% di sconto su tutti i piatti dei punti vendita Brek Ristorante e Brek Focacceria. La carta può essere richiesta nei ristoranti e la promozione sarà attivabile fino al 31 ottobre. Per poter accedere agli sconti bisognerà caricare la carta con almeno 100 euro, attraverso buoni pasto o contanti.

NEL DIGITAL SIGNAGE ENTRA LA COPPIA NCR-CISCO

Per entrare in Italia nel mercato del digital signage, il fornitore di servizi per il retail Ncr ha annunciato la partnership con Cisco, che assicurerà componenti hardware e software. Ncr si occuperà invece dei servizi di implementazione e dell’infrastruttura di networking. La soluzione di Ncr è un’applicazione “webbased” in grado di gestire, pianificare e rendere attivi i contenuti media digitali e permette il controllo da remoto dei display. Con il digital signage, attraverso degli schermi distribuiti nei punti vendita, vengono veicolati informazioni e messaggi promozionali e pubblicitari.

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L’associazione Forum ATRI, programmare la crescita di Fulvio Fassone, presidente di ATRI (Associazione Italiana Travel Retail) Poco prima dell'inizio del periodo feriale si è tenuto il 3° Forum di ATRI Associazione Travel Retail Italia a titolo: "Affrontare la turbolenza ambientale di mercato: sfide, minacce e opportunità per le attività non avio aeroportuali". Organizzato come ormai da tradizione con il prezioso contributo del prof. David Jarach, l'ospitalità di SAB società di gestione dell'Aeroporto di Bologna, la collaborazione di Autogrill e con la partecipazione di numerosi "testimonial" del settore Non Aeronautico Aeroportuale, i temi affrontati hanno messo in rilievo alcune direttrici che questo comparto sembra seguire nell'evoluzione e nello sviluppo dei ricavi commerciali aeroportuali. Svolti nella forma di workshop, attraverso due tavole rotonde, questi temi sono stati sintetizzati all'interno di due filoni principali: la crisi in corso, trampolino per lo sviluppo e l'evoluzione del settore Non Aeronautico e la minaccia del “One baggage only”: la tendenza dei vettori a limitare l'imbarco del bagaglio a mano. In entrambi i momenti il confronto è stato vivace e ricco di interventi da parte degli ospiti e del pubblico. I punti chiave che delineano gli orientamenti dei protagonisti del convegno si possono riassumere in: • crescita quantitativa o qualitativa del business commerciale aeroportuale? A fronte di un trend di crescita costante del traffico passeggeri sul medio lungo/periodo potrebbe esserci la tentazione di regolare lo sviluppo sull'incremento di scontrini più che sull'innovazione di prodotto; è quindi opportuno riflettere sulla rimodulazione dell'offerta che deve essere sempre più allineata al diverso e mutevole profilo dei clienti che il mercato aeroportuale sta assumendo. Infatti si diffonde la consapevolezza che non si può più parlare, soprattutto per le strutture hub e regional hub di "Aeroporto" ma di "Multi Aeroporto" per la diversificata ed eterogenea composizione del mercato che l'offerta dei vettori, low cost, low fare ecc. sta sempre più delineando. • attenzione alla logistica dei flussi e alle infrastrutture: la spesa per passeggero cresce laddove le strutture in termini di dimensioni, layout, flussi sono adeguati. Le analisi condotte da ATRI testimoniano che, indipendentemente dai volumi di passeggeri, gli aeroporti con infrastrutture adeguate dimensionalmente e percorsi di flusso razionali hanno una spesa per passeggero più alta. • modello organizzativo: assistiamo all'evoluzione sempre più marcata dell'organizzazione aeroportuale che vede la compresenza di "due aziende", settore avio e settore non

avio e laddove il non avio diventa preponderante (Venezia in Italia e alcuni esempi in Europa come Dublino), l'assetto organizzativo aziendale subisce una trasformazione profonda e radicale. • attenzione all'influenza sempre più preponderante delle scelte di marketing dei vettori (“one baggae only”, accordi con parcheggi concorrenti etc) e all'impatto (negativo) sui ricavi non aeronautici. Proprio su quest'ultimo tema e in particolare sulla limitazione nell'imbarco del bagaglio a mano, il dibattito dell'ultima parte della giornata è stato intenso e ha visto contrapporsi le esigenze di sempre maggiore efficienza richieste dai vettori low cost agli scali con la necessità di preservare i ricavi delle attività non aeronautiche, preziosa fonte di ritorno rispetto agli investimenti che proprio gli scali a maggior vocazione low cost mettono in campo con questa particolare tipologia di vettori. Per venire poi a temi più immediati, la crisi generale sembra aver rallentato la sua caduta e i dati di traffico e di vendite degli ultimi mesi confermano questa tendenza: Nello scorso aprile 2009 l'andamento del Travel Retail europeo faceva segnare un -10,8% complessivo contro un -10,4% del traffico preso in esame con una fortissima inclinazione della curva di trend iniziata nell'ottobre precedente. Questa curva nel corso dei mesi successivi e nonostante un miglioramento dei dati di traffico si è sostanzialmente stabilizzata. I primi dati, non ancora definitivi, che riguardano il mercato Italiano fanno segnare una diminuzione dei ricavi retail aeroportuali intorno all'11% tra gennaio e giugno, contro un -8,6% del traffico dei primi 15 scali italiani per numero di passeggeri: una decrescita dunque più che proporzionale ma una tendenza alla stabilizzazione. I mesi del picco estivo, luglio e agosto, sembrano aver invertito la tendenza e il traffico passeggeri si avvia a tornare in lieve crescita in agosto, seppur controbattendo cifre già negative nel 2008. Ugualmente i primi ritorni sui ricavi non aeronautici sembrano mostrare un ritorno al segno più. L'ultima parte dell'anno potrebbe segnare il definitivo assestamento del comparto che dovrebbe avviarsi a riprendere il suo trend positivo nella prima parte del 2010. La spesa per passeggero continua invece la sua discesa a livello europeo, sintomo non tanto di crisi quanto di cambiamento del mercato che vede sempre piùprotagonisti gli scali regionali e i vettori low cost con un profilo di clientela diverso: più giovane, meno spendente, più turistico e meno business, meno frequent flyer e che, come emerso dal Forum, necessita di analisi e attenzione particolari.

ETRC Index - Vendite per categoria settore Travel Retail/Duty Free I semestri 2009 VS I semestri 2008

Fonte: ETRC Index 100 = 2008

-2,10%

-7,60% -8.80%

-8,70% -9,40% -11% -12,90%

-15,80%

Vini & Liq.

Profumeria

Sigarette

Food & Dolciumi

Abb.to & Acc.

-18,20%

-17,60%

Gioielleria & Orologi

Altri

Media

Traffi co Pax

Spesa per Pax


Sulla Croisette torna il Tfwa

Duty free in mostra a Cannes

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resso il Palais des Festivals, si scaldano i motori per l’evento dell’anno dei settori duty free e travel retail: dal 19 al 23 ottobre parte l’edizione 2009 del Tfwa World Exhibition. Giunta al 25esimo anno, la fiera è l’esibizione principale della Tax Free

World Association Members, l’as-

sociazione internazionale di riferimento per le aziende dei due comparti. Prenotare uno stand al Palais des Festivals, dove l’evento si svolge da tradizione, è difficile, ma la partecipazione considerata irrinunciabile da migliaia di compratori,

rappresentati di società di gestione aeroportuale, agenti, distributori e fornitori. Le aziende presenti con propri stand sono 500 (tra cui decine quelle italiane) in rappresentanza di 3mila brand di primo piano. Le new entry di quest’anno sono 84 aziende, in maggioranza dei

settori della moda-accessori e dei profumi-cosmetici, i beni più rappresentati nella fiera assieme ai liquori, ai tabacchi, alla gioielleriaorologeria, agli oggetti per la casa, al “fine food” e agli articoli da regalo. Sono attesi circa 5mila visitatori da 140 paesi. Tra i partecipanti, come si ricava dai dati dello scorso anno, la maggioranza è costituita da agenti (il 36%), operatori dei comparti duty free e travel retail (il 25%) e produttori (27%). Solo la metà di loro proviene da paesi dell’Unione europea, a conferma del carattere internazionale della fiera. Nelle giornate sono previste delle conferenze, che vedranno presenti rappresentanti del settore, ma anche personalità esterne: nella mattinata di lunedì 19 ottobre, per esempio, a un incontro sullo stato di salute e sulle prospettiive del settore, parleranno anche Jacques Attali, presidente dell’omonima commissione francese per le riforme, e il cantante-attivista Bob Geldof. Info: www.tfwa.com

retail&food sarà presente al Tfwa World Exhibition di Cannes, ci trovate presso lo stand della Dufre, Blue Village B8/C5.

A Francoforte disco verde per il terzo terminal

A novembre a Milano

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el 2011 saranno realizzati il terzo terminal e quarta pista dell’aeroporto di Francoforte. È infatti arrivato il via libera dal tribunale amministrativo dell’Assia all’ampliamento dello scalo. L’investimento previsto è di 4 miliardi di euro e la realizzazione è attesa nell’inverno del 2011. È invece stata respinta la richiesta di voli notturni supplementari. Il Flughafen-Rhein-Main, con i sui 53 milioni di passeggeri (nel 2008), è il più grande aeroporto della Germania, il terzo in Europa e l’ottavo nel mondo. Le previsioni per il 2020 sono di 88 milioni di passeggeri. Il nuovo terminal sarà realizzato nella parte sud dell’aeroporto. •

Il “think tank” del travel retail i terrà presso La Triennale di Milano il prossimo 4 Novembre, dalle 9:00 alle 13:30, il primo Convegno internazionale di POPAI Italia dedicato al tema del Travel Retail e rivolto alla business community, dal titolo "TRAVEL RETAIL: blurring the boundaries of commerce" (Travel retail: oltrepassando i confini del commercio). Scopo dell’evento sarà evidenziare le profonde trasformazioni che stanno interessando le attività commerciali all’interno dei luoghi di transito. Aeroporti, porti, parchi a tema, downtown, factory outlet e stazioni ferroviarie sono oggi punti strategici e nevralgici per la distribuzione di prodotti e l’apertura di nuovi punti vendita: al loro interno le superfici Retail assumono connotazioni del tutto particolari rispetto ai canali di vendita tradizionali che devono essere sfruttate e valorizzate se si vuole soddisfare una domanda di beni e servizi in continua crescita. Tutti temi cari a retail&food che, naturalmente, sarà presente come media partner dell'iniziativa. Tra i relatori Andrea Belardini di Nuance Group, Fulvio Fassone di ETRC, Stefano Mereu di Grandi Stazioni e Stefano Sardo di Librerie Feltrinelli, Fabio Trabucchi di InStoreFactor. Da segnalare infine l'interessante formula dello speed matching che consentirà alle aziende sponsor (tra cui MyChef e Retail Group) di offrire una brillante presentazione delle proprie attività per il travel. Info (Popai): 02 76016405 - www.popai.it

retail&food - ottobre 2009 11


r&f News MISS SIXTY IN CROAZIA GIOCA LA CARTA DEGLI ACCESSORI

Inaugurati in Croazia due punti vendita a insegna Miss Sixty Accessories. Uno a Zagabria, di 70 metri quadrati all’interno del City Center One e l’altro a Spalato, 80 metri quadrati nella centralissima piazza Bana Jelacica. Miss Sixty, tradizionalmente focalizzata sul denim, sta dedicando spazi ad hoc agli accessori: borse, piccola pelletteria,

Modi&Moda si accomoda da Fashion network

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L

a società di consulenza Brd Consulting e l’azienda partner G&O hanno coinvolto l’Area RM 1 del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) in un

12 retail&food - ottobre 2009

to dal fondo di private equity Abacus. Con gli 11 negozi di Modi&Moda acquisiti Fashion network passa a 120 spazi commerciali su oltre 55mila metri quadrati complessivi in Europa. •

ashion network ha acquisito il 100% di Modi&Moda. Le aziende operano entrambe nel settore della moda, ma su segmenti diversi. Fashion network, con sede a Torino, è un gruppo specializzato nella distribuzione di grandi marchi della moda italiana e internazionale attraverso negozi multibrand e outlet. Modi&Moda, di Arezzo, è una catena di grandi superfici commerciali d’abbigliamento del gruppo Confitalia, di proprietà della famiglia Moretti. L’operazione è avvenuta tramite un aumento di capitale: la famiglia Moretti ha conferito il 100% di Modi&Moda in cambio del 4,2% del capitale del gruppo torinese. La famiglia potrà nominare un proprio rappresentante nel cda. Fashion network, creato negli anni passati come una divisione Multibrand di Mariella

Franchising senza segreti grazie a Brd Consulting

scarpe, gioielli, orologi, profumi, occhiali da vista e da sole. Il piano di espansione internazionale della rete distributiva dedicata agli accessori è stato avviato con il primo store a Madrid, seguito da quelli di Shangai, Odessa e Dubai. Una nuova apertura è prevista a Zagabria nel 2010, presso lo shopping mall Arena Center.

Burani Fashion Group, dal giugno 2007 è stato rileva-

progetto legato al marketing georeferenziale. La Brd Consulting, attraverso la controllata Geofranchising, ha un database che consente di visualizzare in modalità geografica le 1.100 insegne e i 51mila punti vendita in franchising operanti in Italia. La G&O è invece specializzata nelle applicazioni di geomarketing. Unendo a queste competenze il know how matematico del Cnr, si realizzeranno degli indici per valutare le performance delle reti distributive. •

Il film di Gallarate gira anche a Dubai

L

a pellicola per proteggere le valigie della Securbag sbarca a Dubai. L’azienda di Gallarate ha infatti vinto la gara per gestire una postazione nello scalo dell’emirato arabo. Con un centinaio di postazioni distribuite in 36 aeroporti di 13 stati, la Securbag è, come assicura il fondatore Fabio Talin, il leader mondiale nel settore. Fu lo stesso Talin, nel 1991, a brevettare il sistema, già in uso in ambito industriale: una pellicola che avvolge i bagagli in partenza per prevenire urti, manomissioni e furti. Nel prezzo è anche compresa una polizza assicurativa. Le prime postazioni furono installate negli scali di Malpensa e Linate e negli anni la presenza si è estesa ai principali scali italiani, oltre che in America Latina, Spagna, Portogallo, Turchia e Singapore. La crescita della Securbag è sintetizzata dai numeri: nel 2008 il fatturato è stato di 20 milioni di euro, mentre per il 2009 le previsioni si avvicinano ai 30 milioni.


Firenze, l'aeroporto apre al lusso

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ntro la fine di settembre è prevista l’apertura dei quattro punti monomarca fashion (abbigliamento e accessori) in regime di duty free, un nuovo significativo passo verso nel segno della specializzazione high level per l'aerostazione di Peretola. In dettaglio, le aperture riguardano i brand Scervino, donna e bambina; Ferragamo, uomo donna; Etro, uomo donna; Zegna, uomo. Saranno disponibili circa 40 mq per ciascun punto vendita, per un totale di 160 mq, gestiti direttamente da Adf, la società di gestione dello scalo. La realizzazione della nuova area del lusso è parte di una più ampia strategia commerciale voluta da Adf, che ha visto l’apertura nel 2007 del primo Duty Free Food & Wine a gestione diretta e nel 2008 del Duty Free Beauty. •

Genova scommette sui jet a cinque stelle

L

’aeroporto di Genova sta progettando un nuovo terminal dedicato agli aerei privati e ai charter. L’obiettivo è di attrarre sia gli uomini d’affari sia i turisti facoltosi. Dagli attuali 10mila passeggeri “vip” si dovrebbe passare a 30mila, una cifra che porrebbe il “Cristoforo Colombo” al terzo posto in Italia per questo tipo di business. Secondo il direttore dello scalo, Paolo Sirigu, per questo tipo di clientela servono servizi accessori indispensabili quali prenotazione delle limousine e dei grandi alberghi, traduzione, catering dedicato, ricovero degli aerei privati negli hangar. Per questo già tra la fine dell’anno e l’inizio del 2010 sarà bandita una gara per individuare il soggetto che si prenderà l’incarico di gestire il nuovo terminal dedicato ai servizi di aviazione generale. • retail&food - ottobre 2009 13


r&f News

Più attenti al “Lupo”

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orniamo a parlare di questo originale concept che ha il merito, per così dire, “storico” di avere focalizzato per primo (in anticipo su prima dei Rossopomodoro , Fratelli La Bufala ecc.), l’attenzione sulle tradizioni della cucina regionale italiana e di averle applicate ad una formula a catena. Come abbiamo già scritto, il suo pregio principale è costituito dalla genuinità delle ricette e delle materie prime impiegate: vari tipi di pasta con intriganti ragù, caciucco alla livornese, ribollita, pappa col pomodoro, tagliata di chianina, molto olio di oliva e niente burro, pecorino di fossa, lardo di Colonnata, finocchiona, salumi di Cinta Senese, vini toscani tra cui troneggia il Chianti. E poi naturalmente, per seguire un po’ anche i gusti delle nuove generazioni, pizze, panzerotti, focacce semplici e farcite, pane casereccio, dolci e torte con-

14 retail&food - ottobre 2009

GRUPPO LUPO - SINTESI DI BILANCIO AL 30.09.2008

€ fezionate sul posto e così via. Il secondo elemento che caratterizza i locali è costituito dall’ambientazione, che forse meglio potremmo chiamare scenografia. Il suo creatore Fabio Bucciantini infatti ha voluto ricreare l’atmosfera della piazzetta di un piccolo borgo delle colline toscane, nella quale si affacciano il panettiere,il salumaio, il lattaio, il pasticciere, la piccola osteria... Un ambiente che si anima a mezzogiorno, ma che conserva una buona attrattività anche nelle ore di merenda e che naturalmente può esplodere alla sera, nella quale possono formarsi allegre tavolate che ritrovano nel locale tutti gli elementi ludici caratteristici del luogo di ritrovo serale. La creazione e la diffusione di questa formula ha ovviamente richiesto consistenti investimenti, sia in termini di risorse umane, sia in termini finanziari. Si consideri anche il fatto che Bucciantini

Ricavi Materie prime Costi del personale Costi operativi Ebitda Utile ante imposte Utile netto Patrimonio netto Debiti totali Crediti totali Attività finanziarie Disponibilità liquide

desiderava che il prezzo all’utente fosse adatto a una formula di massa. Tuttavia lo sforzo finanziario è stato adeguatamente supportato: se consideriamo non il bilancio delle singole location e delle società operative, come abbiamo fatto sul numero 3 di retail&food (marzo 2009), ma il bilancio consolidato (il gruppo proprietario ci ha fornito la sintesi di bilancio al 30.09.2008) si può

12.930.871 4.243.621 4.663.263 2.829.694 1.194.293 470.139 129.565 3.377.515 4.691.430 2.163.460 834.212 1.109.671

% 32,8% 36,1% 21,9% 9,2% 3,6% 1,0%

constatare che il patrimonio netto è solido, i debiti ammontano a 4,7 milioni a fronte di crediti ed attività liquide per 5,3 milioni, il fatturato di quasi 13 milioni genera un utile ante imposte di 470.000 euro. Ovviamente si può sempre migliorare: ma già questi dati definiscono il “Lupo” come un buon esempio del “made in Italy”. •


Chic & cheap, il temporary esplode

Q

uanto costa allestire un temporary store? Dai 100mila ai 600mila dollari al mese (quindi dai 70mila ai 420mila euro circa). Alla domanda ha risposto la società di ricerche Destination Media Group, citata dall’Economist di recente. Un investimento che a sempre più gruppi appare sensato: Prada, Gucci e Uniqlo sono solo gli ultimi marchi

che hanno seguito questa strada. Tra i vantaggi c’è la capacità di attirare consumatori e media (senza ricorrere a campagne pubblicitarie costose) e la possibilità di comunicare la creatività di un marchio. Come ha spiegato al Sole 24 Ore Stefano Cantino, direttore marketing del gruppo Prada, la formula ha anche il vantaggio di essere legata all’idea di esperienza, dive-

PER I PRIMI TEMPORARY GUCCI FA IL GIRO DEL MONDO Stefano Cantino

Sono le scarpe sneakers le protagoniste del primo temporary store di Gucci. La formula del Gucci IconTemporary sarà inaugurata

nuta centrale negli anni, e di permettere di testare l’interesse di un certo pubblico per un marchio senza commissionare complesse ricerche di mercato. •

Autostrade, l’integrazione di Podestà

I

l neo-presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà (Pdl) ha dichiarato che bisogna puntare a una «integrazione tra Provincia, Comune e Intesa Sanpaolo per finanziare il polo autostradale e valorizzare le proprie quote nella catena di partecipazioni incrociate». La mossa sarebbe utile soprattutto in una congiuntura in cui serve reperire una massa finanziaria imponente. «Immaginiamo – ha detto Podestà - in modo integrato le quote che Provincia, Comune di Milano e Intesa Sanpaolo possiedono nelle società autostradali coinvolte: arriveremmo al 71% di Serravalle, all’88% di Autostrade lombarde, al 60% di Tem e al 94% di Pedemontana. È questa la strada, sfruttando i buoni rapporti con Palazzo Marino». Esclusa, invece, la possibilità di quotare la Serravalle.

A Soratte la moda non si ferma

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ontinua ad allargarsi, nonostante la contrazione generale dei consumi, l’offerta del Soratte Outlet Shopping, a nord di Roma. Entro il 15 ottobre 2009 sono previste le aperture dei punti vendita dei marchi di abbigliamento Twin-Set, Pancaldi 1888 e Lanificio di Tollegno, che vanno ad aggiungersi alle recenti inaugurazioni dei negozi Kelémata e Pompea. Il centro commerciale, la cui architettura si rifà alla Villa Adriana di Tivoli, arriverà a quota 54 punti vendita. •

Primi passi per Fiumicino da 100 milioni di passeggeri

S

e le previsioni saranno rispettate, lo scalo romano di Fiumicino sarà raggiunto ogni anno da 50 milioni di passeggeri nel 2017 e da ben 100 milioni nel 2044. In questa prospettiva il consiglio di amministrazione di Aeroporti di Roma, lo scorso agosto, ha deciso di indire una gara internazionale per scegliere la società di ingegneria che realizzerà il masterplan del nuovo scalo. Si tratta della mappa di piste, terminal, alberghi, parcheggi, raccordi ferroviari. Lo sviluppo è previsto a nord dello scalo, dietro Fregene e Maccarese. Solo dopo la stesura del masterplan, sarà il turno della progettazione degli edifici, piazze, giardini e fontane da parte degli architetti di grido. Attualmente sono invece in fase di conclusione i lavori per il Molo C dello scalo, in grado di accogliere da solo otto milioni di passeggeri. •

il 23 ottobre a New York, dove il negozio rimarrà aperto per due settimane, per poi spostarsi a Miami, Londra, Parigi, Berlino, Hong Kong e Tokio. Tre aperture permanenti si sono invece succedute in Oriente: a Ekaterinburg, Russia, a Baku, in Azerbajan e in Arabia, nello shopping center El Khayyat di Jeddah. Tutte le nuove inaugurazioni presentano il concept store messo a punto dal direttore creativo di Gucci Frida Giannini, caratterizzato dall’ampio uso di spazi aperti, materiali lussuosi e luce naturale.

CONNESSIONE TOTALE NEGLI SCALI MILANESI

Tutte le aree di sosta e di transito dei passeggeri degli aeroporti di Linate e Malpensa saranno coperte entro dicembre 2009 dalla connessione internet wi-fi. Lo ha reso noto la Sea, secondo cui verranno installati nuovi access point per il wi-fi e 36 totem multimediali che consentono anche a chi non ha un computer di collegarsi al web. Per il wi-fi il collegamento al provider (ne sono disponibili una decina) sarà in modalità ”free” e sarà possibile acquistare, con carta di credito, un tempo di connessione a scelta. Presso le sale del Club Sea di Linate e Malpensa il servizio sarà fruibile gratuitamente dopo essersi registrati.

retail&food - ottobre 2009 15


r&f News PRESTO ROTTE PIÙ BASSE PER GLI ELICOTTERI

Si riuscirà a rafforzare il traffico di elicotteri privati negli aeroporti se non a creare dei nuovi terminal dedicati? Di certo presto gli elicotteri, in caso di avverse condizioni meteorologiche, potranno svincolarsi dall’utilizzo dello spazio aereo Ifr classico che normalmente utilizza quote medioalte. Lo scorso 28 luglio si è infatti conclusa positivamente la prima fase di sperimentazione mirata alla qualificazione di una rotta Ifr a bassa quota che attraversa la pianura padana da Torino a Venezia. La sperimentazione è frutto della collaborazione tra Enac, Enav e AgustaWestland, con il supporto dell’Aeronautica militare.

DAMIANI CERCA L’AMERICA

Obiettivo America per il gruppo Damiani, produttore di gioielli di alta gamma e di design. L’azienda sta studiando l’acquisizione di una quota minoritaria ma consistente nel capitale di una delle principali catene di gioiellerie attive sul mercato nordamericano. Lo scopo sarebbe quello di rafforzare la propria presenza negli Stati Uniti e nel Canada. Dai due paesi attualmente provengono ricavi solo per 912mila euro, pari al 2,7% del fatturato totale (33,4 milioni). L’operazione seguirebbe la recente acquisizione del 100% di Rocca (catena di orologeria e gioiellerie) e il rilancio del marchio Calderoni 1840.

16 retail&food - ottobre 2009

cosa occorre sapere per... A cura dello Studio Legale Cocuzza & Associati di Milano

La clausola di non concorrenza

È

assai frequente che nei contratti dei centri commerciali la proprietà del centro pretenda l’inserimento nel contratto di una clausola che vieta all’operatore di aprire un altro esercizio in concorrenza nell’ambito di una determinata area geografica. Talvolta si arriva anche a vietare le aperture da parte degli operatori commerciali su aree geografiche veramente molto estese (ad esempio ad oltre 100 km dal centro commerciale). La necessità di inserire una clausola del genere nei contratti è sorta ed è stata determinata dall’intensificarsi dei shopping center soprattutto nel Nord Italia, dove alcuni centri sono localizzati a distanza di pochissimi chilometri l’uno dall’altro e dalla sempre più forte competizione fra i medesimi, finalizzata ad avere quasi in esclusiva le insegne più importanti che richiamano clientela. C’è da chiedersi, tuttavia, (i) se questa clausola, fortemente voluta dalle proprietà dei centri commerciali, sia effettivamente valida ed efficace e (ii) che rischi corrano le parti inserendo nel contratto una clausola che potrebbe non essere valida. Sotto il profilo della validità della clausola, occorre in primo luogo rilevare che imporre ad un operatore commerciale un divieto assoluto di apertura di un proprio esercizio commerciale in un determinato territorio è atto contrario al principio di libera concorrenza, principio ampiamente tutelato nel nostro ordinamento a livello costituzionale e non solo. E infatti anche la nostra normativa statale che regola la libera concorrenza (“Legge Antitrust”) prevede espressamente la nullità di tutte le intese fra aziende che mirano a restringere ed alterare in maniera significativa la libera concorrenza in una determinata zona. Non è certamente questa la sede per dilungarsi sui criteri per verificare nei singoli casi quando il principio di libera concorrenza possa dirsi violato da un’intesa restrittiva, quando cioè tale intesa restringa o alteri in maniera signifi-

cativa la libera c o n c o r re n z a : certo è che, ogni volta che concreto in viene ravvisata una tale violazione la relativa clausola contrattuale è da ritenere radicalmente nulla e, come tale, inefficace, non applicabile e comunque potenzialmente in grado di invalidare l’intero contratto stipulato fra le parti. Alla luce di quanto sopra viene allora da chiedersi se sia veramente utile inserire nei contratti di affitto dei centri commerciali una tale pattuizione. E infatti il rischio è innanzitutto quello di indebolire la validità del contratto, inserendo una clausola che potrebbe essere contestata dall’operatore commerciale e potrebbe, all’esito di un giudizio, essere dichiarata nulla rischiando altresì di invalidare l’intero contratto. D’altro canto e in aggiunta a quanto sopra, occorre considerare anche una ulteriore conseguenza che potrebbe derivare alle parti dall’inserimento di una tale pattuizione. E infatti, ove l’Autorità Antitrust ricevesse una denuncia o si attivasse autonomamente, in forza dei poteri di indagine che le sono riconosciuti dalla Legge Antitrust, le parti potrebbero subire un procedimento il cui esito – ove venisse riconosciuta l’intesa restrittiva - potrebbe portare all’applicazione di sanzioni amministrative pecuniarie anche rilevanti (non inferiori all’1% del fatturato). Avv. Giulia Comparini Per informazioni e quesiti gli Avvocati Giulia Comparini gcomparini@cocuzzaeassociati.it e Alessandro Barzaghi abarzaghi@cocuzzaeassociati.it saranno lieti di rispondervi.



r&f News finanziarie dalle borse mondiali

Benetton gioca d’anticipo

Il Ceo Gerolamo Caccia Dominioni fa professione d’ottimismo sulla tenuta dei conti a fine 2009, malgrado il primo semestre abbia fatto registrare un Ebit in flessione, da 116 a 43 milioni. E di risultati positivi c’è gran bisogno ai piani alti della catena di controllo del Gruppo; infatti la famiglia ha dovuto svalutare la partecipazione in Autogrill, tanto che Schematrentaquattro ha chiuso il 2008 con una perdita di 459 milioni di euro.

Il capitale di Mariella Burani Ralph Lauren si consola La griffe americana ha chiuso il primo trimestre con un calo di vendite vicino all’8%, mentre l’utile operativo arretra di quasi il 20%. Tuttavia il management della società è ottimista: la situazione, nel resto dell’anno, non dovrebbe ulteriormente peggiorare, ed anzi si intravede qualche sintomo di ripresa. Correlativamente a questo ottimismo, il titolo sta segnando in borsa un guadagno del 40% da inizio anno. Del resto, il mercato americano sta vedendo crisi anche peggiori: i negozi di Abercrombie & Ficht, per esempio, registrano un calo di vendite vicino al 30%.

Richemont vola in borsa ma soffre in America Solo la Cina, con un aumento delle vendite del 5%, sta dando qualche soddisfazione alla casa svizzera, che ha visto le sue vendite calare in tutto il mondo, con addirittura un crollo nelle Americhe del 36%: Per questi motivi il presidente Johann Rupert ha annunciato un’ulteriore stretta sui costi, sperando che basti, in attesa della fine del tunnel. Questa crisi comunque non tocca la quotazione borsistica (19,70 euro, in crescita del 46% dal primo gennaio).

Safilo e Luxottica cercano fondi Non ha trovato ancora soluzione la crisi finanziaria del secondo produttore mondiale di occhiali, che presenta un indebitamento di 618 milioni. I fondi Pai e Bain Capital, che avevano preannunciato il loro interesse a partecipare alla ricapitalizzazione hanno viceversa rinunciato alla partita. Pare che Roberto Vedovotto, amministratore di Safilo, stia cercando di rinegoziare innanzitutto un allungamento delle scadenze delle licenze più importanti (specie quella con Armani), in maniera da presentarsi ai prossimi candidati finanziatori con un credibile piano consolidato. Nel frattempo l’altro produttore italiano di occhiali, Luxottica, sta facendo provvista di liquidità, probabilmente ricorrendo a un prestito a tre anni e all’emissione di corporate bond, il tutto per un controvalore di 1,3 miliardi.

18 retail&food - ottobre 2009

Il primo semestre non solo ha registrato perdite importanti (Ebit negativo per 140 milioni), ma ha addirittura portato in rosso anche il patrimonio netto di Mariella Burani. La Mazars, società di revisione, non ha certificato i conti e pertanto il titolo, arrivato a quotare 2,5 euro contro i 10,16 dell’inizio dell’anno, è stato sospeso in borsa. Questi avvenimenti mettono in secondo piano il progetto di ristrutturazione che con fatica stava portando avanti il nuovo amministratore Gabriele Fontanesi, basato su dismissioni per 50 milioni e su un pari aumento di capitale: diviene ora prioritario ripianare subito le perdite, azzerando il capitale sociale, con buona pace degli incauti investitori.

Grande spolvero di Autogrill Il primo semestre è andato secondo le attese: ricavi in crescita del 4,5% ma solo grazie al consolidamento degli ultimi acquisti, Aldeasa e WDF; l’utile operativo è invece leggermente sceso, da 34 a 29 milioni. Ora però, sostiene il management, il grosso della crisi è passato, e si intravede qualche segnale di ripresa: un lieve aumento dei ricavi nella ristorazione e un miglioramento dei margini. Anche sul fronte finanziario sono diminuite le preoccupazioni: i covenant sono stati rispettati, anche grazie alla mancata corresponsione dei dividendi nell’ultimo esercizio. Il titolo sta vivendo un grande momento in borsa, con una quotazione in aumento del 54%.

Burger King corre, anzi arretra Sta andando controcorrente il secondo colosso americano dell’hamburger. Infatti ha chiuso il bilancio del quarto trimestre con 59 milioni di dollari di utile, in crescita del 16%, malgrado una lieve diminuzione dei ricavi. Ciononostante il titolo viaggia in territorio negativo, avendo perso il 20% dall’inizio dell’anno.


Indice retail&food2009 E’ toro in tutto il mondo n borsa l’estate ha portato euforia. Tutti gli indici hanno messo a segno notevoli progressi, sia l’italiano Ftsemib (da 102,19 a 116,54) sia il mondiale Msci, passato da 227 a 279. Ma l’indice retail&food ha fatto assai meglio, passando da 114,04 a 136,94: ciò significa che in meno di due mesi l’aumento è stato del 20%. Il merito va tutto al comparto del retail dove,

I

a parte il caso di Mariella Burani, titolo sospeso ad agosto, non mancano exploit da segnalare, come quelli di Bulgari, Nike, PPR e Swatch, quest’ultimo il miglior performer in assoluto dal primo gennaio, nonostante le tensione sul debito accusata da molti analisti. Continua invece a deludere il comparto Food, nel quale tuttavia dobbiamo rilevare l’eccezionale avanzata di Autogrill, che ha oramai aumentato del 50% il suo valore dall’inizio dell’anno.

MERCATO HOLDING

31-12-2008 09-09-2009

PRINCIPALI SOCIETA'/ MARCHI POSSEDUTI

AUTOGRILL BURGER KING HLDGS DARDEN FESTAURANTS DINEEQUITY FLO GROUPE MCDONALD'S PAPA JOHN'S STARBUCKS YUM BRANDS INDICE FOOD AEFFE ADIDAS BENETTON GROUP BULGARI DAMIANI GEOX HUGO BOSS INDITEX LUXOTTICA LVHM

Hms Host, Aldeasa,Alpha Group, World Diuty Free

Italia Nyse Nyse Nyse Francia Nyse Nyse Nyse Nyse

Red Lobster, Olive Garden Applebee's, House of Pancakes Bistro romain,Hippopotamus, Maitre Kanter

KFC, Pizza Hut, Taco Bell Alberta Ferretti,Moschino, Pollini Reebok United Colors, Sisley

Valentino, Permira Zara, Pull and Bear,Massimo Dutti Louis Vuitton,Moet Chandon,Hennessy, Fendi, Dior, Zenith, Guerlain Antichi Pellettieri,Braccialini, Facco Gioielli

MARIELLA BURANI NIKE PPR RALPH LAUREN RICHEMONT SAFILO GROUP STEFANEL SWATCH GROUP TIFFANY & CO TOD'S INDICE RETAIL INDICE RETAIL&F00D FTSEMIB MSCI ALL COUNTRY

Puma, Fnac, Gucci, Redcats,Conforama Polo LR, RL Watches Vacheron Constantin, Cartier, Dunhill

Omega,Longines,Tissot Valentina, Elsa Ferretti, Paloma Picasso Hogan, Fay

QUOTAZ. DI BORSA

Italia Xetra Italia Italia Italia Italia Xetra Xetra Italia Francia Italia Nyse Francia Nyse Xetra Italia Italia Xetra Nyse Italia

5,37 18,18 20,96 9,00 2,77 46,26 13,71 14,47 23,43 100,00 0,67 27,09 6,10 4,42 0,83 4,36 14,40 31,33 12,67 44,77 10,16 39,47 46,60 33,78 13,45 0,60 0,30 86,00 17,58 30,09 100,00 100,00 19,46 227.683

INDICI

8,32 12,47 23,56 16,73 3,28 38,79 16,29 13,24 23,59

154,93 68,59 112,40 185,89 118,41 83,85 118,82 91,50 100,68 101,37 85,07 122,59 110,49 113,80 137,35 135,09 137,92 122,15 138,91 151,31

0,57 33,21 6,74 5,03 1,14 5,89 19,86 38,27 17,60 67,74 2,50 55,24 83,35 47,38 19,70 0,45 0,37 156,44 25,53 44,90 631,91

24,61 139,95 178,86 140,26 146,47 75,00 123,33 181,91 145,22 149,22 148,80 136,94 116,54 122,79

22,68 279.591

L'indice Generale Retail&Food è ponderato nella misura di 1 (food) a 3 (retail) per tener conto della differente ampiezza dei rispettivi mercati. Tutte le quotazioni sono in euro. I cambi utilizzati sono: al 31/12/2008: 1 Usd = 0,779 euro; al 09/09/2009: 1 Usd = 0,69 euro. Mariella Burani: titolo sospeso, ultimo prezzo del 28 agosto 2009

nell’anno Indice food

Indice retail

Indice retail&food

0 -30%

1,3%

+30%

-30%

nel mese Indice food

-30%

-1,6%

48,8%

+30%

Indice retail

+30%

-30%

26,4%

-30%

36,94%

+30%

Indice retail&food

+30%

-30%

20,1%

+30%

retail&food - ottobre 2009 19


Star Trek food

Destinazione

Serenissima S Ristorazione embrava un equilibrio stabile: la famiglia Putin che deteneva il 47,5% delle azioni di Serenissima Ristorazione e Silvana Sorsi, imprenditrice veneta del settore orafo, con un altro 47,5%; Putin presidente, la Sorsi amministratore delegato, e il rimanente 5% delle azioni in mano alla Cisa di Livio Bernardi, padrone dei supermercati Vivo. Ma nel 2002 l’equilibrio si rompe, perché Bernardi vende le sue azioni a Putin, che si ritrova non solo “padrone” della Serenissima, ma anche libero di introdurre in azienda i suoi figli, Tommaso, Giulia e 20 retail&food - ottobre 2009

Analizziamo su questo numero un'impresa che, pur in mezzo a molte difficoltà, è rafforzata in tutti i settori della ristorazione: una delle poche che investe per portare all’estero il made in Italy. Massimiliano, tre giovani laureati che logicamente si occupano gradualmente di tutti i settori vitali

dell’impresa: acquisti, sviluppo e gestione. Sarà quindi perché l’amministratore delegato si sente un

po’ limitato nei suoi poteri, sarà perché il socio di maggioranza preferisce in genere destinare gli utili non alla remunerazione del capitale ma al rafforzamento patrimoniale (il patrimonio netto passa da 7,7 a 17,3 milioni dal 2004 al 2007), sta di fatto che la Sorsi chiede, dicono, 57 milioni per vendere la sua parte di azioni. La cifra sembra


SERENISSIMA RISTORAZIONE - GLI AZIONISTI

tab. 1

Putin Mario Sas

41,50 %

Sima Srl (Fam. Putin)

6,25 %

SERENISSIMA RISTORAZIONE 47,50 %

Alfebetoro Srl

Cisa SpA (Fam. Putin) 5%

il bilancio 2007 e presenta contro Putin nell’aprile del 2008 una denuncia ex art. 2408 cc. e così via) e che offusca un po' l’anno 2009, quello del venticinquennale della fondazione della società. L’anniversario è importante, perché vede la Serenissima Ristorazione lanciata a grande velocità, se le vicende giudiziarie lo consentiranno, verso traguardi di alto rilievo. La società è nata a Vicenza nel 1983 con una mission specifica e circoscritta: fornire pasti alle collettività aziendali, scolastiche e ospedaliere della città e della provincia. Ma poi ha sviluppato un veloce percorso di sviluppo e di differenziazione, e oggi è un Gruppo che controlla 12 imprese, di cui quattro all’estero, e partecipa a tre consorzi di project financing. Il Gruppo è arrivato nel 2008 a fatturare 190 milioni di euro, contando su oltre 4.200 dipendenti. Vediamo, aiutati dalla nostra tabella, quali sono le imprese in portafoglio, a partire da quelle per così dire più eccentriche per arrivare al suo core business.

esagerata a Putin che, dopo vari battibecchi, estromette la Sorsi dalla governance; e la Sorsi ribatte andando in tribunale ed accusando la Serenissima di aver truccato certi appalti, in particolare negli ospedali genovesi.

Un anniversario un po’ offuscato Parte da qui un guerra che vede molti colpi di scena (vengono trovate 4 microspie nella sala del consiglio della Serenissima; la Guardia di Finanza perquisisce la sede; Putin denuncia per estorsione la Sorsi che, a sua volta, vota contro retail&food - ottobre 2009 21


Star Trek food Le società operative In posizione periferica, quanto a settore di attività, abbiamo la Omega, che gestisce immobili destinati a ricevimenti, banchetti e simili (tra gli altri il castello SforzaColleoni di Costabissara). Periferiche quanto a territorio, sono invece la Dujonka, una società di diritto spagnolo che opera nella ristorazione collettiva attraverso un centro di cottura con la tecnologia del legame refrigerato, la Serenissima Iberia attiva nella ristorazione di collettività, così come Serenissima Polska e Serenissima Balkan. A monte del processo produttivo troviamo invece la Rossi Giants e la F.F.F. Srl, che si occupano della commercializzazione di derrate alimentari e

tab. 2

SERENISSIMA RISTORAZIONE - LE PARTECIPAZIONI Vegra Camin srl, 100% Rossi Giants srl, 100%

Master Center srl, 100%

Ristovending srl, 100%

Imperiali Service srl, 90%

FFF Srl, 100%

Gastronomy City srl, 100%

CATERING

RISTORAZIONE

SERENISSIMA RISTORAZIONE

IMMOBILIARE OMEGA srl, 100%

SOCIETÀESTERE

PROJECT FINANCING

Dujonka (Siviglia), 52%

Progeste (Ferrara), 8,36% Summano Sanità (Thiene), 25%

Serenissima Iberia (Madrid) Serenissima Polka (Lodz), 90%

Prject Ca' Arnaldi, Noventa V.

Serenissima Balkan (Belgrado)

della ristorazione socio sanitaria, conta su una buona presenza anche nella ristorazione commerciale: ricordiamo la gestione del ristorante Skyview nell’aeroporto Ronchi dei Legionari, quella di alcune stazioni come Trento e Bassano , la ristorazione del Musei Vaticani (cui si è recentemente aggiunto il servizio per il Governatorato della Città del Vaticano), la gestione del Villaggio vacanze Marzotto e la gestione di numerosi bar Mario’s sparsi in tutto il nord Italia nonché di alcuni prestigiosi ristoranti nel Veneto. della fornitura all’ingrosso di frutta e verdura (la prima gestisce anche un supermarket). La Ristovending, invece, presidia il campo della distribuzione automatica di snak, bibite e caffè, mentre Imperiali Service e Gastronomi City organizzano banchetti, ricevimenti e manifestazioni varie. Infine, Vegra Camin e Master Center operano nella ristorazione di collettività e commerciale. Le altre tre società della tabella sono partecipate con quote minoritarie e si occupano della costruzione e della successiva gestione di strutture sanitarie locali. Nella venticinquennale storia della società i successi non sono mancati; fortissima nel settore 22 retail&food - ottobre 2009

Amici e nemici, come sempre, non mancano Ovviamente ci sono state anche delle battute d’arresto, come ad esempio la ritirata dal business autostradale dopo la rovinosa gara d’appalto per la stazione di servizio di Sciliar Ovest sull’Autobrennero: la gara venne vinta con l’offerta di una royalty del 30% sui ricavi mentre Autogrill, che era il gestore precedente e che quindi ben conosceva le potenzialità dell’area , aveva offerto solo il 9%. Un altro passo indietro la Serenissima l’ha dovuto fare dopo un durissimo scontro con Centostazioni. La


SERENISSIMA RISTORAZIONE : I BILANCI 2006 Ricavi (€.000 ) 154.738 MOL 14.128 Utile Netto 3.669 Debiti Totali 79,0 (Mln.€) Patrimonio Netto 14,1 (Mln.€ )

tab. 3

2007

2008

08/06

173.125 13.930 3.264 90,5

191.420 13.301 3.138 np

123,7% 94,1% 85,5%

17,3

np

è di tutto rispetto, segnando un +24% nell’ultimo biennio; viceversa il margine operativo diminuisce di oltre il 22%, mentre l’utile netto (che passa dal 2,37% del fatturato all’1,6%) cala del 14,5%. Dati non preoccupanti di per sé, ma che evidenziano una tendenza che ovviamente deve essere prontamente contrastata, come infatti probabilmente avverrà con il bilancio 2009. Dal punto di vista patri-

moniale dobbiamo segnalare l’accrescersi progressivo dell’entità dei debiti (nel 2007 sono stati accesi mutui a lungo termine presso Antonveneta e Bnl) che nel 2007 oltrepassano la metà dei ricavi, controbilanciati però da un buon livello di patrimonio netto, anch’esso in crescita grazie agli sforzi di patrimonializzazione di cui abbiamo parlato. Luca Neri

società infatti gestiva i buffet di stazione di Padova e Vicenza, ma Centostazioni chiese la restituzione dei locali per scaduta locazione; Serenissima tentò di resistere arrivando persino a provocare un’interrogazione parlamentare che parlava testualmente di “ingerenza del capitale pubblico a sfavore dell’impresa privata”, ma dopo alcuni anni di lotta ha dovuto cedere e aprire la procedura per i 72 lavoratori addetti agli impianti. Un altro grave intoppo, ancora in corso, è costituito appunto dalla vicenda giudiziaria con la quale abbiamo aperto questo Star Trek. Ma le difficoltà sembrano rinvigorire Serenissima, il cui accorto presidente ha saputo tessere negli anni una formidabile rete di relazioni ed accordi su diversi fronti. Su quello della politica esiste una buona intesa con Forza Italia, cui il Gruppo ha elargito nel 2004 un contributo pubblico di 10.000 euro (e tuttavia l’interrogazione parlamentare di cui abbiamo parlato è stata presentata da Filippo Ascierto, deputato di Alleanza Nazionale). Ma l’area di influenza certamente più ampia è quella derivante dalla lunga e costante collaborazione con varie correnti del volontariato cattolico: Serenissima Ristorazione è infatti lo sponsor abituale della “Giornata del Pellegrino”, per la quale generosamente offre ogni anno migliaia di pasti, e ha un accordo di ferro con la FACI (Federazione Italiana Amici del Clero), ai cui aderenti offre prezzi scontati su moltissimi articoli; e proprio per la Faci, ad esempio, ha sponsorizzato il convegno di Montecatini che si è svolto con la presenza del cardinale Angelo Sodano.

Il business e le cifre Qualche considerazione sugli aspetti più propriamente economici del Gruppo. Come si vede dalla tabella n.3, l’incremento dei ricavi retail&food - ottobre 2009 23


Star Trek retail

Destinazione Seconda Parte

È

una crisi che gliando tutti e preoccupanti” rava a giugno di

sta attanaci sono dati Così dichiaquest’anno Alessandro Benetton, 45enne figlio e probabile successore di Luciano nella stanza dei bottoni del Gruppo di famiglia. “Il 2009 sarà difficile, – gli fa eco l’ad Caccia Dominioni, aggiungendo però ottimista – conquisteremo nuove quote di mercato e salvaguarderemo i margini”. Infine il patron Luciano chiede “prudenza, senza lasciarsi sopraffare dalla preoccupazione”. Insomma, il management del Gruppo, leader nel mondo nell’abbigliamento, non sottovaluta la congiuntura di grande contrazione dei consumi, che

24 retail&food - ottobre 2009

Benetton colpisce soprattutto il settore dove la multinazionale veneta è uno dei maggiori player globali (vedi Tab. 1).

Crisi 2009: anche Ponzano Veneto stringe un po' la cinghia E’ di fine gennaio 2009 la notizia della chiusura della fabbrica (150 addetti) di Piobesi (To) del gruppo Olimpia (partecipato al 100% dal colosso trevigiano del tessile) nel quale si effettuavano le operazioni di tintura per la maglieria a marchio Benetton. Dopo una trattativa

sindacale molto dura c'è stato l'accordo con l'uso di ammortizzatori sociali e ricollocazione di parte dei dipendenti, ma la chiusura è stata confermata. Poi a metà marzo la cassa integrazione per Ponzano e Follina (220 persone): ecco i segnali del duro piano di riorganizzazione per affrontare le vacche magre del 2009, le cui direttrici (tagliare i costi e ottimizzare) erano definite già negli ultimi mesi dell'anno scorso, nonostante la chiusura in attivo. Il bilancio 2008, infatti, ci parla di un giro d'affari di 2.128 milioni di euro (+3,9% sul 2007),

di cui 2.034 (+5,7%) nel settore dell'abbigliamento, malgrado il rallentamento della crescita mondiale. L'EBITDA cresce del 4,1% nell'anno a 354 milioni, beneficiando anche dell'impatto positivo della riduzione della complessità delle collezioni e dei miglioramenti organizzativi soprattutto per la rete di vendita. Anche l'utile netto è in crescita: 155 milioni l'anno scorso, rispetto ai 145 del 2007. Tutto bene, quindi. Già, almeno fino a quest'anno quando la crisi ha bussato inesorabile alle porte di Ponzano Veneto, dove però si sono


(oltre 88 milioni di valore) nel terzo trimestre per evitare di sovrapporre nuovi modelli ai postumi dei saldi, che in periodi di ristrettezze sono importantissimi per fare cassa, svuotando gli scaffali dei capi invenduti. “Il fatturato temporaneamente differito – ci tiene a precisare Caccia Dominioni – verrà recuperato nel terzo trimestre dell'anno, confermando nel risultato dei nove mesi una riduzione rispetto al 2008 per circa il 3%”, cioè sostanzialmente in linea con le previsioni di mercato per il 2009. “L'insieme della buona raccolta ordini per le collezioni autunnoinverno e le azioni sul fronte dei costi – chiude il Ceo della società veneta – ci consentono un ragionevole ottimismo sulla conclusione BENETTON GROUP IN PILLOLE (2008) Data di nascita Sede Proprietà Presidente Stabilimenti produttivi Produzione Negozi monomarca Brand Organico Società controllate Ricavi EBITDA Utile di Gruppo ROE ROI

tab. 1

1965 Ponzano Veneto (TV) Quotata in borsa. 67,08% controllata da Edizione srl (finanziaria della famiglia Benetton) Luciano Benetton Circa 20 (Italia, Croazia, Romania, Ungheria, India e Tunisia) 150 milioni di capi l'anno 6200 in tutto il mondo United Colors of Benetton, Undercolors of Benetton, Sisley, Playlife Quasi 10mila addetti Circa 80 in tutto il mondo 2128 (milioni di euro) 354 (milioni di euro) 155 (milioni di euro) 11,36 12,22

Fonte aziendale

fatti trovare pronti: nei primi sei mesi del 2009 la multinazionale segna un utile netto di 29 milioni di euro, che è pur sempre positivo, ma anche -59,7% rispetto al primo semestre del 2008. In discesa, poi, i ricavi (882 milioni, -11,4% sullo

stesso periodo dell'anno precedente) e il MOL (43 milioni contro i 116 del 2008). Dati influenzati, secondo una nota della società, dal cambiamento delle consegne della collezione autunno-inverno con uno spostamento delle spedizioni

del 2009”. Ottimismo confermato dal rialzo delle azioni Benetton a Piazza Affari dopo la diffusione di questi dati, comunque discreti in un panorama internazionale da mettersi le mani nei capelli. Il Gruppo infatti sembra ben solido:

gli indici di bilancio di chiusura del 2008 confermano il trend positivo di questi anni: ROE a 11,36% (10,48% nel 2007) e ROI sostanzialmente stabile sull'anno precedente (12,82%) a 12,22%. Qualche tensione nel paragrafo indebitamento finanziario che si attesta a 689 milioni di euro con un aumento di 214 milioni rispetto al 2007. Il primo semestre 2009 segna una lieve inversione di tendenza rispetto all'anno precedente: 678 milioni con un positivo -11 milioni sul 2008. In flessione, poi, gli investimenti destinati soprattutto alla rete commerciale: 209 milioni nel 2008 (-21 milioni sull'anno prima). Trend confermato nei primi sei mesi dell'anno: 80 milioni rispetto ai 106 dello stesso periodo nel 2008, di cui 55 dedicati alla rete commerciale con il rinnovo e l'espansione dei punti vendita già esistenti, più che sull'acquisto di nuovi locali e un risparmio di cinque milioni nelle attività pubblicitarie.

Italia, Turchia, Russia, India e Messico se il buongiorno si vede dal mattino La nuova organizzazione centrata sulle Business Unit ha consentito comunque di crescere nei principali mercati come l'Italia, paese dove vengono lanciate le nuove sperimentazioni sia organizzative, sia di comunicazione, come i test di attrattività dei negozi. I segnali incoraggianti (+5,8% nel primo semestre 2009) vengono soprattutto dai paesi emergenti: la Turchia, da tempo feudo del marchio trevigiano (del 2005 è l'accordo con la Boyer per la gestione e retail&food - ottobre 2009 25


Star Trek retail tab. 2

BENETTON GROUP NEL MONDO

nuovi negozi nell'ultimo anno: gli accordi Sears (Gruppo Carso, retailer leader nel mercato messicano) e Axo (specializzato nella distribuzione e vendita di marchi internazionali) dovranno poi portare a breve i loro risultati. Insomma, 350 negozi United Colors of Benetton aperti negli ultimi 12 mesi, di cui la metà nei mercati prioritari: consolidamento in previsione di una futura espansione (vedi Tab. 2).

Riorganizzazione del Gruppo: prevenire è meglio che curare “Quello che abbiamo deciso di Fonte aziendale

BENETTON GROUP, LE VENDITE

tab. 3

lo sviluppo del marchio nell'ex Impero Ottomano) ha in dirittura d'arrivo il progetto di flagship store a Istanbul con l'apertura prevista per ottobre, o la Russia, dove è stata avviata l'attività di una trading commerciale locale che rafforza la presenza nell'area con nove aperture di store negli ultimi 12 mesi. Ottime news dall'India dove Benetton puo' definirsi ormai brand leader: 95 nuovi negozi, tra cui un Benetton store uomo a New Delhi, senza contare la prosecuzione della partnership con il gruppo Tata per il marchio Sisley. Infine il Messico ha riscontrato nel 2008 una crescita del +46,3% e beneficia di 120 aperture di corner e 18 BENETTON GROUP, IL NETWORK

Fonte aziendale

tab. 4

Fonte aziendale

26 retail&food - ottobre 2009

fare – ha confermato Alessandro Benetton nel primo trimestre di quest'anno - è stato di preparare l'azienda non solo alle attuali difficoltà, ma soprattutto alle opportunità di domani. Perciò ad inizio anno abbiamo avviato una profonda rivisitazione dell'organizzazione e delle efficienze dell'azienda, puntando su quattro linee principali: deciso rafforzamento nel rapporto di collaborazione e incentivi verso la rete di partner; ottimizzazione del sistema industriale e produttivo, ma senza alcun compromesso sulla qualità del prodotto; riduzione straordinaria dei costi di struttura e ferrea disciplina sul capitale investito”. Insomma, prevenire è meglio di curare e a dire la verità il progetto di ristrutturazione del Gruppo era già iniziato nello scor-


so anno, con la riduzione delle collezioni (-20%) e il rafforzamento del ruolo degli agenti che ha consentito di ridurre la dispersone degli ordini: in tutto un bel risparmio di 25 milioni (nonostante l'apertura di ben 400 negozi l'anno scorso). Per ora il primo semestre del 2009 fa segnare un -10 milioni sulle spese generali e amministrative. L'ottimizzazione dei costi partirà dalla rete commerciale ad oggi “molto fidelizzata e con elevate capacità proattive in quanto il gestore è direttamente coinvolto nei risultati economici” fa sapere Caccia Dominioni “e quindi sensibile anche alle sollecitazioni dei nostri agenti, che diventeranno sempre più veri consulenti della rete”. I partner commerciali del Gruppo veneto sono indipendenti e non versano alcun compenso per l'apertura di store a marchio Benetton o per l'uso del brand, né diritti in percentuale sulle vendite o sui profitti: acquistano, espongono e vendono i prodotti Benetton, per il quale il Gruppo fornisce loro linee guida e a loro volta sono coordinati da agenti anch'essi indipendenti, che ricevono delle commissioni sulle vendite realizzate sul territorio. Solo da una decina d'anni il Gruppo opera anche attraverso punti vendita a gestione diretta (ad esempio in Germania, Giappone e Spagna). Il canale retail (il 22% del giro d'affari complessivo) funge da incubatrice di idee soprattutto in termini di scelta di prodotti e per l'allestimento di negozi. Primo intervento quindi sul wholesale, la parte largamente preponderante del business, con una logica più

STAR TREK RETAIL PUBBLICATI AD OGGI Numero 1-2/2009 3/2009 4/2009 5/2009 6/2009 7-8/2009 9/2009 10/2009

Società Conte of Florence Zegna Giochi Preziosi Morellato Carpisa Kuvera Tod’s Benetton (1° parte) Benetton (2° parte)

selettiva, una maggiore attenzione agli ultimi anelli della catena, quelli vicini al consumatore. Nel retail invece la direzione è quella di chiudere i canali non profittevoli con una ri-mappatura della presenza sul territorio, “variabilizzare” i costi del personale di negozio, puntare sulla massima efficienza delle strutture centrali. In cantiere comunque ci sono altri 200 punti vendita quest'anno, tra cui è in crescita lo spazio agli outlet, ma soprattutto un

restiling dei negozi per renderli più attraenti alla clientela: su questo a gennaio è stata caratterizzata la mostra Opening soon, alla Triennale di Milano, che ha raccolto più di 700 progetti innovativi sui punti vendita. Senza dimenticare l'obiettivo di rendere la rete più organizzata con un ricambio veloce della merce, grazie all'investimento dell'anno scorso sui poli di distribuzione e a una massima standardizzazione delle specifiche di prodotti e servizi acquistati. Insomma, luci puntate sul network commerciale, con una severa analisi per selezionare i progetti redditizi, partendo dall'assunto che le disponibilità scenderanno del 25% e avranno una diversa collocazione non solo territoriale, ma anche settoriale: il peso dell'attività commerciale salirà dal 37% al 50%, mentre diminuirà il real estate (dal 32% al 20%) con risorse dimezzate, in nome di una struttura ancora, se possibile, più snella e agile (vedi Tab. 3 e 4). Centrale anche il controllo sulla gestione finanziaria, che dovrà garantire lo sviluppo e la tenuta della rete: da maggio di quest'anno è entrato a far parte del Gruppo Alberto Nathansohn (passate esperienze in Bulgari, Eurofly Service e Pirelli) in qualità di Chief Financial Officer, a testimonianza dell'importanza che il Gruppo dedica a una buona e oculata gestione finanziaria del patrimonio.

Un pareggio vale più di una vittoria Alessandro Benetton

Si rinforzano quindi il centro e le periferie dell'impero, cercando di

saltare i passaggi intermedi che spesso sono causa di dispersione con un deciso taglio ai costi di struttura: il rafforzamento del controllo e dei collegamenti in questo progetto diventa chiaramente vitale per garantire l'efficienza che dovrebbe fare saltare fuori i 50/70 milioni necessari per chiudere il bilancio con un segno positivo. Primi buoni segnali da parte degli investitori: la maggior parte delle banche e dei operatori del settore guardano con ottimismo questa evoluzione. L'obiettivo per il 2009 è comunque di confermare il segno positivo almeno negli utili. Poi sul resto arretrare, senza subire una Caporetto. Le aspettative ci parlano di un contenuto -3/-4% sui ricavi e circa 18 milioni in meno di MOL, con un EBITDA a -14% su quello del 2008. Importante rimanere sotto i 700 milioni di debiti. I dati del primo semestre 2009 sembrano ancora interlocutori, bisognerà vedere il terzo trimestre e soprattutto la chiusura dell'anno per capire la bontà del progetto di riorganizzazione fortemente voluto dal management di Ponzano. Solo allora sapremo sia se la famiglia Benetton riuscirà a riprendersi il secondo posto (-12,9% sul luglio 2008) nella classifica degli italiani più ricchi in Borsa, perso a luglio a favore di Leonardo del Vecchio di Luxottica, sia soprattutto se la nuova struttura del Gruppo trevigiano rimarrà competitiva con gli altri player (Zara e H&M ad esempio) del settore sempre più agguerriti nel mercato globale su distribuzione e prezzi. David Montorsi

retail&food - ottobre 2009 27


Parola di D.G. Enac

ALESSIO QUARANTA, classe 1965, da maggio di quest’anno è il nuovo direttore generale dell’Enac. Laureato in Giurisprudenza alla Sapienza di Roma, specializzato presso la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, è in Enac fin dalla sua fondazione. Fra i numerosi incarichi dirigenziali ricoperti è stato dal 2005 al 2008 direttore dell’Ufficio di Presidenza e, da ultimo, Direttore centrale regolazione economica. Autore di numerose pubblicazioni sul trasporto aereo, insegna in master e corsi di specializzazione. Dal 1995 è punto di contatto per l’aviazione civile italiana con l’Ecac (European civil aviation conference).

28 retail&food - ottobre 2009


Alessio Quaranta

Il futuro degli aeroporti è nella specializzazione

D

alla sua fondazione nel 1997 ad oggi abbiamo assistito a un progressivo consolidamento dell’Enac in quanto Autorità per l’aviazione civile, ruolo confermato del resto dal nuovo Codice della navigazione aerea. A partire da tre diversi enti, la Direzione generale per l’Aviazione Civile, il Registro Aeronautico Italiano e l’Ente Nazionale Gente dell’Aria, si è costituito un unico soggetto, individuato quindi come Autorità di settore. Il legislatore ha individuato nell’Enac l’Autorità responsabile dell’applicazione delle normative comunitarie. Cito solo a titolo di esempio single sky o il regolamento per negato imbarco o ancora il più recente regolamento per i passeggeri a mobilità ridotta. Un’altra importante distinzione del nuovo Codice della navigazione è quella fra Autorità e fornitori di servizi, con la separazione, ad esempio, fra le funzioni di regolazione dello spazio aereo e la fornitura dei servizi di assistenza al volo. Gli slot a Malpensa, Linate e Fiumicino: ci aiuta a capire la situazione? Malpensa ha la possibilità di una crescita esponenziale. Il de-hubbing di Alitalia ha lasciato liberi molti spazi per cui non c’è nessuna difficoltà per gli slot né in entrata né in uscita. I vettori che lo desiderano possono volare su e da Malpensa senza limitazioni di sorta. Per quanto riguarda Fiumicino la situazione è l’opposto: c’è una reale saturazione fisica dell’aeroporto. Nel corso dell’anno sono sempre più numerose le giornate con otto-nove ore consecutive nelle quali si registrano novanta movimenti all’ora, che è l’attuale capacità massima dello scalo.

Bisogna allora accelerare la costruzione del terzo aeroporto del Lazio a Viterbo? La realizzazione dell’aeroporto Viterbo non è legata a un alleggerimento di Fiumicino, ma alla delocalizzazione del traffico di Ciampino. Accelerare la costruzione dell’aeroporto di Viterbo non costituirebbe una soluzione ai problemi di Fiumicino. Quali le soluzioni alla saturazione di Fiumicino? Il miglioramento delle procedure di imbarco e sbarco, delle infrastrutture di volo e di quelle di terra. E’ necessario uno sviluppo delle infrastrutture a 360° per ottenere una crescita complessiva della capacità dell’aeroporto. E’ chiaro che dovremo tenere conto sempre più delle problematiche di natura ambientale, per cui l’ampliamento di Fiumicino non potrà avvenire indiscriminatamente, senza prendere in considerazione l’impatto sul territorio circostante.

E Linate? Linate ha una limitazione della capacità non fisica ma - per così dire - giuridica di 18 movimenti all’ora, stabilita con un decreto ministeriale nel 2001, per favorire lo sviluppo di Malpensa. Come valuta la situazione della concorrenza nel trasporto aereo in Italia? Se parliamo dell’Enac la concorrenza non rientra nelle nostre competenze, per le quali c’è un’autorità ad hoc. Se parliamo della concorrenza tra i vettori l’effetto principale è stato quello di creare una maggiore offerta e un considerevole abbassamento delle tariffe. Non possiamo negare che l’avvento delle low cost ha portato un ampliamento dei servizi e una maggiore accessibilità del territorio. L’offerta di collegamenti punto a punto per un pubblico molto più esteso è sicuramente un effetto positivo della concorrenza fra vettori. Le low cost hanno portato il trasporto aereo nelle case di ognuno di noi. E gli aeroporti in Italia? Non sono troppi? La cosa più importante è trovare la giusta collocazione per ogni aeroporto nell’ambito del sistema. L’Enac nello scorso aprile ha affidato a un raggruppamento di esperti la realizzazione di uno studio per la costituzione di un quadro informativo programmatico sullo sviluppo competitivo del sistema aeroportuale nazionale. L’analisi dovrà essere consegnata entro dicembre 2009 e costituirà la base per una proposta che l’Enac presenterà al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per la definizione del piano nazionale degli aeroporti. Pur non disponendo ancora dei risultati della ricerca, ritengo che non abbia senso parlare del numero degli aeroporti come di un dato assoluto rilevante di per sé. Il futuro è allora la specializzazione degli aeroporti? Sicuramente sì. Sia pure nell’ambito della libera concorrenza, oggi non avere una politica che indirizza uno scalo in un senso preciso rischia di avere ripercussioni negative sull’intero sistema. Il sistema liberalizzato non deve essere regolamentato nella concorrenza più del necessario, ma deve essere guidato con autorevolezza. Il potere politico, sia esso locale o nazionale, condiziona ancora pesantemente la gestione e lo sviluppo degli scali? Pesantemente non direi. Il condizionamento viene dal fatto che la maggior parte degli aeroporti italiani, per quanto formalmente privati,

sono ancora proprietà di enti locali, Comuni, Province, Camere di Commercio. Questo assetto ha sicuramente delle influenze. Quanto invece a dei condizionamenti rispetto a esigenze particolaristiche o a localismo sarei molto più cauto. Le reali influenze politiche derivano proprio dal fatto che le società di gestione degli aeroporti italiani sono in mano pubblica. Gli enti locali sono i proprietari delle società di gestione e in quanto azionisti di maggioranza hanno il potere – e direi anche il dovere - di determinare la gestione e lo sviluppo degli scali, fermi restando ovviamente i poteri di sorveglianza e di indirizzo dell’Enac. L'Italia è pronta a gestire la forte crescita di passeggeri post crisi? Mi auguro che ci sia il prima possibile una ripresa dell’andamento positivo del traffico aereo. Il sistema del trasporto aereo è, fra i sistemi di trasporto, quello sul quale le ripercussioni della crisi si sono abbattute in maniera più immediata e con i più alti indici di segno negativo. Con la crisi le famiglie hanno tagliato subito i viaggi di piacere. Tante linee sono state chiuse e tante hanno subito una netta riduzione delle frequenze. E’ chiaro che passata la crisi il traffico riprenderà a crescere con ritmi elevati, com’è tipico di un settore in cui il traffico raddoppia ogni vent’anni. Solo uno sviluppo delle infrastrutture potrà assecondare la crescita futura senza porre strozzature penalizzanti per lo sviluppo dell’intero Paese. Oggi l’Enac sta stipulando con i singoli gestori aeroportuali dei contratti di programma che prevedono un sistema trasparente di tariffe, che ci consente di adeguare per tempo le infrastrutture, legandole realmente alle previsioni di sviluppo dei flussi di passeggeri , senza aspettare di arrivare ai picchi di traffico per mettere mano al portafoglio. A ogni cambio di legislatura affiorano ipotesi di smantellamento dell’Enac. E’ realistico? Ad oggi non vedo la possibilità di smembrare e ricollocare altrove, eventualmente spezzettandole, funzioni così delicate, strettamente connesse con la salvaguardia del sistema del trasporto aereo considerato nel suo complesso, dalla sicurezza dei voli (safety) alla security, ma anche tenuto conto di tutto il complesso contesto della regolazione economica. Si è fatta tanta strada dal 1997 in poi, che ha dimostrato la necessità di un sistema chiaramente strutturato, con un’Autorità unica di settore – l’Enac - che fa le regole e verifica che vengano applicate da parte degli operatori. Adolfo Marino

retail&food - ottobre 2009 29


Prima pietra

l’outlet con tutto attorno Non solo foc, ma anche hotel, strutture sportive e ludoteca. Le proposte outlet si fanno sempre più simili a quartieri dove la gente può trascorrere il proprio tempo giorno e notte, e non solo facendo shopping. E su questa idea Sircom ha basato il progetto di factory village che sorgerà nel 2011 in Salento.

A

nche il Salento avrà il suo outlet. Dovrebbero partire entro la fine dell’anno i lavori per la realizzazione del Gran Salento Factory Village, un progetto che coinvolge, all’interno di un’area di oltre 30 ettari, spazi commerciali, ricettivi e per il tempo libero. L’intervento è tuttora in fase di approvazione e la Sircom Group Srl, la società pugliese ideatrice del nuovo outlet, sta completando l’iter amministrativo che porterà alla realizzazione del complesso in una zona nei dintorni di Brindisi. Il Gran Salento Factory Village, infatti, sarà ubicato sulla Strada Statale 16 che collega il capoluogo salentino al comune di San Pietro Vernotico, posto nell’entroterra. Ma il Comune brindisino non sarà l’unico territorio a beneficiare del progetto, che si attesta come uno dei più rilevanti dell’intera regione. Basti pensare che l’outlet, la cui inaugurazione è prevista fra circa

30 retail&food - ottobre 2009

due anni (estate 2011), sarà un forte luogo di attrazione per gli abitanti delle province di Taranto e

GRAN SALENTO FACTORY VILLAGE LOCALITA’ DATA APERTURA LOCALIZZAZIONE TIPOLOGIA PROMOTORE PROGETTAZIONE GLA (SUPERFICIE LORDA AFFITTABILE) POSTI AUTO TOTALE UNITÀ (PICCOLE, MEDIE E GRANDI SUPERFICI) BACINO DI UTENZA A 30 MIN. (RESIDENTI)

Lecce: si calcola, infatti, che a 30 minuti di percorrenza dal Gran Salento il bacino di utenza arrivi a

BRINDISI ESTATE 2011 EXTRAURBANA FACTORY OUTLET COMPLESSO POLIFUNZIONALE RE&M-REAL ESTATE & MANAGEMENT SIRCOM SRL

contenere 430 mila residenti. Cifre che ovviamente sono destinate ad aumentare se si 16.000 mq prendono in con2.600 siderazione iso116 crone di dimensioni maggiori, 421.419 arrivando nei 90 minuti addirittura a lambire il confine con la Basilicata. Entrando nel merito della realizzazione, il Gran Salento risulta essere una struttura molto

estesa suddivisa in tre macroaree: oltre all’outlet village, che rimane il cuore dell’iniziativa, c’è un centro per il tempo libero e una struttura hospitality, il tutto attorniato da un’area verde attrezzata da circa 130 mila mq. La parte commerciale, la più grande delle tre macroaree, comprenderà complessivamente quasi 145 mila mq, i quali sono sfruttati, oltre che per realizzare i parcheggi (ben 2.600) e le opere di viabilità carrabile e pedonale, soprattutto per le gallerie di vendita e gli spazi retail con 30.800 mq di Superficie lorda complessiva (Slp). Per gli amanti dello shopping


conferenze/riunioni e un ristorante. Il corpo vero e proprio dell’hotel risiede invece al primo piano della struttura, 100 camere verranno disposte lungo i suoi circa 5 mila mq di superficie. Anche in questo caso l’hotel sarà dotato di parcheggi riservati (288 posti auto) che permetteranno di separare la parte hospitality dalle altre strutture. Il futuro foc brindisino non è l’unico shopping center in cantiere per la società di promozione Sircom, la quale annovera la gran parte delle sue opere nel sud d’Italia. Oltre al Gran Salento, infatti, il developer pugliese sta portando avanti il progetto di un nuovo centro commerciale a Catania, in prossimità dell’aeroporto Fontanarossa, denominato Gli Bacino d’utenza GRAN SALENTO OUTLET

saranno in totale 116 le unità destinate ai tenant: 112 locali, di dimensioni ridotte, verranno utilizzati per gli esercizi di vicinato e altri quattro ospiteranno le medie superfici, per un totale di circa 16 mila mq di Gla. I percorsi pedonali saranno interamente al coperto e al centro dell’outlet sorgerà una grande piazza centrale da 10 mila mq, l’ideale per ospitare eventi culturali, mostre e spettacoli. In un’area come quella del Salento, che offre la possibilità di sfruttare un clima favorevole per gran parte dell’anno, creare uno spazio dove poter sfruttare al massimo il tempo libero è un impor-

tante punto a favore della nuova struttura, la quale disporrà infatti di vari impianti sportivi con campi di pallavolo e tennis, i quali occuperanno circa 18.000 mq. Una scelta di sicuro impatto a livello locale, in grado di attrarre molti giovani, ma non solo. Oltre alle aree esterne, il centro per il tempo libero comprende anche un edificio con palestra e campi coperti e un altro destinato ad ospitare una ludoteca e un centro sociale (ognuno dei quali occupa una superficie di 1.900 mq). L’area d’intrattenimento verrà completata poi da un terzo stabile riservato

PRIMA ISOCRONA GRAN SALENTO (00’-30’) SECONDA ISOCRONA GRAN SALENTO (31’-60’) TERZA ISOCRONA GRAN SALENTO (61’-90’)

a servizi di vario genere (circa 1.400 mq) e da un parcheggio a esso connesso con 176 posti auto. La terza parte del progetto ideato da Sircom prevede poi un edificio dedicato all’ospitalità, il quale è costituito da un piano terra (7.600 mq) che accoglie la reception del futuro hotel ma anche una sala

Aranci, anche se è proprio nel “tacco d’Italia” che si concentra la maggior parte dei suoi investimenti in centri commerciali, con lo shopping center Barinova a Bari e il retail park Due Mari di Taranto: due opere presentate al pubblico durante l’edizione 2009 di Eire. M. C.

retail&food - ottobre 2009 31


Taglio nastro

quando il retail si affaccia all’autostrada Il nuovo shopping center di Faenza si presenta come una porta tra la città e l’asse A14. La sua collocazione strategica rappresenta il valore aggiunto su cui è stata allestita in modo mirato l’intera offerta commerciale

D

otato di medie superfici particolarmente attrattive, accorgimenti tecnologici eco-compatibili e collocato in una posizione strategica, il centro commerciale Le Maioliche è stato inaugurato le scorso giugno alle porte di Faenza, nel ravennate. Il nuovo shopping center, realizzato da Coop Adriatica a fronte di un investimento di 80 milioni di euro, si presenta come una struttura di medie dimensioni raggiungibile in due minuti dal casello dell’autostrada A14 e distante solo un paio di chilometri dalla cittadina romagnola. Facendo leva sulla posizione, il mix merceologico è stato studiato per soddisfare principalmente tre tipologie di consumatore: il residente che si dirige al centro commerciale per effettuare prevalentemente la spesa alimentare, visitare la galleria e le ancore interne, l’utente proveniente dall’asse autostradale con l’obiettivo principale di fare shopping presso i punti vendita di forte appeal come Decathlon (non a caso esterno alla struttura e con l’insegna visibile anche dall’A14 al pari di quella Coop) e i clienti dell’area ristora-

32 retail&food - ottobre 2009

zione. Quest’ultima è adatta per chi lavora nella zona adiacente in quanto è sempre attiva nell’orario di pausa pranzo, anche di lunedì quando apre a mezzogiorno mentre il resto dell’attività commerciale è chiuso sino alle 14. Il centro Le Maioliche appare, quindi, come un intervento retail mirato a soddisfare determinati target, in controtendenza rispetto agli shopping center di ultima generazione che sono stati trasformati in complessi polifunzionali dotati di un’ampia e diversificata area per la ristorazione sia diurna che serale e di spazi per l’intrattenimento tra cui cinema e bowling. Sul fronte del design, invece, è assolutamente gradevole l’impatto estetico interno alla struttura. Il colore bianco è predominante e, oltre a limitare l’utilizzo di luce artificiale, valorizza gli elementi di decoro incastonati sul pavimento o sulle colonne, che promuovono la tradizione ceramica Manfreda. Grande attenzione, infine, è stata riservata alla sostenibilità ambientale, con soluzioni tecnologiche all’avanguardia che testimoniano il “pollice verde” di Coop.

LE MAIOLICHE LOCALITA’ LOCALIZZAZIONE TIPOLOGIA PROPRIETA’ PROMOTORE COMMERCIALIZZAZIONE GESTIONE GLA (SUPERFICIE LORDA AFFITTABILE) LIVELLI COMMERCIALI POSTI AUTO IPERMERCATO ANCORE

TOTALE UNITÀ (PICCOLE, MEDIE E GRANDI SUPERFICI) SPAZI RISTORAZIONE INSEGNE RISTORAZIONE PRESENTI

Largo alle medie superfici Confermato l’Ipercoop come ancora principale del centro, tuttavia a fare la differenza in positivo è la presenza di ben otto grandi/medie superfici. Cinque di queste sono interne alla struttura: C&A (con 2.337 mq e primo punto vendita in Italia dell’insegna con assortimento family store), H&M (family store con 1.423 mq), Trony (elettronica e hi-fi con 2.000 mq), Deichmann (calzature con 895 mq) e New Yorker (abbigliamento con 837 mq e primo negozio in Italia dell’insegna). Tre, invece, sono state realizzate all’esterno e dispongono di ingressi propri: Decathlon (tutto per lo sport con 5.000 mq), Bricofer (bricolage e fai-da-te con 3.250 mq) e Maisons du Monde (arredo casa con 1.380 mq). La galleria si articola in due corridoi paralleli che confluiscono negli atri di ingresso e nella piazza del centro commerciale. Lungo le passeggiate si sviluppano complessivamente 47 negozi, di cui 42 di vicinato, che si estendono su

FAENZA EXTRAURBANA COMPLESSO SINGOLO MEDIE DIMENSIONI FAENZA SVILUPPO FAENZA SVILUPPO IGD IGD 24.000 mq 1 2.400 IPERCOOP C&A, H&M, TRONY, DEICHMANN, NEW YORKER, DECATLON, BRICOFER, MAISONS DU MONDE 50 3 MAGNOSFERA, CAMST, CUOR DI GELATO

un’area di vendita di 24.000 mq. Il mix merceologico è diversificato e alterna catene nazionali/internazionali a insegne locali: il comparto abbigliamento spazia dal segmento per tutta la famiglia con Benetton, a quello solo per bambini con Bimbus, Brums e Idexé, a quello per adulti con il negozio Furbizia, sino allo specifico per uomo (Sysley Man) e per donna (Oltre, Tally Weijl e Motivi). L’offerta si completa con i punti vendita di intimo (Undercolors, Tezenis e Intimissimi), intimo e calzetteria (Golden Point e Calzedonia), calzatura (Stand Up e Geox) camiceria (Nara Camicie) e abbigliamento sportivo (Champion). Il settore “accessori” comprende tre negozi di gioielleria (Blue Spirit, Si Anelli e Gold Gallery) e due di pelletteria (Carpisa e Caleidos), quello destinato alla salute e bellezza include l’ottica Dieci Decimi, un punto vendita di cosmesi naturale Bottega Verde e di makeup tradizionale Kiko, un’erboristeria L’Isola Verde e una profumeria Cosmea. L’area elettronica/telefonia/casa conta “l’immancabile”


COMMENTO Struttura e design

Accesso e parcheggio Offerta commerciale

Gamestop, i punti vendita 4G e Zucchi. Per quanto riguarda i servi-

zi, si annotano l’agenzia di viaggi, il lavasecco, il parrucchiere e la tabaccheria, ma sarebbero necessari anche una parafarmacia e una banca (o almeno uno sportello bancomat). La food court si presenta, invece, di grande appeal estetico grazie alla location ampia e luminosa (luce naturale), a forma di piazza, dotata di numerosi e graziosi tavolini con seggiole o sgabelli. Tuttavia la proposta è essenziale e si limita a un punto vendita self-service Magnosfera (dove si possono acquistare anche pizza e kebab da asporto), il bar Camst e la gelateria Cuor di gelato. In questo caso a creare valore aggiunto soprattutto per i viaggiatori provenienti dall’A14 è la presenza, ai lati della “piazza”, del Centro per la promozione e l’im-

Spazi comuni e attrattive

VALUTAZIONE

L'eco-sostenibilità è un forte valore aggiunto. Curato il design interno mentre non risalta quello esterno. Strategica la posizione adiacente all'autostrada. Numerosi i parcheggi ma nessuno è coperto. Le medie superfici esterne attraggono il flusso autostradale. Meno ampia l'offerta servizi e la ristorazione. Risalta l'area per la promozione del territorio. Presenti spazi per corner espositivi. Quasi assente, però, l'offerta di intrattenimento.

indice valutazione:

ÈÈÈ ÈÈÈÈ ÈÈÈ ÈÈ

La valutazione è di carattere puramente indicativo

È = migliorabile ÈÈ = sufficiente ÈÈÈ= apprezzabile ÈÈÈÈ = molto buono ÈÈÈÈÈ = ottimo magine di Faenza gestito dal Comune. Questo spazio, di circa 430 mq, si propone come vetrina della città poiché ospita un ristorante con menù tipico del territorio, un ufficio per le informazioni turistiche, un’area espositiva sulle ceramiche faentine e un’altra per la vendita di prodotti tipici, soprattutto gastronomici. Infine, all’ingresso della piazza e nei due atri, il mall offre spazi idonei ad ospitare iniziative di promozione e comunicazione.

Il centro commerciale dal pollice verde Tradizione e innovazione insieme

caratterizzano le strutture di Le Maioliche. Se l’impatto estetico interno al centro commerciale offre spunti positivi, quello esterno non risulta particolarmente accattivante a causa delle linee semplici e squadrate, dello sviluppo orizzontale con un solo livello di vendita e del grande parcheggio a raso di oltre 70.000 mq per 2.400 posti. Tuttavia l’edificio è dotato di tecnologie che rendono il nuovo centro commerciale di Faenza all’avanguardia sul fronte del rispetto ambientale e per le quali è stato investito quasi un milione di euro. Tutte le opere sono state realizzate infatti in conformità alla legge 311 sul contenimento dei consumi, circa il 90% del fabbisogno energetico per il riscaldamento e il 50% di quello per il condizionamento sono assicurati da un impianto di teleriscaldamento, mentre un sistema elettronico consente di ottimizzare il rendimento dei sistemi che gestiscono la temperatura e che regola-

no i livelli di illuminazione sfruttando al massimo quella naturale. Le precipitazioni potranno garantire l’irrigazione del verde grazie ad apposite vasche di raccolta e, per contenere al massimo l’impatto acustico, sono state inoltre installate delle barriere antirumore. Infine, l’impianto fotovoltaico sul tetto dell’Ipercoop potrà garantire la produzione di 373.000 chilowattora di energia pulita all’anno, evitando di immettere in atmosfera 187 tonnellate di anidride carbonica. Sul fronte della funzionalità, la galleria è dotata di opportuna segnaletica verticale che permette al consumatore di individuare facilmente la posizione dei negozi e dei servizi come quelli igienici o l’area per i bambini. Inoltre la tettoia posta sopra la passeggiata, che unisce la struttura principale alle medie superfici esterne, ripara il visitatore dalle intemperie (anche se non dal freddo). Andrea Penazzi

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Analisi di Mercato

un’intesa d’annata Champagne, vodka, whiskey, cognac, rum, grappa, liquori e distillati vari senza dimenticare il vino. Immensa è la galassia del wine&spirits, la quale abbraccia paesi e continenti, e che, almeno in linea teorica, rimane varia, segmentata e accessibile a tutte le tasche.

P

resente negli aeroporti fin dagli albori del travel retail, il reparto alcolici è uno dei più ampi tra i settori che compongono le offerte duty free. Nel corso degli anni l’offerta dei vini e liquori venduti nei terminal si è via via completata: oltre ai prodotti e alle bottiglie più pregiate, infatti, gli scaffali dei duty free si sono muniti anche dei prodotti più tradizionali, specialmente liquori e superalcolici, il cui appeal rimane sempre molto forte soprattutto tra gli stranieri. In sintonia con l’andamento delle vendite nel canale travel retail, anche il settore wine&spirits ha accusato il massiccio calo di passeggeri, vedendo così peggio-

rare le proprie performance già negli ultimi mesi del 2008. Nei mesi di gennaio e febbraio 2009, secondo quanto riportato nelle relazioni di Etrc, il Consiglio europeo travel retail, le stime di crescita che hanno accompagnato il commercio del settore per gran parte del 2008 non si sono ripetute quest’anno, soprattutto per quanto riguarda i liquori venduti nei duty free. Già nel primo semestre dell’anno le vendite hanno registrato un calo complessivo del 16% (dati TREND “beverage index”), anche se intercorrono differenze sensibili a seconda della bevanda. L’ampiezza e la varietà dei prodotti alcolici (i quali compongono quasi un quinto dell’in-

ventario travel retail a livello mondiale), rende infatti difficoltoso riassumere la tendenza dell’intero settore. Basti pensare che nella classifica mondiale dei 25 prodotti travel retail più venduti nel 2008 stilata da Generation Pubblication

Con la formula wine bar, prima provi e poi acquisti Fiorentinità e stile. Marchesi de Frescobaldi è una delle aziende vinicole più prestigiose e conosciute, soprattutto nel travel retail. Diana Frescobaldi, special project manager dell’impresa di famiglia, è responsabile del progetto Frescobaldi Retail & Restaurant. Che prodotti vendete nei vostri wine bar di Fiumicino? Essenzialmente i nostri vini del gruppo Frescobaldi, ai quali si aggiunge un servizio di ristorazione che consiste in un menù da buffet freddo con insalate, salumi e formaggi. Quanti punti vendita avete in aeroporto e come vanno? Per quanto riguarda gli aeroporti siamo presenti per ora con i tre wine bar di Fiumicino. Il 2008 è stato un anno decisamente positivo, è difficile parlare di incremento rispetto all’anno precedente perché nel giro d’affari complessivo ha inciso molto l’apertura del terzo punto vendita. Inoltre, a inizio dicembre, ne abbiamo chiuso un altro per ristrutturazione, quindi il fatturato ha registrato un mese in meno. L’unico wine bar che può avere invece un paragone con l’anno precedente ha registrato un 16/17% di incremento. Ora, nel 2009, il punto vendita ristrutturato sta andando molto bene mentre gli altri due stanno un po’ soffrendo il calo di traffico. Quanto è importante la vendita d’asporto per i wine bar? Nel ristorante del molo D non esiste la vendita, i nostri vini sono venduti nel duty free davanti, mentre nel wine bar nei voli nazionali l’asporto è minoritario, perché il traffico è soprattutto sul Roma-Milano e difficilmente i viaggiatori trovano tempo per fare shopping. Nel punto situato nell’area intercontinentale, invece, le vendite d’asporto incidono circa per il 50% sul fatturato totale. Avete intenzione di espandervi in altri aeroporti? Stiamo facendo un progetto di espansione e, se fosse possibile, anche all’estero, magari attraverso un accordo in franchising differente rispetto alla gestione diretta degli attuali locali di Fiumicino. Mentre per quanto riguarda centri commerciali e grandi magazzini, a breve apriremo un wine bar con ristorante all’Harrod’s di Londra.

(vedi tabella 1), ben sei posizioni sono occupate da categorie wine&spirits: al sesto posto nel ranking, infatti, compaiono gli scotch whiskey con un giro d’affari attorno ai 1.826 milioni di dollari. Circa a metà classifica si ritrovano invece i vini (11esimo posto con 1,068 milioni di dollari), seguono i cognac (15esimo posto), liquori (19esimo), champagne e vodka (rispettivamente alle posizioni 22 e 23). Ma anche per i vini è difficile prevedere un’escalation positiva per i prossimi mesi. Secondo Assoenologi, ad esempio, le produzioni italiane di vino per quest’anno saranno al massimo in linea con quelle 2008. Poco male se rapportato ai mercati di cognac e champagne che soffrono pesanti contrazioni nei volumi di vendita. Nonostante le ristrettezze del momento, però, il mercato degli alcolici non teme una caduta libera e aspetta fiducioso un ritorno ai livelli precedenti (o quasi) del traffico passeggeri.

Duty free per tutte le tasche L’impossibilità di portare con sé oltre i varchi di sicurezza aeroportuali una quantità di liquidi superiore ai 100 ml di fatto impedisce l’acquisto, almeno per chi deve partire, di qualsiasi tipo di bottiglia. retail&food - ottobre 2009 35


Analisi di Mercato

No Martini? Non parto!

Per questo, la vendita di alcolici ai passeggeri in transito si concentra in area airside, il luogo perfetto per duty free e wine bar per contendersi la clientela a caccia di liquori e vini esclusivi. Già perché l’attrattività dei prodotti può fare la differenza, come sanno bene a Dufre, società di gestione di duty free e attività travel retail, che promuove e gestisce la distribuzione commerciale di varie marche, tra le quali Distilleria Bottega è la più importante a livello “wine&spirits”. «Oggi Dufre è soprattutto Distilleria Bottega, un’azienda con 25 anni di esperienza nella produzione di grappa, derivati dalla grappa, vini, prosecco e spumante» ha spiegato Christian Gaudio, amministratore delegato dell’azienda genovese «in Italia siamo presenti in tutti i principali operatori e il marchio, a livello mondiale, GLI ALCOLICI NELLA CLASSIFICA "THE WORLD'S TOP 25 PRODUCT CATEGORIES IN DUTY FREE & TRAVEL RETAIL 2008" Categoria Wine&Spirits Scotch Whiskey Still Wine Cognac Liqueur Champagne Vodka

Un marchio storico di fama mondiale. Martini è un simbolo dell’industria italiana con svariate referenze wine&spirits, prodotti irrinunciabili per molti viaggiatori, come ha ammesso a r&f Enrico Combetto, sales manager travel retail per l’Italia di Martini&Rossi Spa. Come opera nel mercato travel retail Martini&Rossi? Per questo canale, a livello internazionale, il Gruppo ha un’organizzazione separata: in pratica nell’azienda viene valutato come se fosse un qualsiasi mercato domestico. I volumi di vendita travel retail italiani sono convogliati all’interno di questa organizzazione. Il fatto di poter agire come un’unità all’interno del Gruppo mondiale ci dà il vantaggio di creare sinergie fondamentali in questo canale, cioè tentare di compensare l’intera differenza di prezzo dovuta ai cambi e cercare delle linee guida generali e non paese per paese. Siete presenti sia in airside che in landside? Lavoriamo prevalentemente in airside, negli shop duty free e duty paid. In landside ci sono progetti per creare alcuni negozi, in collaborazione con i gestori travel retail aeroportuali più importanti, creati per lo più all’acquisto “dell’ultimo minuto” prima di uscire delle porte: finora si è pensato a merce duty paid, indirizzata al traffico nazionale. Quali sono i prodotti più gettonati nel mercato italiano? Sicuramente il Martini Vermouth, il quale viene chiamato semplicemente Martini essendo il prodotto leader di mercato sia in Italia che in molti paesi esteri. Esistono quattro referenze principali, ma non tutte sono presenti negli aeroporti, quelle più vendute sono il Martini Bianco, il Martini Rosso e il Dry. Poi abbiamo il Bacardi Superior, molto apprezzato dal consumatore anglosassone: in questi paesi Bacardi ha una fama altissima e viene di gran lunga preferito il rum bianco a quello scuro. La nostra terza referenza piùimportante negli scali italiani è il Bombay, un gin di categoria premium. Qual è la vostra clientela tipo? Generalmente il cliente aeroportuale è il frequent flyer, ovvero colui che viaggia molto e non ha tempo, ma vuole comprare il suo spirito preferito venduto solo in duty free. L’altro cliente è quello dei charter: il consumatore, spesso straniero, che tornando a casa porta una bottiglia particolare come regalo. Sulla proporzionalità italiano/straniero è difficile avere un rapporto attendibile perché al momento dell’acquisto non si registra la nazionalità, anche se il nostro consumatore, specialmente nel segmento aeroportuale, è principalmente internazionale. Un esempio è il Martini Bianco, che sicuramente ha una percentuale di acquisto di stranieri molto più elevata, in quanto si trova sul nostro mercato domestico a prezzi inferiori. Per molti stranieri, invece, c’è un’altissima convenienza.

ha sottolineato l’ad di Dufre, il quale poi ha aggiunto «non 1.826 1.068 si può dire 780 che ci sia una 484 grappa che va 444 per la mag381 giore: c’è chi ad esempio si orienta su un distillato prestigioso, come quella di brunello o barricato, ma al tempo stesso c’è il cliente che compra la grappa da 12 euro perché è contenuta in un fiaschetto dalla forma simpatica. La guerra non si fa sul vitigno, ma sul posizionamento del prodotto, sul packaging e sulle politiche di prezzo». Rispetto all’altra grande colonna dei duty free, i profumi, gli alcolici e i prodotti food sono meno raffrontabili rispetto ai mercati locali e aiutano a garantire all’operatore quella marginalità che gli consente di poter gestire il negozio. Il mercato degli spirits è presente in tutti i terminal del mondo, ma è ovviamente quello italiano ad essere uno dei più sviluppati grazie a prodotti unici come, appunto, la grappa o il limoncello, a marche storiche come Martini e Campari, ma anche attraverso un’imponente

Posizione graduatoria Giro d'affari (posizione (miloni di $) nel 2007) 6 (7) 11 (11) 15 (15) 19 (19) 22 (22) 24 (24)

Fonte: Generation Publications, 2009

detiene nell’ambito della grappa circa l’80% del mercato duty free e travel retail. Con loro sposiamo un progetto a medio-lungo termine, capiamo se il prodotto è vendibile all’interno di questi mercati, poi assieme si sviluppa un programma che richiede condivisione del progetto, marketing, sostegno alla vendita. In pratica diventiamo il dipartimento di duty free/travel retail dell’azienda stessa». Come per altri beni acquistabili negli scali aeroportuali, l’esclusività è una caratteristica fondamentale per il proprio successo, la quale dev’essere accompagnata anche sulla confezione e sulla bottiglia stessa. «Quello che consigliamo alle nostre aziende è di dedicare sempre al settore duty free prodotti il più possibile esclusivi e che si possano sottrarre ad ogni tipo di confronto con il mercato nazionale» 36 retail&food - ottobre 2009

selezione di vini difficilmente eguagliabile da altre realtà internazionali. Proprio per ottimizzare l’esposizione e la vendita degli item più significativi, diversi operatori hanno perfezionato le aree wine&spirits dei propri duty free, proprio com’è successo ai corner Good Buy Roma presenti all’aeroporto di Fiumicino e gestiti da Adr. Tra le strategie attuate dall’operatore per valorizzare le novità presenti allo scalo capitolino, ad esempio, è presente l’allestimento di corner di degustazione “premium selection” attraverso i quali vengono presentati alcolici e vini selezionati. Inoltre, le valutazioni del Gambero Rosso, dell’Associazione Italiana Sommelier e della Wine Spectator compaiono sulle etichette di alcuni prodotti enologi pregiati per dare un’informazione completa al cliente. Oltre ai vini, Good Buy Roma presenta circa 150 marche di liquori e 1.000 referenze, tra cui molte eccellenze (come, ad esempio, il Remy Martin Louis XIII, citato come uno dei migliori cognac del mondo). I principali fornitori malt whiskey, invece, hanno riunito i propri prodotti in uniche location nell’iniziativa “master of malt”, mentre i corner “perfect togheter” incentivano l’abbinamento cioccolata-liquore.

Bacco si è fermato in aeroporto Tralasciando il mondo dei duty free, nelle airside italiane mancano ancora all’appello enoteche e shop dedicati esclusivamente agli alcoli, mentre nei terminal europei whiskey e vini richiedono sempre una maggiore autonomia rispetto ai corner dei duty free. Un esempio recente è il negozio Epicure dell’aeroporto di Bruxelles, un raffinato store dedicato esclusivamente alla vendita di un’accurata selezione di alcolici e vino proveniente da tutto il mondo. Diverso è il discorso per wine-bar posizionati nei terminal nostrani, cioè dei ristoranti che oltre alla somministrazione di vino effettuano la vendita. Due sono gli esempi più rappresentativi di questi format: il Frescobaldi Wine Bar di Fiumicino (intervista nel riquadro a Diana Frescobaldi) e l’Ideavino (Gruppo Meregalli) di Malpensa. Entrambi i format aeroportuali ricalcano gli omonimi locali presenti nei centri cittadini (Marchesi de Frescobaldi è a Firenze con un ristorante-wine bar, mentre sono presenti altri 27 punti Ideavino in franchising in Italia e nel mondo) e all’acquisto d’asporto uniscono la possibilità di degustare il vino scelto magari assieme ad un piatto tipico regionale. M. C.



Continua la guerra di Fiere tra Parma e Milano

FORMIGONI e MORATTI dicono no a LETTA G

iovedì 10 settembre e sabato 12, Il Sole 24 Ore ha pubblicato due informati articoli di Marco Alfieri che danno conto della querelle che, da qualche mese, sta guastando i rapporti tra Fiera Milano e Fiere di Parma. L’oggetto del contendere, come è noto, riguarda il sovrapporsi, con possibile competizione, tra le esposizioni agroalimetari messe in campo dalle due strutture: la milanese Tuttofood, alla sua seconda edizione nel 2009, 40.000 metri quadri, 1.500 espositori e 30 mila visitatori, e la parmense Cibus, 50.000 metri quadrati, 2.000 espositori e 60.000 visitatori.

allineando al proprio fianco i poteri forti della politica.

La controffensiva La riqualificazione di Fiere di Parma dovrebbe tradursi nello scorporo del patrimonio immobiliare dall’attuale società, controllata da Comune e Provincia con il 68% delle quote, da Cariparma-Credit Agricole con il 17% e da Sep con il 7%. La nuova società immobiliare rimarrebbe in mano pubblica,

Il fallito accordo Come noto, l’ipotesi d’intesa tra le due fiere, patrocinata, nel marzo scorso, anche dai rispettivi sindaci, Letizia Moratti e Pietro Vignali, non ha avuto seguito. Infatti, per Fiera Gianni Letta Milano, i parametri propomentre, per il software fieristico, si sti, cioè la specializzazione di pensa all’ingresso, accanto al Tuttofood nel settore della ristoraCredit Agricole, di un socio «induzione fuoricasa, sarebbero lesivi dei striale», cioè competente nel propri interessi: si paventa un posbusinness specifico. sibile mancato introito di qualcosa L’offensiva contro i milanesi, come 15 milioni di euro. Ma, sempre stando a quanto riferisce Il soprattutto, i milanesi pensano che Sole 24 Ore, si è concretizzata il 20 i limiti proposti mandino in cavalleluglio scorso, in una missiva che il ria la sfida che, forti di una capacipotentissimo Sottosegretario alla tà espositiva di 500 mila metri quaPresidenza del Consiglio Gianni drati, si sentono di poter lanciare Letta ha indirizzato, su tanto di alla parigina Sial, 100.000 metri quadrati di esposizione, 5.000 carta intestata di Palazzo Chigi, a espositori e 200.000 visitatori; alla Letizia Moratti e a Roberto tedesca Anuga, 150.000 metri, Formigoni: un garbato, ma forte 6.000 espositori, 160.000 visitatori richiamo, affinché, con il loro e alla catalana Alimentaria, «qualificato intervento» ricondu120.000 metri quadrati, 1.500 cano «Fiera Milano e Fiere di espositori e 150.000 visitatori. Parma a una positiva dialettica». La reazione parmense non si è Cioè, in sostanza, facciano camfatta attendere e si è articolata, biare idea al gruppo dirigente di come riportato dall’autorevole Fiera Milano e diano una mano a quotidiano confindustriale, su due salvaguardare gli interessi parmenlinee: una di riqualificazione intersi. Questi ultimi, vengono, peraltro, na, con l’ipotesi di ristrutturazione descritti come «obiettivi fissati dal degli assetti proprietari, e una di governo a livello europeo», tanto offensiva nei confronti di Milano, da essere fortemente influenti 38 retail&food - ottobre 2009

Roberto Formigoni anche sul buon esito dell’auspicato Expo. Come ovvio, le tesi esposte vengono rafforzate da un costante richiamo all’autorità di Silvio Berlusconi.

Quello che Il Sole non dice Nel suo pur pregevole reportage, al Sole 24 Ore sembrano sfuggire alcuni dati decisivi. Per quanto riguarda il riassetto di Fiere di Parma, a chiunque abbia una seppur minima conoscenza delle sue proprietà e delle sue strutture immobiliari, peraltro visibili transitando per l’Autostrada Milano-Bologna, non può sfuggire il machiavello: l’uscita degli Enti locali dalla proprietà della società fieristica e il loro limitarsi alla proprietà dell’hardware immobiliare, vorrebbe dire accollare alla spesa pubblica gli oneri che derivano dal necessario rafforzamento delle infrastrutture in grado di sostenere le ambizioni di Fiere di Parma, la quale dovrà necessariamente adeguarsi al ruolo assunto dalla città, quale sede della Agenzia europea per la sicurezza alimentare. Gli onori (ed i profitti...) andrebbero, invece, all’altra società, quella di gestione, capeggiata da Credit Agricole e dal socio «industriale» da quest’ultimo scelto. Insomma,

siamo di nuovo all’antica quanto sperimentata legge del capitalismo: privatizzare gli utili, pubblicizzare le perdite. Anche sul fronte dell’offensiva politica condotta contro Fiera Milano, Il Sole 24 Ore conta tutti peli, ma non trova il buco. Nel tentativo di ricostruire il retroscena dell’inusuale intromissione del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio in una diatriba tra imprese di diritto privato, il quotidiano confindustriale segnala tutto un intreccio di relazioni tra poteri forti: «Da Cariparma-Agricole che intrattiene una partnership con l’Accademia d’Arti e Mestieri del Teatro alla Scala alla Mediaset di Fedele Confalonieri, presidente del Comitato per le Celebrazioni Verdiane e membro del Comitato d’Onore di Parma Capitale della Musica». Tuttavia, dimentica che Fiera Milano Spa è una società quotata alla Borsa Valori. Pertanto, la pur «felpata» missiva di Gianni Letta potrebbe configurarsi come un grave attentato al fisiologico svolgersi dei mercati, con possibile rischio per investitori e risparmiatori. Cosa quest’ultima che non deve essere sfuggita né a Roberto Formigoni né a Letizia Moratti, i quali hanno risposto con un «felpato», ma inequivocabile V. V. «No».



Anticipazione fiere

un impulso per cambiare marcia L’edizione 2009 della fiera milanese si inserisce all’interno di una congiuntura tutto sommato positiva per il settore. Tuttavia la crescita registrata nel 2008 non va oltre il punto percentuale, per cui l’obiettivo della rassegna è quello di dare una scossa al comparto puntando, soprattutto, sulla leva della formazione.

T

ra le poche realtà economiche che hanno resistito alla crisi dei mercati si pone il comparto del franchising, che non fa registrare crescite a due cifre ma che conserva il segno positivo davanti ai dati di fatturato (+1,40%) e di presenza sul territorio (+1,34%). L’incremento ottenuto nel 2008, in base al “Rapporto franchising Italia 2008 – Strutture, Tendenze, Scenari” stilato da Assofranchising, porta il giro d’affari complessivo a 21

miliardi 419 milioni di euro e la quantità di punti vendita in franchising a 53.434 unità. Cresce anche il numero di reti censite, 852 rispetto alle 847 riscontrate nel 2007 (il dato comprende anche le catene che hanno sede legale all’estero ma che operano nel nostro territorio), mentre rimane pressoché inalterato il dato sull’occupazione, stabile su quota 180.000 addetti. Premesso quindi che non si parla di un mercato in crisi, la

L’obiettivo: conquistare il circuito estero Come anticipato in apertura, in Italia il giro d'affari legato al franchising è cresciuto nel 2008 nonostante l'ultimo semestre dell’anno sia stato investito dalla recessione economica. In attesa di osservare i dati relativi al 2009, che potrebbero confermare la sostanziale tenuta del comparto, abbiamo intervistato l’amministratore delegato di Fiera Milano Expocts, Corrado Peraboni, per anticipare i contenuti della rassegna e tracciare una rotta oltre lo scoglio della crisi. Innanzitutto quali sono gli obiettivi per la 24ª edizione di Franchising&Trade? La mission di F&T è di aiutare le aziende espositrici a creare contatti costruttivi per l’ampliamento della loro attività e dare al pubblico interessato un ampio ventaglio di opportunità nell’ambito del franchising. L’obiettivo principale, invece, è di continuare a crescere perché il franchising ha tutte le carte in regola per presentarsi come un antidoto a questa difficile congiuntura economica. Una crescita che lancia la sua sfida sul piano della qualità, un esempio ne è la collaborazione con le associazioni di riferimento, e sull’affermazione nel circuito internazionale, grazie alla presenza sempre più qualificata di operatori esteri. Quale servizio offrite in particolare agli espositori? Il Matching Program, che abbiamo sperimentato con successo nella scorsa edizione, è attivo per mettere in contatto espositori e visitatori al fine di fissare in anticipo gli incontri che avverranno durante i giorni di manifestazione. Sul sito www.franchising.fieramilanoexpocts.it gli espositori inseriscono le loro offerte e i relativi parametri mentre i visitatori possono specificare le loro richieste. Il software verifica automaticamente le corrispondenze, consentendo l’incontro virtuale destinato poi a concretizzarsi in fiera. Infine, quali saranno i temi maggiormente approfonditi? Franchising & Trade è l’appuntamento, ormai consolidato, per fare il punto sullo stato dell’arte e per sondare novità e tendenze. Un filone molto interessante è quello che coniuga la cura della persona con il benessere fisico: dalle profumerie ai centri estetici. Negli ultimi tempi la crescita in questo campo è stata esponenziale. Altrettanto si registra per il settore del gioco e delle scommesse. Dagli ambiti più tradizionali, come l’immobiliare, si arriva ovunque, perché quando un’idea innovativa esce dalla fase sperimentale tende a consolidarsi attraverso il franchising.

40 retail&food - ottobre 2009

prossima edizione della fiera Franchising&Trade che si terrà tra

il 23 e il 26 ottobre presso Fieramilano non si propone come un punto di ripartenza ma costituisce un’occasione per affrontare problematiche e opportunità con l’obiettivo di far “tornare a correre” il settore in vista della ripresa economica. Proprio sulla tenuta delle performance è stata impostata la campagna promozionale con lo slogan: “in squadra, con il franchising, si può affrontare meglio la crisi, il franchising non ti lascia solo”. Per l’edizione 2009, organizzata da Fiera Milano Expocts, si prevede dunque un numero crescente di espositori e l’avvio di nuove iniziative legate soprattutto al tema della formazione. Un esempio in questa direzione


Nord Italia e servizi, i nodi della rete Nonostante la formula del franchising si possa definire “trasversale”, adatta cioè ad essere utilizzata in diversi settori, Il rapporto pubblicato da Assofranchising pone in evidenza almeno due caratteristiche forti che ne contraddistinguono la penetrazione nei vari mercati e nel territorio. La prima è la netta presenza nel comparto dei servizi, dove sono attive 427 reti di franchisor (50,1% sul totale) e in quello degli “articoli per persona” con 218 reti (25,5%), a cui segue l’attività nel commercio specializzato con 90 reti (10,5%), per cui i primi tre settori interessano l’86,1% dei franchisor. Decisamente minore è l’incidenza di questo format nei comparti “articoli per la casa”, “commercio alimentare specializzato”, “commercio non specializzato”, “costruzione e manutenzione”, mentre è assente nell’area dell’industria. La seconda caratteristica è la ripartizione sul territorio delle sedi legali, predominante nel nord Italia e in particolare in Lombardia (dove ne sono attive 227 di cui 166 solo nella provincia di Milano), Veneto, Emilia Romagna e Piemonte. L’eccezione per il centro Italia è rappresentata dal Lazio con 101 reti (seconda a livello nazionale), mentre la prima regione nel meridione è la Campania con 54 reti (sesta nel ranking).

cate a chi intende diventare un franchisee. L’intero corso sarà poi riproposto durante la fiera. Analizzando le caratteristiche degli espositori, il settore dell’abbigliamento si conferma tra quelli maggiormente presidiati grazie ai brand per adulti come Ingram, Camomilla e Adolfo Dominguez, e ai marchi specializzati nel segmento bambino come Sir’s Pelle, Level, Mirtillo, CycleBand e Bello (tra i primi a confermare la propria presenza). Nel comparto della ristorazione risaltano Burger King, Yo-Yogurt, SfizioMisto, È arrivato Paolino, mentre in quello bar-caffetteria è presente Sapore Italiano. Tra i segmenti in forte espansione risulta invece quello dei servizi: in particolare l’area viaggi è presidiata da Almeida Viaggi, Iperclub, che presenta la formula basata sui “buoni” che le aziende possono regalare ai dipendenti e ai clienti, e da Business Last Minute. Da segnalare, inoltre, l’accordo di collaborazione raggiunto tra la società organizzatrice dell’evento, Fiera Milano Expocts, e Assofranchising, grazie al quale l’associazione di categoria sarà presente nella tradizionale “Piazzetta del Franchising”, con annessa zona Vip Lounge esclusiva per le aziende affiliate, che disporrà di apposite aree in cui il pubblico potrà usufruire di servizi, cercare risposte alle domande di mercato, conoscere offerte commerciali, proposte di assistenza e di consulenza. A. P.

è il corso di “Scuola di franchising on line”, attivato con anticipo rispetto al calendario dell’evento e suddiviso in sei lezioni, articolate tra il 15 giugno al 21 settembre scorsi e consultabili sul sito www.lavoroeformazione.it, dediretail&food - ottobre 2009 41


Dossier aeroporti

VENEZIA “

V

enezia va bene perché ha tanto incoming”. “Beh per Venezia è facile, è baciata dal Turismo”, e ancora “Chi non ce la farebbe in quelle condizioni?”. Questo è un campionario, breve ma significativo, di considerazioni raccolte a proposito del principale aeroporto del Nord Est. È possibile ridurre a questi argomenti, quasi fortuiti, l'incremento di traffico di cui ha goduto lo scalo lagunare negli ultimi anni? Probabilmente no e per esserne certi abbiamo visitato l'aeroporto di Venezia per il Dossier aeroporti di r&f. Innanzitutto occorre ricordare che Venezia rappresenta un modello di gestione raro, se non unico, nello scenario aeroportuale italiano, in particolare per quanto riguarda i settori che r&f segue più da vicino, ristorazione e retail non food. La ristorazione presente negli spazi dell'aerostazione è infatti affidata alla gestione di Airest, società controllata da Save – la capogruppo che gestisce lo scalo, presieduta da Enrico Marchi – che oggi è impegnata anche sul fronte delle stazioni ferroviarie (Save detiene il 40% di Centostazioni) e di un ambizioso progetto di sviluppo produttivo e infrastrutturale, quello del cosiddetto Quadrante Tessera (che in futuro dovrebbe accogliere una cittadella sportiva, il nuovo Casinò, un centro direzionale, aree commerciali e la stazione AV). Per quel che riguarda il retail non food, la novità più interessante offerta dal Marco Polo è invece l'innovativa partnership con McArthur Glen, società leader in Europa per i Designer Outlet Center che, grazie all'alleanza con Save, a Venezia ha presentato la formula di Collezioni, un nuovo concetto di luxury retail full-price, ideato per introdurre brand di alta gamma nelle aree commerciali di aerostazioni di “media taglia” ma di grande appeal. Per capire in cosa consista lo “stile Venezia”, abbiamo incontrato Camillo Bozzolo, Direttore sviluppo aviation di Save, Giovanni 42 retail&food - ottobre 2009

Bussi, Direttore global format e

operations del Gruppo Airest, Alberto Baretta, Marketing manager Save, e Federica Bonanome, Responsabile relazioni esterne Save. È Camillo Bozzolo a inquadrare i nostri ragionamenti, spiegando: “quando abbiamo aperto il nuovo terminal, nel 2002, avevamo circa 4 milioni di passeggeri, nel 2005 5,8 milioni, nel 2007 7 milioni e nel 2008 6,9 milioni (vedi tab. fig. 1, ndr). Possiamo quindi dire di essere cresciuti e di aver tenuto nonostante i recenti “colpi”: la scomparsa di Volare nel 2004, di Alpi Eagles nel 2008, e infine di MyAir nel 2009. Il che dimostra da un lato la solidità del bacino di traffico, dall’altro la validità della strategia commerciale di SAVE che ha puntato negli anni a diversificare le compagnie operanti al Marco Polo cercando, in mancanza di un forte vettore nazionale, le compagnie di destinazione. A Venezia oggi operano 42 compagnie di linea verso 48 paesi e

67 destinazioni. In particolare, la nostra strategia rimane quella di essere collegati agli hubs dei vettori tradizionali, di avere collegamenti punto-a-punto tramite vettori low cost e collegamenti a hubs intercontinentali con voli di lungo raggio, che per noi rappresentano la parte più importante perché sono i soggetti che trasportano

passeggeri con la maggiore propensione alla spesa”. A questo proposito Venezia ha fatto scuola tra gli aeroporti con forte volontà di crescita e un buon mix di traffico turistico e business – come ad esempio Pisa – e infatti Bozzolo racconta: “abbiamo iniziato con Delta nel 2000 per New York, poi Philadelphia con US


produttive e ricche d'Europa – ma anche che il 60% del totale passeggeri non è italiano, e questo soprattutto in ragione della vocazione turistica della città. E proprio riguardo ai turisti, un'importante particolarità dell'aerostazione è che ogni anno sono circa 800.000 i passeggeri che arrivano al terminal dalla città via mare, utilizzando i traghetti che attraversano la laguna, mentre i clienti dei taxi d'acqua sono circa 300.000. Più di 1 milione di passeggeri “che non sono abituati a viaggiare su acqua per raggiungere un aeroporto... e si chiedono “arriverò, quando arriverò...”. Questo vuol dire che la gente tende ad arrivare in aeroporto con largo anticipo, solitamente almeno due ore”. “Un altro vantaggio di Venezia – sottolinea Bozzolo – è rappresentato I PASSEGGERI DI VENEZIA (2000-2009) Anno 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 (gen-ago)

Airways e Atlanta ancora con

Delta, sempre con l'idea di legarci agli hub: non prevale l'interesse per la destinazione in sé ma è importante poter raggiungere un grande hub per offrire la possibilità di proseguire verso il maggior numero di destinazioni e anche, d'altra parte, per poter essere raggiunti dal più grande numero di località. Ecco

perché dal 2007, con Emirates, abbiamo cominciato a muoverci verso est: il Sud-Est asiatico oggi offre volumi molto importanti”. Quindi la vocazione a lungo termine è di essere anche un luogo di transito ma soprattutto il Marco Polo punta a divenire un aeroporto collegato con il maggior numero di hub. Ecco perché, continua

Sistema aeroportuale Venezia-Treviso Ricavi non aviation 2008 (in migliaia di euro) Food&Beverage e Retail Advertising Parking Altro totale Fonte: SAVE

20.422 1.825 10.609 10.165 43.021

tab. 2

Bozzolo, “cominciamo a vedere passeggeri provenienti dalle regioni del Sud che, dovendo recarsi negli States, scelgono di transitare da Venezia”.

I passeggeri Abbandonando le strategie commerciali aviation, passiamo ad analizzare il terminal cominciando da alcuni dati salienti relativi ai flussi. Innanzitutto occorre sottolineare che il 34% dei passeggeri del Marco Polo appartiene alla clientela business – il Veneto è una delle zone più

Passeggeri 4.127.046 4.169.480 4.207.668 5.293.491 5.859.181 5.812.410 6.328.892 7.059.141 6.878.249 4.485.321

tab. 1 Variaz. % anno preced. 8,6 1,0 0,9 25,8 10,7 -0,8 8,9 11,5 -2,6 -5,6 Fonte: Assaeroporti

da 1,7 milioni di crocieristi. Venezia infatti è il più grande homeport del Mediterraneo e questo per noi significa guadagnare circa 400.000 passeggeri all’anno”. I crocieristi sono principalmente americani, francesi, spagnoli e inglesi. Quanto ai passeggeri statunitensi Bozzolo precisa che “oggi come oggi per gli Usa abbiamo circa 550.000 passeggeri, soltanto 280.000 di questi arrivano su volo americano, il resto transita via Francoforte, Parigi, Zurigo...”. Pensando al travel retail e ai servizi in aeroporto, la crociera è sicuramente interessante perché al ritorno “ti fa sbarcare presto al mattino anche se il volo è a metà giornata. Quindi questi passeggeri passano in aeroporto qualche ora e grazie all’ampiezza dell’offerta dei nostri negozi e alla gradevolezza dell’ambiente possono sperimentare una piacevole airport experience. Può esserci qualche problema di congestione, se arrivano tutti insieme, e retail&food - ottobre 2009 43


Dossier aeroporti per questo lavoriamo a stretto contatto con Compagnia di navigazione e Autorità portuale. Per evitare o limitare al minimo il disagio per i nostri passeggeri.”

Il “nuovo” terminal Il terminal come oggi appare viene inaugurato nell'estate del 2002 (fig. 3). Il progetto ha puntato molto sulla fortunata ubicazione del sedime aeroportuale, con vista sulla laguna e su una delle città più ammirate del pianeta. Anche per questo l'area airside, dotata di ampia superficie vetrata, risulta particolarmente panoramica e suggestiva. Ma non solo, nelle varie fasi che hanno contraddistinto l'allestimento degli spazi fino ad oggi, molta cura è stata posta anche nella scelta degli arredi e dei materiali. Ecco perché l'immagine dello scalo oggi è così particolare ed è facile perdere la sensazioni di trovarsi in un anonimo luogo di transito. Un risultato di cui la squadra di Save va particolarmente fiera: “quando si superano i con-

trolli di sicurezza – spiegano – non si ha la sensazione di dover correre al gate, ma ci si trova in una piazza, un'area commerciale dove ci sono “anche” i gate. L'opposto di quanto in tante altre strutture”. tab. 3

Il compimento di Airest Parlare di retail e food a Venezia vuol dire parlare di Airest, la società del Gruppo gestita dall’amministratore delegato Monica Scarpa e guidata Giovanni Bussi, un passato in LA NUOVA AEROSTAZIONE

Autogrill ma soprattutto uno degli artefici dell'ampia e varia offerta attuale. “Siamo nati nel 2001 in ambito aeroportuale, nella vecchia aerostazione. Partendo da lì abbiamo pianificato un'attività commerciale basic. Il primo passo è stato quello di definire i format e la scelta di campo – voluta fortemente dal presidente Marchi – è stata quella di fare sia food&beverage che retail, sull'onda di quanto fatto in Uk da BAA. Quindi – continua Bussi – definiti i format, armonizzate tutte le aree commerciali, si è partiti con l'esperienza del nuovo aeroporto. All'inizio abbiamo aperto sette p.v. di ristoro e cinque p.v. di retail”. Il successo di Airest (ex Airport Elite) secondo Bussi deriva in buona parte Fonte: SAVE

1997 – 2002 Il progetto dell’attuale aerostazione viene elaborato tra il 1992 e il 1994; tra il 1995 e il 1996 viene introdotta una piccola variante. I lavori iniziano nel 1997, solo la parte interna viene modificata in fase esecutiva tra il 1997 e il 2002. 2000: inizia lo sviluppo dei voli intercontinentali con il collegamento diretto di linea Venezia – New York di Delta Air Lines. Seguiranno Philadelphia (Us Airways), Atlanta (Delta Air Lines), Dubai (Emirates), Montreal e Toronto. 7 Luglio 2002: inaugurazione ufficiale della nuova aerostazione (progetto dell’arch. Giampaolo Mar). La superficie è di 60.000 mq. Maggio 2005: SAVE si quota in Borsa. Ottobre 2007: Stati Generali dell’aeroporto di Venezia: verso il modello di airport city. 2007: si conclude il processo di integrazione tra aeroporto di Venezia ed aeroporto di Treviso, SAVE assume definitivamente un ruolo attivo nella gestione dello scalo trevigiano. Il futuro: sviluppo del Master Plan e del Quadrante di Tessera.

44 retail&food - ottobre 2009

dalla capacità di adeguare continuamente il portafoglio formule, crescendo nel numero di format o adattando quelli esistenti alle nuove esigenze”. Oggi Airest al Marco Polo dispone di dieci p.v. f&b e di sette di retail. Lavorare su Venezia ha consentito alla società di operare nella definizione dei format, ragionando su una gamma molto ampia e nel contempo definita di clientela. “Il nostro è un aeroporto con forte concentrazione di passeggeri sia business che leisure, italiani e stranieri – spiega Bussi – . Avere più di 1/3 dei viaggiatori in fascia business, come ben sappiamo, ci garantisce vendite costanti durante l'anno, che vengono rafforzate dai picchi stagionali durante le vacanze. Chiaramente le nostre formule ha tenuto conto di questi target: al di là del classico bar italiano con servizio rapido, abbiamo introdotto Culto, adatto anche ad un target femminile. Poi c'è il wine-bar DeCanto con un'offerta di tradizioni e sapori artigianali, un ristorante free-flow, L'Orto, altro concept di proprietà Airest dove viene privilegiata la cucina mediterranea. Poi abbiamo lanciato il Bricco Caffè, nato in stazione, con classica offerta italiana “pizza, pasta, cap-


puccino”, in modalità easy e rapida ma con livello di servizio e layout fortemente distinguibile. Di lì siamo poi arrivati a Rustichelli e Mangione, “scoperto” a Fiumicino, acquisito e rapidamente diffuso in Italia ed all’estero, e ultimamente anche nelle stazioni ferroviarie”. E Bussi conclude il capitolo sulla ristorazione affermando che “abbiamo avuto uno sviluppo molto sostenuto, ora ci stiamo concentrando sulla gestione, sulla crescita delle risorse e sullo sviluppo della cultura che deve tenere vivi e stimolati i nostri locali. Le innovazioni cambiano la resa: se si è rapidi a cogliere le esigenze di mercato si colgono le opportunità”.

Conclusioni Purtroppo sono numerosi gli argomenti toccati durante la visita al Marco Polo che non possono trovare spazio adeguato in questa panoramica sulle attività di retail e food dello scalo. In conclusione almeno un cenno lo meritano La Bottega dei Sapori, format di prodotti agroalimentari che Airest ha scorporato dal duty free ottenendo, affermano convinti Bozzolo e Bussi,

ottimi risultati; la birreria Pilsner Urquell, gestita da Peroni e saggiamente ubicata di fronte alla smoking lounge realizzata da British American Tobacco. Sicuramente lo sviluppo futuro dell'aeroporto è strettamente connesso all'accessibilità del territorio circostante: il turismo è un'ottima risorsa ma a Venezia occorre continuare a rivolgersi alla terraferma e collegarsi a questa con infrastruttu-

re moderne. L'apertura del Passante di Mestre ha nettamente ridotto i tempi di trasferimento per padovani e vicentini, dimostrando che i progetti di Save per l'alta velocità vanno nella direzione giusta. La partita è aperta, gli ostacoli non mancano, ma sono in molti a scommettere sulla tenacia di Marchi e della sua squadra. Andrea Aiello

Collezioni, da esperimento a modello Il progetto iniziale del nuovo terminal prevedeva un piano partenze e al di sopra di questo un piano principalmente dedicato alle business lounge e a spazi per agenzie di servizi. Man mano che sono cresciuti i passeggeri, fino ad arrivare a 7 milioni, lo staff di Save ha cominciato a interrogarsi su come rendere fruibile tutta la superficie disponibile – includendo il secondo piano – riuscendo anche metterla a reddito. Da questa esigenza, due anni fa, nasce il progetto Collezioni, elaborato insieme a McArthurGlen, inaugurato a luglio 2008. “McArthurGlen ha portano con sé tanti nomi che noi, aeroporto sotto i 10 milioni di pax, avremmo avuto difficoltà ad coinvolgere”, dice Bozzolo. (vedi pianta air side). E così la società inglese riceve in gestione circa il 30% dell'area commerciale preesistente più tutto il secondo piano. Questo consente di passare dalle 26 retail units del 2005 alle 43 di quest'anno e da 8 a 9 units f&b. Complessivamente a McArthurGlen oggi è demandata la gestione di una ventina di punti vendita, di cui nove al piano inferiore. Alla domanda di come sia nato il rapporto con McArthurGlen, Bozzolo ci sorprende rispondendo: “Ci hanno cercato loro. Il presidente Brian Collie (ex a.d. di Baa, ndr) passava per Venezia e ha colto la potenzialità della vista su laguna, campanile di San Marco... aggiungere la cornice di Venezia offre un valore aggiunto a qualunque prodotto”. Un valore colto, ad esempio, anche da Superjet – partnership Alenia/Sukhoi per la produzione di un nuovo apparecchio commerciale – che ha l'headquarter vendite in un ex hangar a bordo pista. retail&food - ottobre 2009 45


A chiare lettere

TARIFFE AEROPORTUALI: un problemaccio, ma non è ora di risolverlo?

L

a débâcle Alitalia, con i debiti non pagati, per esempio i 50 milioni di euro dovuti alla Sea di Milano, e i conseguenti buchi nei bilanci delle aziende aeroportuali, hanno rilanciato l’annosa questione dell’adeguamento delle tariffe aeroportuali, cioè delle tasse di approdo, decollo, sosta, imbarco e cosiddetto «security charge» che le compagnie aeree riconoscono agli aeroporti. Il problema risale al lontano 2006. Fu allora, infatti, che Domenico Di Paola, presidente di Assareoporti, l’associazione confindustriale degli aeroporti italiani, pose la questione, esibendo il forte divario tra le tariffe vigenti nel nostro Paese e quelle applicate negli scali esteri: «Già a ottobre 2005, prima ancora dell’ulteriore riduzione imposta con la legge sui requisiti di sistema, la media delle tariffe europee per un aeromobile era di 1.973,4 euro contro la media italiana di 1.369,3, con un evidente gap per gli aeroporti italiani del 44,1 percento. E il gap non è certamente solo europeo. La tassa passeggeri all’aeroporto Jfk di New York è di 39,95 euro, mentre a Fiumicino è di 7,41; così come la tassa di approdo di un Boeing 767 è di 1.529 euro al Jfk di New York, mentre a Fiumicino è di 821 euro!» La questione non poteva allora, come non può oggi, non allarmare i viaggiatori, per le ricadute che, di sicuro, avrà sul costo del biglietto. Inoltre, divise, e continua dividere, il fronte imprenditoriale. Infatti, Assareoporti lotta per l’adeguamento, mentre Assaereo, la consorella confindustriale delle compagnie aeree, rema contro.

La proposta Enac In mezzo, l’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile. Il quale, con Consiglio di amministrazione svoltosi prima di luglio, ha cercato di mettere in campo una mediazione: stipulare contratti di programma con le società di gestione degli aeroporti, alle quali verrebbe concessa la possibilità di aumentare le tariffe, qualora si dovessero impegnare su una serie di vincoli concordati, a cominciare da piani quadriennali di investimento: progetti certi e più verificabili rispetto ai prolissi contratti di concessione, spesso fissati per legge, con una durata epocale, dai 25 ai 40 anni. Come sottolinea Vito Riggio, presidente dell’Enac: «La certezza della regolamentazione economico-tariffaria, consentendo il recupero dei costi oltre a un equo ritorno sul capitale investito, garantisce al gestore il reperimento delle risorse necessarie al progressivo e continuo sviluppo delle infrastrutture e impianti affidati in concessione, premessa necessaria per poter cogliere le opportunità della futura ripresa economica e condizione per contenere la conflittualità tipica del settore». Con la proposta, l'Enac tenta, quindi, di allentare la morsa che vede convergere basse tariffe con bassi investimenti e, con ciò, prospettare all’utente timoroso un sostanziale miglioramento del servizio. Infatti, gli areoporti, purtroppo, non sfuggono alla regola tutt'altro che aurea delle infrastrutture italiane, dalle autostrade ai porti, dai binari ai valichi, un tempo modello per l'Europa e ormai spesso logori e insufficienti. In particolare gli scali negli

NEOCOLONIALISMO: un problema anche italiano

È

recente l’ingresso, con il 20 per cento delle quote, della Sncf Société nationale des chemins de fer français, cioè delle ferrovie statali francesi, nell’impresa avviata da Luca Cordero di Montezemolo, Diego della Valle & Co. per fare concorrenza a Trenitalia, naturalmente sulla sola tratta remunerativa, cioè quella della cosiddetta «Alta Velocità», destinata a mettere ko la mitica navetta aerea Milano-Roma. In concomitanza con l’accordo, la Ntv Nuovo Trasporto Viaggiatori, con un comunicato, cercava di tranquillizzare l’opinione pubblica, sempre più allergica all’esterofilia delle nostrane élite economiche: «L’accordo stipulato tra Ntv e le ferrovie francesi non configura alcuna forma di controllo da parte di Sncf 46 retail&food - ottobre 2009

e rispetta in pieno il vincolo della reciprocità, perché le imprese italiane possono fare in qualunque paese europeo, quindi anche in Francia, la stessa operazione». Dello stesso tenore, Altero Matteoli, ministro dei Trasporti e delle Infrastruttura: «Anche le ferrovie italiane dovranno conquistare la loro fetta di mercato europeo».

Apparenza e realtà Per mandare avanti qualsivoglia intrapresa, soprattutto quelle complesse, necessitano capitali e competenze. Ora, sul fronte capitale versato, di sicuro, Sncf è e rimarrà minoranza con il suo 20 per cento di Ntv. Sul piano delle competenze, invece, la cosa


ultimi anni sono caduti in un circolo vizioso: basse tariffe e bassi investimenti.

Adesioni, perplessità e dinieghi L’idea è, fin qui, piaciuta a quattro aeroporti: Bari, Brindisi, Napoli e Pisa. Con Cagliari, Bologna e Palermo sono aperte le istruttorie e con la milanese Sea l'Enac ha avviato un confronto che pare positivo. Con i quattro contratti già concordati, per esempio, il rincaro per l’utente andrebbe da un minimo di un euro a biglietto a Brindisi e Bari a un massimo di 2 euro a Napoli. Le società di gestione aeroportuale in cambio accelererebbero gli investimenti: circa 432 milioni di euro dal 2009 al 2012 nei quattro aeroporti che hanno aderito al progetto. Napoli impiegherà 133 milioni soprattutto per costruire il nuovo terminal passeggeri; Pisa 106 milioni per rifare l'aerostazione; Bari 97 milioni per l'ampliamento dei locali e il prolungamento della pista; Brindisi 95 milioni per allargare lo scalo. Come si può vedere, tuttavia, la proposta rischia di essere sottoscritta dagli scali medi e piccoli. Se Milano è, infatti, ancora nell’incertezza, la romana Adr, cioè il maggiore scalo nazionale con 38 milioni di passeggeri e, per volontà di Alitalia-Air France, solo e unico hub, i contratti di programma non piacciono per niente. L’aeroporto guidato da Fabrizio Palenzona non esclude di investire e, a riprova, mette in mostra il già speso: negli ultimi due anni circa 250 milioni con una previsione di impiegare un altro miliardo fino al 2017. Tuttavia, preferirebbe che l’adeguamento tariffario fosse legibus soluto. Insomma, ai Benetton piace il modello Autostrade per l’Italia: le tariffe aumentino subito, per gli investimenti si vedrà… Peraltro, sembra molto strano che in un Paese nel quale tutti i prezzi e le tariffe aumentano vistosamente, le uniche che restano ferme, per anni, siano le tariffe aeroportuali. Vittorio Valenza

appare molto diversa e non solo per il ruolo di vero management che le ferrovie della Repubblica francese avranno nella società capeggiata da Montezemolo. Infatti, i 25 treni, per un costo complessivo di 650 milioni di Euro, saranno forniti dalla francese Alstom, i cui legami con lo stato francese sono ben noti e che, per Montezemolo non deve essere una nuova conoscenza, visto che nel 2000 aveva rilevato la Fiat industrie ferroviarie. Una volta acquisito il vettore, le manutenzioni seguiranno. Inoltre anche il sistema informatico di gestione, controllo, prenotazione e biglietteria sarà fornito da Sncf. Quindi, dopo la grande distribuzione, dove di italiano sono rimasti i duellanti Caprotti e Coop, dopo la ristorazione collettiva, dove Pellegrini-Benetton e Coop tengono ancora alta la bandiera, dopo il cosiddetto «facility management», dove le Coop sono ormai sole, dopo l’Alitalia, per il cui salvataggio non sappiamo quale tricolore ringraziare, dopo le vicende Bnl, Intesa e Cariparma, e quelle, non ancora completate,

inerenti il business fieristico, aggiungiamo l’ingresso della Repubblica francese nel sistema ferroviario della Repubblica italiana e siamo in attesa del nucleare.

Reciprocità? Insomma, quelle di Matteoli sono delle belle idee. Peccato che, fin qui, se si esclude il caso Enel-Endesa, non abbiamo avuto alcuna evidenza empirica della loro realizzabilità, e probabilmente ne avremo ben poche anche in futuro, soprattutto in Francia. Ciò non toglie che le imprese italiane interessate all’indotto sperino nella rapida realizzazione del progetto, che aprirebbe una certa concorrenza anche nel campo, per esempio, della ristorazione a bordo dei treni; non è un mistero infatti che Cremonini, dopo la sconfitta ad opera dei francesi di Wagon Lit nella gara per il servizio sui treni italiani (compensata peraltro da una analoga vittoria sui treni francesi), punti ora ad aggiudicarsi la ristorazione sui treni di V. V. Montezemolo. retail&food - ottobre 2009 47


International STARBUCKS IN FRANCIA NON DIVIDE LA SUA TORTA

Starbucks d’ora in poi opererà direttamente in Francia. La società ha infatti ha acquisito la totalità del controllo delle attività di Starbucks Oltralpe. Nel quadro di questa operazione il Grupo Vips, che gestiva le catene in Francia, avrà i diritti esclusivi per la gestione dei caffé Starbucks in Spagna e Portogallo. Quest’accordo permette a Starbucks e al Grupo Vip di ottimizzare la loro efficienza operativa e la loro redditività.

E A PARIGI SI SPERIMENTA IL WINDOWS-CAFÉ

Un cappuccino e l’ultima versione di Office. Si potranno ordinare assieme nel nuovo progetto Microsoft, il primo Windows-café del mondo, che aprirà a Parigi il 22 ottobre. Nel caffé non solo ci sarà un servizio di bar e un punto vendita di prodotti della casa di Redmont, ma si potranno conoscere e provare gli ultimi prodotti dell’azienda. Sarà comunque un temporary shop. Resterà aperto, hanno fatto sapere da Microsoft France, qualche settimana o qualche mese.

BUSINESS A TERRA PER AIR FRANCE?

Air France starebbe pensando di abolire la business class sui voli continentali di medio raggio. Il motivo è semplice: sempre più viaggi d’affari si stanno spostando nella classe economy. L’idea, riportata da Le Figaro, non è ancora con-

fermata dalla compagnia, che è alle prese con un deciso taglio del personale e con il calo dei passeggeri. Nulla cambierebbe, invece, sui voli intercontinentali.

48 retail&food - ottobre 2009

duty free world

By Kevin Rozario - London

Middle East takes control in travel retail Medio Oriente, nuovo leader del travel retail Dubai Duty Free’s retail operations at Dubai International airport have toppled London Heathrow to become the world’s biggest, with sales of $1.1bn in 2008. DDF now accounts for 5% of all airport duty-free business and 3% of all travel retail sales worldwide which reached $37bn in 2008. The data, confirmed by Swedish industry analyst Generation, this summer, is a pat on the back for DDF. Its management has been visionary in its approach to the market. For years, it has cleverly targeted the luxury-shoppers of the region; the migrant workers who regularly come and go from the Indian sub-continent; and the tourist/transit traffic from Europe in between. By appealing to its full passenger profile, DDF’s operations at the United Arab Emirates airport have quickly moved up the league table of travel retail outlets in the past decade – helped, of course, by strongly improving passenger numbers and terminal expansion. In 2000, sales of $220.4m put the airport in 12th position and in recent years it had maintained third place behind London Heathrow and Seoul Incheon International airports which both also just exceeded the $1 billion sales mark in 2008. DDF’s taking of Heathrow’s crown which had been held since 1994, is symbolic of a deeper regional shift towards the Middle East where sales grew by an astonishing 20.9% in 2008 compared to a world average of 8.8%. The Middle East’s share of global travel retail now stands at 6.7%. Just as Heathrow’s move to the top spot in 1994 deposed DFS Group stronghold Honolulu – and signalled the demise of the once all-important Japanese passengers for duty-free sales – Dubai’s new prominence is also a tell-tale sign of things to come. The Middle East, has steadily become a powerful player in the aviation business and, with plenty of airport infrastructure still in development, is likely to become even more influential. Even in recession, data from aviation analyst OAG, which makes monthly assessments of airline route schedules, showed a global 3% drop in seat capacity in April but a yearon-year rise within the Middle East region of 10.8% while, ACI, whose member airports represent approximately 98% of global airport traffic, reported the Middle East as the fastest growing region in 2008 with a 5.8% rise in passenger numbers against an average of 0.1% globally. The benefits for duty-free are all too clear.

Le vendite retail di Dubai Duty Free (DDF) presso l'Aeroporto Internazionale di Dubai , hanno surclassato quelle dell’hub londinese di Heathrow e si sono piazzate al primo posto nella classifica mondiale con un fatturato 2008 di 1,1 miliardi di dollari. Attualmente DDF rappresenta il 5% del business duty-free aeroportuale e il 3% delle vendite mondiali del canale travel retail (37 miliardi di dollari nel 2008). I dati, confermati quest’estate dagli analisti industriali della svedese Generation, sono confortanti per DDF - la cui gestione si è rivelata veramente lungimirante nell’approccio al mercato. Per anni DDF si è rivolta ai consumatori di articoli di lusso della regione, ai lavoratori migranti in transito dal subcontinente indiano e ai turisti di passaggio dall’Europa. Facendo leva su questo ampio target, nell'ultimo decennio DDF negli Emirati Arabi Uniti ha scalato la classifica dei punti vendita del canale travel retail - aiutata anche dal vistoso aumento dei viaggiatori e dall’espansione del terminal. Nel 2000, con un fatturato di 220,4 milioni di dollari, l’aeroporto ha guadagnato la 12° posizione - e in anni recenti ha conservato il terzo posto dietro l’aeroporto londinese di Heathrow e l’Incheon International Airport di Seoul (entrambi con un fatturato 2008 superiore al miliardo di dollari). Il sorpasso su Heathrow è emblema di un più significativo spostamento delle attività e degli affari verso il Medio Oriente. Qui, nel 2008, le vendite sono aumentate del 20,9% contro il +8,8% di media nel mondo. Oggi, nel mercato globale del travel retail, il Medio Oriente ha una quota del 6,7%. E se la conquista della leadership da parte di Heathrow, nel lontano 1994, aveva messo fuori gioco il DFS Group di Honolulu - decretando il declino dei clienti giapponesi come acquirenti principali dei duty-free -, così il nuovo predominio di Dubai potrebbe essere premonitore di un imminente sviluppo futuro. Oggi lo possiamo dire: il Medio Oriente è diventato un attore cruciale nel trasporto aereo e, grazie alla quantità di infrastrutture aeroportuali in fase di sviluppo, ha tutte le carte in regola per diventare ancora più influente. Anche in tempo di recessione i dati della OAG (società di analisi del settore aeronautico che esegue valutazioni mensili della programmazione delle rotte per linea aerea) hanno evidenziato nell’area mediorientale un limitato calo della capacità di posti in aprile (-3%, ma un aumento del 10,8% su base annua). Dall'altra parte l'ACI, i cui aeroporti membri rappresentano circa il 98% di tutto il traffico aeroportuale, sottolinea che nel 2008 il Medio Oriente ha registrato la crescita più rapida, con un incremento di passeggeri del 5,8% rispetto a una media globale dello 0,1%. Per i duty-free i vantaggi non sono mai stati così chiari.


A HEATHROW IL RETAIL FA SCUOLA

L

’attenzione ai passeggeri si distingue anche dalla qualità del servizio presente nei negozi e ristoranti. Questo, al principale aeroporto londinese, lo sanno bene, infatti hanno istituito nel 2004 la Heathrow Retail Accademy, la quale organizza corsi di formazione della durata di due anni indirizzati ai dipendenti degli shop dei terminal della capitale inglese. Lo scopo: migliorare le proprie competenze in ambito di assistenza vendite e gestione del pdv. Proprio lo scorso settembre è stata celebrata la “class of 2009”, dove sono stati consegnati i diplomi in Retail operations and people management a ben 200 dipendenti che operano in 33 negozi e ristoranti presenti a Heathrow. Tra di loro, sono stati insigniti con particolari riconoscimenti gli impiegati dei negozi LK Bennet, Sony, Bulgari, Costa Coffe e Dixons.

FEDELI MA CARE, 22 EURO ALL’ANNO PER OGNI CARTA FRANCESE

Alle insegne della distribuzione moderna in Francia ogni anno le carte fedeltà costano lo 0,5% del giro d’affari. Lo ha calcolato il settimanale Lsa. Ogni carta costa in media 22 euro e dato che sono sei milioni i possessori in media per ogni insegna, il conto totale è di 132 milioni di euro all’anno. Troppo, quando già pesa il calo del 10-15% dei clienti. Le aziende stanno mettendo a punto delle contromisure: Itm Alimentaire ha segmentato meglio la clientela attraverso club dedicati. Système U ha unificato i due cataloghi esistenti. E.Leclerc ha esteso a tutti i giorni un programma che permette di accumulare dei buoni monetari. Altri ancora, come già hanno fatto Leroy Merlin e Fnac, pensano di far pagare la carta.

LO SHEIKH OF CHIC PRONTO A LASCIARE LA SUA VILLA MODA

La catena araba di luxury fashion Villa Moda potrebbe perdere il suo fondatore, Sheikh Majed Al-Sabah. Secondo indiscrezioni attualmente non confermate lo “Sheikh of chic”, come lo ha soprannominato la rivista Time Magazine, avrebbe lasciato la carica di presidente e direttore creativo del retailer. Alla base della decisione ci sarebbero divergenze con il nuovo proprietario, il Dubai international financial center, che fa capo al governo di Dubai. Decisivo sembra sia stato il mancato raggiungimento degli ambiziosi obiettivi di globalizzazione annunciati un anno fa. Membro della famiglia reale del Kuwait, il 35enne Al-Sabah ha aperto il primo punto vendita a Kuwait City nel 1992. Negozi si trovano anche in Qatar, Bahrain, Dubai e Siria.

IL PRIMO MATCH DEI MONDIALI VA A BIG FIVE

È stata la Big Five Duty Free Ltd ad aggiudicarsi la gara per la concessione dei principali punti vendita duty free nei maggiori aeroporti internazionali del Sudafrica. Per la società, che già aveva la concessione, non si trattava di una gara qualunque: la nuova licenza parte nel marzo 2010, in tempo per i Mondiali di calcio in Sudafrica. Gli aeroporti coinvolti sono OR Tambo di Johannesburg, il Cape Town international airport e il nuovo aeroporto La Mercy di Durban. A decidere sull’assegnazione della concessione a Big Five Duty Free, a discapito di due concorrenti, è stata la Acsa (Airports Company South Africa), la società che gestisce la maggior parte degli aeroporti sudafricani.

CRETA, GARA DA UN MILIARDO PER IL NUOVO AEROPORTO

IL CHARLES DE GAULLE SEMPRE PIÙ HAUTE COUTURE

Puntano sul lusso le nuove aperture realizzate all’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi da parte di Duty Free Paris, la joint venture tra Aéroports de Paris e The Nuance Group. Si tratta di undici negozi di moda e accessori, aperti tra i terminal 2C, 2F e T3, per un totale di 760 metri quadrati. Otto degli shop inaugurati sono punti vendita di marchi internazionali, quali Giorgio Armani e Salvatore Ferragamo, tre sono negozi multibrand. Da gennaio, Duty Free Paris ha portato il suo portafoglio a 23 negozi, rilevandone 20 e aprendone tre nuovi.

ROSINTER FA 13 AL T3 DI MOSCA

Rosinter, la principale catena russa di “casual dining”, è stata nominata come la seconda maggiore concessionaria di food&beverage, accanto alla società britannica Ssp, per il nuovo terminal 3 del Sheremetyevo airport di Mosca. La Rosinter gestirà 13 punti vendita per un totale di 1.465 metri quadrati, sia prima che dopo i controlli per la sicurezza. L’investimento sarà di 5,5 milioni di dollari. La società gestisce già ristoranti negli aeroporti di San Pietroburgo, Mosca e Riga e nella stazione ferroviaria di Kurskiy nella capitale russa. Il terminal 3 dell’aeroporto Sheremetyevo ospita in totale 15.000 metri quadrati di spazi commerciali, tra cui 25 negozi duty free e paid e 18 punti vendita food&beverage.

Il governo greco ha indetto una gara per realizzare e gestire il nuovo aeroporto internazionale nell’isola di Creta. Lo scalo sostituirà quello nel capoluogo Heraklion e si troverà a Kastelli, a metà strada tra lo stesso capoluogo e la meta turistica Hersonissos. L’investimento previsto è di un miliardo di euro. Il governo contribuirà con 220 milioni di euro e deterrà il 55% della futura società di gestione aeroportuale. Il vincitore della gara avrà il 45% restante e una concessione di 35 anni. Lo scalo potrà accogliere ogni anno tra i 5,5 e i 10 milioni di passeggeri e dovrebbe essere operativo nel 2015. La richiesta di partecipazione alla gara dovrà essere presentata entro il prossimo 9 febbraio.

PEACOCK VOLA APRÈS CHANEL

Il film sulla vita di Coco Chanel traina le vendite del retailer britannico Peacock. Dopo l’uscita nel Regno Unito di “Coco avant Chanel”, interpretato da Audrey Tautou, una linea di abbigliamento ispirata alle creazioni della “Mademoiselle” è cresciuta del 30 per cento.

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International I POS SUGLI AEREI SAS SONO DI ONBOARD SOLUTION

Il gruppo aeronautico scandinavo Sas ha stretto un accordo con la società Onboard Retail Solutions per la per la fornitura di point-of-sales, i Pos per i pagamenti elettronici. Partner della Onboard Retail Solutions è la Inflight Service Europe (Ifs). Saranno utilizzati un nuovo software e l’ultimo dispositivo tecnologico di Onboard Retail Solutions, il Bip-1300 Pos, che incorpora le funzioni per carta di credito e per la tecnologia “chip and pin”.

IN FRANCIA SUBWAY PUNTA AL RADDOPPIO

La catena di fast food Subway ha annunciato di aver aperto il suo 150esimo ristorante in Francia, nel 15esimo distretto di Parigi. La capitale francese conta ormai più di trenta punti vendita. Per la fine dell’anno la catena punta a raggiungere la quota di 200 esercizi e per la fine del 2010 quella di 300. «Abbiamo registrato una crescita dell’8% del fatturato nelle ultime 52 settimane a ritmo costante», ha dichiarato Thierry Rousset, diretttore della catena in Francia.

PIOVE, LUFTHANSA PAGA

Nel primo semestre dell’anno la compagnia tedesca ha visto scendere del 4,85% il numero dei passeggeri. Anche per questo si susseguono le iniziative

“attira-clienti”. L’ultima è stata la polizza “SunshineInsurance”: la compagnia ha assicurato un rimborso di 20 euro al giorno in caso di pioggia, fino a un massimo di 200 euro. L’assicurazione è stata offerta gratuitamente a chi ha acquistato i biglietti fino al 18 agosto verso 36 mete internazionali, tra cui cinque italiane.

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HUDSON SPINGE DUFRY, NONOSTANTE MALPENSA P

rimo semestre in chiaroscuro per Dufry, la compagnia internazionale dei duty free, con sede a Basilea, in Svizzera. Nel primo semestre del 2009 sono diminuiti i fatturati in tutte le aree mondiali. I ricavi globali, tuttavia, risultano in crescita del 21%, toccando quota 1.135 milioni di franchi svizzeri (748 milioni di euro), per effetto dell’acquisizione della società Hudson, nel mercato nordamericano. Tra i risultati più negativi c’è quello del mercato europeo, in cui il fatturato è sceso del 19,4%, da 131 a 105 milioni di euro. Il peggior andamento è stato proprio in Italia, a causa della ricollocazione di Alitalia su Roma (Dufry gestisce l’aeroporto di Malpensa) nel secondo trimestre dello scorso anno, ma la società prevede che la discesa si esaurirà nella seconda metà del 2009.

I PORTAFOGLI RIEMPIONO LE TASCHE DI HERMÈS

Il primo semestre del 2009 si è chiuso con una crescita del 7,6% per il gruppo francese Hermès, rispetto allo stesso periodo del 2008. Il giro d’affari ha così raggiunto gli 875 milioni di euro. Preponderante per dimensioni e crescita il comparto pelletteria, che grazie a un balzo del 27,6% ha toccato i 433 milioni di euro di fatturato. Positivo l’andamento anche della seta e dei prodotti tessili (98,4 milioni e +8%), così come quello di abbigliamento e accessori (166,2 milioni e +6,9%). Calano invece i profumi (-16%, pari a 53 milioni) e ancor di più gli orologi (-20%, pari a 33,5 milioni). A trainare la crescita è stato il continente asiatico, con un incremento del 21,3%, mentre in Europa il gruppo ha subito un calo del 3,4 per cento.

STORE E TAKE AWAY, EDIBLE ARRANGEMENT SI FA MULTIPLO

Edible Arrangements, azienda che prepara e vende delle composizioni di frutta fresca, ha annunciato il lancio di un programma di sviluppo per il suo nuovo negozio “core and station” e l’evoluzione della società verso un franchising multi-unità: ci sarà cioè un negozio tradizionale con un’annessa stazione per la vendita diretta di alcuni prodotti. Al centro della strategia c’è Frutation by Edible Arrangements, un concept di punto vendita “prendi e vai” (grab and go), che offre ai clienti frullati di frutta fresca, succhi, macedonie, insalate e frutta intinta nel cioccolato. Fruitation, che è stato in precedenza in un periodo pilota, sarà lanciato a livello nazionale. Grazie a questa formula la società punta a raggiungere l’obiettivo di mille punti vendita aperti entro il 2010.

CADUTA ATTUTITA, RETAIL USA GIÙ DEL 5%

Le vendite delle catene retail negli Stati Uniti sono calate a giugno del 5%, secondo una rilevazione effettuata dall’International Council of Shopping Centers (Icsc). Tra i peggiori risultati si segnala il calo del 26% del marchio di abbigliamento Abercrombie&Fitch, i cui ricavi a giugno si sono fermati a 230 milioni di dollari. Il chief economist e direttore delle ricerche dell’Icsc,

IN INDIA LAVAZZA CI METTE IL NOME Micheal P. Niemira, ha sottolineato che il mercato, nonostante il calo, sta dando segnali di lenta ripresa. Va peggio il Giappone, paese in cui le vendite a giugno sono scese del 9%, attestandosi a un valore di 1,3 miliardi di dollari.

Prosegue l’integrazione di Lavazza con la catena di caffé Barista in India, acquisita nel 2007. I 230 locali Barista Espresso cambiano nome in Barista Lavazza, mentre i 30 Barista Crème diventano Barista Crème Lavazza. Anche tutti gli elementi di comunicazione nei locali sono stati integrati con i motivi dell’azienda torinese. Nel subcontinente indiano la catena prevede di aprire 100 nuovi punti vendita all’anno e tra le inaugurazioni sono previsti 30 coffe shop d’autostrada in tutto il paese. Punti vendita sono presenti anche in Sri Lanka, Bangladesh, Oman ed Emirati Arabi Uniti.


ZERO SALE A BORDO CON RETAIL IN MOTION

Il produttore britannico di prodotti da viaggio Zero Group ha stretto una partnership con il fornitore di beni di consumo e tecnologici per le compagnie aeree Retail in Motion, irlandese. Lo scopo è di sfruttare l’efficienza del software per la logistica Vector e i risparmi di costi derivanti dal volume della supply chain (catena delle forniture) di Retail in Motion. Zero ha dichiarato di aver preso la decisione perché con il precedente fornitore (la Market Connections) si erano avuti dei problemi nel gestire la crescita del business, che è stata del 30% all’anno.

OGNI GIORNO UN’APERTURA, SI ESPANDE IL REGNO DI BURGER KING

L’anno fiscale 2009 per Burger King è stato quello con le più numerose aperture da quasi un decennio: 360 ristoranti, di cui il 90% fuori da Stati Uniti e Canada. Rispetto all’anno precedente le aperture sono aumentate del 28% e nel solo ultimo trimestre i tagli di nastro sono stati 115. Meno brillanti i risultati economici: nel quarto trimestre dell’anno fiscale i ricavi sono scesi del 2,4%, mentre su tutto l’anno le vendite sono cresciute dell’1,2 per cento. È comunque il sesto anno consecutivo di vendite in segno positivo.

USA, IL MENU-RECESSIONE È GRATIS PER I BAMBINI

VICTORIA’S SECRET SI SVELA AL JFK

È caduta sul terminal 4 dell’aeroporto internazionale Jfk di New York la scelta di Victoria’s Secret sulla sua prima apertura in uno scalo nordamericano. Tramite il travel retailer Hudson Group la catena ha aperto un concept store di 59 metri quadrati che ospita, oltre ai tradizionali prodotti di lingerie, profumi e cosmetici, articoli da viaggio come porta-passaporti ed etichette da valigie. Victoria’s Secret ha altri due punti vendita negli aeroporti, in Brasile (nel São Paulo Guarulhos) e in Argentina (nel Buenos Aires Ezieza), e ha pianificato di aprirne altri tre a Dubai, alle Barbardos e a Città del Messico.

Si moltiplicano negli Stati Uniti le offerte delle catene di fast food che offrono dei menu gratis ai bambini. La più nota delle promozioni è quella di “Tony Tomato”: ogni martedì dalle 5 alle 8 di sera chi ha meno di 12 anni non paga (a parte le bevande) purché i genitori ordinino qualcosa. “El Torito” non è stato da meno, offrendo pasti gratuiti la domenica fino alle 15. Ikea ha invece offerto menu a prezzo simbolico per i bambini, mentre Ihop (1.500 ristoranti tra Usa e Canada) fino a metà settembre ha offerto pasti gratis ai piccoli tutti i giorni. Negli Usa il business dei ristoranti (556 miliardi di dollari di fatturato) ha perso nell’ultimo anno il 2,6% dei clienti e ha visto chiudere quattromila locali.

A SINGAPORE UN BURBERRY D’AVANGUARDIA

Il blasonato marchio inglese d’abbigliamento Burberry ha aperto a Singapore il più grande negozio in tutto il Sud-Est asiatico. Il punto vendita, di 815 metri quadrati, è situato nello shopping center Ion Orchard, specializzato in arte, architettura e lusso. L’inaugurazione è avvenuta alla fine di agosto. A caratterizzare il negozio è la tecnologia all’avanguardia: un sistema audio avanzato, un collegamento wi-fi, una sala vip con stazioni di collegamento per iPod incorporate e una parete video a Led ad alta definizione da 103 pollici. Materiali e temi tipicamente inglesi sono stati utilizzati in modo contemporaneo, secondo il nuovo concetto di design di Burberry.

VALIGIE IN SOFFITTA PER GLI SHOP SAMSONITE

La procedura Chapter 11, l’anticamera del fallimento, è stata chiesta dalla Samsonite Co. Stores, la divisione retail del produttore di valigie Samsonite Corp. La decisione della compagnia, che conta 173 negozi in 38 stati americani, è stata presa per cercare la protezione dai creditori. Il bilancio della società di Mansfield, Massachussets, conta 233 milioni di dollari di attività, a fronte di 1,5 miliardi di debiti complessivi. La controllante Samsonite Corp. nel 2007 ha fatto registrare un fatturato per 1,07 miliardi di dollari.

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Outlet, stazioni e aeroporti: la frontiera del retail hi-tech

Elettronica, si cambia canale

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eanche la tecnologia più sofisticata batte la crisi. Il comparto dell’hi-tech, considerato sino a poco tempo fa un’isola felice trainata dalla diffusione dei televisori ad alta definizione e dei “super” cellulari, sembra aver esaurito le batterie. In attesa di ricaricarle, con le vendite nel secondo trimestre dell’anno calate dell’8,8% rispetto allo stesso periodo del 2008 (fonte Gfk), alcune catene della grande distribuzione e vari marchi si sono attrezzati andando a presidiare nuovi mercati. Consolidato il centro commerciale come location più adatta per ospitare le medio-grandi superfici multibrand di elettronica di consumo, stanno diventano sempre più appetibili i canali “secondari” o “alternativi” quali l’outlet, la stazione e l’aeroporto. Proprio queste soluzioni fanno registrare dei risultati migliori rispetto, talvolta, alle stesse aspettative dei promotori e in controtendenza se paragonati alle performance negative del comparto. Individuata quindi una nuova frontiera del retail hi-tech, è doveroso sottolineare che tali iniziative mantengono per ora un

A fronte del calo dei consumi, il mercato tecnologico si sta aprendo a nuove realtà distributive che differiscono per location e per formula dalle tradizionali medie superfici ubicate nei centri commerciali

carattere prettamente sperimentale e sono limitate di numero. Tuttavia siamo certi che in un futuro prossimo questo trend diventerà sempre più consolidato e diffuso, sulla scia di quanto accaduto in altri paesi. Sul fronte dei multimarca, due sono le iniziative particolarmente interessanti. La prima riguarda l’inaugurazione a fine 2008 del negozio da 1.400 mq di Darty, situato presso la stazione metropolitana di San Babila a Milano, che rappresenta un ritorno delle medio-grandi superfici dell’hi-tech nei centri cittadini. Nel caso specifico la location on the move atipica garantisce grande visibilità e affluenza. La seconda vede protagonista la catena internazionale Capi, che presidia l’aeroporto di Roma-Fiumicino Leonardo da Vinci con cinque negozi dislocati nei tre terminal.

UniEuro dimezza il prezzo Con l’obiettivo di completare la propria offerta, UniEuro ha aperto a metà marzo il primo outlet di elettronica in Italia. E per farlo non ha scelto un parco foc, ma lo ha retail&food - ottobre 2009 53


Outlet, stazioni e aeroporti: la frontiera del retail hi-tech manager retail direct Group Bose – e questo ci permette di essere presenti anche in outlet. In Italia siamo gli unici attivi in questo canale e disponiamo di cinque shop in altrettanti foc. Lo sconto parte da un 10% e può raggiungere percentuali maggiori. Per favorire le vendite offriamo, inoltre, l’opportunità di provare le referenze, che sono tutte collegate e quindi utilizzabili, e puntiamo molto sul servizio al cliente: l’obiettivo è quello di fargli vivere un’esperienza di ascolto diretta». Il sesto store di proprietà ha aperto i battenti da nemme-

posizionato come ancora esterna del centro commerciale Valecenter a Marcon (Ve), un negozio che antecedentemente presentava l’insegna Pc City, marchio del portafoglio UniEuro. «Grazie a questa iniziativa andiamo a colpire quei clienti che sono interessati alla marca, e quindi non rinunciano alla qualità, che hanno un interesse per il prezzo e vogliono essere rassicurati dal brand e dall’assistenza – illustra Barbara Boggetti, business development & alternative channels director UniEuro – per quanto riguarda UniEuro, l’outlet offre l’opportunità di massimizzare l’offerta che in qualche maniera

nei negozi tradizionali sarebbe meno interessante e comunque andrebbe diluita. Per ora possiamo constatare che il punto vendita, disposto su 1.600 mq di superficie, presenta un dato di ingresso clienti decisamente superiore a quello che registravamo nel precedente store».L’approvvigionamento della merce si articola in tre direzioni principali: i prodotti provengono da eccessi di stock, ossia merce acquistata in grandi lotti a condizioni vantaggiose eccedenti il normale fabbisogno della rete di negozi UniEuro, oppure sono referenze che sono state esposte presso shop UniEuro e Pc City o ancora

Apple Store, il bis a Carugate C’è chi sembra non conoscere crisi e continua ad espandersi. Dopo aver conquistato Roma, la Mela di Cupertino arriva anche a Milano attirando migliaia di fun-consumatori fin dal giorno dell’inaugurazione. Come sede «ideale» per il suo secondo negozio italiano, Apple ha scelto il centro commerciale Carosello di Carugate, a pochi chilometri dal capoluogo lombardo. Il punto vendita è stato inaugurato lo scorso 5 settembre e si estende su una superficie di 850 mq, per cui risulta poco più grande di quello a inserito a RomaEst. Per quanto riguarda i servizi all’utenza, lo store offre tutto il panorama di soluzioni che contraddistingue l’azienda di Steve Jobs: dall’ "one-to-one" con il cliente allo shopping personale, ai seminari di formazione alle consulenze per la clientela aziendale, sino al Genius Bar, presso il quale è possibile trovare personale qualificato in grado di risolvere ogni tipo di problema, sia hardware che software. Nessuna previsione di fatturato, infine, è stata annunciata durante l’inaugurazione da Steve Cano, senior director of Apple International Retail, che ha dichiarato tuttavia di avere grandi aspettative, in linea con la crescita di performance che sta registrando il negozio capitolino. Il pdv a Carosello va ad aggiungersi, infine, agli oltre 250 Apple Store sparsi in giro per il mondo, ventotto dei quali in Europa. Nel vecchio continente la Mela presidia quattro nazioni: il Regno Unito con 21 negozi, la Germania con due, la Svizzera con tre e l’Italia con due.

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item di fine serie provenienti dalla rete UniEuro. «La copertura merceologica è paragonabile a quella che presentiamo nei pdv diretti – prosegue Barbara Boggetti – e la comunicazione verso il cliente è molto chiara poiché su tutti i prodotti è riporBarbara Boggetti tato quello che è il prezzo all’interno del negozio e qual è lo sconto. Infine la navigazione è libera, la vendita è assistita e sono offerti gli stessi servizi degli store tradizionali come la consegna a domicilio, l’installazione e l’assistenza post-vendita».

Il decollo del monomarca Bose Niente shopping center ma solo outlet e aeroporto. Per non sovrapporsi alla distribuzione tradizionale, che conta quattro negozi con assortimento interamente Bose ma gestiti da privati, il brand specializzato nel settore dei sistemi audio ha compiuto da ben prima della crisi la scelta di entrare con punti vendita diretti in canali alternativi, potendo disporre di referenze che non subiscono una rotazione troppo veloce. «La vita media dei nostri prodotti è abbastanza lunga – spiega Maurizio Poto, regional

no un anno presso il Marco Polo di Venezia, con una gamma di referenze studiata ad hoc per la specifica clientela che transita in quella location, e Bose non esclude nuove iniziative in altri scali. «Quello veneto è il nostro primo negozio in aeroporto ed è considerato ancora in fase sperimentale, aspettiamo infatti di verificarne le performance – precisa Maurizio Poto – la difficoltà per inaugurarne altri in strutture analoghe è legata alla gestione, poiché abbiamo bisogno che i punti vendita siano totalmente nostri. Per quanto riguarda l’assortimento, nel caso specifico commercializziamo prodotti personal audio e quindi non sistemi ingombranti come quelli home cinema. Le referenze variano dal SoundDock, che è il nostro diffusore per iPod, alle cuffie, al diffusore per computer sino ai sistemi A. P. Wave».


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STAZIONARIO STAZIONARIO

Grandi Stazioni, nuovi cantieri

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rosegue, seppur lentamente, la profonda opera di ammodernamento e di restyling che interessa le più importanti stazioni italiane. Dopo le inaugurazioni di Milano Centrale e di Torino Porta Nuova (dove i lavori a settembre 2009 non sono ancora terminati a fronte di molti mesi di ritardo), i cantieri coinvolgono attualmente le strutture di Napoli Centrale, Genova Principe, Genova Brignole e apriranno prossimamente a Firenze Santa Maria Novella e Bologna Centrale. In particolare, Grandi Stazioni

SWAROVSKI AD ALTA VELOCITÀ SU MILANO E TORINO

Abbigliamento, alimentari e ovviamente anche accessori/gioielli. L’appeal delle nuove grandi stazioni risplende, infatti, anche sui preziosi di Swarovsky, che tra fine agosto ed inizio settembre hanno trovato collocazione in due punti vendita monomarca: uno a Milano Centrale e l’altro a Torino Porta Nuova. In occasione dell’inaugurazione della boutique meneghina, il brand svizzero specializzato nel cristallo tagliato ha dichiarato il proprio interesse per il mondo ferroviario, lasciando intendere che a quell’appuntamento ne seguiranno altri tra cui si colloca proprio quello di Torino. Lo store di Milano Centrale è il terzo di proprietà del brand nella city e si aggiunge a quelli di galleria Vittorio Emanuele e di corso Buenos Aires.

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ha dichiarato che entro la fine del 2009 dovrebbe essere completato il terminal partenopeo mentre per i siti liguri si ipotizza come termine ultimo il 2010/2011. Per quanto riguarda, invece, il capoluogo emiliano e quello toscano è previsto che i lavori siano avviati per la fine di quest’anno. Purtroppo il rispetto delle tempistiche rimane un nodo irrisolto, tanto che il sindaco di Firenze Matteo Renzi ha già avvertito la società controllata dal Gruppo Ferrovie dello Stato dichiarando che le starà «con il fiato sul collo». Chissà che

questa non diventi l’occasione giusta per trasformare le previsioni in fatti concreti. Definitivamente persa, invece, è quella che riguarda il terminal di Torino, dove la stampa locale si è recentemente scagliata contro i ritardi del cantiere. L’ultima data indicata per la fine del restyling era luglio, ma il cantiere della stazione di Porta Nuova non verrà smantellato prima di dicembre. Auguriamoci che almeno per allora, a un anno di distanza dalla prima data pronosticata, i lavori siano definitivamente terminati. •

Retail: una raffica di aperture

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a tappa numero due dell’opera di restyling e di ampliamento delle stazioni è la nascita di veri e propri spazi retail, che trasformeranno i grandi terminal in una sorta di centri commerciali. Calandoci nelle singole realtà, in particolare in quella di Milano e Torino, nonostante i tempi si siano dilatati in entrambi i casi sembra che il calendario delle aperture si sia sbloccato. Presso la Centrale di Milano sono appena stati inaugurati i punti vendita Sisley (uomo e donna), Benetton (donna e bambino) e Swarovski. Prossimamente (già questo mese) dovrebbe essere il turno di Yamamay, Carpisa, Easy (cosmetici e accessori), Giuli Calzature, Guru, Goloserie e Ufficio Cambi. Presso lo scalo piemontese, invece, è stato aperto uno store Swarovski e uno Segue, men-

tre è prevista l’inaugurazione in tempi brevi di un supermercato (Gruppo Coop), di una tabaccheria regalistica e ancora due punti vendita Sisley (uomo e donna) e Zannier abbigliamento bambini. A caratterizzare lo sviluppo del comparto retail nelle stazioni è, inoltre, la diffusione della formula temporary

store. A tal proposito, tra le recenti aperture si annota quella del punto Kaspersky Lab presso Roma Termini. L’iniziativa è durata per l’intero mese di settembre, in cui i visitatori hanno potuto visionare e acquistare le soluzioni software per l'utenza consumer lanciate dal vendor russo di sicurezza informatica. •


Terminal di Rimini: a prova di turismo

Media e ristoro:

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a capitale del turismo estivo rinnova la propria stazione con un terminal che, pur recuperando l’edificio pre-esistente risalente ai primi del Novecento, offrirà nuovo confort e servizi agli utenti. L’opera di restyling è durata tre anni, ha interessato 6.500 mq di superficie, di cui 1.200 commerciali, e ha reso necessario un investimento complessivo superiore ai quattro milioni di euro. Il progetto di riqualificazione, realizzato da Centostazioni, ha reso più funzionale il fabbricato viaggiatori, ossia l’edificio centrale frequentato da circa cinque milioni di utenti ogni anno. Interventi di valorizzazione dei locali dal punto di vista architettonico ed estetico hanno riguardato l’atrio storico, ai quali si è aggiunta la realizzazione del nuovo atrio-biglietteria in un palazzo esterno di vetro. Quest’area è collegata all’edificio antico attraverso una galleria commerciale. Sono stati incrementati, inoltre, gli spazi a disposizione dei viaggiatori e migliorati i percorsi per gli utenti, recuperando parte dell’impianto originario che suddivideva i flussi passeggeri in entrata da quelli in uscita e riconfermando l’importanza dell’atrio centrale storico. Tra i servizi già attivi si annovera un bar-ristorazione-tabaccaio, un’edicola, un’agenzia di viaggi, un autonoleggio, un bancomat e una parafarmacia. Invece quelli di prossima apertura saranno un’edicola, un autonoleggio, una libreria, un supermercato, un’agenzia turistica e un punto bar. •

specializzati o si finisce scottati! hi di spada ferisce, di spada perisce. Così le parole utilizzate come un coltellaccio da cucina dall’editorialista del settimanale Il Mondo vengono respinte al mittente, a colpi di fioretto, in seguito a una lettera inviata e pubblicata sulle pagine della medesima rivista. Il duello è iniziato a cavallo di fine agosto (Il Mondo 35) e ha visto come sfidato il Gruppo Cremonini, accusato di “non saper perdere” e, peggio, di “aver perso la testa” in occasione della sconfitta rimediata nella gara di appalto indetta da Trenitalia per la ristorazione sull’Alta Velocità. Ma a Castelvetro di Modena nessuno ha perso la testa né la ragione e, a stretto giro di posta, la società ha replicato dalle pagine de Il Mondo, ribat-

tendo colpo su colpo agli affondi scagliati dal settimanale. La suggestiva simmetria ItaliaFrancia raccontata da Enrico Cisnetto, il noto editorialista, non tiene conto del fatto che a far scattare la tensione tra Chef Express e CWL-Gruppo Accor, vincitrice dell’appalto, è stato il bando di gara presentato da Trenitalia: questo non precisava, infatti, se il personale e le attrezzature precedentemente in servizio sui vagoni dell’Alta Velocità (in forza a Cremonini da parecchi anni) dovessero o meno lasciare il posto ai nuovi lavoratori e ai nuovi macchinari. Questioni che, ad esempio, in ambito autostradale sono rigorosamente stabilite dai bandi. In conclusione, per evitare facili pressapochismi, anche la stampa economica è meglio sceglierla specializzata. •

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AI FERRY PORTI

Venezia, meglio i maxi ferry delle gondole

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ome ai tempi delle Repubbliche marinare, la Serenissima si appresta ad estendere la propria influenza sul Mediterraneo. Infatti, entro pochi mesi dovrebbero iniziare i lavori che porteranno all’ampliamento del porto di Venezia e si calcola che il nuovo scalo, per i primi cinque anni, sarà capace di movimentare 850 traghetti e 110 treni all’anno, i quali aumenteranno successivamente con un tasso del 25% annuo fino a raggiungere una capacità massima annuale di 1.800 traghetti. L’iter per l’attuazione del progetto stilato dal promotore, rappresentato dalla società Thetis Spa, con gli adeguamenti apportati dall’Autorità Portuale di Venezia, è giunto al bando di gara in regime di project financing, mentre il termine ultimo per il ricevimento delle offerte è fissato per il 28 ottobre 2009. In particolare il bando, emanato in data 11 agosto dalla stessa Autorità Portuale, comprende la costruzione e la gestione in concessione per un massimo di 40 anni di un terminal presso l’area definita “ex Alumix”, destinata allo

short sea shipping (Autostrade del Mare), e della connessa piattaforma logistica. Il tutto su 36 ettari di terreno. L’investimento complessivo stimato è di 193 milioni di euro che serviranno per realizzare due darsene con quattro banchine, le quali permetteranno l’attracco contemporaneo di due traghetti Ro/Ro e Ro-Pax, una piattaforma logistica dotata di nuovi fabbricati e magazzini, piazzali portuali e parcheggi. Non mancheranno, inoltre, servizi di tipo commerciale. Dal momento della

conclusione del bando, i cantieri dovrebbero durare quattro anni, ma già entro il terzo dovrebbe essere operativa la parte destinata al terminal. Per quanto riguarda, invece, l’aspetto delle infrastrutture, l’area sarà provvista di collegamenti alla rete ferroviaria e stradale nazionale ed europea, idonei a rispondere all’aumento della capacità di traffico. Tali opere sono già state cantierizzate da parte dell’Autorità Portuale di Venezia e cofinanziate dall’Unione europea. •

Genova vuole un porto da “record”

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entre cresce il traffico passeggeri (+5,2% nel comparto traghetti e +18,4% in quello crocieristico nello scorso luglio) e aumentano le possibilità che finiscano all’asta quattro aree (il sesto modulo di Voltri, il terminal di Calata Bettolo, di cui esiste solo il progetto, le banchine del Multipurpose e la nuova darsena della Fiera Genova), proseguono ininterrottamente i lavori di ampliamento e di messa in sicurezza. Le opere per trasformare il porto di Genova in una struttura da “record”, come ha dichiarato il presidente dell’Autorità Portuale, Luigi Melo, si articolano su più fronti. Innanzitutto si sta intervenendo sul fondo del canale di ingresso, per cui le grandi navi da crociera e quelle cargo potranno transitare senza il rischio di incagliarsi. Inoltre, una nave “succhia fanghiglia” è costantemente operativa da inizio luglio per dragare complessivamente 385.000 mq di fondale in due siti: Porto Petroli e Ponte dei Mille. Nel primo, 58 retail&food - ottobre 2009

da poco meno di cinque metri si arriverà a una profondità di 14 e mezzo, permettendo l’attracco delle grosse navi gas-petrolifere, mentre nel secondo (destinato al settore crocieristico-passeggeri) da sette metri e 70 si scaverà sino a raggiungere i 10 metri. In questo modo il porto potrà accogliere tutte le navi da crociera, che possono avere un pescaggio di nove metri e mezzo. Infine la cattedrale di Ponte dei Mille è destinata a diventare l’ormeggio più lungo del Mediterraneo, lungo ben 330 metri, e i lavori partiranno questo autunno. Sul fronte delle infrastrutture a servizio del porto, saranno ricavati ulteriori 270 nuovi posti auto in occasione del prossimo Salone Nautico, grazie alla demolizione di un muro frangiflutti al lato della Sopraelevata. I posti saranno raddoppiati per l’edizione 2010 della rassegna. Complessivamente le attività di dragaggio continueranno per due anni mentre quelle per costruire la nuova banchina proseguiranno per ulteriori due. •


Da Barletta, una nuova linea per l’Albania

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l collegamento tra il tacco d’Italia e l’Albania si arricchisce con la nuova rotta Barletta-Durazzo. Il servizio bisettimanale Ferry/Ro-Ro, con partenze ogni martedì e giovedì, è stato inaugurato lo scorso fine luglio ed è presidiato dalla motonave Santa Maria della compagnia greca G. Lines. Il

traghetto può ospitare sino a circa 900 passeggeri e oltre 200 automobili, oppure una trentina di camion e quasi 90 autovetture. L’obiettivo dichiarato dall’autorità portuale, che include anche gli scali di Bari e Monopoli, è quello di creare un network portuale in grado di partecipare alla pianificazione dello sviluppo del territorio e di contribuire alla razionalizzazione dei flussi merci e passeggeri. •

Ancona: sos viabilità

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untando per la crescita di Ancona sullo sviluppo dell’attività portuale, stretta nella morsa di collegamenti stradali non adeguati, la regione Marche ha richiamato l’attenzione del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sulla questione della grande viabilità. L’oggetto in questione riguarda in particolare il progetto preliminare dell’Uscita a Ovest e la relativa proposta di Anas, che, secondo l’assessore regionale Lidio Rocchi “non terrebbe sufficientemente in considerazione strumenti urbanistici vigenti, immobili esistenti e investimenti realizzati, aggravando, di fatto, l’operatività del terminal”. • retail&food - ottobre 2009 59


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Succede

NordEst di Eleonora Vallin

Lovat, format intelligente areno di Piave, 1931: nasce Adamo Lovat, terzo di otto fratelli. Nel suo destino di "veneto povero" ci sono l'emigrazione, la ricerca di un lavoro in Svizzera, l'impiego da meccanico e poi l'agognato ritorno a Treviso. Nella parentesi oltreconfine, Adamo ha però formato una famiglia e "letto ogni genere di libri". Per questo, appe-

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Padova Est (circa mille mq), fronte Ikea, all'interno dell'omonimo parco commerciale. "La prima struttura nacque in un capannone già esistente – spiega la direttrice Paola De Val – ma in una posizione strategica, vicino all'uscita dell'autostrada Treviso Nord. Questo ci ha fatto scegliere il casello di Padova Est, sempre accessibile in macchina e senza problemi di parcheg-

Questa volta però la libreria sorgerà in centro, all'ultimo piano di un palazzo interamente adibito ad esercizi commerciali. "Anche qui Lovat si proporrà come punto di incontro, socialità e aggregazione – chiosa – con il suo bar, le poltroncine e lo spazio per i bambini". L'indotto occupazionale ad oggi conta circa una ventina di persone ma con Trieste se ne

na torna in patria, dopo aver venduto enciclopedie per la Einaudi, si mette in proprio e inventa con la moglie e un socio il Centro servizio biblioteche, una struttura commerciale dedicata alle esigenze delle biblioteche comunali e scuole di ogni ordine e grado. Comincia qui la storia della Lovat, oggi "catena familiare" presente a Villorba (Tv), a Padova e da fine settembre anche a Trieste, in pieno centro storico. Il primo passo fu l'acquisto di un capannone alla periferia di Treviso nel 1988. Adamo coinvolge subito i figli Loris e Dominique nella gestione che deve rimanere "diretta" per "restare indipendenti e gestire al meglio il servizio con vasto assortimento di libri, ampio catalogo e possibilità di esaudire sempre le richieste dei clienti". Oggi Villorba ospita oltre 60mila titoli, in un luminoso capannone di 1.500 metri quadri su due piani. Al suo interno: una sala conferenze (Lovat Lab) per duecento persone e gli incontri con gli autori, un ampio spazio caffè e una zona esclusiva per i piccoli lettori. Il format funziona subito: piace quell'atmosfera post-industriale, contemporanea e minimalista ma piena di scaffali colorati, divani e sgabelli relax. Così a giugno di quest'anno prende corpo un nuovo e analogo progetto a

gio". "Qui però – aggiunge – siamo in un centro commerciale puro. Abbiamo portato gli stessi colori, la stessa distribuzione degli spazi e uguali cataloghi per una questione di marketing e di immagine. Con una novità: un'enoteca per collegare i libri al vino". Ora il prossimo obiettivo chiama in causa Trieste. "Vogliamo insediarci su tutto il territorio del Triveneto – continua la direttrice – avevamo molti clienti friulan-giuliani, abbiamo voluto avvicinarci a loro".

aggiungeranno almeno altre cinque. "Sfidare la crisi diffondendo cultura" questo il monito dei fratelli Lovat che non hanno in mente un semplice negozio ma una vera e propria "piazza culturale" che non conosce intemperie. Gli ultimi investimenti e due nuove aperture a distanza di pochi mesi ne sono testimoni. "Ci siamo confrontati sia con le grandi catene sia con i colleghi indipendenti – spiega Loris Lovat – e in questo settore l'aumento dell'offerta determina anche l'aumento della domanda".

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A Dobbiaco, coccole di lusso Il mondo della moda a misura d’uomo. Questa è la mission adottata dal primo multibrand store altoatesino del lusso aperto a inizio agosto a Dobbiaco (Bz) e voluto dagli imprenditori Daniela e Franz Kraler. Il negozio ospita circa 70 marchi internazionali, che includono l’assortimento donna, uomo, bambino, calzature ed accessori, ed è strutturato per garantire accoglienza e confort sia agli acquirenti che ai loro accompagnatori. Il progetto raddoppia i volumi dello shop preesistente e si articola su 600 mq suddivisi in tre piani: a livello terreno trovano collocazione i capi per adulti, in quello sottostante le calzature mentre al primo piano le soluzioni per i bambini, con adiacente una zona per il loro divertimento. Gli accessori, così come le casse, si collocano invece all’ingresso principale con l’intento di creare un forte impatto visivo. La struttura si presente raffinata ma allo stesso tempo non appariscente e rispetta l’architettura del territorio. L’originalità del format si manifesta con servizi a valore aggiunto come l’area camino, in cui sono disponibili letture dedicate alla moda, alla montagna, all’arte e all’architettura e come la piccola zona relax, che offre la degustazione di prodotti salati e dolci accompagnati da una selezione di caffetteria.



Il magro bilancio della gestione Cai

Ci meritiamo un’altra

AL-ITALIA

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asseggeri scontenti, voli in ritardo, azionisti di pessimo umore. A un anno dal controverso salvataggio, Alitalia e' una compagnia tutt'altro che risanata. La pasticciata soluzione all'italiana mostra la debole e poco lungimirante impalcatura su cui e' nata. Dodici mesi fa, dopo che il Governo Berlusconi aveva mandato all'aria le trattative, aperte dall'ex Governo Prodi, con Air France optando per un populistico salvataggio Made in

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Italy, tutti parlavano di una svendita. Ma chi e' entrato non faceva comunque un affare. E i fatti lo stanno dimostrando. Un anno fa, i soci di Cai, la holding capeggiata da Roberto Colaninno, hanno pagato un salato chip per entrare in Alitalia, imposto dalla moral suasion del Governo. Ma c’è già chi scalpita per uscire. Anche perché non è escluso che a dodici mesi dal salvataggio, Alitalia abbia bisogno di altri soldi. Senza che per ora si vedano entu-

siasmanti prospettive industriali. La bandiera dell’italianità sventolata con forza, appare sempre più sbiadita: già un anno fa da queste colonne scrivemmo che Alitalia, nonostante la compagna di bandiera sia stata "regalata" ai privati facendo ricadere parte dei costi sulla collettività, rischiava di essere comunque un cattivo investimento. La fine, verrebbe da dire, è nota. La sensazione è che appena scadranno i termini di lock-up (i vincoli di per-

manenza nell’azionariato di Alitalia), la compagine privata di Cai passerà la mano ad Air France, entrata come socio di minoranza in Alitalia non certo per fare beneficenza o per accontentarsi di fare lo sleeping partner. Ma allora, col senno di poi, viene da chiedersi se non era meglio vendere tutto e subito ai francesi. Almeno non si perdono anni per arrivare allo stesso risultato. Simone Filippetti “Opinionista”


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La foto

Retail design The Prada store in Tokyo

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r&f Last but not least

Privatizzazione all’italiana: in arrivo la “Tirrenietta”?

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el mare di voci che galleggiano e talvolta si scontrano contro la chiglia di Tirrenia, le uniche certezze sono che entro l’inizio del prossimo anno la Compagnia non sarà più operativa, almeno non come lo è stata sino ad ora, e che al momento non vi sono offerte ufficiali di aspiranti compratori. L’obiettivo comune, invece, è quello di scongiurare definitivamente lo spettro del fallimento garantendo linee e posti di lavoro. Paradossalmente, se i ferry rischiano di restare attraccati al porto dal primo gennaio del 2010, la situazione societaria che fa capo a Fintecna è tutt’altro che ancorata nelle acque sicure delle banch(in)e, ma affronta senza bussola una vera e propria burrasca con un bilancio che fa acqua ovunque. Per comprendere la situazione, fuori dal contesto del “fanta-tirrenia”, è necessario partire proprio dal passivo che il colosso navale registra nelle proprie casse: 725 milioni di euro in base alle recenti dichiarazioni rilasciate dall’amministratore delegato, Franco Pecorini. Nel frattempo, sempre più incalzato dalle speculazioni che circolano sulla stampa, il top manager è passato al contrattacco chiamando in giudizio uno dei maggiori pretendenti alla sua poltrona, Silvano Cassano. Il presidente e ad di Grandi Navi Veloci è stato portato in tribunale per aver dichiarato al Sole24Ore dello scorso 29 agosto che l’indebitamento finanziario di Tirrenia è compreso tra gli 800 e gli 850 milioni di euro e per avere attribuito un valore “molto basso” alla flotta della compagnia. Con tutta probabilità, la difesa-offesa di Pecorini ha lo scopo di far cessare i rumors finalizzati ad abbassare la quotazione della flotta pubblica in vista della prossima asta. Per comprendere l’ultima puntata della telenovela Tirrenia è necessario partire dallo scorso inverno, quando è scoppiato definitivamente il caso del colosso navale che per certi versi assomiglia molto a quello Alitalia. Nel giro di poco tempo il Governo italiano è intervenuto inviando a Bruxelles una 64 retail&food - ottobre 2009

retail&food break

Anno 4 numero 10 ottobre 2009 Direttore responsabile Andrea Aiello Hanno collaborato Alessandro Barzaghi, Francesca Biagi, Giuseppe Bonomi, Massimo Colzani, Giulia Comparini, Gianfilippo Cuneo, Luigi De Montis, Simone Filippetti, Fulvio Fassone, Vito Gamberale, Paolo Prota Giurleo, Antonio Intiglietta, Paolo Lombardi, Pietro Malaspina, Adolfo Marino, Mario Messuri, Giorgio Mirabelli, David Montorsi, Giorgio Moroni, Luca Neri, Fabrizio Patti, Enrico Pazzali, Andrea Penazzi, Mario Resca, Vito Riggio, Kevin Rozario, Vittorio Valenza, Eleonora Vallin Foto Archivio Gesto Editore, Flickr, Fotolia, Imagoeconomica Segreteria Silvia Pizzi Pubblicità Alberto Sitia Tel. 02 8051511 alberto.sitia@retailfood.it Progetto grafico e impaginazione Giò Salvioni Stampa A.G.F. – Peschiera Borromeo (Mi) Redazione via Mercato, 28 20121 – Milano info@retailfood.it

missiva in cui chiedeva all’Unione Europea di prorogare per tutto il 2009 la convenzione pubblica con Tirrenia e si impegnava ad avviare il progetto di privatizzazione della compagnia. La richiesta, una volta accettata, ha dato una boccata d’ossigeno all’indotto e ha fatto scattare il conto alla rovescia che si concluderà entro pochi mesi, entro i quali la partita della privatizzazione dovrà essere conclusa. A ridosso dell’estate e quindi della stagione turistica, la situazione si è resa particolarmente concitata per cui l’esecutivo è stato impegnato nel salvaguardare tutte le linee, o quasi, e nell’affrontare concretamente i primi passi dell’exit strategy. Proprio su questo fronte, la mossa è stata quella di dare in gestione le rotte regionali delle quattro società controllate (Caremar, Siremar, Saremar e Toremar) alle regioni di riferimento. Da allora poco o nulla è successo in termini di fatti reali e molto si è detto sul possibile ingresso di vari armatori nel processo di acquisizione. Con la fine dell’estate, invece, si riparte dalla cronaca e, nel particolare, dalle dichiarazioni del mini-

stro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Altero Matteoli, che ha spiegato quali sono gli ultimi sviluppi. «La procedura di vendita di Tirrenia è stata avviata e prevede che le società regionali collegate siano cedute alle Regioni di riferimento (quindi resteranno sostanzialmente pubbliche) alle quali lo stato garantirà, tramite apposite convenzioni, un contributo annuale per i collegamenti essenziali con le isole minori. Un contributo sarà devoluto anche a chi rileverà Tirrenia per i collegamenti da effettuare obbligatoriamente per garantire le continuità territoriale. Adesso bisognerà procedere speditamente per mettere in atto un nuovo assetto di Tirrenia come l’Europa ci chiede, garantendo il servizio pubblico e i livelli occupazionali». Infine, in attesa di sapere se Tirrenia sarà acquisita da un operatore unico come Grandi Navi Veloci (di cui lo stesso Silvano Cassano ha dichiarato l’interesse del Gruppo per l’azienda madre) o se entrerà in gioco una cordata di armatori italiani, auguriamoci che l’elefante non partorisca il solito topolino: “Alitalietta” docet. A. P.

Prezzo di una copia € 3,00 – Arretrati € 5,00 Abbonamento Italia: € 30,00 Europa: € 40,00 Resto del mondo: € 50,00 C/C PT 13590203 Registrazione Tribunale di Milano N° 550 del 06/09/2006 Iscrizione al Registro degli operatori della comunicazione n° 15972 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi dell’articolo 2 comma 2 del codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica, si rende nota l’esistenza di una banca-dati personali di uso redazionale presso la sede di Milano – via Mercato, 28. Gli interessati potranno rivolgersi al responsabile del trattamento dei dati personali Silvia Pizzi, presso la sede di Milano, per esercitare i diritti previsti dalla legge n. 675/967.

retail&food è una rivista edita da Gesto Editore Via Mercato, 28 20121 – Milano Tel. 02 8051511 Fax 02 89013553 info@retailfood.it www.retailfood.it




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