TRAVEL RETAIL SHOPPING MALL
retail&food Anno 9 • Numero 5 • MAGGIO 2014 • € 5,00
In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi
Un taglio nastro speciale
Eataly Smeraldo Ha aperto anche a Milano il maxi store del food di casa Farinetti. Un successo immediato. Ecco perché
Star Trek
Parola di...
Analisi Mercato
NAU!
Stefano Mereu
Illuminazione
NEWS PRIMAE NOCTIS STAZIONI A MACCHIA DI LEOPARDO
L’OPINIONE
Editoriale
Questo numero di retail&food punta la propria attenzione sulle stazioni ferroviarie. Un ambito che negli ultimi 10 anni ha cavalcato lo sviluppo di aree commerciali con esiti molto diversi da città a città e da stazione a stazione. I quattordici scali ferroviari più importanti appartengono alla società Grandi Stazioni, uno degli asset che il Governo Renzi si accinge a vendere per fare cassa puntando allo spin-off di un ‘pezzo’ della società, quello che avrà in pancia proprio le attività commerciali. Segnale evidente che, pur con qualche ritardo e alcuni obiettivi disattesi, le piazze commerciali nelle stazioni più grandi sono state create, con successo. Una buona notizia. Non si può dire lo stesso per Centostazioni, la società che amministra 103 complessi ferroviari “minori” che ha ottenuto una valorizzazione degli spazi dedicati a retail e food molto più modesta. Sicuramente inferiore alle aspettative, tant’è che il principale socio privato è dato in uscita da mesi. Quello delle stazioni è l’ennesimo esempio di un’Italia a due velocità, con i grandi che avanzano e i piccoli che arrancano. La conferma che spazi per fare, e bene, ce ne sono, ma che sono sempre più i big player a essere premiati. Difficile dire cosa comporterà l’uscita di scena di Mauro Moretti dal Gruppo FS per il suo passaggio a Finmeccanica. Speriamo che non si abbandoni quanto di buono fatto finora ma soprattutto che si dia nuova energia alla riqualificazione dell’offerta retail ferroviaria nel suo complesso.
«TEMPORARY STORE IN STAZIONE, NON SOLO VENDERE MA COMUNICARE» Sebbene il trend dei consumi stia risentendo della crisi che, ormai da qualche anno, investe il nostro Paese, il retail nelle grandi stazioni sembra uscirne indenne registrando un andamento positivo, dopo un inizio in sordina delle recenti inaugurazioni. La morfologia degli scali sta continuando a cambiare ed evolversi sia per le riqualificazioni che, sebbene in forte ritardo, stanno trasformando gli ambienti in piazze commerciali esposte allo sguardo di milioni di viaggiatori, sia per l’incremento dei vettori Frecciarossa, che hanno contribuito ad alimentare notevolmente i transiti di livello. Per i fattori espressi il travel retail ormai diventa una soluzione fondamentale per le aziende che devono presidiare i luoghi di passaggio turistico, sia per lanciare il proprio marchio che per consolidare le posizioni acquisite o addirittura per rilanciare la propria brand image con un messaggio che supera i confini nazionali. Retail Group opera in questo settore da anni, con quasi 8.000 mq di superficie commerciale, accogliendo numerose insegne e seguendo il percorso di riqualificazione fin dalle prime stazioni. Il nostro cavallo di battaglia: non solo vendere ma comunicare. I Temporary Store che Retail Group mette a disposizione dei propri partner, per struttura e posizionamento, permettono di raggiungere questo duplice obiettivo. In un periodo in cui i budget dedicati all’advertising stanno subendo un sensibile decremento, i Temporary Store, sebbene per un tempo limitato, rappresentano un mezzo di comunicazione con un ritorno sull’investimento istantaneo attraverso le vendite. In questo contesto, pertanto, i cubi di cristallo sembrano essere la scelta più apprezzata da numerose multinazionali che non perdono l’opportunità di essere presenti con il proprio brand in location importanti. Nicolò Marzotto, Presidente Retail Group Spa
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Eataly Milano © Alberto Anderloni - Edifis Spa
Anno 9 numero 5 maggio 2014 Direttore responsabile Andrea Aiello In redazione Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it Massimo Andreis - massimo.andreis@edifis.it Hanno collaborato Tiziana Bardi, Alessandro Barzaghi, Antonio Bisci, Giuseppe Bonomi, Italo Bussoli, Carmen Chieregato, Giovanni Cobolli Gigli, Giulia Comparini, Gianfilippo Cuneo, Luigi De Montis, Luca Esposito, Simone Filippetti, Fulvio Fassone, Vito Gamberale, Stefano Gardini, Paolo Prota Giurleo, David Jarach, Luigi Limonta, Paolo Lombardi, Pietro Malaspina, Dante Marro, David Montorsi, Giorgio Moroni, Roberta Motta, Pierpaolo Palmieri, Alberto Pasquini, Francesco Patti, Enrico Pazzali, Alessio Quaranta, Mario Resca, Leopoldo Resta, Vito Riggio Pubblicità dircom@edifis.it Amministrazione Antonella Ferraraccio impaginazione Claudio Rossi Oldrati Foto Archivio Edifis, Flickr, Fotolia, iStockphoto Stampa Aziende Grafiche Printing S.r.l. Via Milano 3/5 – 20068 Peschiera Borromeo (MI) Prezzo di una copia € 5,00 – Arretrati € 10,00 Abbonamento Italia: € 50,00 Europa: € 90,00 Resto del mondo: € 110,00 Registrazione Tribunale di Milano N° 550 del 06/09/2006 Iscrizione al Registro degli operatori della comunicazione n° 15972 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi della legge 196/2003 l’Editore garantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi degli artt. 7 e 10 i destinatari hanno facoltà di esercitare il diritto di cancellazione o rettifica dei dati, mediante comunicazione scritta al responsabile del trattamento presso EDIFIS S.p.A. – Viale Coni Zugna, 71 – 20144 Milano, luogo della custodia della banca dati medesima.
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SOMMARIO
n°5 maggio 2014 30
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26 NEWS PRIMAE NOCTIS Stazioni a macchia di leopardo
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L’OPINIONE di Nicolò Marzotto «Temporary store in stazione, non solo vendere ma comunicare»
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R&F NEWS
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R&F NEWS OPENING
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INDICE R&F Calma piatta nel nostro settore
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OSSERVATORIO PREZZI 20 Roma Termini, 2012-2014: confronto con sorprese Siamo tornati nel terminal capitolino per confrontare i listini food dei vari operatori e analizzarne le differenze rispetto a due anni fa. Autogrill, con i suoi marchi, si è mantenuto stabile, mentre Cremonini, con i relativi brand, ha ritoccato i prezzi verso l’alto. STAR TREK RETAIL Destinazione Nau!
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TAGLIO NASTRO SPECIALE 26 Allo Smeraldo, va in scena il made in Eataly Un tripudio di sapori ai piedi di un palco che un tempo ospitò tra i più grandi artisti della musica italiana. L’ultimo gioiello di Oscar Farinetti, il 25° Eataly nel mondo, ha aperto a Milano lo scorso 18 marzo. Circa 5.500 mq, su tre livelli, raccontati in esclusiva a r&f dal figlio Nicola, già responsabile del maxi store di Roma Ostiense. Ci scusiamo della mancata attribuzione dei crediti della foto di copertina del numero di aprile: l’autore dello scatto è Francesco Bittichesu © Sogaer, Aeroporto di Cagliari.
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LONG LIFE 30 Gli Orsi, primo giro di valzer Progettato e avviato negli anni d’oro del retail real estate, il centro commerciale di Biella è stato inaugurato nel secondo semestre del 2008. Trascorsi 5 anni dal taglio del nastro, la prima tornata di rinnovi ha visto la quasi totalità di conferme, con l’occupacy dichiarata da Sonae Sierra a quota 94 per cento. DOSSIER AEROPORTI 34 Trapani-Birgi, prende quota Adibito a traffico civile nel 2005, lo scalo intitolato a Vincenzo Florio “decolla” nel 2006 con l’ingresso di Ryanair. Ma il definitivo salto di qualità arriva con i 14 milioni di euro stanziati tra il 2007 e il 2009, con cui sono ammodernati sia l’airside che il landside. A raccontarci l’offerta retail e f&b sono Dario Sorbello e Lorenzo Giannetto di Airgest. 17° SALONE INTER. DELL’ALIMENTAZIONE 38 Cibus 2014: il made in Italy è servito I metri quadri a disposizione di Fiere di Parma sono esauriti da parecchie settimane, ma novità dell’ultim’ora sono ancora possibili in orbita Expo 2015. Con l’obiettivo di catturare l’attenzione dei big buyer internazionali, i riflettori sono puntanti sui nuovi temi della kermesse: food service e travel retail in testa. WORKSHOP TURCHIA 40 Un mercato retail da esplorare Si è svolto il 28 marzo a Milano, presso la nuova sede UniCredit, il workshop organizzato da Confimprese in collaborazione con retail&food. Tanto interesse per un’economia che cresce progressivamente. Ma attenzione alle peculiarità locali e al quadro politico. RETAIL MANAGEMENT SPECIALIST Pianificazione dei fattori Economici e Finanziari
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PAROLA DI… STEFANO MEREU
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Grandi Stazioni: «300 nuovi negozi dal 2009 ad oggi. Protagonisti del travel retail, con un target da high street» ANALISI DI MERCATO 46 Illuminazione, avanti Led! I sistemi di lightening degli spazi retail, food e gdo sfruttano sempre più spesso i vantaggi dei diodi a emissione luminosa: abbattimento dei costi e lunga durata, cui si somma adesso la declinazione in forme di design che arredano e fasci che esaltano differenti tipi di merci. Perché anche l’occhio vuole la sua parte. MISTERY IN SHOP Eric Kayser a New York
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NEWSTECH&ARREDO
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INTERNATIONAL
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LA FOTO
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LA PULCE NELL’ORECCHIO FS: lo stipendio di Moretti e non solo
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RUBRICHE STOCK OPTION OBIETTIVO PERSONALE COMUNICAZIONE DI SERVIZIO NEW MARKETS OUTLOOK INVIATO SPECIALE COSA OCCORRE SAPERE PER...
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r&f News SONAE SIERRA, SU LE VENDITE IN ITALIA DEL 2,7%
FELTRINELLI, IL TERZO RED APRE NEL CUORE DI FIRENZE
D Segno più sulle vendite anche nel 2013, a quota 368 milioni di euro. Nonostante lo scorso anno abbia dimostrato andamenti altalenanti, i centri commerciali italiani della società iberica Sonae Sierra (Freccia Rossa a Brescia, Gli Orsi a Biella e Le Terrazze a La Spezia) hanno visto crescere le vendite del 2,7%, anche in virtù di un aumento analogo dei visitatori, saliti del 2,4% sopra la soglia dei 27 milioni. «Sebbene il 2013 sia stato un anno economicamente instabile – dichiara José Maria Robles, general manager per il property management di Sonae Sierra in Italia –, le performance registrate confermano la validità del nostro lavoro e la qualità della nostra offerta. La qualità del nostro approccio strategico trova conferma in un occupancy rate del 96,1% della gla gestita dai nostri centri commerciali, garantendo sempre la massima qualità degli asset». Complessivamente la società è proprietaria di 47 shopping center, con un valore di mercato di oltre 5,6 miliardi di euro, ed è presente in 12 paesi.
opo Roma e Milano, Feltrinelli ha deciso di replicare il successo del formato Red a Firenze, nella centrale piazza della Repubblica. Il taglio nastro è avvenuto, lo scorso 15 aprile, alla presenza di Inge Feltrinelli, presidente di Giangiacomo Feltrinelli Editore, e di Carlo Feltrinelli, presidente e ad del Gruppo Feltrinelli. Il locale si estende su una superficie di 700 mq e presenta un assortimento di oltre 25.000 titoli, tra il comparto libri, quello della musica e quello dell’home video. Red, che nel nome ricorda il colore del master brand, è acronimo di Read, Eat and Dream. Oltre i libri, infatti, che restano il core business della catena, il nuovo store della città di Dante Alighieri accoglie uno spazio dal design ricercato, interamente dedicato alla ristorazione con 70 posti a sedere. Il menù è frutto di un accordo tra Feltrinelli e l’Università delle Scienze Gastronomiche di Pollenzio per offrire al pubblico un’ampia gamma di prodotti della regione Toscana. Con Red, le insegne Feltrinelli di Firenze raggiungono, al momento, quota due. Tuttavia, per il prossimo autunno, è già prevista l’apertura di Feltrinelli Express all’interno della stazione di Santa Maria Novella.
Stock option
AD ARCORETAIL IL MANDATO PER FASHION VALLEY Un piccolo gioiello dell’alta moda, in formato outlet, da lustrare per rilanciarne l’offerta e i servizi. Questo, in sintesi, l’incarico ricevuto da Arcoretail sul Fashion Valley di Reggello. In particolare, la società guidata da Luca Bastagli Ferrari ha ottenuto mandato dalla proprietà per la gestione, il marketing e la commercializzazione della struttura, che, come precisa la stessa azienda, consiste nel realizzarne “un piano di rilancio globale con investimenti particolarmente significativi, oltre che una reingegnerizzazione totale dei servizi offerti in una logica di maggior rendimento a fronte di un importante saving finalizzato alla riduzione dei costi di gestione, mantenendo inalterato lo standard qualitativo atteso”. Fashion Valley si sviluppa su una superficie di 4.500 mq, con 30 punti vendita, sorge nella Valdarno, a 30 minuti da Firenze.
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TAP Portugal La compagnia aerea portoghese chiude il bilancio 2013 in attivo, risultato positivo per il quinto anno consecutivo. Efficienza nei consumi, flotta moderna, rotte molto richieste (verso il Brasile). Una piccola storia di successo, da cui prendere esempio.
Roncato Il brand di valigeria italiano è pronto ad incrementare la propria presenza internazionale con una interessante serie di aperture monomarca nel corso del 2014. Dal Brasile all’Far East Roncato intende mettere in valigia i mercati più promettenti. Buon viaggio.
Pal Zileri Per certi versi è una gran bella notizia, la famiglia reale del Qatar ha acquistato il 65% del capitale della società che controlla il brand veneto. Ma siamo romantici e un po’ nostalgici, e vedere un altro pezzo di bella Italia che vola via… ci dispiace un po’.
Roadhouse Grill Le cifre tonde fanno sempre effetto e così la cinquantesima apertura del casual restaurant del Gruppo Cremonini, oltre a far piacere ai carnivori di Capriate (BG), mette il sigillo sul successo di questo format di ristorazione a tema e… buon appetito!
Fast retailing Il gigante giapponese del retail dell’abbigliamento, con la catena Uniqlo, chiude i primi sei mesi dell’anno fiscale (giapponese) col botto: +24,3% di vendite. Non altrettanto bene l’utile, che cala dell’1,4 per cento. Si può sempre migliorare…
Caffè espresso L’implacabile team di Report, capitanato dall’inflessibile Gabanelli, a inizio aprile a raccontato come si prepara il caffè espresso nei bar italiani. Male. Mancanza di pulizia, cura e attenzioni mettono in tazzina la ‘miscela ciofeca’. Puntata disponibile su Rai Replay.
Malpensa Help for shopping? Sì ma in cinese. A Malpensa Sea e la Fondazione ItaliaCina hanno avviato un servizio di assistenza alle vendite in cinese per i passeggeri provenienti dal “Celeste impero”. È il servizio che fa la differenza…
Asta auto blu L’operazione puzza di demagogia lontano un miglio, ma in tempi in cui la comunicazione è tutto vendere le auto blu usate su eBay è stato un colpaccio per il Governo Renzi. Soprattutto a giudicare dai risultati delle prime aste, ben al disopra delle aspettative.
Carrefour Chiude male anche il 2013 il big player francese della GDO. Il fatturato cala di 332 milioni, da 5,103 miliardi a 4,771 (nel 2007 il fatturato volava a 6,33 miliardi di euro). Serve una cura da cavalli, per arginare l’emorragia.
MALPENSA È PIÙ CHINESE CON LE SHOPPING HELPER
A LE DUE TORRI DI STEZZANO, ANCHE UN PADIGLIONE MEDICO
M
U
ilano Malpensa e l’Estremo Oriente sono più vicini con il nuovo servizio allestito da Sea, lo Shopping Helper. L’iniziativa prevede che ogni giorno, in vista delle partenze dei voli per la Cina, due ragazze laureate in lingue orientali, che hanno vissuto in Cina e che hanno seguito dei corsi di formazione presso la Fondazione Italia Cina sulla cultura e sul cerimoniale di vendita ai cinesi, guideranno il passeggero alla scelta e all’acquisto nei negozi dell’aeroporto, dando anche assistenza nelle pratiche di tax refund. Questo servizio rientra nel progetto “Chinese Friendly Airport”, sviluppato nell’aeroporto di Milano Malpensa da SEA in collaborazione con la Fondazione Italia Cina, per rispondere positivamente alle crescenti esigenze del mercato dell’ex Celeste Impero. I volumi di traffico Italia-Cina hanno segnato, infatti, un costante aumento in termini di passeggeri, passati dai 269.000 del 2008 ai 751.000 del 2013, pari a un +179% negli ultimi 5 anni e una crescita media ponderata del 23 per cento.
n tempo fu l’ufficio postale, di recente la clinica dentistica e l’oculista, adesso anche un “distaccamento” ospedaliero. L’evoluzione dei servizi all’interno dei centri commerciali, in un periodo di forti vacancy e di calo dei consumi, vede l’ingresso di veri e propri presidi medici laddove prima sorgevano o erano previsti grandi spazi retail. Di particolare interesse, su questo fronte, è l’iniziativa che vede protagonista il gruppo ospedaliero San Donato e lo shopping center Le Due Torri di Stezzano (BG). Il progetto prevede l’ingresso all’interno del centro commerciale, su una location di oltre mille mq dove un tempo era attivo il brand per la casa Ovvio, di 11 ambulatori, un’area di radiologia, una risonanza magnetica e una zona di fisioterapia dotata di palestra. I lavori sono già in corso.
AD AUTOGRILL VILLORESI EST L’INNOV@RETAIL AWARD
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a stazione di servizio eco sostenibile Villoresi Est del Gruppo Autogrill è stata premiata nell’ambito dell’Innov@Retail Award, il premio dedicato all’innovazione nel retail promosso da Accenture in collaborazione con Gruppo 24 ORE. Il riconoscimento è stato assegnato nella categoria Best store/Best Customer Experience, a testimonianza di come il punto vendita costituisca “un riferimento per il futuro della ristorazione e dei servizi per chi viaggia, in materia di customer experience e sostenibilità ambientale”. Collocato sull’A8 Milano-Laghi, in corrispondenza di Lainate, il flagship si sviluppa su una superficie di circa 2.500 mq con uno scheletro in legno lamellare certificato Pefc. Un’innovativa combinazione di geotermia e fotovoltaico permette di risparmiare oltre il 45% in elettricità, riducendo del 59% le emissioni di CO2. Un sistema di raccolta delle acque piovane e di falda consente di ridurre di circa 25.550 mc all’anno i consumi idrici. L’aggiudicazione costituisce un’ulteriore conferma dell’alto valore di innovazione di Villoresi Est, che nel 2013 aveva già ottenuto la certificazione LEED-Gold per la progettazione.
LIMONI, PRONTO IL PIANO DI RIASSETTO
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a catena di profumerie Limoni, presente in Italia con oltre 400 store, ha elaborato un piano di riassetto. Il taglio, che porterà alla chiusura di 63 negozi su tutto il territorio nazionale, si accompagna tuttavia alla riqualificazione di molti altri punti vendita. Il riassetto è stato messo a punto per far fronte alla crisi che sta attraversando il business della nota catena con sede legale a Milano. Lo scorso 1 aprile, infatti, Limoni ha siglato un accordo quadro nazionale con i sindacati di categoria che prevede, nello specifico, la Cassa Integrazione straordinaria di un anno per i dipendenti degli esercizi chiusi e un contratto di solidarietà difensivo di 12 mesi, dal 7 aprile scorso al 6 giugno 2015, che comporterà una riduzione oraria differente per punto vendita. I dipendenti interessati dal contratto di solidarietà saranno oltre 1.200.
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News ENAC: «A RISCHIO I PICCOLI AEROPORTI» Nessun giro di parole da parole da parte del presidente di Enac, Vito Riggio, in tema di piccoli aeroporti, che ne lancia l’allarme per la sopravvivenza futura. «La firma dei contratti di programma nel 2012 – dichiara – ha permesso ai grandi scali di procedere celermente con gli investimenti. Non è così per molti di quelli secondari, come ad esempio Bergamo o Trapani, che rischiano il decadimento a causa dell'incertezza sulle normative aeroportuali e la mancata approvazione degli schemi tariffari». Ostacoli, secondo il presidente dell'Ente, che complicherebbero il loro ammodernamento infrastrutturale e allontanerebbero possibili capitali privati. L’auspicio di Riggio è che si arrivi a una maggiore sinergia con l’Autorità dei Trasporti e il Ministero competente.
CUORE ADRIATICO BATTE PER COGEST RETAIL
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ra i principali centri commerciali aperti quest’anno c’è Cuore Adriatico, inaugurato il 3 aprile, a circa 500 metri dall’uscita Civitanova Marche/Macerata dell’autostrada A14. Sviluppato da Civita Park, società promotrice marchigiana, Cuore Adriatico dispone di una superficie lorda affittabile di 27.000 mq e si estende su due livelli commerciali. Cogest Retail si occupa, invece, della gestione della galleria che predispone al suo interno 70 punti vendita, di cui sei medie metrature. Tra le insegne del fashion compaiono Bershka, Pull&Bear, Stradivarius del
Obiettivo Personale
Gruppo Inditex ed H&M, la cui apertura è prevista per il prossimo giugno. Tra i servizi offerti ci sono la griglieria di Roahouse Grill, per quanto riguarda la ristorazione, e Youngo, un concept di natura ludica per bambini e teen-ager. L’ancora alimentare porta l’insegna Iper e vanta una gla di 8.800 metri quadrati. Il nuovo mall va integrare l’offerta del parco commerciale preesistente (8.350 mq), che vede la presenza di tre grandi superfici, tra cui Obi, con oltre 5.000 mq di gla, e Euronics, con oltre 2.100 metri quadrati.
A cura di Gi Group
La selezione del personale nel mondo Retail&Food: l’Assessment Center come strumento di valutazione delle Risorse Umane La diffusione di metodologie che permettano maggiore oggettività nella valutazione del personale avviene anche nel mondo Retail&Food, fra queste l’Assessment Center si conferma un valido supporto nei processi di valutazione e selezione del personale. Esso può essere applicato in diverse fasi: ricerca e selezione, mass recruitment; valutazione del potenziale in linea con le strategie aziendali o durante cambiamenti organizzativi, identificazione dei “key people”, definizione di “action plan”: coaching, counselling, mentoring; riqualificazione e riposizionamento della persona nell’organizzazione, definizione di “action plan”, mappatura delle competenze trasversali e professionali. Con Assessment Center si intende, così, una metodologia capace di individuare l’insieme delle caratteristiche personali, attitudinali e comportamentali, fornendo informazioni utili alle organizzazioni per valorizzarle al meglio le persone, favorendo, così, la collaborazione tra la
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persona e l’organizzazione. In linea con le esigenze di un mercato sempre più complesso ed esigente di soluzioni adeguate, Gi Group ha voluto creare un polo di eccellenza rappresentato da professionisti e consulenti del settore HR. Il Competence Center è un gruppo di lavoro formato da professionisti provenienti dai 30 Paesi in cui Gi Group è presente. Ciò permette, pertanto, di coniugare la conoscenza e l’esperienza delle migliori best practice su base internazionale e di approfondirne modelli, strumenti e prassi, con l’obiettivo di fornire il migliore supporto allo sviluppo e valorizzare la collaborazione fra persona e organizzazione. Ma quali sono i vantaggi della metodologia dell’Assessment Center? Permette il raggiungimento degli obiettivi organizzativi definiti; garantisce la massima oggettività nel processo di valutazione; consente di individuare le risorse che potranno essere rilevanti nell’organizzazione; identifica, all’interno di una popolazione, coloro i quali possiedono le caratteristiche necessarie per ricoprire un determinato ruolo; permette di pianificare i piani di carriera e sviluppo; identifica le potenzialità manageriali; individua il gap esistente fra skill e competenze possedute e attese, con la possibilità di programmare un intervento formativo oppure di coaching.
Fabio A.Musumeci International Product Manager Assessment Center – OD&M, A Gi Group Company Competencecenter.assessment@gigroup.com
News CORIO ITALIA SALPA CON NAVE DE VERO
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petta a Gruppo Corio la gestione dello shopping center Nave De Vero, che ha aperto i battenti lo scorso 17 aprile a Marghera (VE). La struttura ospita una superficie commerciale di 40.000 mq, seimila dei quali sono occupati dall’Ipercoop e oltre 15.000 dalla galleria. Il progettato, firmato dallo studio “Milanese&Modena”, presenta la forma di una grande nave, dal cui fianco emerge un vascello in vetro e acciaio. Il design ricercato, curato dalla società londinese Design International, fa di Nave De Vero un mall di stampo europeo, che su tre livelli ospita 120 unità commerciali, tra cui il bookstore targato Mondadori. Neve De Vero è al momento il primo centro commerciale in assoluto, in Italia, ad aver acquisito la certificazione Breeam sulla sostenibilità aziendale.
JLL, PREVISIONI IN CRESCITA PER L’IMMOBILIARE RETAIL Nel primo trimestre 2014, le operazioni del mercato immobiliare italiano hanno fruttato 720 milioni di euro. Riportati da Jones Lang LaSalle, società di consulenza specializzata in real estate, i dati mostrano un calo del sette percento rispetto a quelli dello stesso periodo dell’anno precedente. Le prospettive delineate da JLL sono chiare: per il futuro, a partire dalla primavera in corso, è attesa la chiusura di numerose altre operazioni, in particolare per il settore retail e uffici. Per quel che riguarda il primo, gli investitori migliorano la propria percezione sui fondamentali economici rispetto a quelli del 2013. Si coglie, inoltre, una crescita continua per i centri prime e una situazione di stabilità per i centri secondari. Dallo stesso rapporto, emerge un potenziamento delle attività nel mercato degli occupier di spazi ad uso commerciale. Si attende, nello specifico, una crescita ulteriore dei canoni nei centri prime e una riduzione degli incentivi nei centri secondari.
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NUOVO FORMAT DI BENETTON ALL’OMBRA DELLA MADONNINA
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l nuovo store concept “On canvas” di Benetton è stato inaugurato, il 16 aprile, in piazza Duomo a Milano. Dopo l’esperimento di Firenze, il marchio della famiglia di Ponzano Veneto ha deciso di replicare il format nella location da 1.500 mq della città meneghina. Il restyling, che sarà presto applicato anche a uno degli store di Verona e di Mosca, è una tappa fondamentale nella strategia di ripensamento del business che il Cda del Gruppo ha approvato lo scorso novembre. Biagio Chiaralonza, ad del brand made in Italy, a tal proposito ha dichiarato: «Abbiamo poi investito 80 milioni nel rinnovamento dei negozi e ne investiremo altri 100 nei prossimi anni. L’applicazione di “On canvas” – ha aggiunto Chiaralonza – sarà naturalmente graduale e difficilmente riuscirà a riguardare tutti i 6mila negozi Benetton sparsi nel mondo».
Comunicazione di servizio
A cura di Acqua Group - www.acquagrouo.it
UNA “MAGIA” DESTINATA A DURARE
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ome il binario 9 e tre quarti di Harry Potter: un momento c’è e l’altro non c’è più, con l’unica differenza che se compare… compare per tutti. Il temporary shop (o pop-up store) inizia a diffondersi nel panorama italiano, nei punti di grande passaggio: dalle vie dello shopping, ai centri commerciali e, chiaramente, anche nelle principali stazioni ferroviarie. La Stazione Termini di Roma e la Stazione Centrale di Milano la fanno da padrone per il momento (del resto è proprio Milano, secondo i dati di Assotemporary, a concentrare questa “magia”, coprendo oltre il 60% del mercato temporary), ma il fenomeno inizia a diffondersi. Le chiavi di successo del pop-up store sono molteplici e si sposano perfettamente con il contesto economico nel quale stiamo vivendo: colpire l’immaginario del consumatore, coinvolgerlo, ma contenendo i costi. La formula temporary risponde a tutte queste necessità: si presenta come un evento momentaneo e quindi unico e speciale, con prodotti magari a prezzi più accessibili rispetto ai punti vendita normali. Consente di testare nuovi prodotti, riscontrandone immediatamente l’effetto sui consumatori. Consente di presidiare luoghi di grande passaggio, anche se solo momentanea-
Da sinistra Davide Arduini e Andrea Cimenti
mente, con costi più contenuti rispetto al retail tradizionale, rafforzando la notorietà e l’immagine di marca. Inizialmente approcciato come strumento dal settore moda e fashion, inizia a coinvolgere anche altre categorie merceologiche: automotive, cosmetica, food. Iniziative momentanee… ma siamo pronti a scommettere sulla loro longevità nelle strategie di marketing delle aziende.
Davide Arduini e Andrea Cimenti Presidente di Acqua Group e Amministratore Delegato di Acqua Group
DA CONFIMPRESE IL NUOVO SERVIZIO DESK SVILUPPO RETI “A
prire un punto vendita diretto o in franchising? Questione di Desk”, risponde Confimprese. L’associazione lancia il nuovo servizio Desk Sviluppo Reti per fornire assistenza agli operatori che sviluppano reti nel commercio a catena. Per capirne le dinamiche abbiamo parlato con Francesco Montuolo, vice presidente esecutivo di Confimprese. «L’obiettivo è di mettere a disposizione un desk aperto a tutti gli imprenditori o le aziende, anche ai non soci Confimprese, in fase di start-up o già operanti nel settore retail, che vogliono creare o sviluppare una rete diretta e/o franchising. Un solo interlocutore di riferimento, insomma, in grado di offrire un servizio completo che mette allo stesso tavolo competenze professionali diverse, con esperienza ventennale nel retail, e tra loro sinergiche». Tali supporti abbracciano ambiti come disegno e sviluppo reti, assistenza fiscale e societaria, finanza agevolata, consulenza legale e sviluppo operativo della rete. Partner dell’iniziativa sono Eis (finanza agevolata), Studio Tdl (consulenza fiscale, societaria e contrattuale), Studio Vallefuoco (consulenza legale), Gea (disegno e sviluppo reti) e Reno (sviluppo operativo rete).
SHOPINN BRUGNATO 5 TERRE, TRA FASHION, ARTE E FOOD
S
abato 12 aprile, Shopinn Brugnato 5 Terre ha aperto le porte al pubblico. Collocato sull’A12, non molto distante da alcune delle principali mete del turismo internazionale, il factory outlet center in provincia di La Spezia dispone di una Gla di circa 23mila metri quadrati. Con un centinaio di negozi, tra monomarca e shop in shop, di abbigliamento, calzature, accessori, casalinghi, arredamento e design, Shoppin Brugnato 5 terre coniuga il mondo del fashion con quello del food e del benessere. Sono oltre un migliaio i metri quadrati dedicati alle eccellenze gastronomiche del territorio ligure con Il Laboratorio del Gusto. Un’area di circa 1.200 mq è, invece, riservata ai servizi di wellness, tra spa, fitness, beauty center e hair stylist. Le novità del nuovo complesso in provincia della Spezia non finiscono qui. Il village ospita anche uno spazio espositivo d’arte contemporanea e un pony park, per soddisfare le esigenze dei più piccoli.
NEW MARKETS OUTLOOK a cura di STRA_BRANDING
www.strabranding.com
LA SHANGHAI TOWER: UN MODO SOSTENIBILE DI VIVERE IN CITTÀ VERTICALI
Fig.1: Il quartiere finanziario di Lujiazui
Fig.2: il Podium della Shanghai Tower
Con il completamento previsto entro la fine nel 2014, la Shanghai Tower diverrà un punto fermo del quartiere commerciale di Lujiazui: uno dei principali centri finanziari di tutta l’Asia. L'edificio, con una altezza di 632 metri (128 piani), sarà il grattacielo più alto della Cina, nonché il secondo più alto al mondo, superato solo dal Burj Khalifa di Dubai (830 metri). Dal punto di vista urbanistico, il complesso sorge accanto ad altri due grattacieli (Fig.1): la Jim Mao Tower, inaugurata nel 1998 (421 metri, 88 piani), e lo Shanghai World Financial Centre, ultimato nel 2008 (492 metri, 93 piani). La Shanghai Tower offre un modo sostenibile di vivere in città verticali, con spazi pubblici e giardini a cielo aperto, dove i frequentatori possono soffermarsi e godersi una varietà di servizi per la comunità disposti verticalmente ad
intervalli strategici. La torre, infatti, è costituita da nove edifici impilati uno sopra l’altro, racchiusi dallo strato interno della facciata di vetro. Tra questo e lo strato esterno, che ruota mentre sale, i nove “blocchi” sono intervallati da altrettante aree pubbliche, ciascuna con il suo atrio, con giardini, bar, ristoranti, spazi commerciali e una vista a 360° sulla città. Dei 380.000 mq, ben 200.000 mq sono adibiti a uffici, e questa caratteristica fa si che il principale target delle aree commerciali all’interno della torre siano proprio i cosiddetti “white collar”, i circa 30.000 impiegati e professionisti che ogni giorno frequenteranno la Shanghai Tower (il numero si estende a 200.000 unità se si considera il totale dei lavoratori del distretto di Lujiazui). Oltre agli uffici è presente un albergo di lusso di 258 camere (tra l’84° ed il 110° piano) che, con il nome di Tower J-Hotel, è destinato a diventare il nuovo “place to be” di Shanghai: l’hotel più alto al mondo. Il podium della torre (Fig.2), completamente dedicato a location retail di primo livello e direttamente collegato alla metropolitana, si aggiunge alla già importante offerta di negozi del Lujiazui Shopping District, che già vede la presenza di shopping mall di primo livello come IFC, Super Brand e SWFC. Va infine sottolineato come, al fine di favorire l’allocazione di un numero così considerevole di spazi commerciali e di uffici, in un momento in cui il costo degli affitti è messo sotto pressione dalla crescente offerta, lo stato cinese stia prendendo in considerazione di affidarsi a un leasing agent, passo non certo ortodosso per la Cina, soprattutto per il suo approccio da State-Owned Developer. Luca Esposito
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News INALCA RIPARTE DA ABU DUBHAI Inalca (Gruppo Cremonini) conquista gli Emirati Arabi e avvia un’alleanza con Emirates Advanced Investment Group. L’accordo, stretto con la società specializzata in investimenti negli Emirati, prevede lo sviluppo di una joint venture per la commercializzazione di prodotti alimentari, per lo più di origine italiana, in molti dei Paesi del Golfo Arabo. Si parte dall’area di Abu Dhabi, dove verrà costruita una piattaforma di distribuzione sul modello che Inalca ha già messo a punto in Russia e in alcuni stati dell’Africa. Il secondo step potrebbe portare i due partner a impegnarsi sul fronte dell’attività produttiva.
PARTNERSHIP TRA LE GRU E LA FONDAZIONE TORINO MUSEI
Un nuovo accordo è stato siglato tra il centro commerciale Le Gru di Grugliasco (TO), di proprietà del Gruppo Corio, e la Fondazione Torino Musei. La collaborazione definisce un’operazione di marketing che porta l’arte nel mall alle porte dell’ex capitale d’Italia. Il primo punto della partnership consente ai possessori della GruKey card di acquistare, a un prezzo ridotto, il biglietto di ingresso nei quattro musei: GAM (Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea), Palazzo Madama (Museo Civico d’Arte Antica), MAO (Museo d’Arte Orientale) e la Rocca del Borgo Medievale. L’altra parte del progetto è, invece, più interattiva: un QRcode, posizionato sui pannelli raffiguranti le quattro strutture, permette ai visitatori del centro di ottenere ulteriori informazioni sulla Fondazione.
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Inviato speciale
IL CENTRO COMMERCIALE DEL FUTURO: UNA CITTÀ NELLA CITTÀ Un centro commerciale moderno offre tutti i servizi tipici di una città: shopping, intrattenimento, cultura, educazione, luoghi di culto, salute, eventi, mostre, ristoro, ospitalità... e la lista continua. Sviluppare retail in città equivale a sviluppare una città nel retail. L'unica differenza tra retail (shopping centre) e la città è che il primo viene gestito da un manager e la seconda da un sindaco. Se uno si ispirasse all'altro probabilmente vivremmo in città meglio organizzate e visiteremmo shopping centre con maggior frequenza.
T
enant Mix e Urban Mix Per assolvere veramente alla funzione di città nella città, nei nuovi centri commerciali gli sviluppatori e gli architetti integrano landscape e funzioni ‘urbane’ nel loro design. Il tenant mix del futuro, traducibile in superficie affittabile (gla), dovrà essere integrato all'urban mix, traducibile nella superficie dedicata ai percorsi, agli eventi e ai servizi ‘urbani’ che il centro offre. Ancor più che nelle città europee, questo approccio è evidente nelle city dei mercati emergenti, che spesso non hanno infrastrutture storicamente dedicate all’incontro delle persone. Cleopatra Mall, localizzato al Cairo, che integra lo shopping (dall'aspirational al lusso) ad edutainment, ristoranti finedining, studi televisivi, lounges, una biblioteca interna, studi medici, viene già considerato come una nuova città nel deserto, all’interno della quale il mall diventa una destination, nonché il cuore della nuova aggregazione capace di vivere 24 ore su 24. Il centro commerciale del futuro non dorme mai. L’autenticità incontra l’interattività e il coinvolgimento Esiste comunque anche un aumento nel desiderio di individualismo tipico dei tradizionali negozi cittadini. ‘Town Square’ a Las Vegas o ‘The Beach’ a Dubai realizzano un ottimo tentativo di emulare le strade cittadine, le piste ciclabili e una ristorazione innovativa, consentendo ai clienti di guidare e parcheggiare proprio di fronte ai negozi, così come in una vera città. Contemporanea-
mente, l’aumento della domanda di attività educative diventa essenziale per il successo degli urban mall. Con oltre 31 milioni di visitatori dalla sua apertura in 15 location, ‘Kidzania’, dedicata ai bambini, è un ottimo esempio di come un elemento culturale ed educativo aumenti esponenzialmente l’interesse dei visitatori, nonché la frequenza e la permanenza delle visite. Placemaking: trovare il giusto equilibrio Concludendo, per trovare il perfetto equilibrio tra necessità e sperimentazione, tra autenticità e modernità, gli architetti devono considerare l’esperienza di acquisto come sistema integrato e complesso. Allo stesso tempo, gli sviluppatori devono iniziare ad agire come i sindaci dei propri centri commerciali, ridefinendo costantemente gli spazi, non più solo focalizzati sulle vendite ma anche su aspetti fondamentali della vita come la salute, la comunicazione, la cultura ed il benessere. Davide Padoa, CEO di Design International www.designinternational.com
News cosa occorre sapere per...
a cura dello Studio Legale Cocuzza & Associati di Milano
La videosorveglianza nei punti vendita (Parte 1)
L‘
esigenza della videosorveglianza è comune a molti brand e centri commerciali. La tecnologia l’ha resa di facile utilizzo, a costi relativamente contenuti. Ma non tutte le finalità che si vogliono conseguire con questo mezzo sono lecite ai sensi di legge. Le due aree del diritto interessate sono: il diritto del lavoro e la privacy. Da un lato vi è lo statuto dei lavoratori e le tutele offerte dai tribunali, dall’altra il codice in materia di protezione dei dati personali e l’autorità garante per la protezione dei dati personali. In questa sede tratteremo gli aspetti giuslavoristici, lasciando i secondi a una successiva pubblicazione. L’ordinamento giuridico italiano mira a contemperare due importanti esigenze, entrambe meritevoli di tutela: da una parte il diritto del datore di lavoro di esercitare il proprio legittimo potere di controllo - che si estrinseca nel verificare il corretto andamento dell’organizzazione produttiva e nel tutelarne la sicurezza sotto una molteplicità di aspetti; dall’altra il diritto del lavoratore a non subire invasioni nella propria sfera personale e a mantenere inviolate dignità, libertà e riservatezza anche sul luogo di lavoro. Lo Statuto dei Lavoratori stabilisce che è “vietato l'uso di impianti audiovisivi e di altre apparecchiature per finalità di controllo a distanza dell'attività dei lavoratori”. Questo divieto è inderogabile ed è assistito, tra l’altro, da tutela penale. Lo stesso Statuto, però, prevede che “gli impianti e le apparecchiature di controllo che siano richiesti da esigenze organizzative e produttive ovvero dalla sicurezza del lavoro, ma dai quali derivi anche la possibilità di controllo a distanza dell'attività dei lavoratori, possono essere installati soltanto previo accordo con le rappresentanze sindacali aziendali, oppure, in mancanza di queste, con la commissione interna. In difetto di accordo, su istanza del datore di lavoro, provvede l'Ispettorato del lavoro (NDR ora Direzione Territoriale del Lavoro), dettando, ove occorra, le modalità per l'uso di tali impianti (…)”. Ciò significa che se le esigenze suddette sono comprovate la videosorveglianza è possibile, con importanti limitazioni però, dettate dalla necessità
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di attenersi alle esigenze sopra riportate e da eventuali prescrizioni dettate ad hoc in sede di accordo con i sindacati o autorizzazione dalla DTL. Qualora le rappresentanze sindacali in azienda mancassero sarà opportuno contattare la Direzione Territoriale del Lavoro con il dovuto anticipo rispetto all’installazione delle videocamere: è infatti vietata l’installazione preventiva rispetto all’autorizzazione, anche se l’impianto non fosse funzionante, pena lo smontaggio delle medesime. La Direzione Territoriale del Lavoro, il cui orientamento e prassi differiscono sensibilmente da città a città e da regione a regione, nel concreto potrà dettare regole di vario tipo relativamente alla videosorveglianza, prescrivendo chiavi di sicurezza e limitazioni per l’accesso ai filmati registrati, tempi massimi di conservazione delle immagini, giungendo addirittura sino a dettare l’orientamento e il raggio di ripresa delle videocamere. Gli ispettori nella generalità dei casi si recano nel luogo dove si richiede l’installazione delle telecamere per verificare nel concreto la portata della ripresa. È importante quindi non sottovalutare questa autorizzazione e le prescrizioni conseguenti e soprattutto muoversi con il giusto anticipo per essere certi di poter procedere con l’apertura del centro oppure del punto vendita nei tempi auspicati.
Avv. Alessandro Barzaghi Per informazioni e quesiti gli Avvocati Giulia Comparini gcomparini@cocuzzaeassociati.it e Alessandro Barzaghi abarzaghi@pec.cocuzzaeassociati.com saranno lieti di rispondervi.
CENTRO D’ABRUZZO CRESCE E SI RINNOVA
I
l centro commerciale Centro d’Abruzzo di San Giovanni Teatino, nel chietino, incrementa l’offerta, cambia look e si colora di rosso. Sono circa 4.700 i mq che ampliano la superficie complessiva dello shopping center alle porte di Chieti, 3.000 dei quali di gla danno vita a 19 nuovi punti vendita. Tra questi, Terranova, Scarpamondo, Kiabi, Intersport, Kasanova+ sono le medie superfici. Le piccole metrature, invece, vengono presidiate da brand del calibro di Original Marines, Imperial, Primadonna, Aw Lab, Bialetti e Hopera Cafè. L’inaugurazione al pubblico del nuovo mall, di proprietà di IGD, si è svolta lo scorso 10 aprile. Il restyling interessa la galleria ampliata da due nuovi rami: il colore rosso è dominante e attraversa il pavimento dell’intera superficie a mo’ di nastro. Anche le teste muro, che si interpongono tra le vetrine, sono rivestite in alucobond di colore rosso, mentre due diverse tonalità di grigio sono state scelte per le superfici esterne. Dei corpi illuminati con tecnologia led sostituiscono quelli a neon.
SCALO MILANO, PARTONO I CANTIERI
T
utto è pronto per l’avvio dei lavori di Scalo Milano, che porteranno a inaugurarne un primo stralcio contestualmente ad Expo 2015. A darne l’annuncio, durante il Salone del Mobile, è stata Promos, società incaricata della promozione e della commercializzazione del maxi progetto che insisterà nel quadrante sud della metropoli. Oltre ai tempi è stato svelato il nuovo concept: «A Scalo Milano si parlerà un linguaggio contemporaneo, innovativo, internazionale – ha detto Filippo Maffioli, sales and marketing director di Promos –. Nel nuovo concept commerciale, identificato come “City Style”, l’eccellenza italiana si traduce in una combinazione vincente, in cui mix merceologico e immagine architettonica si fondono in un “unicum” che parla la lingua di Milano e dello stile italiano».
COLMAR A MILANO, FLAGSHIP IN PIAZZA GAE AULENTI
P
iazza Gae Aulenti, a Milano, incrementa l’offerta con nuovi spazi commerciali. Un flagship Colmar, brand del made in Italy, sta per sorgere nel centro direzionale UniCredit. Il polo attrattivo, a due passi dalla stazione di Porta Garibaldi, raccoglie una decina di insegne, tra le quali Feltrinelli, nel formato Red, Esselunga, Sephora, Nike, Muji e Grom. L’apertura del monomarca della famiglia Colombo, che ha chiuso il 2013 con una crescita del 10%, è prevista per il prossimo settembre. Lo store di circa 200 mq, tuttora in cantiere, è stato scelto per la presentazione della collezione Autunno/Inverno 2014-2015. «In passato abbiamo fatto alcuni esperimenti retail su Milano, ma questo rappresenterà, anche in previsione di Expo 2015, un vero e proprio flagship store che unirà tutti i nostri brand». È quanto ha dichiarato Giulio Colombo, ad di Manifatture Mario Colombo & C..
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r&f News opening A PORTO BOLARO, FOOD LOCALE CON GOOOSTA
Tris di Roadhouse Grill, a quota 50
C
ome da modello di business, due aperture vicine a un casello autostradale e una all’interno di un nuovo centro commerciale. Parliamo di Roadhouse Grill, formula di steakhouse italiana in forza a Gruppo Cremonini, che nelle scorse settimane ha toccato quota 50 ristoranti in virtù degli opening a Broni-Stradella (PV), a Civitanova Marche (MC) e a Capriate (BG). Il primo, situato sulla S.S. 10 vicino all’uscita del casello BroniStradella dell’autostrada A21, vanta 140 posti, 30 dipendenti e una superficie di 470 metri quadrati. Il secondo, avviato il 3 aprile
all’interno dello shopping center Cuore Adriatico, nei pressi del casello autostradale dell’A14, conta 30 dipendenti e circa 170 posti a sedere. Il terzo è situato esattamente di fronte alla barriera dell’A4 di Capriate, si sviluppa su 650 mq, ha 200 posti a sedere e un parcheggio per oltre 60 auto. A fianco del locale bergamasco è stato aperto anche un bar caffetteria a marchio Mokà. All’interno dei tre ristoranti sono presenti postazioni SmartCorner, dotate di tablet con display touch screen, attraverso le quali il cliente può ordinare direttamente, scegliendo dal menù digitale, e accedere a una vasta selezione di servizi.
La collaborazione tra la Famiglia Falduto (proprietà insieme ad altri azionisti del centro commerciale Porto Bolaro), Coldiretti e una rosa di produttori ed etichette locali ha portato alla nascita di “Gooosta - hamburger, aragosta e…”: format di ristorazione regionale da 190 mq di gla che ha trovato posto nella food court del noto shopping center calabrese. Il locale propone servizio al tavolo, con menù declinati in funzione delle diverse ore della giornata, e un’area a scaffali nella quale i clienti possono non solo trovare gli stessi prodotti utilizzati nei piatti che hanno appena gustato, ma anche scegliere gli ingredienti da far cucinare al momento. La selezione di eccellenze enogastronomiche regionali, specificano i promotori dell’iniziativa, strizza l’occhio a Eataly e alla cultura slow food, mentre l’inserimento di piatti veloci, i pacchetti promozionali e la creazione di un locale polifunzionale guardano ai modelli internazionali.
CARLO PAZOLINI, IN COIN CON 47 CORNER Il marchio di calzature, perlopiù femminili, Carlo Pazolini ha inaugurato 47 location all’interno dei magazzini Coin di diverse città italiane. Carlo Pazolini, nome di fantasia, particolarmente attivo nel mercato russo e in quello dell’Europa dell’est, dopo l’apertura di store monomarca nelle principali città italiane, come Milano, Roma e Torino, continua dunque a investire nel nostro Paese attraverso dei corner. Nato nel 1990 e guidato dall’imprenditore russo Ilya Reznik, il brand fa parte dell’omonima holding olandese, ma guarda con grande interesse al Belpaese, dove, tra l'altro, è localizzata la maggior parte della produzione (Marche, Toscana e Veneto).
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Kiabi, 20 store nel Belpaese
V
entesimo negozio in Italia, per una rete di oltre 440 punti vendita distribuiti in sette nazioni: il retailer francese del fast fashion, Kiabi, ha aperto il suo ultimo punto vendita nel Belpaese nel rinnovato e ampliato centro commerciale Centro D’Abruzzo lo scorso 10 aprile. Il format, articolato su una superficie di mille mq, è un open space shop in shop, in cui sono dislocati vari corner monotematici con, ad esempio, denim, lingerie e cosmetici. In occasione dell’apertura sono state esposte le nuove collezioni primavera/estate 2014 uomo, donna, bambino, accessori, lingerie, taglie forti e premaman. Gli addetti nel nuovo store sono 16, di cui ben 13 commessi, due capi reparto e il direttore.
Spesa Facile, il nuovo format di Conad City «Offriremo un "prezzo basso tutti i giorni" con cui il consumatore può entrare in negozio e risparmiare a occhi chiusi, senza pensare a volantini e offerte speciali». Questa è la mission del nuovo format di Conad City, denominato Spesa Facile, spiegata dal'amministratore delegato di CIA-CONAD, Luca Panzavolta. Il primo punto vendita Spesa Facile, che si articola su un’area di vendita di 1.200 mq, è stato in inaugurato lo scorso 11 aprile a Rovigo, dopo che la location ha subito un cambio di proprietà e il restyling completo. Aperto sette giorni su sette, il super store ospita un'ampia offerta di freschi e a soprattutto dice addio alle promozioni continue. Questo test è il primo a livello nazionale di una serie di iniziative analoghe che coinvolgerà nei mesi a venire altre cooperative associate a Conad.
Scarpe & Scarpe, tre tagli nastro nel Lombardo-Veneto Scarpe & Scarpe raggiunge quota 113 locali in Italia. Dopo l’opening, lo scorso 10 aprile, del punto vendita di 1.080 mq nel centro commerciale Centrosarca di Sesto San Giovanni, il brand di calzature ha aperto al pubblico altri due store in Veneto. Il primo a Marghera, in provincia di Venezia, si trova all’interno del neo inaugurato Nave De Vero, mall gestito da Corio Italia, e occupa una superficie di 950 metri quadrati. L’altro, presente nel centro commerciale Emisfero di Fiume Veneto (PN), si estende su 1.700 metri quadrati. In tutti e tre gli shop è proposta la collezione primavera estate 2014.
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r&f Indice r&f
a cura di Edifis Intelligence
Calma piatta nel nostro settore Ci aspettavamo una decisa virata verso il bello, che non è venuta; consoliamoci però con la constatazione che, quanto meno, il clima non è peggiorato. Il nostro indice, che il mese scorso era a 97,95, questo mese si ferma a 97,6, mentre peggiorano, seppur di poco, tutti gli altri indici, con la sola eccezione dell'italiano FTSEMIB, che migliora di 4 punti. Tra i titoli migliori del mese segnaliamo LVHM, Aeffe e Richemont, mentre tra i più sacrificati troviamo Nike,Tiffany e soprattutto Swatch Group, che accusa un vero e proprio scivolone di 18 punti. L'anno è ancora lungo, e tutto può ancora accadere: noi conserviamo fiducia sui titoli del nostro settore, raccomandiamo però prudenza e attenzione ai fondamentali, soprattutto alla posizione finanziaria e all'esposizione sui mercati emergenti.
Quotazioni al AZIONI
Alcuni marchi di proprietà
Indice al
Mercato 31.12.2013 15.04.2014
Adidas
Reebok
Xetra
92,64
78,19
84,4 %
Aeffe
Alberta Ferretti, Moschino, Pollini
Italia
0,70
0,83
118,6 %
C.F.Richemont
Vacheron Constantin, Cartier, Dunhill
88,60
86,90
98,1 %
1,23
1,58
128,5 %
Damiani
Vtx Italia
Dufry
Svizzera
156,60
143,20
91,4 %
Fossil
Nasdaq
120,30
107,14
89,1 %
Geox
Italia
2,64
3,03
114,8 %
Hugo Boss
Xetra
103,50
99,28
95,9 %
Mce
119,80
106,05
88,5 %
Francia
153,90
149,85
97,4 %
38,95
40,98
105,2 %
132,60
143,00
107,8 %
Inditex
Zara, Pull and Bear, Massimo Dutti
Kering PPR
Puma, Fnac, Gucci, Redcats,Conforama
Luxottica LVHM
Italia Louis Vuitton, Moet Chandon, Hennessy, Fendi, Dior, Zenith, Guerlain
Francia
Nike
Nyse
78,64
72,38
92,0 %
Polo Ralph Lauren
Nyse
176,34
154,40
87,6 %
Puma
Xetra
235,15
211,40
89,9 %
Safilo Group
Italia
17,00
14,31
84,2 %
Stefanel
Italia
0,36
0,39
108,3 %
477,90
458,75
96,0 %
Swatch Group
Omega, Longines, Tissot
Tiffany & Co
Valentina, Elsa Ferretti, Paloma Picasso
Nyse
92,09
84,82
92,1 %
Tod's
Hogan, Fay
Italia
121,40
99,80
82,2 %
INDICE RETAIL&FOOD FTSEMIB
Vtx
100,00
97,6 %
18.967
21.217
111,9 %
DAX
9.552
9.312
97,5 %
NYSE
10.400,00
10.359,00
99,6 %
NIKKEI
16.291,31
13.996,00
85,9 % © Edifis Intelligence
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r&f Osservatorio prezzi
ROMA TERMINI,
2012-2014:confronto con sorprese Siamo tornati nel terminal capitolino per confrontare i listini food dei vari operatori e analizzarne le differenze rispetto a due anni fa. Autogrill, con i suoi marchi, si è mantenuto stabile, mentre Cremonini, con i relativi brand, ha ritoccato i prezzi verso l’alto
R
OMA – A distanza di due anni dalla nostra ultima rilevazione prezzi presso la stazione ferroviaria più importante del paese, Roma Termini, siamo tornati ad aggirarci tra hall, biglietterie e binari, per cercare di capire come si è sviluppata l’offerta di ristorazione e ‘a che prezzo’. Prima di addentrarci nei dettagli, qualche considerazione generale. L’offerta di spazi e format di ristoro appare complessivamente stabile e per alcuni versi ormai datata. Qualche
novità qua e là ma in generale negli ultimi due anni ci sono stati pochi avvicendamenti o restyling di spazi. Lo stesso dicasi per le formule proposte che sono in gran parte orientate sul bar snack, in alcuni casi affiancato da pizza al trancio o ristorante self service. La sensazione generale è che l’offerta di Termini stia arrivando alla fine di un ciclo e che sia necessario proporre formule diverse. Più attuali e nel contempo varie. Sicuramente è auspicabile una maggiore segmenta-
zione, soprattutto dopo la chiusura di Convoglia, il grande e suggestivo locale deputato all’offerta premium, nato nel 2008 con forti aspettative e ambizioni ma dimostratosi inefficace nel tempo e chiuso – a quanto ci risulta – nel corso del 2013. Tornando alla segmentazione, occorrono locali adeguati alle esigenze della fascia alta, business o leisure che sia, oggi non rappresentata in alcun modo, ma anche un’immagine più fresca e moderna per numerosi punti vendita attualmente in attività. La sensazione generale è quella di una generale e probabilmente eccessiva standardizzazione, sia di prodotto che di formati.
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che l’offerta oggi comprende anche panini mini dal costo decisamente più contenuto.
W.o.k. e Mc, i due outsiders Difficile confrontare l’offerta di ristoratori “a tema” con quella di chi ha una proposta tradizionale. McDonald’s non ha bisogno di presentazioni ma sicuramente negli ultimi due anni ha dimostrato una notevole capacità di evoluzione, affermandosi con forza anche nel settore bar-caffetteria. Un’area coperta ancora al minimo presso i locali di Termini, a differenza di quanto dispiegato in location più recenti come ad esempio quella di Milano Centrale, dove la caffetteria gode di un banco dedicato (e di un successo conseguente). Detto questo McDonald’s è l’unico operatore che nel corso degli ultimi due anni ha
Cremonini über alles, gli altri a ruota
no, Bianco & Nero, Gusto, Pizza & Vizi, Roadhouse Grill. Più contenuti ma comunque sensibili Se dei prezzi consideriamo un dato gli aumenti praticati dai locali del grezzo ma indicativo, è cioè il totale gruppo Autogrill, rappresentati dalle del nostro paniere 2012 vs 2014, il dato che colpisce è l’evidente au- insegne Autogrill, ACafè, Ciao, Momento, Spizzico: in questo mento di listini praticato nei locali caso dal totale di 15,90 euro del del Gruppo Cremonini. Da 16,50 euro a 18 con un aumento genera- 2012 siamo passati ai 16,90 di oggi, con un accento soprattutto su panini lizzato, in alcuni casi consistente, ad e pizza. Ancora più ridotti i rincari eccezione del caffè espresso rimasto del punto vendita Vyta, marchio di incollato a 1 euro. Cremonini peraltro Retail Group, che da 16,70 euro è il maggior operatore di Termini del 2012 è passato a 17,20 euro. Se con una notevole quantità di locali, è calato il costo della bottiglietta dispiegati ad ogni livello e in ogni d’acqua, aumenta quello del panino area della stazione, grazie ai marchi Chef Express, Mokà, Mr. Pani- più economico. Anche se va detto Autogrill*
Cremonini **
Vyta
W.o.k
McDonald's
2012
2014
2012
2014
2012
2014
2012
2014
2012
2014
1
1
1
1
1
1
1
1
1
0,70
1,30
1,40
1,40
1,50
1,30
1,30
1,30
1,30
1
0,90
1
1,10
1
1,10
1,10
1,10
1
1
0,90
0,90
Spremuta d'arancia
2,60
2,60
2,60
3,20
2,90
2,90
2,90
2,90
n.d.
n.d.
Acqua (pet. 50 cl)
1,20
1,30
1,30
1,40
1,50
1,20
1,30
1,10
1
1
Coca Cola (Pet 50 Cl)
2,50
2,50
2,60
2,75
2,50
2,50
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
Panino più economico
3,10
3,50
3,70
4,10
3,50
4,20
2,90
4,50
1
0,90
Pizza trancio base
3,20
3,50
2,90
2,90
2,90
3
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
Totali
15,90
16,90
16,50
18
16,70
17,20
10,40
11,80
4,90
4,40
Caffè espresso Cappuccino Croissant
* Presente con i marchi: Autogrill, ACafè, Ciao, Momento, Spizzico **Presente con i marchi: Chef Express, Mokà, Mr. Panino, Bianco & Nero, Gusto, Pizza & Vizi, Roadhouse Grill
diminuito i propri prezzi, quantomeno sugli item da noi misurati. Dimostrando una politica di marketing molto chiara: price, price, price. Diversa la situazione di W.o.k., catena italiana di asian food, con sei locali attivi di cui due in stazione (Termini e Milano Centrale) e gli altri in centri commerciali e outlet. La specificità dell’offerta rende difficilmente comparabili i singoli articoli, in area food, per cui l’unico panino presente in menù alza notevolmente il valore complessivo del paniere. Mentre sulla caffetteria il confronto è più semplice. Va detto che la rilevazione prezzi presso il locale W.o.k. di Termini è stata fatta ‘sulla fiducia’: al momento della nostra visita il ristorante risultava privo di listino prezzi e i prodotti esposti non erano accompagnati da cartellino prezzo. Abbiamo dovuto chiedere all’operatore presente e riportiamo quindi i valori che ci ha comunicato.
Conclusioni Abbiamo già detto della necessità di restyling che l’offerta f&b di Termini dimostra a chi la visita da tempo. Una spinta che sicuramente verrà colta e accentuata dai lavori cominciati in stazione e che a breve riguarderanno spazi importanti della stessa. Ci aspettiamo una maggiore specializzazione e segmentazione di offerta in grado di giustificare scollamenti di prezzi per prodotti analoghi, oggi meno comprensibili. A.A.
© Edifis Intelligence
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r&f star trek retail
Destinazione
Nau! P
rima di tutto il nome, che detto tra noi, è un bel mistero. Forse NAU! è un'italianizzazione fonetica di NOW! (adesso, in inglese) o l'anagramma sempre foneticamente italianizzato di ONE!. Chissà. Ma, probabilmente, il significato del marchio dei coloratissimi occhiali NAU! (da sole e da vista) non ha poi importanza. Infatti, le insegne verde elettrico dei negozi della società lombarda, con il nome del brand con tanto di punto esclamativo, richiamano con un po' di fantasia le poesie futuriste, con le loro espressioni improvvise e vivaci, i giochi fonetici sfrontati spesso senza significato, l’impetuosa voglia di modernità e di velocità e la necessità di rottura con la tradizione. C'è molto di questo desiderio di nuovo, semplice e moderno nel primo marchio di occhiali in Italia (ma ci dicono anche d'Europa e pare del mondo) con una sua catena retail di punti vendita monomarca. NAU! infatti è un marchio giovane (anno di fondazione 2005), che prova a rivoluzionare il concetto classico di ottica abbinandola al fast fashion, al design, ai colori e anche alla compatibilità ambientale dei suoi prodotti. Una ventata di nuovo nel panorama dell'occhiale tradizionale anche nella produzione e nella distribuzione: gli occhiali NAU! sono realizzati e venduti in edizioni limitate, che cambiano mensilmente, hanno prezzi decisamente accessibili e sono diventati coi loro colori e le loro forme moderne veri e propri accessori moda. Per dirla brutalmente gli occhiali NAU! sono un po' come gli SWATCH per gli orologi, con la differenza che si vendono solo ed esclusivamente nei negozi monobrand (oltre che sul sito web tramite l’e-commerce) e dietro lo sfrontato marchio italiano di ottica non c'è un colosso
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svizzero, ma un’italianissima azienda di dimensione ridotte, decisamente dinamica, agguerrita e soprattutto, come si dice, che di ottica ne mastica. Mission: occhiali come accessori di moda Al timone di NAU! c'è Fabrizio Brogi, che, attraverso la UAN srl, controlla il 55% della società, mentre soci di minoranza sono Par. Otti srl, Mario Spezia e Carla Ariano, tutti al 15 per cento. Brogi, senese, con un passato importante nel settore commerciale dell'ottica, e Monica Salvestrin, responsabile dell'area stile, sono i due motori di questa realtà che ha sede a Castiglione Olona (VA), nel bel mezzo del distretto dell'oc-
chialeria varesotto, a due passi dalla Mazzucchelli 1849 (di cui occupano parte della vecchia fabbrica rimodernata), leader mondiale dell'acetato di cellulosa, con cui la società di Brogi collabora, e poco distante dalla Carl Zeiss, colosso delle lenti (ex partner). Per non farsi mancare nulla, poi, l'azienda lombarda ha inaugurato una partnership con la Società Oftalmologica Italiana per i suoi progetti di prevenzione,
New concept
come il Prezzo Zero, con la montatura gratis a fronte di una ricetta oculistica. E se l'esperienza e i contatti nel settore ai 'giovani' di NAU! non mancano di certo, non mancano neanche le idee, che anzi sembrano abbondare. Per mettere in atto questo coraggioso progetto pop di rendere gli occhiali dei veri e propri accessori trend, con costi ragionevoli che ne permettessero la marginalità sui volumi, a Castiglione Olona hanno introdotto un nuovo concetto di produzione e distribuzione. Le edizioni limitate e il rapporto diretto tra il produttore e il distributore (sempre NAU!) garantiscono la qualità del prodotto, ottimizzano i processi, depauperati di tutti i passaggi intermedi che fanno lievitare il prezzo fino a due zeri di percentuale, e permettono un notevole risparmio sulle scorte di magazzino, vero e proprio incubo dei commercianti al dettaglio. Una condizione importante anche per il franchisee che, seguendo la logica del riassortimento solo sull'effettivo venduto, abbatte il rischio di capitali immobilizzati con un allineamento alle reali vendite del negozio.
NAU! in pillole Anno di nascita Proprietà Sede Management Business Retail
2005 UAN srl al 55%, Par. Otti srl, Mario Spezia e Carla Ariano tutti al 15% Castiglione Olona (VA) Fabrizio Brogi, presidente Vendita con rete di negozi monobrand di occhiali e lenti a marchio NAU! 65 in Italia, di cui 6 in aeroporti, 25 in franchising e gli altri diretti. Fonte aziendale
Molto marketing, soprattutto se è intelligente A fianco del risparmio sulla supply chain (anche sul packaging con riduzioni di più del 50% dei costi), il marketing moderno fa il suo: la percezione di un prodotto di buona qualità ed esclusivo favorisce lo shopping soprattutto nel target femminile, predominante per il mercato dell'azienda di Brogi. Se le statistiche ci dicono che un persona compra un nuovo paio di occhiali ogni 3,5/4,5 anni, è ovvio che per realizzare marginalità sui volumi in questo settore bisogna puntare tutto sulla novità, sulla moda e sulla accessibilità del prodotto, avvicinando il mondo tradizionale dell'ottica a quello delle catene commerciali del fast fashion come Geox o Zara, per capirci, alle quali Brogi ha ispirato la sua formula. Poi, molto lo fa anche il design, rigorosamente Made in Italy, mentre la produzione è in parte in Italia e in parte nel Far East. Se, infine, ci aggiungi l’eco-compatibilità, con la certificazione ambientale dei suoi prodotti, la partnership con Lega Ambiente e gli occhiali in bioplastica o plastica riciclata (linea Green), altro fattore importante di marketing, ecco che si capisce bene la crescita esponenziale delle insegne NAU! nel nostro Paese. Soprattutto se si pensa che dietro alle insegne verdi non c'è un colosso con infinite disponibilità finanziarie.
Occhiali NAU! solo nei negozi monobrand Il successo si legge nei numeri dei negozi a insegna NAU!. Dal primo nel Centro commerciale di Gravellona Toce nel 2005 si arriva ai quasi 70 odierni, con una crescita costante ed equilibrata anno per anno: 7 negozi nel 2007, 14 l'anno dopo, 38 nel 2011, poi 45 nei seguenti 12 mesi e 58 nel 2013. Ad oggi i negozi sono prevalentemente a gestione diretta con il 60% sul totale della rete, anche perché a Varese sembrano prudenti nel selezionare i futuri franchisee, al fine di non rischiare di annacquare l'identità del marchio nella gestione e nell'offerta. Mai fare il passo più lungo della gamba sembra una delle loro regole auree. Una significativa presenza con 6 insegne negli aeroporti, importante veicolo di immagine per il marchio varesotto (Malpensa con tre
store, Bari, Linate e Torino), con l'abitudine di qualche temporary nel circuito di Grandi Stazioni (nel 2012 con Milano, Torino, Roma e Napoli), ottimo veicolo per suscitare l’interesse di possibili partner stranieri per una prossima internazionalizzazione. Da segnalare, poi, che quasi tutti i franchisee di NAU! gestiscono più di un punto vendita e molto spesso provengono da settori diversi da quello dell'ottica tradizionale, a testimonianza della particolarità della 'formula' della casa di Varese. Equilibrio anche nella location preferita per i negozi: i centri commerciali e le principali vie cittadine si dividono quasi egualmente i 65 store oggi operativi (con una leggera predominanza degli shopping mall), quasi tutti nel format completo, con vista, sole e lenti, mentre la soluzione solo sole è utilizzata quasi esclusivamente nei negozi temporanei. La disposizione
NEGOZI NAU!
Fonte aziendale
TIPOLOGIA NEGOZI NAU!
Fonte aziendale
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star trek retail intervista
COLORE, DESIGN E RISPETTO PER L’AMBIENTE: LA “FORMULA” DI NAU! Intervista a Fabrizio Brogi, presidente di NAU! Come è andato il 2013 per NAU!? Il 2013 è stato un ulteriore anno di crescita: le vendite sono aumentate del 16% sul 2012 e del 45% nell’ultimo triennio. Ma le soddisfazioni migliori vengono dal crescente riconoscimento del marchio che si afferma sempre più come fashion brand di tendenza. I clienti condividono e apprezzano la filosofia NAU! e questo è il miglior risultato. Soprattutto per un brand come NAU!, nato con la semplice idea di regalare la gioia di indossare un occhiale che diviene un accessorio moda, ricco di design e colore. Siete giovani, siete il primo brand di occhiali con una sua catena di negozi, siete in espansione: qual è il segreto del vostro successo? Il segreto non è un solo ingrediente, ma sta nella “ricetta” o, come diciamo noi, nella “formula”: occhiali ricchi di colore, design e rispetto per l’ambiente, venduti in esclusiva nei nostri negozi da persone appassionate e competenti. Nei vostri progetti c’è l’espansione nel mercato estero? Il nostro marchio è sempre più ricercato anche dall’estero e l’espansione sui mercati fuori dall’Italia è un asse importante di sviluppo. Abbiamo in corso negoziazioni per accordi di master franchising con rilevanti operatori internazionali. E non escludiamo aperture dirette in Europa. Avete in cantiere qualche progetto per rafforzare il vostro marchio anche in previsione di una internazionalizzazione? Sì, abbiamo un progetto importante per rafforzare quei valori di artigianalità, tipici del made in Italy, che sono parte integrante di NAU!. Ma avremo modo di parlarne meglio quando sarà concretizzato.
di tutti i prodotti a vista sugli espositori (i magazzini sono assolutamente ridotti) in uno spazio luminoso è un fattore di attrattiva anche per i visitatori più distratti. I negozi sono forniti di aree per bambini o per gli accompagnatori dei clienti, con il new concept che prevede il wifi e anche uno spazio per gli eventuali amici a quattro zampe. Inoltre, i punti vendita hanno a disposizione strumentazioni modernissime per i controlli della vista, per le nuove lenti just in time. Se si va a vedere le ultime aperture, anche in un momento di crisi dei consumi, NAU! non smette di tagliare nastri di inaugu-
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razioni: da giugno del 2013, 20 nuovi negozi, di cui 7 nel 2014 (Busnago, Parma CC Torri, Bari Aeroporto, Torino Lingotto, Marcon, Venezia Marghera e Forlì). Mentre la copertura del territorio nazionale migliora con il rafforzamento della logistica, condizione fondamentale per un'espansione all'estero. Sul numero dei punti vendita la fa da padrone la Lombardia con 25 insegne (di cui 15 dirette e 12 nei CC), quasi il 40% del complessivo. Poi il Piemonte, con 11 negozi, e il Veneto, con 8. A pari merito Emilia Romagna, Liguria, Puglia e la lontana Sicilia con 4, ma gli occhiali colorati
della società lombarda si trovano anche in Friuli (2), Lazio (2, entrambi a Roma) e in Toscana (1). Settore in crisi, ma crescono i ricavi L'azienda di Castiglione Olona, pur rimanendo snella nei suoi headquarter, ad oggi occupa circa 360 persone, con 234 diretti e 125 addetti delle realtà in franchising, tutte sottoposte a un intenso programma di formazione (l'investimento dell'anno scorso è di circa il 5% del fatturato). Rimanendo sempre in tema di numeri, il giro d'affari dei negozi è di una ventina di milioni di euro, mentre la spa di Brogi nel 2012 ha chiuso con 12,6 milioni di euro di ricavi (erano 9,9 MLN l'anno prima con quasi il +27%), nonostante la contrazione del mercato quantificata intorno al 5%. Da Castiglione Olona fanno sapere, inoltre, che il giro d'affari delle vendite (comprensive del franchising) si può quantificare intorno ai 20 MLN per l'anno scorso. Va addirittura meglio con il Valore aggiunto, che cresce più dell'anno precedente con un +31,5% nel 2012 (era +25%), mentre è il MOL che rallenta, anche a causa degli investimenti in risorse umane per l'allargamento della rete dei negozi (+40 addetti del 2012 sul 2011). Ed è proprio questo punto a frenare sull'ultimo bilancio disponibile gli indici di redditività, con il ROI a un comunque buono 3,9% (era il 7,6% l'anno prima), mentre rimangono di fatto costanti l'indebitamento, intorno all'84%, e il quoziente di liquidità, intorno al 100%. Il risultato finale conferma una situazione di pareggio, con una perdita minima di 25mila euro, quando l'anno prima si era chiuso con 13mila di utile. Esito che, a detta dei vertici aziendali,
sarà confermato nel 2013 con i ricavi incrementati a 14,5 milioni e un MOL a 1,15 milioni, quando lo scorso esercizio era fermo a 750mila euro. (Fonte dati aziendale) Diventare grandi, rimanendo giovani Se il futuro passa da una crescita capillare nel Belpaese e dallo sbarco all'estero, dopo l'esperimento di qualche anno fa di un temporary a Cannes, fa bene l'azienda a continuare nel suo sviluppo con questo 'passo da montagna', senza colpi di testa e senza snaturare la 'formula' di produzione e vendita che sta garantendo il successo al marchio lombardo. Ad oggi, la testardaggine di Brogi&Co nel portare un bel po' di novità, in mezzo a tante difficoltà, in un settore, come l'ottica, dove convivono company imponenti a rischio monopolio e una miriade di piccolissime realtà locali e autonome, è stata premiata. Le sfide, però, non sono certo finite e dalle parti di Castiglione ne sembrano assolutamente consapevoli. Il futuro del marchio, infatti, dipenderà molto, oltre che dal rafforzamento operativo per sostenere logisticamente la crescita dentro e fuori il mercato domestico, anche e soprattutto da come NAU! saprà rimanere fedele a se stessa, alla sua vocazione sbarazzina, un po' ribelle, ma con classe: insomma ai principi che ne hanno fatto la fortuna sia in termini di marketing, ma anche di affidabilità, qualità del prodotto e ritorno economico. In definitiva, a quanto riuscirà a diventare grande, senza perdere quella carica giovanile che l'ha fatta crescere così velocemente e in forma. David Montorsi
r&f
Taglio nastro Speciale
Allo Smeraldo, va in scena il made in Eataly L’ultimo gioiello di Oscar Farinetti, il 25° Eataly nel mondo, ha aperto a Milano lo scorso 18 marzo. Circa 5.500 mq, su tre livelli, raccontati in esclusiva a r&f dal figlio Nicola, già responsabile del maxi store di Roma Ostiense
U
n punto vendita di grandi dimensioni nel cuore della città meneghina, in una location di pregio posta lungo la direttrice che collega il centro storico a uno tra i principali motori economici dell’urbe, dotato di uno snodo infrastrutturale che convoglia il trasporto pubblico su ferro in ambito locale, regionale e nazionale con l’Alta Velocità. Tante sfaccettature della stessa medaglia per introdurre il 25° negozio nel mondo di Oscar Farinetti: Eataly Milano Smeraldo. Aperto lo scorso 18 marzo, dopo un lunga fase di gestazione dovuta ai lavori per trasformare lo storico teatro, da cui prende il nome, in un luogo adatto alla grande distribuzione moderna, lo store di piazza XXV aprile è diventato una destination da oltre 10mila ingressi al giorno. Lo dimo-
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strano il flusso costante di persone che, incuriosite, ne scattano istantanee della possente vetrata d’ingresso. E non c’è da stupirsi se pensiamo che nella Grande Mela, a Manhattan sulla Fifth Avenue, Eataly è da anni la meta preferita di milioni di turisti. Nello specifico, la location ex Smeraldo si trova a metà strada tra le fermate Moscova e Garibaldi della metropolitana MM2: la prima nel quartiere nobile e modaiolo di Milano, Brera; la seconda in prossimità di corso Como e ai piedi dei grattacieli UniCredit, centro direzionale frequentato quotidianamente da oltre 5mila dipendenti, senza contare i clienti dei negozi compresi nella piazza e i passanti che semplicemente vogliono rilassarsi alla vista dei giochi d’acqua delle fontane. Viene da pensare, a questo punto, quanti saranno i visitatori di Eataly Smeraldo, sia
italiani che stranieri, durante Expo 2015 (con l’incognita delle dimensioni sì grandi, ma non grandissime, del punto vendita, che già ad oggi vede i weekend e l’orario del pranzo nei giorni feriali al limite della capienza). Facciamo quindi una visita, in data 3 aprile, al maxi store identificato dalla grande vetrata brandizzata Eataly che si affaccia, maestosa, sulla piazza.
Pochi passi, una volta superata la barriera casse (4 postazioni per l’esattezza, attorno alle quali si notano i sistemi antitaccheggio di Checkpoint System), e si arriva nel “foro” del mercato, sovrastato dal palco e da due piani aperti al pubblico. Altri due livelli sotterranei sono adibiti a back office. In testa, un’ampia vetrata che favorisce l’afflusso di luce naturale.
Il progetto in pillole - Eataly Milano Smeraldo LOCALITÀ APERTURA INVESTIMENTO SUPERFICIE APERTA AL PUBBLICO LIVELLI APERTI AL PUBBLICO LUOGHI DI RISTORAZIONE COPERTI SEDUTI SERVIZI FORZA LAVORO FORNITORI
Prima di entrare nei particolari, una premessa è d’obbligo: non è nostra intenzione elencare tutte le referenze e i relativi listini, ma, al contrario, lo è valutare i servizi, la distribuzione degli spazi, l’esposizione: in sintesi l’ampiezza dell’offerta e la shopping experience. A questa contribuiscono partner di Eataly più o meno consolidati, tra cui citiamo Costa per gli allestimenti, Samsung per il visual, Bose per la musica e Yamaha per la strumentistica. All in one, in versione smart Quindici luoghi di ristorazione, tra cui sette ristoranti informali, uno gourmet “Alice”, gestito da Viviana Varese, chef executive, e Sandra Ciciriello. Due caffè-bar, gelateria, pasticceria, paninoteca, piadineria, focacceria, rosticceria. I banchi del fresco (panetteria, macelleria, salumeria, formaggeria, pescheria, mozzarella show, ortofrutta), due grocery (salato e dolce), una cioccolateria, due bar, enoteca, birroteca, distillati. Due scuole di cucina (Arclinea e Valcucine) e una sala con-
MILANO (PIAZZA XXV APRILE) 16 MARZO 2014 OLTRE 10 MILIONI DI EURO (PER IL RESTAURO) 5.500 MQ 3 15 CIRCA 480 DUE AULE CUCINA (ARCLINEA E VALCUCINE); 1 SALA CONFERENZE; WI-FI GRATUITO OLTRE 350 DIPENDENTI CIRCA 1.000
ferenze. Trenta prodotti in vendita su cento sono “eccellenze” lombarde. Snocciolata la proposta di Eataly Smeraldo, citando le parole pronunciate da Oscar Farinetti prima dell’apertura, riprendiamo la nostra descrizione. Al piano terra incontriamo subito uno spazio di pochi metri quadrati dedicato ai libri, la maggior parte dei quali a tema food ovviamente, che lascia presto il passo ai ricchi banchi frutta del mercato. Qui il format appare lo stesso adottato in tutti gli altri Eataly. Ai lati della piazza spiccano la Caffetteria Lavazza, La Piadina dei Fratelli Maioli, l’innovativo format di Venchi, caratterizzato dalla “cascata” di cioccolata che evidenzia il brand, e ancora i “ristorantini” La Pasta e La Pizza. Due rampe di scale mobili e altrettanti ascensori portano ai due livelli superiori. Al primo piano, oltre al palco, sui cui ogni sera si effettuano spettacoli di musica dal vivo e intrattenimento (nel giorno della nostra visita era occupato da un’esposizione di schermi “curvi” di Samsung), si distinguono gli spazi dedicati alla mozzarella fiordilatte,
INDICE DI INNOVAZIONE 7,75 Architetto, Alessandro Stroligo Associate Director di Chapman Taylor
6,5
Urbanista, Tiziana Bardi titolare StudioBardi/Cad38
8,5
Sociologo, Gianmarco Navarini, professore di Sociologia della Cultura, Università di Milano Bicocca
7,5
Redazione r&f (Andrea Penazzi)
8,5
alla pasta fresca, ai salumi, al pane, al vino e al pesce, rispetto ai quali segnaliamo con particolare enfasi la volontà dei progettisti di far vedere al consumatore la produzione artigianale, talvolta realizzata proprio all’interno del locale, esattamente di fianco ai banchi di vendita. Perché l’occhio vuole la sua parte. Esattamente sul
lato opposto del palco, i ristorantini Il Fritto, con Pasquale Torrente (“il maestro italiano dell'arte del cuoppo: la magica tradizione della costiera campana di produrre fritti al momento e racchiuderli nel cono di carta da salumiere”, cosi recita il sito di Eataly Smeraldo) e il figlio Gaetano, e Le Verdure. Al secondo si concentra la proposta dei vini, non solo in bottiglia ma anche sfusi, e si distinguono il ristorante La Carne, dove si servono varie specialità alla piastra, tutte rigorosamente di Razza Piemontese, Presidio Slow Food, e Il Pesce, gestito da Sandra Ciciriello, che sceglie il prodotto, e Viviana Varese. Ma Eataly non è solo vendita al dettaglio e somministrazione, è anche educazione alimentare. Oltre alla promozione del prodotto biologico, un esempio è dato dalla commercializzazione e soprattutto dalla spiegazione dell’etichetta Vino Libero (da solfiti), sono organizzati numerosi corsi a tema
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Taglio nastro intervista
NICOLA FARINETTI: «REPLICHIAMO, QUASI, I NUMERI DI ROMA OSTIENSE» Qual è l’elemento distintivo di Eataly Milano Smeraldo? Sicuramente la presenza del palco, ricordo del teatro Smeraldo, su cui ogni sera proponiamo musica dal vivo, intrattenimento e concerti.
food. La modalità di iscrizione è molto semplice, attraverso corner sparsi nel punto vendita, mentre i costi variano da poche decine di euro per le degustazioni basic a diverse centinaia per i corsi di cucina. Da sottolineare le iniziative gratuite di educazione alimentare rivolte ai pensionati. Tali attività si svolgono in due aule dedicate, Arclinea e Valcucine, poste al livello superiore. Conclusioni Nonostante gli spazi siano compressi, e questo può penalizzare non poco la fruizione dei medesimi durante le ore di punta, Eataly Milano Smeraldo mantiene la promessa del brand guidato da Oscar Farinetti. Oltre alla consueta qualità dell’offerta, leggermente ridimensionata nella profondità di gamma rispetto a quella proposta dei negozi più grandi (su tutti quello di Roma Ostiense, esteso 16mila mq), altrettanto efficace si conferma la comunicazione sul prodotto: cavallo di battaglia dell’insegna piemontese, si staglia chiara sugli scaffali e sui cartellini, favorendo l’acquisto di impulso. Non manca infine la cura del dettagli: nell’era della cross-canalità il servizio wifi gratuito è un must. Unico neo, che penalizza in parte lo scontrino medio: all’interno del punto vendita la spesa non si fa con il classico carrello, perché gli spazi stretti non lo permetterebbero, ma con agili cestini, posizionati in numerosi corner su tutti i livelli del negozio, sempre ben visibili. Andrea Penazzi
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Altre innovazione rispetto agli altri negozi? Abbiamo integrato il corner Venchi all’interno della pasticceria, che ci sta dando tante soddisfazione dal punto di vista gestionale, e lo abbiamo dotato per la prima volta di una bellissima cascata di cioccolata. Inoltre abbiamo leggermente modificato il banco della pasta fresca, per evidenziare il concetto di artigianalità. Questo perché ci siamo resi conti che i clienti non sempre percepivano questo valore aggiunto: ora per il consumatore è più facile da vedere, con ottimi risultati. Rispetto soprattutto a quello di Roma Ostiense, questo negozio ha dimensioni ridotte. Come avete adattato il format? Non realizziamo mai un negozio uguale all’altro e questa per noi è una sfida avvincente: i tavoli sono messi in modo diverso, i ristoranti sono posizionati in modo diverso, i mq sono diversi, il numero dei dipendenti è diverso. Supportati dal nostro team di architetti interno, che sa esattamente quello che vogliamo, ogni volta ci reinventiamo il negozio: è il nostro mestiere. Su Milano Smeraldo abbiamo cercato di ridurre il back office. Per esempio il banco vendita della macelleria è grande circa quanto quello che abbiamo nel punto vendita capitolino, ma il back office è esteso meno della metà. Nel totale è un po’ sacrificata solo l’offerta della birra, mentre il grocery è rimasto un po’ spezzato tra i due piani: non siamo riusciti a dividere esattamente le categorie di prodotto. Di contro, le due aule di cucina sono un po’
grandi in proporzione ai mq totali, ma per noi l’educazione è fondamentale. Tuttavia, commisurati alla location prime di piazza XXV aprile, oltre 5mila mq a disposizione del pubblico rappresentano una dote considerevole. Quali sono i vostri obiettivi? Questa, in Italia, è l’unica location piuttosto grande di Eataly ubicata in centro città. Posizionata tra Moscova e Garibaldi, è incredibilmente performante: facciamo più di 10mila persone al giorno. A parte il weekend, stiamo registrando i numeri di Roma: diamo da mangiare a 3mile persone e altrettante comprano, più tutti i curiosi che si prendono solo un caffè, un gelato o una bibita. Al momento lo scontrino medio è leggermente più basso rispetto a quello degli altri punti vendita, sia per motivi di spazio - non mettiamo a disposizione il carrello grande per la spesa - sia perché è normale che all’inizio la gente non sia ancora fidelizzata. I banchi dei fresco, ad esempio, partono sempre un po’ più “morbidi”.
COMMENTO
VALUTAZIONE
Struttura e design
Gli spazi ridotti penalizzano la fruibilità della struttura, soprattutto nelle ore di punta. Design al top
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Accesso e parcheggio
Comodo da raggiungere con i mezzi pubblici. Per chi arriva in macchina c'è un parcheggio convenzionato
´´´´´
Offerta commerciale
Sacrificati in parte la profondità e l'organizzazione dello scaffale. La qualità è immutata
´´´
Spazi comuni e attrattive
Il palco fa la differenza. Buono spettacolo a tutti!
indice valutazione a cura di r&f:
´= migliorabile ´´= sufficiente ´´´= apprezzabile ´´´´= molto buono ´´´´´= ottimo
´´´´
Convegno Nazionale promosso da Assotemporary e retail&food
Temporary Retail: 2014 l’anno della svolta 28 Maggio 2014 - Ore 09.30 Sala Colucci - Unione del Commercio - Corso Venezia, 47 - Milano La formula del temporary store/shop si è affacciata lungo le high street dei nostri centri storici e nelle piazze commerciali di alcune stazioni italiane con grande successo. Ma sicuramente ci sono ancora ampi spazi per una piena maturazione. Per questo riscuote molto successo presso retailer intenzionati ad approcciare canali diversi, a lanciare nuovi prodotti o a sostenere promozioni occasionali. La situazione economica che interessa il nostro Paese rende questa formula allettante anche per i landlord che si misurano sempre più frequentemente con la vacancy di aree commerciali. Scopo del convegno è fornire un quadro normativo chiaro, suggerire gli elementi operativi qualificanti e illustrare alcune tra le formule di successo legate al concetto di “temporary” sviluppate in Italia negli ultimi anni. Fornendo a tutti i partecipanti un’occasione unica di networking tra landlord e brand. Accanto alla sala sarà disponibile un’area desk per le aziende sponsor che intendono presentare spazi temporary disponibili, nonché prodotti e servizi per il retail.
PROGRAMMA 09.30
Registrazione partecipanti
10.00
Apertura dei lavori Roberto Mari - Presidente Assotemporary Giorgio Rapari - Vicepresidente Confcommercio Milano
10.20
Temporary shop: storia, normativa, prospettive Massimo Costa - Segretario Generale Assotemporary
10.40
Luoghi per il temporary retail Il centro città – Paolo Comini – CEO Sidecar Eventi On the move – Mario Pagano – Advertising e Special Projects Aeroporto di Napoli I centri commerciali – Paolo Putrino – Manager CBRE
11.10
Coffee break & Networking
11.30
Sponsor Speakers’ Corner - 3’ di presentazione speed riservata ai TOP sponsor
11.40
Retail, il trampolino temporary Un caso di moda – Aniello Trapani – CEO Trap Art Food experience, il caso Magnum Algida – (relatore in via di definizione) Il sistema fashion nel temporary – Giulio di Sabato – Presidente Assomoda
12.10
Temporary retail design Giampietro Sacchi - POLI.design Consorzio del Politecnico di Milano Geo Lanza - Architetto MRP Architetture – Docente Ied Isabella Goldman - Architetto
12.40
Conclusioni Massimo Costa, Segretario Generale Assotemporary Moderatore Andrea Aiello, Direttore retail&food
Sponsor:
Media partner:
Informazioni, sponsorizzazioni e iscrizioni: info@retailfood.it
r&f Long life PROGETTATO E AVVIATO NEGLI ANNI D’ORO DEL RETAIL REAL ESTATE, IL CENTRO COMMERCIALE DI BIELLA È STATO INAUGURATO NEL SECONDO SEMESTRE DEL 2008. TRASCORSI 5 ANNI DAL TAGLIO DEL NASTRO, LA PRIMA TORNATA DI RINNOVI HA VISTO LA QUASI TOTALITÀ DI CONFERME, CON L’OCCUPACY DICHIARATA DA SONAE SIERRA A QUOTA 94 PER CENTO
Gli Orsi, primo giro di valzer
I
naugurato pochi mesi dopo il Freccia Rossa di Brescia, alla fine del 2008, il centro commerciale Gli Orsi di Biella rappresenta il secondo sviluppo dell’iberica Sonae Sierra in Italia, che ne mantiene anche la gestione e la commercializzazione. Seguirà, nel 2012, il taglio nastro di Le Terrazze a La Spezia. Progettato in tempi non sospetti, quando lo scenario italiano (e internazionale) presentava indici di consumo e di reddito procapite ben diversi, Gli Orsi ha saputo distinguersi facendo leva su una location strategica (circa 10 minuti dal centro di Biella, al principio della Strada Statale Trossi: punto di riferimento commerciale per l'intera provincia) e su un portfolio brand di primo livello, nonché su una gla che non ha pari nell’area competitiva: oltre 40mila metri quadrati. Il tutto a fronte di un investimento dichiarato di circa 103 milioni di euro. Il mix di questi fattori ha portato, anche in un forte periodo di crisi, a mantenere costante il numero dei visitatori, pari a circa 6,5 milioni all’anno, per un fatturato che nel 2013 ha raggiunto i 67 milioni di euro (esclusa l’àncora alimentare). Ma soprattutto ha permesso un alto tasso di conferme da parte dei brand, che dopo cinque anni hanno completato la prima tornata di rinnovi: «gli affitti sono in linea con il mercato italiano e con la
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zona di riferimento, così come i costi di gestione che, nonostante la complessità del centro commerciale, sono in media o addirittura inferiori ad altre grandi strutture – ha reso noto Lucia Riva, leasing manager di Sonae Sierra –. A riprova, durante il 2013 abbiamo rinnovato quasi la totalità dei contratti in scadenza: 25 su 27. Il tasso di occupazione, alla fine dello scorso anno, è stato del 94%, pari a 102 unità aperte su 107. In tutti i nostri centri commerciali e in particolare a Gli Orsi – puntualizza la società –, proponiamo contratti di affitto di ramo d’azienda della durata di minimo 5 anni. Ovviamente per le ancore, per la ristorazione e per le medie superfici si possono prevedere durate contrattuali più lunghe». Spostandoci dai numeri alle specifiche tecniche della struttura, che vede Novacoop proprietaria della parte relativa all’ipermercato, il complesso commerciale è costituito da quattro edifici di-
risiede nella finalizzazione delle negoziazioni attualmente in corso per le unità restanti con i marchi che meglio si adattano alla composizione merceologica da noi pianificata, per poter garantire il migliore mix nell'offerta commerciale. Considerando i contratti già conclusi e quelli in fase di finalizzazione, attualmente l'80% della gla totale è già stata affittata». Queste le
Il progetto in pillole DIRETTORE GESTORE PROPRIETÀ DATA DI APERTURA INVESTIMENTO INIZIALE GLA INIZIALE GLA ATTUALE TIPOLOGIA LOCALIZZAZIONE NUMERO INIZIALE DI PUNTI VENDITA NUMERO ATTUALE DI PUNTI VENDITA ANCORA ALIMENTARE/GLA NUMERO DI MEDIE SUPERFICI NUMERO DI UNITÀ DI RISTORAZIONE INTRATTENIMENTO NUMERO DI VISITATORI INIZIALE NUMERO DI VISITATORI ATTUALE FATTURATO DEL CENTRO COMMERCIALE ESCLUSA ANCORA ALIMENTARE POSTI AUTO CLASSE ENERGETICA/CERTIFICAZIONE
stinti: il primo, che comprende la piattaforma alimentare, è dotato di galleria chiusa climatizzata e riscaldata; il secondo, per tipologia più affine a un outlet, è dotato di galleria coperta ma né riscaldata né climatizzata; i restanti due sono dedicati alle ancore, quali Euronics, Scarpe&scarpe e Conbipel. L’accessibilità per la clientela è garantita da complessivi 3.200 posti auto, con parcheggi sia a raso che su due livelli sopraelevati, e da quattro ascensori e otto tappeti mobili per l’accesso dai piani superiori. I principali varchi esterni portano e conducono verso Biella, la S.S.Trossi e il Vercellese, nonché verso l’autostrada A4 TorinoMilano e la città di Candelo. «La ricerca continua di miglioramenti nel servizio al cliente ha recentemente portato alla costruzione di pensiline di collegamento tra gli edifici principali dello shopping center – ha aggiunto la società di gestione –. Queste hanno
contribuito a eliminare il disagio dell’esposizione alle intemperie per gli spostamenti». Il parco commerciale de Gli Orsi, in linea con gli altri sviluppi di Sonae, è in possesso di attestati di certificazione energetica di classe A. In particolare sono presenti sistemi BMS e sensori crepuscolari, grazie ai quali l’illuminazione viene parzializzata a seconda della luce naturale, della stagione e dell’orario e sono installate luci a basso consumo e led. Il flusso di personale è analizzato da sistemi di contapersone Footfall. Negozi più grandi, ristorazione più incisiva «Gli Orsi porterà una nuova esperienza di shopping e divertimento alla vasta e diversificata offerta commerciale della città di Biella, che potrà così beneficiare di un ulteriore impulso al suo già dominante ruolo a livello subregionale. Il nostro obiettivo primario
ANGELA BERTO SONAE SIERRA SONAE SIERRA E NOVACOOP 30 OTTOBRE 2008 105 MILIONI DI EURO 41,100 MQ 41.131 MQ CENTRO COMMERCIALE + PARCO COMMERCIALE ESTRAURBANA 120 107 IPERCOOP/13.735 MQ 7 14 CASINÒ - SLOT&CO.BIELLA; GULLIVER LIBRERIA; LA CASA DI BABOO CIRCA 6,7 MILIONI ANNUALI (2009) CIRCA 6,5 MILIONI ANNUALI (2013) C68 MILIONI DI EURO (2013) CIRCA 2.700 ISO 14001 / OHSAS 18001
parole profuse pochi mesi prima del taglio del nastro dall’allora responsabile per lo sviluppo in Italia di Sonae Sierra, Pietro Malaspina. Verba volant, scripta manent: nel portfolio brand sono entrati marchi come Conbipel, Euronics, H&M, Longoni, Scarpe&Scarpe, Oviesse, Apple reseller e Foot Locker, oltre all’ipermercato Ipercoop. E l’offerta si è rinnovata negli anni, con un 2013 ricco di aperture: è stata la volta di una tra le prime cliniche dentistiche in Italia all’interno di un centro commerciale, ad insegna Dental Pro; del punto vendita Alcott, noto marchio italiano di moda giovane e dinamica; quindi di Glossip e Claire; a novembre dei punti vendita Space Milano e Marville, due rinomate catene di abbigliamento che offrono ai visitatori del centro prodotti di elevata qualità ed eleganza; e a dicembre della parafarmacia e dell’edicola. Per il 2014 sono previsti gli opening di Sense Lab,
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Long life APERTURA
PLAYER PER LE FASCE ISOCRONE DELLA LOCALIZZAZIONE (Accessibilità: 20 minuti, con autostrade, traffico medio) Fasce isocrone
Format
Insegna
Provincia
Comune
GLI ORSI:
2008
Superficie Distanza Anno apertura (mq) (minuti)
Indirizzo
00' - 05' 05' - 10' Centro Commerciale
I GIARDINI
BL
BIELLA
Via Lamarmora 1
16.061
7,8
1998
Centro Commerciale
VIGLIANO
BL
VIGLIANO BIELLESE
Via della Tollegna - Loc. Tollegna
17.355
11,1
1999
Parco Commerciale
CENTRO ACQUISTI
BL
MASSERANO
Via Repubblica 26 - Loc. San Giacomo del Bosco
12.000
19,2
1973
10' - 15'
15' - 20'
Materiale fornito da Sincron Inova, www.sincron-inova.it
zioni sportive: il Rally Storico della Lana e il Torneo 3vs3 di Basket». Ma l’obiettivo non è solo quello del divertimento, la gestione vuole anche sensibilizzare i visitatori su temi come la tutela dell’ambiente e la sicurezza. «Molto successo ha riscosso l’evento Eco Drive, che mette in risalto le novità sul risparmio energetico ed ecocompatibilità». Non mancano poi i concorsi che permettono a tutti i clienti di poter vincere buoni spesa: nell’arco del 2013 sono stati distribuiti ticket per un valore superiore ai 60mila euro.
unico nel suo genere con la possibilità di acquistare le fragranze sfuse, Mela Rossa, ristorante Kaiten Sushi, e Chiquita, un bar che servirà bevande e pietanze a base di frutta per soddisfare i clienti più attenti alla linea e ai prodotti naturali. Altro trend tuttora in essere: l’accorpamento di alcune unità commerciali, che ha ridotto nell’ultimo periodo il numero complessivo dei negozi, passato da 120 a 107, ha permesso di intercettare meglio le necessità dei retailer. Gli esempi toccano sia l’offerta food che non food: Itaka (ristorante greco) e Old Wild West sul primo fronte; Casa, Jysk, Alcott, Den Store, Bon Prix, Parafarmacia, Gulliver e Terranova sul secondo. Pros-
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simamente sarà la volta di Rinascimento, che troverà spazio su due unità. Ulteriore asset de Gli Orsi, per ora solo accennato, è la ristorazione, a cui sin dall’apertura è stata data molta importanza, dotandola di diverse formule di offerta: dal pasto veloce, mirato durante la settimana per la pausa pranzo dei tanti lavoratori e impiegati che arrivano al centro commerciale, alla cucina più ricercata dei ristoranti, che offrono servizio al tavolo e posto interno. E i numeri ne confermano la crescita: nel 2013 il fatturato della ristorazione è incrementato del 2,3% rispetto al 2012, andando a incidere per quasi il 10% sul giro d’affari totale dello shopping center.
Eventi, divertimento e impegno sociale Divenuto ormai un dogma per gli operatori del settore, il mall è sempre di più un luogo di aggregazione, oltre che di shopping. Per favorire questo processo, durante tutto l’anno a Gli Orsi vengono organizzate manifestazioni e occasioni di intrattenimento, del tutto gratuite, destinate ai grandi e ai piccini. «Si tratta di momenti rivolti a tutta la famiglia, dai laboratori di animazioni per bambini agli spettacoli di cabaret, che vedono sul palco importanti nomi dello spettacolo e della musica Italiana – precisa Sonae Sierra –. Ampio spazio viene riservato alle manifesta-
Nel bacino d’utenza, riferimento per lo shopping Situato pochi km a sud/est rispetto alla città di Biella (circa 43mila abitanti), il centro commerciale Gli Orsi vanta come bacino il comune capoluogo e la relativa provincia (oltre 182mila abitanti), rispetto a cui focalizziamo la nostra analisi. Come da prassi consideriamo l’isocrona dei 20 minuti di percorrenza automobilistica, con condizioni di traffico medie, e i dati della popolazione residente e dei competitor forniti da Sincron Inova. Dal punto di vista socio-demografico, se il dato sulla presenza di stranieri è allineato alla media del Belpaese, spiccano in ambito sia cittadino che provinciale la scarsa presenza di under 25 (19,7% e 20% contro il 24% della media nazionale) e quindi l’alta percentuale di over 64 (27,7% e 26,1% contro 20,8%). Leggermente più alto è il dato sulle forze lavoro (44,2% e 45,5% rispetto al 41,6), controbilanciato tuttavia dalla maggiore percentuale di disoccupazione (9,9% e 8,1 contro 8,8). Complessivamente il Numero Indice Reddito e il Numero Indice Consumo di Biella e della re-
INQUADRAMENTO TERRITORIALE Comune BIELLA
Provincia BIELLA
Regione PIEMONTE
Italia
Abitanti (n.)
43.818
182.192
4.363.916
59.433.744
Famiglie (n.)
20.721
82.380
1.946.136
24.617.976
Componenti medi della famiglia (n)
2,11
2,21
2,24
2,41
Femmine (%)
53,8
52,3
51,8
51,6
Maschi (%)
46,2
47,7
48,2
48,4
Stranieri (%)
6,7
5,3
8,2
6,8
Meno di 25 anni (%)
19,7
20,0
21,5
24,0
Più di 64 anni (%)
27,7
26,1
23,6
20,8
Età media (anni)
47,5
46,9
45,2
43,3
Forze lavoro (%)
44,2
45,5
45,1
41,6
Non forze lavoro (%)
55,8
54,5
54,9
58,4
Tasso disoccupazione
9,9
8,1
7,5
8,4
Auto per abitante (n.)
0,722
0,695
0,645
0,624
Auto > 2000cc per abitante (n.)
0,060
0,047
0,042
0,044
Numero Indice Reddito (NIR)
118
108
110
100
Numero Indice Consumo (NIC)
123
114
113
100
Variabili socio-demografiche
lativa provincia si attestano rispettivamente a quota 118/108 e 123/114 (fatto 100 il dato nazionale). Privo di una concorrenza paragonabile per dimensioni nel bacino primario, nell’isocrona dei 20 minuti Gli Orsi (con annesso retail park) vede due competitor con una gla di 16/17mila mq: il centro commerciale I Giardini, posizionato sul lato opposto di Biella, e lo shopping center Vigliano, che insiste su una location più decentrata. A. P.
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r&f
Dossier aeroporti
Trapani-Birgi prende quota
Adibito a traffico civile nel 2005, lo scalo intitolato a Vincenzo Florio “decolla” nel 2006 con l’ingresso di Ryanair. Ma il definitivo salto di qualità arriva con i 14 milioni di euro stanziati tra il 2007 e il 2009, con cui sono ammodernati sia l’airside che il landside. A raccontarci l’offerta retail e f&b sono Dario Sorbello e Lorenzo Giannetto di Airgest
C
ostruito all’inizio degli anni Sessanta, lo scalo TrapaniBirgi è stato uno snodo militare sino ai primi collegamenti civili operati da Alitalia. Poche e limitate tratte che non hanno permesso all’aeroporto che prende il nome del vicino fiume, nonché dall’omonima contrada del comune di Marsala, di svincolarsi dall’ombra di Palermo-Punta Raisi. Le cose cambiano sul finire del 2005. Sui tavoli del Vincenzo Florio (nome tratto dal noto imprendere locale vissuto nell’800) si analizzano numerosi progetti per conferire all’aerodromo una dimensione autonoma, una caratterizzazione specifica capace di attribuire un ruolo preciso e dettagliato alla struttura, un compito
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in grado di abbracciare un’utenza sino a quel momento scarsamente tenuta in considerazione. A scrutare di sottecchi i frenetici movimenti dell’occidente siciliano è Ryanair, che dopo le basi di Orio al Serio e Pisa cerca anche nel sud del Paese una realtà disponibile a garantirle un trattamento privilegiato. Le due forze si attraggono pressoché spontaneamente e nel 2006 viene avviata dalla compagnia dell’arpa celtica la linea Trapani-Pisa. È proprio il caso di chiedersi, seppur la risposta rimarrà piacevolmente nel novero dell’incertezza, se sia nato prima l’uovo o la gallina: la rotta con la Toscana si rivela vincente per merito dei numerosi studenti che dall’antica Val di Mazara traducono i propri interessi di for-
mazione negli atenei pisani e fiorentini; oltre a ciò parecchi imprenditori del settore portuale e marittimo si muoveranno assiduamente fra Trapani e Livorno alla ricerca di ampliare interessi comuni. Subito dopo si inaugurano le tratte internazionali per Dublino e Barcellona. In breve tempo nascono nuove vie che collegano Birgi con il resto del Paese e poi con Spagna, Francia, Inghilterra, Germania, Scandinavia, Polonia, Slovacchia e Malta. La tratta sociale verso Pantelleria rimane una costante, seppur operata in tempi recenti da vettori che si sono avvicendati fra Meridiana, Darwin Airlines e, adesso, Etihad Regional, che la effettua due volte al giorno. Dai poco più di 300 mila passeggeri del 2006,
Trapani vola a superare il milione e ottocentomila dell’anno scorso, ripartiti su quindicimila movimenti. La fly map del Vincenzo Florio ha l’aspetto di uno scoppiettante fuoco pirotecnico che dalla Sicilia si sprigiona verso tutta l’Europa con un’accezione oltremodo emblematica. Nel grafico dei passeggeri movimentati la sola flessione si registra nel 2011, quando lo scalo siciliano riduce l’impiego civile in favore dell’esercizio militare a seguito della crisi libica. Arrivano gli investimenti, decolla il retail Nel triennio 2007-2009 vengono spesi 14 milioni di euro provenienti in buona parte da finanziamenti comunitari per il completo rifacimento
del sedime, che si estende su una superficie complessiva di 26 ettari, ripartiti fra 17,5 di airside e 8,5 di landside. Si procede quindi alla modernizzazione del sistema di smistamento dei bagagli, a un ricovero per i mezzi di rampa e in progetto vi è un nuovo deposito carburanti. In un’ottica di servizio ai viaggiatori, dei lavori di ampliamento hanno beneficiato a partire dal 2010 anche l’offerta retail, food e non food, dello scalo: al piano terra dell’aerostazione è attivo un bar/punto di ristoro gestito da My Chef, mentre al piano primo un’area di quasi 800 mq è stata destinata ad attività di food & beverage e retail. Airgest è la società di gestione dell’aeroporto. E a parlarci in dettaglio sono Dario Sorbello e Lorenzo Giannetto, a capo delle attività di amministrazione, controllo e finanza dell’impianto. Come accennato, le attività di retail and food & beverage dello scalo sono interamente affidate a My Chef, vincitrice dell’appalto assegnato alcuni anni addietro. Al piano d’ingresso dell’aerostazione, sotto un esteso pannello che schematizza la storia del volo sullo sfondo di un’ambientazione di richiamo siciliano, si trova un bar che propone la gastronomia tipica dell’isola tanto per il dolce quanto per il salato. Tavolini rotondi per fast food oppure sedie accostate a tavoli quadrangolari per chi si sofferma un po’ di più. Al
Dario Sorbello
bar è affiancata la rivendita di tabacchi, libri, quotidiani, riviste e oggettistica. Le scale mobili portano al piano superiore. Prima dei metal detector è offerto il nuovo chiosco Spicchi freschi e freddi specializzato in gelati, spremute e granite. Bizzarri i tavolini per chi rimane in piedi, dalle sembianze di frutti tagliati a metà da un improbabile e gigantesco coltello. Superati i controlli di sicurezza, il passeggero ha disposizione il ristorante dell’aeroporto dotato di circa settanta posti a sedere. Il piccolo negozio di souvenir adiacente espone accessori in pietra marina, tshirt, felpe, borse, mug, profumi e oggettistica tipicamente siciliana come paladini, piccoli carretti, piatti decorati. C’è anche la linea di abbigliamento ufficiale del Trapani Calcio, recente protagonista di una straordinaria ascesa che ha portato la squadra granata in serie B dopo anni di militanza nelle categorie di secondo piano.
Lorenzo Giannetto
Oltre a un nutrito numero di quotidiani e riviste, gli scaffali della libreria Giunti al Punto propongono una larga selezione di saggi, volumi di narrativa, libri fotografici, testi dedicati alla Sicilia negli aspetti turistici, storici e sociali; e ancora libri su tematiche sportive, aziende automobilistiche, almanacchi. A destra e sinistra della carta stampata il negozio di ceramiche locali, organizzato con un’isola espositiva centrale, e il settore rivolto alla gastronomia in termini di vini (davvero numerosi), conserve, formaggi, insaccati e condimenti. La percentuale dei ricavi aviation e non aviation ufficializzata da Airgest nel 2011 si è attestata sui valori rispettivi di 70 e 30; l’anno successivo si è passati a 67-33; nel 2013 il ramo non aviation si è contratto al 22 per cento. Quest’ultimo dato è comunque solo relativo perché influenzato dal notevole incremento del comparto aviation che si è accaparrato il 78% delle entrate finanziarie dell’anno scorso. In valori assoluti la sezione costituita da retail e food & beverage è salita dai 657mila euro del 2011 agli 800mila dell’anno scorso. Calandosi nel dettaglio del settore extra aviation, si osserva che nel 2011 fitti e royalties hanno costituito il 40% del comparto, seguiti dal 35% delle aree destinate a parcheggio. Nel 2013 le percentuali sono state di 55 e 38. Il futuro dell’offerta commerciale a Trapani è oggetto di cura costante. L’idea per un prossimo layout della zona sterile prevederà percorsi che condurranno il passeggero a un più ravvicinato contatto con quanto proposto dalla sezione retail dello scalo. Si cercherà ovviamente di conciliare
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Dossier aeroporti
le esigenze di rapidità tipiche degli aeroporti a consistente presenza di compagnie aeree low-cost, ma l’obiettivo è creare una maggiore attrazione verso la proposta di retail e ristorazione. La forza e l’entusiasmo mostrate al Vincenzo Florio da parte dello staff sembrano andare nella direzione giusta.
Soluzioni per i turisti, e non solo L’aeroporto di Trapani è distinto da un cospicuo flusso turistico che pone il picco di maggiore attività nel periodo estivo. Diverse tratte, in particolare estere, sono operate solo nella stagione calda, seppur l’intenzione ad estendere alcune di esse ai dodici mesi dell’anno è fra gli impegni a priorità più alta, per i quali i dialoghi con Ryanair rimangono intensi. Ciononostante il traffico verso le destinazioni straniere si attesta sempre sopra il 30% dei movimenti complessivi. Il podio delle presenze d’oltreconfine vede al vertice i tedeschi, seguiti da belgi e neerlandesi. Sul gradino più alto della classifica delle quote di traffico si posiziona Bergamo, che nel 2013 ha movimentato più di 225mila passeggeri. La ricaduta della laboriosità aeroportuale nelle iniziative pubbliche e private a sostegno del turismo è stata abbondante e tuttora in forma crescente. Contesti di varie proporzioni si sono adoperati a beneficio di bed & breakfast, case-vacanza, offerte ristorative, ristrutturazioni alberghiere, noleggi per due e quattro
ruote ed altro ancora. In parallelo all’utenza turistica si osserva un piccolo ma confortante ingresso in aeroporto della clientela che si sposta per motivi professionali. La condivisibile analisi di Giannetto spiega che per via della crisi economica numerose aziende praticano riduzioni alle spese di trasferta e i servizi co-
munque offerti a bordo, in circa un’ora di trasvolata per spostarsi dal sud al nord d’Italia, sono in grado di accontentare efficacemente anche chi si muove per lavoro. Quasi il 94% dei passeggeri che ha transitato dal Vincenzo Florio nel 2013 ha volato sui Boeing 737 di Ryanair; il restante 6% si è suddiviso fra Darwin (4%), Air One (2%) e Alitalia (meno dell’uno per cento). Per Sorbello l’impatto dell’evoluzione aeroportuale non si misura in soli termini numerici. Birgi ha infatti determinato una straordinaria carta culturale per il contesto trapanese, che con la circostante possibilità di viaggiare, peraltro a costi moderati, ha avuto modo di espandere i propri orizzonti di pensiero e di importare idee e modelli già affermati oltreconfine. A questa considerazione se ne aggiunge un’altra di natura morale ancora più profonda: gli itinerari verso Belgio e Germania hanno favorito i contatti, in passato spesso complicati e faticosi nella logistica, tra le famiglie siciliane e i parenti (e le successive generazioni) che nei decenni passati si sono radicati nelle due nazioni che hanno accolto una robusta corrente migratoria dall’isola della Trinacria. D’altra parte la tratta per Charleroi è al 6° posto assoluto nella hit parade di Birgi e al primo delle destinazioni straniere. Francesco Patti
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r&f 17° Salone Internazionale dell’Alimentazione
CIBUS 2014: IL MADE IN ITALY È SERVITO
I metri quadri a disposizione di Fiere di Parma sono esauriti da parecchie settimane, ma novità dell’ultim’ora sono ancora possibili in orbita Expo 2015. Con l’obiettivo di catturare l’attenzione dei big buyer internazionali, i riflettori sono puntanti sui nuovi temi della kermesse: food service e travel retail in testa
T
utto è pronto per la 17° edizione di Cibus (5-8 maggio), sicuramente tra le più importanti nella storia del Salone Internazionale dell’Alimentazione organizzato da Fiere di Parma. La vicinanza temporale a Expo 2015, sommata a una perception di ripresa del mercato, ha innescato un circolo virtuoso che porterà nella Food Valley un migliaio di top buyer internazionali, provenienti soprattutto dall’Europa, dall’America settentrionale e, a scalare, dall’America Latina, l’Estremo Oriente e anche dal Sudafrica. L’incoming di questi operatori è stato favorito da un lungo percorso di market check, che ha visto rappresentanze di aziende del Belpaese e dell’ente fiera ducale viaggiare in tutto il mondo per promuovere le eccellenze alimentari del made in Italy. Svelati i numeri di Cibus 2014 già da alcuni mesi, cioè da quando la superficie espositiva dei sei padiglioni (130mila mq) è stata completamente assegnata, per cui si prevede di superare i 2.300 espositori e le 60mila presenze del 2012, il lavoro di Fiere di Parma e dei partner si è concentrato nelle ultime settimane sui dettagli, al fine di completare il parterre di ospiti e relatori. Grande importanza,
infatti, per un mercato che punta sulla differenziazione dei canali di vendita per riattivare i consumi interni e incrementare l’export, avranno i convegni: tra questi, dopo la carrellata di eventi proposta sullo speciale Cibus pubblicato su r&f di aprile, entriamo nel dettaglio su quello più affine al nostro palato: si tratta di “Food Service e Duty Free, alimentiamo le vendite”, che ci vede promotori assieme al magazine Ristorando. Il convegno (7 maggio, ore 10,30 presso la Sala Pietro Barilla) presenterà, attraverso sessioni separate, le best practices di due importanti canali di vendita per i prodotti alimentari italiani: il food service, quindi la ristorazione organizzata, e il travel retail, in particolare i duty free aeroportuali. Per l’occasione interverranno i responsabili acquisti di alcune tra le principali catene di ristorazione, del calibro di My Chef, Cremonini e Autogrill, e i vertici italiani delle più importanti multinazionali del duty free aeroportuale, come Dufry Italia, LS Travel Retail Italia (Gruppo Lagardère) e Heinneman Italia, a cui seguirà l’intervento della responsabile dell’aeroporto O’Hare di Chicago, Rosemarie S. Andolino, quinto al mondo per numero di pas-
seggeri (2013). La quattro giorni vedrà, inoltre, la presenza di numerose aziende sul territorio, al di fuori dei padiglioni, nel contesto di CIBUSLand: una sorta di Fuorisalone, tra le vie della città ducale, che si preannuncia ricco di sapori. A.P.
Il convegno: “Food Service e Duty Free, alimentiamo le vendite” Sessione I - Food Service • La ristorazione organizzata: grandi volumi, grandi opportunità • Logiche di selezione dei fornitori food a confronto, tra richieste local e standard global • Il difficile equilibrio qualità-costi: una sfida costante per conquistare il mercato del food service Interventi di: • Davide Aricò, direttore acquisti MyChef (Gruppo Elior) • Valeria Ballan, responsabile acquisti ristorazione Cremonini • Andrea Zironi, direttore acquisti Italia & Europa Autogrill Sessione II - Duty-free e travel retail • Italia chiama Europa: i big player dei duty-free atterrano negli aeroporti italiani • I duty-free e la crescente domanda di food: dove il made in Italy non teme confronti • Gestore globale, offerta locale: gli spazi travel, vetrine per le eccellenze del territorio Interventi di: • Riccardo Bandera, direttore commerciale Dufry Italia • Stefano Gardini, direttore business non aviation SAB Aeroporto di Bologna • Severine Lanthier, managing director at LS Travel Retail Italia (Aelia Lagardère Services – Gruppo Lagardère) • Pierpaolo Sardelli, direttore Heinneman Italia Case history internazionale Chicago Airports: piattaforma USA per far volare l’Italian food Rosemarie S. Andolino, commissioner at Chicago Department of Aviation
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r&f Workshop Turchia
UN MERCATO RETAIL DA ESPLORARE Si è svolto il 28 marzo a Milano, presso la nuova sede UniCredit, il workshop organizzato da Confimprese in collaborazione con retail&food. Tanto interesse per un’economia che cresce progressivamente. Ma attenzione alle peculiarità locali e al quadro politico
N
el suggestivo e modernissimo contesto del nuovo headquarter UniCredit – sponsor dell’iniziativa – alla base dello scintillante grattacielo che ha modificato lo skyline milanese, a fine marzo si sono riuniti circa 140 qualificati retailer, landlord e consulenti desiderosi di conoscere meglio il mercato turco, nella sua declinazione retail. L’evento, organizzato da Confimprese in collaborazione con la nostra rivista, aggiunge un nuovo importante tassello alla collaborazione nata nel 2012 con un evento analogo su Chicago e gli Usa, cui sono seguiti quelli su Cina e poi Russia nel 2013. Ed è stato annunciato che dopo la Turchia sarà la Polonia ad entrare nel mirino
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di questi utili eventi sul retail business. Ma torniamo sul Bosforo partendo dai numeri: la Turchia dimostra una crescita annua di consumi del 7%, che tradotto in termini di valore portano a prevedere una crescita media del 9% per i prossimi cinque anni. Dei 77 milioni di abitanti, circa il 60% è under 30, sono 26 milioni i giovani professionisti e 500mila i laureati provenienti dalle 170 università del Paese. Il reddito pro-capite disponibile è di circa 18mila dollari, destinati a salire a 25mila entro il 2018, il rapporto deficit/Pil è sotto al 2% in linea con i criteri di Maastricht. Un paese in salute e con ottime prospettive di crescita, come ha sottolineato Mario Resca, presi-
dente di Confimprese, a cui ha fatto eco l’autorevole presenza del Console Generale di Turchia a Milano, la brillante e spiritosa signora Aylin Sekizkok. Interessanti anche le disponibilità e il sostegno dichiarati da Marinella Loddo, direttore ICE di Milano. Dopo l’apertura dei lavori affidata a Francesco Montuolo, vice presidente di Confimprese, è toccato ad Andrea Carrara, senior partner di GEA, presidente del Gruppo Coin fino al 2012, dare un affresco generale del paese di cui abbiamo già sottolineato alcune informazioni. Supportate con dati chiari ed essenziali da Carrara, che in coda non ha mancato di emettere un alert relativo alla situazione politica
del Paese. Roberto Pedretti, responsabile Nielsen per la Turchia, ha invece illustrato alcuni aspetti del Consumer Confidence elaborato per Confimprese, sottolineando come nel 2013 la Turchia si è confermata il best performer nel largo consumo confezionato, con un trend di crescita dell’11%, il più alto d’Europa, se si considera che è seguita a larga distanza da Portogallo, Finlandia e Sve-
zia (4%), da Francia e Spagna (1%), dall’Italia (-1%). Anche i primi due mesi del 2014 confermano il trend: +12% nel largo consumo confezionato. A seguire, l’abituale carrellata di informazioni preliminari e importantissime relative ad aspetti fiscali, normativi, contrattuali, giuslavoristici e creditizi. Interessante l’intervento in video di Avi Alkas, Country Chairman di Jones Lang Lasalle
Per scaricare il programma completo dell’evento e le presentazioni dei relatori inquadra il QR code
Da sinistra Mario Resca, Aylin Sekizkok, Francesco Montuolo
Turkey. Grazie ad una rapida e suggestiva sequenza di slide Alkas ha mostrato alcune delle più recenti realizzazioni in ambito retail RE, progetti ampi e ambiziosi davvero di notevole impatto. Il comparto dei centri commerciali, per quella che è oggi la
realtà urbanistica e sociale dei maggiori centri cittadini, è sicuramente il canale principale attraverso cui attuare uno sviluppo di punti vendita, food e retail. I centri sono spesso recenti e di ottima qualità, molto frequentati e con affitti conseguenti. Di qui l’importanza di una seria ed attenta valutazione delle proposte prima di decidere un’apertura. Elementi sottolineati nella tavola rotonda finale, moderata da Andrea Aiello direttore di retail&food, che ha visto confrontarsi anche su interessanti aspetti legati alle operation Paolo Troffa, Cfo di Ayadin – Miroglio, e Alberto Venerio, B2C Key Account MiddleEast di Illycaffè - Espressamente Illy. In conclusione un piacevole momento di networking, tra i desk degli sponsor e l’area lunch. Ci vediamo in Polonia! Red.
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r&f Retail management specialist
PIANIFICAZIONE DEI FATTORI ECONOMICI E FINANZIARI
novità
O
gni iniziativa economica, al fine di poggiare su solide basi, deve poter contare su un’attenta Pianificazione dei fattori Economici e Finanziari. La parte economica ci deve dare risposte chiare sulla capacità del punto vendita di generare profitto, in rapporto alle risorse investite. Questo ci darà il grado di bontà dell’iniziativa. Ma non bisogna assolutamente tra-
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scurare l’analisi finanziaria. Soprattutto in un periodo, come quello attuale, in cui il mercato è illiquido e l’accesso al credito difficile. Dunque sarà necessario prestare la massima attenzione alla “risorsa scarsa” per eccellenza, la finanza necessaria. Conoscere preventivamente quali saranno i costi a cui si va incontro (fenomeni economici) e i tempi in cui questi dovranno essere erogati (fenomeni fi-
nanziari), unitamente a una buona, ma cauta, previsione dei volumi di vendita, permette una visione chiara e verificabile del business. Quale sarà il fabbisogno finanziario del punto vendita? Come verrà gestito, se con capitali propri o di terzi e in che proporzione? Quale sarà il ritorno dell’investimento e il payback period? Le risposte a queste domande vanno cercate ex-ante esclusivamente nel Piano. E saranno soluzioni molto aderenti alla realtà se questo è stato steso efficacemente. Tuttavia, il Piano Economico e Finanziario non ha una sua funzione solo a monte, ma anche nel continuo, in itinere. Nelle organizzazioni più virtuose è successivamente declinato in tanti diversi segmenti più piccoli, tanti quanti sono le funzioni o uffici coinvolti. Ciò al fine di renderne più semplice il controllo (il budgeting). Questa fase, non semplice, può essere considerata la base necessaria per la Pianificazione Economica e Finanziaria e per il suo controllo day by day. Quanto alle attività di continuità, non si può prescindere da una meticolosa raccolta organizzata di tutti gli elementi economici. Accade che le fonti dei dati siano diverse e a volte che vengano da sistemi informativi interni o esterni differenti. Ad esempio: i report sui costi sono forniti dall’amministrazione che registra gli ordini e le fatture di acquisto; gli incassi, al contrario, pervengono da un’altra funzione aziendale, il punto vendita, e sono registrati nel sistema informativo collegato alla cassa. È per questo che è necessario che i dati vengano misurati tutti, con la stessa unità di misura, e che vengano sistematizzati in modo da poter restituire report coerenti con le informazioni necessarie (reporting). Il lavoro di sistematizzazione non è sempre semplice, in quanto deve essere avanzato pensando “prima” a quali sono gli output che vorremo
estrarre “poi”. Va dunque pensato bottom-up, partendo dalle singole unità di informazioni per risalire, attraverso aggregazioni successive, a dati aggregati significativi. Per fare ciò è necessaria una grande visione complessiva. I report vanno poi distribuiti alle funzioni aziendali coinvolte, in modo da poter verificare l’aderenza della realtà al Piano e la bontà del lavoro svolto. Efficacemente tali informazioni andrebbero gestite “in loop” e visualizzate su un ipotetico “cruscotto”. Sono diversi i fenomeni economicamente rilevanti che è necessario misurare (investimenti, fabbisogni finanziari, incassi, margini, costi, profitti, ecc): solo dalla loro misurazione, lettura, studio e interpretazione è possibile governare la catena (o il singolo punto vendita), con criteri in grado di minimizzare il margine d’errore e coadiuvare il management a prendere le migliori decisioni riferite al contesto. Non meno rilevante è che la Catena, attraverso questo complesso ma necessario lavoro, sarà in grado di trovare, al suo interno, le aree di miglioramento (efficacia) e di efficientamento, inteso come riduzione dei costi e/o ottimizzazione nell’allocazione degli stessi e delle risorse aziendali. Antonio Bisci, direttore generale Opengames Retail bisciantonio@gmail.com
r&f Parola di Stefano Mereu
Stefano Mereu, nato nel 1971, laureato in econom ia, inizia la sua carriera ad Aereoporti di Rom a, diventandone Responsabile Sviluppo comme rciale. Successivamente in Lamaro Appalti ha pianificato e sviluppato nuovi progetti di rigener azioni urbane ad uso misto. Da giugno 200 8 è Responsabile Vendite e Media di Grandi Staz ioni S.p.A.
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GRANDI STAZIONI: «300 nuovi negozi dal 2009 ad oggi. Protagonisti del travel retail»
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n prima linea nella valorizzazione di tutti i 14 asset del network di Grandi Stazioni, Stefano Mereu è tra i protagonisti della trasformazione dei principali scali ferroviari italiani in veri e propri shopping center urbani. Dopo la messa a regime dal 2009 ad oggi di Milano Centrale, Torino Porta Nuova e Napoli Centrale, e il lancio, lo scorso dicembre, dell'offerta retail di Venezia Santa Lucia e Roma Tiburtina, l'obiettivo del Responsabile vendite e media della controllata di Fs è completare entro il 2014 la proposta commerciale del terminal veneto, di quello capitolino, che però avrà una minima coda nel 2015, e di Firenze Santa Maria Novella. Sempre quest’anno saranno avviate le aperture a Genova Principe e a Mestre. A seguire, Bologna Centrale e Genova Brignole. Proseguono spediti, intanto, i lavori della nuova piastra servizi a Roma Termini.
Sul finire del 2013 avete acceso i riflettori su Roma Tiburtina e Venezia Santa Lucia, quali sono i numeri di questi scali? Queste due stazioni, insieme a Santa Maria Novella, rappresentano i progetti di maggiore sforzo anche per l’anno in corso. Sono, per motivi diversi, tutte molto importanti: due perché appartengono a città storiche, in contesti che beneficiano di flussi turistici rilevanti; Tiburtina perché è un’infrastruttura nuova. In particolare, a Venezia SL abbiamo avviato 30 punti vendita, per circa 6mila degli 8mila mq disponibili a regime; a Firenze 19 store dei 40 previsti; a Roma abbiamo aperto 23 negozi per circa 5mila metri quadrati. Quali le attività in corso negli altri scali? Stiamo commercializzando le stazioni man mano che si rendono disponibili: su tutte Genova Principe, che accoglierà circa 25 punti vendita, e Venezia Mestre, che ne accoglierà 16. Un altro scalo importante, in quanto snodo dell’Alta Velocità, è Bologna Centrale, dove contiamo di terminare i lavori per la metà del 2015: la commercializzazione ha già superato il 90 per cento. In seguito completeremo anche le aree retail di Palermo e Bari. Per quanto concerne Roma Termini, su cui è previsto un restyling integrale dell’offerta, i lavori proseguono bene: buona parte della nuova piastra servizi è già costruita. Quali sono i principali obiettivi raggiunti in questi anni? Sotto il profilo qualitativo, l’obiettivo raggiunto nelle stazioni che abbiamo riqualificato, e quindi Milano Centrale, Torino Porta Nuova e Napoli Centrale, è il riposizionamento complessivo dell’offerta. Questo è stato centrato attraverso un approccio nuovo nella pianificazione commerciale, che ha previsto per ogni stazione un product mix e un brand mix di riferimento,
stilati in seguito ad approfondite ricerche di mercato. La nostra selezione ha tenuto conto anche delle importanti modifiche che sono avvenute nel target di riferimento delle stazioni in generale e di quelle di Milano, Torino e Napoli in particolare, in quanto hub dell’Alta Velocità. Come sono cambiati i target? Dalle ricerche è emerso che il consumatore è sempre più esigente, mentre, sul fronte dei retailer, questi hanno dimostrato di essere ricettivi alle nostre istanze di innovazione dei format. Inoltre, hanno manifestato il loro interesse brand particolarmente rilevanti, sia sotto il profilo nazionale che internazionale, molti dei quali per la prima volta hanno fatto ingresso in una stazione ferroviaria. Il riposizionamento generale dell’offerta è avvenuto in primis sul lato retail, mentre è tuttora in corso sulla parte di ristorazione. Questo per la durata maggiore dei contratti dedicati al food. E sotto il profilo quantitativo? Tre stazioni, tre le più importanti del nostro network dopo Roma Termini, sono state portate a regime. Abbiamo aperto 300 nuovi punti vendita dal 2009, cioè da quando sono ripartiti i lavori di riqualifica, per cui siamo passati dai 330 di allora ai 500 attuali. Nei 300 sono incluse le sostituzioni. Inoltre, agendo sia sulla messa in disponibilità di nuove aree sia sul turn around, relativamente alla scadenze contrattuali con i tenant, abbiamo ottenuto un doppio beneficio: una progettualità diversa dei format commerciali e un maggiore introito economico in virtù dei superiori volumi di vendita che i brand entranti sono in grado di garantire. Di quanto sono aumentati i mq a reddito dal 2009 a oggi? Di oltre il 60 per cento. Quali criteri avete adottato in ambito di commercializzazione? Abbiamo cambiato l’approccio di Grandi Stazioni: da società ricevente interessi da parte del mercato a società proponente, secondo una logica push. Attraverso il meccanismo delle gare abbiamo stimolato due tipologie di fattori: innanzitutto quello industriale, qualitativo, perché la modalità di selezione è avvenuta sui progetti e, quindi, sul tema dell’innovazione dei formati dei punti vendita; il secondo è quello economico. Quali marchi si stanno distinguendo all’interno della vostra proposta? Le novità in questi contesti riguardano marchi come Zara, Saturn, Desigual, Kiko, Guess e Armani, che poi, di fatto, hanno differenziato il mix di prodotto allineandolo alle richieste del passeggero. Ma vorrei soffermarmi anche sui tenant che erano già sotto contratto: quando hanno dovuto reinventarsi, aprendo nuovi for-
mati, hanno profuso investimenti rilevanti che hanno portato a incrementare i volumi di vendita. Mi viene in mente Autogrill, che ha realizzato Bistrò a Milano Centrale, un format creato ad hoc per la stazione, così come Feltrinelli e Coin, quest’ultimo era presente a Termini con il marchio Upim. Come agite per differenziare la proposta delle stazioni? Quale il ruolo dei marchi locali? Improntiamo il nostro lavoro sulla ricerca dell’eccellenza per ognuna delle categorie merceologiche che abbiamo individuato. Questo denominatore può essere garantito in alcuni contesti dal marchio internazionale, da quello nazionale o talvolta meglio da quello locale. Da questo punto di vista non solo non siamo stati discriminanti ma in alcuni casi siamo stati sperimentatori. C’è spazio, a suo avviso, per innalzare il posizionamento del brand mix? Soprattutto su determinate stazioni, come Milano e Roma, in alcuni segmenti ci assestiamo su un posizionamento da high street, quindi di livello medio/alto. Ma non abbiamo minimamente rinunciato a intercettare un target più alto rispetto a quello di cui siamo espressione: abbiamo degli indici di concentrazione sulla fascia elitaria della popolazione che sono da benchmark anche relativamente ad alcuni tra i principali aeroporti. Puntante quindi al lusso? Man mano che le grandi stazioni verranno percepite più diffusamente nell’ambito del travel retail, anche i brand di alto e altissimo livello, già oggi presenti con spazi pubblicitari, potranno trovarvi le giuste condizioni di ingresso, che sono legate all’immagine e ai volumi di vendita. E siccome i secondi sono assicurati in virtù dei flussi e del target, ritengo che in futuro, vista l’esperienza maturata sul campo, saremo in grado di soddisfare anche le necessità di immagine e di contesto. Ovviamente non pensiamo di riposizionare le stazioni sul lusso, ma immaginiamo dei segmenti dedicati a un target di riferimento che esiste e che già oggi ce lo richiede. Forte di un’esperienza in Adr, ritiene più appetibili per lo sviluppo retail gli aeroporti o le stazioni? Non c’è dubbio che un operatore posizionato sull’altissimo di gamma, sul lusso, consideri l’aeroporto come naturale logica di sviluppo. Ma le grandi stazioni, ad oggi, con un flusso di 700 milioni di persone sono un punto di riferimento per tutte le aziende che vogliono affermare il proprio brand rispetto a un target di assoluto valore. Sono quindi dei nuovi hub con potenzialità immensamente superiori rispetto agli aeroporti, che, pur rimanendo interessanti, rappresentano dei sistemi chiusi. Andrea Penazzi
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r&f Analisi mercato
Illuminazione
avanti Led! I sistemi di lightening degli spazi retail, food e gdo sfruttano sempre più spesso i vantaggi dei diodi a emissione luminosa: abbattimento dei costi e lunga durata, cui si somma adesso la declinazione in forme di design che arredano e fasci che esaltano differenti tipi di merci. Perché anche l’occhio vuole la sua parte
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l sistema delle imprese elettroniche ed elettrotecniche si sta riprendendo: secondo Anie, il fatturato del settore ha raggiunto i 63 miliardi di euro, 29 dei quali di esportazioni, mentre, a testimonianza della sua vitalità, arriva al 4% l’incidenza della spesa in Ricerca & Sviluppo. Non solo: nei primi 11 mesi del 2013, secondo dati Istat, era cresciuto dello 0,7% il comparto italiano dell'elettrotecnica e dell'1,7% quello dell'elettronica. Dati incoraggianti dopo quelli negativi registrati nel 2012. In particolare, nel segmento dell’illuminazione, era stato proprio quello l’anno peggiore, con un calo netto del 10% e un giro d’affari crollato a 3,368 miliardi di euro, dei quali grosso modo 200 relativi al segmento dell’illuminazione per il retail. Un mondo che, oltre a fiutare (e auspicare) la ripresa, ha sempre più voglia di… luce! E, segnatamente, di luce a Led. Abbattute le barriere tecniche che ne avevano limitato l’im-
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piego, specie nel retail, questo tipo di luce si adatta sempre meglio anche a questo canale oltre che all’alimentare, dove le basse temperature ne favorivano l’uso già in passato. Il successo del Led anche in contesti caratterizzati da una certa cura dell’aspetto estetico e del design, ha trovato riscontro anche di recente, durante l’ultima edizione, la 53° per l’esattezza, del Salone del mobile di Milano, che si è svolto dall’8 al 13 aprile scorsi nel polo espositivo di Rho-Pero. Ebbene, nel corso delle centinaia di eventi della kermesse parallela che si svolge da oltre 20 anni in sempre più quartieri (trasformati per l’occasione in veri e propri design district) del capoluogo lombardo, il Fuorisalone, proprio la luce a Led è stata protagonista del Ventura Lambrate, il vivace distretto creativo realizzato – non a caso – nei paraggi del Politecnico di Milano. L’iniziativa, giunta alla sua quinta edizione, ha ospitato un centi-
naio di espositori in un’area di circa 13.000 metri quadri, con un passaggio di circa 80mila visitatori. Ebbene, in quei giorni, il network Italian Lighting Designers, in collaborazione con As-
sodel (Associazione italiana fornitori elettronica) e con il patrocinio di Apil (Associazione dei professionisti dell’illuminazione), ha presenta un percorso volto alla promozione della “cultura
della luce”. L’obiettivo era quello di realizzare un vero e proprio laboratorio dove poter sentire e provare gli effetti benefici della luce creata con la tecnologia Light emitting diode. A ciascuno il suo Led Tutto ciò pochi giorni dopo la fiera di Francoforte Light+Building (30 marzo - 4 aprile), tra le manifestazioni più importanti a livello internazionale dedicate all’illuminazione con oltre 2.300 espositori e 230mila visitatori, nel corso della quale è emersa con forza la sempre maggiore centralità del Led. E non a caso, considerando i vantaggi offerti dai diodi a emissione luminosa. Questa tecnologia, infatti, oltre a consumare poca energia, permette alle lampadine di durare più a lungo e ed è altamente compatibile con i moderni sistemi di controllo dell’illuminazione. Inoltre, anche per quanto riguarda la qualità e il colore della luce, il Led non è più secondo alla tradizionale lampadina a incandescenza. A tutto ciò si sommano ulteriori vantaggi: la mancanza di un attacco per la sostituzione della lam-
padina, lo sviluppo di calore contenuto, l’adozione di differenti dispositivi di controllo e l’assenza di manutenzione. E ancora: invece della lampada, è la luce a essere messa in scena con i raggi che diventano l’elemento di design dominante. Le moderne luci a Led vengono infine combinate con materiali naturali, grezzi o ispirati al mondo industriale come l’ottone, la ceramica, il vetro ma anche il calcestruzzo e la carta. Ecco gli atout che stanno facendo diffondere rapidamente il Led nel mondo dell’illuminazione nei più disparati ambiti. A partire dal retail. «Il Led è sicuramente una delle fonti di illuminazione favorite per il settore retail, grazie ad alcuni plus che lo caratterizzano: grande versatilità di impiego, impatto cromatico e, soprattutto, un elevatissimo rapporto resa-risparmio energetico» ci dice Danilo Reggiani, presidente e ceo di Reggiani Illuminazione. «È una tecnologia all’avanguardia e in continua
evoluzione, che sta progressivamente sostituendo le precedenti. Il sistema Led Luce di Reggiani rappresenta un’eccellenza nella resa cromatica, nella flessibilità, nel rendimento e nella durata, grazie all’impiego dello IOS (Interchangeable Optical System)». La crescente importanza del Led è testimoniata anche da un’altra realtà del mercato, Idealed, del Gruppo Bibetech, nelle parole del suo R&D Marketing, Marco Ferrari: «Il nostro portafoglio prodotti è costituito da un’ampia gamma di tecnologie Led: dai sistemi per grandi negozi e showroom fino agli spot per il piano cottura, passando per le lampadine Led e le soluzioni adatte ad ambienti esterni e piscine. Considerando invece il gruppo industriale di cui siamo parte, la percentuale del business che riguarda ap-
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Analisi mercato «OPERIAMO IN OLTRE 80 PAESI DEL MONDO» DANILO REGGIANI, presidente e ceo Reggiani Illuminazione Quali sono le vostre principali produzioni destinate ai segmenti retail e food? Tra i prodotti di punta presentati a Euroshop e Light+Building c’è intanto la famiglia Yori, una gamma completa e versatile per le esigenze di illuminazione dei punti vendita: minimalista e funzionale, Yori è un proiettore piccolo ma dalle elevate prestazioni. Trybeca è invece una famiglia di incassi dal design elegante ed essenziale, declinata in tre forme geometriche: il quadrato, il cerchio e il rettangolo. Splyt, a sua volta, è il sistema di proiettori per interni nato dall’esigenza di offrire ottiche Wall Washer dalle alte performance e fasci strettissimi. Infine, Linea Luce Slim offre la versatilità del sistema lineare a Led, con performance eccellenti e ampie possibilità di utilizzo. Sono tutti prodotti utilizzabili in contesti retail, un mondo che sempre più spesso richiede progettazioni tailor made. Quanto conta una corretta installazione per il funzionamento dei dispositivi luminosi? Dedichiamo molta attenzione all'aspetto tecnico restando a fianco degli installatori per offrire un supporto nel post-vendita, anche attraverso la semplificazione delle istruzioni per il montaggio e aree specifiche per il download sul nostro sito www.reggiani.net. Come adattate i vostri prodotti ai differenti canali retail e food cui vi rivolgete? Grazia a una consulenza personalizzata, siamo in grado di offrire a qualsiasi tipo di negozio, che si tratti di abiti, alimenti o altro prodotto merceologico, un'illuminazione che valorizza l'oggetto e che migliora quella che oggi viene definita la shopping experience. A questo scopo sono state allestite all'interno del Reggiani International Light Forum una serie di spazi in cui sperimentare la resa luminosa, dove invitiamo spesso i nostri clienti a vedere e “toccare con gli occhi” come valorizzare i colori dei capi o dei prodotti attraverso le diverse fonti luminose proposte,
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a dimostrazione del fatto che la luce non è solo illuminare, ma anche “rendere luminoso”. Per il settore food, in particolare, offriamo apparecchi completi di filtri selettivi che esaltano gli alimenti e i loro colori. Quale percentuale della vostra produzione esportate? Verso quali mercati? Operiamo in oltre 80 paesi del mondo dove abbiamo anche diverse sedi aziendali. Reggiani China, ad esempio, è il fulcro di attività produttive, di commercializzazione e logistica per il mercato orientale, grazie anche alla presenza di uno showroom di recente apertura a Chengdu, nella provincia del Sichuan. La stessa funzione è svolta per il mercato americano da Reggiani USA Inc. che ha sede a Carlstadt, nel New Jersey, e uno showroom per la presentazione dei prodotti. Si tratta di realtà dalla straordinaria efficienza produttiva che rispettano gli standard più rigorosi adottati in Europa e negli Stati Uniti. Qui, in particolare, abbiamo una rete nazionale di agenti di vendita Reggiani Lighting USA. A sua volta, Reggiani Ltd Lighting UK opera in Inghilterra dal 1985, curando la distribuzione dei prodotti sul territorio inglese e ospita il RE Lighting International Design Center. Abbiamo quindi un ufficio commerciale a Mosca e uno showroom a Parigi, aperto nel 1997. Ci illustrate una vostra recente realizzazione? Tra le centinaia di installazioni in punti vendita, spazi espositivi, sedi e rappresentanze di associazioni di categoria, aeroporti, stazioni e ospedali, luoghi di culto, culturali, pubblici e all'aperto, ci piace segnalare l'illuminazione di Lord&Taylor a Ridge Hill, New York, completata nel 2012. Il progetto costumizzato prevedeva l'integrazione tra diverse tecnologie – Led, alogenuri e fluorescenti – e si rifaceva all'architettura triangolare della facciata esterna dell’edificio che ospita lo store. Altissima qualità di resa cromatica e ottiche molto efficienti hanno permesso al Lighting Designer di illuminare gli spazi nel modo più efficace, nel rispetto dei limiti di consumo energetici imposti in tutti gli USA.
parecchiature Led raggiunge il 40%». Per massimizzare i vantaggi di questa tecnologia, non va trascurata neppure la sua personalizzazione e la declinazione sulle esigenze dei diversi tipi di clienti e di negozi cui è destinata nei segmenti del retail, del food e della gdo: «Abbiamo inserito nel nostro catalogo una variegata scelta di ottiche ad alto rendimento, che consentono di modellare a piacimento l’elemento luminoso e variare l’accento in funzione di differenti necessità espositive. Le profonde competenze sviluppate sin dall’avvento nel campo della tecnologia Led ci permettono di integrare il catalogo con soluzioni on demand, in un’ottica di costante ascolto delle esigenze di clienti sempre più attenti e consapevoli», chiosa Ferrari. La Gdo fa scuola Anche la Grande distribuzione organizzata ricorre sempre più spesso al Led, e non solo nei reparti di alimentari dove originariamente è stata impiegata. È una soluzione tanto più necessaria in un’epoca nella quale giocoforza, vuoi per ragioni di crescente sensibilità ambientale, vuoi per esigenze di risparmio, abbattere il costo dell’energia usata per illuminare un supermercato, che si aggira mediamente attorno al 30% dei costi totali di gestione, diventa indispensabile. Lo dimostra il “caso” dello store di Desio di Coop Lombardia (920 milioni di euro di fatturato e 4mila dipendenti per una rete di 50 tra iper e supermercati), in provincia di Monza e Brianza. Nel 2012, la struttura è stata insignita del Greenlight Award durante la penultima edizione di Light+Building, nell’ambito del
“Convegno internazionale sull'uso efficiente dell'energia negli edifici non residenziali”. Qui, infatti, l’adozione di sistemi di illuminazione naturale, l’implementazione di tecnologie Led e di altre soluzioni a risparmio energetico (attraverso la collaborazione con Inres, il consorzio che eroga servizi tecnici alle cooperative dei consumatori Coop sul territorio italiano), hanno permesso di ridurre del 14% il consumo di energia del supermercato. In generale, le tipologie di apparecchi illuminanti alle quali si può ricorrere in un punto vendita della Gdo sono varie: «da una plafoniera a un corpo illuminante a sospensione, da un faretto incassato in un controsoffitto a quello posto su binario elettrificato», ci spiegano da Coop, uno dei colossi del mercato che, con circa 1500 punti vendita, di esperienza
anche in materia di illuminazione ne ha da vendere. «Di fondamentale importanza è l’uso appropriato delle ottiche che possono essere abbinate al corpo illuminante: per le plafoniere a fila continua possono essere usate ottiche a fascio largo che dirigono il flusso luminoso principalmente sul corridoio, oppure ottiche a fascio doppio asimmetrico studiate per diffonderlo invece sulla scaffalatura. In questo modo, attraverso l’illuminamento verticale sullo scaffale, si valorizza il prodotto in vendita. Anche per i faretti la scelta delle ottiche più appropriate ricopre una notevole importanza. A seconda dell’ampiezza
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Analisi mercato del fascio luminoso di diffusione (espresso in gradi) i faretti si suddividono in spot (fascio stretto), flood (fascio largo) e wide-flood (fascio molto largo)». Questo è lo stato dell’arte, ma già si profilano all’orizzonte delle novità che potrebbero ancora una volta cambiare lo scenario. Molti produttori stanno lavorando alla prossima sfida: perfezionare i diodi organici a emissione luminosa, i cosiddetti Oled. La differenza con la tecnologia primigenia? Mentre i Led creano un punto luce, gli Oled producono una superficie luminosa e, date le dimensioni ridotte, sono ideali ad esempio per illuminare tessili, oggetti o intere pareti, mentre, se applicati a una finestra, riproducono la luce del giorno. Insomma: le possibilità di applicazione e di innovazione collegate a questa nuova tecnologia sono numerose e tutte da esplorare perché, lungi dall’essere in concorrenza con i Led, gli Oled ne rappresentano un completamento intelligente e naturalmente efficiente sotto il profilo dei consumi.
«IL NOSTRO È UN MADE IN ITALY AUTENTICO» MARCO FERRARI, R&D Marketing Idealed Quali sono le vostre produzioni destinate ai segmenti retail & food? Le principali soluzioni illuminotecniche pensate per ambienti quali outlet e centri commerciali sono quattro: la nostra gamma di plafoniere Ceilled, i proiettori serie Floodled, gli incassi Led serie Downled e le sospensioni HiBay Pendant. Come affrontate la concorrenza dei produttori stranieri e quali sono i vantaggi del prodotto italiano? Svolgiamo ogni fase del processo produttivo in Italia, dalla progettazione fino alla realizzazione industriale. È un made in Italy autentico, che rappresenta un vantaggio competitivo universalmente riconosciuto in termini di qualità, affidabilità e competenza: i segni distintivi delle nostre produzioni. Rispetto alla concorrenza asiatica siamo in grado di offrire un prodotto più efficiente (in termini di lumen per watt e di migliore costo per lumen), più longevo e durabile (grazie alle eccellenti prestazioni dei dissipatori di calore), oltre a tutta una serie di servizi su misura che ci consentono di creare sorgenti luminose personalizzate e di affrontare in maniera rapida ed efficace qualsiasi problematica riscontrata dai nostri clienti.
Quanto conta una corretta installazione per il funzionamento dei dispositivi luminosi? Quanto l’illuminazione può incrementare la visibilità di un prodotto e quindi le vendite di un negozio? Un’ottima progettazione illuminotecnica deve essere seguita da una corretta installazione dell’impianto luminoso: per il buon funzionamento della tecnologia Led nel proprio sistema di illuminazione è sempre consigliabile affidarsi ad un professionista qualificato. Per quanto riguarda l’incidenza della qualità della luce sulle vendite, è sufficiente considerare che i dispositivi Led hanno progressivamente sostituito le sorgenti tradizionali in virtù di una maggiore flessibilità cromatica, caratteristica di notevole rilievo se si pensa alla necessità tipica del segmento retail & food di valorizzare al meglio l’impatto visivo dei prodotti. Inoltre, questa tecnologia non emette raggi UV o infrarossi: un ulteriore vantaggio per i grandi negozi al fine di preservare gli oggetti illuminati. Quale percentuale della vostra produzione esportate? Verso quali mercati? Al momento le vendite e i progetti sono concentrati sul suolo italiano. Tuttavia, anche grazie alla partecipazione al Light+Building 2014 di Francoforte, l’intenzione è di ampliare la distribuzione oltre i confini nazionali e consolidare la nostra presenza di Idealed sui mercati esteri.
Massimo Andreis
«IN UNO STORE, L’IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE È FONDAMENTALE» Coop Quali sono gli elementi alla base di un sistema di illuminazione in uno store Coop? In uno spazio architettonico come uno store, l’impianto di illuminazione è fondamentale: non è solo strumento tecnico necessario, ma, allo stesso tempo, espressione (e veicolo) di un messaggio di tipo emozionale e percettivo. Negli ultimi anni il concetto di “immagine commerciale” ha subito una notevole trasformazione e alle esigenze fun-
zionali si sono legate sempre più finalità estetiche e comunicative: l’enfatizzazione di volumi e la definizione di spazi di vendita per rendere più appetibile la merce da vendere hanno portato ad una crescente attenzione circa gli aspetti progettuali per individuare lo scenario luminoso più adatto alla varietà merceologica che deve essere proposta. A tutto ciò si è aggiunto il tema dell’efficienza e del risparmio energetico, con la contemporanea introduzione su larga scala della tecnologia Led nel mondo del lighting. Quali tipi di illuminazione deve creare un impianto all’interno di un super o iper mercato? Fondamentalmente tre tipi: generale, d’accento e operativa. Il primo è il tipo di illuminazione che si ottiene nei supermercati con plafoniere (a fluorescenza) in fila continua poste longitudinalmente lungo la mezzeria dei corridoi tra scaffale e scaffale, mentre negli ipermercati si ricorre ad un sistema puntiforme con apparecchi (a fluorescenza) di dimensioni più contenute. In queste zone si ha un illuminamento orizzontale medio di 800-900 lux a 0.85 m. Il secondo tipo si ha in quelle zone in cui si vuole evidenziare una promozione, una merceologia in offerta, il lancio di un nuovo prodotto o un’area di vendita (ad esempio la pescheria). Si ottiene generalmente ricorrendo
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a faretti, e si ha un illuminamento medio superiore a 1000 lux sul banco o sul prodotto in vendita. La terza forma di lightening riguarda tutte le aree di lavoro (ad esempio laboratori o zona casse): qui l’illuminamento medio è di almeno 500 lux sul piano di lavoro e, per ottemperare a quanto richiesto dalla normativa vigente, in queste zone si può ricorrere ad ottiche “dark”, che permettono di abbassare l’abbagliamento diretto (UGR) entro i valori prescritti dalla legge. Quali sono gli elementi progettuali predominati nell’illuminazione per la Gdo? Intanto la temperatura di colore e la resa cromatica (indice Ra o CRI) delle sorgenti luminose, per sottolineare la freschezza dell’alimento e invogliare il cliente all’acquisto. Quindi il posizionamento e la tipologia di apparecchio illuminante da utilizzare (ad esempio se impiegare un dispositivo ad incasso in un controsoffitto o a sospensione). In terzo luogo conta l’efficienza luminosa e la durata della sorgente luminosa; si tratta di elementi che devono limitare i costi gestionali ed energetici, considerando le superfici da illuminare e le ore di utilizzo prolungate. Infine, non vanno trascurati l’utilizzo di sistemi di gestione remota o di dimming e il rispetto delle normative e degli standard illuminotecnici di riferimento.
r&f Mystery in shop
Eric Kayser a New York A
Manhattan all’angolo tra Broadway e East 21th street, nel cuore pulsante del passeggio e delle vetrine di tendenza, si affaccia la nuova Maison Kayser boulangerie et patisserie, ultima delle quattro insegne accese in città tra Midtown West, Upper East Side, Fashion District e Columbus Circe. La vicenda di successo internazionale di Eric Kayser, maitre boulanger classe 1964, parte nel 1996 con la prima panetteria aperta in rue du Monge a Parigi ed oggi, oltre a 18 presenze nella Ville Lumiere e a 4 nella Grande Mela, annovera insediamenti in Europa (Atene, Lisbona, Mosca, Kiev), Medio Oriente (Beirut, Tangeri, Dubai), Africa (Dakar, Kinshasa) e Far East (Tokyo, Seoul, Taipei, Singapore): in totale 100 boulangeries-restaurants in 14 paesi. Caratteristiche condivise da ogni Maison sono l’inseMAISON KAYSER BOULANGERIE ET PATISSERIE - NEW YORK
SERVIZIO Velocità Cortesia Professionalità
LAYOUT Aspetto esterno Originalità design Omogeneità e armonia Qualità materiali e arredi Ordine e pulizia Comfort
PRODOTTO Assortimento Esposizione Promozioni
VALUTAZIONI GENERALI Qualità/prezzo Ambiente Adeguatezza alla location Innovatività
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Legenda: ´= migliorabile; ´´= sufficiente; ´´´= apprezzabile; ´´´´= molto buono; ´´´´´= ottimo
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diamento in una via centrale di città capitali, o comunque di grande internazionalità, e la fedeltà alle tradizioni francesi, sia per l’immagine del locale sia per i prodotti offerti. Prendiamo ad esempio le caratteristiche dell’ultima apertura a New York. Quando il clima lo consente, la Maison delimita con una transenna metallica una parte dell’ampio marciapiede di Broadway davanti alle vetrine, dove apparecchia leggeri tavolini e seggiole da bistrot di metallo arancione. La porta d’ingresso si apre nella vetrina all’angolo con la 21° strada, mentre il cristallo successivo espone in abbondanza pane (esclusa ideologicamente la baguette), panini, torte e pasticceria. Varcata la soglia, lo spazio disponibile per i clienti compone una L con il lato corto verso Broadway: a destra, in parallelo alle vetrine, si sviluppa il bancone per la vendita di pane, pasticceria quotidiana, snack salati; in fondo la struttura svolta, perpendicolare, ed espone le torte e i dolci. La parete di fronte al bancone ospita in un ampio rientro la gondola refrigerata destinata al self service di succhi e centrifughe, acqua, insalate, sandwich e panini, frutta e macedonie, dolci confezionati. All’inizio del lato lungo, e meno largo, è collocato il bar per le bevande calde, attrezzato con due macchine Faema, per i succhi espressi e per i dolci e i salati da consumare al banco. Qui una paratia di vetro, montata su una base di legno, divide longitudinalmente lo spazio in due corridoi: quello verso strada è occupato interamente da due linee di tavolini poste a destra e a sinistra del passaggio; quello verso l’interno ospita nella prima parte il piano d’appoggio per facilitare lo smistamento di stoviglie e bicchieri, mentre nel tratto successivo sono allineati altri tavolini; infine sei tavolini a ridosso della parete di fondo completano la disponibilità di coperti, che assommano a 50. Tutto risulta molto razionale e i movimenti e le code per il pubblico sono ridotti al minimo. Il personale è giovane, americano; la divisa si contraddistingue
per i due tipi di magliette: coreana bianca a righe blu e bretelle blu per chi lavora ai banchi e per i camerieri; blu con logo bianco per gli aiutanti di sala. È evidente la cura dei dettagli e la qualità coordinata dei materiali utilizzati e degli elementi d’arredo. A cominciare dal pavimento ricoperto da doghe di legno non verniciate, per proseguire con le luci, composte da tre livelli: faretti inseriti nel soffitto molto alto, elementi tubolari a T con due luci agli estremi sospesi sopra le file dei tavolini, appliques sui pilastri e sulle pareti. La luminosità complessiva è regolata secondo le ore del giorno. Il marmo riveste i banconi mentre le vetrinette sono di cristallo e ottone lucido; i tavolini quadrati hanno stelo di ghisa e piano di marmo profilato in ottone; le sedute comprendono divani, lungo la paratia centrale, e seggiole di legno ritorto e scuro. L’atmosfera complessiva rimanda con coerenza a un interno deco sugli Champs Elyseés. Il menu è bilingue: francese e corpo maggiore in prima linea, sotto la traduzione in inglese e in corpo inferiore. La qualità degli ingredienti e delle preparazioni tende uniformemente all’alto: in città si può spendere facilmente di meno ma qui il rapporto qualità prezzo è ottimale e tutto sommato un quick lunch a 30/35 dollari, tasse e mancia comprese, è conveniente (soprattutto quando 1 euro compera 1,35 dollari). Paolo Lombardi
r&f Newstech&arredo VOCOLLECT FESTEGGIA E RILANCIA
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CELIO* ADOTTA IL 3D DI DS Celio*, il marchio di abbigliamento e accessori per uomo nato a Parigi nel 1978 e sviluppatosi in pochi anni con oltre 1.000 negozi in tutto il mondo, fa un altro passo verso la modernità grazie all’implementazione delle soluzioni My Store di Dassault Systèmes (DS) che utilizzano la realtà virtuale per la gestione avanzata del merchandising. Fino a poco tempo fa, questo processo era manuale: ad ogni stagione, il team di celio* studiava un nuovo merchandising stampando gli schizzi dei designer e attaccandoli su lavagne, preparando album o foto distribuiti ai visual merchandiser di ogni store: un lavoraccio, come ha spiegato Laurent Rousset, chief information officer di celio*. Ponendosi l’obiettivo di diventare uno dei primi gruppi al mondo nel campo della moda maschile, occorreva costruire una nuova immagine, un marchio forte e un merchandising molto specifico sui punti vendita. Ecco perché, spiega il manager: «Abbiamo colto al volo l’opportunità di lavorare con DS, che ha una conoscenza molto approfondita del mondo retail». Risultato: la soluzione implementata consente a celio* di ottimizzare la finalizzazione della gamma, il posizionamento dei prodotti e la generazione di profitti, valutando e perfezionando al tempo stesso l’esperienza di acquisto dei clienti. Tutti i negozi sono perfettamente conformi alla strategia di merchandising e ciò ha uniformato l’identità e l’immagine del marchio su tutta la rete di vendita. Dal punto di vista del brand, infatti, la soluzione scelta consente di visualizzare in 3D la configurazione e l’allestimento dei punti vendita e di guidare il rivenditore nel posizionamento del prodotto, aumentando visibilità e ricavi.
ra i protagonisti del mercato delle soluzioni vocali end-to-end, Vocollect, in occasione del decennale dello sbarco in Italia, introduce nuove soluzioni d’avanguardia nel settore, che aiutano i clienti a risolvere le grandi sfide di business in ambito supply chain. Oggi, l’impresa vanta un portfolio clienti di oltre 190 aziende che operano sul territorio nazionale italiano, e le sue soluzioni sono impiegate in più di 250 siti logistici, mentre circa 14.000 operatori le utilizzano quotidianamente. A livello mondiale, invece, molti dei top 25 food retailer usano Vocollect Voice, un sistema integrato progettato attorno all’operatore che permette di risparmiare tempo e denaro. In particolare, i nuovi device Talkman A720 (con funzioni TouchConfig™, TouchConnect™ e Hands-Free Scannino), unitamente alle cuffie wireless SRX2 (utilizzabili anche in ambienti freezer) e al nuovo software client VoiceCatalyst, aumentano le prestazioni di riconoscimento vocale e completano la nuova piattaforma Vocollect per centri di distribuzione e magazzini, incrementando l’efficienza degli operatori e il livello di qualità in termini di riconoscimento vocale, ergonomia e valore dell’investimento.
OPEN REPLY AFFIANCA TESCO
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pen Reply, la società del Gruppo Reply specializzata in soluzioni per il mobile, ha affiancato Tesco nello sviluppo di Hudl, il nuovo tablet da 7 pollici con display HD della catena di retail britannica. Implementato da Tesco con l’obiettivo di fornire ad oltre 20 milioni di clienti un tablet dal costo contenuto per promuovere i propri servizi digitali, creando un unico punto di accesso all’intera offerta digitale, Hudl è pensato in particolare per il target famiglie. Le competenze di Open Reply in ambito Android permettono adesso di creare una user experience specifica: così, oltre a supportare le funzionalità native di questo sistema, il dispositivo risulta compatibile con il brand e i servizi offerti dall’azienda produttrice. In particolare, Open Reply ha modificato la classica barra di navigazione in modo da inserire un tasto di avvio Tesco, che fornisce un accesso “one touch” a tutti i servizi online della catena retail. Ciò costituisce un aspetto fondamentale della “customer experience” del nuovo tablet e per interagire direttamente con tutti i propri clienti, compresi quelli fisicamente lontani dai punti vendita.
DHL E DATALOGIC: PARTNERSHIP PIÙ FORTE
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atalogic integra nuove funzioni di identificazione e di monitoraggio negli impianti di smistamento automatici delle sedi italiane DHL. L’azienda di Calderara di Reno (BO) consolida infatti la sua posizione nel settore del trasporto e della logistica con un potente sistema di imaging installato presso il nuovo hub bolognese di DHL Express, società nella quale risulta adesso presente in tutte le sedi italiane. Come nel 2012 nell’impianto di Carpiano (Milano), che risulta essere il principale hub europeo della società di servizi espressi e di logistica, anche stavolta la scelta è caduta sul sistema di visione industriale NVS9000™ di Datalogic, che offre innovative funzioni di acquisizione di immagini e lettura, e risulta progettato per migliorare la produttività dei corrieri e dei centri di distribuzione. La soluzione si caratterizza inoltre per la facilità di integrazione e installazione, e per un costo di esercizio contenuto.
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Newstech&arredo TP-LINK SEMPRE PIÙ LEADER ACOTEL E NITEKO ILLUMINANO DA REMOTO
TP-Link, fornitore globale di prodotti networking, si conferma leader mondiale nel mercato dei dispositivi wireless sulla base delle spedizioni e dei ricavi totali. La quota di mercato globale dell’azienda di Shenzhen, Cina, si è attestata infatti al 40,56% nel 2013, 6 punti percentuali in più rispetto al
2012, confermando il trend di crescita degli ultimi anni. Il 2013 è infatti il terzo anno consecutivo che TP-Link supera i diretti concorrenti, accrescendo nuovamente la propria quota di mercato in Italia e nel resto del mondo.
Sono questi i dati emersi da una ricerca realizzata da IDC, azienda che da quasi cinquant’anni fornisce analisi e consulenza strategica nei settori dell’Information Technology, delle Telecomunicazioni e della tecnologia consumer. Fornitore di prodotti networking a livello mondiale, nonchè dotato di una struttura di produzione indipendente, è ai forti investimenti in Ricerca & Sviluppo, all’integrazione verticale e al rigoroso controllo della qualità che l’azienda deve inoltre il contenimento dei costi di produzione. Ciò le permette di realizzare dispositivi di rete di qualità a un prezzo fortemente competitivo. È così che i prodotti TP-Link sono disponibili in oltre 120 paesi e sono usati da decine di milioni di clienti. Tra essi, soluzioni di networking in ambito wireless, Adsl, router, switche, Ip Camera; adattatori powerline, print server, media converter e network.
PARLA ITALIANO LO STORE ONLINE PIÙ SICURO
Risulta essere uno dei negozi online più sicuri al mondo: l’italiano G.F. Narcisi (www.gfnarcisi.it) ha ottenuto il prestigioso sigillo Netcomm, rilasciato ai negozi in Rete che rispettano rigidi standard di qualità dei servizi offerti da operatori, merchant, e presso i consumatori. Questo titolo viene attribuito a seguito di accurati controlli e valutazioni dal Consorzio Netcomm, ente di promozione dello sviluppo dell’ecommerce in Italia e dell’e-commerce italiano all’estero. L’azienda abruzzese ha quindi il negozio virtuale di termoidraulico tra i più sicuri in Italia e nel mondo, grazie a numerose certificazioni rilasciate dai principali organi preposti, che ne garantiscono l’affidabilità, la trasparenza e la sicurezza nei pagamenti.
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Dalla collaborazione tra Niteko, società operante nel settore dell’illuminazione Led per la fornitura di dispositivi performanti a basso impatto ambientale, e Acotel Net, divisione del Gruppo Acotel che propone soluzioni per ottimizzare la gestione dell’energia, nasce la nuova linea di lampade Light Cloud. La gestione da remoto di ogni punto di illuminazione di questa linea ha diversi vantaggi funzionali immediati, verificabili in primis in tema di sicurezza stradale. Tra gli altri, il controllo di accensione/spegnimento e il contenimento dei consumi quando è possibile ridurre il flusso luminoso (alba e tramonto, condizioni meteo favorevoli, ridotta presenza di auto/passanti). Il controllo del flusso luminoso nello specifico è gestibile in maniera individuale o per aree e può essere effettuato sulla base di scenari preimpostati e configurabili secondo stagionalità o in occasione di particolari manifestazioni locali. I consumi sono misurabili in tempo reale, con segnalazione istantanea di guasti e mancate accensioni. L’utilizzo delle frequenze Gsm di servizio garantisce infine al sistema di funzionare anche in aree dove la copertura non è sufficiente per effettuare chiamate.
2014: ANNO CRUCIALE PER NEC
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utto pronto per il lancio della sesta generazione di display intelligenti per il settore aeroportuale da parte di NEC Display Solutions Europe. Dopo la presentazione nel corso del Passenger Terminal Expo 2014 (PTE) che si è svolto a Barcellona alla fine di marzo, l’azienda, che vanta il più ampio portfolio in Europa di prodotti e soluzioni specificatamente studiati per questo settore (con più di 40mila display installati in 180 aeroporti tra cui quelli di Heathrow, Francoforte, Zurigo e Barcellona), ha mostrato alcune novità di imminente lancio, tra cui spiccavano: la prossima generazione di display a Led Uhd a basso consumo energetico da 32 a 84 pollici con Nfc e sensori di rilevazione della presenza umana integrati, gestione wireless da remoto e tool di monitoraggio; il sistema di controllo Fids ad ultra efficienza basato su Ops Android per la gestione con nuovi software cloud; una serie di soluzioni per semplificare la distribuzione ed estendere la gamma di applicazioni d’uso (in interni e esterni). «Il 2014 è importantissimo per NEC: lanceremo infatti prodotti e soluzioni con un enorme apporto di innovazione» ha detto Antonio Zulianello, general manager Italy & Southeast Mediterranean di NEC Display Solutions Italia. «In qualità di azienda leader del settore, puntiamo ad instaurare partnership di lungo corso, fornendo soluzioni allo stato dell’arte e progettate per stare al passo col futuro».
AGLI SCANNER FUJITSU IL RED DOT AWARD PER IL DESIGN Nuovo riconoscimento per gli scanner Fujitsu: ScanSnap SV600 e ScanSnap iX500 sono stati insigniti del Red Dot Awards nella sezione Product Design 2014. È un riconoscimento internazionale che viene conferito ai prodotti che hanno raggiunto l'eccellenza nel design e nella qualità. La giuria, costituita da 40 specialisti del design provenienti da tutto il mondo, ha testato e valutato 4.815 prodotti di 1.816 aziende, creati da 53 designer di diverse nazioni. In particolare, lo ScanSnap SV600 offre una nuova prospettiva di scansione ed è il primo Fujitsu ScanSnap capace di acquisire immagini senza alcun contatto con il documento, con la semplice pressione di un pulsante. Lo ScanSnap iX500 è stato disegnato invece per offrire velocità e qualità, permettendo una gestione documentale semplificata per liberi professionisti e PMI. La possibilità di connessione wireless rende il dispositivo ancor più flessibile, mediante l’invio di documenti direttamente a Pc, Mac e altri strumenti mobili.
L’OCCITANE SCEGLIE YOURCEGID RETAIL L’Occitane, produttore di cosmetici e profumi naturali, sceglie Yourcegid Retail, soluzione software omnichannel per la gestione completa e in real time del punto vendita di Cegid. Obiettivo: potenziare la sua espansione internazionale e gestire il proprio network di negozi su scala globale. Ad oggi, oltre 1.000 punti vendita in più di 25 Paesi possono contare su questo sistema informatico, una soluzione che consente di migliorare i processi di gestione delle attività retail in termini di merchandising, vendite e relazioni con la clientela, nonché di centralizzare tutti i processi retail del gruppo francese su un singolo modello. Fondata nel 1976 nella città di Manosque in Provenza, la gran parte delle vendite di L’Occitane (più del 90% per l’esattezza, per un totale di 1,04 miliardi di euro nel 2012/13) avvengono al di fuori dei confini patrii mentre la sua rete di negozi è in continua espansione e conta oggi 2.500 boutique – tra store proprietari e concessioni – in circa 100 Paesi.
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r&f International MCDONALD’S CHIUDE IN CRIMEA. OMBRE SULLA RUSSIA
Una nuova “guerra fredda” sta per accendersi sul fronte fastfood. Il colosso americano di hamburger ha annunciato la chiusura delle proprie filiali in Crimea. I dipendenti tuttavia potranno continuare a svolgere il loro lavoro oltre confine. La decisione presa da McDonald’s Ucraina, non ancora chiara ma probabilmente legata alla difficoltà di approvvigionamento, ha scatenato subito forti ripercussioni. Il leader nazionalista Vladimir Zhirinovskij ha infatti deciso di rispondere con una campagna di boicottaggio contro gli oltre 400 ristoranti McDonald’s presenti in Russia. La terra del zar, con consumi in crescita e alti rendimenti, è un mercato a cui la multinazionale di Oak Brook, Chicago, potrebbe difficilmente rinunciare.
SARAJEVO CITY CENTER, QUARTO MALL IN CITTÀ Prosegue incessantemente, nel cuore della capitale bosniaca, lo sviluppo di mall commerciali. Dopo BBI, Alta e Importanne, lo scorso 20 marzo è stato inaugurato Sarajevo City Center, dotato di una superficie di 49.500 metri quadrati. I quattro complessi distano tra loro appena un chilometro. Il nuovo shopping center, situato all’interno di un edificio non ancora terminato, a pieno regime sarà presidiato da un totale di circa 100 unità retail, alcune delle quali ospiteranno insegne di rilievo globale come Zara, che vi ha aperto il suo primo punto vendita della città. Stando alle aspettative della proprietà, che vede al centro la figura di Sulejman Al-Shiddi, Sarajevo City Center creerà oltre un migliaio di posti di lavoro.
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duty free world
by James Ross - London
The potential lows of the high life I momenti difficili dei mercati ricchi Travel retail appears to be a one-way street. Airport store development since the global financial crisis has moved decidedly upscale as duty free operators have sought to target the highest spenders per head: nationalities such as the Chinese, Russians and Brazilians. Other emerging nationalities are also now coming through – the Thais and Indonesians to name just two. However, while this targeting works to the advantage of airport retail concessionaires in producing high enough short-term sales during their contract periods, airport landlords have to ask themselves whether they are delivering the right offer to their overall customer base. In its 2013 results, Aéroports de Paris noted that the destinations that contributed most to retail at Paris Charles de Gaulle were Russia and China and that these markets both had strong growth in traffic of +10.2% and +5.6% respectively. At rival Fraport, which operates Frankfurt Airport, 2013 passengers from Russia, India, Brazil and Japan accounted for a 7% share of departing traffic, but their share of duty free spending was17%. It is therefore understandable why the focus is on these retailfocused nationalities. However, the majority of passengers travelling from, for example, Amsterdam Schiphol, Frankfurt Airport or Milan Malpensa will be Dutch, German and Italian respectively and their much lower spending is often overlooked or side-lined. Local market passengers are already sceptical about the retail offer and the lack of value-for-money they perceive when they travel from their home airports. If airports are not careful, they could find themselves standing still when it comes to passenger satisfaction levels in their retail zones. Shop penetration at airports remains very low and one reason is that many – 25% according to one recent survey – believe products are too expensive. This, in fact, is their number one frustration. Unless airports deal with this gripe as for example Copenhagen Airport is doing by adding high street labels such as H&M as well as high end brands, ingrained attitudes about the airport retail ‘rip off’ will persist.
Il Travel Retail sembra essere una strada a senso unico. Lo sviluppo dei negozi in aeroporto dall’inizio della crisi finanziaria globale ha puntato decisamente verso l’alto livello come gli operatori dutyfree hanno cercato di intercettare i consumatori a maggior capacità di spesa procapite: cinesi, russi e brasiliani. Le altre nazionalità emergenti stanno arrivando ora - i thailandesi e gli indonesiani per citarne solo due. Tuttavia, mentre questa operazione va a vantaggio dei concessionari del retail aeroportuale nel generare vendite abbastanza elevate nel breve termine durante il loro periodo di contratto, i landlord degli aeroporti devono chiedersi se stanno predisponendo l'offerta giusta alla loro clientela base globale. Nei suoi risultati del 2013, Aéroports de Paris ha osservato che le destinazioni che hanno maggiormente contribuito ad alimentare il retail al Parigi Charles de Gaulle sono state la Russia e la Cina e che questi mercati hanno evidenziato entrambi rispettivamente una forte crescita del traffico, pari al +10,2% e al +5,6%. Presso il rivale Fraport, che gestisce l'aeroporto di Francoforte, nel 2013 i passeggeri provenienti da Russia, India, Brasile e Giappone hanno rappresentato una quota del 7% del traffico in partenza, ma la loro quota di spesa duty free si attestata al 17%. È quindi comprensibile il motivo per cui l’attenzione si concentra su queste nazionalità predisposte ai consumi. Tuttavia, la maggior parte dei passeggeri che viaggiano, per esempio, da Amsterdam Schiphol, dall'aeroporto di Francoforte o da Milano Malpensa sarà rispettivamente olandese, tedesca e italiana, e la loro spesa molto inferiore è spesso trascurata o marginale. I passeggeri del mercato locale sono già scettici circa l'offerta retail per la mancanza del rapporto qualitàprezzo che percepiscono quando viaggiano dai loro aeroporti di partenza. Se gli aeroporti non fanno attenzione, potrebbero quindi trovarsi al palo quando si tratta dei livelli di soddisfazione dei passeggeri appartenenti alle rispettive aree retail. La penetrazione dei negozi negli aeroporti rimane molto bassa e uno dei motivi è che molti - il 25% secondo una recente indagine credono che i prodotti siano troppo costosi. Questo, infatti, è il primo motivo di frustrazione. Salvo casi in cui gli aeroporti affrontano questo inconveniente, come ad esempio sta facendo quello di Copenhagen che inserisce marchi high street come H&M, così come quelli di fascia alta, i pregiudizi di “fregatura” sul retail aeroportuale persisteranno.
ÁREAS, TRIS DI OPENING AL BARAJAS DI MADRID
H&M, MIGLIOR BRAND IN EUROPA
Due negozi alimentari di fascia alta, ad insegna Sibarium, e un nuovo concetto di convenience store all’interno dell’aeroporto Barajas di Madrid. Queste le novità di Áreas, che per implementare la propria offerta nello scalo della capitale spagnola ha investito complessivamente 520mila euro (fonte DFNI). Nello specifico i due high-end food store, che si trovano al Terminal Four e nel satellite del T4, propongono, su 278 mq complessivi, prodotti gastronomici esclusivi, quali salsicce e prosciutti, formaggi, oli, frutti di mare, spezie, miele, marmellate, conserve, dolci, biscotti e altre specialità regionali, a cui affiancano, in un corner a marchio Lavinia, oltre 200 diversi tipi di vino, champagne e liquore. Il terzo locale, ubicato nel satellite del T4, propone su oltre 200 mq sia prodotti tipici locali che giornali, libri, regali e souvenir. A fronte di questi opening il marchio Sibarium è presente con quattro locali al Barajas, per un totale di 12 punti vendita negli scali spagnoli, mentre il conveniece store era già presente nel T2 dell'aeroporto El Prat di Barcellona e nell’aerodromo di Palma de Mallorca.
La catena svedese H&M si è aggiudicata il primo posto nella classifica annuale “Best Retail Brands” per quanto riguarda il Vecchio Continente. Il report annuale, stilato da Interbrand, ha assegnato il medesimo posto a Walmart per il Nord America e a Woolworths per l’Asia-Pacifico. Il retail del fast-fashion continua a crescere e, secondo gli analisti, l’integrazione con l’e-commerce rappresenta la chiave del suo successo. Il valore del marchio è stato stimato 18,17 miliardi di dollari nel 2013, il 10% in più rispetto all’anno precedente. Le valutazioni di Walmart e Woolworths sono rispettivamente di 131,88 e 4,95 miliardi di dollari.
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International ALIBABA: 500 MILIONI PER IL 35% DI INTIME RETAIL
LVMH, OLIMPIADI DI TOKYO 2020 ALL’INSEGNA DEL LUSSO
Dal brick and mortar all’e-commerce, e viceversa. Se le catene stanno progressivamente ampliando e integrando il proprio business attraverso le vendite online, altrettanto, ma con un percorso diametralmente opposto, stanno facendo alcuni colossi del web, che investono nei negozi fisici. L’ultimo caso, in ordine di tempo, vede protagonista il colosso del web cinese Alibaba, che per la “modica” cifra di 692 milioni di dollari, pari a 500 milioni di euro, ha messo le mani sul 35% della catena cinese di department store Intime Retail. Nel dettaglio, si apprende, l’accordo ha portato Alibaba ad acquisire il 9,9% di Intime Retail per 214 milioni di euro, cui si aggiunge un’emissione di obbligazioni per 478 milioni, che, qualora convertite, rappresenterebbero il 25% del pacchetto azionario. Daniel Zhang, COO di Alibaba Group, in seguito all’operazione ha posto l’accento proprio sull’integrazione tra off e on line: «Vediamo opportunità significative nella possibilità di estendere la nostra piattaforma di e-commerce al retail fisico, sviluppando una shopping experience multicanale, più inclusiva e connessa al mondo digitale».
Un nuovo polo del lusso, targato LVMH, sorgerà a Ginza, il principale shopping district di Tokyo, in vista delle Olimpiadi del 2020. È tutto pronto per l’accordo che porterà Bernard Arnault, a capo del gruppo dei principali brand della moda e del lusso, Mori Building Co, sviluppatore giapponese specializzato in retail, e altri investitori del Sol Levante a fare un investimento di quasi 600 milioni di euro. Il progetto, considerato «un impegno commerciale e finanziario» stando alle parole di Yves Carcelle, membro del comitato esecutivo della società francese, prevede la realizzazione di un complesso commerciale con oltre 140.000 mq di superficie, 13 piani e sei livelli sotto il groundfloor. Anche se l’obiettivo rimangono i Giochi olimpionici del 2020, i lavori, che cominciano tra pochi giorni, dovrebbero essere terminati nel novembre del 2016. Per allora, dunque, nuovi uffici e nuovi store presidieranno il quartiere più in della metropoli giapponese.
FRAGRANCES BY DFS, NUOVE APERTURE ALL’ABU DHABI AIRPORT
Una nuova boutique Fragrances by DFS è stata inaugurata nel terminal 3 dell’aeroporto internazionale di Abu Dhabi. Lo store, interamente dedicato al mondo dei profumi, si estende su 250 mq e si collega all’esposizione DFS’s Masters of Fragrances, che prenderà vita nei prossimi mesi nel terminal 1 dello stesso scalo. Il direttore commerciale degli aeroporti di Abu Dhabi, Mohammed Al Bulooki, ha dichiarato: «Lo store DFS è stato progettato in maniera artistica con uno spazio di vendita al dettaglio simile a quello di un negozio di lusso nelle high street. I prodotti – ha puntualizzato Al Bulooki – saranno esposti in modo tale da offrire ai passeggeri un'esperienza unica, creata attraverso un design senza tempo».
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JR DUTY FREE SI RINNOVA ALL’AEROPORTO DI DARWIN JR Duty Free è pronta a rivedere l’offerta dei suoi negozi presenti nell’aeroporto internazionale di Darwin, in Australia. Il piano di ristrutturazione abbraccia l’intera area aeroportuale e comprende l’ampliamento degli spazi esterni e interni. Sono già cominciati i lavori per il nuovo Dôme Café, situato nella sala partenze al piano superiore dove, nel frattempo, proseguono le ristrutturazioni di Runway News e Australian Way, il cui termine è fissato per il secondo trimestre del 2014. Le novità, tuttavia, non finiscono qui. Il restyling riguarda anche i negozi JR Duty Free delle lounge internazionali. Nel 2007, l'apertura dello store di 260 mq, nell’area partenze, ha segnato il ritorno di JR Duty Free come primo operatore retail aeroportuale australiano superando The Nuance Group.
STRAND, MULTIBRAND NEL CITY CENTER SOFIA Strand, un nuovo retailer multibrand, ha recentemente aperto il suo primo negozio nel City Center Sofia (CCS), complesso commerciale di proprietà del fondo lussemburghese Heitman European Property Partners Fund III (HEPP III). Il punto vendita, che propone abbigliamento di qualità con marchi di moda come French Connection, Mexx, Oasis and Warehouse, si affianca a negozi del calibro di Guy Laroche, Shoe Art, Marks&Spencer, Geox, OVS, Gaudi, Kenvelo, Bata, Yves Rocher, beauty | zone, Lilly, Raxevsky, Skinny, Etam, Celio, Altinbas, AVI Center Jewelers, Oliver Weber e Technomarket. Tra le ancore di CCS spicca la catena di supermercati Piccadilly.
[La foto[
AEROPORTO DI ROMA FIUMICINO Inaugurato il primo Mercedes Benz Cafè a gestione Autogrill.
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r&f La pulce nell’orecchio
di Simone Filippetti
FS: lo stipendio di Moretti e non solo
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e 900mila euro all’anno vi sembran pochi, provate voi a lavorar! Chissà se Mauro Moretti, con un passato da sindacalista, si ricorda della vecchia canzone popolare delle mondine sfruttate nelle risaie. Oggi il problema non sono le condizioni di lavoro degli operai, ma i mega stipendi dei cosiddetti super-manager pubblici. Da impulsivo qual è, (l’ormai ex) potente numero uno delle Fs, il vero “Ministro dei Trasporti” del Paese, è sbottato alla sola idea che sull’altare della spending review e del tetto agli stipendi, voluto dal neo-premier Matteo Renzi, il suo scenda da 873mila a “soli”, si fa per dire, 240mila. Una sforbiciata del 70%. Al “Ras delle Rotaie” (copyright Giuliano Ferrara), cui non fa difetto una certa dose di spavalderia, il paventato taglio è sembrato un affronto. E così ha minacciato di
Poche ore prima di chiudere questo numero di r&f il governo Renzi ha annunciato le nomine nelle grandi aziende statali. Mauro Moretti passa da Ferrovie dello stato a Finmeccanica, dove ricoprirà il ruolo di amministratore delegato. Nessuna informazione sul suo nuovo stipendio…
andarsene. E con lui tanti altri manager pubblici, offesi da stipendi così... bassi. Mai uscita fu più infelice e inopportuna: Moretti è rimasto isolato. E non poteva essere altrimenti. Col Paese in ginocchio, milioni di giovani senza lavoro, il lamento di un manager che guadagna in un anno quanto un lavoratore normale in 30, è insostenibile. Ma l’indignazione popolare, tanto più infuocata quanto più il Paese è in crisi, rischia solo di montare un’ondata demagogica per gli stipendi esagerati. Anche perché il pericolo, per Moretti, è rientrato: le Fs (assieme ad altre aziende pubbliche) sarebbero risparmiate dal taglia-costi. La vera questione è un’altra. E molto più politica. Non a caso dell’improvvida uscita di Moretti ha subito approfittato Diego Della Valle, il patron della griffe Tod’s nonché azionista del Corriere della Sera nonché proprietario dei treni Italo, sbeffeggiando la bramosia di denaro di Moretti. Trenitalia e Ntv sono ai ferri corti: si fanno la guerra sull’Alta Velocità. Ma dietro c’è anche una battaglia di poteri: Don Diego è vicino, vicinissimo, a Renzi. E i manager pubblici sono in scadenza: le nomine sono una partita strategica. In ballo c’è la torta del ricco mercato dei treni veloci. Le linee AV sono una miniera d’oro, soprattutto per Trenitalia
MERCATI IN FIERA NOME
che da una parte incassa i contributi statali per il servizio universale (universalmente scadente a leggere le cronache dei pendolari) e dall’altra, coi Frecciarossa, fa l’operatore di mercato, a prezzi di mercato (molto più alti dei prezzi contingentati delle tratte tradizionali). Moretti rivendica il merito di aver risanato le Ferrovie, ed è un dato innegabile. Le FS non sono più il vecchio carrozzone degli anni ‘80 (almeno come bilanci). Tanto che si parla addirittura di una quotazione in Borsa per il colosso pubblico. Cosa impensabile solo pochi anni fa, visto che nessuno avrebbe investito un euro in un’azienda che perdeva a rotta di collo. Ma quanto è merito di Moretti e quanto del salto tecnologico che ha portato al boom dell’Alta Velocità, fenomeno europeo, le cui basi furono gettate più di venti anni fa? Senza il treno veloce Milano-Roma, al costo medio di 180 euro andata/ritorno, le Ferrovie avrebbero fato gli stessi risultati? Probabilmente no. Ma andrebbe valutata anche la qualità degli utili. Per arrivare a essere un’azienda profittevole Trenitalia ha tagliato decine di treni e tratte e ora mette in vendita anche l'argenteria di famiglia, la società Grandi Stazioni che gestisce il ricchissimo patrimonio immobiliare, con relativi shopping
Mauro Moretti center, dei principali scali italiani. Molte stazioni, soprattutto minori, sono state abbandonate e i collegamenti dimezzati. Fuori dalle tratte servite dal Frecciarossa, altro che Alta Velocità: l’Italia viaggia a bassissima velocità e su convogli da paese sottosviluppato. Il già citato servizio universale viene lautamente ricompensato dallo Stato: circa 7 miliardi di euro. Ed è fresca l‘ultima polemica: Trenitalia ha annunciato la soppressione di altri dieci tratte Intercity: sollevazione popolare con immediata marcia indietro del vettore. In un’Italia abituata agli sprechi il conto economico in ordine dell’ex carrozzone FS è una buona notizia. Ma per arrivare a una rete capillare ed efficiente bisogna percorrerne di binari…
CALENDARIO MAGGIO 2014 - LUGLIO 2014 COSA
DOVE
CIBUS
Food
Parma
VENDITALIA
Vending
ORDINE & EXTRAVAGANZE
QUANDO
WEB
5-8 maggio
www.cibus.it
Milano
7-10 maggio
www.venditalia.com
Retail
Milano
14 maggio
www.popai.it
RETAIL BUSINESS FORUM
Retail
Gubbio
22-23 maggio
www.richmonditalia.it
TEMPORARY RETAIL 2014
Retail
Milano
28 maggio
www.retailfood.it
EIRE
Real estate
Milano
24-26 giugno
www.italiarealestate.it
BREAD & BUTTER
Streetwear
Berlino
8-10 luglio
www.breadandbutter.com
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