retail&food 04 2017

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retail&food

TRAVEL RETAIL SHOPPING MALL

Anno 12 • Numero 4 • aprile 2017 • € 5,00

In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi

Intervista esclusiva Maurizio Borletti GS Retail

Cover story I nuovi signori delle stazioni Mercato Centrale Termini più urban che travel Parola di

Massimo Moretti CNCC

Star Trek Geox

Dossier Aeroporti Torino






retail&food

TRAVEL RETAIL SHOPPING MALL

Anno 12 • Numero 4 • aprile 2017 • € 5,00

In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi

Intervista esclusiva Maurizio Borletti GS Retail

Direttore responsabile Andrea Aiello In redazione Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it Stefano Masin - stefano.masin@retailfood.it Contatti info@retailfood.it - www.retailfood.it

Cover story I nuovi signori delle stazioni Mercato Centrale Termini più urban che travel Parola di

Massimo Moretti CNCC

Star Trek Geox

Dossier Aeroporti Torino

Foto di Massimo Sestini

Anno 12 · numero 4 · aprile 2017

Hanno collaborato Massimo Luigi Andreis, Alessandro Barzaghi, Fabio Bernardini, Giulia Comparini, Luca Esposito, Simone Filippetti, David Montorsi, Roberta Motta, Marco Passoni, James Ross Impaginazione Mariella Salvi Foto Archivio Edifis, Flickr, Fotolia, iStockphoto Pubblicità dircom@edifis.it Traffico pubblicitario Roberta Motta - roberta.motta@edifis.it Stampa Aziende Grafiche Printing S.r.l. - Via Milano 3/5 - 20068 Peschiera Borromeo (MI)

INFORMARSI È UN BENE, NON FARLO MALE: LEGGI RETAIL&FOOD retail&food è l’unica rivista italiana specializzata nel travel retail, un settore in forte crescita e con buone prospettive di sviluppo anche per i prossimi anni. Inoltre r&f è uno dei mezzi più apprezzati e consultati da retailers e operatori attivi in outlet e centri commerciali. Con oltre 10.000 lettori a numero, una presenza qualificata presso tutte le fiere di settore. 10 numeri all’anno, più di 9.000 iscritti alla newsletter, 1 pagina facebook, 181.000 pagine viste grazie allo sfoglio on line della rivista, retail&food è oggi uno dei mezzi più letti, consultati e apprezzati dalle business communites di riferimento.

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una rivista edita da: Edifis spa Viale Coni Zugna, 71 20144 - Milano - Italy Tel. +39 02 3451230 - Fax +39 02 3451231 www.edifis.it


SOMMARIO

n° 4 · aprile 2017

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52 R&F NEWS R&F NEWS OPENING

Parola di... Massimo Moretti

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Cncc: «Internazionalizzazione, dialogo con la politica e sfida online-offline»

STAR TREK FOOTWEAR

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BRAND ANALYSIS

Grandi numeri e molto entusiasmo per questa edizione della fiera triennale di Düsseldorf dedicata al retail. Molte le eccellenze italiane presenti

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Zuiki cresce e si rifà il look

Dossier shopping mall taglio nastro 39 24

I nuovi signori delle Grandi e Cento stazioni italiane TUTTI I BRAND NELLE GRANDI STAZIONI

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Intervista esclusiva

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Il futuro di Grandi Stazioni Retail targato Maurizio Borletti «Profilazione della clientela, omnicanalità e nuovi spazi. Con Mercato Centrale, la segmentazione dell’offerta food è già realtà. In futuro spazio al lusso»

CASE HISTORY

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Mercato Centrale Termini: più urban che travel OSSERVATORIO PREZZI

I listini di Roma, Milano e Torino

Da opificio che ha segnato la storia della città campana a luogo a vocazione commerciale, con oltre 27mila mq di Gla e quasi 100 negozi, più spazi verdi attrezzati per oltre 37mila mq. In un secondo momento, il progetto da 140 milioni di investimento ubicato in zona Fratte, si completerà con ulteriore retail, residenze e uffici

SCIENZE & REATAIL 44 Neuromarketing e colori

Case history multi-brand 58 Bonati Group: retail dai jeans al croissant

Speciale Pavimentazione e rivestimenti 60

Il retail cammina sul made in Italy

INTERNATIONAL VETRINA la foto la PULCE NELL’ORECCHIO

64 68 71 72

DOSSIER AEROPORTI 46

Al Torino Airport tutto scorre Nuovi flussi, attività commerciali in crescita, così come i passeggeri e... un progetto ambizioso per una galleria commerciale al servizio di chi parte ma anche di chi vive nei pressi dell’aeroporto Airport analysis

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Aeroporto di Copenhagen 32

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EuroShop 2017 il retail ruggisce ancora

Le Cotoniere negozi e spazi da vivere COVER STORY

RESOCONTO FIERA

Destinazione Geox

World Travel Retail

RUBRICHE STOCK OPTION

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NEW MARKETS OUTLOOK 51

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LA RUBRICA LEGALE

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DUTY FREE WORLD

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r&f News MPS: plafond di 100 milioni per le aziende in franchising

Un plafond di 100 milioni di euro dedicato alle aziende associate Confimprese che lavorano in franchising e alle loro affiliate: questo il risultato della convenzione sottoscritta da MPS Leasing & Factoring, banca per i servizi finanziari alle imprese del Gruppo Montepaschi, e l’associazione che rappresenta circa 300 marchi commerciali. Grazie al raggiungimento dell’accordo, le imprese associate e loro affiliate potranno quindi accedere ai prodotti di “leasing e factoring” a condizioni dedicate, usufruendo della consulenza specialistica di MPS Leasing & Factoring. In particolar modo, in ambito leasing, sarà possibile usufruire dei benefici derivanti dalla Legge di Bilancio 2017, che prevede, a partire dal primo gennaio 2017, agevolazioni fiscali per l’acquisto di beni strumentali per l’attività di impresa.

Benetton lancia il franchising 2.0

I

l primo amore della famiglia di Ponzano Veneto ha tracciato i nuovi step del franchising nel corso del primo Benetton International Franchising Meeting, l’incontro che si è tenuto presso l’headquarter di Castrette, nel trevigiano. Ospiti della due giorni, oltre 350 franchisee e potenziali nuovi clienti da tutto il mondo. Al centro, l’evoluzione di una formula che ha rappresentato la storia del marchio verde e che in futuro andrà rilanciata. Oggi il 65% dei ricavi del gruppo (gli ultimi disponibili, relativi al 2015, parlano di 1,5 miliardi di fatturato) arriva dal canale indiretto, di cui il franchising vale il 10%, attraverso una rete di 4mila punti vendita, sui 5mila complessivi. A spiegare il progetto sono stati i due manager Marco Messini (chief distribution & sales officer) e Christian Prazzoli (franchising director) che insieme all’amministratore delegato Marco Airoldi gestiranno il nuovo corso. «La nuova impostazione ha come scopo principale una maggiore vicinanza al consumatore finale, grazie a una più forte integrazione tra azienda e partner e al trasferimento del know how maturato nei punti vendita diretti ai nostri franchisee». In termini numerici, l’obiettivo è portare l’attuale quota del franchising 2.0, pari al 10% dei negozi indiretti, a una percentuale del 40% entro il 2019 e il 2020, con un piano in forte accelerazione che relegherà il vecchio modello a circa un 20%. Il nuovo modello è attualmente in fase di lancio in tutti i principali mercati europei, ma sarà via via esteso anche a quelli più lontani come Russia, Turchia e India.

Stock option

BUY

Cibus Connect: vetrina dell’industria alimentare

L’export alimentare accelera ancora: dal 12 al 13 aprile 500 aziende italiane vocate all’esportazione esporranno i loro nuovi prodotti a Cibus Connect, tra questi figurano 50 produttori selezionati da Slow Food. E sono attesi nei padiglioni di Parma centinaia di top buyer esteri nonché migliaia di operatori italiani. Fissati i numeri della kermesse organizzata da Fiere di Parma e Federalimentare, guardando al mercato l’export delle industrie alimentari italiane nel 2016 ha raggiunto la cifra record di 30 miliardi di euro (38 miliardi se si considera tutto il comparto agroalimentare) crescendo del 3,6% rispetto al 2015. Un dato molto positivo anche perché si colloca in un contesto di rallentamento generalizzato del commercio internazionale. I Paesi dove l’export alimentare continua a crescere sono alcuni mercati chiave come Usa, Germania, Francia, Spagna, Canada, Corea del Sud, alcuni Paesi dell’Est europeo (Slovacchia, Repubblica Ceca, Bulgaria, Polonia) e alcune aree medio orientali (Libia, Algeria, Tunisia). Altri Paesi invece, soprattutto per motivi esogeni, arretrano come Cina, Giappone, Brasile e Turchia. Da segnalare finalmente la ripresa dell’export verso la Russia, +3,4% (Elaborazioni Centro Studi Federalimentare su dati Istat).

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retail&food - aprile 2017

NEUTRAL

SELL

Confindustria Moda

Nike

Italia Independent

Ikea Centres Russia

EssilorLuxottica

Desigual

Ferrero

Kate Spade

Paul Smith

Si chiamerà Confindustria Moda, la nuova federazione capitanata da Claudio Marenzi (presidente di SMI e proprietario di Herno) che raggruppa tutte le imprese del settore della moda, del tessile e dell’accessorio, circa 67mila aziende con un fatturato da 88 miliardi e 580mila dipendenti. I mega centri commerciali di Ikea Centres Russia come punto di arrivo nel Paese per i brand internazionali. In particolare sono 8 i marchi che hanno dichiarato di voler aprire il loro primo negozio in Russia proprio in queste location, tra cui Armani Exchange, Hunkemoller, Lindt, Superdry and NYX. Ferrero supera i 10 miliardi di fatturato con un bilancio consolidato (chiusura al 31 agosto) in crescita dell’8,2%. Il Gruppo guidato da Giovanni Ferrero ha chiuso l’anno con ricavi pari a 10,3 miliardi di euro e un utile netto consolidato di 793 milioni di euro, in crescita del 54% dai 514 milioni del 2015.

Il colosso americano ha chiuso il terzo trimestre con ricavi per 8,43 miliardi di dollari, sotto le attese del mercato per 8,47 miliardi, ma in rialzo del 5% sull’anno precedente. I profitti si sono attestati a quota 1,14 miliardi (+20%), meglio delle attese degli analisti che si aspettavano utili per 881 milioni di dollari. Tre anni di convivenza alla pari (otto componenti di nomina Delfin-Luxottica e altrettanti scelti da Essilor), poi, per quanto riguarda la governance, si deciderà in base alla forza dei numeri e senza “tutele di origine”. Dopo questo periodo infatti i membri del cda saranno indicati a prescindere dalla provenienza. Il takeover di Kate Spade da parte di Coach potrebbe essere questione di poche settimane.A darne la notizia per primo è stato The Business of fashion, precisando come gli analisti abbiano collocato il prezzo dell’operazione sopra i 2 miliardi di dollari. Le due aziende non hanno commentato.

Il marchio di eyewear fondato da Lapo Elkann ha archiviato il 2016 con ricavi in calo del 30,2% a 27,6 milioni di euro e un rosso di 12,2 milioni rispetto all’utile di 475mila euro del 2015. La posizione finanziaria netta è risultata negativa per 18,2 milioni, in riduzione rispetto ai 22,6 dell’anno precedente. Appesantiti dal -11% del quarto trimestre, i ricavi annuali di Desigual scendono a 860,5 milioni di euro, in flessione del 7,8% rispetto al 2015. I risultati del nuovo piano strategico non saranno visibili prima della seconda metà del 2017. L’ebitda annuale ha subito una flessione del 16,8% a 166,4 milioni di euro. Bilancio in calo per Paul Smith che ha chiuso i dodici mesi al 30 giugno scorso con vendite a -6,7% per 178,6 milioni di sterline (circa 205 milioni di euro) e un risultato operativo in discesa del 63% a 4 milioni. Dal canto suo, l’utile pre-tasse è cresciuto da 9,4 a 11,1 milioni di sterline.



r&f News

Nuovo look per Botteghe Altromercato

C

on il restyling di quattro Botteghe Altromercato a Torino, Novara, Aosta e

Rimini, che hanno inaugurano in contemporanea a marzo, prende corpo il progetto di rilancio della rete dei punti vendita di Altromercato, la maggiore organizzazione del commercio equo e solidale in Italia. Con un nuovo concept e un nuovo format dei propri negozi, Altromercato riconferma la centralità strategica delle Botteghe, storico canale di distribuzione sul territorio nazionale, e rende il consumatore protagonista di un percorso alla scoperta dei suoi prodotti e dei suoi valori. Attraverso il ripensamento dell’assortimento, del layout, della comunicazione, il nuovo concept di punto vendita si propone infatti di trasmettere i valori e la qualità dei prodotti, coinvolgendo i consumatori in un’esperienza positiva di acquisto. Il progetto è stato preceduto da una fase sperimentale che ha coinvolto 10 Botteghe Altromercato in tutta Italia (tra cui Napoli, Roma, Trento e Genova) e ha permesso di arrivare alla definizione del concept del progetto. Il piano triennale di rinnovo della rete di Botteghe Altromercato prevede entro il 2019 il restyling di circa 50 punti vendita sui 260 diffusi su tutto il territorio nazionale.

Wagamama prepara lo sbarco a Oriocenter

T

ra i più apprezzati brand di cucina asiatica basato a Londra, Wagamama aprirà nei prossimi mesi il suo primo ristorante in Italia, presso l’estensione di Oriocenter, lo shopping center a Orio al Serio (BG). Il nuovo locale proporrà un menu a base di cucina asiatica ispirato ai sapori del Giappone e da una varietà di piatti preparati in modo espresso in una cucina a vista. A seguito dell’accordo di partnership siglato a luglio 2016 da Wagamama con WItalia Srl, società controllata da Percassi Food&Beverage, la holding di Percassi attiva nel settore della ristorazione, questa prima apertura rappresenterà solo l’inizio di una serie di altri opening in Italia. Il locale a Oriocenter offrirà possibilità di impiego a circa trenta persone del territorio e a tale proposito è stata appena avviata la selezione del personale. Wagamama ha più di 160 ristoranti dislocati in 19 Paesi in tutto il mondo. Matteo Percassi, AD di Percassi Food&Beverage dichiara: «Siamo particolarmente orgogliosi di aprire il primo ristorante Wagamama proprio in quest’area, che rappresenta le radici dell’azienda Percassi e che costituirà solo l’inizio di una nuova importante sfida per noi nel campo della ristorazione».

NEW MARKETS OUTLOOK a cura di STRA_BRANDING

FOCUS ASEAN: THE THAI CONSUMER MARKET

Il blocco dei paesi ASEAN (Association of Southeast Asian Nations) rappresenta, dopo Cina e India, il terzo più grande mercato al mondo e tramite l’AEC (Asean Econimic Community) si propone come un unico riferimento che permette la libera circolazione di beni, servizi, investimenti e lavoro (fig.1). Un mercato in forte espansione con più di 630 milioni di persone, la cui popolazione è molto giovane (il 60% è di età inferiore ai 35 anni) e la sua porzione attiva (15-64 anni) attualmente rappresenta il 65% del totale. La sua classe media, che nei prossimi anni è prevista crescere in modo vertiginoso (dai 150 milioni del 2015 a ben oltre 400 milioni entro il 2020), offre un enorme potenziale per quanto riguarda i cosiddetti consumi moderni: retail, servizi, alimenti e bevande, e-commerce, ecc. Il tutto considerando che la proiezione della crescita media del PIL per gli ASEAN-5 (Filippine, Malesia, Vietnam, Thailan-

Fig.1: Gli stati membri dell’ASEAN

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retail&food - aprile 2017

dia e Indonesia) nel prossimo quinquennio è pari al 4,8% all’anno, superiore alla media mondiale (3,2%) e ben al di sopra di quella dei paesi sviluppati come USA (2,4%) ed Europa (1,8%), ad eccezione della sola Cina (6,4%). Secondo una recente ricerca di Nielsen sulla fiducia dei consumatori e sulle intenzioni di spesa, i consumatori appartenenti all’ASEAN sono tra i più confidenti al mondo con Filippine, Vietnam, Thailandia e Indonesia nella top 10 dell’indice sulla fiducia dei consumatori a livello globale. Nonostante la comune identità regionale, ottenuta grazie a decenni di sforzi volti all’integrazione, i paesi dell’ASEAN sono noti per le loro diversità, con le popolazioni che non differiscono solo in termini di reddito ma anche per gli aspetti culturali e per le preferenze nei consumi. Tra di essi, la Thailandia, con una popolazione di circa 68 milioni di abitanti, rispetto agli altri paesi appartenenti al blocco è un mercato relativamente maturo ma con un alto potenziale di crescita nei prossimi cinque anni grazie alla crescente produttività e al processo di urbanizzazione in atto, soprattutto nell’area di Bangkok (la popolazione urbana è salita al 50% nel 2016 contro circa il 39% nel 2006). Quest’ultimo aspetto, unito al miglioramento duraturo dei redditi delle famiglie, rappresenta un fattore di spinta della spesa dei consumatori verso beni considerati discrezionali, come i prodotti legati agli stili di vita e i servizi. Infatti, secondo Euromonitor International (fig.2), i settori di spesa che crescono di più in Thailandia sono:

www.strabranding.com

Fig.2: Crescita annuale 2016-2021 consumi thailandesi per categoria - Educazione/Formazione (7,4%): grande attenzione verso i propri figli, boom della domanda per le scuole internazionali e per le attività extra scolastiche (danza, pittura, musica, sport); - Comunicazione (5,9%): spesa che è destinata ad aumentare grazie allo sviluppo delle nuove tecnologie, grosso mercato per i premium smartphone che uniscono alte prestazioni a design raffinato; - Health Goods & Servizi medici (5,6%): consumatori molto attenti alla salute e ai prodotti per la cura della bellezza (integratori alimentari, centri termali, servizi medici privati, ecc.); - Prodotti alimentari e bevande analcoliche (5,5%): il processo di urbanizzazione in corso si è rivelato una forte spinta per il settore del F&B con molte catene che si concentrano sulla popolazione giovane aspirazionale (yogurt, dessert, caffè, pane, pasta, noodles, ecc.)

Luca Esposito



r&f News Ferrero si mangia la cioccolata Fannie May

Il gruppo dolciario piemontese ha annunciato di avere acquistato da 1-800-Flowers.com la Fannie May Confections Brand, produttore statunitense di cioccolato con i marchi Fannie May e Harry London. L’operazione, che espande il portafoglio di prodotti Ferrero negli USA, ha un controvalore di 115 milioni di dollari. I prodotti Fannie May sono principalmente distribuiti attraverso canali online, che fanno leva sulla piattaforma di e-commerce 1-800 Flowers.com, la rete di negozi di vendita diretta, principalmente in Illinois, così come attraverso vendita al dettaglio e attività di produzione per conto terzi e private label. La transazione è soggetta ad approvazione delle autorità competenti e si presume che venga chiusa per la fine di maggio.

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Ece taglia il nastro di Adigeo

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n anticipo rispetto alle aspettative e fully let, ha aperto lo scorso 30 marzo il primo sviluppo di ECE in Italia: il centro commerciale Adigeo. Il nuovo mall, ubicato a Verona, conta oltre 130 negozi con brand nazionali e internazionali distribuiti su circa 47mila mq di GLA. Il centro, realizzato da ECE in collaborazione con lo sviluppatore di strutture commerciali CDS Holding e CDS Costruzioni nella veste di general contractor, ha visto un investimento di circa 170 milioni di euro. E sarà ECE Ita-

lia a gestire e a occuparsi a lungo termine dell’affitto degli spazi commerciali. Con l’ingresso ad Adigeo, molti brand aprono per la prima volta un punto vendita a Verona o nella Regione: tra di essi Zara, Oysho e Zara Home, gli offerenti di sportswear Snipes, JD Sports und Just Play It by Nike, il marchio di abbigliamento irlandese Primark (a partire dall’estate in una location di 6.200 mq) nonché numerose altre insegne internazionali come Deichmann, Fielmann, Guess, Jack&Jones, Lego, New Balance, Superdry e Tommy Hilfiger. Anche molti brand italiani, come Harmont&Blaine e Valerio 1966, oltre alle insegne del ramo gastronomico Dispensa Emilia e Baccanale, aprono ad Adigeo il loro primo punto vendita per Verona e dintorni. L’àncora alimentare è un ipermercato Interspar di circa 4.500 mq, di proprietà di Aspiag. Adigeo vanta inoltre una ricca offerta gastronomica che comprende 21 ristoranti e bar, tra cui Bauli Caffè, Caffè Veneto, Caffè Vergnano, Cibiamo – La Bottega del Caffè, Illy-Caffè, KFC, La Piadineria, Rana, McDonald’s, Old Wild West e Sushiko. A fungere da punto di incontro culinario è la food lounge al primo piano con 10 locali e circa 360 posti a sedere comuni.



r&f News Accessorize fa leva sul franchising

Fondato nel 1973, Accessorize conta oltre 850 negozi worldwide di cui 52 in Italia. Punto di forza sono la vasta gamma di articoli che accontentano un’ampia tipologia di consumatori e la continua ricerca e aggiornamento del prodotto. «Accessorize è un brand consolidato - spiega Nicola Mangini, direttore generale del brand per il Nord Italia - con una fitta rete di punti vendita nel mondo e in continua espansione. Abbiamo chiuso il 2016 con un +5% rispetto allo scorso anno e siamo sempre alla ricerca di top location e di nuovi imprenditori che vogliano entrare a far parte della nostra rete». Per il 2017 è previsto un sostanziale ampliamento del numero di punti vendita. Le prime due nuove aperture saranno entro aprile nel nuovo centro commerciale Adigeo a Verona e presso la Stazione Centrale di Milano. «Nel panorama franchising Accessorize si dimostra un ottimo investimento - continua Mangini - che permette a chi ha già altri business di questo tipo di diversificare il rischio con un giusto rapporto tra investimento e profitto». Il contratto non prevede infatti alcuna fee di ingresso, né alcuna royalty a favore dell’azienda. La merce inoltre viene fornita in conto vendita.

Enrico Airoldi nuovo direttore generale di Paul&Shark

Il brand di abbigliamento casual uomo e donna, Pa u l & S h a r k , rinnova la propria struttura ma na g e r ia le con Enrico Airoldi, che ricoprirà la carica di direttore generale. Il manager milanese, ex Lardini e in precedenza attivo in aziende della moda e del lusso come Loro Piana, Incotex e Malo, riporterà direttamente al presidente del brand, Andrea Dini.Il compito del neo direttore generale sarà quello di consolidare e implementare la strategia di sviluppo del marchio, in un’ottica di acquisizione di nuove quote di mercato, definendo e gestendo le strategie commerciali a livello mondiale. Al momento Paul&Shark è presente in 73 Paesi, con oltre 250 punti vendita monomarca.

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Torino Outlet Village: svetta l’obelisco dello shopping

“P

onte tra cielo e terra”: un obelisco alto 85 metri (nelle intenzioni dell’architetto Claudio Silvestrin sarebbero dovuti essere 111) e una promenade complessiva di 290, dove trovano posto circa 90 negozi monomarca con firme dal lusso al fashion, di caratura nazionale e internazionale. E siamo solo al primo step del Torino Outlet Village, ubicato a Settimo Torinese e inaugurato il 24 marzo alla presenza di Antonio Percassi, presidente di Gruppo Percassi, Victor Busser Casas, general manager di Arcus Real Estate, Gianluca Spinelli, amministratore delegato di Torino Outlet Village, Sergio Chiamparino, Presidente della Regione Piemonte, Vincenzo Barrea, consigliere della Città metropolitana di Torino, Fabrizio Puppo, Sindaco di Settimo Torinese e Claudio Silvestrin, architetto italiano autore del progetto. Il nuovo villaggio dello shopping con sconti fino al 70% per tutto l’anno, vanta un brand mix di alto profilo, grazie alla presenza di marchi prestigiosi come Adidas, Armani, Coach, Dsquared2, Ferrari, Gucci, Jil Sander, La Perla, Michael Kors, Nike, Roberto Cavalli, Trussardi, Ermenegildo Zegna e molti altri. Per quanto riguarda l’offerta ristorativa, si annoverano L’Hamburgheria di Eataly, Re Nero Caffè, Caffè e Bollicine, Casa Angelesi, Italia Gourmet e ancora Venchi, Lindt e C House Milano. Sotto il profilo architettonico, i 20mila mq di Gla, distribuiti su un unico livello (sotto al quale è ubicata un’ampia piastra di parcheggi) vedono la presenza di due lunghe gallerie a cielo aperto in pietra e calce bianca. Lo step successivo, come ha precisato Victor Busser Casas, vedrà la realizzazione di ulteriori 12mila mq di Gla, che sono già in fase di commercializzazione, con una prospettiva 140 negozi complessivi e l’apertura entro due anni. L’investimento per Torino Outlet Village, condiviso da Banca Intesa e da Banca Popolare di Milano, è stato superiore ai 100 milioni di euro.

KIABI: 2017 nel segno delle aperture

L

’Italia per l’azienda di abbigliamento francese KIABI rappresenta il terzo mercato dopo Francia e Spagna. E proprio nel Belpaese dallo scorso anno l’azienda ha iniziato un percorso di rinnovamento e innovazione. Dopo un 2016 caratterizzato dalle aperture, con il nuovo “KIABI Free”, e dal restyling di store già esistenti, a inaugurare a marzo la prima parte del 2017 è stato il rinnovato store di Roma presso il centro commerciale La Romanina. Successivamente, durante il mese di maggio, le città di Torino e Ravenna saranno protagoniste con l’apertura di due nuovi store “KIABI Free”: il 22 maggio KIABI aprirà le porte, con 1.600 mq, all’interno del nuovissimo centro commerciale Mondo Juve a Torino, e dopo pochi giorni, il 25, inaugurerà un nuovo punto vendita (1.500 mq) a Ravenna all’interno del centro commerciale ESP. Nella seconda metà dell’anno sono in programma altre due opening al Centro Italia e un nuovo punto vendita di 1.700 mq a Udine presso il principale shopping center friulano, Città Fiera.



r&f News La Rubrica legale

A cura di Cocuzza & Associati Studio Legale, Milano

Recente orientamento della Cassazione in materia di recesso per gravi motivi dal contratto di locazione.

C

ome noto, l’articolo 27 ultimo comma della Legge Equo Canone offre la possibilità al conduttore di recedere in qualsiasi momento dal contratto di locazione ad uso non abitativo, qualora ricorrano gravi motivi e purché comunichi al locatore la propria volontà di recedere con almeno sei mesi di preavviso. La facoltà di recesso del conduttore per gravi motivi è da sempre argomento spinoso per i conduttori ma anche e soprattutto per le proprietà.

Tale sentenza è stata ripresa anche da recenti sentenze di merito (Tribunale Milano, 29 febbraio 2016 e del Tribunale di Teramo 7 giugno 2016), nonché sostenuta di recente da autorevole dottrina (cfr. de Giorgi, Maffei, Marvasi “Obbligazioni e contratti – Le locazioni” 2015, Cedam).

Le modifiche introdotte dallo Sblocca Italia rendono oggi possibile la deroga a questa disposizione nei contratti di locazione con canone annuo superiore ai 250.000,00 euro, qualora le parti la negozino espressamente. Negli altri casi invece essa continua ad essere applicabile.

In tempi più recenti si sta tuttavia facendo strada un diverso orientamento della Cassazione, che si discosta da quello sopra esposto quanto al termine di riferimento nei confronti del quale deve essere valutata la sussistenza dei gravi motivi.

Ma in cosa consistono i gravi motivi che legittimano il recesso del conduttore e come sono stati interpretati negli anni dalla giurisprudenza?

Ed infatti è stato affermato che la ricorrenza dei gravi motivi che giustificano il recesso debba essere riferita, non già all’organizzazione aziendale del conduttore complessivamente considerata, quanto piuttosto allo specifico contratto di locazione per cui viene esercitato il recesso e alla specifica attività esercitata dal conduttore nell’immobile locato.

Analizzando le molteplici pronunce emanate dalla Corte di Cassazione in tema di recesso del conduttore per gravi motivi emerge un orientamento che è stato affermato in maniera pressoché unanime negli ultimi 20 anni. Tale orientamento considera grave motivo di recesso un insieme di fatti involontari, imprevedibili e sopravvenuti alla costituzione del rapporto locatizio che rendano oltremodo economicamente gravosa per il conduttore la prosecuzione del rapporto di locazione. La gravosità della prosecuzione deve avere, inoltre, una connotazione oggettiva, non potendo risolversi in una valutazione unilaterale di opportunità o convenienza effettuata dal conduttore in ordine alla prosecuzione del rapporto. I gravi motivi devono pertanto essere estranei rispetto alla volontà del conduttore. Secondo tale orientamento, la Cassazione ha spesso considerato grave motivo, che legittima il recesso del conduttore, un andamento della congiuntura economica, sia favorevole che sfavorevole all’attività di impresa - sopravvenuto e imprevedibile - tale da “rendere necessario un ridimensionamento dell’organizzazione aziendale del conduttore”. In particolare, in una sentenza del 2011 (Cass. n. 26711/2011) la Cassazione ha precisato in maniera chiara che la gravosità del rapporto locativo deve essere valutato in relazione alla dimensione globale dell’azienda, specialmente se sia di rilievo nazionale o multinazionale, verificando se il sopravvenuto squilibrio delle prestazioni sia tale da incidere sull’andamento complessivo dell’azienda, considerata nel complesso delle sue articolazioni territoriali.

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retail&food - aprile 2017

Viene quindi respinta l’opposta opzione interpretativa che, a fronte di una complessiva floridità aziendale, richiedeva al conduttore di restare vincolato a un contratto rivelatosi antieconomico, con il rischio che quest’ultimo vedesse ridotti i risultati positivi conseguiti in altri rami d’azienda. Al contrario, viene messo al centro della valutazione circa la congruità del recesso per gravi motivi il singolo contratto di locazione, il singolo negozio scorporandolo dal contesto di gruppo: in altre parole, se va male per motivi esterni SOLO quel negozio, ma NON anche tutti gli altri il recesso per gravi motivi dal relativo contratto di locazione è legittimo. Questo più recente orientamento, sostenuto per il momento dalla Cassazione in due sentenze (Cass. n.7217/2014 e Cass. n. 14365/2016) è certamente destinato ad avere una portata rilevante per i retailer. Peraltro, anche in altra sentenza del 2015 (Cass. n. 6820/2015) la Suprema Corte sembra aderire a questo orientamento affermando il principio che lo scopo dell’articolo 27 ultimo comma della Legge Equo Canone è quello di prevenire la crisi del conduttore e che sarebbe pertanto privo di senso negare al conduttore la facoltà di esercitare il diritto di recesso sino a quando non venga a trovarsi in stato di fallimento. Giulia Comparini


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Da oggi MyChef entra a far parte di AREAS, il marchio mondiale leader della ristorazione in concessione.


r&f News

Future Retailization no e-motions no sales

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fide, scenari e strategie del retail nel lusso-moda: questo l’oggetto dell’incontro intitolato “Future Retailization: no e-motions, no sales”, che si è tenuto il 2 marzo alla Milano Fashion Library, organizzato in occasione della pubblicazione del volume “Retailization”, scritto da Emanuele Sacerdote e pubblicato da Franco Angeli. All’evento, moderato dal direttore di retail&food, Andrea Aiello, sono intervenuti Alberto Pozzi, managing director retail di Accenture; Davide Castelvero, esperto di client engagement & CRM; oltre allo stesso autore del volume nonché founder & CEO di SoulSide, Emanuele Sacerdote. Motore di questa iniziativa sono state le dinamiche che vedono protagonisti i brand della moda: da quando hanno scelto di gestire direttamente i loro negozi e di considerarli strategici, c’è stata una costante e continua evoluzione dello scenario. A tal punto che ora il consumatore identifica sempre di più una marca non solo per i suoi prodotti ma anche in quanto retailer.

Lagardère grand opening a Fiumicino

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tre mesi circa dall’inaugurazione del nuovo Avancorpo E dell’Aeroporto Internazionale di Roma Fiumicino (vedi Dossier aeroporti di retail&food marzo 2017) c’è ancora tempo per una grand opening. Il 23 marzo scorso, infatti, l’airport mall ha accolto l’evento inaugurale dei punti vendita e dei ristoranti a firma Lagardère. Centinaia di invitati hanno ascoltato gli interventi di Gianluca Littarru e Fulvio Fassone, rispettivamente direttore generale e direttore commerciale di ADR, e dei vertici di Lagardère Dag Rasmussen, CEO di Lagardère Travel Retail, e Lucio Rossetto, CEO di Lagardère Italy. Rasmussen ha sottolineato il valore e l’importanza dell’intenso lavoro fatto in sinergia con ADR per realizzare una food court innovativa, con tre brand in grado di soddisfare il viaggiatore che vuole un ultimo assaggio di Italia con la pizzeria Farinella; quello che invece desidera qualcosa di esotico con Ajisen Ramen, brand di cucina cinese molto famoso in patria; infine Beercode, il brand ideato in Italia, per gli amanti del casual dining food e della birra. Ma non esaurisce nel food il lavoro di Lagardère a Fiumicino. Ha curato infatti, sempre nel nuovo avancorpo, 5 aperture di brand del lusso: Ermenegildo Zegna, Michael Kors, Montblanc store, Pandora e Sunglass Hut.

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Torino Outlet Village: la nuova esperienza di shopping firmata Arcus Real Estate

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Alla valorizzazione del territorio, Arcus Real Estate unisce l’impegno verso i propri brand partner che vengono seguiti in ogni fase dello sviluppo e gestione del progetto e verso i quali è garantita una costante attenzione, grazie a un team di professionisti guidati da Victor Busser Casas, general manager di Arcus Real Estate: «I nostri progetti sono il risultato di un grande lavoro di squadra, portato avanti con passione e determinazione da un team di professionisti, profondi conoscitori del mercato italiano ed europeo, che hanno saputo concepire gli Outlet Village della nostra collezione come vere e proprie destinazioni per lo shopping. La nostra forza consiste nella capacità di offrire ai clienti un’esperienza unica con la cura minuziosa di ogni aspetto del progetto: dal leasing, grazie al quale riusciamo a comporre un brand mix di alto livello, alla gestione, attraverso cui garantiamo sempre un elevato standard di servizi ai nostri visitatori, senza dimenticare il marketing che cura ogni aspetto della comunicazione e dell’offerta delle attività sia all’interno dell’Outlet Village che all’esterno. E infine, ma fondamentale per noi, le attività di marketing territoriale con cui riusciamo ad attrarre visitatori sempre più internazionali».

traversati da un ritmo regolare di alberi, un invito a passeggiare e vivere all’aria aperta. Ordine visivo, libere prospettive e facilità di movimento sono corollari a uno shopping piacevole ma anche stimolante grazie all’esperienza fornita dal muoversi negli spazi di un’opera di architettura contemporanea destinata a connotare il territorio. Un obelisco di 85 metri che si innalza dalla lunga facciata di fronte all’autostrada è ponte/metafora tra cielo e terra e assolve a diversi compiti come quello di segnalare l’ingresso dell’Outlet Village, fare da cerniera tra la nuova struttura e i territori circostanti e anche quello di “annunciare” con la sua presenza maestosa la prossimità della città di Torino. L’Architetto ha ideato una geometria inaspettatamente a prisma, a più facce, per creare giochi di luci e ombre inaspettati.

Torino Outlet Village è l’ultimo progetto firmato Arcus Real Estate, società della galassia Percassi fondata nel 2006 e specializzata nella commercializzazione e gestione di progetti immobiliari per il retail di lusso, outlet e full price. L’apertura di Torino segue quella di altri ben noti ed affermati progetti: Sicilia Outlet Village (2010) che conta oggi, dopo l’ampliamento della seconda fase nel 2014, oltre 140 boutique dei marchi più prestigiosi, e Orio Center che, con l’imminente inaugurazione della terza fase, diverrà lo shopping mall più grande d’Italia. L’expertise maturata negli anni e la capacità di anticipare i trend e adeguare la proposta alle sfide del mercato fanno di Arcus Real Estate il leader nel settore a livello nazionale e uno dei player più rilevanti nel panorama internazionale.

Comunicazione pubblicitaria

l più recente progetto di Arcus Real Estate, Torino Outlet Village ha aperto le sue porte al pubblico lo scorso 24 marzo. Un complesso di 20.000 mq, distribuiti su un unico livello a cielo aperto e attraversato da una promenade lunga 290 metri con ben 90 negozi delle migliori marche, tra cui Adidas, Armani, Coach, Dsquared2, Ferrari, Gucci, Jil Sander, La Perla, Michael Kors, Nike, Roberto Cavalli e Trussardi. Completano l’offerta un’accurata selezione di punti ristoro che si arricchisce con servizi esclusivi riservati alla clientela: dal valet parking alla possibilità di consultare un personal shopper, dalla spedizione a domicilio degli acquisti all’hands-free shopping. È inoltre prevista un’area dedicata al benessere e al beauty, e per chi avesse esigenze professionali, una business lounge di ultima generazione. L’Outlet Village, situato a Settimo Torinese a soli quindici minuti dal cuore di Torino e a dieci dall’aeroporto di Caselle, gode di una posizione strategica essendo al centro dei flussi di traffico che dal Nord Italia raggiungono Francia e Svizzera e viceversa. Il progetto, firmato da uno dei maggiori esponenti dell’architettura contemporanea, l’architetto italiano Claudio Silvestrin, propone un nuovo concetto architettonico ed esperienziale dell’outlet: l’impostazione ispirata al villaggio si evolve qui verso la formula della promenade e il segno dell’architetto, un minimalismo capace di rasserenare chi vive i suoi spazi, è il mezzo attraverso il quale i clienti sperimenteranno una nuova percezione, più rilassata e stimolante, dello shopping. Lo sviluppo orizzontale della struttura imprime un gusto architettonico moderno ma grazie a proporzioni classiche e materiali antichi, quali pietra e intonaco a calce, il progetto gode di una semplicità senza tempo. La promenade è caratterizzata da porticati at-


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r&f News opening Unieuro: marzo di aperture

Si amplia e si rinnova la rete di punti vendita Unieuro: sono stati aperti a marzo cinque nuovi store affiliati e molti altri sono stati oggetto di restyling. La prima tappa è stata il 4 marzo, con i negozi diretti: a Reggio Emilia, ha inaugurato lo store Unieuro in viale Martiri di Tien An Men, 2, che sostituisce quello situato in via F.lli Cervi 36, mentre gli store di Prato (via Berlinguer) e di Settimo Torinese (via Pier Luigi Nervi 12/14) hanno rinnovato completamente il proprio layout. Guardando ai nuovi opening, il 16 marzo è stata la volta dello store Unieuro di Gallicano, presso il Conad Superstore in via di Fondovalle, con 800 mq dedicati alla migliore tecnologia, mentre a Carbonia sono 600 i mq di esposizione Unieuro che attendono i clienti in via della Stazione. A questi si sono aggiunti due Unieuro City a Iglesias, in via Monsignor Saba, e a Senise, in zona Mercato area Artigianale. Il 24 marzo ha inaugurato poi un Unieuro City a Terni, in via del Modiolo 1, presso il Centro Commerciale Le Fontane. Sempre il 16 marzo hanno riaperto, con un negozio in linea con gli standard dell’insegna, gli affiliati di Palestrina (RM), con 400 mq dedicati alle migliori marche e gli Unieuro City di Goro (Fe) e Motta di Livenza (TV).

Diesel al Yangon Airport

l brand di lifestyle Diesel ha aperto il suo primo negozio in Birmania, in particolare al Yangon International Airport. Il 100 metri quadrati dello store rappresentano anche il primo monomarca nel travel retail asiatico con il nuovo concept, che è stato concepito in collaborazione con lo studio di architettura giapponese Wonderwall, diretto dall’interior designer Masamichi Katayama. Per il marchio italiano famoso in tutto il mondo per i propri jeans, in futuro si prospettano nuove aperture nel travel retail, canale che la stessa Diesel definisce “extremely crucial”, tra cui quelle già pianificate a Singapore, Waikiki e Guam.

Brugnato 5Terre Outlet Village, novità di primavera

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opo una stagione di saldi invernali particolarmente positiva che ha registrato un +40% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, Brugnato 5Terre Outlet Village riparte con nuovi brand consolidati dell’abbigliamento e un nuovo punto ristoro. Il General store, multi brand situato nella piazza, affianca alle collezioni di Polo Ralph Lauren già presenti, le linee uomo, donna e bambino di un altro marchio iconico e rappresentativo dell’american style: Napapijri, il brand di abbigliamento e accessori da viaggio. Dal 25 marzo è possibile acquistare nel nuovo monomarca Enrico Coveri le collezioni maschili, femminili, junior e accessori della storica griffe toscana made in Italy. Nei primi giorni di aprile aprirà all’interno dell’outlet village un altro noto brand di abbigliamento italiano: il total look giovane e femminile di Motivi, che fa capo al colosso di abbigliamento Miroglio. Altre new entry si susseguiranno più avanti nel corso del mese, tra

i brand già confermati Frankie Garage, una linea streetwear per ragazzi, e Pienza Sartorialist, che propone sartoria maschile. A inizio aprile anche l’offerta food del centro si arricchisce con la proposta gastronomica di Al Bacio: un incrocio tra un bistrot e un’osteria che propone una cucina salutare, con ingredienti della tradizione mediterranea e un design contemporaneo.

Illy cresce ancora negli States

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poche settimane dall’annuncio della prossima apertura in via Monte Napoleone a Milano, illy caffè ha inaugurato due nuovi punti vendita a San Francisco al 220 della centralissima Montgomery Street e al 90 di New Montgomery Street. Il marchio triestino porta così a 8 gli store presenti nella città californiana, proseguendo il proprio piano di espansione in territorio americano dove già presidia città come Chicago, Washington D.C., Detroit, Denver, Las Vegas, Los Angeles, Miami e Toronto. Situato nello storico Mills Building, nel cuore del distretto finanziario della città, il 220 di Montgomery Street è il punto vendita illy più grande di San Francisco, e riprende fedelmente i colori e gli arredi che hanno reso il brand triestino riconoscibile in tutto il mondo. All’interno dello store poi, è presente un negozio dedicato con una selezione di prodotti come l’espresso illy, le macchine da caffè, le edizioni limitate della illy Art Collection, i blend 100% Arabica e le linee di MonoArabiche affiancati dai prodotti del Grup-

Lo store al 90 di New Montgomery Street invece, rappresenta il profondo legame che da sempre illy ha con il mondo dell’arte e della creatività. Non a caso è situato nei pressi dell’Accademia delle Arti, dello “SFMOMA” - San Francisco Museum Of Modern Art - e di altre importanti istituzioni culturali, nonché vicino a Market Street, la via più vivace ed eclettica della città.

po Illy, la holding di proprietà della famiglia Illy, che include Domori Criollo, il cioccolato ultra premium e i tè di Dammann Frères.

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r&f News opening Geox al Pavilion di Kuala Lumpur A Kuala Lumpur presso lo shopping mall Pavilion, che vanta più di 30 milioni di visitatori l’anno, Geox ha inaugurato un nuovo store con una superficie di 110 metri quadrati. Questa apertura si aggiunge ai 7 store presenti nel Paese, di cui 3 a Kuala Lumpur, e ai 19 corner nei principali department store. Presso il punto vendita sono disponibili tutte le collezioni e le tecnologie brevettate Geox, dalla sneaker Nebula, con sistema di traspirazione 3D, alla Amphibiox, una linea di prodotto che assicura perfetta impermeabilità e traspirabilità in tutte le condizioni climatiche, e infine la linea kids dedicata ai più piccoli che ne accompagna ogni passo e movimento lungo tutto il percorso della crescita, confermando i suoi quattro principi cardine di benessere, qualità, comfort e stile. È inoltre disponibile la collezione abbigliamento uomo e donna, espressione della tecnologia traspirante brevettata Geox applicata al capospalla.

CIR food porta Let’s Toast al Puntadiferro

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rriva anche a Forlì, al centro commerciale Puntadiferro, il nuovo locale del Gruppo di Ristorazione CIR food. Sviluppata su una superficie di 130 mq, con 25 posti a sedere e 8 dipendenti, la toasteria “fast casual” Let’s Toast si trova nella food court dello shopping mall. E gli appassionati di toast potranno trovarvi un menu ricco di farciture originali, con oltre 30 varianti e 4 diversi tipi di pane: bianco, integrale e multicereali. Attenzione anche alla valorizzazione dei prodotti tipici del territorio regionale con il toast Romagnolo che abbina squacquerone, rucola e il prosciutto crudo di Parma Dop. Per i tradizionalisti c’è invece il toast classico con prosciutto e formaggio, ma chi vuole osare può puntare sul toast cotoletta o Bismarck (con uovo, bacon, salsa tartufata) e i più golosi il toast mortadella e zola. Completano l’offerta insalate miste, macedonie e smoothies di frutta. Dopo le aperture di Forlì e Udine, dove è stato inaugurato un altro locale lo scorso gennaio, Let’s Toast arriverà presto in altre città italiane, come ricorda Emilio Fiorani, direttore della Divisione Ristorazione Commerciale del Gruppo: «Apriremo 10 Let’s Toast in Italia entro il 2019 nel segmento del travel retail e nelle gallerie dello shopping, portando l’esperienza di un grande Gruppo come CIR food in luoghi di consumo veloce in cui la qualità fa la differenza».

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Eleventy in Canada e Svizzera

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l Gruppo Eleventy prosegue il piano di sviluppo retail e annuncia nuovi store all’estero e pop-up temporanei in Italia. È di pochi mesi l’apertura in Canada del corner Eleventy uomo, al terzo piano di Holt Renfrew, il principale department del lusso che ha sede nella città di Calgary. Le nuove collezioni abbigliamento e accessori sono esposte in uno spazio di oltre 35 mq, allestito secondo il concept delle boutique Eleventy, dove materiali naturali, come il legno, si alternano alle strutture tubolari in ferro delle appenderie e grandi tele ad olio, realizzate da artisti italiani contemporanei, fanno da sfondo alle pareti. Ed è, invece, di queste settimane l’inaugurazione in Svizzera del primo corner donna all’interno del department store Jelmoli, situato nella via del lusso di Zurigo, dove il brand era già presente con la linea uomo. Nel progetto di sviluppo di ampliamento retail, il gruppo milanese annuncia anche le aperture in Italia di un pop-up store uomo a La Rinascente di Milano (11-25 aprile) e di uno store temporaneo Eleventy uomo e donna nella boutique Arturo di Alassio (SV) (12 aprile – 2 maggio) che, per l’occasione, dedica due ampie vetrine al brand. Pagina VLM vert. B 156x178 +4 20-10-15.pdf 1 20/10/15 15:54

A Malpensa il primo Morellato a doppia insegna Morellato atterra a Malpensa con il primo negozio a doppia insegna Morellato e Bluespirit. Lo store, unico in Italia, conta una superficie di 60 mq e si posiziona nella shopping area del Terminal 1, che accoglie alcuni tra i più importanti brand di abbigliamento, calzature e accessori. Il concept del punto vendita è elegante e contemporaneo, coerente con il DNA del brand, e grande attenzione è stata conferita alla cura dei dettagli: un’ambientazione luminosa con due ampie vetrine e arredi che alternano superfici bianche lucide a proposte con tonalità più C calde e naturali. Modern touch per i lamM padari di design e il widescreen a parete. Il negozio ospiterà le principali collezioniY di gioielli e orologi Morellato, insieme ai preCM ziosi Bluespirit e alle creazioni firmate PhiMY lip Watch, Sector No Limits, Furla, Maserati, CY Trussardi, Scuderia Ferrari, Tommy Hilfiger e Cluse. Morellato è presente in Italia CMY con boutique monomarca a Milano, Roma, VeneK zia, Verona, Serravalle e Palmanova, mentre all’estero è distribuito in 45 paesi nel mondo con particolare concentrazione in Europa, Medio Oriente e Asia.

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r&f Parola di Massimo Moretti

Massimo Moretti, si è laureato in Economia Aziendale presso l’Università Bocconi di Milano nel 1994, con laurea firmata da Mario Monti. Dal 2008 lavora presso Beni Stabili SIIQ, dove attualmente è Direttore Portafoglio Retail e Responsabile Asset Management Sviluppo. Tra le sue precedenti esperienze lavorative si annoverano quelle di Responsabile Asset Management Retail presso Aedes SpA; Responsabile delle Attività di Locazione presso Carrefour Italia; Property Team presso Carrefour Italia e Team di Revisione dei Conti presso Reconta Ernst & Young. Nel 2014 è stato eletto Presidente del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali.

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Cncc: «Internazionalizzazione, dialogo con la politica e sfida online-offline»

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l timone del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali da luglio 2014, nonché head of retail portfolio di Beni Stabili SIIQ, Massimo Moretti ha tracciato per r&f le linee guida per il futuro dell’Associazione, di cui si ricandida a ruolo di presidente. Un percorso, quello impresso al CNCC, che corre parallelo alla ripresa del mercato italiano del retail real estate, con alcune tappe all’orizzonte tra cui spicca la seconda edizione di Mapic Italy (Milano, 16-17 maggio). In occasione della kermesse Moretti ha deciso di puntare, di concerto con Reed MIDEM e retail&food, sullo sviluppo del food nei centri commerciali. Innanzitutto, su quali valori l’immobiliare commerciale ha chiuso il 2016 e quali sono le prospettive per l’anno in corso? Per quanto concerne il real estate, nel 2016 il transato complessivo, escluso il residenziale, si è attestato sul valore record di 9,5 miliardi di euro. E il retail è una componente molto importante, che complessivamente ha totalizzato 2,8 miliardi. Il transato spinge anche lo sviluppo e nel 2016 abbiamo generato circa 350mila mq di nuova Gla mentre per il 2017 vediamo tra ampliamenti e nuove aperture altri 300mila metri quadrati. Si è tornati quindi su ritmi interessanti che danno il senso di un mercato vivace e sano. L’altro fattore significativo sono i rendimenti, che a Milano sono arrivati al 3,5% lordo, a dimostrazione che per il settore immobiliare high street la città meneghina è considerata tra le top location mondiali. Rispetto ai centri commerciali, per un prime oggi possiamo considerare un rendimento lordo tra il 5 e il 5,5% e mi aspetto che questo percorso non sia concluso a meno di fattori esogeni. Guardando invece al footfall e al sell out dei centri commerciali? Grazie alla Commissione Consultiva Ricerca produciamo due dati: le affluenze e le vendite generate dalle gallerie. Nel 2016 le prime sono state stabili, a quota -0,2% rispetto al 2015, quindi è stato anno sostanzialmente positivo tranne un picco negativo registrato in estate. Picco, dovuto probabilmente alle turbolenze politiche, che si riverbera anche sui fatturati, stabili con un -0,6 per cento. Sottolineo che contrariamente ai dati prodotti da Confcommercio o da Istat, i nostri denotano una capacità intrinseca forte del mercato, che si dimostra più resiliente nei momenti di crisi e maggiormente capace di anticipare i fenomeni positivi. Osservando la pipeline dei nuovi sviluppi, quali sono i più interessanti del 2017? Premesso che continua la prospettiva di progetti di una certa dimensione, fatto che ritengo importante,

sono molto curioso di vedere Adigeo (in apertura il 30 marzo, ndr) e CityLife. Il mall di Verona perché rappresenta in Italia il primo sviluppo di ECE, azienda con una forte presenza europea, e ci tengo a vedere cosa propone sia dal punto di vista immobiliare sia del tenant e del merchandising mix. CityLife, frutto del connubio tra Sonae Sierra e Generali, perché vanta una location particolare, urbana, a Milano. Credo che il centro commerciale urbano sia la tendenza degli sviluppi futuri e che la politica abbia interesse a sostenerli per molteplici motivi: la nostra capacità di creare sviluppo economico, i posti di lavoro e il recupero di aree dismesse. Parliamo di brand. Come valuta il 2016 in termini di nuovi arrivi in Italia e quali novità si aspetta per il prossimo futuro? Uno sforzo che ha fatto il CNCC, soprattutto tra il 2014 e il 2015, è stato di provare a colmare l’ampio gap dei brand internazionali presenti in Italia, fra l’altro siamo andati a Londra a Retail Connections per favorire una reale apertura del mercato e oggi credo che la macchina si sia avviata. Il dato più interessante del 2016 è certamente l’arrivo di Primark, che a mio avviso rivoluzionerà nuovamente il mercato del low price e per capirlo basta vedere le affluenze a Il Centro di Arese (MI), dimostrando la sua capacità di essere àncora. Guardando avanti, di particolare interesse è l’operazione di Starbucks in piazza Cordusio: sono davvero curioso di vedere questo esperimento e orgoglioso che vogliano realizzare il loro flagship europeo proprio a Milano. Tra le altre opportunità, si continua a parlare di Uniqlo, che dal mio punto di vista andrebbe a colmare una lacuna, per cui funzionerebbe molto bene. Ha toccato il tema del food, che nei centri commerciali è letteralmente esploso in questi ultimi anni… Secondo me è una tendenza inarrestabile, perché non può essere sostituito dall’e-commerce e perché alla qualità dell’offerta ristorativa si affiancano i vantaggi tipici degli shopping mall, che vertono sull’assioma good value for money, sulla comodità del parcheggio e sull’opportunità di soddisfare nello stesso luogo diverse esigenze. E dovremo ulteriormente enfatizzare quest’aspetto perché diventa una nuova àncora, ma per diventare attrattore occorre che, oltre al fattore qualitativo, si abbia una certa massa critica: per questo motivo credo che la tendenza dei prossimi anni sia quella di raddoppiarne gli spazi. Parlando invece del CNCC, quali progetti ha realizzato durante il suo mandato? Per darle dei numeri, complessivamente abbiamo realizzato 19 tra consigli direttivi e giunte esecutive, e

solo nel 2016 abbiamo organizzato 11 convegni, di qualità e molto partecipati con punte di 350 presenze; abbiamo lanciato delle nuove commissioni, tra cui quella Legale e quella Architettura, Tecnica e Sostenibilità, che stanno producendo numerosi contenuti. Sottolineo poi l’incremento del 30% dei soci, tra cui i recenti ingressi di KFC e Westfield, che ha generato un +160% delle risorse finanziarie. Ci siamo inoltre dotati di un ufficio stampa, e questo nel 2016 ha generato più di 200 articoli, e sono orgoglioso dei Retailer Awards, di aver portato dopo 12 anni la ICSC European Conference a Milano, del lavoro svolto con l’Agenzia del Demanio nonché dell’attività presso il Salone del Franchising, mirata a rendere i centri commerciali volano della crescita delle neo catene di franchising, come avveniva 20-30 anni fa. E ancora, a fine 2016 siamo stati accreditati all’Osservatorio Parlamentare sul Mercato Immobiliare, che coinvolge 100 parlamentari, nel quale siamo presenti all’interno della consulta con altre quattro associazioni. E quali progetti propone? Dovremo lavorare su tre ambiti: continuare sull’internazionalizzazione, per diventare sempre di più una finestra per l’Italia e sull’Italia sia per i retailer sia per il settore immobiliare; proseguire nel dialogo con la politica, perché un settore che genera 365mila posti di lavoro diretti e che fa ruotare 50 miliardi di fatturato complessivo merita delle attenzioni e può essere un enorme volano di sviluppo; e affrontare la grande sfida offline e online, che due anni fa ho definito “la terza rivoluzione del nostro settore”. In questo senso il CNCC deve essere capace di mostrare le nuove best practices e favorire una maggiore interazione tra i tre soggetti coinvolti: retailer, mondo immobiliare e fornitori di servizi. Parallelamente, vedo una gestione del CNCC meno verticistica, più aperta e partecipativa, nella quale sia importante la componente della delega. Infine, cosa dobbiamo attenderci per l’edizione 2017 di Mapic Italy? Dopo il successo del 2016, ci siamo ritrovati con Reed MIDEM per decidere come alimentare la spinta su questo evento. E cosa c’è di meglio del comparto food? Personalmente ho detto a Reed MIDEM di coinvolgere retail&food per la spinta che può dare a questo settore. Il prossimo 16 e 17 maggio al Superstudio Più ci saranno grandi occasioni di sinergie con operatori da tutto il mondo che verranno a vedere il food italiano anche per le loro foodcourt; quindi si avranno delegazioni più numerose che produrranno un arricchimento complessivo e una grande capacità attrattiva. Andrea Penazzi

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r&f Cover story

I nuovi signori delle Grandi e Cento stazioni italiane C

on due operazioni diametralmente opposte, privato e pubblico si separano sulla gestione dello sfruttamento economico delle attività commerciali nelle 14 grandi e nelle 103 medie stazioni ferroviarie italiane. In circa sei mesi, giugno/luglio 2016 - gennaio 2017, si sono esauriti gli iter che hanno portato da una parte Grandi Stazioni Retail, nata dallo spin off di Grandi Stazioni, a diventare di proprietà del consorzio composto dai fondi francesi Antin e ICAMAP insieme al gruppo Borletti, per una cifra vicina al miliardo di euro, e dall’altra Centostazioni a tornare al 100% di proprietà di FS Italiane, con il closing avvenuto il 30 gennaio. In casa Grandi Stazioni Retail, lo scorso 20 luglio il nuovo CDA ha nominato presidente Maurizio Borletti, che abbiamo intervistato prima al Mapic di Cannes a novembre (vedi articolo di resoconto fiera su r&f di gennaio/febbraio 2017) e poi nella sede di GS Retail a Roma Termini, per parlare principalmente del nuovo corso e del futuro del retail in questi contesti (vedi intervista alle pagg. 28 e 29). Mentre sul fronte di Centostazioni, l’uscita di scena del socio privato Archimede 1 (Gruppo Save), che deteneva il 40% del pacchetto azionario, ha prodotto le dimissioni dei componenti del procedente consiglio di amministrazione e la nomina da parte dell’assemblea del nuovo organo amministrativo. “Il nuovo Consiglio, che resterà in carica fino all’assemblea di approvazione del bilancio al 31 dicembre 2017, ha nominato Sara Venturoni quale nuovo amministratore delegato della Società”, ha reso noto la

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A sinistra, in primo piano Marco Achilli, direttore commerciale di Centostazioni

stessa Centostazioni con una nota. E tale operazione, che ha visto un corrispettivo economico di 65,6 milioni di euro, si inserisce in un progetto di più ampio respiro portato avanti da FS Italiane, che potrebbe cambiare il modo stesso di intendere la gestione delle stazioni, e non solo l’erogazione dei servizi: “Per le strategie FS - ha dichiarato l’amministratore delegato e direttore generale Renato Mazzoncini - si tratta di un passo decisivo verso la realizzazione di un network di Smart Station: oltre 600

stazioni gestite in modo unitario e destinate a diventare il cuore pulsante di un sistema di infrastrutture e servizi a mobilità integrata, come previsto dal Piano industriale 2017-2026”.

Le opening in galleria

Ma nel frattempo, guardando alle gallerie commerciali comprese nei rispettivi circuiti, non sono mancante le novità in termini di nuove aperture, in primis, e di ampliamenti degli spazi. Borletti in persona ci ha annunciato l’ingresso a Milano Centrale, en-

Milano Centrale - Galleria delle Carrozze

Napoli Centrale - Piazza Ipogea

Milano Porta Garibaldi

tro la fine dell’estate, di due brand debuttanti in questo canale: Obicà e il ristorante Maio Restaurant, quest’ultimo dotato di servizio al tavolo e attualmente presente sulla terrazza di La Rinascente a Milano. Mentre negli ultimi mesi del 2016 hanno trovato posto soprattutto i brand della ristorazione posizionati nella nuova Terrazza Termini: Eccellenze della Costiera, Fattorie Garofalo, Freetto, Fresco, Ham e La Crostaceria (di cui abbiamo documentato i listini nell’articolo di Osservatorio Prezzi alle pagg. 32 e 33). Nella seconda metà del 2016, sui binari 25-26, con ingresso diretto su via Giolitti, ha inaugurato Mercato Centrale Termini (vedi intervista a Umberto Montano, articolo di Case History alle pagg. 30 e 31). Complessivamente sono circa 100mila i mq di Gla presenti nelle gallerie commerciali delle 14 grandi

stazioni italiane, con un progetto di espansione che punta a raddoppiarli, e nelle pagine a seguire riportiamo il brand mix di ogni stazione. Sono circa 500mila, invece, frazionati in 103 gallerie, i metri quadrati su cui è impegnato dal 2015 Marco Achilli, direttore commerciale di Centostazioni: come anticipato a r&f nella lunga intervista pubblicata ad aprile 2016, la commercializzazione ha portato all’inserimento nel corso dei 12 mesi precedenti di numerosi brand sia food sia non food, con prime assolute per il canale. Si distinguono, partendo dalla ristorazione, le recenti operazioni di CIR Food a Parma con Chiccotosto e Saporito, che segnano l’ingresso dell’azienda nel travel retail - operazioni che potrebbero presto essere replicate - e le aperture nella stazione di Padova a settembre 2016 di Natoo Healthty Bar e Relay, format di food e travel essential sviluppati dalla francese Lagardère Travel Retail. Sul binario del non food, si segnalano invece la doppia operazione di Tiger Flying Copenhagen, che ha aperto nello scalo di Padova (aprile 2016) e più di recente a Milano Porta Garibaldi, dove ha fatto il suo ingresso anche Tally Weijl. A.P.

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r&f Cover story Tutti i brand nelle Grandi Stazioni BARI CENTRALE

Culture & Technology Giunti al Punto Restaurants C House Spizzico

BOLOGNA CENTRALE

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FIRENZE SANTA MARIA NOVELLA

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Jennifer Mango Tally Wejil Victoria's Secret Z Generation Food Conad Venchi Health & Beauty Farmacia Kiko Milano Ottica Nau Sephora Home Fioraio Tiger Restaurants Chef Express Don Nino Fratelli Cuore McDonald's + Bar

Milano Centrale Reale Segafredo Zanetti Espresso Spizzico + Tentazioni Cafè Vyta Santa Margherita Sport Nike GENOVA BRIGNOLE

Culture & Technology Giunti al Punto Hudson News Health & Beauty Salmoiraghi & Viganò Restaurants Bar - Pizzeria Chiosco Interbinari

GENOVA PRINCIPE

Bologna Centrale

Firenze Santa Maria Novella 26

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Culture & Technology Giunti al Punto Hudson News SBS Fashion Camomilla Italia Z Generation Health & Beauty Mac Restaurants Amor di Patata Bar Caffè Illy Il Bignè Mentelocale Bar Bistrot Mokà Puro Gusto Sen Sushi Express MILANO CENTRALE

Bags & Footwear & Accessories Mercedes-Benz Culture & Technology 3 Feltrinelli Hudson News Media World Tim Wind Fashion Berskha Boggi Calvin Klein Calzedonia Camomilla Italia Celio* Desigual Guess Mango Motivi Passi Italiani Pepe Jeans Tally Wejil

Victoria's Secret Yamamay Z Generation Zara Food Caramelleria Conad Venchi Gifts BlueSpirit Imaginarium Swarovski Health & Beauty Benessere Angelini Bottega Verde Farmacia Kiko Lush Mac Nyx Qc Terme Salmoiraghi & Viganò Sephora Yves Rocher Home Le Pietre Delle Meraviglie Restaurants A Café Arnold Coffe Bar Centrale Milano Bar Motta Bistrot Burger King + Corner Bar Caffè Panzera Gelateria e Cioccolateria Juice Bar Lubar McDonald's Mignon Mokà Panbrioche Panino Giusto Pizzeria/Bar Puteca Puteca – Rossopomodoro Roadhouse Grill Rossopomodoro Segafredo Zanetti Espresso Streetoast The Meatball Family Time Cafè Vyta Santa Margherita Wok Sport Nike

NAPOLI CENTRALE

Bags & Footwear & Accessories Fedon Culture & Technology Casa Musicale Ruggiero Feltrinelli Hudson News Tim Entertainment Game Express Fashion Gutteridge Mango Motivi Parfois Z Generation Food Conad Lindt Sweet Vesuvio Zucchero Gifts Napoli Swarovski Health & Beauty Bottega Verde Farmacia Mac Ottica Lama Wjcon Home Tiger Restaurants Burger King Caffè Toraldo Chef Express Eccellenze Di Amalfi Fattorie Garofalo Pizzeria/Bar Tentazioni Cafè Time Cafè Vyta Santa Margherita Sport Foot Locker Nike Napoli Piazza Ipogea

Bags & Footwear & Accessories Carpisa Fashion Camomilla Italia Candida Cotton&Silk Desigual Ovs, Denim Lounge, Ovs Kids Provenzale Yamamay Food Strega


Torino Porta Nuova Gifts Rebecca Health & Beauty Lama Optical Mia Make-Up Home Kasanova Restaurants 100 Montaditos Fattorie Garofalo Napoli Street Food Sport Aw Lab

Palermo Centrale

Restaurants Chef Express

Roma Termini

Bags & Footwear & Accessories Calergi

Venezia Santa Lucia Eastpak Fedon Geox Guess O Bag Parfois Piquadro Culture & Technology Borri Books Euronics H3g Hudson News Sbs Tim Vodafone Wind Department Stores & Luxury Coin-Oviesse Kids

Roma Termini

Entertainment Game Express Health City Fashion Benetton Calvin Klein Underwear Calzedonia + Intimissimi Camicissima Camomilla Italia Celio* Desigual Mango Pepe Jeans Sisley Tally Weijl Victoria's Secret Yamamay Z Generation Food Conad Confectionary Conti D'agostino Coop Despar Grom Venchi Gifts BlueSpirit Carina Bijoux Cartoleria Borri Discover Roma Hub Imaginarium Swarovski Tech 2 Go Thun Health & Beauty Benessere Angelini Capaldoottica (Greenvision) Equilibrio Farmacia Kiko L'occitane En Provence Mac Optissimo Salmoiraghi & Viganò Sephora Wjcon Yves Rocher Home Tiger Bottega Verde Cruciani Ferrarelle Havaianas L'angelica Magnum E Algida O Bag

Restaurants A Café Bianco E Nero Chef Express 1 (Bar Panineria) Chef Express 4 - Bar Ferrovie Chef Express 7 - Bin. 1 Ciao Ristorante Eccellenze Della Costiera Exquisitaly Fattorie Garofalo Freetto Fresco Gusto + La Piazza (Chef Express 3) Ham Holy Burger Juice Bar Juice Bar + Gourme La Crostaceria Lavazza McDonald's Mercato Centrale Roma Termini Srl Mokà Bar+Gourmé Mokà Cafe' Foodhall Momento Mr Panino Outdoor Café (Autogrill) Roadhouse Grill Rosso Sapore Spizzico Spizzico Bin.24 (Box Provv) Vyta Santa Margherita Wok Sport Foot Locker Nike ROMA TIBURTINA

Bags & Footwear & Accessories Full Spot Culture & Technology Edicola Giunti Al Punto Fashion Camomilla Italia Celio* Cotton&Silk Desigual Tally Weijl Food Zucchero Health & Beauty Farmacia Mac Parafarmacia Wjcon Home Tiger

Restaurants Chef Express Farmers Gourmet - Mokà - Rosso Sapore Grom Gusto - Mokà - Mr Panino Numbs Sport Aw Lab Torino Porta Nuova

Bags & Footwear & Accessories Full Spot Culture & Technology Feltrinelli Hudson News Tim Unieuro Fashion Benetton Boggi Calzedonia Desigual Mango Motivi Sisley Donna Tally Wejil Tezenis Z Generation Food Venchi Gifts BlueSpirit Imaginarium Health & Beauty Farmacia Kiko Milano Salmoiraghi & Viganò Sephora Inbox Restaurants A Café Chef Express I'amme La Piadineria McDonald's Mignon Old Wild West Segafredo Zanetti Espresso Time Cafè Vyta Santa Margherita Gtt Sport Nike Venezia Mestre

Culture & Technology Akai Giunti Al Punto Hudson News

Health & Beauty Mac Restaurants Chock Full O'nuts McDonald's + Bar Puro Gusto

Venezia Santa Lucia

Bags & Footwear & Accessories Full Spot Culture & Technology Giunti Al Punto Hudson News Wind Fashion Boggi Calzedonia Desigual Health & Beauty Mango Pimkie Sephora Tally Wejil Z Generation Food Venchi Gifts Moleskine Health & Beauty Kiko Milano L'occitane En Provence Mac Home Muji To Go Tiger Restaurants F30 Grom Maccario Tentazioni Cafè Vyta Santa Margherita Sport Nike Verona Porta Nuova

Culture & Technology Feltrinelli Hudson News Wind Fashion Cotton&Silk Desigual Health & Beauty Kiko Milano Restaurants Bar Spizzico

Elaborazione Edifis Intelligence su dati GS Retail

retail&food - aprile 2017

27


r&f Intervista esclusiva

Il futuro di Grandi Stazioni Retail targato Maurizio Borletti «Profilazione della clientela, omnicanalità e nuovi spazi. Con Mercato Centrale, la segmentazione dell’offerta food è già realtà. In futuro spazio al lusso»

L

a scrivania in legno massiccio che apparteneva al nonno ha appena trovato dimora negli uffici ai piani alti di Roma Termini, e non poteva ricevere collocazione più adatta vista la monumentalità della principale stazione capitolina. Al di là, Maurizio Borletti, ex Rinascente, nominato presidente di Grandi Stazioni Retail nel luglio del 2016, quando la cordata da lui rappresentata ha vinto la gara indetta da Ferrovie dello Stato. GS Retail, nata dallo spin off di Grandi Stazioni, ha in concessione l’affidamento a lungo termine delle convenzioni per il diritto di sfruttamento economico degli spazi commerciali e pubblicitari delle 14 più grandi stazioni ferroviarie italiane. L’offerta da circa un miliardo di euro, per la precisione di 953 milioni, per gestire lo sfruttamento di questi spazi (al momento circa 100mila mq di Gla) rende l’idea di quanto sia cresciuto il business del travel retail “lungo i binari” negli ultimi 10/15 anni, da quanto cioè si è messo in moto il processo di riqualificazione degli immobili con l’obiettivo di inserirvi attività retail food e non food. L’incontro con il numero uno di GS Retail ha avuto l’obiettivo di fare il punto sullo stato dell’arte e di mettere a fuoco i principali obiettivi che cambieranno nei prossimi anni il modo di fare e concepire lo shopping in questi luoghi, che da snodi di traffico per i viaggiatori diventeranno sempre più delle destinazioni commerciali all’interno delle rispettive città. Come nasce questa avventura? Da una chiamata ricevuta da uno dei 28

retail&food - aprile 2017

futuri consoci, nella quale mi ha chiesto se sarei stato interessato a partecipare alla vendita di Grandi Stazioni Retail che era stata organizzata come un’asta. Ho scoperto poi che quella era la cosiddetta “fase 2” perché i discorsi sulla vendita erano iniziati quasi un anno prima. Quindi sono arrivato un po’ in corsa, ma con un bagaglio di esperienze che mi ha permesso di capire rapidamente l’interesse in Grandi Stazioni. E tale interesse sorge da una visione più ampia di come, a mio parere, sta cambiando profondamente il mondo del retail per effetto della digitalizzazione.

Ma le stazioni sono spazi fisici per definizione, che hanno tuttora ben poco di digitale… Sono tra quelli che credono ancora nel retail fisico, poi evidentemente ci sono categorie come il food che continueranno a esistere indipendentemente. Ma penso anche che si stia rapidamente procedendo verso una polarizzazione delle location, in favore di quelle che per attrarre flussi trascendono dal solo shopping, e in questo senso individuo tre categorie: innanzitutto le stazioni ferroviarie e gli aeroporti, ma anche le stazioni marittime, che hanno un traffico obbliga-

to e questo sarà un elemento chiave non solo nel mantenerne la vocazione commerciale ma anche per favorirne lo sviluppo; la seconda è data da quelle in cui si vuole essere per svago o per piacere, come per esempio i centri città, soprattutto in Italia dove sono di grande pregio; infine le località turistiche. In tale scenario le stazioni vantano un ulteriore privilegio: sono il posto più accessibile di una regione, perché tutti i mezzi pubblici convergono in questo snodo di transito, specialmente nella fase attuale in cui sempre di più si parla di mobilità multimodale. E se aggiungiamo che in Ita-


Cover story lia si sta completando la rete dell’Alta Velocità… Come valuta il livello del retail ad oggi nelle grandi stazioni italiane? Il trend generale che le ho appena descritto ha portato a interessarmi a questo canale perché vi leggo un momento molto interessante di cambiamento, date le opportunità che sono di gran lunga superiori rispetto a 20 anni fa quando è nata Grandi Stazioni. La qualità della clientela permette evidentemente un merchandising mix ben più sofisticato e ci tengo a ritagliare un capitolo a parte per il food, rispetto al quale oggi c’è un capitale straordinario di concetti: una volta non esistevano, o meglio esistevano nel senso che di bravi ristoratori in Italia ce ne sono sempre stati ma questo non bastava per essere presenti in un posto come la stazione in cui l’operatore deve essere in grado di soddisfare determinati vincoli operativi. La rivoluzione del food degli ultimi 10 anni consiste nell’aver creato un nuovo mondo: storicamente avevamo i vari McDonald’s e i fast food classici, operatori essenziali che hanno un bagaglio di esperienza molto ampio e che tuttora funzionano estremamente bene, ma se si voleva servire una fascia superiore si incontravano molte difficoltà; mentre ora c’è un’offerta sempre più interessante ed è qualcosa che si sta sviluppando in tutto il mondo. E non solo gli italiani stanno cambiando nell’approccio al consumo del pasto fuori casa ma anche i turisti stranieri. Quindi per il food vede già una sufficiente segmentazione dell’offerta? A mio avviso c’è spazio per una segmentazione dell’offerta in virtù del fatto che esiste una fascia di consumo molto più alta che è diventata, sta diventando e sempre di più diventerà un possibile target in stazione. E nella gastronomia direi che siamo già in grado di soddisfarla: un concetto come Mercato Centrale è la dimostrazione che si può fare (vedi intervista alle

pagg. 28 e 29). Poi nelle varie stazioni lo spazio è limitato quindi è ovvio che si debbano compiere delle scelte. Mentre sul non food a che punto siamo? Sul non food la questione è un po’ diversa: innanzitutto è necessario capire se la piattaforma commerciale presente nella singola stazione ha le caratteristiche per diventare una destinazione in sé oppure no. Questo dipende principalmente da due fattori: la dimensione fisica e la disposizione dei metri quadrati. Per esempio a Gare Saint-Lazare a Parigi ci sono 12mi-

possono coprire tutte le categorie, altrimenti bisogna rimanere su soluzioni di impulso che toccano maggiormente il cliente in transito. Per quanto riguarda i marchi del lusso, ci state pensando? Ho ricevuto richieste da marchi di ogni livello, compresi quelli del lusso. Purtroppo oggi abbiamo dei contratti che scadono un po’ a macchia di leopardo, per cui possiamo affittare singole unità ma non effettuare azioni di area. Lo zoning è una leva che vogliamo attuare ma che prende del tempo, anche se faremo di tutto per accelerare. Più fa-

la mq di spazi commerciali, che sono pochi per diventare in sé una destinazione, ma sono ben disposti in un rettangolo razionale su tre livelli - uno al piano metropolitana, uno strada e l’altro ferro - e di fianco ci sono Passage du Havre, altri 20mila mq o forse di più con Fnac, e i Grandi Magazzini: quindi il potenziale commerciale del quartiere è enorme. A Milano Centrale, al contrario, ci sono 30mila mq di spazi retail ma sono talmente frazionati da diventare poco pratici. Quindi Milano Centrale, anche se ha quasi tre volte lo spazio commerciale di Saint-Lazare, rappresenta meno una destinazione commerciale perché è meno fruibile. Per rispondere alla sua domanda, una volta che una stazione diventa un polo di destinazione si

cile sarà lavorare sulle aree di nuova commercializzazione. Esiste una stazione di riferimento a cui vi ispirate? Le stazioni giapponesi sono quelle dove il concetto è espresso meglio. In particolare quella di Osaka è straordinaria e tutta la zona in cui è inserita vale circa 4 miliardi di euro di fatturato retail. Ma va specificato che l’intero quartiere è stato sviluppato e non solo l’interno della stazione. In Europa questo approccio è stato in parte seguito a Londra, per esempio nella rinnovata St. Pancras International. Su quali driver state lavorando, o lavorerete, per potenziare le performance del retail nelle stazioni? Se si riuscisse a sviluppare, e speriamo di farlo soprattutto con gli opera-

tori ferroviari, una collaborazione mirata a mettere in comune certi dati sul traffico, tecnicamente si potrebbero conoscere i flussi e condividerne le informazioni con i retailer, che a loro volta potrebbero sviluppare un CRM super mirato. Ci sono ovviamente vincoli importanti ma stiamo lavorando per trovare un sistema che non sia lesivo della privacy. E sempre con i viaggiatori, soprattutto i pendolari, si potrebbe lavorare molto con il mobile commerce. Penso ad esempio al click & collect… Il pendolare arriva la mattina e riparte la sera: se gli si creasse un contesto corretto, quando è nel treno all’andata potrebbe effettuare il suo ordine e il retailer avrebbe tutta la giornata per impacchettare e fargli trovare pronta la merce acquistata. Arrivando alla Gla di nuova realizzazione, su quali progetti state mettendo mano? Fin dal piano industriale di Grandi Stazioni pre-vendita è previsto uno sviluppo ambizioso degli spazi, che al momento dell’acquisto di GS Retail indicava all’incirca il raddoppio dei medesimi. Quindi l’obiettivo di aumentare i mq resta e per noi è fondamentale. Gli spazi che sono già stati contrattualizzati li stiamo sviluppando pezzo a pezzo e, mentre ce ne sono alcuni che riteniamo meno interessanti o che potrebbero diventarlo se si verificassero determinati cambiamenti, ne stiamo individuando altri che non erano previsti e che potrebbero essere integrati. Concludiamo quindi con le prossime aperture, figlie del nuovo corso di Grandi Stazioni Retail. Entro la fine dell’estate avremo due novità a Milano Centrale: Obikà e Maio, entrambi alla prima esperienza nelle stazioni. In particolare Maio, ristorante sulla terrazza di Rinascente, è l’unico che conosca in grado di effettuare una media di 7 o 8 servizi al giorno. Andrea Penazzi

retail&food - aprile 2017

29


r&f Case history

Mercato Centrale Termini: più urban che travel

In questa pagina, Mercato Centrale Termini. Nella pagina a fianco, Mercato Centrale Firenze

I

l 23 aprile del 2014, a pochi passi dalla Basilica di San Lorenzo nella storica struttura eretta nel 1874 dall’architetto Giuseppe Mengoni, apre al pubblico Mercato Centrale Firenze. Dalla tradizione culinaria locale allo street food, un concept ideato da Umberto Montano e realizzato con Claudio Cardini per trasformare il tipico mercato cittadino di Firenze in una nuova destinazione del gusto. Minimo comune denominatore, la qualità del cibo garantita da artigia30

retail&food - aprile 2017

ni specializzati, per un’offerta declinata su una superficie di 3mila mq con 500 posti a sedere, 12 botteghe, ristorante, pizzeria, birreria e tanto altro. Lo scorso anno, nel 2016, i visitatori sono stati circa 3 milioni. E sempre nel 2016, il 5 di ottobre Mercato Centrale è sbarcato a Roma Termini nella suggestiva location della Cappa Mazzoniana, realizzata negli anni ’30 dall’architetto Angiolo Mazzoni: 2.000 mq a vista sul livello binari, interamente dedicati al pubblico, e 500 al piano inferiore impegnati nella logistica, a garanzia di spazi sufficienti per esprimere tutto il potenziale di Mercato Centrale. A circa cinque mesi dal nuovo taglio del

nastro, con Umberto Montano abbiamo parlato dell’ingresso nel canale del travel retail, con l’obiettivo di capire su quale binario è arrivato e verso quale destinazioni ripartirà lo sviluppo del concept fiorentino. «Il progetto Mercato Centrale parte da un assunto: la cucina italiana è la più buona del mondo e i veri protagonisti sono gli artigiani, coloro i quali il cibo lo producono con le mani. E se sono entusiasta del fatto che in Italia esistano uomini capaci di essere artisti nel settore del cibo, al contempo vi è delusione nel pensare come questi grandi protagonisti nel sistema di diffusione della conoscenza della cucina italiana siano destinati a scom-

parire perché gli affitti nei centri cittadini sono ormai improponibili per una bottega artigianale. In particolare il progetto Mercato Centrale prende in esame questo momento di debolezza della condizione della cucina italiana e fa di tutto per esaltarla, attraverso un concept che si propone di diffonderne la conoscenza più e meglio che può. E quindi aggrega queste risorse, le mette sotto il cappello di Mercato Centrale e le guida attraverso un’attività operativa che nel caso di Firenze e di Roma risulta essere un progetto di successo». Cambiando rispetto a Firenze la tipologia di location, a Roma Termini il concept è stato modificato? La deluderò o la impressionerò dicendole che è assolutamente lo stesso, identico. Il progetto rimane quello di produrre qualità e metterla a di-


Cover story sposizione del pubblico, convinto come sono che la qualità paga sempre: quando la gente viene a contatto con la qualità, che sia in un centro commerciale o nel centro cittadino oppure in una stazione ferroviaria, l’apprezza e la paga per quello che vale. Ha citato i centri commerciali… Effettivamente stiamo aprendo un Mercato Centrale in uno shopping mall, a I Gigli di Campi Bisenzio (FI), dove disporremo di poco più di 2mila mq e il concept sarà esattamente lo stesso. Quella sarà la terza sfida che chiude il triangolo di verifica, per capire se Mercato Centrale possa piacere effettivamente a tutti. Io stesso so che in quel contesto il target differente potrebbe imporre una rettifica del progetto qualitativo, ma non lo modifico e raccolgo questa sfida: portare la qualità all’interno di un centro commerciale. Il fatto che I Gigli sia lo shopping centre più visitato d’Italia immagino abbia influito sulla sua scelta. Quando vi aprirete? Ci stiamo già lavorando e credo saremo pronti entro la metà di maggio. La proprietà (Eurocommercial Properties, ndr) nel quadro di ammodernamento di I Gigli ha considerato Mercato Centrale come un asset in grado di ampliare la gamma di offerta e noi abbiamo colto con piacere questa opportunità anche perché ci è stata trasferita con un entusiasmo che indubbiamente porta a fare bene. Tornando lungo i binari di Termini, come e quando è nato il progetto con Grandi Stazioni (oggi Grandi Stazioni Retail)? Ho incontrato i dirigenti di Grandi Stazioni nella seconda metà del mese di

quelle più idonee e sfidanti per sperimentare la crescita di questo concept. Grandi Stazioni disponeva di uno spazio decisamente penalizzato all’interno di Termini, Cappa Mazzoniana che era un luogo chiuso da anni per effetto di un fallimento. Noi abbiamo da subito considerato prioritaria la costruzione di un progetto che fosse rivolto alla città e la location si prestava particolarmente: a dimostrazione il nostro ingresso principale

maggio del 2016, da lì l’inizio delle trattative, a metà di giugno il contratto firmato, a luglio la consegna delle chiavi e il 5 di ottobre abbiamo aperto. Si può definire quindi un incontro di passione spinto dall’interesse che Mercato Centrale Firenze ha suscitato tra i professionisti del settore del food, forte di 1,5 milioni di visitatori nei primi sei mesi di attività saliti poi a 3 milioni nel 2016. Una volta divulgato tale successo, abbiamo ricevuto numerose proposte e abbiamo scelto

è su via Giolitti, non sulla galleria centrale della stazione, e l’85% del pubblico che serviamo è romano, mentre solo il 15% è composto da viaggiatori e turisti. Però intercettare il traffico dei viaggiatori di Termini significherebbe attingere a un bacino potenziale di 150mila persone al giorno… In futuro dovremo essere più bravi a comunicare all’interno di Termini per portare un maggior numero di viaggiatori a vedere questo luogo, anche se, a pochi mesi dall’apertura, siamo entusiasti dei risultati. Per citarle qualche dato, lunedì 6 marzo, un normale giorno feriale, sono entrate 7mila persone mentre il sabato precedente ben 15mila. Quali gli obiettivi di flussi annui? Sicuramente supereremo il milione e mezzo. Quindi numeri inferiori a Firenze… Certamente perché la dimensione è

inferiore. Nel Mercato Centrale comanda la dimensione: più è grande e più aggrega. Sabato scorso a un certo punto abbiamo dovuto chiudere gli ingressi. D’altronde quando le code davanti alle botteghe diventano antipatiche la gente se ne va. Inoltre per noi più aumenta la presenza di pubblico più si abbassa lo scontrino medio, che si attesta sui 10 euro, perché non siamo più in grado di servire tutti. Ma questo è il prezzo del successo e a me piace che sia così. L’errore che non dobbiamo mai commettere è calare la qualità dei prodotti quando ci sono grandi numeri, piuttosto è meglio servire un piatto di meno. Ma tale problema non capita perché l’asset principale di Mercato Centrale è disporre di una forte specializzazione per compartimento nella produzione dei piatti. Per Roma Termini si è parlato di un investimento superiore ai 4 milioni, me lo conferma? Sì, circa 4 milioni. Tanto costa realizzare Mercato Centrale. Mentre il contratto con GS Retail è di locazione? Esatto, per una durata di circa 20 anni. Ripensando ai viaggiatori in stazione, che servizio offrite a chi ha esigenza di mangiare velocemente? Dal crostino con il burro francese salato e un’acciuga del cantabrico che costa 2,50 euro all’aragosta che il pescivendolo può cucinare alla brace per 40 euro. Non manca nulla. Inoltre a Termini c’è da mettere l’accento sul fatto che abbiamo introdotto un ristorante stellato a prezzi da mercato, Oliver Glowig, due stelle Michelin, con prezzi sotto i 40 euro a persona per il pasto completo. Infine, come valuta il rapporto con la nuova proprietà di Grandi Stazioni Retail? I clienti più assidui del nostro ristorante sono proprio loro, Borletti, Mereu e il loro staff, che mi hanno dichiarato, e non temo smentite, che Mercato Centrale è un po’ il loro fiore all’occhiello nel mondo del food. Andrea Penazzi

retail&food - aprile 2017

31


r&f Osservatorio prezzi

I listini di Roma, Milano e Torino

MILANO CENTRALE FOOD Caffè

Autogrill (Bistrot) 1,00

‘A Puteca Rossopomodoro 0,70

Vyta Santa Margherita 1,00

Cappuccino

1,50

1,50

1,30

Caffè decaffeinato

1,10

0,70

1,10

Croissant base

1,20

1,00

1,10

Panino più economico

4,00

3,50

4,90

Panino più costoso

5,50

4,90

4,90

Toast

n.d.

n.d.

n.d.

Acqua Pet 50 cl

1,20

1,20

1,20

Coca Cola Pet 50 cl

2,50

3,00

2,50

Spremuta d’arancia

2,80

n.d.

2,90

* previsto solo servizio al tavolo - ** servito con “bocconcino di gelato” - *** bottiglia in vetro da 33 CL

ROMA TERMINI La Crostaceria

Fresco

Ham

Caffè

1,00

1,00

1,00

Eccellenze della Costiera 1,00

Cappuccino

1,40

1,50

1,50

1,50

Caffè decaffeinato

1,20

1,20

1,20

1,30

1,10

Croissant base

1,00

1,20

1,30

1,20

1,20

Panino più economico

4,50

4,00

10*

4,00

3,80

Panino più costoso

5,90

4,90

16,00

5,00

4,80

Toast

n.d.

n.d.

n.d.

n.d.

2,90

Acqua Pet 50 cl

1,00

1,00

1,20

1,00

1,30

Coca Cola Pet 50 cl

3,50

2,80

3,00

2,80

2,50

Spremuta d’arancia

3,50

3,00

3,00

3,00

2,70

FOOD

S

ull’asse dell’Alta Velocità ferroviaria, nel mese di marzo abbiamo acquisito un significativo e rappresentativo campione di listini, sia food sia non food, a Milano Centrale, Roma Termini e Torino Porta Nuova. Tutte e tre gestite da Grandi Stazioni Retail. Fatte le debite proporzioni tra le differenti location, le stazioni in oggetto esprimono un’offerta commerciale che copre diverse tipologie di necessità e fasce prezzo, con una maggiore segmentazione e differenziazione soprattutto nello scalo capitolino dove lo scorso anno è stata inaugurata la prima ala di Terrazza Termini: migliaia di mq dedicati alla ristorazione. E così, soprattutto per quanto riguarda il food, di fianco ai grandi operatori (da Chef Express ad Autogrill) sono sorte numerose proposte con un accento anche locale. Sottolineiamo che la rilevazione non copre la totalità dei marchi e non ha valore statistico. A.P. 32

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Milano Centrale Jeans donna

Roma Termini Torino Porta Nuova Milano Centrale

Camicia uomo

Roma Termini Torino Porta Nuova Milano Centrale

Trolley bagaglio a mano

Roma Termini Torino Porta Nuova Milano Centrale

Ombretto

Roma Termini Torino Porta Nuova Milano Centrale

Sneaker uomo

Roma Termini Torino Porta Nuova

Motivi 39,00 Coin 39,90 Motivi 39,00 Pepe Jeans 70,00 Coin 39,90 Sisley 32,00 Guess 160,00 Coin 98,00 Yves Rocher 9,95 Coin 1,99 Bottega Verde 8,99 Nike 60,20 Benetton 49,95 Training Station 60,00

Mango 19,99 Sisley 49,00 Mango 29,99 Celio* 25,99 Sisley 32,00 Desigual 79,95 Carpisa 39,99 Roncato 69,00 n.d. NYX 2,90 Mac 18,00 Sephora 9,90 Zara 25,95 Nike 56,70

Tutti i prodotti sono da intendersi come primo prezzo nel PDV; in blu i prezzi più bassi per categoria, in rosso quelli più elevati

Autogrill 1,00 1,40

Desigual 79,95 Benetton 39,95 Desigual 79,95 Boggi 59,00 Benetton 34,95 Boggi 59 Roncato 69,00 Carpisa 59,99 Revlon 11,60 Revlon 11,60 Kiko Milano 2,50 Bershka 25,99


Panino Giusto*

Sarf

2,50**

1,00

Chef Express (Mokà) 1,00

3,00

1,60

1,50

2,50**

1,30

1,20

Mignon

Streetoast

Lubar

McDonald’s

1,00

1*****

0,90

1,10

Pasticceria Panzera 1,10

1,50

n.d.

1,50

1,30

1,00

n.d.

1,20

1,10

Arnold Coffee

PanBrioche

1,00

1,00

1,50

2,80

1,50

1,30

n.d.

1,20

n.d.

1,30

1,10

0,80

n.d.

1,50

1,00

1,30

n.d.

1,50

4,80

3,50****

4,40

n.d.

n.d.

n.d.

1,00

4,50

5,00

3,90

15,00

4,50****

5,20

n.d.

n.d.

n.d.

5,40

6,50

6,00

7,90

5,50

3,50

n.d.

n.d.

4,00

n.d.

1,40

4,00

4,50

n.d.

2,00

1,90

1,40

1,20

1,00

1,50

1,20

1,50

1,30

1,50

3,50***

2,50

2,90

2***

2******

3***

n.d.

3,00

n.d.

2,50******

n.d.

3,50

3,10

n.d.

3,00

4,00

2,80

3,80

3,80

3,50

Edifis Intelligence

Cover story

**** Burger King 1 € il panino più economico e 5,90 € quello più costoso - ***** caffè americano - ****** lattina

0,90

1,00

Mercato Centrale Termini 1,00

1,10

1,00

1,00

Chef Express (Mokà) 1,00

1,50

1,20

1,50

1,50

1,30

1,30

1,60

1,50

1,50

1,50

1,20

n.d.

1,40

1,20

1,20

1,10

1,50

1,10

1,00

1,20

1,10

n.d.

1,30

1,20

n.d.

1,10

1,30

1,20

0,90

1,10

3,70

1,00

4,50

n.d.

n.d.

3,90

4,50

4,10

n.d.

4,20

5,20

5,40

6,20

n.d.

n.d.

4,90

6,20

4,80

n.d.

5,30

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1,40

n.d.

n.d.

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n.d.

2,70

n.d.

3,90

McDonald’s

Freetto

Vyta Santa Margherita 1

TORINO PORTA NUOVA

Fattorie Carofalo 1,10

Fattorie Garofalo

Autogrill Mignon

2**

1,00

1,20

1,50

1,50

1,20

1,30

1,20

1,10

1,40

2,90

n.d.

2,80

2,50***

2,50****

2,50

3,00

2,50

n.d.

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3,10

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3,50

3,00

n.d.

2,90

3,00

2,80

n.d.

2,80

Edifis Intelligence

Chef Express (Mokà) 1,00

* hamburger - ** bottiglia da 75 CL - *** lattina - **** bottiglia in vetro da 33 CL

Tally Wejil 12,99 Pepe Jeans 95,00 Tally Wejil 19,99 Zara 19,95 Camicissima 49,90

Calzedonia 29,95 Mango 17,99 Calzedonia 25,95 Bershka 12,99

Bottega Verde 9,99 Yves Rocher 7,95

Kiko Milano 1,40 Wycon 2,90

n.d.

Camomilla Italia 49,90 Tally Wejil 12,99 Sisley 49,00 Desigual 79,95

Pepe Jeans 99,00 Desigual 79,95

MAC 18,50 Sephora 9,90

Sephora 9,90

Zara 19,95

Guess 79,90

Calvin Klein Jeans 99,90

Bershka 12,99

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r&f

STAR TREK footwear

Destinazione

Geox

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La novità è la tecnologia per il casual Sono passati circa 25 anni da quando Mario Moretti Polegato, mentre passeggiava sotto il sole del Nevada, sentendo caldo ha bucato la suola delle sue scarpe inventando così ‘la scarpa che respira’, sviluppata poi in una piccola azienda calzaturiera di famiglia, mettendo a punto una nuova tecnologia per le suole in gomma. Dopo aver proposto la sua invenzione alle più affermate aziende di settore, Moretti Polegato decide di fare da solo. Nel 1995 si mette in proprio e parte con la linea da bambino con il marchio Geox (Geo dal greco terra e X simbolo di tecnologia e high tech). Il boom è immediato e dalla linea junior, con il perfezionamento del brevetto che permette al piede di traspirare senza lasciare passare l’acqua, passa all’universo senior con una gamma di prodotti uomo (prima) e donna (poi), considerato il mercato movettelto più ostico perché orientato allo stile di quello maschile. La regola del successo è un prodotto basico, funzionale, con una componente tecnologica importan-

te: novità assoluta per il settore delle calzature casual, aggiungendo negli anni al comfort il design tipico del Made in Italy. Insomma da un’idea bizzarra in cui nessuno credeva, si è arrivati in qualche anno a sessanta brevetti depositati per ‘suole bucate’ (di cui una ventina applicati in produzione) con una membrana che consente la traspirazione al piede. In mezzo la sponsorizzazione del team della Red Bull, nel periodo in cui la faceva da padrona in Formula 1, con la realizzazione delle scarpe dei piloti Mark Webber e Sebastian Vettel. Una grande sfida tecnologica per un marchio casual (per lo sport c’è la controllata Diadora) con l’obiettivo di fare delle scarpe confortevoli che diano benessere e igiene ai piedi: un ribaltamento della logica imprenditoriale che considerava le calzature principalmente moda.

Da una suola bucata a 1.161 insegne worldwide Oggi Geox è un impero: 4.700 addetti diretti a metà dell’anno scorso (+500 circa sul 2014) e 25 società controllate. L’azienda di Polegato fa affari (65% circa del fatturato) worldwide in più di 110 paesi e le scarpe che respirano sono presenti sugli scaffali di circa 10mila negozi multimarca e più di 1.160 negozi a insegna del Gruppo di Montebelluna. E ormai il brand non vende più solo calzature, ma da qualche anno è un player importante anche nel lifestyle, dal momento che il 9% delle vendite è apparel (il 91% footwear). Il 2016 sottolinea la vocazione internazionale del marchio veneto: -3,9% di ricavi sul mercato domestico che scende anche in proporzione di due punti, mentre sale del 5,6% l’Europa che si attesta sul 44% del giro d’affari complessivo (trainata dai successi in

Geox in pillole Data di nascita

1995

Proprietà

Quotata alla Borsa di Milano. Controllo del 71% della LIR della famiglia Moretti Polegato

Sede

Montebelluna (TV)

Management

Mario Moretti Polegato, Presidente; Gregorio Borgo, Amministratore delegato, Enrico Moretti Polegato, Vice presidente

Business

Realizzazione e commercializzazione footwear & apparel.

Brand

Geox

Distribuzione

1161 insegne Geox worldwide di cui 352 in Italia.

Fonte aziendale

A

nno nuovo vita nuova, recita un vecchio proverbio. Mauro Moretti Polegato, patron di Geox, peso massimo della scarpa (prima in Italia e terza nel mondo) l’ha preso alla lettera e a gennaio ha sostituito nel ruolo di Amministratore delegato Giorgio Presca con Gregorio Borgo, uomo d’industria con una carriera tutta spesa in Pirelli. Il fondatore del colosso veneto non è nuovo a rotture repentine di questo tipo. Così come con Presca, assunto cinque anni fa per imprimere una svolta di redditività all’azienda, è finita come col suo predecessore. Il peso del patron si fa sentire: la LIR, finanziaria della famiglia Polegato con il fondatore all’85% e il resto al figlio Enrico, presidente di Diadora (acquisita tra il 2009 e il 2010) e vice presidente di Geox controlla il 71% di Geox (quotata in Piazza Affari dal 2004), lasciando il 29% al mercato. Potrebbe essere l’inizio di un nuovo corso per l’azienda di Montebelluna (TV), il cui titolo ha cominciato a crescere da novembre. Il presidente fa sapere che alla base dell’avvicendamento al vertice c’è lo sforzo di penetrazione sul mercato asiatico, oltre che alla necessità di riaffermare il concetto di managerialità, mutate le dimensioni e il ‘peso’ della società. Di certo Geox vuole ritornare a essere profittevole con margini importanti come in passato e quindi aumentare la redditività a favore degli investitori. La società trevigiana, infatti, non è più quella tigre da Borsa di qualche anno fa, ma tra alti (molti) e bassi (pochi) si è strutturata per diventare un vero e proprio peso massimo del settore lifestyle con quasi un miliardo di fatturato.


Geox Shops per area Geografica (giugno 2016)

Fonte aziendale

GB, Russia e Paesi dell’Est). Cala anche il Nord America (-3,4%), mentre il resto del mondo vola con un +12% (con una positiva inversione di tendenza nelle vendite in Cina). Interessante anche la situazione della rete distributiva: i negozi monobrand, 1.161 alla fine dell’anno scorso, sono in contrazione rispetto ai 1.225 di fine 2014 ma in parità sul 2015 (complessivamente 104 nuove opening nell’anno). Di questi 455 sono a gestione diretta, mentre i quasi 700 restanti in franchising. La rete di proprietà è esclusiva in Nord America con 48 insegne, mentre Europa e Italia viaggiano sulle 350 insegne a mercato (di cui la metà in Europa in franchising e poco meno di 2/3 nel Belpaese), mentre negli altri paesi i DOS sono il 25% dei 415 negozi monobrand. I ricavi della rete retail diretta si attestano sul 41,2% dei ricavi del Gruppo con un -2%, in leggera contrazione sullo stesso periodo dell’anno prima: trend confermato anche nel franchising (14,9% del complessivo e -5,2% anno su anno). A gonfie vele va invece il wholesale: +11,7% con il 43,9% dei ricavi sul complessivo (erano 40,5% nel 2015), anche grazie agli ottimi risultati della raccolta ordini per la stagione primavera/estate 2017 e a una solida performance nei principali mercati, unita a un trend positivo an-

so e il 2015 si è chiuso a 874,3 milioni con un buon +6,5% sull’anno prima. Il trend positivo parte dal primo semestre del 2016: 450 milioni di ricavi con un +5,5% sui primi sei mesi del 2015 e con un EBITDA a +4,9 per cento. Negli ultimi mesi dell’anno però la macchina ha rallentato e il 2016, poi, si è chiuso con un giro d’affari di 900,8 milioni (+3% sul 2015 con Russia e i paesi dell’Est Europa sugli scudi, ma bene anche Austria, Svizzera e Gran Bretagna), con la solita ottima performance dei multimarca in un aumento del 12 per cento. Sale il costo del venduto e scende di conseguenza il MOL a 47,7% sui ricavi (era al 51,6% nei 12 mesi prima) mentre l’EBITDA si ferma a 47,6 milioni contro i 61,8 dell’anno

re chiede sempre più capi di vestiario che siano dotati di un surplus, che nel caso di Geox è rappresentato da comfort, innovazione e tecnologia: cioè valore aggiunto rispetto Ricavi per canale (2016) Ricavi per area (2016) ai concorrenti. Poi, in linea con il piano industriale, bisognerà vedere sia il consolidamento della leadership nei mercati core (Italia e UE) sia come sarà la crescita nei mercati emergenti e in quelli con elevato potenziale come UK, USA, Fonte aziendale Russia e Cina. E proprio su Pechino bisognerà capire precedente, in diminuzione di quasi che nell’ex Celeste Impero. Senza paril valore aggiunto del nuovo AD, che due punti percentuali sui ricavi. Peglare delle vendite online che sono creper Pirelli ha lavorato molto con quelgiora anche la Posizione finanziaria sciute di oltre il 30 per cento. E sembra le aree. Il ritmo previsto per arrivare netta che va in negativo di 35,9 milioproprio che Geox si stia muovendo in all’obiettivo di fatturato (il piano inni: i dividendi per azione proposti sadirezione di una razionalizzazione dedustriale prevede ricavi tra i 1.025 e ranno di 0,02 euro. Insomma, per dirla gli sforzi e dei costi nel canale retail, i 1.100 milioni nel 2018) è un tasso di con le parole del fondatore, nella Treche sta dando soddisfazioni minori di crescita del 6,5% con una redditività vigiana hanno ‘corso tanto e quando quelle attese. che si dovrebbe attestare attorno al cresci così se rallenti tutti si stupisco10 per cento. E sul piatto ci sono 35 no’ . Intanto però la società rimane soCon zero debiti si punta milioni annui di investimenti. La chiulida, redditiva e, nonostante il freno tisulla redditività sura del 2016 oggettivamente non è rato, senza particolari problemi finanInsomma a Montebelluna non piace stata in linea con i progetti di svilupziari. In rampa di lancio ci sono nuove stare con le mani in mano, perché se po: ed ecco che il cambio al timone progetti che strizzano l’occhio all’ecoè vero che la crescita è rallentata ridella nave si può comprendere con la sostenibile, come le scarpe New:Do. spetto al ritmo incredibile del passanecessità di accelerare da subito all’iLa direzione è tracciata, anche perché to, il fatturato dei primi nove mesi del nizio dell’anno. in un momento di contrazione del po2016 segna un netto +4,3% su quello David Montorsi tere di acquisto medio, il consumatodello stesso periodo dell’anno scor-

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r&f Brand analysis

Zuiki cresce e si rifà il look

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(metratura, assortimento, esposizione dei prodotti)? O g g i Z u i k i , i n u n’o t t i c a d i comfort-shopping, prevede ambienti spaziosi, progettati su superfici dai 500 ai 1000 mq, moderni, fashion e sofisticati, pronti a garantire una maggiore profondità di assortimento delle proposte in esposizione. Il nuovo layout include, oltre alla riprogettazione del concept store in termi-

ni di quadratura e di restyling della parte visual, anche un’operazione di re-branding del logo. Privilegiati i centri commerciali e i centri storici delle città, con sensibile attenzione all’integrazione tra il layout dei punti vendita e le caratteristiche architettoniche delle location scelte. Declinate i format in base al canale (centri commerciali, outlet, aeroporti, stazioni

ferroviarie, high street)? Non abbiamo nessuna differenza in base al canale, quindi i format rimangono gli stessi per tutte le location. Cambiano i vostri format se la gestione del negozio è diretta o in franchising? I format di apertura dei nuovi punti vendita rimangono gli stessi sia che si tratti di aperture dirette sia di aperture in franchising.

Il brand in pillole Anno di nascita del brand Proprietà Core business Headquarter Giro d’affari Paesi di sviluppo Canali di sviluppo (centri commerciali, outlet, aeroporti, stazioni ferroviarie, high street) Numero di punti vendita in Italia e complessivo Numero di punti vendita diretti in Italia e complessivo Numero di punti vendita in franchising in Italia e complessivo Numero di aperture nel 2016 Numero di aperture nel 2017 a oggi e in previsione entro fine anno

2003 Ennepi srl Total Look donna e uomo Cis di Nola (NA) 130 milioni di euro (2016) Italia High street, centri commerciali, outlet e stazioni ferroviarie Oltre 130 75 58 8 new-opening e 21 re-opening. 4 aperture già effettuate: una new opening a Udine presso Terminal Nord e tre re-opening: CC “Emisfero” di Perugia, CC “Aurelia Antica” di Grosseto e CC “Il Carro” di Mirabella Eclano (AV)

Rielaborazione © Edifis Intelligence

A

d appena 14 anni dal suo ingresso nel fashion system italiano, il brand di moda Zuiki, di proprietà della Ennepi srl, ha raggiunto risultati notevoli, per aver saputo interpretare e anticipare i gusti e le preferenze di un ampio segmento di mercato, realizzando una moda accessibile e originale. Il brand ha chiuso il 2016 con il raggiungimento di importanti traguardi: un forte piano di espansione in Italia e l’incremento di fatturato. Otto new opening su tutto il territorio nazionale, ventuno re-opening (tra ampliamenti e restyling) sono i numeri del business plan realizzato nel 2016, con un fatturato di circa 130 milioni di euro, in crescita del 20% rispetto al 2015. Abbiamo analizzato la crescita e la strategia di questo brand, il cui quartier generale è a Nola, intervistando Antonio Nacchia, direttore sviluppo real estate di Zuiki. Quali sono le caratteristiche più importanti dei vostri format di punto vendita


Preferite sviluppare la vostra rete con pdv diretti o in franchising? Secondo quali logiche vi orientate per gli uni o per gli altri? Prediligiamo un’apertura franchising laddove esista una maggiore capacità direzionale del partner franchisee: tale valore aggiunto è misurabile sulla base dei principali KPI del partner. Tra questi sicuramente di primaria importanza sono la solidità economica e la capacità manageriale. In mancanza di ciò, prediligiamo un’apertura di tipo direzionale. Quali tecnologie (sistemi di pagamento contactless, illuminazione a Led, sistemi di videosorveglianza, wi-fi, digital mirror, ecc) inserite nei vostri punti vendita? Sistemi di pagamento “Contactless”, conta-persone, illuminazione a Led, Led wall, auricolari per il personale di vendita, rete wi-fi e la radio aziendale. Come è cambiata negli anni la vostra strategia di sviluppo? Si è passati dalla ricerca di spazi di piccole dimensioni (150mq circa) quasi esclusivamente in strutture commerciali, a location con format più ampi (500/1000 mq), andando a includere le vie commercialmente più importanti delle principali città italiane e introducendo nella collezione anche il total look uomo. Quali sono le ultime e le prossime aperture? Tra le ultime aperture: a dicembre il primo flagship store a Roma in Via del Corso, uno spazio vendita di quasi 500 mq, insieme ai nuovi store di Napoli, via Luca Giordano, Salerno presso il centro commerciale Le Cotoniere e Udine al Parco Commerciale Terminal Nord con uno store di c.ca 800mq e la riapertura a Perugia nel centro commerciale “Emisfero” di un nuovo spazio ampliato. Tra le prossime aperture, invece, da fine marzo il nuovo store a Verona nella nuova struttura commerciale Adigeo, Venezia nel sestiere Cannaregio, nella provincia pisana di Pontedera sulla via

Matteotti, a Sorrento su corso Italia, a Ravenna nella nuova area commerciale del centro ESP che aprirà a maggio e il nuovo store a Reggio Calabria nell’ex Teatro Siracusa. Tra le re-opening sono da menzionare quelle di Fonti del Corallo a Livorno, Metropolis a Rende (CS), Forum a Palermo, Aprilia2 nell’omonima città, Cinecittà2 a Roma ed infine Centro Sicilia nella provincia di Catania. Disponete di un canale e-commerce? Come approcciate le vendite online e con quali riscontri? Come si affiancano tali strategie con il più classico brick & mortar? L’ingresso del brand nel mondo dell’e-commerce è previsto entro

ZUIKI stravolge il concetto di stagionalità e rivoluziona le tempistiche con cui il sistema creativo e quello produttivo, in maniera tempestiva, riescono a rispondere alle richieste del mercato. Puntiamo a una rapida rotazione dei prodotti negli store anche con capsule collection come ad esempio quelle realizzate in licensing con i più grandi colossi cinematografici americani, tra cui Disney e Warner Bros da cui nascono periodicamente mini collezioni straordinarie in edizione limitata, ispirate a personaggi evergreen e serie cult come Alice nel Paese delle Meraviglie, Wonder Woman, Star Wars, e l’ultimo La Bella e La Bestia. Inoltre, dal 2016 l’azienda si è aper-

Antonio Nacchia

il primo semestre del 2017. Questa operazione rafforzerà i canali di vendita in Italia, consentendo di acquistare online tutte le collezioni ZUIKI e di fare shopping senza limiti geografici o di tempo. Ogni quanto cambiano le vostre linee?

ta ad altri segmenti di mercato, non esclusivamente femminili, estendendo la propria formula vincente al mondo young e uomo con le linee You e Man. Avete vinto il Cncc Retail Award 2016, cosa secondo voi ha fatto la differenza

portandovi alla vittoria? Un piano retail, ben strutturato e strategicamente vincente che ha visto otto new opening su tutto il territorio nazionale, ventuno re-opening (tra ampliamenti e restyling) nel 2016, con un fatturato di circa 130 milioni di euro (2016), in crescita del 20% rispetto al 2015 e un risvolto positivo anche sul piano occupazionale, con un incremento di circa il 25 per cento. Inoltre, la particolare attenzione che abbiamo dedicato allo sviluppo degli spazi vendita, con il lancio del nuovo concept architettonico. Quali sono i punti cardine della vostra strategia di crescita? Un prodotto in continua evoluzione e un prezzo molto competitivo; rapporto diretto con la produzione; costanti promozioni e continui flash di collezione che rinsaldano il legame di fiducia che i clienti instaurano con il punto vendita, trovando disponibili capi sempre nuovi. Quali i progetti per il futuro? Il piano di sviluppo proiettato al 2018 conta 35 new opening, 60 riqualificazioni di punti vendita esistenti e il lancio del progetto Travel Retail, con l’apertura di nuovi store nelle principali Stazioni Italiane. Con il nuovo piano di espansione puntiamo a raddoppiare il fatturato entro il 2018. S.M.

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r&f Dossier shopping mall taglio nastro

Le Cotoniere negozi e spazi da vivere Da opificio che ha segnato la storia della città campana a luogo a vocazione commerciale, con oltre 27mila mq di Gla e quasi 100 negozi, più spazi verdi attrezzati per oltre 37mila mq. In un secondo momento, il progetto da 140 milioni di investimento ubicato in zona Fratte, si completerà con ulteriore retail, residenze e uffici

P

er decenni la famiglia Wenner era solita scendere con la propria carrozza dalla collina, attraversare l’Irno e recarsi nella palazzina in stile liberty ubicata di fronte all’opificio, da dove lo dirigeva. Nei prossimi mesi la palazzina tutelata dalla Soprintendenza sarà donata al Comune di Salerno e diventerà sede/museo della storica società Manifatture Cotoniere Me-

ridionali (MCM). E laddove c’era l’opificio, parte delle volte di fabbrica sono state smontate, messe in sicurezza e rimontate, a formare un elegante passaggio coperto, di colore bianco, che conduce dal giardino della palazzina all’ingresso (posteriore) del nuovo centro commerciale Le Cotonierie. La piazza antistante tale entrata, impreziosita da palme e giochi d’acqua, nonché dotata di un’area attrezzata coperta per bambini (in fase di completamento), sarà uno dei due spazi esterni destinati a ospitare gli eventi con l’arrivo della bella stagione. L’altra grande superficie deputata a questa funzione è la terrazza panoramica da 2.500 mq situata al piano secondo, accessibile sia dalla foodcourt sia da un

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r&f Dossier shopping mall taglio nastro

percorso esterno, motivo per il quale diventa a tutti gli effetti l’ingresso aggiunto dello shopping centre. Ma prima di entrare con la nostra descrizione nel mall, che siamo andati a visitare lo scorso 13 marzo, a poco più di tre mesi dal taglio del nastro, è doveroso citare il parco verde attrezzato realizzato in copertura al silos multipiano, dotato di panchine e illuminazione, di fruizione pubblica.

Tutto lo spazio esterno e la galleria interna vedranno nei prossimi mesi l’implementazione dell’arredo urbano, che contribuirà a rendere il sito un vero e proprio polo di aggregazione per la cittadinanza, non solo finalizzato allo shopping ma anche al divertimento (grazie al ricco programma di eventi) e al relax. Un progetto quindi, quello di Le Cotoniere, che nasce con l’obiettivo di restituire

alla collettività uno spazio di grande valore storico, preservando la forza lavoro (ad oggi sono circa mille le persone impiegate nei negozi), con protagonisti l’ex presidente degli industriali di Napoli, l’imprenditore Gianni Lettieri, e la società Le Cotoniere Spa. L’investimento profuso, pari a 140 milioni di euro sostenuti da Unicredit, è comprensivo del raddoppio della viabilità an-

Il progetto in pillole Data di apertura Investimento Promotore Commercializzazione Gestione Progettazione Località Localizzazione Tipologia GLA: Parcheggi Livelli commerciali Medie superfici Unità ristorazione Totale unità (piccole, medie e grandi superfici) Àncora alimentare/Gla Classe energetica

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6 dicembre 2016 140 milioni di euro Le Cotoniere Spa CBRE CBRE Studio ELT Fratte (Salerno) Periferica Centro commerciale/medie dimensioni 27.750 mq 2.750 (coperti) 3 11 10 94 Conad Superstore / 3.700 mq A

tistante il lungo fronte del mall, su via Dei Greci, oltre che della realizzazione di due rotonde. Da sottolineare che il progetto è stato avviato nel 2003 e che, dopo un lungo iter autorizzativo concluso positivamente grazie anche al parere favorevole dell’allora sindaco Vincenzo De Luca, è stato portato a compimento in circa 24 mesi di cantiere. Impegnata sin dall’inizio nella commercializzazione, che ha subito un’accelerazione in concomitanza all’avvio dei lavori, e nella gestione, la società CBRE ci ha mostrato passo dopo passo i plus del nuovo intervento immobiliare commerciale. In particolare CBRE ha sottolineato che “il centro commerciale Le Cotoniere rientra nel piano di riqualificazione dell’area ex MCM ed è parte integrante del piano generale di valorizzazione urbana e ambientale dell’intera zona di Fratte, posta a nord della città e fulcro di un articolato sistema di infrastrutture (in futuro, a poche centinaia di metri, dovrebbe sorgere il casello autostradale di Salerno nord, ndr). Lo shopping mall si insedia su di un’area distribuita in 102.750 mq coperti e 37.250 mq di aree verdi e parchi; si colloca nel contesto urbano con particolare attenzione alla qualità geografica del territorio e la costruzione di nuovi accessi alla zona, grandi aree verdi, piazze, residenze (previsti 220 appartamenti, ndr) e uffici definiscono nel loro insieme un vero e proprio quartiere cittadino. “Il centro - ha sot-


tolineato ancora il gestore - è stato aperto il 6 dicembre 2016 e ha registrato circa 212mila persone nella prima settimana, mentre dall’apertura (a inizio marzo, ndr) il flusso ha superato ampiamente il milione di presenze”. L’obiettivo dichiarato è di portare a Le Cotoniere un footfall di 5 milioni di visitatori l’anno.

Retail: nuovi arrivi sulla piazza Sei ingressi, la maggior parte dei quali distribuiti sui lati perpendicolari al

lungo fronte stradale, rendono la galleria estremamente permeabile. In particolare il silos multipiano, composto da ben sette livelli per un totale di 2.750 posti auto, collega attraverso “uno spazio di decompressione” dotato di numerose pedane mobili tutti i tre piani commerciali (2 per ogni livello di parcheggio più uno cieco). Prima di varcare ogni bussola, sono in fase di completamento degli allestimenti sulle pareti che mirano a “raccontare” attraverso testi e immagini evocative la storia del sito e dell’opificio.

All’interno, il progetto di merchandising del centro elaborato da CBRE ha previsto a piano terra una serie di attività e servizi (agenzia di viaggi, lavasecco, sartoria, area bimbi, parafarmacia, parrucchiere, telefonia) a corredo dell’àncora alimentare a insegna Conad (3.700 mq di Gla - Pac2000A, una delle prime unità commercializzate) e la prevalenza delle medie superfici: Maisons du Monde (1.860 mq), Deichmann (420 mq), Cisalfa (1.200 mq), Expert (oltre 2.200 mq) e Scarpamondo (circa 730 mq). Il

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r&f Dossier shopping mall taglio nastro livello intermedio e quello secondo sono invece destinati allo shopping: OVS (1.230), H&M (2.630 mq), Zuiki (510 mq), Benetton (560 mq), Clayton (circa 400) e Cotton&Silk (circa 400) sono i brand con le unità di maggiore dimensione. “L’obiettivo dell’attività di leasing - ha spiegato ancora CBRE - è stato quello di inserire insegne di livello internazionale e nazionale accanto

a operatori locali, già attivi sul territorio e conoscitori della clientela. In generale l’offerta di Le Cotoniere si colloca in una fascia di qualità/prezzo intermedia, in linea con gli standard del mercato, creando una proposta di fashion affordable e di servizio alla città. L’apertura entro la fine di aprile del negozio a insegna Tally Weijl al primo piano costituirà un ulteriore inserimento di livello internazionale”. Da segnalare alcuni nuovi ingressi sulla piazza di Salerno, come Maisons du Monde (il secondo nella Regione) e Flying Tiger Copenhagen sul 42

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fronte non food, mentre su quello della ristorazione si annovera Cioccolatitaliani. Il connubio sempre più stretto tra libro e food ha portato (ancora una volta) Mondadori a sperimentare: in questo caso grazie all’affiliato di C House Cafè e di Mondadori appunto, che ha realizzato un inedito negozio di libreria/caffetteria ubicato al secondo livello. Per equilibrare i flussi tra un lato e l’altro,

oltre che sui diversi piani della struttura, CBRE ha posizionato gli anchor store sui lati opposti (come nel caso di OVS e H&M, che è l’unico punto vendita distribuito su due piani con collegamenti interni). Al momento sono in fase di commercializzazione 3 o 4 unità, che CBRE si riserva di commercializzare “con i giusti tempi” al fine di inserire marchi di particolare appeal. Focalizzando l’attenzione sull’offerta di ristorazione, questa si compone di una decina di attività collocate principalmente al secondo piano,

con un affaccio sul grande dehors esterno. La proposta è variegata e cerca di soddisfare le diverse esigenze della clientela: sono presenti la gelateria Foodup, il ristorante etnico giapponese Kikko Sushi, la Yogurteria, il self-service con cucina tradizionale Mediterraneo e tre unità di ristorazione a tema: Old Wild West, McDonald’s e Toastiamo. A completamento il già citato C House CafèMondadori Bookstore, che accoglie la clientela in un ambiente caldo e particolare che abbina la lettura all’intrattenimento. Al piano primo Cioccolatitaliani, con un’offerta più particolare e curata per i clienti che fanno shopping, e a quello terreno un bar con una proposta veloce. Tra i servizi, invece, il wi-fi gratuito in tutta la galleria, baby parking custodito, nursery, carrelli per bambini, trasporti pubblici di collegamento e cassette postali. E non mancano gli eventi: oltre alla campagna creata ad hoc per l’apertura al pubblico, il centro è stato teatro di un ricco calendario di iniziative. Le operazioni commerciali si alternano a quelle di intrattenimento e animazione, senza dimenticare il coinvolgimento di associazioni ed enti territoriali per radicarsi sempre più nel bacino, che nei 30 minuti è stato stimato in oltre 820.000 abitanti. Da segnalare la presenza, di fronte alla palazzina liberty, di un edificio oggetto di lavori che ad oggi ospita il Bingo e in un secondo momento accoglierà una media superficie retail. Adiacente a tale struttura è in fase di cantiere un ulteriore parcheggio multipiano.

Conclusioni La cura maniacale dei dettagli esterni, a partire dal recupero e dalla valorizzazione delle antiche strutture dell’opificio sino al verde attrezzato sia davanti alla facciata posteriore sia in copertura, evidenzia la volontà del promotore e della progettazione di creare un luogo urbano di aggregazione, nel quale l’anima commerciale è centrale ma non l’unica. La seconda parte del progetto di recupero dell’ex-area MCM vedrà infatti sorgere strutture residenziali per circa 200 appartamenti, uffici e ulteriori spazi verdi, a cui si aggiungerà la già menzionata media superficie retail esterna. Per incrementare ulteriormente i flussi dentro il mall, il tempo di permanenza e quindi i consumi (soprattutto l’acquisto di impulso) sarà importante a nostro avviso caratterizzare ulteriormente le gallerie con l’inserimento di soluzioni che possono variare da istallazioni di carattere temporaneo, all’inserimento di nuove tecnologie di engagement, sino al completamento dell’arredo urbano. Infine, la zona foodcourt trarrebbe beneficio da una maggiore verticalità dei volumi, così come, nel medesimo livello commerciale, sfruttare le altezze per alzare le vetrine dei negozi darebbe più visibilità alle insegne, in linea con gli attuali trend di mercato. A.P.


Negozi sicuri anche in stazione con Hikvision Per garantire la fruizione di immagini ad alta definizione anche in presenza di sistemi di videosorveglianza preesistenti a scarsa qualità, Hikvision mette a disposizione degli strumenti per integrare le più moderne tecnologie mantenendo l'infrastruttura presente ed assicurando la reversibilità degli impianti, per garantire sempre il massimo ritorno degli investimenti. Per coniugare infine discrezione ed estetica, Hikvision offre una vasta gamma di telecamere compatte e dal design gradevole, adatte a qualunque contesto. Registrare bene = pieno controllo Ma riprendere senza registrare avrebbe poco senso, e registrare senza proteggere le immagini acquisite ne avrebbe ancor meno. In contesti come quelli ferroviari dove, soprattutto in orari serali, non è infrequente che si possano verificare eventi criminosi anche a sfondo penale, occorre registrare le immagini su diversi supporti e posizionare i registratori in luoghi inaccessibili. Si tratta di una protezione fondamentale non solo in caso di furto del registratore, ma anche quando si renda necessario fornire il materiale registrato alle Forze dell’Ordine senza dover interrompere la videosorveglianza. I videoregistratori Hikvision permettono di memorizzare in diverse modalità (dischi interni, esterni, di rete) e in doppia scrittura, in modo da consentire che le autorità possano sviluppare le indagini senza interrompere la registrazione.

Gestire bene = pieno controllo L'intero sistema di sicurezza Hikvision è a portata di computer, smartphone e tablet, per avere sempre tutto sotto controllo, dovunque e in qualunque momento. Disporre di un’ampia visuale delle aree interne e delle vetrine rappresenta peraltro un supporto strategico per lo stesso store manager: funzioni come il conteggio delle persone o l'individuazione delle zone ad alta densità di potenziali acquirenti (dette heat map, “mappe di calore”) permettono infatti di ottimizzare l'organizzazione dei lavori e la turnazione del personale nel punto vendita, e naturalmente di intervenire in modo più rapido e con le idee più chiare in caso di necessità. Poter fruire di una visione complessiva delle immagini in tempo reale permette poi al merchandiser di valutare l'ottimale disposizione delle merci esposte e di analizzare gli indici di gradimento per ciascun articolo. Il tutto anche da remoto, semplicemente collegandosi al sistema con un click. Scegliere bene = pieno controllo Hikvision ha studiato delle soluzioni per ogni tipologia di retailer: da quello di medie dimensioni (superstore di elettronica, abbigliamento, sport, cosmetica, ecc) a quello di superfici ridotte (tabaccherie, farmacie, negozi di telefonia e elettronica, VLT, bar e ristorazione, punti vendita di preziosi e alcolici). Per quest'ultimo caso, Hikvision propone soluzioni semplici, affidabili, di facile integrazione con gli impianti di antintrusione esistenti e a investimento ridotto.

Comunicazione pubblicitaria

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e stazioni di Roma e Milano detengono ancora la maglia nera in tema di sicurezza, anche se da gennaio ad agosto 2016 i borseggi nei principali scali italiani sono diminuiti del 36% grazie alle nuove misure di security messe in campo da Polfer e Ferrovie dello Stato. Ciononostante, le stazioni continuano a essere teatro di furti, truffe, violenze, borseggi, atti vandalici, accattonaggio, aggressioni, abusivismo, furti di rame e non da ultimo terrorismo. Del resto le stazioni ferroviarie da tempo non sono più semplici aree di transito, ma veri centri commerciali ricchi di negozi, bar, caffetterie, palestre, parrucchieri, farmacie, edicole, ristoranti, fast-food, tabaccherie, beauty center. Al potenziale di business legato ai flussi di viaggiatori-clienti corrisponde tuttavia un'alea di rischio, per gli esercenti commerciali, ben superiore a quella ordinaria. Il tutto in un contesto di operatività 365 giorni l'anno e con orari di apertura serali e spesso anche notturni. Ma la risposta viene dalla tecnologia: si chiama videosorveglianza ed è firmata da Hikvision, il produttore numero al mondo di soluzioni professionali di videocontrollo. Vedere bene = pieno controllo Dalla cassa all’area shopping, le soluzioni di videosorveglianza Hikvision garantiscono immagini nitide e ricche di dettagli in qualsiasi condizione di luce e ne assicurano la completa fruibilità in sede legale. La qualità Hikvision permette infatti di identificare volti e comportamenti criminosi anche in condizioni di luce critiche e consente di monitorare eventi fugaci e repentini, come le transazioni di denaro o i tentativi di furto. Con Hikvision si possono riconoscere comportamenti e movimenti sospetti anche in controluce, di notte o con una visione panoramica a 360° che non lascia zone scoperte.


r&f Scienze & retail

Neuromarketing e colori L’

atmosfera del punto vendita è composta da stimoli di natura sensoriale e relazionale in grado di essere più influenti del prodotto stesso nel determinarne l’acquisto (Ward et al. 1992). Alcuni di questi aspetti, apparentemente collaterali, giocano un ruolo strategico nel costruire il significato simbolico dei prodotti. Per valutare la reazione emozionale provocata e l’effetto che ha sulla shopping experience, gli strumenti di neuromarketing possono risultare molto utili, soprattutto perché la maggior parte degli effetti di queste variabili è inconsapevole. Si pensi ai colori delle etichette dei prodotti o dei volantini promozionali. La scienza dei colori ha sempre dimostrato che questi riescono a influenzare le decisioni di

quelli caldi (giallo, arancione, rosso) risultano più stimolanti, positivi e in grado di aumentare la frequenza del battito cardiaco e del respiro. Il grigio, il nero, il marrone e il bianco sono colori eleganti, ma passivi. Sono colori freddi e distaccati, spesso associati a sensazioni negative o spiacevoli. I colori tenui, così come il verde e l’azzurro o quelli con tonalità pastello, sono rassicuranti e ispirano fiducia. Nella progettazione degli spazi non esistono i colori giusti, cosi come non esistono colori sbagliati. Esistono, invece, i colori adatti che ovviamente variano in relazione alle condizioni. Le tecniche di neuromarketing indicano che i colori sono particolarmente efficaci nell’attirare l’attenzione, soprattutto quando c’è un’eccessiva ab-

possibile misurare la dinamica del movimento oculare, correlandola con l’attivazione fisiologica che provoca la visione di un prodotto, del suo prezzo e della scontistica. È quello che abbiamo fatto presso il Centro di Ricerca di Neuromarketing, analizzando i volantini di tre tra le principali catene della GDO del Nord Italia. L’analisi è stata condotta sia in laboratorio sia sul campo, con la finalità di valutare la forza attrattiva dei colori nella visione delle strategie di pricing. I dati dimostrano come i colori, se ben progettati, permettono non solo di creare ordine nella percezione delle informazioni, secondo la logica “less is more” (ovvero meno confusione provoca maggiore gradimento), ma permettono di esaltare le aree o i prodotti che “soffrono” di più. In questo caso i colori aiutano a definire gli elementi da visionare, riducendo, se occorre, lo stato di eccessiva attivazione fisiologica associata a una valutaEsempio di output di Eye Tracking zione insufficiente dello stimosui box di colore giallo e rossi. lo. L’uso di colori naturali, come Il dato viene correlato all’attivazione EEG elettroenfalografica e ai segnali per esempio il legno di un taEffetto del colore dei box promozionale nei volantini sulla visione analizzata biologici (conduttanza cutanea gliere su cui posizionare il salacon Eye Tracking. e battito cardiaco). me in promozione provoca nei soggetti un’elevata attivazione fisiologica, attiranacquisto. Come le parole, anche i colori possiedobondanza di stimolazioni. Questo è un problema do maggiormente lo sguardo e rendendo più meno qualità semantiche. Essi sono in grado di veicorilevato in diversi ambiti, ma anche nella semplice morizzabile il messaggio. Anche l’uso del giallo (più lare profondi significati, comunemente condivisi. economia progettuale dei volantini promozionali. del rosso) ha una grande efficacia attrattiva sopratNell’arco della vita, infatti, ritroviamo frequenteIn questi utili strumenti di comunicazione il difficitutto se correlato allo sconto. Tuttavia per ottenere mente colori associati a specifici significati in grale equilibrio che occorre garantire risiede nel tenil massimo risultato è sempre opportuno valutare do di diventare schemi interpretativi della realtà. tativo di inserire quanti più prodotti possibile, da l’effetto che ha non in assoluto ma sempre riguarCosì il rosso è direttamente associato all’amore, al una parte, senza però affollare eccessivamente il do al contesto e alla presenza di altri colori. Per sangue o al pericolo, mentre il blu alla notte, alla volantino stesso. Spesso questo delicato equilibrio questo il neuromarketing diventa uno strumento pulizia e alla calma. Ciò avviene perché la nostra viene sacrificato sull’altare della massima inclusioindispensabile per ridurre il rischio di colorare l’inmente è costituita da un reticolo di nodi connesne. Senza però considerare l’effetto confusione che tera pagina di giallo, ipotizzando che funzioni ma si gli uni con gli altri per similarità. Ogni volta che è in grado di elicitare. In questa situazione la scelsenza rendersi conto che una progettazione del voun nodo viene stimolato, tutto il reticolo a esso ta dei colori diventa una soluzione indispensabile lantino senza questo tipo di analisi rende del tutto connesso si attiva. Anche le esperienze di vita e la per evidenziare gli aspetti più attrattivi. Quali colori inutile la scelta cromatica fatta. cultura cui apparteniamo ci suggeriscono come usare? E come usarli? Con l’analisi neuroscientifiVincenzo Russo associare specifici significati a determinati colori. ca è possibile rispondere a queste domande, veriprofessore di Psicologia dei Consumi e Esiste un meccanismo immediato di attribuzione ficando la migliore soluzione tra spazi disponibili, Neuromarketing presso l’Università IULM di Milano di “affetto” ai colori (caldo o freddo), secondo cui immagini da usare e colori da applicare. Inoltre è vincenzo.russo@iulm.it 44

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r&f Dossier aeroporti

Al Torino Airport A

due anni dall’ultimo Dossier aeroporti realizzato sull’aeroporto di Torino, la redazione di retail&food è tornata per vedere lo stato di avanzamento dei lavori in corso all’epoca. La fotografia del 2015, infatti, era quella di un aeroporto work in progress. Alcune opere erano già state realizzate, altre invece, forse le più importanti, erano ancora in fase di realizzazione. Oggi, Caselle è uno scalo rinnovato negli spazi, nei negozi, e soprattutto nei flussi. La maggior parte delle novità riguardano naturalmente la parte airside anche se, a onor del vero, c’è un importante progetto in fase di approvazione riguardante l’area landside, come ci ha raccontato l’amministratore delegato di SAGAT, Roberto Barbieri. Ma partiamo da ciò che offre oggi lo scalo torinese a quattro anni dall’ingresso di 2i Aeroporti nel 2013. L’area partenze che precede i controlli di sicurezza è ad oggi rimasta pressoché invariata, ma i negozi sono passati da cinque a otto e le attività di ristorazione da tre a cinque, mantenendo l’accento sui prodotti locali. In una piccola isola centrale, continua la fortunata presenza del maestro cioccolatiere Guido Gobino. Accanto all’accesso ai controlli di sicurezza un’altra eccellenza di Torino: Gelati Pepino, famoso per i suoi cre46

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Nuovi flussi, attività commerciali in crescita, così come i passeggeri e... un progetto ambizioso per una galleria commerciale al servizio di chi parte ma anche di chi vive nei pressi dell’aeroporto mini ricoperti di cioccolato. Più recente, ma altrettanto apprezzato, un furgoncino rosso stile street food a marchio Lavazza che funge da bar e ovviamente caffetteria. Camomilla Italia copre il comparto abbigliamento, mentre Relay è il riferimento per quanto riguarda edicola, gadget e souvenir. Interessante è stato il recente inserimento di una piccola agenzia viaggi, dove è possibile prenotare veri e propri pacchetti di viaggio, alberghi e altri servizi. Due filiali di banca, una farmacia una ricevitoria e un ForexChange chiudono il comparto negozi, mentre a completamento delle attività di ristorazione c’è la food court di MyChef nella galleria superiore. L’accesso è accanto allo Speedy boarding, e oltre ad avere un Briciole dolci e salate a sinistra, ha sulla destra il self service Free Flow. In area arrivi, invece, Au-

togrill gestisce Timecafè (un tempo Delice Maison, sempre del gruppo di Assago), e c’è un supermercato Crai.

Airside piccolo ma concentrato In airside dall’ingresso di F2i nel 2013 i negozi sono passati da nove a tredici e le attività di ristorazione da due a cinque. Ma non è solo il numero di negozi a fa-


tutto scorre re la differenza. Superando i controlli, infatti, si incontra uno scenario completamente diverso rispetto a quanto descritto due anni fa. Innanzitutto una volta in area sterile il flusso va verso sinistra e conduce subito nel nuovo duty free Heinemann, ampliato a 850 mq e progettato con la formula del walk through. Visto in planimetria si nota che ha un ingresso e due corridoi di uscita, uno che conduce sul lato sinistro dell’atrio centrale che affaccia sul piazzale degli aerei, mentre l’altro prosegue verso l’area extra Schengen dove un tempo c’era un negozio Flying Tiger Copenhagen (spostato nella parte centrale dell’area) al posto del quale è stato aperto I’Amme, brand di ristorazione commerciale di Fattorie Garofalo. Il locale è suddiviso in una parte dedicata ai prodotti tipici campani come la mozzarella di bufala, oltre a una selezione di primi e di prodotti da street food; accanto una parte di bar caffetteria. Il locale è molto curato nel design e molto apprezzato in particolar modo dai viaggiatori stranieri attratti dalle tipicità della cucina del Sud. Procedendo, invece, nel salone centrale da sinistra verso destra, ci sono tre negozi del gruppo BasicNet: K-Way, Robe di Kappa e Superga. In una piccola isola centrale c’è Venchi, mentre in

un’altra più grande c’è il bar caffetteria Piazza Castello, di fronte al quale sono state posizionate delle gondole con prodotti food confezionati e souvenir. Superate le gondole, un altro marchio torinese continua nella sua fortunata presenza, Borbonese: borse e pelletteria con il tipico disegno maculato. Di fronte, verso i filtri, in una posizione assolutamente strategica, è stato spostato Flying Tiger Copenhagen, la catena danese di design low cost. Parlando ancora di food, anche a Caselle

è arrivato il sushi con Giappo, un piccolo ristorante in cui oltre ai tavolini, è presente anche la formula al bancone con tapis roulant su cui passano piatti da prendere a scelta. Accanto al sushi

bar, ci sono due negozi di moda: Conte of Florence e Weekend Max Mara. Di fronte a questa stecca, c’è in cantiere un’altra eccellenza piemontese: Agrishop Piemonte, un negozio dove ora sono venduti prodotti tipici del territorio, ma a breve offrirà anche cucina con alcuni piatti selezionati della tradizione locale. Alle spalle di Agrishop c’è un grande Giunti al Punto, mentre accanto un negozio di occhiali Nau!. Qui un tempo finiva la parte di attività commerciali. Oggi, invece, si procede verso un’area di recente realizzazione. La nuova piazza retail, con Camicissima, un negozio di pelletteria St.G, Jaked, Carpisa e Yamamay. Sempre nei pressi di questa piazza troverà a breve spazio un importante operatore del food; così come, in un altro punto sempre in area sterile, farà il proprio debutto un grosso retailer internazionale di elettronica di consumo. Al momento però non si possono ancora svelare i nomi.

Con F2i panta rei Qui termina la descrizione delle attività commerciali. Lo scalo sabaudo è piccolo ma funzionale, e anche piacevole

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r&f Dossier aeroporti sushitiamo

AEROSTAZIONE Air Terminal

PARTENZE Departures

PARTENZE Departures

Level+2

Level+1

Customs

#sushitiamo

SAGAT_INSERTO_2017_marchi.indd 1

da vivere. C’è molto Piemonte nel retail; forse potrebbe essercene un po’ di più nella ristorazione di livello che, come abbiamo visto in altri scali nazionali e internazionali, sta diventando un’àncora molto importante, anche se potrebbe essere proprio l’operatore food in pipe line a fare la differenza. Ma attualmente non ci è dato sapere. La cosa, invece, che certamente fa la differenza è la nuova gestione dei flussi, e in questo si vede lo zampino di 2i Aeroporti. I lavori di ammodernamento e riconfigurazione dei flussi terminati a fine 2015, infatti, hanno dato allo scalo una conformazione simile a quella del “cugino” di Napoli Capodichino (anch’esso in portafoglio a F2i), nel

senso che i passeggeri che sbarcano attraverso i finger, quindi al piano dei gate, per uscire dall’aeroporto passano attraverso l’area sterile. Questo significa che un terzo circa dei viaggiatori in arrivo (questa è la percentuale di utilizzo dei finger)

passa attraverso le aree commerciali aumentando notevolmente il footfall nelle aree retail. Questo aspetto è molto significativo soprattutto a fronte della crescita di passeggeri che ha coinvolto Torino Caselle negli ultimi tre anni, con relativo aumento delle destinazioni. Ma co48

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me accennavamo all’inizio del servizio c’è un importante progetto al vaglio della dirigenza, che coinvolge tutta la galleria che sovrasta l’area partenze sia landside sia airside. Come ci ha spiegato Barbieri, infatti, «il Sandro Pertini è piuttosto distante dalla città di Torino - circa 15 chilometri ndr - ma è inserito in un’area geografica, quella del Canavese, piuttosto popolosa. Al fine di sfruttare questo bacino d’utenza, decisamente interessante, l’idea è quella di utilizzare la balconata circolare che sovrasta l’area partenze prima dei controlli creando una galleria commerciale fruibile da tutti. Trasformare gli spazi in una sorta di centro commerciale». Per far questo verrebbe utilizzata anche la balconata che sovrasta la parte di airside; uno spazio molto grande ma che, per conformazione, fatica ad essere locato a attività commerciali. Inglobarlo, invece, all’area landside con l’obiettivo di sfruttarlo all’interno di questo progetto di galleria commerciale sarebbe sicuramente funzionale e fon-

damentale per rendere profittevoli spazi che ad oggi sono in utilizzati.

Conclusioni I primi quattro anni di F2i a Torino Caselle stanno dando certamente buoni risultati. Già durante la nostra visita del 2015 avevamo descritto un aeroporto in crescita non solo dal punto di vista dei passeggeri, ma anche come maturità delle attività commerciali, alcune delle quali sono state riprese dopo i buoni risultati a Capodichino, come I’Amme e Giappo. In questo quadriennio, i mq dedicati al beauty e al fashion sono aumentati del 22,4% a 1.440; il duty free è cresciuto del 18,1%; gli spazi food & beverage sono arrivati a 1.870 mq (+21,2%) per un totale di 33 attività, aumentate del 65 per cento. Nel 2016 lo scalo ha sfiorato i quattro milioni di passeggeri con una crescita del 7,8% su base 2015, una tra le migliori registrate in Italia. Il turismo invernale diretto alle principali località sciistiche del Piemonte e della Val D’Aosta è ormai consolidato e cresce parallelamente alla parte business. A questo punto non resta che aspettare e vedere se il progetto illustrato da Barbieri riguardo la galleria commerciale prenderà piede e in che modo. Stefano Masin


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r&f Airport analysis

Aeroporto di Copenhagen C

on oltre 29 milioni di passeggeri totali nel 2016, l’aeroporto di Copenhagen (IATA: CPH) è il 16° in Europa per volume di traffico.

L’aeroporto è il principale hub di Scandinavian Airlines ed è utilizzato come base anche dalle compagnie aeree Thomas Cook e Norwegian Air Shuttle e, contrariamente agli altri aeroporti scandinavi, il traffico è principalmente internazionale. Nel 2016 è stato avviato un progetto di espansione del Terminal 2, con la creazione di una nuova zona retail di oltre 2.200 metri quadri.

L’aeroporto si trova sull’isola di Amager, 8 km a sud di Copenhagen, ed è composto da due terminal, il Terminal 2 e il Terminal 3 (il Terminal 1 era usato fino al 2015 per i voli domestici, ora spostati sui due terminal operativi). I due terminal condividono l’area airside. Il Terminal 3 ha un’area imbarchi costituita dal Concourse C, mentre i Concourse A e B fanno riferimento al Terminal 2.

Le due Expansion area della figura precedente fanno riferimento rispettivamente alla zona landside (zona in grigio) e airside (zona in bianco). Nella figura seguente è indicato il “footfall” dei passeggeri, ovvero la percentuale di passeggeri sul totale che transita in una determinata area. I principali brand sono oggi concentrati al Terminal 2 (adiacenti quindi alla nuova expansion area):

Fabio Bernardini Fabio.bernardini@due-puntozero.com www.due-puntozero.com

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World Travel Retail Device bloccati verso gli USA STATI UNITI - Un alto dirigente di un operatore duty free del Dubai International Airport ha stimato una perdita di circa 2 milioni di dollari nelle vendite di quest’anno dovuta al divieto di portare la maggior parte dei dispositivi elettronici sui voli per gli Stati Uniti. In base alle nuove misure di sicurezza annunciate, infatti, i device più grandi di un telefono cellulare saranno vietati sui voli diretti verso gli Stati Uniti dagli aeroporti di otto nazioni a maggioranza mussulmana, tra cui gli Emirati Arabi Uniti.

stato concepito in collaborazione con lo studio di architettura giapponese Wonderwall.

New Orleans prepara

i verdetti

USA - L’operatore travel retail Pacific Gateway (PGC) ha rivelato che è imminente l’assegnazione del contratto per la gestione di un negozio duty-free di 93 mq presso l’aeroporto di New Orleans Louis Armstrong International. Il CEO di PCG, Joe Waller, ha dichiarato che l’azienda sta gareggiando per duty-free, news gift e speciality in sette posizioni all’interno del nuovo terminal Nord dell’aeroporto.

Flemingo al Bandaranayke

Lagardère a Ginevra SVIZZERA - Lagardère Travel Retail si è aggiudicata la concessione di cinque anni per il duty free dell’aeroporto di Ginevra, a partire dal 4° trimestre 2017. La società francese di travel retail (la quarta più grande al mondo secondo l’annuale classifica Top 25 di Davitt Moodie Report), prenderà il posto di The Nuance Group (ora di proprietà di Dufry).

Diesel debutta nel travel

in Asia

BIRMANIA - Il brand di lifestyle Diesel ha aperto il suo primo negozio in Birmania, in particolare al Yangon International Airport. I 100 metri quadrati dello store rappresentano anche il primo monomarca nel travel retail asiatico con il nuovo concept, che è

SRI LANKA - Il Ministero dei trasporti e dell’aviazione ha concluso con successo la gara per l’assegnazione del Duty free dell’International Airport Bandaranayke, che è stato assegnato a Flemingo Duty Free al 40% di revenue share. La gara è stata combattuta e a partecipare c’erano la svizzera World Duty Free, l’olandese B&S, Shilla dalla Korea e dall’Irlanda Aer Rianta.

Relay Reinvention

a Francoforte

GERMANIA - Lagardère Travel Retail ha aperto un altro Relay Reinvention outlet all’aeroporto di Francoforte. I 180 mq di edicola e libreria sono stati riadattati per soddisfare le moderne esigenze di viaggio. “Abbiamo trasformato il nostro negozio più grande in landside nel nuovo concept Relay ottimizzandolo in base alle esigenze dei nostri clienti”, ha spiegato Friederike Martens,

A San Francisco per 14 anni USA - L’aeroporto internazionale di San Francisco ha comunicato che riceverà offerte per la nuova concessione della durata di 14 anni nel Terminal internazionale per il duty free e negozi luxury. La garanzia minima annua è stata impostata a 42 milioni di dollari. Le vendite duty-free e lusso nel terminal internazionale hanno raggiunto nel 2016 quasi 108 milioni di dollari rispetto ai 111 circa del 2015. Il lungo contratto riguarda la gestione e il funzionamento di 11 duty free e negozi nel terminal internazionale e 1 nel Terminal 1. COO di Lagardère Travel Retail Germania, Austria e Slovenia.

Eletto il nuovo presidente

alla società madre di CDFG, China International Travel Service Corporation (CITSC).

MEADFA

A Tokyo arriva Takashimaya

DUBAI - Il Giordanian Duty Free Shop CEO Haitham Al Majali è stato eletto nuovo presidente Duty Free association Medio Oriente e Africa (MEADFA). L’elezione è avvenuta in occasione della riunione generale annuale MEADFA martedì 21 marzo a Dubai presso il Jumeirah Creekside Hotel, durante la quale sono stati eletti i nuovi membri del consiglio e funzionari.

GIAPPONE - L’apertura dell’ultimo negozio duty free del centro di Tokyo, Takashimaya Duty Free Shop, è stata programmata per fine aprile. Saranno circa 2.800 mq di spazio

Sunrise Duty Free

cede il 51%

CINA - Voci non confermate parlano di una cessione da parte di Sunrise Duty Free (concessionaria duty free degli aeroporti di Beijing e Shanghai) di una quota del 51% alla società China Duty Free Group (CDFG). Sarebbe stata la società Boyu Capital (un private equity fondato alcuni anni fa) ad aver venduto la propria partecipazione

dedicati al retail. L’operazione fa parte di una joint venture tra grandi magazzini Takashimay, ANA Trading e Hotel Shilla. Takashimaya Duty Free Shop è collegato direttamente alla stazione di Shinjuku e al capolinea degli autobus Expressway Shinjuku, che consente un facile accesso agli aeroporti di Tokyo e alla rete ferroviaria.

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r&f Resoconto fiera

EuroShop 2017 il retail ruggisce ancora Grandi numeri e molto entusiasmo per questa edizione della fiera triennale di Düsseldorf dedicata al retail. Molte le eccellenze italiane presenti

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uci, colori, musica, confusione, strette di mano e pacche sulle spalle. Tutto si è visto a EuroShop 2017, tranne le facce tirate di quelli che “ah, c’è ancora crisi”! La più grande fiera al mondo specializzata nelle forniture per il retail, ha chiuso le sue porte a Düsseldorf, giovedì 9 marzo 2017, dopo cinque giorni di durata, con il miglior risultato raggiunto nei 50 anni della sua storia: 2.368 espositori provenienti da 61 nazioni. Oltre 113mila visitatori (+4% rispetto alla manifesta52

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zione precedente), provenienti da 138 Paesi, sono giunti nella città sul Reno per conoscere prodotti, tendenze e concept, esposti in 18 padiglioni fieristici su una superficie netta di 127mila metri quadri. La kermesse, suddivisa in sette segmenti (POP Marketing, Expo & Event Marketing, Retail Technology, Lighting, Visual Merchandising, Shop Fitting & Store Design e Food Tech & Energy Management) ha avuto come temi dominanti la progressiva digitalizzazione nel commercio, le soluzio-

ni di omnichannel customizzate e la shopping experience dove l’emozione all’interno dello store diventa driver fondamentale. L’Italia era ben rappresentata dalle molte eccellenze di questo settore e la sensazione percepita da retail&food è stata di grande fermento e voglia di realizzare nuovi progetti. A tal proposito abbiamo colto le impressioni di alcune aziende nostrane, facendoci raccontare in poche battute, novità, prodotti e sentiment portati a quest’evento di respiro internazionale.


Lorenzo Tacco partner F&M retail

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&M retail GmbH nasce nel 2001 a Colonia in Germania. Dal 2001 al 2015 ha espanso il proprio giro d’affari fino a due anni fa, appunto, quando è nata F&M retail srl, composta per metà dalla casa madre tedesca, e per l’altra metà da me assieme a Michele Palmieri. La novità che portiamo a EuroShop è proprio questo, cioè che ora F&M retail è un gruppo con due sedi, un know how ancora più esteso e una clientela sempre più ampia. Il nostro core business è la parte di design e progect costruction management, ma le due estremità del nostro lavoro, ossia il concept design da un lato e il general contractor dall’altro sono molto sinergiche. Seguiamo tutta la filiera, dal-

la progettazione alle chiavi in mano. In Germania operiamo soprattutto sul settore del retail. In Italia, stiamo aprendo al comparto food con diversi progetti tra cui uno su Milano; un ristorante “pilota” per il quale abbiamo curato il design development e che stiamo realizzando chiavi in mano. Il concept dovrebbe in futuro avere una diffusione a livello europeo. A Venezia abbiamo sviluppato una catena di boulangerie dal nome Majer, di cui abbiamo seguito concept e realizzazione. Per quanto riguarda lo stile, ci piace creare di volta in volta con il cliente, adattando soluzioni architettoniche e di design moderne anche in contesti meno recenti.

Francesco Grottini sales and marketing director Grottini Retail Environment

S

iamo una delle poche aziende che invece di celebrare i prodotti qui a EuroShop celebra i propri clienti. Esserci è importante perchè è l’evento più importante al mondo per questo settore. Il nostro core business è il retail non food, ma stiamo aprendo anche a questo canale e stiamo iniziando una collaborazione importante con una delle più grandi aziende al mondo per cui cureremo un grande progetto con espansione internazionale. Poi tra i lavori più interessanti nel lei-

Lorenzo Tacco

Franchesco Grottini

sure abbiamo realizzato alcune sale vip Alitalia all’interno degli aeroporti. Con la divisione Grottini Lab ci occupiamo di customer behaviour; quindi monitoriamo con delle telecamere attraverso un software di nostra progettazione i flussi e gli accessi dei clienti all’interno dei negozi, per andare a capire quali sono le aree più funzionali e quelle meno, per intervenire successivamente con la divisione Grottini Retail Environment e lavorare sui layout per migliorare i flussi e la permanenza dei clienti.

Milena Mussi managing director Iosa Ghini e Associati

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osa Ghini e Associati è una società di architettura e design con forte esperienza nel settore retail. È la prima volta che partecipiamo a EuroShop e devo dire che oltre a essere molto interessante apre a contatti internazionali. Italia, India, Stati Uniti, abbiamo incontrato interlocutori di ogni genere. Ci siamo presentati con la nostra esperienza nel mondo retail come progettisti. Il progetto novità, oltre al Ferrari Store e Kiko Milano per i quali facciamo progetti in tutto il mondo, è Attimi by Heinz Beck a Fiumicino nel nuovo avancorpo E. Un ristorante in collaborazione

Milena Mussi

con Chef Express i cui menu sono appunto curati da Heinz Beck, chef con tre stelle Michelin. È stato inaugurato prima di Natale e ora è in evoluzione. Unisce l’italianità del design, dei fornitori che cerchiamo di selezionare sempre in Italia, dell’esperienza di Cremonini, e dello chef tedesco che ha sposato l’Italia e Roma in particolare per la sua professione. Fino allo scorso anno il retail non food aveva un peso superiore, in quanto curavamo e curiamo tuttora catene con negozi in tutto il mondo (lavoriamo molto con Dubai e Stati Uniti); con la collaborazione con Cremonini e altre aziende del mondo del vino ad esempio, abbiamo raggiunto un buon equilibrio tra food e non food.

Giovanni Bussi sales manager Costa Group

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er noi è la terza edizione di EuroShop a cui partecipiamo; la consideriamo una vetrina molto importante. Nel corso degli anni abbiamo iniziato a lavorare con con Eataly, Coop,

Giovanni Bussi

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r&f Resoconto fiera Carrefour, Conad, all’estero con Rewe, ottenendo subito risultati molto soddisfacenti. Realizziamo format su misura e cerchiamo sempre di fare progetti che diano una personalità ben precisa e che siano capaci di suggestionare il cliente. Poi negli ultimi anni abbiamo lavorato molto anche con chi opera a catena, ma anche in questi casi abbiamo sempre cercato di interpretare i luoghi dando un segno distintivo anche ai singoli negozi. La nostra filosofia è quella di valorizzare gli spazi seguendo sempre la volontà del cliente. In questo momento stiamo realizzando un progetto molto grande in Francia, ai limiti del fashion anche se di fatto si tratta di uno spazio dedicato al food. Lavoriamo molto all’estero, Dubai, Doha, Stati Uniti. Recentemente a Los Angeles abbiamo curato l’upgrade di una famosa pasticceria che si chiama Porto’s Bakery: 600 mq di building con 20 metri di vetrine refrigerate per sostenere 2mila clienti al giorno. Poi abbiamo da poco inaugurato il nuovo format di Thun caffè a Milano, dove abbiamo unito il negozio con la caffetteria e piccola ristorazione, tipo bistrò.

Andrea Ventura direttore Cefla

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a fiera sta andando molto bene in termini di visite. Il punto focale dello stand sono le nuove tecnologie, quindi la digitalizzazione del punto vendita. Presentiamo la nostra piattaforma Beacon, quindi l’interattività tra lo smartphone del cliente e il display espositivo. Questo significa poter ricevere coupon digitali, informazioni aggiuntive sui prodotti ed eventuali tutorial di cui il cliente può effettuare il download sempre sul proprio smartphone. Questo permette anche di profilare il cliente e studiarne i percorsi all’interno del negozio per vedere i punti freddi e i punti caldi del layout. Abbiamo realizzato anche un esperimento con il carrello spesa con il Beacon sul manico con duplice funzione, quella informativa nei confronti del cliente da una parte 54

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Daniele Varesano Andrea Ventura e di anti taccheggio dall’altra. Tecnologia e display espositivi sono declinati in tutte le loro funzioni sia food sia non food. Per il futuro stiamo lavorando su nuove etichette elettroniche e sui carrelli spesa. Poi abbiamo un progetto interessante realizzato in collaborazione con l’Università di agraria di Bologna che consiste nel display del growing, ossia una macchina che utilizzando delle particolari lampade Led, prodotte da una società del gruppo Cefla, fa crescere le verdure a foglia piccola o i germogli, quindi una sorta di produzione a centimetro zero che avviene in negozio.

Giorgio De Ponti chief of design Epta Group

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pta si sta evolvendo in una one single company. Abbiamo deciso quindi di portare a EuroShop solo prodotti nuovi o rinnovati. I più rap-

Andrea Ventura Giorgio De Ponti presentativi sono il semiverticale negativo, cioè la derivazione del nostro elephant revap. Altro fatto importante è la collaborazione con il gruppo Schweitzer per estremizzare il concetto dell’esposizione della friutta e della verdura. Ciò vuol dire che non vogliamo più essere solo produttori di banchi frigo ma vogliamo intervenire anche nella gestione dello spazio commerciale sia a livello di merchandising sia di design. Quindi contestualizzare il prodotto. Ormai a livello di supermercati e centri commerciali non basta più posizionare dei banchi frigo nel layout ma occorre ricreare delle zone di influenza e di piacevolezza di contenuto per valorizzare il prodotto. In futuro continueremo quindi con i family feeling ossia tutti i banchi positivi e negativi con le stesse maniglie, nella stessa posizione, con i medesimi colori, in modo da ricreare una brand identity. Altra novità: rifaremo la gamma dei semiverticali.

Daniele Varesano responsabile design e comunicazione 3F Filippi

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e novità principali che portiamo in questa occasione sono un prodotto dedicato all’area logistica completamente nuovo che fa parte della famiglia LEM arricchita dal modulo LEM 1+1 (due moduli in linea) e il Beta 235 che è un prodotto in grado di gestire un flusso luminoso talmente diretto che anche in aree logistiche con soffitti alti 30/40 metri può illuminare in maniera precisa tutte le scansie e gli spazi. Per quanto riguarda invece le aree vendita si va a incrementare la famiglia 3F Linux un prodotto a canale disponibile in nove distribuzioni fotometriche. Questa è una macchina che abbiamo venduto benissimo a molte catene in Italia e in Europa, ma anche fuori dai confini comunitari. Sono prodotti con uno sviluppo sia di natura commerciale generalista sia in versioni customizzate, studiate ap-


Cecilia Gallà marketing specialist Yougo

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Massimo Bonfanti

Luca Legnani positamente col cliente. Ad esempio siamo fornitori ufficiali di Auchan per il relamping di tutti i punti vendita in Francia e in Italia e per loro abbiamo realizzato un’ottica particolare. Inoltre produciamo tutto internamente e il rapporto qualità prezzo è assolutamente competitivo. Un altro prodotto in anteprima è uno spot che si chiama 3F Emilio che per noi rappresenta un punto di svolta con più attenzione al design. È compatto, esteticamente curato, ottimizzato nelle ottiche e con il cablaggio, all’interno del binario.

Luca Legnani european marketing manager computer product solution Panasonic

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on il nostro brand Toughbook Toughpad siamo sul mercato da più di 30 anni. Nasciamo con l’esigenza di fornire ai clienti dei prodotti che abbiano un certo livello di robustezza e praticità in situazioni dove non sono consone soluzioni consumer o stan-

dard. Abbiamo un background militare, lavoriamo in settori verticali dove è richiesto sia in territorio outdoor sia indoor una resistenza dei device maggiore rispetto alla norma. Siamo presenti nel retail da più di 30 anni con i Pos, ossia le workstation per le operazioni di check out. Siamo tra i fornitori principali di McDonald’s a livello globale e qualche anno fa abbiamo deciso di proporre le nostre soluzioni anche per i retailer. Questo perchè da anni ci sono innovazioni e cambiamenti che richiedono un’interazione diversa (assistent selling, ristoranti, fast food, elettronica di consumo, fashion store). La particolarità dei nostri device non è solo legato alla robustezza, ma anche al fatto che ai nostri tablet è possibile integrare un lettore bar code insieme all’NFC o all’RFD. Questo vuol dire che con un solo device lo staff può fare più operazioni rendendo il lavoro più semplice e intuitivo. Questo per quanto riguarda il front office. Per il futuro, miriamo sempre alla mobilità che è nel nostro DNA, e l’idea è quella di arrivare a offrire uno strumento all in one che permetta non solo il piking e il restocking ma anche il mobile payment.

Massimo Bonfanti sales executive Microlog

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oi siamo nel mercato del people counting da 25 anni. Serviamo sia centri commerciali sia catene

Cecilia Gallà retail. Principalmente qua presentiamo il nostro portale web che raccoglie tutti i dati dei nostri sensori in un’unica interfaccia consultabile da qualsiasi piattaforma quindi tablet e pc. Indipendentemente dal tipo di sensore utilizzato (ottico, telecamera stereo 3D o termico) tutti i dati sono raccolti nel nostro data centre e possiamo trasmetterli direttamente al cliente che li integra nella business intelligence. Parlando di progetti custom abbiamo portato un nuovo totem sviluppato interamente da noi sia come telaio sia come elettronica. Racchiude diverse tecnologie. È uno smart mirror che attira il cliente, il quale viene profilato con un algoritmo creato da noi che ne rileva età a step di cinque anni, sesso ecc., e trasmette immagini di prodotti in linea con quelle caratteristiche.

i occupiamo di soluzioni per il retail in particolare per il cash management. Gestione del denaro contante all’interno del punto vendita. I nostri sono sistemi di deposito o di recycling system (sistemi in cui il cliente può pagare autonomamente e ricevere il resto) che sono molto utilizzati nel food soprattutto quando i dipendenti entrano in contatto diretto col cibo. Poi abbiamo sistemi di deposito di denaro contante in banconote, in coins oppure combinati per entrambi. Come distinzione principale all’interno delle macchine di deposito delle banconote abbiamo quelle one by one in cui si inseriscono una alla volta, o quelle in bandel fino a 100 pezzi circa. Prodotto novità è U One Evo e l’U Tillone con pc e display integrato su cui si può calare il software di cassa gestionale. Abbiamo una piattaforma software sviluppata internamente che permette l’IOT e il controllo remoto della periferica, quindi oltre a poter vedere tutti gli eventi della giornata, quindi dagli incassi alla saldatura sacco, c’è la possibilità di fare qualsiasi upgrade della macchina, ad esempio per il riconoscimento di una nuova banconota, l’aggiornamento del software ecc.

Massimiliano Giussani direttore commerciale Imoon

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uest’anno abbiamo portato importanti novità: la prima è un nuovo marchio all’interno di Imoon che si chiama Makris: prodotti unici che rispondono ai desideri dei clienti e vengono concepiti all’interno di uno specifico progetto che ha così una propria storia, una sua identità. Una vera customizzazione legata al mondo dell’illuminazione. Poi Imoon entra nel mondo del retail con un sistema intelligente in grado di riconoscere la merceologia esposta. Il prodotto in questione regola la temperatura di colore e l’indice di resa cromatica in base alla tipologia esposta.

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r&f Resoconto fiera

Filippo Devoti Federico Riboldi

Massimiliano Giussani Inoltre è possibile registrare qualunque tipo di colore e impostare la relativa illuminazione desiderata. Altro prodotto interessante legato al food in grado di illuminare tutte le merceologie. Quindi frutta, carne, pane, pesce ecc. Ultima cosa è Fish HD che mette in risalto non solo il pesce con le sue tonalità di grigio, ma anche i crostacei, il tonno, il salmone, quindi prodotti di colori diversi.

Federico Riboldi business program manager Fujitsu Italia

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ujitsu ha presentato un’innovativa soluzione wearable che trasformerà la comunicazione nel settore retail, ed in particolare per il mondo food; il sistema Fujitsu U-Scan self-checkout (SCO) si connette agli smartwatch dello staff presente nel punto vendita per fornire aggiornamenti e messaggi istantanei, riducendo i tempi di risposta e assicurando il miglior funzionamento del negozio. La soluzione, che rientra nel concept Fujitsu Connected Retail, migliora la customer satisfac56

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tion – i clienti possono richiedere aiuto con rapidità e facilità durante la fase di checkout e avere la conferma del fatto che l’assistenza sia in arrivo – e rende più efficace l’attività del personale. Abbiamo attuato la digitalizzazione della comunicazione all’interno del settore retail, lungamente attesa. L’utilizzo dei dispositivi wearable apre scenari e possibilità fin’ora inesplorate, velocizzando le attività nel punto vendita con modalità di comunicazione discrete: gli allarmi inviati generano una notifica delle problematiche, ordinate per priorità, per mezzo di vibrazioni o impulsi tattili. Le azioni che richiedono un inserimento fisico, come l’override da parte di un responsabile di negozio, possono essere eseguite direttamente sul dispositivo.

Filippo Scibilia Ceo/managing director Castles Technology

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oi per il retail mettiamo a disposizione dei componenti che permettono di integrare i pagamenti con le applicazioni tipiche da registratore di cassa o da barriere di cassa. Riteniamo sia un valore aggiunto non solo il pagamento tradizionale ma portare strumenti che permettano di integrare altre

Filippo Devoti marketing and communication director Reggiani

Filippo Scibilia applicazioni, ad esempio il pagamento dei bollettini postali, i buoni pasto o i servizi della pubblica amministrazione. Lo sforzo quindi è integrare più applicazioni sul tradizionale Pos o Pin Pad. I dispositivi più richiesti oggi sul mercato sono terminali touch screen con display grafico che è più intuitivo, ha più servizi e si predispone alla cattura della firma senza necessità di archiviazione cartacea. L’altro aspetto importante è che il terminale mobile permette al dipendente di muoversi liberamente nel locale effettuando operazioni di pagamento che comunicano direttamente con la cassa. Un’altra area che stiamo esplorando è quella dell’utilizzo delle piattaforme Android sui nostri terminali. Ciò significa estrema facilitazione di utilizzo e la possibilità di inserire decine di applicazioni fruibili esattamente come facciamo noi dai nostri telefonini. In questo modo con grande facilità si potrebbero moltiplicare le funzioni del Pos senza appesantire il sistema.

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bbiamo pensato il concept per EuroShop 2017 facendo un focus sul retailer e cercando di mostrare l’effetto sui prodotti. Nuove tecnologie di design, ottiche, controlli. Offriamo soluzioni sia per prodotti every day sia per prodotti più elevati. Inoltre il design ormai è sempre più importante, quindi collaboriamo con designer per arrivare a creare un prodotto sempre più pulito, minimalista per un mercato più ampio. Abbiamo riscontrato che questo lavoro piace al cliente perchè il focus non è più sull’infrastruttura tecnica che permette di illuminare e creare l’ambiente per poi posizionare il prodotto, ma è più sull’effetto che la luce può fare come componente trasformante. Abbiamo pensato di costruire una soluzione che potesse lavorare con il binario standard ma dando la possibilità di avere un prodotto minimale ma molto performante. Conosciamo il settore, i tempi e le necessità del retail, quindi offriamo al cliente un supporto dedicato. Inoltre customizziamo se necessario, soprattutto con i clienti di alto profilo che hanno necessità particolari. Stefano Masin



r&f Case history multi-brand

Con la creazione del format Crois’ Croissant Gourmet, l’azienda piemontese ha affiancato il food allo storico sviluppo di retail non food, che ha visto protagonisti vari marchi tra cui Motostore e Corso Roma. Dagli outlet ai centri commerciali sino all’high street, in Italia e all’estero, la crescita è sia diretta sia in franchising

Bonati Group: retail dai jeans al croissant G

ruppo Bonati & Partners nasce nel 1990 con l’apertura di format retail mono brand quali Levi’s Store e Nara Camice nel Nord Italia. La crescita del Gruppo ha portato nel 1998 allo sviluppo dei primi “Outlet Stores” a Biella, area nota per la concentrazione di realtà nel mondo tessile. L’approccio a questa prima esperienza vede coinvolti marchi di rilievo come Docker’s, Diesel, Levi’s e Calvin Klein. Nel 2000 la rapida espansione porta all’ingresso nel primo Designer Outlet Village in Italia, con le aperture dei punti vendita Levi’s e Diesel a Serravalle Scrivia (AL). Oggi il Gruppo gestisce direttamente e tramite partner circa 150 negozi, tra cui grande rilevanza ha acquisito l’insegna di abbigliamento donna Tally Weijl, con un giro d’affari complessivo di 51 milioni di euro per le sole attività dirette. E tra le ultime operazioni, l’avvio nel dicembre del 2015 di CROIS’ Croissant Gourmet: primo progetto in ambito food. 58

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Dell’evoluzione del portfolio e delle politiche di sviluppo nei vari canali abbiamo parlato con Fabrizio Bellese, development manager di Gruppo Bonati. Quali marchi sviluppate ad oggi? Attualmente il business è principalmente incentrato su attività “no food”: abbiamo marchi di nostra pro-

prietà, quali Motostore e Corso Roma, e siamo agenti per alcuni brand come Tally Weijl, Sandro, Ido, Equivalenza, Tous e La fee maraboutee. A nostra volta siamo anche franchisee di alcune insegne come Alcott, Tezenis, Primadonna Collection, Piazza Italia e Diesel kids.

Portfolio brand Motostore: nasce nel 2006 con la sua prima apertura presso l’outlet di Serravalle Scrivia, oggi conta nove negozi in Italia e due in Spagna (Barcellona e Madrid), ed è stata la prima catena di negozi dedicata ai motociclisti all’interno degli Outlet Village, offrendo loro abbigliamento e accessori dei migliori marchi. Fatturato: 7 milioni di euro.

Tally Weijl: il Gruppo ha conseguito nel 2008 dalla Tally Wejil il mandato per lo sviluppo in Lombardia, Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria. In seguito al successo conseguito in queste regioni, con oltre 50 negozi aperti sia nei centri commerciali sia nei centri cittadini e 7.700 mq di GLA, la Tally Weijl ha voluto estendere il mandato anche a Toscana, Emilia Romagna, Lazio e Triveneto.

Corso Roma: Insegna multibrand nata nel 2005 e dedicata alla commercializzazione di calzature di fascia medio-alta a prezzo scontato nei Factory Outlet; è presente su tutto il territorio nazionale in collaborazione con le migliori griffe internazionali. Fatturato: 12 milioni di euro.

CROIS’ Croissant Gourmet: primo progetto in ambito food del Gruppo, inaugurato il punto pilota a dicembre del 2015 presso il centro commerciale Freccia Rossa (BS). Crois’ vuole essere la prima boutique del croissant. Fatturato di un solo punto vendita 450mila euro.


Shopping mall, factory outlet village e centri storici: sono questi i canali che presidiate. Come profilate il vostro sviluppo rispetto a tali tipologie di location? Effettivamente il nostro business si articola in queste tre realtà a seconda del brand che vogliamo sviluppare e alle sue caratteristiche commerciali. Ad esempio per le insegne di nostra proprietà, Motostore e Corso Roma, prediligiamo lo sviluppo all’interno dei FOV poiché la nostra proposta e il punto prezzo sono mirati per quel tipo di clientela. Mentre per altre insegne come Tally Weijl piuttosto che Tezenis siamo orientati ai centri commerciali e/o centri cittadini. Come cambia, se cambia, la redditività dei brand in base ai singoli canali? Non possiamo fare dei veri e propri paragoni perché sono realtà molto diverse tra loro sia per pricing che per target. Sicuramente i negozi all’interno dei FOV possono godere di uno scontrino medio più alto per via del potere d’acquisto più elevato dei visitatori. Parlando di aperture di negozi, quali e dove sono state ultime e quali e dove saranno le prossime? Essendo il nostro un Gruppo abbastanza articolato, abbiamo in continuazione aperture, relocations, trasformazioni, ecc. Ma tengo a menzionare l’ultima operazione effettuata all’estero e precisamente in Spagna: lo scorso 27

ottobre abbiamo inaugurato il punto vendita Motostore a Viladecans a pochi chilometri da Barcellona. Il centro di proprietà della Neinver da subito ha riscosso molto interesse attirando migliaia di visitatori in cerca di affari e dunque anche Motostore ha performato molto bene accontentando il pubblico di bikers completamente ignaro della nostra presenza in un outlet village. Dopo aver aperto tre anni fa a Madrid, abbiamo pensato che fosse arrivato il momento di avviare il processo di sviluppo dei Motostore in terra iberica e infatti pensiamo di procedere con altri opening nei prossimi due anni. In generale, quali sono i vostri progetti di sviluppo per il 2017 e con quali obiettivi di giro d’affari? Per l’anno in corso punteremo principalmente al consolidamento dei marchi che abbiamo in portafoglio da più tempo, come Motostore, Corso Roma e Tally Weijl, e contestualmente partiremo con un importante programma di sviluppo per le altre insegne con cui da poco abbiamo iniziato una collaborazione: Sandro, Ido, Equivalenza, Tous e La fee maraboutee. Il giro d’affari stimato al momento non è ancora quantificabile, sicuramente puntiamo

a una crescita di Gruppo a doppia cifra. In ultimo, ma non per importanza, abbiamo programmato 4 aperture entro fine anno del nostro format food Crois’ perché crediamo molto in questo progetto e siamo certi che ci darà grandi soddisfazioni. Parlando proprio di Crois’, quali sono le caratteristiche di questo format e quali sono i riscontri del primo locale? Crois’ nasce per offrire alla sua clientela prodotti genuini e di alta qualità, personalizzabili in base ai propri gusti in modo da non doversi accontentare della classica brioches. Infatti, ogni cliente può decidere di farsi comporre il proprio croissant tramite otto basi differenti (integrale, multicereale, vegana, bio, tutto burro, ecc.) e farcirle a proprio piacimento con vari gusti di creme (crema pasticcera, pistacchio, cioccolato, tiramisù) oppure con confetture di vario genere. Anche nel salato è possibile scegliere i riempimenti come i salumi prodotti esclusivamente con carni di provenienza al 100% italiana, accompagnati da tre tipi di mozzarelle (DOP) e verdura a scelta. Diversamente si possono assaggiare le proposte “Gourmet” selezionate dai

nostri chef, scegliendo direttamente i croissant già farciti dalle vetrine. Da subito Crois’ ha riscosso grande successo e le persone ci hanno visto come se fossimo già una catena, infatti la domanda più frequente era: “in quali altre città siete?”. Questo significa che nonostante fosse un punto pilota, il percepito era quello di un format già maturo. A nostro parere, il segreto del successo immediato, oltre all’eleganza del concept, è il “marketing olfattivo” o più semplicemente il piacevole profumo che si avverte nelle vicinanze del locale. Infatti, noi sforniamo in continuazione per tutta la giornata, offrendo così un prodotto fragrante e decisamente buono. Quattro nuovi locali Crois’ entro l’anno, quindi, con quale piano di sviluppo? Il piano di sviluppo si articola in maniera diretta e in affiliazione. Il nostro format può adattarsi nei centri commerciali così come nei centri cittadini, l’unico “ingrediente” che ha bisogno per avere successo è il passaggio pedonale. Al momento abbiamo tre proposte a livello di concept: la prima, “CROIS’ Deluxe”, necessita di una metratura da 130 mq e prevede comode sedute, in stile salottini; la seconda, “CROIS’ Boutique”, che è ben rappresentata dal punto pilota di Brescia, necessita di una metratura minima di 90 mq; infine “CROIS’ Take-Away”, per la quale servono circa 40/60 metri quadrati. Stiamo anche progettando l’ApeCROIS’ per un’offerta Street food. Infine, avete progetti che interessano o potrebbero interessare il canale del travel retail? Il travel retail è un canale che stiamo prendendo in seria considerazione visti gli ultimi sviluppi realizzati da stazioni e aeroporti. Attualmente abbiamo dei Tally Weijl nelle aree commerciali di alcune stazioni, di cui siamo pienamente soddisfatti degli andamenti, e stiamo cercando anche degli spazi per Crois’ in quanto pensiamo che possa essere l’offerta giusta, con la formula take-away, per il cliente che transita in questi siti. A.P.

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r&f Speciale pavimentazione e rivestimenti

Il retail cammina sul made in Italy S

embra scontato, ma ogni negozio, ristorante, stazione, centro commerciale, aeroporto o area di sosta in cui entriamo, nella totalità della superficie che occupa ha delle pavimentazioni frutto del lavoro di aziende, spesso italiane (concentrate per l’80% nell’area modenese-reggiano), la cui qualità è riconosciuta nel mondo per design e innovazione. Questo ci pone al terzo posto nel mondo come Paese esportatore dopo Cina e Spagna, con un giro d’affari di 5,3 miliardi di fatturato il cui 85% è 60

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legato, appunto, all’export. Secondo quanto riportato da Confindustria Ceramica durante l’annuale presentazione dell’andamento del settore a dicembre scorso, il 2016 ha registrato una ripresa nelle vendite complessive del 4,6%, grazie all’aumento dopo anni di flessione della domanda sul mercato italiano (+5,5%) e a una espansione delle esportazioni (+4,4%), che hanno trainato la produzione (+5,4%). La produzione italiana è ritornata così a superare i 415 milioni di metri quadrati, mentre per

Casalgrande Padana

Foto di Luc Boegly

Risultati in crescita nel 2016 per il settore: vendite a 415 milioni di metri quadrati (+4,6%), l’export a +4,4%, inversione di tendenza per l’Italia (+5,5%)


il biennio 2017-2018, pur in un quadro di complessivo rallentamento, ci si attende il consolidamento di questi risultati tali da portare la produzione a crescere ulteriormente negli anni successivi. Vittorio Borelli, presidente di Confindustria Ceramiche ha così commentato questi primi dati: «Dopo dieci anni di costante flessione chiudiamo finalmente il 2016 con un aumento delle vendite in Italia del +5,5 per cento. Non possiamo certo brindare a 85 milioni di mq venduti in patria, perché erano oltre 180 prima della crisi, ma il dato conferma la nostra previsione che il punto più basso è stato toccato e ora possiamo solo risalire». Positive indicazioni emergono dall’esame dei bilanci 2015 delle aziende ceramiche considerate nel loro insieme. Il campione analizzato mostra un EBITDA di settore pari a 13,4% e in grado di generare un apprezzabi-

Maurizio Mazzotti amministratore delegato Atlas Concorde Come procede il mercato retail? Per quanto concerne Atlas Concorde, il mercato retail negli ultimi mesi sta crescendo in modo significativo. Questo grazie all’inserimento di persone, prodotti e servizi che sono stati sviluppati appositamente per soddisfare le richieste di clienti che operano in questo settore. Con quali canali del retail lavorate? La gamma Atlas Concorde è certamente una delle più ampie del settore ceramico. I nostri prodotti vengono installati all’interno e all’esterno dei centri commerciali, negli aeroporti, nelle metropolitane, nei locali food e non food, all’interno dei negozi, ecc. Quale tipologia di servizio siete in grado di offrire al cliente retail? In generale chi sviluppa spazi retail è per propria natura estremamente attento alle nuove tendenze. Investiamo ogni anno in innovazione (circa il 10% del nostro fatturato) una cifra doppia rispetto alla media del settore. Questo ci consente di definire nuovi trend estetici nel mondo ceramico, lavorando contemporaneamente anche sull’innovazione tecnologica. Oggigiorno è fondamentale garantire al cliente un’esperienza di acquisto “olistica” in cui il prodotto sia no-

Atlas Concorde le flusso di cassa a gestione corrente (469 milioni di euro nel campione analizzato). L’incidenza del circolante sul fatturato si riduce di tre punti percentuali, al 35,3%, grazie a percorsi di efficientamento sullo stock di magazzino e alla selezione dei crediti commerciali. Tale aspetto ha determinato un miglioramento nei livelli di capi-

bilitato dall’ambiente che lo circonda, all’interno del negozio o dello showroom. La divisione retail dell’azienda affianca quotidianamente i progettisti, i brand e i contract nelle scelte dei materiali, individuando la soluzione tecnica, estetica ed economica più in linea con il concept e la filosofia del progetto. Il servizio pre e post installazione, i tempi di consegna molto rapidi, la personalizzazione di prodotto sono ulteriori fattori critici di successo sui quali Atlas Concorde investe ogni anno, per soddisfare le richieste dei clienti più esigenti. Quali sono i materiali più innovativi con cui lavorate oggi? Oltre agli effetti marmo e legno che continuano ad avere un grande interesse nel mondo retail, negli ultimi mesi sono state presentate alcune collezioni dal design innovativo che hanno riscosso immediato successo nel settore. Marvel Gems, una collezione di superfici ceramiche che uniscono l’aspetto del terrazzo alla veneziana, alle eccellenti proprietà del gres porcellanato e dei rivestimenti in pasta bianca. Una materia classica - quella di Marvel Gems - interpretata in chiave contemporanea secondo la creatività e la tradizione italiana. Suggestioni “tessili” invece hanno ispirato Room, il nuovo progetto Atlas Con-

talizzazione del settore, ora prossimi all’84% del capitale investito.

Un 2016 positivo Il preconsuntivo per il 2016 evidenzia per l’industria italiana delle piastrelle di ceramica esportazioni nell’ordine di 331 milioni di metri quadrati (+4,4%) e vendite per 85 milioni di

corde dedicato ai tessuti d’arredo, carpet e wallpaper per un interior design dal carattere decorativo e dall’appeal caldo e raffinato. Lavorate anche con l’estero? quanto pesa sul totale del fatturato? Collaboriamo quotidianamente con più di 2700 clienti attivi in 110 nazioni, con una quota di export che ha raggiunto l’85%. Quali sono le variabili principali (a parte il prezzo) su cui si basano i clienti? Il servizio, la personalizzazione e la continua innovazione di prodotto sono le variabili che oggi influenzano un cliente nella scelta di una partnership con un fornitore. Mi può raccontare una case history interessante a cui avete lavorato? Collaboriamo con molti dei più importanti brand del mondo retail in senso lato: dalle principali compagnie di telefonia europee, ai più importanti player del mondo della moda e dell’arredo, in Europa e nel mondo. Da alcuni anni abbiamo in essere una collaborazione con uno dei principali attori del settore food, con il quale abbiamo sviluppato più di 100 locali; sono tutti casi di successo, dai quali si evince il vero significato di azienda partner, dinamica e con tanta voglia di crescere insieme ai principali leader del settore Retail.

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r&f Speciale pavimentazione e rivestimenti Stefano Marengo, national account manager Casalgrande Padana

Quali sono i materiali più innovativi con cui lavorate oggi? L’azienda è costantemente orientata all’innovazione non solo in termini di materiali ma anche in termini di tecnologia. In particolare nell’ambito della tecnologia fotocatalitica applicata ai materiali si sono raggiunti importanti risultati nel campo dei pavimenti antibatterici e dei rivestimenti esterni autopulenti interessando l’intera gamma produttiva. L’altro aspetto innovativo è legato al cambiamento in termini di dimensione dei materiali che oggi vengono utilizzati in ambito retail arrivando a formati importanti come 90x90 - 60x120 – 90x180 - 120x240. Lavorate anche con l’estero? Quanto pesa sul totale del fatturato? Il fatturato estero globale pesa circa per il 75% con un presidio predominante dell’area europea. Quali sono le variabili principali (a parte il prezzo) su cui si basano i clienti?

Come procede il mercato retail? Il mercato del retail rappresenta un importante segmento in crescita sia nel nuovo ma soprattutto nel refitting. Il gres porcellanato si trova in competizione con altri materiali sia naturali sia industriali, tuttavia costituisce una valida soluzione in termini di manutenzione rappresentando una soluzione molto apprezzata anche da un punto di vista estetico. Con quali canali del retail lavorate? La nostra azienda è ben posizionata sia nel segmento progetti di centri commerciali avendo come target di riferimento progettisti e developer, sia nel segmento dei brand presidiando i rapporti diretti. In particolare nel segmento Gdo siamo presenti nei principali player del mercato della distribuzione, mentre nel non food essendo un mercato molto polverizzato soprattutto nella piccola superficie cerchiamo di concentrare gli sforzi sui player della media superficie. Buona è anche la nostra presenza nel settore specifico dell’automotive. Mezza Pagina RETAIL&FOOD 209x118+4mm B.pdf

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Le richieste dei clienti retail interessano l’area del servizio a partire dal fattore forse più rilevante rappresentato dai termini di consegna (con possibilità di stoccare a magazzino eventualmente il materiale) per poter decidere in termini rapidi le operazioni soprattutto di refitting. A seguire, condizioni di pagamento e prezzo. Quali sono le problematiche più ricorrenti da affrontare nel vostro settore? La problematica principale è legata al livello del servizio richiesto dal settore retail che spesso non coincide con le caratteristiche del servizio erogabile in condizioni normali per il settore edile e che rappresenta la frontiera di sfida maggiore probabilmente. Mi può raccontare una case history interessante? Collaborazione con Designer 5+1 AA su prodotto “customizzato” per progetto Docks Marsiglia: un’importante opera di riqualifica di quest’area dismessa, nella città francese, in cui sono state create aree retail, ristoranti e uffici.


Leonardo Tavani VP marketing Marazzi Group Come procede il mercato retail? I recenti dati di Confimprese prevedono oltre 1.150 nuove aperture di negozi retail nel 2017 e un progressivo aumento del fatturato del settore, quindi un mercato in crescita che, per noi che produciamo ceramica e gres sia per il residenziale sia per il contract, rappresenta un’opportunità. Con quali canali del retail lavorate? Marazzi ha sviluppato una presenza consolidata nei canale retail aeroportuale, dove abbiamo relazioni dirette con molti brand della moda italiana; nei centri commerciali e nei franchising outlet, nel segmento non food principalmente marchi dell’abbigliamento. Lavoriamo molto anche sull’esterno dei centri commerciali, come nelle gallerie. Quale tipologia di servizio siete in grado di offrire al cliente retail? Vent’anni di realizzazioni in Italia e nel mondo ci permettono di sviluppare soluzioni a 360° e di affiancare architetti, developer e costruttori durante l’intero processo realizzativo. Fornitura di materiale di elevata qualità tecnica ed estetica, personalizzazione del prodotto e servizio celere e puntuale: sono questi i servizi più richiesti a cui Marazzi risponde quotidianamente. Quali sono i materiali più innovativi con cui lavorate oggi? Marazzi, dal 1935 a oggi, ha fatto della qualità e della capacità di innovare dei propri prodotti il proprio marchio distintivo. Oggi sono i grandi formati e

Marazzi Group la tecnologia digitale a dettare il ritmo dell’innovazione: lastre in gres porcellanato più grandi che facilitano la percezione di avere una superficie senza interruzioni con effetti materici naturali, come pietra, marmo e legno, selezionando solo le materie più particolari e pregiate ormai rare in natura. Anche i rivestimenti seguono questa tendenza, volendo con spessore ridotto a 6 mm per una maneggevolezza maggiore e la possibilità di applicazione del prodotto direttamente sull’esistente per accorciare i tempi del cantiere. Lavorate anche con l’estero? Il mercato retail estero è un segmento in crescita di grande interesse per Marazzi ed è caratterizzato dal lavoro su molti key account dei settori più differenziati, come abbigliamento, automotive, ristorazione veloce e cosmesi. Il punto di forza del gruppo è la possibilità di offrire un servizio unico a livello globale e un assortimento molto ampio di prodotti made in Italy di elevata qualità tecnica e estetica, ma con un appeal internazionale: Marazzi è infatti presente in oltre 140 Paesi. Quali sono le variabili principali, a parte il prezzo, su cui si basano i clienti? Per la nostra esperienza, la disponibilità del materiale nei tempi richiesti dal cliente, una logistica efficiente e la capacità di servizio a 360°, tra cui la possibilità di

realizzare prodotti custom sono le variabili principali su cui si basano i clienti nella scelta del partner per il progetto, unitamente al valore e alla forza del nostro marchio. Mi può raccontare una case history interessante in cui avete lavorato? Il mondo retail è un mercato molto impegnativo, dove fa la differenza la capacità di ascolto da parte dell’azienda delle esigenze del cliente. Per una catena di abbigliamento per bambini, ad esempio, la richiesta del committente era quella di realizzare un progetto su misura per i diversi format del brand che fosse insieme pavimentazione degli spazi ma anche parte integrante del concept di allestimento. Insieme al progettista abbiamo individuato la possibilità di personalizzare il nostro prodotto con una decorazione floreale realizzata in esclusiva per il brand. Con il Centro Stile Marazzi Group, il nostro centro di ricerca interno, abbiamo realizzato diverse prove stilistiche e dimensionali, condivise e seguite passo passo dalla committenza, e il risultato è stato la produzione esclusiva per la catena di una rosa stilizzata in colori tenui, ottenuta dalla combinazione di quattro grandi lastre – 90x90 cm – in gres porcellanato con effetto cemento. Il prodotto ha avuto molto successo e stiamo, ora, lavorando a ulteriori personalizzazioni custom per il brand.

metri quadrati sul mercato nazionale (+5,5%). Segno positivo in tutte le aree geografiche, dove si registra per i Paesi NAFTA un +5%, per quelli del Golfo e Balcani un +4,7%, il Far East fa +3,3%, l’Europa Centro Orientale +2,7%, l’America Latina +2,1% e il Nord Africa +1,7%. Tra i paesi più grandi, in calo la Russia (-10%), anche se meno rispetto agli ultimi anni. «Chiudiamo un anno che ha registrato conferme dai mercati internazionali, penso a Stati Uniti ma non solo, e una inversione di tendenza da quello italiano - sempre Borelli - Sono risultati resi possibili dagli ingenti investimenti in innovazione che il settore realizza da anni e che ci ha consentito di aggiornare la nostra capacità competitiva si diversi mercati». Il presidente ha poi ricordato due grandi rischi che l’industria ceramica italiana dovrà affrontare nel 2017: il primo riguarda la scelta della Commissione Europea lo scorso dicembre di non concedere lo stato di ‘Economia di Mercato’ alla Cina, «come giusto che sia non avendo questo paese ottemperato ai cinque requisiti richiesti dall’accordo di ingresso nel WTO». Non si può che accogliere con giudizio positivo tale decisione, anche se bisogna rilevare come la stessa Commissione Europea (e qui si evidenzia il rischio) abbia proposto un nuovo regolamento per la definizione dei dazi antidumping meno stringente rispetto al passato. «Auspichiamo - conclude Borelli - che il Parlamento Europeo, a partire dai nostri rappresentati, esprima un giudizio negativo in fase di discussione parlamentare». Il secondo tema che preoccupa il comparto è invece legato alla competitività delle imprese, non solo ceramiche: il sistema delle emission trading, che ha fino a ora determinato un forte appesantimento negli adempimenti burocratici, anche per questo settore dove i continui investimenti hanno significativamente ridotto le emissioni. S.M.

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r&f International Crocs IN PICCHIATA Cambio al vertice per Crocs che si prepara, inoltre, a chiudere il 29% dei suoi store entro il 2018. Secondo quanto riferito dal Wall Street Journal, il CEO dell’azienda americana, Gregg Ribatt, avrebbe infatti annunciato le proprie dimissioni, motivate con ogni probabilità da performance di vendita in flessione, precisando che però rimarrà nel board del gruppo. A prendere il suo posto sarà Andrew Rees, attuale presidente di Crocs, effettivo come CEO dal prossimo 1 giugno. Il brand, noto soprattutto per le calzature in resina colorata, chiuderà 160 punti vendita nei prossimi due anni, decisione che risponde al calo del turnover degli ultimi mesi. Crocs ha chiuso il trimestre al 31 dicembre scorso con perdite per 40,6 milioni di dollari (nel quarto trimestre del 2015 il rosso era di 70,2 milioni), a fronte di ricavi in calo da 208,7 a 187,4 milioni (circa 178 milioni di euro).

Thule, dal tetto alla cappelliera Thule amplia la sua offerta commerciale. Il marchio svedese nato nel 1942, noto per la produzione di box porta tutto da tetto, introduce Subterra, gamma che comprende borse da viaggio, valigie, bagagli a mano, zaini e custodie porta computer. «Siamo molto contenti di Subterra - ha dichiarato Jeffrey van der Mars, sales manager area Benelux e Dach - una linea di prodotti versatili caratterizzati da uno stile urbano, ricca di soluzioni innovative e prodotta con materiali di qualità». La valigia Thule Subterra Carry-On 55cm si è recentemente distinta all’ultima edizione degli iF Design Award 2017 vincendo nella categoria Product-Leisure. Thule propone, tra gli altri prodotti, portabagagli per auto, portabici, box auto, borse da viaggio per computer/fotocamere/attrezzatura sportiva e prodotti per bambini venduti in 140 mercati in tutto il mondo. «Sebbene il mercato tedesco rappresenti il più importante in Europa, stiamo spingendo per crescere anche in Italia dove, per Subterra, abbiamo già contattato diversi rivenditori premium tra cui La Rinascente», conclude van der Mars.

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duty free world

by Kevin Rozario - London

Food and beverage trumps retail in airports

Il Food and beverage trionfa nel retail aeroportuale As annual results from airport groups have come rolling in it is clear that – in Europe at least – the food and beverage business is comfortably outstripping the duty free shopping side in terms of growth. Spanish airports operator, Aena, generated €154.5m revenue from F&B, much smaller than the €285.2m that came from its duty free shops. However, F&B grew by +17% while the duty free business trailed at +13.6%. That store sales growth was still very good, however, other airports in Europe did not fare so well. At London Heathrow for example, catering grew by +8.9% ahead of the +7.8% for the duty and tax-free shopping, while Zurich Airport saw +3.7% growth in its F&B revenue, more than three times the growth in retail, tax and duty free (+1.1%). At the main two airports of Paris, operator Groupe ADP, struggled with retail as its airside shops revenue declined by -4%, totally contrasted by its bars and restaurants which soared by +24.6%. This was partly thanks to the formation of a new F&B joint venture called EPIGO in February 2016 which favourably changes its former revenuesharing model. While these results will have specific local and regional factor attached to them (such as currency flux, strikes, route changes etc) they indicate F&B’s overall resilience in times of uncertainty. Retail spending per pax has been flat or falling in many of Europe’s hubs, London Heathrow being a notable exception due to the falling value of the ‘Brexit pound’ making its product much cheaper for international travellers. F&B, while not delivering nearly as much revenue as duty free, is increasingly seen as a core element of the retail offer – and it is delivering in tough times which travellers often have to eat and drink on longer layovers, but they don’t have to shop. Airport are wising up to this discretionary behaviour fast.

Come risulta dai report annuali dei gestori aeroportuali - almeno in Europa - il business del food & beverage sta comodamente superando il comparto duty free in termini di crescita. L’operatore spagnolo Aena ha generato ricavi per 154,5 milioni di euro nel settore food & beverage, molto meno dei 285,2 milioni ottenuti dai negozi duty free. Tuttavia il food & beverage è cresciuto del 17% mentre il duty free del 13,6%. E questa crescita delle vendite, tuttavia, è ancora molto buona, altri aeroporti in Europa non se la cavano così bene. A Londra Heathrow per esempio, la ristorazione è cresciuta dell’8,9% contro il +7,8% del duty free e tax-free shopping, mentre l’aeroporto di Zurigo ha visto crescere del 3,7% il proprio fatturato food & beverage tre volte tanto la crescita nelle vendite al dettaglio e duty free (+ 1,1%). Nei due principali aeroporti di Parigi, l’operatore Groupe ADP, ha lottato con il calo delle vendite duty free e retail in airside, diminuito del 4%, totalmente in contrasto con i suoi bar e ristoranti, che hanno subito un’impennata del + 24,6%. Ciò è dovuto in parte grazie alla formazione nel 2016 di una nuova joint venture del canale food & beverage denominata EPIGO, che ha modificato favorevolmente il precedente modello di revenue-sharing. Anche se questo risultato è conseguenza di specifici fattori locali e regionali ad esso connessi (come flusso di valuta, scioperi, variazioni di percorso, ecc) indica che il food & beverage è un comparto complessivamente resistente in tempi di incertezza. La spesa al dettaglio per persona è stata piatta se non addirittura in caduta in molti hub europei, ad eccezione di Londra Heathrow che a causa della perdita di valore del ‘pound Brexit’ ha reso i suoi prodotti molto più convenienti per i viaggiatori internazionali. Pur non portando entrate vicine a quelle del duty free, il comparto food & beverage è visto sempre di più come un elemento centrale dell’offerta retail - e si sta formando il pensiero che in tempi difficili i viaggiatori nelle soste debbano mangiare e bere, ma non fare shopping. Gli aeroporti stanno desiderando che ciò accada velocemente.


Mall of Egypt: la nuova Adidas corre oltre piramide dello shopping il miliardo di euro

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n centro commerciale faraonico, da 165mila mq di GLA, per un’area complessiva di 400mila mq, a Il Cairo. La nuova piramide dello shopping, il Mall of Egypt, dotato di 350 brand, oltre a una pista da sci indoor, aree benessere e un cinema con 21 sale, è stato promosso dal colosso del retail real estate Majid Al Futtaim, che vi ha investito 722 milioni di dollari. La società multinazionale, che opera in 14 mercati e gestisce al momento 19 shopping centre e 12 hotel, oltre a sviluppare in esclusiva il marchio Carrefour in 38 Paesi tra Middle East, Africa e Asia Centrale, ha reso noto che dall’inizio dei lavori del Mall of Egypt ha creato oltre 41mila opportunità di lavoro compreso l’indotto. «Majid Al Futtaim vanta una lunga presenza in Egitto, dove è arrivata 15 anni fa inaugurando Carrefour, City Centre Maadi e il City Centre Alexandria – ha detto Ghaith Shocair, CEO Shopping Malls presso Majid Al Futtaim Properties – In linea con la nostra visione che mira a creare ogni giorno momenti di piacere alla portata di tutti, siamo orgogliosi di aprire le porte del Mall of Egypt, portando la neve in città attraverso Ski Egypt e introducendo esclusivi marchi internazionali oltre agli innovativi concept di leasure ed entertainment di VOX Cinemas, Magic Planet e Little Explorer, introdotti per la prima volta nel mercato egiziano».

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Il colosso tedesco di abbigliamento sportivo va oltre ogni stima, superando nel 2016 il tetto del miliardo di euro e alzando l’asticella per l’anno in corso. Nel dettaglio dei dati, Adidas ha chiuso i precedenti 12 mesi con un utile netto in crescita del 41%, a quota 1,019 miliardi di euro, mentre i ricavi sono aumentati del 14% a 19,3 miliardi, che, tenuto conto del cambio, salgono a +18 per cento. E vedono un andamento positivo tutte le principali regioni geografiche, con l’Europa occidentale a +20%, il Nord America a +24%, la Greater China a +28% e l’America Latina a +16 per cento. Più cauta, ma comunque significativa, la crescita di Reebok: +6 per cento. E nel 2017 il colosso dello sportswear mira a migliorare ulteriormente le vendite tra l’11% e il 13%, mentre il margine operativo dovrebbe arrivare tra l’8,3 e l’8,5% contro il 7,7% del 2016. Il risultato netto dovrebbe crescere tra il 18% e il 20% annuo a più di 1,2 miliardi. Il Gruppo ha aggiornato al rialzo anche le stime per il 2020, prevedendo vendite in crescita media annua tra il 10 e il 12% tra il 2015 e il 2020. Altro terreno fertile è quello virtuale dell’e-commerce, che per Adidas e Reebok dovrebbe raggiungere quota 4 miliardi di euro entro il 2020, contro la stima precedente di 2 miliardi e un turnover quantificato ad oggi di un miliardo di euro.

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r&f International

Lego sul tetto del mondo

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ella principale fabbrica Lego in

Danimarca, di mattoncini colorati ne vengono prodotti il 40% del totale mondiale, che nel 2016 è ammontato a 75 miliardi di pezzi, circa 100 milioni di mattoncini al giorno. La multinazionale, che prima del 2004 stava per fallire, è rinata fino ad arrivare nel 2015 a essere riconosciuta come il marchio più forte al mondo. Oggi l’azienda ha ripreso a navigare a gonfie vele: il 2016 si è chiuso con un fatturato di 5,38 miliardi di dollari, il record negli 85 anni di storia, per un profitto netto pari a 1,34 miliardi. Numeri che sono frutto di una strategia moderna sul mercato, fatta di utilizzo di licenze forti - da Batman a Star Wars - e della capacità di estendere il gioco oltre il limite fisico dei mattoncini. «Siamo di fronte a una differente generazione di bambini, nativi digitali che hanno esigenze inedite» ha spiegato Bali Padda, amministratore delegato. Il nuovo corso di Lego richiede anche maggiori capacità produttive e agilità sui mercati. Da qui l’apertura della fabbrica in Cina, la quarta extra Danimarca, fortemente voluta da Padda.

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Singapore al top secondo Skytrax

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li aeroporti rappresentano il punto di partenza e di arrivo di ogni viaggio, qualunque sia la ragione per cui viene fatto. Per questo motivo ritardi, uno scalo prolungato o i tempi di attesa tra il check-in e l’imbarco possono fare la differenza, così come il livello di sicurezza, i servizi, i negozi e i ristoranti di qualità. Sono questi alcuni tra i criteri presi in esame da Skytrax, società di ricerca britannica, che ogni anno stila la classifica World’s Top 100 Airport, sulla base dei giudizi di quasi 14 milioni di viaggiatori provenienti da 105 Paesi. A dominare la classifica ormai dal 2013 è, incontrastato, l’aeroporto di Singapore, che sembra impossibile da battere: su diciassette edizioni, suoi sono ben otto primati. Un risultato eguagliato da un altro aeroporto orientale, quello di Hong Kong, che ha portato anch’esso a casa otto award ma che non risulta al primo posto dal 2011. In questa classifica dominata dagli scali asiatici, anche l’Europa si difende abbastanza bene: al quarto posto troviamo infatti l’aeroporto di Monaco, all’ottavo quello di Zurigo e al nono Heathrow, uno degli scali londinesi. Male invece l’Italia, che non vede nessuno dei suoi aeroporti entrare nella top 100 stilata da Skytrax.


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Multifruit CHERRY, la centrifuga più chic di Zumex Potenza e design si uniscono ancora una volta grazie a Zumex, che trasferisce la forza delle passerelle alle sue proposte professionali per gli spazi di moda. Su questa linea, l’azienda presenta ora la sua innovativa Multifruit CHERRY, la centrifuga professionale Premium con il “look” più chic e divertente, ideata dagli ingegneri e creativi dell’azienda per i locali e i ristoranti trendy.

San Carlo scatena l’aperitivo con Rustica L’aperitivo è un momento perfetto per sbizzarrirsi e stupire, per questo San Carlo si è affidata a due maestri di creatività come il giovane executive chef Valbuzzi e all’estroso maestro dei cocktail Vanzan per ideare sei diverse ricette e altrettanti cocktail con Rustica: dall’aperitivo esotico a quello metropolitano, dall’appuntamento allo spuntino veggie, fino allo stuzzichino last minute o ai ritrovi con gli amici.

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Bayernland si rifà il look Con la primavera, Bayernland inaugura il completo restyling del packaging, nell’ottica di consolidare il posizionamento nel mercato italiano. L’azienda tedesca, specializzata nel comparto del lattiero-caseario, ha infatti coinvolto il team di grafici creativi dell’agenzia White Red & Green di Verona, per realizzare una soluzione del tutto nuova, dal design grafico pulito ed essenziale e chiara nell’esplicitare le componenti del prodotto.

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1 *Fonte Canadean Italia, 2015

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r&f La pulce nell’orecchio

di Simone Filippetti

Autogrill a stelle e strisce Q

ualunque turista che viaggi in auto in Italia, rimane sempre colpito da una cosa: gli “autogrill” a ponte sulle autostrade. Non esistono all’estero: in Italia se ne contano 12. Nati con le insegne Motta Alemagna Pavesi, sono il simbolo del Boom economico dell’Italia e dei favolosi anni ‘60. Sono talmente entrati nella cultura comune che si dice Autogrill per indicare un qualsiasi bar o ristoro in autostrada. Interessante esempio di un nome proprio diventato nome comune. Il turista straniero che fosse passato sulla Torino-Milano non si sarà accorto di nulla, ma gli abituali pendolari sì: l’area a ponte a Novara ha cambiato proprietà. Al posto dello storico “Autogrill”, che la gestiva da decenni, svetta ora l’insegna di Chef Express, il marchio della famiglia Cremonini (il Re della Carne in Italia). Quel ponte non è un posto come un altro: è il più antico “grill” autostradale d’Italia, costruito subito dopo la Seconda Guerra Mondiale. Un locale iconico, direbbero i modaioli della lingua con un aggettivo oggi abusato. L’edificio - uno dei ristoranti autostradali più grandi d’Italia - era stato partorito nel 1947 da un’idea di Mario Pavesi, l’industriale inventore dei “Pavesini”, come piccolo spaccio di biscotti sull’autostrada, all’altezza del casello di Novara: un

semplice bar con tavolini, poltroncine e perGianmario golato all’esterno. Tondato Nel 1962, con l’Italia in pieno Boom, fu costruito il ponte che sovrasta le corsie stradali: un progetto innovativo e avveniristico dell’architetto Angelo Bianchetti. Cade un mito: l’autogrill a ponte sulla A4 non è più un “Autogrill”. È successo a fine dell’anno scorso. Parlarne ora sa di notizia vecchia se non fosse che il bilancio 2016 del Gruppo di proprietà della famiglia Benetton rivela molte cose. Una tra tante, per esempio, è il peso sempre minore dell’Italia per un’azienda che ormai è una multinazionale da oltre 4 miliardi di euro. Quel cambio di insegna assume quasi un valore simbolico e strategico: è l’emblema della nuova vita di Autogrill (dopo l’addio ai Duty Free). Nata come i “Panettoni di Stato”, una società dell’IRI quando lo Stato faceva l’imprenditore, Autogrill è ormai italiana solo come sede fiscale, passa-

porto e Dna. Ma di fatto è un’azienda americana: più di metà del fatturato viene dagli Stati Uniti. L’Italia è un Paese sempre più marginale, geograficamente parlando, per il gruppo di ristorazione. Come molti marchi della moda, Autogrill sta diventando un’azienda da export. Esporta il know how della ristorazione, dell’italian lifestyle nel cibo, dove il Paese ha un riconosciuto primato mondiale. È un disegno partito da lontano: tre anni fa. Gianmario Tondato, per chi lo conosce, è un manager di poche parole e ancor meno di apparizioni pubbliche. Quando nel 2013 se ne uscì con un’intervista sibillina sulle autostrade italiane e il rischio fuga di Autogrill, non parlava a casaccio. All’epoca c’era una sorta di contesa, tutta interna alla galassia Benetton: Autogrill si lamentava dei costi delle concessioni autostradali, troppo alti. Ma le autostrade sono di proprietà dei Benetton, così come Autogrill. Evidentemente in barba ai conflitti di interesse, o anche solo un comprensibile occhio di riguardo, i manager di Autostrade non facevano sconti a nessuno,

tantomeno ai cugini. Con un’Italia in recessione strisciante (nonostante i roboanti annunci dell’Istat sul Pil che risale) e soprattutto con una sovraofferta ristorativa al casello (una stazione ogni 25 km contro i 50 km del resto dell’Europa), Autogrill ha fatto la scelta strategica di puntare sugli Stati Uniti. Detto, fatto. Da allora pian piano gli inventori del Camogli, storico panino che ha fatto la fortuna del Gruppo, hanno iniziato un impercettibile, ma costante, manovra di distacco dal Paese. L’Italia ha perso via via peso: oggi è un quinto del giro d’affari (23%), 6 anni fa era il 30%. Nessuno strappo, un processo graduale, quasi carsico. In Autogrill, la parola disimpegno, o tantomeno fuga, non la vogliono nemmeno sentir nominare: non stanno abbandonando il paese natale, loro dicono. In effetti, hanno e stanno investendo ancora molto in Italia: i nuovi Bistrot (di cui uno proprio in autostrada sulla A1, a Piacenza, dove c’è un altro Autogrill a ponte); e pure l’alleanza con Eataly, sempre in autostrada. Ma il futuro, ormai è evidente, è altrove.

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