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RETAIL | Sviluppi

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CONAD AL TOP, MA ESSELUNGA È REGINA DI UTILI

Analisi Mediobanca, corrono i discount. Nel 2022 la grande distribuzione italiana crescerà dell’1,3%

Conad in Italia detiene sempre la maggior quota di mercato. Ma Esselunga si distingue a livello internazionale per la capacità di generare margini in rapporto alla superficie dei suoi supermercati. Sono alcuni dei dati emersi dalla nuova edizione dell’Osservatorio sulla Gdo italiana e internazionale, a prevalenza alimentare, redatto dall’Area Studi di Mediobanca.

Pesa l’inflazione, avanzano i discount

Il 2022 della distribuzione moderna in Italia, dopo la pausa del 2021 (-0,1% sul 2020), dovrebbe avanzare dell’1,3%. Gli ipermercati perdono quota passando dal 32,6% del mercato nel 2007 al 26,5% del 2021, incalzati dai discount (21,7%) più che raddoppiati dal 2007 (9,5%) e attesi al 24,6% nel 2023, con performance in termini di vendite per mq sempre più vicine a quelle dei supermercati (6.070 euro/mq contro 6.240 nel 2020) che restano i veri dominatori del mercato (43,1% del mercato nel 2021). Il perdurare dell’inflazione ha favorito la ripresa della pressione promozionale, che ha raggiunto nel primo semestre 2021 il 27,9% dopo essere calata al 26,5% nel 2020, e ha acuito la competizione verticale. Nel 2021 la concentrazione del mercato italiano è stabile: la market share dei primi cinque retailer è pari al 57,6%. Conad detiene la maggiore quota di mercato con il 15%, seguita da Selex al 14,5%, dalle Coop al 12,3%, Esselunga all’8,2% e VeGè al 7,5%. In altri mercati la concentrazione dei primi cinque operatori è molto più forte, come in Francia (78,6%), Gran Bretagna (75%) e Germania (73,4%). diAdriano Lovera

2016-2020, stagione eccezionale

Alcune curiosità guardando al periodo preso in esame da Mediobanca, il 2016-2020. MD è campione di crescita delle vendite: +10,7% medio annuo, seguita da Crai (+9,2%) e Lidl Italia (+8,4%), poi Eurospin (+7,8%), Agorà (+7,6%). In termini di redditività del capitale investito (Roi) primeggia MD (22,7%), seguita da Eurospin (20,2%), Crai al 13,7%, Lidl Italia al 13,4% e Agorà al 12,3%. Tutti i restanti operatori sono sotto la doppia cifra, capeggiati da Selex al 9,5%. Esselunga si conferma regina di utili cumulati tra il 2016 e il 2020: 1.212 milioni, a poca distanza da Eurospin a 1.137 milioni, VéGé a 995 milioni, Selex a 962 milioni e Conad a 945 milioni. Carrefour ha cumulato perdite per 604 milioni, Coop per 460 milioni. Coop Alleanza 3.0 è la maggiore cooperativa italiana con vendite nel 2020 pari a 4.046 milioni, seguita PAC 2000 A (Gruppo Conad) a 3.654 milioni e Conad Nord Ovest a 2.605 milioni che precede Unicoop Firenze a 2.329 milioni. Il prestito soci del sistema Coop appare in costante declino dai 10,7 miliardi del 2015 agli 8 miliardi del 2020 (stabile rispetto al 2019). Negli ultimi 5 anni le Coop hanno realizzato proventi finanziari netti per 854 milioni e subìto svalutazioni finanziarie per 791 milioni. Esselunga detiene il primato internazionale quanto a vendite per metro quadro nei confini nazionali: con 15.300 euro precede le britanniche J Sainsbury (14.000 euro), Wm Morrison (11.300 euro) e le due australiane Woolworths (11.300) e Coles (11.000).

Le prime 5 del 2021

GRUPPO QUOTA MERCATO VENDITE IN ITALIA

Conad

Selex

Coop Esselunga VeGè 15,0%

14,5% 12,3% 8,2% 7,5%

Quote di mercato per tipologia

Netcomm Forum 2022 torna la due giorni “digitale”

Roberto Liscia, Presidente del Consorzio Netcomm Forum

Torna anche quest’anno, al Mico (Milano Fiera Congressi) il principale evento italiano dedicato al commercio digitale, Netcomm Forum. Un appuntamento su due giorni, con un calendario fittissimo di eventi, tra cui occorre segnarsi sull’agenda le tre sessioni plenarie dedicate alle sfide del mercato globale, in chiave digitale, al ridisegno della catena del valore per meglio rispondere alle modalità dei consumo delle nuove generazioni e alla nuova frontiera dell’Experimentale Commerce. La carne al fuoco, quest’anno, è tantissima: si parlerà di come coniugare e-commerce e sostenibilità, si ragionerà sui nuovi modelli di commercio anche nei rapporti b2b, fino a delineare quali impatti potranno avere le risorse del PNRR. Un colloquio con Roberto Liscia, Presidente del Consorzio Netcomm Forum, aiuta a definire alcuni dei macro temi sul tappeto e introdurre ospiti e visitatori a questa nuova edizione.

Il contesto dell’ecommerce italiano ed europeo

Secondo l’ultima edizione dell’Osservatorio digital innovation del Poltecnico di Milano, in Italia l’incidenza del commercio digitale, sul complesso delle vendite b2c, ha raggiunto quota 10% nel 2021. Un punto in più rispetto al 2020. In termini di valore, si tratta di 30,5

3 sessioni plenarie, 9 tavole rotonde, oltre 200 workshop ed eventi a cura di sponsor e partner e un grande tema di fondo:

Z GENERATION COMMERCE La trasformazione delle imprese per i nuovi consumatori globali

info e iscrizioni: www.netcommforum.it

miliardi di euro come “prodotti” e 8,9 miliardi di euro come “servizi”. Secondo l’ultimo “Europe e-commerce report 2021”, in Italia gli e-shopper sono il 59% (indica la quota di utenti di Internet attivi negli acquisti in Rete), un dato che ci posiziona piuttosto indietro in classifica, considerando Paesi come Regno Unito, Olanda, Danimarca, Svizzera e Germania dove si supera il 90%. “E’ vero, siamo indietro, per alcune motivazioni precise. Pesano l’anagrafe, vista la quota rilevante di anziani nella popolazione, il tasso di alfabetizzazione e una rete capillare e ben sviluppata di negozi e servizi di prossimità, che ancora forniscono un’alternativa facilmente accessibile

di negozi fisici. In più, il nostro tessuto industriale è caratterizzato da tante micro imprese, che faticano a investire sul digitale” ragiona Roberto Liscia. “Di contro, però, nel 2021 siamo stati il Paese in cui l’e-commerce è cresciuto di più, grazie al senso di urgenza percepito dai consumatori,

I “tormentoni” omnichannel e sostenibilità

Tra i concetti più discussi degli ultimi anni, che si intrecciano a doppio filo con il digitale, ci sono l’omnicanalità e la sostenibilità. Anche questi argomenti saranno al centro dei dibattiti di Netcomm Forum, con l’intenzione di ragionare su esperienze concrete e non lasciare che restino semplici slogan. “L’omnichannel, in effetti, si presta a diverse interpretazioni, i touch point fra brand e consumatore si sono moltiplicati, ma occorre partire da tre baricentri fondamentali legati al prodotto: c’è il fashion, l’alimentare, e tutto ciò che è intermedio, come ad esempio l’elettronica” suggerisce Liscia. “Nella moda, il digitale diventa davvero uno strumento formidabile per veicolare l’identità del brand, porta il cliente in negozio ad acquistare o anche solo a provare un capo, fisico e digital posso integrarsi, sperimentando percorsi nuovi come il metaverso. Nell’alimentare, al contrario, l’esperienza di acquisto si conclude nello stesso canale, mentre nel campo intermedio il digitale, più che con l’esperienza, ha a che fare con il miglioramento del servizio e dell’assistenza”. Quanto alla sostenibilità, fra modelli di value chain ed economia circolare, il Forum ospiterà un evento dedicato, che si mescolerà con gli altri temi come pagamenti e fintech, marketing digitale, digitalizzazione degli store, logistica e tanti altri.

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