Primark, avanti con il piano da 50 milioni di investimenti in Italia
Da To Dream a Livorno, proseguono le aperture E si sperimenta anche la superficie “media”
Milano, moda in crisi: sono troppe le vetrine sfitte
Aeroporto di Palermo: ora l’offerta food è ricca
Alice Pizza, Gs Retail, Temakinho: brand sotto la lente
AREAS Italia COMPTOIR LIBANAIS
AEROPORTO DI MILANO MALPENSA T1
Comptoir Libanais
è un ristorante diverso da tutti gli altri , pieno di colore, carisma e fascino mediorientale.
La sua atmosfera è simile a quella vibrante di un mercato alimentare tipico delle strade del Medio Oriente e del Nord Africa.
Qui gli ospiti possono esplorare tradizionali piatti libanesi, deliziosi, leggeri e perfetti da condividere. Tra le tante prelibatezze, è possibile gustare
PIETANZE
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COME KOFTA, FALAFEL, FATTOUSH E
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impreziositi da sapori e aromi di inedite spezie.
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ANCHE L’ESTATE CALDA RAFFREDDA I CONSUMI
Inizio agosto, fa molto caldo, in redazione arrivano notizie stanche e spossate. Negozi in affanno, saldi in coma, centri commerciali con traffico flat, se va bene. Anche il lusso va in negativo. Mentre la ristorazione, spesso, suda sette camicie per un tozzo di pane: marginalità asciutte come i bacini idrici siciliani durante questa calda estate. E come raccontiamo in questo numero, il numero di chiusure di negozi in una città come Milano è decisamente alto.
Cosa sta succedendo? Facendo una ricerca tra le notizie in rete, la colpa è… della rete: è la concorrenza online a sgambettare il retail fisico. Una spiegazione che non convince del tutto: non siamo mica gli americani, che loro si fanno riempire il frigo, nella propria cucina, da fattorini di Amazon & co. E in Europa i segnali di difficoltà nell’online non sono né pochi né piccoli, dal delivery ai marketplace. Quel che ci pare evidente è la sofferenza del ceto medio. Stipendi al palo: fermi agli anni ’90 del secolo scorso, unico caso europeo. Costi di prodotti e servizi in continua, travolgente, crescita. Uguale: tasche vuote.
A luglio se n’è accorto anche Flavio Briatore, che si è chiesto come può una famiglia campare con 40.000 euro all’anno (il reddito medio della famiglia italiana è ancora più basso, 35.995 euro, dato ISTAT 2022).
Si taglia su vestiti e alimentare, non si rinuncia a spendere per qualche pasto fuori casa. E per viaggi e vacanze, le cosiddette esperienze. Ma “vicini” perché costosissimi sul lungo raggio, sempre più esclusivo. E comunque anche O’Leary, ceo di Ryanair, si lamenta. A luglio si è esposto chiaramente: “Tariffe giù anche d’estate, le persone non vogliono più spendere”. Non vogliono, forse un errore di traduzione per “non possono”. Quelli che vogliono e possono sempre più spesso erodono i risparmi, una riserva ampia e tutta italiana, ma in costante calo. Come evidenziano diversi studi.
Per ora chi meglio e prima ha intercettato le necessità e le possibilità del ceto medio “impoverito”, sono stati i discount (tedeschi in primis), retailer europei in fashion & co (irlandesi e polacchi) e i grandi marketplace cinesi (Aliexpress, Shein, Temu). Ma così non può continuare, è evidente.
Per ridare fiato al retail, al food, occorrono stipendi più alti per i clienti così come per commessi e camerieri, sempre più introvabili nonostante l’avvenuta demolizione del reddito di cittadinanza.
Poi un ridimensionamento dei costi: affitti, lavoro, energia. L’inflazione va domata, soprattutto evidenziando aumenti immotivati, ancora forti tra industria di marca ed energia. Tributi e tasse vanno razionalizzate. E in cambio devono essere offerti servizi giusti ed efficienti. Sembra un libro dei sogni, si chiama Politica.
Altrimenti la miscela con l’attuale insipienza-assenza governativa in materie come industria, agricoltura e commercio ci spingerà verso l’usurato “fin che ce n’è, viva il re e quando non ce n’è più, viva Gesù”.
Sinceramente, speriamo di meglio.
Andrea Aiello
INFORMARSI
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Numeri eccezionali per DFM. Rivivi la fiera in questa gallery
Dopo la Brexit sprofonda l’export british verso la UE
Ciuffreda: “Avanti con il piano da
America delle mie
Food rinnovato a Palermo. I risultati premiano la varietà
Temakinho, meno costi e restyling dei locali
Ambiente e digitale, le priorità dei mall. Assegnati i premi 2024
Alice Pizza, margini sopra il 17%. Vicina la soglia dei 220 negozi
Allarme Milano: troppo alto il numero delle vetrine sfitte
GS Retail, il bilancio è in utile. Il nodo multipli sulla cessione
Il frachising si consolida. Meno brand più negozi
In Europa Conad è in ottima compagnia...
ADCC: appuntamento il 12 settembre al Vulcano Buono di Nola
Il 12 settembre 2024, il centro Vulcano Buono di Nola (Napoli) ospiterà il convegno “Adattarsi al Cambiamento delle Nuove Generazioni”, organizzato da ADCC- Associazione Direttori Centri Commerciali. La gestione del cambiamento non è solo una sfida, ma una straordinaria opportunità per gli shopping center. Attraverso l’innovazione, la sostenibilità, l’integrazione comunitaria e una gestione flessibile, è possibile costruire il futuro di questi spazi come luoghi centrali per il commercio, l’intrattenimento e la vita sociale. L’evento, moderato anche quest0anno da Andrea Aiello direttore di retail&food (media partner), sarà l’occasione per esplorare insieme ai maggiori esperti le strategie e le soluzioni che guideranno il settore verso un futuro prospero e sostenibile. L’iscrizione è gratuita (info@direttoricentricommerciali.it).
STOCK OPTIONS
MANGO
Si è chiuso con il fatturato più alto dei suoi 40 anni di storia, pari a 1,5 miliardi di euro, il primo semestre fiscale di Mango. Un risultato che segna, per il colosso spagnolo di fast fashion, un rialzo del 6,3% sul medesimo periodo dell’anno precedente.
FAST RETAILING
La holding proprietaria di Uniqlo ha alzato l’outlook per l’intero anno fiscale dopo l’ottima performance del terzo trimestre, che ha registrato +13,5% di ricavi e un utile operativo a +31%, pari a 144,7 miliardi di yen.
CUCINELLI
In controtendenza rispetto al lusso, che nel complesso sta frenando, la maison italiana segna +14% di vendite nel primo semestre, a 620,7 milioni di euro, un risultato più alto rispetto alle attese degli analisti.
LEVI’S
Secondo trimestre in chiaroscuro per il colosso dei jeans. I ricavi a 1,4 miliardi di dollari sono leggermente sotto le attese. E se le vendite in area “Americhe” salgono del 17%, l’Europa perde il 2% dei volumi mentre l’Asia ristagna a -1%.
H&M
L’utile operativo del secondo trimestre fiscale, 7,1 miliardi di corone svedese, è stato sotto il consensus degli analisti. Ma soprattutto, sulla cautela verso il titolo scandinavo pesa il diverso andamento del principale competitor Inditex.
LVMH
Il primo semestre si è chiuso con un fatturato di 41,7 miliardi di euro, in calo dell’1% a cambi correnti (+2% a valuta costante) rispetto allo stesso periodo del precedente esercizio. Gli utili del gruppo, a 7,2 miliardi, sono in calo del 14 per cento.
SELL
NIKE
Il colosso dello sport chiude un ultimo trimestre fiscale deludente e soprattutto rivede al ribasso l’outlook 2025, che avrà un primo trimestre con vendite in calo anche del 10%. E una crescita mid-single digit.
Seppur positivi, i conti del secondo trimestre e le previsioni hanno deluso il mercato. Nel periodo, l’utile operativo è sceso da 121 a 70 milioni. Ora, per l’intero anno, la forchetta delle vendite prevede solo un aumento compreso fra l’1% e il 4%.
SWATCH
Il rallentamento della Cina pesa sul gruppo svizzero di orologi. Il primo semestre (gennaio-giugno) ha chiuso con ricavi a 3,45 miliardi di franchi, sotto le attese degli analisti. Solo il brand Swatch ha registrato un andamento positivo.
HUGO BOSS
Generali affida a Nhood la gestione del centro The Wow Side di Fiumicino
Nhood Services Italy si è aggiudicata la gara indetta da Generali Real Estate per l’assegnazione del mandato di Property Management del Centro Commerciale The WOW Side di Fiumicino (Roma). Il mandato, della durata di 3 anni, proseguirà il percorso di riposizionamento del centro avviato nel 2023. Il mall conta circa 63.000 mq ed era precedentemente gestito da Savills. “The Wow Side contiene un potenziale di attrattività molto interessante, in cui si innestano i tre aspetti cardine di una vera rigenerazione urbana: il collegamento con l’infrastruttura pubblica, la risposta ai bisogni e alle aspettative delle community di riferimento e le capacità – di competenze e investimenti – del privato. Capitalizzare questi tre tasselli avrà un effetto moltiplicativo importante su un asset come questo, a beneficio dell’intero territorio e di tutti gli attori coinvolti” ha sottolineato Carlo Masseroli, Head of Market and Development Nhood Services Italy.
Percassi-Antico Vinaio, stop alla joint venture
Si chiude dopo poco tempo la joint venture siglata a fine 2022 tra Percassi e All’Antico Vinaio, che riguardava lo sviluppo del brand in Italia e in Europa. Il sodalizio era sbocciato con tutti gli onori del caso con la prima apertura, a marzo 2023, di un punto vendita nel cuore di Bergamo. Dopo, però, sono seguite soltanto alcune aperture in Italia e nessuna in Europa. Di recente, All’Antico Vinaio aveva aperto un punto vendita in centro a Milano, in via Orefici, in un locale una volta locato a Panini Durini, ma in gestione diretta. Senza passare tramite la jv con Percassi. Ora, anche i punti vendita di Av Retail (Bergamo, Verona, Napoli, uno a Milano) torneranno sotto l’ombrello della gestione diretta del brand. La scorsa primavera, Percassi era infatti uscito anche dalla jv C&P che aveva in corso con Chef Express e che riguardava brand come wagamama e Piadina di Casa Maioli.
Mango, in arrivo altri 15 negozi in Italia. In Spagna si espande la rete Mango Teen
Mango accelera sull’Italia. L’azienda catalana aprirà 15 nuovi negozi nel Paese nel corso del 2024. Il marchio concentrerà la sua espansione tra il Centro e il Sud Italia e rafforzerà la propria presenza nelle città del Nord come Bologna, Genova e Verona. Prevista anche la ristrutturazione di diversi punti vendita secondo il nuovo concept New Med. “L’apertura e la ristrutturazione dei punti vendita in Italia fa parte del nostro piano strategico fino al 2026, che prevede più di 500 nuove aperture nei prossimi tre anni”, ha spiegato in un comunicato Daniel López, direttore dell’espansione e del franchising. Mango è presente in Italia dal 2001 e alla fine dell’anno fiscale 2023, l’azienda contava 92 punti vendita. In Spagna, il gruppo è presente anche con i negozi monomarca Mango Teen (abbigliamento per la fascia 11-17 anni). A giugno, il marchio per i più giovani ha debuttato a Londra. L’azienda ha chiuso i primi sei mesi del 2024 con il fatturato più alto dei suoi 40 anni, superando 1,543 miliardi di euro (+6,3% rispetto al 2023).
Scalo Milano: primo semestre a +8%, balzo di vendite nei primi giorni di saldi
Scalo Milano, nel primo semestre dell’anno, ha registrato +5% di visitatori, pari a circa 1,9 milioni in valore assoluto, con una crescita del fatturato aggregato dell’8%. Lo scontrino medio invece si assesta a +4%. Nonostante il trend positivo, quindi, questo particolare segnala che parte della crescita dei ricavi sia da attribuire all’inflazione generale, mentre i consumatori siano più cauti come propensione alla spesa. Fra le categorie merceologiche, da notare come il fashion continui a trainare le performance: il segmento cresce del +22% nel semestre, seguito dal beauty con il +18%, abbigliamento uomo con il +11% e sportwear con il +9%. Indicazioni molto positive rispetto ai saldi estivi. Nei primi nove giorni l’aumento del fatturato aggregato è stato del +23% rispetto all’anno scorso. Da segnalare, da inizio anno, il +62% di vendite “tax free”. Rispetto al piano di ampliamento di Outlet Milano, la società conferma l’apertura prevista ad ottobre. Delle 32 nuove unità di vendita previste il 67% è già affittato.
Imola Retail Solutions entra al 100% nel Gruppo ITAB
La newco Imola Retail Solutions, nata dall’accordo di partnership tra il gruppo svedese ITAB e il gruppo Cefla, entra al 100% nel gruppo ITAB. “Siamo molto soddisfatti dell’operazione che il Gruppo Cefla ha compiuto 3 anni fa” ha commentato Gianmaria Balducci, presidente di Cefla. “Con il tempo, la scelta che inizialmente non è stata compresa da molti, si è rivelata una conferma di quelli che per noi erano dei fondamenti strategici precisi alla base di questa operazione”. L’ampliamento della gamma prodotti, grazie all’apporto di ITAB, ha permesso a IRS di arricchire l’offerta e servire un mercato più ampio e diversificato. “Abbiamo registrato una crescita significativa in termini di fatturato e profitti, raccogliendo feedback positivi sia dai nostri clienti storici che dai nuovi. Nel 2023 l’azienda ha chiuso con un fatturato di più di 55 milioni con un utile di 4 milioni”, dichiara Gilberto Frascaroli, presidente di IRS.
Arcaplanet entra in Fressnapf Group. Due nuove aperture nella metro milanese
Fressnapf Group ha acquisito il 100% di Arcaplanet dai fondi Cinven. Il valore dell’operazione non è stato comunicato. Nel contempo, i fondi Cinven effettuano un investimento strategico nella stessa Fressnapf. “Cinven e Fressnapf sono accomunate dalla volontà di creare la piattaforma omnichannel per il pet care più performante in Europa” si legge in una nota. Attualmente, i tedeschi contano su oltre 2.600 punti vendita in 14 Paesi mentre Arcaplanet apporta 560 negozi in Italia Nicolò Galante rimane Ceo di Arcaplanet. Arcaplanet ha chiuso il bilancio 2023 a +37% sul 2022 e 56 nuovi punti vendita. Il conto economico restituisce una perdita d’esercizio pari a circa 7 milioni di euro (contro un utile di 26 milioni del 2022). Ottimo il livello dei margini, con Ebitda adjusted al 17,7% (contro il 16,2% precedente). Prosegue intanto la fase di sviluppo: Arcaplanet di recente ha aperto a Milano due punti vendita dedicati ai canali di viaggio urbani. I negozi si trovano all’interno della rete metropolitana (stazioni San Babila e San Donato).
Arket apre a Milano, il Gruppo H&M porta anche in Italia il suo format “ibrido” con caffetteria
Il brand Arket (marchio del Gruppo H&M) sbarca anche in Italia e sceglie Milano per l’apertura del suo flagship store. La location è uno spazio di circa 1000 mq all’interno di The Medelan in Piazza Cordusio dove hanno trovato spazio, oltre ad Arket, anche Coin e Kave Home (prossime aperture). All’interno del format è presente anche l’Arket Cafè, uno spazio di ristorazione vegetariana e vegana ideato e gestito dallo chef svedese Martin Berg. Lanciato dal gruppo svedese H&M nel 2017, il brand Arket conta circa 35 store in 16 Paesi e prevede di aprire 12 nuovi negozi con caffetteria nel 2024. Oltre al flagship milanese, il brand svedese ha da poco inaugurato il secondo store in Svizzera (Ginevra) e presto debutterà anche in Spagna, a Barcellona. In autunno sarà il turno di Polonia e Irlanda.
Bennet e MediaWorld insieme per una rete di negozi shop-in-shop
MediaWorld e Bennet hanno sottoscritto una partnership strategica che porterà alla creazione di una rete di negozi shop-in-shop. L’accordo nasce dopo l’esperienza positiva della fase pilota, avviata nel 2023, che ha portato all’apertura del primo punto vendita MediaWorld all’interno del punto vendita Bennet di Montano Lucino (CO). Per quanto riguarda il roll out della nuova partnership, l’obiettivo delle due aziende è quello di inaugurare i primi 5 negozi shop-in-shop entro l’anno all’interno degli store in provincia di Torino, Vercelli, Monza Brianza e Milano. Confermato anche il formato Xpress, di superficie compresa tra i 600 e i 1000 metri quadrati, posizionandosi a metà strada in termini dimensionali fra i megastore (1000-3500 metri quadrati) e i piccoli Smart (100-500 metri quadrati).
Cirfood torna all’utile. Avanti con il “retail”, che vale 20 milioni
Cirfood, colosso della ristorazione collettiva, ha chiuso il 2023 con ricavi per 618,7 milioni di euro (+15% sul 2022) e ha riportato il risultato di gruppo in utile, dopo il “rosso” del 2022. “Dopo 3 anni di grandi complessità, finalmente il 2023 è stato l’anno in cui abbiamo iniziato a raccogliere i frutti del nostro impegno” ha dichiarato Chiara Nasi, Presidente di Cirfood. La ristorazione collettiva si conferma il segmento principale, con un giro d’affari pari a 457 milioni di euro, seguita dalla ristorazione commerciale di servizio (i self service Rita, Tracce e il caffè Chiccotosto) che ha contribuito per 71 milioni di euro. Le controllate in Belgio e Olanda hanno contribuito per 56,8 milioni. Nel gruppo c’è anche Cirfood Retail, la controllata al 100% che sviluppa format di ristorazione commerciale, cui fanno capo i brand Poormanger (vale circa 5 milioni), Antica Focacceria S. Francesco (circa 13) e Kalamaro Piadinaro, che ormai conta solo un punto vendita a Riccione. Il fatturato complessivo del segmento commerciale, segnala la nota, è di 19,4 milioni di euro
Crazy Pizza, nuove aperture tra New Delhi e Forte dei Marmi.
Obiettivo 20 locali nel 2024 e 45 mln di fatturato
La catena italiana di luxury dining Crazy Pizza si prepara a sbarcare anche in India grazie a una partnership con il gruppo CK Israni. Il primo ristorante aprirà a Nuova Delhi e sarà seguito da una seconda location. Dopo un’apertura in Bahrain, una location annunciata a Neom (Arabia Saudita) e una a New York, Crazy Pizza ora guarda sempre di più all’espansione internazionale. Ma non mancano le novità in Italia, dove Briatore ha inaugurato un nuovo locale a Varazze, in Liguria e a Forte dei Marmi, in Versilia. In arrivo nei prossimi mesi anche un ristorante a Napoli per il quale è stata scelto il lungomare. Per il 2024, la catena punta ad arrivare a 20 ristoranti e a superare i 45 milioni di euro di fatturato a livello di sistema, “proprio grazie a una solida strategia di crescita e innovazione, con oltre 15 milioni di euro di investimenti e creando più di 200 nuovi posti di lavoro”.
LE MIGLIORI SOLUZIONI DEDICATE AI
PROFESSIONISTI DELLA RISTORAZIONE COMMERCIALE E COLLETTIVA
SDS è una Supply Chain che distribuisce il prodotto dal fornitore al cliente fungendo da elemento di congiunzione tra le due parti grazie ad una consolidata esperienza nella gestione, organizzazione e integrazione dei processi dei propri clienti.
E non ho detto gioia… cantava il Califfo. Oggi parliamo appunto di questo: il boringbusiness, ovvero quando la noia diventa profitto. Nel dinamico e spesso caotico mondo del retail, la ricerca dell’innovazione e della creatività ha sempre avuto un ruolo centrale. Tuttavia, un trend emergente guadagna campo: il boring business, appunto, l’impresa della noia. Lungi dall’essere un ritorno alla mediocrità, è una strategia che si sta rivelando vincente per molte aziende. Immaginate di entrare in un negozio e di essere accolti da una serie di stimoli genuinamente coinvolgenti e studiati con cura, anche attraverso la community curation del brand, via mail, via social o con inviti personali. Non stiamo suggerendo di trasformare ogni negozio in un parco divertimenti, ma certo di creare un percorso che porti lì il cliente, facendolo sentire parte di uno stile di vita. Viviamo notoriamente in un’epoca in cui le persone non comprano più solo oggetti o cibo, ma esperienze e di questo termine ci siamo riempiti la bocca in questi anni. Bisogna essere ricordati, non solo notati, bisogna coinvolgere il cliente. Il punto è capire cosa stia alla base di questa necessità di fornire negozi e shopping esperienziali. Insomma, perché? Una volta, un buon prodotto correttamente prezzato ed una buona campagna marketing, aggiunta ad un personale correttamente formato, permettevano ottime performance. Cosa è cambiato?
Ci annoiamo di più. Ciascuno, a seconda dell’età e della situazione individuale, in modo diverso. Ma tutti noi ci annoiamo molto di più, rispetto al passato: pare triste, ma tant’è. Ecco che non è più soltanto la qualità della pizza o della scarpa, ma è il contorno, la brand identity, il volersi sentire intrattenuti e parte di qualcosa di più grande o di più alto: insomma, è il nostro bisogno di gratificazione a spingerci a ripetere la visita.
Il vero business è la nostra noia. Il vero guadagno sta nelle pieghe che si creano tra il nostro acqui-
di Monica Cannalire
sto, le nostre vite, i momenti di pausa dal lavoro, la voglia di evasione, il bisogno di gentilezza e sorrisi oppure di privacy o di comfort aggiuntivi. È là che un brand di successo deve cercare di completare la propria offerta, come corollario al proprio prodotto o al servizio.
Prendiamo la fila alla cassa, classico esempio di una noia mortale. E se mentre attendono, i clienti che lo desiderano potessero giocare a un quiz interattivo sui prodotti, per vincere un piccolo buono sconto o un gadget al momento del pagamento? E i noiosi camerini di prova, con file, spazi non sempre comodi. E se invece fossero corredati di ottimi deodoranti (eh sì…) o fazzolettini per il trucco o ancora lo specchio fosse interattivo, suggerendoci taglie e colori alternativi? Tecnologia AI e realtà aumentata sarebbero alleati perfetti, ma anche un po’ di creatività.
Un cliente che si diverte, che nota un’anomalia che lo sorprende positivamente, è un cliente che ritorna, che si fidelizza. E che parla bene del negozio e del marchio, magari sui social, diventandone un vero e proprio ambasciatore. Insomma, qual è il trucco per combattere la noia? Far sì che, mediamente, la visita in negozio sia un piccolo evento da ricordare.
Che ne è del fascino della normalità, allora? In un mondo in cui l’attenzione è costantemente rivolta a ciò che è nuovo e sorprendente, c’è un’altra faccia della medaglia del boring business, che rappresenta una sorta di rifugio sicuro. Se da un lato vogliamo colmare i momenti di noia del cliente per sorprenderlo in modo innovativo, dall’altro bisogna giocare su un terreno saldo e ben organizzato. Sì, perché ci sono procedure nelle nostre aziende, dall’amministrazione alla logistica, passando per gli assortimenti, che sono davvero poco eccitanti, ma stanno alla base della promessa. Guai a far entrare un cliente in negozio con fuochi d’artificio e poi trovarsi con uno scarso assortimento di taglie o con i best seller esauriti. Perché la normalità, con la sua prevedibilità e la sua affidabilità, è il punto di forza su cui costruire la creatività che serve a completare l’offerta. Insomma, il boring business, con la sua apparente banalità che ci rende stabili - da un lato - e con la ricercata creatività che conquista i territori noiosi dei clienti - dall’altro - offre lezioni preziose al mondo del retail. Diciamolo: della noia, non si butta via niente. O era il maiale?
Il brand svizzero On apre un flagship in centro a Milano
Il marchio svizzero di abbigliamento, calzature e accessori sportivi On si prepara all’apertura del primo flagship in Italia nella seconda metà del 2024. La location scelta è Corso Vittorio Emanuele a Milano, dove il brand occuperà una parte degli spazi dell’ex negozio Gap. Fondato 14 anni fa dall’ex atleta Olivier Bernhard insieme agli imprenditori Caspar Coppetti e David Allemann (e partecipata dal tennista Roger Federer), On è presente in 60 Paesi ed è quotata in borsa dal 2021. Il 2023 è stato un anno di forte crescita per l’azienda di Zurigo. Il fatturato ha raggiunto 1,8 miliardi di franchi, in progressione del 47% rispetto al 2022. In crescita anche la redditività. Il risultato operativo rettificato a livello Ebitda è salito del 68% a 277 milioni, mentre per l’utile netto si è attestato a 80 milioni (+38%). Il Q1 del 2024 ha visto un fatturato netto record che supera i 500 milioni di franchi.
Terremoto da Burberry: -21% il primo trimestre, si dimette l’a.d.
Burberry ha chiuso il primo trimestre fiscale in affanno, con vendite a -21%, causando le dimissioni immediate dell’a.d. Jonathan Akeroid. Il manager lascia la guida dopo circa due anni. Al suo posto, con effetto immediato, arriva Joshua Schulman Nei tre mesi conclusi il 29 giugno, lo storico brand britannico ha registrato 458 milioni di sterline di ricavi, un calo del 21% (a perimetro comparabile) rispetto ai 589 dello stesso periodo precedente. L’Asia Pacifico e le Americhe sono le zone andate peggio, entrambe a -23%, mentre l’area Emea ha fatto -16%. A fronte di questi dati, il Cda ha deciso di “congelare” per tutto il 2025 la distribuzione dei dividendi. Come previsione per il 2025, Burberry annuncia che lo spazio retail sarà sostanzialmente stabile. Mentre i ricavi del settore Wholesale diminuiranno di circa il 25% nel primo semestre e di circa il 30% nell’intero anno.
IN BREVE
Birkenstock, l’espansione retail parte da Parigi
Birkenstock ha inaugurato un nuovo flagship store a gestione diretta nel cuore di Parigi. Il brand avvia così una nuova fase di espansione retail del brand basata appunto sui flagship di proprietà e che coinvolgerà altre importanti città del Continente.
Fedegroup lancia Feling Pizza e sbarca in Oman
Fedegroup (Golocious, Artisti del Vegetariano, Fresco) lancia il format Feeling Pizza a Bassano del Grappa e sbarca in Oman con l’acquisizione del 51% di Seven Friends Ltd. A Muscat gestirà 3 ristoranti sotto il brand Fresco e 2 outlet ristorativi Golocious.
Pit’sa apre anche a Milano
Pit’sa inaugura a Milano il suo secondo locale. Nato a Bergamo da un’idea di Giovanni Nicolussi e Valentina Giacomin con il sostegno di Coordown, Aipd, AGPD, il progetto di ristorazione nasce per formare e introdurre nel mondo del lavoro ragazzi e ragazze con sindrome di Down.
KFC, arriva il veggie menu
Anche il re del pollo fritto, KFC, introduce nel proprio menù una scelta al 100% vegetariana. Dallo scorso luglio, nei ristoranti della catena in Italia arrivano tre referenze vegetali, tutte a base di proteine ottenute dai funghi.
TDR acquisisce Acqua&Sapone
Via libera all’acquisto da parte di TDR Capital della quota di controllo (il 62,5%) della catena Acqua&Sapone da HIG Capital. L’acquisizione da parte del fondo UK è avvenuta tramite un’operazione a debito da 800 milioni di euro, a fronte di un enterprise value di 1,3 miliardi.
Nuovo format Cisalfa: nasce Intersport Superstore
Cisalfa Group lancia in Italia Intersport Superstore, un nuovo format multi-brand. Le prime due aperture sono state a Tavagnacco (Ud) e Torvergata (Roma). Nel corso del 2024 sono previste tre aperture (per 5 milioni di euro di investimenti), mentre nel 2025 arriveranno altri 4 negozi, con un ulteriore investimento pari a 11,5 milioni.
La Rubrica Legale a
cura di COCUZZA, Milano
Agenzia commerciale e influencer: un primo commento alla sentenza del Tribunale di Roma n.
2615/2024.
Molto interesse suscita la sentenza n. 2615 del 4 marzo 2024 del Tribunale di Roma, che si è pronunciata in maniera innovativa sulla natura del rapporto di lavoro dell’influencer e sulla sua possibile riqualificazione nel genus dell’agenzia commerciale. La vicenda parte da un verbale di accertamento ispettivo di Enasarco (Ente previdenziale degli agenti di commercio) che aveva rilevato come l’attività svolta dagli influencers ingaggiati da una società fosse assimilabile a quella dell’agente di commercio e che, in quanto tale, andasse dichiarata all’Enasarco. La società oggetto di ispezione operava nel commercio all’ingrosso di integratori alimentari on line e, pur esistendo un negozio fisico e una parafarmacia, il core business e le vendite si svolgevano quasi esclusivamente on line, tramite il sito web. Nel corso dell’accertamento ispettivo era anche emerso che la società utilizzava sportivi (atleti e personal trainer) e personaggi legati al mondo dello sport per pubblicizzare i propri prodotti e che queste collaborazioni venivano regolate da contratti riconducibili a due categorie: il contratto di sponsorizzazione come testimonial e il contratto per prestazioni di influencer.
La differenza era rappresentata dal fatto che nel contratto da testimonial l’atleta si impegnava a prestare la propria immagine, indossare indumenti sponsorizzati durante gare ed eventi e a pubblicare contenuti relativi al mondo del fitness sul sito della società. Quanto al compenso, riceveva un fisso stabilito a priori, omnicomprensivo e slegato dal raggiungimento di obiettivi.
Nel contratto da influencer, invece, questi si impegnava a promuovere i prodotti sulle proprie pagine social e siti web, indicando un codice personalizzato che il potenziale acquirente andava poi a inserire al momento dell’ordine sul sito dell’azienda. Quanto alla retribuzione, veniva previsto un compenso per ogni singola vendita andata a buon fine, a patto che l’acquirente avesse utilizzato il codice personalizzato. In particolare, l’influencer percepiva un compenso in percentuale sugli ordini conclusi tramite l’attività da influencer ed
il codice sconto personalizzato pubblicizzato dall’influencer unitamente ai prodotti aveva esclusivamente la finalità di consentire l’identificazione dei contratti conclusi grazie all’attività dell’influencer.
Enasarco aveva ritenuto qualificabile come attività di agente di commercio disciplinata dall’art. 1742 c.c. e seguenti, l’attività degli influencers, alcuni addirittura basati all’estero, e richiesto alla società il pagamento dei contributi, contestando e sanzionando anche la mancata comunicazione dell’inizio di un rapporto di agenzia con l’influencer, nonché il conseguente mancato versamento dei contributi previsti (fondo previdenziale/ assistenziale). La difesa della società era incentrata sul fatto che l’attività di influencer fosse una mera attività da “comunicatore esperto” e non fosse configurabile come agenzia, mancando di più elementi essenziali, tra cui la pattuizione della zona, l’assenza di attività promozionale personalizzata sui singoli utenti etc). Il giudice, all’esito della propria istruttoria, ha confermato la posizione di Enasarco ed ha concluso che, nel caso di specie, per la configurazione di un rapporto di agenzia risulta di rilevante importanza l’esistenza e l’utilizzo del codice sconto personalizzato, di cui era interesse dell’influencer promuovere l’uso al fine di concludere il maggior numero possibile di contratti, dal momento che, come evidenzia l’organo giudicante, “ogni volta che un acquisto viene effettuato attraverso quel codice, il relativo ordine viene contrattualmente considerato come direttamente procurato dall’influencer”. Ed ha precisato che l’aver fatto conoscere i prodotti, le loro qualità, il nome dell’azienda venditrice etc… possano ritenersi comportamenti sufficienti a configurare la “promozione”, ovvero quel meccanismo che induce il cliente ad acquistare. Anche l’apparente mancanza di “zona” è stata superato dalla sentenza: questa ha ritenuto che la platea dei cosiddetti “followers” (ovvero: coloro che in rete visualizzano e condividono il contenuto audio-video inserito dall’influencer) possa essere considerata equivalente al territorio (in questo caso demografico, non geografico), che il Codice Civile concepisce come ambito di operatività dell’agente.
di Avv. Domenica Cotroneo
Confimprese: “Ok il retail, +6,6% di aperture”. Ma sulle chiusure pesa il caro-affitti
Nel primo semestre del 2024 sono stati aperti in Italia 2.160 nuovi punti vendita e la previsione è di chiudere l’anno a 5.580, pari a un tasso di aperture del +6,6% rispetto al 2023. Sono i dati del centro studi di Confimprese, in collaborazione con Global Strategy, diffusi durante il Retail summit di Stresa organizzato dalla stessa Confimprese con Jakala e The Innovation Group. Le nuove aperture sono equamente distribuite tra dirette e franchising. Sempre in primo piano il food. Dall’analisi, però, emergono anche alcune ombre. Il trend di chiusura di punti vendita dovrebbe risultare debole fino alla fine del 2024, pari a circa il 2% di chiusure rispetto al 2023. Nel 65% dei casi (erano possibili risposte multiple), chi ha chiuso indica la razionalizzazione della rete distributiva come causa principale. Ma una quota ancora superiore, ossia il 70% delle risposte, indica l’eccessiva onerosità delle location come motivazione, 11 punti percentuali in più rispetto alla rilevazione precedente. Segno del peso sempre più evidente del caro-affitti.
Cigierre, lavori in corso: nuovo manager per Smashie e Graffiti.
Pizzikotto apre in Francia
Cigierre è al lavoro per un riassetto dei suoi format di ristorazione. Forse, anche in vista di un futuro passaggio di proprietà, di cui si discute da tempo. Il capitolo Temakinho è stato archiviato. Il brand, mai decollato, è stato ceduto ai tedeschi di Mutares, che di recente hanno presentato un piano di rilancio. Sul fronte interno, invece, il colosso del food con sede a Udine ha da poco assunto una risorsa ad hoc per occupare la casella di Business Unit Manager di America Graffiti e Smashie. Si tratta di Simone Silvestri, che per oltre dieci anni è stato General manager di Zushi. Intanto il gruppo, che in Francia è già presente con diversi ristoranti Old Wild West, ha finalmente inaugurato la prima pizzeria Pizzikotto, all’interno del centro commerciale Westfield Velizy 2, nel quadrante sud ovest della periferia di Parigi.
Inaugurata la fase tre del Sicilia Outlet Village (Arcus), aperti altri 30 negozi
Inaugurata la fase tre del Sicilia Outlet Village (Agira, Enna). La superficie commerciale complessiva si è ampliata di altri 6mila metri quadrati con 30 nuovi negozi, raggiungendo così 36.000 mq e 170 insegne. L’ampliamento è stato finanziato con un investimento di oltre 35 milioni di euro, reso possibile con l’entrata nel 2019 del fondo Orion European Real Estate Fund V, sponsorizzato da Orion Capital Managers, sotto la gestione di Arcus Real Estate. Il brand mix della nuova area spazia dall’abbigliamento alle calzature, articoli per la casa, lo sport e la cura della persona. Tra le novità dell’outlet (aperto nel 2010) ci sono uno store Adidas che debutta qui con un nuovo format (primo in Europa), Swarovsky, Coin Casa e la prima presenza italiana in outlet di Tommy Hilfiger Kids.
Pinalli sbarca nel Lazio e apre al Castel Romano Outlet. Ricavi 2023 a 137 milioni (+18%)
Pinalli ha archiviato il bilancio 2023 con un fatturato pari a 137 milioni di euro, in progresso del 18% rispetto al 2022. L’anno scorso sono stati aperti 12 nuovi punti vendita, per un totale ad oggi di 76 store in nove regioni del Nord e Centro Italia (erano 39 nel 2017). A questi si aggiungono i restyling e le relocation di altri 5 negozi. L’obiettivo per il 2024 è toccare quota 80 store, con un target di 100 negozi da raggiungere entro fine 2026. Nei prossimi anni, Pinalli metterà in campo un piano di restyling della rete, ispirato al nuovo format “beauty store” che caratterizza il negozio di Milano in corso Buenos Aires. Nelle scorse settimane, anche il punto vendita di Treviso è stato riconvertito secondo questa modalità. Da inizio 2023, il nuovo azionista di maggioranza della catena è il fondo HIG. A luglio, intanto, Pinalli è arrivato anche nel Lazio aprendo uno store all’interno di Castel Romano Designer Outlet a Roma. Si tratta del negozio numero 76.
Il centro veneto Le Barche diventa Ca’ Mestre, un mix tra mall e “department store”
Nuovo nome e nuovo look per l’ex centro commerciale Le Barche nel cuore di Mestre, di proprietà di Commerz Real Investment, che adesso è diventato Ca’ Mestre. Dopo quasi due anni di lavori, per un investimento totale di 5 milioni di euro, il mall (gestito da Stilo Retail e commercializzato da Arcus Real Estate) è stato oggetto di riqualificazione. Iniziato a febbraio 2022, il restyling del Ca’ Mestre ha coinvolto sia l’interno che l’esterno, partendo dagli spazi (scale mobili, illuminazione, ledwall, insegne) per arrivare a una nuova offerta commerciale. La nuova strategia ha recuperato il concetto di “department store“, suddividendo l’offerta tra il supermercato Pam (al piano -1), Coin e Coin Casa (piano terra, primo e secondo su un totale di 3.500 mq), OVS, Cisalfa al quinto, Feltrinelli (librerie e bistrot) al sesto. Il centro oggi occupa una superficie di 12.000 mq Gla.
Ok al rinnovo del contratto Fipe-Confcommercio
Dopo oltre due anni di trattativa è stato siglato il rinnovo del Contratto nazionale Pubblici Esercizi Ristorazione Collettiva, Commerciale e Turismo, in vigore dal 1 giugno 2024 e valido fino al 31 dicembre 2027. L’intesa, applicata a oltre 1 milione di addetti su circa 333mila aziende del settore, definisce un aumento contrattuale a regime di 200 euro al 4° livello, da riparametrare per gli altri. La prima tranche di aumento salariale di 50 euro è stat corrisposta con la retribuzione di giugno, cui seguiranno altre quattro tranche di 40, 40, 30 e 40 euro. Oltre alla parte economica, le parti hanno previsto una revisione della classificazione e dell’inquadramento del personale, sono state rafforzate le normative in materia di assistenza integrativa sanitaria e di diritti individuali. Il contratto è sottoscritto dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs con Fipe Confcommercio, Legacoop Produzione e Servizi, Confcooperative Lavoro e Servizi, Agci Servizi. Il vecchio contratto era scaduto il 31 dicembre 2021.
Dal Tabaccaio
2030 Milano centro
SESSO E SAMBA
Dovrei essere annegato tra i pacchi del Prime Day ma non è così. Accusano una battuta di arresto anche i simpaticoni online che pagano le tasse dove e come gli pare.
“Sesso e samba” gracchia il cellulare senza cuffiette del giovane sul treno a cui giustamente, forse, non interessa nulla dei patemi di Biden, Kamala, Trump e il mezzo mondo a fuoco in Medio Oriente e si gode la giovinezza.
Siamo bombardati di informazioni e dati inutili che vengono creati ad hoc per condizionare le nostre vite. Non sono un antimodernista, anzi. Così però non può funzionare. A cosa dobbiamo e possiamo credere? Ogni notizia è propaganda. Ogni notizia è propaganda. Ogni notizia è propaganda.
Parla di commercio Fasu, siamo retail&food, arriva la moral suasion del direttore.
Ok mi do un tono e rilevo come sia cambiato tutto rispetto al periodo di “saracinesca selvaggia” durante il boom dei favolosi ‘80.
La città è più vivibile e lo smart working ha permesso a tante famiglie di allontanarsi dalla metropoli anche a giugno e luglio riuscendo a garantire adeguata assistenza ai più giovani nelle località di vacanza, spesso il paese di origine di uno dei genitori.
Agosto non è più il mese delle vacanze o, meglio, non è il solo. Bella notizia per buona parte della società che gestisce il proprio tempo in maniera più felice e rilassata. Il pianto invece è dei commercianti che non hanno questa possibilità e lavorano con molta meno clientela incassi risicati e spese aumentate per la corrente utilizzata dai condizionatori. Al sabato moltissimi negozi sono chiusi e comincia anche la moda della pausa pranzo durante la settimana.
I ristoranti del mezzogiorno sono svuotati qui nel centro. Il Covid ha stravolto situazioni consolidate da decenni. Non pensavo fosse possibile, ha “scrollato l’albero” e chi non era sveglio e pronto al cambiamento è cascato e si è fatto male. Non sempre la modifica dello status quo è un male. Se ci si allinea e si prendono le contromisure la nostra vita può migliorare sesso e samba… gracchia la radio sulla spiaggia. Scusate devo andare a ballare.
Coin a caccia di nuovi investitori. Più brand, ristorazione e benessere nel piano di rilancio
Coin insieme a KPMG sarebbe al lavoro sul nuovo piano industriale e sul rafforzamento patrimoniale con l’obiettivo di superare le attuali difficoltà finanziarie e tornare a crescere. Diverse manifestazioni di interesse sarebbero già arrivate. Tra i potenziali investitori: Pillarstone, Oxy e Europa Investimenti. Il piano di rilancio scommette, inoltre, su un ampliamento dei brand, sul segmento della cura della persona e della ristorazione. Coin, con 37 negozi diretti e 133 punti vendita a insegna Coincasa in Italia e all’estero, è controllata da una cordata di imprenditori italiani tra cui il Presidente Marco Marchi (Liu Jo). Negli ultimi mesi, nonostante le difficoltà finanziarie, l’azienda ha rinnovato lo store di Verona e aperto a Firenze. Attesa per l’autunno l’inaugurazione del nuovo Coin Excelsior di Milano. Chiuso, invece, a gennaio 2024 lo store al centro commerciale Torino Lingotto aperto nel 2021 (nella foto).
IGD Siiq presenta le nuove linee guida 2025-2027.
Cessioni fino a 120 milioni, si punta alla ridistribuzione del dividendo
IGD Siiq ha presentato le linee guida del piano industriale 2025-2027, che verrà finalizzato entro la fine dell’anno. Il nuovo piano avrà tre obiettivi principali: mantenere un portafoglio di asset moderno e attrattivo sia per i visitatori che per i tenant; supportare la trasformazione dei centri commerciali in ecosistemi innovativi investendo in tecnologia e digitale; ridurre la carbon footprint del portafoglio. IGD prevede anche il potenziamento dei sistemi di Customer Relationship Management (CRM) del Gruppo, il lancio della prima Mobile App IGD e di un’App dedicata agli operatori che renderà più veloce e diretta la comunicazione. Il piano include anche una strategia di dismissioni e asset rotation, con cessioni per un totale potenziale di 100-120 milioni di euro. In particolare, IGD SIIQ punta a proseguire il percorso di dismissioni già avviato nel piano industriale 2022-2024 lavorando sul portafoglio rumeno e sui terreni nel Progetto Porta a Mare di Livorno (Molo Mediceo, Lips e Arsenale). Il management punta inoltre a ridistribuire il dividendo
CBRE, investimenti Retail in forte recupero nel primo semestre 2024, nuove operazioni in arrivo nei prossimi mesi
Secondo l’ultimo report CBRE, il primo semestre del 2024 si chiude con un volume d’investimento nel commercial real estate italiano pari a 3,1 miliardi di euro, in recupero rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+33% rispetto primo semestre del 2023). La crescita si è rafforzata nel secondo trimestre del 2024 (+42% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno). Il settore Retail con 470 milioni di euro investiti nel secondo trimestre (+153% rispetto al secondo trimestre 2023, per un totale di 510 milioni nel primo semestre, +121% sull’H1 2023) segna uno dei volumi trimestrali più alti degli ultimi tre anni e un forte recupero rispetto ai risultati del primo trimestre dell’anno, soprattutto grazie a due grandi operazioni nel settore out-of-town. L’andamento dei volumi d’investimento del secondo trimestre dell’anno anticipa il deciso cambio di passo del Retail atteso per i prossimi mesi, quando, secondo CBRE, assisteremo a nuove operazioni con importanti ticket (nel lusso e out-of-town).
La news pubblicata nel numero di Giugno 2024 “Anytime Fitness approda nel palazzo direzionale Park West” riporta erroneamente che Dils ha trasferito la propria sede sociale negli edifici direzionali di Park West. Dils, in realtà, si occupa soltanto della commercializzazione del progetto di riqualificazione Park West. Sempre nel numero di Giugno 2024, è stato riportato che il Gruppo LPP conta 460 negozi in 40 Paesi. Il numero corretto è 2.275 negozi in circa 40 mercati. Ci scusiamo per gli errori. Rettifiche
Ca’Pelletti (Surgital) riapre a Milano e punta sul franchising
Surgital ha tagliato il nastro di un nuovo ristorante Ca’Pelletti a Milano, in zona Famagosta. Si tratta del sesto locale della catena sviluppata dal gruppo ravennate che ha già all’attivo altre “locande” a insegna Ca’Pelletti a Bologna (due), Firenze, Padova e all’OrioCenter di Bergamo. L’opening del punto vendita n. 6 in conduzione diretta segna il ritorno del brand nel capoluogo lombardo, dopo la chiusura del locale in Piazza Gae Aulenti. Elena Bacchini, amministratore unico di Ca’Pelletti e direttrice marketing di Surgital, ha dichiarato che il food format, che esiste da oltre 10 anni, è pronto per lo sviluppo mediante affiliazione, che vedrà il debutto a Parma entro la fine dell’anno. L’obiettivo è di arrivare a quota 10 locali entro la fine del 2025.
Doppietta Löwengrube al To Dream e a Merlata Bloom
Lo scorso luglio la catena di birrerie bavaresi Löwengrube ha messo a segno due importanti aperture, ma già pianificate e molto attese. La prima al To Dream di Torino, grande complesso nato dalla riqualificazione di un’area ex Michelin, dove sono già stati aperti 45mila metri quadrati di spazi retail e f&b. La seconda apertura invece è avvenuta a Milano, al centro commerciale Merlata Bloom, dove l’insegna del leone bavarese campeggiava sin dall’inaugurazione del centro, e dove oggi è possibile il servizio al pubblico. Il gruppo di ristorazione fondato da Pietro Nicastro ha anche aperto un nuovo punto vendita Tosca alla stazione di Roma Termini.
LEGO apre il primo Certified Store in Sardegna (cc Le Vele Millennium)
Il Gruppo LEGO, in partnership con Percassi, arriva anche in Sardegna. Dal 29 giugno è aperto il primo Certified Store al centro commerciale Le Vele Millennium di Cagliari (Klépierre). Il punto vendita si estende su 120 mq ed è il numero 27 in Italia. “Siamo pronti ad accogliere famiglie e turisti con un assortimento completo di prodotti LEGO” commenta Rossana Mastrosimini, Channel Director LEGO Certified Stores West Europe. A livello globale LEGO conta circa 1.031 branded store, con 147 nuove aperture effettuate nel 2023. Nel corso del 2024, le new entry a livello mondiale dovrebbero essere circa 100.
Euronics Dimo si sviluppa al Nord e avvia un piano di restyling e “resizing”
Nuove aperture per Euronics Dimo, che a luglio ha inaugurato due punti vendita, a Gozzano (Novara) e a Gavardo (Brescia). Lo store di Gozzano nasce dalla demolizione dell’edificio precedentemente occupato da I Centri del Bricolage. Il negozio, con una superficie di vendita di 900 mq, crea 15 posti di lavoro ed è il 22° in Piemonte. Il punto vendita di Gavardo ha superficie di vendita di 1230 mq e fa parte della ristrutturazione integrale del primo piano delle Gallerie Bennet, trasformate in retail park. Con queste due novità la catena di elettronica raggiunge quota 43 punti vendita diretti in sei regioni. Ora è prevista un’ulteriore apertura in Lombardia, insieme a un piano di ristrutturazione ed efficientamento dei punti vendita esistenti (restyling e resizing).
KFC punta dritto ai 100 ristoranti
Starbucks va di corsa, aperture dal Veneto a Napoli Centrale
Corre ormai verso i cinquanta punti vendita lo sviluppo che Percassi sta imprimendo al brand Starbucks in Italia. A Verona, il brand ha perfezionato una seconda apertura, accanto allo store già presente in centro città. Questa volta la scelta è caduto su uno dei centri commerciali più importanti della zona, l’Adigeo. A Padova, invece, Starbucks ha aperto nel cuore della città, a pochi passi dalla celebre Cappella degli Scrovegni, con un affaccio su Piazza delle Erbe. A Firenze, invece, Starbucks ha messo a segno un’interessante apertura nel quartiere noto come l’Isolotto, nella periferia sud-occidentale del capoluogo. Si tratta del locale più grande fra i 4 presenti in città, con 280 metri quadrati di superficie e impreziosito dal drive-through, ossia la possibilità di ordinare e ritirare direttamente dall’auto. Infine, in collaborazione con Grandi Stazioni Retail, Starbucks è approdato anche alla stazione di Napoli Centrale
È proseguito anche nei mesi estivi il piano di aperture di KFC in Italia, con il mix tra gestione diretta e affiliazione che fa parte della nuova strategia di sviluppo del brand. In Piemonte, al centro commerciale San Martino 2 di Novara, l’apertura di deve a un nuovo franchisee, Santa Barbara srl. Salgono a cinque i punti vendita piemontesi, insieme a centro commerciale Lingotto, retail park di Settimo Torinese, centro Nuovo Borgo di Asti e To Dream a Torino. A gestione diretta, tramite il corporate franchisee, sono invece le aperture di Padova, in Galleria Garibaldi, e di Roma in viale Marconi. “Il traguardo delle cento insegne, con cui vogliamo celebrare i nostri primi dieci anni in Italia, è ancora più vicino” ha detto Corrado Cagnola, general manager di KFC in Italia. “Tutto il sistema KFC in Italia è orientato a risultati importanti, proiettando una crescita del 35% per il 2024”.
L’Antica Pizzeria Da Michele fa bis a Napoli e va in food truck
Raddoppio a Napoli e accensione del food truck al Maximall di Pontecagnano: è doppietta per L’Antica Pizzeria Da Michele, che con l’opening “in casa” arriva intanto a 55 punti vendita a livello nazionale e internazionale. All’ombra del Vesuvio, all’angolo tra via Pietro Colletta e via Sersale, il brand nato dall’esperienza della famiglia Condurro inaugura la sua seconda sede cittadina. “Un passo avanti nell’ottica di una rivoluzione che continui a rispettare la tradizione”, spiega Sergio Condurro, a.d e L’Antica Pizzeria Da Michele in the World. La nuova pizzeria, con i suoi 140 metri quadri e 84 posti a sedere, accetterà anche le prenotazioni. Parallelamente allo sviluppo del format, L’Antica Pizzeria Da Michele ha allestito un truck per la pizza “a portafoglio”, al Maximall di Pontecagnano.
Per Uniqlo quarto negozio italiano in Stazione Termini
Uniqlo ha aperto il suo quarto negozio in Italia, che segue le recenti inaugurazioni di Via del Corso a Roma e Gae Aulenti a Milano. Sempre a Roma, in Stazione Termini, si tratta del primo store del brand in Europa ad essere situato all’interno di una stazione ferroviaria, con una superficie di vendita totale di 960 metri quadrati su un unico piano, che permetterà di raggiungere le oltre 500.000 persone che ogni giorno visitano la stazione più frequentata d’Italia. “Il nostro secondo negozio a Roma rappresenta uno dei prossimi passi per la nostra crescita in Italia” ha dichiarato Mark Barnatovic, Coo di UNIQLO Italia. L’operazione è avvenuta di concerto con Grandi Stazioni Retail.
NUMERI ECCEZIONALI PER DFM RIVIVI LA FIERA IN QUESTA GALLERY
Ecco il resoconto di Dire Fare Mangiare, l’evento sul food organizzato da Edifis lo scorso giugno. Nella due giorni si sono alternati quasi 200 speaker per discutere di ristorazione collettiva, tradizionale e commerciale
Lo scorso giugno, il polo fieristico Allianz Mico ha fatto da teatro a DFM-Dire Fare Mangiare, l’evento dedicato alla ristorazione organizzato dalla casa editrice Edifis e dalle sue riviste Ristorando, retail&food e Artù. La manifestazione ha registrato un ottimo risultato come partecipazione, centrando il suo obiettivo di porsi come momento privilegiato di network nel settore. Nelle due giornate si sono alternati circa 200 speaker, per ben 27 incontri, e l’evento ha raccolto la partecipazione eccezionale di 45 sponsor. Nella serata del 12 giugno c’è stato spazio anche per un elegante Gala Dinner, presso la splendida cornice milanese di Palazzo Parigi, per un totale di almeno mille partecipanti.
La rassegna, una volta dedicata soltanto alla ristorazione collettiva, ha trovato ora una nuova veste onnicomprensiva. Per questo le varie conferenze hanno trattato diffusamente tutti i temi d’attualità che riguardano la ristorazione collettiva, ma anche la commerciale e la tradizionale.
In queste pagine trovate un resoconto fotografico dell’evento. La nostra casa editrice, e in modo particolare l’amministratore delegato Andrea Aiello e il direttore di Ristorando Antonio Savoia, ringraziano nuovamente tutti i partecipanti. Il nostro staff è già al lavoro per il prossimo appuntamento: Foodservice Awards 2025. È il nostro evento dedicato alle migliori catene della ristorazione commerciale, che l’anno scorso, durante la serata finale allo stadio di San Siro, aveva riunito 150 manager in rappresentanza di 106 catene di ristorazione. Nel 2025 avrà luogo la sesta edizione. Vi aspettiamo.
Un momento della tavola rotonda organizzata da Aigrim sulle catene in Italia. In primo piano, Andrea Valota (La Piadineria), Corrado Cagnola (KFC), Giorgia Favaro (McDonald’s), Mario Perego (Cigierre), Sergio Castelli (Areas).
Le prospettive di Finanza e ristorazione in un panel organizzato da Nuo. Da sx, Giuseppe Prestia (21 Invest), Mattia Monti (TanFood), Stefano Migliorini (Partner di Nuo) e Irving Bellotti (Rothschild & Co).
Monica Cannalire, founder di Younicorn, ha moderato un incontro sulle opportunità degli sviluppi immobiliari Mixed Use. Con Antonella Ceschi (Bird&Bird), Diego Valazza (Lendlease), Monica Anzola (Mdc).
La tavola rotonda: Ristorazione, tra franchising e credito. Da sx, Andrea Meschia (Affilya), Andrea Aiello (direttore di retail&food), Alberto Niccolini (KPMG), Luca Fumagalli (Affilya) e Donatella Paciello (studio legale Paciello).
Claudio Baitelli, Ceo di Alice Pizza, durante l’incontro organizzato da WhiteSpace Partners su Finance and Food. Tra gli altri relatori, Vincent Mourre, Ceo di WhiteSpace Partners, Rana Edwards (I Love Poke), Micaela Illy (Capdesia).
Il food, nella visione delle proprietà dei centri commerciali. Moderati da Roberto Bramati (CNCC), in foto ci sono Josè Maria Robles (Sonae Sierra), Fabio Porreca (Svicom), Laura Poggi (IGD Siiq), Francesco Ioppi (Eurocommercial), Cecilia Buonsante (Klepierre).
Ristorazione commerciale, nuove proposte in 5 minuti. In questa tavola rotonda, organizzata da Confimprese, si sono alternati diversi relatori insieme a Francesco Montuolo (a destra), vice presidente di Confimprese.
La crescita vertiginosa del food negli aeroporti, in una tavola rotonda con Francesca Soncini (Sagat Torino), Antonino Neri (Gesap Palermo), Luigi Battuello (SEA Milano), Adriano Lovera (retail&food), Marilena Blasi (ADR Aeroporti di Roma), Sergio Gallorini (Gesac Napoli)
I centri commerciali e le catene di ristorazione. Da sinistra, Roberto Bramati (CNCC), Luca Pizzighella (Signorvino), Enrico Bauli, Corrado Cagnola (KFC), Luca D’Alba (Autogrill), Stefano Terzi (Dispensa Emilia), Andrea Alboresi (Roadhouse).
Le tecnologie a supporto delle persone nella ristorazione. Una tavola rotonda con Luca Lotterio (Restworld), Alessandro Bergnach (Bios), Alessandro Necchio (Studio Necchio), Paolo Andreozzi (Jobtech), Francesca Dellisanti (Mobietrain), Emilio Fiorani (T2E).
COFFEE BREAK
CENA DI GALA
Lo scorso 12 giugno, al termine della prima giornata di lavori, l’evento di Edifis è stato impreziosito da un Gala dinner a inviti,
con circa 280 partecipanti, che si è tenuto nella splendida location di Palazzo Parigi, in corso di Porta Nuova a Milano. Per l’occasione, le aziende Bindi, Cupiello, Fattorie Garofalo e Pepsico hanno scelto di fornire i propri prodotti.
ALMA Scuola Internazionale
Angelo Po - MFT
Axios Bindi
Bob
Cupiello
CGM
Chuzeat
SPONSOR
Engel & Völkers
Fattorie Garofalo
Imola Retail Solutions
io bevo - io sano
Delifrance
Friulinox
Hupfer
Irinox
Lainox
Nutrisens
Pizzoli
Red Bull
Latterie Vipiteno
Mondoffice
Progetti e soluzioni
Retex
Synergie
Testo
Winterhalter
Ristocloud
SDS
Unox
Welbilt
SPONSOR
Gruppo General Beverage
CIUFFREDA: “AVANTI CON IL PIANO DA 50 MILIONI SULL’ITALIA”
Abbiamo fatto due chiacchiere con il direttore di Primark Italia in occasione dell’apertura del secondo store torinese al To Dream Urban District. Camminando tra gli scaffali del negozio (e in attesa delle lunghe code dell’inaugurazione) ci parla di prossime aperture, della strategia del marchio nella scelta delle location e di sostenibilità di Paola Oriunno
Magliette a 3 euro, jeans a 11 e pigiami a 5. Le proposte del colosso irlandese, tra abbigliamento, casa e beauty, sbaragliano la concorrenza svedese, spagnola e polacca, creando sul consumatore l’impulso di riempire intere ceste con capi basic e assortimenti “fast”. Primark ha aperto di recente all’interno dell’urban district torinese To Dream, il secondo nella città piemontese dopo quello allo Shopville Le Gru di Grugliasco. Con un investimento di 10 milioni di euro e una superficie commerciale di oltre 4.500 metri quadrati su un unico livello, è il primo store Primark in Italia con casse self-service, oltre a quelle tradizionali. Il marchio in Italia conta oggi 16 store, ma punta a ingrandirsi ancora. Primark ha infatti previsto in investimento di 50 milioni di euro nel nostro Paese nel prossimo triennio. Le prossime opening saranno nei centri commerciali Porta a
Mare (Livorno), Metropolis (Rende-Cosenza), Maximall (Pontecagnano – Salerno), mentre è in preparazione un negozio in città a Genova, nei locali dell’ex Rinascente. Annunciata, prima dell’estate, anche la firma per un nuovo store all’interno futuro centro commerciale Parma Retail. Sul fronte dell’occupazione, le nuove aperture comporteranno circa 600 nuove assunzioni, che si aggiungeranno ai 5.000 addetti di oggi.
Si sperimenta il formato “medio” a Livorno
Primark assicura alle strade in cui è presente e ai centri commerciali un sicuro “effetto-traino”. Il primo a beneficiarne è stato Il Centro di Arese, dove il marchio irlandese ha aperto il suo primo punto vendita italiano nel 2016, portando in due mesi circa 2 milioni di persone. Com’è cambiato Primark in questi anni?
“È una continua evoluzione più che un cambiamento” ci ha detto Luca Ciuffreda, Responsabile di Primark Italia durante la visita al negozio del To Dream. “Quello di Arese è stato un grande successo che è continuato negli anni. Ancora oggi ogni apertura è una festa, i clienti partecipano e il riscontro è molto
positivo”. “Abbiamo un team che studia attentamente ogni nuova opportunità e quando capiamo che ci sono le condizioni giuste per aprire lo facciamo. E non valutiamo soltanto spazi all’interno di centri commerciali”. Per l’apertura in arrivo a Genova, Primark aprirà in pieno centro città (Ex-Rinascente), a Livorno invece sarà in uno spazio “ibrido” (Porta a Mare). “Ma si tratta di due casi particolari”, ci spiega Ciuffreda. Lo spazio scelto per ospitare il negozio al Metropolis di Rende a Cosenza (tra le prossime aperture) è invece quello di un ex supermercato ormai svuotato. Segno dei tempi e delle abitudini che cambiano. “Uno dei requisiti principali per la scelta delle nostre location è proprio lo spazio, che deve essere di circa 4000 metri quadri. Livorno rappresenta una novità, uno store più piccolo, di circa 2500 metri quadri. Ma oltre alla disponibilità delle metrature studiamo anche il territorio”. Così è stato fatto anche per la futura apertura al Parma Retail (che diventerà Parma Promenade) prevista nel 2026 e già ufficializzata. Il team di Ciuffreda ha scelto un centro commerciale in fase di rinnovamento e riposizionamento: circa 40.000 mq nell’area di via Morse della città parmigiana, che a novembre 2022 ha cambiato proprietà in seguito all’acquisizione della società di investimento e sviluppo immobiliare Signal-Eurofund. Il centro è gestito da Svicom.
Ma come fa il marchio a tenere i prezzi così bassi? Primark assicura che si tratta semplicemente di economia di scala: grandi volumi a basso costo. “Il nostro modello di business è basato sull’acquisto di grandi volumi. Più quantità compriamo dai fornitori e più riusciamo ad abbassare i prezzi” spiega Ciuffreda. Di conseguenza, più negozi si apriranno e più si abbasseranno ancora i prezzi. “Non abbiamo fabbriche di proprietà ma compriamo da circa 900 fornitori in
tutto il mondo che ci consegnano i prodotti già pronti per l’esposizione sugli scaffali, comprese le grucce. Uno solo è in Italia, produce calze” continua il direttore. La sostenibilità è tra gli asset del gruppo e continua a essere tra i valori principali su cui improntare lo sviluppo futuro. Nel corso del 2023, Primark ha incrementato programmi e iniziative per ridurre l’impatto ambientale, come Primark Cares che mira a fornire ai clienti una moda più green e accessibile a tutti. Oltre la metà (55%) dei capi venduti conteneva materiali riciclati o provenienti da fonti più sostenibili, rispetto al 45% del 2022. Il marchio ha ampliato anche i suoi laboratori di riparazione negli store, con workshop gratuiti su come riparare e personalizzare i vestiti, organizzati in quattro mercati, Italia compresa. “Educare colleghi e clienti sulle tecniche di riparazione rappresenta solo una piccola parte del nostro percorso per diventare un’azienda più sostenibile” commenta Ciuffreda. “In realtà Primark si occupa di sostenibilità da oltre 10 anni ma lo abbiamo comunicato male. Dobbiamo riconoscere che è stato un errore” ammette il direttore, che nel corso della nostra chiacchierata evita accuratamente di pronunciare la parola “fast fashion”. Una scelta aziendale? “Riguardo alla sostenibilità c’è ancora un lungo percorso da fare, ma non possiamo farlo da soli. Serve l’aiuto di tutti, clienti, collaboratori, fornitori” aggiunge. “Attualmente il 55% dei nostri prodotti è sostenibile” continua, “ma l’obiettivo è di arrivare al 100% entro il 2030. Abbiamo da anni un programma di sostenibilità per il cotone che utilizziamo: l’obiettivo era formare 275 mila agricoltori in Bangladesh, oggi siamo già a 300 mila. La formazione
prevede di fare utilizzare meno acqua, pesticidi, fertilizzanti. Per diventare nostri produttori bisogna sottoscrivere un codice di condotta e visitiamo ogni produttore. Anche le strutture e gli scaffali che utilizziamo provengono da materiale riciclato. Un altro obiettivo è la rimozione della plastica monouso, stiamo effettuando la completa sostituzione del packaging di plastica con la carta. Da un’idea di una cliente sono nati i nostri laboratori di riparazione, dove insegniamo a fare durare di più i capi e a riparare quelli danneggiati”.
Tanti giovani e donne nel team
Sostenibilità significa anche attenzione ai lavoratori negli store. “Dei 150 nuovi dipendenti l’80% sono donne e oltre il 70% dei ruoli manageriali in Primark Italia deriva dalle crescite interne”, queste parole Ciuffreda le pronuncia con molto orgoglio mentre visitiamo gli spazi dedicati al personale. Il più giovane ha 18 anni, ci dicono, e il più grande ne ha 65. L’età media è di 28 anni. Il 30% ha trovato qui il suo primo lavoro e ci sono persone da 15 nazionalità diverse. Guardando a tutti gli store italiani, le nazionalità diventano 60. “Primark è per tutti”, conclude Ciuffreda.
Prezzi bassi frutto di economie di scala
TALENTI VILLAGE: IL CENTRO COMMERCIALE
CHE DIVENTA PIAZZA DI QUARTIERE
Talenti Village è la storia di un centro commerciale a Roma, riposizionato con successo con un programma di valorizzazione curato da ARECneprix insieme a Svicom e premiato ai CNCC Awards 2024 nelle categorie di Brand Awareness & (Re)positioning (Best of Category) e Corporate Social Responsibility
Daniele Levi Formiggini Head of Real Estate Services di ARECneprix
Siete soddisfatti dei risultati raggiunti in questi mesi?
Sì, siamo stati sempre fortemente convinti delle potenzialità di Talenti Village e oggi siamo molto orgogliosi del successo del riposizionamento.
Consideri che Talenti Village è un centro di 17mila mq di superficie, nato circa 20 anni fa e molto radicato nel suo territorio: il suo punto di forza è proprio l’identità di centro di prossimità a servizio del quartiere, ed è proprio questo ruolo che abbiamo puntato a rafforzare I risultati dal rilancio ad oggi parlano chiaro, con un netto incremento delle affluenze – arrivate già oltre i 4 milioni di visitatori, con una crescita del 47% negli ultimi due anni – e del fatturato, cresciuto nello stesso periodo di oltre il 19%.
E come è stato possibile, quale è stata la strategia che avete applicato?
Abbiamo messo in atto un programma di valorizzazione a 360° che potesse restituire all’asset il suo “ruolo sociale” come centro di prossimità orientato al quartiere e alla comunità locale: un posto pensato per le persone e i loro bisogni. Potremmo sintetizzare la strategia in alcuni pilastri: innanzitutto, la definizione di una nuova identità del nostro asset; poi, un mix merceologico coerente, con nuove ancore e un potenziamento dei servizi. Oltre alla definizione di un nuovo brand e un nuovo nome per il Centro, l’intervento di ARECneprix e Svicom ha riguardato un piano di restyling architettonico, che porta la firma di Lombardini22 e che ha visto
la realizzazione di nuovi arredi, nuove aree di sosta, spazi gioco e anche ambienti per il lavoro agile.
Hai parlato di mix merceologico coerente, potresti raccontarci meglio?
I risultati del piano di valorizzazione
Oltre 4.200.000 di visitatori nell’ultimo anno (+47% rispetto al 2022) +19% di fatturato dal 2022 ad oggi
Certamente. Dal 2022 abbiamo avviato un radicale ripensamento del mix merceologico, in particolare sulle categorie dell’abbigliamento, del food e dei servizi alla persona, che ha visto l’apertura di nuovi negozi focalizzati sulla sua nuova identità. A partire dalle grandi superfici del centro commerciale, dove all’ipermercato Carrefour già presente sul centro si è andata ad aggiungere l’ancora non food di Mondo Convenienza, che ha preso in locazione una superficie di
circa 3.000 mq, sostenendo importanti investimenti sull’unità e ampliando la clientela del centro oltre il suo bacino primario. Nel 2023, sono state aperte due importanti superfici dedicate ai beni per la casa e per la persona: Tedi e Pepco. In ambito food, il centro ha visto l’ampliamento dell’offerta dedicata alla clientela con l’apertura di due nuovi chioschi destinati alla ristorazione Caffè Pascucci, brand nazionale della torrefazione, e Cremilla, nota gelateria artigianale, che si vanno ad aggiungere alle già presenti insegne di Burger King, Alice Pizza, I Love Poke. Anche in ambito servizi e abbigliamento il centro ha visto l’ingresso di nuovi marchi e merceologie – tra i quali Talco, Sarni Oro, Keepman, DLY e la libreria Giunti al Punto oltre a tabaccheria, agenzia viaggi, studio optometrico e audiometrico e un centro estetico di prossima apertura - che mirano a trasformarlo in un vero e proprio punto di riferimento per i servizi alla persona e alla comunità.
Parlando di brand identity: Talenti” a sottolineare il legame con il territorio e “Village” che evoca un senso di appartenenza a una comunità. Può spiegarci meglio?
Sì esatto, il Talenti Village non è solo un luogo di shopping, ma è la piazza del quartiere, un centro di aggregazione sociale e culturale, con aree co-working, laboratori e aree food che offrono al suo pubblico un luogo dove sentirsi a casa: una vera e propria
“piazza del quartiere” come evocato nel nuovo payoff. Ed è anche per valorizzare questa identità che abbiamo deciso, ad esempio, di lanciare il progetto (Re)Generation Camp, un laboratorio polifunzionale all’interno del Talenti Village che ha l’obiettivo di promuovere l’integrazione e la socializzazione delle nuove generazioni, attraverso un ricco calendario di workshop gratuiti per bambini e adolescenti in sinergia con scuole, enti ed associazioni. Oggi Talenti Village propone un ricco calendario di eventi e iniziative culturali, sportive e artistiche, che lo hanno ormai trasformato in un imprescindibile punto di aggregazione del quartiere.
E rispetto ai progetti del 2024, avete in programma altre novità?
In questi mesi, grazie al progetto di restyling, alle nuove aree destinate al co-working e al relax, stiamo assistendo a un forte aumento dei flussi e del
tempo di permanenza anche al primo piano, dove ha di recente aperto ODStore e dove è inoltre previsto l’ingresso dell’insegna Dar Bottarolo, (la più grande catena di cucina romana, e che vedrà all’interno di Talenti Village la sua prima apertura in un centro commerciale) e di due ulteriori ristorazioni a completamento della nuova food court . Puntiamo inoltre a rafforzare l’offerta per le famiglie sia sotto il profilo delle merceologie (giocattoli, articoli per l’infanzia) sia per quanto riguarda i servizi, dove ai laboratori già presenti per bambini e ragazzi affiancheremo un Summer Camp rivolto ai bambini durante la stagione estiva. Il nostro obiettivo è assicurare ai visitatori un’offerta sempre più di livello, che continui a coniugare la qualità al numero dei servizi disponibili e faccia sì che Talenti Village possa configurarsi come un modello di asset retail mixed-use a 360 gradi.
AMERICA DELLE MIE BRAME… INVESTIRE SI PUÒ, MA NIENTE IMPROVVISAZIONE
Lo sbarco negli Stati Uniti continua ad essere il sogno di molti imprenditori e catene di ristorazione commerciale italiani. Ma quanti realmente ci sono riusciti? Il mercato è profondamente diverso. E il caso delle di pizzerie a Miami aiuta a conoscerne i punti chiave
Il valore e l’appeal della cucina italiana nel mondo sono fuori discussione. E nel mercato della ristorazione, si rimarca puntualmente la grande opportunità che gli imprenditori italiani potrebbero avere nello sviluppare questo business su scala internazionale. Nella “fascia alta”, soggetti come Cipriani, Paper Moon, e a suo modo Eataly, hanno in effetti fatto scuola. E sono cresciute come vere e proprie “destination” in alcune grandi città. Ma gli Stati Uniti rappresentano, almeno in potenza, un bacino enorme anche per gli operatori di casual dining, come le catene di pizzerie. Il Nord America vale da solo un terzo di tutto il mercato mondiale del foodservice, eppure è un mondo che va analizzato a dovere prima di tentare l’avventura.
Flessibilità
Vediamo innanzitutto gli aspetti di maggiore interesse, rispetto agli Stati Uniti. Il ticket medio per un piatto è almeno il doppio che in Italia. Il costo del
personale in Italia viaggia nell’intorno del 35-40% del venduto, mentre negli Usa è generalmente sotto il 25% grazie alla modalità di pagamento del personale attraverso le “tips”, le mance pressoché obbligatorie che non impattano sul conto economico, ma che valgono come minimo il 17% del venduto. Per non parlare della flessibilità contrattuale delle risorse umane. Il concetto del “posto fisso” non esiste e la flessibilità è massima sia sugli orari, sia nelle retribuzioni, pur nel rispetto del salario minimo definito contrattualmente. E per
cessare il rapporto, non serve una “giusta causa”, ma la libera scelta del datore. Altro aspetto da non sottovalutare riguarda la catena logistica, che ormai in città come New York o Miami permette di avere a disposizione prodotti italiani originali con una tempistica ed un costo quasi paragonabili a quelli continentali.
Si gioca su una scala diversa
Nella sola Florida, che ha 22 milioni di abitanti, McDonald’s ha oltre 870 ristoranti, più di quanti non ce ne siano in Italia. Le tre catene di pizzeria più rilevanti, Domino’s, Pizza Hut e Papa John’s, solo in questo Stato contano insieme più di 1.000 punti vendita. Una pizzeria a Miami può viaggiare nell’ordine dei 2-3 milioni di dollari di fatturato l’anno, con uno store-EBITDA superiore al 25% ed una replicabilità infinitamente più ampia di quella possibile in Italia, ma anche in Europa. È probabilmente per questo che nei business plan di molte catene con ambizione internazionale compare spesso l’espansione USA come chiave di volta
Andrea D’Angelo
del successo. Ma quanti veramente ci sono riusciti?
Il mercato delle pizzerie a Miami, e nella Florida, è probabilmente lo specchio della realtà degli Stati Uniti. Negli ultimi 20 anni ci hanno provato in tanti. La prima ad entrare su Miami Beach è stata Fratelli La Bufala, con la sua location di Washington Avenue, tra i primi forni a legna sull’isola, che è ormai diventata un “perennial” grazie alla lunga storia e alla fedeltà al format iniziale. Poi sono arrivati altri marchi più o meno noti, con catene che hanno provato a valorizzare sia il pubblico italiano, spesso in vacanza in quelle località, ma più in generale la passione per la pizza e la pasta che in Florida è forte come in tutti gli Stati Uniti. La lista è lunga: Rosso Pomodoro, Piola, Fresco, Spris, Regina Margherita, Pummarola, Bellillo, Sorbillo. Anche tra i nuovi marchi emergenti di pizzerie, non manca mai la bandierina “Miami” da inserire nei business plan presentati ai potenziali finanziatori. La realtà è che non molti sono riusciti a sfondare o almeno a resistere, e quasi nessuno è riuscito a creare veramente una catena che si sia replicata in decine o addirittura centinaia di negozi.
I fattori di difficoltà
La passione per il prodotto italiano è sincera, ma i gusti sono in realtà diversi e voler esportare ricette fedeli alla tradizione di casa nostra non è sempre la
scelta giusta. I piatti più richiesti sono ancora “Fettuccini Alfredo” o “Spaghetti with Meatballs”, che un cultore della cucina nostrana vieterebbe per definizione, per non parlare dell’uso di “frutti esotici” sulla pizza. In seconda battuta, la scala. Il modello americano è per realtà mediamente più grandi delle nostre e un ristorante è considerato tale solo se fa almeno 3 milioni di dollari di ricavi l’anno. Sono queste le dimensioni che permettono di salvaguardare la professionalità, perché se è vero che sul personale si beneficia della flessibilità, è anche vero che figure chiave, come ad esempio un “restaurant manager”, a Miami prende minimo 80mila dollari l’anno, l’equivalente di un dirigente d’azienda. Inoltre, la flessibilità e la relativa semplicità delle regole del mercato, comporta anche un rovescio della medaglia. Un esempio fra tutti è il “three days notice”, ossia la regola cui uno sfratto può diventare esecutivo dopo un semplice ritardo di 3 giorni sul pagamento dell’affitto. Questo rende il business molto più fluido rispetto al modo in cui le stesse pratiche si svolgono in Italia. Un altro elemento critico è districarsi nelle regole dell’immigrazione che permettono di portare professionalità dall’Italia e mano d’opera dal Sud America, ma solo se si conoscono le meccaniche dell’immigrazione e ci si sa districare tra i professionisti del settore.
L’aspetto del costo immobiliare è anche un elemento da tener presente. I contratti commerciali, oltre ad essere de-
cisamente più costosi a metro quadro, contengono in genere un’indicizzazione di base del 3,5% di aumento annuo, a prescindere dall’inflazione, e negli anni recente hanno comportato un rialzo anche superiore. Questo implica una forza finanziaria che la maggior parte degli attori italiani oggi non ha. Peraltro, il sistema bancario USA non è particolarmente favorevole agli investitori stranieri e, anche quando si ha accesso al credito, i tassi di interesse sono molto superiori a quelli italiani.
Centrali team e marketing locali
In sintesi, si tratta concretamente di entrare a giocare in un campionato diverso. Delle tante catene che hanno aperto a Miami negli ultimi anni, quasi tutte dopo qualche anno hanno scelto di lasciare il mercato, sono veramente poche quelle che possono vantare di essere diventate un’icona del mercato locale. Il messaggio però non è di evitate gli States. Non esiste una ricetta unica per avere successo, ma intanto è fondamentale rendersi conto che non basta essere italiani per farcela. Occorre un team locale solido, composto di risorse interne, ma anche un pool di professionisti esterni che sappiano affrontare le diverse tematiche di prodotto, di operations, legali, immobiliari, e sicuramente di marketing locali. Un team che sia lì per rimanere e non solo per mettere una bandierina e passare alla prossima geografia. Il rischio è che l’avventura americana, se non dovesse andar bene, trascini a fondo il resto del business.
AMBIENTE E DIGITALE, LE PRIORITÀ DEI MALL.
ASSEGNATI I PREMI 2024
Sono stati ben 98 i progetti presentati quest’anno al “summer event” del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali. Un numero record per l’evento che anche per l’edizione 2024 ha riunito i maggiori player del settore. Tanti i temi trattati: dal digitale alla sostenibilità ambientale. La serata ha confermato il ruolo di “think tank” del CNCC nell’affrontare le sfide a cui è chiamata l’industry
Un momento per ritrovarsi, fare un bilancio, celebrare e rimarcare (un anno dopo l’altro) l’unità e la propria identità. Così il CNCC Summer Event, l’appuntamento estivo della community dei centri commerciali organizzato dal CNCC-Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, ha riunito il 26 giugno i maggiori player del settore.
Il Presidente Roberto Zoia ha aperto i lavori sottolineando come il CNCC si stia affermando come un think tank, un luogo di confronto e di elaborazione di proposte concrete per affrontare le sfide e cogliere le opportunità del settore. “In primis, la transizione digitale”, ha detto Zoia “che presenta un enorme potenziale per rendere i centri commerciali sempre più efficienti, redditizi e sostenibili. Tutto ciò è reso possibile grazie alla collaborazione costante dei soci e all’inestimabile dedizione delle Commissioni che si impegnano in progetti trasversali, come quelli presentati durante il convegno, con l’obiettivo di far evolvere i centri commerciali in un percorso di continua innovazione e attenzione ai cambiamenti
dei trend di consumo e dei bisogni delle persone”.
Zoia ha ricordato, inoltre, le diverse sfaccettature del Consiglio. Una di queste, riguarda i rapporti con le istituzioni “per le quali abbiamo bisogno della politica”, ha detto il Presidente. Incisivo e sempre più importante è anche l’impegno del CNCC sulla formazione. A questo proposito, è
stato ricordato il Corso Executive rivolto ai direttori dei Centri Commerciali progettato e commissionato dall’associazione per colmare un gap nella formazione specialistica di manager e operatori in diversi ruoli (già attivi o potenziali) dei centri commerciali.
Ricco e articolato il programma del pomeriggio. Nella prima sessione di lavori su “L’integrazione tra Digital & PropTech: la visione degli esperti”, a cura della Commissione Digital & Proptech del CNCC guidata da Letizia Cantini, sono state presentate tre ricerche. Assieme al REC, Real Estate Center - ABC Department (Department of Architecture, Built environment and Construction engineering) del Politecnico di Milano, in collaborazione con Italian PropTech Network (IPN), è stata realizzata un’indagine sul proptech nel mondo dei centri commerciali, da cui è emerso come sul fronte delle attività di marketing, facility ed efficientamento energetico sia sempre più frequente l’uso di strumenti quali AI, Management building System, Digital twin, CRM, Website & smartphone APP.
di Paola Oriunno
La survey sulla comunicazione social
Interessanti anche i risultati della survey “Raccontaci di te”, sempre a cura della Commissione Digital & Proptech, su un campione rappresentativo di clienti dei centri commerciali su base nazionale. Tra i canali preferiti dai consumatori per rimanere informati sul centro commerciale ci sono la newsletter per il 31%, Facebook per il 26 % e i volantini cartacei ricevuti a casa per il 23%. Presentato anche il primo social report annuale, con l’analisi della “social presence” dei centri commerciali e l’individuazione dei KPI, da cui risulta una crescita costante dell’interazione con i follower, dato sia dalla pubblicazione di contenuti che dalla fidelizzazione. Dal monitoraggio di oltre 650 profili social di centri commerciali italiani, è stato rilevato come Instagram stia crescendo in maniera significativa, fino a quattro volte più velocemente di Facebook, che rimane comunque il canale con il maggior numero di follower. In un anno sono stati pubblicati circa 175 mila contenuti tra Facebook e Instagram, più di 500 post di media a centro, per un totale di oltre 3,5 milioni di interazioni. I mall italiani, quindi, si affermano ancora una volta come veri e propri “content creator” in grado di dar vita a un engagement costante e significativo.
A seguire, l’intervento di Francesco Massara, professore di Marketing e Direttore Osservatorio Retail Brand Communication dell’Università IULM, che ha approfondito il tema della comunicazione della marca nel retail indicando nella creazione di esperienze coinvolgenti e memorabili programmate nel corso dell’anno la
chiave per guidare i centri commerciali verso un futuro ruolo come hub culturali, oltre che commerciali, mettendo al centro le esperienze dei visitatori.
I riconoscimenti
Si è svolta, infine, la cerimonia di premiazione dei CNCC Italy Awards 2024 con 98 progetti in gara, un numero record che testimonia la vivacità e l’impegno del settore. Dieci le categorie presenti, che spaziano da brand awareness e ri-posizionamento, alle campagne e alle attività per stimolare ingressi, vendite ed engagement, alle iniziative per promuovere il lancio o la ristrutturazione di un centro e ai progetti di partnership tra centro commerciale e tenant, e quelle per i migliori progetti ESG, di corporate social responsibility, di digital transformation, per i migliori progetti editoriali veicolati con strategie social.
Tra i certificati di merito si segnalano: Merlata Bloom Milano e ToDream (Nhood) nella categoria Grand Opening/Expansion/Refurbishment; ancora Merlata Bloom Milano “Il Brand che unisce Arte e senso di Comunità” per l’impegno che il lifestyle center ha dimostrato nella categoria Brand Awareness and Positioning. In totale sono dieci i Certificate of Merit assegnati alla società. Riconoscimenti anche ai centri Le Gru (Grugliasco – Torino) e Romagna Shopping Valley (Savignano sul Rubicone – Forlì-Cesena) di Klépierre Italia che hanno ottenuto il Certificato di Merito nella categoria Corporate Social Responsibility, rispettivamente con i progetti Gru Kids Festival e Orto in Romagna.
CNCC Awards. I premiati
CNCC BEST OF CATEGORY: BRAND AWARNESS & (RE)POSITIONING REBRANDING DIMA SHOPPING BUFALOTTA, Centro Commerciale Talenti Village
CNCC BEST OF CATEGORY: CORPORATE SOCIAL RESPONSIBILITY
FRIENDLY AUTISM - Oriocenter Selected Stores
CNCC ITALY AWARD 2024: GRAND OPENING / EXPANSION / REFURBISHMENT
Porta a Mare, Livorno –IGD Siiq
CNCC ITALY AWARD 2024: TENANT BRAND & PARTNERSHIP EDIZIONE SPECIALE MONOPOLY FRIULI VENEZIA GIULIA - Tiare Shopping
CNCC ITALY AWARD 2024: LOW BUDGET
SCEGLI BENE TI CONVIENE - Centro Commerciale Ferratelle
CNCC ITALY AWARD 2024: ESG THE PLASTIC AGE – UN PROGETTO DI EDUCAZIONE AMBIENTALE - Savills
CNCC ITALY AWARD 2024: SOCIAL COMMUNICATION & SOCIAL CHANNELS MANAGEMENT
LOVING THE HATERS - Centro Commerciale L’Aquilone
CNCC ITALY AWARD & BEST OF THE BEST 2024
PIT STOP RIDERS - Centro Commerciale Bicocca Village
ALLARME MILANO: TROPPO ALTO IL NUMERO DI VETRINE SFITTE
Lontano dai clamori del Duomo o del Quadrilatero, nel capoluogo lombardo il tasso di vetrine sfitte è elevato. Non serve andare in periferia, perché tra caro-affitti ed eCommerce, soffrono arterie commerciali note, appena a ridosso del centro. Sta sparendo la fascia di retail medio, spesso di proprietà famigliare
Come stanno i negozi a Milano ? Nella capitale italiana dello shopping la risposta suona piuttosto scontata. Bene. Il turismo estivo ha portato la solita concentrazione di top spender in centro e nelle vie del Quadrilatero. E anzi, quest’anno gli acquirenti extra Ue hanno beneficiato anche della novità normativa, che da inizio anno ha abbassato la soglia dello shopping tax free a 70 euro, seguendo l’esempio di diversi altri Paesi.
Se si guarda al lusso, il bicchiere è senz’altro pieno. Poco prima della pausa estiva, lo confermava il report di Savills “Italy Retail Spotlight” , secondo cui il capoluogo lombardo “rimane la meta più ambita, dove il nu -
mero di nuove aperture è in aumento e la disponibilità di spazi rimane bassa. La città presenta i canoni più elevati d’Europa in Via Montenapoleone, pari a 15.000 euro/mq annui, in aumento nel corso degli ultimi dodici mesi”.
Le high street, però, fanno storia a sé. A Milano, come a Roma, Firenze o Venezia. Lo scenario cambia, invece, se si considerano altre strade di grande rilievo commerciale e altri target di clientela. Corso Buenos Aires , per esempio, è in trasformazione. E accanto ad aperture che hanno notevolmente migliorato lo scenario, da Decathlon a Stroili passando per Pepco, solo per citarne alcune di recente, balza all’occhio un numero di vetrine
In corso Buenos Aires, accanto a tante nuove aperture, sono numerose anche le vetrine non utilizzate
sfitte piuttosto evidente. E poi ci sono altre strade caratterizzate da una forte valenza commerciale, ma più legate a un commercio di quartiere, legato ai residenti, senza la spinta eccezionale dei turisti. Come corso Genova o in parte anche corso Vercelli . Anche qui, le catene stanno investendo per estendere i propri marchi. Ma quel che viene a mancare sempre più sono le attività di carattere famigliare, che per tanto tempo hanno rappresentato, a livello di prodotto, quella fascia media di buona qualità, che non è “basso cost” ma neppure il lusso. In fondo, poi, anche in pieno centro non è oro tutto quel che luccica. Anche nelle trafficatissime zone a cavallo tra il Duomo e via Torino, basta spostarsi di poco dalle direttrici principali per trovare serrande abbassate.
Il segmento moda/abbigliamento/accessori è quello più in difficoltà. Nel corso del primo semestre dell’anno, un’elaborazione di Federazione Moda Italia , aderente a Confcommercio, aveva lanciato l’allarme sul fashion retail: quasi 17mila punti vendita chiusi in 4 anni, con 13mila posti di lavoro in meno. E si guarda all’intero decennio, sono 70mila i negozi moda svaniti in Italia. Troppo forte l’on line. I saldi si rivelano ormai un’arma spuntata. E l’analisi metteva in rilievo alcune conseguenze, tra cui “il depauperamento urbano causato sia dai negozi sfitti, sia dalle nuove aperture legate per lo più ad attività in franchising di catene monomarca”.
Corso Genova è una strada a forte vocazione commerciale, ma con un’utenza di quartiere, e pochi turisti. Qui hanno chiuso molte attività a carattere famigliare
Nella foto, la tanto discussa pista ciclabile creata dal Comune di Milano in corso Buenos Aires. Secondo Confcommercio è un freno per le attività
Un negozio sfitto in piazza Borromeo, vicino a piazza Affari
Gabriel
Meghnagi (Confcommercio) “Negozi di prossimità più esposti alla crisi”
Gabriel Meghnagi, Vice presidente di Confcommercio Milano
Sullo stato di salute del commercio a Milano abbiamo intervistato Gabriel Meghnagi, Vice presidente di Confcommercio Milano.
Pur in assenza di dati statistici, in questo momento il tasso di vetrine sfitte nei principali quartieri commerciali della città è da considerarsi fisiologico o elevato rispetto al passato?
Se prendiamo come riferimento il periodo pre-Covid, indubbiamente il tasso di vetrine vuote a Milano è maggiore rispetto ad un tempo, sia nei principali assi commerciali, sia nei quartieri più residenziali. Va tenuto, però, in considerazione il fatto che dal 2020 ad oggi il numero dei negozi sfitti a Milano, per quanto preoccupante, resta costante.
Secondo la vostra sigla, esiste un problema di caro-affitti che potrebbe frenare le nuove aperture?
Le cause delle vetrine vuote a Milano sono molteplici e differenti a seconda dell’area di riferimento, ma il caro-affitti è una costante per tutta la città, ovviamente con le dovute proporzioni a seconda che si parli di centro o periferia.
La città di Milano è ormai da anni agli onori della cronaca per il caro affitti riferito agli immobili residenziali: dobbiamo però segnalare che questa difficoltà la vivono non solo i cittadini, ma anche i nostri commercianti che devono far fronte a locazioni record, la prima voce di costo per un negozio, anche maggiore rispetto al costo del personale.
Questa problematica è sentita da tutti, ma inevitabilmente incide in modo particolare sulle nuove aperture o nella prosecuzione dell’attività dei negozi di vicinato.
Entriamo nel dettaglio, andando dal Centro ad altre arterie come Buenos Aires o corso Vercelli.
Il caro-affitti è una costante ovunque a Milano e ogni via ha le sue vetrine vuote.
Ci sono assi commerciali caratterizzati da canoni di locazione particolarmente alti in centro città, come via Torino, corso Vercelli e corso di Porta Ticinese, oltre ovviamente all’area Duomo e al Quadrilatero.
Corso Buenos Aires merita, invece, un’analisi a parte poiché, nonostante le difficoltà legate alla crisi economica e al Covid, non si era mai visto un numero così alto di vetrine vuote come da un anno a questa parte: oggi oltre 30. Un effetto imputabile alle politiche di mobilità adottate dal Comune di Milano che, di fatto, hanno disincentivato e allontanato la clientela da uno dei più lunghi assi commerciali europei (oltre a rendere più complicato l’approvvigionamento delle merci).
In corso Genova, invece – per fare un altro esempio - il canone è indubbiamente più basso rispetto alle precedenti vie citate, ma comunque molto alto per una via che attrae quasi esclusivamente una clientela locale.
Qual è una vostra riflessione rispetto al ruolo delle principali catene retail? Stanno avendo un ruolo positivo nel rinnovare l’offerta commerciale o finiscono per eliminare il commercio artigianale e legato alle attività famigliari?
Come Confcommercio Milano siamo da sempre favorevoli ad un pluralismo di-
stributivo fatto di grandi e piccoli che possano convivere, rispondendo alle varie esigenze della clientela e garantendo servizi adeguati.
Al giorno d’oggi una via, per essere realmente attrattiva, dovrebbe avere al suo interno il giusto mix merceologico ed essere composta da realtà di vicinato e non solo, poiché è questo che chiede e desidera il consumatore. Appare evidente che spesso, però, l’apertura di una catena o di un’attività food nei principali assi commerciali cittadini avvenga a scapito di una realtà di prossimità: queste ultime sono infatti più esposte alle crisi del commercio e ai maggiori costi. Il nostro impegno è quello di sollecitare le Istituzioni ad ogni livello affinché si attuino politiche attive volte a tutelare e incentivare il commercio di vicinato che, essendo maggiormente radicato sul territorio, garantisce identità, coesione e sicurezza nei quartieri.
Via Santa Maria Segreta è subito alle spalle di piazza Cordusio. C’è un posto libero
DOPO
LA BREXIT SPROFONDA
L’EXPORT BRITISH VERSO LA UE
Dal 2019 al 2023 il valore delle esportazioni dal Regno Unito ai Paesi dell’Unione è sceso del 18%. A pagare il prezzo più salato è la moda
Dopo l’uscita dall’Unione Europea, le vendite al dettaglio dal Regno Unito verso l’Unione Europea sono crollate di quasi 6 miliardi di sterline, circa 7 miliardi di euro. Non lascia margine di interpretazione il recente report pubblicato da Retail Economics in collaborazione con Tradebyte. Nel segmento non-food, nel 2019, il Regno Unito esportava nell’Unione 33,6 miliardi di sterline, mentre nel 2023 è sceso a 27,6. Il settore della moda-abbigliamento è in assoluto quello più colpito: -63% di esportazioni nel confronto 2019-2023. I prodotti collegati alla casa segnano -15,8%, l’elettronica cala del 13,2%, mentre salute e bellezza salgono del 4,7%. Quali motivi alla base del flop? Si tratta di un mix tra cambiamenti di mercato, quindi in un certo senso indipendenti dalla questione Brexit, e altri che invece sono diretta conseguenza dell’impatto sul commercio che ha avuto l’uscita dall’Ue.
Nella moda, la concorrenza è alle stelle. I marchi del Regno Unito devono affrontare un’intensa pressione da parte di brand globali più economici (quelli del fast fashion, per intenderci) e questo si inserisce in un contesto caratterizzato da tensioni geopolitiche, che
hanno fatto schizzare in alto l’inflazione dell’abbigliamento, arrivata ai massimi del decennio nel 2023. Tutto questo ha ridotto la capacità produttiva e compresso i profitti, inducendo alcuni operatori a prendere decisioni drastiche. Per esempio, Boohoo ha tagliato in modo aggressivo i costi, chiedendo ai fornitori uno sconto del 10% sugli ordini in sospeso nel 2023. Su alcuni brand l’effetto è evidente. L’azienda di lingerie The Underargument fino al 2020 doveva all’Unione europea il 50% delle sue vendite, mentre a fine 2023 questa quota si è ridotta ad appena il 15%. A pagare sono state soprattutto le insegne più piccole, meno attrezzate a gestire i cambiamenti operativi, i costi , le tariffe e l’Iva. Brand come Elvis e Kresse hanno
dichiarato esplicitamente di aver perso clienti nell’UE a causa dei maggiori costi di importazione. Ad aggiungere ulteriore complessità, l’Ue richiede ora che i marchi e i rivenditori del Regno Unito registrino una ragione sociale nell’Ue per continuare a operare.
Elettronica gravata dai costi
Il mondo dell’elettronica è stato colpito in tutto il mondo da fattori strutturali che hanno comportato un rialzo dei prezzi. Sono aumentati i costi della logistica, i costi delle materie prime e in modo particolare dei semi conduttori, tutto fattori che si sono riflessi sui prezzi finali al consumatore. Un produttore come Dyson , nell’anno fiscale 2022, dichiarava un aumento dei costi da 120 milioni di sterline proprio per i maggiori oneri di logistica e di shipping. Se a questo si aggiungono i costi fiscali e doganali collegati alla Brexit, il calo non stupisce, dal momento che l’elettronica è uno dei segmenti in cui l’offerta è super abbondante e, nella maggior parte dei casi, i prodotti sono made in China per tutti. Quindi, per il consumatore, ha poco senso la scelta dei marchi anglosassoni quando questo comporta un sovrapprezzo evitabile.
La “bellezza” sorride, ma non tutto luccica
Il settore dei prodotti “salute e bellezza” britannico, nel confronto 2019-2023, ha mostrato un segno positivo come export nell’Ue. Ma questo non deve far esagerare nell’interpretazione. Prendiamo il beauty. Secondo McKinsey, l’intero settore (profumi, trucchi, skin care ed hair care) ha subito un leggero calo a livello mondiale solo nel 2020, ma nel 2021 aveva già ripreso i volumi pre pandemia (un po’ sotto i 400 miliardi di dollari di ricavi) per poi volare a 430 miliardi nel 2022, circa 450 l’anno dopo e con proiezioni di 530 miliardi al 2027. Di conseguenza, quel rialzo verso l’Ue dei marchi britannici si inserisce in un trend di ottima salute del settore nel suo complesso. Ciò non toglie che l’effetto Brexit si sia sentito. Un big come Lush, nel bilancio annuale concluso il 30 giugno 2022, segnalava un calo di vendite del 28% in buona parte a causa del calo di popolarità nell’UE dopo la Brexit.
AEROPORTI | Falcone/Borsellino
FOOD RINNOVATO A PALERMO I RISULTATI PREMIANO LA VARIETÀ
Il consumo ai punti di ristorazione cresce più rapidamente del traffico presso lo scalo gestito da Gesap. In campo Autogrill e il raggruppamento MyChef/Chef Express
Durante la stagione estiva, dove lo scalo di Palermo ha beneficiato del consueto boom di traffico turistico, il Falcone e Borsellino ha messo in mostra la sua nuova offerta food da poco inaugurata. Un’offerta finalmente in grado, per varietà e disposizione nel terminal, di rispondere a un aumento dei volumi vertiginoso, passato dai 4,5 milioni di pax del 2015 agli oltre 8 milioni del 2023. E con una prospettiva superiore, come chiusura 2024.
Oggi, peraltro, si modifica sempre di più la composizione della clientela e la quota degli stranieri raggiunge anche un terzo del totale, specialmente in determinati periodi. Fondamentali, su questo fronte, l’avvio del collegamento diretto estivo con New York e l’aumento delle frequenze verso Istanbul, porta dei viaggi extra Ue da e per il Far East.
A livello di bilancio, nel 2023 la società di gestione Gesap ha chiuso con un risultato netto positivo di ol -
tre 12 milioni. Il volume dell’attività non aviation nel 2023 registrava un incremento dei ricavi del 21,4% sul 2022, ma addirittura con un +70% a livello food. Non semplice ripetere questi tassi di crescita.
Antonino Neri, responsabile Non-Aviation di Gesap – Aeroporto di Palermo
A.L
Ristorazione su tutti i piani del Terminal
Frutto di un bando assegnato a fine 2022, ora l’offerta food è composta in questo modo. In Airside gli spazi f&b sono gestiti da Autogrill : sono operativi un bar caffetteria a marchio Spinnato (noto brand palermitano), un punto vendita Wascoffeelab , con inserimento di prodotti dolciari della pasticceria Cappello : uno street food con il format I Banchi di Ciccio Sultano , con la consulenza dello chef stellato siciliano, uno degli spazi di dimensioni maggiori con 300 metri quadrati. E ancora, il coffee specialist Puro Gusto , anche qui arricchito dei prodotti Cappello.
Molto nutrita anche l’offerta food prima dei controlli, gestita dal raggruppamento d’impresa formato da My Chef e Chef Express . In questo caso ci sono un bar caffetteria Caffè Vergnano , con un angolo per arancine espresse KePalle , altro brand palermitano, più un chiosco per le spremute di arance siciliane con il marchio Pura Spremuta . Poi una bakery/caffetteria Mercato San Lorenzo , altro marchio locale, mentre nell’area panoramica al terzo piano c’è il ristorante pizzeria La Braciera , insieme al bar Terrazza Palermo Illy/Martini.
“I risultati della ristorazione stanno andando molto bene. E il livello degli scontrini sta crescendo a un ritmo ben più alto rispetto a quello del traffico. Questo è il segnale che finalmente la varietà di offerta riesce a rispondere alle esigenze dei passeggeri e a coprire in modo omogeneo tutti i livelli del terminal” testimonia Antonino Neri, responsabile commerciale Non Aviation di Gesap-Aeroporto di Palermo. “In più, da poco sono state ammodernate le macchine utilizzate ai controlli, che hanno reso più agile e veloce il processo. Questo è andato a beneficio del consumo in landside, meno pressato rispetto al passato dall’esigenza di fare in fretta”.
A Palermo, peraltro, stanno avendo ottimi risultati anche i format più cari, come I Banchi di Ciccio Sultano (scontrino medio 27 euro) o La Braciera (23/24 euro). Un trend parzialmente
diverso dalla ristorazione di catena nel suo complesso, dove il 2024 è stato ancora caratterizzato da una forte attenzione dei consumatori, che quindi hanno premiato il quick service dal prezzo abbordabile, a scapito di quello più impegnativo.
Anche il non food (gestito da Lagardère Travel Retail) sta performando bene e da inizio anno la crescita è almeno del 15% in più rispetto all’anno scorso. Tra le ultime aperture, è arriva -
to un negozio Yamamay da 85 mq. “Ma è interessante notare le diverse attitudini all’acquisto della componente estera. Gli scandinavi comprano molto al Duty Free. Gli americani, invece, tengono a portarsi a casa un pezzo di Sicilia e fanno incetta di ceramica locale presso il punto vendita Discover Sicily ” aggiunge Neri. A breve, intanto, è prevista l’apertura di un corner del Palermo Calcio , oggi controllato dalla holding che possiede il Manchester City.
I “lavori in corso”, a Palermo, non si fermano qui
Il 2025 sarà ancora un anno di novità per lo scalo del capoluogo. Il food verrà completato con altre due insegne, il wine bar Planeta e il ristorante smart gourmet Amore, entrambi ancora in collaborazione con Ciccio Sultano. “La particolarità di questi due spazi è che si accederà direttamente dal walk-through del duty free, per sfociare sempre nella terrazza vista mare, che vogliamo sfruttare al meglio” spiega ancora Antonino Neri. E poi arriverà la lounge, un tassello che adesso manca a Palermo. Il bando per la prima sala vip è stato chiuso in estate, ne arriverà una seconda sempre nel 2025.
Intanto c’è da affrontare la stagione invernale, dove inevitabilmente si sgonfia il picco del turismo estivo, a favore di quello domestico e corporate. “Le prospettive sono ancora buone. I turisti nord europei, come anglosassoni e inglesi, permettono di allungare la stagione estiva con buoni tassi di presenza anche fino a primi giorni di novembre” testimonia ancora Neri. “Dopo, naturalmente prende più spazio il traffico business domestico. Ma anche rispetto a questo, il rinnovo dell’offerta food che abbiamo da poco realizzato permetterà di rispondere al meglio alle richieste dei viaggiatori”.
Bilancio record nel 2023
Gesap , la società di gestione dell’aeroporto internazionale “Falcone Borsellino” di Palermo, ha approvato il bilancio di esercizio del 2023 con il miglior risultato di sempre, un utile netto pari a 12 milioni di euro, con Ebitda raddoppiato a oltre 30 milioni. Aumenta anche il valore della produzione, a 97,3 milioni (+15,1% rispetto al 2022). Il volume dell’attività non aviation nel 2023 ha registrato un incremento dei ricavi del 21,4% (+3,3 milioni) rispetto al 2022. In particolare, questi i tassi di crescita dei vari segmenti non aviation: rent a car +10,65%; parking +7,01%; retail +20,14%; food & beverage +70,11%; sub concessioni +16,72%; advertising +6,63%.
TEMAKINHO, MENO COSTI E RESTYLING DEI LOCALI
Dopo il passaggio da Cigierre ai tedeschi di Mutares, per la catena di sushi nippo-brasiliano inizia un piano quadriennale che passa per contenimento dei costi, restyling e menù in chiave green. Raddoppio dei locali entro il 2027, quasi tutti in franchising di Andrea Mammana
Entra nel vivo il piano di rilancio di Temakinho, dopo il recente passaggio di proprietà da Cigierre ai tedeschi di Mutares a inizio 2024. Sotto la gestione della Compagnia Generale Ristorazione il format non è mai decollato, mantenendosi su un numero limitato di ristoranti. Adesso l’attuale proprietà prova a tracciare una nuova strategia. Oggi Temakinho conta su 10 ristoranti a gestione diretta (Milano, Roma, Bologna e Firenze), a cui si aggiungono quattro locali in franchising, di cui due nell’aeroporto di Roma Fiumicino, uno a Milano Linate e a Lione, in Francia. Dei primi fondatori, restano nel progetto Fabrizio Pisciotta, azionista di minoranza e Ceo, e Linda Maroli, come consulente del brand per la supervisione dell’innovazione e del design. Al centro della strategia ci sarebbe un ritorno alla costumer experience degli esordi. Nei ristoranti dovrebbe trovare spazio l’intrattenimento, che includerà musica dal vivo, eventi a tema e festival. Accanto a questo, sul fronte più gestionale, una razionalizzazione dei processi e della struttura organizzativa. “Siamo consapevoli che il servizio e lo staff sono due importanti fattori di successo. Lavoreremo con alcuni manager di altissimo livello che ci aiuteranno in questo percorso di riposizionamento” ha affermato Fabrizio Pisciotta. Il prossimo anno partirà una strategia di espansione della rete di ristoranti sia in gestione diretta sia in franchising, in altre
città italiane e all’estero (Spagna e Costa Azzurra tra le opzioni). In particolare, sono previste una nuova apertura di un ristorante diretto nel 2027 e un totale di 9 nuove aperture gestite da franchisee tra il 2025 e il 2027.
Riposizionamento,
ma non verso il basso
Un obiettivo che Temakinho si è posto è quello di allontanarsi dal concetto di catena. “Arriviamo da un periodo complicato, determinato sia dal Covid sia da alcune divergenze con la gestione passata” ha spiegato nel corso di un incontro con la stampa Linda Maroli. “Le scelte per questa rinascita partono dal design; negli ultimi anni abbiamo unificato per
facilità di gestione ma ora vogliamo ridare unicità ai singoli punti vendita, per valorizzare la location in cui si trovano e la diversa clientela a cui si rivolgono”. È previsto quindi un restyling di tutti ristoranti, grazie a un budget allocato appositamente. “Più in generale, sarà un riposizionamento di servizio e di qualità, ma non necessariamente di prezzo” ha dichiarato il Ceo Pisciotta. Oggi lo scontrino medio si attesta sui 35-40 euro. Scelte misurate, soprattutto con i nuovi prodotti plant-based, con l’obiettivo di arrivare in autunno con un menù al 50% vegetale.
Self-delivery e truck
Per Temakinho, il food delivery apporta una quota limitata dei ricavi, intorno al 15%. “Daremo però spazio a un nostro self-delivery, in aggiunta ai soggetti tradizionali” ha continuato il Ceo. Il servizio sarà dedicato al corporate (aziende, studi professionali e banche all’interno dei centri storici delle città nelle quali Temakinho è presente). È previsto anche un progetto di rilancio per quanto riguarda il truck, che dovrebbe diventare il più grande truck di sushi in Italia.
Rinnovato il team con nuove figure chiave
Per il rilancio di Temakinho è stato anche rinnovato ed ampliato il team, con l’ingresso avvenuto in estate di alcune nuove figure chiave. Matteo Gazzato (esperienze in B&B Hotels e 12oz) entra come Finance Manager. Nicoletta Cannata è il nuovo direttore Marketing. Ana Kuqali assume il ruolo di People & Culture Manager, in sostanza la gestione delle risorse umane. Sara Oliviero entra a far parte del team come Retail Operations Manager, mentre Riccardo Bisagni è il nuovo IT Manager.
Linda Maroli, consulente, e Fabrizio Pisciotta, Ceo di Temakinho
ALICE PIZZA, MARGINI SOPRA IL 17%
VICINA LA SOGLIA DEI 220 NEGOZI
Il giro d’affari supera i 100 milioni. Per il brand guidato da Claudio Baitelli prosegue l’equilibrio fra gestione diretta e affiliazione, che poggia su partner come Only The Food, Chef Express, Autogrill, EG Group
Alice Pizza ha chiuso il bilancio 2023 superando i 200 negozi, con un giro d’affari sopra i 100 milioni e un balzo dei margini. Sono i dati salienti della chiusura di bilancio 2023, per il brand controllato dal 2019 dal fondo Idea Taste of Italy di DeA Capital.
La capogruppo Alice Pizza Spa ha chiuso il 2023 con un valore della produzione di 56,3 milioni, che derivano dall’attività dei punti vendita diretti per circa 49,4 milioni di euro e dalle royalties e altri ricavi provenienti della rete in franchising per circa 5,7 milioni. L’Ebitda sui ricavi è pari al 17,6% (contro il 10,6% del bilancio precedente). Il costo di “ammortamenti e svalutazioni”, riferibili per lo più agli investimenti nello sviluppo della rete, ha pesato per oltre 11 milioni a bilancio, portando così il risultato netto in rosso per 3,5 milioni (dimezzato rispetto al 2022).
Dalla rete diretta 43 milioni di ricavi
Alice Pizza Spa controlla il 100% di Alice Pizza Negozi Srl, il 50% della joint venture Pizza More Srl (insieme a Only The Food), oltre al 50% della Joint venture operante in Asia e il 100% del veicolo utilizzato finora per le aperture in Francia. È Alice Pizza Negozi ad avere “in pancia” la rete dei punti vendita diretti. A fine 2023 ha fatto segnare 43 milioni di ricavi, con un Ebitda a 7 milioni, pari al 15,9% (era al 10% nel 2022). Anche qui, pesano oltre 6 milioni
di “ammortamenti e svalutazioni” che restituiscono un risultato netto in rosso per 1,3 milioni (contro il -3,4 milioni del 2022). La rete dei negozi, al 31 dicembre 2023, si componeva di 104 punti vendita diretti (88 di Alice Pizza Negozi e 16 delle partecipate) e 99 in franchising, per un totale di 203 contro i 178 del bilancio 2022. Una rete di punti vendita cui corrisponde un giro d’affari che supera i 100 milioni di euro. Il Budget 2024 approvato dal Cda prevede l’apertura di almeno 15 nuovi punti vendita in gestione diretta nel corso del 2024, anche con il supporto finanziario dei soci.
L’andamento oggi
Il primo semestre dell’anno ha seguito le indicazioni indicate nella relazione di bilancio. Al 30 giugno, Alice Pizza ha inaugurato 12 nuove pizzerie portando il
totale dei locali a 214. Di questi, 111 sono a gestione diretta e 103 in franchising. Entro la fine dell’anno, il marchio prevede di aprire ulteriori 18 punti vendita, per un totale di 30 nuove aperture nel 2024. “Continuiamo a credere nel nostro modello di business, che coniuga una proposta artigianale di alta qualità, la pizza al taglio della tradizione romana, con una gestione rigorosa ed efficiente” ha affermato Claudio Baitelli, amministratore delegato di Alice Pizza.
Nel 2024, Alice Pizza ha esteso la sua presenza geografica nel nostro paese aprendo il suo primo locale in Friuli e raggiungendo così 14 regioni italiane. Il 36% delle pizzerie di Alice si trova nel Nord Italia (78 locali) e il 64% nel Centro-Sud e Isole (130 pizzerie). Il brand è presente anche all’estero con 6 locali: 1 in Francia, 1 a Malta, 2 in Spagna e 2 a Hong Kong. Nel paese asiatico il secondo locale è stato recentemente inaugurato in collaborazione con Bluebell Group, leader nella distribuzione di marchi di lusso e lifestyle in Asia.
Il marchio collabora in Italia anche con Chef Express e Autogrill per le aperture nel canale travel e con EG Group per la presenza su autostrade e strade. Di rilievo anche il canale dei centri commerciali, che ospitano il 40% dei punti vendita del marchio.
Voci di vendita
In ambito societario, da mesi il mercato scommette su un passaggio di mano di Alice Pizza, controllata dal marzo 2019 da Dea Capital Alternative Funds Sgr, tramite il fondo Idea Taste of Italy, che aveva conquistato la maggioranza quando il giro d’affari era intorno ai 76 milioni. Si era parlato di un interessamento da parte di Clessidra, ma senza successive conferme.
Claudio Baitelli, amministratore delegato di Alice Pizza
GS RETAIL, IL BILANCIO È IN UTILE IL
NODO MULTIPLI
SULLA CESSIONE
Grandi Stazioni Retail ha chiuso il 2023 con ricavi in aumento e un risultato netto positivo, ma fiaccato dagli oneri finanziari. Proseguono le voci di vendita, ma dipende dal prezzo
Grandi Stazioni Retail ha chiuso il 2023 con ricavi in crescita e in utile, benché con un risultato dimezzato rispetto a quello precedente. Un risultato che non è frutto di un andamento negativo, ma si deve specialmente agli oneri finanziari sostenuti. Gs Retail, che controlla gli spazi commerciali delle principali stazioni dell’alta velocità ferroviaria, da tempo è sul tavolo delle possibili prede di M&A. Antin Partners, che ne detiene la maggioranza, è alla ricerca di un compratore per uscire dall’investimento. Ma per ora, nulla è stato realizzato.
I ricavi superano 182 milioni
Il bilancio 2023 ha registrato ricavi totali a 182,5 milioni di euro, in leggero aumento rispetto ai 179,6 del 2022, in
crescita del 9,5% rispetto al 2019. Sul fronte dei ricavi, è da notare la decisa crescita della componente core, quella degli “Affitti attivi”, che aumentano da 92,9 a 118,6 milioni di euro (+27%), mentre si riduce drasticamente la voce “altri ricavi”. Rispetto ai risultati operativi, l’Ebitda (ante IFRS) è scesa da 84,8 a 74,5 milioni, l’Ebit da 66,1 a 58,9 milioni e risulta più che dimezzato il risultato netto, passato da 45 a 18,7 milioni di euro, in modo particolare per il peso di oltre 41 milioni di euro di oneri finanziari. L’utile complessivo di esercizio viene fissato quindi a 10,9 milioni, contro i 54,2 del 2022.
La Relazione segnala circa 10 milioni di euro di investimenti. Nel corso dell’esercizio è stata completata la ristrutturazione e riorganizzazione commerciale di Roma Termini e l’adeguamento commerciale del locale M3 di Milano Centrale. È stata inoltre valorizzata la Galleria dei Mosaici di Milano Centrale con un nuovo progetto di comunicazione digitale con 18 maxi Led verticali ed è stato realizzato un cubo led di ultima generazione a Milano, Napoli e Torino Porta Nuova. Roma Termini, nell’esercizio in corso, è stata teatro di alcune aperture di rilievo, come quelle di Uniqlo e Snipes. La società guidata dall’a.d. Alberto Baldan possiede anche la controllata Retail Group Spa, che controlla alcuni negozi del network, e che ha generato
Da mesi il mercato scommette su un passaggio di proprietà e sull’intenzione di uscire dall’investimento da parte di Antin Infrastructure Partners, a capofila del consorzio che aveva acquisito Grandi Stazioni Retail nel 2016 per 953 milioni di euro. Di recente, il quotidiano Milano Finanza ha scritto che offerte non vincolanti starebbero arrivando da parte degli australiani di Macquarie, dei francesi di Altarea (che in Italia, tramite Altagares, già controllano le stazioni di Milano Porta Garibaldi, Torino Porta Susa, Padova, Roma Ostiense e Napoli Afragola) e da un tandem formato da Dws e Omers.
Molti organi di stampa descrivono l’oggetto del contendere come una società da 600 milioni di fatturato. Una cifra enorme, che non si ritrova in alcun documento. Una cifra che non avrebbe raggiunto neppure il “vecchio” gruppo Grandi Stazioni, che nel 2016 è stato scisso appunto in Grandi Stazioni Retail, Grandi Stazioni Rail (che fattura circa 180 milioni e che gestisce la stessa rete di 14 stazioni, ma non dal punto di vista commerciale) e Grandi Stazioni Immobiliare.
A più riprese, si insiste su una valutazione attuale di Grandi Stazioni Retail di 1,5 miliardi di euro. Nel 2016, all’ingresso di Antin, la valorizzazione dell’operazione implicava un multiplo di circa 16x rispetto all’Ebitda. Il miliardo e mezzo di oggi sarebbe addirittura un multiplo di 20 volte, il che appare un rapporto molto distante rispetto al contesto di oggi. Antin Infrastructure Partners, contattata nelle scorse settimane da retail&food, non commenta.
La possibile uscita di Antin: i numeri
A.L.
IL FRANCHISING SI CONSOLIDA MENO BRAND PIÙ NEGOZI
Prosegue il trend di razionalizzazione nel segmento dell’affiliazione. Il giro d’affari passa a 34 miliardi. Sale la quota dei multi-unit
Meno brand, ma più punti vendita e un giro d’affari in continuo aumento. Questa è la fotografia del franchising di casa nostra. Un settore in salute, dove cresce costantemente anche il numero degli addetti, e in cui la tendenza dominante è quella della razionalizzazione. Il giro d’affari collegato al franchising (consuntivo 2023) si attesta intorno a 34 miliardi di euro, +9,9% sull’anno precedente. I punti vendita in affiliazione aumentano (a 65.806 unità, +7,6%), a fronte di meno brand (scesi da 954 a 929) mentre gli addetti raggiungono quasi i 288mila (+13,8%) e fissano la media di occupati per punto vendita a 4,4. Sono i numeri principali del Rapporto Assofranchising 2024 realizzato da Nomisma per la sigla aderente a Confcommercio.
“In un contesto di crescita che guarda all’ottimizzazione dei processi e al consolidamento della rete, il modello
di business si conferma solido sotto il cappello della razionalizzazione. I brand noti nella mente dei consumatori hanno saputo trasformare i propri investimenti in nuovi punti di vendita in franchising, parallelamente nascono nuove insegne che si affacciano al mercato trasversalmente ai settori” ha commentato Alberto Cogliati, presidente di As-
sofranchising.
Gli elementi che hanno caratterizzato la crescita, secondo Assofranchising, sono riconducibili agli investimenti attuati per coinvolgere nuovi franchisee, in particolare da parte dei grandi brand, e alla creazione di nuove insegne. Considerando quelle operative, nonostante l’inserimento di nuovi player, continua il trend discendente che si era accentuato nel 2022. Nel 2023, sono 25 le insegne venute a mancare. E si tratta di un iter costante, poiché già il Rapporto 2020, che quindi riprendeva i dati pre Covid del 2019, segnalava 980 marchi operativi in Italia, a fronte di 56.441 punti vendita. “All’insegna della razionalizzazione e del consolidamento della rete, il settore si conferma solido: i brand noti investono in punti vendita e ne emergono di nuovi” ha spiegato Roberta Gabrielli, Head of Marketing, Business Processes and Communication di Nomisma.
In fatto di aggregazione d’impresa, è emerso come il 14% del mercato sia composto dai cosiddetti operatori Multi-Unit (con oltre 4 punti vendita), il 59% abbia un solo punto vendita, mentre il 27% oscilli tra 2 e 3 negozi (fonte: Osservatorio imprenditoria retail di Largo Consumo).
Per quanto riguarda invece gli affari, per il 2024 le previsioni sul fatturato complessivo del comparto sono viste in crescita e nell’ordine del +4,3%, con alcuni settori merceologici dove si è previsto un aumento a doppia cifra (+10,3% cura e benessere della persona).
Fra intelligenza artificiale ed Esg
L’ultima edizione del rapporto Assofranchising ha dedicato alcuni approfondimenti ad alcune tematiche particolari, tra cui tecnologia e Esg. Sul primo punto, il focus era riservato all’intelligenza artificiale. Soltanto il 19% degli intervistati dichiara di utilizzarla nei processi aziendali, mentre il 27% la impiega sporadicamente. Co -
municazione, marketing e CRM sono gli ambiti in cui l’AI viene utilizzata più frequentemente (84%), seguita dalla sicurezza informatica (34%), dalla produzione (33%) e dalla logistica (23%). La mancanza di competenze ed expertise all’interno delle aziende è la prima causa che invece ne disincentiva l’utilizzo. Per quanto riguarda invece la Esg, tutte le imprese dichiarano di prestarci attenzione, benché nel 76% dei casi manchi un referente apposito adibito a presidiare esclusivamente questo terreno. Fra i motivi espressi dagli imprenditori, presidiare i temi ESG è fondamentale per comunicare l’impatto su ambiente, società ed economia (63%), ma anche per aumentare la propria competitività (43%). La sostenibilità e l’impegno sociale sono gli ambiti dove la cultura aziendale si è più radicata, con l’87% delle imprese che ha realizzato almeno un’azione per ridurre il proprio impatto ambientale e l’86% che ha adottato almeno una procedura o policy relativa ai temi sociali.
Arriva il Salone del franchising (26-28
settembre)
Da Alice Pizza a Caddy’s tanti esordienti
La prossima edizione di Salone Franchising Milano, organizzato da Fiera Milano, è in programma dal 26 al 28 settembre 2024 presso l’Allianz MiCo. Novità nel layout e nei contenuti caratterizzeranno l’appuntamento. Già a inizio estate, nei giorni della presentazione, era confermata la presenza di oltre 100 insegne pronte ad accogliere i nuovi potenziali franchisee. Tra chi replica l’edizione precedente, si possono citare Eurospin, main partner del Salone, insieme a Coop Lombardia e Crai Secom, per la Gdo. Spiccano anche i ritorni di Mc Donald’s, Doppio Malto, LaYogurteria, 12Oz e Kebhouze, fra i big del food&beverage, uno dei comparti più ampi del mondo franchising caratterizzato da una vasta gamma di format e concept innovativi. Tornano al Salone anche i brand dedicati alla bellezza e alla cura di sé con L’Erbolario e F**K insieme al commercio specializzato con Coin, Kids & Us, Kipoint. Non mancherà neanche Anytime Fitness, in rappresentanza di uno dei mercati in più rapida crescita.
Accanto a questi, si infittisce ogni giorno l’elenco delle new entry che esordiscono per la prima volta nella rassegna, come Alice Pizza, Spritzzeria e Tutto Capsule per il food insieme, a Naturhouse e Caddy’s nel settore beauty.
IN EUROPA CONAD È IN OTTIMA COMPAGNIA…
Il futuro è nelle concentrazioni e nelle alleanze. Non solo a livello nazionale. Kaufland, la catena dedicata ai formati maggiori del gruppo Schwarz, era da tempo alla ricerca di una nuova collaborazione internazionale. Dal 1° gennaio 2025 entrerà in AgeCore l’alleanza europea fondata nel 2015 e che comprende attualmente Colruyt (Belgio), Coop (Svizzera), Conad (Italia) ed Eroski (Spagna). Kaufland punta a sviluppare sinergie per i suoi acquisti internazionali. Nel comunicato emesso dalla sede di Neckarsum e pubblicato dalla Lebensmittel Zeitung: “L’orientamento strategico di Agecore e dei suoi soci permetterà a Kaufland di rispondere ancora meglio alle sfide in un ambiente in rapida evoluzione: oltre alla cooperazione a lungo termine con i fornitori, anche temi come la sostenibilità, la digitalizzazione,
l’IA e l’importanza dei marchi saranno al centro del lavoro dell’alleanza”. Joerg Ossenberg-Engels, Chief Procurement International di Kaufland ha dichiarato: “Attraverso le strutture di acquisto degli altri soci di Agecore, che sono ideali per noi, aumenteremo la nostra efficienza nel business del marchio a livello internazionale. Di conseguenza, Kaufland, entro la fine dell’anno abbandonerà l’impegno con l’European Marketing Distribution (EMD).
Accordi strategici per la crescita
Secondo Lebensmittel Zeitung la pressione competitiva negli acquisti di Rewe (Coopernic, Eurelec che ha da poco associato anche Ahold Delaize) e Edeka (Everest e Epic partner) li aveva messi in affanno. Per quanto riguarda la manutenzione ordinaria dei punti vendita in Germania,
di Mario Sassi, senior advisor e blogger
sono cinque le filiali Kaufland messe in discussione già nel 2023 e che chiuderanno tra il giugno di quest’anno e marzo 2025. Secondo Heilbronner Stimme nel giugno 2024 hanno già chiuso Siegen e Greiz. Seguiranno nel settembre 2024 Bochum-Ruhrpark. Nel 2025, a gennaio, chiuderà la filiale del Palais Vest a Recklinghausen e infine Dortmund-Mengede a marzo prossimo. Niente di straordinario rispetto al numero complessivo di punti vendita della catena.
“Con l’entrata di Kaufland, confermiamo la nostra volontà di stringere collaborazioni di lungo termine con i nostri partner-fornitori” ha dichiarato Dirk Depoorter, ceo di AgeCore. “Nei prossimi anni tutti noi dovremo affrontare sfide impegnative. Per questo, vogliamo rafforzare ulteriormente la collaborazione ed elaborare soluzioni nuove, volte a incrementare la sostenibilità delle filiere alimentari, avanzare nel percorso di digitalizzazione, guidare l’impatto dell’intelligenza artificiale, ridefinire il ruolo dei brand e sviluppare piani di crescita adeguati, in un momento storico caratterizzato da inflazione e difficoltà economiche”.
Schwarz leader nel continente
Kaufland è un’insegna della grande distribuzione internazionale, parte del Gruppo Schwarz, uno dei principali retailer in Germania e in Europa. Il gruppo, con le sue due insegne, Kaufland e Lidl, è, ormai da anni, il primo retailer del continente. Nel mondo è quarto, dopo Walmart, Amazon e Costco. Kaufland ha la propria sede a Neckarsulm, nel Baden-Württemberg, e offre un ampio assortimento di prodotti alimentari (90%) e di articoli dedicati alle varie esigenze della vita quotidiana. I suoi oltre 1.550 negozi sono frequentati ogni anno da più di 1,4 miliardi di clienti, in Germania e in altri sette paesi. La società è in costante crescita, e nel 2023 ha raggiunto un fatturato di 34,2 miliardi di euro. “Più di 350.000 collaboratori lavorano nei nostri 9.405 negozi Agecore, offrendo un’ampia gamma di prodotti, con l’obiettivo alla crescita delle nostre attività e di quelle dei fornitori. La convinzione di oggi e la sfida per il domani è che questi prodotti soddisfino le esigenze dei nostri 8,5 milioni di consumatori giornalieri”, conferma Dirk Depoorter. “In un mondo che sta diventando sempre più globale, la cooperazione tra 5 distributori leader nazionali andrà a beneficio di quei consumatori, tra i quali più di 47,6 milioni sono titolari di carte fedeltà, servendo sia gli interessi dei fornitori sia i nostri” conclude Depoorter. Colruyt, Conad, Coop, Eroski e Kaufland, i cinque membri di AgeCore sono presenti in 15 Paesi europei: Belgio, Lussemburgo, Francia, Svizzera, Austria, Italia, Spagna, Germania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Croazia, Polonia, Romania, Bulgaria e Repubblica di Moldavia.
Per Conad la conferma di un altro tassello importante della sua strategia. Le alleanze internazionali sono fondamentali per continuare a crescere. È una ulteriore segnale che il Consorzio si è rimesso finalmente in moto. Queste sfide, fuori dalle simpatiche chiacchierate nei convegni, non sono purtroppo alla portata di larga parte di un comparto frammentato, rissoso e chiuso nelle proprie dinamiche concorrenziali locali. E non basta aderire ad un centrale (nazionale o continentale) per essere contaminati dalla cultura del cambiamento. Servono risorse economiche e umane considerevoli.
E serve una volontà di collaborazione con i fornitori e nelle filiere, sostenibilità, digitalizzazione, capacità di governo dell’IA nei processi di vendita, qualità rinnovata del servizio e del rapporto con il cliente. Per Conad serve addirittura uno sforzo in più. Superare le zona di comfort delle singole cooperative, mettersi continuamente in discussione e sostenere l’azione e l’iniziativa di sintesi del Consorzio. Per questo l’ingresso di Kaufland è uno stimolo per tutti. Misurarsi con i migliori è fondamentale.
Una sfida per il mercato italiano
Mauro Lusetti, presidente di Conad
Retail & Job
Dott. Francesco Gallo, Jr HR & Payroll di Studio Necchio
RINNOVO CCNL PUBBLICI ESERCIZI: AUMENTI RETRIBUTIVI E ATTENZIONE AI DIRITTI SOCIALI DEI LAVORATORI
È stato rinnovato il contratto collettivo applicato ai dipendenti delle aziende che operano nel settore dei pubblici esercizi, della ristorazione collettiva e del turismo, che vedrà interessati oltre 300 mila impresa e più di 1 milione di lavoratori. Si applica all’intera categoria dei pubblici esercizi, comprese le aziende che si occupano della preparazione, del confezionamento e della somministrazione di pasti e bevande. Il nuovo accordo, che decorre dal 1° giugno 2024 e che scadrà il 31 dicembre 2027, prevede diverse novità sia per quanto riguarda gli aspetti relativi alla retribuzione percepita, sia sotto un profilo più vicino a temi di carattere sociale.
Il rinnovo prevede un aumento a regime della retribuzione, disposto in 5 tranche, decorrenti dal mese di giugno di ogni anno, dal 2024 al 2027, e con l’ultimo aumento a dicembre 2027. Unica differenza riguarda il settore della ristorazione collettiva, per il quale gli aumenti per gli anni 2025 e 2026 saranno erogati a decorrere dal mese di settembre di ciascun anno. Per dare un esempio, considerando un dipendente inquadrato al quarto livello di classificazione del personale, ossia il livello intermedio, la busta paga vedrà un incremento del netto percepito di circa 40 euro.
Un’altra novità riguarda la classificazione del personale. Sono infatti state inserite nuove figure professionali e, per effetto di tale intervento, ad alcuni lavoratori verrà riconosciuto un passaggio di livello che potrà comportare per alcuni di essi anche un aumento retributivo. A tal proposito, è stato recentemente chiarito che i lavoratori interessati dal passaggio di livello saranno gli addetti ai servizi mensa che operano nel settore da meno di 15 mesi.
Un’attenzione particolare è stata rivolta ai diritti sociali dei lavoratori. In prima battuta, si segnala l’implementazione delle misure già previste dalla nostra normativa a tutela delle donne che siano state vittime di violenza di genere. È riconosciuto, infatti, che le lavoratrici inserite all’interno di specifici percorsi di
protezione relativi alla violenza di genere abbiano il diritto di astenersi dal lavoro per un massimo di 90 giorni lavorativi, percependo comunque un’indennità economica. Il nuovo contratto dei pubblici esercizi ha invece implementato questa disciplina generale. Si prevede, infatti, che le lavoratrici interessate abbiano la possibilità, sussistendone le condizioni, di richiedere il prolungamento del congedo per altri 90 giorni, mantenendo comunque il diritto a percepire l’indennità.
Un’attenzione particolare è poi stata rivolta alla tutela della genitorialità. Si prevede, infatti, che i periodi di maternità e paternità, nonché i periodi di congedo parentale, sono utili ai fini della maturazione di ferie, permessi e tredicesima mensilità. Per quanto riguarda la quattordicesima mensilità, i periodi di congedo parentale saranno computati a decorrere dal 1° dicembre 2027. Si tratta di previsioni di non poco conto, se si pensa che in passato unicamente la fruizione del congedo obbligatorio da parte della madre comportava la maturazione della tredicesima mensilità (e non della quattordicesima), e per di più nella misura del 20%.
È stata poi prevista la promozione di alcune iniziative al fine di prevenire e contrastare ogni episodio e forma di violenza e molestia nei luoghi di lavoro. Si prevede, nello specifico, l’adozione da parte delle aziende di programmi formativi e informativi volti a prevenire e contrastare comportamenti discriminatori all’interno dello spazio lavorativo, nel rispetto della dignità umana e dei principi di uguaglianza.
Ultima, ma non per importanza, la previsione che impegna le parti che hanno firmato l’accordo di rinnovo a costituire, entro il 31 dicembre 2024, una commissione che affronti il tema legato alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Anche in questo caso, dunque, si registra grande attenzione ad un argomento di forte attualità e importanza che vede spesso coinvolto il nostro Paese.
Dott. Alessandro Necchio, Consulente del lavoro e founder di Studio Necchio
A cura dello Studio Necchio
Le api piemontesi
Cercare storie personali all’interno delle aziende è sempre appassionante, ma quando le storie te le suggerisce la titolare dell’azienda stessa lo è ancor di più. Simona Fiorentini, quarta generazione alla guida - assieme alla sua famiglia - della Fiorentini Alimentare Spa, ci pensa un attimo e poi fa due nomi: Chiara e Silvia. Che cosa unisce le due collaboratrici, oltre al luogo di lavoro? Un grande amore: quello per le api, una passione che ti fa indossare una tuta protettiva e un cappello di rete per trascorrere il tempo libero tra arnie colorate e sciami ronzanti.
Chiara Roggero lavora all’ufficio qualità della storica azienda torinese produttrice di snack salutari e creme golose. Si avvicina alle api all’università, scegliendo un corso poco affollato, quello appunto di apicoltura. “Eravamo pochissimi iscritti – racconta - e il professore era talmente appassionato che, oltre alla parte teorica, ci portava all’aperto per studiare le api dal vivo”. Chiara rimane affascinata dalle dinamiche relazionali, dalla suddivisione dei ruoli e dal rispetto gerarchico che animano la società delle api. In un giardino ad mette su le prime tre arnie e segue un corso per giovani apicoltori finanziato dalla Regione Piemonte. Oggi ha 13 arnie e produce tanto miele, ma il suo interesse più che per il prodotto è per le piccole operose produttrici. Chiara si diverte a colorare le arnie e a dare un nome a ogni famiglia giocando con la parola Bee (ape in inglese, ndr), come Bee Brave o Beeg Babol. “Con le api trascorro le
A cura di Beatrice Ramazzotti
serate dopo il lavoro e spesso anche i fine settimana. Indosso la mia tutina e controllo che stiano bene e che non sciamino. Il loro è un micro mondo bellissimo di cui non posso più fare a meno”.
Si occupa delle relazioni coi clienti esteri Silvia Monegato, all’ufficio export della Fiorentini. “Per mio marito l’apicoltura è un hobby da 25 anni e oggi possiede 40 arnie in un terreno a Moncalieri. Io che sono una gran mangiatrice di miele all’inizio mi limitavo a togliere il miele dai telai, ma per coinvolgere mio figlio Pietro ho deciso di dedicare più energie. Apro gli alveari per controllare che le api stiano bene, che siano alimentate e in salute, che ci sia la regina”.
In estate Silvia e il marito trasferiscono una parte delle arnie in altura, in Val di Susa, per ottenere miele di castagno e un mille fiori alpino aromatico e profumato.
“Le api vengono portate in montagna con un furgoncino nel cuore della notte, quando fa buio e fresco e loro dormono tranquille. Restano in alpeggio fino alla fine di luglio poi le riportiamo giù”. La produzione è variegata: acacia, tiglio, castagno, mille fiori di collina e alpino, per la gioia di amici e parenti. “Adoro la natura e stare a contatto con le api mi dà soddisfazione – dice Silvia - perché sono esseri operosi, fanno tutto loro. Con la mia famiglia ci isoliamo dal nostro mondo per entrare nl loro: operoso, silenzioso e organizzatissimo”.
“Ci sarà una volta”, al via in 11 centri
CBRE l’iniziativa a favore della lettura condivisa genitori-figli
CBRE lancia la campagna di comunicazione “Ci sarà una volta” in 11 centri commerciali italiani in collaborazione con il Centro per la Salute del Bambino e Nati per Leggere. L’iniziativa nasce per sensibilizzare il pubblico sull’importanza della lettura condivisa tra genitori e figli fin dalla nascita. Lanciata in aprile, la campagna ha visto l’allestimento di un’area dedicata all’interno di ogni centro con un corner bookcrossing, una biblioteca e un contest in collaborazione con le scuole locali. “L’interazione tra genitori e figli attraverso i libri sin dalla nascita è un prezioso investimento per il futuro. Questo legame affettivo crea una base solida per lo sviluppo cognitivo, emotivo e sociale dei bambini” dichiara Chiara Malagutti, Head of Marketing Property Management. “I centri commerciali CBRE, con la campagna “Ci sarà una volta” a favore della lettura, offrono un’opportunità unica per promuovere questa preziosa relazione, contribuendo a formare cittadini consapevoli e curiosi”.
Maximo Shopping Center premiato per l’evento in collaborazione con CRI
I CNCC Marketing Awards 2024 hanno assegnato al Maximo Shopping Center (di proprietà di CPI Property Group e gestito da Cushman & Wakefield) il Certificate of Merit 2024 (categoria Esg) per l’evento Villaggio della Salute Croce Rossa Italiana/Giornate di salute e prevenzione. Dal 30 settembre al 1 ottobre 2023, Maximo Shopping Center ha ospitato il più grande Villaggio della salute della Croce Rossa Italiana/Giornate di salute e prevenzione, realizzato all’interno di un centro commerciale. L’iniziativa, nata dalla collaborazione tra Maximo e Croce Rossa Italiana Comitato Municipio 9 di Roma, ha coinvolto oltre 100 volontari della Croce Rossa Italiana, realizzato più di 100 screening/consulenze mediche. Per la sua valenza sociale, l’evento ha ottenuto il patrocinio di Regione Lazio e Municipio IX Roma Eur.
CNCC Awards, riconoscimenti al progetto UCI Friendly Autism di Oriocenter
Il progetto UCI Friendly Autism lanciato dal centro commerciale Oriocenter (Bergamo) si è aggiudicato il premio come Best of Category per la categoria Corporate Social Responsibility. UCI Friendly Autism è un progetto fortemente voluto da Oriocenter e realizzato in collaborazione con UCI Cinema, proprietario del sistema Autism Friendly Screening. L’onorificenza è stata assegnata nel corso dei CNCC Italy Awards 2024. Luci soffuse, suoni più bassi, libertà di movimento durante la proiezione e possibilità di portare cibo da casa sono le caratteristiche delle proiezioni Friendly Autism che rendono possibile a chi presenta un disturbo dello spettro autistico di andare al cinema in tranquillità. Dal 2021, anno di nascita del progetto, ad oggi sono state 97 le proiezioni a cui hanno partecipato oltre 13.000 ospiti per un totale di oltre 800 famiglie provenienti principalmente dalla Lombardia - Bergamo per il 32,98% e Milano con il 32,07% -, seguite da altre regioni italiane (10,33%) e qualcuno anche dall’estero.
La gestione sostenibile di Sonae Sierra fa risparmiare 22 miliardi
Sono circa 22 milioni di euro i costi operativi che il Gruppo Sonae Sierra ha evitato nel 2023 grazie all’implementazione di alcune misure che hanno migliorato i livelli di eco-efficienza. Secondo il Rapporto Economico Ambientale e Sociale (EES) lo scorso anno l’azienda ha ridotto le emissioni di gas serra dell’88% dal 2005, il consumo di elettricità del 68% dal 2002 e il consumo di acqua del 41% dal 2003. Il tasso di riciclaggio dei rifiuti dell’azienda è aumentato del 255% dal 2002, raggiungendo il 67% nel 2023. Oltre a questi risultati, circa il 63% del portfolio di Sierra ha ottenuto certificazioni relative alla bioedilizia, mentre i nuovi progetti sono in fase di sviluppo per ottenere anche certificazioni come LEED o BREEAM, garantendo la conformità ai più avanzati requisiti di sostenibilità. Nel 2023, inoltre, sono stati rivisti gli obiettivi per il 2030 che includono, tra gli altri, quelli approvati dalla Science Based Targets (SBTi): una riduzione del 73% delle emissioni di gas serra di scope 1 e 2, del 55% di quelle di scope 3 (carbonio incorporato) e del 45% di quelle di scope 3 (emissioni residue).
Osservatorio Collaborations e Co-Branding a
cura di BRAND
JAM
Zara Home apre un pop up a Parigi e scommette su “Home Sports”
Con Brand Jam osserviamo il mondo della brand innovation, sezionando con l’Osservatorio Collaborations più di 300 casi ogni trimestre. In questo numero di retail&food torniamo a parlare di “experience” nel retail e di quelle attivazioni che si distinguono per il potere narrativo nella creazione dell’immagine di marca.
A Parigi, il gruppo Inditex ha appena preso possesso degli spazi occupati sino all’anno scorso da The Conran Shop, marchio britannico alfiere del “good design”. In Rue du Bac 117, vicino al BonMarché Rive Gauche, Zara Home ha sperimentato un pop-up store, aperto fino all’estate prossima, in cui l’innovazione è affidata ad un percorso esperienziale di marca studiato nei minimi dettagli. Lo spazio è di 1.600 metri quadri su più livelli, in cui le aree sono concepite per valorizzare proposte che si rinnovano continuamente, con l’obiettivo di creare un vero e proprio palinsesto commerciale per i clienti. Collaborazioni e collezioni limitate sono ovviamente protagonisti in questo programma, a partire dalla presenza durante le prime settimane di lancio della designer floreale Nina Charles con i suoi bouquet. Altre ne arriveranno, ma è soprattutto “Zara Home Sports”, la prima delle collezioni che verranno presentate nell’area centrale, che sembra dare il ritmo al pop-up di Inditex.
Prodotta in esclusiva per questo punto vendita, “Zara Home Sports” è la scommessa di innovazione nell’assortimento del retailer spagnolo. Una collezione molto particolare, che include palloni da calcio in stile vintage e palline da tennis di design (!), dove i prodotti non sono solo inusuali – c’è una serie di accessori per la boxe completamente bianca, guantoni da boxe, sacco, e pantaloncini da boxe superchic – ma vengono interpretati come accessori di design per la casa più che nella loro funzionalità.
di Paolo Lucci
Il cuore pulsante del format è “L’ Appartement”. Con l’ampia disponibilità di spazio a disposizione, Zara ha creato una grande area per l’ispirazione, dove la creatività decorativa è presentata in forma di un grande appartamento parigino, in cui sono stati ricreati un bagno, una camera da letto, una sala, un angolo ufficio, e la cucina. È inteso come spazio ispiratore, dove una selezione accurata di prodotti Zara Home convivono con modelli minimalisti della collezione limitata dell’architetto e designer belga Vincent Van Duysen, oltre a mobili di Pierre Jeanneret – esposti dalla galleria d’arte Patrick Seguin. L’esperienza esclusiva è ulteriormente arricchita da “L’Atelier”, area che comprende prodotti sviluppati dalla catena spagnola esclusivamente per questo pop-up a marchio Bac 117, e che possono essere personalizzati e cifrati singolarmente. Non può mancare l’area ristorazione, affidata al marchio francese di caffè Dose, nel “Café Zara x Dose” Un’area destinata ai pet, all’outdoor, e all’abbigliamen-
to donna, con capi selezionati dall’assortimento Zara Woman, completano l’offerta di questo contenitore di design contemporaneo che, nonostante una proposta estremamente chic, in linea con il dirimpettaio LeBonMarché, mantiene i prezzi democratici che caratterizzano il gruppo Inditex.
Il messaggio che sembra dare Zara Home con questo format è quello tipico del flagship store, capace di innalzare il percepito del brand con un racconto raffinato, in un contesto altrettanto raffinato, dove l’investimento antepone la comunicazione e l’immagine di marca al risultato commerciale.
Areas-MyChef, taglio del nastro per la nuova area di servizio
San Martino Est
PARMA - Inaugurato, dopo un restyling durato 6 mesi, il nuovo locale ristoro dell’Area di Servizio San Martino Est, sull’autostrada A1, tra Parma e Terre di Canossa. Il progetto, curato da Areas/MyChef, ha visto il recupero dell’edificio esistente con un miglioramento delle prestazioni energetiche (pannelli fotovoltaici e una centrale termica per refrigerazione alimentata a CO2) e il rinnovo dei format. L’offerta spazia dalla colazione alla cena. Tra i format, presentati dall’a.d. di Areas Sergio Castelli, ci sono Illy, la pasticceria dolce e salata di Roberto Rinaldini, PizzaFlor, la caffetteria Kikki, Stortellini, Fratelli Desideri, Apollo (rosticceria specializzata nel pollo arrosto), Insaluteria. Siglata anche una partnership con Taralleria Napoletana.
Autogrill inaugura La Terrazza Eataly a Fiumicino e Rossopomodoro a Linate
ROMA/MILANO - Autogrill (Avolta) rafforza la sua presenza negli aeroporti italiani e inaugura un nuovo punto vendita Rossopomodoro a Milano Linate e La Terrazza Eataly a Roma Fiumicino. La Terrazza copre un’area di circa 250mq e rappresenta un’estensione del punto vendita Eataly, operativo già da maggio 2022 al Terminal 1. “L’apertura della nuova Terrazza Eataly è in linea con la nostra strategia di sviluppo nel canale aeroportuale, rafforzata anche dalla nostra nuova identità come parte di Avolta”, ha commentato Luca D’Alba, General Manager Italy F&B di Avolta. Anche per la Terrazza Eataly è possibile prenotare sul sito adr.it il tavolo con Book a Table, il nuovo servizio lanciato da ADR-Aeroporti di Roma nell’ambito della digitalizzazione dell’offerta commerciale dell’aeroporto. Per quanto riguarda l’inaugurazione a Linate, la collaborazione tra Autogrill e Rossopomodoro era già iniziata a ottobre 2023 con un locale all’interno dell’Outlet Village di Vicolungo.
Chef Express, esordio all’aeroporto di Napoli con un flagship Lavazza
NAPOLI - Chef Express fa il suo esordio all’aeroporto di Napoli aprendo una caffetteria Lavazza Coffee Design. Il locale, dotato di circa 30 posti a sedere, si trova al primo piano delle Partenze, prima dei controlli. Lo stile riprende quello caratteristico dei flagship Lavazza già presenti a Milano, zona Duomo, e Londra, con un mix di offerta dolce e salata, più naturalmente tante varianti del mondo caffè. Sale così a 15 il numero di aeroporti presidiati da Chef Express in Italia. “Arriviamo in un nodo cruciale per il traffico passeggeri, con un format internazionale che ha già riscontrato grande successo” ha commentato Cristian Biasoni, Ceo di Chef Express. “Lo scalo ha prospettive di crescita in doppia cifra, con una componente di passggeri stranieri vicina al 70%, quindi il brand si presenta come un partner perfetto”. Lo scalo di Napoli, nel 2023, aveva registrato il record di sempre di traffico con oltre 12 milioni di passeggeri (+13,5% sul 2022). “In più, finalmente è operativo lo scalo di Salerno” ha detto Sergio Gallorini, direttore commerciale non aviation di Gesac, “che sarà fondamentale per convogliare parte del traffico che oggi affolla l’aeroporto del capoluogo”.
Nuove aperture estive per lo scalo di Caselle
TORINO – Lo scalo di Torino Caselle completa l’offerta commerciale in occasione del traffico estivo. Nell’aeroporto gestito da Sagat è stato aperto un nuovo punto vendita L’Erbolario, a completare la proposta retail in airside, area Imbarchi, che segue quella primaverile del brand +39. L’aeroporto piemontese, poi, ha puntato sull’utilizzo dei temporary store per rendere flessibile l’offerta. Per tutta l’estate, in area check-in, è presente con questa formula il Gelato di Grom, alla sua prima esperienza in ambito aeroportuale. Mentre in area Imbarchi, con la formula pop-up store, arriva una postazione Scalapay (in collaborazione con Eden Viaggi). Per Torino, i 4,5 milioni di passeggeri raggiunti nel 2023 rappresentano un record, che lo scalo punta a superare nel 2024.
Mag Airports annuncia piano per 2 miliardi di investimenti
MANCHESTER - Manchester Airports Group (MAG), che possiede e gestisce gli aeroporti di Manchester, Londra Stansted e East Midlands, nel periodo 1 aprile 2023 - 31 marzo 2024 ha registrato un fatturato di 1,2 miliardi di sterline (+20,3%) e un Ebitda rettificato di 507 milioni di sterline, in crescita del 23,1% rispetto all’anno precedente. MAG ha servito più di 61 milioni di passeggeri, superando i livelli pre-pandemia. Il gruppo investirà 2 miliardi di sterline nei suoi aeroporti nei prossimi cinque anni. Tra questi, ci sono già in campo 120 milioni che riguardano opere di rinnovamento nell’aeroporto di East Midlands.
Lagardère Travel Retail Italia: inaugurato a Bari il primo Relay
BARI – Lagardère Travel Retail ha inaugurato all’aeroporto Karol Wojtyła di Bari un concept nuovo, che prende il nome di Relay Mobile. Si tratta in sostanza di un negozio di tipo essential a marchio Relay, ma con un formato aperto pensato apposta per un’esperienza di acquisto molto veloce, al limite della somiglianza con un pop up store. La selezione dei prodotti si limita a giornali, libri, alcuni snack, piccole idee regalo, accessori da viaggio, come quelli hi tech. La società del gruppo Lagardère gestisce anche un importante punto food & bevarage a marchio DeCanto.
Aci Europe Awards: Roma e Torino sul podio dei migliori
ISTANBUL – Lo scorso luglio sono stati assegnati i riconoscimenti ai migliori aeroporti europei decretati da Aci Europe. Roma Fiumicino, ex aequo con l’aeroporto internazionale di Istanbul, per la sesta volta nelle ultime sette edizioni viene nominato miglior scalo sopra i 40 milioni di passeggeri. Secondo la motivazione, “ha mostrato una forte ripresa del traffico nel 2023, con sviluppi commerciali innovativi, multimodalità senza soluzione di continuità e iniziative pionieristiche di mobilità aerea urbana. Inoltre, ha mostrato un approccio straordinariamente ambizioso al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità”. Lo scalo gestito da Adr ottiene anche la menzione speciale per la “digital trasformation”. L’aeroporto di Torino, invece, ha vinto il premio come miglior scalo nella categoria sotto i 5 milioni di passeggeri.
Avolta apre il flagship Real Madrid, con food corner
MADRID - Avolta ha stretto una partnership con i campioni d’Europa del Real Madrid per lanciare un concept ibrido di ristorazione e vendita al dettaglio, all’aeroporto Adolfo Suárez di Madrid-Barajas. Il locale, chiamato The Corner by Real Madrid, sarà aperto nei terminal 1 e 4 e combinerà le tradizionali offerte di cibo e bevande spagnole con il merchandising ufficiale del Real Madrid. I partner intendono espandere questo concetto a livello globale in tutta la rete Avolta, iniziando con 11 spazi aggiuntivi nei negozi dutyfree degli aeroporti spagnoli. Questo primo corner occupa una superficie di 100 metri quadrati.
Heathrow spinge sulle aperture luxury. Ma chiede di nuovo il “tax free”
LONDRA – Heathrow, il più trafficato aeroporto di Londra, capitalizza l’incremento del traffico mettendo a segno una raffica di nuove aperture. Durante l’estate, al Terminal 3, sono arrivati i marchi di lusso Loewe, di LVMH Moët Hennessy, e Saint Laurent che appartiene al gruppo Kering. Ancora nel luxury, al Terminal 2 è stato aperto un nuovo Louis Vuitton mentre il Terminal 5 ha accolto Rabanne. C’è Dior al Terminal 2. Operazioni che vanno ad aggiungersi ad altre messe in campo da inizio anno, tra cui un Harrods per Ralph Lauren al Terminal 5 e diversi pop-up estivi, tra cui Bottega Veneta e Hugo Boss. Nonostante questo, il management lamenta ancora le difficoltà dovute alla Brexit e alla decisione del governo di abolire lo shopping tax free, che starebbe favorendo altri scali, da Milano a Parigi, specialmente sul lusso.
Shilla Duty Free, novità inedita a Incheon con Chanel
SEUL - Un anno dopo aver acquisito la concessione per i negozi duty free all’aeroporto internazionale di Incheon, The Shilla Duty Free ha messo a segno numerose aperture, tra tutte le categorie, tra cui cosmetici, profumi, liquori, tabacco, moda e accessori. Nel segmento lusso, però, una delle operazioni più significative è stata l’inaugurazione del più grande Chanel Summer Club asiatico, aperto al Terminal 2 insieme a Gebr. Heinemann. Questo negozio, operativo fino al 20 settembre, organizza una serie di eventi, tra cui quelli che promuovono l’esplorazione di prodotti su misura per i gusti dei singoli acquirenti. Sono previsti anche eventi di photobooth.
Kevin Rozario | London
ISTANBUL FLIES WHILE MOST INTERNATIONAL HUBS REMAIN AT PRE-COVID LEVELS
The definitive list of the world’s busiest airports by passenger traffic was published in midJuly by airport association ACI World, with Atlanta (ATL) retaining the top spot by processing 104.7 million travellers in 2023.
ATL also held pole position in pre-Covid 2019 and is the only airport currently serving more that 100 million passengers –quite a feat. It is not, however, a major focus for travel retailers or brands due to the high number of domestic passengers. The return on investment (ROI) is not considered high enough.
On the positive side, ACI World director general and CEO Luis Felipe de Oliveira, said: “International passenger traffic has now almost fully recovered from the pandemic, and the regional disparities are gone.”
Airport store operators and brands will be looking at how the ranking – which is pulled from ACI’s Airport Traffic Dataset, the most complete available – has changed since last year, and since 2019.
Most gateways (13 in the top 20) have still not managed to exceeded their 2019 traffic levels. The biggest gain in 2023 came from Istanbul (IST) whose 76 million passengers placed it seventh. This is up from 28th position in 2019 with staggering growth of 45.7%.
IST is known as a conduit for rich Russian travellers bypassing EU travel sanctions ever since Russia attacked Ukraine in February 2022. Even before that, the airport was a haven for luxury; little wonder that the airport has quickly become a focused for high-profile activations.
Istanbul’s retail offer is brought to travellers by ATU Duty Free, Unifree, and Heinemann. The German global travel retailer is expecting another year of €1 billion revenue at IST in 2024, after breaking that barrier in 2023.
The only other gainers (versus 2019) with a strong international mix were New Delhi Airport (DEL), up 5.4% to 72.2 million, taking it to 10th place from 17th in 2019; and Dubai International (DXB), just ahead at 0.7% to 87 million, placing it second, up from fourth in 2019. DEL has seen more attention from brands, particularly in the wine and sprits category, while DXB has always enjoyed a high profile due to its very successful commercial strategy.
L’elenco definitivo degli aeroporti più trafficati al mondo è stata pubblicata a metà luglio, con la consueta rilevazione di ACI World. Atlanta (ATL) ha mantenuto il primo posto, con un volume 2013 di 104,7 milioni di passeggeri. Atlanta ha mantenuto la pole position anchenelperiodopre-Covid2019edèl’unico aeroporto che attualmente serve più di 100 milioni di passeggeri, un’impresa non da poco.Tuttavia,loscaloamericanononèuno incimaallaclassificadiinteresseperiltravel retail, dal momento che si compone in prevalenza di traffico nazionali. Il ritorno sull’investimento(ROI)diun’attivitàinquestoscalononèconsideratoabbastanzaelevato.
Gli operatori e i marchi aeroportuali osserveranno come la classifica - estratta dall’Airport Traffic Dataset di ACI, il più completo disponibile - sia cambiata rispetto all’anno scorsoeal2019.
La maggior parte dei gateway (13 tra i primi 20)nonèancorariuscitaasuperareilivellidi traffico del 2019. La crescita più importante nel 2023 è stata registrata da Istanbul (IST), checon76milionidipasseggerisièpiazzato al settimo posto. Si tratta di un aumento rispettoalla28aposizionedel2019,conuna crescitasbalorditivadel45,7%.
Istanbulènotaperessereuncanaleperiricchi viaggiatori russi che aggirano le sanzioni dell’UE da quando la Russia ha attaccato l’Ucraina nel febbraio 2022. Anche prima di allora, l’aeroporto era un rifugio per il lusso; nonc’èdastupirsichel’aeroportosiadiventatorapidamenteunpuntodiriferimentoper leattivazioni“highprofile”.
L’offerta commerciale di Istanbul è offerta ai viaggiatori da ATU Duty Free, Unifree e Heinemann. Quest’ultimo si aspetta un altro annodiricavida1miliardodieuroaIstanbul, nel2024,dopoaversuperatoquestabarriera nel2023.
Gliunicialtriaeroportichehannoguadagnato(rispettoal2019)conunfortemixinternazionalesonostatil’aeroportodiNuovaDelhi (DEL),conunaumentodel5,4%a72,2milioni, che lo ha portato al 10° posto dal 17° del 2019, e l’aeroporto internazionale di Dubai (DXB),appenapiùavanticonlo0,7%a87milioni,chelohaportatoalsecondoposto,dal quarto del 2019. Lo scalo indiano ha beneficiato di una maggiore attenzione da parte dei brand, in particolare nella categoria dei viniedeglialcolici,mentreDubaihasempre mantenutounprofiloaltograzieallasuastrategiacommercialeadhoc.
New Travel Markets | a cura di Luca Esposito luca.esposito@layline-consulting.it
IL BOOM DEL TRAVEL RETAIL IN HAINAN
Come abbiamo avuto modo di descrivere in precedenza, l’obiettivo da parte del governo cinese di realizzare l’Hainan Free Trade Port, la più grande area di libero scambio al mondo, è in piena realizzazione ma, parallelamente, l’isola Hainan si sta imponendo al mondo come centro internazionale per il turismo ed il consumo.
Unitamente alle sue bellezze naturali e alla sua strategica posizione geografica, la vasta rete di negozi duty-free e lo sviluppo di un offerta di servizi internazionali (locali di lusso, hotel, ristoranti, complessi dedicati all’entertainment, parchi tematici dedicati alle famiglie), nonché l’imminente completamento di ulteriori grandi strutture commerciali, stanno generando un enorme potenziale per le possibilità di spesa dei visitatori che a sua volta fungerà da motore chiave per lo sviluppo del Free Trade Port di cui sopra. Va riconosciuto che Hainan è già diventata un leader della Consumer Industry.
Parliamo di un’isola con dimensioni poco più grandi della Sicilia, posta all’estremità meridionale della Cina, relativamente vicino ad Hong Kong, Macao e al Vietnam (Fig.1) ed è famosa per il suo clima tropicale, per le lunghissime spiagge e per il suo entroterra montuoso ricoperto da foreste.
Viene facile quindi immaginare perché sia sempre stata una delle mete turistiche preferite dai cinesi. Al riguardo, va anche considerato che Hainan non rappresenta nessun ostacolo per la grande maggioranza dei cittadini cinese sprovvista di passaporto (si stima che solo il 10% della popolazione lo abbia). Recentemente però questo successo si è anche esteso a livello internazionale.
Nel 2023, la provincia di Hainan ha accolto 90 milioni
di visitatori e generato entrate turistiche per 181 miliardi di RMB (in aumento rispettivamente del 50% e del 72% rispetto al 2022). Il governo provinciale prevede crescite a due cifre anche per la fine del 2024, quando a quel punto l’isola ospiterà più di 100 milioni di turisti all’anno. Come detto, il settore duty-free contribuisce fortemente al raggiungimento di questi incredibili risultati. Per dare una dimensione all’andamento fortemente positivo del settore duty-free offshore di Hainan citiamo un recente studio comparativo con la Corea del Sud che rappresenta il più grande mercato duty-free al mondo. Il grafico successivo (Fig.2) mostra infatti come il divario si sia progressivamente ridotto negli anni con una forte accelerazione in tal senso durante lo scorso anno.
Relativamente alla presenza retail, con l’aggiunta di due nuove aperture nello scorso anno, il Sanya International Duty-Free Shopping Complex (noto come Global Beauty Plaza) e il Haikou International DutyFree City, il numero di centri commerciali duty free sull’isola è salito a 12, oltre al negozio online offerto da China Duty Free Group su cui i viaggiatori possono acquistare i prodotti, ritirando la merce prima di lasciare l’isola. Vanno infine considerate le nuove aperture in arrivo, promosse da alcuni operatori di Hong Kong come DFS Group che, nel 2026, prevede l’apertura di un mega negozio lungo la baia di Sanya (portafoglio di oltre 1000 marchi del lusso) o come la JV tra Swire Properties e China Tourism Group Duty Free Corporation per l’apertura di un centro commerciale nel cuore della baia di Haitang.
QSRP porta in Francia il marchio americano Dunkin’
QSRP ha siglato un contratto di master franchising con Inspire Brands, società proprietaria del marchio Dunkin’, per aprire una rete di punti vendita in Francia. QSRP ha anticipato che i primi punti vendita saranno inaugurati a Parigi nel corso 2025, per poi espandersi in tutto il Paese attraverso una rete di franchisee locali. Fondata nel 1950, Dunkin’ gestisce più di 13.700 punti vendita in 40 mercati a livello globale. In Europa la presenza è già diffusa, dal Regno Unito alla Germania, dalla Spagna al Belgio. La Francia mancava ancora, così come l’Italia. Solo negli Stati Uniti, i negozi sono più di 8mila e la società ha da poco rinnovato metà di questi punti vendita sotto il nuovo formato NextGen, con un design più moderno e dotati di kiosk digitale. Controllata dal private equity lussemburghese Kharis Capital, QSRP gestisce più di 1.200 ristoranti in sette mercati europei. Il suo portafoglio di ristoranti comprende le catene di ristorazione rapida Burger King, Quick, Nordsee, Go! Fish, O’Tacos e Chick&Cheez.
Technomic pubblica la Top 500 dei migliori format americani per fatturato
Technomic ha diffuso i dati dell’ultimo report Top 500, la classifica dei migliori format di ristorazione americani per fatturato. Tra i primi 10 brand figurano McDonald’s, Starbucks, Chick-Fil-A, Taco Bell, Wendy’s, Dunkin’, Burger King, Subway, Chipotle, Domino’s. Al 15 e 16 posto Popeye’s e KFC. Nel complesso, si legge nel report, le vendite nelle principali catene USA sono cresciute del 7,8% raggiungendo quota 424 miliardi di dollari, mentre il numero di unità è cresciuto dell’1,8% raggiungendo oltre 233.000 sedi. La crescita delle vendite è di poco superiore all’aumento medio dei prezzi al consumo (+7,1%). Un dato che conferma una tendenza già in atto dal 2022 negli USA: le vendite non sono dettate da un aumento del traffico ma dall’aumento dei prezzi indotti dall’inflazione. In effetti, i risultati del 2023 – e quelli del primo trimestre del 2024 – suggeriscono che il settore ha raggiunto un punto di svolta in cui i consumatori stanno iniziando a ridurre le spese non necessarie e a spostarsi verso opzioni più orientate al valore.
Stop alle trattative, Macy’s rifiuta l’offerta di Brigade e Arkhouse
Tutto da rifare. Macy’s ha annunciato di aver interrotto le trattative con Arkhouse Management e Brigade Capital rifiutando la proposta di buyout da 6,9 miliardi di dollari (circa 6,3 miliardi di euro). Lo stop alle trattative arriva in un momento cruciale per Macy’s che ha varato un vasto piano di risanamento che prevede tagli di posti di lavoro e la chiusura di 150 negozi entro il 2026. La nuova strategia varata dal gruppo, denominata ‘A Bold New Chapter’, punta a rafforzare il marchio Macy’s, accelerare la crescita del segmento lusso e semplificare e modernizzare le operazioni end-to-end. Nel 2023 Macy’s ha registrato ricavi per 23 miliardi di dollari, in calo rispetto ai 24,4 miliardi del 2022. L’utile netto è crollato a 105 milioni di dollari dagli 1,18 miliardi dell’esercizio precedente. La priorità va ora agli investimenti sui 350 negozi rimanenti, con l’espansione di punti vendita “di piccolo formato”. A seguito delle pressioni finanziarie, il gruppo Usa del retail ha inoltre annunciato il licenziamento del 3,5% della forza lavoro totale, taglio che coinvolgerà circa 2.350, principalmente impiegati nell’headquarter di New York.
Tortilla acquisisce i francesi di Fresh Burritos, deal da 3,3 milioni di sterline
La catena fast-casual Tortilla ha acquisito il brand francese Fresh Burritos per 3,3 milioni di sterline. Fresh Burritos è stata fondata in Francia da Timothée Tronet nel 2011 e ha 13 locali in tutto il paese, oltre a 19 sedi in franchising. Tortilla, fondata nel 2007 e con sede a Londra, ha attualmente 89 sedi nel Regno Unito e nel Medio Oriente. Tra i suoi partner in franchising ci sono SSP Group, Compass UK & Ireland ed Eatos. Tortilla si è assicurata i diritti sul marchio Fresh Burritos e prevede di aprire in Francia una sede centrale di 1.400 mq che fornirà una “porta di accesso verso l’Europa continentale”, accelerando la crescita in franchising. Nel 2022, Tortilla aveva acquistato Chilango, un’altra catena di ristoranti messicana rivale per 2,75 milioni di sterline dalla società di investimento RDCP Group nel maggio 2022. Tronet resterà coinvolto nel business dei Fresh Burritos in qualità di consulente del consiglio di amministrazione di Tortilla France.
“Waste management”, le novità antispreco
di SDS
Nel settore della ristorazione è sempre più importante prevenire gli sprechi. Spesso è un obiettivo difficile da raggiungere perché è necessaria anche la collaborazione dei clienti. Quello che è possibile controllare, però, sono le modalità di smaltimento dei rifiuti generati. SDS, Master Distributori dei prodotti Rubbermaid in Italia, propone una selezione di articoli dedicati al waste management. I contenitori Slim Jim®, grazie all’ingombro ridotto, sono adatti anche alle cucine più “veloci”, dove la razionalizzazione degli spazi è d’obbligo. I canali di ventilazione agevolano fino all’80% la rimozione dei sacchi, riducendo il rischio di infortuni agli addetti. La gamma Brute®, invece, è ideale per gli ambienti in cui vengono trattati prodotti alimentari, hanno un doppio fondo per maggiore stabilità e capacità di carico e una grande capienza per contenere ogni tipo di rifiuto.
Autogrill e Parmacotto insieme per il restyling del panino Camogli
Autogrill e Parmacotto Group hanno siglato una collaborazione che vede protagonista il celebre Camogli , un classico Autogrill. La partnership prevede la valorizzazione del panino con il Prosciutto Cotto Parmacotto di Alta Qualità. “Il restyling del Camogli nasce dalla volontà di rinnovare e arricchire continuamente la nostra offerta, in linea con i gusti e le preferenze dei consumatori, e dal desiderio di valorizzare materie prime eccellenti” ha commentato Luca D’Alba, General Manager Italy F&B di Avolta. “Questa partnership, che apre a possibili collaborazioni future, rappresenta l’impegno del Gruppo nel fornire prodotti che celebrano i sapori semplici e genuini della tradizione italiana” ha detto Andrea Schivazappa, CEO Parmacotto Group.
Adyen e Miscusi, le soluzioni tech per la catena di pasta express in forte crescita
Prosegue la partnership tra la catena di pasta express Miscusi e la piattaforma Adyen. E arrivano i primi risultati. Nata nel 2016 con un singolo ristorante, Miscusi è cresciuta rapidamente fino ad avere 16 location in tutta Italia. Nel tempo ha offerto ai propri clienti sempre più opzioni per ordinare e pagare. Grazie al supporto della società olandese, la catena ha beneficiato di diverse soluzioni tech con l’obiettivo di ottenere transazioni più rapide e ridurre le code. Adyen ha sostituito i terminali POS e ha connesso i diversi sistemi di pagamento all’interno di un unico sistema, lo Unified Commerce, ottenendo il controllo di tutti i terminali e una panoramica più completa dei clienti e dei pagamenti. Il rollout, completato in un mese, ha permesso anche di velocizzare le transazioni, ridurre il costo delle transazioni di oltre il 50%, monitorare attività e parametri di tutta la rete di terminali.
Fabbri 1905 lancia gli snack estivi da passeggio, perfetti per pasticcerie e bar
Fabbri 1905 amplia il proprio portafoglio prodotti b2b con alcune novità dedicate all’estate. I nuovi snack da passeggio proposti dall’azienda ferrarese sono una soluzione dolce per i bar, le pasticcerie, le gelaterie o i forni che vogliono ampliare l’offerta della colazione e della merenda e sperimentare nuove proposte. I dolcetti sembrano classici stecchi gelato ma sono vere e proprie torte in miniatura, da consumare passeggiando. Realizzarli è semplicissimo e basta glassare i cake con le variegature della gamma Snackolosi e Crockolosi Fabbri per completare la ricetta. Mango e Macadamia Crunchy, Croccante Amarena Fabbri, Speculoos, BomBon, Pistacchio o Madorle e Pinoli, sono tante le ricette a disposizione del professionista. Gli snack Fabbri sono anche comodi da conservare: le torte stecco si possono conservare a temperatura ambiente insieme alla classica pasticceria da credenza.
Vortice presenta gli asciugamani elettrici con lampada germicida UV
Novità in casa Vortice, eccellenza italiana nel settore della ventilazione e del trattamento aria. I nuovi asciugamani elettrici a lama d’aria Vort Super Dry sono equipaggiati di filtro HEPA che previene dai rischi di contatto con allergeni eventualmente presenti nell’ambiente e di una lampada germicida a luce UV per una maggiore igiene degli utenti. Queste caratteristiche li rendono particolarmente adatti per un uso intensivo in bar, ristoranti, palestre e aree di servizio. Il suo motore EC Brushless, inoltre, garantisce consumi contenuti e un ridotto tempo di asciugatura. L’apparecchio si spegne non appena vengono tolte e comunque si arresta automaticamente dopo 25 secondi di funzionamento ininterrotto. Un tasto permette anche la disattivazione della resistenza elettrica quando le temperature dell’ambiente circostante sono elevate ed è quindi inutile che l’aria emessa venga riscaldata.
Produttività più sostenibile con le stampanti
Linerless di TSC Auto ID
TSC Auto ID introduce un nuovo approccio, più sostenibile, alla stampa di etichette. Grazie alle sue soluzioni linerless, riduce l’impatto ambientale e migliora l’efficienza operativa per le aziende. “La nostra azienda offre una vasta gamma di soluzioni di stampa linerless, che vanno dalle stampanti portatili e desktop a quelle industriali. Le stampanti linerless sono progettate meticolosamente per un’esperienza utente priva di intoppi e sono dotate di funzionalità antiadesive per una piena compatibilità con i supporti linerless. Inoltre, sono caratterizzate da design UI/UX di livello superiore per una qualità di stampa stabile, ampia omologazione delle etichette linerless per un uso senza problemi e una manutenzione semplificata”, ha spiegato Michelle Hu, Responsabile Business Solution Linerless in TSC Auto ID.
L’illuminotecnica avanzata di Imoon, a ogni ambiente la sua luce
Avere la giusta illuminazione è fondamentale per il successo di un negozio. L’utilizzo delle luci può influenzare la percezione del locale e dei prodotti esposti. Lo sa bene Imoon, azienda specializzata in soluzioni di illuminotecnica avanzata con sede a Milano e in continua crescita, grazie a presidi diretti in Regno Unito, Repubblica Ceca, Turchia, Sudafrica, Finlandia e ai partner commerciali distribuiti capillarmente nella regione EMEA e nelle Americhe. Sono oltre 55 i Paesi in tutto il mondo in cui sono presenti le soluzioni dell’azienda che ha chiuso il 2023 con un fatturato aggregato di 24 milioni di euro. Tra le sue collaborazioni ci sono importanti insegne del retail come Carrefour, Conad, Auchan, Autogrill, Chef Express, LaFeltrinelli, Naima, Goldenpoint. “Realizziamo oltre mille punti vendita all’anno con soluzioni integrate e complesse, vantiamo collaborazioni con le più importanti insegne del Retail, sperimentiamo sempre nuove soluzioni ma non c’è ambito dove Imoon non si stia mettendo alla prova, dall’architectural al design, sebbene il retail resti il nostro core business” ha detto Laura e Riccardo Tarquinio, Ceo e Presidente di Imoon.
Dai contenitori per il take away al packaging per il travel, i servizi “tailor made” di CHS
Gli articoli personalizzati sono il modo più semplice e originale per far conoscere l’identità di un’insegna retail o food retail ai consumatori, un vero e proprio strumento pubblicitario. CHS da oltre 20 anni propone un servizio di personalizzazione che, attraverso varie tecniche, consente di realizzare grafiche customizzate su qualsiasi materiale e anche su un numero limitato di pezzi. L’utilizzo di packaging “tailor made” offre a retailer e ristoratori numerosi vantaggi strategici: consente di differenziare il brand, fidelizzare i clienti, aumentare la visibilità in luoghi ad alto traffico come aeroporti e stazioni. L’azienda fa parte del gruppo francese ECF e conta due sedi logistiche a Milano e Bologna e 7 showroom al Centro-Nord.
Un nuovo sistema di videosorveglianza per Hikvision
Hikvision lancia TandemV, un nuovo concetto di telecamera PTZ per la video sorveglianza in contesti pubblici come parcheggi, parchi, piccole protezioni perimetrali e capannoni. Si tratta di due telecamere in un prodotto: una telecamera panoramica di contesto e una telecamera PTZ in grado di muoversi e cogliere i particolari. Due apparati completamente indipendenti in un solo dispositivo ultracompatto. In caso di distrazione o sonnolenza, la funzione Linkage consente alla PTZ di spostarsi automaticamente ed immediatamente nella zona dell’inquadratura generale dove si è verificato l’allarme e di inquadrare l’area dove l’intruso si è presentato, seguendolo senza che l’operatore debba agire. Inoltre, grazie alle tecnologie di analisi video Smart Event e di imaging DarkFighter e ColorVu, è possibile ottenere una detection precisa e un’eccellente sensibilità alla luce.
CAMBI DI POLTRONA
DANIELE ARLATI
Head of Retail Management
Technical & Pilotage di Savills
Daniele Arlati è il nuovo Head of Retail Management Technical & Pilotage di Savills Italia. La nomina si inserisce nel processo di consolidamento del team di gestione retail, avviato con l’arrivo di Alberto Albertazzi, Head of Retail Management, e di Raffaela Colacicco quale Co-Head Property Management Retail. Arlati proviene da Arcus Real Estate. “Grazie alla sua comprovata professionalità Daniele porterà i servizi tecnici offerti da Savills a livelli di eccellenza sempre maggiori” ha commentato Alberto Albertazzi.
LUISA FRANZONE
Chief Operating Officer del Gruppo Bauli
Il Gruppo Bauli annuncia l’ingresso di Luisa Franzone come Chief Operating Officer. A capo della divisione Operations & Supply Chain, il nuovo COO si occuperà della gestione dell’intero processo di produzione: dal planning, agli acquisti, al manufacturing fino alla logistica e distribuzione. Franzone vanta una lunga esperienza nel settore Operations e Supply Chain a livello internazionale. Laureata in Ingegneria Chimica all’Università di Genova, ha iniziato la sua carriera in Unilever, dove ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità fino a diventare Country Supply Chain VP nel 2016. Prima del suo ingresso nel Gruppo Bauli, Franzone è stata Head of Global Supply Chain in Bayer.
GABRIELE GENNAI
Country manager Italia di OBI
OBI Group Holding ha annunciato la nomina di Gabriele Gennai a nuovo Country Manager Italia, ruolo che ha iniziato a ricoprire dallo scorso primo luglio. Il ruolo era ricoperto da interim da Paolo Alemagna, che rimane in azienda come Presidente del cda italiano e Senior Advisor del gruppo. Gennai, spiega una nota, continuerà a guidare la trasformazione di OBI Italia in un provider omnicanale di soluzioni complete per la casa e il giardino. Potrà avvalersi della sua esperienza nel mercato italiano, maturata di recente come Chief Commercial Officer di Unieuro. Riporterà direttamente Sebastian Gundel, ceo del Gruppo OBI.
STEPHAN HAGENBUSCH
Marketplace Director Emea di Patagonia
Il marchio di abbigliamento Patagonia ha nominato Stephan Hagenbusch nel ruolo di Marketplace Director EMEA. Specializzato in sport outdoor e con quasi 20 anni di esperienza nel settore, Hagenbusch supervisionerà tutte le attività wholesale, e-commerce e retail per Patagonia, nonché le funzioni di supporto essenziali per consentire un impegno prezioso verso i clienti e le comunità. Tedesco, si trasferisce nella sede europea di Patagonia ad Amsterdam, proveniente da Black Diamond Equipment dove era General Manager.
NATASHA CARDILE
Head of Retail di Land of
Fashion Villages
Natasha Cardile è il nuovo Head of Retail di Land of Fashion Villages. Natasha Cardile vanta un’esperienza pregressa nel segmento del luxury retail e un background sviluppato all’interno di prestigiosi brand come Gucci, Dolce & Gabbana e Ralph Lauren. Vanta anche un’esperienza a livello internazionale in Value Retail (The Bicester Collection) nella sede di Kildare a Dublino, dove in qualità di Senior Retail Manager ha giocato un ruolo chiave in una fase di lancio del brand. Successivamente, ha contribuito alla strategia di espansione e allo sviluppo del business di Karl Lagerfeld nel mercato europeo e in Swatch Group Italia come Head of Retail del mercato italiano.
LUCIO ROSSETTO Coo Europe di Lagardère Travel Retail
Lucio Rossetto è stato nominato nuovo Coo Europe di Lagardère Travel Retail. La nomina del manager italiano, in precedenza Chief Business Officer, si inserisce in una più vasta riorganizzazione del team management della società francese. Rossetto va a occupare la posizione di Frederic Chevalier, che diventa Deputy Chief Executive Officer. Sono stati creati due nuovi dipartimenti. Il primo è guidato da Lylian Vignau, che prende il ruolo di Chief Commercial & Digital Officer. Mentre Charlotte Delmas diventa Chief Operational Performance Officer.
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