3 minute read

CONGIUNTURA | Trend

INFLAZIONE E CARO-ENERGIA: INCOGNITE D’AUTUNNO CON IL REBUS CHIUSURE

A.L.

Che autunno sarà per il commercio in Italia? Negozi, ristoranti, centri commerciali e Gdo sono sempre in fibrillazione per capire l’evoluzione dei prossimi mesi. Al momento di scrivere, il nuovo Governo non c’è ancora. Ma certo non mancheranno i grattacapi al nuovo esecutivo, vista la tempesta che, almeno potenzialmente, rischia di abbattersi sui consumi. L’inflazione galoppa verso l’8%. E anche se le statistiche arriveranno più avanti, è verosimile addirittura che il Pil 2022 finisca per mostrare il segno negativo. Il caro bolletta sta diventando un macigno. È vero che i prezzi del gas ultimamente hanno iniziato a scendere. Ma sono state toccate punte di 343 euro per megawattora all’ingrosso. Per dare la misura del costo dell’energia, in un recente convegno di Coop Italia è stato spiegato che solitamente, nella grande distribuzione, il costo dell’energia incide per circa un punto e mezzo dei ricavi. Ora questa proporzione è quasi triplicata. Secondo Confcommercio-Nomisma Energia, le imprese del terziario subiranno quasi un raddoppio della bolletta energetica nel 2022, rispetto al 2021, passando da 13 a 24 miliardi di euro. Il Governo ha varato un pacchetto di aiuti, che riconosce un credito d’imposta sulla componente energia della bollette, per i consumi di ottobre e novembre. Una misura utile, ma ancora insufficiente. Riduzione, ok. “Ma vogliamo decidere”

Il tema dei consumi energetici va visto anche in un’altra ottica, perché proprio il commercio, insieme ad altri settori produttivi e dei servizi, viene chiamato a fare uno sforzo per limitare le grandi fonti di consumo del Paese. Ormai le forniture dalla Russia arrivano a singhiozzo. E prima di imporre concretamente un razionamento di energia alle famiglie, si provano altre strade. Come agire? Forse memore del primo Governo a Cinquestelle, e della sua famosa proposta a base di chiusure forzate la domenica, qualcuno ha provato a rimettere in pista l’idea. Secondo una corrente, persino Bruxelles potrebbe virare verso questa ipotesi. Ma di fronte al timore di vedersi imporre qualcosa dall’alto, senza aver voce in capitolo, le varie sigle associative hanno risposto all’unisono: siamo disposti a fare la nostra parte. Ma vorremmo scegliere noi come e quando. E proprio sulle domeniche si è subito alzato il fuoco di sbarramento delle associazioni. Nel weekend si realizzano gran parte dei ricavi settimanali di negozi e centri commerciali. Le imprese, ormai, hanno organizzato la forza lavoro secondo orari che contemplano la domenica: eliminarla tout court creerebbe problemi. Ma soprattutto, anche nei confronti dei consumatori ci sarebbero più danni che benefici. In alcune dichiarazioni alla stampa, Roberto Zoia, presidente del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, ha affermato con una provocazione, che tanto varrebbe chiudere il martedì. E richiesto, ancora una volta, che anche il commercio, al pari dell’industria, riceva gli stessi sgravi disposti per le attività considerate “energivore”. Confimprese valuterebbe una riduzione di orario. Mauro Bussoni, segretario generale di Confesercenti, si dice sicuro che gli associati faranno la propria parte. Mentre Federdistribuzione avverte, però, che nei supermercati alcuni consumi sono obbligati, a partire da quelli del banco fresco.

ECCO IL DECALOGO ANTI SPRECHI

Ancc-Coop, Ancd-Conad, Confcommercio e Federdistribuzione, con l’appoggio del Cncc, hanno formulato un decalogo del risparmio che i retailer possono seguire per calmierare i consumi. Tra i consigli: spegnere le insegne luminose e le apparecchiature non necessarie durante le ore di chiusura; ridurre l’intensità delle luci, specialmente negli ambienti poco frequentati; regolare la temperatura ambientale nell’ottica dell’efficienza energetica; interrompere la funzione di riciclo dell’aria nelle ore notturne; tenere chiuse le porte di ingresso per evitare dispersioni termiche in assenza di lame d’aria; ridurre la temperatura dell’acqua utilizzata all’interno dei locali; utilizzare in maniera efficiente l’energia elettrica e il gas naturale per la cottura dei cibi, monitorando i relativi consumi energetici; utilizzare in modo efficiente le celle e i banchi frigoriferi, attraverso un corretto caricamento degli stessi, limitando le aperture allo stretto indispensabile e sensibilizzando anche la clientela a tal fine; utilizzare in modo efficiente gli elettrodomestici in dotazione all’attività commerciale; razionalizzare l’organizzazione del lavoro al di fuori degli orari di apertura al pubblico (pulizie, caricamento banchi ecc.).

This article is from: