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ECONOMIA | Fisco

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PERCHÉ LA FLAT TAX NON FUNZIONA NEI PAESI OCCIDENTALI

di Massimo Baldini e Leonzio Rizzo

articolo tratto da lavoce.info simile a quello delle imposte progressive per scaglioni, ma sia nel dibattito italiano che nei Paesi dell’Est la flat tax si caratterizza di solito per un’aliquota molto bassa. Una flat tax a bassa aliquota riesce – assieme alle altre imposte – a finanziare i bisogni di spesa sociale di questi Paesi proprio perché sono ancora contenuti, in linea con il basso livello del Pil. Dove invece la spesa pubblica è molto elevata, come in Italia, l’adozione di una flat tax ad aliquote basse potrebbe rendere impossibile finanziare gli attuali livelli di spesa pubblica e costringere a tagli significativi. In molti dei Paesi che hanno optato per la flat tax il gettito dell’imposta sul reddito è diminuito dopo il passaggio all’aliquota unica, con l’eccezione della Russia, anche se in quel paese la tenuta delle entrate sembra sia da attribuire ad altri fattori concomitanti (la ripresa del ciclo economico, la maggiore severità del contrasto all’evasione). Di per sé, una riduzione della spesa di qualche punto di Pil potrebbe non essere un male, visto che probabilmente una delle cause del declino economico italiano sta nella continua

Il modello della flat tax si è affermato finora in Paesi con livelli di Pil molto inferiori a quelli dell’Europa occidentale, dove anche la domanda di spesa sociale è nettamente più bassa. Una sua introduzione in Italia richiederebbe tagli di spesa.

Quei Paesi dove vige la tassa piatta

In generale, la flat tax è un’imposta sul reddito con aliquota unica, resa progressiva da una deduzione (riduzione dell’imponibile) o da una detrazione (riduzione dell’imposta) concessa a tutti i contribuenti. Il modello ha finora trovato applicazione in alcuni piccoli Stati, spesso paradisi fiscali (ad esempio, Jersey, Hong Kong, Andorra e Belize), e soprattutto in molti Paesi dell’Europa centro-orientale che un tempo facevano parte del blocco sovietico. Si tratta di un modello adattabile ai Paesi occidentali? L’economista americano Peter Lindert, nel suo libro Growing Public del 2004, sostiene che durante il Novecento la quota della spesa sociale sul Pil è aumentata per tre principali ragioni: l’aumento del reddito medio, l’invecchiamento della popolazione e l’espansione della democrazia. Nazioni più democratiche, con maggiore livello di reddito o con più anziani dovrebbero quindi avere una pressione fiscale superiore a quella di nazioni più arretrate sotto questi aspetti. E infatti, per quanto riguarda il reddito medio, i Paesi con flat tax si trovano a uno stadio di sviluppo economico ancora molto diverso da quello dei Paesi occidentali, malgrado i progressi degli ultimi venti anni. La tabella compara alcuni indicatori – relativi al 2016 – dei Paesi dell’Europa orientale con flat tax e delle principali economie dell’Europa dell’Ovest. Nel primo gruppo il Pil pro-capite va da un minimo di 3.765 euro per la Georgia a un massimo di 17.156 per l’Estonia, che è comunque inferiore al valore più basso – della Grecia – tra i Pil pro-capite degli stati del secondo gruppo.

Russia Ucraina Georgia Lituania Lettonia Estonia

Media paesi con flat tax Austria Belgio Germania Grecia Lussemburgo Paesi Bassi Portogallo Spagna Gran Bretagna Francia Italia

Media paesi senza flat tax Sistemi a confronto

Pil pro capite (in euro) 9.329 2.186 3.866 14.901 14.071 17.737

10,348 44.758 41.272 42.161 17.891 100.739 45.638 19.838 26.617 40.367 36.857 30.661

40,618 Spesa pubblica/Pil 35,78% 38,32% 26,90% 33,85% 37,02% 38,10% 35,00% 50,77% 52,70% 43,70% 49,46% 39,53% 42,65% 45,72% 42,22% 41,00% 56,27% 49,57% 46,69% Spesa sociale/Pil 12,40% 15,97% 10,00% 12,69% 11,46% 13,90% 12,74% 23,32% 25,29% 24,01% 22,40% 19,41% 21,54% 18,99% 18,21% 16,08% 25,85% 22,84% 21,63% Entrate/Pil 36,64% 38,51% 28,52% 34,18% 36,82% 39,45% 35,69% 49,55% 50,22% 44,43% 49,68% 42,79% 42,99% 42,40% 37,22% 39,03% 52,96% 46,59% 45,26%

La domanda di spesa pubblica

Stadi di sviluppo economico così lontani, come suggerisce Lindert, producono anche una diversa domanda di spesa pubblica in generale e sociale in particolare. L’incidenza della spesa pubblica è infatti mediamente del 35 per cento nei Paesi europei con flat tax, di quasi 12 punti percentuali inferiore alla media di quelli dell’Europa occidentale con imposta progressiva sul reddito. Anche la spesa sociale – che nella tabella comprende pensioni, sanità e assistenza – è decisamente più alta nell’Europa dell’Ovest. È dunque logico che anche le entrate abbiano un’incidenza sul Pil assai inferiore (mediamente di 10 punti di Pil) nei Paesi orientali. Certo sarebbe possibile immaginare una flat tax con elevata aliquota, in grado di raccogliere un gettito espansione della spesa pubblica e, a ruota, delle entrate necessarie per finanziarla. Non sempre, però, c’è la consapevolezza che il dibattito sulla flat tax ne richiederebbe necessariamente anche un altro, non meno importante, sul livello ottimale di spesa pubblica. Il modello della flat tax sembra dunque essersi affermato finora in Paesi con livelli di Pil molto inferiori a quelli dell’Europa occidentale, con conseguente minore quota di spesa sociale. In futuro, tuttavia, almeno due dei tre fattori indicati potrebbero spingere verso una crescita della spesa sociale, mettendo in crisi il sistema con flat tax ad aliquota bassa: se il Pil convergerà verso i livelli dell’Europa dell’Ovest e se l’invecchiamento della popolazione continuerà, i cittadini chiederanno un aumento della spesa sociale, soprattutto per pensioni e sanità.

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