retail&food 01-02 2015

Page 1

TRAVEL RETAIL SHOPPING MALL

retail&food Anno 10 • Numero 1/2 • GEN/FEB 2015 • € 5,00

In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi

Cover story - autostrade

Da casello a casello vendere conviene ancora? Trattativa tra concessionarie, ministeri e retailer: è il momento della verità

Parola di…

Resoconto fiera

Premium brand

Autogrill

Mapic

Liu Jo



NEWS PRIMAE NOCTIS AUTOSTRADE, VIAGGIANO BENE SOLO GLI AUMENTI

L’OPINIONE RIPARTIRE DAL KM ZERO Le aree di servizio e gli “autogrill” sparsi sulla rete autostradale italiana, così come le zone dedicate alla ristorazione di aeroporti o stazioni, sono dei “non luoghi”, ossia spazi aperti al pubblico dove manca una qualsivoglia forma di caratterizzazione: appaiono stereotipati, privi di dimensione e del tutto identici tra loro in qualsiasi parte del Paese. In passato abbiamo provato a dare “forma” agli “autogrill”, proponendo come Codacons di personalizzare la ristorazione attraverso accordi con le associazioni degli agricoltori, in modo da fornire in ogni area di servizio prodotti alimentari del territorio, offrendo così ai consumatori una scelta con caratteristiche di unicità e qualità, diversificata a seconda del tratto di autostrada percorso. Non se ne fece nulla per l’opposizione dei gestori, che temevano di perdere quote di profitto. E così oggi negli “autogrill” troviamo prodotti standardizzati, le solite note marche e una scelta che, seppur migliorata nel tempo, appare ancora limitata. I prezzi dei generi in vendita, poi, sono esorbitanti. Ciò è da attribuire alla mancanza di una reale concorrenza nel settore: pochi operatori, pochi prodotti, massima libertà nelle scelta dei listini da praticare agli utenti. Per questo riteniamo sia indispensabile aprire le porte degli “autogrill” alla vendita di prodotti alimentari del luogo, una scelta che apporterebbe benefici a tutte le parti in causa: ai gestori delle aree di servizio, attraverso una percentuale sulle vendite, agli agricoltori, che potrebbero vendere in autostrada i prodotti coltivati a pochi km di distanza, e ai consumatori, cui verrebbe garantita una maggiore scelta a prezzi contenuti, grazie al fenomeno del “km zero”. Solo così sarà possibile evitare una ristorazione industrializzata, di basso livello e costi elevati.

Editoriale

Ad ogni inizio d’anno, immancabile come la morte, arriva la notizia dell’aumento dei pedaggi autostradali. Non ha fatto eccezione il 2015 che però è anno eccezionale se si considera la forte diminuzione, questa sì in controtendenza, del costo dei carburanti. Siamo in deflazione, un ciclo economico che porta criticità varie, precedute da alcuni vantaggi iniziali – spiegano gli economisti – come l’abbassamento di prezzi, canoni e tariffe. Ebbene, il caso dei pedaggi autostradali deve essere l’eccezione che conferma la regola. Un’eccezione fastidiosa però, perché raramente all’aumento dei pedaggi corrispondono vantaggi effettivi e misurabili per i viaggiatori. La rete autostradale italiana appare spesso malconcia o comunque affollata di cantieri, in alcuni casi decennali: oltre alla mitica Salerno-Reggio Calabria si può esaminare anche, ad esempio, la nordica A4 nel tratto Torino-Milano con lavori per la realizzazione della terza corsia iniziati nel 2002 e non ancora conclusi (!?!). Di conserva viaggia la situazione delle aree di servizio, un fiore all’occhiello del travel retail italiano fino a una decina di anni fa, oggi spesso in crisi e con gare che vanno deserte come il Sahara. Eclatante il caso della Brebemi (62,1 km), inaugurata senza nemmeno un’area di servizio aperta. Con modestia e umiltà un consiglio a Matteo Renzi e al ministro dell’Economia Padoan: prima di autorizzare aumenti per le concessionarie autostradali, scendete dagli aerei di Stato e percorrete qualche centinaio di chilometri d’autostrada. Il pedaggio lo offriamo noi.

Carlo Rienzi, fondatore e presidente del Codacons

retail&food - gennaio/febbraio 2015

1


Anno 10 numero 1/2 gen/feb 2015 Direttore responsabile Andrea Aiello In redazione Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it Stefano Masin - stefano.masin@retailfood.it Contatti info@retailfood.it - www.retailfood.it Hanno collaborato Massimo Luigi Andreis, Fiorenza Auriemma, Alessandro Barzaghi, Antonio Bisci, Italo Bussoli, Carmen Chieregato, Giovanni Cobolli Gigli, Giulia Comparini, Luca Esposito, Simone Filippetti, Fulvio Fassone, Stefano Gardini, David Jarach, Paolo Lombardi, Pietro Malaspina, Dante Marro, David Montorsi, Roberta Motta, Enrico Pazzali, Mario Resca, Leopoldo Resta Impaginazione Claudio Rossi Oldrati Foto Archivio Edifis, Flickr, Fotolia, iStockphoto Pubblicità dircom@edifis.it Traffico pubblicitario Roberta Motta - roberta.motta@edifis.it

INFORMARSI È UN BENE, NON FARLO MALE: LEGGI RETAIL&FOOD retail&food è l’unica rivista italiana specializzata nel travel retail, un settore in forte crescita e con buone prospettive di sviluppo anche per i prossimi anni. Inoltre r&f è uno dei mezzi più apprezzati e consultati da retailers e operatori attivi in outlet e centri commerciali. Con oltre 10.000 lettori a numero, una presenza qualificata presso tutte le fiere di settore. 10 numeri all’anno, più di 9.000 iscritti alla newsletter, 1 pagina facebook, 181.000 pagine viste grazie allo sfoglio on line della rivista, retail&food è oggi uno dei mezzi più letti, consultati e apprezzati dalle business communites di riferimento.

Stampa Aziende Grafiche Printing S.r.l. - Via Milano 3/5 – 20068 Peschiera Borromeo (MI) Prezzo di una copia € 5,00 – Arretrati € 10,00 Abbonamento Italia: € 50,00 Europa: € 90,00 Resto del mondo: € 110,00 abbonamenti@edifis.it Amministrazione amministrazione@edifis.it

Registrazione Tribunale di Milano N° 550 del 06/09/2006 Iscrizione al Registro degli operatori della comunicazione n° 06090 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi della legge 196/2003 l’Editore garantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi degli artt. 7 e 10 i destinatari hanno facoltà di esercitare il diritto di cancellazione o rettifica dei dati, mediante comunicazione scritta al responsabile del trattamento presso EDIFIS S.p.A. – Viale Coni Zugna, 71 – 20144 Milano, luogo della custodia della banca dati medesima. retail&food è media partner ufficiale di:

www.travelretail.it

ABBONATI ORA A RETAIL&FOOD on line con 1 anno, 10 numeri, 50 euro

www.retailfood.it facebook.com/retailfood

retail&food una rivista edita da: Edifis spa Viale Coni Zugna, 71 20144 - Milano - Italy Tel. +39 02 3451230 - Fax +39 02 3451231 www.edifis.it


SOMMARIO

n°1/2 gen/feb 2015

24

20

36

48

34

26

32 NEWS PRIMAE NOCTIS Autostrade, viaggiano bene solo gli aumenti L’OPINIONE di Carlo Rienzi Ripartire dal Km/0 R&F NEWS R&F NEWS OPENING

1 1 4 16

43

OMNICHANNEL RETAILING 34 Store fisico, web e mobile... ménage à trois ll mercato del retail sta cambiando a forte velocità. Questa è cosa nota tanto agli addetti ai lavori quanto ai consumatori; ma essere consapevoli di qualcosa non vuol dire conoscerla appieno. Abbiamo appena iniziato a comprendere in modo concreto il concetto di multicanalità che già si parla di omnicanalità, e probabilmente in questo momento...

Il cantiere del maxi progetto sviluppato da Gruppo Finiper si concluderà entro il 2016. L’annessa pista ex Alfa Romeo verrà aperta al pubblico prima, durante Expo, e fungerà da rampa di lancio per il nuovo mall milanese. La commercializzazione, incassata la firma di Inditex (oltre 10mila mq), guarda oltre confine.

DOSSIER AEROPORTI 36 Punta Raisi fatica a decollare Undicesimo scalo nazionale per traffico commerciale, l'aeroporto Falcone Borsellino di Palermo è in un momento di transizione. Si parla di privatizzazione ma, nel frattempo, le saracinesche si abbassano e le attività commerciali faticano.

RETAIL MANAGEMENT SPECIALIST 55 Piani di Sviluppo delle Risorse Umane - Formazione e Coaching

COVER STORY 20 Autostrade, è il momento della verità In queste settimane è atteso l’atto di indirizzo congiunto da parte del Ministero dei Trasporti e di quello dello Sviluppo economico con cui saranno tracciate le linee guida dei futuri bandi di gara. Due i nodi più importanti da sciogliere: il cosiddetto “sottopensilina” e l’onerosità dei contratti. COVER STORY - PAROLA DI… ROBERTO COLOMBO 24 Autogrill: «Il settore autostradale ha bisogno di un cambiamento radicale» COVER STORY - CASE HISTORY 26 La Pioppa Ovest, innovazione a 360 gradi Ad aprile 2012, al km 3 dell'autostrada A14 Bologna – Ancona verso Sud, all'altezza di Zola Predosa (Bo), apriva La Pioppa Ovest: una struttura gestita da MyChef destinata a rivoluzionare il concetto di area di sosta. Segni particolari: una food court rotonda, con caffetteria di livello, self-service, fast food, un negozio di intimo e borse, e il primo supermercato italiano aperto 24 ore su 24, 365 giorni l'anno e con prezzi allineati a quelli cittadini. COVER STORY - OSSERVATORIO PREZZI 28 Format grande, prezzo piccolo In pochi km i principali marchi della ristorazione on the go si contendono i viaggiatori che gravitano sull’A4 nel tratto tra Brescia e Verona. La nostra analisi si concentra sui listini dei market.

SISTEMI AEROPORTUALI 41 Aeroporti italiani: c'è chi compra e c'è chi vende Il Piano nazionale per lo sviluppo aeroportuale, emanato a gennaio 2013 dall'allora ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Corrado Passera, dopo anni ha posto le basi per un riordino organico degli scali italiani sotto il profilo infrastrutturale, dei servizi e delle gestioni. In tutto questo, c'è un via vai di quote azionarie tra le varie società che sta delineando la nascita di “sistemi aeroportuali”solidi e con progetti a lungo termine.

STAR TREK CASALINGHI Destinazione Kasanova

30

RESOCONTO MAPIC INTERNATIONAL Unibail-Rodamco cala il poker

47

PREMIUM BRAND FORMAT Liu Jo, lo store è Lifestyle

32

DOSSIER SHOPPING MALL / PRIMA PIETRA Arese, sulla rotta dei newcomer brand

48

RESOCONTO MAPIC 43 Italy: welcome back? A Mapic con velocità variabili La scorsa edizione della fiera di Cannes (19-21 novembre) ha mantenuto le premesse: più di 8.400 delegati tra cui 2.400 retailer, provenienti da 75 paesi. E il comparto italiano? La pipeline si è confermata corta, ma i progetti di punta hanno riportato l’attenzione dei brand internazionali sul nostro Paese.

SALDI INVERNALI 2015 Tutti pazzi per gli outlet

52

EXPO 2015 56 La ristorazione scalda i motori Mentre mancano due mesi e mezzo all’apertura della kermesse, finalmente si delinea l’offerta ristorativa nel sito dell’esposizione milanese, con CIR food e Eataly protagoniste. MYSTERY IN CHIPS Voglia di patatine

61

NEWSTECH&ARREDO INTERNATIONAL VETRINA LA FOTO

62 64 68 71

LA PULCE NELL’ORECCHIO Attenti al pollo fritto

72

RUBRICHE STOCK OPTION NEW MARKETS OUTLOOK INVIATO SPECIALE COSA OCCORRE SAPERE PER...

retail&food - gennaio/febbraio 2015

4 6 12 15

3


r&f News A FORUMINVEST E SVICOM LA GESTIONE DEGLI IMMOBILI DI ORION IN TRIVENETO

FEDON, DALLA BORSA ALLA CINA l marchio veneto di pelletteria, dopo la recente quotazione alla borsa di Milano (è ‘dual listed’, dato che il gruppo è quotato dal 1998 sul listino Euronext di Parigi) pensa al futuro. «L’Ipo va gestita con un oculato sviluppo distributivo, specie nel segmento del travel retail, quello che ci dà più soddisfazioni» ha spiegato Callisto Fedon, presidente del gruppo, che nel 2013 ha registrato ricavi per 60,4 milioni di euro. Nel prossimo quinquennio, infatti, il marchio punta a raggiungere 50 monomarca dall’attuale decina (e già durante il 2015 verranno aperti 10 negozi): «I nostri sforzi saranno puntati principalmente sull’Italia e sulla Cina, nello specifico Hong Kong e Shanghai», ha rivelato Stefano de Moliner, direttore retail del marchio. «Dopo l’apertura a Venezia abbiamo messo nel mirino gli hub aeroportuali, da Malpensa fino a Fiumicino passando per Olbia». Tra le recenti aperture segnaliamo anche lo store al centro commerciale Il Leone a Lonato (Bs).

I Foruminvest e Svicom si aggiudicano la gestione, rispettivamente dell’asset management e del property-centre management e del leasing, di tre centri commerciali localizzati in Triveneto, per una superficie di circa 130mila metri quadrati. Questo, in sintesi, è il mandato affidato da Orion Capital Managers in Italia per i mall recentemente rilevati dal gruppo Unicomm: Palladio shopping center di Vicenza (61mila metri quadri e 89 negozi), Emisfero di Fiume Veneto (36mila mq e 70 negozi) ed Emisfero di Monfalcone (30mila mq e 46 negozi). Unicomm ha mantenuto la gestione degli ipermercati Emisfero presenti nelle tre strutture. Guardando ai numeri complessivi dei centri commerciali in oggetto: a oggi accolgono oltre 12,5 milioni di visitatori annui, ospitano 200 negozi per un totale di 42.150 mq di superficie affittabile e contano 5.700 posti auto.

Stock option

JLL: SU GLI INVESTIMENTI IMMOBILIARI COMMERCIALI Secondo i dati preliminari di JLL i volumi delle transazioni immobiliari dirette hanno raggiunto, a livello globale, 218 miliardi di dollari nel Q4 del 2014, (+28% sul Q3 e +4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Complessivamente i volumi d’investimento per il 2014 hanno toccato quota 700 miliardi di dollari: un valore superiore del 18% rispetto al 2013. Scorporando i dati, nel Q4 del 2014 sia l’area Asia-Pacifico sia EMEA hanno fatto registrare incrementi considerevoli, addirittura un +40% rispetto al Q3, mentre le Americhe si sono attestate a un +15 per cento. In linea le dinamiche rilevate in Italia: «I volumi a fine anno si sono attestati su circa 5,3 miliardi di euro, in crescita del 20% sul 2013 – commenta Davide Dalmiglio, head of capital markets di JLL Italia – Tutti i prodotti retail continuano a segnare un trend positivo».

4

Milano Il New York Times incorona il capoluogo lombardo come la destinazione numero 1 tra quelle selezionate nella speciale classifica “52 Places to Go in 2015”. Una bella soddisfazione per chi sta lavorando a Expo, sicuramente uno dei motivi del piazzamento al vertice.

Shake Shack vs McDonalds È in corso una nuova sfida verso McDonalds e non dal “solito” BK. Il competitor Shake Shack è giovane, organic, adorato dai millenials, non opera in franchising e vanta già una piccola ma agguerrita rete di punti vendita, in USA ma anche UK, UAE, Turchia e Russia.

Mondadori retail Ceduta la storica location di Corso Vittorio Emanuele a Milano (acquisita da Mango che aprirà uno dei suoi flagship più imponenti, 3mila mq circa) ma i conti sono sempre in rosso. Librerie e multicenter Mondadori attendono rapido riposizionamento.

Conad Studi, progetti, finanziamenti e ora anche il socio cinese. Sul progetto di Conad per lo sbarco in Cina si svelano sempre più particolari. E il 19 febbraio, giorno del capodanno cinese, la prima apertura a Shanghai. In bocca al lupo!

Coop concert Cooncertiamo un calendario di una sessantina di eventi culturali svoltisi a gennaio nei supermercati di Unicoop Firenze. Animare le vendite, attraverso la cultura, in mezzo a frutta e verdura. Seguiranno altre date?

Gucci Dopo Luxottica tocca a Gucci. Cambi al vertice tempestosi nella maison italiana del lusso che perde Ceo e direttore creativo in un sol colpo e, colpo di scena, prima dei termini comunicati inizialmente per l’addio. Anche i grandi litigano.

Pitti Uomo Boom di buyer all’edizione di Pitti Uomo gennaio: +20% italiani, +13% stranieri, +18% di media rispetto all’edizione precedente, per un totale di 24mila compratori. Visti i tempi, un risultato più che lusinghiero per Raffaello Napoleone e il suo team.

retail&food - gennaio/febbraio 2015

BariBlu Il centro commerciale pugliese della bresciana Tricenter perde un pezzo, imponente: Auchan ha annunciato la chiusura dell’ipermercato per risultati inferiori agli obiettivi. Dopo Auchan, che prese il posto di Iper Standa, per il prossimo turno si parla di Ipersimply, ma su superfici inferiori. Chi la dura la vince?

Pret a Panin Nuovo concept food milanese, aperto a fine 2014, ma con ambizioni da “catena”. Alle spalle una struttura societaria insolitamente complessa, a quanto riporta l’Espresso, collegata a Jonella Ligresti, che dopo il crack assicurativo Fonsai, riparte dai panini.


A LARRY SMITH LO STUDIO DEL RETAIL NEL NUOVO STADIO DELL’UDINESE

I

l futuro dei grandi impianti sportivi passa attraverso lo sviluppo, al loro interno, di aree commerciali, ristorazione e servizi, che li facciano vivere tutta la settimane. Così ha fatto per prima la Juventus, così farà l’Udinese Calcio: «la prospettiva di dotarsi di uno stadio di proprietà non può prescindere da un concept che preveda la multifunzionalità e l’impiego delle strutture al di là del giorno di gara. Prima ancora di progettare la ristrutturazione del Friuli, avevamo ben chiara quale doveva essere la sua destinazione», ha spiegato il presidente dell’Udinese, Franco Soldati. All’interno di questo progetto, già in fase di cantiere, Larry Smith è stata incaricata da Udinese Calcio Spa dello studio di fattibilità, del concept e del layout delle aree commerciali, di ristorazione e servizio. «Uno stadio di calcio in quanto tale viene utilizzato, mediamente, per non più di 75/80 ore in un anno senza riuscire a sfruttare in modo alternativo e complementare i flussi molto importanti che genera – ha commentato Christian Recalcati, managing director di Larry Smith – Il nostro compito sarà quello di individuare funzioni complementari sostenibili che possano far diventare lo stadio un luogo di destinazione, non solo nel match-day, facendo ulteriore leva sul senso di appartenenza al territorio che la passione sportiva genera».

PER CAGLIARI E TORINO UN 2014 CON SEGNO PIÙ

A

ll’aeroporto di Cagliari Mario Mameli è stata superata la soglia dei 3,6 milioni di passeggeri: il 2014 si è infatti chiuso a quota 3.629.284, +1,53% rispetto al 2013. In crescita anche il numero dei movimenti che nell’anno appena trascorso sono stati 29.850 (+1,18%). Il record mensile assoluto di presenze si è registrato nel mese di agosto con 513.029 passeggeri. Ma la vera scommessa ora, come ha spiegato Vincenzo Mareddu, presidente di Soager, società di gestione dell’Aeroporto di Cagliari, sarà far fronte al calo dei passeggeri internazionali e la riduzione delle frequenze di alcuni vettori low cost. Bene, anzi meglio, l'aeroporto di Torino Caselle che torna a crescere dopo due anni di difficoltà. Il 2014 si è infatti chiuso con +8,6% di passeggeri (quasi il doppio della crescita media nazionale) per un totale di 3 milioni e 440mila i viaggiatori che hanno scelto lo scalo torinese. Significativo anche il dato dei passeggeri dei voli internazionali che ha fatto registrare un +18 per cento.

retail&food - gennaio/febbraio 2015

5


News L’ANTITRUST CONTRO MARCOPOLOSHOP.IT

TXT ASSISTE I PELUCHE

M

ezzo milione di euro di sanzione per pratiche commerciali scorrette nell’ecommerce. Questo è il pronunciamento dell’Antitrust nei confronti di S.G.M. Distribuzione, avvenuto a conclusione di un procedimento avviato sulla base delle segnalazioni di numerosi consumatori. Come si evince dal portale dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, “nel proprio sito Marcopolo Shop.it (oggi Unieuro.it), la società offriva ai consumatori, indicandoli come “disponibili”, anche prodotti che in realtà non lo erano, e subordinando la conferma definitiva della transazione a un’ulteriore e successiva verifica della disponibilità dei prodotti acquistati dai consumatori sul sito. Tale modalità di gestione degli ordini, derivante da particolari scelte organizzative di Marcopolo Shop, ha determinato notevoli disagi per i consumatori, come la frequente cancellazione degli ordini di acquisto e il sensibile ritardo nella consegna dei relativi prodotti.

F

NEW MARKETS OUTLOOK a cura di STRA_BRANDING

ornitore di soluzioni di pianificazione ‘end-to-end’ per il lusso, la moda e il retail specializzato, TXT ha acquisito un nuovo importante cliente in Nord America: Build-ABear Workshop Inc. Fondata a St. Louis nel 1997, Build-A-Bear Workshop è l’unica azienda al mondo a fornire, attraverso una rete di circa 400 negozi a livello globale, un’esperienza interattiva e divertente di creazione del proprio animaletto di peluche. La rete di vendita comprende negozi di proprietà negli USA, Porto Rico, Canada, UK e Irlanda, a cui si affiancano i punti vendita in franchising in Europa, Australia, Africa e Messico. Build-A-Bear estende il dialogo con il cliente anche attraverso il sito web buildabear.com. La piattaforma TXT Retail Planning fornirà a Build-A-Bear funzionalità di pianificazione end-to-end insieme ad avanzate capacità di simulazione e analisi.

www.strabranding.com

WELCOME TO SOUTH KOREA Non solo Hong Kong come meta dello shopping per i turisti cinesi. La Corea del Sud infatti sta diventando velocemente una delle principali destination dei viaggiatori cinesi che nel 2014 hanno rappresentato il 45% degli arrivi sul territorio coreano. Il rapporto tra il flusso di turisti cinesi verso Hong Kong rispetto allo stesso verso la Corea è passato dai 14,4 di cinque anni fa ai 9,4 dell’anno scorso. In base agli ultimi dati del Korea Tourism Organization, nel 2014 circa 6 milioni di cinesi sono entrati in Corea e si prevede che questi ultimi saranno circa 7,8 milioni nel 2015 per arrivare a 17,6 milioni nel 2020. La vicinanza geografica ma soprattutto i prezzi competitivi e la grande organizzazione offerta dai Duty Free Shops rappresentano le principali cause di tale fenomeno. Questi ultimi, infatti, hanno saputo adattare la propria offerta ai gusti e alle esigenze della clientela cinese raggiungendo risultati sorprendenti, soprattutto nella vendita di profumi e cosmetici (73% del business). Basti pensare che, mentre negli anni '90 la principale lingua straniera parlata dal personale di vendita era il giapponese, oggi quest’ultima è senza dubbio il cinese. I department Lotte Department Store in Myeondong, Seoul stores duty free coreani inoltre hanno sviluppato fortemente le proprie reti commerciali, offrendo una presenza capillare non solo nelle che nel 2014 hanno rappresentato con le loro vendite l’80% del mercato, di cui principali città o negli aeroporti (Seoul, Busan e Jeiu-do island) ma anche nel il 64% rivolte a clientela internazionale. Il mercato duty free coreano è oggi il più resto del territorio (su un totale di 42 negozi, il 50% è localizzato in città). grande al mondo con un volume di affari nel 2014 di 6,5 miliardi di dollari e una Oltre al player globale DF Galleria, i principali operatori DF coreani sono Lotte (8 crescita del 6% rispetto all’anno precedente. negozi con 660 marchi disponibili) e Shilla DFS (6 negozi e 550 marchi disponibili) Luca Esposito

6

retail&food - gennaio/febbraio 2015



News ICSC: A MILANO IL FORUM SU RETAIL STRATEGY & TRENDS Il mondo del retail ha fatto tappa a Milano, gli scorsi 27 e 28 novembre, per partecipare all’ICSC Retail Strategy & Trends forum. L’evento ha affrontato numerosi temi, contestualizzati anche per aree geografiche. A partire dal nostro mercato nazionale, rispetto al quale si è pronunciato proprio all’inizio della due giorni il presidente del CNCC (Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali), Massimo Moretti. Le sessioni plenarie, intervallate da workshop specifici, hanno visto quindi dibattere un panel di relatori internazionale su argomenti come la globalizzazione in un contesto post-crisi, la necessità di dare una nuova forma al retail real estate, la crescita del travel retail, l’e-commerce e l’avvento dell’omnichannel retailing, e ancora la rigenerazione delle città e la rivitalizzazione dei centri commerciali, le nuove opportunità legate all’intrattenimento e, da ultimo ma non per importanza, l’espansione dell’offerta food & beverage nei mall. Data la location, nel pomeriggio del 28 non poteva mancare una passeggiata nelle high street della capitale della moda.

IGD SIIQ: CESSIONE A BOLOGNA PER 29,4 MILIONI

P

rosegue per IGD SIIQ il programma di dismissioni incluso nel Piano industriale 20142016. La società specializzata nel settore immobiliare della grande distribuzione ha firmato con un primario investitore istituzionale internazionale un accordo preliminare, soggetto a condizione sospensiva, per la cessione di un complesso immobiliare situato in via Rizzoli, nel cuore del centro storico di Bologna. Tale complesso, composto da palazzi strutturalmente adiacenti e funzionalmente collegati, vanta una superficie lorda affittabile (Gla) di circa 2.350 mq, distribuita su tre piani, ed è completamente affittato a fini commerciali a due primari operatori, tra cui Apple. Il complesso era stato acquisito da IGD nel 2011. Il contratto definitivo di vendita sarà sottoscritto entro il 30 giugno 2015 per un controvalore di 29,4 milioni di euro con pagamento immediato di 2,94 milioni di euro a titolo di acconto e di caparra e il saldo al closing. Per IGD, il prezzo complessivo è superiore del 6% circa rispetto alla valutazione dell’Esperto Indipendente al 30 giugno 2014.

TRA BREBEMI E ASPI NON FURLA, TRA NUMERI CORRE BUON SANGUE E APERTURE

I

naugurata a luglio, con un investimento di 2,2 miliardi di euro e 5 anni necessari per la costruzione dei 62 chilometri che le permettono di collegare Milano a Brescia, la Brebemi non sta realizzando i numeri preventivati... e scatta la polemica. Brebemi spa ha attaccato pubblicamente Telepass per quanto riguarda gli sconti ai pendolari previsti dal decreto Lupi ma applicabili, logicamente, solo a chi utilizza il sistema telematico di accesso e pagamento. L'altra polemica (anche se forse sarebbe più giusto parlare di problema) riguarda il fatto che su 62 chilometri di autostrada non ci si può fermare a bere un caffè o a fare rifornimento, in quanto sono assenti “autogrill” e stazioni di servizio. Tuttavia, secondo il presidente della società, Francesco Bettoni, i contratti con i gestori saranno firmati entro l’anno e le stazioni di servizio saranno pronte per la primavera.

8

retail&food - gennaio/febbraio 2015

D

al 2010 al 2014, il brand Furla si è rinnovato e ampliato a 360 gradi con un fatturato in crescita costante: da 157 a 228 milioni di euro nel 2013, pari a un +54 per cento. Presente in 100 paesi con più di 350 negozi e oltre mille punti vendita tra multimarca e department store. Il retail diretto pesa il 60% sulle vendite totali, mentre la vera novità riguarda il business e-commerce cresciuto del 230% negli ultimi tre anni. Nel mondo oggi contiamo, oltre all’headquarter di Bologna, importanti presidi internazionali in Giappone, con un building a Tokyo, a Hong Kong e a New York, ma il 2015 sarà un anno di importanti aperture. In particolare in Italia nascerà il nuovo building Furla a Milano: 5 piani per circa 3mila metri quadri. Oltreoceano sarà la volta del Flagship Furla a NY, mentre saranno potenziati anche i mercati europei con aperture a Vienna e Madrid. In Giappone inoltre riaprirà lo storico negozio in Ginza.



News IL GIGANTE ENTRA IN GRUPPO SELEX Dal primo di gennaio 2015 la rete Il Gigante, forte di oltre 50 tra ipermercati e supermercati che generano un fatturato superiore al miliardo di euro, è entrata a far parte di Gruppo Selex. Con il nuovo socio, il Gruppo consolida il suo ruolo di terza forza della distribuzione italiana incrementando ulteriormente la sua attuale quota, pari al 10,8% (dati IRI canale I+S+ST+CC a giugno 2014). In particolare i nuovi asset andranno a potenziarne la rete nel nord Italia, dove Il Gigante conta attualmente 35 presidi in Lombardia, 15 in Piemonte e 3 in Emilia Romagna. La previsione di fatturato alla vendita nel 2014 si attesta intorno a 8.950 milioni di euro (+0,6%), mentre per il 2015 si prevede una crescita dell’1,1%, a cui si aggiungerà il giro d’affari del nuovo socio. Sul fronte investimenti, nel 2015 Selex prevede di iniettare capitali per 135 milioni di euro, con cui realizzerà 47 aperture di nuovi punti di vendita e la ristrutturazione di 46 locali. Al momento il Gruppo è composto da 17 imprese associate e conta 2.549 store.

8 GALLERY AL GRUPPO GWM PER 80 MILIONI

I

l centro commerciale 8 Gallery di Torino è stato acquisito da fondi e clienti del gruppo finanziario indipendente GWM per un valore di circa 80 milioni di euro. La transazione, assistita dal team Retail Capital Markets di CBRE Italia, parte del Gruppo CBRE, ha portato quindi al cambio di proprietà dello shopping center aperto nel 2002 e ubicato all’interno dello storico complesso del Lingotto, uno dei migliori esempi di architettura industriale riconvertita a uso direzionale, commerciale, ricreativo, ricettivo e culturale. Il mall in oggetto si sviluppa su due livelli per una Gla di circa 23.400 mq e un totale di 87 unità, di cui due medie superfici (attualmente occupate da PAM e Saturn). Tra i marchi nazionali e internazionali di maggior appeal si annoverano Zara, Desigual, Toys, Bata, Napapijri, Foot Locker, North Sails e Swarovski. Anche la food court, dotata di 15 tra bar e ristoranti, ha visto l’ingresso di operatori importanti tra cui KFC, che vi ha aperto il secondo locale in Italia.

CIGIERRE CRESCE E CREA LAVORO

A LA GARDENIA BEAUTY, 27 SHOP DI BEAUTY POINT

V

C

enticinque nuovi ristoranti all’anno, per un totale di oltre 500 assunzioni, soprattutto di giovani, e un aumento di fatturato per il 2014 stimato attorno al 22,4 per cento. È la crescita di Cigierre - Compagnia Generale Ristorazione, impegnata in Italia e all'estero nello sviluppo di locali multietnici diretti o in franchising e proprietaria dei format Old Wild West, Wiener Haus, Kukkuma Cafè e Arabian Kebab, nonché master franchisor di Cantina Mariachi. Un fenomeno che presenta anche un risvolto sociale perché coinvolge soprattutto i giovani: l’età media dei collaboratori – per Cigierre sono in tutto quasi 5mila, impegnati in 150 punti ristoro in Italia e all’estero – è infatti di 25 anni. Notevole è anche l’indotto che Cigierre genera con ogni nuova apertura, dagli interventi strutturali agli immobili, fino agli impianti, tutto è italiano, compreso il sistema informativo per il controllo di vendite, acquisti e scorte di magazzino.

10

retail&food - gennaio/febbraio 2015

ontinua la scalata di La Gardenia Beauty al mercato della cosmesi, in particolare nell’area del centro Italia. L’insegna, partecipata al 100% dal Fondo Orlando, ha acquisito infatti 27 punti Beauty Point in quest’area del Paese tramite procedura di concordato preventivo. In tal modo LLG Leading Luxury Group, partecipata al 50% da La Gardenia Beauty SpA e al 50% da Limoni SpA, si rafforza come unico polo del beauty luxury in Italia con circa 600 negozi, un fatturato aggregato di circa 400 milioni di euro e quote di mercato oltre il 55% delle catene e il 23% nel totale della profumeria selettiva. «Con l’acquisizione dei negozi Beauty Point, La Gardenia consolida la propria presenza nel centro Italia e aggiunge un importante traguardo nel piano di ristrutturazione e rilancio che ci vede coinvolti in prima linea» ha dichiarato Paolo Scarlatti, cofondatore e amministratore delegato di La Gardenia Beauty. Con l’accordo, La Gardenia Beauty SpA ha acquisito anche il marchio Beauty Point.


I PRODOTTI A MARCHIO PARTNERSHIP TRA COOP PIACCIONO NEINVER - TH REAL ESTATE

N «N

on ci allineiamo con chi considera il 2014 un anno di inversione di tendenza per ciò che concerne il prodotto a marchio. Viceversa il prodotto Coop continua a crescere (+3%), si rafforza nelle linee Bio (+16%) e Premium (+14%), ma occupa anche nuovi segmenti di mercato. Un esempio è la linea di profilattici Fallo protetto!, una novità lanciata a novembre. Di cui nel primo mese sono state vendute 10mila confezioni». Questo è quanto dichiarato da Domenico Brisigotti, direttore prodotto a marchio Coop a Marca 2015, la manifestazione fieristica bolognese dedicata alla marca commerciale. E nel 2015 Coop ha annunciato il varo di nuovi farmaci e integratori a marchio, con l’obiettivo di offrire prodotti sicuri, di qualità a prezzi inferiori rispetto al mercato: mediamente la convenienza è pari a un 30% rispetto alle corrispondenti marche vendute nel circuito delle farmacie.

einver e TH Real Estate, per conto di TIAA-CREF, hanno siglato una partnership strategica mirata alla creazione di una piattaforma leader in Europa nel segmento dei designer outlet. La joint venture investirà in numerosi outlet mall, concentrandosi inizialmente sul portafoglio esistente della società iberica e sulla sua pipeline di sviluppo in ambito europeo. Neinver continuerà a garantire le proprie competenze specialistiche e dedicate di gestione e operative all’intero portafoglio. La partnership – joint venture paritetica fra i due soci – è stata avviata con l'acquisizione, da parte di TH Real Estate, del 50% di Roppenheim The Style Outlets, in Francia, ed è destinata a crescere rapidamente nei primi mesi del 2015 con le acquisizioni, già definite, del Factory Outlet Annopol a Varsavia e del Factory Outlet e di Futura Park a Cracovia, in Polonia. La joint venture svilupperà inoltre il progetto di punta spagnolo di Neinver, Viladecans The Style Outlets, a Barcellona.

retail&food - gennaio/febbraio 2015

11


News AUTOGRILL SBARCA NELLA STAZIONE DI UTRECHT Gruppo Autogrill, attraverso la divisione HMSHost International, ha siglato un accordo con Nederlandse Spoorwegen (NS), il principale operatore ferroviario olandese, per la gestione di tre nuovi locali nella stazione ferroviaria di Utrecht (Utrecht Centraal). I nuovi store, che accoglieranno entro la fine del 2015 i viaggiatori con le insegne “Bistrot Utrecht Centrale”, “Koffiehuis” e “Bar Centraal”, si estenderanno su una superficie totale di oltre 1.300 mq e genereranno ricavi complessivi stimati in circa 60 milioni di euro nei dieci anni di durata del contratto. In particolare il concept Bistrot Centrale, sperimentato nella stazione ferroviaria di Milano Centrale e nello scalo di Düsseldorf, sarà lanciato nei prossimi mesi anche nell’aeroporto di Francoforte. «Questo contratto ci consente di entrare nel più trafficato snodo ferroviario dell’Olanda» ha dichiarato Walter Seib, CEO di HMSHost International.

A PROMOS LA GESTIONE DI VALMONTONE OUTLET La gestione di Valmontone Outlet è passata al gruppo bresciano Promos, che nel suo portfolio vanta anche il Palmanova Outlet Village. Aperto dal 2003 e di proprietà del fondo aperto Grundbesitz Europa of Deutsche Asset & Wealth Management, il Factory outlet center laziale conta più di 180 negozi, su una superficie di oltre 40mila mq. La location si trova a 40 km a sud-est di Roma, lungo la direttrice Roma – Napoli. Promos si occuperà della gestione del Valmontone Outlet con approccio full service, al fine di incrementare ulteriormente l’attrattività. La società bresciana gestirà inoltre l’ideazione e il coordinamento di tutte le attività di animazione in struttura, del palinsesto eventi e della promozione, nazionale e internazionale, e del centro come meta per lo shopping negli itinerari turistici.

12

Inviato speciale

DAL MIO VIAGGIO IN INDIA Due settimane nel Nuovo Anno e cinque Paesi nel tassametro. Un buon inizio per il 2015. Tra Italia, Inghilterra, Marocco, Emirati Arabi e India, è proprio quest’ultimo Paese che ha catturato la mia attenzione e curiosità... ancora una volta.

L

o scorso novembre, dopo 6 mesi di trattative, siamo stati selezionati da LuLu Group, uno dei maggiori ipermercati del Medio Oriente, per progettare un nuovo centro commerciale e hotel a Calicut, un’antica cittá di mercanti che per generazioni hanno esportato cannella, zafferano, pepe e svariate altre spezie da Kerala, nel sud dell’India, attraverso l’Oceano Arabo fino a Dubai, Abu Dhabi, Muscat e il resto della regione Medio Orientale. La prima lezione che l’India ti insegna è che lo sviluppo dei centri commerciali e di intrattenimento in questa area del mondo parte sempre dai retailer, che meglio di chiunque altro capiscono il bisogno dei propri consumatori. Promotori, architetti, agenti, analisti e asset manager arrivano immediatamete dopo ma i retailer sono i primi. Nel 2006 LuLu Group decise di sviluppare i propri centri commerciali in città minori dell’India. Nel 2012 aprirono il loro primo centro commerciale nella città di Kochi, capoluogo di Kerala – 70.000 mq di Gla ancorata da un Ipermercato a marchio LuLu e da una fantastica selezione di ristoranti, cinema e funpark interno di nome Sparky’s con boutique autentiche del luogo (vedi Spices of India) – Più di recente, il dicembre scorso, venne inaugurato un nuovo hotel a cinque stelle, marca Marriott, con 200 stanze e una sala conferenze per 1.000 persone, collegato al centro commerciale. L’unione di spazi per eventi, conferenze e ospitalitá con l’offerta più meramente commerciale e di intrattenimento costituisce una formula ben rodata in Asia e sono certo che in futuro anche le maggiori città

retail&food - gennaio/febbraio 2015

europee potranno seguire questo modello integrato di Mixed Use. Certamente molte lezioni possono essere imparate dal settore dell’ospitalitá. Riconosciamo i primi segnali da investitori e sviluppatori quali Unibail Rodamco, che ha coniato il Four Stars Label per i propri centri commerciali che offrono un servizio di alta qualitá, o Wesfield che ha inserito un servizio di Concierge presso Westfield Londra, o Corio, che ha inventato la Gru Key presso Le Gru di Grugliasco, che offre sconti per eventi ai clienti che visitano con maggior frequenza il centro commerciale, o il Gruppo Finiper, che ha creato una vera e propria scuola di cucina e ricette presso il Portello di Milano per garantire la qualitá dei prodotti venduti all’interno dei propri ipermercati, o Wilhelm & Co., che ha integrato uno studio televisivo dove viene trasmesso il programma “The Voice” presso Mediacité a Liege. Il comun denominatore è “esaltare l’esperienza del visitatore”. Nel campo alberghiero si chiama “la qualità del servizio”. Se ci riflettiamo sopra, stiamo parlando esattamente della stessa cosa. Nel mio mondo lo chiamo “l’arte di saper ascoltare”. Amo il mio lavoro e vivo ogni giorno della mia vita professionale come un nuovo inizio, ricordando quanto i miei genitori mi hanno insegnato: saper ascoltare è piú importante di saper parlare. Tutto in India si riconduce alla psicologia dell’ascolto. Buon 2015 a tutti. Davide Padoa, CEO di Design International www.designinternational.com




News cosa occorre sapere per...

a cura dello Studio Legale Cocuzza & Associati di Milano

Più semplice eseguire sentenze UE nei paesi membri

B

uone nuove sul fronte dell’unificazione giurisdizionale a livello UE. Dal 10 gennaio 2015 è in vigore il regolamento UE 1215/2012 del Parlamento Europeo e del Consiglio, noto come Regolamento Bruxelles I bis, il quale a lato di qualche lieve modifica in tema di giurisdizione, di cui non tratteremo qui, apporta un mutamento di grande rilievo per quanto concerne il riconoscimento e l’esecuzione di sentenze UE all’interno dei paesi membri.

L’innovazione costituisce di fatto una rivoluzione copernicana, atteso che l’esecuzione delle sentenze UE in paesi membri è ora automatica non essendo più necessario passare dalla Corte d’Appello per ottenere ciò che in gergo si chiama exequatur, con evidente risparmio di tempo e di costi. In poche parole la decisione emessa in uno stato membro è ora esecutiva anche negli altri stati membri ed è espressamente escluso che l’autorità procedente possa chiedere alcuna forma di legalizzazione o autenticazione della decisione da attuarsi. La norma si applica anche agli atti pubblici e alle transazioni giudiziarie. Per richiedere l’esecuzione sarà semplicemente necessario munirsi della copia autentica della decisione e di un attestato standard debitamente compilato, che riporta tutti gli estremi della decisione. La traduzione è meramente eventuale: l’autorità procedente non è obbligata a chiedere traduzione dell’attestato e può richiedere la traduzione dell’intera decisione solo se non sia in grado di procedere in mancanza di tale traduzione. C’è da augurarsi che la prassi non espanda di fatto questa disposizione: del resto l’attestato è di contenuto sufficientemente analitico per porre l’autorità procedente e il destinatario del procedimento in grado di comprendere ciò che viene posto in esecuzione. Naturalmente le regole che governano la procedura sono quelle vigenti nello stato di esecuzione. Nel caso in cui in quel determinato paese non esista il provvedimento portato in esecuzione, si applicheranno le norme del procedimento che più vi si avvicini (“che abbia efficacia equivalente e persegua obiettivi ed interessi analoghi”). È data tuttavia la possibilità alla parte contro cui si procede di opporsi al riconoscimento e conseguente esecuzione, ma ciò

solo per motivi limitati, tra cui: contrarietà all’ordine pubblico vigente nello stato richiesto, decisione resa senza che il convenuto si sia costituito e in lesione del diritto di difesa, conflitto con precedente decisione del paese richiesto dell’esecuzione o altro paese. Il Tribunale è competente a dirimere tali impugnative e avverso le decisioni di primo grado è dato diritto di impugnativa dinanzi alla Corte d’Appello e in ultima istanza in Cassazione. La conseguenza concreta e più importante di questa innovazione risiede nel fatto che sarà più facile, più rapido e meno costoso per gli italiani far valere le sentenze e i provvedimenti giurisdizionali nei paesi UE e viceversa. La redazione stessa dei contratti internazionali in molti casi cambierà per tenere conto di questa importante modifica. Infatti sino a oggi era ritenuto sconsigliabile l’inserimento di una clausola di deroga di giurisdizione a favore di un determinato paese, qualora fosse verosimile che le decisioni derivanti da eventuali contenziosi dovessero essere eseguite in altri paesi membri. Ciò per evitare le lungaggini (e incertezze) legate al riconoscimento della sentenza o del provvedimento. Queste obiezioni cadono oggi, rendendo forse addirittura consigliabile la scelta delle corti di un paese quando sia provato che esse sono più rapide ed efficienti di quelle del paese dove l’atto deve trovare esecuzione. Si potrebbe addirittura ipotizzare che si verifichi un forum shopping tra i paesi europei alla ricerca di quello con il sistema giudiziario più efficiente, e non è detto che ciò non possa essere di stimolo ai paesi il cui sistema si presenti al contrario inefficiente. Avv. Alessandro Barzaghi Per informazioni e quesiti gli Avvocati Giulia Comparini gcomparini@cocuzzaeassociati.it e Alessandro Barzaghi abarzaghi@cocuzzaeassociati.it saranno lieti di rispondervi.

MCARTHURGLEN, IN ITALIA OLTRE 20 MILIONI DI CONSUMATORI NEL 2014 Le vendite generate dai turisti extra-Ue sostengono le performance degli outlet McArthurGlen in Italia, raggiungendo nel 2014 la cifra record di 200 milioni di euro. I consumatori complessivi, invece, sono stati oltre 20 milioni. Nonostante per la prima volta non sia possibile conoscere il dato aggregato del giro d’affari dei cinque Foc, scelta motivata dal country manager Roberto Meneghesso con la necessità di tutelare valori sensibili che appartengono ai tenant, gli outlet di Serravalle Scrivia (AL), Noventa di Piave (VE), Barberino di Mugello (FI), Castel Romano (Roma) e Marcianise (CE) avrebbero migliorato ulteriormente il loro fatturato, che nel 2013 si era attestato a quota 917 milioni di euro (+14,6 sul 2012). Ancora una volta sono stati determinanti gli incassi generati in primis dai visitatori della Federazione Russa, che insieme a quelli provenienti da Ucraina e Kazakistan rappresentano il 45% sulle totale delle vendite tax-free.

retail&food - gennaio/febbraio 2015

15


r&f News opening

A Malpensa apre la Piazza del Gusto

I

l restyling di Malpensa continua senza sosta. A inizio dicembre hanno aperto i battenti le attività commerciali della nuova Piazza del Gusto, uno spazio di oltre 2.200 mq che segue la Piazza del lusso nel “terzo terzo” del Terminal 1. I passeggeri, dopo aver fatto un po' di shopping nei negozi dell'alta moda, proseguendo verso gli imbarchi potranno concedersi uno spuntino accompagnato da una flute di spumante al Ferrari Spazio Bollicine, poco più di 60 curatissimi mq al centro della Piazza in cui ogni dettaglio è stato progettato per una pausa di autentica qualità italiana, con menu studiati dallo chef Alfio Ghezzi e arredamenti di design tra cui mosaici, specchi e ampi banconi con sgabelli. Accanto si trovano il Caffè Milano, dove è il brand Milano, con la sua livrea bianca e rossa, a caratterizzare lo spazio, il negozio di Venchi, storico produttore torinese di cioccolato, che oggi ne produce ed esporta più di 350 qualità in tutto il mondo e infine Briciole Bar, dove ogni prodotto è confezionato in giornata con ingredienti freschi e genuini. E per chi non solo volesse gustare le eccellenze italiane ma vuole anche portarne un assaggio con sé, i 500 mq di Emozioni food & wine offrono una selezione dei migliori prodotti nazionali e di alcuni stranieri come champagne, cognac, whisky e altro ancora. Oltre a queste eccellenze del gusto, sono presenti nella nuova Piazza anche i negozi di Furla, Moreschi, Pinko, Piquadro e Swatch, prestigiosi brand che con la loro offerta integrano efficacemente quella già presente sul terminal, permettendo di rispondere ancora meglio a tutte le esigenze di shopping dei passeggeri.

Re Giorgio conquista Doha Mango a tutto opening

I

Q

atar Duty Free ha ufficialmente inaugurato la prima boutique di Giorgio Armani in un aeroporto del Medio Oriente, precisamente nell'Hamad International Airport di Doha, la capitale del Quatar. L'apertura è giunta a pochi mesi da un'altra novità di Re Giorgio sempre all'interno dell'aerostazione dell'emirato: il primo shop al mondo di Armani Junior in un aeroporto. La boutique di Giorgio Armani si estende su un'area di 190 mq ed è dedicata alle collezioni ready-towear e accessori sia da uomo sia da dona. L'atmosfera, intima e raffinata, è caratterizzata da un importante utilizzo di seta spazzolata. Le pareti sono rivestite con speciali pannelli in tessuto, i pavimenti sono rifiniti con pietra beige levigata e coperti da tappeti Armani/Casa. Qatar Duty Free all'Hamad International Airport offre 40mila mq dedicati al travel retail food e non food, con 70 negozi e più di 30 bar e ristoranti.

16

retail&food - gennaio/febbraio 2015

l marchio di moda giovanile Mango prosegue nel suo piano di sviluppo nazionale e internazionale. Guardando al nostro Paese, nell’ultimo periodo ha aperto sei nuovi punti vendita e ne ha ampliati altri 14. I nuovi opening riguardano due megastore, uno al centro commerciale Oriocenter di Orio al Serio (Bergamo) e l’altro a Modena, un negozio Mango nel centro di Bergamo e tre corner nei grandi magazzini Coin di Cagliari, Foggia e Livorno. In particolare il punto vendita all’interno del noto shopping centre lombardo è distribuito su 2mila mq di superficie di vendita e comprende tutte le linee: MANGO, H.E. by MANGO, MANGO Kids, MANGO Sport&Intimates e Violeta by MANGO. Nei patri confini il brand spagnolo ha appena avviato un nuovo negozio dedicato alla linea maschile MANGO Man nel cuore della capitale catalana. La catena disporrà così di quattro punti vendita nel centralissimo Paseo de Gracia a Barcellona, dove si concentreranno: il primo negozio aperto da MANGO nel 1984, il recente megastore (che comprende MANGO, MANGO Man, MANGO Kids e MANGO Sport&Intimates), MANGO Kids e il nuovo flagship store MANGO Man. Quest’ultimo dispone di oltre 600 mq distribuiti su due piani: sarà il punto vendita MANGO Man più grande del mondo. Attualmente il marchio dispone di 240 punti vendita distribuiti in 42 paesi.


CONAD ALL’ESORDIO IN CINA CON 5 STORE Inizia con il botto il 2015 cinese per Conad. Dal prossimo 19 febbraio, giorno del Capodanno cinese, cinque punti di vendita a insegna alimentare apriranno nella municipalità di Shanghai e nelle province di Jiangsu e di Zhejiang con un assortimento di 250 prodotti Sapori&Dintorni Conad e Conad tra fresco e secco, surgelati e vini. Inoltre saranno attivate vending machine dotate di un’ampia selezione di prodotti Conad, da cui i cinesi potranno fare acquisti anche attraverso Internet. In una fase successiva ne saranno installate circa 200 in altrettanti punti strategici delle città. La gestione dei cinque store e delle vending machine è stata affidata a un imprenditore locale, anche per poter meglio cogliere le tendenze di un mercato in continua, rapida trasformazione. L’iniziativa è destinata a rafforzare i 60 milioni di euro frutto dell’export Conad sviluppato nel corso del 2014.

Al Sicilia Outlet Village, Polo Ralph Lauren, Etro e Hugo Boss

I

l Sicilia Outlet Village cresce in termini sia di performance sia di brand mix sia di metri quadrati. Il factory outlet centre gestito da Arcus Real Estate ha iniziato il 2015 con il botto: grazie anche all’apertura lo scorso anno della fase 2, che ha portato 13 nuovi marchi, il 2014 si è concluso con un +26% di fatturato, un +15% di footfall e con una presenza turistica incrementata del 20%; i risultati positivi hanno portato a stringere contratti per le aperture di Polo Ralph Lauren, già avviato il 10 di gennaio, Etro e Hugo Boss; inoltre nel periodo compreso tra l’1 e l’11 di gennaio il flusso di visitatori è cresciuto dell’11% rispetto allo stesso periodo del 2014, spingendo il giro d’affari del 22 per cento. In considerazione degli ottimi risultati, Arcus Real Estate sta pianificando di sviluppare la Fase 3 del Sicilia Outlet Village, che si estenderà su ulteriori 6mila mq, per un totale di 35 nuovi negozi. A oggi il Foc in provincia di Enna si articola su 30mila mq di Gla, su cui sono attivi circa 130 punti vendita.

Feltrinelli sbarca a Santa Maria Novella

The Dubai Mall più glamour con Kocca

A

I

inizio di dicembre, in tempo per gli acquisti natalizi, ha aperto all’interno della principale stazione di Firenze un nuovo punto vendita Feltrinelli. La libreria è dotata di due entrate: una a livello binari e una nel sottopassaggio, all’interno dell’altrettanto nuova galleria commerciale (9mila mq di negozi e 40 punti vendita) creata da Grandi Stazioni. Il format scelto ricalca quello già sperimentato da Feltrinelli nelle altre grandi stazioni italiane, come Milano Centrale e Roma Termini, in cui offre una selezione di titoli calibrata sui gusti dei viaggiatori. Il punto vendita a due passi dai binari (nei locali dove prima esisteva il self-service) arriva dopo l’apertura, nell’aprile del 2014, di Red in piazza della Repubblica al posto della “vecchia” libreria Edison. In questo modo il Gruppo si ritroverà con tre punti vendita a Firenze nel raggio di poche centinaia di metri. Per cui la parola d’ordine è diversificare: dentro la stazione una libreria con una selezione dei titoli più venduti, in piazza della Repubblica un’offerta che sposa cultura e cibo, mentre in via de’ Cerretani il punto vendita con il maggiore assortimento di titoli.

l brand di abbigliamento Kocca sbarca a Dubai con l’apertura presso il The Dubai Mall. Il negozio si estende su una superficie di 200 mq e richiama nel concept e nel design le atmosfere moderne e sofisticate dello stile Kocca. «Siamo entusiasti di poter portare la nostra passione per la moda caratterizzata da qualità e cura dei dettagli in un’area così importante per il settore fashion come Dubai, dove vogliamo far parlare il nostro stile e siamo fiduciosi di poter replicare il successo che sta caratterizzando il nostro processo di internazionalizzazione – ha dichiarato il presidente di Kocca, Andrea Miranda – Esportare Kocca non è solo presentare il Made in Italy, ma è condividere un gusto unico, fatto di modernità, femminilità e tradizione». L’apertura dello store, il primo nell’area della penisola arabica, si inserisce in una più ampia strategia di internazionalizzazione che prevede anche l’approdo in Arabia Saudita con un’opening a Riyadh e una a Dharhan, fra i centri più ricchi della regione.

retail&food - gennaio/febbraio 2015

17


News opening PROGETTO ANNEX DI LA RINASCENTE DUOMO Via Santa Radegonda diventa porta d'accesso per un mondo dedicato alle giovanissime, con la firma di La Rinascente Duomo. Nel processo di restyling del department store, infatti, rientra anche Annex, una parte distaccata che si trova nella via a fianco, collegata al main building da un passaggio coperto al primo livello. Annex si presenta come uno spazio dinamico e stimolante, dove è possibile crearsi il proprio look e trovare proposte moda e accessori beauty. In particolare il piano terra è dedicato al make up, mentre al primo piano si trovano fashion shoe e sneaker, lingerie e accessori. Il terzo livello - che debutterà in febbraio sarà focalizzato sulle collezioni moda e sugli accessori. E per una pausa gustosa non poteva mancare un’area food, situata al piano terra e affidata a Manuelina Focacceria di Recco.

Sirio all’Aeroporto Marconi di Bologna

N

ello scalo bolognese, nell'area land side, ha inaugurato La Ghiotta: Italian coffe & more, un nuovo concept di bar polifunzionale al servizio dei viaggiatori, e non solo, studiato da Sirio che così debutta nella gestione dei servizi di ristorazione all’interno di scali internazionali. Attraverso le scelte stilistiche dell’arredo e la qualità dei prodotti provenienti da produzioni a filiera controllata del territorio, è stato realizzato un contenitore che offrirà ai passeggeri e ai bolognesi un momento di consumo inatteso e appagante per chi vuole gustare i sapori autentici della regione Emilia Romagna. Sono previsti, inoltre, incontri di degustazione con produttori locali durante tutto l’arco dell’anno. Nella gamma panini prima tra tutte una ricetta gourmet ideata per Sirio da un grande nome della ristorazione, lo chef bolognese Marcello Leoni. «Non vogliamo essere riconosciuti per un format ma vogliamo far vivere un’emozione – ha spiegato Stefania Atzori, amministratore delegato di Sirio SpA – Renderemo straordinario ogni momento di consumo per i nostri clienti che identificheranno Sirio nella qualità dei prodotti, nell’originalità dell’offerta e nello stile

degli arredi capaci di fondere la modernità nella tradizione». La Ghiotta è il quinto locale inaugurato nel 2014 e il primo nel canale aeroportuale, che conferma il trend di espansione e rafforzamento di Sirio, che oggi conta 54 locali e un fatturato atteso in crescita del 10% a 36 milioni di euro.

I permanent shop Nivea negli outlet di Castel Guelfo e Marcianise CAFFÈ VERGNANO, SEMPRE PIÙ “ROBUSTO”

D

opo il tour itinerante che negli ultimi anni ha portato i temporary store Nivea in giro per l'Italia, ora il brand di Beiersdorf ha avviato i suoi primi permanent shop firmati Adverteam all’interno del Castel Guelfo The Style

Circa 80, questo è il traguardo dei punti vendita a marchio Coffee Shop 1882 Vergnano. Mentre nel 2013 erano stati inaugurati i punti vendita di Istanbul, Chicago, Bari e Milano, arrivando a 70 replicazioni del format in 19 paesi e 4 continenti, il 2014 ha visto la nascita di altre importanti location italiane: a Torino in Corso Vittorio Emanuele, presso Eataly Smeraldo a Milano e all'interno del nuovissimo Eataly incontra Caffè Vergnano alla Mole Antonelliana, ancora nel capoluogo piemontese. Sempre lungo lo Stivale prima della fine dell'anno hanno aperto i bar di Asti, presso il centro commerciale Nuovo Borgo, a San Sicario (TO) e a Padova. A questo si aggiunge che la bellissima e storica caffetteria di Chieri (TO) si è trasformata in Eataly in Collina. Sul fronte estero, invece, dopo le aperture in Kuwait, in Oman e Quatar, si affiancheranno presto quattro nuovi locali in Turchia, UK, Oman e Brasile.

18

retail&food - gennaio/febbraio 2015

Outlets (BO) e de La Reggia Designer Outlet di Marcianise (CE). Visibility, memorability e talkability sono le tre key-word che hanno guidato questa realizzazione. «’Visibility’ perché i Nivea shop vogliono distinguersi, rompendo la tradizionale monotonia degli outlet – spiega Alberto Damiani di Adverteam – ‘memorability’ perché chi entra deve poter vivere una shopping experience emozionale che va ben oltre il semplice acquisto di un prodotto; ‘talkability’ perché chi esce da questi negozi deve avere voglia di raccontarlo agli altri, innescando un processo di virilizzazione». L’ambiente, caratterizzato da linee pulite ed essenziali, in cui ricorre la classica forma tonda del logo Nivea, sprigiona tutto il calore di una casa vissuta, accogliente, densa di ricordi e curiosità in cui il protagonista assoluto è il suggestivo bovindo, che funge da area relax ed educational. Uno spazio in cui il tempo sembra non scorrere mai con l’obiettivo di trasformare lo shopping in experience.



r&f Cover story

AUTOSTRADE ITALIANE,

Brebemi: grande opera o grande flop? Autogrill e Chef Express (Gruppo Cremonini) presidieranno le aree di ristoro. Quando? Non è dato sapersi perché mancano all’appello gli operatori oil.

20

retail&food - gennaio/febbraio 2015


È IL MOMENTO DELLA VERITÀ In queste settimane è atteso l’atto di indirizzo congiunto da parte del Ministero dei Trasporti e di quello dello Sviluppo economico con cui saranno tracciate le linee guida dei futuri bandi di gara. Due i nodi più importanti da sciogliere: il cosiddetto “sottopensilina” e l’onerosità dei contratti

I

l limbo in cui si trova il mercato delle sub-concessioni autostradali è giunto al termine. Proprio mentre andiamo in stampa potrebbe essere promulgato l’atto di indirizzo congiunto da parte del ministero dei Trasporti (MIT) e di quello dello Sviluppo Economico (MISE) contenente le linee guida che i concessionari dovranno applicare nei futuri, ma ormai prossimi, bandi di gara per i servizi oil e non oil. Il tempo stringe: entro i prossimi dodici mesi dovranno essere aggiudicate circa 200 sub-concessioni, che diventeranno operative dal primo gennaio 2016. L’intero comparto, dai concessionari stessi ai gestori delle pompe di benzina, passando per i player della ristorazione, si aspetta quindi che questo nuovo documento porti finalmente chiarezza e

Le Cover story di retail&food Con il 2015 retail&food propone ai propri lettori un’importante novità: una cover story su ogni numero che ne riflette il focus del mese. La rivista ospiterà dunque un approfondimento su un singolo tema strutturato con un articolo introduttivo di scenario, un’intervista a tutta pagina a un top manager, una case history di una realizzazione già portata a termine o di un progetto particolarmente significativo, una fotonotizia e ancora l’analisi dei listini dei prodotti commercializzati nello specifico canale distributivo. Questo per rendere più completa e accattivante l’offerta giornalistica di r&f, che si arricchisce anche di nuovi servizi dedicati ai brand della moda e all’omnichannel retailing. Il tutto senza trascurare le altre specializzazioni del magazine (travel retail e centri commerciali), che troveranno spazio all’interno dei Dossier e delle Analisi di mercato.

ripristini le precondizioni necessarie affinché il business dell’on the go possa ripartire. Nel frattempo tutte le gare sono sospese e i contratti in essere sono prorogati sino al 31 dicembre 2015. Questo in seguito a un precedente atto di indirizzo che – in maniera un po’ confusa sul fronte non oil – chiedeva ai concessionari di congelare i bandi in vista di un periodo di consultazioni che avrebbe portato in primis alla razionalizzazione e complessivamente alla riorganizzazione della rete. Suddetta fase, che abbiamo raccontato la scorsa estate (vedi retail&food di luglio/agosto 2014, pagg. 44-48. “Speciale mercati in concessione - Il boccone amaro delle autostrade italiane”), ha trovato un primo importante riscontro nella convocazione delle parti in causa presso i Ministeri competenti a Roma. In particolare, per quanto concerne la ristorazione, Aigrim (Associazione delle Imprese di Grande Ristorazione e Servizi Multicanale) ha ottenuto di sedersi al tavolo del Governo per portare avanti le istanze degli associati ed è riuscita a redigere, insieme all’Unione Petrolifera, un documento congiunto che affronta il tema dell’onerosità dei contratti. Proprio quest’ultimo tema insieme a quello della somministra-

zione dei prodotti alimentari sottopensilina – avvallato però dall’Antitrust – rappresentano le pratiche più scottanti che il MIT e il MISE si trovano ad affrontare: i tre attori in causa, concessionari, gestori oil e gestori non oil, esprimono infatti esigenze differenti. E il rischio, a questo punto, è che la montagna partorisca il topolino, o meglio che il nuovo atto di indirizzo non entri nel merito di entrambe le tematiche. Ma proviamo in questa sede a fare chiarezza sulle aspettative degli operatori della ristorazione autostradale, espresse sul finire del 2014 fa da

retail&food - gennaio/febbraio 2015

21


r&f Cover story «Le Royalties troppo alte compromettono la sostenibilità economica delle aree di ristoro» Massimiliano Santoro, public affairs director e F&B Europe senior legal counsel di Autogrill Come pensate di affrontare la questione del cosiddetto sottopensilina? Premesso che Autogrill è a favore delle liberalizzazioni e della concorrenza, siamo profondamente convinti – e con noi l’intero settore rappresentato da Aigrim – che sia necessario modificare le norme attuali relative al sottopensilina, per evitare interpretazioni ambigue e contrapposte. Secondo l’interpretazione che sino ad oggi ha prevalso, la facoltà dei gestori oil di aprire attività in concorrenza non può essere in alcun modo limitata. Questo modello, che da un lato consente all’operatore oil di gestire qualsiasi attività senza gara, e dall’altro costringe l’operatore di ristoro, che invece ha partecipato a una gara, a rispettare il perimetro della concessione, è discriminatorio e irrazionale, soprattutto, nel silenzio dell’Autorità di regolazione dei trasporti che avrebbe dovuto fissare i criteri per l’introduzione delle attività sottopensilina. Che idea vi siete fatti sull’ipotesi di razionalizzazione della rete al vaglio del Ministero dei Trasporti? La razionalizzazione della rete è una misura necessaria, e non più derogabile, per risolvere i problemi strutturali di una rete autostradale obsoleta e caratterizzata da un elevato numero di aree di servizio. Dai lavori ministeriali ci aspettiamo senz’altro l’individuazione di linee guida per la chiusura di aree marginali e per l’introduzione di una maggiore flessibilità nella gestione, per esempio, lasciando agli operatori la libertà di applicare orari di apertura e chiusura in base ai flussi di traffico. E in merito all’onerosità delle concessioni? I livelli troppo alti di royalties compromettono la sostenibilità economica dei punti vendita. Quello che vorremmo, insomma, è che, in aggiunta alle questioni della numerosità delle aree di servizio e delle rigidità gestionali, venisse affrontato anche il problema delle modalità di determinazione delle royalties che, allo stato attuale, traslano ingiustificatamente tutti i rischi sugli operatori oil e non-oil. Per questo motivo auspichiamo che l’Atto di indirizzo di prossima emanazione possa occuparsi anche di ciò.

Aigrim al tavolo dei ministeri a Roma. Rispetto a quell’incontro fonti autorevoli ci hanno confermato innanzitutto una significativa apertura, non solo nei contenuti ma anche nell’approccio, da parte degli organi politici; mentre, di contro, risulta ancora latitante e quindi avulsa da

22

ogni discussione l’Autorità dei trasporti: un ente non solo inutile sino a ora su questo argomento, prosegue la nostra fonte, ma addirittura potenzialmente dannoso perché funge da freno ai ministeri che devono inevitabilmente sovrapporsi alle sue funzioni. «I problemi sono individuati

retail&food - gennaio/febbraio 2015

e questo è il momento della verità: l’atto di indirizzo sarà efficace solo se affronterà la questione della razionalizzazione della rete e se spiegherà come impostare le gare – ha reso noto Aigrim – Il tema della somministrazione di prodotti alimentari sottopensilina mette d’accordo i ristoratori con i concessionari autostradali, che sono entrambi di parere negativo, ma trova sul fronte opposto gli operatori oil, che vedono in questa soluzione un’importante opportunità per rimpinguare le casse sempre più vuote. Al contrario l’onerosità dei contratti vede alleati i ristoratori e le società petrolifere, ma contrari i concessionari autostradali. L’ideale sarebbe quindi che il Ministero redigesse un documento sostanzioso, e non formale, che impedisca nel merito che tali conflitti possano avvenire. Per esempio, dopo il pronuncia-

mento dell’Antitrust il Ministero non può eliminare in toto il cosiddetto tema del sottopensilina, ma può sostenere che è nella potestà programmatoria del concessionario negarlo laddove si palesassero delle criticità». Nessuna divisione, invece, in seno ad Aigrim: «la posizione degli associati è coerente e vede compatti sia i grandi sia i piccoli operatori. Il presupposto condiviso è che superare questi due problemi, il sottopensilina e l’onerosità dei contratti, è una condizione necessaria, insieme sufficiente ma singolarmente inutile, per la sopravvivenza: per esempio nelle aree medie e piccole la concorrenza sul food degli operatori oil sarebbe insostenibile; allo stesso tempo le royalty imposte dai contratti sono ancora troppo elevate, nonostante nelle tornate di gare del 2013 siano diminuite, anche perché continuano a pesare quelle dei bandi precedenti». Il tutto in una situazione di mercato flat, che spinge gli operatori a un atteggiamento di massima prudenza: non a caso è andata deserta la gara per i servizi oil e non oil della Brebemi. Andrea Penazzi



r&f Parola di Roberto Colombo Roberto Colombo è il Chief Operating Officer F&B Europe di Autogrill. Dopo aver conseguito la laurea in Economia e Commercio, inizia la sua carriera nel Gruppo Autogrill nel 1990 come direttore marketing Italia e, successivamente, direttore vendite. Dal 2005 al 2010, matura un’esperienza internazionale come direttore generale di Autogrill Francia e consolida il suo percorso di carriera manageriale che lo ha portato a guidare dal 2012 le attivitĂ di ristorazione del Gruppo in Europa.

24

retail&food - gennaio/febbraio 2015


AUTOGRILL: «Il settore autostradale ha bisogno di un cambiamento radicale»

I

l settore della ristorazione autostradale, vuoi per la crisi del Paese, vuoi per aspetti logistici quali l'incalzare di alternative al viaggio su gomma come alta velocità e voli low costi, fino ad aspetti economici, dall'onerosità delle concessioni al costo del lavoro, sta vivendo un momento di difficoltà. Innovazione e diversificazione diventano, quindi, elementi cardine per rilanciare un settore in cui il Paese ha sempre eccelso, come racconta Roberto Colombo, chief operating officer F&B Europe di Autogrill. Come procede il mercato delle aree di servizio autostradali? Nonostante una leggera inversione di tendenza a livello di traffico, che nel periodo gennaio-agosto è cresciuto dello 0,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, l’andamento dei consumi in Italia resta negativo. Questa dinamica è particolarmente evidente nei periodi di traffico business e commerciale, ovvero al di fuori delle festività e delle vacanze, periodi nei quali, anche grazie alla presenza degli stranieri, il mercato ha invece tenuto un po’ di più. Sulla base degli elementi a nostra disposizione riteniamo però che lo scenario per i prossimi mesi resterà incerto.

Quali difficoltà state riscontrando? Le difficoltà maggiori sono sicuramente legate al calo dei consumi, a cui si aggiungono l’onerosità delle concessioni e l’aumento del costo del lavoro, tutti elementi che incidono negativamente sull’andamento del business. Tuttavia, in questi anni di forte crisi per il sistema Paese, abbiamo deciso di proseguire, dove possibile, il programma di investimenti per migliorare la nostra presenza sulla rete, attraverso il rinnovo di alcuni locali e l’introduzione di nuovi offerte e servizi. Alta velocità, low cost e crisi del Paese: quanto incidono questi aspetti sul vostro settore? La migrazione dei viaggiatori dall’autostrada ai canali dell’alta velocità e delle linee aeree low-cost sta avendo un forte impatto sul business autostradale, incidendo in maniera importante sull’andamento del traffico. Autogrill, grazie alla sua esperienza internazionale, ha già vissuto questo fenomeno in altri Paesi europei, dove il sistema di trasporto ha avuto questo sviluppo già diversi anni fa. Penso a Francia, Svizzera, Spagna, Belgio, dove l’alta velocità, ad esempio, è più consolidata. Forti di questa esperienza oggi siamo in grado di utilizzare lo stesso fenomeno anche in Italia, grazie alla nostra presenza nelle principali

stazioni ferroviarie dell’alta velocità e negli hub aeroportuali low-cost diffusi sul territorio nazionale. La riduzione del traffico del canale autostradale a favore di una migrazione verso gli altri canali di viaggio non ci permette tuttavia di bilanciare il calo generale dei volumi nel settore autostradale europeo, che resta ancora centrale per il Gruppo. E quanto invece l'obsolescenza di alcune aree di sosta? Noi operiamo in un business in concessione, che per natura si sviluppa attraverso gare e rinnovi. In questi anni, nonostante il contesto economico e la tipologia di business, dove possibile, abbiamo continuato a rinnovare la rete dei nostri punti vendita attraverso interventi migliorativi su tutti i livelli, non soltanto quello strutturale. Villoresi Est, collocato sull’A8 MilanoLaghi, è senza dubbio il miglior esempio di ristrutturazione totale. Il punto vendita, inaugurato nel 2013, è oggi una best practice a livello internazionale per gli elevati standard di qualità dei suoi ambienti e servizi. Altri interventi importanti hanno riguardato l’offerta food & beverage all’interno dei locali, come il progetto Territori d’Italia, e i servizi ai viaggiatori, come le nuove le toilette lounge. Avete stipulato accordi particolari in chiave Expo? Prevedete un ritorno positivo dalla Fiera internazionale? Riconosciamo l’importanza strategica che un’esposizione internazionale come appunto Expo creerà per l’economia e il prestigio, non solo di Milano e della Lombardia, ma di tutto il Paese. Con Expo non abbiamo accordi, ma utilizzeremo la nostra presenza sul territorio per comunicare la nostra eccellenza nel fare ristorazione e parteciperemo ad alcune delle iniziative e progetti con alcuni dei nostri partner. Iniziative che coinvolgeranno, in particolare, la città e il territorio milanese, dove Autogrill è presente con oltre 60 location dislocate nelle principali porte di accesso alla città. Per questa occasione, Autogrill ha intrapreso un importante programma di investimenti che prevede il rinnovo dei locali presenti nel territorio milanese. A partire dal canale stradale e autostradale, con i cinque punti vendita collocati sulla tangenziale milanese – tra cui, San Giuliano, Muggiano e Cascina Gobba – e i locali gestiti sulle principali autostrade che attraversano il capoluogo lombardo, come l’A8, dove si trova Villoresi Est. Un programma che dalla periferia arriverà nel cuore della città, con il rinnovo e l’ampliamento degli spazi dell’Autogrill Duomo Store, la nostra

location affacciata sulla piazza più celebre di Milano e all’interno della Galleria Vittorio Emanuele. In generale in Italia che progetti avete per il futuro? Oltre ai progetti legati a Expo, Autogrill ha in programma lo sviluppo di piani di investimento legati ai rinnovi dell’ultima gara. Nella rete autostradale italiana il Gruppo porterà alcuni dei concept più innovativi, finora sviluppati esclusivamente per gli altri canali di viaggio. Nell’area di La Macchia Ovest, ad esempio, introdurremo Bistrot, il concept sviluppato in collaborazione con l’Università degli Studi di scienze gastronomiche di Pollenzo (Unisg), che si contraddistingue, tra le altre cose, per la valorizzazione del prodotto tipico e il recupero delle pratiche di lavorazione artigianale. Un concept che Autogrill ha già sperimentato con successo nella stazione ferroviaria di Milano Centrale e nello scalo di Düsseldorf, e che sarà lanciato nei prossimi mesi anche nell’aeroporto di Francoforte e nella stazione di Utrecht. Oltre a Bistrot, inaugureremo nell’area di servizio di Secchia Ovest il primo Eataly in autostrada, Eataly by Autogrill, che coniuga la filosofia del celebre marchio con le nostre expertise nel settore della ristorazione in viaggio. I piani di sviluppo del business prevedono, infine, l’estensione del progetto Territori d’Italia ad altre aree di servizio lungo la rete. Come sta cambiando e come deve cambiare l'offerta nel settore autostradale? Partiamo dalla seconda parte della domanda. Il settore autostradale ha bisogno di un cambiamento radicale. Considerando il calo dei consumi e del traffico, il network delle aree di servizio non è qualitativamente e quantitativamente adeguato a rispondere alle nuove tendenze di consumo e ai nuovi dati di traffico. In Italia, infatti, ci sono troppi locali e l’offerta è poco differenziata. È necessario un modello diverso, adeguato ai nuovi volumi di traffico e in grado di intercettare i gusti e le abitudini dei viaggiatori, oggi molto più raffinati e selettivi. Autogrill, grazie alla sua esperienza internazionale, è stata in grado di intercettare in anticipo le nuove tendenze introducendo nei suoi locali - dai grandi ponti agli autobar – un’offerta diversificata con formule e offerte che prevedono prodotti tipici e a km0, e ricette delle tradizioni eno-gastronomiche locali, sempre all’insegna della sostenibilità. Questo è il nostro modello e questo, crediamo, sarà il futuro del settore della ristorazione in viaggio. Stefano Masin

retail&food - gennaio/febbraio 2015

25


r&f Case history

La Pioppa Ovest, innovazionea360gradi Ad aprile 2012, al km 3 dell'autostrada A14 Bologna – Ancona, verso Sud, all'altezza di Zola Predosa (Bo), apriva La Pioppa Ovest: una struttura gestita da MyChef destinata a rivoluzionare il concetto di area di sosta. Segni particolari: una food court rotonda, con caffetteria di livello, self-service, fast food, un negozio di intimo e borse, e il primo supermercato italiano aperto 24 ore su 24, 365 giorni l'anno e con prezzi allineati a quelli cittadini

R

otondo funziona A poco più di due anni e mezzo, quindi, facciamo il punto su questo mall innovativo analizzandone le caratteristiche principali e i risultati ottenuti a oggi. Innanzitutto, la forma rotonda (2.700 mq di superficie complessiva) pone il cliente al centro della struttura, fornendogli una visione a 360 gradi di tutta l'offerta di cui può usufruire, e la luce, in parte naturale, rende particolarmente gradevole la permanenza all'interno. Anche la scelta delle attività è stata in parte una scommessa: lungo il perimetro, procedendo in senso antiorario, si susseguono Briciole Bar, il self-service Antica Locanda, un fast food McDonald's, un negozio congiunto Carpisa e Yamamay (Pianoforte Holding) e un supermercato Carrefour Express.

Food: dal bar al fast passando dal self Ma procediamo con ordine. Briciole Bar (75 mq) è un format aeroportuale e in quanto tale ha un posizionamento di livello superiore come offerta e come profilo (e come costi), proponendo tra i vari prodotti la focaccia ligure, i panini gourmet e la patisserie francese (dai macarons ai croissant). «Inizialmente avevamo un dubbio su questa scelta in quanto c'era l'impressione che il bar autostradale dovesse essere più generalista, invece il riscon-

26

tro è stato positivo - racconta Leopoldo Resta, direttore commerciale di MyChef - La clientela, infatti, ha dimostrato di apprezzare molto il brand, soprattutto perché inserito in un contesto di qualità». A seguire, un altro format della ristorazione (locale in questo caso) è Antica Locanda. Accanto al menu classico propone piatti e prodotti del territorio in una sorta di chilometro zero. «Se è vero che negli aeroporti il self-service sta scomparendo piuttosto rapidamente, in autostrada rimane un elemento imprescindibile dell'offerta - commenta Resta in riferimento ad Antica Locanda - Il fatto che ci sia anche McDonald's non rappresenta una criticità e non condiziona le scelte del cliente in quanto per tipologia di prodotto e costi viaggiano su binari differenti; è importante quindi la presenza di entrambi». Bisogna anche considerare che i ristoranti McDonald's sono pochi nei contesti autostradali, ma la loro presenza è vincente e attira sempre molta clientela. In questo caso, inoltre, nei 320 mq del locale esiste anche

retail&food - gennaio/febbraio 2015

un'area per bambini gym&fun, attrattiva per le famiglie che desiderano rilassarsi ma con la certezza che i figli siano in un ambiente sicuro. Un costume sulla via per il mare Per quanto riguarda il retail, a livello autostradale negli anni sono stati fatti diversi tentativi con scarsi risultati. Per La Pioppa, invece, è stato studiato un dual brand Carpisa e Yamamay. Nei 95 mq del negozio, infatti, sulla destra è presente il brand dell'intimo, mentre a sinistra c'è Carpisa. «Questa scelta, vuoi perché i format sono completi, vuoi perchè i marchi sono giusti per merceologia, forza e profilo del brand, resiste e funziona – sottolinea Resta –

Questo anche perchè prezzi e design sono pari a quelli dei negozi di città e non costituiscono un acquisto di necessità, ma al contrario sono interessanti per i clienti soprattutto se messi in relazione al traffico vacanziero verso la riviera romagnola». La spesa, quasi come in città Ma l'elemento più innovativo di quest'area di sosta, a livello commerciale, è rappresentato certamente dal Carrefour Express (250 mq): il primo in una stazione autostradale, aperto tutto l'anno 24 ore al giorno. Come aveva dichiarato nel giorno del taglio nastro Sergio Castelli, amministratore delegato di MyChef, si tratta di un supermercato con prezzi (quasi ndr) cit-


APERTURA INVESTIMENTO COMPLESSIVO CONCESSIONARIA AUTOSTRADALE PROMOTORE E COMMERCIALIZZATORE PROGETTAZIONE LOCALITÀ LOCALIZZAZIONE TIPOLOGIA SUPERFICIE COMPLESSIVA PARCHEGGI UNITÀ RISTORAZIONE TOTALE MARCHI SEDUTE RISTORANTI TOILETTES

servizi

Carpisa Yamamay

Carrefour Express

McDonald’s

Antica Locanda

Briciole Bar

tadini per battere la crisi e cambiare il mercato della ristorazione autostradale. L'offerta (circa 3mila referenze) sin dall'inizio è stata modulata sui tre

clienti di riferimento: turisti, pendolari e camionisti. I trasportatori hanno dimostrato un forte apprezzamento nei confronti del banco fresco affianco all'ingresso dove si vendono salumi, formaggi, ma anche piatti pronti da mangiare fuori. Così come i pendolari usufruiscono di cibi freschi come latte, verdure, yogurt e tramezzini. Per il turista, invece, sono pensati prodotti alimentari Igp e Dop della linea Terre d'Italia. Anche in questo caso, facendo un bilancio sulla scelta del servizio, il resoconto è positivo. Naturalmente, come ci spiega Resta, nel corso di questi anni sono state riviste alcune referenze adattandole al canale. Alcuni prezzi sono stati ritoccati, mantenendoli comunque tra il 30% e il 50% più bassi rispetto al prezzo a scaffale delle aree di sosta. Di fatto, questa percentuale è stata modificata per merceologie, che sono rimaste comunque più convenienti anche rispetto alla città se contestualizzate al settore autostradale e alla limitatezza dell'offerta. Il Carrefour Express, inoltre, essendo dotato di gastronomia si inserisce in una logica ristorativa. «Il punto vero - aggiunge Resta - è che la gente è molto attratta dal marchio che rappresenta un servizio innovativo; e questo vale sia per La Pioppa, sia per altri contesti autostradali e aeroportuali in cui abbiamo aperto dei supermercati Carrefour. Condicio sine qua non è adattarli al canale di riferimento».

APRILE 2012 9 MILIONI DI EURO AUTOSTRADE PER L'ITALIA MYCHEF MYCHEF (ARCHITETTO INTERNO) AUTOSTRADA A14 BO-AN, KM 3 IN DIREZIONE SUD - ZOLA PREDOSA (BO) EXTRAURBANA MALL AUTOSTRADALE 2.700 MQ 163 PER AUTO + 114 PER CAMION 3 5 324 40

Pionieri della toilette Un altro punto di forza di La Pioppa, fortemente voluto dal gestore, è dato dai servizi igienici studiati per accogliere il cliente in un ambiente il più funzionale possibile. Le principali novità sono il poggia borse, il porta cellulare, la mensola nella cabina toilette, il pulisci scarpe, l'asciugacapelli, il dispenser per il sapone e l'asciugatore incassato in ogni lavandino per evitare gocce, pavimenti bagnati e quindi mantenere un ambiente più pulito; e ancora il bagno per le famiglie, e docce e lavatrici per gli autotrasportatori. La prova del nove Quasi tutti gli elementi descritti si potrebbero definire rivoluzionari e precursori di una nuova tendenza dei servizi per chi viaggia in autostrada «anche se - conclude Resta l'offerta deve essere segmentata e il segmento di alto livello deve essere di qualità, senza per questo trascurare la fascia bassa di puro servizio e quella media». Non resta quindi che attendere il 2017 quando, in base a quanto riferito da Resta, inaugureranno due aree nel nord Italia, in cui saranno fatti lavori importanti sul modello di La Pioppa. A quel punto, saremo pronti per “la prova del 9”.

retail&food - gennaio/febbraio 2015

S. M.

27

© Edifis Intelligence

Il progetto in pillole


r&f Osservatorio prezzi

FORMAT GRANDE, PREZZO PICCOLO In pochi km i principali marchi della ristorazione on the go si contendono i viaggiatori che gravitano sull’A4 nel tratto tra Brescia e Verona. La nostra analisi si concentra sui listini dei market

G

randi e piccole aree di servizio affollano l’A4 nel tratto tra Brescia e Verona, gestito dalla società Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova spa. Non stupisce, e questa direttrice è esemplificativa, che a Roma, nei ministeri competenti, si stia finalmente affrontando l’annoso tema della razionalizzazione della rete. Nei circa 60 km (120 tra andata e ritorno) che separano le due città abbiamo visitato ben 7 aree di servizio, alcune delle quali dotate solo di un piccolo bar più un mini market e altre di bar/ristorante con annesso market organizzato attraverso percorsi walk-trough, nonché di stazione carburante. Tutte queste aree, nella loro componente non oil, sono gestite da operatori differenti. La nostra rilevazione prezzi, che ha avuto luogo lo scorso 10 dicembre, si è concentrata in particolare sull’offerta market indi-

28

viduando sia prodotti specifici sia tipologie di item assimilabili, come per esempio il kit da viaggio composto da spazzolino e dentifricio. A una manciata di chilometri gli uni dagli altri ci siamo quindi imbattuti nel locale di Ristop a San Giacomo Est, di Sarni a Campagnola Est, di My-

retail&food - gennaio/febbraio 2015

Chef a Val di Sona Est e di Bauli a Monte Baldo Est, tutti in direzione Verona; lungo la carreggiata opposta ci siamo fermati da Chef Express a Val di Sona Ovest, da Autogrill a Monte Alto Ovest e da Siriogrill a Campagnola Ovest. Ma altre aree di servizio, gestite dai medesimi operatori, sono presenti nel medesimo percorso. Su un campione di 19 referenze, 16 food e 3 non food, abbiamo potuto verificare quanto la grandezza del locale e quindi l’ampiezza e la profondità dell’assortimento del market incidano sui listini. Con qualche rara ma interessante eccezione. Come si evince dalla tabella in pagina, in cui i valori più economici sono indicati con il colore blu e quelli più cari con il rosso,

spicca da un lato come i prezzi più vantaggiosi siano equamente distribuiti, con una leggera prevalenza nelle stazioni di servizio più articolate (Autogrill vanta ben 6 prezzi in blu), mentre dall’altro quelli più expensive sono concentrati nei locali più piccoli (Chef Express conta addirittura 7 prezzi in rosso). Ovviamente quest’ultimi, Campagnola Est-Sarni, Val di Sona Est-MyChef, Val di Sona Ovest-Chef Express e Campagnola Ovest-Siriogrill, presentano un numero limitato di item, talvolta costituito da confezioni di dimensioni/quantità ridotte, per cui non perfettamente comparabili. Un esempio è la confezione di Mikado da 39 gr presso Siriogrill. In altri casi, per mantenere il prezzo allineato sono ricorsi a brand/prodotti similari: è il caso del tubetto di patatine Crik Krok, ancora una volta presso l’area di Campagnola Ovest, al posto delle più diffuse a marchio Pringles. Un esempio altrettanto interessante, figlio di una politica di acquisto più orientata al cliente finale, è quello dei caricabatteria da auto per iPhone 5 e 6: rispetto al primo prezzo di 24,99 euro imposto da Cellularline, MyChef e Bauli propongono a 14,90 un prodotto analogo a marchio Technophonia. Qui il risparmio è consistente e la funzione, apparentemente, la stessa. A. P.


San Giacomo est Campagnola est Val di Sona est RISTOP SARNI MYCHEF

Monte Baldo est Val di Sona ovest Monte Alto ovest Campagnola ovest BAULI CHEF EXPRESS AUTOGRILL SIRIOGRILL

Acqua (50 cl)

1,40

1,85*

1,25

1,40

2*

1,80*

1,20

Red Bull (lattina)

2,90

2,99

2,90

3,10

3,30

2,80

3

Chewing-gum (astuccio più economico)

2,15

1

2,50

2,30

2,30

2,10

1,80

Pringles Classic (confezione grande)

3,60

2,50

3,59

3,50

3,80

2,99

2,90**

Tuc 100 gr

2,30

1,99

2,90

2,10

2,30

1,95

2,70

Confezione Kinder 300 gr 24 pezzi

6,99

6,99

n.d.

7,40

9,50

5,90

n.d.

Ritz 200 gr

2,99

2,85

3,95

2,90

3,50

2,95

3,20

Tavoletta di cioccolato primo prezzo 100 Gr

1,90

1

2,50

2,90

2,50

1,95

3

Pandoro primo prezzo

9,90

9,99

12,90

5,90***

n.d.

12,90

n.d.

Confezione Pocket Coffee espresso da 18

6,50

2,20****

2,40****

6,80

7,50

2,35****

2,50****

Mikado 75 gr

2,50

2,99

3,65

2,90

3,30

2

1,70*****

Confezione Grisbì 150 gr

2,99

n.d.

3,40

n.d.

3,60

2,60

n.d.

Pasta corta 500 gr primo prezzo

3,90

n.d.

n.d.

4,40

n.d.

3,50

n.d.

Confezione singola caffè per moka 250 gr primo prezzo

8

n.d.

n.d.

4,90

3,30

3,50

4,50

Confezione due tramezzini primo prezzo

3

n.d.

3

2,60

n.d.

3,20

n.d.

Confezione classica Haribo

2,40

1,99

1,89

2,60

2,60

2,60

n.d.

Caricabatteria da auto per iPhone 6/5 primo prezzo

24,99

24,99

14,90

14,90

26,99

24,99

n.d.

Kit viaggio spazzolino + dentifricio primo prezzo

5,20

3,99

n.d.

3,40

n.d.

4,90

n.d.

Confezione da 4 pile stilo AAA primo prezzo

4,99

2,99

n.d.

7,20

n.d.

6,90

n.d.

Legenda: ´= pet da 75 cl; ´´= marca Crik Crok Plus; ´´´= seconda scelta. 8,90 Euro prima scelta; ´´´´= confezione da 5 pezzi; ´´´´´= confezione da 39 gr

© Edifis Intelligence

retail&food - gennaio/febbraio 2015

29


r&f star trek casalinghi

Destinazione

Kasanova S

e state cambiando appartamento, se vi sposate o se semplicemente dovete sistemare casa vostra potreste capitare in un negozio Kasanova, l'insegna leader in Italia nel settore della commercializzazione dei casalinghi. Tutto ha inizio nel 1968, quando nasce ad Arcore (MB) la F.lli Fontana srl, l'attuale franchisor del marchio, fondata da Giannina Fontana: un’imprenditrice donna, in un periodo storico dove l'imprenditoria femminile non era usuale. Dopo un inizio nella vendita nei mercati e poi con un piccolo negozio, la F.lli Fontana diventa un'azienda con una buona tradizione di grossista per dettaglianti di casalinghi di fascia economica: dal pentolame corrente all'oggettistica per la cucina in plastica fino al ferramenta. Poi nel 1994, con il primo negozio nel centro commerciale la Fontana di Cinisello Balsamo (MI), nasce “Kasanova. L'amante della casa”: primo marchio di una catena di negozi in franchising nella distribuzione dei casalinghi. Oggi all'azienda fondata da Giannina Fontana (socia di maggioranza della società con il 67,44%, mentre al marito Giuseppe Brambilla va il restante 32,56%) fanno riferimento non solo le insegne di Kasanova, ma anche quelle dell'Outlet del Kasalingo, Co. Import, Italian

Factory e il nuovo format Kasanova+: in tutto circa 300 punti vendita. 198 negozi nel Belpaese: diretti e franchising In 20 anni i negozi della società di Arcore sono spuntati come funghi un po' in tutta Italia raggiungendo quota 198 nella fine dell'ultimo anno, con 32 aperture nel biennio 2013/2014. L'espansione all'estero rimane un fine che nei progetti dell'azienda sarà da realizzarsi dopo il consolidamento del network nel mercato domestico. Per questo la F.lli Fontana ha varato una roadmap con l'analisi di 130 possibili location sul territorio nazionale su cui lavorare per raggiungere 100 aperture nei prossimi tre anni, per poi valutare se varcare i confini. Una rete di tutto rispetto ben equilibrata tra negozi a gestione diretta e quelli in franchising che superano di poco il centinaio (103); per le location è ovviamente preferita la soluzione nei centri commerciali, con 146 shop che hanno optato per questa soluzione, mentre i restanti sono in centri cittadini di località con almeno 50mila abitanti (la superficie media richiesta per i negozi è di circa 130 mq). Se poi si va a vedere la distribuzione geografica nel mercato domestico, Kasanova in Lombardia gioca in casa con 65 shop (sia Kasanova che

Kasanova+), un terzo della sua presenza complessiva in Italia. Un dato che si nota anche sul peso del giro d'affari che la più popolosa regione d'Italia genera per l'azienda di Arcore, con il 21,5% delle vendite complessive al dettaglio, mentre quelle all'ingrosso sfiorano il 50% del totale della company (dati 2013). Ben distanti si piazzano il Piemonte con 18 negozi, il Lazio con 17, la Sicilia con 14 e l'Emilia Romagna con 13: poi tutti le altre regioni con una copertura decisamente capillare della nostra penisola (dati dal sito aziendale, dicembre 2014). Kasanova raddoppia con Kasanova+ Il format di vendita per l'insegna Kasanova è sempre lo stesso: rapporto qualità/prezzo (best value for money) e varietà negli assortimenti con rinnovamento continuo dell'offerta, vendita di prodotti a private label (sempre più presenti e realizzati sulla base dei trend di mercato e dei gusti della clientela), ma anche di marchi diversi tra i più conosciuti nel nostro territorio come Sambonet, Guzzini, Foppapedretti o Lagostina. La scelta di proporre referenze a marchio Kasanova risponde non solo all’esigenza economica di fare crescere la marginalità sul sell out, bypassando

KASANOVA in pillole Data di nascita Proprietà Sede Brand Management Business Retail

1968 nasce la F.lli Fontana, franchisor del marchio Kasanova. Prima insegna Kasanova nel 1994 Giannina Fontana 67,44% e Giuseppe Brambilla (marito) 32,56% Arcore (MB) Kasanova, Outlet del Kasalingo, Co. Import e Italian Factory, Kasanova+ Giannina Fontana CEO; Maurizio Ghidelli consigliere delegato; Enrico Casiraghi, AD delega finanziaria Vendita al dettaglio di casalinghi di vari marchi tra cui una private label 198 insegne (tra Kasanova e Kasanova+) sia franchising che diretti Fonte aziendale

30

retail&food - gennaio/febbraio 2015

tutti i passaggi della catena dal produttore al dettaglio, ma è un ottimo strumento anche per la fidelizzazione della clientela, un punto su cui l'azienda della signora Fontana punta sempre di più. Non estraneo a questo percorso è infatti il marchio Kasanova+, il fratello più giovane e più 'curato' dell'insegna Kasanova, su cui la società di Agrate sembra scommettere moltissimo. Kasanova+, per ora una quindicina di negozi di media dimensione e in rapida crescita, è un concept store di vendita al dettaglio di casalinghi di fascia superiore rispetto al tradizionale Kasanova, dove il format è più ricercato per proporre un nuovo paradigma d'acquisto non più basato sul rapporto prezzo/prodotto ma sull'esperienza di shopping del cliente con la novità di dimostrazioni pratiche e iroFonte aziendale niche descrizioni degli oggetti in vendita,


per esaltarne la prestazione d'uso. Nella stanza dei bottoni della società lombarda ad affiancare la signora Giannina Fontana, che ricopre la carica di CEO, c'è Maurizio Ghidelli nel ruolo di consigliere con delega sul commerciale, mentre Enrico Casiraghi segue la parte finanziaria. Una squadra che, insieme agli 809 dipendenti a novembre del 2014 (circa 530 di media nel 2013), con stimati 1.300 occupati contando anche il franchising, è entrata recentemente nel gruppo Elite della Borsa italiana (aziende che si stanno preparando per una eventuale quota-

zione). L’obiettivo, come dicono, è capire se e come intraprendere il percorso di rafforzamento della compagine sociale adeguando la struttura di un'azienda di tradizione familiare e solida a quella di una società diversa che punta a superare anche i confini nazionali, senza commettere pericolosi salti nel buio. Fondamenta solide e prudenza: la ricetta per crescere Infatti, se andiamo a vedere i conti, la F.lli Fontana dimostra di essere una società che va benone, doppio valore in una congiuntura economica negativa per i consumi e in mercato in contrazione come quello domestico. L'esercizio 2013 è stato chiuso con un fatturato di 120,3 milioni di euro (+14,8% su 2012), mentre le previsioni sul 2014 parlano di una chiusura sopra l'asticella dei 140 milioni, con una crescita che supera il 18 per

KASANOVA: PROGETTI DI CRESCITA

Fonte aziendale

cento. Il MOL previsto per il 2014 si assesta intorno ai 10 milioni, quasi raddoppiando i 5,8 dell'anno precedente e in leggera contrazione (-1,8%) sul 2012. Lo stesso vale per il risultato che dovrebbe assestarsi tra i 3 e i 3,5 milioni, quando era fermo intorno ai 1,7 milioni nei due

anni precedenti. L'obiettivo per il 2015 sono i 170 milioni di euro di giro d'affari, e a questo ritmo di crescita non sembra certamente irraggiungibile. Se poi andiamo a vedere gli indici di redditività troviamo anche qui numeri positivi, con un ROI che si conferma intorno al 6% nel biennio 2012/2013, stabile il quoziente di liquidità intorno allo 0,71/0,75 e stessa cosa per l'Acid test con un dato appena superiore all'uno, mentre l'indebitamento finanziario scende dal 0,75 allo 0,7. Insomma le fondamenta dell'azienda sembrano solide e gli affari vanno a gonfie vele. La prudenza con cui il management sta affrontando la sfida della crescita sembra garanzia di serietà, anche perché in Italia è vero che la concorrenza nel settore è limitata e concentrata nel nuovo concept Kasanova+, ma è vero anche che all'estero è molto più agguerrita. David Montorsi

intervista

Cento negozi in tre anni, poi non si esclude la quotazione Maurizio Ghidelli, consigliere delegato di Kasanova Kasanova è un’insegna diffusa capillarmente in Italia: state progettando l’internazionalizzazione del brand? Il nostro piano di espansione prevede di arrivare in tre anni a 100 nuovi negozi in Italia: una massa critica necessaria per una diffusione veramente capillare e utile poi per valutare una strategia di esportazione delle nostre insegne. Lo sforzo, inoltre, è concentrato sul marchio Kasanova+: il nostro recente format più focalizzato su ambienti più spaziosi, prodotti per la casa di qualità e su una shopping experience di livello superiore, rispetto al nostro formato basic, che comunque rimane validissimo per il suo target e la sua quota di mercato. Avete in cantiere nel breve la quotazione a Piazza Affari? L’ingresso nel Gruppo Elite della Borsa italiana (aziende che si stanno preparando per un’eventuale quotazione) è per noi un passo necessario per la crescita della nostra azienda. È una specie di prova del nove, per capire a che punto siamo, e una tappa di avvicinamento obbligata per tutto il management verso una struttura aziendale di livello diverso. Se vogliamo crescere in maniera importante, infatti, dobbiamo pensare a rinforzare la nostra compagine sociale con capitali che possano provenire sia dall’azionariato che da fondi di private equity. Nel caso si decida di procedere in questa direzione, vogliamo essere pronti strutturalmente a compiere questo passo.

retail&food - gennaio/febbraio 2015

31


r&f Premium brand format

Liu Jo, lo store è Lifestyle Devil Perini

N

ato nel 1995 nel cuore dell’Emilia Romagna, a Carpi (MO), Liu Jo rappresenta un brand di caratura internazionale rivolto al mondo dell’abbigliamento femminile. Di proprietà dei fratelli Marco e Vannis Marchi, conta complessivamente oltre 350 punti vendita, di cui 141 in Italia, per un giro d’affari di circa 300 milioni di euro. La rete world wide spazia dal Sudafrica al Canada, con boutique nel Nord e nel Sud America, in Asia e nel Far East. La strategia di sviluppo annovera negozi monomarca, sia diretti sia in franchising, e corner all’interno di store multimarca, con una presenza diffusa nelle high street e progressivamente nei principali centri commerciali, oltre a outlet e aeroporti. Ogni canale prevede dei format e un assortimento progettati ad hoc. Per conoscerne i dettagli abbiamo intervistato Devil Perini, della direzione commerciale Italia.

Quali sono le caratteristiche più importanti dei vostri format di punto vendita (metratura, assortimento, esposizione dei prodotti, ecc)? La nostra metratura non è mai inferiore ai 100 mq per i punti vendita Apparel e ai 60 mq per i negozi Accessori. Queste misure sono necessarie per garantire la corretta esposizione della nostra offerta e della nostra immagine. Vogliamo che il nostro assortimento prodotto non appaia eccessivamente “carico” ma dialoghi liberamente con lo spazio stesso: un compromesso virtuoso tra le necessità espositive del punto vendita e le abitudini di fruizione dei nostri consumatori. Declinate i format in base al canale (centri commerciali, outlet, aeroporti, stazioni ferroviarie, high street)? Per le linee Apparel tendenzialmente

Il brand in pillole Anno di nascita del brand Proprietà Core business Headquarter Giro d’affari Paesi di sviluppo Canali di sviluppo Numero di punti vendita in Italia e complessivo Numero di punti vendita diretti in Italia e complessivo Numero di punti vendita in franchising in Italia e complessivo Numero di corner nei negozi multimarca in Italia e complessivo Numero di aperture nel 2014

1995 Marco e Vannis Marchi Abbigliamento Donna Carpi (MO) 300.000.000 € Circa Sudafrica, Canada, Nord e Sud America, Asia, Far East (centri commerciali, outlet, aeroporti, high street) 141 in Italia , 355 complessivo 31 in Italia, 50 complessivo 59 Italia, 187 complessivo 40 Italia, 77 complessivo 80 circa Fonte aziendale

32

retail&food - gennaio/febbraio 2015

Milano utilizziamo il format lifestyle, il più completo in termini di immagine, al momento riservato alle location site nei centri storici. Nei centri commerciali utilizziamo un format diverso, specificatamente legato al mondo jeans e accessori, che permette al prodotto di essere recepito in maniera più rapida. Infine, gli store esclusivamente dedicati agli accessori hanno un loro format specifico, a prescindere dal canale di distribuzione, così come gli outlet. Cambiano i vostri format se la gestione del negozio è diretta o in franchising? I nostri format (Liu Jo, Liu Jo jeans e Liu Jo accessori) rimangono gli stessi sia che i punti vendita siano di proprietà sia che siano in franchising.

Preferite sviluppare la vostra rete con punti vendita diretti o in affiliazione? Secondo quali logiche vi orientate su gli uni o su gli altri? Ormai da diversi anni utilizziamo entrambe le formule e cerchiamo di operare tenendo ben conto del mercato di riferimento e del territorio su cui andiamo a lavorare; dell’importanza in termini di distributore e dell'ampiezza dei capex necessari. Ovviamente però, quando necessario, l’Azienda ha la possibilità di effettuare investimenti importanti che altrimenti potrebbero essere difficilmente sostenuti, sia per l’immagine sia per la marginalità.


Londra

Quali tecnologie (sistemi di pagamento contact-less, illuminazione a Led, sistemi di videosorveglianza, wi-fi, digital mirror, ecc) inserite nei vostri punti vendita? Ciclicamente l'immagine dei vari format viene aggiornata o rinnovata. Per questo motivo, tutti i nostri format contemplano costantemente l'utilizzo delle tecnologie più all’avanguardia. Sicuramente un esempio in questo senso è dato dall'utilizzo massivo dei led. In diversi flagship stores, primo fra tutti quello di Milano in Corso Vittorio Emanuele II, 30, utilizziamo sia digital mirror sia led wall. Ci stiamo “attrezzando” per l’utilizzo delle tecnologie contact-less e NFC e a brevissimo avremo importanti novità. Come è cambiata negli anni la vostra strategia di sviluppo? All'inizio della nostra storia in ambito

retail è stata l'Azienda a investire, raccogliendo con entusiasmo una sfida importante, e realizzare shops di proprietà, testando così direttamente immagine, concept, buying e marginalità legate alla distribuzione. In un secondo momento si è dato il via al progetto franchising, un progetto che in poche stagioni ha portato, soprattutto in Italia, allo sviluppo di decine di punti vendita. Ancora adesso questa impostazione rimane valida, anche se oggi spesso non parliamo di nuove aperture ma di improvement o restyling della catena retail già esistente. Quali sono le ultime e le prossime aperture? In Italia mi piace citare, tra le partnership, i punti vendita di Ponte Vetero (Milano Brera) per il concept Accessori, e Ortigia (Siracusa) per il concept Liu Jo jeans. Rispetto ai negozi diretti,

citerei invece il secondo punto vendita nel Centro Commerciale Le Gru a Torino. All'estero abbiamo portato a casa, proprio di recente, risultati importanti in termini di espansione retail: recentissimi sono infatti tre opening, a Berlino, Madrid e Londra, che sicuramente raccontano quelle che sono le grandi potenzialità e allo stesso tempo le grandi ambizioni di espansione internazio-

nale in ambito retail del brand. Disponete di un canale e-commerce? Come approcciate le vendite online e con quali riscontri? Come si affiancano tali strategie con il più classico brick & mortar? Sì, abbiamo un canale e-commerce, attivo da circa un anno e mezzo. Il canale è in crescita costante e completa

Berlino

Milano la nostra offerta in termini di canali distributivi. I riscontri sono molto positivi: si tratta di un canale che si affianca a quello fisico. Le integrazioni e interazioni tra questi due mondi sono nei nostri obiettivi futuri: vogliamo lavorare per realizzare piattaforme multichannel in grado di ottimizzare le possibili sinergie tra i due canali e fornire un servizio aggiornato ed efficiente alle nostre clienti. A.P.

retail&food - gennaio/febbraio 2015

33


r&f Omichannel retailing

Store fisico, web

ménage à trois ll mercato del retail sta cambiando a forte velocità. Questa è cosa nota tanto agli addetti ai lavori quanto ai consumatori; ma essere consapevoli di qualcosa non vuol dire conoscerla appieno. Abbiamo appena iniziato a comprendere in modo concreto il concetto di multicanalità che già si parla di omnicanalità, e probabilmente in questo momento...

34

…qualcuno sta già pensando a una nuovo modo di definire le molteplici possibilità che possono emergere dall'intreccio dei vari canali di vendita a disposizione dei consumatori. Con questa rubrica, che prevede altri quattro appuntamenti nel corso dell'anno, intendiamo fare una fotografia il più possibile veritiera di come si sta evolvendo il digital retail in Italia ma non solo. Il nostro Paese, infatti, è tra i più restii nel recepire novità che, al contrario, in altri Paesi vengono sperimentate con più facilità. Ma partiamo proprio dal-

retail&food - gennaio/febbraio 2015

l'evoluzione del concetto di multicanalità (ossia l’utilizzo da parte del consumatore di una varietà di canali on e off line nel suo percorso di acquisto), in omnicanalità (cioè l'uniformità dell’esperienza attraverso l’utilizzo di tutti i canali che interessano lo shopping): dispositivi mobile, PC, punto vendita, chioschi multimediali, direct mail ecc. La convergenza tra digitale e fisico (omnicanalità appunto) rappresenta una condizione irrinunciabile per qualsiasi brand che voglia avere una visione unica del consumatore e rendere sempre rilevante

ogni momento di contatto con lo stesso al fine quindi di incrementare la loyalty e la conversione. Il concetto nuovo è che il consumatore vuole poter utilizzare tutti questi canali simultaneamente e che l’azienda che adotta un approccio omnicanale è in grado di “tracciare” il suo cliente su tutti questi canali (non solo su alcuni). Da back-end a front-end Certamente questo approccio complica le strategie dei brand, ma la profilazione può diventare più precisa ed efficace, e con essa aumenta notevolmente la possibilità, da parte del brand, di rendere l’esperienza d’acquisto del cliente più coinvolgente. Oggi, i consumatori entrano in negozio già informati su prezzi e caratteristiche di un prodotto ed è qui che entra in gioco la necessità


e mobile – per brand e retailer – di adottare tecnologie innovative, in grado di rispondere alle aspettative del “consumatore iperconnesso”. Di fatto, le innovazioni digitali di backend, che dovevano essere funzionali a migliorare, velocizzare e alleggerire in termini di costi il lavoro dei retailer, si sono rilevate utili e vincenti anche in fase di front-end. Attraverso i device a disposizione del cliente ma non solo, anche presenti in store, il possibile acquirente può, infatti, accedere a informazioni utili per decidere se, come e quando acquistare verificando la disponibilità, lo stoccaggio, la taglia, il colore di un prodotto. Il retailer deve sostanzialmente offrire al consumatore la migliore esperienza del brand in cui il negozio fisico diventa un’estensione della supply chain. Food «È doveroso distinguere, in questo mercato tecnologico, il food dal non food – spiega Valentina Pontiggia, ricercatrice dell'osservatorio digital innovation del Politecnico di Milano – i canali di vendita utilizzati per i due mercati non sono completamente estranei l'uno all'altro, ma ci sono ovviamente differenze sostanziali». In particolare, nel settore Gdo, sono stati fatti pochi investimenti ad esempio per quanto riguarda l'home delivery, per il quale solo Esselunga ha dato vita a un pro-

getto importante che permette di fare la spesa online e vedersela recapitare a casa. Stanno però nascendo altre soluzioni meno costose in termini logistici ma altrettanto funzionali in quanto non richiedono la presenza a casa o sul luogo di consegna, proprio perchè invertono il meccanismo. Si tratta, appunto, del sistema click and collect, che prevede l'acquisto o l'ordine online e il ritiro direttamente al punto vendita. In Italia, come prosegue nella spiegazione Valentina Pontiggia, sta prendendo piede anche il drive and collect, ossia la possibilità di passare a ritirare la spesa senza nemmeno scendere dall'auto. «Nel Regno Unito, dove sono più abi-

tuati a sperimentare le nuove tecnologie applicate al retail, si stanno iniziando a utilizzare anche box a temperatura controllata che permettono di acquistare prodotti deperibili – prosegue la ricercatrice – Ma se si esce dal mondo del food, per quanto riguarda l'acquisto di categorie di prodotti, ad esempio i tecnologici, i libri, e le calzature, ma anche documenti, e molte altre tipologie di merce, all'estero è utilizzato il sistema parcel lockers. Si tratta di un acquisto online con ritiro in punti di raccolta sicuri e certificati, dislocati nelle città. Possono essere all'interno di negozi, palestre, supermercati, e possono arrivare a seguire gli spostamenti di un cliente il quale, sapendo di essere alla tal ora nella tal via, può far recapitare la merce nel parcel lockers più vicino». In Italia, oggi, operatori logistici come TNT iniziano i primi accordi per installare queste strutture di raccolta delle merci. Fashion Già quelli elencati fino a ora sono metodi che fanno intuire le potenzialità di queste tecnologie, ma a parlare veramente la lingua dell'omnicanale è il settore del fashion. E i brand che non lo fanno, non potranno mai competere con i propri avversari. «Oggi, i canali

online, mobile e store fisico non sono più tre aspetti distinti, ma fanno parte di una customer experience che i clienti devono avere a disposizione – aggiunge Pontiggia – uno non può escludere l'altro, anzi, si devono integrare perfettamente». Le possibilità sono molteplici e tutte rivolte alla fidelizzazione del cliente e a metterlo nelle condizioni di essere libero di scegliere come dove e quando finalizzare l'acquisto. Tempo fa si parlava di Ropo (research online purchase offline) ossia il cliente si informava in internet sul prodotto e poi lo acquistava nel negozio fisico. Ma oggi si può prenotare o comprare direttamente online per poi andare nel negozio fisico a ritirare la merce dopo averla provata, eliminando in questo modo il problema dei resi (se un capo di abbigliamento non va bene o non piace si cambia la taglia o non si acquista). È il medesimo principio del click and collect utilizzato nel grocery. Oppure si può andare nel punto vendita a provare dei capi di abbigliamento e utilizzare l'e-commerce per ordinare e acquistare (e spesso per risparmiare). Nei negozi fisici dotati di queste tecnologie e di personale qualificato (aspetto questo molto importante), chi non trova il prodotto della propria taglia o del colore richiesto, può essere supportato nella ricerca in altri punti vendita e farlo quindi recapitare nel negozio di fiducia, piuttosto che pagare e recarsi personalmente a ritirarlo. E come sempre in Italia... Purtroppo i retailer italiani si orientano a fatica tra le numerose novità disponibili per la sostanziale assenza di una strategia generale. Sono ancora pochi, nel nostro Paese, i brand che hanno approcciato l’innovazione digitale con una progettualità chiara e di lungo termine. In questi pochi casi di eccellenza giocano un ruolo fondamentale il commitment forte dei vertici aziendali e, laddove presente, la prospettiva internazionale dovuta al presidio di mercati più evoluti rispetto a quello italiano. S.M.

retail&food - gennaio/febbraio 2015

35


r&f

Dossier aeroporti

Punta Raisi fatica a decollare Undicesimo scalo nazionale per traffico commerciale, l'aeroporto Falcone Borsellino di Palermo è in un momento di transizione. Si parla di privatizzazione ma, nel frattempo, le saracinesche si abbassano e le attività commerciali faticano

T

ra gli addetti ai lavori gira voce che l'atterraggio e il decollo all'aeroporto Falcone Borsellino di Punta Raisi (Palermo) siano tra i più complicati a causa della posizione della pista parallela alla costa, tra il mare e le montagne, e al forte vento che spesso sferza la zona. Da passeggeri possiamo dire che, se le condizioni climatiche lo consentono, osservare con attenzione il panorama esterno durante le fasi di atterraggio è un'esperienza decisamente emozionante. E proprio osservando, durante le manovre, ha avuto inizio il nostro lavoro per il Dossier aeroporti di questo numero doppio che ci ha portati, appunto, al Falcone Borsellino di Punta Raisi. Ci teniamo a specificare che, a differenza della maggior parte dei dossier pubblicati sui numeri precedenti di

36

retail&food, in questo caso, nonostante la richiesta di essere accompagnati nella nostra visita da un rappresentante o un manager della Società che gestisce l'aerostazione (nel caso di specie Gesap), ci è stato riferito che nessuno era disponibile a causa dell'intenso periodo di lavoro. Per questo motivo, nelle pagine che seguono ci limiteremo alla descrizione di ciò che abbiamo visto e a qualche considerazione su ciò che è emerso nel corso della visita. Mostra fotografica in aeroporto Appena atterrati, una volta dentro allo scalo, abbiamo approfittato per usufruire della toilette e, in controtendenza con la modernità nelle linee e nei materiali della maggior parte degli aeroporti, siamo stati accolti da lavandini in ceramica incassati in eleganti

retail&food - gennaio/febbraio 2015


pianali di marmo. Se ci fosse stata una maggiore pulizia, si potevano confondere con i bagni di un elegante ristorante stellato! La sala degli arrivi pare una mostra fotografica che celebra le eccellenze del territorio. Chiese, biblioteche, palazzi impressi su grandi cartelloni pubblicitari retroilluminati che per la bellezza invitano a rimanere a osservare con attenzione prima di uscire dall'aeroporto. Una volta fuori, la prima cosa che si nota è un negozio: Snack Bar gestito da Autogrill, operatore presente a Punta Raisi dal 2010 con altri punti di ristoro. Tuttavia, un occhio esperto noterebbe subito che sia le insegne Snack Bar (una è presente anche al piano biglietterie)

ristorazione (si ricorda la mobilitazione e licenziamento di 23 dipendenti Autogrill a ottobre in seguito alla chiusura di 3 punti di ristoro). Questo non giova certamente ai passeggeri e tanto meno a Gesap, viste le potenzialità dell'aerostazione. Ci sono, infatti, diverse saracinesche abbassate, tra cui un grosso locale dedicato alla ristorazione al secondo piano in landside.

sia l'insegna sempre in area landside ma al piano partenze Pizza, hanno mantenuto il layout del precedente gestore: MyChef. Alla sinistra dell'uscita ci sono delle scale che conducono a un piano sotterraneo dove c'è l'ingresso alla stazione da cui parte il treno diretto a Palermo. La distanza da percorrere è di circa 40 chilometri per una durata di mezz'ora e qualche fermata lungo il tragitto, ma tutto sommato comodo e funzionale. Tuttavia, anche in questo caso si nota un ambiente trascurato. Entrambe le scale mobili per salire dalla stazione erano fuori servizio, così come una delle due per scendere. Fosse stato almeno il contrario! È doveroso sottolineare, però, che quello di Palermo è un aeroporto con una forte impronta stagionale, ed è altrettanto vero che sta vivendo un momento di empasse, soprattutto per la

Tra saracinesche abbassate e piccioni Ma proseguiamo con ordine. Entrati in aeroporto si incontrano subito le aree check-in A e B. Alla destra dell'area B c'è l'ingresso nella vip lounge gestita da Alitalia, mentre di fronte si trova il secondo Snack Bar di cui si parlava in precedenza. Poi, lungo il percorso che porta verso la scala mobile che conduce al piano superiore si incontrano una serie di attività quali la farmacia, un corner della 3, un cambiavalute, un corner per l'imballaggio bagagli chiuso, un desk informazioni, e uno di Alitalia oltre alla stazione di Polizia, alla Croce

Rossa, una banca, un paio di Bancomat, alcune saracinesche abbassate e un negozio completamente vuoto con l'insegna Siciliarte artigianato Siciliano. Giunti al piano partenze, dove ci sono i controlli per passare in airside, il primo negozio che si incontra è Hub magazine gifts & books, uno spazio dove si possono acquistare libri, giornali e gadget vari; poi voltando a sinistra, si incontrano in ordine: Camomilla Italia, brand dedicato all'abbigliamento e accessori femminili; Desigual, marchio spagnolo ormai tra i più conosciuti per originalità e vivacità dei colori; Palazzolo Maestri pasticceri dal 1920, dove si possono acquistare dolci tipici siciliani che vanno dal marzapane alle torte fino alla pasticceria secca; infine Collezioni the fashion gallery, un negozio multimarca con brand come Emporio Armani, Diesel, Just Cavalli, Ray Ban e altri ancora. Non essendoci nessuno di Gesap a informarci sull'andamento delle attività commerciali abbiamo, con discrezione,

retail&food - gennaio/febbraio 2015

37


Dossier aeroporti sono presenti alcuni schermi tematici HD che trasmettono non-stop programmi di entertainment, sport e news per i viaggiatori. Ed è anche disponibile la connessione internet wi-fi gratuita. Tuttavia, la proposta gastronomica non si scosta molto da quella che si può trovare nei più classici locali Autogrill, e la connessione internet è lenta. Per il resto, il concept è curato, anche negli arredi. Certamente il servizio al tavolo non è economico. Per il più classico dei panini da Autogrill: il fattoria (farcito con speck e formaggio brie) e una bottiglia di birra Heineken da 33 centilitri lo scontrino è stato di 12,50 euro; rispettivamente 7 e 5,50 euro.

chiesto alle commesse come andassero le vendite. A turno, ci hanno confermato ciò che già sapevamo, ossia che Falcone Borsellino è un aeroporto stagionale per cui qualunque tipo di business, dai voli, al food & beverage al retail raggiunge il picco massimo durante la stagione estiva, con un breve slancio anche durante le feste natalizie e un calo generale nel periodo invernale. Superata l'area “retail”, c'è il bar I quattro canti (il cui nome si ispira a una delle piazze più famose di Palermo) un format di Autogrill che dovrebbe essere di livello superiore agli altri in landside, che però ci è parso un po' scarno come offerta. Superata quest'area, ci sono una serie di tavoli di pertinenza di un altro locale Autogrill: Pizza (che dovrebbe corrispondere a Spizzico) che propone, appunto, la pizza al trancio, gradita anche da un piccione che girava liberamente tra i tavoli. Dall'altro lato rispetto a queste attività commerciali ci sono due grandi saracinesche abbassate in cui si intravede la presenza del ristorante chiuso di cui si accennava sopra. In questa parte dell'aeroporto, in cui si percepisce un momento di calo degli affari, la cosa forse più piacevole è un'ampia terrazza, tra I quattro canti e Pizza, che si affaccia sul mare, regalando una vista impagabile. Entertainment a caro prezzo Lo step successivo è il superamento del controllo passaporti. Una volta

38

in airside la scena cambia, ma non molto. Il primo negozio che si incontra è Sicilò the Sicily shop: souvenir e dolci tipici dell'isola. Proseguendo, sulla sinistra c'è un Traveller's World duty free, piuttosto curato e fornito. Esternamente, inoltre, ci sono due utili colonnine per la ricarica dei device dei passeggeri. Si prosegue, poi, con un altro negozio Hub come in landside, per arrivare, infine, a quello che dovrebbe essere il fiore all'occhiello della proposta di Autogrill:lo Sky Lounge Bar, un concept di informazione ed entertainment studiato e sviluppato, appunto, da Autogrill in sinergia con Sky. Il locale nasce con l’obiettivo di creare un’offerta capace di unire caffetteria, gastronomia e informazione: all’interno del locale, infatti,

retail&food - gennaio/febbraio 2015

Conclusioni Alla luce di quanto abbiamo potuto osservare, l'aeroporto Falcone Borsellino di Palermo non è parso particolarmente competitivo, oggi. Certamente bisogna concedergli tutte le attenuanti del caso, compreso il fatto che la visita è avvenuta in un momento dell'anno di calo fisiologico del traffico che colpisce più o meno tutti gli scali italiani, anche i più importanti. Sarebbe stato interessante comunque poter ascoltare il punto di vista di un manager di Gesap per avere informazioni in merito alla situazione, ma come accennato nessuno si è reso

disponibile. Tuttavia non è un segreto che si stia lavorando per la privatizzazione dell'aeroporto. In un articolo pubblicato sulla stampa locale il primo ottobre scorso, è riportata una dichiarazione di Fabio Giambrone, presidente di Gesap, il quale afferma: «Si è insediato l'advisor che potrebbe chiudere la procedura di valutazione dell'aeroporto ai primi di gennaio». Secondo indiscrezioni (prosegue l'articolo), il valore di mercato della struttura dovrebbe attestarsi intorno a 150 milioni di euro. Soci di maggioranza della Gesap sono il Comune di Palermo con una quota pari al 31,54%, la Camera di commercio di Palermo (22,77%) e la Provincia (41,33%); e la privatizzazione riguarderà la vendita delle quote di comune ed ente camerale, che sarà realizzata con una gara internazionale. E proprio su retail&food del numero di dicembre (pagina 46), Roberto Naldi presidente di Corporaciòn América Italia accennava a un interesse da parte del Gruppo, proprietario già dell'aeroporto di Trapani (e di Pisa e Firenze in Toscana) nei confronti di Punta Raisi, per creare un sistema aeroportuale siciliano. L'augurio è che chiunque entri a far parte della Società ridia slancio a un aeroporto che, per traffico commerciale, si posiziona all'undicesimo posto tra gli scali nazionali, con una crescita del 4% e grandi potenzialità soprattutto per i mercati stranieri. Stefano Masin




r&f Sistemi aeroportuali

Aeroporti italiani: c'è chi compra e c'è chi vende Il Piano nazionale per lo sviluppo aeroportuale, emanato a gennaio 2013 dall'allora ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Corrado Passera, dopo anni ha posto le basi per un riordino organico degli scali italiani sotto il profilo infrastrutturale, dei servizi e delle gestioni. In tutto questo, c'è un via vai di quote azionarie tra le varie società che sta delineando la nascita di “sistemi aeroportuali”solidi e con progetti a lungo termine

T

ra i punti principali del programma, l'individuazione di aeroporti di interesse nazionale, il tentativo di privatizzazione del maggior numero possibile di scali attraverso al dismissione di quote societarie in mano alle pubbliche amministrazioni delle Regioni, incentivare reti aeroportuali gestite da un unico soggetto e il ridimensionamento della rete aeroportuale italiana, ormai congestionata. A inizio 2014 il Piano è stato rivisto dall'attuale ministro dei Trasporti Maurizio Lupi il quale ha individuato 11 aeroporti strategici e 26 di interesse nazionale. Dopo tanti anni di stallo, quindi, anche sulla base delle linee di sviluppo del trasporto aereo fissate dall'Unione europea, il Governo si è attivato per portare il sistema aeroportuale italiano nel ventunesimo secolo. Dall'altra sponda (quella di alcune società che gestiscono scali nazionali), in questi ultimi anni ci sono stati diversi movimenti e cessioni di pacchetti azionari. Vediamo con ordine, da Nord a Sud, quali sono state le principali operazioni e cosa potrebbe accadere nei prossimi mesi.

Le scatole cinesi del Nord F2i (Fondo italiano per le infrastrutture guidato da Vito Gamberale), ha iniziato nel 2010 attraverso la divisione F2i aeroporti acquistando il 70% di Gesac (Società di gestione servizi aeroporti campani), a dicembre 2011 ha acquisito il 44,31% di Sea, Società esercizi aeroportuali, che fino al 2041 avrà la gestione totale degli aeroporti di Milano Linate e Milano Malpensa. Sempre Sea è azionista di maggioranza relativa di Sacbo (Società aeroporto civile di Bergamo – Orio al Serio) detenendone il 31%. F2i, infine, da gennaio 2014 detiene il 50,8% di Sagat (Società azionaria gestione aeroporto di Torino). È tuttavia notizia di qualche settimana fa che F2i sta trattando in esclusiva con una cordata composta da Ardian e Credit Agricole la cessione del 49% di F2i Aeroporti. Spostandoci verso Est, troviamo Save, Società aeroporto Marco Polo di Venezia, che gestisce oltre allo scalo veneziano anche quello di Treviso e quello belga di Charleroi, ma soprattutto a ottobre 2014 ha sottoscritto

il 35% del capitale dell'aeroporto Valerio Catullo di Verona la cui società, la Catullo spa, a sua volta possiede l'85% di Aeroporti Sistema del Garda che controlla lo scalo di Brescia Montichiari. A conti fatti, quindi, Save sta creando un vero e proprio sistema aeroportuale del Nordest. Argentina vs Sicilia e Toscana Così come sta accadendo con l'Amerigo Vespucci di Firenze Peretola e il Galileo Galilei di Pisa. Azionista di maggioranza delle due società infatti (AdF e Sat, appunto), è ora Corporacion America, una holding argentina che fa capo al finanziere Eduardo Eurekian, che possiede oltre 50 aeroporti nel mondo. E la creazione di un sistema aeroportuale toscano era condizione necessaria affinché i due scali rientrassero tra gli aeroporti strategici secondo il piano del ministro Lupi. E sempre Corporación América è azionista di maggioranza di Airgest, la società che gestisce l'aeroporto Vincenzo Florio di Trapani. Il progetto del Gruppo, in questo caso, è creare

in Sicilia un sistema simile a quello Toscano acquistando la maggioranza di Gesap, la società che gestisce l'aeroporto Falcone Borsellino di Palermo. All'Emiro piace Roma Risalendo verso Roma, invece, già a novembre scorso rumors parlavano di una possibile cessione da parte di Atlantia del 20% di AdR (società che gestisce gli aeroporti di Roma). Nei primi giorni dell'anno, è rimbalzata la notizia che l'Abu Dhabi Investment Authority (Adia), il fondo sovrano dell'Emirato di Abu Dhabi (la cui compagnia di bandiera Etihad ha recentemente chiuso l'operazione con Alitalia) sarebbe al momento il favorito tra i vari soggetti interessati all'acquisizione del 2030% della controllata Aeroporti di Roma. Queste sono solo alcune delle operazioni possibili e in essere relative alle società degli aeroporti italiani. C'è chi compra e c'è chi vende.

retail&food - gennaio/febbraio 2015

S.M.

41



r&f Resoconto Mapic

ITALY: WELCOME BACK? A Mapic con velocità variabili

La scorsa edizione della fiera di Cannes (19-21 novembre) ha mantenuto le premesse: più di 8.400 delegati tra cui 2.400 retailer, provenienti da 75 paesi. E il comparto italiano? La pipe-line si è confermata corta, ma i progetti di punta hanno riportato l’attenzione dei brand internazionali sul nostro Paese

L‘

edizione numero 20 di Mapic ha certificato ancora una volta la dinamicità del comparto retail real estate in ambito internazionale. I tre ambienti del Palais des Festivals et des Congrès hanno accolto tra il 19 e il 21 novembre 8.400 delegati, tra cui 2.400 retailer, provenienti da 75 paesi, e ancora 500 nuove brand company che si sono affacciate per la prima volta all’even-

to di Cannes. Il mercato Usa, e non solo, è stato sotto i riflettori: in particolare ha portato 171 società, il 40% in più rispetto al 2013, ed è stato proclamato Country of Honour a Mapic 2015. E se gli Stati Uniti rimangono la più grande economia retail al mondo, la crescita di quella cinese continua a essere vertiginosa: la pipe-line sino al 2016 vede la realizzazione di ben

49 milioni di metri quadrati di spazio in centri commerciali. Tale fenomeno sarà accompagnato dall’incremento dell’urbanizzazione e della crescita del potere di acquisto della classe media. «In Europa e in America i mercati dimostrano una forte attività, concentrata prevalentemente sulla ristrutturazione e l’ampliamento di centri commerciali esistenti, nonché sulla realizzazione di strutture nuove – ha dichiarato Nathalie Depetro, Mapic director – Nei territori contraddistinti da un forte sviluppo immobiliare, come in Cina, l’accento è posto sui nuovi progetti». Tra i trend di maggiore attualità emersi durante la kermesse: la progressiva convergenza tra retailing online e offline. Questo è il tema della

terza edizione del Mapic Digital Summit, come dimostra il caso di Wanda Group che sta lanciando una joint venture di e-commerce con i giganti del web Baidu e Tencent Holdings: l’obiettivo è di creare un ponte tra i leader dei brick & Mortar e del business online. E ancora, durante il dibattito non è sfuggito che Google abbia aperto il suo primo negozio fisico in Germania e che Amazon sarebbe in procinto (forse già entro la fine del 2014) di avviare il suo primo store a New York. Ulteriore filone, tornando all’interno delle strutture commerciali “tradizionali”, è l’introduzione di maggiori servizi orientati all’intrattenimento, che indurrebbero i consumatori a trascorrervi più tempo: ad esempio

retail&food - gennaio/febbraio 2015

43


Resoconto Mapic CapitaMalls Asia ha stanziato ingenti somme per realizzare piste di pattinaggio, cinema IMAX, parchi giochi per bambini e zone fitness; in Spagna, a Malaga, sorgerà un nuovo progetto a uso misto che affianca al retail l’offerta per il tempo libero e strutture ricettive: frutto di

una joint venture tra il developer britannico Intu ed Eurofound, lo sviluppo includerà piste da sci artificiali, un mini parco a tema e un lago per fare surf; e ancora, nel destination centre di Jihua Park a Changchun in Cina vi saranno strutture sportive per praticare sci, free-

falling, free climbing e surf a fianco di camere d’albergo e negozi. Da annotare in agenda, invece, la prima edizione del Retail Real Estate Market organizzato da Mapic che si terrà a Shanghai a giugno: un evento pensato per mettere insieme brand regionali e internazionali

«Leader in Italia, puntiamo all’estero»

«Puntiamo a brand internazionali per Forum Palermo e i nostri 5 centri»

«Impegnati su GrandApulia e sullo stadio dell’Udinese»

Luca Maganuco, asset management director di Multi Italy

Alberto Albertazzi, direttore generale di Svicom

Gianandrea Gropplero di Troppenburg, direzione sviluppo Italia di Old Wold West (Gruppo Cigierre)

Dopo 10 anni in cui siamo sempre venuti a Mapic come visitatori abbiamo deciso di proporci sul mercato estero mostrandoci con uno stand, una bella vetrina del locale. In Italia siamo ormai leader, forti di oltre 105 locali, ma i progetti di centri commerciali grossi si contano sulle dita di una mano – ad Arese avremo l’ingresso esterno con la terrazza e quello interno sulla galleria – per cui siamo interessati a uno sviluppo internazionale attraverso masterfranchisee, franchisee o anche direttamente a seconda del Paese. Nei centri commerciali apriremo con un solo brand, Old Wild West, che potrà trovare collocazione anche su strada, mentre Wiener Haus sarà collocato sempre di più solo su casetta su strada. Un progetto di centro commerciale estero per interessarci deve disporre di un significativo bacino di utenza, di flussi pedonali e/o veicolari, e deve permettere di lavorare anche la sera.

44

Multi Italy, parte di Multi Corporation, nell’arco degli ultimi 12 mesi ha visto una rapida crescita del portfolio degli asset italiani. Per quanto concerne le attività di leasing, il team di Multi è focalizzato nel concludere il processo di rinnovo dei contratti di Forum Palermo, con un grande interesse dei tenant in linea con le ottime performance del centro, oltre che nel miglioramento dei cinque centri commerciali recentemente acquisiti: Valecenter di Marcon (VE) – oggetto di un’importante opera di riposizionamento – Airone a Monselice (PD), La Scaglia di Civitavecchia, Il Borgogio-

ioso a Carpi e Le Colonne di Brindisi. Rimangono in essere i mandati con altre proprietà per la gestione e il leasing del nuovo Ipercoop di Collegno e Il Gialdo a Chieri. Il key focus di Multi nelle attività di ricommercializzazione è aggiornare e migliorare il merchandising mix dei centri in gestione coinvolgendo i top retailer sul mercato italiano e internazionale.

retail&food - gennaio/febbraio 2015

L’attività di leasing è concentrata sui progetti nuovi e su quelli di cui abbiamo la gestione e quindi la ricommercializzazione. Un’iniziativa nuova su cui puntiamo molto e che vedrà l’apertura al pubblico tra la fine del 2015 e la primavera del 2016 è GrandApulia: sarà un centro commerciale da 100 negozi, localizzato a Foggia, con un bacino di utenza che oltre a essere ricco di consumatori, quasi 300mila abitanti, è anche caratterizzato da una bassa competition. Questa combinazione, a cui si aggiunge un merchandising mix che prevede una parte leisure, con multisala e aree di divertimento, sette ancore e un ipermercato a insegna Coop, rende il progetto particolarmente interessante. La proprietà è in seno a Finsud - Gruppo Sarni. Un’ulteriore iniziativa è la commercializzazione dello stadio Friuli dell’Udinese che verrà ristrutturato: vi porteremo servizi orientati allo sport, ristorazioni e soluzioni per far vivere la struttura tutta la settimana.

con proprietari e sviluppatori di shopping mall in territorio cinese.

La truppa italiana La delegazione italiana, sul fronte degli sviluppatori e commercializzatori di progetti retail real estate, sconta tuttora la difficile congiuntura econo-

«Attivi da subito sul progetto IICG di Roncadelle» Francesco della Cioppa, responsabile dei team Property & Asset Management e del retail leasing di Cushman&Wakefield Italia La commercializzazione del progetto di Roma su via Laurentina ha una fisionomia oramai definita, mentre di recente abbiamo ricevuto da IICG il mandato per la commercializzazione dello sviluppo di Roncadelle (BS): lo riteniamo un progetto di grande spessore, e il nostro dipartimento Retail è onorato di collaborare con IKEA su un prodotto che appartiene già a una seconda generazione di centri commerciali. A fronte anche di questa iniziativa si vede come vadano affermandosi in pipe-line strutture di dimensioni molto considerevoli, che porteranno a una segmentazione netta del mercato. Ciò

avverrà nel prossimo futuro e avrà ripercussioni sul brand mix, con l’ingresso di marchi internazionali che determineranno una differenziazione anche sul tipo di insegne presenti nelle gallerie. Tale evoluzione interesserà allo stesso modo le foodcourt. Di contro, l’arrivo in alcuni bacini di grandi centri commerciali regionali non potrà che mettere in crisi i piccoli mall.


mica nazionale. Ma non mancano le eccezioni: rispetto a una pipeline che nei prossimi mesi è ridotta ai minimi termini, successivamente arriveranno a compimento grandi progetti in grado di attrarre già oggi l’interesse di retailer e investitori internazionali.

I regional mall, così definitivi, contribuiranno a segmentare il mercato, che è ancora caratterizzato da una nuvola di piccoli e medi centri commerciali con un’offerta standardizzata. Sebbene queste iniziative si possano contare sulle dita di una mano hanno il merito, in primis, di riportare l’at-

tenzione sul nostro Paese e in particolare sulla città di Milano. Arese (vedi Dossier shopping mall a pag. 48), Westfield Milan, Scalo Milano e ancora Cascina Merlata sono i maxi progetti che gravitano sulla città meneghina, a cui non manchiamo di affiancare lo sviluppo di

Inter IKEA Centre Italia a Roncadelle (BS), Mondojuve a Nichelino (TO), Maximo a Roma, Verona Porta Sud nella cinta urbana della provincia veneta, GrandApulia a Foggia, l’avanzamento di Livorno Porta a Mare e la riqualificazione degli ex Magazzini Raccordati,

«Scalo Milano: progetto concreto in fase di avanzata cantiere»

«Nel 2015 refurbishment di Porta di Roma»

«Per noi il 2014 è stato l’anno della Cina»

«Pronti a valutare l’acquisto di asset prime»

Gino Antonacci, Coo di Corio Italia

Christian Recalcati, amministratore delegato di Larry Smith Italia

Stefano De Robertis, responsabile marketing di Eurocommercial Properties Italia

Filippo Maffioli, sales & marketing director di Promos

Il progetto Scalo Milano è un’iniziativa concreta, già in fase avanzata di cantiere, basata a Milano nel quadrante sud e collegata alla city tramite rete metropolitana. È improntato inoltre sull’innovazione e si sviluppa su tre mondi: fashion, food e design. Parliamo di 220 negozi in apertura alla fine del 2015, che corrispondono alla fase 1. Al Mapic la componente fashion è quella che attenzioniamo maggiormente, mentre sia il mondo del design sia quello del food sono già stati esplorati. L’obiettivo, che riteniamo di riuscire a centrare, è di avere all’apertura un 7% di new brand, trasversalmente parlando, che per la prima volta approcciano il canale del retail in Italia. Come accennato l’area food nella sostanza è fatta: ci siamo dedicati alla ricerca di operatori che oggi presidiano la strada a Milano. Questo concetto è stato recepito per cui 4 o 5 player che al momento operano nel centro città attiveranno su Scalo dei loro punti vendita.

In Italia siamo impegnati su due progetti: nel 2015 il refurbishment quasi completo di Porta di Roma, dove creeremo un ambiente in grado di accogliere meglio i nostri visitatori e dare loro un’esperienza in linea con il valore e le potenzialità di questo centro, che ad oggi è quello di più grande successo in Italia; qualche settimana fa abbiamo chiuso gli accordi e iniziato le procedure amministrative per il raddoppio di Shopping GranReno a Bologna. Dopo una fase di gestazione di tipo amministrativo riusciremo ad aggiungere agli attuali 15mila mq di galleria oltre l’ipermercato altri 16mila

mq di Gla, rendendolo il principale centro commerciale della Regione. Il progetto prevede la ristrutturazione della parte attuale, la demolizione totale del parcheggio di tre piani in facciata e lo sviluppo del nuovo mall su parte del sedime del parcheggio. Ci saranno una foodcourt di ultima generazione e un’area eventi esterna per cinema estivo e concerti.

I progetti di punta che proponiamo sono due: il centro commerciale di Nichelino (TO), con protagonista Carrefour, e Verona Porta Sud. A questi si aggiunge l’attività sui mall in portfolio: noi siamo sbilanciati sugli shopping center di una certa grandezza che quindi impegnano molto dal punto di vista gestionale e della ricommercializzazione, attività che ne dà il valore aggiunto. In tal senso lavoriamo molto sull’inserimento di nuovi brand e su servizi non presenti in questo mercato. Il 2014 per noi è anche l’anno della Cina: abbiamo aperto l’ufficio a Shanghai perché dopo qualche anno in cui vi facevamo consulenza abbiamo raggiunto una massa critica che è sfociata nella commercializzione di tre progetti: un factory outlet center di 46mila mq, uno shopping mall di 16mila mq e un centro commerciale di 135mila mq a cui si aggiungono altri 36mila mq di street retail all’interno di una newtown a Ningbo su un’area costiera.

In fiera a Cannes portiamo il nostro portafoglio di centri in Italia, Francia e Svezia. Per l’Italia presentiamo il refurbishment del centro commerciale I Portali di Modena: un restyling complessivo degli spazi, della galleria e dei servizi, oltre alla creazione di una nuova immagine che verrà lanciata da una campagna marketing specifica. Siamo concentrati anche sul restyling di altri shopping center e uno di questi è I Gigli di Firenze: è un work in progress perché recentemente vi abbiamo inaugurato una parte esterna legata a uno spazio bimbi di dimensioni ragguardevoli e, lo scorso anno,

un retail park. Inoltre sono allo studio vari progetti di miglioria: per esempio sul nostro centro di Cremona stiamo valutando l’ottimizzazione degli spazi esterni integrati con nuovi esercizi. Complessivamente il mercato appare piuttosto saturo per cui da parte nostra c’è interesse nella ricerca di asset prime da valutare anche in termini di acquisizioni.

retail&food - gennaio/febbraio 2015

45


Resoconto Mapic nonché la valorizzazione della Galleria delle Carrozze, nella stazione di Milano Centrale a opera di Grandi Stazioni. Ulteriori iniziative rientrano in logiche di ampliamento di strutture esistenti, come Centro ESP Ravenna; di ricommercializzazione, come per Il Ponte a Montecorvo, e di svi-

luppo di piccoli interventi all’interno di aree urbane, tra cui il Centro commerciale Appio I a Roma promosso da Rustioni & Partners. Di particolare interesse vi è poi l’iniziativa di riqualificazione del quartiere Santa Giulia a Milano, che prevede la nascita di un parco urbano con re-

sidenze e commercio: arrivato in una fase di master plan, il progetto vede impegnati gli studi Foster&partners e Design International, quest’ultimo in maniera specifica sulla parte retail. È quindi tornato sulla scena internazionale il comparto italiano del retail real estate? Proba-

bilmente non vi è mai davvero uscito, anche se le problematiche denunciate a Cannes da Massimo Moretti, presidente del Cncc, imputate all’eccesso di burocrazia, continuano a frenarne il potenziale soprattutto agli occhi degli investitori. A. P.

«Format travel per affrontare il mercato cinese»

«Concentrati sul restyling strategico»

«Focus sulle ristrutturazioni e gli ampliamenti»

«Tra rilancio di centri commerciali, sviluppo in high street e Cina»

Luca Bastagli Ferrari, ceo di Arcoretail

Carmen Chieregato, amministratore delegato di Cogest Retail

Roberto Zoia, direttore gestione patrimonio e sviluppo di IGD

Due settimane fa eravamo qua al TFWA, la fiera del travel retail: abbiamo fatto 47 appuntamenti (per promuovere i progetti Jihua Park, ndr) e ottenuto 44 adesioni. Questo perché abbiamo trovato una soluzione adatta per i brand che vogliono affrontare il mercato cinese. La nostra proposta è di portare un formato travel, che comporta negozi più piccoli, dai costi ridotti e dal mix merceologico diverso: più accessibile ma a prezzo pieno. Ciò permette ai marchi di essere appealing per gli acquisti di impulso. Recentemente è nato il terzo progetto, a 80 km da Nanchino in un luogo turistico vicino a Yangzhong. A settembre 2015 avremo le prime due aperture, mentre quella successiva avverrà entro aprile 2016. Stiamo commercializzando tutti e tre i centri con un risultato già superiore al 65%. Il mix merceologico che ne risulta è estremamente diverso dalle aspettative: daremo vita a un luogo di moda seguendo le mode e non seguendo la moda.

46

Ci stiamo concentrando sul restyling strategico, in quanto ci sono una serie di centri commerciali che necessitano di un ammodernamento sia strutturale sia commerciale. Alcuni shopping mall negli anni precedenti hanno già visto un restyling importante, come Le Piramidi (VI) e Piazzagrande (PD), e a questa attività si stanno avvicinando anche i fondi. Al Mapic portiamo alcuni progetti in essere e quello di Settimo Torinese è a un ottimo punto: il parco sta performando al di sopra di ogni aspettativa, dando ragione alla scelta del promotore di realizzare prima il retail park e poi il centro, per

cui dal prossimo anno si potrà lavorare sullo shopping center. Quest’ultimo avrà una logica di commercializzazione particolare in quanto caratterizzato da percorsi aperti, con grandi superfici di riferimento per ogni settore merceologico attorniate da piccoli negozi dotati della medesima tipologia di prodotto. Questo faciliterà il consumatore nella sua ricerca.

retail&food - gennaio/febbraio 2015

Ci concentriamo al Mapic soprattutto sulle ristrutturazioni e gli ampliamenti che stiamo portando avanti, in più lanciamo per la prima volta una nuova iniziativa che è di Unicoop Tirreno a Grosseto. In primo piano abbiamo la commercializzazione di ESP Ravenna, visto che il cantiere è partito, e il completamento del progetto a Chioggia: è un’apertura prevista per primavera 2015. Lo sviluppo di Unicoop Tirreno, che è uno dei nostri due azionisti di riferimento, si articola su circa 20mila mq totali di cui 4mila di ipermercato, a cui si sommano quattro piastre esterne per le quali attendiamo le autorizzazioni. Parallelamente proseguiamo su Livorno Porta a Mare, che ha visto di recente l’apertura del supermercato, dell’elettronica Unieuro, di ristorazioni, di negozi biologici e legati al territorio. L’offerta sarà completata in primavera quando in parallelo partirà il cantiere delle Officine Storiche, che sono il cuore di tutto il progetto.

Simone Burasanis, associate director - head of retail agency di JLL Al Mapic ci concentriamo su diversi progetti, di cui il più importante è il rinnovo dello shopping center Il Ponte a Montecorvo: Banca Italease e Banca Intesa, dopo averlo riacquistato hanno dato l’incarico a un pool di aziende primarie del settore, e in particolare a JLL per la commercializzazione, a Henderson per l’asset management e a Svicom per la gestione, per rilanciarlo nell’arco di due o tre anni. Il centro è piccolo, circa 15mila mq con 30 negozi, ma ha un bacino importante. Il recente cambio di insegna del supermercato, passato da IperSimply a Gros,

ha dato riscontri significativi in termini di affluenza. Lavoriamo poi nei centri storici, e in particolare stiamo commercializzando un immobile importante su Milano in piazza Duomo, e siamo impegnati su un progetto per aiutare un grande operatore cinese a portare brand italiani del lusso in un grosso complesso che sta realizzando in Cina. E i riscontri sono positivi.


r&f Resoconto Mapic-international

Unibail-Rodamco cala il poker T ra i tanti player internazionali presenti all’edizione 2014 di Mapic, un ruolo di primo piano è stato giocato dalla francese UnibailRodamco. Numerosi i progetti presentati nella suggestiva cornice del Majestic Beach, locale sulla spiaggia della Croisette, discretamente ed esclusivamente separato dal Palais des Festivals, sede ufficiale della fiera. In particolare abbiamo avuto occasione di discutere con i responsabili di tre centri commerciali molto differenti. Anche se tutti connotati da alcuni punti fermi della società francese come la “dining experience”, con una ricca presenza di formati food in spazi ampi e particolarmente accoglienti.

Mall of Scandinavia Abbiamo già scritto di questo progetto, a partire dalla presentazione ufficiale che venne fatta a Londra nel 2012 e a cui r&f partecipò in esclusiva per l’Italia. Da allora il team Unibail-Rodamco, rappresentato da Lars Ake Tollemark, ha proseguito senza sosta nello sviluppo del progetto ottenendo alcuni importanti risultati. Come il coinvolgimento di un ampio numero di retailer internazionali e la vendita dei principali blocchi destinati ad uffici che si sviluppano lungo il perimetro del mall e che, ça va sans dire, ospitando decine di migliaia di impiegati garantiranno un importante flusso per il centro anche durante i giorni feriali. Palma Springs Un nuovo progetto, il primo per l’arci-

Polygone Riviera

pelago delle Baleari, a Palma, in prossimità delle spiagge in una zona molto turistica dell’isola, ben connessa col centro città e con l’aeroporto, ci spiega Simon Orchard, responsabile Unibail-Rodamco per lo sviluppo in Spagna. Un paese che dopo i recenti anni di forte crisi economica, a partire dal settore immobiliare, ha visto la ripartenza della pipeline nei progetti retail RE. Palma Springs, considerata la collocazione geografica, avrà un’ampia fruibilità degli spazi esterni e sarà direttamente collegato con il vicino entertainment park già attivo da anni. Glòries Barcelona

Glories Barcelona È sempre Simon Orchard a illustrarci questo centro che, a differenza dei precedenti, è già attivo da tempo e che entro il 2017 vedrà attuato un processo di refurbishment e ampliamento di 14mila mq, con un investimento complessivo previsto in 130 milioni di euro. È già aperto un format innovativo denominato “El mercat” che prendendo ispirazione dai tradizionali mercati catalani, riunisce in un’area di 3.200 mq 20 format food dedicati alla somministrazione accanto a un vero e proprio fresh market dove è possibile fare la spesa. Polygone Riviera Dulcis in fundo un progetto che sorge a poche decine di chilometri da Cannes, alle spalle di Nizza in un’area, la Costa Azzurra, che è sempre stata molto refrattaria ad accogliere sviluppi commerciali moderni. Abbiamo potuto visitare il cantiere del Polygone Riviera durante le giornate di Mapic, in compagnia di Eric Houviez (foto) director of development – european projects, grazie a

Eric Houviez un servizio navetta in elicottero che ci ha consentito di esaminare anche dall’alto l’area in cui sorge il centro. I plus sono costituiti senz’altro dal fatto che sorge in una zona digiuna da insediamenti commerciali moderni e che, come è caratteristico per tutti i progetti Unibail-Rodamco, accanto a un tradizionale retail mix di livello middle e premium, affianca un’ampia area dedicata all’entertainment: qui sorgerà uno dei pochissimi multiplex della Costa Azzurra, a cui farà da contorno un’ampia e varia food court in stile “dining experience”. Il leasing giunto al 73% a fine novembre, garantisce ancora spazi disponibili, interessanti per chi desidera rivolgersi alla pregiata clientela di questa celebre regione del sud della Francia. Apertura prevista ottobre 2015. Andrea Aiello

retail&food - gennaio/febbraio 2015

47


r&f

Dossier shopping mall prima pietra

Arese sulla rotta dei newcomer brand Il cantiere del maxi progetto sviluppato da Gruppo Finiper si concluderà entro il 2016. L’annessa pista ex Alfa Romeo verrà aperta al pubblico prima, durante Expo, e fungerà da rampa di lancio per il nuovo mall milanese. La commercializzazione, incassata la firma di Inditex (oltre 10mila mq), guarda oltre confine

A

rese, Scalo Milano e Westfield Milan sono i maxi progetti retail che ambiscono a presidiare lo shopping meneghino, chi nel breve e chi nel medio termine. Se le prime due iniziative sono già in fase avanzata di cantiere, quella promossa dalla società australiana Westfield insieme a Gruppo Percassi dovrebbe vedere la luce nei prossimi anni. Con l’arrivo dei super mall assisteremo a una segmentazione del mercato e alla rottura degli attuali equilibri nel milanese (e non solo), fondati su una pletora di centri commerciali di medie dimensioni e su alcune “storiche” ec-

48

cezioni di primaria importanza: tra tutte il Carosello di Carugate (MI) e il Fiordaliso di Rozzano (MI). Di certo l’area competitiva attorno alla city lombarda diventerà ancora più selettiva, con l’asticella qualitativa spostata significativamente verso l’alto, all’altezza dell’offerta retail delle principali metropoli europee. Assimilabile per tipologia al concetto di centro commerciale, ma destinato a evolverne le caratteristiche, il progetto di Arese si svilupperà su una Gla di 92mila mq laddove un tempo sorgevano gli stabilimenti Alfa Romeo, interessando i comuni di Arese e Lainate. Un percorso open-air,

retail&food - gennaio/febbraio 2015

scandito anch’esso da numerose attività e circondato da un parco verde, collegherà il mall coperto al “mondo dei motori”: l’ex circuito di collaudo, lungo ben 1,6 km, attorno al quale verranno realizzati nuovi immobili destinati a ospitare corsi, eventi, esposizioni e molto altro. Complessivamente si parla di circa 220 negozi disposti su due livelli, di cui ben 23 sono le unità commerciali superiori agli 800/1.000 mq di Gla. L’àncora alimentare sarà un Iper La Grande i, insegna del Gruppo Finiper che è anche promotore dell’iniziativa attraverso la società Tea Spa. I parcheggi saranno 6.200,

sia a raso sia coperti, e serviranno un bacino stimato in 7,8 milioni di abitanti nell’isocrona di un’ora (fonte Politecnico di Milano) a cui si aggiungeranno i flussi turistici e business che gravitano su Milano attraverso l’articolata rete autostradale: l’accessibilità ad Arese è garantita dalla prossimità all’autostrada A8, con collegamenti diretti dai caselli di Arese e Lainate, dalla Varesina e dalla “storica” Strada statale 33 del Sempione. In numeri, se l’isocrona dei 45 minuti arriva sino a Lugano (Svizzera), in tempi più stretti si annoverano in primis l’area di Milano, che ogni anno conta 11,6 milioni di


a Como. La catchment area si contraddistingue inoltre per la densità abitativa, 4,2 milioni di abitati nell’isocrona dei 30 minuti, e soprattutto per un Pil procapite del 20% superiore alla media europea (Fonte aziendale). L’apertura della pista avverrà in concomitanza di Expo, anticipando di qualche mese quella del mall, di cui diverrà una vera e propria rampa di lancio in termini di comunicazione. Il taglio nastro definitivo è previsto per il 2016.

presenze turistiche, e il complesso di Rho Fiera, che vanta 5 milioni di visitatori l’anno. Percorrendo verso nord l’autostrada A8, che da sola conta 35 milioni di transiti annui, si arriva in 25 minuti all’aeroporto di Malpensa e in 30 a Varese. Prendendo l’A9, invece, in mezz’ora si giunge

Il progetto Ideato da diverso tempo, con le licenze ottenute da circa due anni, e oggetto di numerose riflessioni dettate soprattutto dalle evoluzioni del mercato, il progetto di Arese è ormai realtà come si può apprezzare percorrendo in automobile viale Alfa Romeo, che collega il casello di Lainate al centro abitato. Dalla demolizione dei capannoni preesistenti sta prendendo forma il nuovo immobile, che al termine dei lavori mostrerà la propria vocazione “naturale” privilegiando materiali come il legno e il vetro che garantiscono leggerezza e trasparenza fisica alla galleria. Nella definizione delle linee esterne c’è la matita dell’architetto Michele De Lucchi, mentre quelle interne al mall sono state ideate da Design International, nella persona dell’architetto Davide Padoa. L’intero complesso è stato progettato secondo rigidi criteri di risparmio energetico e bio-sostenibilità, in linea con gli standard promossi dall’U.S. Green Building Council per ottenere la cer-

APERTURA PREVISTA INIZIO DEI LAVORI PROMOTORE PROGETTAZIONE LOCALITÀ LOCALIZZAZIONE TIPOLOGIA GLA LIVELLI COMMERCIALI MEDIA SUPERFICI UNITÀ DI RISTORAZIONE TOTALE UNITÀ ANCORA ALIMENTARE PARCHEGGI

ENTRO IL 2016 PRIMAVERA 2014 TEA SPA (GRUPPO FINIPER) ARCH. MICHELE DE LUCCHI; DESIGN INTERNATIONAL, ARCH. DAVIDE PADOA ARESE (MI) EXTRAURBANA CENTRO COMMERCIALE 92MILA MQ 2 23 25 220 IPER LA GRANDE I 6.200

© Edifis Intelligence

Il progetto in pillole

retail&food - gennaio/febbraio 2015

49


Dossier shopping mall prima pietra tificazione LEED di livello Gold. Nelle intenzioni del promotore, Arese sarà soprattutto una nuova destinazione, un luogo di incontro e di benessere ricco di stimoli, caratterizzato da una compenetrazione di spazi interni ed esterni, di proposte commerciali fisse e temporanee: la proposizione di uno spazio metropolitano migliorato. Benvenuti a corte Promotore e commercializzatore saranno attenti fino all’ultimo nell’individuare e raccogliere novità rappresentative del mondo del commercio. In questo senso la volontà è quella di intercettare l’attenzione di alcuni marchi stranieri sul comparto italiano, convincendoli a scegliere Arese per aprire il loro primo flagship store nel nostro Paese. L’obiettivo numero uno sarebbe il marchio di abbigliamento low cost irlandese Primark, che potrebbe entrare in un’unità da oltre 7mila mq: diventerebbe il singolo negozio (esclusa l’àncora alimentare) più grande del mall. Tra le certezze dichiarate, almeno due sono di forte appeal: Gruppo Inditex, come ci ha confermato Design International durante la scorsa edizione di

50

Mapic, ha firmato per entrare con tutti i suoi brand su una Gla totale superiore ai 10mila mq; Mango aprirà un grande punto vendita di oltre 1.500 metri quadrati. Per dare sostanza al concetto moda è stata progettata una vera fashion court su un lato del piano terra (al piano superiore ci sarà Zara con tutte le insegne del gruppo spagnolo). Da

retail&food - gennaio/febbraio 2015

qui si dipana una sorta di viale con attività dedicate a vari mondi tra cui la famiglia, la casa e il bambino. Al vaglio del promotore e della commercializzazione vi sono spazi destinati a tradursi in concetti innovativi, caratterizzati da più insegne specializzate su un unico tema. Guardando a un segmento più in difficoltà, quello dell’elettronica di consumo,

c’è la conferma di un grande store dedicato e di un ampio novero di pretendenti. Ma l’insegna sarà decisa solo nei prossimi mesi. La passeggiata, movimentata su entrambi i livelli con un particolare gioco di vetrine, balconate e veri e propri “building nel building”, confluisce in una food court che coinvolge l’esplosione dell’offerta dei freschi di Iper


La Grande i, in un dialogo continuo tra la proposta della food court e la specializzazione di Iper. Quest’area disporrà di una grande scala elicoidale, che si aprirà nella piazza dove ci saranno sia le piccole che le medie superfici di ristorazione. Di forte suggestione sarà poi lo spazio dedicato alla produzione vitivinicola italiana, attraverso migliaia di bottiglie e proposte che a rotazione potranno essere selezionate per la vendita e/o la mescita. Gli elementi a cui ci si richiama sono quelli delle città e dei mercati, riletti in chiave contemporanea e con una vivacità che è data dalla struttura architettonica e dalla sequenza delle merceologie proposte. Restando in ambito ristorazione,

delle circa 25 insegne che campeggeranno all’interno del mall di Arese una decina troverà spazio nella food court, che su tre livelli (in virtù di un piano mezzanino) ospiterà 3 o 4 unità di grande dimensione e 6 o 7 negozi microspecialisti. E se tra i brand spiccano il “solito” McDonald’s, che rimane un punto di riferimento sul prezzo e sul prodotto sia per la famiglia sia per il turista, i locali più piccoli saranno scelti in base all’originalità della proposta. Vi saranno anche concetti innovativi caratterizzati dall’affiancamento di insegne specializzate con operatori sia di catena sia locali. Un ulteriore obiettivo in ambito food è l’individuazione di un format di trattoria, che proponga un cibo italiano, semplice, con servizio al tavolo. Dal promotore non trapelano dati relativi ai contratti di affitto e alle spese generali, ma le indicazioni fornite a r&f si orientano su richieste economiche strettamente mirate e proporzionate alle singole categorie merceologiche, nonché di costi condominiali e di marketing particolarmente attenti in modo da offrire ai retailer il migliore servizio al prezzo più corretto.

tipi di utilizzo e di fruitori: due e quattro ruote, ragazzi e adulti, corsi professionali e iniziative ludiche, eventi, presentazioni e animazioni legate al tema dei motori. Inoltre, forte di una lunghezza di 1,6 km, potrà essere una location ideale per ospitare test, esposizioni, proposte, borse di scambio tra collezionisti provenienti da tutto il mondo. A supporto di tali attività, il percorso tra lo shopping center e il tracciato sarà caratterizzato dalla presenza di alcuni elementi architettonici particolari, che rompono la linearità del mall attraverso una serie di forme arrotondate e trasparenti, all’interno dei quali sarà sviluppata un’articolata e mirata offerta commerciale, artigianale e di servizio, sempre e comunque legata al mondo

delle due e quattro ruote. Ma la proposta di intrattenimento farà leva su ulteriori spunti: al vaglio del promotore e di Design International c’è un’area espressamente dedicata a esibizioni, divertimenti e sfilate. Su tale area si sta lavorando per darle una collocazione e una forma attrattive e funzionali anche quando non sono in essere attività ludiche: qualcosa che rimanga integrato nell’immagine del centro. Sul fronte dei servizi, invece, si lavora a 360° per andare incontro non solo alle esigenze delle famiglie, con soluzioni mirate per i bambini, ma anche a quelle degli anziani e concretamente delle persone che li hanno in cura. E non poteva mancare un focus sull’integrazione tra online e offline: “Come Amazon vuole aprire punti vendita fissi così noi puntiamo a Internet – riferisce il promotore – Pensiamo di rivolgerci a tutta la clientela, non solo agli esperti della Rete, dando la possibilità di effettuare acquisti online e attivando iniziative di tutoring per insegnare a utilizzare questi strumenti in modo facile e sicuro. Tra le ipotesi sul tavolo uno sportello virtuale per ricevere informazioni o anche fisico per ritirare i prodotti». A. P.

Intrattenimento: non solo la pista Il terzo elemento e forse il più distintivo di Arese è il mondo dei motori, caratterizzato iconicamente dalla pista: viva testimonianza dell’ex insediamento industriale Alfa Romeo. Tale elemento diventerà strategico anche in ambito di comunicazione, in quanto sarà il primo shopping center di nuova generazione dotato appunto di una pista. Questa vedrà una serie di declinazioni legate ai

retail&food - gennaio/febbraio 2015

51


r&f Saldi invernali 2015

Tutti pazzi per gli outlet È tempo di saldi, e gli sconti nei factory outlet centre rendono economicamente accessibili dei marchi che durante tutto il resto dell’anno rimangono, per i più, un sogno proibito. In soldoni, un capo che nel canale retail è esposto a 1.000 euro, in quello outlet l’anno successivo può essere proposto a 700/600 euro, mentre nelle settimane post natalizie, all’interno dei medesimi village, può arrivare a costare anche 300 euro o forse meno. Sempre che la taglia e il colore, nonché il particolare modello, siano ancora disponibili! A queste condizioni, chi non sarebbe quantomeno tentato dall’impreziosire o rinnovare il proprio guardaroba con le firme del Made in Italy e della moda internazionale? A testimonianza di come il canale outlet stia rispondendo in modo positivo all’avvio dei saldi 2015, ancora una volta in controtendenza rispetto all’andamento generale dei consumi, tutte le principali aziende del settore hanno diramato in ordine sparso i numeri dei primi giorni di “svendite”. E il minimo comun denominatore sembra essere il segno “+”, a conferma di una percezione sia empirica sia mediatica davvero lusinghiera. Ecco quindi che a inizio gennaio McArthurGlen ha comunicato che i propri cinque Foc italiani hanno visto nel primo giorno di saldi un incremento medio dell’affluenza nell’ordine del 15%, con delle punte del 35 per cento. In particolare nel medesi-

mo giorno i villaggi di Barberino di Mugello (FI) e di Castel Romano hanno registrato un’impennata del 7% e del 10% rispetto al giorno equivalente del 2014. Dati analoghi arrivano da Neinver: la multinazionale iberica ha reso noto che nei primi quattro giorni di saldi (3-6 gennaio) la crescita media delle presenze nei suoi due outlet

italiani è stata del 15 per cento. In particolare al Castel Guelfo The Style Outlets (BO) l’incremento è stato del 20%, mentre a Vicolungo The Style Outlets (NO) dell’11 per cento. Relativi a un lasso di tempo ancora maggiore, dal 3 all’11 gennaio, sono i numeri forniti da Gruppo Promos, società che gestisce il Palmanova Outlet Village

te. Guardando ai dati forniti dalla stampa locale, il Franciacorta Outlet Village avrebbe totalizzato 50mila visitatori nel primo giorno di saldi, mentre l’altro Foc di proprietà Blackstone, il Valdichiana Outlet Village – gestito da AVM (Added Value Management) – avrebbe totalizzato quasi 200mila visitatori nei primi quattro

e, da inizio 2015, il Valmontone Outlet: il foc friulano ha accolto 140mila visitatori (+25%), 50mila dei quali nel primo weekend (+35%); quello laziale 300mila visitatori, un terzo dei quali nel primo weekend (+40%). Da segnalare: l’Anteprima Extrasconti al Palmanova, proposta tra il 26 dicembre e il 2 gennaio, ha spinto in su l’affluenza del 10% rispetto agli stessi giorni dell’anno preceden-

giorni di “prezzi scontati”. La nostra indagine si conclude a sud con il Foc in portfolio ad Arcus Real Estate: il Sicilia Outlet Village, oggetto lo scorso anno di un ampliamento e di recenti aperture di nuovi negozi (vedi news a pag 5), nel periodo tra l’1 e l’11 di gennaio è cresciuto dell’11% rispetto al 2014, con un picco di presenze in entrambi i fine settimana di oltre 50mila persone; mentre comparando lo stesso periodo il fatturato è salito del 22 per cento. Tutto ciò conferma che soprattutto nel canale degli outlet un maggiore numero di persone si traduce in un’altrettanto maggiore quantità di acquisti: per le loro caratteristiche, infatti, i Foc sono una vera e propria destinazione per lo shopping, anche in periodo di crisi. A.P.

52

retail&food - gennaio/febbraio 2015




r&f Retail management specialist

PIANI DI SVILUPPO DELLE RISORSE UMANE - FORMAZIONE E COACHING A

lla situazione congiunturale attuale, che vede una più attenta gestione dei consumi da parte delle famiglie, si assomma un comportamento di acquisto del cliente molto più oculato e consapevole. Clientela sempre più informata ed esigente che vive il momento dello shopping in modo polarizzato, molto ragionato o molto emotivo. Così l’arena competitiva tra insegne diventa accesa. È necessario operare su ogni cliente/visitatore in modo altamente professionale con l’obiettivo di massimizzare il risultato, finalizzare l’azione di proposta e vendita, sottrarre mercato ai competitor e guadagnare market share. La forza vendita, quindi, gioca un ruolo straordinariamente importante. Da questa dipenderà la riuscita dell’iniziativa, in termini sia di fatturato sia di “tenuta in assetto” del negozio, elemento altrettanto importante. Le risorse umane devono essere considerate al pari di tutti gli altri asset aziendali e come tali vanno pianificate, gestite, sviluppate, verificate nella loro congruità ed economicità (investimento / ritorno dell’investimento). Ogni iniziativa economica deve poter contare su una attenta pianificazione dei fattori economici e finanziari e quindi anche su una pianificazione degli uomini e donne che devono tradurla in successo. È per questo che è buona norma selezionare le RU coerentemente al tipo di prodotto venduto e dello stile dell’offerta merceologica, predisporre un profilo ideale dei venditori, e nel corso del tempo, una volta verificata l’efficacia del profilo, modificarla se necessario. Dopo la fase di selezione è molto importante quella di “inserimento” della risorsa. Questo momento deve comprendere un periodo formativo denso sui temi del prodotto, del servizio, della comunicazione dello stile del brand,

dei risultati attesi, non trascurando le basiche nozioni concernenti le procedure di store. Una volta che la risorsa è “in posizione” è qui che deve intervenire un terzo momento, forse il più complesso da attuare ma anche quello in grado di produrre i risultati più efficaci e duraturi: la “formazione nel continuo”. Si deve intendere la formazione come un percorso didattico, senza soluzione di continuità e senza fine. Percorso che ha chiari gli obiettivi formativi, qualitativi e quantitativi. Naturalmente tale percorso è differente a seconda delle RU interessate. Sarà differente per gruppi omogenei: area manager, store manager, addetti vendita. Didatticamente si useranno materiali differenti, così come i contenuti e gli obiettivi e anche i luoghi di erogazione delle sessioni di lavoro. In comune a tutti resta la formazione come momento di apprendimento e come training motivazionale. Allenando tutti intensamente a guardare in ogni singola attività ogni giorno all’obiettivo, generando in ognuno la massima motivazione. Vero è il fatto che il processo forma-

tivo passa non solo per i momenti d’aula e le convention e che molto efficaci sono gli affiancamenti a colleghi con spiccate caratteristiche di motivazione, di aggregazione, di spirito di gruppo. Lavorare per un periodo di tempo determinato con un collega esemplare che sappia trasferire le sue competenze e il suo “spirito” senza dare l’impressione di farlo è una terapia sempre molto impattante. In questi casi la formazione è erogata sotto forma di coaching. E i risultati, sulle RU che hanno potenziale e voglia di crescere, sono sorprendenti. I modelli formativi possono essere erogati anche ad personam, a quelle risorse di cui si sono individuate delle capacità e delle potenzialità ma i cui risultati sono migliorabili solo in alcune determinate aree di operatività. In questi casi si sottopone la risorsa a un intervento mirato ed esclusivo sulle aree interessate. O in aula, se si riesce a organizzare un gruppo omogeneo di partecipanti o diversamente in store attraverso il coaching. Possiamo spingerci sino all’eccesso,

dichiarando che per ognuna delle RU, non solo in vendita ma anche nelle funzioni di sede, debba essere formalizzato chiaramente un vero e proprio piano di sviluppo professionale, che preveda step di valutazione intermedi, percorsi di miglioramento e obiettivi individuali. Solo in questo modo si è in grado di ottenere il meglio da ognuno dei nostri collaboratori. Si dà per scontato che si sia strutturato correttamente e si adotti un sistema di valutazione interno, anche attraverso i KPI, che sia oggettivo e misurabile. La fase della valutazione è delicata e complessa ma senza di essa è impensabile gestire con successo l’intera funzione delle risorse umane. A questo punto non resterà che misurare le performance delle risorse prima e dopo il periodo formativo, constatare il livello di progresso, augurandosi di essere riusciti nell’intento di aver contribuito agli obiettivi aziendali. Antonio Bisci CEO Moresco Consulting bisciantonio@gmail.com

retail&food - gennaio/febbraio 2015

55


r&f

Expo 2015

La ristorazione scalda i motori Mentre mancano due mesi e mezzo all’apertura della kermesse, finalmente si delinea l’offerta ristorativa nel sito dell’esposizione milanese, con CIR food e Eataly protagoniste

N

el momento in cui scriviamo, l’area Expo è ancora un cantiere aperto, sorvolato da droni che rimbalzano le immagini della febbrile corsa contro il tempo per essere pronti il 1° maggio. Un milione di metri quadri che assomigliano solo vagamente alle forme e agli spazi che abbiamo visto nei disegni, e nei rendering pubblicati qua e là da stampa e tv. Uomini e macchine sono impegnati in un’opera di preparazione e allestimento che sembra senza fine. E a circa 3 mesi dall’apertura dei cancelli dell’esposizione universale milanese, anche i dettagli sull’offerta ristorativa non sono del tutto definiti. Eppure, le potenzialità della manifestazione in termini di presenze e quindi di business, non sono certo di poco conto. Gli appalti che riguardano l’offerta f&b e relativi alle aree cosiddette “stecche” e ai “chioschi” hanno

56

generato più d’una perplessità fra gli addetti ai lavori. A fronte di una richiesta di royalty tutto sommato accettabili, in molti hanno storto il naso di fronte a investimenti giudicati troppo elevati per lo sviluppo di un’offerta che nella testa degli organizzatori dovrebbe essere all’insegna della “food experience”, dell’evento nell’evento e ispirata da criteri di eco sostenibilità e green public procurement non del tutto chiari. Ciononostante, una manciata di settimane fa, la situazione si è sbloccata: i due big della ristorazione di Expo saranno CIRfood ed Eataly. La coopertiva emiliana fra i leader della ristorazione collettiva in Italia gestirà 20 ristoranti e porterà quattro nuovi format mentre Eataly, il paladino dell’enogastronomia italiana nel mondo, proporrà altrettanti punti di ristoro ispirati ai gusti e ai profumi delle regioni d’Italia. A completare l’offerta

retail&food - gennaio/febbraio 2015

ci penseranno poi i chioschi che, in base alle informazioni attualmente in nostro possesso, saranno appannaggio dei seguenti brand/operatori: Marinoni, Vaimo, Eurochocolate, Grom, Ferrarini, Juice bar, Illy, Davide Oldani, Coca Cola e Piada&Champagne. Diamo uno sguardo da vicino alle offerte. Expo secondo Eataly Passeggiando nella parte centrale del cosiddetto Decumano, la via principale che attraversa l’area Expo da est a ovest e che simbolicamente unisce il luogo del consumo di cibo (la città) a quello della sua produzione (la campagna), troveremo l’offerta ristorativa targata Oscar Farinetti. Gli ottomila metri quadrati a disposizione di Eataly avranno, nelle intenzioni dell’imprenditore piemontese, l’ambizioso obiettivo di narrare l’incredibile biodiversità della nostra penisola. A sottolineare

l’intento ci sarà il claim, preso in prestito da una famosa ballata di Bob Dylan che recita: “The answer my friend is blowin’ in the wind”. Come dire che è dall’incontro tra brezze marine e venti di montagna che nasce quell’incredibile, variegato mix di micro culture enogastronomiche italiane che tanto successo hanno nel mondo. Nei padiglioni che avrà a disposizione Eataly, vedremo 20 ristoranti impegnati nel rappresentare i piatti tipici regionali, interpretati da una serie di ristoratori e chef stellati che ruoteranno negli spazi di expo con cadenza mensile. «Sarà una ristorazione esemplare di tutto ciò che si può trovare in Italia viaggiando da Nord a Sud» dice Simona Milvo, responsabile ufficio stampa di Eataly, che prosegue: «al piano terra dei nostri padiglioni ci saranno i ristoranti regionali, quelli tematici e i corner dedicati alla tutela e


La stima dei consumi • • • • • • •

26 milioni di consumazioni 13 milioni di consumazioni nei 55 giorni di picco della manifestazione 13 milioni di consumazioni nei 129 giorni non di picco 10% colazioni 69% pranzi 17% snack pomeridiani 34% cene

alla conservazione dei prodotti di eccellenza. Al primo piano ci saranno invece degli spazi più confortevoli con circa 1.000 coperti a disposizione dei visitatori. In queste aree ospiteremo anche alcune opere d’arte selezionate da Vittorio Sgarbi con l’intento di raccontare la ricchezza artistica del nostro Paese». Ad ogni ristorante regionale Eataly ha chiesto di proporre un menu composto di antipasto, primo, secondo piatto e dolce. L’intenzione di Farinetti è quella di comporre un’offerta “economicamente sostenibile” cui si potrà accedere anche attraverso la formula del “cofanetto viaggio” targato eatinerari che conterrà un volumetto su Expo, l’ingresso alla manifestazione e un coupon per la food experience. A CIR food il 25% della torta Pochi giorni dopo l’accordo con la catena alimentare piemontese, dopo le due gare andate deserte nei mesi scorsi per l’affidamento dei servizi di ristorazione nel sito di Expo 2015, con il parere favorevole dell’Autorità Nazionale Anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone, la trattativa privata aperta nelle ultime settimane per assegnare la cosiddetta “ristorazione di servizio” del sito di Expo si è chiusa con la scelta di CIR food.

Sarà dunque la cooperativa emiliana a servire i pasti in 20 punti di ristoro da realizzare nei prossimi tre mesi, data di apertura dell’esposizione universale: 3 all’interno di Cascina Triulzia e i restanti nelle “architetture di servizio”, le costruzioni in legno realizzate lungo l’asse principale del sito, il già citato Decumano. A presentare l’esito della lunga gestazione è stato il commissario unico dell’evento, Giuseppe Sala, in una affollata conferenza stampa presso l’Expo Gate costruito (tra le polemiche) davanti al Castello Sforzesco di Milano, cui hanno partecipato anche Piero Galli, direttore generale Divisione gestione evento per Expo 2015 e, in rappresentanza di CIR food, la presi-

dente Chiara Nasi e il direttore commerciale e marketing Giuliano Gallini. Contrariamente a quanto previsto nei bandi di gara conclusi senza aggiudicazioni, Expo darà un contributo di 7 milioni e 750 mila euro per la realizzazione dei punti di ristoro che contempla l’accordo. Soldi che conta di recuperare attraverso le royalty (a crescere dal 14 al 21% a seconda dell’andamento delle vendite nel corso della manifestazione) derivanti dai pasti consumati: sono 7 milioni, per un costo medio unitario di 8 euro, quelli che CIR prevede di preparare e vendere nei sei mesi di Expo, il 25% di quelli complessivamente previsti. Quattro i nuovi format realizzati per l’occasione dall’azienda di Reggio Emilia: Tracce – Alla scoperta dei sapori per l’offerta self service, ViaVai e Let’s toast per il quick service, Chiccotosto per il segmento caffetteria e snack. «Una giornata positiva, la degna conclusione di un percorso iniziato a febbraio»: così Giuseppe Sala a commento dell’intesa sottoscritta. «Quando facciamo i sopralluoghi settimanali

sul cantiere, immaginiamo già quale sarà l’impatto sul visitatore». Per il quale, i tecnici prevedono una permanenza media di 6 ore e mezza nel sito espositivo, «il che ci consente di ipotizzare che debba concedersi almeno una consumazione in questo lasso di tempo», ha sottolineato Piero Galli. Per poi aggiungere: «Saranno dunque 27 i milioni di scontrini staccati complessivamente. Considerando che si tratta di visitatori provenienti da ogni parte del mondo, occorreva prevedere tipologie di offerta che incontrassero i gusti e le esigenze più varie, tenendo conto al contempo di allergie e intolleranze». Necessità cui CIR food promette dare puntuale riscontro, forte di «una esperienza nella ristorazione commerciale e in concessione derivante da 111 punti di servizio attivi in tutta Italia, che danno lavoro a migliaia di persone», ha spiegato Gallini. Di queste, alcune centinaia verranno spostate nei ristoranti del sito milanese, andando ad affiancare numerosi nuovi collaboratori che gravitano nell’area, selezionati per l’occasione, portando a circa 500 le maestranze occupate complessivamente. «Il tema di Expo, ‘Nutrire il pianeta, energia per la vita’, è il nostro», ha spiegato Chiara Nasi, «perché servire pasti a grandi collettività è appunto ciò che prevede il mestiere che facciamo». Un compito che non è scindibile dal desiderio di approfittare dell’occasione per esaltare, anche agli occhi di turisti provenienti da tutto il mondo,

retail&food - gennaio/febbraio 2015

57


Expo 2015

un modello culturale applicato alla ristorazione che contempla «italianità, tradizione, qualità e sostenibilità: gli elementi irrinunciabili di quella tradizione innovativa che sarà alla base del nostro lavoro». I nuovi format della coop Ma vediamo più da vicino i nuovi format: ogni brand sarà presente con quattro locali sul sito espositivo. I ristoranti free flow Tracce proporranno piatti d’impronta italiana, alla scoperta di sapori tra tradizione e innovazione, abbinati a un arredo attento all’ambiente e all’elevata riciclabilità dei materiali. Viavai è una rivisitazione innovativa e in chiave moderna del self in versione snack, una formula che concilia la regionalità e la semplicità dei piatti della tradizione italiana con la fragranza dei prodotti da forno. Let’s toast è la rivincita del pane in cassetta, un format dedicato a questa tipologia di pane abbinato a ricette gourmet che rappresenta la rivisitazione di una formula fast food con la preparazione espressa di toast e tramezzini fatti con pane in cassetta rigorosamente fresco, secondo tante ricette semplici ma sfiziose. Infine, Chiccotosto, che a gennaio ha visto tagliare il nastro alla prima location proprio a Milano, nella galleria commerciale dell’ospedale Niguarda (vedi foto), è un format innovativo per la caffetteria snack, che coniuga l’incontro di nuovi arredi dominati da un mosaico a ricette di

58

“bombonerie” dedicate ai borghi italiani. «Tutti questi locali saranno inoltre caratterizzati dalla multimedialità offerta ai clienti: postazioni tablet per la navigazione free a cui si aggiungono postazioni per la ricarica in sicurezza dei propri mobile device», ci spiega Giuliano Gallini. «La scelta di puntare su questi nuovi brand nasce dalla volontà di testare locali adatti a un pubblico internazionale, in previsione di un’internazionalizzazione che potrebbe ora rifocalizzarsi sui mercati europei. E più in generale al mercato della ristorazione in concessione (autostradale, ferroviaria, aeroportuale, in centri commerciali), ove l’impresa intende crescere», gli fa eco Daniele Ferrari, direttore

retail&food - gennaio/febbraio 2015

divisione ristorazione commerciale della cooperativa. Complessivamente le sedute previste nei locali gestiti da CIR food saranno 3.500 circa. I prezzi saranno alla portata di tutte le tasche: dai 12-14 euro dei locali a marchio Tracce si scende a circa 7-8 euro di media, considerando le altre tre insegne. Per far fronte alla concorrenza delle altre proposte food&beverage presenti nel sito espositivo, si punterà innanzitutto sull’italianità della proposta, «senza dimenticare stagionalità, glocalismo, neo-tradizionalismo, salutismo, etica e sostenibilità ambientale: tutti criteri alla base della formulazione dei menu e dell’elaborazione dei piatti, studiati all’insegna della semplicità

per essere di immediata comprensione da parte di tutti», riprende Gallini. «I piatti saranno realizzati con materie prime fresche e cucinate al momento, ne guadagna così il gusto e si evitano gli sprechi: le nostre formule rappresentano l’unica vera offerta diversificata e allargata all’interno di Expo, dal momento che, oltre a questi locali, si aggiungono la gestione del bar, del ristorante, dell’area picnic e del servizio banqueting presso il padiglione della Società Civile che Fondazione Triulza ha affidato a noi», rilancia Ferrari. Come ha sottolineato Chiara Nasi, il tema dell’esposizione milanese è in piena sintonia con la realtà che guida: «Esiste una forte affinità tra il tema centrale e lo stile di CIR food», ribadiscono i due manager, che ci hanno accompagnato nella più approfondita disamina di criteri e contenuti dell’intesa con l’ente organizzatore della kermesse meneghina, «vale a dire promuovere la diffusione di una tavola pubblica rispettosa dell’ambiente e della biodiversità, offrendo una cucina buona a prezzi ragionevoli. Cerchiamo di coniugare sostenibilità e accessibilità, ovvero qualità a costo contenuto grazie a ricerca e innovazione. Cercheremo di tradurre questo impegno anche attraverso workshop nei locali di Expo sul tema: Vivere il cibo, solide radici per nutrire il futuro». I lavori di allestimento dei locali di CIR food sono già cominciati, e se ne prevede l’ultimazione entro la metà di marzo. Inutile negare, infine, Expo rappresenta «un’ottima vetrina nazionale e internazionale per promuovere i nuovi format di ristorazione commerciale», chiosa Gallini. E aggiungiamo noi, tutto il made in Italy, compresa la capacità di mostrarsi all’altezza di un evento di portata mondiale, senza più perdite di tempo, provincialismi e, come accaduto nei giorni scorsi, iniziative discutibili organizzate sfruttando il logo di Expo. Milano, che negli ultimi anni ha cambiato il proprio skyline, adesso deve cambiare passo e, come auspicato da tutti, mettersi a capo della rinascita italiana. Partendo proprio dall’esposizione universale. Alberto Anderloni Massimo L. Andreis (articolo tratto da Ristorando)




r&f Mystery in chips

Voglia di patatine D a nord a sud della Penisola il trend dello street food è in continua ascesa; in particolare, questo pare essere il momento delle patatine fritte in stile olandese. A Milano recentemente hanno inaugurato diverse insegne, tutte caratterizzate da spazi ridotti all'essenziale, in zone cittadine strategiche, un prodotto solo venduto (le patatine fritte appunto) rigorosamente in stile Amsterdam, ossia provenienza olandese, tagliate poco prima di essere cucinate attraverso una doppia cottura che le dovrebbe rendere particolarmente croccanti. Per il primo Mystery del 2015 siamo andati proprio a testare due brand presenti a Milano a poche centinaia di metri l'uno dall'altro: Amsterdam Chips (marchio torinese nato nel 2010) in via Torino; e Chipstar Amsterdam (origine partenopea e nato nel 2013) in via Urbano III, alle Colonne di San Lorenzo. Colori sociali giallo e rosso per i piemontesi, e blu e giallo per i campani, ma il prodotto finale è pressoché identico, così come l'arredamento (qualche sacco di patate in bella mostra, dispenser di salse e tutto bancone, friggitrici e ripiani per le patatine). Tra mezzogiorno e l'una di lunedì 22 dicembre scorso abbiamo preso una porzione piccola di patatine in entrambi i locali. Amsterdam Chips in via Torino ha una posizione decisamente più strategica rispetto al concorrente, essendo una via di grande passaggio pedonale, ricca di negozi. Chipstar, tuttavia,

può giocare molto sulla vicinanza alle Colonne di San Lorenzo (circa 300 metri), dove c'è un'intensa vita serale. Le patatine sono presentate in entrambi i locali dentro a coni di cartoncino, in porzioni decisamente generose. Per 2,90 euro da Chipstar se ne portano via 230 grammi, con 3,90 euro si passa a 400 grammi, e con 5,90 euro, i più temerari possono portarsi via 900 grammi e una spruzzata di salsa a scelta (e sono veramente tante, dalle classiche alle etniche). Da Amsterdam Chips, invece, le fasce di prezzo sono tre, cinque e otto euro, ma non sono indicate le grammature; tuttavia confrontando le porzioni più piccole la differenza è parsa minima. La porzione da otto euro, invece, è decisamente oversize, esattamente come quelle porzioni all'americana contro cui tanto combatte la First Lady statunitense. Anche qui le salse sono contenute in dosatori a parete fissati a testa in giù e utilizzati dai dipendenti per condire le porzioni. La gestualità è cer-

tamente scenografica e in grado di suscitare battute di poco gusto, soprattutto da parte degli adolescenti in coda. Per quanto riguarda le patatine, non bisogna aspettarsi le patatine fritte a cui siamo abituati noi. Queste tendono a rimanere morbide dentro ma meno croccanti esternamente rispetto ai nostri canoni, anche se da come è pubblicizzato il prodotto dovrebbe essere esattamente il contrario. Comunque i negozi riscuotono successo. In via Torino c'era una discreta fila già a mezzogiorno, complice anche il periodo natalizio. Certo l'odore di fritto c'è, e si sente, ma come sempre (e questo vale per entrambe le insegne) tra layout, pulizia e cortesia di chi ci lavora, il prodotto etnico, in Italia, ha una marcia in più. Però, niente bancomat in nessuno dei due locali! S.M.

retail&food - gennaio/febbraio 2015

61


r&f Newstech&arredo DON’COLA, IL RESTYLING CON COSTA GROUP

A NRF, LA SOLUZIONE OMNICHANNEL YOURCEGID RETAIL Y2

Don'Cola è uno spazio di sessanta mq che nasce dalla volontà di due fratelli, Vincenzo e Fortunato Di Marco, con un nome che è un omaggio al padre Nicola e alle radici familiari. Un progetto strutturato, con un'ambiziosa idea di base: selezionare e offrire le migliori produzioni siciliane, mantenendo uno stretto rapporto con i produttori locali e passando attraverso il consumo e la degustazione dell'eccellenza. A Genova dal 2008, Don'Cola ha recentemente deciso di rinnovarsi con un restyling, affidato a Costa Group, che accoglie con la freschezza dei colori e con la piacevolezza dell'atmosfera tradizionale sicula, che rivive nelle trame barocche a parete, rinfrescate dal giallo sgargiante della vernice ad acqua o nei fregi del bancone, la cui austerità si lascia sdrammatizzare dalle righe a pavimento. E il progetto raddoppia con il lancio di un nuovo locale, sempre nella città ligure, vicino al famoso Mercato Orientale. Un concept innovativo, applicato al locale più tradizionale della vecchia Genova gastronomica: la friggitoria. To>>>Go - P-assaggi di Gusto è il nuovo locale, realizzato sempre da Costa Group e studiato dalla società elvetica PHI-IHP SAGL, che indica la vocazione di cibo da strada tipico, rivisitato però in chiave di eccellenza del gusto e di sostenibilità sia dal punto degli aspetti nutrizionali sia da quello della selezione dei prodotti, della preparazione e dell’impatto ambientale e sociale.

Alla fiera NRF (National Retail Federation), Gruppo Cegid presenta una nuova soluzione integrata omni-channel per la vendita al dettaglio: Yourcegid Retail Y2. «Il consumatore è cambiato. Ora è più connesso, mobile, informato e ubiquo e il metodo tradizionale di vendita si è dovuto trasformare per seguire il suo passo – ha dichiarato Sylvain Jauze, director of international operations di Cegid – Yourcegid Retail Y2 è stato progettato tenendo a mente questi cambiamenti in modo da supportare i rivenditori nel gestire puntualmente ogni aspetto della catena di vendita al dettaglio, qualunque sia il canale o la posizione geografica». L’applicazione Yourcegid Retail Mobile Clienteling ha dimostrato di essere estremamente efficace in quanto consente al personale di verificare, direttamente da tablet, la disponibilità del magazzino, eseguire delle dimostrazioni di prodotto e organizzare le consegne, oltre a fornire report e statistiche avanzate. La soluzione clienteling promuove, inoltre, anche un nuovo tipo di rapporto tra venditori e consumatori, molto più coeso grazie alla maggiore visibilità sull’esperienza di acquisto del cliente effettuata sia attraverso il web sia in negozio. Dotato di software aperto, il nuovo modulo di business intelligence può essere implementato in pochi giorni.

L’HD NEL RETAIL, CON MARKETING MULTIMEDIA Il digital innovation group italiano specializzato in soluzioni all’avanguardia nel campo della comunicazione digitale, Marketing MultiMedia, ha presentato la nuova tecnologia per realizzare siti ottimizzati per la fruizione in Ultra HD 4K, illustrando vantaggi e applicazioni per i retailer. In particolare la società ha mostrato il primo sito interamente ottimizzato anche per questo formato: www.web4k.it, che ha la funzione di illustrare le potenzialità dell’alta definizione in formato 4K. La disponibilità di immagini di qualità così elevata consente ai brand di offrire agli utenti un’interattività col prodotto completamente nuova nel panorama internet italiano: il prodotto può essere esplorato dagli utenti in ogni dettaglio e caratteristica senza mai perdere qualità e definizione dell’immagine.

62

retail&food - gennaio/febbraio 2015

QUI!GROUP: ARRIVA TICKETMAT, IL TOTEM PER LA VALIDAZIONE DEI BUONI PASTO

Q

UI! Group lancia il nuovo servizio di smaterializzazione self service con Ticketmat, il totem dedicato alla validazione dei buoni cartacei, brevettato da Paybay, la digital company del Gruppo. L’intenzione è quella di installare 50 Ticketmat in due anni nelle proprie sedi e nei supermercati, il primo è già attivo a Roma in via XX settembre. In particolare Ticketmat consente agli esercenti di smaterializzare buoni pasto, buoni acquisto, voucher aziendali e i coupon di QUI! Group e presto di altri emettitori in modalità “self service” e di ricevere il rimborso, in tempo reale, direttamente sulla propria carta di pagamento o con bonifico sul proprio conto corrente. Il lancio di Ticketmat rientra nel processo di digitalizzazione che QUI! Group ha avviato nel 2014 per uniformare lo standard digitale dei titoli di servizio e promozione al marchio Passpartù, con l’obiettivo di rendere la rete di esercizi food e non food affiliati (150mila) una rete completamente digitalizzata, dotata cioè degli strumenti di accettazione elettronica (POS, Mobile App e Mobile POS, Sistema innovativo di casse, NFC), per la validazione di qualsiasi tipologia di ticket (elettronico e cartaceo smaterializzabile).


TYCO, IL VIDEO DIVENTA INTUITIVO

T DA PEDRALI, IDEE PER RISTORAZIONE E RETAIL In occasione di Sigep (17 al 21 gennaio a Rimini Fiera), la manifestazione internazionale dedicata agli operatori dei settori gelateria, pasticceria e panificazione artigianali, Pedrali mette in mostra le collezioni d’arredo per i settori ristorazione e retail. Sedie, sgabelli, tavoli e complementi d’arredo per indoor e outdoor, funzionali e dalle forme originali in materiale plastico, metallo, legno e imbottito. L’attenzione è posta sulle nuove finiture vintage, che richiamano il gusto di un passato recente. Le sedute in legno delle ultime collezioni sono proposte con speciali finiture anticate, i tavoli e i basamenti in metallo con nuovi trattamenti e verniciature, i ripiani in stratificato e laminato con finiture dall’effetto invecchiato. Anche per le lampade viene proposta una nuova verniciatura effetto softtouch, in grado di garantire emozione tattile e morbidezza visiva. Tra le referenze in primo piano si annoverano: BRERA, sedia con struttura in legno massello di rovere, sedile e schienale in tamburato; YOUNG, sedia ottenuta dall'unione di una scocca in multistrato curvato con una struttura in massello di rovere che ne definisce i contorni e ne esalta la linea sinuosa; FABBRICO, una collezione di tavoli fissi in diverse dimensioni caratterizzati da un’estetica pulita e linee rigorose; LAJA, tavolo con base a 4 razze in pressofusione di alluminio e colonna in tubo d’acciaio verniciato o inox lucidato; L004, lampada la cui forma sinuosa e la verniciatura soft-touch del diffusore in policarbonato garantiscono emozione tattile e morbidezza visiva; le sedute PASHA, BLITZ e RUBIK.

yco Integrated Fire & Security, azienda specializzata nella fornitura di soluzioni di sicurezza integrate, ha lanciato Exacq, la piattaforma di gestione intuitiva dei video che integra analisi per le applicazioni di sicurezza. Le nuove soluzioni utilizzano funzionalità di monitoraggio video interamente automatizzate per offrire un’analisi intelligente ad aziende globali, enti multi-sito e catene di negozi; soddisfano inoltre tutte le esigenze di sicurezza, dalla rilevazione allo spegnimento degli incendi, dal controllo degli accessi all’intruder detection, fino alla videosorveglianza e le analisi video. In particolare offrono: rilevamento automatico; riduzione dei falsi allarmi; identificazione di oggetti e soggetti; tracciamento integrato dei beni; intelligence integrata per l’identificazione di eventi di interesse; un’unica interfaccia utente per piattaforme di videosorveglianza differenti e monitoraggio da remoto.

AXIS F44, L’OCCHIO FLESSIBILE

A

xis Communications aggiunge l'unità principale AXIS F44 alla flessibile e modulare serie AXIS F. La linea è basata su una telecamera di rete suddivisa in un'unità sensore, composta da obiettivo e sensore di immagine con cavo preinstallato fino a 12 m e un'unità principale che costituisce il corpo della telecamera. Poiché le unità principali, le unità sensore e i vari obiettivi sono venduti separatamente, i clienti possono scegliere i componenti più adatti e cambiarli facilmente in base alle esigenze di sorveglianza. Inoltre, i prodotti consentono un'installazione discreta perché le piccole unità sensore possono essere installate lontano dalla vista in spazi ristretti. Grazie a un design robusto, è ideale per punti vendita e banche, oltre che per mezzi di trasporto come veicoli di emergenza, autobus e autotreni.

EVOLUZIONE DELL’OUTSOURCING CON CMP CONSULTING GROUP

L

a società di consulenza e soluzioni in full outsourcing specializzata in HRM, AFC e MarComm ha sviluppato un algoritmo in grado di considerare fattori interni (forza lavoro disponibile, scontrino medio, ecc) ed esterni (traffico nel centro commerciale, meteo, festività, ecc) della singola insegna e offrire indicazioni e soluzioni per una gestione ottimale dei processi analizzati. I tool gestionali sviluppati da CMP Consulting Group uniti alla consulenza dei suoi professionisti – manager, consulenti del lavoro e commercialisti – permettono un accesso facile e tempestivo alla consultazione e all’elaborazione dei dati aziendali da parte di store manager, di responsabili del personale e dei responsabili della contabilità che possono quindi prendere decisioni sulla base di dati analitici, precisi e in real time.

retail&food - gennaio/febbraio 2015

63


r&f International COUNTDOWN PER L’EDIZIONE 2015 DI RETAIL CONNECTIONS È tutto pronto ormai per la prossima edizione del Retail Connections di Londra, evento focalizzato sul leasing nel comparto dei centri commerciali e organizzato dai partner paneuropei dell’ICSC Leasing Group. L’appuntamento, fissato per il prossimo 25 di marzo presso il Business Design Centre, vedrà nella medesima location aziende proprietarie di shopping centre, sviluppatori e agenti, che propongono spazi commerciali da affittare, e retailer, che invece cercano nuove opportunità di business. In questo modo Retail Connections permette ai partecipanti di effettuare in una sola giornata appuntamenti organizzati in precedenza e firmare nuovi contratti, di risparmiare tempo e risorse che altrimenti sarebbero spesi in viaggi in giro per il mondo, di espandere la propria attività in nuovi mercati e ancora di acquisire contatti che potranno dar vita a progetti e relazioni di lungo termine.

PANDORA MARCIA SULLA GERMANIA

Il marchio danese di gioielli, per cui la Germania rappresenta uno dei principali mercati, ha stretto un accordo con DHG Gmbh per subentrare, attraverso contratti d'affitto, nei 78 store sparsi nelle principali città del Paese. Pandora installerà i nuovi flagship al posto di quelli a insegna BiBa, marchio tedesco controllato da DHG. Il brand danese attualmente possiede 83 negozi in Germania che hanno generato un fatturato di quasi 50 milioni di euro nei primi nove mesi del 2014, il che corrisponde all'investimento totale (stimato in 49 milioni di euro per tutto il 2015) compresi i costi di servizio per rendere gli immobili disponibili da DHG. L'accordo dovrebbe essere finalizzato entro il 31 gennaio con la chiusura dei contratti con i rispettivi proprietari dei 78 immobili in questione.

64

duty free world

by James Ross - London

Russian reversal of fortunes Russia: la fortuna cambia strada As reported in this column, a few months ago, the Russian retail bonanza in the duty free channel, had begun to weaken following the conflict in Crimea (in Ukraine) at the start of 2014. At the time, the invasion of Crimea caused political destabilisation and immediately hit the already weakening Rouble which has been on a steady slide in 2013. A year later, more pain has been inflicted on the Russian economy. Falling oil prices, Western sanctions due to the Crimea invasion, a forced rise in interest rates, and even greater falls in the Rouble (-48% against the US dollar in the year to 9 January) have put huge pressure on the economy which is expected to enter recession this year. In early January, rating agency Fitch downgraded the country’s credit rating from BBB to BBB– and said that it expected the economy this year to contract by -4%, compared with a previous forecast of -1.5% (it grew +0.6% in 2014). The agency adds: “Growth may not return until 2017.” The combined effect, from the travel retail perspective, has been to put Russians – among the highest perhead travel retail spenders in the world – off their travel plans due to the now hugely inflated costs of going abroad. International traffic at the main international airports in the country has tapered off. Moscow Domodedovo was down -1.8% to 16.8m in the year to November and Moscow Sheremetyevo was flat at 16m passengers to October. But the omens are for heavier falls in international traffic into 2015. While domestic travel has grown by double digits in the Russian market – great for airport retailers in the duty-paid segment there – those in European airports and traditional Russian hotspots such as Egypt, the Middle East, Turkey and Thailand may struggle to find shoppers to make up for the missing Russians this year. The writing has been on the wall for some time, but no-one could have predicted how fast Russia’s fall would be – and further surprises, in particular in the banking sector, could be in store this year.

retail&food - gennaio/febbraio 2015

Come riportato in questa rubrica alcuni mesi fa, il buon andamento delle vendite al dettaglio nel canale duty free russo, aveva cominciato a indebolirsi in seguito al conflitto in Crimea (Ucraina) di inizio 2014. In quel momento, l'invasione della Crimea ha causato destabilizzazione politica e ha immediatamente colpito il rublo già indebolito nel 2013. Un anno dopo, l'economia russa ha subito ulteriori danni. Il calo del prezzo del petrolio, le sanzioni occidentali a causa dell'invasione in Crimea, un aumento forzato dei tassi di interesse, e un'ulteriore svalutazione del rublo (-48% rispetto al dollaro americano nell'ultimo anno al 9 gennaio) hanno messo a dura prova, infatti, l'economia del Paese, che dovrebbe entrare recessione quest'anno. All'inizio di gennaio, l'agenzia Fitch ha abbassato il rating di credito del paese da BBB a BBB- e ha previsto quest'anno una contrazione dell'economia del 4%, a fronte di una precedente previsione dell'1,5% (è cresciuto +0,6% nel 2014 ). L'agenzia aggiunge: "La crescita non riprenderà fino al 2017". L'effetto combinato, dal punto di vista del travel retail, è stato quello di costringere i russi - tra i viaggiatori più alto-spendenti nel travel retail al mondo – a rinviare i viaggi programmati all'estero a causa dell'inflazione e dei costi lievitati. Il traffico internazionale nei principali aeroporti del Paese è diminuito gradualmente. Mosca Domodedovo è sceso dell'1,8%, a 16,8 milioni all'anno a novembre, e Mosca Sheremetyevo era stazionario a 16 milioni di passeggeri a ottobre. Ma le previsioni per il 2015 sono di un pesante calo del traffico internazionale. Mentre per gli spostamenti interni il mercato è cresciuto a doppia cifra - ottimo per il mercato duty-paid aeroportuale – gli aeroporti europei e le destinazioni tradizionali russe, come l'Egitto, il Medio Oriente, la Turchia e la Thailandia, potranno comunque attivarsi per trovare acquirenti e compensare la minor presenza di viaggiatori russi. La situazione era nell'aria da tempo, ma nessuno avrebbe potuto prevedere quanto sarebbe stata veloce la caduta della Russia; e quest'anno potrebbero esserci altre sorprese, in particolare nel settore bancario.


ZARA, 280 MILIONI PER UN MEGA STORE A NEW YORK CITY

GAP, DEBUTTO IN SPAGNA CON DUFRY AL COSTA DEL SOL

La spagnola Inditex punta a cavalcare la ripresa del mercato americano inserendo nel calendario 2015 una dozzina di aperture che si andranno a sommare ai 52 negozi già presenti nel Paese a stelle e strisce. I nuovi negozi, a insegna Zara, comprendono un flagship store nell’area di SoHo a New York. Proprio su quest’ultimo il colosso dell’abbigliamento ha investito 280 milioni di dollari, con cui ha acquisito un building da 4.400 metri quadrati. Costruito nel 1878 dall'architetto John B. Snook, il palazzo si trova al 503-511 della Broadway e presenta una facciata con colonne in ghisa. Un altro Zara di 2.800 mq aprirà poi nel World Trade Center, quindi nel cuore finanziario della Grande Mela. Da segnalare anche l’ampliamento di un shop del medesimo marchio a Manhattan, che porterà al raddoppio della superficie. Completate queste operazioni, entro il 2015 Zara conterà ben otto punti vendita a Manhattan.

Gap fa le cose in grande al Málaga Costa del Sol Airport (14 milioni di viaggiatori l’anno): assieme a Dufry Group ha aperto il suo primo store in Spagna, che rappresenta inoltre il suo più imponente negozio all’interno di un aeroporto. Lo shop, di almeno 300 metri quadrati di spazio retail, presenta le collezioni classiche del marchio, nonché quelle dedicate ai bambini. Al momento il brand fondato a San Francisco è presente in oltre 90 nazioni attraverso 3.200 negozi diretti, più di 400 in franchising e siti e-commerce. Dufry, specialista del travel retail con più di 1.700 store collocati in 60 paesi, mira ad aprire altri quattro punti vendita Gap nel 2015, all’interno degli aeroporti di Ibiza, Gran Canaria, Tenerife Nord e Sud. «Siamo entusiasti di proporre lo stile casual americano di Gap a un maggior numero di clienti in Europa – ha dichiarato Stefan Laban, vicepresidente di Gap International – Data l'alta affinità e la brand awareness di Gap con i consumatori spagnoli, ci siamo sentiti di avviare una partnership con Dufry per creare forti esperienze di acquisto legate al marchio presso l’aeroporto di Malaga, così come negli aeroporti di tutta la Spagna. Questo è un prossimo passo formidabile nei nostri piani di espansione globale».

CALIFORNIA: SOLE, MARE E NIKE

LO SCALO DI NEWARK-LIBERTY DIVENTA GOURMET

La California è forse lo Stato più fitness addicted degli Stati Uniti. Essere in forma è quasi una filosofia di vita, e le donne prendono sempre più seriamente la propria salute fisica. Nike, che dalla fondazione si è sempre messa al servizio degli sportivi, ha deciso di dedicare un intero store alle donne e alla loro voglia di praticare sport. Ha così inaugurato a Newport Beach, in California, un negozio dedicato alle sportive chiamato Nike Fashion Island: sviluppato su una superficie di oltre 550 mq, lo spazio offre tutti i prodotti running e sporstwear del brand a stelle e strisce oltre alle diverse collezioni che Nike ha lanciato in collaborazione con diversi designer, come quella recente con Pedro Lourenço. Tra i servizi offerti dallo store c’è anche uno spazio dove si terranno corsi di training collettivo e sessioni di allenamento personalizzate. Rumors di fine anno davano per prossima l’inaugurazione di un secondo negozio Nike dedicato all’universo femminile a Shanghai in Cina.

Arriva una rivoluzione gastronomica che nei prossimi mesi interesserà l’aeroporto internazionale di Newark-Liberty, scalo di riferimento del New Jersey e importante punto di raccolta per il bacino di utenza che gravita intorno a New York. Entro il 2016 saranno oltre cinquanta le attività dedicate alla somministrazione di cibo nell’aeroporto. Il progetto di OTG (società che già gestisce 200 ristoranti in undici aeroporti del Nord America) popolerà la grande food hall del Terminal C con celebri nomi dell’alta ristorazione: ci saranno Alain Ducasse con un bistrot in stile francese (è già pronto il nome: Saison), Dan Kluger con la cucina innovativa di Vanguard Kitchen, il gastropub di Paul Liebrandt, la taqueria messicana di qualità di Alex Stupak, Mario Carbone con la sua steakhouse italiana Tesori, il “global food bar” di Jose Garces, le polpette della nonna di Amanda Freitag e la Salumeria Prima di Elizabeth Falkner, un ristorante vegetariano e vegano, la pizza napoletana di Roberto Caporuscio. E ancora tante specialità in rappresentanza delle culture gastronomiche del mondo: ramen e noodles giapponesi, banh mi vietnamiti, dim sum, falafel e tacos. Spazio anche al bere miscelato, ai vini di qualità e a un’ampia selezione di birre. Per un investimento previsto complessivo di 120 milioni di dollari che porterà al completamento dell’ambizioso progetto entro il 2016.

retail&food - gennaio/febbraio 2015

65


International PER IATA, SU I PROFITTI DELLE COMPAGNIE AEREE

L’AEROPORTO DI NIZZA-CÔTE D’AZUR PUNTA A UN SERVIZIO “TOP”

L’Associazione Internazionale del Trasporto Aereo (Iata) rivede al rialzo la stima sui profitti delle compagnie aeree per il 2014 portandola a 19,9 miliardi di dollari, contro i 18 miliardi previsti a giugno. Una cifra che dovrebbe poi compiere un ulteriore balzo in avanti nel 2015 toccando quota 25 miliardi di dollari di utili netti (un margine del 3,2%). Le tariffe medie dei ticket aerei dovrebbero scendere del 5,1% nel 2015. Il traffico dei passeggeri nel 2015 aumenterà del 7%, con un profitto per passeggero stimato attorno ai 7,08 dollari, contro i 6,02 dollari del 2014. Tony Tyler, direttore generale e CEO di Iata ha dichiarato: «Il recupero dell’economia globale e la caduta dei prezzi del petrolio rafforzano la ripresa per il prossimo anno. Tuttavia, anche se vediamo profitti netti per le compagnie di 25 miliardi di dollari, è importante ricordare che i margini sono solo al 3,2 per cento. Le prospettive sono positive, ma ci sono numerosi rischi nel contesto globale».

All'interno di un più ampio progetto di ristrutturazione dei terminal 1 e 2, l'aeroporto di Nizza-Côte d'Azur ha indetto un bando di gara per l'attribuzione della gestione dei servizi di ristorazione per i passeggeri e relativo personale. Le proposte delle società partecipanti dovevano essere in linea con la visione e l'immagine che la struttura desidera mostrare di sé, ossia quella di “fornire l'esperienza commerciale più sorprendente in un aeroporto europeo”. Ad aggiudicarsi la gestione degli oltre 20 punti di vendita suddivisi tra i due terminal sono stati Ssp e Relay Francia che, secondo Filip Soete, direttore della business commercial unit, «sono state le aziende che hanno presentato le proposte più coerenti con la visione dell'aeroporto e, seppur moderne, sono fedeli allo spirito della Costa Azzurra». Dominique Thillaud, presidente del Consiglio di amministrazione di Aéroports de la Côte d'Azur, ha spiegato che questa «è la fase iniziale di un progetto che punta alla creazione di un sistema aeroportuale che soddisfi appieno le esigenze dei propri clienti». Già nei primi mesi del 2015 i passeggeri del terminal 1 potranno usufruire dei nuovi servizi, mentre entro maggio 2017 saranno completati anche i lavori al terminal 2.

A CARREFOUR 800 NEGOZI DIA Carrefour ha completato l’acquisizione degli 800 punti vendita Dia in Francia, ma il Garante della concorrenza ha stabilito che tale operazione è subordinata alla vendita di 56 store, di cui 12 a Parigi. L’acquisizione, ha dichiarato il colosso dell’alimentare, permette a Carrefour di continuare la sua espansione multiformato nel mercato domestico. L’accordo con Dia risale al giugno del 2014, quando la stessa Carrefour aveva dichiarato di aver raggiunto un agreement con la catena spagnola per un importo di 600 milioni di euro, che includendo i debiti lievita a 814 milioni. Nel 2013 i supermarket Dia in Francia hanno realizzato vendite per 2,3 miliardi, attestandosi all’1,6% della quota di mercato.

66

retail&food - gennaio/febbraio 2015

CNN TRAVELLER CAFÈ APRE ALL’ABU DABI AIRPORT L'azienda londinese Portland, specializzata nella progettazione di spazi dedicati al mondo retail, leisure e travel retail, con sedi a Dubai e Istanbul, ha realizzato un nuovo progetto in collaborazione con SSP, concessionario specializzato nel food & beverage travel retail, e Abu Dhabi Airport. Al T3 dello scalo internazionale è nato, infatti, il CNN Traveller cafè. Il concept si rivolge a tutti quei viaggiatori business e leisure abituati a essere costantemente informati su ciò che accade nel mondo. Il design è modulare, nel senso che si va dai 150 mq della zona caffè, fino ai 400 mq che comprendono l'area vendita e tutti gli arredi. I clienti del locale possono godere della migliore tecnologia, grazie a schermi HD Samsung che trasmettono notizie dei canali CNN, oltre a un collegamento audio su ogni tavolo e wi-fi gratuito. Per quanto riguarda il food, la proposta va dai piatti tipici locali, a una proposta più internazionale con sandwich, colazioni e altro ancora. Il design, semplice e di impatto, gioca sui classici colori CNN: rosso, bianco, grigio e nero.



r&f Vetrina UMAMI, il nuovo Champagne De Sousa

San Valentino firmato Dellera

La maison di Champagne De Sousa accende l'entusiasmo con la sua cuvée UMAMI (termine giapponese che significa gusto delizioso o saporito). Questa cuvée è stata elaborata per i 10 anni della linea Zoémie De Sousa, in omaggio alla nonna della famiglia. In particolare, l'annata 2009 extra brut è un concentrato di eleganza e savoir-faire.

Da Depuravit, la linea Essentials per un approccio “soft” alla dieta Depuravita è la linea di detox in equilibrio con la natura e il bioritmo di tutti ed è per questo che le combinazioni di succhi sono varie e dedicate a ogni tipo di esigenza. Pensando a una dieta più flessibile è nata la linea Essentials, dedicata a chiunque voglia avere un approccio più “soft” al trattamento disintossicante.

Rv Roncato City: leggerezza, praticità e innovazione per il business Dedicata ai clienti business, Rv Roncato City è la linea di valigeria morbida pensata per rispondere alle esigenze dei viaggiatori moderni. Realizzata in tessuto tecnico, con l'innovativa struttura a nido d'ape, progettata e prodotta interamente in Italia, unica nel suo genere, che rende i trolley leggeri e resistenti.

68

retail&food - gennaio/febbraio 2015

I coprispalle e i piccoli pezzi griffati Dellera Pellicce mixano eleganza e femminilità in un accessorio sfizioso e prezioso, ricco di charme e di tendenza. Un dono perfetto per il quattordici febbraio, una data ricca di attesa, emozione e sentimento, dove si intrecciano ricordi e si rincorrono sogni, in flash di rara bellezza e intensità.

Potocco si prepara alla primavera L'azienda friulana ha presentato una selezione di arredi di design che donano agli ambienti un tocco di stile, interpretato con colori vivaci e linee gioiose. Sedute, tavolini da caffè e pouf che, grazie a tessuti fantasiosi, mix di materiali e forme originali permettono a ognuno di esprimere il proprio stile nella progettazione d’interni.

Menta e peperoncino, la limited edition San Carlo Al termine di un ricco concorso, iniziato nel mese di maggio, il 10 dicembre San Carlo ha rivelato il gusto vincitore di Crea il Tuo Gusto, assieme al nome della sua creatrice: si tratta di Menta e Peperoncino, quinta referenza della gamma Più Gusto, ideata dalla giovane calabrese Rita Francesca Tenuta.




[La foto[

TIGER le lunghe e frequenti code per entrare nello store milanese di via Nerino

retail&food - gennaio/febbraio 2015

71


r&f La pulce nell’orecchio

di Simone Filippetti

Attenti al

pollo fritto D al Kentucky, profondo Sud degli Stati Uniti, famoso solo per il whiskey Wild Turkey, arriva alla conquista del palato degli esigenti, e diffidenti, italiani il colosso americano Kentucky Fried Chicken (Kfc), un fast-food che serve solo pollo fritto (secondo una ricetta segreta tanto quanto la Coca Cola, si vanta l’azienda). Nato in una stazione di benzina negli anni ’30 dall’idea di un ex soldato originario dell’Indiana, Kfc è oggi la più grande catena di ristoranti “veloci” assieme a McDonald’s con 13mila negozi in 80 paesi del mondo (ma non l’Italia, almeno fino allo scorso Natale). Il debutto, lo scorso novembre, a Roma. Anche se chi ha la memoria di ferro ricorderà che Kfc (ma allora aveva un altro proprietario) tentò un primo sbarco in Italia sul finire degli anni ’60 a Napoli (dove non è un caso era di stanza la flotta americana del mediterraneo). Emblema della globalizzazione alimentare e di quello che i salutisti definiscono cibo-spazzatura, la mossa di Kfc si presta ad alcune osservazioni. Una scelta scontata a prima vista quella della Capitale: la città più popolosa ma soprattutto affollata di turisti stranieri, soprattutto americani che a milioni visitano Roma e che vogliono, per abitudine e pigrizia culturale, lo stesso cibo che trovano a casa loro. Kfc era invece assente su questa fetta di mercato. Ma la scelta della location è stata spiazzante: diversamente dai concorrenti sbarcati già da tanti anni come McDonald’s o le ciambelle di Donkin’ Donuts, che si sono piazzati in punti nevralgici del traffico dei turisti (Piazza di Spagna e Fontana di Trevi) Kfc ha sparigliato le carte. Ha aperto il suo primo ristorante in Italia dentro il centro commerciale RomaEst, estrema periferia

72

della capitale, oltre il raccordo anulare. Il pollo sudista non punta dunque ai turisti americani, ma agli italiani e a una fascia di popolazione di livello medio-basso, quella che affolla i centri commerciali dell’hinterland delle metropoli. Lo stesso target che ha in America (almeno nelle grandi metropoli): a New York, nei Kfc si vedono solo adolescenti o le fasce sociali più basse e meno acculturate. È una svolta. In Italia McDonald’s sta principalmente in centro città, in location anche prestigiose (San Babila a Milano per esempio): l’hamburger fa “figo” perchè tutto ciò che viene dall’America piace ed è considerato trendy. Kfc ha un obiettivo molto più ambizioso: vuole sfamare l’italiano medio, non punta alle nicchie. E punta ancora più in alto: ha annunciato che dopo Roma, farà il bis a Torino. Difficile non vedervi un segnale “politico”: Torino è la città di Eataly, dello slow food, del km zero. Aprire lì l’emblema del fast-food e della globalizzazione, sembra quasi un affronto. Al di là delle considerazioni morali, etiche o culturali, in fin dei conti ognuno è libero di mangiare dove e come meglio crede, la mossa segna anche una nuova strategia aggressiva delle multinazionali della ristorazione in Italia.

retail&food - gennaio/febbraio 2015

Per anni le grandi catene di fastfood si sono ben guardate dallo sbarcare nella penisola: il Belpaese era off-limits. Nella nazione che assieme alla Francia detiene lo scettro della cultura gastronomica è difficile imporre il cibo da fast-food. Non a caso Starbucks in Italia non è mai entrato (vendere Frappuccini a chi

ha inventato l’espresso?), anche se da anni se ne parla. Così come le catene di pizzerie, da Pizza Hut a Sbarro non hanno mai pensato di aprire: difficile che gli italiani apprezzino i loro prodotti. Ora però Kfc lancia un attacco senza precedenti, e cerca di sfatare un tabù: ci riuscirà?




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.