retail&food 03 2016

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TRAVEL RETAIL SHOPPING MALL

retail&food Anno 11 • Numero 3 • MARZO 2016 • € 5,00

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Cover story aeroporti

Il travel retail vola Italia allineata all’Europa: il settore cresce quasi il doppio rispetto all’aviation

Brand analysis

Dossier aeroporti

Dossier outlet

Kiabi

Düsseldorf

Serravalle



NEWS PRIMAE NOCTIS VETRINE ESIGENTI

L’OPINIONE

Editoriale

I dati sul traffico aeroportuale per il 2015 sono positivi, in Italia hanno volato più passeggeri (+4,5%) rispetto all’anno precedente. Non male. Le prospettive sono positive ma c’è un problema: in Italia ci sono troppi aeroporti, il piano nazionale governativo che avrebbe dovuto imporre una drastica selezione tra quelli direttamente o indirettamente sostenuti pubblicamente, nel corso degli anni è stato svilito o addolcito, a seconda dei punti di vista e oggi elenca tre scali internazionali (Fiumicino, Malpensa, Venezia) altri nove sono considerati strategici e poi ce ne sono 38 (!) classificati come “aeroporti di interesse nazionale”. Evidentemente troppi per i 157 milioni di passeggeri che atterrano e decollano in Italia, basti pensare che sono sufficienti una decina di aeroporti per trasportare quasi l’80% dei passeggeri, 123 milioni sul totale dei 157 del 2015. Questo affollamento di piste penalizza in parte gli aeroporti commercialmente più attrezzati e performanti. Ciò nonostante negli ultimi cinque anni le gallerie commerciali delle aerostazioni più importanti hanno cambiato faccia, raggiungendo se non superando i competitor europei, per qualità e quantità di offerta. Ecco perché le vetrine presenti in aeroporto sono tanto ambite, perché offrono flussi imponenti, molto segmentati, in un contesto captive.

COME CAMBIANO RETAIL E RISTORAZIONE NEGLI AEROPORTI Le analisi sul profilo dei passeggeri mettono a disposizione dei gestori di Terminal e servizi dati decisivi per articolare l’offerta non aviation sia negli scali sia nelle “Airport Cities”, in modo da rispondere a una domanda specifica e controllabile nelle continue mutazioni. Come cambieranno i Terminal che utilizzeremo nei prossimi anni? Grazie all’utilizzo sempre più esteso di smartphone e applicazioni semplici e veloci, arriveremo in aeroporto con check-in già fatto e istruzioni per raggiungere il gate, dovendoci solo liberare della valigia e oltrepassare controlli di sicurezza, che i nuovi sistemi di identificazione biometrica e di screening renderanno più veloci. Aumenterà quindi il tempo che potremo dedicare ad acquisti e ristorazione prima dell’imbarco e cercheremo ambienti confortevoli per lavorare e riposare. Il layout dei Terminal sarà ancora più focalizzato sulle attività commerciali, con un ridimensionamento degli spazi landside, che saranno dedicati alle connessioni con i mezzi di trasporto pubblico e privato e con la Airport City, e un ampliamento delle aree airside. La qualità degli spazi si libererà di formati standard e specializzazioni funzionali e si arricchirà di evocazioni di arte e cultura delle città e dei territori, di allestimenti spettacolari, giardini interni e fontane che accompagneranno il tempo libero del passeggero. Nei nuovi ambienti dei Terminal Food&beverage e retail saranno sempre più integrati, con articolazione di spazi di sosta e percorsi meno vincolati. L’architettura, le strutture e gli impianti dovranno essere di conseguenza ancora più flessibili, pronti ad accogliere funzioni diverse in archi temporali sempre più ristretti. Aiuteranno per la costruzione dei nuovi ambienti e i restyling i nuovi materiali disponibili per l’allestimento dei grandi spazi, dai gres alle ceramiche, i marmi e le pietre rigenerate, le resine e i legni per rivestimenti orizzontali e verticali, che negli ultimi anni hanno segnato, insieme al lighting e le tecnologie per la segnaletica, una vera svolta nell’interior design. Giulio De Carli, Managing Partner di One Works

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Anno 11 numero 3 marzo 2016 Direttore responsabile Andrea Aiello In redazione Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it Stefano Masin - stefano.masin@retailfood.it Contatti info@retailfood.it - www.retailfood.it Hanno collaborato Massimo Luigi Andreis, Fiorenza Auriemma, Alessandro Barzaghi, Antonio Bisci, Italo Bussoli, Carmen Chieregato, Giovanni Cobolli Gigli, Giulia Comparini, Luca Esposito, Simone Filippetti, Fulvio Fassone, Stefano Gardini, David Jarach, Paolo Lombardi, Pietro Malaspina, Dante Marro, Jerome Massiani, David Montorsi, Roberta Motta, Enrico Pazzali, Mario Resca, Leopoldo Resta, James Ross Impaginazione Claudio Rossi Oldrati Foto Archivio Edifis, Flickr, Fotolia, iStockphoto Pubblicità dircom@edifis.it Traffico pubblicitario Francesca Gerbino - francesca.gerbino@edifis.it Stampa Aziende Grafiche Printing S.r.l. - Via Milano 3/5 – 20068 Peschiera Borromeo (MI) Prezzo di una copia € 5,00 – Arretrati € 10,00 Abbonamento Italia: € 50,00 Europa: € 90,00 Resto del mondo: € 110,00 abbonamenti@edifis.it Amministrazione amministrazione@edifis.it

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SOMMARIO

n°3 marzo 2016

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22 NEWS PRIMAE NOCTIS Vetrine esigenti

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L’OPINIONE di Giulio De Carli 1 Come cambiano retail e ristorazione negli aeroporti R&F NEWS R&F NEWS OPENING

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AIRPORT ANALYSIS Flughafen Frankfurt am Main

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WORLD TRAVEL RETAIL

37 LA FIERA Cibus nell’era del dopo EXPO

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di efficientamento delle procedure sia di maggiore efficacia della customer experience. Dal Retail’s Big Show di New York al Politecnico di Milano, i trend del mercato.

STAR TREK FASHION Teddy Group

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38 MYSTERY IN RESTAURANT 60 Steak ‘n Shake nella food arena del Bicocca Village

COVER STORY 22 Travel retail: un business da 56,4 miliardi di euro COVER STORY - PAROLA DI… DANTE MARRO Dufry: «L’Italia è un mercato interessante che apre occasioni per sfide sempre nuove» COVER STORY - CASE HISTORY Montblanc: una firma nella Piazza del lusso

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COVER STORY - OSSERVATORIO PREZZI 28 Bianco, rosso o bollicine? Il food & beverage di qualità è diventato un elemento imprescindibile per gli aeroporti che intendono offrire una travel experience di livello ai propri viaggiatori. Per questo hanno aperto le porte ai grandi player della ristorazione (ma non solo), i quali hanno realizzato format ad hoc, in collaborazione con importanti aziende vitivinicole, che si adattassero al canale aeroportuale attraverso un'offerta mirata e di qualità. COVER STORY - DOSSIER AEROPORTI 30 DUS über alles Più di cento negozi, una galleria commerciale, cura del design, marketing sempre in linea con le nuove tendenze e soprattutto anticipo dei cambiamenti senza mai restare indietro. Con queste strategie e questo spirito, l'aeroporto di Düsseldorf offre una vera customer experience ai viaggiatori, ma non solo.

BRAND ANALYSIS KIABI: Arese crocevia del “progetto mall”

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DOSSIER FACTORY OUTLET CENTER PRIMA PIETRA 44 Serravalle, make up & extension a vocazione food Da metà 2015 lo storico Designer Outlet di McArthurGlen è al centro della scena: la realizzazione delle Fasi 5 e 6, accompagnata dalla ristrutturazione di aree preesistenti, porta in dote una settantina di nuove unità commerciali. Ulteriore spazio sarà dato al lusso, e non solo, ma la vera novità sarà la ristorazione. L’opening a ottobre. ANALISI MERCATO 49 Moda uomo: cresce il retail nel commercio organizzato Nonostante aumenti, di poco, il fatturato totale del comparto, trainato ancora dal turnover all’estero, frena la domanda interna. E se le vendite in Italia calano nel canale tradizionale, le catene si sviluppano nei mall all’insegna del fast fashion. Record di presenze al Pitti Immagine Uomo. OMNICHANNEL RETAILING 54 Innovazione digitale, dal back al front-end La disponibilità di nuove tecnologie per il retail mantiene al centro del dibattito le opportunità di impiego, in un’ottica sia

TECH&ARREDO

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INTERNATIONAL

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CASE HISTORY BEVERAGE Anche una bibita merita di essere servita in modo “perfetto”

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LA FOTO

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LA PULCE NELL’ORECCHIO Prada e lo sboom del lusso

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RUBRICHE STOCK OPTION NEW MARKETS OUTLOOK INVIATO SPECIALE COSA OCCORRE SAPERE PER...

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r&f News DAVID CROGNALETTI IN SOGAER

EUROCOMMERCIAL: SEMESTRALE IN CRESCITA E NUOVE ACQUISIZIONI

T David Crognaletti è il nuovo direttore commerciale della Società di Gestione dell’Aeroporto di Cagliari. Gabor Pinna, vice presidente SOGAER, durante un incontro con i vertici aziendali dell’ENAC, degli Enti di Stato e delle Forze di Polizia dello scalo cagliaritano, ha presentato il manager, individuato “al termine di una selezione a evidenza pubblica, quale candidato dotato di elevata capacità e specifica esperienza sia in ambito aviation sia retail, maturata come direttore commerciale della società di gestione degli Aeroporti di Milano (SEA)”. David Crognaletti, incontrando i suoi nuovi colleghi ha dichiarato: «Sono grato al Consiglio di amministrazione, per avermi scelto a ricoprire questo importante ruolo. Intendo svolgere questo compito con impegno e dedizione, consapevole del ruolo strategico che l’aeroporto di Cagliari svolge nel contesto nazionale e internazionale e dell’interesse di questa destinazione per tutti gli operatori del settore».

re acquisizioni di centri commerciali, di cui due in Italia (Fiordaliso a Milano e Collestrada a Perugia), e risultati in crescita. Ma soprattutto altre operazioni a breve, sempre in Italia: a fine aprile 2016 è prevista l’acquisizione di 15.800 mq di ipermercato e 9.000 mq di galleria del centro I Gigli. Questa l’attività di Eurocommercial Properties nei primi 6 mesi di questo anno fiscale, cioè fino al 31 dicembre 2015. La società di investimento immobiliare è cresciuta del 14% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, grazie ad acquisizioni e minori oneri finanziari. L'incremento dei canoni soggetti a rinnovi e riaffitti è stato dell’11%, sebbene l’incremento globale dei canoni sia stato dello 0,7%. Le valutazioni dei beni in portfolio hanno segnalato un incremento generale del 6%, con riscontri positivi di valore in tutti e tre i Paesi: Francia, Italia e Svezia. Ciò ha portato a un aumento del valore netto rettificato dell’attivo dell’11,1% fino a raggiungere il valore di 40,49 euro (+11,1%), per certificato di deposito. Tra le recenti apertura nei propri mall, a dicembre 2015 Victoria’s Secret ha aperto il suo primo store in un centro commerciale italiano, a Carosello, per un totale di 145 mq; mentre nel mall di Curno (BG) l’attività di ricommercializzazione ha consentito l’ingresso di due brand del Gruppo Inditex: Bershka e Stradivarius.

Stock option

CARRERA IN PITTAROSSO Le due aziende venete PittaRosso e Carrera hanno siglato un accordo per la distribuzione dei jeans all'interno dei negozi di scarpe. Il retailer di calzature, che ormai con i suoi 180 negozi presidia non solo il territorio nazionale ma è presente anche all'estero, metterà a disposizione di Carrera delle isole per la vendita dei propri jeans. Inizialmente il progetto riguarderà solamente la linea maschile e sarà inserito in oltre 100 punti vendita PittaRosso (principalmente Italia ma anche estero) per poi estendersi gradualmente all'intera rete. «Si tratta di un progetto commerciale molto importante per Carrera (30 milioni di fatturato nel 2015, ndr) - spiega Gianluca Tacchella ad di Carrera - in aggiunta all’opportunità di business, questo accordo è significativo perché aiuterà ad amplificare la visibilità del marchio sia in Italia sia all’estero e ci permetterà di raggiungere in modo più capillare alcune aree dell’Italia per noi meno coperte, come il Sud».

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Arese Shopping Center A metà aprile il taglio del nastro. Sul mega centro commerciale da 200 negozi che aprirà nel nord milanese si concentra l’attenzione dei principali operatori. I colossi del retail ci saranno tutti. Con l’esordio di Primark in Italia. Benvenuto.

Benetton Riapre lo store United Colors al Dubai Mall, con il nuovo concept “On Canvas”, e si prepara un altro opening ad Abu Dhabi. Il rilancio del Gruppo passa dagli Emirati, da nuovi investimenti e dalla ricerca di un presidente con esperienza nel retail (nella foto l’ad Marco Airoldi).

Nestlé Lo scandalo indiano sugli spaghetti istantanei Maggi, e non solo, affossa gli utili netti nel 2015: -39%, a 9,1 miliardi di franchi svizzeri, sotto gli attesi 9,8 miliardi. Ma niente paura per gli azionisti: il dividendo per azione salirà a 2,25.

Furla Oltre 60 aperture nel 2015 e un fatturato totale a 339 milioni di euro (+30%). Il trend positivo di Furla continua: negli ultimi 5 anni il giro d’affari è più che raddoppiato (+126%). E nel 2016 opening a Mosca, Londra, Parigi, Malbourne, Saigon e Macao.

Ardian Anche Nizza e Lione nel network Ardian? Dopo Milano Malpensa, Milano Linate, Bergamo, Torino, Firenze e Napoli i francesi vogliono controllare anche Nizza e Lione. In pratica tutta l’Italia nord occidentale e il sud est della Francia.

Desigual Rilanciare le vendite, giù in Francia e Spagna, con un approccio più customer oriented. È questo l’obiettivo che Desigual intende perseguire rinforzando il management team: dopo il ritorno lo scorso anno di Thomas Meyer, le nomine di Cuilleret e Ojinaga.

International Fine Fashion Group Il Gruppo ha già messo sotto contratto 100 marchi italiani della moda che esporranno in 9 Fashion Center posizionati nelle principali città cinesi, con una strategia che include dettaglio, ingrosso e online. Il primo concept store di IFFG aprirà a Shanghai a settembre.

Vf Corporation Dollaro forte, incassi in frenata. Il Gruppo, che controlla marchi come The North Face, Vans, Timberland e Wrangler, ha chiuso il bilancio con ricavi pari a 12,4 mld di dollari: +1% sul 2014 (+6% a cambi comparabili). L'utile operativo consolidato è rimasto in linea.

Fossil Anche il gruppo Fossil, nel quarto trimestre del 2015, ha sofferto l’impatto del dollaro forte: le vendite, a cambi costanti, sono scese del 2 per cento. L’utile netto sull’intero anno, invece, è passato dai 376,7 milioni di dollari del 2014 ai 220,6 milioni del 2015.



News GS RETAIL, A FEBBRAIO LE OFFERTE NON VINCOLANTI

SVICOM A BRACCETTO CON GRUPPO ZAMPARINI

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rocede a grandi passi il processo di privatizzazione di GS Retail, il ramo di Grandi Stazioni che gestirà le aree commerciali delle principali stazioni italiane. Con il nuovo anno la gara entra nel vivo: in una nota diramata da Gruppo FS si apprende che “è stato inviato l’information memorandum ai 17 raggruppamenti che hanno presentato le manifestazioni di interesse”. A fine febbraio è poi arrivato il termine per presentare le offerte non vincolanti da parte degli investitori, mentre la chiusura dell’intera operazione dovrebbe avvenire entro giugno. «Dato lo standing delle società che hanno manifestato il loro interesse per Grandi Stazioni Retail – ha dichiarato l’amministratore delegato del Gruppo FS, Renato Mazzoncini – auspichiamo una competizione serrata per una valorizzazione ottimale dell’asset». Sempre a febbraio, si sono definite importanti alleanze tra gran parte dei soggetti che hanno manifestato interesse per la società guidata da Paolo Gallo. Si è fatto il nome dell'imprenditore italiano Maurizio Borletti (la cui famiglia ha controllato per anni La Rinascente) che si sarebbe alleato a due primari fondi transalpini del settore infrastrutture-retail: Antin e Icamap.

n nuovo accordo di collaborazione pluriennale con Gruppo Zamparini ha portato in dote a Svicom la gestione dei mall Conca D’Oro (Palermo), I Sanniti (Benevento) e del Centro Commerciale Mandi (Afragola, NA). L’attività di Svicom prevede innanzitutto l’ottimizzazione della gestione e l’inserimento di nuovi marchi laddove si siano create delle opportunità. Il mandato affidato alla società specializzata nella gestione e commercializzazione di shopping mall include inoltre, nei prossimi mesi, attività di consulenza su nuovi progetti in Friuli-Venezia Giulia, Puglia e Calabria, nonché successive opportunità anche all’estero. Dei tre mall citati, Conca D’oro rappresenta quello principale per Gla: ben 58mila mq su cui insistono l’ipermercato di Auchan, gli anchor store Zara, Piazza Italia e Conbipel e complessivamente un centinaio di negozi.

NEW MARKETS OUTLOOK a cura di STRA_BRANDING

www.strabranding.com

MERCATI ASEAN: SINGAPORE COME PUNTO DI RIFERIMENTO

Fonte: Economist Intelligence Unit

Nel numero precedente abbiamo presentato i mercati Standards, Productivity and Innovation Borad ASEAN come una valida alternativa al ristagno della of Singapore (SPRING), agenzia del Ministero domanda nelle economie più sviluppate e abbiamo del Commercio e dell’Industria, che tra l’altro offre sottolineato il ruolo centrale giocato da Singapore assistenza finanziaria e gestionale alle PMI e la al loro interno. Infatti, i vantaggi di stabilire una preInternational Enterprise (EI) che aiuta le aziende senza a Singapore per i marchi internazionali vanno locali nell’espansione sui mercati esteri. al di là degli incentivi governativi e dell’ottimizzazione Inoltre, nel 1993 è stata istituita la Franchising e dei benefici fiscali: Singapore è il trampolino di Licensing Association (FLA), con la missione di lancio per altri mercati dell'ASEAN. promuovere l’uso del franchising e del licensing In particolare, grazie a decenni di sostegno e procome strategia di crescita per le aziende basate a mozione da parte del governo locale, alla sua Singapore. La sua attività è rivolta sia ai franchisor società multirazziale, alla prevalenza della lingua sia ai franchisee al fine di supportare le proprie inglese e alla presenza di una forte comunità intercapacità professionali e competenze, nonché sonazionale, il franchising vede Singapore come forte stenere le attività grazie al proprio business punto di ingresso nei mercati ASEAN e come posinetwork (Fig1). zione ideale per i franchisor stranieri per testare i Inoltre, La FLA di Singapore organizza annualmente Fig.1: L’Associazione FLA (Franchising and Licensing Ass.) di Singapore propri retail concept. la fiera di settore “Franchising & Licensing Asia” Il successo del franchising dipende fortemente dalla capacità di gestione degli affiliati (nel 2016 si terrà nel periodo 13-15 ottobre) che offre una piattaforma multi settore ma anche dal supporto continuo da parte del franchisor in termini di formazione, reple- sia ai marchi internazionali alla ricerca di partner commerciali in Asia sia ai franchisor nishment, branding e innovazione di prodotto, tutti sforzi che potrebbero sembrare asiatici desiderosi di esplorare opportunità di espansione. ingenti per aziende di piccole/medie dimensioni con poca esperienza su questi mercati Secondo SPRING, il settore franchising a Singapore vale circa 8 miliardi di dollari di ma Singapore offre la possibilità di reperire know-how locale e beneficiare di supporti or- fatturato all’anno (il 18% del totale delle vendite al dettaglio nazionali) con circa 20.000 ganizzativi e finanziari, spesso governativi. posti di lavoro, grazie alla presenza sul territorio di 500 retail concept, il 50% dei quali Il franchising è decollato nei primi anni ’90, quando il governo locale ha iniziato a pro- importato, nei settori food & beverage e moda ma anche in quello della formazione che muovere attivamente il Brand Concept come strumento di internazionalizzazione delle sta guadagnando terreno grazie alle crescenti esigenze in tal senso delle molte realtà aziende più piccole. multinazionali con sede a Singapore. Le principali agenzie governative che promuovono lo sviluppo del franchising sono la Luca Esposito

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News “CENTOMILA ZUPPE”: UNA BELLA INIZIATIVA Lino Volpe numero uno per l’Italia di Elior, gruppo multinazionale del settore della ristorazione commerciale, in veste di presidente del Rotary Club Milano Europa, ha coinvolto l'associazione e individuato gli sponsor disponibili a finanziare un progetto per aiutare i senzatetto che gravitano attorno alla Stazione Centrale di Milano. Poi, con la collaborazione del Presidente Dlf di Milano, Pino Tuscano ha preso contatto con la Fondazione Arca, che da oltre vent’anni opera a Milano e in altre città allo scopo di offrire a chi ne ha bisogno un pasto, un letto sul quale dormire, una speranza di integrazione e di lavoro. Detto fatto, nell’ottobre scorso è partita l’operazione “Centomila zuppe”. Ogni giorno, verso sera, arrivano in Stazione precisamente alla ex sede del Dlf, che ora funziona come centro di accoglienza per profughi - tra le 100 e le 150 zuppe calde, preparate poco prima con ingredienti ad elevato valore nutrizionale, che i volontari di Arca provvedono a distribuire in appositi contenitori. Il sabato e la domenica, invece delle zuppe, arrivano i sandwich di Itinere, la controllata di Elior che cura la ristorazione sulle Frecce di Trenitalia.

DELTAPO OUTLET: A SETTEMBRE IL TAGLIO NASTRO

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n outlet ma non solo: un destination per un ampio bacino di residenti che si estende tra Emilia Romagna e Veneto, cui si aggiunge, nei piani dell’amministratore unico Bruno Contini e dei vari attori coinvolti, una forte componente turistica alimentata dalle caratteristiche del sito, recentemente riconosciuto patrimonio dell’Unesco. Il rilancio del polo commerciale ubicato tra le province di Rovigo e Ferrara, stoppato ai nastri di partenza da una lunga seria di contenziosi sbloccati lo scorso anno, passa attraverso il rebranding, DeltaPo Outlet, pensato in primis con l’obiettivo di rappresentare il marchio del territorio. Nel particolare, il complesso, già edificato e posizionato a ridosso del casello di Occhiobello dell’Autostrada A13 Padova–Bologna, si estende sulle rive del Po su un lotto di oltre 120 mila mq, destinati a espandersi di ulteriori 300mila mq con piattaforma alimentare e retail park. La struttura è costituita da una superficie di vendita di circa 20mila mq, sui cui insistono 74 negozi già autorizzati, e sarà inaugurata a settembre 2016. A occuparsi della commercializzazione, dallo scorso dicembre è incaricata Arcotecnica: particolare attenzione sarà rivolta alla ristorazione, per lo più concentrata in una piazza, che includerà sia proposte tipiche del territorio sia operatori specializzati in questo canale.

IL CRISTOFORO COLOMBO HUB PER LE CROCIERE L’

aeroporto di Genova punta a diventare l’hub d’imbarco per le crociere di MSC e Costa nel Mediterraneo. La strategia di rilancio del Cristoforo Colombo è dunque rivolta al mare, anche alla luce della riforma dei porti, che unifica gli scali portuali di Genova e Savona anche sul fronte delle crociere. Il nuovo piano industriale dell’aeroporto mira perciò a sviluppare un traffico che adesso viene intercettato in minima parte, appena 80mila passeggeri contro i 2 milioni che utilizzano i due porti liguri. Lo scorso anno, fonte Assaeroporti, il Cristoforo Colombo è cresciuto del 7,5% arrivando a 1,360 milioni di passeggeri. Un traffico strettamente legato all’economia del mare. L’azione più significativa sarà quindi condotta sulle crociere, con l’obiettivo di fare di Genova e Savona l’home port rispettivamente di Msc e Costa, il punto di imbarco, e non di transito, dei croceristi stranieri. Da aprile, intanto, per la prima volta Genova sarà collegata ad Amsterdam e cercherà di sfruttare al meglio l’hub di Schipol.

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News UNIQLO, DOLCE & GABBANA, GAP, AUTOGRILL FA PIÙ TRE A BEIJING ZADIG&VOLTAIRE A MAPIC ITALY

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iscontrato sin da subito il forte interesse degli operatori nazionali del retail real estate, la community italiana ha concentrato la propria attenzione sui brand, e non solo, provenienti soprattutto dall’estero. E i nomi stanno arrivando. Andando in ordine, a quattro mesi dall’apertura, MAPIC Italy ha riscosso un feedback positivo dall’industria con circa l’80% della zona espositiva occupata e la presenza di marchi internazionali. Già accrediti all’evento del 24 e 25 maggio presso i SuperStudio di Milano sono oltre 70 retailer internazionali come Leroy Merlin, Adidas Group, Yamamay, Carpisa, Dolce & Gabbana, Gap, Bricoman, Uniqlo, Zadig & Voltaire, Original Marines, Mediaworld e Parfois. Sono confermati inoltre marchi non ancora presenti nella Penisola come Aeropostale, American Vintage, Kik e retailer più focalizzati sul mercato italiano come Mondadori, Fiorito, Il Wok, Nyo & Co, Vera, Pastificio Rana e Ristò. L’obiettivo dell’evento organizzato da ReedMidem è quello di creare una piattaforma di business che permetta di presentare tutte le opportunità offerte dal mercato del Retail Real Estate italiano.

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l Gruppo Autogrill, attraverso HMSHost International, forte già di sei punti vendita, aumenta la propria presenza al Beijing Capital International Airport di Pechino, con tre nuovi locali. In particolare si prevede che i tre punti vendita genereranno un fatturato di oltre 20 milioni di euro nel corso della durata dei contratti, che sarà di cinque anni per i locali Heineken Bar e Urban Food Market e di sei anni per il locale a marchio Du Hsiao Yueh. Urban Food Market è un concept take-away in stile contemporaneo e di tendenza, caratterizzato da un servizio veloce e dedicato, oltre che da un’eccellente gamma di prodotti. Al Terminal 2 dell’aeroporto verrà aperto un locale a marchio Du Hsiao Yueh, un brand molto noto a Taiwan e in Cina per la preparazione di noodles. L’Heineken Bar and Café, invece, propone un’ampia gamma di birre e un menù di pietanze a base di ingredienti selezionati.



News ASSAEROPORTI: I PASSEGGERI CRESCONO ANCORA Secondo i dati diffusi da Assoaeroporti, il 2015 conferma il trend di crescita per il sistema aeroportuale italiano, trend iniziato nel 2014 dopo 2 anni di contrazione (20122013). Gli scali italiani hanno infatti registrato, rispetto al 2014, un incremento del traffico passeggeri, pari al 4,5%, un aumento dei volumi di merce trasportata pari al 3,6% e un incremento del numero complessivo dei movimenti degli aeromobili pari all’1 per cento. Nello specifico, nel corso del 2015, nei 35 scali aeroportuali italiani monitorati da Assaeroporti sono transitati complessivamente 157.200.746 passeggeri, corrispondenti a quasi 7 milioni di passeggeri in più rispetto al 2014. In questo contesto, si attestano come primi 10 scali per numero di passeggeri transitati gli aeroporti di: Roma Fiumicino, con oltre 40 milioni di passeggeri, Milano Malpensa, con oltre 18,5 milioni, Bergamo, con oltre 10 milioni, Milano Linate, con quasi 10 milioni, Venezia, con quasi 9 milioni, Catania, con oltre 7 milioni, Bologna, con quasi 7 milioni, Napoli, con oltre 6 milioni, Roma Ciampino, con quasi 6 milioni e Palermo, con quasi 5 milioni.

PRESENTATO IL DESITA GELATO AWARD Si chiama “DESITA Gelato Award”. Il concorso è un’idea dalla società DESITA, specializzata nel business design con focus nello sviluppo di concept, franchising e contract in tutto il mondo dal 2004 e le cui principali aree di competenza sono food retail, Ho.Re.Ca., ospitalità, retail e franchising. La competizione si rivolge a giovani designer, studenti o professionisti under 35 interessati a “rinnovare e migliorare l’esperienza del gelato”, dal punto di vista progettuale, funzionale e sostenibile, sia dalla parte dell’operatore sia da quella del consumatore. Due le categorie in gara: new tools and devices e product/interaction design. Il contest è stato presentato il 23 gennaio 2016 nell’ambito del Sigep. I progetti potranno essere presentati fino al 30 aprile.

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Inviato speciale

TRAVEL RETAIL: Stazioni di città È

all'acquisto. Le migliori incredibile pensare che una persona su quattro che stazioni si stanno covisita la stazione di St Pancras a Londra non sia in munque rivolgendo nuoeffetti un viaggiatore. Che siano fans di Harry Potter vamente ai propri citta(parte del film è stato girato là) o invitati a un matrimonio (la stazione ne ospita uno al mese), penso che il suo suc- dini, integrando attività cesso - che conta oltre 48 milioni di visitatori annui - sia dovuto a un intelligente tenant e merchandising mix e a un'attenta gestione mirata al servizio e all'esperienza dei viaggiatori (in questo caso attribuibile a HS1 Ltd). Ma non solo: la stazione diventa anche un luogo di incontro della città. Per i suoi abitanti. Non c'è dubbio che il Travel Retail sia in fase di "boom". Alcune stazioni e aeroporti ne stanno traendo il miglior beneficio. Nell'ottobre del 2014 St Pancras Station - un edificio protetto dai beni culturali che addirittura rischiò la demolizione - è diventata la dimora del department store John Lewis, la cui scelta risultò ben St Pancras Station allineata con la strateLondra gia click-and-collect dello store. culturali, musei, moLe stazioni, spesso lostre, ristoranti (ad esemcalizzate nei centri citpio l'Hilton Opera prestà, rappresentano delle so Saint Lazare) all'attiopportunità di shopvità del commercio. Tutping e urban retailtainto questo in stretta siment uniche. Carattenergia con il contesto rizzate da grandi voluurbano circostante. mi e da spazi limitati Southern Cross Station dal passaggio di ingenJohn Lewis a St Pancras Station - Londra a Melbourne, con eventi flussi, più che la diti integrati in uno spamensione del punto zio di grande appeal urbano, Saint Lazare a Parigi, un vendita ciò che realmente conta è la selezione dei prodotti in relazione alle abitudini dei visitatori - o cosid- vero e proprio mall urbano, New Oslo Station, con un parco urbano posizionato in copertura, sono validi esempi detto customer behaviour. Con alcuni viaggiatori che di stazioni che offrono sia un luogo di passaggio sia un passano davanti allo stesso fronte vetrina 10 volte alla settimana (pensiamo ai pendolari ad esempio), è fonda- nuovo luogo di incontro, dove il tempo dedicato all'acquisto si contrae e si estende a seconda delle necessità e mentale adottare un’immagine dinamica e modificabile, in cui alcuni negozi cambiano il merchandising e l'imma- della tipologia demografica dei visitatori. In un’epoca in cui praticamente tutto è istantaneo e raggiungibile con gine del proprio fronte vetrina durante l'arco di una il tocco di un dito, il tempo è diventato il nuovo lusso. La stessa giornata e sono costantemente focalizzati sul capacità di rallentarlo, unita alla location (centrale e urtempo, spesso ridotto, che i viaggiatori possono dedicare bana), alla grande esperienza dei propri clienti e al servizio fatto su misura prestato dai retailer e dai landlord porrà le grandi stazioni delle grandi città nella sfera dei luoghi commerciali e di intrattenimento più ambiti. Davide Padoa, CEO di Design International www.designinternational.com

retail&food - marzo 2016 Southern Cross Station - Melbourne



News cosa occorre sapere per...

a cura dello Studio Legale Cocuzza & Associati di Milano

Le importanti novità del “Pacchetto Marchi”

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ono molte le novità apportate da due recenti provvedimenti legislativi che costituiscono il cd. “Pacchetto Marchi”: ci riferiamo al Regolamento UE n. 2015/2424 e alla Direttiva UE 2015/2436 entrambi del 16 dicembre 2015 che introduco alcune importanti disposizioni finalizzate a uniformare e/o avvicinare le legislazioni degli Stati membri in materia di marchi d'impresa. Il Regolamento UE n. 2015/2424 entrerà in vigore in tutti gli Stati Membri in maniera automatica in data 23 marzo 2016 fatte salve alcune disposizioni che si applicheranno a decorrere dal 1° ottobre 2017. La Direttiva UE 2015/2436 è già entrata in vigore in data 12 gennaio 2016 ma dovrà essere implementata nella legislazione di ciascuno Stato Membro mediante leggi di recepimento entro il 14 gennaio 2019 fatte salve alcune disposizioni indicate nella Direttiva stessa che si applicheranno comunque a partire dal 15 gennaio 2019. Ma quali sono le più importanti novità del Pacchetto Marchi? Con il Regolamento UE n. 2015/2424 vengono innanzitutto modificate le denominazioni dell’Ufficio per l’Armonizzazione del Mercato Interno (UAMI) che d’ora in poi si chiamerà “Ufficio dell’Unione Europea per la proprietà intellettuale” (EUIPO) e del marchio comunitario che d’ora in poi si chiamerà “marchio dell’Unione Europea”. Più in generale, gli obiettivi della riforma introdotta con il Pacchetto Marchi mirano a incentivare, modernizzare e rafforzare il sistema di registrazione dei marchi per venire incontro alle esigenze delle imprese - in modo particolare delle PMI - e favorire lo sviluppo del commercio, accrescendo la certezza del diritto. Viene infatti prevista una sensibile riduzione delle tasse di registrazione dei marchi comunitari rendendo quindi la registrazione più accessibile per le imprese. Vengono inoltre semplificate e alleggerite le procedure burocratiche per la registrazione e viene introdotta una disciplina più chiara e dettagliata in merito ai requisiti di registrabilità del marchio, in modo tale da rendere più prevedibile l’esito della registrazione e più trasparenti le procedure riducendo, auspicabilmente, il contenzioso. È anche prevista l’adozione di una banca dati elettronica con lo scopo di permettere agli interessati di accedere direttamente alle decisioni dell’EUIPO. Altro aspetto importante della riforma è quello volto a conseguire un ravvicinamento delle disposizioni e procedure nazionali per renderle più coerenti e in linea con il sistema del marchio dell’Unione Europea, assicurando una maggiore cooperazione fra l’EUIPO e i vari uffici preposti a livello nazionale. Scompare l’obbligo di rappresentazione grafica del marchio, con conseguenti vantaggi per l’ottenimento della registrazione relativa ai marchi soprattutto olfattivi e viene previsto un maggiore coordinamento con il sistema di protezione delle denominazioni di origine 14

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o indicazioni geografiche: la presentazione di una domanda di registrazione di dette denominazioni o indicazioni costituisce ulteriore e nuovo impedimento alla registrazione di un marchio identico o simile. Viene inoltre introdotto un sistema rafforzato di tutela contro le contraffazioni, mediante l’introduzione della possibilità per il titolare di un marchio registrato di impedire a terzi l’introduzione nei paesi dell’UE - anche solo come merce in transito, ove i beni contraffatti non siano destinati al mercato UE di prodotti non solo identici ma anche simili a quelli registrati, in grado di generare confusione tra il pubblico dei consumatori. Non da ultimo è importante evidenziare il profilo di maggiore interesse per gli attuali titolari di marchi comunitari, che hanno chiesto la registrazione per tutti i prodotti e/o servizi menzionati in ciascuna classe secondo la classificazione internazionale dei prodotti e dei servizi (cd. Classificazione di Nizza). Infatti, con la sentenza della Corte di Giustizia Europea “IP TRANSLATOR” (2012), sono stati stabiliti dei criteri di armonizzazione nell'uso e nell'interpretazione dei titoli delle classi della Classificazione di Nizza e nelle modalità di elencazione dei prodotti e servizi in sede di registrazione del marchio, stabilendo che le indicazioni contenute nel titolo di ciascuna classe non coprono più automaticamente tutta la lista dei prodotti o dei servizi di quella classe ma solo quelli presenti nel relativo titolo della classe indicata. Sulla base della suddetta sentenza, l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, a partire dal 20 maggio 2014, non accetta più, per le domande di registrazione di marchi italiani, la dichiarazione del titolare tesa a ottenere la protezione dell’intera classe: per tutti i nuovi depositi dei marchi occorre quindi procedere a una elencazione puntuale e dettagliata dei prodotti e servizi compresi in ciascuna classe in relazione ai quali si chiede la registrazione del marchio. Entro la data di entrata in vigore del Regolamento UE n. 2015/2424 (23 marzo 2016) e fino alla scadenza del sesto mese successivo a tale data, i titolari dei marchi comunitari registrati anteriormente al 22 giugno 2012 dovranno dunque procedere alla limitazione volontaria dei prodotti e servizi riferibili al proprio marchio provvedendo a specificarli. Ove i titolari non provvedano in tal senso, tali marchi subiranno una riduzione automatica della protezione, che verrà limitata al solo titolo della rispettiva classe, con possibili gravi ripercussioni in termini di tutela accordata. Avv. Giulia Comparini




r&f News opening

Lagardère porta Relay in Italia a Fiumicino…

… e Tech2Go a Roma Termini

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agardère Travel Retail continua la sua crescita nel Belpaese anche nel Travel Essentials, con l’apertura del primo store Relay. Il negozio ha aperto lo scorso 10 febbraio nel Terminal 1/B dell’aeroporto Leonardo Da Vinci di Roma Fiumicino, il maggiore scalo internazionale in Italia con oltre 40 milioni di passeggeri ogni anno. L’obiettivo del nuovo amministratore delegato, Lucio Rossetto (vedi r&f di gennaio/febbraio 2016), è di aprirne almeno una decina entro l’anno nell’ambito aeroportuale, per poi portarlo anche nelle stazioni ferroviarie, dove il profilo del punto vendita verrà adattato. Relay è un marchio storico di Lagardère Travel Retail, specializzato nel news & convenience, e vanta più di 1.400 negozi aperti in 22 paesi in tutto il mondo.

on solo aeroporti per Lagardère Travel Retail, che ha annunciato il suo ingresso nel circuito di Grandi Stazioni. Il colosso francese apre tre nuovi punti vendita, Discover Rome, Tech2Go e Hub, nella più importante stazione ferroviaria italiana, Roma Termini. I negozi si trovano nell’altrettanto nuova area ‘’Ala Mazzoniana’’ vicino ai binari per il treno Espresso che mette in comunicazione lo scalo ferroviario con l’aeroporto, e presentano uno spazio commerciale di circa 100 metri quadrati. Questi punti vendita rappresentano per il Gruppo l’entrata nel canale stazioni anche con il format Travel Essentials, nonché la prima apertura in Italia per il concept Tech2Go.

Old Wild West al debutto Secondo store cinese all’Arena Centar di Zagabria per Brosway

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a cucina Tex-Mex di Old Wild West è arrivata anche a Zagabria, all’interno del centro commerciale Arena Centar. Dopo Belgio e Svizzera, la Croazia è dunque il terzo Paese dove Cigierre ha deciso di investire fuori dai patri confini attraverso il proprio brand di punta, che conta ormai 130 esercizi. La steak house in oggetto si esprime in una location di oltre 600 mq ed è concepita per ospitare circa 300 persone; inoltre, come specifica la stessa società friulana, è la prima realtà della ristorazione servita all’interno di un centro commerciale a Zagabria. Grazie ad Academy, il programma di formazione interno di Cigierre, il know-how e lo stile dell’azienda sono stati trasferiti ai 35 giovani collaboratori croati durante un percorso di addestramento che si è tenuto nella sede friulana della società e che prosegue con un periodo di affiancamento da parte dei formatori a Zagabria. Il progetto di espansione di Cigierre prevede, per il 2016, l’apertura di altri trenta ristoranti tra Italia ed estero.

Shanghai, all'interno del centro commerciale Joy City Shopping Mall, ha aperto il secondo monomarca del retailer di gioielleria fashion in Cina, dopo quello di Pechino. Lo spazio di 80 mq è suddiviso nei due marchi dell'azienda, Brosway e Rosato, rappresentando così anche per quest'ultimo un importante tassello nella conquista del mercato cinese. Colori tenui e legni naturali per Brosway; tinte rosa cipria, un'elegante boiserie bianca e frames dorati per Rosato, il tutto armonizzato da un mix sapiente di lighting design. Ma l’anima italiana di Bros Manifatture guarda anche al proprio Paese: dopo il successo del corner Brosway presso la Coin di Firenze, prosegue anche in Italia il progetto retail del marchio di gioielleria fashion, pronto a essere protagonista nei department store di Coin a Milano, Roma e Genova. Le nuove aperture rappresentano il proseguo di una incisiva strategia di espansione dell'azienda Bros Manifatture in Italia e nel mondo, forte nel monomarca e anche nel progetto shop in shop.

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News opening CAMICISSIMA A QUOTA 50 IN CINA

FiorFood inaugura a Torino

Con l’apertura a Hangzhou, presso l’Hangzhou Xiaoshan department store, il marchio italiano Camicissima è arrivato a 50 punti vendita in Cina. E il cronoprogramma prevede un ulteriore sviluppo, in virtù dell’accordo siglato a metà del 2014 con il gruppo cinese Zhejiang Baoxiniao Garment Co., con l’obiettivo di avere 440 punti di vendita entro il 2020. «Cinquanta aperture in meno di 18 mesi sono state un grande lavoro – ha commentato Fabio Candido, a.d. di Fenicia, azienda proprietaria del marchio Camicissima – In questi mesi molti eventi sul territorio e le installazioni artistiche delle nostre macchine da cucire giganti stanno contribuendo a diffondere la conoscenza del marchio nel Paese». Al momento Camicissima è presente in Cina sia nelle metropoli come Pechino, Shanghai e Guangzhou sia in altre città di interesse commerciale.

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a da poco aperto a Torino il primo concept store di Novacoop, FiorFood, cibo ed emozioni, nel suggestivo scenario della Galleria San Federico, progettato dall’architetto Paolo Lucchetta di Retail Design. Per gli arredi, sfida accolta dalla Business Unit Shopfitting Solutions di Cefla che, insieme a Zenith Shop Design, società del gruppo specializzata in arredi custom, ha dato forma al concept del nuovo punto vendita con le innovative soluzioni d’arredo e design. «Un luogo da frequentare, da vivere – a detta di Ernesto Dalle Rive, presidente di Novacoop – un nuovo modello di negozio nel quale far crescere la socialità, la condivisione di temi, assistere a presentazioni di libri e conferenze, fare la spesa e degustare cibi sapientemente preparati». Non un semplice supermercato, ma una vera e propria filosofia del cibo. Questo è il paradigma a cui si ispira FiorFood. È la nuova sfida di Coop per trasformare il momento della spesa in un’esperienza di consumo responsabile.



News opening Nel Pam Panorama di Roma KIKKE di Kasanova in il primo “Bio Shop” Stazione Garibaldi a Napoli

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stato inaugurato a febbraio all'interno dell'Ipermercato Panorama di Lunghezza (Roma) il primo “Bio Shop” Pam Panorama, un negozio esclusivamente dedicato ai prodotti Bio e naturali. Il corner, di 100 mq, è di fatto un “shop in the shop” presidiato da personale specializzato, al cui interno si possono trovare circa 1.400 referenze: carne, pesce, affettati, gastronomia, formaggi e derivati, bevande, snack dolci e salati, prodotti da forno, condimenti, pasta, riso, ma anche prodotti per la cosmesi naturale, prodotti per animali, referenze per l’igiene della casa, ecc. Questo nuovo progetto si rivolge ai consumatori attenti ai temi dell'alimentazione naturale e biologica, con un target prevalentemente giovane ma tendenzialmente trasversale a tutti i mondi di consumo, vista l'espansione e la forte richiesta di prodotto biologico. Altri reparti "Bio" sono stati infine attivati in molti Supermercati Pam e Ipermercati Panorama nell'intero territorio nazionale, e diversi altri verranno inaugurati nel corso del 2016.

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nnunciato a r&f in occasione del Salone del Franchising di Milano, il nuovo format griffato Kasanova, KIKKE, fa il suo esordio nell'avveniristica "Galleria Ipogea" della Stazione Garibaldi di Napoli. Il nuovo mall commerciale, firmato dall'archistar transalpino Dominique Perrault, si trova a 10 metri di profondità ed è collocato davanti alla stazione di Napoli Centrale, gestita da Grandi Stazioni. KIKKE di Kasanova mira a racchiudere, appunto, le chicche a tema più interessanti del mercato, esposte secondo logiche di uso, preparazione e collocazione in casa. Il tutto è animato da un visual hi-tech, tra video emozionali e cartelli esplicativi. La semplificazione dell’acquisto fa parte dell’anima del nuovo format, pensato per un cliente che cerca un acquisto veloce prima di partire.



r&f Cover story

TRAVEL RETAIL: UN BUSINESS

I NUMERI DELL’ITALIA Spirits +7% Parfumes & Cosmetics +7% Tobacco +2% Confectionery & Fine Food +10% Others +15% Totale +7,5% Spesa per pax +3% Fonte ATRI - I dati sono stimati e previsionali del 2015 sulla base delle informazioni ricevute da operatori e aeroporti, relativi alle core categories nel mercato aeroportuale Italia

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uello del travel retail è un mercato globale il cui valore, secondo i dati di Generation Research presentati nel corso del TFWA 2015 (Tax Free World Association) dal presidente Erik JuulMortensen, si posiziona su 63,5 miliardi di dollari (56,4 miliardi di euro). È un settore in continua crescita, ma che è fisiologicamente connesso non solo alle variazioni econo-


DA 56,4 MILIARDI DI EURO miche dei Paesi, ma anche alle variazioni dei flussi di viaggiatori. Dalla crisi del 2008 che ha messo in ginocchio il mondo, alle incertezze geopolitiche dovute al terrorismo islamico, sono molteplici i fattori in grado di rallentare il numero di viaggi. Tuttavia, proprio dal 2008, il settore è ripartito, facendo segnare una lieve battuta d'arresto solo il primo semestre del 2015, che ha registrato un -0,2% rispetto al primo semestre del 2014. Andando ad analizzare nel dettaglio le vendite duty free e travel retail del settore aeroportuale si nota che i primi sei mesi del 2015, hanno visto un ulteriore calo del 2,1%, e peggio ancora ha registrato l'inflight con un 6,7 per cento. Di contro, nel medesimo periodo il traffico globale è cresciuto del 6,2%, con Medio Oriente e Asia a trainare rispettivamente con +10,6% e +8,5%; America Latina +6,7%; Europa e Nord America +4,9% e chiude il continente africano a +2,3 per cento. Il travel retail, che segue inevitabilmente i flussi, sta avendo una crescita significativa in Asia, dove ha registrato un +6,5%; conferma i grandi numeri del Medio Oriente con un incremento di poco sopra lo zero, ma forte di una clientela altospendente e di Hub quali Dubai, Doha e Abu Dhabi che tra il 2005 e il 2015 hanno visto crescere il connectivity index in maniera esponenziale, fino all'Africa, cresciuta del 9 per cento. Venendo all'Europa, i dati ETRC (Eu-

ropean Travel Retail Council) elaborati da ACI international e ACI Europe, parlano di una crescita dell'8,5%, dato molto più alto di quello raggiunto dai ricavi collegati alla parte aviation come diritti e

GLOBAL DUTYFREE

TRAVEL RETAIL

€ 56.4 MILIARDI

tariffe che pagano i vettori per l'utilizzo delle infrastrutture. Oggi il valore dei ricavi non aviation rappresenta il 40% di tutto il business aeroportuale; in questo cluster il retail rappresenta il 12% di tutte le revenue, e in Europa si arriva addirittura al 16 per cento. Il travel retail è quindi fondamentale per la crescita degli aeroporti. È stato Fulvio Fassone, vicepresidente di ETRC e presidente ATRI a spiegare nel corso di un incontro a Bruxelles con il commissario a i trasporti Violeta Bulc, il ruolo primario del comparto. «Ci sono diverse tematiche che possono avere un impatto importante. Innanzitutto il trasporto del bagaglio

a mano che è stato oggetto di scontri soprattutto con i vettori low cost. È un tema non soggetto a regolamentazione e abbiamo chiesto sia inserito tra i diritti dei passeggeri, quello di avere oltre al bagaglio a mano delle buste con gli acquisti. C’è poi un tema che riguarda i liquidi, una questione molto complicata, ma per noi superare in qualche modo il divieto di portarli come nella forma attuale sarebbe importante. Poi c’è la questione delle informazioni sui prodotti food, delle etichettature, nella quale bisogna capire che le caratteristiche di comunica-

RETAIL NON AVIO

fonte Atri) rispetto al numero di passeggeri in crescita del 4,5% nel 2015 sul 2014 (fonte Assaeroporti). «La crescita – prosegue Fassone – coinvolge tutte le categorie, ma fine food, confectionery hanno una marcia in più con +10%; il tabacco cresce meno con +2%, ma anche per una questione sociale. Quello che si nota, tuttavia, è che si sta andando verso una polarizzazione del settore, nel senso che crescono le vendite verso i prodotti da una parte legati a viaggi low cost quindi spirits a basso costo, fine food e confectionery ad esempio, e dall'altra verso una clientela altospendente orientata verso il luxury». Il mercato italiano del travel retail quindi, e più in generale quello europeo, si sta adattando alla trasformazione del cliente, più informato ed esigente. Gli aeroporti si stanno organizzando per offrire ai viaggiatori una travel experience di livello, proponendo un brand mix indirizzato alla tipologia di cliente ma non solo. Aeroporti come quello di Düsseldorf ad esempio (vedi Dossier aeroporti a pag. 30), che dista pochi chilometri dal centro città, attuano strategie di marketing finalizzate ad attirare una clientela non solo legata al traffico aereo. Nel caso appena citato, all'interno dello scalo esiste infatti una galleria commerciale che non ha nulla da invidiare a un centro commerciale. S.M.

+8,5% zione richieste non possono essere le stesse di un mercato locale. I nostri passeggeri in Italia non sono solo italiani e questo comporta un aggravio per noi, per questo chiediamo una semplificazione delle regole». Italia che, piuttosto allineata alla media europea, cresce di più nel business non avio (+7,5%

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r&f Parola di Dante Marro Dante Marro 72 anni, Laurea in architettura al Politecnico di Milano. Inizia a occuparsi di travel retail nel 1981 quando entra nel Gruppo svizzero Weitnauer, oggi Dufry. Ricopre diversi ruoli manageriali all’interno delle societĂ Italiane: managing director e successivamente amministratore delegato. Dal 2002 al 2011 è regional Coo Europe, nel 2012 diventa president region 1 EMEA & Asia e attualmente, con la nuova organizzazione di Dufry ricopre il ruolo di advisory president division 1 Southern Europe.

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Cover story

DUFRY: «L’Italia è un mercato interessante che apre occasioni per sfide sempre nuove»

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ufry a seguito delle acquisizioni di Nuance e World Duty Free ha adottato un nuovo modello organizzativo. In particolare il gruppo di Basilea ha ristrutturato il proprio business con cinque nuove divisioni incaricate della gestione delle attività in altrettanti Paesi. Con 34.000 dipendenti e 2.200 negozi in 63 Paesi è un colosso da 3,6 miliardi di euro. In Italia è presente con 46 negozi per un totale di 13.300 metri quadri. A raccontarci progetti e cambiamenti Dante Marro, amministratore delegato di Dufry Italia.

Malpensa, Linate, Fiumicino, Orio al Serio, Firenze, Verona, Genova e Napoli: con questi scali, quanti mq presidiate in tutta Italia? Dufry gestisce attualmente in Italia un’area commerciale complessiva di 13.300 metri quadri. Il nuovo duty free walkthrough, inaugurato a Malpensa T1 con l’apertura dell’Expo, occupa una superficie di 2.300 mq ed è uno dei più grandi walkthrough in Europa. Inoltre con l’acquisizione di WDF, Dufry è tornata nuovamente sull’aeroporto di Napoli aumentando la sua presenza sul territorio italiano. Con quanti negozi? Complessivamente Dufry è presente in Italia con 46 negozi, di cui 9 duty free in aeroporti strategici come Malpensa T1, Linate, Bergamo, Verona, Firenze, Napoli, oltre a 17 edicole Hudson, 15 boutique del settore fashion, 5 negozi specializzati, tra i quali Emozioni, il nuovo negozio di enogastronomia nel quale i viaggiatori possono trovare un’ampia scelta dei migliori prodotti del nostro territorio. Una vera e propria “boutique enogastronomica” che dopo il successo di Malpensa in area Extra Schengen di questi mesi, abbiamo deciso di riproporre anche a Firenze. In quali canali del Travel Retail operate? Siamo presenti in Italia negli aeroporti con negozi duty free e duty paid, e nelle stazioni ferroviarie con le edicole Hudson. Nella Stazione Centrale di Milano è stato realizzato il nuovo “Concept Hudson” che oltre a giornali e riviste offre un’ampia scelta di souvenir e gadget. In linea con la strategia del Gruppo stiamo perseguendo una politica di espansione e di ampliamento dei

punti vendita. Sono attualmente in corso lavori di ristrutturazione e rinnovamento a Firenze e Verona per rendere i nostri negozi sempre più attraenti e invitanti per i passeggeri, luoghi di partenza dove trascorrere piacevolmente l’attesa, ma anche meta per coloro che ci riconoscono e desiderano rivivere la Dufry Shopping Experience, dove l’acquisto “emozionale” è tutt’uno con l’esperienza del viaggio. In cosa consiste la recente riorganizzazione in cinque divisioni? Dal 1 gennaio 2016, in seguito all’acquisizione di Nuance e WDF, Dufry ha riorganizzato la sua struttura operativa dando vita a un nuovo modello operativo in grado di garantire efficienza al nostro Gruppo che oggi ha una dimensione e un’espansione geografica totalmente nuove: 34.000 dipendenti, 2.200 negozi in 63 Paesi e nei cinque continenti. La sua struttura è oggi organizzata in 5 divisioni, geograficamente diversificate e bilanciate. Una volta raggiunto l’assetto stabilito, come sarete strutturati? Siamo partiti subito con un processo di integrazione rigoroso e dettagliato, con un attento assessment delle organizzazioni di Nuance e di WDF e del loro modello operativo allo scopo di creare le sinergie e garantire in breve tempo in ogni filiale un alto grado di efficienza operativa, il miglior servizio al nostro cliente e una crescita continua e organica delle nostre attività. Sono questi i nostri pilastri. L’Italia è parte della Divison 1 Southern Europe and Africa. Ernesto Marro, con la nuova organizzazione estende la sua area di responsabilità e gestisce come general manager, oltre all’Italia, le attività Dufry della Francia con gli aeroporti di Nizza e Tolosa, della Repubblica Ceca e di Malta. Quali strategie pensate di attuare in futuro sul mercato italiano? L’Italia è un mercato interessante che apre occasioni per sfide sempre nuove. Il travel retail è un mercato in crescita continua, nonostante la crisi, indispensabile per l’esistenza stessa del sistema aeroportuale. Siamo stati i primi a investire nel retail aeroportuale portando innovazione e creando negozi che sono diventati “vetrine” per il Made in Italy. Ab-

biamo accettato per primi la sfida del retail all’interno delle stazioni, con difficoltà e superando ogni scetticismo. Abbiamo accettato la sfida di Grandi Stazioni acquisendo il network delle edicole, all’interno del quale persistono ancora difficoltà gestionali dovute allo scontro tra “il vecchio e il nuovo”. Dufry è aperta e pronta a raccogliere ogni opportunità che offrirà il mercato, anche se dobbiamo lamentare troppi e incerti “lacci” burocratici e procedure che raffreddano questi processi. Il settore Travel Retail secondo voi ha bisogno di cambiamenti o innovazioni? Il settore travel retail è lo specchio dei cambiamenti che avvengono sia a livello globale sia a livello locale. Ogni evento ha un impatto diretto sulle nostre attività e per questo la capacità di prevedere e di adattarsi velocemente ai cambiamenti è una delle nostre caratteristiche più strategiche. Sappiamo di non essere in un mondo chiuso e la capacità di dialogare con ciò che è fuori o intorno a noi ci permette di anticipare le diverse richieste dei nostri interlocutori e partner principale, i nostri clienti, i fornitori e i gestori aeroportuali: il mercato. Integrate o avete in progetto di integrare lo store fisico con il digitale? Sì, è un canale interessante che avevamo esplorato già anni fa, ma i tempi non erano maturi. Oggi partecipiamo con interesse a un progetto congiunto tra SEA e Dufry per lo sviluppo di nuovi servizi, tra cui un’iniziativa di e-commerce. Con l’acquisizione di Nuance prima e WDF dopo, siete ormai Leader mondiali: quali sono i vantaggi di una simile posizione? Le acquisizioni di Nuance e WDF hanno trasformato la presenza e la forza di Dufry nel settore del travel retail. Tre storici travel retailer con le proprie competenze, risorse e know how lavorano insieme per continuare ad affrontare con successo le sfide future in cinque continenti, con un approccio globale che vede l’accentramento delle funzioni, ma allo tesso tempo lascia spazio allo sviluppo delle proposte e diversità locali. S.M.

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r&f Case history

Montblanc: una firma nella Piazza del lusso M

ontblanc è da sempre sinonimo di penna stilografica e accessori per scrivere di lusso. Nata nel 1906 e riconoscibile dalla stella arrotondata, simbolo dell'azienda e presente su tutti i propri strumenti di scrittura è diventata brand di riferimento anche per gli appassionati di orologi, gioielli e pelletteria. Ha negozi in tutto il mondo ed è inserita da tempo nel canale del travel retail con ottimi risultati. E a quasi due anni dall'ingresso nella Piazza del lusso dell'Aeroporto di Milano Malpensa abbiamo parlato con Christian Rauch, Ceo Montblanc Italia, proprio del negozio del principale scalo milanese. Quando siete entrati in aeroporto? Siamo entrati nell’aerea nazionale di Malpensa a maggio 2002. Ad aprile 2012 siamo entrati nell’aerea Extra Schengen e a giugno 2014 ci siamo spostati nella nuova Piazza del lusso dove ci troviamo tuttora con grande soddisfazione. A chi fa capo il negozio a livello societario? Il negozio è sotto la diretta gestione di Montblanc Italia. È un vero e proprio punto vendita diretto con personale di vendita Montblanc. Perché la scelta di spostarsi nella Piazza del lusso? Prima era nell’area Extra Shengen: con la creazione della Piazza del lusso, abbiamo ritenuto opportuno spostarci per ampliare la presenza e la visiblità per i passeggeri non Shengen.

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Cosa cambia tra negozio di città e aeroporto? (format, dimensioni, assortimento, ecc) Dal punto di vista del design, dell’allestimento, delle dimensioni e dell’assortimento prodotti, l’esperienza d’acquisto è la stessa che i nostri clienti possono ritrovare in tutte le boutique Montblanc in Italia e nel mondo. Una maison, un’immagine e una sola esperienza. La parola chiave per non deludere i nostri clienti è coerenza di immagine e di qualità. Come avviene la gestione degli spazi? Lo spazio è in affitto ma la gestione è seguita direttamente dalla nostro canale Retail con personale di Montblanc. Che genere di personale avete e che formazione riceve? Come in tutti i punti di vendita Montblanc, all’interno troviamo venditori con un profilo internazionale e di diverse provenienze. Tutti con un alto livello di formazione sui prodotti per garantire la massima padronanza di tutte le nostre categorie di prodotto; strumenti da scrittura, pelletteria, segnatempo e gioielli. Questi prodotti vengono acquistati da un pubblico esigente, a volte collezionisti e appassionati, e quindi la conoscenza sul prodotto è fondamentale. Al momento dell’assunzione, la nostra forza vendite viene sottoposta a un training completo sui prodotti e ovviamente, sui valori della nostra maison.

retail&food - marzo 2016 Christian Rauch

Quali sono i principali clienti? I nostri clienti sono viaggiatori sofisticati, amanti del lusso contemporaneo e dell’artigianalità. Donne e uomini che comprano per sé o scelgono un oggetto prezioso da regalare. Sicuramente un acquirente consapevole che sa cosa vuole e lo identifica nella qualità e nell’unicità di un prodotto che spesso viene tramandato di generazione in generazione. E i prodotti più venduti? Tutte le nostre 4 categorie di prodotto ( strumenti da scrittura, orologi, pelletteria e gioielli), contribuiscono in egual misura al successo della maison. La nostra azienda nasce nel 1906 ad Amburgo con la produzione di strumenti da scrittura per i quali siamo ancora oggi leader indiscussi del mercato. Ma la diversificazione legata innanzitutto ad accessori in pelle rivolti al mondo della scrittura,

Milano Malpensa

si è rivelata di successo. Successivamente la scelta di aprirsi a gioielli e orologi è avvenuta in maniera naturale e coerente con il nostro DNA di proporre accessori “personali”, “LifeTime Companion” che i nostri clienti scelgono quotidianamente per farsi accompagnare nei loro appuntamenti quotidiani. Avete altri negozi in aeroporti nel mondo? In Italia siamo presenti a Milano, Roma e Venezia. A livello mondiale i


Cover story

nostri clienti possono trovarci nei maggiori scali internazionali e strategici. Per voi il negozio in aeroporto è più una vetrina sul mondo o un vero e proprio punto di vendita?

Direi entrambe le cose, così come tutte le nostre boutique d’altronde. Essendo presenti in tutte le vie dello shopping più lussuose al mondo, possiamo dire che sono tutte importanti “vetrine”. Ma allo stesso tempo

hanno un senso in termini di profittabilità che permette la presenza in zone turistiche o di transito così importanti. Con Expo avete avuto un incremento delle vendite? Expo è stata un’esperienza assolutamente positiva. Non solo per i viaggiatori di passaggio a Milano ma per i milanesi e gli italiani stessi che hanno ritrovato ottimismo e fiducia. Montblanc ha creduto fin dall’inizio nell’esposizione universale di Milano e siamo stati onorati di

essere sponsor di uno dei padiglioni più belli e rappresentativi di questa manifestazione: il Padiglione Zero. Senza sapere i numeri, è più redditizio il negozio di Montenapoleone o a Malpensa? Entrambi i negozi sono caratterizzati da un grande successo in termini di profitto: rientrano tra i best performer in Italia e sono tra le nostre vetrine, quelle su cui puntiamo di più per catturare l’attenzione di un pubblico internazionale e dinamico come quello di Montblanc. S.M.

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r&f Osservatorio prezzi

BIANCO, ROSSO O BOLLICINE? Il food & beverage di qualità è diventato un elemento imprescindibile per gli aeroporti che intendono offrire una travel experience di livello ai propri viaggiatori. Per questo hanno aperto le porte ai grandi player della ristorazione (ma non solo), i quali hanno realizzato format ad hoc, in collaborazione con importanti aziende vitivinicole, che si adattassero al canale aeroportuale attraverso un'offerta mirata e di livello

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n occasione dell'osservatorio prezzi di questo mese dedicato, appunto, agli aeroporti abbiamo selezionato i cinque locali attualmente operativi e più rappresentativi di questa formula, riportando in tabella i primi prezzi e i più alti relativi a vini rossi, vini bianchi, spumanti, Champagne, insalate, piatti freddi, dolce e caffè. I wine bar in questione sono: il Ferrari Spazio Bollicine, gestito da MyChef Emotion. Il format è presente sia a Fiumicino sia a Malpensa e Linate (anche se nello scalo cittadino ha un'offerta leggermente ridotta), e

si rivolge agli amanti delle bollicine e dei vini prodotti dalla famiglia Lunelli (e qualche etichetta outsider). Un occhio di riguardo in questo caso è rivolto anche al menu di piatti dello chef stellato Alfio Ghezzi del ristorante di casa Ferrari, locanda Margon. Poi c'è Rosso Intenso (due locali a Fiumicino) sviluppato da Autogrill e nato dall’esperienza di Beaudevin nel mondo, il wine bar

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Rosso Intenso

oggi presente in numerose location internazionali (Bruxelles International Airport, Carrousel du Louvre a Parigi, Charlotte Douglas International negli Stati Uniti) e adeguato alle richieste della clientela dello scalo capitolino. La carta dei vini in questo caso propone referenze provenienti dalle tenute di proprietà della famiglia Zonin viticoltori dal 1821. Chef Express del Gruppo Cremonini propone invece due locali, il Santè a Fiumicino e il Santa Crisitina a Orio al Serio (e in pipeline un nuovo

Santa Cristina

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format chiamato “Meravigliosa Italia”, in collaborazione con l’azienda Feudi San Gregorio). Il Santè unisce due tipologie di offerta: da una parte un elegante e accogliente wine bar in collaborazione GIV (Gruppo Italiano Vini) a marchio Santè e dall’altra un lussuoso angolo Champagnerie sviluppato in con lo storico marchio di Champagne Pommery. A Bergamo Orio al Serio, invece, il wine bar con 40 sedute a marchio Santa Cristina, ha un’offerta classica di vini di una delle più note cantine italiane, abbinata a pietanze e cibo tipico della tradizione dei vinai toscani. A chiudere la nostra selezione l'unico wine bar “indipendente”, il Dubl di Napoli Capodichino. Il nome vuol dire sostanzialmente doppio perchè è l'incontro del Metodo Classico con i vini del sud come la falanghina, il greco e l'aglianico, tutti prodotti dall'azienda irpina Feudi San Gregorio (che dovrebbe lanciare il nuovo format con Chef Exporess), che gestisce anche il locale. Il format associa alle bollicine un concetto di cucina


Cover story

Ferrari Spazio Bollicine - Milano Malpensa

mediterranea sfiziosa ma veloce, in linea con le esigenze di chi viaggia e si muove in aereo. Le caratteristiche di questi wine bar sono simili, puntano molto sul design degli spazi, ma soprattutto sulla qualità, sia dei vini, sia delle materie prime per le pietanze. Nel nostro casì ci siamo concentrati su piatti freddi che possono andare dal tagliere di salumi al carpaccio di pesce spada. I prezzi sono abbastanza allineati, tranne quando si parla di

vini rossi più costosi, in cui si arriva a spendere 19 euro da Ferrari per un brunello o un barolo (ma di cantine non appartenenti alla famiglia Lunelli); e per gli spumanti, dove sempre da Ferrari si può degustare alla “modica cifra” di 40 euro un Giulio Ferrari Riserva del fondatore 1999 (unico particolare, si richiedono minimo due calici). Per quanto riguarda il food sono Sempre Ferrari e Rosso intenso

Santè

a giocarsi i prezzi più cari con 28 euro rispettivamente per un Gran piatto assortito di pesci crudi e marinati, e un piatto con Caviale Caviar Club Siberian. Il Santa Cristina ha prezzi più contenuti ma giustamente si deve confrontare con un viaggiatore low cost, mentre il Dubl è certamente quello con le variazioni di prezzo mi-

nori tra i vini. Di fatto, indipendentemente dai prezzi e dalle differenze evidenziate in tabella, tutti questi locali hanno un ottimo riscontro tra i clienti, in quanto ben studiati, e capaci di intercettare alla perfezione i gusti dei viaggiatori. S.M.

Ferrari Spazio Bollicine

Rosso Intenso

Santè

Santa Cristina

Dubl

Roma Fiumicino area imbarco B Milano Malpensa T1 area imbarchi

Roma Fiumicino area imbarchi C8-C16 Roma Fiumicineo area imbarchi D

Roma Fiumicino T3 mezzanino landside

Bergamo Orio al Serio aera imbarchi

Napoli Capodichino area imbarchi

Vino rosso numero di referenze

9

20

18

14

2

Vino rosso più economico

6

6

6,50

4

6

Vino rosso più costoso

19

18

14

12,50

8

Vino bianco numero di referenze

2

8

9

11

6

Vino bianco più economico

6

6

6,50

3

6

7,5

9

8

6,50

8

9

7

7

2

3

Spumante più economico

6,5

6

6,50

4,50

6

Spumante più costoso

40

10

9

4,50

8

Champagne numero di referenze

n.d.

n.d.

9

n.d.

n.d.

Champagne più economico

n.d.

n.d.

10

n.d.

n.d.

Champagne più costoso

n.d.

n.d.

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n.d.

n.d.

Insalata più economica

15

13

9

7,50

9

Insalata più costosa

15

16

12

8,50

10

Piatto freddo più economico

15

15

8,90

7,90

7

Piatto freddo più costoso

28

28

15

13,90

12

Dolce più economico

8

5

5,90

5,90

6

Dolce più costoso

8

6

8,90

8

6

Caffè

2

2,50

2,30

1,10

1,20

Vino bianco più costoso Spumante numero di referenze

Tutti i prezzi sono espressi in € - Legenda: Prezzo più alto in euro • Prezzo più basso in euro • n.d. = non disponibile

© Edifis Intelligence

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r&f

Dossier aeroporti

DUS über alles Più di cento negozi, una galleria commerciale, cura del design, marketing sempre in linea con le nuove tendenze e soprattutto anticipo dei cambiamenti senza mai restare indietro. Con queste strategie e questo spirito, l'aeroporto di Düsseldorf offre una vera customer experience ai viaggiatori, ma non solo

L

a Renania Settentrionale-Vestfalia è il più popoloso dei sedici stati federati della Germania; è situata nella zona occidentale del Paese, al confine con Belgio e Paesi Bassi ed è un'area fortemente industrializzata. Il capoluogo è Düsseldorf, e a circa sette chilometri dal centro della città si trova il Flughafen Düsseldorf (codice IATA: DUS), la principale porta di accesso per chi entra e chi esce dalla regione in aereo. E proprio l'aeroporto internazionale di Düsseldorf è protagonista del nostro Dossier aeroporti di questo mese. Il DUS nel 2015 ha registrato 22,5 milioni di passeggeri, con una media di 580 voli giornalieri che trasportano circa 60mila persone. Quindi numeri degni di nota, per quanto non sia ai

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livelli di Francoforte con 60 milioni di viaggiatori. Per dare un'idea, in Italia si piazzerebbe (alla luce dei dati Assaeroporti), al secondo posto dopo Roma Fiumicino, prima di Milano Malpensa. Ma come sempre non è il numero di passeggeri che attira la nostra attenzione, bensì il comparto retail e in questo, lo scalo di Düsseldorf, da un certo punto di vista rappresenta un vero e proprio “caso” a sé. La struttura è stata progettata con metallo e grandi vetrate, che rendono il salone centrale e l'area landside molto ariosi e luminosi. Oggi, con i vari ampliamenti e modifiche, si presenta come un arco con tre moli di cui quello centrale su due livelli. Il commerciale retail occupa in tutto 13.400 mq, di cui 8.200 in landside e 5.200 mq in airside. Questo


Cover story

Utilizza questo QR code per visualizzare le immagini dell’aeroporto.

dato è sintomatico del peso che occupa la parte retail prima dei controlli di sicurezza. Il motivo è legato a diversi fattori, come ci racconta Ilse Ruffer, head of retail activities dello scalo: «L'aeroporto di Düsseldorf si trova in una delle aree più popolose d'Europa, con una catchment area su 100 chilometri di 18 milioni di persone. Più di noi fanno solo Londra e Parigi. È situato a circa sette chilometri dal centro città, ed è inserito in un contesto fortemente industrializzato; basti pensare che in quest'area ci sono dieci tra le aziende più grandi del Paese – racconta la manager – Inoltre la domenica i negozi in città sono chiusi. Alla luce di questi elementi, la direzione dell'aeroporto già una decina di anni fa ha deciso di lavorare in questa direzione, ossia por-

Ilse Ruffer

tare lo scalo a essere punto di riferimento non solo per i viaggiatori, ma anche per i residenti e i lavoratori della zona». Non certo una novità assoluta, specialmente per i city airport particolarmente vicini alle città. Ma in quei casi si parla di strutture abbastanza contenute. Qui invece abbiamo una struttura di dimensioni importanti, con oltre cento punti vendita tra retail e food & beverage. Andando più nel dettaglio, sono 65 negozi, e 40 tra ristoranti e bar, e oltre 60 di queste 105 attività si trovano in area landside, mentre le rimanenti sono distribuite sui tre ponti superati i controlli. Il posizionamento dei brand è di livello medio alto, ma non ci sono marchi del lusso in quanto la vicina città ha già le sue vie dell'alta moda, quindi la scelta è ricaduta su insegne più funzionali alla tipologia di passeggeri e clienti. Il 40% dell'attività aviation, infatti, è legata al business, il rimanente si divide tra turismo e motivi personali.

Food & beverage dal tocco italiano Dal numero e dalla distribuzione delle attività food & beverage rispetto a quelle retail si capisce che la ristorazione ha un peso rilevante nella strategia commerciale dell'aeroporto. L'offerta è molto ampia, con una buona componente di richiamo all'Italia, ma anche molto etnico con il giapponese, il turco, l'asiatico, oltre a brand internazionali come Starbucks e McDonald's (quest'ultimo nell'area arrivi e gestito direttamente dall'azienda). Circa metà delle attività di food & beverage è in mano a operatori locali, l'altra metà se la dividono tre grossi gestori: Stockheim, Marché e Autogrill. Il player italiano che fa capo alla famiglia Benetton propone quattro insegne in airside nel ponte B, due al primo livello e due al secondo: al primo piano Motta, e il ristorante Bistrot, mentre al secondo piano in un'isola centrale l'Aperol bar, molto colorato e con tanto di sdraio su cui accomodarsi, e ripete il Bistrot. Marché gestisce nove insegne tra cui il cafè Hemingway's, due Movenpick e due richiami all'Italia: i ristoranti San Pino e Zigolini. Sono otto, invece, le insegne per Stockheim, tra cui due bar Cafetiero e il ristorante 4 Cani. A differenza di Autogrill, i locali di Marché e Stockheim sono suddivisi tra airside e landside.

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Dossier aeroporti

Tre frecce... Ciascuno dei moli ha i propri controlli di sicurezza e, una volta superati, un lungo corridoio li collega tutti tra loro. I duty free sono quattro (due nel molo centrale, uno per livello) e da un paio d'anni ormai sono gestiti da Dufry che è subentrato a Heinemann, operatore tedesco che presidia la maggior parte degli scali del Paese. Nei ponti A e B il duty free è su un lato del corridoio centrale che ospita le attività commerciali; nel molo C invece, di costruzione più recente, è strutturato come walk through. I brand presenti nelle aree airside vanno dai monomarca più internazionali come Hugo Boss, van Laack, Etro e Gant, a quelli locali come Lloyd, famoso brand tedesco di calzature eleganti, o Sør, un noto multimarca che vende abbigliamento uomo/donna premium con marchi anche italiani come Diesel Jeans e Colmar. In questo contesto si inserisce

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Hollmann Buch & Presse, operatore che presidia i tre moli commercializzando libri e giornali. Le aree airside dell'aeroporto di Düsseldorf, a conti fatti, sono funzionali, curate e in linea con il profilo dei clienti viaggiatori. Tuttavia, ipotizzando di

dover prendere un volo ed essere in anticipo sull'orario di imbarco, sarebbe molto più interessante trascorrere il tempo a disposizione in area landside, non solo perché ci sono più negozi, ma perché sembra di essere in un centro commerciale.

…e l'arco Infatti, il Flughafen Düsseldorf ha una vera e propria galleria commerciale con tanto di piante, soffitto di vetro trasparente e sedute centrali di design. Questa galleria si estende per 600 metri sul lato più lungo ed esterno della struttura ad arco che costituisce il blocco centrale. Ha una quarantina di attività e l'unica cosa che la distingue da un centro commerciale è che non c'è una vera e propria food court, ma la decina di attività di food & beverage presenti si mischiano agli altri negozi. Tra queste, quelle sul lato esterno hanno


Cover story il favore di ampie vetrate che danno sul piazzale dove sostano gli aerei. Questa galleria, come ci ha raccontato Ilse Ruffer, è molto frequentata non solo da chi viaggia e dall'airport community, ma anche da chi lavora nei pressi dell'aeroporto e da cittadini di Düsseldorf che si riversano qui soprattutto la domenica, quando i negozi in città sono chiusi. L'offerta commerciale propone marchi che ben si addicono a uno shopping mall. Si va dagli internazionali come H&M, Esprit, Hugo Boss, Armani Jeans, Wolford, Fossil, Timberland, Montblanc, Swarovski, Sunglass Hut, a brand nazionali come Hallhuber (moda e accessori femminili), Lloyd e Sør che ripetono, Van Laack, Brecklingaus (articoli in pelle), e altri ancora. A presidiare il settore libri e riviste, in landside, è Lagardère con l'insegna Relay, presente in entrambe le estremità della galleria, e nell'area arrivi. A interrompere il predominio ci pensa un negozio Virgin che ai libri e giornali aggiunge musica e relativi

accessori. In quest'area la scelta della ristorazione è ben orchestrata. Partendo dal lato ovest si inizia con Nordsee, una sorta di fast food del pesce, famoso in Germania, poi una serie di ristoranti tra cui Palavrion Urban Grill, un locale molto curato, in stile art nouveau, Le Delizie, un ristorante italiano, Kikaku, un piccolo sushi bar a isola nel corridoio principale anche questo molto apprezzato dalla clientela dell'aeroporto, e altri ancora. Le attività commerciali, tuttavia, non si esauriscono tra la galleria commerciale, il salone centrale e le aree airside. Tutta l'area arrivi, infatti, è presidiata da altre insegne sia food & beverage sia retail che servono i viaggiatori che atterrano, chi li aspetta, la airport community e chi lavora nei pressi dello scalo. Qui infatti ci sono, per citarne alcuni, il McDonald's, la panetteria, un fioraio la cui proprietà è già alla seconda generazione, uno Starbucks, una banca, un cambia valuta, un negozio di telefonia (Akia) e un supermercato Rewe molto sfrut-

tato che, per politica aziendale, pratica i medesimi prezzi degli altri punti vendita in città. Parte degli spazi dei due piani che sovrastano la galleria commerciale, inoltre, sono adibiti a quello che definiscono “travel market”: un concentrato di agen-

zie di viaggio (45 in tutto), dove in una volta sola si possono visionare offerte di vacanza in tutto il mondo. Molto sfruttata come soluzione in quanto in un'unica location si può trovare la destinazione ideale. Da qui inoltre si accede, dopo aver su-

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Dossier aeroporti

perato una piccola sala controlli per ovvie questioni di sicurezza, a una grande terrazza da cui si gode una splendida vista sulla pista dell'aeroporto, meta infatti di molti appassionati di fotografia alla ricerca dello scatto perfetto. Conclusioni Investimenti, strategie di marketing, design, concept e scelte mirate. L'interazione tra questi elementi ha portato il Flughafen Düsseldorf a essere un aeroporto il cui 40% degli introiti proviene dall'area commerciale non avio. Ed è stata sempre Isle Ruffer a spiegarci quanto lavoro ci sia dietro a questi numeri. «Per noi è fondamentale essere vicino al cliente e offrirgli

una customer experience di livello, ma per arrivare a questi risultati abbiamo investito molto denaro coinvolgendo esperti che ci tengono aggiornati sulle tendenze, sulle abitudini e soprattutto su cosa attrae i nostri clienti – racconta la manager – Lo step successivo è stato appoggiarci ad architetti che hanno progettato i nostri spazi creando ambienti accoglienti e di design, ma la cosa più importante – conclude Ruffer – è che lavoriamo sempre in anticipo, non aspettiamo mai che qualcosa diventi vecchio per modificarlo o migliorarlo». Come strategia è certamente vincente. L'aeroporto di Düsseldorf è piacevole da

frequentare e da vedere, e sembra di recente realizzazione, anche se di fatto non è così. La scelta di sfruttare le aree landside funziona, così come il continuo innovare e rinnovare. I tender per la locazione degli spazi commerciali sono ogni cinque anni

per le attività retail e ogni sette per quelle food & beverage, con la possibilità, se i risultati sono buoni, di prolungare la concessione. La cosa che ci ha stupiti è che ci hanno mostrato un paio di locali food & beverage sul finale della concessione in attesa di essere rinnovati, e dalla quantità di clienti e dall'ambiente curato parevano appena inaugurati. Naturalmente il paragone con ciò che accade nei nostri scali è immediato. Viene subito da pensare alle discussioni coi gestori, ai contenziosi e a tutte quelle situazioni all'italiana che lasciano anche mesi le saracinesche abbassate creando danno all'aeroporto, agli imprenditori e ai passeggeri. Stefano Masin

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r&f Airport analysis

Flughafen Frankfurt am Main L‘

aeroporto di Francoforte sul Meno (Codice IATA: FRA) è l'11° aeroporto più trafficato al mondo e il 4° in Europa con un traffico passeggeri che, nel 2015, è stato di 60.032.022 pax (+2,4% vs 2014). La struttura è composta da 2 terminal a loro volta suddivisi in 5 aree:

Traffico: la crescita del traffico ha subito un'interruzione (relativamente importante) nel 2009, in concomitanza con il picco della crisi economica in Europa. Tuttavia, già dal 2010, la crescita è ripresa fino a superare la soglia dei 60 milioni di passeggeri nel 2015. Destinazioni: da Francoforte operano 107 compagnie aeree verso 275 destinazioni in 111 Paesi. Partono circa 1.365 voli al giorno e il 77% di questi è operato da Lufthansa. La tabella seguente mostra il breakdown per destinazione:

La tabella seguente mostra il brand mix al terminal 1:

Da un punto di vista commerciale, l'aeroporto ha tra i suoi punti di forza il numero considerevole di passeggeri, oltre alla possibilità di poter sfruttare il mercato dei "meeter & greeter" grazie all'ampia area retail presente in zona landside. L'aeroporto inoltre dispone di diverse aree promozionali dove è possibile, tramite pop-up store, far conoscere il proprio brand o per poter saggiare in prima persona le grandi potenzialità dell'aeroporto di Francoforte. Retailers mix: i principali retailer presenti a Francoforte sono concentrati al Terminal 1 (immagine seguente). Caratteristica dell'aeroporto è l'importante sviluppo dell'area retail in zona pubblica.

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Fabio Bernardini fabio.bernardini@due-puntozero.com www.due-puntozero.com


r&f World Travel Retail Un'app per il vichingo

And the winner is…

Riaperture al Narita

Abu Dhabi ama gli orologi

FINLANDIA – La compagnia di traghetti Viking Line ha lanciato un'applicazione gratuita che secondo l'azienda migliorerà e accrescerà la passenger experience. Offrirà, infatti, una serie di servizi che andranno dalle comunicazioni onboard agli orari delle attività di intrattenimento e shopping, fino alla possibilità di crearsi in anticipo una shopping list.

DUBAI – L'aeroporto internazionale di Dubai si è confermato nel 2015 primo scalo mondiale per traffico passeggeri con poco più di 78 milioni e un incremento del 10,7% sull'anno precendente.

GIAPPONE – Il Narita International Airport ha riaperto al terminal due nella “Narita 5th avenue” cinque store: il Fa-So-La Duty Free Cosmetics & Perfumery (portando a 58 i brand presenti) e il Fa-So-La Duty Free Liquor & Tobacco (con 150 revferenze alcoliche); Burberry, Coach e Samantha Thavasa.

EMIRATI ARABI UNITI – L'Abu Dhabi Duty Free ha fatto registrare nel 2015 un nuovo record nelle vendite retail, food & beverage e servizi: 408 milioni di dollari con una crescita del 10,3% sul 2014. Il retail ha fatto +7%, il food&beverage +25,7%, libri e giornali +13%, food & confectionery +7,3%, farmaceutica +5,5%, ma il risultato più incredibile è dato dagli orologi di lusso le cui vendite sono cresciute del 185,1 per cento.

Costa premiata dagli USA

ISG cresce in Indonesia Capodanno al duty free QATAR – Il duty free dell'aeroporto Internazionale Hamad in occasione del capodanno cinese ha realizzato un padiglione in tipico stile orientale con tutti i prodotti scontati del 20%: cosmetici, creme, profumi, cioccolata, orologi di lusso e altro ancora. La promozione durerà fino a metà marzo.

Vendite in ripresa a Zurigo SVIZZERA – L'aeroporto di Zurigo ha registrato un aumento dello 0,5% nei ricavi retail del mese di gennaio sullo stesso periodo del 2015. La crescita è il risultato tra un calo in airside dello 0,1% a fronte di un +1,1% delle vendite in landside. Tuttavia la spesa media per passeggero rispetto all'anno precedente è -2,7 per cento.

ITALIA – Costa Crociere si posiziona nei primi cinque posti in due categorie degli “Usa Today 10Best Readers’ Choice Awards”, i premi assegnati dai lettori di Usa Today, il quotidiano più diffuso negli States. Alla compagnia con sede a Genova il secondo posto nella classifica “Miglior nave da crociera per l’intrattenimento”, che è stato assegnato a Costa Deliziosa, attualmente in crociera nei Caraibi da Port Everglades (Florida); un quarto posto tra le “Migliori dieci compagnie crocieristiche”.

HONG KONG – Inflight Sales Group (ISG) ha rinforzato la propria posizione in Asia ottenendo la concessione per l'inflight dutyfree and duty-paid sugli aeromobili della Garuda Indonesia airline. Il nuovo programma sarà lanciato ad aprile 2016. Cresce così la partnership tra le due aziende grazie al contratto in corso tra ISG e Citilink, vettore low cost del gruppo Garuda airline.

Bronzo per Istanbul TURCHIA – L'aeroporto di IstanbulAtaturk scalzando Francoforte, è diventato il terzo aeroporto europeo più trafficato con 61,8 milioni di passeggeri dopo Londra con 74,9 milioni e Parigi -Charles del Gaulle con 65,7 milioni.

Grand Central Station rinnova il food

A Sidney atterra il lusso AUSTRALIA – L'aeroporto di Sidney ha annunciato che i brand internazionali della moda Kate Spade New York, Michael Kors e Tumi faranno parte del nuovo progetto dedicato al lusso del terminal 1. L'area dovrebbe essere pronta entro la prima metà del 2016 e una volta terminata includerà 13 brand di livello mondiale.

FLORIDA – Il Miami International Airport ha lanciato un'applicazione che funge da assistente personale di viaggio: MIA Airport Official 2.0 che attraverso la geolocalizzazione e 500 beacon installati accompagna i viaggiatori nel loro percorso in aeroporto. Personalizzando il profilo, inoltre, seleziona negozi e ristoranti secondo le preferenze del passeggero.

Lagardère cresce

Paul & Shark sbarca a Seoul COREA DEL SUD – Il brand italiano ha aperto in collaborazione con Lotte Duty Free la sua prima boutique in Sud Corea al Seoul Incheon International Airport. Lo store, che propone la nuova collezione, è il primo di tre aperture che rafforzeranno la presenza di Paul & Shark nel travel retail del Paese.

MIA Airport Official 2.0

STATI UNITI – La Grand Central Station di New York, dopo 15 anni senza novità ha deciso di rinnovare la propria offerta food non confermando 15 ristoranti i cui contratti sono scaduti o in scadenza. Non tutti hanno gradito, come lo storico Junior's e il Campbell Apartment che si è addirittura offerto di pagare il doppio dell'affitto attuale pur di rimanere.

FRANCIA – Lagardère Travel Retail cresce nelle vendite dell'8,2% base anno su anno. I risultati sono conseguenza sicuramente dell'aumento dei viaggiatori, delle acquisizioni, di nuovi contratti in portafoglio e dell'ammodernamento degli store. Tutte le regioni hanno registrato un dato positivo: Francia +5,8%; resto dell'Europa +9,9%; Nord America +5,5% e Asia Pacifico +10,4 per cento.

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r&f star trek fashion

Destinazione

Teddy Group ‘M

ultinazionale familiare’: sul sito della company di Rimini, colosso italiano del fast fashion, compare questa definizione. Si sa, i romagnoli sono veraci e sinceri e infatti c’è molto di vero in questa definizione. La Teddy Group (Terranova, Calliope, Rinascimento e Miss Miss i marchi) è a tutti i livelli un player internazionale importante nel settore della vendita di abbigliamento low cost presente in 4 continenti, 40 paesi (wholesale e retail) con 560 negozi monomarca (chiusura 2015), 18 ingrossi, un fatturato complessivo di 550 milioni (nel 2014) e con quasi un miliardo di incasso a prezzi retail. Il termine familiare per definire l'azienda poi calza a pennello, dal momento che la società è controllata dalla famiglia Tadei tramite la T&M Holding, realtà multinazionale che comprende anche l'immobiliare legata al retail (settima azienda italiana del settore per Mediobanca). Il fondatore, Vittorio Tadei, ha passato solo un paio di anni fa il timone al suo delfino, Alessandro Bracci, nuovo AD del Gruppo, dopo una cinquantina

d’anni passati da Amministratore unico, rimanendo in carica come Presidente, e Emma Tadei, la primogenita, membro del CdA, è la direttrice della Divisione wholesale. La storia è un vero e proprio manifesto del ‘Italian dream’: Vittorio, padre ferroviere e madre casalinga all’inizio dei ruggenti anni ’60, decide di occuparsi del negozio di abbigliamento di famiglia a Riccione, per poi passare il decennio successivo dal primo laboratorio artigianale di maglieria alla distribuzione all’ingrosso ad ampio raggio, gettando le basi della futura rete del brand Rinascimento. Nel 1981 nasce la Teddy srl (diventerà spa nel ’92). E nel 1988 ecco Terranova, marchio giovane (target 15/25 anni) di moda low cost, con la formula del ‘franchising in conto vendita’ si sviluppa la rete di negozi che in una decina di anni arriverà in 22 stati. Nel nuovo millennio cresce il network di ingrossi per la distribuzione all’estero del marchio Rinascimento, abbigliamento fast fashion, ma Made in Italy, con il primo distributore a Parigi. Nel 2005 Terranova festeggia 400 negozi in giro per il mondo con un nuovo

punto vendita in Arabia Saudita, dopo l’ingresso nel mercato russo, e nasce il nuovo marchio Calliope, glam e sempre cheap, nel rispetto delle strategie del gruppo di Tadei. Gli anni successivi sono quelli del consolidamento del canale wholesale con la crescita di Rinascimento con ingrossi in Europa, Libano e Canada e la diffusione dei due brand legati al retail: nel 2011 si festeggiano i 50 anni della società che intanto ha raggiunto più di 550 monomarca in giro per il mondo, 1.200 dipendenti (oggi, a distanza di 5 anni, sono raddoppiati) e viene lanciata la piattaforma di e-commerce. Due anni fa, l’ingresso di Miss Miss (fast fashion femminile nato nel 2008) nel portafoglio marchi che rafforza la divisione wholesale. 4 brand, retail + wholesale: 560 monomarca + 19 ingrossi in 40 paesi Terranova (linee uomo, donna, kids, accessori e underwear), il primogenito della company romagnola è ormai uno dei più importanti marchi di moda giovane, urban e a basso prezzo in Europa: i negozi sono circa 450 sia fran-

TEDDY GROUP in pillole Data di nascita Proprietà Sede Management Business Brand Distibuzione nel mondo

Inizio attività anni '60 con Vittorio Tadei, il fondatore. Nel 1981 nasce Teddy srl (spa nel '92) Teddy spa è la divisione commerciale dalla T&M Holding, realtà multinazionale della famiglia Tadei che comprende l’immobiliare legato al retail Rimini Vittorio Tadei, fondatore e presidente; Alessandro Bracci, amministratore delegato e Emma Tadei, membro CdA e direttore wholesale Commercializzazione con canali retail e wholesale di abbigliamento fast fashion Terranova (retail), Calliope (retail), Rinascimento (wholesale e retail) e Miss Miss (wholesale) 560 monomarca (oltre la metà in franchising) in 40 paesi al mondo e 19 ingrossi in 12 paesi Fonte aziendale

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chising (conto vendita con reso dell'invenduto) sia diretti sparsi per una quarantina di paesi con 14 collezioni all’anno e 16 paesi in e-commerce. La Divisione retail si rafforza con l’altro marchio del Gruppo, il più giovane solo anagraficamente, perché il target è più adulto (target 25/40 anni): Calliope (uomo, donna, accessori) il brand del glamour accessibile con 85 monomarca in circa 20 paesi. A livello mondiale oltre il 50% dei punti vendita è in franchising con un tasso di sviluppo della rete che nel 2015 ha visto 83 aperture in 21 paesi worldwide con tre nuovi mercati, Austria, Kirghizistan e Vietnam, una preFonte aziendale visione di 70 opening per l'anno in


corso, con un’attenzione particolare all'Asia e al Medio Oriente. Va segnalata, poi, la recente inaugurazione di quattro nuovi insegne Terranova e Calliope in Francia (Tolosa e Angers). Dopo la recente apertura del doppio flagship store (Calliope e Terranova) di via Torino a Milano, che si aggiunge al primo inaugurato in via del Corso a Roma nel 2013 e a quello (con i suoi 1.800 mq il più grande negozio Terranova al mondo) di Vienna, è programmata l'apertura di un quarto flagship store a Barcellona l'anno prossimo. Le location dei negozi sono i centri cittadini o i centri commerciali, con spazi espositivi di almeno mille mq per Terranova (spesso in parchi commerciali con Big Box) e 600 per Calliope. Poi,

INTERVISTA PIERLUIGI MARINELLI, Direttore sviluppo Gruppo Teddy

CUORE MADE IN ITALY, CULTURA AZIENDALE FAMILIARE PER UNO SVILUPPO INTERNAZIONALE

Pierluigi Marinelli

Come è andato il 2015? Il 2015 è stato un anno positivo, e abbiamo decisamente migliorato la redditività della nostra azienda. A livello retail abbiamo aperto circa 80 nuovi negozi, con tre nuovi mercati (Austria, Vietnam e Kirghizistan). Anche i nostri marchi wholesale e Made in Italy stanno andando molto bene. Questo è un segno di salute dopo anni in cui si parlava di crisi dei multimarca. L’apertura dei nostri flagship store a Milano sono stati la ciliegina sulla torta di questo anno ricco di soddisfazioni, che ancora una volta ha dato prova della solidità e della serietà del nostro gruppo. Infine, Terranova ha ricevuto a dicembre dal Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali il Retail Award per la categoria Big Box. Qual è la principale differenza tra il Gruppo Teddy e i vostri competitor internazionali? Innanzitutto il nostro sogno e la nostra cultura aziendale che ci guidano nel lavoro di tutti i giorni e che mettono al centro prima del business le persone responsabilizzandole e facendole sentire imprenditori di se stesse. Vi è poi la volontà e la capacità di lavorare con partner franchising sicuri che la conoscenza del territorio del singolo imprenditore unita all’organizzazione e il know how di un’azienda solida possano fare la differenza. Poi, ci piace fare impresa coinvolgendo tutta la filiera imprenditoriale facendo sì che questo sistema di relazioni umane costituisca il nostro marchio di fabbrica. Va ricordato il nostro cuore tutto italiano che si esprime con creatività ed efficienza in tutti gli aspetti del business. Infine Teddy è una multinazionale familiare: lo sviluppo è finanziato interamente dagli utili accantonati ogni anno così siamo liberi di prendere le decisioni in maniera autonoma seguendo il mercato. Per lo sviluppo internazionale, quale sono i mercati a cui guardate con maggiore interesse? Il Gruppo Teddy ha un know how per il retail di negozi in paesi esteri che risale al 1990 e la sua specializzazione è rivolta ai mercati emergenti che poi negli anni diventano maturi. Ad oggi la nostra presenza in 40 nazioni ci spinge al consolidamento di tali mercati per ottimizzarne i risultati. Poi, per le nuove frontiere possiamo annoverare l’Africa e il Centro America: due mercati forse difficili in certi casi, di sicuro non ancora del tutto maturi, ma con potenzialità di crescita considerevole.

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star trek fashion

EVOLUZIONE FATTURATO GRUPPO TEDDY Fatturato 549.580.833 euro Ebitda 66.102.049 euro Incassi del gruppo a prezzi retail 997.000.000 euro Dati bilancio consolidato 2014 17,7% incremento medio annuo dal 1988 al 2014 Fonte aziendale

per la parte di wholesale, c'è lo storico Rinascimento (total look, donna, accessori), brand femminile fast fashion (a cui va aggiunto Kitana per le donne curvilinee), con produzione Made in Italy, 16 ingrossi, 12 paesi, 8 campionari, 10mila modelli ogni anno e 5 milioni di capi venduti in quasi un centinaio di paesi, oltre a una trentina di monomarca (solo in Italia). Per finire non bisogna dimenticare l'ultimo arrivato Miss Miss (donna, glam e fast

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fashion), sempre Made in Italy con i suoi 3 ingrossi, 15 distributori nel resto del mondo e 4mila modelli all'anno. Per il wholesale, complessivamente, 19 ingrossi in 12 paesi. Insomma, internazionale a tutti gli effetti, visto che in Italia c'è poco meno della metà della rete (negozi e ingrossi) di tutti i marchi della company di Rimini, in Asia (Middle East, Malaysia, Filippine e Russia, non Cina però) circa 1/5 del network, mentre l'Europa pesa per

poco più di un terzo. Propensione confermata dal giro d'affari che viene realizzato per almeno la metà nei mercati esteri, con le vendite principali nei territori extra UE. Per ora, ovviamente, core business della concorrente italiana di H&M e Zara rimane l'abbigliamento con il 90% delle entrate. I capi dei primi due marchi sono disegnati in Italia, ma realizzati nel Far East, mentre la produzione tricolore presso fornitori integrati che garantiscono una supply chain in tempi molto ridotti è per Miss Miss e Rinascimento.

Senza debiti e crescita media annua a due cifre Intanto, la crisi internazionale dei consumi sembra avere fatto buon gioco per la Società che, basandosi su un segmento low cost, ha visto ampliare il proprio target: dal 2005 in 10 anni il giro d'affari del gruppo è raddoppiato sfondando il tetto dei 500 milioni due anni fa (550 mln di consolidato nel 2014) con un incremento medio annuo del fatturato di quasi il 18% dal 1988

(anno di inizio dell'avventura retail con Terranova). Se andiamo a sbirciare tra i dati dell'ultimo bilancio economico disponibile di Teddy spa, scopriamo che nel 2014 l'azienda rallenta leggermente sugli utili (comunque assolutamente positivi con 20,4 milioni, erano 34,6 l'anno prima), ma conferma il trend di fatturato (+11% sul 2013). Dati interessanti sono il Gearing ratio (rapporto tra debiti e mezzi propri) positivo, come la Posizione finanziaria netta, mentre l'Acid test è stabile su 1,5 segnalando un ottimo polmone di liquidità. Salgono i mezzi propri (+10% sul 2013), mentre il Grado di copertura attivo fisso segna 2. Numeri che testimoniano un invidiabile grado di solidità. Insomma, per capirsi, l'azienda ha di fatto azzerato progressivamente i debiti, rendendo disponibili i piani di sviluppo basati solo sugli utili accumulati con una strategia di crescita armonica e autofinanziata. Tutto questo pur dimostrandosi una delle realtà più dinamiche del settore fast fashion a livello internazionale, visto lo sviluppo della rete e soprattutto del business con un +12% di tasso annuo di crescita composto dal 2009 al 2014. Sordi alle sirene dalla Borsa e fuori dalla morsa delle Banche Teddy si sta ritagliando uno spazio importante nel fast fashion. Forse non ha ancora la potenza dei pesi massimi H&M e Inditex (Zara), ma la massa muscolare in costante crescita più la strategia finanziaria prudente possono continuare a dare delle belle soddisfazioni in Riviera, fino, tra una decina d'anni, ad arrivare a impensierire i big europei del settore. David Montorsi

ERRATA CORRIGE Nello Star Trek Arcaplanet pubblicato sul numero di gennaio/febbraio 2016, abbiamo erroneamente attribuito un centinaio di negozi a Maxi Zoo in Germania. In realtà la catena tedesca (che in Germania è Fressnapf) conta in patria 800 punti vendita e in Europa 1.500. In Italia, al momento, ce ne sono 60.



r&f Brand analysis

KIABI: Arese crocevia del “progetto mall” L

o sviluppo in Italia del brand francese di abbigliamento riparte dal maxi centro commerciale in apertura ad aprile nel nord milanese, dove proporrà la terza evoluzione del proprio concept di punto di vendita. In particolare il nuovo store sarà il prototipo a cui si ispireranno tutte le future aperture di Kiabi nel nostro Paese e a cui saranno poco alla volta adattati i negozi già aperti. Al momento il marchio di convenience store conta nella Penisola 25 locali. Del nuovo concept, dell’implementazione della rete e dell’integrazione con il canale digitale abbiamo parlato con Massimo Pozzi, direttore sviluppo e servizi tecnici di Kiabi Italia.

Ad Arese Shopping Center porterete la terza evoluzione del vostro concept store, Kiabi Free, inaugurando una nuova fase di sviluppo. Ma la vostra storia in Italia inizia una ventina d’anni fa. Quali sono, al momento, i vostri numeri nel Belpaese? L’Italia, con una rete di 25 negozi e un fatturato di 110 milioni di euro, rappresenta il terzo mercato per Kiabi, dopo Francia e Spagna. Le vendite realizzate sul Web pesano per il 20 per cento. Attualmente contiamo circa

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700 dipendenti, di cui una trentina nella sede di Milano. A quanto ammonta il vostro scontrino medio? A circa 40 euro. È in crescita? Sì, per due ragioni che concorrono. Incrementiamo il numero di referenze nello scontrino perché integriamo nuovi prodotti: ad esempio gli accessori, che un tempo praticamente non esistevano, oggi sono diventati un elemento importante. E abbiamo apportato un miglioramento sensibile delle collezioni, grazie al lavoro svolto da oltre 60 stilisti in Francia, mentre i prezzi sono rimasti uguali o talvolta sono addirittura scesi. E quindi anche i fatturati aumentano? A perimetro costante registriamo dei tassi di progressione che sfiorano la doppia cifra, mentre grazie alle nuove aperture prevediamo per i prossimi anni delle crescite comprese tra il 20 e il 30 per cento. In virtù di questo trend stiamo incrementando significativamente la nostra quota di mercato. Quali saranno i vostri investimenti in Italia nel breve e medio termine? I nuovi negozi comportano un investimento medio di circa 1/1,5 milioni di euro, per cui è facile calcolare il dato

Format Kiabi FREE

Format Kiabi ONE


grandi all’interno dei parchi commerciali, quindi non dentro le gallerie, per connotare il punto vendita come una destinazione. Ma in Italia i retail park non sono mai stati particolarmente sviluppati, per cui se si vuole uno sviluppo numericamente significativo bisogna entrare nei mall: strategia che i competitori hanno adottato da tempo e che in Kiabi è passata solo di recente. Quindi abbiamo fatto degli esperimenti che hanno riscontrato un crescente interesse e, a partire dagli ultimi due/tre anni, abbiamo iniziato a presidiare anche le gallerie più importanti. Intendete aprirvi al modello franchising? Lo stiamo valutando specialmente per le regioni meridionali, dove è prevista un’apertura diretta a Napoli nel corso dell’anno e dove potrebbero esserci

un supermercato dell’abbigliamento, non troppo dissimile da un settore tessile dell’ipermercato. All’origine del Gruppo c’è Patrick Mulliez, che è il fratello di Gerard Mulliez, il fondatore di Auchan, per cui il DNA della famiglia era sicuramente improntato sulla grande distribuzione con determinate caratteristiche che potevano valere per l’alimentare, con Auchan, per il bricolage, con Leroy Merlin, per lo sport, con Decathlon, e appunto per il tessile, con Kiabi, che proponeva un abbigliamento basico, molto connotato sull’economicità e la praticità di acquisto. Con questo modello Kiabi in Francia è diventato leader di mercato. Quando il primo cambiamento in Italia? Solo negli ultimi anni abbiamo iniziato a presidiare le gallerie commerciali con

Il brand in pillole Anno di nascita del brand Fondatore Core business Headquarter Giro d’affari Paesi di sviluppo Canali di sviluppo in Italia Numero di punti vendita in Italia Numero di punti vendita diretti in Italia Numero di punti vendita in franchising Numero di aperture nel 2015

1978 Patrick Mulliez (fratello di Gerard Mulliez, fondatore di Auchan) Abbigliamento per tutta la famiglia Lille Francia (Milano in Italia) Gruppo, oltre 1,6 miliardi di euro (Italia 110 milioni) Francia, Spagna, Italia, Russia, Portogallo, Emirati Arabi, Marocco (in ordine di importanza) Primari centri commerciali 25 (470 complessivi) 25 80 solo all’estero 4 (Brescia, Reggio Emilia, Livorno, Giussano-MB) Fonte aziendale

complessivo tenendo conto che vorremmo aprire una decina di punti vendita all’anno. Il nostro piano al 2020 prevede di entrare nei maggiori centri commerciali e di arrivare a quota 100 store. Parlando proprio di sviluppo, rispetto al passato state virando sul canale degli shopping mall. Per quale motivo? Noi trattiamo abbigliamento per la famiglia su una superficie di circa 1.500/2.000 mq, in cui sono rappresentati tutti i mondi: donna, uomo, bambino, neonato, ma anche alcune nicchie di mercato come il prémaman, la donna curvy, l’uomo taglie forti, e ancora le calzature, la bigiotteria, ecc. In Francia, dove Kiabi nasce nel 1978, lo sviluppo include negozi anche più

Massimo Pozzi opening in affiliazione di negozi di dimensioni più piccole. Parlando di concept store, qual è stata la vostra evoluzione? Abbiamo attraversato tre stadi: il primo, quello tradizionale, era sostanzialmente

un prodotto che via via si è affinato, mantenendo però la coerenza di prezzo peculiare del convenience store. Infatti, senza timore di smentita, posso dire che siamo i meno cari del mercato in questa fase, con un risparmio per il consumatore di circa il 30% rispetto a quanto proposto dai due principali competitor. Parlando di collezioni, siamo sempre più vicini alla presentazione di modelli fashion, che si affiancano ai grandi basici con cui ci siamo sempre contraddistinti. E anche il negozio ha visto una prima evoluzione al fine di essere allettante nelle gallerie commerciali: tre anni fa abbiamo lanciato il concept ONE, con cui ci siamo allineati ai competitor. Mentre ad Arese porterete la

terza generazione di punto vendita. Con questo negozio pensiamo di superare la logica di equilibro del mercato. Oltre al rinnovo dei locali, con l’utilizzo diffuso del colore bianco, saranno proposti numerosi servizi alla clientela, con aree dedicate ai bambini affinché i genitori possano fare shopping tranquillamente, e ancora con la possibilità di prenotare un personal shopper. Inoltre tutto il personale sarà sempre a disposizione della clientela, perché il riallestimento degli scaffali viene effettuato la mattina presto o nel tardo pomeriggio. Ci sarà soprattutto molta tecnologia digitale declinata attraverso schermi che presentano le collezioni e, allo stesso tempo, offrono la possibilità, attraverso l’interattività, di effettuare ordini. Quindi puntate molto sulla crosscanalità? L’idea è quella di creare una convergenza assoluta tra store digitale e fisico: il cliente può effettuare gli ordini da casa e ritirare in negozio; qualora non trovasse nel punto vendita il prodotto desiderato può connettersi allo store virtuale, tramite gli schermi o il proprio device mobile, e verificarne la giacenza in altri punti vendita e quindi ordinalo e farselo spedire a casa o scegliere di ritirarlo direttamente. Offrendo questo servizio ci siamo resi conto che una tipologia di clientela giovane, avvezza a fare acquisti sul web e a non frequentare gli shop, si avvicina al negozio. …clientela aggiuntiva anche per il centro commerciale. Lo stiamo riscontrando in particolare nelle ultime aperture, presso gli shopping centre di Roncadelle (BS), Giussano (MB) e Reggio Emilia: da quando siamo entrati il traffico in galleria è aumentato sensibilmente. Oggi la vera competizione non si gioca tra le insegne presenti all’interno dei centri commerciali ma tra i differenti mall che insistono sullo stesso bacino: visto che quasi tutti sono strutturati con gli stessi retailer c’è una forte esigenza di novità. In questo senso pensiamo di essere particolarmente allettanti per le proprietà degli shopping centre perché rappresentiamo la novità e allarghiamo la clientela. A.P.

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r&f

Dossier factory outlet center prima pietra

Serravalle, make up

& extension a vocazione food Da metà 2015 lo storico Designer Outlet di McArthurGlen è al centro della scena: la realizzazione delle Fasi 5 e 6, accompagnata dalla ristrutturazione di aree preesistenti, porta in dote una settantina di nuove unità commerciali. Ulteriore spazio sarà dato al lusso, e non solo, ma la vera novità sarà la ristorazione. L’opening a ottobre

“I

l più grande investimento nel centro di Serravalle dal 2000, quando fu aperto”. Così recita il passaggio a nostro avviso più interessante del comunicato stampa congiunto a firma TH Real Estate e McArthuGlen diramato nel giugno del 2015. Un investimento da 115 milioni di euro, aggiungiamo noi, che va a sommarsi agli oltre 200 miliardi di lire complessivi per un outlet che nel tempo sarebbe cresciuto sino a 180 negozi, come annunciato nel lontano 2000. Il Web, nella sue pieghe, è depositario in questo caso della storia del progetto, raccontata attraverso la penna digitale della stampa

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generalista e specializzata. Con le Fasi 5 e 6, si può dedurre che il Serravalle Designer Outlet vada oltre i progetti iniziali dei promotori, tra cui figura sempre in primo piano l’inglese McArthurGlen, la quale proprio nel 2000 apriva in provincia di Alessandria il suo decimo Foc in Europa, nonché il primo in Italia. Da precisare: dal 2004 il centro fa parte del portfolio dell’European Outlet Fund (EOMF), gestito da TH Real Estate, a sua volta

retail&food - marzo 2016 Daniela Bricola

partecipato da McArthurGlen. Quest’ultimo continua a portare avanti lo sviluppo, il leasing e la direzione del village. L’espansione in essere, puntualizzano in una nota i promotori, è stata possibile a seguito della joint venture tra EOMF e Aedes Properties Group. Lo stato dell’arte Ad oggi il factory outlet cen-

ter ubicato in provincia di Alessandria è oggetto di una duplice attività: da una parte la costruzione delle due nuove aree che andranno a ospitare sino a 70 negozi, oltre alla ristrutturazione di porzioni già esistenti, la realizzazione di un silos multipiano che garantirà 1.500 nuovi posti auto nonché di un ponte sopra la strada provinciale; dall’altra la commercializzazione delle varie unità. Entrambe le operazioni stanno procedono speditamente rispettando il cronoprogramma, ci ha confermato in un’ampia intervista Daniela Bricola, direttore del Serravalle Designer Outlet, che ha aggiunto come l’attività di leasing sia più avanti


DATA DI APERTURA DATA DI APERTURA AMPLIAMENTO PREVISTA INIZIO DEI LAVORI INVESTIMENTO AMPLIAMENTO COMMERCIALIZZAZIONE LOCALITÀ LOCALIZZAZIONE TIPOLOGIA GLA AMPLIAMENTO GLA COMPLESSIVA PARCHEGGI UNITÀ RISTORAZIONE TOTALE UNITÀ (PICCOLE, MEDIE E GRANDI SUPERFICI) TOTALE UNITÀ AMPLIAMENTO

SETTEMBRE 2000 AUTUNNO 2016 ESTATE 2015 115 MILIONI DI EURO (INCLUSA RISTRUTTURAZIONE) MCARTHURGLEN SERRAVALLE SCRIVIA (AL) EXTRAURBANA FACTORY OUTLET CENTER 12.500 MQ DI GLA 51.500 3.500 (QUASI 5.000 A FINE LAVORI) 6 (UNA DECINA A FINE LAVORI) 180 (SINO A 250 A FINE LAVORI) SINO A 70

© Edifis Intelligence

Il progetto in pillole

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Dossier factory outlet center prima pietra del previsto, anche se l’annuncio dei nuovi marchi sarà dato soltanto a ridosso del taglio nastro. L’efficacia della commercializzazione dimostra ancora una volta la bontà delle performance che l’outlet ha saputo mantenere e incrementare negli anni, diventando un punto di riferimento in Italia e all’estero nel canale outlet, riconosciuto dal mercato specialmente per quanto concerne l’offerta di lusso. Infatti, nonostante i dati di fatturato non siano noti, quelli sui flussi e in particolare sulla crescente incidenza in percentuale della spesa dei turisti extra Ue giustificano appieno la permanenza al Serravalle Designer Outlet di marchi del calibro di Hugo Boss, Dolce & Gabbana, Ermenegildo Zegna, Gucci, Roberto Cavalli, Salvatore Ferragamo e Versace, che McArthurGlen ha saputo portare anche negli altri Foc in gestione dislocati lungo la Penisola. Proprio al lusso guardano soprattutto i clienti stranieri, sia europei sia extraUe, che complessivamente determinano il 51% del sell out. E la percentuale è destinata a crescere dato che le vendite esentasse, che rappresentano più di un terzo di quelle totali, sono aumentate del 250% negli ultimi 5 anni, con i turisti provenienti dalla Cina alla prima posizione nel ranking delle presenze, destinatari di un +45% di vendite nel 2015 rispetto al 2014. «I cinesi sono in questo momento, parlando di destinazioni a lungo raggio, la nazionalità più significativa e incide per il 30% delle vendite tax free – spiega Daniela Bricola, che prosegue – Storicamente il mercato russo ha avuto la meglio, sino a quando la situazione economica ne ha rallentato i flussi, ma rimane la seconda nazionalità, seguita con un minimo di distanza dalla Corea del Sud. Sottolineo che specialmente negli ultimi anni stiamo assistendo alla costante crescita del comparto cinese, di quello SudEst Asiatico, come Malesia, Indonesia e Tailandia, e del mondo arabo. Quest’ultimo, un tempo caratterizzato da flussi ciclici, stagionali, legati soprattutto alle temperature, sta dando ora soddisfazioni con continuità, compreso ad esempio nel mese di gennaio». Dopo un periodo di sofferenza generale dei consumi interni, nonostante gli outlet abbiano evidenziato da sempre

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andamenti anticiclici, anche la clientela nazionale si dimostra particolarmente interessata allo shopping. «Gli ospiti italiani hanno come caratteristica l’acquisto di qualità, con aspettative molto chiare e definite, oltre a un’ottima propensione alla spesa. Complessivamente la clientela straniera è più orientata al lusso, mentre quella nazionale

ai marchi di posizionamento medio alto. Ma anche i primi mostrano un interesse non indifferente per i brand italiani premium e casual, tanto che li vediamo visitare l’outlet in maniera trasversale su tutti i segmenti». Guardando infine alla location, ubicata vicino alla direttrice autostradale che collega l’alto Piemonte e la Lombardia

alla Liguria, il Serravale Designer Outlet attinge da un bacino stimato in oltre 10 milioni di residenti nell’isocrona dei 90 minuti, includendo quindi città come Milano, Torino e Genova, e supera i 5 milioni di visitatori annui. Fasi 5 e 6 Tradotta in numeri, l’espansione ag-


giungerà 12.500 mq di spazio retail nel lato ovest del village, che porteranno la Gla totale a 51.500 metri quadrati. Nonostante l’apertura avverrà in contemporanea, McArthurGlen ha individuato due fasi distinte da 3.500 e 9.000 metri quadrati. Tale scelta è motivata dal fatto che le due aree sono separate, come ci ha spiegato Daniela Bricola. «L’ampliamento sarà inaugurato nell’autunno con due fasi che chiamiamo 5 e 6, che nominiamo separatamente in virtù del fatto che una starà al di qua e l’altra al di là della strada provinciale, collegate con un ponte leggero in struttura reticolare metallica di design, che porterà laddove prima vi era un grande sterrato in cui vi parcheggiavano camper e automobili. Sottolineo che le nuove fasi usufruiranno di due ingressi dedicati, uno realizzato ex novo e l’altro traslato di qualche decina di metri dall’area preesistente. Alla fine dei lavori ci saranno sino a 70 punti vendita aggiuntivi e al momento stiamo ragionando sui tagli delle unità: stiamo completando infatti la commercializzazione, che è più avanti di quanto avessimo preventivato per questo periodo, ma c’è ancora margine di manovra dovuto anche al fatto che, mentre alcune unità rimarranno grandi, altre verranno frazionate. Per quanto riguarda il can-

tiere stiamo rispettando il crono-programma e al momento stiamo iniziando al lavorare al parcheggio multipiano. In ambito di commercializzazione – prosegue il direttore della struttura – stiamo valutando anche lo spostamento di alcuni brand, al fine di favorirne la crescita ascoltandone ovviamente le necessità. Per tanti anni siamo stati costretti in 40.000 mq e abbiamo fatto fatica a dare il giusto spazio alle aziende. Tuttavia la grande maggioranza dei marchi nelle fasi 5 e 6 sarà nuova: l’innovazione è un elemento da non sottovalutare e infatti intendiamo portare un portafoglio di brand all’esordio nel nostro canale, perlomeno in Italia». Ci saranno quindi nuovi marchi del lusso, ma non solo, e tutta la proposta sarà ampliata trasversalmente, tenendo conto di alcun trend: «La crescita dei comparti è sempre molto bilanciata: nel 2015 è continuata senza dubbio quella del lusso, ma danno ottime performance anche gli accessori, adorati sia dagli stranieri sia dagli italiani, e la gioielleria, sebbene non abbiano tantissimi negozi – continua il direttore – Complessivamente, con l’attuale commercializzazione stiamo coprendo tutti i settori merceologici di interesse che ancora non erano presenti nel centro per mancanza di spazio, stando attenti a non creare delle sovrapposizioni nell’offerta. Inoltre le due nuove fasi avranno una forte caratterizzazione: la 5 sarà particolarmente dedicata a una certa tipologia di marchi, mentre la 6 avrà un imprinting più contemporaneo». Non mancheranno poi unità più estese, a fungere da ancore, dove saranno inserite insegne che lavorano su un footfall maggiore, e altre più ridotte, funzionali ai marchi di eccellenza. Ma il Serravalle Designer Outlet, nel 2016, accoglierà nel suo complesso un maggiore numero di insegne food, in linea con i principali trend del mercato outlet e non solo, italiano e internazionale: è prevista un’integrazione dell’attuale proposta di ristorazione, in termini sia di servizio sia di offerta, puntando anche su esperienze di degustazione molto caratterizzate e diverse tra loro. «Partiamo dalla considerazione che l’outlet di Serravalle Scrivia ha ospitato sino ad ora un’offerta food meno aspirazionale rispetto a quella non food:

mentre con i settori tessile, accessori, calzature e abbigliamento bambini abbiamo realizzato negli anni un certo percorso, non siamo riusciti a fare altrettanto con la ristorazione, anche in virtù dei grandi numeri che caratterizzano il nostro centro, scanditi da picchi decisamente marcati. Di contro l’evoluzione delle aspettative del consumatore italiano e straniero, abbinata alla velocità con cui si evolve il mercato, ha fatto sì che il valore di stare bene a tavola, anche in una giornata di shopping, non sia secondo a quello degli acquisti. Anzi, talvolta ne diventa un traino – puntualizzata Bricola – Per questo motivo abbiamo deciso di focalizzarci su una percentuale maggiore di offerta gastronomica rispetto a quella che avremmo inserito un tempo: avremo quindi quattro o cinque unità, di non grandissima dimensione, tutte differenziate in termini di proposta, che andranno a integrare i segmenti sguarniti ma soprattutto che saranno funzionali a rispondere, ci auguriamo, alle più elevate aspetta-

tive dei nostri ospiti. Alcune saranno nelle fasi nuove e vicine tra loro, altre invece in quelle preesistenti e andranno a rivisitare l’offerta food attuale o a occupare delle unità che verranno convertite. La flessibilità è la parola chiave: ci saranno player strutturati in grado di offrire e garantire determinati servizi e prodotti, ma anche operatori unici tra cui qualcuno espressione della cucina locale». L’espansione creerà oltre 500 nuovi posti di lavoro, più quelli dell’indotto, portando il totale delle persone impiegate a circa 2.200. Indipendentemente dai lavori e dalle nuove aree, ma a testimonianza della vivacità dell’offerta commerciale di Serravalle Designer Outlet che si rinnova con una decina di inserimenti all’anno, di recente hanno aperto Pandora, Jack Wolfskin, Le Creuset, Casadei, The North Face, mentre tra gli opening soon si annovera il brand di moda francese Saint Laurent. Andrea Penazzi

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r&f Analisi mercato

Cotton & Silk - Napoli Centrale, galleria Garibaldi il primo nelle Grandi Stazioni

Moda uomo: Nonostante aumenti, di poco, il fatturato totale del comparto, trainato ancora dal turnover all’estero, frena la domanda interna. E se le vendite in Italia calano nel canale tradizionale, le catene si sviluppano nei mall all’insegna del fast fashion. Record di presenze al Pitti Immagine Uomo

S

ono sempre di più gli italiani nati con la camicia, ma senza la giacca. Fuor di metafora, nonostante alcuni segmenti, come la camiceria appunto e le cravatte, evidenzino dati di sell-out positivi, rispettivamente +5,8% e +19,3%, complessivamente il comparto dell’abbigliamento uomo assiste a un ulteriore arretramento della domanda interna. Il vestiario ha ceduto il 3,7%, la maglieria il 7,3% e la pelle il 12,4%, così nel 2015 i consumi finali sono scesi a 7.270 milioni di euro, contro i 7.427 del 2014. Secondo le stime elaborate da Sistema Moda Italia su dati Istat, diramate in occasione dell’89esima edizione di Pitti Immagine Uomo (Firenze, 12 - 15 gennaio), nel 2015 il fatturato del settore ha registrato un incremento dell’1,8%, approssimandosi ai 9 miliardi di euro: una crescita più debole se paragonata al

Stefano Greco +3% dell’anno precedente sul 2013. E ancora, il valore della produzione assisterebbe a un lieve peggioramento rispetto al 2014, flettendo del 3,2 per cento. Con riferimento al mercato estero, per i dodici mesi si stima una crescita delle vendite oltreconfine pari al +2,4%, in virtù della quale l’inci-

Insegna

P.d.V.

INSEGNE UOMO Cotton & Silk Sonny Bono Celio Clayton Camicissima Doppelganger Tokuno Shima Marville Sorbino SottoTono XagonMan Sirmoney

66 55 49 39 28 29 21 20 20 16 12 10

INSEGNE CON OFFERTA SIGNIFICATIVA UOMO Timberland 51 Calvin Klein Jeans 41 Conte of Florence 39 Tommy Hilfiger 32 Harmont & Blaine 26 J Jeans Jeckerson 16 Napapijri 16 MCS 14 Ranking calcolato su n. 150 centri commerciali con presenze uguali superiori a 4 milioni

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Fonte: WR Consulting

cresce il retail nel commercio organizzato


Analisi mercato L’industria della Moda Maschile italiana (2010-2015*) (milioni di euro correnti)

Fonte: SMI su dati ISTAT, Sita Ricerca e Indagini Interne; * - Stime

denza sul turnover totale dovrebbe portarsi al 63,4 per cento. Nel caso dell’import si registra una tenuta del

trend positivo, con un incremento medio annuo stimato nel 7,6%, per un totale di 4 miliardi circa. A fronte

di ciò il surplus della bilancia commerciale dovrebbe scendere al di sotto di 1,7 miliardi. Con riferimento agli sbocchi della moda uomo Made in Italy, si sottolinea la soddisfacente performance dei mercati UE, che da gennaio a settembre 2015 hanno messo a segno un incremento del

«REBRANDING E NEGOZI PIÙ GRANDI MA L’UOMO RIMANE CENTRALE» FILIPPO MURATORE, responsabile franchising di Invidiauomo Spa

Da circa 4 anni abbiamo inserito anche prodotti dedicati alla donna, che all’interno dell’insegna InvidiaDi quanti punti vendita si compone la uomo hanno creato una direte? screpanza di visione. Il proAl momento tra Italia ed estero ne conta getto è quello di rettificare 56, di cui 18 diretti, più un outlet interno, il marchio con Invidia, con e i restanti in affiliazione. Il fatturato lo svi- le due declinazioni, uomo luppano principalmente quelli diretti, tutti e donna, indicate sui cartelpresenti in centri commerciali, mentre tra lini dei prodotti in modo che l’insegna gli affiliati c’è qualche negozio in città. non sia percepita solo per l’uomo. La prima Quali sono le vostre performance di apertura Invidia è stata a fine novembre fatturato? nel centro commerciale di Paderno Dugnano Dopo un 2012 e un 2013 piatti c’è stato (MI) ed entro l’anno dovrebbe essere comun cambio di marcia dato da alcune nuove pletata la conversione di tutti i negozi. aperture e da strategie motivazionali e Quanto pesa ora la donna e quanto indi efficacia rivolte a store manager e affi- ciderà in futuro? liati, che hanno portato il fatturato a 10 Al momento il 20%, ma non credo che milioni di euro, pari al +30%. Nel 2015 nel breve termine aumenterà di molto siamo arrivati a 12,2 milioni di euro grazie perché nel frattempo l’offerta uomo è all’estensione della collazione ma soprat- cresciuta con l’introduzione nella collezione tutto a un metodo di vendita che siamo di nuovi articoli, soprattutto di capispalla riusciti a far applicare a tutta la rete. e calzature. In ogni caso l’obiettivo non è State lavorando a un nuovo concept? di portarla al 50%.

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I negozi cresceranno di dimensione? Prima si cercavano metrature di circa 50 mq, anche di 40, ma adesso si valutano negozi più grandi di 80/90 mq, dove realizzare 60-65 mq di vendita. Abbiamo bisogno di più spazio per dare il giusto risalto soprattutto ai capispalla, che nei negozi di 40 mq soffrono. Quali sono i vostri obiettivi nel 2016? Nel 2015 abbiamo aperto due punti vendita diretti, dove abbiamo assunto 16 dipendenti, avviato 5 nuovi store tramite affiliati e 3 corner all’interno di Coin. Nel 2016 intendiamo crescere di un ulteriore 20% di fatturato, anche grazie all’apertura in Italia di 3 negozi di proprietà e di almeno 4 in franchising. Ne abbiamo già previsto uno a marzo a Vigevano (PV) e stiamo dialogando per l’apertura di due diretti: uno nell’area di Milano e l’altro a Brescia, entrambi in centri commerciali.

3,3% assorbendo il 52,9% dell’export totale di settore, mentre l’area Extra UE nel suo complesso non supera il +0,9 per cento. Guardando con maggior grado di dettaglio al Vecchio Continente, la Francia, superata dagli USA, scende al secondo posto nel ranking dei principali sbocchi del menswear italiano, presentando, in controtendenza rispetto alla media settoriale e UE, un decremento del 6,9 per cento. Di contro, la Germania sperimenta un incremento del 4,8%, in accelerazione rispetto al 2014, mentre il Regno Unito e la Spagna crescono rispettivamente dell’8,9% e del 10 per cento. Guardando invece ai mercati Extra-UE, gli USA aumentano del 16,2%, divenendo come già accennato il primo mercato di sbocco con il sorpasso sia della Francia sia della Germania. Segno + per Pitti Immagine Uomo In un contesto di mercato altalenante, da Fortezza da Basso arrivano dati in terreno positivo: l’ultima edizione di Pitti Immagine Uomo ha contato 1.219 brand protagonisti, un numero complessivo di buyer che ha quasi raggiunto le 24.800 presenze (+4% rispetto a un anno fa), di cui 8.800 esteri (+2,5%) e 16.000 italiani (+5%). Il totale dei visitatori ha toccato quota 36mila. I promotori hanno reso noto che il successo internazionale in termini di presenze è stato trainato dalla crescita a doppia cifra di quasi tutti i mercati europei, Germania (+14%), Spagna (+20%), Olanda (+14%),


«A MILANO CITTÀ IL PRIMO FLAGSHIP. CENTRI COMMERCIALI, PIÙ SICURI QUELLI AVVIATI» FERDINANDO SPENA, titolare di Clayton

Per ora siamo solo nei centri commerciali e il primo negozio in centro città sarà in Corso Quali sono state le vostre performance nel 2015? Buenos Aires a Milano in una location di Lo scorso anno il fatturato è cresciuto del 18% in totale e 500 mq. A questa apertura ne seguirà presto del 6% a rete costante. un’altra ancora in un centro storico. ComplesDi quanti punti vendita si compone la vostra rete? sivamente miriamo ad arrivare nelle principali città italiane Di 42 negozi, tutti a gestione diretta. come Milano appunto, Bologna, Firenze, Roma, ecc. Per quale motivo non avete contemplato il franchi- Come mai inizialmente avete scelto i mall? sing? Perché lo sviluppo in questo canale è molto più semplice. Personalmente non credo molto in questa formula perché Poi quando abbiamo aperto il primo negozio e abbiamo non credo che l’affiliato abbia grossi margini di guadagno: visto che andava benissimo abbiamo deciso di continuare se non si guadagna in due non si può andare avanti. su quella strada. Qual è la vostra strategia di sviluppo? Rispetto agli shopping centre, puntate a quelli con Non apriamo tantissimo perché non troviamo le location più flussi? giuste, il nostro obiettivo è di arrivare a una quindicina/ven- Performiamo bene in quelli grandi e anche in quelli più tina di nuovi negozi all’anno. piccoli, quelli cioè sotto i 4 milioni di visitatori l’anno. Non State per aprire in Milano città, prima solo centri com- è facile trovare location disponibili in centri commerciali merciali… di un certo rilievo, quindi per continuare lo sviluppo a

Gran Bretagna (+9%), Svizzera (+12%), Belgio (+17%), Francia (nonostante un piccolo calo nelle presenze, aumenta nei negozi a +3,5%), dei paesi del Nord Europa (tra i quali Danimarca +7%, Finlandia +37%, Islanda più che raddoppiati i compratori), a cui si aggiungono gli ottimi risultati di Irlanda (+50%), dei paesi baltici e dell’Ucraina (+34%). In crescita anche gli Stati Uniti, che in termini di negozi mettono a segno un +8%; il Giappone conferma i suoi

volte entriamo anche in quelli secondari. Quali sono le caratteristiche del vostro format di punto di vendita? Adesso lavoriamo su metrature dai 350 ai 500 mq. L’assortimento è stato sicuramente implementato rispetto a quello di 12 anni fa, ma per noi l’importante è far vedere il prodotto in un certo modo e permettere alla clientela di muoversi liberamente nello store. Quali le ultime e le prossime aperture? Le più recenti sono state al Globo di Busnago (MB), al Palladio di Vicenza e al Gran Sasso di Teramo, mentre apriremo a stretto giro a Gli Orsi a Biella, a Bellinzago Novarese e poi nelle zone di Milano e Savona. Come giudica i grandi progetti di shopping centre in pipeline? Stiamo cercando di entrarvi, tuttavia sono più propenso ad aprire in quelli già avviati perché i nuovi rappresentano un’incognita in quanto non si può sapere come andranno; non sempre si trova la posizione giusta e non è neanche facile capire prima quale sia: i numeri dei passaggi davanti al negozio influiscono molto sulle sue performance.

alti numeri, così come la Corea, aumentano i buyer da Taiwan; chiusura in segno + anche per Emirati Arabi, Australia e Brasile. In termini assoluti si confermano tra le prime 20 posizioni mercati strategici come Cina, Russia e Turchia, che tuttavia risentono delle rispettive difficoltà. I centri commerciali sostengono i consumi La consueta disamina svolta per r&f da WR Consulting sui primi 150

shopping mall italiani per presenze annue mette in luce alcune importanti conferme e novità rispetto al 2015. Cotton & Silk è ancora la prima insegna specializzata nell’uomo con 66 unità presenti, seguita da Sonny Bono con 55; al terzo posto Celio rimane di fatto l’unico brand internazionale con una visibilità rilevante nei principali centri commerciali italiani. «Approfondendo l’analisi rileviamo che il primato per la qualità media della location spetta ai brand Clayton

e al già citato Celio, dove il primo risulta anche il format con la superficie media più ampia rispetto ai competitor diretti. Degno di nota anche il brand Tokuno Shima che è risultato particolarmente attivo per le nuove aperture realizzate nel 2015 e quelle già programmate per l’anno in corso», spiega Stefano Greco, executive sales manager WR Consulting e Linker. Il brand Cotton & Silk è anche tra i primi del settore a intraprendere una partnership con Grandi Stazioni in

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Analisi mercato virtù di una prima apertura nella Galleria Ipogea in Piazza Garibaldi a Napoli, cui potrebbero seguire ulteriori iniziative nel 2016: Grandi Stazioni, nel merito, ha puntualizzato che non sono state ancora definte aperture in altre stazioni. Se si guarda ai risultati in termini di nuove realizzazioni, performance ed evoluzione dei format, il settore resta piuttosto vivace per numero di player attivi e livello della proposta merceologica, sempre più orientata al fast-fashion e contraddistinta da un efficace rapporto qualità prezzo. «La specializzazione sul settore e l’indubbia cultura di prodotto delle insegne presenti nel nostro ranking continuano a rappresentare una concorrenza agguerrita ai grandi format internazionali che esercitano una pressione competitiva certamente più sentita nel segmento donna – prosegue Greco – I dati rilevati su un campione di 150 centri commerciali, rappresentativo delle strutture di media-grande dimensione, evidenziano una buona tenuta con un incremento del sellout pari all’1,5 per cento. Con i numeri dell’ultimo trimestre 2015 e i primi del gennaio 2016 che lasciano spazio a stime confortanti per l’anno

L’andamento del sell-out: analisi per canale distributivo

La struttura distributiva: analisi per canale

(Stagione Autunno/Inverno 2014-2015)

(Stagione Autunno/Inverno 2014-2015)

(Var. % tendenziali dei consumi in valore in ciascun canale)

(% sui consumi complessivi in valore)

Fonte: SMI su dati Sita Ricerca

Fonte: SMI su dati Sita Ricerca

in corso». Uno scenario che sarà condizionato positivamente dalle nuove aperture di centri previste per il 2016,

fra tutte l’imminente Arese Shopping Center e il progetto di IKEA Centres a Brescia. «Nella nostra analisi sui

«A MARZO LA NUOVA IMMAGINE E OLTRE 20 APERTURE NEL 2016» VITTORIO DE PALMA, responsabile sviluppo franchising di Blooker

Siamo presenti sia nei centri città sia negli shopping mall, riusciamo a performare bene in Quali sono i numeri della vostra catena in Italia? entrambi i canali. Lo sviluppo Nel 2015 rispetto al 2014 siamo cresciuti del 13% in termini segue soprattutto le richieste di fatturato e dell’11% per numero di locali aperti. In virtù dei franchisee. dei recenti opening abbiamo ora 53 negozi, di cui 4 diretti e Come si articola il vostro for49 gestiti da affiliati. Inoltre siamo in apertura a marzo con mat di punto vendita? 12 punti vendita in franchising, grazie ai quali arriveremo a Sviluppiamo su unità di circa quota 65, con una previsione per il 2016 di implementare a 100 mq, con un’ottantina di vendoppia cifra il giro d’affari e di arrivare a una ventina di nuovi dita, ma chiaramente abbiano negozi sia più grandi sia più shop. Obiettivo che pensiamo di poter superare. piccoli. La nostra collezione conta 240 referenze, che vengono Dove le prossime aperture? consegnate con step quindicinali, mentre il riassortimento è A Milano, esattamente in un centro commerciale a Paderno effettuato ogni settimana. Inizialmente la giacenza di un Dugnano, poi ad Ancona, Reggio Calabria, Trapani e vicino negozio è di 1.700/1.800 pezzi, mentre successivamente L’Aquila. Saranno quindi in tutta Italia e cominceremo a arriva in media a 2.500 pezzi. coprire le ragioni del Centro-Nord, che sono le più sguarnite. E come sarà la nuova immagine che porterete nei negozi? Quando avete avviato il vostro progetto franchising? La nuova immagine partirà a marzo e si caratterizzerà in Abbiamo acquisto il marchio nel 2004, poi siamo partiti con primis per i colori bianchi e neri, rispetto a quelli marroni che i nostri 4 punti nel 2009 e dopo 2 anni di gavetta, quindi tra hanno sempre contraddistinto i nostri negozi. L’arredo avrà la fine del 2010 e l’inizio del 2011, abbiamo lanciato il fran- un carattere più “industriale”: molta luce a Led, pannelli rechising. troilluminati opachi, tavoli in ferro grezzo e legni chiari. Il Quali canali presidiate? tutto darà grande visibilità al prodotto.

centri commerciali devono essere menzionati anche marchi che, pur non trattando esclusivamente l’uomo, vedono una forte concentrazione dell’offerta e delle vendite sulla clientela maschile. Quelli con una presenza più importante sono Timberland, Calvin Klein, Conte of Florence, Harmont & Blaine e Napapijry – specifica il manager, prima di commentare l’ultima edizione di Pitti Immagine Uomo – Abbiamo avvertito un clima particolarmente positivo, soprattutto per le aziende che vedono una presenza sul mercato internazionale. Cresce per queste ultime l’interesse a una diversificazione nel canale retail e in molte si sono dette fortemente interessate al progetto Westfield, il primo che, per dimensione e impatto sul mercato, sarà in grado di attrarre marchi di fascia alta, tuttora restii ad approcciare i centri commerciali nostrani. Resta invece confermata una certa sofferenza da parte dei brand concentrati se non relegati al mercato italiano, dove si continuano a segnalare le crescenti difficoltà legate al dettaglio tradizionale». A.P.

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r&f Omnichannel retailing

Innovazione digitale, dal back al front-end La disponibilità di nuove tecnologie per il retail mantiene al centro del dibattito le opportunità di impiego, in un’ottica sia di efficientamento delle procedure sia di maggiore efficacia della customer experience. Dal Retail’s Big Show di New York al Politecnico di Milano, i trend del mercato

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“T

he biggest threat is not each other, it’s the status quo”. Parlando di condivisione delle informazioni, sia con la gestione del centro commerciale sia con gli altri player della galleria, Steven Lowy, co-CEO di Westfield Corporation – in occasione dell’evento annuale organizzato dalla National Retail Federation (NRF) a New York – ha immaginato per un futuro molto prossimo servizi alla clientela sempre più personalizzati, che spazino dalle indicazioni per trovare posto nel parcheggio dello shopping centre alle offerte dedicate da scaricare in tempo reale sullo smartphone. Un dibattito, quello sull’omnichannel retailing, con focus dalle nuove tecnologie alle strategie dei brand, che ha visto partecipare al Retail’s Big Show 2016 (17-20 gennaio) 33.500 persone, 600 aziende espositrici e ancora centinaia di esperti. L’evento internazionale di New York ha riproposto come dogma che l’ecommerce e il negozio fisico non possono più essere visti come due canali separati attraverso cui beni e servizi vengono veicolati a differenti tipologie

di consumatori. E il messaggio, sempre più articolato e supportato da innumerevoli case history, ha fatto breccia da tempo anche in Italia, soprattutto tra i retailer più strutturati e soprattutto nei settori alimentare e abbigliamento. Con modalità differenti. A studiarne trend, soluzioni, grado di soddisfazione e fattori di rischio il School of Management del Politecnico di Milano che, attraverso l’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail, ha realizzato lo studio “Innovazione digitale nel Retail: alla ricerca del valore”. Giunto alla sua seconda edizione, dove ha coinvolto 70 top retailer, l’approfondimento ha evidenziato alcuni punti fondamentali: i consumi sono tornati, seppur timidamente, a salire; gli italiani sono sempre più connessi e digitali, infatti nel 2015 sono aumentati sia gli utenti che si connettono da smartphone (31 milioni, +19,5% rispetto al 2014) sia il tempo medio speso giornalmente navigando da cellulare (+26,7% rispetto al 2014); Internet su smartphone serve anche per fare acquisti, con il 78% delle persone che navigano da mobile

Valentina Pontiggia

che dichiara di utilizzare di norma lo smartphone in almeno una fase del processo d’acquisto; gli investimenti dei top retailer in innovazione crescono, passando dal 12,5% del totale degli investimenti annuali nel 2014 al 15% nel 2015. Da una parte l'abbigliamento punta soprattutto su soluzioni “esperienziali” all'interno del punto vendita per catturare l'attenzione dei potenziali clienti e fidelizzarli - oltre il 40% del campione ha dichiarato di voler investire in almeno una delle soluzioni tra digital


vedere perché può essere negativo nei primi anni: molto spesso queste innovazioni hanno ritorni nel medio e lungo termine. Ma pensiamo anche che queste soluzioni debbano essere implementate per rispondere a una definita necessità: quando il retailer ha un obiettivo preciso di creazione di efficienza e/o di efficacia rimane soddisfatto perché tocca con mano i benefici. Va aggiunto, poi, che è molto facile quantificare i benefici di efficienza, perché la riduzione dei costi è palese, rispetto a quantificare un beneficio di efficacia: è difficile stabilire se la maggior spesa del consumatore sia dovuta a un bisogno, ad esempio si è aggiunto un componente nella famiglia per cui acquista più vestiti o alimenti, oppure se è l’innovazione tecnologica che lo ha spinto a spendere di più e in modo diverso. Si evidenziano una forte propensione futura alle soluzioni dedicate alla customer experience (tabella 2), rispetto a una scarsa adozione prima del 2015, e una propensione più tiepida alle innovazioni digitali nel backend (tabella 1), rispetto però a

tabella 1

ACQUISTI ONLINE DI PRODOTTI ALL’ESTERO, ITALIANI AL TOP L’Italia è il Paese con il più alto tasso su scala globale di acquirenti online che scelgono di comprare prodotti oltreconfine: il 79% contro il 57% della media globale e 65% di quella europa. Nel Vecchio Continente il nostro Paese si posiziona davanti a Germania (73%), Spagna (63%), Francia (59%) e UK (52%). Mentre come metodo di pagamento, oltre la metà degli italiani si affida a PayPall (55% contro media globale 43% e media europa 56%). È quanto emerge dalla Global Survey “Connected Commerce” di Nielsen realizzata su un campione di 13mila persone in 24 Paesi, con lo scopo di studiare motivi e modalità di approccio all’ecommerce nel mondo. Fra gli italiani fruitori del web il 12% ha l’obiettivo esclusivo di acquisire informazioni sul prodotto, mentre il restante 88% anche quello di fare acquisti, dato inferiore alla media UE (95%), trainata da Francia (96%), Spagna (96%) e Gran Bretagna (99%). Per quanto riguarda i metodi di pagamento, infine, a livello globale il 53% ha dichiarato di usare la carta di credito ma, nello stesso tempo, ben il 43% ha usato sistemi digitali come PayPal, il 39% le carte prepagate o il bancomat, il 38% il bonifico e il 36% il contrassegno. In Italia, oltre a PayPal che si attesta al 55%, i principali strumenti sono la carta prepagata (51%), dato controcorrente rispetto a quello degli altri Paesi europei, la carta di credito (42%), la gift card rilasciata dal singolo negozio (27%) e il contrassegno (25%).

un’adozione prima del 2015 ben più considerevole. Possiamo quindi affermare che nel 2016 e in generale nei prossimi anni i retailer allocheranno diversa-

L’adozione e l’interesse all’adozione delle innovazioni digitali nel back-end

© Osservatori.net Digital Innovation

signage e vetrine intelligenti e interattive, chioschi, totem o touch point, sistemi per l’accettazione di couponing e di loyalty (digitali o mobile) - dall’altra l’alimentare nel 2015 ha puntato su App o mobile site informativi da usare a distanza o in negozio e siti e-commerce, mentre nei prossimi anni investirà su sistemi che velocizzeranno il pagamento, come quelli di cassa evoluti e mobile pos. Ma l’innovazione sul back e sul front-end, attraverso l’implementazione di tecnologie volte a efficientare i processi gestionali o a incrementare l’efficacia nel punto vendita, sono attività complesse che necessitano di studi e che comportano dei rischi. Di quanto emerge nella ricerca con dati quantitativi, abbiamo esplorato i risvolti qualitativi con Valentina Pontiggia, direttore dell'Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail del Politecnico di Milano. Nella ricerca si sottolinea la ripresa dei consumi e soprattutto la crescente propensione degli italiani a navigare sul web sia da una postazione fissa sia utilizzando strumenti mobile. Quali le aspettative per il 2016? Ci aspettiamo un trend di sviluppo motivato da un aumento dei device, soprattutto di smartphone e tablet, da una presenza più importante dei retailer tradizionali su questi canali una percentuale del nostro campione non è attivo né sul canale online né su quello mobile - e da cambiamenti molto importanti nel consumatore. Tra dieci anni, la fascia nativa digitale sarà anche altospendente. Questi tre driver mi fanno pensare a un utilizzo sempre più spinto dei canali digitali. Poi ci sono tutte le tecnologie di mobile payment sia da remoto sia di prossimità, che anch'esse possono dare un boost, e le potenzialità del mobile di veicolare offerte personalizzate. Il sondaggio chiarisce su quali tipologie di soluzioni si stanno orientando i retailer, declinandole anche in base ai vari settori merceologici. Avete riscontrato qual è il tasso di soddisfazione rispetto a tali soluzioni nonché il tempo di ritorno sugli investimenti? Premesso che si parla di progetti anche molto diversi, a volte ai retailer diciamo che quando si fa innovazione radicale il ROI non è l’indicatore più giusto da

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Omnichannel retailing

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tabella 2

L’adozione e l’interesse all’adozione delle innovazioni digitali nella customer experience in negozio

© Osservatori.net Digital Innovation

mente i propri budget, spostandoli dal back-end al front-end? È vero, le soluzioni di back-end sono le più implementate e consolidate: quasi la totalità del nostro campione, il 90% per la precisione, ha digitalizzato almeno una parte dei processi di back-end. Per il futuro c’è quindi forte attenzione sul front-end, sia perché sino a ora quest’area è stata meno aggredita sia perché il retailer vede ormai un cambiamento significativo dei comportamenti del consumatore. E constatiamo maggiore interesse su queste tecnologie in termini sia di omnicanalità sia di customer experience in store: nel 2015, oltre il 50% delle aziende intervistate ha portato innovazione a supporto dell’omnicanalità e circa un terzo a supporto della customer experience in store, con particolari differenze a seconda dei settori. Se prendiamo a riferimento i principali, nell’abbigliamento c’è molta attenzione all’esperienza di acquisto nel negozio mentre l’omnicanalità ha ricevuto meno investimenti nel 2015 perché è già stata esplorata negli anni precedenti; nell’alimentare l’attenzione per l’omnicanalità è ancora spiccata, vuoi perché l’ingresso di Amazon nel food ha spinto diversi retailer a fare ecommerce, mentre per quanto riguarda il front-end si guarda a un processo più efficiente, come la tecnologia che semplifica la fase di pagamento, il self-checkout e così via. Nell’adozione di soluzioni dedicate alla customer experience esiste un effetto traino determinato dai retailer competitor che le hanno già adottate? Talvolta è vero che si crea un effetto moda e molto spesso ci accorgiamo

che in Italia vengono implementate tecnologie che hanno già avuto successo all’estero, ma il nostro contesto è molto differente da quello UK per esempio. Tuttavia riscontriamo una crescente consapevolezza. In generale l’implementazione di una tecnologia e di un progetto di innovazione deve nascere da un’esigenza, non è possibile implementare le stesse tecnologie con lo stesso percorso in retailer differenti: ogni operatore è inserito in un determinato contesto, ha dei propri asset, processi, personale di vendita, quindi può prendere spunto da competitor

ma poi deve adattare il progetto alle proprie particolarità. Nella ricerca si citano anche i rischi di fallimento nell’introduzione di innovazione digitale. Esistono dati rispetto a tale fenomeno? Soprattutto, il retailer che ha investito in una soluzione dimostratasi inefficace mediamente continua a investire su altre tecnologie digitali o tende a ridurre/abbandonare gli investimenti? Non abbiamo dati rispetto al fallimento di progetti di innovazione digitale. Alcuni retailer hanno segnalato delle difficoltà nell’implementazione dell’innovazione, dovute soprattutto ad aspetti organizzativi o di processo. Quando si introduce innovazione digitale è infatti necessario rivedere e ridisegnare i processi e formare in modo adeguato il personale coinvolto. Per contro chi ha imparato a gestire con efficacia i progetti di innovazione segnala invece, tra i fattori critici di successo, la capacità di coinvolgere e coordinare già nelle fasi iniziali le altre funzioni interessate, la possibilità di testare l’innovazione attraverso progetti pilota favorendo il

miglioramento continuo, il coinvolgimento diretto del management e la sensibilità nel preparare l’organizzazione al cambiamento con adeguati piani di formazione e di incentivo. Le aziende stanno quindi maturando un know how specifico per gestire la tecnologia? Dal punto di vista organizzativo siamo di fronte a un grosso cambiamento. Quest’anno infatti nella ricerca presenteremo un focus sui modelli di governance perché diciamo che la gestione della progettualità e dell’innovazione all’interno dell’azienda dipende molto dalle caratteristiche dell’organizzazione. Notiamo che stanno nascendo delle figure specifiche che seguono tutto il processo di digitalizzazione ponendosi trasversalmente sopra le singole funzioni coinvolte nel progetto, convertendo l’esigenze in progettualità. E anche la formazione sta cambiando: nei corsi universitari e post-universitari c’è un forte indirizzo alla cultura digitale, alle competenze e alle tecniche di innovazione che possano servire all’interno dell’azienda per spingere questi processi. A.P.



r&f La fiera

CIBUS nell’era del dopo EXPO L‘

eredità di Expo prosegue nel quartiere fieristico di Cibus, presente all’esposizione universale con il padiglione CIBUSèITALIA. La kermesse di Parma, giunta alla 18esima edizione, si terrà tra il 9 e il 12 di maggio, quando verrano introdotte le novità di prodotto nei settori tradizionali e in quelli delle nuove tendenze dell’offerta alimentare. Saranno presidiati tutti i settori: carni e salumi, formaggi e latticini, gastronomia ultrafresco e surgelati, pasta conserve condimenti, prodotti dolciari e da forno, la Quarta Gamma, le bevande, prodotti tipici e regionali, e altro ancora. Grande spazio avranno le proposte vegetariane e vegane, ma anche prodotti biologici o con meno grassi, sodio e senza glutine. «L’adesione a Cibus 2016 delle aziende alimentari è fin qui numerosa ed entusiasta – ha dichiarato Elda Ghiretti, Cibus Brand Manager – Sanno di trovare una piattaforma che si modella in tempo reale alla domanda del mercato, in termini sia di innovazione sia di tipicità. Gioca a nostro favore anche l’incredibile esperienza dei sei mesi in Expo, col padiglione CIBUSèITALIA che ha ospitato centinaia di buyer esteri». Per quanto riguarda le attività e le novità di quest’anno, sono quattro gli ambiti di interesse che verranno presidiati: Sezioni Speciali, Convegni & Workshop, Incoming ed Eventi in Città. Il rinnovato padiglione 7 della fiera, valorizzato dal nuovo ingresso Ovest, creato ricostruendo a Parma il padiglione CIBUSèITALIA, ospiterà in questa edizione novità e sezioni speciali, tra cui lo spazio Halal/Kosher: uno showcase dedicato ai prodotti Made in

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IL CONVEGNO Le tendenze dell’offerta organizzata, collettiva e commerciale. Il prodotto al centro della ristorazione a tema (Sala Pietro Barilla all’interno di Cibus - Fiera di Parma, mercoledì 11 maggio ore 10,30 – 12,30)

Relatori: • Sergio Castelli, Ceo di MyChef - Elior • Cristian Biasoni, Ceo di Chef Express – Cremonini • Chiara Nasi, presidente CIR Food • Franco Manna, presidente Sebeto – Rossopomodoro • Massimo Moretti, presidente CNCC • Matteo Figura, Foodservice Italy Director NPD Group Moderatore: • Andrea Aiello, direttore responsabile di retail&food

Italy certificati Halal e Kosher. Altra nuova area sarà lo spazio Seafood EXPO, rivolto agli espositori del settore ittico, dove i visitatori avranno la possibilità non solo di scoprire i prodotti ma anche di partecipare a incontri e approfondimenti sul tema, presso la specifica area workshop. La 18esima edizione vedrà anche un particolare focus sul retail, con un convegno che si concentrerà sul ruolo della Marca del Distributore nello sviluppo dell’export italiano. Altro spazio di approfondimento sul Retail sarà un’area workshop all’interno del padiglione 7 dove verranno organizzati incontri pomeridiani dedicati all’analisi degli scaffali all’estero e a come vengono presentati i prodotti Made in Italy nei principali mercati obiettivo. Il tema dello sviluppo del segmento Fuori Casa, oltre a godere di una particolare attenzione nell’incoming di buyer del settore, sarà approfondito nel convegno “Le tendenze dell’offerta organizzata, collettiva e commerciale. Il prodotto al centro della ristorazione a tema”. L’appuntamento,

organizzato dalle riviste del Gruppo Edifis, retail&food e Ristorando, vedrà coinvolti manager delle catene out-of home e la partecipazione di The NPD Group, società specializzata nel fornire informazioni di mercato e soluzioni strategiche a livello mondiale, con i dati aggiornati sulle principali tendenze alimentari del Fuori Casa in Europa, Asia e America. L’attività di incoming, realizzata come sempre in collaborazione con ICE/Italian Trade Agency, quest’anno si rafforza con un investimento di oltre 2 milioni di euro, stanziati nell’ambito delle azioni di promozione a sostegno dell'agroalimentare italiano promosse sotto il segno distintivo "The Extraordinary Italian Taste", per ospitare buyers e importatori internazionali. Il piano prevede una strutturata offerta che aggiunge, alla visita della fiera, anche retail tour, la Cibus Night e post show tour. L’attività di incoming, inoltre, è coadiuvata da un’intensa attività di roadshow internazionale, che ha portato gli organizzatori di Cibus a incontrare professionisti del settore a San Francisco in gennaio per il Winter Fancy Food, a Dubai in febbraio per Gulfood e continuerà con una partecipazione al Foodex di Tokyo in marzo. Sempre per quanto riguarda i convegni, torna l’annuale appuntamento dedicato alle leve promozionali curato dall’Università degli Studi di Parma e Nielsen in collaborazione con Fiere di Parma. A.P.



r&f Mystery in restaurant

Steak ’n Shake nella food arena del Bicocca Village T

rattasi di formula fast food, fast casual restaurant o casual dining? In data 17 febbraio siamo andati a visitare il nuovo locale Steak ‘n Shake al Bicocca Village: avviato a dicembre 2015, è il primo all’interno di un centro commerciale in Europa, nonché il secondo in Italia dopo quello di Verona in Corso Milano. La nostra visita in una pausa pranzo di un uggioso mercoledì d’inverno ci ha portati a constatare in primis la buona affluenza di clienti, con un target di età soprattutto giovane, segno che la catena americana ha impiegato poco tempo a farsi conoscere sulla piazza meneghina e che la sinergia con il centro commerciale funziona. Proprio il Bicocca Village rappresenta una vera destinazione per gli amanti della ristorazione a catena, STEAK ‘N SHAKE - BICOCCA VILLAGE (MI)

SERVIZIO Velocità Cortesia Professionalità

LAYOUT Aspetto esterno Originalità design Omogeneità e armonia Qualità materiali e arredi Ordine e pulizia Comfort

PRODOTTO Assortimento Presentazione

VALUTAZIONI GENERALI Qualità/prezzo Ambiente Adeguatezza alla location Innovatività

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Legenda: ´= migliorabile; ´´= sufficiente; ´´´= apprezzabile; ´´´´= molto buono; ´´´´´= ottimo

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organizzata attraverso una ricca food court al primo livello commerciale, trainata dal multisala UCI Cinemas. Ma Steak ’n Shake, va precisato, si trova nel corpo antistante l’ingresso del mall, per cui può gestire in autonomia gli orari di attività: tutti i giorni, ci ha raccontato un commesso, resta aperto sino all’una di notte. Ben segnalato sull’esterno, con le pareti in vetro che permettono ai passanti di intravederne design e proposta food, all’interno Steak ’n Shake si presenta come un format in stile americano anni 50, rivisitato in chiave moderna. Il messaggio è chiaro: tutte le immagini affisse alla pareti, così come il design in toto dal bancone alle sedute, passando per l’illuminazione, proiettano il consumatore in quel mood. Le linee inoltre sono squadrate, essenziali e i colori riprendono quelli del logo, bianco e nero, con l’aggiunta significativa di rosso. Una volta varcata la soglia, il cliente è indotto a dirigersi verso le tre casse, passando anche tra due installazioni che riportano integralmente la proposta caratterizzata da steakburgers e milkshake. Alla cassa si effettua l’ordinazione, il menu prevede il panino e un porzione di patatine, con prezzi a partire da 6,45 euro per “The original Double ’n Cheese”. Per quanto riguarda le bevande, la scelta varia da quelle alla spina a quelle in bottiglietta, con il vino che viene servito sia al calice sia in bottiglia. Restando sulle bevande analcoliche alla spina, il cliente ha la possibilità di effettuare il refill gratuitamente. Completata la comanda e pagato il conto, si ricevono il bicchiere da riempire e un Gps: quest’ultimo aiuta il personale a consegnare il cibo al tavolo corretto ma specialmente dà al cliente un’idea di modernità e tecnologia. Il target, ricordiamo, è sopratutto giovane. A quel punto si “dipana” la sala: ampia scelta di sedute interne, caratterizzate da divanetti, seggiole, pouf e sgabelli, così come i tavolini sono sia tondi sia quadrati sia rettangolari e di diverse altezze. Il servizio, invece, è rigorosamente al tavolo, oltre che molto rapido: per ricevere il panino “Grilled Mushroom ’s Swiss” e le patatine ho atteso meno di 5 minuti. La cottura è adeguata, così come la consistenza e il sapore della carne, che mantiene la promessa di un burger se

non premium almeno di qualità superiore rispetto a molti competitor. Ogni consumazione decisa in un secondo momento prevede il ritorno alla cassa, perché il personale non prende ordinazioni, per cui abbiamo provato anche il milkshake, che ci è stato anch’esso portato al tavolo, così come il caffè, in pochissimi minuti.

Conclusioni Il pasto si consuma velocemente e lo scontrino medio è decisamente democratico: per chi si accontenta di panino, patatine e bevanda spende sui 910 euro (8,75 euro con The original Double ’n Cheese 6,45 + bevanda 2,30, mentre le patatite sono incluse nel menu). Ma l’ampio numero di sedute, accompagnato da un diffuso senso di comfort, favoriscono anche una permanenza prolungata in compagnia di amici o colleghi. Perfetto quindi per chi ci trascorre una pausa pranzo sia di pochi minuti sia più lunga o, alla sera, per chi ha i secondi contati prima di andare al cinema o vuole rilassarsi dopo aver fatto shopping. Precisiamo che è disponibile il servizio da asporto, senza Utilizza questo QR code per visualizzaulteriori costi. re le immagini delA.P. l’aeroporto.



r&f Newstech&arredo MYCHEF SCEGLIE SATISPAY L'operatore della ristorazione commerciale, con oltre 150 punti vendita in Italia, ha scelto Satispay per permettere ai propri clienti di pagare comodamente tramite smartphone. Grazie a questo innovativo sistema di pagamento, indipendente da banche e carte di credito, che consente di scambiare denaro tra privati e pagare in mobilità sia online sia presso gli esercizi convenzionati, MyChef - Areas Italia entra nella nuova era dei pagamenti e vi porta i propri clienti. L’accordo prevede una prima fase di roll-out del processo di integrazione di Satispay, che partirà dall’area di Milano coinvolgendo quattro location strategiche come i ristoranti Briciole presso gli aeroporti di Linate e Malpensa e i punti di ristoro nelle aree di servizio Lambro Nord e Crocetta Nord. Sono questi i primi che potranno integrare il sistema di pagamento più smart ad oggi disponibile sul mercato e già molto apprezzato dal grande pubblico. In seguito sarà definita la seconda fase di roll-out in cui Satispay sarà accettata nazionalmente presso tutti i punti vendita Areas Italia e presso i ristoranti gestiti in franchising, tra cui McDonald’s, Panino Giusto e Rossopomodoro.

CON TOSHIBA IL POLLO HA PIÙ GUSTO

A4A RIVOLTA SAVIONI ARCHITETTI PER LA CANTINA

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o studio A4A Rivolta Savioni Architetti realizza il progetto La Cantina che prevede lo sviluppo di un nuovo concept per l’area destinata alla degustazione/acquisto di vini e al consumo di prodotti selezionati all’interno degli ipermercati Iper La grande i. Il progetto pilota, varato nel settembre 2015 nell’ipermercato di Varese, è in fase di applicazione in altri 10 punti vendita. L’intervento ha la finalità di distinguere e definire lo spazio dedicato ai vini all’interno dell’ipermercato. Il layout è concepito in modo da assicurare la fluidità delle percorrenze all’interno del punto vendita. L’area è definita dalle superfici e dagli arredi, lineari e funzionali all’esposizione del prodotto e personalizzati attraverso interventi puntuali con inserti disegnati ad hoc. L’immagine del nuovo spazio, come estensione dei valori di marca e di prodotto, è definita dalla scelta dei materiali naturali grezzi (legno, cotto e ferro crudo). Un ruolo importante è affidato al controsoffitto, una griglia in legno naturale che riproduce il modulo a forma di losanga, riporta l’altezza dello spazio a una dimensione più raccolta ed è colorata a spot con la palette che ritorna nei vari arredi.

SCANSIONE SECONDO FUJITSU

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oshiba Europe GmbH annuncia una partnership in collaborazione con M4B S.A, fornitore nel digital signage, per AmRest, il più grande operatore indipendente nelle catene per la ristorazione in Europa Centrale e Orientale. Questa partnership permetterà al business KFC di AmRest di sostituire gli attuali menù stampati con quelli digitali semplici da gestire e coinvolgenti. AmRest era alla ricerca di una soluzione hardware dedicata e affidabile che si integrasse bene con il software – WAVE – utilizzato dai prodotti flagship di M4B. Collocate sopra i terminali POS all’interno dei ristoranti, le nuove unità Toshiba TD-E1 garantiscono display vividi e perfettamente leggibili da qualsiasi punto dei ristoranti, con un angolo di visione wide da 178°, una luminosità pari a 500 cd/m2 e una risoluzione Full HD (1920 x 1080) per una nitidezza superiore.

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e soluzioni di scansione documentale Fujitsu saranno presenti al CeBIT dal 14 al 28 marzo ad Hannover, Germania. Perfettamente in linea con il tema del CeBIT di quest'anno - digital transformation is happening now - PFU, divisione scanner del gruppo Fujitsu, presenterà la linea di soluzioni di acquisizione digitale sviluppate per integrare documenti cartacei nei nuovi sistemi di gestione digitale. Insieme ai partner Accantum, Ephesoft e Silex Technology Europe, Fujitsu mostrerà come i propri scanner possono integrarsi perfettamente nei diversi settori di mercato. I nuovi modelli integrano il software PaperStream. II riflettori saranno puntati anche sui Software Development Kit (SDK) per la serie ScanSnap e per gli scanner di rete. Sarà infine dedicato un focus sull'apprezzata linea di scanner Fujitsu SP Series.


COSTA GROUP ARREDA “DA PONTI 1881” Apre nel cuore di Milano “Da Ponti 1881”, prima Banca, oggi è ristorante pizzeria di qualità in un ambiente arredato con cura e stile da Costa Group. Praticamente in Piazza Duomo, “Da Ponti 1881” è l’ennesima scommessa vinta del gruppo Regina Margherita. L’ambiente conserva lo spirito dell’antica banca dove marmo nero e oro nobile a parete e banconi finemente lavorati in bronzo portano l’asticella in alto trasformando una pizzeria in un locale del ben stare. Le sedute di design Costa Group sono personalizzate in pelle e insieme al divano, esaltato dalla parete luminosa, creano un forte effetto coreografico. Il bancone è rivestito in bronzo e suddivido in diverse aree espositive. La cassa è un monoblocco in marmo nero/oro mentre l’area forno, dal taglio originale, è suddivisa da una scenografica vetrata bronzata a tutta altezza. Regina Margherita e Costa Group uniti hanno creato un ambiente unico, moderno e anticonformista conservandone la coscienza storica nell’esaltazione della tradizione campana.

HIKVISION IMPLEMENTA LA LOGISTICA

L'integrazione del nuovo gestionale SAP per processare gli ordini e ottimizzare la logistica del magazzino, semplifica, snellisce e velocizza le procedure di caricamento ed evasione degli ordini, con notevoli benefici per i partner di canale. «Caricare gli ordini è tutt'altro che banale - illustra Alessandro Bolzan, general manager di Hikvision Italy - L'ufficio commerciale riceve una media di 30 ordini al giorno, che possono contenere decine di voci e codici. Ma a 27 giorni dall'implementazione del gestionale SAP, e dopo un periodo iniziale di normale rodaggio, il tempo medio di evasione ordini, dal momento in cui arriva agli headquarters di Vittorio Veneto al momento in cui il materiale giunge al distributore, si sta allineando al nostro standard (inferiore ai 3 giorni). Questo tenuto conto di un incremento, rispetto al numero di prodotti spediti nello stesso periodo del 2015, di oltre il 60 per cento. Un grande risultato, quindi, che siamo certi porterà ulteriore vantaggio competitivo ai nostri partner».

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r&f International DA EASYJET A EASYFOOD L'imprenditore anglo-greco Stelios HajiIoannou, fondatore della EasyJet, lancia una catena di negozi di alimentari – dal nome EasyFood – super scontati dove tutti i prodotti, almeno nella fase promozionale, costano appena 25 penny, ovvero un quarto di sterlina (pari a circa 35 centesimi di euro). Il primo ha aperto a Londra, nella zona di Park Royal, quartiere nord-occidentale della metropoli. L'offerta, per ora, è declinata su prodotti come zucchero, tè, sardine in scatola, salsa di pomodoro, pesche sciroppate, biscotti e dolciumi. Non sono prodotti di marca, vengono venduti senza brand ma l'imprenditore ne garantisce la genuinità. È certamente una sfida ad altre catene di alimentari scontati, ma non solo. Dopo la EasyJet infatti, la stessa compagnia ha creato la EasyBus, la EasyCar, la EasyGym e gli EasyHotel. E recentemente è stata lanciata l'iniziativa degli EasyCoffee, catena di caffetterie, la prima nel quartiere londinese di Earl's Court.

LEADERS CLUB AWARD 2016: ECCO I VINCITORI Nel corso della quarta edizione del Sirha de Genève, salone dedicato ai professionisti dell'hotellerie e della ristorazione, si è svolta la premiazione dell'ottava edizione dell'International Leaders Club Awards, il premio dedicato ai professionisti del foodservice. Il Club consiste in un network che unisce specialisti e innovatori della ristorazione, sempre alla ricerca delle ultime tendenze del settore. Dieci i finalisti in gara provenienti da sette Paesi: al primo posto si è piazzato il Bun Bao, dalla Germania, un concept studiato da Ahn Vu Dang che propone hamburger in versione asiatica. La palma d'argento, invece, se l'è aggiudicata il Cook'Kareku, direttamente dalla Russia, di Alexander Rappoport: h24 di piatti da tutto il mondo. Il bronzo è andato al Persille - Maison de Viande, in Francia, di Maxence de Warren e David Lebreton che propone piatti di carne francese e piccolo market sempre di carne.

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duty free world

by James Ross - London

A glimmer of hope for a Russian return Un barlume di speranza per il ritorno dei russi Travel retailers – mostly in Europe but also places like Egypt and Thailand – have been lamenting the lack of Russians across airports where they operate. They were once guaranteed to spend heavily on luxury brands when they shopped in duty free, beaten only by the Chinese. The crashing rouble, conflict in Crimea, EU sanctions and a still falling oil price, have conspired to ravage the Russian economy which is in a deep recession. This year the rouble has continued to power down due to the weak oil price. All that sounds like very bad news for travel retailers. However, while 2015 saw Russian international travel and spending on the wane, the decline may have begun to flatten out. According to tax free refund data from Global Blue, the huge falls seen in Russian tax free spending are levelling off. In the final quarter of 2015, for example, the deterioration in spending slowed considerably from -44% yearon-year in October to -30% in November before ending the year at -12% in December. While the declines are still in double digits, they will offer some encouragement that the Russian rout may be coming to an end. In favoured European markets such as Italy and Germany, the rebound has been even better. In Italy, December sales were -11% versus -26% in November while in Germany, Russians are actively returning to shop tax free, with sales at 4% in December versus 28% for November. Global Blue comments: “Russian globe shoppers are quietly registering less negative growth month-onmonth, as consumer confidence slowly returns amid economic reforms”. Whether those reforms will do enough to lift the rouble substantially remains to be seen. What is more apparent from the sales data is that Russians may have adapted to their tough economic situation and are now willing to spend a little bit more when they travel. It is worth noting too that despite their rapid ‘fall from grace’ Russians – who used to be the number two globe shopper after the Chinese– have only slipped back by one place to third. They were overtaken last year by Middle Eastern shoppers says Global Blue. This suggests that, though diminished, Russians remain a force to be reckoned with.

I travel retailer – principalmente in Europa, ma anche in Paesi come Egitto e Tailandia – si sono lamentati molto della mancanza dei viaggiatori russi negli aeroporti in cui operano. Quando facevano acquisti nei duty free, infatti, garantivano importanti spese nel comparto dei luxury brand, battuti solo dai cinesi. Il crollo del rublo, il conflitto in Crimea, le sanzioni UE e il prezzo del petrolio ancora in calo hanno contribuito a danneggiare l'economia russa che ora si trova in una profonda recessione. E quest'anno il rublo continua a calare a causa del petrolio. Tutto ciò suona come una pessima notizia per i retailer, tuttavia, il 2015 ha visto il declino dei viaggi e delle spese dei russi iniziare a stabilizzarsi. Secondo i dati Global Blue sul tax free refund il crollo delle spese tax free dei russi inizia lentamente ad appiattirsi. Nell'ultimo trimestre del 2015, per esempio, il deterioramento della spesa è rallentata considerevolmente passando dal -44% anno su anno del mese di ottobre al 30% di novembre, e prima di finire l'anno al -12% di dicembre. Mentre il calo è ancora a doppia cifra, i dati quindi offrono qualche incoraggiamento sul fatto che la crisi della Russia stia volgendo al termine. Nei mercati preferiti come Italia e Germania il rimbalzo è stato addirittura migliore. In Italia le vendite a dicembre erano al -11% contro il -26% di dicembre, mentre in Germania i russi stanno tornando quasi all'attivo con il -4% di dicembre sul -28% di novembre. Global Blue ha commentato: "I clienti russi stanno facendo registrate una crescita negativa sempre minore mese su mese, a dimostrazione di come stia lentamente tornando, grazie alle riforme economiche". Se tali riforme saranno sufficienti a risollevare il valore del rublo di fatto è da vedere. Cosa più evidente, invece, è il fatto che i russi si sono probabilmente adattati alla nuova e più complicata situazione economica e hanno ricominciato a spendere di più quando viaggiano. Vale anche la pena notare – sempre secondo Global Blue – che la 'caduta in disgrazia' dei russi – che erano secondi solo ai cinesi come clienti a livello mondiale – li ha fatti scivolare al terzo posto. Sono stati superati dai clienti del Medio Oriente. Questo suggerisce che, anche se in misura ridotta, i russi restano una potenza da non sottovalutare.


AL T3 DI ABU DHABI, LA NUOVA FIRST GLI OUTLET DI TROYES E ROUBAIX CLASS LOUNGE DI ETIHAD AIRWAYS AD ARES MANAGEMENT A maggio di quest’anno Etihad Airways aprirà una nuova First Class Lounge nel Terminal 3 dell’aeroporto internazionale di Abu Dhabi, ad uso esclusivo dei suoi ospiti di First Class, Etihad Guest Platinum e Etihad Airways Partner Platinum, oltre che per coloro che soggiornano presso The Residence a bordo della flotta di Airbus A380. «La nuova First Class Lounge di Abu Dhabi sarà il fiore all’occhiello del nostro portafoglio lounge in continua crescita, una vetrina di creazionismo evolutivo e innovazione, e la migliore esperienza di viaggio aeroportuale al mondo – spiega Peter Baumgartner, chief commercial officer di Etihad Airways – Siamo convinti che offrirà un prodotto e un servizio apprezzati quanto quelli offerti in volo, e non vediamo l’ora di svelare le unicità che la contraddistinguono».

Per una cifra vicina ai 200 milioni di euro, Ares Management – alternative asset manager quotato con un portfolio di circa 92 miliardi di dollari in asset gestiti al 30 settembre 2015 – ha acquisito dalla Resolution Property, attraverso uno dei propri fondi real estate, due nuovi centri nelle città francesi di Troyes e Roubaix. I due Designer Outlet continueranno a essere gestiti da McArthurGlen, che vi ha effettuato degli investimenti di minoranza come parte della transazione. I FOC in questione comprendono complessivamente una superficie approssimativa di 47.000 mq e quello di Troyes rappresenta, in particolare, il più grande outlet in Francia. In passato Ares Real Estate Group ha già investito in altri outlet europei e continua a essere un investitore attivo nel settore Retail Real Estate grazie alla recente acquisizione, da Land Securities, di un portfolio di tre poli retail nel Regno Unito nel dicembre 2015, in aggiunta alla costituzione di una joint venture con Redevco lo scorso settembre, finalizzata a ulteriori investimenti retail in Spagna e Portogallo.

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International RETAIL DESIGN EXPO: ECCO I FINALISTI GATWICK INAUGURA IL PONTE 5 DELL’INNOVATION TRAIL & AWARDS Il London Gatwick Airport continua a crescere. È stato inaugurato, Diramata la shortlist dei candidati, non manca che aspettare la prossima edizione delle due manifestazioni Retail Design Expo e Retail Digital Signage Expo, che si terranno in contemporanea a Londra nei giorni 9 e 10 marzo, per conoscere i vincitori dell’Innovation Trail and Awards. L’iniziativa, sponsorizzata da 20.20, si inserisce nei due eventi dedicati al retail design, al marketing, al visual merchandising e allo shopfitting. «L’innovazione è cruciale nel determinare il successo del moderno retail multichannel e proprio per questo motivo è al centro sia di Retail Design Expo sia di Retail Digital Signage Expo – dichiara Annie Swift, Event Director, Retail Design Expo and Retail Digital Signage Expo – Noi siamo stati letteralmente sommersi dalla quantità e dalla qualità delle iscrizioni e il nostro panel di giudici ha dovuto svolgere un duro lavoro nel redigere la shortlist dei finalisti». Nel merito della selezione dei progetti candidati, gli espositori di entrambe le kermesse sono stati invitati a presentare le proprie innovazioni in termini di soluzioni, servizi e prodotti che avrebbero portato nei due show. Successivamente una speciale giuria ne ha selezionate 18, incoraggiando i visitatori a individuare le idee e i prodotti che potrebbero guidare i futuri cambiamenti del comparto e dei propri business.

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infatti, il nuovo ponte 5, un'area fondamentale nel piano di trasformazione del Terminal Nord. Il costo del progetto è stato di 105 milioni di euro. Il design del ponte ha permesso di realizzare un secondo livello, permettendo così di separare i flussi di partenze e arrivi, efficientando in questo modo le operazioni sia per i passeggeri sia per lo scalo. Il nuovo ponte 5 è chiamato 'London square', in quando il design richiama lo stile londinese. Lo scalo, che oggi registra circa 40 milioni di passeggeri l'anno, da quando sei anni fa è passato in mano ad azionisti privati ha già registrato investimenti per 1,3 miliardi di euro e, come conferma Stewart Wingate, Ceo dell'aeroporto, è previsto un identico investimento per completarne la trasformazione. In tutto questo, naturalmente, a trarne beneficio è anche la passenger experience, grazie a nuove aree e spazi dedicati ai viaggiatori.


i Convegni di Ristorando

Media partners:

in collaborazione con:

Ristorando

9° EDIZIONE MOSTRA CONVEGNO 6-7 OTTOBRE 2016 Centro Convegni “Le Stelline” Milano - Corso Magenta, 61

L’APPUNTAMENTO BIENNALE DEI PROFESSIONISTI DELLA RISTORAZIONE MODERNA Sponsor dell’evento:

Associazioni a sostegno della manifestazione:

AIGRIM Associazione Imprese Grande Ristorazione Multilocalizzate

per informazioni sull’evento e sulle formule di sponsorizzazione: convegni@edifis.it - Tel. 02 3451230


r&f Case history beverage

Anche una bibita merita di essere servita in modo “perfetto”

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ristoratori italiani lo sanno bene: una buona percentuale del successo di un locale la si deve alla qualità del servizio che accompagna l’offerta ristorativa, una componente essenziale per differenziare e competere in un mercato dove l’offerta di consumo è ampia e variegata. Sbaglia chi associa la qualità del servizio solo al food e di conseguenza ritiene che il buon servizio sia legato solo all’impiattamento o al buon servizio ai tavoli, in quanto anche il beverage vuole il suo servizio perfetto anche perché una percentuale decisiva degli incassi del locale derivano proprio da queste consumazioni. In tal senso il servizio del prodotto vino ha fatto storia con il sommelier che crea tutta una cerimonia: dall’apertura della

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bottiglia, all’esame olfattivo, fino alla prova di assaggio per ottenere l’approvazione da parte del cliente. Anche il prodotto birra si esalta nel servizio, con i suoi bicchieri dedicati, la giusta spillatura, la corretta temperatura del prodotto e il tappo di schiuma compatto per proteggere il prodotto e non disperderne gli aromi. Quale servizio riservare alle bibite, altro grande protagonista della ristorazione? Per supportare gli esercenti e offrire l’esperienza migliore di consumo ai clienti anche quando si parla di bevande non alcoliche, Coca-Cola l’anno scorso ha rilanciato il formato in vetro da 33 cl con una gamma completa di quattro referenze: Coca-Cola, Coca-Cola Zero, Fanta e Sprite. Oltre a migliorare l’immagine del locale e

a generare valore per l’esercente, il rilancio di Coca-Cola in vetro va espressamente incontro al desiderio dei clienti, e si sa, i clienti bisogna sempre accontentarli: secondo un’indagine Nielsen del 2014, più del 90% dei consumatori dichiara di ritenere la bottiglia in vetro quale formato ideale e l’84% di coloro che l’acquistano abitualmente la considera il miglior packaging in assoluto, dati confermati anche dalle ottime performance degli esercenti che hanno sostituito la lattina in favore della Contour. Ma oltre alla bottiglia in ve-

tro, il gusto Coca-Cola trova la sua assoluta esaltazione nel rituale del perfect serve, ovvero la modalità migliore per servire la bevanda, al top delle sue potenzialità se accompagnata al cibo: la bottiglia in vetro alla temperatura di 3°, un classico bicchiere Coca-Cola, ovviamente in vetro, ghiaccio e una fetta di limone.




[La foto[

12oz Coffee Joint, via Torino - MILANO Caffè americano in tazza grande per una clientela giovane e internazionale. Auchan di Rescaldina e Bicocca Village tra le prossime aperture.

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r&f La pulce nell’orecchio

di Simone Filippetti

Prada e lo sboom del lusso

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el cortile degli uffici di Prada a Milano: uno stabile color grigio vecchia Milano Anni 30, che occupa un intero isolato, molto austero in perfetto stile minimal Prada, c'è uno scivolo. Un tocco "pop ", regalo dell'artista Carsten Holler a Miuccia Prada. Parte proprio dall'ufficio di Miuccia, al terzo piano, e scende fino a terra. Un mega giocattolo per adulti dal quale la stilista più acclamata al mondo dovrebbe, nelle intenzioni dell'artista, uscire dal lavoro. Ovviamente non l'ha mai fatto. Bizzarrie dell'eccentrico mondo della moda, tutto paillettes e lustrini. Solo che poi anche lo scintillante circo della Haute Couture deve vivere di numeri e bilanci. Sono aziende, in fondo. E quei numeri raccontano che anche il Lusso soffre. E anche il Re Italiano non è da meno. Negli anni della crisi infinita e della lunghissima recessione il Made in Italy e soprattutto le griffe hanno sostenuto il Paese e l'export. Adesso però l'industria del lusso sembra entrata in un cono d'ombra. O meglio: c'era una bolla che ora sta esplodendo. E in Borsa, tutti i titoli del lusso hanno perso in media quasi il 50%. Prezzi dimezzati. Esattamente cinque anni fa Prada fece il gran salto: lo sbarco in Borsa. Ma non è un compleanno da festeggiare stappando magnum di Laurent Perrier. Nel 2011, quasi sdegnati, i coniugi Bertelli decisero di sbarcare a Hong Kong, snobbando la Borsa di Milano non ritenuta evidentemente abbastanza all'altezza per le ambizioni globali del super brand. In Asia le banche d'affari stendevano tappeti rossi, pur di avere un nome come Prada sul proprio listino, ed erano disposti a valorizzare l'azienda a multipli inimmaginabili per i mercati europei. E così fu: Prada totalizzò una capitalizzazione di oltre 10 miliardi di euro e raccolse una cifra spropositata: oltre 2 miliardi. Ai coniugi Prada andò un assegno monstre da oltre 10 mi-

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lioni di euro ciascuno. Sembrava il Bengodi: il lusso era osannato e destinato a crescere senza sosta. Le classi medie dei paesi emergenti correvano a comprare borse e scarpe griffate. In un'escalation di benessere e consumismo sfrenato. Ma già allora si intravedevano le prime avvisaglie della bolla: Prada alla fine fu quotata nella parte bassa della forchetta di prezzo a 37 dollari. Dopo cinque anni il titolo è caduto a 23 dollari. Bruciato quasi il 40% di valore in Borsa. Ancor di più considerando che il titolo aveva superato la soglia dei 50 dollari. Dal picco ha bruciato più di metà della sua capitalizzazione. Altro che creazione di valore e le teorie che le azioni rendono sempre sul lungo termine. A Hong Kong, gli investitori non saranno così contenti di aver scommesso sul lusso italiano. Ma il problema è in casa: l'Asia ha smesso di correre. La Cina è il macigno, Pechino rallenta e le upper class, che per anni sono corse a comprare a man bassa il lusso Made in Italy, oggi hanno ridotto lo shopping (e non solo di Prada). E la pelletteria, che è la punta

di diamante della casa, è il settore più colpito dal calo dei consumi. In Cina le vendite, secondo i dati più aggiornati del terzo trimestre 2015, sono crollate del 26% e il recupero, inatteso, dell'Europa e del Giappone (+2% e +4% rispettivamente) sono buone notizie ma inutili perché sono numeri che non compensano il calo dell'Asia e perché anche altre aree

geografiche soffrono. Brava nello scegliere la tempistica della Borsa, oggi Prada paga lo sboom del lusso, settore che sta tornando a essere una nicchia per pochi invece che un'industria di massa. La controprova sono i conti che non brillano più come una volta. Nel frattempo, però, la maison milanese ha aperto centinaia di negozi, proprio per inseguire i nuovi ricchi e aprirsi al mercato del "Lusso accessibile": enormi costi fissi. E non a caso quest'anno non ci saranno inaugurazioni a go go, ma centellinate. Solo 10 nuove aperture in due anni. Per carità, fossero tutte Prada le aziende in Italia avremmo l'economia più forte del mondo: il 2015, che fiscalmente ha chiuso il 31 gennaio (in modo da tenere dentro anche le festività e i saldi), si stima che totalizzerà 3,5 miliardi di giro d'affari e un utile netto di 350 milioni. Signori numeri, ma siccome i numeri sono sempre relativi (2 anni fa gli utili erano di 620 milioni) e siccome il mercato vive di attese future, Prada al momento non piace. È la fine del lusso?




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