TRAVEL RETAIL SHOPPING MALL
retail&food Anno 9 • Numero 10 • OTTOBRE 2014 • € 5,00
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Da esperimento a canale maturo (saturo?)
Tutti matti per gli Outlet Interviste, analisi, comparazioni, opinioni Il mondo degli Outlet passato al setaccio
Speciale
Analisi mercato
Dossier Aeroporti
Franchising & Food
GDO
Roma Fiumicino
NEWS PRIMAE NOCTIS SCHIZOFRENIA LEGISLATIVA
L’OPINIONE OUTLET E TERRITORIO, IL BINOMIO VINCENTE In un’epoca di cambiamenti radicali sia socio-economici sia di costume, nella gestione degli outlet dobbiamo prendere in considerazione ogni mutamento delle abitudini dei clienti che si caratterizzano per un forte “nomadismo”. Si deve rendere sempre più competitiva e qualitativamente elevata l’offerta complessiva, attivando strategie di gestione che vadano oltre alla semplice offerta di marchi di alto livello; dobbiamo prolungare la permanenza media del visitatore offrendogli momenti di “entertainment” abbinati a proposte di eccellenze locali: arte, folklore, food & wine, spettacolo, facendo vivere una shopping experience unica e inconfondibile. Tre sono i concetti chiave: integrazione, interazione e turismo; il risparmio, elemento distintivo dell’outlet, è un driver che trova il suo successo nella sinergia con questi altri elementi di eccellenza e che si attua attraverso la collaborazione con le amministrazioni e le associazioni di categoria per generare un interscambio di flussi attraverso la promozione del e sul territorio. Volutamente voglio citare i tre esempi: Franciacorta Outlet Village ha ottenuto – primo e unico a ora – la possibilità di avere la F del “Consorzio per la tutela del Franciacorta”, infatti grazie alla presenza di Tuam promuove l’enogastronomia locale, prodotta con l’utilizzo delle materie prime del territorio, spaziando dai vini ai formaggi fino alle conserve. Valdichiana Outlet Village, con il Ristorante la Sosta del Granducato, convoglia verso l’outlet le eccellenze dei consorzi produttori di Chianina di tutta la Toscana. Shopinn5Terre, con il Laboratorio del Gusto, ha concentrato il meglio della produzione locale della Liguria di Levante, ad oggi primo e unico esempio di concentrazione di eccellenze. Il cliente ha aspettative sempre maggiori e solo un mix equilibrato di opportunità può soddisfarlo.
Editoriale
Il nostro Parlamento potrebbe approvare in tempi molto rapidi una legge che limita la liberalizzazione delle aperture dei negozi. Una controriforma di sapore antico e retrogrado, guidata dal Movimento 5 Stelle e da nutrite frange di PD e Forza Italia e che purtroppo vede compatta sul fronte pro liberalizzazioni solo la sparuta pattuglia di Scelta Civica. Un nonsenso nell’era del governo modernizzatore, giovane, del “passo dopo passo”… indietro? Ma per fortuna lo stesso governo propone anche un deciso salto in avanti. Il decreto legge denominato “Sblocca Italia”, approvato lo scorso 13 settembre, libera finanziamenti per numerose infrastrutture, tra cui alcune aeroportuali – buona notizia – e introduce un fatto a dir poco rivoluzionario. L’articolo 18 di questo decreto infatti stabilisce che per gli affitti commerciali, con canone annuo superiore ai 150mila euro, la contrattazione avverrà liberamente tra le parti. E quindi se il decreto verrà approvato definitivamente, ad esempio, saluteremo l’utilizzo della “cessione ramo d’azienda” che oggi contrattualizza numerose unit di centri commerciali: si liberalizza il mercato degli affitti commerciali per superfici e location significative. Evviva!
Dario Pistone, Managing Director di AVM (Added Value Management)
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Anno 9 numero 10 ottobre 2014 © Ph. EpicStockMedia
Direttore responsabile Andrea Aiello In redazione Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it Stefano Masin - stefano.masin@retailfood.it Contatti info@retailfood.it - www.retailfood.it Hanno collaborato Massimo Luigi Andreis, Fiorenza Auriemma, Alessandro Barzaghi, Antonio Bisci, Italo Bussoli, Carmen Chieregato, Giovanni Cobolli Gigli, Giulia Comparini, Luca Esposito, Simone Filippetti, Fulvio Fassone, Stefano Gardini, David Jarach, Paolo Lombardi, Pietro Malaspina, Dante Marro, David Montorsi, Roberta Motta, Enrico Pazzali, Mario Resca, Leopoldo Resta Impaginazione Claudio Rossi Oldrati Foto Archivio Edifis, Flickr, Fotolia, iStockphoto Pubblicità dircom@edifis.it Traffico pubblicitario Roberta Motta - roberta.motta@edifis.it Stampa Aziende Grafiche Printing S.r.l. - Via Milano 3/5 – 20068 Peschiera Borromeo (MI) Prezzo di una copia € 5,00 – Arretrati € 10,00 Abbonamento Italia: € 50,00 Europa: € 90,00 Resto del mondo: € 110,00 abbonamenti@edifis.it Amministrazione amministrazione@edifis.it
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SOMMARIO
n°10 ottobre 2014 56
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24 NEWS PRIMAE NOCTIS Schizofrenia legislativa
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L’OPINIONE di Dario Pistone Outlet e Territorio, il binomio vincente
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R&F NEWS
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R&F NEWS OPENING
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INDICE R&F Tempi duri per il lusso
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OSSERVATORIO PREZZI 22 Una pausa nell'outlet La redazione di retail&food è andata a visitare tre factory outlet centre prendendo in esame i prezzi di un paniere di prodotti food&beverage in vendita nelle insegne presenti in ciascuno di essi. STAR TREK FOOD Destinazione America Graffiti
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TAGLIO NASTRO SPECIALE 28 The Brian&Barry Building: 12 Vertical Experience a San Babila Aperto a marzo nel cuore di Milano, il nuovo department store da 12 piani mira a inserirsi tra l’offerta di La Rinascente e quella di Excelsior. Tuttora in evoluzione, a settembre ha ultimato il restyling del livello terreno, creando una gallery experience, ed entro fine anno completerà la Vip Room sulla terrazza in copertura.
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LONG LIFE 32 Fiumara Shopping & Fun, la rinascita di Genova Sampierdarena Esempio virtuoso di recupero urbano, il centro Fiumara sorge laddove sino agli anni ’70 erano operative le acciaierie Ansaldo. Il complesso Shopping & Fun, anima di un più ampio progetto a destinazione residenziale, commerciale, direzionale, artigianale e servizi, conta 120 negozi e 11 milioni di visitatori l’anno. DOSSIER AEROPORTI 36 Leonardo da Vinci work in progress Il principale scalo romano è in continua evoluzione. Cambiamento e miglioramento sono le parole d'ordine che alimentano il master plan di AdR, il cui prossimo step sarà l'inaugurazione del nuovo avancorpo e l'area d'imbarco F. 12mila mq dedicati a spazi commerciali e servizi ai passeggeri. RISTORAZIONE FRANCHISING 42 Formula anticrisi Anche nel 2013 l’affiliazione resiste alla riduzione dei consumi consentendo all’offerta f&b dei franchisee di crescere ancora, in Italia e all’estero.
ANALISI MERCATO 56 La Gdo frena e cerca nuove strade La Grande distribuzione è in passivo. Crisi, disoccupazione, deflazione, sono solo alcune delle cause che hanno portato a questo forte calo dei consumi. Parola d'ordine per i retailer: strategia e innovazione. NEWSTECH&ARREDO
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INTERNATIONAL
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VETRINA
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LA FOTO
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LA PULCE NELL’ORECCHIO Luxottica: la crisi, il divorzio e il Dopo-Guerra
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PAROLA DI… LAURA ANDREOLETTI 50 Neinver Italia: «Crescono footfall e vendite. Non si escludono nuove acquisizioni» RETAIL MANAGEMENT SPECIALIST KPI (key performance indicator) – Indicatore chiave di prestazione
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MYSTERY IN ALTO MARE Piombino – Olbia e ritorno su Moby Lines
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RUBRICHE STOCK OPTION COMUNICAZIONE DI SERVIZIO NEW MARKETS OUTLOOK INVIATO SPECIALE COSA OCCORRE SAPERE PER...
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r&f News SIGLATO L’ACCORDO TRA LO SHOPINN E AVM
AUTOSTRADE, TUTTE LE GARE SOSPESE
U Inaugurato lo scorso aprile con 65 punti vendita all’attivo, lo Shopinn di Brugnato (SP) è entrato a far parte del portfolio di AVM (Added Value Management). La firma del Consorzio Shopinn, siglata ad agosto, segna l’accordo di collaborazione per la gestione delle attività utili e propedeutiche al raggiungimento degli obiettivi consortili. Tale accordo prevede, in particolare, la promozione e lo sviluppo di ogni singolo operatore e di Shopinn nel suo complesso anche mediante l’organizzazione di eventi, iniziative e campagne pubblicitarie, il coordinamento dell’attività dei consorziati e la creazione di un sistema collaborativo per ottenere maggiori vantaggi collettivi, il raggiungimento dei migliori risultati in tema di marketing e marketing territoriale. AVM, che fa capo a Stilo Immobiliare Finanziaria, gestisce in Italia diversi progetti retail, sia a prezzo outlet sia full price, tra cui quelli del fondo americano Blackstone (Franciacorta e Valdichiana Village).
n’importante novità per gli operatori autostradali della ristorazione. La crisi del settore, rappresentata nel servizio pubblicato sul lug/ago di r&f non trova una soluzione ma sicuramente una pausa, auspicata da numerosi operatori. Secondo un’autorevole fonte di mercato, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dopo aver presentato un ‘atto di indirizzo’ all’Autorità della Concorrenza e del Mercato finalizzato alla realizzazione di un piano che prevede una profonda ristrutturazione delle aree di servizio autostradali, ha ottenuto dalla medesima Autorità il placet per una proroga tecnica di 18 mesi degli attuali affidamenti (fino al 31/12/2015). I 18 mesi dovrebbero essere sufficienti a elaborare il piano di ristrutturazione della rete e quindi ad avviare nuove gare per l’affidamento dei servizi di ristoro. Nel frattempo il Ministero ha invitato tutte le concessionarie autostradali a sospendere le ‘procedure competitive’, anche quelle già predisposte e avviate. A questo si è aggiunta la convocazione di AIGRIM (Associazione Imprese Grande Ristorazione Multilocalizzate) al tavolo promosso dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ha avuto luogo lo scorso 4 settembre, per discutere della ristrutturazione dei punti vendita in autostrada.
Stock option
EUROPA: SU GLI INVESTIMENTI IMMOBILIARI RETAIL NEL Q2 A dispetto della stagnazione economica dell’Unione Europea, sul fronte dell’immobiliare retail i dati relativi agli investimenti sono incoraggianti. A certificarlo è Jones Lang LaSalle, che quantifica in 9,6 miliardi di euro il volume della transazioni nel secondo trimestre: un dato in crescita dell’86% rispetto ai 5,2 miliardi ottenuti nello stesso periodo del 2013. Altrettanto positivo è stato quindi il volume del primo semestre del 2014, pari a 16,4 miliardi: il 44% superiore al volume della prima metà del 2013 e il 35% sopra la media del primo semestre degli ultimi cinque anni. Il Q2 è stato caratterizzato da operazioni di rilievo in alcune principali città europee, quali Londra e Parigi. La più grande transazione è stata l’acquisto per 805 milioni di euro di una quota del 30% del Shopping & Leisure Center Bluewater, situato nel Kent, da parte di Land Securities.
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Lindt Il cioccolato piace moltissimo, anche ai ladri. Nel corso degli ultimi mesi tonnellate di praline Lindt sarebbero sparite da un centro logistico lodigiano, dove erano stoccate in attesa di essere spedite verso l’estero. Ai furfanti almeno un brutto mal di pancia! Cibo Bio Le vendite di prodotti biologici nell’ultimo decennio sono aumentate del 220%, solo nei primi cinque mesi del 2014 del 17%. Lo afferma Nomisma in un recente studio. La conferma che le nicchie rendono, bene. SignorVino Sandro Veronesi, patron di Calzedonia (più Intimissimi e Tezenis) ha lanciato un nuovo concept retail SignorVino, dedicato al mondo di Bacco. Quattro aperture tra Milano e Verona, ad oggi. Ma se va come per calze e mutandine… c’è da attendersi il botto.
Russia Chi ha ragione tra Putin e Kiev? Difficile a dirsi ma resta il fatto che per il nostro export verso Mosca (arredo, moda, alimentari) butta molto male. Non fate la guerra, mettete dell’export nei vostri cannoni! Bialetti Lo storico brand dell’omino coi baffi punta con sempre più decisione sul retail. Cala il fatturato complessivo del gruppo ma cresce decisamente quello dei monomarca che con 14,4 milioni costituiscono il 20,5% del totale. Autostrade Congelate fino a dicembre 2015 tutte le gare autostradali per l’assegnazione di servizi oil e ristoro nelle aree di servizio. La mossa, attesa ma non scontata, è del Ministero dei Trasporti che ora dovrà predisporre un piano per razionalizzare (= tagliare) la presenza delle aree lungo le autostrade. Auguri!
eBay Avete mai provato a vendere un oggetto di valore su eBay? Non fatelo. Noi abbiamo tentato, con una videocamere professionale. Un disastro: assaltati da truffatori (esteri) siamo entrati nel gorgo di una penosa customer experience post vendita. Chi l’avrebbe mai detto… McDonald’s China No vegetable! Chi la scorsa estate ha viaggiato per la Cina e non si è voluto far mancare un morso d’Occidente, ha fatto una scoperta sconcertante: in numerosi ristoranti di diverse città non erano disponibili verdure per panini & co. Clienti avvisati e McStandard saltati. Expo A poco più di sei mesi da Expo 2015 l’assegnazione degli spazi di ristoro del Padiglione Italia (Tar, ricorsi, polemiche…) e dell’intero Expo (gare deserte) è al palo. Considerando che il tema di Expo è l’alimentazione… Va beh dai, lasciamo perdere.
CHEF EXPRESS, AVVIATE LE “NUOVE” AREE DI SOSTA
UN DEPARTMENT STORE DEL LUSSO AI PIEDI DEL TITANO
S
C
ono tutte a regime le otto aree di sosta che Chef Express ha acquisito dall’ultima gara di affidamento bandita da Autostrade per l’Italia. Tra queste spiccano le due grandi aree a ponte di Feronia (A1-Roma Nord) e Frascati (A1-Roma Sud), porte di accesso alla Capitale e simbolo storico della ristorazione autostradale nel nostro Paese. È la prima volta, sottolinea la società del Gruppo Cremonini specializzata nelle attività di ristorazione in concessione, che questo tipo di asset viene affidato a un nuovo operatore. Le altre aree che si è aggiudicata Chef Express sono Chienti Ovest (A14 Ancona – Bari, Sant'Elpidio a Mare), Montefeltro Est (A14 Ancona – Bologna, Riccione), Lucignano Ovest (A1 Firenze – Roma, Lucignano), Peretola Nord (A11 Firenze Mare, Sesto Fiorentino), Tevere Est (A1 Roma – Firenze, Civitella d'Agliano) e Tuscolana Ovest (A1 Roma – Napoli). Complessivamente la società del Gruppo Cremonini prevede che il fatturato dei nuovi locali, di cui la durata contrattuale varia tra i 12 e i 18 anni, si attesti a circa 19 milioni di euro all’anno.
irca 60 milioni di euro di investimento, per un fatturato annuo stimato tra i 50 e gli 80 milioni, e soprattutto una superficie di vendita di 15/20mila mq con 50/70 negozi dedicati alle griffe dell’abbigliamento internazionali del lusso. Più circa 1.400 mq di ristorazione. Questi i numeri del progetto denominato “Luxury Department Store San Marino”, che dovrebbe vedere l’inizio del lavori nei primi mesi del 2015 e il taglio del nastro in tempo per la stagione primavera/estate 2016. Secondo quando riporta la stampa locale, l’area su cui insisterà l’iniziativa dovrebbe essere quella dell’ex Queen Outlet a Ponte Melilli a Dogana, che verrebbe acquistato per poi essere ampliato e ammodernato. La delibera per tali lavori è già stata emanata dal Congresso di Stato, che ha concesso importanti sgravi alla luce degli impatti positivi sull’occupazione e sul gettito fiscale.
LA SECONDA VITA DEL A BLACKSTONE PIACCIONO ROMAGNA SHOPPING VALLEY GLI OUTLET ITALIANI
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renta aperture tra settembre e novembre nel rinnovato e ribattezzato Romagna Shopping Valley. I primi brand a fare il loro ingresso nel nuovo polo di Savignano sul Rubicone (FC) sono stati H&M, Sephorà, Cotton & Silk, Celio, Chicco, Kasanova+, Bialetti Store e Sergent Major. Dopo circa un anno di lavori e un investimento che negli ultimi tre anni è arrivato a quota 100 milioni di euro, nei giorni scorsi è stato completato il progetto di riqualificazione dell’ex Romagna Center. L’operazione, che ha come protagonisti Immobiliare Gallerie Commerciali Spa – detenuta da Gruppo Klépierre – in collaborazione con Gruppo Finiper, ha visto la demolizione di una porzione dell’ex parco commerciale, la realizzazione di una galleria commerciale unita al centro preesistente e l’ammodernamento di quest’ultimo, affinché le aree vecchie e quelle nuove fossero armonizzate. A completamento sono stati ridefiniti la viabilità e il parcheggio. Il centro è servito, inoltre, dalla pista ciclabile che si estende lungo tutto il perimetro del polo consentendo un facile collegamento con i centri abitati circostanti. Arrivando ai numeri dell’iniziativa, il Romagna Shopping Valley vanta 90mila mq dedicati allo shopping, un ipermercato, 25 mega store, 12 sale cinematografiche e 10 aree food & restaurant. Il potenziale di visitatori annui ammonta a 15 milioni. Sul fronte strutturale, invece, la nuova galleria, la cui costruzione è stata affidata al general contractor Cantieri Italiani – Gruppo Carlo Maresca SpA, in continuità con l’esistente, presenta una cupola ellissoidale con una lunghezza di 40 metri e un’altezza da terra di circa 12 metri. Legno, marmo, vetro e acciaio sono alcuni dei materiali utilizzati per l’allestimento con l’obiettivo di creare un’atmosfera elegante, un ambiente dedicato al comfort e al wellness.
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l fondo americano Blackstone continua a fare shopping nella Penisola. A finire nelle sue mani, questa volta, sono stati i due factory outlet centre di Mantova e Molfetta (BA), alla cifra di 123,7 milioni di euro, di cui 106,6 saranno pagati al closing e 15 in 12 mesi, tenendo conto del debito rimasto nelle attività cedute che ammonta a circa 2 milioni di euro. A vendere è stata la società Fashion District, controllata al 56,7% da Mittel, mentre l'acquirente è il fondo Moma (dalle iniziali di Molfetta e Mantova), sottoscritto, appunto, da entità riconducibili a Blackstone Real Estate Partners IV e gestito da Idea Fimit Sgr. Con questa operazione, il fondo americano diventa uno dei principali proprietari di Foc sul territorio italiano.
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News JLL, TIAA HENDERSON E SVICOM, INSIEME PER IL RILANCIO DEL CC “IL PONTE”
A WESTFIELD IL 75% DEL MEGA CENTRO DI SEGRATE
A Un accordo quadro volto al rilancio e al riposizionamento strategico del centro commerciale “Il Ponte” di Pontecorvo (FR): questo è l’obiettivo della partnership avviata da JLL, TIAA Henderson Real Estate e Svicom, che comprende la gestione, la commercializzazione e le attività di asset e property management. In particolare, Jones Lang LaSalle svolgerà il ruolo di referente nell’interesse dei proprietari in relazione al coordinamento di tutti i servizi svolti dall’asset manager e dal property manager, oltre a occuparsi del leasing del centro. L’asset management sarà curato da TIIA Henderson Real Estate, con specifico riferimento al settore retail. Infine, il property management sarà a sua volta a carico dalla società Svicom. “Il Ponte”, di proprietà di Banca Italease e Mediocredito Italiano (Gruppo Intesa Sanpaolo), è stato inaugurato nel 2007, conta una Gla di oltre 13mile mq e ospita 32 punti vendita.
UN CENTRO COMMERCIALE NEL CUORE DI GORIZIA Si chiamerà Centro commerciale Ganassin 55 e nascerà nel cuore di Gorizia, nell'isola pedonale di corso Verdi. La proprietà è della famiglia Ganassin, che già possiede la catena di negozi Sorelle Ramonda e il Gruppo Fratelli Ganassin. La particolarità del progetto, oltre a essere in un centro cittadino, è che insiste su un palazzo storico che per anni è stato la sede della Standa. Si tratta di una superficie commerciale di vendita distribuita su vari piani pari a 3.800 metri quadrati. Obiettivo della famiglia Ganassin è valorizzare al massimo il palazzo. Al pianoterra sarà presente un supermercato Despar, mentre Sorelle Ramonda traslocherà al primo piano. Per quanto riguarda il secondo e terzo livello sono in corso trattative con diversi marchi. Grazie a un’architettura di nuova concezione, la struttura open space permetterà una visione d’insieme già all’entrata.
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ll’inizio del 2015 il fondo australiano Westfield Corp. dovrebbe salire al 75% dell’assetto proprietario del mega centro commerciale di Segrate, più comunemente identificato con il nome di Westfield Milan. Gruppo Percassi, al momento socio al 50% dell’iniziativa immobiliare attraverso Gruppo Stilo, vedrebbe quindi scendere la propria partecipazione al 25 per cento. Questa operazione segue quella del 2011, quando Westfield aveva rilevato una prima quota del 50% dando vita a una joint venture con lo sviluppatore Gruppo Stilo. A monte, in questa circostanza, vi è la volontà del partner straniero di incrementare l’investimento sul maxi complesso retail sino a 1,4 miliardi di euro, a fronte di uno scenario complessivo divenuto più favorevole. A rendere nota l’intenzione del developer australiano è stato Steven Lowy, fondatore e co-amministratore delegato di Westfield, che ha precisato come la costruzione del mall da 1,8 milioni di mq inizierà tra il 2015 e il 2016 e che ci vorranno circa tre anni per completarlo. Il Gruppo prevede inoltre una capacità di vendita per Westfield Milan simile a quella di Westfield London, che nel 2013 ha generato un fatturato pari a 982 milioni di sterline. Stando a quanto riportato da Il Sole 24 Ore, il cambio nell’assetto societario consentirebbe comunque a Gruppo Percassi di mantenere un ruolo di primo piano nella commercializzazione e nella gestione degli insediamenti commerciali.
Comunicazione di servizio
A cura di Acqua Group - www.acquagrouo.it
DA FLAGSHIP A TEMPORARY: UNA POSSIBILITÀ?
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ll'inizio sono stati solo flagship store: l'icona per tutti è stata, chiaramente, Apple. La comparsa dei pop up store, ossia i punti vendita temporanei, ha allargato la possibilità di disporre di un flagship anche a molti altri marchi, operanti nei più svariati comparti merceologici: dalla tecnologia, al fashion, al beauty, sino all'alimentare. I Magnum Pleasure Store ne sono un esempio. Anche solo per un periodo limitato, brand tradizionalmente legati alla grande distribuzione e ai suoi spazi, hanno la possibilità di creare una propria vetrina esclusiva, usufruendo di tutti i vantaggi che un flagship può offrire: un negozio “ammiraglia” in cui il marchio può comunicare e far sperimentare la propria “essenza”. Una perfetta commistione tra attività di vendita e, soprattutto, attività di comunicazione. Piazza latitante, dal punto di vista dell'offerta temporary, è però quella che potremmo considerare una tra le location più appetibili: i centri commerciali. Dal momento che in Italia è, nella quasi totalità delle realtà esistenti, preclusa la vendita negli spazi promozionali locabili nelle gallerie commerciali, tali spazi possono essere utilizzabili solo a fini promozionali, di brand activation e di
generazione di store traffic, ma non di vendita diretta. L'utilizzo dei punti vendita sfitti all'interno delle gallerie per la creazione di temporary shop potrebbe essere una grande opportunità in questo ambito, ma pochissimi sono i casi di effettiva realizzazione, grazie anche ai macchinosi ingranaggi burocratici, tipici del nostro Paese.
Davide Arduini (a sx) e Andrea Cimenti (a dx) Presidente di Acqua Group e Amministratore Delegato di Acqua Group
News BIALETTI: LA RIPRESA PASSA DAI MONOMARCA Lo sviluppo di monomarca a gestione diretta rappresenta la strategia principale intrapresa da Bialetti per uscire dalla crisi. E i dati dell’ultima semestrale lo confermano: a fronte di ricavi netti pari a 70,3 milioni di euro, in calo rispetto ai 73,6 del medesimo periodo dello scorso anno, l’unica nota positiva è rappresentata dal fatturato dei negozi diretti. Questi, infatti, pesano ormai per il 20,5% dei ricavi del Gruppo e si attestano a quota 14,4 milioni, pari al +34 per cento. Il piano di opening prevede quindi 25 nuovi Bialetti Store, di cui 9 già avviati, che l’azienda intende aprire entro il 2014. La rete vendita del brand specializzato in oggettistica per la casa, in particolare per la cottura e accessori da cucina, include shop all’interno di centri commerciali, outlet e in diverse città.
GCI: TRE ASSET DA 266 MILIONI NEL FONDO ANTIRION RETAIL
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perazione da 266 milioni di euro di valore per Gallerie Commerciali Italia (GCI), filiale al 100% di Immochan. La società appartenente al Gruppo Auchan ha annunciato il trasferimento di un proprio portafoglio composto da tre gallerie commerciali a un fondo immobiliare denominato “Antirion Retail/Comparto Gallerie Commerciali”, gestito da Antirion Sgr. Il portafoglio comprende i mall di Mestre, Bussolengo (VR) e Mesagne (BR), per una superficie totale di quasi 60mila metri quadrati. L’operazione include l’ampliamento futuro dello shopping centre di Bussolengo, che sarà trasferito al fondo al momento della sua apertura, mentre non comprende gli ipermercati, che restano di proprietà di Auchan Spa. GCI manterrà una partecipazione di minoranza nel fondo e assicurerà i servizi di property e leasing management degli asset. L’investitore di maggioranza è la fondazione E.N.P.A.M., ente nazionale di previdenza e assistenza dei medici e degli odontoiatri. «Dal 2013, abbiamo avviato una gestione dinamica del portafoglio – dichiara Edoardo Favro, amministratore delegato di GCI –, realizzando operazioni finanziare finalizzate a reinvestire in Italia per il remodeling e l’ampliamento di altri centri commerciali Auchan. Dopo l’ampliamento delle gallerie di Mestre e Vimodrone alla fine del 2013, si prevede entro il 2018 di investire 150 milioni di euro per gli ampliamenti di gallerie in diversi siti tra cui Rescaldina nei pressi di Milano, Piacenza, Fano e Taranto». L’operazione con il fondo Antirion Retail conferma anche la strategia di crescita di Immochan a livello internazionale, che prevede circa 70 progetti di creazione e ampliamento di centri commerciali nei prossimi 3 anni, con un investimento totale pari a 1,7 miliardi di euro.
NEW MARKETS OUTLOOK a cura di STRA_BRANDING
www.strabranding.com
E-COMMERCE IN CINA: CRESCITA SENZA FINE L’importanza del business e-commerce in Cina è ormai un dato di fatto. Infatti, in base a una recente ricerca condotta dall’Hong Kong Trade Development Council (HKTD), l’83% dei cinesi acquista online e il 27% di questi effettua mediamente acquisti su base mensile. Ma questo fenomeno è destinato ad avere crescite rilevanti anche in futuro in quanto, oltre alla maggiore sicurezza nei pagamenti elettronici e al miglioramento dell’efficienza del sistema logistico, ci sono importanti fattori che testimoniano in tal senso: - INTERNET POPULATION: nel 2013, gli utilizzatori di internet sono stati circa 620 milioni, il 46% della popolazione, ma tale percentuale è ancora molto inferiore rispetto a quella che si registra nei mercati maturi, come ad esempio Stati Uniti (78%) o Giappone (80%); - ONLINE SHOPPER POPULATION: oltre alla crescita degli utilizzatori di internet, cresce parallelamente anche il numero di acquirenti online, oggi circa 300 milioni (49%) ma solo tre anni fa era poco più della metà; - MOBILE PHONE INTERNET ACCESS: nel 2013, l’81% degli utilizzatori cinesi di internet ha navigato online tramite il proprio tablet o mobile (mentre l’utilizzo del computer o del PC portatile ha rappresentato rispettivamente il 70% e il 44%). Questa modalità è destinata ad aumentare grazie al miglioramento della rete wireless, sempre più diffusa nel territorio, unitamente ai prezzi più accessibili degli smartphone; - ONLINE SHARE: la quota degli acquisti online rispetto al totale delle vendite retail sta crescendo rapidamente (dall’1,4% del 2008 al 7,8% del 2013, con una stima del 10% nel 2015) ed è destinata a crescere ancora grazie al sempre più alto numero di marchi e retailer che operano online e alla maggiore offerta di prodotti e servizi che stimola il desiderio e la frequenza del processo di acquisto (il numero medio di acquisti nell’arco di un periodo di 6 mesi è
cresciuto negli ultimi 3 anni da 14 a circa 20); - PRODUCTS PURCHASED: l’81% degli acquirenti online compra abbigliamento e calzature grazie ai prezzi competitivi e al basso rischio di danni durante il trasporto. Molti negozi online si stanno organizzando per offrire un servizio di reso gratuito nel caso la taglia o il fitting non siano corrispondenti alle attese. - ONLINE CONSUMERS: nonostante i principali consumatori internet in Cina siano compresi nella fascia di età 18-30, la quota di consumatori di età più matura (sopra i 40 anni) è in aumento (dal 5% del 2011 al più del 10% nel 2013). Questi ultimi hanno redditi disponibili più alti che rendono accessibili prodotti più cari e di qualità maggiore. Luca Esposito
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News PALMANOVA OUTLET VILLAGE: CRESCONO I FLUSSI E L’OFFERTA
Impennata del footfall e nuovi brand in arrivo. Al Palmanova Outlet Village (UD) gli ultimi mesi sono stati particolarmente caldi, in virtù di una crescita dei visitatori pari al 20% sia a luglio sia ad agosto, alimentata dalla presenza dei turisti: il 50% dei visitatori nel periodo estivo è arrivato dai paesi confinanti o ha trascorso le vacanza nel Friuli Venezia Giulia. E l’autunno si prospetta altrettanto intenso, con l’arrivo di tre marchi del fashion del calibro di Lee Wrangler, Liu Jo uomo e Dekker, a cui si somma l’ampliamento dello store Calvin Klein. In particolare per Dekker si tratta del primo outlet shop in Italia. Il piano di aperture portato avanti da Promos si andrà quindi ad arricchire, dopo aver annoverato altre otto nuove insegne nel corso del 2014: Hilfiger Denim, Desigual,Piquadro, Ki6?, L’Erbolario, Pupa, Calligaris ed Excelsa.
MONDADORI GUARDA AL FUTURO Insegna rinnovata e razionalizzazione della rete sono i punti chiave del refresh avviato da Mondadori. I megastore metteranno l'accento sull'ampiezza dell'offerta grazie alle dimensioni e alla presenza nelle maggiori città; i Mondadori Bookstore saranno la nuova insegna delle librerie, sia dirette sia in franchising; i Mondadori Point identificheranno i punti vendita anche nelle piccole realtà cittadine, in grado di diversificare l'offerta con prodotti edicola e cartoleria. Inoltre, l'obiettivo per la fine del 2014 è raggiungere 42 nuove aperture di cui 40 in franchising e due dirette. Più ambizioso ancora il progetto per i prossimi 3-4 anni che, come ha spiegato Mario Maiocchi, amministratore delegato di Mondadori, punta ad arrivare a mille store. Attualmente i negozi sono 600 di cui 550 in affiliazione e 50 diretti, con un ricavo nel 2013 di 225 milioni di euro.
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Inviato speciale
PREMIUM SHOPPING: IL DETTAGLIO ‘BRANDED’ Dopo aver esplorato il futuro del dettaglio non-branded, questo mese desidero focalizzare l’attenzione sui progetti dedicati ai marchi top, che stanno diventando sempre più attuali e competitivi. Dubai Mall (EAU), Mall of the Emirates (EAU) Ion (Singapore), Westfield London (UK) e Morocco Mall (Marocco) sono alcuni dei più lussuosi shopping mall al mondo, per i quali ogni nuovo progetto è diventato più elegante del precedente.
C
iò che non si è ancora compreso pienamente è che il futuro dello shopping premium, di lusso, richiederà molto di più del solo spettacolare design architettonico: sarà sempre più importante il livello dei servizi ‘personalizzati’offerti. Lo shopping mall di lusso del futuro ci coccola, è tranquillo e rilassante, fatto di spazi multi sensoriali gratificati dalle luci più confortevoli e da profumi evocativi. La conoscenza approfondita dei singoli clienti di questi mall consentirà agli assistenti di vendita di sapere non solo il loro nome, ma anche i loro gusti e le preferenze dal momento in cui entrano nel negozio, assicurandosi che possano trovarsi completamente a proprio agio. Ciononostante, mentre il servizio renderà l’offerta lussuosa, questo non deve generare costi supplementari. I clienti non dovrebbero pagare un extra per utilizzare il personal shopper, il parking valet o ogni altro lusso ‘basic’, perché questi sono tutti incentivi per attirare il cliente nel mall, incoraggiandolo a spendere più tempo e denaro in acquisti, intrattenimento e food. L’onere di queste attività ricadrà invece sui proprietari e sul management dei mall, ma questo sarà bilanciato dall’aumento dei ricavi e dei canoni di affitto. Se l’architettura e il livello dei servizi sono al top, ogni margine sugli affitti sarà possibile in rapporto al beneficio ottenuto dall’essere parte di un progetto eccezionale. Il prossimo progetto di Design International, Centerfalls in Libano, è il perfetto esempio di questa enfasi sui servizi. Il progetto è fatto per diventare il primo Designer
retail&food - ottobre 2014 VIP Hall del Cleopatra Mall - Il Cairo
Ion - Singapore Outlet Resort al mondo. Come suggerisce questa definizione, Centerfalls combina lo shopping di lusso con l’esperienza di un hotel a cinque stelle. Grazie alla terrazza sul tetto e alla piscina all’aperto, i clienti possono avere la sensazione di essere in vacanza e in relax, godendosi una cena di alta qualità nei ristoranti sulla terrazza e ricevendo un servizio a livello di quelli di un hotel di lusso. Cleopatra Mall al Cairo, un altro progetto ‘iconico’ di Design International con apertura programmata per settembre 2016, avrà una grande area VIP con servizi speciali come una sartoria su misura. Davide Padoa, CEO di Design International www.designinternational.com
News cosa occorre sapere per...
a cura dello Studio Legale Cocuzza & Associati di Milano
Quando il franchisee è più forte del franchisor – 2
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ome già ricordato la legislazione e la giurisprudenza in tema di franchising hanno generalmente a cuore la protezione del franchisee, considerato parte debole. Tuttavia non è infrequente che il franchisee costituisca in realtà la parte forte del rapporto e ciò può essere dovuto a una serie di fattori, quali il paese in cui opera il franchisee, la dimensione della società oppure più semplicemente l’inesperienza del franchisor. Vale qui la pena di approfondire alcuni aspetti contrattuali che molto spesso vengono tralasciati e che in queste condizioni di superiorità del franchisee possono diventare veri e propri incubi e rendere di fatto ricattabile il franchisor. La firma di un contratto Può accadere che retailer o player della ristorazione anche importanti si trovino a operare senza alcun contratto con il proprio affiliato commerciale. I motivi per cui ciò accade sono i più vari. Talora ciò deriva dal fatto che l’affiliazione non è che l’evoluzione di una relazione commerciale già esistente ma non formalizzata (che si sostanzia in singole vendite non sistematiche). La mancanza di contratto è da evitarsi nella maniera più assoluta, almeno per due ordini di motivi. Il primo, più squisitamente giuridico: il contratto di franchising deve farsi per iscritto a pena di nullità. Il fatto che manchi totalmente un contratto mette in dubbio la relazione commerciale e presta il fianco a riqualificazioni pericolose (anche giuslavoristiche). Si aggiunga che all’affiliato è dovuta una informativa precontrattuale piuttosto dettagliata, da consegnarsi almeno 30 giorni prima della stipula del contratto: spesso tale informativa è totalmente mancante, e ciò espone senza ombra di dubbio il franchisor a potenziali azioni del franchisee. Il secondo motivo è che in assenza di un contratto non sono regolati gli aspetti fondamentali del rapporto, quali: (i) durata, (ii) corrispettivi (iii) garanzie per i pagamenti (iv) protezione della proprietà intellettuale (v) gestione dei punti vendita (vi) rispetto del concept (v) ripartizione delle spese. In questa sede vale la pena di approfondirne due che assumono grande rilevanza nella pratica. Tutela del brand e dell’intellectual property. Firmare un contratto di affiliazione commerciale vuole dire mettere la propria immagine e proprietà intellettuale nelle mani del proprio partner. Si tratta di
un atto di fiducia ed è necessario essere previdenti per il caso che tale fiducia venga tradita. L’autotutela, però, non è consentita: le clausole di accesso a un punto vendita in assenza di consenso del gestore, talora presenti nei contratti, sono di fatto inutilizzabili perlomeno nel contesto italiano, in quanto il rischio è che l’accesso contro la volontà del possessore assuma rilevanza penale. È necessario dunque regolare efficacemente la gestione della proprietà intellettuale in costanza di contratto e dotarsi di strumenti efficaci per il caso che vi sia una violazione. Si potranno perciò prevedere penali, diritti di escussione di garanzie, o, per i casi più gravi, clausole di automatica risoluzione del contratto. Garanzie sui pagamenti Come qualsiasi relazione commerciale anche quella con il franchisee può incrinarsi a seguito di mancati pagamenti di quest’ultimo. Con la differenza che il soggetto inadempiente sta gestendo un punto vendita a insegna del brand e l’arma più forte nelle mani dell’affiliante, cioè cessare o diminuire le forniture come strumento di pressione per ottenere il pagamento, può rivelarsi controproducente. Si vuole infatti evitare che il punto vendita rimanga sguarnito o – peggio – sia forzato alla temporanea chiusura, fornendo ai consumatori un’immagine negativa. In un simile scenario, l'azienda potrebbe trovarsi in una situazione di scacco e sarebbe costretta a sperare che la controparte rientrasse del debito e nel frattempo continuasse le vendite riprendendo almeno per le nuove forniture la puntualità nei pagamenti. La soluzione continua a essere: fornirsi di garanzie forti, anche se, come sappiamo, soprattutto in Italia, sono tutt’altro che facili da ottenere. Avv. Alessandro Barzaghi Per informazioni e quesiti gli Avvocati Giulia Comparini gcomparini@cocuzzaeassociati.it e Alessandro Barzaghi abarzaghi@cocuzzaeassociati.it saranno lieti di rispondervi.
APPUNTAMENTO A MAPIC CON RETAIL&FOOD Archiviata la stagione estiva, si avvicina come ogni anno l’evento più importante e affascinante dedicato al mondo del retail real estate: il Mapic di Cannes (19-21 novembre). E, come sempre, la redazione di retail&food sarà presente al Palais des Festivals per condividere con i protagonisti del mercato i principali trend del momento, che non mancherà di raccontare sui numeri successivi della rivista. Novanta città, 5 continenti, più di 8.300 partecipanti, tra cui 2.400 retailer, 2.300 developer, 334 investment companies, 1.400 brand emergenti e 400 nuovi marchi retail: questi gli asset del Mapic, a cui ci rivolgeremo con centinaia di copie attraverso una distribuzione ufficiale dedicata. Se volete partire per Cannes con retail&food e sfruttarne la visibilità contattateci all’indirizzo dircom@edifis.it.
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retail&food - ottobre 2014
News CINQUANTA BILLA A CONAD MISSIONE COMPIUTA PER UNIEURO A lla fine di giugno il Gruppo Rewe ha reso nota la volontà di lasciare il segmento dei Supermercati in Italia. In un primo pacchetto (soggetto all’ottenimento delle necessarie autorizzazioni regolatorie) sono state cedute 53 filiali Billa alla consociata italiana del Gruppo francese Carrefour. Il prossimo step riguarda l'acquisizione di 50 filiali della rete Billa, per lo più dislocate nella regione Veneto, da parte del Consorzio delle Cooperative dei Dettaglianti Conad. L’acquisizione verrà formalizzata dopo l’approvazione dell’Autorità Antitrust Italiana. Le parti hanno concordato di non rilasciare dichiarazioni sui dettagli del Contratto di Compravendita. L’accordo raggiunto tra il Gruppo Rewe e Conad prevede inoltre il trasferimento dei 1.220 collaboratori impiegati presso i negozi oggetto di cessione.
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retail&food - ottobre 2014
A
nnunciato a maggio e portato a termine in soli quattro mesi, il rebranding della nuova Unieuro è stato completato da SGM Distribuzione. Dopo il cambio di insegna delle ultime 6 regioni (Liguria, Marche, Molise, Piemonte, Umbria e Valle D'Aosta, per un totale di 66 punti vendita di cui 11 ex Marcopolo), Unieuro è diventata la catena di elettronica di consumo con maggiore capillarità e una rete di oltre 400 punti vendita su tutto il territorio nazionale. Parallelamente prosegue il piano di sviluppo di nuovi store. È stato infatti inaugurato, lo scorso 30 agosto, un negozio a Roma Prenestina: con una superficie di 1.500 metri quadri è il quarto locale aperto con il nuovo retail format. Anche in queste regioni, il rebranding è stato accompagnato da speciali promozioni e dalla campagna di comunicazione “I love”.
r&f News opening UN TEMPORARY NÀTTÙRA IN MILANO CENTRALE
Un nuovo concept store firmato Limoni
I
L'alimentazione naturale approda in Stazione Centrale a Milano con il nuovo temporary store di Nàttùra, celebre brand del gruppo Eurofood. Il marchio, che punta a offrire una cucina sana, equilibrata e gustosa, per lo sviluppo di questo progetto retail, ha scelto di affidarsi all'esperienza di Adverteam, che vanta una lunga collaborazione con Eurofood. Fino al 2 novembre, viaggiatori e lovers del marchio avranno la possibilità di immergersi completamente nel mondo Náttúra, scoprendo per la prima volta riunita assieme la vastissima gamma di prodotti, ideali per tutta la giornata: da una colazione buona e nutriente, a una pausa leggera, fino a un pasto creativo e salutare. Il design estremamente moderno di questo innovativo flagship, ribattezzato “Casa Náttúra”, rispecchia in pieno il mood del brand, creando un perfetto connubio tra semplicità, naturalezza, attenzione per i dettagli e style d’avanguardia.
ERIKA CAVALLINI SBARCA NEL RETAIL Dai multimarca al retail monomarca: Erika Cavallini ha scelto il Quadrilatero della moda di Milano per aprire il suo primo shop. Il negozio, avviato a metà settembre, si articola su 60 mq nella location di via Sant’Andrea, dove in precedenza aveva sede Costume National. Questa operazione non dovrebbe restare un unicum: al contrario sarebbe il primo tassello di una strategia distributiva che ambisce a presidiare le capitali della moda a livello internazionale: Parigi in primis. Al momento Erika Cavallini è presente in 400 boutique multimarca nel mondo e ha chiuso il 2013 a quota 7,4 milioni di euro di fatturato.
l 12 Settembre, a Milano in corso Buenos Aires 36, ha aperto il primo flagship store della bellezza firmato Limoni, il retailer italiano specializzato nel settore della profumeria selettiva con 400 punti vendita dislocasti sul territorio. Il nuovo concept punta a rivoluzionare il concetto di beauty store introducendo la beauty lounge: un vero e proprio centro di bellezza dove makeup, nail bar, eyebrow bar, trattamenti viso, decolleté e parrucchieri professionisti sono a disposizione della clientela gratuitamente. Nei 4 piani su cui si sviluppa, per un totale di oltre 400 mq (di cui 200 mq di beauty lounge), sono stati scelti marmi italiani, vetri e acciaio nelle nuance del moka, del tortora e dell’oro che, insieme a una illuminotecnica scenografica, conferiscono un’atmosfera moderna, avvolgente ed elegante. Al piano interrato ci sono le fragranze, al piano terra il make up giovane e selettivo, al primo piano tutti i prodotti per lo skincare e al secondo piano la Beauty Lounge. Per un comfort ulteriore, l’intero store è stato dotato di free wi-fi e di alcuni ipad, a disposizione dei clienti, per navigare, visionare le anteprime in arrivo o per lasciare suggerimenti e consigli.
Furla, nell’Emporium di Melbourne
C
on una superficie di 190 mq, la boutique aperta lo scorso 5 settembre a Melbourne è la più grande della regione Asia Pacifico a insegna Furla. La location è quella del nuovo Emporium Shopping Centre di Little Bourke Street. Per l’occasione la griffe di Bologna ha ideato un concept che valorizza l’universo Furla, i suoi valori, lo spirito creativo del brand e il suo stile sofisticato. «L’apertura del flagship store di Melbourne rappresenta un altro tassello della strategia di espansione di Furla a livello internazionale – afferma Eraldo Poletto, amministratore delegato di Furla – Il nuovo retail concept esprime i valori etici ed estetici del brand valorizzando la qualità e l’artigianalità dei propri prodotti. Grazie alla collaborazione con Luxury Retail Group, Furla potrà entrare a far parte a tutti gli effetti dello shopping district dell’Emporium di Melbourne». Tra i dettagli estetici della boutique spiccano gli elementi architettonici ispirati alla Villa restaurata del XVIII° secolo che ospita la sede del marchio a Bologna. Fondendo tradizione e modernità, lo spazio dagli alti soffitti è contraddistinto da toni naturali e tinte pastello, esaltati da una luce calda e morbida, ed è punteggiato di materiali preziosi quali legno di palissandro e marmo italiano, vetro opalescente e finiture in ottone.
retail&food - ottobre 2014
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News opening NAU! FA TRIS A CATANIA L’affiliato catanese ha aperto il suo terzo punto vendita a Misterbianco (CT), all'interno della galleria commerciale Centro Sicilia. Si tratta del terzo negozio NAU! in 3 anni. «Quando ho deciso di aprire il primo negozio cercavo qualcosa che rompesse gli schemi classici dell’ottica e la scelta è ricaduta su NAU! - ha dichiarato Salvo Pulvirenti, affiliato del brand varesino - Perché è un marchio innovativo che ha rivoluzionato il settore, ha spostato il posizionamento degli occhiali da presidio medico correttivo a prodotto fashion, assimilabile a un accessorio moda. Inoltre è stato in grado di proporre occhiali a prezzi competitivi senza mai perdere di vista la qualità e il design. La scelta iniziale è stata ben ripagata, infatti il ritorno rapido ci ha permesso di guardare al futuro con ottimismo» Dopo il centro commerciale Porte di Catania ed Etnapolis a Belpasso NAU! È quindi approdato al Centro Sicilia di Misterbianco, portando a 16 il numero di dipendenti.
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retail&food - ottobre 2014
Il Carrefour Market, nella versione Gourmet
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on l’obiettivo di diversificare e quindi di ampliare il proprio target di clientela, Carrefour ha dato vita a una versione Gourmet del proprio format Market: adatta alla spesa settimanale, in grado di rispondere alle crescenti esigenze di convenienza del consumatore e con un forte accento sulla customer experience. Aperto lo scorso 16 settembre in via Gramsci a Milano, il nuovo supermercato del colosso francese si espande su una superficie di circa 1.100 mq e presenta un assortimento di 11mila referenze, comprese quelle non food. Sul fronte delle merceologie, alla proposta base sono stati integrati 750 prodotti dell’eccellenza alimentare. Questo format disporrà inoltre di una nuova atmosfera, più rilassante, piacevole ed emozionante rispetto a quella che si trova in un semplice supermercato. L’esperienza di acquisto si completa attraverso la realizzazione di presentazioni, degustazioni ed assaggi.
Woolrich: dopo Amburgo e Miu Miu si fa in tre a Dubai New York, obiettivo Tokyo Tagliato il nastro agli shop di Amburgo e New York, Woolrich Woolen Mills ha messo in agenda l’apertura a Tokio, che dovrebbe avvenire intorno alla metà di ottobre. Gli opening nei prossimi tre anni dovrebbero essere 15 e coinvolgerebbero le principali capitali europee. Partendo dallo store tedesco, i 300 mq del punto vendita sono situati al numero 17 di Hohe Bleichen, mentre nella Grande Mela la location si trova a New York SoHo, al civico 125 di Wooster street. Quest’ultimo store dispone anche dei capi della linea di alta gamma Woolrich Woolen Mills, realizzata negli Stati Uniti. In dirittura di arrivo, a Tokio, uno spazio a Omotesando che venderà le collezioni uomo e donna.
Miu Miu apre a Dubai il terzo punto vendita della città, nel Mall of the Emirates, inaugurato nel 2005 e divenuto un’importante destinazione internazionale dedicata allo shopping e al tempo libero. Nel 2010 è stato costruito The Fashion Dome, una nuova e spettacolare estensione dedicata al lusso che aggiunge oltre 40 marchi di alta gamma a una notevole lista di brand. Situato nel cuore di una delle aree a maggior espansione di Dubai, ospita anche il famoso Ski Dubai. Il Mall of the Emirates vanta numeri da record con una superficie di 233.470 mq e un’affluenza, secondo le stime relative al 2012, di 36 milioni di persone. Il progetto del negozio appartiene all’architetto Roberto Baciocchi, il quale ha creato uno spazio che si estende su un unico livello per una superficie totale di 230 metri quadrati e ospita le collezioni di abbigliamento, pelletteria e calzature.
retail&food - ottobre 2014
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r&f Indice r&f
a cura di Edifis Intelligence
Tempi duri per il lusso Un'ondata di vendite si è abbattuta sul comparto, evidentemente spaventato, più che dalla situazione reale di mercato, dalle notizie che giungono dal fronte geopolitico. Infatti la crisi in Medio Oriente e quella russo-ucraina rendono molto incerti taluni settori, e quello del lusso accessibile in prima linea. I nostri 20 titoli "campione" arretrano così fino a raggiungere la parità con le quotazioni di inizio anno, mentre, ad eccezione del Nikkei, tutti gli altri listini nazionali arretrano in misura considerevolmente minore. Nel range delle azioni performanti, segnaliamo ancora una volta l'ottima prestazione di Aeffe, sempre in grande spolvero, e il calmo andamento di Luxottica, che non sembra affatto risentire dei recenti cambiamenti di vertice.
Quotazioni al AZIONI
Alcuni marchi di proprietà
Indice al
Mercato 31.12.2013 15.09.2014 09.05.2014
Adidas
Reebok
Xetra
92,64
57,72
62,3 %
Aeffe
Alberta Ferretti, Moschino, Pollini
Italia
0,70
1,67
238,6 %
C.F.Richemont
Vacheron Constantin, Cartier, Dunhill
88,60
87,45
98,7 %
1,23
1,35
109,8 %
Damiani
Vtx Italia
Dufry
Svizzera
156,60
148,30
94,7 %
Fossil
Nasdaq
120,30
100,61
83,6 %
Geox
Italia
2,64
2,72
103,0 %
Hugo Boss
Xetra
103,50
102,10
98,6 %
Mce
23,90
23,51
98,4 %
153,90
167,40
108,8 %
38,95
40,18
103,2 %
132,60
136,85
103,2 %
Inditex
Zara, Pull and Bear, Massimo Dutti
Kering PPR
Puma, Fnac, Gucci, Redcats, Conforama
Luxottica LVHM
Francia Italia
Louis Vuitton, Moet Chandon, Hennessy, Fendi, Dior, Zenith, Guerlain
Francia
Nike
Nyse
78,64
81,20
103,3 %
Polo Ralph Lauren
Nyse
176,34
171,40
97,2 %
Puma
Xetra
235,15
188,40
80,1 %
Safilo Group
Italia
17,00
11,86
69,8 %
Stefanel
Italia
0,36
0,35
97,2 %
477,90
402,85
84,3 %
Swatch Group
Omega, Longines, Tissot
Tiffany & Co
Valentina, Elsa Ferretti, Paloma Picasso
Nyse
92,09
100,24
108,9 %
Tod's
Hogan, Fay
Italia
121,40
87,20
71,8 %
INDICE RETAIL&FOOD FTSEMIB
Vtx
100,00
100,7 %
18.967
20.851
109,9 %
DAX
9.552
9.659
101,1 %
NYSE
10.400,00
10.881,05
104,6 %
NIKKEI
16.291,31
17.710,00
108,7 % © Edifis Intelligence
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retail&food - ottobre 2014
r&f Osservatorio prezzi
UNA PAUSA NELL’OUTLET La redazione di retail&food è andata a visitare tre factory outlet centre prendendo in esame i prezzi di un paniere di prodotti food&beverage in vendita nelle insegne presenti in ciascuno di essi
N
ello specifico, siamo andati il 4 agosto al Vicolungo the Style Outlets (NO), che fa capo al gruppo Neinver e che ha sette negozi dedicati alla ristorazione; il 27 agosto abbiamo visitato il Serravalle Designer Outlet (AL), di proprietà McArturGlen e Tiia Henderson Real Estate e con sei insegne; mentre il 29 agosto siamo scesi a Parma per raccogliere i prezzi dei tre brand del Fidenza Village di Value Retail. A tutti
Ristorante / bar Caffè espresso
questi si sono aggiunte una serie di gelaterie, alcune permanenti, altre con la formula del chiosco mobile.
Caffetteria Il caffè, inaspettatamente, è il prodotto più democratico di tutti. La tazzina, spesso soggetta a variazioni di pochi centesimi, in tutti i 16 negozi dei tre outlet visitati costa un euro. Il caffè decaffeinato, invece, varia da 1,10 euro a 1,40 euro. In particolare, il prezzo più basso si trova a Vicolungo
Caffè Valentini 1
alla Bottega Caffè Cacao, a Serravalle da Ca'puccino e Gelateria Blu Bar, e a Fidenza sempre da Ca'puccino e Barlumeria. Per un cappuccino, invece, si possono spendere 1,30 euro da Bar Panperfocaccia, Gelateria Blu Bar e Ca'puccino a Serravalle, e a Fidenza sempre da Ca'puccino; il prezzo più alto si paga da Spizzico/Burger King (gestione Autogrill) a Serravalle a 1,60 euro. La brioche più economica in assoluto si ordina da Bottega Caffè Cacao
VICOLUNGO THE STYLE OUTLETS 04/08/2013 Autogrill People I Partenopei Lo Spago Spizzico A-Cafè Restaurant Cafè Fish Bistrò 1 1 1 1
Caffè decaffeinato
1,30
1,30
1,20
1,40
Cappuccino
1,50
1,50
1,50
Brioche base
1
1
1,10
Acqua pet 50 cl
1,30
1,30
1,30
1,20
Coca Cola pet 50 cl
3,50
3,50
2,70
2,90
Tè freddo pet 50 cl
3,50
3,50
2,80
2,90
Panino base
4,20
n.d.
3,90
Panino top
6
n.d.
Toast
3,50
Primo più economico
mentre la più dispendiosa da I Partenopei Cafè Fish Bistrò, entrambi a Vicolungo.
Bevande La battaglia delle bevande (acqua, Coca Cola e tè freddo) si combatte principalmente a Vicolungo, dove il PET da 50 cl di acqua costa 1,30 euro da Caffè Valentini, Lo Spago e Autogrill Spizzico A-Cafè, mentre scende a un euro da I Partenopei Cafè Fish Bistrò e Bottega
Bottega Caffè Cacao 1
Puro Gusto 1
1,20
1,10
1,35
1,50
n.d.
1,40
1,50
1,20
1,50
0,70
1,10
1
1
1,30
2,50
2,70 lattina
2,70
n.d.
n.d.
2,70
1,90
5
2,90
4,10
5,50
4,50
6
4,90
5,20
n.d.
n.d.
2,90
n.d.
3,90
n.d.
n.d.
6,50
n.d.
5
8
6,30
5
Secondo più caro
n.d.
8,50
n.d.
15
10
n.d.
n.d.
Macedonia
n.d.
3,60
2,90
3,50
n.d.
2 in su
3,90
2,40
2,30*
n.d.
Gelato tipo Magnum
2,50
n.d.
Gelateria dell'Angelo
Lindt
Cono base
2
2,50
Cono top
3,20
4,50
2
2,50
3,20
3,50
Gelateria
Coppetta base Coppa top
*Sammontana ** Compass Group ***Propiretà/Gestione Autogrill ****Chiosco mobile stagionale
22
retail&food - ottobre 2014
2,40
vare a 4,50 euro da Farinella a Serravalle e da People Restaurant a Vicolungo. Farinella e Gelateria Blu Bar a Serravalle fanno segnare rispettivamente i prezzi più alti e più bassi nel primo piatto più economico e nel secondo più caro: 9 e 20 euro da Farinella e 4,50 e 6,90 euro alla Gelateria Blu Bar.
Nota metodologica Scritti in blu e in rosso i prezzi minimi e massimi per ogni categoria di prodotto, relativi ai brand dei Factory Outlet Centre di riferimento. Evidenziati in blu e rosso, invece, i prezzi minimi e massimi assoluti, sempre per ogni categoria di prodotto, ottenuti confrontando tutti e tre i Foc. Ci teniamo a sottolineare il fatto che i listini esaminati, soprattutto per quanto riguarda il food, prendono in considerazione l'elemento oggettivo e non qualitativo o quantitativo del prodotto selezionato dal paniere. Ciò significa che elevate variazioni di prezzo possono trovare giustificazione nella tipologia di locale, di insegna e di assortimento.
Frutta e gelato
Caffè Cacao, così come all'Hostaria delle Terre Verdiane e Barlumeria a Fidenza. Caffè Valentini e Lo Spago hanno i prezzi più alti anche per quanto riguarda Coca Cola e tè freddo: 3,50 euro. E sempre da I Partenopei Cafè Fish Bistrò, assieme a Gazebo Bistrò (Serravalle) e l'Hostaria delle Terre Verdiane (Fidenza), i prodotti scendono a 2,50 euro.
Food Al momento di mettere qualcosa
“sotto i denti” abbiamo selezionato panini, primi e secondi piatti. In particolare, ancora a Vicolungo e ancora da I Partenopei Cafè Fish Bistrò c'è la versione più costosa del panino più economico, a 5 euro, mentre da Bottega Caffè Cacao scende a 2,90 euro. Il panino top più caro, invece, è a 6 euro da Caffè Valentini, da I Partenopei Cafè Fish Bistrò sempre a Vicolungo, ma anche all'Hostaria delle Terre Verdiane a Fidenza. Mentre il più economico si può tro-
Per una macedonia si possono spendere da 2 euro in su da Bottega Caffè Cacao a Vicolungo (dove il prezzo varia a seconda dei frutti presenti nel mix), ai 5 euro dell'Hostaria delle Terre Verdiane a Fidenza. Mentre chi preferisce un gelato confezionato tipo Magnum può spendere 2,50 euro in quasi tutti i locali in cui è commercializzato nei tre outlet, mentre a Serravalle da Bar Panperfocaccia scende a 2. Ma il brand è Sammontana. Abbiamo preso in esame, data la stagione estiva, anche le gelaterie, tra cui alcuni interessanti chioschi mobili. Il risultato emerso è che il cono base e la coppetta base costano 2 euro alla Gelateria dell'Angelo e da Geto, rispettivamente a Vicolungo e a Serravalle; e qui, da Gelateria Blu Bar, si trovano i più costosi a 2,80 euro. Sempre
SERRAVALLE DESIGNER OUTLET 27/08/2014 Bar Spizzico/Burger Ca'puccino Farinella Gelateria Blu Bar Gazebo Bistrot** Panperfocaccia King*** 1 1 1 1 1 1
da Geto si può acquistare il cono top più economico a 3 euro, mentre nel negozio Lindt sia a Vicolungo sia a Serravalle sale a 4,50 euro. La coppetta grande più economica e quella più cara si trovano rispettivamente da Grom a 2,70 euro e da Venchi a 4 euro, entrambi a Serravalle. S. M.
FIDENZA VILLAGE 29/08/2014 Hostaria delle Ca'puccino Barlumeria Terre Verdiane 1 1 1 Caffè espresso
1,20
1,10
1,20
1,10
1,20
1,20
1,20
1,10
1,10
Caffè decaffeinato
1,30
1,30
1,50
1,30
1,50
1,60
1,50
1,30
1,40
Cappuccino
1,20
1,20
1,20
1,10
1,10
1,10
1,20
1,10
1
Brioche base
1,20
1,20
1,20
1,20
1,20
1,30
1
1,20
1
Acqua pet 50 cl
2,80
2,80
3,00
2,80
2,50
2,70
2,50
2,80
3
Coca Cola pet 50 cl
2,80
2,80
3,00
2,80
2,50
2,70
2,50
2,80
3
Tè freddo pet 50 cl
4,50
4,20
4,50
4,50
4,50
n.d.
4,50
4,20
3
Panino base
4,90
5,20
4,50
4,90
5
n.d.
6
5,20
4,90
Panino top
4,50
n.d.
n.d.
4,50
3
n.d.
4,50
n.d.
n.d.
Toast
5,50
7,90
9
4,50
9
6,90
9
n.d.
6
8,90
12,50
20
6,90
18
10,90
18
n.d.
10,50
Secondo più caro
3
n.d.
3
3,50
3
3,20
5
3,90
4,50
Macedonia
2*
n.d.
n.d.
2,50*
2,20
2,40
2,50
n.d.
2,50
Gelato tipo Magnum
Geto****
Lindt
Ca'puccino
Gelateria
Primo più economico
Lindt
Grom****
Venchi****
Gelateria Blu Bar
2,50
2,20
2,50
2,80
2
2,50
2,50
Cono base
4,50
2,70
n.d.
3,80
3
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Cono top
2,50
2,20
2,50
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2
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2,50
Coppetta base
3,50
2,70
4
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3
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n.d.
Coppa top © Edifis Intelligence
retail&food - ottobre 2014
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r&f star trek Food
Destinazione
America Graffiti S
e siete amanti del rock’n’roll, di Elvis, della brillantina, delle gonne con la ruota e delle auto americane con gli alettoni a pinna di pesce; o semplicemente volete provare l'emozione di un hamburger con patatine fritte in un diner americano come quelli che si trovano ancora oggi lungo la storica Route 66 tra l'Arizona e il Nevada ecco, America Graffiti è ristorante che fa per voi. Il brand di ristorazione ispirato agli anni '50 stelle e strisce che sta spopolando in Emilia-Romagna e nelle regioni limitrofe è stato fondato sei anni fa a Forlì dall'allora trentacinquenne Riccardo La Corte, che è riuscito a unire il suo lavoro, la ristorazione, alla sua passione, il rock’n’roll e gli States, quelli di James Dean per capirci. L'idea di aprire un diner in
pieno stile Fonzie con juke box, vecchie insegne in metallo, flipper e sedili imbottiti, avviene dopo diversi viaggi negli Stati Uniti, che fungono da ispirazione per provare a costruire un business nella ristorazione basato sugli anni '50. Il successo del locale di Forlì, gestito da Riccardo insieme alla moglie Cinzia Daltri, che condivide con il marito gli stessi interessi, spinge a esportare il concept, coinvolgendo alcuni amici con le stesse passioni, tra cui l'imprenditore Stefano Landi, nello sviluppo della rete franchising. Diner e fast food come sulla Route 66 Il menu ovviamente è tematico: nella patria della piadina e delle tagliatelle, nei locali rockabilly viene servita una
grande varietà di hamburger, tex-mex, grigliate di carne, patate, burrito, hot dogs, insalate e anche pasta all'italiana, tutti piatti decisamente golosi che fanno onore al fondatore il quale, considerato il fisico 'importante', si fa chiamare Big Boss sul suo profilo Facebook. A condire un menù già di per sé di evidente ispirazione statunitense, non mancano eventi musicali con concerti live o dj set organizzati nei diner in rigoroso stile basettoni e chitarre; corsi di ballo, e altre iniziative (come le divertenti sfide a chi mangia più hamburger) per coinvolgere la clientela e i franchisee. I format con cui il concept America Graffiti si presenta ai clienti sono due: c'è il classico diner (circa 450 mq con 200/250 coperti per la ricettività ideale) che vuole fare riscoprire le atmosfere e i
AMERICA GRAFFITI in pillole e numeri Anno di nascita Proprietà Sede Management Business Retail Fatturato di un diner Franchising Punti vendita
Primo locale a Forlì nel 2008 America Graffiti Franchising srl: 32% a testa di Riccardo La Corte, Fabio La Corte e Stefano Landi, il restante 4% AG Mommy & Daddy srl (società che gestisce le insegne dirette) al 50% Riccardo La Corte e Cinzia Daltri. Forlì Riccardo la Corte presidente, Stefando Landi vicepresidente e direttore commerciale e franchising e arredi e Fabio La Corte direttore sviluppo e franchising. Ristorazione in franchising con locali tematici in stile America anni '50 29 insegne, di cui la grande maggioranza in franchising 800mila/1 milione in 8 mesi fee d'ingresso € 25mila + 4,5% sull'incasso netto 29 aperti; 50 in previsione a fine 2015 Fonte aziendale
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sapori locali dei paesi e delle campagne americane on the road, insomma il tipico ristorante americano con servizio ai tavoli; e il fast food (circa 150 mq), locale di ambientazione stelle e strisce, ma con una metratura più contenuta, senza servizio ai tavoli per un pranzo 'veloce', appunto. La diffusione del marchio che si ispira al mitico Arnold's della fortunata serie televisiva Happy Days è da subito rapida: le prime aperture sono state realizzate in proprio o con alcuni partners per testare i due format e favorire lo sviluppo del franchising. Due anni dopo l’inaugurazione del primo diner a Forlì nel 2008, è stato sperimentato il progetto pilota dei fast food con il Cineflash di Forlimpopoli, a oggi gli unici due punti ristoro della catena a gestione diretta insieme al fast food del Centro commerciale Punta di Ferro, sempre a Forlì; mentre il diner di Correggio (BO) è partecipato. Oggi il network conta complessivamente 29 punti vendita: una crescita a ritmo di rock’n’roll se si pensa che il primo locale è stato aperto sei anni fa e dalla primavera dell’anno scorso il numero delle insegne America Graffiti è quasi raddoppiato. Stelle e strisce, rock and roll e tanto franchising L’espansione del marchio ricorda il sogno americano a cui il fondatore
Riccardo La Corte, oltre che socio è presidente. Riccardo nella società si occupa di ristorazione, mentre Stefano Landi, socio e vicepresidente è il direttore esecutivo di cantieri e arredi, mentre il fratello di Riccardo, Fabio, oltre che anch’esso socio e consigliere è il direttore commerciale. La proprietà dell’azienda vede i tre soci al 32% pro capite, mentre il restante 4% fa capo alla AG Mommy and Daddy srl, la società di Riccardo e della moglie Cinzia (soci al 50%) che gestisce i ristoranti diretti. Dalla start up, ora la società si è strutturata: conquistata la Romagna, il marchio
della catena si è ispirato; il successo del primo locale gestito direttamente dai coniugi La Corte ha portato a raddoppiare in breve tempo l’area del ristorante acquistando gli spazi adiacenti. I primi ristoranti vengono aperti da amici o conoscenti, soprattutto in Romagna, e riscuotono sempre molto successo. La scelta del franchising sembra quindi obbligata per tutelare il marchio e sviluppare la catena. Da qui la creazione della America Graffiti Franchising srl, la società a cui fanno riferimento i locali in affiliazione, di cui
si è trasferito al Nord con le aperture di Torino e Udine, dove quattro ex dipendenti hanno deciso di proseguire in proprio, per poi espandersi ulteriormente. Insomma, il ritmo di inaugurazioni non sembra diminuire, anzi: le più recenti, da aprile di quest’anno, sono state le inaugurazioni di Civitanova Marche, Jesi, Rimini e Ferrara, mentre per il secondo semestre del 2014 sono in agenda una decina di nuovi ristoranti; otto sono le aperture già calendarizzate per i primi mesi del 2015, tutte in franchising.
Crescita programmata dei locali
Fonte aziendale
Obiettivo: 50 insegne a fine 2015 Attualmente la catena conta 8 fast food, tutti nei centri commerciali, di cui due diretti e gli altri affiliati (Cinemacity di Ravenna, CC Giotto Padova, Area commerciale le Piazze Castel Maggiore, CC Montecatini, CC Centroniva di Castenaso), a parte il furgone ristorante On the road, anch’esso in franchising; mentre tutti gli altri, circa una ventina, sono classici ristoranti. Se andiamo a vedere la collocazione geografica delle insegne del marchio fondato
da La Corte, l’Emilia Romagna fa da padrona con 16 locali, per la maggior parte dislocati lungo la direttrice della via Emilia (a parte Ferrara); 5 sono nelle Marche; la Toscana ne conta 2 così come Veneto e Piemonte, mentre in Friuli c'è solo il diner di Udine. A questi vanno aggiunti il furgone fast food e l’America Graffiti Store di Forlimpopoli, nel Cineflash Multiplex dove c’è anche il fast food di proprietà. A breve l’apertura dell’American Country diner di Calcinaia (PI), una novità rispetto ai due format classici. Tra i ristoranti, un cenno lo merita quello di Imola, posto sul retro delle tribune del rettilineo dell’Autodromo, con due piani per la clientela: il piano terra per il diner, mentre il primo strutturato come vero e proprio locale di servizio per gli eventi organizzati dall’Autodromo, in grado di offrire un servizio catering professionale per gare, concerti e manifestazioni. Un tributo alla passione per le automobili, tipica della cultura made in USA negli anni ‘50 ed ereditata dai coniugi La Corte. Sulle prossime aperture, poi, è in testa la Toscana con 5 inaugurazioni entro il primo semestre del 2015 (4 entro l’anno, compresa quella di Pisa), una in più dell’Emilia Romagna. Tre saranno le nuove insegne nelle Marche (una entro l’anno) e due sia in Piemonte sia in Veneto (una nel 2014, l’altra nei primi sei mesi dell’anno venturo). Nel 2015 poi, America Graffiti sbarcherà in Lombardia con i ristoranti di Mantova e Bergamo, mentre per l'estero, sembra si stia ragionando sul 2016.
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star trek Food intervista
Hamburger, Rock’n’roll e franchising per portare il sogno americano in Italia Fabio La Corte, direttore sviluppo di AMERICA GRAFFITI FRANCHISING Come è andata la prima metà del 2014 per AMERICA GRAFFITI? I primi sei mesi del 2014 hanno confermato le previsioni: il network dei locali affiliati ad America Graffiti ha realizzato un +80% sul 2013, grazie al consolidamento e alla crescita degli incassi dei locali già aperti e al continuo sviluppo della rete in franchising con 6 nuove aperture. I dati permettono di confermare anche la previsione annuale di incrementare del 100% il volume di affari generato rispetto al 2013. La rete dei nostri affiliati si sta sviluppando sia grazie a nuove inaugurazioni da parte di chi già è licenziatario America Graffiti sia con l'ingresso di nuovi affiliati per lo sviluppo di aree dove ancora il marchio non è presente. Per sviluppare e consolidare la conoscenza del brand, America Graffiti sta attuando un importante piano di comunicazione e marketing che ha l'obiettivo di migliorare e incrementare la visibilità e la conoscenza di questo marchio specializzato nella ristorazione americana, con investimenti sui media nazionali con una particolare attenzione ai social e alle nuove tecnologie che si rivolgono alla clientela giovane che prevalentemente frequenta i nostri locali, unita al lancio della nuova campagna di fidelizzazione ATTACK OF THE '50 che parte a ottobre e propone nuovi gadget tematizzati sugli anni ‘50 realizzati in esclusiva per America Graffiti. Come insegna siete molto diffusi nel centro Italia, quali sono le aree dove avete in programma uno sviluppo consistente? Già dal 2013 è iniziato lo sviluppo di altre aree in Italia, sviluppo che oggi vede la presenza in diverse regioni e che si rafforzerà grazie alle nuove aperture già pianificate: 6 entro fine anno e 15 nel 2015 che porteranno la presenza di America Graffiti in Piemonte, Lombardia, Veneto, Toscana, Umbria, Lazio e Campania; un'espansione che vedrà 50 locali aperti nel Paese a fine 2015. Per quanto riguarda il mercato estero abbiamo individuato alcune aree strategiche su cui valutare la possibilità di sviluppare il brand America Graffiti, nel 2015 inizieremo a ricercare in questi Paesi imprenditori con il ruolo di master franchisee. Quali sono i vantaggi di una gestione in franchising di una catena retail come la vostra?
Ricavi golosi per franchisee e franchisor I numeri del 2013 parlano chiaro: 2milioni di clienti (un diner riesce a raggiungere i 100mila coperti l’anno, il fast food mediamente la metà), un milione di hamburger accompagnati da 245mila litri di birra e 136mila bottiglie di Coca Cola da un litro (dato non ufficiale), e un giro d’affari complessivo, contando anche il franchising, stimato 21 milioni di euro. Un diner ‘alto vendente’ in 8 mesi arriva a fatturare da 800mila euro al milione (18 euro di scontrino medio). L’anno scorso la AG Mommy and Daddy srl, che gestisce le tre insegne dirette: ha avuto 3,7 milioni di giro d’affari (raddoppiato sull’anno prima) e chiusura in utile. Insomma, ricavi golosi per un fran-
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chisee a cui America Graffiti chiede un fee d’ingresso di 25mila euro, royalty mensili del 4,5% sull’incasso netto da IVA e contributi occasionali sulle campagne nazionali. Gli affiliati possono contare su un pacchetto fornitori selezionati dal brand, sulla parnership dell’azienda con HAVI Logistics, che garantisce la distribuzione dei prodotti su tutto il territorio nazionale ma non solo. Si può fare affidamento anche sulla consulenza e la formazione necessaria nella fase start up; sull’affiancamento dalla scelta della location fino all’inaugurazione, e in maniera continuativa sul marketing e sulla comunicazione per promuovere il locale, anche con l'organizzazione di eventi. Inoltre, da quest’autunno i franchisee potranno contare su una collection
I vantaggi di affidarsi a una rete di ristorazione in franchising realmente organizzata e strutturata sono molteplici e di grande valore per l'affiliato. Oltre all'identità e riconoscibilità di un brand affermato, dal punto di vista gestionale ed economico si entra a far parte di un network dove tutto è già perfettamente organizzato: formazione, metodo di gestione, menù, materie prime centralizzate con procedura di riordino automatico in base al fabbisogno, marketing e comunicazione. Il sistema permette all'affiliato di concentrarsi prevalentemente sulla gestione e motivazione dello staff, attività fondamentale per garantire un servizio di livello e soddisfazione del cliente. I locali di ristorazione tematica stanno riscontrando un buon successo anche in Italia. Ci dite un vostro punto di forza, che vi distingue dalle altre insegne? Pensiamo che il nostro successo sia il mix di un insieme di fattori che sono apprezzati dai clienti che frequentano i nostri ristoranti e i nostri fast food. È possibile assaporare i piatti tipici della cucina americana ascoltando della buona musica e immergendosi in un'atmosfera in stile anni '50. Imperativo per i nostri ristoranti: la qualità dei prodotti al giusto prezzo! Siamo stati i primi a portare in Italia il menu degli american diner e lo stile anni '50 proponendoli in due format inimitabili: american diner e fast food. America Graffiti è un mondo che accoglie appassionati di auto e moto americane e storiche, e organizza esibizioni di wrestling e burlesque, concerti live di genere rock'n'roll e rockabilly, performance di tatuatori, pin-striper e scultori tiki. America Graffiti è una grande famiglia pronta ad aggiungere un posto a tavola per chiunque voglia provare un'esperienza unica ed emozionante.
gadget (ovviamente in stile vintage) selezionata nell’ultimo anno. Se si vanno a fare i conti in tasca alla società che gestisce il franchising risultano ricavi per quasi un milione di euro nel 2013, triplicati sull’anno precedente, grazie alla crescita esponenziale della rete, ma anche evidentemente del giro d’affari, e un utile che da due anni, fatte le debite proporzioni, si conferma a quasi un terzo del fatturato. Insomma gli affari dalle parti di Forlì vanno a gonfie vele, tanto che il brand emiliano romagnolo sponsorizza la squadra di football americano dei Titans Romagna e ha lanciato una nuova App per gli smartphone. Il trend del vintage, dei locali tematici e l’invasione degli hamburger (non solo quelli dei classici fast food)
aiuta non poco la società di Forlì, ed è probabile che il successo riscontrato giocando in casa venga replicato in zone più distanti e nelle maggiori aree urbane italiane. La scelta di un canale snello come il franchising può aiutare nella crescita, lasciando in secondo piano (per adesso) una copertura capillare del territorio. Certo è che il format è un classico fuori dal tempo e quindi difficilmente può passare di moda. Se a Forlì continueranno a gestire la crescita del business così come è avvenuto fino adesso, il successo continuerà a essere di casa in Romagna che ormai, tra hamburger, basettoni e rock’n’roll, è diventata il 51esimo stato degli Stati Uniti d’America. David Montorsi
r&f
Taglio nastro speciale
The Brian&Barry Building: Aperto a marzo nel cuore di Milano, il nuovo department store da 12 piani mira a inserirsi tra l’offerta di La Rinascente e quella di Excelsior. Tuttora in evoluzione, a settembre ha ultimato il restyling del livello terreno, creando una gallery experience, ed entro fine anno allestirà la terrazzabar in copertura
I
l 20 di marzo ha aperto a Milano, nel cuore della città meneghina tra via Durini e via Borgogna, un nuovo department store che fa della verticalità la propria caratteristica distintiva. Il mix merceologico e i servizi sono studiati per offrire un’esperienza di acquisto completa, orientata sul concetto di lusso accessibile. The Brian&Barry Building Sanbabila, da settembre con il payoff “12 Vertical Experience” che ne sottolinea gli altrettanti livelli di shopping, si articola su 6mila mq lordi e trova
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12 Vertical Experience a San Babila
ph. Paolo Carlini
posto in uno storico edificio anni ’50, di cui ne conserva intatta la facciata. Gli altri numeri dell’iniziativa in seno alla BBB Spa (holding che fa capo alla famiglia Zaccardi) sono i 1.500 mq su cui si articolano i servizi; i 2 main partner coinvolti nel progetto (Eataly e Sephora), oltre a Brian&Barry; le 6 macro categorie merceologiche commercializzate (food & beverage, abbigliamento & accessori, home decor, gioielleria e orologeria, tecnologia e cosmetica); gli 8 punti di ristorazione (La Piadina dei
Fratelli Maioli, Eataly incontra Lavazza per il caffè, la Gelateria Lait, la Pasticceria “Golosi di salute” di Luca Montersino, L’Hamburgeria di Eataly, il Ristorante Meataly della Granda, Eataly incontra Rossopomodoro per la pasta di Gragnano e la pizza, Asola Cucina Sartoriale) e le oltre 200 persone assunte all’interno del Building. Nato sulla carta nel 2013, il progetto è stato portato a termine nel marzo del 2014, ma l’attività di recruiting dei brand e di perfezionamento del format non si è mai fermata, con lo
scopo di arrivare ad Expo 2015 al top delle proprie possibilità. Proprio in previsione dell’Esposizione Universale sono state attivate numerose iniziative volte a intercettare il flusso di turisti, in particolare quelli stranieri provenienti da Russia, Cina e Paesi Arabi. Tali attività includono la partnership con Global Blue, con cui Brain&Barry fa operazioni di tax free refund. «La proposta commerciale è dedicata al cliente nel suo quotidiano, a partire dal food fino all’abbigliamento e agli accessori – spiega Cri-
che della struttura prevedono invece un allestimento dell’area vetrine nel ground floor con la creazione di una gallery experience che introduca ciò che si trova nel resto del Building e che permetta anche la vendita diretta». Il restyling, presentato al pubblico lo scorso 12 settembre, si ispira ai modelli di department store americani, dove all’ingresso si trova un assaggio di quanto presente ai livelli superiori. L’intenzione è quella di trasmettere al consumatore l’organicità dell’offerta e al contempo di proporre uno shopping veloce. Il design Il progetto è stato affidato allo studio C&P Architetti, rispettivamente nelle persone di Luca Cuzzolin ed Elena Pedrina, che ne hanno sposato la vision disegnando ambienti dove “la materia definisce spazialità inedite, dirompenti, che contrastano con la
razionalità geometrica dell’involucro, trovando però pacifica conciliazione con lo stesso, nel rigore della concezione e delle linee del progetto medesimo. Nel ridisegno degli spazi, la scelta delle finiture rispetta la volontà di dare evidenza alla dimensione materica dell’intervento: i pavimenti in pietra di grafite, i soffitti di lamiera piegata scura e in barrisol retroilluminato sono stati realizzati su misura. I mobili sono in legno di noce nazionale e in ferro naturale cerato. Il piano
della gioielleria, in basalto, accoglie il counter centrale in marmo portoro, mentre i mobili sono laccati. Lievi differenze cromatiche segnano l'alternarsi dei piani dedicati all'abbigliamento, si va dal ferro naturale, alle laccature grigio seta, al grigio piombo al bianco candido: ogni livello esprime il proprio carattere pur appartenendo a un disegno comune capace di mantenere l'unità dell'insieme. La scala, in carpenteria bianca, accompagnata
Il progetto in pillole INDIRIZZO PROPRIETÀ APERTURA AL PUBBLICO LIVELLI COMMERCIALI SUPERFICIE LORDA SUPERFICIE SERVIZI PROGETTAZIONE
dal gruppo di ascensori panoramici, diviene non solo un collegamento tra i diversi piani, ma un oggetto scultoreo che prende vita e si sviluppa come un nastro continuo all'interno dell'edificio”. Un aspetto di primaria importanza è la modalità di movimento tra i livelli: “lenta”, riferita agli spostamenti che si compiono attraverso le scale; più “veloce”, rappresentata da due gruppi indipendenti di ascensori panoramici che offrono una visuale dei piani. Non sono presenti, invece, rampe di scale mobili. Mondi merceologici Un percorso verticale di dodici livelli che include quattro mondi dedicati all’abbigliamento uomo e donna, uno spazio rivolto a gioielli e orologi, uno al beauty con Sephora, uno all’home&food con protagonista Ecliss Milano e un’offerta di ristorazione declinata in vari piani che spazia dalle proposte di Eataly e dei rispettivi partner sino al ristorante Asola, diretto dallo chef Matteo Torretta. La nostra visita al The Brian&Barry Building Sanbabila, avvenuta a settembre contestualmente al restyling, ci ha portato a vivere la vertical experience del department store meneghino: già proiettato verso i nuovi cambiamenti che hanno inte-
VIA DURINI 28, MILANO BBB SPA (HOLDING CHE FA CAPO ALLA FAMIGLIA ZACCARDI) 20 MARZO 2014 12 6MILA MQ 1.500 MQ C&P ARCHITETTI
© Edifis Intelligence
stiano De Lillo, general manager di The Brian&Barry Building Sanbabila – Un’offerta da multistore dotato sia del prodotto democratico e accessibile sia dell’oggetto di alto valore. Gli accorgimenti apportati nei primi mesi interessano dal piano terra a quello ultimo, con la definizione della terrazza ristorante. La ricerca e l’ampliamento dei brand sono in continua evoluzione con l’obiettivo di inserire nuovi marchi meno noti a fianco delle firme storiche. Le modifi-
ressato il livello terreno, con la creazione della Gallery, e che trasformeranno il temporary office all’ultimo piano in un terrazza bar con vista (quasi) a 360° gradi su Milano. Dopo aver apprezzato le ampie vetrine che si affacciano su due lati del palazzo, nelle quali sono esposte le novità dei main partner e a rotazione quelle degli altri brand, siamo accolti nel grande atrio centrale: accanto a Eataly Café trova spazio il corner dedicato alla tecnologia di IWaboo e, dallo scorso 12 settembre, una proposta veloce e accattivante che introduce l’offerta commerciale presente negli altri livelli: la Gallery Experience. L’area si presta, inoltre, a ospitare mostre, eventi e collaborazioni speciali. Al livello -1 vi è la superficie targata Ecliss Milano, attiva nel settore casa, che propone decorazione e outdoor con una serie di collezioni pensate per una clientela dal gusto contemporaneo. Accanto al design si dipana il market di Eataly ed è attiva La Piadina Romagnola dei Fratelli Maioli (40 posti a sedere). Salendo le scale, al piano 1 approdiamo all’offerta beauty, in cui Sephora ha portato per la prima volta in Italia il nuovo concept Techno Experience Beauty Store: design, ricerca, tecnologia e bellezza si fondono dando vita a un ambiente futuristico e avvolgente. Al secondo piano si accede al reparto di orologeria e gioielleria: in una location raffinata si trovano boutique monobrand e aree Cristiano De Lillo
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Taglio nastro speciale INDICE DI INNOVAZIONE 7,25 Architetto, Alessandro Stroligo Associate Director di Chapman Taylor
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Urbanista, Tiziana Bardi titolare StudioBardi/Cad38
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Sociologo, Gianmarco Navarini, professore di Sociologia della Cultura, Università di Milano Bicocca
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Redazione r&f (Andrea Penazzi)
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multibrand che propongono alcune icone del settore. Al terzo e quarto livello torna la proposta di Eataly: con L’Hamburgheria di Eataly (150 posti a sedere), Meataly de La Granda e un market; con Rossopomodoro (150 posti a sedere) e un grocery store di 30 metri quadrati. Il percorso del lifestyle di Brian&Barry inizia al quinto piano, denominato Icon: è interamente rivolto all’universo
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femminile e ospita brand internazionali come Milly, Tibi, Issa London, Bailey 44 e Halston, a cui sono affiancate creazioni di talenti emergenti. La maggior parte delle collezioni esposte sono espressione del Made in Italy. Uno spazio importante è dedicato ai giovani: da Thomas Lieuvin, designer francese, a Paola D’Arcano, firma italiana di scarpe, fino a una selezione di desi-
gner inglesi d’avanguardia e ancora Ba&Sh e LesPetites, marchi presenti in esclusiva nazionale. Su questo livello è presente la Sala da Tè: un corner di 18 mq a insegna Arte del Ricevere. Salendo le scale si incontra un’offerta pensata per l’uomo e la donna casual e contemporanei. Le collezioni sono caratterizzate da uno stile giovane e dinamico, adatto a chi sceglie l’abbiglia-
mento più informale. Al fianco dei brand già presenti negli store Brian&Barry, come Maison Scotch, American Vintage e Velvet, il Building ospita marchi internazionali del calibro di Leon&Harper, Labdip e Starmela. Una parete interamente dedicata al denim include le creazioni di specialisti del jeans italiani e internazionali come 7 for All Mankind, Citizen of Humanity,
COMMENTO
VALUTAZIONE
Struttura e design
Arredi e allestimenti al top. Ascensori panoramici di forte impatto. Mancano le scale mobili e talvolta qualche metro quadrato...
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Accesso e parcheggio
A pochi passi da piazza San Babila, e dalla metropolitana, nel cuore della ricca Milano
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Offerta commerciale
Dodici piani di offerta commerciale, con eccellenze nazionali e internazionali. Da scoprire!
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Spazi comuni e attrattive
La Gallery a livello terreno: una vetrina per i brand e una location per gli eventi. Il food e la terrazza panoramica... un plus
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indice valutazione a cura di r&f:
´= migliorabile ´´= sufficiente ´´´= apprezzabile ´´´´= molto buono ´´´´´= ottimo
modo stabile sul tetto e lateralmente ed è tuttora interessata da un progetto che ne prevede il riscaldamento. Il locale dispone di due cucine a vista, con un bancone che si dipana lungo quella centrale da cui si apprezza lo show cooking. Complessivamente la ristorazione pesa circa il 40% del giro d’affari del department store meneghino (dato risalente ai primi mesi di attività), anche se l’incidenza potrebbe incrementare con la prossima inaugurazione della lounge bar. A. P.
Adriano Goldschmied, Jacobs Cohen, Mauro Grifoni e HTC. Il settimo piano è destinato al classico contemporaneo per uomo. In esclusiva è distribuito il brand HCS – House, Clothes and Style 1986, che si distingue per la scelta di materiali e tessuti, e spicca l’angolo dedicato al su misura: “una vera isola di piacere – viene definita sul portale web di Brain&Barry – per una personal shopping experience supportata da un
giovane stilista con esperienza internazionale capace di mixare vintage, tradizione e cultura della moda”. Si annovera inoltre uno spazio dedicato al ludico in versione lusso: “un’imponente poltrona in cui sprofondare per godere il piacere dell’home theater”. Il manstreet style, all’ottavo livello, completa l’offerta di abbigliamento. Lo stile sportswear viene declinato attraverso un corner dedicato alle sneakers e a brand di ricerca pro-
venienti da Nord Europa e Giappone: unitamente al denim, si trova un grande espositore con sneakers delle migliori marche, quali Reebok, Vans, Nike e The Editor. Ad allestire questo spazio sono i ragazzi di One Block Down, destination shop in Milano. La ristorazione torna al top del Building con il ristorante Asola: gestito dallo chef stellato Matteo Torretta, conta 60 sedute interne e 30 in terrazza. Questa è coperta in
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r&f Long life
Centro Fiumara, la rinascita di Genova Sampierdarena ESEMPIO VIRTUOSO DI RECUPERO URBANO, IL CENTRO FIUMARA SORGE LADDOVE SBUFFAVANO LE ACCIAIERIE ANSALDO. IL COMPLESSO SHOPPING & FUN, ANIMA DI UN PROGETTO A DESTINAZIONE RESIDENZIALE, COMMERCIALE, DIREZIONALE, ARTIGIANALE E SERVIZI, CONTA 114 NEGOZI E 11 MILIONI DI VISITATORI L’ANNO
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iumara Shopping & Fun, il centro commerciale del Re. Il richiamo a nobili origini trova una solida base nelle fondamenta e nelle arcate che tuttora sostengono e caratterizzano il principale complesso retail e divertimenti di Genova: sorto laddove sino agli anni ‘70 del 1900 sbuffavano le storiche acciaierie Ansaldo, realizzate oltre un secolo prima per volere del governo sabaudo. Come si evince dalla pagine web del comune di Genova, “Il progetto
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Fiumara si sviluppa su una superficie di 168mila mq, situata sulla sponda sinistra del torrente Polcevera a Genova Sampierdarena. L’area era una zona urbana degradata e in stato di abbandono da quasi vent’anni, ed era occupata da circa un milione e cinquecentomila metri cubi di costruzioni, vecchi capannoni ed edifici industriali in disuso della società Ansaldo […] Nel 1991, la Regione Liguria, nell’approvare il Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP), ne
ha previsto la trasformazione e la riqualificazione urbanistica, con destinazioni d’uso residenziale, direzionale, commerciale, artigianale e per servizi. La società Coopsette, detentrice della quota maggioritaria della Società Fiumaranuova S.p.A., ha deciso di investire direttamente nell’intervento, acquistando da Finmeccanica, allora proprietaria dell’area, l’intero complesso industriale. […] L’attuazione del progetto è avvenuta attraverso il Piano di Riqualificazione
Urbana (PRU), approvato definitivamente alla fine del 1998 dal Ministero dei Lavori Pubblici con la sottoscrizione dell’Accordo di Programma tra Coopsette e il Comune di Genova il 29/12/1998. L’intervento ha un valore complessivo di 400 milioni di euro e nell’arco di otto anni è giunto a conclusione”. Tra i protagonisti dell’iniziativa, sul fronte della progettazione, troviamo un nome noto per il mondo del retail real estate, Design International.
Il progetto in pillole GESTORE INIZIALE GESTORE ATTUALE PROPRIETÀ INIZIALE PROPRIETÀ ATTUALE LOCALIZZAZIONE TIPOLOGIA DATA DI APERTURA NUMERO DI PDV MEDIE SUPERFICI GLA POSTI AUTO VISITATORI COMPLESSIVI
mento della viabilità in quella zona della città, denominato Strada a mare, migliorerà ulteriormente l'accessibilità a partire dal 2015, quando dovrebbe essere ultimato il primo blocco. La location urbana, abbinata a una scarsa presenza di competitor, contribuisce a mantenere il vacancy sotto l’1 per cento. La proprietà di Fiumara, cambiata lo scorso giugno, valuterà se effettuare interventi di ammodernamento del mall commerciale. Quest'ultimo, se nel corpo centrale si presenta tuttora accattivante grazie al forte irraggiamento di luce naturale proveniente dalla copertura in vetro e risulta altre sì gradevole per merito dell'ampia galleria e degli elementi architettonici di memoria industriale, tuttavia necessiterebbe negli altri spazi comuni di un aggiornamento dei corpi illuminanti e dei materiali/colori del controsoffitto, che nel complesso offrono un atmosfera elegante ma poco luminosa.
ESPANSIONE COMMERCIALE (CBRE) COGEST RETAIL FIUMARANUOVA SPA (COOPSETTE) FIUMARA NUOVA SRL URBANA CENTRO COMMERCIALE & DIVERTIMENTI DICEMBRE 2001 (CENTRO DIVERTIMENTI) MARZO 2002 (CENTRO COMMERCIALE) 114 (103 CENTRO COMM. E 11 CENTRO DIV.) 10 CENTRO COMM. E 7 CENTRO DIV. 40.500 MQ (24.800 C.C. E 15.700 C.DIV.) 3.000 11.000.000
Retail a vocazione fashion Esaurito il percorso storico, che tuttavia riflette la centralità del progetto Fiumara per la città di Genova, puntiamo i riflettori sui due edifici che ospitano rispettivamente l’offerta commerciale e quella di intrattenimento. Il Centro Fiumara Shopping & Fun è stato inaugurato tra il 2001 e il 2002: nel dicembre 2001 ha visto la luce il building da 15.700 mq di Gla con all’interno il multisala UCI, il bowling, la sala giochi e i ristoranti; nel marzo del 2002, invece, è stata la volta del mall da 24.800 mq di Gla con oltre 100 negozi. Passate di proprietà alla Fiumara Nuova Srl, che fa capo oggi a due compagnie assicurative, le due strutture contano complessivamente una Gla di 40.500 mq su cui sono operativi 114 negozi. La gestione e la commercializzazione, in portfolio in origine a Espansione Commerciale (divenuta CBRE), dal 2008 sono curate da Cogest Italia (divenuta Cogest
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© Edifis Intelligence
L’esempio di collaborazione tra pubblico e privato ha portato a un risultato duraturo nel tempo: Fiumara Shopping & Fun vede un footfall cresciuto sino a 11 milioni di persone all’anno, di cui nove assimilabili al centro commerciale e due a quello divertimenti. Quest’ultimo sarebbe aumentato del 20% dal 2008 a oggi (Fonte Cogest Retail). Il merito di questo incremento va attribuito anche al refurbishment del 2010: un refreshing della facciata esterna, progettato da Lombardini22. Con questa operazione si è puntato ad aumentare l’appeal della struttura, dipingendola con svariati colori dominati dalla tinta blu. Ulteriore plus, soprattutto se pensiamo alla conformazione territoriale di Genova, è l'ampio parcheggio multipiano che serve direttamente il centro commerciale e, indirettamente, quello divertimenti: i sette livelli assicurano 3mila posti auto, fruibili gratuitamente. Il progetto di potenzia-
Long life APERTURA
PLAYER PER FASCE ISOCRONE DELLA LOCALIZZAZIONE (Accessibilità: 20 minuti, con autostrade, traffico medio) Fasce isocrone
Format
Insegna
Provincia
Comune
Indirizzo
FIUMARA 2002 Superficie (mq)
Distanza (minuti)
Anno apertura
00' - 05' Centro Commerciale
IL TERMINAL
GE
GENOVA
Via Milano 101/R
8.710
3,5
1999
Centro Commerciale
L'AQUILONE
GE
GENOVA
Via Romairone 10 - Loc. San Biagio
22.655
10,5
1999
Centro Commerciale
IL MIRTO
GE
GENOVA
Corso Alessandro De Stefanis 114/R
4.000
11,9
n.d.
Centro Commerciale
CENTRO BISAGNO
GE
GENOVA
Lungo Bisagno Dalmazia 75
6.500
14,6
1994
Centro Commerciale
CENTRO EUROPA
GE
GENOVA
Corso Europa 1079 - Loc. Quarto dei Mille
3.500
19,2
n.d.
Centro Commerciale
LE LAMPARE
GE
ARENZANO
Via di Francia 15
4.300
19,4
n.d
05' - 10' 10' - 15'
15' - 20'
Materiale fornito da Sincron Inova, www.sincron-inova.it
Retail). Il mix merceologico dello shopping centre, distribuito su tre livelli, si compone di un alimentare
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atipico, di soli 700 metri quadrati, a insegna Conad City, di sette medie superfici non food e di una di ristora-
zione. I brand con metrature superiori ai 400 mq di Gla sono Media World (il più grande con circa 3.800
mq di Gla), Ovs, Bata, Scarpe & Scarpe, Piazza Italia, C&A, Game7Athletics, Prenatal e Conbipel, a cui va sommata Flunch che opera nella foodcourt. Il numero e le dimensioni di tali superfici non sono cambiati nel tempo. Sul fronte delle piccole metrature, gli opening dell’ultimo anno sono stati Talco (abbigliamento donna), Gioielli di Valenza, Douglas, Vorwerk Folletto, Mixerì (abbigliamento) e, per quanto concerne la ristorazione, La Piadineria che si inserisce nell'ampia foodcourt. Da segnalare la scelta del commercializzatore di non organizzare il brand mix attraverso isole merceologiche e di collocare al terzo livello della struttura, di dimensioni ridotte, tre anchor store come Scarpe & Scarpe, Prenatal
e Piazza Italia. L’accessibilità è garantita da coppie di scale mobili, da ascensori e dal collegamento diretto al parcheggio multipiano. Per quanto concerne il centro divertimenti, ne fanno parte sin dalla prima ora il ristorante Il Focone a gestione locale, Burger King, Spizzico, il locale giapponese Sen Sushi e successivamente Rossopomodoro e Old Wild West. Con l’insediamento di Cogest Retail sono arrivati McDonald’s (aperto quest’anno), Wiener Haus, la gelateria I Cream, Punto Pasta e il bar caffetteria One Brand. Da segnalare, inoltre, la configurazione attuale prettamente food e divertimento di questo stabile, che nei primi anni ha ospitato anche una piattaforma high tech a insegna Trony. La differente offerta dei due building, distanti tra loro poche decine di metri, si riflette negli orari di apertura: dalle 9 alle 21 lo shopping centre; dalle 12 alle 2 il polo di intrattenimento. Bacino di utenza Capoluogo di regione e importante città portuale sin dai tempi delle Repubbliche marinare, Genova conta una popolazione di quasi 600mila abitanti, mentre la provincia arriva a circa 850mila unità. Il bacino primario del Centro Fiumara si compone di 200mila persone, mentre allargando l’isocrona ai 20 minuti si arriva a 450mila (Fonte Cogest Retail). Come da prassi per l’analisi del bacino consideriamo l’isocrona dei 20 minuti di percorrenza automobilistica, con condizioni di traffico medie, e i dati della popolazione residente e dei competi-
INQUADRAMENTO TERRITORIALE Comune GENOVA
Provincia GENOVA
Regione LIGURIA
ITALIA
Abitanti (n.)
582.320
851.283
1.565.127
59.685.227
Famiglie (n.)
303.775
436.860
790.586
25.872.613
Componenti medi della famiglia (n)
1,9
2,0
2,0
2,3
Femmine (%)
53,4
53,0
52,7
51,6
Maschi (%)
46,6
47,0
47,3
48,4
Stranieri (%)
8,1
7,3
7,7
7,4
Meno di 25 anni (%)
19,8
19,8
19,7
23,9
Più di 64 anni (%)
27,9
27,8
27,7
21,2
Età media (anni)
47,7
47,7
47,6
43,5
Forze lavoro (%)
43,6
43,2
42,9
42,4
Non forze lavoro (%)
56,4
56,8
57,1
57,6
Tasso disoccupazione
7,9
7,8
8,1
10,7
Auto per abitante (n.)
0,489
0,502
0,537
0,621
Auto > 2000cc per abitante (n.)
0,030
0,030
0,033
0,044
Numero Indice Reddito (NIR)
112,0
109,7
107,0
100,0
Numero Indice Consumo (NIC)
114,0
111,9
110,4
100,0
Variabili socio-demografiche
tor forniti da Sincron Inova. Dal punto di vista socio-demografico risalta il dato sulla presenza femminile, un paio di punti più alto rispetto alla media nazionale (53,4% di Genova contro il 51,6% italiano) e soprattutto quello sull’età media della popolazione (il 19,85% è under 25, il 27,9% è over 64, per un’età media che a Genova è di 47,7 anni, contro il 23,9% di under 25, il 21,2% di over 64, per un’età media nazionale di 43,5 anni). Altrettanto importante è il valore sulla disoccupazione, quasi
tre punti più basso nel capoluogo che nel resto del Paese (7,9% contro 10,9%). Complessivamente, dunque, il Numero Indice Reddito e il Numero Indice Consumo di Genova sono superiori alla media della Penisola: si attestano rispettivamente a quota 112 e 114 (fatto 100 il dato nazionale). Ma, a far la differenza, è l’area competitiva nel bacino dei 10 e dei 20 minuti: l’offerta di centri commerciali nell’ex Repubblica marinara è piuttosto vetusta e sottodimensionata. Tutti
i competitor del Fiumara sono stati realizzati prima del Duemila e solo uno di loro presenta una Gla interessante: L’Aquilone con oltre 22mila metri quadrati. Il vero antagonista, quindi, dello shopping centre gestito da Cogest Retail è il centro storico – ci conferma il direttore di Fiumara, Salvatore Cezza – a conferma della vocazione fashion, e non alimentare, del Fiumara Shopping & Fun. A. P.
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r&f
Dossier aeroporti
Leonardo Da Vinci work in progress
Il principale scalo romano è in continua evoluzione. Cambiamento e miglioramento sono le parole d’ordine che alimentano il master plan di AdR, il cui prossimo step sarà l’inaugurazione del nuovo avancorpo e l’area d’imbarco F. 12mila mq dedicati a spazi commerciali e servizi ai passeggeri
R
oma – 2 settembre. Un tempo crocevia di ogni attività politica, culturale ed economica, è oggi polo attrattivo per tutti i cittadini del mondo desiderosi di visitare quanto rimasto della Capitale del più grande Impero di tutti i tempi e da lì, magari, scoprire altre bellezze della Penisola. Roma, quindi, continua a essere una meta importante, anzi, è una città in cui affluiscono un numero sempre maggiore di viaggiatori che la raggiungono passando attraverso quello che di fatto rappresenta il reale crocevia capitolino: l'aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino. A testimonianza del suo “valore” c'è la scelta di Etihad di acquistare il 49% di Alitalia. Lo scalo, infatti, sta vivendo un'importante fase di trasformazione iniziata una paio di anni fa, in seguito al contratto di programma siglato tra
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AdR (Aeroporti di Roma) e il Ministero dei trasporti che ha stabilito, oltre alle possibili variazioni dei livelli tariffari, gli impegni che AdR assume in termini di investimenti e di qualità erogata. E gli investimenti ci sono, e quelli realizzati sono ben visibili, così come parte di quelli in fase di attuazione. Ma vediamo prima un po' di numeri legati al principale scalo romano. I numeri Nel 2013 i passeggeri totali sono stati poco più di 36 milioni. Nei primi otto mesi del 2014 (periodo gennaio – agosto) ne sono transitati già 26 milioni circa, con un incremento del 5% rispetto al medesimo periodo dell'anno precedente. In particolare, solo il mese di agosto ha visto passare oltre 4 milioni di viaggiatori e rag-
Fulvio Fassone
giungere il record di 150mila passeggeri tra partenze e arrivi in un solo giorno. In tutto questo, circa il 6570% sono viaggiatori leisure; per il 20% business e il rimanente per ciò che viene definito con l'acronimo VFR, ossia visiting friends and relatives.
Area di imbarco G
Ma a crescere, oltre all'aerostazione nelle proprie dimensioni e il numero di passeggeri, sono anche le attività retail che nel 2014 hanno fatto registrare un incremento del 5% in termini di spesa media per passeggero. «Cambiamento e miglioramento sono
gli aspetti su cui si è focalizzata da tempo AdR – racconta Fulvio Fassone, direttore commerciale di Aeroporti di Roma – In questo senso, il comparto commerciale non aviation ha realizzato negli ultimi due anni un'importante opera di rinnovamento
e ristrutturazione di tutte le aree retail e food & beverage dell'aerostazione». Ed effettivamente di novità se ne vedono molte, anche per quanto riguarda la scelta del posizionamento dei brand. A oggi ci sono 170 punti vendita suddivisi in 25mila mq, con una superficie media di circa 150 metri quadrati. Un mezzanino tutto da scoprire La nostra visita è iniziata al T1, dove ci sono i voli domestici Schengen di Alitalia e Sky Team, quindi Air France e KLM, oltre ai voli extra Schengen di Alitalia a medio raggio. Da questo terminal accedono ogni anno circa 4 milioni di passeggeri originanti ai quali si aggiungono quelli in transito. Sul mezzanino in particolare sono concentrate la maggior parte delle attività retail e una notevole offerta food & beverage, oltre a due aree duty free gestite (qui come in tutto l'aeroporto) da Aelia. Imminente inoltre, sempre in questa parte dell'aerostazione e sempre gestita da Aelia, l'apertura di un negozio di Victoria's Secret.
In quest'area ci sono insegne come Hermès, Ralph Lauren, Piquadro, Boggi Liu Jo, Desigual, Swarovski, Timberland e Fabriano e sono presenti anche novità dell'ultimo anno (giunte attraverso un sistema di procedure di selezione), che stanno dando buoni risultati come Fedon, Harmont& Blaine e Just Design, che è una peculiarità di Fiumicino: si tratta di un retailer con un'offerta di gadget, oggettistica, gift e ricordi di viaggio che caratterizza lo scalo. Sono presenti inoltre i temporary store a insegna Falconeri (brand del Gruppo Calzedonia) e Sundek (che ha dato soddisfazioni anche fuori dal periodo estivo). La particolarità è che, come sopraccennato, a partire dallo scorso anno, in questa parte dell'aeroporto viene fatta l'accettazione anche di passeggeri extra Schengen, il che ha avuto un impatto positivo su tutto il retail, in particolare su quello legato ai marchi di posizionamento premium e luxury. In quest'area è molto forte l'offerta food & beverage: da un lato è inserita ad angolo e occupa una superficie di
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Dossier aeroporti
1.100 mq interamente gestiti da My Chef in una food court, completamente ristrutturata nel 2013. Qui trovano spazio insegne che danno risalto alla cucina italiana, come Pastasciutta come a casa, Foglie, Colosseum porchetteria, Pizza Chef, Wine & Food, Il gelato di San Crispino, Briciole dolci e salate, e grill fish&steak. Unico brand presente figlio della globalizzazione (e sempre a gestione My Chef) è McDonald's. Dall'altro lato del mezzanino c'è, invece, lo Sky Lounge Bar (brand di Autogrill), che si è nuovamente aggiudicato la gara e che è in procinto di ristrutturare, ma sempre nel rispetto dell'impostazione data dal colosso delle telecomunicazioni: Food Drinks & Great TV. Da Ferrari a Mercedes-Benz Da qui si procede verso l’area d'imbarco B, dove oltre alla ristrutturazione degli spazi, sono stati aperti ad agosto i negozi Mont Blanc e Pandora. Sono presenti inoltre i tre operatori telefonici principali: Tim, Vodafone e Tre, Dixons Travel (retailer di elettronica), e per il settore moda e accessori: Armani Jeans (gestito da Dufry) e Furla. Anche in questo corridoio, e al piano sottostante, l'offerta food & beverage è di livello, con interessanti novità. C'è Lavazza
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che si incontra è un temporary a insegna Vicerè, antichi dolci siciliani. Questa parte in particolare è è configurata come premium del lusso; una sorta di percorso di avvicinamento al molo D con voli domestici e Schengen, e il T3 extra Schengen. Qui ci sono marchi del calibro di Burberry e Moncler (entrambi di recente apertura), oltre allo storico Gucci, Bulgari, Dolce & Gabbana, Salvatore Ferragamo, Vilebrequin e il nuovo Hybrid store di Pinko, che consente ai passeggeri di effettuare acquisti anche on line mediante un display posizionato all’esterno del punto vendita L'offerta food qui è rappresentata da Spizzico, Rosso Intenso e The Burger Federation Roma, un nuovo format di Autogrill che sta riscuotendo successo cavalcando l'onda dell'hamburger di qualità. Il molo D conta circa 4 milioni di passeggeri all'anno in partenza verso destinazioni Schengen, in particolare Spagna, Germania, e nord Europa. Qui hanno inaugurato prima dell'estate Sunglass Hut (gestito da Aelia) e il temporary Fedon. Sempre nel 2013 hanno aperto Moleskine, Hour Passion (orologi e gioielli gestito dal gruppo Swatch), Rossosapore del gruppo Sebeto e la gelateria Algida, questi ultimi inseriti in un’area food interamente gestita da Chef Express, ed è stato ristrutturato lo spazio gestito dall’Antica Focacceria di San Francesco. Ma sono molte altre le insegne presenti, ovviamente. Da Just design a Boggi, Adidas, Imaginarium, Ferrari store e altri ancora. Mokà, gestito da Chef Express; poi si va in crescendo grazie ai vini della famiglia Lunelli con il Ferrari Spazio Bollicine di My Chef, per concludere nella parte finale del corridoio, in prossimità dei gate dal 10 al 13, dove compare un bancone con una grande insegna MercedesBenz Cafè, questa volta gestito da Autogrill. Nella parte posteriore del locale dedicato alla stella di Stoccarda c'è anche una piccola lounge che si affaccia sull'aeroporto con servizio al tavolo e cucina fredda. L'aspetto su cui riflettere, forse, è che la lounge è talmente intima e riservata da non essere visibile arrivando al bancone.
L'unico modo per notarla, è girarle intorno. Interessante, invece, è il caso di Venchi 1878, che si è ristrutturato e ampliato in primavera e sta ottenendo un notevole successo grazie ai propri dolci e soprattutto gelati. Al piano inferiore, invece, My Chef ha replicato in primavera con Briciole dolci e salate, un format vincente e apprezzato. Accoglienza siciliana Una volta giunti all'area di imbarco C8–C16 l'impatto è di una zona completamente rinnovata, tranne per un paio di punti vendita che a breve saranno ristrutturati. Il primo negozio
Destinazioni extraeuropee Proseguendo verso il T3, superato il controllo passaporti per le destinazioni extra Schengen si accede a quella che è chiamata galleria transiti che porta verso i moli G e H. Con i suoi 32 negozi è l'area con più attività commerciali. L’offerta varia dai marchi di livello premium come Ermenegildo Zegna, Burberry Salvatore Ferragamo, Hugo Boss, Coccinelle a brand con posizionamento differente, come Swatch, Camicissima e Musei Vaticani. Gestito dal gruppo Percassi ha trovato spazio anche il negozio Billionaire, ispirato al famoso locale della Costa Smeralda.
Ampia anche qui l'offerta Food con Lavazza, Gustavo, Juice Bar, Venchi 1878, Piazza di Roma e Mokà. Nel lusso in 120 secondi L'area di imbarco G, invece, che raggiungiamo in circa 120 secondi con un trenino elettrico senza pilota, ha il main focus sulle attività del lusso. Da qui si vola extra Schengen e prevalen-
temente a lungo raggio, quindi viaggiatori altospendenti. È presente una vera e propria area del lusso, con in sequenza i negozi Damiani, Hermès, Tod's, Bulgari, Prada, Gucci, Bottega Veneta, Valentino, Emporio Armani, Dolce & Gabbana e Moncler. A cornice, poi, ci sono negozi come Gallo, Furla, La Camiceria Italiana, Feltrinelli, Dixons e un negozio
Ducati per gli appassionati delle due ruote. L'area food è ampia e raggruppa all’interno della food court di Autogrill un’offerta variegata che va dai prodotti italiani a quelli della cucina asiatica e mediorientale, a completamento di un area dedicata ai viaggiatori con la capacità di spesa più elevata. Il futuro: 12mila mq di opportunità Quanto descritto fino a ora rappresenta tutto ciò che è tangibile all'interno dell'aeroporto, ma Fiumicino è in costante trasformazione e, nel 2016, la storia sarà diversa. Per quella data, infatti, saranno pronti il nuovo avancorpo e l’area d’imbarco F; l’avancorpo si raggiungerà attraverso un bridge dopo l'attuale controllo sicurezza posizionato prima della galleria transiti (quella superficie sarà destinata all’ampliamento della hall check-in). Il nuovo mall sarà una struttura di due piani e avrà all'interno circa 12mila mq di spazi commerciali e servizi al passeggero. Da qui, successivamente, i passeggeri si imbarcheranno dal nuo-
vo molo in costruzione (F) o dai due già esistenti. «La struttura sarà interamente dedicata alle attività commerciali e ai servizi ai passeggeri dei voli imbarcati dalle aree F, G e H che transiteranno da quella parte, indipendentemente dalla destinazione – prosegue Fassone – Inoltre si applicherà, come già accade in alcuni aeroporti inglesi, la politica del call forward, ossia comunicare al passeggero le informazioni relative al gate circa un’ora prima dell'orario di partenza del volo per consentirgli la sosta nell’area dotata di servizi e facilities». E già nei prossimi mesi, nel rispetto delle tempistiche, dovrebbe iniziare la commercializzazione della nuova infrastruttura che, come racconta Francesco Lancia, responsabile sviluppo commerciale di AdR: «vedrà al livello partenze un Duty Free walk-through gestito da Aelia e una grande “piazza retail” dedicata alle attività luxury; allo stesso tempo sarà presente anche un ‘offerta focalizzata su travel needs, convenience e prodotti dei segmenti medium e premium; il piano superiore sarà invece
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Dossier aeroporti
prevalentemente dedicato alle attività di ristorazione e alle Sale VIP». Fiumicino sta investendo molto anche nel business dell’advertising, per l'esattezza 7 milioni di euro. Il progetto punta a razionalizzare gli impianti riducendoli di un terzo, e sostituire la maggior parte dei rimanenti con soluzioni digitalizzate la cui commercializzazione è stata affidata a un grosso operatore internazionale. Tutto questo fa parte della prima fase di realizzazione di un master plan che prevede, entro il 2025, di portare la capienza dell'aeroporto a più di 55 milioni di passeggeri,
contro i quasi 40 milioni attuali. Il passeggero ringrazia Ma Fiumicino non è solo trasformazione e attività commerciali. È soprattutto servizi per il viaggiatore. Ci sono, infatti, molti aspetti che tendono a passare inosservati in quanto già presenti, ma al contrario la loro assenza si noterebbe. Innanzitutto, come già ampiamente descritto, tutto l'aeroporto è stato rinnovato o ristrutturato negli ultimi due anni, compresi gli oltre 5mila mq di duty free Aelia dislocati nelle varie aree. Come ha spiegato Fassone, inoltre, Aeroporti
di Roma ha fatto una scelta epocale decidendo di creare una società totalmente controllata da AdR che si occupi delle pulizie dell'aerostazione, senza più dover appaltare i lavori ad agenzie esterne (ed effettivamente la differenza si nota). È stata istituita la figura del 'terminal manager': una nuova figura professionale che opera nelle diverse aerostazioni, garantendo la funzionalità quotidiana dei Terminal e un elevato standard di qualità al passeggero. I 48 gruppi toilette sono stati completamente ristrutturati e modernizzati, con erogatori di sapone, acqua e aria in linea sopra i lavandini e completamente automatizzati con fotocellula (e degli induttori di profumo per l'ambiente che non guastano). Sono stati installate anche 55 postazioni di ricarica per tablet e smartphone, oltre a quelle presenti nei luoghi di ristoro. La connessione WiFi è gratuita e senza limiti di durata. I tempi per i controlli di sicurezza, grazie anche all’installazione di nuovi impianti dedicati, sono scesi da una media di undici minuti a circa 4 minuti, in soli due anni. Il Leonardo da Vinci è inoltre il primo scalo in Italia ad aver installato gli e-gates, postazioni per il controllo biometrico del passaporto. E che dire dell'attenzione per l'ambiente; i contenitori
per i rifiuti sono tutti organizzati per la raccolta differenziata. Infine è stato anche implementato un progetto di gestione telematica della viabilità per renderla più scorrevole e sicura. Buona anche la segnaletica, che agevola la movimentazione all'interno dell'aeroporto e nella parte extra Schengen è riportata nei nodi principali anche in cinese e in russo. Questo, assieme ad altri servizi dedicati, come la disponibilità di acqua calda per la loro tipica tisana, o l'accoglienza per
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retail&food - ottobre 2014
Francesco Lancia il Capodanno Cinese, hanno consentito a Fiumicino di ottenere la certificazione Welcome Chinese. Conclusioni Quanto fatto finora, quindi, è espressione di un master plan ambizioso ma necessario. Soprattutto se visto alla luce dell'ingresso di Etihad in Alitalia, che darà ulteriore visibilità e valore allo scalo. Di fatto, l'aeroporto si sta muovendo nella direzione delle grandi realtà internazionali. «Vogliamo generare “sense of place”, facendo vivere al passeggero una vera e propria esperienza legata all'Italia e a Roma in particolare – conclude Lancia – in modo che fino all'ultimo istante prima dell'imbarco, possa vi-
vere emozioni che vadano a sommarsi a quelle vissute durante la permanenza nel Paese, e che possa portarle a casa con sé». E per dare concretezza a questa filosofia, è stato creato anche un nuovo logo della galleria commerciale di AdR denominato Shopping by Rome, che richiama il monumento più famoso della Capitale, il Colosseo, con sotto il claim ‘the airport mall'. Stefano Masin
r&f Ristorazione franchising
Formula anticrisi Anche nel 2013 l’affiliazione resiste alla riduzione dei consumi consentendo all’offerta f&b dei franchisee di crescere ancora, in Italia e all’estero
N
el quinquennio della grandi crisi, il franchising ha tenuto: il giro d’affari nel periodo 2008/2013 è progredito del 5,5%, il numero dei punti vendita è rimasto sostanzialmente stabile (-0,5%), gli addetti sono aumentati del 4,6% mentre il totale dei franchisor è cresciuto di un significativo 14,2% (Tabella 1). Alla luce di questi dati possiamo anzi affermare che il settore è vitale, e attrae nuovi operatori. Tuttavia, l’andamento negativo del comparto immobiliare e la persistente difficoltà di accesso al credito hanno avuto inevitabili ripercussioni anche sul sistema delle reti. Ecco perché il saldo positivo per un solo marchio che emerge dal raffronto tra il numero totale delle reti operative l’anno scorso (939) rispetto al 2012, può essere considerato come un successo. Sotto il profilo dei risultati economici, il fatturato dichiarato dai franchisor nel 2013 è aumentato dell’1% raggiungendo quota 23.505.000.000 di euro, il che corrisponde a 243 milioni in più nel confronto con l’anno prima. Un dato
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che, al di là della sua apparente modestia, rivela appieno la capacità di resistenza del franchising italiano all’interno di uno scenario caratterizzato da una generale contrazione dell’economia, a maggior ragione se si considerano contestualmente le perdite del segmento delle agenzie immobiliari, che da solo ha visto una emorragia di 119.973.800 di euro, 695 punti vendita affiliati (oltre la metà del calo generale, che è stato pari a 1.079 store) e 1.823 addetti. Al netto di tale débâcle, il giro d’affari del sistema italiano dell’affiliazione segnerebbe una progressione dell’1,6%, una contenuta perdita di punti vendita (-0,8%) e un incoraggiante incremento del numero degli occupati (+1,1%), che ha portato a 187.384 unità la forza lavoro. In particolare, nel 2013 è aumentato il numero medio di addetti per punto vendita: 3,7, più 2,8% rispetto al precedente anno. Sul fronte internazionale, i franchisor italiani che nel 2013 hanno operato oltre confine sono stati 149, e 7.731 i negozi a essi riferibili. Tuttavia, la dimensione media
delle reti tricolore all’estero ha subito una lieve flessione rispetto al 2012, caratterizzandosi per la presenza di 51,9 punti vendita rispetto ai 56,4 del 2012. La ristorazione dà i numeri Ma vediamo adesso più da vicino il peso dell’alimentare, in senso lato, all’interno del sistema italiano del franchising. A tale riguardo, la Tabella 2 riporta la posizione occupata dai 4 settori, sui 30 analizzati dal report di Assofranchising, che hanno a che fare con il consumo di cibo: al di là
del primato, relativo e assoluto, del segmento “Gdo food – Alimentari”, con un giro d’affari che nel 2013 è stato pari a 7.322.274.000 di euro, equivalete al 30% del totale, vediamo che la categoria “Ristorazione rapida – Pizzerie – Caffetterie” è al 4° posto assoluto nella classifica e vale il 6,30% del mercato, il che corrisponde a 1.480.656.500 di euro. Dobbiamo scendere alla 17esima posizione per trovare invece la “Ristorazione a tema e i pub”, con l’1,52% e 357.489.500 milioni di euro di fatturato, mentre in 26esima incontriamo la voce “Gelaterie
Giro d’affari delle reti in Italia
Tab. 2
POSIZIONE
SETTORE
FATTURATO
INCIDENZA %
1
Gdo food - Alimentari
€ 7.322.274.000
31,15%
4
Ristorazione rapida Pizzerie - Caffetterie
€ 1.480.656.500
6,30%
17
Ristorazione a tema - Pub
€ 657.489.500
1,52%
26
Gelaterie - Yogurterie - Chioschi
€ 147.850.000
0,63%
– Yogurterie – Chioschi”, con lo 0,63% e 147.850.000 di euro. Senza considerare il primo segmento e sommando invece i numeri di tre che sono direttamente riferibili alla ristorazione fuori dalle mura di casa, abbiamo un comparto, che raggruppa grosso modo l’offerta f&b sviluppata in franchising in Italia, che vale l’8,45% della torta e quasi 2 miliardi di euro all’anno. In generale, il successo di una rete di franchising dipende da diversi fattori: dai contenuti del contratto al rapporto del format proposto dal franchisor con il mercato di riferimento. Negli ultimi anni sta emergendo poi, in concomitanza con lo sviluppo del web, il tema del bacini di utenza, vale a dire il numero dei potenziali clienti di un punto vendita: con riferimento proprio alla popolosità, anche nel 2013 la frequenza maggiore, così come si era già riscontrato nel 2012, spetta al bacino d’utenza costituito da 20/50mila persone, con una percentuale del 45,1, seguito dalla classe 10/20mila persone, con una frequenza del 18,9%. Il trend di fondo vede quindi i franchisee optare per contesti abitativi mediamente popolati invece di grandi centri urbani, cui corrisponde il 21,2%
Principali indicatori: volume complessivo di crescita 2008/2013
2013 VS 2008
INDICATORI Giro d’affari
+5,5%
Insegne operative in Italia
+14,2%
Punti vendita in franchising in Italia (PVF)
-0,5%
Addetti occupati nelle reti (PVF) compreso il franchisee
+4,6%
FONTE: Rapporto Assofranchising Italia 2013 - Strutture, Tendenze e Scenari. A cura di Assofranchising. Realizzato ed elaborato dal Servizio Studi Assofranchising e dall’Osservatorio Permanente sul Franchising.
delle scelte. Sempre l’anno scorso, è aumentato leggermente l’investimento iniziale richiesto all’affiliato: nel 20,6% dei casi l’esborso va dai 50mila ai 100mila euro; segue, con il 19,5%, un impegno finanziario compreso tra 30mila e 50mila euro mentre si va sopra i 100mila solo nel 16,2% dei casi. Anche l’estensione del punto vendita ha la sua importanza. In passato, in pieno boom immobiliare, uno dei problemi principali per l’apertura di un negozio era certamente il costo dell’acquisto o, più spesso, il livello dei canoni di locazione. Aspetti che la crisi ha reso meno “pressanti”, anche
OLD WILD WEST GIANANDREA GROPPLERO DI TROPPENBURG, direzione sviluppo Italia
Tab. 1
se le aperture in zone storicamente dedicate allo shopping restano comunque su quotazioni elevate. A ogni modo, il 57,4% dei licenziatari nel 2013 optava per locali non grandi, con superfici tra 21 e 80 mq. Spazi con metratura compresa tra 100-200 mq registravano una frequenza del 15,4% contro il 15,3% del 2012, mentre la preferenza per location con dimensioni superiori a 200 mq è stata pari all’11,3%, rispetto al 10,5% dell’anno prima. Non di minore importanza è la durata del contratto: come facile arguire, un contratto più breve si basa su un modello di business ve-
La società in pillole Società: Locali (Italia e estero a giugno 2014): Locali in franchising (a giugno 2014): Investimento iniziale: Dimensioni medie locale: Fatturato medio per locale: Durata contratto: Addetti per punto vendita: Numero sedute: Scontrino medio: Royalties:
Cigierre – Compagnia Generale Ristorazione Spa 109 (di cui 2 all’estero) 77 € 800.000,00 + IVA da 450 a 600 mq € 1.900.000 + IVA da 9 a 12 anni 20/30 180 € 14,50 4% + un contributo marketing del 2,25% sul fatturato al netto dell’IVA € 30.000 + IVA
Selezione La crescita esponenziale che Cigierre – soprattutto con il marchio Old Wild West – ha registrato nell’ultimo lustro, caratterizzato da una situazione di crisi globale, ha fatto aumentare le candidature dei potenziali franchisee, motivo in più per cui la selezione è particolarmente attenta e accurata. Puntando alla massima soddisfazione dei nostri clienti, proponiamo prodotti genuini a un prezzo competitivo, serviti in un’atmosfera sempre rilassante e piacevole. Ecco quindi che il candidato ideale è una persona comunicativa e socievole, orientata alla comprensione dei bisogni della clientela. È inoltre dinamico, ricettivo, pronto a coniugare innovazione e standardizzazione, e presenta spiccate doti imprenditoriali e di leadership. Non è richiesta peraltro una specifica esperienza nel mondo della ristorazione perché, grazie al preciso programma di addestramento e al supporto a 360° in ambito legale, amministrativo, fiscale, gestionale e di marketing, istruiamo e formiamo i nostri affiliati per farne imprenditori di successo.
magazzino. Siamo sempre pronti a venire incontro alle più disparate esigenze, fornendo un’area operativa di competenza in esclusiva che si impegna quotidianamente nella ricerca della qualità dei prodotti offerti, dei metodi di cottura, dell’allestimento dei ristoranti, della promozione, del supporto post vendita e di ogni aspetto del business.
Standard In seguito all’apertura e per tutta la durata dell’attività, un ispettore di zona effettua visite periodiche presso i punti vendita, per monitorarne l’andamento e garantire il mantenimento degli standard qualitativi. Mettiamo a disposizione di ogni franchisee un sofisticato sistema informativo per il controllo di vendite, acquisti e scorte di
Estero Raggiunta una massa critica di locali ragguardevole in Italia, tra i nostri obiettivi di crescita c’è senz’altro lo sviluppo sul mercato europeo, dove di recente abbiamo mosso i primi passi, prima in Svizzera e quindi in Belgio. Ad oggi, per crescere fuori dai confini nazionali, abbiamo due società franchisor, entrambe partecipate da Cigierre.
Fee d’ingresso:
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Ristorazione franchising loce, con un rapido recupero degli investimenti, laddove quando è più lungo permette tempi di recupero dilatati. Ebbene, nel 71,8% dei casi nel 2013 sono stati sottoscritti accordi che prevedevano una durata compresa tra 3 e 5 anni, dato che, rispetto alla precedente rilevazione, è aumentato di 8,1 punti percentuali. Ciò testimonia come la forma di attività scelta si basa su un modello di business sempre più veloce che, evidentemente, non richiede tempi lunghi di realizzo. Altresì, il dato potrebbe anche evidenziare una certa qual prudenza dei
franchisee a intraprendere nuove attività economiche in tempi difficili, caratterizzati da consumi in affanno, con la previsione di tempi di realizzo piuttosto lunghi. In posizione residuale nell’indagine condotta si pone la classe che prevede una durata di contratto superiore a 10 anni, che ha infatti registrato una frequenza dell’1,4%, mentre un tempo indeterminato è stato scelto dal 2,5% degli affiliati. Infine, anche nel 2013 i punti vendita di imprenditrici donne sono stati pari al 38%, confermando come la formula sia una valida alternativa al lavoro di-
MCDONALD’S ITALIA ALESSANDRO MARTINI, franchising manager Selezione Il nostro business nasce in franchising, formula su cui si basa l’80% della rete dei locali in Italia. Ergo, per noi il franchisee è un asset strategico fondamentale: ecco perché facciamo una selezione attenta, senza scendere a compromessi sulle caratteristiche del profilo e sui requisiti finanziari e di flessibilità geografica. La nostra esperienza ci dice che l’affiliazione crea sviluppo e posti di lavoro, imprenditori sani e capaci. Canali Attualmente il 25% dei nostri ristoranti è situato all’interno di uno shopping center. Anche per il futuro confermiamo la centralità di questo canale e la volontà di presidiare i mall che riteniamo più strategici. Questo non significa trascurare il territorio a 360°, il che si traduce in uno sviluppo che contempla anche i centri storici e le aree di grande traffico. Standard Il franchisee deve attenersi agli standard di qualità e sicurezza dettati dalla casa madre. A supporto dei licenziatari abbiamo una struttura dedicata di Field Service costituita da circa 30 persone, 5 manager che coordinano 25 consulenti: attraverso la presenza sul territorio, essa garantisce una costante consulenza commerciale, avvalendosi del supporto di tutti gli specialisti di settore della nostra sede nazionale; verifica poi il rispetto degli standard mediante un ciclo di visite ad hoc e, con l’ausilio dei controller, la buona gestione del conto economico dei ristoranti, intervenendo per colmare eventuali scostamenti dalla media, o, in casi eccezionali, proponendo al board eventuali aiuti finanziari per il franchisee. La misura della redditività del ristorante e quindi dell’attività dell’affiliato viene invece data attraverso il Cash Flow: fin dalla scelta della location, la nostra sede centrale calcola il bilanciamento dell’ROI per il franchisee e per McDonald’s stessa, secondo il peso degli investimenti.
La società in pillole Locali in Italia: % locali in franchising: Investimento iniziale: Fatturato medio per locale: Durata contratto: Addetti per punto vendita: Royalties: Fee d’ingresso:
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oltre 490 80% € 500.000 € 2.300.000 20 anni 30 in media 5% delle vendite nette € 54.450 IVA inclusa
LA PIADINERIA PIERANTONIO MILANI, amministratore delegato Numeri L’affiliazione è una leva fondamentale per la crescita della nostra rete: 3/4 dei punti vendita sono in franchising. È così che siamo arrivati a produrre 5 milioni di piadine servendo 4,5 milioni di clienti all’anno. Tuttavia, stiamo investendo molto anche nell’apertura di location in gestione diretta in contesti di pregio (centri commerciali, outlet, retail park). Nell’ambito dei nuovi tagli nastro, dunque, il rapporto tra i negozi aperti in gestione diretta e quelli in franchising è ora del 50%. Standard Il nostro affiliato è tenuto a garantire ai clienti il livello qualitativo del gruppo sia nella preparazione del prodotto che nella gestione del negozio, non introducendo elementi estranei al format. Del resto, poiché tutto viene fornito direttamente dalla sede centrale, le possibilità di errore/deviazione sono davvero limitate. Ciononostante, il controllo dei punti vendita è continuo, tramite il monitoraggio degli acquisti il servizio di Customer satisfaction e di shop assistance, nonché mediante riunioni periodiche con gli affiliati. Estero Per ora non abbiamo nessun master franchisor per lo sviluppo fuori dall’Italia. Stiamo vagliando diverse ipotesi di approdo in paesi europei, purché siano facilmente raggiungibili per consentire una rapida distribuzione dei prodotti e delle materie prime per realizzarli.
La società in pillole Anno di fondazione: Anno di lancio del franchising: Locali: Locali in franchising: Superficie: Addetti per locale: Bacino d’utenza: Investimento iniziale Italia: Investimento iniziale Estero: Fee d’ingresso Italia: Fatturato medio annuo su strada: Fatturato medio annuo CC: Scontrino medio:
pendente. Sino a qui abbiamo analizzato l’affiliazione dall’alto dell’offerta. Ma per i consumatori quali sono i vantaggi della formula? Senza dubbio essa rappresenta un modello distributivo in grado di rispondere alle esigenze di un mercato orientato verso un miglior rapporto qualità/prezzo. Ecco perché, stante un quadro economico ancora incerto, benché caratterizzato da alcuni segnali di ripresa, le reti in franchising sembrano ben rappresen-
1994 1998 81 60 50 mq (superficie funzionale) + 40 mq (superficie commerciale) 3/4 50.000 persone € 70.000/100.000 + IVA € 150.000/170.000 + IVA € 10.000 + IVA € 220.000 € 600.000 € 5,40
Ristorazione franchising tare l’obiettivo di medio/lungo termine verso cui tende il retail italiano, ovvero: “piccole imprese unite in grandi reti per competere dentro e fuori i confini nazionali”. Un sistema, tante declinazioni «Età compresa tra 32 e 45 anni e desiderio di mettere la propria professionalità ed esperienza in un’impresa propria»: sono queste le caratteristiche principali del candidato franchisee della costola italiana di McDonald’s, come ci spiega Alessandro Martini, franchising manager della società. E aggiunge: «Gestire un ristorante della nostra rete significa lavorarci attivamente tutti i giorni: in cucina, in cassa, insieme al proprio staff, sviluppando il marketing e le vendite. Il successo del nostro business è determinato proprio dalla bravura degli affiliati nella gestione giornaliera del proprio ristorante, per garantire la completa soddisfazione del cliente». Il colosso di Oak Brook cerca persone motivate a intraprendere una partnership di lunga durata: il contratto di affiliazione può arrivare infatti a 20 anni. A tale requisito si aggiungono, «la disponibilità a trasferire la propria residenza nelle regioni
dove abbiamo necessità di nuovi affiliati e una capacità finanziaria personale di almeno mezzo milione di euro, che corrisponde al 40% dell’investimento totale; la parte rimanente potrà essere finanziata attraverso gli istituti di credito». Tra i vantaggi del franchising non c’è dubbio che la possibilità di garantire uno sviluppo capillare di un marchio rappresenti un atout di primaria importanza: «Grazie al sistema
FRATELLI LA BUFALA PAOLO ARUTA, amministratore delegato Emme Sei Vantaggi I primi ristoranti della nostra rete sono stati aperti tramite investimenti diretti. Solo in un secondo tempo, acquisita la necessaria esperienza, abbiamo cominciato a svilupparci tramite il franchising. I portati principali di questa formula non sono rintracciabili nella standardizzazione e nella riproduzione di un modello sempre uguale, perché questi concetti non ci appartengono. Ciò su cui contiamo sono invece i vantaggi della rete e dello spirito di squadra che producono economie di scala e ci consentono di essere forti, ottenendo migliori condizioni di mercato con i fornitori e nella selezione delle location. Canali La rete Fratelli la Bufala ormai conta 70 locali, quindi la nostra espansione non ha lo scopo di ottenere maggiore visibilità quanto di penetrare le aree di mercato scoperte. In Italia prediligiamo sicuramente centri commerciali e prime location mentre all’estero siamo intenzionati a espanderci a macchia di leopardo, così da permettere ai nostri affiliati oltre i confini di realizzare delle sinergie tra loro. Standard Sebbene non siamo intenzionati a standardizzare la nostra rete e pensiamo che ogni
dell’affiliazione, siamo arrivati a superare abbondantemente i 100 locali nel giro di pochi anni», ci dice Gianandrea Gropplero di Troppenburg, della direzione sviluppo italia di Cigierre, protagonista nel mercato della ristorazione commerciale con diverse insegne, tra cui spicca Old Wild West. «È così che abbiamo perseguito e continueremo a realizzare il nostro programma di espansione, che prevede
l’apertura di circa venti punti vendita all’anno». Se nel passato il posizionamento dei ristoranti all’interno dei centri commerciali o accanto ai cinema multisala rappresentava per l’azienda friulana il canale preferenziale, oggi la notorietà che il marchio di steak house in stile western ha ottenuto, grazie all’attività di comunicazione e al meticoloso lavoro svolto sull’immagine, ne ha fatto una meta precisa per il pasto fuori casa: «Si tratta di una evoluzione caparbiamente perseguita, che ci consente adesso di posizionare i nuovi ristoranti anche su strade ad alta percorrenza o nei centri urbani», riprende Gropplero. Al di là delle “classiche” caratteristiche che tutti i franchisor elencano in questi casi (dinamicità, spirito imprenditoriale, solidità economica, capacità gestionale), sta assumendo crescente importanza un requisito indispensabile per far fronte ai portati avvelenati della crisi di cui si è gia detto (calo dei consumi e difficile accesso al credito): «Negli ultimi 2/3 anni a rilevare in misura crescente nella selezione dell’affiliato è la capacità imprenditoriale», argomenta Pierantonio Milani, parton del Gruppo La Piadineria.
La società in pillole Società: Locali (Italia e estero): Locali in franchising (Italia e estero): Investimento iniziale: Dimensioni medie locale: Fatturato medio per locale: Durata contratto: Numero addetti per locale: Numero sedute: Scontrino medio: Royalties: Fee d’ingresso:
Emme Sei Spa 70 (57 in Italia e 13 all’estero) 58 € 1.500 euro a mq 300 mq € 1.500.000 10 anni 15/20 ca 200 € 15 4+1% € 50.000
punto vendita abbia una propria “anima”, ci sono dei punti fermi che caratterizzano il nostro marchio. Due fra tutti: la progettazione e il menu. Il layout di ogni locale viene ideato esclusivamente dal nostro architetto, Lelia Castellano, mentre la proposta è uguale in tutti ristoranti, con qualche piccola modifica all’estero per andare incontro ai gusti della clientela locale. Estero Per lo sviluppo fuori Italia abbiamo dei master franchisor che ci consentono di realizzare le migliori economie di scala. I mercati sui cui stiamo puntando in questo momento sono il centro e il sud America, la Russia e i paesi della GCC region (stati del Golfo Persico, ndr).
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Ristorazione franchising CREMA & CIOCCOLATO
La società in pillole
LORENZO MAZZILLI, amministratore delegato BMV Mission Vogliamo dare un’opportunità di realizzazione professionale ed economica a tutti, convinti che ogni persona abbia dentro di sé un potenziale da esprimere. Molte, troppe volte la mancanza di formazione e le difficoltà economiche nell’investire cifre importanti per avviare un’attività commerciale costituiscono delle vere e proprie barriere e rendono impossibile dare una svolta significativa alla propria vita. Tramite la nostra formula, invece, è possibile abbattere questi ostacoli e offrire a tutti la possibilità di realizzare un progetto imprenditoriale di valore. Non servono grandi capitali da investire, né avere precedente esperienza nel settore; tutto quello che occorre sono pochi euro e un grande sogno, il resto lo mette crema & cioccolato. Grazie a una solida esperienza decennale, infatti, accompagniamo l’affiliato lungo l’intero percorso: dalla scelta della location ottimale fino alla progettazione e alla formazione necessaria per avviare una attività di successo. Collocazione Il locale deve essere posizionato in centri con un bacino d’utenza di almeno 10/20mila abitanti, in posizione centrale o comunque vicino a luoghi di aggregazione (scuole, uffici, monumenti, cinema, ristoranti, etc.) dove vi sia passaggio di pedoni. Risultano adatti naturalmente anche i centri commerciali e le località turistiche, per le quali non è
«Siamo dunque molto attenti nel verificare la solidità economica e la capacità manageriale del nostro partner nell’aprire e gestire eventualmente anche più punti vendita o negozi con metrature più elevate. Al contrario, sono sicuramente in diminuzione le affiliazioni di singoli che intendono gestire in proprio un solo negozio». Disponibilità finanziaria, spirito imprenditoriale e conoscenza del mercato locale: anche per il marchio partenopeo Fratelli la Bufala al primo posto vengono solide basi economiche,
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indispensabili per poter intraprendere una attività di successo. Nondimeno, come ci dice Paola Aruta, amministratore delegato del Gruppo Emme Sei che sviluppa l’insegna “a tutta pizza” (ovviamente napoletana doc): «L’esperienza ci ha insegnato che ciò che è davvero fondamentale per il successo del punto vendita sono le persone che ci lavorano. Per questa ragione pensiamo che un momento importante nel processo di affiliazione sia la presenza di uno dei nostri maestri pizzaioli (che tramandano il
Società: Locali (Italia e estero): Locali in franchising (Italia e estero): Investimento iniziale: Dimensioni medie locale: Fatturato medio: Durata contratto: Addetti per punto vendita: Scontrino medio: Fee d’ingresso:
Bmv srl 305 305 corrisponde alla fee d’ingresso 40/50 mq € 300.000 5 anni 2/3 € 2,80 € 19.900
necessario rispettare il vincolo del numero minimo di abitanti. La superficie minima necessaria è di circa 40 mq ed è importante che abbia un ampio fronte strada, poiché è quello che permette di avere una presenza di grande impatto grazie all’esposizione del prodotto nelle vetrine frigorifere. Standard L’affiliato deve caratterizzarsi per un elevato livello di servizio, anche grazie al supporto della nostra casa madre che garantisce un’assistenza costante sia online, sia mediante visite periodiche presso ogni singolo punto vendita. Estero Siamo intenzionati a sbarcare anche all’estero quanto prima: stimiamo di essere operativi su tutto il territorio europeo ed extra-europeo a partire dalla metà del 2015.
loro mestiere di padre in figlio per generazioni), disposto a trasferirsi nella città in cui apriamo il nuovo punto vendita in affiliazione. È questa la chiave della nostra autenticità, da cui discende il claim aziendale ‘I nostri valori sempre con noi’». Un valido esempio di come il franchising si sposi particolarmente bene con una struttura fisica, di costi e di gestione snella, ce lo fornisce l’ultimo operatore che abbiamo analizzato: crema & cioccolato. Il brand della società BMV ha infatti all’attivo 305 locali, tutti aperti attraverso licenziatari. «Lanciare un’attività propria con poco capitale ma appartenendo al contempo a una grande organizzazione; ridurre il rischio d’impresa investendo in un progetto di successo; beneficiare di maggior potere d’acquisto con i fornitori, di assistenza e formazione continua nella gestione finanziaria, contabile e delle attività di marketing, facciamo leva sulla costante ricerca e sullo sviluppo di nuovi prodotti e servizi, cui si somma la possibilità di contare su arredi e attrezzature in comodato d’uso gratuito ben progettati»: sono questi i vantaggi per affiliato del-
l’azienda friulana, a detta di Lorenzo Mazzilli, che ne è amministratole delegato. E non è tutto poiché, a questi benefici, si unisce il costante consolidamento della rete, la crescita continua e progressiva, le elevate potenzialità di resistenza sul mercato, sia per il franchisor, sia per il franchisee: «La motivazione principale che spinge il licenziatario ad affiliarsi è beneficiare dell’esperienza e della reputazione del nostro marchio», termina il suo ragionamento il manager. Per concludere, è fuor di dubbio che il franchising, con tutti gli atout che lo caratterizzano emersi in questa analisi del mercato della ristorazione commerciale attraverso dati salienti e testimonianze di operatori attivi in diverse sue declinazioni (dal quick service al casual dining, dalla pizza al gelato), rappresenta uno strumento sempre più utilizzato nel campo dell’offerta food&beverage: per espandersi in Italia negli anni della grande crisi e per andare alla conquista dell’estero. Massimo Luigi Andreis tratto da Ristorando www.ristorando.eu
r&f Parola di Laura Andreoletti
Laura Andreoletti, 40 anni, dal 2012 è il Country Manager per il mercato italiano di Neinver. Già Direttore Leasing di Neinver Italia dal 2005, carica che ha mantenuto, si occupa della gestione e dello sviluppo di Neinver in Italia. Andreoletti, di origini bergamasche, si è laureata allo IULM di Milano e ha conseguito un Master nell’ambito della comunicazione d’impresa presso la SDA Bocconi School of Management di Milano; ha sviluppato la sua carriera professionale nel settore commerciale e immobiliare e ha ricoperto ruoli manageriali in Promos Brescia e in Mediamarket.
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NEINVER ITALIA: «Crescono footfall e vendite. Non si escludono nuove acquisizioni»
F
orte di 15 complessi in gestione nel Vecchio Continente, pari a oltre 310mila mq di Gla, Neinver si conferma il secondo operatore europeo nel settore dei centri outlet. Declinati sul mercato con i marchi Factory e The Style Outlets, i village sono presenti in Spagna, Italia, Francia, Germania, Portogallo e Polonia. Nel Belpaese sono due gli asset in quota alla società iberica: Vicolungo The Style Outlets (NO), inaugurato nel 2004, e Castel Guelfo The Style Outlets (BO), acquistato in due tranche tra il 2008 e il 2009, quando per 53 e 41,7 milioni di euro sono state rilevate rispettivamente la Fase 1 e la Fase 2. Entrambi i Foc sono stati oggetto di successivi ampliamenti. Nominata nel 2012 country manager di Neinver Italia, dopo averne ricoperto dal 2005 l’incarico di direttore leasing, Laura Andreoletti ha delineato le strategie dell’azienda nel nostro Paese: «Un mercato maturo ma non per questo meno importante. Complice l’effetto anticiclico, tipico di questo canale, sono cresciuti ulteriormente sia i flussi sia le vendite».
Neinver Italia è stata costituita nel Duemila: da allora ha prima sviluppato il Foc di Vicolungo e poi ha acquisito quello di Castel Guelfo. Quali sono i vostri progetti nella Penisola? In termini generali consideriamo quello italiano un mercato abbastanza consolidato, tenendo conto che vi insistono 23/24 factory outlet center e che non ci sono possibilità per realizzare altri outlet con una catchment area ampia e interessante dal punto di vista del potere di acquisto. Di conseguenza, operazioni di sviluppo di nuovi progetti non sono prioritarie, mentre, come abbiamo fatto per il Foc di Castel Guelfo, potremmo valutare eventuali acquisizioni. Ci sono trattative in corso? No, al momento ci sono solo ipotesi. Il Belpaese rimane un mercato core o, in quanto maturo, ha perso appeal? È tuttora un mercato core per tre motivi fondamentali: rispetto ad altri popoli europei, quello italiano ha un’importante propensione ad acquistare fashion, su cui continua a spendere anche se meno che in passato; molte aziende italiane sono attive nel mondo della moda e quindi sono potenziali clienti per i nostri tenant; i turisti vengono per comprare i capi delle grandi griffe, che risultano essere più convenienti che all’estero. Questo non significa che Neinver non abbia intenzione di sviluppare altri progetti in Europa: al momento sta lavorando su due iniziative di primo livello, una a Barcellona e l’altra ad Amsterdam. Restando nei confini nazionali, nell’ultimo
Castel Guelfo The Style Outlets anno avete portato a termine l’ampliamento dell’outlet centre emiliano. Quali sono i riscontri? È stata un’operazione interessante perché ha permesso di offrire ai clienti nuove insegne, completando il mix merceologico, e perché ha dato l’opportunità di effettuare il restyling architettonico e dell’arredo urbano. I risultati non sono tardati: il trend rispetto al 2013 è positivo sia sul footfall sia sulla vendite, incrementati rispettivamente del 7 e del 9 per cento. Arrivando quindi alle performance dei due village, quali sono i valori del primo semestre e le previsioni per la fine dell’anno? In termini generali l’outlet si è dimostrato un ottimo canale distributivo durante la crisi, in quanto lavora su prodotti di qualità a prezzi ridotti. Nel particolare, Vicolungo The Style Outlets e Castel Guelfo The Style Outlets dovrebbero chiudere il 2014 sui 6,5 milioni di visitatori complessivi, mentre nel primo semestre abbiamo registrato un +9% sulle vendite e un +5% sul footfall. Non posso dire, però, se questi dati siano sintomo di una ripresa generale dei consumi nel nostro Paese o se semplicemente rispecchiano l’andamento anticiclico di questo canale. Il turista straniero rappresenta un punto di riferimento privilegiato per le grandi strutture commerciali e, in particolare, proprio
per gli outlet. Quanto incidono i consumi generati dai flussi provenienti oltralpe? Ad oggi i consumatori stranieri incidono per il 10% sul nostro fatturato. Questo risultato è frutto di un’azione di marketing iniziata qualche anno fa in termini di convenzioni con gli hotel e con i tour operator e di un adattamento dell’offerta merceologica e dei servizi: entrambi gli outlet sono dotati di shuttle-bus che collegano nel caso di Vicolungo le città di Milano e Torino e in quello di Castel Guelfo la Riviera. Guardando alle nazionalità dei turisti, dai dati tax free che sono tutti positivi con crescite anche a doppia cifra rispetto allo scorso anno - emerge che i russi la fanno da padrone in entrambi i centri. Per quanto riguarda il Foc piemontese segnaliamo anche la forte presenza di svizzeri, nord europei e cinesi, quest’ultimi in sensibile aumento. Rispetto allo scontrino medio del cliente italiano, quanto vale quello dello straniero? Sicuramente due o anche tre volte tanto. Tuttavia va specificato che esiste il turista che visita l’outlet per trascorrervi il proprio tempo libero e quello che invece ha come primo obiettivo lo shopping: la tipologia di spesa tra questi due cluster è completamente differente. Noi lavoriamo con entrambe le tipologie di avventori. Per quanto concerne il brand mix, come lo state orientando in funzione di questa nuova platea di consumatori? Gli stranieri amano comprare accessori e calzature, dato che questi prodotti sono icona del Made in Italy. La presenza e la visibilità di brand attivi in tali comparti sono essenziali per avere appeal sui turisti. A questi marchi si aggiungono le insegne internazionali, che sono sempre operative nel nostro network, e una buona offerta di ristorazione. Per fare un esempio: Baldinini riscontra un forte seguito da parte dei russi perché ha saputo costruirsi nel loro Paese una certa notorietà. Guardando infine allo sviluppo dei marchi e delle merceologie nel canale outlet, quali sono i trend del momento? Quasi tutti i marchi che attualmente hanno una strategia di retail includono anche il canale outlet. Oggi si vede una maggiore presenza di merceologie, dalla casa alla cosmetica, perché i Foc generano flussi importanti e il consumatore li considera una destinazione di acquisto. Rispetto al centro commerciale classico, dove la spesa rimane ancorata sull’alimentare, negli outlet ci si reca per comprare fashion e le tipologie di prodotto affini. Andrea Penazzi
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r&f Retail management specialist
KPI (KEY PERFORMANCE INDICATOR) INDICATORE CHIAVE DI PRESTAZIONE I
l tema dei “KPI (key performance indicator)” o “Indicatore/i chiave di prestazione” attiene alla sfera della misurazione quantitativa (e non solo) delle attività di una Organizzazione, nel nostro caso di una Catena Retail. Già, sulle pagine di questa rubrica, si è discusso del “Sistema di Analisi di Performance”, e i KPI sono, tra l’altro, indicatori utilissimi alla base di questi modelli. Gli indicatori di prestazione non solo misurano un risultato ma attraverso questo indicano l’efficacia e l’efficienza dei processi organizzativi. Così, con questi, quantizziamo il livello di progresso rispetto al passato e il grado di avvicinamento agli obiettivi aziendali. Parimenti, sono indispensabili a indicare tutte le aree di miglioramento reputate di interesse prioritario. Per quest’ultimo motivo, solitamente, la scelta degli indicatori da tracciare attiene al livello di responsabilità di apice in azienda. È a tale figura che spetta il compito di mettere in rapporto di coerenza i KPI e i “Fattori Critici di Successo”. Dunque, il momento in cui si stabilisce quali indicatori tracciare è delicato, in quanto questi devono essere organici con gli obiettivi aziendali prioritari da perseguire. In altri
termini: è bene avere chiaro cosa misurare e continuare a farlo continuamente, sino a produrre una serie storica; senza questa risulterebbe difficile seguire la dinamica dei risultati e come si muovono nel tempo le variabili che abbiamo definito a monte. Gli indicatori, per definizione, devono essere quantificabili, enumerabili e chiaramente identificati, anche quando trattano temi qualitativi. Non vi è un numero minimo o massimo di indicatori consigliati, tuttavia un grande numero mal si concilia con il principio di priorità. Inoltre gli indicatori possono differire tra le catene. E anche tra le categorie merceologiche trattate. Possono differire anche tra catene molto simili o al limite anche tra momenti storici diversi della stessa organizzazione. Ciò dipende dagli specifici obiettivi che ci poniamo in animo di raggiungere e dal contesto. Possiamo spingerci a dire che ci sono i giusti indicatori per ogni azienda e che questi, di fatto, cambiano nel tempo, fatto salvo alcune ratio che possono essere definite basiche e quindi appropriate per ogni retailer. Gli indicatori, una volta individuati, devono essere poi declinati dalla scala generale/aggregata ai livelli di
disaggregazione di interesse. Gli stessi dati devono poter essere osservati anche a livello di Area Territoriale o Area Management, di singolo PDV, di gruppo di lavoro, etc, sino a misurare la performance dell’addetto vendita per turno di lavoro. Ma sbaglieremmo a pensare di misurare solo l’area “commerciale/vendite”. Questo approccio metodologico si addice a studiare ad esempio gli effetti di una o più campagne di comunicazione e marketing o a verificare i risultati di scelte finanziare e/o di assortimento / stock di prodotto nel PDV, i tempi di gestione dei riassortimenti, il comportamento di acquisto del consumatore. E ancora, siamo in grado di esaminare lo staff, il layout, le promozioni o, ancora, i servizi dedicati ai clienti. È riduttivo liquidare così la imponente capacità di approfondimento che con lo studio dei KPI ci è concessa. E tutto ciò con un costo di reperimento e organizzazione dei dati grezzi decisamente modesto, basti pensare alle enormi potenzialità offerte oggi dai sistemi informativi connessi alle casse. È importante, infine, che siano predisposti dei report e che questi seguano sempre la stessa scansione temporale. Abbiamo evidenziato come sia necessaria una forte coerenza tra KPI e Fattori Critici di Successo e tra i primi con gli obiettivi aziendali. Il cerchio si chiude mettendo in relazione i KPI con il sistema premiante/incentivante variabile delle Risorse Umane. I premi possono essere erogati ai livelli di performance obiettivo. Cosi da indicare alle risorse, siano esse di line o di staff, come il raggiungimento dei principali obiettivi aziendali coincida con il raggiungimento di livelli retributivi o di benefit più elevati, alimentando circoli virtuosi. La misurazione degli indicatori risulta davvero molto funzionale nella valutazione delle risorse umane coinvolte nei processi aziendali, siano essi di vendita o meno. Si pensi ad esempio
Antonio Bisci opera da oltre 15 anni nel mondo del retail ed ha ricoperto ruoli di Manager e di Consulente per diverse insegne nazionali e internazionali. In esclusiva per R&F cura questa rubrica nella quale propone una serie di esperienze dirette e riflessioni sui temi del Retail Management.
all’utilità di questo metodo di lavoro quando mette in luce i fabbisogni formativi degli addetti alla vendita, svelando quali sono i colleghi meno performanti e più bisognosi di maggiore addestramento. Non basta più contare gli incassi per capire come procede la nostra Catena. Oggi il successo si gioca, anche, nella fase di studio. D’altronde siamo nell’era dell’informazione. E della misurazione. Antonio Bisci Retail Management Specialist Consultants and Investors bisciantonio@gmail.com
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r&f Mystery in alto mare
Piombino – Olbia e ritorno, su Moby Lines I l Mystery di questo mese fa riferimento al servizio di trasporto passeggeri (in questo caso traghetto) che mi ha portato in Sardegna il 7 agosto e dall'isola nuovamente sul Continente il 20 agosto. Da neofita del servizio (ricordo a stento un ritorno su Genova tanti anni fa), l'approccio è stato piuttosto semplice. È bastato inserire sul motore di ricerca del computer “traghetti Piombino – Olbia” (questa è la tratta su cui mi ero orientato) per avere un lungo elenco di siti su cui individuare il prezzo più vantaggioso per le mi esigenze. Esigenze peraltro piuttosto semplici: un'automobile Volkswagen Golf Tsi (che rientra nella fascia da 4,1 a 5 metri di lunghezza) e un passaggio ponte per il passeggero.
Il biglietto La scelta è caduta sulla compagnia Moby Lines che mi ha permesso di effettuare la tratta di andata con 139,93 euro, di cui 40 per il passeggero e 80 per MISTERY ON BOARD - MOBY LINES
IMBARCO
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Chiarezza avvisi Assistenza famiglie ecc Gentilezza Velocità Code
Note: Oltre un’ora di ritardo. Insufficiente il sistema di sicurezza.
NAVIGAZIONE Annunci Cordialità e professionalità Qualità prodotti Servizio Offerta shop
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Note: Negli orari sensibili si creano lunghe code alle casse dei bar. Veloce il servizio al bancone.
SBARCO Puntualità Annunci di sbarco Assistenza famiglie ecc
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Note: Gli annunci sono chiari, inevitabile un po’ di assembramento sulle scale.
Legenda: ´= migliorabile; ´´= sufficiente; ´´´= apprezzabile; ´´´´= molto buono; ´´´´´= ottimo
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l'auto, più una ventina di euro in diritti Moby, tasse portuali e diritti, oneri e costi; e ritorno con 215,43 euro di cui 50 per il passeggero e ben 148 per la vettura (68 in più rispetto all'andata), oltre ai soliti 20 euro di tasse e diritti. Per un totale, tra andata e ritorno, di 355,36 euro. L'acquisto dei biglietti è stato effettuato comodamente online. Ho ricevuto via email i pdf da stampare (ma in fase di inserimento dati è possibile cambiare opzione e farsi inviare un sms sul cellulare con i codici dei biglietti). Pronti via!
Imbarco e tempistiche Il traghetto su cui mi sono imbarcato, la Moby Wonder, partiva alle ore 14.30 dal porto di Piombino, raggiungibile da Milano in un tempo che oscilla tra le tre ore e mezza e le quattro ore, traffico permettendo. È richiesto un arrivo almeno 90 minuti prima. Giunti al porto non si può sbagliare; la segnaletica permette due vie: Sardegna o Elba. Io mi sono incolonnato dietro alla fila della Moby Lines diretta in Sardegna. La coda fluisce velocemente verso il piazzale di sosta, grazie anche agli operatori che effettuano il check-in registrando il codice a barre del biglietto attraverso un lettore ottico che stampa automaticamente un ticket di accesso. L'imbarco doveva iniziare alle 14.10, ma ha avuto un lieve ritardo, quindi la partenza, prevista per le 14.30, è slittata alle 15.00. Le tempistiche pronosticate dalla Compagnia sono di 5 ore di viaggio ma l'attracco è avvenuto alle 20.30 e io sono sbarcato circa alle 21.00.
On board (passaggio ponte) Una volta salito a bordo mi sono recato al ponte 8. In questa zona ci sono comodi divanetti e poltroncine, oltre a un bar, una sala giochi con videogame e un self service di qualità, con prezzi variabili. Antipasti assortiti da 4,90 e da 7,80 euro; primi piatti assortiti tra 5,50 e 7,80 euro; secondi di carne a 7,50 e 10,90 e di pesce da 7,50 e 8,90. Un euro e 20 centesimi per un caffè e 1,60 euro per una bottiglietta di acqua minerale da 50
cl. Inoltre è presente un'edicola con libreria e mini boutique (non molto rifornita per la verità). Sui ponti esterni ci sono sdraio (sempre che si riesca a correre velocemente per accaparrarsene una) e anche un bar con una mini piscina presa d'assalto da bambini un po' troppo grandi per i giochi del ponte 8. Decisamente poco invitante. Gli ambienti, comunque, sono costantemente puliti dal personale.
Ritorno (cabina) Il ritorno, invece, è stato fatto sulla Moby Aki dove ho viaggiato in cabina ospite di amici. Il costo per una doppia con oblò (ci sono anche camere cieche) durante il giorno oscilla da 40 a 50 euro. All'interno ci sono un letto singolo e un matrimoniale misura francese; due letti a castello a scomparsa; il bagno con wc, lavandino e doccino; e un piccolo armadio con scrivania annessa. Un ambiente semplice, pulito ed essenziale. Il vantaggio è che la camera doppia dispone di 5 posti letto e che i letti a castello non sono bloccati. Altre compagnie, invece, verificano da biglietto il numero di occupanti la cabina e solo in quel caso bloccano o sbloccano i letti sopra. In questo viaggio, inoltre, la nave è arrivata puntuale, forse addirittura con qualche minuto di anticipo. Si ringrazia il mare!
Al solito... L'unica nota negativa, ma non è esclusiva della Moby Lines, è l’impossibilità di arrestare il classico bivacco di persone che - nonostante il divieto - stendono asciugamani e materassini sui ponti, nei corridoi, sui divani dei bar e ovunque trovino spazio, per sdraiarsi comodamente come sul divano o sul letto di casa propria in attesa di arrivare a destinazione. S. M.
r&f Analisi di mercato
La Gdo frena e cerca nuove strade
La Grande distribuzione è in passivo. Crisi, disoccupazione, deflazione, sono solo alcune delle cause che hanno portato a questo forte calo dei consumi. Parola d'ordine per i retailer: strategia e innovazione
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l dato più significativo, che in queste settimane ha rimbalzato dai quotidiani alle radio e alle televisioni è che dal 2007 a oggi 15 punti
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di PIL, quantificabili in 230 miliardi di euro, si sono volatilizzati. Questo ha assottigliato il reddito pro capite disponibile di ciascun italiano di 2.700 euro. A diffondere questi poco entusiasmanti numeri, assieme ad altri non meno preoccupanti, sono stati Enrico Migliavacca, vicepresidente vicario AnccCoop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori) e Marco Pedroni presidente di Coop Italia,
nel corso della presentazione del Rapporto Coop 2014 “Consumi & distribuzione” redatto dall’Ufficio Studi di Ancc-Coop con la collaborazione scientifica di Ref. Ricerche e il supporto d’analisi di Nielsen. Darwin docet Questo calo dei consumi, purtroppo, non è l'unico dato negativo con cui confrontarsi. È calata la fiducia nel Paese, nella ripresa di cui tanto si parla ma che non si vede mai all'orizzonte, meno viaggi, meno vacanze, continua a calare l'occupazione, e c'è la deflazione. Insomma, una serie di fattori che sommati fra loro hanno spinto gli italiani a correre ai ripari e adattarsi al meglio al momento storico, il che significa anche ridurre o rivedere il carrello della spesa. Ultimo ma non meno
importante fattore da esaminare, la superficie di vendita della Grande distribuzione (Gdo), che è aumentata costantemente dal negli ultimi 10 anni, portando un settore già maturo a un eccesso di capacità produttiva. Lo sviluppo tuttavia, a partire dal 2006, ha subito una lenta e inesorabile curva discendente, portando addirittura a una riduzione (nel 2013) dello 0,2% (fonte Guida Nielsen Largo Consumo gennaio 2014). E il dato potrebbe ulteriormente peggiorare per il 2014. La commistione di tutti questi elementi, come ha spiegato Pedroni riferendosi a un rapporto di Mediobanca, ha portato per la prima volta la GD ad avere una redditività negativa, un fatto mai successo nella storia del largo consumo italiano. «Siamo a -0,5% – ha sottolineato il presidente Coop – In 7 anni si è passati da 9 punti percentuali al -0,5%».
nel 2013 è stata solo la produttività del discount. Bisogna tuttavia tener sempre presente che a livello di macroripartizione territoriale, solo il canale dei supermercati evidenzia un dato omogeneo; se si vanno a splittare gli altri format si nota che al Sud e in parte al Centro, prevalgono i formati di prossimità come libero servizio e discount, mentre il Nord è caratterizzato da modelli distributivi di maggiori dimensioni quali ipermercati e superstore.
crescita. Le problematiche riscontrate dagli ipermercati, invece, sono dettate dallo sfavorevole andamento del mercato finale dei beni non alimentari e nella competizione delle grandi superfici specializzate e dell'offerta online. Per quanto il superstore sia il formato più performante, a crescere
La lampadina si accende E proprio questi, e i grossi gruppi cui sono legati, sono alla continua ricerca di strategie che continuino a renderli competitivi in un mercato per certi versi saturo e e con i consumi in calo. Come ha dichiarato Francesco Pugliese, direttore generale di Conad, in un'intervista rilasciata a r&f pubblicata sul numero di giugno 2014: «Il supermercato è la nostra immagine ed è
PRESIDIARE IL TERRITORIO E STUDIARE LA MIGLIORE OFFERTA
I piccoli tremano, il discount ride A trovarsi maggiormente in difficoltà sono i format più piccoli, a differenza dei punti vendita orientati a specifici segmenti merceologici (specialisti drug), di prezzo (discount), di servizio e assortimento su prodotti alimentari (superstore), i quali risultano in netta
GRÉGOIRE KAUFMAN, direttore commerciale e marketing Carrefour Italia Quali sono state le performance nel 2013 e come sta andando questo 2014? Il 2013 è stato un anno difficile nel quale Carrefour ha posto le basi per un rilancio e una ristrutturazione della propria offerta nel Paese. Sono stati compiuti importanti investimenti funzionali al miglioramento. Il 2014 ci vede con un trend paragonabile a quello delle altre insegne. Operiamo in un contesto complesso e i consumi sono scesi a un livello davvero preoccupante, che non si vedeva da decenni. Secondo le indagini di mercato gli 80 euro di Renzi non sono stati tradotti in acquisti. Cosa pensate si possa fare, dal vostro punto di vista, per incentivare i consumi? Pensiamo sia necessario essere efficienti e all’ascolto delle reali necessità dei clienti. Quando si verificano situazioni macroeconomiche come quella che stiamo attraversando occorre sapere molto bene come comporre gli assortimenti e la proposta commerciale. I clienti fanno molta attenzione a come spendere e scelgono sempre con grande oculatezza. È molto importante offrire loro il miglior rapporto qualità prezzo. A questo si aggiunge un piano commerciale aggressivo e competitivo che mira a offrire, sul promozionale, sempre le migliori condizioni del mercato. Dal nostro punto di vista pensiamo che un altro modo per incentivare i consumi sia quello di avere sempre il punto vendita della tipologia ideale proprio dove il cliente se lo aspetta. In quest’ottica abbiamo sviluppato
determinante per guadagnare quote di mercato. Abbiamo rimodulato la nostra rete di vendita in funzione dei bisogni emergenti dei clienti e del miglioramento delle performance della rete, ponendo al centro delle attenzioni il format e il nostro prodotto a marchio. Quanto all’iper, la sua competitività passa per la capacità di attrarre consumatori in un bacino di una cinquantina di km, ma oggi i clienti sono molto più attenti ai costi che lo spostamento comporta. È indubbio, perciò, che l’iper necessiti di un ripensamento, con modalità che abbiamo allo studio e che porteranno alla definizione di un nuovo modo di fare la spesa». E, quantomeno per Conad, il sistema ha funzionato, in quanto lo scorso
la nostra offerta sia dal punto di vista dell’assortimento e della promozione sia da quello del presidio del territorio. Più di questo un retailer non può fare. È necessario far ripartire i consumi con misure che non dipendono da un singolo operatore, ma che sono di politica economica. Il travel retail quanto è importante per voi? Pensate a nuove aperture? Il travel retail risponde proprio a quanto detto. Si tratta di posizionare i punti vendita in situazioni di grande afflusso di pubblico. Nei nostri express autostradali si può fare una spesa ai prezzi di una città e trovando gli stessi assortimenti. Stesso discorso per i punti vendita che abbiamo aperto negli aeroporti di Milano e Bologna. Sono mercati che sfruttano il grande traffico che autostrade aeroporti e, presto, stazioni ferroviarie, generano. È un canale interessante con buoni margini di crescita. Non si capisce per quale motivo un cliente in viaggio per turismo o per lavoro non possa fare una spesa in un supermercato senza che sia costretto a pagare prezzi elevati a parità di prodotto. Avete rilevato 53 negozi Billa tra Liguria, Valle d'Aosta e Lombardia. Si fermano qua i vostri investimenti o pensate ad altro? Osserviamo il mercato con interesse e con prudenza. Le condizioni macroeconomiche stanno accelerando fenomeni di concentrazione del mercato della distribuzione che favoriscono le acquisizioni tattiche sul territorio. Bisogna agire con molta cautela e verificando bene le condizioni. Se capiterà, sapremo sfruttare ancora le opportunità che si presenteranno.
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Analisi di mercato
anno ha registrato un fatturato di 11,6 miliardi di euro, in crescita del 5,9% rispetto al 2012. Dato confermato da un’ulteriore crescita (1,2%) in questi primi mesi dell’anno. In tale contesto, anche Coop ha tenuto botta;
mantenendo la posizione e addirittura incrementandola, portando la propria quota di mercato dal 18,5% al 19,1%. Uno 0,6% che ha condotto il fatturato a 12 miliardi e 724mila euro. Anche qui, come per Conad, buoni risultati
RISTRUTTURAZIONE E LOCATION FONDAMENTALI PER LA CRESCIA MANIELE TASCA, direttore generale di Selex Come è andato il 2013 in termini di fatturato? E il 2014 come procede? Il 2013 abbiamo chiuso con un giro d'affari al consumo di 8,9 miliardi di euro e una crescita del 2,1%. Il 2014 si presenta più complicato poiché alla debolezza dei consumi si sono sommate la deflazione e un andamento negativo di molte categorie tipicamente estive. Comunque la crescita ad oggi è del +1,6 per cento. I 220 milioni di euro investiti serviranno solo per nuove aperture o anche per altri progetti dell'azienda? I 220 milioni servono per le nuove aperture e le circa 60 ristrutturazioni pianificate per il 2014. State riscontrando buoni risultati all'interno dei centri commerciali? Dipende dal centro commerciale. In generale registriamo ancora flessioni sulle grandi superfici nonostante forti investimenti sulla competitività di prezzi e promozioni. Determinante risulta essere anche l'attrattiva delle insegne presenti nelle gallerie commerciali. Pensate di investire per il risparmio energetico? Lo stiamo facendo attraverso interventi sulle strutture di vendita che riguardano attrezzature e gestione. L'energia rimane una delle principali voci di costo dei punti vendita e in questi anni, nonostante il calo del prezzo del petrolio sono cresciute le tasse lasciando di fatto invariati i costi. È quindi
per il private label, segno che la direzione è vincente, ma non solo. Segnali interessanti arrivano dalle vendite on line grazie al debutto di Coop on line lo scorso autunno, che ha registrato oltre 3,2 milioni di visitatori. L'adattamento quindi (in questo caso al mercato) fa parte anche delle strategie delle aziende che reggono. «Noi crediamo che la risposta principale, ancor prima che nella crescita quantitativa, sia nella crescita qualitativa, innovando profondamente il modo di fare impresa – spiega Marco Pedroni, presidente di Coop Italia – Lavoriamo a importanti cambiamenti spostando valore dalle promozioni allo scaffale e introducendo in modo massiccio una modalità promozionale che lascia al consumatore la possibilità di scegliere senza imposizioni (il meccanismo dello “scegli tu”); semplificando i rapporti con l’industria e le condizioni contrattuali e allineandole a quelle europee; progettando una forte evoluzione del
fondamentale ridurre i consumi. Voi non siete gli unici player a investire in nuove aperture, ma con la contrazione dei consumi nell'alimentare non pensate sia più utile investire sulle strategie piuttosto che sul numero di negozi? In realtà vanno fatte entrambe le cose. Nuove aperture e, soprattutto, ristrutturazioni e spostamento dei punti vendita in location a maggior potenziale sono fondamentali per sviluppare i fatturati. Naturalmente bisogna essere attenti e selettivi perché quello che serve è il fatturato che porta redditività, non quello che deprime gli utili. Qual è secondo voi una possibile soluzione per uscire da questa empasse dei consumi? Credo che il lavoro sia fondamentale per i consumi. Dà fiducia e risorse economiche. L'Italia ha urgente bisogno di una riforma che tagli i ponti con una visione del lavoro non più attuale e sostenibile. Abbiamo anche bisogno di un abbassamento del costo del lavoro che incentivi gli imprenditori ad assumere. Non avete mai pensato di entrare nel travel retail come hanno fatto alcuni vostri competitor? Sì, abbiamo valutato la cosa e fatto dei test. In questo momento però non è una nostra priorità. Che idea vi siete fatti degli 80 euro di Renzi? Che è un buon segnale ma non basta.
prodotto a marchio con l’obiettivo di superare rapidamente la quota del 30 per cento». Parola d'ordine: strategia Strategicamente parlando, quindi, è importane agire sull'offerta, come racconta anche Grégoire Kaufman, Direttore Commerciale e Marketing Carrefour Italia, secondo cui: «Il mercato è saturo in alcune zone. Sicuramente lo è per i grandi formati come gli ipermercati per i quali non c’è più spazio per nuovi impianti. Esistono ancora dei margini di manovra per i formati più piccoli che consentono una crescita che meglio si adatta al territorio e alla sua struttura urbanistica. Diversificare l’offerta è molto importante perché permette di creare posizionamenti precisi agli occhi del cliente. Con questo obiettivo abbiamo intrapreso la scelta di differenziare i nostri assortimenti inserendo prodotti del territorio che avvicinano la nostra offerta ai bisogni del cliente e favoriscono la piccola impresa dell’agroalimentare italiano, con nuovi sbocchi commerciali – anche internazionali – per i molti produttori di qualità che si trovano sul territorio». Gli addetti ai lavori tuttavia guardano con ottimismo al 2015, pronosticando un'inversione di tendenza, a patto che ci siano un lavoro di sostegno alla domanda interna con provvedimenti a favore delle classi più deboli, investimenti strutturali e politiche di riattivazione del credito alle imprese. Stefano Masin
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r&f Newstech&arredo SAMSUNG: SPORT E MENU 3-KFI A SUPPORTO TUTTO SU UNO SCHERMO DELLA MOBILITÀ Samsung Electronics dedica al mercato Horeca e agli ambienti Small office home office (Soho) la nuova Samsung Smart Signage TV: la TV commerciale che unisce in un unico strumento i benefici promozionali e informativi dei digital display tradizionali al valore d’intrattenimento della TV live. La Smart Signage TV di Samsung è stata concepita e ottimizzata per rispondere alle esigenze di business dei piccoli commercianti. Proprio per questo il display è suddivisibile in molteplici sezioni, così da poter mostrare in ciascuna di esse diversi contenuti, dai banner promozionali fino ai menu di bar e ristoranti, su svariati format tra cui TV, video, immagini e testo. Il sistema integrato di gestione dei contenuti facilita, inoltre, la creazione e la condivisione di promozioni, anche da dispositivo mobile. Samsung Smart Signage TV comprende il display commerciale, il software per la gestione dei contenuti e la montatura per l’affissione a muro o per l’esposizione a terra.
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KFI distribuirà in Italia il nuovo mobile computer Workabout Pro™ 4 di Motorola Solutions. Il dispositivo recentemente lanciato sul mercato è uno dei prodotti maggiormente modulari del settore che consente alle aziende massima personalizzazione per soddisfare le esigenze specifiche dei lavoratori mobili. KFI ha incluso nella propria offerta l'ergonomico device modulabile, con ampio schermo e opzione di scansione a lungo raggio, in grado di leggere tag RFID in onde lunghe (LF), onde corte (HF) e ultra high frequency (UHF). La soluzione proposta da KFI si presta a quei settori dove operano lavoratori in mobilità: produzione, trasporto e logistica, magazzino, manutenzione sul territorio, servizi di pubblica utilità; in particolare voice picking, proof of delivery, manutenzione dei veicoli, e garantisce inoltre i collegamenti da remoto con esperti che offrono una consulenza volta a migliorare la produttività e il servizio clienti.
AUCHAN ETICHETTA CON SES TYCO, SICUREZZA PER I RETAILER
Migliorare il potere d’acquisto e la qualità della vita dei propri clienti, prestando anche una particolare attenzione all'innovazione del servizio. È questa la missione di Auchan, con l'obiettivo di essere sempre più un'azienda moderna. Proprio in questa direzione si inserisce la collaborazione tra Auchan e Store Electronic Systems (SES): iniziata nel 2010, e che ha visto Auchan scegliere e implementare la soluzione di etichettatura elettronica fornita da SES negli ipermercati di Curno e di Cuneo. La soluzione SES, infatti, sfrutta la tecnologia LCD TN (visualizzazione per segmenti) delle etichette S-Tag, che garantiscono l’ottimizzazione dei margini e del posizionamento dei prezzi e quindi un aumento di competitività, oltre alla certezza del prezzo corretto, eliminando gli errori manuali dovuti all’utilizzo di etichette cartacee. Le etichette elettroniche, infatti, vengono messe in sicurezza con Easylock, un sistema di fissaggio unico al mondo perché sviluppato da SES, e vengono aggiornate a distanza tramite la tecnologia a onde radio a bassissima frequenza: aggiornamenti e dati di gestione sono istantanei, automatici, senza errori né interventi manuali.
Tyco Integrated Fire & Security, azienda specializzata nella fornitura di soluzioni di sicurezza integrate, ha sviluppato una gamma di nuove soluzioni di videosorveglianza studiate per affrontare le problematiche dell’ambiente retail come ammanchi, gestione limitata della sicurezza in store e piattaforme tecnologiche disgiunte. Le soluzioni personalizzabili di Tyco consentono ai retailer di unificare sistemi di videoregistrazione differenti utilizzando l’infrastruttura e gli apparati esistenti. Inoltre, le soluzioni di sicurezza non solo permetteranno di risparmiare su costi e risorse, ma forniranno anche dati in tempo reale per allinearsi con la traffic intelligence e il software POS, offrendo informazioni per le strategie di merchandising, di store layout e di disposizione dei prodotti a scaffale. Le soluzioni di videosorveglianza IP e ibrida comprendono telecamere, un videoregistratore, un lettore di prossimità e un software di accesso in mobilità.
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Newstech&arredo TECNOLOGIA AEROSPAZIALE PER SURGITAL
L‘
azienda di Lavezzola (Ravenna) specializzata nella produzione di pasta fresca surgelata, piatti pronti e sughi surgelati, ha fatto installare un innovativo impianto di autoproduzione energetica ad alta efficienza ed emissioni near-zero. Il sistema produrrà congiuntamente energia elettrica, vapore e freddo grazie all’impiego di una turbina oil-free, brevetto di derivazione aerospaziale dell’americana Capstone. Nel 2013 è stato realizzato infatti un nuovo magazzino di stoccaggio, completamente automatizzato, con una capienza di 14mila posti pallet. La scelta di Surgital, con lo scopo di fornire energia al nuovo magazzino di stoccaggio, è ricaduta su un impianto con turbina a gas oil-free Capstone e processo di post-combustione, una tecnologia all’avanguardia che unisce la cogenerazione a un sofisticato sistema di recupero termico che assicura il massimo livello di efficienza attualmente possibile, e quindi di risparmio, in quei processi dell’industria alimentare che richiedono energia termica sotto forma di vapore saturo.
PDA LYNX A SUPPORTO DEL FARMACEUTICO
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harmagest ha scelto il PDA Lynx di Datalogic per il proprio programma Optistock, dedicato alla gestione dello stoccaggio nelle farmacie e in particolare per la ricezione degli ordini, il controllo dei prezzi e gli inventari. A oggi sono oltre 600 i PDA Lyn di Datalogic utilizzati nelle farmacie francesi, belghe e lussemburghesi. Per la gestione dell’applicazione, Pharmagest necessitava di un PDA ergonomico ad alte prestazioni. Piccolo, leggero ed ergonomico, Lyn può essere utilizzato innumerevoli volte al giorno dai farmacisti per ordinare e ricevere prodotti; monitora e controlla, in tempo reale, lo stato dello stock nel magazzino. In caso di disparità tra il front e il back office, l’operatore può utilizzare il PDA Datalogic per correggere direttamente nel sistema la quantità e compie anche il controllo dei prezzi presso i punti vendita.
WINCOR NIXDORF: CRESCONO LE PRESTAZIONI, CALANO I CONSUMI
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incor Nixdorf ha ulteriormente ampliato la propria gamma di POS modulari con tecnologie all’avanguardia. Il nuovo BEETLE /M-III è dotato di processori Intel di quarta generazione (tecnologia Haswell). Wincor Nixdorf è tra i primi fornitori di soluzioni POS a utilizzare la tecnologia Haswell di Intel nei propri sistemi modulari. Con diversi processori che coprono un’ampia gamma di prestazioni, il sistema è in grado di adattarsi ai mutevoli requisiti del mondo retail. I nuovi sistemi BEETLE /M-III i possono ad esempio collegare fino a tre display per mostrare al cliente in cassa informazioni e dettagli di offerte di cross-selling. Sono disponibili diverse interfacce per PC e specifiche per il mondo retail, che consentono di collegare altre periferiche. A fronte di prestazioni superiori, inoltre, i processori hanno consumi inferiori rispetto alla generazione precedente.
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r&f International NEIMAN MARCUS MEGA STORE A NEW YORK NEL 2018 Sarà un punto vendita di circa 25mila mq, all’interno del complesso retail Shops at Hudson Yards, quello che Neiman Marcus aprirà a New York nel 2018. L’accordo è stato firmato con Related Cos. e Oxford Properties Group. L’iniziativa si inserisce nel più ampio progetto Hudson Yards, in fase di sviluppo nella West side di Manhattan, tra la West 31st e la 32nd street sulla 10th Avenue. «Siamo entusiasti di creare un flagship Neiman Marcus nella parte Ovest, dove la popolazione sta crescendo più velocemente rispetto ad altre zone della città e che confidiamo diventi anche una destinazione turistica», ha dichiarato Karen Katz, presidente e ceo di Neiman Marcus Group. Il gruppo con sede a Dallas è noto nella Grande Mela per lo storico department store Bergdorf Goodman sulla Fifth avenue.
JACK DANIEL’S NO. 27 ATTERRA IN EUROPA CON HEINEMANN La location per il debutto in Europa è quella dell’Aeroporto di Francoforte. Parliamo dell’operazione che ha visto protagonisti Jack Daniel’s No. 27 Gold Tennessee Whiskey, la new entry di livello premium in portfolio a Brown-Forman Travel Retail, e Heinemann Duty Free, che dallo scorso mese lo commercializza all’interno del proprio shop nello scalo tedesco. Inizialmente la distribuzione avverrà in regime di esclusiva. In partnership con Heinemann, Brown-Forman ha sviluppato numerose attività per attirare viaggiatori internazionali, inclusa l’istallazione di un’area promozionale e di alcuni punti in cui è possibile assaggiare il pregiato whiskey. La distribuzione del noto whiskey ha visto, in contemporanea, l’ingresso al Dubai Duty Free store del Terminal tre del Dubai International Airport.
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duty free world
by James Ross - London
The US gains some retail credibility Il travel retail a stelle e strisce guadagna credibilità US airports continue to shake off their historically dowdy retail image, thanks to more revamps and strategic rethinks. This column, last year, sang the praises of the new Tom Bradley International Terminal at Los Angeles Airport (LAX) whose retail offer – still not quite finished – has set a benchmark for the market. The developer, Westfield, is just starting on other projects at terminals two and six at LAX, unleashing a string of designs that are light and airy. They will house shopping and dining units that are in keeping with the passenger profiles of each terminal and the destination of Los Angeles itself. Further up the California coast, DFS Group has also just upgraded its duty free offer at San Francisco Airport with an emphasis on creating a more premium environment. As well as adding a string of luxury brand boutiques such as Burberry, Coach, Gucci and Hermès, it has also taken regional heritage into consideration by developing a large area to sell local wines from producers such as Diamond Creek, Duckhorn, Hanzell, Screaming Eagle and Stag’s Leap. The end result is an upscale product and design mix that would have been unthinkable even a few years ago. And it would seem that more change will be on the way, now that Fraport, the operator of Frankfurt Airport in Germany, has bought Airmall, an airport retail concession developer that is a competitor to Westfield. Airmall currently operates at four airport locations – Baltimore, Boston, Cleveland and Pittsburgh. By taking the plunge into the US market in August, Fraport is widely expected to use the acquisition as a stepping stone to building a wider retail presence at US airports. The operator has strong internal retail management know-how, based on its Frankfurt operations as well as at some international locations such as Antalya in Turkey and Lima in Peru. Fraport will, no doubt, harness this knowledge in trying to develop a retail business in other US airports which will likely mean some further upgrading of US airports.
Gli aeroporti americani continuano a scrollarsi di dosso la loro storica immagine scialba legata all’offerta retail, grazie a sempre più numerosi rinnovi e a nuove strategie. Questa rubrica, lo scorso anno, recitava le lodi del nuovo Tom Bradley International Terminal del Los Angeles Airport (LAX), la cui offerta retail – che non è ancora completa – è stata considerata come un punto di riferimento per il mercato. Lo sviluppatore, Westfield, sta partendo proprio ora con gli altri progetti relativi ai terminal due e sei del medesimo scalo scatenandosi con una serie di soluzioni creative. Queste porteranno a realizzare spazi per lo shopping e per la ristorazione in linea con il profilo dei passeggeri di entrambi i terminal e con la destinazione di Los Angeles. Più in alto sulla costa della California, DFS Group ha inoltre aggiornato da poco la propria offerta duty free al San Francisco Airport spingendo su un ambiente premium. Così come sta aggiungendo una serie di negozi con brand del lusso del calibro di Burberry, Coach, Gucci e Hermès, ha anche attinto dal patrimonio regionale considerando lo sviluppo di una grande area dedicata alla vendita di vini locali realizzati da produttori come Diamond Creek, Duckhorn, Hanzell, Screaming Eagle e Stag’s Leap. Il risultato finale è un miglioramento del mix prodotti e design che sarebbe stato inimmaginabile solo qualche anno fa. E sembrerebbe che ulteriori cambiamenti arriveranno in futuro, ora che Fraport, l’operatore del Frankfurt Airport in Germania, ha comprato Airmall, uno sviluppatore di travel retail in competizione con Westfield. Al momento Airmall lavora su quattro location aeroportuali – Baltimore, Boston, Cleveland e Pittsburgh. Dopo essere entrata ad agosto nel mercato americano, Fraport ambisce a sfruttare l’acquisizione come trampolino di lancio per costruire una presenza più ampia nel comparto aeroportuale americano. L’operatore ha un retail management interno con un forte know how, maturato in virtù delle operazioni nell’aeroporto di Francoforte così come presso alcune location internazionali del calibro di Antalya in Turkia e Lima in Perù. Fraport, senza dubbio, sfrutterà questa conoscenza per cercare di sviluppare un business legato al retail in altri aeroporti americani, che ne comporterà probabilmente alcuni ulteriori ammodernamenti.
KLÉPIERRE: 7,2 MILIARDI PER ACQUISIRE CÓRIO Nasce il principale colosso europeo del retail property: la francese Klépierre si appresta ad acquisire Cório per un importo di 7,2 miliardi di euro. La società transalpina possiede infatti 123 centri commerciali in 40 città e in 13 nazioni, per un valore stimato a giugno di quest’anno in 14 miliardi di euro, a cui si aggiungeranno gli asset della società olandese, che a sua volta dispone complessivamente di 57 shopping centre, dislocati in Francia, Germania, Italia, Olanda, Portogallo, Spagna e Turchia. Il valore complessivo del portfolio arriverà a 21 miliardi di euro. «La transazione creerà il principale player pan-europeo di retail property, un portfolio coerente dei maggiori shopping centre e un esperto team di professionisti con una profonda conoscenza dei mercati retail regionali – ha detto Laurent Morel, chairman of Klépierre’s executive board – Noi crediamo che questa sia un’opportunità unica di guidare il cambiamento nel panorama del retail». Dello stesso parere si è dimostrato anche Gerard Groener, ceo di Cório: «entrambe le compagnie credono fermamente che tutti i nostri stakeholder trarranno beneficio da questa proposta di transazione. La grandezza – ha sottolineato Groener – sta diventando un fattore sempre più decisivo nel mercato del retail property al fine di creare per gli azionisti dei ritorni interessanti sul lungo termine e di essere in grado di competere per i più grandi e più performanti immobili retail». David Simon, presidente del consiglio di sorveglianza di Klépierre, nonché presidente della Simon (il principale landlord di centri commerciali negli Stati Uniti, che possiede circa il 28% di Klépierre) sarà presidente del maxi gruppo combinato.
PRIMARK CRESCE E SI ESPANDE L'azienda irlandese Primark, che propone abbigliamento low cost, dovrebbe registrare una crescita del 17%. Prendendo in considerazione solamente i negozi aperti da almeno un anno, la progressione resta comunque nell'ordine del 4,5%. Nel corso degli ultimi 12 mesi, il marchio ha aggiunto al suo network 28 negozi, totalizzando più di 130mila mq di superficie di vendita supplementare. Le sue ultime inaugurazioni sono avvenute a Berlino, in Germania, a Bath, nel Regno Unito, e a Eschede nei Paesi Bassi. Nell'esercizio 2014/2015 si aggiungeranno altri 92mila mq, prima che venga implementato il nutrito programma di aperture previsto per l'autunno del 2015. In quel periodo, aprirà anche il primo punto vendita americano in un centro commerciale di Boston. Attualmente Primark possiede 278 punti vendita nel mondo e, per far fronte alla crescita del giro d'affari in Europa, ha recentemente raddoppiato le dimensioni del magazzino di Torija in Spagna. Entro il 2015 amplierà del 60% anche quello di Mönchengladbach in Germania.
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International ZÜRICH AIRPORT: 1,1 MILIARDI DI DOLLARI PER THE CIRCLE
PRIMA BOUTIQUE NESCAFÉ DOLCE GUSTO ALL’HAITANG BAY
Oltre un miliardo di dollari per realizzare The Circle: il progetto che vedrà protagonista l’Aeroporto di Zurigo con uno sviluppo di 180mila mq diviso in sette moduli. Il maxi intervento farà dello scalo elvetico una destinazione premium per il business e il lifestyle, un punto di riferimento per i brand, l’apprendimento, la cultura e l’intrattenimento. Per quanto concerne il retail nello specifico, tale iniziativa incrementerà le due principali aree attualmente dedicate allo shopping: l’Airside Center e il landside Airport Center. La società di gestione aeroportuale mira a identificare The Circle come il secondo centro della città dopo la famosa via dello shopping Bahnhofstrasse. Al suo interno ci sarà una piazza principale riservata al retail, dominata da Swiss e da marchi internazionali.
Nestlé International Travel Retail ha aperto la sua prima boutique Nescafé Dolce Gusto all’interno del CDF Mall, fulcro del nuovo CITS Haitang Bay Duty Free Shopping Complex. Il CDF Mall è parte, infatti, di uno straordinario sviluppo da 70mila mq ubicato sull’isola di Hainan, che ospita più di 200 marchi del lusso. I 48 metri quadrati dello shop Nescafé Dolce Gusto rappresentano una location prime che permette la massima visibilità del brand ai visitatori. Supportato da un team di esperti, la nuova boutique mira ad attrarre nuovi consumatori e a innescare l’acquisto di un maggior numero di capsule nel continente.
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r&f Vetrina Bijoux etno-chic ed eleganti, per moda e per passione! Barbieri Creazioni, da oltre 40 anni attivo nel settore della moda, presenta le ultime collezioni: Naturalia, Via Francesca ed Exploria. Tre collezioni, tre stili, tre tendenze per incontrare e appagare il gusto di ogni donna: bijoux originali, ricercati e fashion per “vestire” ogni momento della giornata.
London Fruit & Herb Co.: dalla tradizione dell’infuso inglese Gli infusi di London Fruit & Herb Co. contengono veri succhi di frutta concentrati che mantengono intatto tutto l’aroma che sprigionano le bustine termosaldate. In assortimento ci sono dai più semplici gusti al mirtillo, all’arancia, al lampone, alla menta, alla pesca o al ribes nero, sino a varianti particolari.
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Il biscotto seduce Lindt Dalla passione, dall’esperienza e dalla creatività dei Maîtres Chocolatiers Lindt nascono le tavolette Duetto. Un perfetto connubio tra il finissimo cioccolato Lindt e i migliori biscotti. Le due versioni di tavolette Duetto sono al cioccolato al latte con biscotto caramellato e al cioccolato fondente con biscotto al cacao.
Cacciatore, affettato è meglio I Salamini Italiani alla Cacciatora DOP, il salame a denominazione tra i più consumati in Italia, da oggi sarà disponibile anche già affettato in pratiche vaschette. La scelta di intraprendere questa nuova operazione commerciale, fortemente voluta e appoggiata dal Consorzio di Tutela del Salame Cacciatore DOP, è stata dettata dalla volontà di dare ai consumatori un prodotto ancora più versatile.
Epson annuncia i nuovi dispositivi TM-iHub Si tratta di hub per l'uso con piattaforme POS basate su tablet. TM-T88V-iHub e TM-T70-iHub possono essere infatti utilizzati per emettere scontrini ai clienti direttamente da tablet o da altri dispositivi dotati dei più comuni browser web, oltre che per gestire ulteriori periferiche POS, come ad esempio lettori di codici a barre e cassetti porta-soldi.
Bellagio ispira Bric’s Si chiama Bellagio la nuova linea di trolley dell'azienda comasca Bric's. Dall'aspetto vintage, le nuove valige da viaggio sono resistenti, leggere e funzionali, e riportano all'eleganza dei viaggiatori di un tempo. Realizzate in policarbonato, le Bellagio sono state concepite in quattro formati per soddisfare le esigenze di ogni tipologia di viaggiatore.
Poker di Roncato Roncato presenta una linea di prodotti da viaggio eleganti e funzionali: il beauty Bitter in polipropilene riciclabile al 100%; Borsa weekend Deluxe, in morbido nylon con dettagli in vera pelle tinta cuoio cuciti a mano; gli accessori Antalia per i dispositivi mobili e le comodissime shopper: Grafiche Love, Geisha e Monnalisa British by Alessio-B.
Trudiland: il 3D secondo Trudi En’Diva riporta Barbucine En'Diva, marchio sinonimo di indivia di qualità, riporta sulle tavole italiane la Barbucine, una varietà di insalata ricca di tradizione (nata nella regione di Parigi nel 1630 ). Con Barbucine, i consumatori ritroveranno il piacere di un prodotto che richiama il gusto dei sapori di una volta, croccante, dolce e dall’amaro equilibrato.
Nasce Trudiland, il gioco 3D real time, cartoon-style di Trudi. Un gioco di avventura ed esplorazione con una forte componente didattica dedicato ai bimbi dai 4 ai 9 anni d'età. Inquadrando con il tablet o con lo smartphone il QR Code contenuto nella scheda personaggio all'interno della confezione, il peluche prende vita in 3D all'interno del gioco.
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GOVERNO RENZI ED EXPO, 1.000 aspettative e tanti dubbi. Il momento della veritĂ si avvicina.
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r&f La pulce nell’orecchio
di Simone Filippetti
Luxottica: la crisi, il divorzio e il Dopo-Guerra
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manager. L’allontanamento più costoso nella storia di Piazza Affari: batte anche la notte dei lunghi coltelli di Unicredit, l’estromissione del banchiere Alessandro Profumo, con una buonuscita da 25 milioni. I soldi pare siano stati uno dei motivi della rottura tra i due personaggi. Guerra era sbarcato dal numero uno al mondo degli occhiali (70 milioni di montature l’anno) dalla Indesit della famiglia Merloni, esattamente dieci anni fa, nell’estate del 2004. In Luxottica ha fatto il miracolo: raddoppiato il giro d’affari, da 3 a oltre 7 miliardi. Oggi Luxottica fa mezzo miliardo di utili. E l’ormai ex numero uno aveva fissato ancor più tremendamente in alto l'asticella: obiettivo 10 miliardi di fatturato al 2016. Per la gioia degli azionisti: sotto la gestione Guerra, la famiglia Del Vecchio (e assieme a lei il mercato) ha brindato in questi anni a un titolo salito a razzo da 13 fino a 40 euro. Al netto dei dividendi incassati, peraltro. Ma come mai chiudere un così proficuo connubio? C’è chi ha tirato in ballo le fin troppo generose stock option. Ma sembra la più debole delle motivazioni. Oppure, il motivo sarebbero proprio i Google Glass. L’accordo con Mountain Vew per i fantascientifici occhiali del futuro non sarebbe cosi buono come sembra (Luxottica ha un’esclusiva mondiale solo per la produzione, ma non per la vendita, che è invece la polpa del business). C'è chi si è spinto ancora più indietro, a quel flop che fu, nel 2012, il mini-collocamento di un pacchetto di azioni Luxottica. Di certo, come tutti i grandi capi d’azienda carismatici, Guerra è un accentratore. Ha interpretato un one-man show e stava accumulando sempre più potere. E forse questo è stato uno dei veri motivi dietro l’addio: Del Vecchio è diventato insofLeonardo Del Vecchio
’eravamo tanto amati. Se i matrimoni tradizionali vanno in crisi al settimo anno, in Luxottica è il decimo anniversario quello fatale. In un sonnolento ferragosto, si è consumato il divorzio dell’anno, quello tra Leonardo Del Vecchio, il patron del colosso degli occhiali, tra i 40 uomini più ricchi al mondo; e Andrea Guerra, da dieci anni sul ponte di comando. Formalmente, Guerra si è dimesso da Luxottica il 1 settembre. Ma di fatto è stato un divorzio molto poco consensuale. Del Vecchio ha chiuso con il manager. Un addio da 100 milioni di euro incassati da Guerra con le stock option. Più una buonuscita (che comprende 2 anni di stipendio). Il che fa un totale ipotizzato di circa 120 milioni. Un record, per un singolo
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ferente verso un’azienda troppo Guerracentrica. In fin dei conti, il padrone rimane sempre lui: l’azienda è sua e lui ci mette i soldi. D’altronde Del Vecchio e Guerra sono entrambi due primedonne. E dopo 10 anni, anche i matrimoni più inossidabili, scricchiolano. Non era pensabile che Guerra sarebbe rimasto tutta la vita in Luxottica. Un manager del suo calibro (e della sua ambizione) può aspirare a guidare un colosso internazionale, magari una corporation americana (tra i tanti rumor circolati, pure quello di un suo possibile approdo sul ponte di comando della Procter&Gamble, la più grande azienda al mondo di igiene personale). Intanto la notizia dell’addio ha fatto scoppiare un pandemonio sui mercati: nei giorni convulsi dell’addio, in Borsa Luxottica è arrivata a perdere il 5%, bruciando circa 700 milioni di euro (poi recuperati). È costretto a scendere in campo lo stesso Del Vecchio, sempre restìo a uscite pubbliche, che in alcune interviste ha spiegato come il divorzio fosse nell’aria da tempo. Almeno da inizio anno. Se dunque una separazione sarebbe arrivata, è la tempistica che ha colto tutti di sorpresa. Azienda inclusa. Se al mercato è stato presentato, con tanto di conferenza stampa, un nuovo vertice monco (un solo ad, Enrico Cavatorta, l’altro ancora da trovare). Qualcosa non torna. Al di là dei retroscena, però, la vicenda segna uno spartiacque nella Corporate Italia e nel capitalismo di casa nostra. Per anni si è ripetuto che il male (o perlomeno uno dei mali) dell’asfittico capitalismo italiano è il modello familiare. Che, per essere vincente in un mondo globale, deve avere una struttura moderna e di mercato, ossia separare la proprietà dalla gestione. Ora, con il caso Luxottica, il capitalismo familiare torna a reclamare il
proprio ruolo. Un imprenditore ricorda al mercato che chi comanda alla fine è sempre l’azionista. L’Affaire Guerra insegna che la cultura manageriale, la separazione tra proprietà e gestione funziona solo se sei una public company (una società a capitale diffuso, senza un azionista di riferimento). Ma in Italia le public company non esistono (tranne pochissimi casi isolati tipo Prysmian o Azimut Sgr). Nel Dopo-Guerra non ci sarà più un Ceo forte con cui confrontarsi, ma un azionista forte che sceglie i manager. È uno spostamento del baricentro verso la proprietà. Il problema, a ben vedere, non è tanto il Dopo-Guerra, per Luxottica. Le grandi aziende sopravvivono sempre ai loro manager. Ma il Dopo-Del Vecchio. Scomparso lui, l’azienda rischia di smarrire la bussola. Del Vecchio di eredi ne ha fin troppi, 6 figli, ma finora per una serie di motivi (dalla giovane età a diverse scelte personali) nessuno è entrato in azienda. A chi passerà lo scettro? E soprattutto, saranno i figli all’altezza del padre?
Andrea Guerra