retail&food 12 2014

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TRAVEL RETAIL SHOPPING MALL

retail&food Anno 9 • Numero 12 • DICEMBRE 2014 • € 5,00

In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi

Speciale Aeroporti 2015

Pronti a partire? Fotografia r&f dei top 10 italiani La situazione, le aperture, i progetti

Star Trek

Dossier Aeroporti

Parola di…

Primadonna

Pisa

Corporación América



NEWS PRIMAE NOCTIS OSCAR, DAVIDE, MASSIMO (E NOI)

L’OPINIONE L'EVOLUZIONE DEL TRAVEL RETAIL Il settore del travel retail è in forte crescita. Sono i Paesi dell’Asia e i cosiddetti Paesi BRIC (Brasile, Russia, India, Cina) che danno linfa alla ripresa. Si prevede che da qui al 2016 in Asia si registrerà uno sviluppo del fatturato del canale del 50%, pari a 12,2 miliardi di dollari, mentre in Europa sarà di 10,6 miliardi di dollari (fonte Global Airport Retailing 2013). La crescita riguarderà i prodotti premium e luxury in particolare la profumeria e la cosmetica, gli accessori fashion, la gioielleria e orologeria senza dimenticare tutto il crescente mondo del fine food. Gli aeroporti, in questi ultimi decenni si sono trasformati in infrastrutture sempre più grandi, in grado di proporre al passeggero un’ampia offerta per lo shopping. Nel Middle East e in Cina tale cambiamento è particolarmente accentuato. Nel Retail Summit Annuale degli Aeroporti Cinesi di settembre 2014 è emerso che mentre in Cina sono necessari nuovi aeroporti per lo sviluppo economico, in Europa il tema è quello di ammodernare infrastrutture in alcuni casi obsolete. Degno di menzione è un altro trend importante che vede l'ingresso nel Travel Retail di global luxury brands come Louis Vuitton che dopo l’apertura all’aeroporto di Incheon Seoul aprirà, prima di Natale, al Terminal 5 di Londra; e nuovi department stores come John Lewis, aperto di recente al Terminal 2 di Londra o Zara al Terminal 1 di Hong Kong. E la vera trasformazione dell’esperienza di acquisto la vediamo nel canale digitale che sta portando nel travel retail nuove forme ibride di acquisto come i servizi di pre order e pick up dei tradizionali prodotti duty free che, in diversi aeroporti non solo europei, offrono ai passeggeri la possibilità di prenotare un prodotto che si potrà successivamente ritirare in aeroporto al momento della partenza.

Editoriale

Qualche settimana fa abbiamo assistito a un intervento di Oscar Farinetti. Il personaggio affabula e piace, ogni tanto “la spara”, ma in generale convince. Anche se una certa retorica sull’ottimismo a tutti i costi – che riecheggia pari pari dalle parti di Palazzo Chigi – comincia a stancare. Un concetto saggio e vero Farinetti l’ha espresso: io non invento ma viaggio, vedo cose interessanti, le studio, le copio e le ripropongo secondo il mio stile. Molto spesso non è necessario inventare, per avere successo. Basta copiare, e riproporre, con intelligenza. Al Mapic di Cannes, appena concluso, l’architetto Davide Padoa ha coinvolto un’ampia platea raccontando il progetto del nuovo Mapic 2014 Mall di Arese, grandioso e bello anche grazie a quanto visto e studiato in Messico e in USA. Due esempi che testimoniano quanto sia conservativa e perdente la retorica sulle “eccellenze” del Made in Italy (che spesso è “Made in chissà dove”, vedi alla voce Moncler) e quanta necessità abbiamo di sprovincializzare la nostra attività, confrontarci con competitor stranieri, visitare i loro paesi e le loro best practice. Massimo Moretti, neo presidente del CNCC, vuole portare aria nuova nella sua associazione. Anche cercando di spingere i suoi associati a confrontarsi di persona con quanto accade all’estero. La redazione di retail&food ha sempre operato in questo senso, raccontando le storie più interessanti che accadono in giro per il mondo. E continuerà a farlo, speriamo con al fianco il CNCC.

Luigi Battuello, direttore commerciale non aviation SEA

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Anno 9 numero 12 dicembre 2014 Direttore responsabile Andrea Aiello In redazione Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it Stefano Masin - stefano.masin@retailfood.it Contatti info@retailfood.it - www.retailfood.it Hanno collaborato Massimo Luigi Andreis, Fiorenza Auriemma, Alessandro Barzaghi, Antonio Bisci, Italo Bussoli, Carmen Chieregato, Giovanni Cobolli Gigli, Giulia Comparini, Luca Esposito, Simone Filippetti, Fulvio Fassone, Stefano Gardini, David Jarach, Paolo Lombardi, Pietro Malaspina, Dante Marro, David Montorsi, Roberta Motta, Enrico Pazzali, Mario Resca, Leopoldo Resta Impaginazione Claudio Rossi Oldrati Foto Archivio Edifis, Flickr, Fotolia, iStockphoto Pubblicità dircom@edifis.it Traffico pubblicitario Roberta Motta - roberta.motta@edifis.it Stampa Aziende Grafiche Printing S.r.l. - Via Milano 3/5 – 20068 Peschiera Borromeo (MI) Prezzo di una copia € 5,00 – Arretrati € 10,00 Abbonamento Italia: € 50,00 Europa: € 90,00 Resto del mondo: € 110,00 abbonamenti@edifis.it Amministrazione amministrazione@edifis.it

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SOMMARIO

n°12 dicembre 2014 24

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NEWS PRIMAE NOCTIS Oscar, Davide, Massimo (e noi)

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SPECIALE AEROPORTI La top ten in numeri

L’OPINIONE di Luigi Battuello L’evoluzione del travel retail

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R&F NEWS

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DOSSIER AEROPORTI 42 Pisa Galileo Galilei, un aeroporto da palcoscenico Ad appena un chilometro dalla torre più famosa d'Italia, l'aeroporto di Pisa tutto fa, tranne che pendere, anzi. Principale porta di accesso per la Toscana con 4,5 milioni di viaggiatori annui, sta vivendo un momento di cambiamento importante grazie alla nuova proprietà e a progetti ambiziosi sia di ampliamento sia di crescita passeggeri.

R&F NEWS OPENING

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INDICE R&F Una boccata d’ossigeno!

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OSSERVATORIO PREZZI 22 Volo all'alba, dove dormo? Per necessità o per comodità, spesso capita di dormire nei pressi degli aeroporti. Vediamo le caratteristiche di alcune strutture che gravitano attorno a nove scali nazionali. STAR TREK FASHION Destinazione Primadonna

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PRIMA PIETRA 28 Inter IKEA fa il bis con Roncadelle Sono partite le opere di urbanizzazione del sito bresciano che porteranno entro due anni all’apertura del secondo centro commerciale in Italia con uno store IKEA al suo interno. Il mega shopping centre ospiterà 165 negozi distribuiti su 88mila mq di Gla. La commercializzazione è già avviata. LONG LIFE 32 Fidenza Village, lo Chic Outlet Shopping sulla rotta delle globetrotter Aperto nel 2003 con 57 boutique, il villaggio è cresciuto tra il 2005 e il 2007 arrivando sino a 100 unità. Gestito direttamente da Value Retail, fa parte di un network globale che ne favorisce la visita di turisti da tutto il mondo: nel 2014 i visitatori cinesi sono aumentati del 77%.

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PAROLA DI… ROBERTO NALDI 46 Corporación América: «Crediamo molto nella parte commerciale non aviation» RICERCA GFK EURISKO La domanda cambia... e l’offerta?

ANALISI MERCATO 60 Quando la sicurezza fa business Tecnologia digitale in grado di proteggere i prodotti lungo tutta la filiera e dare informazioni aggiuntive ai retailer per migliorare la customer experience del consumatore. Il mercato della sicurezza cresce, a piccoli passi, nonostante la crisi e la concorrenza low cost asiatica. NEWSTECH&ARREDO

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INTERNATIONAL

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LA FOTO

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LA PULCE NELL’ORECCHIO OVS industry, eterogenesi dei fini

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RESOCONTO FIERA 50 Franchising benvenuti nel business Si è conclusa la 29esima edizione del Salone del Franchising di Milano, un appuntamento organizzato da RDS con Fiera Milano che fa da barometro a un settore che, dati alla mano, è ancora valido e appetibile per chi vuole avviare un'attività mantenendo basso il livello di rischio. REPORT MIDDLE EAST FRANCHISE EXIBITION 52 A Dubai assaggi di franchise LA RICERCA CBRE 54 Lo shopping dei giovani punta su social experience, svago e food RETAIL MANAGEMENT SPECIALIST Procedure, manuali operativi e job description

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MYSTERY IN AIRPORT 58 Dubrovnik offre ampi margini... di miglioramento

RUBRICHE STOCK OPTION COMUNICAZIONE DI SERVIZIO NEW MARKETS OUTLOOK INVIATO SPECIALE COSA OCCORRE SAPERE PER...

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r&f News H&M TORNA A MILANO IN PIAZZA DUOMO SU 4MILA MQ... Sotto i portici di piazza Duomo a Milano apriranno entro l’anno 4mila mq a insegna H&M. Quest’operazione segna il ritorno nel cuore della città meneghina del brand di fast fashion, che un anno e mezzo fa aveva lasciato la propria location al marchio &Other Stories, appartenente al medesimo Gruppo. La nuova unità di H&M, ubicata all’angolo con via Raffaele, presenterà quattro livelli commerciali di cui uno interrato. In particolare si estenderà nella parte che si affaccia su piazza Duomo nella location dell’ex gioielleria Rocca, diventata poi Bliss e infine il temporary store Twin-Set Simona Barbieri. Dietro, invece, occuperà parte degli spazi dell’ex Grand Hotel Duomo.

… E APPRODA NEL RINNOVATO CENTRO MONGOLFIERA ANDRIA Refurbishment e nuove insegne contraddistinguono il rinnovato centro commerciale Mongolfiera di Andria, che ha compiuto 15 anni di vita. In particolare il restyling ha ridisegnato gli ambienti interni valorizzandone la vivibilità, il comfort e la fruibilità; mentre la ricommercializzazione effettuata da Svicom ha portato al rinnovamento del mix merceologico: l’apertura il 23 ottobre del punto vendita H&M Hennes & Mauritz e di Happy Casa, che seguono l’ingresso nello shopping centre di altri noti brand del settore, segna il raggiungimento di un importante obiettivo all’interno di un ambizioso progetto di riqualificazione avvalorato anche dall’ampliamento dei servizi, con l’ingresso della clinica dentaria Easy Dent, in prossima apertura, e il rifacimento della food court.

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EXPO 2015: È ANCORA TEMPO DI GARE

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opo le “stecche” è la volta dei “chioschi”. Expo 2015 si conferma un work in progress: a destare l’attenzione degli operatori in questo periodo è stata la selezione di uno o più concessionari per la gestione del servizio di ristorazione nei sei chioschi gourmet e nella cosiddetta area US6. Il bando, pubblicato una manciata di settimane fa e in scadenza proprio in questi giorni, include chioschi con una superficie coperta di 56 mq e una zona interna di 30 mq destinati alla preparazione e al deposito delle derrate a cui si aggiunge un’area di pertinenza esterna. L’assegnazione delle postazioni avviene per 70 punti su 100 per l’offerta tecnica e per 30 punti per quella economica, che prevede delle royalties da corrispondere a Expo 2015 pari un minimo del 10% del fatturato (IVA esclusa). Le stime di Expo 2015 su base Eurisko parlano di circa 13 milioni di pasti nei 55 giorni di picco della manifestazione e di altrettanti nei 129 giorni non di picco.

Stock option

Kfc I ristoranti di pollo fritto del Kentucky arrivano in Italia: la prima apertura è avvenuta a Roma a metà novembre, a cui è seguita quella di Torino mentre per il 2015 ne sono annunciate 2-3 di cui una a Milano. Ma lo sviluppo nel medio-lungo periodo mira a 100 aperture. Good luck!

Oscar Farinetti Il vulcanico patron di Eataly dichiara conti che danno ampi fatturati ma utili molto modesti. Però non sottolinea mai che le vendite di prodotti provenienti da “parte correlate” (quasi 18% del totale forniture) consentono ottime sinergie economiche. Smemorato.

Jean Claude Juncker L’ex primo ministro lussemburghese (19952013) ha governato mentre veniva elaborato e gestito un sistema fiscale che distruggeva le tasse a colossi vari ed eventuali. Ora da Presidente della Commissione EU frusta i Paesi in crisi. Ha da veni’ Robin Hood…

Just Eat La società danese, quotata alla Borsa di Londra, sta facendo sempre più adepti in Italia. Sia tra gli esercenti che possono entrare in circuito oliato di vendite on line con consegne sulla tavola dei clienti (uffici e abitazioni), sia tra questi ultimi molto stuzzicati dalla comodità.

World Duty Free Dopo l’improvvisa e imprevedibile uscita di scena Jose Maria Palencia, la guida di World Duty Free (Gruppo Autogrill) passa a un altro manager interno, Eugenio Andrades. Speriamo sia la volta buona perché WDF necessità di un tagliando importante.

Airest La società di food e retail fondata da SAVE (aeroporto di Venezia) e compartecipata dal colosso francese Lagardére ha chiuso il 2013 con un lieve calo di fatturato e una più significativa perdita: -19 milioni. C’è urgente bisogno di una svolta.

Cremonini Fondo Strategico Italiano (Cdp dunque MEF) e il fondo sovrano del Qatar, rilevano attraverso una joint-venture il 28,4% di Inalca, la società del Gruppo Cremonini specializzata nella produzione di carni bovine. Più proteine per tutti.

Luciano Cimmino Il fondatore di Yamamay, Carpisa, Jaked, deputato per la lista Scelta Civica, stufo di bere cattivi caffè alla buvette di Montecitorio, ha ottenuto di poter donare miscele scelte, a proprie spese. Un deputato che dà (e non prende) fa notizia, ma la buvette non è il bar Sport.

Carlo Cracco Immancabile e ubiquo come Sant’Antonio – citando Calvino – Carlo Cracco firmerà i menù di Natale su cinque navi da crociera MSC, in navigazione durante le feste. Se ne sentiva la mancanza.


NUOVA INIZIATIVA A FIUMICINO: AUTOGRILL ALLA CONQUISTA ARRIVA LA EAT&DRINK GUIDE DEL SUD-EST ASIATICO

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er chi parla italiano, inglese o cinese, si trova nell’Aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino e ha intenzione di mangiare un boccone, è disponibile ai banchi informazioni di Aeroporti di Roma, nei punti ristoro o scaricabile dal sito internet www.adr.it, la Eat&Drink Guide. Si tratta del nuovo strumento ideato per fornire ai passeggeri informazioni dettagliate sull’offerta food & beverage dello scalo. Sono, infatti, oltre cinquanta i punti di ristorazione presenti che offrono il meglio della cucina italiana e internazionale. La guida è annuale e aiuta i viaggiatori a orientarsi tra ristoranti, self-service, fast food, wine bar e altro ancora. Le varie tipologie sono classificate in categorie (contraddistinte sulla guida da diversi colori) per poter individuare facilmente il tipo di servizio che si sta cercando (ristorante, wine bar, ecc.). Alcune icone, inoltre, identificano le specialità disponibili nei diversi locali, dai piatti vegetariani alla cucina etnica alle ricette senza glutine, per rispondere alle esigenze più diverse dei passeggeri che ogni giorno transitano a Fiumicino. Grazie alle mappe, infine, è possibile localizzare velocemente la posizione delle attività di ristorazione presenti nei Terminal dello scalo.

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rentadue nuovi punti vendita in Vietnam e Indonesia, per ricavi stimati in oltre 180 milioni di euro: 5 saranno nell’aeroporto di Bali-Ngurah Rai e 27 in Vietnam. Nel 2015 saranno oltre 80 gli store gestiti nel Paese da Gruppo Autogrill attraverso la divisione HMSHost International. Nello specifico il colosso della ristorazione on the go si è aggiudicato una nuova concessione per un periodo di 5 anni nello scalo di Bali-Ngurah Rai, in Indonesia, che prevede la realizzazione di 5 nuovi locali. Si stima che i ricavi totali dei nuovi punti vendita, nell’arco di durata del contratto, saranno pari a circa 25 milioni di euro. In Vietnam, a seguito dell’accordo siglato ad aprile 2013 con Imex Pan Pacific Group, principale operatore di ristorazione nazionale, per la gestione di oltre 80 store, la società ha avviato l’apertura di 27 punti vendita negli aeroporti internazionali di Ho Chi Minn, Hanoi e Nha Trang. I nuovi locali genereranno ricavi complessivi stimati per circa 160 milioni di euro nel periodo 2015-2025.

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News A SIGMA, I 130 PUNTI VENDITA DI SISA SARDEGNA Sigma ha annunciato l’ingresso nella propria compagine di Cedi sardo: dal 20 ottobre tutti i 130 punti di vendita della società guidata da Rinaldo Carta (circa 300 milioni di euro di fatturato e 3mila dipendenti) hanno acquisito la nuova insegna. Questa operazione fa parte di un progetto che comprende una grande campagna promozionale che coinvolge 120 prodotti. L’ingresso in Sigma di Cedi Sisa Sardegna, divenuto Cedi Sardegna Spa, rafforza ulteriormente il player bolognese della distribuzione organizzata che conta undici soci attivi in tutto il Paese, un fatturato 2013 di circa 6 miliardi di euro, oltre 2mila punti vendita in tutta Italia e una quota di mercato superiore al 4% a livello nazionale. «In una fase di mercato molto difficile – afferma Rinaldo Carta – abbiamo capito che potevamo affrontare la crisi solo rafforzandoci: era giunto il momento di cambiare, come ci chiedevano i nostri consumatori e il mercato stesso, in una logica di organizzazione ed economicità».

SONAE SIERRA, SU LE VENDITE (ANCHE IN ITALIA) E L’UTILE NETTO

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ei primi nove mesi del 2014 l’utile netto di Sonae Sierra è stato pari a 59,8 milioni di euro, rispetto ai 5,1 dello stesso periodo dello scorso anno, e sono migliorate le performance operative, grazie anche all’ingresso in Russia. A interessare tuttavia il nostro mercato sono i dati sulle vendite dei tenant del portfolio europeo, che hanno registrato un incremento like-for-like pari al 4,2%, in particolare nei mercati portoghese e italiano, cresciuti rispettivamente del 6,8% e del 3,9 per cento. In Brasile i numeri sono più consistenti, con un incremento like-for-like pari al 7,5% rispetto allo stesso periodo del 2013. Fondamentalmente stabile il tasso di occupancy globale, che è migliorato di un decimale passando dal 95 al 95,1 per cento. Diverso, invece, il trend se si analizza l’utile netto diretto, che nei primi nove mesi del 2014 ha raggiunto i 36 milioni di euro: in calo del 16% rispetto all’anno scorso. Questa flessione, dichiara l’azienda, “rimane influenzata dalla cessione degli asset in Europa nel 2013, dalla variazione negativa nel tasso medio di cambio del Real Brasiliano e dal potenziamento della struttura dell’azienda per far fronte all’incremento dell’attività in nuovi mercati”. Altra novità: Marco Pellizzari è stato nominato nuovo direttore generale dello sviluppo di Sierra Italy, la filiale italiana di Sonae Sierra.

Comunicazione di servizio

A cura di Acqua Group - www.acquagrouo.it

IL CONTATTO CON IL CENTRO È “DIGITAL”

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l 12,6% dei frequentatori abituali di centri commerciali dichiara di rimanere in contatto con il proprio shopping mall preferito (*). Quello di cui parliamo non è un contatto “passivo”, ossia non è una fruizione di attività di comunicazione messe in atto dal centro, come newsletter, volantini o altre forme pubblicitarie, ma un contatto “attivo” che implica la ricerca del contatto stesso da parte del visitatore. I “Millenials”, ossia le generazioni più giovani – under 35 – sono i più “di-

gitali”: il contatto è social, gestito soprattutto tramite Facebook ed è un modo per informarsi, tenersi aggiornati sulle novità, vivere il quotidiano del centro. Sono i più adulti (under 44) a privilegiare invece il contatto, ormai più tradizionale, rappresentato dal sito web del centro. Altro canale, emergente anche se più contenuto in termini di fruizione, sono le APP dei mall a cui, ancora una volta, si appoggiano con percentuali superiori alla media i “nativi digitali”. (*) Fonte: Gli Italiani e i Centri Commerciali – Ricerca realizzata da EMG Acqua/Acqua Retail

Davide Arduini (a sx) e Andrea Cimenti (a dx) Presidente di Acqua Group e Amministratore Delegato di Acqua Group

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News IMMOBILI RETAIL NELLE HIGH STREET: RENDITE DAL 5% ALL’8% Dal 5% all’8% è il rendimento oggi di un immobile retail ubicato in una high street italiana, mentre 800 mq è la metratura massima richiesta. È quanto emerge dall’analisi di mercato condotta nel report ‘Fashion & High Street - Settembre 2014’ da World Capital Group in collaborazione con Federazione Moda Italia. «L’Italia – dichiara Neda Aghabegloo, head of research of World Capital – è noto sia la patria del fashion. Posizione strategica, visibilità e flusso pedonale/turistico, insieme al rendimento e all’offerta, rappresentano fattori determinanti nella scelta della location e dell’immobile da acquisire». Milano rimane la city più ricercata e d’appeal, con valori di locazione massimi che toccano i 6.700 €/mq e yield tra il 5% e il 6,5 per cento. Roma, seconda in questa speciale classifica con canoni massimi che sfiorano i 6.000 €/mq, possiede rendimenti tra il 5,5% e il 7 per cento.

APRE IL MOXY HOTEL AL T2 DI MALPENSA, PARTNERSHIP MARRIOTT-IKEA

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opo la soft opening di settembre, si è svolta a fine ottobre a Malpensa l’inaugurazione del primo Moxy Hotel in Europa. Brand del Gruppo Marriott International, il Moxy si caratterizza per una proposta dai costi contenuti, dagli arredi di design, dai servizi tecnologici avanzati e integra l’offerta ricettiva aeroportuale con un hotel 3 stelle sito al Terminal 2, di fronte ai parcheggi dell’aeroporto e alla futura stazione ferroviaria. Sea, con questa apertura, fa del Moxy a Malpensa la prima delle oltre 150 nuove aperture previste nei prossimi 10 anni nelle principali città europee, tra cui Monaco, Berlino, Londra, Francoforte e Oslo. L’edificio (4 piani e 162 camere) si qualifica per l’elevata classe energetica, la massima insonorizzazione e il comfort offerto. Questo concept è stato sviluppato e lanciato dal gruppo alberghiero Marriott International (4mila strutture in 79 Paesi del mondo) in partnership con Vastint Holding B.V. della Property Division del Gruppo IKEA.

NEW MARKETS OUTLOOK a cura di STRA_BRANDING

www.strabranding.com

THE GREATER PEARL RIVER DELTA La regione del Greater Pearl River Delta (GPRD) non eccelle solamente per ciò che riguarda le performance economiche e produttive ma, negli ultimi anni, anche per il suo enorme potenziale in termini di consumi di massa e per i suoi collegamenti internazionali vista la vicinanza con Hong Kong che a questa regione appartiene. Caratteristiche distintive che la rendono molto attrattiva nei confronti degli investitori internazionali. La regione del GPRD (Fig.1), che è composta da nove città della provincia dello Guangdong (Guangzhou, Shenzen, Zhuhai, Foshan, Huizhou, Dongguan, Zhongshan, Jiangmen and Zhaoqing) più

Fig.1: The Greater Pearl River Delta region in Cina

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le due regioni amministrative speciali, Hong Kong (HKSAR) e Macao (MSAR), ha una popolazione di circa 57 milioni di abitanti, il 4,2% di quella nazionale (1.354 milioni) ma esprime ratio ben al di sopra di tale percentuale. Alcuni esempi al riguardo: la GPRD rappresenta il 9,2% del GDP, il 9% dei depositi di risparmio, il 27% delle esportazioni, il 22% delle importazioni nazionali e, da ultimo, un dato importante a testimonianza dell’attrattività di questa area, il 19% degli investimenti stranieri in Cina. Le ragioni di questo enorme sviluppo economico dal 2000 ad oggi possono essere sintetizzate nei seguenti tre aspetti: 1) lo sviluppo tecnologico che ha guidato il potenziamento del settore manifatturiero; 2) il cambiamento di orientamento economico dal settore manifatturiero al settore dei servizi; 3) la crescita del mercato dei consumi, influenzato dalla vicinanza a Hong Kong. Quest’ultimo punto è molto importante per le aziende italiane: la regione del GRPD rappresenta l’8% delle vendite retail di tutta la mainland Cina e il 12,2% degli online shoppers (il numero di abbonati a cellulari, 125 milioni, e a Internet, 20 milioni, è cresciuto con un tasso maggiore del 20% nel corso degli ultimi 12 anni). Per fare un confronto, il totale delle vendite retail di consumer goods nelle due principali città della regione, Guangzhou (12,8 milioni di abitanti) e Shenzen (10,6), rispettivamente di 95 e 64 miliardi di US$, supera quello registrato a Hong Kong (57 miliardi di US$ nel 2012) che peraltro è positivamente influenzato proprio dai flussi turistici provenienti dalla regione del GRPD. Infatti, da quando nel 2003 i residenti delle 50 maggiori città cinesi hanno la possibilità di visitare Hong Kong con viaggi individuali, la spesa per shopping da parte di quest’ultimi è fortemente aumentata: 30% delle vendite retail totali di Hong Kong nel 2012 (contro il 14% nel 2005) e, di questi, il 70% proviene dalla regione del GRPD. Luca Esposito



News IL ROMAGNA SHOPPING VALLEY INTER IKEA PUNTA SFOGGIA IL CLUB STORE SU CUSHMAN & WAKEFIELD

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arrivato al completamento il progetto di riqualificazione del Romagna Shopping Valley, che ha previsto, in collaborazione con Finiper, la costruzione della nuova galleria commerciale, il rinnovamento dell'esistente e l'integrazione con le restanti realtà commerciali presenti nell'area. L’iniziativa è stata realizzata dalla proprietà Immobiliare Gallerie Commerciali (Gruppo Klépierre) per un investimento complessivo di 100 milioni di euro in tre anni. A due mesi dall'apertura si è arricchita nel frattempo anche l’offerta commerciale con marchi importanti quali H&M, Desigual, Sephora, Terranova, Superdry, a cui si sono aggiunti di recente, tra nuove aperture e restyling, Histoire d'Or, Calliope, Piazza Italia, Bottega Verde, il celebre brand americano MacCosmetics del gruppo Estée Lauder, Game Life, Tim e prossimamente il punto di ristorazione Sushiko. La filosofia applicata da Klépierre sul progetto di riqualificazione del Romagna Shopping Valley prende il nome di Club Store: introdotto in anteprima nazionale proprio nel centro commerciale di Savignano sul Rubicone (FC).

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ushman & Wakefield è stata selezionata da Inter IKEA Centre Italia (IICI) per la commercializzazione del centro commerciale Brescia-Roncadelle Shopping (vedi Prima pietra pagina 28). Il centro sarà costruito comprendendo all'interno l’attuale negozio IKEA di Roncadelle e avrà una Gla complessiva di 88 mila mq. Si prevedono 165 negozi, un ipermercato, un hub con bar e ristoranti, servizi per le famiglie e parcheggi per 3.900 autovetture. «Siamo orgogliosi di essere stati scelti da un cliente così prestigioso» commenta Joachim Sandberg amministratore delegato di Cushman & Wakefield Italia «per il quale abbiamo messo a disposizione un team di elevato profilo professionale che nell’ambito dell’attività di commercializzazione opererà con gli altri dipartimenti dell’azienda esperti nel settore retail». Francesco Della Cioppa, responsabile dei dipartimenti property e retail leasing di Cushman & Wakefield afferma: «Siamo convinti che questo progetto abbia tutte le caratteristiche per imporsi e diventare dominante nel mercato di riferimento, diventando un 'destination point' unico nel suo genere per milioni di visitatori».


SUSHI E SPUMANTE A NAPOLI CAPODICHINO

DOPO IL RESTYLING RIPRENDE VITA THE SMART GALLERY

L’

aeroporto internazionale di Napoli Capodichino è in una fase di work-inprogress, ma nei 1.600 mq della sala imbarchi, ristrutturata a luglio, hanno aperto due brand food & beverage che stanno riscuotendo successo: Giappo e il Dubl... Food&Bubbles. Il primo, presente già da alcuni anni in Campania, è un marchio legato al sushi, di successo ormai consolidato con l'apertura di vari punti, alcuni in via diretta, altri con la formula del franchising. L'aspetto interessante e divertente è il sistema di servizio del cibo ai clienti che, seduti su sgabelli attorno al bancone hanno di fronte un piccolo tapis roulant che trasporta mini porzioni di sushi. Il secondo, Dubl... Food&Bubbles, è un'area lounge dedicata allo spumante Dubl, il Metodo Classico prodotto dall’azienda irpina Feudi di San Gregorio. Il Dubl Bar offre agli ospiti la possibilità di degustare le tre diverse etichette: Dubl Brut, Dubl Brut Rosato e Dubl + Millesimato. Alla degustazione degli spumanti è legata, inoltre, una proposta gastronomica di qualità attenta alle esigenze di tutti i consumatori, compresi vegetariani, vegani e celiaci.

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ome annunciato lo scorso giugno da Arcoretail, che ne ha curato l’operazione di rilancio commerciale e di restyling, da fine ottobre lo shopping center di Reggello ha assunto una nuova veste che incarna l’altrettanto nuovo mood “TheSmartGallery Fashion and Design for All”. “TheSmartGallery”, l’ex Fashion Valley, è una destinazione dove fare shopping, con nuovi punti vendita tra cui Everlast, Dimensione Danza, Fridemoto, Lorena Antoniazzi, Bric’s e nuovi brand come Polo Ralph Lauren e Orobianco. “TheSmartGallery” ha l’obiettivo di essere un melting-pot di arte e fashion; non solo un luogo per fare shopping. Nel centro avranno luogo manifestazioni legate all’enogastronomia toscana, oltre a eventi estivi con musica all’aperto. Per evidenziare la trasformazione e il riposizionamento del brand è stata realizzata una campagna pubblicitaria di lancio che gioca sui nuovi elementi artistici e legati al fashion, linee guida di “TheSmartGallery”.

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News BIALETTI IN ATTIVO PUNTA AI 200 NEGOZI ENTRO IL 2017 Bialetti torna in attivo. Si parla di 54mila euro; pochi in termini assoluti, ma un gran risultato se confrontati con la perdita di 2,5 milioni realizzata nel medesimo periodo 2013. I ricavi sono scesi sì dell'1,3% a 104,8 milioni, ma l'Ebitda, vale a dire gli utili prima di interessi e imposte, è salito del 3,2% a 8 milioni. Il piano d'impresa al 2017 prevede l'apertura di 200 punti vendita diretti con lo sviluppo del settore retail. Di fatto, però, l'azienda è più avanti sulla tabella di marcia, in quanto i pdv in gestione diretta aperti nei primi nove mesi dell'anno sono 18, per un totale di 79 negozi già avviati rispetto ai 24 dello scorso anno. Ma a contribuire alla liquidità necessaria ad avviare i monomarca non è stata solamente la vendita delle macchinette da caffè (da cui è giunto il 55% del capitale), ma anche dalla linea di casalinghi, in particolare le pentole Aeternum e i piccoli elettrodomestici Girmi che sono valsi il 45 per cento.

Inviato speciale

IL PRODOTTO È IL VERO PROTAGONISTA Jo Malone…Tory Burch… Paul Smith: che cos’hanno in comune questi nomi? Grazie alla loro espansione globale sul mercato internazionale, i nomi di questi imprenditori sono ora sinonimo dei loro brand e prodotti di successo. Tuttavia, prima di implementare le strategie di branding internazionale, questi importanti player sulla scena dei beni di lusso si sono dedicati esclusivamente a un aspetto del loro business: la qualità dei loro prodotti.

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ei miei precedenti articoli ho sottolineato che in futuro la qualità e l’autenticità saranno prioritari, quindi sarà il prodotto di un retailer a essere il vero protagonista e non solo il suo brand. Come tutti gli altri piccoli produttori, questi brand globali un tempo hanno avuto umili origini come marchi indipendenti e personalizzati: Jo Malone focalizzato nel creare esclusivi profumi, Tory Burch centrato sul classic design USA e Paul Smith nel tra-

KIKI LAB E LE NUOVE TENDENZE RETAIL Si è tenuto a Milano, da Eataly Smeraldo, il Ki-Best 2014 il Retail Tour Virtuale, organizzato da Kiki Lab, società di consulenza e di ricerca specializzate nel retail e unica rappresentante italiana del consorzio mondiale Ebeltoft Group. Il viaggio virtuale nasce dalle recenti visite ad aree retail innovative e di successo realizzate dal team di Kiki Lab in 15 città europee ed extraeuropee. Ad arricchire l’evento ci sono state le testimonianze di Eataly, Conad Pac2000A e Fashion District. Fabrizio Valente, partner fondatore di Kiki Lab-Ebeltoft Italy, ha presentato gli highlights del recente World Retail Congress svoltosi a Parigi. Inoltre, assieme al proprio team ha illustrato casi rappresentativi di 9 tendenze (partendo da una selezione di oltre 400 aree retail visitate nell’ultimo anno), a cominciare dal servizio a 360°, passando dalla personalizzazione, fino all'efficienza per i clienti e lo storytelling.

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Garden Promenade sferire la sua eclettica personalità inglese nelle proprie collezioni. Anche se oggi eliminassimo i valori acquisiti con il riconoscimento del loro brand, i prodotti sarebbero comunque veramente unici. Il focus sull’autenticità e la qualità dei prodotti è applicabile a tutti i settori, specialmente quelli del food & beverage. Eataly, soprannominata la ‘Disney World della bellezza italiana’, porta nel mondo l’autentico food italiano sotto forma di food mall. E questa proposta ha avuto successo anche in Italia, dove i clienti sono spesso fedeli ai loro fornitori locali. Il progetto attira dunque sia visitatori locali sia i turisti per il suo concept unico. Ho in passato parlato di dettaglio senza marchio, unbranded, dove gli svilup-

retail&food - dicembre 2014 Palazzo Isometry

patori e gli architetti devono mettere gli interessi dei piccoli imprenditori al centro della loro attenzione. Citando me stesso: ‘Per portare veramente le strade cittadine all’interno dei shopping center gli sviluppatori dovrebbero spendere maggior tempo nelle strade stesse’. Questo assunto mi sta guidando nella progettazione, insieme ai colleghi De Lucchi e Zappa, dell’innovativo Arese Shopping Center, che non sarà un abituale scatolone deconcettualizzato ma rappresenterà una vera strada dotata di edifici coperti, piazze, portici, portali e giardini, creando una nuova Cittadella per lo Shopping. Riprendendo il concetto centrale dell’importanza del prodotto, ogni piazza del progetto avrà un edificio icona, ogni edificio avrà il suo brand e ogni brand sarà un importante attore per una rappresentazione commerciale unica al mondo. Si troveranno quindi Piazza Mercato, dove gli spazi interni ed esterni si mescoleranno senza soluzione di continuità tra bancarelle del mercato e gli scaffali dell’Iper, così come la Piazza della Moda, dove troveranno spazio anche marchi che per la prima volta entrano in Italia, e il Palazzo dei Profumi, con progetti e soluzioni specifiche in grado di evidenziare la qualità e l’unicità dei prodotti presentati. Scoprire e sviluppare i prossimi Eataly o Jo Malone daranno ai developer risultati al di là di ogni aspettativa e creeranno proposte commerciali veramente nuove e in linea con le esigenze del mercato. Davide Padoa, CEO di Design International www.designinternational.com




News cosa occorre sapere per...

a cura dello Studio Legale Cocuzza & Associati di Milano

Le Grandi Locazioni: è legge!

L

o scorso 11 novembre 2014, con l’approvazione della legge n. 164/2014, il Parlamento ha convertito in legge il c.d. decreto “Sblocca Italia”. Il testo finale dell’art. 18 del decreto convertito in legge e che si riporta qui di seguito, presenta alcune modifiche e aggiunte rispetto alla precedente versione. In deroga alle disposizioni del primo comma, nei contratti di locazione di immobili adibiti ad uso diverso da quello di abitazione, anche se adibiti ad attività alberghiera, per i quali sia pattuito un canone annuo superiore ad euro 250.000, e che non siano riferiti a locali qualificati di interesse storico a seguito di provvedimento regionale o comunale, è facoltà delle parti concordare contrattualmente termini e condizioni in deroga alle disposizioni della presente legge. I contratti di cui al periodo precedente devono essere provati per iscritto.

Vediamole nel dettaglio. In primo luogo è stata incrementata la soglia del canone superata la quale è possibile derogare alla normativa sull’equo canone: si è passati, infatti, dai 150.000,00 euro annui previsti nel decreto legge ai 250.000,00 euro annui della versione finale. La scelta del legislatore, fortissimamente sollecitata da alcune associazioni di categoria, è sicuramente condivisibile in quanto circoscrive l’ambito di applicazione della possibile deroga ai retailer più grandi, rispettando e rispecchiando meglio lo spirito delle nuove norme che sono dirette a operatori commerciali con rilevanti disponibilità economiche. Resta il fatto che tale criterio è pur sempre parziale, esistendo nel mercato operatori di livello “internazionale” che operano su piccole superfici nei confronti dei quali non si applicherà la nuova normativa. Inoltre, la nuova disposizione, nell’indicare la misura del canone, fa riferimento al canone annuo superiore a 250.000,00 euro. C’è dunque da chiedersi se tale disciplina sia applicabile ai contratti che abbiano una durata inferiore all’anno ma un canone superiore, per il periodo in questione, ai 250.000,00 euro. A nostro avviso la deroga alla legge equo canone sarà possibile anche in questi casi per due ordini di motivi: in primo luogo perché se un conduttore è disposto a pagare un canone infra-annuale superiore a 250.000,00 euro significa che ha almeno la stessa solidità economica (se non superiore) di un retailer che paghi tale somma quale canone annuale; in secondo luogo perché ci pare di poter ragionevolmente ritenere che il riferimento al canone annuo è stato utilizzato dal legislatore come parametro di calcolo

riferito all’ammontare del canone e non alla durata del contratto. In altre parole, il nuovo articolo 18 della Legge 164/2014 dovrebbe trovare applicazione anche con riferimento ai contratti di locazione aventi durata inferiore all’anno purché il canone sia superiore a 250.000,00 euro. Altra novità inserita in sede di conversione riguarda l’esclusione dall’ambito di applicazione dell’articolo 18 dei “locali qualificati di interesse storico a seguito di provvedimento regionale o comunale”. Si tratta, sostanzialmente, delle c.d. “botteghe storiche” le quali sono incluse in elenchi predisposti dai Comuni o, in alcuni casi (ad esempio in Lombardia e Lazio) dalle Regioni. D’ora in poi sarà quindi importante verificare sempre, preventivamente, se il locale per il quale si sta negoziando (soprattutto se situato in centro città) sia o meno incluso nei suddetti elenchi: in tal caso, anche se il canone pattuito sarà superiore ai 250.000,00 euro annui non sarà possibile per le parti derogare alla normativa sull’equo canone. Da ultimo il legislatore ha precisato che la nuova normativa non si applica ai contratti e ai giudizi in corso all’entrata in vigore della legge 164/2014. Si tratta a nostro avviso di precisazioni ridondanti posto che si sarebbe giunti alla medesima conclusione anche ove nulla fosse stato precisato al riguardo. In effetti in entrambi i casi si tratta di principi già previsti nel nostro ordinamento. Con riguardo ai contratti, ad esempio, occorre chiedersi se tale specificazione abbia un qualche significato che vada al di là della formulazione letterale: riteniamo infatti che tale riferimento possa essere stato inserito al fine di contrastare possibili risoluzioni anticipate fittizie di contratti di locazione finalizzate alla stipula di “contratti in deroga” prima del decorso della naturale scadenza del contratto in questione. Occorrerà quindi valutare attentamente, caso per caso, le modalità di un’eventuale “risoluzione fittizia”, al fine di non incorrere in rischi di nullità degli accordi così sottoscritti. Non resta dunque che attendere le reazioni del mercato retail a tale nuova normativa, che certamente avrà un impatto rilevante nelle negoziazioni delle nuove “grandi locazioni”. Avv. Giulia Comparini Per informazioni e quesiti gli Avvocati Giulia Comparini gcomparini@cocuzzaeassociati.it e Alessandro Barzaghi abarzaghi@cocuzzaeassociati.it saranno lieti di rispondervi.

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r&f News opening

Gran Cafè

MyChef, taglio nastro a Malpensa

Gran Cafè

M

McDonald’s

Rossopomodoro 16

retail&food - dicembre 2014

yChef inaugura la food court nel nuovo satellite del Terminal 1 di Malpensa. La struttura si colloca all’interno del cosiddetto “terzo terzo”. La food court, attiva nel settore del people on the move, si estende su 1.600 mq nell’area check in al piano mezzanino, ed è composta da un flagship McDonald's con oltre 300 posti a sedere, un Gran Cafè con nuova immagine e 40 sedute e un ristorante Rossopomodoro, il primo gestito da MyChef, con 250 posti a sedere di cui 225 con servizio al tavolo. A ciò si unisce un corner A Puteca, una “creatura” di Sebeto dove è possibile gustare “a volo a volo” alcuni prodotti della tradizione partenopea in versione “street food” e take away. L’apertura di questi punti di ristoro rappresenta un ulteriore passo sulla via del completamento dei lavori, iniziati nel 2009, per la realizzazione del terzo satellite del Terminal 1 dell’aerostazione lombarda, inaugurato nella sua prima parte a gennaio 2013. Obiettivo: raddoppiare entro il 2015 la capacità passeggeri di Malpensa, portando a 41 i ponti mobili per l’attracco degli aerei e aprendo nuove rotte verso i paesi mediorientali e dell’Asia.

McDonald’s

Rossopomodoro


Roadhouse Grill di Cremonini I duty free di Heinemann arriva con 520 mq a Treviso sbarcano a Torino Caselle Con l’opening di Treviso sono sei i locali Cremonini a insegna Roadhouse Grill in Veneto. La nuova steakhouse, che darà lavoro a oltre 30 persone, è situata in viale della Repubblica e si sviluppa su una superficie di 520 mq in cui ospita 160 posti a sedere. Da segnalre, inoltre, il servizio wi-fi gratuito. Oltre alle aperture 7 giorni su 7, la peculiarità della catena è rappresentata dall’ottimo rapporto qualità-prezzo: lo scontrino medio a persona è compreso tra i 17 e 19 euro. Con questa apertura salgono a 55 i locali Roadhouse Grill in Italia, distribuiti in Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche e Lazio. E a breve sono previste altre aperture a Bellinzago Lombardo (MI) e Palermo. Nel 2013 la catena ha raggiunto un fatturato di 65 milioni di euro, in crescita del 25,2% rispetto all’anno precedente.

Attivo in oltre 100 Paesi e operativo in 64 aeroporti con circa 230 Heinemann Duty Free e Travel Value, store in franchising e concept stores, Gebr. Heinemann è entrato nello scalo di Torino Caselle con un ampio assortimento di profumi e cosmetici, accessori moda, liquori e vini, giocattoli e souvenir. Quest’operazione prevede inoltre che a marzo 2015, al termine della stagione dei charter della neve, siano avviati importanti lavori di modernizzazione degli spazi, il cui layout sarà completamente ridefinito. Al termine dei cantieri i passeggeri si troveranno immersi in un’area commerciale rinnovata, strutturata con la logica del walk through, in cui soddisfare le proprie esigenze di shopping in attesa dell’imbarco. La scelta di Sagat di individuare, attraverso la modalità gestionale della sub concessione, uno dei tre principali operatori internazionali nel settore del retail aeroportuale ha avuto come risultato anche la tutela dei livelli occupazionali della precedente gestione operativa.

retail&food - dicembre 2014

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r&f News opening BOGGI MILANO DEBUTTA A SEOUL

Opsobjects atterra al T1 di Malpensa

I

Con 350 mq situati nel prestigioso Mall Cheongdam B Sight, Boggi Milano ha aperto il suo primo flagship store a Seoul. Lo spazio, inaugurato lo scorso 23 ottobre, si sviluppa su due piani di vendita in cui accoglie le collezioni formal Boggi Milano e casual BM39, mentre una vip lounge sul rooftop sarà destinata a eventi privati e offrirà un’esclusiva esperienza di personal shopping. La decisione di inaugurare un punto vendita nel cuore di Cheongdam Street, a fianco delle firme più esclusive della moda internazionale, rimarca il carattere high profile del target a cui si rivolge il brand. L’opening nella capitale Seoul rafforza inoltre la presenza retail di Boggi Milano in Corea del Sud, portando a quota cinque gli store nell’intera nazione.

GIUNTI AL PUNTO AL PANORAMA Con l’ultima apertura sono 173 i punti vendita distribuiti su tutto il territorio nazionale, mentre in Piemonte è il decimo. Si tratta della nuova libreria Giunti al Punto, che dallo scorso 13 novembre è attiva all’interno del Centro commerciale Panorama di Alessandria. Lo store si contraddistingue per l’ampio spazio dedicato ai prodotti editoriali: novità, classici e tascabili per soddisfare le esigenze di un pubblico vasto e differenziato e un reparto di articoli no book. Numerosi sono anche i servizi e gli strumenti offerti alla clientela: la carta fedeltà Giunticard, che conta oltre un milione di possessori; i Gratta & Leggi, con i quali negli ultimi anni sono stati distribuiti ai clienti oltre 850mila euro di premi in libri e quasi 350mila euro in beneficienza ad associazioni onlus; le Giftcard e, novità, le GiftcarDesign.

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retail&food - dicembre 2014

l primo monomarca del marchio di fashion jewellery e accessori all’interno del grande aeroporto lombardo. Parliamo del nuovo store Opsobjects a Malpensa, per la precisione nell’area Extra Shengen del Terminal 1. L’operazione ha come obiettivo quello di intercettare il flusso di turisti attesi per Expo 2015, trasformando il punto vendita in una vetrina per lo sviluppo internazionale del marchio. Lo store, progettato dallo Studio Fabio Caselli Design, ripropone il mondo dolce e incantato delle fiabe e dei film in costume. Forti suggestioni che hanno spinto a reinterpretare in chiave contemporanea e ironica quello stile ricco e rococò comunemente definito come Luigi XVI. Dominano il bianco assoluto e i colori pastello come il rosa delle boiserie che decorano le pareti e incorniciano le nuove collezioni di gioielli e orologi. Mobili e cassettiere a specchio molato in innumerevoli rombi creano giochi scintillanti di luce e riflettono il raffinato bianco e nero del pavimento a scacchiera. L’effetto nell’insieme è sofisticato e impercettibilmente retrò.

illycaffè, più aroma al Fidenza Village

A

ll'interno di uno dei Villaggi Chic Outlet Shopping di Value Retail, il Fidenza Village, con oltre 100 boutique dei marchi più prestigiosi della moda, accessori e homewear, ha aperto la boutique illycaffè. La nuova boutique rappresenta il luogo ideale in cui rilassarsi, dove il caffè, sempre protagonista, incontra una ristorazione ricercata e di qualità tipica della tradizione Italiana. Caffè, cultura, arte e ricette raffinate si uniscono in un’atmosfera dal design unico e accogliente, caratteristico del lifestyle italiano, tipico dell’esperienza illy. Nel locale si può ammirare una replica dell’opera Coffee Flowers Ideas di Rosenquist, realizzata a

mosaico, mentre sopra la zona bancone risalta uno chandelier composto da 96 tazzine illy Art Collection, realizzate in 20 anni da alcuni dei più grandi artisti contemporanei come Anish Kapoor e Marina Abramović. L’ampia offerta, sempre incentrata sull’italianità e sulla qualità dei prodotti, è strutturata per soddisfare tutti i momenti della giornata: dalla colazione, con prodotti tradizionali italiani e una gamma salata in stile più internazionale per incontrare il gusto degli ospiti stranieri, al break pomeridiano, con un’ampia selezione di pasticceria, fino al lunch con panini, focacce e insalate o un menu ristorante completo con primi e secondi del giorno.



r&f Indice r&f

a cura di Edifis Intelligence

Una boccata d’ossigeno! Finalmente una "buona mesata"! I listini si muovono in senso positivo, anche se i dati finali non sono ancora rassicuranti. E tuttavia notiamo con soddisfazione che tutti gli indici, eccezion fatta per il nostro FTSEMIB, aumentano di qualche punto (il Nikkei addirittura di 13 punti), seguiti dall'Indice Retail&Food che recupera alla fine la quasi parità rispetto all'inizio dell'anno: speriamo che prosegua il trend e che si arrivi al 31 dicembre con un finale degno di champagne… Per il momento, diciamo che 17 titoli su 20 migliorano nel mese e che i listini in progresso da inizio anno sono passati da due a sette. La maglia rosa è sempre Aeffe, in tandem con Nike, mentre nel corrente mese si è messo in particolare luce Tiffany. Male, invece, Safilo e Tod's che si avvicinano pericolosamente al dimezzamento del loro valore iniziale.

Quotazioni al AZIONI

Alcuni marchi di proprietà

Indice al

Mercato 31.12.2013 17.11.2014 17.11.2014

Adidas

Reebok

Xetra

92,64

62,69

67,7 %

Aeffe

Alberta Ferretti, Moschino, Pollini

Italia

0,70

2,04

291,4 %

C.F.Richemont

Vacheron Constantin, Cartier, Dunhill

88,60

82,60

93,2 %

1,23

1,11

90,2 %

Damiani

Vtx Italia

Dufry

Svizzera

156,60

144,60

92,3 %

Fossil

Nasdaq

120,30

108,32

90,0 %

Geox

Italia

2,64

2,68

101,5 %

Hugo Boss

Xetra

103,50

103,20

99,7 %

Mce

23,90

20,64

86,4 %

153,90

159,10

103,4 %

38,95

40,76

104,6 %

132,60

137,50

103,7 %

Inditex

Zara, Pull and Bear, Massimo Dutti

Kering PPR

Puma, Fnac, Gucci, Redcats, Conforama

Luxottica LVHM

Francia Italia

Louis Vuitton, Moet Chandon, Hennessy, Fendi, Dior, Zenith, Guerlain

Francia

Nike

Nyse

78,64

95,50

121,4 %

Polo Ralph Lauren

Nyse

176,34

174,24

98,8 %

Puma

Xetra

235,15

181,90

77,4 %

Safilo Group

Italia

17,00

9,20

54,1 %

Stefanel

Italia

0,36

0,27

75,0 %

477,90

377,65

79,0 %

Swatch Group

Omega, Longines, Tissot

Tiffany & Co

Valentina, Elsa Ferretti, Paloma Picasso

Nyse

92,09

102,39

111,2 %

Tod's

Hogan, Fay

Italia

121,40

66,65

54,9 %

INDICE RETAIL&FOOD FTSEMIB

Vtx

100,00

99,8 %

18.967

18.921

99,8%

DAX

9.552

9.219

96,5 %

NYSE

10.400,00

10.880,63

104,6 %

NIKKEI

16.291,31

16.973,80

104,2 % © Edifis Intelligence

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retail&food - dicembre 2014



r&f Osservatorio prezzi

VOLOALL’ALBA, DOVE DORMO? Per necessità o per comodità, spesso capita di dormire nei pressi degli aeroporti. Vediamo le caratteristiche di alcune strutture che gravitano attorno a nove scali nazionali

I

l numero di dicembre di retail&food è dedicato agli aeroporti, quindi la redazione ha deciso di realizzare un Osservatorio prezzi che fosse in linea con il focus ma che si scostasse dall'analisi dei costi relativi a offerte retail food o fashion all'interno delle aerostazioni. La ricerca, quindi, è stata fatta sugli alberghi che gravitano attorno a nove aeroporti dislocati sul territorio nazionale: Roma Fiumicino Leo-

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retail&food - dicembre 2014

nardo da Vinci, Milano Malpensa Terminal 1, Venezia Marco Polo di Tessera, Bergamo Orio al Serio, Catania Fontanarossa, Bari Karol Woityla, Torino Caselle, Verona Villafranca Valerio Catullo e Firenze Peretola Amerigo Vespucci. Il primo dato che salta all'occhio è che l'aeroporto di Milano Malpensa è il più lontano dalla città (52 km), ma è anche quello con l'albergo più vicino: lo

Sheraton Milan Airport Hotel & Conference Centre, a 0,1 km dall'aerostazione. Un altro aspetto interessante è che indipendentemente dalle distanze dalla città, gli alberghi nel raggio di un chilometro sono quasi sempre uno o nessuno,

Distanza dell'aeroporto dal centro città in km

tranne per Venezia e Firenze che ne hanno quattro. Aumentando il raggio a tre chilometri, invece, si arriva ai 16 alberghi di Firenze. Altro fatto da considerare è che nella maggior parte dei casi (tranne Catania e Firenze) la struttura più vicina è anche

Numero di hotel Numero di hotel nel raggio nel raggio di 1 km di 3 km

Roma Fiumicino Leonardo da Vinci

25

1

9

Milano Malpensa Terminal 1

52

1

8

Venezia Marco Polo di Tessera

13

4

5

Bergamo Orio al Serio

6

n.d.

6

Catania Fontanarossa

6

1

6

Bari Karol Wojtyła

20

0

4

Torino Caselle

16

1

4

Verona Valerio Catullo

12

1

7

Firenze Amerigo Vespucci

8

4

16


Nota metodologica

quella più costosa. In particolare nella nostra analisi, il più dispendioso è risultato essere l'Hilton Rome Airport a 190 euro (0,3 km dal Leonardo da Vinci), seguito dallo Sheraton Milan Airport Hotel & Conference Centre a 158 euro. Natural-

La ricerca degli alberghi (sono stati esclusi residence, bed & breakfast e ostelli) è stata fatta attraverso Internet, consultando il sito web Booking.com. Non sono stati utilizzati altri metodi di ricerca. Il 28 ottobre è stata cercata una stanza doppia con letto matrimoniale per la notte a cavallo tra il 5 e il 6 novembre. Quello riportato in tabella è il primo prezzo di ogni albergo, ossia il prezzo indicato da Booking.com relativo a ogni hotel, per il quale è stato compilato il form indicando di volta in volta il nome dell'aeroporto oggetto dell'indagine. È lo stesso sito web a indicare la distanza di ogni struttura dall'aerostazione. Anche se è proprio Booking.com a specificare che il dato è approssimativo. Le caselle colorate indicano alberghi e relativi prezzi che al momento della ricerca proponevano un'“offerta smart” che il sito web giustifica nel seguente modo: “Questo sconto si basa sulle tariffe attualmente applicate dall'hotel in un periodo di 30 giorni intorno alla tua data di check-in. Per garantirti una comparazione equa, ci assicuriamo che le condizioni di prenotazione (pasti, politica di cancellazione e tipologia di camera) siano le stesse”. Per dovere d'informazione si specifica che a seguito di un controllo effettuato i giorni successivi alla ricerca, è risultato che le tariffe di alcuni alberghi sono cambiate. Inoltre in presenza di qualche “tariffa smart” è indicato il prezzo di partenza e quello scontato, mentre in altre è riportato solo il prezzo finale. Nella tabella tra i vari dati, l'ultimo riportato è il rating medio, ossia la media dei giudizi dei clienti che hanno usufruito degli alberghi selezionati. I giudizi riguardano a loro volta la media tra pulizia, comfort, posizione, servizi, staff, rapporto qualità prezzo e wifi. Il primo dato riportato, inoltre, riguarda la distanza dell'aeroporto dalla città di riferimento. La ricerca di questa informazione è stata effettuata utilizzando Google Map inserendo il nome dell'aerostazione e quello della città senza via.

mente si tratta anche degli alberghi più belli solitamente. Come dire, anche in tema di aeroporti, comodità (in questo caso vicinanza) e qualità della struttura e dei servizi, hanno il loro prezzo! S. M.

Pernottamento in camera doppia 5 novembre 2014 hotel più vicino in km

Prezzo più alto in euro

2° prezzo più alto in euro

Prezzo più basso in euro

2° prezzo più basso Spesa media in euro in euro entro 1 km

130 60 85 Hilton Garden Inn Hotel la Villetta House Rome Airport Rome Airport 0,1 Sheraton Milan 158 Sheraton Milan 85 Hotel Villa Malpensa 71 Holiday Inn 70,20 Airport Hotel Airport Hotel 85 Moxy Milan Express MilanFirst Hotel Malpensa & Conference Centre & Conference Centre Malpensa Airport Malpensa Airport 0,4 120 102,30 59 60 Annia Park Hotel Annia Park Hotel Courtyard by Marriott Hotel Venice Resort Hotel Gronda Lagunare Venice Airport Venice Airport Venice Airport 1,2 68 103,50 89,10 54 NH Orio al Serio Starhotels NH Orio al Serio Winter Garden Hotel Hotel Post Cristallo Palace Reshotel Orio 0,9 123,30 119 43,20 59 Catania International NH Hotel Parco Roma Palace Villa Albergo Miramare Hotel Internazionale La Plaja Airport Hotel degli Aragonesi Luxury Hotel 1,2 140 105 115 81 Parco dei Principi Parco dei Principi Best Western Hotel Palumbo Vittoria Park Hotel la Baia Palace Hotel Congress & Spa Hotel Congress & Spa 70 Hotel Caccia Reale 0,6 95 70 Hotel Caccia Reale 59 70 Hotel Hotel Jet Hotel Jet 70 Hotel la Rosa Bianca Hotel Il Sole la Rosa Bianca 0,8 95 61 148 63 Airporthotel Verona Hotel Veronesi DB Hotel Verona Hotel Postumia Hotel Veronesi la Torre Congress & Relax la Torre Airport and Congress 165 0,5 117 46,40 47,52 Hilton Garden Inn Hotel Real Nilhotel Auto Park Hotel Hotel Nord Florence Florence Novoli 0,3 Hilton Rome Airport

190 Hilton Rome Airport

Spesa media in euro entro 3 km

Rating medio nei 3 km

190

105,44

7,66

158

84,9

8,1

89,32

83,26

8,36

n.d.

78,1

8,21

80

83,75

6,85

n.d.

110,25

8,22

95

73,5

7,25

148

74,57

8,77

54,41

73,38

7,28 © Edifis Intelligence

retail&food - dicembre 2014

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r&f star trek FASHiION

Destinazione

Primadonna Collection C

onsiderata la passione delle donne per le scarpe e per lo shopping, vendere calzature al gentil sesso dovrebbe essere uno dei business più redditizi e con meno rischi al mondo. Tuttavia se fosse così semplice, tutti proverebbero a fare affari in questo settore che, invece, proprio facile non è, soprattutto in questo periodo di recessione che non ha risparmiato i consumi di scarpe Made in Italy. Il 2013, infatti, è stato un anno di stallo con un -0,3% di ricavi aggregati fermi a 3,2 miliardi di euro, con margini in decrescita (EBITDA al 9,6% del fatturato che vuol dire -3,1 sul 2012) e un risultato netto che segna un secco -18% (Dati Pambianco News). Insomma vendere calzature non è assolutamente facile, ma c’è chi, nonostante questi tempi di vacche magre ci riesce bene, anzi cresce a ritmi da record. Stiamo parlando di Primadonna Collection, l'azienda pugliese di Valerio Tatarella, fondatore del marchio (nel 2001), socio di riferimento dello stesso (direttamente col 49,5% e indirettamente con la Tatarella distribuzione spa col restante 50,5%) e attuale CEO della company, e la cui famiglia è ormai da

circa 60 anni nel settore delle calzature e della loro commercializzazione. Non solo scarpe: apparel e accessori contro la crisi L'azienda di Bitonto (BA), con l'avvento di Valerio nella stanza dei bottoni, ha premuto l'acceleratore sulla distribuzione dei prodotti a marchio Primadonna Collection, prevalentemente calzature, ma anche borse, accessori e recentemente abbigliamento, tramite il canale retail, privilegiando la formula franchising, senza però escludere quella diretta. Sui prodotti il marchio barese si è posizionato nel settore del fast fashion su un target femminile dai 16 ai 50 anni con una collezione di calzature composta da oltre 700 linee disponibili con varietà di colori e materiali a prezzi accessibili e con uno stile che si definisce glamour, trendy, divertente e giovane. I fornitori sono esterni (anche italiani), mentre l'azienda ha introdotto un ufficio stile interno per consolidare il proprio concetto di fashion anche a fronte della varietà della propria offerta commerciale. Oltre alle scarpe, che rappresentano comunque più dell'86% del

sell out del marchio, l'azienda sta lavorando per diversificare e arricchire la propria offerta con borse e accessori

PRIMADONNA COLLECTION in pillole Data di nascita Proprietà Sede Management Business Retail Nel mondo

Marchio ideato nel 2001 da Valerio Tatarella e la prima insegna inaugurata a Bari nel 2006 Valerio Tatarella 49,5% e Tatarella distribuzione spa 50,5% Bitonto (BA) Valerio Tatarella, Amministratore unico Produzione e commercializzazione di calzature (prevalente), apparel e accessori 272 negozi nel mondo nel luglio 2014 (237 in Italia), di cui 65% in franchising (300 stimati per gennaio 2015) Insegne in Italia, Usa, Irlanda, Ungheria, Spagna, Francia, Lussemburgo, Arabia Saudita, Libano, Armenia, Emirati Arabi, Azerbaijan Fonte aziendale

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retail&food - dicembre 2014

(complessivamente intorno al 12% delle vendite) e con la recente collezione apparel (ci si aspetta per l'abbigliamento nel 2014 una fetta del 2% sulle vendite) Se poi si continua a parlare di affari, i numeri sembrano dare ragione alla scelta del fondatore: Primadonna spa, infatti, ha chiuso l'anno scorso con un fatturato in crescita del 20%, posizionandosi al sesto posto nella classifica delle top 10 aziende del settore per dimensione. Un bel risultato, soprattutto se si considera il rallentamento e in certi casi l'inversione di tendenza di alcuni big delle scarpe Made in Italy Fonte aziendale come Geox (-6,6% sul 2012 e un Ebit-


PRIMADONNA COLLECTION: COPERTURA MERCATI (LUGLIO 2014).

Fonte aziendale

da negativo a -4%) o Nero Giardini che segna un -7,4% di ricavi, mentre il colosso Tod's si conferma più o meno stabile con un +0,5 per cento. 300 negozi e insegne in 12 paesi Ma non sono solo i dati di bilancio a stupire: dal primo negozio a insegna Primadonna Collection inaugurato a Bari nel 2006, la company pugliese (quasi 400 addetti) punta entro la fine dell'anno a raggiungere quota 300 store, con tasso di crescita annuale composto del 63 per cento. Un risultato che ha dell'incredibile se si considera che a luglio di quest'anno le insegne aperte erano 272. Anche in un periodo di stagnazione e

difficoltà nei consumi il marchio di Bitonto non rinuncia alle inaugurazioni che l'anno scorso si sono fermate a 26 (di cui 4 all'estero), ma che quest'anno, se i piani di crescita saranno confermati, dovrebbero essere intorno alle 40, sfiorando il record di crescita degli anni d'oro 2008 (+44 negozi), 2011 (+59) e 2012 (+44), o i quasi 90 negozi inaugurati nel biennio 2012/2013 (di cui 25 all'estero). Questa crescita nel canale retail ha un riscontro diretto nel giro d'affari complessivo: entro fine del 2014 si punta ai 140 milioni, quando otto anni fa si chiudeva l'anno con ricavi per 4 milioni (56% di tasso di crescita annuale composto). Bisogna sottolineare poi, che tre anni fa il marchio ha varcato

PRIMADONNA COLLECTION: NEGOZI NEL MONDO.

i confini nazionali, con la penetrazione delle sue insegne in Spagna, mercato a brevissimo seguito da Libano, Emirati Arabi e Usa. A luglio di quest'anno il marchio di Tatarella può vantare una copertura capillare del mercato italiano, in particolar modo al Sud e, ovviamente in Puglia, dove l'azienda gioca in casa. Campania, Sicilia e Calabria sono regioni ad alta densità di insegne Primadonna, ma salendo lungo lo stivale si incontrano concentrazioni importanti di negozi in Lazio, Toscana, Piemonte, Lombardia (soprattutto nell'area metropolitana milanese) e Veneto, anche se tutte le regioni sono comunque coperte dal brand. Ma “conquistata” l'Italia, a Bitonto non sono rimasti con le mani in mano e, varcati i confini nazionali, le insegne Primadonna si possono trovare in Spagna, Libano, Emirati Arabi, Usa, Francia, Ungheria, Lussemburgo, Armenia, Azerbaigian, Arabia Saudita e Irlanda. In Libano e Spagna, poi, la società barese ha delle controllate che organizzano il canale retail con la gestione dei negozi diretti e di quelli in franchising per conto della casa madre. Outlet, flagship store, franchising, dos: formula bella perché varia

Fonte aziendale

Complessivamente a luglio di quest'anno il calzaturificio italiano aveva 237 punti vendita sul territorio nazionale (87% sul totale), 27 in Europa (10%), soprattutto

in Spagna dove Primadonna ha una ventina di negozi, 3 in Francia e 2 in Lussemburgo, 7 in Medio Oriente e Asia, di cui 3 in Libano e, per finire, non poteva mancare quello negli States a Pittsburg in Pennsylvania. Il dato è già cresciuto in questi mesi, anche perché dall'inizio dell'anno a oggi ci sono state più di 30 aperture, tra cui 2 in Irlanda (Limerick e Dublino), due in Francia (Grenoble e Dijon) e una in Ungheria nella capitale Budapest, senza contare i due flagship store inaugurati a Roma (via del Corso e via Ottaviano) che vanno ad aggiungersi, nella categoria dei “super negozi”, a quelli di Genova, Bari e, appunto, Dublino, per l'estero. Se invece guardiamo in avanti, l'azienda di Tatarella ha in programma un rafforzamento del canale outlet con una serie di nuove aperture a brevissimo: Valmontone in Lazio, Madrid e Las Rozas (a nord della capitale iberica) in Spagna e Thessaloniki in Grecia. Facendo uno screening della rete del marchio pugliese, vediamo che sempre quest'estate sui negozi italiani il 65% è affiliato e il restante a gestione diretta. Il canale franchising nel mercato domestico cresce più velocemente (nel 2013 +24% a fronte del +4% di quello diretto, complessivamente quasi +17%) anche perché l'azienda spesso cede agli affiliati negozi avviati direttamente (per esempio 11 nel 2013), mentre nei ricavi del sell out nel 2013 il canale dei diretti pesa per il 42% anche se è l'incremento del franchising

retail&food - dicembre 2014

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star trek FASHiION nel 2013 la vera notizia con un +35% delle vendite a fronte del 13% dei diretti. Anche per quanto riguarda le location la company di Bitonto mantiene un profilo equilibrato: poco meno del 60% delle insegne sono city store, collocati in contesti urbani, mentre le altre sono nei centri commerciali, senza disdegnare anche il travel retail, come dimostra il negozio aperto in Stazione Centrale a Milano, ad esempio. Metti una logistica nel motore E per reggere questo network in continua crescita, Primadonna ha puntato molto sulla logistica (dal 2012/2013 è partner della pugliese Fercam), ammodernando negli anni la sua struttura distributiva nel Parco commerciale barese, arrivando a poter stoccare 1,2 milioni di paia, con una movimentazione di volumi di 8 milioni di pezzi/anno e una capacità di lavorazione di 70mila pezzi in uscita al giorno. Oltre alla cura per questo settore, ormai centrale nel mondo del fashion

retail sia per i tempi di consegna sia per affrontare tempestivamente le richieste del mercato con la varietà delle collezioni a disposizione, Primadonna propone agli affiliati una formula franchising che si basa sul conto vendita (zero giacenze in magazzino e riduzione del rischio d'impresa) senza royalty o quota d'ingresso, riassortimento periodico degli articoli con invii settimanali, oltre all'assistenza in fase di apertura e gestione, e la formazione per i franchisee e il loro personale. Il margine per l'affiliato è calcolato in percentuale sul sell out (saldi inclusi), quando l'azienda ci fa sapere che un suo punto vendita può rendere da 8mila euro a 15mila al metro quadro per gli store, e fino a 6mila per gli outlet. 2013: bilancio tutto OK I numeri del business sembrano proprio dare ragione a Tatarella: nel 2013 la spa pugliese ha chiuso con 71,5 milioni di euro di valore della produzione (erano 59,6 l'anno prima e 49 nel 2011) e un

MOL di 4,1 che dopo il rallentamento del 2012 con 2,7 milioni sembra voler tornare tornare ai valori molto buoni di due anni prima quando aveva superato l'asticella dei 5 milioni. Ma non sono gli unici valori positivi: il valore aggiunto, il motore produttivo di un’impresa, si attesta sui 13,6 milioni per l'ultimo esercizio (+2,8 milioni sull'anno prima), mentre il risultato netto segna ben 1,6 milioni (erano 1,3 nel 2011), e il ROI sale all'8% (la metà dei livelli di eccellenza del 2011, ma in ripresa sul 2012). Dal bilancio del 2013 emerge anche una solidità patrimoniale della società con un margine primario di struttura che dopo il rallentamento del 2012 torna sui livelli del 2011 e un quoziente primario in ripresa sull'1,89 (anche quello secondario è in crescita arrivando a 2,62), mentre sale l'indice di liquidità primaria al 74% e scende a 2,4 (era a 2,5 nell'esercizio precedente) l'indebitamento. Insomma, gli ingredienti per continuare la strada del successo sem-

brano esserci tutti, a partire dall'attenzione alla parte organizzativa fondamentale per competere in un mercato globale e flessibile per finire con una formula franchising di facile diffusione. Come altre realtà del settore la sfida vera probabilmente è e sarà l'internazionalizzazione del marchio, ma anche del business, considerata l'atrofia del mercato domestico, che comunque grazie ai prezzi accessibili del brand non è attualmente avaro di soddisfazioni. In questo senso può essere letta con attenzione l'espansione in Armenia, Libano e Azerbaijan, aree solo apparentemente fuori dai circuiti internazionali del business, ma che rappresentano mercati in ascesa soprattutto nei consumi, e che hanno sempre più sete di fashion occidentale a prezzi accessibili e con una concorrenza ancora poco strutturata. Uno scenario potenzialmente ottimo per un out sider del settore come l'azienda di Bitonto. David Montorsi

intervista

Total look e internazionalizzazione: ecco il futuro di Primadonna Collection Valerio Tatarella, Amministratore unico di PRIMADONNA spa Come sta andando Primadonna Collection? Su questo lascerei parlare i dati di questi anni: in termini di sell out dal 2006 all'anno scorso abbiamo un tasso di crescita annuale del 60% e 109 milioni di euro di vendite (+22% sul 2012). Un trend che pensiamo di confermare quest'anno con una chiusura a 140 milioni. Se poi andiamo a vedere i nostri punti vendita le cose vanno ancora meglio: negli stessi anni il tasso di crescita è stato del 70% e l'anno scorso abbiamo chiuso a 261 insegne (+20% sul 2012), mentre pensiamo di chiudere il 2014 superando l'asticella dei 300 negozi nel mondo. Il vostro settore è altamente competitivo, cosa vi distingue dai principali competitor? Nel mercato attuale il rapporto qualità/prezzo del prodotto Primadonna Collection costituisce una delle principali attrattive per la clientela: il nostro brand è strategicamente orientato, con tutte le sue risorse, affinché la sua offerta sia sempre capace di soddisfare la cliente e, al tempo stesso, la faccia sentire unica, grazie all’esclusività dell’offerta merceologica presente in store. Le nostre collezioni offrono una varietà di linee di calzature da donna e accessori moda caratterizzati da un design tipicamente italiano, a un prezzo decisamente accessibile, che rendono oggi l’azienda leader nel suo segmento di mercato. Ogni collezione è composta da oltre 700 linee disponibili in una varietà incredibile di colori e materiali. Primadonna Collection intende restituire alle consumatrici finali la possibilità di poter acquistare un prodotto che sia qualitativamente e stilisticamente soddisfacente, garantendo il massimo della gratificazione. Oltre alle calzature, avete in progetto di aumentare la presenza di accessori & apparel nei vostri negozi?

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retail&food - dicembre 2014

Le nostre previsioni riguardo al sell-out del 2014 vedono accessori ed apparel sempre più protagonisti dell’offerta merceologica firmata Primadonna Collection. Le future collezioni, pertanto, conterranno sempre più modelli di bijoux, accessori e capi d’abbigliamento, con limited editions e linee create ad hoc per ogni esigenza e gusto delle nostre Primedonne. Siete presenti con le vostre insegne anche all'estero, pensate di sviluppare ulteriormente l'internazionalizzazione del marchio? Primadonna Collection attualmente mira a espandersi ulteriormente, consolidando la sua presenza all’estero, con l’obiettivo di realizzare, entro il 2017, il 50% del fatturato all'estero. Il brand, inoltre, nella sua strategia di espansione, sta lavorando a un progetto di e-commerce: nei prossimi mesi ci saranno novità interessanti in merito. Uno degli obiettivi primari è quello di divenire in breve tempo un punto di riferimento mondiale, concentrandosi, tra le varie attività, sull’espansione del retail project sui mercati internazionali.



r&f

Prima pietra

Inter IKEA Centre Italia fa il bis con Roncadelle Sono partite le opere di urbanizzazione del sito bresciano che porteranno entro due anni all’apertura del secondo centro commerciale in Italia con uno store IKEA al suo interno. Il mega shopping centre ospiterà 165 negozi distribuiti su 88mila mq di Gla. La commercializzazione è già avviata

È

in arrivo il secondo regional mall di Inter IKEA Centre Group in Italia. Dopo circa un anno dal taglio del nastro del Tiare Shopping di Villesse (GO), la società del Gruppo, attraverso la controllata Roncadelle Shopping Centre, ha avviato i lavori per realizzare il mega centro commerciale in provincia di Brescia. Concluso l’iter autorizzativo, che ha visto numerosi soggetti contendersi il sito posizionato di fianco all’attuale punto vendita IKEA, la nuova iniziativa del colosso svedese ambisce a sparigliare le carte nelle abitudini di consumo dei bresciani e a intercettare un’ampia quota di turisti

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retail&food - dicembre 2014

che ogni anno trascorre le vacanze sulle sponde del Lago di Garda. I numeri del futuro complesso retail, di cui è prevista l’apertura nel 2016, danno la percezione di un’offerta commerciale ben diversa e più ampia rispetto a quella che oggi presidia la città lombarda: la Gla è di 88mila mq, quasi equivalente a quella dell’intervento su Gorizia, all’interno della quale sarà compresa la grande superficie di mobili e arredo casa, un'ancora alimentare, oltre a circa 165 negozi. La commercializzazione, affidata allo specialista Cushman&Wakefield, è già avviata. «Avere IKEA porta grande awareness alla location, conosciuta


Il progetto in pillole APERTURA PREVISTA INIZIO DEI LAVORI PROMOTORE COMMERCIALIZZAZIONE CONSTRUCTION MANAGEMENT PROGETTAZIONE LOCALITÀ TIPOLOGIA LOCALIZZAZIONE GLA PARCHEGGI LIVELLI COMMERCIALI MEDIE SUPERFICI UNITÀ RISTORAZIONE TOTALE UNITÀ

milioni di euro, e di alcuni punti percentuali sul totale – prosegue IICI, che specifica – Facciamo parte di un gruppo imprenditoriale che fa dell'efficienza e della buona gestione dei punti centrali e di forza della propria attività. Queste caratteristiche si ritroveranno anche nel futuro centro commerciale, il cui efficientamento sarà uno dei grandi vantaggi che potremmo offrire. Questa qualità e questa precisione nella gestione ci permettono già oggi di proporre ai nostri partner prezzi assolutamente sostenibili».

con una base già stabilita di frequentatori – ha reso noto Inter IKEA Centre Italia – Questo è un valore aggiunto sia per noi sia per i tenant, che possono contare su una posizione che ha già milioni di frequentatori all'anno. Per i visitatori si tratterà di un meeting point, con un brand mix affordable e strutture leisure per un'esperienza non solo di shopping ma di intrattenimento tout court. Infine crediamo che il centro possa rappresentare un'opportunità anche per le istituzioni territoriali, con le quali vogliamo instaurare un dialogo costruttivo. I vantaggi per loro non si limiteranno unicamente al flusso economico, ma vogliamo essere anche un volano e un sostegno alle varie realtà locali». Guardando ancora alla location, il centro commerciale progettato da IICI sarà realizzato lungo un asse pri-

di Garda, con oltre 8 milioni di visitatori l’anno. IICI punta a intercettare, in forza della riconoscibilità e notorietà del marchio IKEA, anche questo pubblico. Per agevolarlo, tra le varie soluzioni è allo studio la realizzazione di un servizio navetta che colleghi il Centro con le location turistiche, oltre all’inserimento di una linea di autobus con accesso pedonale. Al momento la società del gruppo IKEA non ha indicato un dato sull’investimento complessivo, anche se sulla Rete vengono riportati alcuni valori, ma tuttavia ha fornito alcune indicazioni sia su quello relativo alle tecnologie per abbattere l’impatto ambientale sia sui costi che dovranno sostenere i retailer. «Le misure anti-inquinamento risultano centrali in questo progetto e di conseguenza l'investimento sarà assolutamente rilevante, nell'ordine di diversi

Commercializzazione in corso Sul totale di 165 unità retail, circa 20 saranno medie superfici. La food court si comporrà di una decina di unità. Questi i numeri, corposi, che costituiscono a oggi la spina dorsale del

ENTRO IL 2016 ENTRO LA PRIMAVERA DEL 2015 (LE OPERE DI URBANIZZAZIONE SONO GIÀ COMINCIATE) INTER IKEA CENTRE ITALIA (TRAMITE LA CONTROLLATA RONCADELLE SHOPPING CENTRE) CUSHMAN WAKEFIELD JACOBS ITALIA SPA BENOY ARCHITECTS DI LONDRA, IN COLLABORAZIONE CON CREW E BRESCIA 2 PROGETTI RONCADELLE (BS) CENTRO COMMERCIALE EXTRAURBANA 88MILA MQ 3.900 2 CIRCA 20 CIRCA 20 165

futuro centro commerciale di Inter IKEA Centre Italia a Roncadelle. «La commercializzazione è iniziata e le trattative stanno avanzando positivamente – rende noto l’azienda – stiamo lavorando bene poiché vi è molto interesse nei confronti dello shopping centre e dell’integrazione con il negozio IKEA, che rappresenta una delle àncore principali. In particolare ci stiamo confrontando con marchi di primo livello al fine di creare un’offerta completa e di alto profilo per il nostro pubblico. Siamo contrattualmente vincolati, in questa fase, a non rilasciare i nomi di quanti investono con noi». Nonostante l’attività di commercializzazione durerà ancora più di 18 mesi, Inter IKEA Centre Italia ha sottolineato di aver già contrattualizzato un serie di spazi che fanno da punto di riferimento per co-

INDICE DI INNOVAZIONE 7,5 Architetto, Alessandro Stroligo Associate Director di Chapman Taylor

8

Urbanista, Tiziana Bardi titolare StudioBardi/Cad38

7

Sociologo, Gianmarco Navarini, professore di Sociologia della Cultura, Università di Milano Bicocca

7,5

Redazione r&f (Andrea Penazzi)

7,5

retail&food - dicembre 2014

29

© Edifis Intelligence

mario: la Tangenziale Sud di Brescia in prossimità dell´innesto della Bre-BeMi, a 1,5 km dalla A4 e a 6 km dalla A21. Vanterà inoltre un parcheggio unico tra mall e negozio IKEA per un totale di 3.900 posti, 500 esterni e 3.400 coperti, più altri 100 circa destinati ai motocicli. Il bacino di utenza nei venti minuti (vedi cartine di Sincron Inova) si attesta sulle 490mila persone, ma l’infrastruttura viaria ad alto scorrimento permette di tenere in considerazione anche le persone che abitano a 30 minuti di distanza: in questo lasso di tempo il dato dei residenti supera le 800mila unità (fonte IICI). A queste si aggiunge il flusso turistico, collegato in particolare al costante sviluppo dell’incoming lungo la costa bresciana e veneta del Lago


Prima pietra PLAYER PER FASCE ISOCRONE DELLA LOCALIZZAZIONE (AccessibilitĂ : 20 minuti, con autostrade, traffico medio) Fasce isocrone 00' - 05' 05' - 10'

Format

Insegna

Provincia

Comune

Indirizzo

Superficie (mq)

Distanza (minuti)

Centro Commerciale Parco Commerciale Centro Commerciale Centro Commerciale Centro Commerciale Centro Commerciale Centro Commerciale Parco Commerciale

LE RONDINELLE PARCO COMMERCIALE CAMPO GRANDE BRESCIA SANT'ANNA FLAMINIA ITALMARK OSPITALETTO FRECCIA ROSSA SAN CARLO

BS BS BS BS BS BS BS BS

RONCADELLE BRESCIA BRESCIA BRESCIA BRESCIA OSPITALETTO BRESCIA BRESCIA

Via Enrico Mattei 37/39 Via Arcangelo Tadini Via Genova 76 Via Valcamonica 17 - Loc. Badia Via Corsica 305 Via Padana Superiore 1 Viale Italia 31 ang. Via Cassala Via della Volta 54/84

36.880 22.500 7.524 14.000 9.430 14.000 29.456 13.300

5,1 6,2 6,2 6,6 6,6 8,1 9,0 9,5

Factory Outlet Centro Commerciale Centro Commerciale Centro Commerciale Centro Commerciale Centro Commerciale Centro Commerciale Parco Commerciale Centro Commerciale

FRANCIACORTA OUTLET VILLAGE AUCHAN MARGHERITA D'ESTE LE PORTE FRANCHE ITALMARK GUSSAGO IPER SIMPLY ITALMARK SANT'EUFEMIA PARCO COMMERCIALE COOP CENTRO SAN MARCO

BS BS BS BS BS BS BS BS BS

RODENGO SAIANO CONCESIO BRESCIA ERBUSCO GUSSAGO CASTENEDOLO BRESCIA BRESCIA NAVE

Piazza Cascina Moie 1 - Loc. Moie di Sotto Via Europa 8 ang. Via Triumplina Via Giorgione 7 Via Rovato 44 Via Paolo Richiedei 59 Via Brescia 65/67 Viale Sant'Eufemia 108/F Via Mantova 102 Via Don Filippo Bassi 5/A

36.000 18.000 14.832 48.000 5.400 8.000 7.500 12.000 6.300

10,0 11,4 11,7 12,2 12,9 13,1 14,2 14,4 15,0

Centro Commerciale Parco Commerciale Centro Commerciale Centro Commerciale Centro Commerciale Parco Commerciale

LE SORGIVE LE DUE PORTE CONTINENTE IPER SIMPLY IL TRIANGOLO FASCIA D'ORO RETAIL PARK

BS BS BS BS BS BS

FLERO MAZZANO REZZATO ROVATO MAZZANO CASTENEDOLO

Via Don Francesco Mestrini Via Padana Superiore 70 - Loc. Molinetto di Ciliverghe Via Mazzini 97 Via Rudone 30 Viale Alcide De Gasperi 6 - Loc. Molinetto di Ciliverghe Via Vulcania

12.000 4.000 15.275 11.000 33.138 15.000

15,0 16,6 17,1 17,3 18,0 18,1

10' - 15'

Materiale fornito da Sincron Inova, www.sincron-inova.it

15' - 20'

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fanno da punto di riferimento per costruire l’offerta complessiva. Altro tema di forte interesse è quello delle soluzioni leisure: «IICI sta ancora definendo nel dettaglio questo aspetto – ha proseguito la società – Sicuramente le aree dedicate all’intrattenimento saranno estremamente ampie, in quanto il concept dello shopping centre è legato all’esperienza di acquisto per famiglie e giovani, e si basa quindi sulla possibilità di diventare un meeting point oltre che un riferimento commerciale. In tal senso si sta sviluppando un progetto innovativo, capace di integrare le aree di intrattenimento interne al mall con quelle esterne di pertinenza. E, in particolare, si sta pensando allo sviluppo di spazi per le attività sportive». Building e design eco-sostenibili Il building dello shopping centre di Roncadelle sarà certificato in classe energetica A. Fra gli edifici di queste dimensioni a destinazione commerciale sarà fra i primi in Italia a potersi fregiare di questo grado di efficienza energetica. «Intendiamo inoltre raggiungere la certificazione BREEAM – continua Inter IKEA Centre Italia – per cui in tutte le fasi di realizzazione stiamo ponendo in essere precise misure atte a garantire la sostenibilità ambientale dell’intervento. Il consumo energetico per la climatizzazione estiva sarà contenuto a 4w/m3, cosa che rende il nostro progetto tra i più ambiziosi nel settore per quanto riguarda l´impatto ambientale». La capacità di 1Mwp dell'impianto fotovoltaico sarà notevolmente superiore a quella prevista dalla normativa, e ciò farà sì che il consumo di tutta la struttura risulterà molto contenuto. È previsto inoltre

INQUADRAMENTO TERRITORIALE Variabili socio-demografiche

Comune RONCADELLE

Provincia BRESCIA

Regione LOMBARDIA

ITALIA

Abitanti (n.)

9.493

1.262.295

9.973.397

60.782.668

Famiglie (n.)

3.920

529.697

4.396.094

25.791.690

Componenti medi della famiglia (n)

2,42

2,38

2,27

2,36

Femmine (%)

50,5

50,7

51,2

51,5

Maschi (%)

49,5

49,3

48,8

48,5

Stranieri (%)

13,7

13,4

11,3

8,1

Meno di 25 anni (%)

26,0

24,9

23,4

23,9

Più di 64 anni (%)

16,8

19,5

21,2

21,2

Età media (anni)

40,8

42,3

43,5

43,5

Forze lavoro (%)

49,8

46,4

46,9

42,1

Non forze lavoro (%)

50,2

53,6

53,1

57,9

Tasso disoccupazione

8,0

8,4

8,1

12,2

Auto per abitante (n.)

0,663

0,594

0,589

0,610

Auto > 2000cc per abitante (n.)

0,073

0,060

0,052

0,043

Numero Indice Reddito (NIR)

116,0

116,7

122,2

100,0

Numero Indice Consumo (NIC)

116,0

117,1

120,8

100,0

un sistema di recupero dell'acqua piovana e dello smaltimento del 100% delle eccedenze in sito, senza quindi aggravi alla rete fognaria. Dei “collettori solari” serviranno a produrre acqua calda. Il tetto e la facciata saranno di colore chiaro, sempre per favorire il risparmio energetico. Particolari scelte sono state effettuate anche per quanto attiene le tipologie di asfalto utilizzate nelle pertinenze: nel parcheggio sarà realizzata una soluzione “mangiasmog” mentre per la viabilità una termoriflettente, di colore più chiaro rispetto alla norma. «Abbiamo pensato anche all'inquinamento luminoso – specifica ulteriormente IICI – con temporizzatori di illuminazione che garantiranno il necessario livello di sicu-

rezza notturno utilizzando però un basso livello di intensità, limitando quindi i consumi e interferendo il meno possibile con l’ambiente». Nella fase di costruzione del centro commerciale si otterrà un riutilizzo completo del materiale di scavo in sito. Vista la quota scavo ereditata, si sono inoltre evitati riempimenti con nuovo materiale: accorgimento che ha portato a un risparmio notevole in termini di risorse naturali e di carbon footprint perché renderà necessario l’utilizzo di circa 28mila camion in meno. Ciò alleggerirà sia le emissioni sia il traffico lungo l’asse viario collegato al cantiere. Lo shopping centre sarà innovativo, garantiscono gli sviluppatori, anche per quanto attiene l’appeal estetico: gli spazi sono stati progettati per creare un ambiente dal design scandinavo, luminoso, accogliente e confortevole. In particolare quello della galleria è molto razionale, con un rapporto molto alto tra superficie totale e superficie affittabile. Questo permette di raggiungere una significativa efficienza nei costi. I livelli di interpiano, inoltre, sono studiati per dare visibilità da qualsiasi punto ai fronti vetrina dei negozi. Andrea Penazzi

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r&f Long life

Fidenza Village, lo Chic Outlet Shopping sulla rotta delle globetrotter APERTO NEL 2003 CON 57 BOUTIQUE, IL VILLAGGIO È CRESCIUTO TRA IL 2005 E IL 2007 ARRIVANDO SINO A 100 UNITÀ. GESTITO DIRETTAMENTE DA VALUE RETAIL, FA PARTE DI UN NETWORK GLOBALE CHE NE FAVORISCE LA VISITA DI TURISTI DA TUTTO IL MONDO: NEL 2014 I VISITATORI CINESI SONO AUMENTATI DEL 77 PER CENTO

M

attone dopo mattone, boutique dopo boutique, dal 2003 ad oggi è cresciuto vicino a Fidenza (PR) un villaggio dall'architettura “verdiana” composto di cento store e frequentato da un pubblico sempre più eterogeneo e a vocazione internazionale. Il Fidenza Village, lo Chic Outlet Shopping emiliano di proprietà di Value Retail, vanta una superficie

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retail&food - dicembre 2014

di vendita di oltre 17.300 mq ottenuti attraverso due fasi di ampliamento: ai primi 57 store, pari a quasi 10mila mq, se ne sono aggiunti altri nel 2005 e nel 2007, arrivando alla simbolica soglia di cento. Con il tempo anche la forza lavoro è cresciuta, sino alle attuali 800 persone. Il progetto è nato 5 anni prima dell’inaugurazione, periodo in cui Value Retail, coerentemente con la propria

filosofia di sviluppo, ha portato avanti studi mirati sul mercato italiano e sulla location. Location, servita da un parcheggio di 1.700 posti auto, che si colloca in prossimità del casello di Fidenza dell’Autostrada A1. Guardando agli altri villaggi della multinazionale in giro per il mondo, l’ultimo dei quali a Shanghai in Cina, il complesso retail di Fidenza potrebbe arrivare in futuro a ospitare

ulteriori punti vendita, oltre a un pacchetto di servizi sempre più evoluto. Ma a fare la differenza rispetto ai competitor che negli anni hanno presidiato tutto il nord Italia è stata soprattutto una politica di brand mix dal posizionamento alto, attrattiva per un cliente sempre meno italiano e sempre più globale: il target dichiarato da Value Retail si è evoluto dal residente locale, al cittadino ita-


Il progetto in pillole GESTORE PROPRIETÀ LOCALIZZAZIONE TIPOLOGIA DATA DI APERTURA PRIMO AMPLIAMENTO SECONDO AMPLIAMENTO SUPERFICIE DI VENDITA INIZIALE SUPERFICIE DI VENDITA ATTUALE NUMERO INIZIALE DI BOUTIQUE NUMERO ATTUALE DI BOUTIQUE NUMERO DI UNITÀ DI RISTORAZIONE LIVELLI COMMERCIALI POSTI AUTO FORZA LAVORO

«La politica di Value Retail per tutte le proprie location è quella di creare partnership molto forti a livello globale – specifica Barbara De Magistris – A ciò si aggiunge la presenza di svariati rappresentanti nei Paesi d’origine e la partecipazione a tutte le fiere internazionali del turismo: siamo gli unici retailer che fanno parte della United Nations World Tourism Organization (UNWTO). L’obiettivo è quello di diventare a nostra volta una destinazione turistica proponendo un’esperienza a 360 gradi che si basa non solo sulla proposta di pacchetti – per esempio la visita al villaggio e all’Arena di Verona –, ma anche su partnership con gli enti presenti sul territorio – per esempio la Fiera di Parma – e

VALUE RETAIL VALUE RETAIL EXTRAURBANA FACTORY OUTLET CENTRE GIUGNO 2003 2005 2007 9.867 MQ 17.377 MQ 57 100 5 1 1.700 (DI CUI 40 PER DISABILI) 800 DIPENDENTI

© Edifis Intelligence

nel 2014, Value Retail ha sottolineato che l’incremento del totale tax free è stato dell’85 per cento. «Guardando alla composizione dei flussi dei nostri clienti – ci racconta Barbara De Magistris, retail director presso Fidenza Village – negli ultimi quattro anni si nota che la percentuale di quelli che usufruiscono del tax free è aumentata di quattro volte. Quindi è cambiata anche la conformazione del nostro bacino d’utenza: se un tempo era maggiormente compreso nell’isocrona dei 60 minuti di percorrenza in automobile (vedi analisi di Sincron Inova), circa 100 km che portano a Milano, Verona, Bologna, Cremona, Piacenza, Mantova oltre naturalmente a Parma, oggi la clientela è più internazionale». Il turismo rappresenta quindi una leva centrale nelle strate-

ancora su iniziative che promuovono l’enogastronomia locale – The Best of Italy, in collaborazione con Altagamma e curata dallo chef Massimo Spigaroli». Nel tempo sono state avviate 16 partnership con compagnie aeree, tra cui Cathay Pacific, Etihad Airways, Jet Airways and Multiplus, che hanno incrementato significativamente la copertura di Fidenza Village in Russia, Middle East, Asia e Americas. Il programma Lufthansa’s Miles & More (1,2 milioni di italiani iscritti) genera una spesa media di quasi 500 euro per ospite al villaggio di Fidenza, mentre il programma Mille Miglia di Alitalia (3,4 milioni di iscritti) genera una

Chic Lounge

liano sino alla donna globetrotter, che cerca marchi di forte appeal e servizi altrettanto esclusivi. Ad oggi, a farla da padroni sono soprattutto i visitatori russi, cinesi (in crescita quest’anno del 77% rispetto allo stesso periodo del 2013), ucraini, brasiliani e mediorientali, quest’ultimi due tra i principali altospendenti. A fronte, quindi, di una crescita a doppia cifra del footfall anche

gie di Value Retail, che si declina su più livelli: dalla partecipazione alle principali fiere internazionali di settore, all'accordo con gli enti locali espressione del territorio in cui il village è inserito, sino all'allestimento di servizi ad hoc studiati sia per i singoli clienti sia per le aziende.

retail&food - dicembre 2014

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Long life

Materiale fornito da Sincron Inova, www.sincron-inova.it

spesa media per visitatore di 366 euro. «Di recente abbiamo anche inaugurato la Chic Lounge (vedi foto), che è predisposta non solo ad accogliere i clienti vip ma anche le aziende italiane e internazionali, con lo scopo di abbinare allo shopping un’opportunità di business», precisa De Magistris. Il programma dedicato ai turisti e in generale ai visitatori del village si completa con i servizi Hands Free Shopping, che permette al cliente di lasciare la shopping bag nel punto vendita e di ritirarla una volta completati gli acquisti, il wi-fi gratuito, il personal shopper, il personal stylist, la navetta tutti i giorni da Milano e, in occasione di eventi speciali, da altre città del Nord Italia: il tutto è consultabile online attraverso il sito Internet www.fidenzavillage.com e la specifica applicazione per smartphone e tablet, che permettono di personalizzare l’esperienza di acquisto e la modalità di visita al villaggio. L’esperienza di permanenza si arricchisce ulteriormente con gli eventi

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retail&food - dicembre 2014


Fasce isocrone

Insegna

PLAYER PER FASCE ISOCRONE DELLA LOCALIZZAZIONE

APERTURA

(Accessibilità: 90 minuti, con autostrade, traffico medio)

FIDENZA 2003

Provincia

Comune

Indirizzo

Superficie (mq)

Distanza (minuti)

Anno apertura

00' - 30' 30' - 60' FASHION CITY OUTLET

MI

SAN GIULIANO MILANESE

Via Po 12

8.500

59,7

2012

SEGRATE OUTLET VILLAGE

MI

SEGRATE

Via Cassanese 77 ang. Via Alessandro Volta

5.700

67,6

2010

FRANCIACORTA OUTLET VILLAGE

BS

RODENGO SAIANO

Piazza Cascina Moie 1 - Loc. Moie di Sotto

36.000

71,8

2003

MANTOVA FASHION DISTRICT OUTLET

MN

BAGNOLO SAN VITO

Via Marco Biagi - Loc. Basse di Mezzo

38.000

74,0

2003

SHOPINN BRUGNATO 5 TERRE

SP

BRUGNATO

Via Nuova Antica Romana

22.200

85,5

2014

CASTEL GUELFO THE STYLE OUTLETS

BO

CASTEL GUELFO DI BOLOGNA

Via del Commercio - Loc. Poggio

24.600

88,7

2004

60' - 90'

estivi, quando l’orario di apertura si estende la sera per tre giorni la settimana, e con iniziative legate al mondo dei talenti emergenti: su tutte citiamo “The Talent Store”, a cura di Vogue Italia, che la scorsa estate ha messo in mostra i pezzi più cool degli stilisti emergenti italiani

e internazionali. L’evento, giunto alla seconda edizione, è stato inaugurato dall’attrice, modella e stilista Milla Jovovich. Boutique esclusive, avamposto in Italia «Il brand mix è in continua evoluzio-

ne: nel 2014 oltre il 25% dei marchi è cambiato e per il 2015 si prevede un simile risultato – spiega Barbara De Magistris – Ad oggi contiamo circa cento punti vendita. Tra le aperture dell’ultimo anno annoveriamo Vivienne Westwood, Proenza Schouler e Tommy Hilfiger. Ne-

gli anni la nostra proposta si è caratterizzata per un posizionamento sempre più alto: il nostro target è una donna internazionale, una globetrotter». La crescita sia quantitativa sia qualitativa del brand mix è stata favorita oltre che dalla sua evoluzione anche dalla collaborazione molto

retail&food - dicembre 2014

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Long life stretta tra la proprietà/gestione del villaggio e i marchi. «Abbiamo un team che lavora in partnership con i retailer al fine di creare pacchetti di stock, prodotti coerenti in funzione della tipologia di clientela – prosegue De Magistris – A questo si aggiunge un programma di formazione rivolto ai marchi, in termini soprattutto di approccio al visitatore straniero, che hanno forte necessità di personale internazionale. Tra i corsi di lingua proponiamo quelli di inglese, russo e di recente abbiamo attivato quello di cinese: quest’ultimo a un livello basic, molto commerciale». Visitando il village (non solo da addetti ai lavori ma anche da consumatori) annoveriamo tra i brand di maggiore appeal Polo Ralph Lauren, Armani, Furla, Tommy Hilfiger, Marni e Cesare Paciotti. L’etichetta americana creata dallo stilista Ralph Lifschitz si estende su una location molto ampia, a cui si aggiunge un’ulteriore boutique dedicata alla linea kids. Ma al Fidenza Village non è la metratura a fare la differenza: «Per noi questo dato non è significativo – continua De Magistris – al contrario puntiamo sulla qualità dello stock e dell’espe-

rienza complessiva all’interno degli store». Nel tempo Fidenza Village si è anche fregiato di essere la prima location italiana nel segmento outlet o in assoluto per vari brand: è il caso di Proenza Schouler, che vi ha aperto il primo store al mondo con

prezzi scontati dal 30 al 70%, mentre per il neo arrivato Vivienne Westwood si parla del primo outlet in Italia. Tema principe che fa da anello di congiunzione tra turismo e shopping è quello della ristorazione: composta di quattro unità, con l’ultima aper-

tura di illycaffè (vedi news a pag. 18), più quella di Lindt, è pensata per esaltare la permanenza all’interno del village con un’offerta di qualità sia in termini di prodotto sia di servizio, proponendo la cultura enogastronomica locale. «L’iniziativa “The Best of Italy” si inserisce in questo filone – precisa De Magistris – Ai nostri clienti vogliamo dare un’esperienza coerente con il territorio in cui operiamo. Per farlo sul nostro portale indichiamo altre location, al di fuori del villaggio, in cui i turisti possono recarsi: ad esempio proponiamo la visita dei castelli del Ducato di Parma e Piacenza oppure quella al Museo Ferrari. In questo momento posso quindi asserire che siamo uno dei principali player di promozione turistica locale». A. P.

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Aeroporto Gugliemo Marconi restyling nel rispetto dei tempi U na capacità di dieci milioni di passeggeri entro il 2023. Questo è l'obiettivo di lungo termine definito dal master plan dell'Aeroporto di Bologna Guglielmo Marconi, all'interno del quale si inseriscono l'ampliamento e la riqualifica del terminal passeggeri recentemente conclusi. I lavori, durati due anni e nel pieno rispetto delle tempistiche indicate dal progetto, hanno portato un incremento degli spazi di 5.360 mq (da 40.460 mq a 45.890 mq) e al restyling dell'80% delle aree esistenti, con un'accresciuta capacità complessiva dello scalo, ad oggi, di 7,5 milioni di passeggeri all'anno. Ma gli obiettivi non erano solamente questi. I 26 milioni di euro di investimento stanziati hanno permesso infatti di migliorare l'organizzazione dei flussi in arrivo e in partenza; aumentare e ridefinire l'offerta commerciale, adeguare gli impianti tecnologici in ottica di risparmio energetico e incrementare la qualità dei servizi offerti al passeggero. Gli interventi realizzati sono stati programmati per aree e in fasi successive al fine di assicurare la continuità operativa dello scalo, con non poco sforzo logistico e supporto da parte di Enav, Enac e Forze dell'ordine che hanno lavorato in sinergia per ottenere questo risultato. I principali interventi hanno riguardato l'unificazione delle tre aree check-in esistenti in una unica al piano terra con 64 banchi di cui quattro self check-in (in collaborazione con Siemens), un nuovo infopoint e nuove biglietterie. Le aree di riconsegna dei bagagli dei voli provenienti da destinazioni Schengen

ed Extra–Schengen sono state riconfigurate con la realizzazione di un'unica uscita agli arrivi. La sala imbarchi è stata ampliata e il numero dei gate è stato incrementato. Così come sono stati ingranditi i varchi di sicurezza dotati delle nuove macchine Logiscan per il controllo automatico della carta d'imbarco e della conformità del bagaglio a mano. Per quanto riguarda l'area commerciale, l'intervento ha portato all'ammodernamento degli spazi a un incremento dell'offerta da Stefano Gardini 30 a 36 attività. L'ingresso al piano terra è stato riconfigurato, diventando una main entrance che identifica le tradizioni del territorio accogliendo i passeggeri con una tradizionale osteria con pasta fresca e un’esposizione di auto Lamborghini. Sono state infine riqualificate le aree comuni ed è stata ampliata la Marconi business lounge con accesso diretto alla sala imbarchi.

“Il focus del restyling dell'aeroporto Gugliemo Marconi si è basato sull'esperienza del passeggero, sulla creazione di un ambiente che stimolasse un mind-set positivo, dove la customer experience comprenda sia un'offerta commerciale di qualità, sia efficienza dei processi, comfort e cura del passeggero”

contacts: ph +39 051 647 9615 www.bologna-airport.it


AEROPORTO DI BOLOGNA x retail&food

«La customer experience influenza il passeggero» I ntervista a Stefano Gardini, direttore business non aviation Aeroporto di Bologna Guglielmo Marconi S.p.A.

Il passeggero, visto come cliente, ormai è sempre al centro dell'attenzione. Voi parlate di customer experience, mind-set e care del passeggero: quali strategie adottate per farlo sentire tale? La customer experience, che noi chiamiamo passenger experience, ha un’influenza diretta sullo stato d’animo del passeggero e sulla sua propensione all’acquisto. Siamo altresì consci che, pur essendo condizione essenziale, un’offerta commerciale di qualità non è più sufficiente a garantire il successo. Essa deve infatti essere combinata con il fattore umano in termini di cortesia, professionalità e problem solving, oltre a terminal luminosi, segnaletica chiara, e sedute ben distribuite. Infine vi sono i processi: tempi di attesa ai check-in, ai controlli di sicurezza e assegnazione dei gate di imbarco, tutti elementi la cui variabilità ha un impatto forte sui tempi di permanenza e in particolare sul cosiddetto dwell time. Oltre alla riqualifica del terminal recentemente completata, stiamo agendo su vari fronti: abbiamo istituito un comitato dedicato in maniera specifica a garantire una positiva esperienza aeroportuale. Il gruppo, composto da specialisti di tutte le aree aziendali, si occupa costantemente

di monitorare i tempi di cui sopra e la situazione generale del terminal in termini di comfort, raccogliendo eventuali segnalazioni e facendosi promotore di ogni possibile iniziativa che possa migliorare la fruizione del nostro Aeroporto. Ci appoggiamo inoltre a società specializzate che eseguono regolarmente indagini di mystery client nei punti vendita e, insieme ai nostri retailer, è stata da tempo condivisa una politica di sensibilizzazione sulla formazione del personale con l’obiettivo di garantire sempre il massimo in termini di rapporto con i clienti.

player del settore con l’obiettivo di avere “a bordo” un grande partner in grado di proporre un’offerta in linea con le aspettative di una clientela internazionale senza tuttavia trascurare una proposta di prodotti tipici del territorio di riferimento. In sostanza il nostro obiettivo era che pur nell’ambito di un’offerta che potremmo definire “globale” il passeggero percepisse immediatamente di trovarsi in Italia e in particolare modo a Bologna. Pur nella difficoltà della scelta tra diversi partner altamente qualificati l’accordo è stato si-

porto una pizzeria con forno a legna secondo la ricetta dell’Associazione Verace Pizza Napoletana. Su quali grandi brand avete puntato per l'offerta commerciale? Siete reciprocamente soddisfatti dei risultati ottenuti ad oggi? Il trend del retail è molto positivo e possiamo quindi affermare che la scelta di accostare big brand e tradizione sia stata molto apprezzata dai nostri passeggeri. In particolare, sui grandi marchi alcune tra le principali operazioni riguardano le aperture di Victoria’s Secret (unico punto vendita a Bologna), Armani Jeans, Kiko e Swarovski, per citare le più recenti, ma non dimentichiamo altri punti vendita quali Furla, Piquadro, Mandarina Duck e Aeronautica Militare. Come è arrivata la decisione di inserire un supermercato nell'aeroporto? Sta dando buoni risultati? Ancora una volta è stata la passenger experience che, secondo noi, ha anche

Su quale eccellenza avete puntato per la gestione del duty free? E perché? Per la gestione del business duty free abbiamo attivato una procedura di selezione concorrenziale rivolta ai maggiori

glato con Heinemann. Se dovessi definire la società direi: un Gruppo globale ma con uno stile familiare, il che garantisce un grado di elasticità che si traduce anche in un attento focus sulle tradizioni, e sulla capacità di adattarsi alle diverse realtà locali. Il food ormai fa da padrone. Voi con quali brand e format avete dato risalto alle eccellenze della Regione? Si sono dimostrate scelte vincenti? Anche in questo caso la scelta è stata di accostare i grandi brand del Travel Food con le eccellenze locali: Bologna è stato il primo aeroporto a ospitare una trattoria tipica in area airside, grazie all’accordo con la società bolognese La Vecchia Malga che in seguito, ha aperto anche un’osteria in area landside, fruibile quindi anche dai cittadini per un aperitivo o un pranzo di lavoro. A breve aprirà in aero-

una valenza “sociale” in termini di servizi dedicati non solo ai passeggeri, ma a tutti coloro che gravitano intorno allo scalo per motivi professioni e personali, la cosiddetta airport community. Un punto vendita alimentare e non, che offre servizi di utilità quotidiana come la lavanderia, aperto tutti i giorni dalle 5 all’1 di notte, allunga letteralmente la vita dell’aeroporto e va a riqualificare la zona degli arrivi, tradizionalmente, ed erroneamente, ritenuta di minore appeal commerciale. Il punto vendita Carrefour va a intercettare l’intero flusso dei passeggeri in arrivo, sia Schengen sia Extra Schengen, con evidenti benefici in termini di comodità al rientro da un viaggio, nonché per la comunità aeroportuale e in parte anche quella cittadina. Benefici che confermiamo si riflettono sui risultati in crescita.


r&f Speciale aeroporti Gli aeroporti sono ormai strutture con una forte impronta commerciale finalizzata a intrattenere il passeggero e a offrirgli servizi sempre più piacevoli e utili. Ma l'esperienza vissuta dai viaggiatori non riguarda solamente il numero di negozi e di ristoranti presenti, anche se è certamente un elemento distintivo significativo. Accesso, viabilità, parcheggi, wi-fi, assistenza, sono solo alcuni dei molti aspetti che fanno da cornice alla permanenza in aeroporto, lunga o corta

LA TOP TEN IN NUMERI

che sia. In Italia di fatto le aerostazioni che possono vantare un elevato numero di attività commerciali sono poche. In particolare sopra le cento unità ci sono solamente il Leonardo da Vinci di Roma Fiumicino (140) e Milano Malpensa (106). Ma anche aeroporti di dimensioni minori riescono a offrire servizi di primo livello per numero e tipologia di attività commerciali. Un altro importante fattore che oggi caratterizza il gradimento da parte di chi viaggia riguar-

Leonardo da Vinci Roma Fiumicino

Malpensa Milano

Enrico Forlanini Milano Linate

Marco Polo Venezia-Tessera

SITUAZIONE ATTUALE Gla attuale complessiva in mq

26.000

17.947

6.541

5.200

numero di negozi

oltre 140 escluse le postazioni servizi

106

43

37

brand italiani

63 (univoci, solo retail)

35

22

32

brand stranieri

26 (univoci, solo retail)

71

21

5

nd

nd

nd

5 punti vendita retail

oltre 45 punti ristorazione 4

33 11

18 3

13 1

nd

nd

nd

nd

Lagardere Services Travel Retail

Dufrital SpA - Dufry

Dufrital SpA - Dufry

Airest

36,2

17,9

9

8,3

costi wi fi

gratuito

gratuito

gratuito

sì gratuito primi 30' poi a pagamento

prossimi contratti in scadenza (o entro fine 2015) ristoranti ristoranti con servizio al tavolo prossimi contratti in scadenza (o entro fine 2015) presenza di duty free operatori duty free traffico commerciale 2013 in milioni di passeggeri Wi-fi (si/no)

numero parcheggi coperti

5.533

4.169

3.156

2.332

numero parcheggi scoperti COLLEGAMENTI

4.717

4.955

784

4.257

treno (distanza da stazione e mezzi a disposizione)

stazione dedicata interna all'aeroporto

nd

12 km - taxi, autobus pubblici e privati

autostrada (distanza da casello)

autostrada Roma-Fiumicino con uscita diretta all'interno del sistema aerostazioni

nd

15 km

autobus di linea

Cotral, Sit bus, TAM, Terravision, Atral-Schiaffini

Malpensa è raggiungibile dalla stazione centrale di Milano

pullman da Stazione Centrale ATM linea 73

9 linee

nd

nd

sì, lato landside

nd nd

nd nd

gen-15 ott-16 979 mq

T1 con il Malpensa Express dalle stazioni Cadorna (29 minuti), Milano Centrale e Milano Porta Garibaldi A8/A9 se si proviene da Milano o località situate a Nord e ad Est dell'aeroporto A4 se si proviene da Ovest

SITUAZIONE FUTURA

se si quando l'inizio lavori quando chiusura lavori

Nuovo avancorpo commerciale ed Aree d'Imbarco E ed F già in fase di realizzazione fine 2016

quanta superficie

circa 10.000 mq commerciali

nd

nd

quanti negozi non food

in via di definizione

nd

nd

quanti negozi food

in via di definizione

nd

nd

ampliamenti previsti

40

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9 totali tra vecchi e nuovi in area landside 4 totali tra vecchi e nuovi in area landside


da, appunto, il wi-fi, e in questo l'Italia si sta comportando bene. Fiumicino, Malpensa, Linate, Napoli, Orio al Serio e il Guglielmo Marconi di Bologna offrono il servizio gratuitamente senza limitazioni di tempo. Anche i trasporti hanno un ruolo importante. Milano Malpensa, ad esempio, è tra tutti l'aeroporto più lontano dalla città, ma è dotato di un collegamento con un treno speciale che parte dalla stazione di Cadorna che in meno di mezz'ora collega la me-

tropoli al Terminal 1. E più o meno lo stesso tempo è necessario utilizzando l'autostrada. Certamente sono più avvantaggiati gli aeroporti vicini alle città. A Milano Linate, ad esempio, è in fase di costruzione una fermata della metropolitana, e il Galileo Galilei di Pisa è addirittura a meno di un chilometro dal centro urbano e, grazie a una proposta commerciale ben orchestrata, attira anche clienti dalla città. Vicini o lontani, comunque, gli aeroporti italiani cercano di offrire

Caravaggio Bergamo-Orio al Serio

Fontanarossa Catania

Guglielmo Marconi Bologna-Borgo Panigale

8.283

2.760

Circa 5.500

la miglior passenger experience possibile e, in molti casi, ci riescono.

Nota metodologica Nella tabella che segue, abbiamo realizzato una “fotografia” della situazione commerciale e dei servizi dei primi dieci aeroporti italiani per traffico commerciale a settembre 2014 secondo i dati di Assaeroporti. Sono state rivolte una serie di domande riguardanti il numero di attività commerciali food e non food e relativi

contratti in scadenza (dove presenti). Stesso discorso per quanto riguarda la presenza di duty free. Sono stati richiesti dati anche su altri servizi importanti quali il numero di parcheggi coperti e scoperti, e informazioni sui principali collegamenti: treni, autostrade e autobus. L'acronimo “nd” riportato in alcune caselle significa “non dichiarato”, il che indica un dato non pervenuto o semplicemente inesistente. S. M.

Ugo Niutta Napoli-Capodichino

Giovan Battista Pastine Roma-Ciampino

Galileo Galilei Pisa-San Giusto

5.350

1.500

3.450

7

39

6

36

38

12

19 non food

36

11

10

30 + 3 di prossima apertura 27

2

1

4

3

1

3

nd

nd

nd

8

nd

nd

sì 1

2 nd

5 3

5 4

5 nd

2 1

nd

2

nd

1

nd

nd

Dufrital

Heinemann

Heinemann

Aldeasa

sì Lagardere Services Travel Retail

9

6,4

6,2

5.444.422

4.717.089

4.480.023

nd

gratuito

nd

gratuito

gratuito

24h: 9.95 euro

gratuito la prima ora

1.106

nd

1.918

993

1.156

638

3.607

1.245

3.219

1.088

nd

2.503

4 km

6 km

6,6 km (navetta Aerobus BLQ, taxi)

5,2

Stazione di Ciampino 4 km Stazione Roma Termini 14 Km

800 m da Stazione Centrale (in realizzazione progetto connessione automatica People Mover)

4 km autobus

uscita San Gregorio poi 24 km

circa 6 km

0,7

2Km dal G.R.A di Roma

km 2

ATB, Orioshuttle, Orio Express, Terravision

dalla Stazione una navetta ogni 20 minuti

7

Alibus

Cotral, Sit bus, Terravision, Atral-Schiaffini

CPT

in corso

nd

nd

nd

nd

ottobre 2013 primavera 2015 piano terra 2.150 mq piano primo 4.885 mq

nd nd

nd nd

nd nd

nd nd

primo semestre 2015 Summer 2017

1.136 mq

nd

nd

nd

1.000 mq

2 rinnovati, nuovi 16

13

nd

nd

nd

60%

5 rinnovati, nuovi 0

13

nd

nd

nd

40%

Heinemann

© Edifis Intelligence

retail&food - dicembre 2014

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r&f

Dossier aeroporti

Pisa Galileo Galilei, un aeroporto da palcoscenico

Ad appena un chilometro dalla torre più famosa d'Italia, l’aeroporto di Pisa tutto fa, tranne che pendere, anzi. Principale porta di accesso per la Toscana con 4,5 milioni di viaggiatori annui, sta vivendo un momento di cambiamento importante grazie alla nuova proprietà e a progetti ambiziosi sia di ampliamento sia di crescita passeggeri.

N

on avendo alcun dato ufficiale, non possiamo darlo come certo, ma l'Aeroporto Internazionale Galileo Galilei di Pisa potrebbe essere quello italiano più vicino alla città di riferimento, con non pochi vantaggi per viaggiatori, cittadini pisani e attività commerciali. Dista, infatti, appena un chilometro dal centro città, dandogli quel quid in più rispetto a un semplice aeroporto. Ma procediamo con ordine. Nuovo assetto proprietario e progetti in corso Innanzitutto sono state approvate, dai rispettivi consigli di amministrazione, le linee guida del piano di fusione tra SAT Società Aeroporto Toscano Galileo Galilei S.p.A. e AdF, Aeroporto di Firenze S.p.A.. Il progetto è finalizzato a massimizzare lo sviluppo del traffico

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dei due scali attraverso l'adeguamento delle infrastrutture aeroportuali ai volumi di traffico previsti dai rispettivi piani. Tutto questo avverrà sotto l'egida del nuovo azionista di maggioranza: Corporacion America Italia, il cui obiettivo è costituire il sistema aeroportuale toscano “best in class”, diventando uno dei principali poli dopo Roma e Milano, con una capacità complessiva al 2029 di 11,5 milioni di passeggeri all'anno. Detto questo, la fotografia del Galileo Galilei che daremo in questo servizio, è destinata a cambiare. «Nel 2017 si concluderanno i lavori di riqualificazione e ampliamento previsti dalle prime due

retail&food - dicembre 2014 Gina Giani

fasi delle quattro totali previste dal progetto – afferma Gina Giani, amministratore delegato e direttore generale SAT – Tali opere determineranno un incremento complessivo degli spazi del terminal passeggeri da 24mila mq a 32.300 mq, pari a una crescita del 34% delle attuali aree, portando la capacità del Galileo Galilei a 6 milioni di passeggeri annui. Con la realizzazione delle prime due fasi dei lavori, il cui investimento previsto è di 25 milioni di euro, l'aeroporto sarà in grado di assorbire la crescita del traffico aereo, mi-

gliorando la gestione dei flussi di passeggeri in arrivo e in partenza (di cui oggi il 75% sono stranieri) e garantendo nel contempo nuovi spazi commerciali con un incremento di oltre 1.700 metri quadri». Centro commerciale o aeroporto? Vediamo più nel dettaglio la situazione odierna dell'aeroporto. A farci da Cicerone durante la visita ci ha pensato Renzo Banchellini, commercial non aviation manager, accompa-


gnato da Marzia Bracci, commercial non aviation specialist, e da Gabriele Paoli, investor & media relations manager. All'arrivo in aeroporto, che abbiamo raggiunto da Milano in circa tre ore di viaggio, abbiamo parcheggiato l'automobile al P3, di fronte all'ingresso, ma tutti i parcheggi sono comodi e vicini. La prima cosa che si nota arrivando al Galileo Galilei è che non sembra di essere in un aeroporto. Questo perché è stato scelto di distanziare la strada dove si fermano i taxi di una ventina di metri e utilizzare quello spazio per creare un prato ben curato con qualche panchina e soprattutto delle installazioni d'arte temporanee che si inseriscono gradevolmente nel contesto. E a ciò si deve aggiungere il fatto che tutte le attività di food & beverage che si trovano all'interno dell'aeroporto sul lato dell'ingresso, hanno dei dehor che affacciano sul prato. L'impatto, quindi, grazie anche a una piacevole giornata di sole di fine ottobre, non è quello frenetico tipico degli aeroporti. Entrando all'interno della struttura, la sensazione è quella di essere in un luogo a metà tra aeroporto e centro commerciale. E in effetti, esaminando il numero di attività presenti, si nota che sono di più in landside che in airside. Superati i controlli, infatti, i passeggeri hanno a disposizione tre locali food & beverage e nove retail. Diversamente, in

landside ci sono ben 27 attività, di cui nove food & beverage e 18 retail. «Questa scelta è dettata in parte dalle caratteristiche logistiche dell'aeroporto» racconta Banchellini «il fatto di essere così vicini al centro città permette di sfruttare attività commerciali attirando una clientela non esclusivamente aeroportuale, con negozi che offrono prezzi allineati con quelli degli esercizi cittadini». Effettivamente, le nuove aperture del triennio 2012-2014 hanno riguardato principalmente negozi in landside. In particolare nel 2012 (anno in cui è stata ampliata l'ala ovest e congiunta al check-in B) al piano terra sono stati aperti l'intimo Yamamay, l'Ottica Invista, e il punto ristoro

PanPerFocaccia. Nello stesso anno la farmacia comunale, che prima si trovava al primo piano, è stata trasferita nella nuova area ovest, dove gode di una maggiore superficie. Al suo posto è subentrata un’attività di vendita calzature e abbigliamento da running, oggi a marchio Mizuno Concept Store. Sempre al piano terra nel 2012 è stato inaugurato un punto di telefonia mobile 3. Sono del 2014, invece, le aperture Giunti al Punto (libreria e accessori cartoleria), e Machiavelli Export, pelletteria artigianale e accessori coordinati. Anche il food & beverage ha avuto uno sviluppo considerevole. Chef Express (società del Gruppo Cremo-

nini), da dicembre 2013, ha avviato la gestione di due attività di ristoro: il bar caffetteria Mokà al piano terra e il ristorante self service Gusto al primo piano, entrambi in landside. Gusto, che propone piatti caldi e freddi, funge anche da mensa aziendale per gli oltre 400 dipendenti SAT. Ma c'è un altro operatore di livello internazionale che opera nel food anzi, c’era: Airchef-Dnata, che, prima dei controlli nella galleria commerciale gestiva due attività: il Bar pizzeria Vasari caratterizzato da uno degli ampi gazebo affacciati sul prato antistante l'aeroporto e, al primo piano, Mastro Bistecca Osteria Toscana-Tuscany Grill, che propone piatti, soprattutto di carne, legati al territorio. In airside, invece, il gruppo si occupava della gestione del bar-pizzeria Airchef. Usiamo il passato perché (è notizia fresca) Airchef-Dnata ha venduto a MyChef (Gruppo Elior) tutti i locali gestiti negli aeroporti italiani. Le “recenti” aperture superati i controlli riguardano il duty free a insegna Heinemann (inaugurato nel 2012 al piano terra sala partenze), con una superficie di vendita di circa 160 mq, Covim caffetteria, Beautifull Tuscany (enogastronomia regionale e generi vari), che si aggiungono al già avviato bar Pro.du.co. Caffè, al primo piano dell’aerostazione, dove ci sono quattro gate e un finger per gli imbarchi con destinazione Extra Schengen. In airside, poi, c’è una vip lounge

ben organizzata a disposizione dei passeggeri business, titolari di carte frequent flyer, di convenzioni con le compagnie aeree, o di “vip voucher” in vendita nella biglietteria aerea dello

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Dossier aeroporti scalo. Ci sono, poi, molte attività retail che hanno dimostrato negli anni di essere vincenti nel contesto aeroportuale pisano e che quindi proseguono il proficuo rapporto. Un esempio su tutti è Leopolda in airside, un brand che produce cachemire di qualità ma accessibile. Poi ci sono, in landside, Aeronautica Militare e Conte of Florence, due marchi legati al territorio, e Marina Militare in area airside; e ancora nel food, al piano terra dell'area partenze, ci sono Colline Toscane e Buoni e Belli. Il primo è un marchio creato da SAT e gestito da un subconcessionario locale, che promuove prodotti enogastronomici del territorio; il secondo propone degustazioni e vendita sempre di prodotti tipici, soprattutto olio e tartufi toscani. A queste attività se ne aggiungono altre, come ad esempio St. G Italian Style (calzature, borse ed accessori in pelle), che fanno comprendere quanto il Galileo Galilei punti a dare al passeggero

un sence of place legato non solo a Pisa ma alla Regione Toscana in generale. E si intuisce anche l’abilità nello sfruttare la vicinanza al centro città. A passo di danza L'esempio più calzante per spiegare questo eclettismo lo si vede nel fatto che in uno degli edifici dell'aeroporto c'è la sede della Scuola di danza Elsa Ghezzi. Questo istituto ha, infatti, circa 200 allieve di diversa età che nella maggior parte dei casi sono accompagnate a lezione da uno o

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retail&food - dicembre 2014

più parenti i quali, durante le ore di attesa, spesso sfruttano le attività retail e food & beverage dell'aeroporto. Ma non solo, perché al piano terra esterno in landsi-

de, in prossimità del ceck-in B, ha aperto nel 2012 una lavanderia molto sfruttata sia da parte di chi frequenta la scuola di danza sia dalle circa 2.400 persone che lavorano in aeroporto. «Alcuni brand presenti in landside si possono trovare anche in centro città, ma spesso, grazie a una maggiore facilità nel parcheggiare, i cittadini vengono qua», prosegue Banchellini «e noi abbiamo deciso di sfruttare questa opportunità agevolando i clienti i quali, in caso di spesa superiore a 15 euro, hanno due ore di parcheggio gratis. È

totalmente gratuito, invece, se si recano in farmacia, dal parrucchiere o al ristorante». Altro punto di forza del Galileo Galilei è certamente il trasporto. A fine 2015, infatti, dovrebbe essere operativo il People Mover: una connessione automatica (con corse con fre-

quenze ogni 5/8 minuti) tra la Stazione di Pisa Centrale e quella di Pisa Aeroporto lungo un percorso di circa 2 chilometri con una fermata (parcheggi scambiatori) a metà percorso. Anche il settore rent car fa i suoi bei numeri. I dati parlano di circa 150mila noleggi all'anno. Sono presenti dieci società di autonoleggio, 1.500 posti auto dedicati e un parco auto di circa 3.500 mezzi. Di fatto, molti turisti stranieri che atterrano al Galileo Galilei noleggiano l'auto, visitano la Toscana e la riconsegnano prima di partire. Per chi ha meno pretese in fatto di di-

stanze, invece, c'è un servizio di auto elettriche Share'NGo che sta riscuotendo un discreto successo. Buono anche il servizio pullman con due operatori, Autostradale e Terravision che insieme realizzano oltre 20 corse giornaliere da e per Firenze, oltre ad altri operatori di bus che collegano quotidianamente Pisa alle principali destinazioni toscane (Siena, Lucca, Viareggio). Conclusioni Un prato su cui sono posizionate opere d'arte, una galleria di negozi degna di un centro commerciale, dei dehor esterni, una scuola di danza, una lavanderia, un parrucchiere, insomma, l'aeroporto Galileo Galilei di Pisa è atipico. Serve chi vola, ma serve anche il bacino d'utenza pisano. Tuttavia, dal momento che il core business è aeroportuale, ben vengano la nuova proprietà e la fusione con AdF. Questo perché l'aeroporto cresce, aumentano le destinazioni grazie a nuovi accordi con vettori internazionali e a strategie di sviluppo vincenti, e si sta preparando ad affrontare l'ambizioso traguardo dei 7 milioni di passeggeri. I citati nuovi interventi di potenziamento dell’aerostazione faciliteranno il flusso dei passeggeri in airside (che a volte risulta piuttosto congestionato) e miglioreranno ancora la customer experience dei clienti, che oggi, ad esempio, possono usufruire del servizio wi-fi gratuito solo per la prima ora di navigazione. I lavori previsti per fine 2017, quindi, daranno certamente maggior respiro sia alle attività commerciali sia ai viaggiatori, attraverso nuovi servizi e a un restyling del design interno del corpo centrale che deve assolutamente essere più moderno e luminoso per dare quella sensazione di internazionalità tanto ambita. Stefano Masin



r&f Parola di Roberto Naldi

Roberto Naldi, classe 1953, nasce a Tripoli, in Libia. Nel 1978 consegue la laurea in ingegneria a Firenze dove vive tutt'ora. Dal 2014 è Presidente di Corporación América Italia S.r.l. ed è nei Consigli di Amministrazione di ADF S.p.A. Aeroporto di Firenze e di SAT S.p.A. Aeroporto di Pisa. La sua carriera nel settore aeroportuale inizia nel 1999 come consulente del Comune di Milano, Assessorato ai Trasporti e mobilità per esaminare le opportunità presenti sul mercato argentino di interesse per le aziende del settore partecipate dal Comune di Milano relative al settore aeroportuale.

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CORPORACIÓN AMÉRICA: «Crediamo molto nella parte commerciale non aviation»

C

inquantaquattro aeroporti tra Sud America ed Europa oltre ad attività in campo energetico, infrastrutturale, agroindustriale e tecnologico. Esaminando il curriculim pare proprio che la multinazionale argentina Corporación América non sbagli un colpo. Ed effettivamente, a ben vedere, anche in Italia sta ottenendo risultati importanti e in tempi brevi con gli aeroporti di Pisa e Firenze (presto parte di un sistema aeroportuale toscano) di cui è azionista di maggioranza. E in ballo, c'è un progetto simile in Sicilia. Come racconta Roberto Naldi: «Abbiamo visto un piano a livello nazionale finalizzato a stimolare la realizzazione di sistemi aeroportuali, e ci stiamo credendo». Il discorso della pista di Firenze è concluso? Siete soddisfatti? Siamo soddisfatti perché alla fine abbiamo un masterplan approvato in sede tecnica dall'Enac, che risponde a un requisito che noi come Corporación América abbiamo dato come imprescindibile: una pista di 2.400 metri priva di limiti di sicurezza, di temperatura e di capacità per la tipologia di aeromobili che la utilizzeranno. Questi verosimilmente saranno i 320, i 321, i 737/800, i quali potranno operare nell'ambito di destinazioni europee e non, quali Mosca, fino agli Emirati Arabi. In sostanza la nostra intenzione è avere una pista che permetta al 2029 un flusso di 4,5 milioni di passeggeri.

Avete 54 aeroporti tra Sud America ed Europa, che idea vi siete fatti del mercato italiano? È stato difficile ottenere risultati? Devo dire che stiamo dimostrando che se ci sono volontà e determinazione, le tempistiche si accorciano. Noi siamo partiti il 4 marzo dello scorso anno acquistando le quote dei due aeroporti e a fine gennaio, salvo intoppi, dovremmo completare la fusione con due masterplan approvati e con due piani di investimenti in termini di quantità e dimensioni a livello infrastrutturale, che forse in Toscana non sono mai stati realizzati. Ritengo, quindi, che in presenza di un'operazione trasparente con un consenso a livello nazionale, regionale e locale le cose si possano fare anche in tempi molto ristretti. In Italia ci sono molti scali internazionali, fa parte un po' della storia geografia e politica del Paese. Abbiamo visto però per la prima volta un piano a livello nazionale che in qualche modo prova a mettere ordine e a stimolare la realizzazione di sistemi aeroportuali. In questo abbiamo creduto e per questo ci siamo concentrati e dedicati alla Toscana. Si legge che volete creare un sistema aeropor-

tuale toscano “best in class”, cosa significa? Best in class vuol dire il migliore della sua categoria. Per noi significa creare un sistema con specializzazione dei due aeroporti e non competition. Con connection cittadine, ferroviarie e autostradali tali da consentire effettivamente al viaggiatore di scegliere quale tipologia di destinazione e servizio utilizzare: low cost, intercontinentale, business, il tutto proposto con una moltitudine di orari. Specializzando due aeroporti si può offrire un'ampia gamma di opportunità: Pisa con vocazione intercontinentale e low cost con destinazioni europee; mentre Firenze sarà più business oriented, e point to point soprattutto per il collegamento con grandi capitali, Emirati, Mosca, fino a Casablanca, oltre a collegare i grandi Hub europei da cui partono gli intercontinentali. Quali progetti pensate di attuare per portare il sistema toscano a 11,5 mln di passeggeri? Firenze quest'anno è cresciuto circa del 13% e Pisa del 4,5%, quindi rispetto al panorama generale italiano c'è da dire che la Toscana ha ripreso a funzionare come destinazione turistica. Inoltre, quando avremo l'infrastruttura della pista di Firenze, gli attuali vettori che operano oggi, e che utilizzano aeromobili con un elevato costo per seggiolino, cambieranno aeromobili aumentando circa del 50% le capacità. Da quel momento, aeroplani che oggi trasportano meno di 100 passeggeri potranno avere macchine sulle stesse rotte da 150 passeggeri. Il primo step, quindi, prevede un aumento del traffico senza aumentare le destinazioni. Quali sono le linee guida del masterplan che definiscono le macrolinee di sviluppo del traffico e delle rispettive infrastrutture aeroportuali? Abbiamo realizzato una previsione di traffico facendo un calcolo bottom up, ossia andando a vedere tutte le linee aeree esistenti e le destinazioni, e provando a simularne l'evoluzione negli anni. Siamo convinti che questa mappatura, seppur previsionale, sia credibile. Secondo il dato emerso, al 2028 le destinazioni potranno passare dalle attuali 92 a 130; la frequenza giornaliera, invece, da 105 a 150/160 voli; le compagnie aeree da 32 a 45 e i passeggeri a 11,5 milioni. Il business model di gestione dei vostri aeroporti che aspettative ha sul commerciale non aviation (retail e ristorazione)? Importante. Noi siamo abituati a lavorare con i nostri modelli. Crediamo molto nella parte commerciale non aviation e la sappiamo far funzionare molto

bene. L'abbiamo sempre incrementata in tutti i nostri aeroporti ricevendo importanti revenue. Porterete nuovi brand che derivano dalla vostra esperienza internazionale? O pensate a un'offerta più locale, in linea con la tradizione dei due aeroporti? Per il duty free sono pochi operatori (4/5) che inseriscono più o meno gli stessi prodotti, quindi la scelta ricadrà inevitabilmente su uno di questi. Per quanto riguarda il retail, siamo in Italia, nella patria della moda, Firenze in particolare. Pisa ha un suo target che potrà essere migliorato o accresciuto, qualche cosa potrà essere portata nell'ambito dei nostri rapporti internazionali, ma si deve ricordare sempre che è il brand italiano che generalmente va all'estero, sia esso moda o food, accade meno il contrario. Mediamente qual è la percentuale di fatturato non aviation (anche per macro aree) che riescono a dare i vostri aeroporti? Noi lavoriamo per arrivare al 50%. Questo è il nostro target. Non sempre si riesce. Secondo me ci siamo riusciti in Argentina e forse in Uruguay. Anche in Italia, naturalmente, lavoriamo con questo obiettivo. A livello infrastrutturale lavorate con un team interno? Solitamente sì. Abbiamo però utilizzato nomi importanti come l'architetto Rafael Vignoli per l'aeroporto di Montevideo in Uruguay. Per quanto riguarda l'Italia, il progetto di Pisa sarà realizzato molto in house perché non è un terminal da costruire ex novo. Gli ampliamenti solitamente li seguiamo noi. Firenze invece è da capire. Sarà infatti un terminal nuovo, con nuova pista, e un sistema energetico ecosostenibile grazie al vicino inceneritore che fornirà energia e calore. In fase di costruzione, l'attuale terminal e la pista continueranno a lavorare. Che sviluppo prevedete per Trapani? Trapani è cresciuto e il territorio ne ha avuto grandi benefici. Abbiamo avuto solo un breve stop durante la guerra in Libia, ma una volta risolta la questione, ha ripreso con ottimi ritmi. Anche in questo caso noi siamo interessati al sistema aeroportuale siciliano, quindi Palermo-Trapani. Attualmente siamo in attesa di vedere cosa succederà per la privatizzazione di Palermo, il cui bando potrebbe uscire i primi mesi del prossimo anno. Stefano Masin

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r&f Ricerca GfK Eurisko

La domanda cambia... e l’offerta? F ino a 20 anni fa il mondo economico produttivo generava valore sotto la guida di imprenditori che sviluppavano strategie di medio lungo periodo, con veri obiettivi di sostenibilità economica producendo valore crescente nel tempo, investendo risorse finanziarie, senza attendersi ritorni nel breve. Oggi quel mondo non ha più l’imprenditore, ma è affidato ai manager, i quali sono condizionati dal mercato finanziario e indotti a privilegiare il brevissimo periodo. Quindi non più

costruzione di valore, ma sfruttamento di valore nel breve, con conseguenze dannose per il mercato. Il mondo finanziario si è allontanato da quello economico, e tende a privilegiare un nuovo ruolo ossia fare finanza su finanza, sfruttando le opportunità nel breve periodo in logica meramente speculativa. Riportiamo di seguito la sintesi di una relazione sullo scenario evolutivo delle aziende, dei consumatori e della relazione tra domanda e offerta, realizzata da Remo Lucchi, presidente onorario di GfK Eurisko.

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The italian job In Italia ci sono circa quattro milioni di piccole imprese che hanno sempre vissuto operando solo sul mercato interno e che prima della globalizzazione se lo erano di fatto spartito senza eccesso di competizione. Con la globalizzazione, queste piccole realtà si sono trovate per la prima volta sullo stesso mercato competitor non contrastabili con l’attuale produzione: dai nuovi concorrenti venivano offerti prodotti tutto sommato simili, ma a prezzi più bassi. Le strategie per rea-

gire, in teoria, avrebbero potuto essere due: adottare soluzioni per ridurre i costi innovando i processi; oppure evitare la concorrenza innovando i prodotti, creando nuovo valore aggiunto, possibilmente non imitabile. L’assenza di risorse finanziarie ha impedito loro, però, di trovare soluzioni, in nessuno dei due modi. E non è stata battuta nemmeno la via dell'aggregazione (fusioni e accorpamenti di varia natura) cioè l’unica alternativa che avrebbe procurato di fatto risorse finanziarie. E i Governi che si sono succeduti non hanno certamente favorito o incentivato tali strategie. Cosicché la cessazione di impresa è vista sempre di più come triste ma unica soluzione del problema. Anche le grandi imprese si sono trovate a dover sopportare una competizione nuova a prezzi decisamente più contenuti. E anch’esse avrebbero potuto adottare entrambe le strategie: investire sui processi di produzione e/o innovare e differenziare i prodotti. Nei fatti hanno semplicemente cercato soluzioni per ridurre il più possibile la spesa, senza però investire nell'ottimizzazione dei processi. In particolare le grandi aziende hanno gestito il

problema puntando a una contrazione dei costi: hanno aggregato il più possibile, a tutti i livelli (centralizzando le decisioni, i sistemi organizzativi, le produzioni e omogeneizzando anche tutti i sistemi di relazione con la domanda) per godere dei più alti margini delle economie di scala. Prima della globalizzazione tutte le grandi aziende operavano con programmazioni di medio-lungo periodo; dopo, si è scoperto che produrre all’est e vendere all’ovest produceva nel brevissimo utili altissimi, e il “breve” è diventato un criterio guida del mercato finanziario. Ma questo sistema ha creato una spirale al collasso. Per fare utili alti, infatti, è stato necessario ridurre i costi; ciò ha portato le aziende a differenziarsi sempre di meno, portandole in competizione diretta e spingendole ad abbassare i prezzi; ma se si abbattono i prezzi si riducono i margini e al mercato finanziario questo “non piace”, perciò si devono ulteriormente ridurre i costi, e la voce più consistente è sempre il personale, quindi mobilità; ma se le persone perdono il lavoro comprano di meno, le aziende vendono meno, e da qui la spirale negativa.


La ricetta per il successo I prodotti devono essere di qualità in termini oggettivi e non solo di percezione; tutte le componenti sovrastrutturali devono essere interessanti (quindi il concetto che regge il prodotto, piuttosto che la cura nella realizzazione, la sua forma, il packaging); una volta realizzato un prodotto di successo (nella sostanza e nella forma), l'azienda deve già pensare alla sua innovazione, guardare al futuro; infine è necessario portare nel migliore dei modi questi prodotti al mercato, curando tutti gli aspetti che possano favorire la relazione con i potenziali clienti. Sono fondamentali, quindi, la comunicazione, l’immagine, la distribuzione, la capacità di creare empatia con l’acquirente, il capire esattamente che cosa vuole il cliente e offrirglielo nel migliore dei modi: dare al cliente di più di quanto si aspetti creando un effetto “wow”.

Fenomeni sociali come incertezza, insicurezza, aumento dei ritmi lavorativi, moltiplicarsi di informazioni, multitasking, crescita delle risorse, delegittimazione dell’offerta in generale, hanno alimentato negli ultimi anni la crescita di un forte processo di “individuazione”, come sintesi di empowerment, capacità, autonomia del singolo. Ma questo processo ne richiama con forza un altro, senza il quale l'“individuazione” rischia di tradursi in isolamento, spaesamento e paura. Si tratta di un processo che possiamo definire di “identificazione”: il desiderio di trovare riferimenti, assistenze, guide, cui potersi affidare. In sintesi: un’of-

ferta nuova, vera, orizzontale, che riesca ad acquisire credibilità. Abbiamo parlato, quindi, di individui sempre più istruiti e critici, e sempre più potenziati da Internet (in questo secolo, in soli 3 anni, ci si è scambiati il doppio di tutte le informazioni degli ultimi 100 anni). In questo contesto sarà impensabile che le aziende non si comportino in modo affidabile, etico, nel rispetto dei clienti. Ci si aspetta quindi il passaggio repentino da logiche 1.0 (in cui il rapporto è verticale, l'offerta è sopra e la domanda è sotto, acritica e senza reazioni oppositive), a logiche 2.0, di vera orizzontalità, con una re-

lazione improntata su rispetto, trasparenza ed etica. È altamente probabile, quindi, che in tempi rapidi questo nuovo modo di agire (non indifferenziato e massificato) diventerà la norma. Ma proprio in quanto norma sarà necessario adeguarsi per poter essere presi in considerazione, e poter pensare di essere competitivi. E per vincere la competizione bisognerà andare oltre, conquistare la massima fiducia: andare incontro ai singoli clienti, proteggendo i loro interessi in modo proattivo, con una logica 3.0, in cui si torna alla verticalità ma invertita. L'offerta è sotto e dà priorità agli interessi della domanda, anticipandoli proattivamente. In definitiva, tutto quanto raccontato giustifica l'esigenza di un ribaltamento delle attenzioni: l'offerta dovrà riconcepire la propria strategia operativa trovando nuovi equilibri produttivi che non facciano più perno sulla “massificazione centralizzata”, ma sulla “frammentazione di massa”, poiché la domanda sarà sempre più frammentata. E dando per scontato che l'attenzione ai costi non potrà calare, si dovranno trovare nuove logiche legate all'ottimizzazione dei processi piuttosto che alle economie di scala. S.M.

La relazione con l'offerta Le persone stanno cambiando (e ciò avverrà in futuro con velocità crescente). Hanno abbandonato i vecchi atteggiamenti acritici e sottomessi nei confronti dell'offerta e hanno assunto comportamenti sempre più critici, che un tempo si riscontravano solo in piccole fasce (quelle più colte), ma che ora coinvolgono segmenti via via più ampi. Di contro, l’offerta è sempre più centrata su se stessa, tesa allo sfruttamento di breve periodo, con comportamenti poco etici. La conseguenza è che domanda e offerta non vanno più nella stessa direzione, dando vita a quei processi di perdita di fede e di affidamento difficili poi da ricreare.

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r&f Resoconto fiera

Si è conclusa la 29esima edizione del Salone del Franchising di Milano, un appuntamento organizzato da RDS con Fiera Milano che fa da barometro a un settore che, dati alla mano, è ancora valido e appetibile per chi vuole avviare un'attività mantenendo basso il livello di rischio

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dispetto della situazione economica generale, infatti, il franchising tiene e rappresenta circa l’1,3% del Pil italiano. I marchi con affiliati presenti in Italia, al 2013, sono 940 con un incremento di circa il 14,2% dal 2008 a oggi. I punti vendita sono 51mila e valgono il 6,5% del totale del commercio al

Franchising benvenuti nel business dettaglio italiano. A dominare: food e abbigliamento. I dati di Fiera Milano parlano di oltre 13.700 visitatori con un incremento del 2% rispetto all'edizione del 2013, confermando la dinamicità di questo mercato che ha visto una proposta espositiva di oltre 200 brand. Dall'annuale ricerca di Confimprese, redatta in colla-

borazione con Reno e Salone Franchising Milano e focalizzata sul sessennio 2008-2014, è emerso che nel tessuto imprenditoriale degli affiliati sono aumentati gli stranieri. È raddoppiata, infatti, la percentuale di franchisor (dal 18% al 36%) che afferma di avere stranieri tra i propri frachisee.

Si tratta principalmente delle seconde generazioni, in particolare di cinesi e nordafricani che, figli di chi è arrivato in Italia vent’anni fa e si è dedicato a lavori essenzialmente di manodopera, ha capitalizzato esperienza e denaro utili per tentare il salto nell’attività imprenditoriale. Alla maggiore incidenza della varia-

Risamore taste of Verona: buono e veloce Risamore è una catena in franchising di risotterie e prodotti a base di riso che ha presentato una nuova linea di business: A-CUBO. Si tratta di una struttura modulare e assemblabile in tre misure differenti: maxi, medium e mini. Permette di cucinare il riso di fronte al cliente in soli 2,16 minuti, grazie a un trattamento brevettato della materia prima. Ideale, quindi, per bar, tavole calde o tavole fredde, richiede solo una fase di finitura. «La struttura è fornita in comodato d'uso gratuito e si richiede solo un ingresso di 4.500 euro per il marchio. Poi si devono semplicemente acquistare il riso, le salse e i brodi dalla casa madre» racconta Mattia Munari, uno dei fondatori del brand. Un'idea innovativa che può essere avviata solo con l'A-CUBO, piuttosto che avviando una Risotteria o, (progetto in fase di definizione) come street food.

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Celio*: fast fashion d'Oltralpe Marchio francese nato nel 1985 e in Italia dal '96, tre anni fa contava già 45 negozi lungo la Penisola. Nel 2014 pensano di arrivare a 92 di cui a gestione diretta circa il 75% con l'idea, nei prossimi anni, di pareggiare il conto. «Il fee d'ingresso in Celio* è di 10mila euro, ma se l'imprenditore punta ad aprire più negozi, dal secondo non è più richiesto, ma in determinati casi anche il primo si può evitare. Tendenzialmente abbiamo una media di 2,5 negozi ad affiliato e siamo presenti nei centri commerciali, stazioni e nelle vie primarie di città con almeno 45mila abitanti» racconta Bruno Di Giacomo, responsabile sviluppo di Celio*.

bile straniera si associa anche un aumento delle quote rosa: passano infatti dal 27,2% a 33,3% i franchisor che dichiarano di avere in prevalenza affiliati donne, coinvolte in settori quali abbigliamento, accessori moda, intimo, cosmetici e profumi, gioielli, prodotti dietetici e di servizi. Nel 2008 le prime due fonti di provenienza di nuove affiliazioni erano l'imprenditore e l’ex lavoratore dipendente, oggi, invece le due figure sono entrambe leggermente in calo, mentre a raddoppiare è il peso dei disoccupati, di chi fuoriuscito dal mondo del lavoro più o meno spontaneamente prova a mettersi in proprio. «Oggi i franchisee sono più maturi – afferma Mario Resca, presidente Confimprese – Nel 2008 per l’84,5% dei franchisor intervistati la maggior parte degli affiliati aveva un’età tra i 25 e 45 anni, mentre per nessuno era rilevante la classe degli over 55. Attualmente, invece, il 77,5% dei franchisor dichiara che l’età del franchisee è in prevalenza compresa tra i 36 e i 55 anni». Per quanto riguarda l'analisi sulle capacità di investimento (risorse proprie) del franchisee, si registra una lieve diminuzione (dal 36,3% al 34,8%) della quota di franchisor che hanno affiliati con capacità di investimento compresa tra 20mila e 70mila euro. Si allarga, invece, la forbice tra i franchisor che hanno affiliati con disponibilità fino a 20mila euro (la quota sale dal 28,7 al 37,8%) e quelli che dichiarano di avere affiliati con risorse proprie tra 70mila e 150mila euro (la percentuale scende

dal 27,2% al 19%). Rimane pressoché invariata (7,5%) la quota di franchisor i cui affiliati hanno liquidità superiore a 150 mila euro. Ma non cambiano solo le caratteristiche dei franchisee, si sta modificando anche il metodo di informazione e reclutamento, che trovano nel web un forte alleato. «Internet è il primo veicolo di contatto con gli imprenditori a costo zero – spiega Francesco Montuolo, vicepresidente Confimprese – e permette l’immediatezza delle notizie. Il 61% dei franchisor dichiara di aver aumentato l’uso del proprio portale aziendale e il 33% ha intensificato il ricorso ai siti specializzati di franchising». Si registra poi un aumento considerevole dei pluriaffiliati. Crescono, infatti, i franchisor che di-

chiarano di avere in prevalenza franchisee con 1-3 punti vendita (+11%), ma anche quelli per cui prevalgono affiliati con più di 3 punti vendita (+1,58%). «Per tenere il passo con i tempi difficili e non mettere in difficoltà i propri affiliati, i franchisor sono diventati più flessibili: il 60% del campione dichiara di aver ridotto l’investimento iniziale in attrezzature e arredo, il 48% di aver ridotto l’investimento in prima fornitura di merce e il 40% l’entrance fee e le royalty. Interesse da parte del 41,9% del campione anche per la riconversione di attività già esistenti, di questi il 38,4% afferma che si tratta di un fenomeno sviluppatosi di recente» conclude Resca. S.M.

Yogorino: semplice ma vincente Il brand, nato nel 1993, oggi è presente in 21 Paesi con quasi 400 pdv in franchising e nessuno in gestione diretta. Il marchio funziona bene, e il Giappone, con 43 negozi, è il secondo mercato di riferimento, nato appena dieci anni fa. «Abbiamo lavorato molto ultimamente e con successo per dare all'affiliato la marginalità erosa dallo stato negli ultimi tempi, e i numeri lo dimostrano» racconta Giovanni Pavanello, uno dei fondatori di Yogorino. Oggi il business in franchising può essere attivato in tre formati: White line, locali di 20/40 mq dove si servono frozen yogurt, semifretti, crepes, semifreddi frullati e frappè; Silver line, che propone gli stessi prodotti ma in locali più grandi, fino a 70 mq; Gold line, dove le metrature sono di 90/120/150 mq e l'offerta è arricchita da caffetteria e lunch.

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r&f Report Middle East Franchise Exibition

A Dubai assaggi di franchise D

UBAI – Il termometro segna 35° ma ormai la torrida e insopportabile stagione calda sta cedendo il passo al più gradevole inverno, ci dicono. Sarà, e comunque il caldo non infastidisce affatto gli ospiti dello Jumeirah Beach Hotel, caratteristica struttura affacciata sul mare, dotata di un lussureggiante parco acquatico, che sorge di fronte al più noto Burj Al Arab, la famosa “vela”. E il clima estivo e vacanziero che avvolge l’hotel rende più piacevole anche l’atmosfera ovattata del conference center dove la Middle East and North Africa Franchise Association (MENAFA) ha organizzato l’edizione 2014 della Middle East Franchise Exibition. L’abbiamo visitata, unica testata europea presente, per raccogliere gli spunti che questa dinamica area del mondo offre a chi opera nel franchising e nel retail. All’evento hanno preso parte una cinquantina di espositori, per lo più per proporre format franchising, ma anche consulenti come Desita, l’unica azienda italiana presente alla manifestazione con il fondatore Norman Cescut, italianissimo anche se il nome può trarre in inganno, e attivo a Dubai

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già da un decennio. In ambito consulenza è da segnalare anche 54° East, che con Kris Haggie è pronta a offrire una notevole gamma di servizi in ambito f&b agli imprenditori italiani interessati ai paesi MENA. In generale dei cinquanta espositori dell’evento, la maggior parte sono già attivi negli Emirati o in altri Paesi limitrofi (Kuwait, Saudi Arabia, Bahrain) per lo più come master franchisee. Oppure sono di provenienza anglosassone, dall’Australia al Canada passando per UK e Taco Bar - Lars Callebro


Icons - R.K. Pillay (a destra)

che ha fame di novità. Lo spazio per lo sviluppo di nuovi format, soprattutto in ambito f&b, è quindi davvero ampio. Sicuramente sono importanti le relazioni e un’occasione come quella del Middle East Franchise Exibition può essere vissuta come una prima vetrina dove mostrarsi e dove entrare in contatto con i rappresentanti dei grandi master franchisee e investitori. Ecco perché può essere utile mettere in calendario per l’autunno 2015 una presenza a questa manifestazione. Chi fosse interessato ad avere maggiori informazioni non esiti a contattare la redazione. Andrea Aiello

Desita - Norman Cescut (a sinistra)

USA. Da segnalare quindi - tra i pochi ‘fuori dal coro’ di cui sopra - lo svedese Lars Callebro che, forte della catena Taco Bar presente con qualche decina di locali nei paesi scandinavi, è pronto a impiantarsi al caldo degli Emirati. Molto interessante anche il brand Icons, che con il simpatico R.K. Pillay propone una serie di format legati al mondo della caffetteria e pasticceria, quest’ultima basata su una linea sugar-free davvero sorprendente. Il franchising a Dubai è in mano a poche so-

cietà, legate ai gruppi e alle famiglie più importanti, che si trovano a gestire decine e decine di brand, talvolta anche in concorrenza tra loro. Non è quindi un contesto aperto a tutti i livelli. Ma è un mercato prodotti della Icons in forte crescita, con una popolazione molto giovane e internazionale,

• La popolazione totale è di 320 milioni di cui il 60% > 25 anni. • La popolazione aumenta del 3%-5% all’anno. • Il settore del Franchising è uno dei più veloci a crescere economicamente. • Il settore del Franchising in Egitto è cresciuto da 25 brand internazionali nel 1999 a 360 nel 2010 e 430 nel 2012. • Il settore del Food&Beverage è il più grande beneficiario della crescita economica nel Franchising nell’intera regione MENA. • Il Franchising vale nei soli Emirati Arabi 1,1 bilioni di AED. • Il Retail a Dubai, dal 2000 al 2010, ha avuto un incremento del 25% annuo. • Nei prossimi 3 anni, più di 500.000 metri quadrati di spazi Retail entreranno nel solo mercato di Dubai. • 1,5 milioni di metri quadrati verranno aggiunti nei prossimi 6 anni. Il “Mall of the World” ne sarà il protagonista.

Fonte: Desita

Franchise in Middle East & North Africa

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r&f La ricerca CBRE

LO SHOPPING DEI GIOVANI PUNTA SU SOCIAL EXPERIENCE, SVAGO E FOOD L

i chiamano millennials ma in realtà sono la generazione dei giovani nati dagli anni 80 in avanti che determina e soprattutto determinerà nel prossimo futuro i comportamenti di acquisto. E in questo caso il futuro è già iniziato. A tracciarne il comportamento e le abitudini dentro e fuori i negozi, così come “dentro e fuori” Internet, sono numerose società di ricerca, impegnate in una sana competizione per dare ai retailer le chiavi del successo già nel breve e medio termine. Un ulteriore tassello di questo puzzle è stato inserito da CBRE, che ha promosso un ricerca intervistando 21mila consumatori in 21 paesi europei e non solo (Austria, Belgio, Danimarca, Francia Germania, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Italia, Olanda, Norvegia, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Sud Africa, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia e Ungheria). Il report fa quindi emergere che per l’88% del campione la varietà di negozi all’interno di uno stesso luogo e la possibilità di vivere una social experience sono elementi fondamentali nella decisione di dove fare acquisti. Pulizia, prezzo e convenienza si confermano comunque i fattori determinanti nella scelta per tutti i consumatori mentre per i clienti più giovani (età 18-24 anni) la possibilità di poter

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associare un’esperienza sociale al momento dedicato allo shopping diventa indispensabile. In Europa, i social media influenzano l’esperienza d’acquisto delle donne (36%), dei giovani tra i 18 e i 24 anni (40%) e dei consumatori con un’elevata capacità di spesa (35%) – ossia di quella parte di acquirenti che tiene d’occhio le promozioni e gli eventi dei brand – mentre la stessa variabile incide in misura inferiore al 30% se si considerano uomini, anziani e consumatori con una minore capacità di spesa. Per quanto riguarda l’Italia, il 48% degli intervistati tra i 18 e 24 anni utilizza i social media per tenere d’occhio promozioni, eventi e nuove aperture dei brand, mentre lo stesso comportamento si verifica solo per il 24% dei tedeschi, con percentuali che salgono al 60% in Romania e al 62% in Turchia. La maglia nera se la aggiudicano invece Gran Bretagna e Danimarca, che risultano essere meno coinvolte nel social media shopping con percentuali sensibilmente inferiori alla media. «L’esperienza sociale legata al consumo diventerà cruciale nei prossimi anni nel determinare il successo dei centri commerciali – dichiara Esmeralda Cappellini, head of asset services di Cbre Italia – In particolare con i giovani, che fanno un largo uso delle applicazioni dei

centri commerciali, serviranno più investimenti in tecnologia per rendere i centri luoghi dove vivere un’esperienza a tutto tondo e sempre più a misura di cliente». Dall’indagine emerge anche che i servizi quali cinema, bowling, wi-fi gratuito e la presenza di luoghi di incontro e di svago risultano essere un significativo fattore di attrazione: iI 51% dei giovani consumatori italiani vede la propria shopping experience anche come un’attività sociale e di svago, mentre questo vale solo per il 28% degli intervistati, sempre in Italia, della fascia d’età

tra i 55 e i 64 anni. Anche la presenza di ristoranti di buon livello pesa sulla scelta del luogo per lo shopping, e tale fattore potrebbe incidere positivamente sulla durata dell'esperienza d’acquisto. In particolare, la presenza di una food court di qualità è considerata molto importante dal 29% dei consumatori italiani dai 18 ai 24 anni, contro il 18% dei clienti tra i 45 e 54 anni, mentre pesa solo per il 21% del totale del campione nello stesso target in Europa. A.P.




r&f Retail management specialist

PROCEDURE, MANUALI OPERATIVI E JOB DESCRIPTION I

risultati aziendali dipendono, anche e non solo, dal livello di organizzazione, così come dal grado di controllo interno delle attività che vengono svolte. Nei modelli operativi di una catena retail e di ogni altra società, una grande cura deve essere posta nella redazione delle “procedure”, che rappresentano l’unità di base e di misura di un sistema organizzato. Queste costituiscono il punto di riferimento fondamentale di ogni singola funzione aziendale e di ogni dipendente. Dalle procedure dipende l’efficienza organizzativa ma anche la facilità di controllo interno, che minimizza

gli errori e le potenziali frodi. Grazie a questo sistema migliora, infatti, la comunicazione interna ed è possibile organizzare una serie di controlli che garantiscano il corretto funzionamento del sistema. Tutto ciò deve essere studiato perfettamente prima, formalizzato successivamente e comunicato infine. Le procedure interne hanno anche lo scopo di standardizzare le attività e di semplificare le operazioni necessarie a far progredire l'attività. In altri termini consentono di intrapren-

dere un lavoro complesso in modo semplificato. Riducono la complessità del sistema aziendale fornendo dei modelli esecutivi. Per tutti questi motivi è bene non trascurare di definire in maniera precisa gli ambiti di intervento, azione e operatività di ogni singola funzione aziendale e di ogni collaboratore. Alcune procedure, quelle di tipo organizzativo, hanno lo scopo di disegnare le aree di responsabilità interne, “chi fa cosa”, “chi è responsabile di cosa”. Queste procedure formalizzano i ruoli, le modalità di esecuzione e gli obiettivi. Tutto ciò è puntualmente riportato nel documento di job description. La sintesi delle procedure

organizzative si concreta in un insieme di documenti, tra cui la JD, il funzionigramma (aree funzionali di responsabilità) e ancora più a monte, l’organigramma. Documenti che devono essere forniti, discussi e ufficializzati a tutta l’azienda. È fondamentale che ognuno conosca il proprio ruolo ma è altrettanto importante che siano conosciuti e “riconosciuti” i ruoli degli altri, in modo che il mosaico sia completo, organico e funzionale. Naturalmente, il consiglio è quello di non eccedere nella

opposta situazione, di eccessiva procedurizzazione/burocratizzazione, che rischia, contrariamente agli obiettivi, di rallentare e frammentare eccessivamente le attività. Nelle organizzazioni retail una parte determinate delle procedure sono costituite da quelle commerciali, che nel nostro caso osserveremo esclusivamente in alcuni elementi di base. Queste ultime hanno come scopo quello di regolare il modo in cui la catena si presenta sul mercato attraverso i suoi punti vendita. Da qui la necessità di formalizzare tutto nel cosiddetto “Manuale Operativo”, in cui si descrive la gestione dei rapporti con la clientela, le modalità di vendita, la gestione degli stock di prodotto, le modalità di esposizione, la gestione degli sconti, la comunicazione (vetrina e materiali di trade mktg in store) per citarne solo alcuni in modo esemplificativo e non esaustivo. L’addetto vendita, lo store manager, l’area manager, il visual merchandiser, devono avere perfettamente chiare le responsabilità, i limiti di azione e come affrontare ogni aspetto operativo della propria attività. In questo modo è possibile semplificare il lavoro, standardizzare l’approccio alla vendita e soprattutto, dare al cliente un’immagine univoca di catena/insegna. Alla forza vendita, poi è consigliabile fornire un documento ulteriore, il cosiddetto “regolamento aziendale”, che contiene l’insieme delle regole di comportamento e disciplina da tenere all’interno del punto vendita. Alcune catene, infine, si dotano e comunicano, all’interno e all’esterno (al cliente), un proprio “codice etico”. È spesso apprezzato. Al punto che questo documento diviene uno strumento di comunicazione e condivisione con l’esterno dell’azienda, sino a divenire un momento di incontro e condivisione di valori. E di

Antonio Bisci opera da oltre 15 anni nel mondo del retail e ha ricoperto ruoli di Manager e di Consulente per diverse insegne nazionali e internazionali. In esclusiva per R&F cura questa rubrica nella quale propone una serie di esperienze dirette e riflessioni sui temi del Retail Management.

segmentazione di fornitori e del target di clientela. Al fine di verificare se le procedure interne sono correttamente applicate vi deve essere una fase di controllo, soprattutto negli store. Questa è composta principalmente dall’attività dell’area manager, dalla “visita ispettiva” e dal “cliente misterioso”. Modalità diverse, eseguite da differenti soggetti, che mirano a osservare fenomeni non analoghi. Antonio Bisci CEO Moresco Consulting bisciantonio@gmail.com

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r&f Mystery in airport

Dubrovnik offre ampi margini... di miglioramento N el 1991 Dubrovnik finì sulle televisioni di tutto il mondo. Nella guerra civile scoppiata nella ex Yugoslavia, post-caduta del Comunismo, la città croata fu pesantemente bombardata dalle milizie serbe. Lo splendido centro storico, un gioiello di palazzi e chiese in pietra in stile veneziano incastonato su uno sperone roccioso a picco sull’Adriatico, fu assediato per mesi (i Serbi tagliarono luce e acqua) e infine ridotto a macerie. Grande fu la commozione e lo sdegno. Ottenuta l’indipendenza dal Governo di Belgrado, i croati si rimboccarono le mani, e grazie anche alla solidarietà internazionale hanno ricostruito la città. Oggi è stata interamente ricostruita, è patrimonio mondiale dell’Unesco e una sorta di laboratorio urbanistico-economico (la città vecchia interamente chiusa al traffico, vive solo di turismo, negozi e ristoranti). Per arrivare all’antica Ragusa della Repubblica Veneziana, ci porta, con un’ora di volo, un aereo EasyJet da Milano Malpensa. L’aeroporto è lontano dalla città, una ventina di chilometri più a sud di una bellissima strada panoramica dalla vista mozzafiato tra insenature, tornati e strapiombi. C’è un servizio pubblico di autobus frequente a prezzi bassi. Il taxi è ovviamente più veloce, ma anche molto costoso (l’equivalente di 30 euro). Questo già dà il polso dell’economia locale: chi pensa di arrivare a Dubrovnik con in mente il costo della vita di un paese dell’Est dell’epoca sovietica rimarrà molto deluso. Dubrovnik è cara tanto quanto Milano (un biglietto del bus costa l’equivalente di 1,5 euro, lo stesso che la capitale economica dell’Italia). Lo scalo è un edificio nuovo, costruito dopo la

guerra che ha segnato l’inizio della modernizzazione del Paese. Una struttura in cristalli e acciaio, ispirata al più ricercato e moderno design, molto luminosa e trasparente. Ma non tutto è riuscito così bene. Appena atterrati scopriamo che inspiegabilmente in un aeroporto nuovo, i fingers non sono attivi. Il problema è che non ci sono nemmeno i vecchi autobus a trasportare i passeggeri. Per raggiungere il Terminal tocca scendere dalla scaletta e avviarsi a piedi verso l’uscita e al ritiro bagagli, attraversando la pista. Non proprio il massimo per la sicurezza. Cosa, poi, che può andar bene d’estate, ma d’inverno o col maltempo... Tutta colpa delle low cost che non vogliono pagare i servizi aeroportuali? Chissà. Lo scalo è abbastanza piccolo, ma c’è un abbozzo di offerta retail e di sfruttamento commerciale: al piano terra ci sono due Duty Free, chiamati Travel Value. Anche qui, però, più di un neo: i negozi praticamente attaccati, una scelta logistica un po’ bizzarra. In vendita i classici articoli internazionali (alcolici, cioccolata, profumi), più alcuni prodotti locali tipici: c’è una discreta scelta di vini croati. Ma a deludere è il servizio: alla cassa sono scortesi. Compriamo una bottiglia di vino e non hanno nemmeno qualcosa per proteggere la bottiglia dagli urti (una retina, una carta gommata). L’altro duty free è più piccolo e vende souvenir (vasi e bigiotteria). La ristorazione si limita a un bar, il Caffè Lindo che serve il caffè

Arlecchino (sic) con tanto di sagoma della maschera veneziana. Il classico finto marchio che si spaccia per italiano. Rimangono alcune storture e inefficienze: ad esempio alle 9 di mattina di un martedì di fine agosto, con l’aeroporto semi-deserto, e due soli voli in programma (Roma e Parigi), qualcuno ha avuto la geniale idea di far imbarcare i due voli dal medesimo gate, mentre se ne contano altri 8 vuoti. E il bello è che il suddetto gate è pure al secondo piano. È da qui che ci imbarcano e al malcontento per l’uso inefficiente degli imbarchi, si aggiunge un ulteriore fastidio: ci fanno uscire da un gate dotato di finger (e uno pensa che almeno c’è la comodità dell’imbarco diretto in cabina), ma poi il finger risulta chiuso: ci fanno ridiscendere al piano terra per andare di nuovo a piedi alla scaletta, come all’andata. Viene da chiedersi perché ci abbiano fatto salire al secondo piano se tanto poi bisognava ridiscendere. Non era meglio uscire direttamente da un gate al piano terra? Tanto più che per salire al secondo piano non c’è scala mobile: tocca farsela a piedi pure questa. Non ci sono negozi, ma c’è un altro punto ristoro, Daily Break, più piccolo di quello al piano terra. Questo è gestito da una società locale di Dubrovnik, la Newrest. Carissimo: una bottiglietta d’acqua da mezzo litro costa la bellezza di 20 kune (che sono circa 3 euro). Si decolla con la sensazione di essere usciti da un ristorante che serve buoni piatti ma dove le pecche del servizio impediscono di assegnare un voto eccellente. Ad Maiora. Simone Filippetti

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r&f Analisi di mercato

Quando la sicurezza

fa business Tecnologia digitale in grado di proteggere i prodotti lungo tutta la filiera e dare informazioni aggiuntive ai retailer per migliorare la customer experience del consumatore. Il mercato della sicurezza cresce, a piccoli passi, nonostante la crisi e la concorrenza low cost asiatica

U

n hardware, o meglio un pacchetto tecnologico che grazie a software sempre più specifici e intelligenti è in grado di soddisfare diverse esigenze, da quelle core legate alla sicurezza sino a quelle di traffic intelligence. Con una fruizione sempre più semplice, addirittura mobile. A tirare le fila è il segmento della videosorveglianza, che nel 2013 ha segnato un +2,5% rispetto al 2012. A distanza di un anno torniamo a occuparci in maniera specifica del mercato della sicurezza per il retail, introducendo nuovi operatori e approfondendo trend cresciuti via via che la tecnologia ha compiuto ulteriori passi in avanti. Partendo ancora una volta da un assunto: l’incidenza che le differenze inventariali hanno su tutte le categorie merceologiche comporta costi per le aziende anche

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molto elevati in termini sia di referenze rubate sia di investimento per la prevenzione sia, non da ultimo, della

Alberto Corradini

brand reputation. L’edizione 2014 del Barometro mondiale dei furti nel retail, promossa da un fondo indipendente di Checkpoint Systems e condotta da The Smart Cube, in collaborazione con Ernie Deyle, ha dipinto una situazione molto diversa da Paese a Paese, fissando in oltre 96 miliardi di euro il costo delle differenze inventariali a livello mondiale. I furti a opera dei clienti, della criminalità organizzata, dei dipendenti, le frodi dei fornitori e gli errori amministrativi hanno quindi rappresentato in media una percentuale dell’1,29% delle vendite retail. Il dato è stato ricavato coinvolgendo in 24 paesi (erano 16 lo scorso anno) ben 222 operatori (erano 157 nel 2013), i quali generano vendite per 560 miliardi di euro. L’indagine portata avanti da Check-

point Systems mette in evidenza, tra le numerose sfaccettature, che le differenze inventariali sono in lieve calo in molte nazioni: ciò va attribuito, da un lato, alla maggiore attenzione verso i metodi di prevenzione delle perdite e, dall’altro, alle prospettive economiche leggermente migliorate, specialmente nel nord America. «In tutti i Paesi tranne due, Cina e Messico, le differenze inventariali sono in diminuzione – ha sottolineato Alberto Corradini, direttore commerciale di Checkpoint Systems, durante la conferenza di presentazione che si è tenuta lo scorso novembre a Milano – Le percentuali più basse si sono registrate in Norvegia (0,83%), Giappone e Regno Unito (0,97%), mentre le più alte sono in Cina (1,53%), Messico (1,70%) e Stati Uniti (1,48%)». Complessivamente


l’aumento del costo dei furti, in Europa, varia da +14 euro a +180 euro a persona. In Italia le differenze inventariali sono in diminuzione rispetto all’anno scorso, attestandosi all’1,09% delle vendite, per un valore pari a 3,1 miliardi di euro di perdite annue per gli esercenti e una maggiore spesa di

«CRESCE IL MERCATO DELLA GESTIONE DEL DENARO» GIUSEPPE BOTTI, general sales manager di Cima In quali Paesi siete presenti? Cima è presente un po' in tutto il mondo e precisamente in oltre 40 stati dove lavora avvalendosi della collaborazione di distributori sia locali sia multinazionali. Come si presenta il mercato italiano della sicurezza? A quanto ammonta la vostra quota di mercato? Se ci riferiamo all'area cash management, in Italia sono presenti 5 o 6 aziende, includendo Cima, che operano sia nell'ambito bancario sia retail. Relativamente alle nostre quote di mercato possiamo parlare di circa un 40% per l'area bancaria e di un 20% per quella retail, in cui siamo presenti da poco tempo. In base alla vostra percezione, quest’anno il comparto legato alle soluzioni per la sicurezza nel retail è in crescita nel nostro Paese? Sicuramente è in crescita e ci sono buone prospettive sia per la fine del 2014 che per i prossimi due o tre anni. Ribadisco che stiamo parlando di gestione del denaro e non di sicurezza in senso generale. Quali sono le vostre novità di prodotto? Noi offriamo soluzioni combinate per la gestione sia di banconote e monete sia di solo deposito e di ricircolo, di varie blindature e con diverse possibilità per il ritiro del contante da parte dei CIT. Abbiamo scelto la soluzione sacca anziché quella dei cassetti perché la riteniamo più maneggevole ma anche più robusta e a volte più capiente. Recentemente a fianco della sacca canvas (contenitore riutilizzabile), alla soluzione heat (sacche monouso autosigillanti) e alla soluzione bundling (possibilità di mazzettare le banconote), abbiamo presentato al mercato la soluzione stacking, sacca sempre monouso che consente di depositare le banconote impilate per permettere a tutta la filiera (clienti, trasporto valori e banca) di ottenere risparmi sulla gestione del cash. Inoltre, entro la fine dell'anno la famiglia di SDM si arricchirà con una nuova soluzione depositoricircolo (cash-in/cash-out) banconote e monete. Quali sono i vostri principali clienti in ambito retail? Cima opera con grandi catene di supermercati, con diversi società autostradali, con un importante gestore ferroviario e con aziende che hanno negozi monomarca e altri utilizzatori che hanno molta raccolta di denaro contante (corrieri espresso, parchi giochi, distributori, ecc). Stiamo collaborando anche con istituti bancari di rilevanza nazionale per offrire insieme al cliente un pacchetto completo, già perfezionato sia per il trasporto valori sia per l'aspetto finanziario.

circa 94 euro a persona: «una tassa invisibile – ha commentato Corradini – che viene caricata su ogni singolo consumatore». Nello specifico lo studio evidenzia come oltre il 75% degli ammanchi sia da attribuirsi ai furti, compiuti dai clienti per il 53,4% dei casi e dai dipendenti per il 22 per cento. Seguono gli errori amministrativi (16,3%) e le frodi da parte dei fornitori (8,3%). Sul fronte della prevenzione, il nostro Paese si caratterizza per l’aumento degli investimenti, arrivati a oltre 2,5 miliardi di euro nell’ultimo anno: un valore che lo pone nella classifica dei più virtuosi. Si nota inoltre come sia cresciuta anche l’etichettatura alla fonte, in particolare tra i retailer del settore alimentare, generando un considerevole risparmio. I settori maggiormente colpiti sono l’alimentare, con vini e superalcolici al primo posto, seguiti da carne fresca e formaggi, il fashion, dove le referenze più a rischio sono i giubbotti in pelle, le calzature e gli accessori moda, mentre per l’health&beauty sono, in ordine, i prodotti per il trucco, le creme per il viso e le lamette. Infine iPhone, smartphone e videogames continuano a essere globalmente gli item più rubati. Fornitori e soluzioni Nonostante la crisi il mercato italiano della sicurezza registra una lieve crescita, pari allo 0,92%, che ha portato il business da 1.942 a 1.960 milioni di euro. Un dato generato in un pa-

Andrea Natale norama piuttosto polverizzato, dove al fianco di grandi produttori opera una pletora di installatori. E tutti devono confrontarsi con una forte presenza di prodotto a basso costo di provenienza asiatica, spesso non professionale e dalla limitata durata nel tempo. I numeri, diramati da Anie Sicurezza, sono il risultato di trend differenti: «se ci sono tecnologie come i sistemi anti-intrusione e il monitoraggio degli allarmi che presentano un tasso negativo – ha spiegato Andrea Natale, co-coordinatore del Gruppo TVCC di Anie Sicurezza – al contrario la videosorveglianza vanta un tasso positivo (+2,5%). Ovviamente non sono più le doppie cifre del 2010-2011, quando si assisteva a percentuali di incremento superiori

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Analisi di mercato «MODALITÀ DI ACQUISTO VERSO NOLEGGI OPERATIVI» ROBERTO LICINIO, business segment manager retail & CIT Italy, Gunnebo Italia

al 10%: il mercato ha assorbito la novità tra la fine del 2009 e il 2010, quando non solo c’erano settori da coprire con più tecnologie ma si passava anche dall’analogico al digitale. Ad oggi la videosorveglianza pesa per il 35% del giro d’affari complessivo, pari quindi a circa 700 milioni

di euro, mentre la voce principale rimane la security, che incide per il 56%». In questo scenario, che per l’associazione di categoria include il comparto della sicurezza e dell’automazione edifici attraverso tre macro categorie, l’antincendio, la security e la building automation, il canale

In quali Paesi e con quali performance è attiva Gunnebo nel mondo? Quanto pesa per voi il mercato Italia? Gunnebo è direttamente operativa in 32 nazioni nel mondo: Nord e Sud America, Europa occidentale e orientale (compresi alcuni Paesi dell’ex URSS), Africa (settentrionale e sub-sahariana), India, Cina, Australia e Oceania. La presenza non si limita peraltro ai mercati più grandi o emergenti ma anche in quelli minori l’accesso è garantito da partnership con società che distribuiscono i prodotti e le soluzioni dell’azienda. Quest’anno il comparto legato alle soluzioni per la sicurezza nel retail è in crescita nel nostro Paese? La prima risposta che mi viene da darle

è positiva. Aggiungo che il retailer oggi investe pensando maggiormente in termini di ritorno dell'investimento e ottimizzazione dei processi. In aggiunta le modalità d'acquisto sono mutate verso i noleggi operativi invece dell'acquisto diretto. Ciò evidenzia una raggiunta maturità che si manifesta anche nei piccoli imprenditori e non solamente per le grandi realtà. La nostra crescita, ad esempio, nel comparto del cash management è superiore al 40% rispetto all'anno precedente e migliore del 20% rispetto al budget del 2014. Quali sono le vostre novità di prodotto? Quest’anno in particolare sono state introdotte nuove soluzioni, di gamma alta come entry level, allo scopo di allargare la capacità d’incontro tra le esigenze della nostra clientela e le specifiche funzioni/caratteristiche dell’offerta Gunnebo. Si parla, ad esempio, di un’unità di depo-

«SOLUZIONI MARKETING A VALORE AGGIUNTO INTEGRATE ALLE TELECAMERE» ALBERTO VASTA, business development manager di Mobotix Italia Quanto vale per Mobitix il mercato italiano? Il mercato italiano è sicuramente in forte crescita e si continua a posizionare tra i primi dieci più importanti per Mobotix a livello mondiale. Quali sono le vostre realizzazioni di maggior successo nel comparto retail? Mobotix in Italia è presente in molti centri commerciali di medie e grandi dimensioni, supermercati dai marchi noti – tra cui Conad e Todis – e famose catene del settore food tra cui McDonald’s. Oltre alle esigenze di controllo e di sicurezza, quali sono le principali necessità dei retailer? Gli utenti finali valutano sempre più favorevolmente nuove opportunità legate agli sviluppi in ambito tecnologico. Tra queste: la possibilità di sfruttare le telecamere per realizzare statistiche dettagliate sulla tipologia di prodotto acquistato, sulla metodologia di acquisto, sulla profilazione del cliente e sulle fasce orarie di maggior affluenza. Il che ha risvolti enormi in termini (anche) di marketing e di business, perché permette all’esercente di migliorare il layout dei punti vendita, la metodologia di promozione dei prodotti e, in generale, la qualità dei servizi offerti. Verso quali soluzioni si andrà nel medio/lungo termine? Sicuramente verso soluzioni di marketing a valore aggiunto, integrate nelle telecamere di videosorveglianza. O ancora, il

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controllo della produzione grazie alla tecnologia avanzata delle telecamere termiche, che garantisce il monitoraggio costante della temperatura dei prodotti lavorati: un vantaggio importante soprattutto nel settore della lavorazione di cibo e medicinali. In particolare, quali opportunità offre nel presente e offrirà in futuro l’integrazione tra hardware e software sempre più sofisticati e specifici? Il nostro obiettivo è quello di fornire all’utente finale applicazioni sempre più complete da un lato e di più facile utilizzo dall’altro. Una novità in questo senso è stata studiata e progettata nel campo dell’automazione domotica: si tratta dell’MxDisplay, un terminale per telecamere e videocitofoni IP che, una volta installato all’interno di un’abitazione, consente all’utente di visualizzare rapidamente tutte le telecamere presenti nell’edificio, di accedere ai messaggi videoregistrati dal videocitofono o dalle telecamere con la possibilità di fungere da controllo accessi. Sfruttando il Wi-Fi integrato l’MxDisplay può essere inoltre utilizzato come Access Point per altri apparati quali smartphone, tablet e PC.

retail si conferma tra i più dinamici per l’adozione di tecnologie innovative e la sostituzione di quelle vecchie. «In settori come il luxury e il fashion il saldo è migliore rispetto a quello di altri, come il discount e la distribuzione organizzata», ha sottolineato Natale. Per quanto concerne ancora la videosorveglianza, nell’ultimo anno si è registrata una forte dinamicità in termini sia di fusioni e acquisizioni,


sito per piccole attività commerciali, gestibile via software ma anche tramite una APP per smartphone. Oggi è già stata integrata da un produttore di software per il mercato tabaccherie, bar e ristoranti. Nella fascia alta abbiamo inserito una nuova unità per la gestione dei fondi cassa nel back office, in grado di

con protagonisti grandi produttori di telecamere che hanno assorbito società di software, sia di aziende di software che hanno deciso di vendere anche l’hardware. Quest’ultimo fattore è legato più che alla volontà di aumentare il fatturato a quella di incrementare la stabilità delle soluzioni. Un ulteriore trend, che coinvolge da vicino il mondo del retail, vede numerosi player ampliare la propria offerta con sistemi di controllo degli accessi: l’obiettivo è l’integrazione, la creazione di veri e propri pacchetti

movimentare oltre 12mila banconote e 16mila monete in modalità full recycler. Verso quali tecnologie si andrà nel medio/lungo termine? Dal nostro punto di vista la tecnologia diverrà solamente il supporto con il quale si otterranno soluzioni integrate, sviluppate da diversi attori specializzati, quindi non più solo Gunnebo, ma da Gunnebo in collaborazione con altri partner. Sto parlando di un progetto, fortemente voluto dai retailer stessi, che grazie alla collaborazione di aziende specializzate coinvolgerà, integrandole, attività che sino a oggi sono sempre state divise o che si sono unite solamente grazie all’opera manuale dei servizi finanziari interni ai retailer.

tecnologici, mentre sono sempre meno diffuse le soluzioni stand alone. Un traino importante è rappresentato dal traffic intelligence: «La videosorveglianza è uno strumento in grado di effettuare analisi, in conformità con le norme della privacy, come ad esempio contare le persone, vedere come queste si distribuiscono nel negozio e ancora quante si fermano davanti alla vetrina e poi entrano - prosegue Natale - successivamente vengono redatti dei rapporti di attrattività del punto vendita. Questo vale anche per i sensori termici e le fotocellule,

che permettono all’utente di avere informazioni con determinate cadenze. Vi è poi la diffusione, soprattutto nel settore dell’abbigliamento, delle soluzioni di inventor intelligence: in particolare l’applicazione delle targhette RFID a protezione dei capi. Queste, grazie alla tecnologia di iden-

tificazione in radiofrequenza, consentono di rintracciare in tempo reale il prodotto nel negozio, nel magazzino e lungo tutta la filiera per evitare gli stock out e attivare le procedure anche automatiche di riordino». A. P.

«IL NOSTRO VALORE NEL SUPPORTO GLOBALE» ALBERTO ALONSO, business developement manager retail di Axis Communications In quali Paesi è attiva Axis nel mondo? Quanto vale l’Italia? Abbiamo uffici in più di 40 Paesi e arriviamo, tramite distributori, a fare business in più di 80 nazioni. A livello organizzativo siamo divisi in 9 regioni: il sud Europa è una di quelle più importanti a livello di fatturato e l’Italia è lo Stato che ha mostrato per primo un maggiore interesse verso la tecnologia IP. A livello globale il mercato dell’IP ha un trend di crescita a 2 cifre ormai da diversi anni e questo dato è lo stesso che stiamo continuando ad avere in Axis sia a livello globale che regionale. In termini di quote di mercato Axis Communications è leader assoluto nel settore delle telecamere IP. Il vostro mercato di competenza è polverizzato? Se guardiamo solo ai produttori video IP parliamo di 4 o 5 player, ma in realtà stiamo concorrendo con tutta una serie di nuovi player che iniziano a proporre IP e che fino a poco fa erano presenti solo nel mondo analogico. La differenza con il passato è che un tempo c’erano molti prodotti “rimarchiati”, mentre adesso abbiamo sul territorio i nomi effettivi dei prodotti: parliamo di centinaia di fornitori quasi tutti asiatici che detengono una quota importantissima specialmente nel settore retail, in cui la tecnologia digitale ha un tasso di penetrazione del 10-15%. Lavorate maggiormente con i grandi retailer? Il team interno è più focalizzato sul grande cliente, ma sta assumendo sempre più importanza anche lo small business: le installazioni caratterizzate da un massimo di 16 telecamere. Nella Penisola, in ambito fashion, abbiamo clienti importanti, così come in quello alimentare. Nella parte di business intelligence stiamo operando con aziende di medie dimensioni mentre quelle grandi stanno ancora valutando come integrare la tecnologia nelle loro reti vendita. Tra le funzioni più adottate: in primis il conteggio delle persone e poi varie analisi come la profilatura del consumatore. Per quanto concerne le griffe del lusso? Questo è un sottosegmento molto importante: stiamo lavorando con almeno quattro multinazionali basate in Italia che hanno visto il nostro valore non solo nel prodotto ma anche per nel supporto su scala globale. Quali sono le vostre novità di prodotto? Come ogni anno Axis lancia nuovi prodotti ma soprattutto nuove tecnologie. Nel 2014, ad esempio, abbiamo lanciato più di 30 nuovi prodotti, tra cui alcuni innovativi e altri specifici per il mercato retail, come le M30 e le F41. La F41 si contraddistingue per un corpo centrale e una piccola testa, dotata della parte ottica, che è molto discreta e che quindi si integrata nella decorazione del negozio. L’ultima versione dei software gratuiti per il mercato entry level, il Camera Companion, rappresenta una soluzione molto competitiva in ambito retail pensata per essere gestita da un dispositivo mobile, smartphone e tablet. Inoltre supporta sino a 16 telecamere.

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r&f Newstech&arredo COSTA GROUP E SEBETO DALLA PANASONIC PRESENTA PIZZA ALLO STREET FOOD JS-970 ALL IN ONE Tre sale speculari (giardino, pizzeria e street food) che parlano la lingua della cucina partenopea e mediterranea. Costa Group ha rinnovato il look di Rossopomodoro di via Molino delle Armi a Milano e ha realizzato un nuovo spazio (sempre in collaborazione con Sebeto) dedicato allo street food. Nella zona dedicata alla pizza, un muro vegetale di piante ornamentali cresce rigoglioso sulle pareti e ripropone il calore di un autentico giardino all'aperto; ma la vera novità del format è rappresentata, appunto, dalla cucina su strada, con una zona cottura per frittura express, che rispecchia la migliore tradizione dello street food internazionale, con originali lamiere “vissute” che incorniciano la zona di preparazione e somministrazione. Tutto il resto è l’odore, il colore e l’ambiente tipico della cucina partenopea, per un’italianità verace e autentica.

Panasonic presenta l’innovativa postazione POS modulare JS970 All In One. Concepita per un uso flessibile e progettata per resistere ad ambienti difficili, la soluzione JS970 All In One è ideale per i settori di ristorazione rapida, retail e hospitality, e va a sostituire il sistema di fascia media Panasonic JS925, attuale riferimento nel segmento. La flessibilità è una caratteristica fondamentale della soluzione Panasonic JS-970, grazie al design versatile e modulare, che permette di configurare il sistema per rispondere alle esigenze del retail, e al touchscreen intercambiabile, che dà la possibilità di personalizzarlo in base alle necessità del singolo rivenditore. Questo approccio modulare semplifica anche i processi di manutenzione e sostituzione dei componenti, garantendo l’operatività del sistema e riducendo i costi totali di proprietà.

ACCORDO DATALOGIC GRUPPO PAC 2000A

BOTTEGA VERDE: NUOVO PAY OFF E RETAIL CONCEPT RINNOVATO

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atalogic azienda operante nel mercato dell’acquisizione automatica dei dati e dell’automazione industriale e produttore di lettori di codici a barre, mobile computer per la raccolta dati, sensori, sistemi di visione e sistemi di marcatura laser, ha recentemente concluso un accordo di partnership con il Gruppo PAC 2000A, cooperativa di dettaglianti associata al Gruppo Conad (Consorzio Nazionale Dettaglianti). L’accordo tra le due società prevede che gli associati PAC 2000A possano acquistare i dispositivi Datalogic attraverso un unico canale di vendita a condizioni prestabilite. Nella rosa delle soluzioni Datalogic offerte a PAC2000A figurano gli scanner bar code Magellan 9800i, Magellan 8400, Magellan 3200Vsi, Magellan 3300 Hsi, Magellan 1100i e QuickScan 2400 2D, tutti dotati di tecnologia imaging di ultima generazione.

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gni anno più di 15mila consumatori valutano le catene di negozi più diffuse su tutti i loro aspetti e Bottega Verde è risultata vincente nella categoria “Erboristeria” grazie al rapporto qualità/prezzo, alla comunicazione, al servizio, alla competenza e alla cortesia del personale. Il riconoscimento arriva inoltre in un momento molto importante per il brand che ha recentemente presentato il nuovo pay off "Natura italiana" , che racchiude l’essenza del brand (le donne italiane, il design, il saper fare) e il nuovo concetto retail per i negozi, rinnovati nell’arredamento, moderni e ancora più accoglienti. Il nuovo retail concept di Bottega Verde concretizza il pay-off "Natura Italiana" in una vera esperienza della marca. Grande protagonista è Palazzo Massaini, cuore dell’unicità di Bottega Verde. Il nuovo retail concept verrà applicato alle future aperture ed esteso nei prossimi mesi a tutte le ristrutturazioni.



r&f International STARBUCKS: RICAVI NETTI A 16,4 MILIARDI DI DOLLARI (+11%) I ricavi netti consolidati sono aumentati dell’11%, raggiungendo il dato record di 16,4 miliardi dollari, il reddito operativo consolidato ha toccato quota 3,1 miliardi dollari e il margine operativo consolidato è aumentato del 18,7 per cento. Questi i dati dell’ultimo bilancio di Starbucks, relativo al periodo da ottobre 2013 a settembre 2014. Sempre nell’anno fiscale 2014 la catena americana ha aperto 1.599 nuovi negozi a livello globale, di cui 742 nelle nazioni del PAC, 698 nel continente americano e 171 nei paesi EMEA; attualmente dispone di oltre 21mila coffee shop in differenti 65 Paesi del mondo, di cui 12mila sul mercato a Stelle e Strisce. La società ha restituito 1,6 miliardi di dollari agli azionisti attraverso i dividendi e il riacquisto delle azioni proprie.

ELIOR CRESCE, ANCHE IN ITALIA Il Gruppo francese Elior, specializzato nella ristorazione collettiva e nelle concessioni catering per il travel retail cresce del 6,5 per cento. Il Gruppo, proprietario anche dell'italiana MyChef, nel travel retail è cresciuto del 2,5% (2014 su 2013) realizzando un reddito di 38 milioni di euro portando il fatturato a poco più di 1,5 miliardi di euro, pari al 29% del fatturato complessivo. Nel settore autostrade, Germania e Italia fanno segnare la crescita maggiore, grazie anche all'apertura di nuove stazioni. Questo dato ha compensato il lieve calo dei ricavi in Francia causato da una riduzione dei consumi. Nel mercato aeroportuale, le aperture di nuovi punti vendita, in particolare negli aeroporti di Basilea-Mulhouse e Roma, si è registrata una crescita complessiva dei ricavi, alimentata anche da una ripresa nel mondo degli affari in Italia, e da un maggiore traffico aereo passeggeri.

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duty free world

by James Ross - London

Fast retail growth fades at Europe’s Hubs La rapida crescita del retail negli Hub europei si affievolisce It seems that airport shoppers have tightened their purse strings again. Promising retail growth rates from last year appear to have tailed off at major European gateways – and in some cases, gone into reverse. Three of the continent’s biggest airport operators – Fraport (the operator of Frankfurt), Heathrow, and Aéroports de Paris (the operator of Charles de Gaulle and Orly) – revealed recent retail results that showed how much tougher the sales climate has become. Fraport’s Retail & Real Estate generated sales of € 334.9m in the first nine months of 2014 which was a contraction of -3.3%, despite a good rise in passenger numbers of +3.2% to 45.6m. The division’s Retail sub-segment also saw a decline, which the group says “largely reflects a change in the passenger structure and a reduction in purchasing power related to the persistently high exchange rate of the euro against many Far Eastern currencies”. A general fall in Russian spending also did not help the hub – or any other – and consequently the key performance indicator of net retail revenue per passenger dipped from € 3.44 to € 3.27, down significantly at -4.9%. At London Heathrow, retail did better. In the first nine months revenue rose by +2.8% to £ 371m (€ 475m) – ahead of passenger numbers which rose by +1.5%. This ensured that net retail income per passenger crept up by +1.7% to £ 6.34. Nevertheless, the retail performance was well below the company’s overall revenue growth of +8.2% during the period. Aéroports de Paris meanwhile saw flat revenue of € 705m (-0.4%) at its Retail & Services division although the Retail sub-segment grew by +3.2% to € 291m. Passenger numbers at Charles de Gaulle and Orly rose by +2.4% allowing sales per pax to rise by +1.9% to € 17.50. It appears that 2013 is turning out to be a lacklustre year for retail at western European hubs. In 2013, Heathrow saw its retail revenue rise by +5.9%, twice the current pace, while ADP has a sharp rise of +8.7%. An over reliance on high-spending nationalities such as the Russians and the Chinese – both of which have been curbing their retail excesses – is now having consequences.

Sembra che i clienti aeroportuali abbiano stretto nuovamente i cordoni della borsa. I promettenti tassi di crescita del retail dello scorso anno pare infatti che si siano attenuati presso i principali aeroporti europei e che, in alcuni casi, i trend si siano invertiti. Tre dei più grandi player aeroportuali del continente - Fraport (l'operatore di Francoforte), Heathrow e Aéroports de Paris (l'operatore di Charles de Gaulle e Orly) – hanno rivelato i recenti risultati del retail che dimostrano quanto duro sia diventato il clima nelle vendite. Fraport Retail & Real Estate ha generato vendite per 334,9 milioni di euro nei primi nove mesi del 2014, pari a una contrazione del 3,3%, nonostante la buona crescita dei passeggeri (+3,2%), arrivati a quota 45,6 milioni. Anche la divisione del sub-segmento Retail ha visto una contrazione, che il Gruppo attribuisce “in gran parte a un cambiamento nella composizione dei passeggeri e a una riduzione del potere di acquisto dovuto al persistente elevato tasso di cambio dell'euro nei confronti di molte valute dell'Estremo Oriente". Un calo generale della spesa russa, inoltre, non ha aiutato l'hub - o qualsiasi altro - e di conseguenza l'indicatore chiave delle prestazioni dei ricavi netti del retail per passeggero è sceso da 3,44 euro a 3,27, marcando un -4,9 per cento. A Londra Heathrow il retail ha fatto meglio. Nei primi nove mesi dell’anno i ricavi sono aumentati del 2,8% arrivando a 371 milioni di sterline (475 milioni di euro) – trend superiore rispetto al numero dei passeggeri che sono aumentati dell’1,5 per cento. Questo dimostra che l'utile netto del retail per passeggero è cresciuto del +1,7% arrivando a quota 6,34 sterline. Tuttavia, la performance del settore retail è stata ben al di sotto della crescita dei ricavi complessiva della società, pari al +8,2% durante lo stesso periodo. Aéroports de Paris nel frattempo ha visto ricavi piatti a 705 milioni di euro (-0,4%) per quanto riguarda la sua divisione Retail & servizi, anche se il sub-segmento Retail è cresciuto del 3,2% portandosi a 291 milioni. Il numero dei passeggeri al Charles de Gaulle e a Orly è incrementato del 2,4% consentendo alle vendite per passeggero di salire dell’1,9%, sulla soglia di 17,50 euro. Sembra che il 2013 si sta rivelando un anno poco brillante per il retail negli hub dell'Europa occidentale. Nel 2013, Heathrow ha visto le sue entrate retail aumentare del 5,9%, il doppio rispetto al trend attuale, mentre ADP vanta un sensibile aumento pari all’8,7 per cento. Una forte dipendenza dalla nazionalità alto-spendenti, come i russi e i cinesi – che entrambi hanno frenato i loro eccessi di acquisti retail - sta ora portando a conseguenze negative.


A DUFRY IL DUTY FREE AL JOMO KENYATTA INTERNATIONAL AIRPORT

MACY’S E BLOOMINGDALE’S AD ABU DHABI ENTRO IL 2018

Il Kenya Airport Autority e Dufry hanno siglato un accordo di concessione per lo sviluppo e la gestione di spazi retail duty free attraverso un’unica licenza presso il Jomo Kenyatta International Airport di Nairobi. Tale accordo, che è stato stipulato dopo una gara competitiva internazionale, vedrà Dufry operare sino al 2014 in uno spazio complessivo di 751 mq che include dei duty free shops, l’offerta food & beverage con caffè e ristoranti, un communication & phone centre e un servizio cambio valuta. L’area commerciale in questione, posizionata alle partenze del nuovo Terminal 1, permetterà all’operatore di travel retail di esporre tutto il proprio range di prodotti e di offrire quindi ai clienti una shopping experience unica favorita dalla presenza di marchi internazionali e brand locali particolarmente conosciuti soprattutto nella categorie tabacco, spirits, fine food, profumi e cosmetica, fashion e accessori. Il Jomo Keniyatta Airport è ubicato nella capitale del Kenia ed è il più grande scalo nella regione centro orientale dell’Africa, con un numero di passeggeri che nel 2013 ha toccato quota 6 milioni.

Il panorama commerciale di Abu Dhabi si appresta ad ospitare due colossi del mondo dei department store a stelle e strisce: Macy’s e Bloomingdale’s. La doppia operazione è frutto di un accordo tra Gulf Related, uno sviluppatore regionale nato da una joint venture tra Gulf Capital e Related Companies, e Al Tayer Group. L’agreement prevede l’apertura entro il 2018 dei due grandi magazzini americani presso Al Maryah Central: un polo commerciale da oltre 213mila mq in fase di sviluppo ubicato ad Al Maryah Island. In particolare la firma per i 19mila mq di Macy’s determina l’apertura del primo store dell’insegna al di fuori degli Stati Uniti, mentre quella per i 21mila mq di Bloomingdale’s rappresenta il primo opening del brand ad Abu Dhabi e il secondo negli Emirati Arabi Uniti. L’investimento stanziato da Gulf Related presso Al Maryah Central superera il miliardo di dollari. Entrambi i department store saranno divisi in quattro livelli, in cui offriranno ai visitatori tutti i marchi di abbigliamento, accessori, casa e bellezza che li hanno resi famosi in tutto il mondo.

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International IN ARRIVO NEL 2017 IL MCARTHURGLEN DESIGNER OUTLET MÁLAGA

WAL-MART CHIUDE 30 NEGOZI SOTTOPERFORMANTI IN GIAPPONE

McArthurGlen, proprietario, costruttore e gestore leader di designer outlet in Europa e Sonae Sierra, specialista nel settore dei centri commerciali a livello internazionale, hanno sottoscritto un contratto per lo sviluppo di un Designer Outlet nella città di Málaga. McArthurGlen Designer Outlet Málaga, un complesso del valore di 115 milioni di euro, sarà il primo designer outlet nella Spagna meridionale e, una volta completata l'apertura, offrirà 30mila metri quadri di superficie lorda affittabile. Il centro verrà sviluppato in due fasi: la prima (ultimata nel 2017) comprenderà 17mila metri quadri di spazio retail (o Gla); nella seconda ne verranno aggiunti altri 13mila. Il Designer Outlet sarà adiacente a Plaza Mayor, parco di intrattenimento e centro commerciale con 143 negozi e 3.200 posti auto di proprietà di Sierra Fund e gestito da Sonae Sierra. Nel corso della prima fase, il Málaga Designer Outlet offrirà all'incirca 90 negozi che ospiteranno i marchi premium e di lusso più ricercati.

Ridimensionare la propria presenza, tagliando i negozi sottoperformanti. Wal-Mart in Giappone è alle prese con una seria cura dimagrante, che dovrebbe portare alla chiusura di 30 punti vendita in quello che un tempo era considerato uno dei mercati più promettenti. Gli store ad abbassare definitivamente la saracinesca sono a marchio Seiyu e rappresentano circa il 7% della rete totale di Wal-Mart nel Sol Levante, dove ad oggi conta 434 negozi. La strategia del colosso statunitense prevede in questo modo di liberare risorse per generare nuovi investimenti. L’ingresso di WalMart in Seiyu risale al 2002, mentre al 2008 risale invece l’acquisizione del pieno controllo del brand attraverso cui mirava ad implementare il proprio modello lowcost per vincere la concorrenza di operatori come Aeon and Seven & I Holdings.

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[La foto[

DUBAI MALL ARMANI / DUBAI CAFFÈ

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r&f La pulce nell’orecchio

di Simone Filippetti

OVS industry eterogenesi dei fini

I

I filosofi la chiamano eterogenesi dei fini. Fai una cosa e ottieni il risultato opposto a quello sperato. Che, però, non è sempre detto sia per forza un male. Entrate, per esempio, in uno qualsiasi dei negozi Ovs Industry: sono molto giovani, freschi, accattivanti, dal design curato. Con prezzi che non prosciugano il portafoglio. Sembra di essere in uno di quei negozi “very cool” di Regent’s Street a Londra o di SoHo a New York. Trendy, per dirla, col linguaggio giovanile. Ma non è sempre stato così. Anzi, dieci anni fa, i magazzini Oviesse (si chiamavano così, il nome originale dell’azienda nata a Padova nel 1972) erano una sorta di negozio per casalinghe disperate e spiantati impiegati di concetto. Brutti e tetri gli ambienti, prodotti tutt’altro che glamour. Il low cost delle catene di abbigliamento, senza nemmeno il successo commerciale, quanto a volumi, di un business a basso prezzo. Un marchio che vivacchiava. Dentro Oviesse era finito, sul finire degli anni 90, anche un altro marchio blasonato, ma ormai impolverato e decaduto: la storica Standa. La “Casa degli Italiani”, nata nel 1931 sotto il Fascismo, era stata comprata da Silvio Berlusconi negli anni 80, quando ancora era solo un imprenditore e non il capo del governo, ma è stato probabilmente forse il suo unico vero insuccesso. La Standa, che perdeva soldi, fu rivenduta, e la parte non alimentare finì proprio a Oviesse (i supermercati invece sarebbero diventati prima Standa Fresco e poi Billa, il marchio tedesco di grande distribuzione che però oggi sta scappando dall'Italia). Paradossi del destino, quando il fondo Pai comprò il Gruppo Coin, nel 2005, di fatto un salvataggio per la storica casa veneta dopo i litigi della famiglia, lo fece per mettere le mani su Coin. I department store, che rivaleggiavano con La Rinascente per lo scettro di Harrod’s d’Italia, erano allora il marchio di pregio: un marchio un po’ liso e appannato, ma che rima-

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neva la parte ghiotta del gruppo. I magazzini Oviesse, con quel posizionamento basso e scarso appeal, invece, la zavorra che ogni argenteria si porta quasi sempre dietro. Mandate avanti il nastro di 10 anni e la situazione è esattamente capovolta. Oggi è Ovs la locomotiva del gruppo (che da solo è il 70% dei ricavi del gruppo e la quasi totalità degli utili) l’asset appetibile e il marchio di successo. I grandi magazzini Coin sono loro, adesso, la palla al piede. L’eterogenesi dei fini, si diceva. Il restyling di Oviesse è un clamoroso caso-scuola di rilancio di un marchio. Dietro c'è lo zampino di Stefano Beraldo (il manager veneto che iniziò la carriera alla finanziaria pubblica SME ai tempi della privatizzazione di Autogrill). A partire dal nome: via l'ammuffito Oviesse per un più sbarazzino e ammiccante Ovs Industry (che fa molto americano e soprattutto ricorda anche un altro brand mondiale, quella conterranea Diesel che oggi si chiama Dsl Industries). Ora, a coronamento del successo, la mossa dell'autunno potrebbe essere lo sbarco in Borsa di Ovs: un 30% della società (tutto in aumento di capitale, i soci non vendono azioni per arricchirsi, si diceva). La rivincita del fratello “sfigato” (dieci anni fa era il nome Coin a essere quotato, ma nel 2011 quando ci fu il terzo passaggio di mano, dal fondo Pai a un altro fondo, Bc Partners, i compratori portarono via l’azienda dalla Borsa). Ci sta lavorando la banca d’affari francoamericana Lazard. Ma il condizionale è più che mai d'obbligo. Annunciata, tra molte fanfare, dallo stesso Beraldo la scorsa primavera, la quotazione di Ovs, che vale 1,5 miliardi (cosa che ne farebbe una blue chip di Milano, ma la valutazione è tirata, 11 volte il Mol, davvero tanto), sembra finita in stand-by. Dopo cinque flop di fila di debuttanti non è escluso che anche Ovs ci ripensi. In ogni caso, sta qui il paradosso del gruppo Coin. Ha il dna del grande magazzino di lusso, ma

oggi è Ovs che macina risultati. A un certo punto in Coin si sono pure avventurati nell’ultra-lusso: hanno creato ex novo una catena di super magazzini, Excelsior. Una sorta di boutique esclusiva come Saks o addirittura Bergdorf&Goodman (considerati i department store più lussuosi al mondo). Ma finora pare che l’esperimento non stia dando i risultati sperati. Dai tempi dell’addio alla Borsa di Coin (nel 2011), numeri pubblici sul gruppo non ne circolano. Nel 2007 Ovs fatturava 820 milioni di euro (ora sarebbe attorno al miliardo, con un Mol di 140 milioni e un utile di 80). All'epoca era già la prima catena di abbigliamento per quota di mercato, in Italia. Ma l’anno dopo Beraldo rileva i negozi Melablu: marchio è stato cancellato, ma con l’operazione Oviesse ha aumentato di altri 100 milioni il giro d'affari. Oviesse si è comprata fatturato e negozi. E sale a 400 negozi. L'ultimo colpo è stato il blitz su Upim, nel 2009. Acquistando la catena concorrente dall’eterno rivale Rinascente, di fatto Ovs ha eliminato l’ultimo ostacolo per il predominio del mercato dei grandi magazzini accessibili. L’anno dopo Beraldo ha inaugurato il 500esimo negozio Ovs, a Milano, nella centralissima Via Torino, uno delle strade dello shopping milanese. Era un vecchio

negozio a insegna Upim. Ora le vetrine a marchio Ovs sono arrivati a quota 700 e alla fine del 2014 forse sfioreranno gli 800. Di cui quasi 650 in Italia, e il resto sparsi per il mondo, nei paesi emergenti dove la moda italiana “cheap” trova un mercato fiorente: dalla Cina (20 negozi), all'India (10) e la Croazia (10). Nei negozi Ovs, molti articoli sono Made in China, su design italiano, ma d'altronde la formula abbigliamento di qualità e glamour a prezzi anti-crisi, richiede di essere disposti anche a qualche compromesso. Da mesi in casa Coin stanno lavorando al progetto Borsa. Il 1 agosto scorso, nella calma estiva, Ovs è diventata un’entità separata e autonoma da Coin, primo passo verso la Borsa. Il nodo è il debito: quanto ne verrà allocato nella newco da portare sul listino? Nei mesi scorsi si parlava di un ammontare di 2-2,5 volte il Mol (margine operativo lordo), che sarebbe un livello sopportabile. Finora Beraldo non ha mai sbagliato un colpo. Gli si può rimproverare, al massimo, il mezzo passo falso di Excelsior. L'unica cosa che non ha potuto prevedere o evitare è la bufera sui mercati. Che potrebbe far arenare l’ambizioso progetto del ritorno in Borsa. Contro quella, nemmeno lui può nulla.




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