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ANNO 4 • NUMERO 9 • SETTEMBRE 2009 • € 3,00

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n°46) art. 1. comma 1, DCB Milano

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retail&food LUOGHI DI VIAGGIO • SPAZI COMMERCIALI

Ristoro & co. in autostrada

TUTTI FERMI Bilancio di una lunga estate calda, la parola ai protagonisti.

Dossier aeroporti • Star Trek retail+food • Osservatorio prezzi Olbia, airport city Benetton + La Bufala Autostrada A14



News primae noctis

Dobbiamo scegliere

L

’amministrazione Obama ha varato un pacchetto di stimoli fiscali che contengono una clausola “buy american”; la Francia un piano che prevede aiuti all’industria automobilistica nazionale per 7 miliardi di euro (subito imitata da Usa, Canada, Svezia, Germania, Australia, Argentina, Corea). La Russia, che si rifiuta di entrare nel WTO, l’India, Mercosur ed Indonesia applicano rinnovate restrizioni al commercio d’importazione. Egitto, Nigeria, India, Kenya e Brasile impongono dazi sulle importazioni tessili. Sono solo esempi. Siamo alla fine del liberismo? Inizia una nuova era protezionistica? Dipende da quali esigenze la spunteranno. Il liberismo internazionale è certo, come diceva Friederic List, l’ideologia della “volpe nel pollaio”, per dire la teoria delle nazioni dominanti che non hanno paura della competizione, certe come sono di vincerla. Il protezionismo è stato l’ideologia, per dirla sempre con List, delle “industrie bambine”, e cioè l’arma delle nazioni che dovevano difendere le proprie industrie nascenti dalla concorrenza dei first comers. Oggi peraltro, almeno da noi, non si vedono all’orizzonte “industrie bambine”; i prodotti del buy american, le automobili, il tessile, l’acciaio, potrebbero all’opposto essere definite “industrie vecchiette”. Siamo quindi di fronte ad una nuova edizione del protezionismo, che diventa l’ideologia dell’ultima battaglia prima di perdere la guerra. Allora ci domandiamo: esistono alternative tra il neoliberismo, per dire, cinese, che ha tutto da guadagnare da un mercato completamente deregolato, e questo protezionismo dei perdenti? Oggi purtroppo non ne vediamo: dobbiamo scegliere.

EDITORIALE

L’OPINIONE eSourcing per reagire alla crisi di Mario Messuri* Le recenti analisi economiche evidenziano i primi, seppur deboli, Mario Messuri segnali di ripresa. L’incertezza rimane però elevata, frenando facili ottimismi soprattutto in settori, come il retail del Largo Consumo, particolarmente gravati dalla attuale congiuntura. Nonostante la preoccupazione i manager della distribuzione sono però decisi a reagire. Le domanda è: come? Intervenendo sulla linea dei ricavi o su quella dei costi? La variabile in gioco è il tempo. Lavorando sulla linea dei costi è possibile avere risultati di impatto sul conto economico già a breve termine. L'esperienza di collaborazione con molti dei principali retailer mostra che adeguati interventi sull’efficienza dei costi indiretti possono, ad esempio, contribuire a migliorare l’ebitda anche dell’1,5%. La “ricetta” è semplice: puntare su innovazione tecnologica e metodo per ottenere risultati di saving immediati e trasparenza sui processi di acquisto, analizzando la spesa ed efficientando i processi negoziali. Non è un caso che le grandi multinazionali della distribuzione d’oltralpe stiano affrontando il tema del taglio costi a livello europeo con progetti integrati, attenti a individuare ogni possibile sinergia di acquisto, soprattutto per categorie “trasversali” relative ai costi indiretti e agli investimenti. L’utilizzo delle tecnologie di eSourcing agevola questi progetti tracciando fabbisogni, razionali di scelta dei fornitori, offerte e contratti. La vera sfida delle Centrali Italiane della Distribuzione Moderna sarà l’utilizzo di queste soluzioni come strumento di aggregazione e razionalizzazione dei costi per “giocare ad armi pari” anche su queste voci di spesa. *Account Director BravoSolution

retail&food - settembre 2009 1



SOMMARIO Osservatorio prezzi

A14 Bologna-Ancona, cambia il paesaggio meno l'offerta

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Q

er questo osservatorio prezzi estivo, potevamo mancare una delle principali direttrici autostradali delle vacanze italiane? Certo che no! E così, armati di santa pazienza e pronti ad affrontare traffico e ingorghi ci siamo messi in strada pronti a visitare un'area di servizio per ognuno dei principali operatori di questo mercato. Prima sorpresa, tolta una mezz'ora di ingorgo causa incidente, non abbiamo trovato né traffico né rallentamenti. Merito (o colpa, a seconda dei punti di vista) della crisi? Vogliamo credere che il risultato dipenda dalle campagne informative Aspi, ma non ne siamo certi. Lo verificheremo, dati Aiscat alla mano, tra qualche settimana. Per il resto, prima di addentrarci nei confronti numerici, riportiamo il solito senso di confusione che colpisce anche viaggiatori “esper-

ti”, sostando nelle aree di servizio della nostra rete: operatori e prodotti sono diversi; architettura, segnaletica e arredi in gran parte identici, ancora di matrice Autogrill. Possibile che si sia ancora così indietro nell'aggiornamento architettonico ed estetico dei locali (alcuni dei quali ormai obsoleti, ad essere generosi)? Evidentemente sì. Inutile quindi lamentarsi del fatto che – in queste condizioni - i viaggiatori/clienti non notino le differenze tra i diversi player. Non mancano le eccezioni (il locale Chef Express a Santerno, la segnaletica My Chef a La Pioppa ecc.) ma una “rivoluzione architettonica” non farebbe male.

Differenze poche, ma che lasciano il segno Osservando con attenzione la tabella della rilevazione si nota che

le sei stazioni di servizio prese in considerazione si allineano perfettamente su due importanti prodotti di consumo: il caffè espresso e la bottiglietta da mezzo litro di Coca Cola. Lungo il tratto dell’A14 preso a campione la tazzina di caffè ha un prezzo unitario di 0,95 euro, mentre la pet della famosa bibita analcolica è venduta a 2,40 euro. Oltre a caffè e Coca Cola, presenze fisse all’interno del nostro paniere, il terzo item che non riscontra variazioni di prezzo è il prodotto Illy Issimo Caffè, che assieme al Cafè Zero Algida compongono due beni inediti per l’Osservatorio Prezzi di questo numero. Ebbene, la lattina di Illy ha un valore di 2,60 euro per tutti gli operatori visitati (prezzo imposto dal distributore, Coca Cola HBC?). Discorso diverso, invece, per quanto riguarda l’altro nuovo item preso in considerazione: il Cafè

Zero dell’Algida che si attesta mediamente intorno ai 2,40/2,50 euro, fatta eccezione per le aree sosta di Bevano Ovest-Autogrill, in quanto la bevanda non è disponibile al momento della rilevazione, e della più economica stazione Santerno Ovest-Chef Express dove il Cafè Zero costa 2,20 euro. Come spesso accade, il raffronto più “caldo” sui prezzi praticati dagli operatori avviene nei rimanenti prodotti di caffetteria e bevande. Non fanno eccezioni i ristoratori autostradali, dandosi battaglia a colpi di centesimi. È una questione di spiccioli, infatti, quella che riguarda il prezzo del cappuccino: tra l’offerta di Autogrill, Chef Express e MyChef (1,30 euro) e quella di Fini, Ristop e Sarni (1,25), la differenza la fa giusto la piccola moneta di rame da cinque centesimi. Per i tre tipici prodotti da bar

rimanenti (caffè d’orzo, RILEVAZIONE PREZZI AUTOSTRADE – A14 croissant e spremuta), si verificano tariffe pressoché uniformate per FINI MY CHEF AUTOGRILL CHEF quasi tutti gli operatori EXPRESS ARTICOLO (con una forbice di Metauro La Pioppa Santerno Bevano variazione che non Ovest Ovest Ovest Ovest supera i 10 centesimi di euro), tranne che per Caffè espresso 0,95 0,95 0,95 0,95 Cappuccino 1,30 1,30 1,25 1,30 un gestore che applica Caffè orzo 1,00 1,40 1,10 1,00 prezzi decisamente più Croissant liscio 1,00 1,00 1,10 0,95 alti. È il caso del caffè 2,50 2,50 2,40 2,50 Spremuta d’orzo, dove cinque Succo di frutta 2,20 2,20 2,20 2,20 insegne su sei praticano 1,05 1,10 1,30 1,10 Acqua (50 cl.) Birra spina (30 cl.) 2,00 2,10 2,50 2,50 un costo compreso tra 2,40 2,40 2,40 2,40 Coca Cola (pet 50 cl.) 1 e 1,10 euro, mentre Panino base 2,90 3,40 3,95 2,90 Chef Express lo alza a Pizza margherita (trancio) 3,60 3,50 n.d. 3,60 1,40 euro (+40%). Primo piatto 4,20 5,20 4,90 4,20 Stessa cosa per la spre(più economico) 2,80 2,90 2,70 2,90 Pringles muta: il costo oscilla tra (classici confez. grande) i 2,50 e i 2,40 euro 1,80 1,70 1,80 1,80 Magnum Algida (classic) (Fini-Metauro Ovest è Red Bull (lattina) 2,60 2,70 2,70 2,60 l’area più conveniente), n.d. 2,20 2,50 2,50 Café Zero Algida mentre da Sarni-Esino Illy Issimo Caffè 2,60 2,60 2,60 2,60 Est si devono pagare 2,80 euro. Il costo del Prezzo più basso Prezzo più alto croissant liscio oscilla * 20 cl. ** 0,75 cl *** Pepsi n.d.= non disponibile invece di soli 15 centesimi: i più economici menti di prezzo diffusi. Gli alti e Ovest (3,95 euro) e quello acquiMyChef e Ristop (0,95 euro), il più bassi registrati in questi casi sono stabile a La Pioppa Ovest (2,90). A caro Fini (1,10 euro). L’area sosta comunque abbastanza contenuti, Esino est i 2,99 euro richiesti per Chienti Ovest gestita da Ristop è la e la forbice tra i valori non supera i una pizza margherita sono ben novità positiva anche nell’item 20 centesimi. Ad esempio, il prezlontani dai 3,60 avanzati a La succo di frutta, essendo l’unico zo della confezione grande di Pioppa Ovest e Bevano Ovest. operatore a ribassare di 20 centesipatatine varia dai 2,70 euro (Fini e Proprio in questi ultimi due punti mi (2,00 euro) il prezzo esposto da tutti gli altri gestori. Al contrario, il punto ristoro Fini risulta il più salato per l'acqua in bottiglia da mezzo litro e per la spina piccola di birra: la bottiglietta d’acqua (1,30 euro) viene prezzata 30 centesimi in più rispetto al più conveniente Sarni di Esino Est, e anche la birra da 30 cl è più cara di ben 50 centesimi (2,50 euro come anche MyChef) rispetto ai 2 euro dell’Autogrill di Bevano Ovest.

Mezzogiorno caldo sulle autostrade

RISTOP

SARNI

Chienti Ovest

Esino Est

0,95 1,25 1,00 0,95 2,50 2,00 1,70** 2,30* 2,40*** 3,50 n.d. 4,60

0,95 1,25 1,10 1,00 2,80 2,20 1,00 2,20* 2,40 3,90 2,99 n.d.

2,70

2,80

1,70 2,60 2,40 n.d.

1,80 2,80 2,50 2,60

Conclusione Un'estate non facile sulle autostrade italiane, a cui corrisponde un maggiore allineamento dei prezzi tra i vari operatori. Il numero ridotto di novità, sia di prodotto che di promozioni, fa presupporre un certo attendismo da parte dei vari uffici marketing e la sensazione che si stia alla finestra in attesa di capire cosa accadrà nel secondo semestre, magari concentrando gli sforzi sui costi e sull'efficienza dei processi. Ma la crisi offre anche qualche spunto positivo, come ha sottolineato il direttore di uno dei locali visitati: quest'anno la Romagna è tornata a “scippare” turisti a Liguria e Toscana e la A14 ne ha sicuramente beneficiato. M.C . e A.A.

Differenze di costo più consistenti si registrano nei prodotti della pausa pranzo: il divario dei prezzi per panino base, pizza margherita e primo piatto più economico non sono inferiori ai 60 centesimi di euro. È così si può trovare più di un euro di differenza tra il panino base venduto a Metauro

ristoro si riscontra un prezzo inferiore di un euro rispetto a quanto chiesto a Santerno Ovest (5,20 euro) per l’item primo piatto più economico. Anche per la sezione market-snack del paniere (Pringles e Magnum) e per la lattina di Red Bull, la tabella mostra disallinea-

News primae noctis - Dobbiamo scegliere

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l’Opinione - di Mario Messuri

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b&f News

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(Autogrill, MyChef e Ristop) si attestano a 2,60 euro, nel listino di ChefExpress e Fini è riportato a 2,70 euro mentre al Sarni di Esino Est il costo della Red Bull aumenta di altri 10 centesimi.

Errata corrige: Nell’Osservatorio prezzi del numero di luglio/agosto di R&F, la tabella RETAIL (pubblicata a pagina 18) ha riportato un errore grafico: le colonne Prezzo e Brand Negozi sono state invertite causando una scorretta corrispondenza tra i dati rilevati e l'aeroporto di appartenenza. Ci scusiamo con gli interessati e con i lettori per l’equivoco.

Ristop) ai 2,90 (Chef Express, MyChef); è invece tra 1,70 euro (Chef Express e Ristop) e 1,80 (Autogrill, Fini, MyChef e Sarni) quello del gelato Algida. Anche per il famoso energy drink la varietà di prezzo rimane relativamente contenuta: ben tre operatori su sei

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Star Trek food

tab. 1

La proprietà di EMME SEI

CEFALÙ srl MEDIA P srl

OCEANIA srl

Cosa occorre sapere per...

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News dal mondo

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L'indice di retail&food

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Osservatorio prezzi - A14 Bologna-Ancona, cambia il paesaggio meno l’offerta

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Star Trek food - Destinazione Fratelli La Bufala

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Star Trek retail - Destinazione Benetton

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Parola di... Valentino Fabbian

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Prima pietra - Cilento Outlet: tra antico e moderno, tra food e fashion

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Taglio nastro - Snos Gallery, la (ex) fabbrica dello shopping

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Analisi Mercato Retail - Food... That’s Fine!

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Tentar non cuoce - Rana e Ferrarelle: ne vedremo delle belle

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Resoconto fiere - Eire e i C.C. eppur si muove

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Dossier aeroporti - Olbia, airport city per la Costa Smeralda

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A chiare lettere - La guerra delle fiere: i casi di Roma e Parma

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Collegamenti aeroportuali - Il decollo delle navette

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International - Barcellona mas grande con il nuovo T1

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Autostrade - Parola ai protagonisti

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Stazionario

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Ferry Porti

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Gavio-Benetton - Matrimonio d’asfalto

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Last but non least - Alitalia... perseverare è diabolico

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47 % 10 %

31 %

EMME SEI SRL 2%

7% 3%

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MOSAIC GROUP srl

MARIO IOIME GMR srl

Cafalu srl: Oceania srl Mosaic Group srl GMRsrl Media P srl

Delia Castellano Milena Limatola 50%; Marina Antonelli 49% Famiglia D'Angelo Gian Maria Restelli Prandoni Massimo Sanità 50%; Paolo Aruta 50%

tab. 2

ALCUNI ESEMPI SI AGGREGAZIONI PROPRIETARIE

Proprietari

Società partecipante Buf. Chiena Finance I Galinaz

Giuna

Rimina

51% 25% 12%

51% 35% 15%

Emme sei Bufala Finance MP Invest (Sanità, Aruta) Media P (Sanità, Aruta) Giuseppe Marotta GMR (Restelli) Lamberti Luciano Acqua Potabile (Ioime) Oceania

Destinazione

51% 15% 20%

20% 10% 10% 36% 23%

Fratelli La Bufala Q

ualunque franchising, per funzionare, deve vendersi sul mercato con un’idea forte, che lo renda unico e riconoscibile, soprattutto all’estero”. Con queste parole Sandro Abeille, responsabile dello sviluppo internazionale di Fratelli La Bufala definiva recentemente un concetto fondamentale che può decretare il successo o l’insuccesso di una

catena di ristorazione. Bisogna dire che La Bufala non è l’unico, ma è sicuramente uno dei marchi che rispetta questo criterio fino in fondo, a cominciare dall’immagine grafica del marchio per finire all’ambientazione dei locali ed alle ricette culinarie. È infatti la cucina napoletana declinata in tutte le sue peculiarità a caratterizzare questi ristoranti, una via di mezzo tra i

ristoranti a tema e quelli del casual dinner. La formula è di gran moda oggi in Italia e all’estero, come dimostra anche il successo dell’altra catena analoga, Rossopomodoro; ed in effetti la storia dei due marchi scorre parallela: il fondatore dei Fratelli La Bufala, Giuseppe Marotta, è infatti all’origine socio di Franco Manna, fondatore di

sociale allargata e composita, che a volte marcia unita, a volte si compone in singolari aggregazioni, a volte si defila per dedicarsi “in solitaria” a specifiche location, senza mai costituire un unico e solido corpo: fatta eccezione per la Emme sei srl che risulta essere la holding, seppure parziale, del gruppo; possiamo allora vedere, nella nostra prima tabella, come è distribuita la proprietà di questa singolare holding: l’azionista di riferimento è la Cafalu srl, nella quale tuttavia non compare Marotta, ma risulta essere posse-

contatto. Una differenza di un certo rilievo però esiste, ed è nella strada scelta per lo sviluppo, dal punto di vista dell’organizzazione societaria: mentre Manna punta dichiaratamente per l’opzione di borsa, e cerca pertanto l’appoggio di un partner finanziario (trovandolo nel fondo Quadrivium), Giuseppe Marotta punta ad una compagine

Rossopomodoro, ed i due, assieme ad altri, si lanciano con entusiasmo nell’avventura gastronomica “napoletana”.

Un intreccio societario di difficile lettura Ma poi le strade si separano ed i due proprietari-manager procedono indipendenti, pur mantenendo per forza di cose molti punti di

41%

22%

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Star Trek retail tab. 1

BENETTON GROUP IN PILLOLE (2008) Data di nascita Sede Proprietà

1965 Ponzano Veneto (TV) Quotata in borsa. 67,08% controllata da Edizione srl (finanziaria della famiglia Benetton) Luciano Benetton Circa 20 (Italia, Croazia, Romania, Ungheria, India e Tunisia) 150 milioni di capi l'anno 6200 in tutto il mondo United Colors of Benetton, Undercolors of Benetton, Sisley, Playlife Quasi 10mila addetti Circa 80 in tutto il mondo 2128 (milioni di euro) 354 (milioni di euro) 155 (milioni di euro) 11,36 12,22

Presidente Stabilimenti produttivi Produzione Negozi monomarca Brand Organico Società controllate Ricavi EBITDA Utile di Gruppo ROE ROI Fonte aziendale

dinamica che vuole lasciarsi alla spalle il grigio del dopoguerra per colori più vivaci e giovani. Tre anni dopo è la prima volta all’estero con l’insegna Benetton a Parigi, la capitale culturale d’Europa. Negli anni settanta l’azienda trevigiana, spostatasi nel quartier generale di Castrette (sempre nel trevigiano), ormai leader in Italia, si prepara per il grande salto. Espansione orizzontale, ma anche verticale: con l’acquisizione del marchio Sisley nel 1974 l’azienda diviene una realtà multibrand quando ancora

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Destinazione S

ono convinto che questa crisi possa essere un’occasione di cambiamento strutturale di cui c’è bisogno nel nostro Paese” Così dichiarava qualche

mese fa alla stampa Alessandro Benetton, vicepresidente esecutivo del Gruppo di famiglia e figlio del patron Luciano per poi aggiungere, riferendosi soprattutto al settore abbigliamento “il nostro Gruppo sta anche meglio di molti altri. Stiamo lavorando sodo pur in condizioni di mercato non favorevoli, ma la clientela sembra gradire la nostra scelta di puntare su un campionario di alta qualità a prezzi accessibili. Non dobbiamo adagiarci sul nostro relativo benessere, è il momento di investire ed essere più agguerriti sui mercati”. In queste poche parole c’è molto dello spirito Benetton, in un momento delicato non solo per l’economia internazionale, ma anche per gli equilibri interni all’impero della famiglia di

Prima Parte

Benetton Ponzano Veneto. Non è un miste-

ro che da qualche tempo i fratelli fondatori, Luciano, Giuliana, Gilberto e Carlo, stiano ragionando su come e quando passare il testimone ai giovani rampolli di famiglia, per garantire la compattezza familiare insieme ad una adeguata rappresentatività dei quattro rami. Cambiamento sì, ma nel nome di una tradizione che poco meno di cinquant’anni ha portato i Benetton nel gotha dell’imprenditoria e della finanza mondiale: un modello che ha funzionato per mezzo secolo, deve anche funzionare in futuro, anche se non sarà facile.

Wall Street) e affermazione internazionale del brand con una massiccia e moderna campagna pubblicitaria, che caratterizzerà da lì ad oggi il marchio trevigiano. E’ di questi anni l’ingresso in Formula Uno, prima con la sponsorizzazione della Tyrell e poi con la Toleman. Seguono due titoli mondiali nel 1994 e 1995 vinti grazie alla strana coppia Fabio Briatore (ex responsabile delle vendite Benetton in Sud America) e Michael Schumacher (pilota in quegli anni giovane ed emergente). Il marchio di

Fratelli d’Italia, Treviso s’è desta E’ per questo che il cambiamento va strutturato con un certo anticipo. I tempi e le dimensioni aziendali (vedi Tab. 1), infatti, sono cambiati dalla fine degli anni '50, quando un giovane Luciano (classe 1934), commesso in un negozio di abbigliamento nel centro di Treviso, decide con la sorella Giuliana, sarta, di due anni più giovane, di fondare un’azienda di famiglia. O meglio di trasformare la sua famiglia in un’azienda con l’aiuto dei fratelli Gilberto (1941) e Carlo (1943). I Benetton cominciano a confezionare maglioni pun-

tando su uno stile giovane con prezzi contenuti e soprattutto sui colori per superare la monotonia cromatica della moda dell’epoca. Siamo negli anni '60, il boom economico, gli affari cominciano a girare: si estende la rete di venditori e si inizia a ingrandirsi. Ottanta milioni di investimento, una cifra di tutto rispetto per l’epoca, e nel 1965 nasce il primo stabilimento Benetton a Ponzano Veneto che in breve tempo fattura quasi mezzo miliardo delle vecchie lire. Un ottimo inizio, ma nulla poteva fare prevedere un successo di dimensioni planetarie: ad oggi il Gruppo Benetton è leader nel settore del-

l’abbigliamento con una presenza in 120 paesi del mondo con circa 6.200 negozi monomarca, è proprietario di diversi brand, e i suoi venti impianti produttivi (per la maggior parte in Italia, ma anche in Croazia, Romania, Ungheria, India e Tunisia) insieme a una fitta rete di terzisti ubicati soprattutto nel’ex Celeste Impero, sfornano più di 150 milioni di capi l’anno, con un giro d’affari complessivo

STAR TREK RETAIL PUBBLICATI AD OGGI Numero

Società

1-2/2009

Conte of Florence Zegna Giochi Preziosi Morellato Carpisa Kuvera Tod’s Benetton

3/2009 4/2009 5/2009 6/2009 7-8/2009 9/2009

nel 2008 di più di due miliardi di euro. Il tutto in neanche cinquant’anni. In mezzo l’intuito imprenditoriale dei Benetton (con l’accento sulla o): un mix di tradizione italiana (il comparto tessile, la qualità, lo stile) e innovazione (la distribuzione attraverso i monomarca e le rivoluzionarie campagne pubblicitarie). Così il 1966 vede l’inaugurazione del primo punto vendita a Belluno e a breve, dopo i primi successi, l’espansione prima in Veneto e poi nel resto dell’Italia, grazie al rivoluzionario sistema del franchising: i titolari del negozio sono licenziatari del marchio, gli arredi sono sempre gli stessi e i prodotti in vendita sono monomarca. Via i banconi, barriere tra produttore e consumatore per rendere più rilassato lo shopping, e le parole d’ordine sono casual, qualità con affinamento delle tecniche di lavorazione della lana e di tintura e prezzi accessibili. In due parole uno stile nuovo per un’Italia giovane,

Carlo, Gilberto, Giuliana e Luciano Benetton pochi sanno il significato di questo termine. Nel 1980, il grande passo:

Ponzano Veneto, inoltre, troneggia sulla maglia dalla Benetton Treviso basket, senza contare la storica Benetton Treviso rugby o la Sisley Treviso pallavolo che hanno trasformato, dominando i rispettivi campionati, il capoluogo della Marca nella capitale sportiva italiana. La parola d’ordine è puntare sui giovani talenti per stupire, nello sport come nella pubblicità dove

United Colors of Benetton sbarca

negli United States of America con l’apertura di un punto vendita a New York in Madison Avenue e due anni dopo la famiglia trevigiana vede sventolare la sua bandiera anche nella capitale dell’Impero del Sol Levante. Poi i ruggenti anni 80, che per l’azienda veneta significano quotazione in Piazza Affari (seguirà poi anche Francoforte e

Benetton fa rima con Oliviero Toscani con le sue campagne pro-

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retail&food - settembre 2009 27

Taglio nastro

Snos Gallery,

nali: nell’ambito dell’abbigliamento per adulti operano gli store Fiorella Rubino e Oltre, in quello per bambini i negozi Z e Idexé, nell’intimo Golden Point, nell’oggettistica artigianale Thun, nel settore calzature Fly Fot, in quello dei videogiochi l’onnipresente ormai Game Stop, mentre il segmento ‘cura della persona’ è presidiato da Isola Verde Erboristerie e Biobottega. Tra i servizi si collocano invece Ottica Avanzi, Jean Luis David, Open Space solarium, 4G telefonia e una filiale del gruppo bancario Intesa Sanpaolo con sportello bancomat, cassa continua e ufficio. Inoltre si sta trattando l’inserimento di una parafarmacia. L’area della ristorazione si articola su 800 mq e conta a pieno regime otto attività: Maglione Ristorazione, che propone la formula self-service, i bar C House e Antica Torrefazione e ancora Piadineria La Caveja, Yoyogurt, Faster Pizza, Rosticceria Il Vichingo e Madama Dora. La stra-

la (ex) fabbrica dello shopping A fronte di un investimento complessivo di 120 milioni di euro,di cui una parte finanziata dall’Unione Europea, le Officine Savigliano a Torino hanno ritrovato il loro valore storico-urbanistico in seguito all’intervento effettuato dalla società Snos, diventando una nuova ancora commerciale per la città della Mole.

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S

e non risaltasse l’insegna dell’ipermercato Il Gigante, l’unica presente di grandi dimensioni, non sarebbe immediato capire che l’intera struttura strappata a un destino di degrado ospita al suo interno una galleria di negozi da oltre 13 mila mq di gla. Proprio il mantenimento dell’edificio originario, e in particolare della facciata (totalmente recuperata e rimasta esattamente come era un tempo), costituisce il valore urbanistico più importante ottenuto con l’intervento di riqualificazione delle ex Officine Savigliano a Torino, realizzato a fronte di un importo complessivo di 120 milioni di euro dalla società a capitale misto Snos, (costituita da Finpiemonte per il 51% e da Impresa Rosso per il 49%). Lo Snos Gallery Centre, inaugurato il 24 giugno, non nasce dunque come un tradizionale centro per lo shopping ma si presenta quasi come un’operazione commerciale “ospite” all’interno dell’edificio storico, operativo a inizio ‘900 nel settore dell’industria pesante. Questa caratteristica da una parte lo rende un asset di forte rilevanza strategica, perché inserito nel cuore del capoluogo piemontese e perché portatore di un valore innovativo, dove retail e cultura urbanistica si fondono, ma dall’altra parte gli conferisce una forma atipica e, forse, meno funzionale per l’attuale destinazione d’uso. La galleria, lunga circa 320 metri (l’equivalente di tre campi da calcio) e larga tra 8 e 14 metri, si presenta infatti in tutto il suo fascino grazie ai binari originali sul pavimento che servivano per il trasporto merci, alle travi in ferro e ai carriponte sul soffitto, ma anche piuttosto dispersiva se consideriamo la distanza che il consumatore deve

percorrere a piedi (magari più volte) per raggiungere i negozi ubicati lungo l’intera passeggiata. Questo possibile disagio è compensato solo in parte dai numerosi ingressi di cui dispone l’edificio, ben nove SNOS GALLERY CENTRE (cinque su corso TORINO LOCALITA’ Mortara e quatLOCALIZZAZIONE URBANA TIPOLOGIA COMPLESSO tro sul retro), POLIFUNZIONALE che permettono PICCOLE DIMENSIONI al cliente di PROPRIETA’ GALLERIA MORTARA DUE PROMOTORE LA POLICENTRO effettuare gli COMMERCIALIZZAZIONE MALL SYSTEM acquisti e di ragGESTIONE COGEST ITALIA GLA (SUPERFICIE LORDA giungere age13.146 mq AFFITTABILE) volmente i parLIVELLI COMMERCIALI 1 POSTI AUTO cheggi (circa 1000 IPERMERCATO IL GIGANTE mille tra quelli a ANCORE BON PRIX, ELDO, raso e coperti) FOR FUN TOTALE UNITÀ (PICCOLE, senza dover per36 MEDIE E GRANDI SUPERFICI) correre altri 300 SPAZI RISTORAZIONE 8 INSEGNE RISTORAZIONE PRESENTI metri. Proprio MAGLIONE RISTORAZIONE, PIADIsull’importanza NERIA LA CAVEJA, C della riqualificaHOUSE, ANTICA TORREFAZIONE, YOYOGURT, zione urbana, di FASTER PIZZA, ROSTICcui lo Snos CERIA IL VICHINGO, Gallery Centre è MADAMA DORA ottimo esempio, intesa non solo come opportunità ma anche come siamo arrivati prima con i servizi via di sviluppo forzata per il settore per essere pronti quando il comdei centri commerciali, si è sofferprensorio sarà ultimato. Infine è mato il presidente di La Poliimportante sottolineare, proprio in questo periodo dove si parla spescentro Spa, Lino Iemi, in occasioso di disoccupazione, che qui lavone della conferenza d’inaugurazioreranno oltre 250 addetti”. ne del complesso. “Lo Snos Gallery Centre costituisce un cambiamento epocale nel settore del real estaLa galleria cambia te – spiega il dirigente – Per motidestinazione vazioni di carattere economico e Sui binari non transitano i treni ma territoriale, la realizzazione di gransolo i carrelli della spesa e al posto di shopping center dovrà lasciare il degli operai ci sono commessi e passo agli interventi di recupero. consumatori che mettono in moto Tema che Torino ha fatto proprio il commercio, non i carriponte. Da nell’ottica di evolversi da città una destinazione industriale di industriale a city di cultura polivastampo primo-novecentesco, la lente. I lavori dell’infrastruttura galleria è stata trasformata in una finiranno tra circa un anno, ma passeggiata per lo shopping, dove

COMMENTO Struttura e design

Accesso e parcheggio

una volta commercializzati tutti gli spazi saranno attivi più di 40 punti vendita, tra cui l’ipermercato Il Gigante e tre medie superfici ad

Offerta commerciale

Spazi comuni e attrattive

VALUTAZIONE

Ottimo il design per gli amanti di architettura post-moderna, perplessità sulla funzionalità. Positivo l'impegno per ridurre l'impatto ambientale Numerosi i parcheggi coperti e non, ma la sosta di due ore con disco orario è un limite per la permanenza Area food ampia e innovativa. L'offera è proporzionata al target di riferimento. Poche le novità sul non-food. Premiata la piccola ristorazionete attrattiva una volta aperta. Accessibile L'area intrattenimento costituisce un plus. La larghezza contenuta della galleria non permette l'organizzazione di grandi eventi

indice valutazione:

ÈÈÈÈ ÈÈÈ ÈÈÈ ÈÈÈ

La valutazione è di carattere puramente indicativo

È = migliorabile ÈÈ = sufficiente ÈÈÈ= apprezzabile ÈÈÈÈ = molto buono ÈÈÈÈÈ = ottimo insegna Bon Prix, Eldo e For Fun, specializzate rispettivamente nell’abbigliamento uomo-donna, nell’elettronica di consumo e nel divertimento. Proprio quest’ultimo store, aperto in un secondo momento rispetto alla struttura, rappresenta un plus importante: qui si estendono circa 2.000 mq di area pleasure, dove si trovano piste da bowling per adulti affiancate a quelle per bambini, una sala slot e una zona con parco a tema, dedicata all’intrattenimento dei più piccini e controllata da personale qualificato senza alcun costo per le famiglie. Per quanto riguarda gli operatori principali del non food, il portafoglio appare piuttosto in linea con quello dei centri tradizio-

tegia di commercializzazione ha puntato prevalentemente sui player del food locali già attivi in altri shopping center, in grado di offrire la qualità della cucina piemontese e di garantire il know how necessario per gestire un punto vendita in quella location. Ad oggi è coperto circa l’8090% degli spazi a disposizione, in particolare sono stati aperti 32 punti vendita a giugno che aumenteranno sino a 37 a fine settembre. Policentro ha dichiarato che entro un paio di anni dovrebbero essere a regime sia la presenza dei negozi sia i canoni di locazione, e che è stato dato un significativo contributo economico per il lancio pubblicitario della galleria. Infine, il

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confort nella hall è garantito da un impianto di teleriscaldamento alimentato da una centrale di trigenerazione, che permette un sensibile risparmio energetico, e dalla presenza di luce naturale che penetra dalla facciata principale del palazzo grazie ad ampie vetrate.

Riqualificazione, Torino si rifà il look Dopo una fase iniziale di “allontanamento” dai centri cittadini, contraddistinta talvolta da progetti ‘titanici’, la nuova scommessa per il comparto dei centri commerciali si gioca nelle città, con format di dimensioni ridotte studiati per inserirsi in aree densamente popolate e offrire un mix merceologico mirato e complementare. In quest’ottica si colloca il complesso dello Snos Gallery Centre, che può attingere da un bacino di utenza stimato in 100 mila residenti nell’isocronia di dieci minuti di percorrenza in automobile alla velocità di 40 km/h. La polifunzionalità del progetto Snos si completa con la presenza di sei torri uffici, occupate da oltre mille addetti della nuova sede torinese di Seat – Pagine Gialle, e di 16 loft a destinazione abitativa collocati al terzo livello della struttura. L’edificio delle ex Officine Savigliano è destinato a diventare nel breve-medio termine il nodo principale all’interno di un comprensorio urbano totalmente riqualificato e denominato Spina 3 nel Piano Regolatore Generale. Lo Snos Gallery Centre dista cinque minuti dal terminal dell’Alta Velocità Porta Susa, dieci minuti dal centro cittadino e dall’uscita dell’autostrada A4 Torino-Milano e 15’ dall’aeroporto Caselle. Inoltre si affaccerà sul nuovo “Grand Boulevard”, che sarà interamente realizzato sopra la stazione e i binari della Tav, e su un parco da circa un milioni di mq, il quale costituirà l’ancora esterna dello shopping center. L’idea, infatti, è quella di creare una passeggiata all’aperto che confluisce proprio nella galleria commerciale. L’apparato logistico che alimenterà il flusso di visitatori si completa con la realizzazione della seconda linea della metropolitana, attualmente in avanzato stato di progettazione per quanto riguarda la parte nord della città. Andrea Penazzi

retail&food - settembre 2009 35

Dossier aeroporti

OLBIA, airport city per la

e quando vogliono. A breve, per accrescere l'offerta, è previsto l'avvio di un'attività di beauty e spa: una testimonianza diretta della volontà di continuare ad investire su questo segmento. Infatti – ci spiega Cossu – l'ottica con cui lavoriamo è paragonabile a quella degli hotel di lusso: i servizi debbono essere impeccabili, continuare a crescere e a “stupire” un target di clientela molto ristretto ma anche estremamente esigente: “i nostri clienti sono abituati a vederci correre e disperare pur di riuscire ad accontentarli”. Una curiosità: lo standard di velivolo che si sta affermando negli ultimi anni – sul piazzale ce ne sono diversi – è il Boeing BBJ (paragonabile al 737 comunemente usato per un volo commerciale da 150 passeggeri) il cui costo si aggira sui 50 milioni di dollari, arredi esclusi.

COSTA SMERALDA L

'aeroporto di Olbia è – come la Costa Smeralda – un'in-

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venzione di Karim Aga Khan, 49° imam dei musulmani

ismaeliti, ma anche celebre imprenditore e organizzatore – per alcuni un autentico precursore dei tempi – capace di prevedere gusti e tendenze future. Negli ultimi anni la sua presenza nel côté immobiliare della Costa si è ridotta, in favore di Tom Barrack, miliardario americano di origini libanesi, oggi spalleggiato da Franco Carraro. Fatto che non ha mancato di creare scontento, visto che molti membri del Consorzio Costa Smeralda rimpiangono la leadership del principe per quello che “con i suoi 3.600 soci è il «condominio» a più alta concentrazione di Vip al mondo”, come ebbe a scrivere un articolista del Corriere della Sera un paio di anni fa. Nel frattempo però, Karim Aga Khan non ha mai ceduto la guida degli asset della Costa legati al trasporto aereo, vale a dire l'aeroporto di Olbia e la compagnia aerea Meridiana. Anzi, su questo fronte, non sono mancati stimoli e iniziative, alcune delle quali molto recenti. Di fatto l'aeroporto internazionale di Olbia, si presenta come un caso unico, rispetto alle altre aerostazioni italiane e sono quattro i punti che caratterizzano questa “diversità”: la forte presenza dell'aviazione generale (i cosiddetti voli privati), l'inserimento nel terminal di attività extra aviation come l'Università e la sede di Confindustria locale, il saldo controllo privato della società di gestione Geasar Spa (di cui Meridiana Spa detiene il 79,8%) oltre, ovviamente, alla notevole

Università e Confindustria: la città aeroporto

I PASSEGGERI DI OLBIA (2000-2009)

tab. 2 Ripartizione percentuale ricavi non aviation GEASAR+CORTESA +ECCELSA

tab. 1

Passeggeri Anno stagionalità. La gestione dell'attività aeroportuale è effettuata dalla capogruppo Geasar e da due società controllate al 100%, Cortesa, cui è demandata la gestione delle attività retail e food, e Eccelsa Aviation, che invece ha in gestione l'aviazione generale. Durante la nostra visita abbiamo incontrato Lucio Murru, responsabile della business unit Commerciale non aviation di Geasar, Francesco Cossu Manager Operations & Security di Eccelsa e Raffaele Ciaravola, Business development manager di Geasar.

Jet privati, un vero terminal Elicotteri, aerotaxi, autovetture di lusso (con o senza autista), sponsor che investono senza limiti per comparire – con garbo – negli spazi aeroportuali. Un'oasi dove la crisi non sembra essere nemmeno iniziata, così appare il nuovissimo terminal di aviazione generale di Olbia.

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 (gen-giu)

Av. generale 13.355 14.369 16.645 19.751 23.682 34.770 27.418 29.541 27.773 6.369

Variaz. % Commerciale anno preced. 1.323.263 1.336.499 1.368.499 1.534.503 1.561.980 1.645.453 1.804.667 1.770.665 1.775.551 626.244

14,5 1,1 2,5 12,2 2,0 5,4 9,6 -1,1 0,2 -5,9

affermano con enfasi unanime i nostri interlocutori. E questa eccellenza – una volta tanto la parola non è usata a sproposito – è evidente in tutti gli

ambienti che caratterizzano il terminal di aviazione generale: i negozi, il bar, il ristorante Cortesa (aperto anche alla clientela esterna), le sale lounge e quelle busi-

Fonte: Assaeroporti

% Sub Concessions Rent a car Food&Beverage direct Regional Products Advertising Parking Other

42% 13% 6% 18% 8% 12% 1% 100%

Qualche parola merita il fortunato inserimento negli spazi del terminal della sede del corso di Laurea in “Economia ed Imprese del Turismo” dell’Università di Sassari. Le aree universitarie, ricavate al piano mezzanino, hanno un’estensione di circa 1.000 mq e sono composte da aule didattiche, laboratori e da un’aula magna da 250 posti, utilizzata anche per convegni e manifestazioni culturali. Questa realtà, assieme alla sede di Confindustria, dimostra che il concetto di city airport può funzionare anche “nel piccolo”, presso scali regionali o a forte vocazione turistica/stagionale.

Fonte: Geasar

L'offerta commerciale Probabilmente il più bello e completo d'Italia e uno dei migliori a livello internazionale. D'altro canto Costa Smeralda è divenuto un marchio potentissimo che attrae da sempre grandi nomi: per questo, qui la qualità è sempre al top. L'Aga Khan pretende sempre il massimo – ci racconta Murru – tutte le scelte devono avere una motivazione, un'ispirazione e un'idea d'origine: per noi è importantissimo il confronto con l'estero. Questo spinge a fare sempre meglio, nell'ottica di dover raggiungere i risultati prestabiliti, con un controllo dei costi assoluto -

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La prima aerostazione di Olbia è ness. Servizi onerosi per Eccelsa stata inaugurata il 10 luglio del che – come sottolinea orgogliosa1974 mentre nel luglio del 2002 mente Cossu – li mantiene in persono state aperte le aree operative fetto esercizio durante tutti mesi della nuova aerostazione. dell'anno, e non potrebbe essere altriDOSSIER AEROPORTI menti. Anche se gli PUBBLICATI AD OGGI “ospiti” del terminal (russi, americani, Numero Aeroporto arabi, europei, Fiumicino (Roma) 1-2/2009 regnanti, uomini 3/2009 Catullo (Verona) d'affari e capi di 4/2009 Caselle (Torino) stato) utilizzano sal5/2009 Galileo Galilei (Pisa) tuariamente i servizi 6/2009 Karol Wojtila (Bari) a loro disposizione 7-8/2009 Falcone Borsellino (Palermo) 9/2009 Olbia Costa Smeralda (Olbia) ma hanno la possibilità di goderne come retail&food - settembre 2009 43

ANNO 4 • NUMERO 9 • SETTEMBRE 2009 • € 3,00

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n°46) art. 1. comma 1, DCB Milano

break

retail&food LUOGHI DI VIAGGIO • SPAZI COMMERCIALI

In primo piano TUTTI FERMI

Ristoro & co. in autostrada

TUTTI FERMI Bilancio di una lunga estate calda, la parola ai protagonisti.

Per i gestori delle aree di servizio, si è chiusa un'estate difficile. Traffico in leggero calo, minore propensione all'acquisto: com’è andata veramente? I prezzi, le promozioni, i nuovi prodotti... l'osservatorio prezzi sulle aree della A14 tra Bologna e Ancona a pagina 20, la parola ai protagonisti a pagina 54 Dossier aeroporti • Star Trek retail+food • Osservatorio prezzi Olbia, airport city Benetton + La Bufala Autostrada A14

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r&f News VOLA LA MONGOLFIERA DELLO SHOPPING PUGLIESE

Non tutti i centri commerciali piangono, anzi. Un 2009 all’insegna dell’ottimismo per il centro commerciale Gran Shopping Mongolfiera di Molfetta, che nel primo semestre dell’anno ha registrato un incremento del fatturato medio superiore al 20% rispetto al 2008. Il centro commerciale targato Foruminvest ha segnato un incremento anche nelle presenze medie a maggio e giugno 2009, rispetto ai due mesi dell’anno passato.

STARBUCKS SALE A BORDO DI EASYJET

In Italia ancora non si vede traccia della catena Starbucks, ma se proprio non si vuole rinunciare a un tipico caffè o ad un muffin del brand statuni-

tense basta salire a bordo di uno dei voli Easyjet e scegliere i prodotti inseriti nell’offerta on board della compagnia low cost. Da luglio a settembre, infatti, i passeggeri in volo potranno acquistare alcune delle bevande “Starbucks Via”, la linea di hot drinks pronta per l’uso.

ACI EUROPE PREMIA BOLOGNA

Durante il 19° congresso di Aci Europe, l’associazione internazionale degli aeroporti composta, lo scalo Guglielmo Marconi di Bologna è stato premiato come miglior aeroporto 2009 per la categoria fra uno e cinque milioni di passeggeri. Il motivo del riconoscimento è dovuto alla professionalità nella gestione delle operazioni di volo, nella qualità delle attività commerciali, l’impegno della comunità e le relazioni con i vettori. Gli altri premi sono andati agli aeroporti di Ankara (categoria 5-10 milioni di pax), Palma di Maiorca (10-25 milioni) e AmsterdamSchipol (più di 25 milioni).

4 retail&food - settembre 2009

Rossopomodoro: tra aperture e formazione

F

atturati positivi che permettono l’inaugurazione di nuovi punti vendita. Così Rossopomodoro prosegue la propria espansione sia in Italia che all’estero. «Nel 2009 – ha dichiarato il presidente Franco Manna – abbiamo in programma l’apertura di almeno 11 locali nel Belpaese e uno a New York. Il nostro successo è legato al rapporto qualità-prezzo: puntiamo sulla genuinità dei prodotti accompagnata alla qualità del servizio. Questo ci ha permesso di chiudere il 2008 con un fatturato di 61 milioni di euro». Al centro della strategia di espansione del Gruppo Sebeto c’è la formazione del personale. Gli incontri con i direttori dei punti vendita avviene con frequenza mensile a Napoli, Roma e a Milano. Proprio nel capoluogo lombardo si è tenuta lo scorso luglio la giornata dedicata all’aggiornamento dei responsabili dei ristoranti italiani e londinesi, che si inserisce all’interno del percorso educational “L’ambasciatore del brand”. «I temi trattati vertono sulle nuove procedure di ricerca, sviluppo e ingenierizzazione delle ricette – ha spiegato Clelia Martino, development manager di Gruppo Sebeto – e sull’innovazione del sistema informativo che è a sostegno dei processi operativi di controllo e di reporting per la qualità del servizio e il controllo gestionale e funzionale. Oltre a questo corso ne

è attivo un altro rivolto ai ragazzi che vogliono fare parte di Sebeto Italia: dura 12 mesi, è diviso in tappe con moduli e attività didattiche». Relatore all’interno dell’iniziativa, Gianfranco Veltre, sales director ho.re.ca&export di Cafè do Brasil, ha esposto una lezione sul tema che spazia dalla nascita del chicco di caffè sino alla degustazione e alla prova di miscela tra Arabica e Robusta. «L’obiettivo è di far conoscere il prodotto di trasformazione e le modalità per migliorarne l’utilizzo – ha illustrato Gianfranco Veltre – affinché la percezione da parte del consumatore finale sia in linea con i principi di qualità e di attenzione verso il

consumatore medesimo. La finalità successiva è quella di avere in tazza un prodotto eccellente che vada a chiudere il pasto e che elevi il ricordo della permanenza all’interno dei ristoranti del Gruppo Sebeto». •

Prada: 140 negozi diretti per battere la crisi

I

n controtendenza rispetto al proprio settore e nonostante abbia un debito in scadenza di circa 450 milioni di euro, Prada punta sull’apertura entro il 2012 di 140 negozi diretti in tutto il

mondo. Grazie al sostegno delle banche, in particolare di Intesa e Unicredit, che le prolungherebbero la linea di credito, la casa di moda italiana, secondo a quanto riporta il Messaggero, conta di aprire 10

punti vendita in Italia, 46 in Europa, quattro nel mondo arabo, 14 in Giappone, nove negli Usa, sei in Sud America e 51 in Cina, Australia, Corea e Malesia. L’attività di questi negozi, secondo le previsioni del piano triennale, dovrebbe portare il fatturato 2009 a 1,5 miliardi di euro, quello 2010 a 1,7 miliardi, quello 2011 a 1,9 miliardi e quello 2012 a 2 miliardi 104 milioni di euro. La strategia è stata deliberata dal nuovo cda, che intende far leva sui punti vendita diretti in quanto ritiene che la distribuzione intermedia sia in “declino”. Proprio le performance positive dei locali di proprietà hanno permesso a Prada, infatti, di mantenere lo stesso livello di fatturato dell’anno precedente. Nel frattempo, recentemente ha riaperto lo store all’interno del Breeze Center di Taipei, nell’isola di Taiwan. Il negozio è stato chiuso per lavori di restyling e un ampliamento della superficie a 380 mq. •


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r&f News EATALY TOKYO RADDOPPIA ASSIEME A GROPPO

Nemmeno il tempo di far gustare ai giapponesi tutte le prelibatezze italiane che Eataly, il mercato enogastronomico caratterizzato

della qualità italiana, ha aperto il secondo store nella capitale nipponica. E anche in questo caso, ad arredare gli spazi “tecnici” ci ha pensato l’azienda Groppo, specializzata nell’industria alimentare: i banco pasticceria, caffetteria e banco bar installati a Tokyo sono stati creati dall’azienda piemontese.

COSTA, LA RISTORAZIONE A PASSO DI CULTURA

La catena Pane Vino e San Daniele ha aperto un nuovo ristorante all’interno di Palazzo San Gaetano di Padova, il centro culturale più grande d’Italia. A curare gli interni del punto monomarca è stato Costagroup, il quale ha già curato per la catena ristorativa vari restyling nelle location di La Spezia, Parma, Roma, Locarno e a breve anche nel punto di Tolmezzo.

IL NOLEGGIO AUTO IN FRENATA NEL 2009

Anche il comparto del renta-car, in continua ascesa negli ultimi anni, ha registrato una brusca frenata già nel primo trimestre dell’anno, soprattutto nel noleggio a breve termine segnando un -11%, e un 1,2% nel lungo periodo. A pesare sono in particolar modo il restringimento del credito e l’andamento negativo delle quotazioni dell’usato che, secondo fonte Aniasa, hanno fatto scendere il giro d’affari dai circa 206 milioni dei primi tre mesi del 2008, a poco più di 183 milioni dello stesso periodo del 2009.

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Voglia di franchising

Burger King, Centro avanti Burger King l'Italia interessa e lo sviluppo nel Belpaese rappresenta una bella scommessa per la corporation americana. A confermare la volontà di espandere la rete di punti vendita, che avverrà presumibilmente nelle regioni centrali e meridionali dello stivale è stato Juan Olave, general manager di Burger King Italia: «L’Italia costituisce per noi uno de mercati più importanti e con il maggiore potenziale di sviluppo dell’area Emea». Lo stesso Olave ha poi illustrato alla stampa l’espansione italiana del brand statunitense: dieci anni dopo l’inaugurazione del primo locale di Milano, ne sono stati aperti 57 di cui 16 soltanto nell’ultimo anno fiscale, che si è chiuso il 30 giugno scorso. Per quel che riguarda le location, Roma è sicuramente la capitale italiana anche per BK che ha aperto in città due ristoranti di proprietà, utilizzati anche per testare i prodotti e fare formazione. Attorno a questo baricentro crescerà la rete dei nuovi pdv che probabilmente si svilupperanno nelle città di dimensioni medio/grandi, sia in posizione centrale che periferica. In particolare, verranno valutate con notevole interesse le location drive-in, ubicate lungo gli assi di grande scorrimento o all'ingresso delle autostrade.

A

L’elevato interessamento che il colosso statunitense ha dimostrato verso i centri urbani sembra togliere spazio al canale travel: conclusa l’esperienza aeroportuale con Juan Olave Autogrill (con il quale mantiene però due locali in autostrada), sembra infatti l’intenzione sia quella di espandersi al di fuori della rete stradale a pedaggio, come dimostrano i recenti accordi con Fini, uno dei principali franchisee della catena di fast food. Nessuna ipotesi esclusa però, perché le opportunità verranno comunque ricercate e accolte partendo dalla valutazione delle competenze dei franchising partner. Per quel che riguarda la proposta ristorativa, nessuna grossa novità in cantiere: gli hamburger continueranno ad essere cotti alla griglia e rimarranno il cuore dell'offerta. In arrivo invece un rinnovo dei layout dei ristoranti. La carne per i locali italiani continuerà ad essere fornita da InalcaCremonini (come per McDonald's) mentre, probabilmente, diventerà italiano anche il fornitore del pane. •

Fujitsu fa ricerca per il retail

Diadora pronta al rilancio con Polegato

A

fine giugno è stata presentata la ricerca sul retail commissionata da Fujitsu Service e condotta da IDC Retail Insights. È centralizzazione di sistemi per il punto vendita? E a che Denis Nalon punto è la modernizzazione dei sistemi IT? Secondo un campione di oltre 50 retailer di dimensioni medio grandi, le necessità impellenti sono rivolte a contenere i costi e a migliorare l'offerta e la customer experience. Per questo, l'80% degli intervistati, ha dichiarato che nei prossimi due anni gli investimenti IT riguarderanno i sistemi POS, le applicazioni di gestione del personale e i programmi di loyalty. “Occorre efficienza e precisione e, ad esempio sulle loyaly non occorre inviare 500.000 sms di 498.000 a utenti non interessati e quindi con una redemption minima. Sparare nel mucchio non ha più senso” afferma Denis Nalon, Marketing Manager di Fujitsu Services in Italia che ricorda: “nel nostro paese la società è particolarmente impegnata sul mercato retail”. Tra i vari clienti Fujitsu Service Italia annovera brand come Rinascente, Coin, Upim, Sephora, Feltrinelli, mentre in ambito food la società supporta, ad esempio, Autogrill. Fujitsu multinazionale con sede a Tokyo, occupa 175.000 dipendenti e ha un fatturato fatturato consolidato di 47,8 miliardi di dollari. Nel mercato mondiale delle tecnologie occupa attualmente il quarto posto.

L

o storico marchio dello sportswear italiano,

Diadora, è stato acquistato dal patron di Geox, Mario Moretti Polegato. L’operazione è stata compiuta attraverso Lir, la finanziaria della famiglia

Polegato, ed ha battuto una folta e agguerrita concorrenza composta dai fondi Orlando Italy e Atlantis Partner. Con questa manovra, il fondatore di Geox, aggiunge un importante mattone per la costituzione di un vero e proprio impero della calzatura, anche all’acquisizione di Diadora dovrà seguire una fondamentale fase di ristrutturazione aziendale, visto l’importante deficit che ha accumulato l’azienda di abbigliamento e calzature trevigiana. I debiti annuali di Diadora ammontano infatti a circa 80 milioni di euro, a fronte di un giro di affari complessivo di circa 200 milioni grazie alle royalty dei licenziatari nel mondo. La sfida più calda per Polegato riguarderà soprattutto la situazione occupazionale: il braccio di ferro con i sindacati verterà proprio sulla conservazione dei posti di lavoro e l’obiettivo sarebbe quello di confermare più della metà dei lavoratori attualmente impiegati. Chi invece farà sicuramente la valigia è l’ex amministratore delegato, Enrico Mambelli, che ha guidato Diadora negli ultimi quattro anni. •


Multiplex, i Benetton incantati da Medusa

N

ovità in cartellone, nell’orbita dell’impero Benetton sono entrati a far parte i multisale Warner Village Cinema. Ciò è avvenuto grazie alla recente partnership tra la società di private equity 21 Partners, guidata da Alessandro Benetton, e Mediaset, che attraverso Medusa Multicinema li aveva acquisiti in precedenza. L’alleanza tra i due colossi ha dato vita a un vero e proprio gigante del settore, il primo per quota di mercato in Italia, con possibili scenari di cambiamento all’interno del comparto retail cinematografico, che spazia dalla ristorazione all’interno delle multisale e dei centri commerciali dove queste sono inserite, alla vendita di gadget e di abbigliamento sino alle gestione delle sale stesse. Analizzando nel dettaglio i termini dell’operazione, la newco è partecipata al 51% dal fondo di private equity e al 49% dal gruppo guidato da Fedele Confalonieri. La società veicolo ha acquistato gli asset da Medusa Multicinema, controllata attraverso Rti, e sua volta Medusa ha rilevato le multisale controllate da Time Warner. Riguardo agli importi dell’iniziativa non vi sono dati disponibili, mentre per quanto concerne il nuovo management è stato nominato a capo dell’azienda Giuseppe Corrado, che può contare su un portafoglio di 25 strutture, tra cui cinque delle dieci principali sale italia-

ne, 257 schermi distribuiti lungo la Penisola e su un giro d’affari stimato in 125 milioni di euro all’anno grazie ai circa 15 milioni di biglietti venduti. In seguito a questa operazione il comparto italiano si presenta meno frammentato, anche se rimane tale facendo il paragone con quello degli altri paesi europei. In termini di box office la newco detiene infatti una quota di mercato fra multiplex e multisala del 15,5%, mentre, nel solo segmento

È tutto pronto per l’edizione 2009 di Cibus Tec

S

pecializzata da 70 anni nel settore delle tecnologie alimentati, l’edizione 2009 di Cibus Tec si terrà presso le Fiere di Parma dal 27 al 30 ottobre. La rassegna di quest’anno presenterà delle novità contenutistiche rispetto a quella precedente, pur mantenendo la programmazione dell’evento divisa in tre tematiche:

Buone notizie per chi viaggia

I

n questo scorcio di estate le buone notizie per i viaggiatori non mancano. Si tratta di piccole cose, certamente, ma significative, perché rappresentano altrettante attenzioni verso una categoria di consumatori spesso maltrattata. La prima arriva da Snav ed Hertz, e si fonda su un accordo tra queste due compagnie. Chi viaggia sulle rotte Snav , presentando il biglietto relativo alla Hertz, avrà diritto ad uno sconto del 5 o del 10% sull’autonoleggio, a seconda della lunghezza del noleggio. Niente di speciale, come si può vedere, ma una cosa gradevole. Più ficcante l’accordo tra Jacala e Meridiana Eurofly, la quale, avvalendosi della collaborazione e dell’esperienza della nota azienda leader nell’e-commerce, ha istituito a bordo dei suoi aerei un “negozio” virtuale del tutto particolare ed innovativo, che non soffre di limitazioni merceologiche perché spazia in tutti i settori, dall’elettronica agli articoli casalinghi e ai prodotti di consumo: è un’evoluzione interessante, che offre una bella comodità

multisala, il dato si attesta al 30%. Il competitor di maggior riferimento, che detiene una quota dell’11,2%, è Uci Cinemas-Oden, attivo anche in Gran Bretagna, Austria, Germania, Portogallo e Spagna. •

Tecnoconserve, Milc e Multietnico. Il primo filo-

ne approfondisce la tecnologia di trasformazione dei prodotti vegetali con informazioni specifiche sugli strumenti dedicati alla produzione dei succhi di frutta e della IV e V gamma. Il secondo è espressione delle tecnologie lattiero casearie, con attenzione ai prodotti più innovativi tra cui si annoverano i probiotici. Il terzo, infine, tratta delle tecnologie trasversali di imballaggio, etichettatura, igiene, sicurezza, tracciabilità e identificazione. Tra le novità di quest’anno si colloca il lay-out espositivo e la nuova calendarizzazione settimanale. •

MyAir rimane a terra

M

al viaggiatore, e che sarà certamente imitata. Ma l’idea più originale viene da Pet Airways: come dice il nome, la compagnia ama trasportare cani e gatti: i quali, a prezzi ragionevoli, potranno volare in cabina e non più nella stiva. Poiché si calcola che ci siano 70 milioni di cani e gatti che ogni anno volano negli USA, il mercato è piuttosto promettente, ed infatti i voli sono già prenotati per i prossimi due mesi. Speriamo che l’idea sia raccolta anche in Italia! •

otori spenti fino all’adozione di un successivo provvedimento. Niente voli, dunque, per la compagnia MyAir in seguito al decreto d’urgenza emanato lo scorso 22 luglio dall’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, con le ha revocato la licenza provvisoria di esercizio generale per il trasporto aereo di passeggeri e merci. L’ente è intervenuto dopo aver inviato al vettore un invito formale, in data 21 luglio, a ripristinare entro 24 ore il regolare svolgimento dei voli schedulati nella corrente stagione. La motivazione del provvedimento fornita da Enac si concentra sui mancati sviluppi in merito alla preannunciata ricapitalizzazione e sul fatto che i flussi di cassa correnti non assicurano una copertura dei costi per i servizi essenziali. Proprio su quest’ultimo elemento verteva la concessione della licenza provvisoria, rilasciata lo scorso 25 giugno sotto condizione che MyAir fosse in grado di far fronte ai propri impegni attraverso una disponibilità di cassa sufficiente per garantire la gestione dell’operativo programmato. Il mancato rispetto di questo termine, sostiene Enac, pregiudica il regolare svolgimento dei servizi di trasporto aereo con possibili riflessi anche di ordine pubblico.

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r&f News AUTOGRILL DUOMO: VERSO LA CONCLUSIONE DEL RESTYLING

Realizzata di notte affinché il punto vendita non debba chiudere di giorno, l’opera di ristrutturazione di Autogrill Duomo si dovrebbe concludere entro la fine del mese. I lavori per adeguare il locale alla nuova normativa antincendio sono iniziati lo scorso maggio ed effettuati da Gruppo Vona. L’intervento si è rivelato particolarmente delicato perché eseguito su un immobile vincolato dalla Sopraintendenza per i Beni Architettonici, nel cuore di galleria Vittorio Emanuele, poiché aperto al pubblico e situato in zona pedonale, per cui i mezzi per l’allontanamento delle macerie risultate dalle demolizioni possono intervenire solo nelle ore notturne.

CONFIMPRESE PER IL FRANCHISING

La nautica guarda fiduciosa al salone di Genova

I

l settore nautico ha retto alla mareggiata della crisi, e ora si prepara a salpare verso nuovi orizzonti. Se prima del 2008 l’industria della navigazione era abituata a cifre di crescita alte, «superiori al 10% negli ultimi 10 anni» come ha ribadito Anton Francesco Albertoni presidente di Confindustria Nautica, oggi le onde burrascose della finanza internazionale hanno costretto a ridimensionare le stime di crescita del settore, che rimane pur sempre un perno dell’imprenditoria italiana. Soprattutto la cantieristica, che nel 2008 ha fatturato globalmente 3,8 miliardi di euro, con uno scostamento di 0,5% rispetto al 2007.

Prosegue l’accordo tra Confimprese e Fiera MilanoExpoCts in merito alla 24esima edizione di Franchising&Trade, che si terrà nei padiglioni milanesi dal 23 al 26 ottobre. Proprio nella giornata di apertura l’Associazione organizzerà l’incontro “Il franchising in Italia. Modelli di business sostenibili per network di successo”. Inoltre, Confimprese sarà presente alla manifestazione con uno stand e permetterà ai propri soci condizioni vantaggiose per l’allestimento di spazi espositivi individuali e per l’organizzazione di azioni di co-marketing.

H&M, 159 aperture con vendite e ricavi in aumento

LA ROMANINA APRE NUOVI NEGOZI

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Sono stati aperti in estate due spazi commerciali nella nuova galleria inaugurata all’interno del centro commerciale La Romanina. Le aperture, che hanno riguardato le insegne Kiko Make Up e Arena Sport, fanno parte del piano di rinnovamento interno ed esterno che il complesso romano sta attraversando. Nel corso dei prossimi mesi altri brand entreranno nell’area area posta al piano terra fino a completare gli 11 spazi creati per i retailer. L’inaugurazione del centro completamente rinnovato è prevista per novembre.

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opo aver registrato un sensibile aumento delle vendite già nel primo trimestre (+18%), H&M registra un incremento ancora più sostenuto nei successivi tre mesi con vendite per 2,4 miliardi di euro (+23%). Nell’anno della crisi, particolarmente penalizzante per il settore dell’abbigliamento, il colosso del fast fashion è cresciuto su base semestrale del 21% raggiungendo una quota di 4,5 miliardi di euro. Sotto l’aspetto degli utili operativi, il progresso nella prima metà dell’anno è stato dello 0,9%, mentre i profitti netti nel primo semestre sono scesi di quasi il 2% anche se nel secondo trimestre sono aumentati del 6,4%. I dati positivi hanno permesso di mantenere inalterate le strategie di espansione aziendale, che nella seconda parte dell’esercizio prevedono un totale di 159 aperture, dislocate soprattutto nel mercato americano, inglese, tedesco, francese, italiano e spagnolo, a cui si contrappongono 18 chiusure. •

Faro del comparto rimane il Salone Nautico Internazionale di Genova, arrivato quest’anno alla 49 esima edizione, la quale si prospetta tutt’altro che ridimensionata. Dal 3 all’11 ottobre, infatti, Fiera di Genova accoglierà nei suoi padiglioni più di 1.450 espositori e 2.400 barche, 550 delle quali sono nuovi modelli: cifre che testimoniano la vitalità del comparto nautico che guarda oltre le difficoltà finanziarie del momento. Per la fiera genovese presieduta da Paolo Lombardi, il Salone Nautico sarà anche l’occasione per inaugurare il nuovo padiglione fronte mare progettato dall’architetto Jean Nouvel. •


retail&food - settembre 2009 9


r&f News A MILANO LA CONFERENZA SUI FACTORY OUTLET

Si svolgerà nella città meneghina dal 14 al 15 ottobre la European Factory Outlets Conference organizzata dal Consiglio internazionale degli shopping center. Sempre più lo sviluppo dei foc sta calcando le scene del retail-real estate e uno degli obiettivi perseguiti dalla conferenza dell’Icsc è proprio quello di capire il grado di saturazione che queste strutture commerciali hanno raggiunto nel Paese. Alla due giorni milanese prenderanno parte i più importanti outlet brand presenti nel mercato italiano.

IL SOL D’ORO 2009 ALL’AGRARIA RIVA

L’azienda Agraria Riva del Garda si è aggiudicata il Sol d’Oro 2009 per il miglior olio fruttato leggero al mondo. L’azienda olearia, produttrice del’olio extravergine di oliva Garda Trentino DOP, ha vinto la concorrenza dei restanti 247 oli in gara provenienti da tutto il mondo. Il riconoscimento, decretato da esperti internazionali e tecnici degustatori, avvalora una volta di più l’olio Garda del Trentino, il primo in Italia ad aver ricevuto la Denominazione di Origine Protetta.

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Il Medio Oriente attrae nuove aperture

L

’area medio-orientale a cquisisce sempre maggiore attrattività per le griffe, che vi trovano un mercato con un alto potere di acquisto. In linea con questo trend si inseriscono le aperture di Gherardini, con il suo primo monomarca in Arabia Saudita a Riyadh, di 18CRR81

Cerruti, che battezza il suo secon-

do negozio a Dubai , in particolare nella nuova ala del BurJuman Mall, e del brand Ice Iceberg, di proprietà del Gruppo Gilmar, che ha festeggiato due nuovi punti vendita di 100 mq ognuno rispettivamente nel Seef Mall di Manama e all’interno del The Pearl a Doha.

Versace, infine, ha investito sul

Dubai Mall aprendo il suo più grande flagship store in Medio Oriente, esteso oltre 600 mq, e la seconda gioielleria al mondo dedicata ai propri preziosi ed orologi. •

Chef Express riapre a Vallescrivia Est

A

mmodernata e ingrandita, ha riaperto a luglio l’area di servizio gestita dal Gruppo Cremonini Vallescrivia Est, posta sull’A7 MilanoGenova. La nuova area a insegna Chef Express copre ora una superficie di 295 mq (contro i 155 mq precedenti) e ospita al proprio interno una caffetteria Mokà, un corner snack con i marchi Leone e Mr Panino, più la zona market Mercatino Crai. La rinnovata area di servizio si trova in direzione Milano, tra le uscite Isola del Cantone e Vignole-Arquata, a cavallo tra la Liguria e il Piemonte. L’intera riqualificazione ha richiesto un investimento di 650.000 euro e si prevede che a regime l’area possa servire oltre 390.000 clienti l’anno.

Amenduni salva Aedes

I

150 milioni di euro necessari per la ricapitalizzazione di Aedes, di cui fa parte la società di consulenza e gestione di shopping center Agorà, arriveranno da un consorzio bancario (Mps, Unicredit e Intesa San Paolo) e dalla famiglia Amenduni. Proprio gli industriali vicentini hanno deciso di incrementare la propria quota nella ricapitalizzazione societaria di Aedes (che nell’inverno scorso ha rischiato il fallimento) dopo il dietrofront di Pierino Isoldi, vicepresidente uscente a causa della sua

impossibilità a coprire la propria parte di aumento di capitale pari a 70 milioni di euro. Se Aedes riuscirà a risollevare le proprie sorti, molto lo dovrà agli Amenduni che con un impegno da 70 milioni di euro sono i maggiori sostenitori

della società genovese, mentre dall’allargamento del consorzio di garanzia delle banche arriveranno 67,5 milioni. I restanti 12,5 milioni, invece, saranno a carico degli azionisti di minoranza tra cui compare anche Fininvest. •


Per ICCSAI il trasporto aereo 2009 è un libro aperto

I

l sempre più mutevole mercato aeronautico nazionale e mondiale, ancor più aggravato dal calo di passeggeri provocato dell’annus horribilis appena trascorso, ha spinto il Centro internazionale per gli studi dell’aviation industry a fotografare la competitività del trasporto aereo in Europa attraverso il proprio Fact Book 2009. Giunta alla terza edizione, la pubblicazione dell’ICCSAI è un esauriente report che spazia dalle statistiche di traffico negli aeroporti fino alle analisi sulle rotte tra i paesi della UE, paragonandole alla situazione vissuta oltre Oceano. Una parte importante del Fact Book 2009 è dedicata ai vettori low cost, veri mattatori del trasporto aereo degli ultimi anni: un attento studio sui prezzi e su alcune delle rotte più frequentate forniranno agli addetti del settore un utile stimolo per riflettere non solo su numeri e teorie, ma soprattutto sulla realtà pratica del sistema aeroportuale. Il gruppo di lavoro che ha reso possibile il Fact Book 2009 è composto da professori universitari provenienti dagli atenei di Brescia, Bergamo e Roma, tra i quali il cordinatore accademico Renato Redondi e il vice direttore scientifico Gianmaria Martini. •

Cambio di poltrone ai vertici di Hugo Boss e Gruppo Prada l gruppo internazionale con sede a Metzingen, in Germania, ha nominato Nazzario Pozzi amministratore delegato di Hugo Boss Italia Spa. Con un’esperienza maturata presso gli uffici di 3 Italia, Marzotto e suc-

I

brand Boss e Hugo nel nostro mercato nazionale. Un altro avvicendamento riguarda Stefano Contini, nominato direttore comunicazione e relazioni esterne del Gruppo Prada. Il neo responsabile vanta 12 anni di lavo-

cessivamente di Salvatore Ferragamo con responsabilità interna-

ro all’interno dell’azienda, dove ha ricoperto ruoli nell’area commerciale e, in particolare, in quelli di direttore generale di Car Shoe e brand director di Church’s. •

zionali di sales and marketing, ora Pozzi avrà il compito di sviluppare ulteriormente le varie collezioni dei

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r&f News Evoluzioni aeree

Nuovi servizi da MustFly U

tilizzo frazionale è la parola chiave del servizio di aerotaxi di MustFly, la nuova compagnia di jet d’affari operata da Itali Airlines, marchio del gruppo Aeroservices di Giuseppe Spadaccini. Negli Stati Uniti è pratica comune da anni, accentuatasi con la crisi finanziaria. Molte aziende hanno smantellato il flight department, tagliando costi fissi e complessità di gestione, rivolgendosi ad un operatore esterno da utilizzare à la carte. E’ nato così un mercato punto a punto a prezzi relativamente contenuti, fortemente competitivo nel corto raggio con le tariffe business dei voli di linea. Per l’Italia ci ha pensato lui. Giuseppe Spadaccini, classe 1957, abruzzese di Chieti, ingegnere e pilota, vicino – si mormora – al sottosegretario Gianni Letta del quale è conterraneo. Il patron Spadaccini oltre alla compagnia regionale Itali Airlines che con 10 aerei (delle banche) vola da Pescara a Milano, Roma, Venezia, Olbia, Torino e Nizza, possiede anche una compagnia di charter, una di manutenzione e una di formazione aeronautica. Con un’altra, la Sorem, gestisce i 16 Canadair della Protezione civile. Due anni fa si parlò di Spadaccini per un ordine da 280 milioni di dollari per altri 10 Superjet 95LR ad Alenia e Sukhoi, più un’opzione per altri dieci. A gennaio scorso il manager era nel mirino del pm di Pescara Filippo Guerra, coinvolto in un’inchiesta su frode fiscale e riciclaggio con

una serie di società all’estero. Adesso gli aerotaxi. Attivo a Ciampino dal 1 agosto il servizio MustFly è stato presentato l’8 luglio presso la sala Refettorio della Camera dei Deputati. Una sede istituzionale a significare che la presentazione del servizio di jet d’affari rientra in una riflessione più ampia sull’innovazione del trasporto aereo su scala Europea. Sono gli aeroporti minori – circa duemila in tutta Europa – sui quali Mustfly intende operare, raccordandosi alla rete dei grandi aeroporti in due punti strategici, Linate e Ciampino.

La flotta, costituita esclusivamente da Cessna Citation C 510 Mustang, raggiungerà fra due anni le 18 unità. L’ultimo nato in casa Cessa, tecnologicamente avanzato, silenzioso, a basso impatto ambientale, decolla in 950 metri e atterra in poco più di 700 metri. Ha un’autonomia di 2000 chilometri e ridotti costi operativi. Nell’allestimento per 4 passeggeri e due piloti è capace di intercettare il 90% del traffico executive, che si muove in genere su rotte al di sotto dei 2000 chilometri e con massimo quattro passeggeri a bordo. Adolfo Marino

Maggio positivo per Malpensa

È

stata un’annata difficile per gli aeroporti mondiali, soprattutto per Malpensa a causa dell’abbandono di Alitalia, la quale ha preferito allo scalo lombardo quello romano di Fiumicino. Eppure, dati di Aci Europe alla mano, nonostante un decremento dei passeggeri generalizzato in tutti gli aeroporti della Ue, alcuni scali hanno iniziato a rilevare un segno positivo sul traffico passeggeri e tra questi, unico tra gli aeroporti di fascia 2 (da 10 a 25 milioni), compare proprio Malpensa. Nel maggio scorso, infatti, lo scalo Sea ha visto incrementare del 2,3% i suoi passeggeri in transito. Insomma, se come ha affermato Rocco Sabelli, ad di Alitalia, Malpensa sta diventando un aeroporto low cost, forse non tutti i mali vengono per nuocere…

CASELLE, CHIAMPARINO VUOLE I PRIVATI

Obiettivi chiari per il sindaco Sergio Chiamparino nel discorso che ha rivolto all’Unione Industriale di Torino: investire per potenziare l’aeroporto ed eliminare i ripetuti ritardi di Cai. A monte di questo intervento preoccupa la situazione dell’aeroporto Caselle, declassato dal tredicesimo al sedicesimo posto in Italia per connettività con gli altri scali europei e precipitato al 130 gradino nella medesima classifica su stima continentale, ben 25 posizioni in meno del 2007. «Le potenzialità del nostro scalo sono maggiori di quanto viene utilizzato – ha dichiarato il primo cittadino del capoluogo piemontese – Come enti pubblici ci sono stati richiesti degli impegni che siamo pronti ad assolvere compatibilmente con le nostre disponibilità economiche. Ci aspettiamo che anche i soci privati di Sagat facciano altrettanto. Visto che la società fa utili, auspichiamo che questi vengano reinvestiti per potenziare lo scalo». Per quanto riguarda Cai, Chiamparino definisce addirittura “scandaloso” il comportamento della società proprietaria di Alitalia.

IGD RISOLVE IL CONTRATTO A PESCHIERA BORROMEO

L’intervento per realizzare la galleria commerciale di Peschiera Borromeo si farà, ma senza la partecipazione di Igd. L’azienda specializzata nel settore immobiliare della grande distribuzione ha risolto consensualmente con gli altri attori partecipanti il contratto preliminare di acquisto, che prevedeva un investimento di 80 milioni di euro. La motivazione alla base di questa scelta è dovuta all’esito finale dell’iter autorizzativo, che ha prefigurato una realizzazione dell’opera differente rispetto a quella prevista nel contratto preliminare sottoscritto nell’agosto del 2007. In particolare, il prolungato percorso burocratico ha spinto l’azienda ad orientare i propri investimenti verso progetti di maggiore visibilità.

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r&f News FAST FASHION: SASCH SFIDA ZARA

Un fatturato 2008 da 120 milioni e utili in continua crescita fanno del marchio d’abbigliamento Sasch uno dei più validi competitor italiani allo strapotere di Zara e company nel campo del fast fashion. Guidata dalla famiglia Cenni, toscani doc, il brand Sasch punta molto sui negozi monomarca, gestiti per lo più in franchsing, e sull’export nell’Europa dell’est e in Sudamerica. Nei prossimi cinque anni, infatti, l’azienda toscana punta ad aprire ben 50 negozi in Messico dopo l’ottimo avvio dei primi otto store nel paese. Da qui alla fine dell’anno saranno inaugurati anche tre punti vendita in Italia.

IL MEGLIO DELLE CALZATURE IN VETRINA AL MICAM

Si svolgerà dal 16 al 19 settembre l’edizione 2009 di Micam Shoevent, l’appuntamento fieristico più importante al mondo dedicato alle calzature della gamma medio alta e alta organizzato dall’Anci, l’associazione nazionale calzaturifici italiani. All’interno dei padiglioni della Fiera di Milano-Rho parteciperanno i più prestigiosi calzaturifici italiani: sono infatti previste circa 1.600 aziende espositrici, le quali proporranno in anteprima le collezioni primavera-estate 2010.

EXPERT E DESPAR DENTRO LEBOLLE

È stato dato il via ai lavori per il nuovo shopping center a Eboli (Sa), una zona che nel giro di un paio d’anni vedrà moltiplicare la propria offerta commerciale. Il nuovo shopping mall, promosso da Trade Mart srl e commercializzato da Sogeprim Real Estate, vedrà la luce nel 2010 e sarà composta da una superficie di Gla di circa 16.000 mq sui quali compariranno una piattaforma alimentare targata Despar e una media superficie dell’elettronica ad insegna Expert.

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cosa occorre sapere per... A cura dello Studio Legale Cocuzza & Associati di Milano

La clausola “chioschi”

U

na delle qualità più ricercate dagli sviluppatori retail è sicuramente la visibilità del punto vendita: vetrine ben in vista da tutti i punti di accesso di una galleria commerciale, siano esse in un aeroporto, in una grande stazione o in un centro commerciale, possono fare la fortuna del sell-out. Allo stesso tempo, uno dei valori più preziosi per la proprietà di un grande spazio commerciale e per la società di gestione, ove presente, è la possibilità di gestire le aree comuni a piacimento, ivi incluso il diritto di affittare spazi a terzi, decorarli in occasioni di festività e utilizzarle per svolgervi attività ricreativi. A livello contrattuale, queste due opposte esigenze vengono spesso contemperate nella cosiddetta “clausola chioschi”, una pattuizione contrattuale con cui l’operatore cerca di garantirsi quanto più possibile che, di fronte e talora a lato delle proprie vetrine non venga installato alcunché, né a livello temporaneo, né in modo permanente. L’esperienza anglosassone è ricca di esempi: nelle “mall” americane postazioni semi fisse o chioschi di varia forma e specie (“barrows”), posti nella corsia che divide i negozi, vendono di tutto, dal non-food (cappelli, bigiotteria, orologi), al food (gelati, milkshake e zucchero filato). Ciò è potenzialmente lesivo dell’interesse dei marchi, tutto teso a mantenere una vetrina pulita e quanto più visibile da ogni possibile angolazione. Nel periodo natalizio, decorazioni potenzialmente voluminose possono oscurare la vetrina o ostacolare il flusso dei consumatori: grossi alberi di Natale, cartellonistica, luci. Ecco allora che i marchi più importanti richiedono sempre più spesso l’inserimento di clausole che impediscono o limitano il diritto della proprietà di effettuare o dare il diritto di realizzare queste installazioni: l’interdizione può essere

assoluta oppure sospesa per periodi particolari, come festività, saldi, o un numero limitato di giorni all’anno. Per garantirsi certezza in merito all’estensione della proibizione, si allegano ai contratti di affitto di azienda o alle locazioni planimetrie ove è specificata tramite colorazione l’area interessata dal divieto. La pratica commerciale ha da ultimo conosciuto l’estensione a questi divieti di installazioni “tecnologiche”, quali “fasci di luce” o “raggi laser”. Anche la tutela con cui proteggere tale clausola è lasciata all’abilità contrattuale delle parti: si va dalla mancanza assoluta di sanzioni (per cui la violazione comporta solamente un “inadempimento” sanzionabile con una causa ordinaria), alle più forti clausola risolutiva espressa (per cui l’inadempimento comporta il diritto dell’operatore di risolvere il contratto) e/o alla penale a carico della proprietà per ogni giorno di violazione della proibizione: quest’ultima ancora più efficace per l’affittuario qualora sia possibile una compensazione di tale penale con il canone. Come spesso accade, è comunque lasciato al potere contrattuale delle parti di decidere la possibilità stessa di pattuire una “clausola chioschi” e in caso affermativo l’estensione della medesima, anche se per certi retailer questa è diventata così importante da essere specificata già in sede di term sheet ovvero proposta irrevocabile. Avv. Alessandro Barzagli

Per informazioni e quesiti gli Avvocati Giulia Comparini gcomparini@cocuzzaeassociati.it e Alessandro Barzaghi abarzaghi@cocuzzaeassociati.it saranno lieti di rispondervi.

Tra Siab e Fippa un decennio di arte bianca

C

on lo scopo comune di alimentare la crescita del settore, Veronafiere (proprietaria del marchio Siab e quindi azionista unico di Promopan, la società che organizza la rassegna) e la Federazione italiana panificatori, pasticceri e affini hanno stretto un accordo per promuovere nel particolare

il ruolo internazionale della manifestazione il Salone dell’arte bianca – International-Bake Exhibition (l’evento ha cadenza triennale e il prossimo appuntamento si terrà nel maggio 2010) e una serie di eventi da organizzare congiuntamente. La partnership, valida sino al 2019 con la possibilità di essere rinnovata per due edizioni fino al 2025, prevede che Federpanificatori supporti l’attività di promozione e comunicazione della rassegna, soprattutto per quanto riguarda la presenza dei visitatori sia nazionali che internazionali (più di 50.000 nel 2007, di cui il 20% esteri, per oltre 400 espositori). «L’operazione configura un’alleanza di primaria importanza – spiega Ettore Riello, presidente di Veronafiere – perché garantirà nuove opportunità di business per le aziende e di sviluppo per il comparto, che per le tecnologie genera 620 milioni di euro di volume d’affare, di cui quasi il 70% derivante dall’export». La partnership avrà modo di essere operativa a partire dalla prossima fiera che si terrà a Düsseldorf tra il 3 e il 10 di ottobre, dedicata al settore Iba e a Iba Cup, confronto tra nazioni nell’ambito dell’arte bianca.


retail&food - settembre 2009 15


r&f News finanziarie dalle borse mondiali Mariella Burani in mezzo al guado Si avvicina all’ora X il destino di Mariella Burani: il piano presentato al consorzio di 40 banche creditrici prevede dismissioni per 60 milioni di euro, un aumento di capitale di 50 milioni, una concentrazione industriale nella pelletteria e nell’abbigliamento. Si spera nell’inversione di tendenza: i ricavi, che nel primo semestre 2009 sono scesi del 5%, dovrebbero salire a 700 milioni entro il 2011, con un margine operativo lordo del 12%. Nel frattempo anche la controllata Antichi Pellettieri ha deliberato di aderire alla richiesta della capogruppo di moratoria e sospensione del debito fino ad ottobre. Il titolo, dall’inizio dell’anno, ha perso l’80% del suo valore.

Calo di passeggeri per Autogrill Il titolo del gigante italiano della ristorazione e del retail continua ad avere un andamento oscillante in borsa: fasi di contenuto ribasso si alternano a momenti di lieve rialzo, senza che sia individuabile una tendenza decisa, ma consentendo sempre un guadagno da 15 a 20 punti percentuali dall’inizio dell’anno. I notevoli successi commerciali di Autogrill, che continua a rinnovare le sue concessioni, soprattutto in America, sono controbilanciati dall’esistenza di uno stock di debito piuttosto elevato, cui ora si è aggiunto anche una decisa diminuzione dei passeggeri mondiali, sia nelle autostrade sia negli aeroporti.

Le obbligazioni di Adidas L’imperativo è quello di rifinanziare il debito, che al 31 marzo ha raggiunto i 2,9 miliardi di euro (a fronte di ricavi per 10,8 miliardi); a questo scopo Adidas International ha emesso un prestito obbligazionario di 500 milioni al tasso fisso del 4,75%. Il rendimento è piuttosto interessante, ed ha fatto si che le obbligazioni sono state rapidamente sottoscritte, quasi tutte in Germania e Svizzera. Nel frattempo il titolo si mantiene più o meno sui livelli dell’inizio dell’anno (+3%).

La borsa di Cremonini

Polegato spende la Lir Mario Moretti Polegato ha deciso il suo affondo sul marchio Diadora; ciò non comporterà, almeno per il momento, una fusione con Geox, in quanto l’acquisizione è stata fatta dalla Lir spa, la finanziaria di famiglia. L’investimento sarà di circa 50 milioni, e dovrà passar il vaglio della procedura di concordato preventivo, che presenta un passivo di circa 50 milioni. Intanto il titolo in borsa oscilla sempre attorno ai 5 euro, in aumento comunque del 16% sulle quotazioni del primo gennaio.

Per una volta facciamo un’eccezione a beneficio di Cremonini, una società ex-quotata alla borsa di Milano. La sua posseduta Roadhouse Grill ha aperto la diciassettesima clonazione a Lissone, in provincia di Milano. La catena basata sul tema della carne rossa alla griglia (ma il menu comprende anche altri numerosi piatti) ha ormai raggiunto i 23 milioni di euro di ricavi, piazzandosi ai primissimi posti in un mercato difficile, quello della carne rossa, che molti davano per perdente in Italia e che invece si dimostra prodigo di soddisfazioni. Anche il successo di Roadhouse Grill dovrebbe facilitare il programmato ritorno in borsa del Gruppo.

Inditex rallenta lo sviluppo L’utile trimestrale di Inditex scende del 16% a 184 milioni: è un calo minore di quello previsto dagli analisti, però è stato prodotto da ricavi aumentati del 5,4%. Il ritmo di apertura dei nuovi punti vendita è rallentato considerevolmente, da 145 a 95 al trimestre. Tuttavia si tratta pur sempre di cifre positive, e mantengono il titolo, quotato a Madrid, ad un buon + 17% dall’inizio dell’anno.

16 retail&food - settembre 2009


Indice retail&food2009 Arretrano gli indici di borsa Indice Retail&Food : – 5 punti

zioni di Adidas, Bulgari (che resta però in terreno negativo), Hugo Boss, Inditex e Luxottica.

uesto mese registra un lieve calo di tutti gli indici ad eccezione del Nasdaq, ma aggiungiamo subito che, rispetto al primo gennaio, restano tutti abbondantemente in terreno positivo. Il nostri indici parziali, food e retail, registrano entrambi un calo pressoché analogo, di 5 punti. Nel comparto food il calo è totale: si salva solo Papa Jhon’s, che mantiene quasi inalterato il suo valore. Nel comparto retail viceversa troviamo qualche titolo che si sforza di navigare controcorrente: salgono infatti le quota-

In sintesi geografica, in questo mese l’America va un pochino peggio dell’Europa, ed in quest’ultima l’Italia è allineata: questo vale per i nostri due mercati, in quanto il Nasdaq invece è in lieve progresso. Comunque abbiamo ormai superato la metà dell’anno; a questo momento le star del nostro listino sono Dineequity per il food, con la sua crescita da 9 a 26 euro; per il retail abbiamo Damiani, PPR, LVHM e Tod’s, tutte e quattro con performance superiori al 30%.

Q

MERCATO HOLDING

PRINCIPALI SOCIETA'/ MARCHI POSSEDUTI

AUTOGRILL BURGER KING HLDGS DARDEN FESTAURANTS DINEEQUITY FLO GROUPE MCDONALD'S PAPA JOHN'S STARBUCKS YUM BRANDS INDICE FOOD AEFFE ADIDAS BENETTON GROUP BULGARI DAMIANI GEOX HUGO BOSS INDITEX LUXOTTICA LVHM

Hms Host, Aldeasa,Alpha Group, World Diuty Free Red Lobster, Olive Garden Applebee's, House of Pancakes Bistro romain,Hippopotamus, Maitre Kanter

KFC, Pizza Hut, Taco Bell Alberta Ferretti,Moschino, Pollini Reebok United Colors, Sisley

Valentino, Permira Zara, Pull and Bear,Massimo Dutti Louis Vuitton,Moet Chandon,Hennessy, Fendi, Dior, Zenith, Guerlain Antichi Pellettieri,Braccialini, Facco Gioielli

MARIELLA BURANI NIKE PPR RALPH LAUREN RICHEMONT SAFILO GROUP STEFANEL SWATCH GROUP TIFFANY & CO TOD'S INDICE RETAIL INDICE RETAIL&F00D FTSMIB NASDAQ

Puma, Fnac, Gucci, Redcats,Conforama Polo LR, RL Watches Vacheron Constantin, Cartier, Dunhill

Omega,Longines,Tissot Valentina, Elsa Ferretti, Paloma Picasso Hogan, Fay

QUOTAZ. DI BORSA 31-12-2008 21-07-2009

Italia Nyse Nyse Nyse Francia Nyse Nyse Nyse Nyse Italia Xetra Italia Italia Italia Italia Xetra Xetra Italia Francia Italia Nyse Francia Nyse Xetra Italia Italia Xetra Nyse Italia

5,37 18,18 20,96 9,00 2,77 46,26 13,71 14,47 23,43 100,00 0,67 27,09 6,10 4,42 0,83 4,36 14,40 31,33 12,67 44,77

6,35 11,56 23,66 20,68 2,98 40,81 18,76 10,31 23,75

10,16 39,47 46,60 33,78 13,45 0,60 0,30 86,00 17,58 30,09 100,00 100,00 19,46 16,32

2,15 36,92 62,72 39,62 15,65 0,45 0,38 108,50 20,20 39,84

INDICI 118,25 63,59 112,88 229,78 107,58 88,22 136,83 71,25 101,37 103,06 80,60 103,40 95,41 84,16 137,35 116,28 114,93 117,75 125,49 133,53

0,54 28,01 5,82 3,72 1,14 5,07 16,55 36,89 15,90 59,78

21,16 93,54 134,59 117,29 116,36 75,00 126,67 126,16 114,90 132,40 117,70 114,04 102,19 120,20

19,887 19,63

L'indice Generale Retail&Food è ponderato nella misura di 1 (food) a 3 (retail) per tener conto della differente ampiezza dei rispettivi mercati. Tutte le quotazioni sono in euro.I cambi utilizzati sono: al 31/12/2008: 1 Usd = 0,779 euro; al 21/07: 1 Usd = 0,70 euro.

nell’anno Indice food

Indice retail

Indice retail&food

0

0

0

+3,06

-30%

+30%

-30%

+17,7%

+30%

-30%

+14,04%

+30%

nel mese

-30%

Indice food

Indice retail

Indice retail&food

0

0

0

-5,04

+30%

-30%

-5,00

+30%

-30%

-5,01

+30%

retail&food - settembre 2009 17




Osservatorio prezzi

A14 Bologna-Ancona, cambia il paesaggio meno l'offerta

P

er questo osservatorio prezzi estivo, potevamo mancare una delle principali direttrici autostradali delle vacanze italiane? Certo che no! E così, armati di santa pazienza e pronti ad affrontare traffico e ingorghi ci siamo messi in strada pronti a visitare un'area di servizio per ognuno dei principali operatori di questo mercato. Prima sorpresa, tolta una mezz'ora di ingorgo causa incidente, non abbiamo trovato né traffico né rallentamenti. Merito (o colpa, a seconda dei punti di vista) della crisi? Vogliamo credere che il risultato dipenda dalle campagne informative Aspi, ma non ne siamo certi. Lo verificheremo, dati Aiscat alla mano, tra qualche settimana. Per il resto, prima di addentrarci nei confronti numerici, riportiamo il solito senso di confusione che colpisce anche viaggiatori “esper20 retail&food - settembre 2009

ti”, sostando nelle aree di servizio della nostra rete: operatori e prodotti sono diversi; architettura, segnaletica e arredi in gran parte identici, ancora di matrice Autogrill. Possibile che si sia ancora così indietro nell'aggiornamento architettonico ed estetico dei locali (alcuni dei quali ormai obsoleti, ad essere generosi)? Evidentemente sì. Inutile quindi lamentarsi del fatto che – in queste condizioni - i viaggiatori/clienti non notino le differenze tra i diversi player. Non mancano le eccezioni (il locale Chef Express a Santerno, la segnaletica My Chef a La Pioppa ecc.) ma una “rivoluzione architettonica” non farebbe male.

Differenze poche, ma che lasciano il segno Osservando con attenzione la tabella della rilevazione si nota che

le sei stazioni di servizio prese in considerazione si allineano perfettamente su due importanti prodotti di consumo: il caffè espresso e la bottiglietta da mezzo litro di Coca Cola. Lungo il tratto dell’A14 preso a campione la tazzina di caffè ha un prezzo unitario di 0,95 euro, mentre la pet della famosa bibita analcolica è venduta a 2,40 euro. Oltre a caffè e Coca Cola, presenze fisse all’interno del nostro paniere, il terzo item che non riscontra variazioni di prezzo è il prodotto Illy Issimo Caffè, che assieme al Cafè Zero Algida compongono due beni inediti per l’Osservatorio Prezzi di questo numero. Ebbene, la lattina di Illy ha un valore di 2,60 euro per tutti gli operatori visitati (prezzo imposto dal distributore, Coca Cola HBC?). Discorso diverso, invece, per quanto riguarda l’altro nuovo item preso in considerazione: il Cafè

Zero dell’Algida che si attesta mediamente intorno ai 2,40/2,50 euro, fatta eccezione per le aree sosta di Bevano Ovest-Autogrill, in quanto la bevanda non è disponibile al momento della rilevazione, e della più economica stazione Santerno Ovest-Chef Express dove il Cafè Zero costa 2,20 euro. Come spesso accade, il raffronto più “caldo” sui prezzi praticati dagli operatori avviene nei rimanenti prodotti di caffetteria e bevande. Non fanno eccezioni i ristoratori autostradali, dandosi battaglia a colpi di centesimi. È una questione di spiccioli, infatti, quella che riguarda il prezzo del cappuccino: tra l’offerta di Autogrill, Chef Express e MyChef (1,30 euro) e quella di Fini, Ristop e Sarni (1,25), la differenza la fa giusto la piccola moneta di rame da cinque centesimi. Per i tre tipici prodotti da bar


rimanenti (caffè d’orzo, RILEVAZIONE PREZZI AUTOSTRADE – A14 croissant e spremuta), si verificano tariffe pressoché uniformate per FINI MY CHEF AUTOGRILL CHEF quasi tutti gli operatori EXPRESS ARTICOLO (con una forbice di Metauro La Pioppa Santerno Bevano variazione che non Ovest Ovest Ovest Ovest supera i 10 centesimi di euro), tranne che per Caffè espresso 0,95 0,95 0,95 0,95 Cappuccino 1,30 1,30 1,25 1,30 un gestore che applica Caffè orzo 1,00 1,40 1,10 1,00 prezzi decisamente più Croissant liscio 1,00 1,00 1,10 0,95 alti. È il caso del caffè Spremuta 2,50 2,50 2,40 2,50 d’orzo, dove cinque Succo di frutta 2,20 2,20 2,20 2,20 insegne su sei praticano Acqua (50 cl.) 1,05 1,10 1,30 1,10 Birra spina (30 cl.) 2,00 2,10 2,50 2,50 un costo compreso tra Coca Cola (pet 50 cl.) 2,40 2,40 2,40 2,40 1 e 1,10 euro, mentre Panino base 2,90 3,40 3,95 2,90 Chef Express lo alza a 3,60 3,50 n.d. 3,60 Pizza margherita (trancio) 1,40 euro (+40%). Primo piatto 4,20 5,20 4,90 4,20 Stessa cosa per la spre(più economico) Pringles 2,80 2,90 2,70 2,90 muta: il costo oscilla tra (classici confez. grande) i 2,50 e i 2,40 euro Magnum Algida (classic) 1,80 1,70 1,80 1,80 (Fini-Metauro Ovest è Red Bull (lattina) 2,60 2,70 2,70 2,60 l’area più conveniente), Café Zero Algida n.d. 2,20 2,50 2,50 mentre da Sarni-Esino Illy Issimo Caffè 2,60 2,60 2,60 2,60 Est si devono pagare 2,80 euro. Il costo del Prezzo più alto Prezzo più basso croissant liscio oscilla n.d.= non disponibile * 20 cl. ** 0,75 cl *** Pepsi invece di soli 15 centesimi: i più economici Ovest (3,95 euro) e quello acquiMyChef e Ristop (0,95 euro), il più menti di prezzo diffusi. Gli alti e stabile a La Pioppa Ovest (2,90). A caro Fini (1,10 euro). L’area sosta bassi registrati in questi casi sono Esino est i 2,99 euro richiesti per Chienti Ovest gestita da Ristop è la comunque abbastanza contenuti, una pizza margherita sono ben novità positiva anche nell’item e la forbice tra i valori non supera i lontani dai 3,60 avanzati a La succo di frutta, essendo l’unico 20 centesimi. Ad esempio, il prezPioppa Ovest e Bevano Ovest. operatore a ribassare di 20 centesizo della confezione grande di Proprio in questi ultimi due punti mi (2,00 euro) il prezzo esposto da patatine varia dai 2,70 euro (Fini e tutti gli altri gestori. Al contrario, il punto ristoro Fini risulta il più salato per l'acqua in bottiglia da mezzo litro e per la spina piccola di birra: la bottiglietta d’acqua (1,30 euro) viene prezzata 30 centesimi in più rispetto al più conveniente Sarni di Esino Est, e anche la birra da 30 cl è più cara di ben 50 centesimi (2,50 euro come anche MyChef) rispetto ai 2 euro dell’Autogrill di Bevano Ovest.

Mezzogiorno caldo sulle autostrade Differenze di costo più consistenti si registrano nei prodotti della pausa pranzo: il divario dei prezzi per panino base, pizza margherita e primo piatto più economico non sono inferiori ai 60 centesimi di euro. È così si può trovare più di un euro di differenza tra il panino base venduto a Metauro

RISTOP

SARNI

Chienti Ovest

Esino Est

0,95 1,25 1,00 0,95 2,50 2,00 1,70** 2,30* 2,40*** 3,50 n.d. 4,60

0,95 1,25 1,10 1,00 2,80 2,20 1,00 2,20* 2,40 3,90 2,99 n.d.

2,70

2,80

1,70 2,60 2,40 n.d.

1,80 2,80 2,50 2,60

(Autogrill, MyChef e Ristop) si attestano a 2,60 euro, nel listino di ChefExpress e Fini è riportato a 2,70 euro mentre al Sarni di Esino Est il costo della Red Bull aumenta di altri 10 centesimi.

Conclusione Un'estate non facile sulle autostrade italiane, a cui corrisponde un maggiore allineamento dei prezzi tra i vari operatori. Il numero ridotto di novità, sia di prodotto che di promozioni, fa presupporre un certo attendismo da parte dei vari uffici marketing e la sensazione che si stia alla finestra in attesa di capire cosa accadrà nel secondo semestre, magari concentrando gli sforzi sui costi e sull'efficienza dei processi. Ma la crisi offre anche qualche spunto positivo, come ha sottolineato il direttore di uno dei locali visitati: quest'anno la Romagna è tornata a “scippare” turisti a Liguria e Toscana e la A14 ne ha sicuramente beneficiato. M.C. e A.A.

ristoro si riscontra un prezzo inferiore di un euro rispetto a quanto chiesto a Santerno Ovest (5,20 euro) per l’item primo piatto più economico. Anche per la sezione market-snack del paniere (Pringles e Magnum) e per la lattina di Red Bull, la tabella mostra disallinea-

Ristop) ai 2,90 (Chef Express, MyChef); è invece tra 1,70 euro (Chef Express e Ristop) e 1,80 (Autogrill, Fini, MyChef e Sarni) quello del gelato Algida. Anche per il famoso energy drink la varietà di prezzo rimane relativamente contenuta: ben tre operatori su sei

Errata corrige: Nell’Osservatorio prezzi del numero di luglio/agosto di R&F, la tabella RETAIL (pubblicata a pagina 18) ha riportato un errore grafico: le colonne Prezzo e Brand Negozi sono state invertite causando una scorretta corrispondenza tra i dati rilevati e l'aeroporto di appartenenza. Ci scusiamo con gli interessati e con i lettori per l’equivoco.

retail&food - settembre 2009 21


Star Trek food

Destinazione

Fratelli La Bufala Q

ualunque franchising, per funzionare, deve vendersi sul mercato con un’idea forte, che lo renda unico e riconoscibile, soprattutto all’estero”. Con queste parole Sandro Abeille, responsabile dello sviluppo internazionale di Fratelli La Bufala definiva recentemente un concetto fondamentale che può decretare il successo o l’insuccesso di una

22 retail&food - settembre 2009

catena di ristorazione. Bisogna dire che La Bufala non è l’unico, ma è sicuramente uno dei marchi che rispetta questo criterio fino in fondo, a cominciare dall’immagine grafica del marchio per finire all’ambientazione dei locali ed alle ricette culinarie. È infatti la cucina napoletana declinata in tutte le sue peculiarità a caratterizzare questi ristoranti, una via di mezzo tra i

ristoranti a tema e quelli del casual dinner. La formula è di gran moda oggi in Italia e all’estero, come dimostra anche il successo dell’altra catena analoga, Rossopomodoro; ed in effetti la storia dei due marchi scorre parallela: il fondatore dei Fratelli La Bufala, Giuseppe Marotta, è infatti all’origine socio di Franco Manna, fondatore di

Rossopomodoro, ed i due, assieme ad altri, si lanciano con entusiasmo nell’avventura gastronomica “napoletana”.

Un intreccio societario di difficile lettura Ma poi le strade si separano ed i due proprietari-manager procedono indipendenti, pur mantenendo per forza di cose molti punti di


La proprietà di EMME SEI

tab. 1

CEFALÙ srl MEDIA P srl

OCEANIA srl 47 % 10 %

31 %

EMME SEI SRL 2%

7% 3% MOSAIC GROUP srl

MARIO IOIME GMR srl

Cafalu srl: Oceania srl Mosaic Group srl GMRsrl Media P srl

Delia Castellano Milena Limatola 50%; Marina Antonelli 49% Famiglia D'Angelo Gian Maria Restelli Prandoni Massimo Sanità 50%; Paolo Aruta 50%

tab. 2

ALCUNI ESEMPI DI AGGREGAZIONI PROPRIETARIE

Proprietari Emme sei Bufala Finance MP Invest (Sanità, Aruta) Media P (Sanità, Aruta) Giuseppe Marotta GMR (Restelli) Lamberti Luciano Acqua Potabile (Ioime) Oceania

Giuna 51% 25% 12%

Società partecipante Buf. Rimina Chiena Finance I Galinaz 51% 35% 15%

51% 15% 20%

41% 20% 10%

22%

contatto. Una differenza di un certo rilievo però esiste, ed è nella strada scelta per lo sviluppo, dal punto di vista dell’organizzazione societaria: mentre Manna punta dichiaratamente per l’opzione di borsa, e cerca pertanto l’appoggio di un partner finanziario (trovandolo nel fondo Quadrivium), Giuseppe Marotta punta ad una compagine

10% 36% 23%

sociale allargata e composita, che a volte marcia unita, a volte si compone in singolari aggregazioni, a volte si defila per dedicarsi “in solitaria” a specifiche location, senza mai costituire un unico e solido corpo: fatta eccezione per la Emme sei srl che risulta essere la holding, seppure parziale, del gruppo; possiamo allora vedere, nella nostra prima tabella, come è distribuita la proprietà di questa singolare holding: l’azionista di riferimento è la Cafalu srl, nella quale tuttavia non compare Marotta, ma risulta essere posseretail&food - settembre 2009 23


Star Trek food Italia conquistata, ora i “fratelli” puntano alla Turchia Intervista a Gabriele Gargano, amministratore delegato Emmesei spa, proprietario della holding catena di ristorazione Fratelli la Bufala Allo stato attuale come procede l’espansione dei vostri ristoranti? Innanzitutto è doveroso fare un distinguo tra locali a gestione diretta e i quelli franchising. Attualmente ne abbiamo 89, dei quali 80 sono in Italia. Di questi circa 23 sono diretti, mentre gli altri sono tutti franchising puri. Nel 2008 abbiamo aperto circa 30 nuovi esercizi, sia diretti che in franchising. Quest’anno contiamo di aprire altri 23 ristoranti, e da inizio 2009 ad oggi ne sono stati inaugurati 7, solamente due di questi sono gestiti da noi. Pensiamo di aver quasi saturato il mercato italiano: infatti siamo presenti in tutte le aree di nostro interesse. Il nostro sguardo ora è rivolto soprattutto all’estero. Pensando al fatturato, com’è stato il 2008 per Fratelli la Bufala? Dai 38 milioni registrati nel 2007 siamo passati ai circa 68 milioni di euro fatturati nel 2008. Queste cifre tengono conto di tutti i punti vendita e l’incremento è dovuto alle continue aperture effettuate di anno in anno. La flessione dovuta alla crisi c’è stata innegabilmente, e nel nostro caso si è registrato un calo dello scontrino medio per utente: se prima si aggirava attorno ai 25 euro, oggi è di 20 euro circa. A questa flessione è stato possibile sopperire grazie ad un maggior flusso di clienti in ogni singolo punto vendita. Per quanto riguarda il futuro, invece, per il 2009 contiamo di arrivare a circa 80 milioni di euro di fatturato. Che obiettivo vi prefiggete nei prossimi tre anni? Uno dei paesi su cui puntiamo maggiormente è la Turchia, dove abbiamo già fatto un’apertura “di prova” ad Istanbul che sta andando molto bene: è un paese molto effervescente, ci sono grossi investimenti e dinamismo, sembra un po’ l’Italia degli anni ‘60. Queste aperture “test” ci sono utili per verificare la gestione, soprattutto dei nostri prodotti. Ad esempio, proprio in Turchia produciamo la mozzarella in loco, per evitare non solo i costi di trasporto ma anche pesanti dazi. Poi abbiamo intenzione di espanderci in Spagna, dove abbiamo già due ristoranti, negli Stati Uniti dove siamo presenti in Florida, e di aumentare la nostra presenza in Francia dove per ora abbiamo un solo spazio a Strasburgo. Qual è la difficoltà maggior nell’esportare un format ristorativo? La difficoltà di schematizzare il brand: mentre catene come McDonald’s e Burger King sono schematici, noi italiani fatichiamo ad avere una produzione industriale della ristorazione. Fratelli la Bufala non intende industrializzarsi perché ciò non si sposa molto con il nostro business, ma cerchiamo di creare, per quanto possibile, processi di standardizzazione. Anche perché noi teniamo molto ai prodotti, alla filiera e alle certificazioni dei controlli, che sono gli elementi del nostro rapido successo di questi ultimi anni.

duta da Delia Castellano. Altri quotisti di rilievo sono la Media P, appartenente agli imprenditori Massimo Sanità e Paolo Aruta, la GMR di Gian Maria Restelli Prandoni conte della Fratta, e

Ioime. Quest’ultimo è anche amministratore delegato e proprietario dell’8% di Bufala Café e presidente di Bufala Finance. Ma il gruppo di “amici” che fan Mario

parte della cordata non si esaurisce qui; dobbiamo citare almeno anche Luciano Lamberti, Gennaro Buonuomo e Gabriele Gargano, tutti nomi che compaiono nella galassia ruotante attorno ai Fratelli

tab. 3

LA GALASSIA EMME SEI Società Emme sei BONA S.R.L. CHIENA S.R.L. GIUNA S.R.L NA.BE. S.R.L. NACA S.R.L. NAGE S.R.L NAVE RIMINA S.R.L. ROMANA S.R.L. SANTANA S.R.L. VARNA VOMERO 2 S.R.L. FOOD4FUN SRL NATRI SRL TRI.NA S.R.L. Totale H10 SOLITI S.R.L. , Barcellona HA.NA S.R.L., Hannover M6 USA, Florida FLB FRANCE, Strasburgo

24 retail&food - settembre 2009

% Possesso 100 51 55 51 75 51 100 51 51 51 50 51 50 26 20 40 51 50 40 51

Ricavi 2.020.430 774.114 990.229 1.556.637 912.829 106.744 239.583 661.456 1.264.584 1.153.241 40.606 1.121.696 701.478 912.915 2.548.254 772.860 15.777.656

MOL 416.680 43.220 14.767 22.343 47.776 16.565 59.167 118.646 143.815 104.315 10.325 150.652 24.975 14.970 20.852 42.502 1.251.570

Utile

Patr netto

26.003 -8.038 -13.670 19.023 -4244 -4.581 11.109 1519 -2.564 -252 4.357 2457 -7889 -13.885 -16451 -3.038 -10.144

1.135.398 2.986 4.174 26.044 20.750 1.111 21.109 7.957 11.226 9.522 18.794 12.235 4.429 5.798 26.856 9.297 1.317.686

STAR TREK FOOD PUBBLICATI AD OGGI Numero 1-2/2009 3/2009 4/2009 5/2009 6/2009 7-8/2009 9/2009

Società Sebeto Vesevo Lupo Sarni Brek Cibis My Chef Airest Fratelli La Bufala

La Bufala a volte come amministratori e a volte come proprietari di società che gestiscono singole location, controllate o meno da Emme sei, come ad esempio, oltre alle già citate Bufala Café e Bufala Finance, Catana 2, Mu.Na., Na.Mu, I Galinaz, Medina 2 e tante altre.

Emme sei, il cuore del Gruppo Nella tabella 2 vediamo uno spezzone esemplificativo di questa realtà composita, tanto per avere un’idea della ricchezza di articolazioni di questo veramente multiforme “gruppo”, nel quale si intravedono una pluralità di sub-holding, costituite sia da società sia da singole persone. Resta comunque il fatto che Emme sei è la holding, per così dire, principale del gruppo, e nella nostra terza tabella possiamo vedere quali società controlla o possiede al 31/12/2007: si tratta di una vera e propria galassia che si espande sia in Italia sia all’estero, con un fatturato che comincia ad essere rispettabile, sufficientemente patrimonializzata e con un margine operativo lordo attorno all’8%: dati da prendere con cautela, per lunga serie di motivi: • perché non si tratta di un bilancio consolidato, ma semplice-


esempi. Esistono infatti, alla fine del 2007, 62 location italiane e quattro all’estero, con ricavi complessivi che nel 2008 dovrebbero aver superato, comprendendo i franchisee (sono 44, mentre a 18 ammontano i locali gestiti direttamente) i 60 milioni di euro. Lo sviluppo ora punta moltissimo all’estero, nei Paesi nei quali Fratelli La Bufala ha già piantato una bandierina, ma anche in nuove realtà,

tra le quali pare promettere bene il Medio Oriente, sull’onda della grande popolarità del Made in Italy; ma a parte l’espansione geografica, l’azienda mette molta enfasi sul marketing e sul controllo di qualità: ed in effetti questo è sempre stato il vero punto debole delle catene italiane basate sul franchising. Infatti, se non si possiede un'organizzazione d’acciaio in stile McDonald’s (cioè temprata e

collaudata da alcuni decenni) è difficile formare prima e controllare poi le metodologie di produzione e servizio di una moltitudine di franchisee sparpagliati su un vasto territorio. Speriamo che Fratelli La Bufala sappia superare questa fase e proliferare nei quattro angoli del mondo: meglio se assieme ai vecchi “confratelli” di Rossopomodoro. Giorgio Mirabelli

mente aggregato; • perché, come ripetiamo, il quadro che presentiamo non esaurisce l’elenco delle società più o meno collegate o possedute in qualche forma dai componenti la cordata; • perché alcune società tra quelle elencate presentano un bilancio di soli alcuni mesi, essendo state costituite di recente; • perché mancano i dati relativi alle società estere. Da quello che si può notare comunque emerge un quadro in pieno divenire: molte società non hanno ancora raggiunto il pareggio di bilancio, ma non bisogna dimenticare che la catena ha decollato soltanto da 6 anni, anche se la leggenda (inventata di sana pianta) che la società diffonde su di sé dice tutt’altra cosa: i tre fratelli Toto, Pippo e Gennaro La Bufala vendono l’azienda paterna di produzione artigianale di mozzarella e decidono, su iniziativa di Toto, di darsi alla ristorazione: l’epoca non è precisata, ma poiché Toto apre il primo ristorante a New York da povero emigrante, si presume che sia passato almeno un mezzo secolo.

Le prospettive Ad ogni modo ci sono anche location che hanno raggiunto una buona performance, come per esempio la Giuna che ha conseguito nel 2007 un margine operativo di 22.000 euro, pari al 14%, o la Nave che ha un MOL di 118.000 euro pari al 18%. Ma sopratutto bisogna considerare che i Fratelli La Bufala (assieme all’altro marchio recentemente lanciato Sorelle Capitone) sono riusciti nell’impresa di arrivare a costituire una “catena”, in un panorama nazionale estremamente avaro di questi retail&food - settembre 2009 25


Star Trek retail

Destinazione S

ono convinto che questa crisi possa essere un’occasione di cambiamento strutturale di cui c’è bisogno nel nostro Paese” Così dichiarava qualche mese fa alla stampa Alessandro Benetton, vicepresidente esecutivo del Gruppo di famiglia e figlio del patron Luciano per poi aggiungere, riferendosi soprattutto al settore abbigliamento “il nostro Gruppo sta anche meglio di molti altri. Stiamo lavorando sodo pur in condizioni di mercato non favorevoli, ma la clientela sembra gradire la nostra scelta di puntare su un campionario di alta qualità a prezzi accessibili. Non dobbiamo adagiarci sul nostro relativo benessere, è il momento di investire ed essere più agguerriti sui mercati”. In queste poche parole c’è molto dello spirito Benetton, in un momento delicato non solo per l’economia internazionale, ma anche per gli equilibri interni all’impero della famiglia di 26 retail&food - settembre 2009

Prima Parte

Benetton Ponzano Veneto. Non è un miste-

ro che da qualche tempo i fratelli fondatori, Luciano, Giuliana, Gilberto e Carlo, stiano ragionando su come e quando passare il testimone ai giovani rampolli di famiglia, per garantire la compattezza familiare insieme ad una adeguata rappresentatività dei quattro rami. Cambiamento sì, ma nel nome di una tradizione che poco meno di cinquant’anni ha portato i Benetton nel gotha dell’imprenditoria e della finanza mondiale: un modello che ha funzionato per mezzo secolo, deve anche funzionare in futuro, anche se non sarà facile.

Fratelli d’Italia, Treviso s’è desta E’ per questo che il cambiamento va strutturato con un certo anticipo. I tempi e le dimensioni aziendali (vedi Tab. 1), infatti, sono cambiati dalla fine degli anni '50, quando un giovane Luciano (classe 1934), commesso in un negozio di abbigliamento nel centro di Treviso, decide con la sorella Giuliana, sarta, di due anni più giovane, di fondare un’azienda di famiglia. O meglio di trasformare la sua famiglia in un’azienda con l’aiuto dei fratelli Gilberto (1941) e Carlo (1943). I Benetton cominciano a confezionare maglioni pun-

tando su uno stile giovane con prezzi contenuti e soprattutto sui colori per superare la monotonia cromatica della moda dell’epoca. Siamo negli anni '60, il boom economico, gli affari cominciano a girare: si estende la rete di venditori e si inizia a ingrandirsi. Ottanta milioni di investimento, una cifra di tutto rispetto per l’epoca, e nel 1965 nasce il primo stabilimento Benetton a Ponzano Veneto che in breve tempo fattura quasi mezzo miliardo delle vecchie lire. Un ottimo inizio, ma nulla poteva fare prevedere un successo di dimensioni planetarie: ad oggi il Gruppo Benetton è leader nel settore del-


BENETTON GROUP IN PILLOLE (2008) Data di nascita Sede Proprietà Presidente Stabilimenti produttivi Produzione Negozi monomarca Brand Organico Società controllate Ricavi EBITDA Utile di Gruppo ROE ROI

tab. 1

1965 Ponzano Veneto (TV) Quotata in borsa. 67,08% controllata da Edizione srl (finanziaria della famiglia Benetton) Luciano Benetton Circa 20 (Italia, Croazia, Romania, Ungheria, India e Tunisia) 150 milioni di capi l'anno 6200 in tutto il mondo United Colors of Benetton, Undercolors of Benetton, Sisley, Playlife Quasi 10mila addetti Circa 80 in tutto il mondo 2128 (milioni di euro) 354 (milioni di euro) 155 (milioni di euro) 11,36 12,22

Fonte aziendale

dinamica che vuole lasciarsi alla spalle il grigio del dopoguerra per colori più vivaci e giovani. Tre anni dopo è la prima volta all’estero con l’insegna Benetton a Parigi, la capitale culturale d’Europa. Negli anni settanta l’azienda trevigiana, spostatasi nel quartier generale di Castrette (sempre nel trevigiano), ormai leader in Italia, si prepara per il grande salto. Espansione orizzontale, ma anche verticale: con l’acquisizione del marchio Sisley nel 1974 l’azienda diviene una realtà multibrand quando ancora

l’abbigliamento con una presenza in 120 paesi del mondo con circa 6.200 negozi monomarca, è proprietario di diversi brand, e i suoi venti impianti produttivi (per la maggior parte in Italia, ma anche in Croazia, Romania, Ungheria, India e Tunisia) insieme a una fitta rete di terzisti ubicati soprattutto nel’ex Celeste Impero, sfornano più di 150 milioni di capi l’anno, con un giro d’affari complessivo

STAR TREK RETAIL PUBBLICATI AD OGGI Numero

Società

1-2/2009

Conte of Florence Zegna Giochi Preziosi Morellato Carpisa Kuvera Tod’s Benetton

3/2009 4/2009 5/2009 6/2009 7-8/2009 9/2009

nel 2008 di più di due miliardi di euro. Il tutto in neanche cinquant’anni. In mezzo l’intuito imprenditoriale dei Benetton (con l’accento sulla o): un mix di tradizione italiana (il comparto tessile, la qualità, lo stile) e innovazione (la distribuzione attraverso i monomarca e le rivoluzionarie campagne pubblicitarie). Così il 1966 vede l’inaugurazione del primo punto vendita a Belluno e a breve, dopo i primi successi, l’espansione prima in Veneto e poi nel resto dell’Italia, grazie al rivoluzionario sistema del franchising: i titolari del negozio sono licenziatari del marchio, gli arredi sono sempre gli stessi e i prodotti in vendita sono monomarca. Via i banconi, barriere tra produttore e consumatore per rendere più rilassato lo shopping, e le parole d’ordine sono casual, qualità con affinamento delle tecniche di lavorazione della lana e di tintura e prezzi accessibili. In due parole uno stile nuovo per un’Italia giovane,

Wall Street) e affermazione internazionale del brand con una massiccia e moderna campagna pubblicitaria, che caratterizzerà da lì ad oggi il marchio trevigiano. E’ di questi anni l’ingresso in Formula Uno, prima con la sponsorizzazione della Tyrell e poi con la Toleman. Seguono due titoli mondiali nel 1994 e 1995 vinti grazie alla strana coppia Fabio Briatore (ex responsabile delle vendite Benetton in Sud America) e Michael Schumacher (pilota in quegli anni giovane ed emergente). Il marchio di

Carlo, Gilberto, Giuliana e Luciano Benetton pochi sanno il significato di questo termine. Nel 1980, il grande passo: United Colors of Benetton sbarca negli United States of America con l’apertura di un punto vendita a New York in Madison Avenue e due anni dopo la famiglia trevigiana vede sventolare la sua bandiera anche nella capitale dell’Impero del Sol Levante. Poi i ruggenti anni 80, che per l’azienda veneta significano quotazione in Piazza Affari (seguirà poi anche Francoforte e

Ponzano Veneto, inoltre, troneggia sulla maglia dalla Benetton Treviso basket, senza contare la storica Benetton Treviso rugby o la Sisley Treviso pallavolo che hanno trasformato, dominando i rispettivi campionati, il capoluogo della Marca nella capitale sportiva italiana. La parola d’ordine è puntare sui giovani talenti per stupire, nello sport come nella pubblicità dove Benetton fa rima con Oliviero Toscani con le sue campagne proretail&food - settembre 2009 27


Star Trek retail vocatorie che inventarono un nuovo modo di fare pubblicità: al centro non c’è più un prodotto, ma uno stile di vita: “la comunicazione – afferma Luciano, il fondatore – non la si dovrebbe mai comprare da un fornitore esterno, deve nascere dal cuore dell’impresa”. Nasce così all’inizio decennio scorso la rivista Colors, fondata da Luciano Benetton e Oliviero Toscani, e tre anni dopo vede la luce a Treviso il progetto Fabrica, centro di ricerca sulla comunicazione, con l’obiettivo di coniugare culture e industria, in progetti di veicolo della “cultura industriale” non solo nelle forme pubblicitarie consuete, ma anche e soprattutto con strumenti e modalità nuove.

Il regno e gli eredi al trono: la dinastia prima di tutto Modernità, innovazione e valorizzazione delle energie sperimentatrici dei giovani, ma anche tradizioni, fortemente ancorate nella cultura contadina della provincia veneta: il valore della compattezza e dell’armonia familiare su tutto e tutti. Così i quattro fratelli fondatori, stanno ragionando con calma su come organizzare la propria successione. Largo ai giovani, ma fino a un certo punto, perché l’azienda di famiglia avrà futuro solo nel rispetto del passato. Già, perché oggi la società di Ponzano Veneto è diventata il cuore pulsante di un vero e proprio impero: 28 retail&food - settembre 2009

Benetton Group spa, con i suoi

quasi diecimila dipendenti e più di 300 designer, controlla direttamente o indirettamente quasi ottanta società in tutto il mondo (di cui un quarto nel nostro paese) e ha sviluppato una rete commerciale che definire “capillare” è poco: più di 6.000 punti vendita situati principalmente nei centri storici e commerciali delle principali città di tutto il mondo. Un network snello e dinamico imperniato sul franchising, anche se la società nell’ultimo decennio non manca di investire direttamente nella gestione diretta, soprattutto nei punti vendita più importanti e nei megastore, oltre che nella proprietà degli immobili ad uso commerciale

(nel 2008 ammontano a più di 600 milioni di euro e si trovano più o meno in tutto il mondo). Il Gruppo, forte dell’apertura di 400 negozi nel 2008, guarda con grande interesse a paesi emergenti di particolare interesse strategico: ex Unione Sovietica, Turchia, America Latina, India e Messico, dove Benetton ha siglato recentemente un’intesa con la catena di distribuzione Sears Mexico per facilitare la diffusione del marchio nel popolatissimo paese centroamericano. Di qualche tempo fa sono gli accordi con Boyner Group (2005) per la gestione e lo sviluppo delle attività commerciali dei marchi Benetton in Turchia e in tutta l'area circostante, dove il brand trevigiano è

presente dal lontano 1985 e l’alleanza con Trent Ltd., società del Gruppo Tata, si sono alleati in una partnership strategica per lo sviluppo commerciale del marchio Sisley in India. Non manca all’appello neanche l’Iran dove i quattro di Ponzano sono stati pionieri quattro anni fa ed ora contano ben 18 monomarca, pronti a cogliere una eventuale fase di accelerazione dello sviluppo economico del paese, regime teocratico permettendo. Uno dei due baricentri di questo oceanico network (il secondo è a Hong Kong, senza contare Taiwan e Shangai che però servono i mercati domestici) è praticamente nel giardino di casa. Il centro di coordinamento di Castrette, un

modernissimo complesso logistico e industriale dedicato all’abbigliamento, capace di gestire giornalmente in maniera del tutto automatizzata: solo 26 occupati (rispetto ai 400 delle strutture simili) per 20.000 colli in entrata e altrettanti in uscita con la metà del personale rispetto a strutture simili. Ed ecco i marchi dell’impero trevigiano: primo su tutti, United Colors, con collezioni casual per uomo, donna e bambino, un total look per ogni stagione e situazione che da qualche tempo copre con successo anche il settore degli accessori. Poi, a stretto giro, Undercolors (marchio nato nel 1994) con le sue collezioni di intimo, mare, pigiameria e accessori

per donna, Sisley, più attenta alle avanguardie della moda e Playlife, brand creato nel 1997 da un’idea del guru Oliviero Toscani, con il suo stile da american college. UCB adulto, grazie anche al successo nello scorso anno della collezione “African Works” e delle nuove aperture in selezionate location internazionali tra cui Genova, Barcellona e Doha (Quatar) copre la metà delle vendite del Gruppo. A ruota UCB bambino con un centinaio di nuove aperture in Italia e all’estero dedicate ai più piccoli e 35 insegne “Benetton Baby” per gli under 5 anni, con una fetta del 30% della torta. Medaglia di bronzo a Sisley con i suoi 1.000 negozi sparsi per il mondo, che segnano un +5% sul 2007 e si aggiudicano il 18% delle vendite generali. Di nicchia, se così si può dire, visti i volumi, Playlife con un 2%, ma in ascesa anche grazie al significativo rafforzamento della rete commerciale nello scorso anno, con la distribuzione della collezione in 25 paesi, soprattutto nell’Europa mediterranea, dove ha registrato una crescita di fatturato del 40%. In generale il Gruppo non si fa mancare un trend di bilancio da sempre positivo in crescita costante: dai 1,7 miliardi di euro di ricavi con i 109 milioni di utile nel 2004 ai 2,1 miliardi di giro d’affari dell’anno scorso con un segno più negli utili di 155 milioni (+7% sul 2007) con una posizione dominante del mercato domestico (il 47% delle vendite è in Italia) e una buona presenza in Europa (35%) e


di Berlusconi la Warner Village, le multisala più famose del Belpaese. Senza contare il business delle autostrade con il colosso Atlantia, dove i Benetton hanno una quota di tutto rispetto, o le partecipazioni negli Aeroporti di Roma, Firenze e Torino. I quattro fratelli trevigiani sono poi tra i principali soci di Eurostazioni e Grandi Stazioni. La Maccarese, la più grande azienda agricola italiana alle porte di Roma, è di fatto la fattoria di famiglia insieme ad alcune tenute in

Asia (14%). Le Americhe coprono esecutivo, la vera stanza dei bottoad oggi il 3% delle vendite generani. A completare la rosa dei beati li (vedi Tab. 2). Questi dati macro, quattro consiglieri indipendenti. su cui ragioneremo con più atten“Alessandro – fa sapere il padre – zione nel prossimo numero, anche è al momento operativo al 100% alla luce delle nuove strategie ed è veramente il perno della situaaziendali, danno comunque zione, il rappresentante della famiun’idea chiara dell’impero su cui si glia anche presso i manager, per sta ragionando per la successione. cui direi che il punto di riferimento Anche se è chiaro che a breve i re è lui”. Una vera investitura mentre non abdicheranno, ma al massimo si stanno delineando gli equilibri si faranno un po’ più da parte: il futuri con Gilberto che punta sulla passaggio di consegne sarà figlia Sabrina, mentre più fluida comunque lento, ma inesorabile, sarebbe la situazione per chi dovrà proprio perché il puntare sui giovasuccedere a Carlo e Giuliana. ni è nel DNA di quest’azienda. Dopo un deciso rafforzamento Un impero dove della squadra manageriale avvenunon tramonta mai il sole to in questi anni, l’attuale Ma la Benetton Group non è l’uniConsiglio di Amministrazione vede ca, anche se l’ammiraglia, delle in ascesa il giovane Alessandro, navi del cantiere della famiglia di con una bella carriera universitaria Ponzano Veneto. Infatti attraverso alle spalle, ma soprattutto con una la finanziaria di famiglia Edizione srl (di cui i fratelli detengono il importante esperienza manageriale. Il Consiglio di amministrazione della tab. 2 BENETTON GROUP, Benetton Group, VENDITE NEL MONDO nominato due anni e mezzo fa, scade alla RESTO EUROPA fine di quest’anno. 35% Luciano per ora conserva la carica di presidente e a suo fianco ha come consiglieri Gilberto e Giuliana. Il fratello Carlo è vice ASIA presidente, come il 14% figlio Alessandro, che però insieme al padre, AMERICHE Gerolamo all’AD 3% Caccia Dominioni e a ITALIA RESTO DEL MONDO Gianni Mion fa parte 47% 1% anche del Comitato

25% a testa e ha un fatturato aggregato di 11,4 miliardi di euro) i Benetton controllano oltre al 67,08% di Benetton Group, anche, tramite Schema34, il 59,28% di Autogrill, leader mondiale nei servizi di ristorazione e retail per il viaggiatore, presente in 32 paesi con 5.500 punti vendita, 74.000 addetti, un portafoglio di circa 350 marchi (di proprietà e in licenza) e circa 5 miliardi di giro d’affari l’anno, 2/3 dei quali realizzati all’estero e la metà negli USA. Le recenti acquisizioni di Aldeasa, principale operatore di retail spagnolo, attivo anche nel Sud America, Medio Oriente e Sud Africa e di Alpha Airport, società inglese di ristorazione di ristorazione e retail inflight e aeroportuale (200 punti vendita in 81 scali in 17 Paesi e oltre 100 compagnie aeree) ha rappresentato una ghiotta opportunità in termini di copertura geografica e diversificazione merceologica. Ma non basta perché la 21Partners, braccio finanziario guidato proprio da Alessandro Benetton, ha acquisito recentemente di concerto con la Medusa

Patagonia per una estensione di quasi un milione di ettari e allevamenti per oltre 280.000 capi, mentre nel portafoglio dei Benetton ci sono partecipazioni (tutte sotto il 5/6%, ma considerati i volumi d’affari di rilevanza strategica) nei maggiori gruppi italiani: Assicurazioni Generali, RCS Mediagroups, Il Sole 24 Ore, Caltagirone editore, Mediobanca, Impregilo, Telecom Italia, Pirelli & C. e recentemente di ClubMed. Insomma un impero finanziario, industriale e commerciale, nato da un telaio negli anni cinquanta nella marca trevigiana. E’ chiaro che è importante capire chi sarà il timoniere e dove e come si dirigerà l’azienda leader di questo colosso nei prossimi anni dopo la crisi che è un’occasione di cambiamento. Non solo di mercati e modo di produzione, ma forse anche di management. David Montorsi

La Seconda Parte verrà pubblicata sul numero di ottobre

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Parola di A.D.

VALENTINO FABBIAN, classe 1952, originario della provincia di Padova, nel 1977 si laurea in economia aziendale presso l'Università di Parma. Dal 1982 lavora nella ristorazione, prima con gli americani di Wendy's, poi dal 1989, con il Gruppo Cremonini che non da allora ha mai lasciato. E' Amministratore Delegato della Divisione Ristorazione di Cremonini Spa e tra le varie cariche che ricopre attualemente è anche vice presidente di Confimprese e presidente del Master in Ristorazione dell'Università di Modena e Reggio Emilia. È giustamente considerato un'autorità del settore.

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Valentino Fabbian

Non mi sono mai fermato, non è il caso di farlo ora

C

i abbiamo preso il vizio, interpellare i grandi nomi della ristorazione – non dei ristoranti – si sta rivelando una miniera di notizie, anedoddoti e curiosità, oltre che una finestra privilegiata sul mercato. Questa volta risponde alle domande di retail&food, Valentino Fabbian, giustamente considerato un'autorità del settore visto che lavora in Cremonini da 20 anni ed è stato uno dei principali artefici dell'affermazione del gruppo di Modena in questo campo. Cremonini, a partire dal brand ombrello Chef Express, è ormai presente in tutti i principali canali della ristorazione commerciale e in concessione, in Italia e in numerosi paesi europei. Partiamo dai bilanci, com'è stata l'estate 2009? Sicuramente calda, un'estate veramente calda... E a proposito di bollori come procede la "gara Trenitalia"? Direi che siamo in una fase di stallo. Dopo l'assegnazione (a Compagnie des Wagon Lits, ndr), abbiamo fatto ricorso per il lotto 1, quello per cui abbiamo partecipato. Il ricorso va avanti in via ordinaria e nel frattempo potremmo ricorrere al Consiglio di Stato. Nessuna apertura quindi? Ci sono aspetti tecnici della gara, legati all'assagnazione dei punteggi su cui continuiamo a non essere convinti. Ma in realtà la questione sull'assorbimento del personale si è risolta e il new comer ha garantito il posto a tutti, cosa di cui mi ero preoccupato fin da subito. E le attrazzature? Sulle attrezzature credo che l'accordo si posso ancora trovare. Non siamo disposti a cedere attrezzature gratuitamente ma mi pare che anche su questo punto ci siano degli ammorbidimenti. Auspico sinceramente che si possa trovare una soluzione con Trenitalia puntando sulla ragionevolezza di tutte le parti in causa. A breve però la partita italiana potrebbe riaprirsi con la NTV di Montezemolo. Sì, anche se per ora non ci sono grandi novità. Abbiamo avuto contatti e sappiamo che vogliono dare in outsourcing alcuni servizi anche se mi pare che le idee non siano ancora molto chiare.

Sicuramente è un'opportunità che ci interessa. Qual'è il mercato ferroviario da cui traete maggiori soddisfazioni? Sicuramente Thalys e Eurostar, anche perché in questi casi il nostro interlocutore ha a disposizione mezzi più importanti e ha compreso molto bene il valore dei servizi di bordo. Inoltre per loro svolgiamo anche il servizio delle lounge, di accoglienza e accompagnamento del viaggiatore. Un "pacchetto" completo che funziona davvero molto. E la clientela coma varia? Su Thalys e Eurostar è decisamente sofisticata e requesting, abituata a un livello di servizi molto elevato. E sono molto felice perché per entrambi i servizi ci avviciniamo al 100% di customer satisfaction. Mentre la gara spagnola... Abbiamo consegnato offerte per tutti e tre i lotti, in complesso hanno risposto cinque aziende: tre spagnole tra cui Ferrovial, CWL e noi. A fine settembre conosceremo l'esito della gara, il cui valore totale di fatturato annuo supera i 120 milioni di euro. Ciascuno dei tre lotti – con una divisione geografica – comprende AV, notte e treni internazionali verso la Francia. E infine la Russia. Un mercato enorme e molto promettente, con qualche problema sulle infrastrutture di bordo e soprattutto di terra. È questo l'aspetto che ci preccupa di più. In Italia invece siamo molto indietro sul fronte delle stazioni. Nonostante le 50.000 inaugurazioni! Comunque finalmente ci saranno un po' di aperture, anche se le Ferrovie sono molto in ritardo. Ad essere pronti, da tempo, siamo noi operatori. Il settore ferroviario comunque, per noi, offre possibilità di espansioni interessanti soprattutto verso il Nord Europa. Inoltre il settore ci consente di avere manager e strutture in vari paesi e, per esempio, in Francia intendiamo lanciare Roadhouse in grande stile. Roadhouse continua a macinare aperture... In Italia ne abbiamo aperti 17, una ventina sono

in portafoglio e nei prossimi cinque anni raggiungeremo quota 100. Il prodotto piace e i prezzi sono sicuramente azzeccati, anche in tempi difficili come questi. Inoltre è un formato che ci ha consentito nuove collaborazioni. Con chi? Per esempio con McDonald's, in molti casi abbiamo aperto a fianco a loro: non ci sono cannibalizzazioni ma sinergia. A Carpi, ad esempio, siamo presenti nello stesso edificio e lavoriamo molto bene entrambi. In autostrada invece son dolori per tutti... Purtroppo siamo in una situazione difficile, il traffico è in leggero calo, il potere d'acquisto anche e le autostrade in genere non sono disposte a ridurre la loro redditività. Poi ci sono difficoltà sul fronte investimenti, con intralci burocratici che complicano il rinnovo dei locali. Comunque stiamo consolidando il secondo posto alle spalle di Autogrill, e miriamo a mantenere la posizione facendoci trovare pronti al momento della ripresa. E in aeroporto? Abbiamo concluso la ristorazione a Ciampino e stiamo ottenendo ottimi risultati, anche grazie al restyling del format Mr Panino, molto più attraente e appetibile. Anche il bar di Chef Express è leggermente cambiato, con una grande X sul bancone (molo A, nazionali, Fiumicino). Certo anche noi siamo legati all'andamento del traffico ma, ad esempio, settimana scorsa abbiamo fatto il 10% in più rispetto all'anno precedente. Altre novità? Abbiamo altri formati da inserire in aeroporto: wine bar, sushi... ci sono tanti progetti in cantiere. Li lanceremo in aeroporto, pronti a esportarli anche su altri canali. I prossimi traguardi? Facciamo 600 milioni di fatturato, ma nei prossimi tre o quattro anni puntiamo a raggiungere il miliardo. Sono in azienda da 20 anni, la crescita è stata costante e quasi sempre a due cifre. Non mi sono mai fermato, non è il caso di farlo ora. A. A.

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Prima pietra

Cilento Outlet: tra antico e moderno, tra food e fashion Nato dalla collaborazione tra Irgenre e Promos, il Cilento Outlet Village apre le porte del “fashion a prezzi scontati” al Sud. La vendita dei prodotti alimentari tipici della regione assieme alla predisposizione di spazi per i temporary shop ne fanno un centro moderno ma con radici e tradizioni campane.

S

empre più outlet, sempre più territoriale. L’espansione dei centri commerciali dai prezzi vantaggiosi ha ormai iniziato la discesa verso il Sud Italia, dove alcune regioni (in particolar modo Sicilia e Campania) stanno preparando il terreno per l’arrivo dei giganti del commercio a basso costo. In ordine cronologico, l’ultimo progetto ad essere stato annunciato è quello di Eboli (Salerno) del Cilento Outlet Village. L’iniziativa, ideata dalla società Irgenre in collaborazione con l’azienda bresciana Promos, punta ad abbinare un’offerta fashion di medio-alto livello ad una proposta food di chiaro stampo locale, campano in questo caso. La nuova frontiera degli shopping center, e dei foc in particolare, è la riscoperta delle tradizioni, soprattutto per quanto riguarda i prodotti tipici: l’attenzione alla qualità, che per gli outlet è stato finora destinata alle griffe della moda, viene ora concentrata sull’alimentare, non solo in chiave ristorativa, ma anche d’asporto. Infatti, all’interno dei 130 negozi previsti nell’outlet, verranno riservati una decina di spazi (circa il 10% della superficie commerciale totale) a bar, ristoranti e chioschi per la vendita dei più caratteristici prodotti campani a partire, ovviamente, dalla classica mozzarella. Una conversione al territorio che va sicuramente a beneficio dei residenti nell’ampio bacino di utenza del nuovo centro: una catchment area che si estende dalle provincie di Salerno, Potenza, Avellino, Napoli fino a parte del beneventano e casertano. L’outlet village punterà forte 32 retail&food - settembre 2009

progettato in modo da ridurre al minimo l’impatto estetico, adattandosi così al contesto paesaggistico. Non di meno sarà importante l’indotto occupazionale che ricadrà su un’area molto popolosa e con un’alta presenza di giovani come quella di Eboli: a regime l’ouanche sui tanti turisti che ogni tlet sarà in grado di offrire lavoro a anno accorrono sulle coste napolecirca 600 persone, una cifra riletane e salentine per godersi il sole, vante per l’economia del Cilento. il mare e le bellezze storico-cultuPer quanto riguarda la commerrali. Il flusso turistico viene infatti cializzazione, invece, è già stata stimato in circa cinque milioni di avviata una fase preliminare per presenze annue nella regione, saggiare la volontà dei potenziali molti dei quali stranieri (per lo più tenant. «L’interesse sull’area da parCILENTO OUTLET VILLAGE te di importanti EBOLI (Sa) LOCALITA’ operatori c’è, e DATA APERTURA FINE 2010 questo ci fa ben EXTRAURBANA LOCALIZZAZIONE TIPOLOGIA FACTORY OUTLET sperare per la CENTER riuscita del proPROMOTORE IRGENRE PROGETTAZIONE IRGENRE getto – ha detto COMMERCIALIZZAZIONE PROMOS Filippo Maffioli, GESTIONE PROMOS direttore comGLA (SUPERFICIE 25 mila mq LORDA AFFITTABILE) merciale di ProPOSTI AUTO 2.500 mos, durante la TOTALE UNITÀ (PICCOLE, 130 MEDIE E GRANDI SUPERFICI) presentazione BACINO DI UTENZA A 60 MIN. 2,5 milioni dell’outlet – (RESIDENTI) sem pre più a BACINO DI UTENZA A 90 MIN. 5 milioni (RESIDENTI) ziende hanno

statunitensi, tedeschi, inglesi e giapponesi) che non disdegnano di portare a casa capi firmati a basso costo. Il Cilento Outlet Village vedrà la luce nei pressi della località San Nicola Varco, a pochi chilometri dal mare e a meno di un’ora di percorrenza da Potenza: la Strada Statale 18, che congiunge Salerno a Paestum e all’intera riviera cilentina, sarà l’accesso viario principale del foc, il quale sorgerà in prossimità delle uscite di Battipaglia (per chi proviene da nord) ed Eboli (per chi percorre da sud) della A3 Salerno-Reggio Calabria. Tanto per rimanere in tema con il territorio, a livello architettonico il complesso commerciale è stato

bisogno di queste strutture per smaltire i propri stock. Per venire incontro alle richieste dei retailer abbiamo ridotto le dimensioni dei


punti vendita». La scelta dei promotori è stata quella di intervenire direttamente sulla metratura delle superfici (avranno mediamente

una dimensione di 160-180 mq) piuttosto che sui costi di affitto, i quali rimarranno uguali a quelli dei precedenti shopping center targati

Promos. Gran riserbo rimane ancora sulle insegne già contattate, che faranno parte per lo più del setto-

re fashion, abbigliamento e accessori (complessivamente formeranno l’80% dell’offerta del centro). Oltre ai normali store, sono previsti diversi spazi destinati ai temporary shop: l’introduzione dei negozi “a tempo” all’interno degli shopping center sta prendendo sempre più piede e anche negli outlet si dimostrano un ottimo elemento di originalità per abituare il cliente alla sorpresa e alla novità. L’outlet village, costato complessivamente 80 milioni di euro, verrà costruito in due fasi: la prima conterà circa 80 negozi distribuiti su 17.000 mq di superficie, mentre la seconda fase comprenderà i restanti 50 pdv e circa 7.000 mq. L’intera struttura ha già ricevuto le autorizzazioni amministrative e gran parte delle opere di urbanizzazione sono già state realizzate. Il giro d’affari annuo previsto si aggiro intorno ai 60 milioni di euro a M. C. regime. retail&food - settembre 2009 33


Taglio nastro

A fronte di un investimento complessivo di 120 milioni di euro,di cui una parte finanziata dall’Unione Europea, le Officine Savigliano a Torino hanno ritrovato il loro valore storico-urbanistico in seguito all’intervento effettuato dalla società Snos, diventando una nuova ancora commerciale per la città della Mole.

S

e non risaltasse l’insegna dell’ipermercato Il Gigante, l’unica presente di grandi dimensioni, non sarebbe immediato capire che l’intera struttura strappata a un destino di degrado ospita al suo interno una galleria di negozi da oltre 13 mila mq di gla. Proprio il mantenimento dell’edificio originario, e in particolare della facciata (totalmente recuperata e rimasta esattamente come era un tempo), costituisce il valore urbanistico più importante ottenuto con l’intervento di riqualificazione delle ex Officine Savigliano a Torino, realizzato a fronte di un importo complessivo di 120 milioni di euro dalla società a capitale misto Snos, (costituita da Finpiemonte per il 51% e da Impresa Rosso per il 49%). Lo Snos Gallery Centre, inaugurato il 24 giugno, non nasce dunque come un tradizionale centro per lo shopping ma si presenta quasi come un’operazione commerciale “ospite” all’interno dell’edificio storico, operativo a inizio ‘900 nel settore dell’industria pesante. Questa caratteristica da una parte lo rende un asset di forte rilevanza strategica, perché inserito nel cuore del capoluogo piemontese e perché portatore di un valore innovativo, dove retail e cultura urbanistica si fondono, ma dall’altra parte gli conferisce una forma atipica e, forse, meno funzionale per l’attuale destinazione d’uso. La galleria, lunga circa 320 metri (l’equivalente di tre campi da calcio) e larga tra 8 e 14 metri, si presenta infatti in tutto il suo fascino grazie ai binari originali sul pavimento che servivano per il trasporto merci, alle travi in ferro e ai carriponte sul soffitto, ma anche piuttosto dispersiva se consideriamo la distanza che il consumatore deve

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percorrere a piedi (magari più volte) per raggiungere i negozi ubicati lungo l’intera passeggiata. Questo possibile disagio è compensato solo in parte dai numerosi ingressi di cui dispone l’edificio, ben nove SNOS GALLERY CENTRE (cinque su corso TORINO LOCALITA’ Mortara e quatLOCALIZZAZIONE URBANA TIPOLOGIA COMPLESSO tro sul retro), POLIFUNZIONALE che permettono PICCOLE DIMENSIONI al cliente di PROPRIETA’ GALLERIA MORTARA DUE PROMOTORE LA POLICENTRO effettuare gli COMMERCIALIZZAZIONE MALL SYSTEM acquisti e di ragGESTIONE COGEST ITALIA GLA (SUPERFICIE LORDA giungere age13.146 mq AFFITTABILE) volmente i parLIVELLI COMMERCIALI 1 POSTI AUTO cheggi (circa 1000 IPERMERCATO IL GIGANTE mille tra quelli a ANCORE BON PRIX, ELDO, raso e coperti) FOR FUN TOTALE UNITÀ (PICCOLE, senza dover per36 MEDIE E GRANDI SUPERFICI) correre altri 300 SPAZI RISTORAZIONE 8 INSEGNE RISTORAZIONE PRESENTI metri. Proprio MAGLIONE RISTORAZIONE, PIADIsull’importanza NERIA LA CAVEJA, C della riqualificaHOUSE, ANTICA TORREFAZIONE, YOYOGURT, zione urbana, di FASTER PIZZA, ROSTICcui lo Snos CERIA IL VICHINGO, Gallery Centre è MADAMA DORA ottimo esempio, intesa non solo siamo arrivati prima con i servizi come opportunità ma anche come per essere pronti quando il comvia di sviluppo forzata per il settore prensorio sarà ultimato. Infine è dei centri commerciali, si è sofferimportante sottolineare, proprio in mato il presidente di La Policentro Spa, Lino Iemi, in occasioquesto periodo dove si parla spesne della conferenza d’inaugurazioso di disoccupazione, che qui lavone del complesso. “Lo Snos Gallery reranno oltre 250 addetti”. Centre costituisce un cambiamento epocale nel settore del real estaLa galleria cambia te – spiega il dirigente – Per motidestinazione vazioni di carattere economico e Sui binari non transitano i treni ma territoriale, la realizzazione di gransolo i carrelli della spesa e al posto di shopping center dovrà lasciare il degli operai ci sono commessi e passo agli interventi di recupero. consumatori che mettono in moto Tema che Torino ha fatto proprio il commercio, non i carriponte. Da nell’ottica di evolversi da città una destinazione industriale di industriale a city di cultura polivastampo primo-novecentesco, la lente. I lavori dell’infrastruttura galleria è stata trasformata in una finiranno tra circa un anno, ma passeggiata per lo shopping, dove

una volta commercializzati tutti gli spazi saranno attivi più di 40 punti vendita, tra cui l’ipermercato Il Gigante e tre medie superfici ad


nali: nell’ambito dell’abbigliamento per adulti operano gli store Fiorella Rubino e Oltre, in quello per bambini i negozi Z e Idexé, nell’intimo Golden Point, nell’oggettistica artigianale Thun, nel settore calzature Fly Fot, in quello dei videogiochi l’onnipresente ormai Game Stop, mentre il segmento ‘cura della persona’ è presidiato da Isola Verde Erboristerie e Biobottega. Tra i servizi si collocano invece Ottica Avanzi, Jean Luis David, Open Space solarium, 4G telefonia e una filiale del gruppo bancario Intesa Sanpaolo con sportello bancomat, cassa continua e ufficio. Inoltre si sta trattando l’inserimento di una parafarmacia. L’area della ristorazione si articola su 800 mq e conta a pieno regime otto attività: Maglione Ristorazione, che propone la formula self-service, i bar C House e Antica Torrefazione e ancora Piadineria La Caveja, Yoyogurt, Faster Pizza, Rosticceria Il Vichingo e Madama Dora. La stra-

COMMENTO Struttura e design

Accesso e parcheggio

Offerta commerciale

Spazi comuni e attrattive

indice valutazione:

VALUTAZIONE

Ottimo il design per gli amanti di architettura post-moderna, perplessità sulla funzionalità. Positivo l'impegno per ridurre l'impatto ambientale Numerosi i parcheggi coperti e non, ma la sosta di due ore con disco orario è un limite per la permanenza Area food ampia e innovativa. L'offera è proporzionata al target di riferimento. Poche le novità sul non-food. Premiata la piccola ristorazionete attrattiva una volta aperta. Accessibile L'area intrattenimento costituisce un plus. La larghezza contenuta della galleria non permette l'organizzazione di grandi eventi

ÈÈÈÈ ÈÈÈ ÈÈÈ ÈÈÈ

La valutazione è di carattere puramente indicativo

È = migliorabile ÈÈ = sufficiente ÈÈÈ= apprezzabile ÈÈÈÈ = molto buono ÈÈÈÈÈ = ottimo insegna Bon Prix, Eldo e For Fun, specializzate rispettivamente nell’abbigliamento uomo-donna, nell’elettronica di consumo e nel divertimento. Proprio quest’ultimo store, aperto in un secondo momento rispetto alla struttura, rappresenta un plus importante: qui si estendono circa 2.000 mq di area pleasure, dove si trovano piste da bowling per adulti affiancate a quelle per bambini, una sala slot e una zona con parco a tema, dedicata all’intrattenimento dei più piccini e controllata da personale qualificato senza alcun costo per le famiglie. Per quanto riguarda gli operatori principali del non food, il portafoglio appare piuttosto in linea con quello dei centri tradizio-

tegia di commercializzazione ha puntato prevalentemente sui player del food locali già attivi in altri shopping center, in grado di offrire la qualità della cucina piemontese e di garantire il know how necessario per gestire un punto vendita in quella location. Ad oggi è coperto circa l’8090% degli spazi a disposizione, in particolare sono stati aperti 32 punti vendita a giugno che aumenteranno sino a 37 a fine settembre. Policentro ha dichiarato che entro un paio di anni dovrebbero essere a regime sia la presenza dei negozi sia i canoni di locazione, e che è stato dato un significativo contributo economico per il lancio pubblicitario della galleria. Infine, il

confort nel mall è garantito da un impianto di teleriscaldamento alimentato da una centrale di trigenerazione, che permette un sensibile risparmio energetico, e dalla presenza di luce naturale che penetra dalla facciata principale del palazzo grazie ad ampie vetrate.

Riqualificazione, Torino si rifà il look Dopo una fase iniziale di “allontanamento” dai centri cittadini, contraddistinta talvolta da progetti ‘titanici’, la nuova scommessa per il comparto dei centri commerciali si gioca nelle città, con format di dimensioni ridotte studiati per inserirsi in aree densamente popolate e offrire un mix merceologico mirato e complementare. In quest’ottica si colloca il complesso dello Snos Gallery Centre, che può attingere da un bacino di utenza stimato in 100 mila residenti nell’isocronia di dieci minuti di percorrenza in automobile alla velocità di 40 km/h. La polifunzionalità del progetto Snos si completa con la presenza di sei torri uffici, occupate da oltre mille addetti della nuova sede torinese di Seat – Pagine Gialle, e di 16 loft a destinazione abitativa collocati al terzo livello della struttura. L’edificio delle ex Officine Savigliano è destinato a diventare nel breve-medio termine il nodo principale all’interno di un comprensorio urbano totalmente riqualificato e denominato Spina 3 nel Piano Regolatore Generale. Lo Snos Gallery Centre dista cinque minuti dal terminal dell’Alta Velocità Porta Susa, dieci minuti dal centro cittadino e dall’uscita dell’autostrada A4 Torino-Milano e 15’ dall’aeroporto Caselle. Inoltre si affaccerà sul nuovo “Grand Boulevard”, che sarà interamente realizzato sopra la stazione e i binari della Tav, e su un parco da circa un milioni di mq, il quale costituirà l’ancora esterna dello shopping center. L’idea, infatti, è quella di creare una passeggiata all’aperto che confluisce proprio nella galleria commerciale. L’apparato logistico che alimenterà il flusso di visitatori si completa con la realizzazione della seconda linea della metropolitana, attualmente in avanzato stato di progettazione per quanto riguarda la parte nord della città. Andrea Penazzi

retail&food - settembre 2009 35


Analisi Mercato Retail

Food… That’s Fine! L’Italia nel mondo è conosciuta soprattutto per la cucina e i propri alimenti di qualità, che vengono acquistati sempre più nei luoghi di viaggio, aeroporti in testa. Ma da qualche tempo anche outlet e shopping center si stanno attrezzando.

C

hi, prima di salire sul proprio volo, non ha mai avuto la tentazione di comprare una delle prelibatezze assaggiate durante le vacanze, per poi riassaporarle una volta tornati a casa? Gli aeroporti sono infatti i luoghi perfetti per i prodotti fine food: alimenti di gastronomia, specialità tipici regionali e dolciumi di qualità (tutti rigorosamente d’asporto) sono ampiamente distribuiti sia in area landside all’interno di punti vendita specializzati, sia nei duty free e nei chioschi situati al di là dei filtri di sicurezza. Vasta è la gamma dei prodotti alimentari venduti all’interno dei terminal italiani: dal formaggio al prosciutto, passando da olio e

pasta fino ai condimenti, anche se è il cioccolato il prodotto più acquistato dai passeggeri in attesa del decollo. Non a caso il confectionery è il comparto duty free/paid che ha retto meglio al calo di passeggeri registrato durante l’ultimo anno. Secondo le statistiche di Generation Research, infatti, cacao e affini scalano la classifica mondiale delle merceologie più redditizie nel travel retail, piazzandosi al terzo posto dopo profumi e cosmetici femminili, arrivando a sorpassare addirittura uno degli articoli simbolo fino a qualche tempo fa dei duty free: le sigarette. Protagoniste di questo successo sono anche molte aziende italiane, le quali affollano i corner aeroportuali con barrette e praline di cioccolato fondente o al latte. Molto diffusi sono infatti i marchi Perugina, Peyrano, Domori, Amadei, Novi-Elah Dufour e Venchi. Proprio quest’ultimo brand è l’unico ad essere presente con propri punti vendita negli aeroporti in Italia (vedi intervista all’ad Daniele Ferrero), all’interno dei quali viene venduta tutta la gamma di dolci, dal nudo al confezionato e, nello spazio Venchi allestito a Fiumicino, persino il gelato artigianale.

La Gastronomia all’insegna della tradizione Ma il mercato italiano del fine food, ovviamente, non si ferma solo al cacao: tra gli alimenti più gettonati ci sono pasta, prosciutto, formaggio; tutti prodotti gastronomici comperati prevalentemente dai passeggeri internazionali che 36 retail&food - settembre 2009


FINE FOOD IN CIFRE (2008)*

*dati Generation Research, 2009

3.467,2 milioni ($) sono l'ammontare delle vendite mondiali nel canale travel retail. 1.856,2 milioni ($) sono il giro d'affari complessivi stimato nei paesi europei. Il 53% dei prodotti destinati al travel retail viene venduto in Europa Il 9,4% dei prodotti mondiali travel retail è composto da FineFood&Confectionary 2,652 milioni ($) è l'importo delle vendite mondiali travel retail dei soli prodotti dolciari

non rinunciano ad acquistare qualche eccellenza nostrana prima di far ritorno a casa. «I prodotti alimentari di alto livello sono molto richiesti dagli stranieri. Noi italiani difficilmente li compriamo perché hanno prezzi eccessivi rispetto ad altri canali come, per esempio, i supermercati» secondo Riccardo Bandera, responsabile del settore Spirits, tobacco & food di Dufry Italia, uno dei maggiori operatori di spazi commerciali duty free/duty paid aeroportuali, è soprattutto la gastronomia ad essere gettonata tra i turisti e i businessman di passaggio in Italia, mentre biscotti e cioccolato non hanno distinzione di clienti. «Tra i nostri fornitori più importanti c’è Ferrarini, che commercializza pasta, prosciutti, oli speziati e aceti balsamici invecchiati - ha poi precisato Bandera – ci sono anche molti prodotti che non si acquistano nei comuni centri

Il cioccolato piemontese conquista il mondo Venchi, azienda-laboratorio con sede nel cuneese, oltre ad avere 18 punti vendita tra Italia, Bulgaria e Hong Kong e ad essere distribuita in paesi come Giappone, Germania, Usa e Cina, è l’unico brand ad avere propri punti vendita all’interno degli aeroporti italiani, come ha spiegato a r&f l’amministratore delegato di Venchi, Daniele Ferrero La cioccolateria in aeroporto: come ha avuto inizio? Quando abbiamo iniziato, il brand d’alta gamma di cioccolato negli aeroporti degli altri paesi era molto presente. In Italia non era ancora stato fatto, un po’ perché era l’inizio della privatizzazione degli aeroporti e nessuno ci aveva mai pensato, anche perché l’area shopping veniva assegnata ad un solo duty free, poi perché non c’era un operatore di cioccolato italiano strutturato per farlo. Noi ci siamo attrezzati per entrare nell’aeroporto di Roma, che ha pensato fosse una bella idea, e questo ha dato il via a tutto il resto. Oggi in quali scali siete presenti con i vostri punti vendita? Siamo a Fumicino e Malpensa, in entrambi con due negozi, poi a Torino, Bologna e Venezia. Nei punti vendita il personale è nostro, e questo comporta una serie di costi gestionali, ma la parte formativa e di servizio al cliente, se perseguita bene, permette di avere un alto livello di impatto sul consumatore finale: avere commesse che conoscono i processi di lavorazione delle materie prime e la provenienza del cacao, consente di dare quelle informazioni aggiuntive che il consumatore cerca per essere garantito della qualità e genuinità dell’offerta. Tutti i punti vendita sono in area airside perché in landside il cioccolato non si vende essendo un prodotto d’impulso, e il viaggiatore, fin quando non supera i varchi di sicurezza, non è ricettivo a questo tipo di acquisto. Novità per il 2009? A fine agosto abbiamo aperto un nuovo punto vendita all’aeroporto di Mosca in collaborazione con Airest: è uno shop in shop all’interno dei loro spazi. Poi quest’anno lanceremo delle collezioni di mini-snack: cioccolatini tra i 12 e 15 grammi, cioè un po’ più grandi dei classici da 8 grammi ma un po’ meno degli snack tradizionali, con varie forme che saranno presenti nei nostri negozi da settembre.

commerciali, si tratta di articoli molto costosi che hanno una lavorazione o una peculiarità pregiata. Ad esempio, abbiamo molti prodotti di Peck: sughi, caffè, miele, marmellate ma anche dolci e torroni». Tante, insomma, le referenze gastronomiche che compaiono sugli scaffali duty free, anche se a incidere maggiormente sulle vendite rimangono i dolci, come ha confermato lo stesso Bandera: «Sul totale venduto, la gastronomia rappresenta il 6,4%, mentre cioccolato e biscotti sono stimati attorno al 13,6%». In realtà, gli articoli pregiati della cucina italiana rimangono prodotti di nicchia: molto graditi dagli uomini d’affari, i quali apprezzano alimenti ricercati, spesso già degustati nei ristoranti più rinomati dello Stivale. «Le nostre referenze sono presenti anche negli aeroporti che accolgono voli low cost, nonostante quel genere di target abbia più difficoltà ad acquistare un pacchetto di pasta che può arrivare a costare fino a 6 euro». A parlare è Massimo Sansonetti, responsabile della comunicazione di Cipriani Food, marchio storico di pasta, riso, caffè, panettoni e focacce dolci: gli ingredienti di successo del celebre Harry’s bar veneziano. «La nostra clientela è decisamente straniera, composta prevalentemente da businessman più per una questione culturale che di “portafoglio”: nella nostra offerta c’è una componente intellettuale di ricerca. Si tenta di recuperare l’esperienza che si è creata nel ristorante - ha sottolineato Sansonetti, che ha poi aggiunto - nel nostro caso le vendite del canale travel retail si attestano tra il 3 e 4% sul fatturato totale, con la speranza che possano arrivare al 5%. Stiamo infatti attraversando una fase di restyling dell’immagine, pensando a prodotti più strategici per questo canale, con referenze e prezzi che stimolino l’acquisto d’impulso per il consumo durante l’attesa dell’aereo». retail&food - settembre 2009 37


Analisi Mercato Retail siciliani nel bagaglio di ogni passeggero.

Outlet dolce outlet Con i suoi 31 punti vendita sparsi sul territorio, la svizzera Lindt&Sprüngli è una delle maggiori aziende dolciarie presenti in Italia, tuttora in forte crescita sia economicamente (+1,2 punti percentuali nei primi quattro mesi del 2009), sia nella rete distributiva. Abbiamo Intervistato Maura Rabellotti, retail manager di Lindt Italia. I negozi Lindt monomarca in quali canali sono presenti? Innanzitutto una precisazione: a parte il nostro storico spaccio ad Induno, collegato alla fabbrica, tutti gli altri negozi monomarca non sono di proprietà Lindt, ma sono gestiti da aziende partner, che si occupano di tutta la parte operativa. In termini di location, abbiamo focalizzato l’attenzione sugli outlet village. A seguire in termini di numero di negozi ci sono i centri commerciali con metrature di vendita inferiori rispetto agli outlet ed i negozi nelle stazioni, che sono stati i primi negozi monomarca con cui abbiamo iniziato 10 anni fa. La distribuzione attraverso i duty free, invece, è gestita direttamente da un team con sede a Kilchberg presso Zurigo sede storica della nostra Casa Madre. Qual'è la politica dei prezzi nei punti vendita negli outlet? La strategia commerciale è sempre stata quella di proporre le collezioni dell’anno in corso: non consideriamo questi punti vendita come un posto dove smaltire gli invenduti, ma anzi come un luogo dove i consumatori possono trovare tutto il vasto assortimento che Lindt Italia propone. Per questo motivo lo sconto medio si limita a un 10-15% sul prezzo di listino bollato al pubblico. Nuove aperture? Abbiamo un piano di nuove aperture decisamente concentrato nell’ultimo quadrimestre dell’anno. Infatti anche se i monomarca resteranno sempre un’integrazione del business (l’azienda è molto attenta all’equilibrio tra i canali distributivi), questo è un canale destinato a crescere in futuro. A partire da settembre 2009 sono previste almeno 4 nuovi negozi, tra cui uno al Pescara Outlet Village e un altro al The Mall di Incisa Valdarno.

Meno presenziata ma comunque interessante rimane la situazione nelle aree landside dei terminal italiani. A differenza dei maggiori scali di Fiumicino (dove si conta anche un negozio di salumi e salsamenteria marchiato Olvino Morganti), Malpensa e Venezia, negli aeroporti medio-piccoli sono diversi gli operatori locali che vendono prodotti tipici regionali. Così, 38 retail&food - settembre 2009

mozzarella e ricotta di bufala campana compaiono nei due chioschi Fattorie Garofalo aperti all’aeroporto Capodichino. I due punti vendita dell’azienda agricola di Capua sono posti all’esterno dell’aerostazione (in prossimità dei parcheggi) e all’interno della sala imbarchi. Nel lombardo Orio al Serio, invece, è presente Agripromo per la vendita di prodotti

tipici bergamaschi come salami, salsicce, formaggi dop, miele. Al Marconi di Bologna il negozio Vecchia Malga propone formaggi tipici di Emilia Romagna, Toscana, Puglia e Campania, mentre la pasticceria Palazzolo di Cinisi ha aperto un proprio show room nell’area partenze dello scalo palermitano Falcone Borsellino, per non far mancare una scorta di cannoli

Lindt conquista outlet e stazioni Al di fuori degli aeroporti, l’unica insegna “fine food” presente con propri negozi monomarca sia in ambito travel retail che in quello shopping center e outlet village è Lindt. Oltre ad aver aperto store nelle stazioni di Bologna, Roma (Termini e Trastevere), Brescia, Milano Garibaldi e Padova, Lindt “copre” con i propri negozi praticamente l’intero mercato outlet italiano (15 negozi in altrettanti foc in Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Toscana e Trentino Alto Adige, più una gelateria al factory outlet di Vicolungo), ai quali si aggiungono le aperture effettuate nei centri commerciali Gli Orsi di Biella, I Gigli di Campi

Bisenzio, Antegnate Shopping Center, Porta di Roma ed Euroma2 nella capitale e nel Retail Park Da Vinci di Fiumicino. Nell’immediato futuro, però, saranno proprio strutture come gli outlet village e gli shopping center a dedicarsi sempre più alla gastronomia locale di qualità, la quale diverrà un elemento determinante di attrazione. Massimo Colzani


Tentar non cuoce

Rana e Ferrarelle: ne vedremo delle belle!

E

ccovi qua tre delle decine di titoli che hanno allietato le nostre letture sul finire del mese scorso: “Rana apre 45 ristoranti un Svizzera”; “L’amministratore delegato: via al piano di espansione di questo format all’estero, obiettivo Europa e poi Usa”; “ Rana, svolta nei ristoranti e sbarco in Usa”. Ci risiamo. Aprire ristoranti è la cosa più semplice del mondo; inventare nuovi format di successo è facile e divertente; invadere l’Europa è il nuovo, bellicoso slogan che va di moda; sbarcare in America, poi, è un’impresa che può facilmente essere enunciata ed attuata. Sono questi i concetti che sembrano andare per la maggiore presso i giornali nostrani, che nel parlare di questi fieri propositi non ne vogliono sapere di impiegare concetti come professionalità acquisite negli anni, di esperienza, di lenta gavetta. Il successo sta nel blitz, e non importa se il roboante annuncio è infarcito di inesattezze o esagerazioni. Per esempio: “L’altro pilastro dell’azienda veronese è la

ristorazione. Partito nel 2007 il progetto ha visto l’apertura di ristoranti “Da Giovanni” nei principali centri commerciali del Nord” (Corriere della Sera del 24/6). Orbene: Rana è una grande industria alimentare, su questo non c’è dubbio, ed i suoi pilastri sono la produzione e la distribuzione; chiamare pilastro anche la ristorazione, che nell’ambito del gruppo presenta ricavi tipo infinitesimali è sicuramente un'inesattezza; e definire “i pricipali del Nord” i quattro o cinque centri in cui è presente il marchio (per dire: Verona Uno, Le Corti Venete di Verona, Il Leone Shopping Center di Lonato, il Valecenter di Marcon)

è un’eufemistica apologia che certamente avrà fatto trasalire più di un esperto. Ma tant’è, tutto fa brodo quando si vuol servire una minestrina che si presenti almeno in una bella zuppiera sulla tavola dei lettori meno sgamati.

Iniziative che non hanno mai presentato buoni bilanci Ce l’abbiamo con la stampa in generale, naturalmente, che a volte non va troppo per il sottile nel presentare l'attualità e le notizie del nostro settore (come di altri); ma questa volta dobbiamo dirlo, ce l’abbiamo anche con Rana che, troppo facilmente a nostro avviso, si mette sulla strada già percorsa da

Core inverte la rotta Nei ruggenti anni ’80 era stata tra i pionieri dell’allora imperante formula Tex-Mex: un format di ristorazione etnica latino-americana basata su una geniale cucina di assemblaggio e arricchita da bevande esotiche , spesso alcooliche, che all’epoca costituivano una vincente novità. Parliamo della CORE, un’ impresa milanese che, in più, poteva contare su Renato Pozzetto, sempre presente all’inaugurazione di ogni nuovo locale in quanto partecipante alla proprietà attraverso il fratello. Vennero così lanciati numerosi marchi, come Pedra del Sol , Tropico latino e Dixieland, che conobbero una stagione brillante ed alla page. I diversi format però non sono mai andati molto lontani da Milano, vuoi per una caratterizzazione decisamente cittadina dei locali vuoi forse per una scarsa propensione della proprietà ad allontanarsi dalle proprie radici. Ebbene, queste strategie sono oggi completamente saltate. Non più format esteri in Italia, ma format italiani all’estero; come dire, basta con Milano e provincia! Core infatti ha lanciato il marchio “101 Bruno’s” una formula “attenta ai prodotti di qualità della gastrono-

mia italiana” ma attenta anche ai prezzi: i panini infatti partono da 1 euro, replicando una fortunata promozione che fu già di McDonald’s. Ovviamente una formula “italiana” è concepita anche per andare all’estero, in Paesi nei quali la gastronomia italiana è vista , come è giusto che sia, come una cucina attrattiva e vincente. Le ambizioni sono di alto livello ma graduali. Il progetto è di tesaurizzare la lunga esperienza di gestione e di ricerca di franchisee per formare una solida rete di locali in Italia (questa volta anche al sud), per poi allargarsi all’estero, in primo luogo nelle vicine Austria e Croazia.

molte “industrie” che vogliono entrare nel “servizio”, credendo che in fondo si tratti dello stesso mestiere, o almeno di due mestieri molto sinergici; una strada percorsa, sbagliando, anche da grandi aziende della distribuzione organizzata, che si credono abilitate ad entrare nella ristorazione solo perché possiedono “il prodotto” e la location ben frequentata. I bilanci di queste iniziative, anno dopo anno, denunciano impietosamente che la strada percorsa è impervia ed improduttiva. Serve solo, il più delle volte, a disorientare il consumatore e a creare piccole perturbazioni locali. Altro esempio recentissimo, altra arrabbiatura: ”Il gruppo Ferrarelle apre una catena di bar” titola “Il Sole 24 Ore” del 30/6. E poi: “Apre il primo Bar Ferrarelle nel cuore di Napoli, a cui seguiranno altri due locali a Roma e Milano (...) il progetto punta alla creazione di una vera e propria catena di locali pubblici da diffondere con il contratto di franchising...”. Perfetto: a creare reti cittadine di bar e caffetterie, in Italia finora non c’è riuscito nessuno, neanche Starbucks, che pure possedeva il prodotto principe, cioè il caffè; e non abbiamo mai sentito dire che la Coca Cola abbia il progetto di creare una rete di “Bar Coca Cola”, eppure di mezzi ne avrebbe in abbondanza! Vedremo se ci riuscirà Ferrarelle, cui facciamo tutti i nostri migliori auguri. Oppure se tra qualche mese non si sentirà più parlare di queste eccentriche iniziative, in omaggio al vecchio e saggio detto lombardo “Ofelé fa el to mesté” (pasticciere fai il tuo mestiere). L. N. retail&food - settembre 2009 39


Resoconto fiere

La quattro giorni milanese di Eire ha certificato che il comparto dei centri commerciali non è fermo, anche se la crisi ha limitato fortemente il recente sviluppo, bloccando o ritardando l’iter di numerosi progetti. La riqualificazione urbana, soprattutto di aree ex industriali, e la spinta propulsiva di mercati emergenti come quelli dell’Est-europeo e dell’America latina costituiscono le opportunità più significative già nel breve termine.

S

i riparte da Eire? Molto più semplicemente il comparto dei centri commerciali non si è mai fermato. Nonostante il tasso di crescita non sia quello brillante registrato nel 2007 e nemmeno quello che caratterizzava la quarta edizione della fiera milanese, la quinta puntata dell’Expo Italia Real Estate si può considerare come un’istantanea tutto sommato ottimistica delle condizioni di salute, precarie ma non irreversibili, in cui versa il settore. La tenuta dell’evento, documentata dalla presenza di 350 espositori e di quasi 20.000 visitatori, da un lato dimostra che la crisi non ha depresso completamente la capacità di sviluppo delle imprese, mentre dall’altro lato non deve illudere sui problemi reali che affliggono gli operatori, come si evince dalla presenza di stand ridotti nelle dimensioni e nell’offerta, oltre a qualche significativa latitanza di aziende che hanno partecipato in qualità di visitatori e non di espositori. Aziende, queste, non di secondo piano. Sotto l’aspetto dell’organizzazione, i rumor parlano di manager che lamentavano le eccessive quote di adesione, che sarebbero aumentate anche quest’anno “alla faccia della recessione economica”. Per quanto concerne i contenuti, le iniziative proposte nell’arco dei quattro giorni sono state quasi cento, tra cui convegni istituzionali, seminari, conferenze stampa ed eventi negli stand, in cui si sono tracciate le linee guida su cui fissare la ripresa del comparto. Tra queste, come abbiamo già approfondito sul numero luglio-agosto di

40 retail&food - settembre 2009

retail&food, si è parlato di opportunità commerciali all’interno dei centri urbani, a fronte di possibili scenari legati alla riqualificazione del territorio, senza però addentrarsi sufficientemente nella realtà che coinvolge in primis i retailer. Sempre nel centro urbano, e in particolare in quello milanese, si concentreranno nei prossimi anni ampie possibilità di intervento grazie all’organizzazione dell’Expo 2015, come ha ricordato l’assessore allo Sviluppo del territorio del Comune di Milano, Carlo Masseroli, in occasione del convegno “Rottamare le città per costruire il bello”. “L’amministrazione comunale sta rivedendo tutte le funzioni che non sono più attuali – ha illustrato Masseroli – Stiamo dando un’impronta del tutto nuova per trasformare Milano da metropoli radiale a reticolare. Finora i piani di sviluppo e di crescita hanno fatto leva una logica estensiva, considerando il territorio come una risorsa illimitata. La Giunta intende interrompere questo modus operandi e procedere rigenerando le aree degradate. In quest’ottica intendiamo l’Expo come un’opportunità nel lungo periodo”.

Non solo parole, ma anche fatti Focalizzando l’attenzione sui progetti di maggiore rilevanza, Unieco ha presentato i complessi polifunzionali Silos Trieste e Le Officine (Sv), entrambi finalizzati a riqualificare il territorio urbano. Il primo sarà realizzato tra la stazione ferroviaria e il porto vecchio con un’estensione di gla pari a 45.000 mq, mentre il secondo sorgerà a poca distanza dal centro storico della città ligure, nella zona di Legino dove sorgeva lo stabilimento Metalmetron, e disporrà di 17.500 mq di gla. Entrambi ospiteranno un’area dedicata alla ristorazione e un hotel. Proseguendo sul filone del recupero dei territori dismessi si inserisce la struttura

sportiva polifunzionale presentata da Foruminvest, che sarà localizzata a Sestri Ponente (distretto industriale a 6 km da Genova). La multinazionale olandese ha presentato anche il centro commerciale Gli Ulivi, di cui è prevista l’apertura per il 2010 e la commercializzazione è affidata a CbreEspansione Commerciale, che sarà costruito a ridosso di Caltanissetta e ospiterà circa 23.000 mq di gla. Sul fronte dei nuovi concept, Stores Development ha introdotto “l’open street style” con il Pr Parma Retail e la costruzione d’ispirazione storico-naturalistica del Soratte Outlet Shopping. Il primo complesso sarà edificato nel comune emiliano entro il 2010, avrà una superficie commerciale di oltre 39.000 mq e si caratterizzerà per la presenza di spazi all’aperto, superando la concezione classica di centro commerciale chiuso. Il secondo intervento è stato inaugurato nella sua prima parte a fine 2008 e sorge a nord di Roma, nel comune di Sant’Oreste. Una volta a regime offrirà circa 150 negozi dislocati su 35.000 mq di gla. Numerose, invece, sono le iniziative curate da Mall System, tra cui figura lo Snos Gallery Center che è stato inaugurato pochi giorni dopo la conclusione della fiera (vedi servizio “Taglio Nastro” di questo mese). Gli altri progetti si articolano lungo tutta la Penisola, anche se maggiormente concentrati nel Nord-Ovest, e sono lo shopping center di Peschiera Borromeo (Mi), il retail park Settimo Cielo vicino a Torino, Le 2 Torri a StezzanoBergamo, l’ampliamento di Globo a Cornate d’Adda/Busnago vicino


a Milano, e i centri commerciali di Monteforte Irpino (Av) e di Palermo. Anche Cbre/Espansione Commerciale ha presentato un ampio paniere di iniziative di cui alcune sono in fase di commercializzazione. Da Nord a sud dello Stivale sono lo shopping center Global Village a Mori (Tn), la

seconda estensione del Fidenza Shopping Park (Pr), Eurosia a Parma, La Cartiera a Pompei (Na), Le Cotoniere a Salerno, Faenza Conad (Ra), Mella 2000 a Roncadelle (Bs), un nuovo progetto non ancora definito a Torino e il già citato Gli Ulivi a Caltanissetta. La Capitale del Belpaese e la relativa provincia sono interessate, invece, da alcune iniziative curate da Gruppo di Mario, come il Parco della Minerva, il Parco della Borghesiana e il complesso situato nel comune di Lunghezza, mentre sul resto del territorio nazionale l’azienda realizzerà il Colonnella Outlet (Te) e il progetto di Ozzano dell’Emilia (Bo). Nell’ottica di convertire le infrastrutture in asset polifunzionali, studiati per convogliare le grandi masse di utenti in aree retail dedicate, si segnala la ristrutturazione della stazione Torino Porta Nuova ad opera dell’azienda Italiana Costruzioni. Dopo tre anni dall’apertura del cantiere, lo scalo è stato inaugurato lo scorso febbraio ma i lavori saranno conclusi solo entro l’anno

per permettere la creazione di spazi commerciali.

Nuove opportunità dall’estero Un ulteriore spunto di interesse è derivato dalla partecipazione di aziende e di enti locali provenienti da Turchia, Grecia, Montenegro, Brasile, Panama, Romania, Ungheria e Slovenia, che hanno presentato pianificazioni aperte all’intervento di operatori privati. In quest’ottica, per esempio, i rappresentanti della comunità di San Paolo hanno illustrato il progetto del nuovo aeroporto che servirà la metropoli e di altre possibili iniziative che prevedono la co-partecipazione finanziaria del governo. Un altro esempio significativo, con il sapore della scommessa, è costituito dalla realizzazione del Tahiti Center: il primo centro commerciale a Praia, capitale di Capo Verde. Il complesso polivalente di prossima costruzione, disegnato dall’azienda Montiastudio di Venezia e curato dall’immobiliare e costruzioni Ocean Project, si estenderà su

un’area di circa 18.000 mq e comprenderà un collegamento con ascensori panoramici al Plateau, due strade commerciali a carattere pedonale con banche e negozi, grandi superfici di distribuzione servite da ingressi e parcheggi autonomi, strutture direzionali con uffici, show room adibite a spazi espositivi permanenti, abitazioni, un centro benessere e un’area destinata a fiere ed esposizioni. Gli operatori che decideranno di puntare su questo mercato potranno personalizzare spazi retail estesi da 40 a 3.000 mq. Tornando tra i confini dell’Unione Europea e analizzando i complessi di recente realizzazione risalta lo Shopping Tejo a insegna Dolce Vita, inaugurato lo scorso maggio nei pressi di Lisbona. Il progetto, che ha coinvolto i colossi Chamartin e Ing Real Estate Development per un investimento complessivo di 300 milioni di euro, si caratterizza per le consistenti dimensione dell’offerta non-food e food, articolata rispettivamente in 300 negozi e 30 ristoranti. A.P.

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Dossier aeroporti

OLBIA, airport city per la COSTA SMERALDA L

'aeroporto di Olbia è – come la Costa Smeralda – un'invenzione di Karim Aga Khan, 49° imam dei musulmani ismaeliti, ma anche celebre imprenditore e organizzatore – per alcuni un autentico precursore dei tempi – capace di prevedere gusti e tendenze future. Negli ultimi anni la sua presenza nel côté immobiliare della Costa si è ridotta, in favore di Tom Barrack, miliardario americano di origini libanesi, oggi spalleggiato da Franco Carraro. Fatto che non ha mancato di creare scontento, visto che molti membri del Consorzio Costa Smeralda rimpiangono la leadership del principe per quello che “con i suoi 3.600 soci è il «condominio» a più alta concentrazione di Vip al mondo”, come ebbe a scrivere un articolista del Corriere della Sera un paio di anni fa. Nel frattempo però, Karim Aga Khan non ha mai ceduto la guida degli asset della Costa legati al trasporto aereo, vale a dire l'aeroporto di Olbia e la compagnia aerea Meridiana. Anzi, su questo fronte, non sono mancati stimoli e iniziative, alcune delle quali molto recenti. Di fatto l'aeroporto internazionale di Olbia, si presenta come un caso unico, rispetto alle altre aerostazioni italiane e sono quattro i punti che caratterizzano questa “diversità”: la forte presenza dell'aviazione generale (i cosiddetti voli privati), l'inserimento nel terminal di attività extra aviation come l'Università e la sede di Confindustria locale, il saldo controllo privato della società di gestione Geasar Spa (di cui Meridiana Spa detiene il 79,8%) oltre, ovviamente, alla notevole

42 retail&food - settembre 2009

I PASSEGGERI DI OLBIA (2000-2009)

tab. 1

Passeggeri Anno stagionalità. La gestione dell'attività aeroportuale è effettuata dalla capogruppo Geasar e da due società controllate al 100%, Cortesa, cui è demandata la gestione delle attività retail e food, e Eccelsa Aviation, che invece ha in gestione l'aviazione generale. Durante la nostra visita abbiamo incontrato Lucio Murru, responsabile della business unit Commerciale non aviation di Geasar, Francesco Cossu Manager Operations & Security di Eccelsa e Raffaele Ciaravola, Business development manager di Geasar.

Jet privati, un vero terminal Elicotteri, aerotaxi, autovetture di lusso (con o senza autista), sponsor che investono senza limiti per comparire – con garbo – negli spazi aeroportuali. Un'oasi dove la crisi non sembra essere nemmeno iniziata, così appare il nuovissimo terminal di aviazione generale di Olbia.

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 (gen-giu)

Av. generale 13.355 14.369 16.645 19.751 23.682 34.770 27.418 29.541 27.773 6.369

Fonte: Assaeroporti

Probabilmente il più bello e completo d'Italia e uno dei migliori a livello internazionale. D'altro canto Costa Smeralda è divenuto un marchio potentissimo che attrae da sempre grandi nomi: per questo, qui la qualità è sempre al top. L'Aga Khan pretende sempre il massimo – ci racconta Murru – tutte le scelte devono avere una motivazione, un'ispirazione e un'idea d'origine: per noi è importantissimo il confronto con l'estero. Questo spinge a fare sempre meglio, nell'ottica di dover raggiungere i risultati prestabiliti, con un controllo dei costi assoluto -

Variaz. % Commerciale anno preced. 1.323.263 1.336.499 1.368.499 1.534.503 1.561.980 1.645.453 1.804.667 1.770.665 1.775.551 626.244

14,5 1,1 2,5 12,2 2,0 5,4 9,6 -1,1 0,2 -5,9


e quando vogliono. A breve, per accrescere l'offerta, è previsto l'avvio di un'attività di beauty e spa: una testimonianza diretta della volontà di continuare ad investire su questo segmento. Infatti – ci spiega Cossu – l'ottica con cui lavoriamo è paragonabile a quella degli hotel di lusso: i servizi debbono essere impeccabili, continuare a crescere e a “stupire” un target di clientela molto ristretto ma anche estremamente esigente: “i nostri clienti sono abituati a vederci correre e disperare pur di riuscire ad accontentarli”. Una curiosità: lo standard di velivolo che si sta affermando negli ultimi anni – sul piazzale ce ne sono diversi – è il Boeing BBJ (paragonabile al 737 comunemente usato per un volo commerciale da 150 passeggeri) il cui costo si aggira sui 50 milioni di dollari, arredi esclusi.

Università e Confindustria: la città aeroporto

tab. 2 Ripartizione percentuale ricavi non aviation GEASAR+CORTESA +ECCELSA affermano con enfasi unanime i nostri interlocutori. E questa eccellenza – una volta tanto la parola non è usata a sproposito – è evidente in tutti gli

ambienti che caratterizzano il terminal di aviazione generale: i negozi, il bar, il ristorante Cortesa (aperto anche alla clientela esterna), le sale lounge e quelle busi-

% Sub Concessions Rent a car Food&Beverage direct Regional Products Advertising Parking Other

42% 13% 6% 18% 8% 12% 1% 100%

Qualche parola merita il fortunato inserimento negli spazi del terminal della sede del corso di Laurea in “Economia ed Imprese del Turismo” dell’Università di Sassari. Le aree universitarie, ricavate al piano mezzanino, hanno un’estensione di circa 1.000 mq e sono composte da aule didattiche, laboratori e da un’aula magna da 250 posti, utilizzata anche per convegni e manifestazioni culturali. Questa realtà, assieme alla sede di Confindustria, dimostra che il concetto di city airport può funzionare anche “nel piccolo”, presso scali regionali o a forte vocazione turistica/stagionale.

Fonte: Geasar

L'offerta commerciale La prima aerostazione di Olbia è ness. Servizi onerosi per Eccelsa stata inaugurata il 10 luglio del che – come sottolinea orgogliosa1974 mentre nel luglio del 2002 mente Cossu – li mantiene in persono state aperte le aree operative fetto esercizio durante tutti mesi della nuova aerostazione. dell'anno, e non potrebbe essere altriDOSSIER AEROPORTI menti. Anche se gli PUBBLICATI AD OGGI “ospiti” del terminal (russi, americani, Numero Aeroporto arabi, europei, 1-2/2009 Fiumicino (Roma) regnanti, uomini 3/2009 Catullo (Verona) d'affari e capi di 4/2009 Caselle (Torino) stato) utilizzano sal5/2009 Galileo Galilei (Pisa) tuariamente i servizi 6/2009 Karol Wojtila (Bari) a loro disposizione 7-8/2009 Falcone Borsellino (Palermo) 9/2009 Olbia Costa Smeralda (Olbia) ma hanno la possibilità di goderne come retail&food - settembre 2009 43


Dossier aeroporti rator, biglietteria aerea e ufficio informazioni. Per quel che riguarda gli esercizi commerciali spicca il bookstore Feltrinelli, il primo punto vendita aeroportuale della catena milanese – ci racconta

DATI DI BILANCIO GEASAR+CORTESA+ECCELSA

Ricavi Totali di cui aviation di cui commerciali di cui contributi di cui altri Utile o perdita netta

tab. 3

2008

2007

2006

37.805.278 22.041.066 12.884.461 2.024.491 855.260 2.578.329

34.929.792 20.985.908 11.364.095 1.929.329 650.460 2.368.571

31.120.753 20.101.585 8.693.153 1.709.740 616.276 2.008.345

Fonte: Geasar

Murru – ma soprattutto la più grande libreria di Olbia, un vero punto di riferimento per la vita culturale della città. I due multistore Elite Travel Retail (Airest, Gruppo Save) posizionati, il primo nell’area Corte Smeralda ed il secondo in airside, presentano la classica offerta dei “duty-free” con pro-

RETAIL, FOOD E SERVIZI L’aerostazione è stata ampliata fino a raggiungere 42.000 mq, il triplo della superficie rispetto alla vecchia struttura. E’ dotata di 40 banchi check-in, 15 uscite, 5 pontili mobili (fingers), un ampio centro commerciale di 2.200 mq con negozi e servizi ed è stata disegnata per accogliere 4.500.000 passeggeri all’anno. L’aeroporto è dotato di un parcheggio di circa 1.700 posti auto e di un terminal interamente dedicato all'autonoleggio, visto l'ampia presenza di clientela turistica durante i mesi estivi. L’area commerciale dello scalo, denominata “Corte Smeralda”, è composta dai classici servizi aeroportuali come il terminal autonoleggi, uffici e box tour ope44 retail&food - settembre 2009

RETAIL BEAU LIEGE (abbigliamento) CARTOON STORE COCCINELLE E PIQUADRO ELITE TRAVEL RETAIL MULTISTORE (Airside) ELITE TRAVEL RETAIL MULTISTORE (Land side) FELTRINELLI FLY - SISTEMA VALIGIA SICURA GEOGRAMMA (cartografia e gadget) IMMOBILSARDA KARA SARDEGNA Prodotti Tipici (Airside) KARA SARDEGNA Prodotti Tipici (Land Side) LA CORTE – AMBROSIO (abbigliamento) OTTICA ASPESI PARAFARMACIA DELITALA T-SHIRT POINT & GADGET TERRE SARDE TRADE NEWS (edicola) YAMAMAY ZINCO Fonte: Geasar

tab. 4 FOOD BAR DEL MOLO (gestione privata) CORTE SMERALDA CAFE' (gestione Airest) RISTORANTE LO SPARVIERO SMOKING GARDEN CAFE' (gestione privata) SNACK BAR E PIZZERIA KARAKIOSK WINE BAR KARAWINE

SERVIZI E ATTIVITÀ VARIE ASSOCIAZIONE INDUSTRIALI NORD SARDEGNA BIGLIETTERIA AEREA DUMBOCLUB (area giochi 2-10 anni) MEETING, BUSINESS & SERVICE CENTER POLO UNIVERSITARIO DI OLBIA RENT A CAR TOUR OPERATOR UFFICIO INFORMAZIONI


dotti da viaggio, profumeria, pelletteria, abbigliamento, giocattoli, ottica e tabacchi. Dedicati all'offerta tipica e locale (food e non) sono i due negozi a gestione diretta Kara Sardegna, brand ideato dal pubblicitario sardo Gavino Sanna – sottolinea Ciaravola – ubicati il primo nell’area Corte Smeralda ed il secondo in airside. L'offerta di Kara (che in sardo significa viso) Sardegna trova una valida sponda anche sul web, grazie al portale realizzato da Geasar non solo per fornire informazioni relative allo scalo e ai voli ma anche per dare visibilità alla produzione locale e all'offerta turistica, svolgendo un significativo ruolo di promozione in senso molto ampio. Continuando l'elenco delle attività commerciali, troviamo tra gli altri il negozio di ottica Aspesi 1910, la parafarmacia “che sta dando ottimi risultati”, noti brand di abbigliamento e accessori e l'insegna locale Beau Liege che produce capi e accessori in Suberis, una fibra realizzata a partire dal sughero (per l'elenco completo vedi tab. 4) Per quanto concerne l'offerta food invece, la parte del leone la fa Cortesa, società costituita nel 2006, che attraverso il suffisso Kara controlla le attività r&f in aeroporto. Fanno eccezione l'unico punto di ristoro in airside, affidato ad un privato (sulla cui offerta nutriamo qualche seria perplessità) che gode di un'invidiabile area aperta molto apprezzata dai fumatori, e l'ampia food court in area airside denominata “Corte Smeralda Cafè” (gestione Airest, Gruppo Save) che oltre al bar comprende un'ampia zona ristoro costituita da un corner pizza e da un ristorante free flow. Questa attività, a scadenza del contratto (gennaio), rientrerà sotto il cappello di Cortesa, dichiarano Murru e Ciaravola. L'area attualmente si estende su una superficie di circa 600 mq per un totale di circa 170 sedute. Sicuramente più innovativi i due formati Cortesa Karawine (wine bar in area airside) e Karakiosk, un elegante chiosco ubicato tra il terminal aeroportuale e quello dei rent a car che, nato come chiosco estivo in “stile spiaggia”, si presenta oggi come un locale ricco di personalità, dotato di una piacevole area lounge sul prato ma anche di un apprezzato forno a legna per

pizze (per l'elenco completo attività food, vedi tab. 4).

Strategie e sviluppo Sicuramente è impossibile scindere i progetti legati all'aeroporto, da quelli connessi con lo sviluppo turistico della zona. Le strategie sono inevitabilmente connesse. Di certo la gestione Geasar è stata in grado di integrare negli spazi del terminal attività extraviation in grado di

rivitalizzare anche il “fuori stagione”: su questo fronte potrebbe vedere la luce a breve una scuola di aviazione, progetto che ha raccolto il significativo appoggio di Enac. Per quanto riguarda lo sviluppo commerciale, sicuramente può avere un incremento l'offerta food interna al terminal passeggeri e in particolar modo in area airside. Per quanto riguarda l'offerta retail non food invece, salta all'occhio l'abbondanza di spazio

che caratterizza il terminal di aviazione commerciale. Vista la stagionalità del traffico, nelle condizioni attuali, è difficile immaginare un significativo aumento dei punti vendita stabili. Potrebbe invece essere molto interessante spingere la crescita di temporary shop, caratterizzati da allestimenti eleganti e leggeri, da valorizzare nei mesi più “caldi” dell'anno. Chi è pronto a raccogliere la sfida? Andrea Aiello

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A chiare lettere Padiglioni senza tregua

La guerra delle fiere: i casi di ROMA e PARMA Fiera di Roma non è decollata, ma ora potrebbe farlo grazie a GL Events (e Air France). Fiera di Parma, alleata con Milano, domina il food nazionale ma la concorrenza si gioca in Europa, dove i player hanno dimensioni ben diverse.

N

ell’aprile del 2006, imperante in Roma Walter Veltroni, fu annunciato che, entro i primi mesi del 2009, Fiera di Roma avrebbe messo in campo a Fiumicino «una struttura efficiente ed avveniristica a cinque minuti dall’aeroporto, in posizione strategica e direttamente collegata con la città tramite autostrada e ferrovia». Insomma, un nuovo polo fieristico con una superficie lorda di 920 mila metri quadrati, di cui 300 mila di verde pubblico, con 22 padiglioni, per una superficie coperta di 186 mila metri quadri. Accanto, un centro convegni di 4 mila posti e un villaggio alberghiero capace di quattro mila camere. Il piano strategico, puntava, già nel primo anno solare di attività, cioè per il 2007, al raddoppio dei metri quadrati netti venduti: circa 300 mila, per una trentina di manifestazioni. Insomma, come recitava il comunicato, «un polo di rilevanza continentale che guarda al bacino del Mediterraneo e punta sui settori produttivi del Made in Italy». Con questo progetto, Fiera di Roma, da buona ultima nel lungo elenco del «federalismo fieristico» italiano, avrebbe dovuto salire al primo posto, rifilando un duro ko alla rivale milanese.

Dal mondo dei sogni costosi a quello della penuria reale Un anno dopo l’esaltante presentazione, la crisi era già profonda. Nel giugno del 2008, come scrive Repubblica, «la Fiera non se la passa tanto bene. Sottocapitalizzata, per usare un eufemismo, con perdite un po’ al di sotto dei 20 milioni di euro, e un fatturato intorno ai 34 milioni». La non brillante performance pareva, peraltro, accompagnata da profonde divisioni in seno al gruppo dirigente, con sorde lotte interne all’epicentro, cioè nella Camera di Commercio, a un passo dal commissariamento. Nel dicembre 2008 l’amministratore delegato, Luigi Mastrobuono, presentò il primo piano industriale: un bel “rosso” di circa 14 milioni di euro, dei quali nove e mezzo da attribuire al canone di locazione, che 46 retail&food - settembre 2009

Fiera paga alla cont r o l l a n t e Investimenti. Cosicché, la crisi esplose: il piano venne bocciato e nel gennaio successivo, Luigi Mastrobuono

si dimise. Da quel momento, prese il via la giostra dei possibili salvatori e salvataggi; ma intanto ogni mese Fiera di Roma continua a perdere un milione di euro: una piccola Alitalia che, tuttavia, non pare sarà salvata da nessuna cordata biancorosso-verde. A questo punto, entrano in scena i soliti francesi, che potrebbero arrivare a Roma da protagonisti con il gruppo fieristico GL Events, uno dei maggiori del mondo.

Arrivano i francesi Come noto, GL Events ha già una forte presenza in Italia: detiene l'80 percento della Fiera di Padova, è titolare della torinese Lingotto Fiere, ha rilevanti partecipazioni nella Fiera di Rimini e in quella di Bologna. Anzi, quest’ultima è, de facto, una controllata, dopo che Gl Events ha rilevato, da Alfredo Cazzola, Promotor International, cioè l’organizzatore del mitico «Motor Show», l’ultima esposizione di rango rimasta in quel di Bologna. Nella manifestazione d’interesse, si dice che i francesi, a parte l’apporto di cosiddetto knowhow, potrebbero rilevare una quota, immettendo

una trentina di milioni, messi a disposizione dalla Bnl presieduta da Luigi Abete e controllata dalla parigina Paribas. E con Abete, pare scenda in campo la nutrita e autorevolissima lobby di sponsor, sulla quale il capitale d’Oltralpe può ormai stabilmente fare conto. Come noto, Luca Cordero di Montezemolo, socio delle ferrovie transalpine nella strategia di invadere l’Alta Velocità italiana, è in ottimi rapporti con il presidente di Gl Events, Olivier Ginon. Infatti, abbiamo visto che carniere dell’impresa francese c’è Lingotto e c’è la partecipazione a Bologna, acquisita proprio quando Luca Cordero


di Montezemolo presiedeva l’ente bolognese. Della squadra, fanno parte anche Luigi Mastrobuono e Michele Porcelli, già amministratore delegato della Fiera di Bologna, sempre con la presidenza di Montezemolo. Qualche bene informato sostiene che, con questa acquisizione, i francesi ci toglierebbero un dente cariato. Ma questo qualcuno non fa i conti con un’altra ingombrante presenza francese: Alitalia, con la conseguente chiusura di Malpensa e rilancio di Fiumicino. Come recita il trionfalistico comunicato veltro-

L’11 marzo scorso Fiere di Parma e Fiera Milano International avevano siglato un’intesa che avrebbe dovuto mettere fine a un clima di tensione che da un paio d’anni caratterizzava i rapporti tra i due enti. Come è noto, infatti, Fiere di Parma organizza, insieme a Federalimentare, la categoria confindustriale che riunisce le imprese del settore, l’importante rassegna Cibus, mentre, da un paio d’anni, a Milano espone il concorrente Tuttofood. Nell’intesa dell’11 marzo, sottoscritta con gli auspici dei sindaci Letizia Moratti e

Il mercato e la concorrenza In verità, il mercato fieristico e i relativi problemi di concorrenza sono ben diversi da quelli che il protocollo dell’11 marzo vorrebbe risolvere. Infatti, al di là del vero o presunto prestigio, Cibus e Tuttofood sono due “fierine”. Cibus, nel 2008, ha occupato poco meno di 50 mila metri quadrati netti, ha avuto circa due mila espositori e 60 mila visitatori. Inoltre, nel trend storico, si dice sia in leggera flessione. Tuttofood, alla sua seconda edizione nel 2009, ha occupato 40 mila metri quadri, ha mobilitato 1.500 espositori e 30 mila visitatori. Cifre di assoluta modestia, anche se in forte crescita. Teniamo presente che la capacità espositiva di Milano è di quasi 500 mila metri quadrati netti. Le nostre due “fierine”, che credono di confrontarsi tra di loro, si confrontano invece con: •Sial: si propone negli anni pari a Parigi, dispone di cento mila metri quadrati netti, mobilita cinque mila espositori e vanta 200 mila visitatori; •Anuga, negli anni dispari a Colonia: 150 mila metri, sei mila espositori, di cui oltre mille italiani, 160 mila visitatori; •Alimentaria a Barcellona: 120 mila metri quadrati, 1.500 espositori e 150 mila visitatori. Questo è il vero e duro mercato. È, pertanto evidente, che non già di divisione del lavoro bisogna parlare, bensì di aggregazione e compattamento. Infatti, solo messe insieme le due esposizioni potrebbero raggiungere le dimensioni competitive.

Unificare, ma dove?

niano del 2006, sappiamo che Nuova Fiera di Roma vuole essere «una struttura efficiente ed avveniristica a 5 minuti dall’aeroporto, in posizione strategica e direttamente collegata con la città tramite autostrada e ferrovia». Mentre Milano è molto più lontana dall’unico aeroporto internazionale operante in Italia.

La battaglia di Parma Ma l’odissea delle fiere italiane non si ferma certo qui. Spostiamo la nostra attenzione al Nord, dove si sta sviluppando la “battaglia di Parma”.

Pietro Vignali, si stabilisce che Cibus continui a

essere la manifestazione di riferimento dedicata al retail, cioè ai prodotti destinati alla vendita al dettaglio. Mentre Milano dovrebbe proporsi come fiera di riferimento della ristorazione e più in generale dei «consumi fuori casa... nessuna ipotesi di aggregazione, ma un impegno congiunto per la specializzazione del calendario fieristico». Insomma, una sorta di accordo corporativo al fine di evitare una concorrenza che viene, almeno implicitamente, giudicata non produttiva.

Se le cose stanno in questo modo, la domanda non è spartire, ma dove unificare: a Milano o a Parma? Parma, nel merito, vanta molti primati: non a caso, fu scelta dall’Unione Europea come sede dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare. Infatti, la bellissima, ricca e civile città emiliana è, nell’agroalimentare, niente altro che l’«eccellenza»: parmigiano, prosciutto, Zibello, Felino, Barilla, Parmalat… Tuttavia, se questo è Parma, Fiere di Parma è altra cosa. Se ne era reso conto, già qualche anno fa, l’allora sindaco Elvio Ubaldi, il quale aveva corresponsabilizzato la Provincia e, soprattutto, la potente Cariparma sull’urgenza di un piano per dotare Fiere di Parma di strutture, servizi e infrastrutture per rendere le esposizioni accessibili e fruibili: il collegamento diretto con la stazione dell’Alta velocità, con l’aeroporto, con i sistemi territoriali di metropolitana leggera, con il casello dell’autostrada, l’adeguamento dei parcheggi, il rinnovamento dei padiglioni fieristici e gli investimenti di riqualificazione delle zone circostanti compresa una nuova ricettività alberghiera. Molto le amministrazioni guidate da Ubaldi hanno fatto, ma la condizione di Fiere di Parma non è molto migliorata: oggi, ben difficilmente sarebbe possibile ipotizzare a Parma cento mila metri quadrati netti di esposizione, cinque mila espositori e cento mila visitatori. Vittorio Valenza

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In forte crescita il mercato dei collegamenti aeroportuali

Il decollo delle navette

Nonostante il comparto dell’aviation risenta della crisi, i servizi di trasporto passeggeri dalle città ai maggiori scali nazionali continua a crescere grazie alla qualità della proposta in termini di puntualità e di sicurezza

I

n flessione il numero di utenti che scelgono l’aereo come mezzo di trasporto ma cresce il numero di persone che utilizza i servizi pubblici per dirigersi dalle città ai terminal e viceversa. Tali affermazioni, apparentemente contrastanti, testimoniano lo sviluppo del settore che propone soluzioni specifiche e veloci di collegamento agli aeroporti, diversificate in percorsi su rotaia e su gomma. La qualità, in termini di puntualità e di sicurezza, e il risparmio, il costo dei biglietti varia in base alla tratta da 4 a 17 euro per il pullman (listino Terravision per il servizio in Italia e in Europa) e si attesta sugli 11 euro per il treno (collegamento Stazione Cadorna Malpensa e Roma Termini Fiumicino), rappresentano i plus che sconsigliano l’utilizzo dei mezzi privati, rallentati dal traffico e particolarmente onerosi in caso di parcheggio prolungato. A supporto di questa tesi vi sono i dati presentati dalla società Le Nord, che cura il servizio ferroviario tra la Stazione di Cadorna a Milano e l’aeroporto interconti48 retail&food - settembre 2009

nentale di Malpensa: per il 73% degli utenti intervistati il Malpensa Express è il mezzo abituale per raggiungere l’aeroporto, per il 31% è un mezzo comodo e non si rischia di trovare traffico, per cui la soddisfazione complessiva è pari al 77,1% mentre la percezione della sicurezza del viaggio tocca quota 90% e la soddisfazione relativa alla puntualità e alla regolarità dei treni è dell’83%. Analizzando il comparto lungo la Penisola, tra gli operatori risalta un colosso come Trenitalia che offre un servizio di trasporto passeggeri tra Roma Termini e Fiumicino, attraverso il Leonardo Express e un treno regionale della linea fr1, tra l’aeroporto di Punta Raisi e la stazione di Palermo, con il Trinacria Express, e tra l’aeroporto di Pisa e Pisa Centrale attraverso un treno regionale. Nel segmento su gomma si distingue Terravision, attiva con i propri bus su 17 tratte che servono i terminal nazionali di Pisa, Firenze, Ciampino, Trapani, Palermo, Bergamo e alcuni low cost del nord Italia collegati alle località dolomitiche, e quelli internazionali di

Londra (Stansted e Luton), Liverpool, Bratislava, Francoforte Hahn, Malta, Dublino, Perpignan, Girona e Skavsta. Nel breve termine, e in particolare da fine anno, il treno Malpensa Express delle Ferrovie Nord sarà potenziato anche con il coinvolgimento di FS, mentre dal Tavolo istituzionale “Bergamo Expo 2015” è emersa la necessità di realizzare, entro l’inizio della manifestazione, il collegamento su

Sabrina De Filippis

ferro tra la stazione di Bergamo e lo scalo Orio al Serio, con un investimento stimato di 170 milioni di euro.

Milano e Roma: aumentano i passeggeri, migliora il servizio su ferro Nonostante le vicissitudini che hanno contraddistinto il maggiore scalo milanese nel 2008, da gennaio a giugno sono cresciuti del


3,07% gli utenti che hanno usufruito del servizio di Le Nord per dirigersi dal capoluogo all’aeroporto. In particolare nel primo semestre del 2009 i passeggeri sono stati 770.000, contro i 747.000 del primo semestre 2008 (+23.000 unità). Il Malpensa Express collega i due poli ogni 30 minuti e il servizio effettua fermate (con possibilità di interscambio) nelle stazioni di Milano Bovisa, Saronno e Busto Arsizio. Di queste, da dicembre 2008, sette sono point-to-point, cioè senza fermate intermedie, e percorrono la tratta in soli 31 minuti invece di 40. Tra i servizi a valore aggiunto, oltre agli sconti per chi sceglie la formula andata e ritorno o il carnet di sei corse, il

Terracafè, la ristorazione landside atterra in città In attesa di andare all’aeroporto dal centro città o di ritorno da un viaggio, i locali Terracafè si propongono come metà ideale per chi vuole ristorarsi in pochi minuti attraverso la formula fast food, per chi intende degustare un aperitivo o un pasto completo in modalità slow food, ed anche per chi necessità di informazioni e servizi utili al proprio soggiorno. Il tutto con l’obiettivo di ottimizzare il rapporto qualità/prezzo secondo il principio “low cost, high taste”. Questo è il concept realizzato dal gruppo Terravision nei punti vendita di Firenze (presso la stazione Santa Maria Novella), di Roma (presso la stazione Termini) e di Londra, in grado di attrarre non solo la clientela proveniente dall’attività aeroportuale, ma di generare anche una forte fidelizzazione in quella locale, tanto che il 40% degli utenti è costituito dagli abitanti della città. «Il Terracafè è un centro turistico/informativo situato nel cuore della city – spiega Enzo Magliocchetti in qualità di AU della Low Cost Parking (del Gruppo Terravision), società che gestisce, sviluppa e promuove il marchio Terra – dove i clienti Terravision e gli stessi residenti possono recarsi per ottenere tutte le informazioni pertinenti ai propri spostamenti oppure venire a conoscenza e valutare le offerte della città in cui si trovano mentre consumano un caffè, una pietanza italiana, una selezione di piatti dai sapori internazionali o di eccellenza come la carne o i vini provenienti dalla Tenuta dell’Uccelina, una proprietà del Gruppo Terravision situata nel cuore della Maremma».

viaggiatore ha la possibilità di effettuare il telecheck-in nella stazione di Cadorna, presso la biglietteria Malpensa Express, per i voli Eurofly, EasyJet, Neos e Lufthansa. L’offerta sarà ulteriormente migliorata in seguito alle opere, attualmente in corso, di interconnessione con la rete di Rfi (Ferrovie dello Stato) all’altezza di Busto Arsizio e per il raddoppio della tratta tra il bivio Sacconago e Vanzaghello, con contestuale apertura della nuova stazione Vanzaghello – Magnago, e ai lavori per il tunnel di Castellanza. Tali progetti, finanziati dalla Regione Lombardia per 161 milioni di euro, consentiranno di aumentare la frequenza dei collegamenti con Malpensa riducendone al tempo stesso i tempi di percorrenza sotto la soglia dei 30 minuti. Analogo al Malpensa Express,

ma gestito da Trenitalia nella Capitale, il Leonardo Express offre 70 corse al giorno (35 per senso di percorrenza) con partenze ogni mezz’ora (da Termini ai minuti ‘22 e ’52, da Fiumicino ai minuti ’06 e ’36) e un tempo di percorrenza misurato in 31 minuti senza fermate intermedie. L’alta efficienza per tutto l’anno è il plus che ha portato al progressivo aumento di utenti. «La puntualità media da gennaio ad aprile 2009 è stata di 91 treni su 100 giunti in orario o entro cinque minuti – ha spiegato Sabrina De Filippis, direttore commerciale Trenitalia Lazio – Ogni giorno i posti offerti a sedere sono circa 25.000 e il servizio è garantito anche in caso di sciopero o attraverso l’espletamento del servizio stesso o, in caso di massiccia adesione, con collegamento di bus. Inoltre nel 2006-2007 è stato rea-

lizzato un progetto di restyling dei convogli grazie al quale sono stati rinnovati integralmente gli interni, la pellicolatura esterna ed è stata aumentata la capacità offerta di 4.900 posti in più al giorno con l’aumento di una carrozza».

Transfert in pullman e volo low cost: la soluzione anti-crisi Sul fronte dei servizi e non solo, la ricerca del miglior rapporto qualità/prezzo è diventata un vero e proprio must adottato da aziende e privati per far fronte all’attuale congiuntura economica. Nel settore dei collegamenti aeroportuali, questa situazione favorisce soprattutto gli operatori che offrono soluzioni di trasporto su gomma, come dimostrano i dati presentati da Terravision. «Nel 2008 abbiamo registrato in Italia oltre un milione

di passeggeri mentre nel primo trimestre 2009 il dato si attesta sulle 250.000 unità – illustra Yakuta Rajabali, direttore commerciale di Terravision – In particolare negli ultimi due anni abbiamo constatato un sensibile aumento di utenti sul nostro servizio “Dolomiti”, che prevede le partenze da alcuni aeroporti del nord Italia come quello di Treviso, Venezia e Verona. Per quest’anno prevediamo di raggiungere almeno la quota di 1,2 milioni di passeggeri». Nell’ottica di razionalizzare i costi, dunque, il viaggiatore che tradizionalmente sceglieva la compagnia di bandiera e il treno o il taxi, oggi valuta e usufruisce spesso della soluzione “compagnia aerea low cost più transfert in pulman”. «Sebbene il mercato si sia assottigliato per via della crisi economica – prosegue Yakuta Rajabali – notiamo una diversificazione della clientela, non più composta sostanzialmente solo da giovani, un maggior numero di utenti abituali e di pendolari, mentre complessivamente assistiamo a una redistribuzione di passeggeri nel paniere a favore del settore low cost. Per incentivare questo flusso, Terravision ha stipulato contratti di partnership con le maggiori compagnie del segmento, tra cui Ryanair e easyJet, che prevedono sia delle azioni di marketing congiunte sia la promozione di servizi A.P. specifici». retail&food - settembre 2009 49


International MICROSOFT MARCA STRETTO APPLE NEL RETAIL

Era annunciato ormai da tempo l’ingresso di Microsoft nel retail, ma ora si sa anche che i nuovi punti vendita saranno piazzati affianco gli store Apple. Già nel febbraio scorso, infatti, la società di Redmond aveva annunciato l’apertura di

propri negozi che saranno, secondo indiscrezioni, molto più spartani rispetto ai punti vendita del rivale Steve Jobs. L’intento della Microsoft è quello di dar battaglia a prodotti Apple, puntando proprio sulla differenza di prezzo, e il modo più efficace per farlo è permettere ai consumatori di raffrontarli in vetrina, posizionando i due brand uno affianco all’altro.

OLANDA E BELGIO AD ALTA VELOCITÀ

L’Europa si allarga, e i collegamenti tra le città più importanti si intensificano e velocizzano. Tra Amsterdam e Bruxelles correrà veloce Fyra, il treno ad alta velocità che unirà in solo 1 ora e 45 minuti le capitali di Olanda e Belgio. Il progetto è stato portato avanti dalle ferrovie dello stato belga, la SNCB, e dal consorzio tra ferrovie olandesi Ns e compagnia di bandiera Klm. Le 16 corse al giorno di Fyra mirano a rinsaldare i legami e le relazioni tra i due paesi europei.

BE RELAX, SIAMO INGLESI

La catena internazionale di centri benessere Be Relax ha aperto da poco un nuovo spazio al T5 di LondonHeathrow. L’innovativa spa, che copre uno spazio di circa 80 mq, punta non solo a far rilassare e massaggiare i clienti business ma, grazie a prezzi che partono da nove sterline, amplia il proprio target di clienti a tutti i viaggiatori in transito dal nuovo terminal londinese.

50 retail&food - settembre 2009

duty free worldt

By Kevin Rozario - London

Soft sell La vendita morbida Hard sell in a recession is never easy, and selling in airports right now is trickier than ever. Continuous doom-andgloom stories about falling passenger numbers and swingeing airline capacity cuts remain, but there have been some hopeful signs too. Some retailers and airports around the world have continued to invest in retail concepts that take a ‘softly softly’ approach with their consumers. Two that bring novel ideas to market come from Switzerland’s The Nuance Group and from the UK’s Manchester airport where a terminal revamp has shaken off a previously lacklustre image. Nuance opened a ‘World Of…’ duty-free store at Malta airport in June; the second in what is a new blueprint for airport retailing following the opening in December 2008 of its huge 1,680sq m flagship store at Stockholm Arlanda airport. The Malta unit is a cut down version of its Swedish big brother, with specific and separate worlds for wellness, champagnes, chocolate and cigars for example that are easily identifiable and engaging. What sets the concept apart is the category management focus and subtle consumer education; Nuance does not hide its aim to bring the right information and influences to passengers so that next time they shop they will trade up and by with confidence at a more prestigious level. Meanwhile, Manchester airport unveiled its completed Terminal 1 revamp this summer, taking cues for the design, passenger flows and shop positioning from research it commissioned on behaviour and stress levels of its customers at different points along their journey. Many of the finding are intuitive: passengers can’t focus on shopping until they escape high-stress situations such as check-in and security; they are unsure about purchasing anything landside in case they can’t take it past security; once airside, stress levels drop but they are still not in shopping mode until they have done essentials such as money exchange, bought bottles of water, newspapers, books etc; only then are they relaxed enough to shop. Manchester’s answer has been to remove all its landside shops, create a large security area for quick processing, position currency services and newsagents directly at the airside entrance area and then create a shopping mall with a large duty-free anchor at its core, plus another double-height fronted store dedicated to fashion, with boutique-style units all around. Flight displays are everywhere, including at some key F&B locations to keep travellers informed about their gates and final calls. The end result is a welcoming retail environment that takes the pressure off passengers – and probably one of the best ways to put them in a mood to browse, and eventually buy.

Riuscire a vendere in modo aggressivo in un periodo di recessione non è mai facile: e negli aeroporti, adesso, è più difficile che mai. Sentiamo continuamente parlare di calo dei passeggeri e di drastici tagli nelle compagnie aeree, nonostante qualche timido segnale di ripresa. Alcuni commercianti ed aeroporti in giro per il mondo hanno continuato a investire sulla base di un concept di vendita che prevede un approccio “morbido” nei confronti dei consumatori. Chi sta portando nuove idee sul mercato è lo svizzero “The Nuance Group” al quale si aggiunge l’aeroporto britannico di Manchester, grazie a un terminal moderno che ha sostituito quello precedente, di aspetto spento e scialbo. Lo scorso giugno il gruppo Nuance ha inaugurato presso l’aeroporto di Malta un negozio duty-free chiamato “World Of”, il secondo di una nuova formula che ha seguito l’apertura, nel dicembre 2008, del suo fiore all’occhiello - l’immenso negozio di 1.680 metri quadri presso l’aeroporto Arlanda di Stoccolma. Il punto vendita di Malta è una versione ridotta del suo fratello maggiore svedese con specifiche aree separate, ad esempio per soluzioni benessere, champagne e liquori, cioccolato e sigari: articoli facilmente identificabili, d’impatto e di grande appeal per i viaggiatori. Ciò che contraddistingue il nuovo approccio è il focus sul category management e una sottile, subliminale pressione sul consumatore, indotto a comprare d’impulso certi prodotti. Il gruppo Nuance intende esplicitamente ‘formare’ i passeggeri informandoli e spingendoli verso certo tipo di consumo - al momento o in un secondo passaggio, un’altra volta, quando magari saranno disposti a spendere di più. Nel frattempo, quest’estate, l’aeroporto di Manchester ha inaugurato il nuovo Terminal 1, completamente modernizzato e con design/location dei negozi ispirati a specifiche ricerche commissionate per indagare comportamento e predisposizione all’acquisto dei passeggeri nelle varie fasi del viaggio. Molte delle scoperte sono intuitive: i viaggiatori non si concentrano sullo shopping finché non si liberano dalle situazioni di stress come ad esempio il check-in e i controlli di sicurezza - e finché non sono sicuri di superare con gli acquisti questi controlli; una volta passati in zona airside i livelli di stress diminuiscono ma i passeggeri non sono ancora inclini a comprare perché sono ancora impegnati nei preparativi ‘essenziali’ in vista del viaggio (cambio della valuta, acquisto di bottiglie d’acqua, giornali, libri etc..); solo allora saranno abbastanza rilassati per incominciare a fare acquisti. L’aeroporto di Manchester ha di fatto eliminato tutti i negozi nelle vicinanze dello scalo ed è riuscito a creare una vasta area di sicurezza per procedure veloci, servizi di cambio ed edicole direttamente nell’area riservata ai passeggeri. Ha predisposto, dunque, una sorta di centro commerciale che gravita attorno all’ampio duty-free e un’altra area di vendita, a due piani, nella parte anteriore, dedicata a boutique e articoli di moda. I display dei voli sono ovunque, anche presso alcuni punti chiave di ristoro in modo da tenere i passeggeri informati sulle uscite e le ultime chiamate. Il risultato è un ambiente accogliente e disteso in cui i passeggeri, liberi dallo stress, possono curiosare e acquistare con una buona disposizione d’animo.


BARCELLONA MAS GRANDE CON IL NUOVO T1

B

arcellona sempre più in grande. Lo scorso giugno nella capitale catalana è stato inaugurato il nuovo terminal T1 dell’aeroporto di El Prat. La nuova aerostazione punta ad aumentare notevolmente il numero di passeggeri in transito dallo scalo spagnolo, mettendo la città alla pari con altre realtà europee come Amsterdam, Londra, Parigi e Francoforte e la diretta “concorrente” Madrid. La nuova porta d’accesso catalana ha richiesto un investimento di 5,1 miliardi di euro e circa 10 anni di cantieri per dar vita a una struttura da 500 mila metri quadrati che permetteranno a El Prat di raggiungere i 55 milioni di passeggeri (che diventeranno 70 milioni nel 2025), contro i 30 milioni registrati nel 2008. Costruito e gestito da Aena, l’autorità aerea spagnola che gestisce gli aeroporti del paese, il T1 è anche un luogo dove shopping e ristorazione sono messe in primo piano per selezione e qualità delle presenze. I 23.800 mq di area commerciale del nuovo terminal contano infatti ben 81 punti vendita: oltre agli estesi duty free di Aldeasa, infatti, si trovano i negozi firmati Zara, Ferrari, Etam Lingerie, La Perla, Adidas, Accessorize, Piquadro. Variegata anche la parte relativa alla ristorazione, dove si possono trovare, tra le altre, le insegne McDonald’s, Cantina Mariachi, Cafè di Roma, Lizarràn, Pans&Company, La Pausa e Pasta Fiore.

IN GERMANIA, ANCHE IL FAST FOOD È BIO

Mangiare veloce e mangiare sano. Il fattore qualità è sempre più pregnante nella formula del fast food che, di recente, si è arricchita della cultura biologica e vegetariana. È proprio su questa tipologia di ingredienti, infatti, che si sta espandendo la catena Gorilla Fast Food, fondata dal giovane imprenditore Matthias Rischau e dal socio Jens Bäumer. Ricalcando l’icona del possente animale vegetariano, l’iniziativa ha conquistato la curiosità anche del pubblico più giovane e il successo è tangibile, tanto che sono già quattro i punti vendita aperti nella sola Berlino.

FOOD PIÙ FAST COI CHIOSCHI

La ristorazione self-service diventa ancora più veloce e funzionale grazie ai chioschi automatici di ordinazione proposti da Acrelec, fornitore di sistemi e tecnologie per il settore. Queste soluzioni consentono ai consumatori di inserire ed effettuare l’ordinazione in circa due minuti grazie a un software intuitivo e facile da utilizzare. Attualmente questi strumenti sono installati presso i punti vendita di varie catene tra cui McDonald’s, e risulta che il loro impiego determina una serie di benefit tra cui un prezzo medio dei pasti più elevato, un numero maggiore di transazioni e un minor rischio di errore durante la presa dell’ordine.

L’aeroporto di Hong Kong sperimenta la tecnologia RFID-enabled display system in ambito retail. Nei due negozi di telefonia gestiti dalla partnership Nuance-Watson, infatti, verrà sperimentato un siste-

ma che consentirà ai clienti di ricevere informazioni sui prodotti, sulle promozioni e sugli accessori disponibili per ogni item. Inoltre, il sistema RFID permetterà di confrontare su un monitor le caratteristiche e i prezzi di tre differenti telefonini, in modo da guidare e facilitare l’acquisto da parte dei visitatori.

FRANCOFORTE: AEROPORTO D’ORO

Oltre alle sigarette e ai profumi, d’ora in avanti in aeroporto si potrà acquistare anche l’oro. Quello che sembra essere una boutade, all’aeroporto di Francoforte è realtà. Si tratta di una trovata di un imprenditore tedesco che è riuscito ad installare all’interno dello scalo teutonico un distributore automatico di foglie (da uno, cinque e dieci grammi) e monete d’oro. A incentivare i viaggiatori ad acquistare metalli preziosi è il prezzo, che risulta inferiore del 20% rispetto alle tariffe bancarie. I distributori, ideati dall’imprenditore Thomas Geissler che ha già creato un mercato online per commercializzare l’oro, potrebbero a breve essere installati in altri aeroporti tedeschi e svizzeri.

LA TECNOLOGIA RFID SBARCA A HONG KONG

SSP RIDEFINISCE IL FOOD&BEVERAGE IN AEROPORTO

AL CHANGI T2, INCALZA LA SFIDA DELL’ALTA MODA

DFS, Valiram Group e Prada Singapore sono impegnate in una battaglia a tre per ottenere le sei concessioni chiave delle boutique della moda di lusso nell’aeroporto Changi Terminal 2 di Singapore. Sulla base delle pubblicazioni di Chanci Airport Group, le offerte più elevate sono da arrivate da Prada, per il brand Prada e Miu Miu, seguite da Dfs per Gucci, Valiram Group per Coach e Dfs per Hermès. Nel particolare, le concessioni A, B e C comprendono un negozio di 104 mq e partono dal 1 gennaio 2010, la location D e E occupano rispettivamente uno spazio di 114 di 165 mq e sono disponibili dal 15 febbraio 2010, mentre la F si articola su un’unità di 144 mq è sarà usufruibile dall’8 dello stesso mese. Tutte le concessioni hanno una durata di tre anni e non presentano opzioni di rinnovo.

L’offerta food travel di Ssp America punta a rinnovare i propri ristoranti partendo del Jfk di New York. L’operazione ha l’obiettivo di aprire all’interno del terminal 4 dell’aeroporto statunitense uno spazio dove brand come The Palm e Caviar House & Prunier Playng (di cui Ssp è concessionaria) potranno sviluppare la propria offerta food & beverage. L’obiettivo è quello di migliorare gli standard della ristorazione in ambito travel retail per poi esportare il modello in altre realtà aeroportuali.

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International DIVORZIO IN VISTA TRA IBERIA E DFW

Non è andata proprio com’era stato prefissato il matrimonio tra Iberia e DTW, Duty Free World, la società che aveva avuto in concessione per cinque anni il business retail a bordo dei voli della compagnia iberica. Il vettore spagnolo ha infatti annunciato che l’accordo, datato 2007, è in procinto di essere annullato a causa del mancato raggiungimento di determinati obiettivi e che, a breve, verrà selezionato un nuovo fornitore retail inflight.

GAP, ALLA CONQUISTA DEL MERCATO D’OLTREMARE

Nuovi negozi outlet per Gap con lo scopo di conquistare il mercato d’oltremare e dell’online e per consolidare al tempo stesso il proprio business negli Stati Uniti. Nei mesi successivi all’estate il colosso del fashion espanderà il suo sito internet con 50

S.O.S. BRITISH AIRWAYS È

un vero e proprio grido di allarme quello lanciato dalla compagnia di bandiera inglese, che rischia di dover lasciare aerei e personale a terra. I segnali di crisi sono stati inequivocabili negli ultimi mesi, quando l’amministratore delegato della British Airways, Willie Walsh, ha annunciato a inizio giugno di voler mandare una mail ai dipendenti per chiedere loro di lavorare gratis per un mese, prospettando anche 4.000 possibili licenziamenti e l’obbligo in futuro di optare per il parttime o di andare in aspettativa non pagata da una settimana a un anno. A fronte di una perdita netta annuale di 425 milioni di euro, la richiesta ai circa 30.000 lavoratori è stata prospettata con il monito “Lottiamo per la sopravvivenza”, a cui è seguita la rinuncia da parte dello stesso amministrato delegato dello stipendio di luglio, pari a 61.000 sterline. Da allora qualcosa si è mosso in azienda e, agli scioperi annunciati, sono seguite delle manifestazioni di grande maturità sociale da parte dei dipendenti, che dopo poche settimane hanno aderito in parte alla proposta della dirigenza. Ottocento di loro hanno lavorato gratis per un mese, 4.000 hanno fatto ferie non retribuite e 1.400 si sono offerti di lavorare

part-time. La compagnia aerea ha dichiarato che i tagli sui salari permetteranno un risparmio di circa 10 milioni di sterline. Ma la domanda che sorge spontanea è: basterà una piccola boccata di ossigeno ai conti dell’azienda per farla restare in quota?

A SCHIPHOL IL CIOCCOLATO D’ECCELLENZA

H nuove etichette e, dopo aver effettuato un periodo di prova terminato con successo, rimodellerà 50 dei sui negozi Old Navy negli Stati Uniti. Inoltre aprirà 40 punti vendita in franchising in 20 paesi ed espanderà il suo portafoglio di store outlet in Gran Bretagna, Giappone e Canada.

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a aperto a giugno all’interno dell’aeroporto di AmsterdamSchipohol lo spazio Cafè Chocolat, una vera e propria dimora di cioccolato, dove i passeggeri potranno lasciarsi andare a originali prelibatezze come fonduta, mousse, cucchiai di cacao e perle di cioccolato racchiuse in calici di champagne. Il punto vendita ha aperto all’interno della Lounge 1 dell’aeroporto olandese, subito dopo i varchi di sicurezza, ed è stato inaugurato grazie alla collaborazione tra Schiphol Group e Hms Host. Dalle prelibatezze culinarie alla tecnologia advertising. Le

novità all’aeroporto di Amsterdam non si fermano ai dolci, perché all’interno dello scalo sono stati da poco inseriti 90 Digital Pier Network: display ad alta qualità digitale e a risparmio energetico prodotti da Philips che, una volta installati nei pressi dei gate, permettono di visualizzare differenti pubblicità in base alla tipologia di passeggero in partenza o in arrivo.

ONEWORLD SPERIMENTA NUOVI SERVIZI

Dopo la sperimentazione in Belgio, ora Oneworld atterra in Italia negli hub di Roma e Milano con soluzioni mirate ad aumentare nei clienti l’awareness dell’alleanza, far conoscere il brand e offrire un servizio di qualità. Oltre all’installazione delle charging station (ben 14 a Malpensa), dove gli utenti possono ricaricare gratuitamente il telefonino, l’alleanza che racchiude 10 delle maggiori compagnie mondiali ha deciso di lanciare sul web il “travel library”, che permette ai viaggiatori, tramite il collegamento wi-fi, di scaricare fino a tre titoli in formato audio. Prosegue, inoltre, la collaborazione con Lonely Planet, che offre l’opportunità di consultare sempre sul sito sei video di 60 e 90 secondi, le Travel Series, dedicati a problematiche di chi viaggia.


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AUTOSTRADE

La parola ai protagonisti

La lunga estate calda del ristoro autostradale

T

ra gli operatori delle aree di ristoro della rete autostradale, l'adrenalina dell'estate 2008, vissuta tra l'assegnazione delle tante gare di Autostrade per l'Italia (Aspi) e un trend di crescita costante, è davvero un lontano ricordo. C'è chi dice che quella del 2009 sia stata la peggiore estate da quando – a metà anni '60 – sono nate le autostrade. Chi racconta di clienti che entrano in area di servizio solo per la toilette mentre il pranzo – preparato a casa – viene consumato sul cofano dell'auto. Di

certo i dati ufficiali resi noti da Aiscat (fermi allo scorso aprile) parlano di un calo complessivo del traffico del -5,2% (-4,4% sulla rete Aspi). Ma quali sono state le strategie sviluppate per parare i colpi della crisi durante il periodo clou dell'anno? Promozioni? Nuovi prodotti? Nuovi

servizi? Lo abbiamo chiesto ai rappresentanti di quattro società leader del settore: Airest (Ristop), Autogrill, ChefExpress, MyChef. Ecco cosa ci hanno risposto. •

Alberto Colombo, Marketing e Business Development Chef Express E' stata una crisi omogonea? Direi di no, c'è stata una notevole variabilità tra punto vendita e punto vendita e da tratta a tratta.

Giovanni Bussi, Direttore Global Format & Operations del Gruppo Airest (Ristop)

Serena Campana, Direttore Marketing&Innovation Autogrill Italia

Novità? Abbiamo lavorato molto bene con i nostri partner: Pepsi, nuovo partner per i soft drinks, e San Benedetto per l'acqua.

Che tipo di azioni avete intrapreso? Abbiamo agito sulle promozioni legate ai menù, al ristorante come da Spizzico che, ad esempio, ha proposto le insalate servite in pasta di pane cotta al forno: più buone, belle ed ecologiche, senza packaging in plastica.

Prodotti e menù? Abbiamo continuato a lavorare sui tanti target che frequentano i nostri locali, agendo sui prodotti a basso prezzo ma anche su quelli di fascia alta come il panino V.I.P. che è divenuto il più venduto e il menù costata e Brunello a 14,90. A breve invece lanceremo un menù completo a 9.90. Che insegnamento lascia questa estate? Ci ha confermato che non bisogna andare in una sola direzione, ma occorre sempre tenere conto delle esigenze dei diversi target.

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Per quanto riguarda il market? Anche sul market abbiamo promosso delle iniziative interessanti, con sconti notevoli su diversi prodotti. In base alla location e all'assortimento. Quindi diversi da locale a locale? Esatto, coinvolgendo i manager e studiando promozioni ad hoc. Novità per l'autunno? Sicuramente i menù del ristorante, con una ricca presenza di prodotti locali e stagionali.

Che iniziative avete proposto ai vostri clienti? In collaborazione con Aspi abbiamo lanciato un menù colazione e l'operazione del piatto tris. Poi abbiamo confermato azioni già in essere come "Prezzo KO", rinnovando l'assortimento dei prodotti e dell'offerta. Paradossalmente però questa non è divenuta la parte rilevante delle vendite: il cliente continua ad aquistare prodotti di marca, al prezzo abituale. Quindi la crisi? Sicuramente sono cambiati i comportamenti, sono aumentati i clienti che usufrusicono solo della toilette e al limite acquistano una bottiglia d'acqua fresca. In sintesi... Abbiamo serrato i ranghi, lavorato molto coi fornitori e con Autostrade, ridotto costi e sprechi. L'importante è stato tenere le posizioni.

Luigi Refuto, Direttore Divisione Autostrade MyChef Bilancio dell'estate? Per bar e ristoro, fortunatamente manteniamo i volumi dell'anno passato. Lo stesso per i prodotti food del market. E il non food? Abbiamo riscontrato una scarsa propensione all'acquisto per musica, libri, giochi... tutti prodotti che hanno sofferto sensibilmente. Che contromisure avete preso? Abbiamo lavorato molto coi nostri partner, Heineken, Coca Cola... su gadget e prodotti entry level sponsorizzati. Promozioni? Con Coca Cola abbiamo lanciato un combo menùda asporto: una borsa con tramezzini, bibita e lattina di caffè Illy, a 4,90. I risultati sono stati molto positivi. Ma anche il nostro Sinfonia, il panino top di gamma, è andato molto bene. E al ristorante? Siamo tornati a produrre in proprio, nelle cucine dei nostri locali, alcuni prodotti che acquistavamo da fornitori, penso ai dolci, accrescendo la qualità e riducendo i costi.


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AUTOSTRADE

ACCORDO CILENO PER ATLANTIA

L’accordo tra Sias, Società iniziative autostradali e servizi, e Atlantia ha portato all’ingresso della società di Marcellino Gavio in Autostrade per il Cile, gestore attivo in Sudamerica che fa capo alla società per azioni presieduta da Gian Maria Gros Pietro. Proprio Atlantia ha anche perfezionato un incremento delle proprie partecipazioni in Cile,

Brasile e Portogallo, attraverso gli accordi stipulati con Citi Infrastructure partner e Sacyr Valehermoso che consentono alla ex Autostrade spa di acquisire diverse concessioni attraverso le società controllate: come l’intera tratta cilena tra Rio Bueno e Puerto Montt (135 km) e il passante nordorientale di Santiago del Cile, oltre a partecipazioni nelle società Red Via Litoral Central (50%), Vespucio Sur (50%), nella brasiliana Triangulo do Sol (50%) e nella portoghese Autoestradas do Atlantico (12,5%).

TRAFFICO IN CALO, MA CON MODERAZIONE

Il flusso di veicoli in transito registrato da Atlantia sulla rete di Autostrade per l’Italia è apparso in calo, meno però rispetto a quanto succede in Spagna, Regno Uniti e Usa. Ad affermarlo è Giovanni Castellucci, ad di Atlantia, che guarda al calo del 3% come ad un risultato positivo in confronto alla caduta del Pil nazionale stimata al 5%.

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Via libera dall’UE:

Brescia-Padova in concessione fino al 2026

campato il rischio di vendita della “Serenissima”, il tratto lombardo-veneto dell’A4 rimarrà ancora in mano alla Società Autostradale BresciaVerona-Vicenza-Padova fino al 2026. L’Unione Europea ha infatti archiviato la procedura d’infrazione aperta in seguito ad una presunta violazione delle regole avvenuta durante il rinnovo della concessione. Tira quindi un sospiro di sollievo Attilio Schneck, presidente della Brescia-Padova, che nel 2013, anno di scadenza della precedente concessione, avrebbe visto sfilarsi di mano la gestione del tratto viario cardine del nord-est. Il semaforo verde dell’Unione Europea implica però la messa in gara di tutte le opere connesse al tratto

S

autostradale, vincolo che nella sede veronese della società hanno dovuto accettare di buon grado: si tratta di sbloccare finalmente una serie di cantieri fondamentali per la viabilità locale e non solo. L’importo totale delle opere si attesta attorno ai 3,5 miliardi di euro e si compone della sistemazione di alcuni caselli, il prolungamento della tangenziale est di Vicenza, la costruzione di diverse bretelle di collegamento e soprattutto del prolungamento della A31 da Piovene Rocchette fino a Valdastico nord. Un importante progetto sul quale la Brescia-Padova ha messo gli occhi da tempo e ora, a concessione confermata, avrà tempo per convincere Anas e Amministrazioni locali a procedere coi lavori. •

Aria di cambiamento in Milano-Serravalle

La Pedemontana veneta agli spagnoli

È

L

e elezioni estive hanno consegnato un nuovo presidente alla Provincia di Milano: Guido Podestà, succeduto a Filippo Penati, è divenuto anche il principale responsabile della Milano Serravalle, la società che gestisce le tangenziali milanese e gran parte della A7. Il cambiamento politico ai vertici della Provincia imporrà, quasi sicuramente, un capovolgimento ai vertici di Asam, società controllata che appunto detiene poco più del 52% di Milano-Serravalle. Inizialmente, l’ipotesi più accreditata riguardava un ritorno alla privatizzazione dell’ente, che sarebbe servito all’amministrazione provinciale per fare cassa. Però da qui alla scadenza del cda del gestore autostradale (prevista nella prossima primavera, in concomitanza con l’approvazione del bilancio 2009) le cose potrebbero mutare improvvisamente e le cariche più importanti, tra cui quella dell’ad Massimo Di Marco, potrebbero diventare importanti pedine di scambio nelle diatribe politiche. •

rimasta a bocca asciutta Pedemontana Veneta, la società promotrice della superstrada che collegherà Vicenza a Treviso. A seguito di un contenzioso legale, durato circa due anni, è stato sancito che il consorzio spagnolo Sis si è aggiudicato la realizzazione in regime di project financing dell’opera, nonostante il ricorso usufruito dalla società veneta in qualità di promotore dell’iniziativa. I giudici, infatti, hanno appurato che la richiesta di appello sia stata accolta con 20 giorni di ritardo rispetto ai termini di legge. La commissione di gara, ha concesso troppi giorni a Pedemontana Veneta per correre ai ripari. Quando il tempo è denaro… •


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STAZIONARIO STAZIONARIO

IL CIPE CAMBIA BINARIO: L’ALTA VELOCITÀ NEL NORD-EST SI FARÀ

Dopo l’esclusione iniziale dai programmi di finanziamento, che aveva provocato la forte protesta di Confindustria, la Tav nel Nordest si farà. Questo è quanto emerge dalla riunione del Cipe, svolta in data 15 luglio, che annovera tra le opere prioritarie

anche l’Alta velocità-Alta capacità dell’asse Milano, Venezia e Trieste. «Tutto ciò dimostra che il cosiddetto modello veneto del saper fare squadra al momento opportuno funziona dichiara soddisfatto il presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan e di questo dò atto al presidente di Confindustria Veneto, Andrea Tomat». Complessivamente, nell’allegato infrastrutture al Dpef approvato dal Comitato interministeriale per la programmazione economica si conferma l’impianto di manovra di 30,1 miliardi uscito dallo stesso comitato in data 26 giugno, composto da un mix di risorse pubbliche (10 miliardi per 33 grandi progetti) e private (18 miliardi per 11 interventi).

LA STAZIONE DI VICENZA AMPLIA L’OFFERTA NON FOOD

Nell’ottica di ampliare l’offerta, dedicata non solo al food ma anche ai prodotti non food tipici del circuito travel retail, presso la stazione di Vicenza sono stati inaugurati nello scorso luglio un’ottica a brand VistaSì e uno store a marchio Smartphone. Il primo appartiene a una catena attiva in tutta Italia con oltre 60 punti vendita mentre il secondo è specializzato nel settore della telefonia e fa parte di un’insegna che conta una decina di negozi, di cui tre nello scalo capitolino di Termini.

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Da Autogrill, una forza “ceca” S ul tavolo estero, Autogrill cala il poker per aumentare la propria presenza in Repubblica Ceca. Lo scorso giugno ha inaugurato quattro store nella rinnovata stazione di Praga, gestita dal 2003 dalla società Grandi Stazioni, ai quali ne aggiungerà altri tre entro la fine del 2010. Ora la catena italiana conta 12 punti di ristoro in tutto il Paese, otto sono stati attivati a partire dal 2007 lungo le due principali arterie autostradali: la D1 e la D5 che collegano la capitale rispettivamente a Brno e al confine tedesco di Rozvadov. All’interno delle nuove strutture, estese complessivamente 600 mq, sono stati inseriti marchi internazionali come Burger King e Brioche Doreé Café, quest’ultimo leader dei ristoranti francesi quickservice, soluzioni studiate ad hoc per quel genere di location come Pic-nic, insegna di grab&go ideale per pasti leggeri e veloci, e diffusi concept locali tra cui Potrefenà Husa, prestigiosa birreria nazionale. I sette locali di ultima realizzazione si stima che genereranno circa 70 milioni di euro per i 18 anni di durata del contratto. Queste inaugurazioni sono in linea con la strate-

Temporary store, il retail diventa flessibile

M

inori costi, ampia visibilità e possibilità di “personalizzare” l’iniziativa: questi i vantaggi offerti da Centostazioni con la formula del termporary store. Il nuovo format, che si andrà progressivamente diffondendo nei prossimi mesi, permetterà agli operatori di inserirsi all’interno di 103 stazioni dislocate sull’intero territorio nazionale e di poter fare leva su una frequentazione paragonabile alle vie di passaggio dei centri urbani. Il plus principale è costituito dalla flessibilità in termini di durata del contratto, da 14 giorni a un anno, di dimensioni degli store, da 16 a 120 mq, e dalla possibilità di aprire più negozi in contemporanea o con progetti itineranti all’interno del network italiano. In particolare il progetto garantirà ai partner di personalizzare gli spazi temporanei sotto forma sia di negozi/box, situati all’interno delle aree commerciali degli edifici, sia di corner/stand, collegate in aree di alto flusso. Le location potranno essere destinate anche a test o lancio di prodotti, alla promozione di eventi e all’introduzione di nuove reti franchising. Per migliorare ulteriormente la visibilità dei brand saranno attivabili formule di comunicazione tradizionale, tramite campagne o affissioni, e più innovative, attraverso la videocomunicazione e decor station. L’offerta si arricchisce con pacchetti mirati, tra cui quello che permette di intercettare oltre il 50% del bacino complessivo con iniziative in 30 stazioni selezionate, e con soluzioni che vanno dalla concessione degli spazi in locazione sino alla realizzazione end-to-end del progetto. •

gia di sviluppo pianificata dalla società italiana nella gestione dello scalo, dove porta avanti dei lavori di riqualificazione per creare un’area commerciale di 16.000 mq con cui soddisfare i 35 milioni di utenti annui e intercettare gli oltre sette milioni di turisti che visitano la città. •

Uk, dietrofront privatizzazioni

S

ul binario della privatizzazione, la locomotiva inglese perde un vagone. A minare l’efficacia di questa consolidata strategia politica ed economica è stato l’annuncio del National Express Group, che ha ufficializzato l’intenzione di non fornire un ulteriore supporto finanziario alla filiale National Express East Coast. La notizia è stata prontamente affrontata dal Ministro dei Trasporti, lord Andrew Adonis, che ha garantito il normale funzionamento del servizio ferroviario annunciando l’intervento di una società pubblica, la quale si sostituirà all’operatore attuale nel momento in cui que-

sto non sarà più in grado di espletare alla propria funzione nella completezza dei termini. I consumatori saranno tutelati in quanto tutti i biglietti resteranno validi. Adonis ha dichiarato, inoltre, che l’obiettivo è quello di dare in appalto la concessione della tratta East Coast a una nuova azienda dalla fine del 2010. •


Trudi pensa alle stazioni

L

e grandi stazioni si rinnovano e diventano location appetibili per i retailer. Nonostante i tempi di permanenza all’interno degli scali ferroviari siano relativamente brevi, il numero di utenti in transito nella galleria è decisamente elevato e, con l’introduzione dell’Alta Velocità che si propone come alternativa all’aereo sulle tratte nazionali, anche la tipologia di consumatore si è spostata verso una maggiore capacità di spesa. Queste sono le motivazioni alla base del nuovo interessamento di Trudi per questo canale, annunciato a margine della presentazione della collezione autunnoinverno 2009. “A fronte della riqualificazione – spiega l’amministratore delegato di Trudi, Paolo Nino – Milano Centrale e Torino Porta Nuova rappresentano un’opportunità che valuteremo. A dimostrazione di ciò, in passato siamo già stati presenti all’interno dello scalo lombardo. Questa tipologia di location gode di un forte flusso di passeggeri e ospita una clientela ampia e diversificata, tuttavia si contraddistingue rispetto a quella aeroportuale per la maggiore fretta”. L’azienda famosa per i suoi peluche, dopo essere entrata in numerosi centri commerciali attraverso negozi monomarca, dopo aver presidiato il comparto retail aeroportuale italiano, non direttamente ma attraverso partner, e aver ‘parcheggiato’ i propri prodotti in

Airest, tris di aperture nel nord Italia

L

’attesa per prendere il treno cambia sapore nelle stazioni di Vicenza, Padova e Gallarate, con le aperture rispettivamente del nuovo Briccocafè e di due punti vendita Rustichelli&Mangione. Con questa iniziativa Airest consolida ulteriormente la propria presenza sul territorio nazionale e non solo grazie agli oltre 150 negozi tra Italia e estero. Il locale di Vicenza, inaugurato lo scorso giugno, si presenta interamente ristrutturato con caratteristiche architettoniche improntate alla luminosità e alla trasparenza, che ne fanno una porta d’ingresso alla città e un accogliente angolo di ristoro con 60 posti a

sedere. L’assortimento food comprende il servizio caffetteria con specialità calde e fredde, prima colazione, snack, panini, pizza in trancio, insalatone, macedonie e spremute. I Rustichelli&Mangione di Padova e Gallarate costituiscono, invece, le prime aperture del format all’interno della realtà ferroviaria e del network di Centostazioni, e sono state inserite con l’obiettivo comune di valorizzare e rinnovare l’ambiente delle stazioni. I prodotti si caratterizzano per la qualità e la freschezza, risultato di una lavorazione artigianale, il servizio è attento e l’ambiente si presenta moderno ed elegante. •

punti vendita autostradali gestiti da Autogrill, ora guarda al settore del retail ferroviario, sempre più simile come struttura ai tradizionali shopping center ma con il vantaggio di collocarsi in una posizione privilegiata nei centri cittadini. •

Dalla carrozza al tribunale, prosegue lo scontro per la ristorazione dell’Av

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ischia di essere lunga e soprattutto di incrinare dei rapporti consolidati da anni la vicenda giudiziaria che vede protagonisti Trenitalia, Cremonini e la società francese Compagnie des Wagons-Lits (Cwc) (vedi articoli su retal&food di giugno e luglio-agosto). La querelle, nata in seguito alla vittoria dell’azienda francese nella gara di appalto Lotto 1, lanciato dal colosso ferroviario sui servizi di gestione di ristorazione nei treni ad alta velocità, si è arricchita di un ulteriore elemento in seguito alla decisione del Tar del Lazio. Di fatto la sentenza non accoglie la richiesta presentata da Cremonini di sospendere la decisione di Trenitalia, avvenuta, motiva l’azienda modenese, senza che siano stati stilati i punteggi relativi al possesso della certificazione comunitaria Uni-Iso. Tuttavia il Tribunale amministrativo ha imposto a Trenitalia di mettere a disposizione del Cremonini tutta la documentazione completa inerente al contratto di assegnazione. Proprio quest’ultimo elemento lascia immaginare l’intenzione di avviare nuovi procedimenti giudiziari da parte della società di ristorazione modenese, qualora ritenesse che negli atti risultassero vizi di forma o di contenuto. A questo punto pare difficile che a Cwc possa essere intimato di “scendere dal treno”, non è detto tuttavia che si non ricompongano i conflitti relativi al personale e alle attrezzature logistiche. • retail&food - settembre 2009 59


AI FERRY PORTI

BARI: concorrenza spietata per aggiudicarsi i nuovi passeggeri N onostante la bufera politica che ha coinvolto la presidenza dell’autorità portuale locale, lo scalo di Bari si conferma un punto di riferimento per il traffico navale di passeggeri. Con 655.000 unità registrate nel primo semestre dell’anno, il terminal pugliese ha aumentato il proprio bacino di utenti rispetto allo stesso periodo del 2008 del 2,67% e del 4,37% nel solo mese di giugno, dopo che già nel bimestre febbraio/marzo si era evidenziato un trend favorevole. «Il volume del traffico è stato migliore delle nostre aspettative superando il dato positivo della passata stagione», ha dichiarato il presidente dell’Autorità portuale di Bari, Francesco Mariani. Analizzando ulteriormente questo dato, è rilevante il flusso crocieristico, attestato a quota 135.616 transiti con un implemento vertiginoso del 50,46% rispetto allo stesso periodo del 2008, e il traffico homeport, anch’esso in forte aumento con 85.333 unità (+23%). L’incremento dei passeggeri ha portato, di contro, a un progressivo sovraffollamento delle linee (presto saranno addirittura 10) e delle compagnie presenti. Ciò rischia di allontanare Tirrenia delle banchine di Bari poiché fatica a trattenere i propri clienti a fronte dei prezzi più bassi, derivati talvolta da servizi di minor qualità, proposti dai competitor che battono tutti la bandiera di paradisi fiscali e che perciò si sottraggono agli oneri imposti dal Registro italiano navale (Rina). Mentre in passato per la compagnia italiana la rotta per l’Albania era la più redditizia, nei primi quattro mesi dell’anno il bilancio su questa tratta per la prima volta è in rosso. La conferma della gravità del problema arriva da Domenico Stea, agente di Tirrenia: «Nel 2008 Tirrenia ha trasportato 290.000 passeggeri mentre quest’anno si

Un’ondata di milioni sul porto di Salerno

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nfrastrutture e riqualificazione: questi gli obiettivi alla base del progetto “Porto di Salerno – Collegamenti stradali – Sistema dei trasporti Salerno Porta Ovest” che hanno convinto il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ad assegnare 146,6 milioni di euro all’autorità portuale della città campana. Il maxi finanziamento fa parte del Piano Operativo Nazionale Reti e Mobilità 2007/2013, che attinge da fondi cofinanziati con risorse comunitarie per interventi strategici nazionali, e si aggiunge ad altri tre milioni stanziati recentemente per realizzare la nuova sede dell’ente. La pianificazione è funzionale per migliorare i collegamenti del porto con la rete autostradale e per il riassetto dei trasporti nel versante occidentale della città. Con la sua attuazione si potrà decongestionare lo svincolo autostradale in località Cernicchiara ed il viadotto Gatto, attraverso un sostanziale raddoppio dell'attuale asse viario, ottenuto con una nuova strada parallela ubicata in gran parte in galleria. • 60 retail&food - settembre 2009

prevede una flessione di 40/50.000 presenze». Per quanto riguarda, invece, la posizione di Francesco Mariani al timone del porto di Bari, dal Tar della Puglia è arrivata la conferma del suo ruolo di presidente e il conseguente annullamento del commissario, voluto con un decreto dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli. •


Napoli, l’antitrust contro Caremar

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aremar (ramo campano di Tirrenia) finisce nel mirino dell’Antitrust, in quanto la regolamenta-

zione del trasporto passeggeri nei golfi di Napoli e Salerno “riduce ingiustificatamente gli spazi per la concorrenza”. In particolare la compagnia, in virtù delle convezioni statali, condizionerebbe le dinamiche di mercato. «Caremar – ha denunciato il Garante – opera con convenzioni pluridecennali e beneficia di una sovvenzione annua definita in modo che i sussidi pubblici vengano assegnati indistintamente» anche quando «la domanda proveniente dai flussi turistici consentirebbe l’esercizio sul mercato. Inoltre le tariffe Caremar hanno finito

per rappresentare un benchmark di riferimento per le politiche di prezzo dei privati, oltre a influenzare in modo rilevante la regolazione tariffaria della Regione». Sempre secondo il Garante, proprio quest’ultima avrebbe delle responsabilità e dovrebbe rivedere i regolamenti con cui assegna alcuni obblighi di servizio pubblico ai privati, mentre la decisione di «affidarli direttamente agli operatori già attivi sulle tratte interessate, senza oneri economici per l’ente, ha favorito la cristallizzazione delle posizioni di mercato». Tutto questo in un contesto «caratterizzato da più di un elemento idoneo ad agevolare equilibri di collusione tacita». •

MSC AMPLIA LA FLOTTA CON “SPLENDIDA”

È “Splendida” di nome e di fatto l’ultima nave da crociera inaugurata da Msc, che ora conta su una flotta di 10 unità. Insieme alla suo gemello Fantasia, il nuovo battello è il più grande mai costruito da un armatore europeo. Grazie a una lunghezza di 333,3 metri, un’altezza di 66,8 metri, per una stazza di quasi 138 tonnellate, Splendida può trasportare sino a quasi 4.000 passeggeri, dispone di cinque piscine, 18 bar e salotti, quattro ristoranti e due buffet.

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Da rivali ad alleati, guardando all'estero

GAVIO-BENETTON: matrimonio d'asfalto

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inque anni fa erano in guerra per dominare il mercato dei caselli in Italia. Oggi Gavio e Benetton vanno d’amore e d’accordo e da Tortona, Marcellino Gavio ora fa affari in Cile. L’Italia, a conti fatti, è un piccolo mercato, in un’ottica globale: meglio dunque unire le forze e usare il know how maturato per andare ad aggredire i mercati stranieri, dove i vari Abertis, Dragados e Sacyr spadroneggiano. A segnare il cambio di rotta, la cocente delusione del mancato matrimonio tra Autostrade e la barcellonese Abertis (che però assomigliava più a una vendita agli spagnoli delle autostrade italiane, giuridicamente in mano allo Stato visto che i Benetton sono solo dei concessionari). A quel punto, hanno ragionato Benetton e Gavio, invece che scontrarsi per essere leader in un solo mercato peraltro asfittico (ritardi burocratici, un’orografia che non consente e un’urbanizzazione già fin troppo spinta impediscono la costruzione di nuove autostrade), ha più senso andare insieme a conquistare nuovi spazi all’estero. Così oggi la famiglia di Tortona, secondo gestore autostradale in Italia e sempre più in mano alla seconda generazione capitanata da Beniamino Gavio, ha trovato un socio d’affari e una sponda per buttarsi sui mercati internazionali: le mire sono sul Cile dove la dinastia

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imprenditoriale,

assieme

ad

Atlantia, ha messo mano sul pro-

mettente mercato delle concessioni autostradali del raccordo anulare di Santiago del Cile. A cementare il matrimonio d’asfalto e la seconda vita del gruppo Gavio è stata Impregilo, la società di costruzioni comprata sul bordo del dissesto dalla famiglia Romiti, dove sia Gavio che Benetton sono azionisti. Oggi il

gruppo del re dei caselli del NordOvest non è soltanto il gestore di autostrade tra Piemonte, Lombardia e Liguria (Auto To-Mi, Serravalle, Autostrada dei Fiori), ma un impero strutturato nelle costruzioni e nelle concessioni (con una fiche puntata anche in Alitalia), sulla scorta dei big stranieri (da Vinci a Sacyr) che Gavio ha imitato. Entrare in un grande gruppo di costruzioni

(Impregilo appunto) ha permesso di diversificare e creare sinergie tra concessioni e costruzioni. D’altronde l’affondo sul Cile è stato possibile proprio grazie a Impregilo da cui Gavio e Benetton hanno rilevato tempo fa CostaNera Norte il primo pezzo di tangenziali cilene a cui poi si sono aggiunti altri asset. Simone Filippetti “Opinionista”


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L'uomo della provvidenza Obama ha visto la luce, si avvicina l'uscita dal tunnel?

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ALITALIA…

Anno 4 numero 9 settembre 2009

perseverare è diabolico!

Hanno collaborato Alessandro Barzaghi, Francesca Biagi, Giuseppe Bonomi, Massimo Colzani, Giulia Comparini, Gianfilippo Cuneo, Luigi De Montis, Simone Filippetti, Fulvio Fassone, Vito Gamberale, Paolo Prota Giurleo, Antonio Intiglietta, Paolo Lombardi, Pietro Malaspina, Adolfo Marino, Mario Messuri, Giorgio Mirabelli, David Montorsi, Giorgio Moroni, Luca Neri, Enrico Pazzali, Andrea Penazzi, Nuria Perez Paredes, Mario Resca, Vito Riggio, Kevin Rozario, Vittorio Valenza

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iesumando un nomignolo utilizzato dai più critici per definire in tempi non sospetti il futuro della compagnia di bandiera, “Alitalietta” si presta ora a tornare di moda a fronte del nuovo programma di linee internazionali annunciato dall’azienda, con le quali allarga il portafoglio di rotte verso l’estero. A dispetto di quanto preannunciato dallo stesso presidente del consiglio Silvio Berlusconi in occasione dell’accor-

Dakar), prevede il passaggio da Parigi, così come quelli per Hong Kong, Singapore, Montreal e Abidjan, mentre quello per Città del Capo fa scalo ad nientemeno che ad Amsterdam. Stessa sorte per i voli con destinazioni mediorientali: Bahrein e Dubai partiranno da Parigi o Amsterdam mentre la linea per Abu Dhabi farà scalo sicuramente nella capitale orange. Senza cercare mete troppe lontane, anche le destinazioni europee

Direttore responsabile Andrea Aiello

Oltre a questo, sicuramente Cai deve fare meglio nel limitare i frequenti ritardi che continuano a contraddistinguerne l’operato. Secondo i dati accreditati nell’ambito del trasporto aereo, relativi alla prima settimana di luglio a Fiumicino, il 56% dei voli con punta del 70% nel weekend sarebbero decollati in ritardo di oltre 15 minuti, e il dato è impietoso se confrontato al 42% di Alitalia+AirOne nello stesso perio-

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do con i francesi, e cioè che “il traffico non andava in alcun modo spostato su Parigi”, la presenza “ingombrante” del partner straniero Air France-Klm, che detiene il 25% del pacchetto azionario, ha dirottato di fatto le rotte europee ed intercontinentali di Alitalia verso gli aeroporti di Parigi, Amsterdam e Lione, con il risultato di ridurre l’importanza dei due hub, o semi hub, Italiani: Fiumicino e Malpensa. In particolare le nuove mete presentate da Cai sono 13, operate insieme con il vettore francese, ma nessuna di queste offre il volo diretto dal Belpaese al terminal di destinazione finale. La linea per Dakar, già prevista nel “piano Fenice” (che contemplava 18 destinazioni internazionali di cui mancavano all’appello fino ad ora Los Angeles, Rio, Incheon, Pechino, Shangai e la stessa 64 retail&food - settembre 2009

di Berlino e Lisbona prevedono la “tappa” forzata all’estero. Tuttavia, osservando il panorama del settore aviation, che continua a perdere quota soprattutto tra le compagnie di bandiera (British Airways in primis), meglio un’Alitalia con le ali più corte che un Alitalia con le ali spezzate e quindi con gli apparecchi a terra. Osservando l’offerta della compagnia da un altro punto di vista, è apprezzabile infatti che il numero di rotte internazionali sia aumentato rispetto a quello previsto originariamente e, conti alla mano, per Alitalia c’è la possibilità concreta di incassare una parte dei ricavi della destinazione finale. Ricavi che tuttavia andranno eccessivamente ad appannaggio di Air France-Klm, che facendo leva su una quota minoritaria vedrebbe ingigantirsi a dismisura il traffico di utenti provenienti dalla Penisola.

do del 2008, al 37% di quanto hanno fatto tutte le altre compagnie e ancora peggio al 15% dei maggiori competitor. Altro discorso, il più importante secondo il nostro punto di vista, è quello che riguarda gli aeroporti, Fiumicino e Malpensa. Se la seconda ha già subito lo shock da perdita del lungo raggio di Alitalia, i fulmini si addensano oggi su Fiumicino, visto il piano annunciato da Alitalia. L'impoverimento dei collegamenti intercontinentali diretti, infatti, rischia di causare un progressivo abbassamento dell'offerta retail con la diminuzione della presenza dei top brand che da qualche tempo hanno cominciato ad affollare i corridoi di Fiumicino. A tutto vantaggio di Charles de Gaulle o Schiphol. È questa l'italianità che ci è stata promessa? A. P. e A. A.

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