Weekend Premium - Speciale Pasqua

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e n o i z i d e ri

n. 3 • marzo 2020

eekend premium

SPERANDO L’EPIDEMIA FINISCA

pasqua in abruzzo DOVE LA MADONNA “SCAPPA” E REGALA ARROSTICINI

i migliori weekend con i top chef e le loro ricette



pensieri on the road

di Raffaele d’Argenzio

PARTIRE PER L’ITALIA

NOI VOGLIAMO. È una primavera con nuvole grigie quella che sta arrivando. Specialmente per il turismo, perchè è inutile negarcelo, quest’anno per le vacanze pasquali non arriveranno frotte di turisti dai confini terrestri, nè sbarcheranno da navi e atterreranno con aerei. Cinesi e russi resteranno per ora a casa loro, o comunque ne arriveranno pochi qui da noi. Ma noi non possiamo permetterci di vedere ristoranti e alberghi vuoti, non dobbiamo veder chiudere strutture e assistere a fallimenti. Allora se noi vogliamo aiutare il turismo italiano, con tutte le migliaia di posti di lavoro, noi possiamo e dobbiamo farlo, andando a riscoprire la nostra bella Italia, coi i suoi tesori artistici e i suoi tesori di antichi sapori e antiche ricette. Salviamo i nostri ristoranti, salviamo i nostri alberghi. Se non arrivano turisti dall’estero, affolliamo noi i nostri ristoranti, visitiamo o rivisitiamo le nostre chiese, i nostri borghi, riscopriamo le nostre tradizioni, fermiamoci per un weekend nei nostri alberghi. Partiamo per l’Italia.

UN ORSO CONTRO IL PARMIGIANO

NOI POSSIAMO. Il solito Trump, presidente degli Stati Uniti (uniti stavolta nel far cavolate, nel cavalcare un ronzino che si crede un purosangue, uno sceriffo da film di serie B ) ne ha fatta un’altra: ha colpito il nostro Parmigiano (Reggiano e Grana Padano) con un dazio che rischia di bloccare le nostre vendite e quindi colpire i produttori di questa eccellenza italiana che il mondo ci invidia. Si tenga il Parmesan, grosso orso cui gente rimbecillita dalla TV e dai social ha dato una pistola carica in mano (nella zampa)! Ma NOI POSSIAMO fare qualcosa: andiamo a comprare noi il nostro parmigiano, consumiamone di più, aiutiamo i nostri eccellenti produttori finchè non rimettano l’orso in letargo permanente. Èinutile dirlo? Nel mio frigo ci sono già due pezzi di parmigiano, ed altri arriveranno. (Errata corrige: pare che i dazi vengano tolti, ma meglio essere pronti).

NESSUNO E’ SU UN’ISOLA FELICE. SIAMO TUTTI NEL CONDOMINIO

NOI DOBBIAMO. Il Corona Virus è partito da una città della immensa Cina, ma poi è arrivato nel mondo e solo un’accorta azione sanitaria sta cercando di fermarlo, di contenerlo. Un decennio fa dagli Stati Uniti partì una grande crisi economica che contaminò tutto il mondo, di cui ancora oggi stiamo pagando le conseguenze. Questo dimostra che oggi come oggi nel CONDOMINIO TERRA, come io lo chiamo, siamo tutti condomini vicini e attaccati gli uni agli altri. Nessuno è su un’isola felice e incontaminabile. Ecco perchè NOI DOBBIAMO partecipare, ciascuno nel proprio piccolo, alla riduzione della CO2 e della plastica, all’uso esagerato dei riscaldamenti e a quello dell’aria condizionata. E anche all’uso inappropriato dell’auto. Nei nostri weekend facciamo chilometri e chilometri per arrivare in posti meno inquinati delle città, e quindi inquiniamo. Ma non sarebbe meglio vivere anche durante la settimana in una città meno inquinata? 3


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PREMIUM EVENTS

n. 3 • marzo 2020

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pasqua in italia

Sommario

i migliori weekend con i top chef e le loro ricette

weekend in aBruzzo, doVe la madonna “scappa” e regala arrosticini

30 WEEKEND ROMANTICO CON LA PEUGEOT 3008 34 AUTO&DONNA IN CAMPER 38 Mercedes marco polo 40 IN THE WORLD: LISBONA 46 CON LA MERCEDES GLB 4X4 A MARBELLA

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WEEKEND PREMIUM AWARDS

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GREEN RESORT

9 BOLZANO 10 pasqua in abruzzo 18 AUTO EXTREME 20 SPORT WEEKEND-CAR 22 AUTO&DONNA VENT’ANNI DOPO 24 MAZDA 3 AUTO/REGINA IN VALPOLICELLA 4

51 SPECIALE: TOP CHEF CON RICETTA 52 BICENTENARIO DI PELLEGRINO ARTUSI 56 GUALTIERO MARCHESI 60 CARLO CRACCO 62 ANDREA BERTON 64 MASSIMILIANO POGGI 66 TERRY GIACOMELLO 68 ALESSANDRO INGIULLA 70 PHILIPP HILLEBRAND

DIRETTORE RESPONSABILE Raffaele D’Argenzio r.dargenzio@weekendpremium.it HANNO COLLABORATO Nicola D. Bonetti Dafne Cervi Emanuele d’Argenzio Vittorina Fellin Manuela Fiorini Giancarlo Santarelli Anna Maria Terzi Tommaso Vanoli Cesare Zucca GRAFICA E IMPAGINAZIONE ADM Studio - Cologno Monzese (MI) Weekend Premium è registrato presso il tribunale di Milano al n 3.del 04-01-2018. Tutti i diritti sono riservati. Riproduzione vietata di testi e foto. EDIZIONI PREMIUM di D’Argenzio Raffaele Via Giovanni Prati10, 20145 Milano Tel 02.3450719 P. Iva 109096950968


Mostra Vini di Bolzano Castel Mareccio, 26.– 29.3.2020

> 40 produttori > Oltre 180 vini dell’Alto Adige to > Un appuntamen da non perdere!

Info: T 0471 307 000, www.bolzano-bozen.it


WEEKEND PREMIUM i vincitori dei WEEKEND PREMIUM AWARDS 2019 premiati durante l’evento all’Enterprise Hotel lo scorso anno alla presenza della stampa e di grandi personalità

GREEN IN THE WORLD

etiopia

WEEKEND IN VAN

VIAGGI TRIBALI

ECO-WEEKENDCAR

MARCO POLO - MERCEDES

DS-3 e-tense

GREEN CHEF

black in the world

FRANCO ALIBERTI

dream catchers

MAITE VICENTE de juan (SPAGNA) 6

PER UNA VOLTA - in the world: TOUR OPERATOR

BORGO GREEN

CADERZONE TERME (TN)

GREEN RESORT

AQUALUX (BARDOLINO SUL GARDA)

brasile

dream catchers

air VUELING

YOUNG REPORTER - DREAM CATCHERS

JACOPO MAROTTA


AWARDS 2020

partecip a n c h e t ua !

Indicateci le vostre preferenze da inserire nelle prossime nomination che saranno presentate in un evento a fine marzo, per lanciare le votazioni che si chiuderanno il 10 settembre con la proclamazione dei vincitori nel nostro consueto WEEKEND PREMIUM EVENT, a Milano. Inviate un’email a marketing@weekendpremium.it oppure fate le vostre segnalazioni nella nostra pagina Facebook Weekend Premium

aggiungete le vostre NOMINATION a quelle della redazione per queste categorie: BORGO GREEN

GREEN RESORT

agriturismo top

parco green

p Cerreto Alpi (RE) p Cogne (AO) p Gallo Matese - Letino (CE) p .............................................................................. p .............................................................................. p .............................................................................. p ..............................................................................

p Adler Lodge Ritten (BZ) p Lefay Resort (Gargnano, BS) p Perdepera Resort (Cardedu, NU) p .............................................................................. p .............................................................................. p .............................................................................. p ..............................................................................

TOP green chef

p Capodacqua - Cervignano (TE) p Montagna Verde - Licciana Nardi (MS) p Masseria Pilano - Crispiano (TA) p .............................................................................. p .............................................................................. p .............................................................................. p ..............................................................................

p Majella p Gran Paradiso p Parco dei Nebrodi p .............................................................................. p .............................................................................. p .............................................................................. p ..............................................................................

p Andrea Berton (MI) p Pino Cuttaia (Brione, BS) p Philipp Hillebrand (Merano, BZ) p .............................................................................. p .............................................................................. p .............................................................................. p ..............................................................................

weekend auto&gusto p Agerola (NA) p Guardia Sanframondi (BN) p Forlimpopoli (FC) p .............................................................................. p .............................................................................. p .............................................................................. p ..............................................................................

weekend in van

eco-weekend car p Audi e-tron Sportback p Lexus UX 300e p Peugeot 3008 plug-in p .............................................................................. p .............................................................................. p .............................................................................. p ..............................................................................

black in the world

tour operator p Africa Wild Truck p Maurizio Levi p Viaggi e Miraggi p .............................................................................. p .............................................................................. p .............................................................................. p ..............................................................................

green in the world

p Costa RIca p Finlandia p Maldive p .............................................................................. p .............................................................................. p .............................................................................. p ..............................................................................

p Ford Transit Custom Nugget p Peugeot Expert Klubber p VolksWagen California p .............................................................................. p .............................................................................. p .............................................................................. p ..............................................................................

p Australia p India p Stati Uniti p .............................................................................. p .............................................................................. p .............................................................................. p ..............................................................................

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green resort: ADLER ritten HOTEL (BZ)

UN FANTASTICO “nido d’aquila”

di Maria Teresa Mattogno

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ADLER Lodge RITTEN

Stella 2039054 Soprabolzano - Italia Tel. 0471 1551 700 - info@adler-ritten.com www.adler-resorts.com/it/adler-lodge-ritten/299-0.html

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embra impossibile che ad appena pochi chilometri di distanza si distenda la città di Bolzano, con il suo traffico e le sue fabbriche: soprattutto per chi arriva con la funivia, l’impatto con l’Adler Lodge Ritten, straordinario eco rifugio, a 1200 metri di altitudine, è davvero sorprendente. Come l’aquila prepara il suo nido, così anche gli architetti Andreas e Klaus Sanoner e Hugo Demetz non sono andati lontano a scegliere i materiali per costruire il corpo centrale del nuovo hotel e i 20 deliziosi chalet che ne fanno parte. Hanno preferito usare il legno degli abeti e dei larici per rivestire le pareti e i soffitti e il rovere per i pavimenti, in modo tale da far apparire fortissima la continuità con il vicino bosco. All’Adler tutto è curato nei minimi particolari: dall’atrio spazioso alle confortevoli suite, dalla piscina, con calda acqua salata, che unisce interno ed esterno, alla SPA che si estende nel bosco, dalla terrazza panoramica del ristorante alla palestra, ma anche tutto evidenzia un lusso informale che invita gli ospiti a vivere una vacanza rigenerante. Scegliere di soggiornare in uno dei suoi 20 chalet è come realizzare il sogno di possedere un rifugio tutto proprio in alta montagna. L’altopiano del Renon gode di un clima particolarmente mite durante tutto l’anno: soggiornare all’Adler fa sperimentare un modo di vivere dove la natura è protagonista, con i profumi delle sue erbe e delle abetaie e con il suo silenzio. Anche nella SPA tutti i prodotti di bellezza sono composti da erbe curative e profumi alpini. L’area fitness ha grandi vetrate panoramiche che rendono ancora più piacevole frequentare le lezioni di yoga in gruppo o individuali. Benessere significa anche cucina genuina ed è quella realizzata dallo chef Hannes Pignater che utilizza materie prime a Km 0. I piatti sono quelli della tradizione tirolese ma anche mediterranea, ricreati e “aggiornati” in modo più leggero e moderno. “Let your soul fly” è lo slogan del nuovissimo Adler Lodge Ritten a cinque stelle e mai come in questo caso un nome è più appropriato: adler, in tedesco, significa aquila e, proprio come la regina dei cieli, in questo luogo straordinario, la mente e il corpo possono spaziare liberi e abbracciare con lo sguardo una visuale ampia e maestosa. Provare per credere.


weekend in cantina: bolzano

a Castel Mareccio in mostra i migliori vini altoatesini Dal 26 al 29 marzo si tiene la 97a edizione della Mostra dei Vini di Bolzano, con più di 180 etichette da quaranta cantine di tutto l’Alto Adige.

A

Bolzano la primavera inizia con il profumo e il sapore del vino. Dal 26 al 29 marzo, infatti, nella splendida e suggestiva cornice di Castel Mareccio, si rinnova l’appuntamento con la Mostra dei Vini, che quest’anno celebra la sua 97° edizione. Per l’occasione, le sale del castello si trasformano in una vetrina dove poter partecipare a degustazioni guidate, seminari, laboratori del gusto, incontri e molto altro.

Invito a cena al castello

La novità dell’edizione 2020 sono le cene al castello. Un’occasione unica per cenare nell’affascinante Sala Thun di Castel Mareccio. Nella prima cena, in programma venerdì 27 marzo, si potranno gustare le quattro portare preparate dalla chef Anna Matscher del Zum Löwe di Tesimo, mentre sabato 28 marzo ai fornelli ci sará il team della taverna Tlò Plazores di San Vigilio di Marebbe dell’associazione “Locande sudtirolesi”.

Gli eventi da non perdere

La kermesse si apre giovedì 26 marzo, alle 18, con la presentazione da parte dei pro-

duttori dei loro vini migliori. A seguire, si terranno cinque seminari e due laboratori del gusto, organizzati in collaborazione con l’Accademia Italiana della Cucina a l’Associazione Sommelier. Venerdì 27 marzo, l’esperto di vini Otto Geisel condurrá i partecipanti in un viaggio attraverso il valore del vino. Sabato 28, invece, sarà la volta del giornalista enogastronomico Daniele Cernilli, con il seminario dal titolo “Le 10 sfumature del Lagrein”. Sempre sabato 28, il winehunter Helmut Köcher, condurrà una degustazione guidata con un curioso abbinamento vino-verdure. Alle 18 di sabato, poi, è in programma un’altra degustazione guidata con l’abbinamento vini – carni e salumi insieme alla sommelier Silvia Brunner e a Christine Mayr, presidente dell’Associazione Sommelier. Infine, il Consorzio di Tutela del Santa Maddalena ripropone sia venerdì 27 che sabato 28 una degustazione comparativa di una selezione di Santa Maddalena con i brand ambassadors Federica Randazzo e Leo Larcher. La partecipazione ai seminari è gratuita ma occorre la prenotazione.

Passeggiate e menù a tema

Il programma si arricchisce anche di eventi collaterali. Come l’escursione guidata Bacchus Urbanus di venerdì 27 marzo, alle 15, con il brand ambassador Leo Larcher che condurrà i partecipanti alla scoperta delle zone di produzione dei vini bolzanini Santa Maddalena e Lagrei. Sabato 28, invece, è in programma la visita a Castel Roncolo, sempre alle 15, con degustazione nelle sale del maniero. Infine, nei quattro giorni della manifestazione, i ristoranti partner proporranno menù e piatti a tema Food & Wine, mentre sono in programma anche degustazioni nei negozi del centro storico e nei quartieri di Bolzano. Nelle due settimane precedenti l’evento, poi, 30 esercizi dell’associazione “Locanda Tirolese” proporranno in tutta la provincia menù ad hoc.

INFO L’ingresso alla manifestazione costa 5 €, il buono degustazione è di 1 e a bicchiere, mentre il biglietto giornaliero con 22 degustazioni incluse costa 25 €. Per informazioni e prenotazioni: Azienda Soggiorno di Bolzano, tel 0471.307.000, www.bolzano-bozen.it 9


weekend in italia

Pasqua in Abruzzo dove la madonna “scappa� e regala arrosticini I celeberrimi arrosticini abbruzzesi

Gessopalena 10


pasqua in abruzzo Lago di Barrea

SPERANDO CHE L’EPIDEMIA di coronavirus FINISCA AL PIU’ PRESTO, La Regione Abruzzo punta sul turismo esperienziale, per andare alla scoperta delle tradizioni, dei riti, dell’autenticità e della cultura che identificano il territorio. In occasione della Pasqua, l’offerta turistica è dedicata alla Settimana Santa e alle sue manifestazioni. Un modo per vivere un’esperienza unica e coinvolgente, dimenticando per un attimo, tra le montagne, i borghi e i paesaggi di questa splendida regione, le tensioni causate dal coronavirus. Vediamo allora di scoprire di più. La “Madonna che scappa” di Sulmona

I

ntorno a una serie di eventi di valore nazionale e internazionale, come la Via Crucis del Venerdì Santo a Chieti (la più antica d’Italia, risalente secondo una documentazione certa al 1650 circa, anche se alcune ipotesi fanno risalire le sue origini all’842), o come “La Madonna che scappa”, che si tiene la domenica di Pasqua a Sulmona, saranno proposti alcuni itinerari pensati per far conoscere un patrimonio culturale e religioso davvero straordinario. Basti pensare alla Scala Santa di Campli, di cui recentemente è stato celebrato il 248° anniversario, o alla Basilica di Collemaggio di L’Aquila e alla Perdonanza Celestiniana, recentemente dichiarata dall’UNESCO Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità. Ecco allora le proposte per vivere la Pasqua in Abruzzo, secondo un racconto-itinerario esperienziale che va dal Mercoledì Santo al martedì della settimana successiva. 11


weekend in italia Rappresentazione della Passione a Gessopalena

Gessopalena (CH)

Sacra rappresentazione della Passione di Cristo (Mercoledì 8 aprile) La sera del Mercoledì Santo nel borgo medievale di Gessopalena (CH), che si erge su uno sperone gessoso che domina la valle dell’Aventino, si consuma in un’atmosfera di struggente pathos la Crocifissione del Signore, scena madre della celebre Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo, giunta alla XXXVII edizione con la regia di Claudio Di Scanno. Si tratta di un’antica tradizione interrotta bruscamente a fine Ottocento per una sommossa popolare, che prese di mira figuranti ebrei e soldati romani colpevoli della crocefissione del Cristo. Nel 1965 il parroco don Angelo De Ritis si adoperò per ripristinarla, dividendola in due tempi: tre o quattro scene in piazza e sul sagrato della chiesa de’ Raccomandati (Ultima Cena, Orto degli Ulivi, Sinedrio), e la Crocefissione sulla sommità del Paese Vecchio, distrutto dalla guerra e oggi del tutto disabitato. La Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo di oggi è teatro, musica, arte grafica e pittorica, ma con la sua base intatta di fede e devozione popolare. La parte più antica del paese, autentico museo a cielo aperto, è scavata nel gesso ed è chiamata Petra Lucente. Può essere interessante visitarla, osservando come le abitazioni di un tempo avessero nel sottosuolo nicchie, scale e camini ricavati scavando la roccia di gesso stessa. 12


pasqua in abruzzo Lanciano (CH)

Processione degli Incappucciati (Giovedì 9 aprile) La sera del Giovedì Santo a Lanciano si ripete la suggestiva Processione degli Incappucciati, uno dei riti della Settimana Santa più solenne e commovente, la cui origine risale al XVI secolo. Per i cristiani è l’Ultima Cena, la sera del tradimento. I Confratelli di San Filippo Neri procedono in corteo, vestiti con lunghe tonache nere e medaglioni con simboli di morte, con il volto incappucciato, vivendo un atto di penitenza per il tradimento di Cristo. Il corteo avanza a passo lento, attraverso le vie del centro storico, accompagnato dal suono mesto della banda che propone toccanti brani di musiche sacre, mentre il “Cireneo”, cammina al centro del corteo, scalzo e incappucciato, portando sulle spalle la pesante Croce del Calvario. Nessuno, tranne il Priore della Confraternita che annualmente effettua la scelta, conosce l’identità del Cireneo. Una rappresentazione suggestiva che si svolge in una vera e propria culla d’arte, Lanciano, per la presenza di numerosi monumenti di straordinaria bellezza, a cominciare dalla Chiesa di San Francesco, che conserva la testimonianza del più antico Miracolo Eucaristico del mondo cattolico. Da Lanciano poi ci si può spostare sulla meravigliosa Costa dei Trabocchi, impreziosita da antiche macchine da pesca in legno che, come sentinelle, “custodiscono” questo splendido tratto del litorale abruzzese. Sulle colline di Fossacesia (Ch), quasi a dominare la Costa dei Trabocchi, si erge l’Abbazia di San Giovanni in Venere, autentico capolavoro di architettura sacra medioevale, eretta dai monaci benedettini sui resti di un antico tempio pagano dedicato a Venere Conciliatrice.

Lanciano, San Francesco

Lanciano, abbazia di San Giovanni

Processione degli incappucciati a Lanciano

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weekend in italia Varie immagini delle processioni di Chieti

Chieti

Via Crucis (Venerdì 10 aprile) La Via Crucis a Chieti è intimamente legata all’istituzione del sodalizio del Sacro Monte. Il corteo muove dalla Cattedrale di San Giustino percorrendo le vie principali del centro storico, illuminate da fiaccole accese su tripodi in ferro battuto. Originariamente il corteo era composto da soli tre simboli: uno stendardo in damasco nero, una morte a grandezza naturale e la statua del Cristo Morto. Solo nel 1833 fa la sua apparizione la statua della Vergine Addolorata. I sette “Simboli” o “Trofei” della Passione, risalenti al 1855, raffigurano i momenti della Passione di Cristo: l’Angelo, le Lance, la Colonna con il gallo, il Volto Santo (riproduzione dell’originale conservato a Manoppello), il Sasso, la Scala, la Croce. La statua del Cristo Morto è una scultura settecentesca in legno policromo di scuola napoletana e la coltre sulla quale viene adagiato per essere portato in processione risale al 1827. Durante la processione, il coro e l’orchestra dell’Arciconfraternita (composti, rispettivamente, da 150 cantori e da 160 musici) eseguono il celebre Miserere, composto intorno al 1730 del musicista teatino Saverio Selecchy. A Chieti merita una visita il Museo Archeologico Nazionale La Civitella, che racconta la storia di Chieti e dell’Abruzzo, dalla Preistoria all’Ottocento, in modo originale e coinvolgente con allestimenti moderni che si avvalgono di proiezioni multimediali, giochi di luce e musiche.

Barrea (AQ)

Rivivere la Passione di Cristo (sabato 11 aprile) Il Sabato Santo a Barrea (AQ) va in scena la rievocazione delle ultime ore della vita di Cristo, ripercorrendo, dall’ingresso in Gerusalemme alla crocifissione, tutti i momenti della Passione e della morte di Gesù. Ogni edizione è diversa dalle precedenti, poiché di anno in anno si aggiungono scene, si arricchiscono e realizzano nuovi costumi, si migliorano gli effetti speciali e i dialoghi. Oltre ad assistere alla suggestiva rappresentazione, un soggiorno nel delizioso borgo di Barrea non può non includere una visita all’omonimo lago, nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, e tra le vette incontaminate dell’Appennino, su cui si affacciano, oltre a Barrea, i borghi di Villetta Barrea e Civitella Alfedena. Il lago è il luogo ideale per vivere in armonia con la natura incontaminata in un ambiente salubre e suggestivo. Le sue sponde sono costeggiate da percorsi pedonali e ciclabili, aree di sosta e un punto ristoro con una piccola spiaggia. 14

Barrea, la Passione vivente


pasqua in abruzzo Sulmona (AQ)

“La Madonna che scappa” (domenica 12 aprile) Solenne e gioiosa è l’atmosfera che si respira la mattina della domenica di Pasqua a Sulmona (AQ), in una piazza Garibaldi gremita di folla per la celebre manifestazione di origine medievale “La Madonna che scappa”, che rievoca la Resurrezione di Cristo con una funzione unica nel suo genere. In uno dei lati della piazza, sotto le arcate dell’acquedotto svevo, è visibile la statua del Cristo Risorto. Dalla parte opposta, all’interno della Chiesa di San Filippo si trova la Madonna vestita a lutto. I due discepoli di Gesù, San Pietro e San Giovanni, vanno a vicenda a bussare alla porta della chiesa per recarle la lieta novella della resurrezione del figlio. Al terzo tentativo la Madonna esce e percorre con passo incerto e cadenzato la distanza tra la chiesa e il centro della piazza, ancora incredula e sconvolta dal dolore. Giunta a metà della Piazza, riconosce il Figlio risorto che l’attende. A questo punto inizia una corsa sfrenata, durante la quale le cade il mantello nero del lutto, le resta indosso il vestito verde, il colore della primavera, foriera di lieti auspici mentre un volo di colombi si libra nel cielo accompagnato da scoppi di mortaretti. Ancora una volta si è

compiuto un rito che vanta radici remotissime che vanno ben oltre la dimensione cristiana. Tra i punti di interesse da visitare nei dintorni di Sulmona, sicuramente da non perdere l’Abbazia celestianiana di Santo Spirito a Morrone in località Badia Morronese. Le origini del complesso sono legate a Fra Pietro Angeleri, eremita e fondatore dell’ordine dei Celestini, oltre che pontefice con il nome di Papa Celestino V, noto per il “gran rifiuto” cantato da Dante nella sua Divina Commedia. Alla figura del Santo è legato anche uno degli eremi più spettacolari della regione. Incastonato su una grande parete rocciosa del Monte Morrone, sorge in località Badia l’Eremo di Sant’Onofrio, luogo di grande spiritualità e suggestione. Noto per la spettacolare posizione, rimaneggiato nei secoli e danneggiato durante l’ultima guerra, conserva ancora l’aspetto severo e inaccessibile dell’epoca del Santo. Tra gli eremi celestiniani, una meraviglia dell’arte e della natura è l’Eremo di San Bartolomeo in Legio, nel territorio di Roccamorice (PE). Mimetizzato nella roccia, a circa 700 m s.l.m., nel Vallone di Santo Spirito nel Parco Nazionale della Majella, il Santo vi dimorò assieme ad alcuni discepoli. “La Madonna che scappa”

Sulmona, abbazia celestianiana di Santo Spirito a Morrone 15


weekend in italia Orsegna, la Festa dei Talami

Manoppello, chiesa del Volto Santo

ManopPello (PE)

Ammirare “Il vero Volto di Gesù Cristo” (lunedì 13 aprile) Per il Lunedì dell’Angelo e per la classica uscita fuori porta di Pasquetta, in questo racconto esperienziale legato ai luoghi della spiritualità non poteva mancare un itinerario a Manoppello (Pe) e al suo Santuario che custodisce quello che è riconosciuto come il vero Volto di Gesù Cristo, dal 1646 esposto alla venerazione del popolo. Si tratta di un velo tenue che riporta l’immagine di un viso maschile con i capelli lunghi e la barba divisa a bande. È il caso unico al mondo in cui l’immagine è visibile identicamente da ambedue le parti. Non sono riscontrabili residui o pigmenti di colore. Alla fine degli anni Settanta la suora trappista Blandina Paschalis Schloemer, esperta iconografa, scoprì che il Volto della Sindone di Torino e quello di Manoppello combaciavano perfettamente, perché entrambi i tessuti erano stati adagiati sulla salma di Gesù. Da vedere nei dintorni, immersa tra i boschi di Serramonacesca (PE), c’è l’Abbazia di San Liberatore a Majella che rappresenta uno dei più significativi esempi di architettura romanica abruzzese e una delle più antiche chiese medievali benedettine. Costruita con la pietra calcarea della Majella, è uno scrigno che conserva innumerevoli tesori.

Orsegna (CH)

Festa dei Talami (Martedì 14 aprile) Come ogni anno, il martedì dopo la Pasqua, Orsogna (CH) fa rivivere la scenografica sfilata di sette carri allestiti con sacre effigi ispirate alla Bibbia. La Festa dei Talami, divenuta nel 2011 “Patrimonio d’Italia per la tradizione”, si svolge ogni anno e richiama migliaia di persone attratte da uno spettacolo unico che coniuga il teatro con la devozione popolare. Su ogni talamo, attori giovani e adulti, immobili davanti a un fondale affrescato, posto sotto una raggiera alla quale è legata una bambina che impersona la Madonna, interpretano scene ispirate al Vecchio e al Nuovo Testamento. 16


pasqua in abruzzo Corropoli

Scala Santa di Campli

Civitella del Tronto

altre manifestazioni da non perdere Anche Corropoli (TE) celebra la risurrezione di Cristo con la rappresentazione dell’episodio evangelico della corsa di San Pietro e San Giovanni a verificare che il sepolcro dove era stato sepolto Gesù era vuoto, come aveva loro riferito Maria di Magdala. Da Corropoli ci si può spostare a Campli (TE), per ammirare la Scala Santa istituita nel 1772 grazie a un Privilegio Pontificio di Clemente XIV. Ventotto gradini da salire rigorosamente in ginoc-

chio. La ricompensa è l’assoluzione, e in alcuni giorni dell’anno, l’Indulgenza Plenaria. Vale una sosta anche Civitella del Tronto (TE), aristocratica e pittoresca cittadina d’arte sovrastata dalla Fortezza Borbonica, una delle più imponenti opere di ingegneria militare. INFO: www.abruzzoturismo.it 17


sport car 2020

Mercedes Vision AVTR Ford Ranger Raptor

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I nuovo Ford Ranger Raptor è la versione più spinta, potente e affascinante del noto pick-up della Casa dell’Ovale blu. Questo veicolo non è solo possente, ma anche intelligente, grazie all’adozione di soluzioni tecniche molto raffinate. Il suo aspetto muscoloso viene enfatizzato dalla grande calandra che separa i sottili proiettori, dai passaruota allargati che ospitano enormi ruote tassellate e dall’ampio cassone che permette di trasportare decisamente qualunque oggetto, anche quelli più ingombranti. Osservando l’abitacolo si apprezzano subito i sedili sportivi e il volante

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rivestito in pelle, non manca inoltre un ampio display incastonato nella console centrale che permette di controllare l’impianto di infotainment compatibile con la connettività per smartphone. Il modem FordPass Connect integrato ti permette di aprire e chiudere il Raptor a distanza, offre aggiornamenti sul traffico che possono essere visualizzati sul navigatore satellitare, inoltre è possibile connettere fino a dieci dispositivi all’hotspot Wi-Fi. Sotto il muscoloso cofano batte il motore diesel EcoBlue biturbo da 2.0 litri in grado di sviluppare sulla trazione integrale ben 204 CV e 500 Nm di coppia massima, il tutto gestito da un cambio automatico dotato di ben 10 rapporti. Per affrontare qualsiasi tipo di tracciato, il Raptor conta sul sistema Terrain Management System che permette di scegliere tra sei modalità diverse: Normal, Sport, Erba/Ghiaia/Neve, Fango/ Sabbia, Rock e, per prestazioni fuoristrada imbattibili, Baja.


C

ome sarà l’auto del futuro? Mercedes prova a rispondere a questa domanda in occasione del CES 2020 di Las Vegas, dove ha svelato la futuristica ed emozionale Mercedes Vision AVTR, sinuosa coupé dalle forme avvolgenti, dotata di meccanica elettrica e guida autonoma. Com’è possibile intuire dal suo nome, la Vision AVTR si ispira al celebre film Avatar del regista James Cameron. A bordo di quest’auto dalle forme inusuali, il guidatore può entrare in connessione con il veicolo semplicemente appoggiando la mano su uno speciale controller posizionato sul grande tunnel centrale. In questo modo la vettura può riconoscere chi siede al posto di guida tramite l’analisi dei suoi dati biometrici: una vera e propria evoluzione del sistema keyless. Legge i dati biometrici

di Emanuele d’Argenzio

Le informazioni del sistema di infotainment e quelle relative alle guida vengono riportate sul cristallo posizionato davanti ai passeggeri anteriori, anche in questo caso vengono utilizzati i dati biometrici scambiati tra uomo e auto. La scelta dei materiali è ricaduta su speciali rivestimenti “green”, come la pelle vegana ottenuta dalla plastica o il Karuun, un materiale biologico ricavato dal Rattan. Sulla parte posteriore della vettura trovano posto 33 flap in grado di muoversi in completa autonomia – imitando una specie di “respiro” – con l’obiettivo di ottimizzare l’aerodinamica. La Vision AVTR è spinta da 4 singoli motori elettrici abbinati ognuno ad ogni ruota: la potenza combinata è pari a 470 CV, mentre l’autonomia con una carica di energia è di circa 700 km. Le batterie al Grafene sono inoltre 100% riciclabili.

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sport car 2020

McLaren GT

Aston Martin DBX

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rima da sempre l’Aston Martin DBX è una novità per la storica casa inglese. Da coupe, a macchine da corsa, fino al SUV, inevitabile nel mercato di oggi. Presentata al Salone dell’automobile di Los Angeles 2019, quale sarà la risposta degli appassionati e del mercato? A questa risposta aveva parzialmente risposto “Lamborghini Urus”, che si differenzia però per il carattere. Per quanto riguarda il prezzo, ancora non lo sappiamo, ma immaginiamo più o meno che il range vada dai 150 ai 300.000 € più o meno. Di sicuro si parla di un full-size da più di 5 metri di lunghezza. di certo dal vivo è molto imponente e importante, ma soprattuto bandiera del marchio, dato che tutti gli stilemi Aston sono stati rispettati (sopratutto dalla Vantage). Di fatti sembra una versione “cresciuta” della GT. Ma questa ama l’off-road. Le linee sono molto belle, quasi eleganti. Sicuramente si presenta come un prodotto di grande lusso (spicca la distanza di più di tre metri tra le ruote, che dona grande imponenza ed importanza alla silhouette. L’Aston Martin DBX ha necessitato più lavoro del normale per mamma Aston. Casa non proprio abituata a mezzi di lusso che possano divertirsi in off-road e con questa mole. Collaudata e settata sul Nürburgring così come fuoristrada, per sviluppare al meglio la trazione integrale a controllo elettronico. Anche il differenziale posteriore a controllo elettronico dovrebbe svolgere il suo lavoro,

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ripartendo la coppia in modo preciso e “intelligente”. E come non bastasse, questa Aston Martin DBX è dotata di sospensioni ad aria, alzandosi fino a 4,5 cm e abbassandosi fino a 5 cm rispetto alla posizione standard. Quindi dal fango all’autostrada senza nessun tipo di preoccupazione o scomodità. Gli interni sono favolosi, come vuole l’Aston e tutte le case di lusso inglesi che si rispettino. Pelle ovunque, grande artigianalità (la mano di Mercedes si vede, ma non quanto la Vantage) ecc. ecc Parliamo di motore e trasmissione. Il cambio automatico 9 marce è accoppiato ad un biturbo V8 4.0 da 550 CV e 800 Nm di coppia. Per un peso di 2.245 kg l’Aston Martin DBX arriva a 100 in 4,5 secondi, con una velocità massima di quasi 300 Km/h. Preoccupati per il “non” suono che farà, è un prodotto che alla casa serviva, ed esteticamente, a nostro parere è il più bello sul mercato.


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cLaren ha pensato al weekend. Capacità di attraversare un paese nel minor tempo possibile, con il maggior comfort possibile. Da oggi si può. Al suo prezzo. E’ la ridefinizione del concetto di gran turismo in stile McLaren. E’ la giusta risposta ad una domanda di comodità unita alle prestazioni mostruose tipiche di una McLaren. La McLaren GT si vanta di essere più leggera, più veloce e più coinvolgente dei prodotti oggi disponibili nel segmento. Quindi fruibilità, maggiore spazio, maggiore comodità. Resistenza e rigidità sono permesse da una struttura in fibra di carbonio, che porta il peso a secco a 1.530kg, quindi effettivamente più leggera delle sue dirette concorrenti (si parla di poco più di cento chili). Esternamente, la McLaren GT propone linee molto sinuose e raffinate, pulite nella loro com-

di Emanuele d’Argenzio

plessità. Non ci convince però una linea dei fari troppo alta, che la rende leggermente più goffa dei modelli precedenti. Certo la linea laterale rimane notevole. Insomma non è meravigliosa da ogni angolazione, ma immaginiamo che un V8 4 litri bi-turbo da 620CV targato McLaren, faccia passare in secondo piano questi particolari. I dettagli sono eccellenti, all’esterno, ma sopratutto all’interno. Ci ha sempre affascinato la funzionalità degli interni McLaren, fin dalla 12-C. Ergonomia pressoché perfetta, ambiente quasi chirurgico, per chi non ha tempo di leggere le scrittine sotto i tasti. Il disegno dei sedili è bellissimo e tutte le linee della plancia sono tese verso il guidatore. Razionale, ma con cuore, dettagli e forme sinuos Il prezzo di listino per il mercato Italiano parte da 203.000 euro.

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Auto&Donna

20 anni dopo Sopra, un editoriale firmato da Lorenza Pininfarina, a lungo co-direttrice della rivista. A destra, Laura Giugiaro sulla nostra copertina

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Ora sembra facile, scontato, banale, ma nel 1999, quando la testata fu registrata in tribunale per poi uscire nel 2000, non era così. C’era soltanto un sito in Australia e Nuova Zelanda che parlava di auto per le donne. Ma io neppure lo sapevo: me lo rivelò solo tempo dopo Andrea Silvuni, esperto di auto come pochi. Ora sembra facile, ma allora fu difficile. Ci volle molto coraggio, che non difetta ad un ariete come me, in cui comanda la passione. Le cose già fatte non piacciono ad un ariete, cerca sempre nuove frontiere da superare , nuovi ponti da lanciare. Ora sembra facile, sembra bastare essere donne e preparate, la strada è tracciata, il sentiero è lastricato, il ponte ha resistito. Io invece ero un uomo, piccolo editore con pochi mezzi. Ma con grande coraggio e passione. E fu questa a sostenermi e a far sì che proprio le donne mi aiutassero. E non donne qualsiasi. Ecco uno stralcio del primo editoriale, quando AutoDonna prese la forma di una vera rivista, la prima rivista al mondo dedicata alle donne che guidano. Forse meriteremmo di finire nel Guinness dei primati! «Perché non ci presentiamo sbrodolando con la solita solfa della rivista “amica”, che dà buoni consigli per percorrere insieme i chilometri della strada della vita? Semplicemente perchè noi vogliamo una lettrice che sia non un’amica, ma una NEMICA! Nemica delle convenzioni, della donna fragile ed oca… nemica delle auto verniciate di rosa e delle tappezzerie con i fiorellini. Quelle donne “nemiche” che mi sono sempre piaciute e forse sono le uniche che vale la pena di incontrare». E proprio queste donne auto-nome e auto-revoli mi capirono e aiutarono. Qualche nome? Lorenza Pininfarina, Laura Giugiaro, Prisca Taruffi, Roberta Gremignani, Marina Terpolilli, Rossella Dallò, Manuela Meles... Oggi AUTO&DONNA è online, sezione del sito Weekendpremium. it e del mensile Weekend Premium. Molti pezzi, molte prove di auto, ce le raccontano giornaliste non specialistiche, ma che viaggiano, che le usano sulle strade delle città e su quelle appena segnate del deserto. Sono donne auto-nome, viaggiatrici sulle strade del mondo e delle passioni. Dopo vent’anni, AUTO&DONNA continua il proprio viaggio.


di Raffaele d’Argenzio


valpolicella

Con l’auto/donna regina nel regno dell’Amarone

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autodonna

Il WOMEN’S WORLD CAR YEAR è un titolo importante, ad assegnarlo sono giornaliste dell’auto di oltre trenta Paesi nel mondo: la Regina in carica è la Mazda 3, la più votata nel 2019. E AUTO&DONNA (che è stata la prima rivista al mondo dedicata alla donna che guida) ha avuto il privilegio di poterla provare. E dove provarla? Per una Regina ci voleva un regno: il Regno dell’Amarone, fra le dolci colline della Valpolicella. La cantina Tenute SalvaTerra

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er guidarla ci voleva una donna auto-revole, una donna abituata a guidare, in tutti i sensi. Ecco Silvia Coati, manager dell’importante cantina SalvaTerra, in via Cengia 85, A San Pietro in Cariano (Verona). L’arrivo della Mazda 3 alla Cantina SalvaTerra non poteva che essere accolto da Silvia e dal suo staff con un brindisi per festeggiarla, un brindisi con Amarone, naturalmente, anche se solo con un sorso: l’Amarone si degusta non si beve.

Una donna auto-revole alla guida della Mazda 3 in Valpolicella

Le cave di Prun

Silvia è abituata a dirigere un’azienda e a guidare... anche le auto e non ci pensa due volte a mettersi al volante, per mostrare le bellezze della Valpolicella. Prima di salire a bordo un’occhiata da intenditrice al design di Mazda 3. Lunga 4,46 m, larga 1,80 m e alta 1,40 m, le forme che modellano questo ibrido tra un hatchback e una coupé sono arrotondate e prive di spigoli e non sono altro che la naturale evoluzione del famoso Kodo Design. Il muso è caratterizzato da un’ampia calandra da cui partono i gruppi ottici a Led, mentre particolari come il doppio scarico e i cerchi da 18 pollici contribuiscono a rendere ancora più accattivante la vettura. il paesaggio della Valpolicella ci aspetta e goderselo a bordo di Mazda 3 è un piacere, perché la vettura ha un’impostazione a misura di d’uomo, anzi di donna, ovvero fortemente simmetri25


valpolicella Panorami della Valpolicella

«Guidare la nuova Mazda 3 sulle colline dove nascono le uve del nostro Amarone è un piacere che non ha prezzo. La maneggevolezza del cambio automatico, la tenuta di strada, la grinta del motore bene si accompagnano alla sua natura ibrida. Non solo bella ma anche “buona” quindi dato che si tratta di un’auto attenta all’ambiente, perfettamente in linea con la filosofia produttiva di Salvaterra, azienda che punta molto sul biologico e che fa della cura dell’ambiente uno dei suoi cavalli di battaglia». Silvia Coati, manager di Tenute Salvaterra

I vigneti della Valpolicella

ca ed equilibrata, con i comandi indirizzati verso il guidatore. Il design è essenziale e risulta molto raffinato, soprattutto per i materiali impiegati. Lo spazio non manca a bordo della nostra compagna di viaggio, il bagagliaio, infatti, ha una capacità di 351 litri, che arrivano fino a 1019 abbattendo i sedili posteriori.

Il marmo di Prun

Curve e contro curve, filari di viti con cantine, ma anche cave di marmi, come questa che troviamo sulla strada, dove restano queste affascinanti grotte da cui era cavato il marmo di Prun, sia bianco che dorato, un marmo che si trova nelle tante ville della Valpolicella. La Chiesa di Santa Maria Valverde è uno dei punti più belli da cui godere un bellissimo panorama. Silvia ne approfitta per fermarsi ma non certo per riposarsi, la guida della Mazda 3 non stanca, è fluida e dopo svariati chilometri si comincia ad apprezzare lo Skyactiv-X 2.0 da 180 CV con cambio automatico. Il motore risulta molto scorrevole e allegro, nonostante sia particolarmente silenzioso e riesce ad offrire delle prestazioni interessanti senza esagerare, un buon compromesso con quello che può cercare una donna al volante: vere sensazioni, pur non entrando nella sportività. Silvia si ferma per godersi la visione di queste colline in cui è nata, in cui correva bambina e dove è tornata dopo altre espe26


autodonna Una finestra sulla Valpolicella

Turisti dall’estero per degustare

Santa Maria Valverde Cantina Salvaterra

rienze manageriali per occuparsi dei preziosi vini delle Tenute SalvaTerra ed anche della loro sostenibilità, non per nulla si sta procedendo verso la coltivazione biologica La Mazda 3, fra questi vigneti, non poteva non avere il motore Skyactiv-X ibrido che, per inquinare meno, brucia la benzina in modo più efficiente grazie all’accensione per compressione controllata da candela (Spark Controlled Compression Ignition, SPCCI). Grazie alla tecnologia Mazda M Hybrid produce più potenza ma meno emissioni e utilizza meno carburante di un normale motore a benzina per una guida senza compromessi. Entrambi i motori diesel e benzina sono dotati di questa tecnologia che, grazie al sistema ibrido 24 cv, recupera energia durante la decelerazione e alimenta un moto generatore elettrico che assiste il motore. In questo modo, migliora lo spunto in accelerazione e riduce l’inerzia nei cambi di marcia.

Ritorno in cantina

Si ritorna nella Cantina SalvaTerra, nella barricaia, dove al centro si trova un tavolo artistico fatto appunto con marmo di Prun. Silvia assaggia, gusta…e spiega che una donna centellina il vino, lo gusta. La donna non beve mai vino scadente, beve poco e vuol bere bene.

Barricaia 27


valpolicella

Cantina Tenute SalvaTerra Via Cengia, 85. San Pietro in Cairano (Verona) Tel.045.6859025 www.tenutesalvaterra.it

Degustazione alla Cantina Salvaterra

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Per la degustazione e tour dei vigneti: info@tenutesalvaterra.it (Prossima apertura del Resort 5 stelle Villa SalvaTerra, in una villa del ‘400)


autodonna

il segreto dell’Amarone

Lo scopriamo nella cantina. Le uve vengono lasciate ad appassire fino a alì’inizio di febbraio prima essere spremute. Appassire è il termine giusto in quanto deriva proprio da uve destinate anche al passito Recioto, che per sbaglio fu lasciato a fermentare e il dolce del passito diventò alcool e quindi perse il dolce e diventò “amaro”. Da amaro ad Amarone, il passo fu breve. E da allora pian piano l’Amarone è stato conosciuto nel mondo e da tutto il mondo ven-

gono qui a degustarlo (nella foto, una turista belga e un inglese). Per degustare i vini della Cantina SalvaTerra vengono offerti formaggi e prodotti pregiati del territorio, da gustare secondo una scala di sapori e di profumi. Un ultimo brindisi alla “Regina” Mazda 3, da parte di Silvia e delle ragazze del suo staff, che non vorrebbero vederla andar via. Ma prima che parta le donano qualche preziosa bottiglia in ricordo di questa splendida giornata fra le dolci colline dell’Amarone e le lasciano gli indirizzi augurandosi che possa tornare.

Compagna di viaggio

mazda 3 Exclusive La vettura che Silvia Coati ha provato è in allestimento Exclusive, il cui prezzo di listino è di € 31.600,00. Gli optional come la vernice Soul Red Crystal e il cambio automatico Skyactive-Drive 6AT portano il totale a €. 34.800,00. Dimensioni: 446/180/144 Passo: 273 cm Cilindrata: 2000 CV: 180 Coppia massima: 224 Nm Cambio: 6 marce automatico Velocità massima: 216 km/h Accelerazione 0-100 km/h: 8,2 secondi 29


weekend & foliage

itinerario romantico con la Peugeot 3008

Weekend in auto tutto al femminile, viaggiando a bordo della Peugeot 3008, il SUV raffinato e tecnologico, seguendo un breve ma divertente itinerario che si addentra nella Brianza tra Fino Mornasco e CantĂš, per cercare un foliage romantico prealpino. Alle porte di Milano. Ha collaborato Francesca Sirignani - Foto: Vittorio Giannella 30


autodonna

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ro curiosa di scoprire il segreto del successo di quest’auto, che nel 2019 ha raggiunto in Italia la seconda posizione dei SUV di segmento C più venduti. Oltre a un design attraente sono rimasta colpita dal comfort e dalla facilità di guida grazie, soprattutto, all’innovativo i-Cockpit.

L’itinerario da Milano a Orsenigo

Per disegnare il mio itinerario, ho scelto un breve tratto autostradale: A8 da Milano in direzione Laghi e poi A9 verso la Svizzera, per uscire a Saronno e percorrere strade secondarie, passando per Rovello Porro, Bregnano, Cermenate, Cucciago e Senna Comasco, evitando così il traffico di Cantù, per giungere al piccolo Lago di Montorfano e, infine, all’agriturismo Cassinazza a Orsenigo, meta della cena e dove si può anche dormire. Scegliendo strade secondarie ho apprezzato meglio i variopinti colori del tardo autunno e le doti dinamiche della Peugeot 3008 che si è rivelata tanto sicura in autostrada quanto piacevole nelle strette e tortuose strade prealpine. Un itinerario senza mete di particolare prestigio, scelto quasi per caso sbagliando più volte strada rispetto alla direzione più semplice e veloce, perché sono rimasta catturata dal piacere di guidare la Peugeot 3008: sicura, veloce ma al contempo capiente, confortevole ed elegante, insomma un SUV perfetto per una donna dinamica che sa esattamente cosa vuole.

Design esterno e interno

Ora mi fermo a guardarla meglio: le forme sono eleganti. Nonostante le dimensioni (Lunghezza 445 cm; larghezza 184 cm; al-

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weekend & foliage tezza 162 cm), il SUV francese appare importante ma comunque filante e presenta dei tratti graffianti. Per me il posteriore è forse la parte piĂš riuscita con la caratteristica fascia nera all’altezza delle luci, i tre fari per parte che richiamano la graffiante zampata del leone, simbolo della Peugeot. Il piccolo volante e la posizione di guida rialzata infondono una sensazione di sicurezza e maneggevolezza, elemento chiave per noi donne. Non manca lo spazio a bordo, soprattutto per i passeggeri posteriori, figli o suoceri, e sono presenti numerosi vani portaoggetti, molto utili per i lunghi viaggi. E nel baule ci posso mettere di tutto.

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autodonna dove mangiare e dormire Un agriturismo immerso nel verde nel cuore della Brianza. Se amate gli animali è il posto giusto perché potete ammirare i cavalli ma anche simpatiche caprette che amano farsi accarezzare. Nella graziosa junior suite al primo piano ci si sente proprio come in una casa di campagna e, ovviamente, sono graditi ospiti anche i vostri compagni pelosi: se avete animali domestici sono ben accetti. L’agriturismo offre una cucina autentica, con i sapori di una volta, basata sulla genuinità dei prodotti per la maggior parte di produzione interna. In questa stagione si possono apprezzare molti piatti a base di funghi, molto buone le lumache. La “mia ” Peugeot 3008 si è dimostrata perfetta per raggiungere l’agriturismo: infatti supera facilmente l’ultimo tratto di strada che è uno sterrato in mezzo al bosco. Agriturismo Cascina Cassinazza Orsenigo (CO) Tel: 031.631468 info@cassinazza.it Suggerimento per arrivare: alcuni navigatori non conoscono la destinazione esatta, occorre impostare: Alzate Brianza, via dei Platani. Quando si giunge al tornante, all’ingresso della località Vergiate, imboccare lo sterrato che parte in direzione ovest. Proprio sul tornante troverete il cartello che indica l’agriturismo.

Compagna di viaggio

Peugeot 3008 1.2 PureTech 130 Due i motori a benzina: il 1.2 turbo PureTech da 130 CV. È disponibile anche la variante ibrida con trazione integrale con motore termico 1.6 PureTech da 200 Cv e due motori elettrici. Sono cinque, invece, gli allestimenti disponibili: Active, Allure, Business, Crossway e GT. I prezzi partono da 27.480 euro e arrivano fino a 35.830 euro. Se optate per la versione ibrida si parte da 44.430 Euro fino al top di gamma 53.880 Euro. Motore: 3 cilindri turbo benzina 1.199 cc – Euro 6D-TEMP Potenza massima: 96 kW (130 CV) a 5.500 giri Coppia massima: 230 Nm a 1.750 giri Cambio: automatico a 8 rapporti Trazione: anteriore con Advanced Grip Control Velocità Max: 188 km/h Accelerazione da 0 a 100 km/h: 10,6 secondi Consumo medio: 5,3 l/100 km (dichiarato) Dimensioni: lunghezza 445 cm; larghezza 184 cm; altezza 162 cm Capacità bagagliaio: 520/591 litri espandibili a 1670 Peso: 1.395 kg 33


weekend in camper Castello di Foix

TRA I CASTELLI CATARI DELLA FRANCIA DEL SUD Itinerario nella Francia sud-occidentale a bordo di un compagno di viaggio speciale, il Van su meccanica Renault Master. Alla scoperta dei castelli che hanno visto la crociata contro il catarismo (da catharus: puro), il cristianesimo che combatteva la corruzione 34

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he bello viaggiare e fare le vacanze con un Van trasformato in camper! E’ poco più grande di un grosso suv ma mi dà un’indipendenza incredibile. Da quando ho scoperto questo meraviglioso mezzo che posso guidare anch’io in tutta tranquillità e che mi porta ovunque ho apprezzato ancora di più le vacanze e i weekend, da soli o con gli amici. Anche le mie amiche si fanno cedere volentieri il volante dai compagni perché anche a loro piace molto guidare. Alla guida io mi alterno a mio marito e mi piace un sacco. Sto già pensando al prossimo mezzo, anche se sono molto affezionata al Renault Master non mi dispiacerebbe cambiarlo con uno nuovo, magari il Pössl Summit 600 Plus. La casa tedesca se ne intende di questi mezzi, è una delle più conosciute per la sua gamma di van e furgonati, e il Summit 600 Plus su meccanica Citroën Jumper può contare sulla potenza di 160 cavalli, non male. I cerchi in lega da 15”, l’accessoristica e la completa dotazione di serie, e non ultimo un letto matrimoniale di misura generosa ne fanno un prodotto appetibile. Ancor di più se si considera anche il prezzo, poco sopra i 40mila euro.


autodonna Testo e foto di Marina Cioccoloni

La donna e il van: un rapporto possibile?

Poche regole e molta libertà. L’ambiente è piccolo e il trucco è “organizzarsi”. Poca roba da mettere in una borsa, tipo qualche cambio di abbigliamento comodo e il più è fatto, il van diventa il tuo amico del cuore. Niente più stanze da rassettare e da metter in ordine, niente valigie da preparare. Libertà pura, parti senza il problema di cercare un hotel per la notte, sei completamente indipendente. Ti scordi di fare prenotazioni, non sono più necessarie, e ti pare poco? Vai dove ti ispira di più, magari sostando davanti ad un bel tramonto che ti ripaga più di un hotel a cinque stelle. Vado alla scoperta di fortezze e castelli catari, quelli dove i seguaci di questa corrente religiosa si rifugiarono per sfuggire alla persecuzione di Roma che aveva deciso di annientarli tutti. Nel tredicesimo secolo quella romana era una chiesa corrotta e il rigore predicato dal cristianesimo cataro vi si opponeva fortemente e ne minacciava l’esistenza. Quando il catarismo si diffuse in tutta la Francia del Sud il Papa capì che era diventato pericoloso e decise di indire una

crociata per annientarlo. Cominciarono così le spietate repressioni. Una delle più note resta l’assedio di Beziers dove furono uccisi tutti gli abitanti, ventimila, perché si erano rifiutati di consegnare i catari presenti in città.

A cena nella piazza medievale

Una volta al volante del Van si apprezza subito la sua versatilità come mezzo ideale per il weekend. Viaggiare con questo mezzo è un piacere. Inizio l’itinerario che mi sono prefissata da Mirepoix, una cittadina medievale dal centro storico ancora intatto. La piazza del mercato è circondata da edifici storici con travi a vista e localini romantici. Se al giorno la piazza è animata dal colorato mercato la sera i locali sono l’ideale per ascoltare buona musica mentre si apprezza l’ottima cucina locale. Il piatto tipico è la cassoulet, una zuppa a base di fagioli bianchi il cui nome in occitano è caçolet. I chilometri volano nel verde del paesaggio ed eccomi a Foix. Il mezzo risponde bene alle sollecitazioni del percorso, tra curve, discese e salite. Foix è un posto notevole, che conserva del suo passato l’im35


weekend in camper

Montségur

ponente castello con le tre torri che serviva da punto di osservazione per tutta la vallata dell’Ariège e roccaforte inespugnabile. Dopo esser stato trasformato in residenza nobiliare oggi ospita la sede del museo dipartimentale dell’Ariège con collezioni permanenti e mostre temporanee.

Nel cuore del catarismo

Fontaine de Fontestorbes

Ma adesso voglio andare verso Montségur, il centro più famoso della religione catara, addentrandomi nei Pirenei. Al volante del mio compagno di viaggio proseguo quindi sulla N20 ma alla deviazione per Saint Paul de Jarrat prendo a sinistra la D117 e poi a Celles la D209 sulla destra fino a Montferrier. Da qui affronto senza problemi le curve e la pendenza in salita della D9. Prima di arrivare in paese mi accoglie un comodo parcheggio dove posso lasciare il Van a riposo. Alzo gli occhi e vedo i resti del castello che mi aspettano lassù in alto, a 1200, e mi appresto a intraprendere la salita a piedi. E’una camminata piacevole dopo le ore in macchina, fino ai 1200 metri del castello, da cui si gode di una vista spettacolare sulla vallata e sul paese di Montségur. Tra queste pietre abbandonate terminò l’avventura catara. Qui dopo un assedio di mesi (11 per la precisione) dopo essere riusciti ad inquinare l’acqua della cisterna i crociati il 2 marzo del 1244 pe-

dove mangiare Restaurant Saint-Maurice, 10 Place Maréchal Leclerc, tel. 0033 561 682581 Mirepoix, Restaurant Le patio, 27 rue Théophile Delcassé, tel. 0033 534 146433, Foix Restaurant Costes, 52 Village, tel. 0033 561 026621, Montségur Restaurant–Auberge du Vigneron, 2, rue Achill Mir, tel. 0033 468 450300 Cucugnan 36


autodonna netrarono dentro al castello e secondo gli ordini impartiti da Papa Innocento III fecero strage di tutti i catari che vi si erano rifugiati. Molti furono bruciati vivi in un terribile rogo allestito ai piedi del castello, proprio dove oggi è eretta una stele che ricorda l’accaduto e dove qualcuno lascia sempre dei fiori. La storia di Montségur ancora oggi alimenta numerose leggende, come quella che vuole che tra queste pietre fosse nascosto il Santo Graal, oppure un ricco tesoro che alcuni catari riuscirono a portare in salvo e nascondere proprio in quel Rennes le Chateau dove l’Abate Saunière fece spese importanti grazie ad un misterioso tesoro ritrovato. Verità o leggenda? Nessuno può dirlo ma quello che è certo è che sono in molti quelli che all’alba del solstizio d’estate affrontano la salita per ammirare il levar del sole dagli spalti del castello.

La fontana dei misteri

Ripresa la guida del mio mezzo continuo nel zig zag della strada dipartimentale numero 9 non eccessivamente larga ma ben tenuta. I 150 cavalli tirano che è un piacere tra il verde dei boschi verso Bélesta, Prima di giungere in paese mi fermo in un luogo singolare, la Fontana di Fontestorbes e parcheggiato il veicolo vado alla scoperta di questa sorgente singolare, oggetto di uno strano fenomeno di “intermittenza” che avviene solamente nei mesi da luglio a novembre e che quindi dà alla fontana il nome di sorgente delle fate. Lo strano fenomeno nessuno è ancora riuscito a spiegarlo. Si pensa che sia dovuto ad un invaso invisibile dall’esterno che si riempie a fasi alterne generando la cascata che passa dai 100 ai 1.800 litri al secondo. Una insolita curiosità che certamente merita una deviazione, da fare però soltanto con la luce del giorno. Al calar della sera arrivano le fate a lavare i loro indumenti e gli umani non sono graditi. Prossima tappa Puilaurens, nel dipartimento dell’Aude, dopo aver ripreso la D117 a Bélesta. Anche questa fortezza è arroccata come Montségur e la si raggiunge, dopo aver parcheggiato il mezzo nello slargo apposito ai piedi del sentiero, con un percorso tra le rocce che sale regalando bellissimi panorami sulla valle della Boulzane. I resti della fortezza sono imponenti, con la torre sud, il mastio centrale, il cammino di ronda e la bella torre della Dama Bianca.

Montségur

Abbarbicati nella roccia gli ultimi castelli catari

Continuo quindi per la prossima tappa, la fortezza di Peyrepertuse, abbarbicata su uno sperone roccioso che sembra inglobarla nella roccia stessa. I resti si estendono su tutto il terrapieno roccioso, comprendendo un castello inferiore e uno superiore detto di San Jordi, collegati tra loro da mura, torri, passaggi e una scalinata scoscesa scavata nella roccia esposta ai venti. Inutile dire che dagli spalti si gode di una spettacolare vista a 360°che comprende anche in lontananza la fortezza di Queribus, la prossima tappa dell’itinerario. Per raggiungerla seguo la D14 e la D123, fino a raggiungere lo sperone roccioso ai piedi del quale parcheggio il mezzo e mi appresto ad affrontare la salita. Dal basso la fortezza si presenta davvero imponente, arroccata com’è alla roccia da sembrare quasi una parte di essa, la sua naturale prosecuzione. La posizione poi è spettacolare, lassù in alto come un nido d’aquila inespugnabile. Talmente inespugnabile che fu infatti l’ultimo avamposto cataro a cadere, nel 1255. Il nome le viene dall’occitano, “Cherbucio”, e significa “luogo abitato sulla roccia”. La sua invidiabile posizione fece sì che non venne distrutto come gli altri castelli ma venne utilizzato come baluardo di frontiera a difesa dei confini francesi per altri 400 anni.

Compagna di viaggio

renault master Van su meccanica Renault master 150 cavalli con cellula abitabile allestita da Aiesistem, ditta artigianale veronese. Nessun inconveniente tecnico e la meccanica ha risposto bene ai diversi tipi di terreno. Sul lungo tragitto il motore ha risposto ottimamente, resistendo ad ogni tipo di sollecitazione. Nelle curve tutto bene e il 150 cavalli tira che è un piacere. Cilindrata: 2464 cm3 - Numero e disposizione cilindri: 4 in linea Numero valvole per cilindro: 4 - Dispositivo di sovralimentazione: turbocompressore - Potenza: 150 CV - Coppia Massima: 300,0 Nm - Normativa Euro: Euro 4 - Serbatoio: 100 litri Trazione: anteriore - Cambio: meccanico - Numero di marce: 6 Passo: 357 cm - Velocità max (Km/h): 144 Km/h Consumo Misto (litri/100 km): 8,8 37


weekend in van

Noleggiare Mercedes Marco Polo per un weekend outdoor

La casa della stella punta molto sui veicoli dedicati al turismo all’aria aperta e a partire da questa primavera, introdurrà su Mercedes Marco Polo nuove funzioni che permetteranno di rendere sempre più smart i soggiorni a bordo delle sue case a quattro ruote. di Tommaso Vanoli

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ppena un anno fa fu presentato l’aggiornamento di Classe V, su cui si basa Mercedes Marco Polo, rinnovato sia in termini stilistici sul frontale, sia per quanto riguarda gli equipaggiamenti e i rivestimenti. Il restyling portò anche l’introduzione di un motore quattro cilindri diesel OM 654 con cambio automatico 9G-TRONIC e nuovi sistemi di assistenza alla guida per migliorare l’esperienza di guida e la sicurezza a bordo. Tra le novità della primavera 2020 troveremo il van tedesco equipaggiato dell’innovativo modulo di interfaccia MBAC, che trasforma il van compatto in una casa su quattro ruote completamente connessa. Klaus Maier, responsabile Marketing e vendite di Mercedes-Benz Vans ha spiegato che la connettività è una componente importante per la strategia di prodotto della casa tedesca, e che nel corso degli ultimi due anni è stata sviluppata in maniera intensiva anche nel segmento del motorhome. Nel 2018 Mercedes ha celebrato il lancio di MBAC su veicoli con-


Mercedes Marco Polo

cept e soltanto un anno dopo questa tecnologia sarà disponibile sui nuovi prototipi a partire dalla prossima primavera, permettendo agli amanti del turismo en plein air di entrare in una nuova dimensione di comfort e connettività. Il nuovo sistema di interfacci Mercedes-Benz Advance Control permetterà un’ampia gamma di funzioni controllabili direttamente dal touchscreen da 10,25 pollici o da app tramite il proprio smatphone. Queste includono il controllo del livello di riempimento del serbatoio dell’acqua pulita e delle acque di scarico e il controllo del livello di carica della batteria ausiliaria. Inoltre, sarà possibile programmare la temperatura notturna e controllare quella del coolbox, ma anche controllare l’apertura e la chiusura del tetto apribile e il livello di intensità di luci e audio all’interno dell’abitacolo.

per un viaggio in Europa

Mercedes Marco Polo appartiene a una specie a sé stante di veicoli premium per vivere l’esperienza dell’outdoor, garan-

tendo elevati standard di comfort sia durante la guida che durante il soggiorno. Per trascorrere un viaggio diverso dal solito e assaporare per la prima volta il turismo en plein air a bordo di questo modernissimo van compatto non è necessario acquistarlo, in quanto si può noleggiare facilmente su portali dedicati al noleggio di camper in tutta Europa come Indiecampers.com. L’azienda leader nel noleggio van è presente in 35 città europee e da questo mese metterà a disposizione online nuove location italiane in cui ritirare e proprie vetture, come Firenze, Napoli, Palermo e Cagliari. Indie Campers mette, inoltre, a disposizione una serie di itinerari consigliati in tutta Europa, da brevi viaggi in città ad avventure alla scoperta di un intero paese. Le esperienze consigliate dal portale permettono di essere personalizzare e di godere del supporto di un team dedicato all’assistenza clienti pronto a consigliarvi per nuove avventure on the road. 39


in the world Arco della Rua Augusta

Lisbona, terra di navigatori “Lisa” è il nome con cui i portoghesi chiamano la loro capitale, spettacolare città un po’ sospesa tra passato e futuro Lisa incanta chi decide di visitarla perché sensuale, enigmatica e accattivante con i suoi quartieri così diversi tra loro, i tram gialli che sferragliano per le ripide strade acciottolate, i bellissimi edifici decorati con le azulejos, le malinconiche e sensuali note del fado in sottofondo 40

I

di Anna Maria Terzi

l nostro itinerario inizia da Praça do Comércio situata nella zona Baixa di Lisbona, la città bassa. È un’enorme piazza di forma quadrata fiancheggiata da eleganti edifici classici. Nel centro campeggia la statua equestre bronzea eretta in onore del 25° re del Portogallo, Giuseppe I, che regnò dal 1750 al 1777. In passato Praça do Comércio era considerata la porta d’accesso alla città per la sua strategica posizione alla destra del fiume Tago ed era il luogo in cui si commerciavano i beni provenienti dalle colonie e dove si finanziavano le spedizioni nelle varie parti del mondo. Dal fiume si può vedere salire, verso la piazza, l’antica scalinata in marmo Cais Das Colunas. Sulla piazza si affaccia il maestoso Arco della Rua Augusta, un arco trionfale sulla cui sommità sono posizionate le statue che rappresentano la Gloria, il Valore e il Genio e ritraggono personaggi portoghesi che hanno contribuito alla storia del Portogallo una tra tutte quella del Marquês de Pombal, ministro del regno sotto il regno di Giuseppe I che fu incaricato di ricostruire il centro della città dopo il terremoto del 1755. Dalla cima della torre prende for-


lisbona Praça do Comércio: vista verso l’oceano (foto grande) e verso l’interno (a destra)

Teatro Nazionale Dona Maria II

ma una piattaforma panoramica da cui ammirare e fotografare la piazza sottostante. Oltrepassato l’Arco inizia la Rua Augusta, una lunga via commerciale ricca di negozi, caffetterie e ristoranti. Percorrendola verso nord si arriva a un’altra piazza, Dom Pedro IV, convenzionalmente chiamata da tutti, Rossio. Da sempre centro nevralgico della città, ha preso il nome dal primo imperatore del Brasile e 28° re del Portogallo. Al centro, in sua memoria una statua bronzea alla base della quale spiccano quattro figure femminili che rappresentano le virtù cardinali di Re Dom Pedro: “prudenza, forza, giustizia e temperanza”. Ai lati fanno da cornice le belle fontane barocche. La particolarità del piazzale è la pavimentazione definita “O mar largo” ottenuta incastrando pietre bianche e nere a formare disegni a onde che affascinano molto i turisti. In passato in questa piazza si sono svolte corride, festival e addirittura la penitenza e la condanna decretata dall’Inquisizione. Sulla piazza si affaccia Il Teatro Nazionale Dona Maria II, in stile neoclassico. Sulla facciata spicca la statua di Gil Vincente, autore del teatro classico portoghese. Alla sua sinistra la stazione del Rossio, risalente al 1887, è considerata da molti la più bella stazione del mondo. Capolavoro in stile neomanuelino, in passato ospitava la stazione centrale, oggi è invece il terminale delle linee che arrivano dalla regione di Sintra e della Metro. La piazza ospita una delle caffetterie più antiche di Lisbona, Cafè Nicola, identificabile e riconoscibile per la facciata Déco. Sulla eclettica piazza affaccia A Ginjinha, un altro locale molto frequentato dove portoghesi e turisti amano venire a gustare la Ginja, il

tradizionale liquore locale alla ciliegia. Procedendo in direzione nord, verso Largo São Domingos, si raggiunge Praça Dos Restauradores, grande slargo che rievoca l’indipendenza del Portogallo dopo 60 anni di dominazione spagnola. Oltre alle tante attrattive della piazza come l’obelisco e il teatro c’è l’Ascensor da Glória, una funicolare che permette di salire al Bairro Alto evitando una ripida strada. Il Bairro Alto è un quartiere bohémien, con ripidissime vie acciottolate e tanti edifici decorati con arte urbana. Durante il giorno è poco animato ma di sera si trasforma magicamente nel cuore della movida di Lisbona con tanti locali alla moda da cui provengono le dolci e malinconiche note del fado. L’ascensore da Glória porta direttamente al miradouro Jardim de São Pedro de Alcântara, un belvedere che offre meravigliose viste sul centro di Baixa e sull’Alfama. Poco distante si trova Praça do Principe Réal dove è possibile ammirare bellissimi cedri secolari. Non lontano dalla piazza l’ingresso al Giardino Botanico con 2.500 piante provenienti da tutto il mondo. Sempre in zona si trova la Chiesa di San Rocco (Largo Trindade Coelho) dall’aspetto esterno poco interessante ma con interni caratterizzati da altari dorati e maestosi di grande bellezza.

Secondo giorno

Il secondo giorno è dedicato alla scoperta del quartiere Chiado. Partendo dalla Baixa, la base scelta da noi per visitare Lisbona per la sua posizione centrale e la facilità con cui ci si sposta in quasi tutte le zone della città, ci dirigiamo nuovamente verso Piazza Dom Pedro IV. 41


in the world

I vicoli del quartiere Chiado Stazione del Rossio

Percorrendo Rua Aurea arriviamo al maestoso Elevador de Santa Justa, un ascensore dei primi del ‘900 in stile neogotico di 45 metri che svetta verso il cielo e che collega la parte bassa della città al quartiere Chiado. All’uscita dell’Elevador de Santa Justa il Convento do Carmo o meglio ciò che ne rimane dopo il devastante terremoto del 1755. È un complesso molto suggestivo che non lascia indifferenti. La non ristrutturazione, è voluta, per mantenere viva la memoria della tragedia. In passato era una maestosa chiesa gotica, oggi quello che rimane sono le arcate sospese con il cielo che fa da soffitto. Ma è proprio quest’ultimo che rende molto suggestivo il luogo ormai noto come Chiesa senza soffitto. Chiado è un quartiere tradizionale e caratteristico e si sviluppa attorno a Largo do Chiado, la sua piazza principale. Purtroppo oltre al terribile terremoto del 1755 Lisbona subì, in questa zona, nel 1988, anche un incendio che non riuscì a essere domato tempestivamente (i mezzi di soccorso non riuscirono a muoversi agilmente nelle strette vie del quartiere) e che distrusse gran parte degli edifici. Il quartiere è conosciuto come il quartiere degli artisti perché in passato, alla fine del XIV secolo e inizio del XV, era qui che gli intellettuali di Lisbona amavano riunirsi. Tanto che davanti al Bar A Brasileira, è stata eretta una statua bronzea a grandezza naturale in memoria di Fernando Pessoa, uno dei maggiori poeti del Paese, raffigurato seduto a un tavolino. Di fronte un’altra statua commemora Antonio Ribeira. Nella piazza due chiese molto belle, una di fronte all’altra: La Chiesa della Madonna di Loreto, ricostruita dopo il terremoto del 1755 in stile barocco, e la Chiesa di Nostra Signora dell’Incarnazione con facciata Neoclassica e decorazioni rococò. Non molto lontano si trova la caserma della Guardia Nazionale Repubblicana, Quartel do Carmo, edificio di grande importanza storica perché è qui che, durante la Rivoluzione dei Garofani del 1974, terminò la dittatura del regime di Salazar.

Il Convento do Carmo 42


lisbona Il caratteristico quartiere Alfama

Terzo giorno

Il terzo giorno è dedicato al quartiere più antico, più caratteristico e più vero di Lisbona, l’Alfama, un labirinto di vie acciottolate punteggiate da edifici antichi decorati con le caratteristiche azulejos. L’Alfama in passato era un quartiere molto povero, abitato da gente umile ma oggi si è trasformato in uno dei quartieri più apprezzati dai turisti con i suoi negozi alla moda, ristoranti, alberghi pur conservando la propria autenticità e la propria identità storica. Per arrivarci la soluzione meno impegnativa è prendere l’electrico 28, un tram “vintage” che sferraglia sui binari inerpicandosi per le strette vie dell’Alfama sfiorando le porte delle abitazioni. Un’altra possibilità, ma molto più costosa, è prendere il tuk-tuk, una sorta di ape car che permette di visitare Lisbona evitando le ripide salite e discese. Ma se pur faticoso, il modo migliore per conoscere questo quartiere è perdersi nel labirinto dei becos e travessas. Ogni 50 metri si ammirano edifici, negozi di artigianato, i simpatici e calorosi abitanti dell’Alfama che chiacchierano tra loro sull’uscio di casa, panni stesi ad asciugare, tutto è vero e colorato. La prima tappa è la Igreja de São Vicente de Fora un monastero agostiniano. Fora in portoghese significa “fuori le mura”, questo perché quando fu costruito il terreno si trovava fuori dai bastioni che circondavano la città. Edificato in stile manierista, ha una facciata imponente con due torri laterali. La facciata ha molte nicchie che ospitano statue raffiguranti santi. L’interno ha una volta a botte e una grande cupola al centro. Si arriva poi a Largo das Portas do Sol, la piazza più grande dell’Alfama, che permette di ammirare i quartieri sottostanti. Da qui è il momento di affrontare la lunga salita per la visita al Castelo de São Jorge (costo del biglietto di ingresso euro 10,00) di epoca islamica, costruito a metà dell’XI secolo. È da qui che partono le vicende legate alla storia antica del Portogallo ed è qui che i crociati cristiani sconfissero i Mori, nel 1147. La fortificazione ospitava la guarnigione militare ed è composta principalmente dalle mura, dalla cittadel-

L’electrico

Street art 43


in the world

Café Nicola, uno dei più antichi della città La statua dedicata a Pessoa

la e da 11 torri tra cui, le più interessanti, sono la Torre do Tombo, la Torre della Cisterna e la Torre di Son Lorenzo. Interessante la Porta del Tradimento da dove, in tempi passati, entravano e uscivano i messaggeri segreti nelle situazioni di pericolo. Per entrare nella cittadella si passa da un cancello del XIX secolo con lo stemma del Portogallo, con incisa una data, 1846, e il nome della regina Maria II . Questo cancello permette di accedere alla Praça D’Armas, dove si può ammirare una statua bronzea di Alfonso Enrico. Arrampicandosi sulle ripide scale e camminando lungo i muri e le torri si può godere di un bellissimo panorama di Lisbona (in inverno evitate le prime ore del mattino potreste trovare una fastidiosa nebbia). Il giardino ospita bellissimi pavoni che si fanno ormai fotografare tranquillamente dai turisti e una caffetteria dove fare una breve sosta per un caffè. All’esterno del Castello si può assaggiare, alla Casa Portuguesa do Pastel de Bacalhau, un pastel Queijo una polpetta di baccalà fritta con un cuore di formaggio di capra. Una vera delizia al costo di 4 euro. Con l’aggiunta di 5 euro viene accompagnata da un bicchierino di porto, un vino liquoroso portoghese prodotto esclusivamente da uve provenienti dalla regione del Douro, nel nord del Portogallo Scendendo dal Castello si incontra la famosa Cattedrale Sé o Basilica di Santa Maria Maggiore (Largo da Sé 1), edificio in stile romanico costruito nel XII secolo con due torri campanarie gemelle e un rosone al centro. Nel corso degli anni fu sottoposta a molti restauri a seguito dei vari cataclismi avvenuti a Lisbona. I punti di grande interesso sono la Cappella Battesimale, la Cappella di Bartolomeu Joanes, il Camerino del Patriarca, la Cappella Maggiore, la Cappella del Santissimo Sacramento, la Sacrestia e il Deambulatorio. Fu costruita sul sito di un’importante moschea; gli scavi sono visibili nel chiostro gotico sul retro della cattedrale. Di fronte svetta un’altra chiesa molto bella, l’Igreja de Santo António de Lisboa (Largo de Santo Antonio da Sé), costruita proprio sul luogo di nascita del santo che è patrono di Lisbona. Dalla piazzetta si erge la statua di Sant’Antonio raffigurato con un libro in mano. Alcune credenze popolari narrano che lanciando una

COME ARRIVARE

ristoranti e locali consigliati

Restaurant Saint-Maurice, 10 I voli diretti per Lisbona partono dagli aeroporti di Roma, Milano, Bologna, Firenze, Napoli, Pisa e Venezia grazie alle compagnie aeree Ryanair e TAP.

Granja Velha - Rua dos Douradores 200, in pieno centro di Lisbona, nella Baixa, non lontano da Rua Augusta. Il locale non è particolarmente bello ma il fatto che è frequentato principalmente da portoghesi rassicura sulla qualità e quantità dei piatti. Pensao Amor - Rua Nova do Carvalho 38, Lisbona, interessantissimo e divertentissimo locale consigliato per un aperitivo o un apericena. E’ un ex bordello e lo si intuisce immediatamente entrando per i colori rosso porpora alle pareti, le luci soffuse, qualche immagine eloquente alle pareti. Quando era una casa d’appuntamento era frequentato dai marinai che venivano a cercar amore a pagamento. Tante piccole stanze che non lasciano nulla all’immaginazione compreso, al piano sotterraneo un sexy shop. Sempre affollatissimo. Phármacia Ristorante all’interno del museo dedicato alla medicina. Il menù non è altro che un ricettario e l’acqua esce da una bottiglia di soluzione fisiologica e i condimenti? Ovviamente sono in una cassetta di pronto soccorso.

DOVE DORMIRE Consigliamo di dormire alla Baixa, il quartiere più centrale.

COSA E DOVE MANGIARE Il bacalhau, re della cucina portoghese, il polpo, le sardine, la bifana e Bola de Lamego, una deliziosa focaccia farcita, salumi e formaggi, arrosti di maiali e ancora la francesinha un piatto ricco e sostanzioso: 2 fette di pane tostato con all’interno un ripieno di carne di maiale e vitello e sormontato da 1 uovo fritto il tutto ricoperto da formaggio fuso oltre ad una tradizionale salsa, i pastel de Belem. 44


lisbona moneta sul libro del santo si riesca a trovare un amore. Questo per il fatto che Sant’Antonio, oltre ad essere patrono di Lisbona, lo è anche degli innamorati. Una scalinata porta all’ingresso della chiesa e una volta entrati si può ammirare al centro la cupola che illumina l’interno. In zona il Miradouro de Santa Luzia, un belvedere, forse tra i più belli, che permette di ammirare Lisbona dall’alto. Il muretto tutt’intorno è decorato da splendide azulejos. Più in basso rispetto al Miradouro la chiesa di São Miguel (Largo de São Miguel 6), una chiesa cattolica risalente al XII secolo.

Torre Belém

Quarto e ultimo giorno

Eccoci arrivati all’ultimo giorno di permanenza che dedichiamo al quartiere Belém situato nella zona occidentale di Lisbona, sulle rive del fiume Tago. È considerato il polmone verde di Lisbona perché ricco di parchi, piazze alberate e spazi verdi. In tempi lontani da qui partivano i grandi navigatori per andare alla scoperta di nuovi luoghi. Si raggiunge con il 15 E che ferma proprio vicino al Mosteiro dos Jeronimos. Il Monastero è un capolavoro architettonico dichiarato Patrimonio Unesco. È in stile gotico manuelino, nacque per volere di Re Don Manuel I nel 1502 e fu dedicato al protettore dei marinai, San Geronimo. Sempre affollatissimo di turisti, la visita risulta difficoltosa ma da non perdere. Di fronte al monastero, attraversando il Jardim da Praça do Império, in direzione del Ponte 25 de Abril, si arriva al sottopassaggio che conduce dall’altro lato della strada da dove si raggiunge il monumento Padrão dos Descobrimentos. Il monumento alle scoperte, fu realizzato nel 1960 per commemorare gli esploratori portoghesi dei secoli XV e XVI. Raffigura una nave con le vele spiegate al vento in direzione del mare. Il monumento ospita diverse statue, sul lato ovest sono rappresentati gli esploratori, sul lato est i finanziatori e sulla parte posteriore Enrico il Navigatore. La sommità del monumento è un punto panoramico strepitoso per ammirare Belém. Camminando lungo il molo si arriva alla Torre de Belém posizionata in mezzo all’acqua e raggiungibile da un pontile in legno. Anche la Torre, così come il Mosteiro dos Jeronimos è Patrimonio Unesco e al primo piano sono visibili i cannoni usati, in passato, a protezione della torre stessa. Affascinante e ammaliatrice, lo è ancora di più se visitata al tramonto quando i turisti diminuiscono e i colori arancione e gialli del calar del sole si riflettono nelle acque rendendo così l’atmosfera magica. In zona non si può perdere una sosta all’ Antica Fábrica Pastéis de Belém (R. Belém 84-92 aperta dalle 8 alle 22) che sforna ogni giorno 22.000 pastel. Cosa sono i pastel? È pasta sfoglia croccantissima con un ripieno di crema all’uovo. Serviti ancora caldi rischiano di dare dipendenza. Questi dolci sono venduti ovunque in Lisbona con il nome di Pastel de nata ma i veri e inimitabili pastel sono quelli prodotti in questa pasticceria di Belém perché sono preparati con l’antica ricetta segretissima lasciata in eredità dai monaci del Monastero dos Jeronimos alla chiusura, nel 1833, del loro ordine. Il nostro viaggio si conclude qui con il rammarico di non aver potuto vedere tantissime altre cose e di non aver avuto il tempo per fare una gita fuori porta verso Sintra, incantevole città a 45 minuti da Lisbona. Sarà l’occasione per tornare in Portogallo, terra magica di navigatori e letterati.

Ponte 25 de Abril

Pastel de Belém e Ginjinha 45


weekend in auto

Da Marbella alla Sierra Blanca Costa del Sol, in Andalusia, è sempre una meta interessante: a Marbella in particolare si concentrano lusso e mondanità. Che andiamo a visitare guidando una nuova Stella, di Nicola D. Bonetti compatta a sette posti: Mercedes GLB 4X4

L

e suv Mercedes-Benz non si contano più. O meglio si riescono ancora a contare sulle dita. Ma di due mani: perché l’ultima nata, la nuovissima GLB, è l’ottava con la lettera “G” e la decima tra suv, crossover e fuoristrada del marchio con la Stella. È anche l’ottava della famiglia che comprende le varie Classi A e B con tutte le derivate: tra queste ha il passo più lungo. Infatti è spaziosa, ben progettata e rifinita, esteticamente è curata, ha una gamma già piuttosto estesa. Con un nuovo simbolo del lusso, niente di meglio che dirigerci in una località particolare, anzi, molto particolare. Al centro del weekend modaiolo e particolare una vettura che ha forti probabilità di diventare altrettanto “fashion”, per la diversità

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anche rispetto alla già ampia gamma Mercedes-Benz. Osservandola da vicino, le forme e le proporzioni sono valide ma non immediatamente seducenti: riteniamo vada un po’ scoperta. Infatti, iniziando a guidarla, GLB mostra la qualità costruttiva e la percezione da Mercedes-Benz. Di suv premium a sette posti in misure (relativamente) compatte, non ce ne sono molte, e quelle che ci sono, non hanno la personalità diversa e particolare della nuova GLB.

la costa del sud

Zona turistica dell’Andalusia compresa tra Punta Tarifa e Cabo de Gata, la costa del sud ha clima con temperature medie eccellenti


con la nuova Mercedes GLB 4x4 Marbella

e oltre trecento giorni di sole l’anno. Il suo sviluppo turistico è iniziato negli anni ’50, reso famoso dal richiamo, specialmente per inglesi, tedeschi e scandinavi, dalla capitale Malaga, e di località come Marbella, Torremolinos, Fuengirola, Estepona, Mijas e altre. Da sempre primeggia Marbella, ma avendo raggiunto una popolazione attorno a 140 mila abitanti, non ha più l’appeal da pittoresco villaggio di pescatori. Siamo al volante sotto un diluvio epocale sulle strade dell’Andalusia, dove non dovrebbe piovere quasi mai, ma quando arriva diventa un’alluvione. Le strade tra Malaga e Marbella, dove ci stiamo dirigendo, diventano scivolose e si allagano con rivoletti e poi torrenti di fango. Non ci spiace essere al volante di una sport utility, solida e robusta con trazione integrale e molti sistemi di sicurezza, sentendoci protetti. Come da aspettative del marchio, GLB ha di serie su tutte le versioni: airbag per le ginocchia del guidatore (oltre a tutti gli altri), Brake assist attivo, antisbandamento attivo da 60 a 200 km/h, rilevamento limiti velocità, sospensioni Direct control comfort, navigazione con funzioni avanzate Mbux, sensori pioggia e pneumatici, cruise control con limitatore integrato, Dynamic Select, retrocamera assistita. E ci sentiamo tranquilli. Marbella ha anche una cornice particolare: le montagne della Sierra Blanca che si trovano a meno di trenta chilometri dalla spiaggia sabbiosa, creando un certo contrasto. In questa fascia, resistendo alle urbanizzazioni più intense, si trovano ville di lusso, hotel a cinque stelle, campi da golf noti al punto di diventare direttamente 47


Da Marbella alla Sierra Blanca Nobu Marbella

attrattive per turisti anche da altri continenti, alla ricerca non solo dei migliori “golf courses” ma anche di lusso, stile e mondanità. Che Marbella ha saputo creare, sfruttando un’area dove si concentra la dolce vita attuale.

il miglio d’oro

Nobu Marbella

Ecco l’invenzione: la zona chiamata Puente Romano con evidente richiamo a trascorsi archeologici, tra Puerto Banús – affollato di yacht di lusso e circondato da boutique e bar esclusivi – e “The Golden Mile” dove si annidano i locali notturni e le ville più lussuose. Questo esclusivo comprensorio ha tre giardini con stili differenti: andaluso, persiano e giapponese, per oltre centomila metri quadrati di verde con piante tropicali e fiori esotici, subito dietro alla spiaggia e con tre piscine, pubbliche. L’Hotel Puente Romano a 5 stelle è uno dei migliori di Marbella grazie ai servizi esclusivi e allo stile mediterraneo, con una struttura particolare: “aperta” come un villaggio, dotato di tennis club, beach club, ristoranti di alta cucina dalla playa alla plaza, palestra, bar, spa, club per bambini e molti altri servizi. Dentro la GLB, l’abitacolo è comodo e spazioso: attenzione però a figli e nipoti troppo alti, i posti in terza fila sono limitati a 1,68 cm di altezza. Infotainment con touchpad, autoradio digitale Dab, Dab+ e Dmb, Mercedes me connect con modulo LTE, chiamata di emergenza. Comfort in abitacolo con Visibility light pack, alette parasole estensibili, portaoggetti centrale con avvolgibile e vano portaocchiali, portabevande doppio. Il bagagliaio comprende una presa di corrente a 12 V, rete laterale a destra e a sinistra, tappetino double-face, staffe per la posizione package: all’esterno i mancorrenti in alluminio.

una cena speciale

Nobu Restaurant

Quasi una meta nella meta, arriviamo a un hotel dotato di ristorante di altissimo livello ancor più famoso, addirittura nel mondo: in un posto così non poteva mancare Nobu Marbella. Nuovo nella catena creata dallo chef Nobu Matsuhisa, il cui menu è influenzato dagli anni di studio della cucina giapponese a Tokyo e dai lunghi viaggi attraverso il Sud America. Una celebrazione di sapori che ha costituito il “Nobu Style”, intrinseco ai menu Nobu in tutto il mondo. Qui si possono mangiare piatti d’autore come la coda gialla con jalapeño e il merluzzo nero con miso. C’è anche il sushi bar, nella sala da pranzo o sulla terrazza Nobu che si affaccia sulla Plaza, nel cuore dell’hotel, dove incontrare l’essenza del gusto e la presenza di celebrità. Perché uno dei due soci di Nobu è Robert De Niro. Degnissima conclusione per il primo giorno. Domani ci aspetta un giorno entusiasmante per “scalare” la Sierra Blanca e provare la GLB in fuoristrada. Vedremo se sarà all’altezza delle aspettative.

verso la sierra blanca

Dal paradiso marittimo puntiamo a esplorare l’entroterra, verso la Sierra Blanca: la postura su strada di GLB richiede la regolazione su Sport per mostrare un assetto adeguato alla tortuosità delle strade. Mentre su Eco o Comfort sterzo e sospensioni non sostengono le prestazioni, anche senza tirare, per le condizioni am48


con la nuova Mercedes GLB 4x4 Mercedes GLB in off-road

bientali. GLB è ben attaccata a terra. Il cambio non è rapidissimo ma dal notevole comfort, e la trazione efficace. Sull’asfalto, abbiamo trovato molto buona, anche sul bagnato “ruscellante” la frenata: decisa e affidabile anche in emergenza. Nel panorama dei sistemi che fanno il loro dovere, tra le assistenze alla guida efficienti e precise, contrasta la tenuta di corsia, con interventi anche bruschi sui freni. Ma la qualità complessiva è assolutamente elevata.

la tecnica integrale

Tutte le GLB sono abbinate al cambio a doppia frizione 8G-Dct con otto rapporti. Nell’esemplare che stiamo guidando, la trazione è integrale permanente 4Matic con ripartizione variabile della coppia e possibilità di regolazione su varie modalità. Eco-Comfort lavora con rapporto tra anteriore e posteriore di 80:20, Sport 70:30 e con Offroad il bloccaggio longitudinale avviene a 50:50. A proposito, il pacchetto tecnico Offroad aggiunge il programma di marcia dedicato: adegua l’erogazione di coppia e potenza e regola l’Abs alle condizioni di guida fuoristrada. Inoltre nel display multimediale appare un’animazione della situazione di marcia con rappresentazione realistica del grado di pendenza, dell’angolo d’inclinazione e delle impostazioni tecniche. L’esplorazione ci porta una zona dove probabilmente qualche 49


Da Marbella alla Sierra Blanca gruppo di amici si trova con moto e 4x4 a divertirsi. Troviamo una serie di percorsi offroad dove le tracce indicano il passaggio di gomme specializzate. Che noi non abbiamo, ma osiamo, contando sulla tecnologia di GLB. Il tracciato è tecnico e più che difficile: ottimo per valutare sia l’efficacia del Pacchetto Offroad sia i pregi strutturali della vettura. Le prestazioni off sono di buon livello: spunto, arrampicata, staccaruota, laterali, twist in sequenza senza scricchiolii della scocca, discese a forte pendenza. Sulle quali proviamo il Downhill speed regulation: l’auto frena da sola in discesa, mantenendo la velocità precedentemente selezionata tra i 2 e i 18 km/h circa, molto utile leggerla nel display sulla plancia e anche sull’head-up opzionale.

ritorno a marbella

Dopo questa cavalcata sulla Sierra, stanchi torniamo verso il mare. A noi l’avventura mette appetito, e in un luogo così rilassante, c’è solo da farsi guidare in modo olfattivo al centro dell’aera di Puente Romano, che propone vari ristoranti: uno serve cucina mediterranea d’avanguardia e sperimentale; un ristorante tailandese offre solo cibo in stile asiatico; si può fare un tour culinario europeo in una brasserie con tapas stuzzicanti, e c’è anche un autentico ristorante italiano chic. Oppure a due passi, i ristoranti sulla spiaggia: cocktail su uno spiedino di barbecue sfrigolante, insalate su misura, menu con influssi indiani Tandoori e mediterranei sulla griglia a carbonella, con i pesci, crostacei e frutti di mare.

Compagna di viaggio

nuova mercedes glb Ecco la gamma della nuova GLB: tre a gasolio e due a benzina. Anzi tre, perché al top c’è una GLB particolare, ma procediamo con ordine. Diesel, cominciano con GLB 180 d Automatic Executive (allestimento d’accesso), da 85 kW-116 CV e a listino a 35.390 euro. Subito sopra GLB 200 d Automatic Executive da 110 kW-150 CV a 38.443 euro e la versione 4Matic Sport di pari potenza a 42.973; infine GLB 220 d Automatic 4Matic Sport da 140 kW190 CV, descritta in queste pagine, da 48.573 euro. A benzina: GLB 200 Automatic Executive da 120 kW-163 CV a 39.129 euro e 250 Automatic 4Matic Sport con la ragguardevole potenza di 165 kW-225 CV, a 48.107 euro. E la ciliegina sulla torta, con marchio leggermente diverso, Mercedes-AMG GLB 35 4Matic da 225 kW-306 CV, a prezzo non ancora noto. Lunghezza 463 cm, larghezza 183 cm, altezza 166 cm. Motore a gasolio a quattro cilindri da 1.950 cc, potenza 190 cavalli a 3.800 giri, coppia massima 400 Nm da 1.600 a 2.600 giri, cambio automatico a 8 rapporti, trazione integrale 4Matic. Le prestazioni: accelerazione 0-100 Km/h in 7,6 secondi, velocità massima 217 km/h, consumo medio: 5,5 l/100 km (valori WLTP correlati NEDC), emissioni di CO2 146* g/km. 50


eekend premium special

top chef con ricetta Uno speciale che parte dal grande Pellegrino Artusi e intraprende un viaggio storico culinario tra passato e presente, attraverso alcune delle personalità che hanno fatto grande la cucina italiana e di essa si fanno testimoni e portabandiera del mondo. Come non citare doverosamente Gualtiero Marchesi, il primo in Italia a ricevere, nel 1986, le Tre Stelle Michelin e a portare la cucina italiana alle vette piÚ alte del mondo. E anche Carlo Cracco che è stato il primo chef-star. Ma vi parleremo, anzi, faremo parlare nelle nostre interviste, anche altri chef italiani freschi di stelle Michelin, o prossimi a ottenerla, che vi racconteranno della loro passione.

PELLEGRINO ARTUSI a Forlimpopoli (FC)

gualtiero marchesi a Milano

carlo cracco a Parigi

andrea berton a Milano

massimiliano poggi a Trebbo di Reno (BO)

terry giacomello a Parma

alessandro ingiulla a Catania

PHILIPP HILLEBRAND a Merano (BZ)


a forlimpopoli (FC) con...

pellegrino artusi NEL 2020 FORLIMPOPOLI CELEBRA I 200 ANNI DELLA NASCITA DEL SUO CITTADINO PIÙ CELEBRE, PELLEGRINO ARTUSI, AUTORE DEL LIBRO DI CUCINA ancora oggi PIÙ LETTO E TRADOTTO NEL MONDO.

C

on passione e pazienza certosina, Artusi ha raccolto nella sua opera 790 ricette, dai brodi ai liquori, passando dagli antipasti, alle minestre, secondi e dolci, abbinando per la prima volta la parola “scienza” al mosaico di tradizioni regionali e alle ricette spesso tramandate solo oralmente o dalle famiglie. Mai forse avrebbe immaginato l’Artusi, (o forse sì) che da allora, la cucina è diventata insieme scienza e arte, espressione della ricerca, della migliore combinazione, della chimica tra gli ingredienti, dell’impiattamento più artistico e stupefacente.

La festa artusiana alla rocca di Forlimpopoli 52


top chef con ricetta ARTUSI E LA SUA “SCIENZA IN CUCINA”

Il celebre letterato e gastronomo nasce a Forlimpopoli il 4 agosto 1820 da Agostino e Teresa Giunchi, famiglia agiata. Studia al Seminario di Bertinoro, poi comincia a occuparsi degli affari paterni. Tuttavia, a segnare la vita della famiglia Artusi è l’incursione del famigerato brigante “Il Passatore”, che il 25 gennaio 1851, insieme alla sua banda, prende d’assalto Forlimpopoli con l’obiettivo di fare razzie. Entra anche a casa Artusi, facendo man bassa di soldi e preziosi. Il danno più grave, tuttavia, non è solo economico. Una delle sorelle di Pellegrino, Gertrude, dallo spavento perse il senno e venne internata in un manicomio. La famiglia decide quindi di trasferirsi a Firenze, dove Pellegrino Artusi rimarrà fino alla morte, a 91 anni, nel 1911, anche se per tutta la vita continuò a mantenere i rapporti con la città natale. Dopo una vita passata a prendersi cura degli affari di famiglia, nel 1865 decide di dedicarsi a tempo pieno alle sue passioni: la letteratura e la cucina. “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” viene pubblicato a spese dell’autore nel 1891 “pei tipi dell’editore Landi”, con una tiratura di 1000 copie.

Corsi di cucina a Casa Artusi

Un successo tardivo

L’opera non ebbe subito un grande successo e lo stesso Artusi lo ricorda nell’introduzione alla VI edizione, nel 1902, dove narra di come due suoi concittadini di Forlimpopoli, avendone vinto una copia a testa a una lotteria, non sapendo che farsene, andarono a venderla al tabaccaio. Come ci racconta la storia, tuttavia, il successo arrivò tardi, ma fu travolgente. Lo stesso Pellegrino Artusi ne curò personalmente 15 edizioni. Nel 1931, le edizioni arrivarono a 32 e l’”Artusi”, come ormai il ricettario veniva chiamato, dal nome del suo autore, risultò uno dei libri italiani più letti insieme ai “Promessi Sposi” di Manzoni e “Pinocchio” di Collodi”.

La nostra Ford Mondeo davanti alla rocca di Forlimpopoli

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pellegrino artusi A FORLIMPOPOLI PER LA FESTA ARTUSIANA

Il nostro viaggio non può che portarci a Forlimpopoli che, oltre a essere una cittadina densa di storia, arte e cultura, continua a testimoniare l’importanza dell’opera del suo celebre concittadino, portandone avanti il lascito e promuovendone la conoscenza attraverso pregevoli iniziative culturali a tema. La nostra “compagna di viaggio” d’eccezione è la Ford Mondeo Hybrid Wagon, a doppia alimentazione, elettrica e a benzina, in grado di

Casa Artusi

percorrere brevi distanze a zero emissioni, con il solo motore elettrico. Adatta, quindi, per muoversi tra i borghi, rispettando l’ambiente. Anche se l’origine è romana, che la chiamarono Forum Populi, oggi Forlimpopoli è una cittadina che mantiene il suo profilo otto-novecentesco, tra palazzi, piazze, vie e recuperi urbanistici. Ogni anno, dal 1997, Forlimpopoli celebra Pellegrino Artusi con la Festa Artusiana, che per nove giorni, dal penultimo sabato di giugno (dal 20 al 28 giugno), “accende” la città con spettacoli, eventi culinari a tema, incontri, degustazioni, rassegne e seminari. Per l’occasione, le vie e le piazze vengono “rinominate” per trasformarle in tappe di interessanti e gustosi itinerari gastronomici. Ogni anno, poi, vengono assegnati il “Premio Artusi” a una personalità che si sia distinta per il contributo originale dato al rapporto tra uomo e cibo, e il “Premio Marietta”, dal nome della preziosa governante di casa Artusi, riservato al miglior cuoco o cuoca per diletto. Il nostro itinerario “sulle tracce dell’Artusi” non può che iniziare da Casa Artusi, un museo “vivo”, nato dalla ristrutturazione del trecentesco Convento dei Servi e della vicina Chiesa. La struttura fa parte del network dei Musei del Gusto dell’Emilia Romagna e si presenta non come un archivio “statico”, ma come un luogo dinamico, aperto a curiosi, gastronomi, chef, cuochi e appassionati di cucina, insomma a tutti coloro che amano le tradizioni o la convivialità della tavola e che possono partecipare a corsi, seminari, incontri, scuole di cucina, ma anche presentare i prodotti delle loro aziende. Nella Biblioteca di Casa Artusi, invece, si possono ammirare la Collezione Artusiana, che include l’archivio e la libreria di Pellegrino Artusi, tra cui tutte le edizioni de “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, e la “Raccolta di gastronomia italiana”, una collezione antica e moderna di libri, riviste, documenti a tema gastronomico. La Biblioteca è nata grazie a una clausola testamentaria dello stesso Artusi, che ha stabilità che tutti i libri lasciati in eredità al Comune di Forlimpopoli dovessero convergere in una biblioteca pubblica. All’ingresso di Casa Artusi potete invece trovare la Bottega, dove potersi portare a casa come ricordo una copia della “Scienza in Cucina e l’Arte di mangiar bene”, ma anche un te-

Compagna di viaggio

Ford Mondeo Hybrid Wagon Mondeo Hybrid Wagon è dotata di una doppia alimentazione elettrica e benzina. Sotto il cofano si muove un motore 4 cilindri 2 litri, che unito a due motori elettrici eroga una potenza totale di 187 CV. È lunga 4.867 mm, è larga 1.852 mm e alta 1.501 mm. Il volume del vano bagagli è di 403 l e arriva a 1508 l abbattendo il divano posteriore. Il motore benzina 2,0 l a ciclo Atkinson e il motogeneratore elettrico erogano una potenza complessiva di 138 kW (187 CV). Il sistema di frenata rigenerativa recupera fino al 90% dell’energia in fase di decelerazione per alimentare una batteria agli ioni di litio da 1,4 kWh. Il consumo normalizzato 1) della Mondeo Hybrid Station Wagon scende a soli 4,4 l/100 km corrispondenti a emissioni di CO2 1) di 101 g/km. L’allestimento Titanium Business Hybrid parte da € 36.050 mentre il Top di gamma Vignale parte da € 42.350. 54


top chef con ricetta dove mangiare

Ristorante Casa Artusi, via Costa 31, Forlimpopoli (FC), tel 0543/748049, www.casartusi.it - Propone ricette della tradizione emiliano romagnola e artusiane con attenzione alla stagionalità e alla qualità delle materie prime. Menù a pranzo a 14 euro. Osteria San Nicola, via Sendi 8, tel 0543/560590, www.osteriasannicola.com - Ricavata in un’antica chiesa del 1573 propone un menù con i sapori della cucina tradizionale. Prezzo medio a persona € 30, bevande escluse.

Casa Artusi laio per fare i garganelli, le teglie per la piadina, piatti in ceramica di Faenza, grembiuli e borse, oltre a una selezione di prodotti gastronomici. Infine, non potete mancare una sosta golosa al Ristorante di Casa Artusi, che è anche osteria ed enoteca. Il menù stagionale propone ricette della tradizione riportate nell’opera dell’Artusi, realizzate con ingredienti del territorio, come l’olio extravergine delle Colline di Romagna e di Brisighella DOP, carni di Mora Romagnola e di Razza Bovina Romagnola, Sale di Cervia, zafferano delle Colline di Faenza o frutti dimenticati di Riolo Terme, selezionati da aziende locali. Non possono mancare, per esempio, piadina e gnocco fritto con salumi e formaggi locali. Presso l’Enoteca, invece, si può prendere l’aperitivo o fare una golosa degustazione a base dei migliori vini regionali, come l’Albana, il Sangiovese, il Trebbiano e il Pagadebit.

Da vedere in città

Artusi sì, ma non solo. Forlimpopoli è una cittadina ricca di spunti e testimonianze storiche, artistiche e culturali. Per rendersi conto del suo ricco e antico passato, visitate il MAF Museo Archeologico dove sono custodite alcuni interessanti testimonianze, fra cui alcune anfore romane uniche nel loro genere per il loro fondo piatto, realizzate in epoca romana nelle fornaci di Forlimpopoli. Il museo è ospitato tra le possenti mura della Rocca Albornoziana, dal nome del suo edificatore, il cardinale Egidio Albornoz, che la fece erigere tra il 1360 e il 1365. Qui si trova anche il Teatro Giuseppe Verdi, famoso per l’irruzione del brigante Passatore, che influì anche sulle sorti della famiglia Artusi. La Rocca si affaccia su Piazza Garibaldi, dove, sul lato opposto, si trova anche il Palazzo della Torre. Raggiungendo, invece, Piazza Pompilio si può avere un’idea della vita quotidiana ed economica di un tempo ammirando la Loggia della Beccheria e della Misura. Se proseguite lungo via Costa, arriverete invece alla Chiesa dei Servi che, oltre al complesso museale dedicato all’Artusi, di cui vi abbiamo parlato prima, custodisce nel monastero e nella chiesa rinascimentale alcune preziose opere d’arte, tra cui spicca L’Annunciazione del Palmezzano del 1533. Valgono una visita anche la Basilica di San Rufilio, di origine medievale e dedicata al primo vescovo di Forlimpopoli, e la Chiesa di San Pietro Apostolo, con vestigia romaniche e alcuni affreschi quattrocenteschi. Tra gli edifici religiosi che meritano una sosta ci sono anche la piccola Chiesa del Carmine, la cinquecentesca chiesa della Madonna del Popolo e la chiesa della Madonna di Loreto.

dove dormire

Hotel Ristorante Edo, via Mazzini 10, Forlimpopoli, tel 0543/745175, www.hoteledo.net - Dispone di 18 camere confortevoli. Ristorante con menù artusiano. Doppia da € 65. Locanda alla mano, via della Repubblica 16/B, Forlimpopoli (FC), tel 0543/747108, www.locandaallamano.it - Bella e accogliente struttura. Doppia con colazione a buffer da € 85.

info

www.forlimpopolicittartusiana.it www.festartusiana.it www.casartusi.it

La ricetta artusiana n° 651 Sformato cogli amaretti coperto di zabaione • Amaretti, grammi 100. • Zucchero, grammi 100. • Farina di patate, grammi 80. • Latte, mezzo litro. • Uova, n. 3. Ponete lo zucchero e la farina di patate in una cazzaruola e versateci il latte diaccio a poco per volta, mescolando. Pestate gli amaretti nel mortaio per ridurli in polvere, e se per la loro qualità ciò non avviene, bagnateli con un gocciolo di latte, passateli dallo staccio e indi uniteli al composto che metterete al fuoco per assodarlo. Tolto dal fuoco, quando sarà tiepido versateci le uova, prima i rossi, poi le chiare montate. Ungete col burro diaccio uno stampo col buco in mezzo e versateci il composto per cuocerlo nel forno da campagna; cotto che sia riempitelo e copritelo con lo zabaione e mandatelo in tavola.

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a milano con...

gualtiero marchesi “Tutto il mondo mi affascina”. Così ci raccontava il Maestro della cucina italiana. LO RICORDIAMO CON UN’INTERVISTA RILASCIATACI PRIMA CHE, TRE ANNI fa, CI LASCIASSE di Elisabetta Torrieri

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n questo nostro speciale dedicato ai grandi chef, non poteva certo mancare, un omaggio a Gualtiero Marchesi, il maestro, l’artista, che per primo e più di ogni altro ha portato la cucina italiana alle vette più alte nel mondo. Noi lo vogliamo ricordare riproponendovi l’intervista in cui ci ha parlato di felicità, di viaggi, di buona cucina e della valorizzazione dei piatti regionali, punto di forza della tradizione italiana nel mondo e con una delle sue ricette più celebri e copiate, il Risotto Oro e Zafferano. Maestro, ci sono luoghi in Italia e all’estero che le trasmettono una carica di energia, anche a tavola? Sì. L’Italia è un paese meraviglioso. Sto per iniziare un viaggio in Lombardia, seguendo le tracce culturali di alcuni cibi. Dai vari tipi di riso – ingrediente centrale nella mia cucina – alle diverse zone di produzione: Parco del Ticino, Lomellina, Lodigiano, Basso Pavese, Basso Mantovano, al grano saraceno in Valtellina, passando dal Formaggio Bitto e dai pesci di lago. Quelli di Como

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Il ristorante Il Marchesino


top chef con ricetta sono diversi da quelli del Garda o del Lago d’Iseo. Per non parlare dei salumi, e dei vini della Val Tidone, a due passi da Milano. All’estero mi lascio guidare dalla curiosità. Il Giappone è un Paese da visitare, una cultura così diversa che lascia spazio all’immaginazione pura; la Francia, ovviamente, e la Svizzera. La Cina mi ha entusiasmato. Mi piacerebbe, ora, andare in Marocco, patria di una cucina regale, di altissimo rango. Un uomo come lei ha certamente una grande sensibilità artistica: quali sono i borghi d’arte, o le città, anche all’estero, in cui ha passato i migliori weekend? Li ho trovati soprattutto in Umbria e in Toscana: Assisi, Volterra, tanto per citarne due. All’estero, Shanghai, che ho visitato per l’Expo, New York. In Europa: Strasburgo, Roanne, dove ho imparato a cucinare, Salisburgo, per i concerti, e Cannes. Lei ha dato la linea all’attuale alta cucina italiana. Secondo lei oggi si eccede in qualcosa? I virtuosismi, l’entrata in scena che chiama l’applauso, l’agonismo fine a se stesso.

Il grande Gualtiero Marchesi circondato da un gruppo dei suoi allievi... ... alcuni dei quali hanno fatto davvero tanta strada!

Quasi tutti i grandi chef sono stato suoi allievi: la cosa che ha insegnato loro? Le tecniche per poter essere se stessi ed esprimersi. Agli allievi dell’Alma insegniamo a diventare cuochi, grandi, semmai, lo diventeranno dopo, con l’esperienza. Personalmente, cerco di insegnare loro l’umiltà e la curiosità, la curiosità per tutto. Due stati d’animo che mi contraddistinguono. Ma la cosa più importante è farsi una cultura a prescindere dal mestiere. Le faccio un esempio a proposito della curiosità Recentemente a Milano ho riscoperto uno scorcio: dando le spalle alla Scala e guardando in direzione di Palazzo Marino e della Galleria, mi sono accorto che proprio in mezzo spunta la Madonnina. Di notte è fantastica. Si è pentito di qualcosa durante la sua carriera? Di tutto, ma soprattutto di non aver fatto abbastanza. Avrei bisogno di una seconda vita per tirare fuori tutto quello che ho ancora dentro. 57


gualtiero marchesi

LA TOP LIST DI GUALTIERO MARCHESI ASSISI

catania

parma

volterra

cannes

marocco

new york

roanne (francia)

salisburgo

shanghai

strasburgo

tokyo

in italia como

all’estero

biografia

Gualtiero Marchesi è nato a Milano nel 1930 nell’albergo “Mercato” dei genitori. Dopo importanti esperienze all’estero, ha inaugurato nel 1977 il suo ristorante a Milano, in via Bonvesin de la Riva. È stato il primo cuoco in Italia a ricevere le Tre Stelle Michelin nel 1985 e il primo al mondo a rifiutare il giudizio delle guide (2008). Ha fatto parte delle principali associazioni mondiali che promuovono l’alta cucina: Les Grandes Tables du Monde, Les Grands chefs Relais & Chateau, Le Soste. Nel settembre 1993 ha trasferito il “Ristorante Gualtiero Marchesi” a Erbusco e per oltre vent’anni si è dedicato alla diffusione 58

della cucina italiano nel mondo anche avviando ristoranti in Giappone, Inghilterra, Russia e Francia. Nel gennaio 2004 ha aperto ALMA, Scuola Internazionale di Cucina Italiana e nel ruolo di Rettore, ha guidato e stimolato gli studenti e la sua equipe. Nel maggio 2008 ha aperto presso il Teatro alla Scala il Ristorante “Il Marchesino”. Il 18 giugno 2014 ha inaugurato l’Accademia Gualtiero Marchesi in via Bonvesin de la Riva 5, l’indirizzo da cui tutto ha avuto inizio e che ha rappresentato per lui un vero e proprio “Ritorno al futuro”. Gualtiero Marchesi si è spento il 26 dicembre 2017 nella sua casa di Milano.


top chef con ricetta Quali sono i ritrovi della Milano da batticuore da scoprire? Il vicolo dei Lavandai, piazza dei Mercanti, il tetto del Duomo, gli spazi del Castello, ma soprattutto ciò che resta di Milano città d’acqua. Mi ricordo sui Navigli i venditori ambulanti di gamberi d’acqua dolce. Un ristorante preferito nel Nord Italia? Oggi, il mio ristorante preferito è “Ai due platani” a Coloreto di Parma. In cucina c’è una mano dolce, l’organizzazione è perfetta e l’accoglienza più che gentile. Come scegliere in ristorante in una città sconosciuta e qual è il piatto etnico più originale che ha assaggiato all’estero? Un piatto che mi viene subito in mente lo assaggiai nel 1969, nel ristorante dei Troigros, in Francia: scaloppa di salmone appena pescato all’acetosella. E poi ricordo una saletta in Giappone, dove fui gentilmente introdotto, in cui sul tavolo troneggiava una grande lisca di tonno e i commensali, armati di conchiglie, la ripulivano vertebra per vertebra. In Giappone ho trovato nella pura e semplice esaltazione della materia una corrispondenza con la mia cucina.

RISOTTO ORO E ZAFFERANO ingredienti • 300 gr di riso Carnaroli • 80 gr di burro • 20 gr di Parmigiano reggiano grattugiato • 5 gr di stigmi di zafferano • 50 gr di cipolla tritata • 2 dl di vino bianco secco • 1 l di brodo leggero • Sale e pepe bianco procedimento Rosolate la cipolla tritata con 20 gr di burro. Tostate il riso. Aggiungete 1 dl di vino bianco secco e lasciate evaporare.

Poi aggiungete lo zafferano, bagnate con il brodo bollente e portate a cottura mescolando di tanto in tanto. A parte, in una casseruola, ammorbidite la cipolla in 10 gr di burro. Aggiungete il restante vino e lasciate ridurre il liquido per metà. Aggiungete il burro rimasto a fiocchetti ed emulsionate con la frusta. Filtrate la salsa con un colino. A cottura ultimata, regolate di sale e mantecate il riso con la salsa e il Parmigiano. Stendete il risotto a velo su piatti piani e disponete un foglio d’oro alimentare al centro di ogni piatto.

E la Cina? La Cina è maestra di cucina, nel senso di maestra delle cotture. Una pentola, il fuoco e l’acqua. Tutto qui. In quali Paesi esteri ha trovato le migliori cucine? Ovunque fossero in grado di cucinare senza stravolgere la materia prima. Dove visitare il mercato del pesce per eccellenza? A Tokyo e a Catania. Basta andarci per rendersene conto.

La Jaguar era la casa automobistica preferita del maestro

Con quale auto tornerebbe a visitare i luoghi preferiti dei suoi weekend? Naturalmente con una Jaguar. L’ultimo modello, perché si ripete, migliorandosi. Ha stile, forza, tradizione, in altre parole non tradisce. 59


a parigi con...

carlo cracco “Sono Italiano e resto in Italia. Sono orgoglioso del nostro paese”

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e è vero che il primo grande chef che ha rivoluzionato la cucina italiana è stato Gualtiero Marchesi, il primo chef che è riuscito a diventare una star è stato Carlo Cracco. È difficile intervistarlo, è difficile trovarlo. Ma spesso lo si vede in televisione, in alcuni programmi tra cui Masterchef, che gli ha dato una vasta notorietà anche presso il grande pubblico. E se questa stessa notorietà poteva regalargli la fama anche oltre i confini italiani, in una recente intervista al settimanale Vanity Fair ha dichiarato “Ho avuto tante occasioni, ma sono italiano e preferisco restare: credo molto nel nostro paese”. Spesso al centro delle polemiche, (tra quelle più famose, c’è la sua amatriciana con l’aglio, ma anche la pizza Margherita servita nel suo ristorante “Cracco” di Gal-

leria Vittoria Emanuele II a Milano al costo di 16 euro), dal suo maestro Gualtiero Marchesi, oltre all’arte culinaria ha imparato anche il gusto per la provocazione. In una recente intervista, ha infatti dichiarato di condividere la filosofia di Marchesi, che aveva nel menù un piatto composto da tre maccheroni al costo di 200 mila lire. “Lo capivo. Venivamo da un periodo in cui si consumavano 150 grammi di pasta a cena. Gualtiero voleva scardinare questo modo di alimentarsi. Voleva insegnare ad assaporare anziché riempirsi e basta. Così provocava servendo tre maccheroni a un prezzo stellare”, ha detto lo chef ricordando il Maestro. Di seguito, vi riproponiamo una nostra intervista al top chef vicentino, in cui ci parla del suo lavoro, dei suoi viaggi e dell’auto che ama guidare nel weekend.

Le piace viaggiare? Sì moltissimo, mi libera la mente. I viaggi sono sempre utili per capire, per vedere le differenze e poi per conoscere usi e costumi locali, dove si incontrano materie prime magari diverse, si incontrano sapori diversi e quando poi si rientra si aggiunge o si dà quel tocco finale che cambia il piatto, che però rimane sempre tuo. Quali sono le tendenze verso cui il cibo va oggi? Cercare di esaltare la “naturalezza” delle materie prime. Quali sono i suoi programmi futuri? Un paio di progetti a cui sto lavorando…per ora parte delle mie energie le dedico al mio ristorante, a Milano. Qual è l’auto che guida? Audi RS6, si tratta di una Station Wagon grigia scura. Come si svolge una sua giornata tipo nella città di Milano, dove oggi vive? Mi sveglio molto preso la mattina, bevo un caffè al volo e corro al ristorante dove mi aspettano una lunga serie di appuntamenti. Viaggio molto sia in Italia che all’estero, tempo da dedicare a me stesso, o per cucinare per me stesso, ne ho

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top chef con ricetta davvero poco, quando posso lo faccio per la famiglia.

La “Milano Sbagliata”

Quali sono i viaggi che l’hanno colpita di più, o che vorrebbe fare, e che si sentirebbe di consigliare sia come turista che come chef? Sicuramente il Giappone, sono appena tornato ed è stato un viaggio ricco di spunti di riflessione e di grande ispirazione… il Brasile per i suoi colori e la gente e spero di riuscire ad andare presto in Sud Africa… è molto affascinante! E per i suoi weekend? Certamente Capri e la Sicilia, due posti bellissimi dove gli amanti della buona cucina possono trovare il paradiso… Vicenza, la città dove sono nato e dove ho trovato la prima spinta per la mia carriera. E poi Parigi.

procedimento Frullate il pane che servirà per la panatura, poi ritagliate la carta da forno in rettangoli di circa 8 cm x 5 cm. Sbattete le uova intere, poi passate nell’uovo

Audi R6, l’auto di Carlo Cracco

a

per 4 persone • 100 gr di pan carré • 2 uova intere • 4 fettine di manzo (Fassona) da circa 15 grammi battute • 400 gr di burro chiarificato • 1 limone • 100 gr di olio EVO • Carta da forno

parigi

con cracco

i rettangolini di carta da forno, ma solo da un lato. Successivamente, passate ogni rettangolino nel pangrattato, ripetete l’operazione due volte. In una padella mettete l’olio EVO e fate sciogliere il burro chiarificato, poi mettete a friggere la panatura. Staccate delicatamente la carta da forno e completate la frittura della panatura. Scolatela e rifilatela con un coltello dandole una forma rettangolare. Salate la panatura e le fettine di carne cruda. Adagiate su ogni rettangolino di panatura la carne battuta e rifinite con una grattugiata di scorza di limone.

piazza Garibaldi

Una città che è entrata nella vita di Carlo Cracco e in cui torna sempre volentieri è senza dubbio Parigi, che spesso ha definito la sua “seconda casa”. Il motivo? Il lancio della nouvelle cuisine, le pasticcerie, i musei e i marciapiedi lungo la Senna. Cracco ha vissuto in Francia per tre anni, ma a venticinque anni ha abitato proprio a Parigi, rimanendone affascinato. Immaginiamo la sua giornata iniziare con il gesto di comprare il pane, per il quale ha dichiarato di preferire Poilâne, al numero 8 di rue du Cherche-Midi, una piccola boulangerie con forno a legna, riconoscibile dalla fila di clienti all’esterno. Per passeggiare, il 4° arrondissement, quello della cattedrale di Notre Dame e dei giardini del Marais, quartiere antico e romantico, oppure la famosa Rive Gauche della Senna, dove in Rue des Sèvres si possono trovare le specialità culinarie francesi più tipiche, dal fois gras ai formaggi tipici. Per lasciarsi tentare dai gusti della cucina, i locali migliori: Chez Lasserre (17, avenue Franklin Roosevelt), l’Atelier Etoile (133, sull’Avenue des Champs-Elysées), la pasticceria Fauchon (24, Place de la Madelaine), per assaporare i macarons e le tarte au chocolat. E per seguire le orme dello chef, il negozio da Dehillerin (18 et 20, rue Coquillière), dove trovare gli utensili da cucina più particolari. 61


a milano con...

Andrea Berton

Testo e foto di Cesare Zucca

C

he auto guida? Sto guidando una BMW X5 Ibrida.

La guida sempre lei? Si, perché mi piace viaggiare e guidare.

Perché ha scelto quest’auto? Perché innanzitutto è ibrida quindi con consumi ridotti, un’automobile attenta all’ambiente e quindi alla sostenibilità. E’ inoltre comoda per viaggiare, molto moderna, con design essenziale, ma con tutte le caratteristiche e gli optional necessari. In più ha una possibilità di carico importante, che è ciò di cui ho bisogno per il mio lavoro. Le interessa l’auto elettrica? Si, perché il futuro sarà elettrico, per questo ho scelto BMW che ha un’attenzione particolare a questo tipo di auto. Cosa cerca in un’auto? Comfort e la sicurezza, indispensabili per una guida rilassata e poi comodità e spazio per le mie necessità.

Dove le piace passare il weekend? In luoghi dove si possono scoprire delle realtà sconosciute e dove possa arricchirmi professionalmente. Tra le città direi New York e Londra, tutte e due pullulano di ristoranti interessanti. Qual è stato il suo viaggio preferito e perché? In Giappone, per lavoro e piacere. Dal punto di vista gastronomico mi hanno colpito Osaka e Tokyo, due capitali del food. Sono affascinato dalla loro tradizione culinaria, del grande rispetto e valoriz-

zazione dei loro piatti, del cibo tradizionale e innovativo e dellla grande attenzione al prodotto. Una prerogativa del suo menu? Il tributo al brodo, alle sue qualità aromatizzanti in combinazione a carne, pasta, pesce proprio come accade nella cucina orientale che considero un’ identità ben amalgamabile allo stile della cucina italiiana. A proposito di brodo, mi parla del suo ultimo libro?

ristorante berton

Il ristorante Berton Milano si trova nel cuore dell’ l’avveniristico quartiere di Porta Nuova: un contesto moderno e lineare che riflette una cucina essenziale ed elegante, dove, oltre alla sala, troverete un privè per organizzare incontri di lavoro ed eventi riservati e un tavolo per due persone per vivere la cucina in diretta e degustare il menu libero proposto dallo Chef. Via Mike Bongiorno 13 Milano 62


top chef con ricetta

RISOTTO ALLA PIZZAIOLA

Si intitola ‘Non è il solito brodo’. E’ un libro che interpreta la mia cucina in due angolazioni diverse: da un lato i racconti delle mie ricette pensate e realizzate nei miei ritoranti, dall’altro la stessa ricetta in ‘versione facile’ alla portata di tutti gli appassionati. Qual è invece il… ‘solito brodo’? La mancanza di originalità.

Per 4 persone Per l’acqua di mozzarella 500 gr di mozzarella di bufala. Tagliare a pezzi la mozzarella, metterla in un contenitore con il suo siero e schiacciare tra le mani. Lasciare riposare per 3 ore a temperatura ambiente. Scolare recuperando l’acqua di governo. Per i cubi di mozzarella 2 mozzarelle di bufala da 250 gr ciascuna. Tagliare a cubi regolari le mozzarelle della dimensione di 1,5 cm. Riporre in un piatto su carta assorbente. Per il pomodoro 1kg di pomodori datterino, 100 gr di olio extravergine, 2 gr di sale, Pepe.

BMW X5 Ibrida

milano

Stellato e inarrestabile, due stelle Michelin, una al Berton Milano, una al Berton Lago di Como, inoltre si occupa di H2O alle Maldive, Dry Milano e QC Terme, Potremmo definirlo uno Chef green, paladino della spesa sostenibile e regolarmente di prima mattina al mercato ortofrutticolo, alla ricerca e all’utilizzo dei prodotti più tipici della nostra terra, come il pomodoro camone, protagonista di una sua famosa, semplice e salutare insalata con le fave. Il suo Berton Milano nella futuristica zona Porta Nuova, un’area completamente rinnovata e sempre in evoluzione si respira il fascino della storia e il contrasto della modernità, tra futuristici grattacieli, vicinissimo alla Stazione Centrale, alla metropolitana e posizionato a pochi passi del comodo parcheggio Varesine dove con si può sostare tutto il giorno.

Lavare i pomodorini e tagliarli. Versarli in un frullatore con gli altri ingredienti, frullare bene e riporre in un contenitore. Per i capperi fritti 50 gr di capperi dissalati, ½ l di olio di semi di arachidi. Portare l’olio di arachidi alla temperatura di 150° in una casseruola e versare i capperi. Friggere per 2 minuti circa e appoggiare su carta assorbente Per il risotto 320 gr di riso Carnaroli, 1/2 l di brodo vegetale, ½ l di acqua di governo della mozzarella, 100 gr di olio extravergine di oliva, 20 gr di Grana Padano, sale. Preparare il risotto, facendo prima tostare il riso con un filo di olio extravergine di oliva continuare la cottura con il brodo vegetale e l’acqua della mozzarella. Dopo 15 minuti, togliere dal fuoco e far riposare 2 minuti coperto. Mantecare con olio extravergine, poco Grana Padano e salsa di pomodoro. Correggere di sale e pepe. Per le olive taggiasche 200gr di olive taggiasche. Tagliare le olive in 4 parti eliminando il nocciolo interno. Riporre in un contenitore. Altri ingredienti 16 capperi sott’olio, 16 foglie di basilico piccole, 20 gr di basilico secco. Per l’impiattamento Stendere il riso su di un piatto. Appoggiare sopra le olive tagliate, i capperi fritti, i cubetti di mozzarella, il basilico e i capperi sott’olio. Terminare con una spolverata di origano secco.

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a trebbo di reno (BO) con...

MASSIMILIANO POGGI Testo e foto di Cesare Zucca

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ove vai quando hai del tempo libero? Da poco, oltre al ristorante, gestiamo l’ Antica Locanda Il Sole, un hotel adiacente a Cucina, quindi tempo libero ben poco, ma, se possibile, mi infilo sulla mia HSE Dynamic Range Rover e vado a riscoprire i colli bolognesi, i piatti del territorio. Sempre interessante riscoprire i piatti di una volta. E’ una ricerca della vera. autentica tradizione. Controcorrente con le nuovi ‘rivisitazioni’? Penso ci sia un equivoco che stia caratterizzando questo nostro ultimo ventennio: considerare il ‘tradizionale’ banale e vecchio. Per me questa è una ferita aperta e quando tengo delle classi per giovani chef, cerco sempre di educarli ad apprezzare la tradizione, rispettarla e non scervellarsi troppo a volerla modificare… Un esempio? Il ragù, buono e intelligente. Era un modo per recuperare i tagli di carne

avanzata, anche le parti meno tenere, ha attraversato secoli e penso che debba rimanere quello classico, nonostante spesso voglia essere rivisitato. L’ equivoco è considerare il ‘tradizio-

nale’ qualcosa di semplice, di naif. Io non sono un cuoco tradizionalista, sono abbastanza critico riguardo la tradizione ma dopo tanti anni di lavoro ho raggiunto la consapevolezza

Massimiliano Poggi Cucina

Vi aspetta l’accoglienza e l’estetica di un grande ristorante contemporaneo e l’intimità di una tipica casa bolognese. Eleganza, gusto minimal, luce naturale di giorno e soffitto stellato di sera, atmosfera accogliente, a cominciare dai simpatici centrotavola, tante ragazze ammiccanti che sembrano darti il benvenuto. Via Lame, 65/67 Trebbo di Reno Castelmaggiore (Bo) Tel 051 704217 64


top chef con ricetta che se qualcosa è già perfetto è inutile cambiarlo

ANGUILLA IN UMIDO ALL’USO DI COMACCHIO

Ragù sovrano quindi? Puoi ben dirlo! A Bologna il piatto è determinato prorio dal ragù. Quando dicono ‘spaghetti alla bolognese’ è un equivoco. E’ il ragù che comanda, la pasta lo segue, e poi lascia stare gli spaghetti, semmai cita le tagliatelle… A proposito, hai due altri ristoranti: Vicolo Colombina e Al Cambio, in entrambi i menu ci sono le tagliatelle al ragù… Quali sono le migliori? (ride) Ottime in tutti e due…Forse il ragù piu storico e casalingo è quello del Cambio, mentre Vicolo Colombina lo presenta realizzato con la faraona, proprio come si faceva un tempo, quando nel cortile c’erano galline, conigli e appunto faraone.

HSE Dynamic Range Rover

trebbo di reno

Massimiliano Poggi Cucina è un ristorante di campagna, in località Trebbo di Reno a circa 8 km da Bologna e raggiungibile in auto o con bus 92 dalla Stazione di Bologna. Nel suo territorio alcune splendide ville storiche: Villa Zarri con ampio giardino disseminato di statue, sede anche di una piccola azienda produttrice di brandy di qualità, Villa Salina, che ora ospita strutture di proprietà della Regione, dal caratteristico cancello sormontato da sfingi. Si trova nella frazione Primo Maggio, a sud del centro di Castel Maggiore. e Villa Isabella, tipica villa bolognese d’età barocca, di cui conserva ancora interessanti affreschi nella loggia passante ed in alcune stanze al piano terreno, oltre a svariate statue nel giardino e un laghetto artificiale con isoletta.

ingredienti • 1 anguilla da circa 1 kg Per acqua di pomodori affumicati: • 1 kg di pomodori pelati • Sale e pepe q.b. Per la salsa di soffritto: • 200 gr di cipolla di Medicina • 150 gr di carote • 710 gr di sedano bianco • 40 gr di olio evo • Zeste di limone Per guarnire: 4 foglie di edera terrestre

Pulire l’anguilla dalla pelle e dalle interiora e ricavarne due filetti.Tagliarli a metà arrotolare ciascun filetto su se stesso condito con sale e pepe,infilzarlo con uno spiedino per tenere la forma. Cuocere i pomodori pelati in unateglia all’interno del barbecue avendo cura di aggiungere nel carbonedei legnetti bagnati (cedro o ciliegio). Chiudere il barbecue con il coperchio per affumicare i pomodori. Lasciarli per circa 40 minuti per asciugarli. Passare i pomodori all’estrattore ed ottenere il succo, filtrare con uno straccio fineper ottenere acqua di pomodoro affumicato. Saltare le verdure per il soffritto, tagliate a cubetti, in una padella capiente, con olio evofino ad appassirle.Passare le verdure all’estrattore ed ottenerne un succo, filtrare con uno straccio fine mettere sul fuoco fino a bollore, aggiustare di sale e pepe, aggiungere l’agar agar e lasciare attivare qualche istante, filtrare e mettere a rapprendere in frigorifero. Una volta rappreso frullare fino adottenere una crema. Cuocere gli spiedi di anguilla sulcarbone a fuoco deciso in modo da arrostirla bene;in una fondinamettere unagocciaabbondante disalsa di soffrittoe qualche zeste di limone, disporre unfiletto disteso di anguillae irrorare il tutto con acqua di pomodoro affumicato.

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a parma con...

TERRY GIACOMELLO Testo e foto di Cesare Zucca

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he auto guidi? DS7 Crossback, l’ho scelta per il comfort, viaggio molto, tra fornitori da raggiungere, laboratori in giro per l’Italia, eventi. bisogno di un auto comoda e sicura…e poi mi piace. L’auto dei tuoi sogni? Una Lamborghini nera. Se hai un weekend libero, come lo passi ? A casa, con la mia compagna e i figli. Il lavoro qui è così intenso per cui quei rari momenti di tempo libero sono tutti per i miei cari. Qualche volta facciamo delle escursioni fuori città o nel territorio, sempre con un occhio alla gastronomia degli altri perchè mi piace sperimentare nuovi piatti, un po’ per curiosità è un po’ per evadere dalla quotidianità, rilassarmi e sopratutto…lasciare che lavorino gli altri. Un piatto che ti ricorda la tua infanzia? La patata fondente. Mi riporta agli anni

passati a fianco di mio zio, anche lui chef, a pelare patate per poi fare questo piatto che si ispira alla classica cucina francese, dove la patata viene cotta per ore ed ore nel burro e nel fondo di carne. La faccio ancora e in realtà ho riprodotto la patata con il manitolo, l’interno è un soffice di patata e fuori è inserito un gel di fondo di carne.

inkiostro

Qualche eredità delle tue terre? Certo, la trota salmonata che ho sposato a olio di cipresso, succo di crespino e frutta secca, l’uso della scorzonera che si è trasformata in ‘betulla’ con tartufo, crema di mandorle amare e una foglia di patata, l’utilizzo di certe resine, i testaroli in civet di maiale, piselli, mosciame di tonno, frutto della passione.

(una stella Michelin). Arredamento minimalista in toni di bianco, grigio e nero. Affascinante, moderno, essenziale ma accogliente. La regia dell’atmosfera è creata dalla luce naturale di giorno, attraverso le ampie vetrate e da un’illuminazione discreta per la sera. Il suo menu presenta piatti sono sempre unici e ben strutturati, frutto di grandi ricerca e studio approfondito. Via San Leonardo 124 Parma 66


top chef con ricetta Un’occhiata al tuo menu. Piuttosto spinto direi… Pasta di zucchero mixata a aceto dolce, una mummia imbalsamata con un’alga, la carne dell’esofago di gallina nel piatto ‘gioco di parole’ (ce n’è più di uno ) Eh lo So FA GOla.

tortellino DI BIANCO D’UOVO, IL SUO ROSSO, CREMA DI PARMIGIANO, CAVIALE DI TARTUFO NERO

Piatti pittorici. Che artista ti piace? Mi piacciono le ‘pazzie’ visive di Van Gogh. Un po’ di pazzia anche nella tua cucina? Forse, ma pur sempre la conseguenza di studio e ricerca, però si un po’ di pazzia c’è: da lavorare la carne del collo di una gallina a servire un dolce che ho chiamato ‘limone ammuffito’... ingredienti • acqua • albume d’uovo • aceto di vino bianco • acqua di tartufo nero • parmigiano reggiano 24 mesi Mescolare 200gr di acqua con 120 gr di albume cotto precedentemente in acqua bollente e aceto quindi stendere su placca. Mettere la placca nella macchina sottovuoto e procedere alla disidratazione del composto

DS7 Crossback

Togliere dal sottovuoto, tagliare a striscioline come fosse una tagliatelle tradizionale. Nel frattempo procedere con la realizzazione del caviale di tartufo tramite sferificazione dell’acqua del tartufo nero. Per la fonduta di parmigiano, sciogliere il parmigiano reggiano in un po’ di acqua e panna, aggiustando di sale e pepe. Servire il tagliolino adagiandolo in un piatto fondo con foglie di timo fresco e sale maldon. Aggiungere la fonduta di Parmigiano e ultimare con il rosso dell’uovo e con il caviale di tartufo.

parma

Parma è una città dallo spirito allegro, socievole, con una forte tradizione artistica, culturale e gastronomica. Insignita del titolo Citta Unesco e Capitale Italiana della Cultura 2020, disseminata da capolavori come Palazzo della Pilotta , il Teatro Farnese, il Duomo, il Battistero, La Galleria Nazionale, la Camera di San Paolo, Santa Maria della Steccata, arricchiti dalle opere di grandi Maestri tra cui Correggio, Parmigianino, Canova, Tiepolo e Leonardo. Parma è soprattutto città della musica. Questa passione, ben oltre il binomio Parma-Verdi, si manifesta in splendide strutture d’epoca e contemporanee che ospitano tanta musica per chi la musica l’ama davvero, il glorioso Teatro Regio, tempio dell’opera, il Paganini Congressi, la Casa del Suono, La Casa della Musica. 67


a catania con...

ALESSANDRO INGIULLA Testo e foto di Cesare Zucca

E

d eccoci in Sicilia con Alessandro Ingiulla, prima (e finora unica) Stella Michelin a Catania.

Congratulazioni per la stella! Si, io e Roberta siamo molto contenti sia per la città perché se lo merita e anche per noi, visto che sono tornato da lunghe permanenze in Austria e Francia, dove ho avuto la fortuna di lavorare al Le Park 45 sotto la guida di Sébastien Broda che ha mi ha insegnato una visione diversa, una nuova tecnica e la materia prima messa il centro del piatto. Il tuo primo ricordo in cucina? (sorride) Ero bambino ... Patate da pelare dalla mattina alla sera... in un ristorante di amici di famiglia. Le pelavo e le friggevo, pensa, ero così piccolo che facevo fatica a arrivare al pentolone. La cucina per me è sempre stato un luogo incantato. Ricordo che assieme a nonna Alfina impastavo il pane e la pasta. Gli ingredienti prendevano forma e si trasformavano in cibo, mi sembrava di fare una magia.

Un viaggio all’estero paese che vorresti? Mi intriga la cultura gastronomica del Nord Europa e mi affascina il Medioriente, la cui cucina ha condizionato molto la cucina del nostro territorio. Un piatto che mangi solo se cucinato da un’altra persona? Non ho dubbi: la mellassata, specialità di mia mamma Piera. Un tradizionale piatto di recupero, una specie di robusta frittata fatta con pane avanzato, am-

mollato nel latte, uova. Viene poi sbriciolata e versata su un sugo di pomodoro per condire la pasta. Unica! Quanto c’è di ‘green’nella tua cucina? Molto, perché la materia prima utilizzata arriva in parte dai fornitori che trattano solo eccellenze, locali e non. Gran parte di quella vegetale è di produzione propria. Infatti, la mia famiglia possiede dei terreni a Santa Maria di Licodia dal 1904. Lì produciamo anche olio, che da qualche anno imbottigliamo. Abbiamo

Sàpìo

Catania: mi trovo da Sàpìo, primo e unico ristorante catanese premiato con la stella Michelin 2020. Ambiente solare e minimalista: pochi tavoli, un ‘prive’ per 4 persone, sul raffinatissimo portatovagliolo in pelle, leggo “L’estetica del Gusto’. Un’estetica che si esprime in infinite possibilità, colorate dalla soggettività dello Chef Alessandro Ingiulla, aiutato da Roberta Cozzetto, sua compagna nella vita e nel lavoro. Via Messina, 235, 95129 Catania +39 095 097 5016 - info@sapiorestaurant.it 68


top chef con ricetta trasformato la produzione in funzione del ristorante. Guidi? Si, una Jeep, indispensabile per la campagna e certe strade qui intorno. Vado spesso nella zona meridionale dell’Etna, Lì trovo ancora certe zuppe tradizionali come pasta e fave o il brodo con i tenerumi, pomodoro cipolle e... ...Uova? Certo! Una nostra consuetudine ‘sbagliata’ ma tradizionale. Quando si cucinava una zuppa, si sfruttava l’acqua calda per far bollire le uova...e i ciciulii pasquali, dove le uova venivano nascoste da pasta di pane decorata da fiori e ricami. Sono ricordi che mi porto dentro nel cuore.

Jeep Renegade

catania

Il rito della prima colazione non è solo granite e cornetti caldi. A Catania si parte col piede giusto già al mattino con squisitezze dolci e salate, ravioli alla ricotta, cannoli, paste di mandorla e espresso. Cercate il modo più emozionante per scoprire Catania? Salite a bordo di un segway tour per una visita guidata su due ruote. Inizio classico dalla Piazza, dove spicca l’emblema della città: la Fontana dell’Elefante, scolpito nella lava nera, sormontato da un obelisco egizio cuore della città e punto di partenza per numerosi tour in provvisti di audioguida. Durano circa 40 minuti e vi daranno una visione piuttosto completa della città.

TORTELLO CON GUANCE DI MAIALINO DEI NEBRODI, ACQUA DI ZUCCA, PISTACCHIO E PORCINO per 4 persone 300 gr. guancia di maialino, 1 kg di zucca, 50 gr. pistacchio di Bronte intero naturale, 200 gr funghi porcini, 10 cl di brodo pollo, 1 cipolla, scorza e succo di un’arancia, 2 gr. anice stellato, olio evo q.b., sale q.b., pepe q.b. Per la pasta 500 gr di farina bianca, 8 tuorli, 25 gr (1 cucchiaio) di olio evo, 15 gr di acqua Per la pasta: nella planetaria con un gancio mescolare farina, acqua, tuorli, olio impastare per 5 minuti, completare a mano e formare un panetto, avvolgerlo nella pellicola e far riposare in frigo 24 ore. Per la zucca: sbucciare, tagliare e lavare la zucca, aggiungere sale, pepe, anice stellato, il succo e la scorza grattugiata dell’arancia e far macerare per un giorno in frigo in modo che rilasci l’acqua di vegetazione. Il giorno dopo versare l composto della zucca in una pentola, far cuocere a fiamma bassissima fino a che la zucca non risulti completamente cotta. Frullare grossolanamente la zucca, abbatterla congelandola. Quindi filtrare tutto con un panno di cotone nuovo mettendo un peso di sopra in modo che coli tutta l’acqua di vegeta-

zione della zucca, formando un liquido chiaro e trasparente, che verrà ridotto prima del servizio per intensificare il sapore della zucca. Per la farcitura: pulire le guance, rosolare in padella con olio evo, una volta pronte metterle da parte a scolare. Nella stessa padella soffriggere un po’ di cipolla, aggiungere il brodo di pollo e filtrare il tutto. Inserire le guance e il liquido ottenuto in un sacchetto di cottura sottovuoto, condizionare con vuoto a 100% e cuocere a 78° per 12 ore. Dopo aver cotto le guance far ridurre il liquido di governo e glassare le guance così da ottenere il ripieno del tortello sfaldando le guance con le mani. Aggiungere un po’ di granella di pistacchio e erba cipollina, formare delle palline delle dimensioni volute e mettere da parte in frigo. Stendere la pasta più finemente possibile e formare i ravioli con il ripieno in precedenza preparato e mettere da parte. Per la polvere di porcini: pulire, tagliare a fette, asciugare e disidratare i funghi. Una volta asciutti tostarli in padella per eliminare l’umidità e intensificare il sapore e ottenere una polvere. Cottura e assemblaggio del piatto: mettere a scaldare l’acqua di zucca. In una pentola a parte cuocere i ravioli, passarli in padella con un po’ di acqua di zucca e un filo di olio evo. Completare la cottura in padella, montare su un piatto fondo i ravioli, aggiungere una crema di pistacchi ottenuta frullando i pistacchi, precedentemente preparata, cospargere un po’ di polvere di porcini sui ravioli, ultimare il piatto versando l’acqua di zucca davanti ai commensali.

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a merano (BZ) con...

PHILIPP HILLEBRAND I

di Vittorina Fellin

l giovane chef della Val d’Ultimo è stato chiamato da poco a guidare The Mindful Restaurant, il ristorante gourmet dell’hotel di charme Villa Eden Leading Park Retreat a Merano. A soli 28 anni, Philipp Hillebrand è già a capo di una brigata tutta di under 30. Un talento già evidente, maturato in Italia e all’estero con fuoriclasse come Bobby Bräuer, chef con 2 stelle Michelin e 19 punti Gault Millau, e Eckart Witzigmann, altra icona della gastronomia mondiale. La sua cucina è ispirazione, leggerezza e creatività, ma soprattutto un delicato equilibrio che mette in primo piano il principio basilare secondo cui ogni cibo deve essere un piacere. Dalla Famiglia Schmit, proprietaria di Villa Eden, è stato incaricato di seguire la creazione di piatti dedicati a chi arriva fin qui per un remise en forme, ma anche di sviluppare una ristorazione più “alta” basata su prodotti di stagione e filiere ecosostenibili. Quale tipo di cucina propone il tuo ristorante? The Mindful Restaurant vuole essere espressione di una gastronomia raffinata

che si traduce in piatti salutari, dai sapori unici realizzati con ingredienti di assoluta qualità. Proponiamo tre tipologie di menù: detox, cucina à la carte che prevede ingredienti internazionali come l’astice e le cappesante, e gourmet che include solo prodotti del territorio. A quali aspetti presti più attenzione nella scelta dgli ingredienti? Il menù cambia ogni 2-3 settimane, a seconda della stagionalità dei prodotti rigorosamente acquistati presso i produttori locali. Utilizzare i prodotti stagionali in cucina fa bene alla nostra salute e all’ambiente. Quali sono stati i tuoi viaggi e quale paese vorresti visitare in futuro? Inizialmente ho viaggiato per lavoro fa-

cendo degli stage all’estero per imparare le tecniche e consolidare le basi apprese a scuola. Da Merano, finita la scuola, sono partito per Kitzbühel, piccola cittadina alpina a est di Innsbruck, dove mi sono fermato due anni e mezzo da Bobby Bräuer, oggi due stelle Michelin a Monaco di Baviera. Subito dopo sono stato a Salisburgo in Giappone, Brasile, Singapore. Il prossimo paese vorrei fosse nel Nord Europa, Svezia in particolare che amo per la bellezza della natura selvaggia. Quali luoghi preferisci per un weekend e con quale auto ti muovi? Negli spostamenti di lavoro o di piacere uso la mia auto che ho acquistato recentemente, un’Audi Q5, perfetta per chi ama la velocità come me. Nei weekend preferisco visitare la mia regione, ricca

VILLA EDEN LEADING PARK RETREAT

Un oasi di quiete e tranquillità avvolta in un parco di alberi secolari ai piedi delle Alpi. Basta questo per descrivere l’elegante hotel di charme dove si arriva per un percorso di remise en forme o per una vacanza all’insegna del buon vivere. Il Medical Spa è il vero fiore all’occhiello del resort: un centro benessere che offre trattamenti all’avanguardia, medici ed estetici, specifici per diverse esigenze. Percorsi tagliati su misura per ogni ospite, per un benessere risultato di un ritrovato equilibrio fra corpo e mente. via Winkel 68/70 Merano (BZ) Tel. 0473.236583 - www.villa-eden.com - info@villa-eden.com 70


top chef con ricetta di laghi e luoghi che ancora non conosco. Amo fermarmi nei ristoranti locali per gustare i piatti della tradizione. E il paese che più ti ha affascinato? Senza alcun dubbio a Singapore. Una piccola città stato, dall’incredibile potenziale anche dal punto di vista lavorativo. Ritornerei volentieri in Myanmar, per la sua gente sempre sorridente e positiva nonostante la diffusa povertà, mentre il Giappone rimane una rivelazione. Questo Paese, con oltre 200 ristoranti stellati, riesce ad essere un vero e proprio continente gastronomico. Cosa ti ha insegnato la cucina giapponese? La ricchezza dei sapori e la bellezza, intesa come equilibrio e non solo perfezione

Zuppa di cocco e curry per 8 persone 6 pezzi di scalogno, 4 pezzi di citronella (Lemon grass), 10 foglie di limone, 50 grammi di curry Anapurna (piccante), 100 gr di curry Mumbai (medio), 400 ml. di vino bianco, 3 lt. di brodo di pollo, 3 mele, 2 banane, 1 mango, 500 gr. di ananas, 2.5 lt. di latte di cocco, 1 lt. di panna. A piacere: 100 ml. di vermouth francese Noilly Prat, 50 gr. di crème fraîche, succo di limone Scaldare un giro d’olio nella casseruola e soffriggere lo scalogno tagliato sottile, la citronella e le foglie di limone. Aggiungere al soffritto 50 gr di curry Anapurna (piccante) e 100 gr di curry Mumbai (medio). Unire al composto e quindi ridurre 400 ml. di vino bianco e 3 lt. di brodo di pollo. Nel frattempo tagliare le mele, le banane, il mango e l’ananas e aggiungere il tutto al com-

estetica dell’impiattamento. Ma soprattutto i gusti poco conosciuti che ho cercato di riproporre nella mia cucina come fonte di ispirazione. Per esempio, la ricerca ossessiva dell’umami punto cardine della cucina giapponese, può diventare un punto forte anche in molte nostre ri-

Audi Q50

merano

Merano ha saputo mantenere l’atmosfera degli anni Venti: camminando sotto i portici del centro storico o lungo il fiume Passirio che la attraverso, si rivive ancora la magia di quel periodo. La città possiede 18 chilometri di passeggiate e 16 ettari di parchi. Poco distante i Giardini di Castel Trauttmansdorff, riservano ben 12 ettari di verde e un Orto Botanico d’avanguardia. Ma non bisogna farsi ingannare. Merano oggi sfetta sul podio delle città più vivibili d’Europa e sfodera un lifestyle da grande città. Alberghi di design, strutture avveniristiche, cocktail bar e servizi da città metropolitane delineano la vita di questa smart city immersa nel verde. Una rivoluzione che non ha risparmiato nemmeno la cucina, oggi più che mai attenta a dare nuove forme alla tradizione.

posto. Quindi versare il latte di cocco e la panna e continuare a cuocere finché il composto risulterà cremoso. Passare il tutto con il mixer. Aggiustare con sale e pepe. Il consiglio dello chef: per dare un sapore più deciso al composto aggiungete, a piacere, il vermouth francese Noilly Prat, la crème fraîche e il succo di lime.

cette tradizionali. Lo stesso vale per l’yuzu, un agrume molto usato in Giappone, oggi entrato come ingrediente in molte ricette dei nostri menù. L’esperienza fatta con i gusti e i sapori della cucina giapponese sono risultati determinati nel menù detox di Villa Eden per eliminare il sale pur mantenendone il gusto. È possibile ottenere un riconoscimento come la stella Michelin con un menu detox come quello proposto a Villa Eden? Noi riteniamo sia possibile e stiamo lavorando in quella direzione, attraverso un’elaborazione molto accurata del menù gourmet. In particolare stiamo pensando a due menù, di cui uno gourmet a 6-8 portate e uno detox rigorosamente da spiegare al tavolo per le proprietà salutistiche. Non sarà facile, ma dopo un anno di sperimentazione ho realizzato che si possa fare. Un sogno nel cassetto? La stella Michelin da almeno dodici anni, grazie alla realizzazione di una cucina che possa essere diversa dalle altre. 71



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