FINALE Climbing - 134 falesie - Marco Tomassini

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COLLANA LUOGHI VERTICALI

Marco Tomassini

FINALE Climbing

EDIZIONI VERSANTE SUD


Prima edizione Novembre 2011 ISBN 978-88-896634-02-8 Copyright © 2011 VERSANTE SUD S.r.l. Milano via Longhi, 10, tel. 027490163 www.versantesud.it I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Copertina

Monica Fama, Avaria, 7b+, Falesia del silenzio (ph. Pietro Bagnara)

Testi

Marco Tomassini

Disegni e cartine

Iacopo Leardini

Mappa generale

Sara Bini e Roberto Grossi

Simbologia

Iacopo Leardini

Impaginazione

Carolina Quaresima

Stampa

Monotipia Cremonese

Ringraziamenti Ringrazio in modo particolare alcune persone che mi hanno dato un aiuto determinante per la stesura di questa guida; Alessandro Grillo, Mauro Borra, Cesare Marchesi, Luciano Pizzorni, Giovanni Rocca, Matteo (Donde) Felanda, Giorgio Delfino e Elena Troiano. Per il materiale fornitomi per la chiodatura e richiodatura degli itinerari che ho attrezzato più recentemente ringrazio il Comune di Finale Ligure nella persona di Massimo Gualberti (assessore allo sport) e Giorgio ed Ivana Scarrone dell’agriturismo A cà de Alice. Non meno importanti, ed in ordine alfabetico, sono qui riportati i nominativi di tutte le altre persone che mi hanno aiutato con importanti informazioni, si sono rese disponibili quali soggetti per le fotografie di arrampicata ed in molti casi hanno attrezzato vie e falesie nel Finalese. Adriano (Sguara) Giovani, Alessio Chiappino, Andrea Costaguta, Antonio (Beroldo) Punturo, Artur&Helmut

Wundlechner, Chiara Minetti, Christian Roccati, Davide Allegretti, Davide (Zak) Zaccone, Daniele (Jack) Canale, Dimitri (Dimi) Frascio, Domenico (Domingo) Spatari, Elena Carpignano, Eugenio (Euge) Gardella, Fabio Pierpaoli (associazione Outdoor Liguria), Francesca Vallarino, Franco Rolando, Gerardo (Gerry) Fornaro, Gianni Duregato, Gianni Ghiglione, Gianni Salvarani, Gino (Pitta) Pittaluga, Guido (mattonella) Jafelice, Leonardo (Leo) Castagnoli, Lodovico Spiota, Luca Fida, Luca Lenti, Lucia Brignola, Marco Pukli, Marco (Zamba) Zambarino, Matteo Caropreso, Mauro (Maurino) Carena, Micol (Miky) Schiaroli, Monica Fama, Pier Carlo Franco, Piero Favetta, Renato (Biro) Berruti, Riccardo Giovannetti, Riccardo (Ricky) Negro, Roberto Bolzan, Silvio Ivaldi, Simone (Gunter) Baglietto, Tommaso Sciannella e Vincent De Bentzmann. Inoltre ringrazio tutte quelle persone che, occasionalmente, mi hanno aiutato ma di cui purtroppo ignoro i nomi e quelli che mi posso essere dimenticati…

Nota L’arrampicata è uno sport potenzialmente pericoloso, chi lo pratica lo fa a suo rischio e pericolo. Tutte le notizie riportate in quest’opera sono state aggiornate in base alle informazioni disponibili al momento, ma vanno verificate e valutate sul posto e di volta in volta, da persone esperte prima di intraprendere qualsiasi scalata.


Tracce GPS di tutti gli accessi alle falesie scaricabili da www.versantesud.it In collaborazione con Garmin

Marco Tomassini

FINALE Climbing 134 falesie

EDIZIONI VERSANTE SUD


Introduzione dell’autore 4

Il Finalese è un territorio magico e particolare: selvaggio, aspro e paesaggisticamente eccezionale. Queste bianche rocche di calcare che emergono da una vegetazione rigogliosa e verdissima sono uniche in tutto il territorio della Liguria di ponente. Il Finalese è un luogo da esplorare che offre ancora oggi, dopo più di trent’anni di salite ed escursioni, scorci insoliti per climber, trekker e biker… e per chiunque abbia voglia d’inoltrarsi nelle sue valli. La natura selvaggia di Val Cornei e Val di Nava, l’imponenza solitaria e maestosa di Monte Cucco, della parete nord di Perti e della Bastionata di Boragni, la bellezza, i colori e le vedute di Rocca di Corno, i muri verticali di Lacremà e il suo borgo antico, Noli e il mare increspato dalla tramontana, fanno di questo territorio un luogo unico. Per questi motivi il Finalese è frequentato da appassionati di natura e sport all’aria aperta di tutta Europa. I sentieri del Finalese sono percorsi, oltre che da arrampicatori, anche da escursionisti, biker, appassionati di birdwatching, archeologi e speleologi. Nel rispetto di queste diversità, ogni fruitore del territorio si deve avvicinare a esso con attenzione e cura. Il Comune di Finale Ligure, che dal 2010 si fregia del nome di Capitale dell’outdoor, ha finalmente intrapreso un tavolo permanente d’incontri con le varie associazioni che si occupano di sport outdoor (attive in maniera concreta sul territorio) per incrementare, promozionare e uniformare l’offerta turistica.

Marco “Thomas” Tomassini

Con questo intento e con il grande contributo e la passione dell’attuale assessore allo sport, si sono finanziati i primi piccoli progetti di chiodatura e richiodatura di alcune falesie. In questo rinnovato interesse per l’arrampicata, il 2011 ha già segnato un punto di svolta con l’assegnazione del premio “una vita per Finale” ad Alessandro Grillo, compiendo un dovuto, seppur tardivo, segno di ringraziamento nei confronti di un personaggio che ha legato la sua vita in maniera indissolubile alle rocce di Finale. In quest’ottica si inserisce anche il mio lavoro. Esso persegue due scopi molto importanti: innanzitutto quello di rendere accessibile a tutti queste splendide falesie per poter regalare ancora l’emozione di salite che vi faranno scoprire nuovi punti di vista sul territorio, ma non solo. Questa guida vuole essere soprattutto un ringraziamento e un riconoscimento rivolto sia a tutte quelle persone come Alessandro Grillo, Gianni Calcagno, Vittorio Simonetti, i fratelli Gian Luigi ed Eugenio Vaccari che, a partire dal lontano 1968 con ai piedi ancora gli scarponi da montagna, scoprirono Finale iniziandone la storia verticale, sia ai tanti giovani e meno giovani che ancora oggi chiodano, puliscono i sentieri e tengono vivo questo mito. Un tributo a tutti i chiodatori, tra vecchie glorie e nuove generazioni, senza i quali questo mio lavoro non potrebbe esistere.


Tre Frati (ph. M. Tomassini)

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Introduzione tecnica 6

Finale Ligure, grazie al suo micro-clima, ha il grande pregio di essere scalabile durante tutto l’arco dell’anno, ed è questo uno dei motivi per il quale è molto conosciuta e frequentata da arrampicatori provenienti da tutta Europa. La roccia del Finalese è un calcare marino tipicamente a buchi, buchetti e gocce d’acqua, i muri verticali e le placche leggermente appoggiate sono il genere di scalata predominante. Da diversi decenni si utilizzano ancoraggi inox resinati in ragione sia della vicinanza del mare, che con la sua salsedine corroderebbe velocemente ancoraggi non inossidabili, sia della porosità della roccia, che renderebbe poco affidabili ancoraggi ad espansione meccanica come spit, fix, ecc.. Il genere di scalata predominante è quello tecnico su muro verticale di dita, quasi sempre con un passo singolo più duro che si trova, nella maggior parte dei casi, negli ultimi metri della via. Si possono comunque trovare strapiombi e tetti e altri tipi di prese quali canne o liste orizzontali; fessure, spigoli e diedri sono presenti specialmente sulle vie storiche a più tiri. Le falesie esistenti nel comprensorio di Finale Ligure sono moltissime e di anno in anno aumentano; attualmente troviamo circa 2700 vie suddivise in 160 falesie con esposizioni differenti. Le catene in sosta sono attrezzate molto raramente con moschettoni, generalmente si trova un maillon rapide chiuso (bloccato, non apribile) ed ancor più spesso non si trova neanche la catena ma direttamente due ancoraggi fissati “alla francese”. La distanza tra gli ancoraggi non è solitamente elevata, le chiodature medie presentano circa 2 metri di distanza tra un punto e l’altro ma, dato che nel Finalese sono parecchi i chiodatori che vi hanno storicamente messo mano, si può anche incappare in falesie con chiodature più lunghe. Da questa guida sono state omesse 26 falesie che ho reputato attualmente irraggiungibili a causa della fitta vegetazione, oppure

pericolose per via delle chiodature obsolete. Questa decisione è stata adottata sia per ragioni di sicurezza che per evitare confusione e inutili perdite di tempo nelle ricerche di pareti che, anche se raggiunte, risulterebbero impraticabili. Nelle prossime edizioni verranno reinserite solo se richiodate e ripulite. Si trovano in ogni caso, tra le vie chiodate in maniera sicura e moderna, alcuni tiri attrezzati con materiali originali quali placchette su spit e fix, golfari, fisher; altri attrezzati ancora in modo tradizionale come chiodi da fessura, cordini nelle clessidre o da integrare con protezioni veloci. Gli itinerari con le suddette caratteristiche sono sempre e comunque segnalati nel commento della via e, in linea di massima, sconsigliati. A Finale Ligure è anche possibile arrampicare in falesie ubicate proprio sulla costa dove si può provare il “brivido” di scalare con il mare sotto i piedi; le falesie del comprensorio di Capo Noli (Dancing dalle, Easy dalle, I Pilastri e Nolitudine) hanno questa caratteristica e anche la particolarità di avere un calcare molto differente dal resto del Finalese. Un paio di falesie sono raggiungibili a piedi dalla stazione ferroviaria: Paretina di Finalborgo (20 minuti) e Rocce dell’Orera (50 minuti). I sentieri per raggiungere le falesie si percorrono mediamente in 20 minuti, solo in rari casi 10 o 40 minuti. In circa 15 minuti è possibile spostarsi in auto da un settore all’altro. La difficoltà generale delle vie parte dal 3a per arrivare all’8c+, la maggior parte delle falesie comprende vie con grado dal 6a al 7a e le vie veramente facili sono purtroppo davvero poche e disseminate qua e là nelle varie falesie. Occorre inoltre tenere presente che la segnaletica specifica per il raggiungimento delle falesie è praticamente inesistente e i sentieri più battuti ed evidenti sono quelli che portano alle falesie maggiormente frequentate. I molti bivi, unitamente alla fitta vegetazione, non facilitano certo il raggiungimento dei vari settori.


Per questi motivi si è deciso, in questa guida, di curare in modo particolare la descrizione degli accessi e di inserire i punti GPS per ogni falesia. Moltissimi sono i settori particolarmente belli, sia in merito alla qualità della roccia che per la loro ubicazione e meritano di essere visitati. Tra questi alcuni risultano essere assolutamente imperdibili: Grotta dell’edera, Grotta della Strapatente, Bric Scimarco, I Tre Frati, Montesordo e Rocca di Corno.

Polizia 113

Numeri e indirizzi utili

Farmacia Del Borgo (Finalborgo) +39 019 690623

Ufficio di informazione e accoglienza turistica di Finale Ligure +39 019 681019 Fax +39 019 681804 www.inforiviera.it e-mail: finaleligure@inforiviera.it Salewa mountain shop +39 019 6816230 Soccorso A.C.I. +39 803116 Soccorso alpino Finale Ligure 118 www.soccorsoalpinofinaleligure.it Carabinieri 112

Vigili del fuoco 115 Emergenza sanitaria e ambulanze 118 Polizia stradale +39 019 681501 Polizia urbana +39 019 691380 Guardia medica 800556688

Farmacia Della Marina (Finalmarina) +39 019 680474 Ospedale Santa Corona (Pietra Ligure) +39 019 62301 Ospedale San Paolo (Savona) +39 019 84041 Servizio taxi +39 019 692461 Se volete contattare l’autore: Marco (Thomas) Tomassini +39 346 6932376 www.finalebythomas.com e-mail: info@finalebythomas.com

Bibliografia Gianni Calcagno, Alessandro Grillo, Vittorio Simonetti, La pietra del Finale, guida alle palestre di arrampicamento Finalesi, Siag Genova, 1975 Andrea Parodi, Alessandro Grillo, La pietra di Finale, guida alle arrampicate e alle escursioni, Microlito editrice, 1983 Andrea Gallo, Giovanni Massari, Finale, Melograno edizioni, 1987 Andrea Gallo, Finale,1200 vie di arrampicata, Melograno edizioni, 1990 Andrea Gallo, Finale, 1500 vie di arrampicata, Idee verticali edizioni, 1994 ALP arrampicata Monografie: il Finalese, 30 anni di passione, Torino, Vivalda Editori, mensile anno XIII, numero 162, ottobre 1998 Andrea Gallo, Finale Y2K, Idee verticali edizioni, 2000 Marco “Thomas” Tomassini, Finale by Thomas, Un viaggio tra le vie del Finalese che più amo, passo per passo, metro per metro, Le Mani Edizioni, 2007 Andrea Gallo, Finale 007, Idee verticali edizioni, 2008

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Indice e cartina

ARENE CANDIDE 1 Cava di Rio Fine 2 Il Cimitero

18 20

ROCCE DELL’ORERA 3 Rocce dell’Orera settore sinistro 4 Rocce dell’Orera settore destro

22 26

FINALBORGO

8

5 Paretina di Finalborgo

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ROCCA DI PERTI

32

6 Parete delle gemme 7 Placca dell’oasi 8 Settore delle ombre blu 9 Scimmiodromo 10 Placca del gibbone 11 Placca Piotti 12 Pancia dell’elefante 13 Testa dell’elefante 14 Grottino di Perti 15 L’Olimpo 16 Settore centrale 17 Il giardino 18 Falesia dei tre porcellini 19 La cengia degli androidi 20 Settore settentrionale 21 Versante nord 22 Grottino del Bric della Croce 23 Grotto di Perti 24 Tigrotto ROCCA CARPANEA

42 46 50 56 58 60 70 74 76 78 80 88 92 96 100 112 122 126 130

25 Terzo livello 26 Placca delle case valle 27 Zambaland 28 Le rovine 29 La grotta di Sant’Antonino 30 Bric Scimarco settore Antri rossi 31 Bric Scimarco settore superiore 32 Bric Scimarco settore inferiore 33 Parete dimenticata 34 Grotta dell’edera 35 Placca d’angolo 36 Lo specchio 37 I coralli 38 Monte Sordo settore centrale

138 140 144 146 148 150 154 158 162 166 170 172 176 178

134

39 Placca e pilastro di Mu 40 Alveare 41 Le tecchie 42 Pilastrino mirovino 43 Grotta della Pollera 44 Paretina di Pian Marino 45 Bric del frate settore ovest

182 186 188 192 196 198 202

VALLE AQUILA

206

46 Bric Grigio settore il grottino 47 Bric Grigio settore destro 48 Tre Frati 49 Kattedrale 50 Sakrestia 51 Konvento 52 I Missili 53 Bric Pianarella settore monotiri 54 Bric Pianarella settore paretone 55 Placca dei maleducati 56 Superpanza 57 Il sasso

212 214 216 220 224 226 230 232 234 254 262 268

MONTE CUCCO

270

58 Cucco 2 59 Grottone 60 Settore orientale 61 La torre 62 Settore centrale 63 Anfiteatro 64 Campanile 65 Settore Machetto 66 Attico

274 276 280 282 286 292 296 300 304

VALLE DI RIAN CORNEI 67 Un domani 68 Buridda 69 Falesia dell’invidia 70 Gelateria del bosco 71 Italsider settore inferiore 72 Italsider settore superiore 73 Falesia degli amici 74 Ciappo delle conche sett. superiore 75 Ciappo delle conche sett. inferiore 76 Bocca di Bacco 77 Placca Graziella 78 Falesia del gufo 79 Falesia del delfino 80 Falesia del ragno

308 316 318 320 322 324 328 330 332 336 338 340 342 344 346


81 Gola dei briganti settore inferiore 348 82 Gola dei briganti settore superiore 352 83 Falesia della formica 358 84 La goletta 360 85 La consolle 362 86 Cordon bleu 364 87 Placconata centrale di Rian Cornei 372 88 Avancorpo della placconata centrale 376 89 Falesia dell’eco settore superiore 378 90 Falesia dell’eco settore inferiore 382 91 Falesia della tranquillità 388 92 Falesia del guru 392 93 Camelot 2 396 94 Camelot 1 400 95 Falesia del nirvana 404 96 Falesia di Parsifal 406 97 Falesia dell’orso 408 98 Falesia del silenzio settore superiore 412 99 Falesia del silenzio settore inferiore 416 100 Striature obese 422 101 Tempio del vento 424 102 Falesia del cinghiale 430 103 Falesia della volpe 434 104 Falesia del lupo 436 105 Falesia del geko 440 BORAGNI E VAL DI NAVA

442

106 Avancorpo 107 Il pilastro 108 Skarafonia 109 Sasso Scorpion 110 Sasso Crazy brothers 111 Bastionata settore sinistro 112 Bastionata settore destro 113 Grotta della Strapatente 114 Domus aurea 115 Estathe 116 Il vascello 117 Falesia della luna 118 Falesia del sole 119 Grotta dei pipistrelli

446 450 456 458 460 464 472 476 480 484 486 490 492 496

VALLE SCIUSA E VAL PONCI

498

120 Lacremà settore basso 121 Lacremà settore La nuvola 122 Rocca di Corno - Ghiro (est) 123 Rocca di Corno - Futura (est) 124 Rocca di Corno settore sud-est

502 506 508 512 516

125 Rocca di Corno settore sud 126 Rocca di Corno - Zona rossa 127 Rocca di Corno settore ovest ALTOPIANO DELLE MÀNIE

520 526 530

128 Museo dell’uomo 129 Monolocale 130 Mesa verde

536 538 542

CAPO NOLI

544

131 Dancing dalle 132 Easy dalle 133 Primo e secondo pilastro 134 Nolitudine

546 550 552 556

534

I PROTAGONISTI Fulvio Balbi - Falesia della Tranquillità Renato (Biro) Berruti - Pilastrino mirovino Andrea Costaguta - Falesia dell’invidia Giorgio Delfino - Falesia dell’orso Gianni Duregato & Matteo Caropreso - Grotta della Pollera Matteo (Donde) Felanda - Domus aurea Gerardo (Gerry) Fornaro - La cengia degli androidi Andrea Gallo - Grotto di Perti Alessandro Grillo - Monte Cucco Luca Lenti - I missili Outdoor Liguria - Cordon bleu Luciano Pizzorni - Rocca di Perti Versante nord Marco Pukli - Bric Scimarco Lodovico Spiota - Konvento Marco (Zamba) Zambarino - Kattedrale

9


PARIGI 927 km

MONACO 755 km

MILANO 195 km TORINO 160 km

VENEZIA 457 km GENOVA 74 km

MARSIGLIA 335 km

ROMA 584 km

112

57

86 113 111 114 87 109 110 88 89 115 108 107 90 59 69 67 106 91 98 68 92 58 60 119 70 99 100 61 71 93 116 118 62 72 75 85 94 95 101 117 63 74 84 96 102 103 64 73 77 97 104 105 65 76 78 81 56 66 79 83 82 55 80 53

45 50 51 49 43 44 42 47 40 39 46 41 38 48 37 3635 31 21 54 32 20 17 22 23 34 30 52 19 16 24 33 29 18 15 28 6 8 27 14 13 26 25 12 11 7 9 10

5

4 2 1 10

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122 123 124

130 129 128

27 126 125 134 132 131

133

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Esposizioni delle falesie

E

N

12

BORAGNI SETTORE AVANCORPO BORAGNI BASTIONATA CENTRALE (da richiodare) BORAGNI BASTIONATA SETTORE DESTRO BORAGNI BASTIONATA SETTORE SINISTRO BORAGNI GROTTA DELLA STRAPATENTE BORAGNI IL PILASTRO BRIC DEL FRATE CENTRALE (da richiodare) BRIC DEL FRATE SINISTRO (da richiodare) BRIC GRIGIO DESTRO BRIC GRIGIO IL GROTTINO BRIC GRIGIO INFERIORE (da richiodare) BRIC GRIGIO SINISTRO (da richiodare) BRIC GRIGIO SUPERIORE (da richiodare) BRIC RESEGHE (da richiodare) BRIC SCIMARCO INFERIORE BRIC SCIMARCO SUPERIORE BURIDDA CAFFETTIERA (da richiodare) CAPO NOLI EASY DALLE CAPO NOLI NOLITUDINE FALESIA DEGLI AMICI FALESIA DEL BRUCO FALESIA DEL CINGHIALE FALESIA DEL FALCO FALESIA DEL GEKO FALESIA DEL LUPO FALESIA DEL SOLE

FALESIA DELLA FORMICA FALESIA DELLA LUNA FALESIA DELLA VOLPE FALESIA DELL’INVIDIA GELATERIA DEL BOSCO ITALSIDER INFERIORE ITALSIDER SUPERIORE KATTEDRALE KONVENTO LACREMÀ ALTO (da richiodare) LACREMÀ BASSO LACREMÀ LA NUVOLA LE ROVINE MESA VERDE PARETE DELL’AQUILA (da richiodare) ROCCA DEGLI UCCELLI (da richiodare) ROCCA DEGLI UCCELLI AVANC. (da richiodare) ROCCA DI CORNO SETTORE DEL GHIRO ROCCA DI CORNO SETTORE EST ROCCA DI CORNO SETTORE FUTURA ROCCA DI CORNO SETTORE SUD-EST ROCCE DELL’ORERA SETTORE DESTRO SAKRESTIA TERZO LIVELLO TRE FRATI UN DOMANI ZAMBALAND

BOCCA DI BACCO BORAGNI SASSO CRAZY BROTHERS BRIC DEL FRATE DESTRO NORD (da richiodare) DIMENTICATOIO (da richiodare) ESTATHE FALESIA DEL CASTAGNO (da richiodare) GOLA DEI BRIGANTI INFERIORE GROTTA DEI PIPISTRELLI GROTTA DELL’EDERA I MISSILI

GROTTO DI PERTI IL VASCELLO LA GOLETTA LA GROTTA DI SANT’ANTONINO OMO ORA (da richiodare) PLACCA GRAZIELLA ROCCE DELL’ORERA SINISTRO TIGROTTO VERSANTE NORD DI PERTI


W

S

ALVEARE ANTRO DELLE STREGHE (da richiodare) ATTICO AVANCORPO DELLA PLACCONATA PRINCIPALE BORAGNI SETTORE SASSO SCORPION BORAGNI SETTORE SKARAFONIA BRIC DEL FRATE OVEST BRIC PIANARELLA CENTRALE BRIC PIANARELLA PARETONE BRIC PIANARELLA MONOTIRI CASA DEL VACCHÈ (da richiodare) CORDON BLEU FALESIA DEL GURU FALESIA DEL NIRVANA FALESIA DELLA TRANQUILLITÀ FALESIA DELL’ECO INFERIORE FALESIA DELL’ECO SUPERIORE FALESIA DELL’ORSO FALESIA DI CAMELOT 1 FALESIA DI CAMELOT 2 FALESIA DI PARSIFAL GOLA DEI BRIGANTI SUPERIORE I CORALLI IL GIARDINO IL GROTTINO DI PERTI IL SASSO LA MANSARDA (da richiodare) LE TECCHIE LO SPECCHIO L’OLIMPO MONTE CUCCO ANFITEATRO

MONTE CUCCO CAMPANILE M. CUCCO PICCOLO CANYON (da richiodare) MONTE CUCCO CENTRALE MONTE CUCCO CUCCO 2 MONTE CUCCO GROTTONE MONTE CUCCO LA TORRE MONTE CUCCO MACHETTO MONTE CUCCO SETTORE ORIENTALE MONTE CUCCO CANYON (da richiodare) MONTE SORDO CENTRALE PANCIA DELL’ELEFANTE PARETE DELLE GEMME PARETE DIMENTICATA PARETINA DI PIAN MARINO PILASTRINO MIROVINO PILASTRO DI MU PLACCA DEI MALEDUCATI PLACCA DELLE CASE VALLE PLACCA DELL’OASI PLACCA DI MU PLACCONATA SETTORE PRINCIPALE ROCCA DI CORNO OVEST ROCCA DI CORNO ZONA ROSSA SCIMMIODROMO SCOGLIO DI AVALON (da richiodare) SETTORE CENTRALE DI PERTI SETTORE OMBRE BLU SETTORE PLACCA PIOTTI SETTORE SETTENTRIONALE DI PERTI SUPERPANZA TESTA DELL’ELEFANTE

BRIC SCIMARCO ANTRI ROSSI CANAZEI (da richiodare) CAPO NOLI DANCING DALLE CAPO NOLI PRIMO PILASTRO CAPO NOLI SECONDO PILASTRO CAVA DI RIO FINE CIAPPO DELLE CONCHE INFERIORE CIAPPO DELLE CONCHE SUPERIORE FALESIA DEL DELFINO FALESIA DEL GUFO FALESIA DEL RAGNO FALESIA DEL SILENZIO INFERIORE FALESIA DEL SILENZIO SUPERIORE

GROTTA DEI BALCONI (DOMUS AUREA) IL CIMITERO LA CONSOLLE L’ORIZZONTE (da richiodare) MONOLOCALE MUSEO DELL’UOMO PARETINA DI FINALBORGO PARSIFAL (da richiodare) PIETRA DEL SOLE (da richiodare) ROCCA DI CORNO SETTORE SUD STRIATURE OBESE TEMPIO DEL VENTO

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TREKMAP ITALIA, IL RISULTATO DELLE PARTNERSHIP TRA GARMIN E GLI ENTI TERRITORIALI

BirdsEye™: L’ARCHIVIO DELLE MIGLIORI IMMAGINI SATELLITARI COMPATIBILI CON GPS GARMIN

TrekMap Italia è la nuova cartografia digitale topografica nazionale, sviluppata da Garmin e disponibile per i GPS dedicati all’outdoor.

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Copertina dvd TrekMap Italia

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Display con foto satellitare


GARMIN “CUSTOM MAPS”: IL MATRIMONIO TRA CARTOGRAFIA VETTORIALE E MAPPE CARTACEE È possibile utilizzare nei GPS Garmin per l’outdoor di ultima generazione anche le mappe cartacee e integrare la scansione di queste ultime con la cartografia digitale. Una esclusiva Garmin che valorizza il patrimonio di cartine di ogni escursionista.

Garmin presenta BaseCamp, l’evoluzione dello storico software cartografico MapSource che permetterà di pianificare un’escursione e di gestire in 3D i dati cartografici e di percorso. L’escursionismo è disciplina semplice e naturale: camminare su sentieri, tra vallate e boschi è di per sé un’emozione impagabile, ma con la tecnologia di ultima generazione, diventa anche più sicura e persino divertente. Garmin è l’azienda protagonista di questa rivoluzione e l’ultima novità del leader mondiale nella navigazione satellitare si chiama BaseCamp, un software che permetterà agli appassionati dell’outdoor di pianificare e realizzare percorsi, itinerari e waypoint e trasferirli dal proprio computer direttamente ai GPS Garmin e viceversa. Numerose le funzionalità che Base Camp offre agli utilizzatori, quali la visualizzazione della mappe topografiche, sia in 2D che in 3D. Inoltre è possibile visualizzare il profilo altimetrico contestualizzato alla traccia in ogni momento. Inoltre, grazie alla funzione Track Draw, gli escursionisti potranno tracciare un itinerario e ottenere immediatamente un profilo per determinare la difficoltà del percorso. Il rivoluzionario software BaseCamp gestisce la cartografia e i dati di percorso tramite una semplice interfaccia che permette l’orientamento e la modifica della prospettiva di visione, oltre alla funzione “riproduzione” che garantisce l’esperienza virtuale di navigazione in 3D su percorsi.

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L’azienda leader mondiale nel mondo della navigazione satellitare presenta la nuova funzionalità “Custom Maps” che permette di integrare nel proprio GPS da outdoor la cartografia digitale con la cartografia cartacea. Grazie al processo Custom Maps messo a punto da Garmin, è possibile convertire le cartine che ognuno possiede in formato cartaceo in cartine uploadabili sui GPS Garmin per l’outdoor. Con poche e semplici operazioni, infatti si possono trasferire i dettagli delle mappe cartacee o digitali non Garmin sui modelli Oregon, Dakota o Colorado. Questo servizio è gratuito ed è compatibile con PC e Mac. La nuova funzione delle Custom Maps apre il campo di utilizzo a numerose applicazioni fino ad oggi impensabili. Infatti, oltre alle tradizionali applicazioni mirate alla navigazione outdoor, è ipotizzabile che Custom Maps venga utilizzata da chi vuole “esplorare” il parco vicino a casa oppure da chi deve trovare un ristorante e possiede soltanto le indicazioni su una cartina disegnata, oppure un turista evoluto che desidera visitare un’area archeologica descritta su una rivista.

BASECAMP: FACILE E DIVERTENTE PIANIFICARE L’AVVENTURA

Display con Custom Map

Screenshot da computer BaseCamp


I tiri più duri (8a+ - 8c+)

8c+ 8c 8c 8c 8c 8b+ 8b+ 8b+ 8b+ 8b+ 8b+ 8b+ 8b+ 8b+ 8b+ 8b 8b 8b 8b 8b 8b 8b 8b 8b 8b 8b 8b 8b 8b 8b 8b 8b 8b 8b 8a+ 8a+ 8a+ 8a+ 8a+ 8a+ 8a+ 8a+ 8a+ 8a+ 8a+ 8a+ 8a+ 8a+

COCK-TAIL Grotto di Perti Gianni Duregato 2007 SILENZIO TOTALE Grotto di Perti Gianni Duregato 2008 SENZA CHIEDERE PERMESSO I missili Luca Lenti 2000 UNIVERSO PROIBITO I missili Luca Lenti 1999 ROSEMATIX Monolocale Gianni Duregato 2007 URKA (CATMAKER) (Rotkeirs) Museo dell’uomo Klem Loskot OMBRA Scimmiodromo Andrea Gallo 1988 TRANS CABONI Grotto di Perti Andrea Gallo MESSER WOLF Bric Grigio Il grottino Guido Cortese BIRBO I missili Luca Lenti 2000 NON PENSARCI DUE VOLTE I missili Luca Lenti 2000 ROBIN HOOD Cucco Grottone Gianni Duregato 2010 EN ATTENDANT BERHAULT Grotta della Strapatente Christian Brenna 2003 NAZGÛL Il vascello Gianni Duregato 2008 BIGNAMIKA Cucco 2 Gianni Duregato MOSS KIITOS Monolocale Gianni Duregato HUECA SOLO (L2) Settore Centrale di Perti Andrea Gallo …POI CAPACE Il giardino superiore Andrea Gallo CABONI SESI… GEI CANTASA Grotto di Perti Andrea Gallo MANI PRECISE Tigrotto Gianni Duregato 2008 TZUNAMI Parete dimenticata Gianni Duregato 2010 HYAENA Alveare Andrea Gallo 1986 FUGA DA BERLINO Falesia delle tecchie Gianni Duregato 2000 BELGARATH Bric Grigio Il grottino Guido Cortese WOLF Bric Grigio Il grottino Gianni Duregato 2006 NON È VERO MA CI CREDO I missili Luca Lenti 2000 BARBAGIANNI Superpanza Gianni Duregato 2010 THE WALL Cucco Grottone Gianni Duregato 2010 BLOCK TROTTER Cucco Grottone Gianni Duregato 2010 CUCCO IN ALTO (L1) Cucco Grottone Gianni Duregato 2010 LECCA LECCA Cucco Grottone Matteo Caropreso 2011 PASSANDO PER VIENNA Cucco Orientale Luca Lenti 1996 FURORE Il vascello Filippo Larceri AVADA KEDAVRA Il vascello Guido Cortese NU’ CASE Sasso Crazy brothers Guido Cortese SENZA CRAZY (SENZA TABU’ + CRAZY MIX) Sasso Crazy brothers Gianni Duregato ARIAL Parete dimenticata Gianni Duregato 2010 BOMBAY Alveare Andrea Gallo PER FORTUNA CI SEI TU Grotta della Pollera Gianni Duregato 2010 VAI AVANTI TU CHE MI VIENE DA RIDERE I missili Luca Lenti 2000 LA PIÙ BELLA DEL REAME Cucco Grottone Gianni Duregato 2010 IO SONO PRONTO (L2) Cucco Grottone Matteo Caropreso 2011 GATTOLARDO Cucco La torre Guido Cortese JAMIN-A Gola dei briganti inf. Andrea Gallo BRAILLE Striature obese Luca Lenti 1994 DI PIÙ Estathe Klem Loskot SPAZZOLAMI Lacremà settore basso Luca Lenti 1996 EQUILIBRI IMPOSSIBILI* Avan. Rocca degli uccelli Luca Lenti 1997

* Via ben chiodata ma in una falesia con prevalenza di tiri con chiodatura pericolosa e quindi non descritta in questa guida 16


Rocca di Perti

07

Numero dei tiri presenti suddivisi per grado.

26

07

5a 5b 5c 6a 6b 6c 7a 1 2

1 2 5

8 7

Placca dell’Oasi 180m

Quota

W

450m

Esposizione

Bellezza Splendido

Bello

Discreto

Chiodatura

Aiuto! Occhio! Buona Ottima

Affollamento

Basso Medio Alto Ressa

ComoditĂ

Scomoda Sconnessa Comoda

Parcheggio

Difficile Discreto Buono Ottimo

Non esaltante

Principianti Scuole Si scala con pioggia Per famiglie

Segnale assente

17


01

Arene Candide Cava di Rio Fine 18

GPS N44 09.715 E8 19.503

10

01

<4 4a 4b 4c 5a 5b 5c 6a 3

2 2 1

2

Cava di Rio Fine SW 100m

L’unico settore attualmente esistente a Finale Ligure con vie particolarmente facili e ben attrezzate, i tiri vanno dal leggermente abbattuto al breve strapiombo. Il posto non è bellissimo, essendo una cava abbandonata, ma gode di un ottimo panorama ed è molto comodo alla base. Tutte le soste sono attrezzate con maillon rapide chiusi. Le vie sono state attrezzate nel 2004 da Fulvio Scotto a fittoni resinati o placchette.

Accesso Dal casello autostradale di Finale Ligure percorsi 800 metri si giunge a uno stop. Da qui si scende a sinistra in direzione Finale L.- Via Aurelia SS1-Calice Ligure. Percorsi 1,3 km e giunti alla rotatoria, si prosegue dritti per altri 1,5 km sino a un altro stop tenendosi a destra e proseguendo in direzione Imperia-Borgio Verezzi. Proseguendo per 2,4 km e oltrepassando una galleria si nota sulla destra una corsia con indicazione per Borgio Verezzi e un passaggio a livello. Tenendosi quindi sulla destra e oltrepassati i binari della ferrovia si sale a destra in direzione Verezzi (via Nazario Sauro). Percorsi 100 metri si nota sulla destra una strada a vicolo cieco che scende (via della cornice); la si segue per altri 500 metri passando tra le case e poi salendo sino a una curva a gomito a sinistra. Da questo punto, una stradina sterrata prosegue dritta (GPS N44 09.635 E8 19.160), la si segue per 100 metri trovando una prima possibilità di parcheggio per circa tre auto sulla sinistra (Park 1 Arene Candide). La sterrata prosegue per altri 100 metri seguendo il segnavia “un cerchio rosso” sino a un altro parcheggio sempre sulla sinistra per circa tre auto (Park 2 arene candide). Da questo punto è consigliabile proseguire a piedi se non si possiede un piccolo fuoristrada poiché il fondo stradale è piuttosto sconnesso. Proseguendo comunque per altri 150 metri si trova un altro parcheggio sulla sinistra per altre tre auto (Park 3 arene candide). Percorsi 100 metri si incontra un evidente bivio al quale si deve prendere a destra e poco dopo un altro (GPS N44 09.787 E8 19.389) al quale nuovamente si segue a destra in piano raggiungendo la falesia in 200 metri. Il sentiero dal Park 2 Arene candide alla Cava di Rio Fine si percorre in circa 5 minuti di marcia.


1 BORDER LINE 4c 8m Verticale e gradonata 2 NELLE FAUCI DEL PIRANHA 5a 10m Verticale e gradonata 3 ROLLING STONE 3b 8m Leggermente abbattuta e gradonata 4 STARGATE 5b 8m Leggermente abbattuta e gradonata con breve traverso a sinistra in uscita 5 BRAIN STORMING 6a+ 8m Breve strapiombo molto lavorato a buchi in partenza, poi verticale 6 LEGATO MA LIBERO 5c 8m Simile alla precedente ma meno strapiombante 7 LA BRANDLER 6a+ 8m Parte su breve strapiombo a liste, poi placca abbattuta 8 BLUMOUNTAIN 5a 7m Parte su breve strapiombo a liste, poi placca abbattuta 9 ROCKSTORE 4c 6m Verticale a buchi e liste 10 GRAZIE A.I.B. 3c 5m Simile alla precedente

CAVA DI RIO FINE

6a+ 5a

4c

5b 1

5a

5c

2

4c

6a+

3c

3b 3 4

5

6

7

8

9

10

19


02

Arene Candide Il Cimitero

19

GPS N44 09.879 E8 19.493

02

<6 6a 6b 6c 7a 7b 7c 3

1

3 3 7

1 1

Il Cimitero S 210m

Bella falesia con vie prevalentemente verticali su roccia a tratti davvero particolare, i tiri più spettacolari sono comunque quelli che seguono il tetto che contraddistingue la parte centrale della falesia. Le vie sono state attrezzate per la quasi totalità da Fulvio Balbi e Diego Nesi nel 1991. Quasi tutti gli itinerari sono attrezzati a fittoni resinati.

Accesso Dal secondo bivio per la Cava di Rio Fine (N44 09.787 E8 19.389) si sale a sinistra per 40 metri seguendo il segnavia “un cerchio rosso” e giungendo nei pressi di un evidente slargo situato sulla sinistra. Si prende da qui il sentiero che si divide e sale a sinistra contrassegnato dal segnavia precedente e da una freccia di colore rosso (bivio1 per cimitero GPS N44 09.774 E8 19.466). Proseguendo in salita per 250 metri si giunge a un altro bivio al quale si prende a destra proseguendo per altri 100 metri. Al bivio seguente si prende a sinistra salendo per 70 metri. Si giunge ora all’ultimo bivio dove si gira a destra giungendo direttamente all’estrema sinistra della falesia. Il sentiero dal Park 2 Arene Candide al Cimitero si percorre in circa 10 minuti di marcia.

L’orizzonte

Pietra del sole Parsifal

Cimitero

Canazei

Cava di Rio Fine

P P

baracca P

strada asfaltata

Via della cornice zi

20

rez io Ve Borg

sterrato sentiero


1 VATICANO 6c+ 10m Pilastrino, parte su placca e supera un diedrino strapiombante 2 TOSTAU 5c+ 15m Placca abbattuta e diedrino 3 UN METRO SOTTO 6b+ 15m Parte leggermente strapiombante, poi passa su placca 4 TOMBA LA BOMBA 6c+ 15m Parte in placca su bucone, poi verticale 5 CLIC SI GIRA 6b 20m Placca a buchetti, poi leggermente strapiombante 6 PSICOLOGICA 6a+ 20m Verticale su muro bianco, poi lavorata su roccia grigia 7 ULTIMA ALBA 7a 20m Parte verticale su due canne bianche, poi leggermente strapiombante 8 EASY TO REMEMBER 7a 20m Verticale su buchetti rossi, poi tetto 9 ANOTHER DAY IN PARADISE 6c+ 15m Parte su canne, poi tetto 10 FLAUTO DI VERTEBRE 7a+ 20m Primo fittone altissimo, attenzione! Parte su canne, poi tetto 11 SACCO D’OSSA 7b+ 15m Chiodatura pericolosa! Parte su canne, poi tetto e traverso a sinistra 12 SEPPIA GRASSA 6b 15m Verticale su buchi con uscita strapiombante 13 COSETTA 5b 10m Placca lavorata a buchi 14 BAMBINO 4c 12m Placca lavorata a buchi 15 CONSIDERAZIONI DI UN DISTRATTO 6c+ 15m Chiodatura pericolosa! Strapiombo grigio 16 STAFF 6b+ 15m Segue uno strapiombo rosso sul lato sinistro di un antro 17 THE RETURN OF JEDI 6b+ 15m Parte su placca, poi strapiombo a canne grigio scure 18 THE DARK SIDE OF THE FORCE 6b+ 15m Parte su placca, poi strapiombo a canne 19 THE EMPIRE STRIKES BACK 6b 15m Parte su evidente canna, poi roccia lavorata

IL CIMITERO

12

6c+ 6c+

5c+

6a+

6b+ 5

1 2

3

7a

6b

6

6c+ 7a

7

7a+

8 9 10

6b 7b+ 5b 4c 11 13 14

6c+

17 18

6b+ 6b+ 6b+ 15 16

6b 19

4

Park Arene candide

21


03

Rocce dell’Orera Rocce dell’Orera - Settore destro 22

GPS N44 10.366 E8 19.049

21

03

3c 4a 4b 4c 5a 5b 5c 6a 6b 1

3

3

1

1

3 9

Rocce dell’Orera

settore destro

E 300m

Le Rocce dell’Orera sono una facile falesia posta al di sopra di Finalborgo. Il genere di scalata và dalla placca lavorata a buchi al muro verticale mantenendosi spesso su lunghezze di corda che non vanno oltre i 15 metri. Attualmente è una delle falesie più facili di tutto il Finalese ed inoltre una delle pochissime adatte al periodo estivo essendo in ombra al pomeriggio. Gli itinerari non sono di particolare bellezza ma risultano essere particolarmente adatti a principianti e bambini per la loro facilità, inclinazione e morfologia. Scoperta agli inizi degli anni ’70 dagli storici Calcagno, Grillo e Simonetti, è stata rivalutata molti anni dopo da Fulvio Balbi. La chiodatura è realizzata a fittoni resinati tranne la parte all’estrema sinistra che è rimasta purtroppo ancora attrezzata a chiodi tradizionali o placchette e per cui se ne sconsiglia la frequentazione.

Accesso Esistono in realtà due accessi, il primo più breve, il secondo più lungo che, in caso non possediate un mezzo di locomozione, è il più conveniente (partendo direttamente da Finalborgo). Accesso 1 Uscire al casello autostradale di Finale Ligure e giunti allo STOP svoltare a destra salendo in direzione Calizzano. Percorsi 1,3 km si giunge sulla piazza di Gorra (Piazza San Bartolomeo) da dove, con un’inversione a “U”, si torna indietro verso l’autostrada prendendo, però, dopo 50 metri, la seconda strada a destra che sale (Via Bracciale). La si segue per 2 km sino ad un bivio dove si svolta a sinistra e si parcheggia negli spazi delimitati (Park Verezzi, GPS N44 10.187 E8 18.621) che troverete immediatamente prima della Borgata Crosa. Si prosegue a piedi entrando nella borgata, percorrendo Via alla Chiesa ed oltrepassando un voltino. Si continua a salire sino a raggiungere la chiesa di San Martino. Si prosegue da qui seguendo sempre il ciottolato e lasciandosi la chiesa sulla sinistra e poi si scende costeggiando il cimitero (segnavia un rombo rosso ed un cerchio rosso). Il sentiero passa a fianco ad un’evidente prato con porta da calcio; da qui, si prosegue seguendo il segnavia tre pallini rossi. Continuando per 200 metri, si noteranno cinque tracce a distanza di circa 10 metri l’una dall’altra tutte che scendono verso sinistra. Si segue, scendendo, l’ultima di queste cinque tracce (Bivio a sinistra 5 per Rocce dell’Orera N44 10.187 E8 18.621). Quest’ultimo bivio è molto importante poiché è molto facile confondersi con i 4 precedenti; come importante riferimento si ha, proprio nel


punto dove scende il bivio giusto a sinistra, un ometto ed un segnavia (tre pallini rossi) ad altezza piedi ai lati dell’accesso del sentiero. Si prosegue ora lungo la traccia per 320 metri ed al bivio si prende in piano a destra. Pochi metri dopo, al bivio seguente, si segue nuovamente a destra. Ancora pochi metri ed il sentiero si allarga, una traccia scende a sinistra in corrispondenza di alcune pietre che affiorano dal terreno (GPS N44 10.358 E8 19.028). Si segue questa traccia per 40 metri giungendo così alle Rocce dell’Orera settore destro. Il sentiero dal Park Verezzi alle Rocce dell’Orera settore destro si percorre in circa 15 minuti di marcia. Accesso 2 Da Finalborgo si esce dal versante Porta Testa e si attraversa il ponte medievale; giunti all’altezza della rotatoria, si attraversa la strada e si prosegue in direzione del mare (Via Caprazoppa) seguendo la strada statale per 100 metri sino a giungere all’altezza di un’evidente strada sterrata che sale sulla destra con cartello di divieto di accesso e catena. Si segue la sterrata prendendo subito sulla destra (prima del cartello di divieto) un sentiero che sale ripido e passa sopra una rete di contenimento (segnavia tre cerchi rossi pieni). Dopo 15 metri,

sulla sinistra, si noterà una piccola grotta con sigla catastale (F.76). Si prosegue ancora per 250 metri trovando sulla sinistra un muretto in pietra, sulla destra invece un sentiero che sale; si sale per cui a destra (Bivio basso Orera 1). Percorsi 20 metri si trova un altro bivio (Bivio basso Orera 2) dove si prosegue verso destra. Percorsi 900 metri si trova un bivio che sale a sinistra (Bivio basso Orera 3) dove si prosegue invece dritti per altri 160 metri sino al bivio seguente (Bivio basso Orera 4) dove si trova una traccia che sale a sinistra ed una che scende a destra con al centro del bivio una grossa roccia. Si scende a destra proseguendo per 90 metri. Si noterà adesso una grossa roccia sulla propria sinistra e subito dopo una traccia che sale ripida sempre a sinistra. Si scende a destra (Bivio basso Orera 5) camminando ancora per 180 metri e giungendo così all’estrema sinistra del settore Rocce dell’Orera settore destro; in alto a sinistra si possono notare i due tiri Azzurra (n°18) e Giulia (n°17), proseguendo a destra il resto della falesia; proseguendo invece a sinistra, si trovano i primi tiri del settore sinistro. Il sentiero da Finalborgo alle Rocce dell’Orera settore destro si percorre in circa 45 minuti di marcia.

Casello Finale Ligure Gorra

P

Finalborgo

Verezzi (borgata Crosa) chiesa di S. Martino

Rocce dell’Orera

23


03

Rocce dell’Orera Rocce dell’Orera - Settore destro

1 L’APPRENDISTA 4a 12m Placca molto lavorata a grossi buchi 2 MORO 4a 12m Placca molto lavorata a grossi buchi, breve traverso a destra in uscita 3 CONFUSIONE 3c 18m Parte su fessurino, poi placca e terrazzamento prima dell’uscita 4 LUNA 5c 15m Placca abbattuta e lavorata, obliqua molto verso destra, poi sequenza su buchetti 5 COBRECESI 5c 20m Muro verticale molto lavorato con passaggi di forza 6 PEDRO L1 6a 20m Muro verticale di dita con traversino a sinistra e facile placca in uscita L2 4c 10m Placca molto lavorata 7 CHIACCHIA L1 4a 20m Placca e poi diedro L2 5a 15m Muro verticale tecnico 8 SONO GINO 4c 20m Placca abbattuta di movimento 9 CAMALLI 4c 20m Placca abbattuta e muro tecnico verticale 10 STRINGILE FORTE 6a+ 25m Parte leggermente strapiombante su buoni buchi, poi placca 11 STRINGILE PIANO 6a 20m Placca lavorata a fessure 12 MADDALENA 6a 90m Chiodatura vecchia e pericolosa, spigolo 13 FUORIVIA 6a+ 15m Bel muro verticale, continuità di dita 14 DIEDRO DELLE SITUAZIONI DIFFERENTI 6a 70m Diedro e muro verticale, chiodatura vecchia e pericolosa, impraticabile 15 I DIEDRI OBLIQUI 5c 70m Arrampicata delicata ed elegante. Sale una serie di fessure e diedri obliqui situati pochi metri a sinistra del Diedro delle situazioni differenti; riattrezzato a placchette, il secondo e il terzo ed ultimo tiro sono da integrare 16 VIA DEGLI URLATORI 6a+ 80m Chiodatura vecchia e pericolosa! Muro verticale tecnico, parte in un anfratto

ROCCE DELL’ORERA SETTORE DESTRO

13

6a

5c

6a+ 6a+

6a 6b 18 17

24

16

5a

6a+

4c

14 15

19

6a

6a6a+

11

10

12

9

4c

4a

4c

6a 6

8

7

5c 5c 3c 5

4

3

4a 4a 2

1


17 GIULIA 6b 10m Chiodatura pericolosa! Muro verticale con passo singolo di dita 18 AZZURRA 6a 10m Chiodatura pericolosa! Muro verticale con passo singolo di dita 19 CICINO 6a+ 50m Chiodatura vecchia e pericolosa! Sperone verticale e tecnico

Rocce dell’Orera, Elena Troiano, I segni del tempo, 6a+ (ph. M. Tomassini)

25


04

Rocce dell’Orera Rocce dell’Orera - Settore sinistro 26

18

GPS N44 10.352 E8 19.195

04

4a 4b 4c 5a 5b 5c 6a 1 1

3

1

1 6

5

Rocce dell’Orera

settore sinistro

E 900

Parete di recente chiodatura, attrezzata dallo storico Fulvio Balbi e da Roberto Bolzan, offre 13 tiri perfettamente attrezzati ad ancoraggi inox Raumer resinati su roccia nuova e molto lavorata. Diedri, placche e lunghi traversi sono il genere principale di scalata che vi si può trovare. Tutte le soste sono attrezzate ad ancoraggi inox Raumer resinati e collocati “alla francese”. Per Fuoco (3) si sconsiglia di unire i due tiri onde evitare problemi di attrito della corda. Per Razza bastarda (8) e Zanzibar (11) è possibile scendere dall’ultimo tiro tramite sentiero anziché in calata. Per Razza bastarda (8) è possibile utilizzare una corda da settanta metri per unire tutti e tre i tiri poiché la via traversa molto e la calata risulta essere molto più breve dello sviluppo complessivo; tuttavia, si sconsiglia di unire i tiri per evitare gli enormi problemi di attrito della corda. Per Trocadero (12) è possibile evitare la parte iniziale partendo a sinistra e poco più in alto, (placchetta inox) riducendo il grado a 4a.

Accesso Dal Park Verezzi (vedere accesso Rocce dell’Orera settore destro, Accesso 1), si prosegue a piedi entrando nella borgata, percorrendo Via alla Chiesa ed oltrepassando un voltino. Si continua a salire sino a raggiungere la chiesa di San Martino. Si prosegue da qui seguendo sempre il ciottolato e lasciandosi la chiesa sulla sinistra si scende costeggiando il cimitero (segnavia un rombo rosso ed un cerchio rosso). Il sentiero passa a fianco ad un’evidente prato con porta da calcio; da qui, si continua a seguire il segnavia tre cerchi rossi pieni per 580 metri ed un lungo muro a secco. Il sentiero da pianeggiante sale dolcemente e scende nell’ultimo tratto sino a giungere ad uno slargo con un’edicola votiva in muratura verniciata di rosa salmone (Edicola votiva, GPS N44 10.337 E8 19.256). Da qui, si scende a serpentina seguendo il sentiero principale (segnavia tre cerchi rossi pieni) per 60 metri; in un punto dove il sentiero compie una curva a destra, una traccia si divide a sinistra scendendo brevemente ed entrando nel bosco. La si segue proseguendo in piano per 130 metri sino ad un bivio in prossimità di una paretina rocciosa che forma un piccolo tetto (sulla sinistra). Si sale ora a sinistra ripidamente per 50 metri giungendo al settore sinistro delle Rocce dell’Orera in prossimità della via Trocadero. Per raggiungere le vie n°1, 2 e 3 è necessario, all’altezza dell’ultimo bivio con paretina rocciosa, scendere per 60 metri; le tre vie si trovano ad una distanza di circa 20-40 metri l’una dall’altra. Proseguendo ancora in questa direzione si raggiunge il settore destro e ci si ricollega con il sentiero di andata giungendo sino al Park Verezzi. Il sentiero dal Park Verezzi alle Rocce dell’Orera settore sinistro si percorre in circa 20 minuti di marcia.


1 CIELO 5a 17m Ampio ed abbattuto diedro, prosegue su placca molto abbattuta a grossi buchi; sosta in comune con Bosco 2 BOSCO 4b 13m Placca a grossi buchi in lieve obliquo verso destra, in uscita si abbatte molto; sosta in comune con Cielo 3 FUOCO L1 6a 13m Breve placca, poi verticale con cengia obliqua, esce su placca e raggiunge una comoda cengia L2 5c 19m Parte verticale e lavorata a buchi, prosegue su placca a grosse vasche e raggiunge un comodo terrazzino; si sconsiglia di unire i due tiri per evitare problemi di attrito 4 NUVOLE 4a 9m Facile placca molto lavorata a buchi e banche; sosta su un solo punto con ancoraggio “apribile” Raumer 5 VARIANTE CICINO 5b 10m Breve placca a buchetti con ribaltamento finale, porta all’ultimo tiro (non richiodato) della via Cicino… una classica Finalese del settore destro 6 L’ANGOLO NEL CIELO 6a 33m Bella via, continua, con brevi strapiombi e sempre su buone prese; parte verticale su roccia rossa a buconi, non banale 7 I SEGNI DEL TEMPO 6a+ 35m Molto bella; marcato diagonale verso destra su placca tecnica, il recupero dei rinvii conviene affidarlo al secondo di cordata 8 RAZZA BASTARDA L1 4c 25m Via didattica e di stampo classico; obliquo a destra su comode balze ed appigli abbondanti L2 4c 6m Ancora a destra, corto tiro con bel traversino aereo L3 4c 15m Uscita verticale su roccia splendida, sosta su masso nel bosco 9 DONNE, CRAVE E OCHE 6a 20m Nei primi 10 metri leggermente strapiombante su grossi buchi e faticosa (se non si trova la sequenza giusta), prosegue su placca abbattuta 10 FANNI E DESFA L1 5b 15m Obliquo a sinistra con impegnativo traverso su placca fessurata L2 5b 15m Diedro/camino molto marcato con abbondanti appigli; si sconsiglia di unire i due tiri per evitare grossi problemi di attrito della corda 11 ZANZIBAR L1 5b 14m Parte su placca con fessure e lame, poi si abbatte; via di soddisfazione su buoni appigli ma mai banale L2 5b 20m Bel pilastro, segue un muro lavorato su bei buchi netti; sosta su masso nel bosco, è possibile unire i due tiri 27


04

Rocce dell’Orera Rocce dell’Orera - Settore sinistro

12 TROCADERO 5b 15m Pilastrino, molto belli i primi 5 metri, poi la via si abbatte con arrampicata su grosse prese 13 DURBEGA 6a 16m Placca, subito abbattuta su buoni appigli, poi verticale con uscita atletica

ROCCE DELL’ORERA SETTORE SINISTRO

4c 4c 5b

5b

6a

6a 5b

12

Park Verezzi

5b

5b 8 10 9

7

5

6

5c 4b

11

4a 4

28

6a

4c

13

5b

6a+

6a 3

2

5a 1

Settore destro


Schweiz / Gimmlwald / Sektor A - Roger Schäli, alpineXtrem Team Photograph: Claudia Ziegler

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Finalborgo Paretina di Finalborgo

9

GPS N44 10.630 E8 19.423

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5b 5c 6a 6b 1

1 7

Paretina di Finalborgo SW 40m

Bel muro tecnico a roccia particolarmente compatta, la paretina di Finalborgo, in calcare massiccio simile a quello di Capo Noli, offre una roccia decisamente differente dal resto del Finalese. Per molti anni questa parete è stata dimenticata a causa dello stato della chiodatura e questo ha fatto sì che la roccia abbia mantenuto ottime caratteristiche d’aderenza. Tra i mesi di ottobre e novembre 2010, un’opera di richiodatura e la realizzazione di tre nuovi itinerari, ne ha esaltato le già ottime caratteristiche rendendola meta di numerosi climbers. Il fatto che sia raggiungibile in soli dieci minuti a piedi da Finalborgo ha contribuito ancor più a farla entrare rapidamente tra le falesie invernali maggiormente frequentate. Il contributo per l’acquisto del materiale è stato offerto dal Comune di Finale Ligure; Marco (Thomas) Tomassini e Daniele (Jack) Canale dell’associazione TOTHEMASS si sono occupati del restyling della falesia, un valido aiuto è stato apportato da Simone Baglietto, Max Stefanutti e Natalino Odasso. Nei mesi invernali la falesia è esposta al sole dalle ore 9 alle ore 14 circa. Calice Ligure

A10

Casello di Finale Ligure

Finalborgo Finale Ligure

Gorra Colle del Melogno

Castel San Giovanni

P

30

P

Finalborgo

Accesso Uscire al casello autostradale di Finale Ligure e, giunti allo STOP, scendere in direzione della costa. Percorsi 1,4 km, all’altezza della rotatoria, svoltare a sinistra in direzione Finale Borgo, Calice Ligure e Perti, attraversare il ponte medievale e svoltare subito dopo a sinistra parcheggiando in Piazza di Porta Testa (Park Porta Testa, GPS N44 10.532 E8 19.559). Proseguire a piedi entrando nel borgo antico di Finale Ligure (Finalborgo) da Porta Testa, percorre Via Nicotera per 90 metri entrando poi a sinistra in Via del municipio. Percorsa quest’ultima per 70 metri si giungerà in prossimità di Piazza del tribunale. Da qui, si sale lungo la strada mattonellata a tornanti (Via Berretta) seguendo il percorso “Finale borgo-Pian Marino” (segnavia due cerchi rossi pieni) per 280 metri sino all’altezza di un’antica porta d’accesso (Porta mezzaluna, GPS N44 10.615 E8 19.517). Salendo ancora per 90 metri, in prossimità di un tornante a destra, un sentiero sulla sinistra oltrepassa il muretto perimetrale (Bivio 1 per Paretina di Finalborgo, GPS N44 10.634 E8 19.469). Seguirlo per 10 metri prendendo subito un bivio a sinistra, scendendo brevemente e proseguendo in piano per altri 50 metri. Giunti al bivio, in prossimità di una roccia, scendere a sinistra per 35 metri sino a giungere ad un risalto roccioso, attrezzato con corde fisse, da scendere per 10 metri in facile arrampicata. Giunti ai piedi del risalto, scendere ancora per 100 metri costeggiando la roccia, percorrendo una sezione pianeggiante ed oltrepassando un breve cono detritico nell’ultimo tratto. Risalendo una brevissima rampa sormontata da due alberi ci si troverà all’estrema destra della falesia. Il sentiero dal Park Porta Testa alla Paretina di Finalborgo si percorre in circa 10 minuti di marcia.


1 ICH HABE EINEN BANDWURM 6a 20m Facile zoccolo basale, poi verticale, tecnica e di continuità su buone prese con un passaggio poco intuitivo a metà via 2 TIRA DRITTO FURBACCHIONE 6a 20m Facile zoccolo basale, poi verticale e tecnica di grande continuità su prese sempre nette 3 CUSSULE‘ STU CASINU 6a 20m Cengia obliqua, delicata placca leggermente appoggiata, poi verticale e tecnica su buone prese 4 IL MAGO DI WORD 6a+ 20m Cengia obliqua, poi placca con arrampicata tecnica, d‘equilibrio e movimento su tacche nette, molto continua 5 IL RAGAZZO CON L‘ORECCHINO DA PIRLA 6a+ 21m Varia arrampicata di movimento in placca leggermente appoggiata a buchi e tacche nette 6 IL LABIRINTO 6a 21m Verticale di movimento su prese sempre nette, muretto finale di dita 7 SGRILLETTAMI 6a+ 21m Facile partenza, necessaria poi un po’ d‘intuizione per superare una breve placca tecnica di dita e per posizionarsi bene sul muretto finale 8 DECIMINO 5b 12m Parte da un pulpito roccioso; arrampicata su placca appoggiata a grandi prese con un passaggio più tecnico su muro verticale a metà via 9 MEDCAMALIA 6b+ 18m Parte d‘equilibrio su placca appoggiata, facile sezione a buone prese con traverso a destra, breve e difficile strapiombo finale a tacche

PARETINA DI FINALBORGO

6a

6a+ 6a

5b

6a

6a+

6b+

6a 6a+ 8

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Finalborgo

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Rocca di Perti ACCESSO GENERALE ALLE FALESIE DEL VERSANTE OVEST DELLA ROCCA DI PERTI L’accesso generale si intende dal casello autostradale più vicino alle falesie sino al parcheggio più comodo. Nel comprensorio del versante ovest della Rocca di Perti sono comprese le falesie: 1 Parete delle gemme (GPS N44 11.502 E8 18.645) 2 Placca dell’oasi (GPS N44 11.351 E8 18.754) 3 Settore delle ombre blu (GPS N44 11.529 E8 18.710 ) 4 Scimmiodromo (GPS N44 11.267 E8 18.940) 5 Placca del gibbone (GPS N44 11.258 E8 18.947) 6 Placca Piotti (GPS N44 11.474 E8 18.775) 7 Pancia dell’elefante (GPS N44 11.499 E8 18.738) 8 Testa dell’elefante (GPS N44 11.502 E8 18.751) 9 Grottino di Perti (GPS N44 11.517 E8 18.736) 10 L’olimpo (GPS N44 11.585 E8 18.624) 11 Settore centrale di Perti (GPS N44 11.630 E8 18.625) 12 Il Giardino (GPS N44 11.699 E8 18.612) 13 Falesia dei tre porcellini (GPS N44 11.637 E8 18.581) 14 La cengia degli androidi (GPS N44 11.695 E8 18.570) 15 Settore settentrionale di Perti (GPS N44 11.651 E8 18.571) Usciti al casello autostradale di Finale Ligure e giunti allo STOP, si scende in direzione della costa. Percorsi 1,4 km, all’altezza della rotatoria, si svolta a sinistra in direzione Finale Borgo, Calice Ligure e Perti, si attraversa il ponte medievale e si svolta subito a sinistra seguendo per Calice Ligure. Percorsi 3,2 km si prende sulla destra la strada in salita con indicazioni “Palestra di Roccia Rocca di Perti” che si segue transitando in un tunnel sotto l’autostrada. Poco dopo questo si ha una prima possibilità di parcheggio in una grossa piazzola sterrata sulla destra (Park Perti autostrada, GPS N44 11.557 E8 18.380). Al bivio seguente, si prosegue a sinistra per 300 metri; in prossimità di un tornante a destra, si ha la seconda possibilità di parcheggio ai lati della strada sterrata (Park Perti 1, GPS N44 11.694 E8 18.388). In questo punto, le condizioni del fondo stradale sono pessime, per cui, a meno che non si possegga un piccolo fuoristrada, è conveniente proseguire a piedi. Da qui, è necessario vedere gli accessi specifici alle varie falesie riportati nelle pagine dedicate. Il Settore settentrionale di Perti e Il giardino, benché facenti parte del versante ovest, sono più comodamente raggiungibili dal versante nord; in tutti i casi, i 19 settori della Rocca di Perti sono collegati tra loro e per cui raggiungibili da tutti e due i versanti.

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ACCESSO GENERALE ALLE FALESIE DEL VERSANTE NORD DELLA ROCCA DI PERTI L’accesso generale si intende dal casello autostradale più vicino alle falesie sino al parcheggio più comodo. Nel comprensorio del versante nord della Rocca di Perti sono comprese le falesie: 16 Versante Nord di Perti (GPS N44 11.751 E8 18.651) 17 Grottino del Bric della Croce (GPS N44 11.676 E8 18.757) 18 Grotto di Perti (GPS N44 11.664 E8 18.838) 19 Tigrotto (GPS N44 11.663 E8 18.832) Usciti al casello autostradale di Finale Ligure, si giunge allo STOP da dove si scende in direzione della costa. Percorsi 1,4 km, all’altezza della rotatoria, si svolta a sinistra in direzione Finale Borgo, Calice Ligure e Perti, si attraversa il ponte medievale e si svolta subito dopo a sinistra seguendo per Calice Ligure. Percorsi 2 km, sulla destra si segue una stradina che sale (Via Don Mario Scarrone) con le segnalazioni di Perti Alto e Zona Monumentale Perti. Percorsi 1,3 km si giunge su di una piazzetta (Piazza Martiri Perticesi) con chiesa (S. Eusebio). In questo punto è anche possibile approvvigionarsi d’acqua potabile dalla fontanella situata sulla sinistra. Si prosegue dritti oltre la chiesa per 1 km oltrepassando un gruppo di case color ocra (ubicate sulla destra); si prosegue ancora per 1,1 km salendo e parcheggiando nello spiazzo sterrato con panche e tavoli in legno (Park Perti Nord, GPS N44 11.844 E8 18.583); anche qui è possibile approvvigionarsi d’acqua potabile dalla fontanella in pietra. Da qui, è necessario vedere gli accessi specifici alle varie falesie riportati nelle pagine dedicate. Il Grotto di Perti è in realtà raggiungibile in maniera più diretta dal Park Monte sordo. Dal Park Perti Nord è invece più facilmente raggiungibile il Settore settentrionale di Perti e Il giardino nonostante facciano ambedue parte del settore ovest.

Perti Nord

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Park Perti 1

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Genova Calice

1 Parete delle gemme 2 Placca dell’oasi 3 Settore delle ombre blu 4 Scimmiodromo 5 Placca del gibbone 6 Placca Piotti 7 Pancia dell’elefante 8 Testa dell’elefante 9 Grottino di Perti 10 L’olimpo 11 Settore centrale di Perti 12 Il giardino 13 Falesia dei tre porcellini 14 La cengia degli androidi 15 Settore settentrionale di Perti 16 Perti - Versante nord 17 Grottino del Bric della Croce 18 Grotto di Perti 19 Tigrotto

A P 15 16 17 P 18 12 14 19 11 13 10 8 PB 1 9 7 P 6 D 3

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Casello Finale Ligure

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Gorra

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Castel Gavone Finalborgo

P A Park Perti nord (I cianassi) B Park Perti autostrada C Park Perti 1 D Park Le gemme (solo fuoristrada) E Park Scimmiodromo (solo fuoristrada)

Borgio Verezzi 34

Stazione Finale Ligure


iKer poU, fotoGrafato da daMiano leVati nelle doloMiti, italia Scopri la Storia coMpleta SU thenorthface.coM

the north face速 trailhead app


Rocca di Perti I PROTAGONISTI

corso Alpino più vicino era a Savona, così venne proposta da questa stazione la creazione di un distaccamento a Finale con a capo Luciano, ma senza il materiale necessario; un suo intervento venne realizzato tagliando un albero per costruire una barella! Dopo numerosi solleciti, un giorno arrivò un piccolo pacco che conteneva stemmi e distintivi! Luciano, che viveva nel suo periodo di “tutto e subito”, alzò il telefono, inveì e se ne andò dal soccorso alpino, pur continuando ad intervenire in aiuto di chi ne aveva necessità… tanto è dovere di ogni alpinista portare soccorso a chi ne ha bisogno. Un giorno i miei genitori mi portarono in visita ai nostri cugini di Finale, così conobbi finalmente questo cugino spericolato che nel girar per casa si attaccava agli stipiti delle porte. Sembrava strano ma era simpatico, mi fece giocare con i suoi moschettoni e mi portò a visitare Castel Gavone. Pochi mesi dopo mio padre ebbe un’offerta di lavoro a Savona, così ci trasferimmo. Ero al primo anno universitario quando persi mia madre e ri-

Luciano Pizzorni

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masi con un padre gravemente malato; Luk prese in mano la mia vita, ed io entrai nel suo mondo. Iniziai a scalare, sovente ero con lui; falesie, alpi, Monte Bianco, ma più spesso sui libri, dovevo farlo, il suo aiuto era anche economico. Nei miei ritorni alla scalata lo trovavo spesso impegnato a tentare di far crescere persone che non lo meritavano e, di conseguenza, perdeva allenamento, vigore atletico e mentale, la volta dopo invece, vibrante ed incontenibile, mi trascinava per le alpi a ripetere vie infischiandosene del meteo, io poi mi vendicavo cercando di insegnargli le arti marziali dove ancora oggi so dire la mia. Era un modo dolce per picchiarlo un po’, una innocente vendetta alle fatiche, alle intemperie, alle quattro noci (due a testa!) che mi faceva patire in quelle lunghe giornate dove il tempo non trovava quiete neanche quando il sole si spegneva. Se fosse stato più costante e meno eclettico, indirizzando le sue energie su obiettivi concreti, chissà dove sarebbe arrivato, con quel suo elegante procedere tra placche e diedri senza sforzo apparente. Per me


era e rimane il punto di unione tra l’eleganza di Gianni Calcagno e la magnificenza di Patrick Berhault, e chi ha visto Luciano allenato può sicuramente confermarlo. Tra alti e bassi ha comunque sempre espresso un suo stile onesto e pulito; un po’ schivo, non gli piace parlare delle sue salite, se lo fa è perché vi stima, ha fiducia, siete nel suo cuore, le vive come avventure interiori, intime, vissute nei sensi… “è come corteggiare una fanciulla, la osservi, poi ti avvicini e cerchi i suoi lati nascosti, i colori che variano da versante a versante, i suoi venti le sue nuvole, il suo odore”… così rispose alla mia domanda “perché vuoi salire quella montagna?” Ho avuto la fortuna di condividere con lui qualche grande salita e vivo ancora quell’essere instancabile, capocordata sempre, la calma impressionante nella bufera e lo sguardo che in montagna cambia, si immerge nell’ambiente, a volte i suoi occhi sono ghiaccio, altre come il vento, ma poi in realtà quando ti abbraccia, alla fine della discesa (la via non finisce in vetta) senti tutta la sua gioia e la grande passione che infiamma il suo cuore. Luk ha un carnet di grandi salite e anche qualche bella esperienza extraeuropea, ha dedicato molto tempo, a mio giudizio troppo, alle Scuole di alpinismo del Club Alpino, ne divenne Istruttore Nazionale in giovane età. Per anni ha vissuto ramingo in diverse scuole, non trovando l’ambiente giusto, confacente alla sua visione, anzi uscendone talvolta deluso, trovando colleghi che non perseguivano con passione i loro obiettivi, ma quella forma di appagamento personale, dovuto ad un titolo o ad una posizione, un prestigio. Da queste sue esperienze ha ottenuto anche grandi e belle gratificazioni dai suoi allievi, e di recente, la creazione a Finale Ligure della Scuola di alpinismo dedicata a Gianni Calcagno, idea che affonda le sue origini e il suo spirito agli albori dell’arrampicata sulla Pietra del Finale e dei suoi Padri. In Lui il maestro e l’alpinista risentono molto del forte legame con il territorio Finalese. Alla sua storia ha dedicato forte attenzione visitando gli archivi storici alla ricerca di documenti antichi sia in Italia che in Europa. Sul Finalese, grazie anche alla grande conoscenza del territorio che gli ha permesso sottili intuizioni, ha del materiale pronto per la pubblicazione: ma lui è così… “poi ci

penso”… le vie che ha aperto sulle Alpi, pensate che abbia pubblicato qualche relazione? No! Sono a conoscenza di sue vie in Monte Bianco, al Mongioie, in Marittime ed a Castell’Ermo (dove le vie sono tutte sue); tra le valli di Albenga e il Finalese penso vi siano almeno una quarantina di itinerari sconosciuti, non solo di roccia; cascate di ghiaccio in Valle Pennavaire e in Valle d’Arroscia; sul Bric Agnellino (il Ben Nevis di Finale), sono tutte state da lui esplorate molti e molti anni orsono”. Questa sua reticenza non è per riservarsi dei luoghi solo per se e pochi intimi, anzi, ogni tanto, colto da un improvviso raptus per un luogo, è capace di trascinarci tutti quelli che capitano, amici, conoscenti, sconosciuti, e con il suo trascinante entusiasmo anche un posto insignificante ti sembra spettacolare. Oggi qualcosa in Lui sta mutando. Benché a volte svogliato e lento, ogni tanto produce qualche nuova via e, incredibile, con relativa relazione! Chiaramente viaggia controcorrente, mentre tutti superchiodano monotiri, lui si dedica alle vie lunghe, dosando i fix, lasciando spazio alle protezioni naturali e alla fantasia di chi ripete la via. Ha da poco iniziato un progetto di restauro di vie storiche, che non guarda soltanto alle pareti; essendo il territorio Finalese ricco di sorprese, di particolarità, di endemismi, di siti preistorici e storici, insomma un grande museo a cielo aperto, ogni parete nasconde reperti e segni del passato, ed è qui che si gioca il futuro di Finale. Nella mia ultima venuta in Italia e a Finale ho visto molti luoghi degradati e sporchi, lattine, plastica, cartucce usate di resina, defecazioni alla base delle vie, proprio lì dove posi la corda, carta, bottiglie… il fatto è triste perché siamo noi gli artefici del degrado… Finale da sempre ha espresso temi innovativi, e molto ha dato per sviluppare l’arrampicata dinamica; ora deve uscire da questo momento, le menti devono tornare a sprizzare quella vivace energia che si cela tra gli altipiani Finalesi. Gli arrampicatori Finarini per trainare questo movimento ci sono, e sicuramente Luciano è tra essi. Forza Purchin. Patricia Pizzorni da Ushaia, Argentina. 39


Il Vecchio

di Alessandro Grillo

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severa minaccia per tutti coloro che, in seguito, sarebbero saliti lungo la via o che si fossero trovati alla base della parete. Ed allora non immaginavamo minimamente quante persone sarebbero giunte negli anni a venire. Torio, esperto “cavatore”, escogitò rapidamente la soluzione. Mi disse di salire alla destra del masso e di attrezzare una buona sosta un poco sopra la sua sommità. Salii; mi sembrava di procedere su di un campo minato. Ricordo che quell’anno l’inverno non era ancora finito, la parete, orientata a ovest, si trovava in ombra, e una fredda tramontana si infiltrava tra masso e parete, emettendo lugubri fischi. La scena era perfetta per il film… Terrore in parete. Sentivo scricchiolii a ogni istante e sembrava che tutto il monte muovesse nel vento. In vita mia, fu una delle poche volte che arrampicai con

Alessandro Grillo 1974

Vista da Calice Ligure, la Rocca di Perti appare come un’immensa prua di un vascello d’altri tempi, con l’elegante spigolo nord che sembra avanzare tra i flutti. È la rocca più ricca di storia e di leggende di tutto il Finalese. Nel 1973, il suo versante ovest, lungo quasi due chilometri e alto oltre centocinquanta metri, non presentava alcun itinerario di salita e ciò destava in noi il massimo interesse. Dovevamo salire quella parete, possibilmente lungo un itinerario che portasse direttamente alla vetta più alta. Cosa non facile, poiché la rocca in questione è costituita da grandi balzi interrotti frequentemente da cenge erbose e piccoli boschi pensili. Guarda da lontano, guarda da vicino, finalmente individuammo il percorso. Partimmo per un primo tentativo, io e “Torio” Simonetti, portando in una piccola grotta tutti i ferri del mestiere. Iniziammo in un diedro strapiombante e un pezzo di ferro profilato a U, conficcato al punto giusto, ci consentì di superare il punto più faticoso. Sopra, la salita si fece più piacevole e aerea, non difficile ma bella. Dopo tre lunghezze di corda, dovevamo affrontare un’aerea traversata a sinistra, che era sovrastata da un grosso pilastro completamente staccato dalla parete e stranamente appoggiato alla roccia. Il parallelepipedo era alto più di tre metri, largo circa un metro e spesso la metà. Alla base si faceva piccolo, piccolo, per poggiare su un minuscolo gradino. Passare lì sotto, con tutto quell’arnese sopra la testa, avrebbe richiesto più incoscienza che coraggio. Il fantastico sistema di appoggi e aderenza che teneva quasi sospeso quell’enormità di roccia aveva del miracoloso. Rimanemmo attoniti alla sosta, guardando quell’equilibrista, che sempre più assomigliava a una… bara. A tutti i costi bisognava togliere quel coso, se volevamo passare con un minimo di tranquillità, anche perché avrebbe costituito una


Spigolo di Perti da Calice Ligure

una signora accanto… la Paura. Trovai due buoni buchi, vi infilai pezzi di legno e due lunghissimi profilati di ferro e sostai sulle staffe. Mi trovavo un poco più in alto e a destra del masso. Torio salì tranquillamente e giunto all’altezza della sommità del mostro mi disse di bloccare la corda. “Ora ti faccio vedere come si fa” esclamò sorridendo. Estrasse dallo zaino un sasso grande come un pugno e lo infilò tra il blocco e la parete, poi fece leva con il manico del martello. La “bara” si mosse in modo impercettibile, ma il sasso scese un poco. Fece ancora leva e il sasso scese ancora di più. A quel punto Torio, appeso alla corda, schiena alla parete, puntò gli scarponi contro il masso e diede una leggera spinta. Lentamente, come in un film al rallentatore, il roccione si mosse, e in una nuvola di vento e polvere, precipitò in basso. Toccò la parete, descrisse una arco e in un frastuono indescrivibile arrivò alla base, ove si ruppe in due parti. Una si frantumò ancora e si fermò, ma l’altra, più tondeggiante, si avviò subdolamente e dolcemente verso valle. Entrò in un boschetto di lecci, ove pensammo si fermasse. Ma ai nostri occhi increduli apparve un proiettile che viaggiava a folle velocità. Si infilò tra gli uliveti, passò vicinissimo ad alcune casette contadine abitate, rimbalzò sulle fasce coltivate, sorvolò il cantiere dell’autostrada in costruzione e la strada provinciale che unisce Calice a Final Borgo, finendo la sua folle corsa nel greto del torrente tra spruzzi d’acqua.

Eravamo terrorizzati. Tremavamo come foglie. Con il residuo coraggio scendemmo percorrendo palmo a palmo tutto il percorso del masso, in cerca di danni e… vittime. Il luogo, allora, era piuttosto deserto, ma qualche contadino o qualche boscaiolo, avrebbe potuto trovarsi al lavoro nel bosco o negli uliveti. Per incredibile buona sorte, tutto si era risolto con qualche alberello rotto e qualche ulivo sbucciato. Il mattino seguente, dopo una notte insonne, consultammo i giornali con la cronaca locale: nessuna notizia di caduta massi nel Finalese! Passò qualche settimana, poi preso coraggio, ritornammo in quei luoghi, con noi anche il fido Armando, detto “Monsieur Luc”, il Vecchio, per gli amici. Aveva appena compiuto… 50 anni. Superammo il traverso e velocemente giungemmo in vetta. Abbracci calorosi al Vecchio, ma tra me e Torio, una sola stretta di mano. I nostri sguardi erano quelli spaventati di due possibili e potenziali assassini. Mancava solo De Andrè a cantare “Il pescatore”! Da quel giorno, mai più, durante l’apertura di una via, gettai un sasso, anche piccolissimo, dalle pareti del Finalese, tranne che in una occasione, ma questa è un’altra storia.

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Valle di Rian Cornei ACCESSO GENERALE ALLE FALESIE DELLA VALLE DI RIAN CORNEI PARTE CHIESA DI ORCO L’accesso generale si intende dal casello autostradale più vicino alle falesie sino al parcheggio più comodo. Nel comprensorio della valle Cornei parte chiesa di Orco sono comprese le falesie: Cordon bleu (GPS N44 12.895 E8 20.612) Falesia del silenzio settore inferiore (GPS N44 12.563 E8 20.778) Falesia del silenzio settore superiore (GPS N44 12.538 E8 20.837) Striature obese (GPS N44 12.487 E8 20.889) Tempio del vento (GPS N44 12.471 E8 20.919) Dal casello autostradale di Feglino si giunge allo stop e si svolta a sinistra in direzione Orco Feglino. Percorsi 300 metri e giunti al bivio, proseguire dritti in direzione Orco passando sotto il viadotto autostradale e di fianco al Bar La scaletta. Da qui, salire per altri 3,1 km scendendo brevemente nell’ultimo tratto e giungendo a un altro stop. Salire ora a sinistra seguendo Via Chiesa per 800 metri e giungendo così sulla piazza della chiesa di Orco con ottime possibilità di parcheggio (Park Orco, GPS N44 13.321 E8 20.685). Qui è anche possibile approvvigionarsi di acqua potabile alla vicina fontanella situata nei pressi del monumento. Il sentiero per raggiungere le falesie segue inizialmente la sterrata che sale con indicazione Cimitero Orco e segnavia due lineette verticali e un triangolo rosso. Attenzione: il casello di Feglino è utilizzabile solo per chi arriva da Genova; provenendo da Ventimiglia è necessario uscire a Finale Ligure. In entrata a Feglino, è possibile proseguire solo in direzione Genova. Telepass non automatico. 1 Un domani 2 Buridda 3 Falesia dell’invidia 4 Gelateria del bosco 5 Italsider settore inferiore 6 Italsider settore superiore 7 Falesia degli amici 8 Ciappo delle conche settore superiore 9 Ciappo delle conche settore inferiore 10 Bocca di Bacco 11 Placca Graziella 12 Falesia del gufo 13 Falesia del delfino 14 Falesia del ragno 15 Gola dei briganti settore inferiore 16 Gola dei briganti settore superiore 17 Falesia della formica 18 La goletta 19 La consolle 20 Cordon bleu 310

316 318 320 322 324 328 330 332 336 338 340 342 344 346 348 352 358 360 362 364

21 Placconata centrale di Rian cornei 22 Avancorpo della placconata centrale 23 Falesia dell’eco settore superiore 24 Falesia dell’eco settore inferiore 25 Falesia della tranquillità 26 Falesia del guru 27 Camelot 2 28 Camelot 1 29 Falesia del nirvana 30 Falesia di Parsifal 31 Falesia dell’orso 32 Falesia del silenzio settore superiore 33 Falesia del silenzio settore inferiore 34 Striature obese 35 Tempio del vento 36 Falesia del cinghiale 37 Falesia della volpe 38 Falesia del lupo 39 Falesia del geko

372 376 378 382 388 392 396 400 404 406 408 412 416 422 424 430 434 436 440


Feglino

A10 Chiesa di Orco P

Finalborgo

Chiesa di S. Lorenzo

Park P Casermone

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Park Orco

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Spotorno

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16 15 Pizzeria Ponte Cornei

Park Ponte Cornei P

Finale Ligure

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Fulvio è senza dubbio uno dei chiodatori più prolifici del Finalese, uno storico scopritore di falesie e falesiette sparse tra le valli. Ha al suo attivo centinaia di vie concentrate in modo particolare nella meravigliosa valle di Rian Cornei. Lo incontrai circa 25 anni or sono in una scuola a Genova dove lui frequentava un corso per saldatori ed io un biennio di avviamento al lavoro, lo riconobbi subito e gli confessai la mia passione per l’arrampicata e per il Finalese. Il giorno dopo ci rivedemmo e mi regalò la sua guida “Alpinismo per gioco” completa di dedica ed autografo. Passarono diversi anni prima che io iniziassi a frequentare in maniera regolare le falesie di Finale Ligure ma non dimenticai mai quel gesto gentile, per me Fulvio era un mito finalese e continua ad esserlo tutt’ora, non solo come chiodatore ma anche come persona. Fulvio Balbi, assieme a Carlo Voena e Mauro Carena facevano parte dei famosi (almeno per quanto riguarda i climbers genovesi) Cravasards. Negli anni ‘80 attrezzarono parecchie delle piccole falesie nella provincia di Genova quali Cravasco (da qui il nome cravasards), Pietragrande, Il canyon di Molare e molte altre microfalesie quasi sconosciute. Quando Fulvio si trasferì a Finale Ligure ebbe l’imbarazzo della scelta, tantissima roccia vergine da poter chiodare… ma egli preferì cercare piccole e nascoste falesie attrezzandole spesso da solo e rendendole pubbliche a lavoro finito per godersi la tranquillità fino all’ultimo foro. È grazie a lui che falesie come Il cimitero (sopra l’abitato di Borgio con splendida vista sul mare), Bocca di Bacco (forte strapiombo ad ottime prese), Ciappo delle conche, Gola dei briganti, Falesia della tranquillità e moltissime altre sono nate nell’arco di un paio di decenni. Attualmente Fulvio si dedica al surf da onda ed alla mountain-bike, appassionato di lettura, ogni tanto riprende il trapano in mano per attrezzare quegli angolini di roccia finalese che solo conoscitori del territorio come lui possono scovare. La sua lunga esperienza che lo ha fatto crescere dallo spit piantato a mano alla resina chimica si unisce alla sua simpatia, cordialità e disponibilità rendendolo, oltre ad un bravo chiodatore, anche una persona fantastica.

Andrea Costaguta La sua prima esperienza di chiodatura è stata la via “Io non ci volevo venire, 5c” che , com’è logico pensare, è stata in realtà un aiuto ad un più esperto chiodatore, Fulvio Balbi il quale già nel 1989 stava attrezzando a Finale Ligure i settori Antro delle Streghe e Falesia della Tranquillità. Non molto più tardi Andrea Costaguta, originario di Genova-Recco dove è nato il 30 Novembre del 1968, grazie anche agli insegnamenti di Fulvio, decide di chiodare autonomamente e nel 1990, con l’aiuto di Fabio Pierpaoli ed Ivano Costa, attrezza la Falesia dell’Invidia, settore caratterizzato da brevi ed intensi muri verticali che verrà riattrezzato a resina dieci anni dopo. Più tardi Andrea attrezza l’unica via di più tiri del suo curriculum, la “Superplacca” al settore Superpanza. Da solo, nel 1991 al settore delle Striature Obese sale la bella placca di Las Vegas dal basso con soli quattro chiodi sostituiti in seguito da 12 spit. Dopo un periodo di sola scalata, nel 1994 aiuta alcuni amici nella chiodatura di un paio di falesie nel levante ligure, Moneglia e Deiva Marina… è questa per lui la prima occasione nella quale utilizza fittoni resinati. Nel 1994 è invece la volta della pazzia con Marco (Thomas) Tomassini, quando, in pieno inverno a due gradi centigradi, con la Andrea Costaguta e figlia

I PROTAGONISTI

Rian Cornei

Fulvio Balbi


neve alla base della falesia, attrezzano il settore Bocca di Bacco… falesia esposta a Nord! Ma la vera svolta nella sua storia di chiodatore è stata nel 1995; con la sua prima figlia Silvia (di soli due mesi), sua moglie Tilita (ad assicurare) e Riccardo Dapelo, trascorrono tutto il mese di Agosto al settore “Ciappo delle Conche” ed attrezzano ventitre tiri che ancor oggi sono molto frequentati. Andrea sostiene che settori come questo, interamente dedicati ai principianti, vadano attrezzati “corti”… ed io approvo nella maniera più assoluta. A Finale Ligure, nel 1996, riattrezza le falesie Italsider, Un Domani e Gelateria del Bosco… altre 35 vie resinate ed attrezzate in un ottica moderna. Infine nel periodo 1997-1998 con il grande aiuto del suo amico Andrea Rota, realizza il lavoro più impegnativo della sua carriera, la richiodatura di 50 vie e la creazione di 30 vie nuove alla bellissima Rocca di Perti con i settori Testa dell’Elefante, Pancia dell’Elefante, Placca Piotti e Scimmiodromo. In seguito, nell’Aprile del 1998

Andrea decide di aprire una palestra indoor di Boulder a Genova-Recco la quale riscuote un buon successo (vedi sito www.proreccoarrampicata.it). A partire dall’anno 2000 le sue attenzioni si concentrano su questa disciplina sportiva; otto anni di Coppa Italia Boulder e poi... via! a spasso per tutta Europa a cercare i massi più belli salendo 550 blocchi di difficoltà tra il 7a e l’8a. Ma ovviamente, il primo amore non si scorda mai, ed invece di piazzare chiodi, Andrea pulisce e realizza la prima salita di quasi tutti i passaggi Boulder moderni della zona di Cravasco (in provincia di Genova) e del settore Cava di Varazze (in provincia di Savona). Andrea ci tiene a dire che molti amici lo hanno aiutato in tutte queste avventure ma che è impossibile nominarli tutti. I suoi progetti per l’anno prossimo? Mah, come sempre sono tanti. A “Cravasco” sono spuntati un bel po’ di nuovi massi, ma lui vive alla giornata ed il suo motto è... prima o poi!

Falesia del silenzio, Eugenio Gardella, Franti, 7c (ph. Pietro Bagnara)

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I PROTAGONISTI

Rian Cornei

Team Outdoor Liguria Che cos’è Outdoor Liguria? Si tratta di un’associazione di appassionati di sport nella natura, che si occupano di riqualificare il territorio ligure. Il gruppo è attivo da più di 25 anni e dal 2005 è un’associazione sportiva. Il cuore di Outdoor Liguria è costituito da una team di appassionati che si occupano con dedizione e professionalità (non retribuita…) del proprio territorio 365 giorni all’anno. I principali elementi del gruppo sono: Fabio “Bigo” Pierpaoli, chiodatore e climber, “Walterlitz” Leonardi webmaster e tuttofare, Christian Roccati scrittore-alpinista e Felice Brambilla fotografo e scalatore. Da non dimenticare Michele Picco, “appenninista estremista”, filosofo e profondo conoscitore della nostra terra. In questi anni il gruppo si è occupato di valorizzare il territorio ligure con centinaia di chilometri di sentieri riqualificati su tutto l’arco regionale, riportando in vita tracce per escursionisti, scalatori e bikers, sempre a titolo di volontariato e, in gran parte dei casi, a proprie spese. Oltre a questa occupazione l’associazione o i suoi collaboratori hanno aperto o riattrezzato centinaia di vie di roccia di stampo sportivo, moderno o classico, rivalutando in particolar modo l’arrampicata nel levante ligure portando a più di 400 le linee di scalata. Le falesie di Outdoor Liguria sono a tutti gli effetti “democratiche” e puntano al rispetto dell’ambiente e dei fruitori. Si tratta di siti in cui c’è sempre la presenza di un luogo adibito a toilette e di un’area pulita alla base delle pareti che permette lo stazionamento di bambini e possibili manovre per il soccorso alpino in eli-

cottero. La chiodatura delle vie è sempre logica e sicura, grazie a una disposizione oculata degli ancoraggi, a un grande lavoro di pulizia delle pareti, e all’utilizzo dei migliori materiali in commercio. Le falesie sono focalizzate in genere sui gradi medio bassi dal 3 al 6b. Ciononostante tra le falesie di OL si riscontrano anche numerosi tiri di riferimento per il territorio, tutt’altro che scontati o facilmente ripetuti. L’associazione si occupa anche di cultura alpina e diffusione delle notizie. Il portale di riferimento www.arrampicate.it propone le notizie più importanti in costante aggiornamento. Parallelamente l’ufficio stampa dell’associazione promuove le iniziative e le manifestazioni mediante articoli, radiofonici e sui principali media di settore nazionali. Non a caso si contano numerose serate tematiche cinematografiche e simposi, oltre a corsi di arrampicata e manifestazioni per scalatori, per cicloturisti e mountain-bikers.

Team Outdoor Liguria: Fabio Pierpaoli, Walter Leonardi, Christian Roccati, Felice Brambilla.

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Falesia del silenzio, Monica Fama, Avaria, 7b+ (ph. Pietro Bagnara)

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