LUCA DE FRANCO – GIANFRANCO UBBIALI
MTB da MILANO ai LAGHI
Como, Varese, Maggiore, Lugano
74 itinerari + 14 ciclovie
EDIZIONI VERSANTE SUD | COLLANA LUOGHI VERTICALI | MTB
Prima edizione Maggio 2022 ISBN 978 88 55470 520 Copyright © 2022 VERSANTE SUD – Milano, via Rosso di San Secondo, 1. Tel. +39 02 7490163 www.versantesud.it I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.
Copertina
L’Alpe Cardada (Svizzera) sopra il Lago maggiore. © Luca De Franco
Testi
Luca De Franco - Gianfranco Ubbiali
Fotografie
Luca De Franco - Gianfranco Ubbiali salvo dove diversamente indicato
Traduzione in tedesco
Alba Lucia Neder
Cartine
Antonella Colucci. © Mapbox, © Open Street Map
Simbologia
Tommaso Bacciocchi
Impaginazione
Antonella Colucci
Stampa
Press Grafica S.r.l. - Gravellona Toce (VB) Italia
KGumida faZttaEdaRiluaupptoOanri o È una guida e sv che vivono territorio l
la MTB su
a KM ZERO!
Cosa significa? Che è più sana e ha più sapore, perché fatta da biker locali. Come i pomodori a Km 0? Certo! E la genuinità non è un’opinione. Gli autori locali fanno bene a chi pedala: – hanno le notizie più fresche e più aggiornate; – non rifilano solo gli spot più commerciali; – contribuiscono allo sviluppo delle loro zone. Gli autori locali fanno bene al territorio: – pubblicano col buonsenso di chi ama il proprio territorio; – sono attenti a promuovere tutte le località; – sono in rete con la realtà locale. E infine la cosa più importante:
sui loro sentieri, c’è un pezzetto del loro cuore
Nota
La pratica della mountain bike è uno sport potenzialmente pericoloso, chi lo esercita lo fa a suo rischio e pericolo. Tutte le notizie riportate in quest’opera sono state aggiornate in base alle informazioni disponibili al momento, ma vanno verificate e valutate sul posto e di volta in volta, da persone esperte prima di intraprendere qualsiasi escursione.
Km ZERO Guida fatta da autori che vivono e sviluppano la MTB sul territorio
LUCA DE FRANCO - GIANFRANCO UBBIALI
MTB da MILANO ai LAGHI
Como, Varese, Maggiore, Lugano 74 itinerari + 14 ciclovie
EDIZIONI VERSANTE SUD
Introduzione
Luca De Franco Perché pedalo Il mio avvicinamento alla mountain bike è stata la combinazione tra la casualità ed il fatto che amo passare ogni minuto del mio tempo libero all’aria aperta, esplorando e scoprendo sempre posti nuovi. Sono stati i miei soci di montagna a parlarmi della mountain bike. Allora si pedalava sul mitico “Rampichino” Cinelli, il classico cancello a due ruote, se paragonato alle bici di oggi, ma per me l’obiettivo principale era arrampicare, il resto era solo il contorno. Alla fine ho ceduto alla tentazione e, assieme a loro, ho fatto i miei primi giri. Risultato: un disastro totale! Riuscire a fare 20 chilometri in sella a una bici, su sentiero di montagna in salita, era una vera e propria impresa. Per non parlare della discesa. Però nella mountain bike ho subito trovato quel senso di libertà, di esplorazione e di adrenalina che da sempre cerco quando vado in montagna. È difficile da spiegare, ma è un senso di totale
appagamento e soddisfazione che ti fa arrivare a fine giornata stanco, ma con la voglia di ripartire. E siccome l’appetito vien mangiando e sono abbastanza testardo, nonostante la fatica, ho continuato a pedalare. Ogni nuovo giro era la scusa per alzare di poco l’asticella dell’impegno. Ho anche partecipato ad alcune gare in MTB a livello amatoriale… la scusa era di scoprire posti nuovi, respirare l’aria della competizione, fare dei percorsi dove trovi tutto segnato e non devi fermarti a ogni bivio per controllare la carta (oggi fantasticamente sostituita dal GPS). E senza neanche accorgermene, sono arrivato ad oggi. La mountain bike, intesa come mezzo, ha fatto dei passi da gigante nella sua evoluzione tecnica e costruttiva e, grazie a questo, ha incredibilmente ampliato il mondo delle possibilità. Quello che serve è un discreto allenamento ed una buona tecnica di guida. Per non parlare delle nuove prospettive offerte dalle e-bike. Buone pedalate a tutti! Luca De Franco
Un grande ringraziamento va ai miei compagni di viaggio che mi hanno, pazientemente, sopportato durante le uscite per la realizzazione di questo volume: Roberto e Remo, pedalatori instancabili e inarrestabili in discesa, Grazia, che ha dato un “tocco femminile” a vari itinerari di Varese, e Matteo, il giovane del gruppo, spericolato in discesa e poco amante delle salite.
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Gianfranco Ubbiali Perché pedalo La mia passione per la mountain bike è nata da una originale combinazione di cause. Ho sempre giocato a basket dall’infanzia alla maggiore età e poi di nuovo dopo i 40 anni. Da una visita medico-sportivo emerge che la mia resistenza allo sforzo è troppo bassa, e mi viene consigliato di compensare questo deficit correndo o pedalando “anche sulla cyclette”. Riesumo questo sinistro attrezzo dalla cantina, ma mi accorgo che far girare le gambe stando sempre nello stesso posto e sudando l’inverosimile non è la mia principale ambizione. E pure mia moglie che lamenta le chiazze sul parquet mi invita neanche tanto velatamente a trovare una seconda soluzione. Allora esordisce nella vicenda Paolo “the barlafus”, vecchio amico di caffè mattutini: “Dai vieni, ti faccio conoscere i sentieri della Brianza, vedrai che bello tornare a casa tutti infangati”. E
in questo devo dire che aveva proprio ragione. Ma nella prima uscita mi fa scendere verso il Rio Pegorino da una discesa sporca, irregolare, scivolosa, ripida, sempre coperta di foglie in cui è impossibile capire dove si posano le ruote. E questo è quantomeno discutibile. Ragionandoci a freddo ho capito che in quel momento avrei potuto tanto odiare quanto amare profondamente la mountain bike. Sarebbe bastato incappare in una pietra sotto le foglie per bloccare l’anteriore, cappottarmi e concludere la carriera sul nascere. Beh, la pietra l’ho incontrata, sono avanzato con la ruota posteriore in cielo e il baricentro fuori controllo, ma incredibilmente mi sono ritrovato ancora in sella e nella direzione giusta, imprecando a gran voce verso il mio amico. Però adesso lo ringrazio per avermi portato in quella situazione al limite per una prima uscita. È stata quella scarica di adrenalina, e la fortuna di essere atterrato in piedi, a farmi amare per sempre questo sport. Gianfranco Ubbiali
Un grazie sincero agli amici che mi hanno accompagnato e appaiono in molte foto della guida. In particolare all’inarrestabile e onnipresente Giovanni B, residente in provincia di Como, ma svizzero a tutti gli effetti, all’insospettabile Andrea L, capace di restare in sella sui sentieri più scassati, e a Gabriele G Multitasking, impegnato su mille fronti, ma sempre disponibile per le uscite epiche.
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Sommario INTRODUZIONE
Mappa generale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8 Testimonianza: Riccardo Barlaam Storie di salite, amicizie e successi . . . . . . 10 Testimonianza: Grazia Vulpiani Nella buona e nella cattiva suerte . . . . . . . 12 Prefazione: Come leggere questa guida . . 14 Informazioni utili: Cosa serve sapere . . . . . 16 Il gps, questo sconosciuto . . . . . . . . . . . . . . 22 Come leggere simboli e mappe . . . . . . . . . 24 Difficoltà tecnica: Come capire il livello di un itinerario . . . . . . . . . . . . . . . . 30 Rifugi e ristori lungo gli itinerari . . . . . . . . . 32
CAPITOLO 1
A. B. C. D. E. F. G. H. I. L. M. N. O. P.
6
CAPITOLO 2
Gli itinerari in provincia di Varese Il quadro riassuntivo . . . . . . . . . . . . . 110
1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10.
La Brughiera della Malpensa . . . . . . 114 L’anello di Golasecca . . . . . . . . . . . . . 118 Cross Country della ghianda . . . . . . 124 Il Monte San Giacomo . . . . . . . . . . . . 128 Sentieri e colline di Angera . . . . . . . . 134 Variazioni in La Maggiore . . . . . . . . . . 140 Il giro del 10 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 146 Enduro al Campo dei Fiori . . . . . . . . . 152 Tra la Martica ed il Monarco . . . . . . . 162 Trincee e murales della Valcuvia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 166
La Rete Ciclabile - Da Milano verso il Nord della Lombardia Il quadro riassuntivo . . . . . . . . . . . . . . 36
11. Il Sette Termini . . . . . . . . . . . . . . . . . . 176 12. Traversata
AbbracciaMi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40
13. 14. 15. 16.
Dalla movida al Lago Maggiore . . . . . . 46 La via Francisca italiana . . . . . . . . . . . . 52 La pista ciclabile del canale Villoresi . . . . . . . . . . . . . . . . 58 1 castello, 2 colline e 3 torri . . . . . . . . . 62
da Maccagno a Neggia . . . . . . . . . . . . 180 Il Monte Piambello e non solo . . . . . . 184 Il Monte Orsa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 190 La Gran Fondo dei Longobardi . . . . . 196 Appiano Gentile e il Parco Pineta . . . . . . . . . . . . . . . . . 202
Il Parco delle Groane . . . . . . . . . . . . . . 68 Il Naviglio della Martesana . . . . . . . . . 72 Risalendo il Lambro . . . . . . . . . . . . . . . 78 L’Adda fra Leonardo e Manzoni . . . . . . 82 Alla scoperta del lago di Comabbio . . . 88 Il giro del lago di Varese . . . . . . . . . . . . 92 La Valle dell’Olona e il Piccolo Stelvio . . . . . . . . . . . . . . . . . 96 La ciclabile della Valcuvia . . . . . . . . . 100 La ciclabile della Valganna . . . . . . . . 104
CAPITOLO 3
Gli itinerari in provincia di Como Il quadro riassuntivo . . . . . . . . . . . . . 206
17. Brughiera briantea e Cantù . . . . . . . . 210 18. Castelli e sentieri fra Seveso e Lura . . . . . . . . . . . . . . . . 216
19. Il Parco della Spina Verde . . . . . . . . . 222 20. Su e giù per 4 laghi brianzoli . . . . . . . 230 21. Giù e su per 3 laghi brianzoli . . . . . . . 236
22. 23. 24. 25. 26. 27. 28.
Fra sfrosadur e burlanda . . . . . . . . . . 242
29. 30. 31. 32.
Nel cuore del triangolo lariano . . . . . 286
Patrizi e Quinto Alpini . . . . . . . . . . . . . 256 Mara, sentiero dei faggi e Ps . . . . . . . 260 Dorsale Lariana, what else? . . . . . . . 266 Dove osano le aquile . . . . . . . . . . . . . . 276 Dal Lago di Segrino alla Terza Alpe e non solo . . . . . . . . . 282 Salitone reloaded . . . . . . . . . . . . . . . . 292 Le sorprese del Colmenacco . . . . . . . 298 Venini, magica finestra su Bellagio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 304
33. San Zeno e lo slalom
fra le mucche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 316
34. Menaggio - Porlezza
a due facce . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 322
35. Semplicemente Sant’Amate . . . . . . . 326 36. Alpe Gigiai e Monti di Vercana . . . . . . 330 37. Due giorni al passo dell’eremita fra Italia e Svizzera . . . . . . . . . . . . . . . 338
CAPITOLO 4
Gli itinerari in provincia di Monza-Brianza e di Lecco Il quadro riassuntivo . . . . . . . . . . . . . 350
38. 39. 40. 41.
CAPITOLO 5
Gli itinerari in Canton Ticino Il quadro riassuntivo . . . . . . . . . . . . . 398
L’antica Strada Regia . . . . . . . . . . . . . 248
Monza - Montevecchia offroad . . . . . . 354 Marathonbike avventura mix . . . . . . . 360 Fra Curone e San Genesio . . . . . . . . . 366 Consonno, la Las Vegas dimenticata . . . . . . . . . . 374
42. Fra Piona e Vestreno . . . . . . . . . . . . . 380 43. Le foci e San Fedelino . . . . . . . . . . . . 388
44. 45. 46. 47. 48. 49. 50. 51. 52. 53. 54. 55.
Bellavista e piantagioni . . . . . . . . . . . 404
56. 57. 58. 59. 60. 61.
Tremorgio bike . . . . . . . . . . . . . . . . . . 472
Vigne e castagne elvetiche . . . . . . . . . 410 Su e giù per il Monte Generoso . . . . . 416 Il giro dell’Arbostora . . . . . . . . . . . . . . 422 Malcantone tour . . . . . . . . . . . . . . . . . 428 Il Monte Lema . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 432 L’Alpe Foppa e il Monte Tamaro . . . . . 438 Il lato oscuro del Monte Tamaro . . . . 444 Da Ascona a Rasa . . . . . . . . . . . . . . . . 448 Cardada flow! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 454 La Strada degli Alpi . . . . . . . . . . . . . . 460 La traversata Val Bedretto - Val Formazza . . . . . . . 466 Il Passo del Lucomagno . . . . . . . . . . . 478 L’Alpe di Nara . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 484 Bovarina bike . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 492 Alla scoperta della Val Calanca . . . . . 498 La traversata Monte Bar - Gazzirola . . . . . . . . . . . . 504
62. I Denti della vecchia . . . . . . . . . . . . . . 510 63. Ci vediamo sotto al Bar (da Menaggio a Lugano) . . . . . . . . . . . 516
APPENDICE
Dieci regole per una pacifica convivenza Decalogo Imba-Italia . . . . . . . . . . . . . . . . . 526 Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 527 App e riferimenti web . . . . . . . . . . . . . . . . 528 Pronto soccorso e Soccorsi . . . . . . . . . . . . web
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MAPPA GENERALE
LUGANO
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54
55
12 52
56
57
53
49
51
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48
50
59
60
BELLINZONA
61
63
34
37
35
36
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Tutti gli itinerari delle province di Milano, Varese, Como, Monza Brianza, Lecco e del Canton Ticino
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I 41
D
17 18
E
B
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COMO
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F
A
MONZA
G
MIL ANO
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LECCO 28
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N
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VARESE
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NOVARA
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VERBANIA
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L
2
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Gli itinerari descritti in questa Guida sono 77 a cui vanno aggiunte 10 varianti e un itinerario suddiviso su 2 giorni per un totale di 88 tracce. Le varianti sono riconoscibili dalla presenza del simbolo qui a destra e dalla linea tratteggiata del percorso sulla mappa. Le ciclabili sono identificate da lettere, mentre i percorsi per mountain bike da numeri.
2 TRACCE GPX 9
Riccardo Barlaam e Gianfranco Ubbiali condividono stanchezza e soddisfazione (© Angelo Ferace)
Prima colleghi di lavoro, poi amici e infine compagni di scorribande in bici. Riccardo Barlaam, giornalista, triatleta e papà di Simone, pluri campione mondiale di nuoto e oro alle paralimpiadi, racconta la sua passione per le due ruote
STORIE DI SALITE, AMICIZIE E SUCCESSI
di Riccardo Barlaam
Ho venduto la mia mountain bike in carbonio, nuova di pacca, dopo una Hero sulle Dolomiti. La gara di mountain bike, tra le più toste che c’è, che ripercorre con i pedali il giro dei quattro passi dolomitici attorno al Gruppo del Sella. Lo stesso giro che si fa con gli sci d’alpinismo e le luci frontali al Sellaronda Skimaraton. Ma d’estate. Con le ruote grasse. Ricordo la partenza a Selva Val Gardena tra centinaia di biker e poi la prima salita tutti in fila, uno dietro l’altro, con i piedi attaccati senza poter sbagliare. Adrenalina a mille e fiato grosso, per non rischiare di finire sotto. E poi la discesa a tutta velocità che da Colfosco arriva a Corvara. C’è un punto a metà della discesa dove il prato degrada verso sinistra in una specie di conca, come una curva, prima di aprirsi verso il pratone, che l’inverno è la pista da sci. In quel benedetto punto, da equilibrista sui pedali a tutto gas, sono scivola-
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to. Neanche il tempo di staccarmi dalla bici e mi sono trasformato da un momento all’altro in un ostacolo improvviso per decine di biker che scendevano dopo di me, con la stessa foga. L’immagine che mi è rimasta in mente di quel giorno è simile a un incubo, o a un brutto sogno. Io a terra steso a pelle di leopardo (d’orso, in questo caso) e decine di bici che mi passano sopra. Decine di pedalini, uno dietro l’altro, che passano a pochi centimetri dalla mia schiena. Per fortuna a parte la paura non successe niente di grave. Nel momento in cui mi rialzai da terra, tutto infangato ma incolume, decisi che quel mondo di salti, rischio e velocità non faceva per me. Non mi spaventava la fatica, neanche la sfida alla gravità e le salite più ardite da conquistare. Ho scritto, dopo averle conquistate, un paio di libri in tema di bici e salite (“Tutte le salite del mondo” e “La vertigi-
Riccardo nella selvaggia Val di Rezzalo (SO) (© Angelo Ferace) e negli incontaminati Pantani di Accumoli (RI) (© Massimo Danelli)
ne della salita”). Ma la gara in mtb non era quello che cercavo. Quel giorno finii la Hero fuori gara, togliendomi il numero dal dorsale, per il gusto di terminare il giro dei 4 passi. E stop. Dopo pochi giorni misi in vendita la mia Scott senza rimpianti. Il mio personale conto in sospeso con le montagne e la mtb è rimasto aperto per un po’. Devo al mio amico Gianfranco Ubbiali, co-autore di questa Guida, la risoluzione del problema. Grazie a lui, al suo modo così accurato di preparare le escursioni, studiando alla perfezione gli itinerari e costruendo le mappe prima ancora di partire, ho scoperto un nuovo modo di andare in bicicletta in montagna. Con lui e il colorato e festoso gruppo dei Cuntrabandè poi ho portato a termine diverse avventure in mtb tra i monti, dalle Alpi agli Appennini. Ho scoperto posti incantevoli sulle montagne, grazie alle due ruote e ai percorsi creati per noi amici da
Gianfranco. Due su tutti: il paradiso del Val di Rezzalo, sopra Santa Caterina Valfurva che riscende in Valtellina, e i Pantani di Accumoli, sopra Castelluccio di Norcia, posto baciato dalla bellezza naturalistica e dalla sfortuna della devastazione di un sisma arrivato poche settimane dopo il nostro passaggio. Posti dove mi sembrava di essere finito in uno di quegli screensaver da sogno che il sistema operativo Microsoft propone quando si accende il computer. Con una piccola differenza: non erano cartoline lontane. Ma posti, come sono le Alpi, a poche ore da casa. Con Gianfranco ho portato a termine diversi tour in mtb solo per il piacere di pedalare. Con la serenità di avere una guida – nel senso più vero del termine - che pensa a tutto e ti sta accanto, davanti, o anche dietro a fare da scopa. E soprattutto senza la velleità prestazionale che colpisce tanti amatori age group come me. Con il tempo e la libertà, dunque, di fermarsi quando si vuole, di guardarsi attorno per capire dove si è arrivati. Di respirare a pieni polmoni. E godere della bellezza e dell’incanto che molte delle escursioni che troverete in queste pagine regalano. Buone gite a pedali e Buona vita.
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A destra: In Crozia, terra di mare e bici, Lungo il tracciato del Gran Raid in Canton Vallese, La passione condivisa fra Grazia e Luca Sotto: sui sentieri del Campo dei Fiori
NELLA BUONA E NELLA CATTIVA SUERTE
di Grazia Vulpiani
La bicicletta credo che sia stata la più bella invenzione che l’uomo, nella persona di Karl Drais, abbia potuto concepire. L’ho sempre trovata super affascinante, da quando ho imparato ad inforcare la vecchia Ondina pieghevole della Olmo, color verde oliva con la scritta rossa, che girava per casa. Per me le due ruote, che siano montate su fibra di carbonio o ferro battuto, hanno da sempre rappresentato la possibilità di allontanarmi dagli spazi conosciuti, l’occasione di conquistare spazi individuali di libertà con regole tutte da scoprire. Da quando conosco mio marito Luca, ho avuto modo di esplorare la montagna avvicinandomi a discipline diverse: dall’arrampicata sportiva, all’alpinismo, passando per lo sci di fondo, il trekking e la MTB. Ognuna di queste possibilità è diversa, e tra tutte la bicicletta mi ha permesso, negli anni, di vivere la montagna in modo completamente
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nuovo; lento e contemporaneamente abbastanza veloce da poter coprire ampi spazi. Faticosa nelle salite e adrenalinica nelle discese, la bicicletta è quel raro mezzo che sento come parte del mio stesso corpo quando inizio a pedalare. Quando Luca mi ha proposto di partecipare ad alcuni itinerari di questa guida, sapevo che lo stile sarebbe stato il suo, e dopo anni di inattività mi sono preoccupata e contemporaneamente esaltata. Ormai la mia concezione di “bicicletta” è più quella delle ciclovie, degli sterrati tranquilli e delle strade bianche, sempre più lontana da tutto ciò che è performance, discese su terreni che io definisco “scassati” e che mi hanno indotto in più di un’occasione a scendere dalla sella e “farmela a piedi”. Lontana dalle discese tecniche, single-track, curve cieche, rock gardens e quant’altro la nomenclatura di un moderno biker possa desiderare.
Ciò che ho avuto la possibilità di apprezzare, sta soprattutto nella lentezza dell’andatura e nella possibilità di assaporare gli itinerari che Luca mi ha proposto. Itinerari immancabilmente ad anello, dove la ricerca della strada talvolta si è trasformata in avventura, tra i rovi o salite impraticabili. In particolare riporto l’esperienza del giro in val Travaglia, in cui nel corso della salita abbiamo trovato la montagna trasformata in un cimitero di alberi, venuti giù a causa di un piccolo tornado, che si era abbattuto nella zona settimane prima. Il giro è stato chiaramente impossibile da portare a termine, tanto che non figura in questa guida. Mi ha colpito moltissimo in questo nostro giro, il paesaggio desolante e l’immaginare le conseguenze, in termini di biodiversità, armonia e vivibilità di questa porzione di territorio nel futuro prossimo. Tra i tanti momenti vissuti, per me, i più godibili e
che si sono riproposti tutte le volte, sono stati quelli che mi hanno permesso di condividere attimi che hanno dato colore a tutta l’esperienza come: “sbanfare” per le salite, alcune brevi ma così intense da dovermi “accollare” la bicicletta, la polvere nelle giornate più calde, le forate e gli “smadonnamenti”, le nuotate a fine giro, anche senza avere il costume o l’asciugamano perché “tanto il caldo ci asciuga in un attimo”, la birretta immancabile “per idratare i tessuti prosciugati dalla calura estiva”, il pranzo a base di “deprecabili barrette di cereali” che si incollano ai denti e al palato stile “pastone”, gli errori del GPS che ci fanno “cannare” il bivio perché perde il segnale, la pazienza di tornare sui nostri passi e ripercorrere più volte la strada per essere sicuri di non scrivere “baggianate”, i panorami alcuni davvero sorprendenti, sui laghi, il sorriso talvolta sghembo di fine giornata. Queste esperienze, indubbiamente positive e di grande valore, hanno confermato sempre di più la mia scelta di muovermi in modo ecosostenibile e al di là delle condizioni climatiche o atmosferiche. Dopo questa esperienza ho iniziato a guardare con maggiore interesse ad itinerari di viaggio in completa o parziale autonomia e mi sono lasciata tentare dalla Ciclovia del Sole, che da Mirandola ci ha portato a Bologna in due giorni. Lontana dalle montagne, attraversare una parte della pianura Padana mi ha dato l’idea di essere in uno spazio vasto e molto diverso rispetto a quell’attraversamento veloce e guardato dal punto di vista della macchina sull’autostrada. La lentezza, senza punti di riferimento ha attivato in me altri sensi, come i suoni e i profumi e nuove riflessioni emotive. Questi assaggi di bicicletta, che auguro a tutti gli appassionati e agli appassionabili, sono piccoli semi di un progetto, che prima o poi porterò a termine che è la ciclovia della Drava, che parte da Dobbiaco e attraversa per 710 Km quattro paesi Italia, Austria, Slovenia e Croazia. Non mi resta che augurare a tutti i lettori di queste pagine delle belle pedalate in contatto totale e pieno con la propria voglia di avventura.
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Introduzione
Prefazione Come leggere questa Guida Arrivata alla 3a edizione “Mountain bike sui laghi” diventa “Mtb da Milano ai laghi di Como, Maggiore, Varese, Lugano”. Si evolve insieme al mercato delle due ruote e si prepara a soddisfare le richieste dei nuovi utenti. Molti appassionati sono spinti dalla voglia di svolgere attività fisica senza lasciare impronte sul territorio, con sempre più attenzione all’ambiente e al pianeta. In questa direzione molti percorsi iniziano e finiscono dalle stazioni ferroviarie, e per altri vengono fornite informazioni per muoversi con i mezzi pubblici. Per lasciare l’auto a casa e poter definire l’attività realmente a impatto 0. Dopodiché sono cambiati anche gli autori: Luca De Franco firma la terza edizione consecutiva, mentre Matteo Gattoni passa le consegne a Gianfranco Ubbiali, innanzitutto appassionato e poi Guida di mountain bike. Infine il titolo che sintetizza la scelta editoriale: “Mtb da Milano ai laghi di Como, Maggiore, Varese, Lugano” comunica che la Guida può essere letta come un percorso. Un percorso con molteplici chiavi di lettura, partendo dalla rete ciclabile attorno a Milano per arrivare ai laghi e poi ai passi alpini svizzeri.
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Gli appassionati con buona esperienza troveranno le tracce classiche e diverse nuove proposte, tutti percorsi in sella dagli autori per evitare inaspettate interruzioni. Per loro è pensata la possibilità di unire itinerari diversi e creare un personale viaggio a tappe di più giorni. I nuovi appassionati potranno migliorare il proprio allenamento seguendo percorsi via via più complessi e diventare loro stessi esperti. Per tutti la possibilità più semplice: scegliere un singolo percorso e andare a scoprire il territorio utilizzando strade privilegiate. Ecco come gli autori vi condurranno in questo viaggio dalle molteplici sfaccettature.
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1 Come un Viaggio itinerante Tutti gli amanti delle avventure in mountain bike amano il contatto con il territorio, lo sport all’aria aperta e la condivisione dell’esperienza con gli amici. Moltiplicarlo per più giorni permette di vivere esperienze uniche che rimangono scolpite nella memoria. Perché si può concludere la giornata in un rifugio a gustare piatti locali, scambiarsi le impressioni della giornata e pianificare la successiva. È una esperienza testata personalmente da Gianfranco Ubbiali, anche attraverso il suo sito Orobike-Mountain bike adventures, che da diversi anni pianifica tour itineranti capaci di riunire gruppi di bikers sempre più numerosi. Guardando la mappa riepilogativa salta subito all’occhio la possibilità di collegare i percorsi fra loro restando sempre in sella. Idealmente si può da partire da Piazza Gae Aulenti a Milano e raggiungere Bellinzona o Locarno in Svizzera. Oppure collezionare tutti i laghi lombardi, o tutta una dorsale sempre affacciati sul lago di Como. Il solo limite è la fantasia. Se poi serve una mano per gli aspetti logistici, c’è sempre www.orobike.it
2 Come un Manuale di allenamento
3 Come spunto per scoprire il territorio
I nuovi appassionati di escursioni su due ruote, favoriti anche dalla diffusione delle e-bike, possono utilizzare le informazioni dettagliate presenti su tutti i percorsi per stilare un personale manuale d’allenamento. Si può cominciare dalle ciclabili e collegarsi ai percorsi con impegno fisico e difficoltà tecnica più contenuti, tenendo sotto controllo la distanza e il dislivello da percorrere. Una voce specifica è dedicata alle e-bike, che segnala i percorsi adatti e sconsiglia quelli in cui, per la morfologia del terreno, viene richiesto di portare la bici in spalla per alcuni tratti. Dopo aver valutato quanta energia è necessaria per ogni singolo asterisco dell’impegno fisico, si può passare al livello tecnico successivo. Il consiglio è quello di non affrettare i tempi perché il fisico migliora con la costanza dell’attività ma anche con le giuste pause fra singole uscite. L’importante è saper ascoltare il proprio corpo. Pian piano si noteranno miglioramenti sulla resistenza e sulla capacità di guida, e tutto il resto sarà puro divertimento.
Una volta i più facoltosi ruotavano il mappamondo e lo fermavano col dito per decidere la destinazione del prossimo viaggio. Nella nostra Guida possiamo scegliere una zona che ancora non conosciamo, inforcare la nostra due ruote e partire. Potrebbe essere una foto scattata sul percorso a farci scegliere un itinerario perché vogliamo viverlo di persona. O possiamo farci ispirare dagli approfondimenti “Cose da non perdere” per creare una esperienza che coinvolga tanto l’aspetto fisico quanto quello di arricchimento personale. Potremmo così fermarci al Monastero di Torba lungo il percorso “Ciclabile Olona e piccolo Stelvio” (pag. 99) e scoprire che è un sito di millenaria memoria, oppure scegliere il giorno giusto per pedalare in Valle d’Intelvi passando per Schignano e il suo famoso carnevale (pag. 320) dove le maschere dei Bei, i Brutt, i Mascarunn e i Sapor girano per le vie da oltre due secoli. Decidete come vivere l’escursione, e vi porteremo dove preferite. Luca e Gianfranco
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Introduzione
Informazioni utili Cosa serve sapere Prima di tutto Calcolate innanzitutto se l’impegno fisico che vi aspetta è proporzionato alle vostre capacità. Non cadete nella tentazione di caricare la traccia e saltare in sella alla “Just do it”, perché non è detto che sia la soluzione migliore. Meglio approfondire la conoscenza dei luoghi che si attraverseranno per acquisire consapevolezza di ciò che si va a fare. Dopo aver deciso la meta e letto la descrizione sulla Guida, analizzate a video e caricate la traccia sul dispositivo GPS. Se potete, caricate sullo smartphone le mappe da consultare off-line e mettete nello zaino una copia della cartografia cartacea della zona. Scegliete il giorno anche in base alle previsioni meteo. Si consiglia di evitare le quote molto elevate se è prevista neve o meteo incerto, oppure non percorrere ciclabili molto esposte al sole con tempo torrido e indici UV elevati. Verificate anche che la vostra mountain bike sia in perfetto stato, di avere l’attrezzatura adatta per far fronte a forature e rotture di catena. Inconvenienti banali se succedono in città, ma molto problematici sui sentieri di montagna. Verificare infine la disponibilità d’acqua sul percorso per decidere quanta portarne.
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Infine se amate l’ambiente naturale e volete contribuire a mantenerlo sano, prendete in considerazione di muovervi con i mezzi pubblici.
Cosa va nello zaino Se nel ciclismo di strada ci si porta dietro il meno possibile, nella pratica della mountain bike è importante poter contare su una serie di attrezzi o ricambi. Di conseguenza, la prima scelta ricade sullo zaino e la sua capienza. Per gite brevi di mezza giornata, può essere sufficiente uno zaino da 10 litri, mentre per giri più lunghi meglio optare per zaini da 20 litri o più. È utile che lo zaino abbia tante tasche, sia esterne che interne, così da poter organizzare al meglio il materiale e trovarlo rapidamente quando serve. Un’ottima scelta sono quelli con paraschiena certificato incorporato, così come un telo per proteggere lo zaino in caso di pioggia o percorsi molto fangosi. Nella grande tasca interna possiamo riporre: • 1 giacca antiacqua ed antivento; • 1 indumento tipo mid-layer, ad esempio un fleece, contro eventuali sbalzi di temperatura; • copriscarpe, utilissime nei periodi freddi o nelle giornate di pioggia;
Importante Gli itinerari sono stati percorsi dagli autori da ottobre 2020 a ottobre 2021, e ne descrivono le condizioni in quelle date. Prima di percorrerli è consigliabile, soprattutto per le tracce in quota, verificare che situazioni meteorologiche particolari (forti piogge, frane...) non abbiano cambiato la loro fruibilità. Lasciare sempre detto a qualcuno dove si pedala, soprattutto se in zone montuose poco frequentate, o attivare la posizione in tempo reale sulle app di messaggistica. Portare sempre luci (anteriori e posteriori) e batterie di scorta o powerbank con cavi di connessione adatti per ricaricare navigatori e telefoni cellulari.
• gambali e mezze maniche; • 1 cappellino; • 1 bandana. Se dotato di tasche interne, potremmo posizionare, separandoli dai vestiti: • il kit di primo soccorso; • 1 telo termico; • 1 pompa; • portafogli con documenti; • cellulare; • cartina; • bussola; • pile di ricambio per il GPS o powerbank;
• occhiali. Nelle tasche esterne è comodo mettere: • 2 camere d’aria o kit per tubeless; • 1 bombola spray per riparazione gomme; • 2 levagomme; • Multitools, meglio se con smagliacatena; • Falsamaglia compatibile con la vostra catena; • Pinza, se non presente nel multitools; • Qualche fascetta da elettricista; • Nastro isolante; • Barrette e/o gel. Detto così potrebbe sembrare che ci stiamo portando dietro un’officina, ma in realtà, tra zaino e materiali, parliamo di 4-5 Kg in totale. Se poi vi sembra troppo, non rinunciate mai agli attrezzi, al limite a qualche indumento non necessario per la stagione.
Prepararsi a una gita Assicuratevi che la vostra bici sia in perfetta efficienza meccanica ed adeguatamente lubrificata (specie la catena): controllare la pressione delle gomme, stato di usura di freni e ruote, curare la pulizia della trasmissione e degli elementi ammortizzanti con una buona lubrificazione. Valutate sempre lo stato della vostra forma fisica e le vostre capacità tecniche prima di scegliere un itinerario. Ricordatevi che l’imperativo
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Introduzione per chi affronta questo sport a livello amatoriale è divertirsi. Non ha senso cimentarsi in una gita con 2000 metri di dislivello a inizio stagione! Se anche riusciste a portarla a termine non ne ricaverete certo la dovuta gioia. Studiate il percorso, cercate di memorizzarlo e individuate eventuali passaggi con maggiore difficoltà. Cercate di procurarvi la cartina della zona e individuate il percorso sulla medesima. Informatevi sempre sulle condizioni meteo. Specialmente se vi preparate ad affrontare un itinerario di montagna. Cercate di andare sempre in compagnia: oltre che una norma di sicurezza, dividere fatiche e soddisfazione con qualcuno è molto più appagante! Se invece uscite da soli, lasciate detto dove andate. E se in famiglia siete i soli ad avere dimestichezza con i file gpx, condividete la vostra posizione su Whatsapp. Le regole per la preparazione di una gita sono poche e semplici. Non scordatevi di portare con voi tanta voglia di godere delle intense emozioni che questo sport dona ai propri praticanti, senza dimenticare che, in ogni caso, la pratica della mountain bike richiede impegno fisico e sudore.
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Quando pedalare Gli itinerari proposti sono percorribili pressoché in tutti i periodi dell’anno. Unico limite è la quota e la quantità dell’innevamento, ma data la modesta altitudine, questa restrizione si limita a qualche settimana all’anno. Solo gli itinerari che si sviluppano oltre i 1.600 metri di quota e scendono dai versanti nord hanno un periodo di innevamento più prolungato. Per la fascia pedemontana e pianeggiante bisogna distinguere: i sentieri da Monza verso parco del Curone e San Genesio sono prevalentemente argillosi e dopo abbondanti piogge non sono nella loro forma smagliante. Anche nella Brughiera briantea il drenaggio dell’acqua piovana è molto lento e fa trovare fango anche dopo molti giorni. Per le altre zone le frequenti piogge primaverili non creano particolari disagi: il terreno è molto drenante ed è difficile incontrare fango. In compenso la roccia calcarea che forma le Prealpi lombarde è molto scivolosa, è quindi necessario procedere con cautela. A partire da aprile è possibile effettuare belle pedalate godendosi le prime giornate mitigate dal clima dei laghi, mentre
la pianura è ancora immersa nella nebbia. In estate sono da privilegiare gli itinerari in quota per evitare la cappa di caldo umido che ristagna alle basse altitudini. Unico accorgimento è quello di coprirsi il capo con una bandana sotto a un casco ben areato. Il periodo dell’anno più pittoresco è sicuramente l’autunno: nelle giornate più terse gli splendidi colori dei boschi di faggio fanno da contorno alle montagne innevate che si specchiano nel lago.
Come orientarsi Utilizzare la traccia GPS è il modo più sicuro e più comodo per scoprire un nuovo itinerario: non serve imparare a memoria le svolte da effettuare o fermarsi spesso per verificare di essere sulla strada giusta. Ma analizzare il percorso che si intende effettuare attraverso questa Guida e con l’ausilio delle carte geografiche permette di conoscere in anticipo cosa ci aspetta, organizzare al meglio l’uscita e dosare bene le forze. Prima di partire è quindi consigliato ripercorrere sulla mappa l’itinerario che si vuole affrontare, cercando di memorizzare la posizione di abitazioni,
sentieri e punti potenzialmente rischiosi. In ogni caso, soprattutto alle quote più elevate, prestate molta attenzione perché in ambiente alpino le condizioni meteo possono cambiare velocemente e ci si può trovare con scarsissima visibilità e la difficoltà ad orientarsi. Una possibile alternativa a chi non possiede un navigatore satellitare è di scaricare una app dedicata disponibile in rete gratuitamente o a costi contenuti (vedere in appendice alcune segnalazioni). Semplici software che permettono sia di visualizzare percorsi, di effettuare operazioni con le tracce GPS fornite a corredo della guida (calcolare le distanze, visualizzare profili altimetrici, avere informazioni sul territorio e sui tempi di percorrenza) e di registrare l’escursione in corso. Se optate per questa soluzione fate attenzione alla durata della batteria dello smartphone che, utilizzando il segnale GPS per qualche ora, potrebbe avere una durata molto più breve. Le tracce GPS sono scaricabili dal sito di Versante Sud, seguendo il link nella pagina dedicata e inserendo il codice univoco che trovate nelle prime pagine della Guida.
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Introduzione
Cartografia Le mappe vettoriali disponibili online, OpenStreetMap su tutte, gratuite e continuamente aggiornate dagli iscritti, non sono immagini statiche ma sono basate su database e rappresentano il livello più avanzato in termini di aggiornamento, proprio perché gestibili dalla Rete. Con l’avvento delle app e della navigazione web a costo fisso, le tradizionali mappe stampate sono state considerate via via sempre meno necessarie. Ma la cartografia cartacea resta importante per pianificare delle gite principalmente alle alte quote e in zone poco urbanizzate. È una sorta di polizza assicurativa sull’escursione, una garanzia che, se il navigatore satellitare dovesse scaricarsi o dovessimo incorrere in ostacoli insormontabili sul percorso, riusciremmo comunque a districarci sui sentieri e concludere l’escursione. Oltre alle cartine dei singoli percorsi che compaiono in questo libro è consigliato portare con sé altre mappe in quanto potrebbe servire uscire dalle aree illustrate sul libro. Per le zone trattate in questa guida fra le più affidabili e diffuse (e quindi più facili da trovare in
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libreria e online) le Kompass in scala 1:50.000: • n. 90 Lago Maggiore, Lago di Varese • n. 91 Lago di Como, Lago di Lugano • n. 108 San Gottardo • n. 110 Valle Maggia, Val Verzasca. Per le altre zone a sud dei laghi non sono disponibili cartografie di tipo escursionistico, e si può fare riferimento ai fogli a scala 1:10.000 delle Carte Tecniche Regionali (CTR), purtroppo non molto aggiornate e di difficile reperimento. Sconsigliamo l’uso dei fogli della carta d’Italia dell’Istituto Geografico Militare, in quanto abbastanza datati e quindi poco aggiornati. Per la zona nord-ovest della provincia di Varese, una buona cartografia è offerta anche dal servizio cartografico svizzero con i fogli a scala 1:25.000 n. 1332 Brissago e n. 1352 Luino. Per tutte le zone, carte di dettaglio per aree specifiche possono essere richieste agli enti di riferimento e alle aziende di promozione turistica. CANTON TICINO Punto di riferimento per questo territorio sono le aggiornatissime e precise carte nazionali svizzere (CNS) a scala 1:25.000 che possono essere acquistate nelle librerie italiane o ordinate on-line sul sito www.swisstopo.ch.
Numeri e App utili Il consiglio è di memorizzare sul cellulare i numeri di rifugi o punti d’appoggio locali sul percorso. Dato che la copertura di rete nelle zone montuose non sempre è presente, prenotate eventuali soste appena il segnale lo permette. Di seguito riportiamo i numeri delle sedi Iat (informazioni e accoglienza turistica), una parte non esaustiva dei numeri che potrebbero essere utili. Essendo su questa guida, e quindi nel vostro zaino, potrebbero trarvi d’impaccio. Milano 02-77404343, Monza. 039-323222. Como e Lecco. Como 031-4493068, Bellagio 031950204, Colico 0341-930930, Lecco 0341-295720 Varesotto. Varese 0332-281913, Laveno Mombello 0332-667223, Maccagno 0332-562009, Parco Regionale Campo dei Fiori 0332-435386 Canton Ticino. Ticino Turismo 0041-918257056, Svizzera Turismo (Milano) 800-10020029, Funivie Monte Tamaro (Rivera) 0041-919462303, Funivie Monte Lema (Miglieglia) 0041-916091168, Cardada (Orselina) 0041-917353030. NUMERI DI EMERGENZA - 112 Il 112 è il numero a cui fare riferimento per qual-
siasi tipo di incidente. È unico a livello nazionale e funziona anche quando si è esaurito il credito. Si spera di non doverlo usare mai, ma se dovesse capitare è meglio sapere come fare. Possono tornare utili anche: Emergenza Soccorso Alpino - Zona Triangolo Lariano 0341-286565. Emergenza Soccorso Alpino Svizzero «REGA» 1414. Qualche consiglio per ottimizzare la chiamata: • È fondamentale rispondere con calma per permettere all’operatore di valutare quale operazione effettuare e predisporre l’intervento. • Segnalare esattamente la località dell’incidente. Le coordinate topografiche sono l’indicazione più precisa, ma bisogna saperle trovare sul navigatore o sul cellulare. Indicare il numero del sentiero può essere d’aiuto, come anche comunicare la posizione con Whatsapp. • esiste poi una regola semplice: quella di chiudere per ultimi la conversazione. Così si è sicuri di aver comunicato tutte le informazioni necessarie per un corretto e celere intervento. APP WHERE ARE U L’app consente di chiamare il Numero di Emergenza Europeo 112 (dove presente), inviando automaticamente i dati di localizzazione e le altre informazioni preventivamente incluse nell’app.
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Introduzione
Trasporto pubblico PROVINCE DI MILANO, MONZA BRIANZA, LECCO, COMO E VARESE La capillare rete ferroviaria verso Milano è molto comoda anche per muoversi con la propria mountain bike. Il consiglio è di evitare gli orari in cui si spostano i pendolari e verificare se la tratta o il singolo treno consentono il trasporto bici. A questa url si trovano le tratte in cui è permesso trasportarle: https://www.trenord.it/ biglietti/agevolazioni-e-supplementi/trasporto-biciclette/ Il trasporto delle biciclette è permesso sui treni regionali pagando il supplemento specifico (in Lombardia, a fine 2020, è di 3 euro), oltre al biglietto per il trasporto persone. Nel caso quest’ultimo costi meno, anche il trasporto bici verrà a costare la stessa cifra (quindi andranno acquistati 2 biglietti per trasporto persone). Se viaggiate con la bici sul treno per più di 20 volte in un anno, è conveniente acquistate il biglietto annuale a 60 euro. Prima di partire è consigliato verificare che non siano state introdotte nuove norme sui siti delle Ferrovie dello Stato (www. trenitalia.com) o delle Ferrovie Nord Milano (www.trenord.it). CANTON TICINO Il Canton Ticino dispone di una efficiente rete di trasporti pubblici su ruote ferrate e anche su strada, chiamati localmente i “postali”, che collegano tra di loro tutti i paesi del cantone. Le Ferrovie Federali Svizzere (FFS) consentono il trasporto di biciclette sulla maggior parte dei treni. Gli orari, i prezzi e i collegamenti sono disponibili sul sito www.sbb.ch, le modalità di trasporto delle bici sono approfonditi nelle sezioni Viaggi e Tempo Libero. Le FFS consentono anche il noleggio giornaliero di MTB presso le principali stazioni, come Mendrisio e Lugano. Le Poste Svizzere, che gestiscono la rete dei postali, permette il trasporto bici su tutti i mezzi, orari, costi e modalità di trasporto sono disponibili sul sito www.postauto.ch. Per gli itinerari del Monte Tamaro, Monte Lema e Cardada è possibile trasportare in alto le proprie bici sulle funivie presenti in loco.
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Il GPS questo sconosciuto Abbiamo cercato di descrivere ogni itinerario nel modo più dettagliato possibile. Cosa facile da fare per i percorsi tipicamente in ambiente alpino, dove i sentieri sono pochi, più complessa quando siamo in pianura e nella fascia Pedemontana. In queste zone l’elevato grado di antropizzazione crea, spesso, veri propri labirinti di sentieri e stradine che a volte non è facile descrivere con un testo. Per non parlare degli atti vandalici o la scarsa manutenzione boschiva.
Importante Rilevare esattamente distanze e dislivelli sui sentieri è molto complesso. Perché la mappatura dei rilievi fuori dalle strade asfaltate è approssimata ed anche per le possibili differenze di taratura dei singoli navigatori. Un itinerario registrato lo stesso giorno da navigatori diversi quasi certamente darà risultati diversi. E anche caricare lo stesso file gpx su applicazioni diverse può dare risultati diversi. Quindi si possono trovare piccole differenze fra i dati di questa Guida e il giro pedalato.
Come esempio potrei citare il percorso della Gran Fondo della Ghianda di Arsago Seprio (Varese), che si sviluppa in un bosco fitto ed intricato con pochissima cartellonistica o l’itinerario nel Parco di Appiano Gentile dove, purtroppo, la segnaletica ha subito atti di vandalismo o anche il Parco delle Groane, sviluppato in zone molto antropizzate in cui, senza indicazioni puntuali, si rischia di ritrovarsi su strade trafficate. Per questi motivi, insieme alla guida sono scaricabili le tracce GPS dei percorsi, così da avere riferimenti più sicuri per ripetere i tracciati descritti. Ma sappiamo usare correttamente un GPS? Purtroppo capita di vedere biker alle prese con i propri GPS perché non riescono a capire le informazioni a video. Senza voler scrivere un
trattato in merito, eccovi alcune dritte per “non perdere la rotta”. GPS è l’acronimo di Global Position System, cioè di uno strumento elettronico (smartphone o apparecchio dedicato), in grado di determinare, con una certa precisione, la nostra posizione sulla Terra utilizzando delle reti satellitari di posizionamento in orbita attorno alla Terra. Questi apparecchi ci permettono non solo di sapere dove ci troviamo, ma anche di seguire un pre-determinato percorso che abbiamo caricato. Ecco il perché della loro rapida diffusione nel mondo outdoor e non solo. Quando si usa un dispositivo GPS è importante: • essere sicuri di avere effettivamente caricato la traccia del percorso che vogliamo ripetere; • essere sicuri che il nostro GPS sia carico al 100%, sia perché lo usiamo parecchie ore che per il fatto che lo sottoponiamo a decisi sbalzi termici (per gli smartphone è consigliato avere un accumulatore portatile di riserva, per i GPS nativi un paio di ricambi completi di pile); • avere impostato lo strumento in modo che l’icona che indica la nostra posizione (di solito una freccia o un pallino con una freccia) sia fissa ed indichi sempre la parte alta dello schermo, così sarà la cartografia a muoversi sullo strumento indicando, in modo diretto, se dobbiamo andare a destra o a sinistra e non viceversa, che è meno intuitivo; • essere consci che i GPS hanno una precisione ottima ma non assoluta, cioè sono soggetti ad errori causati da differenti valori di umidità o pressione dell’aria, problemi di “rimbalzo” del segnale fra edifici, pareti rocciose, canali, boschi ecc.. Tutti i GPS forniscono una stima della precisione del segnale. Questo dato ci può aiutare a capire l’errore di rilevazione dell’apparecchio e correggere la nostra rotta. Per questi motivi vi consigliamo, specie se siete alle prime armi con il vostro GPS, di prendere un po’ di confidenza prima di iniziare un percorso. Un ultimo consiglio che ci sentiamo di darvi è che, anche se dotati di GPS e sapete usarlo bene, avere con sé la buona vecchia cartina ed una bussola da orienteering, che pesa pochi grammi, sono strumenti che vi possono aiutare ad uscire da qualsiasi situazione. A condizione di saperli usare.
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Introduzione
Come leggere simboli e mappe degli itinerari TIPO DI FONDO su cui si pedala. Alle sei tipologie è abbinato un colore diverso che si ritrova sia nel grafico dell’altimetria che A nella mappa a fronte. Dopo il colore è riportata la percentuale di ogni tipo di fondo sull’itinerario BELLEZZA espressa da un minimo di 1 a un massimo di 4 asterischi. È un indicatore assolutamente soggettivo B espresso dagli autori, ma può aiutare ad inquadrare il percorso STILE ITINERARIO riassume la filosofia del percorso, e quindi anche la preparazione tecnica e C fisica necessarie per affrontarlo e tornare a casa soddisfatti PERIODO DI PERCORRENZA indica in quale periodo dell’anno è consigliato questo itinerario D e in quale non lo è, in relazione all’altitudine e al tipo di fondo PUNTO DI PARTENZA riporta la località, la quota, le coordinate del punto di partenza, E oltre al Qrcode utilizzabile su un navigatore gps QUOTA MASSIMA Massima altitudine raggiunta F DISLIVELLO POSITIVO Quanti metri si recuperano in G salita. Dato molto importante
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Tutti gli itinerari sono stati tutti percorsi o controllati da chi li descrive. Talvolta eventi meteorologici intensi, fenomeni di dissesto o l’intervento dell’uomo possono modificare le caratteristiche e di conseguenza i dati del percorso. Gli itinerari sono suddivisi per aree geografiche (province italiane e cantoni svizzeri). Le informazioni relative ad ogni itinerario sono così organizzate: (1) Fascetta orizzontale d’apertura: numero progressivo, nazione, provincia (o cantone) e
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sotto in grande il titolo dell’itinerario. (2) Colonna verticale sinistra: contiene informazioni tecniche fondamentali per inquadrare velocemente l’itinerario. In queste e nelle pagine successive vengono dettagliate le singole voci. (3) Colonna verticale destra: nel testo si trovano alcune note tecniche, la descrizione dettagliata del percorso e il grafico del profilo altimetrico. (4) Nella pagina a fronte: Planimetria con elenco delle località attraversate. (5) Dalla terza pagina, Fascetta verticale sini-
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stra: nazione, provincia (o cantone), titolo dell’itinerario, numero progressivo. Grazie a questa organizzazione dei dati e delle informazioni, è possibile inquadrare velocemente le caratteristiche della proposta. Si consiglia di verificare innanzitutto lo stile dell’itinerario che, combinato alla difficoltà tecnica e all’impegno fisico, al dislivello e al tempo di percorrenza, permette di comprendere se è in sintonia con quanto si sta cercando.
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Introduzione
DISTANZA Totale km percorsi nell’itinerario. H Esclusi gli eventuali trasferimenti verso le stazioni ferroviarie TEMPO DI PERCORRENZA Tempo necessario a completare l’itinerario. Escluse I eventuali soste DIFFICOLTÀ TECNICA Da 1 (nulla) a 5 asterischi (estrema) viene riassunta la L difficoltà del percorso. A pag. 30 il dettaglio comparato con altre scale europee IMPEGNO FISICO Con una scala di 5 asterischi viene sintetizzato il livello di M allenamento richiesto ad un biker mediamente esperto CICLABILITÀ IN SALITA Percentuale, sul totale della N percorrenza, che è possibilità effettuare in sella in salita CICLABILITÀ IN DISCESA Percentuale, sul totale della percorrenza, che è possibilità O effettuare in sella in discesa E-BIKE Sono un grande aiuto per la salita, ma diventano una zavorra quando serve spingere o metterla P in spalla. Segnaliamo dove è consigliata e dove no RIFUGI Se sul percorso sono presenti pochi rifugi, ne viene riportato Q il nome. Se si transita in zone molto servite, viene riportata una generica indicazione di presenza PUNTI D’ACQUA Il nome della località con R rifornimento d’acqua o una generica indicazione di presenza
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Si ricorda che i valori espressi sono riferiti ad un biker allenato a percorrere itinerari di mountain bike in ambiente montano. Quindi è consigliabile misurare la difficoltà dichiarata con le proprie capacità partendo dai percorsi più semplici. (2) COLONNA VERTICALE DI SINISTRA (A) Tipo di fondo. Percentuali dei tipi di fondo presenti sul percorso, abbinate a un colore che viene poi utilizzato nella planimetria e nel profilo. Dove vi è una continua alternanza di fondi differenti viene indicato quello predominante. ciclabile in sede propria strada asfaltata strada cementata strada sterrata mulattiera sentiero
Eventuali contenuti video extra
(B) Bellezza Parametro indubbiamente soggettivo, che può dare un’idea della varietà della traccia percorsa e dei paesaggi attraversati. Non fatevi trarre in inganno se vedete una sola stellina, non vuole dire che l’itinerario è brutto. Tutte le proposte meritano e hanno un loro fascino, talune sono deliziose, ma durano quanto un battito d’ali, altre invece hanno un sapore più deciso ed alcune lasciano addirittura un piacevole retrogusto che dura nel tempo. (C) Stile itinerario Non indica la difficoltà dell’itinerario ma lo stile del percorso. È un parametro importante per inquadrare la proposta e leggere correttamente gli altri valori, soprattutto quelli legati alla difficoltà tecnica e fisica. I confini tra queste categorie restano comunque labili, soprattutto in relazione all’evoluzione tecnica delle biciclette sempre più leggere e performanti, agili in salita e divertenti in discesa.
ALL - Per tutti Piste ciclabili e sterrati che non richiedono grande impegno tecnico, anche se non escludono un minimo di allenamento per essere effettuati. Non sono richieste biciclette particolari, eccetto il casco, sempre obbligatorio. XC – Cross country Meglio essere allenati. Itinerario che richiede prevalentemente polmoni e gambe, e può presentare brevi sezioni tecniche o brevi tratti da superare bici alla mano. Meglio avere una bicicletta robusta con ammortizzatori anteriori. FR – Free ride Meglio non improvvisare. Itinerario che richiede abilità nella guida su terreno tecnico, sia in salita che in discesa, alcune salite non escludono tratti a piedi. Si consiglia una bicicletta full meglio se dotata di buone escursioni degli ammortizzatori. Casco integrale facoltativo, si consigliano ginocchiere e gomitiere. AM – All mountain Assolutamente non improvvisare. Itinerario che
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Introduzione
richiede abilità ed esperienza nel sapersi muovere ed orientare in ambiente montano. Sono necessarie gambe, polmoni ed abilità di guida in salita e in discesa. I tratti in salita da affrontare a piedi sono molto frequenti. Si consiglia una biammortizzata non eccessivamente pesante, casco, protezioni e zainetto. ALP – Ciclo alpinismo Solo per appassionati. Tanti tratti da fare con la bicicletta in spalla, tanto da chiedersi perché l’abbiamo fatto, per dislivelli significativi soprattutto in salita. Tratti di sentiero esposti o ferrati. Discese molto impegnative e tecniche con brevi tratti a piedi. Casco, protezioni, zaino e indumenti adatti per la quota. Ma a fine percorso la soddisfazione avrà il sopravvento sulla stanchezza. (D) Periodo di percorrenza Indica il periodo ottimale per percorrere l’itinerario, valutando temperature, innevamento, quantità di foglie sul sentiero. In ogni caso è un indice variabile legato all’andamento stagionale e alle caratteristiche dei sentieri (drenaggio, pietrosità, rocciosità…).
(H) Distanza Lunghezza in chilometri del tracciato, dal punto di partenza a quello di arrivo. I dati sono stati calcolati con l’ausilio del GPS. Chi utilizza un ciclo-computer tenga presente che le misurazioni con questo strumento possono differenziarsi da quelle rilevate con il GPS anche del 10%. (I) Tempo di percorrenza Tempo che un biker mediamente allenato impiega per percorrere l’itinerario, escluse le pause, troppo personali per essere quantificabili. Si tratta di valori indicativi in quanto biker veloci ed allenati possono impiegare anche meno del tempo minimo stabilito; così come con condizioni di fondo bagnato, innevato e meteo avverso questo valore può aumentare.
(F) Quota massima raggiunta La quota massima raggiunta è un dato di fondamentale importanza in quanto le variazioni climatiche diventano più brusche all’aumentare della quota. In caso di tempo incerto o basse temperature saranno da preferire itinerari a quote più basse. Nelle giornate estive, salire in quota sarà invece fonte di refrigerio.
(L) Difficoltà tecnica Il parametro si articola su cinque valori: nulla, bassa, media, impegnativa, estrema, corrispondenti a un numero crescente di asterischi. Nella tabella pubblicata nella pagina successiva trovate il dettaglio di ogni livello e la correlazione con le principali scale adottate a livello internazionale. Questo parametro è da leggere insieme allo stile dell’itinerario e alla mtb che utilizziamo: per esempio, se percorriamo un itinerario XC con livello di difficoltà impegnativo ma con una bella bici da enduro/ free ride, il livello tecnico risulterà ridotto. In ogni caso la valutazione si riferisce a condizioni di sentiero asciutto. Con pioggia o fondo umido, soprattutto su rocce calcaree, le difficoltà aumentano rispetto a quanto indicato.
(G) Dislivello positivo Il dislivello totale di ogni itinerario si riferisce alla somma reale di tutti i metri di salita, compresi quelli dei sali-scendi: per questo motivo il dato è spesso superiore alla somma dei dislivelli delle salite principali. Per il calcolo si è utilizzato il dato fornito dal GPS. Il dislivello reale, assieme al tempo medio di per-
(M) Impegno fisico Sempre cinque valori: nullo, basso, medio, impegnativo, estremo per altrettanti asterischi. Si tratta del livello di allenamento fisico richiesto, ad un biker mediamente esperto, per affrontare il percorso proposto. Il dato è legato sia alla durata dell’itinerario che alla difficoltà di salite e discese.
(E) Punto di partenza - QRCode Viene indicata la località di partenza (e arrivo in caso di percorso ad anello), altitudine e coordinate geografiche per il GPS. Il QRcode rimanda alle coordinate geografiche del punto da cui partire, utilizzabili dal navigatore.
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correnza, è tra i dati più indicativi per valutare la durezza di un tracciato.
(N-O) Ciclabilità in salita ed in discesa Il valore indica la percentuale, sullo sviluppo complessivo del percorso, che è possibile effettuare in sella da un biker con una buona tecnica, mediamente allenato ed esperto. Anche questo parametro è da leggere in relazione allo stile d’itinerario e al mezzo utilizzato. (P) E-bike La bici a pedalata assistita non è più l’eccezione, ma spesso capita di trovarsi in vetta ad un rifugio dove le tradizionali mtb sono una minoranza. Nella descrizione degli itinerari di questa guida sono state utilizzate bici tradizionali, quindi i dati riportati si riferiscono a una percorrenza interamente pedalata. Per dare un’indicazione a chi preferisce affrontare la salita con un “contributo elettrico” questa icona segnala se l’itinerario è adatto a un’e-bike, considerando soprattutto il maggior peso da sollevare nei tratti con bici in spalla. (Q) Rifugi - Punti di Ristoro Indicazione dei rifugi e dei punti di ristoro incontrati nell’itinerario. Dove possibile vengono indicati puntualmente. Di norma non sono indicati bar, ristoranti e negozi nei paesi attraversati. (R) Fonti d’acqua Sono indicati i punti di approvvigionamento idrico.
(3) COLONNA VERTICALE DI DESTRA Testo principale Nelle note tecniche si trovano consigli e avvertimenti per affrontare i percorsi proposti. Vengono evidenziati potenziali punti pericolosi, tipologia del fondo, possibilità di effettuare varianti e ogni informazione degna di nota. Lo spazio maggiore è dedicato alla descrizione del percorso, che si svolge su più pagine. Pur essendo dettagliato, è preferibile seguire il percorso scaricando la traccia gpx su un navigatore satellitare.
Profilo altimetrico Permette di valutare la lunghezza e le pendenze del percorso, nonché i cambi dei differenti tipi di fondo e la distribuzione di salite e discese. Da non perdere Possono essere una vista imperdibile, una testimonianza architettonica nascosta dalla vegetazione, un passaggio fra le foglie in cui vi sembrerà di planare. In sintesi, quello che rimarrà maggiormente impresso nella vostra memoria. UN OCCHIO DI RIGUARDO PER L’AMBIENTE Molti percorsi partono e arrivano nei pressi di stazioni ferroviarie. In altri è presente una piccola mappa con il tragitto verso la stazione più vicina e viene fornito il file gpx separato nel pacchetto completo. Perché lasciare l’auto nel box è la miglior testimonianza della nostra attenzione per l’ambiente.
(4) PAGINA A FRONTE Planimetria Mappa con lo sviluppo del percorso e l’alternarsi dei tipi di fondo. I numeri evidenziano le località e le lettere i punti “da non perdere” attraversati con riferimento al testo. Per i percorsi più impegnativi si consiglia di utilizzare la cartografia dedicata. La soluzione più consigliata resta quella di scaricare la traccia dal sito www.versantesud. it e seguirla sul navigatore. Località attraversate Principali località attraversate dall’itinerario, utili per l’orientamento e la lettura della scheda descrittiva. Ad ogni località, elencata in successione, corrisponde un numero che ritroverete sia nella planimetria che sul profilo. QRcode In alcuni casi sulla planimetria, in basso a destra, si trova un QRcode che rimanda ad un video o a una fotogallery con alcune sequenze dell’itinerario percorso.
29
Introduzione
Difficoltà tecnica Come capire il livello di un itinerario Per ciascun itinerario, in ogni volume delle guide dedicate alle mountain bike di Versante Sud, per permettere al lettore di valutare la difficoltà tecnica dell’itinerario che sta pensando di andare a ripetere, è stata creata un’apposita scala di valutazione, nata dal confronto e dall’esperienza dei vari autori. Creare una scala che definisca la difficoltà tecnica di un percorso, con l’obiettivo di dare un’informazione obiettiva ed univoca nel mondo della mountain bike, è stato un lavoro che ha chiesto un certo impegno perché numerose sono le variabili che possono dare adito ad interpretazioni differenti. Anzitutto la struttura del biker: già nel caso di Gianfranco ed io (Luca), ad esempio, siamo due biker con strutture fisiche ed approccio alla guida in salita ed in discesa completamente differenti. Per non parlare delle condizioni del percorso: pedalare su un terreno asciutto e secco, ad esempio dopo un lungo periodo senza pioggia o in estate, è molto diverso che rifare il percorso dopo una serie di giorni di pioggia o nel periodo invernale. Questo è particolarmente evidente negli itinerari che descriveremo nelle zone di pianura e nella fascia pedemontana. Ad esempio i boschi del Varesotto e della Brianza, nel periodo autunnale, sono spesso caratterizzati dalla presenza di fango, scivoloso ed appiccicoso, mentre in estate sono quasi dei tavoli da biliardo. Motivo per cui, la nostra valutazione sugli itinerari descritti in questa guida si è basata sul fatto che li abbiamo ripetuti più volte nel corso del periodo di redazione di questa guida, in periodi diversi, e dal confronto con gli amici con cui li abbiamo percorsi o che li hanno ripetuti senza di noi. Detto questo, per fornirvi ulteriori elementi di valutazione, riportiamo in questa pagina la ta-
30
La Classificazione di Versante Sud e la Per la discesa i gradi sono basati VERSANTE SUD
ÙÙÙÙÙ
Nulla: sterrata, sentiero largo (>50cm), pendenza debole (<20%), rampe e ostacoli assenti (percorso liscio), curve larghe
ÙÙÙÙÙ
Facile: sentiero largo, pendenza media (dal 20% al 30%), rampe assenti, ostacoli facili (pietre con diametro inferiore a 5cm), gradini facili
ÙÙÙÙÙ
Media: sentiero stretto (<50cm), pendenze forti (>30%), rampe facili o brevi sezioni complesse, pochi (<10) ostacoli difficili (radici, passaggi stretti <30cm, pietre di diametro da 5 a 15cm di diametro) gradini difficili (ad angolo acuto, alti, in sequenza, con uscita stretta o curva)
ÙÙÙÙÙ
Difficile: sentiero stretto, forte pendenza, rampe lunghe e ripide, molti (>10) ostacoli difficili (passaggi stretti >30cm, tratti rocciosi, corti passaggi trialistici), numerosi ostacoli difficili, pochi (<10) ostacoli molto difficili o trialistici (rocce, forte pendenza in uscita, tornantini ripidi e precisi da fare in nose-press)
ÙÙÙÙÙ
Estrema: pendenza estrema, lunghi passaggi trialistici, molti ostacoli (>10) da affrontare con tecnica trialistica
bella dove i nostri gradi di difficoltà tecnica vengono paragonati con le scale di difficoltà maggiormente utilizzate e più note nel mondo della mountain bike: La scala italiana creata dal CAI suddivisa in 5 livelli a difficoltà crescente da TC a EC, come la scala francese si basa sia sulla salita che sulla discesa tenendo conto della tipologia di fondo del percorso; La scala francese Velò Tout Terrain (VTT) sud-
comparazione con le altre scale sui seguenti parametri: fondo, pendenza, rampe, ostacoli, gradini Scala italiana CAI
Scala francese VTT
Scala DE-AU
TC: (turistico) percorso su strade sterrate dal fondo compatto e scorrevole, di tipo carrozzabile
T1: sterrata, sentiero largo (>50cm), pendenza debole (<20%), rampe e ostacoli assenti (percorso liscio), curve larghe
S0: sentieri poco ripidi, svolte semplici, accessibili a chiunque
MC: (per cicloescursionisti di media capacità tecnica) percorso su sterrate con fondo poco sconnesso o poco irregolare (tratturi, carrarecce...) o su sentieri con fondo compatto e scorrevole
T2: sentiero largo, pendenza media (dal 20% al 30%), rampe assenti, ostacoli facili (pietre con diametro inferiore a 5cm), gradini facili
S1: sentieri più impegnativi ma con fondo non sdrucciolevole e assenza di gradini
BC: (per cicloescursionisti di buone capacità tecniche) percorso su sterrate molto sconnesse o su mulattiere e sentieri dal fondo piuttosto sconnesso ma abbastanza scorrevole oppure compatto ma irregolare, con qualche ostacolo naturale (per esempio gradini di roccia o radici)
T3: sentiero stretto (<50cm), pendenze forti (>30%), rampe facili o brevi sezioni complesse, pochi (<10) ostacoli difficili (radici, passaggi stretti <30cm, pietre di diametro da 5 a 15cm di diametro) gradini difficili (ad angolo acuto, alti, in sequenza, con uscita stretta o curva)
S2: presenza di tratti sdrucciolevoli e di qualche gradino
OC: (per cicloescursionisti di ottime capacità tecniche) come sopra ma su sentieri dal fondo molto sconnesso e/o molto irregolare, con presenza significativa di ostacoli
T4: sentiero stretto, forte pendenza, rampe lunghe e ripide, molti (>10) ostacoli difficili (passaggi stretti >30cm, tratti rocciosi, corti passaggi trialistici), numerosi ostacoli difficili, pochi (<10) ostacoli molto difficili o trialistici (rocce, forte pendenza in uscita, tornantini ripidi e precisi da fare in nosepress)
S3: terreno perlopiù sdrucciolevole, gradini più tosti ("a misura di corone"), svolte impegnative
EC: (massimo livello per il T5: pendenza estrema, lunghi cicloescursionista... estremo! ma passaggi trialistici, molti ostacoli (>10) possibilmente da evitare in gite sociali) da affrontare con tecnica trialistica percorso su sentieri molto irregolari, caratterizzati da gradoni e ostacoli in continua successione, che richiedono tecniche di tipo trialistico
divisa in 5 livelli a difficoltà crescente da T1 a T5, tiene conto anche della salita ed è basata sulla larghezza prevalente del tracciato da percorrere, la pendenza media o puntuale dei tratti in discesa, la tipologia di fondo e degli ostacoli che si incontreranno in discesa; La scala tedesco–austriaca anch’essa con 5 livelli di difficoltà crescenti da S0 a S4, basata, principalmente sulle difficoltà di discesa dell’itinerario in funzione della tipologia di fondo del
S4: terreno ripido e sdrucciolevole, svolte impegnative che richiedono tecniche trialistiche
terreno e della difficoltà di curvare. A nostro parere ogni scala, inclusa la nostra, ha i suoi pregi ed i suoi difetti, nel senso che è veramente complesso creare una scala che descriva, in modo intuitivo e veloce, la difficoltà tecnica di un tracciato. Sicuramente l’esperienza aiuta molto a fare questa valutazione. Per chi è alle “prime pedalate”, pensiamo che poter confrontare tra loro le varie scale sia un ulteriore valido aiuto.
31
Introduzione
Rifugi e ristori lungo gli itinerari Conoscere quali rifugi, capanne, ristoranti o altre strutture ricettive si trovano sul tragitto è particolarmente utile per programmare una sosta ristoratrice o un pernotto, se la struttura è organizzata. Nella tabella seguente si trovano le strutture citate nella Guida organizzate seguendo l’ordine degli itinerari proposti (lettera per le ciclabili e numeri per i percorsi di mountain bike). Oltre a nome, indirizzo e coordinate geografiche utilizzabili sul proprio navigatore o con una ricerca attraverso Google maps, è riportato anche il numero di telefono. Perchè fare una verifica, per sapere se si troverà aperto o se il sentiero è praticabile, non fa mai male. Itinerario Struttura
Coordinate
Indirizzo
Telefono
Ostello Panperduto
Via Lungo Canale Villoresi 4, 21019 Somma lombardo (VA)
0331 259752
45.677157
8.683902
B
Bar the King
Via Dante 35, 20010 Boffalora sopra Ticino (MI)
351 2856483
45.468297
8.828234
F
Bar Caballo Loco
Via Laghetto 54, 20816 Ceriano Laghetto (MB)
340 8918157
45.629519
9.088150
Latitudine
Longitudine
LA RETE CICLABILE B
H, 21
Ostello Oasi di Baggero
Via Cava Marna, 22046 Merone (CO)
342 5592060
45.771013
9.239938
I
Tofé Cafè
Piazza Carlo Frigerio 7, 23883 Brivio (LC)
039 9322974
45.741399
9.449041
I
Panificio Linfarinata
Via Giuseppe Bovara 7, 23900 Lecco (LC)
393 8268087
45.855681
9.389791
I
Ristorante La Sosta
Via Amatore Sciesa 3, 24034 Cisano Bergamasco (BG)
035 781066
45.740280
9.450224
N
Centro Calimali - L'Approdo
21054 Fagnano Olona (VA)
328 0216670
45.666354
8.885937
PERCORSI MOUNTAIN BIKE IN PROVINCIA DI VARESE 8
Osteria Irma
Via Al Belvedere 17, 21100 Varese (VA)
0332 229125
45.868593
8.778281
14
Rifugio Pravello
Via S. Elia, 21059 Viggiù (VA)
340 5840563
45.889610
8.922166
PERCORSI MOUNTAIN BIKE IN PROVINCIA DI COMO 17, 18
Cascina Della Volpe
Via Stazione 29, 22060 Cucciago (CO)
335 427060
45.733272
9.093003
17
Trattoria Il Barzaghin
Via Olgelasca 1, 22040 Brenna (CO)
031 797100
45.737065
9.180673
17
Ristorante Grillo
Via Chigollo 6, 22070 Capiago Intimiano (CO)
031 460185
45.769424
9.144261
19
Baita Monte Croce
Via Monte Croce 2, 22100 Como (CO)
031 520516
45.803341
9.068000
20, 25
32
Il pane dei Volontè
Via Provinciale 12/b, 22038 Tavernerio (CO)
031 420722
45.800672
9.152040
20
Elfis bar
Via L. Panigatti 2, 22030 Eupilio (CO)
031 642508
45.823982
9.261000
20
Lido Segrino
Via L. Panigatti 3, 22030 Eupilio (CO)
338 7226995
45.823498
9.262148
Itinerario Struttura
Indirizzo
Telefono
Coordinate Latitudine
Longitudine
20
Bar A Casa di Lori
Piazza Motta 9, 22032 Albese Con Cassano (CO)
031 426120
45.796881
9.165617
20
Ristorante S. Andrea
Via Como 19, 22063 Montorfano (CO)
031 200220
45.786202
9.134448
22, 33
Rifugio Prabello
Cerano D'intelvi (CO)
031 5476862
45.913114
9.073175
22
Agriturismo Roccolo San Bernardo
Località Roccolo, 22010 Carate Urio (CO)
339 3150561
45.893224
9.114239
22
Rifugio Bugone
Via per Monte Bisbino snc, 22010 Moltrasio (CO)
031 0350027
45.874887
9.086844
22
Rifugio Murelli
Via per Monte Bisbino snc, 22012 Cernobbio (CO)
338 3347335
45.890394
9.107530
24, 25
Rifugio Capanna Mara
Monte Bolettone, Dorsale lariana (CO)
392 8926865
45.844020
9.194476
24, 26
Baita Boletto Fabrizio
Via alle Colme, 22034 Brunate (CO)
031 220235
45.833954
9.138319
24
Capanna Cao
Via alle Colme 35, 22034 Brunate (CO)
031 221074
45.825308
9.112255
24
Ristorante Gnocchetto
Via Primo Maggio 56, 22038 Tavernerio (CO)
031 426133
45.801064
9.141963
24
Baita Carla
Via alle Colme 35, 22034 Brunate (CO)
24
Doppiozero pasticceria caffetteria
Via Vittorio Veneto 6, 22032 Albese con Cassano (CO)
24
Rifugio Cacciatori
25, 26 26, 29
031 220186
45.829154
9.117323
334 9143507
45.796490
9.167031
Alpe del Vicerè (CO)
031 629721
45.828914
9.190442
Baita Bondella
Via Bel Paese 9, 22034 Brunate (CO)
031 220307
45.835165
9.127408
Rifugio Martina
Località San Primo, 22025 Lezzeno (CO)
031 964695
45.923113
9.216576
Rifugio Riella
22020 Faggeto Lario (CO)
Rifugio Marisa Consigliere
Via Villa Cherubino 15, 23862 Civate (LC)
28
Rifugio Terz’alpe
29
Ristorante la Colma
29
Osteria di Luca
26 27, 28
031 378600
45.861824
9.197730
0341 551383
45.839384
9.305919
Via per le Alpi 13, 22035 Canzo (CO)
031 682770
45.856579
9.313114
Via del Tivano, 22030 Sormano (CO)
031 667051
45.882856
9.229608
Località Cernobbio 72, Bellagio (CO)
031 950352
45.941744
9.242478
33
Introduzione Itinerario Struttura
Indirizzo
Telefono
Coordinate Latitudine
Longitudine
30
Ristorante la Madonnina
Via per la madonnina, 22030 Barni (CO)
031 965148
45.903466
9.279636
30
Bike Hotel Perlo
Via Valassina 180, 22021 Bellagio (CO)
031 950229
45.967262
9.252517
32
Bar Caminetto
Via Roma 36, 22020 Occagno-Schignano (CO)
031 819344
45.926709
9.099259
32
Rifugio Alpe di Colonno
Località Alpe di Colonno, 22010 Colonno (CO)
335 7160402
45.978453
9.136177
32
Rifugio Alpino Boffalora
22010 Tremezzina (CO)
0344 56486
45.987933
9.151068
32
Rifugio Venini
Località Monte Galbiga, 22016 Lenno (CO)
0344 56671
46.008712
9.167189
33, 46
Rifugio Capanna Giuseppe e Bruno
22023 Castiglione D'intelvi (CO)
031 830235
45.941999
9.063507
33
Baita di Orimento
Via Orimento 98, 22028 San Fedele Intelvi (CO)
031 830412
45.946435
9.042729
34
Ristorante La Baita
Via A. Wyatt 60, 22017 Menaggio (CO)
35
Rifugio C.A.I. Menaggio
22010 Plesio (CO)
36
Baita dal Vikingo
Via Fordeccia 50, Sorico (CO)
36
Camping La Riva
Via Poncione 3, 22010 Sorico (CO)
37
Rifugio San Jorio
Passo San Jorio, Comune di Gravedona ed Uniti (CO)
0344 32195
46.014508
9.221196
0344 1930017
46.060356
9.218835
331 5603746
46.191187
9.391308
0344 94571
46.170750
9.392490
347 7302688
46.166777
9.159987
PERCORSI MOUNTAIN BIKE IN PROVINCIA DI MONZA BRIANZA E LECCO 38
Bar ristorante Il Ritrovo
Largo Gaetana Agnesi 5, 23874 Montevecchia (LC)
039 9151180
45.705811
9.375213
38
Caffè della vecchia stazione
Via Lambro 72, 20846 Macherio (MB)
333 9814163
45.645924
9.286778
39
Bar della Curva
Via Roma 31, 23888 La Valletta Brianza (LC)
039 5310052
45.736663
9.362078
39
Oasi Galbusera Bianca
Via Galbusera Bianca 2, 23888 La Valletta Brianza (LC)
039 570351
45.722265
9.371079
40
Ristoro Alpini Eremo San Genesio
23886 Colle Brianza (LC)
039 9260513
45.759057
9.393740
41
La Stala del Re
Via S. Bernardo, 23886 Colle Brianza (LC)
039 9260198
45.755339
9.400924
+41 77 4784500
45.876789
9.008543
PERCORSI MOUNTAIN BIKE NEL CANTON TICINO 44
34
Rifugio Alpe Caviano
Castel San Pietro, Svizzera
Itinerario Struttura
Indirizzo
Telefono
Coordinate Latitudine
Longitudine
45
Crotto Sant'Antonio
Viale Attilio Tarchini 26, 6828 Balerna, Svizzera
+41 91 6830708
46
Ristorante Fiore di Pietra
Via Lüera 1, 6825 Capolago, Svizzera
+41 91 6305111
45.928345
9.019421
46
Crotto Pian delle Alpi
22020 Cerano D'intelvi (CO)
339 4623963
45.919958
9.070808
48
Agriturismo ai Gelsi
6993 Iseo, Svizzera
+41 91 6091948
46.000725
8.883805
48
Grotto Sgambada
Arosio di sotto, 6939 Alto Malcantone, Svizzera
+41 91 6003242
46.041854
8.899428
49
Ristorante Ostello Monte Lema
Via Monte Lema, 6986 Miglieglia, Svizzera
+41 91 9671353
46.040901
8.834807
45.845738
8.997935
50, 51
Capanna Utoe Tamaro
Monteceneri, 6805 Mezzovico-Vira, Svizzera
+41 91 9461008
46.108312
8.881486
53
Capanna Lo Stallone
Alpe Cardada, 6648 Minusio, Svizzera
+41 91 7436146
46.198547
8.796463
53
Capanna Cimetta
Cardada, 6648 Locarno, Svizzera
+41 91 7430433
46.200531
8.788714
54
Capanna CAS Piansecco
6781 Bedretto, Svizzera
+41 91 8691214
46.494406
8.471241
55
Rifugio Maria Luisa
28863 Formazza (VB)
0324 63086
46.434717
8.428179
55
Capanna Corno-Gries
6781 Bedretto, Svizzera
+41 91 8691129
46.467047
8.410055
56
Capanna Tremorgio
Fiesso di Mezzo 5, 6772 Prato (Leventina), Svizzera
+41 91 8671252
46.481624
8.724614
57
Grotto Dötra
Dötra, 6718 Blenio, Svizzera
+41 91 8721154
46.531913
8.879346
58
Capanna Piandios
Via Traversa, 6723 Acquarossa, Svizzera
+41 76 4000301
46.481377
8.884548
59
Capanna Bovarina Utoe
Olivone, 6720 Blenio, Svizzera
+41 91 8721529
46.560094
8.888410
61, 63
Capanna Monte Bar
Monte Bar, 6951 Capriasca, Svizzera
+41 91 9663322
46.100264
9.014183
61, 63
Capanna San Lucio
Passo San Lucio, Bogno, Canton Ticino, Svizzera
+41 79 8867330
46.086270
9.089070
61, 63
Rifugio San Lucio
Località San Lucio, 22018 Cavargna (CO)
338 3110521
46.086871
9.089904
62
Capanna Pairolo
località Cimadera, Canton Ticino, Svizzera
+41 91 9441156
46.062591
9.044797
62
Grotto Capanna Alpe Bolla
Canton di Liron 2, 6965 Lugano, Svizzera
+41 91 9432570
46.037114
9.007742
63
Lake Como Hostel La Primula
Via IV Novembre 106, 22017 Menaggio (CO)
0344 32356
46.015343
9.236278
35
H
LA RETE CICLABILE > Provincia di Monza Brianza e Como
RISALENDO IL LAMBRO Ciclabile Strada asfaltata Strada bianca/sterrata Sentiero
10% 23% 28% 39%
Tutto l’anno periodo di percorrenza
Villa Reale di Monza 177 m punto di partenza
335 m
quota massima
440 m
dislivello positivo
39,6 km distanza
3,00 ore
tempo di percorrenza
ÙÙÙÙÙ difficoltà tecnica
ÙÙÙÙÙ impegno fisico
Sì - No e-bike
Disponibili lungo il percorso fonti d’acqua
L’itinerario risale verso nord partendo dalla Villa Reale di Monza, vero simbolo della città, attraversa il suo parco ed esce nel comune di Biassono. Costeggia esternamente il suo autodromo fino alle famose curve di Lesmo dove si sentono rombare i motori durante le gare automobilistiche. Fino a Ponte di Triuggio è su fondo sterrato ma di difficoltà contenuta, poi presenta tratti duri e anche tecnici fra Giussano e Briosco. Quindi meglio affrontarla con la giusta preparazione. DESCRIZIONE TECNICA DELL’ITINERARIO Nel parco i sentieri non presentano difficoltà, usciti a Biassono si prende il sentiero dedicato da Cascina Grugagna e con due ponti scenografici sul Lambro si arriva a Canonica dove al Bar della Stazione si può fare una sosta caffè o mangiare qualche piatto tipico. La ciclovia parte ufficialmente e si pedala in un bell’ambiente naturale. 3 chilometri conducono a Ponte di Triuggio, e a sinistra si prende la breve e ripida rampa acciottolata che sale al paese di Albiate, con 3 gradini finali: una sfida concluderla. Si scende al livello del fiume anche grazie a tornanti su cementata e si sbuca a Carate passando fra le cosiddette Grotte di Realdino dove sgorga acqua dalla parete rocciosa. Dopo una breve sosta alla basilica di Agliate, si passa sulla orografica destra, si costeggia il fiume su asfalto e poi in offroad. Dritti su un veloce single track si giunge al tornante a sinistra che sale molto sconnesso e ripido e su cui non è semplice restare in sella. Risaliti 50 metri si sfocia in un ampio prato che apre la vista sulle montagne lecchesi. La discesina che segue è molto sconnessa per le piogge che l’hanno scavata, e porta allo svincolo della Ss36 di Briosco, su asfalto, dove si svolta a destra e subito a sinistra. Si sale ancora e svoltati a destra inizia la discesa che costeggia sulla sinistra la diga delle Fornaci a Inverigo, opera idraulica realizzata per controllare le piene del Lambro. In questi tratti il fiume rallenta e disegna curve fantasiose che col tempo hanno isolato piccoli laghetti nella brughiera. Ora si prende velocità per la ciclabile fino al chilometro 26 dove il 400
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H LA RETE CICLABILE > Provincia di Monza Brianza e Como > RISALENDO IL LAMBRO
QUATTRO COSE DA NON PERDERE A B C
A B PARCO E VILLA REALE DI MONZA La Villa Reale è stata realizzata durante la C dominazione austriaca nel 1780. Il parco, vero polmone verde della città, si estende per 688 D ettari ed è stato completato 40 anni dopo. L’estesa rete sentieristica al suo interno è percorribile a piedi, in bici, a cavallo. È il più classico punto di incontro per i ciclisti brianzoli.
LADBASILICA DI AGLIATE Con una brevissima deviazione al chilometro 16,5 si giunge alla Basilica romanica di Agliate antica di quasi mille anni. Oltre all’atmosfera austera della facciata e delle navate scandite da archetti, si distingue per la presenza di un battistero a nove lati separato dall’edificio principale. All’interno insieme agli antichi affreschi risalenti ad epoche successive, si trova la vasca battesimale a livello del pavimento.
A B C D A B C SURFARE SU UN MARE DI FOGLIE Nel periodo autunnale il sentiero del Lambro D invaso dalle foglie di pioppi, aceri, robinie e viene altri ancora. Spesso lo strato depositato è molto alto e riesce a livellare le asperità del fondo. Pedalarci sopra generando il tipico rumore delle foglie secche schiacciate dà una soddisfazione che fa tornare bambini.
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I SENTIERI LUNGO IL FIUME Il Lambro non si è mai distinto per la chiarezza delle sue acque, anche per la massiccia presenza di industrie lungo il suo corso, ma la pista ciclabile che lo costeggia permette di godere al meglio del corso d’acqua. Sia nella parte iniziale da Canonica, dove non è difficile intravvedere timidi aironi prendere il volo al nostro passaggio, sia più avanti verso Carate o Verano, quando il sentiero boscoso scorre a pochi metri dall’acqua.
Gennaio, l’alba al Parco di Monza. In un ambiente metafisico si provano sensazioni indimenticabili (oltre al freddo)
COLLEGAMENTO CON I MEZZI PUBBLICI Da fine traccia si raggiunge la stazione Fnm di Erba in 2 chilometri, e quella di Molteno Fs in 10 chilometri, a seconda dell’orario e del punto a cui s’intende fare ritorno. Si ricorda di verificare le condizioni di trasporto delle biciclette. Le tracce gpx sono disponibili nel pacchetto completo.
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fondo torna su single track, che accompagnerà il tragitto fino a Baggero, dove la traccia entra in un’area con antichi mulini ad acqua, noleggio bici, ristoranti: viene naturale concedersi una sosta anche se, attraversato l’asfalto, si tocca una zona ancora più naturale. Al 31° chilometro si entra nell’Oasi di Baggero, bell’esempio di recupero ambientale che ha trasformato un’antica cava per l’estrazione della marna in un parco organizzato. All’ingresso la struttura ricettiva con l’ostello, il bar e una fontana; proseguendo su passerelle e sentieri si gira attorno ai due laghetti che si possono ammirare dall’alto. A sinistra il bikepark di Lambrugo, un breve cross country per allenamento. Passato il ponticello sul torrente che genera la cascata, si spinge la bici brevemente sulla scalinata per proseguire verso l’uscita dall’Oasi. La salita si conclude a Monguzzo, punto più alto dell’itinerario e appena fuori si entra a destra su sentiero che, irregolare, scende deciso fino al livello del lago di Alserio. Da qui un tranquillo percorso campestre, fangoso in periodi umidi, conduce alla fine della ciclovia ad Erba.
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Italia > Provincia di Como >
DOVE OSANO LE AQUILE Ciclabile Strada asfaltata Strada lastricata/cementata Strada bianca/sterrata Mulattiera Sentiero Impianti di risalita Eventuali varianti al percorso
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Am - Alp stile itinerario
Per gli amanti delle discese tecniche, ecco un altro itinerario nella zona del Cornizzolo che, dopo la lunga e faticosa salita su asfalto fino al Culmen, propone una discesa tecnica ed impegnativa, tipicamente enduristica, che precipita verso valle, su un fondo quanto mai vario e sconnesso. La discesa presenta alcuni brevi tratti non ciclabili ed alcuni passaggi esposti. Ma al di là delle difficoltà cicloalpinistiche del percorso, lo stesso presenta notevoli spunti d’interesse lungo tutto l’itinerario come delle splendide viste sui laghi di Annone e Pusiano, sulla Brianza e sulla pianura padana, ed un’insolita prospettiva delle ex cave di cemento di Pusiano.
impegno fisico
DESCRIZIONE TECNICA DELL’ITINERARIO Dal parcheggio nei pressi del Lago del Segrino, iniziamo subito a pedalare in salita, attraversando la frazione di Carella e seguendo le indicazioni per il Monte Cornizzolo. La strada, fin da subito, si presenta impegnativa in quanto ci obbliga ad affrontare circa 740 metri di dislivello in poco meno di 8 chilometri di lunghezza, con una pendenza media superiore al 10%, in particolare tra l’Alpe Carella e l’Alpe Fusi, e con punte anche superiori al 20% che vi faranno venire un bel fiatone. Superata la sbarra, pedaliamo sull’asfalto fino a quando nel bosco iniziamo a scorgere le betulle ed i prati soprastanti: ora ci mancano ancora 3 tornanti, ma il peggio è passato. La nostra pedalata, sempre in salita ma con pendenza dell’ordine del 3-4% ci porta fino ad una seconda sbarra dove dobbiamo affrontare l’ultima, ma brevissima, salita che ci porta in località Culmen e quindi, in discesa, al rifugio Marisa Consigliere. Prima della discesa possiamo goderci un meritata pausa con ottima vista verso Lecco, i suoi laghi e i Corni di Canzo. Se ve la sentite, consiglio di salire anche alla croce di vetta del Cornizzolo, da cui si può godere di uno spettacolare panorama a 360°. Sconsiglio la salita con bici perché è tutta un portage molto ripido e faticoso e la discesa,
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Tutto l’anno, eccetto periodi con neve periodo di percorrenza
parcheggio sul Lago del Segrino a Eupilio in frazione Carella (374 m) punto di partenza/arrivo
1.175 m quota massima
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18,4 km distanza
3-3,30 ore
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27 Italia > Provincia di Como > DOVE OSANO LE AQUILE
DUE COSE DA NON PERDERE SAN PIETRO AL MONTE In discesa passerete davanti alla Basilica di S. Pietro al Monte, situata nella valle dell’Oro, una delle principali Basiliche Romaniche della Lombardia. Il luogo, che attualmente non è più occupato da religiosi, si compone di tre edifici: la basilica di San Pietro, l’oratorio intitolato a san Benedetto e quello che era il monastero di cui rimangono solo rovine e due portali in pietra che recano l’iscrizione “Ora et labora”. La leggenda narra che l’ultimo re longobardo, Desiderio, vi costruì un cenobio nel 772 in ringraziamento per la miracolosa guarigione dell’occhio del figlio Adelchi grazie alle acque di una fonte, che tutt’oggi scorre vicino alla chiesa. Questa oltre all’importante valore storicoartistico presenta un indubbio fascino legato alla pittoresca posizione nella Valle dell’Oro a picco sul lago di Annone. È caldamente consigliata una visita agli interni della basilica, possibili solo su prenotazione telefonando al 346 3066590
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Il complesso architettonico di San Pietro al Monte. Sopra, la fontana che guarì Adelchi, come racconta la leggenda
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A B C MONTE CORNIZZOLO Il nostro percorso passa ai piedi del monte D Cornizzolo, Curnisciöö nel dialetto locale. Che con i suoi 1.241 metri di altezza si affaccia sulla sottostante piana, con un vasto e stupendo panorama sui laghi di Annone e Pusiano. La sua vetta è sormontata da una gigantesca croce metallica, ben visibile già dalla pianura.
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Svizzera > Canton Ticino
IL MONTE LEMA Ciclabile Strada asfaltata Strada lastricata/cementata Strada bianca/sterrata Mulattiera Sentiero Impianti di risalita Eventuali varianti al percorso
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All mountain
impegno fisico
DESCRIZIONE TECNICA DELL’ITINERARIO Punto di partenza è il comodo, gratuito ed ampio parcheggio del campo sportivo di Novaggio Dal parcheggio ci dirigiamo verso la chiesa principale, posta a pochi metri dal parcheggio in Via Lema. Aggiriamo la chiesa sulla sinistra per poi svoltare subito a sinistra in salita, lungo la Via Ar Pissin, che ci porta alla Clinica di Riabilitazione di Novaggio. Con un panoramico tratto pianeggiante, pedaliamo lungo la strada principale. Lasciate alle spalle le ultime case, la strada si immerge in uno stupendo bosco di castagni e, su asfalto con pendenza costante tra il 6 e l’8%, inizia a risalire i versanti di Pianca Comune. Dopo un breve tratto più ripido, ma sempre su asfalto, incontriamo il museo del boscaiolo, dal quale lo sguardo si allunga verso il Lago di Lugano e le Prealpi Varesine. Ora il nostro percorso diventa una facile strada sterrata che, in leggera salita, raggiunge il Passo di Monte Fäeta, o Forcola, posto a 1.118 metri di quota. Si tratta di una bella radura di conifere, con tanto di fontana e panche per fare un bel pic-nic. Da qui, iniziano le vere fatiche per raggiungere il Monte Lema. Prendiamo la strada sterrata che parte alla destra della Forcola, dal fondo molto sconnesso, e che, portandoci sul lato italiano della montagna, giunge all’Alpe Fontana, con bellissima vista sul Lago Maggiore. Seguendo una veloce e divertente strada sterrata in discesa, ci muoviamo in
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stile itinerario
Giugno-Novembre periodo di percorrenza
Novaggio punto di partenza/arrivo
1.679 m quota massima
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dislivello positivo
25,3 km distanza
4,30-6,00 ore tempo di percorrenza
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Entusiasmante giro ad anello in mountain bike nel Malcantone. Con partenza da Novaggio, una salita su fondo vario e a tratti impegnativa, vi porterà a raggiungere la vetta del Monte. Il ritorno è un’adrenalinica e veloce discesa tra boschi di conifere e faggi. L’itinerario prevede tratti di portage in salita e richiede una buona conduzione del mezzo in discesa, per cui è un itinerario non adatto a tutti, ma solo a biker di livello medio-alto. Volendo è possibile evitare la salita alla vetta del Lema utilizzando la comoda e moderna funivia che parte da Miglieglia.
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Novaggio Pianca Comune Passo di Monte Fäeta Alpe Fontana Alpe Prato Bernardo Rifugio Campiglio incrocio 5 vie Alpe Arasio Monte Lema Pian Pulpito Passo di Monte Fäeta Astano Bombinasco Nerocco Banco
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49 Svizzera > Canton Ticino > IL MONTE LEMA Panorama sul Lago Maggiore scendendo dalla vetta del Lema
direzione di Pradecolo. Attenzione a guardare bene il sentiero perché, dopo circa un chilometro, troverete, sulla destra della strada, un masso con due punti rossi che, con una traccia poco visibile, vi portano all’Alpe Prato Bernardo, altro meraviglioso punto panoramico verso la Val Vigezzo. Qui ci tocca la vera prima fatica della giornata: circa un chilometro di portage lungo un sentiero molto sconnesso e pochissimo pedalabile. Al termine del sentiero ci ritroviamo su una strada sterrata che, seguendo verso sinistra, ci porta al Rifugio Campiglio, purtroppo chiuso da anni. Da qui seguiamo la strada sterrata che porta all’Alpone (cartelli indicatori) che è un continuo saliscendi, a tratti dal fondo piuttosto sconnesso, e, soprattutto, che presenta 3 rampe molto ripide e impegnative, se si vogliono fare in sella. Un lungo traverso ci porta ad un crocicchio immerso nel bosco noto come 5 vie. Seguiamo il sentiero per il Monte Lema, dove ci attende
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un primo ripido tratto di bosco che ci obbliga ad un nuovo portage. Per fortuna questo tratto richiede 10 minuti al massimo e porta su un bel sentiero che conduce all’Alpe Arasio, regalando un flow veloce e divertente. Dall’Alpe di Arasio all’Ostello Monte Lema, seguiamo una vecchia strada sterrata, dal fondo ciottoloso e scivoloso, dove la possibilità di pedalarla dipende dalle forze rimaste… Fortunatamente anche questo tratto, in complesso, richiede 15-20 minuti al massimo. L’ultima fatica è raggiungere la vetta del monte che può essere fatta seguendo la ripida scalinata in legno (portage obbligatorio) oppure il sentiero pianeggiante che si stacca sul lato sinistro della montagna, per poi risalire gli ultimi ripidi pendii. Tutte le fatiche sono ampiamente ripagate dalla vista che si gode dalla cima del Monte Lema: un bellissimo pratone che fa da balcone naturale aperto a 360° e dal quale si può ammirare dal sottostante Malcantone, ai laghi
di Lugano e Maggiore, alle Alpi, arrivando a vedere, nelle giornate limpide e terse, anche il Monviso. Indossate le protezioni, ci prepariamo alla discesa. La zona del Lema presenta varie possibilità, e la nostra scelta è quella di percorrere la cresta sud fino ad Astano. Il primo tratto di discesa segue un’ampia e facile strada sterrata che, dopo poco, aumenta di pendenza e il cui fondo diventa, man mano, più sconnesso, fino a raggiungere Pian Pulpito. Si prosegue lungo il filo di cresta, seguendo la traccia di sentiero che corre nel prato. Scendendo, la discesa diventa più tecnica, mai eccessiva, a causa dell’acqua che ha “lavorato” il fondo. Il tratto più impegnativo è quello che si incontra rientrando nel bosco e che riporta alla Forcola, con fondo ciottoloso, piuttosto scassato, ripido e con numerosi tornanti. Raggiunto il passo, proseguiamo lungo la ripida strada sterrata che si trova proprio di fronte
a noi e segnata con l’indicazione Astano, che aggira il Monte Croce. Anche in questo tratto, attenzione a non farsi prendere troppo dall’entusiasmo della discesa: al primo bivio (cartelli segnaletici), dovete seguire la discesa verso sinistra. Dopo un primo tratto in discesa veloce, segue un saliscendi con diversi rilanci che, all’ultimo, picchia, decisamente più ripido, sul paese. L’ultimo tratto è da fare a piedi per la presenza di scalini impossibili. Raggiunto l’asfalto, seguitelo verso sinistra e, all’incrocio, proseguite verso destra. Seguendo le viuzze in discesa del paese si raggiunge la Via Trezzini. Seguendola verso sinistra, ci aspetta una piacevole pedalata di circa 4 chilometri, purtroppo su strada asfaltata, ma pochissimo frequentata, che ci riporta a Novaggio, non senza l’ultima salita che inizia in località Banco, dove lasciamo la Via Trezzini per prendere la Via Meguldin e tornare al punto di partenza.
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Appendice
Dieci regole per una pacifica convivenza Di seguito riportiamo i “I 10 punti del mountain biking sostenibile” messi a punto da Imba-Italia, ente che promuove il trail building, ovvero la realizzazione di sentieri dedicati alla mountain bike. Vista la loro mission, lavorare per gli appassionati delle due ruote muovendosi fra i vincoli territoriali stilati da associazioni con altre finalità, ci è sembrato il decalogo più completo. L’associazione è presente in 17 stati nel mondo. IMBA - INTERNATIONAL MOUNTAIN BICYCLING ASSOCIATION - ITALIA www.imba-italia.org 1. Pianifica la tua uscita, sii preparato La mountain bike è uno splendido sport che si pratica immersi nella natura e questo fa che si che possa diventare pericoloso se non affrontato correttamente. In montagna porta con te una mappa e se sei da solo comunica ad un amico prima di partire il percorso che intendi fare. Impara come riparare piccoli guasti e porta sempre con te l’occorrente per sistemare una foratura ed aggiustare la catena.
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camere d’aria e carte delle barrette energetiche. 5. Resta sul sentiero Una delle funzioni dei sentieri è concentrare l’impatto di chi vi transita in un punto specifico per poter diminuire e controllare l’erosione e l’impatto sulla natura. Transitare sui sentieri è il modo più responsabile di praticare la mountain bike. 6. Percorri lentamente i sentieri affollati Modera la velocità quando percorri sentieri affollati per rispetto degli altri utenti e per una maggiore sicurezza. Fai lo stesso quando utilizzi sentieri e strade private che attraversano gruppi di case, rispetta chi abita nei pressi dei sentieri. Utilizza il buonsenso e mettiti nei panni degli altri, ti piace quando un’auto ti sorpassa a tutto gas? 7. Sorpassa con cortesia e rispetto Cortesia e rispetto sono due valori che andrebbero allenati sempre, ancora di più quando si è in bici immersi nella natura. Rispetta chi gode della natura camminando a piedi e chi sta iniziando a praticare la mountain bike. Ricorda che un tempo sei stato anche tu un principiante!
2. Non percorrere sentieri chiusi Evita di transitare su sentieri chiusi per manutenzione, frane, alberi caduti, battute di caccia o simili. Cerca alternative ed informati sui motivi della chiusura, se possibile fai la tua parte per fare in modo che vengano ripristinati il prima possibile.
8. Condividi i sentieri con gli altri fruitori Rispetta chi percorre i sentieri a piedi o a cavallo e ricorda che devi dare loro precedenza. Rallenta quando devi passare una persona a piedi, avvisa i tuoi compagni della loro presenza e saluta! Mantenere un buon rapporto con gli altri utilizzatori dei sentieri è il primo modo per evitare incidenti e che i sentieri vengano chiusi alle bici.
3. Evita i sentieri in caso di fango Percorrere un sentiero fangoso vuole dire danneggiarlo ulteriormente scavandolo e creando canali che verranno riempiti dalle prossime piogge peggiorando ulteriormente le sue condizioni. Il risultato? Il vostro sentiero sarà rovinato e saranno necessarie ore di lavoro per ripristinarlo.
9. Non effettuare trail building non autorizzato Informati ed accertati sempre delle leggi vigenti nella tua zona; parla con i proprietari dei terreni prima di iniziare qualunque lavoro di trail building. Realizzare lavori illegali di trail building nuoce all’immagine dei biker e vanifica gli sforzi di tutti noi per uno sviluppo sostenibile del nostro sport.
4. Rispetta il sentiero, le piante e gli animali Se ami la mountain bike ami anche la natura e la vita all’aria aperta. Rispetta quindi le piante, non disturbare gli animali selvatici e non danneggiare i sentieri. Riporta a casa gli eventuali rifiuti quali
10. Fai la tua parte! Fai tue queste semplici regole e condividile con i tuoi amici. Entra a far parte di IMBA sostenendoci, creiamo insieme il futuro della mountain bike in Italia ed in Europa!
Bibliografia Dan Hope La mountainbike-Tutto quello che dovete sapere sul mondo della Mountainbike, Fabbri Editori, Milano, 1998 Ferrero F. Manuale della mountain bike, Hoepli, Milano, 2001 Toyoshima T. Mountain bike emergency repair, Mountaineers, 1995 Paolo Ceccoli Itinerari a piedi sulle orme dei contrabbandieri-Vie e valichi segreti tra Monti Lariani e Canton Ticino, Trekking CdN, Novara, 2001 Piero Fischi, Ciclismo – Allenamento e alimentazione, Ediciclo Editore, 2002 Marco Pierfederici Bicicletta e salute-I consigli del medico sportivo, Ediciclo Editore, 2001 S. Diamantini, La mountain bike-Tecnica e allenamento, Edizioni Elika Gerd Schierle Ticino, www.bike-explorer.ch
App e riferimenti web www.outdooractive.com/it/ www.komoot.it www.alltrails.com Per trovare qualsiasi informazione consigliamo di utilizzare un buon motore di ricerca su internet che vi darà sicuramente risultati superlativi. Di seguito alcuni siti che abbiamo utilizzato per le nostre ricerche www.parks.it Contiene la descrizione di tutti i parchi naturali d’Italia, tra cui le riserve naturali del Triangolo Lariano. https://map.schweizmobil.ch Sito che permette la visualizzazione di tutta la cartografia svizzera e di cercare itinerari suddivisi per categoria. www.atlanteitaliano.it Sito che permette di visualizzare tavolette IGM 1:25.000, ortofoto a colori e in bianco nero. www.fiab-onlus.it FIAB - Federazione Italiana Amici Della Bicicletta Inoltre inquadrando il QrCode seguente, trovate informazioni su Pronto soccorso e come chiamare i soccorsi. Incrociando le dita.
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