VALTELLINA rock
Pareti
Multipitch sportivi e trad in Val Gerola, Val Masino, Val Malenco, Aprica, Val Grosina, Bormio, Valfurva, Val di Dentro, Laghi di Cancano
Prima edizione Giugno 2023
ISBN 978 88 55471 374
Copyright © 2023 VERSANTE SUD – Milano, via Rosso di San Secondo, 1. Tel. +39 02 7490163 www.versantesud.it
I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.
Copertina In aderenza sul Filun della Rocca ai Denti della Vecchia in Val Gerola. © Cristian Candiotto
Testi Federico Bagarin e Alessandro Codecà
Cartine Tommaso Bacciocchi. © Mapbox, © Open Street Map
Simbologia Tommaso Bacciocchi
Impaginazione Matthias Stefani
Stampa Press Grafica S.r.l. - Gravellona Toce (VB)
Km ZERO
Guida fatta da autori che vivono e l’arrampicatasviluppano sul territorio
Cosa significa?
È una guida a KM ZERO!
Che è più sana e ha più sapore, perché fatta da arrampicatori locali.
Come i pomodori a Km 0?
Certo! E la genuinità non è un’opinione.
Gli autori locali fanno bene a chi scala: – hanno le notizie più fresche e più aggiornate;
non rifilano solo gli spot più commerciali;
reinvestono il ricavato in nuove falesie.
Gli autori locali fanno bene al territorio: – pubblicano col buonsenso di chi ama il proprio territorio;
sono attenti a promuovere tutte le località; – sono in rete con la realtà locale.
E infine la cosa più importante: sulle loro rocce, c’è un pezzetto del loro cuore
Nota
L’arrampicata è uno sport potenzialmente pericoloso, chi la pratica lo fa a suo rischio e pericolo. Tutte le notizie riportate in quest’opera sono state aggiornate in base alle informazioni disponibili al momento, ma vanno verificate e valutate sul posto e di volta in volta, da persone esperte prima di intraprendere qualsiasi scalata.
FEDERICO BAGARIN - ALESSANDRO CODECÀ
VALTELLINA rock Pareti
Multipitch sportivi e trad in Val Gerola, Val Masino, Val Malenco, Aprica, Val Grosina, Bormio, Valfurva, Val di Dentro, Laghi di Cancano
Mappa generale
Presentazione
La Valtellina è una delle valli più conosciute nel nord della Lombardia, proprio sul confine con la Svizzera, e offre numerose possibilità per attività sportive di tutti i tipi, come mountain bike, trekking, escursionismo, canottaggio e ovviamente l’arrampicata, che varia tra falesie e pareti con vie multipitch sportive, trad e alpinistiche. La prima guida sulle falesie della Valtellina risale al 1981. Tuttavia, la parte delle vie multipitch non era mai stata trattata, se non per gli itinerari più in quota nella rinomata Val di Mello e nel massiccio Masino-Bregaglia.
Da questo nasce l’idea di creare una nuova guida che comprenda i numerosissimi itinerari sportivi e trad presenti nella zona della Valtellina, finora descritti solo nelle relazioni degli apritori e in poche altre guide ormai datate e introvabili.
Non è stato facile trovare la convinzione per partire con questo lavoro, nessuno di noi aveva mai scritto una guida o un libro e non sapevamo cosa ci avrebbe aspettato. Oltretutto non si trattava della riedizione di una guida già esistente, ma di crearne una partendo da zero. Una volta accettato l’incarico abbiamo iniziato a ricercare testi, guide, e soprattutto persone che avrebbero potuto aiutarci nel mettere assieme le numerose informazioni sparse. C’è stato poi un periodo di ricerca delle pareti, durato circa un mese e mezzo, durante il quale abbiamo visitato praticamente tutti i settori con l’obiettivo di conoscerli e poterli descrivere. Dopo aver camminato per circa 140 km e percorso 14.000 metri di dislivello, abbiamo continuato a fare ricerche sul campo e tutto il restante “lavoro d’ufficio”. Così facendo siamo riusciti a raggruppare circa 90 settori e 500 vie multipitch che vanno dal terzo all’ottavo grado.
La guida comprende le vie raggiungibili in giornata, sia sportive che trad, tralasciando gli itinerari alpinistici e quelli che richiederebbero pernottamenti in rifugio o bivacco.
Volutamente non sono presenti le descrizioni accurate dei singoli tiri di ogni via, dato che gli itinerari sono quasi tutti facilmente visibili e trovabili durante l’arrampicata, anche grazie alle foto presenti nella guida. Sono riportate vie frequentabili in tutti i periodi dell’anno ma un po’ meno nella fredda stagione invernale.
La guida comprende le seguenti aree: Val Gerola, Val Masino, Valmalenco, Aprica, Val Grosina e le grandi zone intorno al paese di Bormio, come la Valfurva, la Valdidentro, i Laghi di Cancano, la Val Viola, la Val Pila e il Passo del Gavia.
Federico Bagarin e Alessandro CodecàPrefazione
Nelle pieghe del territorio della Valtellina esiste un mondo di rocce che mezzo secolo fa non aveva ancora nessun significato per gli scalatori. Erano relativamente basse, poco delineate, senza una vera e propria vetta, è probabile anche che fossero troppo lisce per poterci salire con l’attrezzatura del tempo, specialmente prima che inventassero le scarpette d’arrampicata e gli spit, che oggi proteggono la “libera” senza rischiare di ammazzarsi in caso di volo. Per questo gli alpinisti dell’epoca non le degnavano dei loro sguardi, tiravano dritto e marciavano verso le quote più alte delle montagne, senza immaginare che un giorno non molto lontano queste piccole pareti sarebbero diventate un luogo ideale per decine di appassionati arrampicatori. Queste rocce “snobbate” hanno così una storia abbastanza recente, avviata a cavallo tra gli anni ’70 e ’80, che prosegue ancora oggi per merito degli amanti della ricerca del verticale che hanno preso la “malattia” di aprire vie. Dietro alla semplicità delle decine di linee tracciate su queste foto si nasconde la fantasia dei primi salitori e il processo da loro compiuto per creare queste vie: individuarle, immaginarle, avvicinarvisi per la prima volta e infine portarle a termine, prendendosene cura come se fossero opere d’arte.
Vie che oggi vengono definite “multipitch” ma che personalmente preferisco continuare a chiamare “vie di più tiri” o “vie lunghe”. Ci sono qui le “plaisir”, letteralmente “di piacere”, aperte con trapano e spit non troppi distanti, nell’ottica di renderle accessibili a più persone, anche ai novizi delle pareti. Accanto a queste, meno visibili, ci sono le vie tradizionali, oggi dette “trad”: alcune testimonianze del passato altre creazioni più recenti, che richiedono al capocordata la capacità di piazzare le protezioni e cercare la linea di salita non sempre così evidente.
È inoltre un viaggio in una natura variegata quello della scalata in Valtellina: sul granito del Masino, sul verrucano delle Orobie, sul serpentino malenco, sullo gneiss grosino e sul calcare dell’Alta valle. In sosta, guardandosi attorno, si scopre uno scenario che tanto può aggiungere alla scalata “di piacere”: in parete si sta sopra boschi, pascoli, mucche e marmotte, laghi alpini, morene glaciali, una natura alpina così bucolica che fa star bene ogni pensiero.
Luca MaspesRingraziamenti
Vorremmo ringraziare tutti gli amici, arrampicatori e guide alpine che hanno deciso di aiutarci nella realizzazione della guida, senza i quali non sarebbe stato possibile raccogliere tutte le informazioni per questa prima edizione. In particolare Augusto Rossi e Orietta Parolini che, insieme a Luca Maspes e Massimo Sala, sono stati presenti dal primo all’ultimo giorno. Martino Quintavalla e Caterina Bassi per la loro incredibile disponibilità per quanto riguarda la parte dell’Alta valle. Cristian “Cinghio” Candiotto e Andrea Savonitto per le precise e utili indicazioni della Val Gerola. Matteo Beccalli per
le ottime risuolature che ci hanno supportato lungo le placche di aderenza. Anna Gianoli, Carlo Bagarin, Diana Masarin e Marco Codecà per l’indispensabile supporto logistico e morale. Vogliamo ringraziare tutti quelli che hanno condiviso le molte altre informazioni indispensabili, oppure chi ha passato qualche giorno insieme a noi alla ricerca delle pareti: Adriano Greco, Luca “Bubu” Salvadori, Luigi Zen, Simone Pedeferri, Andrea Mariani, Graziano Milani, Gianni Zappa, Marco Colombo, Giacomo Ferri, Federico Tonani, Giacomo Sertorelli, Valentina Anzi, Chino Geronimi. Ringraziamo anche i gestori dell’Albergo Edelweiss che ci hanno permesso di usufruire dei loro spazi per scrivere i testi. Un altro ringraziamento particolare va a Matthias Stefani, per la passione e la precisione con cui ha curato l’impaginazione della guida.
Infine, ma non per importanza, ringraziamo Versante Sud che ci ha dato la possibilità di fare questo incredibile e indimenticabile viaggio di scoperta, amicizia e avventura.
A. Codecà, Dinga, Campo Moro (© F. Bagarin)ARRAMPICATE LIBERE IN ALTA VALMALENCO (G. Comi, C. Nana), C.A.I Valmalenco, 1982
STRUTTURE DI VALTELLINA
(G. Miotti, L. Mottarella), Zanichelli, 1981
MAGIA ROSSA
(A. Reati, M. Peduzzi), Edizioni Albatros, 1991
MASINO, BREGAGLIA, DISGRAZIA (G.L. Maspes, G. Miotti), Guide dalle Guide, 1996
ARRAMPICATE SPORTIVE E MODERNE IN VALTELLINA, VALCHIAVENNA, ENGADINA (G. Lisignoli, E. Meraldi, A. Pavan), Edizioni Versante Sud, 1999
MASINO BREGAGLIA, REGNO DEL GRANITO (A. Gaddi), Tipografia Polaris, 2009
VALTELLINA, VALCHIAVENNA, ENGADINA (G. Lisignoli, A. Pavan, M. Quintavalla), Edizioni Versante Sud, 2011
VALTELLINA ROCK, FALESIE (C. Cerretti), Edizioni Versante Sud 2021
Geologia
La Valtellina è un’ampia valle situata nelle Alpi centrali, parte da ovest del lago di Como estendendosi verso est fino a Tirano dove devia a nord passando dal parco dello Stelvio fino al confine svizzero. La sua origine, avvenuta nel tardo Cretaceo con l’orogenesi alpina circa 70 milioni di anni fa, ha inizio con la micro-placca Adria (una penisola di crosta continentale della placca africana) che muovendosi verso nord entrò in collisione con la grossa placca Euroasiatica, dove inizia l’innalzamento della crosta lungo i loro margini. Lo scontro tra le due placche ha portato la placca Euroasiatica a subdurre, ovvero a scendere e scorrere sotto alla placca Adria fino ad inabissarsi nel mantello.
Durante il Miocene (circa 15 milioni di anni fa) la porzione di placca entrata in subduzione, che trascinava verso il basso la restante placca, si distacca e come conseguenza avviene un innalzamento crostale che provoca un evento estensivo. Date le grandissime pressioni esercitate dalla placca Adria verso nord questa estensione poteva avvenire solo in direzione est-ovest creando una grossa faglia trascorrente che prende il nome di Linea Insubrica o lineamento Periadriatico, il quale separa nettamente la placca Euroasiatica e la placca Adria lungo quasi tutta l’estensione delle Alpi.
Questo lineamento crea una profonda vallata conosciuta oggi come Valmalenco, dove a sud presenta rocce di origine africana che compongono la falda sud-alpina, mentre a nord si estende la falda pennidica di origine europea a occidente, e la falda austro-alpina (un piccolo distaccamento della falda africana) che si sviluppa ad oriente. Il movimento della faglia provocò grandi attriti al suo interno con conseguente fusione e formazione di varie camere magmatiche lungo la sua estensione. Il successivo raffreddamento portò alla formazione di grandi corpi ignei intrusivi nel basamento già esistente, tra cui i principali sono: il massiccio granodioritico di Masino-Bregaglia situato a nordovest, il corpo granodioritico di Triangia a nord di Sondrio, e il massiccio dell’Adamello a sud-est.
La falda sud-alpina presenta varie tipologie di rocce. Tra le rocce sedimentarie si trovano principalmente arenarie, conglomerati e rocce carbonatiche triassiche, mentre le rocce di basamento metamorfico sono gneiss, micascisti, marmi e granuliti ottenuti da metamorfismo di rocce sedimentarie.
La falda pennidica deriva da un lembo di un antico oceano che è stato trasportato e deformato dalla placca Adria durante la sua migrazione verso nord. Presenta quindi rocce sia di crosta oceanica che continentale fortemente metamorfosate e deformate. Tra le principali si trovano gneiss, micascisti, marmi, granuliti, metagabbri, metabasalti, peridotiti e serpentiniti.
La falda austro-alpina si distaccò dalla placca Adria durante la collisione con l’Europa. Anch’essa presenta una grande varietà di rocce sedimentarie e metamorfiche, tra le principali si trovano gneiss, micascisti, marmi, calcari, dolomiti, arenarie e quarziti.
Marco Colombo Scorcio sulle strutture della Val Gerola (© C. Candiotto) Introduzione tecnica
In questa prima guida di vie multipitch della Valtellina, abbiamo iniziato a raggruppare la maggior quantità possibile di itinerari presenti sul territorio. Il lavoro è stato molto lungo e di ricerca ma, nonostante tutto, siamo riusciti a recuperare molte informazioni utili alla realizzazione della prima edizione.
Siamo perfettamente consapevoli del fatto che purtroppo qualche via non sarà presente, a causa di informazioni mancanti oppure di poco tempo utile, visto l’avvicinarsi della stagione invernale, per riuscire a realizzare le fotografie delle varie strutture. Abbiamo deciso infatti di fotografare ogni singola parete, per riuscire ad esprimere al meglio la bellezza dei luoghi, delle pareti e delle rocce della zona. Per ogni via della guida è presente, infatti, un tracciato su foto, disegnato nel modo più preciso possibile in base alle informazioni in nostro possesso.
Nella guida sono riportati principalmente itinerari spittati o da integrare (contrassegnati con linee rosse), ma non mancano anche quelli interamente trad (contrassegnati con linee bianche).
La descrizione delle vie comprende apritori, anno di apertura, sviluppo, numero di tiri, difficoltà, materiale da utilizzare e le difficoltà dei tiri con le varie lunghezze. Tutte queste informazioni non sono sempre presenti per ogni itinerario della guida, perché in alcuni casi non siamo riusciti a reperirle. Tuttavia abbiamo deciso di riportarli ugualmente con tutte le informazioni in nostro possesso.
Non è presente la descrizione dei singoli tiri, perché vista la qualità delle immagini con i tracciati e la “semplicità” nel trovare la linea corretta durante l’arrampicata, abbiamo ritenuto non fosse indispensabile inserirla. Si aggiunge a questo il fatto che spesso nemmeno gli apritori si ricordano nel dettaglio tutti i tiri, a maggior ragione quelli delle vie aperte più di 10 anni fa. Per moltissime vie inoltre è presente anche la
classificazione S e R rappresentante la proteggibilità. Abbiamo invece deciso di non inserire quasi mai la classificazione dell’impegno globale, visto che la maggior parte delle vie riportate si aggira tra I e III, con rarissime eccezioni di difficoltà superiore.
Per ogni area della guida sono presenti, inoltre, mappe e fotografie panoramiche, per facilitare l’arrampicatore a trovare i settori e le pareti più complesse.
Abbiamo cercato di svolgere il lavoro nel miglior modo possibile, dal nostro punto di vista, tenendo anche in considerazione il fatto che per alcuni luoghi siamo riusci a reperire solo informazioni vaghe. Detto tutto ciò speriamo che questa prima edizione della guida sia di vostro gradimento.
SIMBOLOGIA
ITINERARIO SPORTIVO/DA INTEGRARE
ITINERARIO INTERAMENTE TRAD (SOSTE DA ATTREZZARE)
ITINERARIO SCONOSCIUTO
SOSTA ATTREZZATA
CALATE OBBLIGATE
RACCORDO/CAMMINATA
TRACCIATO NON VISIBILE
PROTEGGIBILITÀ
S1 Spittatura normale, come quella utilizzata in falesia. Distanza mai superiore ai 3-4 metri tra uno spit e l’altro. Lunghezza potenziale caduta qualche metro al massimo e volo senza conseguenze.
S2 Spittatura distanziata e tratti obbligatori tra le protezioni. Lunghezza potenziale caduta una decina di metri al massimo e volo senza conseguenze.
S3 Spittatura distanziata, passaggi quasi sempre obbligatori. Distanza tra gli spit anche superiore ai 5 metri, voli lunghi ma non eccessivamente pericolosi.
S4 Spittatura molto distanziata (oltre i 7 metri), passaggi obbligatori. Una caduta può potenzialmente provocare un infortunio.
R1 Facilmente proteggibile con protezioni sempre solide, sicure e numerose. Limitati tratti obbligatori. Lunghezza potenziale caduta qualche metro e volo senza conseguenze.
R2 Mediamente proteggibile con protezioni sempre solide e sicure ma più rade. Tratti obbligatori tra le protezioni. Lunghezza potenziale caduta qualche metro al massimo e volo senza conseguenze.
R3 Difficilmente proteggibile con protezioni non sempre buone e distanti. Lunghi tratti obbligatori. Lunghezza potenziale caduta fino a 7-8 metri al massimo e volo con possibile infortunio.
R4 Difficilmente proteggibile con protezioni scarse o inaffidabili e/o distanti che terrebbero solo una piccola caduta. Lunghi tratti obbligatori. Lunghezza potenziale caduta fino a 15 metri con possibilità di fuoriuscita di ancoraggi e volo con probabile infortunio.
S5 Spittatura oltre i 10 metri, passaggi obbligatori e tratti dove una caduta può sicuramente provocare un infortunio (caduta su terrazzi o al suolo).
R5 Difficilmente proteggibile con protezioni scarse, inaffidabili e distanti che terrebbero solo una piccola caduta. Lunghi tratti obbligatori. Possibilità di lunghe cadute e di fuoriuscita di ancoraggi che può determinare un volo fino a terra con infortunio sicuro.
S6 Spittatura solo parziale e posizionata lontano dai passaggi chiave, tratti molto lunghi, anche superiori ai 20 metri, in cui una caduta può avere conseguenze anche letali.
IMPEGNO GLOBALE
I Via corta richiedente poche ore, nei pressi della strada e con comodo avvicinamento, ambiente solare e ritirata comoda.
II Via di diverse lunghezze su una parete superiore ai 200m, avvicinamento facile anche se può richiedere una discreta marcia, comoda ritirata.
III Via lunga oltre i 300m, ambiente severo, richiede quasi tutta la giornata per essere superata. Può richiedere un lungo avvicinamento e la ritirata può non essere veloce.
IV Via distante dal fondovalle. Richiede un’intera giornata per essere superata. La ritirata può essere complicata e non svolgersi sulla linea di salita.
R6 Improteggibile se non per brevi e insignificanti tratti lontani dai passaggi chiave del tiro. Una eventuale caduta può avere conseguenze anche letali.
V Via molto lunga stile big wall, richiede normalmente un bivacco in parete. Ritirata difficile, ambiente severo.
VI Big wall che richiede più giorni di permanenza in parete, ambiente di alta montagna, ritirata difficile.
VII Tutte le caratteristiche proprie del grado VI esasperate, come nel caso di big-wall himalayane che necessitano di una spedizione per essere superate.
VAL GEROLA
La Val Gerola è una stretta valle che si imbocca partendo da Morbegno. È conosciuta da sempre per il famoso formaggio locale Bitto, un formaggio d’alpe grasso a pasta cotta, e per gli impianti sciistici di Pescegallo presenti all’ultimo paese raggiungibile in macchina. Nonostante questo negli ultimi anni la valle è stata riscoperta anche dal punto di vista arrampicatorio, con la valorizzazione di una nuova area boulder, falesie ma soprattutto vie multipitch, alcune già esistenti parecchi anni fa ma recentemente sistemate, grazie al lavoro delle guide alpine locali appoggiate dal Comune di Gerola. Tra i maggiori valorizzatori del territorio è doveroso ricordare Andrea Savonitto e Cristian Candiotto, entrambi guide alpine. Parlando di vie multipitch al momento si può dividere il territorio in due grandi aree: l’area del Rifugio Trona e quella dei Denti della Vecchia.
01. Rifugio Trona
02. Denti della Vecchia
RIFUGIO TRONA
Nel territorio valtellinese dell’Alta Val Gerola, è nato un alto numero di vie d’arrampicata sportiva, sia monotiri che multipitch. Il merito va alle varie guide alpine e agli arrampicatori della zona, tra cui Andrea Savonitto, guida alpina e gestore del rifugio di Trona Soliva. Il rifugio, nato ristrutturando la Casera Vecchia di Trona, per opera della Comunità Montana di Morbegno e del Comune di Gerola, si trova sulle soleggiate praterie di Trona Soliva sotto il Pizzo Melasc. Il paesaggio è incantevole grazie anche alla presenza di due bellissimi laghi, purtroppo creati artificialmente tramite dighe. Le vie sono attrezzate in maniera sicura a fix o resinati e possono soddisfare soprattutto principianti e arrampicatori medi, anche se non mancano tiri più difficili su una roccia unica delle Alpi: il Verrucano conglomerato della Val Gerola.
ACCESSO
Da Morbegno salire a Gerola Alta e, da qui, alla frazione Laveggiolo, dove si lascia l’auto. Seguire una mulattiera verso la Val Vedrano e, superato il torrente, proseguire in diagonale verso il bosco sino al Colletto a 1835 m.
Da qui la mulattiera continua in piano sino al Rifugio Trona (1h circa dal parcheggio).
Per il settore Panacea dal rifugio continuare fino alla teleferica della diga di Gera e scendere dal canale (45’ dal Rifugio Trona).
Per tutti gli altri settori dal Rifugio Trona proseguire in direzione del Lago d’Inferno e del Rifugio Falk. Arrivare alla diga e, per il settore Torre Tarcisio, seguire fino all’inizio del sentiero attrezzato del Pizzo Trona. Arrivare fino alla cresta, la struttura è la prima che si incontra (45’ dal Rifugio Trona).
Per raggiungere Il Falso Pizzo di Trona arrivare sempre all’inizio del sentiero attrezzato e continuare ad attraversare su una traccia bassa. Quando questa inizia a salire verso la Bocchetta dei Dentini, attraversare i ghiaioni, raggiungere una costa erbosa e risalirla, fino ad arrivare alla base della struttura (40’ dal Rifugio Trona)
Dalla diga del Lago d’Inferno continuare fino alla Bocchetta del Varrone, appena sopra al Rifugio Falc, seguire il comodo sentiero verso la Bocchetta d’Inferno e superata una fascia rocciosa girare a destra raggiungendo la Parete Arcana e poco dopo il Pizzo dei Tre Signori (1h dal Rifugio Trona).
TORRE TARCISIO
FALSO PIZZO DI TRONA
1. PANACEA
Esposizione: Nord - Ovest
Altitudine attacco: 1800m
Stagione consigliata: Maggio – Settembre
Avvicinamento: 1h45’
Roccia: Verrucano
Settore con roccia molto bella, ottimo ambiente e vie principalmente di grado quinto che permettono a tutti di poter arrampicare in tranquillità. Tutti gli itinerari sono chiodati con soste attrezzate, anche se alcune volte con protezioni distanti. Discesa a piedi seguendo i bolli rossi che dalla sommità riportano alla base della parete.
1. ANDROMEDA
Sviluppo: 140m (6L)
Difficoltà: 5b (5b obbl.) /S2
Materiale: 2 mezze corde da 50m oppure corda singola da 60m, rinvii.
Note: la via si sviluppa mantenendo la destra.
2. A.S.A.N.
Sviluppo: 140m (6L)
Difficoltà: 5b (5b obbl.) /S2
Materiale: 2 mezze corde da 50m oppure corda singola da 60m, rinvii.
Note: la via si sviluppa mantenendo la sinistra.
Materiale: 2 mezze corde da 50m oppure corda singola da 60m, rinvii.
6. FERRARELLE
Sviluppo: 20m
Difficoltà: 5c
7.
FAM DE FEMMES
Sviluppo: 140m (5L)
Difficoltà: 5c (5c obbl.) /S2
Materiale: 2 mezze corde da 50m oppure corda singola da 60m, rinvii.
8. NATIKA MAGIKA
Sviluppo: 50m (2L)
Difficoltà: 6a (6a obbl.) /S2
Materiale: 2 mezze corde da 50m oppure corda singola da 60m, rinvii.
Note: termina alla S2 di Fam de Femmes
9. SPECIE PROTETTA
Sviluppo: 50m (2L)
Difficoltà: 6a (6a obbl.) /S2
Materiale: 2 mezze corde da 50m oppure corda singola da 60m, rinvii.
Note: come la precedente termina alla S2 di Fam de Femmes
Sviluppo: 25m
Difficoltà: 6b+
Sviluppo: 150m (4L)
Difficoltà: 5c (5c obbl.) /S2
Materiale: 2 mezze corde da 50m oppure corda singola da 60m, rinvii.
5. HOMO SELVADEGO
Sviluppo: 150m (4L)
Difficoltà: 5c (5c obbl.) /S2
10. TERAPIA PER GLI ZOMBI
Sviluppo: 65m (2L)
Difficoltà: 5c (5c obbl.) /S2
Materiale: 2 mezze corde da 50m oppure corda singola da 60m, rinvii.
11. ELISIR
Sviluppo: 110m (3L)
Difficoltà: 6a+ (6a+ obbl.) /S2
Materiale: 2 mezze corde da 50m oppure corda singola da 60m, rinvii.
5
11. HABEMUS PAPA
G. Ongaro, 2003
Sviluppo: 35m
Difficoltà: A2+
Note: monotiro in artificiale, sosta attrezzata e due spit in via.
12. SOCIALMENTE INUTILE
G. Ongaro, C. Gianatti; prima libera S. Pedeferri, 2002
Sviluppo: 90m (3L)
Difficoltà: 8b / R4 (6c E7 obbl.); A3 in artificiale
Materiale: 2 mezze corde da 60m, 2 serie di friends fino al n°2, 2 serie di micro friends, nuts piccoli, chiodi fini, copper heads.
Relazione:
L1: 8b (6c E7) / A3, 30m;
L2: 8a (6c E5) / A1+, 30m;
L3: 8a (6c E6) / A2, 30m.
Note: via aperta inizialmente in artificiale. Dopo la libera di Pedeferri e successivamente la ripetizione di L. Schiera, la via è un simbolo dell’arrampicata libera estrema in hard grit in Val Masino. R.P. fatta in giornata! Soste attrezzate, qualche sporadico chiodo in via.
13. TOTALMENTE INUTILE
L. Schiera, 2021
Sviluppo: 95m (4L)
Difficoltà: 8b / R4
Note: rispetto all’originale dal secondo tiro segue una variante e aggiunge un ulteriore tiro finale, facendoli diventare quattro in totale.
14. DIEDRO SPINI
G. Ongaro & C.
Sviluppo: 60m
Difficoltà: VI
15. CAMINO
G. Ongaro & C.
Sviluppo: 90m (3L)
Difficoltà: 6a (6a obbl.) / S1
Materiale: 2 mezze corde da 60m, rinvii.
Relazione:
L1: 6a, 30m;
L2: 6a, 30m;
L3: 6a, 30m.
16. STRESS
G. Ongaro & C.
Sviluppo: 30m
Difficoltà: 7a
17. AXEL
G. Ongaro & C.
Sviluppo: 30m
Difficoltà: 6a+
18. CUBA LIBRE
G. Ongaro & C.
Sviluppo: 90m (3L)
Difficoltà: 6a (6a obbl.) /S1
Materiale: 2 mezze corde da 60m, rinvii.
Relazione:
L1: 6a, 30m;
L2: 6a, 30m;
L3: 6a, 30m.
Note: le bassa difficoltà, l’ottima roccia e attrezzatura fanno sì che sia una delle vie più ripetute del settore.
19. L’ORA VERDE
G. Gianatti, 2007
Sviluppo: 40m
Difficoltà: 8a / R3
20. NO LIMITS
Iniziata da ignoti, R.P.: S. Pedeferri
Sviluppo: 90m (3L)
Difficoltà: 8a (7a+ obbl.) /S2
Materiale: 2 mezze corde da 60m, rinvii.
Relazione:
L1: 7a+, 30m;
L2: 8a, 30m;
L3: 7a, 30m.
da Alpe Entova / San Giuseppe (PERCORSO A)
da Alpe Entova / San Giuseppe (PERCORSO B)
da Chiareggio (PERCORSO C)
1.
PILASTRI
DI FORA
Esposizione: Sud
Altitudine attacco: 2200m
Stagione consigliata: Maggio – Settembre
Avvicinamento: 1h30’
Roccia: Serpentino
Si tratta di una bellissima bastionata di compatto serpentino rosso e nero sulla sinistra della spettacolare cascata d’acqua, situata sopra la vecchia cava dell’Alpe Fora. La roccia è sempre un ottimo serpentino di colore rossastro che forma placche a tacche, fessure e diedri. Sulla struttura prevalgono gli itinerari parzialmente spittati, ma anche uno interamente da proteggere. Discese in doppia da tutte le vie.
3. AQUILA ROSSA
G.B. Bonomi, G. Zanella, C.Pedrotti, 1993
Sviluppo: 200m (6L)
Difficoltà: 6c (6a obbl.) /II
Materiale: 2 mezze corde da 60m, rinvii.
Note: supera i muri rossi del pilastro centrale con bella e mai banale arrampicata su tacche. Seconda via nata sulla struttura e tra le prime multipitch spittate della Valmalenco.
4. FORA POCO
L. Maspes, R. Sala, P. Vallardi, 2009
Sviluppo: 180m (5L)
Difficoltà: 6a+ (6a+ obbl.) /II
Materiale: 2 mezze corde da 60m, rinvii, serie di friends.
1. FORA DE BAL
L. Maspes, M. De Zaiacomo, A. Pavan, 2011
Sviluppo: 180m (5L)
Difficoltà: 6c (6a+ obbl.) /II
Materiale: 2 mezze corde da 60m, rinvii, serie di friends per integrare.
Discesa: in corda doppia dalla via, da S5 a S3 tenendosi nel diedro, da S3 a S1 obliquando a sinistra
Note: bella salita con spettacolare tiro chiave su muro leggermente strapiombante tagliato da grosse fessure orizzontali. Primo tiro spesso bagnato (possibilità di aggirarlo a sinistra per cenge).
2. DIEDRO OLIVO
Enrico “Olivo” Tico & Co, anni ‘80
Sviluppo: 180m
Difficoltà: VI
Note: la prima via salita sulla struttura, interamente da attrezzare a parte il primo tiro spittato in comune ad Aquila Rossa. Roccia ottima ad eccezione del secondo tiro. Un chiodo nel passo più difficile.
Note: pochi spit sui tiri, da integrare. Sale sui muri rossi a destra di Aquila Rossa, con l’ultimo tiro in comune.
5. FORA DE CRAPA
L. Maspes, R. Sala, P. Vallardi, 2009
Sviluppo: 220m (5L)
Difficoltà: 6a (6a obbl.) /II
Materiale: 2 mezze corde da 60m, rinvii, serie di nuts e friends.
Note: salita semi-trad con soste attrezzate e pochi spit in via, il resto si protegge con nuts e friends.
VAL FORCOLA
Splendida e selvaggia valle a nord-est del Lago di Cancano, è frequentata principalmente da escursionisti e da ciclisti che percorrono i suoi bellissimi e panoramici sentieri. Da qualche anno è diventata una meta anche per gli arrampicatori perché, grazie ai chiodatori, le sue pareti sono ormai accessibili e divertenti da salire. La roccia è principalmente calcare rosso nelle zone leggermente più friabili, e grigio nelle parti più solide e affascinanti.
ACCESSO
Da Bormio seguire la strada per Livigno e, subito dopo aver passato il paese di Premadio, seguire le indicazioni per Cancano, passare le Torri di Fraele e proseguire sulla strada fino ad arrivare alla Diga di Cancano. Arrivare al grosso parcheggio e prendere la strada che scende verso destra, passare sulla diga e dopo circa 500 metri, al bivio, girare a destra. Superare il Rifugio Ristoro Solena e percorrere la sterrata fino a un’area pic-nic. Prendere la sterrata in direzione Val Forcola e dopo circa 1200 metri si arriva davanti ad una casetta dell’AEM dalla quale parte una traccia. La vaga traccia attraversa il piccolo bosco di pini mughi e un ghiaione fino alla base della parete Crap di Alt (40’ dal parcheggio).
Continuare lungo la strada sterrata fino al bivio per Pedenolo a destra e Passo della Forcola a sinistra. Salire verso sinistra per un breve pezzo fino alla fine del boschetto di pini mughi e proseguire in direzione della parete Crap de la Mitraglia (30’ dal parcheggio).
Per raggiungere il Crap delle Fornelle, giunti al bivio per Pedenolo a destra e Passo della Forcola, risalire il pratone verso destra fino a raggiungere in pochi minuti l’evidente parete (30’ dal parcheggio).
1. CRAP DI ALT
2. CRAP DE LA MITRAGLIA
3. CRAP DELLE FORNELLE
18. CASTELLO ARGENTATO
Sviluppo: 45m
Difficoltà: 6c
Note: parte dalla S1 della Via Casarotto
19. AEROBATIX
Sviluppo: 75m (2L)
Difficoltà: 6b (6a obbl.) /S1
Relazione:
L1: 5c, 30m;
L2: 6b, 45m.
Discesa: in corda doppia dalla via.
20. DAMMI TRE PAROLE
Sviluppo: 160m (5L)
Difficoltà: 6b+ (6a+ obbl.) /S1
Relazione:
L1: 6b, 50m;
L2: 5b, 30m;
L3: 6b, 30m;
L4: 6a, 30m;
L5: 6b+, 20m.
Discesa: in corda doppia dalla via.
21. VIA FRATELLI SERTORELLI
Sviluppo: 75m (2L)
Difficoltà: 6a+ (6a obbl.) /S1
Relazione:
L1: 6a+, 30m;
L2: 6a, 40m.
Discesa: in corda doppia dalla via.
22. VARIANTE SERTORELLI
Sviluppo: 30 m
Difficoltà: 6a