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Editoriale
I PET fanno bene. Anche in tempi di guerra e inflazione?!
Stefania Lorusso, direttrice editoriale Edizioni DM
È sempre tempo di crescita per il petfood e se si risparmia, non si risparmia certo sugli amici a quattro zampe. Neanche in tempi di guerra e inflazione alle stelle. In un momento storico decisamente grigio, i primi giorni di ottobre sono stati caratterizzati da un notevole fermento in questo settore. Il primo colpo grosso in ordine temporale è arrivato da Dmo, il gruppo creato dalla famiglia Celeghin, che ha rilevato ben il 55 per cento del capitale di Bauzaar da Megamark (socio di maggioranza dal 2017) e dai suoi fondatori, Matteo Valente e Domenico Gimeli. L’insegna Isola dei tesori consolida così la propria posizione di secondo operatore retail, alle spalle di Arcaplanet che, nel mentre, ha perfezionato l’integrazione con i 150 punti vendita Maxi Zoo. Altri 34 negozi appartenenti a quest’ultima se li è invece accaparrati Cerere in joint venture con Pdp che, in aggiunta a quelli già di proprietà, hanno così dato vita alla terza catena nazionale di pet shop. Che quello dedicato agli animali da affezione fosse tra i settori maggiormente performanti in Italia, ormai, non avevamo più dubbi: l’ultimo rapporto pubblicato a maggio scorso da Assalco-Zoomark ha censito nel 2021 64,7 milioni di animali da compagnia, di cui quasi 30 milioni di pesci, 13 milioni di uccelli, 10 milioni di gatti, 8,7 milioni di cani e poco più di 3 milioni tra piccoli mammiferi e rettili. Tutto questo a fronte di una curva di natalità che cade in picchiata da anni. La pandemia in questo senso è stata senza dubbio un acceleratore, ma di un processo in atto da tempo. Tale evoluzione si traduce in una sempre maggior attenzione da parte dei proprietari che spendono, e anche tanto, per il benessere dei propri pet. E in propensione di investimento da parte dei player decisamente sopra la media. L’altra faccia della medaglia di un Paese che, secondo una ricerca condotta da Unicusano, ateneo telematico milanese che dedica un osservatorio all’embargo deciso dall’Unione Europea verso la Russia, vede oltre 90mila imprese a rischio chiusura entro la metà del prossimo anno, specie a causa delle maxibollette in arrivo nei prossimi 12 mesi. Per loro la stangata sarà di 11 miliardi di euro. Lo stesso Paese che nel 2023 (sempre secondo il suddetto studio) vedrà salire la spesa media di una famiglia, per riempire il frigo, di 771 euro, con un esborso annuo, fra luce e gas, che si attesterà fra 1.990 e i 3.667 euro. Viste le prospettive vale, quindi, la pena chiedersi se il prossimo rapporto Assalco-Zoomark ci restituirà ancora una volta una fotografia a colori o, se per la prima volta dopo anni, prevarrà il bianco e nero.