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Real estate
NUOVI FORMATI, cosa ci attende
Le insegne mirano a rendere strutturali le innovative chiavi interpretative ereditate dal post pandemia.
Viste le pressioni inflazionistiche e le incertezze di scenario - anche per i risvolti della crisi energetica internazionale - è poco probabile che per il prosieguo dell’anno si possano registrare ulteriori significative crescite nell’andamento dei consumi. La partita si potrà pertanto giocare su di un terreno di competizione orizzontale, i cui risultati e le conseguenze andranno certamente ben oltre il 2022.
Due le chiavi che possono far pensare a un modo proficuo di costruire strategie adatte a persuadere il consumatore a non rivedere al ribasso i suoi livelli di spesa. Con particolare riferimento al settore food, parliamo di private label e di promozioni, da declinarsi in diverse modalità ma sempre con l’obiettivo di aumentare la fidelizzazione del consumatore verso il punto vendita (in modo mediato il primo strumento e diretto il secondo). Esistono però degli outsider che hanno inteso, viceversa, adottare un interessante modello di every day low price in luogo delle promozioni, abbinato a una massiccia presenza di referenze private: è il caso di Tuttigiorni (Gruppo Abbi dei F.lli Ibba) che meriterebbe un approfondimento dedicato.
Insomma, dopo il brainstorming imposto all’industria di settore dalla pandemia nella seconda parte del 2020 e per buona parte del




2021, i primi risultati di questa reazione iniziano a vedersi nel 2022 e sempre di più lo saranno nel 2023. Nuove insegne che mirano a rendere strutturali queste chiavi interpretative. Fra i tanti casi che si possono raccontare, tuttavia, quello che ritengo possa essere uno sviluppo che meglio potrà andare incontro a questa esigenza in modo quantitativamente rilevante e duraturo è quello della ibridazione, adottata sempre più dal Gruppo Selex. Parliamo di una contaminazione dei formati che prende avvio da un movimento a mio avviso irreversibile. Ne è il maggiore esempio l’uptrending del discount e il downtrending del supermercato. Oltre a questa interferenza, gli obiettivi dichiarati da Selex nella sua comunicazione istituzionale sono quelli di intercettare una domanda di spesa digitale, di rafforzare l’immagine di prodotto e di servizio del punto vendita. Una missione di differenziazione rispetto alla concorrenza e di discontinuità con il passato, molto ambiziosa, ma che lascia intravedere buone speranze di concreta attuazione se è vero che per il 2022 sono previste complessive 95 aperture e 97 ristrutturazioni di punti vendita.
Una presenza da colosso, in Italia, con 3.190 punti vendita sommando le varie insegne di una variegata fattispecie (fra cui Famila, HarDis, Pan, Il Gigante, Sole 365, ecc.) e un fatturato al consumo complessivo di 16,9 miliardi di euro nel 2021, in crescita del 4,3% sul 2020. L’Assemblea dei Soci dichiara prioritario, per il 2022, il focus degli investimenti e rinnovo rete di vendita a supporto del potere d’acquisto e stima un fatturato di 17,1 miliardi di euro. A completare il quadro, un significativo incremento delle marche del distributore.
Strategie di marketing centralizzate rispetto al cliente, ufficio studi a disposizione della rete, piani promozionali personalizzabili, costante formazione e aggiornamento del personale sono alcuni dei principali strumenti su cui punta Selex per raggiungere gli obiettivi. Tuttavia siamo certi che siano le insegne di Selex e, quindi, gli associati/imprenditori che le detengono e le gestiscono, a rappresentare il perno su cui si incardina questo percorso e il cui risultato molto dipenderà dalla loro capacità di cogliere questi input e promuovere sui territori - anche adattandoli - progetti che rispondano alle aspettative del Gruppo.n
Alberto Deiana, Project Management and Real Estate Executive Mi.No.Ter.