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Green Retail Forum 2021

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Sostenibilità

Sostenibilità

Paolo Mamo, presidente di Plef L’ultima edizione del Green Retail Forum, undicesima dal 2011 e ospitata per la seconda volta lo scorso 21 ottobre dallo Spazio Innovation Network di Accenture a Milano, ha fatto il punto in modalità phygital sulle mosse del mondo del retail in tema “sostenibilità”. In apertura Paolo Mamo, presidente di Plef da aprile 2021, ha sostenuto che i segnali non siano positivi. A sei anni dalla stesura dei 17 SDGs dell’Onu e con ancora 9 anni davanti per riuscire a mantenere gli impegni dell’Agenda 2030, gli esempi virtuosi rimangono pochi, anche se molto enfatizzati, ma riconoscere che la situazione globale è negativa è importante per convincerci ad affrontare questioni non più procrastinabili. «C’è un forte committment dei giovani ma non basta e una parte del lavoro di sensibilizzazione sui cittadini spetta ai retailer. Questi ultimi, tuttavia, mostrano in gran parte di voler continuare anche nel 2022 con una strategia di promozioni estreme, assolutamente contraria a tutte le dichiarazioni pro sostenibilità». Dal primo dei 3 Osservatori della giornata, quello sulla sostenibilità dell’offerta, è emerso che le comunicazioni su iniziative green di produttori e fornitori per il retail siano aumentate, passando da 52 notizie all’anno nel periodo 2011-2019 a 612 nel 2020. «In particolare, è cresciuta l’attenzione per i fatto-

ri esterni, cioè le relazioni fra impresa e ambiente, mentre è in diminuzione quella per i fattori interni, ossia le attività dirette dell’impresa», riporta Ilaro Ghiselli, consigliere direttivo di Plef.

Marco Calò di Amorim Cork Il secondo osservatorio, “Sustainable Brands and Retail”, ha analizzato quest’anno 15 paesi, entrando nel merito in modo dettagliato di varie imprese di 12 settori merceologici e di 50 case history «Abbiamo evidenziato 4 modelli di business – spiega Natalia Massi di Kikilab – quello delle aziende “pioneers”, fra cui spicca la californiana Patagonia; le “focus driven”, cioè focalizzate su criticità specifiche come la società spagnola Ecoalf ; le “evolvers”, ossia imprese capaci di trasformarsi al loro interno in modo sostenibile e pragmatico come il discount danese Rema 1000 e infine le “transformation leaders”, che si fanno capofila di un cambiamento più generalizzato: un caso è quello della francese Botanic». L’ultimo osservatorio, “Concepts Reloades per il GRF GDO”, ha monitorato per alcuni mesi 20 realtà del retail, notando che le iniziative sulla sostenibilità più frequentemente comunicate riguardano l’efficientamento della logistica, i materiali, il riciclo delle eccedenze, molto meno il prodotto strettamente inteso «Spesso le azioni in crs si discostano moto dal focus aziendale (per es. aziende alimentari che finanziano restauri) e prestano ancora poca attenzione alle fratture sociali. – a dirlo è Laura Cantoni di Astarea – Il risultato è che al consumatore arrivano claim tradizionali che spostano poco gli equilibri in fatto di acquisti».

u La Prima tavola rotonda sul tema “Transizione e future generazioni” si è aperta con Pierluigi Stefanini presidente Asvis: «Entro i prossimi due anni l’Italia dovrà dotarsi di una propria strategia di sviluppo sostenibile da presentare all’Onu nel luglio 2022. Dovrà

integrare il Pnrr e allinearsi agli obiettivi posti dall’Unione europea. In questo senso, la modifica costituzionale agli articoli 9 e 14 approvata dalla Camera ad ottobre è solo un primo passo ma, se il documento superasse la navetta parlamentare, avremmo una Costituzione che richiama una giustizia intergenerazionale per realizzare lo sviluppo sostenibile». Per contro Roberto Bin, professore di diritto costituzionale presso l’Università di Ferrara, ha ricordato «Non sono le carte Costituzionali, cioè pure enunciazioni di principi, a creare i diritti, ma la coscienza sociale attorno a essi». Perché siano effettivi ed esigibili, i diritti legati al clima e all’ambiente secondo Bin devono essere rivendicabili davanti a un giudice, come dimostrano le cause conclusesi di recente dinanzi alla Corte Suprema dei Paesi Bassi, poi in Francia, Irlanda e ora in Germania. Lì la Corte Costituzionale ha smascherato il tentativo del governo di posticipare di 30 anni gli impegni sul clima, qualificandoli come un trasferimento de facto di costi sulle generazioni future. «L’obiettivo deve essere stabilire, per Legge, un meccanismo secondo cui un cambiamento che non rientri in tempi brevi produca un illecito, adeguatamente sanzionato».

In rappresentanza della voce dei giovani, Maria Vittoria Dalla Rosa di New Wave Plef e Gruppo Giovani Asvis, ha sostenuto con un’immagine evocativa che il sistema attuale somigli a un doppio binario, dove su uno corre il treno della crisi climatica e sull’altro arranca quello dell’innovazione. A tal proposito, Giuseppe Zuliani, direttore marketing di Conad, ha citato una ricerca di Wunderman Thompson che rivela come per 4mila ragazzi fra i 6 e i 16 anni la sostenibilità delle aziende sia un prerequisito, ancora più importante del prodotto o servizio erogato. Le parole chiave sono quindi patto intergenerazionale, relazio-

Giuseppe Zuliani di Conad

ne e collaborazione, tanto con i fornitori quanto con istituzioni e clienti, senza i quali nulla sarebbe possibile. Inoltre, secondo il direttore, «È indispensabile superare il puro storytelling in favore di azioni concrete: per questo oltre 500 negozi della nostra rete collaborano con “Last minute market” e “To good to go” al fine di evitare gli sprechi».

u La seconda tavola rotonda intitolata “Misura della sostenibilità” e moderata dal co-foundator e past president di Plef Emanuele Plata, ha evidenziato, grazie alla testimonianza di tre imprese, cosa può essere misurato quando parliamo di sostenibilità. Nel caso di Amorim Cork, gruppo portoghese leader mondiale nelle forniture di sughero, si misura la rigenerazione della propria materia prima, la riforestazione, il rapporto fra le emissioni prodotte e quelle assorbite; nel caso di Despar Sud si misura lo scambio col territorio in termini di occupazione, di forniture locali, di servizi ai cittadini consumatori, di riduzione di sprechi e scarti inquinanti; nel caso della Centrale VéGé la misurabilità riguarda le caratteristiche e la qualità dei prodotti a marchio, le politiche di fidelizzazione, l’indirizzo e la rendicontazione delle azioni locali sui territori nei confronti di scuole e centri sportivi. Un quadro di azioni giudicato da Valentino Bobbio di “Next” come un significativo progresso rispetto a pochi anni fa: questo risulta anche dalla loro piattaforma Eye On Buy, aperta a imprese virtuose che accettano di autovalutarsi e sottoporsi al giudizio dei cittadini con il Next Index, ossia 5 indicatori per 6 aree: governancepersonale, clienti-fornitori, ambiente-comunità locale. Diversa opportunità di misurazione è offerta dalla startup Ecomate, che si rivolge alle PMI che vogliano prepararsi alle richieste di rendicontazione che l’Ue renderà obbligatorie dal 2026.

u La terza tavola rotonda, “Green Marketing e decarbonizzazione”, si è svolta all’insegna delle voci fuori dal coro. Fabio Iraldo della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ha esortato a esercitare lo spirito critico sulle questioni legate alla transizione ecologica. «Il greenwashing è frutto di

eccessive semplificazioni per comunicare temi complessi», ha spiegato il docente, invitando anche a non parlare di “0 emissioni” ma usare informazioni e certificazioni come evidenze di supporto al marketing, specie se in grado di ricostruire gli impatti dell’intera catena del valore. Roberto Brazzale, dell’omonima azienda casearia, ha contestato l’etichetta di “migliori” a concetti come “il km 0” o il “made in Italy” forte della propria esperienza di imprenditore che, alla caduta della cortina di ferro, ha scelto di varcare i confini nazionali andando a produrre latte e formaggi in Repubblica Ceca. Per Brazzale l’imprenditore deve essere libero di andare dove le condizioni ambientali e morfologiche consentono di produrre con maggiore qualità e sostenibilità. Ai toni dell’imprenditore hanno fatto eco le parole di realismo di Renata Pascarelli di Coop Italia, che ha argomentato la tesi del Plastic Less contro quella del Plastic Free sostenuta da molti operatori di mercato, in grado di ridurre l’impatto ambientale mantenendo funzionalità e garanzie per una corretta conservazione altrimenti non perseguibile. Lo ha confermato Monica Pasquarelli di Coripet col RePET, oggi atteso da tanti mercati come materia prima seconda alternativa, in via prioritaria per i contenitori di liquidi. Una giornata di confronto a tutto tondo il Green Forum Retail che, dopo il dibattito seguito nel pomeriggio con i gruppi di lavoro fra i retailer, si è conclusa con l’assegnazione da parte di PLef del premio Emporio Solidale Italiano: quest’anno il riconoscimento è andato ai campani di Buono a Rendere, nato a fine 2019 ad Arienzo, in provincia di Caserta, che ha attivato in piena pandemia rifornimenti di beni essenziali. Plef li promuoverà presso le insegne della Gdo che hanno partecipato al forum, per rinnovare, con la donazione di merce, il legame tra gli operatori del largo consumo e quelli del terzo settore, premessa importante per imboccare davvero il sentiero della sostenibilità.n

Renata Pascarelli di Coop Italia

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