giardiniere giard
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PROGETTAZIONE COSTRUZIONE GESTIONE E MANUTENZIONE PROFESSIONALE DEGLI SPAZI VERDI
N° 020
IL
Gennaio – Febbraio 2020
+TECNICHE
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Difesa delle piante, il nuovo regolamento fitosanitario europeo
La potatura dell’albero adulto in città
+PROGETTO
Un terrazzo a Milano, una stanza in più per tutte le stagioni
MERCATO
GIARDINAGGIO LA NUOVA RIVISTA
SMART
1 Meno infortuni
con “Sicuri sul prato” 2 Un festival per la salute delle piante a Torino 3 Carotature efficaci con Fiaba
IN UN BIENNIO PER ILINGIARDINIERE 100 MILIONI PIÙ IL VALORE DELLA CONVIVENZA Il professionista “ago della bilancia” nella gestione della coesistenza tra alberi e tappeto erboso in ambito urbano
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EDITORIA LE | 1
Il primo numero dell’anno è sempre una grande emozione. Un po’ per il periodo, tra un po’ sboccerà la primavera, e per chi si occupa di verde è come rinascere ogni volta (nel bene e nel male, nelle corse e nelle rincorse del quotidiano lavorativo). Un po’ perché è il primo di sei numeri che accompagneranno voi, i nostri lettori, per un intero anno. E infine perché questo è il ventesimo numero: una cifra tonda – ancora piccina, è vero – in grado di far capire che un pezzetto di strada è stata percorsa. Ma bando alle ciance, vediamo insieme cosa vi aspetta voltando pagina. Iniziamo con un articolo ottimista, a pagina 12, nel quale a parlare sono i dati raccolti e diffusi da Myplant & Garden, secondo i quali il mercato del giardinaggio in Italia è in crescita. Una fotografia che si trasforma in spunto di riflessione per i professionisti. A seguire, facciamo un breve riassunto del nuovo regolamento fitosanitario europeo, illustrando cosa cambia rispetto a prima; nei prossimi numeri faremo poi degli approfondimenti. Valerio Pasi, a pagina 16, vi dice tutto ciò che c’è da sapere sulla potatura dell’albero adulto in città, un intervento da conoscere nei minimi dettagli: non è ammessa improvvisazione! Subito dopo ecco un interessante progetto, quello di un terrazzo milanese, che ha visto all’opera un giardiniere evoluto, Sandro Degni, e Valentina Forges Davanzati, progettista del verde e agrotecnica dotata di uno sguardo attento all’estetica e alla funzionalità. E ancora, a pagina 54, riprendiamo un articolo pubblicato su Arbor, la rivista della Sia, Società Italiana di Arboricoltura, con cui collaboriamo: l’autore, Riccardo Dal Fiume, agronomo specializzato in tappeti erbosi, affronta un argomento di grande attualità, quello della convivenza tra alberi e tappeto erboso in ambito urbano. E spiega come il professionista, con le sue competenze, è un vero e proprio “ago della bilancia” nella gestione dei conflitti. Non mancano infine la sezione Smart, staccabile, a centro rivista, con soluzioni, tecnologie e novità ad hoc dei giardinieri “smart”, le scoperte vegetali, tra cui la camelia dedicata a Emilio Trabella, e il prontuario, che indica come trarre vantaggio dalla trasformazione digitale in atto nel settore finanziario. Per essere più competitivi.
di Francesco Tozzi
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È POSSIBILE UN G SENZA POLLINE?
on l’arrivo della primavera iniziano le sofferenze di molte persone allergiche ai pollini. Secondo recenti statistiche nei prossimi anni ci sarà un aumento della popolazione italiana affetta da riniti, starnuti ripetuti, sensazione di naso chiuso, ipersecrezione nasale, irritazione agli occhi e nei casi più gravi vere e proprie patologie dell’apparato respiratorio con attacchi d’asma. Il cambiamento climatico con l’aumento delle temperature porta un incremento della quantità di pollini rilasciati in atmosfera e alcune piante sensibili all’innalzamento della temperatura, come carpini, faggi e cipressi, creano problemi alle persone allergiche. Un’indagine dell’Ordine degli Agronomi e dei Forestali della Provincia di Firenze ha individuato le principali specie che causano i disturbi, come le graminacee che nell’82% dei casi producono sintomi di rinite e asma, il cipresso nel 24% rinite e congiuntivite, l’olivo nel 21% rinite e
Il giardiniere può contribuire a migliorare la qualità della vita degli allergici introducendo quei “correttivi” con nuove aree verdi o sostituendo piante ammalate, ammalorate, con piante non allergeniche 6
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asma e la parietaria nel 19% rinite e asma. Altre specie allergeniche indicate per famiglie sono le Composite (ambrosia e artemisia), Corylacee (nocciolo e carpino), le Fagacee (leccio, farnia, castagno e faggio) e le Betulacee (betulla e ontano). È dunque possibile progettare un giardino senza polline? Può l’attività del giardiniere contribuire a migliorare la qualità della vita di queste persone? Io penso di sì, iniziando a intervenire in quei luoghi come ospedali, case di cura ma anche scuole di infanzia e piccoli spazi pubblici fino ad arrivare a giardini privati, introducendo quei “correttivi” con nuove aree verdi o sostituendo piante ammalate, ammalorate, con piante non allergeniche. La diminuzione significativa degli allergeni nell’aria favorirebbe così una migliore qualità di vita del paziente allergico, che spesso nella bella stagione è costretto a vivere in luoghi chiusi e assumere farmaci.
N GIARDINO ?
Alcune specie non allergizzanti sono: Laurus nobilis, Rhus typhina, Punica granatum, Buxus sp., Lagerstroemia indica, Catalpa bignonioides come piano arboreo, oppure arbustivo come Osmanthus heterophyllus “Rotundifolius”, Euonymus europaeus, Chionanthus retusus, Cotinus coggygria ‘Royal Purple’, Hamamelis mollis ‘Goldcrest’, Cercidiphyllum japonicum, Viburnum carlesii, Viburnum opulus. Oppure il piano erbaceo potrebbe essere realizzato con erbe commestibili come Prunella vulgaris, Silene latifolia, Echium vulgare, Gypsophila Repens, Hyssopus officinalis, Origanum vulgare, Scabiosa atropurpurea, Thymus serpyllum, Thymus vulgaris. Naturalmente la ricerca potrebbe continuare e il lavoro in team con colleghi, agronomi, botanici e medici è importante e fondamentale per aiutarci a creare spazi esterni dalle qualità benefiche per la salute fisica e psichica. Tuttavia, anche il ruolo del giardiniere non è secondario nel promuovere una cultura del verde attenta alla salute delle persone e al contesto ambientale in cui opera.
di Marilena Baggio
Il cantiere
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In un biennio 100 milioni in più
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Difesa delle piante, le novità
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La potatura dell’albero adulto in città
di Costanza di M Matteo di V Viola Delfino
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Radici sane e forti
di Daniela Stasi
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L’elettrica versatile
smart
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Curare e preservare
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Più (in)formazione, meno infortuni
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Bello e possibile
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La salute delle piante tra scienza e divulgazione
testo, disegno e foto di Valerio Pasi testo
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La stanza in più
Il futuro in anticipo di Daniela Stasi
Gestione del verde efficiente di Viola Delfino
di N Nora Adamsberg di IIrene Nuvola
di N Nora Adamsberg di Viola Delfino
di Irene Nuvola
di Costanza di Matteo
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Carotature efficaci di Viola Delfino
gestione
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Nuove professioni e nuove professionalità
di Giancarlo Introzzi, Giovanni Rossoni
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SOMMARIO N°020
Riconoscimento accademico per i professionisti degli alberi
di P Paola Martinelli, Micaela Lopalco
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Buone pratiche
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L’importanza di fare rete
di Daniela Stasi di Daniela Stasi
N˚ 020 GENNAIO / FEBBBRAIO 2020 DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Tozzi / f.tozzi@laboratorioverde.net IN REDAZIONE Daniela Stasi / d.stasi@laboratorioverde.net COLLABORATORI Nora Adamsberg, Marilena Baggio, Giorgio Barassi, Bianca Belfiore Jessica Bertoni, Lucio Brioschi, Jurg Burger, Riccardo Dal Fiume Camillo De Beni, Viola Delfino, Costanza di Matteo, Giancarlo Introzzi, Micaela Lopalco, Paola Martinelli, Marta Meggiolaro, Irene Nuvola, Valerio Pasi, Andrea Pellegatta, Anna Piussi, Matteo Ragni, Giovanni Rossoni
Il valore della convivenza
di Riccar Riccardo Dal Fiume, in collabor collaborazione con la rivista Arbor*
sCOPERTE
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Lotta agli organismi nocivi con un click di N Nora Adamsberg
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A dir poco fenomenale! di M Matteo Ragni
Una camelia per Emilio Trabella di IIrene Nuvola
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Come una favola a lieto fine
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Un pieno di colore a bassa manutenzione
di Bianca Belfiore
di M Matteo Ragni
rubriche
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Editoriale/1
di Francesco Tozzi
06
Editoriale/2
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News
di M Marilena Baggio
Prontuario
GRAFICA Testo&Immagine snc / testoeimmagine@fastwebnet.it PRODUZIONE E SEGRETERIA Katiuscia Morello / k.morello@laboratorioverde.net COMUNICAZIONE DIGITALE Irene Accattino / promozione@laboratorioverde.net PROMOZIONE E SVILUPPO Matteo Ragni / m.ragni@laboratorioverde.net Stefano Carlin / s.carlin@ laboratorioverde.net STAMPA Ciscra spa, Via San Michele 36, Villanova del Ghebbo (RO) DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Edizioni Laboratorio Verde srls, via Pasubio 16, 21020 Brebbia (VA) Tel. 0332 989211 - fax 0332 773850 www.laboratorioverde.net - info@laboratorioverde.net Flortecnica e vivaismo, periodico mensile registrato presso il Tribunale di Piacenza n. 275 del 8/03/1977 – n. R.O.C. 15/171. Spedizione Posta Target Magazine autorizzazione LOMBARDIA/00202/02.2014/CONV.
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Laboratorio
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Casa editrice specializzata nei settori florovivaismo, garden e interior AMMINISTRATORE UNICO Francesco Tozzi SEGRETERIA GENERALE Katiuscia Morello Edizioni Laboratorio Verde srls edita i seguenti prodotti: • GreenUp • Flortecnica e vivaismo • Bio Agenda • I Quaderni di greenup • Bio Calendario Rappresentante e collaborazioni: • floorewall.com Edizioni Laboratorio Verde srls, titolare del trattamento dei dati relativi ai destinatari della presente pubblicazione, informa che le finalità di tale trattamento sono rivolte a consentire l’invio della presente rivista, e/o altre di propria edizione, allo scopo di agevolare l’aggiornamento dell’informazione tecnica, nonché alle operazioni necessarie alla gestione amministrativa e contabile dell’abbonamento. Edizioni Laboratorio Verde srls riconosce e garantisce ai medesimi destinatari i diritti di cui all’art. 7 del D.Lgs. 196/03.
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CONTRIBUTI
MARILENA BAGGIO
CAMILLO DE BENI
Architetto, paesaggista, esperta in architettura del benessere e spazi a verde terapeutico. Titolare dello Studio Greencure, ha al suo attivo diversi progetti per luoghi di cura e infanzia, ospedali, ambiti rurali e paesaggi culturali, aree ambientali critiche, parchi urbani e giardini privati. Ha vinto diversi concorsi di paesaggio e pubblicato articoli. Docente di corsi di specializzazione per studenti di medicina per il Centro di Bioclimatologia Medica e Medicine Naturali, Centro Collaborante OMS, Università degli Studi di Milano. Dal 2013 collabora con lo Studio Mario Cucinella Architects.
Dottore agronomo e specialista nella gestione agronomica dei manti erbosi, con una ventennale esperienza nell’uso di prodotti naturali e biologici per la cura del verde ornamentale in ambito pubblico e privato. Ha contribuito, già dalla fine degli anni ’90, a introdurre e sviluppare protocolli per l’uso di biotecnologie e di metodologie finalizzate all’incremento di bio-fertilità nei terreni, con l’applicazione di micorrize, batteri benefici, antagonisti naturali per le patologie fungine e biostimolanti per l’incremento della vitalità nelle piante e nei manti erbosi.
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JESSICA BERTONI
VALERIO PASI
Consulente e collaboratrice. Laureata in Economia e Commercio, abilitata alla professione di dottore commercialista, sulle nostre testate ci svela, in modo semplice e diretto, come si può stare sempre informati anche sui temi più ostici. Suoi gli argomenti economici, finanziari e amministrativi.
Dottore agronomo, da più di 20 anni si occupa principalmente di verde ornamentale e di pianificazione del territorio per gli aspetti legati all’agricoltura e alle foreste. Diversi gli ambiti: consulenza agronomica, di lotta integrata e biologica alle aziende di produzione nel settore florovivaistico, orticolo e dei piccoli frutti; valutazione dei rischi legati alla stabilità degli alberi pubblici e privati; attività inerenti le trasformazioni territoriali quali quelle di boschi, progetti del verde, sistemazioni idraulico-forestali; consulenza alle pubbliche amministrazioni.
ANNA PIUSSI
MATTEO RAGNI
Toscana d’America dall’elegante sensibilità maturata con un Bachelor of Arts presso New York University; seguito da un Phd in storia dell’arte presso la prestigiosa Oxford University, ci insegna come vedere il mondo e scoprire quello che di bello esiste. Garden designer, insegnante di storia di giardini. Medaglia di bronzo al Chelsea Flower Show 2013 e miglior giardino a Orticolario 2012.
Si è diplomato presso la Scuola di Minoprio come agrotecnico, e dopo aver seguito due progetti di sviluppo agricolo prima in Kosovo e poi in Libano, è rientrato in Italia e si occupa di rappresentare alcune aziende israeliane e olandesi leader nella produzione di giovani piante. Lavora anche come consulente per imprese floricole e vivaistiche, soprattutto in materia di scelte assortimentali e piani colturali. Da oltre cinque anni è, prima collaboratore, poi consulente tecnico-editoriale per le riviste GreenUp e Flortecnica e vivaismo di Edizioni Laboratorio Verde.
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IL CANTIERE | mercato
In un biennio
I dati raccolti e diffusi da Myplant & Garden parlano chiaro, il mercato del giardinaggio in Italia è in crescita. Una fotografia che diventa spunto di riflessione per i professionisti di Costanza di Matteo
Myplant & Garden 2020 26-28 febbraio Fiera Milano-Rho www.myplantgarden.com
TEMPO DI LETTU R A: 5 minuti
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isseminare il verde dove il verde non c’è, è possibile solo incrementando gli investimenti nel settore. E così il mercato delle vendite del gardening italiano nel 2019 ha raggiunto la quota di 2,863 miliardi di euro di controvalore: 100 milioni di euro in più in due anni (2017-2019). Il dato è diffuso da Myplant
LA SALVAGUARDIA AMBIENTALE CAMBIA IL MERCATO In base ai dati raccolti da Myplant, prosegue la crescita delle vendite di prodotti vegetali biologici, legati alla diffusione sia di tematiche ambientali sia di microproduzioni agroalimentari domestiche, incentivate a loro volta dall’incremento delle vendite di kitchen-garden e da sistemi tecnologici smart e a controllo da remoto. Dai tosaerba robotizzati agli impianti di irrigazione automatizzati, agli utensili elettrici per il giardinaggio, spazio a tutto ciò che concilia minore sforzo fisico e impegno temporale.
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& Garden, il salone internazionale del verde in programma a Fiera Milano-Rho dal 26 al 28 febbraio. «È il livello più alto registrato da anni. In base alle nostre proiezioni il trend si prospetta positivo almeno sino al 2022 – fanno sapere gli organizzatori di Myplant – Il giardinaggio si configura sempre più, in Italia come nel resto del mondo, come un fenomeno urbano, sostenuto da nuove tecnologie, reti di vendita sempre più capillari e digitali e a un sentire comune che richiama al benessere, alla sostenibilità e alla gratificazione personale».
GRAZIE AL VERDE PIÙ VALORE ALLE CITTÀ
Il giardinaggio, pur essendo un mercato piuttosto maturo in Italia e negli altri Paesi dell’Europa
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100 milioni In piÙ
occidentale, sta vivendo una primavera, soprattutto in ambito urbano, analogamente a quanto si registra dall’altro capo del mondo, in Usa, Cina e Giappone in primis. Non si dimentichi tra l’altro che tra un decennio il 70% della popolazione italiana vivrà nei centri urbani. Ovunque le nuove realizzazioni edilizie cercano di contemplare quote di giardini condivisi e ampie balconate, e molte municipalità incentivano la realizzazione non solo del verde verticale, ma anche dei tetti verdi. Un green trend che alimenta anche nuove economie: gli immobili dotati di balconate e verde perimetrale fanno registrare un incremento di richiesta e valore che oscilla tra il 18 e il 30%.
IL CANTIERE | normative PIÙ CONTROLLI Insieme alle norme sul nuovo regime fitosanitario è entrato in vigore il regolamento 2017/625/UE che definisce le modalità di effettuazione dei controlli ufficiali anche in materia di sanità delle piante. È previsto che gli operatori professionali siano soggetti a regolari controlli da parte dell’autorità competente, la cui frequenza può cambiare qualora l’operatore si doti di un Piano di gestione dei rischi connessi agli organismi nocivi.
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ome si sa, di recente è entrato in vigore il Regolamento 2016/2031/ UE sul nuovo regime fitosanitario europeo. E come spesso capita, al recepimento di una nuova norma, regna la confusione più totale. In questo breve articolo ci limiteremo a darne notizia: ci occupiamo di informazione, non possiamo esimerci. Nei prossimi numeri torneremo sulla questione con interviste e approfondimenti.
GLI OBIETTIVI
Le piante garantiscono l’80% del cibo di cui ci alimentiamo e il 98% dell’ossigeno che respiriamo. La loro salute è però minacciata da specie dannose, i cui rischi di introduzione nel territorio dell’Unione europea Per saperne sono aumentati a causa della di più vai globalizzazione degli scambi al sito web commerciali e dei cambiamenti politicheagricole.it climatici. Gli organismi nocivi (batteri, funghi, virus, nematodi, insetti), come abbiamo scritto più volte sulle pagine della nostra rivista, possono avere conseguenze decisamente negative sulla qualità della vita e sull’economia: senza andare
nello specifico, ricordiamo solo che, nel complesso, nel nostro Paese, si sono verificate oltre 20 emergenze fitosanitarie. Ed eccoci all’obiettivo del nuovo assetto normativo: contrastare tali organismi ed evitare che ne giungano altri. Come? Mediante l’introduzione di nuovi obblighi per tutti gli attori della filiera, da chi importa a chi moltiplica e commercializza vegetali, con la modifica dell’organizzazione dei servizi fitosanitari nei vari Paesi membri, delle procedure di sorveglianza messe in atto dai servizi ufficiali, della responsabilità diretta dei produttori sulla sanità dei vegetali. Autorità competente per la protezione delle piante è il Servizio Fitosanitario Nazionale.
LE MODIFICHE
Ecco le principali modifiche apportate dal nuovo contesto normativo fitosanitario: estensione dell’obbligo del passaporto fitosanitario a tutte le piante da impianto; maggiori responsabilità degli operatori professionali autorizzati all’emissione del passaporto delle piante; in caso di sospetto della presenza di un organismo nocivo, gli operatori professionali hanno l’obbligo di informare subito il servizio fitosanitario competente e adottare tutte le misure precauzionali per impedirne la diffusione; modifica dei sistemi di tracciabilità, ossia ogni operatore professione che acquista o vende piante (e prodotti delle piante) deve registrare tutti i dati che gli consentono di identificare il fornitore o l’acquirente di ogni unità movimentata; inasprimento delle condizioni per l’importazione da Paesi terzi e controlli frontalieri rafforzati (l’importazione è consentita unicamente se tale materiale è scortato da un certificato fitosanitario); nuova catalogazione degli organismi nocivi in quattro categorie principali (organismi da quarantena, organismi da quarantena rilevanti per la UE, organismi da quarantena rilevanti per la UE prioritari, organismi nocivi regolamentati non da quarantena).
Difesa delle piante,
le novità Un breve riassunto del nuovo regolamento fitosanitario europeo. Perché è stato introdotto e cosa cambia rispetto a prima 14
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di Viola Delfino
IL CANTIERE | tecniche
Seccume distale.
la potatura TEMPO DI LETTU R A: 13 minuti
dell’albero a dell
Un intervento da conoscere nei minimi dettagli, senza alcuna improvvisazione. Ecco tutto ciò che c’è da sapere testo, disegno e foto di Valerio Pasi
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a fase adulta di un albero è quella intermedia tra la fase giovanile e quella di senescenza: si caratterizza per la forte crescita. Anche il fusto e l’apparato radicale tendono a crescere molto, secondo le disponibilità di spazio, elementi nutritivi e acqua. Per la maggior parte delle specie arboree, la crescita dei rami e con essi la crescita della massa dell’albero è destinata a regredire con l’avanzare del tempo. Nella fase adulta l’albero tende a costruire una chioma stabile, raggiungendo la massima altezza. In realtà anche l’albero adulto può iniziare a disfarsi dei rami più interni della chioma, se questi non riescono a effettuare una sufficiente fotosintesi o se non sono più utili. Nella fase adulta l’albero è reattivo ai mutamenti ambientali, nella misura determinata dalla propria specie. La potatura
fase giovanile
fase adulta
dell’albero adulto persegue lo scopo di assecondare la costruzione di una chioma stabile e di adeguare la crescita in modo da contenerla a seconda degli spazi limitati dalle esigenze antropiche. Perciò consiste essenzialmente nella rimozione e/o nel contenimento di quelle parti della chioma che potrebbero diventare instabili in futuro. Possiamo quindi ricomprendere nella potatura dell’albero adulto la riduzione o la rimozione dei rami non graditi, di quelli morti, di quelli danneggiati, di quelli codominanti, di quelli instabili, di quelli che sfregano contro il fusto o contro altri rami, di quelli che sono a distanza troppo ravvicinata e non hanno spazio sufficiente per lo sviluppo, di quelli che hanno portamento fortemente verticale, dei ricacci, dei rami epicormici, dei succhioni e dei polloni, delle piante che crescono sull’albero o negli invasi creati dalle biforcazioni.
fase di senescenza
senescenza avanzata
o adulto in città I rami danneggiati vanno riconosciuti quando si effettua la potatura: essi rappresentano un pericolo anche elevato e quindi vanno valutati i necessari provvedimenti N°020
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IL CANTIERE | tecniche
La potatura
dell’albero adulto consiste nella rimozione e/o nel contenimento di quelle parti della chioma che potrebbero diventare instabili in futuro
COSA FARE IN CASO DI RAMI MORTI
Ferite.
Nell’albero adulto i rami morti sono presenti per lo più all’interno della chioma, dove l’irraggiamento è molto limitato e quindi non sufficiente per la fotosintesi. Spesso i rami in procinto di disseccare presentano un ingrossamento basale circolare, un collare che si forma per meglio difendere i tessuti legnosi del fusto da eventuali attacchi fungini a carico dei rami soprastanti, una volta privi di vitalità. L’asportazione dei rami morti o in corso di disseccamento va effettuata rispettando il collare e quindi recidendo i rami al di sopra di esso, il più vicino possibile per non lasciare monconi. Se si dovesse operare con un raccorciamento anziché con la soppressione, il risultato sarebbe quello di produrre altri rami secchi, in quanto
ATTENZIONE AI RICACCI E ALLE “PIANTE SUGLI ALBERI” A volte in caso di danneggiamento, accorciamento o potatura non corretta si sviluppano ricacci, ovvero nuovi rami che si originano da gemme latenti situate più internamente. Se non hanno utilità si effettuerà la loro soppressione, mentre se sono utili per la ricostituzione di una chioma danneggiata dovranno essere guidati nella crescita, scegliendo nel tempo il ricaccio migliore allo scopo. La completa soppressione di tutti i ricacci, tuttavia, avrà come risultato una nuova emissione, per cui saranno necessari più interventi. I ricacci più pericolosi sono quelli verticali in quanto tendono a reiterare (reiterazione = duplicazione delle sequenze di sviluppo e dei gradienti di vigore associati ad alcuni assi con altri assi portanti), appesantendo eccessivamente la branca sulla quale sono inseriti. È necessario quindi sopprimerli o ridurli a seconda del loro diametro. Anche la vegetazione presente sugli alberi va controllata: l’edera va rimossa prima che il suo peso diventi eccessivo o che ricopra la chioma provocandone il disseccamento per mancanza di luce. È bene reciderla alla base del fusto stando attenti a non danneggiarlo in alcun modo, per poi rimuoverla dal resto del fusto e della chioma. Si può anche ricorrere a un intervento di diserbo mirato (interpellare uno specialista con specifica attrezzatura per l’infusione negli alberi). Nello stesso modo vanno eliminate le altre piante rampicanti (clematide, glicine, caprifoglio, luppolo, ecc.), quelle parassite come il vischio e quelle che crescono nelle sacche che si formano tra le inserzioni delle branche come la Palma di Fortune, il ligustro, l’acero, il lauroceraso, ecc.
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DA POTARE
Torsione rottura.
Rami e cavi.
inevitabilmente un ramo indebolito per mancanza di luce o per altre cause, se raccorciato, accelera il disseccamento e quindi occorre poi ritornare a finire il lavoro l’anno successivo. Qualora invece vi sia un ramo in via di disseccamento all’esterno della chioma, il taglio va effettuato nel punto dove presumibilmente morirà e in presenza di una biforcazione (taglio di ritorno) in modo da lasciare un altro punto vegetativo vitale. Se dovessero esservi molti rami in procinto di morire nella porzione esterna della chioma significa che la vitalità della pianta è in regressione, totalmente o localmente, e bisogna cercare di comprenderne le ragioni, in modo da supportare la crescita della Monconi.
pianta combattendo eventuali malattie o parassiti o apportando nutrienti o altro. Comunque, in questi casi bisognerà operare un diradamento o una riduzione della chioma, anticipando quindi le operazioni caratteristiche di un albero in fase di senescenza.
RAMI DANNEGGIATI, INSTABILI E CODOMINANTI
Altri rami da asportare sono i rami danneggiati da malattie, parassiti, grandine, vento, folgore, ferite o rotture da cause esterne (per lo più antropiche). I rami danneggiati vanno riconosciuti quando si effettua la potatura: essi rappresentano un pericolo anche elevato e quindi vanno valutati i necessari provvedimenti. I piccoli danni sono soggetti solitamente ad autoriparazione in quanto l’albero tende ad isolarli. I rami danneggiati di diametro inferiore a cinque centimetri possono essere asportati senza grossi problemi, purché ciò venga fatto correttamente. Per quanto riguarda invece il danneggiamento di grossi rami, bisogna fermarsi e riflettere sul da farsi: se ad esempio il danno riguarda una grossa branca principale e questa non può essere rimossa senza causare un danno ancora maggiore, bisognerà raccorciarla in modo da limitare la crescita futura e, se utile e possibile, si opererà anche un consolidamento con un cablaggio statico. Altri rami da rimuovere sono quelli che presentano instabilità, come i rami con conformazione a “S” o quelli con curvatura convessa verso
• Rami non graditi, morti, danneggiati, instabili • Rami codominanti • Rami che sfregano contro il fusto o contro altri rami • Rami a distanza ravvicinata senza spazio sufficiente per lo sviluppo • Rami con portamento verticale • Ricacci • Rami epicormici • Succhioni e polloni • Piante che crescono sull’albero o negli invasi creati dalle biforcazioni
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IL CANTIERE | tecniche
COME GESTIRE LE ALBERATURE STRADALI
Succhione reiterazione.
l’alto, in quanto facilmente soggetti a rottura per fessurazione longitudinale. Parlando della potatura di formazione (numero 019, pag. 16) abbiamo evidenziato come sia necessario mantenere lo sviluppo della frecciaPiantina guida: anche nella potatura nella cavità. dell’albero adulto si dovrà perseguire questo obiettivo, andando a sopprimere i rami codominanti più deboli a vantaggio di quello più forte e centrale nel caso in cui non raggiungano i cinque centimetri di diametro, e raccorciandoli in caso contrario. Anche i rami con corteccia inclusa o quelli che crescono in verticale vanno trattati nello stesso modo di quelli codominanti. La spalcatura, come nella formazione, è un’operazione da proseguire anche nell’età adulta con le stesse regole viste per la potatura di allevamento.
Un’ultima considerazione riguarda la fase adulta degli alberi che fanno parte dei filari a lato delle strade. La fine della fase adulta coincide spesso con la massima utilità dell’albero in termini sia di mitigazione climatica che in termini economici. Con la fase di senescenza, infatti, la chioma si riduce e con essa anche l’attività fotosintetica e di riduzione degli inquinanti e delle polveri, diventano più frequenti e onerosi gli interventi di potatura e soprattutto tende ad aumentare il pericolo rappresentato dall’albero o dalle sue parti. Un modello di gestione delle alberate prevede che alla fine della fase adulta si provveda alla sostituzione totale degli alberi, in modo da minimizzare i costi e massimizzare i vantaggi in termini di mitigazione ambientale nel senso più ampio. Questo modello di gestione nel nostro Paese non viene seguito, anzi si segue il modello contrario, ovvero la gestione sino alla fine della vita dell’albero dopo numerosi e improbabili “accanimenti terapeutici” e dopo aver esposto la popolazione a elevati rischi derivanti dalla presenza di piante con alto pericolo. Questo modo di approcciarsi alla gestione delle alberature genera quasi sempre filari disetanei, con gestione ancora più complessa e poco edificante sotto il profilo paesaggistico. Inoltre, l’invecchiamento inevitabile delle alberature porta inesorabilmente al punto in cui tutti o quasi i filari dovranno essere sostituiti contemporaneamente, con l’impossibilità di farlo per ovvia mancanza di fondi. È opportuno quindi trovare un approccio migliore e diverso per la gestione delle alberature stradali, diminuendo sensibilmente i rischi per gli utenti.
DA SAPERE (E DA FARE) Spesso su alcune specie (es. faggio, carpino) troviamo rami che si incrociano o che sfregano tra loro, causando ferite che sono la via preferenziale di penetrazione dei patogeni fungini agenti di carie del legno. Ogni tanto capita che i rami vicini finiscano per saldarsi (anastomosi), ma la giunzione non è meccanicamente molto stabile. Pertanto, occorre provvedere alla rimozione precoce di tali rami quando non hanno ancora raggiunto i cinque centimetri di diametro, come di quelli che crescono troppo vicini, in quanto non potrebbero comunque svilupparsi in futuro. Se invece fossero più grandi, meglio limitarsi al loro raccorciamento.
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N°020 Rami con conformazione a “S”.
IL CANTIERE | progetto
TEMPO DI LETTU R A: 13 minuti
La stanza T re caffè e tre brioche, grazie. Inizia così l’incontro con Valentina Forges Davanzati e Sandro Degni, in un bar milanese, una mattina di gennaio. Sotto un cielo che non sapeva da che parte stare, se farsi baciare dal sole o se riempirsi di nuvole. Un incontro di lavoro, programmato da tempo. Avevo saputo di un loro interessante progetto e mi sarebbe piaciuto raccontarlo su queste pagine, per voi lettori. Ma non è mica facile fare comprendere a una giornalista non tecnica (io) i dettagli di un lavoro. Ed ecco lo stupore, loro ci sono riusciti perfettamente. Anzi, hanno fatto molto molto di più. Valentina, progettista del verde e agrotecnica dotata di una visione attenta all’estetica e alla funzionalità, e Sandro, giardiniere evoluto, grazie alla loro passione, sono riusciti a farmi entrare nel dietro le quinte del loro progetto; a farmi sentire il profumo delle piante scelte, a far camminare il mio sguardo sui dettagli più minuti e
sugli accorgimenti adottati. E ora tocca a me, nelle righe seguenti farò del mio meglio per riportare gli appunti raccolti.
LA SFIDA DEI PICCOLI SPAZI
Il progetto, al cui layout ha collaborato Tiziana Giansiracusa, riguarda la sistemazione a verde di un terrazzo a Milano, a Greco, quartiere storico nella zona nord-orientale della città. È una realizzazione pensata per una giovane coppia che ha chiesto un allestimento che richiamasse la vegetazione della macchia mediterranea tipica della loro terra, la Sardegna, nella scelta degli accostamenti, dei colori e dei profumi intensi. «Il terrazzo si affaccia sull’incrocio dei binari – spiega Valentina Forges Davanzati – e il passaggio dei treni, seppur rado, fa diventare il panorama affascinante e particolare, tale da rendere piacevole il relax, su un comodo divano in prossimità di
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Ecco a voi la sistemazione a verde di un terrazzo milanese. Un lavoro interessante, che fa comprendere quanto sia importante valorizzare i piccoli spazi. Abbiamo intervistato gli autori dell’intervento, la progettista Valentina Forges Davanzati e il giardiniere Sandro Degni di Daniela Stasi
in più una cortina verde opportunamente interrotta sulle viste più significative». L’idea era proprio quella di dare valore a uno spazio piccolo, di creare un prolungamento della casa, di considerarlo un tutt’uno con l’interno e di consentire a chi ci abita di usufruirne tutto l’anno, e non solo in primavera e in estate. «Per chi progetta, più lo spazio è piccolo e più la sfida è maggiore – continua Valentina – Il terrazzo è legato all’appartamento, non è un’appendice, è uno spazio utilizzabile, vivibile, un luogo dove stare. Non solo, dall’interno la vista sull’esterno deve essere appagante, e viceversa, come se non ci fossero finestre. Un terrazzo se ben allestito e ben illuminato, “allarga” gli ambienti». È completamente d’accordo Sandro Degni, specializzato proprio in terrazzi, che aggiunge: «Spesso ci si limita ad arredare con le balconette perché non si crede nelle potenzialità del terrazzo. Se ben ideato, invece, è uno spazio che si riesce a vivere otto mesi all’anno. Diventa una stanza in più. Certo, un terrazzo presenta una serie di problematiche: innanzitutto è un ambiente forzato, segue logiche e dinamiche differenti rispetto al giardino. E qui entra in gioco la competenza: un
VALENTINA FORGES DAVANZATI, IL VERDE NELLE SUE MILLE SFUMATURE Davvero difficile condensare in poche parole il percorso professionale di Valentina Forges Davanzati, progettista del verde, agrotecnica, docente, curatrice di contenuti editoriali. Fil rouge è il verde, sì, perché anche dietro a una cattedra Valentina parla di piante, svelandone tutti quegli aspetti poco noti ai più. Primo passo del suo cammino, nel 1990, il diploma di agrotecnico all’Istituto Statale per l’Agricoltura di Milano, per poi fare le valigie per Londra e seguire il corso di garden design al The Royal Botanic Gardens Kew tenuto dal celebre progettista John Brookes. Tornata in Italia, affina la propria specializzazione seguendo diversi corsi tenuti da rinomati accademici e architetti. Acquisiti gli strumenti del mestiere, inizia la sua carriera di docente in varie realtà milanesi (per appassionati, addetti ai lavori, persino per bambini) e l’attività editoriale su tematiche legate al verde con case editrici e testate, tra cui Istituto Geografico De Agostini, Mediaset TGcom, Gardenia e altre. La sua prima attività è chiaramente quella di progettista, sia in ambito privato (residenziale e aziendale) che in quello pubblico (facebook.com/Valentina facebook.com/Valentina Forges Davanzati Progettazione del verde e del paesaggio): è in questo contesto che esprime tutta la sua creatività, tingendo di verde quello che prima del suo tocco era grigio. N°020
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In queste pagine le foto del terrazzo scattate in diverse stagioni.
OCCHIO A • Scelta delle piante • Scelta dei materiali, più resistenti possibile • Logistica del cantiere • Visione futura del terrazzo • Responsabilizzazione del cliente
su misura che, nella parte di fondo, come delle quinte, dividono la zona ATTENZIONE di “soggiorno all’aperto” (arredata con ALLA MANUTENZIONE un divano, due poltrone, un tavolo e Nel progettare il terrazzo un tavolino) da un’area più funzionale, è stata presa in considerazione dedicata alla cura delle piante officinali. anche la manutenzione, In questo modo è stato creato un aspetto fondamentale. ambiente raccolto, protetto dal verde, Quella prevista è poco ma nel contempo è stata mantenuta la impegnativa: costante vista. Insomma, è stato trovato il giusto apporto idrico, concimazioni equilibrio tra arredo e verde, tra estetica e dalla ripresa vegetativa funzionalità. in primavera all’inizio dell’inverno, potatura Lee piante sia arbustive che rampicanti di pulizia dal secco. giardiniere, infatti, per (approfondimento nel box “Le piante poter lavorare bene sui scelte”), sono per lo più sempreverdi, terrazzi deve conoscere come il Myrtus communis ‘Microphylla’ perfettamente le piante, il dalle foglie intensamente profumate, Daphne loro comportamento. E a tal proposito è necessaria odora, arbusto che produce a fine inverno fiori una formazione sul campo, specifica. In un estremamente profumati, e l’Helycrisum italicum, terrazzo, infatti, la scelta della pianta è un elemento caratterizzata dall’inconfondibile profumo della fondamentale: se non si sa come si comporterà fioritura, aromatica e un po’ agrodolce. una volta messa a dimora, è difficile riuscire a fare CAPIRE L’AMIMA DELLO SPAZIO progetti longevi». «Per costruire il progetto, per me, è fondamentale EQUILIBRIO ascoltare i clienti. Mettersi al loro posto, comprendere ciò di cui hanno davvero bisogno – TRA ARREDO E VERDE Nel concreto lo spazio, con una superficie totale dichiara Valentina – In questo caso era importante di 30 metri quadri, è stato valorizzato scegliendo evocare i luoghi delle loro origini, inserire nel fioriere non ingombranti ma particolarmente terrazzo pezzetti della loro storia. Ho fatto il capienti dal colore caldo, naturale, il testa di moro, possibile per rendere il terrazzo bello, piacevole una gradazione scura di marrone. Fioriere realizzate e funzionale». E anche su questo aspetto, Sandro
SANDRO DEGNI, COMPETENZA E DEDIZIONE Un curriculum lungo e denso, quello di Sandro Degni, un intreccio ben architettato di conoscenza tecnica, sapere botanico e dedizione. Tutto ha inizio con il corso di realizzazione e manutenzione per parchi e giardini della Scuola Agraria del Parco di Monza, al quale segue nel 1998 la fondazione dell’azienda 100giardini (www.100giardini.it). Lavora così con diversi studi di architettura e garden center di Milano e provincia: tra le numerose collaborazioni, la più intensa e costante è quella con la garden designer Cristina Mazzucchelli, che porta alla formazione di Giga-G, un gruppo di quattro professionisti con i quali, nel 2013, realizza il progetto “Locus genii”, vincitore del Festival Internazionale dei Giardini, che si tiene ogni anno nel parco del Domaine di Chaumont-sur-Loire, in Francia. Fonda poi la società cooperativa Verde Officina, concretizzando il sogno di uno studio di progettazione. Il resto, quello che non è scritto nero su bianco su un cv, è passione, con la “P” scritta a caratteri cubitali. Nel caso di Sandro una vera e propria mania per il verde, quell’“ossessione buona” che da piccino ti fa trasformare la casa in serra e che ti fa esclamare, quando sei alto un metro e poco più, «da grande voglio fare il giardiniere». Un obiettivo mai tradito, anzi voluto, sudato, abbracciato.
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Un giardiniere per poter lavorare bene sui terrazzi deve conoscere
perfettamente le piante, il loro comportamento procede con lo stesso modus operandi: «Durante il primo sopralluogo cerco sempre il genius loci, mi riservo un momento per capire quel luogo cosa sta comunicando. Poi, sì, è fondamentale il dialogo col cliente, capire come ha intenzione di vivere il terrazzo, se lo userà per aperitivi con amici o se ha bambini che ci giocheranno. Anche a me piace lavorare con la provenienza delle persone, per scegliere piante che ricordano casa. Poi passo agli aspetti tecnici, i punti acqua, i punti luce, etc». A tal proposito, quali sono state le principali problematiche tecniche? Risponde Sandro: «Questo è un terrazzo mediterraneo, con piante che hanno bisogno di tanto sole. Eravamo quindi legati alle esposizioni, era necessario equilibrare bene la scelta delle piante per l’estate e per l’inverno. Un altro aspetto tecnico non semplice è la gestione delle irrigazioni, sia per quanto riguarda l’impianto in senso stretto, sia per il suo impatto estetico. Per
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l’irrigazione, inoltre, è sempre necessario insegnare ai clienti come gestirla nella quotidianità, in genere lascio sempre istruzioni dettagliate. Da ricordare anche le consuete problematiche da cantiere, dalle tempistiche di consegna delle piante, note ai noi addetti ai lavori ma non al cliente, fino alla logistica propria dei condomìni, a partire dal passo carrabile e dal custode».
RUOLI COMPLEMENTARI
Durante la “chiacchierata” è emersa più volte l’importanza del rapporto tra progettista e giardiniere. Un dettaglio che fa davvero la differenza nella buona riuscita del lavoro. Sono due competenze differenti, una complementare all’altra, non in competizione. Il progettista ha la visione d’insieme, il giardiniere ha l’occhio tecnico, ci deve essere
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confronto. Per entrambi è anche fondamentale trasmettere al cliente il senso di responsabilità: le piante non sono oggetti, sono esseri viventi, quindi
per la “vita” del terrazzo nel tempo sono determinanti anche le sue azioni. Un fatto che può sembrare scontato, ma che non lo è affatto.
LE PIANTE SCELTE Ecco la panoramica delle piante inserite nel progetto, con alcune scelte inusuali per un terrazzo. Consideratela una tavolozza da cui prendere spunto per le vostre future realizzazioni. ◗ Citrus limon: non ha bisogno di presentazioni, ovunque, in un giardino o in un terrazzo, evoca paesaggi assolati. ◗ Helycrisum italicum: pianta perenne con portamento cespuglioso, alta 30-40 cm, di colore grigio-biancastro, tomentosa. In inverno la parte vegetativa della pianta sparisce per ricomparire la primavera successiva; l’infiorescenza è un corimbo composto da numerosi capolini conici. ◗ Raphiolepis umbellata: cresce a 1,5 m di altezza e larghezza, è un arbusto semi-sempreverde con foglie ovali lucide e fiori bianchi profumati, a volte tinti di rosa, all’inizio dell’estate e talvolta in autunno fino ai primi freddi. ◗ Salvia microphylla ‘Blue Note’: perenne sempreverde dal fiore blu-violaceo da giugno a novembre. Predilige il sole. Per favorire la fioritura togliere i fiori secchi. ◗ Lonicera fragrantissima: conosciuta come caprifoglio, è una caducifoglia rampicante che si sviluppa fino a tre metri di altezza. Ha lunghi fusti sottili, leggermente arcuati, densamente ramificati; i nuovi rami sono di colore porpora scuro; le foglie sono ovali, lunghe 4-5 cm, di colore verde scuro. In gennaiofebbraio produce numerosi fiori bianchi o crema, molto profumati, che sbocciano penduli al di sotto dei rami. In primavera ai fiori seguono le bacche, simili a olive, verdi e poi rossastre in estate. Queste piante perdono le foglie tardi (dicembre-gennaio), tanto che in luoghi con inverni miti si comportano da sempreverdi. Possono sopportare anche periodi di siccità e si accontentano delle piogge. ◗ Daphne odora: un arbusto sempreverde dalle foglie ovali, appuntite, abbastanza coriacee, di colore verde scuro; a fine inverno o inizio primavera, all’apice dei rami, produce piccoli fiori rosa, molto profumati, che vengono utilizzati in Giappone per profumare la biancheria.
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◗ Myrtus communis ‘Microphylla’: arbusto sempreverde con portamento compatto, che può raggiunge il metro e mezzo d’altezza. Il fusto è rossiccio ma con il passare del tempo diventa grigiastro. Le foglie sono piccole, strette, lucide, di un verde scuro e se schiacciate emanano una gradevole fragranza. I fiori sono bianco crema, solitari, semplici e sbocciano da giugno a settembre. I frutti sono piccole bacche di colore nero-violaceo. ◗ Rosa banksiae ‘Lutea’: arbusto dal delicato profumo, con fiori gialli a rosette, doppi. Preferisce un’esposizione al sole, fiorisce a maggio-giugno e raggiunge un’altezza di due-tre metri. ◗ Acca sellowiana o Feijoa: arbusto sempreverde coltivato in Italia meridionale. Ha portamento arrotondato e ramificato, con crescita abbastanza lenta; la corteccia è liscia, di colore grigio chiaro. Le foglie sono verde chiaro, spesse, lucide e cuoiose, argentee sulla pagina inferiore. In primavera inoltrata produce grandi fiori bianco rosato, con lunghi stami rosso corallo; in estate ecco i frutti commestibili, di forma ovale allungata, lunghi 4-8 cm, di colore verde, talvolta soffusi di giallo o di arancio. ◗ Rosmarinus prostratus: pianta aromatica con foglie molto profumate, assai utilizzate in cucina. La raccolta dei rami può essere effettuata durante tutto l’anno, tagliandone porzioni apicali. La raccolta è da consigliare ai clienti, perché permette di contenere la crescita del rosmarino stimolandolo a produrre nuovi getti.
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