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L’importanza dell’identità
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Tiriamo le fila della conferenza organizzata da Coldiretti insieme ad Assofloro, Sia e altre realtà del settore verde. Incontro che ha fatto da connessione tra il florovivaismo e l’arboricoltura. Qui, in sintesi, alcuni dei concetti emersi
di Daniela Stasi
FLOROVIVAISMO IN PIEMONTE
• Oltre 130 milioni di euro di produzione lorda vendibile • 1.100 imprese diffuse sul territorio • Superficie totale di 1.300 ettari • Più di 10 milioni di produzione di piante ornamentali • Circa 3.500 addetti
Non capita sempre di uscire da una conferenza con la sensazione che quelle appena ascoltate siano parole che rappresentano fatti. Ecco, è accaduto all’incontro dal titolo
“Florovivaismo italiano tra ambiente, salute e le opportunità di sviluppo delle imprese”, svoltosi a giugno presso l’azienda vitivinicola Il Roccolo a Mezzomenico, in provincia di Novara. Noi de IL giardiniere eravamo presenti, equipaggiati di taccuino e penna. Organizzato da Assofloro,
Coldiretti Novara-Vco, Coldiretti Vercelli-Biella,
Coldiretti Piemonte, insieme ad Associazione
Arboricoltori, Sia (Società Italiana di Arboricoltura) e AssoGreen (Associazione Nazionale Specialisti
Macchine da Giardino), è stata un’intera giornata dedicata al florovivaismo e all’arboricoltura, per analizzare l’attuale situazione dopo un anno difficile e complicato per il settore. Giusto due numeri che fanno da istantanea: il settore florovivaistico – che lo scorso anno, secondo i dati Coldiretti, ha pagato un prezzo pesante a causa dell’emergenza Covid con un crack da 1,7 miliardi di euro – sta conoscendo una forte domanda anche dall’estero con un aumento record del 33% delle esportazioni di piante Made in Italy nel primo trimestre del 2021.
COMPLEMENTARIETÀ TRA SETTORI
La conferenza è stata suddivisa in due macro temi: il verde e le opportunità per le città e il territorio, e la floricoltura 4.0, sfide e opportunità per il futuro. Da una parte si sono ribaditi gli effetti benefici del verde in ambito urbano, dall’altra si è parlato di produzione delle piante. Si sono analizzate da vicino quindi due settori che, nella filiera del verde, sono fortemente intrecciati tra loro: la progettazione e la realizzazione di aree verdi necessita di piante di qualità, i produttori per poter pianificare la produzione a lungo termine hanno bisogno di una pianificazione organica della progettazione. Andrea Pellegatta, presidente Sia, ha posto l’accento, in particolare, sull’importanza – troppo spesso sottovalutata – del rinnovo del patrimonio arboreo, elemento fondamentale per una pianificazione del verde urbano realizzata con criterio.
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VERDE MANIA
Con la pandemia quasi sette italiani su dieci (68%) frequentano i vivai alla ricerca di piante per impreziosire case e giardini, contrastare il caldo, per difendersi da insetti molesti o per coltivare direttamente frutta e ortaggi. È quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixe’, che dimostra come, con l’emergenza sanitaria, siano cambiate le priorità dei cittadini facendo esplodere il bisogno di verde nelle case, nelle città e sul territorio nazionale. Una vera piante-mania evidenziata dalla stessa Bankitalia che, nell’ultima relazione annuale del governatore Ignazio Visco, ha rilevato come nell’anno della pandemia sia raddoppiato l’interesse per le case con giardino con un profondo cambiamento nel mercato immobiliare spinto dalla voglia degli italiani di spazi verdi sia all’interno che all’esterno delle abitazioni. Per godersi un po’ di piante il 74% delle famiglie può contare almeno su un balcone mentre il 42% vive in una casa con giardino.
UNIONE DI MONDI APPARENTEMENTE LONTANI
Sono emersi anche nuovi approcci e nuove prospettive, che suggeriscono in modo concreto altre modalità di valorizzazione del territorio e, di conseguenza, nuove opportunità per creare valore economico. Un esempio decisamente interessante è quello proposto da Stefano Lorenzi, arboricoltore e appassionato di vino: negli anni ha sviluppato diversi progetti di valorizzazione di grandi alberi presenti nelle aziende vitivinicole, per avvicinare la vigna al bosco, due mondi apparentemente lontani. Un approccio nuovo che ha una duplice funzione: far comprendere ai viticoltori che gli alberi non sono “nemici” della vigna – come a lungo si è creduto – e dimostrare come il patrimonio arboreo in un sito produttivo possa creare un reale valore anche nell’ottica dell’enoturismo e del turismo botanico.
Un momento della prima parte dell’incontro.
RISCATTO E AFFERMAZIONE
Roberto Moncalvo, presidente Coldiretti Piemonte, ha analizzato i punti di forza e le criticità del DDL “Legge sul florovivaismo”, disegno di legge attualmente all’esame della Commissione Agricoltura del Senato. Ha ricordato l’importante evoluzione vissuta di recente dall’agricoltura, rammentando che negli anni Ottanta era stata relegata a settore di serie B. E sottolineando come solo con una definizione coerente dell’identità del settore, anche il florovivaismo possa vivere lo stesso percorso di riscatto e affermazione. Identità e definizione, sono davvero due parole chiave su cui gli addetti ai lavori dovrebbero a lungo fermarsi. Una grande attenzione è stata posta, infine, sul futuro della floricoltura. Nada Forbici, presidente Assofloro, ha presentato le finalità della Consulta Florovivaismo di Coldiretti, composta da imprenditori del settore e finalizzata a trasformare il comparto in un settore meno frammentato e più coeso.