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Prontuario
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Qual è
IL FUTURO dELLA PROFESS IONE?
Tra tecnologie sempre più evolute e pseudo professionisti improvvisati, il domani può apparire incerto. Ma una risposta c’è, e la si rintraccia in quelle caratteristiche dell’essere giardinieri che sono, e saranno, insostituibili
di Lucio Brioschi
Quello espresso nel titolo, è un bell’interrogativo. In un mercato, spinto dal virus, molte sono state le figure che si sono inventate un mestiere tra quelli concessi dalle norme per fronteggiare la pandemia, e la professione del giardiniere è stata ancora una volta tra le prescelte. A onor del vero il verde, soprattutto privato, ha ritrovato nuova vita e il settore è stato
ma assemblare, curare dettagli,
avvantaggiato dalla situazione. Ciò ha spinto diverse persone che di lavoro facevano tutt’altro, obbligatoriamente impossibilitate ad agire, a crearsi alternative.
(NON) PROFESSIONISTI
Giro molto e dormo spesso in hotel; proprio questa settimana (quando è stato scritto questo articolo era maggio inoltrato, ndr) raggiungo una delle mie solite location (sono abitudinario) e trovo il titolare dell’albergo che, con attrezzatura di marca, sta potando siepi, glicini, diserbando manualmente aiuole, soffiando foglie, ecc. Mi racconta che nel 2020, e in parte nel 2021, vivendo di clientela turistica di passaggio – oltreché di artigiani, professionisti che girano per il territorio – ha visto le sue entrate crollare. Il verde che circonda l’hotel, in parte piantato dal padre, era curato da due artigiani giardinieri. I conti e i relativi costi arrivavano, ma non il denaro per pagarli, quindi si è improvvisato giardiniere di sé stesso con determinazione, caparbietà e, non essendo un professionista, commettendo errori. L’esempio è calzante: chi non riesce a permettersi un intervento professionale si inventa artefice del proprio spazio verde e della sua manutenzione.
dELLA PROFESS IONE?
REALTÀ O FANTASCIENZA?
Ecco che nasce una riflessione: in un’epoca in cui l’intelligenza artificiale (AI) e la robotica stanno galoppando velocemente verso soluzioni prima inimmaginabili, una figura come il giardiniere potrà avere ancora un ruolo fondamentale nella gestione del verde pubblico e privato?
• Sensori che attivano l’impianto di irrigazione in base a parametri multipli potrebbero sostituire la conoscenza che permette a un giardiniere di programmare la centralina per i diversi settori. • Droni che effettuano trattamenti anche in quota potrebbero rendere inutili piattaforme o conoscenze di tree climbing. • Nuove piante dallo sviluppo contenuto, o che non producono polline o semi, richiederanno meno manutenzione (in questo caso non è intelligenza artificiale ma genetica, favorita dalle sempre più ampie conoscenze e dalle tecnologie di riproduzione). • Robot tagliaerba già operano, raccolgono palline da golf, insetti dannosi (dorifora), ecc.
Quindi cosà servirà? Un progettista informatico/ meccanico, un costruttore di schede e microchip e poi il giardiniere verrà sostituito da un software che penserà a tutto? Non è fantascienza ma realtà prossima.
IL BUON SENSO E LA CREATIVITÀ
Per fortuna non sarà così, almeno per un po’ di tempo, perché due aspetti ci distinguono dai robot e dall’intelligenza artificiale:
• il buon senso, ovvero la capacità di interpretare la realtà e agire per il meglio; • la creatività, ovvero la capacità, a partire da pochi elementi, di ricavare un manufatto, un’opera d’arte o un bellissimo angolo verde.
LA CONOSCENZA È SALVIFICA
Proprio per questo motivo la professione del giardiniere, intesa nel senso più ampio e nobile del temine, non si spegnerà, perché fare o operare quale giardiniere non è solo tagliare, potare, piantare, ma assemblare, curare dettagli, saper combinare forme, colori ed esigenze di un materiale vivo. Materiale che richiede rispetto e attenzioni che, a oggi, almeno salvo smentite, un sistema artificiale non sarebbe in grado di avere.
Soprattutto adattandosi come farebbe la creatività umana e con la capacità di fantasticare sui risultati ottenibili.
In altri settori spariranno dei “mestieri” eseguiti da macchine e software, ma per il nostro amato/odiato verde, per il momento sarà difficile.
Ecco perché è fondamentale che un giardiniere professionista non sia solo un semplice esecutore, bensì un creativo, un artista che assembla colori, tratta di coltivazione (nell’arte verrebbero definiti pittorici), materia per lavorare sulla bianca tavolozza che la natura ci mette a disposizione.
Coltiviamo la conoscenza delle piante, del perché agiscono in un modo, quali risposte danno a determinate azioni. Anche la padronanza dei meccanismi di lotta integrata, di lotta sostenibile per dare equilibrio alla natura, saranno fondamentali affinché il giardiniere abbia lunga vita.
Solo così sapremo gestire qualcosa che non sarà né facile, né immediato, sostituire con una macchina.
Buon lavoro!