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COLOR PREMIUM LIFE, LA TERRACOTTA CHE NON C’ERA
L’argilla Galestro si tinge di colore per Antico Mestiere e così l’habitat naturale delle piante diventa scenografico!
Èbastato aggiungere un tocco di colore per donare freschezza e ancor più carattere alla linea di vasi Moderne di Antico Mestiere. Stesso de-
sign, stessa finitura, stessa argilla Galestro con un’unica differenza: il colore.
Vi presentiamo Color Premium Life, la nuova linea di Antico Mestiere in terracotta colorata che da subito ha trovato grande spazio negli ambienti più moderni. Grazie ai colori decisi e naturali, i vasi si integrano molto bene negli spazi e sapranno catturare l’attenzione del cliente nel punto vendita grazie al tocco di eleganza e particolarità che li caratterizza.
Le tonalità sono brillanti e luminose, soprattutto quando entrano in contatto con la luce diretta del sole e le vernici ad acqua impiegate - conosciute anche come idrosolubili -, sono a basso impatto ambientale e resistono all’aggressione di agenti atmosferici, raggi UV, escursioni termiche giornaliere e stagionali. Il colore, inoltre, non agisce sulla porosità del vaso e non altera le caratteristiche della terracotta che continuerà a far respirare la pianta e a farla crescere nel suo ha-
I vasi colorati della linea Moderne di Antico Mestiere. bitat naturale. Ogni manufatto della linea Moderne è accompagnato e realizzato da mani esperte che aggiungono valore al prodotto stesso. Una proposta che, da una parte, risponde alle richieste dei consumatori che ricercano prodotti belli per arredare casa e giardino e, dall’altra, ottimale per i professionisti del garden
center che devono colmare queste esigenze con un’offerta ricercata, funzionale ma pur sempre attenta all’ambiente.
Per maggiori informazioni
www.anticomestiere.com
Ivan Carioli, agente Cifo.
Iris e Hemerocallis popolano il suo feed social, un hobby che gli fa “sporcare le mani”, apprezzare l’attesa e che si incastra con la sua vita di agente di commercio. Un lavoro di relazione e contatto, essenziale anche nel garden
colloquio con IVAN CARIOLI di ALICE NICOLE GINOSA
Green advisor ma soprattutto appassionato
foto di Ivan Carioli (@cloudbusting70)
MI PIACE L’ATTESA, PREPARARE IL TERRENO, FARE RICERCA ATTRAVERSO GLI ALTRI APPASSIONATI, INCONTRARLI PER SCAMBIARCI I RIZOMI E CONSIGLI
Sui social è l’account Instagram @cloudbusting70, nella vita è Ivan Carioli. Entro in contatto con lui poco dopo la fine delle ferie estive perché su Instagram il suo profilo ha risvegliato nella redazione un certo interesse. Immagini di fiori, che scoprirò durante la nostra chiacchierata principalmente Iris e Hemerocallis, si succedono una dopo l’altra su sfondo nero. E l’effetto wow non si lascia attendere: i petali sembrano quasi dipinti, le sfumature sono vive, su alcuni addirittura si adagiano gocce di rugiada. La passione per la
coltivazione in prima persona si accompagna da un po’ di anni alla sua professione di agente di commercio e green advisor
per l’azienda Cifo, un binomio che si incastra alla perfezione e che grazie all’esperienza nel punto vendita lo rende un testimone dei cambiamenti, un osservatore di-
retto di come il garden center potrebbe fare ancora meglio.
Agente di commercio, coltivatore di fiori e poi? «Ho lavorato per venticinque anni alla cooperativa agricola di Treviglio, in provincia di Bergamo, e qui ho imparato tutto quello che oggi conosco sul mondo dei fiori ma anche sulla protezione. Proprio da questo deriva anche la mia collaborazione con Cifo. Da loro cliente, ho ricevuto in seguito la proposta di occuparmi della vendita dei loro prodotti come agente di commercio e più recentemente ho assunto anche il ruolo di green advisor. Nel concreto mi occupo
dell’esposizione dei prodotti e l’allestimento negli store delle province di Milano, Monza,
Cremona e Brescia, dove mi supporta anche Lorenzo Posillipo, altro green advisor di Cifo. Ma non solo: parte del mio lavoro è anche formare i clienti duran-
te le giornate promozionali sul punto vendita, spiegando i prodotti e dando informazioni quanto più utili e dettagliate anche al personale del garden.
Questo perché oggi ci stiamo allontanando dal chimico e nel settore ci si sta spingendo verso alternative naturali: la formazione è essenziale per favorire la transizione».
Come è nata l’idea di un profilo Instagram sui tuoi fiori? «Ero sui social molto prima di iniziare a fotografare i fiori ma solo negli ultimi anni ho preso questa deriva. Anche la loro manipolazione con filtri ed effetti lo vedo come un mezzo espressivo per descrive-
re il mio stato d’animo che non necessariamente è lo stesso che sto vivendo in quel momento.
Quello che mi affascina non è tanto la fioritura in sé: coltivo Iris e Hemerocallis, che come il nome greco rivela “bellezza di un giorno” sono sostanzialmente effimeri. Mi pia-
ce l’attesa, preparare il terreno, fare ricerca attraverso gli altri appassionati, incontrarli per
scambiarci i rizomi e consigli».
la tendenza è quella di informarsi online attraverso altri appassionati, soprattutto sulle piante specifiche con delle peculiarità sui generis che richiedono una certa specializzazione. Succede anche a me con l’Iris per cui mi rivolgo ai produttori o agli appassionati. Quando svolgo nel punto vendita le giornate promozionali a volte sono io stesso che approccio le persone. Difficilmente mi rispondono che non hanno bisogno, hanno sempre un dubbio da risolvere; è quando nessuno li aiuta che rinunciano all’acquisto per paura di sbagliare. Il sem-
Esiste tutto un mondo di appassionati là fuori, com’è? «Le persone hanno riscoperto i ritmi della natura e sentono il bisogno di prendersi cura di qualcosa. Un atteggiamento che ho notato soprattutto nelle nuove generazioni è che curano le proprie piante alla stregua di un animale domestico: fanno di
tutto per farle stare bene e crescere e si informano quanto più possibile sulle loro dinamiche e
peculiarità».
plice saluto e primo approccio avvicina il cliente al garden e al
prodotto: basta davvero poco».
E per informarsi quale canale prediligono? C’è una preferenza per l’online, confermi? «Mi rendo conto, girando per i garden center che sulle informazioni c’è carenza. Gli operatori non cercano contatto con il cliente, sono lì per servire ma non si avvicinano in prima persona, non ricercano uno scambio. Mi accorgo che spesso
l’unico momento di relazione è alla cassa, quando il cliente ha già scelto in autonomia di
acquistare. Per questo motivo
LE NUOVE GENERAZIONI CURANO LE PROPRIE PIANTE ALLA STREGUA DI UN ANIMALE DOMESTICO: FANNO DI TUTTO PER FARLE STARE BENE E CRESCERE E SI INFORMANO QUANTO PIÙ POSSIBILE SULLE LORO DINAMICHE E PECULIARITÀ
Cosa potrebbe fare il garden per cogliere l’attimo e il periodo favorevole? «Penso che dovrebbero osare con la vendita assistita. La clientela ha fame di informazioni e quando tu sei in grado di fornirgliele la rendi dipendente da te. Addirittura, potrebbero spingersi più in là e optare, per un certo tipo di target, sul personal shopper, proprio come si fa nell’abbigliamento.
Tantissimi hanno bisogno di essere guidati ma soprattutto ispi-
rati. Senza contare che potrebbe essere un servizio con un grande ritorno di immagine».
Dove trai ispirazione per il tuo profilo e dove ti informi? «Il lavoro di ricerca va alla pari con il lavoro di ispirazione. La ricerca può avvenire su Facebook, Google ma anche attraverso le stesse persone che seguo su Instagram, quando scorro il loro feed. A volte, invece, sono io che vado alla ricerca di un determinato disegno nel fiore - e in questo caso faccio ricerca su Google. Ispirazione
diventa ricerca e viceversa: se trovo qualcosa che mi colpisce voglio poi saperne sempre di
più. Ogni volta scopro qualcosa di nuovo, funziona così».