Blues

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Blues

di Sergio Toppi © 2016 – Mosquito – Eredi Toppi © per questa edizione NPE – Nicola Pesce Editore Tutti i diritti riservati. Collana Sergio Toppi, 2 Prefazione di Igor Tuveri Si ringraziano Erasmo Frascaroli e Angelo Nencetti Direttore Editoriale: Nicola Pesce Ordini o informazioni: info@edizioninpe.it Ufficio stampa per il volume: Stefano Romanini ufficiostampa@edizioninpe.it Stampato presso Peruzzo Industrie Grafiche SpA nel mese di aprile 2017 Nicola Pesce Editore (Edizioni NPE) è un marchio in esclusiva di Solone srl Via Aversana, 8 - 84025 Eboli (SA) edizioninpe.it facebook.com/EdizioniNPE twitter.com/EdizioniNPE instagram.com/EdizioniNPE


Blues di Sergio Toppi


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Toppi lo scultore di Igort

Scoprii il lavoro di Sergio Toppi quando ero un ragazzo, ancora non pubblicavo. Ricordo ancora il senso di stupore e di meraviglia legato a quelle pagine che sfogliavo per la prima volta. Mi ero imbattuto per caso nel numero 10 di una collana di Bonelli, I Protagonisti, che pubblicava le storie di dieci figure di «irregolari del west» tra cui Herman Lehman. Quel numero 10 era stato disegnato in principio da Rino Albertarelli, ideatore della collana, che però morì durante la lavorazione. In segno di omaggio per il collega scomparso, Toppi riprese in mano la storia interrotta e la portò a termine con il suo stile grafico modernissimo e nervoso. Fu così, con quelle pagine in bianco e nero, che cominciai a frequentare il suo universo visivo e narrativo. Corsi a cercare le altre sue storie, avevo letto che pubblicava regolarmente sul «Messaggero dei Ragazzi» e quando me le procurai rimasi incantato. Faceva anche lavori a colori, e la sua palette cromatica non somigliava a nulla di quello che io avevo visto sinora. Sul finire degli anni Settanta fu Oreste del Buono a volerlo per la sua rivista ammiraglia, «Alter Linus», che presentava ogni mese i migliori talenti del panorama internazionale. Toppi gareggiava con i maestri mondiali del disegno, e sapeva il fatto suo. Erano lavori titanici, tracciati con uno stile inconfondibile. Ecco fu questo, credo, a colpirmi. Lui non si accontentava di disegnare in senso canonico, i suoi corpi parevano scolpiti. Sembrava interessato a una visione in cui i pesi delle masse e il senso di materia parlassero. Il lettore penetrava in un universo ruvido e pieno di storia, in cui il tempo, lo scorrere della vita, era evocato dalle tracce che rimanevano sui volti, nei corpi, nei

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Blues

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L’Erede


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Le note del blues risuonano, aspre e dure, ritmate dal martellÏo dei bassi. è un'invocazione, persistente, ossessiva, che si spande come una nebbia insidiosa.

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Dovrà accadere: i presagi l'avevano annunciato, ed erano cattivi presagi. Nessuno può sfuggire al fato. Anche il Barone Samedi, principe degli inferi, avrà sentito l'invocazione. E io, che sono stato servitore per tutta la mia vita, ho paura per lui, perché quel blues è un annuncio di morte... ...quel blues è portatore di morte.

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Chi osa chiamarlo col suo nome, lui, il principe delle tenebre, lui, il signore di tutti noi?

increduli, i fedeli del grande demone nero, ascoltano l'invocazione. Rabbrividiscono all'eco di quelle note, come catturati dalle atmosfere che salgono dal loro luogo dei morti.

Tra tutti coloro che lo servono, nessun essere che sia nato da una donna oserebbe affrontare la sua terribile collera...

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