Mermoz

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attilio micheluzzi

Mermoz di Attilio Micheluzzi

© 1986 Attilio Micheluzzi / eredi Micheluzzi

© 2023 Solone srl per questa edizione

Tutti i diritti riservati

Collana Attilio Micheluzzi, 12

Direttore Editoriale: Nicola Pesce

Caporedattore: Stefano Romanini

Ufcio Stampa: Gloria Grieco

Coordinamento Editoriale: Cristina Fortunato

Service Editoriale: Valeria Morelli

Correzione bozze: a cura della redazione

Ventinove tavole di Mermoz, riferite al periodo argentino, furono pubblicate per la prima volta su «Corto Maltese», Milano Libri Edizioni, n. 11, novembre 1986.

La prima edizione integrale in francese fu pubblicata nel 1987 da Kesserling.

La prima edizione integrale in italiano fu pubblicata nel 1999 da Edizioni Lizard. Si ringraziano Agnese Micheluzzi ed Erasmo Frascaroli per la collaborazione e la gentile consulenza.

Stampato tramite

Tespi srl – Eboli (SA) nel mese di dicembre 2023

Edizioni NPE

è un marchio in esclusiva di Solone srl Via Aversana, 8 – 84025 Eboli (SA) edizioninpe.it facebook.com/EdizioniNPE twitter.com/EdizioniNPE instagram.com/EdizioniNPE #edizioninpe

Mermoz di Attilio Micheluzzi

Sulle tracce di Mermoz

Roma 1937

Nella foto l’idrovolante Latécoère 300 Croix-du-sud con il quale il famoso aviatore francese Jean Mermoz è scomparso nel mese di dicembre 1936…

Questa è la didascalia relativa all’istantanea di un bellissimo idrovolante quadrimotore, che il piccolo Attilio Micheluzzi (classe 1930) è fermo a guardare e riguardare, come dinanzi alla riproduzione di un’opera d’arte, estasiato, ma al tempo stesso amareggiato. La fotografa è all’interno della sezione estera della rivista «Le vie dell’aria», il periodico di aeronautica più dif uso dell’epoca, una delle letture di cui si nutre insieme all’amore per gli eroi dei fumetti americani, che stanno giungendo in Italia grazie all’editore forentino Nerbini: l’uomo mascherato (Phantom), Mandrake, ma soprattutto Flash Gordon.

Non riesce a dimenticare quel nome appena letto, vuol saperne di più e la persona più adatta a cui chiedere è sicuramente suo padre.

Attilio Micheluzzi Senior è un uomo tutto d’un pezzo, pilota esperto, caposquadriglia della Regia. Spiega al fglio che Jean Mermoz è stato uno dei migliori aviatori mai esistiti, rammaricandosi di non avere mai volato al suo fanco.

Sentirsi dire ciò accentua il desiderio di conoscere quanto più possibile di quell’uomo. Questo è l’inizio di un processo lungo tutta la vita di uno dei maggiori nomi del fumetto italiano, il più giovane (come esperienza) tra i vecchi, essendo entrato in questo mondo a 40 anni passati, una realtà dove i maggiori nomi e coetanei già si erano fatti abbondantemente le ossa.

prefazione
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Dakar 1962

L’architetto Micheluzzi è appena giunto all’aeroporto di Dakar. Si trova nella capitale del Senegal per seguire la realizzazione di un grande albergo in Boulevard Roosevelt, sulle rovine di una vecchia batteria costiera della Marine Nationale Française. Poco dopo essersi sistemato prende un taxi per raggiungere il sito del vecchio aeroporto di Ouakam, base dell’Aeropostale, da dove i velivoli della Latécoère partivano per il Brasile. Una stele si staglia sull’oceano e ricorda tutti gli uomini dell’Aeropostale caduti in volo sull’oceano. Il nome di Mermoz risalta sulla stele rosea e la commozione nello sforarlo è forte.

È la maniera più prossima per sentire vicino l’eroe che in patria avevano soprannominato “l’Arcangelo” (sarebbe stato troppo semplice defnirlo unicamente Angelo perché tanti avevano le “ali”, ma lui era qualcosa di più), quell’uomo che in pochi anni aveva compiuto imprese maestose, un “Icaro moderno” (come lo aveva defnito qualche giornalista francese), che forse aveva voluto avvicinarsi troppo al sole.

Attilio sente di aver raggiunto la prima parte di un pellegrinaggio durato venticinque anni, di aver sciolto un voto contestuale al proposito di iniziarne immediatamente un altro.

Ci vorranno altri venticinque anni per sciogliere il voto di cui parliamo, quando l’opera di Micheluzzi vedrà la luce.

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La ragnatela

Quest’opera non è solo un accurato docu-racconto su una fgura in Italia semisconosciuta, ma venerata in Francia e in Argentina, paesi dove ovunque ritroviamo monumenti, parchi, vie e scuole dedicate, ma è anche un profondo atto d’amore per un involontario eroe (Antoine de Saint-Exupéry, suo collega e intimo amico che in una conferenza defnirà più “vasto di una generazione”1) che insieme ad altri temerari hanno contribuito al superamento di barriere fsiche, ma anche culturali.

Vi è una sottile ragnatela che connette, e piacevolmente imprigiona, chi ama il mondo delle Ali, e che ha unito Jean Mermoz, Attilio Micheluzzi e tantissimi altri tra cui, indegnamente, per carità, anche chi in questo momento sta scrivendo.

È una forza che ti porta sui luoghi dove si è fatta la storia, posti che agli occhi dell’ignaro osservatore sono banali quanto altri, ma che, per chi ne conosce la fama, profumano di mito.

Gli uomini dell’Aeropostale e il Lindbergh Francese

Mermoz si è guadagnato il soprannome di “Lindbergh francese” all’indomani della trasvolata dell’Atlantico meridionale, da Saint Louis du Senegal a Natal, Brasile, efettuata nel 1930. È questa la sua impresa più memorabile, uno dei momenti più alti della carriera di un uomo ritenuto immortale, che aveva nel cielo il suo spazio vitale.

Per comprenderne pienamente questa fgura dobbiamo ritornare qualche anno indietro e introdurre parecchi coprotagonisti, con qualche dovuto approfondimento, visto che si tratta di personaggi storici fondamentali di quel periodo.

Pierre-Georges Latécoère era un industriale francese, che fno alla fne del primo confitto mondiale fornì all’esercito parti di granate e cellule di aerei Salmson, con il nucleo principale della sua azienda sito nello stabilimento di Montaudran, a Tolosa.

L’interesse per l’aviazione crebbe in lui insieme a un sogno, per l’epoca più che ardito; i collegamenti tra le nazioni sarebbero dovuti avvenire in maniera rapida tramite i mezzi aerei che avrebbero soppiantato automobili, treni e che addirittura avrebbero connesso continenti lontani.

Pian piano prese forma l’idea di far viaggiare la posta dall’Europa al Sud America tramite una linea aerea di quasi 13000 km e con varie ramifcazioni di percorso.

Nel 1919 è attivato il primo tronco che connette Tolosa a Casablanca e, nel 1923, viene messo su un altro che prolungherà il primo fno a Dakar.

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1 Antoine de Saint-Exupéry, Opere. Vol. 1, a cura di M. Autrand e M. Quesnel, Articoli su Mermoz, Bompiani, 2000

Qui varie fgure di prim’ordine, che rimarranno nella storia aeronautica e non solo, incroceranno le loro vite con il progetto di Latécoère: Henri Guillamet, Antoine de Saint-Exupéry e il nostro Jean Mermoz.

Nel 1923 Jean Mermoz, per non gravare sulle spalle della sola madre, separata dal marito, si arruola nella più giovane delle Armi, l’Aeronautica.

Non ama la vita militare, ma da subito è il volo a fare breccia nel suo cuore. Serve nel Levante Francese, dove in breve tempo si costruisce la fama di miglior pilota di Siria.

Nell’ultima parte del suo servizio militare pilota un Breguet XIV modifcato per l’evacuazione sanitaria e il pensiero di poter volare per salvare vite lo emoziona e comincia a fargli maturare l’idea che l’aeronautica può avere altre applicazioni oltre a quella militare.

Si congeda nel 1924 e, dopo un periodo di incertezza, risponde a una lettera di assunzione della Società Latécoère, la cui sede d’esercizio era a Tolosa, nei Pirenei Centrali. Pur avendo un notevole curriculum e centinaia di ore di volo alle spalle, verrà inizialmente bocciato all’esame di volo dal direttore Daurat.

Didier Daurat era stato un pilota pluridecorato dell’aeronautica francese, noto tra l’altro per avere segnalato, nelle ultime fasi della grande guerra, la posizione del Guglielmo, uno dei sette giganteschi cannoni Krupp che mettevano a ferro e fuoco Parigi.

All’atto dell’esame, pensando di impressionare positivamente il direttore, Jean eseguì vari numeri acrobatici. A terra non troverà ammirazione, ma un contrariato Daurat che gli dirà: «Non ho bisogno di Circensi, ma di autisti di autobus!».

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Iniziano i primi viaggi postali, Mermoz ritornerà ai vecchi Breguet 14 già pilotati nel Levante. Presto sarà distaccato in Africa, dove sarà fatto anche prigioniero dei Mori (termine indicante le eterogenee popolazioni arabe e non che abitavano i territori sub-sahariani) e liberato solo dopo il pagamento di un riscatto. Lì, nella base di Fort Juby, conoscerà il capo scalo Antoine de SaintExupéry, che, ancora lontano dallo scrivere Il Piccolo Principe, diventerà uno dei suoi amici più cari.

La necessità di espandersi per l’aviazione postale è evidente e bisogna far presto. È necessario conquistare nuovi territori, anzi nuovi spazi aerei dove of rire il servizio e il Sud America è un territorio ancora vergine.

Racconterà Didier Daurat, negli anni Sessanta, nel suo libro Dans les vent des hélices, che Pierre Latécoère giungerà nel 1925 in America Meridionale per mettere (posare) la prima pietra del suo sogno. Lì, grazie all’appoggio di Marcel Bouilloux-Lafont (un industriale francese allora a capo di una cordata di imprese in gran parte del Sudamerica) riesce ad avere notevoli concessioni. Così, il venticinque per cento di tutta la posta destinata all’Europa viene afdato al gruppo Latécoère2.

Jean è inviato in Argentina per dirigere la compagnia, la quale di lì a poco prenderà il nome di Compagnie générale aéropostale e, come ben si vedrà anche nell’opera di Micheluzzi, non vorrà essere un burocrate; senza perdere di vista la messa in opera della linea, appena possibile riprenderà a volare conquistando una serie di primati: Buenos Aires – Rio unite in 24 ore (compreso il primo volo commerciale notturno della storia), la prima traversata transandina (tra Argentina e Cile) fatta insieme al fdato meccanico Collenot sul Laté 25, la prima traversata commerciale dell’Atlantico (sul Laté 28 modifcato in idrovolante) e la prima traversata dell’Atlantico con viaggio di ritorno sul velivolo trimotore terrestre Couzinet 70 .

Alexandre Collenot era non solo un magistrale tecnico per Mermoz, ma un caro amico. Erano sopravvissuti insieme a due atterraggi di fortuna, entrambi mostrati da Micheluzzi: il primo nella foresta amazzonica, e il secondo, che passerà alla storia come “il miracolo delle Ande”, avvenuto ad alta quota nel tentativo di trovare un passaggio percorribile per i velivoli postali tra Argentina e Cile. Quando si ritrovavano nello stesso equipaggio di volo, Mermoz si sentiva al sicuro.

Il progetto di Pierre Latécoère non fu certo indolore, avendo richiesto un tributo di sangue notevole, con più di diverse decine di perdite tra piloti e tecnici e, anche quando l’Aeropostale confuì nella neonata Air France (1933), insieme ad altre compagnie, le perdite in vite umane non si arrestarono.

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2 Note a Volo di Notte, in Antoine de Saint-Exupéry, Opere vol.1, Bompiani 2000

Nel febbraio del 1936, Collenot scompare nell’Atlantico a bordo del Latè 301 e Mermoz dirà: «Collenot non doveva scomparire che con me, la fatalità è stata ingiusta a separare questo equipaggio3».

La separazione non durerà, purtroppo, a lungo. Sul fnire dello stesso anno, il nostro Arcangelo scomparirà in mare, nello stesso tratto in cui era scomparso, qualche mese prima, l’amico.

Gli altri Mermoz a Fumetti

Oltre agli innumerevoli libri, articoli giornalistici e sceneggiati radiofonici, la vicenda umana di Mermoz ha avuto e continua ad avere varie rappresentazioni anche nel mondo dei fumetti, oltre a quella del nostro “Istriano di Italia” (come viene chiamato Attilio Micheluzzi in un articolo di Loris Cantarelli).

La prima volta che Mermoz vede la luce nel mondo delle Bande dessinée è sulle pagine della rivista «L’Epatant» per le matite di Jean Rigot, nella serie La vita eroica di Jean Mermoz verso la fne degli anni Trenta.

Tornerà poi dopo la guerra sulla rivista antologica belga «Tin Tin», in due episodi. Nel numero 5 del 1954, intitolato: Mermoz, l’homme qui dit non au désespoir, viene raccontato l’episodio dell’atterraggio forzato in alta quota sulle Ande, disegnato da Ted Laroche su testi di Duval. Poi, nel numero 24 del 1955 abbiamo Une leçon d’énergie dove Jean Graton, il papà di Michel Vaillant, ci racconta gli esordi del nostro eroe

Di sicuro, però, l’edizione più famosa è quella uscita in Francia nel 19564, che vanta continue ristampe. Si tratta di Jean Mermoz di Jean-Michel Charlier e Victor Hubinon, della Dupuis. I due autori sono molto avvezzi all’ambiente aeronautico e sono i creatori di Buck Danny. Quest’ultima serie, ancora oggi, non smette di sfornare nuovi numeri ed è probabilmente una delle opere aeronautiche di fnzione fumettistica dotate di maggior realismo nel rappresentare mezzi e manovre, realismo che i due riporteranno anche nel narrare l’esistenza di Mermoz. Al pari dell’opera di Micheluzzi, la storia è completa e mostra la (breve) vita dell’Arcangelo, con spettacolari sequenze aeree magistralmente disegnate. L’unico difetto di quest’opera è che, essendo destinata a un pubblico giovane, ci restituisce un eroe indomito, ispiratore di coraggio e immacolato. Intere sequenze sono verosimili, ma romanzate, a diferenza dell’opera di Micheluzzi, che restituisce una storia di coraggio adulta, senza nascondere le debolezze e le cadute di un grande che comunque rimane un uomo.

L’ultima opera a fumetti in ordine temporale è il secondo volume del ciclo «Aeropostale», quattro uscite monografche, ognuna delle quali racconta

3 Articoli su Mermoz: Dopo 48 ore di Silenzio, in Antoine de Saint-Exupéry, Opere vol.1, Bompiani 2000

4 L’Histoire de l’aviation au fl de la Bd, Etienne Reunis, edizioni Versant Sud, Bruxelles, 2006

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episodi cardine della vita dei piloti più rappresentativi della azienda nata dal sogno di Pierre-Georges Latécoère (Guillamet, Mermoz, Vachet e SaintExupéry). Nel 2016 ha visto la luce il volume Mermoz che vede ai disegni Dumas e ai testi Bec, nome noto, non solo oltralpe, per opere come Prometeo o Santuario. La storia parte dal momento più difcile della traversata Atlantica sul Laté 28 Comte-de-la-Vaulx, quando Mermoz e i suoi entrano nel Pot au Noir (una zona di bassa pressione a cavallo dell’equatore, più correntemente detta zona di convergenza equatoriale), e lì, il calore sofocante gli porterà alla mente il suo rapimento nel deserto, quando rischiò la vita come ostaggio dei ribelli arabi.

Il romanzo di una vita

Tra le varie biografe, il punto di inizio per la studio di questa fgura così imponente dell’aeronautica moderna è Mermoz di Joseph Kessel, opera pubblicata pochi anni dopo la scomparsa del pilota francese.

Joseph Kessel è stato un poliedrico scrittore e giornalista, autore del testo del canto della resistenza francese e di decine di romanzi e novelle, tra cui Bella di Giorno, portato sullo schermo da Luis Buñuel nel 1967 e premiato con il leone d’oro a Venezia. Anch’egli è un uomo dell’aria, avendo servito durante la prima guerra mondiale nella da poco costituita Armée de l’Air . Conosce Mermoz nel 1930 e con lui stringe una sincera amicizia.

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Dice lo stesso Micheluzzi:

Ho riletto il libro dozzine di volte; mi ha rivelato, tra l’altro, il talento di Kessel. Ogni rilettura mi sconvolgeva di nuovo. È li che deve essere cercata l’ispirazione di questa storia, di quella scintilla d’emozione che per quasi cinquant’anni non ha cessato mai di brillare in fondo al mio cuore.5

Il bisogno di parlare di Mermoz è vivo in Micheluzzi da sempre. Già afora nel 1948, nel suo primo fumetto (rimasto quasi trent’anni nel cassetto prima di esser pubblicato), Le avventure di Joe Purcell, un pilota veterano in missione nel dopoguerra nelle giungle del Sud America, alla guida di un bimotore Martin 2-0-2, uno degli aerei da trasporto più avanzati per l’epoca. Un pilota che compie missioni difcili nel mezzo dell’Amazzonia, un’analogia forte con il nostro Mermoz.

L’epopea del servizio postale, f lo che può unire in pochi giorni persone lontane, in un mondo ancora percepito, negli anni Trenta, come vasto, era già emerso in Air Mail

Clarence “Babel” Man è un pilota postale che, prototipo di Mermoz, ne riprende il lato più spaccone, quello mostrato nella prova davanti al direttore Daurat. Inoltre, nel primo numero di Air Mail, la tempesta in cui l’aereo di Babel Man fnisce, ricorda quella che af ronta il protagonista di Volo di notte di Antoine de Saint-Exupéry; questo romanzo è ispirato all’impresa dell’Arcangelo del 1928, dove efettuò il primo volo commerciale in notturna unendo Buenos Aires a Rio de Janeiro; qui, oltre al personaggio del pilota che è facile individuare a chi si ispiri, abbiamo anche il duro capo dello scalo di Buenos Aires, Riviere, la cui fgura è ricalcata su quella di Didier Daurat.

La possibilità di mettere in cantiere quella che doveva essere l’opera della vita, così da onorare quel voto involontariamente nato dinanzi alla stele di Ouakam, si presenta con l’avvicinarsi del cinquantenario della scomparsa dell’aviatore (1986).

Realizza un’opera accurata, con il suo stile inconfondibile, rifacendosi a testi ed espressioni riportate da Kessel, ma alternando in maniera equilibrata i dialoghi e l’uso delle didascalie. Inoltre, anche qui, come nelle altre sue opere, conversa con i suoi personaggi, coronando il sogno di poter parlare col suo mito, con l’espediente di rispondere a qualche dubbio lecito che poteva sorgere nel lettore.

Afdò all’editore Kesserling di Losanna nella Svizzera Francese (che già aveva pubblicato un’edizione di Johnny Focus) il progetto su Mermoz. Proponendolo a ridosso di tutte le manifestazioni commemorative, le premesse di un grande successo erano tutte più che positive.

La scelta fu disgraziatamente inadeguata.

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5 Attilio Micheluzzi, Nascita di un fumetto, Mermoz, Lizard Edizioni, Roma, 1999

Il volume arrivò nelle librerie con una promozione e una tiratura che non erano quelle concordate; a un certo punto, come racconta la signora Giovanna, compagna di una vita, in un’intervista: «…l’editore è fnito in galera e di molte tavole abbiamo perso le tracce, ogni tanto qualcuno ci telefonava per dire che le aveva trovate nei mercatini6».

Attilio è descritto da chiunque abbia avuto la possibilità di conoscerlo come persona di grandi qualità morali e di una straordinaria umanità e fducia nel prossimo, di una sensibilità unica e l’aver riposto il suo più grande progetto nelle mani sbagliate fu un colpo che lo segnò duramente.

Lavorava tenendo standard qualitativi altissimi, inimmaginabili attualmente e, come lui stesso ammetteva, le sue opere dovevano avere:

Fedeltà, quasi maniacale alla verità storica. Divise, macchine, atmosfere, dettagli, particolari geografci, tipi fsici, tutto deve essere come è stato. Da qui la presenza in casa mia di una valanga di libri, riviste, giornali specializzati.7

Nel caso della realizzazione di Mermoz, Micheluzzi lavorò sostanzialmente in perdita, riuscendo solo a rientrare grazie alla parziale pubblicazione (29 tavole riguardanti il periodo Sudamericano) sul numero 11 di «Corto Maltese», il mensile diretto da Fulvia Serra, del novembre 1986.

Come riferisce l’amico Sergio Brancato: «Alla fne ci scherzava perfno su, come lui, per metà napoletano acquisito, fosse stato fregato da uno svizzero!».

Dovremo aspettare il 1999 per vedere in italiano l’opera integrale. Arriverà in libreria a cura delle edizioni Lizard, e poi il 2017 in una nuova edizione economica dell’Editore Cosmo uscita anche nelle edicole. Ancor di più attenderanno i lettori d’oltralpe, visto che solo nel 2013 l’editore Mosquito, nell’ottica della ristampa di tutte le opere dell’autore, presenta una pregevole edizione cartonata, seguita poi nel 2014 da Ninth Ediciones per il mercato in lingua spagnola.

Non aver fatto di Mermoz il suo capolavoro riconosciuto fu un duro colpo per Attilio. La delusione lo spinse a cercare nuove strade e a rimettersi in gioco, con onestà e umiltà intellettuale. Questo processo condurrà alla realizzazione della sua ultima (a causa della morte) opera, la meravigliosa e incompiuta (solo nella parte grafca) Afghanistan, che rimane il suo testamento artistico.

6 Quattro chiacchiere… “architettate” con cura, di Loris Cantarelli contenuto in Attilio Micheluzzi, architetto di avventure a cura di Napoli Comicon, Ed. Black Velvet, 2008

7 Micheluzzi visto da Micheluzzi, (a cura di G.C. Cuccolini), in «Il fumetto», n.2, maggio 1978

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Ventinove tavole furono pubblicate per la prima volta su «Corto Maltese», Milano Libri Edizioni, n. 11, novembre 1986.

Pubblicato integralmente per la prima volta nel 1987 in francese da Kesserling.

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Volumi di Attilio Micheluzzi già pubblicati in questa collana:

L’uomo del Khyber – isbn: 978-88-36271-90-0

Air Mail – isbn: 978-88-36271-00-9

Rosso Stenton – Integrale– isbn: 978-88-94818-59-8

Petra Chérie – isbn: 978-88-36270-88-0

L’uomo del Tanganyka – isbn: 978-88-36270-75-0

Roy Mann – isbn: 978-88-36270-32-3

Afghanistan – isbn: 978-88-94818-46-8

Siberia – isbn: 978-88-94818-45-1

Pizarro in Perù – isbn: 978-88-94818-40-6

Titanic – isbn: 978-88-94818-22-2

Marcel Labrume – isbn: 978-88-94818-21-5

Volumi di Attilio Micheluzzi di prossima pubblicazione in questa collana:

Bab-el-Mandeb

La casa editrice del fumetto d’autore edizioninpe.it

«Nel silenzio eterno, le ali spezzate, scomparve là sotto, per sempre...»

Jean Mermoz, soprannominato l’Arcangelo, è un leggendario pilota francese considerato un eroe per il suo rigore e il suo incredibile impegno su più fronti.

Amante della poesia e dell’arte, amico e collega di Antoine de Saint-Exupéry, rinunciò a una potenziale carriera letteraria scegliendo di arruolarsi nell’aviazione militare.

Fu tra i primi ad aprire le rotte per il servizio aeropostale tra Francia, Africa e Sud America a cavallo tra le due guerre. Ma la sua storia si interruppe prematuramente, dissolvendosi nell’Oceano Atlantico.

Una fgura iconica, raccontata da Attilio Micheluzzi in un’accurata biografa a fumetti ispirata ai testi del giornalista Joseph Kessel

Attilio Micheluzzi (Umago 1930 – Napoli 1990), è considerato uno dei principali maestri della “linea chiara” del fumetto mondiale.

Noto anche con lo pseudonimo di Igor Arztbajef, iniziò a dedicarsi all’attività di fumettista molto tardi –quando aveva già superato i quarant’anni – eppure la sua produzione è sconfnata e presenta un livello di perfezione tecnica costante.

Forte la sua predilezione per le storie con ambientazione d’epoca, per l’aviazione e per i periodi di grandi confitti in cui gli esseri umani si mostrano per quello che sono.

edizioninpe.it
euro 19,90 ISBN: 978-88-36271-81-8

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