Sharaz-de - Le Mille e una Notte

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Sharaz-De – Le Mille e una Notte

di Sergio Toppi © 2016 – Mosquito – Eredi Toppi © per questa edizione Nicola Pesce Editore Tutti i diritti riservati. Collana Sergio Toppi, 1 Prefazione di Matteo Stefanelli Intervista di Mariangela Rado Si ringrazia atmosphereblog.com Direttore Editoriale: Nicola Pesce Ordini o informazioni: info@edizioninpe.it Ufficio stampa per il volume: Stefano Romanini ufficiostampa@edizioninpe.it Stampato presso Peruzzo Industrie Grafiche SpA nel mese di gennaio 2017 Nicola Pesce Editore (Edizioni NPE) è un marchio in esclusiva di Solone srl Via Aversana, 8 - 84025 Eboli (SA) edizioninpe.it facebook.com/EdizioniNPE twitter.com/NicolaPesceEdit instagram.com/EdizioniNPE


Sharaz-De

Le Mille e una Notte di Sergio Toppi



i n t roduz i one

Leggende e visioni per tenere il pensiero sospeso di Matteo Stefanelli

Sharaz-De è una raccolta di “storie antiche e singolari” ispirate a Le Mille e una Notte, di leggende medievali, di lezioni sull’umanità esemplari e quasi ancestrali, e di immagini enigmatiche. Immagini disegnate che sembrano arrivate a noi attraversando lo spaziotempo, o che in un qualche altroquando desiderano condurci. Disegni talvolta oscuri come labirinti, talaltra abbaglianti come fulmini in grado di ravvivare gli sguardi atrofizzati dalle più ordinarie consuetudini visive. Se i fumetti di Sergio Toppi sono spesso storie di misteri, Sharaz-De è la storia di come l’atto stesso del raccontare – disegnando – sia uno slancio dell’immaginazione verso territori incerti. Questa raccolta è dunque una lettura di quelle da fare non tanto con il fiato ma con il pensiero sospeso, in bilico fra l’ascoltare narrazioni di esperienze lontane e il contemplare oggetti e forme enigmatici. Sapendo che i contenuti sovrannaturali delle storie potrebbero portarci nel clima straniante o meraviglioso di una fiaba e, forse, alle sorgenti stesse del fantastico: storie e disegni che invitano a interrogarsi sullo statuto delle cose e delle immagini, prima ancora di offrire stralci di avvenimenti distanti nello spazio e nel tempo.

1. Infiniti racconti di infinite meraviglie: 11 storie da Mille e una Notte. Quello fra Sergio Toppi e Le Mille e una Notte è innanzitutto l’incontro fra due diversi percorsi di narrazione “senza identità”. Le Mille e una Notte è infatti il più importante “libro senza autori”, come lo ha definito Robert Irwin, fondato su un 5


In queste domande si cela il “mistero” dell’arte fumettistica di Toppi. Un autore in grado di creare pagine che, insieme ad offrire suggestioni fantastiche, chiamano la mente come a galleggiare in una dimensione sospesa tra la pagina e il nostro sguardo. Una dimensione che ci suggerisce come, attraverso il fumetto, possiamo esplorare non tanto una realtà meravigliosa, quanto una verità – o una illusione – misteriosa. Una verità da contemplare, prima ancora che da leggere: la verità del disegno.


1.

La Lunga Notte



c’era una volta un grande re saggio e potente (ma solo dio è il più saggio e potente di tutti) che regnava su grande spazio di terre, dal gowan-dab che striscia nelle calure del bassopiano fino ai picchi nevosi di bashra, nelle cui ombre gelide scoloriscono d’inverno le tigri ircane. questo re aveva due figli, re anch’essi; i loro regni, ancorché lontani gli uni dagli altri, si stendevano su terre immense e popolate di grandi moltitudini.

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shahriyar era il nome di uno di essi, assai valoroso e di fiero carattere...

...e shahzaman si chiamava l’altro che molto amava il fratello. un giorno shahzaman mandò a chiamare l’intendente della sua casa.

voglio vedere mio fratello, il re shahriyar: partirò solo. la nostalgia di lui è così forte che non tollera indugi di servi e bagagli. il mio cavallo, presto.

cosa desideri, mio signore ?

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e quindi il re partĂŹ di gran carriera, come si trovava, tanto forte era il suo desiderio di vedere il fratello.

ecco, il re è partito senza pugnale: quello, regalo della regina, che non abbandona mai...

taci, non ti immischiare nelle cose dei re se hai cara la testa...

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non era ancora uscito dall’ombra delle mura, quando il re si accorse di non avere il pugnale...

...e allora voltò il cavallo e rientrò al palazzo, veloce come ne era uscito.

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il re entrò nelle sue stanze, trovò il pugnale e qualcosa d’altro...

...troppa fretta nel partire, mio re, e troppa nel tornare... per tutti i demoni dell’inferno!...

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4.

Ho atteso Mille Anni



allora, nella notte fonda, sharaz-de prese a parlare al suo re.

ascolta, signore, quanto ti andrò a narrare, mentre le tenebre coprono tutto attorno e salgono a lambire monti remoti, dove idoli dimenticati vigilano sopra valichi scoscesi che piede pellegrino non ha cavalcato da secoli.

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oltre quei monti viveva un uomo, il nome s’è perduto, che la brama di tesori nascosti spingeva a una ricerca senza sosta tra grotte e dirupi, e che la speranza di favolose ricchezze nutriva più delle erbe amare del deserto e dell’acqua salmastra dei suoi pozzi.

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costui trascorreva in solitudine le sue giornate e unici compagni gli erano i rapaci e le voci del vento tra le rocce. un giorno scoprÏ l’ingresso di una grotta‌

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sul fondo, trovò una giara, sigillata.

…così profonda che la luce del giorno vi si spegneva come un crepuscolo precoce.

per l’onnipotente, la fortuna mi cammina vicino… un tesoro…

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tornato alla luce tolse con mano impaziente il sigillo‌

e subito dalla giara uscĂŹ un fiotto di tenebra che prese forma di un demone e gli rivolse parole irate.

senti, o miserabile, la notizia che ti do: sarai ucciso subito con il tipo di morte che ti concedo di scegliere purchÊ sia delle peggiori‌

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le tue parole, potente signore, oltre che di angoscia mi riempiono di stupore: cosa ho fatto per meritare la morte?...

ti concederò di saperlo narrandoti la mia storia, poichĂŠ nemmeno a un’infima creatura come te si può negare un atto di estrema clemenza. ascolta, dunque.

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sappi che ero al servizio del grande re sulaymhan, che molto mi stimava, tra gli altri demoni, per la mia capacità e intelligenza. quando cinquanta re, gelosi della sua grandezza, presero le armi contro di lui, ed era un grande pericolo, mandò a me il capo dei suoi generali e quegli così mi parlò.

vai alle fortezze sui monti e usa la tua potenza perché nessun esercito vi passi per cogliere alle spalle il re mentre combatte per la sua salvezza nelle pianure.

farò come il re vuole.

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tu non puoi sapere, o miserabile, quanto fredde e lunghe siano le veglie d’armi sui monti. per consolarmi attinsi più volte da una fiasca di antico kumis, quale a nessun mortale è concesso di gustare...

...cosicché presto mi colse un sonno di pietra, e gli eserciti nemici poterono passare senza fatica e il re sulaymhan durò molta fatica a batterli...

...poiché gli era mancato l’ausilio della mia potenza.

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il giorno dopo il gran re mi mandò a chiamare ancora cinto delle sue armi impolverate…

prendete questo imbecille, chiudetelo in una giara e andate a seppellirlo nel più profondo della terra finché non vi sia qualcuno più stupido di lui che venga a liberarlo…

e così venni posto in una giara magica che mi toglieva ogni potere e confinato in questo tenebroso recesso.

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passarono cento anni, e poi altri cento e cento ancora, ma nessuno venne a liberarmi. poi altri anni passarono, infausti, e ancora non giunse nessuno. allora la mia ira fu tale che promisi di uccidere chi fosse finalmente arrivato a togliermi di qua: sono mille anni che attendo e tu che sei venuto ora dovrai morire.

giusta ira la tua, signore‌

meschino l’uomo, meschino il desiderio: guarda alle tue spalle e vedrai ciò che hai chiesto.

‌ e sono pronto a sopportarne le conseguenze, ma prima regalami un ultimo segno della tua potenza e meno amara mi sarà la fine. saresti in grado di far sorgere dalle rocce di questo deserto un palazzo colmo di ogni ricchezza?

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ci sono, immondo bifolco, e in quantitĂ . osi forse dubitare della mia potenza?

per l’onnipotente!...

ma ci saranno nel palazzo oro, vesti, schiavi?

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perdona, grande signore, e dammi pure la morte, anche se un’ultima perplessità mi lacera l’animo: come mi è possibile credere che una piccola giara potesse contenerti in tutta la tua grandezza se a vederla sembrerebbe contenere a stento la quinta parte del tuo mignolo? come posso morire con tale dubbio?

così credo, o misericordioso…

così tu credi, o sozzo bifolco, che io non sia in grado di ridurmi nella giara, solo che lo volessi?

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guarda dunque, e non dire che la mia pazienza sia breve‌

e il demone allora contrasse la sua mole di tenebra e si ridusse, rapido come un baleno, dentro la giara.

ed ora, verme incredulo, che hai ancora da pretendere?...

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l’uomo non rispose ma sigillò la giara, cosicché il demone fu di nuovo prigioniero e senza potere.

lasciami andare, infame ingannatore, e ti farò vedere chi sono…

già lo so: il più stupido tra tutti i demoni. e come tale ti tratterò…

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l’uomo corse verso un lago senza fondo che si apriva tra i dirupi e vi gettò la giara…

eccoti servito, o astutissimo, e questa volta dovrai attendere ben più di mille anni prima che qualcuno ti venga a liberare.

del demone più nessuno ebbe mai notizia…

…ma tra le genti del deserto corse presto la voce di un uomo che menava vita da gran signore in un palazzo di favola, colmo d’ogni ricchezza...

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così sharaz-de concluse il suo racconto e poi si rivolse al re… la luna sta tramontando e già ai margini del tuo regno i predoni nomadi montano a cavallo, felici del nuovo giorno che a loro porterà ricco bottino e a me la morte; e tante storie dei tempi andati non potranno così giungere alle tue orecchie…

ma il re volle che sharaz-de vivesse ancora, e con lei le sue storie, e così fu.

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appe ndi ce

Intervista a Sergio Toppi 8 marzo 2010 di Mariangela Rado

Mariangela Rado – Quando avviene l’incontro con il mondo dei fumetti e cosa ricorda dei primissimi lavori da illustratore che ebbe modo di affrontare professionalmente? Sergio Toppi – Ho iniziato molto presto, partendo da zero; infatti, i miei primi lavori, sono delle semplici illustrazioni, poi ho cominciato a lavorare nel campo dei disegni animati su cui si basavano, a quel tempo, la televisione e la pubblicità. Per una serie di motivi, per niente romanzeschi, mi hanno proposto di fare dei fumetti; non avendo alcuna esperienza, ho iniziato prendendo esempio da altri fumettisti. Bisogna ricordare, inoltre, che negli anni Sessanta e Settanta, si è assistito ad una grossa fioritura di talenti nel campo del fumetto italiano. In questo mio processo di imitazione ho cercato di capire come funzionasse il meccanismo del fumetto, così per gradi sono arrivato a trovare una cifra che mi rendesse riconoscibile. Questo credo che sia un risultato molto importante per qualsiasi disegnatore. M.R. – Quando la sua “cifra stilistica” raggiunge piena maturità, la ritroviamo espressa liberamente soprattutto in opere scritte e disegnate da lei, come Sharaz-de e Il Collezionista. Quanto, dunque, della sua personalità è racchiusa in queste due opere? S.T. – Nel nostro lavoro ognuno cerca di dare forma a ciò che sente di poter fare e voler dare. Pensavo, osservando anche il lavoro degli altri, che non appena avessi potuto, avrei creato un fumetto che si distaccasse dall’impianto tradizionale, senza la tipica inquadratura fissa simile allo schermo televisivo e senza quella serie di azioni e avvenimenti messi in una determinata sequenza per quadrettini. Questo perché mi interessava la verticalità, utile per uscire dai margini alterando la prospettiva classica.

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Indice

Introduzione, di Matteo Stefanelli

5

1. La Lunga Notte

15

2. Falco, Falco Amico

35

3. Ti guarirò, Signore

57

4. Ho atteso Mille Anni

79

5. Non pronuncerai quel Nome

99

6. Mudgiajd e il suo Re

123

7. Ti seguirò come un Cane

139

8. Una Città di nome Abunhiswar

163

9. La Pietra

187

10. Il Tesoro di Yazid

207

11. Dimmi perché, Signore

227

Intervista a Sergio Toppi, di Mariangela Rado

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