Società e famiglia di Franco Zadra
Questa non è più casa nostra
C
i sono momenti nella vita delle coppie che stravolgono il normale corso del vivere insieme fino a cambiare segno ai valori più cari come può essere quello della casa. Il nido cercato, voluto e desiderato assieme, alle volte anche appena conquistato, può divenire un inferno. Occorre, in quei momenti, imparare nuove pratiche di vita e conoscere bene tutte le implicazioni che conseguono a una scelta che riguarda sempre più coppie: vivere da separati in casa. Che questa scelta nasca di comune accordo o sia in parte o in tutto subìto da uno dei due partner, può influire non solo sulla durata di questa convivenza ma, la presenza di figli e la loro età e altro ancora concorre al vissuto soggettivo e individuale di tale separazione. Risolta la questione della ripartizione delle comuni spese domestiche come luce, gas, alimentari, ecc., se si è disposti a imparare, anche una situazione come questa può trasformarsi in una risorsa, una occasione per riflettere su se stessi, sull’altro e sulla relazione. Facile vivere come “due cuori e una capanna”, ma quando l’idillio si rompe occorre impegnarsi di più per farlo diventare un momento di crescita per
la coppia e per se stessi. Se l’amore è finito, se non ci si sente più una famiglia, condividere lo stesso tetto conserva però un valore che non va buttato via e non è detto che sia solo il preludio, penoso, a una definitiva separazione. Soprattutto se ci sono figli minori, occorre imparare a gestire l’ansia correlata al desiderio di lasciarsi alle spalle un fallimento relazionale, magari ritrovando interessi e passioni individuali che spesso nella dimensione della coppia erano perse. Lo spazio della casa, come il tempo vissuto tra le mura domestiche, acquistano nuovi sapori, a volte insopportabili. In questo caso sarebbe meglio chiedere un supporto psicologico, soprattutto se ci si trova a subire il periodo di separazione. Ci sono poi dei rischi legali connessi a questa situazione abitativa che è bene conoscere. Occorre capire che coabitazione e convivenza sono due situazioni del tutto diverse. La prima va intesa come sem-
plice condivisione fisica della medesima abitazione, mentre la convivenza presuppone una comunanza affettiva e sentimentale della quotidianità. Quindi, con la separazione in casa, si assiste al permanere della coabitazione con l’interruzione della convivenza. Se marito e moglie, pur continuando a vivere nella medesima abitazione, si comportano tra loro come estranei, disinteressandosi delle rispettive necessità, consumando pasti separatamente e dormendo in camere diverse, essendo venuta meno quella comunione legale e spirituale che contraddistingue l’unione matrimoniale, la separazione in casa non potrà essere di ostacolo all’ottenimento di una sentenza di divorzio, ma occorrerà dimostrare che la scelta di coabitare non rappresenta una ripresa della convivenza dettata da motivi di affetto, ma costituisce una condizione dovuta a ragioni di opportunità, eventualmente frutto di un accordo tra le parti.
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