Medicina & Salute di Erica Zanghellini
I rimproveri fanno crescere
U
no dei compiti dei genitori, fondamentali nella crescita di un figlio, è insegnargli dei principi e dei valori. Tutti noi a un certo punto riflettiamo su quello che vogliamo tramandare al nostro pargolo e in linea teorica tutto e molto semplice, e al livello pratico che tutto si complica. Uno dei mezzi a disposizione per insegnare ciò che è giusto e ciò che non lo è, sono i fantomatici rimproveri. Ma avete mai fatto caso che ci sono ammonimenti che vanno a buon fine mentre altri no, e che cos’è che può rende l’uno efficacie e l’altro parole al vento? Partiamo dal fatto che il rimprovero fa bene, aiuta il proprio figlio a crescere, l’importante è farlo bene. Se una volta il metodo principe era un urlo o un ceffone, ora sempre più
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genitori consapevolmente scelgono il confronto come metodo educativo e sebbene non esuli da difficoltà e controversie risulta indispensabile per disciplinare i comportamenti difficili, sbagliati e/o pericolosi. Il confronto non è facile, e in alcuni casi i genitori nonostante i loro sforzi si trovano a dover affrontare situazioni di stallo dove sembra proprio che i figli non vogliono modificarsi. A quel punto spesso assistiamo più che a un rimprovero, a sfoghi di genitori infastiditi, se non arrabbiati e quindi in quel momento la loro
comunicazione più che efficace risulta essere solo ed esclusivamente un’esplosione della loro tensione. Inevitabilmente quindi, il rimprovero fallisce e risulta essere assolutamente inefficace.