Moda oggi di Laura Paleari
Elsa Schiaparelli, creatività italiana Il patriottismo non è una caratteristica comune che contraddistingue gli italiani; siamo circondati da opere architettoniche, di storia e cultura, la nostra arte e soprattutto i nostri artisti, vengono invidiati in tutto il mondo eppure sembriamo quasi non accorgerci del nostro patrimonio; di quello che eravamo, che siamo e che potremmo essere. Ecco perché penso sia giusto, in momenti come questi, ricordare i nostri grandi talenti, quelli che ci hanno ispirato e che hanno portato la nostra arte in tutto il mondo.
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allis Simpson, Marlene Dietrich, Katharine Hepburn, Greta Garbo, Lauren Bacall, Gala Dalí,, Vivien Leigh, Ginger Rogers, Juliette Gréco e Mae West… Sono solo alcune tra le più importanti personalità che scelsero la boutique dell’italiana Elsa Schiaparelli; anticonformista, ribelle e determinata, riuscì a miscelare arte e moda in splendide creazioni da indossare. Elsa nasce nel 1890 a Roma e, il suo sogno, era quello di diventare poetessa.
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Tuttavia il carattere difficile e testardo e le sue poesie “inopportune” le valsero dai suoi genitori il biglietto di sola andata verso un convento della svizzera. Ma la giovane non era propriamente una donna nata per un luogo di Chiesa e, ovviamente, senza pensarci due volte, alla prima occasione riuscì ad andarsene e prendere la sua strada. Da quel momento la sua vita fu costellata da innumerevoli avventure; neanche le due Grandi Guerre la fermarono: viaggiò a Londra, a New York poi a Parigi, si sposò e divorziò prendendosi cura da sola della figlia. Ma fu proprio a Parigi che divenne stilista, conoscendo Paul Poiret e diventando sua allieva; una delle sue prime, importanti, ideazioni fu il maglione a “doppio nodo”, costruendo una nuova identità ad un indumento considerato povero e usato solo dalla gente di campagna. Da Parigi arrivò immediatamente alla grande distribuzione newyorkese, facendo conoscere la stilista a tutto il mondo. Fu la prima donna ad apparire sulla copertina del “Time” e, quando nel 1934 incontrò Salvador Dalì, diede vita ad una amicizia e collaborazione che durò
per tutta la sua vita. Moda e arte, un mix esplosivo nelle mani dei due; i bottoni presero la forma delle labbra di Mae West, i cappelli il profilo di scarpe, i materiali usati divennero innovativi (il primo lurex) e celebri furono i suoi abiti, come quello che riprendeva l’anatomia dello scheletro umano e l’abito bianco indossato da Wallie Simpson con un’enorme aragosta dipinta nella parte anteriore, tra le cosce, destando non poco scalpore. “…il colore d’un tratto mi si palesò davanti agli occhi: brillante, impossibile, sfrontato, piacevole, pieno d’energia, come tutta la luce, tutti gli uccelli e tutti i pesci del mondo messi insieme, un colore proveniente dalla Cina e dal Perù, non occidentale; puro e non diluito…” Il colore di cui parla la “Schiap” (come viene affettuosamente chiamata) è il Rosa Shocking, ideato da lei stessa, forse derivato da un colore utilizzato in alcuni quadri, debuttò insieme al suo primo