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Il Beato Carlo Acutis
Beati e Santi del nostro tempo di Armando Munaò e Waimer Perinelli
Carlo Acutis, “l’innamorato di Dio”, ha vissuto questa forte presenza del divino nella sua vita terrena e ha cercato in tutti i modi di trasmetterla generosamente anche agli altri e tuttora, continua a intercedere affinché tutti possano mettere Dio al primo posto nella propria vita e dire come Carlo: ”Non io ma Dio”; “Non l’amor proprio ma la gloria di Dio”; “La tristezza è lo sguardo rivolto verso se stessi, la felicità è lo sguardo rivolto verso Dio”.
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Il 24 novembre 2016, con l'intervento dell'allora Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, si è chiusa la fase diocesana del processo di beatificazione di Carlo Acutis iniziato il 15 febbraio 2013. Il 5 luglio 2018 viene dichiarato venerabile da Papa Francesco. Con questo titolo la Chiesa riconosce che Carlo Acutis “ha vissuto in grado eroico le virtù cristiane”. Nel novembre 2019 la Consulta Medica ha espresso parere positivo sul presunto miracolo attribuito alla sua intercessione. Il 21 febbraio 2020 Papa Francesco ha riconosciuto il miracolo. La celebrazione della beatificazione è avvenuta ad Assisi il 10 ottobre 2020 ed è stata presieduta dal cardinale Agostino Vallini, in rappresentanza del Papa.
IL BEATO CARLO ACUTIS
Nostra intervista esclusiva ad Antonia Salzano, mamma del Beato Carlo.
Carlo Acutis aveva 15 anni quando morì il 12 ottobre del 2006 stroncato da una leucemia fulminante, tanto rapida quanto inattesa. Da tutti ma non da lui che alla madre e al medico curante, qualche anno prima, aveva predetto la propria morte: Morirò, aveva detto, per un'emoraggia cerebrale quando peserò 70 chilogrammi. La sua vita era stata fino ad allora molto normale. Un'esistenza apparentemente tranquilla per un giovane destinato però a diventare Santo, il primo Santo Millenial. Il 10 ottobre del 2020, infatti, la Chiesa lo ha riconosciuto Beato accogliendo il parere della Consulta Medica della Congregazione delle Cause dei Santi, che ha accertato come veritiero il miracolo avvenuto, per intercessione, a un bambino brasiliano di sei anni afflitto da una gravissima malattia al pancreas e guarito completamente dopo che la nonna aveva pregato Carlo Acutis e il ragazzino aveva toccato con mano una reliquia, un pezzo di pigiamino macchiato di sangue. Una beatificazione straordinariamente rapida se pensiamo che per Papa Giovanni Paolo Primo, il bellunese Albino Luciani, la beatificazione avverrà nel settembre di quest'anno, a 40 anni dalla morte. Carlo era nato a Londra, dove il padre Andrea lavorava, il 3 maggio del 1991, primo figlio di Antonia Salzano. La famiglia si era trasferita a Milano e Carlo era stato allievo per le scuole elementari e medie dalle suore Marcelline e i pochi anni del liceo presso i padri Gesuiti. Come detto la vita apparentemente normale anche se tanti piccoli segni indicavano in lui una predestinazione. Ci dice la madre Antonia, un ragazzino vispo allegro, ma con alcune particolarità. Carlo ci ha colpiti perchè sin dalla tenera età ha mostrato aspetti e segni veramente particolari. A tre mesi
Beati e Santi del nostro tempo
ha detto la sua prima parola, a 5 mesi ha incominciato a parlare e poi tutto ciò che faceva dimostrava di essere
molto avanti rispetto ai suoi coetanei. E già a tre anni e mezzo ha mostrato una particolare predisposizione per la religione, la fede e i principi della bontà e carita', evidenziando il desiderio di voler conoscere la Bibbia, i santi e avvicinarsi maggiormente a Dio. Ed era veramente attratto dalle chie-
se. Entrava in Santa Maria Segreta a Milano, la chiesa della sua Parrocchia, sostava presso l’altare e il crocifisso, baciava le immagini sacre e s’inginocchiava a dire le preghierine e non voleva andare via nonostante io lo sollecitassi a uscire. Spesso ripeteva che “quando ci si mette di fronte al sole ci si abbronza, ma quando ci si mette dinnanzi a Gesù Eucaristia, si diventa santi perché l’Eucarestia è la sola strada per il Cielo”.
A sette anni, con tre anni di anticipo, fu ammesso alla Prima Comunione, ricevuta con un permesso speciale. E in quella occasione scrisse su un foglietto “ Io ora appartengo per sempre a Gesu ed essere sempre unito “Lui” è il mio programma di vita". E tutti i giorni, o prima o dopo la messa, faceva l'adorazione eucaristica. Fin da piccolo, ci dice la madre Antonia, ha vissuto la fede in ogni aspetto della sua vita. E la stessa fede lo ha supportato nel momento della sua morte quando, alla sofferenza della malattia, ha sostituito la certezza di vivere la pace, la serenità e la gioia nella vicinanza di Cristo. Osservando Carlo nella sua quotidianità, continua la madre, sembrava essere già programmato e scelto per essere una voce profetica e per raggiungere un qualcosa che a noi era incomprensibile. E siamo stati colpiti quando una volta, in giovanissima eta' e dialogando con lui ci disse che la “conversione” altro non era che spostare lo sguardo dal basso verso l'alto con un semplice movimento degli occhi. E si poteva ammirare la magnificenza del creato. Nell'omelia della messa di beatificazione, il cardinale Agostino Vallini, legato pontificio per le basiliche di San Francesco e Santa Maria degli Angeli ad Assisi, ha parlato di "Un ragazzo spontaneo, simpatico che amava gli animali, giocava a calcio..." "E' vero, dice la madre, ma era anche molto attento alla gente, soprattutto ai poveri. Quando davamo del denaro per acquistare la merenda, lo donava ai poveri. Tutti i giorni recitava il Rosario e girava la città alla ricerca di poveri e senza tetto che aiutava. Il suo amore per Dio lo ha avvicinato a queste persone bisognose. Prestava servizio di volontariato alle mense dei poveri delle suore di Madre Teresa di Calcutta e dei Cappuccini. " Sembra la storia romantica di un giovane del lontano passato ma in realtà Carlo appartiene al suo tempo. "Si, dice Antonia, Carlo era attivissi-
Beati e Santi del nostro tempo
mo sui Social dove diceva che si può fare del bene e testimoniava la propria Fede. Oggi in rete ci sono oltre duecento blog dedicati a lui, in tutte le lingue. Attraverso la comunicazione multimediale molte persone hanno testimoniato, sui siti, di essersi convertite alla Chiesa Cattolica seguendo il suo esempio. Io stessa che in gioventù non ero particolarmente devota ho
compreso l'importanza della fede e della preghiera". Carlo si era avvicinato all'informatica da autodidatta proprio per parlare di Dio e del suo rapporto con la religione e con l'Onnipotente. Un rapporto particolare da predestinato. "Un rapporto singolare, sottolinea la madre, iniziato già da ragazzino quando in collaborazione con l'Istituto San Clemente primo Papa e Martire, aveva organizzato la mostra sui Miracoli eucaristici nel mondo allestita poi in cinque Continenti. Una mostra ospitata nei santuari di Lourdes e della Madonna di Fatima oltre che in numerose parrocchie: ben diecimila negli Stati Uniti". Per questa sua capacità comunicativa Carlo viene chiamato Santo Millenial capace di comunicare il Vangelo con l'uso dei mezzi multimediali. La madre ricorda: Carlo ha scritto la frase “tutti nasciamo come degli originali, ma molti muoiono come fotocopie." Un messaggio, un invito a non sprecare i doni, gli evangelici denari, e Carlo non li ha gettati facendoli fruttare. Vicino alla morte chiese di essere sepolto ad Assisi, la città di Francesco, dove il suo corpo è stato traslato nel Santuario della Spogliazione, il 6 aprile del 2019, dove i fedeli possono venerarlo. "Ora, ricorda Antonia Salzano, all'attenzione della Congregazione ci sono altri miracoli attribuiti a Carlo e al primo che verrà riconosciuto come veritiero il giovane potrà essere consacrato Santo".