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Curiosità in controluce: la Mail Art

Curiosità in controluce di Alice Vettorata

La Mail Art

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Da quanti anni, aprendo la buca delle lettere non trovate al suo interno una cartolina? Con i classici saluti scritti sulla parte bianca, a lato dei francobolli e magari anche qualche piccolo segno grafico che ricorda una faccina con il sorriso? Scommetto abbastanza tempo. Ci sono però persone che hanno modificato questo tipo di comunicazione, iniziando a spedire manufatti d’arte tramite posta, facendoli recapitare presso qualche abitazione. Sicuramente andando a controllare ora, nessuno di noi troverà un Caravaggio ben riposto con un francobollo appiccicato alla cornice. Però, una cerchia di artisti presente già nel 1950 inviò proprie opere ad altre persone, facendo nascere così la Mail Art. I manufatti che possono essere considerati materiale idoneo per essere inserito nella categoria della Mail Art non hanno limiti di supporto, entità o tema da trattare. Infatti, qualunque oggetto possa essere spedito aderisce perfettamente agli ideali di base che caratterizzano questo modo di comunicare, che non è affatto nuovo. Il servizio postale infatti è attivo dal 1862, e coloro che decisero di sfruttare il suo potenziale per far circolare prodotti artistici furono principalmente i Futuristi e i Dadaisti durante gli anni ‘50. Anche se il termine Mail Art venne ufficialmente coniato solo nel decennio successivo. Ciò su cui gli artisti decisero di fare leva fu la possibilità di creare un legame tra l’artista e chi desidera fruire della sua arte. Uno scambio che può divenire reciproco e continuativo nel tempo, non solo tra l’artista e l’amante d’arte. Infatti la Mail Art è anche un modo per dare vita a collaborazioni tra artisti differenti che provengono da ogni parte del mondo. Così agendo si conferma il vero valore di questa corrente, il quale consiste proprio nell’evidenziare il potere dello scambio di idee e arte, ignote fino al momento dell’apertura della buca delle lettere, a discapito del lato economico. Basandosi su questi intenti Ray Johnson, artista americano pioniere del movimento NewDada e della prima Pop Art, fondò la New York Correspondence School (La scuola della corrispondenza), sede di ritrovo per numerosi artisti, spesso associati anche ad un altro movimento, il Fluxus, i quali disseminavano arte nel mondo servendosi della comunicazione postale. Realizzando francobolli d’arte, chiamati artistamp e apponendoli a insoliti collage o pitture da spedire, la Mail Art prese forma. Vennero anche realizzate mostre che esponevano le opere scambiate tramite posta, decisione che creò una spaccatura all’interno del movimento, il quale era nato come dialogo privato e distante dalle regole di mercato. Bisogna dire però che la caratteristica che accomuna le varie modalità di realizzare arte è il ruolo rilevante, direi essenziale, del pubblico, poiché questo è il destinatario al quale è indirizzata l’opera. L’arte è per le persone e per questo motivo necessita di interazione tra più soggetti. Che si tratti di un pubblico che applaude, ride o si commuove durante uno spettacolo teatrale o che sia il commento che viene fatto dall’osservatore nei confronti di un quadro, il suo compito è importantissimo. A oggi alcuni musei hanno riscoperto il valore di questa corrente artistica, come il Museo Civico e della Mail Art visitabile a Montecarotto, Ancona, il quale ha dedicato un intero spazio proprio alla Mail Art. Inoltre, come spesso accade a molte delle pratiche che venivano svolte in forma cartacea, ora è presente anche il loro corrispettivo digitale; l’Email Art. Che si realizzino delle opere da spedire in formato tradizionale o nella modalità digitalizzata, la Mail Art può far riscoprire un lato creativo della nostra personalità.

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