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Il teatro “ De La Sena” e Goldoni
Conosciamo il territorio di Alice Vettorata
Il Teatro “DE LA SENA” e GOLDONI
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Uno dei simboli della città di Feltre è senza dubbio il Teatro “de la Sena”, tradotto con “Teatro della scena” e noto anche come “La Piccola Fenice”. Questo illustre soprannome è dovuto alla somiglianza con lo storico edificio veneziano, dato che l’architetto Giannantonio Selva progettò entrambi gli stabili. Oltre che per il legame con il Teatro della Fenice a Venezia, il Teatro de la Sena è noto anche per essere stato la cornice dell’esordio di Carlo Goldoni, commediografo nato nella Serenissima. A Feltre Goldoni iniziò la sua carriera proponendo al pubblico La Cantatrice e Il buon padre, due intermezzi che servivano a intrattenere il pubblico durante alcun e opere realizzate dal librettista Metastasio. Entrambe le opere, datate nel 1730, vennero scritte appositamente per un gruppo dilettantistico originario di Feltre, che le mise in scena nel teatro cittadino durante il periodo di carnevale. Per aver conferito ulteriore prestigio alla città e a uno dei suoi luoghi più suggestivi, venne deciso di dedicare una via a Carlo Goldoni. La si può trovare come via perpendicolare a via Arnaldo Fusinato, ed è una stradina privata che ha il compito di unire la via citata alla parallela via Anconetta. CARLO GOLDONI Nel dettaglio però, chi è stato Carlo Goldoni? Oltre ad essere vicino a questa cittadina, dove ha vissuto e lavorato scrivendo così una delle pagine più significative del teatro all’italiana, cosa fece? Goldoni, avente i natali a Venezia viaggiò tra diverse località italiane come Roma, Perugia, Chioggia, Pavia e Tirolo, per citarne alcune. Un’esigenza che derivò sia dal seguire il padre nei suoi spostamenti lavorativi, sia dalla volontà di studiare in diversi atenei in ambito legislativo. Una carriera che perseguì, rimanendo però sempre fedele alla prima sua più grande attrazione; la produzione di testi teatrali. Il suo debutto, come già menzionato, è avvenuto nella città di Feltre, esperienza che gli consentì di entrare a far parte in modo continuativo nel teatro e viverlo sempre in ascesa. I teatri principali della città di Venezia rimasero entusiasti del lavoro di Goldoni e Girolamo Medebach, attore, sfidò il commediografo a scrivere per la sua compagnia ben sedici opere in un solo anno, il 1750. I teatri di San Samuele, di Sant’Angelo e di San Luca ospitarono una quantità immensa dei capolavori di Carlo Goldoni. Non si fermò però qui. Terminò la sua carriera in Francia, dopo aver lavorato per Luigi XV. Oltre al ricco catalogo teatrale dell’autore, ciò che caratterizza la figura di Goldoni è soprattutto la sua capacità di dettare un cambiamento coraggioso all’istituzione teatrale. La Riforma Teatrale che attuò portò numerose novità alle rappresentazioni teatrali. Goldoni analizzò la Commedia dell’arte, una modalità di fare teatro nata nel XVI secolo e apprezzata anche all’estero. Chi lavorava con questo metodo si serviva di alcune maschere, di personaggi macchiettistici privi di profondità interiore, e inoltre, di testi teatrali che in realtà spiegavano agli attori soltanto le azioni e alcune frasi da recitare (detti lazzi) e non dei copioni completi. Colombella, Arlecchino, Pantalone e tutte le altre maschere carnevalesche che conosciamo, erano
protagoniste della Commedia all’italiana messa in discussione da Goldoni. Egli sovvertì questo schema ripetitivo iniziando a scrivere interamente il copione per le parti da protagonista, come nel caso de “Il momolo cortesan”, nato nell’anno 1738. Pochi anni dopo decise di estendere la scrittura dei copioni scritti e non limitarsi a trascrivere in modo accurato solo la parte del protagonista. Con "La donna di garbo” e “Il servitore di due padroni” inaugurò così i copioni integrali. Con questa pratica l’idea dell’autore era principalmente quella di non creare uno stacco eccessivo tra il mondo reale e il mondo teatrale. L’assenza di improvvisazione stereotipata basata sulle maschere lasciò spazio a una recitazione più realistica, vicina agli atteggiamenti che le persone adottano nella vita reale. Un’altra modifica che venne introdotta nella riforma volta al fine di rendere le rappresentazioni teatrali più verosimili fu l’utilizzo dei dialetti. Dialetti che combinati ai copioni scritti interamente contribuiscono anche a conferire alle commedie un valore morale ed educativo apprezzato dal pubblico. Il Teatro della Sena ha una rilevanza storica di per sé eccezionale, arricchita ulteriormente dal ruolo di una personalità rivoluzionaria come quella di Carlo Goldoni, un uomo di mondo e di teatro.
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