La nostra storia di Sergio Tazzer
CANÓPI E LA «PESTE LUTERANA»
S
pieghiamo subito chi sono i canópi: si tratta dei minatori (dal tedesco Bergknappen) che giunsero dal mondo mitteleuropeo con scavare grobe (dal tedesco Graben, scavi) e stolli (sempre dal tedesco Stolle, galleria) nelle cecche o zecche (da Zeche, miniera) nelle nostre montagne, sia venete che trentine. Con loro giunsero esperti smelzer ( da Schmelzer, fonditore), addetti ai forni fusori e alle fucine. Fino a quando Venceslao II (1271-1305), re di Boemia e di Polonia, duca di Cracovia, non emanò lo Jus regale montanorum, il primo codice minerario apparso in Europa, redatto dal giuristica italiano alla corte di Praga, il notaio Gozzo da Orvieto, vigeva per i canópi il Freier Berg, l'uso libero
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della montagna. Forestieri anneriti dal fumo, acconciati in fogge diverse, che davano di sé alle tranquille comunità silvo-pastorali della montagna un'immagine fra lo stregonesco ed il diabolico; in più parlavano lingue diverse, dialetti tedeschi e slavi, provenendo per lo più dal Tirolo, dalla Sassonia, dalla Lusazia, dalla Missia, dalla Boemia … Il vescovo di Feltre era a capo di una contea che, oltre al Feltrino, comprendeva il Primiero, il Tesino e la Valsugana fino a Pergine, mentre quello di Belluno dominava praticamente sul resto dell'attuale provincia. Essendo le due diocesi bersaglio di scorrerie scatenate dal comune di Treviso, il papa statuì che pur restando indipendenti, pur aeque principaliter, ugualmente importanti, esse avrebbero avuto un unico vescovo. Unione formale che esistette fino al XV secolo, quando papa Pio II ripristinò le due diocesi nella loro autonomia. Ci si sofferma sull'amministrazione territoriale della chiesa cattolica poiché tutto filò liscio fino a quando apparve sulla scena Martin Lutero, che diede vita alla riforma prote-
stante. La dottrina luterana fu combattuta dalla chiesa cattolica con ogni mezzo, messo in bella calligrafia teologica con il concilio tridentino. Dal dogado di Michele Steno (14001413) la montagna bellunese entrò a far parte dei territori della Serenissima, la quale attinse abbondantemente sia dai boschi che dalle miniere: l'Arsenale, e non solo, aveva bisogno del legna-