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I signori del vento
I signori del vento di Franco Zadra
I SIGNORI del VENTO
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Se siete di quelli fermamente convinti che “tenere i piedi per terra” sia la condizione ovvia e più sicura per attraversare i nostri giorni ricchi di vita e di emozioni, allora non iniziate a leggere questo articolo, ma soprattutto tenetevi lontani dalla bella pubblicazione del libro di Maurizio Bottegal, nato a Zurigo nel 1962, “Signori del vento, la (mia) storia del parapendio fra aneddoti e curiosità”, pubblicato da Dbs-Smaa di Seren del Grappa (BL), agosto 2021. Potreste, infatti, vedervi d'un tratto espropriati delle vostre certezze e desiderosi di conoscere quel mondo al quale sentite già di voler appartenere, con tutta la vostra anima. Volare! Un desiderio scritto nel Dna del genere umano, da Icaro in poi, ma che forse, proprio per la fine fatta da quel primo mitico aeronauta, avvicinatosi troppo al sole che sciolse la cera che teneva incollate le penne d'uccello alla struttura alare autocostruita, facendolo precipitare rovinosamente al suolo, fa desistere la maggiorparte di noi dal solo pensarci. Ma l'attuale paracadute da lancio è più vicino alle “ali d'aquila” di biblica memoria, da sempre sinonimo di sicurezza e di forza, un'ala direzionabile per decollare dai pendii montani, con ormai una efficienza aerodinamica che consente, con quasi la stessa facilità di andare in bicicletta, dei veri e propri voli sfruttando le correnti d'aria calda, le termiche, per poter guadagnare quota e surfare
I signori del vento
attraverso l'aria. C'è, a dimostrarlo ogni giorno, un popolo di gente felice che realizza il sogno di volare con gli strumenti e le conoscenze che il progresso tecnologico mette oggi a disposizione. Per noi terrestri che ancora non abbiamo spiccato il primo volo, una “congrega di pazzi”! Più di 100 piloti iscritti che si ritrovano al Para & Delta Club Feltre, costituitosi nel 1990 dall'unione dei primi deltaplanisti con i pionieri de l'allora nuova disciplina volante, il parapendio, che ogni giorno praticano quello «sport da pensionati», come lo ha definito Maurizio Bottegal per distinguerlo e distanziarlo dagli altri sport “estremi” legati all'aria. Un popolo che si riconosce nei
cameo raccolti nel libro di Bottegal che passo passo descrivono l'itinerario, meglio sarebbe dire il piano di volo, formativo di un pilota di parapendio attraverso 20 di loro che con le loro testimonianze, gli aneddoti e le avventure, rendono il volume “Signori del vento” un'opera del tutto unica e molto più ricca e significativa del consueto manuale di tecnica e pratica del volo libero. L'entusiasmo e il coinvolgimento emotivo cresce mano a mano che si sfogliano le oltre 250 pagine che raccontano di sensazioni forse prima neppure immaginate, conoscenze e capacità del tutto praticabili, padronanza della vela, ma soprattutto di sé e di quell'elemento invisibile che cominciamo a riconoscere non più soltanto come ciò che ci mantiene in vita attraverso il respiro e con i piedi per terra, ma che anche ci può sostenere in volo e che possiamo imparare a “plasmare”, come dice bene Dante Porta nella prefazione al libro, per dirigerci dove vogliamo, come “Signori del vento”. Signori, quindi, e non “super eroi”, con un punto di vista “superiore”, “dall'alto” e che certo rende più consapevoli e anche felici del territorio che abitano, ma che umilmente sanno conservare in un confronto rispettoso con le correnti ascensionali e le bizze del Meteo, nella pazienza di dover sempre imparare, padroneggiare la tecnologia e i materiali della vela per arrivare a «mantenere il timone dritto nella direzione delle emozioni». Una disciplina giovanissima quella del parapendio, se si pensa che i primi Mondiali furono disputati a Kossen in Austria nel luglio del 1989, patrocinati dalla Federazione Aeronautica Internazionale, con 120 piloti provenienti da tutto il mondo. La Nazionale italiana, capitanata da Massimo Angius, era composta per metà da feltrini, Maurizio Bottegal, che avrà 13 presenze in Nazionale fino al 2009, Carlo Dalla Rosa, Silvio Bertoni, e Vinicio Rossi. Vi era poi Sebastiano Zagonel, del Primiero, i gardenesi Philippe e Tadeus Moroder, e Luigi Felicetti della Val di Fassa. Da allora, il Para & Delta Club Feltre, ha visto susseguirsi diverse generazioni di piloti che con impegno e passione, passando dal famosissimo Trofeo Guarnieri, alle gare di coppa del mondo, sono giunti a organizzare nel 2017 i Campionati Mondiali di parapendio, con direttore di gara proprio Maurizio Bottegal, ricevendo nel 2018 il riconoscimento più alto della Federazione Aeronautica Internazionale, la medaglia d'oro per il grande contributo al successo e lo sviluppo dell'aeronautica. Ma c'è molto di più, fin dal 1992 è istituita la scuola di Volo Libero Monte Avena che con i suoi quasi trent'anni di esperienza è ormai un punto di riferimento per
I signori del vento
tutti coloro che desiderano avvicinarsi al più puro degli sport dell'aria e, grazie a questa, quasi un migliaio di piloti hanno spiccato il primo volo negli splendidi cieli feltrini. Non basterà leggere un articolo per decidere di iscriversi a un corso teorico-pratico-motivazionale dedicato al “volare meglio”, ma il libro di Bottegal è intrigante e riempie di gratitudine per questo sport capace di attrezzarti del coraggio di volare.
Il parapendio è il più semplice e leggero mezzo di volo libero esistente, in continua evoluzione, sia nei materiali utilizzati che nelle tecniche di costruzione, ideato nel 1985 da Laurent de Kalbermatten che lo rese più efficiente, più facile da gonfiare, e dalle maggiori prestazioni dei paracadute di allora. È composto da una vela alla quale è sospesa la selletta del pilota, dove anche è normalmente integrato un paracadute d'emergenza, tramite un sistema di fasci funicolari. Dotato di freni aerodinamici e un acceleratore (o speed) in grado di variare l'angolo di attacco, e una pedalina (speed bar) agendo sulla quale si può variare l'incidenza dell'ala per una migliore performance di velocità o efficienza di volo, anche in base alle condizioni aerologiche.