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La coscienza dell'escursionista

Umana-Mente di Chiara Paoli

La coscienza dell’escursionista

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La montagna è una passione, intraprendere escursioni per ammirare i suoi paesaggi un privilegio e un’opportunità che però non va presa sottogamba. Ogni estate è purtroppo costellata di tragici eventi e la montagna si trasforma in un bollettino di guerra, anche senza bisogno di fucili e cannoni.

Ma questo è solo uno dei tanti casi in cui la montagna si è rivelata fatale. I monti ci proteggono, rassicurano e ci fanno sentire a casa, ci accolgono al rientro dalle vacanze al mare e ci inducono ad alzare lo sguardo verso le vette nutrendoci di speranze. La montagna però ha anche un’altra faccia della medaglia, è fatta di fatica, duro lavoro per i suoi abitanti, inverni freddi, estati assolate e pericoli imminenti. I rischi sono molteplici e vanno preventivati, possono essere valanghe o smottamenti, ma anche più semplicemente una distrazione, un piede messo in fallo, una caduta che risucchia nel vuoto. In montagna bisogna essere preparati, soprattutto ad alta quota e dove le vie e i passaggi risultano esposti. I montanari doc sanno che prima di partire il tragitto va pianificato, vanno controllate le previsioni meteo, preparata l’attrezzatura e soprattutto bisogna verificare di essere fisicamente allenati ad affrontare percorsi impegnativi e con forti dislivelli. Improvvisarsi alpinisti rischia di costare caro, perché mettere in moto la macchina del Soccorso Alpino non è uno scherzo e se l’intervento richiesto non è necessario o è dovuto alla superficialità dell’escursionista, bisogna tenere conto che il prezzo da pagare sarà elevato, nell’ordine di diverse migliaia di euro. Con le cime non si scherza e quando si decide di dedicarsi al trekking bisogna acquistare l’attrezzatura adatta, per quanto le ciabatte infradito siano bellissime in spiaggia, stridono alquanto con i sentieri di montagna, si frantumano in tempo zero ed espongono il piede a torture inimmaginabili. Una felpa è sempre necessaria, il tempo cambia velocemente e dopo una “sudata” salita è sempre meglio coprirsi quando ci si ferma, per non rischiare di prendersi un raffreddore. Una ventina o giacca antipioggia, trova spazio quando il tempo è incerto e si rischia di incappare nella pioggia. I bastoncini possono essere utili strumenti di appoggio e soprattutto non deve mai mancare una bottiglietta d’acqua o in caso di giornate molto calde, qualche bevanda contenente sali minerali. In assenza di rifugi aperti ovviamente bisogna portarsi dietro anche i panini o altro cibo per la giornata. La montagna va vissuta con occhi spalancati in contemplazione delle sue bellezze, pronti ad incontri con animali selvatici che abitano questi luoghi e rispettosi della natura e della flora che ci circonda. L’immondizia si riporta a valle e si smaltisce negli appositi contenitori; troppo spesso le persone si rivelano irrispettose e abbandonano i propri rifiuti deturpando questi nostri splendidi paesaggi. Questi splendidi pinnacoli naturali non sono adatti a tutti e soprattutto non si possono predisporre per chi vorrebbe tutte le comodità a portata di mano. Chi non ha voglia di faticare per guadagnare la vetta, può accontentarsi delle mete a bassa quota e osservare da lontano le cime. La natura è bella perché è tale, perché è selvaggia e ricca di verde e non va rovinata costruendo ovunque strade asfaltate, mega parcheggi e aree camper attrezzate.

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